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Rassegna stampa 19/11/2014 Mercoledì, 19/11/2014 il 19/11/2014 alle 08:13:33 Pagina 1/30

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Page 1: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Rassegna stampa 19/11/2014Mercoledì, 19/11/2014

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Indice

Dedagroup piazza minibond da 5 milioni (MilanoFinanza - 19/11/2014 - Itas) ........................................................... 3Federazione Raiffeisen Arriva il fondo salute (Corriere dell'Alto Adige - 19/11/2014 - Assicurazioni) .................... 4Inchiesta Fonsai, il mistero del «papello» Nagel: richieste illecite dai Ligresti (Corriere della Sera -19/11/2014 - Assicurazioni) ............................................................................................................................................. 5Popolare Vicenza sottoscrìve e sale al 15% di Cattolica (Il Giornale di Vicenza - 19/11/2014 - Assicurazioni)............................................................................................................................................................................................ 7Sanità, 30 miliardi di sprechi (Italia Oggi - 19/11/2014 - Assicurazioni) ...................................................................... 9Greco riprova a stupire la City (MilanoFinanza - 19/11/2014 - Assicurazioni) ......................................................... 12Confindustria: «Autostrade, avanti con la holding unica» (Corriere del Veneto ed. Padova - 19/11/2014 -Partner) ........................................................................................................................................................................... 14Santander spitzt auf Carige (Dolomiten - 19/11/2014 - Partner) ................................................................................ 16Mandadori (+16%) traina il comparto dell'editoria (Il Giornale - 19/11/2014 - Partner) ............................................ 18Una riforma attesa dai mercati, adesso la verifica dei «dettagli» (Il Sole 24 ore - 19/11/2014 - Partner) ............... 19Dbrs: debito pubblico sostenibile, ma banche legate a rischio paese (Il Sole 24 ore - 19/11/2014 - Partner) ...... 20Ohrwürmer der Klassik (In Südtirol - 19/11/2014 - Partner) ....................................................................................... 22Mittel cede Fashion Group e dimezza l'indebitamento (L'Adige - 19/11/2014 - Partner) ......................................... 23Vola l'editoria, crescono Buzzi, Yoox e Tod's (La Repubblica - 19/11/2014 - Partner) ............................................ 24Die "Älteste" ist 160 (Wiku - 19/11/2014 - Partner) ...................................................................................................... 25Gerhard Brandstätter* (Wiku - 19/11/2014 - Partner) .................................................................................................. 27Martignacco è diventato un fortino inespugnabile (Il Messaggero Veneto - 19/11/2014 - Itas Sport) ................... 29

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Data: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas

Dedagroup piazza minibond da 5 milioniDedagroup Ict Network, gruppo trentino specializzato nella produzione di software per le banche, la tesoreria e il cashmanagement, la pubblica amministrazione e il settore moda, ha emesso un minibond da 5 milioni di euro con scadenzaquinquennale che è stato sottoscritto dal fondo Euregio Minibond, gestito da pensplan Invest sgre da MediocreditoTrentino Alto Adige. Nell'operazione la società è stata assistita da Mittel Advisor Debt And Grant, mentre pensplan sgr èstata assistita su fronte legale dallo studio Galante e Associati e sul fronte finanziario da Prader Bank. Dedagroup ha unfatturato di circa 200 milioni di euro, è composto da 14 aziende e conta oltre 1.600 dipendenti in 25 sedi operative inItalia e all'estero. Dedagroup Ict Network è controllata, attraverso Sequenza spa, da Lillo spa e appartiene al gruppoindustriale Podini-Lillo di Bolzano con un fatturato consolidato che nel 2014 supererà i 2 miliardi di euro. L'intervento inDedagroup rappresenta la nona sottoscrizione di Euregio Minibond. (riproduzione riservata)

atuano e Giuseppe Recchi

la società, concretizzando così

be di accelerare molto il piano

gati al cloud

vrebbe

di Stefania Peveraro

Dedagroup Ict Network, gruppo trentino specializzato nella produzione di software per le banche, la tesoreria e il cash

management, la pubblica amministrazione e il settore moda, ha emesso un minibond da 5 milioni di euro con scadenza quin-quennale che è stato sottoscritto dal fondo Euregio Minibond, gestito da PensPlan Invest sgre da Mediocredito Trentino Alto Adige. Nell’operazione la società è stata assistita da Mittel Ad-visor Debt And Grant, mentre PensPlan sgr è stata assistita su fronte legale dallo studio Galante e Associati e sul fronte finan-ziario da Prader Bank. Dedagroup ha un fatturato di circa 200 milioni di euro, è composto da 14 aziende e conta oltre 1.600 dipendenti in 25 sedi operative in Italia e all’estero. Dedagroup Ict Network è controllata, attraverso Sequenza spa, da Lillo spa e appartiene al gruppo industriale Podini-Lillo di Bolzano con un fatturato consolidato che nel 2014 supererà i 2 miliardi di euro. L’intervento in Dedagroup rappresenta la nona sottoscrizione di Euregio Minibond. (riproduzione riservata)

Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

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Data: 19/11/2014 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 15 | Categoria: Assicurazioni

WELFARE

Federazione Raiffeisen Arriva il fondo saluteBOLZANO II sistema sanitario pubblico è costretto a operare forti tagli e sempre più prestazioni devono essere pagate ditasca propria. La Federazione cooperative Raiffeisen, in collaborazione con Mutual Help, ha sviluppato un fondosanitario locale, chiamato Fondo Salute Raiffeisen, che integra le prestazioni pubbliche. Sarà presentato mercoledì 26.

BOLZANO Il sistema sanitario pubblico è costretto a operare forti tagli e sempre più prestazioni devono essere pagate di tasca propria. La Federazione cooperative Raiffeisen, in collaborazione con Mutual Help, ha sviluppato un fondo sanitario locale, chiamato Fondo Salute Raiffeisen, che integra le prestazioni pubbliche. Sarà presentato mercoledì 26.

WELFARE

Federazione Raiffeisen

Arriva il fondo salute

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Data: 19/11/2014 | Fonte: Corriere della Sera | Pagina: 39 | Autore: di Luigi Ferrarella | Categoria: Assicurazioni

I verbali

Inchiesta Fonsai, il mistero del «papello» Nagel: richiesteillecite dai LigrestiLe intercettazioni con Consob e le date dei pareri dell'avvocato Rossello

MILANO Il capo delle relazioni ist ituz iona l i d i Med iobanca , Stefano Vincenzi, intercettato (non come indagato macome persona di interesse investigativo) per 4 mesi nel 2013/2014. E il segretario del patto di sindacato di Mediobanca,avvocato Cristina Rossello, in imbarazzo il 24 luglio 2012 su una nota che p r ima consegna a l pm con data 18 maggio2012, ma poi finisce per rettificare d'aver in realtà scritto solo il 19 luglio all'esito della sua prima chiamata in Procuracome teste. S o n o l e d u e n o v i t à c h e emergono dagli atti depositati venerdì a conclusione dell'inchiesta nellaquale il pm milanese Luigi Orsi contesta a Salvatore L igrest i e a l l 'amm in istratore delegato di Mediobanca, AlbertoNagel, l'ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob per non aver divulgato l'esistenza il 17 maggio2012 del «papello»: l'elenco - rivelato da Jonella Ligresti e da lei indirettamente documentato reg istrando d i nascosto il19 luglio 2012 una provocata conversazione proprio con la custode (Rossello) di quel foglio - delle richieste dibuonuscita, poi mai esaudite da Mediobanca, alle quali la famiglia Ligresti vincolava il proprio farsi da parte in vista dellafusione Unipol-Fonsai. Vincenzi - si intuisce ora dagli atti - era stato indirettamente «ascoltato» nel giugno 20 12 quando ,ne l l ' inch ie s ta sulla presunta corruzione dell 'isvap di Giancarlo Giannini da parte di Ligresti, conversava conl'intercettato vicedirettore generale isvap, Flavia Mazzarella, in termini apparsi agli inquirenti di «eccesso di confidenza einformalità», da «plenipotenziario di Mediobanca» sulla sorte di Fondiaria. Così il pm il 3 dicembre 2013 chiede al gip diintercettarlo perché «il mercato sa che Mediobanca è attore della vicenda Fondiaria, essendone grande creditore», ma«non sa con quali modalità relazionali Mediobanca coltivi i suoi interessi nella vicenda». Questa motivazione, però, allaprova dei fatti non trova riscontri, perché Vincenzi parla con chi è normale nel suo incarico, tanto che le interce t t a z ioni de l suo ce l lu l a re vengono staccate a marzo 2014, senza che Vincenzi sia indagato o che per le sue telefonate altrilo siano. E di tutte le sue conversaz ion i , la Procura fa trascrivere soltanto alcune telefonate in cui scambiaappuntamenti di persona o su telefono fisso con un dirigente Consob nella divisione emittenti, Angelo Apponi. In tinteinvece quasi shakespeariane il 24 luglio 2012 l'avvocato Rossello (che è anche una dei divorzisti di Silvio Berluscon i) dip inge a l pm Ors i , dopo essere stata sciolta dall'invocato segreto professionale, la riunione cruciale sul «papello» del17 maggio 2012 con Nagel, Ligresti padre e figlia. Da un lato vede «Ligresti quasi spaventato, quasi in balia dellasituazione» (Nagel aggiungerà poi che temette addirittura si volesse suicidare), «sembrava un leone ferito, disse che lasua preoccupazione era salvare i suoi figli e che questo Mediobanca glielo doveva, disse che era stato in prigioneall'epoca di Tangentopo li e non aveva fatto il nome di alcuno». Dall'altro lato vede «Nagel in imbarazzo, sembravadispiaciuto per la condizione in cui si trovava l'ingegnere», ma «disse, sia pure in modo rispettoso e non arrogante, che lerichieste condensate da Ligresti» nel foglio «gli sembravano illecite e non fattibili, e che tuttavia si s a rebb e a s sun to l 'imp e gno morale di verificare se e quali delle clausole potessero essere oggetto di accordo», pur precisando «chedovevano essere indirizzate a Cimbri (Unipol, ndr) e agli altri soggetti coinvolti nel salvataggio» (Unicredit, ndr). Al che«l'ingegnere mi si rivolse dicendo, tre volte, "mi basta"». E «a quel punto conclude la custode del papello per conto sia diLigresti sia di Nagel - fui incaricata di verificare cosa si potesse salvare di quelle richieste». Niente di niente, si rispondeRossello. E al pm spiega perciò di aver l'indomani 18 maggio «redatto e indirizzato a Nagel un appunto che produco», nelquale rilevava che le richieste dei Ligresti «non erano accoglibili»: i 45 milioni di euro per il 30% di Premafin perché laquota non e r a a l lo s t a to d i spon ib i le , i 700.000 euro l'anno a testa per 5 anni perché c 'erano contestazioni suqueste buonuscite, altre clausole perché esulavano da Mediobanca e riguardavano se mai altri. Ma quando il pm incalzala teste su come e quando avesse scritto la nota a Nagel, la legale vacilla. Prima rettifica che l'appunto non fu maiconsegnato a Nagel ma «credo di avergli dato informazione orale, leggendogli appunti cheavevo preso a suo tempo» . Po i amme t te che questa nota consegnata il 24 luglio 2012 alpm e asseritamente datata 18 maggio «non è stata da me digitata il 18 magg io ma recentemen te , dopo che Lei mi ha sentito lo scorso 19 lug l io» (5 g io rn i p r ima ) , quando «horicopiato appunti che avevo già preso e comunicato a Nagel» ma che ora «non ho più, li hostrappati». [email protected]

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Page 6: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Corriere della Sera | Pagina: 39 | Autore: di Luigi Ferrarella | Categoria: Assicurazioni

I verbali

di Luigi Ferrarella

Inchiesta Fonsai, il mistero del «papello»Nagel: richieste illecite dai LigrestiLe intercettazioni con Consob e le date dei pareri dell’avvocato Rossello

MILANO Il capo delle relazioniistituzionali di Mediobanca,Stefano Vincenzi, intercettato(non come indagato ma comepersona di interesse investiga-tivo) per 4 mesi nel 2013/2014.E il segretario del patto di sin-dacato di Mediobanca, avvoca-to Cristina Rossello, in imba-razzo il 24 luglio 2012 su unanota che prima consegna alpm con data 18 maggio 2012,ma poi finisce per rettificared’aver in realtà scritto solo il 19luglio all’esito della sua primachiamata in Procura come te-ste.

Sono le due novità cheemergono dagli atti depositativenerdì a conclusione dell’in-chiesta nella quale il pm mila-nese Luigi Orsi contesta a Sal-vatore Ligresti e all’ammini-stratore delegato di Medioban-ca, Alberto Nagel, l’ipotesi direato di ostacolo alle funzionidi vigilanza della Consob pernon aver divulgato l’esistenza il17 maggio 2012 del «papello»:l’elenco — rivelato da JonellaLigresti e da lei indirettamentedocumentato registrando dinascosto il 19 luglio 2012 unaprovocata conversazione pro-prio con la custode (Rossello)di quel foglio — delle richiestedi buonuscita, poi mai esaudi-te da Mediobanca, alle quali la

famiglia Ligresti vincolava ilproprio farsi da parte in vistadella fusione Unipol-Fonsai.

