programma paredes/ruiz | stagione 15_16

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DIETRICH PAREDES direttore EDICSON RUIZ contrabbasso XXXV STAGIONE CONCERTISTICA _15_16

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Dietrich Paredes direttore | Edicson Ruiz contrabbasso | Firenze | Teatro Verdi | 29 gennaio 2016 | Repliche a Casciana Terme (30) | Empoli (1 febbraio)

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Page 1: Programma Paredes/Ruiz | Stagione 15_16

Dietrich pareDesdirettore

eDicson ruizcontrabbasso

XXXV STAGIONE CONCERTISTICA_15_16

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fondazioneorchestra regionaletoscana

Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidenteFrancesca Bardelli vice presidenteElisa Burlamacchi Nazzareno Carusi

Revisore Unico Vittorio Quarta

* Il Consiglio di Amministrazione e il Revisore unico si sono insediati il 3 dicembre 2015 e resteranno in carica per 5 anni, come previsto dallo Statuto.

Direttore generaleMarco Parri

Direttore servizi musicaliPaolo Frassinelli

Direttore comunicazioneRiccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraisingElisa Bonini

AmministrazioneSimone Grifagni, Cristina Ottanelli

Ufficio del personalePatrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni

SegreteriaStefania Tombelli | Direzione GeneraleTiziana Goretti | Direzione ArtisticaAmbra Greco | Area Comunicazione

Servizi tecnici OrchestraFrancesco Vensi, Angelo Del Rosso

Ospitalità e sala Teatro VerdiFulvio Palmieri, Paolo Malvini

Palcoscenico Teatro Verdi Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti

Personale di sala Lisa Baldi, Martina Berti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Massimo Duino, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Alessandro Iachino, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Jibril Sheikh Oyaye, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone

Page 3: Programma Paredes/Ruiz | Stagione 15_16

XXXV STAGIONE CONCERTISTICA

direttore artistico

direttore principaledirettore e compositore in residencedirettore onorario

Giorgio Battistelli

Daniele RustioniTan DunThomas Dausgaard

ICOstituzioni

oncertisticherchestrali

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dietrich paredesdirettore

edicson ruizcontrabbasso

Rai Radio

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

Firenze, teatro Verdi *

venerdì 29 gennaio 2016 ore 21.00

casciana terme (pi), teatro Verdi

sabato 30 gennaio 2016 ore 21.00

empoli, palazzo delle esposizioni

lunedì 1 febbraio 2016 ore 21.00

* concerto trasmesso in differita da Rai Radio3

FERRUCCIO BUSONILustspiel op.38, ouverture

NINO ROTADivertimento Concertante per contrabbasso e orchestra (1968-73)Allegro: Allegro maestosoMarcia: Alla marcia, allegramenteAria: AndanteFinale: Allegro marcato

***

LUDWIG VAN BEETHOVENSinfonia n.3 in mi bemolle maggiore op.55 'Eroica'

Allegro con brioMarcia funebre (Adagio assai)Scherzo (Allegro vivace) – TrioFinale (Allegro molto)

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DIETRICH PAREDES

È il direttore musicale dell'Orchestra Giovanile di Caracas, una delle orche-stre principali del El Sistema, il famoso modello didattico musicale, ideato e promosso in Venezuela da José Antonio Abreu (ovvero un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambi-ni di tutti i ceti sociali). Dietrich Paredes collabora al progetto venezuelano dal 2008 e, da allora, ha tenuto con questa Orchestra tournée in Sud America, Asia ed Europa, includendo tappe al Festival di Salisburgo nel 2013, al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, al Festival Dvořàk di Praga, al Beethovenfest di Bonn, al Festival di Ravello in Italia nel 2014, così come Zurigo, Amburgo, Parigi, Budapest, Vienna, Göteborg e Zagabria.Per la stagione 2012/13 è stato assistentealla direzione della Los Angeles Philharmonic, collaborando con direttoridel calibro di Esa-Pekka Salonen, VasilyPetrenko, John Adams e Gustavo Dudamel in un lungo tour in Europa.Nato nel 1980, ha studiato violino sotto la guida di Ruben Cova, Ulises Ascanio, Santiago Garmendia e José Francisco del Castillo. Ha partecipato a numerosemasterclass tenute da eccezionali violi-nisti quali Agustin Dumay, Olivier Charlier, Virginie Robilliard, Aaron Rosand, Maurice Hasson, Yossy Zivoni, Daniel Stabrawa, Eugene Fudor e Igor Oistrach.

