russia oggi novembre 2012

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SOTTILE LINEA DEL GUSTO LA L’impresa più ambiziosa è diffondere la moda russa in Italia, la patria per eccellenza del fashion e del gusto. «Di più, vi farò innamorare: anzi, è più corretto parlare al presente, visto che sta già succedendo». A parlare è Tatiana Souchtcheva, im- prenditrice russa di Samara (una delle città più grandi della Federazione, si- tuata sulla riva sinistra del fiumeVolga) , ma dal 1993 trapiantata in Italia. «Un arrivo motivato da ragioni sentimen- tali, che da temporaneo si è trasforma- to in permanente per lo stupore pro- vato nell’assaporare la bellezza di que- sto Paese, che si rinnova ogni volta che visito una nuova città, spiaggia, luogo d’arte», sottolinea. Giunta a Padova,Ta- tiana ha messo da parte gli studi uni- versitari in Fisica Teorica conseguiti nella città natale e il master in Psico- logia a San Pietroburgo per lanciare un’azienda, denominata Società Italia. «Con il mio socio Roberto Chinello ci siamo interrogati sulle possibilità di bu- siness tra i Paesi rese possibili dal di- sgelo in atto in quegli anni ed è nata l’idea di proporre ai distributori russi prodotti tipici italiani, dai vini ai bi- scotti, alla moda». Un’esperienza durata tre anni, quan- to è bastato per comprendere che la strada maestra per emergere era pun- tare sulla specializzazione. «Per ga- rantire un vero valore aggiunto ai clienti dovevamo limitarci a un am- bito più ristretto e così abbiamo pri- vilegiato la moda, che sentivo di più nelle mie corde». Da qui la scelta di approdare a Mi- lano, la città della moda per antono- masia, con l’obiettivo di farsi cono- scere e costruire un catalogo di brand da proporre ai distributori russi. «Sono arrivata sola in città, dopo aver tro- vato la prima azienda disponibile a darmi ascolto: si trattava di Bluma- rine, che è diventata nostra cliente e da allora non ci ha più lasciati». Negli anni successivi il business è cresciuto e le due sedi di Milano e Pa- dova si sono arricchite di professio- nalità russe e italiane: oggi sono 70 gli assunti, mentre i clienti della di- stribuzione in Russia sono 700 circa, presenti in 130 città, tra cui molte delle più importanti boutique di lusso. «Of- friamo un servizio a 360 gradi ai clien- ti russi: non solo li accompagniamo presso gli showroom, ma offriamo loro anche consulenza su fiere e manife- stazioni da seguire, li aiutiamo nella scelta dei partner e curiamo i busi- ness plan per la crescita internazio- nale». Una volta in Italia, il buyer viene accompagnato in una full immersion nella Penisola. «Organizziamo visite guidate ai musei, aperitivi all’interno di location prestigiose, visite alle città d’arte e a quelle di mare». Cosa ap- prezzano in particolare i russi dell’I- talia? «Innanzitutto gli italiani», sor- ride. «La vostra capacità innata di af- frontare i problemi con un pizzico di leggerezza che aiuta a trovare più ra- pidamente la soluzione. Lo spirito russo, al contrario, è più portato all’in- trospezione: del resto lo si vede chia- ramente negli autori più famosi come Cechov, Stanislavskij e Dostoevskij». Quanto ai luoghi dell’Italia, «le città d’arte come Firenze, Venezia e Roma piacciono almeno quanto le località di mare. L’aspetto più strabiliante dell’Italia, penso alla Sicilia, ma si pos- sono fare anche altri esempi, è la pre- senza - a pochi chilometri di distanza - di tesori naturali e culturali, com- binati con una cucina straordinaria». Come è cambiato lo Stivale in que- sti 19 anni, visto dai suoi occhi? «Mol- tissimo. Con la fine del posto fisso prima e l’avvento della crisi economica poi, UN COLLOQUIO CON L’IMPRENDITRICE CHE CREA LEGAMI TRA I DUE PAESI. NEL NOME DELLA MODA TATIANA SOUCHTCHEVA Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE 2012 L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de molte cose sono cambiate nello spiri- to: si va meno al ristorante, si spende meno nei negozi, c’è meno voglia di fe- steggiare». E qual è stata l’evoluzione in Russia in questo periodo? «Siamo molto più vicini all’Occidente rispetto al 1993; inoltre l’economia continua a crescere e questo è positivo per la po- polazione. Tuttavia c’è la sensazione di uno scadimento degli standard educa- tivi, che un tempo erano eccellenti nel Paese». Tornando al discorso iniziale, Ta- tiana è impegnata anche su un altro fronte: mettere in contatto designer russi e mondo della moda milanese, con l’obiettivo di sviluppare soluzio- ni innovative per il mercato. «So che a qualcuno potrà sembrare strano, ma anche i russi possono dare qualcosa al genio italico del fashion», aggiun- ge. Così nei giorni scorsi Società Italia ha organizzato a Milano il Festival della moda russa, selezionando undi- ci talenti del design provenienti dalla Federazione e dai Paesi ex-sovietici, che hanno potuto mettere in mostra, davanti agli occhi di stilisti e i critici del settore, le loro creazioni. «Siamo in un’epoca in cui il principale fatto- re di arricchimento è costituito dalla capacità di contaminarsi reciproca- mente. Gli spostamenti si sono mol- tiplicati e questo crea più occasioni. Con questo evento vogliamo contri- buire a cercare le strade di collabo- razione nel business tra i due Paesi», conclude l’imprenditrice. Preparato da Luigi dell’Olio CALOGERO RUSSO

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Russia Oggi è un progetto riconosciuto a livello internazionale come risorsa di informazione e analisi politica, commerciale e culturale. Offre servizi originali, raccolti sul campo in Russia da giornalisti professionisti indipendenti, appassionati del mestiere e ben informati sulla situazione del Paese, oltre ad articoli d'opinione scritti da commentatori con un largo spettro di punti di vista sui vertici del potere russo e sul governo.

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Page 1: Russia Oggi Novembre 2012

SOTTILE LINEA

DEL GUSTO

LA

L’impresa più ambiziosa è diffondere

la moda russa in Italia, la patria per

eccellenza del fashion e del gusto. «Di

più, vi farò innamorare: anzi, è più

corretto parlare al presente, visto che

sta già succedendo».

A parlare è Tatiana Souchtcheva, im-prenditrice russa di Samara (una delle città più grandi della Federazione, si-tuata sulla riva sinistra del fi ume Volga), ma dal 1993 trapiantata in Italia. «Un arrivo motivato da ragioni sentimen-tali, che da temporaneo si è trasforma-to in permanente per lo stupore pro-vato nell’assaporare la bellezza di que-sto Paese, che si rinnova ogni volta che visito una nuova città, spiaggia, luogo d’arte», sottolinea. Giunta a Padova, Ta-tiana ha messo da parte gli studi uni-versitari in Fisica Teorica conseguiti nella città natale e il master in Psico-logia a San Pietroburgo per lanciare un’azienda, denominata Società Italia. «Con il mio socio Roberto Chinello ci siamo interrogati sulle possibilità di bu-siness tra i Paesi rese possibili dal di-sgelo in atto in quegli anni ed è nata l’idea di proporre ai distributori russi prodotti tipici italiani, dai vini ai bi-scotti, alla moda».

Un’esperienza durata tre anni, quan-to è bastato per comprendere che la strada maestra per emergere era pun-tare sulla specializzazione. «Per ga-rantire un vero valore aggiunto ai clienti dovevamo limitarci a un am-bito più ristretto e così abbiamo pri-vilegiato la moda, che sentivo di più nelle mie corde».

Da qui la scelta di approdare a Mi-lano, la città della moda per antono-masia, con l’obiettivo di farsi cono-scere e costruire un catalogo di brand da proporre ai distributori russi. «Sono arrivata sola in città, dopo aver tro-vato la prima azienda disponibile a darmi ascolto: si trattava di Bluma-rine, che è diventata nostra cliente e da allora non ci ha più lasciati».

Negli anni successivi il business è cresciuto e le due sedi di Milano e Pa-dova si sono arricchite di professio-nalità russe e italiane: oggi sono 70 gli assunti, mentre i clienti della di-stribuzione in Russia sono 700 circa, presenti in 130 città, tra cui molte delle più importanti boutique di lusso. «Of-friamo un servizio a 360 gradi ai clien-ti russi: non solo li accompagniamo presso gli showroom, ma offriamo loro anche consulenza su fi ere e manife-stazioni da seguire, li aiutiamo nella scelta dei partner e curiamo i busi-ness plan per la crescita internazio-nale».

