rapporto annuale 1997 - ecb.europa.eu · 1 l’evoluzione della crisi asiatica nel 1997 20 tavola:...

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I STITUTO M ONETARIO E UROPEO Maggio 1998 RAPPORTO ANNUALE 1997

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I S T I T U T O M O N E T A R I O E U R O P E O

Maggio 1998

R A P P O R T O A N N U A L E

1 9 9 7

II

© Istituto Monetario Europeo, 1998

Postfach 16 03 19, D-60066 Francoforte sul Meno

Tutti i diritti riservati. È consentita la riproduzione mediante fotocopie a fini didattici e non commerciali, a

condizione che venga citata la fonte.

ISSN 1024-5553

Stampato da Kern & Birner GmbH + Co., D-60486 Francoforte sul Meno

III

Indice

Prefazione

Sintesi 1

Capitolo ILe condizioni economiche, monetarie e finanziare nella Unioneeuropea

1 Il quadro di riferimento economico e finanziario nel 19971.1 I principali sviluppi al di fuori della UE 161.2 Gli sviluppi macroeconomici nella UE 211.3 I risultati nella convergenza macroeconomica 27

2 Le politiche monetarie degli Stati membri2.1 Ulteriore convergenza dei tassi di interesse 292.2 Le politiche monetarie nei singoli Stati membri 30

3 Le prospettive economiche e le sfide3.1 Le previsioni economiche per il 1998-99 373.2 Le politiche monetarie nell’ultima parte della Seconda fase 38

Capitolo IILa preparazione alla Terza fase

1 La politica monetaria1.1 La strategia della politica monetaria 441.2 L’attuazione della politica monetaria unica 44

2 La politica del cambio2.1 Gli AEC II 482.2 Gli interventi sul mercato dei cambi e la gestione delle attività di riserva

in valuta estera della BCE 482.3 Gli indirizzi per le operazioni delle BCN e degli Stati membri con le

proprie attività di riserva in valuta estera 482.4 I tassi di riferimento del cambio dell’euro 492.5 Il preannuncio dei tassi bilaterali che saranno utilizzati per determinare

i tassi irrevocabili di conversione dell’euro 49

3 Le statistiche3.1 L’attuazione dei requisiti statistici per la Terza fase 513.2 L’organizzazione delle attività statistiche a livello europeo 533.3 Gli aspetti legali 543.4 L’infrastruttura dei sistemi informativi 54

4 I sistemi di pagamento4.1 Il sistema TARGET 554.2 I sistemi di regolamento delle transazioni in titoli 56

IV

5 La preparazione delle banconote in euro 59

6 Le problematiche contabili 62

7 I sistemi informativi e di telecomunicazione 63

8 La vigilanza bancaria e la stabilità finanziaria 65

9 Le problematiche legali9.1 La convergenza legale 689.2 La legislazione comunitaria secondaria 69

10 La transizione all’euro 70

11 L’informazione al pubblico 73

Capitolo IIIAltri compiti dell’IME

1 La sorveglianza sul Sistema di compensazione e regolamento dell’ECU1.1 Le attività del Sistema di compensazione e regolamento dell’ECU nel 1997 761.2 Il lavoro preparatorio per la Terza fase della UEM 76

2 La moneta elettronica 78

3 La cooperazione nel campo della vigilanza bancaria e della stabilitàfinanziaria3.1 Performance e stabilità dei sistemi bancari dei paesi della UE nel medio

e lungo termine 803.2 L’uso dei dati macroeconomici nel processo di vigilanza 823.3 Altre questioni 83

4 L’amministrazione dei meccanismi dello SME e dei prestiti comunitari4.1 I meccanismi dello SME 854.2 I prestiti comunitari 86

5 Le funzioni consultive 87

6 La verifica della conformità al divieto di finanziamento monetario e diaccesso privilegiato 90

7 La cooperazione con altre istituzioni 91

Bilancio dell’IME 95

V

Allegati

Estratti dal Rapporto di Convergenza (marzo 1998) 106Comunicato congiunto sulla fissazione dei tassi irrevocabili di conversionedell’euro, in data 2 maggio 1998 114Glossario 119Cronologia delle misure di politica monetaria adottate nella UE nel 1997 129Altre pubblicazioni dell’IME 134

VI

* Convenzioni utilizzate nelle tavole:“ - ” Il fenomeno non esiste“ . ” Il dato non è disponibile“ ...” Il dato non raggiunge la cifra significativa

* Convenzioni utilizzate nel Rapporto:

I dati aggregati per la UE-15 in questo Rapporto sono generalmente costruiti usando tassi di cambio a paritàdi potere d’acquisto al fine di ponderare i singoli dati nazionali. Tuttavia, i dati sul commercio estero sonobasati sui tassi di cambio nominali del 1993. Tassi e indici (eccetto l’indice dei prezzi al consumo) sonobasati su pesi dati dal PIL 1993, mentre l’indice dei prezzi al consumo è basato su pesi che rispecchiano laspesa per consumi.

Questo Rapporto è stato ultimato nei primi di maggio 1998.

Indice dei riquadri, delle tavole e delle figure*

Riquadri

1 L’evoluzione della crisi asiatica nel 1997 20Tavola: Variazioni dei prezzi delle attività sui mercati asiatici 21

2 Caratteristiche dell’area dell’euro 39Tavola: Principali caratteristiche dell’area dell’euro, 1997 41

3 Parere del Consiglio dell’IME sull’emissione della moneta elettronica 78

Tavole

1 Andamenti recenti del PIL reale 222 Composizione della crescita nella UE nel 1997 243 Saldo commerciale e saldo delle partite correnti nella UE 254 Disoccupazione: un confronto fra dati nazionali e dati EUROSTAT 275 Indicatori economici e criteri di convergenza del Trattato di Maastricht 286 Obiettivi e linee-guida della politica monetaria degli Stati membri 32

(a) Aggregati monetari - obiettivi e linee-guida(b) Obiettivi formali di inflazione

7 Prestiti comunitari 868 Procedure di consultazione 889 Tassi centrali bilaterali degli AEC da utilizzare nella fissazione dei tassi

irrevocabili di conversione dell’euro 115

Figure

1 Principali sviluppi nelle maggiori economie industrializzate 182 Tassi di disoccupazione 263 Tassi di interesse ufficiali e tassi guida 314 Differenziali di interesse a breve termine con la Germania 34

VII

* Secondo l’usanza comunitaria, i paesi sono elencati in questo Rapporto nell’ordine alfabetico dei loro nominelle rispettive lingue nazionali.

Abbreviazioni

Paesi*

BE BelgioDK DanimarcaDE GermaniaGR GreciaES SpagnaFR FranciaIE IrlandaIT ItaliaLU LussemburgoNL Paesi BassiAT AustriaPT PortogalloFI FinlandiaSE SveziaUK Regno UnitoJP GiapponeUS Stati Uniti d’America

Valute

E euroBEF/LUF Franco belga/lussemburgheseDKK Corona daneseDEM Marco tedescoGRD Dracma grecaESP Peseta spagnolaFRF Franco franceseIEP Sterlina irlandeseITL Lira italianaNLG Fiorino olandeseATS Scellino austriacoPTE Scudo portogheseFIM Marco finlandeseSEK Corona svedeseGBP Sterlina ingleseJPY Yen giapponeseUSD Dollaro USA

VIII

In piedi (da sinistra a destra): A. Fazio, P. Jaans, M. O'Connell, U. Bäckström,A. de Sousa, A. Verplaetse, J.-C. Trichet, N. Wellink, L. Papademos, K. Liebscher, E. George.

Seduti: H. Tietmeyer, S. Hämäläinen, W. Duisenberg (Presidente), L. Rojo (Vice-Presidente), B. Andersen.

IX

Consiglio dell’IME

A. Lamfalussy (fino al 30 giugno 1997) Presidente dell’IMEW. Duisenberg (dal 1° luglio 1997)

L. Rojo Banco de España eVicepresidente dell’IME

A. Verplaetse Nationale Bank van België/Banque Nationale de Belgique

B. Andersen Danmarks Nationalbank

H. Tietmeyer Deutsche Bundesbank

L. Papademos Bank of Greece

J.-C. Trichet Banque de France

M. O’Connell Central Bank of Ireland

A. Fazio Banca d’Italia

P. Jaans Institut Monétaire Luxembourgeois

W. Duisenberg (fino al 30 giugno 1997) De Nederlandsche BankN. Wellink (dal 1° luglio 1997)

K. Liebscher Oesterreichische Nationalbank

A. de Sousa Banco de Portugal

S. Hämäläinen Suomen Pankki

U. Bäckström Sveriges Riksbank

E. George Bank of England

X

I S T I T U T O M O N E T A R I O E U R O P E O

SezionePianificazione

Statistiche Economiche e Finanziarie

Sistemi Informativi Statistici e Supporto

alle Divisioni

Sezione StatisticheMonetarie e

Bancarie

Sezione Bilancia deiPagamenti e

Riserve Estere

Sezione Biblioteca

Sezione Traduzioni Segretariato del

Sottocomitato per la Politica Monetaria

Sezione Stabili

DipartimentoFinanziario

Consigliere del Presidente

Ufficio Stampa

Relazioni con il Pubblico

SegretariatoGenerale

Supporto, Sviluppo e Progetti

Infrastrutturali

Progetti per la BCE e Pianificazione Inter-

venti di TecnologiaInformatica

Progetti per il SEBC

Consigliere Principale

Divisione Fase II

Sezione Analisi Economica e Monetaria

Divisione Fase III

Segretariato delConsiglio e Archivi

Sezione Politica dei Sistemi di Pagamento

Sezione SME/ECU

Sezione Assetto Monetario

Studi

Divisione Statistica

Dipartimento Monetario, Economico

e Statistico

DipartimentoSistemi Informativie Telecomunicazioni

Divisione Sistemi Informativi e

Telecomunicazioni

DivisioneAnalisi e Pianificazione

Sezione VigilanzaBancaria e Analisi

del Rischio

Divisione Giuridica

Direttore Generale

Presidente

DipartimentoAmministrativo

Divisione del Personalee Servizi Strumentali

Analisi della Finanza Pubblica

Analisi Paese

Sezione TARGET

Divisione ServiziGestionali

SezioneServizi Esterni

Sezione Assunzionie Politica del Personale

Sezione TrattamentoEconomico

Manutenzione e Misure di Sicurezza

Sezione Controlloe Organizzazione

Sezione ContabilitàSezione Strategia Monetaria

Segretariato del Gruppo di Lavoro sui Sistemi di Pagamento della UE

e sul Sistema di Regolamento delle Operazioni in Titoli

Revisore Interno

XI

Direzione dell’IME

A. Lamfalussy (fino al 30 giugno 1997) PresidenteW. Duisenberg (dal 1° luglio 1997)

R. Raymond Direttore Generale

H. K. Scheller Segretario Generale,Capo del Segretariato Generale

G. J. Hogeweg Capo del Dipartimento Monetario,Economico e Statistico

P.-W. Schlüter Capo del Dipartimento Amministrativo

J. Etherington Capo del Dipartimento Sistemi Informativie Telecomunicazioni

L. Hoogduin Consigliere del Presidente

In piedi (da sinistra a destra): J. Etherington, P.-W. Schlüter, G. J. Hogeweg, L. Hoogduin.Seduti: R. Raymond, W. Duisenberg, H. K. Scheller.

XII

Comitato Finanziario

L. Rojo Banco de España

J.-C. Trichet (fino al 31 agosto 1997) Banque de FranceH. Tietmeyer (dal 1° settembre 1997) Deutsche Bundesbank

E. George (fino al 31 agosto 1997) Bank of EnglandM. O’Connell (dal 1° settembre 1997) Central Bank of Ireland

Presidenti del Comitato dei Supplenti, dei sottocomitati e deigruppi di lavoro

R. Raymond Comitato dei Supplenti

J.-J. Rey Sottocomitato per la Politica Monetaria

F. Saccomanni Sottocomitato per la Politica del Cambio

T. de Swaan (fino al 5 gennaio 1998) Sottocomitato per la Vigilanza BancariaE. Meister (dal 6 gennaio 1998)

W. Hartmann Gruppo di lavoro sui Sistemi di Pagamentonella UE

A. Jarvis Gruppo di lavoro per la Stampa e l’Emissionedella Banconota Europea

K. Hanau (fino al 14 aprile 1997) Gruppo di lavoro sulle StatisticheR. Álvarez (dal 15 aprile 1997)

H. Heemskerk Gruppo di lavoro sulle Questioni Contabili

Y. Barroux (fino al 14 aprile 1997) Gruppo di lavoro sui Sistemi InformativiA. Nicolle (dal 15 aprile 1997)

J. Guill Gruppo di lavoro degli Esperti Legali

M. Caparello Gruppo di Audit per TARGET

ComitatofinanziarioConsiglio dell’IME

Comitato deiSupplenti

Sotto-comitato

per la Politica

Monetaria

Sotto-comitato

per la Politica

del Cambio

Sotto-comitato

per la VigilanzaBancaria

Gruppo dilavoro sui Sistemi di

Pagamento nella UE

Gruppo di lavoro per la Stampa e l’Emissione della Banco-nota Europea

Gruppo di lavoro sulleStatistiche

Gruppo dilavoro sulleQuestioniContabili

Gruppo dilavoro

sui SistemiInformativi

Gruppo dilavorodegli

Esperti Legali

Gruppodi

Audit perTARGET

Prefazione

XIV

Il Rapporto annuale dell’Istituto monetarioeuropeo (IME) per il 1997 è il quarto eultimo documento del genere che l’Istitutopubblicherà. La parte finale della transizionealla Terza fase ha preso il suo avvio con laconferma, avvenuta il 2/3 maggio 1998 daparte dei capi di Stato o di Governo, degliStati membri che rispettano le condizioninecessarie per l’adozione della monetaunica e con l’annuncio dei tassi di cambiobilaterali da usare nella determinazione deitassi di conversione irrevocabili dell’euro.Sin dall’inizio del 1994 l’IME, in strettacollaborazione con le banche centrali na-zionali della Unione europea (UE), haintrapreso i preparativi di natura tecnicanecessari per istituire il Sistema europeo dibanche centrali (SEBC), condurre la politicamonetaria unica nell’area dell’euro e crea-re la moneta unica. Tale compito verràportato a termine dal successore dell’IME,la Banca centrale europea (BCE).

Come negli anni precedenti, il Rapportodescrive la situazione economica, moneta-ria e finanziaria della Unione durante il1997, illustra le attività dell’IME e ne riportail bilancio.

Per quanto riguarda la situazione economi-ca complessiva nella UE, la ripresa sembraacquisire vigore e la crisi in Asia non haavuto apparentemente, a tutt’oggi, un ef-fetto avverso significativo sulla crescita eco-nomica. È particolarmente incoraggiante

osservare come la domanda interna stiaaumentando velocemente nella UE, dandoun forte contributo alla crescita del PILreale. Ciò detto, è deludente che la crescitadegli investimenti fissi resti debole in talunipaesi rispetto agli andamenti storici, sebbe-ne le grandezze fondamentali sottostantisiano favorevoli. Inoltre, l’andamento delmercato del lavoro nella UE è ancorainsoddisfacente. Gli alti livelli di disoccupa-zione giovanile e di disoccupazione di lungoperiodo, così come la mancanza di unasostenuta creazione di posti di lavoro,indicano la natura strutturale di ampia partedella disoccupazione nella UE, nonché lanecessità di contromisure strutturali voltead accrescere la flessibilità del mercato.

Allo stesso tempo, il tasso di inflazione nellaUE per il 1997 è stato il più basso maiconseguito da anni, con un numero cre-scente di paesi che hanno registratoun’inflazione pari o inferiore al 2 per cento.Nell’insieme, la prima fase della ripresaeconomica non sta alimentando pressioniinflazionistiche significative, consentendo allamaggior parte dei paesi della UE di mante-nere tassi di interesse generalmente bassi ead altri di registrare significative riduzioni deitassi. Per i paesi che adotteranno la monetaunica sarà essenziale mantenere questasituazione di generale stabilità dei prezzi eassicurare che il livello comune dei tassi diinteresse a breve termine che prevarrà siacoerente con la stabilità dei prezzinell’insieme dell’area dell’euro.

Come sottolineato nel recente esame dellaconvergenza macroeconomica compiutodall’IME, ulteriori sfide per il futuro sonolegate alla politica di bilancio. In particolare,è assolutamente necessario, per quantoriguarda la futura area dell’euro, che tutti gliStati membri ristabiliscano al più presto ungrado di flessibilità di bilancio che permettaloro di reagire ad andamenti avversi deifattori ciclici. Tale flessibilità sarà conseguitarealizzando una situazione di bilancio pros-sima al pareggio o in avanzo nel medioperiodo. In alcuni casi saranno anche

XV

necessari avanzi di bilancio complessivi so-stanziali e duraturi, al fine di ridurre il caricoderivante dagli altissimi rapporti tra debitopubblico e PIL, per rendere i bilanci nazio-nali meno vulnerabili alle variazioni dei tassidi interesse e per prepararsi a fronteggiarel’effetto dell’invecchiamento della popola-zione sulla finanza pubblica.

Il lavoro preparatorio per la Terza fase èproseguito, nel 1997, nella stretta osservan-za delle scadenze. Fra i molti settori neiquali si sono raggiunti risultati significativi,vorrei menzionare in particolare i seguenti:

nel campo della strategia, progressinell’individuazione di strategie poten-zialmente adottabili nella Terza fase (ela-borando un insieme condiviso di ele-menti chiave che caratterizzeranno lastrategia del SEBC) e nello sviluppodell’apparato analitico ed econometriconecessario a sostenere le scelte di politi-ca monetaria;

definizione dei particolari tecnicidell’assetto operativo del SEBC e crea-zione degli strumenti e dei sistemi ditecnologia dell’informazione necessariper l’attuazione della futura politicamonetaria del SEBC;

notevoli progressi verso la messa apunto delle statistiche necessarie a con-durre la politica monetaria unica nella

Terza fase, che renderanno possibilemettere a disposizione della BCE, entroil 1998, dati statistici compilati secondola nuova base concordata;

finalizzazione di una bozza di accordosugli AEC II, che dovrà essere approvatadalla BCE;

progressi riguardanti gli aspetti organiz-zativi, la realizzazione e il collaudo dellainfrastruttura informatica del SEBC, e delsistema TARGET;

pubblicazione dei disegni finali delle ban-conote in euro.

Nella sua breve vita l’IME ha svolto prepa-rativi tecnici di vasto raggio in vista dellaTerza fase della UEM, che ci consentonoora di guardare con fiducia all’introduzionedella moneta unica, all’inizio del 1999. Lesolide fondamenta gettate dall’IME dovreb-bero aiutare il SEBC/BCE a divenire unaistituzione forte, che perseguirà in mododeterminato il proprio principale obiettivodi mantenimento della stabilità dei prezzinell’area dell’euro, creando in tal modo lecondizioni necessarie a una crescita econo-mica sostenibile.

Francoforte, 5 maggio 1998

Wim DuisenbergPresidente

XVI

S intes i

2

Il Rapporto annuale del 1997 è l’ultimo chel ’ Ist i tuto monetar io europeo (IME)pubblicherà. Come nei tre precedentirapporti annuali, l’IME intende fornire unavisione d’insieme di tutti gli aspetti relativi aipropri compiti, come enunciati nel Trattatoistitutivo della Comunità europea1. Con-formemente all’articolo 11 dello Statutodell’IME, il presente Rapporto dà conto siadelle condizioni economiche, monetarie efinanziarie della Comunità sino alla fine del1997, sia delle attività dell’IME; esso presentainoltre il bilancio consuntivo annualedell’Istituto. Come in passato, il materialecontenuto nel Rapporto di quest’anno ètratto in misura considerevole da precedentie più estese pubblicazioni dell’IME. Inparticolare, nel marzo 1998 l’IME hapubblicato il proprio rapporto sulla

convergenza in adempimento all’articolo109j (1) del Trattato. Inoltre, nel settembre1997 è stato pubblicato il “Secondo rapportosullo stato di avanzamento del progettoTARGET” e, nello stesso mese, “La politicamonetaria unica nella Terza fase: carat-teristiche generali degli strumenti e delleprocedure di politica monetaria del SEBC”.Alla fine del presente Rapporto è riportatoun elenco dei documenti pubblicati dall’IMEnel 1997 e nei primi mesi del 1998.

La conferma, data il 2/3 maggio 1998 daicapi di Stato o di Governo, degli Statimembri che adotteranno la moneta unicaha segnalato l’avviarsi a conclusione dellatransizione alla Terza fase, che comprendel’istituzione del SEBC e della BCE, nonchéla liquidazione dell’IME.

Sintesi

1 Le condizioni economiche, monetarie e finanziarienella Unione europea

Il quadro di riferimento economico e finanziarionel 1997

Le condizioni globali dell’economia hannocontinuato ad essere sostanzialmentefavorevoli nel 1997, con la rimarchevoleeccezione degli sviluppi in Asia nell’ultimametà dell’anno. La crescita del PIL realenella UE ha inizialmente seguito l’andamentorallentato già osservato all’inizio del 1996.Tuttavia, il ritmo dell’attività economica èaumentato subito dopo e, dal secondotrimestre, il tasso di crescita è statonotevolmente più alto rispetto a quello delcorrispondente periodo del 1996. La crisiasiatica non ha avuto nel 1997 un impattofrenante significativo sulla crescita nella UE,dove si stima che l’aumento medio del PILreale sia stato del 2,7 per cento nel 1997,ossia notevolmente superiore al tassodell’1,7 per cento registrato nel 1996.L’accelerazione dell’attività è stata diffusa;una maggiore crescita è stata registrata inquasi tutti i paesi della UE, nonostante il

persistere di differenze nella forza dell’attivitàproduttiva.

Nel complesso dell’Unione, il miglioramentodella crescita reale nel 1997 è derivatoprincipalmente dalla domanda interna. Peril quarto anno consecutivo le esportazioninette di beni e servizi hanno fornito unostimolo positivo, seppur modesto, allacrescita, sostenute da un solo moderatoaumento dei costi relativi del lavoro perunità di prodotto e dai conseguentimiglioramenti della competitività. L’aumentodella domanda interna è stato legato a unmigl ioramento del la crescita degl i

1 I richiami al Trattato si riferiscono al Trattato istitutivodella Comunità europea, se non diversamente indicato.I richiami allo Statuto dell’IME o allo Statuto delSEBC/BCE si riferiscono rispettivamente al Protocollon. 4 dello Statuto dell’Istituto monetario europeo e alProtocollo n. 3 dello Statuto del Sistema europeo dibanche centrali e della Banca centrale europea.Questi Protocolli sono allegati al Trattato di cui fannoparte integrante.

3

investimenti e a un aumento delle scorte,mentre la crescita dei consumi privati èrimasta invariata e i consumi pubblici sonostati più deboli che nel 1996. Tuttavia,seguendo l’andamento già delineatosi findai primi anni novanta, la crescita degliinvestimenti fissi nel 1997 - sebbene piùsostenuta che nell’anno precedente - hacontinuato a essere inferiore ai livelli deidecenni passati nonostante i soddisfacentimargini di profitto, un alto livello di fiduciadegli operatori e tassi di utilizzo della capacitàrelativamente alti nel settore manifatturiero.Sia le esportazioni sia le importazioni sonocresciute in modo considerevolmente piùsostenuto che nel 1996, rispecchiando inparte la ripresa della crescita all’internodella UE (fattore che ha fatto aumentare ilcommercio intra-UE) e le vivaci condizionieconomiche complessive.

Nel contesto di un rafforzamento dellacrescita economica nell’insieme della UE,l ’occupazione è aumentata solomarginalmente, mentre la disoccupazione èrimasta ostinatamente elevata. Il tasso didisoccupazione per la UE nel suo complesso(misurato con dat i EUROSTAT) èleggermente diminuito nel corso del 1997,passando dal 10,8 per cento del quartotrimestre del 1996 al 10,5 per cento delquarto trimestre del 1997. Destanoparticolare preoccupazione i livelli più elevatidi disoccupazione giovanile e di lungoperiodo. La concentrazione della disoc-cupazione in queste categorie, così come ilpersistere di una limitata creazione di postidi lavoro, indicano la natura strutturale digran parte della disoccupazione nella UE ela perdurante necessità di misure strutturali.

Per quanto riguarda i risultati nellaconvergenza macroeconomica, in conformitàall’articolo 109j (1) del Trattato, alla fine dimarzo 1998 l’IME ha presentato al Consigliodella UE il proprio rapporto sui progressicompiut i dagl i Stat i membrinell’adempimento dei loro obblighi relativialla realizzazione dell’Unione economica emonetaria. Tale rapporto di convergenza

includeva l’esame del raggiungimento di unalto livello di convergenza sostenibile conriferimento al rispetto da parte di ciascunoStato membro dei criteri di convergenzasanciti dal Trattato. Il rapporto esaminavapoi gli andamenti dei singoli paesi della UEin termini di stabilità dei prezzi, debito edisavanzo pubblico, tassi di interesse alungo termine e tassi di cambio. Una sintesidell’esame della convergenza compiutodall’IME, che comprendeva gli sviluppi del1997, è contenuta in un allegato delpresente Rapporto annuale.

Le politiche monetarie degli Stati membri

Per quanto riguarda le politiche monetarie,il contesto economico e finanziario nel1997 ha consentito la prosecuzione dellaconvergenza dei tassi di interesse a breve ea lungo termine e il mantenimento di tassidi cambio generalmente stabili. La maggiorparte dei paesi della UE (segnatamenteBelgio/Lussemburgo, Danimarca, Germania,Francia, Paesi Bassi, Austria, Finlandia eSvezia) ha generalmente mantenuto bassitassi di interesse. Ciò ha riflesso unasituazione di stabilità dei prezzi in un contestocaratterizzato da output gaps tendenti aridursi, pur permanendo ancora negativi,dall’andamento favorevole delle politichesalariali e dagli sforzi di consolidamentodelle autorità di finanza pubblica. I tassi diinteresse ufficiali e i tassi guida sono rimastia livelli bassi e strettamente allineati, seb-bene siano stati limitatamente aumentatinell’autunno in risposta a rischi di inflazione.La concertazione di queste misure di politicamonetaria ha rafforzato la coesione tra ipaesi con tassi di interesse strettamenteallineati.

Diversi altri Stati membri (Spagna, Italia,Portogallo e, inizialmente, anche la Grecia)sono stati in grado di continuare il processo diriduzione dei tassi di interesse in linea con ilgrado di convergenza dei rispettivi fon-damentali economici complessivi con quellidei paesi menzionati nel paragrafo precedente,

4

con particolare riguardo al conseguimentodella stabilità dei prezzi. I tassi di interesse abreve e a lungo termine in questi paesi hannodunque teso a ridursi costantemente, con-vergendo progressivamente verso il livello piùbasso dei paesi strettamente allineati. Nei duerestanti paesi della UE (segnatamente Irlandae Regno Unito) si è avuta una strettamonetaria, sebbene con intensità diversa, inrisposta sia alla vivacità della crescitaeconomica e monetaria, sia agli accresciutirischi di inflazione, in presenza di fondamentaliche si sono mantenuti stabili. L’ampliamentodei differenziali di interesse a breve terminerispetto alla Germania è stato accompagnatoda un ulteriore forte apprezzamento dellerispettive valute nei confronti del marcotedesco. Verso la fine dell’anno, tuttavia, i tassidi interesse a breve termine in Irlanda hannocominciato a ridursi rispetto a quelli tedeschie la sterlina irlandese si è riavvicinata alle sueparità centrali nella griglia degli AEC.

Le prospettive economiche e le sfide

Le previsioni economiche prodotte dallemaggiori organizzazioni internazionali nellaprimavera del 1998 indicano che leprospettive di crescita per la UE nel 1998 enel 1999 sono favorevoli, poiché ladomanda interna dovrebbe ulteriormenterafforzarsi, compensando in qualche misural’atteso deterioramento del quadro esteroimputabile, tra l’altro, alla crisi asiatica. Ilproseguimento di politiche monetarieorientate alla stabilità, assieme a unamoderazione salariale che in parte riflette lapersistenza di tassi di disoccupazionerelativamente elevati, e ad output gapsancora negativi in alcuni paesi, dovrebberoconsentire di contenere le pressioni infla-zionistiche. Inoltre, la riduzione dei prezzidel petrolio, se abbastanza duratura, el’effetto antinflazionistico della crisi asiatica -dovuto al deprezzamento di alcune valuteasiatiche e alla moderazione della crescitaglobale - dovrebbero contribuire acontenere le pressioni inflazionistiche

dall’esterno. Rischi connessi alle previsionidi inflazione dipendono, tra l’altro, dallapossibilità di una ripresa della domandaaggregata nella UE più rapida di quantoprevisto, con conseguente riduzione deglioutput gaps, dall’andamento della dinamicasalariale, da un ulteriore apprezzamento deldollaro statunitense e, alla luce del recenteaccordo OPEC, dalla marcata inversionedella recente tendenza alla diminuzione deiprezzi del petrolio. La principale incertezzasulle previsioni sopra descritte proviene dalcontesto esterno. Si prevede che laproduzione mondiale e la crescita delcommercio nel 1998 e 1999 sarannoinferiori rispetto al 1997, a causa di unaforte contrazione della crescita del PILreale in alcune regioni dell’Asia, di unmoderato rallentamento del tasso di crescitanegli Stati Uniti e di un deterioramentodella situazione economica e finanziaria inGiappone. Il grado di debolezza del contestoesterno derivante dalla crisi dell’Asiadipenderà dalla portata e dalla tempestivitàdell’aggiustamento delle politiche macro-economiche nei paesi interessati e dallamisura in cui le riforme finanziarie verrannoattuate. Attualmente non si può escluderela possibilità di ulteriori ripercussioni. Duefattori possono in parte compensare l’effettodi contrazione sulla crescita della UE causatodalla crisi asiatica: in primo luogo, la riduzionedei tassi di interesse a lungo termine nellaUE e negli Stati Uniti - legata, fra l’altro, auna nuova valutazione da parte degliinvestitori dei rischi nei mercati emergenti -,in secondo luogo, la sostanziale diminuzionedei prezzi delle materie prime, che puòcontribuire ad aumentare ulteriormente iredditi reali.

Per quanto riguarda la convergenza, inallegato al presente Rapporto è riportatoun estratto del rapporto sulla convergenzaprodotto dall’IME nel marzo 1998, nelquale, nonostante i risultati recenti, si rilevala necessità di un ulteriore sostanzialeconsolidamento per la maggior parte degliStati membri, al fine di giungere a rispettare

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durevolmente i criteri di finanza pubblica el’obiettivo di medio periodo di una situazionedi bilancio prossima al pareggio o in avanzo,come previsto dal Patto di stabilità e crescita.Ciò riguarda in particolare il Belgio, laGermania, la Grecia, la Spagna, la Francia,l’Italia, i Paesi Bassi, l’Austria e il Portogallo,dove si prevedono, per il 1998, disavanzicompresi tra l’1,6 e il 2,9 per cento del PIL.Per la maggior parte di questi paesi, lanecessità di consolidamento è presenteanche comparando i rapporti tra disavanzopubblico e PIL previsti nei Programmi diconvergenza per il biennio 1999-2000 congli obiettivi di medio periodo del Patto distabilità e crescita. In una prospettiva piùampia per la sostenibilità delle posizionifiscali, per quei paesi nei quali l’incidenzadel debito pubblico sul PIL è superiore al100 per cento (Belgio, Grecia e Italia) sipuò argomentare con forza che unconsolidamento sostenuto per un lungoperiodo di tempo richiede sostanziali avanzidi bilancio. Questi si raffrontano con irilevanti disavanzi complessivi registrati nel1997 e negli anni precedenti. Nei paesi conrapporti fra debito pubblico e PILsignificativamente superiori al 60 per centoma inferiori all’80 per cento, il mantenimentodel rapporto tra disavanzo pubblico e PILsui livelli attuali non comporterebbe unariduzione del debito al di sotto della sogliadel 60 per cento entro un appropriatoperiodo di tempo; ciò rende quindinecessario un ulteriore, in alcuni casisostanziale, consolidamento.

Negli ultimi mesi della Seconda fasel’obiettivo primario delle politiche monetariedei paesi chiamati a partecipare all’areadell’euro è quello di garantire che l’attualecontesto di sostanziale stabilità dei prezzi siamantenuto per l’area dell’euro nel suoinsieme; ciò rappresenterebbe un punto dipartenza favorevole per il SEBC. La maggiorparte dei paesi chiamati a partecipare all’areadell’euro hanno già raggiunto tassi diinteresse di mercato monetario strettamenteallineati su un livello basso. Nella prima

parte del 1998 le condizioni economichehanno permesso il consolidamento di questaintonazione comune e gli altri paesi membrisono stati in grado di proseguire la tendenzaal ribasso dei tassi guida. Ciò suggerisce checondizioni monetarie comuni stiano di fattoemergendo nei paesi partecipanti all’areadell’euro, in un contesto di prezzi e tassi dicambio generalmente stabili. Entro la finedel 1998 al più tardi, i tassi di interesse abreve termine in questi paesi avrannoraggiunto la convergenza su un livellocomune, coerente con l’obiettivo dimantenere la stabilità dei prezzi nell’areadell’euro. Questo schema complessivo diconvergenza dei tassi di interesse a breve ècoerente con una situazione in cui, allavigilia della Terza fase, i tassi di cambio dimercato tra i paesi chiamati a partecipareall’area dell’euro sono uguali ai tassi dicambio bilaterali preannunciati, che sarannoutilizzati nella determinazione dei tassi diconversione irrevocabili dell’euro. Questitassi di cambio bilaterali preannunciati sonocoerenti con le variabili economiche difondo e compatibili con una convergenzasostenibile.

Nell’ultima parte della Seconda fase, ilConsiglio direttivo e il Comitato esecutivodella BCE finalizzeranno i preparativinecessari all ’attuazione della politicamonetaria unica nell’area dell’euro a partiredal 1° gennaio 1999. Nel frattempo, lebanche centrali nazionali dei paesi parte-cipanti manterranno i propri poteri nazio-nali in materia di politica monetaria. Icambiamenti istituzionali conseguentiall’istituzione del SEBC e della BCEforniscono un assetto appropriato nel qualele banche centrali nazionali potrannoimpegnarsi in stretta cooperazione conl’intento di coordinare le proprie politichemonetarie nazionali allo scopo di perseguirel’obiettivo prioritario di mantenere la stabilitàdei prezzi nell’area dell’euro. Inoltre, inconformità all’articolo 44 dello Statuto delSEBC/BCE, la BCE subentra all’IME nellosvolgimento di quei compiti che devono

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essere ancora svolti nella Terza fase dellaUEM, per l’esistenza di Stati membri conderoga. Il Consiglio generale della BCE

assumerà la responsabilità delle relazionicon le banche centrali nazionali degli Statimembri non partecipanti all’area dell’euro.

2 La preparazione alla Terza fase

La politica monetaria

Nel febbraio 1997 l’IME ha pubblicato unrapporto intitolato “La politica monetariaunica nella Terza fase - Elementi di strategiadella politica monetaria del SEBC”. Avendopreso in considerazione una gamma distrategie alternative, il rapporto individuavail targeting monetario intermedio e il targetingdiretto del tasso d’inflazione come basi diuna potenziale strategia applicabile nellaTerza fase. Esso indicava altresì che, aprescindere dalla scelta finale che saràoperata a tal riguardo dal SEBC, la strategiaadottata dovrà essere caratterizzata dacinque elementi fondamentali, indispensabiliper qualsiasi strategia: l’annuncio di unadefinizione quantitativa dell’obiettivo finaledi stabilità dei prezzi e l’annuncio di obiettivispecifici rispetto ai quali valutare l’efficaciadella strategia; l’uso di un’ampia gamma diindicatori in fase di elaborazione delledecisioni di politica monetaria; un ruoloimportante per gli aggregati monetari; daultimo, la possibilità per il SEBC di avere adisposiz ione proprie previs ioni perl’inflazione e le altre variabili rilevanti.Successivamente alla pubblicazione delsuddetto rapporto, l’attività dell’IME inquanto alla strategia si è concentrata sullapreparazione delle infrastrutture sulle qualibasare le scelte operate in materia dipolitica monetaria, ivi compreso lo sviluppodi diversi strumenti e metodi econometriciutili alla formulazione delle scelte di politicamonetaria.

Conclusa la fase concettuale alla fine del1996, il lavoro preparatorio, riguardante glistrumenti e le procedure necessari

all’attuazione della politica monetaria unica,è stato dedicato alla definizione dellespecifiche tecniche per l’assetto operativodel SEBC e alla messa a punto deglistrumenti del SEBC necessari all’attuazionedella futura politica monetaria del SEBC.

I principali sviluppi in termini di caratte-ristiche tecniche delle operazioni di politicamonetar ia nel 1997 r iguardano leprocedure, la scansione temporale e ilcalendario delle aste del SEBC, le modalitàdi regolamento delle operazioni di mercatoaperto e gli effetti delle procedure di finegiornata per l’utilizzo delle operazioni suiniziativa delle controparti. Il lavoropreparatorio necessario a consentire alSEBC di applicare obblighi di riserva minimisin dall’avvio della Terza fase, nel caso in cuiil Consiglio direttivo della BCE decidesse diadottare tale sistema, è in fase direalizzazione. Ciò ha implicato la ulterioreelaborazione della bozza di Regolamentodel Consiglio della UE sulle riserve minime,dei principali meccanismi operativi delsistema di riserva e la definizione delpotenziale aggregato soggetto a riserva.Sono stati definiti criteri comuni diammissibilità per le controparti e per leattività stanziabili, che devono essereapplicati nelle operazioni di politicamonetaria con il SEBC. Sono state altresìprecisate le misure di controllo dei rischi daadottare nell’utilizzo di tali attività, alla lucedelle prassi di mercato.

Poiché la politica monetaria sarà attuata subase decentrata, il principale lavoropreparatorio per la realizzazione deglistrumenti di politica monetaria è stato

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svolto dalle BCN, sia per l’infrastrutturatecnica sia per i profili legali. È inpreparazione una infrastruttura interna alSEBC per l’effettuazione delle operazioni dimercato aperto mentre l’IME sta svil-uppando i sistemi necessari a stabilire epubblicare l’elenco delle attività stanziabili,possibilmente escludendo alcune categoriedi attività non negoziabili, e delle contropartiammesse. Un altro progetto fondamentaleper la realizzazione della politica monetariaunica è la creazione di un efficace sistemadi gestione della liquidità basato sullo scambiodi flussi informativi giornalieri integrati tra leBCN e la BCE.

La politica del cambio

Nel campo della futura cooperazione nellapolitica del cambio fra gli Stati membripartecipanti all’area dell’euro e gli altri paesidella UE, nel 1997 sono stati portati avantilavori sia a livello del Consiglio ECOFIN sia alivello dell’IME, seguendo le indicazionicontenute in un rapporto sull’argomentopresentato dallo stesso IME al vertice diDublino del Consiglio europeo nel dicembre1996. Nel vertice del Consiglio europeosvoltosi ad Amsterdam nel giugno 1997 ha èstata approvata una Risoluzione relativa alnuovo meccanismo dei tassi di cambio chedovrà essere introdotto nella Terza fase dellaUEM. Parallelamente, l’IME ha definito labozza di accordo tra la BCE e le BCN al difuori della futura area dell’euro, che istituiscele procedure operative per gli AEC II;successivamente alla sua costituzione, la bozzadi accordo sarà sottoposta alla BCE. Il lavoroper rendere possibili eventuali interventi sulmercato dei cambi si è concentrato sugliaspetti relativi all’assetto operativo richiesto esui sistemi informatici di supporto, chepermetteranno al SEBC di effettuare gliinterventi. Sono stati condotti approfondimentisull’ ammontare e sulle modalità relative altrasferimento iniziale di attività di riserva dalleBCN alla BCE all’avvio della Terza fase, inconformità a quanto previsto dall’articolo 30,paragrafo 1, dello Statuto del SEBC/BCE. È

stato iniziato il lavoro di preparazione dellalegislazione comunitaria complementare chepermetterà alla BCE, in conformità all’articolo 30,paragrafo 4, dello Statuto del SEBC/BCE, dirichiedere ulteriori conferimenti a valere sulleattività di riserva in valuta estera delle BCNoltre il limite di 50 miliardi di euro stabilitodall’articolo 30, paragrafo 1. È statopredisposto un quadro di controllo per letransazioni di mercato effettuate dalle BCNcon attività in eccesso rispetto a quelletrasferite alla BCE, al fine di garantire lacoerenza di tali operazioni con la politicamonetaria e del cambio unica nell’areadell’euro. Un analogo meccanismo dicontrollo, riguardante l’utilizzo dei saldioperativi in valuta estera, sarà attuato per letransazioni effettuate dagli Stati membridell’area dell’euro. L’IME ha anche condottoun lavoro finalizzato alla preparazione delleprocedure per il calcolo e la pubblicazionedei tassi di cambio di riferimento all’euro.

Nelle conclusioni del Consiglio europeo,tenuto nel dicembre 1997 a Lussemburgo, èstato affermato che “il 3 maggio 1998 sarannoannunciati, per gli Stati membri partecipantiall’area dell’euro fin dall’inizio, i tassi di cambiobilaterali che saranno utilizzati per determinarei tassi di conversione dell’euro”. Il comunicatocongiunto emesso il 2 maggio 1998 daiministri e dai governatori delle banche centralidegli Stati membri della UE partecipanti all’areadell’euro, dalla Commissione europea edall’IME, come precursore della BCE, stabilisceche il metodo applicato il 31 dicembre 1998per fissare i tassi irrevocabili di conversionedell’euro sarà quello della regolare proceduradi concertazione giornaliera e che tali tassisaranno i tassi centrali bilaterali degli AEC. LeBCN dell’area dell’euro sono pronte adassicurare l’eguaglianza fra i tassi di cambio dimercato accertati mediante la procedura diconcertazione e i tassi preannunciati. I tassi dicambio dell’ECU ufficiale nei confronti dellemonete degli Stati membri dell’area dell’eurodefiniti con questa procedura saranno adottatidal Consiglio quali tassi irrevocabili di con-versione dell’euro il 1º gennaio 1999 ed en-treranno in vigore a partire dalla stessa data.

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Le statistiche

Un’ampia gamma di requisiti statistici perla condotta della politica monetaria nellaTerza fase è stata precisata in alcunidocumenti pubblicati dall’IME nel luglio1996. Gran parte del 1997 è stato dedicatoa rendere operativi tali requisiti e a chiarirnei dettagli laddove necessario. Sebbenerimangano alcune aree problematiche,l’introduzione delle necessarie modifichealle statistiche è proseguita, nel complessoagevolmente, e i dati elaborati sulla basedei nuovi criteri concordati relativi allafutura area dell’euro saranno disponibili perl’IME/BCE nel corso del 1998. Rinnovataattenzione è stata rivolta all’organizzazionedel lavoro statistico a livello europeo, inparticolare per le aree in cui la responsabilitàviene condiv isa dal la Commiss ione(EUROSTAT) e dall’IME/BCE; l’assettogiuridico per le statistiche nella Terza fase èstato ulteriormente sviluppato ed a fine1997 era stata completata gran parte dellavoro sulla trasmissione per via elettronicadei dati all’interno del SEBC. Si è ancheprogredito nello sviluppo di sistemi perl’elaborazione dei dati all’interno della BCE.

I sistemi di pagamento

Nel campo dei sistemi di pagamento il“Secondo rapporto sul lo stato diavanzamento del progetto TARGET(Trasferimento espresso trans-europeoautomatizzato di regolamento lordo intempo reale)”, pubblicato dall’IME nelsettembre 1997, fornisce ulter ior iinformazioni sui progressi compiuti inrelazione agli aspetti organizzativi e allarealizzazione del sistema. In particolare, ildocumento tratta le seguenti questioni:1) gli orari operativi; 2) le politiche tariffarie;3) l’offerta di liquidità infragiornaliera alleBCN non partecipanti all’area dell’euro;4) il ruolo della BCE nel sistema TARGET;5) la realizzazione del sistema. Il collaudo diTARGET è ben avviato. Nel maggio 1998 èstato distribuito un opuscolo informativo

che fornisce una descrizione generale delsistema. Un calendario delle giornateoperative TARGET sarà pubbl icatonell’agosto 1998.

Nel campo dei sistemi di regolamento delletransazioni in titoli, i lavori preparatori sisono concentrati su due temi principali: ladefinizione dei parametri per l’applicazionedei sistemi di regolamento delle transazioniin titoli nelle operazioni di credito del SEBCe la realizzazione di soluzioni a brevetermine per l’utilizzo delle garanzie tra ipaesi della UE. I requisiti e le analisisottostanti sono descritti nel rapportodell’IME “Requisiti per l’utilizzo dei sistemi diregolamento dei titoli nelle operazioni dicredito del SEBC”, pubblicato nel gennaio1998. Tali requisiti riguardano tre settoriprincipali: gli aspetti giuridici, i rischi diregolamento e di custodia, gli aspettioperativi. Inoltre, nel luglio 1997 il Consigliodell’IME ha deciso di adottare il Modellodi Banche Central i Corr ispondenti(correspondent central banking model -CCBM) come soluzione transitoria in attesadella realizzazione di adeguati collegamentitra i sistemi di regolamento in titoli al fine diagevolare l’utilizzo transfrontaliero dellegaranzie costituite a fronte delle operazionidel SEBC (di politica monetaria e diconcessione di credito infragiornaliero).

La preparazione delle banconote in euro

Nel corso del 1997, dai bozzetti dellebanconote in euro, che erano statiselezionati dal Consiglio dell’IME neldicembre 1996, sono stati sviluppati i disegnifinali. Le immagini dei disegni modificati, chesono state pubblicate nel luglio 1997, fannoda base al lavoro di vera e propriarealizzazione delle banconote, durante ilquale i disegni devono diventare lastre distampa nella prima metà del 1998. Al fine diindividuare il più precocemente possibile ipotenziali problemi, sono state collaudatetutte le tecnologie, che saranno utilizzateper la produzione delle banconote in euro,

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come parte del progetto di produrre unabanconota di prova. Il progetto ha rivelatoche tutte le stamperie partecipanti erano ingrado di produrre tutte le denominazionidelle banconote in euro con pari standarddi qualità e con identica apparenza. Perquanto riguarda la protezione legale dellebanconote in euro, Il Consiglio dell’IME hadeciso di far apparire il simbolo © delcopyright su ogni esemplare della banconotae, al fine di migliorare l’efficacia della lottaalla contraffazione, di istituire un centroinvestigativo congiunto e un archivio daticomune sulle banconote in euro contraffatte.La data per la messa in circolazione dellebanconote e delle monete metalliche ineuro è stata fissata al 1º gennaio 2002. Perquanto riguarda l’articolo 52 dello Statutodel SEBC/BCE che stabilisce che il Consigliodirettivo della BCE adotterà le misurenecessarie ad assicurare che le banconotedenominate nelle valute, il cui tasso dicambio è stato fissato irrevocabilmente,siano scambiate dalle banche centralinazionali alla loro rispettiva parità, la maggiorparte dei membri del Consiglio dell’IME haraggiunto un accordo di base relativo aimeccanismi di scambio e rimpatrio dellebanconote nazionali nel periodo fra il 1999e il 2002.

Le problematiche contabili

Il lavoro preparatorio sull’assetto contabileda applicare per il SEBC è stato in granparte completato nel 1997. Tale assettofarà da base alla rendicontazione interna edesterna del SEBC e consentirà sia di effet-tuare la gestione della liquidità sia diassicurare il rispetto dei requisiti statistici. Èstata esaminata anche la transizione allaTerza fase e sono stati sviluppati i principi ele tecniche necessari. Inoltre, continua lostudio del metodo per la ripartizione delreddito monetario in preparazione delledecisioni che verranno adottate dalConsiglio direttivo della BCE in materia.

I sistemi informativi e di telecomunicazione

Nel settore dei sistemi informativi e delletelecomunicazioni è stato portato a terminecon successo il progetto per la sostituzionedel sistema di teleconferenza. Il progettoconsente l’effettuazione in parallelo didiverse audioconferenze tra le istituzionicollegate. Inoltre, la sua struttura sottostanteservirà da principale piattaforma di rete peri trasferimenti di dati necessari allamaggioranza delle applicazioni dei sistemiinformativi all’interno del SEBC. Nel maggio1998 è stata sviluppata ed è diventataoperativa una infrastruttura di comunicazionia livello di SEBC che garantisce la sicurezzadei trasferimenti di dati fra utenti finali eaffidabili servizi per lo scambio di messaggi.Nel 1997 vi sono stati significativi progressinello sviluppo di diversi pacchetti softwarea livello di SEBC che faranno da supportoalla conduzione delle operazioni di politicamonetaria, di intervento sui mercati deicambi e di gestione delle riserve in valutadella BCE. Tutte queste applicazioni sarannorese operative entro la metà del 1998. Laseconda metà del 1998 sarà dedicata alcollaudo dei sistemi e delle procedure traBCE e BCN. Il Consiglio dell’IME haapprovato un quadro di riferimento a tuteladella sicurezza dei sistemi informativi delSEBC, al fine di assicurare un adeguato ecoordinato livello di sicurezza.

