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Vicedirettore Curzio Cupellini APRILE 2006 ANNO VI Direttore Giulio Facchini Rifondato da Dario Nistri L’Urlo degli studenti L’Urlo degli studenti L’Urlo degli studenti L’Urlo degli studenti

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Page 1: Rifondato da Dario Nistri Direttore Giulio Facchini ... · mese fa tornavo dal mitico viaggio “d’istruzione” (o “distruzione”) annuale che quest’ anno ci ha condotti a

Vicedirettore Curzio Cupellini APRILE 2006

ANNO VI

Direttore Giulio Facchini Rifondato da Dario Nistri

L’Urlo degli studentiL’Urlo degli studentiL’Urlo degli studentiL’Urlo degli studenti

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EDITORIALE di Giulio Facchini

Parlerò a tutti, parlerò di noi studenti, ma prima di tutto voglio parlare di me. Circa un mese fa tornavo dal mitico viaggio “d’istruzione” (o “distruzione”) annuale che quest’ anno ci ha condotti a Napoli. Potrei divagare a lungo per parlarvi delle numerose idee e sensazioni che mi ha suscitato vedere, anche solo per tre giorni, una realtà così diversa, a tratti molto calorosa o estremamente cruda, ma quasi sempre non comprensibile a fondo; tuttavia non lo farò. Ho voglia piuttosto di lasciarvi un’immagine, l’immagine del disagiodisagiodisagiodisagio che ha destato in me e spero susciti in voi, una grande provocazione. Poco prima di entrare nel duomo di Napoli, l’obbiettivo della mia macchina catturava una scena che potrete giudicare triste, simpatica, penosa o addirittura straordinaria, un complesso di impressioni che in me, a dire il vero, si limitavano alla semplice curiosità. Un gruppo di bambini giocava a pallone tra i portici dei negozi lussuosi della via principale e la gradinata del Duomo, gettandosi ripetutamente e inconsciamente in strada a riprendere i palloni sfuggiti. Un episodio che dalle nostre parti avremmo forse chiamato “mancanza di rispetto”, “disadattamento” o chissà “pericolosa abitudine”, anche se sinceramente mi riempiva più di tante altre cose viste. Poi uscendo dalla chiesa l’ immagine s’infrange come se quel pallone avesse colpito la vetrina più bella, il bambino più grande stava picchiando uno dei più piccoli. Picchiare vi sembrerà esagerato: vi assicuro che essendo due bambini avrei potuto usare termini peggiori. Non so descrivere il volto piangente, intriso di rabbia del più piccolo e i suoi occhi che, furiosi per la prepotenza dell’altro, gli impedivano di “ritirarsi”. Ma ciò che più colpiva erano tutti gli altri, disposti in cerchio a incitare o commentare lo scontro come se “abituatiabituatiabituatiabituati”. Chiamatelo pure disagio ma qui non può

esserci malvagità, c’è soltanto l’inevitabile reazione alla mancanza di un futuro, a cui fin dall’infanzia viene chiusa ogni porta; non abbiamo il diritto di dichiararla “normalenormalenormalenormale” , a prescindere dal contesto, in particolar modo se coinvolge un bambino. Ed io? Vi chiederete cosa c’entro? C’entriamo tutti! Vorrei riuscire a trasmettere la sensazione di impotenza unita all’amarezza provocata da una simile visione. Ho sempre considerato la riduzione dei disagidisagidisagidisagi altrui una priorità oltre che una grande gioia. Ho scritto e parlato in più di un occasione di sfruttamento o di mafia anche a proposito dei bambini, mescolando però il sogno di aver occasione di DareDareDareDare alla felicità ipocrita di chi vive bene. Trovarsi di fronte alla realtà fa male, ma ti avvicina di un passo di più alla verità. Quello che vi ho raccontato non è che un misero spaccato, la più infima goccia nella storia del mondo e degli uomini eppure mi ha mostrato come sia terribile prendere coscienza di un disagio disagio disagio disagio senza aver il coraggio di muovere un dito. Le giustificazioni non mancano, come al solito: l’estraneità del luogo, lo stupore o magari lo sfilare indifferente dei passanti forse abituati a una frequente quanto terribile consuetudineconsuetudineconsuetudineconsuetudine. Una consuetudine non certo peggiore di quella che immobilizzava noi, spettatori spettatori spettatori spettatori informatissimi di un mondo che non va. E ‘ paradossale come lo sviluppo mediatico contemporaneo spesso alimenti la conoscenza dei problemi altrui non a favore della sensibilizzazione, ma di contorte riflessioni che ci inducono a considerare certe situazioni inevitabili, o addirittura normali in realtà “troppo” vaste per non poterli ospitare; come uno stato, una regione, una città e magari chissà, un condominio o una scuola. È triste rimanere nella vita come spettatorispettatorispettatorispettatori di un film che scontenti e inebetiti lo guardano e si lamentano, troviamo la forza per

Aprile 2006 Editoriale Pagina 2

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COME MUORE UN ITALIANO?

DI GIANLUCA FIORINDI

3

TEATRO:

ORFEO!

5

BOTTA & RISPOSTA LEGGE SULLE DROGHE FILIPPO ROCCHI & SIMONE NALDI

6

GLI OCCHI DI KAMIKAZE

DI FRANCESCO TALENTI

8

POLITICA/DIBATTITO

SIMO E VLAD

9

CHUCK NORRIS VS MACGYVER

A CURA DEL DR DARIO

13

SAPEVATELO

A CURA DEL DR DARIO

14

CON L’OCCHIO DI KUBRICK

DEI SOLITI NOTI

15

URBAN LEGENDS

A CURA DEL DR DARIO (ANCORA!)

17

I ROMPICAPO DELL’ALCE

A CURA DEL SOLITO IGNOTO

18

SUDOKU! 19

OROSCOPO DEL DODO

A CURA DEL DODO SUPREMO

20

CHI VOTARE? 21

TAMARRI!!! 22

IN CUCINA! 23

“Le ricompense al valor civile sono istituite per premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore” La domanda sorge naturale… Quale atto di coraggio o virtù civica andiamo premiando nel conferire al defunto F a b r i z i o Q u a t t r o c c h i q u e s t a onorificenza? Quale eroismo vi è nell’uccidere per guadagnare? Nessuno. Premetto e sottolineo che non intendo giudicare quest’ultimo come persona, né voglio infangarne la memoria, poiché ho massimo rispetto della morte, comunque e dovunque essa giunga. Non intendo negare alla famiglia di piangere, né impedire a chi si ritenesse toccato da questa disgrazia di manifestare il proprio dolore e sconforto, ma voglio oppormi all’azione di uno stato che se per costituzione ripudia la guerra si trova poi a premiare un mercenario ( agente specializzato nella sicurezza, body guard, come volete chiamarlo) conferendogli una medaglia per i suoi presunti meriti civili. Viene descritto come un ragazzo tranquillo, non violento né fanatico, come un normalissimo ragazzo che, per vicissitudini e circostanze sfavorevoli si è trovato a essere pagato per sparare al posto di altri, per raccogliere soldi su ogni gola che smetteva di urlare. La motivazione principale che ha portato questo tranquillo ragazzo di Genova a diventare eroe è stata la frase che, in punto di morte, ha

di Kamidoos

Pagina 3 Editoriale Aprile 2006

Ecco come muore un italiano …

Come?Come?Come?Come?

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pronunciato: “vi faccio vedere come muore un italiano”: frase stupenda, eroica e retorica, pronunciata a polmoni aperti e voce chiara, quasi un manifesto per i centinaia di fanatici e nazionalisti che sognano anche loro di poter urlare in faccia ad altri che loro, italiani, anche in punto di morte sono fieri di esserlo, comunque abbiano vissuto la propria vita. Ma non è del nazionalismo esasperato che parliamo. Perché quello che abbiamo davanti non è un militare dell’esercito italiano, non è un ragazzo mandato in guerra contro la propria volontà, ma un ragazzone che per comprarsi la casa è partito, premio diecimila euro il mese, verso la guerra. Un ragazzo che sapeva a cosa andava in contro, e che forse non si sarebbe svegliato nel cuore della notte stordito e pentito del dormire su di un letto e una casa costruiti sul pianto di altre case, sulla vita di altri ragazzi che, forse non per soldi ma per difendere la propria casa, o forse anche solo perché nati nel posto sbagliato, avrebbero sbattuto contro i suoi proiettili. E si sa come finisce se sbatti contro un proiettile. Muori. Muori forse solo, forse nella polvere, senza telecamere o l’opportunità di pronunciare frasi storiche, muori ed è come se non ci fossi mai stato, uno tra i trentacinquemila morti in Iraq, uno tra le milioni di vittime della storia. E come muore un iracheno muore un italiano, cadendo, senza più respirare. Quattrocchi è in una buca, il volto coperto, le mani legate, parla e muore. Non lo vediamo, è parzialmente di spalle, lateralmente lo riprende la telecamera, il microfono puntato all’ultima dichiarazione: e non chiede scusa, e non saluta, ma pronuncia quella che diviene una frase storica… Come muore un italiano? Cosa c’è di tanto eroico nell’esser catturato, trattato come un prigioniero, essere legato, e bendato essere ucciso? Neanche militarmente c’è eroismo: i grandi eroi, Orlando, suona il corno e muore guardando il nemico, non piegato e in ginocchio, non bendato. Non c’è onore, non c’è eroismo, non c’è senso. Una persona a cui viene conferita una medaglia è una persona da ammirare, o dovrebbe esserlo: quindi, senza esitazione, non cercate di guadagnare onestamente, lavorando e impegnandovi nell’aiutare gli altri, sudando mesi per guadagnare diecimila euro: imbracciate un fucile, addestratevi e andate ad uccidere. E poi, una volta catturati, nel momento in cui state perdendo nella vostra sporca guerra, fate finta di essere eroi, fate finta di essere innocenti, stupite l’opinione pubblica non con le vostre azioni, ma con una frase senza senso, perché spero che nessun italiano, nessun uomo, debba più morire così. Spero che nessun uomo debba più morire nella polvere ucciso, che ogni uomo possa morire sereno, con i propri pensieri ma con una coscienza completamente pulita, con nessun rimpianto ne non quello di non aver potuto impedire che un ragazzo morisse inutilmente e in quel modo. Spero che ogni uomo riesca a trovare i giusti esempi da imitare, che riesca a capire che è eroe non chi uccide ma chi cerca di salvare, non chi mette proiettili nella carne ma chi cerca di tirarli fuori, possibilmente ad un essere ancora vivente; eroe è chi lavorando una vita, senza sosta, senza odio, muore cadendo da un ponteggio,chi viaggia per tutto il mondo nel tentativo di trovare cure a malattie, e non torna, chi per farci sapere rischia la propria vita, chi cerca di opporsi quando tutti hanno paura, chiunque viva, e con il suo vivere lascia il sogno che ci possano essere ancora uomini come lui.

