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Variante n. 155 approvata con atto di C.C. n. 57 del 28.05.2009 GEOSTUDI S.r.l. COMMITTENTE: Impresa Edil C S.r.l. DIREZIONE TECNICA A CURA DI Dott. Geol. Lorenzo Negri Dott. Geol. Marco Vannucchi NEGRI COLLABORATORI Dott. Geol. Aldo Davolio ELABORATO: Studio geologico – sismico di fattibilità CODICE COMMESSA: AGT 06/09 UBICAZIONE: Comune di Parma (PR) – Loc. Capoluogo – Sub-Ambito 08.S1 OGGETTO: Studio geologico - sismico di fattibilità a supporto del Sub-Ambito 08.S1 – Richiesta di integrazione materiale variante generale al POC del Comune di Parma, adottata con atto di C.C. n°171 del 18.02.2009. MAR.09 DAVOLIO NEGRI GEOLOGIA TECNICA DATA REDATTO APPROVATO ATTIVITA’ FILE PERCORSO ARCHIVIAZIONE PARMA SUB-AMBITO 08_S1.DOC 3 – AGT GEOSTUDI S.r.l. Via Nedo Nadi n°9/a - 43100 (PARMA), Tel.0039 521 244693 - Fax 0039 521 241207 - www.geostudiparma.it - E-MAIL: [email protected] Capitale Sociale .15.000 i.v. - C.F. & P.I. 02078920341 – Iscritta al Registro Imprese n°02078920341 e R.E.A. n°209.223 C.C.I.A.A. di Parma

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Variante n. 155 approvata con atto di C.C. n. 57 del 28.05.2009

GEOSTUDI S.r.l. COMMITTENTE: Impresa Edil C S.r.l.

DIREZIONE TECNICA A CURA DI Dott. Geol. Lorenzo Negri

Dott. Geol. Marco VannucchiNEGRI

COLLABORATORI Dott. Geol. Aldo Davolio

ELABORATO: Studio geologico – sismico di fattibilità CODICE COMMESSA: AGT 06/09

UBICAZIONE: Comune di Parma (PR) – Loc. Capoluogo – Sub-Ambito 08.S1

OGGETTO: Studio geologico - sismico di fattibilità a supporto del Sub-Ambito 08.S1 –

Richiesta di integrazione materiale variante generale al POC del Comune di

Parma, adottata con atto di C.C. n°171 del 18.02.2009.

MAR.09 DAVOLIO NEGRI GEOLOGIA TECNICA

DATA REDATTO APPROVATO ATTIVITA’

FILE PERCORSO ARCHIVIAZIONE PARMA SUB-AMBITO 08_S1.DOC 3 – AGT

GEOSTUDI S.r.l. Via Nedo Nadi n°9/a - 43100 (PARMA), Tel.0039 521 244693 - Fax 0039 521 241207 - www.geostudiparma.it - E-MAIL: [email protected]

Capitale Sociale €.15.000 i.v. - C.F. & P.I. 02078920341 – Iscritta al Registro Imprese n°02078920341 e R.E.A. n°209.223 C.C.I.A.A. di Parma

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INDICE

1 – PREMESSA .....................................................................................................................................4

2 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO...............................................................................................8

2.1 – Quadro geologico e geomorfologico regionale di riferimento................................................8

2.2 – Quadro geotettonico regionale di riferimento.......................................................................10

2.3 – Inquadramento stratigrafico ed idrogeologico regionale di riferimento ...............................15

2.4 – Il bacino idrogeologico della pianura emiliano-romagnola ..................................................18

2.5 – Idrogeologia di dettaglio: sezioni idrostratigrafiche interpretative, identificazione degli acquiferi e alimentazione delle falde............................................................21

2.6 – Inquadramento piezometrico ................................................................................................23

2.7 – Assetto litostratimetrico ed idrogeologico locale .................................................................26

3 – CLASSIFICAZIONE SISMICA E ANALISI DELLA SISMICITA’ STORICA ..........................27

4 – INDAGINI GEOGNOSTICHE DIRETTE.....................................................................................32

4.1 – Prove penetrometriche statiche (C.P.T.) e dinamiche (S.C.P.T.) .........................................32

5 – INDAGINI GEOGNOSTICHE INDIRETTE.................................................................................34

5.1 – Prospezione sismica tipo “MASW”......................................................................................34

5.1.1 – Strumentazione impiegata e configurazione spaziale adottata..................................................................... 365.1.2 – Cenni sulla metodologia d’indagine e sull’elaborazione dati ...................................................................... 375.1.3 – Analisi ed interpretazione della prospezione “MASW” – Categoria sismica del suolo di fondazione ........ 395.1.4 – Microzonazione sismica .............................................................................................................................. 415.1.5 – Valutazione preliminare della risposta sismica locale e dello spettro di risposta di progetto ...................... 45

5.2 – Prospezione geofisica con tomografia elettrica ....................................................................46

5.2.1 – Strumentazione impiegata e metodologia di indagine ................................................................................. 465.2.2 – Analisi ed interpretazione della tomografia elettrica ................................................................................... 48

6 – CARATTERISTICHE LITOSTRATIMETRICHE E GEOMECCANICHE DEL TERRENO.....50

6.1 – Modello litostratimetrico e geomeccanico dei terreni di fondazione....................................50

7 – CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.............................................................................................53

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Elenco tavole allegate

Tav.1: Inquadramento cartografico generale (stralcio C.T.R., tavola 181-SE “Parma nord-

ovest”, tavola 182-SO “Parma nord-est”, tavola 199-NE “Parma sud-ovest”, tavola 200-NO

“Parma sud-est” alla scala 1:25.000);

Tav.2a: Carta geomorfologica della Pianura Padana (stralcio Carta geomorfologica della

Pianura Padana edita dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica –

Comitato Consultivo del C.U.N. n°4 “Scienze della Terra” – 1997 – scala 1:250.000);

Tav.2b: Carta geologica (stralcio Carta Geologica della Provincia di Parma e delle zone

limitrofe, Istituto di Geologia, Geografia e Paleontologia dell’Università di Parma (1965) –

scala 1:100.000);

Tav.2c: Carta sismotettonica della Regione Emilia – Romagna (stralcio Carta

Sismotettonica, edita (2004) dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della R.E.R., e

dall’Istituto di Geoscienze e Georisorse, Sezione di Firenze del C.N.R. – scala 1:250.000);

Tav.2d: Carta della vulnerabilità degli acquiferi (stralcio elaborato cartografico

dell’Allegato n. 4 “Vulnerabilità degli Acquiferi” del P.T.C.P. approvato con Del. C.P. n°134

del 21/12/2007 – non in scala);

Tav.2e: Modello concettuale dell’acquifero (stralcio della Carta della vulnerabilità degli

acquiferi all’inquinamento – 1992 – tratta da “Quaderni di tecniche di protezione ambientale”

n°3 – scala 1:200.000);

Tav.2f: Sezione idrostratigrafica 3 -3’ (tratta dall’elaborato Tav. 4 del P.S.C. del Comune di

Parma – scala grafica);

Tav.3: Ubicazione indagini geognostiche (stralcio planimetria di progetto fornita dalla

Committenza – scala 1:1.000);

Tavv.4a, 4b: Correlazioni lito – geomeccaniche interpretative (scala verticale 1:50 – scala

orizzontale 1:500).

ALLEGATO n°1:

Prove penetrometriche statiche (C.P.T.) e dinamiche (S.C.P.T.)

ALLEGATO n°2:

Prospezione sismica con metodo “MASW”

ALLEGATO n°3:

Prospezione geoelettrica con metodo tomografico

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1 – PREMESSA

Il presente studio geologico – sismico, redatto a seguito della richiesta di integrazione

materiale variante generale al POC del Comune di Parma (adottata con atto di C.C.

n°171 del 18.02.2009) con Prot. 32193 (2006 – VI/1/1.2/4) del 23/02/2009, per conto e

su incarico dell’Impresa Edil C S.r.l. ed in accordo con i progettisti Arch. Paolo

Giandebiaggi ed Arch. Gianluca Mora, a supporto del Sub-Ambito 08.S1, sito

nell’immediata periferia sud del capoluogo, ha lo scopo di verificare l’assetto

litostratimetrico e la compatibilità geomeccanica di massima dei terreni di fondazione

dell’areale in oggetto, al fine di accertare le condizioni generali di fattibilità geologica e

sismica dell’intervento nonché definirne, in via preliminare, le condizioni di

realizzazione più idonee in rapporto alla natura dei terreni presenti.

L’indagine è stata condotta in osservanza alla normativa vigente in materia:

• L.R. Regione E.R. n°20 del 24/03/2000 inerente la “Disciplina generale sulla tutela e

l’uso del territorio”;

• Testo coordinato della L.R. n°31 del 25/11/2002 “Disciplina generale dell’edilizia”;

• Decreto Ministeriale 14/01/2008 “Norme tecniche per le costruzioni” che

ricomprende:

- Ordinanza Presidenza Consiglio Ministri n°3274 del 20/03/2003;

- D.P.R. n°380 del 06/06/2001 “Testo unico delle disposizioni legislative e

regolamentari in materia edilizia (Testo A)”;

- D.M. 21/01/1981, attuativo della Legge 64/1974, e successive modifiche

ed integrazioni (D.M. 11/03/1988 e Circ.LL.PP. n°30483 del 24/09/1988

“Istruzioni per l’applicazione del D.M. 11/03/1988”);

• Legge regionale 30 ottobre 2008, n°19 “Norme per la riduzione del rischio

sismico”.

Allo scopo di accertare la caratterizzazione geomeccanica dei terreni costituenti il

sottosuolo, sono state appositamente realizzate specifiche e mirate indagini

geognostiche dirette ed indirette (vd. All. n°1, 2, 3), come previsto dalla citata

normativa vigente in materia.

Le considerazioni espresse, in questa prima fase di analisi definitiva, emergono dalla

sintesi delle seguenti acquisizioni d'indagine:

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• ricerca bibliografica di dati relativi all’assetto geolitologico, geomorfologico,

idrogeologico e sismotettonico generale e locale (vd. Tavv. 2a, 2b, 2c, 2d, 2e, 2f);

• caratterizzazione litostratimetrica e geomeccanica di massima dei terreni di sedime

degli edificandi in progetto attraverso l’esecuzione di:

INDAGINI DIRETTE

• n°6 indagini geognostiche di tipo penetrometrico statico (C.P.T. 1) realizzate in

loco, in data 10/03/2009, e spinte, a rifiuto, sino a profondità rispettivamente

comprese tra 2,60 metri e 4,00 metri da p.c. attuale entro il substrato ghiaioso (vd.

Tavv. 3, 4a, 4b ed All. n°1);

• n°4 indagini geognostiche di tipo penetrometrico dinamico (S.C.P.T. 2) realizzate in

loco, in data 10/03/2009, in continuità alle verticali di prova penetrometrica statica

ubicate ai vertici della maglia di indagine e spinte, a rifiuto, sino a profondità

comprese tra 5,40 metri e 6,90 metri da p.c. attuale entro il substrato ghiaioso (vd.

Tavv. 3, 4a, 4b ed All. n°1);

INDAGINI INDIRETTE

• n°1 prospezione sismica tipo “MASW” (Multichannel Analysis of Surface Waves)

volta a definire, in base alle caratteristiche litologiche e litostratigrafiche ricostruite

dai dati areali derivanti dalle indagini geognostiche condotte dagli scriventi

nell’areale di intervento, il profilo della VS30 (velocità media equivalente di

propagazione delle onde di taglio S entro 30 metri di profondità), da cui ricavare la

categoria del suolo di fondazione (vd. All. n°2), necessaria per la determinazione

dell’azione sismica di progetto, nonché valutare, in via preliminare, la risposta

sismica locale e lo spettro di risposta di progetto, in osservanza alla succitata

normativa;

• n°2 prospezioni geoelettriche con metodo tomografico, realizzate in loco con

l’ausilio di SuperSting R1/IP, quale indagine di dettaglio ad alta definizione del

primo sottosuolo (profondità pari a circa 25,00 metri da p.c. attuale, vd. Tav. 3 e

sezioni geoelettriche di cui alle Tav. 1, 2 contenute in All. n°3);

1 Cone Penetration Test (C.P.T.), come definito in “Geotecnica” di Renato Lancellotta (1993), 2° Edizione, Zanichelli Editore S.p.a., Bologna. 2 Standard Cone Penetration Test (S.C.P.T.), come definito in “Geotecnica” di Renato Lancellotta (1993), 2° Edizione, Zanichelli Editore S.p.a., Bologna.

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• caratterizzazione idrogeologica di massima del primo sottosuolo attraverso la

verifica in corso d’opera del livello idrico all’interno dei fori di sondaggio (vd. All.

n°1);

• verifica delle condizioni statiche dei fabbricati esistenti nell’area di intervento

nonché dei comparti edificati situati all’immediato contorno dell’areale in

questione.

Si specifica che:

• la tipologia di indagine geognostica nonché il numero delle verticali di prova

penetrometrica e delle prospezioni simiche condotte discende da quanto

espressamente richiesto dal Comune di Parma – Ufficio di Piano nella succitata

richiesta di integrazione, in rapporto all’estensione areale del comparto

investigato;

• l’indagine geognostica diretta, condotta tramite l’esecuzione delle prove

penetrometriche statiche e dinamiche (vd. All. n°1) è stata realizzata al fine di

verificare puntualmente l’assetto litostratimetrico e geomeccanico locale, la cui

variabilità latero – verticale è stata ricostruita attraverso l’estensione areale del

dato diretto tramite l’esecuzione della prospezione geoelettrica (vd. Tavv. 1, 2

contenute in All. n°3). Si sottolinea, a tal proposito, come la prospezione

geofisica, per sua natura indiretta, necessiti sempre di essere integrata con

conoscenze dirette ricavabili esclusivamente da indagini geognostiche specifiche

all’uopo realizzate, finalizzate alla “taratura” dello strumento ed ad una migliore

comprensione dell’andamento del sottosuolo investigato; di contro, l’impiego

della prospezione geoelettrica, ed in generale delle prospezioni geofisiche,

consente di limitare tali indagini specifiche alle sole aree di interesse

individuate, riducendo costi e tempi di indagine.

Trattandosi della fase preliminare della progettazione nonché in considerazione

all’assetto geolitologico ed alla morfologia sub-pianeggiante dei luoghi, al grado di

conoscenza degli stessi da parte degli scriventi, l’indagine così condotta è stata ritenuta

esaustiva per poter esprimere le considerazioni di cui al seguito.

A supporto della fase definitiva ed esecutiva della progettazione, si dovrà prevedere uno

specifico studio geologico – tecnico di dettaglio tramite l’esecuzione di specifiche e

mirate indagini geognostiche funzionali a:

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• raffittire la presente maglia di indagine tutt’oggi realizzata (vd. Tav. 3), in

ottemperanza alle indicazioni definite dalle Raccomandazioni AGI 1977 inerenti la

programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche nonché dalla citata

normativa vigente in materia;

• verificare nel dettaglio eventuali condizioni di variabilità latero – verticale dei terreni

di sedime, con specifico riferimento alla variabilità di soggiacenza del tetto del

substrato ghiaioso;

• approfondire la caratterizzazione geomeccanica qualitativa e quantitativa del

cosiddetto “volume significativo”, inteso come il volume interessato dalla

trasmissione dei carichi degli edificandi in progetto, così come richiesto dalla citata

normativa vigente in materia;

• definire le soluzioni fondali più idonee in rapporto alle tipologie strutturali in progetto

ed alla natura dei terreni presenti e valutarne le capacità portanti, così come previsto

della citata normativa in materia.

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2 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO

2.1 – Quadro geologico e geomorfologico regionale di riferimento

L’area in esame è localizzata nella periferia meridionale del centro abitato di Parma,

immediatamente a valle della nuova tangenziale sud, e si colloca in destra idraulica del

T.Parma, in prossimità della confluenza con il Torrente Baganza (vd. Tav. 1).

L’areale oggetto di studio, attualmente urbanizzato, rientra a far parte di una più ampia

zona pianeggiante localizzata nella media pianura parmense, caratterizzata dalla

presenza dei lembi più distali dei conoidi alluvionali, edifici sedimentari che si

sviluppano con forma tronco-conica dallo sbocco dei relativi corsi d’acqua in pianura

sino circa all’altezza della via Emilia, interdigitandosi con i depositi della bassa pianura

(vd. Tavv. 2a, 2b).

