rci_2009_002_norme h2o potabile

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62 riscaldamento climatizzazione idronica RCI n.1/2009 Le nuove norme per l’acqua potabile Un’analisi delle nuove norme relative agli impianti di alimentazione e distribuzione dell’acqua potabile. Nell’agosto 2008 sono state pubblicate dall’UNI due norme relative agli impian- ti per l’acqua potabile: la UNI EN 806 (“Specifiche relative agli impianti all’in- terno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano - Parti 1, 2, 3”) e la nuova versione del- la UNI 9182 (“Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e calda. Criteri di progettazione, collaudo e ge- stione”). La pubblicazione di quest’ultima è un fatto “storico”, poiché sono passati ol- tre vent’anni dalla prima e - fino a ieri - unica versione (1987): un’attesa ecce- zionalmente lunga se consideriamo quali e quanti cambiamenti tecnici e normativi sono accaduti nel frattempo in campo impiantistico. Tale intervallo è facilmente spiegabile: a livello nazionale non è pos- sibile emanare nuove norme o aggior- nare quelle esistenti quando siano allo studio norme europee sul medesimo ar- gomento. Ebbene, proprio l’anno dopo la pubblicazione della UNI 9182, il CEN (Comitato Europeo di Normazione) costi- tuì un Comitato Tecnico con il compito di produrre una norma europea (EN) sugli impianti idrici. Risultato: la norma italia- na venne di fatto “congelata”, in attesa della norma europea che la sostituisse. Non solo: una volta pubblicate le nor- me dal CEN, l’UNI non poteva ritirare la di Marco Crespi NORMATIVA RT S IDRONICA

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RCI n.1/2009

Le nuove norme per l’acqua potabile

Un’analisi delle nuove norme relative agli impianti di alimentazione e distribuzione

dell’acqua potabile.

Nell’agosto 2008 sono state pubblicate

dall’UNI due norme relative agli impian-

ti per l’acqua potabile: la UNI EN 806

(“Specifiche relative agli impianti all’in-

terno di edifici per il convogliamento

di acque destinate al consumo umano

- Parti 1, 2, 3”) e la nuova versione del-

la UNI 9182 (“Impianti di alimentazione

e distribuzione d’acqua fredda e calda.

Criteri di progettazione, collaudo e ge-

stione”).

La pubblicazione di quest’ultima è un

fatto “storico”, poiché sono passati ol-

tre vent’anni dalla prima e - fino a ieri

- unica versione (1987): un’attesa ecce-

zionalmente lunga se consideriamo quali

e quanti cambiamenti tecnici e normativi

sono accaduti nel frattempo in campo

impiantistico. Tale intervallo è facilmente

spiegabile: a livello nazionale non è pos-

sibile emanare nuove norme o aggior-

nare quelle esistenti quando siano allo

studio norme europee sul medesimo ar-

gomento. Ebbene, proprio l’anno dopo

la pubblicazione della UNI 9182, il CEN

(Comitato Europeo di Normazione) costi-

tuì un Comitato Tecnico con il compito di

produrre una norma europea (EN) sugli

impianti idrici. Risultato: la norma italia-

na venne di fatto “congelata”, in attesa

della norma europea che la sostituisse.

Non solo: una volta pubblicate le nor-

me dal CEN, l’UNI non poteva ritirare la

di Marco Crespi

NORMATIVA

RTS IDRONICA

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versione italiana senza creare un vuoto

normativo: infatti quest’ultima toccava

aspetti non coperti dalle EN 806. Allora

è stato deciso di mantenere in vita la

UNI 9182, eliminando le sovrapposizio-

ni con la norma europea e di pubblicare

contemporaneamente le parti approvate

della EN 806.

UNI EN 806 - Generalità

La norma UNI EN 806 “specifica i requi-

siti e fornisce raccomandazioni sulla pro-

gettazione, sull’installazione, sulla modi-

fica, sulle prove, sulla manutenzione e

sul funzionamento di impianti per acqua

potabile all’interno degli edifici”. La par-

te 1 è incentrata sui termini, le definizio-

ni e simboli grafici; inoltre vengono indi-

cate le competenze e le mansioni per la

progettazione, la costruzione e il funzio-

namento dell’impianto. Sia l’installatore

che il progettista devono essere compe-

tenti: il primo deve avere “esperienza,

qualifiche, conoscenza dei regolamenti

e dei requisiti di sicurezza” (punto 4.1),

al secondo viene assegnato “il lavoro di

costruzione, modifica e manutenzione”

dell’impianto (punto 4.2).

UNI EN 806 - Progettazione

La seconda parte è incentrata sui criteri

da seguire per progettare un impianto

avente durata utile di 50 anni (punto

3.4.2): vengono presi in considerazione

materiali, componenti e apparecchiature,

esaminando le condizioni che possono

influenzarne le prestazioni.