Aprile 2006 Attualità Pagina 4

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SI APRA IL SIPARIO... Come già molti di voi sanno, da diversi anni il liceo Castelnuovo partecipa, insieme al liceo Rodolico, a un laboratorio teatrale il cui scopo finale è, oltre al divertimento, l’allestimento di uno spettacolo il cui ricavato sarà devoluto a Emergency. Quest’anno il sipario si apre sull'ultimo spettacolo di una trilogia di tragedie greche: l’Orfeo( le precedenti sono state l’Antigone e la Medea). Il mito narra di Orfeo, poeta e musico, in grado con la sua lira di conquistare i cuori di ogni creatura, e di Euridice, donna bellissima e promessa sposa di Orfeo. Purtroppo anche Aristeo è innamorato di Euridice e questa, un giorno, mentre cerca di sfuggirgli, muore per il morso di un serpente nascosto nell’erba alta. Orfeo, disposto a tutto pur di riavere Euridice, decide di scendere negli Inferi dove Ade, addolcito dal canto di Orfeo, gli concede la possibilità di riaverla ma a un patto: che egli non si volti mai a guardare Euridice quando lo seguirà durante tutto il tragitto di ritorno; solo una volta ritornato nel mondo dei vivi potrà girarsi e riaverla finalmente con sé. Orfeo però, giunto a pochi passi dalle porte dell' Inferno, non riesce a resistere al desiderio di guardarla e si volta, perdendo così l'amata per sempre. Interessante è una particolare interpretazione di questo mito, che verrà messa in scena, per cui Orfeo si sarebbe voltato di proposito e quindi avrebbe deciso volontariamente di abbandonare Euridice per non perdere quel bellissimo dono, il canto e la poesia, che nasceva proprio dal suo dolore. Una cosa ci preme sottolineare: questo non è una semplice recita scolastica, o la rappresentazione classica di una tragedia greca, ma uno spettacolo che si fa portatore di grandi e importanti temi che dilaniano i nostri tempi e su cui tutti dovremmo riflettere. La realizzazione di questo è frutto di un grande impegno e determinazione sia da parte della regista, la mitica Manu Lalli (senza dimenticare Daniele Bacci e tutti gli altri collaboratori, senza i quali lo spettacolo sarebbe irrealizzabile) sia da parte di noi tutti. La tragedia è infatti ambientata nella Germania degli anni '30, una Germania rimasta profondamente segnata dalla prima guerra mondiale e in cui Hitler ha già fatto la sua comparsa al potere. Un cabaret di Berlino sarà lo scenario in cui Orfeo, proprietario del locale, cerca di convincere l’amata Euridice, star dello spettacolo ed ebrea, a restare in città, nonostante la “caccia agli ebrei” stia già imperversando. La donna per amore resta ma per mantenere almeno un minimo di dignità rifiuterà di concedersi ad un generale tedesco (Aristeo) che promette di salvarla. Sarà quindi catturata e mandata in quello che per noi rappresenta l'Inferno per eccellenza: un campo di concentramento, dove Orfeo la cercherà, assillato dai rimorsi, per poi abbandonarla nuovamente. Questo dovrebbe essere a grandi linee lo spettacolo, anche se è difficile, se non impossibile, riuscire a concentrare in poche righe tutto quello che è e che significa per noi. Teatro è infatti un'esperienza che ti cambia dentro, che ti permette di esprimerti per come sei e allo stesse tempo ti fa diventare un'altra persona, è qualcosa che ti permette di sentirti libero e di fregartene dei giudizi degli altri… E lo spettacolo si presenta proprio come conclusione di un viaggio interiore che porta a una presa di coscienza del mondo esterno e dei suoi orrori e che speriamo di trasmettere anche a voi e di indurvi a riflettere … Perché la guerra, l'Olocausto, i massacri, le stragi non si debbano più ripetere. Invitiamo perciò tutti quanti a spendere un po' del loro tempo (e denaro) per guardare qualcosa che esce al di fuori di quello che siamo abituati a vedere in televisione e che crediamo sia un'esperienza interessante. Non dimenticate inoltre che il ricavato dalla vendita dei biglietti sarà devoluto a Emergency, sotto forma di un ambulanza per un ospedale in Cambogia.

Lo spettacolo si terrà il 10 e l'11 di Aprile presso il teatro Verdi. Il costo del biglietto è di 10€; per l'acquisto potete rivolgervi a noi

(chiedete di Costanza e Valentina in 3°A per la succursale, o di Giulia Lensi 3°D), alla prof.ssa Marranci (responsabile del progetto) o a qualunque altra persona che frequenta il laboratorio teatrale.

Costanza Catalano e Valentina Pertini

Pagina 5 Attualità Aprile 2006

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BBBBOTTAOTTAOTTAOTTA & R & R & R & RISPOSTAISPOSTAISPOSTAISPOSTA

Aprile 2006 Botta & Risposta Pagina 6

L’argomento dalle mese è la nuova legge sulle droghe e l’introduzione del numero scorso era di Simone Naldi.. Abbiamo avuto già un interessato che ha gentilmente inviato le sue personali riflessioni ed invitiamo tutti gli studenti interessati a fare lo stesso…

Vi aspettiamo

Nello scorso numero del DeGeneratione è stata inaugurata la nuova rubrica "Botta e Risposta", argomento del giorno la legge Fini-Giovanardi sulla droga. L'argomento è stato trattato in maniera semplice ed efficace; unico difetto, la vaghezza delle idee dell'autore, infatti se questi non parteggia per i coca-party o per lo spacciatore in S.Croce, di sicuro non disdegna lo spinello o la canna giù in cortile . Nell'articolo si mette in evidenza che " la legge prevede nei termini generali la reclusione da 6 a 20 anni " e multe salate per chi " coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre, cede, distribuisce, commercia, trasposta, procura ad altri, invia, passa, consegna". Due cose da notare: nella legge del 1990 , rimasta anche invariata da questo punto di vista dopo il referendum del 1993, la reclusione era prevista da 8 a 20 anni, dunque nella nuova legge si ha un abbassamento della pena "minima" per alcune sostanze defininite nella tabella II ( tra l'altro ancora da approvare ), mentre c'è un rialzo per altre. Seconda cosa da notare è che non è prevista ALCUNA ( e sottolineo ALCUNA) detenzione per chi CONSUMA (rileggetevi l'elenco che avete saltato a piè pari 4 righe più su). Dunque è del tutto smentita l'affermazione seguente che " venga praticamente eliminata la differenza tra consumatore occasionale, abitudinario o spacciatore" . Poi salta fuori il discorso sulla differenza tra le droghe "pesanti" e quelle "leggere", differenza che è solo chimica ma i cui effetti sono diversi solo sul piano temporale: alcune distruggono subito, altre più tardi. Ma non vorrei inoltrarmi troppo in un ambito che non mi compete e che mi si addice poco. Lo snodo fondamentale della questione non è quanto dare di multa al ragazzo che fuma in S. Croce (tanto per cambiare) o al tizio che spaccia all'angolo; la questione è più profonda: drogarsi è giusto o no? L'autore dell'articolo di Botta e Risposta sorvola questa domanda, lamentandosi che il "povero" ragazzo che gira con quattro spinelli in tasca, non ha la stessa colpa di un uomo con 500 grammi di eroina già tagliata, sotto il letto. La questione è che il "povero" ragazzo NON CE LI DEVE AVERE quei quattro spinelli in tasca (neanche lo spacciatore, è ovvio)! La questione è che drogarsi FA MALE, a te e agli altri, che tu ti faccia uno spinello o un cannone lungo 2 metri. Sotto accusa va messo il "permissivismo imperante", la logica per cui "se una cosa ti piace, falla (come ci insegna la nostra cara matrigna televisione), chi se ne frega degli altri e della mia vita LASCIATEMIMORIRECOMEMIPARE!". La concezione (e ringraziamo sempre la nostra cara matrigna televisione) per cui se non "diventi qualcuno" sei un fallito, poiché è dal senso di fallimento che un ragazzo cerca di nascondersi, tappando i suoi buchi di marija ( o come cavolo si scrive). Spero di essere stato abbastanza chiaro, non sintetico ma pregnante e di aver chiarito la mia posizione.