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All'età di soli 11 anni ha vinto il Concorso Encuentro Internacional de Niños y Jóvenes Solistas Instrumentistas di Córdoba, Argentina. Nel 1997 ha suonato nelle fila dei violini primi dell’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar e nel 2002 è stato selezionato come primo violino dell’Orchestra Giovanile delle Americhe. Parallela-mente alla sua formazione come vio-linista, ha studiato direzione d’orchestra sotto la guida di José Antonio Abreu, affermandosi rapidamente come uno dei più promettenti giovani maestri emer-genti del Venezuela, e dirigendo numer-ose orchestre del suo paese, tra cui la Simón Bolívar e le Orchestre Sinfoniche di Mérida, Tachira, Monagas e Falcon. Collabora anche con molte orchestresudamericane, tra cui l’Orchestra Carlos

Chávez in Messico, l’Orchestra Sinfonica Giovanile di Montevideo e l’Orchestra Centroamericana di El Salvador. Dopo aver debuttato con l'Orchestra della Toscana nell'estate 2014 al Cortona Mix Festival, Paredes ritorna sul podio della nostra formazione con ben due produzioni inserite nella Stagione Concertistica 15/16. Sempre a Firenze, è stato protagonista con l'Orchestra Giovanile Italiana per il concerto in memoria di Carlo Maria Giulini alla scorsa edizione del Maggio Musicale Fiorentino. Altri importanti appuntamenti in pro-gramma per questa stagione sono i concerti con la RTE National Symphony of Ireland, l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l'Opera di Roma, e l'Orchestra Sinfonica di Tolone in Francia.

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EDICSON RUIZ

Nato a Caracas nel 1985, Ruiz ha inizia-to lo studio del contrabbasso a dieci anni, con il prof. Félix Petit che lo ha guidato nella sua formazione all’interno de El Sistema, la fondazione orchestale giovanile venezuelana fondata da José Antonio Abreu.All’età di quindici anni ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale di Contrabbasso di Indianapolis, negli USA. In seguito ha partecipato ai corsidi Janne Saksala e, nel 2001, è diventatoil più giovane membro di sempre dell’Accademia Orchestrale della Filarmonica di Berlino, dove ha studiatocon Klaus Stoll. Grazie a questo percorsoè diventato poi membro stabile della Filarmonica di Berlino.Ruiz è uno dei contrabbassisti più famosi sulla scena attuale e il suo virtuo-sismo ha colpito il pubblico di tutto il mondo. È ospite regolare dei Festival di Salisburgo, Lucerna, Varsavia e si è esibito come solista nelle più importanti città del mondo tra cui New York, Berlino,Tokyo, Madrid, Zurigo e Johannesburg.Ha eseguito le prime mondiali di nume-rose opere scritte per lui da compositori del calibro di Heinz Holliger, Rudolf Kelterborn, Paul Desenne, Efrain Oscher, Arturo Pantaleon, Matthias Ockert, Luis Antunes Pena, Dai Fujikura, Rudolf Kelterborn e Roland Moser. Nel campo della musica da camera ha collaborato intensamente con Anner Bylsma, György Kurtág, Heinz Holliger,

Elliot Carter, Maurice Bourgue, Klaus Thunemann, Sabine Meyer, Yuri Bashmet, Christian Tetzlaff, Thomas Zehetmair, Gidon Kremer, Lars Vogt e Jörg Widmann.Ha registrato per Phil.Harmonie diversi CD, da cui si coglie la sua passione per la musica del XVIII secolo. Produzioni televisive internazionali testimoniano la sua versatilità. Nel 2002 ha ricevuto il Premio José Felix Ribas per i suoi servizi all’arte e alla cultura.