Vincenzi — si intuisce oradagli atti — era stato indiretta-mente «ascoltato» nel giugno2012 quando, nell’inchiesta sulla presunta corruzione del-l’Isvap di Giancarlo Gianninida parte di Ligresti, conversavacon l’intercettato vicedirettore generale Isvap, Flavia Mazza-rella, in termini apparsi agli in-quirenti di «eccesso di confi-denza e informalità», da «ple-nipotenziario di Mediobanca»sulla sorte di Fondiaria. Così ilpm il 3 dicembre 2013 chiedeal gip di intercettarlo perché«il mercato sa che Mediobanca

è attore della vicenda Fondia-ria, essendone grande credito-re», ma «non sa con quali mo-dalità relazionali Mediobancacoltivi i suoi interessi nella vi-cenda». Questa motivazione,però, alla prova dei fatti nontrova riscontri, perché Vincen-zi parla con chi è normale nelsuo incarico, tanto che le inter-cettazioni del suo cellularevengono staccate a marzo 2014,senza che Vincenzi sia indaga-to o che per le sue telefonatealtri lo siano. E di tutte le sueconversazioni, la Procura fatrascrivere soltanto alcune te-lefonate in cui scambia appun-tamenti di persona o su telefo-no fisso con un dirigente Con-

sob nella divisione emittenti,Angelo Apponi.

In tinte invece quasi shake-speariane il 24 luglio 2012 l’av-vocato Rossello (che è ancheuna dei divorzisti di Silvio Ber-lusconi) dipinge al pm Orsi,dopo essere stata sciolta dal-l’invocato segreto professiona-le, la riunione cruciale sul «pa-pello» del 17 maggio 2012 conNagel, Ligresti padre e figlia.Da un lato vede «Ligresti quasispaventato, quasi in balia dellasituazione» (Nagel aggiungeràpoi che temette addirittura sivolesse suicidare), «sembravaun leone ferito, disse che la suapreoccupazione era salvare isuoi figli e che questo Medio-

banca glielo doveva, disse cheera stato in prigione all’epocadi Tangentopoli e non avevafatto il nome di alcuno». Dal-l’altro lato vede «Nagel in im-barazzo, sembrava dispiaciutoper la condizione in cui si tro-vava l’ingegnere», ma «disse,sia pure in modo rispettoso enon arrogante, che le richiestecondensate da Ligresti» nel fo-glio «gli sembravano illecite enon fattibili, e che tuttavia sisarebbe assunto l’impegnomorale di verificare se e qualidelle clausole potessero essereoggetto di accordo», pur preci-sando «che dovevano essereindirizzate a Cimbri (Unipol,ndr) e agli altri soggetti coin-

volti nel salvataggio» (Unicre-dit, ndr). Al che «l’ingegneremi si rivolse dicendo, tre volte,“mi basta”». E «a quel punto —conclude la custode del papel-lo per conto sia di Ligresti siadi Nagel — fui incaricata di ve-rificare cosa si potesse salvaredi quelle richieste». Niente diniente, si risponde Rossello. Eal pm spiega perciò di aver l’in-domani 18 maggio «redatto eindirizzato a Nagel un appuntoche produco», nel quale rileva-va che le richieste dei Ligresti«non erano accoglibili»: i 45milioni di euro per il 30% diPremafin perché la quota nonera allo stato disponibile, i700.000 euro l’anno a testa per5 anni perché c’erano contesta-zioni su queste buonuscite, al-tre clausole perché esulavanoda Mediobanca e riguardavanose mai altri.

Ma quando il pm incalza lateste su come e quando avessescritto la nota a Nagel, la legalevacilla. Prima rettifica che l’ap-punto non fu mai consegnato aNagel ma «credo di avergli da-to informazione orale, leggen-dogli appunti che avevo presoa suo tempo». Poi ammetteche questa nota consegnata il24 luglio 2012 al pm e asserita-mente datata 18 maggio «non èstata da me digitata il 18 mag-gio ma recentemente, dopoche Lei mi ha sentito lo scorso19 luglio» (5 giorni prima),quando «ho ricopiato appuntiche avevo già preso e comuni-cato a Nagel» ma che ora «nonho più, li ho strappati».

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La compagnia

Air France-Klm:diluiremola quota AlitaliaAir France-Klm intende diluire la partecipazione in Alitalia, dopo che Etihad ha ottenuto il via libera di Bruxelles all’acquisto del 49% della compagnia.

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Page 7: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Giornale di Vicenza | Pagina: 8 | Categoria: Assicurazioni

ACCORDO RINNOVATO. Un'operazione da 75,6 milioni per la banca

Popolare Vicenza sottoscrìve e sale al 15% di CattolicaIeri il sì del Cda vicentino all'aumento di capitale Zonin: «Ci consolidiamo come primi azionisti»Bedoni: «È una partnership che aiuta l'economia»

«All'unanimità il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha deciso di sottoscrivere l'aumento dicapitale promosso dalla Cattolica Assicurazioni». Sorrisi e una stretta di mano che parla più delle parole: il presidenteGianni Zonin esce a metà pomeriggio per qualche minuto dalla seduta del Cda della BpVi, affiancato dal presidente della"Cattolica" Paolo Bedoni giunto in via Battaglione Framarin di persona con il dg Flavio Piva, per «dare una buona notizia»che spazza via i dubbi emersi sulla stampa negli ultimi giorni: la BpVi quindi eserciterà tutto il suo diritto di opzione nellamaxi-operazione di amento di capitale da 500 milioni di euro deciso dalla compagnia veronese. Un'operazione da 75,6milioni (corrisponde a circa 17,8 milioni di azioni su un totale di oltre 117,5 milioni) con cui la BpVi si andrà probabilmentead attestare al 15,07% del capitale di Cattolica, con un balzo deciso rispetto a qualche tempo la quando era al 12,4%.«La nostra partecipazione all'aumento - spiega Zonin - consolida la Banca Popolare di Vicenza come primo azionista diuna delle più importanti compagnie assicurative italiane e conferma ulteriormente la rilevanza strategica della partnershipgià avviata nel 2007». «È il rafforzamento di una partnership - aggiunge Bedoni - che è di fatto l'unica vera alleanza sulterritorio tra due grandi istituzioni popolari che svolgono assieme un'attività di business e soprattutto di supportoall'economia reale e al nostro sistema produttivo». I PIANI INDUSTRIALI. Come noto la Cattolica è azionista di BpVi conlo 0,93% del capitale (ha a sua volta sottoscritto l'ultimo aumento della banca vicentina), ed è concretizzata con lapartecipazione del vicedirettore Andrea Piazzetta di BpVi nel cda di Cattolica. Ma l'alleanza e la nuova sottoscrizione dicapitale, specifica il dg Sorato di BpVi, implica anche un rafforzamento della partnership tra banca e compagnia«soprattutto per l'accordo distributivo dei prodotti assicurativi attraverso la rete della Popolare di Vicenza, ma anchecon un'importante collaborazione da parte degli agenti della rete della compagnia assicurativa, che possono promuoverei nostri prodotti bancari. I clienti di entrambi non possono che trarre benefici da questo ulteriore rafforzamento dicollaborazione». La Cattolica, aggiunge il dg Piva, è impegnata in un piano industriale di espansione che riguarda anche«un rilevante investimento in tecnologie informatiche e digitalizzazione, e in questo settore la BpVi con la sua società Secservizi ha già compiuto rilevanti passi avanti nella tecnologia per cui contiamo di sviluppare una collaborazione che ciaiuti a portare il livello di innovazione dei servizi assicurativi allo stesso livello già raggiunto da quelli bancari». SEGNO DISALUTE. Per BpVi, che è uscita dagli esami Bce con un riconoscimento di 5-600 milioni di capitale disponibile (escluso ilcosiddetto "scenario super-awerso", che dà comunque risultato positivo), è un altro segnale della determinazione acontinuare nella linea di erogazione di risorse a sostegno del sistema economico. «Abbiamo aumentato del 9% gliimpieghi, e in quelle aree dove siamo più presenti come Veneto e Friuli stanno emergendo maggiori segnali di ripresa»,sottolinea Sorato. «In pratica: là dove abbiamo aiutato di più, si sente e si vede», sintetizza Zonin. E per Cattolica «con latrimestrale che ha chiuso molto bene a settembre - conclude Bedoni - abbiamo numeri in grado di convincere tutti». -

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Page 8: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Giornale di Vicenza | Pagina: 8 | Categoria: Assicurazioni

15,07%LAQUOTA DI CAPITALECUIGIUNGERÀ LABPVI

Popolaredi Vicenzafino apocotempo faeraal12,4%,poiè salitaa giàal14,92%e orainveste inCattolicaaltri 75,6milioni

Lacifra

ACCORDO RINNOVATO.Un’operazioneda 75,6milioni perlabanca

PopolareVicenzasottoscriveesaleal15%diCattolica

«Puntiamoarinforzarelacollaborazionetralenostreretiavantaggiodeirispettiviclienti»

Piero Erle

«All’unanimità il consiglio diamministrazione della BancaPopolare di Vicenza ha decisodi sottoscrivere l’aumento dicapitalepromossodallaCatto-lica Assicurazioni». Sorrisi euna stretta di mano che parlapiù delle parole: il presidenteGianni Zonin esce a metà po-meriggio per qualche minutodalla seduta del Cda della

BpVi, affiancato dal presiden-tedella“Cattolica”PaoloBedo-ni giunto in via BattaglioneFramarin di persona con il dgFlavioPiva,per«dareunabuo-na notizia» che spazza via idubbi emersi sulla stampane-gli ultimi giorni: la BpVi quin-dieserciterà tutto il suodirittodi opzione nella maxi-opera-zionedi amento di capitale da500milionidi eurodecisodal-la compagnia veronese. Un’o-perazioneda75,6milioni (cor-rispondeacirca17,8milionidiazioni su un totale di oltre117,5milioni) concui laBpVisiandrà probabilmente ad atte-stare al 15,07% del capitale diCattolica, con un balzo decisorispetto a qualche tempo faquando era al 12,4%. «La no-strapartecipazioneall’aumen-to - spiegaZonin - consolida laBancaPopolare di Vicenza co-

meprimoazionistadiunadel-le più importanti compagnieassicurative italiane e confer-ma ulteriormente la rilevanzastrategica della partnershipgiàavviatanel2007».«Èilraf-forzamento di una partner-ship - aggiunge Bedoni - che èdi fatto l’unica vera alleanzasul territorio tra due grandiistituzionipopolarichesvolgo-no assiemeun’attività di busi-ness e soprattuttodi supportoall’economia reale e al nostrosistemaproduttivo».

I PIANI INDUSTRIALI. Come no-to la Cattolica è azionista diBpVi con lo 0,93%del capitale(haasuavoltasottoscrittol’ul-timo aumento della banca vi-centina), ed è concretizzatacon lapartecipazionedel vice-direttore Andrea Piazzetta diBpVi nel cda di Cattolica. Ma

l’alleanza e la nuova sottoscri-zione di capitale, specifica ildg Sorato di BpVi, implica an-che un rafforzamento dellapartnership tra banca e com-pagnia «soprattutto per l’ac-cordo distributivo dei prodot-ti assicurativi attraverso la re-te della Popolare di Vicenza,

ma anche con un’importantecollaborazione da parte degliagenti della rete della compa-gniaassicurativa, chepossonopromuovere i nostri prodottibancari. I clienti di entrambinonpossonochetrarrebenefi-cidaquestoulteriore rafforza-mento di collaborazione». LaCattolica, aggiunge il dg Piva,è impegnata inunpiano indu-striale di espansione che ri-guardaanche«unrilevantein-vestimentointecnologieinfor-matiche e digitalizzazione, einquestosettore laBpViconlasua società Sec servizi ha giàcompiutorilevantipassi avan-ti nella tecnologia per cui con-tiamodi sviluppare una colla-borazione che ci aiuti a porta-re il livello di innovazione deiservizi assicurativi allo stessolivello già raggiunto da quellibancari».

SEGNO DI SALUTE. Per BpVi,che è uscita dagli esami Bcecon un riconoscimento di5-600 milioni di capitale di-sponibile (escluso il cosiddet-to “scenario super-avverso”,chedàcomunquerisultatopo-sitivo), è unaltro segnaledelladeterminazione a continuarenella linea di erogazione di ri-sorse a sostegno del sistemaeconomico.«Abbiamoaumen-tato del 9% gli impieghi, e inquelleareedovesiamopiùpre-senti come Veneto e Friulistanno emergendo maggiorisegnali di ripresa», sottolineaSorato.«Inpratica: làdoveab-biamoaiutatodipiù, si senteesi vede», sintetizza Zonin. Eper Cattolica «con la trime-strale che ha chiusomolto be-ne a settembre - conclude Be-doni - abbiamonumeri in gra-dodi convincere tutti».•

Strettadi manotra ipresidente Zonin eBedoni, affiancatidaidg Soratoe Piva. COLORFOTO ARTIGIANA

IeriilsìdelCdavicentinoall’aumentodicapitaleZonin:«Ciconsolidiamocomeprimiazionisti»Bedoni:«Èunapartnershipcheaiutal’economia»

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 2 Cat. A/2 cl. 4 vani 5 RE 400,25 via Achille Papa,

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 3 Cat. A/2 cl. 4 vani 5,5 RE 440,28 via Achille

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 2 Cat. A/2 cl. 4 vani 5 RE 400,25 via Achille Papa,

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 3 Cat. A/2 cl. 4 vani 5,5 RE 440,28 via Achille

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 2 Cat. A/2 cl. 4 vani 5 RE 400,25 via Achille Papa,

• Foglio 60 ex m.n. 121 sub. 3 Cat. A/2 cl. 4 vani 5,5 RE 440,28 via Achille

• Foglio 60 m.n. 363 sub 7 Cat. A/2 cl. 4 vani 6 RE 480,30 Via Achille Papa

• Foglio 60 m.n. 363 sub 14 Cat. A/2 cl. 3 vani 0,5 RE 33,37 Via Achille Papa

• Foglio 60 m.n. 542 sub. 4 Cat. C/1 cl. 2 cons. 19 mq RE 254, 15 via

• Foglio 60 m.n. 542 sub. 5 Cat. A/3 cl. 1 vani 2,5 RE 111,04 via

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Page 9: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Italia Oggi | Pagina: 11 | Categoria: Assicurazioni

