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AFRICAMISSIONE • CULTURA

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▶ La più innovativa rivista italiana dedicata al mondo africano

▶ Un bimestrale impegnato a svelare il volto meno conosciuto del continente

▶ Con noi collaborano i migliori reporter e fotografi del panorama internazionale

Chi siamo AFRICAMISSIONE • CULTURA

AFRICAN. 3 MAGGIO-GIUGNO 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT

VIVERE IL CONTINENTE VERO

MISSIONE • CULTURA

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ARCHITETTURA

Centrafrica Reportage esclusivo Etiopia Chili di gloriaUganda Avventure spaziali

POESIA DI FANGO

AFRICAN. 4 LUGLIO-AGOSTO 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT



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Kenya

La città dei fuggiaschi Sudafrica Professione rangerMozambico

Stregoneria moderna

NOMADI DEL MAREMADAGASCAR

AFRICA

nel Regno deglI HImbA

NAMIBIA

n.1 GEnnAIO-FEBBRAIO 2015 - AnnO 93 RIvIstA BImEstRAlE www.AFRIcARIvIstA.It

vivere il continente vero

Gabon

Cacciatori di virusmozambico

Profeti esorcistisudafrica

Pescatori di diamanti

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Mila

no.

Missione • cultura AFRICAN. 2 MARZO-APRILE 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT


Kenya

Mondi di lamieraNigeria

Il villaggio delle rondini Religioni

Spiriti e feticci


LA LUNGA NOTTE SAHARAWI

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AFRICAN. 5 SETTEMBRE-OTTOBRE 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT



Congo

Il miele dei PigmeiEtiopia

Chiese rupestriKenya

Mozart nello slum

GLI ULTIMI RE D’AFRICA

AFRICAN. 6 NOVEMBRE-DICEMBRE 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT



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Per Natale regala e regalati

Approfitta dell’offerta Natalizia

Mauritania

Grasse per forzaCongo

Maledetto coltanCamerun

Iniziazione BamilekeUganda

Il Lago salato

L'AFRICA IN VOLO

▶ I nostri abbonati, di età compresa tra i 25 e i 65 anni, prevalentemente donne, sono:

• Viaggiatori

• Giornalisti, studenti e ricercatori

• Immigrati, comunità straniere e associazioni multirazziali

• Responsabili di Uffici turistici e Uffici di rappresentanza di nazioni africane

• Volontari e cooperanti di organizzazioni no-profit

• Imprenditori e manager di aziende con interessi e attività in Africa

• Diplomatici e funzionari del Ministero degli affari esteri

• Missionari e religiosi impegnati nel sociale

Chi ci legge AFRICAMISSIONE • CULTURA

▶ www.africarivista.itSito web leader nel posizionamento (dopo Wikipedia) sul motore di ricerca Google tra i siti italiani dedicati all’Africa. Un portale di informazio-ne, aggiornato più volte al giorno, consultato e citato dai più autorevoli organi di stampa.

Africa sul web

▶ www.buongiornoafrica.it Un blog di analisi e commenti curato dal giornalista Raffaele Masto: una bussola fondamentale per orien-tarsi nell’attualità dell’Africa

▶ Facebook africa.rivista Una pagina Facebook, in costante crescita, ricca di notizie quotidiane, segnalazioni, analisi e commenti

▶ Twitter @africarivistaUn account Twitter con centinaia di follower, in gran parte professionisti della comunicazione legati all’Africa


Esposizioni di grande impatto visivo ed emozionale, realizzate in collaborazione coi migliori reporter e le più importanti agenzie fotografiche (Getty, Afp, Panos, Cosmos, Luz, Parallelozero...), arricchite da testi esplicativi sintetici ed efficaci, ospitate in tutta Italia da Comuni, associazioni culturali, biblioteche, gallerie...

Le nostre mostre

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▶ ConferenzeIncontri culturali su temi di scottante attualità, con la partecipazione di analisti, studiosi e reporter

▶ WorkshopGiunto alla sua quinta edizione, l’annuale seminario “Dialoghi sull’Africa” è aperto agli appassionati del continente. Un weekend di incontri per capire, conoscere e confrontarsi

▶ Fiere e manifestazioniSiamo media-partner di fiere, manifestazioni ed eventi culturali di grande richiamo in tutta Italia: Fa’ La Cosa Giusta, Festival del Cinema Africano, Suq delle Culture, Ritmi e Danze dal Mondo, etc.

