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Responsabile Tecnico - Scientifico: Dr. Rosa Termine 1
SERVIZIO DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI
LARVICIDI ED ADULTICIDI DI LOTTA BIOLOGICA
PER IL CONTRASTO ALLE ZANZARE, COMPRESA
L’ATTIVITÀ DI STUDIO E MONITORAGGIO
- ANNO 2008 -
R. N. S. LAGO DI PERGUSA
RAPPORTO FINALE
Foto di M. Mazzotti
Foto di R. Termine
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SERVIZIO DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI
LARVICIDI ED ADULTICIDI DI LOTTA BIOLOGICA
PER IL CONTRASTO ALLE ZANZARE, COMPRESA
L’ATTIVITÀ DI STUDIO E MONITORAGGIO
- ANNO 2008 -
R. N. S. LAGO DI PERGUSA
RAPPORTO FINALE
Il Responsabile Tecnico-Scientifico (Dr. Rosa Termine)
Per le citazioni di questo “Rapporto ” è fatto obbligo usare la seguente dizione: TERMINE R. (ed.), 2008 – General Montaggi Soc. Coop.. Servizio di esecuzione degli interventi larvicidi ed adulticidi di lotta biologica per il contrasto alle zanzare, compresa l’attività di studio e monitoraggio. Anno 2008. R. N. S. lago di Pergusa. Rapporto finale. Provincia Regionale di Enna.
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INDICE
1) Introduzione ............................................................…………………………………..… pag. 4
2) Caratteristiche ambientali generali del lago di Pergusa ………………………… ……… pag. 5 2. 1) Clima ………………………………………………………………………………………………..…...… pag. 6
2. 2) Fauna …………………………………………………………………………………………………….… pag. 8
3) Materiali e metodi ……….………………………….…………………...…................... pag. 11 3. 1) Campionamenti larvali nell’ambito dell’attività di aggiornamento
della mappatura dei focolai larvali ……….…………………………...…................................................. pag. 12
3. 2) Strategie di controllo dei focolai ……………………………………………………………………........ pag. 13
3. 3) Monitoraggio degli adulti ...........................................................................……………………......…….. pag. 17
3. 4) Sorveglianza della Zanzara tigre (Aedes albopictus) .................................................................………… pag. 20
4) Risultati ……….………………………….…………………...….................................. pag. 22 4. 1) Determinazione delle larve ……….……….…………………………...…............................................... pag. 22
4. 2) Monitoraggio degli adulti ...........................................................................…..................................……. pag. 28
4. 3) Lettura listelle delle ovitrappole della Zanzara tigre ……………........................................................…. pag. 47
5) Conclusioni ..................................................................................................................... pag. 48
Bibliografia ………………………………………………………………………… ….... pag. 52
Allegati Cartina con l’ubicazione delle trappole e dei focolai larvali in scala 1:10.000 eseguita su cartografia di base del Comune di
Enna sez. n° 631080
Supporto magnetico CD-ROM
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1) INTRODUZIONE
Il progetto di lotta biologica alle zanzare, presso la “Riserva Naturale Speciale del Lago di
Pergusa ”, ricadente nel territorio del comune di Enna, viene promossa dal 1999 dalla Provincia
Regionale di Enna, ente gestore della Riserva stessa.
Il servizio è partito nel mese di Luglio del 2008 ed è stato esplicato dalla Società Cooperativa
General Montaggi di Catenanuova che si è avvalsa della collaborazione della dr. Rosa Termine,
in qualità di Responsabile Tecnico – Scientifico, e del Centro di Agricoltura Ambiente “G.
Nicoli” di Crevalcore (CAA) come laboratorio entomologico.
Lo scopo del progetto è quello di contenere, entro livelli tollerabili, le zanzare e ridurre i
rischi ambientali e sanitari connessi con l’uso di sostanze chimiche insetticide, così da
permettere ai cittadini una convivenza tollerabile, nel pieno rispetto dell’equilibrio
dell’ecosistema-lago.
La strategia adottata è basata sulla conoscenza del ciclo biologico delle zanzare che
trascorrono nell’acqua la loro fase larvale e quindi prevede la lotta mirata agli stadi giovanili
(larve) utilizzando prodotti biologici, altamente selettivi, innocui per l’uomo e per gli animali
domestici e rispettosi degli equilibri della flora e della fauna acquatica.
Fig. 1 – Ciclo di sviluppo della zanzara
Foto 1 – Lago di Pergusa (di R. Termine)
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2) CARATTERISTICHE AMBIENTALI GENERALI DEL LAGO DI PERGUSA
Il lago di Pergusa, localizzato al centro della Sicilia in provincia di Enna a metri 667 s.l.m., ha
un perimetro, in corrispondenza dell’isoipsa 669 m s.l.m.m., di circa 4 km ed una superficie di
circa 1.23 km2. Il Lago sottende un bacino imbrifero di 6.8 km2 di superficie, compreso tra le
curve di livello 667 e 911 m s.l.m.m., i cui principali rilievi, lungo la linea di displuvio, sono
rappresentati dal M. Salerno (860 m), C.zo Matrice (857 m), C.zo Mazzone (744 m), Eremo del
Signore (749 m), C.zo Capitone (791 m), M. Capitone (891 m), M. Carangiaro (911 m), C.zo
Cutrone (829 m) e C.zo Staglio (769 m). Esso occupa la parte più depressa di una struttura
sinclinalica pliocenica.
È un lago interno chiuso, senza immissari ed emissari, la cui fonte principale di alimentazione
è rappresentata dalle piogge e dalle falde freatiche. Da stime approssimative, poiché mancano i
rilievi batimetrici, l’attuale volume d’acqua è valutato in circa 0,04 km3; ha una profondità di m
3,50 (massimo registrato negli ultimi venti anni).
Esso rappresenta un ambiente di notevole interesse naturalistico caratterizzato da acque rese
salmastre dall’evaporazione e, in determinate condizioni chimico-fisiche, “dall’arrossamento”
dovuto alla presenza nelle sue acque di solfobatteri fotosintetici anaerobi. Sotto il profilo
ornitologico, il lago rappresenta un’area nevralgica nella corrente migratoria di molte specie, in
quanto ubicato lungo l’asse nord-sud delle principali rotte migratorie, oltre che habitat ideale per
lo svernamento e la nidificazione. Per tutti questi motivi, nel 1995 fu istituita la Riserva Naturale
Speciale del Lago di Pergusa con Legge Regionale 71/95 ed affidata alla Provincia Regionale di
Enna. Mentre con Decreto del 21/02/2005, dell’Assessorato del Territorio e dell'Ambiente, viene
incluso tra i siti di importanza comunitaria (SIC) e delle zone di protezione speciale (ZPS) della
Sicilia, ai sensi delle direttive n. 79/409/CEE e n. 92/43/CEE. (G.U.R.S. n. 42 del 7.10.2005).
Dal 1957 il Lago risulta circondato da una pista automobilistica. Tra esso e l’autodromo è
presente una fascia paludosa con canne (Phragmites australis (Cav.) Trin.) e giunchi (Juncus
maritimus Lam. e Juncus acutus L.); all’esterno di tale fascia sono presenti numerosi eucalitti
(Eucaliptus camaldulensis L.).
Il Lago, per diversi anni, ha presentato un deficit idrico dovuto soprattutto all’emungimento
da parte di pozzi pubblici e privati; oggi, ridotto quasi totalmente l’emungimento e grazie anche
ad alcune stagioni particolarmente piovose, il lago tende ad assumere l’originaria capienza
idrica.
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2. 1) CLIMA
Per la caratterizzazione climatica del territorio sono stati presi in considerazione i dati della
temperatura dell’aria e delle precipitazioni della stazione di Enna degli anni 1976-2005, forniti
dall’Istituto Idrografico Regionale, e i dati pluviometrici e termometrici degli anni 2002-2007,
della stazione di Pergusa, ricavati dalla centralina meteorologica posizionata presso la Riserva
Naturale Speciale del Lago da cui si sono ricavati i relativi climogrammi (fig. 2, fig. 3).
Per la stazione di Enna la temperatura media annua del periodo 1976-2005 è risultata di 14,0
°C con valori medi massimi di 29,9 °C in agosto e medi minimi di 2,3 °C in febbraio. La
precipitazione piovosa media mensile del periodo suddetto è risultata di 57,2 millimetri
concentrata nel semestre ottobre-marzo, con massimi in ottobre e minimi in luglio e agosto.
Dal climogramma della stazione di Enna (fig. 2) si evince, secondo la classificazione proposta
da Bagnouls e Gaussen (1957), che l’area presenta un clima mesomediterraneo dato che si
verifica un periodo quasi secco della durata di tre mesi.
Inoltre, non bisogna sottovalutare le precipitazioni occulte cioè la presenza di umidità e
nebbia che talora permangono a lungo.
Fig. 2 - Climogramma (1976-2005) - stazione di Enna
0102030405060708090
100110
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B
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R
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MA
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0
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30
40
50
Tem
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(°C
)
P (mm) T (°C)
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Il climogramma della stazione di Pergusa (fig. 3) è stato elaborato con i dati registrati dal
2002 al 2007.
Nell’anno 2002 nei tre mesi estivi che normalmente sono privi di precipitazioni, sono caduti
113,4 millimetri di pioggia di cui mm 4,2 in giugno, mm 55,0 in luglio e mm 54,2 in agosto; in
tutto l’anno sono caduti 598,6 millimetri di pioggia; La temperatura media è stata di 13,26 °C,
con una minima mensile di – 3,90 °C registrata l’08 gennaio 2002 ed una massima mensile di
38,7 °C registrata il 23 luglio 2002.
Nell’anno 2003 nei tre mesi estivi sono caduti 41,0 millimetri di pioggia di cui mm 27,4 in
giugno, mm 0 in luglio e mm 13,6 in agosto; in tutto l’anno sono caduti 1.176 millimetri di
pioggia. La temperatura media è stata di 14,99 °C, con una minima mensile di – 2 °C registrata il
20 febbraio 2003 ed una massima mensile di 39,8 °C registrata il 24 luglio 2003.
Nell’anno 2004 nei tre mesi estivi sono caduti 139,40 millimetri di pioggia di cui mm 48,80
in giugno, mm 90,40 in luglio e mm 0,20 in agosto; in tutto l’anno sono caduti 669,00 millimetri
di pioggia, tenendo conto però del periodo di non funzionamento della centralina in ottobre e
novembre. La temperatura media è stata di 14,14 °C, con una minima mensile di – 1,10 °C
registrata il 25 gennaio 2004 ed una massima mensile di 37,5 °C registrata il 10 luglio 2004.
