risveglio - anbima

48
Risveglio Risveglio Musicale Musicale n. 1 - Gennaio / Febbraio 2018 Rivista Ufficiale dell’Anbima - Via Cipro, 110 int. 2 - 00136 ROMA POSTE ITALIANE - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv.in L. 27/02/2004, n.46) Art. 1 Comma 1 - DCB Roma www.anbima.it

Upload: others

Post on 03-Jan-2022

7 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Risveglio - ANBIMA

Risveglio Risveglio MusicaleMusicale

n. 1 - Gennaio / Febbraio 2018

Riv

ista

Uff

icia

le d

ell’

An

bim

a -

Via

Cip

ro, 1

10 i

nt.

2 -

001

36 R

OM

A

PO

ST

E I

TA

LIA

NE

- S

pedi

zion

e in

Abb

onam

ento

Pos

tale

D.L

. 353

/200

3 (C

onv.

in L

. 27/

02/2

004,

n.4

6)

Art

. 1 C

omm

a 1

- D

CB

Rom

a

www.anbima.it

Page 2: Risveglio - ANBIMA

Libretti

Finalmente basta con le pagine che si sporcano! ��������������

�� �� ��� ���� � ���� ����

un libretto di 15 pagine (30 facciate) ora pesa gr. 100

MARCO FRISINA

Arr. di M. Mangani

JESUS CHIST YOU ARE MY LIFE

Per coro ad lib. e banda

NEW Metodo per solfeggio

completo ad uso delle bande e delle scuole medie ad

indirizzo musicale

Metodi per solfeggio e per tutti gli strumenti

per una formazione completa degli allievi

Disponibile anche in biclavio

Sul sito è a disposizione una sezione “MUSICA GRATIS” con numerose marce RELIGIOSE e BRILLANTI ���������������� ����

Edizioni Musicali Eufonia

Via Trento, 5 - 25055 Pisogne (BS) Tel. 0364 87069 www.edizionieufonia

1650 titoli pubblicati

BANDA GIOVANILE

90 composizioni dedicate alle Junior Band

… ma soprattutto mettiamo a disposizione la nostra passione per la banda!! tel. 0364 87069

www.edizionieufonia.it

Nuovo software per la completa gestione della Banda

NEW EUFONIA è distributore per l’Italia delle ance

GONZALEZ e VAR

NEW

P. Inwood

�����������������

�� ���������������

€ 15,00 (librettabile)

Page 3: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

Page 4: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

Rivista ufficiale dell’Anbima(Associazione Nazionale delle BandeItaliane Musicali Autonome, GruppiCorali e Strumentali e ComplessiMusicali Popolari)

Associato

all’Unione

Stampa

Periodica

Italiana

Direttore Responsabile:Giampaolo Lazzeri

Caporedattore:Massimo Folli

In redazione:Franco Bassanini, Roberto Bonvissuto, Franco Botticchio, Manuela FornasieroGianluca Messa, Gianni Paolini PaolettiAndrea Petretti, Guerrino Tamburrini Anna Maria Vitulano, Ernesto Zeppa

Progetto / Realizzazione Grafica:Andrea Romiti / Andrea Petretti

Hanno collaborato a questo numero:Salvatore Palumbo, Ernesto Zeppa,Luisa Nuccio, Alessandro Burberi, Umberto Moschini,Oscar Bandini, Gianni Paolini Paoletti,Franco Botticchio, Roberto Bonvissuto,Anna Maria Vitulano, Gianluca Messa,Adriano Bassi, Lino Blanchod, Massimo Folli,Arturo Sacchetti, Marta Petrella, Rosangela Sali,Lorenzo Della Fonte, Guerrino Tamburrini,

Amministrazione, Direzione e Redazione:Via Cipro, 110 int. 2 00136 Roma - Tel/Fax 06/3720343sito web: www.anbima.ite-mail: [email protected] [email protected] - [email protected]@anbima.it

Abbonamenti:abbonamento ordinario euro 11,00abbonamento sostenitore euro 14,00Per abbonarsi servirsi delc.c.p. n. 53033007, intestato a ANBIMA

Stampa:MARIANI tipolitografia srl20851 Lissone (MB) - Via Mentana, 44Tel. 039 483215 r.a. - Fax 039 481264E-mail: [email protected] del tribunale di Roma n. 361/81.Poste Italiane spa - Spedizione in AbbonamentoPostale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1-DCB LO/MI.Pubblicazione solo per abbonamenti.Pubblicità in gestione diretta.

già Risveglio Bandisticodal 1946

Anno 37 - nuova serie

Gennaio - Febbraio 2018

SOMMARIOSOMMARIOdel n.1/2018del n.1/2018

5 L’editoriale di Massimo Folli

6 La musica sacra dal Gregoriano al Novecento

10 La potenza delle note musicali e delle loro frequenze

12 Le affermazioni di Gattuso valgono una polemica?

14 Chopin non va alla guerra

15 Le recensioni di Massimo Folli

16 Le interviste di Roberto Bonvissuto: Lino Blanchod

18 La creatività musicale di ispirazione sacra e organi-

stica per banda

28 Se i concorsi bandistici fossero un’olimpiade

30 Ferruccio Busoni un musicista da rivalutare

32 Luigi Verderio, 70 e non fermarsi!

33 Riforma terzo settore, cambiamenti e prospettive, se-

minario in Puglia

34 Scerni: primo raduno delle Bande Musicali

34 Cantiere Cultura Abruzzo: incontro di fine anno con

operatori culturali, Anbima c’è

35 Quando la musica balla sulle punte: a Biella lo spet-

tacolo di gala!

36 Massa Martana 1847–2017: 170 anni suonati …in-

sieme

38 La Banda “Città di Rimini” dal 1828 ad oggi

39 Il gruppo “Dolci Ricordi” festeggia il decennale

40 Filarmonica Pisana: un “Concerto degli Auguri” da ri-

cordare

41 Propedeutica Musicale a Pantalla: parte il primo pro-

getto presso la Scuola Primaria

42 Filarmonica di Reggello: centottanta e non li dimostra

43 A Montebelluna il concerto di fine anno è sempre una

grande emozione

44 Delianuova (RC): l’associazione culturale ‘Nicola Spa-

daro’ ricorda il presidente emerito Giuseppe Scerra

46 Ricordo di Emilio Straudi

47 A Nicolosi il primo Corso per Direttori di Banda

Chiuso per la tipografia il 19/02/2018

Page 5: Risveglio - ANBIMA

EditorialeEditoriale

Quando leggerete questo scritto grazie anche aldevastante servizio postale italiano che recapitala nostra rivista in tempi vergognosamente biblici,i giochi saranno fatti, i risultati resi noti e avremoforse una nuova legislatura, la XVIII dal 1946.Circa un anno fa a un corso per direttori di bandain Toscana, nelle piacevoli chiacchierate che s’in-trattengono dopo cena con i partecipanti allo stu-dio, un corsista mi chiese se mai avessi sentitoparlare di “selezione avversa”. Non ne ero a cono-scenza, stimolato dalla discussione, in seguito, hocercato notizie sul web; poi altri impegni e inte-ressi hanno distolto la mia curiosità e non ho po-tuto approfondire l’argomento come avrei voluto.Durante la vergognosa campagna elettorale che,dallo scioglimento delle camere attuato dal Presi-dente della Repubblica il 28 dicembre 2017, hainvaso ogni canale d’informazione, mi sono tor-nati in mente gli argomenti che un anno fa, si ac-cennarono davanti a un buon caffè. Horicontattato il mio gentile intermediario di allorae spulciando in rete ho trovato del materiale in-teressante, che dovrebbe farci riflettere moltoquando si tratta di scegliere da chi farci ammini-strare. «Lo studioso George Arthur Akerlof è econ-omista e accademico statunitense, professore dieconomia all’Università di Berkeley. Ha vinto ilPremio Nobel per l’economia nel 2001. Ha dimo-strato che in molte situazioni reali, il “mercato”non premia “né i migliori, né il merito” ma, se la-sciato a se stesso, tende ad attrarre e “selezionarei peggiori” o, nelle sue parole, i lemons … i “bi-

doni”.

Un’organizzazione attrae un tipo di persona o unaltro in base ai segnali che essa emette: nel sele-zionare il suo personale, deve fare molta atten-zione ai segnali che dà, perché il primo strumentodi selezione è il “segnale stesso”. Quando allorauna società presenta quotidianamente una classedirigente politica caratterizzata da incapacità,ignoranza, privilegi, sotterfugi, corruzione e inef-ficienze, inevitabilmente tende ad attrarre versola politica individui incapaci e ignoranti interes-sati solo a privilegi, sotterfugi, corruzione e a es-sere inefficienti, e, di conseguenza, per nullamotivati e contrari al bene comune: ecco la “sele-

zione avversa”.Si abbassano notevolmente fino a scomparire, legià insufficienti qualità morali di chi partecipa ele persone migliori vengono “spiazzate”, non ac-cettate, non volute, messe volutamente in diffi-coltà, per farle allontanare dal mondo politico.

Rimangono in gioco “i bidoni” che sono gli impo-litici pronti a qualsiasi baratto morale, di pensieroe di dignità pur di arrivare a soddisfare la lorobramosia di ricchezza e potere, sulla pelle e conil denaro delle persone, della collettività. Il mer-cato non raddrizza le cose da sé, per una speciedi tocco divino involontario: c’è bisogno di etica,di politica onesta, di sagge e lungimiranti deci-sioni. In vicinanza di elezioni o di crisi di partitipolitici, il discorso per imbonirci e pseudo-bello asentire: «se oggi la politica vuole rinnovarsi, ed es-sere all’altezza delle nuove sfide, deve iniziare adare segnali diversi, soprattutto ai giovani e pro-muovere il rinnovamento della classe dirigente,“allevare” nuove leve politiche», tradisce nel lin-guaggio l’orizzonte culturale: il ricambio che tuttia parole dicono necessario ma che, secondo l’ideadell’allevamento, è perpetuazione dello status quoche produce “cloni”, stessi impolitici e quindistessi risultati.Pensate che nella scorsa legislatura, dal 15 marzo2013 al 28 dicembre 2017 ci sono stati ben 526cambi di partito tra deputati e senatori, una cosamai vista prima. Avevo già scritto qualche tempofa che noi Italiani siamo un popolo che dimenticain fretta, non dobbiamo arrenderci, serve unalotta di liberazione dalla “selezione avversa” conun forte impegno delle forze intelligenti ed inno-vative della società e dell’economia civile, chia-mando a partecipare alle scelte “le personeoneste, ancora con la forza di un pensiero pro-prio” facenti anche parte della fitta rete di asso-ciazioni e movimenti di cui è ricco il nostro Paesee di cui mi sento modestamente di annoverare lenostre compagini musicali.Ognuno di noi può e deve mettersi in gioco. Centoanni fa la generazione del 1899 si sacrificò perun’Italia migliore, avevano diciannove anni,sogni, amori, affetti che nel fiore degli anni sonostati sepolti nelle trincee del Carso dalla tragediadella Pima Guerra Mondiale. Non stiamo alla fi-nestra a guardare o sul divano a imputridire da-vanti alla tv aspettando che qualcun altro cambile cose che non funzionano.Chiudo con due citazioni di Albert Einstein cheben rappresentano la staticità in cui stiamo cer-cando di rimanere a galla: “Follia è fare sempre la

stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”, e ancora“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità

di cambiare quando è necessario”.

Massimo Folli

5

Page 6: Risveglio - ANBIMA

6

...continua dai numeri precedenti

Dalla Polifonia al Dramma sacroMentre alla fine del Cinquecento la polifonica vo-cale imponeva ancora la sua dittatura sulla mu-sica, i costruttori di strumenti musicaliperfezionavano la loro attività, che porterà nelSeicento a una fioritura di strumenti come l’or-gano, il liuto, il clavicembalo, il violino e altri stru-menti a fiato, tra i quali il trombone e il corno.Nello stesso periodo nascono nuove forme musi-cali come l’Oratorio e la Cantata, nelle quali levoci monodiche e polifoniche vengono accompa-gnate dagli strumenti.La monodia fiorentina, che darà origine al melo-dramma, influenza anche la musica sacra e nel-l’Oratorio filippino della Vallicella a Roma, Emiliode’ Cavalieri nel 1600 presenta il suo capolavoro,la “Rappresentazione di Anima e Corpo”, unacomposizione a metà strada tra opera e oratorio,che prevedeva anche scenari, costumi, balletti esinfonie. L’azione di Cavalieri viene continuata daGiacomo Carissimi, il quale spoglia il drammamusicale religioso di esternazioni sceniche e con“Jephte” (1648) da’ origine ufficialmente all’Ora-torio. La sua influenza fu grandissima su compo-sitori come il napoletano Alessandro Stradella eil palermitano Alessandro Scarlatti. Nel 1620 ilcollaboratore di Monteverdi Alessandro Grandipubblica un libro di “Cantate ed Arie”, che daràinizio alla forma della Cantata, nella quale si al-ternano arie e recitativi. La Cantata italiana nascecome forma profana, mentre quella da chiesa saràportata avanti da autori protestanti, come Hein-rich Schutz, e sarà basata prevalentemente sulcorale.Mantova, alla fine del Cinquecento, per merito deiGonzaga, divenne un fiorente centro artistico,dove si radunavano pittori come il Rubens, poeticome il Chiabrera e musicisti come Marc’AntonioIngegneri, autore di molta musica sacra, e Ludo-vico da Viadana, autore dei “Cento concerti ec-clesiastici” (1605), importante documento dimusica sacra “concertata”, che prevede anche il

basso strumentale. In questo ambiente di nuoveesperienze musicali si trovò a lavorare come suo-natore di viola Claudio Monteverdi.Nonostante questo fervore verso la ricerca dinuove forme musicali, la polifonia proseguirà an-cora il suo cammino e ci saranno molti continua-tori diretti del Palestrina. Tra questi il principaleè Claudio Monteverdi (1567-1643), il quale,quando doveva comporre per il servizio liturgico,seguiva i canoni tradizionali. Infatti, le sue Messea cappella, pubblicate a metà circa del Seicento,presentano un arcaismo ascetico e una tenerezzatutta spirituale. Claudio scrive per ogni generemusicale, è l’iniziatore ufficiale del melodrammacon “L’Orfeo” del 1607, ma anche la sua produ-zione religiosa è ricca ed interessante. Egli scoprenuovi e più profondi rapporti tra il suono el’animo umano, tra le potenti energie sprigionatedal suono e le sublimi aspirazioni dell’anima. Ca-polavoro assoluto della musica sacra montever-diana e brillante esempio per futuri compositori èil “Vespro della Beata Vergine” (1610): un insiemedi mottetti mariani intrecciati con altri brani chemal si adattano al rito del Vespri della Vergine.Nonostante la mancanza di unità liturgica, i Ve-spri affascinano e stupiscono per la vastissima

La musica sacra dal Gregoriano al Novecento

di Guerrino Tamburrini

O. Gentileschi - Santa Cecilia e l'angelo

Page 7: Risveglio - ANBIMA

7

Risveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio Musicale

gamma di soluzioni stilistiche e formali, con l’usosia della polifonia classica sia della monodia ac-compagnata, sia dello stile a cappella sia di quelloconcertato e del canto gregoriano. Il Vespro sem-bra raccogliere quindici secoli di civiltà musicalein un nuovo modo di rapportarsi col divino. Mon-teverdi è il primo compositore moderno che sipone di fronte alla divinità con tutte le sue mise-rie, i suoi drammi e le sue esaltazioni. Brani chemeritano una menzione nel Vespro sono: “DixitDominus”, “Nigra Sum”, “Laudate Pueri”, “Pul-chra Es”, “Laetatus Sum”, “Duo Seraphim”, “NisiDominus” e il “Magnificat” conclusivo. Culminesonoro di questa grandiosa “Summa” della mu-sica sacra monteverdiana è il solenne “Amen” fi-nale. Il periodo veneziano di Monteverdi, perquanto riguarda la musica sacra, si conclude conla raccolta “Selva morale e spirituale” del 1640:un’antologia di composizioni liturgiche che è con-siderata il suo testamento. La raccolta comprendeMadrigali morali su testi di Petrarca, una Messaa 4 voci con continuo, Salmi, Inni mariani comeil Magnificat e la Salve Regina.Allievo di Giovanni Gabrieli e ispirato da Monte-verdi, il tedesco Heinrich Schutz (1585-1672),pubblica, a partire dal 1629, una serie di “Sinfo-nie sacre”, nelle quali rivela una perfetta cono-scenza della polifonia, accompagnata da unasapiente strumentazione. Schutz è stato il propu-gnatore della musica italiana in Germania e perla musica sacra ha composto Sinfonie sacre, Mot-tetti e Passioni.In Inghilterra la Chiesa anglicana propone unamusica sacra di corte, enfatica, declamatoria egradita al sovrano. Il maggior rappresentantedell’Anthem, che è l’omologo del mottetto, è statoHenry Purcell (1659-1695), il quale si imponenell’ambiente musicale per la singolarità delle suearmonie, spesso abbastanza audaci.In Francia Luigi XIV, il Re Sole, intervenne anchesulla musica sacra, controllando il numero e laqualità degli esecutori e la loro disposizione inchiesa: nasce così il “Gran Mottetto”, consono alclima pomposo e solenne presente nella sua cortee che caratterizzerà la musica sacra nella secondaparte del Seicento. Il musicista in grado di racco-gliere queste indicazioni fu Gian Battista Lulli(1632-1687), un italiano naturalizzato francese,musicista di corte e prediletto del sovrano, checompone 23 mottetti, tra i quali sei gran mottetti,che richiedono cori e orchestre da opera. La mu-

sica di Lulli è solenne e regale, piena di retorica,ma manca di animo e di profondità. Alla morte diLulli, che aveva monopolizzato la musica allacorte di Luigi XIV, in Francia si crea un vuoto, cheverrà colmato da Michele Riccardo de La Lande(1657-1726) che guiderà la musica sacra francesefino alla sua morte. Egli riporterà in Francia ilgusto musicale italiano, bandito al tempo di Lulli,e scriverà 40 grandi mottetti, dove introdurràl’aria concertata, cioè il dialogo tra il solista e unostrumento. Parallelamente a Lulli, ma al di fuoridella cerchia reale, opererà Marcantonio Char-pentier (1654-1702), che, seguendo Giacomo Ca-rissimi, si dedicherà alla cantata e all’oratorio,dove esprime forza drammatica ed espressività.La sua importanza fu riconosciuta solo dopo lamorte di Lulli, ma il suo richiamo alla cantata eall’oratorio non venne seguito da altri compositorifrancesi.Imponente si staglia nel Seicento la figura di Gi-rolamo Frescobaldi (1583-1643), clavicembalistae organista di Ferrara, soprannominato “mostrodegli organisti”. Poco si sa della sua giovinezza: a14 anni lo troviamo organista dell’Accademia

Frontespizio di “Fiori Musicali” di Frescobaldi - Venezia 1635

Page 8: Risveglio - ANBIMA

8

della Morte aFerrara, maquattro annidopo rag-giunge Roma ediventa organi-sta della basi-lica di S. Mariain Trastevere;in seguito ha lapossibilità divisitare leFiandre e diconoscere altrimusicisti. Nel1608 prendeservizio comeorganista dellaCappella Giu-

lia in San Pietro. Dopo un periodo fiorentino comeorganista alla corte del granduca Ferdinando II,nel 1634 torna a Roma come organista della cap-pella Giulia (raccontano gli storici che più di20.000 persone si accalcavano a S. Pietro per sen-tirlo suonare); manterrà questo incarico fino allasua morte.Frescobaldi è un figlio del Seicento, e come talenon usa il contrappunto puro dei fiamminghi, mainserisce nelle sue composizioni i virtuosismiespressi dagli strumenti, inframezzati da mo-menti accordali. Ma il suo virtuosismo non èvuoto sfoggio di abilità, come avveniva spessonella tradizione organistica precedente, ma rive-lazione di un mondo fantastico di straordinariafecondità, saldamente ancorato a profonde ra-gioni morali. È lui stesso a definire il suo stile ese-cutivo come una “maniera di sonare con affetticantabili e con diversità di passi”, non legato allascansione di un ritmo meccanico, ma “portando

la battuta hor languida, hor veloce e sostenendola

etiandio, in aria, secondo il senso delle parole”.Nelle sue composizioni per organo egli opera unasintesi del melodismo strumentale di Cavazzoni eMerulo, del principio della metamorfosi tematicadei Gabrieli, del cromatismo audace della scuolaveneta, del gusto contrappuntistico dei fiammin-ghi, della tecnica della variazione dei maestri spa-gnoli e dello Swelinck e dell’intensità espressivadella monodia accompagnata.I suoi successori organisti non hanno potuto nontener conto della sua opera, a cominciare da Ber-

nardo Pasquini, Johann Froberger, Dietrich Bux-tehude, fino a Johann Sebastian Bach, che, quasiottant’anni dopo, volle ricopiare di propria manola partitura dei “Fiori musicali”, in segno di stimae di continuità.L’elevazione è per Frescobaldi il momento miste-rioso in cui tutta la forza della meditazione e dellasua poesia si libera, si spande, germogliando inarmonie così grandi che si liberano da qualsiasiforma.Nei “Ricercari”, nelle “Toccate e nei “Capricci” diFrescobaldi ritroviamo il suo vero spirito, la suavera arte, fatta di essenzialità, che mette a duraprova l’interprete nello sforzo di far rivivere un lin-guaggio multiforme che per la sua estrema mobi-lità e inventiva può generare smarrimento in chisi ferma alle sole note e non allo spirito di quantoegli dice nelle prefazioni.Non si può non menzionare a questo punto lo“Stabat Mater” di Pergolesi (1710-1736), perché,anche se non rientra nella categoria della musicasacra nel senso stretto della parola, nessuno maiha saputo esprimere quella commozione profondae universale davanti al dolore e alla desolazionedi una madre che perde il proprio figlio, comel’autore marchigiano.Meritano una citazione anche l’oratorio “Judithatriumphans”, il “Gloria” e i mottetti “Nisi Domi-nus” e Beatus vir” di Vivaldi (1678-1741), per ilgrande impulso ritmico assegnato ai cori, soste-nuti sempre da un’orchestra molto efficace.L’evoluzione che ha subito la musica nel Seicentoha una spiegazione logica, ma se pensiamo aquello che succederà in seguito, sembra cheabbia preparato la strada ai due grandi geni dellamusica sacra che sono Haendel e Bach. Non sem-bra neanche una coincidenza che i due siano natinel 1685, Haendel il 23 febbraio e Bach il 21marzo.George FriderickHaendel (1685-1759) apprende leprime nozioni dimusica dall’organi-sta Friedrich Za-chow, ma appenane ha la possibilitàsi reca ad Amburgoa studiare con Rein-hard Keiser e giàper la quaresima del