La vigilanza bancaría e la stabilità finanziaria

L’IME ha esaminato le modalità con cui ilSEBC, in conformità a quanto previstodall’articolo 105 (5) del Trattato, puòcontribuire nella Terza fase della UEM allabuona conduzione delle politiche perseguitedalle autorità nazionali responsabili dellavigilanza prudenziale sugli enti creditizi edella stabilità finanziaria. Si possonoprevedere due forme di partecipazione delSEBC. In primo luogo, il SEBC, e inparticolare la BCE, promuoveranno lacooperazione con le autorità nazionali divigilanza sui temi rilevanti di vigilanza

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prudenziale, come le questioni di naturamacroprudenziale, che presentano riflessiper la stabilità delle istituzioni finanziarie edei mercati. In secondo luogo, il SEBCfornirà alle autorità di vigilanza informazionirisultanti dalle sue attività principali chepotrebbero essere di utilità alla funzione divigilanza. Per contro, le autorità di vigilanzadovranno essere pronte a fornire al SEBCinformazioni di tipo prudenziale che possanoessere utili per l’espletamento dei compitiistituzionali previsti dal Trattato e dalloStatuto del SEBC/BCE. Inoltre, l’articolo 25,paragrafo 1, dello Statuto del SEBC/BCEstabilisce una specifica funzione consultivafacoltativa della BCE nel campo dellalegislazione comunitaria relativa alla vigilanzaprudenziale sugli enti creditizi e alla stabilitàdel sistema finanziario. Inoltre, l’articolo 105(4) del Trattato - che stabilisce che la BCEdebba essere obbligatoriamente consultatasu tutte le proposte di legislazione, siacomunitaria sia nazionale, relative allematerie di sua competenza, potrebbe essereapplicabile per alcuni provvedimentiriguardanti la vigilanza sugli enti creditizi e lastabilità del sistema finanziario. Da ultimo,l’articolo 105 (6) del Trattato prevede lapossibilità che determinati compiti operativinel campo della vigilanza prudenzialevengano conferiti alla BCE. Al riguardo, siritiene che sarebbe prematuro in questafase prefigurare eventuali trasferimenti deipoteri di controllo dalle autorità nazionalialla BCE.

Le problematiche legali

Per quanto concerne gli aspetti legali,nell’ottobre 1997 è stato pubblicato unrapporto nel quale si precisa ulteriormenteil punto di vista dell’IME sull’adeguamentodel le legis laz ioni nazional i previstodall’articolo 108 del Trattato, in vista delledisposizioni del Trattato e dello Statuto delSEBC/BCE per la Terza fase. In tal modol’IME ha fornito indicazioni ai legislatorinazionali per tale processo di adeguamentoe ha, al tempo stesso, posto le basi per il

suo rapporto di convergenza 1998 nelquale, tra l’altro, è stata valutata lacompatibilità delle legislazioni nazionali edegli statuti delle BCN con le disposizionidel Trattato e dello Statuto del SEBC/BCE.

La transizione all’euro

Durante il 1997 il lavoro preparatorio perla transizione alla moneta unica ha subitouna forte accelerazione. L’IME ha continuatoa seguire gli sviluppi riguardanti la transizioneper poter valutare se differenti livelli dipreparazione alla transizione nei vari Statimembri, dovuti a diversità nelle condizioniorganizzative e infrastrutturali, potrannoavere implicazioni sulla politica monetariaunica che sarà svolta a partire dal gennaio1999.

Nell’area finanziaria l’IME e le BCN hannoincoraggiato gli operatori a prendere inconsiderazione una standardizzazioneguidata dai mercati all’interno dell’Unionemonetaria. L’IME ha anche fornito assistenzaper la definizione di prassi comuni per imercati monetari e dei cambi dell’areadell’euro. Ha inoltre riconosciuto la necessitàdi elaborare un simbolo codificato distintivoper la valuta unica e ha espresso il propriofavore verso il simbolo E proposto dallaCommissione europea come logo perl’euro. Nell’ottica di assistere coloro chesaranno coinvolti nella preparazione dellatransizione, l’IME ha migliorato la diffusionedi informazioni rilevanti, tra l’altro, attraversoil proprio sito Web.

L’informazione al pubblico

Sin dalla sua costituzione, il 1° gennaio1994, l’IME ha rispettato i suoi obblighiinformativi ai sensi dell’articolo 7 edell’articolo 11, paragrafo 3, dello Statutodell’IME, pubblicando dei rapporti sullo statodei preparativi della Terza fase della UEM,sulle proprie attività e sulla situazionemonetaria e finanziaria comunitaria. Alla

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fine del presente Rapporto è riportato unelenco di tutti i documenti pubblicati dall’IMEa partire dall’inizio del 1997 assiemeall’indirizzo del suo sito Web. L’IMEriconosce che esiste la necessità che ilSEBC assicuri la trasparenza degli obiettivi edelle politiche perseguiti nella Terza fase eche esso favorisca la conoscenza delle sueoperazioni e dei suoi compiti mettendo

così in condizione la comunità finanziaria eil pubblico in generale di comprenderne edi sostenerne le politiche. A tal fine, l’IMEsta sviluppando una politica di comu-nicazione esterna - da presentare allavalutazione del Consiglio direttivo dellaBCE - sui modi più efficaci per diffondere leinformazioni riguardanti le attività del SEBC.

3 Altri compiti dell’IME

La sorveglianza sul Sistema di compensazione eregolamento dell’ECU

L’obiettivo principale dell’IME è stato quellodi assicurare che venissero prese adeguatedisposizioni per migliorare la corrispondenzadel sistema ai requisiti di sicurezza indicatinel Rapporto sugli schemi di compensazioneinterbancari del G-10 del 1990.

In particolare L’IME ha seguito il lavoropreparatorio svolto dall ’AssociazioneBancaria per l’ECU (ABE) sul Sistema dicompensazione e regolamento dell’euronella Terza fase della UEM (EURO 1).Inoltre, l’ABE – in collaborazione con l’IME– sta finalizzando gli accordi di regolamentoin conformità ad una decisione del Consigliodell’IME, la quale prevede che l’ABE apraun conto di regolamento centrale presso laBCE. Essa potrà inoltre aprire altri conti diregolamento presso le BCN che accettanodi fornire tali conti. A tutt’oggi, solo laBanque de France ha manifestato la suaintenzione di aprire un conto di regolamentolocale per l’ABE (entro giugno 1999).

La moneta elettronica

Nel 1997 l’IME ha portato a termine unulteriore studio sull’impatto della diffusionedella moneta elettronica sulle economiedei paesi della UE. Questo studio ha prestato

particolare attenzione ai nuovi sviluppi dimercato, analizzandone approfonditamentele implicazioni per la politica monetaria. Irisultati di tale studio hanno costituito labase del “Parere del Consiglio dell’IMEsull’emissione della moneta elettronica” del2 marzo 1998, il cui testo viene riprodottonel riquadro 3 del presente Rapporto.

La cooperazione nel campo della vigilanzabancaria e della stabilità finanziaria

L’IME ha svolto consultazioni su diversequestioni attinenti le competenze dellesingole banche centrali nazionali e chehanno riflessi sulla stabilità delle istituzionifinanziarie e dei mercati. In primo luogo, hacondotto una indagine su un’ampia gammadi questioni potenzialmente rilevanti per lastabilità dei sistemi creditizi della UE, comeapprofondimento delle tendenze attuali edelle possibili linee evolutive nel medio elungo termine, sia in generale sia rispettoalla creazione della UEM. In secondo luogo,sono stati esaminati la possibilità di utilizzaredati macroeconomici nel processo divigilanza e i legami tra gli sviluppimacroeconomici e la fragilità dei sistemibancari sia nel loro complesso sia a livello disingola istituzione. In terzo luogo, sono statiesaminati gli sviluppi più recenti delle praticherelative agli accantonamenti a fronte dicrediti in sofferenza e di dubbia esigibilità

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con attenzione particolare ai nuovi approccibasati su metodi statistici al fine di valutarnele principali implicazioni. Quarto, vi è statoun esame preliminare del possibile impattodella creazione della UEM sull’attuale regimedi vigilanza prudenziale nella UE relativo allaliquidità degli istituti di credito. Da ultimo, èproseguita la cooperazione tra centrali deirischi della UE nell’ottica di realizzarel’obiettivo di una apertura delle rispettivecentrali su base transfrontaliera.

L’amministrazione dei meccanismi dello SME edei prestiti comunitari

La Grecia è entrata a far parte degli AEC apartire dal 16 marzo 1998; con laconseguente partecipazione obbligatoria delpaese al meccanismo di cambio in ECU apartire da tale data. Poiché la Banca diGrecia aveva partecipato al meccanismo subase volontaria a partire dal 1986, la suaentrata negli AEC non ha avuto implicazionisulle operazioni di swap in ECU dell’IME.

Nel 1997, l’IME ha continuato a riceveredai prenditori di fondi (segnatamente Greciae Italia) e a pagare ai creditori verso laComunità le somme dovute a titolo diinteressi, provvigioni e spese sui prestiti inessere.

Le funzioni consultive

Nel quadro delle sue funzioni consultive,nel 1997 e nel primo trimestre del 1998,l’IME ha fornito pareri in occasione dicinquantadue procedure di consultazione,in conformità all’articolo 109f (6) eall’articolo 5, paragrafo 3, del suo Statuto,spesso in ordine all’adeguamento degli statutidelle singole BCN previsti dall’articolo 108del Trattato.

La verifica della conformità al divieto difinanziamento monetario e di accessoprivilegiato

Nel 1997, l’IME ha continuato a verificare ilcomportamento delle BCN rispetto agliobblighi ad esse derivanti dagli articoli 104 e104a del Trattato e dai Regolamenti delConsiglio ad esso collegati e ha conclusoche le BCN della UE continuano a rispettarei requisiti previsti dal Trattato. Le restantiimperfezioni emerse nella transizione versoi nuovi assetti, nonché i problemi tecniciverificatisi nell’attuazione delle nuove regole,sono stati definitivamente corretti all’iniziodel 1997.

La cooperazione con altre istituzioni

L’ IME ha cont inuato a cooperarestrettamente con gli altri organismi dellaUnione europea in varie forme e a varilivelli. Circa i contatti con istituzioni esternealla Comunità, la “procedura di concer-tazione” si è confermata una preziosaoccasione per lo scambio di dati tra espertidel settore dei cambi. Importanti rapportisono stati anche mantenuti con la Bancadei regolamenti internazionali, l’OCSE e lebanche central i dei paesi associat idell’Europa centrale e orientale. Nel 1997 ilFondo monetario internazionale haeffettuato diverse visite all’IME, nel corsodelle quali tra i principali argomenti affrontativi sono state le future relazioni tra SEBC eFMI.

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Capitolo I

Le condizioni economiche,

monetarie e f inanziar ie nel la

Unione europea

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1 Il quadro di riferimento economico e finanziarionel 1997

1.1 I principali sviluppi al di fuoridella UE

Il contesto esterno è rimasto solido

Le condizioni globali dell’economia hannocontinuato ad essere sostanzialmentefavorevoli nel 1997, con la rimarchevoleeccezione degli sviluppi in Asia nell’ultimametà dell’anno. Il volume del commerciomondiale di beni e servizi è aumentatonettamente, a un tasso stimato del 9,4 percento nel 1997, contro il 6,6 per cento del1996. La crescita della produzione mondialenel 1997 è stata del 4,1 per cento e si stimache la produzione nei paesi dell’OCSE siaaumentata del 3,0 per cento. Tra i paesiindustrializzati, gli aspetti più degni di notasono stati la relativa debolezza dell’economiagiapponese e la persistente forza delladomanda negli Stati Uniti. Parallelamente anumerosi anni di crescita sostenibile inalcuni paesi dell’OCSE, l’inflazione hacontinuato a mantenersi notevolmente bassae stabile; misurata sulla base degli IPCl’inflazione per tale gruppo di paesi (chenon include i cosiddetti paesi ad altainflazione2) è scesa al 2 per cento in media,il valore più basso nell’ultimo trentennio.Questo risultato favorevole in termini diinflazione è stato propiziato da unadiminuzione del prezzo del petrolio nelcorso dell’anno e da prezzi delle materieprime non petrolifere sostanzialmente stabili.

Gli Stati Uniti hanno continuato a beneficiaredi una solida crescita della produzione edel l ’occupazione. La cresc ita del laproduzione ha registrato un’accelerazioneal 3,8 per cento (cfr. fig. 1), favorendoun’ulteriore diminuzione del tasso didisoccupazione a un minimo del 4,6 percento nel novembre 1997, il livello piùbasso dal 1973. Al tempo stesso, le pressioniinflazionistiche sono rimaste moderate, conuna inflazione al consumo in discesa nelcorso dell’anno fino alla media del 2,3 per

cento. La crescente produttività e la cadutadei prezzi alle importazioni, dovuta, tral’altro, alla forza del dollaro, sono stati iprincipali fattori sottostanti, uniti a unamodesta stretta monetaria operata aprimavera dalla Federal Reserve. Il disavanzodel bilancio federale è stato quasi pareggiatonel 1997, grazie in parte all’aumento delleentrate fiscali indotto dalla crescita.

La crescita in Giappone, che sembravarafforzarsi nel corso del 1996, si è arrestatanel 1997. La produzione è scesa nettamentenel secondo trimestre, rispecchiando ladiminuzione dei consumi privati man manoche l’orientamento fiscale veniva reso piùrestrittivo. La fiducia dei consumatori è inseguito ulteriormente diminuita a causa deiproblemi finanziari di altri paesi asiatici (cfr.riquadro 1) e degli episodi di bancarotta dialcune istituzioni finanziarie giapponesi. Comeconseguenza della debole crescita il tasso didisoccupazione è salito al 3,4 per cento. Ilsolo stimolo alla crescita della produzione èvenuto dal settore esterno, riflettendo ildeprezzamento dello yen nei confrontidel dollaro e la forte domanda estera.L’orientamento accomodante della politicamonetaria della Banca del Giappone èstato mantenuto inalterato, con il tassoufficiale di sconto fermo al livello ec-cezionalmente basso dello 0,5 per cento,nel contesto di una crescita rallentata allo0,9 per cento circa, mentre l’inflazionemedia al consumo è rimasta relativamentesotto controllo nel corso dell’anno,raggiungendo l’1,7 per cento.

Una turbolenza finanziaria si è manifestatain Tailandia alla metà del 1997; si è rapi-damente diffusa a una serie di altri paesi

2 Definiti come quei paesi che hanno conseguito untasso medio di inflazione del 10 o più per centofino a oggi, negli anni novanta (fonte: OCSE,Economic Outlook, dicembre 1997).

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del Sud-Est asiatico, raggiungendo infineanche la Repubblica di Corea. La crescitaeconomica nell’Asia orientale e meridionaleè rallentata in quanto i problemi finanziaridell’area hanno accresciuto l’incertezza (cfr.riquadro 1). In Cina, tuttavia, è statomantenuto un alto livello di crescita dellaproduzione, mentre l’inflazione è rimastasotto controllo; nel contempo, l’attività si èmoderatamente indebolita sia in Australiasia in Nuova Zelanda.

Il gruppo delle economie in transizione haregistrato nel 1997 una crescita positivadella produzione per la prima volta dall’iniziodegli anni novanta, sebbene inferiore al 2per cento in media. I paesi baltici, la Poloniae l’Ungheria hanno tutti conseguito alti tassidi crescita, mentre la produzione in Russiaappare aumentata in misura modesta. NellaRepubblica ceca la crescita è rallentatanettamente e le pressioni sul mercato deicambi hanno reso necessar ia unasvalutazione della valuta nazionale. Il ritmodella crescita economica nei paesi in via disviluppo è stato mantenuto appena al disotto del 6 per cento nel 1997, sebbeneesso sia stato in Africa inferiore alla media,pari al 3 per cento circa. In Americacentrale e meridionale, tuttavia, la crescitaeconomica ha subito un’ impennata.L’inflazione è rallentata all’8,5 per centonell’insieme dei paesi in via di sviluppo ed èscesa al di sotto del 30 per cento nelleeconomie in transizione.

Variazioni negli andamenti complessivi suimercati dei cambi

Il 1997 è stato caratterizzato da un forteapprezzamento del dollaro statunitense neiconfronti del marco tedesco (del 15,2 percento, a 1,79 marchi per dollaro) e delloyen giapponese (dell’11,8 per cento, a 130yen per dol laro) . L ’anno è statocaratterizzato anche dal considerevoledeprezzamento di alcune valute asiatiche(cfr. riquadro 1).

Nei confronti del marco tedesco, il dollaro siè apprezzato da 1,55 a 1,79 nel corsodell’anno. Tale andamento ha rispecchiato leprospettive favorevoli dell ’economiastatunitense nei confronti della Germania e leaspettative di un mantenimento o di unampliamento dei differenziali dei tassi diinteresse, come quando, ad esempio, la FederalReserve americana ha attuato una restrizionedella politica monetaria verso la fine di marzo1997. L’andamento ascendente del dollaro siè temporaneamente interrotto fra metàagosto e inizio novembre, quando cessavanole aspettative di un’ulteriore stretta da partedella Federal Reserve, mentre le incipientipressioni sui prezzi in Germania creavano neimercati l’attesa di una stretta monetaria (difatto attuata il 9 ottobre). Sono diminuite daquel momento le aspettative di un’ulteriorerestrizione in Germania, consentendo al dollarodi riprendere la sua ascesa. Nel corso del1997 il dollaro si è apprezzato notevolmenteanche nei confronti dello yen giapponese,passando da 116 a 130 yen per dollaro. Nelcomplesso, l’evoluzione del rapportodollaro-yen ha rispecchiato sia le pessimisticheprevisioni per l’economia giapponese sia, piùavanti nell’anno, le ripercussioni negative sullacompetitività e sulla stabilità finanziariagiapponese dei problemi finanziari nel Sud-Estasiatico e nella Repubblica di Corea; hannoanche giocato un ruolo gli afflussi di capitalenegli Stati Uniti, visti come paese-rifugio, inseguito alla crisi asiatica (cfr. riquadro 1).Come conseguenza di un breve miglioramentodella percezione della ripresa economica inGiappone, il deprezzamento dello yen si ètemporaneamente interrotto alla metàdell’anno, quando lo yen si è apprezzatofortemente fino a livelli prossimi a quelliregistrati all’inizio dell’anno.

Per quanto riguarda le variazioni dei tassi dicambio effettivi nominali, quello del dollarorispetto a ventisei partner commerciali si èapprezzato del 13 per cento neI 1997,mentre quelli del marco tedesco e delloyen giapponese si sono deprezzati del 2,6 edell’1,9 per cento, rispettivamente. Nelcaso degli Stati Uniti, le ampie variazioni del

18

Principali sviluppi nelle maggiori economie industrializzate

Crescita del prodotto(dati trimestrali; variazioni percentuali annue)

UE-15

Giappone

Stati Uniti UE-15Giappone

Stati Uniti

Tassi di inflazione(a)

(dati trimestrali; variazioni percentuali annue)

GermaniaGiappone

Stati Uniti

Tassi di interesse ufficiali(b)

(dati di fine mese; valori percentuali)

DEM/USD (scala di sinistra)JPY/USD (scala di destra)

Tassi di cambio(c)

(dati di fine mese)

Figura 1

Fonte: statistiche nazionali.(a) UE-15 calcolata utilizzando i dati della Germania occidentale fino alla fine del 1993, quelli della Germania unita dopo tale data. Italia: indice del costo della vita. Regno Unito: indice dei prezzi al consumo, non comprensivo dei pagamenti per interessi sui mutui ipotecari (RPIX).(b) Per Germania e Giappone: tasso di sconto; per gli Stati Uniti: tasso di riferimento sui federal funds.(c) Marchi tedeschi per dollaro e yen giapponesi per dollaro.

1992 1993 1994 1995 1996 1997

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3

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1992 1993 1994 1995 1996 1997

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1992 1993 1994 1995 1996 1997

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80

90

100

110

120

130

140

19

tasso di cambio effettivo nominale riflettonoil rafforzamento del dollaro nei confrontidello yen e del marco tedesco, nonché ildeprezzamento delle valute nel Sud-Estasiatico e nella Repubblica di Corea. Ildeprezzamento effettivo relativamenteesiguo dello yen ha rispecchiato oppostiandamenti nei confronti delle valute delSud-Est asiatico e del won coreano. Nelcaso della Germania, al deprezzamento delmarco tedesco nei confronti del dollaro sisono contrapposti tassi di cambio gene-ralmente stabili nei confronti delle valuteeuropee, le quali hanno un peso aggregatoben superiore di quelle extraeuropeenell’indice complessivo.

I rendimenti delle obbligazioni internazionalisono diminuiti

Nel 1997 i rendimenti delle obbligazionistatunitensi sono caduti di 68 punti base, dal6,43 al 5,75 per cento, un andamento chenasconde due distinte fasi nell’anno. Ametà aprile i rendimenti sono cresciuti diquasi 60 punti base, fino a raggiungere unpicco del 6,98 per cento nel contesto di unulteriore restringimento delle condizioni delmercato del lavoro e di una crescitaeconomica in accelerazione. Le connesseaspettative di un aumento dell’inflazione sisono riflesse in un’accresciuta inclinazionedella curva dei rendimenti statunitensi ehanno indotto verso la fine di marzo unaumento di 25 punti base nel tasso suifederal funds, il primo dal febbraio 1995,portandolo al 5,5 per cento. Tuttavia,l’andamento crescente dei tassi di interessea lungo termine si è rivelato di brevedurata, man mano che miglioravano gli

andamenti inflazionistici e diveniva evidenteche le pressioni inflazionistiche rimanevanosotto controllo nonostante il vivaceandamento dell’economia reale. Il virtualeannullamento del disavanzo del settorepubblico negli Stati Uniti e la diminuzionedel rapporto tra debito pubblico e PIL nel1997 hanno ulteriormente sostenuto ladiminuzione dei tassi di interesse a lungotermine. Verso la fine dell’anno la cadutadei rendimenti è divenuta più rapida, inquanto la crisi finanziaria asiatica provocavaflussi di capitali verso lidi più sicuri al di fuoridella regione e verso attività relativamentemeno rischiose, quali le obbligazionistatunitensi. Allo stesso tempo la crisigenerava sia l’aspettativa che i tassi diinteresse ufficiali statunitensi non sarebberoaumentati, a causa dell’impatto deflazionisticodella crisi stessa, sia possibili preoccupazionicirca la stabilità finanziaria globale.

I tassi di interesse a lungo termine inGiappone sono scesi di 91 punti basedurante l’anno, fino a raggiungere l’1,66per cento, un livello storicamente mai cosìbasso rispetto agli standard nazionali einternazionali, mentre i tassi di interessereali a lungo termine ex post sono divenutisignificativamente negativi verso la finedell’anno e l’inclinazione della curva deirendimenti è divenuta meno ripida. L’insiemedi questi sviluppi ha rispecchiato le atteseche i tassi di interesse ufficiali rimanesserobassi di fronte al rimbalzo dell’inflazione,considerato, quest’ultimo, temporaneo, datala concomitante decelerazione del ritmodell’attività economica. La crisi finanziariaasiatica ha anche indotto flussi di capitali inuscita dal mercato azionario giapponese, everso le obbligazioni.

20

Riquadro 1

L’evoluzione della crisi asiatica nel 1997

Nel 1997 si sono registrate turbolenze sui mercati valutari e f inanziari senza precedenti in una serie

di paesi asiatici. Quelli più colpiti sono stati Tailandia, Indonesia, Malesia e Repubblica di Corea,

sebbene altri non siano rimasti immuni. Un fattore comune alla maggior parte dei paesi colpiti era,

prima della crisi, una perdita di competitività derivante dall’ancoraggio al dollaro statunitense e

rispecchiata nel persistere di disavanzi di parte corrente (anche se erano assenti altri segnali di disequilibrio

macroeconomico). Altre caratteristiche comuni erano sistemi finanziari fragili, scarsamente regolamentati

ed eccessivamente esposti, nonché alti livelli di indebitamento a breve termine denominato in valuta

da parte del settore privato, spesso usato per il finanziamento di investimenti a lungo termine, il che

creava un notevole disallineamento delle scadenze e delle valute.

Gravi pressioni sul baht tailandese hanno portato a lasciar fluttuare tale valuta nel luglio 1997, dopo

13 anni di ancoraggio a un paniere denominato in dollari. Come risultato delle passate perdite di

competitività si sono manifestate pressioni sulle valute di altri paesi della regione, che hanno portato

a forti deprezzamenti del peso f ilippino, del ringgit malese e della rupia indonesiana nello stesso

mese. La crisi si è aggravata a ottobre, quando un crollo della borsa di Hong Kong ha causato forti

turbolenze sui mercati dei capitali. Sebbene venisse mantenuto l’ancoraggio del dollaro di Hong

Kong a quello statunitense, la grave caduta dei prezzi azionari generava ulteriori pressioni sulle

valute asiatiche, incluso il won coreano, sino a quel momento relativamente illeso. Il conseguente

marcato deprezzamento del won coreano nei confronti del dollaro statunitense in novembre (e dicembre)

ha portato a un ulteriore indebolimento delle valute dell’area.

Esaminando gli sviluppi della seconda metà del 1997 nel loro insieme (cfr. la tavola), si può distinguere

una serie di caratteristiche comuni. Primo, con l’eccezione del dollaro di Hong Kong, le valute si

sono deprezzate molto nei confronti del dollaro statunitense. Gli ampi deprezzamenti hanno in pratica

assunto la caratteristica di un fenomeno che si autoalimenta, aumentando le spese per interessi sul

debito per il settore privato; inoltre, le decisioni di proteggere le posizioni debitorie nette sull’estero

hanno solamente intensificato le pressioni sul cambio. Secondo, i tassi di interesse a breve termine

sono stati innalzati drasticamente nel tentativo di mantenere gli ancoraggi valutari e, pur riducendosi

alla f ine del 1997, sono rimasti al di sopra dei livelli di inizio luglio, rispecchiando le attese di

ulteriori, sostanziali deprezzamenti dei tassi di cambio. L’accresciuta incertezza risultava evidente

anche dal significativo aumento della volatilità implicita nei prezzi delle opzioni fuori borsa su tali

valute. Terzo, gli indici del mercato azionario sono crollati per ammontari considerevoli che vanno

dal 10 al 50 per cento. Oltre a riflettere le condizioni monetarie, minori aspettative di futuri guadagni

e condizioni finanziarie sfavorevoli per le imprese, tale sviluppo era collegato ai maggiori rendimenti

attesi dagli investitori internazionali a fronte dell’accresciuto rischio. La caduta delle valute e degli

indici azionari ha comportato una diminuzione generale della presenza degli investitori internazionali

nell’area interessata, dove il contagio e l’iperreattività si sono sommati alle variazioni dei fondamentali.

Negli ultimi mesi del 1997 l’FMI ha concesso ingenti prestiti a Tailandia, Indonesia e Repubblica di

Corea. I programmi di riforma connessi con i prestiti prevedono che le politiche monetarie e di

bilancio vengano rese più restrittive e che i sistemi finanziari vengano ristrutturati e rafforzati. Tali

misure sono volte a ripristinare la fiducia nell’area evitando eccessivi deprezzamenti valutari, contenendo

l’inflazione e creando le condizioni per la costituzione di riserve internazionali.

Si possono individuare vari canali di trasmissione di effetti macroeconomici su queste economie

asiatiche. Essi sono: un effetto reddito o ricchezza, che opera attraverso una contrazione della domanda

interna in Asia per effetto della caduta del prezzo delle azioni e dei tassi di cambio e di politiche

21

monetaria e di bilancio più restrittive (ma influenzato anche da effetti derivanti da un maggiore

aggravio della spesa per interessi sul debito in dollari USA, dall’interruzione di linee di credito, da

fuoriuscite di capitale e da tassi di interesse più elevati); un effetto fiducia, laddove una caduta del

mercato azionario e/o del tasso di cambio può anche suggerire una visione più pessimistica delle

prospettive future e innescare di conseguenza ulteriori riduzioni della domanda; un effetto tasso di

interesse a lungo termine collegato a una rivalutazione del rischio da parte degli investitori sui mercati

emergenti e alle prospettive di crescita dell’inflazione conseguenti al deprezzamento della valuta; un

effetto prezzo, che porta a un aumento della competitività in Asia tendente ad accrescere le esportazioni

nette, mitigando in tal modo gli effetti recessivi della minore domanda interna.

L’intensità dell’impatto o effetto diretto sui paesi al di fuori dell’area dipenderà dalla quota di commercio

con le economie asiatiche interessate e dall’importanza degli scambi in rapporto alla produzione complessiva

(grado di apertura). Redditi, profitti e domanda saranno ridotti per effetto di un peggioramento dei

saldi con l’estero nel momento in cui diminuiscono le esportazioni. Potrebbero anche verificarsi effetti

ricchezza e fiducia sfavorevoli e un effetto operante attraverso i bilanci del sistema bancario, a seconda

dell’esposizione delle singole istituzioni nei confronti della regione. Tuttavia, i tassi di interesse a lungo

termine potrebbero beneficiare delle attese di più bassa inflazione. L’effetto finale sulle economie al di

fuori dell’Asia, che potrebbe non manifestarsi immediatamente, dipenderà non solo dall’effetto diretto

trasmesso dai mercati commerciali e f inanziari, ma anche dall’appropriatezza e dal tempismo delle

politiche che potrebbero essere necessarie e, non ultimo, dalla flessibilità della parte reale dell’economia,

soprattutto del mercato del lavoro. Le implicazioni della crisi per gli sviluppi monetari ed economici

nella UE sono ulteriormente esaminati nel paragrafo 3.

Dal 1° luglio al 31 dicembre 1997

Mercato azionario Tasso di cambio

col dollaro USA

Hong Kong -29,4 0,0

Indonesia -45,1 -55,0

Malesia -44,9 -35,0

Repubblica di Corea -46,6 -47,7

Singapore -22,8 -15,0

Tailandia -34,5 -47,8

Fonte: Reuters.

1.2 Gli sviluppi macroeconomicinella UE

La crescita del PIL reale nella UE si è innalzata

La crescita del PIL reale nella UE hainizialmente seguito, nel 1997, l’andamentorallentato già osservato all’inizio del 1996,poiché nel primo trimestre le pessimecondizioni atmosferiche hanno di nuovoteso a deprimere l’attività nel campo delle

costruzioni. Tuttavia, il ritmo dell’attivitàeconomica è aumentato subito dopo e, dalsecondo trimestre, il tasso di crescita èstato notevolmente più alto rispetto aquello dei corrispondenti periodi del 1996.La crisi asiatica non ha avuto nel 1997 unimpatto frenante significativo sulla crescitanella UE, dove si stima che l’aumentomedio del PIL reale sia stato del 2,7 percento nel 1997, ossia notevolmentesuperiore al tasso dell’1,7 per cento

Variazioni dei prezzi delle attività sui mercati asiatici(valori percentuali)

22

registrato nel 1996. L’accelerazionedell’attività è stata diffusa; una maggiorecrescita è stata registrata in quasi tutti ipaesi della UE (cfr. tav. 1), nonostante ilpersistere di differenze nella forza dell’attivitàproduttiva. In Italia e in Svezia l’aumentodella produzione, sebbene superiore aquello del 1996, è rimasto inferiore al 2 percento, mentre in Belgio, Germania, Franciae Austria è stato compreso tra il 2 e il 3 percento. La crescita del PIL reale nei restantinove Stati membri della UE è stata superioreal 3 per cento. La crescita in Irlanda, pari al10,3 per cento, è stata nuovamente la piùsostenuta dell’Unione nel 1997. Anche inFinlandia l’aumento del PIL reale haregistrato una forte accelerazione, fino araggiungere quasi il 6 per cento.

L’accelerazione dell’attività nel 1997 è stata inlarga parte sostenuta dal perdurare dei fattori

favorevoli che avevano caratterizzato anche il1996: l’espansione economica in NordAmerica si è mantenuta solida (cfr. anche ilpar. 1.1) e la competitività di prezzo dellamaggior parte dei paesi della UE è aumentatanei confronti dei principali partner commercialial di fuori della UE. All’interno della UE,un’inflazione bassa o in diminuzione haconsentito alla maggior parte degli Statimembri di perseguire politiche caratterizzateda tassi di interesse nominali a breve terminerelativamente bassi (cfr. par. 2), i tassi dicambio intra-UE si sono mantenutigeneralmente stabili e i rendimenti ob-bligazionari sono ulteriormente diminuiti. Lafiducia dei consumatori è aumentata fino araggiungere la sua media di lungo periodo,anche se il livello e il grado degli aumentisono stati notevolmente diversi tra paese epaese. Anche la fiducia degli operatori èaumentata notevolmente e a fine anno era

Tavola 1Andamenti recenti del PIL reale(variazioni percentuali)

Tassi annui(a) Dati trimestrali(b)

1995 19961997(c) 1996 1997 1996 1997

IV t I t II t III t IV t IV t I t II t III t IV t

Belgio 2,1 1,5 2,8 2,0 2,4 2,9 2,9 . 0,7 0,6 1,3 0,5 .

Danimarca 3,1 3,5 3,4 3,1 2,0 4,3 2,6 4,4 -0,8 0,9 2,0 0,5 1,1

Germania 1,8 1,4 2,2 1,8 1,0 3,0 2,4 2,4 0,3 0,4 0,9 0,7 0,3

Grecia 2,1 2,7 3,5 - - - - - - - - - -

Spagna 2,7 2,3 3,4 2,8 3,2 3,4 3,5 3,6 0,8 0,9 0,8 0,9 0,9

Francia 2,1 1,5 2,4 2,3 1,3 2,6 2,7 3,2 0,3 0,3 1,1 0,9 0,8

Irlanda 10,4 7,7 10,3 - - - - - - - - - -

Italia 2,9 0,7 1,5 -0,2 -0,9 1,9 2,2 2,8 -0,4 0,0 1,9 0,6 0,2

Lussemburgo 2,7 3,5 4,8 . . . . . . . . . .

Paesi Bassi 2,3 3,3 3,4 3,5 2,6 3,1 2,9 3,6 0,8 0,7 0,9 0,7 1,0

Austria 2,1 1,6 2,5 . . . . . . . . . .

Portogallo 2,4 3,6 3,9 - - - - - - - - - -

Finlandia 5,1 3,6 5,9 6,0 4,0 7,1 6,4 6,2 1,4 0,0 3,1 1,7 1,1

Svezia 3,9 1,3 1,8 1,3 -1,2 2,9 2,0 3,3 0,6 -0,2 0,4 1,0 2,2

Regno Unito 2,7 2,2 3,3 2,8 3,1 3,5 3,6 2,8 1,2 0,8 0,8 0,8 0,3

UE-15 2,5 1,7 2,7 2,1 1,4 3,0 2,8 2,9 0,5 0,4 1,2 0,8 0,5

Fonte: statistiche nazionali.(a) Tassi annui: variazioni percentuali rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.(b) Tassi trimestrali: variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente, destagionalizzati (per alcuni paesi, corretti anche per la

variazione nel numero di giorni lavorativi); non annualizzati.(c) Dati provvisori.

23

ben al di sopra della relativa media di lungoperiodo.

Domanda interna più forte, le esportazioninette sono rimaste positive

Nel complesso dell’Unione, il miglioramentodella crescita reale nel 1997 è derivatoprincipalmente dalla domanda interna,aumentata del 2,2 per cento contro l’1,5 percento dell’anno precedente. Per il quartoanno consecutivo le esportazioni nette dibeni e servizi hanno fornito uno stimolopositivo, seppur modesto, alla crescita,sostenute da un moderato aumento dei costirelativi del lavoro per unità di prodotto e daiconseguenti miglioramenti della competitività.L’aumento della domanda interna è legato aun miglioramento della crescita degliinvestimenti e a un aumento delle scorte,mentre la crescita dei consumi privati èrimasta invariata e i consumi pubblici sonostati più deboli che nel 1996 (cfr. tav. 2).Mentre la domanda interna è aumentata del3 o più per cento in molti paesi (Danimarca,Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi,Portogallo, Finlandia e Regno Unito), inGermania, Francia, Austria e Svezia l’aumentodella domanda interna è stato inferiore all’1,5per cento.

La crescita dei consumi privati nella UE è statasostanzialmente costante a partire dallarecessione del 1992-93 ed è rimasta nell’ordinedell’1½-2 per cento. Da un lato, la bassacrescita del reddito disponibile delle famigliein termini reali, assieme agli effetti negativiprodotti sulla fiducia dalla elevatadisoccupazione in alcuni paesi, e l’incertezzacirca le modalità dell’ulteriore consolidamentodella finanza pubblica hanno teso a contenerela spesa dei consumatori. Dall’altro, la fiduciadei consumatori è migliorata con il rischiararsidelle prospettive e con l’aumento deirendimenti azionari e, in alcuni casi, dei prezzidelle proprietà immobiliari. Il bilanciamentotra questi fattori varia considerevolmente,come dimostrato dal fatto che nel 1997 iconsumi privati sono aumentati del 3 per

cento o più in Danimarca, Spagna, Irlanda,Paesi Bassi, Portogallo, Finlandia e RegnoUnito, mentre in Germania, Francia e Austriasono aumentati meno dell’1 per cento. NelRegno Unito i consumi privati sono aumentatidel 4,5 per cento nel 1997, il livello più altodal 1988, in parte sospinti da fattori temporanei(principalmente guadagni una tantum derivantidal venir meno degli effetti della conversionein società per azioni delle società mutueedilizie).

Rispecchiando i continui sforzi delle autoritàdi finanza pubblica nel contenere la spesa allaluce della necessità di un consolidamento dibilancio, i consumi pubblici nella UE sonoaumentati nel 1997 dello 0,5 per cento,dando luogo a una diminuzione dell’incidenzasul PIL. In Germania, Grecia, Italia, Finlandia eSvezia i consumi pubblici sono diminuiti, mentrein Spagna e Regno Unito sono cresciuti solomarginalmente. Per contro, i consumi pubblicisono aumentati del 2,9 in Danimarca, del 3,9in Lussemburgo, del 3,3 nei Paesi Bassi e del3,0 per cento in Portogallo.

Seguendo l’andamento già delineatosi fin daiprimi anni novanta, la crescita degli investimentifissi nel 1997 - sebbene più sostenuta chenell’anno precedente - ha continuato a essereinferiore ai livelli dei decenni passati, no-nostante i soddisfacenti margini di profitto, unalto livello di fiducia degli operatori e tassi diutilizzo della capacità relativamente alti nelsettore manifatturiero. A livello dei singolipaesi, la crescita degli investimenti nel 1997 èrimasta superiore al 10 per cento in Grecia,Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Finlandia,ma è stata sostenuta anche in Danimarca enei Paesi Bassi. Per contro, gli investimentisono aumentati dell’1 per cento circa, omeno, in Germania, Francia e Italia e sonoscesi al 4,8 per cento in Svezia.

Sia le esportazioni sia le importazioni sonocresciute in modo considerevolmente piùsostenuto che nel 1996, rispecchiando inparte la ripresa della crescita all’interno dellaUE (fattore che ha fatto aumentare ilcommercio intra-UE) e le vivaci condizioni

24

economiche complessive. Le esportazioni daipaesi della UE sono aumentate in media del9,5 per cento, le importazioni dell’8,5. I datidella Commissione europea mostrano che ilsaldo commerciale e il saldo delle partitecorrenti per la UE sono ulteriormentemigliorati nel 1997 (cfr. tav. 3); il saldocommerciale è salito all’1,5 per cento del PILdella UE e l’avanzo delle partite correnti èaumentato all’1,2 per cento del PIL della UE. Isaldi delle partite correnti (basati su statistichenazionali) sono migliorati notevolmente inFrancia e nei Paesi Bassi così come, seppurein minor misura, in Belgio, Germania, Spagna,Finlandia e Regno Unito. Per contro, inDanimarca si è avuto un marcato

deterioramento. Nel complesso, undici Statimembri hanno conseguito avanzi delle partitecorrenti. In generale, questi avanzi sono staticonnessi con risparmi privati netti (risparmiprivati meno investimenti) elevati e rela-tivamente stabili, mentre la situazione delsettore pubblico tendeva a migliorare con-siderevolmente, riflettendo il risanamento dellasituazione di finanza pubblica in corso.

La creazione di posti di lavoro è rimasta debole,la disoccupazione è rimasta elevata

Nel contesto di un rafforzamento della cres-cita economica nell’insieme della UE,

Tavola 2Composizione della crescita nella UE nel 1997*(variazione percentuale annua)

PIL reale

Domanda interna Commercio con l’estero

Consumi Variazioni

Investimenti delle

Privati Pubblici fissi scorte(a) Esportazioni Importazioni

Belgio 2,8 2,3 2,2 1,1 5,6 -0,3 6,1 5,5

Danimarca 3,4 4,2 4,1 2,9 7,2 -0,2 4,5 7,0

Germania 2,2 1,2 0,2 -0,4 0,2 1,1 10,7 7,0

Grecia 3,5 3,8 2,5 -0,1 10,9 -0,1 5,2 5,9

Spagna 3,4 2,7 3,1 0,7 4,7 -0,4 12,9 10,1

Francia 2,4 1,0 0,9 1,5 0,2 0,1 11,3 6,6

Irlanda 10,3 7,9 7,1 2,7 13,6 0,2 18,1 16,3

Italia 1,5 2,5 2,4 -0,7 0,6 1,0 6,3 11,8

Lussemburgo 4,8 4,7 2,5 3,9 14,1 0,4 6,0 6,1

Paesi Bassi 3,4 3,3 3,2 3,3 6,0 0,0 10,5 10,6

Austria 2,5 1,2 0,2 0,9 3,6 -0,7 8,0 5,4

Portogallo 3,9 5,3 3,1 3,0 13,1 0,1 8,0 11,1

Finlandia 5,9 4,1 3,1 -0,3 11,3 0,3 13,5 9,3

Svezia 1,8 0,4 2,0 -2,1 -4,8 0,7 12,8 11,7

Regno Unito 3,3 3,6 4,5 0,5 3,9 0,1 7,8 8,4

UE-15(b) 2,7 2,2 2,1 0,5 2,4 0,4 9,5 8,5

Per memoria:

UE-15(b) (1996) 1,7 1,5 2,0 1,5 1,1 -0,3 4,9 3,7

Fonte: statistiche nazionali.* Dati parzialmente stimati.(a) Contributo alla crescita.(b) I dati sul commercio con l’estero risultano da una media ponderata dei dati dei paesi della UE-15 e pertanto non escludono il

commercio intra-UE.

25

l’occupazione è aumentata solo mar-ginalmente, mentre la disoccupazione èrimasta ostinatamente elevata. Il numerocomplessivo degli occupati nella UE, pari acirca 147 milioni, non è aumentato signi-ficativamente dalla recessione del biennio1992-93, nonostante una crescita del PILreale nella media UE del 2,4 per cento inquesto arco di tempo. Ad esempio, si stimache l’occupazione complessiva sia cresciutasoltanto dello 0,5 per cento circa nel 1997,contro aumenti dell’1 per cento circa inGiappone e di oltre il 2 per cento negli StatiUniti. Inoltre, il tasso di partecipazione dellaforza lavoro, del 67 per cento circa, è piùbasso di quello del Giappone o degli StatiUniti. La disoccupazione nella UE, misurata subase comparabile, è rimasta pari a più deldoppio di quella degli Stati Uniti e tre volte piùelevata di quella giapponese. Destanoparticolare preoccupazione i livelli più elevatidi disoccupazione giovanile e di lungo periodo.

La concentrazione della disoccupazione inqueste categorie, così come il persistere diuna limitata creazione di posti di lavoro,indicano la natura strutturale di gran partedella disoccupazione nella UE e la perdurantenecessità di misure strutturali.

Il tasso di disoccupazione nell’insieme dellaUE (misurato in base a dati EUROSTAT) èsceso leggermente nel corso del 1997, dal10,8 per cento nel quarto trimestre del 1996al 10,5 per cento nel quarto trimestre del1997 (cfr. fig. 2). La disoccupazione è scesanella maggior parte degli Stati membri dellaUE, ampiamente ma non del tutto in lineacon gli andamenti della crescita relativa, conmarcate riduzioni osservate in Danimarca,Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Finlandia e RegnoUnito. In Irlanda il tasso di disoccupazione èsceso al di sotto della media UE per la primavolta negli ultimi decenni. Nei Paesi Bassi ladisoccupazione era scesa al 5 per cento a fine

Tavola 3Saldo commerciale e saldo delle partite correnti nella UE*(in percentuale rispetto al PIL)

Saldo commerciale Saldo delle partite correnti

1994 1995 1996 1997(a) 1994 1995 1996 1997(a)

Belgio(b) . 4,1 3,9 4,4 . 4,2 4,2 4,9

Danimarca 4,1 2,9 3,5 2,8 1,8 1,0 1,7 0,6

Germania 2,2 2,5 2,8 3,3 -1,0 -0,9 -0,6 0,0

Grecia -13,8 -15,0 -15,0 -15,1 -0,1 -2,5 -3,7 -4,0

Spagna -3,9 -4,3 -3,8 -3,6 -0,8 1,2 1,3 1,5

Francia 0,7 0,9 1,2 2,2 0,6 0,7 1,3 2,9

Irlanda 15,5 19,3 20,0 22,8 3,6 4,1 3,2 2,8

Italia 3,5 4,1 5,0 4,1 1,4 2,5 3,4 3,2

Lussemburgo(b) -12,8 -12,0 -13,6 . 14,0 18,1 15,9 15,9

Paesi Bassi 5,1 5,3 5,0 3,4 5,3 6,1 5,8 5,3

Austria -5,2 -3,8 -4,2 -2,7 -0,9 -2,0 -1,8 -1,9

Portogallo -7,8 -6,8 -7,2 -8,1 -2,5 -0,2 -1,4 -2,0

Finlandia 6,6 8,6 7,7 8,5 1,3 4,1 3,8 5,1

Svezia 4,4 6,5 7,0 7,3 0,4 2,1 2,7 2,7

Regno Unito -1,5 -0,4 -1,0 -1,2 -0,3 -0,7 -0,4 0,3

UE-15(c) 0,6 1,0 1,3 1,5 0,0 0,4 0,8 1,2

Fonte: statistiche nazionali.* Avanzo (+), disavanzo (-).(a) Dati provvisori.(b) I corrispondenti valori per Belgio/Lussemburgo sono: per il saldo commerciale, 2,7, 4,1, 3,9, 4,2; per i saldi delle partite correnti,

5,0, 5,1, 5,0, 5,3.(c) Dati della Commissione europea (previsioni della primavera 1998); definizioni dei conti nazionali.

26

Tassi di disoccupazione*(definizioni EUROSTAT; in percentuale della forza lavoro)

Fonte: EUROSTAT.* Dati destagionalizzati.(a) Germania unita dal gennaio 1993.(b) Definizione nazionale, non essendo disponibili dati mensili su base comparabile.(c) Definizione riveduta da maggio 1997. (d) Prima del gennaio 1995, aggregato UE-12.

BelgioDanimarca

Germania(a)

Grecia(b)SpagnaFrancia Italia

Irlanda

LussemburgoPaesi Bassi

AustriaPortogallo

Finlandia(c)

SveziaRegno UnitoUE-15(d)

Figura 2

1992 1993 1994 1995 1996 1997

0

2

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1992 1993 1994 1995 1996 1997

1992 1993 1994 1995 1996 1997

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1992 1993 1994 1995 1996 1997

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anno. La disoccupazione è diminuita, seppurein misura minore, in Belgio e in Portogallo.Per contro, in Germania il tasso di disoc-cupazione è ulteriormente aumentato,rispecchiando prevalentemente gli sviluppinella Germania orientale, dove la disoc-cupazione è salita quasi al 20 per cento allafine dell’anno. La perdurante debolezzadell’attività edilizia e una riduzione deiprogrammi di promozione dell’occupazionee di formazione professionale sonoprincipalmente alla base di tale andamento inGermania orientale. Nell’insieme, hannocontinuato a sussistere differenze notevoli frai tassi di disoccupazione dei paesi della UE.Nel quarto trimestre del 1997 il tasso èrimasto pari o superiore al 10 per cento incinque paesi: Germania, Spagna, Francia, Italiae Finlandia. Nonostante le marcate riduzioniregistrate in Spagna e in Finlandia, i tassi didisoccupazione in questi due paesi sonorimasti i più elevati della UE.

I dati di fonte EUROSTAT sulla disoc-cupazione ai quali si fa riferimento nelprecedente paragrafo sono calcolati inconformità alle raccomandazioni dell’ILO.Tali dati sono più comparabili di quellinazionali, ma non sono pienamentearmonizzati. In alcuni casi differiscononotevolmente dal le corr ispondentidefinizioni nazionali (cfr. tav. 4). In particolarele stime dell’EUROSTAT su base annua peril 1997 sono superiori per Grecia, Svezia eRegno Unito e inferiori per Danimarca,Germania, Paesi Bassi, Austria e Finlandia.