La cifra è stata fornita dal ministro Beatrice Lorenzin in un convegno a Ferrara

Sanità, 30 miliardi di sprechiE non solo i 3-4 mld che ha promesso di tosare Renzi

Il ministro lascia tutti di stucco. La platea è qualificata, formata prevalentemente da operatori della sanità. Del resto,anche se lei è a Ferrara per sostenere il candidato governatore alla Regione del Ncd (si voterà domenica 23 novembre)il convegno che le è stato cucito addosso riguarda il futuro del servizio sanitario. E Beatrice Lorenzin candidamenteammette: «Ci sono 30 miliardi di sprechi nella sanità». Se lo dice il ministro.... Che poi aggiunge: «sì, gli sprechi ci sono,inutile nasconderlo, ma con i costi standard ormai a regime possiamo risparmiare». Il pubblico è incredulo. Il ministro hascoperto che si possono risparmiare 30 miliardi, altro che i 4 miliardi tosati da Matteo Renzi alle Regioni che hanno fattoinviperire i governatori, minacciando di bloccare proprio le prestazioni sanitarie. D'altra parte un esempio di spreco èillustrato proprio da un Comitato civico, che chiede al ministro di inviare i suoi ispettori ministeriali: «Hanno speso 13milioni di euro per ricostruire l'ospedale San Camillo, a Comacchio - dice il portavoce- ma appena pronto lo hanno chiusoaffermando che non serviva più: lo presidiamo da un anno e un mese». Un documento con ottomila firme è statoconsegnato al ministro, che ha messo anche questo tassello nel puzzle degli sprechi in sanità. Il convegno è in una salablasonata, San Girolamo dei Gesuati, e a chi sostiene che la sanità pubblica arretra sotto i colpi dei tagli, il ministroribatte: «la Corte dei conti ha stimato in 3-4 miliardi il risparmio dai costi standard a regime, con la telemedicina el'elettronica ci sarebbero altri 7 miliardi di risparmi diretti e 7 indiretti, e ancora 5 miliardi con un ricorso più razionale airicoveri e con le cure sul territorio, poi le prescrizioni diagnostiche, il contrasto all'evasione dai ticket, l'educazionepreventiva». Il conto finale è, per la Lorenzin, appunto di una trentina di miliardi. «Visto che siamo in Italia - dice - miaccontenterei anche di un risparmio di dieci miliardi in cinque anni. Per risparmiare serve da subito la digitalizzazionedella sanità, centrali uniche d'acquisto, appropriatezza delle prestazioni e quant'altro. Bisogna poi far pagare il ticketanche a quelle persone che prenotano gli esami e poi non si presentano, perché queste non sono rimpiazzabili edallungano le liste d'attesa». Aggiunge: «Occorre chiudere le falle organizzative anche perché negli anni la logica dei taglilineari é stata una scusa utilizzata dalle Regioni per non riformare il processo. Se qualcuno mi chiedesse se 112 miliardidi euro della spesa sanitaria sono adeguati, risponderei sì in questo momento. E non sono troppi, sono quello cheabbiamo e dobbiamo preservarli. Se però mi chiedessero se sono spesi bene, risponderei di no. L'impiego delle risorsenon è efficiente: la sanità è come un enorme acquedotto pieno di buchi». Rimane senza risposta la domanda: più cheparlare di sprechi e salire in cattedra non sarebbe meglio mettere in atto provvedimenti concreti in modo da voltaredavvero pagina? Non basta aprire il cahier de doleances come fa il ministro Ncd parlando del servizio sanitarionazionale: «Il nostro ssn gode di buona salute, il punto è se continuerà a farlo nel futuro, sapendo che la popolazioneitaliana sta invecchiando senza che questa si ricambi e quindi il problema della sostenibilità del welfare si porrà moltopresto in un Paese come il nostro che prevede un accesso universalistico alle cure». Bisogna agire. E il ministro ha unsussulto di renzismo: «Il momento delle scelte è adesso poiché la crisi comporta un abbassamento della spesa. In Italiaspendiamo il 6.9% del pil per la sanità, a differenza di Francia, Germania e Regno Unito dove si arriva anche fino al10%. Per contenere la spesa però sono serviti tagli lineari, blocchi dei turnover in alcuni casi anche da dieci anni ecommissariamenti in mezza Italia. Abbiamo tenuto, ma questa si chiama emergenza, e non può quindi essere unasoluzione ordinaria». Parlano gli esperti del settore. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe:«Oltre il 25% degli sprechi in sanità è conseguenza della prescrizione/erogazione di interventi sanitari inefficaci einappropriati perché il ssn preferisce introdurre continuamente sul mercato trattamenti di efficacia non provata piuttostoche investire in ricerca comparativa indipendente, generando conoscenze utili a ridurre gli sprechi. Per iniziarebasterebbe l'1% del fondo sanitario nazionale». L'ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che la spesa sanitaria tra il2003 e il 2013 è cresciuta del 32,7%. Un ritmo doppio rispetto all'aumento del Pil nel medesimo periodo, pari al 16,3%.Nello stesso periodo le Regioni che hanno aumentato maggiormente la loro spesa sanitariasono quelle del Nord. A guidare la classifica: il Friuli-Venezia Giulia, (+49,6%) e la ProvinciaAutonoma di Trento (+ 47,8%). Nella zona alta della classifica compaiono anche Lombardia(+46,9%), Emilia-Romagna (+44,7%) e Toscana (+42,6%). Queste ultime, sono le regioniche, secondo il ministero, hanno la sanità migliore d'Italia, insieme al Veneto. Aumenticonsiderevoli sono comunque avvenuti anche nel Sud: Sicilia +31,2%, Calabria + 31,1,Campania +26,8, Abruzzo +20.9. Da notare che i ticket coprono appena l'1,3% di una spesasanitaria fuori controllo, tanto che incominciano a farsi sentire le voci di chi vorrebbe limitareil potere delle Regioni, accentrando in tutto o in parte il ssn.: "la spesa è esplosa proprio conil trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni - dice Beatrice Lorenzin -trasferimento a cui non è corrisposto un aumento dell'efficienza e sono cresciute le disparitàesistenti tra le varie parti d'Italia, innescando un meccanismo perverso». Ancora più esplicitaè la senatrice Linda Lanzillotta, vice-presidente del Senato, di Scelta Civica: «Su 200 miliardi

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di spese totali delle Regioni - spiega - 112 vanno alla Sanità, 72,5 sono destinati ad altre politiche (in particolareIstruzione, Formazione, Assistenza sociale, Trasporti, Territorio) e 12,5 sono assorbiti da spese di amministrazione.Escludendo la sanità, dunque, il costo del funzionamento degli apparati burocratici è di circa il 17% della spesa gestita.Si impone, dunque, un ripensamento sul numero, sul ruolo e sul costo delle Regioni in una prospettiva di consolidamentodei conti pubblici e di inevitabile riduzione della spesa». Il sistema sanitario nazionale conta 643.169 dipendenti, l'1,1%della popolazione italiana, il 2,7% della popolazione attiva. È tra i primi datori di lavoro del Paese. Prima che affondi saràmeglio guardarci dentro. © Riproduzione riservata

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Data: 19/11/2014 | Fonte: Italia Oggi | Pagina: 11 | Categoria: Assicurazioni

La cifra è stata fornita dal ministro Beatrice Lorenzin in un convegno a Ferrara

Sanità, 30 miliardi di sprechiE non solo i 3-4 mld che ha promesso di tosare Renzi

DI GIORGIO PONZIANO

Il ministro lascia tutti di stucco. La platea è qualifi-cata, formata prevalente-mente da operatori della

sanità. Del resto, anche se lei è a Ferrara per sostenere il can-didato governatore alla Regio-ne del Ncd (si voterà domenica 23 novembre) il convegno che le è stato cucito addosso riguarda il futuro del servizio sanitario. E Beatrice Lorenzin candi-damente ammette: «Ci sono 30 miliardi di sprechi nella sanità». Se lo dice il mini-stro…. Che poi aggiunge: «sì, gli sprechi ci sono, inutile nasconderlo, ma con i costi standard or-mai a regime possiamo ri-sparmiare».

Il pubblico è incredulo. Il ministro ha scoperto che si possono rispar-miare 30 miliardi, altro che i 4 miliardi tosati da Matteo Renzi alle Regioni che hanno fatto inviperire i governatori, minacciando di bloccare proprio le prestazioni sanitarie. D’altra parte un esempio di spreco è il-lustrato proprio da un Comitato civico, che chiede al ministro di inviare i suoi ispettori ministe-riali: «Hanno speso 13 milioni di euro per ricostruire l’ospedale San Camillo, a Comacchio - dice il portavoce- ma appena pronto lo hanno chiuso affermando che non serviva più: lo presidiamo da un anno e un mese». Un documento con ottomila fi rme è stato consegnato al ministro, che ha messo anche questo tas-sello nel puzzle degli sprechi in sanità.

Il convegno è in una sala blasonata, San Girolamo dei Gesuati, e a chi sostiene che la

sanità pubblica arretra sotto i colpi dei tagli, il ministro ribat-te: «la Corte dei conti ha stimato in 3-4 miliardi il risparmio dai costi standard a regime, con la telemedicina e l’elettronica ci sarebbero altri 7 miliardi di risparmi diretti e 7 indiretti, e ancora 5 miliardi con un ricorso più razionale ai ricoveri e con le cure sul territorio, poi le prescri-zioni diagnostiche, il contrasto all’evasione dai ticket, l’educa-zione preventiva».

Il conto finale è, per la Lo-renzin, ap-punto di una trentina di miliardi. «Vi-sto che siamo in Italia - dice - mi acconten-terei anche di un risparmio di dieci mi-liardi in cin-que anni. Per risparmiare serve da su-bito la digita-

lizzazione della sanità, centrali uniche d’acquisto, appropriatez-za delle prestazioni e quant’al-tro. Bisogna poi far pagare il ti-cket anche a quelle persone che prenotano gli esami e poi non si presentano, perché queste non sono rimpiazzabili ed allungano le liste d’attesa».

Aggiunge: «Occorre chiudere le falle organizzative anche perché negli anni la logica dei tagli lineari é stata una scusa utilizzata dalle Regioni per non riformare il processo. Se qualcu-no mi chiedesse se 112 miliardi di euro della spesa sanitaria sono adeguati, risponderei sì in questo momento. E non sono troppi, sono quello che abbiamo e dobbiamo preservarli. Se però mi chiedessero se sono spesi bene, risponderei di no. L’impie-go delle risorse non è effi ciente: la sanità è come un enorme ac-quedotto pieno di buchi».

Rimane senza risposta

la domanda: più che parlare di sprechi e salire in cattedra non sarebbe meglio mettere in atto provvedimenti concreti in modo da voltare davvero pagi-na? Non basta aprire il cahier de doleances come fa il ministro Ncd parlando del servizio sani-tario nazionale: «Il nostro ssn gode di buona salute, il punto è se continuerà a farlo nel futu-ro, sapendo che la popolazione italiana sta invecchiando senza che questa si ricambi e quindi il problema della sostenibilità del welfare si porrà molto presto in un Paese come il nostro che pre-vede un accesso universalistico alle cure».

Bisogna agire. E il mini-stro ha un sussulto di renzi-smo: «Il momento delle scelte è adesso poiché la crisi comporta un abbassamento della spesa. In Italia spendiamo il 6.9% del pil per la sanità, a differenza di Francia, Germania e Regno Unito dove si arriva anche fi no al 10%. Per contenere la spesa però sono serviti tagli lineari, blocchi dei turnover in alcuni casi anche da dieci anni e com-missariamenti in mezza Italia.

Abbiamo tenuto, ma questa si chiama emergenza, e non può quindi essere una soluzione ordinaria». Parlano gli esper-ti del settore. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe: «Oltre il 25% degli sprechi in sanità è conseguenza della prescrizione/

erogazione di interventi sanitari ineffi caci e inappropriati perché il ssn preferisce introdurre con-tinuamente sul mercato tratta-menti di effi cacia non provata piuttosto che investire in ricer-

ca comparativa indipendente, generando conoscenze utili a ridurre gli sprechi. Per iniziare basterebbe l’1% del fondo sani-tario nazionale».

L’uffi cio studi di Confartigia-nato ha calcolato che la spesa sanitaria tra il 2003 e il 2013 è cresciuta del 32,7%. Un ritmo doppio rispetto all’aumento del Pil nel medesimo periodo, pari al 16,3%. Nello stesso periodo le Regioni che hanno aumenta-to maggiormente la loro spesa sanitaria sono quelle del Nord. A guidare la classifi ca: il Friuli-Venezia Giulia, (+49,6%) e la Provincia Autonoma di Trento (+ 47,8%). Nella zona alta del-la classifi ca compaiono anche Lombardia (+46,9%), Emilia-Romagna (+44,7%) e Toscana (+42,6%). Queste ultime, sono le regioni che, secondo il ministero, hanno la sanità migliore d’Ita-lia, insieme al Veneto. Aumenti considerevoli sono comunque avvenuti anche nel Sud: Sicilia +31,2%, Calabria + 31,1, Cam-pania +26,8, Abruzzo +20.9.

Da notare che i ticket co-prono appena l’1,3% di una spesa sanitaria fuori controllo, tanto che incominciano a farsi sentire le voci di chi vorrebbe limitare il potere delle Regioni,

accentrando in tutto o in par-te il ssn.: “la spesa è esplosa proprio con il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni - dice Beatrice Lorenzin - trasferimento a cui non è corrisposto un aumento dell’effi cienza e sono cresciute le disparità esistenti tra le va-rie parti d’Italia, innescando un meccanismo perverso».