Il progettista deve osservare criteri che

vanno dal risparmio energetico alla pro-

tezione della salute, dalla accessibilità

dell’impianto al corretto approvvigiona-

mento ad ogni uscita.

Temperatura e pressione

Una particolare attenzione è posta alla

temperatura e alla pressione. I compo-

nenti devono essere in grado di resistere

all’acqua a 95°C in condizioni di guasto

(punto 3.4.2); ora, sappiamo che i ma-

teriali reagiscono al calore in maniera di-

versa: mentre non ci sono problemi per

i metalli - che, anzi, sono indicati come

una tra le precauzioni in caso di altissime

temperature (punto 10.1) - le tubazioni

in plastica hanno una vita utile variabile

in funzione della temperatura (prospet-

to 2). La norma fissa le temperature di

esercizio (punto 3.6): dopo 30 secondi

dall’apertura del rubinetto, la temperatu-

ra dell’acqua fredda non dovrebbe supe-

rare i 25°C mentre quella dell’acqua cal-

da non dovrebbe (si noti l’uso dei verbi

al condizionale) essere minore ai 60 °C:

sono valori dettati dalla necessità di con-

tenere le proliferazioni batteriche. Solo

successivamente viene ricordato il dove-

re di minimizzare i rischi di scottature: la

regolazione della temperatura in strutture

come ospedali, case di riposo, scuole, ecc.

andrebbe effettuata con valvole termosta-

tiche con limitatori di temperatura: la tem-

peratura massima consigliata è 43 °C, che

può scendere a 38 °C in particolari casi.

Materiali

Introdotte le generalità sulla temperatura

dell’acqua, la norma passa ad elencare i

materiali accettabili per il sistema idrico

(allegato A, non esaustivo).

Il rame e le sue leghe sono impiegabili

per i tubi, ma anche per raccordi, valvo-

le e rubinetti, curve e altri elementi pre-

fabbricati. Si avverte di non usare ottoni

soggetti a dezincificazione quando c’è

un rischio di questo tipo (ma le norme

di prodotto prevedono leghe resistenti,

specificatamente studiate e marcate).

Tra i tubi e i raccordi in materiale ferroso

vengono citati la ghisa malleabile, l’ac-

ciaio zincato, l’acciaio inossidabile e la

ghisa sferoidale. Le plastiche vengono di-

vise per i sistemi per acqua fredda e quel-

li per acqua fredda e calda: nel secondo

gruppo troviamo il PE-X, il polibutilene, i

polipropileni, il PVC-C e i tubi multistrato.

Per la scelta del materiale da utilizzare

nell’impianto (punto 5.1), bisogna tenere

conto dei seguenti fattori:

– l’effetto sulla qualità dell’acqua;

– vibrazioni e sollecitazioni;

– pressione dell’acqua;

– temperatura interna ed esterna;

– corrosione interna ed esterna;

– compatibilità tra i materiali;

– invecchiamento, fatica, durabilità e altri

fattori meccanici;

– permeazione.

I sistemi di giunzione permessi per cia-

scun materiale sono indicati nei prospetti

3, 4 e 5. Il rame è quello che ha il mag-

gior numero di sistemi (nove) a conferma

della sua versatilità. Volendo stilare una

ipotetica classifica delle giunzioni, l’ac-

ciaio inossidabile vanta 8 tecniche, men-

tre gli altri arrivano a 5 o 6.

Le tubazioni

Ogni tubazione che fornisce un locale o

un’utenza deve poter essere chiusa con

una valvola d’arresto senza interrompe-

re l’approvvigionamento agli altri locali;

bisogna prevedere anche intercettazioni

per ogni piano e per ogni singolo appar-

tamento (punto 7.1).

La norma prevede che le tubazioni non

siano incassate in pareti o pavimenti pie-

ni, né all’interno o al di sotto del piano

terra dell’edificio, a meno che non possa-

no essere facilmente rimosse o che siano

installate in manicotti, condotti, involu-

cri, o in altri casi ancora previsti da re-

golamenti nazionali. Non possono essere

neppure installate nei condotti di venti-

lazione, passaggio fumi, pozzi domestici

per rifiuti o vani ascensori (punto 7.2).

Inoltre, nel caso che i tubi dell’acqua cal-

da e fredda siano posti l’uno sopra l’al-

tro, bisogna collocare quello dell’acqua

calda sopra: oltre ad evitare un indeside-

rato riscaldamento dell’acqua fredda, si

evita che quest’ultima raggiunga le tem-

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RCI n.1/2009

perature critiche alle quali si sviluppa il

batterio della legionella.

Si noti che in tutta la parte 2 gli aspet-

ti progettuali per contrastare la prolifera-

zione della legionella non sono neppure

accennati; ci si limita a richiamare le ap-

plicazioni di regolamenti nazionali o locali.

Bisogna però aggiungere che il CEN sta

elaborando un documento tecnico da as-

sociare alla EN 806, riguardante proprio le

strategie anti-legionella.