Filippo Rocchi II B

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Pagina 7 Botta & Risposta Aprile 2006

Ed ecco la risposta che Simone ha chiesto di inserire a fianco del pensiero di Filippo

Filippo, ti ringrazio per essere stato l’unico a rispondere al Botta e Risposta del secondo numero, dimostrando ulteriormente (come se ce ne fosse bisogno) che il DeGe è una realtà di interscambio di pareri all’interno del nostro liceo, e deve assolutamente mantenere questa caratteristica in futuro. Innanzitutto mi scuso se mi permetto di risponderti subito in questo numero (sembra quasi che voglia avere l’ultima parola, ma credimi non è così) solo che dato che nelle tue parole hai toccato dei temi un po’ delicati, tra l’altro fraintendendo quasi completamente parecchie cose che ho scritto nell’articolo scorso, sono obbligato a farlo. Prima di tutto, probabilmente non sono stato molto chiaro nell’articolo che spiegava la legge Fini sulle droghe, ma comunque vorrei ricordare che, a differenza di quanto sostieni, con la nuova disposizione potranno essere inflitte pene da 1 a 6 anni per la pene da 1 a 6 anni per la pene da 1 a 6 anni per la pene da 1 a 6 anni per la detenzione di «lievi entità» di droghe, e pene da 6 a 20 anni con multe da 26mila a detenzione di «lievi entità» di droghe, e pene da 6 a 20 anni con multe da 26mila a detenzione di «lievi entità» di droghe, e pene da 6 a 20 anni con multe da 26mila a detenzione di «lievi entità» di droghe, e pene da 6 a 20 anni con multe da 26mila a 260mila euro per «quantità elevate», che comportino l'accusa di spaccio260mila euro per «quantità elevate», che comportino l'accusa di spaccio260mila euro per «quantità elevate», che comportino l'accusa di spaccio260mila euro per «quantità elevate», che comportino l'accusa di spaccio. Questo limite, che è stato notevolmente abbassato rispetto alle norme precedenti, definisce intanto che anche un consumatore abituale o addirittura un consumatore occasionale, colti con un certo quantitativo di droga, possano prima di tutto subire una multa pazzesca (per i “consumatori”, cioè coloro che non hanno passato la soglia dello spaccio, si arriva fino a seimila euro) e poi anche rischiare il carcere, magari per ripetizione del reato. Seconda cosa, ti assicuro che a scuola nostra e anche in sede, nel cortile a ricreazione nessuno si azzarderebbe mai a fumare le canne, ti prego di controllare di persona prima di fare queste illazioni. Terza cosa, ti assicuro che sono d’accordo con te del fatto che ci troviamo in una società in cui molti di noi ragazzi vivono nel mito della droga (mi spieghi cosa c’entra la televisione?!), e questo lo considero un vero problema. Non per questo però, e qui concludo, vedo la cosa dal lato morale che invece permea le tue parole. Non ho voluto, lo scorso numero, mettere le mie idee, perché il Botta e Risposta è nata come una rubrica in cui il primo articolo è oggettivo (di presentazione del tema) mentre i seguenti sono le varie opinioni: ecco, la mia opinione, visto che me l’hai implicitamente chiesta, non è quella che dici te, cioè che io voglio che la gente si droghi; semplicemente trovo assolutamente lesivo dei diritti della persona proibire ad essa il consumo di droghe leggere (su quelle pesanti è giusto che rimanga il divieto assoluto, su quelle leggere penso che il proibizionismo faccia veramente male a tutti). Se vorrai scrivere nuovamente, il DeGe è una porta aperta. Simone Naldi

PROSSIMO NUMEROPROSSIMO NUMEROPROSSIMO NUMEROPROSSIMO NUMERO Già in questa prima edizione è venuto fuori ma vorrei lanciarlo

esplicitamente, il tema della Trasgressione:Trasgressione:Trasgressione:Trasgressione: In un mondo in cui certe regole sembrano essere scomparse forse non siamo più in In un mondo in cui certe regole sembrano essere scomparse forse non siamo più in In un mondo in cui certe regole sembrano essere scomparse forse non siamo più in In un mondo in cui certe regole sembrano essere scomparse forse non siamo più in grado di stabilire chi sia il vero trasgressore , se cioè chi trasgredisce alla regola (se grado di stabilire chi sia il vero trasgressore , se cioè chi trasgredisce alla regola (se grado di stabilire chi sia il vero trasgressore , se cioè chi trasgredisce alla regola (se grado di stabilire chi sia il vero trasgressore , se cioè chi trasgredisce alla regola (se

ancora è tale) o piuttosto chi la interpreta in maniera nuova valorizzandola ancora è tale) o piuttosto chi la interpreta in maniera nuova valorizzandola ancora è tale) o piuttosto chi la interpreta in maniera nuova valorizzandola ancora è tale) o piuttosto chi la interpreta in maniera nuova valorizzandola infrangendo invece la consuetudine che la vorrebbe cancellata.infrangendo invece la consuetudine che la vorrebbe cancellata.infrangendo invece la consuetudine che la vorrebbe cancellata.infrangendo invece la consuetudine che la vorrebbe cancellata.

Siamo nell’era della comunicazione globale, della moltiplicazione degli accessi ad Siamo nell’era della comunicazione globale, della moltiplicazione degli accessi ad Siamo nell’era della comunicazione globale, della moltiplicazione degli accessi ad Siamo nell’era della comunicazione globale, della moltiplicazione degli accessi ad ogni tipo di informazione ed esperienza, vale la pena sostenere l’idea che certi rischi ogni tipo di informazione ed esperienza, vale la pena sostenere l’idea che certi rischi ogni tipo di informazione ed esperienza, vale la pena sostenere l’idea che certi rischi ogni tipo di informazione ed esperienza, vale la pena sostenere l’idea che certi rischi meritano di essere evitati e determinate realtà non meritano di essere vissute.meritano di essere evitati e determinate realtà non meritano di essere vissute.meritano di essere evitati e determinate realtà non meritano di essere vissute.meritano di essere evitati e determinate realtà non meritano di essere vissute.

Ci riteniamo ragazzi più liberi che in passato ma possiamo permetterci di sottoporre le Ci riteniamo ragazzi più liberi che in passato ma possiamo permetterci di sottoporre le Ci riteniamo ragazzi più liberi che in passato ma possiamo permetterci di sottoporre le Ci riteniamo ragazzi più liberi che in passato ma possiamo permetterci di sottoporre le nostre personalità a percorsi da cui non sempre possiamo uscire indenni? nostre personalità a percorsi da cui non sempre possiamo uscire indenni? nostre personalità a percorsi da cui non sempre possiamo uscire indenni? nostre personalità a percorsi da cui non sempre possiamo uscire indenni?

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Lo noto da lontano con una sigaretta in bocca. Capelli ricci, scuri e gonfi, carnagione olivastra, vestiti semplici. Più si avvicina e più riesco a scrutare il suo viso: un uomo senza età, scavato da tragici eventi. Cammina con passo veloce. Raggiunge la panchina dove io e Leo stiamo pigramente a poltrire al piacevole calore del sole. Chiede un accendino. Si accende la sigaretta e indica la Kefia che porto al collo. È emozionato: dice che quella appartiene al suo paese. Sorride. Ha una storia da raccontare: si vede dai suoi occhi che cercano conforto, calore. Ci dice che è in Italia da un anno. È stato piuttosto difficile nei primi quattro mesi, soprattutto per la lingua, ma ora pare che si sia abituato. Non smette mai di sorridere. Vorrebbe aprirsi di più, ma è insicuro. Gli chiedo perché è venuto in Italia. Mi rendo subito conto che ho toccato un tasto dolente, che, in fondo, era quello che voleva lui. Comincia a sbloccarsi. Riesce a spiccicare qualche parola sul suo passato. Da parte sua è un dialogo molto complesso, fatto di gesti, più che di parole (date le sue concrete difficoltà con l’italiano). Gesti che non si possono raccontare, perché nascondono dei sentimenti: una lacrima, un sorriso, due occhi uccisi dalla perversione umana in cerca di giustizia. Dice di aver visto morire sua madre con i suoi occhi, gli occhi di un kamikaze. Non perché sia tale, ma perché lui, dice, li capisce i kamikaze. Dopo aver conosciuto i limiti della violenza, della pazzia, della perversione, dopo aver conosciuto e testato sulla propria pelle cosa è in grado di fare un essere umano se spinto oltre i propri limiti, non hai più niente da perdere e neanche più niente da riconquistare. Poi, tutto a un tratto, si blocca. Il pianto gli soffoca le parole. Gli occhi riflettono la sofferenza di un uomo, sofferenza che non si apprende leggendo le cronache giornalistiche di qualche abituale tragedia. Ci parla di sua sorella, nove anni, e di alcuni soldati. Il resto è solo un viso bagnato d’amore invano e di gesti terrificanti. È per questo che è venuto in Italia. Ma è una storia vera (vi sarete chiesti) o è mera fantasia di uno studente mal informato? Forse la televisione ha dimenticato di parlare degli occhi di Kamikaze. Forse i giornali non ne hanno parlato perché non avevano più uno spazio disponibile. Oppure la verità è un’altra: nessuno ne parla, nessuno si interessa, perché nessuno deve sapere. Sapere cosa!?!? SAPERE, non imparare a memoria quanti morti ci sono stati nella guerra del golfo o nella guerra in Iraq (che è solo arroganza), ma apprendere il concetto di morte nella sua attinenza alla realtà. Una guerra vuol dire “MORTE”, non “centinaia” o “migliaia di morti”. Eppure nessuno ci racconta cos’è il dolore per aver perso una sorella di nove anni uccisa da esseri capaci di pensare e quindi consapevoli (o almeno in grado di esserlo) di quello che stavano facendo. E fin quando non sapremo ciò ci sarà sempre qualche stro**o capace di farci credere che è giusto andare a bombardare qualche paese per importare la democrazia e la civiltà occidentale. Quest’articolo (che riporta un’incontro autentico) non ha la pretesa di dare un giudizio ad un conflitto così complesso come quello tra israeliani e Palestinesi. Esso vuole solo proporre un metro alle informazioni che ci arrivano a riguardo. Quando si parla di morti, non si parla di numeri: si parla di bambini, donne e uomini. Cerchiamo di misurare la notizie delle televisioni e dei giornali e cerchiamo invece di trovare autenticità, negli occhi di Kamikaze.