Ancora più esplicita è la se-natrice Linda Lanzillotta, vice-presidente del Senato, di Scelta Civica: «Su 200 miliardi di spese totali delle Regioni – spiega – 112 vanno alla Sani-tà, 72,5 sono destinati ad altre politiche (in particolare Istru-zione, Formazione, Assistenza sociale, Trasporti, Territorio) e 12,5 sono assorbiti da spese di amministrazione. Escludendo la sanità, dunque, il costo del

funzionamento degli appara-ti burocratici è di circa il 17% della spesa gestita. Si impone, dunque, un ripensamento sul numero, sul ruolo e sul costo delle Regioni in una prospettiva di consolidamento dei conti pub-blici e di inevitabile riduzione della spesa».

Il sistema sanitario nazio-nale conta 643.169 dipendenti, l’1,1% della popolazione italia-na, il 2,7% della popolazione attiva. È tra i primi datori di lavoro del Paese. Prima che affondi sarà meglio guardarci dentro.

Twitter: @gponziano© Riproduzione riservata

Per risparmiare bisogna digitalizzare la sanità, attivare le

centrali uniche di acquisto e far pa-gare il ticket a quelle

persone che prenotano gli esami e poi non si

presentano: allungano le liste di attesa

Se mi chiedessero se i 112 miliardi

di spesa sanitaria sono adeguati, si domanda il ministro, direi di sì. Ma se mi chiedessero anche se questi capi-tali sono spesi bene,

risponderei con sicurezza di no

La spesa sanitaria è esplosa con il trasferi-mento delle competen-ze dallo Stato. Lidia

Lanzillotta calcola che per far funzionare le Regioni serve il 17% del budget. Ecco per-ché vanno accorpate

La Confartigiano ha calcolato che in un

decennio (2003-2013) la spesa sanitaria è

aumentata del 32,7%, cioè più del doppio dell’aumento del pil nello stesso periodo che infatti è stato

del 16,3%

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Page 12: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 19 | Categoria: Assicurazioni

generali oggi l'investor day a londra con il top management della compagnia

Greco riprova a stupire la CitySi attendono novità sul dividendo mentre prende il via l'alleanza con Discovery nelle polizzesanitarie

Ci sarà tutta la prima linea dei manager all'Investor Day che Generali terrà oggi a Londra. Oltre al ceo Mario Greco, apresentare i nuovi obiettivi del gruppo assicurativo triestino ci saranno il cfo Alberto Minali, il ceo di Generali ItaliaPhilippe Donnet, quello della Germania Dietmar Meister e il numero uno della Francia Eric Lombard. Presente ancheLuciano Cirinà, ex numero uno di Generali Vienna e da marzo 2013 capo di Generali Ppf Holding, società che raccoglietutte le partecipate del gruppo nell'Est Europa. Gran parte degli obiettivi triennali che Greco aveva indicato al mercatodue anni fa è stata già raggiunta o è ormai a portata di mano. Come nel caso dell'obiettivo 2015 per solvency 1, conGenerali che aveva promesso di superare nel triennio il 160%, soglia già raggiunta a settembre scorso. Anche l'obiettivodi un Roe superiore al 13% è ormai vicino, considerando che a fine novembre era aumentato di 80 punti base rispetto adicembre 2013, toccando quota 12,1%. Stesso discorso per il maxi-piano di cessioni di asset non core, proseguito apasso spedito con la dismissione dell'israeliana Migdal, delle attività riassicurative in Usa, delle minority in Messico, diFata (passata a Cattolica), del 12% di Banca Generali e di Bsi, per un totale di 3,7 miliardi. Il mercato ha gradito talioperazioni: gli operatori esteri dal 2012 a oggi hanno aumentato il peso passando dal 26,6 al 37,11% del capitale. Oggiintanto il mercato attende chiarimenti sulla nuova politica dei dividendi, dopo che il gruppo ha annunciato di esserepronto a superare la soglia del 40%, senza dare indicazioni più precise. Ieri infine è stata siglata una partnership con lacompagnia sudafricana Discovery per il lancio di un nuovo modello assicurativo nel settore delle polizze sanitarie, cheincoraggia e premia gli utenti che seguono uno stile di vita sano. Si tratta di un modello che ha avuto successo non soloin Sudafrica, ma anche nel Regno Unito o negli Stati Uniti e ora Generali sarà il tramite per lo sbarco di questo modelloanche nel resto d'Europa. Si parte da Germania, Francia e Austria e poi ovviamente toccherà all'Italia. (riproduzioneriservata)

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Page 13: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 19 | Categoria: Assicurazioni

di Anna Messia

Ci sarà tutta la prima linea dei manager all’Investor Day che Generali terrà oggi a Londra. Oltre al

ceo Mario Greco, a presentare i nuovi obiettivi del gruppo as-sicurativo triestino ci saranno il cfo Alberto Minali, il ceo di Generali Italia Philippe Don-net, quello della Germania Dietmar Meister e il numero uno della Francia Eric Lom-bard. Presente anche Lucia-no Cirinà, ex numero uno di Generali Vienna e da marzo 2013 capo di Generali Ppf Holding, socie-tà che raccoglie tutte le parteci-pate del gruppo nell’Est Euro-pa. Gran parte degli obiettivi triennali che Greco aveva indicato al mer-cato due anni fa è stata già raggiunta o è ormai a portata di mano. Come nel caso dell’obiet-tivo 2015 per Solvency 1, con Generali che aveva promesso di superare nel triennio il 160%, soglia già raggiunta a settembre scorso. Anche l’obiettivo di un Roe superiore al 13% è ormai vicino, considerando che a fine novembre era aumentato di 80 punti base rispetto a dicembre 2013, toccando quota 12,1%. Stesso discorso per il maxi-pia-no di cessioni di asset non core, proseguito a passo spedito con la dismissione dell’israeliana Mig-dal, delle attività riassicurative in Usa, delle minority in Messico,

di Fata (passata a Cattolica), del 12% di Banca Generali e di Bsi, per un totale di 3,7 miliardi. Il mercato ha gradito tali operazio-ni: gli operatori esteri dal 2012 a oggi hanno aumentato il peso passando dal 26,6 al 37,11% del capitale. Oggi intanto il mercato attende chiarimenti sulla nuova

politica dei di-videndi, dopo che il gruppo ha annunciato di essere pron-to a superare la soglia del 40%,

senza dare indicazioni più preci-se. Ieri infine è stata siglata una partnership con la compagnia su-dafricana Discovery per il lancio di un nuovo modello assicurativo nel settore delle polizze sanita-rie, che incoraggia e premia gli utenti che seguono uno stile di vita sano. Si tratta di un modello che ha avuto successo non solo in Sudafrica, ma anche nel Re-gno Unito o negli Stati Uniti e ora Generali sarà il tramite per lo sbarco di questo modello anche nel resto d’Europa. Si parte da Germania, Francia e Austria e poi ovviamente toccherà all’Ita-lia. (riproduzione riservata)

GENERALI OGGI L’INVESTOR DAY A LONDRA CON IL TOP MANAGEMENT DELLA COMPAGNI

Greco riprova a stupire la CitySi attendono novità sul dividendo mentre prende il via l’alleanza con Discovery nelle polizze sanitarie di Andrea Giacobino

La Banca d’Italia ha autorizzato una riorga-nizzazione di Banca Esperia, la private bank

di Mediobanca e del gruppo Mediolanum, nel cui consiglio d’amministrazione è appena entrato Massimo Di Carlo, vice-direttore generale e consigliere della merchant bank di Piazzetta Cuccia. Banca Esperia, istituto guidato dall’amministratore de-legato Andrea Cingoli, ha varato infatti una scissione parziale del ramo d’azienda delle gestioni patrimoniali private della con-trollata Duemme sgr in favore della stessa Banca Esperia. Lo scopo della scissione - si legge nel documento dell’operazione - è quello di «diversificare, nell’ambito delle società del gruppo bancario, l’offerta dei servizi dedicati alla clientela, identificando strutture speciali-

stiche per ciascuna tipologia di offerta». Tra-mite la scissione Banca Esperia vuole infatti concentrare nella spa «l’offerta dei servizi de-dicati alla clientela di categoria private e lascia-

re in Duemme sgr l’offerta dei servizi dedicati alla clientela dicategoria istituzionale». In particolare, sono stati così trasferitia Banca Esperia oltre mille con-tratti di gestione individuale di portafoglio, sottoscritti da 705 clienti, per un totale di asset un-der management del valore di1,7 miliardi di euro, che hanno generato ricavi annualizzati per 9,1 milioni di euro. La Bancad’Italia, nel rilasciare l’auto-rizzazione all’operazione, hainoltre sottolineato che all’in-

terno della società di gestione del risparmio Duemme «le funzioni antiriciclaggio hannoevidenziato nell’ultimo biennio margini dimiglioramento». (riproduzione riservata)

Bankitalia dà via libera al riassetto di Banca Esperia

18 ago ’14 18 nov ’14

ASS. GENERALI

14

16

15

17 quotazioni in euro

16,5 €

+0,36%

IERI

Mario Greco

AndreaCingoli

di Manuel Follis

L’Italia, insieme a Spagna e Irlanda, è uno dei migliori Paesi sui quali investire dal punto di

vista immobiliare. Inoltre, come anticipato da MF-Milano Finanza, Hines Italia nell’offerta su Piazza Cordusio è affiancata anche dal fondo Gic e non solo da quello di Abu Dhabi. Infine il bando per l’area Expo, secondo Manfredi Catella, numero uno di Hines Italia, andrebbe ripensato. Sono i principali temi emersi ieri in occasione dell’Hines Italia Real Estate Forum. Secondo Clint Myers, direttore globale della ricerca di Hines, «le economie di Irlanda e Spa-gna hanno toccato il fondo e stanno garantendo buoni rendimenti». I prezzi in Italia sono quindi molto interessanti, anche se «il capitale è più lento a rispondere, a causa del maggiore scetti-cismo sulla ripresa economica del Paese». Uno scetticismo che Myers ritiene giustificato, ma «crediamo che l’Italia, soprattutto nelle regioni del nord, offra attualmente tra le migliori op-portunità di investimento nel mondo» insieme

a Spagna e Irlanda. Milano è stata indicata trale città più sottovalutate in termini di prezzo medio sul prodotto immobiliare (-33% vs Ro-ma -24%) e con una previsione di crescita deivalori del 14%. Dal Forum è emerso infine chegli investimenti internazionali nel Paese sonoaumentati: se nel 2012 i capitali investiti in Italiaerano 2,4 miliardi, nel 2013 si è registrato un+48% arrivando a 4,2 miliardi e si stima di chiu-dere il 2014 con un ulteriore +8%, arrivando a 5miliardi. Per quanto riguarda temi immobiliarimilanesi, Catella ha spiegato che per Piazza Cordusio Hines sarà in cordata con il fondo di Abu Dhabi, Adia e con il fondo sovrano diSingapore Gic. In merito, invece, al bando perl’area Expo, «per come era concepito, non eracompatibile con le condizioni del mercato an-che se la situazione economica fosse migliore diquella attuale», ha sottolineato Catella, a propo-sito del bando andato deserto indetto da Arexposul futuro dell’area dell’esposizione. «Occorreripensare la gara», ha concluso il numero unodi Hines Italia. (riproduzione riservata)

Hines Real Estate Forum, sempre più esteri in Italia

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Page 14: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Corriere del Veneto ed. Padova | Pagina: 2 | Autore: Al.A. | Categoria: Partner

Confindustria: «Autostrade, avanti con la holding unica»Tosi (Brescia-Padova) in sintonia: «L'ho detto anche al governo»

VENEZIA Il giudizio del governatore Luca Zaia e della collega Debora Serracchiani è unanime. Se il primo lotto dellaTerza Corsia è stato inaugurato lunedì con otto mesi d'anticipo lo si deve fondamenta lmente a l la collaborazione tra ilVeneto e il Friuli Venezia Giulia. E allora forse è il caso di pensare ancora più in grande. Visto che in tema diinfrastrutture due Regioni hanno dimostrato di lavorare meglio di una da sola, vale la pena di parlare della creazione diun unico concessionario autostradale che metta insieme i chilometri di Autov i e Ve n e te ( p a r te c i p a t a d a l Friuli edal Veneto) con quelli della Cav (la società che gestisce il Passante di Mestre è 50% del Veneto e 50% dell 'Anas) edella A4 Holding (che vede una forte partecipazione di Vicenza e Verona). D'altra parte, l'ipotesi di fare un'unica holdingautostradale lanciata da Zaia e Serracchiani in occasione della fine dei lavor i t r a Qu a r to d 'A l t ino e S an Donà diPiave (a proposito: la tratta sarà aperta domani per tutti gli automobilisti) non è destinata a restare una boutade po l i tica . I l proge t to p iace in primis al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, ma soprattutto agli industriali. «Il progetto diun'aggregazione autostradale tra Veneto e Friuli Venezia Giulia - interviene il presidente di Confindustria Veneto RobertoZuccato - è un segnale importante dato dalla politica. Al di là degli schieramenti contrapposti, mettere a sistema leinfrastrutture del Nordest porterebbe enorm i vantagg i per tutti quanti». Basti pensare che sull'asse Veneto-Friuliviaggiano ogni giorno migliaia di persone e migliaia di tonnellate di merci destinate all'esportazione, motore principaledell'econom ia reg iona le . «Un 'un ica concess iona r ia au tos t rada le non può che agevolare i flussi migliorandol'efficienza e l'efficacia dei servizi infrastrutturali anche per le aziende - continua Zuccato -. Spero che le aggregazionisiano interpretate come un cambio di passo che superi la logica del piccolo è bello e le frizioni tra territori vicini». A l mom e n to i n o l t r e n o n sembrano esserci controindicazioni politiche. In attesa che Confindustria formalizzi le sueproposte sulla concessionaria unica e che lo stesso faccia la Cisl che, va detto, è stata la prima a p re sen ta re uno s tudio sulle possibili aggregazioni dei trasporti , anche il segretario de l la Lega F lav io Tos i (che è presidente della Brescia-Padova, l 'autostrada della A4 Holding), si dice d'accordo con la proposta. «Sono d'accordo con quanto detto da Zaia eda Serracchiani - precisa il sindaco di Verona -. Anche perché questa idea l'ho cond iv isa p iù d i un anno fa ,esattamente il 28 giugno del 2013, con il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi nel corso di un incontro che avevacome tema il sistema autostradale del Nord». In vista delle scadenze delle concessioni, un'unica grande soc ietàpotrebbe sfruttare le economia di scala e offrirebbe una ser ie d i van tagg i tra cu i quello di poter richiedere prestitiagevolati alle banche ed essere maggiormente competitiva nella partecipazione di gare d'appalto europee einternazionali. «La strada delle aggregazioni - conclude Serracchiani, che ieri ha affrontato la questione della holdingunica con il ministro Lupi - è dettata dal contesto globale, dalla necessità di fare massa critica e di calmierare le tariffe».