1.3 I risultati nella convergenzamacroeconomica

In conformità all’articolo 109j (1) delTrattato, alla fine di marzo 1998 l’IME hapresentato al Consiglio della UE il propriorapporto sui progressi compiuti dagli Statimembri nell’adempimento dei loro obblighirelativi alla realizzazione dell’Unioneeconomica e monetaria. Tale rapporto diconvergenza includeva l ’esame delraggiungimento di un alto livello di con-vergenza sostenibile con riferimento alrispetto da parte di ciascuno Stato membrodei criteri di convergenza sanciti dal Trattato.Il rapporto esaminava poi gli andamenti deisingoli paesi della UE in termini di stabilitàdei prezzi, debito e disavanzo pubblico, tassidi interesse a lungo termine e tassi dicambio. All’inizio di maggio 1998 il Consigliodella UE, riunito nella composizione deicapi di Stato o di Governo, ha confermatoquali sono gli Stati membri che hannosoddisfatto le condizioni necessarie perl’adozione della moneta unica. Il risultato ditale riunione è riportato nel riquadro 2.Una sintesi dell’esame della convergenzacompiuto dall’IME, che comprendeva glisviluppi del 1997, è contenuta in un allegato,che contiene brani tratti dall’Introduzione eSintesi del rapporto di convergenza. I datirelativi ai criteri di convergenza del Trattatodi Maastricht (escluso il criterio del tasso dicambio) sono riportati nella tavola 5.

Tavola 4Disoccupazione: un confronto fra dati nazionali e dati EUROSTAT(in percentuale della forza lavoro)

BE DK DE GR ES FR IE IT LU NL AT PT FI SE UK UE

1996

Definizione nazionale 9,8 8,7 10,4 7,5 22,2 12,3 11,5 12,1 3,3 6,6 7,0 7,3 15,8 8,0 7,5 11,0

EUROSTAT 9,7 6,9 8,8 9,6 22,1 12,4 11,6 12,0 3,3 6,3 4,3 7,3 15,4 10,0 8,2 10,8

1997

Definizione nazionale 9,3 7,8 11,5 7,9 20,8 12,5 10,3 12,3 3,6 5,6 7,1 6,8 14,5 8,0 5,7 10,8

EUROSTAT 9,2 6,1 9,7 9,6 20,8 12,4 10,2 12,1 3,7 5,2 4,4 6,8 14,0 10,2 7,1 10,6

Fonte: statistiche nazionali e EUROSTAT.

28

Tavola 5Indicatori economici e criteri di convergenza del Trattato di Maastricht(escluso il criterio del tasso di cambio)

Inflazione Tasso di Avanzo (+) o disavanzo (-) Debito lordo(IAPC)(a) interesse a delle Amministrazioni delle Amministrazioni

lungo termine(b) pubbliche(c) pubbliche(c)

Belgio 1996 1,8 6,5 -3,2 126,91997 (d) 1,4 5,7 # 2,1 122,21998 (e) - - # -1,7 118,1

Danimarca (f) 1996 2,1 7,2 # -0,7 70,61997 (d) 1,9 6,2 # 0,7 65,11998 (e) - - # 1,1 # 59,5

Germania 1996 1,2 6,2 -3,4 60,41997 (d) 1,4 5,6 # -2,7 61,31998 (e) - - # -2,5 61,2

Grecia 1996 7,9 14,4 -7,5 111,61997 (d) 5,2 9,8 -4,0 108,71998 (e) - - # -2,2 107,7

Spagna 1996 3,6 8,7 -4,6 70,11997 (d) 1,8 6,3 # -2,6 68,81998 (e) - - # -2,2 67,4

Francia 1996 2,1 6,3 -4,1 # 55,71997 (d) ** 1,2 ** 5,5 # -3,0 # 58,01998 (e) - - # -2,9 # 58,1

Irlanda 1996 2,2 7,3 # -0,4 72,71997 (d) *** 1,2 *** 6,2 # 0,9 66,31998 (e) - - # 1,1 # 59,5

Italia 1996 4,0 9,4 -6,7 124,01997 (d) 1,8 6,7 # -2,7 121,61998 (e) - - # -2,5 118,1

Lussemburgo 1996 *** 1,2 *** 6,3 # 2,5 # 6,61997 (d) 1,4 5,6 # 1,7 # 6,71998 (e) - - # 1,0 # 7,1

Paesi Bassi 1996 1,4 6,2 # -2,3 77,21997 (d) 1,8 5,5 # -1,4 72,11998 (e) - - # -1,6 70,0

Austria 1996 1,8 6,3 -4,0 69,51997 (d) * 1,1 * 5,6 # -2,5 66,11998 (e) - - # -2,3 64,7

Portogallo 1996 2,9 8,6 -3,2 65,01997 (d) 1,8 6,2 # -2,5 62,01998 (e) - - # -2,2 # 60,0

Finlandia 1996 ** 1,1 ** 7,1 -3,3 # 57,61997 (d) 1,3 5,9 # -0,9 # 55,81998 (e) - - # 0,3 # 53,6

Svezia 1996 * 0,8 * 8,0 -3,5 76,71997 (d) 1,9 6,5 # -0,8 76,61998 (e) - - # 0,5 74,1

Regno Unito 1996 2,5 7,9 -4,8 # 54,71997 (d) 1,8 7,0 # -1,9 # 53,41998 (e) - - # -0,6 # 52,3

Fonte: Commissione europea.

*, **, *** = primo, secondo e terzo miglior risultato in termini di stabilità dei prezzi.

# = disavanzo delle Amministrazioni pubbliche non superiore al 3 per cento del PIL; debito lordo delle Amministrazioni pubbliche non superiore al 60 per cento del PIL.

(a) Variazioni percentuali annue.

(b) Valori percentuali. La serie armonizzata per la Grecia inizia a metà del 1997. Prima di questa data, le serie si basavano sulle migliori approssimazioni disponibili; per il

periodo che va da marzo a giugno 1997, si sono utilizzate serie di rendimenti su obbligazioni a lungo termine con scadenza inferiore rispetto alle serie armonizzate; prima

di allora, si sono utilizzati rendimenti all’emissione su obbligazioni a lungo termine con scadenza inferiore rispetto alle serie armonizzate.

(c) In percentuale del PIL.

(d) Per l’inflazione e il tasso di interesse a lungo termine, 12 mesi terminanti a gennaio 1998; l’avanzo o il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche e il debito lordo delle

Amministrazioni pubbliche sono di fonte Commissione europea (previsioni della primavera 1998).

(e) L’avanzo o il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche e il debito lordo delle Amministrazioni pubbliche sono proiezioni della Commissione europea (previsioni della

primavera 1998).

(f) Le cifre relative al debito delle Amministrazioni pubbliche non sono aggiustate per le attività detenute dal Fondo danese per le pensioni sociali nei confronti di

controparti esterne alle Amministrazioni pubbliche, né per i depositi detenuti dallo Stato presso la banca centrale per la gestione delle riserve valutarie. In base ai punti

5 e 6 del Regolamento del Consiglio (CE) n. 3605/93 del 22 novembre 1993, il Consiglio e la Commissione concordano sul fatto che, per la Danimarca, tali poste

saranno specificate nella presentazione del debito lordo delle Amministrazioni pubbliche. Queste poste erano pari al 9,6 per cento del PIL nel 1996 e all’8 per cento

nel 1997. Inoltre, i dati non sono aggiustati per quelle poste del debito pubblico che scaturiscono dal finanziamento di enti pubblici, poste che, secondo il punto 3 del

sopramenzionato Regolamento, saranno oggetto di una presentazione separata per gli Stati membri. In Danimarca questa posta era pari al 5,2 per cento del PIL nel 1996

e al 4,9 per cento nel 1997.

29

3 A partire dal 16 marzo 1998, la dracma greca èentrata a far parte del meccanismo di cambio delloSME con una parità centrale stabilita in 1 ECUcontro 357 dracme, che ha comportato undeprezzamento del 14 per cento rispetto allequotazioni di mercato. Le autorità greche si sonoimpegnate a condurre una politica economica emonetaria strettamente volta al controllo e allariduzione dell’inflazione.

4 A partire dal 16 marzo 1998, le parità centralibilaterali della sterlina irlandese rispetto alle altrevalute partecipanti agli AEC sono state rivalutate del3 per cento, portandole prossime ai tassi di mercato.

2 Le politiche monetarie degli Stati membri

In questo paragrafo si descrivono icambiamenti intervenuti nelle condizionimonetarie dei singoli paesi della UE nel1997 e i relativi obiettivi di politica monetariaper il 1998. Esso riflette il compito attribuitoall’IME nella Seconda fase della UEM dirafforzare la cooperazione fra banchecentrali nazionali e il coordinamento dellepolitiche monetarie degli Stati membri alfine di garantire la stabilità dei prezzi. Inconnessione con tal i responsabil ità,l’adeguatezza e la compatibilità delle attualipolitiche monetarie e di cambio sono stateoggetto di periodiche riunioni di valutazionetenutesi presso l’IME. Nell’ambito di talevalutazione, si è tenuto conto dellaconduzione delle politiche all’interno degliAccordi europei di cambio (AEC), dei qualifacevano parte nel 1997 tutti i paesi dellaUE con l’eccezione di Grecia3, Svezia eRegno Unito.

2.1 Ulteriore convergenza dei tassi diinteresse

Il contesto economico e finanziario nel1997 ha consentito la prosecuzione dellaconvergenza dei tassi di interesse a breve ea lungo termine e il mantenimento di tassidi cambio generalmente stabili. La maggiorparte dei paesi della UE (segnatamenteBelgio/Lussemburgo, Danimarca, Germania,Francia, Paesi Bassi, Austria, Finlandia eSvezia) ha generalmente mantenuto bassitassi di interesse. Ciò ha riflesso unasituazione di stabilità dei prezzi in un contestocaratterizzato da output gaps tendenti aridursi, pur permanendo ancora negativi,dall’andamento favorevole delle politichesalariali e dagli sforzi di consolidamentodelle autorità di finanza pubblica. I tassi diinteresse ufficiali e i tassi guida sono rimastia livelli bassi e strettamente allineati, sebbenesiano stati l imitatamente aumentatinell’autunno in risposta a rischi di inflazione(cfr. la fig. 3 e l’allegato relativo alla

cronologia del le misure di pol it icamonetaria). La concertazione di questemisure di politica monetaria ha rafforzato lacoesione tra i paesi con tassi di interessestrettamente allineati.

Diversi altri Stati membri (Spagna, Italia,Portogallo e, inizialmente, anche la Grecia)sono stati in grado di continuare il processo diriduzione dei tassi di interesse in linea con ilgrado di convergenza dei rispettivifondamentali economici complessivi con quellidei paesi menzionati nel paragrafo precedente,con particolare riguardo al conseguimentodella stabilità dei prezzi. I tassi di interesse inquesti paesi hanno dunque teso a ridursicostantemente, convergendo progressi-vamente verso il livello più basso dei paesistrettamente allineati (cfr. fig. 4). Nei duerestanti paesi della UE (segnatamente Irlandae Regno Unito) si è avuta una strettamonetaria, sebbene con intensità diversa, inrisposta sia alla vivacità della crescitaeconomica e monetaria, sia agli accresciutirischi di inflazione, in presenza di fondamentaliche si sono mantenuti stabili. L’ampliamentodei differenziali di interesse a breve terminerispetto alla Germania è stato accompagnatoda un ulteriore forte apprezzamento dellerispettive valute nei confronti del marcotedesco. Verso la fine dell’anno, tuttavia, i tassidi interesse a breve termine in Irlanda hannocominciato a ridursi rispetto a quelli tedeschie la sterlina irlandese si è riavvicinata alle sueparità centrali nella griglia degli AEC4.

30

Il processo di convergenza è stato sostenutodal forte impegno politico verso la UEMmostrato in occasione delle periodicheriunioni del Consiglio europeo e dallaconseguente riduzione dell’incertezza deimercati. Particolare importanza va attribuitaall’accordo, raggiunto in occasione dellariunione informale del Consiglio ECOFIN diMondorf-les-Bains nel settembre 1997, sulfatto che i tassi di cambio bilaterali chesaranno utilizzati all’avvio della Terza faseper la determinazione dei tassi diconversione irrevocabili dell’euro sarannopreannunciati immediatamente dopo lascelta dei paesi che adotteranno la monetaunica (cfr. riquadro 2). Date le condizioni dicalma nei mercati dei cambi europei, uncrescente numero di partecipanti al mercatoha sviluppato l’aspettativa che i tassi dicambio bilaterali preannunciati sarannouguali o molto prossimi alle parità centralidegli AEC. Di conseguenza, il processo diconvergenza dei tassi di cambio verso lerispettive parità centrali degli AEC indottodal mercato e, come corollario, laconvergenza dei tassi di interesse a brevetermine si sono ulteriormente rafforzati.

2.2 Le politiche monetarie nei singoliStati membri

La Deutsche Bundesbank ha continuato amantenere un contesto di tassi di interessebassi nel 1997, rispecchiando il gradualeritorno della crescita della moneta in sensoampio (M3) a un livello più soddisfacente, ele prospettive di inflazione in Germania.Dopo l’estate, tuttavia, l’apprezzamentodel dollaro statunitense e gli aumenti neiprezzi amministrati hanno portato a unar ipresa del l ’ in f laz ione dei prezz ial l ’ importazione, al consumo e al laproduzione. Al fine di garantire un’ulterioredecelerazione del tasso di espansionemonetaria e di affrontare preventivamentei rischi per la stabilità dei prezzi, laBundesbank ha deciso, il 9 ottobre 1997, diadottare un orientamento di politicamonetaria un po’ meno accomodante. Il

tasso sulle operazioni pronti contro terminein titoli - che era rimasto al 3,0 per centosin dall’agosto 1996 - è stato aumentato al3,3 per cento, mentre sia il tasso ufficiale disconto sia il tasso lombard sono rimastiinvariati, rispettivamente al 2,5 per cento eal 4,5 per cento (cfr. fig. 3).

Alla fine del 1996 la Bundesbank ha estesol’orizzonte temporale del suo obiettivomonetario per M3 da annuale a biennale alfine di tenere in considerazione le possibiliincertezze dei mercati finanziari nel periododi transizione alla Terza fase. Per il 1997 eper il 1998 l’obiettivo di crescita annua diM3 è stato fissato attorno al 5 per cento.Come punto di riferimento aggiuntivo per ilpiù breve termine, la fascia-obiettivo per lacrescita di M3 nel quarto trimestre del1997 è stata fissata al 3,5-6,5 per cento. Neldicembre 1997 la Bundesbank haconfermato il suo obiettivo monetariobiennale di circa il 5 per cento annuo, maha abbassato la fascia-obiettivo per il 1998al 3-6 per cento. Al contempo hariconosciuto che, nella seconda metà del1998, la sua strategia basata su obiettivimonetar i dovrà tenere in maggiorconsiderazione gli aspetti riguardanti l’interogruppo di paesi chiamati a partecipareall’area dell’euro (cfr. anche par. 3).

Mentre nel 1996 la crescita di M3 nell’ultimotrimestre (8,1 per cento) aveva superato lafascia-obiettivo del 4-7 per cento, il ritmodell’espansione monetaria è costantementedecelerato nel corso del 1997, tanto che,nel quarto trimestre, la crescita di M3 èstata del 4,7 per cento, appena al di sottodel centro della fascia-obiettivo del 3,5-6,5per cento (cfr. tav. 6(a)). La decelerazionedella crescita della moneta è la risultante diquella del credito al settore sia privato siapubblico e di elevati deflussi netti di fondiper transazioni tra enti non bancari nazionalie non residenti. Nel 1997 gli enti nonbancari nazionali hanno ulteriormenteridotto i loro depositi transfrontalieri ehanno pure smobilizzato parte dei certificatidi mercato monetario in portafoglio. Come

31

Tassi di interesse ufficiali e tassi guida(valori percentuali)

Figura 3

Fonte: statistiche nazionali (i tassi indicati sono quelli più significativi per la politica monetaria in ciascun paese). (a) Dati di fine settimana, per il Portogallo dati di inizio settimana. (b) Dati di fine mese.(c) Prima del 23 maggio 1997: tasso di interesse sulle anticipazioni.(d) Se la comunicazione del tasso sulle operazioni regolari di offerta di liquidità viene sospesa, il tasso di interesse corrisponde a quelli su operazioni occasionali.(e) Prima del 3 marzo 1997: tasso minimo sui prestiti.

1996 1997

1996 1997

1996 1997

1996 1997

1996 1997

1996 1997

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DE Tasso Lombard(a)

DE Tasso pronti contro termine(a)

DE Tasso di sconto(a) NL Anticipazioni a scadenza fissa(b)(c)

NL Anticipazioni speciali(b)

AT Tasso pronti contro termine(a)

AT Tasso di sconto(b)

FR Facilitazione di credito a 5-10 giorni(a)

FR Tasso di intervento(a)DK Certificati di deposito(a) BE Tasso centrale(a)

BE Tasso di sconto(a)FI Tasso d’asta(b)

PT Pronti contro termine di finanziamento(a)(d)

PT Pronti contro termine di impiego(a)(d)ES Pronti contro termine a 10 giorni(b)

IT Anticipazioni a scadenza fissa(a)

IT Tasso di sconto(a)IT Tasso pronti contro termine(a)

IE Credito a breve termine(b)

SE Pronti contro termine in acquisto(a)

SE Tasso sui prestiti(a)UK Tasso pronti contro termine(b)(e)

GR Tasso lombard(b)

GR Tasso di sconto(b)

32

Tavola 6Obiettivi e linee-guida della politica monetaria degli Stati membri(a) Aggregati monetari - obiettivi e linee-guida

(variazioni percentuali annue*)

1996 1997 1998

Variabile di Obiettivo/ Andamento Obiettivo/ Andamento Obiettivo/

riferimento linea- effettivo linea- effettivo linea-

guida(a) guida(a) guida(a)

Germania M3 4-7 8,1 3,5-6,5 4,7 3-6

Grecia M3 6-9 9,3 6-9 9,5 .

Spagna ALP ≤8 6,5 ≤7 3,7 .

Francia M3(b) 5 -3,2 5 2,0 5

Italia M2 5 3,1 <5 9,7 ~5

Regno Unito M0 0-4 5,7 0-4 6,5 -

M4 3-9 9,8 3-9 11,1 -

1996 1997 1998

Variabile Obiettivo Andamento Obiettivo Andamento Obiettivo

obiettivo(a) effettivo effettivo

Spagna CPI 3,5-4(b) 3,6 <3 2,0 2

Finlandia CPIY ~2 0,2 ~2 0,7 ~2

Svezia CPI 2 ± 1 0,8 2 ± 1 0,8 2 ± 1

Regno Unito RPIX 1-4 2,9 ≤ 2,5(c) 2,8 2,5

(b) Obiettivi formali di inflazione(variazioni percentuali annue)

Fonte: statistiche nazionali.* Quarto trimestre-quarto trimestre o dicembre-dicembre (Regno Unito: marzo-marzo).(a) Obiettivi di medio termine per Spagna e Francia. Le fasce di monitoraggio per il Regno Unito sono state sospese il 6 maggio 1997

e il Comitato di politica monetaria della Bank of England ha successivamente deciso di non reintrodurle per il momento.(b) M3 per il 1996; successivamente la valutazione è estesa anche agli andamenti degli aggregati monetari ristretti e più ampi (M1, M2,

M3+P1).

Fonte: statistiche nazionali.(a) CPI = indice dei prezzi al consumo. CPIY = CPI esclusa la tassazione indiretta, i sussidi e i costi in conto capitale per le abitazioni

occupate dai proprietari (interessi sui mutui ipotecari e deprezzamento). RPIX = indice dei prezzi al dettaglio esclusi gli interessisui mutui ipotecari.

(b) Si riferisce al primo trimestre del 1996.(c) Segmento inferiore della fascia 1-4 per cento fino alla primavera del 1997; 2,5 per cento o meno, successivamente; obiettivo del

2,5 per cento da giugno 1997 in poi.

conseguenza, l’aggregato M3 esteso aidepositi transfrontalieri, alle obbligazionibancarie a breve termine e agli investimentiin fondi di mercato monetario è cresciutopiù lentamente di M3 nel 1997 (a un tassodel 4,4 per cento nel quarto trimestre del1997, rispetto a un tasso del 4,7 per centoper M3).

Il 9 ottobre 1997 i tassi di interesse ufficiali e/oi tassi guida sono pure stati aumentati di0,2-0,3 punti percentuali contemporanea-

mente in Belgio/Lussemburgo, Danimarca,Francia, Paesi Bassi e Austria, mentre alcunebanche centrali hanno mantenuto un esiguodifferenziale rispetto agli equivalenti tassi diinteresse di politica monetaria tedeschi (cfr.fig. 3). La Suomen Pankki aveva già aumentatoil suo tasso d’asta di 0,25 punti percentuali ametà settembre e la Sveriges Riksbank haaumentato il tasso pronti contro termine nellastessa misura a metà dicembre. Lacorrispondenza nell’entità, nei tempi e nellemodalità operative delle misure di politica

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monetaria adottate da questi Stati membri harispecchiato lo stretto allineamento dei rispettivitassi di interesse a breve termine in uncontesto di tassi di cambio stabili, prospettivedi inflazione a medio termine simili e di bassirendimenti obbligazionari a lungo termine.

La Banque de France ha chiuso l’esiguodivario che rimaneva rispetto al tasso sulleoperazioni pronti contro termine tedescoaumentando in ottobre di 0,2 puntipercentuali il suo tasso d’intervento al 3,3per cento. Questa misura era volta amantenere l’elevato livello di fiducia nelfranco francese che, nel corso dell’anno, siè apprezzato rispetto alla sua parità centralenei confronti della maggior parte delle altrevalute partecipanti agli AEC. In unaprospettiva nazionale, l ’orientamentoleggermente meno accomodante è statoanche rivolto a sostenere una ripresa noninflazionistica in presenza di sviluppi monetarie creditizi più dinamici rispetto al 1996. Nelmedio periodo la Banque de France siprefigge un’espansione dell’offerta di monetadel 5 per cento; nel dicembre del 1997 gliaggregati monetari M1 e M2 hannoregistrato tassi di crescita annui rispet-tivamente del 6,6 e del 7,8 per cento, chevanno confrontati allo 0,8 e al 3,6 percento del 1996. Mentre la contrazione diM3 osservata nel 1996 è proseguita neiprimi mesi del 1997, l’aggregato ha ripresoa crescere a partire dalla primavera, sospintodal rialzo della crescita e da una ripresadella domanda per gli aggregati monetari insenso stretto (cfr. tav. 6(a)). Il tasso dicrescita dell’indebitamento totale lordo, dicui si tiene conto come indicatorepreminente delle condizioni di finanziamento,è stato del 3,5 per cento nel dicembre1997, appena superiore all’anno precedente.

I l franco belga/ lussemburghese hanuovamente mostrato un alto grado distabilità nei confronti del marco tedesco,mentre i tassi di interesse a breve terminedel Belgio sono stati mantenuti a livellileggermente superiori rispetto a quelli

tedeschi (cfr. fig. 4). In Danimarca le pressioniinflazionistiche si sono intensificate durantel ’anno. Poiché queste sono stateparzialmente compensate da una restrizionedella politica fiscale, la corona danese hacomunque rafforzato la sua posizioneall’interno degli AEC e il differenzialed’interesse a tre mesi rispetto al marcotedesco, positivo, si è leggermente ridotto.Nel corso dell’anno, il fiorino olandese èsceso verso la propria parità centrale rispettoal marco tedesco. La Nederlandsche Bankha reagito permettendo ai tassi di interessea breve di aumentare portandosi a circa lostesso livello dei tassi tedeschi, unmovimento, questo, benvenuto alla lucedella vivacità dell’economia olandese. Iltasso di cambio dello scellino austriaco èrimasto molto prossimo alla sua paritàcentrale rispetto al marco tedesco. I tassi diinteresse a tre mesi austriaci sono statimolto prossimi a quelli tedeschi, sebbene inottobre la Oesterreichische Nationalbankabbia fissato il tasso sulle operazioni pronticontro termine al 3,2 per cento, appena aldi sotto del livello tedesco, in risposta allapercezione di minori rischi di inflazione.

In Finlandia, sebbene il tasso medio di inflazionedi trend dei prezzi al consumo sia rimasto benal di sotto del 2 per cento nel 1997, nel corsodell’anno ha preso corpo un movimento alrialzo, con pressioni inflazionistiche riconducibilialla perdurante espansione del prodotto e alrafforzamento delle aspettative di inflazionedei consumatori. L’alto livello dei prezzi delleattività finanziarie e immobiliari rappresentapure un potenziale motivo di preoccupazione.Nell’ottica di assicurare il raggiungimento delproprio obiettivo di stabilizzare l’inflazione ditrend a (circa) il 2 per cento (cfr. tav. 6(b)), laSuomen Pankki ha aumentato il suo tassod’asta dal 3,0 al 3,25 per cento a metàsettembre. Durante il 1997 il marco finlandeseè stato fra le valute più forti all’interno degliAEC ed è stato possibile mantenere i tassi diinteresse a tre mesi a un livello di pocoinferiore a quelli tedeschi.

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Differenziali di interesse a breve termine con la Germania(tassi interbancari a tre mesi; valori percentuali)

Fonte: statistiche nazionali.

Belgio (scala di sinistra)Danimarca (scala di sinistra)

Grecia (scala di destra) SpagnaFrancia

Irlanda

ItaliaPaesi Bassi

AustriaPortogallo

FinlandiaSvezia

Regno Unito

Figura 4

1996

-1 7

0

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2

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1997

1996 1997

1996 1997

1996 1997

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La Svezia ha anche dovuto affrontare lacrescente inflazione dei prezzi al consumoper la maggior parte del 1997, pur partendoda un livello d’inflazione molto basso. In uncontesto di maggior grado di utilizzazionedella capacità produttiva e di qualchepreoccupazione legata agli accordi salariali,la Sveriges Riksbank ha preso, a dicembre,la decisione precauzionale di aumentare iltasso sulle operazioni pronti contro terminesui titoli dal 4,1 al 4,35 per cento al fine dirispettare l’obiettivo di inflazione del 2 percento (con un margine di 1 punto percen-tuale in entrambi i sensi). Nel complesso, ildifferenziale di tasso di interesse a brevetermine svedese rispetto a quello tedesco èrimasto sostanzialmente stabile intorno a1,1 punti percentuali.

Le condizioni di diversi altri paesi della UEhanno reso possibile un’ulteriore riduzionedei tassi d’interesse. Il Banco de España haridotto il suo tasso di intervento a piùriprese dal 6,25 per cento del principiodell’anno al 4,75 per cento del dicembre.Ciò ha riflesso il rapido declino dell’inflazionedei prezzi al consumo in Spagna che si èstabilizzata al tasso medio del 2,0 per cento,ben in linea con l’obiettivo per il 1997fissato al di sotto del 3 per cento e pure inlinea con l’obiettivo del 2 per centoannunciato per il 1998 (cfr. tav. 6(b)). Laposizione stabile della peseta spagnolanell’ambito degli AEC, il rallentamento dellacrescita degli aggregati monetari in sensoampio (cfr. tav. 6(a)) e una favorevolepolit ica f iscale hanno ulteriormentecontribuito alla tendenza al ribasso dei tassid’interesse a breve termine, che per la finedell’anno si sono ridotti collocandosi a 1,2punti percentuali al di sopra di quellitedeschi.

In Italia, l’inflazione dei prezzi al consumoha continuato a scendere per stabilizzarsi aun tasso medio dell’1,7 per cento perl’anno nel suo complesso. Tale risultato,che ha rispecchiato anche la stabilità delcambio e i progressi nel risanamento dellafinanza pubblica, è stato in linea con

l’intenzione della Banca d’Italia, espressanel maggio 1996, di assicurare, per il 1997,un tasso di inflazione inferiore al 3 percento. Per il 1998 la Banca centrale intendemantenere l’inflazione al 2 per cento. Lacrescita monetaria ha evidentementesuperato il valore massimo di riferimentofissato dalla Banca centrale al 5 per cento(cfr. tav. 6(a)); tuttavia, l ’aggregatomonetario M2 è stato influenzato daimportanti variazioni di portafoglio in rispostaal contesto di bassa inflazione. La Bancad’Italia ha dunque ridotto con prudenza siail tasso di sconto sia quello sulle anticipazionia scadenza fissa per un totale di 2 puntipercentuali, rispettivamente al 5,5 e al 7,0per cento. Alla fine del 1997 il differenzialedi tasso di interesse a tre mesi italiano erasceso a meno di 2,4 punti percentualirispetto al tasso tedesco equivalente (cfr.fig. 4).

In Portogallo la posizione stabile dello scudoportoghese nell’ambito degli AEC è statasostenuta dalla rapida discesa dell’inflazionepoco sopra il 2 per cento e dai cospicuirisultati raggiunti nel consolidamento dellasituazione di finanza pubblica. Il Banco dePortugal è stato così in grado di ridurre ipropri tassi di interesse ufficiali in più riprese,portando il tasso sulle operazioni pronticontro termine dal 6,7 per cento dell’inizio1997 al 5,3 di fine anno. In tale contesto, ildifferenziale di tasso di interesse a tre mesirispetto a quello tedesco si è assottigliatoarrivando ad appena oltre gli 1,5 puntipercentuali.

La Banca di Grecia ha annunciato la propriaintenzione di r idurre ulteriormentel’inflazione al 4,5 per cento entro la fine del1997 e al di sotto del 3 per cento entro lafine del 1998. A tale scopo, è stato fissatoun obiettivo di tasso di cambio della dracmagreca rispetto all’ECU generalmente stabilee uno di crescita di M3 all’interno di unafascia del 6-9 per cento. Con il con-seguimento di una inflazione al consumodel 4,7 per cento nel dicembre del 1997, laBanca centrale ha praticamente raggiunto il

36

suo obiettivo d’inflazione. La tendenzafavorevole nell’andamento dei prezzi haconsentito un’ulteriore riduzione dei tassidi interesse ufficiali da attuarsi nella primaparte dell’anno, poiché la rapida espansionedi M3 può essere attribuita ad aggiustamentidi portafoglio connessi a variazioni nellatassazione e all’abolizione dei rimanenticontrolli sui movimenti di capitale a brevetermine. Nell’autunno, tuttavia, la dracma èstata oggetto di pressioni speculative sullascia della crisi finanziaria asiatica (cfr. riquadro1). Sebbene le contromisure adottate dallaBanca centrale siano riuscite a stabilizzare lavaluta nel 1997, i tassi di interesse a tre mesihanno chiuso l’anno con un incremento dicirca 4 punti percentuali rispetto al valoreregistrato prima della turbolenza.

Nei rimanenti due paesi le condizionieconomiche nel 1997 hanno richiestoapprocci differenti. Gli eccezionali risultatidell’economia irlandese, rispecchiati nellarapida crescita di moneta e credito, lepressioni nel mercato del lavoro el’aumento dei prezzi delle attività finanziarie,sono proseguite senza ridursi. I connessirischi di inflazione hanno spinto la CentralBank of Ireland ad aumentare, a iniziomaggio, il tasso di anticipazione a brevetermine di 0,25 punti percentuali portandoloal 6,5 per cento. Sebbene la sterlina irlandesesia rimasta la valuta più forte nell’ambitodegli AEC, essa si è deprezzata nei confrontidella sterlina inglese. Di conseguenza, iltasso di cambio effettivo ha teso a de-prezzarsi, aggravando ulteriormente i rischidi inflazione. Tuttavia, l’Irlanda non hapartecipato alla tornata generale di aumentidel tasso di interesse ufficiale avutasi inottobre. Verso la fine dell’anno, prima della

scelta, nel maggio 1998, dei paesi chiamati apartecipare alla Terza fase della UEM, i tassidi interesse a breve termine in Irlanda sisono ridotti rispetto a quelli tedeschi e lasterlina irlandese si è riavvicinata alle sueparità centrali degli AEC.

Nel 1997 si è assistito a una sostanzialerevisione dell’assetto di politica monetarianel Regno Unito. In maggio, imme-diatamente dopo le elezioni generali, ilnuovo esecutivo ha deciso, tra l’altro, diconcedere indipendenza operativa alla Bankof England nella fissazione dei tassi diinteresse mantenendo per sé invece laresponsabilità della fissazione dell’obiettivodi inflazione5. Poco prima dell’annuncio ditale decisione, il Cancelliere dello Scacchiereha aumentato il tasso sulle operazioni pronticontro termine in titoli di 0,25 puntipercentuali portandolo al 6,25 per cento. Ilneo-istituito Comitato di politica monetariadella Bank of England ha successivamenteaumentato il tasso sulle operazioni pronticontro termine in titoli in quattro tempiportandolo nel novembre al 7,25 per cento,al fine di mantenere le prospettive perl’inflazione di trend (RPIX) in linea conl’obiettivo fissato dal governo al 2,5 percento (come ridefinito in giugno). Talesignificativa stretta monetaria si è resanecessaria alla luce della ripresa delladomanda interna, attuale e prevista,nonostante gli attesi effetti di una politicafiscale più restrittiva, il venir meno deglieffetti della conversione in società perazioni delle società mutue edilizie el’apprezzamento della sterlina. Il persisteredi una espansione monetaria forte è purestato fonte di preoccupazione riguardoall’inflazione futura.

5 Inoltre, le fasce di monitoraggio del governo perl’espansione degli aggregati monetari M0 e M4sono state sospese nel maggio 1997 e il Comitatodi politica monetaria della Bank of England hasuccessivamente deciso di non reintrodurle per ilmomento.

37

3 Le prospettive economiche e le sfide

In questo paragrafo si descrivono leprospettive per la UE e per l’economiamondiale, si esamina la conduzione dellepolit iche monetarie nel periodo ditransizione alla Terza fase della UEM e sidelinea la creazione del SEBC e della BCE.Nel r iquadro 2 sono descr itte lecaratteristiche della futura area dell’euro,così come definite in occasione delle riunionidel Consiglio della UE, tenutesi il 2/3 maggio1998 nella composizione dei capi di Stato odi Governo per confermare quali Statimembri rispettino le condizioni necessarieper l’adozione della moneta unica.

3.1 Le previsioni economiche per il1998-99

Le previsioni economiche prodotte dallemaggiori organizzazioni internazionali nellaprimavera del 1998 indicano che leprospettive di crescita per la UE nel 1998 enel 1999 sono favorevoli; la domandainterna dovrebbe rafforzarsi, compensandoin qualche misura l’atteso deterioramentodel quadro estero imputabile, tra l’altro, allacrisi asiatica.

Si prevede che la crescita del PIL reale nellaUE, in espansione dal secondo trimestre del1997, si rafforzi ulteriormente per effettodella costante crescita della domandainterna in diversi paesi della UE. Gli indicatoridi fiducia dei consumatori e delle impresepuntano nella stessa direzione. Ciò rispecchiain parte l’effetto di un basso livello dei tassidi interesse nominali, specialmente a lungotermine, prevalenti in un contesto dipressioni inflazionistiche generalmentecontenute, in cui, nonostante i deprez-zamenti delle valute di molti paesi dell’Asia,la competitività esterna è stata mantenutao migliorata. Tale contesto, congiuntamentea una maggiore redditività delle imprese, inparticolare di quelle esportatrici, dovrebbeindurre una crescita degli investimenti.

Aumenti dei salari reali e una minoreincertezza riguardo alle prospettive dioccupazione nel 1998 e 1999 fannoprevedere un ulteriore incremento deiconsumi privati. Considerata la costantenecessità di un consolidamento della finanzapubblica, l’impatto dei consumi pubblici edegli investimenti sulla domanda internadovrebbe probabilmente essere contenuto.Nonostante il previsto miglioramento nellecondizioni del mercato del lavoro, si prevedeche il tasso di disoccupazione nel 1998 e1999 si riduca solo limitatamente. Una suamarcata riduzione dipenderà in manierafondamentale dalla realizzazione di riformestrutturali volte ad affrontare le rigidità delmercato del lavoro e della produzione.

Per quanto riguarda le previsioni di inflazione,il proseguimento di politiche monetarieorientate alla stabilità, assieme a unamoderazione salariale, che in parte riflettela persistenza di tassi di disoccupazionerelativamente elevati, e output gaps ancoranegativi in alcuni paesi, dovrebberoconsentire di contenere le pressioniinflazionistiche. Inoltre, la riduzione dei prezzidel petrolio, se abbastanza duratura, el’effetto antinflazionistico della crisi asiatica -dovuto al deprezzamento di alcune valuteasiatiche e alla moderazione della crescitaglobale - dovrebbero contribuire a con-tenere le press ioni inf laz ionist icheprovenienti dall’estero. Rischi connessi alleprevisioni di inflazione dipendono, tra l’altro,dalla possibilità di una ripresa della domandaaggregata nella UE più rapida di quantoprevisto, con conseguente riduzione deglioutput gaps, dall’andamento della dinamicasalariale, da un ulteriore apprezzamento deldollaro statunitense e, alla luce del recenteaccordo OPEC, dalla marcata inversionedella recente tendenza alla diminuzione deiprezzi del petrolio.

La principale incertezza sulle previsioni sopradescritte proviene dal contesto esterno. Si

38

prevede che la produzione mondiale e lacrescita del commercio nel 1998 e 1999saranno inferiori rispetto al 1997, a causa diuna forte contrazione della crescita del PILreale in alcune regioni dell’Asia, di unmoderato rallentamento del tasso di crescitanegli Stati Uniti e di un deterioramentodella situazione economica e finanziaria inGiappone. Il grado di debolezza del contestoesterno, derivante dalla crisi dell’Asiadipenderà dalla portata e dalla tempestivitàdel l ’agg iustamento del le pol i t ichemacroeconomiche nei paesi interessati edalla misura in cui le riforme finanziarieverranno attuate. Attualmente non si puòescludere la possibi l i tà di ulterioriripercussioni. Due fattori possono in partecompensare l’effetto di contrazione sullacrescita della UE causato dalla crisi asiatica:in primo luogo, la riduzione dei tassi diinteresse a lungo termine nella UE e negliStati Uniti - legata, fra l’altro, a una nuovavalutazione da parte degli investitori deirischi nei mercati emergenti - e, in secondoluogo, la sostanziale diminuzione dei prezzidelle materie prime, che può contribuire adaumentare ulteriormente i redditi reali.

3.2 Le politiche monetarienell’ultima parte dellaSeconda fase

L’obiettivo primario delle politiche monetariedegli undici paesi chiamati a partecipareall’area dell’euro negli ultimi mesi dellaSeconda fase è quello di garantire chel’attuale contesto di sostanziale stabilità deiprezzi sia mantenuto per l’area dell’euronel suo insieme; ciò rappresenterebbe unpunto di partenza favorevole per il SEBC.

Come sottolineato nel paragrafo 2, lamaggior parte dei paesi chiamati apartecipare all’area dell’euro hanno giàraggiunto tassi di interesse di mercatomonetario strettamente allineati su un livellobasso. Nella prima parte del 1998 lecondizioni economiche hanno permesso ilconsolidamento di questa intonazione

comune e gli altri paesi membri sono stati ingrado di proseguire la tendenza al ribassodei tassi guida. Ciò suggerisce che condizionimonetar ie comuni stanno di fattoemergendo nei paesi partecipanti all’areadell’euro, in un contesto di prezzi e tassi dicambio stabili. Entro la fine del 1998 al piùtardi, i tassi di interesse a breve termine inquest i paesi avranno raggiunto laconvergenza su un livello comune, coerentecon l’obiettivo di mantenere la stabilità deiprezzi nell’area dell’euro.

Questo schema complessivo di convergenzadei tassi di interesse a breve è coerentecon una situazione in cui, alla vigilia dellaTerza fase, i tassi di cambio di mercato tra ipaesi chiamati a partecipare all’areadell’euro sono uguali ai tassi di cambiobilaterali preannunciati, che saranno utilizzatinella determinazione dei tassi di conversioneirrevocabili dell’euro (cfr. allegato). Questitassi di cambio bilaterali preannunciati sonocoerenti con le variabili economiche difondo e con una convergenza sostenibile.

Ovviamente, il contesto istituzionale relativoagli andamenti sopra descritti è cambiato.La conferma, data il 2/3 maggio 1998 daicapi di Stato o di Governo, degli Statimembri che adotteranno la moneta unicaha segnalato l’avviarsi a conclusione dellatransizione alla Terza fase, che comprendel’istituzione del SEBC e della BCE, nonchéla liquidazione dell’IME. Nell’ultima partedella Seconda fase, il Consiglio direttivo e ilComitato esecutivo della BCE finalizzerannoi preparativi necessari all’attuazione dellapolitica monetaria unica nell’area dell’euroa partire dal 1° gennaio 1999 (cfr. il capitolo2). Nel frattempo, le banche centralinazionali dei paesi partecipanti manterrannoi propri poteri nazionali in materia di politicamonetaria. I cambiamenti istituzionaliconseguenti all’istituzione del SEBC e dellaBCE forniscono un assetto appropriato nelquale le banche centrali nazionali potrannoimpegnarsi in stretta cooperazione, conl’intento di coordinare le proprie politichemonetarie nazionali allo scopo di perseguire

39

l’obiettivo prioritario di mantenere la stabilitàdei prezzi nell’area dell’euro. Inoltre, inconformità all’articolo 44 dello Statuto delSEBC/BCE, la BCE subentra all’IME nellosvolgimento di quei compiti che devonoessere ancora svolti nella Terza fase della

UEM, per l’esistenza di Stati membri conderoga. Il Consiglio generale della BCEassumerà la responsabilità delle relazionicon le banche centrali nazionali degli Statimembri non partecipanti all’area dell’euro.

Riquadro 2

Caratteristiche dell’area dell’euro

Il 2/3 maggio 1998, sulla base della raccomandazione del Consiglio e seguendo il parere del Parlamento

europeo, il Consiglio - riunito nella composizione dei capi di Stato o di Governo - ha deciso all’unanimità

che undici Stati membri, ovvero Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo,

Paesi Bassi, Austria, Portogallo e Finlandia soddisfano le condizioni necessarie per adottare la moneta

unica dal 1° gennaio 1999. Questi paesi parteciperanno quindi alla Terza fase della Unione economica

e monetaria.

La tavola riportata di seguito mostra una gamma di indicatori che mettono in rilievo alcune delle

caratteristiche fondamentali dell’area dell’euro. Questa tavola fornisce un primo confronto relativo

all’anno 1997 (o all’ultimo anno in cui i dati sono disponibili) tra l’area dell’euro, la UE a 15 paesi,

gli Stati Uniti e il Giappone, descrivendo quindi ampiamente la “posizione di partenza” dell’area

dell’euro. Tuttavia, i dati riportati sono stime derivate da fonti diverse; dati aggregati maggiormente

elaborati saranno disponibili nel corso del 1998, o successivamente, e saranno basati su statistiche

prodotte ex novo. Nel complesso, i dati mostrano un cambiamento significativo rispetto al contesto

prevalente in precedenza nei singoli paesi della UE. L’introduzione dell’euro creerà un’area molto

simile agli Stati Uniti in termini di importanza dell’economia interna e del grado di apertura.

Considerando la popolazione, circa 290 milioni di abitanti, l’area dell’euro è alquanto più ampia

degli Stati Uniti e più del doppio del Giappone. In un contesto mondiale, si tratta di una “vasta

economia interna” che detiene una quota di quasi il 20 per cento del PIL mondiale e che possiede

quindi un considerevole potere d’acquisto, paragonabile solo a quello degli Stati Uniti. Le esportazioni

all’interno dell’area dell’euro costituiscono quasi il 17 per cento delle esportazioni mondiali. Escludendo

queste esportazioni, l’area dell’euro dà luogo tuttavia a circa il 20 per cento delle esportazioni mondiali,

percentuale superiore a quella degli Stati Uniti e del Giappone. Le caratteristiche del sistema produttivo

sono generalmente simili a quelle degli Stati Uniti e del Giappone. Tuttavia, il settore dei servizi è

meno sviluppato di quello degli Stati Uniti, pur se più ampio di quello del Giappone, la cui economia

è ancora caratterizzata da un settore manifatturiero relativamente preponderante. I dati sulle entrate e

le uscite correnti delle Amministrazioni pubbliche mostrano che il settore pubblico dell’area dell’euro

è più vasto rispetto a quello degli Stati Uniti o del Giappone, con una spesa pubblica prossima al 50

per cento del PIL. L’incidenza rispetto al PIL delle esportazioni e delle importazioni dell’area dell’euro,

entrambi poco al di sopra del 10 per cento, suggeriscono che il grado di apertura dell’area dell’euro

(corretto per il commercio intra-UE) è paragonabile a quello degli Stati Uniti e del Giappone. Ciò

contrasta con la natura tipica dei singoli paesi della UE, di “economie di piccola o media dimensione”,

con una quota di esportazioni o di importazioni rispetto al PIL di circa il 25 per cento (benché vi

siano notevoli variazioni tra i singoli paesi all’interno dell’area dell’euro). I dati relativi al valore dei

titoli di debito, della capitalizzazione di borsa e delle attività bancarie mostrano come, nel suo complesso,

il peso dei mercati f inanziari nell’area dell’euro sia notevole, benché il peso relativo dei singoli

40

componenti vari. Rispetto agli Stati Uniti e al Giappone il peso dei mercati azionari e dei titoli di

debito è inferiore e l’importanza relativa del settore bancario è largamente superiore.

Prendendo in considerazione diverse variabili macroeconomiche recenti, la crescita del PIL reale

nell’area dell’euro nel complesso è stata nel 1997 del 2,5 per cento. La crescita del PIL reale nel

1997, per effetto delle diverse posizioni cicliche, è stata notevolmente differente rispetto a quella

degli Stati Uniti e del Giappone. L’inflazione nell’area dell’euro, misurata con l’indice armonizzato,

è stata dell’1,6 per cento, un risultato simile a quello del Giappone ma inferiore a quello degli Stati

Uniti. Il tasso di disoccupazione è stato significativamente al di sopra di quello sia degli Stati Uniti,

sia del Giappone. I tassi di interesse nominali a breve e a lungo termine erano inferiori nel quarto

trimestre del 1997 a quelli degli Stati Uniti. I dati relativi al debito e al disavanzo delle Amministrazioni

pubbliche nei paesi dell’area dell’euro mostrano rapporti al PIL del 75,2 e del 2,5 per cento, rispettivamente

(con differenze significative tra gli Stati membri); in media tali rapporti erano superiori a quelli degli

Stati Uniti, ma inferiori a quelli del Giappone (dove il rapporto tra debito pubblico e PIL è pari a

quasi il 100 per cento). Infine, la bilancia dei pagamenti di parte corrente, per l’insieme della UE, ha

registrato un avanzo. Tale avanzo è stato minore di quello registrato in Giappone e si raffronta a un

disavanzo negli Stati Uniti.

41

Area Stati

dell’euro UE-15 Uniti Giappone

Superficie(a) 1.000 km2 2.365,0 3.234,2 9.372,6 377,8

Popolazione mln 290,4 374,1 267,9 126,0

PIL (in percentuale del PIL mondiale)(b) % 19,4 24,6 19,6 7,7

PIL nominale mld di ECU 5.548,1 7.132,3 6.896,5 3.708,4

Comparti produttivi(c)

Agricoltura, pesca, foreste in % del PIL 2,4 2,4 1,7 2,1

Industria (incl. costruzioni) in % del PIL 30,9 30,0 26,0 39,2

Servizi in % del PIL 66,7 67,6 72,3 58,7

Amministrazioni pubbliche

Totale entrate correnti in % del PIL 47,0 46,3 36,7 32,6

Totale spese in % del PIL 49,6 48,7 37,0 36,0

Esportazioni di beni(d) in % del PIL 12,3 9,2 8,1 8,8

Importazioni di beni(d) in % del PIL 11,0 8,6 10,6 6,9

Esportazioni (in percentuale di quelle mondiali)(e) % 19,5 , 14,8 9,7

Titoli di debito(f) mld di ECU 5.347,1 6.632,5 8.450,4 4.071,9

in % del PIL 102,7 102,8 157,2 103,7

Capitalizzazione di borsa(g) mld di ECU 1.620,7 2.889,4 5.244,0 2.804,4

in % del PIL 31,1 44,8 97,6 71,4

Attività bancarie(h) mld di ECU 10.082,5 12.479,7 4.211,0 6.217,3

in % del PIL 202,8 201,2 74,6 157,4

Crescita del PIL reale % 2,5 2,7 3,8 1,0

Inflazione al consumo(i) % 1,6 1,7 2,3 1,7

Tasso di disoccupazione (in % della forza lavoro) % 11,6 10,6 4,9 3,4

Tasso di interesse a breve termine(j) % 4,4 5,1 5,6 0,7

Tasso di interesse a lungo termine(j) % 5,7 5,9 5,9 1,7

Amministrazioni pubbliche

Avanzo (+) o disavanzo (-) in % del PIL -2,5 -2,4 -0,3 -3,4

Debito lordo(k) in % del PIL 75,2 72,1 63,1 99,7

Saldo delle partite correnti in % del PIL 1,7 1,2 -1,9 2,2

Principali caratteristiche dell’area dell’euro, 1997

Fonte: Commissione europea (previsioni della primavera 1998) se non diversamente indicato.(a) Fonte: EUROSTAT.(b) 1996; a prezzi correnti e a parità di potere di acquisto.(c) 1993; a prezzi correnti. Fonte: OCSE, Historical Statistics, 1960-1995.(d) 1996. Fonte: EUROSTAT. I dati relativi all’area dell’euro non comprendono il commercio interno nell’area dell’euro; i

dati relativi alla UE-15 non comprendono il commercio interno nella UE-15.(e) 1996; non comprende le esportazioni all’interno dell’area dell’euro.(f) 1995. Fonte: FMI, International Capital Markets, novembre 1997. Titoli di debito interni e internazionali per nazionalità

dell’emittente. Elaborazione dell’IME.(g) 1995. Fonte: FMI, International Capital Markets, novembre 1997. Elaborazione dell’IME.(h) 1994. Fonte: FMI, International Capital Markets, novembre 1997. Elaborazione dell’IME.(i) Area dell’euro e UE-15: media annua, inflazione IAPC.(j) IV trim. 1997. Fonte: statistiche nazionali. Elaborazione dell’IME.(k) Dati di fine anno. Fonte per Stati Uniti e Giappone: FMI, World Economic Outlook, aprile 1998.