La genesi e l’evoluzione di questi corpi sedimentari sono altresì poste in forte

connessione anche ad una serie di vicissitudini di natura tettonico-sedimentaria e

climatica che hanno interagito in modo complesso con il naturale divagare dei principali

corsi d’acqua appenninici.

Il substrato sedimentario su cui si sono impostati i conoidi risulta interessato, infatti, da

una attività tettonica prevalentemente compressiva piuttosto intensa che ha originato un

complesso sistema di strutture di embricazione sepolte, con direzione prevalente NO-

SE, ed il relativo alto strutturale anticlinalico lungo l’asse Monticelli Terme –

Fontanellato – Busseto.

Come si evince anche dalle sezioni geologiche riportate nella recente pubblicazione

della Carta geomorfologica della Pianura Padana3 alla scala 1:250.000, ricostruite

attraverso le perforazioni profonde e le prospezioni geofisiche per le ricerche petrolifere

nonché sulla base delle litostratigrafie di pozzi idrici, il sottosuolo della pianura

emiliano-romagnola è caratterizzato dalla prosecuzione del fronte sepolto della catena

appenninica: alle aree sinclinaliche, sede di potenti accumuli, si alternano zone soggette

a duplicazione tettonica per sovrascorrimento (thrust nord vergenti) con notevole

assottigliamento della copertura sedimentaria.

3 Carta geomorfologica della Pianura Padana alla scala 1:250.000, edita dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica (Comitato Consultivo del C.U.N. n°4 “Scienze della Terra” – 1997)

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L’ingente spessore di tale copertura è altresì giustificato anche dall’intensa subsidenza

generale del bacino padano a partire dal Pliocene, localmente compensata e contrastata

da fasi di sollevamento tettonico.

Come conseguenza dell’azione congiunta di questi importanti fattori morfotettonici e

morfoclimatici, si è verificato una distribuzione spaziale degli apporti alluvionali che ha

contribuito alla formazione di strutture lentiformi e interdigitate tra loro nonché ad un

terrazzamento dei depositi stessi affioranti nella fascia pedecollinare.

La distribuzione granulometrica dei sedimenti risulta preferenziale in relazione agli stati

energetici delle correnti ed evidenzia una diminuzione di granulometria spostandosi

dall’alveo verso le zone laterali dei corsi d’acqua, con localizzazione di depositi più

grossolani in corrispondenza degli alvei attuali e dei paleoalvei (vd. Tav. 2a).

Schematicamente, i depositi più grossolani, costituiti da sabbie e ghiaie eterometriche,

talora con blocchi di notevoli dimensioni, di natura poligenica prevalentemente

calcareo-marnosa ed arenacea, presenti sia negli alvei attivi attuali sia nelle zone apicali

dei conoidi nonché lungo gli antichi canali d’alveo, caratterizzano le zone di alta e

medio-alta pianura; i limi e le argille, attribuibili ad ambienti sedimentari di minor

energia rispetto ai precedenti, sono invece distribuiti nelle aree più distali delle conoidi

stesse.

Sotto il profilo geomorfologico, l’area in esame si colloca nella porzione distale del

conoide alluvionale del T. Parma, nell’ambito delle “alluvioni medio recenti” che

rappresentano la fase di livellamento della pianura da parte del corso d’acqua all’interno

e sul contorno del conoide pleistocenico (vd. Tav. 2b, stralcio Carta Geologica della

Provincia di Parma e zone limitrofe alla scala 1:100.000 – Università degli studi di

Parma, Istituto di Geologia – ottobre 1965).

Appare comunque assai probabile l’interferenza dei depositi alluvionali dei vicini T.

Enza, T. Baganza e del Fiume Taro che, interdigitati al complesso apparato

deposizionale del T. Parma, hanno dato luogo ad un edificio sedimentario nel quale

risulta assai difficoltoso riconoscere l’appartenenza dei depositi stessi all’uno o all’altro

corso d’acqua, influenzandone l’assetto idrogeologico.

In linea generale si distinguono i seguenti terreni, in relazione alla diversa dinamica ed

ambiente deposizionale:

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• Terreni tendenzialmente argillosi, geneticamente connessi alla deposizione in

ambiente fluvio-palustre di contributi solidi a finissima granulometria, trasportati e

deposti dalle acque di piena ristagnanti in aree depresse; date le peculiarità

dell’ambiente di sedimentazione, questi depositi di stanca possono contenere

localmente elevati tenori di sostanza organica;

• Terreni tendenzialmente limosi, attribuibili alla deposizione di correnti fluviali a

bassa competenza, costituenti terreni di transizione tra le aree depresse a litologia

argillosa prevalente e gli alvei (attuali e paleoalvei) a litologia sabbiosa;

• Terreni tendenzialmente sabbiosi e ghiaiosi, ascrivibili alla sedimentazione diretta

del corso d’acqua in condizioni di elevata energia.

2.2 – Quadro geotettonico regionale di riferimento

L’evoluzione geologica della pianura parmense e del suo margine pedemontano si

inseriscono nel più ampio contesto di colmamento del bacino di avanfossa della Pianura

Padana, una vasta depressione a stile tettonico globalmente compressivo legata

all’orogenesi dell’Appennino Settentrionale, colmato da depositi marini ed alluvionali di

età pliocenica e quaternaria.

Come riportato nella specifica letteratura in materia, il margine padano meridionale a cui

appartiene l’areale oggetto di studio presenta una struttura complessa, caratterizzata da

sistemi di sovrascorrimenti, faglie, duplicazioni tettoniche, pieghe e bacini, ad andamento

NE-vergente, conseguenza degli eventi tettonici compressivi che a partire dal Miocene

superiore hanno coinvolto tutto l’Appennino settentrionale e l’antistante bacino di

sedimentazione.

Più specificatamente, nel sottosuolo antistante il margine morfologico dell’Appennino

settentrionale si individuano due serie principali di “thrusts”, a sviluppo sequenziale

frontale, che interessano le formazioni mesozoiche e mio – plioceniche mascherate dai

depositi alluvionali quaternari.

Si tratta di due sistemi di grandi pieghe asimmetriche, con andamento anticlinalico,

formatesi attraverso molteplici faglie inverse e sovrascorrimenti a basso angolo (15° –

30°), immergenti verso sud/sud-ovest, che racchiudono un bacino satellite ad esse

parallelo.

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In letteratura geologica (vd. Figure 1a, 1b) queste zone di scollamento tettonico sono

note come:

• “External Thrust Front” (ETF), sull’allineamento di Cremona – Parma – Reggio

Emilia – Correggio (RE) – Mirandola (MO) – Ferrara – Ravenna;

• “Pedeapenninic Thrust Front” (PTF), lungo il margine padano dell’Appennino

Settentrionale.

Procedendo da nord a sud, si individuano nella pianura parmense le seguenti strutture

sismicamente attive:

• External Thrust Front (ETF): si tratta di un alto strutturale, costituito dall’inviluppo

delle rampe frontali dei “thrust” sepolti, che rappresenta la zona di confine tra la

Monoclinale pedealpina, che si apre in direzione nord a partire dal fronte

settentrionale dell’alto strutturale medesimo, e la regione “Apennines” (zolla Corso

Sarda) a sud. E’ suddiviso in tre margini planimetricamente arcuati, concavi verso

sud, denominati da ovest verso est “Piemonte Folds”, “Emilia Folds” e “Ferrara

Folds”. A sud delle ”Ferrara Folds”, si estendono altri sistemi di “thrust”, sempre

associati al meccanismo di deformazione delle precedenti, noti come “Romagna

Folds” e “Adriatico Folds”. Dalle indagini geofisiche l’ETF rivela le classiche

strutture accatastate ad embrici, con conseguente pronunciata flessurazione

litosferica che origina l’avanfossa e che determina una marcata subsidenza di natura

tettonica. L’ETF si trova sepolto nel sottosuolo, talvolta a poche decine di metri.

Nella Provincia di Parma è costituito dalle strutture di Collecchio e Parma (Bernini

e Papani, 1987) che delimitano dei bacini interni in cui i depositi alluvionali di

colmamento assumono modesti spessori.

• Bacino minore o satellite: si tratta di una depressione racchiusa a nord dall’alto

strutturale dell’ETF e a sud dalle strutture embricate del PTF; detto bacino si

estende in zona antistante al margine morfologico dell’Appennino emiliano –

romagnolo con allungamento in direzione ovest/nord-ovest ed est/sud-est,

presentando geometrie differenti riconducibili a settori strutturalmente svicolati tra

loro in relazione all’andamento planimetrico delle strutture sepolte associate

all’ETF ed al PTF;

• “Pedeapenninic Thrust Front” (PTF): rappresenta la zona di confine tra il margine

morfologico appenninico ed il suddetto bacino satellite. E’ costituito da un margine

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discontinuo, planimetricamente parallelo al limite morfologico dell’Appennino

settentrionale, segmentato da faglie trasversali, coincidenti con alcuni dei principali

corsi d acqua (T. Stirone, F. Taro, T. Enza, ecc.), connesse a fasi tettoniche

neogeniche. Si tratta di una serie di “thrusts” e duplicazioni crostali che hanno

determinando il sollevamento e il basculamento dei depositi affioranti nella fascia

pedeappenninica. Dette faglie trasversali al PTF sono all’origine della suddivisione

dell’Appennino settentrionale in settori a differente comportamento tettonico,

soggetti a traslazione differenziale, con riflessi sugli spessori del riempimento

sedimentario (vd. ad esempio il margine appenninico tra il F. Taro e il T. Enza e tra

il F. Panaro e il F. Reno). Le Linee del Taro, del Baganza e dell’Enza costituiscono

pertanto un fascio di faglie, legate dal punto di vista cinematico, che possono essere

riunite sotto il termine di “Sistema del Taro” (Bernini e Papani, 1987), limite

occidentale del sistema delle Pieghe Emiliane.

I depositi quaternari sovrastanti le strutture positive dei “thrust” non risultano essere

interessati dall’attività tettonica in quanto, con la loro geometria ondulata, dimostrano un

adattamento passivo alle strutture sottostanti.

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Fig. 1a - Struttura tettonica semplificata dell’Appennino settentrionale e dell’avanfossa padano

adriatica (tratta da AGIP, 1983, modificato).

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Figura 1b: Struttura tettonica semplificata dell’Appennino settentrionale e

dell’avanfossa padano -adriatica (AGIP 1983; modificato).

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2.3 – Inquadramento stratigrafico ed idrogeologico regionale di riferimento

Come già esplicitato nell’inquadramento geologico, la zona considerata a livello

regionale ricade all’interno del Bacino di Sedimentazione Padano-Adriatico, una vasta

depressione a stile tettonico globalmente compressivo legata all’orogenesi

dell’Appennino settentrionale e colmata da depositi marini ed alluvionali di età

pliocenica e quaternaria.

L’interpretazione stratigrafica dei depositi pleistocenici costituenti il sottosuolo della

Pianura Padana, descritta nel volume “Risorse Idriche Sotterranee della Regione Emilia

Romagna” (RER – ENI & AGIP, 1998), ha origine dalle numerose superfici di

discontinuità stratigrafica riconosciute e cartografate sul Margine Appenninico Padano e

deriva da un’integrazione delle metodologie fisico-stratigrafiche e sedimentologiche

tipiche della ricerca petrolifera con quelle più tradizionali di derivazione

geomorfologica e pedologica.

Le unità stratigrafie definite ed utilizzate nello studio sopra citato rientrano nella classe

delle Sequenze Deposizionali sensu Mitchum et al. (1977) e, per quanto concerne quelle

affioranti sul margine, nella sottoclasse delle Unconformity Bounded Stratigraphic

Units (C.N.R. – C.C.G.G, 1992).

Dal punto di vista gerarchico si distinguono tre Sequenze Principali (vd. Fig. 2)

corrispondenti ai cicli trasgressivo – regressivi P2, Qm e Qc, cartografati in

affioramento da Ricci Lucchi et al. (1982):

• P2 – Supersintema del Pliocene medio – superiore (non rappresentato in Fig. 2);

• Qm – Supersintema o Allogruppo del Quaternario Marino;

• Qc – Supersintema o Allogruppo Emiliano – Romagnolo.

Dette Sequenze Deposizionali corrispondono a cicli trasgressivo regressivi che

costituiscono la risposta sedimentaria alle principali fasi di tettonica regionale e sono a

loro volta suddivise in Sequenze Deposizionali di rango inferiore, legate ad eventi

tettonici minori o ad oscillazioni climatico – eustatiche che si sovrappongono agli eventi

tettonici di sollevamento regionale.

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Figura 2: Schema stratigrafico e idrogeologico del Pleistocene Emiliano – Romagnolo (Di Dio, 2001)

I terreni più antichi sono i depositi marini del Pliocene che affiorano unicamente

nell’area collinare. Al di sopra giace, in discontinuità stratigrafica, il Quaternario

Marino costituito appunto da depositi paralitici e marini. La successione continua poi

con i terreni continentali dell’Allogruppo Emiliano-Romagnolo che si depongono a loro

volta al di sopra di una superficie di discontinuità regionale, talora erosiva,

cartografabile in affioramento e nel sottosuolo. Questa ultima unità è suddivisa in due

alloformazioni: Alloformazione Emiliano-Romagnola Superiore (caratterizzata da

depositi alluvionali intravallivi terrazzati, di conoide alluvionale ghiaiosa e di

interconoide) e Alloformazione Emiliano-Romagnola Inferiore (caratterizzata da

depositi di piana alluvionale e di conoide alluvionale distale).

Più specificatamente (vd. Fig. 2 bis), nell’areale oggetto di studio è indicata in

affioramento la Litofacies di depositi alluvionali di conoide prevalentemente ghiaiosi e

sabbiosi delll’Unità Modena, riconducibile al Subsintema di Ravenna (AES8) del

Sintema Emiliano – Romagnolo superiore (AES).

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Figura 2 bis: Carta geologica (stralcio di interesse tratto dell’elaborato SA1-01 “Geologia” allegato al P.S.C. del Comune di Parma, approvato con Atto di C.C. n°46 del 27/03/2007).

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2.4 – Il bacino idrogeologico della pianura emiliano-romagnola

Le Unità Stratigrafiche del sottosuolo sud – padano descritte precedentemente possono

essere saturate da acque dolci, salate o salmastre, e nel loro insieme costituiscono il

Bacino Idrogeologico della Pianura Emiliano-Romagnola (BIPER); il limite tra acque

dolci e salmastre definisce la base degli acquiferi utili per uso idropotabile ed agricolo –

industriale.

Tale modello prevede la distinzione, a scala regionale, in tre Unità Idrostratigrafiche

(Maxey, 1964) di rango superiore, cartografabili sia in superficie che in sottosuolo,

denominate Gruppi (di) Acquiferi, che affiorano sul margine meridionale del bacino

Idrogeologico della Pianura Emiliano – Romagnola per poi immergersi verso nord al di

sotto dei sedimenti depositati negli ultimi 20.000 anni, contenenti acquiferi di scarsa

estensione e potenzialità (Acquifero Superficiale).

Le Unità Idrostratigrafiche considerate hanno le seguenti caratteristiche:

1. sono costituite da una o più Sequenze Deposizionali;

2. sono comprensive di un livello geologico basale, scarsamente permeabile

(acquitardo) o impermeabile (acquicludo) arealmente continuo (in senso

geologico) che per i Gruppi Acquiferi si sviluppa a scala regionale.

Gli acquiferi sono dei corpi geologici che, grazie alle loro proprietà geometriche e petro-

fisiche, svolgono efficacemente le funzioni di serbatoio e condotta per le acque

sotterranee; essi sono costituiti da sedimenti ghiaioso – sabbiosi di origine deltizia,

litorale ed alluvionale deposti dai paleo-fiumi appenninici e dal Paleo-Fiume Po a

partire da circa 3,5 milioni di anni seguendo due direzioni di propagazione prevalenti: la

prima assiale, E-vergente, originata dal paleodelta del Po, e la seconda, NE-vergente,

legata ai sistemi deltizi ad alimentazione appenninica.

Ciascun Gruppo Acquifero risulta quindi idraulicamente separato da quelli sovrastanti e

sottostanti, almeno per gran parte della sua estensione, da livelli argillosi di spessore

plurimetrico che implicano flussi idrici confinati all’interno di ogni singolo Gruppo, con

componente parallela alle superfici di strato molto maggiore di quella ortogonale alle

superfici stesse.