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Page 15: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Corriere del Veneto ed. Padova | Pagina: 2 | Autore: Al.A. | Categoria: Partner

La politica

Nuova legge regionale

Lo sport in crisi Sgravi Irapper le aziendeche sponsorizzano

VENEZIA In Veneto si contano più di 8 mila società sportive dilettantistiche, associazioni basate sul volontariato che impegnano ogni giorno decine di migliaia di appassionati, contribuendo a fare della nostra regione la terza «più sportiva» d’Italia. A causa della crisi, però, molte di queste sono costrette a fondersi, se non addirittura a chiudere i battenti, perché gli sponsor hanno drasticamente ridotto i contributi e le famiglie non riescono a fronteggiare il conseguente aumento delle quote di iscrizione. Per tentare di rimediare, invertendo la tendenza, il consiglio regionale ha approvato ieri all’unanimità il progetto di legge presentato da Stefano Peraro dell’Udc che introduce un’agevolazione fiscale, sotto forma di credito d’imposta Irap, per le imprese che decidono di sostenere con una sponsorizzazione una di queste associazioni, con preferenza per quelle che hanno almeno la metà dei tesserati al di sotto dei 18 anni (il credito d’imposta sarà pari al 5% del contributo, con un tetto di 50 mila euro per ciascuna sponsorizzazione). A vigilare sull’applicazione della legge, finanziata per due anni con 400 mila euro, sarà l’Agenzia delle Entrate. Il consiglio ha invece rinviato in commissione il discusso progetto di legge che mira a disciplinare «la raccolta e la cessione di piante della flora spontanea», esito scontato viste le polemiche della vigilia che dà però la misura di quale sia la bussola che ispira l’azione dei consiglieri in aula. La legge, che si propone di ammodernare un provvedimento del 1974 con gli stessi identici divieti (se non più stringenti, come quello che impedisce la raccolta «di più di sei steli» per pianta), adeguandolo alle esigenze di chi fa dell’erboristeria e dell’omeopatia una

Lo studio Cgia

Veneto primo in Italiaper asfalto e cemento In oltre 20 anni il consumo di suolo ha interessato tutto il Paese ma in Veneto si registra il maggior incremento: +3,8%, a fronte di una media nazionale del +1,9 per cento. L’elaborazione è della Cgia di Mestre, su dati dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale e certifica che nel 2012 (ultimo anno disponibile) l’estensione del suolo coperto da asfalto o cemento ha raggiunto il 7,3% della superficie nazionale. In testa alla classifica le regioni più popolate, come la Lombardia e il Veneto (entrambe col 10,6%), la Campania (9,2%), il Lazio (8,8%), l’Emilia Romagna (8,6%), la Puglia e la Sicilia (entrambe con l’8,5%). «Dove si è costruito di più, i dissesti idrogeologici sono stati maggiori», rileva il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi .

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Confindustria: «Autostrade,avanti con la holding unica»Tosi (Brescia-Padova) in sintonia: «L’ho detto anche al governo»

VENEZIA Il giudizio del governa-tore Luca Zaia e della collegaDebora Serracchiani è unani-me. Se il primo lotto della TerzaCorsia è stato inaugurato lune-dì con otto mesi d’anticipo lo sideve fondamentalmente allacollaborazione tra il Veneto e ilFriuli Venezia Giulia.

E allora forse è il caso di pen-sare ancora più in grande. Vistoche in tema di infrastrutturedue Regioni hanno dimostratodi lavorare meglio di una da so-la, vale la pena di parlare dellacreazione di un unico conces-sionario autostradale che met-ta insieme i chilometri di Auto-vie Venete (partecipata dalFriuli e dal Veneto) con quellidella Cav (la società che gesti-sce il Passante di Mestre è 50%del Veneto e 50% dell’Anas) edella A4 Holding (che vede unaforte partecipazione di Vicenzae Verona).

D’altra parte, l’ipotesi di fareun’unica holding autostradale lanciata da Zaia e Serracchianiin occasione della fine dei lavo-

ri tra Quarto d’Altino e SanDonà di Piave (a proposito: la tratta sarà aperta domani pertutti gli automobilisti) non èdestinata a restare una boutadepolitica. Il progetto piace inprimis al ministro dei Traspor-ti Maurizio Lupi, ma soprattut-to agli industriali. «Il progettodi un’aggregazione autostrada-le tra Veneto e Friuli VeneziaGiulia - interviene il presidentedi Confindustria Veneto Rober-to Zuccato - è un segnale im-portante dato dalla politica. Aldi là degli schieramenti con-trapposti, mettere a sistema leinfrastrutture del Nordest por-terebbe enormi vantaggi pertutti quanti». Basti pensare chesull’asse Veneto-Friuli viaggia-no ogni giorno migliaia di per-sone e migliaia di tonnellate dimerci destinate all’esportazio-ne, motore principale dell’eco-nomia regionale. «Un’unicaconcessionaria autostradalenon può che agevolare i flussimigliorando l’efficienza e l’effi-cacia dei servizi infrastrutturali

anche per le aziende - continuaZuccato -. Spero che le aggre-gazioni siano interpretate co-me un cambio di passo che su-peri la logica del piccolo è belloe le frizioni tra territori vicini».

Al momento inoltre nonsembrano esserci controindi-

cazioni politiche. In attesa cheConfindustria formalizzi le sueproposte sulla concessionariaunica e che lo stesso faccia laCisl che, va detto, è stata la pri-ma a presentare uno studiosulle possibili aggregazioni deitrasporti, anche il segretariodella Lega Flavio Tosi (che èpresidente della Brescia-Pado-va, l’autostrada della A4 Hol-ding), si dice d’accordo con laproposta.

«Sono d’accordo con quantodetto da Zaia e da Serracchiani- precisa il sindaco di Verona -.Anche perché questa idea l’hocondivisa più di un anno fa,esattamente il 28 giugno del2013, con il ministro per le In-frastrutture Maurizio Lupi nelcorso di un incontro che avevacome tema il sistema autostra-dale del Nord».

In vista delle scadenze delleconcessioni, un’unica grandesocietà potrebbe sfruttare leeconomia di scala e offrirebbeuna serie di vantaggi tra cuiquello di poter richiedere pre-stiti agevolati alle banche edessere maggiormente compe-titiva nella partecipazione di gare d’appalto europee e inter-nazionali. «La strada delle ag-gregazioni - conclude Serrac-chiani, che ieri ha affrontato laquestione della holding unicacon il ministro Lupi - è dettatadal contesto globale, dalla ne-cessità di fare massa critica e dicalmierare le tariffe».

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Terza corsia

Il nuovo tratto

della A4 tra

Quarto d’Altino

e San Donà,

concluso a

tempo di

record

L’ipotesi

A margine

dell’inaugurazi

one del primo

lotto della

Terza Corsia

tra Venezia e

Trieste Zaia e

Serracchiani

hanno lanciato

l’ipotesi di una

concessionaria

unica delle

autostrade

La proposta

è piaciuta agli

industriali

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Page 16: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Dolomiten | Pagina: 18 | Categoria: Partner

Santander spitzt auf CarigeRom (mit). Die bei den EZB-Stresstests im Oktober durchgefallene italienische Bank Carige spürtRückenwind. Nach Wochen, in denen die Aktien des in Genua beheimateten Geldhauses an derMailänder Börse auf Talfahrt waren, gibt es jetzt Signale der Entspannung. Grund sind Gerüchte,nach denen der spanische Banco Santander Carige übernehmen will.

Finanzen: Madrider Bank überprüft Übernahme von Genueser Finanzinstitut

Die Madrider Bank unter Kontrolle der neuen Präsidentin Ana Botin prüft die Übernahme von carige, deren Wert mitrund 700 Millionen Euro beziffert wird, wie spanische Medien berichten. Santander zählt zu den bestkapitalisiertenBanken Europas und würde gern auf dem italienischen Markt wachsen, heißt es in gut informierten Kreisen. Die FamilieBotin hat seit jeher gute Kontakte in Italien, doch in den vergangenen Jahren war Santander nicht mehr auf demitalienischen Markt präsent. Die spanische Bank hatte sich 2007 zurückgezogen, nachdem sie die Bank Antonveneta anMonte dei Paschi di Siena verkauft hatte. Ausgeschlossen wird, dass die Übernahme durch Santander vor der voncarige geplanten 500 Millionen Euro starken Kapitalaufstockung erfolgen könnte. Vor kurzem hat carige zudem denVerkauf zweier Versicherungstöchter an einen Finanzinvestor angekündigt, um auch auf diesem Weg ihre Kapitaldeckezu konsolidieren.

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Page 17: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Dolomiten | Pagina: 18 | Categoria: Partner

HAUPTPREISHAUPTPREISHAUPTPREIS

GUT GEWÜRZTBIS LEICHT VERSALZEN

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Die „Dolomiten“ bringen mehr

4 STERNEKÖCHE IM KURZINTERVIEW

DIE IN-MODESTRECKE

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4 STERNEKÖCHE IM KURZINTERVIEW

DIE IN-MODESTRECKE

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DIE IN-MODESTRECKE

VERSALZEN

ZUSAMMENBRUCH.

UND DANN?

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Santander spitzt auf CarigeFINANZEN:Madrider Bank überprüft Übernahme vonGenueser Finanzinstitut

ROM (mit). Die bei den EZB-Stresstests im Oktober durch-gefallene italienische BankCarige spürt Rückenwind.Nach Wochen, in denen dieAktien des in Genua behei-mateten Geldhauses an derMailänder Börse auf Talfahrtwaren, gibt es jetzt Signaleder Entspannung. Grund sindGerüchte, nach denen derspanische Banco SantanderCarige übernehmen will.

Die Madrider Bank unter Kon-trolle der neuen PräsidentinAna Botin prüft die Übernahmevon Carige, derenWertmit rund700 Millionen Euro beziffertwird, wie spanische Medien be-richten. Santander zählt zu denbestkapitalisierten Banken Eu-ropas und würde gern auf demitalienischen Markt wachsen,heißt es in gut informiertenKreisen. Die Familie Botin hatseit jeher gute Kontakte in Itali-en, doch in den vergangenenJahren war Santander nichtmehr auf dem italienischenMarkt präsent. Die spanischeBank hatte sich 2007 zurückge-zogen, nachdem sie die BankAntonveneta an Monte dei Pa-schi di Siena verkauft hatte.

Ausgeschlossenwird, dass die

Übernahme durch Santandervor der von Carige geplanten500 Millionen Euro starken Ka-pitalaufstockung erfolgen könn-te.

Vor kurzem hat Carige zudemden Verkauf zweier Versiche-rungstöchter an einen Finanzin-vestor angekündigt, um auchauf diesem Weg ihre Kapitalde-cke zu konsolidieren.

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Banco Santander

ZUM THEMA

Der Banco Santander ist mit einem Börsenwert von derzeit rund 83Milliarden Euro das zweitgrößte Finanzinsti-tut Europas. APA/epa/ANDY RAIN

DieBancoSantander ist dasnachMarktkapitalisierungzweitgrößte Finanzinstitut Eu-ropasundgemessen amGe-winnweltweit die drittgrößteBank.DerGeschäftssitz befindet sich

inder nordspanischenStadtSantander.DieBankwurde1857gegründetundwird invier-terGenerationununterbrochenvonder Familie Botin geführt.DieBilanzsummebeläuft sichauf 1116MilliardenEuro.DieBankbeschäftigt 183.000Mitarbeiter. ©

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Page 18: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Giornale | Pagina: 23 | Categoria: Partner

La giornata in Piazza Affari

Mandadori (+16%) traina il comparto dell'editoria- Acquisti in Piazza Affari, chesièperòmossaunpo'meno convinta delle altre Borse europee: l'indice Ftse Mib ha chiuso inrialzo dello 0,71% a 19.352 punti, l'Ftse Ali share in aumento dello 0,79%. Il tito lo migliore tra quelli a elevatacapitalizzazione è stato quello di Buzzi, salito del6%, seguito da Yoox (+4%) e Tod's (+3,7%). Nel credito bene Bpm(+2,6%) e carige (+2,5%), con Bper in rialzo dell'l,8%, Unicredit dell'1,4% e Intesa Sanpaolo dello 0,6%. PiatteMediolanum e Ubi (-0,09%), in calo Mps, che ha ceduto 1' 1 % a0,68 euro. Negative anche Telecom (-0,99%),Finmeccanica (-0,6%) e Luxottica (-0,3%), mentre è stata ottimala sedutaper tutto il settore dell'editoria, trainato daMondadori, il cui titolo è cresciuto del 16% a0,76 euro. Bene anche Cairo (+8,7%), L'Espresso (+8%), Il Sole 24 Ore(+7,5%) e Rcs (+7% nel finale). I realizzi hanno colpito invece Mediaset (-1,13%). In rialzo, infine, Italcementi (+8,91%).Bene le Borse europee: Francoforte +1,6%, Madrid+1,2%, Parigi+0,8%. Meno brillante Londra: +0,5%.