Una volta in Italia, il buyer viene accompagnato in una full immersion nella Penisola. «Organizziamo visite guidate ai musei, aperitivi all’interno di location prestigiose, visite alle città d’arte e a quelle di mare». Cosa ap-prezzano in particolare i russi dell’I-talia? «Innanzitutto gli italiani», sor-ride. «La vostra capacità innata di af-frontare i problemi con un pizzico di leggerezza che aiuta a trovare più ra-pidamente la soluzione. Lo spirito russo, al contrario, è più portato all’in-trospezione: del resto lo si vede chia-ramente negli autori più famosi come Cechov, Stanislavskij e Dostoevskij». Quanto ai luoghi dell’Italia, «le città d’arte come Firenze, Venezia e Roma piacciono almeno quanto le località di mare. L’aspetto più strabiliante dell’Italia, penso alla Sicilia, ma si pos-sono fare anche altri esempi, è la pre-senza - a pochi chilometri di distanza - di tesori naturali e culturali, com-binati con una cucina straordinaria».

Come è cambiato lo Stivale in que-sti 19 anni, visto dai suoi occhi? «Mol-tissimo. Con la fi ne del posto fi sso prima e l’avvento della crisi economica poi,

UN COLLOQUIO CON L’IMPRENDITRICE

CHE CREA LEGAMI TRA I DUE PAESI.

NEL NOME DELLA MODA

TATIANA SOUCHTCHEVA

Il supplemento rientra nel progetto RUSSIA BEYOND THE HEADLINES, che pubblica inserti in diverse lingue, in allegato a The Daily Telegraph, The Washington Post, Le Figaro, El Pais, Süddeutsche Zeitung, Le Soir, La Nacion

GIOVEDÌ 22 NOVEMBRE 2012

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali de

molte cose sono cambiate nello spiri-to: si va meno al ristorante, si spende meno nei negozi, c’è meno voglia di fe-steggiare». E qual è stata l’evoluzione in Russia in questo periodo? «Siamo molto più vicini all’Occidente rispetto al 1993; inoltre l’economia continua a crescere e questo è positivo per la po-polazione. Tuttavia c’è la sensazione di uno scadimento degli standard educa-tivi, che un tempo erano eccellenti nel Paese».

Tornando al discorso iniziale, Ta-tiana è impegnata anche su un altro fronte: mettere in contatto designer russi e mondo della moda milanese, con l’obiettivo di sviluppare soluzio-ni innovative per il mercato. «So che a qualcuno potrà sembrare strano, ma anche i russi possono dare qualcosa al genio italico del fashion», aggiun-ge.

Così nei giorni scorsi Società Italia ha organizzato a Milano il Festival

della moda russa, selezionando undi-ci talenti del design provenienti dalla Federazione e dai Paesi ex-sovietici, che hanno potuto mettere in mostra, davanti agli occhi di stilisti e i critici del settore, le loro creazioni. «Siamo in un’epoca in cui il principale fatto-re di arricchimento è costituito dalla capacità di contaminarsi reciproca-mente. Gli spostamenti si sono mol-tiplicati e questo crea più occasioni. Con questo evento vogliamo contri-buire a cercare le strade di collabo-razione nel business tra i due Paesi», conclude l’imprenditrice.

Preparato da Luigi dell’Olio

CALOGERO RUSSO

Page 2: Russia Oggi Novembre 2012

02 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA)Bilaterale

L’INTERVISTA ALEKSEI MESHKOV

COME POSSIAMOCRESCERE INSIEMEL’AMBASCIATORE STRAORDINARIO, PLENIPOTENZIARIO DELLA

RUSSIA IN ITALIA E NELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO, SPIEGA IL

SUO PUNTO DI VISTA SULLE RELAZIONI TRA I DUE PAESI

Una carriera lampo nella diplomazia della Federazione. Preparazione e com-petenza. Dal Ministero degli Affari Esteri a Roma. «Dobbiamo rafforzare ed estendere la strada della coopera-zione».

Aleksei Yurievich, Lei una volta ha detto

che i russi sono dei napoletani nordici. I

suoi otto anni di lavoro in Italia l’hanno

convinta dell’esattezza di questa tesi?

Sì, siamo molto simili. Innanzitutto dal punto di vista culturale e psicologico. Spesso la facilità di comprendere le reciproche mentalità porta i russi e gli italiani a realizzare insieme grandi pro-getti economici, a una positiva e stret-ta cooperazione nell’arena internazio-nale. Ne è un chiaro esempio l’aereo Superjet-100.

Gli imprenditori russi non temono la si-

tuazione di crisi in Italia? Il clima economi-

co locale è favorevole agli investimenti ?

Gli italiani hanno prestato particola-re attenzione all’entrata di Lukoil sul mercato italiano. Le prime intese per l’acquisto di attivi in Italia da parte della compagnia russa sono preceden-ti alla crisi del 2008. Ma anche dopo l’inizio della crisi, in una situazione

mutata, Lukoil ha mantenuto tutti gli impegni assunti.

Quest’anno è stato siglato l’acquisto di una grossa azienda vinicola italia-na (Gancia, ndr) da parte di un’azien-da russa. Inoltre, per sostenere le pic-cole e medie imprese italiane e russe nella Federazione e nei Paesi dell’U-nione Europea, in occasione della vi-sita ufficiale in Russia del presidente del Consiglio italiano Mario Monti, lo scorso luglio, Gazprombank ha fi rma-to con Intesa Sanpaolo un accordo per la creazione di un fondo comune di in-vestimenti diretti.

La Carta europea dell’energia e il Terzo

pacchetto energetico dell’Unione Euro-

pea rendono più complicata la coopera-

zione italo-russa?

Questo tema, che crea un po’ di ten-sione nei rapporti tra la Russia e l’Ue, ha risvolti fi losofi co-politici. Se si vuole restare un collaboratore affidabile e prevedibile, non si possono cambiare le regole del gioco in corsa, o per lo meno, prima di farlo bisogna consul-tarsi con i propri partner. Invece, pur-troppo, veniamo messi di fronte al fatto compiuto, e non solo in materia di ener-gia. È successo anche nel campo dei

Roma ha rappresentato un fattore im-

portante nello sviluppo dei rapporti della

Russia con l’Ue e con la Nato e nella crea-

zione del Consiglio Russia-Nato. Il cam-

bio di governo in Italia ha mutato l’atmo-

sfera amichevole dei rapporti italo-russi?

I nostri rapporti conservano dinamismo. Con l’Italia abbiamo un formato di re-lazioni unico nel suo genere, il “2+2”: dei colloqui congiunti a cadenza rego-lare tra i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa. Roma non applica di certo questo schema a tutti i suoi partner stra-nieri. È un’ulteriore testimonianza del carattere privilegiato del dialogo tra Rus-sia e Italia. Prossimamente, per discu-tere della preparazione della sezione economica delle consultazioni intersta-tali tra i due Paesi ai massimi livelli, si incontreranno i copresidenti del Con-siglio russo-italiano per la cooperazio-ne economica, industriale e fi nanziaria, il vice premier della Federazione Russa, Arkadij Dvorkovich, e il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi.

Esistono potenziali punti di incontro con

l’Italia riguardo alle problematiche più

scottanti all’ordine del giorno nell’arena

internazionale?

Si svolgono regolarmente incontri tra

i nostri ministri degli Esteri a latere degli eventi internazionali. È in vigo-re un meccanismo di consultazioni a livello dei loro primi vice. Naturalmen-te, l’Italia, in quanto membro della Nato e dell’Ue, si attiene alla linea concor-data in seno a queste organizzazioni. Il tema dell’Euro-Pro occupa una po-sizione chiave nei nostri colloqui “2+2”.

La Russia e l’Italia hanno firmato un pro-

tocollo sulla riammissione. Si può pensa-

re a una semplificazione delle procedure

per ottenere i visti, indipendentemente

dall’accordo di Schengen?

Questo è poco probabile. Benché io abbia sentito dire più volte, anche dai colleghi stranieri, che si tratta più di una questione politica che di reale pras-si giuridica. Per ora possiamo solo agire con la maggiore fl essibilità possibile nell’ambito di Schengen. Vi sono stati precedenti con alcuni Stati molto ac-condiscendenti, ma a mio avviso la cosa più importante in questo momento è ottenere la defi nitiva abolizione dei visti. È questo l’obiettivo che dobbiamo per-seguire, anche tenendo conto delle di-rettive che il governo russo ha rivolto al nostro servizio diplomatico. Sì, il via è stato dato dall’Italia. Uno dei primi,

trasporti aerei. Qui potrebbero subire dei danni non solo la Russia, ma anche gli Usa, la Cina e altri Stati.

Ci sono dei temi che richiedono un’approfondita trattazione congiun-ta. È vero, alcune decisioni che sono adottate a Bruxelles sono obbligato-rie per tutti i Paesi membri dell’Ue. In questo caso l’Italia non è un’ecce-zione. Per questo motivo è anche im-portante che questi Paesi con insisten-za dovranno spiegare alla Commis-sione Europea quali di queste deci-sioni possono nuocere ai loro interes-si nazionali.