Nell’anno 2005 nei tre mesi estivi sono caduti 128,20 millimetri di pioggia di cui mm 108,00
in giugno, mm 1,80 in luglio e mm 18,40 in agosto; in tutto l’anno sono caduti 941,00 millimetri
di pioggia. La temperatura media è stata di 13,97 °C, con una minima mensile di – 2,60 °C
registrata il 20 dicembre 2005 ed una massima mensile di 37,2 °C registrata il 30 e 31 luglio
2005;
Nell’anno 2006 sono stati registrati 791,4 millimetri di pioggia (non sono stati rilevati i dati
dal 1 al 12 giugno), di cui 89,80 millimetri nei tre mesi estivi (mm 0,20 in giugno, mm 81,80 in
luglio e mm 7,80 in agosto).
Nell’anno 2007 sono stati registrati 665,2 millimetri di pioggia, di cui 25,80 millimetri nei tre
mesi estivi, caduti solo a giugno.
Nell’anno 2008 da gennaio ad ottobre sono stati registrati 376,3 millimetri di pioggia, di cui
64,0 millimetri nei tre mesi estivi (mm 44,0 in giugno, mm 14,0 in luglio e mm 6,0 in agosto).
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Fig. 3 - Climogramma (2002-2007) - stazione di Pergusa
0
20
40
60
80
100120
140
160
180
200
220
GEN FE
B
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R
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MA
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LUG
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SET
OTT
NO
V
DIC
Prec
ipita
zion
i (m
m)
0
10
20
30
40
5060
70
80
90
100
110
Tem
pera
ture
(°C
)
P (mm) T (°C)
2. 2) FAUNA
Sono stati osservati diversi invertebrati appartenenti alle classi dei Crostacei e degli Insetti.
Tra i Crostacei sono stati rinvenuti esemplari appartenenti agli ordini degli Ostracodi, dei
Cladoceri (Daphnia sp.), dei Calanoidi (Diaptomidae: Arctodiaptomus salinus) e degli Anfipodi
(Gammaridae).
Notevole è la presenza di Insetti, sia come larve che come adulti, appartenenti a diversi
ordini: Odonata (Libellulidae: Sympetrum fonscolombii, Sympetrum striolatum, Orthetrum
cancellatum, Cloeon dipterum, Brachythemis leucosticta, Crocothemis erythraea;
Coenagrionidae: Erythromma viridulum, Coenagrion puella, Coenagrion scitulum, Enallagma
cyathigerum; Aeshnidae: Anax imperator), Mantodea (Mantidae: Mantis religiosa),
Orthoptera (Tettigoniidae: Rhacocleis annulata, Yersinella raymondi; Gryllotalpidae:
Gryllotalpa gryllotalpa), Heteroptera (Gerridae: Gerris lacustris; Notonectidae: Notonecta
glauca; Nepidae: Nepa sp.; Pleidae: Plea minutissima; Corixidae: Corixa panzeri, Sigara
(Halicorixa) stagnalis, Planipenna (Chrysopidae: Chrysopa sp.), Coleoptera (Carabidae:
Chlaenius sp., Scarites terricola, Carabus morbillosus; Cerambicidae: Plagionotus siculus;
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Dynastidae: Oryctes nasicornis laevigatus; Coccinellidae: Coccinella 7-punctata;
Chrysomelidae: Timarcha tenebricosa; Hydraenidae; Haliplidae), Hymenoptera (Cynipidae:
Diplolepis rosae; Formicidae; Scoliidae: Megascolia maculata flavifrons), Lepidoptera
(Zigaenidae: Adscita (Jordanita) notata, Arctiidae: Arctia villica) e Diptera (Tipulidae;
Culicidae; Simuliidae; Cecidomyiidae; Chironomidae: Procladius choreus e Chironomus
plumosus; Psycodidae; Ceratopogonidae; Muscidae).
Anche quest’anno i Culicidi hanno scelto le acque del lago per deporvi le uova.
Foto 2 – Grillotalpa grillotalpa (di R. Termine)
Foto 3 - Larve dentro le acque del Lago di Pergusa
(di R. Termine)
Tra gli anfibi sono presenti: il Rospo smeraldino siciliano, il Discoglosso dipinto, la Rana
verde minore meridionale e il Rospo comune.
Per ciò che riguarda i Pesci, assenti nelle acque del Lago dagli anni ’80, dall’estate 2004
hanno fatto la ricomparsa per introduzioni da parte di ignoti. Storicamente (Forti, 1933; Brunelli
& Maldura, 1929) la popolazione ittica del Lago contemplava: Cefalo (Mugil cephalus), Tinca
(Tinca tinca), Anguilla (Anguilla anguilla), Latterino (Atherina boyeri), Gambusia (Gambusia
affinis holbrooki) e Nono (Aphanius fasciatus) anche inteso “mazza murru”. I pesci venivano
annualmente introdotti per opera di privati allo scopo di essere poi pescati. A Pergusa dal 2004 è
presente una specie indeterminata di gambusia (Gambusia sp., Cyprinodontiformes, Poeciliidae),
mentre dal 2006 la Carpa (Cyprinus carpio, Cyprinodontiformes, Cypriniidae). Sono entrambi
delle specie alloctone la cui presenza nel lago di Pergusa è una problematica che certamente
dovrà essere affrontata.
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Le gambusie sono di origine nordamericana ed appartengono a due specie molto simili e
riconoscibili attraverso un esame microscopico: Gambusia holbrooki Girard e Gambusia affinis
Baird et Girard. I maschi hanno la pinna anale modificata in organo copulatore e quindi la
fecondazione è interna; le femmine sono quindi ovovivipare e presentano una macchia nera
ventrale, che aumenta di dimensioni in prossimità della nascita dei piccoli ed hanno la possibilità
di conservare gli spermatozoi ed utilizzarli per una fecondazione dilazionata nel tempo. Le
specie del genere Gambusia Poey sono state introdotte in molte parti d’Europa e del resto del
mondo a partire dall’inizio del 1900 allo scopo di limitare le popolazioni larvali di Ditteri
ematofagi; in Sicilia l’introduzione di questo piccolo pesce ha avuto luogo dal 1922 ed ha avuto
un recente rilancio dopo l’introduzione casuale della zanzara tigre (Aedes albopictus). É stato
ampiamente documentato che le specie del genere Gambusia hanno un regime trofico
generalista, potendo predare un’ampia varietà d’invertebrati e di Vertebrati senza alcuna
preferenza per le larve di zanzare. La presenza di Gambusia può determinare un grave impatto
negativo sulle biocenosi acquatiche ed in particolare sulle popolazioni d’Anfibi, attraverso
un’elevata predazione delle uova e soprattutto degli stadi larvali. La documentata presenza di
questa specie ittica alloctona nel lago di Pergusa deve pertanto imporre un attento e costante
controllo della popolazione ed eventualmente opportuni interventi di eradicazione.
La Carpa, Cyprinus carpio (Linnaeus, 1758), è originaria dell’Est europeo (Russia
meridionale, Caspio, Aral) ed Asia Orientale. Con le introduzioni, oggi è la specie più diffusa.
Appartiene alla famiglia dei Cyprinidi ed ha dimensioni, a 3-4 anni, di 20-40 centimetri; è una
specie eurialina, adattandosi anche ad ambienti salmastri; è soprattutto litofago ma la sua
alimentazione comprende anche invertebrati di fondo, larve di insetti, anfibi ed avannotti di altri
pesci. Essa compete con le anatre tuffatrici per il cibo, inoltre provoca un intorbidimento
dell’acqua, sia direttamente che indirettamente, a causa della sua attività alimentare:
direttamente, smuovendo i sedimenti in maniera meccanica durante il “pascolo” e indirettamente
in quanto ingerisce fosfati dal substrato durante l’attività di foraggiamento, che poi espelle in una
forma solubile, facilmente assorbita dalle alghe, che provoca dei bloom algali. L’intorbidimento
dell’acqua impedisce alla luce di arrivare al fondo causando la riduzione della produttività e
quindi la diversità degli habitat. Tra febbraio e marzo 2008 è stata registrata un’intensa moria di
Carpe (sono state prelevate circa 1000 carcasse) dovuta ad un intenso bloom dell’aptofita
ittiotossica Prymnesium parvum Carter. Il fenomeno ha portato ad una riduzione del numero
delle Carpe. Nell’estate 2008 sono stati rari gli avvistamenti di Carpe mentre numerosi sono stati
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gli avvistamenti di Gambusie (foto 4) che nelle ore più calde venivano contate a centinaia lungo
le rive.
Foto 4 - Gambusie dentro le acque del Lago (di R. Termine)
Foto 5 - Rane verdi (di R. Termine)
Tra i Rettili, sono presenti la Testuggine palustre siciliana, il Colubro liscio, il Gongilo, il
Ramarro, il Biacco, il Geco comune, la lucertola campestre e la Natrice dal collare.
3) MATERIALI E METODI
La strategia adottata è basata sulla conoscenza del ciclo biologico delle zanzare, che
trascorrono nell’acqua la loro fase larvale, e prevede la lotta mirata agli stadi giovanili
utilizzando quasi esclusivamente prodotti biologici altamente selettivi (non colpiscono le specie
“non target”), innocui per l’uomo e per gli animali domestici e rispettosi degli equilibri della
flora e della fauna.
Le attività del progetto sono state:
studio del territorio per individuare i possibili luoghi di sviluppo larvale ed aggiornamento
della relativa mappa;
monitoraggio delle popolazioni adulte di Culicidi, effettuato mediante apposite trappole
attrattive;
classificazione degli insetti ematofagi catturati con il monitoraggio (larve e adulti);
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attivazione di ovitrappole per il monitoraggio di Aedes albopictus (Zanzara tigre);
impiego delle strategie di lotta, a basso impatto ambientale, idonee per ogni tipo di focolaio
censito.
3.1) CAMPIONAMENTI DEI FOCOLAI LARVALI NELL’AMBITO DELL’ATTIVITÀ
DI AGGIORNAMENTO DELLA MAPPATURA DEI FOCOLAI LARVALI
I focolai larvali possono essere costituiti da un qualsiasi ristagno idrico che persista per
almeno una settimana (ovvero il tempo necessario per il completamento del ciclo di sviluppo
larvale delle zanzare durante i mesi estivi). Essi possono essere di grandi dimensioni, come aree
umide naturali, o di più ridotta superficie, come canali, fossi stradali o scarichi fognari; non
vanno poi sottovalutati i microfocolai, frequenti in ambito urbano quali vasche, bidoni e
contenitori vari, caditoie stradali, etc.. Importante è la collaborazione della cittadinanza nel
segnalare possibili focolai in aree private, che se non trattati inficierebbero, almeno
parzialmente, l’operazione di lotta.
Per verificare lo stato d’infestazione dei focolai censiti negli anni precedenti e per ricercarne
di nuovi, ogni settimana il territorio veniva verificato, con sopralluoghi in campo, consultando la
relativa cartografia, controllando se c’erano nuovi ristagni nei punti più sensibili e prelevando
(tramite “dipper”: un contenitore di plastica di cc 500 provvisto di manico telescopico), campioni
di acqua per l’osservazione delle larve e il calcolo della loro densità (numero di larve in cc 500
di acqua).