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Al suo interno, ogni Gruppo Acquifero risulta composto da serbatoi acquiferi

sovrapposti e giustapposti di rango inferiore, parzialmente o totalmente isolati tra loro,

denominati Complessi e Sistemi di Acquiferi.

Le principali barriere di permeabilità sono costituite da corpi geologici decametrici a

prevalente componente fine, interpretabili come sistemi deposizionali interdeltizi, di

interconoide o di bacino interfluviale (fasi di disattivazione dei sistemi deposizionali)

che si giustappongono ai sistemi deposizionali deltizi, di conoide alluvionale e fluviali

(fasi di attivazione), ricchi in materiali grossolani. La presenza di queste barriere implica

che il moto dei fluidi all’interno dei corpi acquiferi possa essere assunto, ad eccezione

delle aree di ricarica diretta, con componente verticale trascurabile ovvero con moto di

filtrazione lungo strato prevalente. Ogni Unità Idrostratigrafica può, quindi, essere

considerata idraulicamente isolata da quelle adiacenti.

Le conoscenze riguardo il Bacino Idrogeologico della Pianura Parmense, integrate dai

recenti studi geologici promossi dal Progetto CARG della Regione Emilia Romagna,

consentono di affermare che nel sottosuolo della pianura parmense i serbatoi acquiferi si

sono formati, a partire da circa un milione di anni fa, all’interno di un sistema

deposizionale di delta – conoide attribuibile ad un Paleo-Fiume Taro (Gruppo Acquifero

C).

In seguito (Pleistocene medio-superiore), gli stessi serbatoi si sono formati all’interno

delle piane e delle conoidi alluvionali dei Fiumi Po, Taro, Parma, Enza, Baganza e

Stirone (Gruppi A e B) ed infine in quella del Torrente Stirone (Pleistocene superiore –

Di Dio et al., 2001).

In particolare i Gruppi Acquiferi B ed A, di origine alluvionale e risultanti della

giustapposizione e sovrapposizione di differenti sistemi deposizionali, non costituiscono

mai un acquifero monostrato indifferenziato, risultando quindi molto più complessi

rispetto al Gruppo C (vd. Fig. 3).

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Figura 3: Sezione idrostratigrafica rappresentativa del Bacino Pleistocenico della Pianura

Emiliano-Romagnola (tratta dagli elaborati conoscitivi a supporto del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna).

Sulla base delle Sezioni Idrostratigrafiche contenute nel volume “Riserve Idriche

Sotterranee della Regione Emilia-Romagna” (RER – ENI & AGIP, 1998) sono state

delimitate le aree di ricarica dei tre Gruppi Acquiferi; in particolare si individuano:

• un’area pedecollinare relativamente ristretta caratterizzata dalla presenza di

ghiaie e sabbie affioranti che rappresenta l’area di ricarica dell’intero sistema

acquifero ed in particolare del Gruppo C;

• un’area intermedia, compresa tra la pedecollina e la via Emilia, in cui sono

presenti zone a ghiaie affioranti che coincide con l’area di ricarica diretta dei

Gruppi A e B, attualmente sfruttati per uso idropotabile;

• un’area a Nord della via Emilia, caratterizzata da potenti depositi fini argilloso –

limosi, che rappresenta l’area di ricarica diretta del solo Acquifero Superficiale.

La ricostruzione areale del flusso idrico sotterraneo più recente disponibile in

bibliografia, elaborato a cura dell’Assessorato Ambiente della Provincia di Parma, si

riferisce all’anno 1999 (Provincia di Parma, 2001): le linee isopiezometriche sono

pressoché parallele al margine pedeappenninico e l’intera area considerata può essere

suddivisa in due porzioni caratterizzate da un gradiente idraulico diverso, che indica

anche variazioni delle condizioni idrauliche e di sfruttamento della falda.

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In generale il settore settentrionale, caratterizzato dalla presenza di falde semiconfinate e

confinate, mostra gradienti intorno allo 0,2 – 0,3% a differenza di quello meridionale

con falda non confinata, con valori anche superiori al 5%.

Per quanto riguarda i rapporti intercorrenti tra le acque sotterranee e quelle superficiali

nell’area di alta pianura si osservano fenomeni di alimentazione della falda in

corrispondenza dei T. Baganza e Parma; il F. Taro mostra invece, nel suo tratto centro-

meridionale, condizioni prevalentemente drenanti o di equilibrio con la falda soprattutto

in destra idraulica.

2.5 – Idrogeologia di dettaglio: sezioni idrostratigrafiche interpretative,

identificazione degli acquiferi e alimentazione delle falde

Per quanto concerne l’assetto idrogeologico generale, l’areale in esame si colloca nella

media pianura parmense immediatamente a monte del passaggio tra il sistema acquifero

monostrato indifferenziato con falda libera, caratteristico dell’alta e media pianura, e

quello a falda compartimentata, proprio della bassa pianura (vd. Tav. 2e).

La sezione idrostratigrafica 3 – 3’ (vd. stralcio riportato in Tav. 2f allegata) contenuta

nell’elaborato Tavola 4 allegato al P.S.C. del Comune di Parma (approvato con Atto di

C.C. n°46 del 27/03/2007) evidenzia i rapporti esistenti tra i diversi gruppi acquiferi. In

particolare si evince come l’area oggetto di studio sia colloca nella porzione medio-

distale del dominio di sedimentazione appenninico.

Nell’areale in esame, il sottosuolo è strutturato secondo la seguente successione

deposizionale:

• depositi alluvionali superficiali, distribuiti in orizzonti lenticolari prevalentemente

fini, a litologia argillosa ed argilloso limosa, talora ghiaiosi, sede del Complesso

Acquifero Superficiale A0 a carattere generalmente freatico;

• alternanza di terreni a granulometria generalmente grossolana (in prevalenza lenti

limo-sabbiose e sabbioso-ghiaiose), aventi parte basale a granulometria

prevalentemente fine, con caratteristiche di barriera a bassa permeabilità, prodottasi

nella fase deposizionale di bassa energia (disattivazione). Queste sequenze

deposizionali elementari sono sede delle prime falde significative ed appartengono

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ai Complessi acquiferi A1 superiore ed A1 inferiore (confinati fra circa 20,0 e 65,0

metri da p.c.).

Le indagini geognostiche effettuate nell’area in esame nell’ambito del presente studio

hanno evidenziato, nel primo sottosuolo, la presenza di alluvioni grossolane, di natura

ghiaiosa, in matrice fine, sede della falda superficiale a carattere freatico, in relazione

alla ridotta potenza delle coperture fini sovrastanti, riconducibili, come detto,

all’Acquifero Superficiale (Complesso Acquifero A0), mascherate in superficie da

terreni a granulometria tendenzialmente fine di natura prevalentemente argillosa ed

argilloso limosa.

In profondità, la prima falda significativa, a carattere confinato, è attestata nel

Complesso Acquifero A1 superiore caratterizzato da trasmissività generalmente elevata.

L’alimentazione di detta falda è legata alle aree di ricarica tipiche del Gruppo Acquifero

A, poste tra la pedecollina e la Via Emilia.

Secondo l’elaborato cartografico dell’Allegato n. 4 “Vulnerabilità degli Acquiferi” del

P.T.C.P. della Provincia di Parma (vd. Tav. 2d), approvato con Del. C.P. n°134 del

21/12/2007, l’areale in oggetto si trova nella classe di vulnerabilità definita a

“sensibilità attenuata”, in accordo con quanto recepito nella Variante al P.T.C.P.,

approvata con Del. C.P. n°118 del 22/12/2008, in materia di Tutela delle acque, nonché

con la Tavola 8 “Carta della vulnerabilità degli acquiferi” allegata al P.S.C. del Comune

di Parma, in cui l’areale in oggetto ricade all’interno della “Zona di alimentazione

ritardata del Gruppo Acquifero A”, ad eccezione di una ridotta porzione ad est

ricadente in “Zone con protezione parziale degli acquiferi principali” (vd. Fig. 5 di cui

al successivo Paragr. 2.6).

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2.6 – Inquadramento piezometrico

Un inquadramento generale della piezometria della zona è fornita dalla Relazione

Annuale 2000-01 sull’Acquifero Parmense (Provincia di Parma, 2004) in base

all’analisi dei livelli idrometrici di una serie di pozzi captanti il solo Gruppo Acquifero

A (n° 79 pozzi nel 2001). Fa le carta delle isopieze ottenute dall’elaborazione dei livelli

statici è stato scelto di rappresentare la più recente, risalente al II semestre del 2001 (vd

stralcio riportato in Fig. 4).

Figura 4: Piezometria (m s.l.m.) nel II semestre 2001 relativa al Gruppo Acquifero “A” (tratta dalla Relazione Annuale 2000-01 sull’Acquifero Parmense – Provincia di Parma, 2004).

Nel 2001 le linee isopiezometriche a scala provinciale si mantengono pressoché

parallele al margine pedecollinare con valori compresi fra 180 e 30 m s.l.m.

evidenziando, per quanto riguarda gli acquiferi non confinati del settore meridionale,

gradienti idraulici in miglioramento rispetto agli anni precedenti.

Nella zona di pianura immediatamente a nord-est di Parma, poco a nord della

transizione fra acquiferi a pelo libero e confinati localizzabile all’altezza della via

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Emilia con isopieze attorno ai 50 m s.l.m., si evidenzia una situazione generale di

deflusso sotterraneo a direzione preferenziale SO – NE.

L’analisi della variazione del livello piezometrico tra 1989 e 2001 relativa al Gruppo

Acquifero A (Provincia di Parma, 2004) evidenzia, in corrispondenza dell’abitato di

Parma, un trend negativo causa lo sfruttamento della risorsa idrica.

Nell’ambito del P.S.C. del Comune di Parma, con riferimento al periodo maggio –

giugno 2000, viene confermato quanto sopra descritto a livello provinciale, denotando,

per quanto concerne l’area in esame, una direzione preferenziale di deflusso sotterraneo

SO – NE, con gradiente pari a 0,002 (vd. Fig. 5).

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Figura 5: Piezometria (m s.l.m.) nel periodo maggio – giugno 2000 relativa al Gruppo Acquifero

“A” (tratta dell’elaborato SA5-04 “Idrogeologia” allegato al P.S.C. del Comune di Parma, approvato con Atto di C.C. n°46 del 27/03/2007, con riportati i pozzi della rete di misura e relativo numero identificativo).

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A livello locale, il livello idrico nei fori di prova al termine dell’esecuzione delle

indagini geognostiche dirette condotte risultava assente sino alla massima profondità di

indagine (6,90 metri da p.c.), a conferma delle piezometrie sopra riportate.

In virtù dell’assetto idrogeologico descritto in precedenza nonché in considerazione alla

collocazione dell’area di intervento rispetto all’alveo del vicino T. Parma, situato circa

0,5 Km metri ad ovest, è verosimile ipotizzare, tuttavia, come detta falda superficiale

avente carattere freatico, attestata nell’acquifero ghiaioso, contraddistinto da

significativi valori di permeabilità e trasmissività, possa essere soggetta a repentine

oscillazioni in concomitanza a situazioni critiche correlabili a prolungati eventi

meteorici e/o prolungate altezze idrometriche dei citati corsi d’acqua, risalendo, in tal

caso, anche sino in prossimità del piano campagna, ovvero al tetto dell’orizzonte

ghiaioso.

2.7 – Assetto litostratimetrico locale

Sulla base delle caratteristiche litostratimetriche ricavate dalle indagini geognostiche

effettuate nonché in relazione ai dati bibliografici inerenti l’areale di studio, l’assetto

litostratimetrico ed idrogeologico locale del primo sottosuolo è strettamente correlabile

alla sequenza litostratimetrica interpretativa rilevata.

Tale assetto litostratimetrico risulta caratterizzato, in superficie e nel primo sottosuolo,

da terreni coesivi di natura prevalentemente argillosa ed argilloso limosa di ridotto

spessore, sovrastanti depositi di natura ghiaiosa e ciottolosa, eterometrici ed arrotondati,

in matrice fine, il cui tetto è stato rilevato a profondità comprese tra 2,40 e 3,80 metri da

p.c. attuale nelle prove penetrometriche statiche e dinamiche condotte (vd. Tavv. 4a, 4b

ed All. n°1) e nella prospezione prospezione geoelettrica con metodo tomografico (vd.

Tavv. 1, 2 contenute in All. n°3).

Le condizioni meteoclimatiche e le condizioni idrogeologiche locali descritte in

precedenza possono presumibilmente indurre nel tempo, pertanto, variazioni cicliche del

grado di saturazione dei terreni di sedime dei fabbricati in progetto, e quindi degli stati

tensionali efficaci, anche in relazione alla risalita dei suddetti livelli freatici ed

all’innalzamento della frangia capillare, con conseguenti processi di

essiccamento/rigonfiamento tipici dei terreni a componente argillosa dominante quali

quelli in oggetto.

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3 – CLASSIFICAZIONE SISMICA E ANALISI DELLA SISMICITA’ STORICA

In riferimento alla nuova classificazione sismica introdotta dalla Ordinanza Presidenza

Consiglio Ministri n°3274 del 20 Marzo 2003 nonché in base alla Deliberazione della

Giunta Regionale n°1435 del 21.07.2003, il territorio comunale di Parma (Codice

ISTAT 8034027) risulta classificato in Zona 3, come da Allegato A (Classificazione

sismica dei comuni d’Italia).

Tale classificazione (macrozonazione sismica), in vigore alla data odierna per tutte le

progettazioni di opere pubbliche e private i cui progetti non siano stati approvati, oppure

i lavori iniziati, alla data di entrata in vigore dell’O.M. stessa, prevede la verifica con

l’applicazione del sisma di progetto corrispondente alla classe di cui alla citata

classificazione.

In considerazione all’entrata in vigore del Decreto 14/01/2008 “Norme tecniche per le

costruzioni”, dovranno essere verificate, inoltre, le condizioni locali (microzonazione

sismica), tramite specifiche e mirate indagini geognostiche dirette e/o indirette,

relativamente a:

• Modificazioni dello scuotimento del suolo causate da condizioni geologiche – geomorfologiche – geotecniche locali quali:

- vicinanza a faglie sismogenetiche attive (effetti di campo-vicino), di cui all’ Eurocodice 8;

- amplificazione stratigrafica (effetti di sito - SA, SB, SC, SD, SE, S1, S2);

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- amplificazione topografica (effetti di sito - ST);

• Effetti di instabilità indotti dal terremoto causati da condizioni geologiche-geomorfologiche-geotecniche locali quali:

- apertura di faglie e fratture in superficie (effetti indotti); - instabilità di pendii e versanti (effetti indotti);

- cedimenti del suolo (liquefazioni/densificazioni) (effetti indotti).