Il nostro tempo è caratterizzato da un

inasprimento della concorrenza, tanto

in campo economico quanto in campo

politico. All’ambasciatore della Federa-

zione Russa in Italia capita di scontrarsi

con questo fattore?

Un vantaggio per i due Paesi è il ca-rattere complementare delle nostre eco-nomie. Non abbiamo necessità di in-gaggiare un’aspra concorrenza, ben-ché ciascuna parte difenda i propri in-teressi nazionali. Ciò riguarda anche il lavoro in Paesi terzi, dove abbiamo dei progetti congiunti nella sfera dell’e-nergia e delle attrezzature militari.

Page 3: Russia Oggi Novembre 2012

03RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA) Internazionale

se non il primo accordo sulla semplifi -cazione delle procedure per i visti, la Russia l’ha fi rmato con l’Italia, ancor prima di sottoscrivere l’accordo quadro generale con l’Ue. Ma le agevolazioni contenute nel documento riguardava-no i contatti ufficiali, di affari e cultu-rali. Per allontanare i timori da parte del gruppo Schengen dell’Unione Eu-ropea, un anno fa abbiamo sottoscritto con l’Italia anche un accordo sulla ri-ammissione.

Cosa prevede?

L’Italia è favorevole a passare alla li-bera circolazione senza visti. Il che è dettato da un giusto interesse pragma-tico. Il ministro italiano del Turismo e i grandi operatori di questo settore com-prendono che il problema dei visti frena la crescita della presenza russa in Ita-lia. Un trend in salita, che, specie in un periodo di crisi come quello attuale, as-sume grande rilevanza nell’economia della Penisola. Il numero dei turisti della Federazione, riferiscono i dati ufficiali, ha superato il mezzo milione di perso-ne nell’ultimo anno. Secondo le nostre stime, si può raddoppiare questa cifra, perché parte dei turisti viaggia con visti a ingresso multiplo.

Preparato da Katerina Labetskaya

Non sono affatto dell’opinione che, una volta eletto presidente, Romney avrebbe inevita-bilmente tentato qualche avventura in poli-tica estera. Può darsi di sì, come può darsi di

no. Secondo me la differenza tra Obama e Romney sta proprio nel loro atteggiamento verso i pregiudizi. La politica estera di Obama non può essere definita filo-russa. Qualora avesse vinto Mitt Romney non sa-rebbe stata certo una catastrofe per Mosca. Ma la mat-tina del trionfo elettorale di Obama ho provato comun-que un sentimento di gioia e mi sono sentito sollevato. Nella nostra vita politica contemporanea c’è già molto di folle e di illogico. Ma la vittoria di Obama ci dà mo-tivo di sperare che Mosca e Washington litigheranno non per antiquate e artificiose costruzioni ideologiche, ma per la diversità dei rispettivi interessi nazionali. Un tempo la Russia si trovava al centro della politica estera americana. Oggi siamo rimasti solo al centro dei discorsi di Romney. Pochi giorni prima delle elezioni americane ho incontrato a Mosca un ex collaboratore di alto livello dell’apparato di un presidente repubblica-no degli Usa, il cui attuale business dipende dai buoni rapporti tra Russia e America. Eppure si è mostrato poco interessato alla possibilità che vincesse l’uno o l’altro dei candidati, sembrando più attento all’evoluzione dei rap-porti con Cina e Iran.Eppure mi viene in mente quando il presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson decise di far partecipare in massa l’America alla guerra del Vietnam. Secondo i suoi biografi capiva che così facendo avrebbe danneggiato la sua presidenza, visto che promuovendo lo slogan di costruire una “grande società” sognava di entrare nella storia del suo Paese come un grande riformatore so-ciale. La questione del Vietnam di fatto mise il presiden-te di fronte a una scelta: o la guerra o la sua “grande società”. Johnson era con tutta l’anima per la seconda soluzione. Ma la sua ragione era guidata da una conce-zione di politica estera che allora andava di moda, la te-oria del domino. Secondo la quale, se si fosse permes-so a sola una tessera del domino - a un Paese del Sud Est asiatico - di diventare comunista, tutti gli altri Stati

È finito. Il lungo, costoso e tuttavia distensivo show politico intitolato “campagna per le ele-zioni presidenziali americane” si è concluso nelle prime ore del 7 novembre. Aggiudicandosi il

50 per cento del voto popolare e sconfiggendo il suo avversario repubblicano Mitt Romney in otto dei nove Stati in bilico, il Presidente in carica Barack Obama è stato rieletto. L’analisi dei fattori che hanno portato alla sua vittoria terrà occupati gli esperti per i mesi a venire. Alcuni sosterranno che Obama sia stato favorito dall’u-ragano Sandy, che pare abbia fermato lo slancio della campagna di Romney. Altri ricondurranno il successo alla pubblicazione, a soli quattro giorni dalla consulta-zione, del rapporto sulla disoccupazione, risultata in calo. Sta di fatto che, mentre gli americani si sono scoperti divisi quasi alla pari tra sostenitori di Obama e di Romney, il resto del mondo ha esplicitamente fatto il tifo per il primo. In realtà questo non dovrebbe stupi-re: nessuno può dubitare che in qualità di principale amministratore degli Stati Uniti, Obama metta sem-pre gli interessi della nazione al di sopra di qualsiasi altra considerazione. Eppure, in più occasioni, ha di-mostrato la volontà di tenere quanto meno conto degli interessi di altri Paesi, a patto che questi non contrad-dicano l’America. Tutto ciò è in palese contrasto con l’atteggiamento di Romney, che ha sprezzantemente giurato che non avrebbe mai “chiesto perdono” per l’operato degli Stati Uniti. E le cui dichiarate regole di ingaggio nei confronti degli altri Paesi – Israele esclu-so - potrebbero riassumersi nel detto popolare “o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”. Basterebbe già questo a indurre molti leader stranieri a conside-rare Obama un interlocutore più responsabile e affi-dabile. È alquanto improbabile che la politica estera dell’ammi-nistrazione Obama cambi in modo radicale, ma sareb-be prematuro affermare che non vi saranno cambia-menti. Obama è un presidente focalizzato per lo più sulla politica interna e, come molti suoi predecessori, è poco attratto dalle questioni globali. In tali circostanze, la po-

LE ELEZIONI AMERICANE

C’era una volta la Cortina di Ferro“La diplomazia senza pregiudizi”

Obama bis, l’attesa del Cremlinoper il nuovo Segretario di Stato

Mikhail

Rostovskij ANALISTA

Eugene

IvanovESPERTO

di quell’area inevitabilmente lo avrebbero seguito sulla stessa strada. Ma la teoria si rivelò essere un pregiu-dizio. Il presidente perse la guerra e distrusse anche il proprio sogno di una “grande società”. Tornando alle recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti, l’unica cosa che mi sento di affermare è che Obama è un pragmatico dotato di sangue freddo, che non guarda al passato, ma piuttosto al futuro. Romney è un politico il cui rapporto con i pregiudizi non è ben chiaro. Non si può certo entrare nella testa di una persona, e tanto meno di un politico. La do-manda sulla misura in cui questo o quel politico crede nel proprio materiale retorico è destinata a rimanere sempre aperta. Ma quanti più pregiudizi ci sono a Washington, tanti più ve ne saranno a Mosca. Perfino durante il primo mandato di Obama negli ambienti politici russi riguar-do alla politica degli Usa esisteva una quantità di pre-concetti, i più folli. Per esempio, persone considerate serie erano convinte che la primavera araba fosse il ri-sultato di una qualche ben congegnata congiura ame-ricana. Quelle stesse persone serie credono fortemen-te che i fermenti dell’opposizione in Russia siano anch’es-si conseguenza di qualche subdolo e cospiratorio piano americano. Benché, in realtà, tutte le cause delle no-stre perturbazioni politiche siano da cercare all’inter-no del Paese. Ho persino paura a immaginare come si sarebbero moltiplicati i pregiudizi antiamericani a Mosca se avesse vinto Romney con la sua oscura re-torica del “nemico geopolitico numero uno”. Provo a tirare le conclusioni del ragionamento fatto fino a questo punto: il secondo mandato di Obama non farà dell’America e della Russia due amiche del cuore. Nelle zone in cui i nostri interessi non coincido-no pienamente o non coincidono affatto - in Asia Cen-trale, nel Caucaso o sul tema della creazione dei siste-mi antimissilistici Pro in Europa - la rivalità non sarà meno forte di prima. Però vi sono delle chances che si tratti di un muro contro muro non costruito a tavo-lino, ma basato su differenti interessi concreti. Per gran-di Paesi come sono considerati la Russia e gli Usa, già questa non è certo una cosa da poco.