Foto 6 - Campionamenti larvali dentro il lago
Foto 7 - Campionamenti larvali in uno dei canaloni
limitrofi al Lago
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In ogni sito controllato venivano esaminati almeno tre campioni di acqua (ad intervalli
regolari), da cui venivano prelevati alcuni stadi preimmaginali e conservati in provetta. Ad ogni
“pescata” sono state raccolte tutte le informazioni inerenti al sito e al materiale ritrovato
(ovature, numero di larve e di pupe, etc..). I dati ottenuti dalla media delle tre pescate sono stati
riportati su apposite schede (le schede non venivano compilate se non si trovavano larve o uova).
Tutto il materiale raccolto è stato poi preparato in laboratorio per la successiva identificazione e
conservato.
I campionamenti larvali sono stati avviati nel mese di giugno 2008.
I focolai larvali individuati a Pergusa sono i canaloni, sia in terra che in cemento (che hanno
la funzione di convogliare verso il lago le acque bianche), le tombinature stradali, i focolai
larvali privati (contenitori con acqua stagnante abbandonati nelle case Gescal, caditoie dentro
qualche giardino del villaggio, laghetti privati di aziende agricole sia in c/da Risicallà che in c/da
Pollicarini, abbeveratoi privati sia in c/da Risicallà che in c/da Curcio-Staglio, fontane , etc..) e le
acque del lago.
Foto 8 - Vasca evaporimetro, focolaio 11 (di R. Termine)
Foto 9 - Abbeveratoio “Siriano”, focolaio esterno al
Lago (di R. Termine)
3.2) STRATEGIE DI CONTROLLO DEI FOCOLAI
Per il controllo degli insetti nocivi, in genere, la misura di controllo più comunemente usata,
anche se tutt’altro che priva di rilevanti problemi, è l’applicazione degli insetticidi (fig. 4).
Quando e dove possibile, conoscendo l’ecologia degli insetti nocivi, si può intervenire cercando
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o di spezzarne il ciclo di vita o di interferire con qualche aspetto critico del suo comportamento o
infine tentando di minimizzare il contatto con l’uomo.
Fig. 4 – Schema riassuntivo delle classi principali degli insetticidi oggi utilizzati
Presso la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa, ormai da anni, l’Amministrazione
provinciale ha scelto di utilizzare dei prodotti biologici che agiscono sulle larve dei culicidi. Il
programma degli interventi viene definito sulla base dei risultati raccolti con le attività di
mappatura dei focolai e monitoraggio. Il prodotto biologico utilizzato è a base di Bacillus
thuringiensis var. israelensis sierotipo H14; il nome commerciale del formulato utilizzato è
VECTOBAC 1200 UTI (Unità Tossiche Internazionali)/mg di formulato e TEKNAR 1200
UTI/mg. Si tratta di un batterio sporigeno assai tossico per le larve di zanzara ma dotato di
notevole selettività d’azione e quindi con impatto ambientale praticamente nullo. L’attività
biologica è svolta dalla deltaendotossina, presente sotto forma di cristalli o inclusioni parasporali
INSETTICIDI
PER INGESTIONE PER CONTATTO FUMIGANTI
Penetrano attraverso la cuticola dell’insetto
Devono essere ingeriti dall’insetto: vengono assorbiti
attraverso l’apparato digerente
Raggiungono l’interno dell’insetto attraverso l’apparato
respiratorio
NATURALI Bacillus thuringiensis
ORGANICI INORGANICI
DI SINTESI NATURALI
Piretro, piretrine e Bacillus thuringiensis
PIRETROIDI CARBAMMATI FOSFORGANICI CLORORGANICI
Inibiscono la colinesterasi bloccando la
trasmissione degli impulsi nervosi
Veleno neuromuscolare
Inibiscono la colinesterasi bloccando la
trasmissione degli impulsi nervosi
Veleno neuromuscolare
DI SINTESI
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di natura proteica. Le tossine liberate riconoscono i recettori specifici nell’intestino medio delle
larve; successivamente le cellule intestinali si rompono provocando la fuoriuscita del contenuto
intestinale. Questo provoca la paralisi e la successiva morte delle larve. Questo processo può
avvenire solo con pH intestinale maggiore o uguale a 10 ed in presenza di enzimi attivatori
specifici, per cui è tossico per alcuni Ditteri appartenenti alle famiglie dei Culicidi e dei
Simulidi, mentre non lo è per i vertebrati né per quegli insetti che hanno un pH intestinale
inferiore o uguale a 9.
Gli interventi di disinfestazione hanno avuto una cadenza settimanale poiché, trattandosi di un
prodotto non residuale, dopo poche ore (non più di 48) è completamente inattivo, inoltre il ciclo
della zanzara è di una settimana circa.
La parte più esterna dello specchio lacustre (quella a contatto con la battigia) è stata irrorata,
tramite un furgone speciale munito di cannone nebulizzatore, in una giornata. La fascia occupata
dal canneto (dalla parte interna dello specchio lacustre), pari ad una superficie di 57 ettari, dove
l’acqua si mantiene più bassa, è stata suddivisa in tre settori (utilizzando tre punti di riferimento,
tab. 1), vedasi cartina allegata, date le grandi dimensioni; essi sono stati irrorati in tre giornate
consecutive tramite il mezzo nautico, munito di impianto irroratore di adeguata potenza, che la
Provincia Regionale di Enna ha fatto costruire ad hoc. Quindi, ogni settimana un intervento di
disinfestazione delle acque del Lago è stato compiuto in 4 giornate (per un totale di 16 interventi
da luglio ad ottobre e 1.232 litri di prodotto impiegati).
Tab. 1 – Coordinate geografiche dei punti di riferimento
Punti di riferimento Coordinate
Lat/Lon
Coordinate
UTM
Pontile “ ex Club nautico” (1) N 37°31'11.1''
E 014°18'23.0''
33S0438690
UTM4152765
Boa “CISS” (2) N 37° 30’ 50.2”
E 014° 18’ 39.1”
33S0439099
UTM 4152114
Boa “Amaradio” (3) N 37° 30’ 32.0’’
E 014° 18’ 05.7”
33S0438276
UTM 4151556
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Foto 10 - Pontile “ex Club
nautico” (di R. Termine)
Foto 11 - Boa “Amaradio” (di R. Termine)
Foto 12 - Boa “CISS” (di R. Termine)
Foto 13 - Mezzo nautico attrezzato con motore fuoribordo elettrico alimentato da batteria e pompa irroratrice (di R. Termine)
Foto 14 - Operazione di disinfestazione dello specchio lacustre (di R. Termine)
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Foto 15 - Disinfestazione con mezzo gommato (di R. Termine)
Foto 16 - Disinfestazione con lancia manuale (di R. Termine)
Foto 17 - Disinfestazione del focolaio 11 (di R. Termine)
Foto 18 - Disinfestazione del focolaio 4 (di R. Termine)
3.3) MONITORAGGIO DEGLI ADULTI
Al fine di monitorare le popolazioni adulte dei Culicidi, sono state attivate delle trappole
(attrattive per le femmine adulte di ematofagi) ad anidride carbonica solida (foto 19 - 20),
secondo il modello (Pantaleoni, 1996) studiato ed allestito dal CAA, derivato dal vecchio tipo
CDC e a sua volta derivato dalla trappola luminosa tipo New Jersey. Queste venivano installate
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al tramonto e rimosse la mattina del giorno seguente (per un totale di circa 14 ore), con cadenza
settimanale (da giugno ad ottobre) e in quattro postazioni fisse.
Per il posizionamento delle trappole si è preferito il criterio di monitorare la zona più vicina al
centro abitato, le cui postazioni (tre sono le stesse monitorate dal 1999) sono state le seguenti:
1) riva del lago, dietro ai box dell’Autodromo, a ridosso del canneto;
2) giardino privato nelle case Gescal;
3) vivaio della Forestale, dove passa un canalone;
4) Lungo il percorso “Riva dei giunchi”.
La distanza fra le trappole è stata di circa 500 metri, predisponendo così una rete di
rilevamento a maglie strette per valutare accuratamente anche le specie con più scarsa tendenza
allo spostamento. Inoltre, sono state innescate delle trappole straordinarie (del tipo sopra
descritto) presso alcune strutture alberghiere di Pergusa e presso il demanio forestale, anche sulla
base di segnalazioni pervenute da parte della cittadinanza:
hotel “Riviera”;
hotel “La Giara”;
hotel “Villa Giulia”;
hotel “Garden”;
Selva pergusina.
Foto 19 – Trappola a CO2, Postazione Selva Pergusina (di R. Termine)
Foto 20 – Trappola a CO2, Postazione
hotel Garden (di R. Termine)
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Il numero di catture, per ciascuna trappola in una notte, dei Culicidi adulti è stato utilizzato
per quantificare il grado di fastidio causato ai cittadini; sono state considerate varie soglie di
tolleranza, calcolando sia l’Indice di Disturbo (I) che l’Indice Numerico di Molestia (INM).
L’Indice di Disturbo (Pantaleoni, 1996), vedasi tabella 2, prevede otto livelli: assente,
impercettibile, moderato, tollerabile, sensibile, forte, insopportabile ed estremo.
Tab. 2 – Valutazione del disagio tramite indice di disturbo
Valutazione del disagio (VD)
(attributo)
Indice di disturbo (I)
(fino a)
Superamento livello
(n° esemplari/trappola/notte)
Aedes Culex
Assente 0,5 4 6
Impercettibile 1,0 10 27
Moderato 1,5 32 139
Tollerabile 2,0 100 720
Sensibile 2,5 317 3728
Forte 3,0 1000 19307
Insopportabile 3,5 3163 100000
Estremo 4,0 10000 517947
L’Indice Numerico di Molestia, elaborato dal CAA, prende in considerazione il numero di
femmine catturate da una trappola in una notte; esso viene utilizzato come limite sopportabile
della scala di molestia (soglia di tolleranza), al superamento del quale viene consigliato un
trattamento adulticida. Presupponendo una diversa aggressività nei confronti dell’uomo, le
specie di zanzare che normalmente risultano più frequenti negli ambienti di pianura e collinari
italiani possono essere suddivise in tre “gruppi di nocività” che in ordine crescente sono:
• gruppo A: Aedes spp.;
• gruppo B: Culex modestus, Anopheles spp.;
• gruppo C: Culex pipiens, Culiseta spp..
Sulla base dell’esperienza condotta con le trappole a CO2, il CAA definisce il disagio
“insopportabile”: con catture di oltre 20 femmine/trappola/notte per il gruppo “A”, di oltre 50
femmine/trappola/notte per il gruppo “B” e di oltre 200 femmine/trappola/notte per il gruppo
“C”.