Un altro elemento da sottolineare è la rac-

comandazione di installare tutte le tuba-

zioni a vista, o anche in cassetta (punto

7.3); questo rientra nella “filosofia” gene-

rale della norma, che prevede la massima

accessibilità possibile per facilitare even-

tuali interventi di manutenzione. Bisogna

dire che nel nord Europa c’è una maggiore

tradizione sulle tubazioni a vista, contra-

riamente alle nostre latitudini dove invece

si tende a “nascondere” l’impianto sotto-

traccia. Le tubazioni metalliche interrate

devono essere dotate - quando richiesto

da regolamenti o norme nazionali - di

giunti dielettrici da posizionare vicino alla

valvola di arresto dell’edificio (punto 8.4).

Le tubazioni devono essere protette anche

dal gelo, evitando la posa in zone ester-

ne o parti della casa non riscaldate; se ciò

non fosse possibile, bisogna provvedere al

loro isolamento, in conformità alle disposi-

zioni nazionali (punto 14.1.6).

L’isolamento deve essere applicato anche

per le tubazioni dell’acqua fredda, che

non devono ricevere guadagni termici in-

desiderati (punto 14.2).

UNI EN 806 - Dimensionamento

La parte 3 descrive il metodo di calco-

lo semplificato per dimensionare gli im-

pianti “normalizzati”. Un impianto è

normalizzato quando, tra le altre cose,

ha portate di prelievo inferiori a quelle

mostrate nella tabella 1 e non prevede

un impiego continuo di acqua sopra i 15

minuti (punto 4.2).

Il metodo definisce le “unità di carico”

(1 unità di carico equivale ad una portata

di 0,1 l/s) e si può applicare alla maggior

parte degli edifici; il progettista è libero

di utilizzare altri metodi approvati a livel-

lo nazionale, come la più dettagliata UNI

9182, già vista in precedenza. Il metodo

della UNI EN 806-3 è valido per il circuito

dell’acqua calda e fredda, ma non per il

ricircolo.

UNI EN 806 – Pubblicazioni future

In futuro verranno pubblicate anche le

parti 4 (“Installazione”) e 5 (“Operazioni

e manutenzione”). La pubblicazione del-

la parte 4 è prevista per la seconda metà

del 2009, mentre la parte 5 è ancora al-

l’esame del TC.

La parte 4 è piuttosto lunga e prende in

esame i materiali, le giunzioni, i fissaggi,

le connessioni tra i diversi elementi del-

l’impianto e altri aspetti generali dell’in-

stallazione.

La parte 5 fissa le procedure di controllo,

ispezione e manutenzione.

UNI 9182

Com’è prevedibile, la nuova UNI 9182 con-

tiene numerosi rimandi alle UNI EN 806 per

quello che concerne la composizione del-

l’impianto, le pressioni e le temperature

di esercizio, la distribuzione, i materiali e

gli accessori.

Le parti più importanti sono quelle che

riguardano la messa in funzione, la pu-

lizia e la disinfezione (punto 24), i cri-

teri di gestione e manutenzione (punto

25) e il collaudo (punto 26). Sono ri-

portate anche indicazioni sull’installa-

zione e sui criteri di posa - tipo localiz-

zazioni e attraversamenti - delle tuba-

zioni (punto 19).

Dal punto di vista del dimensionamento,

la UNI 9182 è “superiore” alla corrispon-

dente UNI EN 806-3: infatti contiene un

metodo più dettagliato per le reti dell’ac-

qua calda e fredda (che per questa ra-

gione, come stabilito dalla stessa norma

europea, non è stato eliminato dall’edi-

zione 2008); inoltre indica anche quando

prevedere e come dimensionare le reti di

ricircolo.

Concludono la norma 14 appendici, che

trattano di allacciamenti, fabbisogni me-

di di acqua calda, tipologia di reti di di-

stribuzione, dimensionamento e distanza

tra i sanitari, ecc.

Conclusioni

La UNI 9182 del 2008 e la UNI EN 806

sono entrambe valide e non hanno nes-

suna sovrapposizione.

La norma “guida” è l’europea, e per gli

aspetti non trattati da questa si deve fare

ricorso a quella nazionale.

Tab. 1 - Portate di prelievo QA, portate minime ai punti di prelievo Q

min e unità di carico per punti di prelievo

secondo UNI EN 806.

Punti di prelievo Q

A

l/s

Qmin

l/sUnità di carico

Lavello, Lavabo, bidè, cassetta WC 0,1 0,1 1

Lavello cucina, lavatrice domestica. Lavastoviglie, lavabo, doccetta 0,2 0,15 2

Orinatoio 0,3 0,15 3

Vasca da bagno domestica 0,4 0,3 4

Rubinetti giardino/garage 0,5 0,4 5

Lavello cucina non domestica DN20, vasca da bagno non domestica 0,8 0,8 8

Scarico DN20 1,5 1,0 15

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