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Mondadori (+16%)traina il compartodell’editoria

La giornatain Piazza Affari

Acquisti in Piazza Affari,chesièperòmossaunpo’me-no convinta delle altre Borseeuropee: l’indice FtseMib hachiuso in rialzo dello 0,71% a19.352 punti, l’Ftse All shareinaumentodello0,79%.Iltito-lomigliore traquelli a elevatacapitalizzazione è stato quel-lodiBuzzi,salitodel6%,segui-to da Yoox (+4%) e Tod’s(+3,7%). Nel credito beneBpm (+2,6%) e Carige(+2,5%),conBperinrialzodel-l’1,8%, Unicredit dell’1,4% eIntesa Sanpaolo dello 0,6%.Piatte Mediolanum e Ubi(-0,09%), in caloMps, che hacedutol’1%a0,68euro.Nega-tive ancheTelecom (-0,99%),Finmeccanica (-0,6%) e Lu-xottica(-0,3%),mentreèstataottimalasedutapertuttoilset-tore dell’editoria, trainato daMondadori, il cui titolo è cre-sciutodel16%a0,76euro.Be-ne anche Cairo (+8,7%),L’Espresso (+8%), Il Sole 24Ore (+7,5%) eRcs (+7%nel fi-nale). I realizzi hannocolpitoinvece Mediaset (-1,13%). Inrialzo, infine, Italcementi(+8,91%).Bene leBorseeuro-pee: Francoforte +1,6%, Ma-drid+1,2%,Parigi +0,8%.Me-nobrillante Londra: +0,5%.

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Page 19: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Sole 24 ore | Pagina: 2 | Categoria: Partner

Una riforma attesa dai mercati, adesso la verifica dei«dettagli»Continua da pagina 1 Se i mercati sono rimasti in attesa dei dettagli della riforma del lavoro, per crederci davvero,ebbene ora sono serviti. Mancano i decreti attuativi, nella messa a punto finale qualcosa cambierà, va preso atto che visono state deviazioni dalla strada maestra e su alcuni passaggi delicati si è imposta anche per Renzi la retromarcia dellapolitica. Ma passare dalla rigidità alla flessibilità, nel mondo italiano del lavoro, è un'impresa sulla quale sono falliti tantigoverni, e di questo i mercati sono realisticamente consapevoli. Che l'articolo 18 fosse un tabù, gli operatori finanziariall'estero lo hanno capito da lungo tempo, «sono riforme macchiate di sangue in Italia», mi ha detto uno strategistchiedendomi se veramente Renzi era intenzionato a rivoluzionare il mercato del lavoro. Resta il fatto che il Jobs act èstato comunque posto dai mercati, dagli investitori finanziari e dalle imprese estere che intendono investire in Italia, incima alla classifica delle priorità di qualsiasi governo italiano. È considerata una riforma essenziale, questa è la tesi, perrafforzare le prospettive di crescita in un Paese che entra ed esce dalla recessione pericolosamente all'ombra dei suoi2.134,017 miliardi di debito pubblico (dati dello scorso settembre per le ultime statistiche della Banca d'Italia). Ilmessaggio che l'Italia sta lanciando al resto del mondo è che il mercato del lavoro sarà in prospettivameno rigido, piùflessibile. Serviranno due verifiche. Una sui grandi numeri e l'altra sul campo. La prima verifica per i mercati finanziarisarà quella legata al Pil. La riforma del mercato del lavoro vale se riesce a sostenere e rafforzare lo sviluppo economico.Se, abbinata al ritorno della fiducia, darà alle imprese un incentivo in più per assumere. La riforma vale per i mercati seavrà un impatto tangibile sul tasso di disoccupazione, non soltanto per abbassare quel 12,6% ma soprattutto per ridurreil numero dei giovani senza lavoro e dei disoccupati nel Sud Italia. Gli acquisti dall'estero sui bond italiani, governativi enon, possono aumentare (c'è spazio nei portafogli per il rischio-Italia) se torna il segno più sul Pil in via sostenibile, conrespiro di medio-lungo termine. La seconda verifica sarà quella fatta sul territorio dalle imprese estere interessate ainvestire nell'economia reale in Italia. Gli imprenditori stranieri, in particolar modo quelli che provengono da mercati conmodello anglosassone, stentano a capire fino in fondo le regole del gioco tra assunzioni e licenziamenti. Restanoregolarmente impigliati nella fitta rete delle leggi, delle norme, dei regolamenti, delle regole scritte e non scritte, dellecomplessità e dei cavilli. Sono pietrificati dal rischio delle vertenze sindacali che hanno esiti incerti e tempi con lunghezzeimprevedibili. Non pensano di poter contare sulla certezza del diritto. E quindi non possono pianificare. «L'imprenditore èabituato a correre rischi, è il suo mestiere, ma il mercato del lavoro in Italia è un rischio difficile da stimare e quindiimpossibile da gestire», mi ha detto un businessman americano. E poi ha subito aggiunto, confidando nella capacitàdegli italiani di risolversi: «A tutto c'è rimedio. Italy can fix it». La verifica è in corso. [email protected]@isa_bufacchi

POLITICA 2.0

Mercati&Europa

di Isabella Bufacchi

uContinua da pagina 1

Se i mercati sono rimasti in attesa deidettagli della riforma del lavoro, percredercidavvero,ebbeneorasonoser-

viti.Mancano idecreti attuativi, nellames-saapuntofinalequalcosacambierà,vapre-so atto che vi sono state deviazioni dallastradamaestraesualcunipassaggidelicatisiè impostaancheperRenzi laretromarciadella politica.Mapassare dalla rigidità allaflessibilità,nelmondoitalianodel lavoro, èun’impresa sulla quale sono falliti tanti go-verni, e di questo imercati sono realistica-mente consapevoli. Che l’articolo 18 fosseuntabù,glioperatori finanziariall’esterolohanno capito da lungo tempo, «sono rifor-memacchiatedisangueinItalia»,mihadet-

tounostrategistchiedendomiseveramen-teRenzi era intenzionatoa rivoluzionare ilmercatodel lavoro.

RestailfattocheilJobsactèstatocomun-que posto dai mercati, dagli investitori fi-nanziariedalleimpreseesterecheintendo-no investire in Italia, in cima alla classificadelle priorità di qualsiasi governo italiano.È considerata una riformaessenziale, que-sta è la tesi, per rafforzare le prospettivedicrescita inunPaese cheentra ed escedallarecessione pericolosamente all’ombra deisuoi 2.134,017 miliardi di debito pubblico(dati dello scorso settembre per le ultimestatistichedellaBancad’Italia).

Il messaggio che l’Italia sta lanciando alrestodelmondoècheilmercatodel lavoro

saràinprospettivamenorigido,piùflessibi-le. Serviranno due verifiche. Una sui gran-dinumerie l’altrasulcampo.

Laprimaverificaper imercati finanziarisaràquella legataalPil.Lariformadelmer-cato del lavoro vale se riesce a sostenere erafforzarelosviluppoeconomico.Se,abbi-nataalritornodellafiducia,daràalleimpre-se un incentivo in più per assumere. La ri-formavaleper imercati se avràun impattotangibile sul tasso di disoccupazione, nonsoltanto per abbassare quel 12,6% ma so-prattutto per ridurre il numerodei giovanisenza lavoro e dei disoccupati nel Sud Ita-lia.Gliacquistidall’esterosuibonditaliani,governativi enon, possono aumentare (c’èspazioneiportafogliper il rischio-Italia)se

torna il segno più sul Pil in via sostenibile,conrespirodimedio-lungo termine.

La seconda verifica sarà quella fatta sulterritorio dalle imprese estere interessatea investirenell’economiareale inItalia.Gliimprenditori stranieri, in particolar modoquelli cheprovengonodamercati conmo-dello anglosassone, stentano a capire finoinfondoleregoledelgiocotraassunzionielicenziamenti.Restanoregolarmenteimpi-gliati nella fitta rete delle leggi, delle nor-me, dei regolamenti, delle regole scritte enon scritte, delle complessità e dei cavilli.Sono pietrificati dal rischio delle vertenzesindacali che hanno esiti incerti e tempicon lunghezze imprevedibili. Non pensa-nodi poter contare sulla certezzadel dirit-

to.Equindinonpossonopianificare.«L’im-prenditore è abituato a correre rischi, è ilsuo mestiere, ma il mercato del lavoro inItaliaèunrischiodifficiledastimareequin-di impossibile da gestire», mi ha detto unbusinessmanamericano.Epoihasubitoag-giunto, confidandonella capacitàdegli ita-liani di risolversi: «A tutto c’è rimedio.Italycanfix it».Laverificaè incorso.

[email protected]

@isa_bufacchi

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APPROFONDIMENTO ON LINE

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Unariformaattesadaimercati, adesso laverificadei«dettagli»

12,6%Tasso di disoccupazione

A settembre 2014 il numero di disoccupati era pari a 3 milioni 236milaIl tasso di disoccupazione era pari al 12,6%, in aumento di 0,1%

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Page 20: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Sole 24 ore | Pagina: 35 | Categoria: Partner

Rating. Per agenzia il merito di credito dell'Italia come Spagna e Irlanda

Dbrs: debito pubblico sostenibile, ma banche legate a rischiopaeseMps e Carige «misure di aggiustamento adeguate»

Mara Monti MILANO L'Italia ha un debito elevato, ma ancora sostenibile per via del consistente avanzo primario e puòcontare su un sistema bancario il quale benché dipenda ancora dal rischio paese, ha superato il comprehensiveassestment della Bce, con le eccezioni di Monte dei Paschi e Banca carige che in ogni caso «stanno implementandomisure correttive adeguate». L'agenzia canadese Dbrs, la quarta per market share ha da poco confermato il ratingdell'Italia ad «A (low)» lo stesso della Spagna e dell'Irlanda. Ma a differenza di questi paesi che hanno mostrato segnali dimiglioramento,l'outlook dell'Italia resta negativo: «Il debito pubblico resta elevato e nonostante il paese non abbia avutoproblemi di bolla immobiliare e di elevato indebitamento del settore privato come nei casi della Spagna e dell'Irlanda,dallo scoppio della crisi non sono stati fatti grandi passi avanti per implementare le riforme», commental'analistaGiacomo Barisone, senior vice president per il rating sovrano dell'agenzia a Londra-. Tuttavia, siamo fiduciosiche il debito pubblico resti sostenibile grazie allo sforzo di consolidamento fiscale degli ultimi anni che ha comportato unavanzo primario elevato stimato a pari al 1,7% del Pil nel 2014». A questo si aggiungono una struttura del debito"conservativa" e una vita media del debito di 6,3 anni, «tutti aspetti che rappresentano una protezione nel caso di rialziimprovvisi dei tassi di interesse». I problemi sono quelli di sempre e se ne parlerà al convegno organizzato da Dbrs il 20novembre a Milano: rigidità del mercato del lavoro, tassazione elevata a carico delle imprese, sistema giudiziariofarraginoso e frammentazione del sistema politico che impedidue paesi, ci si dimenticava del suo ruolo strategico inEuropa. Questo insieme al supporto da parte della Bce, sono stati elementi cruciali nella mitigazione del rischio didefault». Se restano aperti gli interrogativi sulle modalità di contenimento del debito pubblico in un contesto di bassacrescita e deflazione, a giocare a favore dell'Italia rispetto agli altri paesi c'è il settore privato relativamente menoindebitato: Dbrs ha calcolato che il debito del settore non finanziario privato è tra i più bassi all'82% del Pil rispetto al283% dell'Irlanda e il 131% della Spagna. Anche il debito delle famiglie è basso al 45% del Pil, rispetto al 101%dell'Irlanda e al 78% della Spagna. Tuttavia in questo contesto di prolungata incertezza economica, le impresecontinuano a posticipare le loro decisioni di investimento: non puntano su progetti di crescita,ma gliutili vengonoutilizzatiper ripagare i creditori ritardando la ripresa economica. «Per intercettare la domanda che viene dall'estero, sarànecessario migliorare la competitività delle imprese - conclude l'economista -. In Irlanda e Spagna sono stati fatticonsistenti progressi in tal senso per ridurre il costo del lavoro recuperando in competitvità. Al contrario, in Italia il costodel lavoro è rimasto elevato».

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Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Sole 24 ore | Pagina: 35 | Categoria: Partner

Mara MontiMILANO

L’Italia ha un debito elevato,ma ancora sostenibile per via delconsistente avanzo primario epuòcontare suun sistemabanca-rio il quale benchédipenda anco-radal rischiopaese,hasuperato ilcomprehensive assestment dellaBce,conleeccezionidiMontedeiPaschi eBancaCarigeche inognicaso«stannoimplementandomi-surecorrettiveadeguate».

L’agenzia canadese Dbrs, laquartapermarketsharehadapo-co confermato il rating dell’Italiaad «A (low)» lo stesso della Spa-gna e dell’Irlanda.Ma a differen-za di questi paesi che hannomo-strato segnali di miglioramen-to,l’outlookdell’Italia resta nega-tivo:«Ildebitopubblicorestaele-vatoenonostanteilpaesenonab-biaavutoproblemidibollaimmo-biliare e di elevato indebitamen-todelsettoreprivatocomeneica-sidellaSpagnaedell’Irlanda,dal-loscoppiodellacrisinonsonosta-ti fatti grandipassi avanti per im-plementareleriforme»,commen-tal’analistaGiacomoBarisone,se-niorvicepresidentperilratingso-vranodell’agenziaaLondra-.Tut-tavia, siamo fiduciosi che il debi-to pubblico resti sostenibile gra-zieallosforzodiconsolidamentofiscale degli ultimi anni che hacomportato un avanzo primarioelevato stimato a pari al 1,7% delPil nel 2014». A questo si aggiun-

gono una struttura del debito"conservativa" e una vita mediadeldebitodi6,3anni,«tuttiaspet-ti che rappresentano una prote-zionenelcasodirialzi improvvisideitassidi interesse».