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3.4) SORVEGLIANZA DELLA ZANZARA TIGRE
Data la presenza di numerosi pneumatici, dislocati lungo il circuito automobilistico, è stato
eseguito il monitoraggio dell’eventuale presenza dell’Aedes albopictus, tramite il
posizionamento di tre ovitrappole in postazioni diverse, laddove c’è una maggiore
concentrazione di pneumatici, (mantenendo le postazioni degli scorsi anni):
♦ sotto un eucalipto a m 150 a sinistra del cancello di ingresso all’autodromo (A);
♦ sotto un eucalipto a m 500 a sinistra del cancello di ingresso all’autodromo (B);
♦ sotto un eucalipto a m 600 a destra del cancello di ingresso all’autodromo (C).
Foto 21 – Ovitrappola (di R. Termine) Foto 22 – Pneumatici dislocati lungo il circuito (di R. Termine)
L’ovitrappola utilizzata durante questa esperienza (Di Luca et al., 2003) è costituita da un
contenitore di plastica nero della capacità di cc 500, riempito per metà con acqua declorata; essa
presenta all’interno una stecchetta di “masonite” di cm 2 x 12 di dimensioni, parzialmente
immersa, sopra la quale la femmina di Zanzara tigre depone le uova. La stecchetta, sostituita
settimanalmente (per un totale di 16 settimane), veniva controllata per l’individuazione di
eventuali uova al microscopio stereoscopico.
La Zanzara tigre, di origine asiatica, si è diffusa rapidamente in molti Paesi del mondo oltre
che per la grande plasticità ecologica della specie, anche per l’intervento dell’uomo che ne ha
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favorito la dispersione accidentale con il commercio dei copertoni usati. In Italia la prima
comparsa fu registrata nel 1990; attualmente è presente in molte regioni, Sicilia compresa. Essa
riveste un ruolo importante dal punto di vista sanitario, dato che può infettarsi con numerosi
agenti patogeni che può trasmettere all’uomo, con la saliva, durante il pasto di sangue. Tra questi
ci sono Filarie (ai nostri climi le più comuni sono Dirofilaria immitis e Dirofilaria repens),
Arbovirus, tra cui quello della “Dengue”, della “Febbre gialla”, della “Encefalite giapponese”
(fortunatamente questi patogeni non sono presenti in Europa) e il virus della Chikungunya.
La Chikungunya è una malattia tropicale, il cui termine, in makonde, significa "ciò che curva"
o "contorce" e fu impiegato durante un'epidemia in Tanzania nel 1952, a causa delle limitazioni
articolari dovute alle importanti artralgie che caratterizzano la malattia. Il virus Chikungunya
(CHIK) appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli Alphavirus. Nel mese di
luglio del 2007 il Ministero della Salute italiano ha diramato un comunicato che ha confermato
la prima epidemia di Chikungunya, sul suolo europeo, in provincia di Ravenna.
Foto 23 - Sequenza del ciclo di vita della
Aedes albopictus (del Centro Agricoltura e
Ambiente):
1) L’accoppiamento. La femmina si
accoppia una sola volta nei trenta giorni
della sua vita media.
2) Alcune delle 70-80 uova che la femmina
depone, dopo ogni pasto di sangue umano,
sul bordo di uno specchio di acqua
stagnante. Le uova si schiudono appena
sono sommerse dall’acqua.
3) Dalle uova nascono le larve che in 4-5
giorni si trasformano in pupe e in successive
48 ore in zanzara adulta.
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4) RISULTATI
4.1) DETERMINAZIONE DELLE LARVE
Nel corso della stagione estiva 2008 si è provveduto a determinare le specie di appartenenza
dei campioni larvali catturati.
A livello larvale il genere maggiormente campionato è stato, come per gli anni precedenti, il
Culex.
E’ stato possibile arrivare alla classificazione, come specie prelevate nelle acque lacustri, di
112 larve di Culex pipiens e di 1 larva di Anopheles maculipennis. Per altre 82 ci si è fermati al
genere in quanto non avevano raggiunto uno stadio larvale sufficientemente maturo per la
classificazione. Sono state rinvenute anche ovature e pupe di Culex spp., oltre che larve e adulti
di insetti non ematofagi (Ditiscidi, Libellule, Chironomidi, Notonette, Efemerotteri, Pleidi e
Coleotteri) e Crostacei, come Calanoidi (Diaptomidae: Arctodiaptomus salinus) e Anfipodi
(Gammaridae).
Presso i focolai dislocati nel comprensorio pergusino, esterni al Lago, sono inoltre state
campionate 30 larve di Culex pipiens, 2 di Culex theileri, 84 del genere Culex in stadio larvale
immaturo, 2 di Anopheles maculipennis, 14 del genere Anopheles in stadio larvale immaturo, 1
di Culiseta annulata e 2 di Culiseta longiareolata. Sono state rinvenute anche ovature e pupe di
Culex spp., oltre che larve e adulti di insetti non ematofagi (Chironomidi ed Efemerotteri). Si
specifica che le attività di monitoraggio e controllo dei culicidi non erano previsti all’esterno
della zona A della Riserva.
Foto 24 - Larve di Culicidi (di R. Termine)
Foto 25 - Larve e pupe di Culicidi
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La densità larvale è stata suddivisa in 5 classi (tab. 3), espressi come valori numerici ottenuti
dalla media delle tre pescate standard effettuate in ogni focolaio campionato.
Tab. 3 - Densità larvale espressa in classi
N° di larve/mezzo litro di acqua Classe 0 0
1 ÷ 5 1 6 ÷ 10 2 11 ÷ 30 3 31 ÷ 50 4
> 50 5
Dalla tabella 4 e dal relativo grafico (fig. 5) si può notare come nei punti campionati sulle
sponde del Lago (lato esterno) solo il 18 e il 25 giugno, prima dell’inizio dei trattamenti
antilarvali, il 16,7 % dei focolai ha avuto una densità larvale di classe 5 (con un numero di larve
maggiore di 50) e solo l’1 e l’8 luglio il 16,7% dei focolai ha avuto una densità larvale di classe
4 (con un numero di larve compreso tra 31 e 50), per il resto la densità larvale si è mantenuta
bassa.
Tab. 4 - Percentuali delle densità larvali espresse in classi, riscontrate in 6 punti di campionamento del Lago dalla sponda esterna
Classe 0 1 2 3 4 5 18/06/08 83,3% 16,7% 25/06/08 50% 16,7% 16,7% 16,7% 01/07/08 66,7% 16,7% 16,7% 08/07/08 66,7% 16,7% 16,7% 14/07/08 66,7% 16,7% 16,7% 15/07/08 66,7% 16,7% 16,7% 18/07/08 83,3% 16,7% 22/07/08 83,3% 16,7% 23/07/08 100% 28/07/08 83,3% 16,7% 04/08/08 100% 11/08/08 83,3% 16,7% 19/08/08 100% 26/08/08 100% 02/09/08 83,3% 16,7% 09/09/08 100% 16/09/08 100% 23/09/08 100% 30/09/08 100% 07/10/08 100%
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Fig. 5 - Distribuzione in percentuale delle classi riscontrate in 6 punti di campionamento del Lago dalla sponda esterna
0,0
12,5
25,0
37,5
50,0
62,5
75,0
87,5
100,0
18-g
iu
25-g
iu
1-lu
g
8-lu
g
14-l
ug
15-l
ug
18-l
ug
22-l
ug
23-l
ug
28-l
ug
04-a
go
11-a
go
19-a
go
26-a
go
02-s
et
09-s
et
16-s
et
23-s
et
30-s
et
07-o
tt
perc
entu
ale
classe 0 classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5
Fig. 6 - Andamento Larve nei singoli punti di campionamento (lato esterno)
0
20
40
60
80
100
120
Mol
o Pi
neta
(3)
Appr
odo
Raz
za (2
)
Ex C
lub
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(1)
Ex ti
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(5)
Vasc
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1)
Can
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e so
ttoau
todr
omo
(4)
Focolai larvali
n° la
rve/
mez
zo li
tro
di a
cqua
18/06/200825/06/200801/07/200808/07/200814/07/200815/07/200818/07/200822/07/200823/07/200828/07/200804/08/200811/08/200819/08/200826/08/200802/09/200809/09/200816/09/200823/09/200830/09/200807/10/2008
Dalla figura 6 si può osservare come, tra i punti campionati, il focolaio più insidioso è stato il
“Molo Pineta” (focolaio 3) che a giugno, prima dell’inizio dei trattamenti antilarvali, ha avuto
punte di 100 larve in mezzo litro di acqua, nei primi di luglio la densità larvale si è ridotta del 50
%, per mantenersi sotto 20 larve/mezzo litro, già da metà luglio.
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Per ciò che riguarda i punti di campionamenti dalla parte interna del Lago non sono mai state
riscontrate né larve né uova di Culicidi (tab. 5, fig. 7)
Tab. 5 - Distribuzione in percentuale delle classi riscontrate in 6 punti di campionamento del Lago dalla
sponda interna
Classe 0 1 2 3 4 5 24/06/08 100% 03/07/08 100% 10/07/08 100% 16/07/08 100% 23/07/08 100% 30/07/08 100% 13/08/08 100% 20/08/08 100% 27/08/08 100% 03/09/08 100% 10/09/08 100% 17/09/08 100% 24/09/08 100% 01/10/08 100% 08/10/08 100%
Fig. 7 - Distribuzione in percentuale delle classi riscontrate in 6 punti di campionamento del Lago dalla
sponda interna
0,0
12,5
25,0
37,5
50,0
62,5
75,0
87,5
100,0
24-g
iu
3-lu
g
10-l
ug
16-l
ug
23-l
ug
30-l
ug
13-a
go
20-a
go
27-a
go
03-s
et
10-s
et
17-s
et
24-s
et
01-o
tt
08-o
tt
perc
entu
ale
classe 0 classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5
Per ciò che riguarda i focolai larvali dispersi nel territorio pergusino, esterno alla zona A della
Riserva, si può notare (tab. 6, fig. 8) come solo il 5 e il 25 giugno il 7,7 % dei focolai ha avuto
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una densità larvale di classe 5 e solo il 5 giugno il 61,5 % dei focolai ha avuto una densità larvale
di classe 4, per il resto la densità larvale si è mantenuta bassa.