Le quattro zone sismiche previste dall’Ordinanza (vd. Figura sopra riportata) sono

individuate secondo valori di accelerazione di picco orizzontale del suolo (Ag/g), con

probabilità di superamento del 10% in 50 anni, secondo lo schema seguente:

zona

accelerazione orizzontale di

ancoraggio dello spettro di risposta

elastico (Norme Tecniche)

(Ag/g)

1 0,35 2 0,25 3 0,15 4 0,05

La verifica delle osservazioni sismiche disponibili in bibliografia per l’areale in esame,

ossia l’esame dei terremoti con area epicentrale situata in zone di influenza (entro un

raggio di 100 km) con magnitudo maggiore di 5, ha evidenziato la seguente casistica

storica:

Anno Località Intensità

max (x10)

scala MCS

Intensità

epicentrale max

(x10)

scala MCS

Latitudine Longitudine Magnitudo

-91 Modena-Reggio Emilia 85 80 44.65 10.78 5,66

1065 Brescia 80 70 45.55 10.22 5.17

1117 Veronese 90 95 45.33 11.2 6.49

1197 Brescia 65 65 45.55 10.22 5.03

1222 Basso bresciano 90 85 45.48 10.68 6.05

1234 FERRARA 70 70 44.836 11.618 5.17

1249 Modena 75 65 44.65 10.93 5.03

1276 Italia settent. 55 60 45.08 9.55 5.11

1285 FERRARA 70 65 44.836 11.618 5.03

1293 PISTOIA 80 80 43.932 10.913 5.57

1346 Ferrara 75 75 44.92 11.02 5,81

1365 Bologna 75 65 44.5 11.33 5.03

1399 Modenese 70 70 44.47 11.07 5.40

1410 FERRARA 65 65 44.836 11.618 5.03

1433 Bologna 70 60 44.5 11.33 5.03

1438 Parmense 80 80 44.85 10.23 5,62

1455 BOLOGNESE 75 44.4 11.25 5.37

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1455 Media valle del Reno 75 70 44.42 11.27 5.18

1465 Reggio Emilia 65 65 44.7 10.63 5.03

1470 APPENNINO BOLOGNESE 80 70 44.161 11.037 5.17

1481 LUNIGIANA 85 85 44.276 10.13 5,84

1501 Appennino modenese 90 85 44.52 10.85 5,85

1505 Bologna 70 70 44.48 11.25 5.47

1527 PISTOIA 75 75 43.932 10.913 5.37

1545 BORGO VAL DI TARO 75 75 44.498 9.844 5.33

1547 Reggio Emilia 80 70 44.7 10.63 5.21

1570 Ferrara 80 75 44.82 11.63 5.48

1572 PARMA 70 70 44.851 10.422 5.13

1574 FINALE EMILIA 70 70 44.833 11.294 5.12

1628 PARMA 70 70 44.801 10.329 5.17

1671 RUBIERA 70 70 44.709 10.814 5.34

1693 GOITO 70 70 45.28 10.644 5.27

1731 MONTALE 65 44 11 5.03

1738 PARMA 70 70 44.906 10.028 5.40

1740 GARFAGNANA 75 70 44.124 10.59 5.18

1743 FERRARA 65 65 44.836 11.618 5.03

1767 Fivizzano 75 65 44.18 10.11 5.06

1786 PIACENZA 70 65 45.298 9.595 5.31

1790 AULLA 65 44.167 10 5.03

1796 Emilia orientale 70 70 44.62 11.67 5,63

1799 CASTENEDOLO 65 65 45.403 10.271 5.06

1802 Valle dell'Oglio 85 80 45.42 9.85 5,67

1806 NOVELLARA 70 70 44.862 10.671 5.26

1810 NOVELLARA 70 70 44.898 10.712 5.28

1811 SASSUOLO 70 70 44.572 10.728 5.24

1818 LANGHIRANO 75 75 44.668 10.286 5.57

1829 CREMONA 65 65 45.136 10.024 5.03

1831 Reggiano 75 75 44.75 10.55 5.48

1832 Reggiano 75 75 44.77 10.47 5.59

1834 ALTA LUNIGIANA 85 85 44.449 9.859 5,64

1834 ALTA LUNIGIANA 65 65 44.439 10.021 5.14

1835 PASSO CISA 65 44.417 9.833 5.03

1837 ALPI APUANE 100 95 44.174 10.181 5,65

1843 VERNIO 75 70 44.072 11.144 5.22

1849 VAL DI TARO 65 65 44.485 9.73 5.03

1857 PARMENSE 65 65 44.749 10.48 5.26

1864 ZOCCA 65 65 44.337 11.059 5.03

1869 VERGATO 75 75 44.314 11.116 5.32

1869 SERRAMAZZONI 65 44.5 10.75 5.03

1873 REGGIANO 65 65 44.612 10.701 5.13

1873 LIGURIA ORIENTALE 65 65 44.497 10.283 5.52

1878 CASTEL DEL RIO 70 44.25 11.5 5.17

1881 Bolognese 70 65 44.32 11.35 5.14

1885 SCANDIANO 60 60 45.208 10.169 5.22

1898 CALESTANO 70 65 44.503 10.314 5.07

1901 Salo' 80 80 45.58 10.5 5,67

1902 GARFAGNANA 70 70 44.093 10.463 5.17

1902 FIVIZZANO 70 44.2 10.2 5.17

1903 LUNIGIANA 75 70 44.329 9.953 5.15

1904 Reggiano 70 60 44.48 10.63 5.13

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1904 Frignano 70 60 44.18 10.78 5.08

1904 PISTOIESE 70 70 43.964 10.82 5.18

1909 BASSA PADANA 65 65 44.579 11.688 5.53

1914 GARFAGNANA 70 70 43.911 10.598 5,79

1915 REGGIO EMILIA 65 60 44.732 10.469 5.01

1920 Garfagnana 100 95 44.18 10.28 6.48

1921 PONTREMOLI 70 65 44.377 9.882 5.03

1923 FORMIGINE 60 60 44.595 10.799 5.21

1927 BEDONIA 60 60 44.52 9.59 5.13

1929 Bolognese 80 70 44.47 11.13 5.55

1930 FIUMALBO 60 60 44.136 10.724 5.22

1932 Monte Baldo 80 75 45.63 10.73 5.01

1934 BORGO VAL DI TARO 60 60 44.438 9.725 5.22

1937 APPENNINO MODENESE 70 65 44.334 10.834 5.42

1939 GARFAGNANA 70 65 44.119 10.255 5.20

1951 LODIGIANO 60 65 45.254 9.55 5.24

1957 ZOCCA 60 60 44.394 10.994 5.06

1965 ALTA V. SECCHIA 50 50 44.373 10.355 5.01

1971 Parmense 80 75 44.82 10.35 5,61

1980 VERNASCA 44.817 9.85 5.03

1983 Parmense 70 65 44.765 10.27 5.10

1987 REGGIANO 60 60 44.797 10.697 5.05

1995 LUNIGIANA 70 44.179 10.06 5.04

1996 CORREGGIO 70 70 44.782 10.683 5.44

* 2000 REGGIANO 4.7

* 2008 PARMA / REGGIO 5.1 N.B.: Tratto da Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI), aggiornato al 2000. N.B.: * Terremoti non ancora presenti nel catalogo.

La macrozonazione sismica del territorio italiano (Mappa della massima intensità

macrosismica risentita nei comuni italiani – G.N.D.T., I.N.G.-SSN, 1996 - soglia

minima VI MCS) colloca il Comune di Parma in zona 8.

Sulla base della distribuzione areale delle strutture di sottosuolo e di superficie si

possono individuare almeno due aree sismogeniche principali di interesse per l’area in

oggetto:

• Fronte appenninico (vd. Tav. 2c);

• Lunigiana.

Lungo questi due fronti possono essere individuate strutture sismogenetiche

caratterizzate in superficie da gruppi di faglie attive.

Si riporta la tabella dell’attività sismica registrata e potenziale indotta dalle principali

strutture sismogenetiche nell’areale in esame:

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STRUTTURE SISMOGENETICHE RILEVANTI

Lunigiana Fronte appennìnico

(Tra Parma e Reggio Emilia)

Intensità massima storica (MSC) VIII

(1481)

VIII

(1438)

Magnitudo 5,8 5,6

Distanza dell'epicentro (km) 100 10

I valori di accelerazione sismica di progetto (Ag), così come proposta dal C.N.R. (1985)

“Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche” e dall’Eurocodice EC8

“Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture – Parte 5, Fondazioni,

Strutture di contenimento ed aspetti geotecnici”, per le aree classificate alla III^

categoria risultano pari a 0,15.

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4 – INDAGINI GEOGNOSTICHE DIRETTE

4.1 – Prove penetrometriche statiche (C.P.T.) e dinamiche (S.C.P.T.)

Per una verifica dell’assetto litostratimetrico e delle caratteristiche geomeccaniche di

massima dei terreni di fondazione interessanti il primo sottosuolo, sono state eseguite:

• n°6 indagini geognostiche di tipo penetrometrico statico (C.P.T.) realizzate in loco,

in data 10/03/2009, e spinte, a rifiuto, sino a profondità rispettivamente comprese

tra 2,60 metri e 4,00 metri da p.c. attuale entro il substrato ghiaioso (vd. Tav. 3 ed

All. n°1);

• n°4 indagini geognostiche di tipo penetrometrico dinamico (S.C.P.T.) realizzate in

loco, in data 10/03/2009, in continuità alle verticali di prova penetrometrica statica

ubicate ai vertici della maglia di indagine e spinte, a rifiuto, sino a profondità

comprese tra 5,40 metri e 6,90 metri da p.c. attuale entro il substrato ghiaioso (vd.

Tav. 3 ed All. n°1).

Le prove penetrometriche statiche sono state condotte a partire da quota di piano

campagna (quota inizio prova), mentre la misurazione delle caratteristiche

geomeccaniche dei terreni (Rp o qc, resistenza alla punta, Rl o fs, resistenza laterale

locale) è iniziata alla profondità di 0,40 metri da piano campagna.

Nelle prove penetrometriche dinamiche, tale misurazione (Np, numero dei colpi

necessari a produrre l’avanzamento di 30 cm della punta) è iniziata dalla quota di rifiuto

della corrispondente prova penetrometrica statica.

In Allegato n°1 sono riportati i tabulati inerenti le prove penetrometriche statiche e

dinamiche condotte a supporto del presente studio geologico – tecnico nonché la relativa

documentazione fotografica:

PROVE PENETROMETRICHE STATICHE

• le caratteristiche tecniche del dispositivo di infissione;

• i tabulati con i dati elaborati acquisiti nel corso dei sondaggi stessi (letture

effettuate ogni 20 cm) e l’interpretazione litostratimetrica secondo i modelli di

Begemann 1965 – Raccomandazioni A.G.I. 1977 e di Schmertmann 1978;

• i diagrammi relativi di resistenza (Resistenza alla punta qc o Rp, Resistenza

laterale locale Rl o fs in funzione della profondità);

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PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE

• le caratteristiche tecniche del dispositivo di infissione;

• i diagrammi relativi di resistenza alla penetrazione dinamica (NP in funzione

della profondità).

Dette risultanze di indagine sono state utilizzate successivamente per:

● la “taratura” delle indagini geofisiche, per loro natura “indiretta” (vd. Paragr. 5

ed All. n°2, 3);

● la ricostruzione del modello litostratimetrico interpretativo del sottosuolo

investigato (vd. Paragr. 6.1 e Tavv. 4a, 4b);

● la parametrazione geomeccanica dei terreni di sedime (vd. Paragr. 6.1 e Tavv.

4a, 4b).

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5 – INDAGINI GEOGNOSTICHE INDIRETTE

5.1 – Prospezione sismica tipo “MASW”

Al fine di determinare le velocità sismiche (Vs) della onde di taglio S nel primo

sottosuolo nonché valutare la Vs30 da cui ricavare la categoria del suolo di fondazione

necessaria per la determinazione dell’azione sismica di progetto, è stata effettuata una

specifica prospezione sismica tipo “MASW” (Multichannel Analysis of Surface Waves).

Lo stendimento è stato ubicato come da Tav. 3 allegata e l’elaborazione della

prospezione è contenuta in All. n°2.

Come specificato nella citata normativa, l’azione sismica di progetto viene definita sulla

base della zona sismica di appartenenza del sito e della categoria sismica di suolo su cui

verrà realizzato l’intervento.

All’interno del territorio nazionale, sono state individuate 4 zone sismiche,

contraddistinte dal valore dell’accelerazione di picco al suolo (Ag), normalizzata

rispetto all’accelerazione di gravità (Ag/g), con probabilità di superamento del 10% in

50 anni, secondo lo schema seguente:

zon

a

accelerazione orizzontale

con probabilità di

superamento pari al 10 %

in 50 anni

(Ag/g)

1 > 0,25 2 0,15-0,25 3 0,05-0,15 4 <0,05

In riferimento alla nuova classificazione sismica introdotta dalla Ordinanza Presidenza

Consiglio Ministri n°3274 del 20/03/2003 nonché in base alla Deliberazione della

Giunta Regionale n°1435 del 21/07/2003, il territorio comunale di Parma (Codice

ISTAT 8034027) risulta classificato in Zona 3, come da Allegato A (Classificazione

sismica dei comuni d’Italia).

La classificazione del suolo (vd. Tabelle 3.2.II e 3.2.III) è invece convenzionalmente

eseguita sulla base della velocità media equivalente di propagazione delle onde di taglio

S entro 30 metri di profondità:

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∑=

=

Ni i

i

V

hVs

,1

30

30

dove Vsi e hi sono la velocità delle onde di taglio verticali e lo spessore dello stato i-

esimo.

Nelle seguenti Tabelle vengono riportate, in sintesi, le categorie del suolo di fondazione,

come derivante dai profili litostratigrafici di cui al Paragr. 3.2.2. del Decreto

14/01/2008.

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5.1.1 – Strumentazione impiegata e configurazione spaziale adottata

La prospezione sismica tipo “MASW” è stata eseguita utilizzando un sismografo

multicanale ad incrementi di segnale della P.A.S.I., mod. 16SG24, a 24 canali.

Le specifiche tecniche della strumentazione impiegata e delle modalità di acquisizione

sono le seguenti:

- Processore: Pentium 200 MMx Intel - Trattamento dati: Floating Point 32-Bit - Ambiente operativo: Windows 3.11 - Canali: 24 - Display: VGA colori LCD_TFT 10,4” - Supporto memorizz.: Hard Disk 2,1 Gb - Risoluzione acquisizione: 6/24 bit - Sonde ambiente interne: temperatura, umidità relativa - Formato dati: Pasi (.osv) e SEG-2 (.dat), - Durata acquisizioni: Rifrazione, 32÷2048 ms

Riflessione, 32÷16384 ms - Tempi campionamento: da 16 µs a 2 ms - Filtri digitali: Passa alto (25÷400 Hz)

Passa Basso (100÷250 Hz) Notch (50÷180 Hz) - Attivazione filtri: in acquisizione o manualmente - Trigger: inibizione impulsi dovuti a rimbalzi

Sono stati inoltre impiegati:

- 24 ricevitori – geofoni da 4,5 Hz collegati in serie da due cavi di 110 metri di

lunghezza ciascuno;

- sorgente impulsiva mediante mazza battente da 10 Kg, con piastra metallica di 15

x 15 cm su cui battere;

- bindella metrica per posizionamento dei ricevitori.

Più specificatamente, la prova “MASW” fornisce il profilo di velocità

monodimensionale, assumendo un valore medio di velocità lungo lo stendimento di

ricevitori realizzato, la cui lunghezza dipende sia dal numero dei ricevitori stessi sia

dalle condizioni logistiche in situ.

Normalmente si dispongono i geofoni ad un interasse costante compreso tra 0,5 e 3,0

metri. A parità di numero di ricevitori, un interasse maggiore consente di avere uno

stendimento più lungo e, quindi, una maggiore risoluzione della curva di dispersione

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lungo la coordinata numero d’onda K; tuttavia, si riduce il numero d’onda di Nyquest

oltre cui diminuisce l’affidabilità del segnale misurato.

Di contro, un interasse piccolo può essere necessario in piccoli spazi e consente un

intervallo più ampio di numeri d’onda, ma comporta una minore risoluzione della curva

di dispersione lungo i numeri d’onda.

Nella prospezione in questione, si è adottato un interasse pari a 1,0 metro con l’impiego

di 24 ricevitori, che ha consentito di coprire una lunghezza totale di 23 metri.

La sorgente è stata posta ad una distanza pari a 10 metri, ovvero circa 6 volte l’interasse,

al fine di ottimizzare il segnale in acquisizione.

5.1.2 – Cenni sulla metodologia d’indagine e sull’elaborazione dati

La prova condotta consiste nel produrre sulla superficie del terreno, in corrispondenza

del sito da investigare, una sollecitazione, e nel registrare le vibrazioni così prodotte in

corrispondenza della superficie stessa, a distanze note e prefissate.

Schema – tipo acquisizione multicanale

Con l’impiego di tale tecnica si ottiene una modellazione del sottosuolo tramite l’analisi

delle onde di Rayleigh. Dette onde costituiscono un particolare tipo di onde di superficie

che si trasmettono sulla superficie libera di un mezzo isotropo e omogeneo e sono il

risultato dell’interferenza e della combinazione di onde sismiche di pressione (P –

waves) e onde di taglio polarizzate verticalmente (Sv – waves).

D x x

132 n

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In un mezzo stratificato si verifica una dispersione delle onde così prodotte, ovvero una

deformazione del treno d’onda dovuto alla variazione di propagazione della velocità con

la frequenza.

Le componenti a frequenza minore penetrano più in profondità con velocità di fase in

genere più alta rispetto alle componenti a frequenza maggiore.