▶ In TVInterveniamo in qualità di ospiti e opinionisti a trasmissioni televisive su reti regionali e nazionali

I nostri eventi AFRICAMISSIONE • CULTURA

Dialoghi sull’un weekend di incontri per capire, conoscere e confrontarsi


Farid Adly, agenzia Ambamed

Saba Anglana, cantante

Mohamed Ba, attore

Daniele Bellocchio, reporter

Angelo Del Boca, storico

Enrico Casale, africarivista.it

Francesca Casella, Survival International

Davide Demichelis, documentarista

Viviano Domenici, scrittore

Valentina Furlanetto, Radio 24

Mario Giro, analista

Davide Martina, Fondazione Punto Sud

Raffaele Masto, buongiornoafrica.it

Pier Maria Mazzola, rivista Africa

Eyoum Nganguè, giornalista

▶ Comunicare attraverso Africa significa raggiungere un pubblico • Dinamico • Motivato • Informato • Esigente • Recettivo

Perché con noi

▶ Una platea di lettori estremamentevaria, aggregata dalla passionee dall’interesse per il continenteafricano e articolata in segmentidi grande attrattiva commerciale

africa · numero 3 · 2015 13

Ebola, ritorno alla vita

DOPO UN ANNO E MEZZO

DI ISOLAMENTO,

RIPRENDONO

LE ATTIVITÀ ECONOMICHE

IN LIBERIA, GUINEA

E SIERRA LEONE

◀ Dopo mesi di inattività, in Liberia riprendono i lavori nella piantagione di palme da olio di Sime Darby, dove si coltivano due milioni di piante e lavorano circa 3.000 persone. Il declino dell’epidemia ha permesso la ripresa delle esportazioni

L’epidemia è (quasi) sotto controllo. Ma l’emergenza sanitaria non è ancora conclusa.

E resta da vincere un’altra sfida: risollevare l’economia devastata dal virus

metà di aprile (sono neces-sari 42 giorni senza casi re-gistrati per dichiarare una nazione libera dall’ebo-la), quando la notizia del contagio di una donna ha costretto le autorità di Monrovia a rimandare l’agognato annuncio.

Oms sotto accusaTuttavia, tra gli esperti serpeggia un cauto ottimi-smo: il peggio è passato. Le scuole hanno riaperto. Le fabbriche sopravvissu-te alla crisi hanno ripre-so a funzionare. La gente è tornata a lavorare nei campi e nei mercati. Ce n’è bisogno. Il Pil della regione è sceso del 22%, la produzione agricola si è dimezzata. Per gli econo-misti, serviranno almeno cinque anni e aiuti ingen-ti da parte della comunità internazionale per risolle-vare l’economia. E mentre si contano i danni, l’agen-zia di stampa Associated Press rivela una notizia sconcertante: documenti ed email riservate dimo-strano che l’Organizzazio-ne Mondiale della Sanità ha rinviato per due mesi l’annuncio dell’epidemia di ebola in Africa temen-do di danneggiare gli inte-ressi economici in gioco. Quante vite si sarebbero potute salvare?Quante vite si sarebbero

Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel. Dopo un anno e mezzo di cattive notizie, le autorità sanitarie di Liberia, Sierra Leone e Guinea comunicano dati confortanti sull’andamen-to dell’epidemia di ebola. Dall’inizio del 2015, dap-pertutto si registra un ca-lo significativo di nuovi casi. Poche decine, quelli accertati. Secondo gli epi-demiologi, il declino del virus è in gran parte dovu-to al miglioramento delle condizioni igieniche, gra-zie al lavaggio delle mani e anche ai cambiamenti dei rituali di sepoltura. Da quando l’epidemia è scoppiata nel dicembre del 2013, ebola ha infet-tato 23.510 persone, di cui 9.502 sono morte. La Li-beria – il Paese più colpito dalla pandemia pandemia, con oltre 4.000 vittime – si avviava a dichiarare l’era-dicazione del virus verso la

ATTUALITÀ di Andrew Richmond

Robin Hammond/Panos Pictures/Luz

È una corsa contro il tem-po, una guerra ad armi impari. Da una parte c’è Marius Kruger e la sua pattuglia di ranger suda-fricani, equipaggiati con corde, fucili caricati con siringhe anestetizzanti. Dall’altra c’è la potente organizzazione criminale dei bracconieri, un’armata di uomini senza scrupoli, che può contare su risorse immense, visori notturni all’infrarosso, puntatori laser, elicotteri, carabine di precisione con proietti-li di grosso calibro.