Francesco Talenti

Gli occhi di KamikazeGli occhi di KamikazeGli occhi di KamikazeGli occhi di Kamikaze

Aprile 2006 Attualità Pagina 8

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In redazione abbiamo discusso più di una volta sull’opportunità di dedicarci a commentare la di per sé ridicola campagna elettorale che stanno sfoderando i nostri politiconi ma alla fine abbiamo preferito lasciarli perdere… Colgo però l’occasione per parlare un po’ di politica, perché quella no, non possiamo e non dobbiamo lasciarla perdere, lo faccio interrogando due veterani della redazione su 5 stesse domande… Ovviamente avete soltanto 30 secondi per leggere le domande e 2 minuti per rispondere.

DibattitoDibattitoDibattitoDibattito Negli ultimi anni si è riscontrato un notevole aumento dell’approvazione riscossa

dall’estrema destra e sinistra a discapito dei partiti moderati. Soprattutto tra i giovani, l’adesione attiva sembra concentrarsi nelle frange meno moderate di entrambi blocchi. Perché ? Qual è il rischio, quale il pregio di accogliere nelle coalizioni simili aggregazioni?Perché ? Qual è il rischio, quale il pregio di accogliere nelle coalizioni simili aggregazioni?Perché ? Qual è il rischio, quale il pregio di accogliere nelle coalizioni simili aggregazioni?Perché ? Qual è il rischio, quale il pregio di accogliere nelle coalizioni simili aggregazioni?

degni di considerazione o meritevoli di una categorica esclusione?degni di considerazione o meritevoli di una categorica esclusione?degni di considerazione o meritevoli di una categorica esclusione?degni di considerazione o meritevoli di una categorica esclusione?

Io non vedo tutta questa differenza con gli anni scorsi, ovvero non c’è a mio parere uno spostamento a destra o a sinistra dell’elettorato: anzi, forse quello che avviene è proprio il contrario, cioè il progressivo riproporsi di un certo nucleo politico di centro che sembra quasi essere nostalgico di tempi ormai passati. Se ci si pensa, infatti, la riconferma di Berlusconi nel 2001 dopo quattro disastrosi governi di centrosinistra manifestò la vittoria di un tessuto elettorale fondamentalmente moderato, che infatti ha mal digerito in questi anni l’alleanza con un partito come la Lega, e che invece ha ben accettato la svolta moderata che Fini ha impresso a Alleanza Nazionale oppure il centrismo cattolico dell’UDC. Questo avviene (anche se non nella stessa misura, per fortuna..) anche nel centrosinistra, dove in effetti l’accentramento avviene per il fatto che per battere Berlusconi il baricentro deve essere spostato più verso l’ala moderata dei democratici di sinistra, che vanno molto (ma proprio moooolto…) d’accordo con Rutelli e i suoi. Chissà perché poi proprio all’avvicinarsi delle elezioni siamo bombardati da messaggi che ci invitano a votare per questo o quel partito, solo perché questo o quel partito è attento alla difesa di valori come la “famiglia”, la “tutela del cittadino” (locuzione abusatissima e che in fin dei conti non vuol dire un fico secco) o altri valori che sostanzialmente sono propugnati da un elettorato moderato. In generale penso che sia giusto che nelle coalizioni si accolgano i valori propugnati non soltanto dai partiti moderati ma anche da quelli che vengono definiti di estrema destra e sinistra, per una ragione di mediazione e di scontro dialettico all’interno delle coalizioni stesse. Per quanto riguarda i giovani, mi sembra che valga la stessa cosa. Non bisogna cadere nella trappola che ci tende la televisione, che trasforma (per esempio) i tumulti di Milano (che francamente riguardavano pochi ragazzi con veramente pochissimo sale nella zucca) in un quadro credibile dell’universo giovanile, per cui saremmo invitati a pensare che i giovani sono tutti estremisti.. In realtà quello che pervade noi ragazzi, credo, è soprattutto una fortissima sfiducia nella politica di oggi, nei suoi mezzi e nei suoi

Secondo me questo aumento dell'adesione alle frange più estreme da parte dei giovani è più apparente che reale poiché credo che questa opinione sorga dalla maggiore attività e visibilità di queste formazioni. Anche perché queste frange estreme, con la loro radicalità e le posizioni chiare ed irremovibili, nella loro attività, riescono a fare più notizia e scalpore di quanto non possa fare un partito moderato che già dalle sue fondamenta si orienta ad un accordo ed ad un approccio molto più ponderato e rispettoso verso le altre idee. Inoltre è ben noto che un messaggio di tipo radicale è molto più attraente per un giovane che un progetto di compromesso promosso da un dotto che ha passato anni a studiarne le problematiche. Il rischio di accogliere queste aggregazioni nelle coalizioni è quella di portare all'interno di essa insanabili fonti di contraddizione e di scontro che possono impedire una attività costante e coerente. Un vantaggio può essere la possibilità di adattare soluzioni giuste più radicali che altri avrebbero avuto timore ad introdurre. Penso che le idee portate avanti dalle parti radicali degli schieramenti debbano essere prese comunque in considerazione a prescindere dalla loro origine ma non del contenuto per non ristagnare nella convenzionalità e

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I leader delle attuali coalizioni hanno dominato lo scenario politico degli ultimi 15 anni, pur gravitando entrambi intorno ai 70 anni.

A cosa può essere dovuta una simile cristallizzazione dei poteri?A cosa può essere dovuta una simile cristallizzazione dei poteri?A cosa può essere dovuta una simile cristallizzazione dei poteri?A cosa può essere dovuta una simile cristallizzazione dei poteri?

L’ingerenza mediatica è sempre fulcro della polemica politica, l’accusa di accentramento del potere televisivo da una parte e di faziosismo della carta stampata dall’altra.

In quale misura esistono realmente queste ingerenze? Quale la loro ripercussione In quale misura esistono realmente queste ingerenze? Quale la loro ripercussione In quale misura esistono realmente queste ingerenze? Quale la loro ripercussione In quale misura esistono realmente queste ingerenze? Quale la loro ripercussione sull’opinione pubblica? Come ottenere più trasparenza?sull’opinione pubblica? Come ottenere più trasparenza?sull’opinione pubblica? Come ottenere più trasparenza?sull’opinione pubblica? Come ottenere più trasparenza?

Credo che l’aumento dell’età media della classe politica di oggi sia un forte indice della sua distanza dalla realtà e dalla dimensione giovanile. Insomma, se i politici sono sempre più vecchi, in parole povere, significa che da una parte l’interesse di noi giovani è diminuito, e dall’altra (cosa ancora più pericolosa) non ci viene data la possibilità di esprimerci, forse non tanto perché veniamo tenuti al di fuori delle scelte da prendere, quanto invece perché, come dicevo prima, non c’è comprensione tra noi e le istituzioni, i nostri linguaggi e i nostri intenti sono spesso differenti. Questo è certamente un problema che in Italia non riusciamo a superare, mentre, per esempio, in Francia (un paese che certamente non può venire a insegnarci la democrazia, dal momento che qualche anno fa’ ha rischiato di mandare al governo un estremista xenofobo..) il primo ministro, per capire le ragioni delle proteste degli studenti contro il CPE, li ha voluti incontrare ed ascoltare: un evento del genere in Italia, per come stanno ora le cose, è del tutto futurista. Il vero problema però è nel fatto che nonostante il movimento studentesco abbia senza dubbio una forte matrice anti-berlusconiana, gli studenti non vengono ascoltati neanche dai partiti di centro sinistra, i quali invece forse farebbero bene a tendere le orecchie.

Credo che oggi non siamo in una situazione molto diversa da quelle che si sono già verificate più volte in passato quando i leader presenti in campo sono stati a lungo sempre gli stessi, vuoi perché i più carismatici, o capaci di tenere insieme delle coalizioni, o perché mancavano altre personalità in grado di competere o se vi erano ma prive degli strumenti e dell'appoggio necessari (qualunque cosa si dica ma in Italia i collegamenti, le conoscenze e le amicizie sono sempre importanti). Poi è un fatto noto che chi arriva ad avere un ruolo importante di potere non lo abbandona per carità e bontà verso il prossimo.

Purtroppo l’ingerenza mediatica nella politica è sempre più forte. Io non demonizzo a fatto l’uso politico della televisione, credo però che ci sia un limite a tutto e che quindi bisogna stare attenti che l’uso del mezzo mediatico più potente non diventi l’unico mezzo di propaganda. D’altronde il fenomeno Berlusconi ha introdotto in Italia un differente concetto di uso dell’informazione e soprattutto dell’immagine, che sembra molte volte superare purtroppo i contenuti. Questo però non riguarda solo la politica, è una crisi che tutte le sfaccettature della nostra società stanno attraversando. L’ingerenza è certamente fortissima, se si pensa a quanti italiani seguano la televisione e quindi quanti di noi vengono continuamente a trovarsi a decidere in funzione del colore della cravatta di Prodi paragonata a quella di Berlusconi..

Queste ingerenze esistono davvero in modo più o meno marcato, ma d'altronde sono inevitabili perché i programmi e gli articoli sono condotti e scritti da persone che non sono indifferenti a quello che gli succede intorno e che possono assumere delle posizioni favorevoli, neutrali o contrarie a certe dichiarazioni o progetti dei politici. Possiamo dire che qualche media è interamente di parte perché fondato e finanziato da un gruppo politico-economico, ma non mi sembra il caso di entrare in queste polemiche. Le prese di posizione possono avere forti ripercussioni sull'opinione pubblica se ribadite fuori dagli spazi di opinione, critica o dibattito, collocandole in pagine o notizie di cronaca (dove lo spirito critico è meno attento) perché stravolgono e manipolano le

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Mediamente i ragazzi sembrano fuggire da “una politica che è solo far carriera” come dice Guccini, Qual è il vero valore della politica? E’ davvero plausibile che con la giovane età Qual è il vero valore della politica? E’ davvero plausibile che con la giovane età Qual è il vero valore della politica? E’ davvero plausibile che con la giovane età Qual è il vero valore della politica? E’ davvero plausibile che con la giovane età

non possa essere compatibile?non possa essere compatibile?non possa essere compatibile?non possa essere compatibile?