Organo della Cappella Giuliain San Pietro a Roma

ritratto giovanile diG.F.Haendel

Page 9: Risveglio - ANBIMA

9

Risveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio Musicale

1704 compone una“Passione secondoGiovanni”. Poi viaggiamolto in Italia, dove sicimenta con l’oratorioe conosce lo stile melo-dico italiano, ma il suodesiderio era quello diandare a Londra, dovelavorerà dal 1710 al1759, componendofino al 1737 musicareligiosa ed operisticae dal 1738 oratori. Ar-rivato a Londra studia

la musica di Purcell, l’affermato genio musicaleinglese, e il trattato di pace di Utrecht gli offre l’oc-casione di comporre un “Te Deum” e uno “Jubi-late”, eseguiti nel 1713. Mentre era ospite delricco Duca di Chandos compone 11 “Chandos An-thems” (Salmi in lingua inglese) e 3 “Te Deum”.Per l’incoronazione di re Giorgio II (1727) scrissei “Coronation Anthems”, seguiti dal “Wedding An-them” (1736) e lo splendido “Funeral Anthem” perla morte della regina Carolina (1737). Ma la mu-sica religiosa assorbiva solo una piccola partedella sua prodigiosa attività musicale, concen-trata soprattutto nella composizione di opere e dimusica d’occasione.I 16 oratori di Haendel, che vanno dal libro diMosè alle gesta dei martiri cristiani, costituisconoun monumenti che ha il suo vertice nel “Messia”,il capolavoro assoluto, la cui musica non ha nulladi superficiale, ma proviene dal più profondo delsuo essere.Haendel e Bach sono stati due geni coetanei, duemondi diversi che, tuttavia, non si sono mai in-contrati. Mentre la musica di Haendel è una mu-sica espansiva, quella di Bach nasce nella mentee raggiunge le più intime profondità dell’animo.Johan Sebastian Bach (1685-1750) è prima ditutto un organista, poi un funzionario, un ope-raio, un lavoratore, guidato da una grande fede eda una profonda pietà cristiana, che era solitoscrivere sui suoi manoscritti “Soli Deo Gloria”. Isuoi primi lavori sono delle “Partite”, cioè delle va-riazioni su melodie di corali che lui doveva accom-pagnare. Già nel “Orgenbuclein” (45 preludi coraliordinati secondo l’anno liturgico) scopriamo gliammirevoli effetti descrittivi che costituiscono illinguaggio simbolico di Bach: la gioia, la paura

della morte, l’umiltà,l’esaltazione religiosa,la pazienza, la stan-chezza. Man mano lesue composizioni au-mentano per dimen-sioni e per complessitàfino ad arrivare algrandioso “Clavier-Übung” del 1739, nelquale i 21 corali, dalleproporzioni gigante-sche, esprimono tuttala sua fede; ci sono omaggi alla Trinità, al Batte-simo, alla Comunione e al Credo. In questo pe-riodo compone anche la maggior parte delle fugheper organo, precedute da preludi o toccate. Il secondo campo dove Bach lavora è quello delleCantate: composizioni basate su recitativi, soli,cori e orchestra. I testi sono di argomento sacro ecostituiscono cicli annuali di 59 cantate. Nei cin-que cicli completi pervenutici, Bach usa il suo lin-guaggio simbolico, introducendovi idee musicali,sentimenti, visioni spirituali che formano nel loroinsieme una vera miniera inesauribile. Il terzo campo dove Bach mostra il suo genio e lasua religiosità è quello delle Passioni. La “Pas-sione secondo S. Giovanni”, elaborata a Koethentra il 1722 e il 1723, anche se composta veloce-mente, è permeata della particolare poesia spri-gionata dal Vangelo del discepolo prediletto. La“Passione secondo Matteo”, invece, composta conpiù calma, si impone per l’ampiezza drammatica,la bellezza plastica dei suoi temi, la ricchezzasenza precedenti dei materiali musicali e per lasublime concentrazione di luci e di ombre. In-torno ai 40 anni Bach aspirava ad ottenere unposto alla corte di Sassonia, senonché il principeFederico Augusto II si era convertito al cattolice-simo e allora Bach, per ingraziarselo, si vide co-stretto a scrivere una messa in rito latino: lafamosa “Messa in Si minore”. Il luterano Bach dovette passare attraverso varitormenti per scrivere una messa secondo il ritoromano, ma la risposta fu un capolavoro, dove losforzo di sintesi tra lo spirito del cattolicesimo equello del protestantesimo raggiunge la massimaperfezione. Infine non possiamo dimenticarci del“Magnificat” scritto per i Vespri di Natale del1723; un’opera di soli dieci versetti, ma che spri-giona una gioia indescrivibile.

Ritratto di H. Purcelldi J. ClostermanRitratto di J.S. Bach

di J.J. Ihle

Page 10: Risveglio - ANBIMA

10

Dialogando con la presente rivista e muovendomi,come psicologa, nel campo della prevenzione, de-sidero esporre alcune riflessioni nella speranzache siano stimolo per ulteriori e più proficui ap-profondimenti.In quest’epoca di transizione in cui l’uomo che sidispera non sa scoprire la luce della coscienza, nécogliere l’unione con il divino, l’armonia musicalepuò rappresentare l’aiuto necessario per attivareuna forza interiore da praticare come esperienzad’amore che vive nel cuore.Attraverso i secoli un’immateriale perfezione unitaa precisa audacia armonica e melodica, ha con-globato esperienza acustica, estetica, psicologicain frequenze capaci di rendere chiaro e sicuro l’ac-cesso allo spirito.Da sempre la Chiesa tramite canti e tonalità spe-ciali elargisce enormi benedizioni. Tuttavia, ab-bandonato il latino, che veniva cantato senzaconoscerlo ma anche senza alterarne le potentifrequenze, sembra essere diminuito negli inni

l’impatto spirituale.Cambiando l’intonazione, la frequenza sonora o leparole, potrebbe essersi alterato il pensiero collet-tivo. Se una musica concepita per l’anima si famusica per le orecchie vengono soffocate le ma-trici del pensiero positivo e del benessere.Il simbolo che ha trovato forma, superata la di-mensione materiale, può ancora dar forza all’in-tenzione. Così una forma imparata a memoria eripetuta con lo stesso significato da molte per-sone, può avere un effetto mille volte più potentenel veicolare il significato stabilito e nel concen-trarsi là dove si trova il bisogno. Secondo la gene-tica delle onde, frequenze e parole che creanoemozioni elevate possono influenzare e riprogram-mare il DNA.Alcuni ricercatori russi hanno dimostrato chebuona parte del DNA viene utilizzata per comuni-care. Per questa ragione l’intelligenza umana ser-vendosi della risonanza matematica può tenderealla conservazione della vita e degli individui, ispi-

randoli ad essere più simili aDio.L’uomo che da sempre pos-siede una fame spirituale, hadentro di sé un’immensa ca-pacità di essere, di creare, diamare. L’impellente bisognodi espandere tale potenziale,se soddisfatto, allontana con-flitti emozionali e generazio-nali. In caso contrario scoppiain violenza o malattia come seuna pentola a pressioneesplodesse.Come già accennato in unprecedente articolo, l’in-fluenza del suono sulla fisio-logia umana studiata da partedella ricerca scientifica nel la-boratorio dell’Università pari-gina di Jessieau, ha messo inluce che alcuni tipi di celluleematiche umane, sottopostealla risonanza del suono

La potenza delle note musicali e delle loro frequenze

di Rosangela Sali

fig.1

Page 11: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

11

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

stesso, tendono ad ampliarsi e rivitalizzarsi nellaloro struttura. La cellula sana trova spazio etempo per risuonare positivamente nell’organismoumano in maniera che l’energia ricevuta, sincro-nizzandosi, venga restituita. Non è così in alcunecellule malate di cancro: esse si mostrano rigidee fisse nella loro struttura e trattengono l’energiafino a farsi esplodere. Durante la progressione delsuono nella scala musicale, le cellule malate siespandono, fino a provocare l’esplosione dellapropria membrana. Per questi esperimenti si uti-lizzò il suono di un gong caricato di armonici, poiil suono di uno xilofono e nove note in scala (fig.

1) ma il suono ottenuto con la voce umana fu ilpiù significativo, si ottenne, infatti, il risultato inun tempo più breve: nove minuti con sette notedal DO al SI (fig.2).A causa degli armonici che sono infiniti, come èinfinito lo Spirito, sembra che tale risultato sipossa ottenere con vari intervalli di settima. C’èin questi intervalli, specie nell’in-tervallo di settima diminuita, unalieve discrepanza che dà alla sim-metria fonica la possibilità di iden-tificarsi con un ritmo biologicodeviante per riportarlo poi lenta-mente al tempo giusto.Ogni orchestra prima di un con-certo sincronizza e armonizza glistrumenti musicali con una fre-quenza stabilita come unità di mi-sura: il LA a 440 Hz.Ogni nota della scala musicale hauna sua frequenza che è percepi-bile dall’orecchio umano, ha un va-lore che è perfettamenteassimilabile dal sistema nervosocentrale di ogni persona; senza es-sere un ultrasuono è matrice dipensiero positivo e di benessere.“A un contadino bastò recidere il

ramo di un albero per far volare un

falco che vi si era avvinghiato e che

rischiava di morire per fame”.Noi tutti possiamo dimenticarci diavere le ali ma forse è un miracoloimparare a usarle duranteun’emergenza.Un inno liturgico ispirato a Gio-vanni Battista, composto dal poetae storico Paolo Diacono, ispirò a

Guido d’Arezzo il nome delle note musicali. La li-turgia ancora oggi include tale inno nei Vespri delgiorno 24 maggio a conferma che ogni essereumano, utilizzando le facoltà spirituali vola al disopra dello spazio e del tempo.Se frequenze e tonalità musicali ci liberano daansie e sensi di colpa, se rompono schemi distrut-tivi, se riparano il DNA, se aprono a connessionie rapporti umani, se risvegliano l’intuito, se pre-parano il ritorno alla sorgente e all’uno, perchénon riflettere ulteriormente sulla parola “oncolo-gia” che deriva da oncos (peccato)? Molte vittimespesso inconsapevoli di questa deviazione cellu-lare, tanto presente nella nostra umanità, pro-vano a volare alto per lasciare nell’atmosferamessaggi simili a questi: peccato di non amarciabbastanza, peccato di non amare la creazione,peccato di non intrattenere un dialogo con Dio,peccato non portare la Verità nel dialogo con lepersone!

fig.2

Page 12: Risveglio - ANBIMA

12

Si è creato molto scalpore intorno alle dichiarazioni

di un allenatore di calcio, che ha paragonato la sua

squadra ad una “banda musicale”, intendendo con

questo un’accozzaglia di elementi che vanno cia-

scuno per conto proprio, senza un’idea comune né

un risultato apprezzabile. Insomma, un modo come

un altro per denigrare, dire male, far colpo negati-

vamente.

Ho trovato semplicistico che da parte di operatoridel settore ci si sia scandalizzati, e si sia gridato“al lupo!” mettendo all’indice un povero (si fa perdire, naturalmente) ex calciatore, il quale, invece,non ha fatto altro che interpretare il comunesenso “culturale” italiano.Sono anni che faccio notare episodi come questo,che si ripetono a scadenze quasi preordinate,coinvolgendo a turno questo o quel rappresen-tante dei vari mondi che non hanno direttamentea che fare con le bande: giornalisti, scrittori, mu-sicisti “colti”, “rock” o “leggeri”, presentatori o per-sonaggi televisivi, sportivi, eccetera eccetera.Un altro fatto dello stesso tono (che ho già citato,ma talvolta repetita iuvant) è accaduto nel 2014,a proposito degli scioperi all’Opera di Roma: due

autorevoli e preparati giornalisti italiani (FilippoFacci e Massimo Gramellini) hanno, anch’essi,utilizzato la banda come esempio musicale nega-tivo, scrivendo esattamente: “l’orchestra del-l’Opera di Roma è poco più di una banda” (Facci)e “l’Opera è l’Alitalia dei teatri: ha costi da Metro-politan e produttività da banda di paese” (Gramel-lini).Ma ricordo (per brevità non le cito) molte altre oc-casioni simili, e a poco valgono le consolanti pa-role di Muti sulle bande, giacché il Maestro stessoha in mente un modello di banda (e di musicabandistica) che forse non è del tutto, diciamo, ag-giornato.Ma non sarà allora il mondo bandistico stesso,per caso, a dare quest’immagine a chi evidente-mente non lo vive nei suoi virtuosistici (laddove cisono) dettagli?Io sono accusato da tempo immemore di “ameri-canofilia”, e ne pago le conseguenze con un certoe pervicace ostracismo, con attacchi personali avolte pesanti, giudizi e pregiudizi: ebbene, possi-bile che in momenti come questo non ci si chiedaperché, negli USA, nessuno sportivo avrebbe maie poi mai utilizzato quel paragone per parlaremale della propria squadra?La risposta sarebbe semplice: non lo avrebbeusato perché la banda in quel Paese fa parte del-l’educazione collettiva e negli anni (son quasicento ormai!) ha saputo affermarsi come mediumserio e vincente, soprattutto grazie ai compositoriche hanno scritto per essa brani importanti, ingrado di riscattarla ampiamente da qualsiasi im-magine negativa.I primi a scrivere per banda negli Stati Uniti sonostati certi Grainger, Respighi, Copland, Gould,Creston, Schoenberg, Milhaud, ovvero il meglioche gli americani avessero a disposizione, senzasconti. Quando, negli anni Cinquanta, si sono ac-corti di aver bisogno musica di qualità anche peri gradi inferiori, hanno chiamato Mario Castel-nuovo Tedesco (to’, un altro italiano!) che inse-gnava a Los Angeles e lui rispose raccomandandouno dei suoi studenti migliori, un certo Frank

Le affermazioni di Gattuso valgono una polemica?

di Lorenzo Della Fonte

Lorenzo Della Fonte

Page 13: Risveglio - ANBIMA

13

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

Erickson.Oggi, coloro che scrivono i brani più significativi(anche di grado 3) e si chiamano Whitacre, Mac-key, Bryant, hanno studiato alla Juilliard conJohn Corigliano, uno dei più grandi compositoritout court viventi, ovviamente molto più noto al difuori dell’ambiente bandistico.La prima esecuzione della Terza Sinfonia dellostesso Corigliano ha avuto luogo nel 2005 allaCarnegie Hall di New York (io c’ero), che sarebbecome dire una banda alla Scala, non a fare il pal-coscenico per un’opera né le trascrizioni delle ou-verture, ma un concerto sinfonico in piena regola,con brani originali, trattato allo stesso modo diquello dell’orchestra che esegue Mahler (c’eraanche Cosmosis di Botti, e da allora al momentoin cui scrivo le uniche esecuzioni di questi pezziin Italia sono quelle che ho diretto io… un pec-cato).Negli USA, semplicemente non si può parlaremale di un mondo del genere. Semplicemente nonpuò avere accezioni negative. È un mondo impor-tante, conosciuto, stimato, rispettato. Offre edu-cazione, socialità, insegna a “fare squadra” e gliamericani (tutti, perché ci sono passati) lo sannobenissimo. È un mondo prezioso per loro, guai adileggiarlo. Quasi lo stesso dicasi per il Giappone,per certe zone di alcuni Paesi europei come Belgio,Olanda, Svizzera, Spagna, e persino per alcuniPaesi considerati “terzo mondo” come il Vene-zuela.Mi viene in mente un episodio di cui sono statotestimone mentre ero in visita per dirigere a unafamosa Università del Texas: squilla il telefono deldirettore, lui risponde, sbianca e riesce solo amormorare qualche parola di circostanza primadi riagganciare. Era stato appena informato cheun ex studente, divenuto poi petroliere, aveva la-sciato in eredità alla banda dell’Università qual-cosa come 400.000 dollari. Uno che nella vitaaveva fatto tutt’altro, si era ricordato, in punto dimorte, dei suoi trascorsi bandistici, ed evidente-mente se n’era ricordato bene! Al di là del colpodi fortuna e della circostanza più unica che rara,questo episodio rende però l’idea di quanto (ecome) sia considerata la banda negli Stati Uniti.Un uomo, pur ricco, non toglie quasi mezzo mi-lione ai suoi familiari per regalarli a un gruppomusicale se non ha una fortissima motivazione,se non è supportato anche da un’opinione pub-blica che comprende il valore della musica, e di

quella bandistica in particolare.Se in Italia, invece, ancora larga parte del mondobandistico si ostina a proporre musica di scarsaqualità con la scusa che è di facile (?) esecuzione,se le nostre bande più blasonate eseguono in te-levisione arrangiamenti di canzonette, se gli au-tori, perlopiù, non arrivano da importanti cattedredi Composizione, se i concorsi bandistici (alle cuisirene vedo che è difficile sfuggire) sono spessocondizionati da editori e operatori turistici, il ri-sultato nell’opinione pubblica (non tra gli addettiai lavori, ovviamente) non può essere che quelloespresso dal mister del Milan. E senza che ci siail bisogno di giudicarlo positivamente o negativa-mente: è questo, e stop, drammaticamente inter-pretato da un ex centrocampista.Se John Corigliano viene in Italia (una volta ognitrent’anni) e alla sua masterclass (gratuita!) nonsi vede un solo compositore (ma nemmeno diret-tore) per banda italiano, non ci si lamenti poi delleparole di un Gattuso qualsiasi. Il nostro dovere loavremo pienamente fatto solo quando non ci saràpiù nessuno che possa usare frasi del genere, nonprima.Si provi una buona volta a cambiare seriamentestrada, ma tutti quanti, insieme, senza pregiudizie mettendo da parte interessi personali o di par-rocchie, e forse un allenatore di pallone, fratrent’anni (io non ci sarò più, rassicuratevi), diràsolo “ora sembriamo l’armata Brancaleone”, vistoche nel 2048 di questa polemica non si ricorderàpiù nessuno, ma di Monicelli sì.Perché la cultura del cinema, quella c’è: grazie aisuoi importanti autori che non hanno mai avutopaura di “non piacere al pubblico” ma lo hanno,negli anni, educato. Proprio quello che dovremmofare noi, al posto di inveire.

