poster effetti psicologici diving

1
INTRODUZIONE La maggior parte della letteratura considera l’attività di immersione subacquea un’attività che induce stress e sconsigliata per le persone con un’elevata tendenza all’ansia (Morgan et al. 2004). Tale prospettiva non evidenza gli effetti psicologici positivi delle immersioni, se svolte in determinate condizioni. Una volta che la persona è immersa, infatti, vengono coinvolti una serie di meccanismi biopsicofisiologici che potrebbero favorire una condizione di benessere. Primo, in riferimento alla Teoria Polivagale di Stephen W. Porges si evidenzia l’importanza dello stato viscerale nel determinarsi di una condizione di benessere; l’esistenza di una comunicazione bidirezionale tra gli organi periferici e il sistema nervoso centrale, tra l’esperienza psicologica e la regolazione fisiologica (Porges, 2001; 2009). Vari fattori sono coinvolti durante l’immersione subacquea nella modulazione dell’attività del sistema nervoso autonomo. Si ha da un lato un incremento dell’attività del sistema parasimpatico (SNP), che corrisponde a sensazioni di calma, induce rilassamento fisico e psicologico e inibisce o rallenta l’attività del corpo ristorandolo (Cahn and Polich, 2006). Dall’altro si ha un decremento dell’attività cardiaca simpatica (SNS) (Chouchou et al. 2009), che, al contrario, eccita o facilita l’attività del corpo ed è un veicolo primario della risposta fight or flight” . Secondo, attraverso un’analisi comparativa tra le immersioni subacquee e le discipline meditative-tecniche basate sul corpo emergono importanti similitudini che avvalorano l’ipotesi che l’attività subacquea possa indurre il soggetto in uno stato meditativo e di consapevolezza, promuovendo il benessere. La Meditazione è essenzialmente uno stato fisiologico in cui è stata dimostrata una riduzione dell’attività metabolica che elicita il rilassamento mentale e fisico migliorando l’equilibrio psicologico e apportando stabilità emotiva (Schimd et al. 2010). Nelle tecniche meditative come nella pratica di immersione, l’attenzione verso il respiro e la consapevolezza corporea rivestono un ruolo fondamentale (Brown and Gerbarg, 2005). In tabella 1 sono illustrati i principali fattori in comune riscontrati. DISCUSSIONE/CONCLUSIONI Le persone coinvolte nell’attività subacquea hanno mostrato un maggior miglioramento dello stato psicologico rispetto a coloro che non hanno svolto tale attività. Dopo una settimana di immersioni, i subacquei hanno ridotto significativamente il livello di ansia: non solo percepiscono meno minacce e rispondono ad esse con minor intensità, ma anche mostrano una minor tendenza all’ansia. Inoltre, le persone che hanno mostrato tratti di ansia elevati alla baseline migliorano significativamente, al contrario dei controlli che non riportano nessun cambiamento significativo. Pertanto sembrerebbe che le trasformazioni psicologiche che avvengono mentre ci si immerge, non solo interessano lo stato momentaneo del soggetto, calmando e ristorando il corpo e la mente, ma anche interessa i tratti permanenti di personalità promuovendo una profonda trasformazione che conduce ad una minore tendenza all’ansia, una miglior risposta alle situazioni e riduce la possibilità di avere un attacco di panico. Infine gli effetti positivi negli uomini subacquei sulla stabilità emotiva, e nelle donne subacquee e nel gruppo degli “ansiosi” sulla capacità di consapevolezza mostrano ulteriormente le potenzialità che tale attività potrebbe avere per il raggiungimento rapido di uno stato di benessere. Questo primo studio sperimentale vuole introdurre una innovativa tecnica per il raggiungimento del benessere. Ciò suggerisce di considerare questa attività, svolta in determinate condizioni, come un nuovo metodo per promuovere il benessere e per migliorare l’abilità di far fronte efficacemente alle differenti richieste ambientali BIBLIOGRAFIA Brown R.P. & Gerbarg P.L., (2005). Sudarshan Kriya yogic breathing in the treatment of stress, anxiety, and depression: part I-neurophysiologic model. Journal of Alternative and Complementary Medicine ;11(1):189-201. Cahn B.R. & Polich J. (2006). Meditation states and traits: EEG, ERP, and neuroimaging studies. Psychological Bulletin, 132(2):180-211 Chouchou F., Pichot V., Garet M., Barthélémy J.C. & Roche F., (2009). Dominance in cardiac parasympathetic activity during real recreational SCUBA diving. European Journal of Applied Physiology ;106(3):345-52. Lazar S.W., Bush G., Gollub R.I., Fricchione G.L., Khalsa G. & Benson H., (2000). Functional brain mapping or the relaxation response and meditation. NeuroReport. 