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Marco Maria Giuseppe Scifo Progetti 2001 – 2009

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Documentazione opere di Marco Maria Giuseppe Scifo, aggiornata al 2009

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Page 1: portfolio 2009

Marco Maria Giuseppe Scifo Progetti 2001 – 2009

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Progetti Consumabile 2002–2009

8 sec b-n 2005

Peace 2005

Apicoltura 2006–2009

Apicoltura - Personale, Galerie du Tableau, Marseille 2007

Apicoltura - Skyline of Bees, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano 2008

Apnea 2006–2009

Apnea - Mostra Atelier Soardi, Nizza 2008

Berliner Meer 2001–2009

Contatore di Lucciole 2008–2009

Opera in copertina: Oceani gialliDimensione: cm 240 x 160Materiali: stoffa, aluminio alimentare2005Courtesy Köpke

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Consumabile2002–2009

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Installazione composta da un numero di pezzi variabile in base all’eventuale ubicazione.Dimensione dei singoli pezzi: cm 6 x 12 x 6Materiali: cera, paraffina, resistenza elettrica, trasformatore, cavistica varia

2006

Consumabile, progetto work in progress iniziato nel 2002, ha subito numerosi cambiamenti formali mantenendo invariato solo il concetto di deteriorabilità del suo materiale. Già nel nome è contenuta l’es-senza del progetto stesso. Questa installazione apparentemente statica, vive in una situazione d’attesa inter-rotta solo dalla connessione all’elettricità. Attivandosi l’energia passa all’interno dei fili, riscalda la resistenza affogata all’interno del pesce in cera, iniziando il cambiamento fisico del materiale da solido a liquido, decretando l’inizio della morte dell’oggetto. Questa azione contiene i canoni di lettura di un’ opera che nasce attivata dall’elettricità e muore consumata da essa. Quello che rimane ad azione conclusa è una pozza di cera al di sotto di una serpentina incandescente connessa ad un cavo elettrico. L’elettricità che di solito dà luce alla vita di tutti i giorni, in questo progetto consuma in pochi minuti la forma dando vita alla mia idea.

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8 sec b-n2005

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Video 8 sec b/nGalle ria unorossodue, Milano 2005

Un bambino di cinque anni seduto su di un cavallino con ai piedi quattro ruote, si muove lentamente in una visione di pochi secondi in loop, con un intervallo altrettanto breve. Il duo fantino-cavallino vive all’interno di un circuito residente nel subconscio. La figura passa al di là di una parete, visibile attraverso una soglia come un”déjà vu”. L’immagine si muove dalla destra alla sinistra accompagnata da un sospiro di vento.Video realizzato in stop-motion (venticinque foto per secondo montate in post-produzione a creare una traccia unica).

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3 frame del video 8 sec b/nFoto lamda cm 38 x 27, cad2005

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Peace2005

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Peace, è una videoanimazione in cui, sullo sfondo nero compatto, si trova una capretta che compie un ciclo intero di respirazione in due minuti, trasformando il soggetto da uno stadio di stasi a quello di movimento vitale fatto di piccoli sussulti.

Il sonoro restituisce il rumore della respirazione affannosa che ciclicamente dal silenzio si fa forte ed in seguito esaurisce la sua parabola ancora una volta nel silenzio per qualche secondo prima di ricominciare ancora ed ancora, respiro che viene ampliato dal buio della stanza e dal silenzio.

il punto di vista è fisso e le immagini sono il frutto non di un’unica ripresa video, ma da fotogrammi montati in sequenza in post-produzione a formare un’unica traccia. La capretta, animale simbolo del sacrificio, comune a moltissime culture e religioni, è qui ripreso da scatti fotografici animati virtualmente. Il punto di vista fisso e centrale e lo sfondo nero sono riferimenti alla scultura classica, che propone un soggetto immobile, visto sempre dalla stessa angolatura senza possibilità di essere fruito da altri punti di vista. Lo strumento dell’ animazione virtualmente permette poi la messa in movimento di questa forma altrimenti immobile.

Still dal video PeaceVideo HD, 2005

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Apicoltura2006 – 2009

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Apicoltura è un work in progress e come per le precedenti ricerche le basi tematiche su cui si costruisce questa idea di spazio non si esauriscono in una visione puramente este-tico-formale. Apicoltura si ricicla formal-mente ogni volta che allo studio ed alla ricerca segue una verifica pubblica, assumendo vita autonoma. Soggetto unico, a confronto con il fruitore, che nel momento in cui viene ad invadere lo spazio occupato e vissuto dall’opera, si contestualizza come parte di un volume concettuale e ben delimitato. Questo work in progress non si limita solo ad una visione statica dell’opera, perché in prossimità d’essa Apicoltura svela una dimensione auditiva che non è contorno, ma contenitore. L’intenzione non è quella di voler coinvolgere più sensi percettivi. L’audio in quest’opera è ambiente, volume in m3, area che inscrive al

suo interno un percorso grafologico visivo. Le cornici ed i plexiglass sono la pelle delle strutture poggiate sul muro, la carta velina e tutti i più anonimi particolari strutturali ser-vono ad immobilizzare e congelare momen-taneamente un’altra materia, la grafite, fissata sul supporto verticale tramite un’azione cinetico-gestuale del corpo. Un’operazione che trasforma la struttura originale della matita in una stesura di polvere di grafite che forma un’immagine riconoscibile nel soggetto dell’opera stessa. L’apparecchiatura multimediale in tutte le sue componenti, (altoparlanti, cavi, etc.), lasciate a vista diven-tano parte dell’opera come tutto ciò che è visibile ed invisibile ad una prima disamina dell’elaborato, sono come note musicali che suonate insieme formano una sinfonia in cui l’una e l’altra risultano inscindibili.