I problemi sono quelli di sem-preeseneparleràalconvegnoor-ganizzatodaDbrs il 20novembreaMilano: rigidità delmercato dellavoro,tassazioneelevataacaricodelle imprese, sistemagiudiziariofarraginoso e frammentazionedel sistema politico che impedi-

sce l’approvazione delle riformeintempirapidi.«Leriformestrut-turali sono state implementateconpiùdecisioneinSpagnaeinIr-landa proprio grazie ad un siste-mapoliticopiùstabile»,aggiungel’analista: in entrambi i paesi i ri-spettivi governi possono contaresu una stabile maggioranza, cosachenonavvieneinItalialacuicoa-lizioneapparepococoesaenoningrado di definire strategie di me-dio lungo termine. «L’Italia nonèlaGreciaeseinpassatoc’èstato iltimore di un destino simile tra i

due paesi, ci si dimenticava delsuo ruolo strategico in Europa.Questo insieme al supporto dapartedellaBce,sonostatielemen-ticrucialinellamitigazionedelri-schiodidefault».

Serestanoapertigliinterrogati-visullemodalitàdicontenimentodeldebitopubblicoinuncontestodi bassa crescita e deflazione, agiocare a favore dell’Italia rispet-toaglialtripaesic’èilsettorepriva-to relativamente meno indebita-to:Dbrs ha calcolato che il debitodel settore non finanziario priva-toètraipiùbassiall’82%delPilri-spettoal283%dell’Irlandaeil131%dellaSpagna.Anche il debitodel-le famiglie è basso al 45% del Pil,rispetto al 101% dell’Irlanda e al78%dellaSpagna.

Tuttavia in questo contesto diprolungata incertezza economi-ca, le impresecontinuanoaposti-cipare le lorodecisioni di investi-mento:nonpuntanosuprogettidicrescita,magliutilivengonoutiliz-zati per ripagare i creditori ritar-dandola ripresaeconomica.«Perintercettare la domanda che vie-nedall’estero,sarànecessariomi-gliorare lacompetitivitàdelle im-prese-concludel’economista-.InIrlanda e Spagna sono stati fatticonsistenti progressi in tal sensoperridurreilcostodellavororecu-perando in competitvità. Al con-trario, inItaliailcostodel lavoroèrimastoelevato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rating. Per agenzia il merito di credito dell’Italia come Spagna e Irlanda

Dbrs:debitopubblicosostenibile,mabanchelegatearischiopaeseMpseCarige «misuredi aggiustamentoadeguate»

DEBITO NON FINANZIARIO

Il debito del settore nonfinanziarioprivato è tra i piùbassiall'82% del Pil rispettoal283% dell'Irlandae al131% della Spagna

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Page 22: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: In Südtirol | Pagina: 47 | Categoria: Partner

Ohrwürmer der KlassikWo: Konzerthaus "Joseph Haydn" in Bozen Wer: Kunden, Freunde, Partner, Gäste und Entscheidungsträger dersparkasse Was: Konzert zum 160-Jahr-Jubiläum der sparkasse Highlight: Das Haydn Orchester unterhielt mit vielenOhrwürmern der Klassik.

INFLAGRANTI

Für jedenGeschmack

NR. 44 INSÜDTIROL 47

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Page 23: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: L'Adige | Pagina: 6 | Categoria: Partner

COMPRA BLACKSTONE: 122 MILIONI

Mittel cede Fashion Group e dimezza l'indebitamentoMILANO - Fashion District Group, controllata al 66,7% da Earchimede, a sua volta controllata all'85/6 da Mittel, lafinanziaria milanese partecipata da isa e Fondazione Caritro, ha dato esecuzione al contratto di cessione del 31 luglioscorso con un fondo gestito da Idea Fimit Sgr, dei due complessi immobiliari dell'outlet Fashion District di Bagnolo SanVito (Mantova) e dell'outlet Fashion District di Molfetta (Bari), nonché il 100% del capitale delle società di gestione deglioutlet. Gli immobili e le società sono stati acquisiti da un fondo immobiliare sottoscritto interamente da entità riconducibilial gruppo Usa Blackstone. Il corrispettivo di 122,2 milioni di euro è stato integralmente incassato ieri, anche attraverso ilrimborso contestuale alle banche di finanziamenti ipotecari per circa 51 milioni. Con la cessione, la posizione finanziarianetta consolidata (indebitamento netto) del gruppo Mittel migliora di circa 100 milioni e abbatte il debito netto consolidatodel gruppo di circa il 50%. L'effetto negativo sul risultato consolidato di Mittel è stimabile in circa 8 milioni. Il risultato nettodel gruppo nel settore outlet è stato negativo negli ultimi tre anni complessivamente per oltre 20 milioni, con unassorbimento di cassa da parte di Fashion District Group per circa 28 milioni, erogati dalla sua controllante Earchimedee che verranno rimborsati a seguito dell'operazione di cessione. Le risorse finanziarie generate, spiega la nota di Mittel,potranno essere utilizzate per agevolare lo sviluppo futuro del gruppo.

COMPRA BLACKSTONE: 122 MILIONI

Mittel cede Fashion Groupe dimezza l’indebitamentoMILANO - Fashion District Group, controllata al 66,7% daEarchimede, a sua volta controllata all’85% da Mittel, la fi-nanziaria milanese partecipata da Isa e Fondazione Cari-tro, ha dato esecuzione al contratto di cessione del 31 lu-glio scorso con un fondo gestito da Idea Fimit Sgr, dei duecomplessi immobiliari dell’outlet Fashion District di Bagno-lo San Vito (Mantova) e dell’outlet Fashion District di Mol-fetta (Bari), nonchè il 100% del capitale delle società di ge-stione degli outlet. Gli immobili e le società sono stati ac-quisiti da un fondo immobiliare sottoscritto interamenteda entità riconducibili al gruppo Usa Blackstone. Il corri-spettivo di 122,2 milioni di euro è stato integralmente in-cassato ieri, anche attraverso il rimborso contestuale allebanche di finanziamenti ipotecari per circa 51 milioni.Con la cessione, la posizione finanziaria netta consolidata(indebitamento netto) del gruppo Mittel migliora di circa100 milioni e abbatte il debito netto consolidato del grup-po di circa il 50%. L’effetto negativo sul risultato consolida-to di Mittel è stimabile in circa 8 milioni. Il risultato nettodel gruppo nel settore outlet è stato negativo negli ultimitre anni complessivamente per oltre 20 milioni, con un as-sorbimento di cassa da parte di Fashion District Group percirca 28 milioni, erogati dalla sua controllante Earchimedee che verranno rimborsati a seguito dell’operazione di ces-sione. Le risorse finanziarie generate, spiega la nota di Mit-tel, potranno essere utilizzate per agevolare lo sviluppo fu-turo del gruppo.

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Page 24: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: La Repubblica | Pagina: 31 | Categoria: Partner

www.finanza.repubblica.it >IL PUNTO

Vola l'editoria, crescono Buzzi, Yoox e Tod'sMILANO . Dopo la buona performance della vigilia, Piazza Affari chiude di nuovo in rialzo, col Ftse Mib su dello 0,71% el'All Share in crescita dello 0,79%. Il titolo migliore del listino principale è Buzzi Unicem (+6%), seguito da Yoox (+4%) eTod's(+3,7%). Nel credito bene Bpm (+2,6%) e, fuori dal Ftse Mib, carige (+2,5%). Negative Telecom (- 0,99%) eFinmeccanica (-0,6%). Balzo dell'editoria, con Mondadori (+16%), Cairo (+8,7%), L'Espresso (+8%), Il Sole 24 Ore(+7,5%) e Rcs (+7%).

la Repubblica MERCOLEDÌ 19 NOVEMBRE 2014&MERCATI

234

2537

1892

52

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1682

POP.SONDRIO

PRELIOS

PREMUDA

PRIMA INDUSTRIE

PRYSMIAN

R

R. DE MEDICI

RATTI

RCS MEDIAGROUP

RECORDATI

REPLY

RETELIT

RISANAMENTO

ROSSS

S

Cap.in mil. TITOLO

MILANO. Dopo la buona performance della vigilia,Piazza Affari chiude di nuovo in rialzo, col Ftse Mibsu dello 0,71% e l’All Share in crescita dello 0,79%.Il titolo migliore del listino principale è Buzzi Uni-cem (+6%), seguito da Yoox (+4%) e Tod’s

(+3,7%). Nel credito bene Bpm (+2,6%) e, fuoridal Ftse Mib, Carige (+2,5%). Negative Telecom (-0,99%) e Finmeccanica (-0,6%). Balzo dell’edito-ria, con Mondadori (+16%), Cairo (+8,7%), L’E-spresso (+8%), Il Sole 24 Ore (+7,5%) e Rcs (+7%).

Vola l’editoria, crescono Buzzi, Yoox e Tod’s>

www.finanza.repubblica.it

IL PUNTO

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Page 25: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Wiku | Pagina: 10 | Categoria: Partner

Die "Älteste" ist 160Die Südtiroler Sparkasse gehört heute zu einer der bedeutendsten unabhängigen RegionalbankenItaliens. Angefangen hat alles vor 160 Jahren in Bozen. Der "WIKU" zeichnet wichtige Stationen derBankhistorie, die zugleich auch ein Teil Südtiroler Wirtschaftsgeschichte ist, nach.

BANKEN: Ein Blick zurück auf die Geschichte der Südtiroler Sparkasse

Gegründet am 6. November 1854 in Bozen war ihr Ur-Zweck eigentlich jener, dem in der Zeit der Industrialisierung neuentstandenen Proletariat eine Erziehung zur Vorsorge zu ermöglichen und zeitgleich das Sparverhalten im Sinne derwirtschaftlichen Entwicklung zu fördern. Zwischen 1857 und 1906 wurden insgesamt sieben sparkassen in Südtirolerrichtet, die unabhängig arbeiteten. In der Zeit nach dem ersten Weltkrieg kam es zu großen Unsicherheiten. Die Liralöste die Kronen als Währung ab. Der Goldgehalt der Kronen lag um fünf Prozent über dem der Lira. BeimWährungsumtausch wurde diesem Unterschied nicht Rechnung getragen, so dass alle erhebliche Einbußen hinnehmenmussten. Von Rom wurde gleichzeitig gefordert, dass sich die kleineren sparkassen zusammenschließen sollten.Schlanders fusionierte 1927 mit Meran. Brixen und St. Ulrich sollten sich mit Bozen zusammenschließen und Sterzingund Bruneck erklärten selbständig bleiben zu wollen. 1929 wurde schließlich die Eingliederung der sparkassen Brixen,St. Ulrich und Sterzing in die sparkasse Bozen beschlossen. Damit wurde nach 75 Jahren sparkasse Bozen ein neuerZeitabschnitt eingeleitet. Die Einlagen in den sparkassen gingen im Jahre 1935 um 30 Prozent zurück. In denFolgejahren bis 1938 erholte sich die Bank aber wieder und steigerte ihre Einlagen um 72 Prozent. In dieser Zeit nahmdie sparkasse auch die Aufgaben als Steuereinhebungsstelle und als Schatzamt in einigen Gebieten Südtirols wahr. Mitder Übernahme der Steuereinhebungsstellen der Unterlandler Gemeinden im Jahre 1964, die bis dahin von dersparkasse Trient und Rovereto geführt worden waren, wurde die sparkasse zum alleinigen "Pächter" dieses wichtigenöffentlichen Dienstes in Südtirol.Im Dezember 1963 erhielt die sparkasse ein neues Statut und die offizielle deutscheBezeichnung "sparkasse der Provinz Bozen". 1975 beschloss der Verwaltungsrat die Umbenennung von "sparkasseder Provinz Bozen" in "Südtiroler Landessparkasse". Das Jahr 1992 stellt einen Meilenstein in der jüngeren Geschichteder sparkasse dar. Es erfolgte die Umwandlung der Südtiroler Landessparkasse in eine Aktiengesellschaft, in dieSüdtiroler sparkasse AG. Gleichzeitig wurde die Stiftung Südtiroler sparkasse gegründet. Die Stiftung hält heute 66,02Prozent des Stammkapitals der Südtiroler sparkasse AG und ist damit Haupaktionär der Bank. 2004, das Jahr des150-Jahr-Jubiläums der Südtiroler sparkasse, markiert einen weiteren Wendepunkt in der Historie der Bank. Manentschied sich, auch außerhalb der Landesgrenzen aktiv zu werden. Und zwar um eine entsprechende Menge anEinlagen und Ausleihungen zu erreichen, nachdem man sie am Südtiroler Markt nur mehr begrenzt aufnehmen konnte.2004 wurden Filialen in Belluno, Trient und Verona eröffnet. Aufgrund der zahlreichen Neueröffnungen in dendarauffolgenden Jahren stieg die Anzahl der Filialen von 78 auf über 100. In den Folgejahren ging das Wachstum rasantweiter und überquerte schließlich die Marke von 140 Geschäftsstellen. Später sollte diese Turbo-Expansion zum ernstenProblem für die Bank werden.

il 19/11/2014 alle 08:13:33 Pagina 25/30

Page 26: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Wiku | Pagina: 10 | Categoria: Partner

Die „Älteste“ ist 160BANKEN: Ein Blick zurück auf dieGeschichte der Südtiroler Sparkasse

Gegründet am 6. November1854 in Bozen war ihr Ur-Zweckeigentlich jener, dem in der Zeitder Industrialisierung neu ent-standenen Proletariat eine Er-ziehung zur Vorsorge zu ermög-lichen und zeitgleich das Spar-verhalten im Sinne der wirt-schaftlichen Entwicklung zu för-dern.