L’autore è un osservatore politico del giornale “Moskovskiy Komsomolets”

litica estera statunitense è spesso dirottata dal Segre-tario di Stato (o talvolta dal consigliere per la Sicurez-za nazionale), e ci sono buoni motivi per ritenere che negli ultimi due anni a dettare le priorità dell’agenda internazionale degli Stati Uniti sia stata Hillary Clinton, Segretario di Stato Usa, e non il Presidente stesso. A gennaio, però, la Clinton lascerà il suo incarico e fino a quando non si conoscerà il sostituto, i contorni della politica estera statunitense resteranno sfocati. Pare che il candidato con migliori probabilità di ricevere una no-mina sia il senatore John Kerry, esperto e competen-te presidente della commissione per le Relazioni este-re del Senato. Con Kerry al timone, ci si potrebbe aspet-tare un rinnovato coinvolgimento nei “grandi proget-ti”, come il processo di pace in Medio Oriente. Al tempo stesso potrebbe ridursi però l’enfasi sulle questioni umanitarie globali, delle quali si è sempre fatta pala-dina Hillary Clinton. Mosca ha accolto favorevolmente la rielezione di Obama, e non perché il presidente americano abbia molti so-stenitori nella classe dirigente russa. Le politiche russe nei confronti degli Usa sono costantemente reattive: Mosca non prende mai l’iniziativa nelle relazioni con Washington, preferendo agire di conseguenza a ciò che Washington fa o decide, che si tratti del vento ge-lido di un confronto diretto che soffiava ai tempi dell’am-ministrazione Bush o dell’assolata fase di “reset” of-ferta dal presidente Obama. Agli occhi della leader-ship russa, Obama è in ogni caso un leader di qualità. E per il Cremlino è molto più conveniente riprendere i rapporti già instaurati, che investire tempo e sforzi nello sviluppo di nuovi. In linea con questo principio, la sensazione è che il Cremlino stia assumendo un at-teggiamento di attesa, aspettando di conoscere il nuovo criterio sui rapporti tra Usa e Russia che si affermerà alla Casa Bianca, prima di arrivare di conseguenza ad assumere una posizione. Sebbene questo tipo di approccio possa adattarsi bene alle modalità operative consuete degli apparati della politica estera della Federazione è veramente arduo comprendere in che modo tale approccio possa por-tare avanti gli importanti interessi nazionali.

L’autore è un analista politico che tiene un blog per The Ivanov Report

IN PILLOLE

Il centro della cultura mondialeCosa rappresenta per Lei l’Italia? Senza dubbio il centro della cultura mondiale. Cosa le piace più di tutto della Penisola? La gente.A quando risale il primo contatto con il nostro Paese? La mia prima visita diplomatica risale agli anni Novanta; in quel momento pensavo principalmente al mio lavoro. Chi o cosa non dimenticherà mai?

I miei amici in Italia.Il suo luogo preferito? Posti straordinari, per cui sarebbe impossibile indicare una sola preferenza. Che cosa nella cultura italiana ha influenzato la sua visione del

mondo? L’antica Roma, il cui studio permette di comprendere lo sviluppo dei processi mondiali contemporanei.Qual è il suo proverbio italiano preferito? Non ne ho uno preferito, perché i modi di dire italiani sono molto simili a quelli russi. Che cosa augura alla Russia e all’Italia? Di andare sempre e solo avanti.

Un vantaggio per i due Paesi è il carattere complementare delle nostre economie. Non abbiamo necessità di ingaggiare un’aspra concorrenza, benché ciascuna parte difenda i propri interessi”

Leggi le versione integralesu www.russiaoggi.it

NAZIONALITÀ: RUSSA

ETÀ: 53 ANNI

PROFESSIONE: DIPLOMATICO

È uno dei più giovani ambasciatori stra-ordinari e plenipotenziari della Russia. Ha completato gli studi all’Istituto sta-tale di Relazioni internazionali di Mosca nel 1981, per poi trasferirsi in Spagna. Dal 2001 fino al 2004 è stato vice ministro degli Affari Esteri. Dal 2004 lavora in Ita-lia e San Marino ed è anche rappresen-tante permanente della Federazione Rus-sa alla Fao e del Programma alimentare mondiale dell’Onu. Parla tre lingue: ita-liano, inglese e spagnolo

LA BIOGRAFIA

MIC

HELE PA

LAZZI

Page 4: Russia Oggi Novembre 2012

04 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA)Economia

IN RUSSIA FINISCE IL 3,7% DEI PRODOTTI ITALIANI ALL’ESTERO

E LA QUOTA È DESTINATA A CRESCERE NEI PROSSIMI ANNI

I DISTRETTI INDUSTRIALI

VINI E ALTA MODA LA QUALITÀ PREMIA L’EXPORT ITALIANO

SIBILLA DI PALMARUSSIA OGGI

La crescente domanda di Made in Italy

consente a diverse realtà industriali

della Penisola di inventarsi una nuova

strada per reagire alla crisi dei

consumi interni.

Le calzature di qualità, l’abbigliamen-to che esprime al meglio il gusto ita-liano, l’arredamento sofi sticato: sono gli output dei distretti italiani che, con maggiore frequenza, prendono la stra-da della Russia. La Federazione, se-condo quanto rilevato dagli stessi ope-ratori del settore, rappresenta per i no-stri cluster territoriali ormai la prin-cipale destinazione tra i Bric, quindi più del Brasile e della Cina.

«La Russia rappresenta il 3,7 per cento dell’export italiano, circa il 50 per cento in più rispetto alla Cina e quattro volte Brasile e India», spiega Giovanni Foresti del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Un trend che è determinato in particolare da due fattori. «Da un lato si tratta di un mer-cato geografi camente più vicino all’I-talia rispetto agli altri, il che rappre-senta un vantaggio per il nostro tes-suto produttivo fatto soprattutto di pic-cole e medie imprese», spiega l’esper-to. «L’altro motivo è la forte domanda, soprattutto di prodotti di alta qualità, proveniente dalla Russia, che non ha un’offerta al proprio interno, soprat-tutto nei settori della moda e dei mo-bili. Un aspetto che differenzia la Fe-derazione dalla Cina, che invece ha svi-luppato negli anni un mercato interno di grandi dimensioni, in particolare per quanto concerne i prodotti di fascia bassa».

Tra i distretti spiccano, per quanto riguarda il sistema moda, le calzature di San Mauro Pascoli (che esportano in Russia 71 milioni di euro, pari al 31,7 per cento dell’export totale) e l’ab-bigliamento di Rimini (26,5 per cento), il calzaturiero di Fermo (230 milioni, 16 per cento). Per il sistema casa si sono costruiti negli anni una fama i mobili in stile di Bovolone (18,3 per cento), il mobile d’arte del Bassanese (12,9 per cento), il legno e arredamen-to della Brianza (8,6 per cento per 130 milioni di euro esportati), il mobile del Livenza e Quartiere del Piave (6,3 per cento per 130 milioni di euro). Negli ultimi anni hanno registrato un forte progresso anche le esportazioni di im-portanti distretti della meccanica, come la food machinery di Parma (8,2 per cento, per 32 milioni di euro esporta-ti), la componentistica e termoelettro-meccanica friulana (6,8 per cento, per 230 milioni di euro) e le macchine per l’imballaggio di Bologna (più 34 per cento tra il 2009 e il 2011, per un peso che ha raggiunto il 4 per cento). Real-tà molto differenti tra loro sia per sto-ria, che per ubicazione geografi ca e vo-cazione imprenditoriale, ma accomu-nate dalla capacità di leadership all’in-terno di nicchie di mercato, più diffi-cilmente attaccabili dalla concorrenza a basso prezzo dei produttori asiatici.

«Un risultato positivo, soprattutto se si considera la struttura dimensionale del nostro tessuto produttivo, compo-sto da numerose piccole e medie im-prese con evidenti limiti nel raggiun-gere con successo mercati lontani, non solo geografi camente ma anche cultu-ralmente», spiega Foresti. «Le aziende italiane calzaturiere sono conosciutis-sime in Russia», aggiunge Cleto Sagri-panti, presidente dell’Associazione na-zionale calzaturifi ci italiani. «Gli im-prenditori italiani hanno deciso di in-vestire nel mercato russo perché la cal-zatura per le donne della Federazione è un must e sono stati bravi nell’inter-cettarne i gusti basati sulla richiesta di marchi di qualità». Qualche nome? Fabi, Baldinini, Bigioni, solo per citar-ne alcuni. Aziende che hanno sfrutta-

to la formula del distretto e che pro-seguono con successo la loro penetra-zione commerciale nell’Est Europa. «La propensione all’export delle im-prese nei distretti è maggiore rispetto a quelle che non ne fanno parte, e per-tanto devono muoversi in proprio nelle strategie di internazionalizza-zione. Ad esempio, in quello delle calzatu-re una delle princi-pali aziende dell’area ha investito sul merca-to russo con la creazio-ne di un marchio e di una rete commerciale facen-do da apripista per le altre imprese che ne hanno seguito l’esem-pio», spiega Fo-resti. Le pro-spettive restano positive anche per il futuro: nei primi sei mesi dell’anno i distret-ti industriali italia-ni in Russia hanno registrato una cre-scita del 7,3 per cento contro il 17,2 realizzato nel 2011. «La Russia continuerà a essere uno dei mercati più interessanti, soprattutto in ambito moda e casa», conclude Foresti. «Anche i distretti della meccanica dovrebbero consoli-dare la loro crescita nella Fede-razione e notevoli attese giungono infi ne dal settore alimentare, soprat-tutto da quello vitivinicolo. Basti pen-sare ai vini di Langhe e Monferrato che hanno già accresciuto di molto la loro presenza nella Federazione».