11 (7), 1581-1585. Lovallo W.R. and Sollers J.J. (2000). Autonomic nervous system. Encyclopedia of Stress, 1, 275-284. Morgan W.P., Raglin J.S. & O'Connor P.J. (2004). Trait anxiety predicts panic behavior in beginning scuba students. International Journal of Sports Medicine, 25(4):314-22. Porges, S. W. (2001). The polyvagal theory: Phylogenetic substrates of a social nervous System. International Journal of Psychophysiology, 42, 123- 146. Porges S.W. (2009), Reciprocal influences between body and brain in the perception and expression of affect, Tr. it. in G. Amadei, C. Di Credico, R. Gatto (a cura di) Attraversare le emozioni, vol.1, ed., Mimesis Edizioni, pp. 117-143 , in press. Rubia K., (2009). The neurobiology of Meditation and its clinical effectiveness in psychiatric disorders. Biological Psychology; 82: 1-11. Schmid A.A., Van Puymbroeck M. & Koceja D.M., (2010). Effect of a 12-week yoga intervention on fear of falling and balance in older adults: a pilot study. Archives of Physical Medicine Rehabilitation . 91(4):576-83. CONTATTI: [email protected] Tab.2) Confronto tra gruppi (T2<T1) con il test U di MannWhitney (** p <0,01; * p <0,05). Tab. 1 Fattori comuni tra l’attività subacquea e le pratiche di meditazione/tecniche basate sul corpo Allo stato dell’arte 1. predominante attivazione parasimpatica e decremento di quella simpatica durante la pratica subacquea (Chouchou, 2009); 2. relazione tra l’incremento del SNP e gli stati psicologici, quali rilassamento, riposo, equilibrio emotivo, sviluppo autostima, buffer dalle minacce (Rubia, 2009; Lazar et al. 2000) 3. non ci sono studi sulla relazione tra stati psicologici “positivi” e attività subacquea FATTORI COMUNI Pubblicazioni/Autori Rallentamento ritmo respiratorio Brown and Gerbarg, 2005; Gilbert, 2003 Riduzione del battito cardiaco e del metabolismo dell’ossigeno Rubia, 2006; Neubauer et al. 2001; Rai et al.2008. Incremento attività SNP e decremento SNS Cahn and Polich, 2006; Chouchou, 2009; Schipke and Pelzer, 2001. Riduzioni tensioni muscolari Kjellgren et al. 2001; Nishimura and Onodera, 2000; Dehdari et al. 2009 Incremento percezione del proprio corpo Gargiuolo, 2002 Sviluppo sensibilità propriocettiva Tsang and Hui-Chan, 2003; Wong and Lan, 2008 Attenzione al respiro Kabat-Zinn, 1996 Importanti meccanismi di biofeedback posturali/propriocettivi Meuret et al. 2004; Meuret et al. 2001 OBIETTIVI e IPOTESI Lo scopo dello studio è stato quello di indagare la relazione tra attività subacquea e stati psicologici. Nello specifico abbiamo ipotizzato che le immersioni subacquee, se svolte correttamente in determinate condizioni, possano promuovere il benessere psicologico e aumentare la consapevolezza. METODO e MATERIALI 120 soggetti sono stati reclutati in un luogo di vacanza: 61 hanno svolto attività subacquea (gruppo sperimentale, età media 41); 59 hanno svolto altre attività, tranne quella subacquea (gruppo di controllo, età media 40). Non ci sono differenze significative tra i due gruppi per le variabili di interesse alla baseline. Le variabili psicologiche sono state valutate con: State-Trait Anxiety Inventory (Spielberger, 1983); Profile of Mood States (McNair et al., 1971) ; Five Facet Mindfulness Questionnaire (Baer et. al. 2006). Sono state svolte le misurazioni in due momenti distinti: il giorno di arrivo nella struttura turistica (tempo 1) e il giorno prima di partire (tempo 2) con un intervallo di tempo di una settimana. Il 31% dei partecipanti ha mostrato livelli di ansia elevati alla prima misurazione (punteggio Ansia di Tratto >39). Sono state calcolate le differenze statisticamente significative nei punteggi tra il tempo 1 ed il tempo 2 (T test per campioni appaiati) ed i risultati ottenuti sono stati confrontati tra i due gruppi (test non parametrio U di Mann-Whitney). In tal modo abbiamo potuto annullare l’ ”effetto vacanza” . I gruppi sono stati inoltre suddivisi per genere e le analisi condotte indipendentemente. Fig.1 e 2 Confronto tra sottogruppi ansiosi con punteggi al test STAI-TRATTO >39 alla prima misurazione (T1) e dopo una settimana di vacanza (T2) per le variabili Mindfulness (sub + 4,4%, controlli -1,3%, test U di Mann-Whitney p: 0,001) e Ansia di Tratto (sub -9,03%, controlli 2,78%, test U di Mann Whitney p: 0,005).