Zwischen 1857 und 1906 wur-den insgesamt sieben Sparkas-sen in Südtirol errichtet, die un-abhängig arbeiteten. In der Zeitnach dem ersten Weltkrieg kames zu großen Unsicherheiten.Die Lira löste die Kronen alsWährung ab. Der Goldgehalt derKronen lag um fünf Prozent überdem der Lira. Beim Währungs-umtausch wurde diesem Unter-schied nicht Rechnung getragen,so dass alle erhebliche Einbußenhinnehmenmussten.

Von Rom wurde gleichzeitiggefordert, dass sich die kleinerenSparkassen zusammenschlie-

ßen sollten. Schlanders fusio-nierte 1927 mit Meran. Brixenund St. Ulrich sollten sich mitBozen zusammenschließen undSterzing und Bruneck erklärtenselbständig bleiben zu wollen.1929 wurde schließlich die Ein-gliederung der Sparkassen Bri-xen, St. Ulrich und Sterzing indie Sparkasse Bozen beschlos-sen. Damit wurde nach 75 Jah-ren Sparkasse Bozen ein neuerZeitabschnitt eingeleitet.

Die Einlagen in den Sparkas-sen gingen im Jahre 1935 um 30Prozent zurück. In den Folgejah-ren bis 1938 erholte sich dieBank aber wieder und steigerteihre Einlagen um 72 Prozent.

In dieser Zeit nahm die Spar-kasse auch die Aufgaben alsSteuereinhebungsstelle und alsSchatzamt in einigen GebietenSüdtirolswahr.Mit derÜbernah-me der Steuereinhebungsstellender Unterlandler Gemeinden imJahre 1964, die bis dahin von derSparkasse Trient und Roveretogeführt worden waren, wurdedie Sparkasse zum alleinigen„Pächter“ dieses wichtigen öf-fentlichen Dienstes in Südtirol.

Im Dezember 1963 erhielt dieSparkasse ein neues Statut unddie offizielle deutsche Bezeich-nung „Sparkasse der Provinz Bo-zen“. 1975 beschloss der Verwal-tungsrat die Umbenennung von„Sparkasse der Provinz Bozen“

in „Südtiroler Landessparkasse“.Das Jahr 1992 stellt einenMei-

lenstein in der jüngeren Ge-schichte der Sparkasse dar. Es er-folgte die Umwandlung der Süd-tiroler Landessparkasse in eineAktiengesellschaft, in die Südti-roler Sparkasse AG. Gleichzeitigwurde die Stiftung SüdtirolerSparkasse gegründet. Die Stif-tung hält heute 66,02 Prozentdes Stammkapitals der Südtiro-ler Sparkasse AG und ist damitHaupaktionär der Bank.

2004, das Jahr des 150-Jahr-Ju-biläums der Südtiroler Sparkas-se, markiert einen weiterenWendepunkt in der Historie derBank. Man entschied sich, auchaußerhalb der Landesgrenzenaktiv zu werden. Und zwar umeine entsprechende Menge anEinlagen und Ausleihungen zuerreichen, nachdemman sie amSüdtiroler Markt nur mehr be-grenzt aufnehmen konnte. 2004wurden Filialen in Belluno, Tri-ent und Verona eröffnet. Auf-grund der zahlreichen Neueröff-nungen in den darauffolgendenJahren stieg die Anzahl der Filia-len von 78 auf über 100. In denFolgejahren ging das Wachstumrasant weiter und überquerteschließlich die Marke von 140Geschäftsstellen. Später solltediese Turbo-Expansion zumernsten Problem für die Bankwerden. © Alle Rechte vorbehalten

Die Südtiroler Sparkassegehört heute zu einer der

bedeutendsten unabhängi-gen Regionalbanken Italiens.Angefangen hat alles vor 160Jahren in Bozen. Der „WIKU“zeichnet wichtige Stationender Bankhistorie, die zugleichauch ein Teil Südtiroler Wirt-schaftsgeschichte ist, nach.

1907 wurde der historische Sitz in der Bozner Museumstraße bezogen. Südtiroler Sparkasse

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Page 27: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Wiku | Pagina: 10 | Categoria: Partner

Gerhard Brandstätter*"WIKU": Herr Brandstätter, ist Ihnen angesichts der aktuellen Situation in der sparkasse überhaupt zum Feiern zumute?Gerhard Brandstätter: Sicherlich war die Ausgangslage schon einmal besser, aber der Glaube an eine positive Zukunftist da. Bei der 160-Jahr-Feier ging es jedoch mehr darum, Leistungen und Verdienste zu würdigen."WIKU": EinStolperstein für die sparkasse in den vergangenen Jahren war die zu rasche Expansion. Wie kann eine Regionalbankden Spagat zwischen kritischer Masse und Risikominderung schaffen? Brandstätter: Genau darum geht es. Das kannnur so funktionieren, indem man sich auf sein Kerngeschäft konzentriert und nur in ausgewählten umliegenden Regionenaktiv ist. Volumen um jeden Preis kann dabei nicht die Devise sein. "WIKU": Die Arbeit der Banken ist heute um einVielfaches komplexer geworden als noch vor 15 bis 20 Jahren. Das Dienstleistungsangebot ist gestiegen, und strengeAuflagen und Regeln auf nationaler und internationaler Ebene sind dazukommen. Warum haben Banken dennoch eineher schlechtes Image? Brandstätter: Das ist ein Kreislauf, der seine Ursache in der schlechteren Konjunktur hat. DieStimmung generell und auch gegenüber den Banken ändert sich meist mit der wirtschaftlichen Lage. Allerdings rechneich, dass es auch in Südtirol noch zwei Jahre dauern könnte, bis wir von Krisenüberwindung sprechen können. *GerhardBrandstätter ist Präsident der Südtiroler sparkasse

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Page 28: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Wiku | Pagina: 10 | Categoria: Partner

Gerhard

Brandstätter*

DREI FRAGEN AN

„WIKU“:Herr Brandstätter,ist Ihnen angesichts der aktu-ellen Situation in der Sparkas-se überhaupt zumFeiern zu-mute?GerhardBrandstätter: Sicher-lichwar dieAusgangslageschon einmal besser, aber derGlaube an eine positive Zu-kunft ist da. Bei der 160-Jahr-Feier ging es jedochmehr dar-um,LeistungenundVerdienstezuwürdigen.

„WIKU“: Ein Stolperstein fürdie Sparkasse in den vergange-nen Jahrenwar die zu rascheExpansion.Wie kann eine Regi-onalbank den Spagat zwischenkritischerMasse undRisiko-minderung schaffen?Brandstätter: Genaudarumgeht es.Das kannnur so funk-tionieren, indemman sich aufseinKerngeschäft konzentriertundnur in ausgewähltenum-liegendenRegionen aktiv ist.Volumenum jedenPreis kanndabei nicht dieDevise sein.

„WIKU“: Die Arbeit der Bankenist heute umein Vielfacheskomplexer geworden als nochvor 15 bis 20 Jahren. DasDienstleistungsangebot ist ge-stiegen, und strenge AuflagenundRegeln auf nationaler undinternationaler Ebene sind da-zukommen.WarumhabenBanken dennoch ein eherschlechtes Image?Brandstätter: Das ist einKreis-lauf, der seineUrsache in derschlechterenKonjunktur hat.Die Stimmung generell undauch gegenüber denBankenändert sichmeistmit derwirt-schaftlichenLage. Allerdingsrechne ich,dassesauchinSüd-tirol noch zwei Jahre dauernkönnte, biswir vonKrisenüber-windung sprechen können. ©

*GerhardBrandstätter ist Präsi-dent der Südtiroler Sparkasse

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Page 29: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Messaggero Veneto | Pagina: 64 | Categoria: Itas Sport

Martignacco è diventato un fortino inespugnabileVolley, B1 donne: l'Itas in casa continua a vincere e il primo posto è a soli tre punti Bianchin, autricedi 24 punti, è stata devastante contro La Sportiva Brescia

martignacco Restare saldamente con i piedi per terra. Questo l'obiettivo dell'itas Città Fiera dopo il netto successo suLa Sportiva Brescia. La vittoria da tre punti ha fatto salire la squadra di martignacco al quinto posto in classifica, a soletre lunghezze dalla vetta di B1 femminile. Niente male per una squadra che punta alla salvezza, ma che in questa primaparte della stagione sta raccogliendo grandi successi, che vanno oltre le più rosee aspettative. Non farsi trascinaredall'entusiasmo non è cosa semplice per le friulane, visto l'andamento di questa prima fase del campionato. CoachCuttini ha però richiesto di restare concentrate sull'obiettivo, senza farsi prendere da facili esaltazioni. Come nellapassata stagione l'itas Città Fiera è partita alla grande, strappando molte più vittorie di quante fossero preventivate. Leragioni del successo? Innanzitutto il carattere della squadra e la capacità di lottare su ogni pallone. Su l proprio parquetla formazione di Cuttini sta mietendo vittime illustri; il palazzetto di martignacco sta diventando un tabù per moltesquadre, che si trovano a fare i conti con una formazione agguerritissima, ma anche con un pubblico caldissimo e con uncampo in cui è difficile trovare punti di riferimento. Per il match di domenica scorsa si è registrato il pienone al PalazzettoAtleti Azzurri d'Italia; anche le gare trasmesse in streaming hanno raggiunto una buona percentuale di gradimento.Questa itas Città Fiera piace sempre di più al pubblico friulano, che ne apprezza la voglia di lottare su ogni pallone e lacapacità di restare sempre unita. La partita contro La Sportiva non era facile sulla carta. Il punto di forza della squadrabresciana è rappresentato in primis dalle attaccanti di palla alta; a causa di uno stiramento rimediato al termine delmatch con San Lazzaro, domenica scorsa la squadra guidata da Patrizia Amadori ha dovuto rinunciare a Liscioli, una delle attaccanti di punta. Non sono bastati i 18 punti di Coulibaly a tenere a galla la squadra bresciana, che nel corso delmatch è calata gradualmente in tutti i fondamentali. Bene invece l'itas Città Fiera, che ha trovato in Caravello e Dian duepunti di riferimento in seconda linea. In attacco la più ispirata è stata invece Bianchin, che in questa prima fase dellastagione si sta dimostrando tra le più costanti in questo fondamentale. Domenica scorsa Margherita ha realizzato 24punti, seguita da Giommarini (14). Monica Tortul

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Page 30: Rassegna stampa 19/11/2014users.infojuice.eu/itas/pdf/rassegna_2014-11-19.pdfData: 19/11/2014 | Fonte: MilanoFinanza | Pagina: 15 | Categoria: Itas Dedagroup piazza minibond da 5 milioni

Data: 19/11/2014 | Fonte: Il Messaggero Veneto | Pagina: 64 | Categoria: Itas Sport

◗ MARTIGNACCO

Restare saldamente con i piediper terra. Questo l’obiettivodell’Itas Città Fiera dopo il net-to successo su La Sportiva Bre-scia. La vittoria da tre punti hafatto salire la squadra di Marti-gnacco al quinto posto in clas-sifica, a sole tre lunghezze dal-la vetta di B1 femminile. Nien-te male per una squadra chepunta alla salvezza, ma che inquesta prima parte della stagio-ne sta raccogliendo grandi suc-cessi, che vanno oltre le più ro-see aspettative. Non farsi tra-scinare dall’entusiasmo non ècosa semplice per le friulane,visto l’andamento di questaprima fase del campionato. Co-ach Cuttini ha però richiesto direstare concentrate sull’obietti-vo, senza farsi prendere da faci-li esaltazioni.

Come nella passata stagionel’Itas Città Fiera è partita allagrande, strappando molte piùvittorie di quante fossero pre-ventivate. Le ragioni del suc-cesso? Innanzitutto il caratteredella squadra e la capacità dilottare su ogni pallone. Sul pro-prio parquet la formazione di

Cuttini sta mietendo vittime il-lustri; il palazzetto di Marti-gnacco sta diventando un tabùper molte squadre, che si trova-no a fare i conti con una forma-zione agguerritissima, ma an-che con un pubblico caldissi-mo e con un campo in cui è dif-

ficile trovare punti di riferimen-to. Per il match di domenicascorsa si è registrato il pienoneal Palazzetto Atleti Azzurrid’Italia; anche le gare trasmes-se in streaming hanno raggiun-to una buona percentuale digradimento. Questa Itas Città

Fiera piace sempre di più alpubblico friulano, che ne ap-prezza la voglia di lottare suogni pallone e la capacità di re-stare sempre unita.

La partita contro La Sportivanon era facile sulla carta. Ilpunto di forza della squadrabresciana è rappresentato inprimis dalle attaccanti di pallaalta; a causa di uno stiramentorimediato al termine del matchcon San Lazzaro, domenicascorsa la squadra guidata daPatrizia Amadori ha dovuto ri-nunciare a Liscioli, una delleattaccanti di punta. Non sonobastati i 18 punti di Coulibaly atenere a galla la squadra bre-sciana, che nel corso del matchè calata gradualmente in tutti ifondamentali. Bene invecel’Itas Città Fiera, che ha trovatoin Caravello e Dian due puntidi riferimento in seconda li-nea. In attacco la più ispirata èstata invece Bianchin, che inquesta prima fase della stagio-ne si sta dimostrando tra le piùcostanti in questo fondamenta-le. Domenica scorsa Margheri-ta ha realizzato 24 punti, segui-ta da Giommarini (14).

Monica Tortul

MartignaccoèdiventatounfortinoinespugnabileVolley, B1 donne: l’Itas in casa continua a vincere e il primo posto è a soli tre punti

Bianchin, autrice di 24 punti, è stata devastante contro La Sportiva Brescia

Margherita Bianchin top scorer con 24 palloni messi a terra

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