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>> 0 >> 1 >> 2 >> 3 >> 4 >> Montaggio classico Questo montaggio ha un obiettivo in prevalenza drammatico e viene detto «invisibile» perché principalmente consiste nel legare le inquadrature del film senza che lo spettatore se ne renda conto. Un pubblico che vede un film non facendo caso al montaggio delle scene e alle scelte autoriali si situa così una visione immersiva: si proietta automaticamente cioè nella vicenda raccontata e si immedesima più facilmente con i personaggi.

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Montaggio classico Questo montaggio ha un obiettivo in

prevalenza drammatico e viene detto

«invisibile» perché principalmente

consiste nel legare le inquadrature

del film senza che lo spettatore se ne

renda conto. Un pubblico che vede un

film non facendo caso al montaggio

delle scene e alle scelte autoriali si

situa così una visione immersiva: si

proietta automaticamente cioè nella

vicenda raccontata e si immedesima

più facilmente con i personaggi.

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Le singole scene vengono articolate secondo forme che

indirizzano lo spettatore nell’armonizzazione del racconto, nel

cogliere il senso di ciò che accade sullo schermo, nel

percepire lo spazio e il tempo dell’azione. La durata di una

scena – determinata spesso dalla sceneggiatura e dalla

lunghezza dei dialoghi - può tuttavia essere allungata, con

l’inserimento di dettagli, inquadrature secondarie, punti di vista

alternativi, ecc.

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Le singole scene sono unite l’una all’altra da raccordi sempre

più perfezionati che permettono di passare da un punto

all’altro in modo lineare e senza sbalzi, rendendo invisibili gli

stacchi di montaggio.

Raccordi

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Raccordi

Raccordo sullo sguardo: dall’inquadratura di un personaggio

che guarda in una direzione si passa a mostrare l’oggetto

dello sguardo. In questo caso il montaggio si percepisce ancor

meno perché la regia «asseconda» il desiderio dello

spettatore di guardare ciò che il personaggio guarda.

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Raccordi

Raccordo sul movimento: il personaggio inizia un’azione

(spesso diretta verso fuori campo o zone nascoste) in una

inquadratura e la conclude in quella successiva. Anche qui il

montaggio incontra il desiderio dello spettatore di seguire

l’azione e perciò il taglio non si percepisce.

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Raccordi

Raccordo sull’asse: tra le due (o più) inquadrature si mantiene

lo stesso asse tra soggetto inquadrato e macchina da presa,

mentre cambia la distanza.

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Raccordi

Raccordo sonoro: un forte suono fuoricampo può fungere da

«pretesto» per uno stacco di montaggio difficilmente

percepibile. Viceversa una musica o una voce a cavallo di due

diverse inquadrature funge da «collante», legandole tra loro.

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Lo spazio in cui la scena si svolge viene in generale mostrato

attraverso l’alternanza di campi e controcampi, in modo da

offrire una visione ampia dell’ambiente.

Heat - La sfida (Michael Mann,

1995). Il primo incontro fra Neil

McCauley/Robert De Niro e il

Tenente Vincent Hanna/Al Pacino.

Il controcampo

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Montaggio alternato

Il montaggio «alternato» è utilizzato per dare l’impressione che

due azioni si stiano svolgendo nello stesso istante in due

luoghi differenti: consiste nell’alternare le inquadrature girate

separatamente nei due ambienti; mentre il montaggio

«parallelo», inventato da Griffith per il film Intolerance, è usato

quando si accostano due eventi non necessariamente

contemporanei per mostrarne somiglianze o differenze.

L'altro uomo (Strangers on a Train), Alfred Hitchcock 1951.

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Piano sequenza

Il montaggio può anche essere preventivamente realizzato «in

macchina», non tagliando la pellicola ma fermando la ripresa

per riprenderla in un secondo tempo; si può anche girare

un piano sequenza, raccontando tutta una scena, anche divisa

in più ambienti, senza mai interrompere la ripresa.

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Esiste poi un montaggio, detto talvolta «proibito», che articola

elementi e fasi della scena all’interno dell’inquadratura,

utilizzando la profondità di campo e i movimenti di macchina.

Le relazioni fra gli elementi non sono costruite unendo diverse

inquadrature ma sfruttando la spazialità stessa della scena.

Montaggio interno

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Montaggio interno

Nella scena in cui Kane scopre il tentativo di suicidio di Susan,

la dinamica della vicenda è racchiusa in una sola inquadratura.

Un montaggio normale «scorporerebbe» un primo piano con il

bicchiere e la bottiglietta, la donna riversa in campo medio e

l’ingresso di Kane e del suo maggiordomo in campo lungo,

mentre qui tutte le relazioni fra gli elementi della scena sono

risolte grazie all’utilizzo di un’ampia profondità di campo.

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Flash-back

I salti temporali, all’indietro (flash-back) o in avanti (flash-

forward) previsti dalla sceneggiatura possono essere realizzati

in vari modi, anche con trucchi come dissolvenze e sfocature,

che fanno capire allo spettatore che si sta per visualizzare un

ricordo, una premonizione, qualcosa che comunque deraglia

dalla linearità cronologica dell’azione.

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Ellissi

Nel cinema classico hollywoodiano, teso a una narrazione

essenziale, i tempi morti vengono rimossi grazie a una miriade

di «ellissi», piccoli tagli che frammentano l’azione e la rendono

veloce senza nuocere alla sua fluidità o alla comprensione

degli eventi. Si mostra ad esempio l’inizio di un gesto (un tizio

che gira la maniglia di una porta) e si stacca per mostrarlo già

compiuto (il personaggio, già entrato, che chiude la porta).