Una battaglia persaI primi cercano di mettere in salvo i rinoceronti bian-chi, spostando gli esem-plari in pericolo nelle zone più sicure (ovvero maggior-mente presidiate) del Kru-ger National Park. I secondi sono decisi a impossessar-si dei corni degli animali (usati in Estremo Oriente come afrodisiaci naturali o rimedi medicamentosi), per poi rivenderli a peso d’oro sul florido mercato clan-destino. L’esito della batta-glia lo chiariscono i numeri forniti dall’organizzazione Stop Rhino Poaching. Nel corso dell’ultimo anno in Sudafrica sono stati ucci-si dai cacciatori di frodo 1.100 rinoceronti: almeno tre esemplari ogni giorno.

I ranger sudafricani del Kruger National Park hanno l’ingrato compito di catturare le bestie in pericolo, che

pesano anche tre tonnellate, per spostarle nelle zone più sicure della riserva. E non possono concedersi alcuno sbaglio


Operazione salvataggio

IN SUDAFRICA

SI TENTA

DI SOTTRARRE

GLI ULTIMI

RINOCERONTI

AL MASSACRO

DEI BRACCONIERI

Il veterinario sudafricano Marius Kruger assieme ad alcuni ranger del Kruger National Park, impegnati nello spostamento forzato di un esemplare di rinoceronte

ATTUALITÀ di Steven Hogan

Sommandoli agli animali uccisi in Kenya, Namibia e Botswana, si arriva ad una cifra complessiva che sfiora le 1.500 unità, su una popolazione totale di circa 25.000 animali (20.000 ri-noceronti bianchi e 5.000 neri). E la tendenza in corso fa ritenere che nel 2015 la mattanza avrà ef-fetti ancor più pesanti.

Business appetitosoLa minaccia dei bracco-nieri cresce parallelamen-te al valore dei corni sul mercato nero, in ascesa costante, che ormai ha rag-giunto prezzi esorbitanti: 95.000 dollari al chilo (più della cocaina, che in Italia viene venduta da 91.000 dollari al kg). Benché sia-no costituiti da un tessuto a base di comune chera-tina (la stessa sostanza di cui sono fatte le nostre unghie e i nostri capelli), i corni sono richiestissimi nei Paesi del Sudest asia-tico, soprattutto Vietnam e Cina, come ingredienti di miracolose cure per il cancro, l’impotenza, l’in-fluenza o semplicemen-te i postumi da sbornia. Considerando il peso me-dio di ogni singolo corno, ogni rinoceronte può far guadagnare dai 750.000 al milione di dollari: un affare enorme che attira

Afp Photo/Stefan Heunis

L’esibizione di un gruppo di percussionisti-danzatori burunde-

si. In questa piccola nazione incuneata nel cuore dell’Africa il

suono dei tamburi annuncia tradizionalmente eventi importanti,

come i funerali dei dignitari, i rituali di passaggio, le feste nazio-

nali, le incoronazioni dei sovrani... E l’inizio delle guerre. La sto-

ria del Burundi è stata segnata – come il confinante Ruanda – da

una lunga serie di colpi di Stato e scontri etnici tra Hutu (l’85%

della popolazione) e Tutsi (il restante 15%). L’ultima sanguinosa

guerra civile (1993-2003) provocò oltre 200.000 vittime. Oggi il

Paese appare nuovamente come una polveriera che rischia di

esplodere. Nella capitale Bujumbura sta montando la tensione

in vista delle elezioni presidenziali che si terranno a giugno. Il

presidente hutu Pierre Nkurunziza, al potere dal 2005, sta cer-

cando di modificare la Costituzione per ottenere un terzo man-

dato. Nelle scorse settimane, le forze dell’ordine hanno represso

dimostrazioni di protesta e incarcerato decine di dissidenti, lo

scoppio di una granata ha ferito un leader dell’opposizione,

mentre alcuni giornalisti hanno ricevuto minacce e intimida-

zioni. I vescovi burundesi hanno espresso preoccupazione per

il deteriorarsi del clima politico e sociale.