Gennaro Gattuso

Page 14: Risveglio - ANBIMA

14

È il 1918. Il primo conflitto mondiale volge al ter-mine. Il tenente di artiglieria Giovanni Bassan,troppo malato per prendere parte alle decisive ope-razioni militari sul fronte di guerra, viene trasferitopresso il Forte Montecchio, impervio e isolato avam-posto arroccato sulle montagne lombarde, dal qualesi attende l’inevitabile invasione nemica provenientedalla Svizzera. La malinconia e la rassegnazionesono i sentimenti che pervadono l’animo di Giovannidurante la sua permanenza al Forte: l’austerità delluogo, le assurde e rigide regole che i soldati sono te-nuti a rispettare, l’intransigenza espietatezza dei superiori gettanoBassan in uno stato di malessere einsoddisfazione. Lui che, primadella guerra, era un maestro discuola. È in quella fortezza che siperde la concezione del tempo, re-stando sospesi tra l’egoismo, le an-gosce e le illusioni che accelerano lepulsazioni del suo cuore malato.Nel piccolo drappello di soldati, cheha il compito di sorvegliare senzasosta al di là del confine in attesa diun possibile attacco da parte del ne-mico austriaco, emerge il giovanetrombettiere Domenico che, propriocome il tenente Bassan, non è poicosì tanto convinto del potere catar-tico della guerra e si mostra piùvolte poco ligio alle regole impostedai superiori, preferendo allietare i compagni com-battenti con «la musica del nemico». Incaricato di co-stituire una banda musicale per accogliere il nuovocomandante della Frontiera Nord in visita al Forte,Domenico riesce a infondere in Giovanni la passioneper la musica e a rendere la sua condizione di sol-dato meno insopportabile.Per sfuggire la realtà soffocante di Forte Montecchio,il tenente Bassan riesce a ottenere brevi licenze chegli consentono di recarsi a Dongo, ridente paesinoin riva al lago di Como. È proprio qui che avvienel’incontro con Livia, pianista dall’irrefutabile fascino,la cui entrata in scena rompe inesorabilmente la mo-notonia dell’esistenza di Giovanni e fa riaffiorare inlui quella gioia di vivere che sembrava essere per-duta per sempre. «Era, per così dire, attraente, con-

turbante, come vedere una donna vestita da maschio

e coi capelli corti. Anche eccitante, e non so se fosse

per la situazione in cui mi trovavo – visto che stavo

osservando qualcosa di proibito – o per puro deside-

rio». Immersa tra le note del suo pianoforte, Livia,«delicata e fragile come una rosa», si trasfigura e ilsuo carattere si fa più deciso e sicuro. «Forse è la

combinazione esatta delle note, la precisa sovrappo-

sizione delle altezze, a causare la metamorfosi. Quei

suoni che vibrano definiti, e spengono i loro battiti

asincroni uno dentro l’altro, come se il cuore di

ognuno di essi si fermasse; quei

suoni, è come se generassero la rea-

zione chimica decisiva».Da anni, tuttavia, le esecuzioni mu-sicali della giovane donna termi-nano tutte allo stesso modo. Lostruggente e mefistofelico Gran Duo

per pianoforte e violoncello di Cho-pin su temi dell’opera Roberto il Dia-

volo viene puntualmente interrottoappena prima del finale. Poi, d’untratto, le crisi. Crisi terribili, come«la piena di un fiume che travolge

ogni cosa al suo passaggio, appre-

standosi a raggiungere una grande

cascata, dove non si sa cosa succe-

derà. La vita, o la morte, probabil-

mente». Perché tali diabolichesonorità angosciano a tal puntoLivia? Per quale motivo la sua fami-

glia la tiene rinchiusa in casa? Perché un talento delgenere non si esibisce in pubblico da anni? Chi sonoi diavoli che la tormentano senza tregua? Al tenenteBassan non resta che indagare sul suo misteriosopassato: probabilmente, ha trovato qualcosa che lospaventa più della guerra.All’infuori di alcuni personaggi storici presi in pre-stito, del Forte Montecchio, delle descrizioni paesag-gistiche e di qualche evento storico narrato, nellatrama non vi è un’attinenza specifica con la realtà.L’ispirazione, tuttavia, viene proprio da una storiavera, quella della bisnonna paterna dell’autore, chelo ha incuriosito e affascinato a tal punto da intrec-ciare corsi e ricorsi storico-familiari con la fantasia.Notevole è la capacità di Lorenzo Della Fonte di co-struire, con uno stile asciutto e a tratti ironico, una

Chopin non va alla guerraRecensione a cura di Marta Petrella

per gentile concessione del sito letteraturaecinema.blogspot.it

Page 15: Risveglio - ANBIMA

15

Le recensioniLe recensioni

O mia Bèla MadoninaStoria dell’inno di Milano e del suo cantore Giovanni D’AnziEditore: Curci

Autore: Giancarla Moscatelli

Costo euro 14,00

Ho avuto la fortuna di fare il servizio militare a Milano, nella gloriosa Fanfaradei Bersaglieri della Terza Brigata “Goito” allora, (1985) sotto la direzione delvulcanico e indimenticato capo fanfara Leandro Bertuzzo. La caserma “Mameli”era al 125 di Viale Suzzani, nella zona dell’ospedale Niguarda ed era ospitatoal proprio interno il diciottesimo battaglione “Poggio Scanno”. Era l’epoca dellaMilano “da bere”, una grande metropoli che per un giovane di vent’anni prove-niente da un piccolo paese del territorio biellese allora in provincia di Vercelli, appariva come unabella ragazza da corteggiare e scoprire in tutto il suo fascino. Scorrendo le pagine del libro di Gian-carla Moscatelli sulla storia della celebre canzone, sono riaffiorati alla memoria ricordi indelebili diquesta città dove ho vissuto durante la naja per sei mesi. Nelle circa sessanta uscite tra servizi econcerti con la Fanfara del “Terzo” ho avuto modo di suonare “O mia Bèla Madunina” moltissimevolte. La canzone che identificava i milanesi e non solo, (il libro lo spiega molto bene) faceva partedi un pot-pourri intitolato “Fantasia Nord–Ovest” che regolarmente era proposto nelle varie esibizionie conseguiva regolarmente un grande successo. Il libro traccia un vivido ritratto del compositoreGiovanni D’Anzi (1906 - 1974) e racconta com’è nata la canzone simbolo dei milanesi. E’ un testodal taglio piacevolmente divulgativo – cifra caratteristica dell’autrice, anche nelle sue affollate con-ferenze sulla storia musicale meneghina – e fa rivivere l’atmosfera degli anni Trenta attraverso unamiriade di splendide immagini d’archivio, di preziose informazioni storiche e di gustosi aneddoti dicostume. «Perché O mia bèla Madonina era ed è la canzone di Milano, suonata, conosciuta e cantataancora da generazioni di milanesi di nascita o di adozione. La Madonnina è il simbolo della città, inun certo senso incarna lo spirito di unità e sacrificio che ha da sempre animato la comunità mila-nese. Sotto di lei si sono ritrovate tante persone che hanno sperato in nuove opportunità, inseguitoi propri sogni, cercato e messo radici, plasmando il volto della città che oggi conosciamo».

Massimo Folli

narrativa avvincente intorno alla quotidianità dellaguerra, vista dagli occhi della protagonista: da unlato il fronte - dove gli uomini muoiono senza un per-ché, e se guardi nei loro occhi, amici o nemici, scopriche in fondo siamo tutti uguali -, l’estenuante attesadel nemico, le assurde battaglie volute da coman-danti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, lapaura della morte, la lotta per la sopravvivenza;dall’altro la speranza offerta dalla musica, dalla poe-sia, dall’amore, dall’amicizia. Il tutto mescolato conle vicende intime dei personaggi, tra i quali emer-gono, oltre al tenente Bassan, l’irriverente trombet-tiere e amico Domenico, la seducente e misteriosaLivia, l’intransigente maggiore Zocchi, per citarne al-cuni.Davvero suggestiva, inoltre, è la descrizione, «un po’fisica e un po’ surreale», delle ambientazioni del rac-conto, nelle quali si ha come la sensazione di per-dersi: il fronte, chilometrica e sanguinolenta feritache divide popoli e lingue; la lugubre Montagna ma-ledetta, dipinta del sangue delle ferite dei soldati, laquale tormenta le sue notti insonni; la foce dell’Adda

e i placidi voli degli uccelli; la graziosa cittadinaDongo, palcoscenico dell’affetto che lega Bassan agliamici Alberto e Mara e alla sua amata Livia; il si-nuoso profilo delle verdi e rigogliose vallate che cir-condano il Forte Montecchio; la neve che riempie leasperità e rende il mondo più conciliante. «Stento a

crederci che in quest’atmosfera a qualche idiota

possa venire in mente di invaderci». Altrettanto pre-gevoli sono i molteplici riferimenti alla grande mu-sica italiana, austriaca e tedesca - Hummel, Mozart,Haydn, Beethoven, Schubert, Chopin, Verdi - che fada sottofondo all’intero romanzo. L’iniziale legge-rezza della narrazione degli eventi lascia spazio a unprogressivo e crescente pathos nel racconto chescorre in un periodare fluido, cristallino, immediato,ricco di dialoghi avvincenti e appassionati. È un ro-manzo che, proprio come il Gran Duo di Chopin, tra-volge, a tratti stravolge, crea ansia, s’insinua nellamente e nel cuore del lettore, il quale, con velata tre-pidazione, accompagna il tenente Bassan fino allafine del suo travagliato viaggio. Fino al gran finale.

Page 16: Risveglio - ANBIMA

16

Probabilmente l’orchestra di fiati che ha ese-guito la musica originale per banda per laprima volta in Italia, è stata l’Orchestre d’Har-monie du Val D’Aoste, una importante compa-gine musicale nata nel 1986 per volontà del suofondatore, il maestro Lino Blanchod. Nacquequasi casualmente, dagli ex allievi di Blanchod,che in quel tempo era docente di ottoni, riunititutti per fare un concerto. Il primo concerto èstato eseguito a Châtillon e successivamente intutta la Valle D’Aosta. Fu un vero successo,tanto che decisero di continuare a far esisterequesta realtà bandistica.

Maestro Blanchod, quando si è avvicinatoalla musica?Molto giovane, grazie alla nonna che mi rega-lava le fisarmoniche invece delle biciclette. Suo-navo il Tango del Mare e Piccola Vagabonda. Poimio padre mi ha portato alla banda di Châtillone iniziai a suonare la tromba e il trombone. Poiho frequentato il conservatorio di Torino.

Quindi della musica ne ha fatto una vera epropria professioneCertamente, ho insegnato al conservatorio diAlessandria tromba, trombone e tuba. Diecianni dopo sono diventato direttore del conser-vatorio di Aosta fino ad arrivare alla pensione.

E la banda?Ho sempre avuto la passione per la banda. Dalconservatorio ho fondato la “Orchestre d’Har-monie du Val D’Aoste”. Poi mi recai in Spagnadove ho ascoltato musica che in Italia non si fa-ceva. Invece degli arrangiamenti e delle trascri-zioni delle canzonette, eseguivano musicaoriginale per banda. Decisi così di portarla inItalia ma non fu accolta bene da tanti elementidella mia banda, in molti se ne andarono. Gra-zie alla scuola di musica e quindi ai giovani, horimesso su questa formazione composta non daun numero casuale di strumentisti, ma da unaformazione ben bilanciata. Ora si suona ad ot-timi livelli! Non posso non ringraziare Jan VanDer Roost che ha fatto a suo tempo un lavoro

Le interviste di Roberto Bonvissuto:

Lino Blanchod

Page 17: Risveglio - ANBIMA

17

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

fantastico sulla mia banda.

Secondo lei, i problemi che le bande spessohanno, parlando non di burocrazia ma a li-vello musicale, quali potrebbero essere?Il problema delle bande sono spesso i maestriche hanno paura di far dirigere la propriabanda ad altri maestri. Sarebbe ottimo se nellebande ci fosse un cambio di maestro ogni tanto.Poi al bandista non posso dire sempre e solo“bravo” perché non migliorerà mai. Non c’è sin-cerità. Quando sbagliano, è giusto farlo notaresenza timore. Poi i maestri dovrebbero ascoltaremusica di grandi autori, Puccini, Mascagni,Wagner, Bruckner… allora un maestro potràmigliorare.

Un suo compositore preferito?Van Der Roost, Ferran, anche altri, italiani,come Ortolano e De Paola.

Tornasse indietro neltempo, cosa cambie-rebbe? Ha un rimorso?Sinceramente non hograndi rimorsi. Ho sempreguardato avanti… ecco,forse se avessi studiato econseguito il diploma dicomposizione.

La musica per Lei è…La mia vita sempre, finoalla morte! Mi trasmetteemozione, pelle d’oca.

Come migliorerebbe labanda?Partendo dai maestri e daipresidenti che devono

creare una grande scuola perché solo così fa-ranno una grande banda! Maestri e presidentinon devono coltivare il loro orticello, devono in-vece invitare i loro strumentisti ad andare asuonare anche altrove per rimanere in eserci-zio.

Da quando sta organizzando corsi con l’Or-chestre d’Harmonie e perché?Abbiamo iniziato nel 2010 con il maestro FerrerFerran a istituire corsi di interpretazione dellamusica. Poi nel 2016 abbiamo tenuto il bien-nale con Jan Van Der Roost, nel 2017 conThierry Weber e Franco Cesarini e nel 2018, amarzo, con il maestro Fulvio Creux. Questicorsi li vogliamo fare per la banda, per i nostriragazzi, per farli crescere musicalmente.

Per il futuro cosa si aspetta dalla suabanda?Un corso nuovo, sempre biennale, con il mae-

stro Franco Cesarini.Stiamo già iniziando a con-cretizzarlo. Poi mi piace-rebbe parteciparenuovamente a concorsicome “Riva del Garda” edaltri di grande importanza.

Veramente un’orchestra difiati ben preparata questa“Orchestre d’Harmonie duVal D’Aoste”, nata casual-mente e supportata graziealla sensibilità dell’Ammini-strazione della Regione Au-tonoma della Val D’Aostache ha sempre creduto inquesta realtà bandistica.Come non dargli torto!

Il M° Blanchod

Page 18: Risveglio - ANBIMA

18

Influssi strumentali nell'arte organaria nei se-coliSin dai primi organi risalenti al sec. XV comin-ciano ad apparire nell'arte organaria italiana re-gistri che tendono ad imitare il timbro deglistrumenti a fiato, flauti soprattutto e cornamuse(1475, Bologna, S. Petronio [Lorenzo di Giacomoda Prato]); nel sec. XVI si aggiungono i trombon-cini, il trombone, la zampogna e il tamburo (1506,Roma, S. Maria della Pace [Giovanni Donadiodetto il Mormanno], 1516, Ferrara S. Maria inVado [Giovanni Battista Facchetti], 1524, Mo-dena, S. Pietro [Giovanni Battista Facchetti],1532, Valvasone, duomo [Vincenzo Colombo],1536, Brescia, duomo [Gian Giacomo Antegnati],1556-57, Bologna, S. Martino [Giovanni Cipri],1581, Brescia, S. Giuseppe [Graziadio Antegnati],1583, Roma, S. Apollinare [Sebastian Hay], 1585-86, Roma, Aracoeli [Domenico Benvenuti e Fran-cesco Palmieri], 1596, Bologna, S. Petronio[Baldassarre Malamini], 1599, Roma, S. Giovanniin Laterano [Luca Blasi]; nel sec. XVII appaiono ilcornetto, la tromba, il flautino, il corno, l'oboe,l'ottavino, il violoncello, il mosetto, il regale, letrombette, i timpani (1650, Como, duomo [Gu-glielmo Hermans], 1656, Genova, S. Maria in Ca-rignano [Guglielmo Hermans], 1669, Pistoia,Santo Spirito [Guglielmo Hermans], 1679-83, Pa-dova, S. Giustina [Eugenio Casparini], 1686,Trento, S. Maria Maggiore [Eugenio Casparini];con i secoli XVIII e XIX l'esplosione degli stru-menti che imitano bande e orchestre raggiunge ilculmine annoverando i rosignoli, il fagotto, il cla-rone, la bombarda, il cornettone, la musetta, ilclarino, i campanelli, il flautone, il piffero, il cornoinglese, la piva, la cornetta, il rollante, la viola, lavioletta, l'arpone, il sistro, il timpanone, il contro-fagotto, il cimbasso, l'oficleide, i piatti, la gran-cassa, banda albanese, il violone, la bandamilitare, il flauto czakan, la gamba, il violino, ilcorno di bassetto, il triangolo, l'eufonio, la fisar-monica, il serpentone, il bombardino, la tuba mi-rabilis, il flicorno, il cromorno, a controgamba

(1716, Verona, S. Tomaso Cantuariense [Giu-seppe Bonatti], 1732, Arco, collegiata [GiuseppeBonatti], 1736, Pisa, S. Stefano dei Cavalieri [Az-zolino della Ciaia], 1755, Catania, S. Nicolò al-l'Arena [Donato del Piano], 1737, Padova S.Giustina [Pietro Nacchini], 1750, Treviso, S. Mariadei Battuti [Pietro Nacchini], 1758, Caselle d'Alti-vole, S. Michele Arcangelo [Antonio Barbini],1780, Trieste, duomo [Francesco Dacci], 1797,Lugo di Romagna, Carmine [Gaetano Callido],1801, Venezia, S. Moisè [Gaetano Callido], 1782,Bergamo, S. Alessandro in Colonna [Fratelli Se-rassi], 1791, Fossano, duomo [Fratelli Serassi],1818, Viverone, parrocchiale [Fratelli Serassi],1825 e 1838, Piacenza, S. Maria di campagna[Fratelli Serassi], 1835, Lodi, duomo [Fratelli Se-rassi], 1836, Trieste, S. Antonio nuovo [GiovanniBattista De Lorenzi], 1839, Vercelli, S. Andrea[Luigi Maroni Biroldi], 1849, Acireale, duomo[Piantanida], 1845, Brescia, S. Maria delle Grazie[Fratelli Serassi], 1848, Novi Ligure, duomo [Fra-telli Serassi], 1850, Roma, Stimmate di S. Fran-cesco [Adeodato Bossi Urbani], 1857, Bergamo, S.Anna [Fratelli Serassi], 1866, Pavia, S. Francesco[Fratelli Lingiardi], 1874, Acqui Terme, duomo[Camillo Guglielmo Bianchi], 1877, Cremona,duomo [Pacifico Inzoli], 1884, Palermo, duomo[Alessandro Giudici]1884, Dogliani, parrocchiale[Fratelli Vittino], 1885, Pesaro, Liceo [Giacomo Lo-catelli], 1886-88, Como, duomo [Pietro e LuigiBernasconi]1887, Besozzo, chiesa prepositurale[Giacomo Mascioni e Figli].

