scarpette rosse: il femminicidio e la violenza …tensione nella coppia, cattiva comunicazione,...

CONDUTTORI:

Dr.ssa Sironi Serena, Psicologa e Psicoterapeuta, Counseling Istituto ModiglianiDr.ssa Alice De Luca, Dott.ssa in psicologia, Psicologia ScolasticaAvv. Silvia di Maria, Avvocato e Criminologa

Synesis®, Centro di Psicologia & Psicoterapia, Carnate (MB): 0396076481, www.centrosynesis.it

“SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA”:

workshop classi V: 18/02/19 H 9-13e serata genitori: 21/02/19 h 20,30

OGGI PARLEREMO DI:FEMMINICIDIO

Alcuni campanelli d’allarme:- La prevenzione attraverso la conoscenza - Il ciclo della violenza - Alcune caratteristiche di una relazione patologica - Il Femminicidio come fattispecie penale

® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®, Centro Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

ATTIVITÀ: BRAINSTORMING PER GENITORI

Cos’ è l’amore per i vostri figli?Cos’ è l'amore per i ragazzi?Esprima questo concetto con disegni, colori, parole, poesie, testi di canzoni…


ATTIVITÀ: I COMPORTAMENTI

NELLA COPPIA

SECONDO VOI quali sono:

- Comportamenti sani in una coppia

- Comportamenti NON SANI in una coppia

Riflessione sui risultati e individuazione dei “comportamenti a rischio” premonitori di comportamenti violenti


Si riferisce all’uccisione di una donna, bambina o adulta, da parte del proprio compagno, marito, padre o di un uomo

qualsiasi, come conseguenza del mancato assoggettamento fisico e psicologico della

vittima

IL FEMMINICIDIO


ALCUNI CAMPANELLI D’ALLARME

AGGRESSIONI VERBALI durante le discussioni (insulti, critiche, imposizioni, ordini, umiliazioni,…)

DOMINIO Inizi a fare solo quello che sceglie lui, per “stare tranquilli”

GELOSIA che porta al controllo del telefonino, del profilo sui social , selezione e controllo degli amici ,…

SENSO DI INCERTEZZA inizi a sentirti costantemente incerta e precaria su cosa succederà, sul da farsi, su cosa pensare,…


«NON CI CAPISCO PIU NIENTE…»

Mi racconta Elena: “non capisco se tutto questo è normale: ho PAURA di parlare e un po’ anche mi

VERGOGNO. Certi giorni mi sento volare, altri giorni sento dentro di me una grande

SOLITUDINE….”


IL CICLO DELLA VIOLENZA Le fasi sono individuabili in tre grossi gruppi:

1. la fase di crescita della tensione (Tension Building)

2. il maltrattamento (Incident)

3. la luna di miele (Reconcilation)


1.L'attivazione della tensione è caratterizzata da un sovraccarico ditensione nella coppia, cattiva comunicazione, aggressioni verbali , pauraper un eventuale scoppio d'ira.

L'aggressore si giustifica colpevolizzando la donna, dichiarando che è statalei a provocarlo o affermando di aver perso il controllo ;

La vittima stessa minimizza e giustifica, convinta di poter cambiare il propriocompagno.

La donna rifiuta l'idea stessa di essere vittima e non riconosce comeaggressore il proprio compagno.


2. La fase del maltrattamento, o abuso vero e proprio, è la fase deldominio violento, che può essere fisico, psicologico, con mezzi dicoercizione ecc.

Le violenze fisiche si traducono in pugni, calci, sberle, spintoni, tali darendere spesso necessario l'intervento sanitario/pronto soccorso: lavittima mente per paura o vergogna e giustifica le lesioni, di solito,dicendo che se le è procurate da sola.


È il momento in cui la donna corre i pericoli maggiori, incomincia aprendere consapevolezza del rapporto malsano, ma non vede vied'uscita e si rende conto che NON potrà cambiare il suo aggressore

È IL MOMENTO IN CUI INIZIARE A CHIEDERE AIUTO


3. La luna di miele è la fase latente di calma apparente e si divide indue fasi:

3.A - la fase delle scuse e delle attenzioni amorevoli: la personaviolenta si dichiara pentita e promette di cambiare. Si dimostradolce, premuroso, attento ed è disponibile a terapie di coppia. Avolte per indurre la donna a non lasciarlo minaccia il suicidio. Sicomporta come i primi anni della relazione e la vittima, di solito,ritorna sulle sue decisioni


3.B - lo scarico della responsabilità: i comportamenti violenti vengonoattribuiti a fattori esterni (per es. alcool, lavoro,….) o viene colpevolizzatala vittima che ha fatto o non fatto qualcosa che ha provocato la violenza.