5QUALI SONOLE TENDENZEVINCENTI

1 San Mauro Pascoli: i produttori roma-gnoli di calzature esportano in Russia

71 milioni di euro, con una concentrazio-ne particolare sulla fascia alta della pro-duzione, che risente meno della concor-renza sul prezzo dei Paesi emergenti

2 Rimini: la località nota all’estero so-prattutto per le spiagge è anche

un distretto produttivo molto attivo sul fronte dell’abbigliamento. La Russia co-pre il 26,5 per cento dell’export totale, grazie anche alla capacità delle aziende locali di fare sistema

3 Fermo: il distretto storico del cal-zaturiero marchigiano, che ha dato

i natali a brand leader come Tod’s, Nero Giardini e Silvano Lattanzi, è specializza-to nel segmento lusso. Il legame con la Federazione è stato confermato dalla re-cente visita di una rappresentanza del-la task force italo-russa sui distretti e le piccole e medie imprese, con l’organiz-zazione di incontri b2b con gli operatori del territorio

4 Bassano del Grappa (Vi): il distret-to del mobile d’arte veneto ha crea-

to uno showroom permanente a San Pietroburgo, co-finanziato dalla Regio-ne Veneto, che aiuterà a far conoscere la nuova stagione produttiva delle imprese familiari locali

5 Brianza: Il cluster del legno e arre-do si è costruito negli anni una fa-

ma di eccellenza nella Federazione, pun-tando su mobili e complementi d’arredo caratterizzati da artigianalità delle lavo-razioni e cura dei materiali

Vini e formaggi sono tra i prodotti italiani più impo

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05RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA) Economia

ANNA SIMONERUSSIA OGGI

I fondi, sommati a quelli messi a

disposizione dal governo russo,

aiuteranno a preservare un patrimonio

che non ha pari nel resto del mondo e

a combattere l’inquinamento.

Evgeny

UtkinESPERTO

Il lungo braccio di ferro tra Aar e Bp si è concluso come moltianalisti indipendenti avevano pronosticato già da tempo: la rottura della joint-venture Tnk-Bp con i due ex-soci che hanno lasciato terreno libero a Rosneft. Così il gruppo russo guidato

da Igor Sechin (l’uomo più potente della Federazione dopo Vla-dimir Putin, secondo la rivista Forbes) diventerà leader mondiale del mercato petrolifero, con una produzione a regime in grado di raggiungere i 3,5 milioni di barili al giorno. Rispondendo ai giornalisti del Valdai club, il Presidente russo ha detto: «Sono stati gli inglesi a chiedermi di risolvere il conflitto inquesto modo». E, a ben vedere, tutti gli attori coinvolti sono statiripagati. Bp non è uscita del tutto dalla partita, considerato che in cambio riceve 12 miliardi di dollari cash e quasi il 20 per cento delle azioni del nuovo colosso russo (diventando così anche il primo azionista privato della compagnia, controllata in maggio-ranza dallo Stato), con la possibilità di nominare due membri del cda, assicurandosi grazie a questa strada anche una lunga per-manenza nella Federazione. Mentre gli oligarchi di Aar incassano 28 miliardi di dollari, Viktor Vekselberg con 18 miliardi di dollari in questo modo diventa l’uomo più ricco del Paese superando Ali-sher Usmanov. Non se la passa male nemmeno Mikhail Fridman, anche lui beneficiario di un incasso miliardario, che gli consente di superare Roman Abramovich (patron del Chelsea, club di punta del calcio inglese) piazzandosi così al quinto posto. Dove investiranno tutti questi soldi ricavati dalla cessione? Qual-che villa sul mare o sul lago (secondo le statistiche, la metà degli immobili comprati dai russi all’estero si trova in Italia) potrà ba-stare o vi saranno altre destinazioni? Qualche anno fa Vekselberg promise di investire un miliardo di euro in energia rinnovabile nella Penisola. Ha già staccato alcuni assegni. Per esempio, ha compra-to tramite Avelar Energy la compagnia Energetic Source e ha in-vestito nel business dello stoccaggio. Ma la cifra stimata all’inizio resta comunque lontana.La crescita di Rosneft consegna alla Federazione il secondo gran-de attore nel settore dell’energia, al fianco del colosso del gas Gazprom: due teste di Aquila nello stemma russo. Ma i due ope-ratori non camminano su binari paralleli; qualche volta i loro bu-siness si incontrano e si registrano episodi di concorrenza tra co-lossi. E se in Russia avanza Rosneft (poche settimane fa ha strap-pato a Gazprom un contratto di fornitura per 25 anni a Inter Rao, si parla di 900 miliardi mc di gas), Gazprom però sta rafforzando la sua posizione internazionale: tra pochi giorni partirà la costru-zione del gasdotto South Stream, che porterà il primo gas in Bul-garia a dicembre del 2015, per arrivare nel 2019 alla massima ca-pacità di 63 miliardi metri cubi di metano l’anno. Una quantità in grado di soddisfare ampiamente la domanda che arriva dall’Eu-ropa Occidentale.

IL COMMENTO

Chi è il nuovo leaderdel mercato petrolifero

SIMONA PIZZUTIRUSSIA OGGI

Torino e San Pietroburgo hanno firmato un

accordo bilaterale per rafforzare i legami già

esistenti tra i due distretti per una sinergia

commerciale e produttiva più attiva e

dinamica.

Due antiche capitaliinsieme per lo sviluppo

L’accordo Smart cities per disegnare il futuro

ortati nella Federazione Russa

organizzando una grande mostra a Torino nella prossima primavera. Ci sono ragioni e simili-tudini storiche, e allo stesso attuali, basti pen-sare all’industria dell’auto e allo sviluppo della green economy, in entrambe le città perché que-sto accordo sia profi cuo».

Gli investitori italiani sono interessati al mer-cato della Federazione come dimostrano le 70 aziende a partecipazione di capitale italiano già attive a San Pietroburgo, alle quali vanno poi aggiunte centinaia di divisioni commercia-li. Particolare rilevanza ha il comparto auto, che da sempre è il punto di forza del Piemon-te. L’accordo bilaterale è però più ampio. Così come nel campo sanitario dove Torino è impe-gnata nel progetto della Città della Scienza e della Salute e San Pietroburgo in programmi di ricerca e investimenti negli stessi settori.

«San Pietroburgo si trova in una posizione geografi ca interessante – afferma Aleksandr Prokhorenko, il capo del comitato per le rela-zioni esterne di San Pietroburgo -. La nostra città ha un porto e un nodo ferroviario rilevan-ti e possiede un ricco potenziale tecnico-scien-tifi co e formativo. L’infrastruttura si sviluppa velocemente, così come si sta ultimando la co-struzione di un nuovo aeroporto. Per questo San Pietroburgo è un luogo idoneo ad acco-gliere iniziative d’affari e le autorità cittadine sono pronte a fornire qualunque appoggio agli investitori italiani per la realizzazione dei loro progetti».

Georgij Poltavchenko ha invitato le aziende torinesi a partecipare al gemellaggio di San Pietroburgo tra le piccole e medie imprese: un progetto al quale aderiranno non solo le regio-ni russe, ma anche quelle straniere. All’interno del programma grande attenzione sarà dedi-cata alle nuove tecnologie. Ogni anno saranno coinvolte più di 3mila persone, molte delle quali svilupperanno poi la collaborazione tramite una versione online di questa iniziativa. Le au-torità cittadine hanno inoltre preso in esame la possibile apertura di una linea aerea diretta tra Torino e San Pietroburgo. Un’iniziativa che evidentemente intensifi cherebbe il fl usso di tu-risti e aumenterebbe i rapporti umani e lavo-rativi tra le due città.

