rischio sismico

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Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici “Nicolò Gallo” Agrigento Rischio Sismico in Sicilia Rischio Sismico in Sicilia Prof.ssa Maria Pia Salamone

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Page 2: Rischio sismico

Per rischio sismico si intende la probabilità che in una data area e in un certo periodo di tempo si possa verificare un fenomeno sismico.

I terremoti si verificano in zone ben precise del pianeta, è quindi importante catalogare queste zone. Vi sono poi diversi metodi che aiutano a prevedere i sismi, come il monitoraggio delle modificazione delle rocce e dei microsismi che precedono un terremoto. Purtroppo nella maggior parte dei casi si è ancora lontani dalla possibilità di dire quando e come si verificherà un sisma.

L’Italia, per le sue caratteristiche geologiche e per la sua conformazione fisica, è particolarmente soggetta ai terremoti. Il territorio nazionale è coperto da sismografi, strumenti in grado di avvertire anche le più piccole onde sismiche, che in genere accompagnano l’arrivo di un terremoto.

RISCHIO SISMICO

Page 3: Rischio sismico

Il rischio sismico indica una stima delle perdite complessive causate dai terremoti che potranno interessare in un determinato periodo una determinata area.

Per sapere qual è il rischio sismico in una certa zona è necessario conoscere:- La pericolosità sismica dell'area, ossia la probabilità che in un certo intervallo di tempo sia interessatala da forti terremoti che possono produrre danni.- Quali opere costruite dall'uomo vi sono, qual è la loro importanza e vulnerabilità e quindi qual è la loro resistenza al terremoto.-Quante persone vivono in quella zona e quindi qual è la sua esposizione al terremoto.

-Rischio sismico = pericolosità x vulnerabilità x esposizione (terremoti) (edifici vulnerabili) (popolazione)

Ulteriore fattore di rischio è la costituzione del suolo. Nei terreni incoerenti, come l’argilla, le oscillazioni del terreno vengono amplificate, se invece il suolo presenta rocce più compatte l’effetto è meno rilevante.

Page 4: Rischio sismico

L’Italia è un paese ad alta sismicità. Il territorio italiano si estende su più placche tettoniche, il cui movimento reciproco genera periodicamente dei terremoti dovuti allo scontro fra la zolla africana e quella eurasiatica che, decine di milioni di anni fa, ha dato luogo al sollevamento delle Alpi e degli Appennini;non c'è quindi da stupirsi se tutta la penisola e la Sicilia sono zone ad alta sismicità.Queste due placche in reciproco avvicinamento generano una compressione che ha creato una faglia, la faglia Gloria, che parte dall’Oceano Atlantico, attraversa il Mediterraneo e sale lungo la Sicilia, gli Appennini e le Alpi orientali, per poi piegare verso i Balcani.

SISMICITA’ IN ITALIA

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Ad eccezione della Sardegna, tutto il territorio nazionale è stato interessato da scosse sismiche fino al X-XI grado della scala Mercalli, ma la sismicità più elevata si registra lungo la dorsale appenninica.

I terremoti più forti nell'ultimo secolo hanno interessato soprattutto le regioni appenniniche, la Calabria, la Sicilia ed il Friuli. Sulla base della frequenza ed intensità dei terremoti del passato, una parte del territorio nazionale è stata classificata in quattro categorie sismiche.

Complessivamente è classificato sismico il 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione.

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I terremoti più significativi per il territorio della Sicilia avvengono:

- nel settore orientale, soggetto a forti deformazioni determinate dall’apertura del bacino Ionico;

- lungo la catena dei Nebrodi-Madonie-Monti di Palermo, che rappresentano il prolungamento della catena appenninica e quindi una porzione del corrugamento determinato dallo scontro tra zolla Africana ed Europea;

- nella zona del Belice;

- nelle aree a vulcanismo attivo dell’Etna e delle Isole Eolie.

Terremoti di energia inferiore avvengono anche nel Mar Tirreno meridionale, nell’area delle isole Egadi e della fascia costiera occidentale, nel Canale di Sicilia.