Nella vittima insorgono i sensi di colpa, tanto che si auto convince diessere lei la causa delle aggressioni per non essere stata comel'aggressore voleva o si aspettava.


IL DOPPIO LEGAME Si definisce DOPPIO LEGAME quello in cui il CARNEFICE impone punizioni e

censura il comportamento “irregolare” della vittima per poi interrompere il comportamento punitivo gratificando la vittima con rinforzi positivi

Si caratterizza per:

GRADUALITA’

INTERMITTERZA

ISOLAMENTO

SENSO DI INADEGUATEZZA


GRADUALITA’ Un fattore essenziale al mantenimento del rapporto di coppia e la

gradualità, ovvero l’incremento graduale degli eventi abusivi: soprattutto all’inizio della relazione, gli eventi d’abuso non sono percepiti come gravi.

Inoltre, gli atteggiamenti di contrizione da parte dell’uomo, successivamente agli incidenti violenti, operano al fine di rafforzare l’attaccamento affettivo in un momento in cui non vi è cognizione che l’abuso si ripeterà, si aggraverà e

diventerà ineludibile.


diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

INTERMITTENZA

Il reiterarsi dello schema si basa sull’ intermittenza dell’ abuso:

molte donne descrivono con soddisfazione i periodi di

riconciliazione tra i momenti di violenza

si ignora il problema della violenza e lo si considera un’eccezione


ISOLAMENTO Il carnefice isola la vittima da altre fonti di sostegno, riducendo la

probabilità di individuazione dei comportamenti abusanti epossibilità di ricevere un punto di vista diverso, rafforzando così ilsenso di dipendenza unilaterale


SENSO DI INADEGUATEZZA

Gli effetti traumatici di tali relazioni violente possono includere la compromissione della capacità della vittima di una corretta autovalutazione delle risorse personali, portando a un senso di inadeguatezza e a una percezione di dipendenza dalla persona dominante.


CHIEDERE AIUTO: A CHI?

Il Comune di Seregno è coinvolto nello sviluppo del ProgettoArtemide, Rete interistituzionale a sostegno delle donnevittime di violenza attiva su tutto il territorio della Provinciadi Monza e Brianza.

Il progetto è realizzato a seguito dell’accordo dicollaborazione sottoscritto con Regione Lombardia perl’attivazione di servizi e iniziative finalizzate al contrasto ealla prevenzione della violenza sulle donne e allaprotezione delle vittime di violenza ( L.R. 11/2012).

Nel territorio dell'Ambito di Seregno, da lunedì 16 aprile 2018 è stato aperto lo Sportello Antiviolenza, a sostegno delle donne vittime di violenza residenti, in particolare, nei Comuni di Barlassina, Ceriano Laghetto, Cogliate, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Meda, Misinto, Seregno e Seveso.

Lo Sportello è gestito dall'Associazione CADOM - Centro Aiuto Donne Maltrattate di Monza.

Rete Artemide:

TELEFONO DONNA

WHITE MATILDA

CADOM


VIDEO: DISCRIMINAZIONE DI GENERE


IL FEMMINICIDIO

Come fattispecie penale


INTRODUZIONE

Tema e finalità dell’esposizione

1. Origine del femminicidio: Messico

2. Il femminicidio dalla sociologia alla giurisprudenza

3. Il femminicidio nel diritto internazionale

4. Il femminicidio nel mondo: il caso italiano

Conclusione e dibattito


VIDEO: BORDERTOWN (JENNIFER LOPEZ, ANTONIO BANDERAS, 2006).

® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®, Centro Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI,

BGBG

1. ORIGINE DEL FEMMINICIDIO: MESSICO

QUAL È IL CONTESTO DEL FEMMINICIDIO IN MESSICO?