Il calcolo del profilo delle velocità delle onde di Rayleigh è visualizzato tramite grafici

V(fase) / frequenza e convertito tramite calcoli e programmi appropriati in profili Vs /

profondità.

Si ottiene una dettagliata ricostruzione della distribuzione della velocità delle onde S nel

sottosuolo, anche se sono possibili leggere incertezze nella determinazione (inferiori a

10÷20%), in particolare laddove la stratigrafia del sito sia completamente sconosciuta.

Si specifica, a tal proposito, come la prospezione geofisica (indagine indiretta) necessiti

sempre di essere integrata con conoscenze dirette ricavabili esclusivamente da indagini

geognostiche specifiche all’uopo realizzate, finalizzate alla “taratura” dello strumento ed

ad una migliore comprensione dell’andamento del sottosuolo investigato.

La interpretazione delle tecniche di rilievo sismico “MASW” traggono spunto dalle

tecniche studiate da Nazarian e Stokoe (1984) che per primi hanno presentato il metodo

“SASW” che utilizza una sorgente di impulso e due soli sismometri di rilevazione (1

Hz), con spaziatura da 1 sino a 500 metri.

Tale tecnica risultava però poco significativa in ambienti rumorosi o nel caso di treni

d’onda di pressione molto energetici che pertanto coprivano gli arrivi delle onde di

Rayleigh.

A tale scopo Park et Alii (1999) hanno sviluppato il metodo “MASW”, al fine di

sopperire in parte alle difficoltà di applicazione della tecnica “SASW” in alcune

situazioni.

Le tracce dei sismogrammi possono essere salvate nel dominio temporale, permettendo

quindi di distinguere ed evidenziare (nel record di registrazione) le onde di Rayleigh,

caratterizzate da elevata ampiezza di segnale in quanto circa il 60% dell’energia

prodotta si ripartisce in tali onde.

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Si può così costruire un grafico ampiezza / frequenza che consente di individuare il

segnale relativo alle onde superficiali che interessano tale metodologia.

I dati acquisiti in formato seg2 vengono elaborati tramite il programma SWAN che

esegue l’interpretazione attraverso le seguenti operazioni:

� creazione di un progetto MASW;

� collegamento dei file contenenti i dati da elaborare al progetto creato;

� eventuale fase di pre – processing per manipolare i dati stessi in modo da

migliorare la qualità della successiva interpretazione;

� passaggio dal sismogramma al dominio spettrale mediante trasformata FK;

� estrazione della curva di dispersione sperimentale mediante interpretazione dello

spettro FK;

� fase di inversione, ovvero generazione di un modello sintetico a cui sia associata

una curva di dispersione teorica ben sovrapposta a quella sperimentale.

I dati della elaborazione sono esportati e riportati nella allegata scheda, in cui sono

indicati:

� committente, cantiere, località, nome del file, strumentazione utilizzata e

caratteristiche dell’indagine, data, direttore lavori e i risultati dell’elaborazione;

� Spettro – Frequenza (Hz) / Numero d’onda (rad/m);

� Curva di dispersione (colore rosa) e curva teorica (colore blu) nel diagramma

Frequenza (Hz) / Velocità di Fase (m/s);

� Grafico del modello della velocità – Profilo Velocità (m/s) / Profondità (m).

5.1.3 – Analisi ed interpretazione della prospezione “MASW” – Categoria sismica del suolo di fondazione

L’analisi delle misure effettuate con la metodologia “MASW” ha consentito di

ricostruire il modello sismico del sottosuolo mediante i valori delle velocità delle onde

di taglio S (espresse in m/sec), come evidenziato dai grafici riportati nella scheda

allegata (vd. All. n°2) nonché riepilogato in Tabella 1.

Il parametro Vs30 determinato attraverso questo tipo particolare di indagine di risposta

sismica locale, corrispondente alla velocità equivalente di propagazione entro i primi 30

metri di profondità delle onde di taglio, è calcolato con la seguente espressione:

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∑=

=

Ni i

i

V

hVs

,1

30

30

ove hi e Vs30i indicano rispettivamente lo spessore (in metri) e la velocità delle onde di

taglio (in metri / secondi) dello strato i-esimo, per un totale di N strati presenti nei primi

30 metri di profondità. Tale parametro viene, per convenzione, riportato al centro del

relativo stendimento geofonico.

Per l’areale investigato, si calcola di seguito il valore del parametro Vs30.

TABELLA 1 – DETERMINAZIONE DELLA CATEGORIA SISMICA DEL SUOLO DI FONDAZIONE

(vd. citata normativa sismica) PROFONDITA’ DAL PIANO

CAMPAGNA ATTUALE

(ESPRESSA IN METRI)

SPESSORE Hi

(ESPRESSO IN M)VELOCITÀ VS30i DELLE ONDE

DI TAGLIO S(ESPRESSA IN M/SEC)

TEMPO Ti (Hi / VS30i) DI

PROPAGAZIONE ONDE S(ESPRESSO IN SEC)

Da 0,00 a 1,00 1,00 132 0,0076

Da 1,00 a 3,48 2,48 212 0,0117

Da 3,48 a 7,69 4,21 366 0,0115

Da 7,69 a 19,51 11,82 699 0,0169

Da 19,51 a 30,00 10,49 540 0,0194

VS30 = 30 / Σ(Hi / VS30i) = 30 / 0,0671 = 447 m/sec

Ai fini della definizione della azione sismica di progetto, il valore di VS30 così ricavato,

pari a 447 m/sec (riferito ai primi 30 metri di profondità da p.c. attuale), riconduce il

suolo di fondazione alla categoria di profilo stratigrafico “B” “rocce tenere e depositi

di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con

spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle

proprietà meccaniche con la profondità e da valori di VS30 compresi tra 360 m/s e 800

m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa, cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana

fina)”,, secondo quanto indicato nella citata normativa sismica.

Si specifica, infine, che per quanto concerne i futuri interventi edificatori, il parametro

Vs30 dovrà essere ricalcolato a partire dalla profondità di posa effettiva del piano delle

strutture fondali.

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5.1.4 – Microzonazione sismica

La cartografia allegata al P.S.C. del Comune di Parma inerente il “Rischio di

amplificazione dell’accelerazione sismica”, di cui uno stralcio è riportato in Fig. 6,

classifica l’area in esame come “Zona a basso rischio di amplificazione

dell’accelerazione sismica”.

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Figura 6: Rischio di amplificazione dell’accelerazione sismica (tratta dell’elaborato TAV. 1 della Relazione Sismica allegata al P.S.C. del Comune di Parma, approvato con Atto di C.C. n°46 del 27/03/2007).

Nel territorio in esame, ricadente nelle zona della media pianura parmense, i principali

elementi che concorrono potenzialmente alla pericolosità sismica locale, desunti dalla

Delibera dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna progr. n°112 –

oggetto n°2131 del 2 maggio 2007 – inerente l’“atto di indirizzo e coordinamento

tecnico per la compilazione di studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna a

supporto della pianificazione territoriale e urbanistica”, divenuta efficace il 17 maggio

2007 in occasione della pubblicazione sul BUR, vengono elencati di seguito:

• DEPOSITI CHE POSSONO DETERMINARE AMPLIFICAZIONE (SPESSORE ≥ 5 METRI):

depositi fluvio-lacustri

riporti antropici poco addensati;

• ELEMENTI CHE POSSONO DETERMINARE EFFETTI DIFFERENZIALI, SIA AMPLIFICAZIONE

CHE CEDIMENTI:

contatto laterale tra litotipi con caratteristiche fisico – meccaniche molto

diverse;

cavità sepolte;

presenza di faglie e/o sovrascorrimenti attivi o potenzialmente attivi.

• DEPOSITI SUSCETTIBILI DI AMPLIFICAZIONE E CEDIMENTI:

depositi (spessore ≥ 5 metri) di terreni granulari sciolti o poco addensati o di

terreni coesivi poco consistenti, caratterizzati da valori NSPT < 15 o cu < 70

KPa;

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depositi granulari fini, con livello superiore della falda acquifera a

profondità minore di 15 metri dal piano campagna, con composizione

granulometrica che ricade nelle fasce critiche indicate nell’Allegato A3

(fattori predisponenti al fenomeno di liquefazione).

Essendo il territorio comunale sub – pianeggiante, non sussistono elementi

predisponenti a fenomeni di instabilità in caso di sisma, né sono attese in tale zona

amplificazioni connesse all’assetto geomorfologico o ad effetti di bordo.

Non è stata rilevata, inoltre, nell’areale in esame, la presenza di depositi fluvio – lacustri

(spessore ≥ 5 m), cavità sepolte o riporti antropici poco addensati, potenzialmente

responsabili di amplificazione e/o cedimenti.

La prospezione geoelettrica con metodo tomografico condotta (vd. sezioni geoelettriche

di cui alle Tavv. 1, 2 contenute in All. n°3 e Paragr. 5.2), integrata e “tarata” con le

risultanze dirette delle prove penetrometriche, ha evidenziato nella’areale investigato,

nell’ambito delle profondità indagate, condizioni di relativa omogeneità lito-

geomeccanica latero – verticale, escludendo pertanto potenziali amplificazioni connesse

alla presenza di contatti laterali tra litotipi con caratteristiche fisico – meccaniche molto

diverse.

Per quanto riguarda la presenza di strutture tettoniche sepolte, attive o potenzialmente

attive, ad orientamento NO – SE, che intersecano il Comune di Parma in corrispondenza

dell’areale in esame (vd. Tav. 2c), non si possono escludere a priori, in concomitanza di

sismi comunque di magnitudo eccezionale per l’areale in questione, possibili fenomeni

deformativi superficiali. Detti fenomeni sono stati occasionalmente riconosciuti in

bibliografia (Pellegrini e Mezzani – 1978) nella zona di Correggio (RE) e di Massa

Felinese (MO), ove furono responsabili di lesione a fabbricati in una fascia di circa 5 km

dalla struttura tettonica.

E’ stata inoltre riscontrata l’assenza di depositi di spessore ≥ 5 metri di terreni coesivi

poco consistenti, caratterizzati da valori NSPT < 15 o cu < 70 KPa, potenzialmente

responsabili di amplificazione e cedimenti.

Per quanto riguarda la possibile presenza di depositi granulari fini, con livello superiore

della falda a profondità minore di 15 metri da p.c., con composizione granulometrica

compresa entro le fasce critiche indicate nell’Allegato A3 “Atto di indirizzo e

coordinamento tecnico ai sensi dell’Art.16, c. 1 della L.R.20/2000”, suscettibili di

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liquefazione 4, non sussistono nell’area in esame condizioni predisponenti al fenomeno

della liquefazione, peraltro piuttosto improbabile in considerazione alla storicità sismica

(magnitudo massima) dell’areale in questione.

Per quanto concerne la redazione della CARTA DI MICROZONAZIONE SISMICA dell’area di

intervento, in ottemperanza agli indirizzi di cui alla citata Delibera Regionale nonché a

quanto richiesto dal Comune di Parma, non sono state individuate significative

perimetrazione di elementi geologico – morfologici che possano favorire “effetti locali”

nell’areale investigato perimetrato in rosso, ovvero non sono state rilevate MICROZONE a

comportamento sismico differenziale. In colore giallo è indicato l’intero areale in esame,

contraddistinto da un valore di VS30 pari a 447 m/sec (riferito ai primi 30 metri di

profondità da p.c. attuale) che riconduce il suolo di fondazione alla categoria di profilo

stratigrafico “B”.

CARTA DI MICROZONAZIONE SISMICA del Sub-Ambito 08.S1

4 Come riportato nella citata Ordinanza Presidenza Consiglio Ministri n°3274 del 20/03/2003, “ ... il termine

liquefazione denota una diminuzione di resistenza al taglio e/o di rigidezza causata dall’aumento di

pressione interstiziale in un terreno saturo non coesivo durante lo scuotimento sismico, tale da generare

deformazioni permanenti significative o persino l’annullamento degli sforzi efficaci nel terreno…..”. vd. Riferimenti bibliografici di Seed, Idriss, Kishida, Ohsaki ed altri riportati in “Geotecnica e Tecnica delle Fondazioni” di Cestelli Guidi (1987), Volume 1°- 2°, 8° Edizione, Ulrico Hoepli Editore S.p.a., Milano.

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5.1.5 – Valutazione preliminare della risposta sismica locale e dello spettro di risposta di progetto

Per quanto riguarda la valutazione preliminare della risposta sismica locale sulla base

dei coefficienti di amplificazione sismica impiegando le tabelle e le formule

dell’Allegato A2 della citata Delibera Regionale progr. n°112 – oggetto n°2131 del 2

maggio 2007, i Fattori di Amplificazione (F.A.) riferiti ad un suolo di categoria “A” da

normativa, in un contesto geologico di “PIANURA 2” a cui è riferibile l’areale in

esame, per una velocità Vs30 delle onde di taglio misurata in situ (vd. All. n°2) pari a

447 m/sec sono i seguenti:

• Fattore di Amplificazione (F.A.) Peak Ground Acceleration (P.G.A.) pari a 1,4

• Fattore di Amplificazione (F.A.) Intensità spettrale 0.1s < T0 < 0.5s pari a 1,4

• Fattore di Amplificazione (F.A.) Intensità spettrale 0.5s < T0 < 1.0s pari a 1,7

Essendo inoltre l’area di intervento pianeggiante, quindi ascrivibile alla categoria

topografica T1 di cui alla Tabella 3.2.VI di cui al Paragr. 3.2.3 del Decreto 14/01/2008,

il valore del coefficiente di amplificazione topografica ST risulta pari a 1,0.

Per quanto concerne la determinazione preliminare dello spettro di progetto, utilizzando

appositi fogli di calcolo e considerando una classe d’uso II per gli edificandi in progetto

da indicazioni progettuali, si ottiene quanto di seguito illustrato:

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5.2 – Prospezione geofisica con tomografia elettrica

L’esecuzione di n°2 profili geoelettrici e la loro interpretazione con metodologia

tomografica ha consentito di ricostruire una sezione bidimensionale di resistività del

sottosuolo investigato in corrispondenza dell’area di intervento, con individuazione di

zone a differente resistività “ρ” riconducibili a differenti caratteristiche fisico –

chimiche dei materiali in relazione alla propagazione di corrente elettrica nel sottosuolo

(vd. sezioni geoelettriche di cui alle Tavv. 1, 2 contenute in All. n°3).

Più specificatamente, la configurazione elettrodica tipo “Wenner – Schlumberger”

prescelta, con n°28 elettrodi ad interdistanza elettrodica pari a 5,0 metri, per uno

sviluppo di 135,0 metri, ha consentito di misurare la resistività apparente del terreno

“ρA” tra gli elettrodi di tensione (P1-P2) e di corrente (C1-C2) sino ad una profondità da

piano campagna pari a circa 25,0 metri.

5.2.1 – Strumentazione impiegata e metodologia di indagine

La tomografia elettrica di superficie (T.E.S.) si basa sull’acquisizione di un elevato

numero di misure elettriche, effettuate su un discreto numero di elettrodi posizionati sul

terreno, lungo un profilo.

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Per l’esecuzione del rilievo geoelettrico in questione si è utilizzata una strumentazione

di ultima generazione che comprende:

• Console SuperSting R1/IP;

• Cavo elettrico multipolare in poliuretano da 85 metri con n°14 TKO spaziati di 6

metri, con code di 3,50 metri, ed appositi connettori CPC16;

• picchetti in acciaio per P1-P2 e C1-C2.

I dati acquisiti vengono successivamente “scaricati” su PC mediante il software AGI

SuperSting Administrator (versione 1.3.2.160) ed elaborati mediante uno specifico

programma di interpretazione tomografica (RES2DINV – Rapid 2D Resistività & IP

Inversion, Versione 3.52, realizzato da Geotomo Software) che consente di ricostruire,

in funzione dei valori sperimentali acquisiti e delle interdistanze dello stendimento, un

modello bidimensionale di resistività del sottosuolo.

L’elaborazione tomografica consiste, come noto dalla letteratura in materia, nella

suddivisione dello spazio bidimensionale della sezione in celle, secondo uno schema

predefinito in riferimento alla distribuzione ed alla dispersione dei dati, per ciascuna

delle quali viene determinata la resistività (ohm x m) che soddisfa il complesso delle

misure.