La creatività originale organistica d'influenzastrumentaleNell'arco di oltre quattro secoli si assiste adun'ubriacatura organaria-strumentale al pari diun fanatismo incontrollato; ne sono coinvolti icompositori fortemente condizionati dallo stileteatrale, gli organisti avidi di nuovi organi teatral-sinfonici ed i maestri d'organi, supini al volere deicommittenti per non perdere vantaggiose commis-sioni. La creatività muove in tal direzione, la

La creatività musicale di ispirazione sacra e organistica

per bandadi Arturo Sacchetti

Page 19: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

19

scuola d'organo sforna trattati atti ad educare gliorganisti all'uso di organi teatrali e la Chiesa su-bisce ed accetta. Alcune voci si levano ed è illu-minante citarne alcune: Gaspare Spontini(gennaio 1839, <<Rapporto intorno la riformadella musica di chiesa>>): […] proibendo l'usodegli Istromenti da Orchestra a riserva dell'Or-gano, Violini, Violoncelli, Fagotti, Viole e Violoni[…] e col bandire però severissimamente la gran-cassa, il grosso tamburo, i piatti, i triangoli el'abuso smodato dei tromboni. […] non si permet-tano agli Organisti di eseguire sull'Organo i pezzidi musica da teatro. […] La prima, a immediata ela più severa legge proibitiva però dev'esser quelladello sbandimento delle così dette Sinfonie, cioèaperture delle opere di teatro che si eseguisconoscandalosissimamente nelle Chiese, allo stuporedi sdegno di tutte le nazioni del Mondo, viaggiatoriqui riuniti in Roma che le ascoltano si scandaliz-zano e ne fremono, udendole segnatamente nel-l'istante della Consacrazione e Consumazionedell'Agnello immacolato della Santa Messa! […]Intendo dire a questi Signori Compositori e Suo-natori di Organo: cessate di profanare la Chiesacolle lascive ed impure melodie di teatro, di fe-stini, di ballo, di waltz e di marcie militari, ed in-troducendo una musica rancida, insignificante,triviale, monotona e noiosa, […] evitate le maniereesagerate, i singhiozzi, i staccati, i scorsi, le for-

mole bizzarre e burlesche, le caricature degli or-namenti, le contorsioni e i salti mortali, tutte coseridicole e ributtanti perfino nelle produzioni buffee serie teatrali introdotte da tanti nel moderno se-dicente genere di canto e composizione. […] Sì, loripeto, tali e tanti esempi di profanazione de' luo-ghi sacri colla introduzione in essi della musicaoscena delle opere teatrali, non l'ho affatto trovatinelle Chiese e neppure nei templi di differenti Co-munioni nella Germania tutta, né in Francia, néin Inghilterra, né in Elvezia, né in altri Stati, masolo nella mia Italia, nei Stati Pontifici e segnata-mente in Roma, dove il più è praticata da ine-sperti Principianti, o da inabili e non istruitiadulti, intrusi con irregolari mezzi nella usurpatacarriera del non meritato diritto di battere musi-che nelle Chiese. […] Siccome non si potrebbe conquesto nuovo Editto ed Ordinanza dare il genio,talento ed abilità a quei Maestri Compositori, eSuonatori d'Organo che non hanno saputo finorache impasticciare la musica delle opere sentite sui teatri. [...]>>.; Franz Liszt (28 marzo 1839,<<Sulle condizioni della musica in Italia>>): […]Spontini non abbandonò il pensiero di rendere ilsuo soggiorno utile alla patria … colpito dalla de-cadenza in cui era precipitata la musica religiosa,pensò si potesse tentare una riforma in questocampo … urtato, scandalizzato come lo sono tuttiquelli che uniscono al sentimento religioso quello

Page 20: Risveglio - ANBIMA

20

artistico, di sentire durante l'ufficio liturgico e lacelebrazione dei sacri misteri, soltanto ridicole esconvenienti riminiscenze teatrali; pieno di colleranel vedere l'organo, maestosa voce delle catte-drali, far risuonare le sue lunghe canne di caba-lette alla moda, concepì il nobile progetto distrappare questo scandalo alla Chiesa. […]>>.;Hector Berlioz: […] si celebrava il servizio funebre,tutta la chiesa era parata di nero, l'immenso ap-parecchio funebre dei preti, catafalchi, fiaccole,invitava a tristi e grandi pensieri … l'organistaaveva tirato il registro dei flautini e folleggiavanelle zone acute della tastiera, fischiettandoariette allegre come fanno gli scriccioli quando, al-lineati sui muri d'un giardino, si scaldano ai pal-lidi raggi del sole d'inverno>>.; la cronaca diBerlioz non risparmia la basilica vaticana e scen-dendo nei particolari delinea una delle più as-surde situazioni musicali dell'Ottocento italiano:<<[...] durante gli intervalli riempiti dal cantopiano dei preti, gli esecutori, incapaci di contenereil loro demone musicale, preludiavano ad alto vo-lume, tutti insieme, con sangue freddo incredibile:il flauto lanciava squilli in re, il corno suonavauna fanfara in mi bemolle, i violini facevano ama-bili cadenze, gruppetti brillanti, il fagotto, tuttogonfio d'importanza, soffiava le sue note basse fa-cendo schioccare le chiavi, mentre il cinguettiodell'organo dava l'ultimo tocco brillante a questo

concerto inaudito, degno di Callot … e tutto que-sto accadeva alla presenza di un'assemblea di uo-mini civili, dell'Ambasciatore di Francia, delDirettore dell'Accademia, d'un corpo numeroso dipreti e cardinali davanti ad una riunione di artistidi tutte le nazioni. La musica era degna degli ese-cutori. Cavatine con crescendo, cabalette, corone,gorgheggi […] ho ascoltato frequentemente nellealtre chiese le sinfonie del Barbiere di Siviglia,della Cenerentola e dell'Otello di Rossini, e questecomposizioni costituivano il repertorio predilettodegli organisti e concorrevano al servizio divino>>;ed ancora Giuseppe Arrigo, rinomato compositoree organista, nel 1875, scrive nel volumetto <<L'or-gano nel santuario e la musica religiosa>>: […] Ilvero tipo di musica religiosa nessuno ha potutoancora definire, e crediamo che esso esista sol-tanto nell'ideale degli appassionati che lo propon-gono. […] Supposto che un tale non avesse maisentita quella celebre opera di Bellini, la Norma,ed in chiesa per la prima volta avesse ad udireeseguita quella stupenda introduzione, che purtanto ritrae di quel carattere che vuolsi chiamarreligioso, rivestendo di quelle sublimi note qual-che analogo brano dei sacri testi, vi sarebbe a me-ravigliare se esso esclamasse estatico: “Questo èil vero tipo della Musica Sacra!”, ed avrebbe eglipiù torto o ragione di un altro, che dopo averla in-tesa nella sera antecedente a suo posto sul pal-

Page 21: Risveglio - ANBIMA

21

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

coscenico di un teatro gridasse l'ostracismo allamedesima? [...]>>.Il quadro delineato, peraltro incompleto, pone inluce alcuni aspetti, che pur dimostrando un coin-volgimento dei musicisti ai problemi del linguag-gio della musica sacra, nello stesso temposuscitano dubbi ed interrogativi. Se ne possonocitare alcuni, considerando tuttavia che la tratta-zione di un momento storico così ricco di fermentirichiederebbe uno studio razionale e specialistico:1) Per qualche motivo il problema della musicasacra, avvertito sin dalla prima metà del Sette-cento ed acuitosi nei primi anni dell'Ottocento,trovò musicisti sensibili alla questione (Spontini,Liszt, i membri della Pontificia Congregazione edell'Accademia di S. Cecilia) ed altri – ad esempioRossini – completamente indifferenti? (desta sor-presa il fatto che Rossini, scrivendo a Luigi Criso-stomo Ferrucci, famoso latinista e bibliotecario, aquel tempo, della Laurenziana di Firenze, invochidal Pontefice Pio IX l'autorizzazione ad ammetterealle esecuzioni in Chiesa delle donne accanto agliuomini e non si mostri per nulla preoccupatodella decadenza della musica sacra ed informatodel “Rapporto” stilato da Spontini considerandoche dal 1836 visse stabilmente a Bologna). 2) Lesevere disposizioni della Chiesa ed il “Rapporto”di Spontini condannarono l'influenza della mu-sica teatrale nel genere liturgico vocale-strumen-tale o solo strumentale (strumenti e organo).Come si spiega allora che la vasta produzione diGiovanni Morandi, compositore e organista dimo-rante nello stato Pontificio, pubblicata dall'editoreRicordi ed apparsa dai primi anni dell'Ottocentosino alla sua morte (1856), completamente per-vasa di stile teatrale sia passata indenne tra le se-vere censure della Chiesa e del laico Spontini? Pernon citare inoltre le composizioni originali diPadre Davide da Bergamo, Girolamo Barbieri,Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini, Giuseppe Ar-rigo, Vincenzo Antonio Petrali Polibio Fumagalli,Francesco Almasio, Carlo Fumagalli, Arnaldo Gal-liera, Giuseppe Perosi, Gian Pietro Calvi, CarloAndrea Gambini, ed innumerevoli altri, che utiliz-zano appieno quel ricchissimo bagaglio espressivoproprio all'opera. E ad esse si accostano le nume-rosissime trascrizioni, più o meno artistiche, disinfonie, arie, duetti, concertati, ecc. ecc., che pa-lesano sfacciatamente la parentela con il teatroper musica. 3) I maestri d'organi, edotti dalle di-sposizioni emanate dalla Chiesa che riguardavano

gli strumenti, continuarono indisturbati ed indif-ferenti ad edificare organi dotati dai molteplici re-gistri bandistici e orchestrali, limitati dalladivisione tra bassi e soprani, di un'unica tastiera,'macchine' ideate esclusivamente per servire lostile alla moda. Come poterono avere successo irari tentativi di sperimentare un nuovo linguaggioorganistico-compositivo considerando che ilmezzo espressivo poneva inevitabili condiziona-menti? 4) Lo studio dell'organo subiva pesanti in-flussi determinati dalla pratica liturgica, da uncanto votata al compositivo operistico, dall'altrocompletamente disinformata sulla creatività no-bile europea, contrappuntistica ed evoluta armo-nicamente. Sin dal 1888 Marco Enrico Bossi nelloscritto <<Il riordinamento degli istituti Musicali inItalia>> espose i personali convincimenti per unaorganizzazione dello studio dell'organo riassumi-bili in questi punti: <<... 1° La riforma a tipo unico(cioè a 27 o 30 pedali, a tre o due tastiere, nonmeno con carattere da sala) di tutti gli organi esi-stenti negli Istituti Musicali del Regno. 2° Corre-dare, secondo l'importanza d'ogni singolo Istituto,di uno o due piccoli organi (di pochi registri, masempre dello stesso modello) e metterli a disposi-zione degli allievi, perché si esercitino continua-mente, esonerandoli anche da qualsiasi spesa pelpersonale di servizio. 3° Incaricare lo stesso do-cente d'organo, dell'insegnamento dell'armoniaapplicata all'organo, contrappunto e fuga. 4° Fis-sare i metodi e il corso di studi per la scuola d'or-gano>>. In anni successivi, dal 12 al 14 novembre1891 Enrico partecipò a Milano al Congresso na-zionale indetto dal Comitato permanente per lamusica sacra in Italia portando un contributo co-struttivo inerente le esperienze organario-organi-stiche acquisite in Italia e all'estero. Il suointervento consistette in una sferzata ai costumicostruttivi arretrati delle botteghe organarie e allaformazione degli organisti fortemente condizio-nata da strumenti antiquati e limitati struttural-mente. Operativamente sentì l'urgenza di offrireun contributo didattico e in questa iniziativa si av-valse della collaborazione di Giovanni Tebaldini;all'inizio del 1893 uscì a dispense, per la rivistaMusica Sacra di Milano, il Metodo teorico pratico

per lo studio dell'organo moderno di cui le dueprime parti (storia dell'organo, degli organisti edella letteratura organistica, esercizi per tastierae per pedaliera, studi) furono opera di Enrico e laterza parte (canto gregoriano, polifonia e accom-

Page 22: Risveglio - ANBIMA

22

pagnamento gregoriano) edificazione di Tebaldini.Invero la didattica per organo aveva annoveratonell'arco dell'Ottocento alcuni testi (VincenzoColla, Cenni preliminari teorico-pratici sull'uso

della pedaliera dell'Organo e appendice di comple-

mento alle istruzioni teorico-pratiche ...; Gian PietroCalvi, Istruzioni Teorico-Pratiche per l'Organo e sin-

golarmente sul modo di registrarlo, Milano, L. Ber-tuzzi, 1833; Vincenzo Antonio Petrali, Norme

generali sul modo di trattare l'organo moderno,

cogli esempi in musica espressa- mente composti

..., Milano, F. Lucca, 1862; Giuseppe Arrigo, Trat-

tato teorico-pratico per organo, op. 189, Torino,Giudici e Strada, ca. 1881; Roberto Remondi,Cento e una registrazione coi loro esempi per lo

stile libero applicabili agli organi moderni e una ta-

vola comparativa di tutti gl'istrumenti dell'organo

orchestra, Milano, Ricordi, s. a. [1883]; Gioac-chino Maglioni, Metodo completo per organo, Mi-lano, D. Vismara, s. d.) e, in progressione di date,dando per scontato il fatto che lo studio dell'or-gano era collegato a quello del cembalo (<<... ogniConservatorio aveva un maestro pel cembalo cheinsegnava ancora l'organo>>), le classi di organo,a volte indicate come 'Classi di Organo e Fisarmo-nica', furono istituite a Milano nel 1846 (France-sco Almasio), a Bologna nel 1869 (AlessandroBusi), a Firenze nel 1871 (Gioacchino Maglioni),a Pesaro nel 1882 (Vincenzo Antonio Petrali), aRoma nel 1886 (Remigio Renzi), a Parma nel 1888(Guglielmo Mattioli), a Napoli nel 1889 (Marco En-rico Bossi), a Torino nel 1897 (Roberto Remondi)e a Venezia nel 1895 (Marco Enrico Bossi). Neconsegue che il metodo su accennato fu una con-seguenza, probabilmente involontaria, di trattati-stiche didattiche eterogenee e di portati praticipersonalmente dispersivi (le classi d'organo nonobbedivano a definiti programmi di studio e i do-centi 'inventavano' in maniera personale il metododi studio con l'unica obbligatorietà di informare ildirettore dell'istituzione; costituì un'eccezione, il5 maggio 1862, la deliberazione del Conservatoriodi Musica di Milano di adottare ufficialmentequale Manuale pratico per gli allievi d'organo il suaccennato metodo del Petrali; soltanto nel 1898fu emanato il disposto contenente la formalizza-zione del programma di studio). Ma l'autenticoimpegno atto a consentire il progresso dello studiodell'organo fu quello celato nella selva delle signi-ficative opere da concerto ricche di cimenti tec-nici, di suggerimenti per la scelta dei registri e per

l'uso dei molteplici meccanismi (cassa espressiva,graduatore o sweller, combinazioni preparate efisse), di uso delle tastiere e di consigli coloristici.In sintesi la sua personalità fu il mirabile esito diun'osmosi tra conoscenze organologiche, facoltàorganistico-creative e intuizioni tecniche, aspettiche concorsero a preparare la scuola d'organo ita-liana illuminata da prestigiosi attori quali UlisseMatthey, Pietro Alessandro Yon, Raffaele Manari,Franco Michele Napolitano, Fernando Germani eFerruccio Vignanelli. 5) L'editoria musicale, an-ch'essa informata dei severi editti della Chiesa,continuò a pubblicare una pleiade di composi-zioni informate allo stile teatrale, senza distin-guere fra i compositori dotati di talento e coloroche invece 'cucinavano' il prodotto organistico-teatrale, mescolando senza fantasia e banalmentei vari ingredienti del gergo melodrammatico. 6) Glistessi ministri della Chiesa, informatissimi deivari fermenti polemici che accompagnavano ogniemanazione di ogni editto, si dimostrarono impo-tenti ad arginare la marea di musica che aveva in-vaso le tribune dei luoghi di culto. Forse lamancanza di una cultura musicale profonda nelclero, la preoccupazione di non scontentare i fe-deli che amavano lo stile corrente, la disinforma-zione dei progressi dell'arte organaria d'oltralpe,lo scollamento con gli aspetti didattici (del restolo studio dell'organo a livello istituzionale pub-blico volgeva esclusivamente nella direzione dellaformazione di organisti di chiesa) impedirono l'at-tuazione di comportamenti tesi ad impedire leforme più esasperate di espressione profana.Gli scritti critici apparsi sui vari fogli musicali enon, nell'arco dell'Ottocento in Italia, riguardanol'organo, il repertorio, i maestri d'organi, e gli in-terpreti. É una commistione di giudizi, pareri,consigli, deduzioni, critiche, offese, impressioni evalutazioni ove il 'pomo della discordia' è lo stru-mento, che coinvolge nella sua sfera tutto ciò cheorbita a lui intorno. In questo caleidoscopico pa-norama trovano spazio i fautori dell'organo-orche-stra, sostenitori convinti dello stile organisticoteatrale o di libera ispirazione, oppure desunto di-rettamente dal repertorio operistico, i contesta-tori, fautori di una svolta organaria e organisticaal traino della tradizione europea, i 'diplomatici'occhieggianti sia allo stile profano, che al linguag-gio austero, i critici colti, eruditi musicologica-mente, ma totalmente disinformati dellepeculiarità organarie ed organistiche, i liturgisti

Page 23: Risveglio - ANBIMA

23

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

scandalizzati dall'intrusione dello spirito immo-rale-teatrale nelle chiese attraverso l'organo con-taminato dal gusto teatrale, i riformatori testi astilare editti contro il dilagante sacrilegio musi-cali, gli aspiranti organisti determinati nel conte-stare i loro professori d'organo rei di educarliall'esecuzione delle 'riduzioni' e delle trascrizioni,gli ammalati di esterofilia, obnubilati dall'arte or-ganaria ed organistica francese e tedesca e va-gheggianti l'imitazione del mondo italianodell'organo a quegli ideali, gli editori musicali di-sponibili sia ad accogliere i parti abbondanti deicompositori organistico-teatrali, sia ad ospitare ipruriti compositivi dei reazionari allo stile deca-dente organistico-melodrammatico, i ministridella Chiesa confusi dalla miriade di composizionie dal disorientamento degli addetti ai lavori, pro-tesi ad elaborare ed emettere decreti minacciosi evessativi. Il punto della realtà si può fare soltantolasciando parlare i documenti, le cronache, gliscritti e le testimonianze dell'epoca. Ne sortirà unquadro variegato, con aspetti esasperati, squilibri,con punti di vista confusi, ma, per il testimone delnostro tempo, da questa visione scaturirà la co-noscenza di uno dei periodi più difficili della storiadell'arte organaria e della creatività organistica:Milano, 1° Aprile 1839, <<Dall'arte dei suoni e deicanti indirizzata coll'organo e col buonaccordoalla educazione evangelica delle famiglie e delle

nazioni>>. Prologo ai versetti musicali di padreDavide da Bergamo di Samuele Biava: <<[...] glistranieri che penseranno d'ora in poi nell'udire icanti ed i suoni de' teatri profanare i nostri tem-pli? - […] se le arie leziose dei balli e dei drammis'intromisero profanamente nella musica sacra, èun fatto evidente […] fu dal secolo decimo settimoche si tentò di togliere a questo strumento il suodestino liturgico […] per attribuirgli le indefinitemodificazioni della musica profana, che allora osòpiù sfrenata invadere la dominazione della sacra,come se le orchestre potessero usurpare la mae-stà delle voci, e le espressioni materiali sostituirsialle spirituali. S'intromisero così nei templi i suonidelle effimere compiacenze di una fragile vita […]tanto era cresciuta la depravazione della musica,che il pontefice Marcello II meditava l'editto di suareprovazione […] la musica profana, ampliando isuoi influssi lusinghieri, andò dai teatri nei tem-pli, vi diffuse i suoni e i canti d'una allegrezza dicui i credenti non potevano essere lieti; e nella suaempietà, velata d'ipocrisia, profanò la santità deitesti […] ospiti quei tabernacoli del Signore i cantie i suoni di quest'arte, divenuta lussuriosa e im-belle, li contaminarono rimembrando i moti la-scivi dei balli, i versi effeminati dei drammi; e dilà traevano la preghiera sui palchi delle scene,ove, denudata di sua santità, si genuflette, alza lemani, trilla, gorgheggia ai clamori di un'orchestra

Page 24: Risveglio - ANBIMA

24

[...]>>.; Milano, 10 novembre 1844, Gazzetta mu-sicale di Milano. <<Del retto modo di suonare l'or-gano durante le sacre funzioni>> di LuigiFernando Casamorata: <<[...] molta parte dei no-stri organisti […] si contenta […] di destare il pru-rito nei piedi di chi sente con motivetti di polka,di waltz, di contraddanze, ecc. di risvegliare le re-miniscenze di Norma, di Adina, di Dulcamara edegli artisti migliori che le parti di quei scenicipersonaggi al teatro sostennero […] di contro a treo quattro buone composizioni scritte nel vero ge-

nere conveniente allo istrumento ed alla sua sacradestinazione, si vedranno stare dieci e dieci pezzidi musica su cui brillano i titoli di pot-pourrisopra i motivi>>; Milano, 2-XI-1844, Gazzetta mu-sicale di Milano. Recensione 'Sonata per organodi Mendelssohn' di Isidoro Cambiasi: <<[...] le so-nate per organo opereranno fra noi il miracolo difugare dal tempio d'Iddio gli inverecondi pezzi diteatro […] - di tal opera, di fantasie sui temi di talballo, di pezzi teatrali di ogni sorta ridotti, di mar-ciate e perfino ballabili! Ballabile per organo! Bel

titolo! Specialmente se vi si aggiunge<<da suonarsi alla benedizione nellasacra funzione delle quarant'ore, odella novena del Natale!>>. Il vizio diandar suonar sull'organo in chiesamotivi profani non è nuovo, ed i Con-cilij tanto ecumenici che particolarihanno avuto a vietarlo formalmentepiù volte […] l'organista i versetticonvertendoli in sinfonie [...]>>; Mi-lano, 27 aprile 1845, Gazzetta musi-cale di Milano. <<Un invito ai beneintenzionati fra i novelli organisti>>di Nicolò Eustachio Cattaneo: <<[...]il profanare i sacri riti con quellamusica, che sebbene lodevole per piùrapporti, ed anche pel nobile finedell'incivilire i costumi, diventa peròuna lasciva quando è trasportata daun palcoscenico al tempo dell'im-menso Jeovha […] credere forse chenel biasimare, nel mettere in ridicoloi maestri fracassoni, i cantanti grida-tori, i pianisti spezzacorde, li organi-sti picchiatamburo si pretenda dicorreggerli? […] quando la critica facenno […] all'antico organista che in-vece di suonare le maestose armo-nie, le edificanti melodie de' maestridi genio, va a caccia di motivetti sce-nici, e non di rado buffi, e col magi-stero di quell'ente che egli chiamaestro ne fa pasticci da far compas-sione all'estetica […] l'organo, questomeraviglioso rappresentante dell'or-chestra che, suonato con mani epiedi e testa da pochi, vien suonatocoi soli piedi dai non pochi che purv'adoprano anche nelle mani […] nontrascuri il compositore […] dal ca-