Installazione composta da un numero di pezzi variabile in base all’eventuale ubicazione.Dimensione dei disegni conprensivi di cornice: cm 115 x 155 x 5Materiali: carta velina, grafite, legno, plexiglass, materiale audio2007

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Apicoltura – Personale, Galerie du Tableau, Marseille2007

Apicoltura – Personale Galerie du Tableau, Marseille2006 – 2009

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Apicoltura

Le projet Apicoltura conçu par Marco Maria Giuseppe Scifo est destiné à se déployer en plusieurs phases successives, chacune fixant momentanément un état de la recherche menée par l’artiste sur le sujet abeille. La proposition de Scifo pour la Galerie du Tableau s’inscrit donc dans le cadre d’un projet global dont les multiples facettes n’ont pas encore toutes été dévoilées. Chaque étape ou hypothèse créative formulée n’en possède cependant pas moins une autonomie et une consistance propres.

Au-delà d’une fascination pour la combinaison « couleur et mouvement » qui caractérise à son sens le spectacle des abeilles dans la ruche, Marco Maria Giuseppe Scifo envisage sa recherche selon une perspective plus complexe, nour-rie par des observations sur la fonction ou, pourrait-on même dire, la « mission » des abeilles et de leur société à l’in-térieur du grand cycle animal et végétal. Clé de voûte d’un équilibre naturel, l’abeille incarne un principe de régulation et de dissémination essentiel, se faisant à la fois réceptacle, véhicule, producteur autosuffisant nourri de sa propre production - le miel. La complexité de ces états et leur articulation à l’intérieur d’un système social prodigieusement architecturé ont ali-menté une réflexion importante au sein du parcours de Scifo et de sa pratique artistique.

Pour l’exposition marseillaise, l’artiste a conçu un espace volumétrique inédit, inscrit à l’intérieur de la Galerie du Tableau pour en former une « doublure » qui épouse ses proportions. Deux grands dessins, matière et poudre de graphite sur papier, sont enclos dans une structure qui stoppe, enferme le trait et les surfaces remplies, soulignant le caractère fragile et temporaire de ce que l’artiste identifie comme un « par-cours graphologique visuel ». La strate de plexiglas recouvrant les dessins, de même que les cadres en bois qui les délimitent, leur offrent à la fois une protection et des conditions de mise en visibilité particulières. Ces notes ou appunti - pour reprendre un terme italien qui véhicule avec justesse l’idée d’arrêt, de fixation d’une connaissance par l’écrit, la graphie - décrivent minutieusement les abeilles dans leurs alvéoles, ainsi que les apiculteurs, reconnaissables à leur couvre-chef engazé. En suspension devant les œuvres graphiques, des haut-parleurs diffusent un son discontinu qui renvoie aux abeilles. En raison de la circulation aléatoire du son entre un orifice et un autre, la trace audio elle-même, par ses modalités de diffusion dans l’espace, ménage un parcours spatial fluctuant. D’une référence concrète, d’un corps réellement existant – les abeilles – naît un objet abstrait, volatil, dont la nature pourrait être comparée à celle du son des haut-parleurs, qui demeure fuyant et imprévisible. La combinaison des dessins et de la structure sonore con-fère toutefois à l’installation une plasticité tridimensionnelle et même quadridimensionnelle, dès lors que le facteur temps s’impose comme un élément déterminant dans la perception de l’œuvre.

Apicoltura formule donc la présence d’un espace impalpable mais enveloppant, un volume plastique invisible qui se dessine en creux à l’intérieur de la configuration cubique de l’espace d’exposition, par le biais d’indices graphiques et sonores qui s’avèrent totalement indissociables. L’installation se développe à partir d’une énergie centrifuge, une logi-que de dissémination subtile d’éléments qui investissent l’espace de la galerie pour former une nouvelle peau, une architecture virtuelle. Cette architecture est perceptible par l’expérience simultanée du visuel - le dessin et son impor-tante structure de mise en représentation - et du sonore - le bourdonnement des abeilles - dont le support technique est volontairement laissé visible. La séparation entre l’espace contenant et son contenu constitué des matières audibles et visibles qu’il renferme se fait ténue, dans un jeu constant entre intérieur et extérieur, enveloppe et composants internes.