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FERRUCCIO BUSONI(Empoli 1866 - Berlino 1924)

Lustspiel op.38, ouverture

durata 8 minuti circa

Italiano di nascita ma cresciuto musical-mente tra Graz, Vienna, Lipsia, nel culto di Bach, Mozart, Beethoven, pianista di rilevanza mondiale, direttore, composi-tore prolifico, editore e trascrittore (l'esaltante versione pianistica della Ciaccona dalla Partita per violino solo BWV 1004 resiste anche in epoca di prassi filologiche), insegnante ai conser-vatori di Helsinki, Mosca, Boston, stabi-litosi dal 1894 a Berlino, Ferruccio Busoni (Empoli 1866 – Berlino 1924) è veramente il “musical Ishmael”, l'Ismaele della musica, evocato nel titolo della monografia di Della Coulin (2005) che viene ad aggiungersi a quelle di Dent e Sablich: un concertista e compo-sitore cosmopolita che fino all'ultimo cercò di far coesistere e fondere le suepatrie naturali e spirituali. Figlio di unclarinettista empolese e di una pianistatriestina (della Trieste ancora absburgica)di padre tedesco, il Busoni compositore puntò a una sintesi in cui tradizione e approdi recenti della musica austro-tedesca, attualità francesi, ma anche luminose e antiche radici italiane, con-fluiscono in un'estetica all'insegna di una “nuova classicità”, universale, al di sopra di qualsivoglia scuola nazionaleo avventura linguististica estrema, teo-

rizzata fin dall'Abbozzo di una nuova estetica della musica del 1906. Sotto questo segno nascono all'inizio delXX secolo le sue opere migliori, la gran-diosa Fantasia contrappuntistica, la Berceuse élegiaque, le Elegie pianistiche, la sperimentale Sonatina Seconda, il secondo libro del Diario indiano, i due geniali atti unici del 1917, Arlecchino e Turandot, in un'ottica già neoclassica, e il Doctor Faust, la cui composizione, interrotta dalla morte di Busoni, fu completata dall'allievo Philipp Jarnach. Si capisce da quanto detto che per molto tempo Busoni non potesse giocare un ruolo di primo piano in Italia, Paese del Melodramma. Ma nel 1913, in una fase di aperture alla musica europea promosse dalla Generazione dell'Ottanta, accetteràla carica di direttore del Conservatorio di Bologna. Un'esperienza interrotta dalla Grande Guerra, fieramente avversata da questo artista le cui due patrie, quella naturale e quella elettiva, erano ora l'un contro l'altra armate: Busoni avrebbe trascorso gli anni bellici nella neutrale Svizzera, a Zurigo, per poi ritonare, dopola conclusione del conflitto, a Berlino. Ma non a questi ultimi e travagliati anni,bensì alla prima e felice epoca berlinese, è legata la luminosa e gaia Lustspiel-

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ouverture op.38, idealmente destinata a Lustspiele ossia commedie e farse, che fu composta in una sola giornata (l'11 luglio del 1897) ed ebbe la sua prima esecuzione, insieme ad altre pagine busoniane l'8 ottobre dello stesso anno alla Singakademie, con Busoni sul podio dei Filarmonici di Berlino (una collabo-razione protrattasi fino al 1909, con pro-grammi aggiornati a Debussy, Fauré, Elgar, Delius, Sibelius, Franck, ma anche a Schönberg e Bartók). In seguito, il lavoro fu sottoposto dall'autore ad una revisione per la pubblicazione avvenuta nel 1904 presso Breitkopf & Härtel. La proposta dell'ouverture teatrale fapensare al giovane Mendelssohn dell'ouverture per il Sogno di una notte di mezz'estate, un riferimento forse non casuale: fra i maestri di Mendelssohn c'era stato uno dei grandi protagonistidella storia della Singakademie berlinese,Carl Friedrich Zelter (noto soprattutto per essere stato il consulente musicale di Goethe). È recepita e attualizzata unaconcezione di ouverture che si si rifà, sì, allo schema della forma-sonata con esposizione, sviluppo e ripresa, ma allargata e ricca di diversioni, che in questo caso sembrano evocare i garbugli - e anche le oasi sentimentali e notturne -

di una bella commedia immaginaria.È impiantata in do maggiore, con duetemi principali, il primo che dall'iniziale ritmo scalpitante libera una melodiaariosa e slanciata, il secondo una gaiamarcetta a cui i legni danno un'improntainsieme soave e umoristica. La presenzadi episodi fugati, scampanii, turcherie,per non dire delle variazioni nell'anda-mento e di alcuni motivi secondari, crea un trattamento sonatistico molto liberamente articolato e che si espande felicemente fino alla brillante e festosa conclusione.