Tab. 6 - Distribuzione in percentuale delle classi riscontrate in 13 punti di campionamento dell’area pergusina esterna allo specchio lacustre
Classe 0 1 2 3 4 5 05/06/08 15,4% 15,4% 61,5% 7,7% 09/06/08 84,6% 7,7% 7,7% 18/06/08 92,3% 7,7% 25/06/08 76,9% 15,4% 7,7% 03/07/08 100% 09/07/08 84,6% 7,7% 7,7% 16/07/08 100% 23/07/08 100% 29/07/08 100% 06/07/08 100% 13/08/08 100% 20/08/08 100% 27/08/08 92,3% 7,7% 03/09/08 100% 10/09/08 100% 17/09/08 100% 24/09/08 100% 01/10/08 100% 08/10/08 100% 15/10/08 100%
Fig. 8 - Distribuzione in percentuale delle classi riscontrate in 13 punti di campionamento dell’area
pergusina esterna allo specchio lacustre
0,0
12,5
25,0
37,5
50,0
62,5
75,0
87,5
100,0
05-g
iu
09-g
iu
18-g
iu
25-g
iu
3-lu
g
9-lu
g
16-l
ug
23-l
ug
29-l
ug
06-a
go
13-a
go
20-a
go
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go
03-s
et
10-s
et
17-s
et
24-s
et
01-o
tt
08-o
tt
15-o
tt
perc
entu
ale
classe 0 classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5
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Per quanto concerne le ovature, su 20 giornate di campionamenti, solo in 3 giornate sono state
riscontrate uova di Culex spp. e solo nella vasca dell’evaporimetro. Sul grafico 9 si riporta la
percentuale di focolai con ovature.
Per evitare il proliferare dei Culicidi nella vasca dell’evaporimetro, oltre che trattata con il
Bacillus, essa è stata spesso bonificata con la sostituzione dell’acqua.
Foto 26 - Uova di Culex pipiens (di L. Bartolini)
16,7 16,7 16,7
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
12,0
14,0
16,0
18,0
20,0
18-g
iu
25-g
iu
1-lu
g
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g
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ug
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04-a
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11-a
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et
09-s
et
16-s
et
23-s
et
30-s
et
07-o
tt
perc
entu
ale
Fig. 9 - Percentuale di focolai lungo le sponde esterne del
Lago con ovature
Nei 13 focolai dispersi nel territorio pergusino, esterni all’area lacustre, su 20 giornate di
campionamenti, solo in 2 giornate il 30,8 % dei focolai presentavano uova di Culicidi (fig. 10).
Fig. 10 - Percentuale di focolai nell’area pergusina esterna al Lago con ovature di Culicidi
30,8 30,8
7,7
15,4
7,7 7,77,77,7
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
05-g
iu
09-g
iu
18-g
iu
25-g
iu
3-lu
g
9-lu
g
16-l
ug
23-l
ug
29-l
ug
06-a
go
13-a
go
20-a
go
27-a
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03-s
et
10-s
et
17-s
et
24-s
et
01-o
tt
08-o
tt
15-o
tt
perc
entu
ale
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4. 2) MONITORAGGIO DEGLI ADULTI
Dal monitoraggio delle femmine adulte dei Culicidi, è risultata anche l’attrazione e la cattura
di altri ematofagi (importanti dal punto di vista sanitario in quanto sono in grado di trasmettere
malattie all’uomo), non essendo le trappole a CO2 selettive esclusivamente per le zanzare; dai
dati si evince che gli ematofagi più catturati sono stati i Culicidi (99,6 %), seguiti dai Flebotomi
(0,25 %), dai Ceratopogonidi (0,1 %)ed infine dai Simulidi (0,04 %).
La composizione faunistica degli ematofagi catturati è riportata in fig. 11.
Fig. 11 - Composizione faunistica degli ematofagi catturati nel 2008
Culicidi99,60 %
Simulidi0,04%
Phlebotomi0,25 %
Ceratopogonidi0,10 %
I Culicidi individuati sono stati Culex pipiens, Culex theileri, Anopheles maculipennis,
Culiseta annulata, Culiseta longiareolata e Coquillettidia richiardii, rinvenuta per la prima volta
nel 2006 (tabb. 7, 8, 9, 10, 11 e 12).
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Foto 27 – Culiseta longiareolata (di R. Termine)
Foto 28 – Culex spp. (di R. Termine)
Tab. 7 - Specie ematofaghe catturate nel territorio di Pergusa nell’anno 2008
FAMIGLIA SPECIE N°
CULICIDI
(Culicidae)
Culex pipiens Linnaeus, 1758
Culex theileri Theobald, 1903
Anopheles maculipennis Meigen, 1818
Culiseta annulata (Schrank, 1776)
Culiseta longiareolata (Macquart, 1838)
Coquillettidia richiardii (Ficalbi, 1899)
17.831
134
8
68
3
35
CERATOPOGONIDI
(Ceratopogonidae)
Culicoides (Beltranmyia) circumscriptus Kieffer, 1918
Culicoides (Culicoides) newsteadi Austen, 1921
10
9
SIMULIDI
(Simulidae)
Simulium (Nevermannia) Enderlein, 1921
Simulium (Eusimulium) Roubaud, 1906
3
3
FLEBOTOMI
(Psychodidae)
Phlebotomus perniciosus Newstead, 1911
Phlebotomus perfiliewi Parrot, 1930
Phlebotomus spp. Rondani & Berté, 1840
Sergentomyia minuta (Rondani, 1843)
18
26
1
1
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Tab. 8 - Totale insetti catturati nella stazione “Autodromo” DATA 18/06/08 25/06/08 01/07/08 08/07/08 15/07/08 22/07/08 29/07/08 05/08/08 12/08/08SPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° cattureAnopheles maculipennisCulex pipiens 1953 6357 2000 784 1654 1139 263 494 57Culex theileri 4 9 5 8 2 21 3Culiseta annulata 7 2 1 5 1Culiseta longiareolata 1Coquillettidia richiardii 3 3 2 1TOTALE ZANZARE 1.956 6.365 2.000 800 1.661 1.150 266 520 61Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 1Diptera: Phlebotomidae 1 1 4 10Diptera: Simuliidae 1Ditteri non ematofagi 5 22 4 2 1 6 1 19Totale altri insetti 5 22 5 0 3 1 8 5 29TOTALE INSETTI 1.961 6.387 2.005 800 1.664 1.151 274 525 90
DATA 19/08/08 26/08/08 02/09/08 10/09/08 16/09/08 23/09/08 30/09/08 07/10/08 TotaliSPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture cattureAnopheles maculipennis 2 2Culex pipiens 41 26 3 16 9 6 1 6 14.809Culex theileri 2 54Culiseta annulata 1 1 18Culiseta longiareolata 1Coquillettidia richiardii 2 1 2 14TOTALE ZANZARE 44 29 6 18 9 6 1 6 14.898Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 1Diptera: Phlebotomidae 1 1 18Diptera: Simuliidae 1Ditteri non ematofagi 5 3 5 2 75Totale altri insetti 5 3 6 2 1 0 0 0 95TOTALE INSETTI 49 32 12 20 10 6 1 6 14.993
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Tab. 9 - Totale insetti catturati nella stazione “Vivaio” DATA 18/06/08 25/06/08 01/07/08 08/07/08 15/07/08 22/07/08 29/07/08 05/08/08 12/08/08SPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° cattureAnopheles maculipennisCulex pipiens 34 48 42 1.098 94 57 12 4Culex theileri 1 1 31 1Culiseta annulata 1 21 1 5 1Coquillettidia richiardii 4 2 3 1TOTALE ZANZARE 39 51 46 1.150 96 63 13 4 0Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 1Diptera: Phlebotomidae 1 1 2Diptera: Simuliidae 1Diptera non ematofagi 2Totale altri insetti 0 2 0 1 1 2 0 2 0TOTALE INSETTI 39 53 46 1.151 97 65 13 6 0
DATA 19/08/08 26/08/08 02/09/08 10/09/08 16/09/08 23/09/08 30/09/08 07/10/08 TotaleSPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture cattureAnopheles maculipennis 1 1Culex pipiens 1 4 5 3 1 1 1 1.405Culex theileri 1 35Culiseta annulata 1 1 1 32Coquillettidia richiardii 10TOTALE ZANZARE 2 6 5 3 2 0 2 1 1.483Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 1Diptera: Phlebotomidae 2 6Diptera: Simuliidae 1Diptera non ematofagi 2 4Totale altri insetti 4 0 0 0 0 0 0 0 12TOTALE INSETTI 6 6 5 3 2 0 2 1 1.495
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Tab. 10 - Totale insetti catturati nella stazione “Case Gescal” DATA 18/06/08 25/06/08 01/07/08 08/07/08 15/07/08 22/07/08 29/07/08 05/08/08 12/08/08SPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° cattureCulex pipiens 70 18 3 7 6 4 1Culiseta annulata 1Coquillettidia richiardii 1TOTALE ZANZARE 71 18 0 3 7 7 4 0 1Altri insetti:Diptera: CeratopogonidaeDiptera: Phlebotomidae 1Diptera: SimuliidaeDiptera non ematofagi 2 7 1 1 9Totale altri insetti 2 1 7 1 0 1 0 0 9TOTALE INSETTI 73 19 7 4 7 8 4 0 10
DATA 19/08/08 26/08/08 02/09/08 10/09/08 16/09/08 23/09/08 30/09/08 07/10/08 TotaleSPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture cattureCulex pipiens 2 2 113Culiseta annulata 1Coquillettidia richiardii 1TOTALE ZANZARE 0 2 0 0 2 0 0 0 115Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 0Diptera: Phlebotomidae 1 1 3Diptera: Simuliidae 0Diptera: non ematofagi 5 2 27Totale altri insetti 30TOTALE INSETTI 5 0 3 0 0 0 0 1 145
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Tab. 11- Totale insetti catturati nella stazione “Riva dei Giunchi” DATA 18/06/08 25/06/08 01/07/08 08/07/08 15/07/08 22/07/08 29/07/08 05/08/08 12/08/08SPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° cattureAnopheles maculipennisCulex pipiens 366 77 216 287 205 185 27 18 28Culex theileri 2 14 7 2 4Culiseta annulata 1 14 1Culiseta longiareolata 1 1Coquillettidia richiardii 1 1 1 3TOTALE ZANZARE 368 81 216 316 213 187 27 19 35Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 3 7 1 1 2 3Diptera: Phlebotomidae 1 9 1Diptera: Simuliidae 1 2 2Ditteri non ematofagi 18 21 13 10 4 1 5 6Totale altri insetti 22 37 14 11 5 3 7 3 9TOTALE INSETTI 390 118 230 327 218 190 34 22 44
DATA 19/08/08 26/08/08 02/09/08 10/09/08 16/09/08 23/09/08 30/09/08 07/10/08 TotaleSPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture cattureAnopheles maculipennis 1 3 1 5Culex pipiens 1 3 14 9 19 11 6 2 1.474Culex theileri 11 2 42Culiseta annulata 16Culiseta longiareolata 2Coquillettidia richiardii 1 1 8TOTALE ZANZARE 2 15 14 12 19 11 8 4 1.547Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 17Diptera: Phlebotomidae 4 15Diptera: Simuliidae 5Ditteri non ematofagi 2 80Totale altri insetti 6 0 0 0 0 0 0 0 117TOTALE INSETTI 8 15 14 12 19 11 8 4 1.664 Tab. 12 - Totale insetti catturati nelle stazioni straordinarie
POSTAZIONE Hotel "Riviera"
Hotel "La Giara"
Hotel "Villa Giulia"
Hotel "Garden"
Selva Pergusina
Totale catture
DATA 23/7/08 23/7/08 6/8/08 6/8/08 1/10/08SPECIE ZANZARE n° catture n° catture n° catture n° catture n° catture n°Coquillettidia richiardii 2 2Culex pipiens 1 28 1 30Culex theileri 2 1 3Culiseta annulata 1 1TOTALE ZANZARE 3 28 2 1 2 36Altri insetti:Diptera: Ceratopogonidae 0Diptera: Phlebotomidae 2 2 4Diptera: Simuliidae 0Diptera non ematofagi 1 2 2 5Totale altri insetti 3 0 2 2 2 9TOTALE INSETTI 6 28 4 3 4 45
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Nelle figure da 12 a 15 sono riportati gli andamenti delle catture dei generi Culex e Anopheles
per le 4 stazioni di monitoraggio, dove viene anche evidenziata la soglia di nocività per Culex
pipiens, corrispondente a maggiore di 200 culex/trappola/notte.