Capitolo II

La preparazione al la

Terza fase

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1 La politica monetaria

1.1 La strategia della politicamonetaria

Nel febbraio 1997 l’IME ha pubblicato unrapporto intitolato “The single monetarypolicy in Stage Three - Elements of themonetary policy strategy of the ESCB”.Avendo preso in considerazione una gammadi strategie alternative, il rapporto indi-viduava il targeting monetario e il targetingdiretto del tasso d’inflazione come basi diuna potenziale strategia applicabile nellaTerza fase. Mentre non veniva ritenutoutile né necessario, in quel momento,scegliere una specifica strategia, il rapportoelencava alcuni elementi fondamentali,ritenuti indispensabili componenti di qualsiasistrategia: una chiara definizione dell’obiettivofinale della stabilità dei prezzi e degli obiettiviintermedi in base ai quali valutare l’operatodel SEBC; la disponibilità di una vasta gammadi indicatori utili a valutare anticipatamente irischi per la stabilità dei prezzi; un ruoloimportante per gli aggregati monetari, purchéla domanda di moneta nell’area dell’euro simostri sufficientemente stabile nel lungotermine; e strumenti che consentano diformulare previs ioni relat ivamenteall’inflazione e ad altre variabili economicheriguardanti l’area dell’euro. Inoltre, ilrapporto sottolineava che la politicamonetaria della Terza fase avrebbe ancherichiesto la disponibilità di informazionistatistiche esaurienti e adeguati strumentianalitici, compresi i modelli econometrici,utili alla sua formulazione.

Successivamente alla pubblicazione delsuddetto rapporto, l’attività dell’IME inquanto alla strategia si è concentrata sullapreparazione delle infrastrutture sulle qualibasare le scelte operate in materia dipolitica monetaria, indipendentemente dallastrategia adottata. Il lavoro preparatorio èiniziato con la definizione degli aggregatimonetari per la Terza fase, la preparazionedegli aspetti organizzativi e metodologici

delle procedure di previsione del SEBC e losviluppo di indicatori delle condizioni dellapolitica di bilancio per l’area dell’euro nelsuo complesso. Gli esperti dell’IME hannolavorato anche su altre questioni, quali lamisurazione dell’inflazione e delle aspettatived’inflazione, le proprietà previsive degliindicatori desunti dalle variabili finanziarie elo studio della domanda di moneta e dicredito nella UE.

Nel campo dei modelli econometrici, èstato varato un importante progettoriguardante lo sviluppo di un modellomacroeconomico multi-paese del SEBC cheprevede la collaborazione tra l’IME e leBCN. Nel corso dell’anno è stata concordatala specificazione del modello, è stata co-struita la base informativa di supporto ed ècominciato il lavoro di stima del modello,che dovrà essere disponibile come stru-mento operativo nella seconda metà del1998. Inoltre, i responsabili dell’IME hannoanche svolto ulteriori studi per sviluppareun modello macroeconomico a livellodell’area dell’euro che rifletta lo schemagenerale del meccanismo di trasmissionedella politica monetaria nell’area. Questomodello è stato già applicato a scopi diprevisione e di simulazione nel contestodegli esercizi di coordinamento dellaSeconda fase. Infine, i responsabili dell’IMEhanno sviluppato e messo a punto un certonumero di strumenti statistici a scopoprevisivo.

1.2 L’attuazione della politicamonetaria unica

Gli strumenti e le procedure

La fase concettuale del lavoro preparatorio,riguardante gli strumenti e le procedurenecessari all ’attuazione della politicamonetaria unica nella Terza fase, si èconclusa alla fine del 1996, con la

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pubblicazione, nel gennaio 1997, di unrapporto dell’IME intitolato “La politicamonetaria unica nella Terza fase -Definizione dell’assetto operativo” (il“Rapporto sull’assetto”). La prima metà del1997 è stata dedicata alla definizione dellespecifiche tecniche per l’assetto operativodel SEBC e questo lavoro ha portato allapubblicazione, nel settembre 1997, di unrapporto dell’IME intitolato “La politicamonetaria unica nella Terza fase -Caratteristiche generali degli strumenti edelle procedure di politica monetaria delSEBC”. Nella seconda metà dell’anno èulteriormente progredita la definizionedettagliata di tutti gli strumenti e leprocedure, inclusa la preparazione dellarelativa infrastruttura legale e tecnica, mentreè iniziata la messa a punto degli strumentidella BCE necessari alla attuazione dellafutura politica monetaria del SEBC. Questaattività è continuata fino ai primi mesi del1998. La seconda metà del 1998 saràdedicata a un accurato collaudo delleprocedure e dei sistemi da utilizzare nellaTerza fase.

Il Consiglio dell’IME ha definito una serie distrumenti di politica monetaria che sarannoa disposizione del SEBC. Si prevede che ilSEBC utilizzerà principalmente le operazionidi mercato aperto, ma che offrirà anchedue tipi di operazioni su iniziativa dellecontroparti. Inoltre, si stanno realizzando ipreparativi per mettere il SEBC in grado diapplicare un sistema di riserva obbligatoria,se il Consiglio direttivo della BCE dovessedecidere in tal senso.

Per quanto riguarda le operazioni di mercatoaperto, queste si baseranno normalmentesu procedure d’asta. Soltanto le operazionidefinitive e gli altri tipi di operazioni utilizzatedal SEBC a scopi di fine-tuning potrannoessere condotte mediante procedurebilaterali. Le procedure, la scansionetemporale e il calendario delle aste delSEBC sono stati progettati in modo tale dasoddisfare le esigenze dei partecipanti almercato monetario nella più ampia misura

possibile. Per la maggior parte delleoperazioni di mercato aperto, in particolareper le operazioni di rifinanziamentoprincipale, le operazioni di rifinanziamentoa più lungo termine ed – eventualmente –l’emissione di certificati di debito, il SEBCutilizzerà le cosiddette aste standard. Questeaste si concluderanno luogo entro 24 oredal momento del loro annuncio. Lascansione temporale delle aste standardprevede che il SEBC annuncerà i risultatidell’asta entro due ore circa dal termine discadenza di presentazione delle offerte daparte delle istituzioni finanziarie. Nelleoperazioni di fine-tuning verranno utilizzateoperazioni bilaterali oppure le cosiddetteaste veloci. Le aste veloci sarannocompletate entro un’ora circa dall’annunciodell’asta.

Benché le festività bancarie negli Statimembri differiscano, sarà stabilito uncalendario delle operazioni d’asta a cadenzaregolare del SEBC, il quale assicurerà chetutte le controparti dell’area dell’euro sianoin grado di partecipare sempre alleoperazioni di rifinanziamento principale e apiù lungo termine condotte dal SEBC.

Il regolamento delle operazioni di mercatoaperto basate sulle aste standard avrà luogonormalmente il primo giorno utile successivoalla data della transazione. Invece, le operazionidi fine-tuning di mercato aperto sarannoregolate, di norma, nella stessa data dellatransazione in modo da generare un immediatoimpatto sulla liquidità. Per le operazionidefinitive e per le operazioni di swap in valuta,il SEBC applicherà date di regolamentosecondo le prassi del mercato. Mentre ilSEBC tenderà a regolare le transazioni relativealle operazioni di mercato aperto contem-poraneamente in tutti gli Stati membri, non sipuò escludere la possibilità che all’inizio dellaTerza fase la precisa scansione temporale delregolamento delle operazioni di mercatoaperto differisca nel corso della giornataoperativa nell’area dell’euro, a causa di alcunilimiti operativi dei sistemi nazionali diregolamento dei titoli.

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Per quanto concerne i due tipi di operazionesu iniziativa delle controparti, il loro utilizzosarà largamente influenzato dalle proceduredi chiusura di fine giornata del SEBC, chesaranno di particolare importanza per ilfunzionamento dei mercati monetari. Ilnormale orario di chiusura di TARGETsaranno le ore 18.00, ora della BCE. Aquell’ora, tutte le posizioni debitorie dellecontroparti saranno automaticamentetrattate come richiesta di ricorrereall’agevolazione di prestito marginale. LeBCN inizieranno le procedure di finegiornata alle ore 18.30, ora della BCE.Questo sarà anche il termine di scadenzaper le richieste di accedere all’agevolazionedi deposito del SEBC. Queste procedure difine giornata dovranno essere concepite inmodo tale da ottimizzare la flessibilità adisposizione delle controparti, tenendopresente allo stesso tempo la necessità diespletare le funzioni di politica monetariadel SEBC.

Attualmente l’IME sta svolgendo il lavoropreparatorio necessario a permettere alSEBC di applicare il sistema di riservaobbligatoria sin dall’inizio della Terza fase.Una proposta di bozza del Regolamentodel Consiglio della UE sul regime di riservaè stata pubblicata come annesso al“Rapporto sull’assetto” dell’IME. Durante il1997 l’IME ha discusso questa bozza diRegolamento nel contesto di una discussioneinformale con il Comitato monetario. Neconsegue che, subito dopo la suacostituzione, la BCE presenterà formalmenteun testo emendato al Consiglio della UE, inottemperanza all’articolo 106 (6), delTrattato. Il sistema di riserva dovrà includereun meccanismo di mobilizzazione chepermetta alle controparti di assorbire shocktemporanei di liquidità durante il periodo dimantenimento che, prevedibilmente, avràla durata di un mese. Per quel che riguardala base della riserva, l’IME ha proposto chel’obbligo si applichi in riferimento alle vocidel passivo di bilancio degli enti soggetti.Anche alcune passività risultanti da vocifuori bilancio potrebbero essere incluse

nella base. Per fini statistici, le voci di passivorilevanti verranno riportate alla fine delmese di calendario precedente l’inizio delperiodo di mantenimento. Questo nonimplica che tutte queste voci di bilanciodovranno essere sottoposte a uncoefficiente di riserva maggiore di zero, masoltanto che queste sono le voci del passivopotenzialmente interessate nel caso in cui ilConsiglio direttivo della BCE dovessedecidere a favore di un sistema di riservaobbligatoria.

Controparti autorizzate e attività stanziabili

Sono stati definiti alcuni criteri comuni diammissibilità per le controparti e per leattività stanziabili, che devono essereapplicati nelle operazioni con il SEBC.

Per quel che concerne le controparti, sevige un sistema di riserva obbligatoria, tuttele istituzioni soggette potranno accederealle operazioni di mercato aperto e ai duetipi di operazione su iniziativa dellecontroparti. Se la riserva obbligatoria nonviene applicata, si può prevedere che lalista delle controparti corrisponderàgeneralmente alla lista degli enti creditizi.Soltanto nel caso di operazioni di fine-tuningil SEBC tratterà con una gamma più limitatadi controparti, e ciò per ovvie ragioni diefficienza. Le controparti del SEBC dovrannosoddisfare determinati requisiti prudenzialie operativi. In particolare, le contropartidovranno essere dei soggetti finanzia-riamente solidi, sottoposti a controlloprudenziale e in grado di partecipare allerelative operazioni del SEBC secondo lecondizioni tecniche definite dallo stesso.

Le attività stanziabili saranno classificate comeattività di primo o di secondo livello. Il primolivello consisterà in strumenti di debitonegoziabili che soddisfino criteri di selezioneuniformi per tutta l’area dell’euro. Il secondolivello consisterà in attività addizionali, negoziabilie non, che risultano di particolare importanzaper i mercati finanziari e i sistemi bancari

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nazionali e per le quali saranno stabiliti dalleBCN i criteri di ammissione conformementeai principi generali indicati dalla BCE. Tutte leattività stanziabili saranno soggette a specifichemisure di controllo del rischio, che sono statedefinite nel corso del 1997 tenendo contodell’esperienza di mercato e delle reazionialle proposte iniziali dell’IME. Per quantoriguarda le attività di primo livello, le misure dicontrollo del rischio consisteranno in marginiiniziali, in specifiche valutazioni cautelativedeterminate in ragione della scadenza residuae della struttura delle cedole dello strumentofinanziario - ciò significa che il valore dell’attivitàsottostante sarà calcolato come il valore dimercato dell’attività meno una determinatapercentuale (il cosiddetto haircut), menoancora i conferimenti di margini per assicurarenel tempo che la valutazione dell’attività agaranzia rispecchi l’ammontare della liquiditàerogata – più il valore del margine iniziale. Lemisure di controllo del rischio per le attività disecondo livello a complemento dei marginiiniziali saranno proposte da quelle BCN cheavranno incluso tali attività nelle loro liste. Talimisure dovranno essere approvate dalla BCE.Il SEBC si prefiggerà di assicurare la coerenzanell’applicazione delle misure di controllo delrischio per le attività di secondo livello in tuttal’area dell’euro.

Il lavoro preparatorio per l’utilizzo deglistrumenti di politica monetaria

Poiché la politica monetaria sarà attuata subase decentrata, effettuando la BCE leoperazioni bilaterali di fine-tuning soltanto incircostanze eccezionali, il principale lavoropreparatorio per l’introduzione dell’euro èstato svolto dalle BCN ed è consistitonell’adeguare tutta la gamma di strumenti eprocedure di politica monetaria utilizzatiattualmente. L’IME ha il compito di seguirelo svolgimento di questo lavoro e dicoordinare i relativi progetti e sviluppi.

In particolare, l’IME sta controllando lapreparazione da parte di ciascuna BCNdell’insieme dei requisiti legali da applicarenelle sue relazioni con le controparti dipolitica monetaria. Questa documentazioneviene predisposta sulla base di un insieme direquisiti legali comuni, che contribuirannoad assicurare condizioni di parità con-correnziale in tutta l’area dell’euro.

Attualmente si sta predisponendo un’infra-struttura informatica interna al SEBC perl’esecuzione sia delle operazioni d’asta siadelle transazioni bilaterali. L’elaborazionedelle operazioni d’asta richiederà diversipassaggi in sequenza che riguarderannoanche la comunicazione interna al SEBC,mentre l’elaborazione delle transazionibilaterali spetterà a un sistema di colle-gamento informatico in tempo reale tra laBCE e le BCN.

Al fine di definire le liste delle attivitàstanziabili proposte dalle BCN e le contro-parti autorizzate per le operazioni di politicamonetaria del SEBC, l’IME sta mettendo apunto dei sistemi che elaboreranno tutte leinformazioni rilevanti, calcoleranno iparametri delle misure di controllo delrischio e consentiranno regolari scambi diinformazioni all’interno del SEBC. Inoltre,sia la lista delle singole attività stanziabili,con l’eventuale eccezione di certe categoriedi attività non negoziabili, sia quella deglienti soggetti ai requisiti di riserva sarannorese pubbliche.

Un altro progetto cruciale per l’attuazionedel la pol i t ica monetar ia unica èl’organizzazione di un efficace sistema digestione della liquidità. Esso richiederà unflusso giornaliero integrato di informazionitra le BCN e la BCE, sia per quantoriguarda le previsioni sulla liquidità sia alloscopo di effettuare le operazioni di politicamonetaria in modo decentrato.

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2 La politica del cambio

2.1 Gli AEC II

Nel campo della futura cooperazione nellapolitica del cambio fra gli Stati membripartecipanti all’area dell’euro e gli altripaesi della UE, nel 1997 sono stati portatiavanti lavori sia a livello del ConsiglioECOFIN sia a livello dell’IME, seguendo leindicazioni contenute in un rapportosull’argomento presentato dallo stesso IMEal vertice di Dublino del Consiglio europeonel dicembre 1996. Nel vertice del Consiglioeuropeo svoltosi ad Amsterdam nel giugno1997 è stata approvata una Risoluzionerelativa al nuovo meccanismo dei tassi dicambio che dovrà essere introdotto nellaTerza fase della UEM. Parallelamente, l’IMEha definito la bozza di accordo tra la BCE ele BCN al di fuori della futura area dell’euro,che istituisce le procedure operative per gliAccordi europei di cambio II (AEC II);successivamente alla sua costituzione, labozza di accordo sarà sottoposta alla BCEall’inizio dell’estate 1998. Nel frattempo,l’IME ha continuato a lavorare allo sviluppodell’infrastruttura tecnica per consentirel’attivazione del sistema operativo a partiredal 1º gennaio 1999.

2.2 Gli interventi sul mercato deicambi e la gestione delle attivitàdi riserva in valuta esteradella BCE

Nel 1997 il lavoro per rendere possibilieventuali interventi sul mercato dei cambidella BCE si è concentrato sugli aspettirelativi all’assetto operativo richiesto e suisistemi informatici di supporto. L’infra-struttura attualmente in fase di proget-tazione permetterà al SEBC di effettuare gliinterventi sia all’interno sia al di fuori degliAEC II.

Per quel che concerne la gestione delleriserve in valuta della BCE, sono attualmente

in fase di sviluppo i sistemi informatici aservizio delle strategie decisionali della BCE,che comprendono la definizione degliobiettivi operativi generali in termini dirischio di cambio, rischio di tasso d’interesse,rischio di credito e rischio di liquidità.Questa infrastruttura tecnica sarà utilizzataper trasmettere le decisioni della BCE alleBCN alle quali potrebbe essere demandata,in attesa di una decisione del Consigliodirettivo della BCE, l’effettuazione delleoperazioni di gestione del portafoglioconformemente alle istruzioni impartite.

Secondo l’articolo 30, paragrafo 1, delloStatuto del SEBC/BCE, all’inizio della Terzafase le BCN trasferiranno alla BCE attività diriserva in valuta estera fino a un importopari a 50 miliardi di euro. Sono in corsolavori di approfondimento in vista delladecis ione sul l ’ importo che verràeffettivamente trasferito nonché sullemodalità del conferimento iniziale. Ana-logamente, è stato iniziato il lavoro dipreparazione della legislazione comunitariacomplementare che permetterà alla BCE,in ottemperanza all’articolo 30, paragrafo 4,dello Statuto del SEBC/BCE di richiedereulteriori conferimenti a valere sulle attivitàdi riserva in valuta estera delle BCN oltreil limite di 50 miliardi di euro stabilitodall’articolo 30, paragrafo 1.

2.3 Gli indirizzi per le operazionidelle BCN e degli Stati membricon le proprie attività di riservain valuta estera

Sebbene le attività di riserva in valuta esteraeccedenti quelle trasferite alla BCE all’iniziodella Terza fase saranno detenute e gestitedalle BCN, le transazioni di mercatoeffettuate con tali attività saranno sotto ilcontrollo della BCE al fine di garantirne lecoerenza sia con la politica monetaria unicasia con la politica del cambio dell’area

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dell’euro. Un analogo meccanismo dicontrollo, riguardante l’utilizzo dei saldioperativi in valuta estera, sarà attuato per letransazioni effettuate dagli Stati membridell’area dell’euro. Su questo aspetto èstato messo a punto un meccanismo cheriguarderà non solo i governi centrali maanche tutti gli enti pubblici dell’areadell’euro. Pertanto, in ottemperanzaall’articolo 31 dello Statuto del SEBC/BCE,le operazioni di cambio effettuate dalleBCN con le rimanenti attività di riserva invaluta estera, il cui importo ecceda unasoglia che verrà fissata dalla BCE, sarannosoggette alla preventiva approvazione dellaBCE. Analogamente, le transazioni dimercato effettuate dagli Stati membri e levariazioni dei loro saldi operativi sarannosoggetti a procedura di notifica previa, sel’importo in questione eccederà la sogliafissata dalla BCE. Attraverso questaprocedura la BCE sarà in grado dideterminare, se lo riterrà necessario, lemodalità di tali transazioni. Sono stati inoltredefiniti i criteri di rendicontazione ex-postsia per le BCN dell’area dell’euro sia per gliStati membri. L’IME ha portato a terminedue bozze di proposta che sarannosottoposte alla BCE per l’approvazione:una riguarda le operazioni condotte dalleBCN e l’altra riguarda le transazionieffettuate dagli Stati membri. Inoltre, è statopreparato un accordo tra la Commissioneeuropea e la BCE, che permetterà alla BCEdi venire informata, mediante procedure dinotifica e rendicontazione, delle operazionidella Commissione in valuta estera.

2.4 I tassi di riferimento del cambiodell’euro

Durante il 1997 l’IME ha condotto unlavoro finalizzato alla preparazione delleprocedure per il calcolo e la pubblicazionedei tassi di cambio di riferimento dell’euro.Nel marzo 1997, ha avuto luogo a Fran-coforte un vertice tra l’IME, le BCN egli organismi di rappresentanza bancarie finanziari attivi a livello di UE sulle

problematiche della conversione. In talecontesto, l’IME ha spiegato il proprio puntodi vista su alcuni aspetti specifici: (i) lapreferenza per un metodo di quotazione“certo per incerto” (ad es.1E= x ammontare di valuta estera) perdefinire i tassi di cambio dell’euro; (ii) ilconcetto che non sarà richiesta unaprocedura ufficiale di fissazione dei tassi dicambio per tutta l’area dell’euro checoinvolga la BCE e le BCN; e (iii) lanecessità per il SEBC di calcolare epubblicare i tassi giornalieri di riferimentodei cambi dell’euro. Sono in corsoapprofondimenti di questi aspetti per stabilireil metodo con cui determinare i tassi dicambio di riferimento dell’euro e definire lequestioni procedurali collegate alla diffusionepresso il pubblico dei tassi.

2.5 Il preannuncio dei tassi bilateraliche saranno utilizzati per determi-nare i tassi irrevocabilidi conversione dell’euro

Nelle conclusioni del Consiglio europeo,tenuto nel dicembre 1997 a Lussemburgo, èstato affermato che “il 3 maggio 1998 sarannoannunciati, per gli Stati membri partecipantiall’area dell’euro fin dall’inizio, i tassi di cambiobilaterali che saranno utilizzati per determinarei tassi di conversione dell’euro”. Il Trattatoprevede che l’adozione formale dei tassiirrevocabili di conversione dell’euro abbialuogo il 1º gennaio 1999 su proposta dellaCommissione e previa consultazione dellaBCE. Inoltre, il fatto che alcune monetefacenti parte dell’ECU (la corona danese, ladracma greca e la lira sterlina) nonparteciperanno all’area dell’euro sin dall’iniziosignifica che non è possibile annunciare i tassiirrevocabili di conversione dell’euro per lemonete partecipanti. Tuttavia, è stato possibilepreannunciare i tassi di cambio bilaterali dellemonete partecipanti all’area dell’euro chesaranno applicati il 31 dicembre 1998 perstabilire i tassi irrevocabili di conversionedell’euro.

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I l comunicato congiunto6 emesso il2 maggio 1998 dai ministri e dai governatoridelle banche centrali degli Stati membridella UE partecipanti all’area dell’euro, dallaCommissione europea e dall’IME, comeprecursore della BCE, stabilisce che questitassi sono i tassi centrali bilaterali degli AECper le monete degli Stati membri dell’areadell’euro. Il metodo applicato il 31 dicembre1998 per fissare i tassi irrevocabili diconversione dell’euro sarà quello dellaregolare procedura di concertazionegiornaliera, che avrà luogo quel giorno alleore 11.30. Conformemente a questaprocedura e nell’ambito di una tele-conferenza, le BCN degli Stati membri sicomunicheranno a vicenda il tasso di cambiodella propria moneta nei confronti deldollaro USA, una volta che le stesse BCNabbiano accertato che i tassi bilaterali

ottenuti incrociando i rispettivi tassi di cambionei confronti del dollaro USA siano pari aitass i central i b i lateral i degl i AECpreannunciati. Le BCN dell’area dell’eurosono pronte ad assicurare questa ugua-glianza, se necessario mediante l’utilizzo diadeguate tecniche di mercato. Il passaggiosuccessivo sarà quello di fissare i tassi dicambio ufficiali finali dell’ECU nei confrontidelle valute della UE moltiplicando (odividendo, a seconda delle convenzionisulla quotazione) il tasso di cambio USD/ECU per il rispettivo tasso di cambio con ildollaro USA. I tassi di cambio dell’ECUufficiale nei confronti delle monete degliStati membri dell’area dell’euro sarannoadottati dal Consiglio come tassi irrevocabilidi conversione dell’euro il 1º gennaio 1999ed entreranno in vigore a partire dallastessa data.

6 La documentazione ufficiale è allegata al presenteRapporto.

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3 Le statistiche

3.1 L’attuazione dei requisitistatistici per la Terza fase

Il Trattato richiede che l’IME porti a terminele attività preparatorie al soddisfacimentodei requisiti statistici necessari per consentireal SEBC di svolgere le proprie funzioni nellaTerza fase.

Tali requisiti statistici sono stati stabiliti nelcosiddetto “Implementation Package”,pubblicato nel luglio 1996; subito dopo leBCN hanno iniziato a concordarnel’attuazione con le associazioni bancarienazionali e con gli altri soggetti coinvolti. Irequisiti sono stati sintetizzati nel rapportoannuale dell’IME del 1996 e verranno quiripresi solo se necessari all’illustrazione disviluppi successivi.

Gran parte del 1997 è stata dedicataall’attuazione di tali requisiti e a chiarirne,ove necessario, aspetti di dettaglio. L’IMEha pubblicato liste provvisorie degli organismiche costituiscono il settore delle Istituzionimonetarie e finanziarie (IMF) e documentiriguardanti le statistiche monetarie, bancariee della bilancia dei pagamenti degli Statimembri. Ha inoltre intrapreso discussioniinformali sugli aspetti legali dell’assettostatistico per la Terza fase e ha definito lespecifiche di gran parte della necessariainfrastruttura informatica.

Statistiche monetarie e bancarie

La pubbl icazione del l ’ IME int itolata“European Money and Banking StatisticalMethods” (aprile 1997) descrive i sistemistatistici degli Stati membri nel campomonetario e bancario vigenti alla fine del1996. Il soddisfacimento dei requisiti definitinell’Implementation Package implicheràcambiamenti in tutti gli Stati membri. I dueesercizi di monitoraggio effettuati nel corsodel 1997 in tutta la UE hanno evidenziato i

progressi conseguiti nell’attuazione di talicambiamenti. In generale, questi sono statiintrodotti senza grandi difficoltà. In alcuniStati membri, l’adozione di classificazionisecondo la scadenza originaria perdeterminate voci dei bilanci bancari e iltermine concordato di 15 giorni lavorativiper la trasmissione dei dati nazionali allaBCE hanno causato problemi iniziali.

La definizione del settore delle Istituzionimonetarie e finanziarie è contenutanell’Implementation Package. Le IMFsegnaleranno mensilmente dati di bilancio einformazioni più dettagliate su basetrimestrale, mentre le istituzioni di minoridimensioni saranno esentate da alcunirequisiti informativi. Una lista provvisoria diIMF è stata pubblicata nel settembre 1997.Essa comprendeva principalmente gli enticreditizi come definiti nella legislazionecomunitaria e alcune altre istituzionifinanziarie che soddisfano la definizione diIMF; non erano al momento inclusi i fondicomuni monetari. Un addendum alla listaprovvisoria, comprendente i fondi comunimonetari, è stato pubblicato nel dicembre1997.

In seguito a ulteriori controlli e revisioni,una versione finale della lista delle IMF èstata pubblicata nell’aprile 1998. Essacomprende circa undicimila istituzioni eindividua una popolazione il più possibileomogenea a fini statistici. La lista consentiràla compilazione di un bilancio completo ecoerente del settore creatore di monetadell’area dell’euro, servirà da supporto peraltre importanti applicazioni statistiche, comeil SEC 95, e sarà utilizzata per la selezionedelle controparti per le operazioni di politicamonetaria del SEBC.

In stretta collaborazione con le BCN, l’IMEha predisposto le linee guida per lacompilazione di circa quaranta aggregaticoncernenti le statistiche monetarie e

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bancarie. L’IME ha anche definito i requisitiinformativi che dovranno essere soddisfattidalle BCN, le quali, facendo parte delsettore delle IMF, contribuiscono allaformazione delle statistiche monetarie. Perle statistiche riguardanti i tassi d’interesse ele emissioni di valori mobiliari, al momentosaranno utilizzate più ampiamente le fontiesistenti.

L’Implementation Package prescrive che iprimi dati compilati secondo i nuovi schemiconcordati siano disponibili con riferimentoalla fine di giugno 1998 e successivamentecon scadenze mensili. I dati retrospettivi apartire dal settembre 1997 dovranno esseredisponibili, con la migliore approssimazionepossibile, per il settembre del 1998. Con ilcontributo delle BCN, l’IME sta preparandole stime per i periodi antecedenti. Per lamaggior parte degli Stati membri questenon potranno essere esatte, perché le vocidi bilancio armonizzate e le suddivisionigeografiche delle posizioni sull’estero,indispensabili al corretto calcolo degliaggregati per la futura area della monetaunica, non sono disponibili con il necessariolivello di dettaglio.

Statistiche relative alla bilancia dei pagamenti

Alcuni Stati membri della UE hanno giàadottato nel corso del 1997 le normepreviste nella quinta edizione del Manualesulla bilancia dei pagamenti del FMI; altriintendono adottarle nel corso del 1998. Levoci mensili della bilancia dei pagamentidell’area della moneta unica sarannoconformi, per quanto possibile, al nuovoManuale del FMI. I dati più particolareggiatiprevisti per la bilancia dei pagamentitrimestrale e per quella annuale (e per laposizione sull’estero su base annuale)saranno compatibili con gli standard indi-cati dal FMI. Gran parte della necessariaarmonizzazione delle definizioni verràrealizzata nel corso del lavoro.

L’Implementation Package contiene scarseindicazioni riguardo al trattamento statisticodei derivati nella bilancia dei pagamenti ealla posizione sull’estero. Nel 1997 ai dueargomenti è stata riservata una particolareattenzione da parte dell’IME. I requisiti perl’area della moneta unica corrispondonoagli standard vigenti, emendati da accordiinternazionali. Tuttavia, in alcuni settori sarànecessario un certo periodo di tempo perpoter raggiungere l’uniformità e la completacoerenza delle statistiche, specialmente conriferimento al trattamento dei derivati, aimovimenti di portafoglio in genere e allavalutazione delle consistenze.

I derivati e i movimenti di portafoglio giàcomportano difficoltà per la compilazionedi alcune bilance dei pagamenti nazionali.Un’altra difficoltà osservata negli esercizi dimonitoraggio riguarda la tempestività:attualmente soltanto nove Stati membrisarebbero in grado di rispettare il terminedi sei settimane per tutte le voci mensili.L’Irlanda e il Regno Unito non dispongonoattualmente di una bilancia dei pagamenticompleta su base mensile; nel corso del1997 ambedue i paesi hanno fattoconsiderevoli progressi nella predisposizionedi stime.

Le stime per il 1998 delle voci mensili dellabilancia dei pagamenti della futura areadella moneta unica saranno ricavate da datiche non suddividono le controparti traresidenti nei paesi dell’area e residenti inaltri paesi; esse saranno quindi ottenute,per ciascuna categoria, sommando i saldinetti delle bilance dei pagamenti nazionali.La posizione sull’estero relativa al 1998 saràcalcolata anch’essa su base netta.

I conti finanziari

L’ Implementat ion Package pref igural’esigenza di informazioni dettagliate sulletransazioni finanziarie dell’area della monetaunica e le relative consistenze, a fini dianalisi monetaria e di ricerca a supporto

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delle decisioni. Il documento suggerisceche, nell’ambito dello schema concettualedefinito dal SEC 95, dovrebbe esserepossibile redigere conti finanziari suffi-cientemente esaurienti per l’area dellamoneta unica, utilizzando le statistichemonetarie, quelle di bilancia dei pagamentie dei mercati dei capitali, nonché, perquanto possibile, i conti finanziari nazionali.Per risultare di reale utilità per la BCE, taliinformazioni dovrebbero essere compilatesu base trimestrale.

Nel 1997 l’IME ha stabilito che saràsenz’altro possibile compilare conti finanziaritrimestrali secondo le linee indicate e ne haavviato il lavoro di definizione.

Come per la bilancia dei pagamenti, ancheper i conti finanziari si è concordato che laresponsabilità a livello europeo vienecondivisa dalla Commissione (EUROSTAT)e dall’IME. I criteri in materia di suddivisionedelle responsabilità sono definiti nelparagrafo 3.2 sull’organizzazione delleattività statistiche a livello europeo.

Altre statistiche economiche e finanziarie

L’ Implementat ion Package indiv idual’esigenza di statistiche relative a: la finanzapubblica, dato che queste misurano unacomponente di rilievo delle condizionimonetarie; i prezzi e i costi, in quantodirettamente connesse con la primariaresponsabilità del SEBC di mantenere lastabilità dei prezzi; un’ampia gamma di altrifenomeni economici (componenti delladomanda, dell’offerta, mercato del lavoro,ecc.), che costituiscono il quadro generaleper la conduzione della politica monetariae delle operazioni in cambi.

Tal i stat ist iche r icadono sotto laresponsabi l i tà del la Commiss ione(EUROSTAT); l’IME è coinvolto nel lorosviluppo in qualità di primario utilizzatore.Nel 1997 è stata svolta una notevole moledi lavoro per armonizzare le statistiche sul

debito e il disavanzo pubblico allo scopo dipoterle utilizzare nella valutazione dellaconvergenza ai sensi dell’articolo 109j delTrattato. Nel marzo 1997 la Commissioneha pubblicato le prime statistiche armonizzatesui prezzi al consumo concernenti tutti ipaesi della UE. Tali dati statistici, combinatiin modo da formare un aggregato ri-guardante l’area dell’euro, costituirannoprobabilmente la principale misura dei prezzia cui faranno riferimento le analisi dellaBCE.

Gli Stati membri della UE hanno un impegnogiuridico ad attuare i requisiti del SEC 95 apartire dalla primavera del 1999. Benchéalcuni Stati membri abbiano una derogariguardante alcune parti del SEC 95, la suaattuazione porterà a un’u lter iorearmonizzazione delle statistiche dei continazionali; a questo fine, il lavoro dipreparazione è proseguito per tutto il 1997.Inoltre, l’IME ha fornito ampio sostegno aun’iniziativa della Commissione mirante adarmonizzare, nella necessaria misura, lafrequenza, la tempestività e la copertura diuna vasta gamma di statistiche congiunturali.Un Regolamento sulle statistiche a brevetermine è stato recentemente emanato dalConsiglio della UE. Sarà tuttavia necessarioun certo lasso di tempo prima che l’iniziativaproduca frutti concreti, dato che ilRegolamento consente ritardi fino a cinqueanni nei termini di attuazione. Nel frattemposono in corso di definizione accordi peraccelerare la disponibilità dei dati nazionali.

3.2 L’organizzazione delle attivitàstatistiche a livello europeo

I rapporti annuali dell’IME sul 1995 e sul1996 hanno evidenziato la divisione diresponsabi l i tà concordata tra laCommissione (EUROSTAT) e l’IME. Ciò hariguardato anche la divisione di responsabilitàsulle statistiche relative alla bilancia deipagamenti e ai conti finanziari.

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Durante il 1997 è stata ulteriormenteesaminata la problematica relativa allasuddivisione di responsabilità in questi settori.Per quel che concerne la bilancia deipagamenti, è stato suggerito che sia laCommissione (EUROSTAT) a compilaregran parte della bilancia corrente e diquella in conto capitale (secondo la nuovaterminologia), mentre ci si attende che siala BCE a compilare i dati relativi al contofinanziario (secondo la nuova terminologia),nonché la parte relativa ai redditi da capitaledelle partite correnti. Sia la BCE sia laCommissione, quest’ultima in virtù dellesue conoscenze specialistiche e dell’utilizzodei dati per fini istituzionali, avranno unruolo nella compilazione delle statistichesugli investimenti diretti. È prevista unapubblicazione congiunta dei dati. L’accordoriguarda i dati trimestrali e annuali dellabilancia dei pagamenti; soltanto la BCE saràcoinvolta nella compilazione delle vocimensili.

Nell’area dei conti finanziari, il requisito legalestabilito dal SEC 95 è la frequenza annuale.L’IME, e in prospettiva la BCE, assumerannol’iniziativa nello sviluppo di conti finanziaritrimestrali riferiti all’area della moneta unica,secondo l’approccio descritto in precedenzae, insieme alla Commissione (EUROSTAT),verificheranno l’attuazione del SEC 95 nellacontabilità finanziaria.

L’IME e la futura BCE continueranno acooperare strettamente con la Com-missione (EUROSTAT) per tutte leproblematiche statistiche di comuneinteresse. Successivamente alla costituzionedella BCE, dovranno essere formalmenteconcordate le rispettive responsabilità inmateria statistica della BCE e dellaCommissione a livello europeo.

3.3 Gli aspetti legali

Una bozza di Regolamento del Consigliodella UE concernente la raccolta di datistatistici da parte della BCE è stata pubblicata

nel gennaio 1997 nel rapporto dell’IMEintitolato “La politica monetaria unica nellaTerza fase - Definizione dell’assettooperativo”.

Durante i l 1997 l ’ IME ha discussoinformalmente questa bozza di Regolamentonell’ambito di un gruppo ad hoc del Co-mitato monetario e su di essa hannoespresso il proprio parere anche i comitatistatistici della UE di livello superiore. Il testorevisionato sarà formalmente presentato alConsiglio della UE dalla BCE subito dopo lasua costituzione, e ciò in ottemperanzaall’articolo 106 (6) del Trattato.

Al fine di dare attuazione al Regolamentodel Consiglio della UE concernente laraccolta dei dati statistici, la BCE dovràdotarsi degli strumenti legali ai sensidell’articolo 34 dello Statuto.

3.4 L’infrastruttura dei sistemiinformativi

Il progetto di un sistema di trasmissioneelettronica dei dati all’interno del SEBC èstato sostanzialmente completato nell’estatedel 1997. Alla fine del 1997 la maggiorparte del progetto era stata realizzata,consentendo così le prime trasmissionielettroniche di prova nel gennaio 1998. Perlo scambio dei messaggi, il sistema utilizza ilformato GESMES-CB, che consente loscambio di dati statistici sotto forma di seriestoriche. È probabile che questo formatoverrà largamente utilizzato per lo scambiodi dati statistici tra le organizzazioniinternazionali.

Nel 1997 l’IME ha inoltre iniziato apredisporre i propri sistemi interni a ricevere,elaborare e archiviare le grandi quantità didati statistici che la BCE avrà l’esigenza ditrattare nella Terza fase.

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4 I sistemi di pagamento

4.1 Il sistema TARGET

Nel settembre 1997 l’IME ha pubblicato il“Secondo rapporto sul lo stato diavanzamento del progetto TARGET(Trasferimento espresso trans-europeoautomatizzato di regolamento lordo intempo reale)”7 . Il rapporto fornisce ulterioriinformazioni sui progressi compiuti inrelazione agli aspetti organizzativi e allarealizzazione del sistema. In particolare, ildocumento tratta i seguenti aspetti: 1) gliorari operativi; 2) le politiche tariffarie;3) l’offerta di liquidità infragiornaliera alleBCN non partecipanti all’area dell’euro;4) il ruolo della BCE nel sistema TARGET;5) la realizzazione del sistema.

Per quanto riguarda l’operatività di TARGET,oltre ai sabati e alle domeniche, Natale eCapodanno saranno le uniche giornatefestive per il sistema TARGET. TARGETsarà operativo durante le altre giornatedell’anno; verrà comunque consentito allesingole BCN di chiudere i rispettivi sisteminelle festività nazionali, qualora ciò sia stabilitodalla legge o richiesto dai sistemi bancarinazionali. Il sistema Interlinking - che collegaa TARGET i sistemi nazionali di RTGS delleBCN della UE - rimarrà aperto purchéalmeno due sistemi nazionali di RTGS sianooperativi. Un calendario dei giorni operatividi TARGET per il 1999 (inclusa una lista deigiorni di chiusura dei sistemi nazionali diregolamento lordo in tempo reale) saràpubblicato nell’agosto 1998. È stato inoltreconcordato che l’orario operativo normaledi TARGET sarà dalle 7.00 alle 18.00, oradella BCE, cioè l’ora del luogo in cui essa èinsediata.

La decisione relativa all’ammontare esattodella tariffa per i trasferimenti cross-bordervia TARGET spetta al Consiglio direttivodella BCE. È previsto tuttavia che tale tariffadovrebbe attestarsi sul livello minimodell’intervallo precedentemente indicato

dall’IME, compreso tra 1,50 e 3,00 euro.Inoltre, l’ipotesi di applicare ai partecipantitariffe differenziate in funzione dell’utilizzodel sistema consentirà una riduzionesignificativa del costo medio di unpagamento cross-border via TARGET ben aldi sotto del livello di 1,50 euro.

In seguito alla decisione presa dal Consigliodell’IME nel dicembre 19968 , sono statipredisposti tre meccanismi volti a evitareche il credito infragiornaliero, se erogatodalle BCN dell’area dell’euro alle BCNnon-euro, sconfini in credito overnight.

I tre meccanismi sono i seguenti:

meccanismo 1: elevati tassi di penalizza-zione per lo spillover (in aggiunta asanzioni non pecuniarie) e cut-off timeanticipati per i pagamenti disposti dallaclientela, sia nei paesi dell’area dell’eurosia in quelli non partecipanti all’areadell’euro9;

meccanismo 2: limiti (eventualmente paria zero) alla concessione di credito infra-giornaliero da parte delle BCN dei paesipartecipanti all’area dell’euro alle BCNdei paesi non partecipanti;

meccanismo 3: cut-off time anticipati pergli aderenti a TARGET (BCN e enti

7 Una versione aggiornata degli allegati tecnicioriginalmente pubblicati nell’agosto 1996 (Interlinkingspecification, Data dictionary, Minimum commonperformance features of RTGS systems withinTarget) e un ulteriore allegato tecnico concernentele procedure di fine giornata sono stati messi adisposizione degli interessati.

8 Cfr. il rapporto dell’IME intitolato “La politicamonetaria unica nella Terza fase - Definizionedell’assetto operativo”, pubblicato nel gennaio1997.

9 Il cut-off anticipato per i pagamenti disposti dallaclientela si applica indifferentemente ai tremeccanismi.

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creditizi) di paesi non partecipanti all’areadell’euro. In questo caso, il cut-off timeant ic ipato non s i appl icherebbeall’esecuzione dei pagamenti da partedelle BCN non partecipanti all’areadell’euro ma, piuttosto, all’utilizzo daparte di queste ultime del credito infra-giornaliero in euro.

La decisione su tali questioni sarà presa dalConsiglio direttivo della BCE.

La BCE sarà collegata al sistema TARGETattraverso la propria procedura dipagamento (ECB Payment Mechanism -EPM), mediante la quale svolgerà le seguentifunzioni:

gestione di conti aperti a clientela istitu-zionale (enti creditizi esclusi);

esecuzione di pagamenti per conto pro-prio e di clientela;

offerta di servizi di regolamento per isistemi internazionali di compensazioneche trattano pagamenti di importo rile-vante.

Inoltre, la BCE gestirà procedure di finegiornata ed eventualmente altre proceduredi controllo per il sistema TARGET.

In base al calendario previsto per i collaudie la realizzazione di TARGET, prima diessere autorizzate a passare alla fine del1998 all’utilizzo operativo del sistema conle proprie procedure di Interlinking/RTGS, leBCN e l’IME/BCE dovranno completare letre seguenti serie di collaudi: (i) collaudistatici e dinamici, (ii) collaudi multilaterali, e(iii) test di simulazione. Tutte le BCN hannoiniziato i collaudi statici nell’aprile 1998.Quattordici sistemi RTGS hanno già com-pletato i collaudi statici, dodici i collaudi di-namici, quattro anche i collaudi multilaterali.

Un opuscolo che fornisce una descrizionegenerale del sistema TARGET è statopubblicato nel maggio 1998.

4.2 I sistemi di regolamento delletransazioni in titoli

Nel 1997 i lavori preparatori si sono con-centrati su due aspetti principali: la definizionedei requisiti per l’utilizzo dei sistemi diregolamento delle transazioni in titoli nelleoperazioni di credito del SEBC e la realiz-zazione di soluzioni a breve termine perl’utilizzo delle garanzie tra paesi della UE.

I requisiti per l’utilizzo dei sistemi diregolamento delle transazioni in titolinelle operazioni di credito del SEBC

L’IME e le BCN della UE hanno analizzatole procedure di regolamento delle attivitàche saranno stanziabili a garanzia delleoperazioni di politica monetaria e di fi-nanziamento all’interno dei sistemi dipagamento del SEBC. In particolare, leoperazioni di credito del SEBC dovrannoessere condotte secondo procedure che:(i) tutelino le BCN da rischi improprinell’esecuzione delle operazioni di politicamonetaria; e (ii) garantiscano lo stessolivello di sicurezza per tutte le operazionidelle BCN regolate nell’ambito dell’Unioneeuropea. All’interno di questo quadro diriferimento, l’IME ha definito nove requisitifondamentali per valutare la solidità deisistemi di regolamento delle transazioni intitoli che saranno utilizzati per il regolamentodelle operazioni di politica monetaria delSEBC e delle operazioni di creditoinfragiornaliero.

I requisiti e le analisi sottostanti sono descrittinel rapporto dell’IME “Requisiti per l’utilizzodei sistemi di regolamento dei titoli nelleoperazioni di credito del SEBC”, pubblicatonel 8 gennaio 1998. Tali requisiti riguardanotre settori principali: gli aspetti giuridici, irischi di regolamento e di custodia, gliaspetti operativi.

Lo standard 1 stabilisce che tutti i sistemi diregolamento dei titoli e i collegamenti traessi devono avere una solida base giuridica

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che assicuri la definitività del regolamentodei fondi e del trasferimento dei titoli e chefornisca un’adeguata tutela dei diritti delleBCN e della BCE sui titoli depositati pressoquesti sistemi. Lo standard 2 è volto adassicurare che il regolamento della parte incontante delle transazioni in titoli avvengain moneta della banca centrale. Lo standard3 riguarda la sicurezza delle attività versatea garanzia e afferma che i sistemi diregolamento dei titoli devono esseresufficientemente solidi da tutelare le BCNdal rischio di custodia qualora si ricorra aiservizi di un depositario.

In base agli standard 4-6: (i) tutti i sistemi diregolamento dei titoli devono esseresottoposti a regolamentazione e/o controlloda parte delle autorità competenti, (ii) glioperatori devono avere chiara cognizionedei rischi e dei requisiti di partecipazione aisistemi e (iii) i sistemi di regolamento deititoli devono prevedere adeguate misureper la gestione dei rischi al fine di far frontealle conseguenze di eventuali inadempienzeda parte di uno o più partecipanti.

Lo standard 7 prevede il regolamento condefinitività infragiornaliera sin dall’avvio dellaTerza fase della UEM. Inizialmente i sistemidi regolamento dei titoli devono essere ingrado di ass icurare la def in it iv i tàinfragiornaliera del regolamento delleoperazioni di credito del SEBC attraversodifferenti procedure operative, quali: 1)sistemi di regolamento lordo in temporeale; 2) sistemi di compensazione in cuihanno luogo vari cicli operativi durante lagiornata; 3) deposito anticipato dei titoli, iviinclusa la costituzione preventiva del pegno,sui conti di deposito detenuti presso unaBCN; e 4) consegna infragiornaliera deititoli “franco valuta”. Le singole BCN sarannolibere di scegliere tra tali opzioni in relazionealle infrastrutture nazionali esistenti. Comeobiettivo di più lungo periodo, tutti i sistemidi regolamento dei t itol i dovranno

approntare procedure in grado di consentireil regolamento in tempo reale su base“consegna-contro-pagamento” (DVP) delleoperazioni di credito del SEBC.

Lo standard 8 raccomanda che gli orari e igiorni di operatività dei sistemi diregolamento dei titoli siano coerenti conquelli del sistema TARGET.

In linea con lo standard 9, tutti i sistemi diregolamento dei titoli devono garantire unadeguato livello di affidabilità tecnica e ladisponibilità di adeguate procedure di back-up.

I sistemi di regolamento dei titoli devonoconformarsi agli standard suindicati entro 1°gennaio 1999, ad eccezione di quellorelativo al regolamento in tempo reale subase DVP (standard 7) che dovrà essererealizzato entro il 1° gennaio 2002.

Sulla base dei risultati della valutazioneeffettuata, la BCE pubblicherà nel settembre1998 un elenco dei sistemi di regolamentodei titoli che potranno essere utilizzati perle operazioni di credito del SEBC.