TAMBURI DI GUERRA

testo di Nadège Clerget - foto di Carl de Souza/Afp

LO SCATTO


AFRICAN. 5 SETTEMBRE-OTTOBRE 2015 - ANNO 94 RIVISTA BIMESTRALE WWW.AFRICARIVISTA.IT



Congo

Il miele dei PigmeiEtiopia

Chiese rupestriKenya

Mozart nello slum

GLI ULTIMI RE D’AFRICA


70 africa · numero 5 · 2015

tà dominante per le porte e le finestre. La tradizio-ne è rimasta pressoché inalterata fino ai giorni nostri, con l’importante novità che oggi la pittura azzurra viene utilizzata più per richiamare i turi-sti che per allontanare gli insetti.La fama della “perla blu” del Marocco ha fatto il giro del mondo. I suoi colori da favola – gli stessi usati per abbelli-re le cupole delle chiese delle isole greche come Santorini – sono diven-tati un inconfondibile segno di riconoscimen-to. Dichiarata dall’Une-

sco nel 2010 Patrimonio Mondiale dell’Umanità, Chefchauoen è diventata un irresistibile magnete: non tanto per le comitive di vacanzieri stranieri all inclusive che preferisco-no ammassarsi tra le Cit-tà Imperiali e Marrakech, quanto per fotografi in cer-ca di scatti suggestivi e per giovani viaggiatori di ogni nazionalità che – zaino in spalla – si arrampica-no sulla cordigliera del Rift per ritrovare un po’ di pace… o per stordir-si coi fumi dell’hashish, coltivato in gran quanti-tà tutt’attorno alla mitica città del blu.

CAPITALE DELL’HASHISHL’aspetto romantico e tranquillo di Chefchaouen cela un’e-conomia dinamica e sommersa che ruota attorno al com-mercio delle droghe leggere. La città infatti si trova nel cuore del Rif, una zona montagnosa dove i contadini berberi coltivano da secoli vaste piantagioni di marijuana, che qui cresce rigogliosa grazie al clima favorevole. Nodo cruciale di un traffico stimato a 8,5 miliardi di euro l’anno (il 10% dell’e-conomia nazionale) e che dà da mangiare a più di 300.000 persone, si ritiene che dalla “perla blu del Marocco” tran-siti addirittura il 30% dell’erba in circolazione sul pianeta e oltre l’80% della cannabis fumata in Europa. Cifre difficili da verificare, anche perché le autorità non amano affatto che Chefchaouen vanti una fama di città libertina e sregolata. La legge, infatti, punisce chi consuma o commercia l’hashish. Anche per la legge islamica fumarsi una canna resta haram, peccato. Tuttavia, se nelle grandi città vige la tolleranza zero nei confronti dei trasgressori, i divieti appaiono sempre più blandi man mano che si sale sui sentieri tortuosi del Rif.

La città si presenta come un villaggio dalle casette blu e i tetti di tegole rosa. La scelta del blu non avrebbe, tuttavia. una motivazione estetica. Esso è usato per allontanare gli insetti

Dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, Chefchaouen è rimasta fuori dalle principali rotte turistiche del Marocco. Il centro città è la piazza di Uta el-Hammam, dove si trovano una splendida fortezza e una moschea con torre a base ottagonale. All’interno della casba ci sono bellissimi giardini rigogliosi

Il quartiere di Souika è il nucleo più antico della città. Il suo nome significa “piccolo mercato”, perché un tempo ospitava le bancarelle del primo suq. Ora il commercio si sviluppa nelle botteghe che si affacciano sui vicoli

La parte antica della città è aggrappata ai fianchi della montagna. Nel punto più alto ci sono le sorgenti di Ras el-Maa e la piazza di Uta el-Hammam

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«UN VINCITORE È SOLO UN SOGNATORE CHE NON SI È ARRESO».

Nelson Mandela (1918-2013)


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Congo

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Kilimangiaro5.895 mMeru

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RAFFAELE MASTO

UNA STORIA VERADALLE TERRE DI BOKO HARAM



1SABSAT

2DOMSUN

3LUN MON

4MARTUE

5MER WEN

6GIO THU

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ogni giorno in AfricaAgosto August 2015

CALEND.2014-420x337OK:Layout 1 17/10/14 15:51 Pagina 12

Presentazione di

Pietro Veronese

ogni giorno in Africa2015

COVERdef.2015:Layout 1 17/10/14 15:57 Pagina 1

Se sei interessato a farti conoscere e promuoverti attraverso Africa (rivista e web), chiedi un appuntamento con un nostro incaricato:

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