Upload: scubawellness

Post on 22-Jul-2015

418 views

Category:

Health & Medicine


2 download

TRANSCRIPT

Page 1: Poster effetti psicologici diving

INTRODUZIONE La maggior parte della letteratura considera l’attività di immersione subacquea un’attività che induce stress e sconsigliata per le persone con un’elevata tendenza all’ansia (Morgan et al. 2004). Tale prospettiva non evidenza gli effetti psicologici positivi delle immersioni, se svolte in determinate condizioni. Una volta che la persona è immersa, infatti, vengono coinvolti una serie di meccanismi biopsicofisiologici che potrebbero favorire una condizione di benessere. Primo, in riferimento alla Teoria Polivagale di Stephen W. Porges si evidenzia l’importanza dello stato viscerale nel determinarsi di una condizione di benessere; l’esistenza di una comunicazione bidirezionale tra gli organi periferici e il sistema nervoso centrale, tra l’esperienza psicologica e la regolazione fisiologica (Porges, 2001; 2009). Vari fattori sono coinvolti durante l’immersione subacquea nella modulazione dell’attività del sistema nervoso autonomo. Si ha da un lato un incremento dell’attività del sistema parasimpatico (SNP), che corrisponde a sensazioni di calma, induce rilassamento

fisico e psicologico e inibisce o rallenta l’attività del corpo ristorandolo (Cahn and Polich, 2006). Dall’altro si ha un decremento dell’attività cardiaca simpatica (SNS) (Chouchou et al. 2009), che, al contrario, eccita o facilita l’attività del corpo ed è un veicolo primario della risposta “fight or flight”. Secondo, attraverso un’analisi comparativa tra le immersioni subacquee e le discipline meditative-tecniche basate sul corpo emergono importanti similitudini che avvalorano l’ipotesi che l’attività subacquea possa indurre il soggetto in uno stato meditativo e di consapevolezza, promuovendo il benessere. La Meditazione è essenzialmente uno stato fisiologico in cui è stata dimostrata una riduzione dell’attività metabolica che elicita il rilassamento mentale e fisico migliorando l’equilibrio psicologico e apportando stabilità emotiva (Schimd et al. 2010). Nelle tecniche meditative come nella pratica di immersione, l’attenzione verso il respiro e la consapevolezza corporea rivestono un ruolo fondamentale (Brown and Gerbarg, 2005). In tabella 1 sono illustrati i principali fattori in comune riscontrati.