Elisabetta Torselli

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NINO ROTA(Milano 1911 - Roma 1979)

Divertimento Concertante per contrabbasso e orchestra (1968-73)

durata 21 minuti circa

Seppur gradualmente, Nino Rota stariconquistando un suo legittimo postonella storia della musica come autoredi musica d’arte, e non soltanto di quellaper film, per quanto sia stata quest’ultimala principale fonte della sua popolarità. Se furono quasi centosessanta le parti-ture da lui scritte per il cinema, si avvi-cinano al numero di centonovanta quelleche occupano un catalogo dove trovia-mo musica da camera, sinfonie, concerti con strumenti solisti, balletti, opere teatrali, oratori, messe. L’autore delle immortali melodie del Gattopardo di Visconti e del Padrino di Coppola è stato anche colui che ha composto una Sonata per viola e pianoforte dedicata a William Primrose (vale a dire uno dei più grandi violisti del Novecento), un Concerto per pianoforte in do maggiore pensato per Arturo Benedetti Michelangeli, tre Sinfonie che stuzzica-rono la penna critica di Gianandrea Gavazzeni, un balletto, Le Molière imaginaire, voluto da Maurice Bejart, un Concerto per archi portato a nuova dignità artistica da un direttore come Riccardo Muti, un’opera, Il cappello di paglia di Firenze, che è semplicementeun gioiello del teatro musicale del Novecento: tanto per ricordare solo

qualche caso di una vena creativa apertaa tutti i generi, fecondissima quanto sempre guidata dalla genuinità dell’ispi-razione. Solo che la naturalissima dimestichezza di Rota con i linguaggi della musica, e soprattutto la sua fiducia nell’immediatezza espressiva della tona-lità e della melodia, hanno finito per rappresentare, agli occhi di qualcuno, una sorta di colpa. Di qui il marchio, e ancora oggi difficile da cancellare (ma una più distaccata obiettività storica potrebbe ora finalmente aiutarci a farlo), di inattualità della musica di Rota non destinata al cinema. Ma Rota ha semplicemente impersonato l’altra facciadel Novecento musicale, quella lontana da fermenti fortemente innovatori e dal continuo mettere in discussione il vocabolario della tradizione, vivendo il suo tempo secondo un gusto e uno stile che, in buona sostanza, lo accomunano ad autori come Francis Poulenc, Darius Milhaud, Benjamin Britten, ai suoi maestri Ildebrando Pizzetti e Alfredo Casella, a Igor Stravinskij, quest’ultimo da lui frequentato e ammirato per lungo tempo. E a ben sentire, l’eleganza e la co-municativa dello stile di Rota, coetaneodi Luigi Dallapiccola e Goffredo Petrassi,si sposano a ritmi e armonie che appar-

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tengono a pieno diritto alla temperie novecentesca. Il Divertimento concertante per contrab-basso, che al di là del titolo è un concerto in tutto e per tutto, ci rivela quanto Rota, uomo di natura mite e ri-servato, possedesse anche una persona-lità giocosa e quasi burlona. La storia di questa partitura, stratificata negli anni, è strettamente legata a Franco Petracchi, formidabile contrabbassista e docente innovatore (noto è il suo metodo intito-lato Semplified Higher Technique), di origini pistoiesi, dedicatario di pagine per lui scritte da compositori come Virgilio Mortari, Franco Donatoni, Armando Trovajoli e Luciano Berio. Nel 1968, Petracchi teneva la classe di contrabbasso al Conservatorio Piccinni di Bari, del quale Rota era direttore. L’aula era esattamente sotto la direzione, e quando Petracchi chiese a Rota di scrivere un pezzo per contrabbasso e pianoforte da destinare ai suoi allievi, il compositore confezionò una pagina sorniona e un po’ grottesca, dove risuo-navano le scale e tutti quegli esercizi che durante le lezioni doveva sorbirsi: sarebbe poi diventata il secondo movi-mento del Divertimento concertante, una Marcia alla maniera di Prokof ’ev,