Se la Banca Mondiale difende le foresteAmbiente Sono in arrivo oltre 40 milioni di dollari per preservare e proteggere la ricchezza naturale del Paese

Le foreste rappresentano una delle ric-chezze naturali più importanti per la Russia, che può contare sul 20 per cento di tutto il patrimonio mondiale. Una straordinaria risorsa di biodiversità, che rischia di essere compromessa senza interventi urgenti. Il programma governativo di tutela

dell’ambiente e contrasto ai roghi e ai disboscamenti presto potrà contare su 40 milioni di dollari concessi dalla Banca Mondiale per cofi nanziare gli interventi. E presto partiranno cam-pagne di sensibilizzazione sugli incen-di boschivi e vi sarà una nuova piani-fi cazione degli interventi di gestione forestale e contrasto delle pratiche che potrebbero contribuire ad aumentare l’incidenza del fuoco.

In Russia annualmente si registra-no in media 24mila incendi boschivi che distruggono 1,4 milioni di ettari di foresta. Il 93 per cento delle cause è di origine antropica, sia per azioni involontarie riconducibili ad atti di im-prudenza o ignoranza, sia per via di atti dolosi. A rendere più preoccupan-te il quadro sono le relative emissioni di carbonio in atmosfera che vanno da 50 a 231 milioni di tonnellate l’anno. Il Forest Fire Response, questo il nome del progetto, rafforzerà le politiche di salvaguardia del Servizio federale delle foreste e del Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente per garanti-re un livello ottimale di prevenzione del rischio incendio, rendendo più ef-fi cace la gestione del territorio e, al tempo stesso, investendo nell’applica-zione delle migliori strategie per lo spe-gnimento.

Ai tempi dell’Unione Sovietica il Paese contava su 600 aerei, 8mila uo-mini del soccorso antincendio e 70mila

guardie forestali impiegate a tempo pieno: una macchina completa in grado di difendere un patrimonio boschivo straordinario.

L’efficacia si è indebolita negli anni a venire, anche per la necessità di far quadrare i conti pubblici a fronte dell’incertezza causata dalla transizio-ne. Tra il 1991 e il 2002 le ore di volo degli aerei impegnati nell’antincendio

sono calate del 70 per cento, con il con-seguente dimezzamento degli incendi rilevati dall’aviazione, che sono pas-sati dall’89 al 44 per cento nel perio-do considerato. Di conseguenza i tempi di intervento – più piccolo è il focola-io, più è possibile tenerlo sotto con-trollo - si sono allungati, anche se negli ultimi anni la situazione è in via di miglioramento.

Il periodo peggiore fi nora registrato risale all’estate del 2010, quando sono andati a fuoco 2,3 milioni di ettari fo-restali, con un record di oltre 33mila incendi censiti, che hanno prodotto danni stimati in 10 miliardi di dolla-ri. È evidente, infatti, come una gestio-ne sostenibile produca effetti benefi ci non solo sul patrimonio boschivo, ma anche su quello economico e sociale.

Dalla cultura all’economia, passando per la ri-cerca scientifi ca. È questo il percorso che To-rino e San Pietroburgo stanno facendo per av-vicinare progressivamente le due città rinsal-dando un’alleanza iniziata lo scorso febbraio con la fi rma di un accordo tra la Fondazione Torino Musei e l’Ermitage.

Il 15 novembre questo legame è cresciuto grazie alla sigla di un accordo fra il capoluo-go piemontese, che negli ultimi anni ha fatto da battistrada di molte iniziative ad alto con-tenuto tecnologico, e la seconda città russa per dimensioni, che allarga il campo d’azione all’im-prenditoria e ai temi dell’innovazione. Il sin-daco di Torino, Piero Fassino, e il governatore di San Pietroburgo, Georgij Poltavchenko, pun-tano a condividere progetti di collaborazione concreti che abbracciano anche l’e-governa-ment, l’efficienza energetica e il turismo, in linea con le richieste di un mercato che si è fatto più selettivo nel processo di crescita.

La bilancia commerciale tra il Piemonte e la Russia motiva la volontà di cooperazione tra i due distretti, dotati di competenze e profes-sionalità complementari. Secondo dati Istat elaborati dalla Camera di Commercio di Tori-no, nel 2011 il Piemonte ha esportato merci in Russia per un valore di 755,9 milioni di euro, mentre il valore delle importazioni è stato di 108,2 milioni di euro. Entrambi i fl ussi sono cresciuti rispetto al 2010 con un +21,4 per cento per l’export e un +35,1 per cento per l’import: cifre che fanno specie se confrontate con il con-testo congiunturale nel quale sono maturate. «Questo è un accordo importante e ambizioso perché concreto - ha detto Piero Fassino - che segue una fi tta serie di incontri nonché un primo accordo di collaborazione sottoscritto lo scor-so febbraio tra la Fondazione Torino Musei e il Museo Ermitage in base al quale si sta già

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INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA)Cultura

Due comunità legate dal sacroFede Alla scoperta di San Nicola, Basilica simbolo di Bari visitata ogni anno da decine di migliaia di cittadini della Federazione

GIULIA LABISRUSSIA OGGI

Attraverso le vicende della chiesa

principale della città pugliese è

possibile ripercorrere secoli di storia,

religione e cultura. Punti di contatto

che spesso sono ancora poco noti al

grande pubblico.

Un legame mai spezzato. Che dalle coste dell’Adriatico arriva sino al cuore ortodosso di Mosca. Un fi lo antico, a legare luoghi del sacro: parte dalla Basilica di San Nicola a Bargrad, come anticamente veniva chiamata in Russia la città di Bari. Una chiesa in cui si continua a parlare russo. Basta osservare i pellegrini ortodossi che la visitano in migliaia ogni anno: dopo essersi accostati all’urna del santo taumaturgo nella cripta, si di-rigono verso il Portico dei pellegrini di San Nicola, fatto erigere nella città per volontà del Patriarcato dove per loro, già all’inizio del Ventesimo se-colo, la Società Imperiale di Palesti-na, per decreto di Nicola II, fece costruire l’Ospizio dei pel-legrini e la Chiesa.

La Prima Guerra Mondiale, il crollo dell’Impero russo e il potere sovie-tico durato quasi un secolo, li ave-vano privati di quest’opera di bene. Tra il re-stauro del Porti-co e il recupero dell’Ospizio per i pellegrini. All’epoca dello zar Nicola II era stato istituito uno specia-le programma per inviare, a spese dell’erario, le navi che traspor-tavano fi no a 20mila pellegrini l’an-no, a Bari e in Terra Santa.

Nel 1911 la Società Imperiale di Palestina rilevò dalla marchesa di Ca-samassima dei terreni nei sobborghi di Bari. La prima pietra della Chiesa di San Nicola fu posta il 25 maggio 1913 e, nello stesso anno, la costru-zione si fermò, mentre a causa delle guerre e delle rivoluzioni i pellegri-naggi s’interruppero. Fino al 1998 la

Chiesa di San Nicola rimase sotto la giurisdizione della Chiesa russa all’e-stero, e nel corso di tutti questi anni i suoi sacerdoti hanno ricevuto uno stipendio dal Comune di Bari. Le fun-zioni liturgiche erano celebrate nella chiesa inferiore, ma dopo la costru-zione nella chiesa superiore della ba-silica di una provvisoria iconostasi, nel 1955, le funzioni vennero trasfe-rite lì; mentre gli altri spazi del com-plesso furono utilizzati dal Comune come uffici. I pellegrini arrivavano in numero esiguo ed erano soprattutto romeni e russi emigrati. Dopo la ca-duta della Cortina di Ferro un fi ume di pellegrini dalla Russia (60-70mila

Kirill per le trattative riguardanti il passaggio della Chiesa di San Nicola di Bari alla giurisdizione della Chie-sa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca». Ancora il rettore: «Il sindaco ritenne giusto che a occuparsi dei bi-sogni spirituali dell’ingente fl usso di pellegrini russi a Bari fosse un sacer-dote della Chiesa ortodossa. Il conti-nuo incremento del numero di pelle-grini russi a Bari coincise con l’inizio del riavvicinamento tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa russa all’estero, che nel 2008 si unifi carono».

Il progetto della chiesa è dell’illustre architetto russo Aleksei Shchusev. È stato pensato nello stile dell’architet-

il soggiorno anche ai pellegrini che dispongono di pochi mezzi, ricavan-do un profi tto minimo per la chiesa. Oggi ci sono molte agenzie di viaggi, ma io ho in programma di aprire a Mosca un’agenzia dell’Ospizio, spe-cializzata in pellegrinaggi. Alcuni be-nefattori si sono detti disposti a fi -nanziare la creazione di un centro dei pellegrini attivo non solo a Bari, ma in tutta Italia. Quando si avvierà il progetto, probabilmente faremo arri-vare dei volontari dei monasteri», rac-conta il padre.

Nei dintorni di Bari ci sono chiese antiche scavate nella roccia tra cui anche una dedicata a San Nicola. Strutture della tradizione monastica orientale del Settimo e Nono secolo. Appartenute, prima dell’invasione nor-manna nell’Undicesimo secolo, all’Im-pero Romano d’Oriente e a Bisanzio.