Ciudad Jaurez, città frontaliera Los cárteles narcotraficantes Accordo commerciale NAFTA (1994) e

las maquilas Impunità Società messicana: machismo e

misoginia


COME SI MANIFESTA IL FEMMINICIDIO IN MESSICO: FATTORE SISTEMA

• Violenza contro le lavoratrici delle maquilas da parte dei narcotraficantes, con la complicità dei funzionari pubblici (stupri e omicidi)


COME SI MANIFESTA IL FEMMINICIDIO IN MESSICO: FATTORE BUSINESS

• Snuff film • Sfruttamento della prostituzione


COME SI MANIFESTA IL FEMMINICIDIO IN MESSICO: FATTORE CULTURALE

• Rito satanico della Santa Madre (Marianismo) • Violenza domestica (donna sottomessa)


2. DALLA SOCIOLOGIA ALLA GIURISPRUDENZA

DA “FEMICIDE” A “FEMINICIDIO”

1. Diana Russel, sociologa e criminologa statunitense fu la prima ad utilizzare il termine «FEMICIDE» in un suo saggio, inteso come l’uccisione sistematica di donne per il semplice fatto di essere donne

2. Marcela Lagarde, deputata parlamentare messicana, introduce il termine FEMINICIDIO= violenza basata sul genere, perpetrata in un contesto di assoluta impunità sociale e di Stato. Il femminicidio è un crimine di Stato, in quanto tollerato.


3. DIRITTO INTERNAZIONALE

RICONOSCIMENTO GIURIDICO DEL FEMMINICIDIO: TAPPE STORICHE

1.Principio universale di uguaglianzaDichiarazione Universale dei diritti dell’uomo(1948)

2.Parità giuridica tra i sessiPatto Internazionale sui diritti economici,sociali e culturali (1966)


3.Principio di non discriminazione basata sul genereConvenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione

contro le donne (1979)

4.Norme contro la violenza di genereConvenzione inter-americana sulla

prevenzione, punizione e sradicamento della violenza contro le donne o Convenzione Belém do Pará (1994)


LA VIOLENZA DI GENERE NEL DIRITTO INTERNAZIONALE

Gender-based violence“Qualsiasi atto basato sulla discriminazione digenere che cagioni la morte o danno o sofferenzafisica, sessuale o psicologica alle donne, nella sferaprivata e pubblica”

art. 1 Convenzione Belém do Pará (1994)


4. IL CASO ITALIANO

COME SI MANIFESTA IL FEMMINICIDIO IN ITALIA

78,21% delle violenze contro le donne sono domestiche Sotto forma di violenza fisica, economica e psicologica Ad opera di ex partner, mariti, compagni o persone

conosciute Fenomeno non percepito come crimine Cultura stereotipata e maschilista Mancata denuncia delle violenze Stato incapace di prevenire, proteggere e tutelare la

vita delle donne

Rapporto di Rashida Manjoo, Relatrice speciale ONU sulla violenza contro le donne (2012) ® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®,

Centro Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

Il femminicidio è una qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente

sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice

patriarcale allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne

l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico fino alla

schiavitù o alla morte.

In Italia, fino a non molti anni fa, l’uomo che uccideva la moglie o la

fidanzata «per gelosia» poteva contare su di una circostanza attenuante:

il cosiddetto «movente d’onore» grazie al quale l’uomo in questione

se la cavava solo con pochi anni di prigione.


4. IL CASO ITALIANO

DATI 2012 SUL FEMMINICIDIO IN ITALIA

124 donne uccise (129 nel 2011)

69% delle vittime sono donne italiane

60% accaduti in una relazione sentimentale

15% commessi dai figli

52% avvenuti nel Nord Italia

Statistiche 2013 della Casa delle Donne di Bologna (Centro Antiviolenza Emilia Romagna)


ASPETTI GIURIDICI

La difesa personale nell'ordinamento giuridico italiano

La legislazione a tutela della donna.


La Russell, nel suo saggio, identificò nel femminicidio una categoria criminologica ben specifica connotata da una violenza estrema da parte di un uomo contro una donna, «proprio in quanto donna» ossia «la morte della donna quale esito/conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine.»