Il terreno al di sotto degli elettrodi viene suddiviso idealmente in un numero finito di

maglie o celle (i cosiddetti “elementi finiti”), ciascuna di resistività omogenea ed

incognita. La forma degli elementi è generalmente trapezoidale o rettangolare e le loro

dimensioni sono determinate in base alla distanza tra gli elettrodi (metà della spaziatura

tra due elettrodi adiacenti).

L’elaborazione dei dati sperimentali prevede, per lo stendimento realizzato, i seguenti

stadi successivi di elaborazione (vd. Tavv. 1, 2 contenute in All. n°3):

- pseudosezione della resistività apparente misurata;

- pseudosezione della resistività apparente calcolata;

- sezione con un modello di resistività calcolato tomograficamente.

Il modello di resistività del sottosuolo derivante dall’elaborazione tomografica è

successivamente restituito cartograficamente attraverso sezioni a colori in cui i “range”

di variabilità dei valori di resistività, evidenziati mediante una apposita scala

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colorimetrica, possono essere riconducibili alle differenti litologie secondo un modello

geologico – strutturale locale.

Nelle sezioni geoelettriche a colori contenute in Tavv. 1, 2 di All. n°3 sono

rappresentate sull’asse orizzontale (x) la lunghezza del profilo (espressa in metri) e su

quello verticale (y) le profondità di indagine (espressa in metri).

Le variazioni di resistività, evidenziate da marcate variazioni delle scale cromatiche

adottate, qui imputabili principalmente a variazioni litologiche e/o a variazioni delle

condizioni fisiche del terreno (es. grado di saturazione), consentono di correlare i

principali orizzonti, evidenziati attraverso l’indagine geoelettrica, con le risultanze

dirette delle prove penetrometriche (vd. All. n°1).

Si specifica, a tal proposito, come la prospezione geofisica (indagine indiretta) necessiti

sempre di essere integrata con conoscenze dirette ricavabili esclusivamente da indagini

geognostiche specifiche all’uopo realizzate, finalizzate alla “taratura” dello strumento ed

ad una migliore comprensione dell’andamento del sottosuolo investigato; di contro,

l’impiego della prospezione geoelettrica, ed in generale delle prospezioni geofisiche,

consente di limitare tali indagini specifiche alle sole aree di interesse individuate,

riducendo costi e tempi di indagine.

5.2.2 – Analisi ed interpretazione della tomografia elettrica

L’esecuzione dei n°2 profili geoelettrici e la loro interpretazione con metodologia

tomografica (vd. Tavv. 1, 2 contenute in All. n°3), integrata e “tarata” con le risultanze

dirette delle prove penetrometriche (vd. All. n°1), ha consentito di verificare

l’andamento generale del primo sottosuolo in corrispondenza dell’areale investigato (vd.

Tav. 3) nonché il tetto del substrato ghiaioso.

Più specificatamente, nella porzione più superficiale dei profili, si individua una zona a

resistività più ridotta (valori generalmente inferiori a 63 ohm x m), evidenziata da

differenti tonalità verdi / celesti, riconducibile verosimilmente alla presenza di materiali

coesivi di natura argillosa ed argilloso limosa costituenti il primo sottosuolo.

Più in profondità, si individua una zona contraddistinta da valori di resistività medio –

alti (generalmente superiori a 63 ohm x m) rispetto alle zone sovrastanti e sottostanti,

evidenziata da differenti tonalità di rosso / arancio ed attestata a profondità

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generalmente comprese tra 2,40 e 3,80 metri da p.c., presumibilmente riconducibile,

anche in relazione alla morfologia lenticolare ed ai suddetti valori di resistività, ai

depositi ghiaiosi, in matrice fine, dei limitrofi corsi d’acqua.

L’interpretazione dei dati geofisici (vd. All. n°2, 3) ha confermato, inoltre, la

continuità latero – verticale del substrato resistente ghiaioso sino ad almeno 15,00 –

20,00 metri di profondità da p.c. attuale.

Più in profondità, la prospezione geoelettrica evidenzia terreni presumibilmente coesivi

sino alla massima profondità di indagine (25,00 metri da p.c. attuale – vd. sezioni

geoelettriche contenute in Tavv. 1, 2 di All. n°3).

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6 – CARATTERISTICHE LITOSTRATIMETRICHE E GEOMECCANICHE

DEL TERRENO

6.1 – Modello litostratimetrico e geomeccanico di massima dei terreni di

fondazione

Dall’analisi e dall’interpretazione delle prove penetrometriche statiche e dinamiche

condotte spinte a rifiuto entro il substrato ghiaioso (vd. All. n°1) nonché della

prospezione geoelettrica con metodo tomografico (vd. sezioni di cui alle Tavv. 1, 2

contenute in All. n°3), è stato possibile ricostruire il seguente modello litostratimetrico

e geomeccanico di massima dei terreni di fondazione attraverso la suddivisione del

sottosuolo investigato (6,90 metri da p.c. attuale nelle indagini dirette, 30,00 metri da

p.c. nelle indagini indirette).

Per quanto concerne le prove penetrometriche statiche (C.P.T.), l’interpretazione

litostratimetrica è stata definita adottando le interpretazioni comunemente note di

Begemann (1965 – in base al rapporto Rp/Rl) e di Schmertman (1978 – in base al valore

di Rp ed al rapporto delle resistenze Rl/Rp percentuale), mentre il modello

geomeccanico è stato definito attraverso la suddivisione del sottosuolo investigato in

pacchi di strati ad omogenee proprietà geomeccaniche, definite prevalentemente in base

ai “range” di variabilità medi della resistenza all’infissione della punta Rp (espressa in

Kg/cm2 nei tabulati contenuti in All. n°1), opportunamente e criticamente mediate anche

in base alle caratteristiche litologiche.

Per quanto concerne le prove penetrometriche dinamiche (S.C.P.T.), si è proceduto alla

suddivisione del sottosuolo investigato (da fondo foro prova penetrometrica statica

C.P.T.) in pacchi di strati ad omogenee proprietà geomeccaniche, definite in base ai

“range” di variabilità medi del numero dei colpi NP necessari a produrre l’avanzamento

di 30 cm della punta.

Per ogni “orizzonte geomeccanico” vengono riportati alcuni dei principali parametri,

stimati in base a correlazioni note in letteratura geotecnica (vd. All. n°1) nonché in

analogia a terreni consimili, quali:

• peso dell’unità di volume del terreno γγγγ;

• peso dell’unità di volume del terreno γγγγ’ alleggerito in presenza di falda;

• coesione non drenata cu e modulo di deformazione edometrico E nel caso di terreni

a comportamento prevalentemente coesivo;

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• angolo di attrito interno ϕϕϕϕ’ nel caso di terreni a comportamento prevalentemente

granulare.

ORIZZONTE A: ubicato da quota piano campagna attuale e rilevato sino a profondità

comprese tra 2,40 e 3,80 metri da p.c. attuale nelle prove penetrometriche (vd. All. n°1)

e nella prospezione geoelettrica con metodo tomografico (vd. All. n°3), è

contraddistinto da valori di resistenza penetrometrica alla punta (Rp) ridotti,

generalmente compresi tra 10 e 20 Kg/cm2, caratteristici di terreni coesivi di natura

argillosa ed argilloso limosa. La porzione più superficiale di detto orizzonte (spessore

pari a 1,40 metri – coltivo) può verosimilmente risentire in modo marcato dei fenomeni

di ritiro / fessurazione e rigonfiamento / plasticizzazione, tipici di terreni a componente

argillosa dominante in concomitanza a variazioni climatiche, connessi alle oscillazioni

stagionali dei livelli freatici e della loro frangia capillare, e pertanto risulta non idonea

alla collocazione di eventuali strutture fondali superficiali.

Parametri geotecnici indicativi di riferimento:

Termini coesivi

• γ = 1,80 – 1,85 T/m3

• γ’ = 0,80 – 0,85 T/m3

• cu = 0,50 – 0,75 Kg/cm2

• E = 40 – 60 Kg/cm2

ORIZZONTE B: ubicato tra la base dell’Orizzonte A e rilevato sino a profondità

comprese tra 5,40 e 6,90 metri da p.c. attuale (rifiuto all’avanzamento penetrometrico

statico e dinamico) e sino a profondità pari a circa 15,00 – 20,00 metri nella prospezione

geoelettrica (vd. All. n°3) presenta valori di resistenza penetrometrica alla punta

dinamica (NP) compresi mediamente tra 20 e 60, talora più elevati, da ricondurre

verosimilmente alla presenza di terreni incoerenti di natura ghiaiosa, in matrice fine.

Parametri geotecnici indicativi di riferimento:

Termini incoerenti

• γ = 1,90 – 2,00T/m3

• γ’ = 0,90 – 1,00 T/m3

• ϕ’ = 35° – 40°

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Più in profondità, la prospezione geoelettrica evidenzia terreni presumibilmente coesivi

(Orizzonte geomeccanico C) sino alla massima profondità di indagine (25,00 metri da

p.c. attuale – vd. sezioni geoelettriche contenute in All. n°3).

Come si evince dal quadro litostratimetrico e geomeccanico interpretativo sopra

schematizzato nonché illustrato nelle Tavv. 4a, 4b allegate, di massima dato il rapporto

“numero di sondaggi / area” in relazione a questa fase preliminare dello studio, la zona

investigata è attestata in corrispondenza di terreni contraddistinti, in superficie, da

caratteristiche geomeccaniche generalmente ridotte (vd. Orizzonte geomeccanico A),

mascheranti i depositi ghiaiosi e ciottolosi dei vicini corsi d’acqua (vd. Orizzonte

geomeccanico B) a cui competono valori significativamente più elevati dei principali

parametri geomeccanici.

Le correlazioni lito – geomeccaniche interpretative di cui alle Tavv. 4a, 4b nonché le

risultanze della prospezione geoelettrica, “tarata” con le indagini dirette (vd. Tavv. 1, 2

contenute in All. n°3) evidenziano come la “struttura sedimentaria”, nell’ambito dei

punti e delle profondità indagate, sia relativamente omogenea, denotando, tuttavia,

locali condizioni di variabilità latero – verticale qui rappresentate, soprattutto, dalla

variazione di soggiacenza da p.c. del tetto delle ghiaie, e riconducibili alle divagazioni

passate dei vicini corsi d’acqua e, con esse, ai diversi stati energetici deposizionali

connessi alle varie fasi di equilibrio geomorfologico.

L’osservazione dei comparti edificati esistenti presenti all’immediato intorno, di recente

edificazione, ed aventi fondazioni presumibilmente superficiali, ha evidenziato l’attuale

assenza di cedimenti e/o fessurazioni nelle strutture significativi e/o pregiudizievoli

connessi ad incompatibilità dei sovraccarichi applicati con le caratteristiche

geomeccaniche dei terreni di fondazione.

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7 – CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

In ordine alle risultanze di indagine, ossia dai dati acquisiti relativi all’assetto

litostratimetrico ed alle caratteristiche geomeccaniche dei terreni del primo sottosuolo

propriamente interessati dalla trasmissione dei carichi verticali, in relazione alla

tipologia dell’intervento proposto, si esprimono le seguenti considerazioni preliminari

in merito alle modalità progettuali dell’intervento in oggetto.

A) Sintesi di indagine

L'analisi dei dati ottenuti evidenzia che:

• l’area oggetto di indagine (vd. Tavv. 1, 3) risulta localizzata in corrispondenza, in

superficie e nel primo sottosuolo, di terreni coesivi di natura prevalentemente

argillosa ed argilloso limosa di ridotto spessore (vd. Orizzonte geomeccanico A di

cui al Paragr. 6.1), mascheranti depositi di natura ghiaiosa e ciottolosa, eterometrici

ed arrotondati, in matrice fine (vd. Orizzonte geomeccanico B di cui al Paragr. 6.1), il

cui tetto è stato rilevato a profondità comprese tra 2,40 e 3,80 metri da p.c. attuale

dalle prove penetrometriche statiche e dinamiche condotte (vd. Tavv. 4a, 4b e

elaborati di prova contenuti in All. n°1) e dalle prospezione prospezione geoelettrica

con metodo tomografico (vd. sezioni geoelettriche di cui alle Tavv. 1, 2 contenute in

All. n°3);

• l’esecuzione dei profili geoelettrici e la loro interpretazione con metodologia

tomografica (vd. All. n°3), integrata e “tarata” con le risultanze delle indagini

geognostiche dirette (vd. All. n°1), ha consentito di ricostruire l’andamento generale

del tetto dell’orizzonte ghiaioso (Orizzonte geomeccanico B) nonché confermare la

continuità di spessore dell’orizzonte stesso sino ad almeno 15,00 metri di profondità

da p.c.;

• tale assetto litostratimetrico e geomeccanico risulta relativamente omogeneo su tutta

l’area investigata, nell’ambito dei punti e delle profondità indagate (vd. Tavv. 4a, 4b

ed All. n°1, 3), denotando, tuttavia, locali condizioni di variabilità latero-verticale

riconducibili alle divagazioni passate dei vicini corsi d’acqua, qui rappresentate,

soprattutto, dalla variazione di soggiacenza da p.c. del tetto delle ghiaie;

• dal punto di vista lito – geomeccanico (vd Paragr. 6.1 e Tavv. 4a, 4b), i terreni

rilevati lungo le verticali di indagine condotte sono stati scomposti in virtuali strati

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a differente litologia nonché resistenza alla penetrazione statica (Rp) ed alla

penetrazione dinamica (NP): in particolare si evidenzia che:

- le caratteristiche geomeccaniche presentano valori ridotti nell’orizzonte coesivo

più superficiale (Orizzonte geomeccanico A) la cui porzione più superficiale

(spessore pari a 1,40 metri – coltivo) può verosimilmente risentire in modo

marcato dei fenomeni di ritiro / fessurazione e rigonfiamento / plasticizzazione,

tipici di terreni a componente argillosa dominante in concomitanza a variazioni

climatiche, connessi alle oscillazioni stagionali dei livelli freatici e della loro

frangia capillare, risultando pertanto non idonea alla collocazione di eventuali

strutture fondali superficiali;

- valori significativamente più elevati sono stati riscontrati nel sottostante

Orizzonte geomeccanico B, di natura ghiaiosa;

- il quadro litostratimetrico e geomeccanico interpretativo sopra esposto è da

ritenersi, comunque, di massima, dato il carattere preliminare della presente fase

di progettazione;

• per quanto concerne l’assetto idrogeologico locale (vd. Tavv. 2e, 2f), nell’ambito

delle prime intercalazioni ghiaiose, sottostanti l’orizzonte superficiale argilloso ed

argilloso limoso, è presente la prima falda propriamente detta, avente carattere

freatico, in relazione alla ridotta potenza delle coperture fini sovrastanti, e ricarica

diretta ad opera del vicino T. Parma, contraddistinta da significativi valori di

permeabilità e trasmissività. Al termine dell’esecuzione delle indagini geognostiche

dirette condotte, il livello idrico nei fori di prova risultava assente sino alla massima

profondità di indagine (6,90 metri da p.c.).;

• in virtù dell’assetto idrogeologico locale esposto nonché in considerazione alla

collocazione dell’area di intervento rispetto all’alveo del vicino T. Parma, situato

circa 0,5 Km metri ad ovest, è verosimile ipotizzare, tuttavia, come detta falda

superficiale, attestata nell’acquifero ghiaioso, contraddistinto da significativi valori

di permeabilità e trasmissività, possa essere soggetta a repentine oscillazioni in

concomitanza a situazioni critiche correlabili a prolungati eventi meteorici e/o

prolungate altezze idrometriche dei citati corsi d’acqua, risalendo, in tal caso, anche

sino in prossimità del piano campagna, ovvero al tetto dell’orizzonte ghiaioso;

• l’assetto litostratimetrico ed idrogeologico locale riscontrato conferisce all’acquifero

principale una classe di vulnerabilità “a sensibilità attenuata” (vd. Tav. 2d);

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• l’osservazione dei comparti edificati esistenti presenti all’immediato intorno

dell’area in esame, di recente edificazione, ed aventi fondazioni presumibilmente

superficiali, ha evidenziato l’attuale assenza di cedimenti e/o fessurazioni nelle

strutture significativi e/o pregiudizievoli connessi ad incompatibilità dei

sovraccarichi applicati con le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di

fondazione.