Le procedure di utilizzo delle garanzie in titolitra paesi della UE nella Terza fase della UEM

Nel luglio 1997 il Consiglio dell’IME hadeciso di adottare il modello di banchecentrali corrispondenti (correspondentcentral banking model - CCBM) comesoluzione transitoria in attesa dellarealizzazione di adeguati collegamenti tra isistemi di regolamento dei titoli al fine diagevolare l’utilizzo transfrontaliero dellegaranzie costituite a fronte delle operazionidel SEBC (di politica monetaria e diconcessione di credito infragiornaliero). Conil CCBM, la liquidità viene erogata dalla unabanca centrale nazionale sulla base digaranzie depositate su conti in titoli detenutiall’estero.

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Il principio alla base del CCBM è che ogniBCN opererà in qualità di banca cor-rispondente (per la consegna dei titoli) surichiesta di qualsiasi altra BCN. Ogni BCNdovrà pertanto aprire un conto per lagestione delle garanzie a nome di qualsiasialtra BCN. Di conseguenza, una contropartedel SEBC (nel paese A) che intenda ottenereun finanziamento, si rivolgerà alla propriabanca centrale nazionale (BCN A), a cuirichiederà il credito a fronte di adeguategaranzie. Nel caso in cui le garanzie siano

tenute in un altro paese (paese B), lacontroparte provvederà affinché questesiano consegnate (tale passaggio puòcomportare l’utilizzo dei servizi di undepositario) o comunque trasferite in unospecifico conto in titoli aperto presso laBCN del paese B (BCN B). La BCN Arichiederà alla BCN B la notifica dell’avvenuta consegna delle garanzie; una voltaricevuta la conferma della consegna definitivae irrevocabile dei titoli, la BCN A erogheràalla controparte il finanziamento richiesto.

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5 La preparazione delle banconote in euro

Nel corso del 1997, dai bozzetti dellebanconote in euro, che erano statiselezionati dal Consiglio dell’IME neldicembre 1996 (cfr. il rapporto annualedell’IME 1996, capitolo II, paragrafo 5),sono stati sviluppati i disegni finali. Leimmagini dei disegni modificati, che sonostate pubblicate nel luglio 1997, fanno dabase al lavoro di vera e propria realizzazionedelle banconote, che sarà completato nellaprima metà del 1998, con il quale i disegnidiventeranno lastre di stampa. I bozzettiselezionati sono stati corretti al fine disoddisfare una serie di differenti requisiti.Innanzi tutto, gli elementi architettoniciriprodotti (portoni, finestre, ponti) sonostati ritoccati in modo da renderlirappresentativi del periodo artisticoconsiderato, senza però fare riferimento aopere effettivamente realizzate ed è statocontrollato e modificato il disegno dellacarta d’Europa sul retro delle banconote inmodo da dare una rappresentazioneadeguata del continente europeo. Insecondo luogo, è stato incorporato neidisegni un insieme di caratteristiche disicurezza, alcune intese a vantaggio delpubblico in generale ed altre utili perfacilitare il riconoscimento delle banconoteeffettuato con le apparecchiature diclassificazione e di accettazione. Infine, sonostate condotte delle prove per assicurareche sarebbe stata possibile la perfettariproduzione dei disegni, e in particolare lastessa apparenza visiva, da parte dellespecifiche attrezzature delle diversestamperie della UE. Le specifiche tecnichesono state adeguate alla decisione delConsiglio dell’IME, secondo cui tutte lestamperie, che correntemente stampano lebanconote emesse dalle banche centralidegli Stati membri partecipanti all’areadell’euro, devono essere coinvolte nellaproduzione delle banconote in euro.

Nel 1997, al fine di individuare il piùprecocemente possibile i potenziali problemi,

sono state collaudate le tecnologie chesaranno utilizzate per la produzione dellebanconote in euro, come parte del progettodi produrre una banconota di prova. Diecistamperie e otto cartiere hanno partecipatoalla produzione di un prototipo dellebanconote in euro comprendente quasitutte le caratteristiche di sicurezza. Ilprogetto della banconota sperimentale harivelato che tutte le stamperie partecipantierano in grado di produrre tutte ledenominazioni delle banconote in eurocon pari standard di qualità e con identicaapparenza. Una produzione di serie zero,basata sulle ultime modifiche dei disegni,sarà condotta nell’autunno 1998, prima didare il via alla produzione di massa dellebanconote in euro all’inizio del 1999.

La quantità di banconote in euro chedovranno essere stampate prima della datadi messa in circolazione del 1º gennaio2002 sarà determinato da due fattori: ilprimo consiste nella quantità di banconotenecessarie per sostituire gli stock dibanconote nazionali in circolazione (stockiniziali) nei paesi partecipanti; il secondoconsiste negli stock logistici necessari pergarantire che il processo di conversionedelle banconote vada avanti agevolmente.Sulla base delle attuali stime, sarà richiestoun totale di più di 12 miliardi di banconoteper gli Stati membri della UE che parte-ciperanno all’area dell’euro sin dall’inizio.Le stime saranno aggiornate annualmente.

L’IME ha anche intrapreso un lavoropreparatorio concernente la protezionelegale da dare alle banconote in euro. IlConsiglio dell’IME ha già deciso che, perquel che riguarda il copyright, su ogniesemplare della banconota dovrà apparireil simbolo ©. Ulteriori aspetti della protezionelegale, tuttora in fase di esame, sono fral’altro la necessità di armonizzare lanormativa riguardante la riproduzione dellebanconote in euro; l’armonizzazione della

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normativa in tutta l’area dell’euro per lasostituzione delle banconote danneggiate;e le modalità per prevenire e sanzionare lacontraffazione delle banconote in euro.

Allo scopo di migliorare l’efficacia dellalotta alla contraffazione, il Consiglio dell’IMEha deciso di creare un centro congiunto diinvestigazione e un archivio dati in cuisaranno conservati tutti i dati tecnici dellebanconote in euro contraffatte.

La data per la messa in circolazione dellebanconote e delle monete metalliche ineuro è stata fissata al 1º gennaio 2002 (permaggiori dettagli cfr. il paragrafo 10 sullatransizione). In tutti i paesi (salvo laDanimarca), nonché presso l’IME, si sonosvolti preliminarmente scambi di vedutecon le organizzazioni ed associazionieuropee sulla durata ottimale e sullecaratteristiche tecniche del periodo didoppia circolazione. I ministri finanziari, leZecche nazionali, le BCN, le più rappre-sentative organizzazioni dei consumatori edei commercianti e le banche commercialisono state le entità coinvolte nelleconsultazioni svoltesi a livello nazionale.

Esiste una larga preferenza per giungere auna conversione alquanto rapida per ilcontante, cioè prima del periodo di sei mesiprevisto, come massimo, dallo scenariosulla transizione adottato dal Consiglioeuropeo di Madrid nel dicembre 1995.L’esatta durata e le condizioni relative alperiodo di conversione del contante nelprocesso globale rimangono una questioneda demandarsi alla decisione degli Statimembri. La BCE continuerà a costituire unasede importante per lo scambio di vedute,in particolare fra le BCN, sulle modalità dipreparazione degli aspetti logistici per laconversione del contante nell’ambitonazionale. La conservazione delle banconotee delle monete metalliche in euro primadella data della loro messa in circolazionesarà un elemento essenziale e dovrà esserepreso in attenta considerazione. Altri aspettiimportanti si riferiscono al cambio materiale

della circolazione nazionale in banconote emonete metal l iche in euro, a l lapredisposizione delle ATM (Automated TellerMachines) e delle apparecchiature automa-tiche di vendita erogazione di servizi e,infine, alla distribuzione al pubblico dellebanconote e delle monete metalliche ineuro attraverso i canali commerciali.

L’IME ha continuato anche il suo lavoropreparatorio relativo ai primi tre anni dellaTerza fase, durante i quali circolerannosoltanto le banconote e le monetemetalliche nazionali. L’articolo 52 delloStatuto del SEBC/BCE stabilisce che: “Inseguito alla fissazione irrevocabile dei tassidi cambio, il Consiglio direttivo adotterà lemisure necessarie ad assicurare che lebanconote denominate nelle valute, il cuitasso di cambio è stato fissato irre-vocabilmente, siano scambiate dalle banchecentrali nazionali alla loro rispettiva parità”.Nell’ambito di questo indirizzo generale, èstato raggiunto un accordo di base relativoai meccanismi di scambio e rimpatrio dellebanconote nazionali nel periodo 1999-2002. Tale accordo impegna la maggioranzadelle BCN degli Stati membri partecipantia l l ’area del l ’euro ad attuare treprovvedimenti:

primo, rispetto alle transazioni all’ingrosso,le BCN partecipanti all’accordo assicu-reranno che almeno in uno dei propriuffici le banconote non nazionali dell’areadell’euro possano essere scambiate conbanconote nazionali o accreditate suconto; queste banconote saranno rim-patriate alla BCN di emissione;

secondo, rispetto alle transazioni al det-taglio, il cambio delle banconote nonnazionali dell’area dell’euro con banco-note nazionali agli sportelli delle rispetti-ve BCN sarà esente da spese per ilpubblico in generale;

terzo, rispetto al rimpatrio delle banco-note nazionali alla rispettiva BCN diemissione, le BCN forniranno il servizio

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di rimpatrio senza spese, a meno che essegià riscuotano una tariffa per i depositi dibanconote nazionali effettuati presso iloro sportelli dalle banche commerciali.

Le banche commerciali e le agenzie dicambio, benché non vincolate dall’articolo52 dello Statuto, quando cambieranno lebanconote nazionali dei paesi partecipantiall’area dell’euro, saranno obbligate adapplicare i tassi fissi di conversione in

ottemperanza al Regolamento del Consigliosull’introduzione dell’euro adottato il 3maggio 1998. Le banche commerciali e leagenzie di cambio saranno anche obbligatead esporre al pubblico in maniera chiara etrasparente il tipo e l’ammontare dellecommissioni richieste per il servizio, comeillustrato nella raccomandazione dellaCommissione in data 15 aprile 1998riguardante gli oneri bancari per laconversione all’euro.

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6 Le problematiche contabili

Il lavoro preparatorio sull’assetto contabileda applicare per il SEBC è stato in granparte completato nel 1997. Tale assettofarà da base alla rendicontazione interna edesterna del SEBC e consentirà sia dieffettuare la gestione della liquidità sia diassicurare il rispetto dei requisiti statistici. Iprincipi fondamentali, approvati dal Consigliodell’IME nel 1996, sono stati sviluppati finoa comprendere le tecniche specifiche per idiversi tipi di attività e passività checaratterizzeranno il SEBC.

È stata esaminata anche la transizione allaTerza fase e sono stati sviluppati i principi ele tecniche necessari affinché sia raggiuntol’obiettivo principale, che è quello diconsentire una chiara distinzione fra gli utilie le perdite (comprese le plusvalenze e leminusvalenze) esistenti prima dell’inizio dellaTerza fase e gli utili e le perdite successivialla nascita del SEBC. A questo scopo,all’inizio della Terza fase verrà effettuata

una valutazione iniziale delle attività epassività del le BCN (e del la BCE)conformemente alle regole del SEBC. Tuttigli eventuali utili o perdite risultanti, insiemealle stesse poste già esistenti sui conti delleBCN, saranno trattati secondo i critericontabili nazionali in vigore alla fine dellaSeconda fase. Gli utili e le perdite derivantidalla fissazione irrevocabile dei tassi dicambio bilaterali fra le valute dell’areadell’euro saranno trattati come realizzati,poiché il relativo rischio di cambio cesseràdi esistere all’inizio della Terza fase. Anchein questo caso, il trattamento di questi utili eperdite sarà soggetto alla normativanazionale.

Sta proseguendo il lavoro concernente ilmetodo per la ripartizione del redditomonetario, in preparazione delle decisioniche verranno adottate dal Consiglio direttivodella BCE in materia.

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7 I sistemi informativi e di telecomunicazione

Nel 1997, in collaborazione con le BCN,l’IME è stato in grado di incrementaresigni f icat ivamente lo sforzo per larealizzazione di adeguati supporti informaticie di telecomunicazione necessari allosvolgimento di molte funzioni istituzionalied operative che saranno condotteall’interno del SEBC, coinvolgendo sia laBCE sia le BCN.

In base all’approvazione nel novembre1996 delle specifiche funzionali da partedel Consiglio dell’IME, nell’ottobre 1997 èstato portato a termine con successo ilprogetto per la sostituzione del sistemadi teleconferenza. I l nuovo sistemaconsentirà lo svolgimento in parallelo di

* Il sistema TOP sarà utilizzato per condurre le operazioni d’asta e di mercato aperto concernenti la politicamonetaria; il sistema BI sarà utilizzato per seguire gli interventi bilaterali del SEBC; il sistema ENSD saràutilizzato per lo scambio di dati a fini non statistici.

diverse audio-conferenze tra la BCE e leBCN. Anche cinque10 banche centrali nonappartenenti alla UE e la Commissioneeuropea sono collegate al sistema. Il sistemadi teleconferenza costituisce un affidabilemezzo di comunicazione, in particolare peri governatori e per gli esperti di politicamonetaria, di mercato dei cambi e disistemi di pagamento, nel caso si rendanecessario discutere questioni urgenti. Oltreal sistema di teleconferenza in sé, la soluzionerealizzata comprende un’infrastruttura fisicadi base che servirà da principale piattaformadi rete per i trasferimenti di dati necessarialla maggioranza delle applicazioni dei sistemiinformativi all’interno del SEBC:

Piattaforma fisica die rete

TOP*BI* ENSD* Scambio di

dati statistici

Sistemadi

teleconferenza

Gestioneriserve in

valuta

Infrastruttura die trasmissione dati ESCB-Net

Procedure SEBC rilevanti

Nel maggio 1997, in seguito a una proceduradi appalto pubblico a livello di UE, il Consigliodell’IME ha approvato la sottoscrizione diun contratto per la fornitura e lamanutenzione della infrastruttura ditrasmissione dati del SEBC. Ciò assicureràservizi di trasferimento dei files e dei messaggi

molto affidabili, avvalendosi di protocolli eapplicazioni standard, di diritto o di fatto.Questa infrastruttura, nota come ESCB-Net,

10 La Norges Bank, la Schweizerische Nationalbank,la Banca del Giappone, la Bank of Canada e laFederal Reserve Bank di New York.

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fornisce servizi di comunicazione sincroni(in tempo reale) e asincroni fra tutte leistituzioni del SEBC. Eccetto il sistema diInterlinking dei sistemi RTGS che formano ilSistema TARGET, tutti i progetti inpreparazione per la Terza fase della UEM,che richiedono nuovi scambi di informazioniall’interno del SEBC, utilizzeranno la reteESCB-Net. La rete ESCB-Net è statacompletata e collaudata nel maggio 1998.

Nel corso del 1997 si sono realizzatisignificativi progressi per quanto concernelo sviluppo di alcune applicazioni di softwarea livello del SEBC. Si tratta di applicazioniche riguardano la conduzione di operazionidi politica monetaria, di interventi sulmercato dei cambi e di gestione delleattività di riserva in valuta estera dellaBCE. Le principali sono le seguenti:(1) applicazione TOP, che è un sistemanecessario per condurre le operazionidecentrate di politica monetaria di mercatoaperto del SEBC basate sulle procedured’asta; (2) applicazione BI, che è un sistemaper controllare le operazioni decentrate dipolitica monetaria e gli interventi bilateralisul mercato dei cambi; (3) applicazioneENSD, che è un sistema di supporto aisistemi informativi per lo scambio dei datiall’interno del SEBC a fini non statistici;(4) sistema per il supporto informatico allefunzioni statistiche del SEBC, che fornisce loscambio generalizzato dei dati necessari allapreparazione delle decisioni di politicaistituzionale della BCE; (5) sistema disupporto ai sistemi informativi necessari allagestione decentrata delle attività di riservadel SEBC in valuta estera. Tutte questeapplicazioni saranno disponibili per la metàdel 1998. La seconda metà del 1998 saràdedicata ai collaudi di tutti i sistemi e di tuttele procedure tra la BCE e le BCN, siaautomatizzati sia manuali, necessari adassicurare un funzionamento ottimale delSEBC.

Inoltre, l’IME e le BCN hanno continuato illavoro preparatorio per il Sistema TARGET.Al fine di ridurre al minimo la possibilità diproblemi nelle fasi iniziali di funzionamentodel nuovo sistema di pagamento che collegai sistemi nazionali di regolamento lordo intempo reale dei quindici Stati membri e ilmeccanismo di pagamento della BCE, èstato definito un protocollo di collaudo delsistema di Interlinking. Nella seconda metàdel 1997 hanno avuto inizio i collaudi staticie dinamici, che hanno coinvolto alcuneBCN e l’IME. Ulteriori collaudi verrannocondotti per tutto il 1998.

Al fine di assicurare e mantenere unadeguato e coordinato livello di sicurezzadei sistemi informativi che saranno utilizzatidal SEBC, il Consiglio dell’IME ha approvatoun assetto della politica di sicurezza perdetti sistemi informativi del SEBC. Questoassetto stabilisce la condivisione delleresponsabilità tra tutte le parti coinvoltenello sviluppo, nell’attuazione e nell’utilizzodei sistemi informativi. La politica di sicurezzadei sistemi informativi definisce i principicomuni, i ruoli e le responsabilità relativi allagestione e alla programmazione dellasicurezza dei sistemi informativi e dellecomunicazioni in cooperazione tra l’IME ele BCN.

Nel corso del 1997 l’IME ha avviatonumerosi progetti interni per la selezione el’adozione delle soluzioni e delle tecnologiepiù appropriate che serviranno da supportoai sistemi informativi necessari alla BCE percondurre in maniera ottimale le proprieoperazioni. Tali progetti spaziano dasofisticati sistemi di automazione degli ufficie dei sistemi amministrativi interni a nuovi opiù avanzati sistemi di supporto statistico edecisionale.

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8 La vigilanza bancaria e la stabilità finanziaria

Nella Terza fase della UEM la vigilanzaprudenziale resterà di competenza delleautorità nazionali (siano esse la BCN,un’istituzione diversa dalla banca centraleoppure, come in alcuni casi, i due tipi diistituzioni congiuntamente). Inoltre, nonsaranno modificate le caratteristichefondamentali dell’assetto della vigilanzaprudenziale nella Unione europea, basatosull’armonizzazione delle principali normelegislative nazionali, nonché sul principio del“controllo nazionale” e su quello dellacooperazione transfrontaliera fra gli orga-nismi di vigilanza. Ciò nonostante, oltre allafunzione di vigilanza della BCE ai sensidell’articolo 105 (4) del Trattato (definitanell’ultimo capoverso di questo paragrafo),il Trattato e lo Statuto del SEBC/BCEassegnano loro alcune funzioni concernentila vigilanza prudenziale degli enti creditizi ela stabilità del sistema finanziario. Tali funzionisono esplicitamente indicate negli articoli:

105 (5) del Trattato, il quale stabilisceche il SEBC dovrà contribuire alla buonaconduzione delle politiche perseguitedalle autorità competenti per quantoriguarda la vigilanza prudenziale suglienti creditizi e la stabilità del sistemafinanziario;

25, paragrafo 1, dello Statuto del SEBC/BCE, il quale stabilisce che la BCE possafornire la sua consulenza ed essereconsultata dal Consiglio, dalla Commis-sione e dalle autorità nazionali in meritoall’ambito di applicazione e all’attuazionedella normativa comunitaria relativa allavigilanza prudenziale sugli enti creditizi ealla stabilità del sistema finanziario;

105 (6) del Trattato il quale prevede lapossibilità di assegnare alla BCE compitispecifici concernenti le politiche cheriguardano la vigilanza prudenziale suglienti creditizi e altre istituzioni finanziarie(escluse le compagnie di assicurazione).

In termini generali, sono tre le motivazioniche giustificano l’inserimento di questenorme nel Trattato e nello Statuto. Inprimo luogo, il SEBC, nell’ambito delle sueattività macroeconomiche, sovrintenderàagli sviluppi dei mercati e degli organismifinanziari e, perciò, disporrà di informazioniche potrebbero essere utili per la funzionedi vigilanza. In secondo luogo, il per-seguimento dell’obiettivo primario del SEBC- la stabilità dei prezzi - richiede la stabilitàdel sistema bancario e finanziario, uno degliobiettivi principali delle autorità di vigilanzainsieme con la protezione dei depositanti edegli investitori. In terzo luogo, vi è uncollegamento tra le misure di politicamonetaria e quelle intese a promuovere lastabilità dei sistemi bancari e finanziari.L’IME ha analizzato le possibili modalità diattuazione di queste norme con l’assistenzadel Sottocomitato per la vigilanza bancaria.

L’articolo 105 (5) del Trattato, che si applicasoltanto a quegli Stati membri che adottanol’euro, contempla l’obbligo per il SEBC dicontribuire alla buona conduzione dellepolitiche perseguite dalle autorità nazionaliresponsabili della vigilanza prudenziale suglienti creditizi e della stabilità finanziaria. Dati glistretti legami esistenti, a livello nazionale, fra lapolitica monetaria e le funzioni di vigilanzaprudenziale e tenuto conto delle responsabilitàassegnate al SEBC in materia di politicamonetaria, il principale obiettivo della normadi cui all’articolo 105 (5) del Trattato, puòessere inteso come quello di assicurareun’effettiva interazione fra il SEBC e le autoritànazionali di vigilanza. Le modalità pratiche concui verrà realizzata questa interazionedovranno essere definite in maniera pragmaticaalla luce delle necessità specifiche che sipresenteranno nel corso della Terza fase. Almomento, si possono identificare dueimportanti aree in cui il SEBC può contribuirealla conduzione delle politiche perseguitedalle autorità nazionali di vigilanza.

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In primo luogo, il SEBC, e in particolare laBCE, indipendentemente dal modelloorganizzativo adottato in ogni paese,svolgeranno un attivo ruolo di promozionedella cooperazione fra le autorità nazionalidi vigilanza della UE, nonché fra le autoritànazionali e lo stesso SEBC, allo scopo digiungere a un’intesa comune sulle piùimportanti questioni relative alle politiche divigilanza prudenziale. Si prevede che talecooperazione farà assegnamentosull’assistenza di uno specifico comitatocomposto da rappresentanti delle BCN edelle autorità nazionali di vigilanza e cheessa si concentrerà principalmente suquestioni di natura macroprudenziale, chepresentano riflessi per la stabilità delleistituzioni f inanziarie e dei mercati .Indipendentemente dal fatto che l’articolo105 (5) del Trattato si applichi soltanto agliStati partecipanti all’area dell’euro, siprevede che la cooperazione coinvolgeràin generale tutte le autorità di vigilanza dellaUE. Questa funzione del SEBC dovràcompletare l’assetto di cooperazionemultilaterale in ambito UE nel campo dellavigilanza bancaria, interagendo con gli altriorganismi di vigilanza bancaria (il Comitatoconsultivo bancario e il Gruppo di contatto,a livello UE, nonché il Comitato di Basileasulla vigilanza bancaria, a livello G-10).

In secondo luogo, alla luce delle importantidisposiz ioni del la Dirett iva BCCIconcernente il flusso informativo tra leBCN e le autorità di vigilanza, il SEBCfornirà alle autorità di vigilanza, quando loriterrà opportuno, informazioni su singoleistituzioni e mercati risultanti dalle sue attivitàprincipali, e che potrebbero essere di utilitàalla funzione di vigilanza. A loro volta, leautorità di vigilanza bancaria potrannofornire al SEBC informazioni su singoleistituzioni che potrebbero essere di utilità alSEBC nell’espletamento dei suoi compitifondamentali. È stata raggiunta un’intesacomune fra gli organismi di vigilanza bancariasulle caratteristiche essenziali del flussoinformativo nei confronti della BCE e delleBCN nella loro qualità di autorità monetarie.

In generale, benché di regola il SEBC nondovrebbe necessitare di informazioni divigilanza per le sue operazioni di politicamonetaria e di cambio, le autorità di vigilanzabancaria dovranno essere pronte arispondere alle eventuali richieste del SEBCin questo settore. Inoltre, date le possibiliimplicazioni di carattere sistemico, le autoritàdi vigilanza dovrebbero essere in grado diinformare il SEBC, casoper caso, qualoradovesse insorgere una crisi bancaria. Inaggiunta, le autorità di vigilanza bancariacollaboreranno con le BCN e la BCE al finedi identi f icare inadempimenti del lecontroparti del SEBC degli obblighi previstidalla normativa del SEBC sugli strumenti ele procedure di politica monetaria, sebbenela responsabilità ultima nell’assicurare ilrispetto di tali obblighi rimanga di com-petenza della rispettiva BCN. Per quantoconcerne il flusso informativo provenientedalle autorità di vigilanza bancaria e direttoalle BCN nella loro funzione di sorveglianzasui sistemi di pagamento, è stato giàraggiunto un accordo di principio.

L’articolo 25, paragrafo 1, dello Statuto delSEBC/BCE - che si applica a tutti i del paesidella UE - stabilisce una specifica funzioneconsultiva della BCE nel campo dellalegislazione comunitaria relativa alla vigilanzaprudenziale sugli enti creditizi e alla stabilitàdel sistema finanziario. Questa funzioneavrà carattere discrezionale e riguarderàl’ambito d’applicazione e le modalità direcepimento della normativa comunitarianei suddetti settori. Tale funzione puòessere considerata uno strumento medianteil quale la BCE potrà contribuire alla vigilanzaprudenziale sugli enti creditizi e alla stabilitàfinanziaria, a livello sia comunitario sianazionale. In questo ambito vienechiaramente riconosciuto il ruolo svoltodalla Commissione europea con l’assistenzadel Comitato consultivo bancario nellapreparazione delle nuove proposte didirettiva nella sfera della normativa bancaria.

L’articolo 105 (6) del Trattato - che siapplica a tutti i paesi della UE - concerne la

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possibilità che determinati compiti operativinel campo della vigilanza prudenzialevengano conferiti alla BCE. Il dirittod’iniziativa in quest’area spetta allaCommissione, mentre alla BCE è attribuitosoltanto un ruolo consultivo. In questa fase,si ritiene che sarebbe prematuro prefigurareeventuali trasferimenti dei poteri di controllodalle autorità nazionali alla BCE.

Infine, l’articolo 105 (4) del Trattato - che siapplica a tutti i paesi della UE ad eccezionedel Regno Unito - stabilisce che la BCEdovrà essere consultata su tutte le propostedi legislazione, sia comunitaria sia nazionale,

relative alle materie di sua competenza.L’esatta portata di questa norma verràdefinita nel contesto della decisione chesarà adottata dal Consiglio della UE e chestabilisce limiti e condizioni entro i quali laBCE, in ottemperanza a detto articolo,dovrà essere consultata dalle autoritàcompetenti sulle proposte di legge nazionali.Secondo la bozza di decisione del Consiglio,proposta dalla Commissione europea nelfebbraio 1998, la BCE dovrebbe essereconsultata anche sulle norme applicabili alleistituzioni finanziarie, nella misura in cui esseinfluenzano concretamente la stabilità delleistituzioni e dei mercati finanziari.

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9 Le problematiche legali

9.1 La convergenza legale

In ottemperanza all’articolo 108 del Trattato,gli Stati membri sono obbligati a eliminarele incompatibilità tra la legislazione nazionale,da un lato, e il Trattato e lo Statuto delSEBC/BCE dall’altro. Nell’ottobre 1997 l’IMEha pubblicato un rapporto intitolato “Legalconvergence in the Member States of theEuropean Union - As at August 1997”, enel marzo 1998 ha pubblicato il suorapporto sulla convergenza preparato aisensi dell’articolo 109j (1) del Trattato.Ambedue i rapporti hanno distinto gli statutidelle BCN dal resto della legislazione chenecessitava di adattamenti alla luce delledisposizioni del Trattato e dello Statuto delSEBC/BCE. Con riguardo agli statuti delleBCN, è stata effettuata una distinzione tragli adeguamenti in tema di indipendenzadella banca centrale e quelli volti adassicurare il necessario grado d’integrazionedelle BCN all’interno del SEBC.

In base alle caratteristiche di indipendenzadella banca centrale che erano già stateelaborate in precedenti rapporti riguardantil’indipendenza delle BCN, nel suo rapportodell’ottobre 1997 l’IME ha identificato alcunedisposizioni contenute negli statuti delleBCN ritenute incompatibili con i requisitidel Trattato e dello Statuto del SEBC/BCEsull’indipendenza della banca centrale eche, perciò, andrebbero adeguate. Lamaggior parte di tali disposizioni riguardal’indipendenza istituzionale della BCN (ildivieto di influenze esterne, come stabilitoall’articolo 107 del Trattato) e l’indipendenzapersonale dei membri degli organismidecisionali della BCN coinvolti nell’ ese-cuzione di compiti relativi al SEBC (sicurezzadella permanenza in carica, come stabilitoall’articolo 14, paragrafo 2, dello Statuto delSEBC/BCE). Gli adeguamenti in tema diindipendenza delle BCN dovranno entrarein vigore, al più tardi, alla data di costituzionedella BCE.

Inoltre, l’IME ha rilevato la necessità che glistatuti delle BCN siano adattati al fine diassicurare il necessario grado d’integrazionedelle BCN nel SEBC, secondo quantoprevisto dall’articolo 14, paragrafo 3, delloStatuto del SEBC/BCE. Tale articolo stabilisceche le BCN diventeranno parte integrantedel SEBC e che saranno tenute a rispettaregli indirizzi e le istruzioni della BCE11. Ciòimplica, in particolare, che gli statuti delleBCN non dovrebbero contenere dispo-sizioni incompatibili con la competenzaesclusiva della BCE in determinate materie,oppure disposizioni che, se rispettate dauna BCN, le impedirebbero di conformarsialle regole adottate a livello di BCE. I temi acui è stata rivolta una particolare attenzionesono: obiettivi istituzionali, compiti, strumenti,organizzazione e disposizioni finanziarie, tuttematerie inerenti l’usuale struttura degli statutidelle BCN. L’adeguamento degli statutidelle BCN in queste materie deve entrarein vigore all’inizio di Terza fase o, per gliStati membri con deroga o che godono diuno status speciale, alla data in cui essiadotteranno la moneta unica.

Nel suo rapporto dell’ottobre 1997, l’IMEha rivolto una particolare attenzione agliadeguamenti realizzati o previsti, riportandoampi riferimenti ai propri pareri su taliadeguamenti, pareri resi in occasione delleprocedure di consultazione previstedall’articolo 109f (6) del Trattato, edall’articolo 5, paragrafo 3, dello Statutodell’IME.

Per quanto riguarda l’adeguamento dellalegislazione diversa dagli statuti delle BCN,l’IME si è concentrato in particolare suquelle leggi aventi impatto sull’esecuzione

11 Gli articoli 43, paragrafo 1, e 14, paragrafo 3, delloStatuto implicano che le BCN dell’area dell’eurodiventeranno parte integrante del SEBC e dovrannorispettare gli indirizzi e le istruzioni della BCE.

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da parte di una BCN dei compiti attinenti alSEBC, nonché sulle leggi in campomonetario, come quelle sui cambi e quellesull’emissione di moneta metallica.

Nel suo rapporto sulla convergenza delmarzo 1998, l’IME ha valutato, fra l’altro, lacompatibilità delle legislazioni nazionali,compresi gli statuti delle BCN, con i requisitidel Trattato e dello Statuto del SEBC/BCEper la Terza fase. Uno stralcio dell’intro-duzione e del sommario del rapporto sullaconvergenza del 1998 è incorporato comeallegato a questo Rapporto.

9.2 La legislazione comunitariasecondaria

L’IME ha consultato informalmente il Comitatomonetario sulle tre seguenti bozze diraccomandazioni della BCE per i Regolamentidel Consiglio, che dovranno essere adottatidal Consiglio direttivo della BCE ai sensidell’articolo 42 dello Statuto del SEBC/BCE:una bozza di raccomandazione della BCE peril Regolamento del Consiglio (CE) riguardantela raccolta di informazioni statistiche (cfr.paragrafo 3.3), una bozza di raccomandazionedella BCE per il Regolamento del Consiglio

(CE) riguardante l’applicazione della riservaobbligatoria (cfr. paragrafo 1.2) e una bozzadi raccomandazione della BCE per ilRegolamento del Consiglio (CE) riguardante ilpotere della BCE di imporre sanzioni.Quest’ultima raccomandazione specifica i limitie le condizioni che la BCE dovrà rispettarenell’imporre ammende o penalità di mora aglienti che violino gli obblighi stabiliti nei suoiRegolamenti e decisioni.

Inoltre, l’IME ha contribuito alla preparazionedella legislazione comunitaria secondariariguardante la transizione dall’IME alla BCEnelle seguenti aree: la consultazione dellaBCE da parte delle autorità nazionali suprogetti di disposizioni legislative cherientrano nella competenza della BCE; i datistatistici da utilizzare per determinare loschema di sottoscrizione del capitale dellaBCE; le condizioni e la procedura perl’applicazione dell’imposta a beneficio delleComunità europee; le categorie di funzionaried altri impiegati delle Comunità europee acui si applicano le norme di cui all’articolo12, al secondo comma dell’articolo 13 eall’articolo 14 del Protocollo sui privilegi eimmunità delle Comunità (cfr. anche ilseguente capitolo III, paragrafo 5).

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10 La transizione all’euro

Durante il 1997 il lavoro preparatorio perla transizione alla moneta unica ha subitouna forte accelerazione. In tutti gli Statimembri della UE, salvo la Danimarca12 ,sono stati creati degli organismi dicoordinamento ad hoc, sono stati delineatigli scenari particolareggiati della transizione,è stato organizzato il coordinamento tra leistituzioni e gli altri operatori del settoreed è stata preparata la normativacomplementare alla relativa legislazionecomunitaria. L’IME ha continuato a seguirecon attenzione gli sviluppi riguardanti latransizione per poter valutare se differentilivelli di preparazione alla transizione neivari Stati membri, dovuti a diversità nellecondizioni organizzative e infrastrutturali,potranno avere implicazioni sulla politicamonetaria unica che sarà svolta a partiredal gennaio 1999.

Nell’area finanziaria, i preparativi per latransizione continuano ad essere trainati daun processo concorrenziale che coinvolgegli operatori di mercato e i centri finanziarie che si svolge sia all’interno dei singolipaesi che tra i vari paesi. L’IME e le BCNhanno condotto un continuo dialogo conle comunità bancarie ed altri operatori deimercati finanziari sulle problematicheconcernenti l’introduzione dell’euro. Puressendo disposte a prestare assistenza, ovenecessario, il principio guida seguito dalleautorità monetarie è di lasciare laresponsabil ità di svolgere un’azionecoordinata in vista della transizione prin-cipalmente agli operatori di mercato. L’IMEe le BCN hanno perciò incoraggiato glioperatori a prendere in considerazione unastandardizzazione guidata dai mercatiall’interno dell’Unione monetaria.

Negli incontri che si sono svolti tra l’IME e irappresentanti delle associazioni bancarie efinanziarie attive a livello di UE sono statetrattate, tra l’altro, le seguenti questioni:

la sostituzione nei contratti dei riferimen-ti di prezzo che potranno perdere disignificato economico dopo l’avviodell’Unione monetaria. La pubblicazionedei tassi nazionali di riferimento da partedelle BCN, ai quali non saranno piùeffettuate operazioni di banca centrale,cesserà a partire dall’inizio della Terzafase. I legislatori nazionali potrannopromulgare delle norme vincolanti persostituire i tassi obsoleti con nuovi tassidi riferimento (preferibilmente sceglien-do fra quelli che saranno pubblicati dalSEBC), se ciò verrà ritenuto opportuno;

la sostituzione dei tassi interbancari esi-stenti (ad es. BIBOR, HELIBOR, MIBOR,PIBOR, RIBOR, ecc.) con nuove defini-zioni di tassi indicativi pubblicati in tuttal’area dell’euro. Mentre la pubblicazionedi questi tassi locali a livello di tutta l’areadell’euro non può essere proibita le-galmente, l’IME e le BCN hanno inco-raggiato le associazioni bancarie e imercati monetari e dei cambi operantinella futura area dell’euro a impegnarsinella definizione collettiva di indicatoririferiti all’area dell’euro nel suo comples-so. In risposta a questo messaggio istitu-zionale, nel 1997 la Federazione banca-ria dell’Unione europea e l’Associazioneprofessionale degli operatori dei mercatidei cambi (nota come ACI - Associazio-ne dei mercati finanziari) hanno an-nunciato l’intenzione di calcolare epubblicare un indicatore dei tassi inter-bancari valido per tutta l’area dell’euro,che sarà noto come EURIBOR13.

12 In Danimarca, i lavori preparatori sono stati voltia realizzare la condizione di Stato membro conderoga.

13 La British Bankers’ Association ha annunciatol’intenzione pubblicare un LIBOR in euro.

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L’IME ha inoltre fornito la sua assistenzanella definizione di prassi comuni per imercati monetari e i mercati dei cambidell’area dell’euro. Le pubblicazioni dell’IMEsull’assetto operativo della politica monetariaunica hanno fornito agli operatori dei mercatiinteressati le informazioni sulle procedureche saranno seguite dal SEBC riguardoal mercato monetario e al mercato deicambi. Queste informazioni sono diventateun naturale punto di riferimento perl’adeguamento delle prassi nazionali e perl’elaborazione di nuove consuetudini comunia livello europeo.

Inoltre, l’IME ha fornito ulteriori chiarimentiai mercati sulle seguenti questioni:

i metodi per quotare l’euro sui mercatidei cambi;

la pubblicazione da parte della BCE deitassi di cambio di riferimento;

il calendario dei giorni lavorativi per laconduzione della politica monetaria e ilfunzionamento di TARGET.

Al riguardo le associazioni bancarie efinanziarie della UE hanno presentato all’IMEuna “Dichiarazione congiunta sul leconvenzioni di mercato per l’euro”, cheelenca le prassi di mercato che sarannoapplicate alle negoziazioni e al regolamentosui mercati monetario, dei titoli e dei cambiin euro. La dichiarazione congiunta rilevache l’armonizzazione delle convenzioni dimercato per l’euro è auspicabile al fine dipromuovere la liquidità e la trasparenza neinuovi mercati, impedendo possibili confusionie dispute riguardo alle transazioni e alregolamento in euro. Il Consiglio dell’IMEha apprezzato e appoggiato questa iniziativa,sottolineando che l’attuazione di tali accordiaccrescerà l’integrazione nei mercatifinanziari dell’area dell’euro, assicurandoneuna maggiore trasparenza.

L’IME ha inoltre dato assistenza alleassociazioni bancarie e finanziarie della UE

per la definizione di un tasso overnighteffettivo per l’area dell’euro, noto comeEONIA (Euro Overnight Index Average). Glioperatori hanno notato che il calcolo di untasso overnight effettivo da parte di unsoggetto di natura privata sarebbeproblematico, data la riservatezza delleinformazioni che le singole banchedovrebbero fornire per il computo di dettotasso. Dato questo contesto, il Consigliodell’IME ha deciso che il calcolo vengaeffettuato dal SEBC. Di conseguenza, sarà ilSEBC a occuparsi degli aspetti del calcolorelativi al tasso di riferimento, basandosisullo schema e sulla metodologia utilizzatidalle associazioni bancarie per l’EURIBOR,mentre la responsabilità della pubblicazionedel tasso di riferimento sarà delle associazionibancarie. Sono in corso contatti tra l’IME ele relative associazioni al fine di concordarele procedure necessarie.

L’IME ha riconosciuto la necessità dielaborare un simbolo distintivo per lamoneta unica ed ha espresso il suo appoggioal simbolo E, proposto dalla Commissioneeuropea, come logo per l’euro; un simboloper identificare l’euro è in accordo conl’uso corrente che la lingua scritta fa delleabbreviazioni. Costituisce anche il simbolodistintivo da usarsi nei listini prezzi e altridocumenti comprendenti dei valorimonetari, che potrà essere di particolareaiuto durante la fase di transizione. L’IMEincoraggia l’inserimento del simbolo E nelleserie di caratteri standard largamenteutilizzate dall’industria informatica.

Una sezione speciale riguardante le questioniattinenti alla transizione è stata inserita trale informazioni contenute nel sito Webdell’IME (http://www.ecb.int). Allo scopo diaiutare quanti sono coinvolti nei preparativiper la transizione, l’IME ha ampliato ladiffusione tra il pubblico delle informazionipiù importanti . Oltre ai documentiriguardanti la transizione approvati dalConsiglio dell’IME nel 1997, il sito Webcomprende anche una bibliografia e unalista di più di duecento links ad altre pagine

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Web, che offrono a loro volta informazionispecifiche sulla transizione alla moneta unica.I links sono suddivisi in undici categorie:banche centrali; istituzioni della UE; governinazionali; associazioni di operatori bancari efinanziari; enti creditizi; borse valori, sistemidi regolamento delle transazioni in titoli esistemi di pagamento; associazioni di impreseindustriali, commerciali e di servizi; societàdi consulenza; questioni informatiche; giornali,notiziari, riviste e bibliografie; varie. Per ognilink viene fornito un sommario delleinformazioni disponibili nella relativa pagina.Tali informazioni vengono regolarmenteaggiornate, fornendo così un’utile fonte didati a quanti sono coinvolti nei preparativiper la transizione.

In risposta alla crescente domanda delpubblico di disporre di ulteriori particolarisulla precisa articolazione della transizione asupporto del lavoro preparatorio, il Consigliodell’IME e il Consiglio della UE hannodeciso il 4 novembre 1997, in riferimentoalle banconote e monete metalliche, che lamoneta fiduciaria in euro sarà messa incircolazione in tutti i paesi partecipanti apartire dal 1º gennaio 2002. Questadecisione è stata presa sulla base diun’attenta considerazione di tutte le possibiliopzioni, ivi compresa la possibilità di stabiliredate di introduzione differenti nei diversipaesi partecipanti. Un ampio giro diconsultazioni, che ha coinvolto tutte le partiinteressate, ha avuto luogo sia a livellonazionale sia a livello dell’intera Unioneeuropea.

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11 L’informazione al pubblico

Fin dalla sua costituzione, il 1º gennaio1994, l’IME ha lavorato intensamente perpredisporre l ’assetto normat ivo,organizzativo e logist ico necessarioall’esecuzione dei compiti del SEBC nellaTerza fase della UEM. Come parte diquesto impegno, l’IME ha rispettato i suoiobblighi informativi, ai sensi dell’articolo 7 edell’articolo 11, paragrafo 3, dello Statutodell’IME, pubblicando dei rapporti sullo statodei preparativi della Terza fase della UEM,sulle proprie attività istituzionali e sullas i tuazione monetar ia e f inanziar iacomunitaria. Inoltre, riconoscendo lenecessità della comunità finanziaria e delpubblico in generale, l’IME ha presentatodurante gli ultimi tre anni alcune pubblicazionisui suoi lavori preparatori al duplice fine diinformare sullo svolgimento delle proprieattività e di offrire ai lettori una guida per laprogrammazione dei loro stessi preparativi.Queste pubblicazioni spaziano dai materialidi informazione generale sul ruolo e lefunzioni dell’IME, ai bozzetti delle banconotein euro, ai rapporti più specificamentetecnici che trattano di politica monetaria, dirilevazioni statistiche, di sistemi di pagamento,nonché i molteplici aspetti della transizionealla moneta unica.

Alla fine di questo Rapporto è riportato unelenco di tutti i documenti pubblicati dall’IMEa partire dall’inizio del 1997. Un elencoanalogo è stato pubblicato in tutti iprecedenti rapporti annuali dell’IME.

Oltre alla pubblicazione di testi, nel gennaio1998 l’IME ha iniziato ad essere presentenel World Wide Web di Internet al fine difacilitare la diffusione al pubblico in generaledelle proprie informazioni. Il sito Webdell’IME (http://www.ecb.int) permette diaccedere ai testi dei più recenti discorsi erapporti pubblicati dall’IME e comprendeuna sezione speciale dedicata alle questionidella transizione.

L’IME riconosce che esiste la necessità cheil SEBC assicuri la trasparenza degli obiettivie delle politiche perseguiti nella Terza fasee che esso favorisca la conoscenza dellesue operazioni e dei suoi compiti, mettendocosì in condizione la comunità finanziaria eil pubblico in generale di comprenderne edi sostenerne le politiche. A questo scopo,l’IME sta sviluppando le linee di una politicadi comunicazione esterna - da presentarealla valutazione del Consiglio direttivo dellaBCE - sui modi più efficaci per diffondere leinformazioni riguardanti le attività del SEBC.

Capitolo III

Altr i compit i de l l ’ IME

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1 La sorveglianza sul Sistema di compensazione eregolamento dell’ECU

Ai sensi dell’articolo 109f (2), sesto comma,del Trattato, l’IME ha il compito di esercitarela sorveglianza sul Sistema di compensazionee regolamento dell’ECU. La sorveglianzasul Sistema di compensazione e regolamentodell’ECU ha l’obiettivo fondamentale di farsì che l’Associazione bancaria per l’euro(ABE), che lo gestisce e che ha sostituitol’Associazione bancaria per l’ECU lo scorso3 dicembre 1997, attui le necessarie misureaffinché l’operatività del sistema non generirischi inaccettabili né per i partecipanti néper il mercato dell’ECU o per i mercatinazionali dei paesi della UE. In questocontesto, la principale linea di azionedell ’ IME consiste nell ’assicurare chevengano prese adeguate misure permigliorare la corrispondenza del sistema airequisiti di sicurezza indicati nel Rapportosugli schemi di compensazione interbancaridel G-10 del 1990 (i cosiddetti “standardLamfalussy”).

Inoltre, nel corso del 1997 l’IME e le BCNhanno seguito il lavoro preparatorio svoltodall’ABE sul Sistema di compensazione eregolamento dell’euro nella Terza fase dellaUEM (EURO 1).

1.1 Le attività del Sistema dicompensazione e regolamentodell’ECU nel 1997

Nel 1997 il numero di operazioni è diminuitoin rapporto al 1996, mentre il valore èleggermente salito. Il numero medio mensiledi operazioni al giorno è sceso di oltre il 6per cento, passando da 6.383 nel 1996 a5.982 nel 1997. Al contrario, il giro d’affarimedio giornaliero è passato da 46 miliardidi ECU nel 1996 a 46,9 miliardi nel 1997.

Il Sistema di compensazione e regolamentodell’ECU (ECU 3) ha funzionato regolarmentenel 1997, completando, in media, ilregolamento giornaliero in anticipo rispetto al

1996. Ritardi nel regolamento si sono verificatisolo in pochissime giornate, o a causa diproblemi tecnici di una o poche banche dicompensazione o per incidenti di sistema cheinteressavano la rete utilizzata dal Sistema dicompensazione e regolamento dell’ECU. Duenuove versioni del software, poste in operadalla S.W.I.F.T. nei mesi di luglio e settembre1997, hanno riportato il sistema al livello diservizio richiesto e da allora non si sono piùregistrati problemi di rete.

Nel 1997 sono stati introdotti alcuni mi-glioramenti nell’attivazione dei meccanismi diliquidità di emergenza nell’ECU 3, qualil’inserimento di limiti infragiornalieri obbligatori.Inoltre, le regole di compensazione sonostate corrette al fine di consentire il regolarecompletamento della compensazione nel casoin cui una banca di compensazione nondovesse essere in grado di inviare il messaggiodi regolamento autenticato per ragionipuramente tecniche.

Come parte della loro funzione disorveglianza, l’IME e le BCN hanno vagliatouna proposta presentata dalla ExchangeClearing House Organisation (ECHO) percompensare i contratti denominati in ECUe regolare i relativi flussi attraverso il Sistemadi compensazione e regolamento dell’ECU,senza sollevare obiezioni al fatto che laECHO inizi le operazioni in ECU. Si prevedeche nella Terza fase la ECHO regoli leproprie operazioni in euro via TARGET.

1.2 Il lavoro preparatorio per laTerza fase della UEM

L’ABE sta definendo la struttura giuridica egli accordi sulla gestione della liquidità esulla ripartizione delle perdite per l’EURO1. Inoltre, l’ABE – in collaborazione conl’IME e le BCN – sta finalizzando gli accordidi regolamento in conformità a una decisionedel Consiglio dell’IME, la quale prevede che

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l’ABE apra un conto di regolamento centralepresso la BCE. Essa potrà inoltre aprire altriconti di regolamento presso le BCN cheaccettano di fornire tali conti. A tutt’oggi,solo la Banque de France ha manifestatola sua intenzione di aprire un conto diregolamento locale per l’ABE (entro giugno1999).

Infine, l’ABE sta elaborando un accordoper assicurare il puntuale regolamentodell’EURO 1 in caso di mancata effettuazionedello stesso da parte di un partecipante.Questa funzione sarebbe svolta da unfondo comune di garanzia in contanti acopertura della maggior esposizionedebitoria netta possibile nel sistema, pari aun miliardo di euro. In ottemperanza a unadecisione del Consiglio dell’IME, la BCE

opererà come detentore del fondo comunedi garanzia per l’ABE. Inoltre, l’ABE stapreparando gli accordi sulla gestione dellaliquidità e sulla ripartizione delle perdite nelcaso di inadempienze multiple.

Poiché l’EURO 1 si baserà sulla stessainfrastruttura tecnica e sulle stesse modalitàdi controllo del rischio infragiornalierodell’attuale ECU 3, l’IME – in collaborazionecon le BCN – ha riesaminato l’ECU 3 al finedi giudicarne la conformità agli standardLamfalussy, quale punto di partenza per unavalutazione della conformità dell’EURO 1.Lo sforzo dell’ABE per adeguare l’ECU 3agli standard Lamfalussy va pertantoconsiderato come propedeutico all’intro-duzione di un EURO 1 che rispondapienamente ad essi.