IL FEMMINICIDIO NELLA LEGISLAZIONE ITALIANA

´ 15 maggio 2011 - Convenzione di Istanbul (Convenzione sulla prevenzione della violenza contro le donne e la lotta contro la violenza domestica)

´ Legge 27 giugno 2013, n. 77 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011.

´ Decreto legge 14 agosto 2013 n. 93, convertito con modifiche dalla Legge 15 ottobre 2013 n. 119.

PROGETTO DI LEGGE «CODICE ROSSO» ( attualmente ALLA CAMERA)® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®, Centro

Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

LE PRINCIPALI FATTISPECIE NORMATIVE

SAPPIAMO RICONOSCERE UN COMPORTAMENTO GIURIDICAMENTE RILEVANTE?-OMICIDIO (Art. 575 C.P.)-PERCOSSE (Art. 581 C.P.)-LESIONI PERSONALI (ART.582 C.P. 583 C.P.)-VIOLENZA SESSUALE (ART. 609 BIS C.P.)-MOLESTIA O DISTURBO ALLE PERSONE (ART. 660 C.P.)-ATTI PERSECUTORI (STALKING) – (ART. 612 BIS C.P.)-MALTRATTAMENTI CONTRO FAMILIARI E CONVIVENTI (ART. 572 C.P.)-MINACCIA ( ART. 612 C.P.)-VIOLENZA PRIVATA (ART. 610 C.P.)Le fattispecie più gravi sono immediatamente riconoscibili come reato, ma le condotte

violente più frequenti sono quelle di minore gravità (perseguibili a querela della persona offesa).


COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE: SAPER

RICONOSCERE LE FORME DI VIOLENZA E STRUMENTI

VIOLENZAFISICA

VIOLENZAPSICOLOGICA

VIOLENZASESSUALE

ALLONTANAREIL SOGGETTO MALTRATTANTE

CONQUISTAREAUTOSTIMA ED AUTONOMIA

GESTIREI MECCANISMI RELAZIONALI


LE PRINCIPALI FATTISPECIE NORMATIVEOBIETTIVODISTINGUERE LE VARIE FORME DI VIOLENZA PER DIFFERENZIARE LA DIFESA

LE DIVERSE FORME DI VIOLENZA SI CONTRASTANO CONSTRUMENTI DIFFERENTI.

ADOTTARE INDISCRIMINATAMENTE UNO STRUMENTOPIUTTOSTO CHE UN ALTRO

NON GARANTISCE UNA DIFESA EFFICACE.


COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE:STRUMENTI

Valutare il gesto aggressivo o violento in base al contestosituazionale.

Individuare gli elementi che fanno di quel gesto un comportamento anomalo..

Gestire quel comportamento (anomalo) usando strumenti legittimi.legittimi.

ANALISI OGGETTIVA



Rifiutare l’approccio aggressivo in modo chiaro ed inequivocabile per l’aggressore

Informare subito della situazione una terza persona (familiare, amico, una persona vicina e fidata)

Rivolgersi immediatamente alle istituzioni ed ai soggetti qualificati al primo campanello di allarme. NON ASPETTARE!

ANALISI SOGGETTIVA



A seconda dei casi, è possibile rivolgersi: alle Forze dell’Ordine (per richiedere un intervento diretto o l’emissione di

provvedimenti di diffida e ammonimento); all’Autorità Giudiziaria (per ottenere la separazione, il divorzio, o provvedimenti di

allontanamento dalla casa coniugale e dai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima, per denunciare; ORDINI DI PROTEZIONE CONTRO GLI ABUSI FAMILIARI ART. 342 TER C.C.);

ai Servizi Sociali (per ottenere indicazioni sulla gestione delle relazioni e supporto psicologico);

ai Centri Antiviolenza (per informazioni sulle forme di tutela e di sostegno psicologico e materiale).