Presso la stazione “Autodromo”, il valore più elevato è stato riscontrato il giorno 25 giugno
con la cattura di 6.365 zanzare, di cui 6.357 Culex pipiens. Per quanto riguarda il genere
Anopheles, sono stati catturati solo 2 esemplari il 10 settembre. Per questo genere la soglia di
nocività è considerata maggiore di 50 femmine/notte.
Fig. 12 - Andamento delle catture settimanali di femmine appartenenti ai generi Culex e Anopheles alla stazione “Autodromo” durante la stagione 2008
0500
1000150020002500300035004000450050005500600065007000
18/0
6/08
25/0
6/08
01/0
7/08
08/0
7/08
15/0
7/08
22/0
7/08
29/0
7/08
05/0
8/08
12/0
8/08
19/0
8/08
26/0
8/08
02/0
9/08
10/0
9/08
16/0
9/08
23/0
9/08
30/0
9/08
07/1
0/08
n°
fem
min
e/n
otte
Culex Anopheles
Soglia di nocività
Applicando la formula di calcolo dell’Indice di Disturbo (I) (tab. 2 a pagina 19) al giorno 25
giugno, esso risulta uguale a 2,7; ciò si traduce in un disagio uguale a forte. Il valore medio di I
(tab. 13), calcolato nella stagione, risulta uguale a 1,4 per cui la valutazione del disagio (VD),
vedasi tabella 2, è corrispondente a moderato.
L’Indice Numerico di Molestia (INM), nella postazione “Autodromo” (fig. 12) è stato
superato fino al 5 agosto.
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Tab. 13 – Indice di disturbo (I) calcolato per Pergusa
INDICE DI DISTURBO (I)
Valore medio Valore massimo Valore minimo
Autodromo 1.4 2.7 0.3
Vivaio 0.7 2.1 0.0
Case Gescal 0.3 1.3 0.0
Riva dei giunchi 1.1 1.8 0.3
Presso la stazione “Vivaio”, il valore più elevato è stato riscontrato il giorno 8 luglio con la
cattura di 1.150 zanzare, di cui 1.098 Culex pipiens. Per quanto riguarda il genere Anopheles, è
stato catturato solo 1 esemplare il 26 agosto.
Fig. 13 - Andamento delle catture settimanali di femmine appartenenti ai generi Culex e Anopheles alla stazione “Vivaio” durante la stagione 2008
0
200
400
600
800
1000
1200
18/0
6/08
25/0
6/08
01/0
7/08
08/0
7/08
15/0
7/08
22/0
7/08
29/0
7/08
05/0
8/08
12/0
8/08
19/0
8/08
26/0
8/08
02/0
9/08
10/0
9/08
16/0
9/08
23/0
9/08
30/0
9/08
07/1
0/08
n°
fem
min
e/n
ott
e
Culex Anopheles
Soglia di nocività
Applicando la formula di calcolo dell’Indice di Disturbo (I) (tab. 2 a pagina 19) al giorno 8
luglio, esso risulta uguale a 2,1; ciò si traduce in un disagio uguale a sensibile. Il valore medio di
I (tab. 13), calcolato nella stagione, risulta uguale a 0,7 per cui la valutazione del disagio (VD),
vedasi tabella 2, è corrispondente a impercettibile.
L’Indice Numerico di Molestia (INM), nella postazione “Vivaio” (fig. 13) è stata superata
solo 1 volta (l’8 luglio).
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Presso la stazione “Riva dei giunchi”, il valore più elevato è stato riscontrato il giorno 18
giugno con la cattura di 368 zanzare, di cui 366 Culex pipiens. Per quanto riguarda il genere
Anopheles, sono stati catturati solo 3 esemplare il 10 settembre.
Fig. 14 - Andamento delle catture settimanali di femmine appartenenti ai generi Culex e Anopheles alla stazione “Riva dei giunchi” durante la stagione 2008
0
50
100
150
200
250
300
350
400
18/0
6/08
25/0
6/08
01/0
7/08
08/0
7/08
15/0
7/08
22/0
7/08
29/0
7/08
05/0
8/08
12/0
8/08
19/0
8/08
26/0
8/08
02/0
9/08
10/0
9/08
16/0
9/08
23/0
9/08
30/0
9/08
07/1
0/08
n° fe
mm
ine/
not
te
Culex Anopheles
Soglia di nocività
Applicando la formula di calcolo dell’Indice di Disturbo (I) (tab. 2 a pagina 19) al giorno 18
giugno, esso risulta uguale a 1,8; ciò si traduce in un disagio uguale a tollerabile. Il valore medio
di I (tab. 13), calcolato nella stagione, risulta uguale a 1,1 per cui la valutazione del disagio
(VD), vedasi tabella 2, è corrispondente a moderato.
L’Indice Numerico di Molestia (INM), nella postazione “Riva dei giunchi” (fig. 14) è stata
superata solo 4 volte (18 giugno, 1, 7 e 15 luglio).
Presso la stazione “Case Gescal”, il valore più elevato è stato riscontrato il giorno 18 giugno
con la cattura di 71 zanzare, di cui 70 Culex pipiens. Per quanto riguarda il genere Anopheles,
non sono stati catturati esemplari.
Applicando la formula di calcolo dell’Indice di Disturbo (I) (tab. 2 a pagina 19) al giorno 18
giugno, esso risulta uguale a 1,3; ciò si traduce in un disagio uguale a moderato. Il valore medio
di I (tab. 13), calcolato nella stagione, risulta uguale a 0,3 per cui la valutazione del disagio
(VD), vedasi tabella 2, è corrispondente ad assente.
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L’Indice Numerico di Molestia (INM), nella postazione “Case Gescal” (fig. 15) non è mai
stato superato.
Fig. 15 - Andamento delle catture settimanali di femmine appartenenti ai generi Culex e Anopheles alla stazione “Case Gescal” durante la stagione 2008
0
50
100
150
200
18/0
6/08
25/0
6/08
01/0
7/08
08/0
7/08
15/0
7/08
22/0
7/08
29/0
7/08
05/0
8/08
12/0
8/08
19/0
8/08
26/0
8/08
02/0
9/08
10/0
9/08
16/0
9/08
23/0
9/08
30/0
9/08
07/1
0/08
n° fe
mm
ine/
not
te
Culex Anopheles
Soglia di nocività
In generale il valore massimo di catture durante tutta la stagione estiva 2008 è stato pari a
6.365 femmine nella postazione ”Autodromo” nella notte del 25 giugno quando ancora i
trattamenti non erano stati iniziati. Nella figura 16 è riportato l’andamento delle catture totali
nelle quattro stazioni.
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Fig. 15 - Andamento delle catture totali di femmine di zanzare nelle quattro stazioni nel 2008
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
n° z
anz
are
/no
tte
Autodromo Vivaio Case Gescal Riva dei giunchi
Si è fatto un confronto dei dati mensili (tab. 14), utilizzando solo i mesi paragonabili, raccolti
dal 1999 al 2008; sono stati anche inseriti i dati del 2007, rilevati dalla ditta L’Avvenite 90 di
San Cataldo (CL), utilizzando solo quelli più assimilabili.
Il suddetto confronto dei dati negli anni di rilevamento è puramente indicativo dell’efficacia
degli interventi larvicidi effettuati sul territorio, ma non esaustivo, dato che altri fattori (es.: la
presenza della Gambusia) hanno contribuito al contenimento dei Culicidi.
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Tab. 14 - Dati riepilogativi di zanzare femmine catturate nelle varie stazioni dal 1999 al 2008
Autodromo 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008aprile 0 4 n.r. n.r. n.r. 6 0 0 n.r. n.r.maggio 1 64 5 0 160 158 10 16 n.r. n.r.giugno 3 86 2 51 4825 765 74 143 11 8321luglio 40 369 83 73 1276 656 81 78 24 5877agosto 16 631 144 40 217 396 29 21 45 654settembre 9 182 157 8 28 50 3 17 20 40ottobre 12 4 43 1 n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 6Totali anno 81 1340 434 173 6506 2031 197 275 100 14898
Vivaio 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008aprile 0 50 n.r. n.r. n.r. 3 2 0 n.r. n.r.maggio 12 161 10 2 267 73 16 1 n.r. n.r.giugno 40 119 11 10 1294 344 57 19 n.r. 90luglio 153 104 119 84 295 177 20 69 17 1368agosto 29 120 46 12 105 37 6 12 2 12settembre 11 103 218 4 73 32 6 2 0 12ottobre 7 9 26 5 n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 1Totali anno 252 666 430 117 2034 666 107 103 19 1483
Gescal 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008aprile 0 0 n.r. n.r. n.r. 0 0 0 n.r. n.r.maggio 0 6 3 0 14 11 16 3 n.r. n.r.giugno 1 9 5 3 252 70 34 2 n.r. 89luglio 1 9 1 6 95 65 12 22 n.r. 21agosto 1 6 4 6 7 15 5 3 n.r. 3settembre 0 4 3 4 0 8 0 0 n.r. 2ottobre 0 0 3 0 n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 0Totali anno 3 34 19 19 368 169 67 30 n.r. 115
Riva dei giunchi 2007 2008giugno 42 449luglio 250 959agosto 67 71settembre 51 64ottobre n.r. 4Totali anno 410 1547
Dal confronto (fig. 17) dei Culicidi adulti catturati presso la stazione “Autodromo” dal 1999
al 2008, si osserva un grande incremento nel giugno del 2003 (anno in cui il lago diventa
nuovamente focolaio dopo anni di contrazione e salinità elevata delle acque) e nel giugno del
2008, mese in cui non erano ancora iniziati i trattamenti antilarvali.
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Fig. 17 - Confronto delle catture mensili dal 1999 al 2008 presso la stazione “Autodromo”
Postazione "Autodromo"
0500
1000150020002500300035004000450050005500600065007000750080008500
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
giugno luglio agosto settembre
Anche nella stazione “Vivaio” (fig. 18) si osserva un incremento notevole nel giugno del
2003, mentre nel 2008 il picco si ha nel mese di luglio.