CARATTERISTICHE DELLA SISMICITA’ DELLA SICILIA

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Cartografia della zonazione sismica nel territorio regionale siciliano

La normativa introdotta dalla Regione Siciliana ad inizio del 2004 suddivide il territorio dell’isola in QUATTRO ZONE SISMICHE sulla base di analisi che tengono conto anche degli effetti massimi attesi:le aree in ZONA 1 - effetti massimi più elevati - comprendono l’area dello STRETTO DI MESSINA e la zona del BELICE;quasi tutto il RESTO DELLA SICILIA si trova in ZONA 2;parte del settore centro-meridionale dell'isola ricade in zona 3 o 4, cioà a basso rischio sismico.

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I TERREMOTI NELLA SICILIA ORIENTALE

I terremoti più forti di tutta la regione e dell’intero territorio italiano avvengono in questa zona. Quì si sono verificati gli eventi sismici del 1169 e 1693, con epicentro lungo la fascia costiera tra Siracusa e Catania, che hanno provocato distruzioni nell’area iblea e nel catanese, e quello del 1908, con epicentro nello Stretto di Messina, che ha provocato ampie devastazioni nella Sicilia nord-orientale e nella Calabria meridionale.

In entrambe le aree si sviluppano importanti sistemi di faglie attive capaci di generare terremoti di magnitudo superiore a 7 che fortunatamente avvengono raramente.

Il 28 dicembre 1908 un violentissimo terremoto dell’XI° MCS si verificò nella zona dello Stretto di Messina, causando la distruzione totale di Reggio Calabria e devastazioni gravissime a Messina e località limitrofe. Le vittime furono 80.000, di cui 60.000 a Messina. Variazioni della linea di costa furono osservate nell'area dello stretto ed alte onde di maremoto (tsunami) si abbatterono sulla costa tra Messina e Taormina provocando ulteriori distruzioni e vittime (circa 2.000).

Crolli e danni molto gravi si verificarono anche nei centri dei Peloritani e del versante settentrionale dell'Etna, mentre furono più leggeri negli Iblei ed in Sicilia centrale.

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I TERREMOTI DELL’ETNA

L'area etnea, oltre a risentire gli effetti dei forti terremoti delle aree limitrofe, è sede di una attività sismica frequente legata alle fasi di attività eruttiva del vulcano.Anche se di basso livello energetico rispetto ai terremoti regionali, tuttavia non sono rari eventi sismici che possono provocare danni gravi; fortunatamente, a causa delle piccole profondità ipocentrali, gli effetti interessano di solito aree molto limitate. In appena 200 anni si sono verificati ben

177 terremoti, cioè in media quasi uno ogni anno, causando gravi danni ogni 15 anni e distruzioni ogni 30 anni

Distribuzione, per tipologia di danno, dei terremoti dell’Etna dal 1800 al 2002

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I TERREMOTI NELLA SICILIA OCCIDENTALE

La Valle del Belice rappresenta il tipico caso di un’area riconosciuta sismica solo in seguito ai terremoti del 1968. Sebbene di magnitudo moderata rispetto ai grandi terremoti distruttivi della Sicilia orientale, il terremoto del 1968 ha prodotto danni gravi per il verificarsi di numerose forti scosse nel giro di pochi giorni.La scossa principale, X° della scala Mercalli (di magnitudo 5.9 ) si è verificata il 15 gennaio, preceduta da quattro forti premonitrici. Nei giorni seguenti seguirono varie repliche (di magnitudo rispettivamente 5.7 e 5.6). Questo ha determinato danni particolarmente gravi in quanto ciò che era ancora in piedi alle prime scosse sarebbe crollato del tutto con i terremoti successivi. Gibellina, Montevago, Salaparuta e Poggioreale furono totalmente distrutti mentre S. Margherita del Belice, Partanna e S. Ninfa ebbero danni gravissimi. Le vittime furono circa 300. Molte altre località della Sicilia occidentale, inclusa Palermo,risentirono degli effetti del terremoto subendo danni rilevanti.

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LA PROTEZIONE CIVILE

Per protezione civile si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare la vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni derivanti da calamità naturali. La protezione civile è composta dalle amministrazioni dello Stato, dalle regioni, dalle province, dai comuni ed anche la società civile partecipa soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Questo modello di organizzazione della nostra protezione civile risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità e catastrofi. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e prevedere i disastri.Il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco. Quando si verifica un evento calamitoso il Sindaco organizza le risorse comunali, secondo piani prestabiliti, per fronteggiare i rischi specifici del suo territorio e se le risorse locali non sono sufficienti a farvi fronte si mobilitano immediatamente i livelli provinciali, regionali e, nelle situazioni più gravi, anche il livello nazionale.