scandita dal ritmo pimpante di un mo-tivo presentato dal clarinetto e ripreso dal contrabbasso, e da quest’ultimo sviluppato in un’atmosfera di pungente umorismo. Sempre nel 1968, alla Marcia Rota affiancò l’Aria, il terzo movimento: fin dall’inizio, a dominare è una melodia dolente e intensa, dal bellissimo profilo, esposta dal contrabbasso e poi passata ai legni. L’atmosfera rarefatta, talvolta quasi memore di Čajkovskij, accoglie il canto introspettivo del solista, prima che l’orchestra esploda in un’appassionata enunciazione del tema principale. Stando a quel che ricorda lo stessoPetracchi, quel tema indimenticabile (e in questo tipicamente rotiano) proveniva dalla colonna sonora per la celebre pel-licola Il dottor Zivago di David Lean, che poi Rota non avrebbe portato a termine, lasciando il testimone a Maurice Jarre. Non a caso, per l’interpretazione il com-positore suggerì a Petracchi di pensare a una lenta marcia di esuli russi verso la Siberia, che di notte si trascinano verso il sorgere del sole. E di quel motivo così toccante, aggiungiamo noi, Rota si sarebbe ricordato ancora una volta per l’Andante del suo Concerto per pianofor-te “Piccolo mondo antico”, fra gli ultimi suoi lavori. Nel 1970, Rota aggiunse

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ancora un movimento, il Finale: uno spiritato galop (come inizialmente inti-tolato il movimento), con il contrabbas-so che si lancia in una frenetica quanto virtuosistica corsa mentre ironicamente gareggia con gli altri strumenti. Domina una leggerezza spiritata, sorprendente se si pensa alle dimensioni di per sé in-gombranti di un contrabbasso, che qui si cimenta anche in una pensosa quanto elaborata cadenza prima della fulmineaconclusione. Fu a questo punto che Rota, anche su suggerimento dello stesso Petracchi, decise di dare a quei tre pezzi una veste orchestrale con il contrabbassocome solista, aggiungendo quello che diventò il primo movimento del defini-tivo Divertimento concertante (così pubblicato nel 1973), ossia l’Allegro. Ad aprirlo è un gesto ampio a piena orche-stra, completato dalle volate sbigottite dei legni sui pizzicati, e seguito poi da un tema svagato dei clarinetti ancora su pizzicati. Rota spiegò, ricorda ancora Petracchi, che quell’incipit era stato ripreso dal Concerto per violino n.1 op.6 di Paganini e modificato nella parte finale del tema: come a voler evocare l’incubo di un contrabbassista che im-magina che quel concerto è stato scritto per lui ma che non riesce a prendere la

giusta nota finale. Quel tema il contrab-basso lo riprende, così come riprende le altre idee sviluppandole in una vera e propria giostra di rivisitazioni attraverso i suoi vari registri. C’è anche un momento tutto meditativo, e una cadenza quasi misteriosa, ma a dominare è in fondo il tono leggero ed elegante di un Rota che ci fa l’occhiolino mentre si diverte, con un’abilità e una naturalezza senza pari, a giocare con la sua musica.

Francesco Ermini Polacci

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Beethoven ammirava Napoleone. Lo accostava ai grandi consoli romani. Sti-mava la lungimiranza dello stratega e il carisma del condottiero. Guardava con rispetto alla sua vicenda umana e politi-ca in cui trovavano conferma i sentimen-ti democratici e repubblicani da lui pro-fessati: l'uomo nuovo di umili origini che, non per nascita o per sangue ma soltanto in virtù del suo valore, riesce ad ascendere a una posizione di primo piano. In ciò, peraltro, scorgeva uno dei benefici effetti apportati dalla Rivo-luzione francese. L'incanto però si infran-se quando nel maggio 1804 seppe cheNapoleone si era proclamato imperatore.Racconta Ferdinand Ries, l'allievo latore della funesta notizia, che Beethoven ebbe uno scatto d'ira: "Anch'egli non è altro che un uomo comune! Ora calpesterà tutti i diritti dell'uomo e asseconderà solo la sua ambizione; si collocherà più in alto di tutti gli altri, diventerà un tiranno!". Dopodiché andò al suo tavolo, prese la partitura della sua terza sinfonia e ne stracciò il frontespizio. Quella sinfonia (da poco compiuta, dopo oltre un anno di lavoro) portava infatti il titolo di "Buonaparte". Si ispirava, cioè, alla figura di Napoleone.Impiegando una definizione anacroni-

LUDWIG VAN BEETHOVEN(Bonn 1770 - Vienna 1827)