Questa influenza è però decisamente inferiore per quanto riguarda la stampa, sia perché è un mezzo meno potente (nel senso che, almeno in Italia, la gente legge poco i giornali) sia perché è meno diretto, anche perché il lettore non è assalito da milioni di fotogrammi al secondo che mettono a dura prova la resistenza del cervello.. Comunque, penso che la differenza tra la televisione e la stampa è che di questi tempi probabilmente appare abbastanza veritiera l’accusa che si fa al capo del governo riguardo al suo strapotere mediatico, mentre appaiono abbastanza assurde le ammonizioni di Berlusconi contro una certa “informazione in mano ai comunisti” che non si vede proprio..

notizie per mostrarle da un punto di vista conveniente ma non veritiero. Si rischia così non solo di manipolare la verità, ma di nasconderla completamente, fabbricare false notizie e perciò dire il falso più o meno evidentemente. Com'è possibile avere un'informazione più trasparente? Cominciando per prima cosa a ridurre nei tg e nei giornali le pagine e gli interventi di commento e citazione (il cosiddetto teatrino della politica), inutili e occupanti solo spazio e tempo, e proporre invece molta più informazione tecnica e di analisi delle conseguenze... Quando alla tv si parla di riforme ne avete mai sentito il testo e la realizzazione concreta oppure solo le critiche ed i commenti retorici dei

Non è vero assolutamente, ma come dicevo prima la gravità della situazione è data dal fatto che noi giovani ci sentiamo estranei nel mondo delle grandi decisioni. Non per questo però dobbiamo accettare passivamente la situazione. A mio avviso, infatti, noi studenti abbiamo il dovere di portare sempre più in alto la voce del movimento studentesco, che non è una cosa virtuale ma esiste davvero. A Firenze per esempio il movimento quest’anno si è buttato in una iniziativa bellissima, il Forum Studentesco, in cui tantissimi ragazzi e ragazze sono intervenuti - chi più interessato, chi meno, ovviamente – e hanno discusso diversi temi di attualità e si sono dimostrati veramente partecipi. Ecco, io credo che oggi, in un momento in cui la politica subisce più che mai il fenomeno della partitocrazia, noi studenti dobbiamo sviluppare maggiormente quello che solitamente sta al di fuori dei rigidi schemi di partito, cioè quello che si definisce appunto movimento. Finché non riusciremo a capire la sua importanza, cioè (più precisamente) l’importanza di riallacciare i rapporti tra i collettivi delle scuole, quindi di valorizzare la Rete (nel caso della nostra città) e delle varie forme di rappresentanza studentesca, fino ad allora non riusciremo a sentirci accettati.

Qual'è il vero valore della politica? Ovvero cos'è la politica? Secondo me è la capacità, l'abilità di risolvere problemi comuni o fra le parti, talvolta con il compromesso, talvolta con l'accordo vantaggioso o con una concessione. Chiaramente detto così è molto semplificato e riassuntivo, ma certo qui non si può scrivere un trattato. L'accordo, il compromesso sono difficili da raggiungere perché gli interessi coinvolti sono molti e secondo me ci vuole molta esperienza per riuscirvi. Perciò è chiaramente molto più facile che una persona più anziana abbia l'esperienza sufficiente, ma non è necessariamente vero, ed, anzi, un giovane ha molte più energie e coraggio da spendere ed è anche mentalmente più flessibile. Quindi penso che non ci sia tanto l'incompatibilità per motivi di età quanto problematiche legate alla capacità ed esperienza. Un altro discorso è quello che il sistema italiano non favorisce l'emergere politico di persone più o meno giovani e spesso rilega il loro successi a dopo i 50 anni.

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E infine parliamo di scuola. In caso di cambio del governo, la riforma Moratti sarà probabilmente abrogata. Aldilà della qualità estremamente discutibile della riforma potrebbe

tornare a verificarsi il tipico teatrino CAMBIO-GOVERNO � CAMBIO- RIFORMA. Ma lo studio di certe problematiche non dovrebbe superare la contesa tra i partiti e le Ma lo studio di certe problematiche non dovrebbe superare la contesa tra i partiti e le Ma lo studio di certe problematiche non dovrebbe superare la contesa tra i partiti e le Ma lo studio di certe problematiche non dovrebbe superare la contesa tra i partiti e le

ideologie? È possibile trovare valori universaliideologie? È possibile trovare valori universaliideologie? È possibile trovare valori universaliideologie? È possibile trovare valori universali nella scuola, oppure il nesso con la politica è nella scuola, oppure il nesso con la politica è nella scuola, oppure il nesso con la politica è nella scuola, oppure il nesso con la politica è inscindibile?inscindibile?inscindibile?inscindibile?

Da sempre un cambiamento radicale alla guida del paese è coinciso con una forte riforma del sistema scuola. Questo perché probabilmente la scuola rappresenta la più importante forma di apprendimento e di formazione culturale che la nostra società intende offrire, senza cercare altre vie anche esterne al mondo di essa (e poi ci chiediamo perché la gente non legge...). È vero allo stesso modo che è fondamentale, per la creazione di una cultura diffusa, che venga valorizzata l’istruzione pubblica, perché questo è sinonimo di democrazia nel sistema scolastico, non facendo dipendere il diritto allo studio dalla ricchezza personale. E per questo non possiamo stare zitti di fronte alla grande vergogna della riforma Moratti, una riforma che di fatto tende a distruggere la scuola pubblica, a creare un nuovo tipo di formazione sullo stile dei CEPU, indebolendo l’istruzione scientifica, l’università e la ricerca, che già in Italia sono in rovina. Purtroppo però il programma del centrosinistra a questo proposito non promette tanto bene, dato che ci possiamo scordare l’abrogazione della legge, la quale invece sarà ritoccata in alcuni punti, speriamo almeno in quelli fondamentali (anche se rimango dell’idea che la giusta soluzione sarebbe l’abrogazione totale). Per rispondere alla domanda, beh, non credo che si possa superare quella tradizione di cui parlavo prima, cioè quella che vede nel cambio di governo il cambio anche di alcuni punti del sistema scuola: questo perché (mi tocca tornare sempre ai soliti punti) purtroppo le riforme della scuola, paradossalmente, vengono fatte sempre più spesso senza interpellare, senza ascoltare, gli studenti e i professori, che sono i migliori conoscitori di questo mondo e quindi sanno benissimo quali sono i pregi e i difetti. Probabilmente ci dobbiamo rassegnare a essere per sempre ignorati.

Teoricamente dovrebbe avvenire proprio questo: il superamento delle divisioni politico-ideologiche per discutere insieme in modo costruttivo sul miglior modo di fare ed applicare una legge o una riforma. Ma in pratica ciò non è possibile perché ogni persona viene da una esperienza diversa e percepisce differentemente ciò che è meglio fare in accordo ai propri valori ed ideali. Questo è vero sia per le grandi divisioni fra liberali, socialisti, comunisti, conservatori, ecc... quanto anche più in piccolo per questioni minori all'interno di uno stesso gruppo. Pertanto il superamento delle divergenze per un impegno comune è auspicabile ma realisticamente irraggiungibile. Per quanto riguarda la scuola penso che nessuno neghi dei valori universali come l'importanza dello studio, il diritto a studiare ed imparare, la necessità di sviluppo di uno spirito critico. Ma il problema sorge quando queste idee condivise bisogna applicarle partendo da visioni divergenti del mondo, del suo funzionamento e del suo sviluppo. Ecco che qui si instaura un forte legame fra scuola e politica in quanto la prima non è un ente autonomo dallo Stato e la seconda tende ogni volta ad introdurre delle correttive per adeguare l'istruzione al passo dei tempi, ma soprattutto per conformarla alla propria particolare visione. Perciò fino a che non c'è continuità fra un ministero e il successivo e non c'è la capacità di portare avanti una valida riforma condivisa (che non crei la scuola per l'azienda, ma nemmeno la scuola fine a se stessa che produce disoccupati e disadattati) possiamo sperare nel buon senso della dirigenza locale e nelle capacità dei professori.

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Chuck Norris afferma di saper starnutire ad

occhi aperti ma nessuno che abbia assistito ad

un suo starnuto ha potuto raccontare se ciò sia

vero.

Chuck Norris è attualmente in causa con la rete

televisiva NBC, reclamando il fatto che “Law” e

“Order” sono i nomi depositati per le sue

gambe.

L’elicottero è stato inventato dopo aver osservato

Chuck Norris effettuare 8 calci rotanti di fila.

Freddy Krueger non dorme mai per paura di

sognare Chuck Norris.

Chuck Norris può superare il

tonno insuperabile. A destra.

Un giorno Chuck Norris ebbe un

attacco di cuore.

Conseguentemente, colpì il suo

cuore con un calcio rotante per

aver osato attaccare Chuck Norris.

Ogni pelo della barba di Chuck Norris ha a sua

volta la barba.

Chuck Norris mangia la pizza con le mani. A

volte ci mette anche le olive.

Chuck Norris non va a caccia, perché la parola

“caccia” implica la possibilità di fallimento.

Chuck Norris va ad uccidere.

Dopo aver ascoltato “I Will Survive”, Chuck

Norris cercò Gloria Gaynor e la decapitò con un

calcio rotante.

L’aveva interpretata come una sfida.

Chuck Norris era previsto come personaggio nel

videogame “Street Fighter II” ma fu rimosso

perchè ogni tasto gli faceva comunque compiere

un calcio rotante.

Gli alieni esistono. Stanno semplicemente

aspettando la morte di Chuck Norris, prima di

attaccare.