Il ricorso alle Autorità ed alle Istituzioni


COME AFFRONTARE LA SITUAZIONE:STRUMENTI:

La maggior parte delle fattispecie richiamate è punibile a querela della parte offesa: la P.O. ha diritto di decidere se far perseguire o meno dalle Autorità il responsabile della violenza subìta.La querela NON sempre rappresenta lo strumento in gradodi eliminare l’abuso e, anzi, in talune circostanze deve adottarsi solo dopo aver approntato altri strumenti, anche di natura civilistica (ad esempio ordini di protezione contro abusi familiari art. 342 ter c.c., separazione giudiziale, divorzio, allontantamento dalla casa coniugale). o aver approntato altri strumenti.Tuttavia, tale strumento (pur non essendo l’unico) esiste, efarne uso dipende da una scelta della parte offesa. celta stessa

LA QUERELA


LA VITTIMA: CASUALE O INTENZIONALE? E’ impossibile prevedere gli eventi che fanno di un soggetto una vittima casuale: l’aggressione

potrebbe avvenire indifferentemente ai danni di un soggetto o di un altro, poiché le caratteristiche della persona sono pressoché irrilevanti per l’aggressore.

In queste circostanze, la vittima - pur non potendo impedire l’evento – potrà affrontare le circostanze in modo da limitare i danni.

In tutti gli altri casi, ( vittima intenzionale) è invece possibile – e, anzi, consigliabile - prevedere determinati fattori di rischio, evitando situazioni e comportamenti che espongono la potenziale vittima al pericolo di una aggressione.

ADOTTANDO DETERMINATI ATTEGGIAMENTI l’aggressione può essere scoraggiata o sventata. A volte, si può scegliere di non diventare o restare vittime.


IL SOGGETTO ATTIVO: CHI È L’AGGRESSORE? Il gesto violento può essere agìto da un soggetto normalmente stabile ed

equilibrato, non abitualmente dedito al crimine, sicché l’atto nasce da particolari circostanze di fatto, di tempo e di luogo più che da una scelta predeterminata dell’aggressore.

Ma il gesto violento può anche scaturire dall’intenzione dell’aggressore, o dipendere dalle sue condizioni fisiche o mentali, come pure da alcuni tratti della sua personalità.

La reazione della vittima, a seconda che il gesto sia effettuato da un soggetto mentalmente sano, «normale», oppure no, non può MAI essere la stessa e gli strumenti per contrastare quel dato comportamento dovranno essere differenti (azioni giurisdizionali o scelte comportamentali).


La parola chiave è pertanto:

CONSAPEVOLEZZA.


CONSIGLI PRATICI

COSA FARE IN CASO DI VIOLENZA SULLE

DONNE?


COSA FARE IN CASO DI VIOLENZA? In caso di pericolo immediato o di violenza subita:

Rivolgiti alle Forze dell’Ordine, al Pronto Intervento, o a un Centro Antiviolenza.

-se non riesci a farlo da sola chiedi a qualcuno di chiamarli per te

-se puoi scappare porta con te i tuoi figli/e ed aspetta l’arrivo delle Forze dell’Ordine

Numeri utili in caso di violenza:

Carabinieri – 112

Polizia di Stato – 113

Emergenza sanitaria – 118

Antiviolenza Donna – 1522® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®, Centro Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

Numero verde di pubblica utilità del Dipartimento per le Pari Opportunità per l’emersione e il contrasto della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.E’ attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.Le operatrici telefoniche forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e unorientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale, come ad esempio i Centri Antiviolenza.


https://www.direcontrolaviolenza.it/i-centri-antiviolenza-in-italia/

COSA DEVO FARE SE HO SUBITO PERCOSSE E ATTI

VIOLENTI?

In caso di ferite e traumi :Sei vittima di un’aggressione fisica con schiaffi, calci o pugni? Vai IMMEDIATAMENTE al Pronto Soccorso più vicino e fatti rilasciare un

REFERTO dal medico di turno. Oppure fatti rilasciare un certificato dal tuo medico di fiducia o da qualsiasi

altro medico che accerti e documenti l’accaduto, data ora e circostanze. Sarà una prova scritta molto importante in caso di processo penale. (meglio la refertazione di PS).

In ogni caso, rivolgiti a un Centro antiviolenza o chiama il numero Antiviolenza Donna – 1522: riceverai aiuto e consigli per decidere come procedere legalmente e come tutelare te e i tuoi figli/e.


https://www.google.it/search?safe=active&client=safari&rls=en&dcr=0&q=pronto+soccorso+più+vicino&sa=X&ved=0ahUKEwjsgfCv2KLZAhWHUhQKHf2EAPIQ1QII3gEoAQ&biw=1280&bih=659

https://www.direcontrolaviolenza.it/centriantiviolenza/

COME POSSO PREVENIRE LA VIOLENZA? COSA POSSO FARE PER

DIFENDERMI DALLA VIOLENZA?