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

Page 25: Risveglio - ANBIMA

25

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

dere ne' rimprovevoli controsensi di que' cotali or-ganisti a estro che rispondono con periodi caba-letici alla patetica prece del Kyrie, e ne' salmi poi[…] oh! Perdonate loro […] in grazia del Nesciunt

quid faciant! [...]>>; Milano, 1879, La Perseve-ranza, Filippo Filippi: <<[...] Bisogna abbandonarei vecchi sistemi ove non si voglia continuare a starcontenti di suonare sull'organo la 'Casta Diva', ol''Inno di Garibaldi'. [...]>>; Milano, 6 giugno 1886,Gazzetta musicale di Milano, <<Polemica arti-stica>> di Giulio Ricordi: <<[...] l'organista appar-teneva forzatamente a quella schiera di più omeno buoni maestri di cappella che dal principiocirca del secolo, fino ai nostri giorni, hanno tra-scinato la musica sacra in un genere tronfio, ba-rocco, bellicoso più che religioso, e molte voltevolgare […] dalle grandi cattedrali il gusto del ba-rocco si infiltrò nelle piccole chiese, naturalmentepeggiorando, e così a poco a poco si vennero adeseguire le cabalette teatrali più in voga, le marcetrionfali a passo doppio, e perfino i ballabili! E cre-diamo si continui in questa via tuttora, masche-rando soltanto un po' meglio i motivi profani! […]Il gusto artistico si è così pervertito, che molti or-ganisti debbono ancora seguire questa malsanacorrente, se non vogliono avere seccature col par-roco, col curato o coi fabbricieri per la musica no-iosa che fa scappare i credenti? [...]>>; Milano, 14dicembre 1886, Gazzetta musicale di Milano,<<Collaudo d'organo>> di Roberto Remondi:<<[...] ho avuto il piacere di prendere in esamel'organo della cattedrale di Palermo costruito dalsignor Alessandro Giudici da Bergamo. […] hoavuto la soddisfazione di trovarlo di buona fatturae di bellissimo effetto […] la giusta ammirazione[…] non può farmi velo al punto di nascondere lamia profonda convinzione che il vero organo dichiesa non è questo. Imperciocché la vera musicaper organo quale venne scritta da moltissimi au-tori antichi e moderni non si potrà mai eseguiresu organi così fatti, che costringono un povero or-ganista a suonarvi dei pezzi teatrali o della musicaestemporanea, con quale rispetto della santità deltempio e con quale profitto dell'arte. Dio veldica>>.; Milano, 14 gennaio 1897, Il Corriere Na-zionale, <<Per la riforma della musica sacra –Amenità>>, Gt.: <<[...] perciò - notisi bene – perfede e per disciplina ossequiente le prescrizioniecclesiastiche in materia di musica sacra, noncontento, in una certa circostanza, di lodareun'esecuzione per la quale soltanto ebbe a deplo-

rare che la grancassa dell'organo battesse fuoritempo, annunziava recentemente, e con tutta se-rietà, come a Venaria Reale, per festeggiare SantaCecilia, si dovesse eseguire una Messa per organoe … mandolini!!!>>; Milano, 30 ottobre 1902,<<Per l'inaugurazione di un Organo a Paternò>>:<<[...] si era inaugurato un organo sinfonico-litur-gico, della celebre ditta Inzoli di Crema. […] Nonoccorre essere celebrità, o persone veramentedotte in materia musicale per chiedere, appenaletto il programma: dov'è la musica sacra? […] parproprio che si sia dimenticato su quale strumentoquella musica si deve eseguire e in quale locale;perché, soltanto avendo un po' di criterio, senzapeccare perciò di soverchio sentimento religioso,dovrebbe trovarsi proprio assai strano che in unachiesa, in un tempio sacro, dalle volte dorate e frai tanti e maestosi quadri di Madonne e Santi, deb-bano echeggiare le note punto sacre, ma addirit-tura profane, quanto quelle della Bohéme, dellaCavalleria rusticana e della Sonnambula è...] na-turalmente non è strano se “il pubblico rapito fuordi sé si sentisse trascinato in un ambiente féeri-que, ove si respira la divina voluttà dei suoni” ese alle note appassionate della Bohéme, o dellaSonnambula, o della Traviata “lo spirito vagheg-giasse un sogno, abbracciasse un paesaggio ete-reo, scoppiettante di tocchi di arpe, di argentinisorrisi di fata, ecc. ecc., in altre parole sentisse divivere, e cercasse di manifestare, in chiesa, fraquelle dorature, fra quella severità ed imponenzadi ambiente, tutto ciò che di più terreno, mon-dano ed appassionato quella musica poteva su-scitare […] non dimenticando mai che una chiesanon può trasformarsi in un salone […] l'eseguirein chiesa, per l'inaugurazione di un organo, mu-sica teatrale inadatta allo strumento, e tantomeno all'ambiente, è fuori luogo, come se per unafestosa cerimonia di nozze, o per fausti avveni-menti, si eseguisse una Messa da Requiem, o unDe Profundis!>>; Torino, settembre 1906,<<Santa Cecilia>>, U. M.: <<[...] ancora la MessaSanta Cecilia di Gounod, dopo che si credevamorta e sepolta? Che questa Messa dal titolo se-ducente oramai riconosciuta scritta in uno stileprofano, semiteatrale, solletichi l'orecchio più diqualche altra … ammettiamo anche noi, ma chela musica leggera imbellettata debba servire algusto depravato di alcuni fedeli che cercano di di-vertirsi in Chiesa <<non potendosi permettere illusso di una sedia in teatro>>, come brillante-

Page 26: Risveglio - ANBIMA

26

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

mente scrisse l'ottimo M° Tebaldini sulla <<Rivi-sta Musicale>> è cosa questa che non si dovrebbeammettere mai.>>.

Nell'arco dell'Ottocento in Italia il repertorio perorgano, al di là di inevitabili sfaccettature, siascrive a tipologie nettamente caratterizzate quali:

a) Composizioni originali ricreanti lo stile orche-strale, teatrale e bandistico:

• Giuseppe GHERARDESCHI (1759-1824): So-nata per organo a guisa di banda militare chesuona una marcia.• Giovanni MORANDI (1777-1856): Marcia mili-tare da eseguirsi nelle processioni. Introduzione,tema con variazioni, finale 'ad imitazione d’orche-stra• Padre Davide da Bergamo (al secolo Felice MO-RETTI, 1791-1863): Le sanguinose giornate diMarzo, ossia la Rivoluzione di Milano• Carlo Andrea GAMBINI (1819-1865): Concer-tone a più strumenti

• Polibio FUMAGALLI (1830-1900): Giorgiatown• Vincenzo Antonio PETRALI (1832-1889): Ver-setti per il Gloria Grande Suonata per organoistromentato e con Eco

Le composizioni esaltano l'organo orchestra,'macchina' complessa, difficile da gestire, ma do-tata di notevoli risorse timbriche escogitate daimaestri d'organi sia per imitare gli strumenti del-l'orchestra e della banda musicale, sia per otte-nere dal loro utilizzo 'a solo' o d'insieme effetti ecolori. Dai limiti della canna d'organo, latrice delsuono bianco, emergono armonici reali in gradodi creare uno strumento organologico, totalmentediverso dagli insiemi tradizionali a fiato, a corda ea percussione. L'ideale degli artisti-artefici degli'arnesi della musica' e, di conseguenza dei com-positori, è quello di porli quali antagonisti delletradizionali strutture, orchestre e bande, divi-dendo gli spazi della creatività connessa alle ese-cuzioni. Infatti, frequentemente nei titoli delleopere, ricorrono i termini 'ad imitazione d'orche-stra', 'organo istromentato', 'ad imitazione di

Page 27: Risveglio - ANBIMA

27

Risveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio MusicaleRisveglio Musicale

banda militare', 'concertone a più registri', 'ad imi-tazione di grande orchestra'. I vari compositorivissero la trascolorante mutevolezza dello stile or-ganistico adottando soluzioni personali aggiran-tesi nell'acquisizione di maniere ossequianti alteatro per musica. L'analisi della loro creatività in-dividua scelte assecondate coerentemente per l'in-tero arco produttivo.

b) Riduzioni o rivisitazioni di sezioni tratte dallacreatività operistica (sinfonie, ouvertures, marce,duettini, arie, ballabili, terzetti, quartetti, quin-tetti, cori, motivi, pezzi 'a solo' d'insieme, balli, ca-vatine, preghiere, cantabili, rondò, rondoletti):

• Saverio MERCADANTE (1795-1870): Sinfonia'Omaggio a Bellini'• Giuseppe VERDI (1813-1901) - Carlo FUMA-GALLI (1822-1907): Versetti per il 'Gloria' – Offer-torio - Elevazione da 'La Traviata'• Giuseppe VERDI (1813-1901) - Carlo FUMA-GALLI (1822-1907): Marcia nell'opera 'Aida'• Giuseppe VERDI - Francesco ALMASIO (1806-1871): 'La forza del destino', sinfonia• Giuseppe VERDI - Gaetano FOSCHINI (1836-1908): Aria 'Di tale amor' da 'Il Trovatore' - Coro'Squilla, echeggia la tromba guerriera' - (da 'Il Tro-vatore')• Giuseppe VERDI - Gaetano FOSCHINI: Aria 'Ah!Forse è lui' (da 'La Traviata')

c) Rivisitazioni di composizioni musicali 'pure'(sinfonie, marce, fantasie, messe di gloria e da re-quiem, mottetti, concerti, sonate, versetti concer-tati, versetti istrumentati):

• Ludwig van BEETHOVEN - Polibio FUMAGALLI(1830-1900): Ouverture 'Prometheus'• Carl Maria von WEBER (1786-1826) - PolibioFUMAGALLI: Sinfonia nell'opera 'Der Freischutz'Ouverture 'Euryante'• Giuseppe VERDI - Alfred LEBEAU (1835-1906):'Dies irae' ('Messa da requiem')• Charles GOUNOD (1818-1893) - Polibio FUMA-GALLI: 'Marche religieuse'• Agostino DONINI (1874-1937): Fuga sul temadello 'Stabat Mater' di Giuseppe Verdi.

d) Composizioni classico-contrappuntistiche(fughe, sonate, preludi, sonatine, sinfonie, toc-cate, trattenimenti, versetti, pastorali, diverti-

menti, offertori, ripieni, fantasie, ricercari, ca-denze, scherzi, toccate e fughe, suonate-capriccio,aperture, elevazioni, polonesi, marce, variazioni,postcommuni, rondò, pezzi di musica, contrap-punti):

• Polibio FUMAGALLI (1830-1900): Toccata eFuga• Vincenzo Antonio PETRALI (1832-1889): Sonatain fa maggiore• Filippo CAPOCCI (1840-1911): Toccata• Giuseppe MARTUCCI (1856-1909): Sonata perorgano pieno, op. 45• Marco Enrico BOSSI (1861-1925): Fuga sopra iltema 'Fede a Bach'

Non tutti i compositori, spesso anche organisti,assecondarono l'imperante stile teatrale o orche-strale che si intenda; parecchi volsero allo stilecontrappuntistico classico e alle acquisizioni ar-moniche progredite. A loro modo, mutevolmentee umoralmente, assunsero la fisionomia di conte-statori e di rivoluzionari, in un certo senso antici-pando gli ideali riformatori del Motu proprio di PioX. Probabilmente, senza averne la piena co-scienza, non furono attori di quella 'caccia allestreghe' attuata dalla metà dell'ottocento innanzinei confronti dei protagonisti del teatro per mu-sica organistico, latori dei fantasmi melodramma-tici, considerati profanatori dei luoghi sacri. Nonmancarono le conversioni e gli adeguamenti deicompositori, inevitabilmente, si scontrarono conla realtà organaria italiana, di certo non idonea atradurre i nobili discorsi incentrati sulle linee con-trappuntistiche e sulle eleganti ed eccelse strut-ture formali di estrazione cinque-secentesca.Tra questi occorre citare Carlo Andrea Gambini,Vincenzo Antonio Petrali, Polibio Fumagalli e neldettaglio:• Girolamo BARBIERI (1808-1871): Coll'imita-zione di una banda militare• Giovanni MORANDI (1777-1856): Raccolta diDivertimenti e di Marcie per Banda militare, ese-guiti nelle feste popolari in varie città dello StatoPontificio, ridotte dall'autore per organo, di faci-lissima esecuzione • Gian Pietro CALVI (sec. XIX): Prova di un organomoderno

Continua sui prossimi numeri…

Page 28: Risveglio - ANBIMA

28

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

Da un po’ di tempo leggo su quotidiani, riviste egiornali specializzati, articoli e dichiarazioni ri-guardanti i risultati conseguiti da parte dei par-tecipanti a concorsi bandistici e corali. Tra lerighe si manifesta molta ambiguità, non vi sonola nitidezza e la precisione che spettano in questicasi nell’affermare i risultati, i punteggi e i piaz-zamenti ottenuti. La nostra madre lingua, (tra l’al-tro molto musicale) è usata come viatico perconfondere, offuscare, rendere meno limpida enon capisco per quale motivo, la pura e sempliceverità ai lettori. Utenti questi ultimi che sicura-mente apprezzerebbero, ne sono certo, le notizievere, gli avvenimenti come realmente sono acca-duti, siano essi positivi o meno. Mentre sto leg-gendo e mi accingo a scrivere, mi frulla in testaun dolce ritornello: «Blanchod, hai settant’anniperché ti devi complicare la vita, perché ti vuoicreare nuovi “amici”, cosa t’importa se qualcunovuol far credere quello che in realtà non è buonoper qualcosa di ottimo?» in questo modo chi scrivenotizie non esatte oltre a prendere in giro se

stesso, lo fa con i colleghi e principalmente con laMusica.La mia natura, il mio carattere non mi permettedi sorvolare su certe cose, non mi consentono ditacere in particolar modo dopo aver letto gli arti-coli pubblicati su “Risveglio Musicale” n.5/2017di settembre – ottobre; rivista che è organo uffi-ciale d’informazione dell’Anbima. Sono rimasto to-talmente allibito quando a pag. 22 e 23 ho letto:«Rovereto Wind Orchestra, nella massima divi-sione al World Music Contest di Kekrade(Olanda), è ancora oro».Leggendo più attentamente, noto che l’avventuradella Rovereto Wind Orchestra è iniziata nel 2005in III divisione con la conquista della medagliad’oro, quattro anni dopo in II divisone con unpunteggio incredibile di 94,32 su 100 ma senza laconquista del prezioso metallo e nel 2013 parte-cipando in I divisione e nuovamente nel 2017iscrivendosi nella concert division nuovamentemedaglia d’oro. Come musicista e come italianomi sento onorato e orgoglioso di questi risultati e

Se i concorsi bandistici fossero un’olimpiade

di Lino Blanchod

Page 29: Risveglio - ANBIMA

29

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

plaudo al lavoro e ai sacrifici del maestro e di tuttii musicisti che hanno raggiunto questo ambito emeritato traguardo. Proseguendo nella letturadella rivista a pag. 24 il M° Antonio Zizzamia firmaun articolo che spiega in modo dettagliato le variegraduatorie e che cosa sono le divisioni (categorie)che erano presenti al World Music Contest.Tra i vari elenchi evidenzio che la Rovereto WindOrchestra si è classificata nella propria divisone,ottava su otto bande partecipanti, cioè ultima. Perfortuna il World Music Contest di Kekrade non èun’olimpiade dove il primo arrivato è medagliad’oro, il secondo classificato argento e il terzobronzo. Ottavi su otto compagini, oppure scor-rendo le altre formazioni bandistiche italiane ingara, dodicesimi o quattordicesimi su ventisetteiscritte; cos’è? Non capisco. Il lettore appassionatoe non attento penserà a un errore di stampa. Gli“addetti ai lavori” e diretti interessati come tuttiNoi, siamo consapevoli che non si tratta di nessunerrore tipografico, semplicemente non vi è limpi-dezza nelle dichiarazioni rese. Da buoni italiani cisi vanta che con punteggi di 80/100, (senza lode)si assegnano le medaglie d’oro, bene ma si dica, omeglio si scriva in modo chiaro. Detto ciò affermola mia ammirazione rivolta a tutti i gruppi chepartecipano a concorsi vari. A loro vanno tutta lamia stima e solidarietà. Partecipare a una compe-tizione denota la volontà di crescere, di confron-tarsi, ci si mette in gioco, si è stati giudicati dapersonaggi importanti del panorama bandisticointernazionale, si affrontano nuovi repertori, sistudia per il raggiungimento di un obiettivo im-portante. Traguardi indispensabili per la matura-zione artistica e qualitativa del gruppo e per ilmaestro direttore che ne è il responsabile.Secondo il mio parere, dobbiamo smetterla di rac-contarci frottole. Queste ultime non aiutano lacrescita musicale, tanto meno la parte sociale eumana che in ogni compagine è presente. Il no-stro mondo (bandistico) e la musica hanno biso-gno di sincerità senza alcun tipo di compromesso.Nessuno ci ordina di partecipare a un concorso,se ciò avviene, vi è la necessità di essere coerentifino in fondo, senza vergognarsi del risultato con-seguito, primo o ultimo che sia. È un grande pri-vilegio essere giudicati da importanti maestri chesolitamente fanno parte delle giurie; mettere inpratica i consigli e i suggerimenti che ci sono con-segnati al termine della gara sarebbe utile e intel-ligente. Personalmente con l’Orchestre

d’Harmonie du Val d’Aoste quando non siamo sa-liti sul podio, non ci siamo nascosti dietro un dito,non abbiamo cercato giustificazioni e ancor menoci siamo vergognati del risultato ottenuto. Al con-trario tutto ciò ci ha spronati a fare meglio e ab-biamo capito che la strada da seguire era ancoralunga e in salita. Con la banda di Borgone di Susa(TO) dove ero stato direttore per un anno, parte-cipammo nel 2015 in III categoria al Concorso In-ternazionale “Flicorno d’Oro” di Riva del Garda(TN), il punteggio attribuitoci era di 87/100,quindi secondo premio. Un gruppo della nostrastessa categoria ottenne qualche centesimo in piùe noi passammo al terzo posto, nessun problema!Con orgoglio lo abbiamo dichiarato a tutti gli or-gani d’informazione: la verità! Che cosa voglio ripetere cari colleghi bravi e menobravi, giovani o meno giovani, se vogliamo dare unsano contributo a nostro movimento bandisticoper crescere tutti insieme, dobbiamo essereschietti e sinceri, la Musica non tollera compro-messi. Quando andiamo ad ascoltare un concertodi un nostro collega al termine dell’esibizione cidovrebbe essere un dialogo sincero e costruttivo,non il solito bravo, bel concerto, complimenti e viadicendo.Se si partecipa a un concorso e il risultato non èdi nostro gradimento, non si deve incolpare la giu-ria commentando: "È di parte, non capisce niente,ecc." è necessario ascoltare e mettere in praticaciò che c’è suggerito dal verdetto. Termino dicendoche noi che siamo chiamati “Maestri” dal mo-mento in cui occupiamo il podio, diventiamo unpunto di riferimento per tutti, in modo particolareper i giovani o giovanissimi strumentisti. Essi cidanno fiducia, cercano di emularsi nei nostricomportamenti, nei nostri atteggiamenti, nel no-stro linguaggio ancor prima che nel discorso mu-sicale. Non dobbiamo deluderli, ancor prima disuonare insegniamogli con esempi concreti a es-sere persone serie e oneste, così facendo cresce-remo anche noi con loro e tutto il mondo musicalee non solo che ci circonda. Mi scuso anticipata-mente se qualcuno leggendo questo scritto si ri-sentirà, sono a completa disposizione pereventuali chiarimenti se mai fossi stato fraintesosu quello che ho finora esposto. Non sui social –network, ma guardandoci negli occhi, per il solounico interesse della Musica. Ringrazio infine chiha avuto la pazienza e la volontà di leggermi finoa qui. Viva la banda.