B) Opere di fondazione

In considerazione all’assetto litostratimetrico e geomeccanico di massima dell’areale in

questione, a supporto della fase definitiva ed esecutiva della progettazione dovranno

prevedersi specifiche e mirate indagini geognostiche nella pianta di sedime delle

strutture in progetto funzionali a:

• raffittire la presente maglia di indagine tutt’oggi realizzata (vd. Tav. 3), in

ottemperanza alle indicazioni definite dalle Raccomandazioni AGI 1977 inerenti

la programmazione ed esecuzione delle indagini geotecniche nonché dalla citata

normativa vigente in materia;

• verificare nel dettaglio eventuali condizioni di variabilità latero – verticale dei

terreni di sedime, con specifico riferimento alla variabilità di soggiacenza del

tetto del substrato ghiaioso;

• approfondire la caratterizzazione geomeccanica qualitativa e quantitativa del

cosiddetto “volume significativo”, inteso come il volume interessato dalla

trasmissione dei carichi degli edificandi in progetto, così come richiesto dalla

citata normativa vigente in materia;

• definire le soluzioni fondali più idonee in rapporto alle tipologie strutturali in

progetto ed alla natura dei terreni presenti e valutarne le capacità portanti, così

come previsto della citata normativa in materia.

A tale scopo si consiglia di prevedere:

INDAGINI IN SITU

DIRETTE

- sondaggi a carotaggio continuo, con contestuali prove penetrometriche

dinamiche in foro (S.C.P.T.);

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- prove penetrometriche statiche (C.P.T.) e/o dinamiche (S.C.P.T);

INDIRETTE, estensive del dato puntuale:

- prospezione geoelettrica con metodo tomografico ad elevato grado di

dettaglio.

INDAGINI IN DI LABORATORIO:

- caratterizzazione delle proprietà fisico - meccaniche, principali parametri

geomeccanici.

Le soluzioni fondali, da definirsi in relazione ai carichi applicati ed ai parametri

edificatori delle strutture in progetto, andranno dimensionate in modo da trasferire al

terreno di posa pressioni di contatto non superiori, in ogni condizione di carico, alla

pressione ammissibile (qa), definita ed assunta in base alle suddette indagini

geognostiche di dettaglio.

Tale capacità portante dovrà essere verificata, inoltre, nei confronti dei cedimenti

(assoluti e differenziali) da calcolarsi sulla base dei reali carichi di esercizio (carichi

permanenti) agenti sulle strutture fondali di ciascuna singola edificazione.

In considerazione alle condizioni idrogeologiche esposte in precedenza, si sconsiglia la

realizzazione di eventuali vani interrati o seminterrati. Qualora se ne rendesse

indispensabile la realizzazione, si dovranno prevedere pozzetti drenanti attrezzati con

pompe autoinnescanti e/o mirati ed idonei interventi di impermeabilizzazione, al fine di

abbattere il livello idrico a quote inferiori al fondo scavo (piano di posa delle strutture

fondali).

C) Categoria del suolo di fondazione

Per quanto concerne la definizione della azione sismica di progetto, il valore di VS30

ricavato dalla prospezione sismica con metodo “MASW”, pari a 447 m/sec (30 metri di

profondità da p.c. attuale), riconduce il suolo di fondazione attuale al limite inferiore

della categoria di profilo stratigrafico “B”, secondo quanto indicato nella citata

normativa sismica (vd. All. n°2).

Per quanto concerne le edificazioni in progetto, il parametro Vs30 andrà calcolato a

partire dalla profondità di posa del piano delle strutture fondali.

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Per quanto concerne la MICROZONAZIONE SISMICA dell’area di intervento, in

ottemperanza agli indirizzi di cui alla citata Delibera Regionale nonché a quanto

richiesto dal Comune di Parma, non sono state individuate significative perimetrazione

di elementi geologico – morfologici che possano favorire “effetti locali” nell’areale

investigato perimetrato in rosso, ovvero non sono state rilevate MICROZONE a

comportamento sismico differenziale.

Per quanto concerne la valutazione preliminare della risposta sismica locale e dello

spettro di risposta di progetto si rimanda allo specifico paragrafo 5.1.5 .

D) Piano di posa

La profondità di posa dovrà essere definita, nelle successive fasi di progettazione, per

ciascuna singola edificazione, sulla base di specifiche e puntuali indagini geognostiche

nonché in funzione della tipologia edificatoria e delle scelte progettuali adottate

(soluzioni fondali, carichi applicati e loro distribuzione, vincoli strutturali). Ciò anche al

fine di verificare eventuali condizioni di disomogeneità lito – geomeccanica imputabili

alle variabilità latero – verticali dei depositi in questione, qui rappresentate, soprattutto,

dalla potenziale variazione di soggiacenza da p.c. del tetto delle ghiaie.

In relazione al modello lito – geomeccanico di massima precedentemente prefigurato (vd.

Paragr. 6.1, Tavv. 4a, 4b e sezioni geoelettriche di cui alle Tavv. 1 – 2 contenute in All.

n°3), si esprimono le seguenti considerazioni in merito:

• FONDAZIONI SUPERFICIALI: si individua il piano di posa di eventuali fondazioni

superficiali generalmente sull’Orizzonte coesivo A, ad una profondità non inferiore

ad almeno 1,40 metri dal p.c. attuale, al fine di salvaguardare la struttura da effetti

indotti da fenomeni di ritiro / fessurazione e rigonfiamento / plasticizzazione, tipici

di terreni a componente argillosa dominante in concomitanza a variazioni climatiche.

Localmente, in considerazione, alla locale soggiacenza più ridotta del tetto delle

ghiaie, i carichi verticali delle future edificazioni potranno essere trasferiti, ove

possibile, direttamente sull’Orizzonte ghiaioso B contraddistinto, come detto, da

caratteristiche geomeccaniche significativamente più elevate;

• FONDAZIONI PROFONDE: l’eventuale adozione di soluzioni fondali profonde nonché

le conseguenti scelte progettuali (tipologia e dimensionamento), funzionali a

trasferire i carichi al substrato ghiaioso (Orizzonte geomeccanico B, vd. Tavv. 4a,

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4b) maggiori aliquote di carico, dovrà essere valutata, nelle fasi progettuali

esecutive, in un’ottica di corretto rapporto costi/benefici.

E) Salvaguardia dell’area

In considerazione alle particolari condizioni idrogeologiche e litostratimetriche

dell’area, si consiglia di adottare, in fase progettuale, ogni utile accorgimento per

mantenere costanti nel tempo le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di fondazione.

A questo scopo si prescrive, in un intorno significativo delle opere in progetto, lo

smaltimento di tutte le acque (meteoriche, bianche e nere, queste ultime opportunamente

pretrattate) a mezzo condotti a perfetta tenuta, al fine di evitare qualsiasi infiltrazione

idrica direttamente al di sotto del piano di fondazione.

A seguito pertanto delle considerazioni derivanti dalle valutazioni geologiche e sismiche

formulate, fatte salve le prescrizioni di cui sopra, si esprime parere favorevole, per

quanto concerne l’aspetto geologico, alla fattibilità di quanto in progetto.

Parma, marzo 2009 Dr. Geol. Lorenzo Negri

Dr. Geol. Marco Vannucchi

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ALLEGATO n°1

Prove penetrometriche statiche (C.P.T.) e dinamiche (S.C.P.T.)

• Elaborati relativi alla prove penetrometriche statiche (c.P.T.) e dinamiche (S.C.P.T.)

CARATTERISTICHE DISPOSITIVO DI INFISSIONE

CARATTERISTICHE PENETROMETRO DINAMICO TG. 73-100 KN

Peso maglio Kg 73

Caduta (H) m 0,75

Lunghezza aste m 1,50

Peso aste (P) Kg/m 5,1

Φ esterno aste mm 34

Φ interno aste mm 18

Φ punta conica mm 51

Angolo punta conica (°) 60

Altezza punta conica mm 65

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LEGENDA VALORI DI RESISTENZA

Strumento utilizzato:

PENETROMETRO STATICO tipo:

Caratteristiche:

- punta conica meccanica Ø 35.7 mm, angolo di apertura α= 60 ° -( area punta Ap = 10 cm²)

- manicotto laterale di attrito tipo 'Begemann' ( Ø 35.7 mm - h 133 mm - sup. lat. Am. = 150 cm²)

- velocità di avanzamento costante V = 2 cm / sec ( ± 0,5 cm / sec )

- spinta max nominale dello strumento Smax variabile a seconda del tipo

- costante di trasformazione (lett.⇒ Spinta) Ct = SPINTA (Kg) / LETTURA DI CAMPAGNA

fase 1 - resistenza alla punta Rp ( Kg / cm²) = ( L. punta ) Ct /10

fase 2 - resistenza laterale locale RL ( Kg / cm²) = [(L. laterale) - (L. punta)] Ct / 150

fase 3 - resistenza totale Rt ( Kg) = ( L. totale ) Ct

Rp / RL = 'rapporto Begemann'

- L. punta = lettura di campagna durante l’ infissione della sola punta ( fase 1 )

- L. laterale = lettura di campagna relativa all’infissione di punta e manicotto ( fase 2 )

- L. totale = lettura di campagna relativa all’infissione delle aste esterne ( fase 3 )

N.B. : la spinta S ( Kg) , corrispondente a ciascuna fase , si ottiene moltiplicando lacorrispondente lettura di campagna L per la costante di trasformazione Ct .

N.B. : nonostante la distanza intercorrente ( 20 cm circa ) fra il manicotto laterale e la puntaconica del penetrometro , la resistenza laterale locale RL viene computata alla stessaquota della punta .

CONVERSIONI

1 kN ( kiloNewton ) = 1000 N ≈ 100 kg = 0,1 t - 1MN (megaNewton ) = 1000 kN = 1000000 N ≈ 100 t

1 kPa ( kiloPascal ) = 1 kN/m² = 0,001 MN/m² = 0,001 MPa ≈ 0,1 t/m² = 0,01 kg/cm²

1 MPa ( MegaPascal ) = 1 MN/m² = 1000 kN/m² = 1000 kPa ≈ 100 t / m2 = 10 kg/cm²

kg/cm² = 10 t/m² ≈ 100 kN/m² = 100 kPa = 0,1 MN/m² = 0,1 Mpa

1 t = 1000 kg ≈ 10 kN

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LEGENDA VALUTAZIONI LITOLOGICHE

Valutazioni in base al rapporto: F = (Rp / RL)

( Begemann 1965 - Raccomandazioni A.G.I. 1977 )

valide in via approssimata per terreni immersi in falda :

F = Rp / RL NATURA LITOLOGICA PROPRIETA’

F < 15 TORBE ED ARGILLE ORGANICHE COESIVE15 < F ≤ 30 LIMI ED ARGILLE COESIVE30 < F ≤ 60 LIMI SABBIOSI E SABBIE LIMOSE GRANULARI

F > 60 SABBIE E SABBIE CON GHIAIA GRANULARI

Vengono inoltre riportate le valutazioni stratigrafiche fornite da Schmertmann (1978),ricavabili in base ai valori di Rp e di FR = (RL / Rp) % :

- AO = argilla organica e terreni misti- Att = argilla (inorganica) molto tenera- At = argilla (inorganica) tenera- Am = argilla (inorganica) di media consistenza- Ac = argilla (inorganica) consistente- Acc = argilla (inorganica) molto consistente- ASL = argilla sabbiosa e limosa- SAL = sabbia e limo / sabbia e limo argilloso- Ss = sabbia sciolta- Sm = sabbia mediamente addensata- Sd = sabbia densa o cementata- SC = sabbia con molti fossili, calcareniti

Secondo Schmertmann il valore della resistenza laterale da usarsi, dovrebbe essere pari a:

- 1/3 ± 1/2 di quello misurato , per depositi sabbiosi- quello misurato ( inalterato ) , per depositi coesivi.

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LEGENDA PARAMETRI GEOTECNICI

SCELTE LITOLOGICHE ( validità orientativa )

Le scelte litologiche vengono effettuate in base al rapporto Rp / RL ( Begemann 1965 -Raccomandazioni A.G.I. 1977 ), prevedendo altresì la possibilità di casi dubbi :

Rp ≤ 20 kg/cm² : possibili terreni COESIVI anche se ( Rp / RL) > 30

Rp ≥ 20 kg/cm² : possibili terreni GRANULARI anche se ( Rp / RL) < 30

NATURA LITOLOGICA

1 - COESIVA (TORBOSA) ALTA COMPRIMIBILITA'2 - COESIVA IN GENERE3 - GRANULARE4 - COESIVA / GRANULARE

4 - AO/S 4 - A/S 3 - S

2 - AO 2 - A 4 - S/A

1 - TAO*

0 15 30 Rp/RL

Rp

Kg/cm²

20

7

0

PARAMETRI GEOTECNICI ( validità orientativa ) - simboli - correlazioni - bibliografia

γ‘ = peso dell’ unità di volume (efficace) del terreno [ correlazioni : γ‘ - Rp - natura ]( Terzaghi & Peck 1967 -Bowles 1982 )

σ‘vo = tensione verticale geostatica (efficace) del terreno ( valutata in base ai valori di γ‘ )Cu = coesione non drenata (terreni coesivi ) [ correlazioni : Cu - Rp ]OCR = grado di sovra consolidazione (terreni coesivi ) [ correlazioni : OCR - Cu - σ‘vo ]

( Ladd et al. 1972 / 1974 / 1977 - Lancellotta 1983)Eu = modulo di deformazione non drenato (terr.coes.) [ correl. : Eu - Cu - OCR - Ip Ip= ind.plast.]

Eu50 - Eu25 corrispondono rispettivamente ad un grado di mobilitazione dello sforzo deviatoricopari al 50-25% (Duncan & Buchigani 1976 )

E’ = modulo di deformazione drenato (terreni granulari) [ correlazioni : E’ - Rp ]E’50 - E’25 corrispondono rispettivamente ad un grado di mobilitazione dello sforzo deviatoricopari al 50-25% (coeff. di sicurezza F = 2 - 4 rispettivamente )(Schmertmann 1970 / 1978 - Jamiolkowski et al. 1983 )

Mo = modulo di deformazione edometrico (terreni coesivi e granulari) [ correl. : Mo - Rp - natura](Sanglerat 1972 - Mitchell & Gardner 1975 - Ricceri et al. 1974 - Holden 1973 )

Dr = densità relativa (terreni gran. N. C. - normalmente consolidati)[ correlazioni : Dr - Rp - σ‘vo] (Schmertmann 1976 )

Ø‘ = angolo di attrito interno efficace (terreni granulari N.C. ) [ correl. : Ø‘ - Dr - Rp - σ‘vo](Schmertmann 1978 - Durgunoglu & Mitchell 1975 - Meyerhof 1956 / 1976)Ø1s - (Schmertmann) sabbia fine uniforme Ø2s - sabbia media unif./ fine ben gradataØ3s - sabbia grossa unif./ media ben gradata Ø4s - sabbia-ghiaia poco lim./ ghiaietto unif.Ødm - ( Durgunoglu & Mitchell ) sabbie N.C. Ømy - (Meyerhof) sabbie limose

Amax = accelerazione al suolo che può causare liquefazione ( terreni granulari )( g = acc.gravità)(Seed & Idriss 1971 - Sirio 1976 ) [ correlazioni : (Amax/g) - Dr]

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 ---- ---- -- ------ ---- 2,20 12,0 26,0 12,0 0,93 13,00,40 9,0 19,0 9,0 0,67 13,0 2,40 9,0 18,0 9,0 0,60 15,00,60 14,0 24,0 14,0 0,67 21,0 2,60 10,0 19,0 10,0 0,60 17,00,80 12,0 24,0 12,0 0,80 15,0 2,80 12,0 22,0 12,0 0,67 18,01,00 16,0 32,0 16,0 1,07 15,0 3,00 8,0 20,0 8,0 0,80 10,01,20 17,0 29,0 17,0 0,80 21,0 3,20 12,0 26,0 12,0 0,93 13,01,40 18,0 36,0 18,0 1,20 15,0 3,40 13,0 23,0 13,0 0,67 19,01,60 16,0 34,0 16,0 1,20 13,0 3,60 12,0 24,0 12,0 0,80 15,01,80 14,0 33,0 14,0 1,27 11,0 3,80 400,0 450,0 400,0 3,33 120,02,00 12,0 26,0 12,0 0,93 13,0

- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 ---- ---- -- ------ ---- 1,80 17,0 29,0 17,0 0,80 21,00,40 7,0 12,0 7,0 0,33 21,0 2,00 15,0 31,0 15,0 1,07 14,00,60 13,0 20,0 13,0 0,47 28,0 2,20 17,0 34,0 17,0 1,13 15,00,80 20,0 32,0 20,0 0,80 25,0 2,40 17,0 35,0 17,0 1,20 14,01,00 21,0 42,0 21,0 1,40 15,0 2,60 21,0 30,0 21,0 0,60 35,01,20 25,0 50,0 25,0 1,67 15,0 2,80 16,0 35,0 16,0 1,27 13,01,40 22,0 47,0 22,0 1,67 13,0 3,00 24,0 36,0 24,0 0,80 30,01,60 11,0 23,0 11,0 0,80 14,0 3,20 400,0 450,0 400,0 3,33 120,0

- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 ---- ---- -- ------ ---- 1,60 18,0 40,0 18,0 1,47 12,00,40 14,0 26,0 14,0 0,80 17,0 1,80 29,0 50,0 29,0 1,40 21,00,60 19,0 32,0 19,0 0,87 22,0 2,00 29,0 50,0 29,0 1,40 21,00,80 21,0 42,0 21,0 1,40 15,0 2,20 20,0 52,0 20,0 2,13 9,01,00 13,0 32,0 13,0 1,27 10,0 2,40 25,0 52,0 25,0 1,80 14,01,20 17,0 38,0 17,0 1,40 12,0 2,60 400,0 450,0 400,0 3,33 120,01,40 15,0 25,0 15,0 0,67 22,0

- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 ---- ---- -- ------ ---- 2,20 16,0 38,0 16,0 1,47 11,00,40 11,0 24,0 11,0 0,87 13,0 2,40 17,0 34,0 17,0 1,13 15,00,60 15,0 31,0 15,0 1,07 14,0 2,60 18,0 36,0 18,0 1,20 15,00,80 13,0 29,0 13,0 1,07 12,0 2,80 18,0 36,0 18,0 1,20 15,01,00 13,0 28,0 13,0 1,00 13,0 3,00 20,0 40,0 20,0 1,33 15,01,20 15,0 33,0 15,0 1,20 12,0 3,20 21,0 41,0 21,0 1,33 16,01,40 15,0 38,0 15,0 1,53 10,0 3,40 13,0 25,0 13,0 0,80 16,01,60 17,0 35,0 17,0 1,20 14,0 3,60 13,0 22,0 13,0 0,60 22,01,80 19,0 32,0 19,0 0,87 22,0 3,80 14,0 25,0 14,0 0,73 19,02,00 18,0 31,0 18,0 0,87 21,0 4,00 400,0 450,0 400,0 3,33 120,0

- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

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prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

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- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rl

m - - Kg/cm² Kg/cm² -

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- PENETROMETRO STATICO tipo da 20 t - (con anello allargatore) - - COSTANTE DI TRASFORMAZIONE Ct = 10 - Velocità Avanzamento punta 2 cm/s- punta meccanica tipo Begemann ø = 35.7 mm (area punta 10 cm² - apertura 60°)- manicotto laterale (superficie 150 cm²)

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

Limi ed Argille

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

- committente: Impresa Edil C S.r.l. - data prova : 10/03/2009- lavoro: Sub-Ambito 08.S1 - quota inizio : Piano Campagna - località: Parma Capoluogo - prof. falda : Falda non rilevata- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 50- assist. cantiere: - data emiss. : 10/03/2009

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

Limi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-143

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Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978)

Torbe edArgille organiche

Limi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

3,0 3,0 3,0

4,0 4,0 4,0

5,0 5,0 5,0

6,0 6,0 6,0

7,0 7,0 7,0

8,0 8,0 8,0

9,0 9,0 9,0

10,0 10,0 10,0

5 15 30 60 120 200

AO

Att

At

Am

Ac

Acc

ASL

SAL

Ss

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1TABELLA PARAMETRI GEOTECNICI 3.010496-143

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 9 13 2//// 1,85 0,07 0,45 60,0 77 115 38 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 14 21 2//// 1,85 0,11 0,64 55,7 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 12 15 2//// 1,85 0,15 0,57 34,0 97 146 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,00 16 15 2//// 1,85 0,19 0,70 32,9 118 177 52 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,20 17 21 2//// 1,85 0,22 0,72 27,5 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,40 18 15 2//// 1,85 0,26 0,75 23,7 128 191 56 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,60 16 13 2//// 1,85 0,30 0,70 18,3 118 177 52 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 14 11 2//// 1,85 0,33 0,64 14,1 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,00 12 13 2//// 1,85 0,37 0,57 10,8 97 146 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,20 12 13 2//// 1,85 0,41 0,57 9,6 98 147 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,40 9 15 2//// 1,85 0,44 0,45 6,4 115 173 38 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,60 10 17 2//// 1,85 0,48 0,50 6,6 123 185 40 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,80 12 18 2//// 1,85 0,52 0,57 7,1 129 194 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,00 8 10 2//// 1,85 0,55 0,40 4,2 155 232 35 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,20 12 13 2//// 1,85 0,59 0,57 6,0 157 235 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,40 13 19 2//// 1,85 0,63 0,60 6,0 167 250 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,60 12 15 2//// 1,85 0,67 0,57 5,2 183 274 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,80 400 120 3:::: 1,85 0,70 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 44 40 0,258 667 1000 1200

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2TABELLA PARAMETRI GEOTECNICI 3.010496-143

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 7 21 2//// 1,85 0,07 0,35 43,8 59 89 32 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 13 28 2//// 1,85 0,11 0,60 52,2 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 20 25 4/:/: 1,85 0,15 0,80 51,7 136 204 60 63 37 39 41 43 38 27 0,140 33 50 601,00 21 15 4/:/: 1,85 0,19 0,82 40,6 140 210 63 60 36 38 41 43 38 27 0,129 35 53 631,20 25 15 4/:/: 1,85 0,22 0,91 36,6 155 232 75 61 37 39 41 43 38 28 0,133 42 63 751,40 22 13 4/:/: 1,85 0,26 0,85 27,6 144 216 66 53 35 38 40 42 36 28 0,111 37 55 661,60 11 14 2//// 1,85 0,30 0,54 13,2 91 137 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 17 21 2//// 1,85 0,33 0,72 16,6 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,00 15 14 2//// 1,85 0,37 0,67 13,1 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,20 17 15 2//// 1,85 0,41 0,72 12,9 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,40 17 14 2//// 1,85 0,44 0,72 11,6 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,60 21 35 3:::: 1,85 0,48 -- -- -- -- -- 36 33 36 38 41 32 27 0,071 35 53 632,80 16 13 2//// 1,85 0,52 0,70 9,1 123 184 52 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,00 24 30 4/:/: 1,85 0,55 0,89 11,3 151 227 72 37 33 36 38 41 32 28 0,074 40 60 723,20 400 120 3:::: 1,85 0,59 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 45 40 0,258 667 1000 1200

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PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3TABELLA PARAMETRI GEOTECNICI 3.010496-143

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 14 17 2//// 1,85 0,07 0,64 92,5 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 19 22 2//// 1,85 0,11 0,78 71,3 132 198 58 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 21 15 4/:/: 1,85 0,15 0,82 53,7 140 210 63 65 37 39 41 43 39 27 0,144 35 53 631,00 13 10 2//// 1,85 0,19 0,60 27,6 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,20 17 12 2//// 1,85 0,22 0,72 27,5 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,40 15 22 2//// 1,85 0,26 0,67 20,5 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,60 18 12 2//// 1,85 0,30 0,75 20,1 128 191 56 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 29 21 4/:/: 1,85 0,33 0,98 24,3 167 251 87 56 36 38 40 43 36 29 0,120 48 73 872,00 29 21 4/:/: 1,85 0,37 0,98 21,3 167 251 87 54 36 38 40 42 36 29 0,114 48 73 872,20 20 9 4/:/: 1,85 0,41 0,80 14,6 136 204 60 39 33 36 38 41 33 27 0,077 33 50 602,40 25 14 4/:/: 1,85 0,44 0,91 15,4 155 232 75 44 34 37 39 42 34 28 0,090 42 63 752,60 400 120 3:::: 1,85 0,48 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 45 40 0,258 667 1000 1200

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 11 13 2//// 1,85 0,07 0,54 74,7 91 137 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 15 14 2//// 1,85 0,11 0,67 59,0 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 13 12 2//// 1,85 0,15 0,60 36,5 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,00 13 13 2//// 1,85 0,19 0,60 27,6 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,20 15 12 2//// 1,85 0,22 0,67 24,8 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,40 15 10 2//// 1,85 0,26 0,67 20,5 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,60 17 14 2//// 1,85 0,30 0,72 19,2 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 19 22 2//// 1,85 0,33 0,78 18,1 132 198 58 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,00 18 21 2//// 1,85 0,37 0,75 15,2 128 191 56 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,20 16 11 2//// 1,85 0,41 0,70 12,3 118 177 52 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,40 17 15 2//// 1,85 0,44 0,72 11,6 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,60 18 15 2//// 1,85 0,48 0,75 10,9 128 191 56 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,80 18 15 2//// 1,85 0,52 0,75 10,0 128 191 56 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,00 20 15 4/:/: 1,85 0,55 0,80 9,9 136 204 60 31 32 35 38 40 31 27 0,060 33 50 603,20 21 16 4/:/: 1,85 0,59 0,82 9,5 142 213 63 31 32 35 38 40 31 27 0,060 35 53 633,40 13 16 2//// 1,85 0,63 0,60 6,0 167 250 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,60 13 22 2//// 1,85 0,67 0,60 5,6 180 270 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,80 14 19 2//// 1,85 0,70 0,64 5,5 190 285 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --4,00 400 120 3:::: 1,85 0,74 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 44 40 0,258 667 1000 1200

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 7 21 2//// 1,85 0,07 0,35 43,8 59 89 32 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 11 21 2//// 1,85 0,11 0,54 45,0 91 137 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 13 15 2//// 1,85 0,15 0,60 36,5 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,00 13 13 2//// 1,85 0,19 0,60 27,6 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,20 15 14 2//// 1,85 0,22 0,67 24,8 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,40 12 13 2//// 1,85 0,26 0,57 16,9 97 146 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,60 14 13 2//// 1,85 0,30 0,64 16,3 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 14 13 2//// 1,85 0,33 0,64 14,1 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,00 15 16 2//// 1,85 0,37 0,67 13,1 113 170 50 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,20 12 13 2//// 1,85 0,41 0,57 9,6 98 147 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,40 11 15 2//// 1,85 0,44 0,54 8,0 107 160 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,60 14 23 2//// 1,85 0,48 0,64 8,9 114 171 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,80 13 24 2//// 1,85 0,52 0,60 7,6 126 189 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,00 13 13 2//// 1,85 0,55 0,60 7,0 139 209 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,20 14 16 2//// 1,85 0,59 0,64 6,9 150 224 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,40 12 16 2//// 1,85 0,63 0,57 5,6 170 255 45 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,60 11 16 2//// 1,85 0,67 0,54 4,8 185 277 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,80 11 18 2//// 1,85 0,70 0,54 4,5 196 294 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --4,00 400 120 3:::: 1,85 0,74 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 44 40 0,258 667 1000 1200

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NATURA COESIVA NATURA GRANULARE

Prof. Rp Rp/Rl Natura Y' p'vo Cu OCR Eu50 Eu25 Mo Dr ø1s ø2s ø3s ø4s ødm ømy Amax/g E'50 E'25 Mom kg/cm² (-) Litol. t/m³ kg/cm² kg/cm² (-) kg/cm² kg/cm² % (°) (°) (°) (°) (°) (°) (-) kg/cm² kg/cm²

0,20 -- -- ??? 1,85 0,04 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,40 7 12 1*** 1,85 0,07 0,35 43,8 14 21 11 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,60 11 18 2//// 1,85 0,11 0,54 45,0 91 137 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --0,80 8 10 2//// 1,85 0,15 0,40 21,8 68 102 35 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,00 11 18 2//// 1,85 0,19 0,54 23,8 91 137 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,20 13 18 2//// 1,85 0,22 0,60 22,0 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,40 14 16 2//// 1,85 0,26 0,64 19,3 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,60 13 14 2//// 1,85 0,30 0,60 15,3 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --1,80 14 13 2//// 1,85 0,33 0,64 14,1 108 162 48 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,00 17 16 2//// 1,85 0,37 0,72 14,5 123 184 54 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,20 13 15 2//// 1,85 0,41 0,60 10,3 103 154 47 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,40 9 9 2//// 1,85 0,44 0,45 6,4 115 173 38 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,60 10 12 2//// 1,85 0,48 0,50 6,6 123 185 40 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --2,80 11 18 2//// 1,85 0,52 0,54 6,6 133 200 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,00 11 16 2//// 1,85 0,55 0,54 6,0 147 220 42 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --3,20 400 120 3:::: 1,85 0,59 -- -- -- -- -- 100 42 43 45 46 45 40 0,258 667 1000 1200

www.geostudiparma.it e-mail: [email protected]

SCPT 1

Ditta esecutrice: Geostudi S.r.l.

Loc. Parma capoluogo - Sub-Ambito 08.S1

Committente: Impresa Edil C S.r.l.

Data: 10/03/2009

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

3,9

4,5

5,1

5,7

6,3

Pro

fon

dit

à (

metr

i)

N colpi (avanzamento 30 cm)

SCPT 3

Ditta esecutrice: Geostudi S.r.l.

Loc. Parma capoluogo - Sub-Ambito 08.S1

Committente: Impresa Edil C S.r.l.

Data: 10/03/2009

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

2,4

3

3,6

4,2

4,8

5,4

Pro

fon

dit

à (

metr

i)

N colpi (avanzamento 30 cm)

SCPT 4

Ditta esecutrice: Geostudi S.r.l.

Loc. Parma capoluogo - Sub-Ambito 08.S1

Committente: Impresa Edil C S.r.l.

Data: 10/03/2009

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

3,3

3,9

4,5

5,1

Pro

fon

dit

à (

metr

i)

N colpi (avanzamento 30 cm)

SCPT 6

Ditta esecutrice: Geostudi S.r.l.

Loc. Parma capoluogo - Sub-Ambito 08.S1

Committente: Impresa Edil C S.r.l.

Data: 10/03/2009

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

3,9

4,5

5,1

5,7

6,3

6,9

Pro

fon

dit

à (

metr

i)

N colpi (avanzamento 30 cm)

Impresa Edil C S.r.l. AGT 06/09

Relazione geologico – sismica a supporto del Sub-Ambito 08.S1 – Parma capoluogo (PR) GEOSTUDI S.r.l.

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ALLEGATO n°2

Prospezione sismica con metodo “MASW”

• Elaborato relativo alla prospezione sismica con metodo “MASW”

COMMITTENTE:

Spessore Vel

da a m m/sec

Strato1 0,00 1,00 1,00 132

Strato2 1,00 3,48 2,48 212

Strato3 3,48 7,69 4,21 366

Strato4 7,69 19,51 11,82 699

Strato5 19,51 30,00 10,49 540

N° geofoni a 4,5Hz 24

Spaziatura geofoni 1,5 m

Lunghezza base 34,5 m

Energizzazione 10 m

Vs30 = 447 m/sec

PROFILO STRATIGRAFICO "B"

(in ottemperanza All.2 Ord. 3274 2003)

Definizione Azione Sismica di progetto

Prospezione Sismica di superficie

Dir. Lavori: Dr.Geol. Lorenzo Neri

Data: Marzo 2009

Nome File: MW_Sub_Ambito 08_S1

Strumentazione:PASI SG 24

Risultati elaborazione

Caratteristiche Indagine

Profondità

Metodologia MASW

Profilo velocità/profondità

Località: Parma Centro

Cantiere: Sub-Ambito 08.S1

Impresa EDIL C S.r.l.

0

2

4

6

8

10

12

14

16

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22

24

26

28

30

0 200 400 600 800

Velocità (m/s)

Pro

fondità (

m)

Impresa Edil C S.r.l. AGT 06/09

Relazione geologico – sismica a supporto del Sub-Ambito 08.S1 – Parma capoluogo (PR) GEOSTUDI S.r.l.

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ALLEGATO n°3

Prospezione geoelettrica con metodo tomografico

• Tavv. 1, 2 – Elaborati relativi alla prospezione geoelettrica con metodo tomografico