Sinfonia n.3 in mi bemolle maggiore op.55 'Eroica'

durata: 50 minuti circa

stica per l'epoca, la si potrebbe definire "musica a programma" - dove però il programma, a differenza di quanto av-verrà poi in pieno Romanticismo, non è di natura letteraria, avendo invece a fon-damento una figura reale, un protagoni-sta della storia contemporanea elevato a modello etico e libertario. Tuttavia la bruciante disillusione che provocò il violento ripudio del titolo non inficia af-fatto il senso intimo della composizione. Benché depennatone il nome da quel frontespizio, lo spirito di Napoleone resta comunque radicato nella partitura. Difatti la dicitura "Buonaparte" non va intesa come una dedica qualsiasi (di solito, all'epoca, la scelta del dedicatorio era dettata da ragioni di opportunismo professionale o pecuniario), ma come riferimento ideale di forte valenza este-tica, molla dell'intero processo creativo di quest'opera nella quale si riconoscono anche richiami a moduli e stilemi di musica francese rivoluzionaria. Tanto più che l'indignazione di Beethoven dovette sbollire rapidamente, se tre mesi dopo scriveva agli editori Breitkopf e Härtel che "la sinfonia, a dir il vero, è intitolata Bonaparte". E pure negli anni successivi avrebbe dimostrato per quell'uomo una considerazione ancora

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intatta, per esempio pensando di dedi-cargli, nel 1810, la Messa op.86. Il perché di una tale costanza d'affetti è stato convincentemente spiegato da Carl Dahlhaus nella sua monografia beetho-veniana (1987): "Sempre Beethoven ammirò la grandezza di Napoleone, una grandezza che egli fece assurgere a mito nell'Eroica e collocò così in una sfera spirituale in cui poté diventare oggetto di musica; il repubblicano Beethoven [...] fu sempre dolorosamente consapevole della dialettica di rivoluzione e tirannide, di guerra rivoluzionaria e imperialismo; ma sempre Beethoven rimase convinto della superiorità dell'idea realizzata, seppure inadeguatamente, divenuta concreta, sui principi astratti". Ciononostante la stampa dell'opera (1806)tace di Napoleone, o meglio lo occulta tra le righe della titolazione definitiva: Sinfonia Eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand'Uomo. Non c'è da stupirsene, dato che l'anno prima il novello imperatore aveva dichiarato guerra all'Austria, arrivando a occupare Vienna. E benché in genere Beethoven fosse politicamente filofrancese, in quell'occasione la spinta patriottica ebbe in lui la meglio. Così la terza sinfonia in mi bemolle maggiore op.55 venne offerta

al principe Lobkowitz nel cui palazzo era stata udita per la prima volta nel 1804 da uno scelto auditorio aristocratico - inuna sala pubblica, al Teatro An der Wien,sarebbe invece arrivata nell'aprile dell'annoseguente.La conoscenza della genesi dell'Eroica è indispensabile alla sua comprensione,giacché qui, più che in altri casi, le ragio-ni extramusicali si riversano copiosamen-te nell'opera, incidendo in profondità su scrittura e struttura, sostanza musicale e dimensione ideale: la potenza del gesto,un'ispirazione copiosa che fiorisce da cellule tematiche estremamente elemen-tari connesse l'una all'altra, la densitàmaterica, la veemenza del linguaggio, la dilatazione delle dimensioni (all'epoca una sinfonia così lunga non si era mai sentita) e delle sonorità orchestrali, il respiro epico e le grande campiture carat-terizzanti la produzione del Beethoven di mezzo impongono alla tradizione sinfonica settecentesca, non rinnegata bensì espansa e ispessita, una violentaaccelerazione in avanti. Ciò accade perché le architetture dell'Eroica sono strettamente funzionali al "programma"ideologico della composizione. È insom-ma il contenuto a determinarne l'impian-to formale.

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La carica innovativa della partitura simisura soprattutto nei primi due movimenti. Nel grandioso Allegro con brio, pagina di taglia inusitata, con uno sviluppo assai vasto e una imprevista, lunghissima coda di 120 battute, che sembra davvero raffigurare un valoroso condottiero sul campo di battaglia men-tre sprona il suo esercito verso l'ultimo, vittorioso assalto (indubbiamente curio-so, perciò, che il tema principale ne rammenti uno del Singspiel Bastiano e Bastiana di Mozart dodicenne); nonché in quell'imponente epicedio per un eroe rappresentato dalla Marcia funebre. Assai meno audace appare lo Scherzo, pannello di raccordo il cui profilo popo-laresco (e venatorio: per via della fanfara di corni che compare nel Trio centrale)poggia su un'irresistibile vitalità ritmica. Merita un discorso a parte il quarto movimento. Spesso questa serie di variazioni (gemella delle Variazioni per pianoforte op.35) è stata considerata il pilastro debole dell'intera sinfonia, incapace di controbilanciare il peso del primo tempo se non per risolverne in positivo i drammatici contrasti. Su un piano prettamente formale la critica non appare del tutto ingiustificata: un tema con variazioni, forma tradizionalmente