MacGyver può baciarsi i gomiti pur non

essendo un contorsionista:

un sistema di pulegge ricavato da spago e

penne Bic è sufficiente.

MacGyver, sul lato destro del collo, ha una

porta USB.

Perchè può sempre servire.

Quando Bill Gates progettava la prima

versione di Ms-Dos, MacGyver già usava

Linux.

Una volta Superman sfidò MacGyver:

“Se con una lattina e dello spago

riuscirai a volare più velocemente

di me farò quello che vorrai.”

Da allora Superman gira con le

mutande sopra ai calzoni.

Il Grillo Parlante di MacGyver sta

zitto, ascolta e prende appunti.

Lo chef Tony è fallito perchè MacGyver ha

tagliato perfettamente il pane, sfilettato i

pomodori, sminuzzato lo scarpone e

polverizzato il pezzo di granito con i pezzi di

lattina avanzati.

Un giorno, un’anziana signora chiese a

MacGyver di timbrarle il biglietto...

Un minuto dopo il bus viaggiava verso Marte.

«Datemi un punto d’appoggio e solleverò il

mondo» affermò Archimede.

«Bastano un righello, una lattina e dello

scotch» replicò MacGyver.

Geppetto costruì Pinocchio.

MacGyver gli diede la vita.

Leonardo da Vinci, da bambino, aveva in

camera il poster di MacGyver.

.icniV aD odranoeL a esoc etlom otangesni ah

revyGcaM :atseuq asulcnI

Chuck Norris MacGyver vs

Non dimenticate di lasciare il vostro

“Chuck Norris” sul Guestbook del

nuovo sito www.degeneratione

.altervista.org!!!

Pagina 13 Satira & Varie Aprile 2006

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Baciarsi i gomiti e starnutire ad occhi aperti... Ah, sapevate già che è impossibile? Ma pensa ... In compenso: Se una persona urlasse ininterrottamente per 8 anni, 7 mesi e 6 giorni, produrrebbe abbastanza energia sonora per riscaldare una sola tazza di caffè. Se invece producesse costantemente flatulenze per 6 anni e 9 mesi, il gas prodotto fornirebbe energia equivalente a quella di una bomba atomica. Esseri umani e delfini sono le uniche specie che fanno sesso per piacere. Una formica può sollevare 50 volte il suo peso, trascinare 30 trenta volte il suo peso e cade sempre sul fianco destro se intossicata. Gli orsi polari sono mancini. Un pesce gatto ha più di 27.000 papille gustative. Una pulce può saltare una distanza pari a 350 volte la lunghezza del suo corpo. Come se un uomo balzasse con unico salto da una porta di un campo di calcio all’altra. Le farfalle possiedono papille gustative nelle zampe. L’occhio dello struzzo è più grande del suo cervello. Le stelle marine non hanno cervello. I contribuenti americani sborsano fior di quattrini per ricerche di questo tipo. Andiamo bene...

Lo sapevate? Sapevatelo su Rieducational Channel

Curiosità e stranezze per studenti annoiati

A cura di Dario Romagnoli

Aprile 2006 Satira & Varie Pagina 14

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Pagina Cinema Aprile 2006

In questo articolo discuteremo di Full Metal Jacket (1987), film suddiviso in due parti, incentrate sull’addestramento bellico e sulla guerra in generale, a partire dall’esperienza della guerra in Vietnam. I La guerra non è solo strage e distruzione: dietro alla sua brutalità vi è un processo di trasformazione psicologica dell’uomo da essere vivente a macchina dispensatrice di morte; «il corpo dei marines – dice il marine Joker – non vuole robot, il corpo dei marines vuole dei killers il corpo dei marines mira a creare degli uomini indistruttibili, uomini senza paura». L’addestramento, ovvero il lavaggio del cervello (opposto a quello subito da Alex in Arancia Meccanica), comincia con la rasatura. Già con questa viene tolta una diversità tra le persone che è emblema di tutte le altre: gli uomini devono diventare macchine costruite in serie, prive di una propria identità, non più uomini perché privati della libertà di scegliere. Quindi, costretti a essere passivi, ricevono unicamente lo stimolo a uccidere, a essere spietati e ingiusti, perché privi di valori come quello della giustizia; per loro l’unico modo per vivere è non far vivere gli altri. Anche l’ambiente che circonda i soldati nel campo di addestramento è privo di qualsiasi emotività, svuotato di tutto ciò che possa indurre a pensare, a potersi immaginare altre strade, altre possibilità, altri punti di vista esterni a esso, dunque svuotato dell’arte. È come una prigione senza finestre, chiusa, in cui non si è consapevoli di essere, e che impedisce l’immaginazione,

soffoca i sogni e lo stesso sogno di uscirne, di liberarsene, e che anzi, per i suoi spietati valori, induce la persona a esserne attratta. I soldati vengono indottrinati al valore di una sopravvivenza possibile solo grazie all’eliminazione del nemico e alla santificazione delle loro armi: «questo è il mio fucile, ce ne sono tanti come lui ma questo è il mio; io non sono niente senza il mio fucile, il mio fucile non è niente senza di me». II Così, dopo aver perso il contatto con tutto ciò che fa parte della vita quotidiana e del vivere pensando, con la consapevolezza di ciò che si è, i soldati devono partire per la guerra, per difendere i valori del mondo occidentale (in

questo caso degli USA), ed imporli ai popoli arretrati, come essi credono. La guerra ha inizio, ed essi vogliono andare dove si combatte, dove c’è l’azione per la quale sono stati preparati. Credendo di combattere per una buona causa, non ha più importanza chi e dove è il nemico, basta sapere che esiste e che deve essere eliminato. E i nemici sono i “musi gialli”, e non importa se civili o soldati: i “musi gialli” sono nemici e vanno sterminati. Ma poi, quando tutti i “musi gialli” saranno uccisi, a chi imporre la democrazia e il credo degli Stati Uniti? Questa contraddizione emerge anche osservando l’emblematico elmetto del soldato Joker, sul quale è scritto «nato per uccidere», e accanto alla scritta vi è accatta una spilla con il simbolo della pace. Ciò rappresenta l’ambiguità umana e la perenne contraddizione che motiva ogni guerra. «First to go, last to know», questo è il motto dei giornalisti al fronte. Appare quindi esplicito lo scopo che si propongono nel loro lavoro. Non importa far sapere o sapere ciò che realmente è successo e sta succedendo; il giornale deve essere un mezzo per pubblicizzare e glorificare una guerra che qui appare poco popolare e per favorire l’entusiasmo e la partecipazione. Neanche chi combatte è consapevole di quanto inutile sia la guerra, perché sembra che essa serva al bene della nazione invasa. Chiaramente ognuno ha il suo modo di vedere la guerra: chi come servizio alla patria, chi come strage, chi come ambizione personale, chi come un gioco d’azione.

Critica ad una società malataCritica ad una società malataCritica ad una società malataCritica ad una società malata

Con l’occhio di KubrickCon l’occhio di KubrickCon l’occhio di KubrickCon l’occhio di Kubrick

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ANEDDOTI & PELLICOLEANEDDOTI & PELLICOLEANEDDOTI & PELLICOLEANEDDOTI & PELLICOLE

John Wayne ha interpretato 250 film, diventando il simbolo dell'America combattente. Pur non avendo

prestato servizio militare fu decorato al Congresso. Le sue spoglie riposano nel cimitero della Monument

Valley. La tomba non ha nome, per tenere lontano i turisti. Povero John, non gli concedono nemmeno di riposare il pace!

Harrison Ford, durante le riprese del primo episodio di Indiana Jones, indusse il regista Steven Spielberg ad

accorciare alcune scene di azione a causa di una tremenda diarrea, che lo colpì durante le riprese nel torrido

caldo della Tunisia. In fin dei conti anche i grandi divi di Hollywood sono umani quando la natura

chiama!!!

l caratteristico modo di fumare di Clint Eastwood nei panni di Joe, nella celebre trilogia del dollaro firmata

da Sergio Leone, era dovuto al fatto che l'attore odiava i sigari. Per diminuire il fastidio provocato dal fumo

Eastwood pensò di tenere il sigaro, preferibilmente spen…to, incastrato tra i denti nell'angolo della bocca.

dopo l'uscita di Shining (The shining, USA 1980) di Stanley Kubrick la stanza dell'Overlock Hotel

occupata per le scene del film non è stata più affittata e la direzione ha deciso da tempo di chiuderla

definitivamente.E ci credo!!!

il 31 marzo 1993, a Los Angeles, negli studi di Wilmington nel Nord Carolina, dopo due mesi di

lavorazione e a 8 giorni dalla conclusione delle riprese de "Il Corvo", venne battuto il primo ciak della scena

in cui Eric Draven, il personaggio interpretato da Brandon Lee, doveva essere colpito con un colpo di una 44 magnum. Come da copione fu colpito all’addome. A quel punto Brandon, cadendo a terra, avrebbe

dovuto portare le mani al ventre azionando il dispositivo, nascosto sotto la camicia, che avrebbe provocato

una piccola esplosione, bucando e bruciacchiando il tessuto, simulando l'impatto del proiettile e facendo

fuoriuscire una sostanza simile al sangue. Ma Brendon Lee fu veramente colpito da un proiettile vero e

rimase a terra ansimante! Sgorgava sangue vero! Brandon venne trasportato d' urgenza al più

vicino ospedale. Il proiettile causò una emorragia interna. Morì di lì a poco al New Hanover

Regional Medical Center. Fu sepolto vicino la tomba del padre Bruce Lee (ucciso anche lui

misteriosamente mentre girava un film) nel cimitero di Lakeview (Washington). Lo sparo che si vede

nel film è quello che veramente uccise Brandon. Alla faccia del realismo!