Anche in Calabria, Puglia e Basili-cata esistevano monasteri di rito or-todosso. Quando i normanni avviaro-no il processo di occidentalizzazione

IL TEMA

La Chiesa ortodossa e il VaticanoLa storia della Chiesa ortodossa russa in Italia e l’intervista con lo ieromonaco An-tonio: dalle radici della collaborazione al-le sfide affrontate e alle vittorie ottenute. Uno speciale multimediale disponibile per tutti i lettori sul sito Internet di Rus-sia Oggi

forzata, gli ortodossi furono cacciati o si convertirono al cattolicesimo e i mo-naci emigrarono a Bisanzio e in Gre-cia. Quelli rimasti utilizzarono le chie-se per usi domestici. Alla fi ne del Ven-tesimo secolo è cominciato un proces-so di recupero di queste chiese e sono riprese le attività liturgiche.

Segui l’argomentosu www.russiaoggi.it

Stiamo costruendo un albergo dotato di cento posti letto. Per noi è importante contenere i prezzi per rendere accessibile il soggiorno anche ai pellegrini che di-spongono di pochi mezzi”

IL RETTORE DEL PORTICO, PADRE ANDREI BOJTSOV

presenze l’anno) tornò a visita-re la Basilica.

L’iter che ha portato alla cessione del complesso monumentale

a l la Chiesa russa è stato tra-

vagliato. Come spiega il rettore del

Portico, padre Andrei Bojtsov: «Nessuno riusci-

va a convincere le parti interes-sate». La svolta? «Solo grazie all’ap-provazione di una legge, il Comune di Bari ha potuto cedere il comples-so architettonico alla Federazione Russa. Lavorando al Dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche ester-ne della Chiesa ortodossa russa, ebbi la fortuna di accompagnare nel 1997 una delegazione guidata dal sindaco di Bari a Mosca su invito del Patriar-ca Aleksij II e dell’allora metropolita

tura sacra di Pskov e di Novgorod del Quindicesimo secolo, con l’iconostasi a più piani. E l’iconostasi era stata di-pinta, intagliata, imballata e spedita su un convoglio con destinazione Bari, ma lo scoppio della Prima Guerra Mon-diale bloccò le frontiere e tutto svanì nella Russia rivoluzionaria.

Negli anni Cinquanta un’iconosta-si provvisoria fu consacrata dalla Chiesa russa all’estero, ma la Basili-ca non è mai stata decorata. «Il no-stro obiettivo è raggiungere nel com-plesso architettonico un’unità di stile e di completare la decorazione della chiesa», racconta Andrei.

Si offre un alloggio ai pellegrini: l’atmosfera parrocchiale, monastica in un modesto albergo. Con la mensa, la messa, la lettura delle vite dei santi e le preghiere nel refettorio. «Stiamo costruendo un albergo dotato di cento posti letto. Lo zar Nicola II aveva pro-gettato un complesso per accogliere i poveri e per noi è importante conte-nere i prezzi per rendere accessibile

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07RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA) Cultura

DARYA GONZÁLEZ RUSSIA OGGI

Nel palazzo che ha fatto la storia non

solo di Mosca, ma della letteratura

mondiale, da Bulgakov a Majakovskij.

E che oggi rivive grazie all’azione di

un gruppo di giovani artisti amanti

della tradizione.

NELLA

DI

Il caso Per attirare pubblico i musei letterari tentano nuove strade raccontando i grandi classici

Oggi molti musei letterari e compagnie teatrali uniscono le forze per attirare i

giovani. Il museo di Majakovskij (sopra) e la Casa di Bulgakov (sotto)

Le code chilometriche sulla Bolshaja Sadovaja affondano tra i gas di sca-rico e il rumore dei motori. Se si gira a sinistra e si passa una curva a semi-cerchio, cala un tale silenzio che è pos-sibile sentire l’avvicinarsi della sera. L’edifi cio a cinque piani in stile Art Nouveau culla con premura il suo cor-tile, nascondendolo dai frastuoni della capitale. Da più di un secolo ormai la prima kommunalka (le case in coabi-tazione, ndr) di Mosca, al numero dieci della Bolshaja Sadovaja attira l’atten-zione dei passanti. Allora, nel 1902, gli ideatori del progetto si insediarono nell’edifi cio che avevano realizzato.

In quella casa si intrecciarono le vite di decine di personaggi e poeti del pe-riodo sovietico. L’abitazione è uno dei luoghi nevralgici del romanzo di Mikhail Bulgakov e, allo stesso tempo, il luogo d’azione del romanzo della sua vita. Emigrato nel 1921 da Kiev, ot-tenne il permesso di residenza in una stanzetta al quinto piano. Fu Nadezh-da Uljanov, moglie del Presidente del Sovnarkom (Consiglio dei commissa-ri del popolo, ndr) Vladimir Lenin ad aiutarlo con i permessi. La celebre bal-lerina Isadora Duncan ci ballava per il suo unico spettatore, l’amato poeta Sergei Esenin. La casa al civico dieci della Bolshaja Sadovaja era meta del poeta Vladimir Majakovskij, dell’ar-chitetto Fedor Shechtel, del cantante d’opera Fedor Shaljapin e del mece-nate Savva Mamontov.

E in questo celeberrimo edifi cio Bulgakov dovette scontrarsi con un’altra realtà, con persone di moralità diversa e valori estranei, che vivevano nelle stanze attigue alla sua. In-frangendo il sonno nottur-no e la tranquilla esisten-za dello scrittore, i vicini divennero i prototipi dei personaggi del romanzo “Il Maestro e Margheri-ta” e di numerosi racconti: l’astiosa vicina di Bulgakov Anna Gorjacheva – diventata nel romanzo l’“Annushka” colpevole della morte del direttore del “Massolit” Mikhail Berlioz – provocò un’impressione così indelebile sullo scrittore che il suo personaggio lo si ritrova di continuo nei raccon-ti, nelle povest e nei romanzi di Mikhail Afanasievich.

Al sabato sera il centro storico di Mosca torna a vivere come ai vec-chi tempi, esattamente negli anni Venti del secolo scorso. Infermie-ri sovietici in camice bianco e muniti di siringhe sbucano dai porto-ni alla ricerca del poeta impazzito Ivan Bezdomnij, la fi gura senza testa di Ber-lioz passeggia lungo i Patriarshie prudi, sul Tverskoj Bulvar si leggono le let-tere di Bulgakov alla sua amata Elena Sergeevna. E la nuda Margarita sfrec-cia accanto ai muri della società degli scrittori “Massolit”. La storia si svilup-pa da sola, senza guide e, sembrereb-be, senza un copione. Ma è soltanto un’illusione.

«L’idea di coniugare letteratura e te-atro creando dei percorsi interattivi ci è venuta circa sette anni fa», racconta Katerina Esterlis, regista delle visite-spettacolo presso la casa museo di Bul-gakov. «Abbiamo cercato di attirare il pubblico dei giovani: Bulgakov ha mol-tissimi giovani lettori in tutto il Paese e l’impostazione classica del museo non è sempre all’altezza delle loro aspettative; volevamo sorprenderli, per-

ché amassero la sua arte come noi l’a-miamo». La conquista dello spettatore giovane è una dura battaglia per i musei moscoviti e la chiave per vincerla è la creatività. Oggi molte compagnie tea-trali e musei letterari uniscono le forze per inscenare le visite guidate e le se-rate artistiche – se ne trovano nella “Casa di Bulgakov”, così come nel museo di Sergei Esenin –, recenti pro-getti teatrali organizzano percorsi per far immergere lo spettatore nell’epoca sovietica, mentre il museo di Vladimir Majakovskij mostra alcuni rarissimi fi lm d’inizio secolo, in cui compare il poeta. «Parlando dell’eredità artistica

di Esenin, di un poeta ancora così enig-matico, le sue opere rivelano tutta la loro attualità soltanto oggi, cento anni dopo essere state pubblicate per la prima volta, racconta Svetlana She-trakova, impiegata del museo. Ogni fine settimana le persone che non sono in-differenti ai destini dei loro amati poeti e scrittori movimentano la Mosca mo-derna e automatizzata, di acciaio e ce-mento, riportandola all’epoca di Bul-gakov e Majakovskij, del varietà e dei tram. Le visite-spettacolo sono viaggi

nel tempo della durata di due ore che pullulano di personaggi vivi, immersi in un ambiente pittoresco nello stile dell’epoca dei grandi scrittori e poeti.

«Quando mi hanno invitato a reci-tare nelle visite-spettacolo sono rima-sto a lungo indeciso: in fin dei conti non si trattava di vero teatro, non c’era un palco né luci, e ciò che più conta per un attore, non c’erano gli omaggi dopo lo spettacolo», spiega Misha, uno studente dell’Istituto Shepkinskij. «Ho pensato che fosse un’arte attempata.

Una volta iniziato però ho capito che è qualcosa di nuovo».