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LA PROTEZIONE CIVILE E I TERREMOTI

La sicurezza nei confronti del rischio sismico costituisce un ambito di grande attenzione per la protezione civile italiana.

La protezione civile non solo si occupa di gestire l'emergenza dopo un terremoto ma, soprattutto, promuove svariate azioni di prevenzione sugli edifici e sulle infrastrutture.

La nostra protezione civile si è distinta anche in ambito internazionale, dove ha prestato soccorso in occasione di eventi sismici disastrosi, ricevendo numerosi elogi e riconoscimenti per l’organizzazione valida ed efficiente.

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PREVENZIONE SISMICA

Il terremoto è un fenomeno non prevedibile e generalmente di breve durata ma che può avere effetti devastanti.

In Italia il rapporto tra l'intensità dei terremoti ed il numero delle vittime è abbastanza elevato in confronto ad altri paesi.

L'impossibilità di prevedere i terremoti determina la necessità di un'accurata ed estesa opera di prevenzione che preveda:

• la costruzione o l’adeguamento degli edifici, secondo le norme antisismiche, nelle zone a rischio sismico

• l’avvio di campagne di informazione e di educazione della popolazione sui comportamenti da tenere in caso di terremoto

• la preparazione, prima del terremoto, di piani di emergenza, tenendo conto delle caratteristiche fisiche, sociali, economiche del territorio

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La tragedia avvenuta pochi anni fa a San Giuliano di Puglia, dove numerosi alunni sono morti a scuola a causa di un terremoto, ci fa comprendere che gli abitanti delle aree sismiche devono imparare a convivere con i terremoti per ridurre i danni. Un’intelligente opera di prevenzione sismica a scuola, oltre l’adeguamento dell’edificio alle norme antisismiche, è l’acquisizione di comportamenti idonei per difendersi dai terremoti.

In considerazione del fatto che la città di Agrigento è stata classificata zona a sismicità 2, e quindi può essere soggetta a terremoti forti, le esercitazioni periodiche e le iniziative di educazione alla sicurezza a scuola consentono:

- di conoscere e memorizzare i comportamenti da tenere in caso di terremoto

- di mantenere la calma - di prestare il necessario aiuto a chi si trova in difficoltà.

LA PREVENZIONE SISMICA A SCUOLA

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1.NON USCIRE DALL’AULA2.RIPARARSI SOTTO IL BANCO ASSUMENDO

UNA POSIZIONE RACCOLTA E PROTEGGERSI IL CAPO CON LE MANI.

3.TENERSI LONTANO DAI MOBILI E DALLE FINESTRE.

4.RIENTRARE NELL’AULA SE CI SI TROVA NEI CORRIDOI O NEL VANO DELLE SCALE, EVENTUALMENTE RIPARARSI NEGLI ANGOLI, VICINO AI MURI PORTANTI O SOTTO L’ARCHITRAVE DI UNA PORTA

5.NON USARE L’ASCENSORE 6.NON SCENDERE LE SCALE

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ALLONTANARSI DALL’AULA SEGUENDO IL PIANO DI EVACUAZIONE PREDISPOSTO DALLA SCUOLA VERSO IL PUNTO DI RACCOLTA E ASPETTARE LE INDICAZIONI DELLA PROTEZIONE CIVILE

- Chiudiamo gli interruttori del gas e della luce.- Prima di uscire indossiamo scarpe robuste- Usiamo le scale con prudenza, mai l’ascensore- Non adoperiamo l’automobile ed il telefono per non bloccare le vie di comunicazione - Usare una radio per tenersi informati sulle direttive della Protezione Civile

Page 18: Rischio sismico

Se ci si trova all'esterno, in strade strette fra edifici, ripararsi nei portoni, altrimenti correre verso grandi spazi aperti.

Se ci si trova all'aperto, lontano da edifici, evitare essenzialmente di stare sopra o sotto ponti e sotto le linee elettriche.

Evitare inoltre le zone soggette a smottamenti e frane e poi, se ci si trova nei pressi del mare, allontanarsi dalle spiagge poiché potrebbe verificarsi un maremoto.