Fig. 18 - Confronto delle catture mensili dal 1999 al 2008 presso la stazione “Vivaio”
Postazione "Vivaio"
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
giugno luglio agosto settembre ottobre
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Presso la Stazione “Case Gescal” (fig. 19) il picco maggiore si osserva nel giugno 2003.
Fig. 19 - Confronto delle catture mensili dal 1999 al 2008 presso la stazione “Case Gescal”
Postazione "Case Gescal"
020
4060
80100
120140
160180
200220
240260
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2008
giugno luglio agosto settembre
La stazione “Riva dei giunchi” (fig. 20) viene aggiunta nel 2007, per cui si possono
confrontare solo i dati del 2007 e del 2008, in entrambi gli anni il picco viene raggiunto nel mese
di luglio.
Fig. 20 - Confronto delle catture mensili dal 2007 al 2008 presso la stazione “Riva dei giunchi”
Postazione "Riva dei giunchi"
0
200
400
600
800
1000
2007 2008
giugno luglio agosto settembre
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Per ciò che riguarda gli inneschi straordinari presso le postazioni: hotel “Riviera”, hotel “La
Giara”, hotel “Villa Giulia”, hotel “Garden” e Selva pergusina il valore più elevato è stato
riscontrato presso la postazione hotel “La Giara” con la cattura di 28 zanzare, tutte Culex
pipiens. Nelle altre postazioni il numero massimo è stato di 3. Applicando la formula di calcolo
dell’Indice di Disturbo (I) (tab. 2 a pagina 19) al giorno di cattura massima, esso risulta uguale a
1,1; ciò si traduce in un disagio uguale a moderato.
Si riportano di seguito, alcune caratteristiche bio-etologiche delle specie rilevate.
Anopheles maculipennis Meigen, 1818: adattata alle acque salmastre, depone le uova in
canali di bonifica, risaie, paludi, stagni caratterizzati da acque fresche e pulite, dove si possono
trovare alghe e vegetazione. Le loro larve, infatti, si cibano soprattutto di alghe. Anopheles
maculipennis, complesso di sette specie gemelle indistinguibili morfologicamente a livello
larvale e di adulto, è da ritenere il maggior vettore storico della malaria in tutto il bacino del
Mediterraneo. Infatti è noto che la Sicilia in passato è stata una delle regioni più colpite da
questo flagello. In Italia la malaria da Plasmodium falciparum venne eradicata subito dopo
l’avvio del piano nazionale quinquennale (1947-1951) di lotta alla malaria, mentre casi sporadici
di malaria da Plasmodium vivax continuarono fino al 1962; nel 1970 l’Organizzazione Mondiale
della Sanità dichiarò l’Italia ufficialmente libera dalla malaria. Tutt’oggi, comunque, la malaria è
uno dei grandi problemi per la sanità pubblica mondiale e anche in Italia rappresenta ancora la
più comune malattia d’importazione. Fino al 1985 il numero dei casi d’importazione, nel nostro
Paese, è stato inferiore ai 100 casi/anno. Da quella data il numero annuale di casi importati è
costantemente aumentato a causa del forte aumento dei viaggi intercontinentali e della presenza
di molti più immigrati provenienti da Paesi malarici.
Culex pipiens Linnaeus, 1758: è senza dubbio la zanzara più comune nelle zone urbane e
periurbane perché legata ad ambienti modificati dall’uomo (raccolte di acque stagnanti, in genere
ad elevato contenuto organico, comprese le situazioni ambientali particolarmente ostiche, quali
focolai chiusi ed ipogei come ad es. caditoie stradali). Essa depone le uova raggruppate in
ovature galleggianti composte di alcune centinaia di unità. Le principali caratteristiche bio-
etologiche sono: la mancanza di diapausa invernale (omodinamia), la capacità di accoppiarsi in
spazi ristretti senza compiere il volo nuziale (stenogamia) e la possibilità di deporre la prima
ovatura senza effettuare pasto di sangue (autogenia). Tali particolarità consentono alla specie di
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trovare condizioni ideali negli ambienti urbani, aumentando la capacità di colonizzare ambienti
estremamente favorevoli in quanto privi di antagonisti naturali.
Culex theileri Theobald, 1903: la sua presenza è stata riscontrata quest’anno per la prima
volta dall’inizio del progetto, è molto simile morfologicamente a Culex pipiens. Essa è in grado
di colonizzare pozze d’acqua ma anche stagni, aree palustri e risaie. Le larve sono presenti da
primavera ad autunno e la specie raggiunge la massima densità in piena estate. La forma
svernante è l’adulto. Le femmine pungono prevalentemente al crepuscolo e sono fortemente
aggressive verso l’uomo.
Culiseta annulata (Schrank, 1776): le femmine sono ornitofile ed antropofile, ma tendono
più che altro a pungere gli animali domestici. Le larve si sviluppano in acque ben ossigenate,
naturali o artificiali, a volte in associazione di lemna, solo occasionalmente si possono rinvenire
all’interno delle cavità degli alberi. Si trovano spesso in associazione a Culex hortensis.
Culiseta longiareolata (Macquart, 1838): più ornitofila, può essere frequente in città. La sua
larva vive nell’acqua delle vasche dei giardini anche se fredda.
Coquillettidia (Coquillettidia) richiardii (Ficalbi, 1899): specie paleartica ampiamente
diffusa nelle subregioni europea e mediterranea. Le uova sono deposte raggruppate in zattere
sulla superficie dell’acqua. Le larve e le pupe possiedono sifoni e trombette respiratorie
modificati in modo da poter perforare gli steli e le radici delle piante acquatiche, attraverso le
quali assumono l’ossigeno. Poiché larve e pupe vivono costantemente sotto la superficie
dell’acqua, risultano molto difficili da reperire. I focolai sono raccolte d’acqua dolce molto
ricche di vegetazione emergente. Le femmine sono dotate di un certo grado di antropofilia,
pungono prevalentemente i mammiferi, uomo incluso, sia all’esterno che all’interno dei
fabbricati, ma in Italia non rivestono alcuna importanza sanitaria.
Tab. 15 - Checklist delle specie individuate a Pergusa nel 2008
Specie Comportamento alimentare Tipologia dei siti di sviluppo larvale
Anopheles maculipennis Antropofila Acque palustri
Culex pipiens Ornitofila, Antropofila Acque palustri e focolai artificiali
Culex theileri Zoo-antropofila Acque palustri, risaie
Culiseta annulata Ornito-antropofila, Acque palustri
Culiseta longiareolata Ornitofila-batracofila Raccolte d’acqua occasionali, pulite
Coquillettidia richiardii Zoo-antropofila Acque palustri su vegetazione acquatica
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Anche gli altri insetti ematofagi: Simuliidae, Ceratopogonidae e Phlebotomidae sono
interessanti in quanto anch’essi in grado di arrecare fastidi alla popolazione residente.
Dal confronto (fig. 21) del numero totale di adulti per anno catturati dal 1999 al 2008, si
osserva un deciso decremento dal 2003 al 2007, mentre un leggero incremento si registra nel
2008. Dall’osservazione dei dati (tabelle 8, 9, 10, 11 e 12), si nota che la trappola che ha
catturato più Flebotomi é stata quella situata all’interno dell’autodromo, con 18 esemplari, la
trappola che ha catturato più Ceratopogonidi é stata quella situata lungo il percorso “Riva dei
giunchi” con 17 esemplari, e che ha anche catturato più Simulidi, con 5 esemplari.
Nel complesso, tra i Ceratopogonidi (fig. 21) sono stati catturati Culicoides (Beltranmyia)
circumscriptus (14,08 %) e Culicoides (Culicoides) newsteadi (12,68 %). Tra i Flebotomi, sono
stati catturati esemplari appartenenti alle specie Phlebotomus perniciosus (25,35 %),
Phlebotomus perfiliewi (36,62 %), Sergentomyia minuta (1,41 %), l’1,41 % di Phlebotomus spp.,
di cui non si è riusciti a determinarne la specie, mentre tra i Simulidi è stato catturato il 4,23 %
del genere Simulium (Nevermannia) e il 4,23 % del genere Simulium (Eusimulium).
Fig. 21 - Percentuali di Ceratopogonidae, Simulidae e Phlebotomidae catturati durante la stagione 2008.
14,08%
12,68%
4,23%
4,23%
25,35%
36,62%
1,41% 1,41%
Culicoides (Beltranmyia) circumscriptus
Culicoides (Culicoides) new steadi
Simulium (Nevermannia)
Simulium (Eusimulium)
Phlebotomus perniciosus
Phlebotomus perfiliew i
Phlebotomus spp.
Sergentomyia minuta
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Fig. 22 - Confronto del numero totale di adulti di Ceratopogonidae, Simulidae e Phlebotomidae catturati durante l’intera stagione dal 1999 al 2008.
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
n° a
dulti
/ann
o
Ceratopogonidae Simuliidae Phlebotomidae
Si elencano di seguito alcune caratteristiche bio-ecologiche relative alle famiglie sopra citate:
I Ceratopogonidae, sono ditteri nematoceri ornitofili e mammofili, dalle dimensioni molto
ridotte (l’adulto non supera i 5 mm di lunghezza) con attività prevalentemente diurna. L’habitat
larvale è vario a seconda delle specie. Sono presenti larve acquatiche, che vivono in
corrispondenza di acque correnti, sorgenti, dolci o salmastre (sul fango, tra le piante acquatiche,
attaccate ai corpi gallenggianti) e larve terricole che frequentano alberi morti, resine delle
conifere, radici di piante erbacee, foglie, torbiere, vegetali putrescenti, letamai, escrementi e
formicai. Dal punto di vista medico sanitario, i generi Culicoides e Leptoconops sono potenziali
vettori di protozoi e arbovirus. Nel campo veterinario, possono causare gravi patologie del
bestiame, come per esempio la “Blue-Tongue” degli ovini. Tra le specie antropofile più diffuse,
ricordiamo Culicoides obsoletus, Leptoconops bezzii e L. irritans (quest’ultima nota appunto per
le sue punture particolarmente dolorose ed irritanti). Non sono in grado di trasmettere protozoi
all’uomo ma possono trasmettere diverse filariosi e virus. Interessante inoltre è la specie C.
anophelis, che punge zanzare che hanno appena fatto il pasto di sangue, restando attaccato ad
esse anche per un paio di giorni.
I Simuliidae sono ditteri nematoceri, all’apparenza simili a delle mosche, chiamati anche
“black flies” (mosca nera) per la colorazione appunto scura che presenta l’individuo maschio. La
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dimensione del corpo varia da 1,5 mm a 4,5 mm. Sono anch’essi ornitofili e mammofili, ed
hanno un ciclo biologico composto da una fase acquatica per gli stadi preimmaginali ed una
terrestre e aerea per quello immaginale. Presentano attività prevalentemente diurna. Dal punto di
vista sanitario, sono vettori di agenti eziologici come microfilarie e protozoi. Possono pertanto
trasmettere alcune gravi patologie umane come per esempio l’oncocercosi (malattia molto
diffusa in Africa).