Se si esce dall’auto sulla Bolshaja Sadovaja, bloccata nel traffico lungo la strada verso il futuro, si ha la pos-sibilità di fare due passi nel suo pas-sato, mano nella mano con gli scritto-ri, i poeti e i creatori di quella realtà leggendaria, oggi analizzata da miglia-ia di storici, critici e studiosi, e che, forse, non ha bisogno di tante analisi, ma soltanto di essere ancora sentita con il cuore.

DA LEGGERE

MIKHAIL BULGAKOV

ROMANZI E RACCONTI

Traduzioni di A. Ferrari,

V. Melander, C. Spano

Il libro è uscito nella se-conda edizione il 26 mar-zo scorso. Contiene diver-

si romanzi e racconti dell’autore: Cuore di cane, Romanzo teatrale, Diavoleide, Il numero civico tredici, Le avventure di Ci-cikov e I racconti di un giovane medico

RUSSIA E ALTRE POESIE

Sergei Esenin, a cura di

Curzia Ferrari

Il libro uscito il 24 luglio 2007 contiene le poesie note e anche quelle poco conosciute del grande po-

eta. Ne viene fuori un percorso che me-rita di essere seguito per intero in modo da gustare non solo il tratto poetico, ma anche la cultura e le emozioni del tem-po in cui è stato scritto, con straordina-ria maestria

L’AMORE È IL CUORE DI

TUTTE LE COSE

Vladimir Majakovskij

Lili Brik

È la corrispondenza dei due amanti, Vladimir e Lilia: cen-tinaia di lettere, cartoline,

telegrammi spediti tra il 1915 e il 1930, anni particolarmente delicati non solo per la storia della Federazione, ma per tutta l’Europa. Dalla lettura emerge una grande tenerezza, capace di superare in-comprensioni e rancori

L’EVENTO

Se la traduzioneattraversa i secoli

LA STORIA: «Russia – Italia. Attraverso i secoli» è un premio istituito nel 2007 su iniziativa della Fondazio-ne EltsinLO SCOPO: Valorizzare le migliori traduzioni in lingua italiana di opere letterarie russe, come segno di contat-to tra le due cultureIL PREMIO: Ai vincitori viene conferita una scultura in

bronzo, raffigurante un libro aperto, oltre un riconosci-mento in denaro pari a tremila euro (per il traduttore) e a mille euro (all’editore). Da quest’anno è stato intro-dotto un nuovo riconoscimento, pari a mille euro, per l’esordio nella traduzioneGLI ORGANIZZATORI: Ministero della Cultura della Fe-derazione Russa,

Centro Presidenziale Boris Eltsin, Direzione dei Program-mi Internazionali, Centro Russo di Scienze e CulturaLA GIURIA: È composta da scrittori, slavisti, traduttori e docenti universitariLA DATA: Giovedì 6 dicembre 2012, ore 18IL LUOGO: Centro Russo di Scienze e Cultura Piazza Benedetto Cairoli 6, Roma

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Page 8: Russia Oggi Novembre 2012

08 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.IT

INSERTO REALIZZATO DA “ROSSIYSKAYA GAZETA” (RUSSIA)Sport

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Calcio Nazionale imbattuta con il ct italiano, club competitivi nelle Coppe, tanti rubli per il mercato. La sfida al Vecchio Continente

NICOLA SELLITTIRUSSIA OGGI

Anno d’oro per il calcio russo. Don

Fabio ha messo in fila sei risultati utili

consecutivi. E le big della Russian

Premier League sognano nuovi top

players per l’avvio del 2013.

Il nuovo sogno è Wayne Rooney, stella inglese del Manchester United. Una star dal brand globale, tra i primi quat-tro-cinque calciatori al mondo, per in-grossare la fi la di campioni che scel-gono la Russian Premier League. E

per rivedere nel pallone l’attuale istan-tanea economica nel Vecchio Continen-te: la Russia va, gli altri Paesi arran-cano. Manca ancora poco più di un mese all’apertura della sessione inver-nale del calciomercato, ma nella Fe-derazione fi ltrano già notizie sulle trat-tative dei top club per assicurarsi nuovi fuoriclasse.

Cska Mosca, Zenit San Pietroburgo. Soprattutto, l’Anzhi. Le tre società al vertice del campionato. Pronta a stac-care assegni a sette zeri soprattutto la creatura messa in piedi dal milionario

Suleiman Kerimov e allenata da Guus Hiddink, che nella prima parte della stagione si è concessa il lusso – oltre a giocarsi il titolo – di battere il Liver-pool nel girone di qualifi cazione di Eu-ropa League.

Dal Daghestan, nonostante la smen-tita dello stesso Hiddink, è partita la corsa a Rooney. «Chi se non lui – ha ammesso il brasiliano Roberto Car-los, prima leggenda a scegliere la Rus-sian Premier League, ora vicepresi-dente dell’Anzhi – è un grande e gio-vane calciatore. Abbiamo grandi mezzi

economici, ma cerchiamo anche ta-lenti russi poco conosciuti». Rooney, uno dei “preferiti” di Fabio Capello, commissario tecnico della Russia, ap-pena entrata tra le prime dieci al mondo (è nona) nel ranking Fifa. Con il pareggio contro gli Usa, la gestio-ne-Capello chiude l’anno senza scon-fi tte (quattro vittorie e due pari). E lo stesso tecnico friulano aveva previsto da tempo il big bang del calcio russo. A ragione. Dagli investimenti ai ri-sultati sul campo, il passo è stato breve. Con lo Zenit San Pietroburgo che nella passata stagione ha centrato gli otta-vi di fi nale di Champions League e lo stesso Anzhi, ancora in corsa nell’at-tuale edizione dell’Europa League, lottando alla pari con Liverpool e Udi-nese con i gol di Eto’o e Traorè. Stra-da spianata quindi per altri fuoriclas-se nel pieno della carriera. Non glo-riosi dinosauri a fi ne corsa. Con ec-cezioni. Poco più di un mese fa il vi-cepresidente della federazione russa, Nikita Simonyan (l’uomo che a suon di rubli ha portato Capello in Russia con il suo staff) invitava Francesco Totti, simbolo della Roma, a chiudere la sua carriera in un club della Fede-razione. Per lui, assegno in bianco senza limiti di durata. Con investito-

ri russi che avrebbero coperto i costi per l’ingaggio del fuoriclasse romano. Interessate il Cska Mosca, che può contare sulla solida spalla fi nanzia-ria di Roman Abramovich, e Spartak Mosca. Assieme ai rumors su Rooney, oltre alla suggestione Totti, ecco le at-tenzioni dell’Anzhi su Wesley Sneijder, trequartista dell’Inter. Un affare con buone probabilità di riuscita a gen-naio. L’olandese è ai minimi storici di gradimento nella società e nello spo-gliatoio interista. Costa tanto, tra car-tellino e ingaggio. Una cifra che solo i club russi – e il Paris Saint Germain – possono permettersi in Europa. Per-ché i revisori del fair play fi nanziario stanno già chiudendo i portafogli delle “grandi” d’Europa. Non quelli della società russe, senza debiti a bilancio. Anzi, Zenit San Pietroburgo – che nella prima settimana di settembre ha speso 80 milioni di euro per acquistare Hulk dal Porto e Witsel dal Benfi ca – e Anzhi hanno ancora risorse per potenziare l’organico. E rubli anche agli altri i club della Russian Premier League ar-rivano dalla vendita dei diritti televi-sivi delle gare di campionato. Con la tv via cavo Ntv Plus (appartiene a Gazprom) che assicura quasi 50 mi-lioni di euro in tre anni.

TENNIS

A Milano la “Grande Sfida” con la divina SharapovaMaria Sharapova sarà a Milano il 1° di-cembre per un mini torneo–esibizione al Forum di Assago, intitolato “La Gran-de Sfida” e giunto alla seconda edizione. La campionessa russa giocherà in dop-pio con l’altra pin-up del circuito, la ser-ba Ana Ivanovic, contro il duo italiano Roberta Vinci-Sara Errani, una delle sor-prese del 2012 con il successo al Roland Garros e allo Us Open.

La formula prevede due singolari e un doppio, della durata di un set a sei gio-chi. La divina Maria e la Ivanovic, cinque titoli del Grand Slam in due, si sono af-frontate in una delle finali più glamour degli ultimi anni all’Australian Open 2008. La siberiana sceglie dunque la capitale della moda per l’epilogo della stagione migliore della sua carriera (con successo

al Roland Garros in finale sulla Errani). La sua nemesi è stata Serena Williams, che le ha negato l’oro olimpico a Londra 2012. Serena, assieme alla sorella Venus, è stata la protagonista della prima “Grande Sfida”, battendo il duo Francesca Schiavone-Flavia Pennetta.

Leggi l’intervista il 1° dicembresu www.russiaoggi.it

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