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2 La moneta elettronica

Attualmente la moneta elettronica nonrappresenta un fenomeno diffuso. Ciò non-ostante, non si può escludere la possibilitàdi un suo ampio sviluppo nel lungo termine.Dal momento della pubblicazione del“Rapporto al Consiglio dell’IME sulle carteprepagate” nel maggio 1994, non solo èfortemente aumentato il numero di progettidi carte prepagate multiuso, ma ha anchecominciato a svilupparsi l’uso della monetaelettronica per pagamenti effettuatiattraverso reti telematiche (la cosiddetta“moneta su rete”) .

Pertanto, nel 1997 l’IME ha portato atermine un ulteriore studio sull’impattodella diffusione della moneta elettronicasulle economie dei paesi della UE, prestandoparticolare attenzione ai nuovi sviluppi delmercato e alle implicazioni per la politicamonetaria. I risultati di tale studio hannocostituito la base del “Parere del Consigliodell ’ IME sull ’emissione della monetaelettronica” del 2 marzo 1998, il cui testoviene riprodotto nel sottostante riquadro 3.

Riquadro 3

Parere del Consiglio dell’IME sull’emissione della moneta elettronica1

1. Nell’attuale congiuntura, la moneta elettronica non costituisce un fenomeno diffuso. Ciò nonostante,

non si può escludere la possibilità di un suo sviluppo più pronunciato nel lungo termine.

2. L’emissione di moneta elettronica comporterà probabilmente implicazioni significative per la politica

monetaria in futuro. Pertanto, le banche centrali dei paesi della UE ritengono importante stabilire

regole chiare sulle condizioni per l’emissione della moneta elettronica.

3. Nel 1994, il Consiglio dell’IME ha raccomandato che solo gli enti creditizi (come definiti dalle

leggi nazionali) siano autorizzati ad emettere carte prepagate multiuso.2 Tuttavia, tale raccomandazione

non è stata applicata in tutti gli Stati membri. In questo contesto, nel 1997 la Commissione europea

ha iniziato a lavorare a una proposta di Direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo sull’emissione

della moneta elettronica da parte di enti non creditizi, in particolare al fine di concedere ad essi il

passaporto europeo.

4. Alla luce degli sviluppi degli ultimi anni e in seguito a ulteriori riflessioni sul tema, non ultimo in

relazione all’efficacia della politica monetaria e alla creazione di condizioni di parità competitiva,

e considerato che i fondi raccolti per l’emissione di moneta elettronica sono per loro natura redimibili,

il Consiglio dell’IME ritiene essenziale il rispetto dei seguenti requisiti minimi indipendentemente

dalla natura degli emittenti:

- il significato di “moneta elettronica” deve essere chiaramente def inito e distinto dalle carte

prepagate “monouso” o “a spendibilità limitata”;

- gli emittenti di moneta elettronica devono essere sottoposti a vigilanza prudenziale;

- l’emissione deve avvenire nel rispetto di requisiti di solidità e trasparenza degli accordi legali,

sicurezza tecnica, prevenzione di comportamenti illeciti nonché di segnalazioni statistiche;

- è necessario prevedere un requisito giuridico che imponga la rimborsabilità alla pari della

moneta elettronica. Ciò comporta che gli emittenti devono essere in grado di convertire la

moneta elettronica in moneta della banca centrale su richiesta dei detentori di moneta elettronica3;

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- le banche centrali devono avere la possibilità di imporre requisiti di riserva obbligatoria a tutti

gli emittenti di moneta elettronica, così da poter far fronte a un considerevole sviluppo della

moneta elettronica che avrebbe un impatto significativo sulla politica monetaria;

- potrebbe inoltre essere previsto un piano assicurativo per gli schemi di moneta elettronica al

fine di proteggere i detentori.

5. In questo contesto, e in linea con la raccomandazione dell’IME del 1994, la soluzione più semplice

sarebbe quella di limitare l’emissione della moneta elettronica agli enti creditizi, in quanto ciò

eviterebbe di modificare il quadro istituzionale che attualmente presiede allo svolgimento della

politica monetaria e dell’attività bancaria. Più in particolare, in vista della transizione all’Unione

monetaria, l’emissione della moneta elettronica dovrebbe essere limitata agli “enti creditizi come

definiti nell’articolo 1 della prima Direttiva di coordinamento bancario”, in quanto l’articolo 19,

paragrafo 1, dello Statuto del SEBC, nella sua attuale formulazione, consente alla BCE di imporre

requisiti di riserva nella Terza fase della UEM solo ad essi.

6. Allo stesso tempo, il Consiglio dell’IME riconosce che l’ “ente creditizio” viene def inito nella

prima Direttiva di coordinamento bancario come un ente che “riceva depositi o altri fondi rimborsabili

dal pubblico e conceda crediti per proprio conto”4. L’IME accoglierebbe con favore un emendamento

a tale definizione per consentire agli enti che non intendono effettuare operazioni creditizie di

emettere moneta elettronica. Ciò garantirebbe condizioni di parità concorrenziale, in quanto

assoggetterebbe tutti gli emittenti di moneta elettronica a forme appropriate di vigilanza prudenziale

e li farebbe rientrare nell’ambito degli enti potenzialmente soggetti ai requisiti di riserva della

BCE.

7. Tuttavia, come misura transitoria fino a quando la prima Direttiva di coordinamento bancario non

sarà emendata, il Consiglio dell’IME accetterebbe che gli enti che già emettono moneta elettronica,

ma che non rientrano nella definizione di ente creditizio della prima Direttiva di coordinamento

bancario, possano continuare a fornire servizi di pagamento in ambito nazionale a condizione

che siano soggetti alle norme definite nel precedente punto 4, ad esclusione, tuttavia, dei requisiti

di riserva5.

8. In considerazione del carattere globale che connota l’emissione della moneta elettronica, in particolare

della moneta su rete, e dei conseguenti rischi di delocalizzazione, l’IME sottolinea l’esigenza di

un coordinamento internazionale in questo campo.

Note:1 Il parere è stato adottato a larga maggioranza dai membri del Consiglio dell’IME, ad eccezione della Danimarca, della

Svezia, del Regno Unito e del Lussemburgo.2 Il rapporto del 1994 al Consiglio dell’IME sulle carte prepagate (pag. 8) prevedeva, in circostanze eccezionali (ad es. nel

caso di schemi già operativi prima della pubblicazione del rapporto), la possibilità di consentire a enti non bancaril’emissione di carte prepagate multiuso subordinatamente al rispetto di alcuni requisiti.

3 I dettagli del requisito di rimborsabilità devono ancora essere specificati. (Per evitare appesantimenti operativi, si potrebbead esempio considerare di imporre una commissione o un limite minimo di importo per la richiesta di conversione daparte del detentore della moneta elettronica. Inoltre, le difficoltà logistiche potrebbero essere superate consentendo ilrimborso tramite la movimentazione di depositi bancari).

4 Il Consiglio dell’IME riconosce anche che le definizioni nazionali di “ente creditizio” differiscono tra i vari Stati membri e chein alcuni paesi esistono attualmente emittenti di moneta elettronica che non rispettano la definizione nazionale di entecreditizio.

5 Come riportato sopra, un’eccezione era già prevista nel rapporto sulle carte prepagate dell’IME del 1994 cheprevedeva una clausola permanente di salvaguardia dei diritti acquisiti per schemi già operativi in quell’epoca. Sarebbenecessario esaminare se sia possibile mantenere tale clausola in una versione emendata della prima Direttiva dicoordinamento bancario, considerando ad esempio se la natura di tali schemi renderebbe l’applicazione dellaconseguente normativa bancaria meno coerente.

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3 La cooperazione nel campo della vigilanza bancaria edella stabilità finanziaria

In ottemperanza all’articolo 109f (2), quartocomma, del Trattato, nel 1997 l’IME hasvolto consultazioni su diverse questioniche hanno riflessi potenziali per la stabilitàdelle istituzioni finanziarie e dei mercati eche rientrano nell’ambito di competenzadelle BCN. I principali argomenti discussisono stati i seguenti.

3.1 Performance e stabilità deisistemi bancari dei paesi dellaUE nel medio e lungo termine

È stata condotta un’indagine su un’ampiagamma di tematiche potenzialmente rilevantiper la stabilità dei sistemi bancari dei paesiUE, come approfondimento da parte delleBCN e delle autorità di vigilanza bancariadelle recenti tendenze dei sistemi bancari edella loro possibili linee evolutive nel medioe lungo termine, sia in termini generali sia inrelazione all’istituzione della UEM. I risultatipiù significativi dell’indagine sono riportati diseguito.

Sebbene un certo grado di approssimazionesia inevitabile per le diversità esistenti siaall’interno di uno stesso paese che tra paesidifferenti, è possibile identificare le seguentitendenze relative ai sistemi bancari deipaesi UE nel corso degli ultimi anni: (i) unadiminuzione della redditività delle banche;(ii) un restringimento dei margini dei tassid’interesse; (iii) un aumento del reddito daservizi; e (iv) una riduzione dei costi e delnumero degli addetti. Benché la redditivitàsia effettivamente aumentata nel 1995 e nel1996 in diversi paesi, la tendenza generaleresta inalterata, in quanto risultato, in largamisura, delle condizioni favorevoli prevalentisui mercati dei capitali. Queste tendenzepossono essere considerate come l’effettocombinato di vari fattori – la liberalizzazionefinanziaria, la disintermediazione, l’internazio-nalizzazione e i cambiamenti tecnologici –emersi negli ultimi anni e che si prevede

continueranno a influenzare i sistemi bancaridei paesi della UE anche in futuro.

Nonostante le difficoltà associate allamisurazione della capacità produttiva nelsettore bancario, ci sono buone ragioni perritenere che in molti Stati membri esista uneccesso di capacità; tuttavia, negli ultimianni tali eccessi si sono andati riducendo. Latecnologia dell’informazione può essereconsiderata la principale forza sottostante irecenti cambiamenti nella capacità dei sistemibancari dei paesi UE, sia al dettaglio siaall’ingrosso. Si prevede che questo fattorecontinui a esercitare pressioni per ulterioririduzioni della capacità in eccesso, inparticolare nel settore al dettaglio, tramitelo sviluppo di nuovi canali di distribuzione(“attività bancarie a distanza”) e della monetaelettronica. Tali sviluppi interesseranno lereti di sportelli e i livelli degli organici.

Nel corso degli ultimi anni, ha avuto unanotevole rilevanza il fenomeno delladisintermediazione bancaria – che puòessere definito come lo spostamento diservizi e funzioni dal sistema bancario versoaltri intermediari, finanziari e non, operatorieconomici o mercati. I sistemi bancari deipaesi UE, sebbene ancora in crescita, hannovisto declinare la quota di intermediazionefinanziaria a vantaggio degli investitoriistituzionali (fondi di investimento, societàdi assicurazione e fondi pensionistici). Glienti creditizi hanno reagito creando propriestrutture di gruppo, attraverso lapartecipazione azionaria diretta inintermediari non bancari o per mezzo diaccordi stipulati con gli stessi. Gli enticreditizi svolgono un ruolo importante inquesti gruppi finanziari, in parte per effettodella posizione centrale da loro ricopertanelle transazioni finanziarie (servizi dipagamento, regolamento e amministrazionedei titoli) e in parte grazie alle propriedimensioni e alla elevata patrimonia-l izzazione. La tendenza verso la

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disintermediazione dovrebbe proseguire infuturo: gli investitori istituzionali dovrebberoincrementare le loro attività, soprattutto aseguito di cambiamenti demografici e socialiquali l’invecchiamento della popolazione el’aumento del numero di persone conreddito elevato nei paesi UE.

L’indagine ha mostrato che il grado diconcentrazione dei sistemi bancari varia dapaese a paese, come riflesso delle dimensionidelle economie nazionali (con una tendenzaverso un livello di concentrazione maggiorenei paesi più piccoli e minore in quelli piùgrandi) e delle diverse strategie nazionaliperseguite dalle banche. La concentrazionenon sembra aver influito negativamente sullivello della concorrenza tra i sistemi bancaridei paesi UE, particolarmente elevatonel l ’att iv i tà bancar ia internazionaleall’ingrosso e nel comparto dei prestitisindacati. Nell’ambito della politica dellaconcorrenza nella UE, si considera che ladisintermediazione, il completamento delMercato unico e la realizzazione della UEMrappresentino valide ragioni per rivedere ladefinizione dei mercati rilevanti ai fini delcontrollo delle fusioni. In particolare, ladisintermediazione potrebbe portare a unadefinizione più ampia dal punto di vistamerceologico, mentre la realizzazione delMercato unico e della UEM potrebbe influiresulla definizione geografica del mercato. Inprospettiva, dovrebbe esserci spazio perfusioni transfrontaliere di grandi dimensioni,considerato che la concentrazione a livellodella UE è relativamente bassa.

La UEM rafforzerà le tendenze già in attonei sistemi bancari dei paesi UE. La UEMdovrebbe intensificare la concorrenzarendendo più urgente la ristrutturazionenel settore bancario, in particolare attraversouna riduzione della capacità in eccesso. Lascomparsa delle operazioni in cambi tra lemonete della UEM e della relativa attività dicopertura avrà un impatto negativo suiprofitti delle banche. La UEM favorirà losviluppo di mercati mobiliari più spessi eliquidi, che potrebbero accentuare la

disintermediazione dei sistemi bancari.Questo processo potrebbe essereaccelerato dalla crescita degli investitoriistituzionali, che potranno trarre beneficiodall’ampliamento dell’area a moneta unicaalla quale verranno applicate le regolefinalizzate alla limitazione dei rischi di cambiosugli investimenti. In rapporto alla UEM, glienti creditizi dovranno rivedere e aggiornarele loro strategie, procedure e tecnologie.Potrà infine emergere un sistema bancarioarticolato su tre livelli, dove: (i) il primolivello sarebbe composto da un elevatonumero di piccole istituzioni a base locale;(ii) il secondo livello comprenderebbe glioperatori regionali; e (iii) il terzo livelloconsisterebbe in grandi banche attive intutta la UE che agirebbero come operatoriglobali. In generale, l’istituzione della UEMdovrebbe comportare nel medio termineun probabile aumento della pressione sullaredditività delle banche. Tuttavia, l’impattoeffettivo di tale pressione varierà da unente creditizio all’altro. La UEM dovrebbeinoltre apportare diversi vantaggi chedovrebbero, nell’insieme, compensareeventuali effetti negativi. In particolare,condiz ioni economiche più stabi l ipotrebbero stimolare l’attività creditiziariducendo il rischio di inadempienze, conun impatto positivo sul rischio di credito;tuttavia, le inevitabili disparità economichefra diverse regioni potrebbero avere effettidifferenziati sulla qualità del credito. Il sistemaTARGET contribuirà significativamente allacostituzione di solidi ed efficienti sistemi dipagamento, riducendo i rischi sistemici e diliquidità. Gli enti creditizi dovrebbero inoltretrarre vantaggio da mercati di capitali piùspessi e liquidi, che contribuiranno a ridurrei rischi e a facilitarne la gestione. Infine, laUEM dovrebbe portare a un’ulteriorearmonizzazione del contesto giuridico eoperativo nel quale agiscono gli enti creditizi.

La conclusione generale tratta dai risultatidell’indagine è che i sistemi bancari deipaesi UE stanno affrontando un periodo digrandi cambiamenti connessi all’aumentodella concorrenza, della concentrazione e

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alla necessità di ristrutturazione; questetendenze dovrebbero intensi f icars iulteriormente con la realizzazione dellaUEM. Pertanto, gli enti creditizi sarannosottoposti a pressioni per migliorare lapropria redditività e rafforzare le proprieposizioni concorrenziali. Da parte loro, leautorità di vigilanza dovranno intensificarele proprie attività di controllo al fine diidentificare gli enti creditizi più deboli eassicurare che questi prendano le misurenecessarie per far fronte alle pressionicrescenti. I risultati dell’indagine sono statidistribuiti agli organismi di vigilanzainternazionali.

3.2 L’uso dei dati macroeconomicinel processo di vigilanza

Come proseguimento dei lavori sui sistemidi diagnosi precoce intrapresi nel 1996 (cfr.rapporto annuale IME del 1996), è statacondotta un’indagine sul possibile utilizzo didati macroeconomici nel processo divigilanza e sulle relazioni tra gli sviluppimacroeconomici e la fragilità dei sistemibancari, sia a livello di sistema sia di singolaistituzione. L’obiettivo principale di questoesercizio era quello di identificare dellemetodologie in grado di integrare, attraversol’utilizzo di dati macroeconomici normal-mente a disposizione delle BCN, gli strumentianalitici usati dalle autorità di vigilanzabancaria per la sorveglianza sul sistemabancario e sui singoli enti creditizi. In terminipiù generali, questa iniziativa contribuisce amigliorare l’efficacia delle attività di vigilanzae a rendere più efficiente l’utilizzo dellerisorse, soprattutto in considerazione deicosti connessi alla gestione delle crisibancarie.

Esistono due possibili modi di utilizzo deidati macroeconomici nel processo divigilanza. Il primo si basa sulla cosiddettaanalisi macroprudenziale, che si concentrasulla stabilità bancaria e finanziaria a livellodi sistema. Questo tipo di analisi stabiliscerapporti tra variabili macroeconomiche

(come ad esempio il PIL, l’indebitamento difamiglie e imprese, la struttura dei rischi nelsistema bancario, ecc.) e dati aggregatiottenuti dalle segnalazioni di vigilanza.L’analisi consiste in una valutazione dellecondizioni attuali e prospettiche del sistemabancario. Sono descritte tre categorieprincipali di analisi macroprudenziale: (i)analisi periodiche per valutare le condizionidel sistema bancario su base sistemica; (ii)analisi strutturali di lungo termine; e (iii)analisi di scenario per studiare aspetti specificiche possono avere un impatto sulla stabilitàdel sistema bancario.

La seconda possibilità di utilizzo dei datimacroeconomici nel processo di vigilanza siriferisce all’uso potenziale dei risultatidell’analisi macroprudenziale per individuarele istituzioni f inanziarie e creditiziepotenzialmente fragili. In termini generali,l’esame sistematico da parte delle autoritàdi v ig i lanza dei r isultat i del l ’anal is imacroprudenziale dovrebbe rendere piùefficace la loro attività di controllo. Inpart icolare, le autorità di vig i lanzadovrebbero accrescere la loro capacità di:(i) individuare singole istituzioni in difficoltà;(ii) stabilire un sistema di priorità per ivari aspetti delle attività di controllo;(iii) sviluppare la comunicazione con l’altadirezione delle istituzioni. Inoltre, i risultatidell’analisi macroprudenziale potrebberoessere utilizzati anche nell’ambito di sistemidi diagnosi precoce più sofisticati adottatida alcune autorità di vigilanza bancaria. Lapossibilità di utilizzare direttamente dati ovariabili macroeconomiche nel processo didiagnosi precoce sarà oggetto di ulteriorianalisi.

Facendo r i fer imento a l l ’esper ienzadisponibile, al momento limitata a un nume-ro ristretto di paesi, sono stati esaminatialcuni approcci organizzativi per individuarele modalità concrete di effettuazionedell’analisi macroprudenziale a livellonazionale, al fine di promuovere una piùampia diffusione di questa attività. Questolavoro mostra che sarebbe utile effettuare

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l’analisi macroprudenziale a livello UE. Irisultati delle analisi relative al possibileutilizzo di dati macroeconomici nel processodi vigilanza sono stati distribuiti agli organismiinternazionali di vigilanza.

3.3 Altre questioni

In pr imo luogo, è stata dedicataun’attenzione specifica ad alcuni recentisvi luppi nel le pratiche relat ive agl iaccantonamenti a fronte di crediti insofferenza e di dubbia esigibilità. È statoeffettuato un approfondimento dei lavoriprecedentemente svolti sull’argomento (cfr.rapporto annuale IME del 1996), dedicandouna particolare attenzione ai nuovi approcciin materia di accantonamenti, basati sumetodi statistici che cominciano a diffondersitra le banche. In particolare, mentre itradizionali metodi di accantonamentoprocedono a una valutazione voce pervoce e si traducono in una riduzione delvalore delle attività nel momento in cuiemergono segnali sfavorevoli sull’andamentodel credito, le nuove metodologie utilizzanoun approccio statistico per stimare le perditecredit iz ie previste; i corrispondentiaccantonamenti vengono registrati in unavoce specifica del passivo (se la perditaeffettiva è superiore a quella prevista, ladifferenza viene imputata a tale voce).L’effetto principale di tale approccio è lacapacità di distribuire, nell’arco del cicloeconomico, l’impatto sugli utili degli enticreditizi delle perdite su crediti. L’indaginesvolta mostra che i nuovi approcci nonsono al momento molto diffusi tra le banchedei paesi UE. Una delle ragioni è daricercare nel fatto che la normativa contabiledella UE stabilisce che gli accantonamentidevono essere effettuati riducendo il valoredell’attivo in base a una valutazione voceper voce. Ciò nonostante, in alcuni paesinon appartenenti alla UE (Canada, Svizzerae Stati Uniti), l’impiego delle nuovemetodologie sta diventando più comune,non da ultimo per il fatto che in alcuni casiesso è avallato dalle autorità di vigilanza. I

nuovi approcci saranno oggetto di esameda parte degli organismi di vigilanzainternazionali nell’ambito del dibattito sulcapitale di vigilanza. I risultati dell’indaginesono stati distribuiti a tali organismi.

È stato inoltre af frontato i l temadell’evoluzione del regime di vigilanzaprudenziale della UE relativo alla liquiditàdegli enti creditizi alla luce dell’impatto dellaUEM. Il regime di vigilanza prudenziale sibasa sui due elementi seguenti: (i) le normeprudenziali che governano la liquidità deglienti creditizi stabilite dagli Stati membri nonsono armonizzate; e (ii) la responsabilitàper la vigilanza sulla liquidità delle filialiestere stabilite nella UE spetta all’autorità divigilanza del paese ospite, in collaborazionecon quella del paese d’origine, come previstodall’articolo 14, paragrafo 2, della secondaDirettiva di coordinamento bancario.L’attuale tendenza verso la gestionecentralizzata della liquidità da parte deglienti creditizi – che dovrebbe essere rinforzatadall’introduzione della moneta unica – el’esigenza di preservare l’efficacia dellafunzione di vigilanza rappresentano duefattori che potrebbero rendere opportunauna revisione del regime attuale e, inparticolare, un trasferimento di responsabilitàper la liquidità delle filiali estere dall’autoritàdi vigilanza del paese ospite a quella delpaese d’origine. I risultati di tale analisi sonostat i sottopost i a l l ’attenzione del laCommissione europea, alla quale spettavalutare, con l’assistenza del Comitatoconsultivo bancario, l’esigenza di unemendamento dell’attuale legislazionebancaria della UE. La questione dovràessere riesaminata alla luce dell’esperienzamaturata dopo l’introduzione dell’euro edella politica monetaria unica e del loroeffettivo impatto sulla gestione della liquiditàdegli enti creditizi.

Infine, nel 1997 è continuata la collaborazionetra le centrali dei rischi operanti in sette paesidella UE (Belgio, Germania, Spagna, Francia,Italia, Austria e Portogallo) gestite dalle BCN,il cui scopo principale è la registrazione di

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informazioni sul grado generale diindebitamento dei prenditori di fondi al fine diassistere gli enti creditizi e finanziari nelcontrollo del rischio di credito. L’obiettivoprincipale di tale collaborazione resta quellodell’apertura delle centrali a livello trans-frontaliero, al fine di garantire alle istituzionidichiaranti degli Stati membri l’accesso ai datiraccolti presso di esse. Il raggiungimento ditale obiettivo viene ritenuto essenziale al finedi mantenere l’efficacia delle centrali in uncontesto caratterizzato dalla progressivaintegrazione dei mercati bancari e finanziari

della UE, che dovrebbe essere ulteriormenterafforzata dall’istituzione della UEM. In questafase, l’apertura delle centrali è già possibile inquattro casi, mentre nei rimanenti tre paesipersistono tuttora ostacoli di natura giuridica.Le BCN interessate si impegnano a pro-muovere l’adozione degli emendamentilegislativi e/o misure amministrative necessariper rimuovere tali ostacoli. Nel frattempo, lacollaborazione si è concentrata sull’individua-zione delle caratteristiche principali del futuroscambio informativo tra le centrali.

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4 L’amministrazione dei meccanismi dello SME e deiprestiti comunitari

I compiti operativi dell’IME riguardano lagestione dei meccanismi del Sistema monetarioeuropeo (SME) – il meccanismo difinanziamento a brevissimo termine, ilmeccanismo di sostegno monetario a brevetermine e la creazione di ECU ai finidell’attuazione dell’Accordo SME – el’amministrazione di operazioni di assunzioneed erogazione di prestiti effettuate dallaComunità in base al meccanismo di assistenzafinanziaria a medio termine.

4.1 I meccanismi dello SME

L’IME svolge le operazioni connesse allacreazione, all’utilizzo e alla remunerazionedegli ECU ufficiali. Gli ECU ufficiali sonoemessi in favore delle banche centrali dellaUE a fronte del conferimento del 20 percento delle loro disponibilità lorde in oro edelle riserve ufficiali in dollari USA attraversorevolv ing swaps . I l confer imento èobbligatorio per le banche centrali aderentiagli Accordi europei di cambio (AEC) evolontario per le banche centrali nonaderenti. Le operazioni di swap sonorinnovate ogni tre mesi, consentendo cosìdi effettuare i necessari aggiustamenti inmodo da, in primo luogo, assicurare che ilconferimento all’IME di ciascuna bancacentrale della UE continui a rappresentarealmeno il venti per cento delle sue riservein oro e in dollari alla fine del meseprecedente la data di rinnovo, e, in secondoluogo, tenere conto delle variazioni delprezzo dell’oro e del tasso di cambio deldollaro USA nei confronti dell’ECU ufficiale.I risultati di queste operazioni sono riportatinel bilancio dell’IME alla fine del presenteRapporto.

La Grecia è entrata negli AEC con effettodal 16 marzo 1998, con la conseguentepartecipazione obbligatoria al meccanismo

di swap dell’ECU a partire da tale data.Poiché la Banca di Grecia aveva partecipatoa detto meccanismo su base volontaria sindal gennaio 1986, la sua entrata negli AECnon ha avuto implicazioni per le operazionidi swap in ECU dell’IME.

L’ammontare degli ECU ufficiali emessidall’IME, sulla base dell’ultima operazione diswap a tre mesi effettuata il 12 gennaio1998, ha raggiunto i 62,9 miliardi. Rispettoal gennaio 1997, la consistenza degli ECU èaumentata di 2,7 miliardi. L’aumento èstato principalmente determinato, in primoluogo, dalla rivalutazione del dollaro USAnei confronti dell’ECU e, in secondo luogo,da un aumento del volume totale deicontributi in dollari a valere sulle proprieriserve da parte delle banche centrali dellaUE partecipanti alle operazioni di swap inECU con l ’ IME. L’aumento è statoparzialmente compensato dalla caduta delprezzo dell’oro e da una diminuzione delvolume totale dei contributi in oro.

Oltre alla creazione degli ECU ufficiali, l’IMEregistra sui suoi libri contabili i trasferimentidi ECU tra le banche centrali partecipanti egli Altri Detentori. Nel 1997 non sonoavvenuti trasferimenti tra le banche centralipartecipanti. I trasferimenti tra le banchecentrali partecipanti e gli Altri Detentorihanno comportato posizioni nette per 63,5milioni di ECU, senza alcuna variazionerispetto al 1996. Tale saldo riflettel’acquisizione di ECU da parte della BancaNazionale Svizzera attraverso operazioni diswap con due banche centrali della UE nelperiodo in esame. Il meccanismo dimobilizzazione dell’ECU è rimasto inattivodal 1986. Il meccanismo di finanziamento abrevissimo termine non è stato utilizzatonel 1997, né lo è stato il meccanismo disostegno monetario a breve termine.Quest’ultimo non viene attivato dal 1974.

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Prestiti Prestiti Prestiti

denominati in denominati in totali

marchi tedeschi ECU in ECU

1996 1997 1996 1997 1996 1997

Grecia - - 500 500 500 500

Italia 3.900 3.900 1.475 1.475 3.479 3.447

Totale 3.900 3.900 1.975 1.975 3.979 3.947

Fonte: IME.

Tavola 7Prestiti comunitari(consistenze a fine anno; in milioni)

4.2 I prestiti comunitari

Ai sensi dell’articolo 109f (2), del Trattatoe dell’articolo 11 del Regolamento delConsiglio (CEE) del 24 giugno 1988 n.1969/88, l’IME amministra le operazioni diassunzione ed erogazione di prestitieffettuate dalla Comunità in base almeccanismo unico di assistenza finanziaria amedio termine. Quest’ultimo prevede laconcessione di prestiti a Stati membri che sitrovino, o rischino seriamente di trovarsi, incondizioni di difficoltà delle rispettive bilancedei pagamenti (di parte corrente o in contocapitale). L’IME effettua i pagamenti derivanti

da queste operazioni finanziarie, verifica ledate di scadenza fissate nei contratti per lacorresponsione degli interessi e il rimborsodel capitale e riferisce alla Commissionesulle operazioni svolte per conto della UE.

Nel 1997 l’IME ha continuato a ricevere daiprenditori di fondi (Grecia e Italia) e apagare ai creditori verso la Comunità lesomme dovute a titolo di interessi,provvigioni e spese sui prestiti in essere. Laseguente tavola mostra le consistenze totalidei prestiti erogati dalla Comunità, in esserealle date del 31 dicembre 1996 e 1997.

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5 Le funzioni consultive

L’articolo 109f (6), del Trattato e l’articolo5, paragrafo 3, dello Statuto dell’IMEdispongono che l’IME sia consultato dalConsiglio dell’Unione europea o dalleautorità nazionali responsabili, secondo icasi, su ogni proposta di legislazionecomunitaria o nazionale che rientri nellasua competenza. I limiti e le condizioni delleconsultazioni su disegni di legge delle autoritànazionali sono fissati dalla Decisione delConsiglio del 22 novembre 1993 n. 93/717,che, all’articolo 1, stabilisce che “gli Statimembri consultano l’IME su ogni disegno dilegge facente parte dell’area di suacompetenza in conformità a quanto previstodall’articolo 109f del Trattato e in particolareper quanto concerne:

la legislazione monetaria, lo stato giuridi-co dell’ECU e i mezzi di pagamento;

lo stato giuridico e le competenze dellebanche centrali nazionali e gli strumentidi politica monetaria;

la raccolta, compilazione e diffusione

delle statistiche monetarie, finanziarie,bancarie e sulla bilancia dei pagamenti;

i sistemi di compensazione e di paga-mento, in particolare per le transazionitransfrontaliere;

le norme applicabili agli istituti finanziari,nella misura in cui esse influenzano lastabilità di tali istituti e dei mercati finan-ziari”.

Cinquantadue richieste di consultazionesono pervenute all’IME nel 1997 e nelprimo trimestre del 1998. Di queste, undicir iguardano proposte di normativecomunitarie e quarantuno disegni di leggenazionali che ricadono nel settore dicompetenza dell’IME. Particolare rilevanzahanno avuto le consultazioni relativeall’adattamento degli statuti delle BCN alfine di rispettare i requisiti del Trattato. Laseguente tavola riepiloga le procedure diconsultazione, che hanno condottoall’emanazione di pareri da parte dell’IMEnel 1997 e nel primo trimestre del 1998.

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N.N.N.N.N. RichiedenteRichiedenteRichiedenteRichiedenteRichiedente ArgomentoArgomentoArgomentoArgomentoArgomento

1 Commissione europea Indice armonizzato dei prezzi al consumo

2 Irlanda Intermediari di investimento

3 Grecia Vigilanza sugli operatori in valuta estera autorizzati

4 Belgio Prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario ai fini di riciclaggio

5 Belgio Strumenti finanziari e sistemi di compensazione dei titoli

6 Finlandia Compensazione nelle operazioni in titoli e valuta estera

7 Paesi Bassi Vigilanza prudenziale

8 Paesi Bassi Statuto della De Nederlandsche Bank

9 Consiglio della UE Procedura per i disavanzi eccessivi

10 Germania Statuto della Deutsche Bundesbank

11 Paesi Bassi Abolizione dell’effetto retroattivo nei sistemi di pagamento e nei

sistemi di regolamento titoli

12 Paesi Bassi Normativa che revoca la legge sul tasso di cambio del fiorino e

introduce emendamenti riguardanti la UEM nella legge sui rapporti

finanziari con l’estero e in quella sul controllo delle operazioni in titoli

13 Consiglio della UE Denominazioni e caratteristiche tecniche delle monete metalliche in

euro

14 Consiglio della UE Adeguatezza del capitale delle società di investimento e degli enti

creditizi

15 Grecia Statuto della Banca di Grecia

16 Austria Partecipazione dell’Austria al nuovo accordo di erogazione di prestiti

del FMI

17 Italia Introduzione dell’euro

18 Portogallo Statuto del Banco de Portugal

19 Consiglio della UE Statistiche a breve termine

20 Irlanda Statuto della Central Bank of Ireland

21 Austria Borsa valori

22 Commissione europea Standard minimi per la qualità dei pesi dello IACP

23 Consiglio della UE Assegnazione dei servizi di intermediazione finanziaria misurati

indirettamente nell’ambito del Sistema europeo dei conti economici

integrati (SEC)

24 Germania Introduzione dell’euro

25 Spagna Statuto del Banco de España

26 Svezia Statuto della Sveriges Riksbank

27 Regno Unito Statuto della Bank of England

28 Regno Unito Definizione di contratto di mercato monetario

29 Finlandia Compensazione e regolamento dei trasferimenti di titoli

30 Austria Statuto della Oesterreichische Nationalbank e relativa normativa

31 Italia Statuto della Banca d’Italia e relativa normativa

Tavola 8

Procedure di consultazione nel 1997

89

N. Richiedente Argomento

1 Austria Introduzione dell’euro

2 Austria Introduzione dell’euro

3 Italia Testo unico sulle disposizioni in materia finanziaria

4 Belgio Misure protettive sugli strumenti di deposito e sugli strumenti finanziari

5 Spagna Statuto del Banco de España

6 Finlandia Statuto della Suomen Pankki

7 Italia Statuto della Banca d’Italia

8 Belgio Introduzione dell’euro

9 Francia Emissione e messa in circolazione della moneta nei territori di

oltremare di Mayotte e Saint Pierre e Miquelon e protezione dei

sistemi di pagamento e di regolamento titoli

10 Danimarca Margini di garanzia nel regolamento e compensazione delle transazioni

in titoli

11 Portogallo Introduzione dell’euro

12 Francia Statuto della Banque de France

13 Italia Statuto della Banca d’Italia

14 Consiglio della UE Consultazione della BCE da parte delle autorità nazionali su progetti di

disposizioni legislative

15 Consiglio della UE Dati statistici da utilizzare per la determinazione dello schema di

sottoscrizione del capitale della BCE

16 Consiglio della UE Condizioni e procedura per l’applicazione dell’imposta a beneficio

delle Comunità europee

17 Consiglio della UE Categorie di funzionari e altri impiegati delle Comunità europee a cui si

applicano le norme di cui all’articolo 12, al secondo paragrafo

dell’articolo 13 e all’articolo 14 del Protocollo sui privilegi e immunità

delle Comunità

18 Irlanda Introduzione dell’euro

19 Paesi Bassi Introduzione dell’euro

20 Irlanda Schemi di garanzia per gli investitori

21 Belgio Statuto della Banca Nazionale del Belgio

Procedure di consultazione nel primo trimestre del 1998

In tali consultazioni, l’IME ha principalmentevalutato la compatibilità delle proposte le-gislative con il Trattato, mentre sono statiesaminati anche l’impatto potenziale

sull’assetto futuro per la Terza fase dellaUEM e, nei casi pertinenti, l’eventualeinfluenza della normativa sulla stabilità delleistituzioni e dei mercati finanziari.

90

6 La verifica della conformità al divieto di finanziamentomonetario e di accesso privilegiato

Nel 1997 l’IME ha continuato a verificare ilcomportamento delle BCN rispetto agliobblighi derivanti dagli articoli 104 e 104adel Trattato e dai Regolamenti del Consiglio(CE) nn. 3603/93 e 3604/9314. LaCommissione europea controlla il rispettoda parte degli Stati membri di questedisposizioni.

Nel 1997 le BCN della UE hanno continuatoa rispettare i requisiti previsti dal Trattato.Le restanti imperfezioni emerse nellatransizione verso i nuovi assetti, nonché i

problemi tecnici verificatisi nell’attuazionedelle nuove regole, sono stati defini-tivamente corretti all’inizio del 1997.

L’IME verifica anche la compatibilità degliacquisti da parte delle BCN di titoli deldebito pubblico sul mercato secondario.L’acquisizione di tali strumenti sul mercatosecondario, che ai sensi del Regolamentodel Consiglio (CE) n. 3603/93 non devonoessere utilizzati per aggirare il portatodell’articolo 104 del Trattato, è gene-ralmente conforme al Trattato stesso.

14 Per ulteriori informazioni di riferimento sulquadro giuridico di tale materia cfr. il RapportoAnnuale 1994 dell’IME, Capitolo III B.

91

7 La cooperazione con altre istituzioni

L’ IME ha cont inuato a cooperarestrettamente con gli altri organismidell’Unione europea in varie forme e a varilivelli. Il Presidente del Consiglio della UE eun membro della Commissione europeahanno partecipato alle riunioni del Consigliodell’IME, e il Presidente dell’IME hapartecipato alle riunioni del Consiglio dellaUE ogni qualvolta sono state discussequestioni relative agli obiettivi e ai compitidell’IME. Ciò ha comportato la suapartecipazione alle riunioni informali delConsiglio ECOFIN, dove sono state discussele questioni concernenti la fissazioneirrevocabile dei tassi di conversione,l’organizzazione delle relazioni tra il Consigliodella UE e la BCE e il ruolo del SEBCnell’applicazione dell’articolo 109 delTrattato. Nel giugno 1997 il Presidente si èpresentato di fronte al Parlamento europeoin seduta plenaria per illustrare il rapportoannuale IME 1996 e per rispondere aquesit i sul le condiz ioni monetar ie ,economiche e finanziarie dell’Unione esulle attività dell’IME, con particolareriferimento ai progressi fatti nell’adem-pimento del l ’obbl igo statutar io disvolgimento del lavoro preparatorionecessario per la Terza fase della UEM. Lesfide principali che l’IME deve affrontarenella preparazione alla Terza fase dellaUEM e, in particolare, i preparativi tecnicinecessari per la puntuale istituzione delSEBC sono stati i principali argomenti trattatiin occasione dell’audizione del Presidenteda parte della commissione competenteper le questioni monetarie del Parlamentoeuropeo nell’ottobre 1997. Le stessequestioni erano all’ordine del giorno inoccasione dello scambio di vedute con imembri del Comitato economico e socialedelle Comunità europee che ha avutoluogo in novembre.

A livello operativo, alcuni alti rappresentantidell’IME hanno regolarmente partecipato aivertici del Comitato monetario in qualità di

osservatori. Stretti rapporti di lavoro sonostati mantenuti con le competenti Direzionigenerali della Commissione europea, i cuiesponenti partecipano anche alle riunioni dialcuni gruppi di lavoro dell’IME. Nel campodella vigilanza prudenziale, è stato raggiuntoun accordo tra l’IME e la Commissioneeuropea al fine di rafforzare la cooperazionetra le due istituzioni. In base a dettoaccordo, l’IME partecipa in qualità diosservatore alle riunioni della Commissioneconsultiva per il settore bancario, che,tra l’altro, aiuta la Commissione nellaredazione di proposte per la nuovalegislazione bancaria comunitaria, mentreun rappresentante della Direzione generaleXV partecipa alle riunioni della Commissionedi vigilanza bancaria dell’IME. Nel campodelle statistiche, l’IME ha ulteriormentemigliorato le sue procedure di cooperazionecon l’Ufficio statistico della Commissioneeuropea (EUROSTAT), ed è rappresentatoda tre funzionari nel Comitato per lestatistiche monetarie, finanziarie e di bilanciadei pagamenti. Inoltre, l’IME ha continuatoa cooperare con i direttori delle Zecchenazionali, che rappresentano le istituzioniresponsabili della produzione delle monetemetall iche che saranno immesse incircolazione, accanto alle banconote ineuro, a partire dal 1° gennaio 2002.

Circa i contatti con istituzioni esterne allaComunità, la “procedura di concertazione”si è confermata una preziosa occasioneper lo scambio di dati tra esperti del settoredei cambi delle banche centrali della UE equelli di Canada, Giappone, Norvegia,Svizzera e Stati Uniti sugli andamenti deimercati dei cambi, sugli interventi e su altreoperazioni ufficiali in valuta. Hanno avutoluogo consultazioni su materie di interessecomune tra l’IME e le banche centrali diNorvegia, Islanda e Svizzera. Importantirapporti sono stati anche mantenuti con laBanca dei regolamenti internazionali (BRI).Il Fondo monetario internazionale ha fatto

92

numerose visite all’IME nell’ambito dellasua attività di sorveglianza regionale e peruno scambio di vedute sui futuri rapportitra il SEBC e il FMI. L’IME ha anche presoparte alle riunioni con il Working Party n. 3

dell’OCSE. Inoltre, l’IME ha mantenuto icontatti con le banche centrali dei paesiassociati dell’Europa centrale e orientale edegli altri paesi che hanno fatto richiesta diassociazione.

Bi l anc io de l l ’ IME

96

Stato Patrimoniale al 31 dicembre 1997

ECU

Attività

1997 1996

I Attività connesse con lo SME

Oro 26.228.410.973 27.816.645.173Dollari USA 38.791.623.886 31.710.534.867

65.020.034.859 59.527.180.040

II Altre attività

(1) Contante e contibancari a vista 24.164.570 11.013.442

(2) Depositi a termine 597.499.982 628.044.375(3) Immobilizzazioni materiali 24.750.972 7.815.279(4) Altre attività 2.345.761 841.986

648.761.285 647.715.082

Totale Attività (I e II) 65.668.796.144 60.174.895.122

Conto d’ordine:Crediti a termine in ECU 65.020.034.859 59.527.180.040(derivanti dallo swap trimestrale)

97

ECUPassività

1997 1996

I Passività connesse con lo SME

ECU conferiti alle banchecentrali nazionali 65.020.034.859 59.527.180.040

65.020.034.859 59.527.180.040II Altre passività

(1) Creditori e altrepassività 11.535.065 4.200.209

(2) Fondo pensioni eobblighi similari 6.130.620 3.742.631

(3) Altri fondi di accantonamento 11.120.462 7.074.292(4) Contributi da parte delle

banche centrali nazionali 615.573.495 615.573.495(ai sensi dell’art.16.2 dello Statuto)

(5) Fondo di riserva generale 17.124.455 12.536.150(6) Utile/perdita di esercizio (12.722.812) 4.588.305

648.761.285 647.715.082

Totale Passività (I e II) 65.668.796.144 60.174.895.122

Conto d’ordine:Debiti a termine in oro ein dollari USA 65.020.034.859 59.527.180.040(derivanti dallo swap trimestrale)

98

Conto Profitti e Perdite per l’anno 1997

ECU

1997 1996

Rendite

Interessi su titoli 43.376.777 44.532.696

Totale rendite 43.376.777 44.532.696

Spese

Costi per il personale 24.926.562 18.157.530Altre spese amministrative 28.613.295 18.936.144Ammortamento immobilizzazioni materiali 3.012.512 2.084.941

Totale spese 56.552.369 39.178.615

Rendite straordinarie 916.447 96.523meno: minusvalenze (463.667) (862.299)

Utile/perdita di esercizio (12.722.812) 4.588.305

Ripartizione della perdita

Compensata con il fondodi riserva generale 12.722.812

Francoforte sul Meno,11 febbraio 1998 ISTITUTO MONETARIO EUROPEO

W. F. DuisenbergPresidente

99

1 Criteri di redazione del bilancio

1.1 I conti annuali sono stati redatti inlinea con i principi contabili stabiliti dalConsiglio dell’IME ai sensi dell’articolo 17.3del proprio Statuto e sono espressi in ECUufficiali.

1.2 Sebbene l’IME, in quanto entecomunitario, non sia soggetto alle leggi e airegolamenti nazionali in materia contabile,esso segue i principi contabili generalmenteaccettati in ambito internazionale, a menoche specifiche materie peculiari dell’IMEimpongano un diverso comportamento.

1.3 Nonostante la limitata durata dell’Isti-tuto, i conti annuali sono stati predisposti inbase al principio della ”continuità difunzionamento”. Al momento in cui l’IMEsarà liquidato all’istituzione della BCE, tuttele sue attività e passività saranno automa-ticamente trasferite a quest’ultima, la qualeliquiderà quindi l’Istituto conformementealle disposizioni dell’articolo 23 dello Statutodell’IME.

1.4 Le attività e passività connesse con loSME sono indicate al valore di costo. I titolidi sconto a breve termine sono valutati alcosto più gli interessi maturati. I titoli nonimmobilizzati sono indicati al valore dimercato di fine anno. Le immobilizzazionifinanziarie sono indicate al costo diacquisizione, dedotti eventuali accanto-namenti a fronte di svalutazioni permanenti.Tutte le altre attività e passività finanziariesono indicate al valore nominale.

1.5 Le immobilizzazioni materiali sonovalutate al costo, dedotto l’ammortamento.L’ammortamento è calcolato sulla base diquote costanti, a partire dal trimestre

successivo all’acquisizione, per la duratapresunta del bene; ad esempio:

Apparecchiature, mobili

e impianti 10 anni

Computers, hardware

connesso, software

e autovetture 4 anni

1.6 Prescindendo dalle attività e passivitàconnesse con lo SME e dalle immo-bilizzazioni finanziarie, la conversione inECU delle voci di situazione patrimonialeespresse in altre valute è stata effettuatasulla base delle quotazioni ufficiali, pubblicatedalla Commissione europea, relative al 31dicembre 1997, oppure ai tassi di chiusuradi mercato per quella data. Le operazioni invaluta riportate nel Conto Profitti e Perditesono valutate alla media dei tassi ufficialiregistrati nell’anno 1997. Le immobilizza-zioni finanziarie in valuta sono convertite aitassi di cambio a pronti alla data diacquisizione.

1.7 Le rendite e le spese sono contabi-lizzate secondo il criterio della competenza.Le plusvalenze derivanti dalla rivalutazionedelle attività rispetto al prezzo di acquistonon sono imputate al conto economicocome componenti positive di reddito maiscritte in un fondo di rivalutazione; leminusvalenze sono portate in diminuzionedelle precedenti plusvalenze attribuite alfondo di rivalutazione e, per la parteeventualmente eccedente, imputate alconto economico.

1.8 Ai sensi dell’articolo 17.4 dello Statuto,il Consiglio ha nominato la C & L DeutscheRevision revisore esterno indipendente.

100

2 Note allo Stato Patrimoniale

2.1 Attività e passività connesse conlo SME

Queste poste riguardano le operazioni diswap trimestrali attraverso le quali vengonoemessi ECU ufficiali come contropartita deiconferimenti all’IME, da parte delle banchecentrali nazionali, del 20 per cento dellerispettive riserve in oro e in dollari USA.Queste operazioni sono descritte nelCapitolo III, Sezione 4, del presenteRapporto. Le attività e passività relative allesuddette operazioni sono indicate nei libricontabili dell’IME. Queste poste non sonoproduttive di interessi. Gli interessi sulleriserve ufficiali, conferite contro ECU,continuano ad affluire ai proprietari originari.Sono dovuti interessi sulle disponibilità inECU derivanti dagli swap solo nel caso incui una banca centrale ne possegga ineccedenza rispetto ai propri debiti a terminein ECU; in tal caso, i pagamenti sonobilanciati dagli interessi dovuti dalle banchecentrali i cui debiti a termine in ECUeccedano l’ammontare degli ECU posseduti.

2.2 Altre attività

II (1) Contante e conti bancari a vista: ledisponibilità liquide operative sono affluitesu un conto corrente bancario denominatoin marchi tedeschi, valuta in cui sonoregolate quasi tutte le transazioni correntidell’IME. Questo conto è stato utilizzatoesclusivamente per esiti e introiti concernentil’ordinaria attività amministrativa dell’IME.Le altre disponibilità liquide sono depositatesu un conto fruttifero con preavviso di ungiorno in marchi tedeschi, ovvero investitedi tanto in tanto in buoni del Tesoro dellaRepubblica Federale Tedesca. Al 31dicembre 1997 l’IME non possedeva talitipologie di titoli.

II (2) Depositi a termine: come stabilito nelrapporto annuale per il 1996, 597,2 milioni

di ECU delle risorse conferite dalle banchecentrali della UE ai sensi dell’articolo 16.2dello Statuto dell’IME sono stati collocatinel gennaio 1995 in depositi vincolati perun termine fisso di tre anni, al fine diprodurre il reddito ritenuto necessario percoprire le spese amministrative dell’IME.Tali depositi, che costituiscono un’immo-bilizzazione finanziaria dell’IME, sono venutia scadenza il 30 dicembre 1997. Il ricavatoè stato accreditato su un conto fruttiferocon preavviso di due giorni, in attesa diessere reinvestito nella prima settimana digennaio 1998.