piuttosto leggera, non è equiparabile alla complessità di pensiero che sta alla base di quella forma-sonata su cui, da Haydn in poi, era consuetudine coniare i primi movimenti di sinfonia. Nondimeno in questo finale il principio della variazio-ne si piega a un'elaborazione multipla (infatti soggetti a trasformazione sono, alternativamente, sia il tema vero e pro-prio sia il suo basso) e sofisticata (poichéil processo variativo implica slittamenti tonali, ristrutturazioni armoniche, svi-luppi fugati, oltre ai normali interventi sulla melodia). Ma prescindendo dal mero dato tecnico, il significato autenti-co dell'ultimo tempo dell'Eroica va ricercato soprattutto nel valore ideale insito nel tema sottoposto a variazioni. Un tema che Beethoven ricavò dal suo balletto Le creature di Prometeo (1801). Ecco la chiave del finale dell'Eroica: Prometeo, il mito antico che per analogia il compositore tendeva a identificare e a sovrapporre al mito presente di Bonaparte, entrambi legati nella sua mente all'immagine esaltante di un vitto-rioso umanesimo.

Gregorio Moppi

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Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio.Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart,

tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto.

Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.

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Violini primi

Daniele Giorgi *Andrea Tacchi *Paolo Gaiani **Stefano BianchiGabriella ColomboClarice CurradiMarcello D'AngeloChiara FolettoAlessandro Giani Susanna Pasquariello

Violini secondi

Chiara Morandi *Franziska Schötensack *Angela Asioli **Damiano BabbiniPaolo Del LungoFrancesco Di Cuonzo Marian EllemanMarco Pistelli

Viole

Stefano Zanobini *Giulia Panchieri *Caterina Cioli **Alessandro Franconi Pier Paolo Ricci

Violoncelli

Luca Provenzani *Augusto Gasbarri *Andrea Landi **Stefano BattistiniGiovanni Simeone

contraBBassi

Amerigo Bernardi *Luigi Giannoni **Simone Prando

Flauti

Fabio Fabbrizzi *Michele Marasco * Claudia Bucchini

oBoi

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *

clarinetti

Marco Ortolani *Alfredo Vena *

FaGotti

Paolo Carlini *Umberto Codecà *

corni

Andrea Albori *Paolo Faggi *Lara MorottiEolo Pignattini

tromBe

Donato De Sena *Guido Guidarelli *

timpani

Morgan M.Tortelli *

ispettore d’orchestra e archiVista

Alfredo Vignoli

* prime parti ** concertino

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concerti aPERITIVO

domenica 28 febbraio 2016Ottetto d'Archi dell'ORTAndrea Tacchi, Daniele Giorgi, Patrizia Bettotti, Susanna Pasquariello violiniStefano Zanobini, Caterina Cioli violeLuca Provenzani, Giovanni Simeone violoncellimusiche di Bruch, Mendelssoh

domenica 6 marzo 2016ORTduoChiara Morandi violinoAugusto Gasbarri violoncelloI Colori dell'Invenzionemusiche di Bach, Glière, Ravel

domenica 13 marzo 2016I Cameristi dell'ORTDaniele Giorgi, Andrea Tacchi violiniStefano Zanobini violaLuca Provenzani violocelloAmerigo Bernardi contrabbassoMarco Ortolani clarinettoPaolo Carlini fagottoAndrea Albori cornoSchubert - Ottetto per archi e fiati D.803 (op.post.166)

Grazie alla collaborazione con il Relais Santa Croce, riprendono dopo un'interruzione di circa 10 anni, i Concerti Aperitivo della domenica mattina. Tre appuntamenti, dove saranno protagonisti i Gruppi da Camera dell'Orchestra della Toscana.I concerti si svolgeranno presso la Sala della Musica del Relais Santa Croce in via Ghibellina 87 (a pochi metri dal Teatro Verdi). Dopo ogni concerto seguirà un aperitivo.I posti sono limitati, la vendita è già in corso presso la biglietteria del teatro e suwww.teatroverdionline.it.