Aprile 2006 Cinema Pagina 16

Ma questo non importa allo Stato per il quale danno la vita; l’importante è trovare qualcuno pronto a essere ucciso per l’interesse di chi comanda. A guerra finita si torna nel paese dei fast food e degli schermi giganti e si continua o si prova a continuare la vita passata, certo con più onore o con la voglia di tornare in guerra o chiedendo più rispetto. Ma i potenti ti hanno ormai utilizzato e ora non servi più e sei abbandonato a te stesso, anche se credi di essere rispettato: «Sì lo so, vivo in un mondo di me**a, ma sono vivo e non ho più paura». Con questa rassegnazione morale finisce il film: gli ex–soldati riconoscono che la società che li circonda è marcia e putrida, ma ciò che interessa loro è il proprio benessere economico e sociale. Tutto ciò esiste ancora oggi, praticamente immutato, anzi forse ancora più spietato. P.S. Se qualcuno volesse guardare uno dei film di cui parliamo o anche solo scambiare un’idea, ci fa piacere entrare in contatto.

Leonardo Cappelli (II D) Stefano Polizzi (II A) Lorenzo Palandri (IIA)Leonardo Cappelli (II D) Stefano Polizzi (II A) Lorenzo Palandri (IIA)Leonardo Cappelli (II D) Stefano Polizzi (II A) Lorenzo Palandri (IIA)Leonardo Cappelli (II D) Stefano Polizzi (II A) Lorenzo Palandri (IIA)

A cura di Tommaso Tronconi

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Ben ritrovati miei affezionati discepoli. Avere scoperto che questa rubrica riscuote un certo successo non può che riempirmi il cuore di

gioia. Ma ciancio alle bande (e viceserva): ecco qui una nuova raccolta di leggende pronte all’uso.

Let’s havin’ fun!

Gli esami non finiscono mai Maturità. Prova orale – Uno studente siede davanti alla commissione esaminatrice. Gli scritti non sono andati troppo bene ed un professore, tanto per mettere il maturando a suo agio, si rivolge sarcasticamente ai colleghi: “Portate una balla di fieno per l’asino”. Lo studente risponde immediatamente: “E per me un caffé, grazie!”. Pare anche che questa prontezza di spirito gli abbia procurato un buon voto.

Miiii, mi sta rrubbando ll’autorradio!!! Un rappresentante d’azienda si trova spesso a fare lunghi viaggi di lavoro. Sfortunatamente, durante una sosta in Autogrill, gli viene rubata la costosa autoradio. Tornato dal viaggio si reca subito a farne installare una nuova. Purtroppo, lo stesso giorno, subisce un altro furto. Rifiutandosi di spendere ulteriormente, lascia la macchina senza autoradio e attacca al finestrino un post-it con scritto: “E’ inutile che scassiniate questa macchina, tanto non ha l’autoradio”. Al suo ritorno, non trova più l’automobile. Al suo posto è stato lasciato un biglietto che dice: “Non ti preoccupare. Non ci piace la musica.”

Sua figlia è in casa? Un ragazzo un po’ timido riesce ad ottenere un appuntamento con la ragazza che gli piaceva già da diverso tempo. Deciso ad andare fino in fondo, chiede consiglio agli amici i quali, da bravi esperti, gli suggeriscono di procurarsi dei preservativi. Molto timidamente si reca quindi in una farmacia parecchio lontana da casa sua ed altrettanto timidamente chiede al farmacista di indicargli i condom in vendita. Il farmacista, vedendolo così teso, cerca di metterlo a suo agio; lo tranquillizza facendogli capire che è una cosa normale fare le prime esperienze sessuali e lo incoraggia a farsi valere con questa ragazza. “Fammi sapere come va – gli dice – voglio averti come cliente!”. Immaginate la faccia che fece il farmacista quando la sera stessa il ragazzo si presentò a casa sua. L’appuntamento era con sua figlia!

Florentina Studiorum Universitas Un burbero professore di Architettura chiese, ad un esame orale, quante colonne vi erano nel porticato dell’Ateneo e cacciò lo studente, che ovviamente non seppe rispondere, dicendogli: “Sembra che lei non abbia mai frequentato l’Università. Torni alla prossima sessione.” Una studentessa che doveva essere esaminata poco dopo, corse allora fuori a contarle. Quando fu il suo turno ed il professore le pose la fatale domanda la ragazza rispose con sicurezza, salvo sentirsi poi dire dal docente: “Ma bene, invece di studiare lei passa il tempo a bighellonare per l’Ateneo a contare colonne! Si ripresenti alla prossima sessione.”

Urban Legends Pagina 17 Satira & Varie Aprile 2006

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Aprile 2006 Satira & Varie Pagina 18

I Quesiti dell’alce I due

Due si danno appuntamento. Uno dei due arriva in ritardo, e per questo l‘altro muore. Chi sono i due?

Le damigiane

Avete due damigiane, una da 5l e una da 3l. Dobbiamo ottenere esattamente 4 litri d'acqua, come fare?

Il nonno combattente

Gianni si sta vantando con Marco delle gloriose imprese di suo nonno: "Mio nonno era ufficiale e fu così bravo che alla fine della guerra gli consegnarono una sciabola con inciso: - Per il coraggio, l'audacia e la determinazione dimostrata. Prima Guerra Mondiale, VIII Battaglione -. Marco lo guarda e gli dice che sta mentendo. Perchè ?

Soluzioni numero scorso

Adamo ed Eva L’uomo e la donna imprigionati nel ghiaccio sono certamente Adamo ed Eva in quanto sprovvisto di ombelico ll chirurgo Il chirurgo è la madre La sequenza 111221 312211 Sono le cifre del numero precedente: 111221 tre uno due due un uno I cappelli Il primo condannato non sa di che colore è il suo cappello -> gli latri due non lo hanno bianco altrimenti il suo dovrebbe essere stato rosso. Il secondo condannato non sa di che colore è il suo cappello-> Il terzo non può avere il cappello bianco altrimenti lui avrebbe detto che il suo è rosso (non potendo essere entrambi bianchi) Il terzo dice che il suo cappello è rosso !!

POESIA

GODIU un odore, un sapore,

un’ emozione, in cui le tue labbra sfiorano le mie;

sognare, morire, vivere, nulla si distingue, tutto si disperde.

Rimane solo quel battito del mio cuore in cui tutto è racchiuso.

Federica Maggi IIIA

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Pagina 19 Sudoku Aprile 2006

DA PANIKU

MEDIANU

SEMPLIFIKATU

POKU… MA SUDOKU

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Aprile 2006 Oroscopo Pagina 20

L’OROSCOPO DEL DODO A CURA DEL MAGNIFICO DODO SUPREMO

Ascoltatemi o spiriti celesti! Donatemi l’arcaico potere della conoscenza! Concedetemi di ricordare il passato! Comprendere il presente! Conoscere il futuro! Aprite la mia mente ai vostri più impenetrabili segreti! Sarò la vostra voce! ARIETE: Il Sole nella quarta casa del mare si prende un periodo di villeggiatura, e

quindi per voi senza Sole sarà un periodo molto buio. La luna consiglia: torcia a

portata di mano.

TORO: Le corna vi si addicono, e il vostro partner lo sa, oh si che lo sa. Le stelle

consigliano: sti cazzi, arrangiatevi un po' come vi pare.

GEMELLI: Siete persone fedeli e sagge. Ma solamente quando siete ubriache.

Sarebbe il caso di ritornare a bere.

CANCRO: Meglio del mese scorso. Ma non prendeteci gusto, perchè le stelle sanno

essere veramente perfide.

LEONE: Avete sfidato il destino cercando gloria dove non dovevate e lo sapete che il

destino è vendicativo. Non ve ne andrà bene una. Ma tranquilli dopo il 15 Aprile andrà

decisamente peggio.

VERGINE: Venere uscendo dalla seconda casa perde le chiavi e rimane chiusa fuori.

Giove non riesce ad aiutarla e,per cattiveria, la convince che è tutta colpa vostra. Si

incazzerà così di brutto e renderà il vostro Aprile un vero schifo. La Luna consiglia:

provate a fuggire in Sud America!

BILANCIA: Mercurio in contrapposizione a Venere inizia a scorreggiare perchè ha

mangiato pesante. La puzza vi si attaccherà addosso per tutto il mese. La luna

consiglia: deodorante stick. Tanto.

SCORPIONE: Il vostro carattere irascibile ma risoluto spesso vi tira fuori dalle

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Pagina 21 Oroscopo Aprile 2006

situazioni difficili. Non in questo momento, chi racconterà a quell’armadio di 2

metri per 120kg che la frase "porco cane" non era rivolta a lui?

SAGITTARIO: Nettuno in trigono con Plutone converge al centro verso Saturno

opera una finta e si smarca in area stellare di rigore, tira e sbaglia. Poi se la

prende con voi perchè non avete capito il taglio. La luna consiglia: arrangiatevi. E'

una Luna già nervosa di per sè.

CAPRICORNO: Marte in opposizione a Giove vota contro l’ultima riforma, ma

Giove pone la fiducia e con questo vi aumenta le tasse, l'Ici, l'Irpef e il prezzo

del giornalino. Voi ve ne risentite e la prossima volta non voterete più Giove anche

se promette "un milione di segni zodiacali per tutti".

ACQUARIO: Vi ricordate quell’orribile essere quasi umano che avete disprezzato

negli ultimi dieci anni? Bè, è diventato un orribile essere enorme di 3 metri per 2

dopo mesi di palestra ed è tornato dall’Australia apposta per voi. Sentitevi

onorati e riconoscenti di questo grande interesse ma emigrate il più lontano

possibile.

PESCI: Navigate in cattive acque e controcorrente. ma tutto sommato

l'importante è che nessuno vi peschi, altrimenti passare dalla padella alla brace

PUBBLICITA’ REGRESSO

Le elezioni sono alle porte e voi non sapete ancora su quale simbolo apporre la vostra “Ics”?