II (3) Immobilizzazioni materiali: al netto diammortamenti cumulativi per 7,8 milioni diECU, a fine anno queste comprendevano:

in ECU

1997 1996

Installazioni

speciali 2.065.988 3.632.708

Impianti

nell’edificio 7.225.869 3.671

Altre

apparecchiature 2.184.088 1.858.180

Computer e

Software 12.976.562 2.231.547

Altro 298.465 89.173

Totale 24.750.972 7.815.279

La voce “Installazioni speciali” comprende icosti capitalizzati relativi a installazioni speciali,impianti e apparecchiature, realizzati negliuffici dell’IME presso la Eurotower a Franco-forte sul Meno, necessari per far fronte allesue specifiche esigenze operative. A seguitodell’accordo sugli ammontari definitivi dovutidall’IME alle imprese fornitrici per il lavorosvolto con riguardo a queste installazioniparticolari nel 1994 e nel 1995, per cuierano stati fatti alcuni accantonamenti, il

101

valore contabile di questa posta è statorivisto verso il basso di 0,7 milioni di ECU.Gli accantonamenti corrispondenti sonostati ”liberati” (cfr. nota 3.3). Sono statiregistrati notevoli incrementi nel valoredell’attivo degli impianti nell’edificio e deicomputer e del software, in concomitanzacon la creazione della BCE e dell’avvio delsistema SEBC nell’ultima parte dell’anno.

II (4) Altre attività: questa posta rappresentaprincipalmente un credito vantato neiconfronti del Ministero delle Finanze Fede-rale tedesco per il recupero dell’IVA e dialtre imposte indirette pagate su beni eservizi. Tali imposte sono liquidabili ai sensidell’articolo 3 del Protocollo sui Privilegi esulle Immunità delle Comunità Europee,che si applica anche all’IME in virtùdell’articolo 21 del suo Statuto.

2.3 Altre passività

II (1) Creditori e altre passività: questa postacomprende principalmente i pagamentidovuti ai fornitori, le ritenute alla fonte suglistipendi da versare alle Comunità Europeee i contributi pensionistici con i relativiinteressi, da rimborsare al personale. Ilpersonale dipendente contribuisce alprogramma pensionist ico in misurapercentuale rispetto alla propria retribuzionebase (tali contributi sono integrati da quellia carico dell’IME pari al doppio dei contributigravanti sul personale - cfr. II(2) infra); icontributi versati dal personale sonoliquidabili al termine del contratto di impiego,unitamente agli interessi maturati sugli stessi.

II (2) Fondo pensioni e obblighi similari: questaposta comprende il totale dei contributiversati dall’IME al programma pensionistico.Tali contributi sono necessari per far fronteal trattamento di fine rapporto e a eventualipensioni di invalidità.

II (3) Altri fondi di accantonamento: questaposta comprende i fondi accantonati per ilavori svolti per la fine del 1997 su numerosiimportanti progetti infrastrutturali, almomento ancora in corso, per la BCE eper il SEBC, per la sistemazione dei localiadibiti a uffici dell’IME alla conclusione delrapporto di locazione, per l’affitto degliuffici e per oneri in essere nel 1996, e per laproduzione del rapporto annuale e delbilancio per il 1997.

II (4) Contributi da parte delle banche centralidella UE: questa posta rappresenta icontributi versati, ai sensi dell’articolo 16.2dello Statuto, dalle banche centrali dellaUE, come qui di seguito in dettaglio:

Banca centrale ECU

Belgio 17.235.643

Danimarca 10.464.542

Germania 138.808.404

Grecia 12.311.159

Spagna 54.476.907

Francia 104.644.800

Irlanda 4.924.381

Italia 97.565.912

Lussemburgo 923.360

Paesi Bassi 26.161.252

Austria 14.162.957

Portogallo 11.387.902

Finlandia 10.160.382

Svezia 17.857.642

Regno Unito 94.488.252

Totale 615.573.495

II (5) Fondo di riserva generale: Questofondo contiene profitti accumulati e nondistribuiti nel corso degli anni precedenti,meno qualsiasi perdita registrata. Cfr. anchela nota 3.5.

II (6) Disavanzo per l’anno: cfr. la nota 3.5.

102

3 Note al Conto Profitti e Perdite

3.1 Rendite

Rendite da interessi: questa posta riguardainteressi pari a 42,3 milioni di ECU percepitisui depositi a termine e 1,1 milioni di ECUderivante dall’investimento delle disponibilitàliquide (cfr. note sotto la voce “Altreattività”).

3.2 Spese

Costi per i l personale : questa postacomprende gli stipendi e le indennità (21,3milioni di ECU), nonché i contributi a caricodel datore di lavoro per pensioni eassicurazioni per malattia o infortuni (3,6milioni di ECU), con riferimento al personaledell’IME. Gli stipendi e le indennità delpersonale, ivi comprese le remunerazionidel personale inquadrato in posizionidirigenziali, sono basati in sostanza su, esono confrontabili con, lo schema retributivodelle Comunità Europee.

Organico (al 31 dicembre)

1997 1996

Personale permanente

Dirigenti di

grado superiore 7 6

Dirigenti 39 36

Quadri 161 90

Operativi 127 85

Totale 334 217

Personale con contratto

a breve termine 13 4

Il numero medio del personale permanen-te nel 1997 è stato di 281 elementi, rispettoai 202 del 1996. Durante il 1997, 135

elementi del personale permanente sonostati assunti e 18 hanno cessato il lororapporto lavorativo.

Altre spese amministrative: in questa postarientrano tutte le altre spese correnti, qualigli affitti, la manutenzione degli immobili edelle apparecchiature, i beni e le attrezzaturedi natura non capitalizzabile, gli onorariprofessionali e altri servizi e forniture, non-ché le spese sostenute per l’assunzione, iltrasferimento, il collocamento e la nuovasistemazione del personale.

3.3 Rendite straordinarie

Questa posta rappresenta le renditestraordinarie derivanti principalmente dalla“liberazione” degli accantonamenti fatti neglianni precedenti per spese previste in queglianni, ora non più necessari.

3.4 Minusvalenze

La svalutazione del marco tedesco rispettoall’ECU durante il 1997 ha comportato unaperdita non realizzata nel valore netto delleattività detenute o denominate in marchitedeschi. In assenza di un fondo di riva-lutazione, l’intero ammontare di tale perditaè stato portato a diminuzione dei profitti.

3.5 Ripartizione del disavanzo

In linea con il disposto dell’articolo 17.6dello Statuto dell’IME, il disavanzo è statocompensato attraverso il fondo di riservagenerale dell’IME.

103

Al Presidente e al Consigliodell’Istituto Monetario Europeo

Francoforte sul Meno

Abbiamo esaminato l’accluso bilancio dell’Istituto Monetario Europeo. La Direzionedell’Istituto Monetario Europeo è responsabile della redazione dei conti. Noi abbiamodovuto formarci un’opinione indipendente sui conti stessi sulla base della nostra revisione,e dobbiamo riferirvi tale opinione; di ciò siamo responsabili.

Abbiamo svolto la nostra revisione secondo i Principi Internazionali di Revisione. Laprocedura di revisione comprende l’effettuazione di verifiche a campione delladocumentazione comprovante gli importi e le informazioni contenute nei conti annuali.Essa include altresì un giudizio sulle stime e sulle valutazioni significative compiute ai finidella redazione dei conti annuali, nonché sulla rispondenza dei criteri di redazione delbilancio alla reale situazione dell’Istituto Monetario Europeo e sull’adeguatezza delleinformazioni fornite sui criteri stessi.

A nostro avviso, i conti annuali, che sono stati redatti in base ai criteri contabili indicati nellaSezione 1 della relativa nota integrativa, rappresentano in modo veritiero e corretto lasituazione patrimoniale e finanziaria dell’Istituto Monetario Europeo al 31 dicembre 1997e il risultato economico dell’esercizio conclusosi in tale data.

Francoforte sul Meno, 12 febbraio 1998

C&L DEUTSCHE REVISIONAktiengesellschaftWirtschaftsprüfungsgesellschaft

(Wagener) (Kern)

Wirtschaftsprüfer Wirtschaftsprüfer

Allegati

106

Estratti dal Rapporto di Convergenza (marzo 1998)

1 I criteri di convergenza

Il criterio della stabilità dei prezzi

Considerando i risultati ottenuti dai singolipaesi, nel periodo di riferimento che coprei dodici mesi terminanti a gennaio 1998quattordici Stati membri (Belgio, Danimarca,Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia,Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo,Finlandia, Svezia e Regno Unito) hannoregistrato tassi medi di inflazione misuratasulla base degli IAPC al di sotto del valore diriferimento. Questo valore di riferimento èstato calcolato utilizzando la media aritmeticasemplice dei tassi di crescita degli IAPC neitre paesi con i tassi di inflazione più bassi,più 1,5 punti percentuali. I tassi di inflazionedi questi tre paesi sono 1,1 per cento perl’Austria, 1,2 per cento per la Francia e 1,2per cento per l’Irlanda; aggiungendo 1,5punti percentuali alla media di 1,2 percento, il valore di riferimento risulta pari al2,7 per cento. In Grecia l’inflazione misuratasulla base dell’IAPC è stata pari al 5,2 percento, notevolmente più bassa rispettoall’anno precedente, ma ancora ben al disopra del valore di riferimento (cfr. tav. 5).

Guardando in retrospettiva al periodo1990-97, la convergenza dei tassi diinflazione è spiegata da diversi fattori comuni.In primo luogo, come indicato per ogniStato membro, essa riflette molte scelteimportanti di politica economica, prima fratutte l’orientamento della politica monetariaal perseguimento dell’obiettivo della stabilitàdei prezzi e il crescente sostegno ad essaderivante da altre aree come le politichefiscali e l’andamento dei salari e del costodel lavoro per unità di prodotto. Inoltre,nella maggioranza degli Stati membri ilquadro macroeconomico, in particolarenel periodo successivo alla recessione del1993, ha contribuito ad alleggerire lepressioni al rialzo sui prezzi. Infine, in molti

Stati membri tassi di cambio sostanzialmentestabili e andamenti contenuti dei prezziall’importazione hanno contribuito a mode-rare l’inflazione. A livello dei singoli paesi,risulta evidente che un gruppo di Statimembri ha registrato tassi di inflazionesostanzialmente simili per la maggior partedegli anni novanta, mentre diversi altrihanno fatto progressi particolarmente rapidinel biennio 1996-97. Tra questi, in Spagna,Italia e Portogallo, l’inflazione al consumo èscesa dal 4-5½ per cento nel 1995 a circa il2 per cento nel 1997. Questi tre Statimembri hanno registrato tassi di inflazionemedi sui dodici mesi, misurati sulla basedegli IAPC, inferiori al valore di riferimentodalla metà del 1997. In Grecia, l’inflazionemisurata in base all’IAPC è scesa dal 7,9 percento nel 1996 al 5,4 per cento nel 1997,rimanendo tuttavia considerevolmente al disopra del valore di riferimento.

Nell’immediato futuro, nella maggioranzadei paesi le tendenze recenti e le previsionidell’inflazione indicano che i segnali dipressioni al rialzo sono minimi o nulli. I rischiper la stabilità dei prezzi sono spessoassociati alla riduzione del differenzialenegativo tra prodotto effettivo e potenziale(output gap), all’inasprimento delle condizionidel mercato del lavoro e ad aumenti deiprezzi amministrati o delle imposte indirette:in diversi paesi, soprattutto quelli in cuil’attuale fase di espansione è più avanzata,si prevede generalmente che il tassod’inflazione aumenti, posizionandosi su valorileggermente superiori al 2 per cento nelperiodo 1998-99. Questi paesi sono laDanimarca, la Spagna, l’Irlanda, i Paesi Bassi,il Portogallo, la Finlandia e il Regno Unito.Per questi Stati membri è necessariomantenere sotto stretto controllo lepressioni sui prezzi interni, con particolareriguardo, tra l’altro, ai salari e al costo del

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lavoro per unità di prodotto. È inoltrenecessario che un supporto derivi dallepolitiche fiscali, che devono reagire in modoflessibile alla situazione interna dei prezzi.

Il criterio delle condizioni di finanza pubblica

Per quanto riguarda i risultati dei singoliStati membri, nel 1997 tre paesi hannoregistrato un avanzo delle Amministrazionipubbl iche (Danimarca, Ir landa eLussemburgo) e undici Stati membri hannoavuto o mantenuto disavanzi pari o inferiorial valore di riferimento del 3 per centoprevisto dal Trattato (Belgio, Germania,Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria,Portogallo, Finlandia, Svezia e Regno Unito).Solo la Grecia ha registrato un disavanzodel 4,0 per cento, che resta ancora superioreal valore di riferimento. Per il 1998, laCommissione prevede avanzi o ulterioririduzioni dei disavanzi rispetto al PIL perquasi tutti gli Stati membri. Si prevede che ildisavanzo della Grecia scenda al 2,2 percento del PIL (cfr. tav. 5).

Per quanto riguarda il debito pubblico, neitre Stati membri con un rapporto fra debitopubblico e PIL superiore al 100 per cento ildebito ha continuato a ridursi rispetto alPIL. In Belgio, il rapporto fra debito pubblicoe PIL è stato pari, nel 1997, al 122,2 percento, ossia inferiore di 13,0 punti percentualirispetto al valore massimo del 1993; inGrecia il rapporto fra debito pubblico e PILè stato, nel 1997, del 108,7 per cento, ossiadi 2,9 punti percentuali al di sotto dell’ultimopicco registrato nel 1996; in Italia il rapportofra debito pubblico e PIL è stato pari al121,6 per cento, ossia inferiore di 3,3 puntipercentuali rispetto al valore massimo del1994. Nei sette paesi che nel 1996 avevanorapporti fra debito pubblico e PILsignificativamente al di sopra del 60 percento ma al di sotto dell’80 per cento, irapporti debito/PIL si sono pure ridotti. Inparticolare, ciò vale per la Danimarca,l’Irlanda e i Paesi Bassi, dove nel 1997 irapporti debito/PIL erano rispettivamente

di 16,5, 30,0 e 9,1 punti percentuali al disotto dei livelli massimi registrati nel 1993,attestandosi rispettivamente al 65,1, 66,3 e72,1 per cento del PIL. In Spagna nel 1997 ilrapporto debito/PIL si è ridotto di 1,3 puntipercentuali rispetto al valore massimo del1996, raggiungendo il 68,8 per cento delPIL; in Austria la riduzione corrispondente èstata di 3,4 punti percentuali portando ildebito al 66,1 per cento del PIL; in Portogalloil rapporto debito/PIL era al di sotto dellivello del 1995 di 3,9 punti percentuali,portandosi al 62,0 per cento del PIL. Daultimo, in Svezia, nel 1997, il rapportodebito/PIL era inferiore di 2,4 puntipercentuali rispetto al suo valore massimodel 1994, raggiungendo il 76,6 per centodel PIL nel 1997. In Germania, dove nel1996 il rapporto fra debito pubblico e PILera appena superiore al valore di riferimentodel 60 per cento, tale rapporto ha continuatoad aumentare, raggiungendo nel 1997 il61,3 per cento, un valore superiore di 19,8punti percentuali rispetto a quello del 1991.Nel 1997 quattro paesi hanno continuatoad avere un rapporto fra debito pubblico ePIL inferiore alla soglia del 60 per cento(Francia, Lussemburgo, Finlandia e RegnoUnito). In Francia il rapporto tra debitopubblico e PIL ha continuato ad aumentare,raggiungendo il 58,0 per cento nel 1997(cfr. tav. 5).

Per il 1998, la Commissione prevede ulterioririduzioni nel rapporto fra debito pubblico ePIL per tutti gli Stati membri in cui talerapporto è stato superiore al 60 per centonel 1997. Per la Danimarca, l’Irlanda e ilPortogallo si prevede una discesa su livellipari o inferiori al valore di riferimento. Perquanto riguarda quei paesi che nel 1997hanno registrato un rapporto fra debitopubblico e PIL pari al 50-60 per cento, siprevede che in Finlandia e nel Regno Unitotale rapporto si riduca ulteriormente al disotto del 60 per cento, mentre in Francia èprevisto un aumento marginale.

Nel complesso, i progressi nella riduzionedei rapporti al PIL di disavanzo e debito

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sono generalmente accelerati. Tuttavia, ...in diversi Stati membri l’attuazione diprovvedimenti dagli effetti temporanei haavuto un ruolo nella riduzione dei disavanzi.Sulla base dei dati resi disponibili all’IME, glieffetti di tali provvedimenti sono statiquantificati tra 0,1 e 1 punto percentualedel PIL, con livelli che variano di paese inpaese. Nei limiti dell’evidenza disponibile,nei bilanci per il 1998 la dimensione di taliprovvedimenti è stata generalmente ridotta;inoltre, come indicato in precedenza, leprevisioni per il 1998 suggeriscono, nellamaggior parte dei casi, un’ulteriore riduzionedel rapporto fra disavanzo pubblico e PIL.Alla riduzione del rapporto fra debitopubblico e PIL hanno in parte contribuitodiverse operazioni e transazioni finanziarie,come le privatizzazioni, che sono riportatenella voce dei cosiddetti “fattori che incidonosugli stock ma non sui flussi” ... . Si prevedeche tali transazioni continuino a produrre ipropri effetti in diversi Stati membri.

Nonostante i risultati recenti, si rileva lanecessità di un ulteriore sostanzialeconsolidamento per la maggior parte degliStati membri, al fine di giungere a rispettaredurevolmente i criteri di finanza pubblica el’obiettivo di medio periodo di una situazionedi bilancio prossima al pareggio o in avanzo,come previsto dal Patto di stabilità e crescita,che sarà in vigore a partire dal 1999. Ciòriguarda in particolare il Belgio, la Germa-nia, la Grecia, la Spagna, la Francia, l’Italia, iPaesi Bassi, l’Austria e il Portogallo, dove siprevedono, per il 1998, disavanzi compresitra l’1,6 e il 2,9 per cento del PIL. Per lamaggior parte di questi paesi, la necessità diconsol idamento è presente anchecomparando i rapporti tra disavanzopubblico e PIL previsti nei Programmi diconvergenza per il biennio 1999-2000 congli obiettivi di medio periodo del Patto distabilità e crescita.

In una prospettiva più ampia per lasostenibilità degli andamenti della finanzapubblica, per quei paesi nei quali l’incidenzadel debito pubblico sul PIL è superiore al

100 per cento (Belgio, Grecia e Italia) sipuò argomentare con forza che unconsolidamento sostenuto per un lungoperiodo di tempo richiede sostanziali avanzidi bilancio. Questi si raffrontano con irilevanti disavanzi complessivi registrati nel1997 e negli anni precedenti. Nei paesi conrapporti fra debito pubblico e PILsignificativamente superiori al 60 per centoma inferiori all’80 per cento, il mantenimentodel rapporto tra disavanzo pubblico e PILsui livelli attuali non comporterebbe unariduzione del debito al di sotto della sogliadel 60 per cento entro un appropriatoperiodo di tempo; ciò rende quindinecessario un ulteriore, in alcuni casisostanziale, consolidamento. Al contrario, larealizzazione dei risultati di bilancio previstidalla Commissione europea per il 1998 e ilmantenimento di un bilancio in pareggio apartire dal 1999 riporterebbero il rapportofra debito pubblico e PIL al di sotto del 60per cento nell’arco di un appropriatoperiodo di tempo (Spagna, Paesi Bassi,Austria). La Svezia potrebbe arrivare aglistessi risultati realizzando l’avanzo previstoper il 1998 e mantenendolo per diversi annia seguire. In Germania si prevede che nel1998 il rapporto tra debito pubblico e PILsia appena superiore al 60 per cento, il checonsentirebbe a questo rapporto discendere al di sotto del valore di riferimentoa partire dal 1999, qualora si riuscisse apareggiare il bilancio in quell’anno. InDanimarca, Irlanda e Portogallo il saldo dibi lancio attuale e quel lo previstoconsentirebbero al rapporto debito/PIL diportarsi su livelli pari o inferiori al 60 percento fin dal 1998. Da ultimo, in Francia,dove il rapporto fra debito pubblico e PIL èappena inferiore al 60 per cento, il rispettodel Patto di stabilità e crescita a partire dal1999 garantirebbe che questo rapportoresti entro il valore di riferimento.

Va rilevato che nella valutazione dellesituazioni della finanza pubblica degli Statimembri della UE, l’IME non tiene contodell’impatto sui bilanci nazionali deitrasferimenti da e verso il bilancio della CE.

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1 5 ... la dracma greca è entrata a far parte delmeccanismo di cambio dello SME a partire dal 16marzo 1998.

1 6 ... le precedenti parità centrali della sterlina irlandesenei confronti delle altre valute del meccanismo dicambio sono state rivalutate del 3 per cento apartire dal 16 marzo 1998.

Il criterio del tasso di cambio

Durante il biennio di riferimento (marzo1996 - febbraio 1998) dieci valute (il francobelga/lussemburghese, la corona svedese, ilmarco tedesco, la peseta spagnola, il francofrancese, la sterlina irlandese, il fiorinoolandese, lo scellino austriaco e lo scudoportoghese) hanno partecipato agli Accordieuropei di cambio per almeno due anniprecedenti l’esame da parte dell’IME,secondo quanto indicato nel Trattato. Iperiodi di partecipazione del marcofinlandese e della lira italiana sono stati piùbrevi poiché queste valute sono l’unaentrata e l’altra rientrata negli AECnell’ottobre e nel novembre del 1996,rispettivamente. Tre valute sono rimaste aldi fuori degli AEC nel periodo di riferimentoconsiderato in questo Rapporto: la dracmagreca15, la corona svedese e la sterlinainglese.

Ciascuna delle menzionate dieci valutepartecipanti agli AEC, ad eccezione dellasterlina irlandese, si è normalmente situatain prossimità delle parità centrali con lealtre valute partecipanti agli AEC, rimasteinvariate; alcune valute (il franco belga/lussemburghese, il marco tedesco, il fiorinoolandese e lo scellino austriaco) si sonoprat icamente mosse in blocco.Occasionalmente, diverse valute si sonotrovate al di fuori di una fascia prossima alleproprie parità centrali. Tuttavia, la deviazionemassima, sulla base di medie mobili di diecigiorni lavorativi, è stata limitata al 3,5 percento, non considerando la sterlina irlandese.Inoltre, le deviazioni sono state solotemporanee e hanno principalmente riflessomovimenti transitori della peseta spagnolae del franco francese (agli inizi del 1996),dello scudo portoghese (a fine 1996/inizio1997) nonché del marco finlandese (all’inizioe a metà del 1997) rispetto alle altre valutepartecipanti agli AEC. Un esame dellavolatilità del tasso di cambio e dei differenzialidei tassi d’interesse a breve termine mostrail persistere di condizioni di relativa calmadurante tutto il periodo in esame.

La sterlina irlandese si è normalmente situatasignificativamente al di sopra delle paritàcentrali con le altre valute partecipanti agliAEC, rimaste invariate; alla fine del periododi riferimento la sterlina irlandese era situataappena il 3 per cento al di sopra delle sueparità centrali16. Parallelamente, fino allametà del 1997 la volatilità del tasso dicambio rispetto al marco tedesco èaumentata e, nello stesso periodo, idifferenziali dei tassi di interesse a brevetermine nei confronti dei paesi della UEcon i tassi di interesse a breve più bassi sisono ampliati. Più di recente, la volatilità èdiminuita e i differenziali si sono in qualchemisura ridotti, pur rimanendo su livellirelativamente elevati.

Per quanto riguarda la lira italiana, all’iniziodel periodo di riferimento, prima del rientronegli AEC, essa ha sulle prime registratouna piccola e temporanea interruzione delprocesso di rafforzamento, toccando nelmarzo 1996 una deviazione massima versoil basso del 7,6 per cento al di sotto dellasua futura parità centrale nei confronti diuna valuta partecipante agli AEC. Da alloraha ripreso ad apprezzarsi e ad avvicinarsialle parità centrali successivamente stabilite,muovendosi per quasi tutto il periodo inuna banda ristretta. Il marco finlandese,sempre all’inizio del periodo di riferimento,prima del suo ingresso negli AEC, ha sulleprime continuato il suo movimento alribasso, evidente dai mesi immediatamenteprecedenti - che aveva interrotto latendenza di più lungo periodo versol’apprezzamento in atto dal 1993 -raggiungendo nel l ’apr i le 1996 unadeviazione massima verso il basso del 6,5per cento al di sotto della sua futura parità

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centrale nei confronti di una valutapartecipante agli AEC. Da allora si èapprezzato e generalmente si è situatoall’interno di una banda ristretta intornoalle parità centrali successivamente stabilite.Da quando sono entrate o rientrate negliAEC, rispettivamente nell’ottobre e nelnovembre del 1996, sia il marco finlandese,sia la lira italiana si sono normalmentesituate in prossimità delle parità centrali conle altre valute partecipanti agli AEC, rimasteinvariate. Come è avvenuto per altre valutepartecipanti agli AEC, occasionalmente, lalira italiana e il marco finlandese si sonotrovati al di fuori di una fascia prossima alleproprie parità centrali, ma tali deviazionisono state di portata limitata e temporanea.In entrambi i casi la volatilità relativamentealta del cambio con il marco tedesco,osservata nei periodi precedenti, è scesa,nel periodo di riferimento, a livelli bassi; idifferenziali dei tassi di interesse a brevetermine nei confronti dei paesi della UEcon i tassi di interesse a breve più bassi sisono ridotti costantemente nel caso dellalira italiana e non sono stati significativi nelcaso del marco finlandese.

Le tre valute non partecipanti agli AEC, ladracma greca, la corona svedese e lasterlina inglese, si sono normalmente situateal di sopra dei loro cambi bilaterali medi delmarzo 1996 nei confronti delle altre valutedella UE. I differenziali dei tassi di interesse abreve termine nei confronti dei paesi dellaUE con i tassi di interesse a breve più bassisono rimasti ampi in Grecia, dove hannoregistrato una riduzione fino alla metà del1997 per poi allargarsi significativamentedal novembre del 1997, mentre si sonoridotti significativamente in Svezia. Perquanto riguarda la sterlina inglese ildifferenziale dei tassi di interesse a brevetermine ha mostrato una tendenza adampliarsi.

Il criterio del tasso di interesse a lungo termine

Nel periodo di riferimento relativo ai dodicimesi terminanti a gennaio 1998, i tassi diinteresse a lungo termine sono risultati inmedia inferiori al valore di riferimento inquattordici Stati membri (Belgio, Danimarca,Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia,Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo,Finlandia, Svezia e Regno Unito). Questovalore è stato calcolato utilizzando la mediaaritmetica semplice dei tassi di interesse alungo termine nei tre paesi con i più bassitassi di inflazione misurata sulla basedell’IAPC, più 2 punti percentuali. I tassi diinteresse a lungo termine di questi tre paesisono 5,6 per cento per l’Austria, 5,5 percento per la Francia e 6,2 per cento perl’Irlanda; aggiungendo 2 punti percentualialla media del 5,8 per cento, il valore diriferimento risulta pari a 7,8 per cento. Itass i di interesse a lungo terminerappresentativi in Grecia, paragonabili airendimenti degli altri paesi dal giugno 1997,sono stati pari al 9,8 per cento, ben al disopra del valore di riferimento (cfr. tav. 5).

Negli anni dal 1990 al 1997, il livello deitassi di interesse è stato sostanzialmentesimile in diversi paesi, considerando ilperiodo nel suo insieme; in particolare inBelgio, Germania, Francia, Lussemburgo,Paesi Bassi e Austria. Anche in Danimarca ein Irlanda i tassi di interesse a lungo terminesono stati relativamente vicini ai valori deipaesi suddetti, per la maggior parte delperiodo considerato. In Finlandia e in Sveziail processo di convergenza dei rendimenti siè rafforzato a partire dal 1994-95; entrambii paesi hanno registrato differenziali di entitàlimitata fin dal 1996 circa. In Spagna, Italia ePortogallo, dove i rendimenti sono statisignificativamente superiori per la maggiorparte degli anni novanta, i tassi di interessea lungo termine sono diminuit iconsiderevolmente a partire dal 1995 e si

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sono portati al di sotto del valore diriferimento alla fine del 1996 o all’inizio del1997. Anche in Grecia è stata registratauna significativa riduzione. Nel Regno Unito,in conseguenza di una diversa fase ciclicarispetto ai paesi dell’Europa continentale,fin dai primi anni novanta è stata osservatauna tendenza, prima, di convergenza e, poi,di divergenza dai livelli dei tassi di interessea lungo termine prevalenti nei paesi con irendimenti obbligazionari più bassi, sebbenerecentemente i differenziali dei tassi diinteresse a lungo termine si siano ridotti.

Gli andamenti generali osservati nei paesimembri sono strettamente collegatiall’andamento dei tassi di inflazione (si vedasopra), che ha favorito una generale

riduzione dei tassi di interesse a lungotermine e una diminuzione particolarmentesignificativa per i paesi caratterizzati inprecedenza da alti rendimenti. Altri fattorisottostanti questa tendenza sono stati lastabilità dei tassi di cambio nella maggiorparte dei paesi e il miglioramento delleposiz ioni di f inanza pubbl ica , conconseguente riduzione dei premi al rischio.I mercati hanno interpretato questiandamenti sottostanti come fattori volti amigliorare le prospettive di partecipare allaTerza fase della UEM - un elemento,questo, che può a sua volta aver avuto unruolo indipendente nell’accelerare lariduzione dei differenziali di interesse, siadirettamente, sia migliorando le prospettivedi stabilità dei prezzi e dei tassi di cambio.

2 Compatibilità della legislazione nazionale con ilTrattato

2.1 Introduzione

L’articolo 108 del Trattato prevede che gliStati membri assicurino che, al più tardi alladata di istituzione del SEBC, la proprialegislazione nazionale, incluso lo statutodella banca centrale nazionale, saràcompatibile con il Trattato e con lo Statuto(“convergenza legale”). Ciò non richiedel’armonizzazione degli statuti delle BCN,ma implica che la legislazione nazionale e glistatuti delle BCN debbano essere adattatiper renderli compatibili con il Trattato e loStatuto. Al fine di individuare le aree in cuisi rende necessario l’adeguamento dellalegislazione nazionale, si può fare una distin-zione tra l’indipendenza delle BCN, l’inte-grazione legale delle BCN nel SEBC e lalegislazione diversa dagli statuti delle BCN.

La compatibilità richiede che il processogiuridico sia completato, ossia che ilrispettivo atto sia stato adottato dallegislatore nazionale e che tutti i passisuccessivi, come ad esempio la promul-

gazione, siano stati posti in essere. Ciò valeper tutta la legislazione prevista dall’articolo108. Comunque, la suddetta distinzione trale diverse aree della legislazione assumeimportanza al momento di determinare ladata in cui la legislazione deve entrare invigore. Molte decisioni che il Consigliodirettivo della BCE e le BCN prenderannotra la data di istituzione del SEBC e la finedel 1998 costituiranno la base della politicamonetaria unica e della sua attuazioneall’interno dell’area dell’euro. Pertanto, gliadeguamenti relativi all’indipendenza di unaBCN devono entrare in vigore al più tardialla data di istituzione del SEBC. In quantoagli altri requisiti statutari relativi all’inte-grazione giuridica delle BCN nel SEBC, èsufficiente che entrino in vigore al momentodell’effettiva integrazione di una BCN nelSEBC, ossia alla data di inizio della Terzafase o, nel caso di uno Stato membro conderoga o con status speciale, alla data diadozione della moneta unica. L’entrata invigore di adeguamenti della legislazionediversa dagli statuti delle BCN, richiesti per

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garantirne la compatibilità con il Trattato elo Statuto, dipende dal contenuto di siffattalegislazione e va pertanto stabilita caso percaso.

Il presente Rapporto fornisce, tra l’altro,una valutazione, paese per paese, dellacompatibilità della legislazione nazionale conil Trattato e con lo Statuto.

2.2 Indipendenza delle BCN

L’indipendenza della banca centrale èessenziale per la credibilità del passaggioall’Unione monetaria ed è, pertanto, unprerequisito dell’Unione monetaria. Gliaspetti istituzionali dell’Unione monetariarichiedono che i poteri monetari, attual-mente detenuti dagli Stati membri, sianoesercitati in un nuovo sistema, il SEBC. Ciònon sarebbe accettabile se uno Statomembro potesse influenzare le decisioniprese dagli organi di governo del SEBC.

Lo Statuto prevede un ruolo importante deigovernatori delle BCN (svolto attraverso lapartecipazione al Consiglio direttivo della BCE)per quanto attiene alla formulazione dellapolitica monetaria, e delle BCN con riguardoallo svolgimento delle operazioni del SEBC(cfr. articolo 12.1 dello Statuto, ultimoparagrafo). È pertanto essenziale che le BCN,nell’espletamento dei compiti del SEBC, sianoindipendenti da organismi esterni.

Al principio dell’indipendenza delle BCNviene fatto espresso riferimento nell’articolo107 del Trattato e nell’articolo 14.2 delloStatuto. L’articolo 107 pone un divieto aitentativi di influenzare la BCE, le BCN o imembri dei loro organi decisionali, el’articolo 14.2 appresta garanzie per lapermanenza in carica di tali membri.

L’IME ha predisposto un elenco dicaratteristiche dell’indipendenza della bancacentrale, facendo una distinzione tracaratteristiche di natura istituzionale,personale e finanziaria17.

Per quanto concerne l’ indipendenzaistituzionale, i diritti di terzi (ad esempioGoverno e Parlamento) di:

- dare istruzioni alle BCN o ai loro organidecisionali;

- approvare, sospendere, annullare o dif-ferire decisioni delle BCN;

- sindacare decisioni di una BCN permotivi di legittimità;

- far parte degli organi decisionali di unaBCN con diritto di voto; oppure

- essere consultati (preventivamente) ri-guardo alle decisioni di una BCN

sono incompatibili con il Trattato e/o conlo Statuto e, pertanto, richiedono unadeguamento.

Relativamente all’indipendenza personale,gli statuti delle BCN dovrebbero garantireche:

- i governatori delle BCN restino in caricaper almeno cinque anni;

- il governatore di una BCN non possaessere sollevato dall’incarico per motividiversi da quelli previsti nell’articolo 14.2dello Statuto (ossia, qualora non soddisfipiù le condizioni necessarie perl’espletamento delle proprie funzioni oqualora si sia reso colpevole di gravimancanze);

- gli altri membri degli organi decisionalidelle BCN, coinvolti nell’espletamentodei compiti propri del SEBC, abbiano lestesse garanzie di permanenza in caricadei governatori;

17 Esiste anche un criterio di indipendenza funzionaleche, data l’integrazione delle BCN nel SEBC nellaTerza fase , sarà t rat tato ne l l ’ambi todell’integrazione legale delle BCN nel SEBC (cfr.paragrafo 2.3 qui di seguito).

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- non sorgano conflitti di interesse tra idoveri dei membri degli organi decisionalidelle BCN nei confronti della rispettivaBCN (oltreché dei governatori nei con-fronti della BCE) e le altre funzioni che imembri degli organi decisionali, coinvoltinell’espletamento dei compiti propri delSEBC, possono svolgere e che possonocomprometterne l’indipendenza perso-nale.

L’indipendenza finanziaria richiede che leBCN possano avvalersi di mezzi economiciadeguati per adempiere al proprio man-dato. I vincoli statutari in tale settore devonoessere affiancati da una clausola di salva-guardia che garantisca il pieno rispetto deicompiti svolti nell’ambito del SEBC.

2.3 Integrazione legale delle BCN nelSEBC

La partecipazione a pieno titolo delle BCNnel SEBC necessita di misure ulteriori rispettoa quelle già previste per assicurarel’indipendenza. In particolare, tali misurepossono rendersi necessarie per consentirealle BCN di svolgere compiti in qualità dimembri del SEBC e conformemente alledecisioni prese dalla BCE. Meritano parti-colare attenzione le aree in cui le previsionistatutarie possono rappresentare unostacolo al soddisfacimento da parte di unaBCN dei requisiti del SEBC o all’esple-tamento da parte di un governatore delleproprie funzioni in qualità di membro delConsiglio direttivo della BCE, o nel caso incui previsioni statutarie non rispettino leprerogative della BCE. Pertanto, lavalutazione dell’IME relativamente allacompatibilità degli statuti delle BCN con ilTrattato e con lo Statuto si incentra sulleseguenti aree: obiettivi statutari, compiti,strumenti, organizzazione, disposizionifinanziarie e miscellanea.

2.4 Legislazione nazionale diversadagli statuti delle BCN

L’obbligo della convergenza legale ai sensidell’articolo 108 del Trattato, inserito nelCapo intitolato “Politica monetaria”, riguardale aree normative coinvolte nel passaggiodalla Seconda alla Terza fase. La valutazionedell’IME sulla compatibilità della legislazionenazionale con il Trattato e con lo Statuto siincentra, al riguardo, sulle leggi che hannoun impatto sullo svolgimento da parte diuna BCN dei compiti propri del SEBC esulle leggi nell’area monetaria. La normativache richiede un adeguamento è rinvenibilein particolare nelle aree seguenti: banconote,monete, gestione delle riserve estere, politicadel tasso di cambio e riservatezza.

2.5 Compatibilità della legislazionenazionale con il Trattato e con loStatuto

Tutti gli Stati membri, ad eccezione dellaDanimarca, la cui legislazione non richiedeadeguamenti, hanno introdotto, o sono infase avanzata di lavoro per introdurre,modifiche agli statuti delle proprie BCN,secondo i criteri stabiliti nei rapporti dell’IMEe nei pareri dell’IME. Il Regno Unito, che èesente dagli obblighi di cui all’articolo 108del Trattato, sta per introdurre un nuovostatuto della sua BCN che, se da un latoprevede un maggiore livello di indipendenzaoperativa della banca centrale, dall’altronon è espressamente teso a realizzare laconvergenza legale richiesta dall’IME per lapiena conformità con il Trattato e con loStatuto. In tutta l’Unione europea i legislatori,con le eccezioni suddette, hanno intrapresoun processo legislativo volto a preparare leBCN per la Terza fase della UEM.

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Comunicato congiunto sulla fissazione dei tassi irrevocabilidi conversione dell’euro, in data 2 maggio 1998

Ai sensi dell’Articolo 109l, paragrafo 4 delTrattato, i tassi irrevocabili di conversionedell’euro saranno adottati dal Consiglio, suproposta della Commissione, dopo avereconsultato la Banca Centrale Europea (BCE),il primo giorno della Terza Fase, ossia il 1°gennaio 1999.

Al fine di orientare i mercati nel periodo diavvicinamento alla Terza Fase, i Ministridegli Stati Membri che adottano l’eurocome moneta unica, i Governatori delleBanche Centrali di tali Paesi, la CommissioneEuropea e l’Istituto Monetario Europeo(IME) hanno concordato il metodo per ladeterminazione dei tassi irrevocabili diconversione dell’euro all’avvio della TerzaFase.

Gli attuali tassi centrali bilaterali degli AccordiEuropei di Cambio (AEC) per le valutedegli Stati Membri che dal primo giornodella Terza Fase adotteranno l’euro comemoneta unica, saranno utilizzati perdeterminare i tassi irrevocabili di conversionedell’euro. Questi tassi risultano coerenticon i fattori fondamentali dell’economia ecompatibili con una convergenza sostenibiletra gli Stati Membri che parteciperannoall’area dell’euro. Le banche centrali degliStati Membri che adottano l’euro comemoneta unica assicureranno, attraversoadeguate tecniche di mercato, che il 31dicembre 1998 i tassi di cambio di mercato,

rilevati tramite la normale procedura diconcertazione utilizzata per il calcolo deitassi di cambio giornalieri dell’ECU ufficiale,siano uguali ai tassi centrali bilaterali degliAEC, così come stabiliti nella griglia acclusa.

La procedura concordata da tutte le partiche sottoscrivono questo ComunicatoCongiunto assicurerà, come stabilitodall ’Articolo 109l, paragrafo 4, chel ’adozione dei tass i i rrevocabi l i d iconversione dell’euro non modifichi, di persé, il valore esterno dell’ECU, il quale saràsostituito dall’euro in base a un rapporto di1 a 1. L’allegato al presente Comunicatofornisce informazioni dettagliate su taleprocedura. Gli ultimi tassi di cambio ufficialidell’ECU, calcolati secondo detta procedurae pubblicati il 31 dicembre 1998, sarannoproposti dalla Commissione per l’adozioneda parte del Consiglio il primo giorno dellaTerza Fase, ossia il 1° gennaio 1999, come itassi irrevocabili di conversione dell’europer le valute partecipanti.

In conformità con il quadro legislativorelativo all’uso dell’euro, una volta che iltasso irrevocabile di conversione dell’euroin ciascuna delle valute partecipanti saràstato adottato, questo rappresenterà l’unicotasso utilizzabile per la conversione tral’euro e la valuta nazionale e viceversa,nonché per le conversioni tra le unitàmonetarie nazionali.

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Tavola 9

Tassi centrali bilaterali degli AEC da utilizzare nella fissazione dei tassi irrevocabili di conversione dell’euro

DEM 100 = BEF/LUF ESP 100 = FRF 100 = IEP 1 = ITL 1000 = NLG 100 = ATS 100 = PTE 100 = FIM 100=

100 =

GERMANIA:

DEM -

BELGIO/

LUSSEMBURGO:

BEF/LUF 2062,55

SPAGNA:

ESP 8507,22 412,462

FRANCIA:

FRF 335,386 16,2608 3,94237

IRLANDA:

IEP 40,2676 1,95232 0,473335 12,0063

ITALIA:

ITL 99000,2 4799,90 1163,72 29518,3 2458,56

PAESI BASSI:

NLG 112,674 5,46285 1,32445 33,5953 2,79812 1,13812

AUSTRIA:

ATS 703,552 34,1108 8,27006 209,774 17,4719 7,10657 624,415

PORTOGALLO:

PTE 10250,5 496,984 120,492 3056,34 254,560 103,541 9097,53 1456,97

FINLANDIA:

FIM 304,001 14,7391 3,57345 90,6420 7,54951 3,07071 269,806 43,2094 2,96571 -

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1 8 Valute di Stati Membri che non partecipano all’areadell’euro, presenti nel paniere dell’ECU.

1 Perché si possono annunciare solo i tassi bilaterali?

dell’ECU ufficiale, espresso in unità dellevalute partecipanti, alla data del 31 dicembre1998.

Poiché l’ECU è un paniere di monete, cheinclude la corona danese, la dracma grecae la sterlina inglese18 , non è possibileannunciare prima della fine del 1998 i tassiirrevocabili di conversione ai quali l’euroverrà scambiato con le valute partecipanti.Tuttavia, è possibile annunciare i tassibilaterali delle valute partecipanti all’areadell’euro che saranno utilizzati il 31dicembre 1998 per il calcolo dei tassi dicambio dell’ECU ufficiale e quindi ancheper calcolare i tassi irrevocabil i diconversione dell’euro in queste valute.

2 Tassi bilaterali da utilizzare nella fissazione dei tassi irrevocabili diconversione dell’euro

Per le valute partecipanti all’area dell’euro,gli attuali tassi centrali bilaterali degli AECsaranno utilizzati per calcolare i tassi dicambio ufficiali dell’ECU che verrannoadottati dal Consiglio come tassi irrevocabilidi conversione dell’euro il primo giornodella Terza Fase, ossia il 1° gennaio 1999.La tavola allegata al Comunicato Congiunto

riporta questi tassi. Al fine di evitare lemodeste incoerenze di tipo aritmetico chederiverebbero dal calcolo dei cambireciproci, la tabella include soltanto untasso bilaterale per ciascuna coppia di valute,che sarà considerato rilevante per laprocedura da seguire il 31 dicembre 1998,come descritto nel paragrafo seguente.

3 Calcolo dei tassi di cambio dell’ECU ufficiale il 31 dicembre 1998

Per calcolare i tassi di cambio dell’ECUufficiale il 31 dicembre 1998, sarà utilizzatala normale procedura di concertazione. Inbase a tale procedura, le banche centralidegli Stati Membri comunicano il tasso dicambio rappresentativo delle rispettive valutenei confronti del dollaro.

Nell’ambito della procedura in oggetto, èpossibile individuare tre fasi.

Fase 1: Determinazione dei tassi di cambio diconcertazione nei confronti del dollaro per levalute UE

Alle 11:30 (CET), le banche centrali dell’UE,ivi comprese quelle le cui monete nonsono incluse nel paniere del l ’ECU,

L’Articolo 109l, paragrafo 4 del Trattatoprevede che i tassi ai quali l’euro viene asostituirsi alle valute partecipanti all’areadell’euro saranno adottati all’inizio dellaTerza Fase dell’Unione Economica eMonetaria, ossia il 1° gennaio 1999.L’adozione dei tassi irrevocabili di con-versione non modifica di per sé il valoreesterno dell’ECU ufficiale. Analogamente,l’Articolo 2 del Regolamento del Consigliodel 17 giugno 1997 su alcune disposizionirelative all’introduzione dell’euro stabilisceche ogni riferimento all’ECU ufficiale inqualsiasi strumento legale sarà sostituito daun riferimento all’euro, ad un tasso diconversione pari ad 1 euro per 1 ECU.Pertanto, i tassi irrevocabili di conversionedell’euro dovranno risultare identici al valore

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19 Per esempio, FRF/DEM = FRF/USD : DEM/USD.

comunicano reciprocamente, nell’ambitodi una teleconferenza, i tassi di cambiocontro dollaro per le rispettive valute.Questi tassi di cambio vengono rilevaticome valor i discret i , r icompresinell’intervallo tra le quotazioni in denaro elettera di mercato. Mentre, di norma, questivalori discreti coincidono con il puntocentrale dell’intervallo tra denaro e lettera,le banche centrali dell’UE, in base a quantoè consentito dall’attuale procedura diconcertazione, terranno conto dellanecessità di rilevare tassi di cambio con seicifre significative, come è previsto per i tassipreannunciati nel Comunicato Congiunto.I tassi di cambio bilaterali tra le valutepartecipanti all’area dell’euro, ottenuticalcolando il tasso incrociato19 tra i rispettivitassi di cambio contro dollaro rilevati dallebanche centrali UE, saranno uguali ai tassicentrali bilaterali degli AEC preannunciatinel Comunicato, fino alla sesta cifrasignificativa. Le banche centrali dell’UE sonopronte a garantire tale coincidenza, senecessario, attraverso l’uso di adeguatetecniche di mercato.

Fase 2: Calcolo del tasso di cambio dell’ecuufficiale nei confronti del dollaro

I tassi di cambio rilevati dalle banche centralidell’UE vengono successivamente co-municati dalla Banca Centrale del Belgioalla Commissione, che li utilizza per calcolarei tassi di cambio dell’ECU ufficiale. Il tasso dicambio USD/ECU(espresso in termini di1ECU=xUSD) si ottiene sommando ilcontrovalore in dollari delle quantità divaluta nazionale che compongono l’ECU.

Fase 3: Calcolo dei tassi di cambio dell’ECUufficiale nei confronti delle valute UE chepartecipano all’area dell’euro

I tassi di cambio ufficiali nei confronti dellevalute UE sono calcolati moltiplicando iltasso di cambio USD/ECU per i rispettivicambi contro dollaro. Tale calcolo vieneeffettuato non solo per le divise checompongono il paniere dell’ECU, bensì pertutte le valute UE.

Questi tassi di cambio dell’ECU vengonoarrotondati alla sesta cifra significativa.Esattamente lo stesso metodo di calcolo, ivicomprese le convenzioni relative all’ar-rotondamento, sarà ut i l izzato perdeterminare i tassi irrevocabili di conversionedell’euro per le valute dell’area dell’euro.

A scopo illustrativo, viene di seguito indicatoil calcolo del tasso di cambio dell’ECUufficiale nei confronti di tutte le valute UE al31 dicembre 1997.

In conformità con il quadro legislativorelativo all’uso dell’euro, una volta che iltasso irrevocabile di conversione dell’euroin ciascuna delle valute partecipanti saràstato adottato, questo rappresenterà l’unicotasso utilizzabile per la conversione tral’euro e la valuta nazionale e viceversa,nonché per la conversione tra valutenazionali. Per motivi di arrotondamento, itassi bilaterali impliciti ottenibili dai tassi diconversione dell’euro potrebbero noncorrispondere sempre, fino all’ultima (sesta)cifra significativa, ai tassi centrali bilateralidegli AEC, preannunciati in questoComunicato Congiunto.