inizio ore 11.00ingresso > euro 5,00 compreso aperitivo

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i prossimi appuntamenti

10febbRAiOmercoledìore 21.00

tiMothY BrocKdirettore

Tutti al Teatro Verdi!la cenerenTOladi RossinicarlOmOrenO VOlPini direttoreregia di mAnU lAlli

ORT in collaborazione con Venti Lucenti

Gershwin_Cuban, ouverture; Un americano a ParigiAnderson_The TypewriterRota_Suite da 'La Strada'musorgskij_Una notte sul monte Calvo

18febbRAiO

giovedìore 21.00

AnDRew GOURlAy direttorebenjamin grOsVenOr pianoforteChiARA mORAnDi violinomusiche di Silbelius, Mozart, Takemitsu, Prokof'ev

Concerto di Carnevale

in collaborazione con il Conservatorio

‘Luigi Cherubini’ di Firenzee l'Istituto di Studi Musicali

‘Rinaldo Franci’ di Siena

27febbRAiO

sabatoore 16.30

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comunicazioni PER IL PUBBLICO

JamesBoy È Qui. Continuiamo a dare spazio nel foyer del nostro teatro a giovani artisti che vivono e lavorano principalmente in Toscana. Dopo aver ospitato Exit Enter e Blub, è ora la volta di Jamesboy. La volontà della Fondazione ORT è ancora una volta quella di dare risalto a questi giovani autori mettendoli in contatto con il numeroso ed eterogeneo pubblico che passa dal Verdi. Molte le opere di Jamesboy esposte: fanno parte principalmente delle serie Canela y Miel e Psychedelic Colors (maschere e natura). Presente anche un'installazione denominata "Diventa Santo", una particolare porta con aureola che immaginiamo sarà molto fotografata e "interpretata" durante gli spettacoli al Teatro Verdi.

È un successo la nostra realtÀ aumentata

Realtà aumentata, l'idea di ribaltare il punto di vista (e d'ascolto) del pubblico, è diventata subito un successo. Ad ogni concerto quattro tra i nostri abbonati prendono posto accanto ai Professori dell'orchestra per un'esperienza inedita ed affascinante. I commenti dei primi partecipanti sono entusiastici. Questi i loro nomi: Antonio Di GiovanniKathleen Julien, Laura Fabbrini, Carlo degl'Innocenti, Paolo Pampaloni, Simonetta Pampaloni, Mauro SbordoniGigliola Paoletti, Michele PadovanoAnna Gallenga, Maria Pia Sabatelli, Giovanni Bernetti, Fabiano Mori, Aldo Perasole, Umberto Gelli e Mario Claudio Guacci. Ricordiamo che partecipare è semplice perché basta scrivere una mail a: [email protected]

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seGuiteci anChE qUandO nOn sIETE In TEaTRO

sito internet Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube e Pinterest). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali:www.orchestradellatoscana.it

i proGrammi su issuu Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo:issuu.com/orchestradellatoscanaChi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

audio su soundcloud Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It!Ci trovate a questo indirizzo:soundcloud.com/orchestradellatoscana

le Foto del concerto Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.

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Crediamo che la cultura rappresentiun volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione.

La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa.

Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

sOsTenenDO l’OrT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Scegli il tuo sostegno all’ORT!

my ort € 50,00sostenitore € 100,00amico € 250,00elite € 500,00

Sul sito www.orchestradellatoscana.it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente

iBan it 75 s061 6002 8001 0000 0010 505

E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori.

Inoltre destinando il 5 per mille

all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486

Ufficio [email protected]

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CONTATTIFondazione orchestra reGionale toscana Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it

[email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] del [email protected]

Amministrazionedirezioneamministrativa@orchestradellatoscana.itServizi [email protected]

teatro Verdi Via Ghibellina, 99 - 50122 FirenzeBiglietteriaVia Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiusotel. (+39) 055 212320fax. (+39) 055 288417www.teatroverdionline.it [email protected]

proGramma di sala a cura di

Ufficio Comunicazione ORT

impaGinazione

Ambra Greco

proGetto GraFico

kidstudio.it

Foto

Marco Borrelli (copertina, 5, 6, 17, 22), Lorenzo Burlando (19)

stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)

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