Infine i Phlebotomidae, sono ditteri nematoceri ematofagi, con particolare attitudine a
pungere il cane e solo secondariamente l’uomo. Dalle dimensioni di circa 1-3 mm, presentano
una fase larvale terricola ed un’adulta aerea. Conducono un’attività prevalentemente notturna e
sono particolarmente legati ad ambienti ad elevato tasso di umidità. Sono potenziali vettori di
arbovirus, protozoi e batteri. Tra gli arbovirus che interessano l’uomo, ricordiamo la
leishmaniosi, con le due forme l. viscerale e l. cutanea, in grado di portare, nei casi più gravi, alla
morte dell’individuo.
Oltre agli insetti ematofagi, anche se non attratti dalla CO2, sono stati catturati insetti adulti
“non ematofagi” (quindi che non pungono) tra cui: Chironomidi, Chaoboridi, Tipulidi,
Neurotteri, Imenotteri, Libellule, Crisope, Muscidi, Afidi, Cecidomidi e psicodidi non ematofagi.
Alcuni di questi per esempio i Chironomidi assomigliano alle zanzare con cui spesso sono
confusi, determinando nella cittadinanza un immotivato allarmismo. Le più evidenti differenze
morfologiche con i Culicidi sono: ali prive di scaglie e più corte dell’addome, apparato boccale
non pungente o atrofizzato, addome terminante con punta rivolta verso l’alto. Come le zanzare
depongono sull’acqua, le ovature sono però costituite da ammassi gelatinosi e lucidi. Le larve si
sviluppano in genere in acque calme e vivono nel fango di fondo. Respirano l’ossigeno disciolto
nell’acqua. Alcune specie sono di colore rosso per la presenza di emolinfa, contenente
emoglobina. Svernano allo stato preimmaginale. Gli adulti vivono pochi giorni, spesso senza
nutrirsi, e conducono vita gregaria, formando sciami generalmente localizzati in vicinanza dei
focolai larvali. Questi sciami hanno la forma di basse nuvole coniche e possono essere alti fino a
3-5 metri. Spesso sono attirati dalle luci artificiali e, a densità molto elevate, possono causare
problemi per la loro fastidiosità. I Chironomidi vanno considerati insetti utili. Risultano infatti
una delle principali fonti di nutrimento dei pesci e il loro sviluppo avviene a spese di sostanze
organiche presenti nell’acqua, contribuendo così ad una depurazione e alla mineralizzazione
della sostanza organica.
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Foto 29 - Insetti a confronto, da sinistra: zanzara, tipula e chironomide (di R. Termine)
Foto 30 -Chironomide (di R. Termine)
4.3) LETTURA LISTELLE DELLE OVITRAPPOLE DELLA ZANZARA TIGRE
Le listelle di masonite, sostituite settimanalmente, sono state osservate in laboratorio allo
stereomicroscopio, per la ricerca delle uova eventualmente presenti.
Foto 31 - Aedes albopictus (di L. Bartolini)
Fig. 23 - Diffusione della zanzara tigre in Italia (da www.regione.fvg.it)
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L’analisi delle listelle non ha mai evidenziato la presenza di uova di Aedes albopictus (tab.
19); ciò conferma l’assenza della zanzara tigre nell’area.
Tab. 16 - Monitoraggio ovitrappole
25/06/08 01/07/08 08/07/08 15/07/08 22/07/08 29/07/08 05/08/08 12/08/08
Trappola A 0 0 0 0 0 0 0 0
Trappola B 0 0 0 0 0 0 0 0
Trappola C 0 0 0 0 0 0 0 0
19/08/08 26/08/08 02/09/08 10/09/08 16/09/08 23/09/08 30/09/08 07/10/08Trappola A 0 0 0 0 0 0 0 0
Trappola B 0 0 0 0 0 0 0 0
Trappola C 0 0 0 0 0 0 0 0
5) CONCLUSIONI
Nel 2008 si è assistito ad un notevole incremento, rispetto agli anni precedenti, della
popolazione culicidica soprattutto nelle prime settimane di monitoraggio, dovuto al fatto che i
trattamenti sono iniziati in ritardo, il 1° luglio, quando già diverse generazioni di Culicidi erano
sfarfallate a partire dai primi di maggio. I trattamenti hanno dato ottimi risultati già dopo qualche
settimana, infatti ai controlli post-trattamento la percentuale di mortalità nei focolai trattati è
stata maggiore del 70%. Un importante contributo a questa lotta lo si deve anche ai predatori
naturali di larve di Culicidi quali Notonette, Dytiscidi, Libellule oltre che anfibi e pesci.
Tutto questo ha portato a un netto calo delle zanzare soprattutto del genere Culex.
Si ribadisce, comunque, che la continua ricerca di focolai larvali culicidici e la tempestività
nella lotta larvicida sono indispensabili ai fini della riduzione della popolazione culicidica.
Ciò che si vuole ottenere dalla lotta biologica-integrata è una riduzione delle zanzare e non la
loro eradicazione, dato che costituiscono degli anelli importanti nelle catene alimentari
dell’ecosistema. E’ chiaro che la molestia è un fatto veramente soggettivo, ma bisogna
promuovere una cultura della tolleranza, per contrastare quelle richieste ingiustificate della
popolazione di maggiori livelli di abbattimento delle infestazioni di Culicidi; inoltre, occorrono
costanti e specifiche azioni comunicative mirate ad informare sugli equilibri ambientali e
sull’impatto che produce la lotta adulticida, oltre che ad educare la cittadinanza ad un ruolo
attivo ed indispensabile nella lotta alle zanzare, con informazioni sul tipo di lotta eseguita e sui
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consigli utili per contrastare la proliferazione dei Culicidi, non dimenticando la divulgazione
nelle scuole. Per far ciò, utili si sono dimostrati i normali media (tv, giornali e il sito web
www.riserveenna.it della Provincia Regionale di Enna) e mezzi pubblicitari come manifesti (fig.
24) e pieghevoli (fig. 25), rivolti alle famiglie residenti nell’area del progetto, che, oltre a
divulgare la bio-etologia della zanzara e a far conoscere anche altri insetti morfologicamente
simili alle zanzare ma “non ematofagi” (per evitare allarmismi), hanno riportato le tecniche
preventive e attive di lotta che ogni cittadino può compiere nell’area di pertinenza.
Fig. 24 - Manifesto
Fig. 25 - Pieghevole distribuito alle famiglie
Inoltre, per avvisare la cittadinanza che frequenta la pista automobilistica per passeggiate e
jogging, sull’attività di disinfestazione delle acque lacustri sono stati affissi, in tutti i cancelli di
accesso all’autodromo, dei cartelli segnalatori (fig. 26) riportanti il calendario delle attività e le
notizie tecniche sul prodotto biologico utilizzato al fine di tutelare la cittadinanza stessa.
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Fig. 26 - Cartello segnalatore
Foto 32 – Cancello autodromo (di R. Termine)
Per migliorare il servizio si potrebbe avviare un progetto di educazione ambientale sulle
zanzare nelle scuole.
La scelta della lotta larvicida è segno di rispetto della salute pubblica dato che la lotta
adulticida, con prodotti chimici, anche se reclamata dall’opinione pubblica, non è preventiva
(infatti ha come bersaglio le femmine adulte in cerca del pasto di sangue); è poco efficace, dato
che le sostanze chimiche funzionano per contatto e quindi agiscono solo sulle zanzare che si
riescono a colpire; richiede un’attentissima calibratura delle dosi per tutelare, al di là di ogni
possibile rischio, la salute umana; e comunque l’uso massivo di sostanze chimiche non è mai
esente da fenomeni di tossicità nei confronti dell’uomo stesso e pone problemi sanitari non
irrilevanti (quali mutazioni genetiche ed effetti cancerogeni in seguito ad accumulo cronico di
tali sostanze) oltre che determinare la distruzione di un’enorme quantità di insetti utili (per es. le
Libellule, che tra l’altro sono anche predatori delle zanzare) ed il depauperamento delle
popolazioni di piccoli animali selvatici (alcuni dei quali, inoltre, si nutrono di zanzare).
Comunque bisogna anche considerare il significato che le zanzare, in quanto organismi
appartenenti a cenosi complesse, possono avere come indicatori del buon grado di qualità
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dell’ambiente. Ovviamente la fruizione di aree caratterizzate da elevata naturalità e diversità
ambientale, richiede anche la disponibilità ad accettare alcune forme di disagio. Ciò dovrebbe far
comprendere anche quanto sia indispensabile effettuare una pianificazione urbanistica che
preveda la realizzazione di specifiche zone tampone a confine con gli ambienti naturali, evitando
la brusca interruzione di questi ambienti, per dare spazio ad aree densamente abitate. Trascurare
questa regola, spesso per esigenze connesse con la valorizzazione economica del territorio, può
causare conflitti connessi con la forte azione di molestia causata dagli insetti che alla fine non
possono essere ignorati. Inoltre, sembra ormai dimostrato che la sopravvivenza della specie
umana è strettamente dipendente dalla conservazione degli ambienti naturali e che la soluzione
del problema rappresentato dagli insetti ematofagi non sta certo nella completa urbanizzazione
del territorio.
Per ciò che riguarda il monitoraggio della Zanzara tigre, non ne è stata accertata la presenza
nel territorio di Pergusa, dato l’esito negativo delle ovitrappole innescate. Tuttavia bisogna
mantenere attiva la sorveglianza e non sottovalutare il ruolo dei pneumatici come fattore di
rischio; inoltre data l’accertata presenza della Zanzara tigre in diverse città siciliane non è da
escludere un’accidentale immissione, trasportata all’interno di automobili o sottoforma di uova
adese a contenitori vari. Pertanto, sarebbe opportuno ampliarne il monitoraggio anche ad Enna
Bassa ed Enna Alta.
Per quanto riguarda gli altri insetti ematofagi, raccolti con le trappole a CO2, nel 2008 le
catture sono leggermente aumentate rispetto all’anno precedente, comunque, non bisogna
abbassare la guardia dato che anche questi insetti, a densità elevate, possono creare disturbo e
rischi sanitari alla cittadinanza.
Infine, i Chironomidi, insetti non ematofagi, ma che causano fastidi soprattutto alle attività
turistiche perché, attirati dalle luci artificiali, possono formare fitti sciami con densità molto
elevate; si potrebbero combattere utilizzando dei grandi pannelli bianchi impregnati di sostanze
piretroidi completi di sorgente luminosa che posizionate in punti strategici potrebbero far
confluire queste masse di insetti lontane dalle zone abitate.
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