DISCUSSIONE/CONCLUSIONI Le persone coinvolte nell’attività subacquea hanno mostrato un maggior miglioramento dello stato psicologico rispetto a coloro che non hanno svolto tale attività. Dopo una settimana di immersioni, i subacquei hanno ridotto significativamente il livello di ansia: non solo percepiscono meno minacce e rispondono ad esse con minor intensità, ma anche mostrano una minor tendenza all’ansia. Inoltre, le persone che hanno mostrato tratti di ansia elevati alla baseline migliorano significativamente, al contrario dei controlli che non riportano nessun cambiamento significativo. Pertanto sembrerebbe che le trasformazioni psicologiche che avvengono mentre ci si immerge, non solo interessano lo stato momentaneo del soggetto, calmando e ristorando il corpo e la mente, ma anche interessa i tratti permanenti di personalità promuovendo una profonda trasformazione che conduce ad una minore tendenza all’ansia, una miglior risposta alle situazioni e riduce la possibilità di avere un attacco di panico. Infine gli effetti positivi negli uomini subacquei sulla stabilità emotiva, e nelle donne subacquee e nel gruppo degli “ansiosi” sulla capacità di consapevolezza mostrano ulteriormente le potenzialità che tale attività potrebbe avere per il raggiungimento rapido di uno stato di benessere. Questo primo studio sperimentale vuole introdurre una innovativa tecnica per il raggiungimento del benessere. Ciò suggerisce di considerare questa attività, svolta in determinate condizioni, come un nuovo metodo per promuovere il benessere e per migliorare l’abilità di far fronte efficacemente alle differenti richieste ambientali

BIBLIOGRAFIA

Brown R.P. & Gerbarg P.L., (2005). Sudarshan Kriya yogic breathing in the treatment of stress, anxiety, and depression: part I-neurophysiologic model.

Journal of Alternative and Complementary Medicine;11(1):189-201.

Cahn B.R. & Polich J. (2006). Meditation states and traits: EEG, ERP, and neuroimaging studies. Psychological Bulletin, 132(2):180-211

Chouchou F., Pichot V., Garet M., Barthélémy J.C. & Roche F., (2009). Dominance in cardiac parasympathetic activity during real recreational SCUBA

diving. European Journal of Applied Physiology;106(3):345-52.

Lazar S.W., Bush G., Gollub R.I., Fricchione G.L., Khalsa G. & Benson H., (2000). Functional brain mapping or the relaxation response and

meditation. NeuroReport. 11 (7), 1581-1585.

Lovallo W.R. and Sollers J.J. (2000). Autonomic nervous system. Encyclopedia of Stress, 1, 275-284.

Morgan W.P., Raglin J.S. & O'Connor P.J. (2004). Trait anxiety predicts panic behavior in beginning scuba students. International Journal of Sports

Medicine, 25(4):314-22.

Porges, S. W. (2001). The polyvagal theory: Phylogenetic substrates of a social nervous System. International Journal of Psychophysiology, 42, 123-

146.

Porges S.W. (2009), Reciprocal influences between body and brain in the perception and expression of affect, Tr. it. in G. Amadei, C. Di Credico, R.

Gatto (a cura di) Attraversare le emozioni, vol.1, ed., Mimesis Edizioni, pp. 117-143 , in press.

Rubia K., (2009). The neurobiology of Meditation and its clinical effectiveness in psychiatric disorders. Biological Psychology; 82: 1-11.