Page 30: Risveglio - ANBIMA

30

Ferruccio Busoni, compositore e concertista ec-celso di pianoforte nacque a Empoli il 1 Aprile1866 e morì a Berlino il 27 Luglio 1924.Figlio di un valido clarinettista e di Anna Weiss,pianista di origine tedesca, iniziò gli studi musi-cali con i genitori e a 9 anni fu già in possesso diuna formidabile tecnica che gli consentì di intra-prendere la carriera concertistica.Nel 1876 colse il primo significativo successo aVienna dove venne esaltato da critici illuminatiquali Hanslick e Ambros. A 16 anni ormai la suafama era consolidata e per questo motivo la Filar-monica di Bologna lo nominò Accademico e gliconferì il diploma di composizione. Un traguardomolto prestigioso che lo metteva nella scia di nomiillustri della storia della musica.Nella capitale austriaca conobbe Rubinstein e ilgrande Brahms, al quale Busoni dedicò i suoiStudi per pianoforte op. 16 e 17.Nel frattempo la sua attività diventava sempre più

frenetica spostandosi continuamente in tutta Eu-ropa. Nel 1886 a Lipsia incontrò altri nomi altiso-nanti della musica quali Tchaikowsky, Grieg,Delius, Mahler e tutto ciò potenziò ulteriormentela sua concezione della musica, in quanto conquesti compositori instaurava un proficuo scam-bio di idee, poiché Busoni non era soltanto un va-lente musicista ma anche un solido uomo dicultura.Nel 1888 accettò una cattedra di pianoforte al-l’Istituto musicale di Helsinki dove conobbe Sibe-lius, altro spirito combattivo che tentava in modotenace di valorizzare la propria musica nazionale.Nel 1890 ottenne una cattedra al Conservatoriodi Mosca, dopo aver vinto il famoso e prestigiosoPremio Rubinstejn e sempre nella capitale russaconobbe e sposò Gerda Sjostrand, figlia di unoscultore svedese.Si spostò poi a Boston e New York, rimanendo inAmerica dal 1891 al 1894. Anni di intensa attività

Ferruccio Busoni un musicista da rivalutare

di Adriano Bassi

Page 31: Risveglio - ANBIMA

31

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

concertistica che gli dettero un respiro ed unafama internazionale.Il richiamo della vecchia Europa era comunquemolto forte e nel 1894 si stabilì a Berlino, prose-guendo instancabilmente nella sua multiforme at-tività dividendosi fra il concertismo,l’insegnamento e la composizione, tenendo nume-rosi corsi di perfezionamento di cui possiamo ci-tare quelli di Weimar, Vienna, Basilea.Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale pre-ferì ritirarsi in Svizzera, dove nel 1919 ottenne lalaurea “honoris causa” in filosofia.Indubbiamente un prestigioso traguardo per unmusicista che aveva avuto un ruolo significativonella metamorfosi che la musica aveva conosciutonell’importante passaggio dal XIX al XX secolo.Anche la direzione d’orchestra fu una delle suepassioni e ad uno spirito così incisivo e turbolentonon poteva mancare questa esperienza e infattigià dal 1902 aveva iniziato a dirigere l’OrchestraFilarmonica di Berlino, proponendo al pubblicopagine di compositori protagonisti di un profondoricambio musicale quali Bela Bartòk e ArnoldSchonberg.Come compositore scandagliò tutte le possibilitàdello scibile musicale andando alla ricerca dinuove strade compositive che potevano ribaltareo meglio ampliare le tecniche bachiane.La sua laurea in filosofia fu ben sfruttata, poichénel 1906 scrisse Entwurf einer neuen Aesthetik

der Tonkust (Abbozzo di una nuova estetica dellamusica) pubblicato nel 1907. Il volume suscitòl’attenzione di molti critici tra i quali spicca HansPfitzner, il quale leggendo gli scritti di Busoni gliricordava: “i romanzi di Jules Verne, il quale ci in-vita a fare un viaggio sulla luna e vuol renderneplausibile la riuscita mediante numeri e aridi cal-coli di cui non si sentirà pienamente soddisfattoné colui che cerca informazioni scientifiche che siaspetta un godimento artistico?”.Un’analisi precisa che dimostra l’attenzione cheBusoni aveva sollevato con la sua forte persona-lità.Nell’ultima parte della vita tenne delle Meister-

klasse di Composizione presso l’Akademie derKunste a Berlino, lavorando al famoso Doktor

Faust che non riuscì a completare.Nel 1921 ritornò in piena attività come concertistae direttore d’orchestra, anche in Italia, e precisa-mente a Roma nel 1922. Morì nel 1924 per un’in-fezione renale.

Stile e IdeeLa sua formazione iniziò all’insegna di J. S. Bach,come suo nume tutelare ed infatti la sua elabora-zione della Toccata e Fuga per pianoforte è rima-sta uno dei più fulgidi esempi di rispetto per lascrittura bachiana con l’innesto di elementi pia-nistici che non danneggiano il capolavoro.Anche W. A. Mozart fu nei suoi interessi comealtri quali F. Liszt, ma rimane in prima fila sempreBach come elemento propulsore della sua ricercache si finalizzerà con una definizione da lui stessoconiata junge Klassizitat (giovane classicità) equindi non la scoperta di un neoclassicismo comein molti lo definiscono.Egli non segue le teorie di I. Strawinsky o di P.Hindemith, ma va al di là di questi schemi e con-vive con le teorie del passato non piegandole aisuoi voleri.Anche l’avvento della tecnica dodecafonica fu perlui un momento positivo, perché andava a corro-borare ciò che aveva già identificato e cioè le nu-merose possibilità compositive che il nostrosistema musicale poteva ancora donare.Una sua frase è estremamente importante e lun-gimirante: “le dissonanze non esistono. La naturacreò uno spazio non diviso in dodici, ma infinita-mente graduato”.Un’idea di un estremo modernismo, in quanto fudetta in un momento di crisi musicale, in cui tutticercavano di dare il loro contributo per trovare va-lide soluzioni. In un’altra sua frase si ha la solu-zione che oggi noi viviamo, poiché sottolineava chesi andava ineluttabilmente verso: “il suonoastratto, della tecnica senza ostacoli dalla illimi-tatezza sonora”.Rimane molto strano che un simile personaggioproiettato nel futuro sia così trascurato ed oscu-rato, quando le sue idee, forse scomode a queitempi, potevano fare da viatico per il nostrotempo. Anche le etichette che gli sono state date,fra tutte spicca quella di musicista che si rifà almondo impressionistico, cozzano con la sua pro-duzione vasta e proiettata su vari fronti.L’unico rammarico suo e nostro rimane nel fattodi non aver rinnovato la musica italiana, come eranei suoi progetti. Il tempo o le circostanze nongliene hanno dato modo.Comunque grazie Maestro per aver percorso coneleganza e con rigore scientifico parte del 1900,secolo altamente stimolante ma affascinante peri contrasti e le certezze che fanno parte dell’arte.

Page 32: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

32

70! Ebbene sì caro Luigi, pensavi ci dimenticassimodi questo importante traguardo che hai raggiunto?Dopo così tanti anni di banda e Anbima hai ancoraparecchie energie da dedicare al mondo bandisticoche, nella nostra Regione, ma penso anche nel restodell’Italia, con te tue battaglie nel nome della “cul-tura musicale”, ti deve davvero molto. Oggi la Lom-bardia ha più di 300 bande associate (con un piccodi quasi 340) e gran parte del merito (dico così per-ché conosco la tua modestia) è di sicuro tuo, con laconcretezza di quello che hai fatto nei tuoi quattromandati di Presidenza Regionale.Ma per chi non ti conoscesse ritengo sia giusto rias-sumere il percorso musical/dirigenziale che ti haportato fino a questo 2018 per festeggiare uno deimassimi traguardi per un “bandito” come te:• inizio attività a 12 anni nel 1948 nel Civico CorpoMusicale di Vimercate (MB);• Presidente del Civico Corpo Musicale di Vimercatedal 1978 al 1991: durante il suo mandato la bandaha raggiunto negli anni ’80 la quota di 62 elementi,incrementando la presenza nelle scuole e la conse-guente affluenza di ragazzi nel corso allievi;• musicante nel Corpo Bandistico di Burago di Mol-gora (MB) dal 1992, tuttora in attività con il suoBasso in Sib;• Presidente del Corpo Bandistico di Burago di Mol-gora dal 1999 al 2006• Presidente Anbima Lombardia dal 1998 al 2016• Consigliere Nazionale Anbima dal 2016Mi ero da poco accostato al mondo Anbima, grazieal Presidente della mia banda, quando ti ho cono-sciuto ma ho potuto fare tesoro dei tuoi insegna-menti non da subito purtroppo, non comprendendo

inizialmente la dedizionee il significato che ilmondo Anbima richie-desse.Però mi sono sempre ri-masti impressi i tuoigesti, le tue parole du-rante i concerti e le atti-vità istituzionali, il tuopiglio deciso in tante si-tuazioni (di sicuro porteròsempre con me la tuagrande delusione nel pe-nultimo Congresso Nazio-nale, non per i risultati

ovviamente, ma per quanto c’è stato a contornodopo). Infine non posso dimenticarmi di citare il tuoimmenso lavoro “per e durante” gli stage estivi gio-vanili regionali, insieme a Bruna e Wilma per le qualipersonalmente nutro profonda stima per tutto il la-voro che hanno fatto con te e per il Regionale. Oggi,a 82 anni suonati, vederti ancora ai vertici dell’as-sociazione è uno stimolo per pensare che ne valgasempre la pena, che per il mondo bandistico cidebba essere sempre un posto di prima fila nellacultura del nostro paese e, perché no, che la musicarasserena e ci mantiene giovani anche quando glianni sul groppone sono davvero tanti. Ci sono an-cora tante cose da dover dire ma poi, conoscendoti,diresti “l’è troppo lunc – la gent l’è se stufes (n.d.r ètroppo lungo-la gente si stanca)” e allora ci teniamo(il plurale è d’obbligo visto che scrivo un po’ a nomedel Consiglio Regionale che in realtà però leggeràcon sorpresa questo breve articolo per la prima voltasu questo numero di Risveglio Musicale) a far leg-gere il tuo saluto dopo il congresso regionale 2016.“Cari Amici,

il 31 gennaio scorso abbiamo celebrato il Congresso

Regionale Anbima Lombardia e, come da statuto,

sono stati rinnovati i quadri dirigenziali.

Da parte mia ho ritenuto di farmi da parte, mi sem-

brava giusto un avvicendamento nell’associazione

che desse spazio ad altre persone ed altre idee.

Però sento la necessità, dopo 4 mandati e 19 anni di

lavoro insieme, di ringraziarvi tutti, collaboratori, di-

rigenti e soci Anbima, per l’affetto e la stima che mi

avete sempre dimostrato in occasione di qualunque

incontro, ricorrenza o manifestazione.

Vorrei ringraziare per vostro tramite tutti i soci e sim-

patizzanti che insieme a noi hanno lavorato per fare

l’Anbima forte e operosa, con l’obiettivo di offrire un

servizio sempre migliore al mondo bandistico.

A voi e a tutti i soci un augurio di buon lavoro: che

l’attività di tutti contribuisca a far crescere dal punto

di vista culturale e sociale i vostri complessi e l’An-

bima. Continuerò con un altro incarico l’attività all’in-

terno dell’associazione quindi, laddove sarà

possibile, sarò ancora al vostro fianco.

Infine un particolare saluto ed un augurio di buon la-

voro al nuovo Consiglio Regionale e ai suoi collabora-

tori.”

Oggi, un bel GRAZIE! te lo diciamo noi e l’Anbimatutta, con la speranza che altri seguano il tuo esem-pio di serietà e schiettezza che ti contraddistingue.

Luigi Verderio, 70 e non fermarsi!di Gianluca Messa

Page 33: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

33

Riforma terzo settore, cambiamenti eprospettive, seminario in Puglia

di Anna Maria Vitulano

Il segretario nazionale Anbima Andrea Romiti ètornato in Puglia per tenere un interessante se-minario sul tema "Associazioni no profit e riformadel terzo settore". Novità, prospettive, normativavigente e nuove disposizioni in materia di associa-zionismo e volontariato, contabilità e fisco sonostati gli argomenti trattati nei due incontri che sisono svolti il 3 e 4 febbraio 2018 rispettivamentepresso il castello normanno-svevo di Sannicandrodi Bari e nella sala consiliare di Palazzo SalvoD'Acquisto di San Donaci, in provincia di Brindisi.Hanno collaborato alla organizzazione e alla sceltadelle splendide e prestigiose location i presidentidelle unità di base delle due località che hannoospitato gli incontri: Massimo Pontrandolfo perl'associazione musicale CIM - Centro d'IncontroMusicale, ed Elia Giuseppe per “Amici della mu-sica”.Il nuovo 'Codice' del terzo settore (decreto legisla-tivo n. 117 del 2017) introduce una categoria piùampia e generale nella quale ricondurre tutte leforme associative e di impresa che perseguono,

senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristi-che e di utilità sociale. Questa grande pluralità di soggetti, tutti esclusi-vamente privati, è oggi chiamata ETS (Enti delTerzo Settore). Sono le organizzazioni di volontariato, le associa-zioni di promozione sociale, le cooperative e le im-prese sociali, le rispettive reti associative, gli entifilantropici e le società di mutuo soccorso.Durante l'incontro sono stati evidenziati i cambia-menti importanti che impongono ad associazionied enti no profit non solo modifiche dei rispettivistatuti ma anche un approfondito aggiornamentosulle disposizioni per l'accesso alle norme agevo-lative (fiscali, finanziarie o altro) o sul riconosci-mento della personalità giuridica.Ai lavori, introdotti dalla presidente regionale An-bima, Marina Marino, hanno partecipato respon-sabili e delegati di varie associazioni provenientida tutta la Puglia i quali hanno dimostrato grandeinteresse per l'argomento trattato formulando alrelatore molti quesiti.

Page 34: Risveglio - ANBIMA

34

Scerni: primo raduno delle Bande MusicaliIl 6 agosto 2017, nel Comune di Scerni (CH), si è svolto il primo raduno diBande musicali, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale ed ilSindaco Alfonso Ottaviano.L'evento si è svolto dalle 18:00 alle 20:00 con la partecipazione delle BandeMusicali dei comuni vicini: Vasto, Monteodorisio e San Vito Chietino, lequali hanno sfilato lungo le strade del paese esibendosi in un concerto finalein piazza De Riseis, con una grande ovazione da parte del folto pubblicopresente.Il Presidente dell’Associazione “Banda Musicale Città di Scerni”, Angelo Giu-liani, e il direttore musicale, il M° Rodosi d'Annunzio hanno ringraziato tuttele bande partecipanti dando appuntamento al prossimo anno.

Franco Botticchio

Cantiere Cultura Abruzzo: incontro di fineanno con operatori culturali, Anbima c’è

Il 6 dicembre 2017 si è svolto presso la sala D'Annunzio dell'Aurum di Pescara l’incontro “CantiereCultura Abruzzo” promosso e organizzato dal consigliere regionale incaricato alla cultura con l'in-tento di proseguire il percorso già avviato e finalizzato a raccogliere le istanze degli operatori culturalidel territorio e a definire i criteri di revisione del panorama legislativo regionale in ambito culturale.Tra le iniziative intraprese in tal senso c’è la legge 55 del 2013 che ha riformato le modalità di con-cessione dei contributi relativi alle attività cinematografiche, audiovisive e multimediali previstedalla precedente legge 98 del 1999.Nel 2014 è stata invece adottata la legge 46 che inquadra in una visione più unitaria l'attività dirappresentazione teatrale, musicale, coreutica e dello spettacolo viaggiante in un'unica legge sullospettacolo dal vivo.Alla riunione-fiume ha partecipato anche il Presidente Regionale Anbima Abruzzo, Antonio Bottic-

chio, il quale da tempo ha in-staurato un rapporto dicollaborazione con i vertici regio-nali al fine di addivenire ad unalbo ed una legge regionale chetuteli il mondo bandistico, patri-monio imprescindibile del-l’Abruzzo.E' stato un momento di rifles-sione importante per tracciareun quadro del settore culturalein Abruzzo dal quale si sonocondivise insieme progettualitàed iniziative.

Franco Botticchio

Page 35: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

35

«L’appuntamento musicale del 6 gennaio al teatroSociale Villani è di fatto il nostro concerto di Ca-podanno».Un’affermazione, quella dell’assessore alla culturaTeresa Barresi, che consacra definitivamente leelevate qualità artistiche della banda musicalegiovanile Anbima diretta da Riccardo Armari.Un gruppo diventato punto fermo nel panoramaculturale della città e patrimo-nio da conservare per il futuro,merito di un’attenta scelta deibrani da proporre e della co-stante evoluzione del pensieromusicale che il giovane profes-sor Armari riesce a trasmettereagli altrettanto giovani musici-sti.La partecipazione massiccia edentusiasta del pubblico che haaffollato il teatro sabato sera neè stata la conferma. Ed ancheuna conferma che le buone idee, accompagnateda una solida preparazione, risultano vincentianche di fronte a quella che poteva apparire unascommessa: perché non associare la danza allabanda musicale?Scommessa vinta grazie a brani appropriati chele delicate coreografie di Eleonora Prete hannoben interpretato e che le allieve della scuola didanza “Intrecci d’Arte” hanno messo in pratica suun non facile palco, che a stento ha ospitato glioltre 90 elementi tra musicisti e ballerine.Un appuntamento, quello di sabato, che è il degnoepilogo di un lungo viaggio della danza biellese

iniziato oltre 40 anni fa con una delle pioniere,Paola Olivero. Un lavoro intenso il suo, sfociato inun movimento che vede Biella ancora all’avan-guardia nella didattica della danza.Il viaggio musicale voluto da Riccardo Armari haportato il pubblico alla scoperta di alcuni titoli cheben descrivono il connubio musica e danza, conuna carrellata di brani originali per banda basati

su melodie ispirate ai movimenticoreografici degli attuali spetta-coli teatrali. Per poi tornare alpassato con la coinvolgente se-lezione del balletto Excelsior diRomualdo Marenco.Un appuntamento sotto l’egidadel Lions Club Bugella Civitas,che proprio ai giovani dedicamolte risorse a cominciare dalleborse di studio per i musicisti fi-nanziate dalle famiglie Ploner eGermanetti nel ricordo di An-

selmo Germanetti, musicista e appassionato dimusica. L’intera somma raccolta nell’anno Lioni-stico verrà consegnata alla fine del mandato dellapresidente e al termine di tutte le iniziative legatealla musica a cui è dedicato tutto l’anno socialedel club di servizio.Durante la serata la presidente Rosaria GiorgioMaffeo ha ringraziato gli sponsor Lauretana Spa,Farmacia Robiolio di Candelo e Conad di Candelo,che ha contribuito in modo sostanzioso al rinfre-sco per i giovani artisti.Un grazie al Comune di Biella che ha concessogratuitamente il teatro.

Quando la musica balla sulle punte: a Biella lo spettacolo di gala!

di Luisa Nuccio

Page 36: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

36

Ha compiuto 170 anni la banda musicale diMassa Martana (PG), festeggiando l’evento in-sieme agli abitanti di uno dei borghi più bellid’Italia, alle istituzioni e all’Anbima.La manifestazione ha compreso una rassegnabandistica, con la partecipazione delle bande mu-sicali di Acquasparta e Avigliano Umbro che, in-sieme alla padrona di casa hanno dato vita a treserate all’insegna della buona musica nella piazzadel castello, un luogo accogliente che dà spazioalla musica, lasciando fuori, naturalmente, i ru-mori del traffico e di chi non è interessato al-l’ascolto (ben pochi a dirla tutta) dove la comunitàdel paese si è raccolta intorno alla sua banda, conil Sindaco Maria Pia Bruscolotti in prima fila.Le celebrazioni hanno avuto anche un importantemomento culturale, con un convegno sul ruolo diaggregazione della banda musicale e delle asso-ciazioni, coordinato dalla Presidente EmanuelaFabi, coadiuvata da Francesco Campagnani, ungiovane storico nonché musicista della banda,che ha preparato una raccolta di immagini suifatti ed eventi che hanno costruito la storia dellabanda e dei suoi componenti.Insieme al Sindaco di Massa Martana Maria PiaBruscolotti, che ha espresso il sentimento di vici-nanza e di gratitudine della comunità a questa

sua grande istituzione, sono intervenuti AndreaRomiti, Segretario Nazionale Anbima, che ha por-tato il saluto del presidente Lazzeri ma soprat-tutto ha dato una forte immagine di presenzadell’Anbima insieme alle bande musicali e ai mu-sicisti che le compongono. La forte presenza An-bima sul territorio umbro è stata rimarcata anchedalla Presidente Emanuela Fabi, componente delgruppo regionale Anbima, quando ha introdottol’intervento conclusivo del Presidente RegionaleAnbima Giorgio Moschetti, il quale ha illustratole attività svolte e le iniziative regionali e nazionalidella nostra Associazione.Al centro del convegno l’intervento di un grandeex maestro direttore della banda, il M. don MarioVenturi, che ha diretto la banda dal 1976 al 1984:il suo intervento ha ripercorso un periodo storicobellissimo per i componenti della banda, testimo-niato dai sorrisi aperti e da qualche luccichio dicommozione negli anziani ex musicisti presenti insala, che sono stati presentati e ringraziati perso-nalmente dalla Presidente della banda.Prima di don Mario Venturi si sono alternati di-versi maestri alla direzione fra cui il M. ErmeteStella e il M. Torello Alcini. Nell’elenco dei maestrifigura anche il nome del M. Tito Belati, vincitoredi un concorso, che ha però rinunciato a causa di

Massa Martana 1847 – 2017: 170 anni suonati … insieme

di Gianni Paolini Paoletti

Page 37: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

37

altri impegni.Dal 1984 ad oggi, la banda è diretta dal M. Clau-dio Baffoni, un bell’esempio di capacità e di con-tinuità per le bande musicali.Dopo il convegno, la serata è proseguita nellapiazza del castello, ristrutturata dopo il terremotodel 1997 che ha fortemente danneggiato anche inquella occasione la fascia umbro-marchigiana, ri-sorta allora dai tristi eventi così come risorgeràpresto, speriamo, da questi più recenti eventi chehanno colpito ancora una volta le nostre terre.Dopo il conviviale allestito in piazza per tutto ilpaese, la banda musicale di Massa Martana si èespressa nel suo modo migliore, allietando gli in-tervenuti con un mirabile concerto, che si è pro-tratto fino a tarda serata e si è concluso con ilbrindisi finale, dedicato ai prossimi 170 anni dasuonare … insieme.