Alcuni consigli generali per proteggerti dalla violenza: NON sottovalutare mai il rischio che corri, e NON giustificare comportamenti

violenti in nome dell’amore. Allontanati dal contesto potenzialmente violento e ricorda di essere prudente. Condividi la tua storia con le persone di cui ti fidi per tornare ad essere libera di

decidere della tua vita. (PARLANE) Raccogli e conserva le prove di minacce o stalking (lettere, biglietti, messaggini

telefonici – video e foto minacciose, messaggi su facebook messanger, mail, orari dei pedinamenti, ecc).

Chiedi aiuto ad un Centro antiviolenza. Lì incontrerai donne pronte a sostenerti ed aiutarti ad uscire dal tunnel della violenza. Potrai ricevere un sostegno psicologico e/o una consulenza legale GRATUITA. Non sarai mai più SOLA! Dalla violenza si può uscire, ci sono riuscite migliaia di donne, puoi riuscirci anche tu.


COME DARE AIUTO AD UN’AMICA O CONOSCENTE

VITTIMA DI VIOLENZA?

La forza delle donne è il sostegno reciproco >>Informati sulle caratteristiche e sulle dinamiche della violenza contro le donne. Saperne di più è indispensabile per dare consigli validi.Raccogli i contatti dei Centri antiviolenza presenti sul territorio che possono offrirle risposte adeguate e competenti. Potrebbe essere utile darle un opuscolo o alcuni numeri di telefono di pronto intervento (assicurati che li metta in un posto sicuro).Dalle un sostegno concreto: leggi le informazioni con lei, offriti di accompagnarla in un Centro Antiviolenza la prima volta. Dalle una mano nella gestione delle difficoltà quotidiane, come occuparsi della casa o dei figli/e.Rassicurala: per le donne che hanno difficoltà economiche esiste il patrocinio a spese dello stato.


http://www.direcontrolaviolenza.it/che-cose-la-violenza-contro-le-donne/

COME RICONOSCERE UNA RELAZIONE VIOLENTA? FAI IL TEST: “SONO A RISCHIO VIOLENZA?” >>Ripensa alla tua attuale o passata relazione amorosa e rispondi alle domande qui sotto. Vuole sempre sapere cosa stai facendo, dove ti trovi e con chi stai? Controlla il tuo telefono o accede al tuo account di facebook, twitter? Ti impedisce di lavorare e/o studiare, o di coltivare qualche hobby? Controlla se e come spendi i tuoi soldi, o pretende di gestirli? Ti insulta, critica sempre i tuoi comportamenti o scredita tutto ciò che fai? E’ violento fisicamente? Ti ha mai colpito, preso a schiaffi, calci e/o pugni? Ti impedisce di mantenere i rapporti con i tuoi amici, amiche, colleghi/e di lavoro e/o

familiari? Minaccia di fare del male a te e/o alle persone a te care? Se hai risposto “si” alla maggior parte delle domande chiama il numero verde 1522, le

operatrici ti indicheranno il centro antiviolenza più vicino a cui chiedere informazioni e aiuto o consulta l’elenco dei Centri antiviolenza .


CHE COS’È LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE?

TIPI DI VIOLENZA: LA VIOLENZA FISICA La violenza maschile sulle donne assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la

più facile da riconoscere. Non esiste un profilo della donna-tipo che subisce violenza. La violenza può coinvolgere tutte le donne.

Comprende l’uso di qualsiasi atto guidato dall’intenzione di fare del male o terrorizzare la vittima. Atti riconducibili alla violenza fisica sono:

lancio di oggetti

spintonamento

schiaffi

morsi, calci o pugni

colpire o cercare di colpire con un oggetto

percosse

soffocamento

minaccia con arma da fuoco o da taglio

uso di arma da fuoco o da taglio

Tali forme ricorrono nei reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, violazione di domicilio, sequestro di persona.