Schmid A.A., Van Puymbroeck M. & Koceja D.M., (2010). Effect of a 12-week yoga intervention on fear of falling and balance in older adults: a pilot

study. Archives of Physical Medicine Rehabilitation. 91(4):576-83.

CONTATTI: [email protected]

Tab.2) Confronto tra gruppi (T2<T1) con il test U di Mann–Whitney (** p <0,01; * p <0,05).

Tab. 1 Fattori comuni tra l’attività subacquea e le pratiche di meditazione/tecniche basate sul corpo

Allo stato dell’arte 1. predominante attivazione parasimpatica e decremento di quella simpatica durante la

pratica subacquea (Chouchou, 2009); 2. relazione tra l’incremento del SNP e gli stati psicologici, quali rilassamento, riposo,

equilibrio emotivo, sviluppo autostima, buffer dalle minacce (Rubia, 2009; Lazar et al. 2000)

3. non ci sono studi sulla relazione tra stati psicologici “positivi” e attività subacquea

FATTORI COMUNI Pubblicazioni/Autori Rallentamento ritmo respiratorio Brown and Gerbarg, 2005; Gilbert, 2003 Riduzione del battito cardiaco e del metabolismo dell’ossigeno

Rubia, 2006; Neubauer et al. 2001; Rai et al.2008.

Incremento attività SNP e decremento SNS Cahn and Polich, 2006; Chouchou, 2009; Schipke and Pelzer, 2001.

Riduzioni tensioni muscolari Kjellgren et al. 2001; Nishimura and Onodera, 2000; Dehdari et al. 2009

Incremento percezione del proprio corpo Gargiuolo, 2002

Sviluppo sensibilità propriocettiva Tsang and Hui-Chan, 2003; Wong and Lan, 2008 Attenzione al respiro Kabat-Zinn, 1996 Importanti meccanismi di biofeedback posturali/propriocettivi Meuret et al. 2004; Meuret et al. 2001

OBIETTIVI e IPOTESI Lo scopo dello studio è stato quello di indagare la relazione tra attività subacquea e stati psicologici. Nello specifico abbiamo ipotizzato che le immersioni subacquee, se svolte correttamente in determinate condizioni, possano promuovere il benessere psicologico e aumentare la consapevolezza.

METODO e MATERIALI 120 soggetti sono stati reclutati in un luogo di vacanza: 61 hanno svolto attività subacquea (gruppo sperimentale, età media 41); 59 hanno svolto altre attività, tranne quella subacquea (gruppo di controllo, età media 40). Non ci sono differenze significative tra i due gruppi per le variabili di interesse alla baseline. Le variabili psicologiche sono state valutate con: State-Trait Anxiety Inventory (Spielberger, 1983); Profile of Mood States (McNair et al., 1971) ; Five Facet Mindfulness Questionnaire (Baer et. al. 2006). Sono state svolte le misurazioni in due momenti distinti: il giorno di arrivo nella struttura turistica (tempo 1) e il giorno prima di partire (tempo 2) con un intervallo di tempo di una settimana. Il 31% dei partecipanti ha mostrato livelli di ansia elevati alla prima misurazione (punteggio Ansia di Tratto >39). Sono state calcolate le differenze statisticamente significative nei punteggi tra il tempo 1 ed il tempo 2 (T test per campioni appaiati) ed i risultati ottenuti sono stati confrontati tra i due gruppi (test non parametrio U di Mann-Whitney). In tal modo abbiamo potuto annullare l’ ”effetto vacanza”. I gruppi sono stati inoltre suddivisi per genere e le analisi condotte indipendentemente.

Fig.1 e 2

Confronto tra sottogruppi “ansiosi” con punteggi al test STAI-TRATTO >39 alla prima misurazione (T1) e dopo una settimana di vacanza (T2) per le variabili Mindfulness (sub + 4,4%, controlli -1,3%, test U di Mann-Whitney p: 0,001) e Ansia di Tratto (sub -9,03%, controlli –2,78%, test U di Mann Whitney p: 0,005).