Per chi volesse approfondire la conoscenza di

Massa Martana, uno dei borghi più belli d’Italia, e

magari visitarla, proviamo a fornire qualche no-

tizia.

Il nome latino di Statio ad Martis da cui VicusMartis e CivitasMartana, desi-gnava una delleprincipali sta-zioni romanedel trattoumbro della viaFlaminia, allacui costruzionenel 220 a.C. èda collegare ilprimo insedia-mento, una

Statio ad Martis per il ricovero e il ristoro di sol-dati e viaggiatori. In seguito la stazione di sostadiventa un piccolo villaggio, Vicus Martis, collo-cato nei pressi dell’attuale chiesa di Santa Mariain Pantano.Nel periodo compreso tra il III e il IV secolo d.C.,Vicus Martis prende il nome di Civitas Martana,più o meno all’epoca delle catacombe rinvenutenei pressi del ponte romano. L’abitato viene poidevastato durante le guerre gotico-bizantine,come la vicina Carsulae, ma a differenza di questaritrova nuova vita sotto il dominio del Ducato diSpoleto nel VI secolo d.C.Fonti storiche risalenti al 1094 citano il castrumdi Massa Martana, edificato forse dagli Arnolfi nelX secolo, che viene cinto di mura da un loro di-scendente, Raniero di Bonaccorso; il castrumviene poi ampliato e cinto di nuove mura nel 1277per volere di Bentivegna, Vescovo di Todi, dei cuidomini entra a far parte.Nel 1565 Massa Martana esce dal lungo dominiodi Todi e si pone sotto la protezione del CollegioCardinalizio di Roma, seguendo le sorti dellachiesa sino all’Unità d’Italia.Dopo il terremoto del 1997 e l’ammasso di rovineche ne fu triste conseguenza, Massa Martana è ri-sorta mostrando un nuovo aspetto; oggi il borgosi presenta compatto dentro le vecchie mura ca-stellane, con il suo dedalo di vicoli, le chiese ro-maniche, rinascimentali e barocche e i palazzi inbella mostra carichi anch’essi della gloria dei se-coli.Con questa nuova veste e l’azzurro dei monti Mar-tani che le fanno da splendida cornice, quandocala la sera e si accendono i primi lampioni, ilborgo di Massa Martana, si presenta ai suoi visi-tatori come un luogo di pace unico, sospeso neltempo.

Page 38: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

38

La Filarmonica città di Ri-mini, con i suoi 150 soci,rappresenta una risorsa alservizio della città che stacambiando e che ha ritro-vato, dopo un lungo letargo,il Teatro “A. Galli”, il cinema“Fulgor”, la dignità di CastelSismondo, l’orgoglio e il pia-cere di essere la città di Fe-derico Fellini.L’anno che si sta conclu-dendo, il 189° di attività, èstato per la Banda Città diRimini, diretta dal M° Iader Abbondanza, un annoparticolarmente ricco di successi, che sono statiraccontati dalla stampa e dai social: la presenzasu RAI UNO, invitati da Fazio nella sua popolaretrasmissione televisiva Che tempo che fa per fe-steggiare il compleanno del co-conduttore FabioDe Luigi, l’apertura della Convention della TwentyCentury Fox, quella nazionale della Harley David-son, Al Meni, alla Festa Europea della musica conla parata nel Borgo San Giuliano e molti altrieventi.Numerosi sono anche i progetti speciali avviati nel2017, tra questi il Concerto dedicato a FedericoFellini sulle musiche di Nino Rota, che presto di-venterà un cd; l’omaggio ai Queen assieme a“Queen Obsession”, una Tribute band Rock (con-taminazione musicale che dimostra la flessibilitàdella nostra Banda!).La banda svolge, inoltre, un’intensa attività persostenere progetti di solidarietà. Ogni estate, dadiversi anni, si esibisce in concerto nell’ambito delprogetto “Rimini non dimentica la solidarietà” incollaborazione con CSV Volontarimini e l’associa-zione RiminiCuore/ASCOR.<<Nei giorni scorsi la Filarmonica città di Riminiha pubblicato il volume “La Banda Città di Riminidal 1828 ad oggi” sulla storia pluricentenariadella compagine musicale cittadina. La ricostru-zione di quasi due secoli di storia della banda ri-minese - precisa il presidente Piero Leoni - è stataun’impresa culturalmente impegnativa che rite-niamo possa rappresentare un valore aggiuntoall’insieme delle bande dell’Emilia Romagna e

d’Italia>>. Il volume è di 192 pagine, in grande for-mato, con un centinaio di foto in b/n e a colori.Contiene schede biografiche, approfondimentiparticolari e un allegato dedicato alla composi-zione odierna. La banda musicale “Città di Rimini”è una delle più antiche istituzioni culturali del ri-minese e della Romagna. <<Questo volume – ag-giunge Leoni - ricostruisce le vicendedell’ensemble musicale e lo fa collegandole allastoria politica, culturale e sociale della città. La ri-cerca è durata quasi due anni negli archivi rimi-nesi, regionali e nazionali. I ricercatori(Alessandro Agnoletti, Marco Bizzocchi, GianlucaCalbucci, Fabio Giambi coordinati da Paolo Za-ghini, in stretto contatto con il sottoscritto e l’or-ganizzatore della Banda Riccardo Sabbatini, neiloro testi – conclude il presidente Leoni - hannodato vita ad una fantastica cavalcata lungo i de-cenni degli ultimi due secoli della storia riminesedove i successi, le crisi,i colpi di scena della vitadella banda si sonostrettamente intrecciaticon la vita di Rimini>>.

Prezzo speciale riservatoai soci Anbima €20 (piùspese di spedizione). Per l’acquisto: 3316468363 - [email protected] eFB: banda città di Ri-mini.

La Banda “Città di Rimini” dal 1828 ad oggi

di Oscar Bandini

Page 39: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

39

Il Gruppo Musicale “Dolci Ricordi” di Sant’Angelodi Piove di Sacco (PD) ha festeggiato lo scorso 22Ottobre il 10° anniversario della sua fondazione.Il M° Remigio Maniero, con l’aiuto del fratello Tar-cisio, ha costituito nel 2007 questo gruppo che,partito con un “manipolo” di componenti, è oraformato da cinquanta membri tra musicisti e co-risti. La passione musicale del M° Maniero, però,parte da molto più lontano: dopo aver insegnatomusica e strumento ai suoi tredici fratelli, nel lon-tano 1956 assieme al padre ha fondato l’orchestrapiù numerosa in Italiaformata da una sola fa-miglia. Ha poi costituito ediretto la “Show Band” diVigonovo (VE), inserendole prime majorettes nelVeneto, e successiva-mente la banda folklori-stica “Majorettes FolkVeneto” di Sant’Angelo diPiove di Sacco, con unorganico di 110 tra ragazzi, ragazze e genitori, conla quale ha effettuato partecipazioni ed esibizioniper ben 45 anni ottenendo riconoscimenti in tuttaItalia ed anche in Europa.Finita quest’ultima esperienza ha voluto rimet-tersi in gioco ed ha fondato il gruppo musicale“Dolci Ricordi” con un repertorio di musica e can-zoni della tradizione popolare veneta, italiana edinternazionale.Il gruppo si esibisce in feste sociali e patronali,nelle case di riposo, nei soggiorni estivi e di con-vivialità con lo scopo di coinvolgere tutte le per-

sone presenti alle varie manifestazioni e concerticon gioia , entusiasmo e con la musicoterapia delbenessere. Ha al suo attivo l’incisione di due CDdal titolo “Dolci Ricordi Musica” e “Fiò coe cansonde na volta”.E proprio per ricordare questi dieci anni di attivitàsi sono svolti grandi festeggiamenti domenica 22Ottobre 2017 a Vigorovea (PD) con una straordi-naria partecipazione di famigliari, amici, simpa-tizzanti e di tutta la cittadinanza con il SindacoSig. Mariano Salmaso ed il Presidente Regionale

Anbima Sig. RaffaelePallaro.La festa ha avuto inizioal mattino con la S.Messa cantata e suo-nata dal gruppo, ed èproseguita poi con unbellissimo pomeriggioconviviale allietato dalmeraviglioso Duo Mari-lisa Maniero e Marco

Negri e dal sassofonista Prof. Aroldo Massarenti.Non sono mancate le allegre e coinvolgenti can-zoni popolari interpretate dal gruppo musicaleche è salito sul palco sfilando sulle note della“Marcia Trionfale” di G. Verdi.Al termine dell’esibizione e a fine giornata il M°Cav. Remigio Maniero ha ringraziato tutti i pre-senti ed in particolare le autorità ed il meravi-glioso e vivace gruppo augurando ancora permolti anni il proprio slogan “A.M.A.: Amicizia –Musica – Allegria” e consegnando a tutti una targaricordo con la più viva riconoscenza.

Il gruppo “Dolci Ricordi” festeggia il decennale

di Ernesto Zeppa

Page 40: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

40

Si è tenuto al Teatro Verdi il tradizionale “Con-certo degli Auguri” offerto dal complesso di Legni,Ottoni, Percussioni e Orchestra della Scuola diMusica della “Società Filarmonica Pisana”. “I Pi-rati” è stato il tema conduttore della serata, intro-dotto fin dall’inizio dal racconto I Pirati Gentili, untesto intrigante, argutamente intrecciato con lemusiche, scritto per l’occasione da Guido Marti-nelli e da lui brillantemente raccontato insieme aChiara Prosperini.Il programma rappresenta un condensato, etero-geneo per genere e per epoca, di come i musicistiabbiano affrontato la tematica piratesca con lamusica.L’ensemble ha esordito con un brano del tradizio-nale repertoriosinfonico-operi-stico delle bandeottocentesche, laSinfonia dall’operaIl Pirata di Bellini.Il brano più ricer-cato dell’evento èstato senz’altro ilConcerto per trom-

bone e banda mili-

tare diRimskij-Korsakov,uno dei pochibrani scritti dacompositori cele-bri appositamente per banda. Il concerto è un gio-iello del repertorio trombonistico, un capolavoroche intreccia mirabilmente virtuosismo ed espres-sività. Il brano, nonostante la fama che gode tragli addetti ai lavori, è rarissimamente eseguito dalvivo con organico al completo. Questo ha fatto ap-prezzare ancora di più la splendida esecuzione,forse la prima assoluta nel teatro cittadino, delnostro solista Guido Gemignani, egregiamente so-stenuto dal Complesso.La seconda parte era dedicata alla musica da filmcon le musiche di Williams dal film Hook Capitan

Uncino e i celeberrimi temi di Zimmer dai Pirati dei

Caraibi. Per quest’ultimo brano si sono aggiuntiagli strumenti i bambini del coro di voci bianche

della prof. Raimo e le voci della prof. Guarducci,entrambe insegnanti della Scuola di Musica dellaSocietà Filarmonica Pisana.Per affrontare l’ultima parte del programma sisono aggiunti anche i componenti dell’Orchestradella Scuola, raggiungendo complessivamenteoltre 100 esecutori. E’ stato eseguito il divertentebrano Barco Pirata del giovanissimo compositorespagnolo Postiguillo Moscardò che ha coinvoltoscenograficamente i bambini e gli esecutori tutticon movimenti, grida e “body percussion”.Infine sono stati eseguiti, di musica rock d’autore,due brani di Bennato: Nel covo dei Pirati e Rock

Coccodrillo con due trascrizioni appositamentescritte per questa “orchestra allargata” dal mae-

stro Paolo Carosi.Oltre alle già ci-tate insegnantiche hanno curatole voci, hannopreparato gli al-lievi dell’orche-stra e li hannoaffiancati nelconcerto gli inse-gnanti France-schi, Maffei,Masi, Ulivieri.Ha condotto mu-sicalmente tutti ibrani la bac-

chetta sicura e precisa del maestro Paolo Carosiche si è divertito, con un frustino da cavallerizzo,a sottolineare l’esecuzione e ha coinvolto il pub-blico nel brano fuori programma Sleigh Ride diAnderson.Presente l’Assessore alla Cultura Andrea Ferranteche ha sottolineato l’impegno nel tramandare lamusica dalla oltre duecentocinquantenaria Istitu-zione Musicale cittadina che sempre onora le variericorrenze o particolari eventi che si celebrano aPisa.Il pubblico ha riempito il teatro fino al loggione enon ha risparmiato applausi e richieste di bis.Durante l’evento sono state raccolte delle offerteinteramente devolute a Telethon.

Filarmonica Pisana: un “Concertodegli Auguri” da ricordare

di Umberto Moschini

Page 41: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

41

Si scaldano i motori alla scuola elementare diPantalla. Il contributo fondamentale lo fornirà ilComplesso Bandistico “Pasquale del Bianco” il cuiprogetto di introduzione al magico mondo dellamusica è collegato alla ricorrenza del 40° annodalla rifondazione della Banda stessa (1978). Ilprogetto si articolerà sulle classi 3a, 4a e 5a dellaScuola primaria del plesso Scolastico di Pantalla.“Ci è sembrato naturale partire dai più giovani percelebrare al meglio questa ricorrenza” spiegano inuna nota i componenti del Direttivo.La musica come linguaggio universale, per evo-care sensazioni avvertite nello stesso modo ancheda persone profondamente diverse dal punto divista culturale.Oltre a tale progetto è stato anche pianificato unconcorso foto-grafico con sca-denza a metàdicembre edaltre iniziativetra cui l’idea diuna pubblica-zione mediantemateriale sto-rico, foto, poe-sie, filastrocchee racconti chehanno accom-pagnato laBanda di Pan-talla in questasua lunga sto-ria.“Per noi è im-portante conqueste iniziative guardare al passato, alle nostreorigini, alle tante persone che hanno condotto labanda fino ai giorni nostri per poi poter meglioprogrammare i nuovi obiettivi da raggiungere”, ag-giungono.Ringraziamo per la realizzazione del progetto, pa-trocinato e supportato dall’Amministrazione co-munale, la Direzione Didattica e le insegnanti chehanno creduto nello stesso, nonché il nostro Mae-

stro Antonio Diotallevi, fresco di un recente suc-cesso accademico e di continui studi e approfon-dimenti nel campo della musica elettronica. Siringraziano infine gli enti e le associazioni checontribuiscono alle attività generali dell’Ente, tracui la Regione Umbria, il Comune di Todi, la Fon-dazione Cassa di Risparmio di Perugia e soprat-tutto l’Associazione “Musica Città” che ogni annoeroga un generoso contributo fondamentale per larealizzazione delle attività del complesso musi-cale.Grazie al coordinamento del Maestro Diotallevi,che da anni guida con capacità, passione e pro-fessionalità la nostra scuola di musica, è statopossibile coinvolgere i prof. Alice Boggi e FabioLombrici che hanno realizzato, con l’Associazione

Mononota, di-versi progetti fi-nalizzati alladiffusione dellasensibilità per itemi della mu-sica.Il progetto, pre-visto da novem-bre fino amaggio, è com-pletamente gra-tuito in quantofinanziato com-pletamente dalC o m p l e s s oBandistico “Pa-squale delBianco”.Gli esperti prov-

vederanno a mettere a disposizione gli strumentinecessari (tamburi di diverse dimensioni, altri og-getti sonori).In rappresentanza dell’Amministrazione Comu-nale di Todi, l’Assessore alla Cultura Claudio Ran-chicchio ha così commentato: “questo è un ottimoprogetto, ringrazio il Complesso Bandistico Pa-squale del Bianco per la sua operosità ed il plessoscolastico di Pantalla per tale iniziativa”.

Propedeutica Musicale a Pantalla:parte il primo progetto presso la

Scuola Primaria

Page 42: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

42

Non molte sono le ‘filarmoniche italiane’ che pos-sono vantare una vita lunga quasi due secoli.La Filarmonica Giuseppe Verdi di Reggello (FI) èuna di quelle.Nata nel 1837 per volere di un ristretto numerodi persone appassionate della musica, ebbe ini-zialmente un cammino favorevole in quanto inquel periodo l’economia della zona era sufficien-temente florida.Ad un primo numero di appassionati si aggiun-sero nuove figure più importanti e maestri che,oltre a dirigere, insegnarono ed incoraggiarono inuovi musicanti: nacque così un corpo bandisticoapprezzato sia in paese che in tutto il Valdarnoche abbraccia parte della provincia di Firenze eparte quella di Arezzo.La Filarmonica, come molte altre realtà, negli anniha avuto alti e bassi e ai momenti di gloria sonosuccedute pause forzate e quasi un declino sul fi-nire del Novecento. Se la Banda è ancora attiva losi deve anche a coloro che negli anni passati, connon pochi sacrifici, hanno costruito, proprio nelcentro del paese, una bellissima sede adatta perle prove e rappresentazioni teatrali: oggi total-mente ristrutturata, contiene fra l’altro l’intero ar-chivio storico, dalla fondazione ai giorni nostri.Oggi l’associazione vive una realtà completamente

diversa, una rinascita cui hanno fortemente con-tribuito sia il progetto sullo studio degli strumentia fiato presso la scuola media di Reggello che fa-vorisce l’ingresso in Banda di molti giovani musi-cisti, che la collaborazione con la scuola di musicaGiovanni da Cascia.Per le celebrazioni del 180mo anniversario dellafilarmonica, svoltesi durante il mese di maggio2017, 4 bande giovanili toscane si sono avvicen-date sul palco del “Reggellese” -Teatro Excelsior -gremito in ogni ordine e grado, dando vita ad unconcerto a dir poco indimenticabile.Al grido di “La Banda è viva - Evviva la Banda”,motto coniato per l’occasione, si è presentata perprima sul palco la “Sarabanda” di Reggello direttadal Maestro Marco Tozzi, seguita da “La Polve-rosa” di Firenze, diretta dalla Maestra Giulia Rai-mondi, dalla “Acchiappanote” di Monte S. Savino(Arezzo) diretta dal Maestro Roberto Buoncompa-gni, e per finire, la “Toscana Junior Banda”, com-posta da giovani di tutte e tre le bande che sierano esibite, diretta dai Maestri Massimo Car-delli e Andrea D’Amico.Presenti numerose autorità che hanno portato illoro saluto cui si è aggiunto quello della presi-denza nazionale ANBIMA che ha inviato una targaricordo celebrativa dell’evento.

Filarmonica di Reggello: centottanta e non li dimostra

di Alessandro Burberi

Page 43: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

43

Numerosissime bande cittadine hanno dato vitain tutta Italia ai tradizionali e attesi concerti diNatale o di Fine Anno grazie all’impegno di musi-canti e direttori che si dedicano a questi progetticon entusiasmo ma anche con pazienza e spiritodi sacrificio per offrire il meglio agli spettatori.La preparazione di questi concerti non si limita alperiodo immediatamente precedente le festivitàma si sviluppa durante l’intero arco dell’anno, conun crescendo di tensione, emozione ed ansia checome per magia svaniscono nel momento in cui ildirettore sale sul podio e le luci in sala si spen-gono dando inizio allo spettacolo.Tra i vari Concerti a cui ho assistito, mi ha parti-colarmente colpito quello tenutosi a Montebelluna(TV) la sera dello scorso 27 dicembre al “Palamaz-zalovo”, eseguito dalla banda musicale cittadinae coreografato dal gruppo delle majorettes “Cittàdi Montebelluna”.Erano presenti il Sindaco, Marzio Favero, gli as-sessori Debora Varaschin e Michele Toaldo, ed unnumerosissimo pubblico che ha occupato tutte letribune ed il parterre del Palazzetto.Ho chiesto al direttore della banda, Luigino Fa-varo, di presentarci la manifestazione divenuta unappuntamento tradizionale di fine anno: “è unospettacolo che ha, come filo conduttore, un argo-mento che viene sviluppato attraverso brani col-legati fra di loro. Talvolta si tratta di una storiaraccontata con l’ausilio di immagini proiettate sudue maxi schermi, al fine di coinvolgere quantopiù possibile lo spettatore facendogli rivivere sen-sazioni ed emozioni. Abbiamo passato in rassegnala storia del cinema con alcune delle più note co-

lonne musicali, proiettando spezzoni di film, op-pure raccontato un viaggio immaginario fra i ri-cordi di un ragazzino diventato adulto. Mentrequest’anno abbiamo voluto esaltare il valore el’importanza della voce attraverso canzoni e me-lodie nazionali ed internazionali. La Banda haeseguito vari pezzi accompagnando, in manieraammirevole, i diversi cantanti che si sono succe-duti con brani del repertorio di Aretha Franklin,Michael Bublè, Stevie Wonder, Leonard Cohen,Gianni Morandi, Zucchero Fornaciari e di altri im-portanti interpreti. Il consenso del pubblico ci haampiamente ripagati del grande forzo sostenuto”.La banda musicale “Città di Montebelluna” è cre-sciuta, musicalmente parlando, e accanto al re-pertorio bandistico tradizionale oggi è in gradoanche di affrontare brani piuttosto complessi edifficili per dei “volontari” della musica. Tutto que-sto è reso possibile perché i “vecchi” direttori delcomplesso bandistico montebellunese – tra cui ilmaestro Carlo Zuccarato – hanno sempre datobuone basi teoriche ai musicanti.Il direttore Favaro ha voluto ringraziare anche al-cuni suoi validissimi collaboratori: Luigi Bedin,che ha arrangiato per banda varie canzoni; SergioPandolfo, che ha curato la parte visiva dello spet-tacolo; la segretaria Lucia Bressan, che ha semprecercato di venire incontro alle varie necessità edesigenze organizzative; Elisa Carrer, accattivantee coinvolgente presentatrice della serata; NikitaBernardi e Debora Merlo, per aver curato tutta laparte coreografica dei balletti delle Majorettes.tutta le coreografie delle majorettes alle quali va

un grande applauso.