Internet giunge ancora una volta in vostro aiuto: per scoprire quale coalizione rispecchi al meglio il vostro pensiero

visitate i siti web www.chivotare.it e, come riprova, www.dimmichiseitidiroperchivotare.it.

Rispondendo alle domande di un semplice test, dipanerete ogni dubbio sulla scelta dei vostri politici.

Provare per credere!!!

Attenzione lettori!Attenzione lettori!Attenzione lettori!Attenzione lettori! Le suddette pagine web NON sono prodotti della mente turbata dei redattori:

esistono realmente!

Attenzione lettori!/bisAttenzione lettori!/bisAttenzione lettori!/bisAttenzione lettori!/bis Nonostante i ripetuti tentativi, non è stato possibile creare accessi diretti ai siti (link)

sulle pagine stesse del giornale. Supponiamo che ciò sia dovuto alle proprietà

chimiche della carta.

Ci scusiamo per l’inconveniente.

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Aprile 2006 Satira & Varie Pagina 22

Cari studenti, amici e amiche del Castelnuovo, ciò di cui ci accingiamo a parlarvi probabilmente turberà i vostri sonni per i prossimi tre mesi, tuttavia non possiamo più trattenerci. Il problema che stiamo per sottoporvi ha mai raggiunto livelli incontenibili e, per quanto doloroso possa essere, è essenziale che voi ne prendiate atto, perché solo così potrete aiutarci a superarlo. Il fenomeno, inquietante, a cui ci riferiamo è ormai sotto gli occhi di tutti…non possiamo più far finta di niente, L’INVASIONE E’ COMINCIATA! Nel giro di pochi anni, infatti, il castelnuovo, liceo un tempo rinomato per il gran numero di alternativi che lo popolava, ha cominciato a riempirsi di loschi individui che, dapprima furtivamente, poi in maniera sempre più evidente, hanno iniziato ad aggirarsi per i corridoi…COME E PERCHE’ questi individui, meglio conosciuti come truzzi, abbiano potuto diffondersi così velocemente è un mistero…sul quale numerosi scienziati stanno attualmente svolgendo ricerche, purtroppo senza esiti positivi. Tuttavia, è opportuno, per riuscire a sopravvivere al contatto, inquadrare il problema, quindi essenzialmente conoscere il nostro nemico (tendiamo a precisare che numerose spie ???? sono morte per fornirci le informazioni che stiamo per darvi, perciò si prega di usufruirne con la massima cautela…). Possiamo dunque in rassegna i tratti salienti della figura del truzzo-medio: questo individuo è solito vagare nei corridoi, senza una meta precisa, che tuttavia dati scientifici hanno appurato non identificarsi con biblioteca o una qualsiasi aula dove si svolga una lezione (la cultura è la loro criptonite). Difficilmente lo si può incontrare da solo: sente infatti il bisogno istintivo di vivere in branco, necessità strettamente legata al suo desiderio di comunicare. Avendo, difatti, tentato in vari modi di articolare frasi di senso compiuto, comprensibili a livello globale, conseguendo però esiti negativi (il risultato erano frasi sconnesse in sintassi, grammatica e contenuti) hanno preferito circondarsi di figuri a loro somiglianti, unici in grado recepire il senso delle loro parole. Il loro comportamento, inoltre, è alquanto singolare: quando due di loro si incontrano, gli istinti animali vengono allo scoperto. Dopo un avanzamento che consente alle gambe di rimanere distanti da loro di almeno due metri, e un rapido abbraccio, spesso accompagnato da rumorose pacche sulle spalle , i due soggetti iniziano a dialogare: i temi spaziano da argomenti attuali (chi è stato eliminato dal GF?) ad argomenti sportivi (ma hai visto che gnocca s’è preso Toni?) per approdare all’argomento di maggior rilevanza nella vita del truzzo-medio: le ultime conquiste. Sembra, infatti, che ogni truzzo abbia un minimo di 20 ragazze che gli cascano ai piedi e che puntualmente ogni sabato sera questo numero aumenti (mah!). Altro tratto distintivo del truzzo medio è il suo interesse per i motori e le nuove tecnologie: se infatti il truzzo ha raggiunto la maggiore età, e magari ha pure conseguito la patente (panico!), il suo primo e unico scopo nelle vita sarà possedere una macchina. Questa varia essenzialmente tra due modelli: Punto o Peugeot 206, entrambe caratterizzate da un candido colore bianco, se non da un tenero giallo limone, spesso munite di alettoni posteriori, personalmente montate dal truzzo stesso; la presenza di tali individui alla guida di una vettura quattro ruote è spesso appurata molti minuti prima del suo effettivo arrivo, grazie al sofisticatissimo impianto HiFi, che “spara a palla” (“trasmette a tutto volume”, ndA) musica rigorosamente House (o comunque elettronica). Esiste un altro mezzo di locomozione, il motorino, facilmente riconoscibile per il motore truccato, sempre opera del truzzo stesso, che riesce a farsi notare anche in questo caso per il modo alquanto insolito di “indossare” il casco: questo infatti o non viene usato direttamente (ma d’altronde, chi può correre il rischio di rovinare un’acconciatura di quattro ore!) o viene adagiato sopra un cappellino, la cui visiera fa prepotentemente capolino. Ma torniamo all’ambito scolastico…è giunto il momento che tutti stavate aspettando: parliamo del guardaroba del truzzo-medio. Immancabili gli occhiali da sole, portati essenzialmente in luoghi chiusi o totalmente privi di luce; recentemente si è imposta l’abitudine di indossare un cappellino, con visiera

TAMARRI!

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Pagina 23 Satira & varie Aprile 2006

rigorosamente tenuta alta, così da non scalfire minimamente la cresta…pardon l’acconciatura dei capelli (tempo fa è stato avvistato un cappello rivestito internamente da pelo di pecora, al peggio non c’è mai fine!); infine, il vestiario del truzzo-modello comprende maglie, assolutamente aderenti, con collo a V, tali da far risaltare la presenza di (eventuali) muscoli, o peluria, o al contrario recenti depilazioni, con su ricamati gli arcinoti coniglietti di playboy o una nota marca, a lettere cubitali, che per “strano” caso vedi comparire anche sulle mutande, che fanno vistosamente capolino dai pantaloni che , a loro volta, sono tenuti a vita talmente bassa che solo la cintura, anch’essa contrassegnata da un noto logo, fa si che non seguano la forza di gravità. Ma il meglio di sé il truzzo lo dà nella scelta delle scarpe: sondaggi recenti hanno confermatoche sono due i modelli favoriti, le scarpe di Gucci, quelle alla io-valigia, o scarpe da ginnastica contraddistinte da coloro che spesso sconfinano in tonalità assolutamente fluorescenti. A questo punto riteniamo che siate sufficientemente consapevoli del problema che vi circonda, e siate in grado di offrire il vostro contributo per la risoluzione del problema. Prestate però attenzione perché non si è mai del tutto immuni dal contagio…recenti studi hanno confermato che, in fondo, c’è un po’ di truzzo in ognuno di noi.

Corso di cucina del bangladesh

di Piccettino

Rui Tanga

IngredientiIngredientiIngredientiIngredienti

4 cucchiai d'olio, 6 spicchi schiacciati d'aglio, 1 cipolla tritata, 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di polvere di curcuma, 1 cucchiaino di polvere di peperoncino, 700gr di pomodori tritati, 4 pesci senza spine e fritto, 1 cucchiaio di coriandolo tritato

fresco

Preparazione

Scaldare l'olio vegetale in una casseruola. Aggiungere l'aglio all'olio e friggere fino a doratura. Aggiungere le cipolle e friggere per 5/6 minuti. Aggiungere le

rimanenti spezie e friggere delicatamente per 3/5 minuti mescolando ogni tanto. Aggiungere i pomodori e lasciare su fuoco medio per 10/15 minuti fino a che i

pomodori siano completamente cotti. Aggiungere 1 ½ tazza d'acqua poi il pesce e far sobbollire per 5/6 minuti. Servire

con riso caldo.

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DIRETTORE Giulio Facchini (IIIB)

VICEDIRETTORE

Curzio Cupellini (IIIB)

REDAZIONE Alberto Picchi (VA), Andrea Biondi

(VA), Dario Romagnoli (VA), Carlotta conti (VD), Federica Bilotta (VB),

Filippo Rocchi (VA),Francesco Talenti(IID),Gianluca Fiorindi (VA), Giulia

Lensi (IIID), Giulia Sarti (VD), Martina Onori (VD), Simone Naldi

(VB), Vladislav Gavryusev (VB), Stefano Polizzi(IIA), Tommaso Asso

(IIG), Paolo Santini(IIG )

COLLABORATORI

Costanza Quentin (VD),Giulia Miglietta (VD), Francesca Fortini

(VD), Costanza Farolfi (IIG)

COPERTINA Tiziano Berti (VE)

COLLABORATORI ESTERNI

Alessandro Anastassopoulos

ART DIRECTOR E IMPAGINAZIONE Martina Onori & Giulio Facchini

INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA

[email protected] (info e invio articoli)

SITO:

www.degeneratione.altervista.org

Il giornalino degli studenti del Liceo Castelnuovo

• Gli articoli per il prossimo numero vanno consegnati entro il

20 Aprile • Gli articoli vanno spediti al seguente

indirizzo: [email protected]

• oppure consegnati in floppy/cd

• Tutti gli articoli sono sottoposti al vaglio dei redattori. Pertanto, qualora venissero riscontrati contenuti offensivi o scritti troppo lunghi, la redazione deciderà di contattare direttamente l’autore dell’articolo per chiarificazioni ed accordi su eventuali modifiche. In ogni caso l’autore dell’articolo è direttamente responsabile di quanto scritto nello stesso. La pubblicazione di articoli non firmati o firmati con pseudonimi sarà a discrezione della redazione stessa.

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