LA VIOLENZA SESSUALE

Comprende l’imposizione di pratiche sessuali indesiderate o di rapporti che facciano male fisicamente e che siano lesivi della dignità, ottenute con minacce di varia natura.L’imposizione di un rapporto sessuale o di un’intimità non desiderata è un atto di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite psichiche oltre che fisiche.


LA VIOLENZA PSICOLOGICA

Racchiude ogni forma di abuso che lede l’identità della donna:

attacchi verbali come la derisione, la molestia verbale, l’insulto, la denigrazione, finalizzati a convincere la donna di “non valere nulla”, per meglio tenerla sotto controllo

isolare la donna, allontanarla dalle relazioni sociali di supporto o impedirle l’accesso alle risorse economiche e non, in modo da limitare la sua indipendenza

gelosia ed ossessività: controllo eccessivo, accuse ripetute di infedeltà e controllo delle sue frequentazioni

minacce verbali di abuso, aggressione o tortura nei confronti della donna e/o la sua famiglia, i figli, gli amici

minacce ripetute di abbandono, divorzio, inizio di un’altra relazione se la donna non soddisfa determinate richieste

danneggiamento o distruzione degli oggetti di proprietà della donna

violenza sugli animali cari alla donna e/o ai suoi figli/e

È importante ricordare che nei momenti di rabbia tutti possiamo usare parole provocatorie, oltraggiose o sprezzanti, possiamo agire comportamenti fuori luogo ma di solito seguiti da rimorsi e pentimenti. Nella violenza psicologica invece non si tratta di un impeto d’ira momentaneo ma di un tormento costante e intenzionale con l’obiettivo i sottomettere l’altro/a e mantenere il proprio potere e controllo.

® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®,

Centro Di Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

LA VIOLENZA ECONOMICA

Spesso tale violenza è difficile da registrare come una forma di violenza. Può sembrare normale e scontato che la gestione delle finanze familiari spetti all’uomo. Si definisce violenza economica:

limitare o negare l’accesso alle finanze familiari

occultare la situazione patrimoniale e le disponibilità finanziarie della famiglia

vietare, ostacolare o boicottare il lavoro fuori casa della donna

non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti dalla legge

sfruttare la donna come forza lavoro nell’azienda familiare o in genere senza

dare in cambio nessun tipo di retribuzione

appropriarsi dei risparmi o dei guadagni del lavoro della donna e usarli a proprio vantaggio

attuare ogni forma di tutela giuridica ad esclusivo vantaggio personale e a danno della donna (per esempio l’intestazione di immobili).

Tale forma di controllo diretto, che limita e/o impedisce l’indipendenza economica della donna, spesso non permette la sottrazione da una relazione distruttiva di maltrattamento


STALKING: ATTI PERSECUTORI

Indica il comportamento controllante messo in atto dal persecutore nei confronti della vittima da cui è stato rifiutato (prevalentemente è l’ex partner). Spesso le condotte dello stalker sono subdole, volte a molestare la vittima e a porla in uno stato di soggezione, con l’intento di compromettere la sua serenità, farla sentire braccata, comunque non libera.


I MECCANISMI DELLA VIOLENZA

VIOLENZA DOMESTICA

La violenza più diffusa, al contrario di quanto si pensa, è quella che avviene all’interno delle mura domestiche, ovvero in ambito familiare.

La violenza domestica consiste in una serie continua di azioni diverse ma caratterizzate da uno scopo comune: il dominio e controllo da parte di un partner sull’altro, attraverso violenze psicologiche, fisiche, economiche, sessuali.


MECCANISMI DI CONTROLLO Il meccanismo che meglio definisce le fasi di una condizione di violenza domestica

subita da una donna viene chiamato “spirale della violenza” o “ciclo della violenza”ad indicare le modalità attraverso cui l’uomo violento raggiunge il suo scopo disottomissione della partner facendola sentire incapace, debole, impotente,totalmente dipendente da lui. Le fasi della spirale della violenza possono presentarsiin un crescendo e poi “mescolarsi”.

Isolamento, intimidazioni, minacce, ricatto dei figli, aggressioni fisiche e sessuali siavvicendano spesso con una fase di relativa calma, di false riappacificazioni, conl’obiettivo di confondere la donna e indebolirla ulteriormente.