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Fase 1 Fase 2 Fase 3

Quantità di valuta Cambio contro Controvalore in USD Tassi di cambio

nazionale nel USD al delle quantità contro ECU

paniere dell’ECU 31 dicembre 1997 di valuta nazionale

(a) (b) (c) = (a):(b) (d) = (USD/ECU)*(b)

DEM 0,6242 1,7998 0,3487541 1,97632

BEF 3,301 36,92 0,0894095 40,7675

LUF 0,130 36,92 0,0035211 40,7675

NLG 0,2198 2,0172 0,1089629 2,22742

DKK 0,1976 6,8175 0,0289842 7,52797

GRD 1,440 282,59 0,0050957 312,039

ITL 151,8 1758,75 0,0863113 1942,03

ESP 6,885 151,59 0,0454186 167,388

PTE 1,393 183,06 0,0076095 202,137

FRF 1,332 5,9881 0,2224412 6,61214

GBP 0,08784 1,6561 0,1454718 @ 0,666755

IEP 0,008552 1,4304 0,0122328 @ 0,771961

USD/ECU 1,1042128*

FIM 5.4222 5.98726

ATS 12.59 13.9020

SEK 7.9082 8.73234

@ Il tasso di cambio contro dollaro della sterlina inglese e della lira irlandese è rappresentato dal numero di dollari per ciascuna unitàdi valuta anziché dal numero di unità di valuta per ciascun dollaro. La colonna (c) è pertanto calcolata, per ognuna di queste duedivise, moltiplicando il valore della colonna (a) per quello della colonna (b); la colonna (d) è ottenuta dividendo il controvalore indollari dell’ECU (ossia USD/ECU) per il tasso nella colonna (b).

* Vi è una differenza di una unità (ossia 1.1042128 invece di 1.1042127) nell’ultima cifra significativa, poiché il controvalore in dollaridelle quantità di valuta nazionale appare nella tabella con arrotondamento alla settima cifra decimale mentre, per l’effettuazionedel calcolo, si utilizza un numero illimitato di decimali.

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Glossario

Accesso remoto a un IFTS (Remote access to an IFTS): servizio che permette a un istituto dicredito situato in un paese (“paese d’origine”) di partecipare direttamente a un sistemainterbancario di trasferimento fondi (IFTS) situato in un altro paese (“paese ospite”) eche, a questo scopo, permette di detenere un conto di regolamento a proprio nome presso labanca centrale del paese ospite, se necessario, senza possedere una filiale in quel paese.

AEC (Accordi europei di cambio) (ERM - Exchange Rate Mechanism): il meccanismo dicambio e di intervento dello SME definisce il cambio delle valute partecipanti in termini di untasso centrale rispetto all’ECU. I tassi centrali sono utilizzati per determinare una griglia di tassidi cambio bilaterali tra le valute partecipanti. I tassi di cambio possono fluttuare intorno ai tassicentrali bilaterali entro i margini di fluttuazione degli AEC. Il 2 agosto 1993 talimargini sono stati fissati a ±15 per cento. In seguito a un accordo bilaterale tra la Germania e iPaesi Bassi, il margine di fluttuazione tra il marco tedesco e il fiorino olandese è mantenuto a±2,25 per cento. Gli aggiustamenti dei tassi centrali prevedono il mutuo accordo di tutti i paesiche partecipano agli AEC (si veda anche riallineamento).

AEC II (ERM II): nuovi Accordi europei di cambio che sostituiranno gli attuali AEC e cheforniranno l’assetto per la cooperazione nella politica dei tassi di cambio tra l’area dell’euro e gliStati membri non partecipanti all’area dell’euro dall’inizio della Terza fase. L’adesione saràvolontaria; tuttavia ci si può aspettare che gli Stati membri della UE con deroga partecipino agliAccordi. I principi fondamentali e le caratteristiche operative sono stati stabiliti nel corso delvertice del Consiglio europeo di Dublino tenutosi il 13 e 14 dicembre 1996. Nel vertice diAmsterdam del 16 e 17 giugno 1997 è stata adottata una risoluzione del Consiglio europeosulla istituzione di un meccanismo di cambio nella Terza fase della UEM; inoltre, una bozza diaccordo tra la BCE le BCN non partecipanti all’area dell’euro è stata finalizzata per essereadottata dalla BCE dopo la sua costituzione.

Agente di regolamento (Settlement agent): l’istituto che gestisce il regolamento finale di unacompensazione (ad esempio la determinazione delle posizioni di regolamento, il controllo delloscambio dei pagamenti, ecc.) per i sistemi di trasferimento o altri meccanismi che necessitano diregolamento.

Area dell’euro (euro area): area comprendente quegli Stati membri che hanno adottatol ’euro come moneta unica secondo quanto previsto dal Trattato e in cui sarà attuata unapolitica monetaria unica sotto la responsabilità degli organi decisionali della BCE (Consigliodirettivo della BCE; Consiglio generale della BCE; Comitato esecutivo dellaBCE).

Associazione bancaria per l’ECU - ABE (ECU Banking Association - EBA, dal dicembre1997 Euro Banking Association): organizzazione tra banche creata nel 1985 con il supportodelle istituzioni europee allo scopo di: promuovere l’uso dell’ECU nelle transazionicommerciali e finanziarie; gestire e sviluppare il Sistema di compensazione e regolamentodell’ECU; fungere da corpo rappresentativo e da foro di discussione per tutte le questionirelative all’uso dell’ECU. È in corso di sviluppo il nuovo Sistema di compensazione eregolamento dell’euro, che sarà operativo nella terza fase della UEM.

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Associazione dei paesi del Sud-Est asiatico (Association for South-East Asian Nations -ASEAN): organizzazione internazionale costituita nel 1967 che comprende Indonesia, Malesia,Filippine, Singapore, Tailandia; dal 1984 il Brunei, dal 1995 il Vietnam e dal 1997 la Birmania e ilLaos. Fra gli scopi principali dell’ASEAN, la promozione dello sviluppo economico e sociale neipaesi membri e la cooperazione economica e gli scambi commerciali tra i membri dell’ASEAN.

Asta a tasso fisso (Fixed rate tender): procedura d’asta in cui il tasso di interesse vienepreventivamente fissato dalla banca centrale e le controparti partecipanti indicano l’ammontaredi fondi che intendono negoziare al tasso di interesse stabilito. Cfr. anche asta a tassovariabile.

Asta a tasso variabile (Variable rate tender): procedura d’asta in cui le controparti indicanosia l’ammontare complessivo che intendono negoziare con la banca centrale, sia il tasso diinteresse al quale intendono effettuare la transazione. Cfr. anche asta a tasso fisso.

Asta standard (Standard tender): procedura d’asta utilizzata dal SEBC nelle operazioniregolari di mercato aperto o per l’emissione di certificati di debito. Le aste standard sonoeffettuate nell’arco di 24 ore. Tutte le controparti che soddisfino i requisiti generali dipartecipazione sono autorizzate a presentare offerte alle aste standard.

Asta veloce (Quick tender): procedura d’asta utilizzata dal SEBC principalmente peroperazioni di mainly fine-tuning quando si desideri ottenere un rapido impatto sulla situazione diliquidità del mercato. Le aste veloci sono effettuate nell’arco di un’ora e la partecipazione èconsentita solo a un numero limitato di controparti.

Banche corrispondenti (Correspondent banking): accordo con il quale un istituto di creditofornisce servizi di pagamento e di altro genere a un altro istituto di credito. I pagamenti effettuatitramite banche corrispondenti vengono spesso eseguiti tramite conti reciproci (i cosiddetti conti“nostro” e “loro”), ai quali possono essere collegate linee di credito permanenti. I servizi dicorrispondenza sono forniti primariamente a livello internazionale, ma sono anche presenti, conil nome di rapporti di agenzia, in alcuni contesti nazionali. Conto “loro” è il termine impiegato daun corrispondente per descrivere un conto tenuto per conto di una banca estera; la bancaestera definirà a sua volta questo conto come conto “nostro”.

BCE (Banca centrale europea) (ECB - European Central Bank): la BCE avrà personalitàgiuridica. Dovrà garantire che i compiti assegnati dal SEBC siano svolti o per mezzo delleproprie attività secondo il suo Statuto o per il tramite delle banche centrali nazionali.

Carta pre-pagata multiuso (Multi-purpose prepaid card): una carta pre-pagata che puòessere utilizzata con le interfacce di numerosi fornitori di servizi per un’ampia gamma di finalità,la quale è potenzialmente impiegabile su scala nazionale e internazionale, ma il cui uso potrebbea volte essere limitato a una certa area. Nota anche come borsellino elettronico.

Centrale dei rischi (Central credit register - CCR): sistema di informazione progettato perfornire agli istituti di credito, alle banche centrali e ad altre autorità di vigilanza dati relativiall’indebitamento di società e privati nei confroni dell’intero sistema bancario.

Collegamenti tra sistemi di regolamento delle operazioni in titoli (Links betweensecurities settlement systems): la procedura che collega due sistemi di regolamento delleoperazioni in titoli per il trasferimento fra paesi di titoli mediante scritturazione contabile (senzaspostamento fisico).

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Comitato esecutivo della BCE (ECB Executive Board): organo decisionale della BCE,responsabile dell’attuazione della politica monetaria secondo le linee-guida e i provvedimentiadottati dal Consiglio direttivo della BCE. Esso sraà composto dal Presidente, dal VicePresidente e da un minimo di due a un massimo di quattro altri membri, nominati tra personalitàdi riconosciuto prestigio ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario, dicomune accordo con i governi degli Stati membri dell’area dell’euro a livello di capi di Statoo di Governo, su raccomandazione del Consiglio, dopo aver sentito il Parlamentoeuropeo e il Consiglio direttivo della BCE.

Comitato monetario (Monetary Committee): organo consultivo della Comunità, compostoda due rappresentanti nominati da ogni di ogni Stato membro che partecipano a titolopersonale (normalmente, un rappresentante del governo e uno della banca centrale) e da duerappresentanti nominati dalla Commissione europea. È stato creato nel 1958 sulla basedell’articolo 105 del Trattato CEE. Al fine di promuovere il coordinamento delle politichedegli Stati membri nella misura necessaria per il pieno funzionamento del mercato interno,l’articolo 109c del Trattato elenca una serie di aree per le quali il Comitato monetariocontribuisce alla preparazione del lavoro del Consiglio. All’inizio della Terza fase (Unioneeconomica e monetaria), il Comitato monetario sarà sciolto e al suo posto sarà creato ilComitato economico e finanziario.

Commissione europea (European Commission): istituzione della Comunità europea cheassicura l’applicazione delle disposizioni del Trattato, ha potere di iniziativa in materia dipolitiche comunitarie, propone la legislazione comunitaria ed esercita poteri in aree specifiche.Nel campo della politica economica, la Commissione formula linee-guida generali per le politicheeconomiche della Comunità e riferisce al Consiglio sulle politiche e sui risultati economici.Controlla l’evoluzione delle finanze pubbliche e avvia le procedure sui disavanzi eccessivi. Ècomposta da venti membri, di cui due provenienti da Germania, Spagna, Francia, Italia e RegnoUnito, e uno da ciascuno degli altri Stati membri. EUROSTAT è la direzione generale dellaCommissione responsabile della produzione di statistiche comunitarie attraverso la raccolta el’elaborazione sistematica di dati, prodotti principalmente dalle autorità nazionali, nel quadro diprogrammi statistici comunitari quinquennali globali.

Consiglio (dell’Unione europea) (Council of the European Union): composto dairappresentanti dei governi degli Stati membri, in linea generale dai Ministri responsabili dellematerie in esame (ad esso perciò si fa spesso riferimento come Consiglio dei Ministri). Lariunione del Consiglio composta dai Ministri delle Finanze e dell’Economia è generalmentedenominata Consiglio ECOFIN. Inoltre, possono aversi riunioni del Consiglio composte dai Capidi Stato o di Governo SI veda anche Consiglio europeo.

Consiglio direttivo della BCE (ECB Governing Council): composto dai membri delComitato esecutivo della BCE e dai governatori delle banche centrali nazionali dei paesipartecipanti all’area dell’euro; esso costituirà il massimo organo decisionale della BCE, cheadotterà le linee-guida e i provvedimenti necessari per garantire l’espletamento dei compitiaffidati al SEBC secondo quanto stabilito dal Trattato e dallo Statuto del SEBC.

Consiglio europeo (European Council): fornisce all’Unione europea il necessario impulso allosviluppo delle sue attività e ne definisce le linee politiche generali. Si compone dei Capi di Statoo di Governo degli Stati membri e del Presidente della Commissione europea. Cfr. ancheConsiglio.

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Consiglio generale della BCE (ECB General Council): terzo organo decisionale della BCE,in aggiunta al Consiglio direttivo e al Comitato esecutivo, composto dal Presidente e dalVice Presidente della BCE e dai governatori delle banche centrali nazionali della UE. Dovràsvolgere compiti connessi alla mancata partecipazione di alcuni paesi membri della UE all’areadell’euro fin dal suo esordio.

Criteri di convergenza (convergence criteria): criteri stabiliti dall’articolo 109j (1) delTrattato (e ulteriormente sviluppati nel Protocollo n. 6). Si riferiscono sia alla conformità deglistatuti delle BCN con il Trattato, sia ai risultati in termini di stabilità dei prezzi, posizione difinanza pubblica, tassi di cambio e tassi di interesse a lungo termine. I rapporti prodotti,conformemente a quanto previsto dall’articolo 109j (1) dalla Commissione europea edall’IME, esamineranno la conformità degli statuti delle BCN con il Trattato e il raggiungimentodi un elevato grado di convergenza sostenibile valutando il rispetto dei predetti criteri da partedi ciascuno Stato membro.

Documento attuativo (Implementation package): nel luglio 1996, il Consglio dell’IME haapprovato i “Requisiti statistici per la terza fase dell’Unione monetaria” (il “Documentoattuativo”). Questo documento di lavoro disponibile al pubblico stabilisce nei dettagli lestatistiche necessarie alla BCE per la definizione e l’attuazione della politica monetaria utica.Esso tratta principalmente delle statistiche monetarie, bancarie e di bilancia dei pagamenti, matocca anche aspetti relativi ad altre statistiche finanziarie, a quelle dei prezzi e dei costi, a quellerelative ai conti pubblici e a quelle sulla situazione economica generale.

ECOFIN: si veda Consiglio (dell’Unione europea).

ECU (Unità di conto europea) (ECU - European Currency Unit): nella sua definizione attuale(delibera del Consiglio n. 3320/94 del 20 dicembre 1994), l’ECU è un paniere composto dallasomma di quantità fisse di dodici delle quindici valute degli Stati membri. L’articolo 109g delTrattato stabilisce che la composizione non sarà modificata prima dell’inizio della Terza fase. Ilvalore dell’ECU è calcolato come media ponderata del valore delle valute che lo compongono.In qualità di ECU ufficiale esso è utilizzato, tra l’altro, come numerario degli AEC e come attivitàdi riserva delle banche centrali della UE. Gli ECU ufficiali sono creati dall’IME tramite operazionidi swap a tre mesi contro un quinto delle attività denominate in dollari USA e delle attività in orodetenute dalle quindici banche centrali della UE. Gli ECU privati sono strumenti finanziaridenominati in ECU (ad esempio depositi bancari o titoli), basati su contratti che fannoriferimento all’ECU ufficiale. Il valore “teorico” dell’ECU privato è definito sulla base del valoredelle valute componenti il paniere dell’ECU. Tuttavia, l’utilizzo dell’ECU privato è diverso daquella dell’ECU ufficiale e in pratica il valore di mercato dell’ECU privato può divergere dalvalore “teorico” del proprio paniere. La sostituzione dell’ECU privato con l’euro al rapporto1:1 è prevista dall’articolo 2 del Regolamento del Consiglio riguardante alcune indicazionirelative all’introduzione dell’euro; si veda (CE) numero 1103/97 del giugno 1997.

Euro (euro): il nome della valuta europea adottata dal Consiglio europeo nel vertice diMadrid del 15 e 16 dicembre 1995 utilizzato in luogo del termine generico “ECU” utilizzato nelTrattato con riferimento alla Unità di conto europea.

Garanzia (Collateral): attività depositate a garanzia del rimborso di un finanziamento a brevetermine che gli enti creditizi ottengono dalle banche centrali, nonché attività che le banchecentrali ricevono da questi ultimi nell’ambito di operazioni di pronti contro termine difinanziamento.

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Gruppo del Monitoring (Monitoring Group): gruppo composto da esperti in cambi dellebanche centrali della UE, che analizzano regolarmente gli sviluppi economici e monetari e lepolitiche al fine di valutare il funzionamento dello SME.

Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) (Harmonised Index of ConsumerPrices - HICP): il Protocollo n. 6 sui criteri di convergenza di cui all’articolo 109j (1) delTrattato che istituisce la Comunità europea prevede che la convergenza dei prezzi siamisurata per mezzo dell’indice dei prezzi al consumo su base comparabile, tenendo conto delledifferenze nelle definizioni nazionali. Sebbene le attuali statistiche dei prezzi al consumo degliStati membri siano in linea di massima basate su principi simili, vi sono notevoli differenze neidettagli, che influiscono sulla comparabilità dei dati nazionali. Al fine di rispettare le indicazionidel Trattato, la Commissione europea (EUROSTAT), in stretta collaborazione con gli Istitutidi statistica nazionali e con l’IME, ha svolto uno studio concettuale sull’armonizzazione dei prezzial consumo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è il risultato di questo lavoro.

Interlinking (Interlinking mechanism): una delle componenti della struttura del sistemaTARGET. Il termine indica le infrastrutture e le procedure che legano i sistemi nazionali diRTGS (Sistemi di regolamento lordo in tempo reale) per effettuare pagamenti tra ipaesi della UE all’interno del sistema TARGET.

Intervento ai limiti (Intervention at the limits): intervento obbligatorio effettuato dallebanche centrali le cui valute si trovano rispettivamente al limite minimo e massimo dei marginidi fluttuazione degli AEC.

Intervento infra-marginale (Intra-marginal intervention): intervento effettuato da una bancacentrale per sostenere la propria valuta quando il relativo tasso di cambio sia ancora all’internodei margini di fluttuazione degli AEC.

Margini di fluttuazione degli AEC (ERM fluctuation margins): livello minimo e massimodei tassi di cambio bilaterali, all’interno del quale le valute aderenti agli AEC sono libere difluttuare.

Meccanismo di finanziamento a brevissimo termine (Very Short-Term Financing -VSTF): meccamismo creditizio tra banche centrali previsto dallo SME per finanziare interventi invalute aderenti agli AEC.

Modello di banche centrali corrispondenti (Correspondent central banking model -CCBM): sistema che consente l’utilizzo di attività depositate a garanzia tra i paesi della UE nelleoperazioni di credito del SEBC. Nel modello di banche centrali corrispondenti, le banchecentrali nazionali deterrebbero conti in titoli l’una nei confronti dell’altra. Ne consegue che leBCN potrebbero svolgere il ruolo di depositari locali l’una nei confronti dell’altra.

Moneta elettronica (Electronic money - e-money): una riserva elettronica di valore monetarioimmagazzinata in un dispositivo tecnico utilizzato per l’esecuzione di pagamenti a istituzionidiverse da quelle emittenti e che opera come strumento prepagato al portatore senzacoinvolgere necessariamente conti bancari.

Moneta fiduciaria (Fiduciary money): le banconote e le monete metalliche. Questi mezzi dipagamento sono definiti “fiduciari” perché il loro valore si basa sulla fiducia riposta dal detentorenell’emittente della moneta.

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Moneta scritturale (Scriptural money): moneta sotto forma di scritture contabili che noncircola sotto forma di banconote o monete metalliche.

Norme sulla ripartizione delle perdite (o accordo sulla ripartizione delleperdite) (Loss-sharing rule, or loss-sharing agreement): un accordo tra i partecipanti a unsistema di compensazione relativo all’allocazione di qualsiasi perdita che si generi qualora uno opiù partecipanti non adempiano alle proprie obbligazioni; l’accordo stabilisce come il rischio diliquidità debba essere ripartito tra le parti interessate nel caso in cui si faccia ricorso all’accordostesso.

Operazione di swap in valuta (Foreign exchange swap): operazione contestuale a pronti e atermine di una valuta contro un’altra. Il SEBC effettuerà le operazioni di politica monetaria dimercato aperto sotto forma di swap in valuta in cui le BCN (o la BCE) acquisteranno(venderanno) euro a pronti contro una valuta estera e, contestualmente, li rivenderanno(riacquisteranno) a termine. Questo strumento sarà utilizzato anche nella gestione delle riservevalutarie del SEBC.

Operazione temporanea (Reverse transaction): operazione mediante la quale la bancacentrale acquista (vende) attività a pronti con patto di vendita (riacquisto) a termine, ovveroeroga credito a fronte di titoli stanziabili garanzia.

Paesi dell’Europa centrale e orientale (Central and Eastern European countries - CEECs):nel linguaggio della Comunità si intendono quei paesi dell’Europa centrale e orientale con laquale l’Unione europea ha concluso trattati di associazione. Questo gruppo di paesi comprendeattualmente la Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania,Repubblica slovacca e Slovenia. Nella primavera del 1998 la Comunità ha dato avvio all’esamedell’ “acquis communautaire” per tutti i paesi dell’Europa centrale e orientale, mentre letrattative per l’adesione sono state intraprese solo per la Repubblica ceca, l’Estonia, l’Ungheria,la Polonia e la Slovenia (e Cipro).

Paesi dello spazio economico europeo - SEE (European Economic Area countries - EEA):Stati membri dell’Unione europea, Islanda, Liechtenstein e Norvegia.

Pagamenti di elevato ammontare (Large-value payments): pagamenti, generalmente diimporto molto elevato, che sono per lo più scambiati tra istituti di credito o tra partecipanti aimercati finanziari e che richiedono regolamento urgente e tempestivo.

Parlamento europeo (European Parliament): consiste di 626 rappresentanti dei cittadinidegli Stati membri. Esso fa parte del processo legislativo, sebbene con prerogative diverse aseconda delle procedure attraverso le quali la legislazione delle UE è attuata. Nell’ambito dellaUEM, il Parlamento ha principalmente poteri consultivi. Tuttavia, il Trattato stabilisce alcuneprocedure con le quali le BCE rende conto della propria attività al Parlamento (presentazionedel rapporto annuale, dibattito generale sulla politica monetaria, audizioni presso le commissioniparlamentari competenti).

Periodo di riferimento (Reference period): il periodo di tempo precisato dall’articolo 104c(2a) del Trattato e dal Protocollo n. 6 sui criteri di convergenza per valutare i progressiverso la convergenza.

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Procedura di concertazione (Concertation procedure): struttura di collegamento attraversola quale gli esperti in cambi dei paesi membri dell’Unione europea e di Canada, Giappone,Norvegia, Svizzera e Stati Uniti (Gruppo di concertazione) si scambiano informazionisull’andamento del mercato. La struttura effettua su base regolare contatti telefonici giornalieri eriunioni periodiche degli esperti delle banche centrali.

Programmi di convergenza (Convergence programmes): programmi governativi di medioperiodo e ipotesi circa l’andamento delle principali variabili economiche per il raggiungimentodei valori di riferimento previsti dal Trattato. Per quanto concerne le condizioni dellafinanza pubblica, si mettono in rilievo i provvedimenti atti a consolidare i saldi di bilancio nonchégli scenari economici sottostanti. I Programmi di convergenza sono di norma triennali oquadriennali, ma vengono regolarmente aggiornati nell’ambito di quel periodo. Sono esaminatidalla Commissione europea e dal Comitato monetario i cui rapporti servono comebase di valutazione per il Consiglio ECOFIN. Dopo l’inizio della terza fase della Unioneeconomica e monetaria, gli Stati membri con deroga continueranno a presentareProgrammi di convergenza, mentre i paesi partecipanti all’area dell’euro avranno programmidi stabilità annuali, come previsto dal Patto di stabilità e crescita.

Rapporto fra debito pubblico e PIL (Debt ratio): è uno dei criteri di convergenzadella finanza pubblica previsti dall’articolo 104c (2) del Trattato. È definito come il “rapportotra il debito delle Amministrazioni pubbliche e il Prodotto interno lordo ai prezzi di mercatocorrenti”; il Protocollo n. 5 (sulla procedura per i disavanzi eccessivi) definisce comedebito delle Amministrazioni pubbliche il “debito lordo al valore nominale in essere alla finedell’esercizio e consolidato tra e nei settori della pubblica amministrazione”.

Rapporto fra disavanzo pubblico e PIL (Deficit ratio): è uno dei criteri diconvergenza della finanza pubblica previsti dall’articolo 104c (2) del Trattato. È definitocome “il rapporto tra il disavanzo pubblico previsto o effettivo e il Prodotto interno lordo” ai prezzidi mercato correnti; il Protocollo n. 5 (sulla procedura per i disavanzi eccessivi) definiscecome disavanzo pubblico “l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche”.

Riallineamento (Realignment): modifica del tasso centrale dell’ECU e dei tassi centralibilaterali di una o più valute che partecipano agli AEC.

Ridenominazione di titoli (Re-denomination of securities): la denominazione di un titolo è lavaluta in cui è espresso il valore nominale del titolo stesso (nella maggior parte dei casi, il valorefacciale di un certificato). La ridenominazione fa riferimento alla procedura attraverso la quale ladenominazione originale di un titolo, emesso in valuta nazionale, viene modificata in euro a tassidi conversione fissati irrevocabilmente.

Rischio di regolamento (Settlement risk): termine generico indicante il rischio che ilregolamento nell’ambito di un sistema di trasferimento non abbia luogo come previsto. Il rischiodi regolamento può comprendere sia il rischio di credito sia il rischio di liquidità.

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SEBC (Sistema europeo delle banche centrali) (ESCB - European System of CentralBanks): il SEBC è composto dalla BCE e dalle banche centrali nazionali degli Stati membri. Suoobiettivo primario è il mantenimento della stabilità dei prezzi. I suoi compiti fondamentali sonoquelli di definire e attuare la politica monetaria dell’area dell’euro, detenere e gestire leriserve ufficiali degli Stati membri partecipanti, condurre operazioni in cambi e promuovere ilregolare funzionamento dei sistemi di pagamento nell’area dell’euro. Il SEBC contribuisce ancheall’ordinata applicazione delle politiche delle autorità competenti relative alla vigilanzaprudenziale sugli istituti di credito e alla stabilità del sistema finanziario.

Seconda Direttiva di Coordinamento Bancario (Second Banking Co-ordination Directive):Direttiva, adottata il 15 dicembre 1989 (89/646/CEE), che riguarda il coordinamento di leggi,regolamenti e normative amministrative relativi alla costituzione a all’attività di istituti di creditosituati nell’Unione europea. Essa emenda la Prima Direttiva di Coordinamento Bancarioadottata nel 1977 (77/7780/CEE).

Sistema di consegna contro pagamento (Delivery versus payment system - DvP, deliveryagainst payment): in un sistema di regolamento delle operazioni in titoli è ilmeccanismo volto ad assicurare che il trasferimento definitivo di un’attività sia eseguito soltantoa condizione che abbia luogo il contestuale trasferimento definitivo dell’attività (delle attività) incontropartita. Le attività possono includere titoli o altri strumenti finanziari.

Sistema di deposito accentrato - SDA (Central securities depository - CSD): sistema per ildeposito di titoli che consente di effettuare trasferimenti di valori mobiliari mediantescritturazione contabile. I titoli possono essere detenuti fisicamente presso il depositario, ovveroin forma dematerializzata (cioè soltanto sotto forma di registrazioni contabili). Oltre cheprovvedere alla custodia accentrata, il depositario può svolgere funzioni di confronto,compensazione e regolamento.

Sistema di regolamento delle operazioni in titoli (Securities settlement system): sistemache consente il trasferimento di titoli sia gratuitamente, sia dietro pagamento.

Sistema di regolamento su base netta (Net settlement system - NSS): sistema ditrasferimento fondi i cui saldi sono regolati su base netta bilaterale o multilaterale.

Sistema di RTGS (Regolamento lordo in tempo reale) (RTGS - real-time grosssettlement system): sistema di regolamento in cui lo scambio e il regolamento avvengono persingola transazione (vale a dire, senza compensazione) in tempo reale (in modo continuativo).Cfr. anche Sistema TARGET.

Sistema di trasferimento fondi (Funds transfer system - FTS): accordo formale fondato suun contratto di diritto privato ovvero su disposizioni amministrative, caratterizzato da unapluralità di aderenti, norme comuni e accordi standardizzati, per la trasmissione e il regolamentodi obbligazioni pecuniarie tra i partecipanti.

Sistema interbancario di trasferimento fondi (Interbank funds transfer system - IFTS):sistema di trasferimento fondi in cui la maggior parte (o tutti) i partecipanti sono istituti dicredito.

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Sistema TARGET (Trasferimento espresso trans-europeo automatizzato diregolamento lordo in tempo reale) (TARGET - Trans-European Automated Real-time Grosssettlement Express Transfer system): sistema di pagamento composto da un sistema diregolamento lordo in tempo reale (RTGS) in ciascuno degli Stati membri partecipanti all’areadell’euro sin dall’avvio della Terza fase dell’Unione economica e monetaria. I sisteminazionali di RTGS saranno interconnessi attraverso il sistema Interlinking al fine di consentirei trasferimenti tra paesi, con valuta stesso giorno, in tutta l’area dell’euro. Anche i sistemi diRTGS degli Stati membri della UE non partecipanti all’area dell’euro potranno essere collegati aTARGET, a condizione che siano in grado di operare in euro.

SME (Sistema monetario europeo) (EMS - European Monetary System): creato nel 1979in seguito alla risoluzione del Consiglio europeo del 5 dicembre 1978 sulla realizzazionedello SME e questioni attinenti. L’Accordo del 13 marzo 1979 tra le banche centrali degli Statimembri della Comunità economica europea stabilisce le procedure operative relative allo SME.L’obiettivo è di realizzare una più stretta cooperazione tra le politiche monetarie dei paesi dellaComunità che crei in Europa un’area di stabilità monetaria. Le componenti principali dello SMEsono: l’ECU, gli Accordi europei di cambio e di intervento (AEC); diversi meccanismi creditizi.

Tassi d’interesse a lungo termine armonizzati (Harmonised long-term interest rates): ilProtocollo numero 6 sui criteri di convergenza di cui all’articolo 109j (1) del Trattatoche istituisce la Comunità europea prevede che la convergenza dei tassi d’interesse sia misurataper mezzo dei tassi d’interesse sui titoli di Stato a lungo termine o su obbligazioni pubblicheequiparabili, tenendo conto delle differenze nelle definizioni nazionali. Al fine di rispettare leindicazioni del Trattato, l’IME ha svolto uno studio concettuale sull’armonizzazione dellestatiistiche sui tassi d’interesse a lungo termine e raccoglie regolarmente dati dalle banchecentrali nazionali per conto della Commissione europea (EUROSTAT). In questo Rapportosi utilizzano dati completamente armonizzati.

Tassi di cambio effettivi (nominali/reali) (Effective (nominal/real) exchange rates): i tassidi cambio effettivi nominali consistono nella media ponderata di più tassi di cambio bilaterali. Itassi di cambio effettivi reali sono tassi di cambio effettivi nominali deflazionati con una mediaponderata dei prezzi o dei costi esteri rispetto a quelli interni. Essi misurano pertanto lacompetività di prezzo o di costo di un paese. La scelta delle valute e dei pesi dipende dalproblema economico che si intende analizzare. Le misure più comuni dei tassi di cambio effettiviutilizzano i pesi nel commercio internazionale.

Tasso centrale bilaterale (Bilateral central rate): la parità centrale tra una qualsiasi coppia divalute che partecipano agli Accordi europei di cambio, intorno alla quale viene definito ilmargine di fluttuazione.

Trattato (Treaty): il termine di riferisce al Trattato di istituzione della Comunità europea. IlTrattato è stato firmato a Roma il 25 marzo 1957 ed è entrato in vigore il 1° gennaio 1958.Esso prevedeva la creazione della Comunità economica europea (CEE) e vi si è spesso fattoriferimento come al “Trattato di Roma”. Il Trattato sull’Unione europea è stato firmato aMaastricht (ed è dunque spesso denominato “Trattato di Maastricht”) il 7 febbraio 1992 ed èentrato in vigore il 1° novembre 1993. Esso ha emendato il Trattato CEE, ora noto comeTrattato di istituzione della Comunità europea. Il Trattato sull’Unione europea sarà emendatodal “Trattato di Amsterdam”, che è stato firmato ad Amsterdam il 2 ottobre 1997 ed è in corsodi ratifica.

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UEM (EMU): Unione economica e monetaria.

Unione economica e monetaria (UEM) (Economic and Monetary Union - EMU): ilTrattato descrive le tre fasi del processo verso l’Unione economica e monetaria nella UE. LaPrima fase della UEM è iniziata nel luglio 1990 ed è terminata il 31 dicembre 1993: essa è stataprincipalmente caratterizzata dallo smantellamento di tutte le barriere nazionali al liberomovimento dei capitali all’interno della UE. La Seconda fase della UEM ha avuto inizio il 1°gennaio 1994 e ha previsto, tra l’altro, la creazione dell’Istituto monetario europeo, il divieto difinanziamento monetario e di accesso privilegiato agli istituti di credito per il settore pubblico el’obbligo di evitare disavanzi eccessivi. La Terza fase inizierà il 1° gennaio 1999, in conformitàall’articolo 109j (4), con il trasferimento delle competenze di politica monetaria al SEBC e lacreazione dell’euro.

Valore di riferimento (Reference value): il Protocollo n. 5 del Trattato, che riguarda laprocedura per i disavanzi eccessivi, fa esplicita menzione dei valori di riferimento per il rapportofra disavanzo delle Amministrazioni pubbliche e PIL (3 per cento del PIL) e rapporto fra debitopubblico e PIL (60 per cento del PIL), mentre il Protocollo sui criteri di convergenzaspecifica la metodologia per la valutazione dei valori di riferimento rilevanti per l’esame dellaconvergenza dei prezzi e dei tassi di interesse a lungo termine.

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20 Date di annuncio delle misure di politica monetaria.

2 gennaio La Oesterreichische Nationalbank inizia l’effettuazione di regolari astesettimanali con scadenza a 14 giorni invece di 7 giorni; introduce inoltrealcune modifiche nella struttura delle linee di rifinanziamento.

13 gennaio Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminedi 0,2 punti percentuali, al 6,5%.

16 gennaio Il Banco de España riduce il tasso ufficiale sulle operazioni pronti controtermine a 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 6,0%.

21 gennaio La Banca d’Italia riduce il tasso di sconto e il tasso sulle anticipazioni ascadenza fissa (tasso lombard) di 0,75 punti percentuali a 6,75% e8,25%, rispettivamente.

30 gennaio La Banque de France riduce il tasso di intervento di 0,05 puntipercentuali, al 3,1%.

12 febbraio La Banca di Grecia inizia l’effettuazione di regolari aste settimanali sottoforma di aste sui tassi di interesse (asta americana) o di operazionipronti contro termine per la raccolta di depositi dagli istituti creditizi eper la compravendita di titoli con patto di rivendita/riacquisto, entrambecon scadenza a 14 giorni. La prima sottoscrizione a tasso variabile dàluogo a un tasso di aggiudicazione medio ponderato del 12,14%.

13 febbraio La Banque de France annuncia che esenterà dai requisiti minimi di riservatutte le passività dei soggetti non bancari relative ad operazioni pronticontro termine in titoli con scadenza fino ad un anno.

14 febbraio La Banca di Grecia riduce il tasso di sconto e il tasso lombard di 1 puntopercentuale, a 15,5% e 20,0,% rispettivamente, e il tasso di interventoovernight di 0,5 punti percentuali, all’11,9%.

19 febbraio Nelle aste settimanali sui depositi a 14 giorni della Banca di Grecia siregistra la diminuzione del tasso di aggiudicazione medio ponderato di0,19 punti percentuali, all’11,95%.

27 febbraio La De Nederlandsche Bank aumenta il tasso sulle anticipazioni speciali di0,2 punti percentuali, al 2,7%.

Cronologia delle misure di politica monetaria adottatenella UE nel 1997 20

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3 marzo La Bank of England introduce nuove operazioni giornaliere di interventoai fini della determinazione dei tassi ufficiali di interesse e per fornireliquidità alle clearing banks. Queste operazioni vengono estese perincludere le operazioni pronti contro termine con titoli di prim’ordine ealtri strumenti di debito stanziabili, così come una più ampia gamma dicontroparti, incluse le banche (diverse dagli istituti di sconto) e le societàdi investimento mobiliare.

10 marzo La De Nederlandsche Bank aumenta il tasso sulle anticipazioni di 0,5 puntipercentuali, al 2,5%, e il tasso sulle anticipazioni speciali di 0,2 puntipercentuali, al 2,9%.

14 marzo Il Banco de España riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminea 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 5,75%.

28 marzo La Banca di Grecia introduce il deposito overnight. I depositi fino ad unmassimale globale di GRD 300 miliardi sono remunerati al tassodell’11,9%, i rimanenti al 9,9%. Il massimale globale è distribuito tra gliistituti di credito in base alle quote del mercato nazionale.

2 aprile La Banca di Grecia effettua aste settimanali per depositi a 14 giorni altasso fisso dell’11,9%, con una riduzione di 0,05 punti percentuali.

11 aprile Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminedi 0,2 punti percentuali, al 6,3%, il tasso di assorbimento della liquiditàdi 0,4 punti percentuali, al 5,8%, e il tasso sui finanziamenti overnight di0,5 punti percentuali, al 7,8%.

15 aprile Il Banco de España riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminea 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 5,5%.

28 aprile Il Banco de España inizia ad accettare il pegno come complemento alleproprie operazioni pronti contro termine. Le attività stanziabili comepegno sono i certificati del Banco de España, le attività pubbliche eprivate a reddito fisso e le azioni di enti non bancari.

1° maggio La Danmarks Nationalbank abolisce i limiti (introdotti nel 1992) sullaremunerazione dei depositi in conto corrente che le controparti dipolitica monetaria mantengono presso la Banca centrale.La Central Bank of Ireland aumenta il tasso di rifinanziamento a breve di0,5 punti percentuali, al 6,75%.

6 maggio La Bank of England annuncia un aumento del tasso sulle operazionipronti contro termine di 0,25 punti percentuali, al 6,25%. Il Cancellieredello Scacchiere annuncia che alla Bank of England è stata affidata laresponsabilità operativa per la determinazione dei tassi di interesse. Ledecisioni operative saranno prese da un Comitato di Politica Monetariadi nuova istituzione di cui faranno parte il Governatore, due ViceGovernatori e sei altri membri.

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9 maggio Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminedi 0,3 punti percentuali, al 6,0%, il tasso di assorbimento della liquidità di0,1 punti percentuali, al 5,7% e il tasso di finanziamento overnight di 0,1punti percentuali, al 7,7%.

12 maggio La Banca di Grecia diminuisce il tasso di sconto, il tasso lombard e iltasso sullo scoperto di conto di 1 punto percentuale al 14,5%, 19,0% e24,0%, rispettivamente.

16 maggio Il Banco de España diminuisce il tasso sulle operazioni pronti controtermine a 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 5,25%.

23 maggio La De Nederlandsche Bank modifica i propri strumenti di politica delmercato monetario: il computo su base media viene trasferito dalleanticipazioni alle riserve liquide obbligatorie, ma remunerate, in esserepresso la Banca centrale, il cui volume è prefissato per un periodo di 4 o5 settimane; per le anticipazioni, il massimale dei prestiti per ogni istitutobancario varia da ammontari medi superiori ai 3 mesi ad ammontari fissicon scadenze minime di 1 mese e massime di 3 mesi; la denominazionedelle anticipazioni è modificata in anticipazioni a scadenza fissa, mentre iltasso resta invariato al 2,5%: viene introdotto il rifinanziamento marginale,il cui tasso è fissato al 4,5%; il tasso sulle anticipazioni speciali restainvariato al 2,9%.

6 giugno La Bank of England aumenta il tasso sulle operazioni pronti controtermine di 0,25 punti percentuali, al 6,5%.

27 giugno La Banca d’Italia riduce il tasso di sconto e il tasso sulle anticipazioni ascadenza fissa (tasso lombard) di 0,5 punti percentuali, al 6,25% e7,75%, rispettivamente. Inoltre, viene diminuita la remunerazione delleriserve obbligatorie dal 5,5 al 4,5%.

10 luglio La Bank of England aumenta il tasso sulle operazioni pronti controtermine di 0,25 punti percentuali, al 6,75%.

11 luglio La De Nederlandsche Bank aumenta il tasso sulle anticipazioni speciali di0,1 punti percentuali, al 3,0%.Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro termine,il tasso di assorbimento della liquidità e il tasso sui finanziamenti overnightdi 0,3 punti percentuali, al 5,7%, 5,4% e 7,4%, rispettivamente.

21 luglio Il Banco de Portugal inizia ad accettare strumenti di debito privati comegaranzia nelle proprie operazioni di mercato aperto, a condizione cherispettino alcuni criteri.

24 luglio La Banca di Grecia diminuisce entrambi i tassi sui depositi (tasso di basee tasso inferiore) di 0,3 punti percentuali, all’11,6% e al 9,6%,rispettivamente.

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7 agosto La Bank of England aumenta il tasso sulle operazioni pronti controtermine di 0,25 punti percentuali, al 7,0%.

14 agosto La Banca di Grecia diminuisce il tasso sui depositi (tasso base) di 0,3punti percentuali, all’11,3%, con decorrenza 18 agosto.

18 agosto Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro termine,il tasso di assorbimento della liquidità e il tasso sui finanziamenti overnightdi 0,2 punti percentuali al 5,5%, 5,2% e 7,2%, rispettivamente.

15 settembre La Suomen Pankki aumenta il tasso sulle offerte di sottoscrizione di 0,25punti percentuali, al 3,25%.

3 ottobre Il Banco de España diminuisce il tasso sulle operazioni pronti controtermine a 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 5,0%.

7 ottobre La Banca di Grecia riduce il tasso sui depositi (tasso di base) di 0,4 puntipercentuali, al 10,9%.

9 ottobre La Banque Nationale de Belgique aumenta il tasso centrale e il tasso sulleanticipazioni ordinarie di 0,3 punti percentuali, al 3,3% e al 4,55%rispettivamente, mentre il tasso di sconto è aumentato di 0,25 puntipercentuali, al 2,75%.La Danmarks Nationalbank aumenta il tasso sui certificati di deposito a14 giorni e il tasso di sconto di 0,25 punti percentuali, al 3,75% e al3,5%, rispettivamente.La Deutsche Bundesbank annuncia che le prossime due aste pronticontro termine in titoli (del 15 e del 22 ottobre) saranno offerte altasso fisso del 3,3% (con un aumento di 0,3 punti percentuali).La Banque de France aumenta il tasso di intervento di 0,2 puntipercentuali, al 3,3%.La De Nederlandsche Bank aumenta il tasso sulle anticipazioni speciali di0,3 punti percentuali, al 3,3% e il tasso sulle anticipazioni a scadenza fissadi 0,25 punti percentuali, al 2,75%.La Oesterreichische Nationalbank annuncia un incremento del tasso sulleoperazioni pronti contro termine di 0,2 punti percentuali, al 3,2%.

24 ottobre La Central Bank of Ireland annuncia che saranno introdotte clausole dicomputo su base media nei propri requisiti di riserva. Al fine dimassimizzare l’utilizzo di queste clausole di computo, essa effettuerà, apartire dal 20 novembre, operazioni pronti contro termine settimanali atasso fisso o variabile e con durata media finanziaria di due settimane.

31 ottobre La Banca di Grecia introduce una maggiorazione dello 0,4% da applicare- oltre al tasso annuale sullo scoperto di conto del 24% - a ulterioriincrementi nel saldo passivo dei conti correnti delle banche in esserepresso la Banca centrale.

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3 novembre La Suomen Pankki riduce la scadenza delle offerte di sottoscrizione delmercato monetario da un mese a due settimane. Di norma il giorno dicompensazione di queste offerte di sottoscrizione sarà il giornolavorativo bancario successivo alla data della negoziazione. La scadenzadei crediti liquidi viene ridotta da una settimana a un giorno. Vengonoaboliti i limiti all’ammontare della liquidità anticipata nell’ambito deifinanziamenti marginali.

6 novembre La Bank of England aumenta il tasso sulle operazioni pronti controtermine di 0,25 punti percentuali, al 7,25%.

18 novembre Il Banco de Portugal riduce il tasso sulle operazioni pronti contro terminedi 0,2 punti percentuali, al 5,3%, e il tasso di assorbimento della liquiditàe il tasso sui finanziamenti overnight di 0,3 punti percentuali, al 4,9% e al6,9%, rispettivamente.

20 novembre La Central Bank of Ireland inizia a effettuare operazioni d’asta settimanalicon scadenza a due settimane. La prima operazione pronti controtermine è effettuata al tasso fisso del 6,19%.

11 dicembre La Sveriges Riksbank aumenta il tasso sulle operazioni pronti controtermine di 0,25 punti percentuali, al 4,35%, con decorrenza 16dicembre.

15 dicembre Il Banco de España diminuisce il tasso sulle operazioni pronti controtermine a 10 giorni di 0,25 punti percentuali, al 4,75%.

18 dicembre La Deutsche Bundesbank fissa la fascia obiettivo per la crescita di M3 nel1998 al 3-6%, rispetto al 3,5-6,5% del 1997.

23 dicembre La Banca d’Italia diminuisce il tasso di sconto e il tasso sulle anticipazionia scadenza fissa (tasso lombard) di 0,75 punti percentuali, al 5,5% e al7,0%, rispettivamente.

29 dicembre La Banca di Grecia diminuisce dallo 0,4 allo 0,2% la maggiorazionegiornaliera da applicare - oltre al tasso annuale sullo scoperto di contodel 24% - a ulteriori incrementi nel saldo passivo dei conti correnti dellebanche in essere presso la Banca centrale.

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21 Dall’inizio del 1997.22 Un rapporto relativo agli sviluppi nel 1995 è stato pubblicato nel marzo 1996.23 La prima edizione di questa rassegna annuale è stata pubblicata nel febbraio 1991.

Altre pubblicazioni dell’IME 21

“The single monetary policy in Stage Three - Specification of the operational framework”,gennaio 1997, trad. it. “La politica monetaria unica nella Terza fase - Definizione dell’assettooperativo”, gennaio 1997.

“Payment systems in the European Union - Addendum incorporating 1995 figures” (“Blue Book”addendum), gennaio 1997.

“The single monetary policy in Stage Three - Elements of the monetary policy strategy of theESCB”, febbraio 1997.

“EU securities settlement systems - Issues related to Stage Three of EMU”, febbraio 1997.

“Differences between national changeover scenarios and the potential need for harmonisedaction: Common policy messages”, marzo 1997.

“Developments in EU payment systems in 1996”, marzo 199722.

“Recent developments in the use of the private ECU: statistical survey”, aprile 199723.

“European money and banking statistical methods 1996”, aprile 1997.

“Annual Report 1996”, aprile 1997, trad. it. “Rapporto annuale 1996”, aprile 1997.

“Common market standards for money market and foreign exchange transactions: Updatedpolicy messages”, luglio 1997.

“Selection and further development of the euro banknote designs”, luglio 1997.

“The single monetary policy in Stage Three - General documentation on ESCB monetary policyinstruments and procedures”, settembre 1997, trad. it. “La politica monetaria unica nella Terzafase - Caratteristiche generali degli strumenti e delle procedure di politica monetaria del SEBC”,novembre 1997.

“The European Monetary Institute”, settembre 1997.

“Sponsoring by the ESCB of an overnight reference interest rate in Stage Three of EMU”,settembre 1997.

“Second progress report on the TARGET project”, settembre 1997, trad. it. “Secondo rapportosullo stato di avanzamento del progetto TARGET”, settembre 1997.

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24 Predisposta per le BCN; disponibile a fini informativi alle altre parti interessate.

“Provisional list of Monetary Financial Institutions as at December 1996”, settembre 1997.

“Legal convergence in the Member States of the European Union - As at August 1997”, ottobre1997.

“Addendum to the provisional list of Monetary Financial Institutions. Money market funds as atDecember 1996”, dicembre 1997.

“European Union Balance of Payments (Capital and Financial Account) Statistical Methods”,gennaio 1998.

“Payment systems in the European Union - Addendum incorporating 1996 figures” (“Blue Book”addendum), gennaio 1998.

“Standards for the use of Securities Settlement Systems in ESCB credit operations”, gennaio1998, trad. it. “Requisiti per l’utilizzo dei sistemi di regolamento dei titoli nelle operazioni dicredito del SEBC”, gennaio 1998.

“Final List of Monetary Financial Institutions”, marzo 1998.

“Convergence Report - Report required by Article 109j of the Treaty establishing the EuropeanCommunity”, marzo 1998, trad. it. “Rapporto sulla convergenza - Rapporto richiestodall’articolo 109j del Trattato che istituisce la Comunità europea”, marzo 1998.

“List of Monetary Financial Institutions - As at December 1997”, aprile 1998.

“Money and Banking Statistics Sector Manual - Guidance for the statistical classification ofcustomers”, aprile 1998

“Money and Banking Statistics Compilation Guide - Guidance provided to NCBs for thecompilation of money and banking statistics for submission to the ECB”, aprile 199824.

“TARGET information brochure”, maggio 1998.

Sito Web dell’IME: nel gennaio 1998, l’IME ha istituito una presenza sulla World Wide Web diInternet per facilitare l’accesso da parte di un vasto pubblico alle informazioni dell’IME. Il sitoWeb dell’IME (http://www.ecb.int) fornisce l’accesso ai testi dei recenti discorsi e rapportipubblicati dall’Istituto.