A Montebelluna il concerto di fine anno è sempre una grande emozione

di Ernesto Zeppa

Page 44: Risveglio - ANBIMA

44

Il 26 agosto 2017 è venuto meno all’affetto deisuoi cari, dei ragazzi dell’orchestra giovanile difiati, dei soci dell’associazione culturale “NicolaSpadaro” nonché di tutta la cittadinanza di De-lianuova (RC) Giuseppe Scerra, fondatore e pre-sidente emerito della stessa.A conclusione dei funerali celebrati nella chiesadi San Nicola, gremita e commossa, il presidentein carica, Francesco Palumbo, interpretando il co-mune dolore ed esprimendo le più sentite condo-glianze alla moglie Maria, ai figli Marina,Domenico e Rosanna, ai fratelli Nazzareno e Fan-tina e a tutti i congiunti, lo ha così ricordato:“I sentimenti di stima per l’uomo ed il professio-nista si uniscono in questo momento ai senti-menti di profonda gratitudine per aver egli creatoquesto “piccolo miracolo aspromontano”, quale èstata definita l’Orchestra giovanile di fiati, che èstato oggetto di analisi e di apprezzamento nonsoltanto musicale ma anche culturale e sociale.

Quindi, per me, che ho avuto il piacere e l’onoredi aver goduto della sua sincera amicizia perquasi 60 anni, si impone di testimoniare la co-mune appartenenza alla grande famiglia dell’As-sociazione in tutte le sue componenti, conparticolare riferimento ai ‘suoi ragazzi’ dell’Orche-stra, che in questo momento non avrebbero diffi-coltà ad essere qui con me tutti, singolarmente ein coro, per dire ‘grazie Presidente’.Però, l’impegno che ha dato vita nel 2000 a questarealtà associativa non può essere disgiunto dallapoliedrica e ricca personalità che ha caratteriz-zato l’uomo Giuseppe Scerra in tutta la sua vita.La sua fanciullezza e la sua adolescenza, caratte-rizzate da tantissime difficoltà che hanno tem-prato l’uomo, in un periodo in cui la realtà diLubrichi, suo paese natio, e del suo hinterland -tra gli anni 30 e 40 del secolo scorso- viveva unapovertà strutturale che non ha, però, impedito aduna famiglia numerosa, quale era la sua, di sani

principi e di chiara impronta cri-stiana, di garantire ai figli un’edu-cazione e una formazione capacidi proiettarli verso il futuro.Faccio un solo riferimento.Percorrere chilometri a piedi, nonessendovi mezzi pubblici, per rag-giungere da Lubrichi le sedi vici-niori di Santa Cristinad’Aspromonte, Delianuova, Op-pido Mamertina, o ricorrere a pas-saggi occasionali che hannomesso talvolta a repentaglio lasua vita, come si è verificato nel1943 quando, per raggiungere lasorella Maria che si trovava inOspedale a Taurianova, ha tro-vato un passaggio su un camion,carico di tronchi di abete, nevenne sommerso a causa di unabrusca manovra, ma questo fa-ceva parte della quotidianità. Della sua famiglia come della pas-sione per la musica che, sulla

Delianuova (RC): l’associazione culturale ‘Nicola Spadaro’ ricorda

il presidente emerito Giuseppe Scerradi Salvatore Palumbo

Page 45: Risveglio - ANBIMA

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

45

spinta del padre, lo ha avvinto in tenerissima età,era profondamente orgoglioso. Come pure dellascelta degli studi universitari affrontati con la te-nacia di chi, in un contesto storico difficile, capivadi dover dare risposte non solo a se stesso ma atutta la sua famiglia che credeva nelle sue capa-cità.Laureatosi, intensa è stata la sua attività che loha visto impegnato nel settore farmaceutico, nondisgiunto da una forte passione per la medicina,particolarmente per la pediatria.Manifestò subito una visione a tutto campo dellaprofessione, riuscendo ad essere un precisopunto di riferimento non solo dell’hinterlandaspromontano ma anche di altre realtà del mez-zogiorno. Particolarmente attento alle fasce debolidel territorio, operò per alleggerirne le situazionipiù critiche.In questa direzione operò anche perché motivatoda principi cristiani, che lo portarono ad un pre-ciso impegno nelle ‘comunità neocatecumenali’ ea favore dello sviluppo socio-culturale del territo-rio.Da questa sua ricca personalità è nata la felice in-tuizione dell’Associazione e dell’Orchestra Giova-nile di Fiati, anzi essa ha rappresentato lo sbocconaturale di una persona che ha creduto nel ruolodella formazione e della musica. Non ha mai na-scosto che questa felice intuizione è nata a se-guito di un concerto tenuto a Lubrichidall’Orchestra di Melicucco di cui era presidenteil fratello Nazzareno, al quale ha riconosciuto ilruolo di apripista rispetto ad un fenomeno chesuccessivamente è esploso con l’avvio dell’Orche-stra di Delianuova. Da quel momento è stato tuttoun fiorire di iniziative. La sua impostazione e l’attività dell’Associazionee dell’Orchestra sono ora affidate alla storia.A noi il compito di onorare la memoria ben sa-pendo che ciò che ci attende non è una sempliceattività musicale, ma la nostra capacità di inci-dere, con la musica, per lo sviluppo culturale esociale dell’intero nostro territorio.Questa che traccio è una rapida sintesi di alcunelinee di intervento:Il coinvolgimento delle famiglie di Delianuova edei comuni dell’hinterland aspromontano che hapermesso, nel tempo, la frequenza della scuola dimusica a ben 450 ragazzi;

L’attenzione alla definizione di rapporti istituzio-nali sempre corretti per salvaguardare e proiet-

tare l’attività dell’Orchestra. Su tutti, il rapportocon il sen. Luigi De Sena, caratterizzato da pro-fonda e sincera stima reciproca, il quale, apprez-zando il lavoro fatto, lo ha sempre stimolato aproseguire, in quanto esso avrebbe permesso direcuperare quel deficit di credibilità che ancoroggi affligge il territorio meridionale;

Il coinvolgimento di maestri sempre più qualificatiper la formazione dei giovani;

La partecipazione dell’Orchestra a concorsi regio-nali e nazionali;

Il coinvolgimento e l’interessamento della stampae dei mass media a tutti i livelli;

La realizzazione di oltre 400 concerti tenuti nelleparti più disparate della Calabria e d’Italia;

La nuova sede della scuola di musica realizzatagrazie a un sapiente raccordo operato tra le varieistituzioni, tecnologicamente attrezzata e funzio-nale non solo agli studenti di Delianuova ma ditutto il territorio calabrese;

Il rapporto e l’attenzione del Maestro Muti che haesaltato a più riprese la valenza musicale, cultu-rale e sociale di questa sua felice intuizione e l’ef-fetto trascinamento sull’intero territorio;

La volontà di incidere nel tessuto sociale per pro-vocarne il suo sviluppo con il costante impegno,attraverso la giornata regionale sull’educazionealla legalità, di collocare l’Aspromonte da simbolodi illegalità ad incrocio di valori e sviluppo nellapace e nella convivenza civile;

La sua voglia di essere sempre presente con noiin tutti gli appuntamenti, come avvenuto anchein questo mese partecipando agli impegni del 6,7ed 8 agosto e come avrebbe voluto essere insiemea noi al Museo di Reggio Calabria ed il 31 in Pre-fettura per ricevere l’ultimo meritato riconosci-mento dalla Fondazione De Sena.

Concludo dicendo che in tutto questo certamentevi è stato un pizzico di sana follia, riconosciuto eapprezzato anche dai ragazzi dell’orchestra che,in occasione dell’anniversario, hanno scritto sullatela che gli hanno regalato: “Dicono che noi rivo-luzionari siamo romantici.Si, è vero! Lo siamo in modo diverso. Siamo quellidisposti a dare la vita per quello in cui crediamo”. E dunque, Grazie Presidente, per aver credutonella sua intuizione e per aver trasmesso questostile di vita ai “suoi ragazzi”.

Page 46: Risveglio - ANBIMA

46

Sono andati avantiSono andati avanti

Emilio StraudiPubblichiamo il ricordo del Maestro Emilio Straudi di Biella, morto lo scorso 3 agosto all’età di 87 anni.

Artista stimato e apprezzato direttore di varie compagini musicali del territorio Biellese, per quarant’anni

alla guida della Società Musicale “Giuseppe Verdi” della Città di Biella.

Ho conosciuto il Maestro Emilio Straudi nell’autunno del 1981, quando chiesi al direttivo di entrarea far parte della Banda Musicale Giuseppe Verdi di Biella. Ero curioso di vedere il Maestro alla dire-zione, anche perché molti musicisti che conoscevo e che facevano parte come me dell’organico dellaBanda Cittadina, diretta allora dal Maestro Antonino Tatone, ne rilevavano l’estrosità, la difficoltàdei repertori proposti non consoni alla letteratura standard delle bande musicali di allora e in parti-colare il gesto che esprimeva con la bacchetta, totalmente diverso dai maestri che in quel tempo oc-cupavano i vari podi delle bande musicali dei rioni cittadini (vi erano ancora attive le bande musicalidi Chiavazza, del Vandorno, di Cossila, di Favaro) e dei paesi del biellese. Le prove di assieme stru-mentale erano fissate tutti i venerdì sera nella sede storica della “Verdi”, in via Orfanotrofio 8, nelloscantinato delle scuole elementari “De Amicis”. Lo stesso giorno provava anche la Banda Cittadinanella sede situata negli scantinati della scuola elementare “Pietro Micca” in Via Pietro Micca a Biella.La rivalità tra le due compagini operanti in centro città era da sempre nota tra i musicisti, alcuni deiquali suonavano in entrambi i complessi e ci si alternava un venerdì alla “Cittadina” e il venerdì se-guente alla “Verdi”.Durante l’inverno del 1981 alla “Verdi” venne a mancare la prima tromba, mi pare si chiamasseGauna, che morì improvvisamente per un infarto durante un’escursione sciistica. Di punto in biancol’organico, diretto dal Maestro Straudi, alla ripresa delle attività musicali dopo la pausa invernale, siritrovò senza strumentisti idonei a ricoprire l’importante ruolo. Io, che avevo dato la mia disponibilitàper far parte dell’organico in modo parziale, perché suonavo anche nella Banda Cittadina, mi ritrovai,

senza nemmeno rendermene conto, a occupare quel posto di re-sponsabilità con un maestro che non conoscevo personalmentee sotto la cui direzione non avevo mai suonato. Avevo sedici annie decisi senza indugio di abbandonare l’impegno con la BandaCittadina, (che l’anno successivo avrebbe sospeso per sempre lastorica attività musicale per mancanza di fondi) per seguire e ap-profondire la conoscenza e la bacchetta del Maestro Straudi. Unadelle curiosità e delle probabili opportunità che mi spinsero a farequesta scelta, fu anche quella di riuscire, in futuro, a poter esserechiamato a far parte dell’Orchestra Filarmonica Biellese che ilMaestro aveva fondato e che dirigeva assiduamente in vari con-certi sul territorio laniero. La mia ambizione si materializzò doposolo due prove con la compagine bandistica. Il Maestro Straudidopo avermi ascoltato con lo strumento mi chiese di far partedell’organico dell’Orchestra Filarmonica. Da quel momento, cor-reva l’anno 1982, ho collaborato con il Maestro fino al 2002,vent’anni di concerti, (tranne la pausa obbligata per svolgere ilservizio militare) che mi hanno formato musicalmente e umana-mente. Oltre all’attività direttoriale con la Banda Verdi e l’Orche-stra Filarmonica Biellese, il Maestro Straudi allora dirigeva anchela Mandolinistica Biellese e la Corale Biellese “Luigi Maria Magi”,con la quale affrontammo gran parte del repertorio operistico siacon cantanti solisti sia con coro solo, il repertorio sacro, dagli

Page 47: Risveglio - ANBIMA

47

oratori di Don Lorenzo Perosi, alle messe di Mozart, Vittadini, alle orchestrazioni perdute e totalmentericostruite dall’instancabile lavoro di quest’uomo che era un vulcano di idee, come l’Oratorio La Re-gina delle Alpi di Don Pietro Magri dedicato alla Beata Vergine d’Oropa. I concerti di Natale con mu-siche dal mondo dedicate alla Natività eseguite da Orchestra e coro furono una sua idea. Non solouna continua scoperta di musiche che era impossibile eseguire con l’organico bandistico da cui pro-venivo, ma una continua evoluzione anche alla riscoperta del repertorio più “leggero” come quellodel mondo dell’operetta e dei valzer, polche e galop della famiglia Strauss, per cui il Maestro Straudiaveva una vera e propria venerazione.Nella sua lunga carriera di musicista ha formato, consigliato, aiutato, diretto e scoperto tanti talentie musicisti biellesi che hanno avuto la fortuna di incontrarlo sulla propria strada artistica. Ha portatoin città e nel territorio circostante una ventata di cultura e ha certamente tolto un poco di grigiore,apatia e indifferenza che era tipica di chi passava le giornate in fabbrica a produrre ricchezza perso-nale e nulla ha lasciato alle generazioni successive.Grazie Maestro Straudi per quello che ci ha trasmesso durante il suo passaggio terreno, per quelloche ha donato alla città. Biella ha perduto un grande artista, un uomo che con la sua vita e la suaarte ha reso questo lembo di terra piemontese meno arido sul piano della culturale musicale.noi

Massimo Folli.

Risveglio MusicaleRisveglio Musicale

A Nicolosi il primo Corso per Direttori diBandaSi è tenuto domenica 22 ottobre presso la sala conferenze dell’Hotel Biancaneve a Nicolosi, il concertoconclusivo del Corpo Bandistico “Amici della Musica” per l’occasione diretto da dieci maestri provenienti dasvariati comuni dell’isola, tutti partecipanti al primo corso per Direttori di Banda che si è svolto nel weekende che ha visto come docente il compositore e direttore Maestro Michele Netti, uno dei massimi esponentidel panorama bandistico nazionale ed europeo. L’obiettivo del corso, come ci spiega il Maestro della bandacittadina Carmelo Vinci, era quello di incentivare i vari maestri nell’approfondimento della tecnica teoricae pratica e la conoscenza del repertorio, elemento indispensabile per guidare una Banda musicale in unmodo più professionale e attuale.Presenti il Sindaco Angelo Pulvirenti e l’Assessore Letizia Bonanno che si sono complimentati col Presidentedella Banda, Carmelo Mazzaglia, per l’organizzazione e per l’iniziativa di alto spessore culturale; il Presi-dente dell’Anbima Sicilia, Avvocato Ivan Martella, che ha sostenuto il consiglio provinciale per l’evento elo-giando il ruolo sociale e importante che le bande musicali rivestono oggi nella società insieme a quello

delle famiglie a favoredei giovani.Il pubblico ha graditocon continui applausi ilvariegato programmadi colonne sonore,musica pop e origi-nale, con applausi ri-volti sia ai direttori siaalla banda locale, for-mata da oltre qua-ranta elementi, perl’ottima esecuzionemusicale.

Page 48: Risveglio - ANBIMA

XIX FESTIVAL INTERNAZIONALE

‘ITALIAN BRASS WEEK’Si rinnova l'appuntamento annuale con il Festival internazionale Italian Brass Week.

Giunto alla sua 19ª edizione il Festival vedrà la commi-

stione di diverse sezioni, da quella concertistica, a quella

didattica, premi, borse di studio, campagna di crowdfun-

ding ed eventi in prima mondiale. Sono previsti concorsi

internazionali di cui uno per composizione, uno per gio-

vani solisti e uno per le arti culinarie dedicato a Gioachino

Rossini, nel 150esimo anniversario dalla morte.

Il Festival, come per le precedenti edizioni, avrà sede a Fi-

renze, inizierà il 22 luglio e terminerà il 29 luglio. Durante

la settimana degli ottoni, il Teatro del Maggio Musicale

Fiorentino ospiterà giovani musicisti e docenti internazio-

nali provenienti da oltre 40 diversi paesi del pianeta.

Le missioni principali del nostro Festival sono Wings to ta-

lent e Music To People

Otto concerti serali in luoghi e scenari suggestivi della Firenze medicea, cinque conferenze e concerti

matinée all'interno nel Teatro, sede delle Masterclass.

Si rinnovano collaborazioni con importanti istituzioni, quali Anbima e il Teatro, se ne aggiungono

di nuove quali Santa Cecilia Roma e la Scuola di Musica Di Fiesole. Godiamo già dei patrocini isti-

tuzionali del Comune, di Città metropolitana e della Regione Toscana, così come dell’ambasciata

del Regno dei Paesi Bassi e della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Ecco i docenti delle Masterclass 2018. Per le trombe: Allen Vizzutti, solista internazionale (USA),

Francisco 'Pacho' Flores, solista internazionale (Venezuela), Rex Richardson, solista internazionale

(USA),Andrea Tofanelli, solista internazionale (Italia),Andrea Dell'Ira, Orchestra del Maggio Musicale

Fiorentino (Italia). Per i corni: Dale Clevenger, ex Chicago Symphony Orchestra e Indiana University

(USA),Hermann Baumann, solista internazionale (Germania), David Alan Cooper, Berliner Philar-

moniker (Germania), Luca Benucci, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (Italia). Per i tromboni:

Jamie Williams, Deutsche Oper Berlin (USA),Massimo La Rosa, Cleveland Orchestra (Italia), Zoltan

Kiss, Royal Northern College of Music in Manchester UK (Ungheria). Per i tromboni bassi: Steve

Norrell, Metropolitan Opera Orchestra e Manhattan School of Music (USA), Gabriele Malloggi, Or-

chestra del Maggio Musicale Fiorentino (Italia). Per le tube:Gene Pokorny, Chicago Symphony Or-

chestra (USA), Roger Bobo, Brass Legend, solista internazionale (USA), Anne Jelle Visser, Zurich

Opera Orchestra e Zurich Hochschule der Künst (Olanda-Paesi Bassi), Mario Barsotti, Orchestra

del Maggio Musicale Fiorentino (Italia).

Sarà attivata l’Italia Brass Week’s Junior Band. Saranno coinvolti i professori dell'Orchestra del

Maggio Musicale Fiorentino, dell'Opera di Roma e dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa

Cecilia, già docenti della Scuola di Musica di Fiesole. L'Italian Brass Week è, dunque, l'unico Festival

in grado di ospitare e accogliere idee giovani per i giovani, che offre la possibilita a tanti piccoli

talenti di entrare in contatto con il mondo Italian Brass Week, ricco di professionalita internazionali

che garantiscono, oltre un alto coinvolgimento emotivo, una spinta fondamentale per la crescita in-

dividuale e collettiva per tanti giovani futuri musicisti. Una prospettiva nuova e coinvolgente che

cerca di inserirsi in quella 'società liquida', per dirla alla maniera di Zygmunt Bauman, dove tutto

tende a fondersi in un continuo lifelong learning, al fine di evitare l'omogeneizzarsi alla globalizza-

zione e alla mercificazione dell'individuo e della stessa collettività, creando menti pensanti, uniche

e originali. Ecco i docenti: Emanuele Antoniucci, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e Scuola

di Musica di Fiesole – tromba,Alberto Serpente, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino – corno,

Antonio Sicoli, Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma e Scuola di Musica di Fiesole – trombone,

Fabiano Fiorenzani, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e Scuola di Musica di Fiesole – diret-

tore, Gregorio Mazzarese, Accademia Nazionale Santa Cecilia – coordinatore generale.

Per informazioni ed iscrizioni: www.italianbrass.com, [email protected]