> VIOLENZA SUI LUOGHI DI LAVORO > MOBBING > VIOLENZA DENTRO LA FAMIGLIA > VIOLENZA FUORI DELLA FAMIGLIA – A SCUOLA > VIOLENZA ASSISTITA > UOMINI MALTRATTANTI


COME POSSO AFFRONTARE LE SPESE LEGALI E

PAGARE UN AVVOCATO SE NON HO REDDITO?RICORDA CHE PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA IN

DIFFICOLTÀ ECONOMICHE ESISTE IL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO

(Gratuito patrocinio)

Non farti spaventare da questo aspetto. Rivolgiti subito ad un Centro Antiviolenza o ad un Avvocato iscritto nelle liste del Gratuito patrocinio per avere consigli legali e supporto.

Potrai avere tutela qualunque sia la tua situazione.® Materiale soggetto a copyright nell'ambito del progetto ” SCARPETTE ROSSE: IL FEMMINICIDIO E LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, TRA PSICOLOGIA E GIURISPRUDENZA” di SYNESIS®, Centro Di

Consulenza Psicologica e Psicoterapia, Carnate(MB);0396076481,i www.centrosynesis.it; Equipe autorizzata prima diagnosi DSA- ASST MB, LC, MI, BG

SE HO SUBITO VIOLENZA, CHE COSA POSSO

DECIDERE DI FARE DAL PUNTO DI VISTA LEGALE?

Davanti a te hai diverse possibilità:

a) Puoi porgere una querela ai danni del tuo aggressore: E’ possibile denunciare una violenza fino a tre mesi dopo il fatto

presentandosi presso la Questura o presso la sede più vicina di Carabinieri o della Polizia, o la Procura del Tribunale più vicino, con una certificazione medica che attesti l’avvenuta violenza. ( IL REFERTO è NECESSARIO).

Non sempre la querela è il mezzo più efficace.. Ci sono anche altre istituti che vengono in aiuto.


COME MI TUTELA LA LEGGE?

b) Puoi decidere di non denunciare ma poter comunque allontanare il partner violento:

Puoi rivolgerti a un Avvocato per chiedere al Tribunale un ordine di protezione civile, (art. 342 ter c.c.), la separazione o il divorzio giudiziale, ovvero un provvedimento con cui il Giudice può ordinare al tuo aggressore:

di allontanarsi da casa;di porre fine alle condotte pregiudizievoli che pone in essere

nei tuoi confronti; il divieto di avvicinarsi ai luoghi che frequenti o dove lavori;


COME MI TUTELA LA LEGGE?

c) In caso di stalking puoi decidere di non denunciare ma volerticomunque tutelare:

Puoi richiedere al Questore l’ammonimento di chi pone in essere neituoi confronti atti persecutori: il Questore, una volta ascoltati i fatti,potrà ammonire lo stalker invitandolo a tenere una condottaconforme alla legge.


COME SOSTENERE UN’AMICA O CONOSCENTE

VITTIMA DI STALKING?

Non è semplice affrontare l’argomento se sospetti che una donna sia vittima di violenza:

Solleva tu la questione ponendo le domande in modo delicato e senza farle un interrogatorio.

Rispetta la sua scelta: se non vuole parlarne dille che se vuole tu ci sei.

Ascoltala, prendi sul serio ciò che ti racconta e CREDILE!

Aiutala a capire che non ha colpe perché l’unico colpevole della violenza è chi la commette!

Aiutala a ricostruire la fiducia in se stessa.

Aiutala a tutelare il benessere suo e dei suoi figli/e.

Assicurale la massima riservatezza e discrezione.

Non giudicarla e evita di imporre consigli su quello che deve fare: sarà lei a decidere!

Sostieni le sue decisioni e stai al suo fianco: DIRE BASTA è un atto che richiede tanta FORZA, CORAGGIO e CONSAPEVOLEZZA.


VIDEO CONCLUSIVO



Sei interessato a questo argomento?

Scarica le slide su www.centrosynesis.it sezione MATERIALI GRATUITI

Per info scrivici a [email protected]

http://www.centrosynesis.it/

scarpette rosse: il femminicidio e la violenza …tensione nella coppia, cattiva comunicazione,...

Documents