Juliane Debeusscher

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Galerie du Tableau, Marseille 2007

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Apicoltore, 2Dimensione dei disegni conprensivi di cornice: cm 38 x 27

Materiali: grafite su carta, legno, plexiglass2008

Api macro, 2Dimensione dei disegni conprensivi di cornice: cm 38 x 27Materiali: grafite su carta, legno, plexiglass2008

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Api macro, 1Dimensione dei disegni conprensivi di cornice: cm 38 x 27

Materiali: grafite su carta, legno, plexiglass2008

Apicoltore, 1Dimensione dei disegni conprensivi di cornice: cm 38 x 27Materiali: grafite su carta, legno, plexiglass2008

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Skyline of Bees – Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano2008

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Skyline of Bees is a part of a work in progress titled “Apicoltura” (Bee Culture), a per-ception of space that cannot be exhausted by a purely aesthetic-formal analysis. “Apicoltura” takes on new formal aspects every time it is revised or submits to public criticism, taking on a life of its own as a sculptural, graphic and video installation work. Skyline of Bees is composed of a varying number of bee hives associated with an audio projection of bees. The virtual surround projection of the bees’ hum gives a new role to the function of audio in the installation – the audio component is no longer a complementary element, but the vehicle of the work. The intention is not to involve all of the senses, the audio in the Skyline of Bees is the environment, the metric volume, the area that both constructs and encloses a meditative percourse.

Skyline of Bees fa parte di un work in progress il cui nome è Apicoltura, un’idea di spazio che non si esaurisce in una visione puramente estetico-formale.

Apicoltura si ricicla formalmente ogni volta che allo studio ed alla ricerca segue una verifica pubblica, assumendo vita autonoma talvolta come scultura, disegno, video istallazione, etc. Skyline of Bees è composta da un numero variabile di arnie associate ad un audio d’api in virtual sorround, in prossimità d’essa, quest’opera svela una dimensione auditiva che non è contorno ma contenitore. L’intenzione non è quella di voler coinvolgere più sensi percettivi, l’audio in Skyline of Bees è ambiente, volume in m3, area che inscrive al suo interno un per-corso meditativo.

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Skyline of Bees - Misure ambientaliMateriali: legno, disegni, materiale multimediale2007 – 2008

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SKyline of Bees, Milano 2008

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Apnea2006 – 2009

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Apnea, work in progress iniziato nel 2005, appena dopo il periodo della mia prima personale a Milano, si nutre senza dubbio delle ceneri rimaste a chiusura di quel periodo che aveva segnato per me la scoperta e la conferma di numerosi interrogativi sul Volume che occupa e libera un’opera d’arte.

Apnea è ancora una volta un’animazione d’immagini fotografiche messe in sequenza in post-produzione (video rea-lizzato in stop-motion). Come nel video 8 sec. b/n l’immagine si muove e si rivela vibrando, scuotendo la figura in modo continuato. Pochi secondi che si compongono in un loop continuo ed infinito. Il trionfo del corpo umano, nell’era post-internet, del low cost; un’era in cui si ripresenta una divisione del globo in distruttivisti e distruttori.

L’iconografia centrale del video esalta la dilatazione del tronco, scandita da una respirazione trifasica, addome, torace, spalle (azione mirata all’immagazzinamento della quantità maggiore d’ossigeno), esaltando la capacità pneumatica del corpo umano. Un’attività studiata storicamente da tutti i popoli, approfondita in oriente in modo specificamente legato all’attività locomotoria e spirituale nella cultura Shaolin. I monaci Shaolin hanno da sempre evidenziato la preparazione all’azione mediante la meditazione seguita dalla respirazione, che carica il corpo di forza controllata e localizzata in un punto preciso posizionato poco al di sopra dell’ombelico, Chakra (Manipura Chakra). Detto anche Chakra del plesso questo punto d’energia influenza le facoltà fisiche e psichiche.

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Installazione composta da un numero di pezzi variabile in base all’eventuale ubicazione.Dimensione delle lavagne conprensive di cornice: cm 155 x 115 x 6Materiali: ardesia, gesso bianco, legno, materiale audio2007

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ApneaVideo HD, 2006 -2007

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Apnea – Apneista (light box)Dimensione: cm 114 x 154

Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino, light box2008

Apnea - ApneistaMuseo Gennaro Pérez, Cordoba, Argentina2008

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Apnea – Mostra Atelier Soardi, Nizza2008

Apnea – BoccaglioDimensioni reali

Materiali: sale marino, componenti chimici2008

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Apnea – ApneistaDimensione: cm 114 x 154

Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino2008

Il dato di partenza della poetica di Marco Maria Giuseppe Scifo è la suggestione per il mondo animale e per la natura in generale. Il legame stretto e profondo con il mare, un elemento che fa parte del suo background biografico, è stato il punto di partenza delle sue ricerche, fin dalla prima versione di Berliner Meer, nel 2001. Tutto il materiale da cui prende inizio il suo fare arte è attinto a piene mani da questo mondo che ci fa pensare in primo luogo alla terra in cui Marco è nato, la Sicilia. Marco Scifo lavora per progetti, che sono sempre dei work in progress, utilizzando di volta in volta materiali, immagini e immaginari spesso lontani tra di loro. La sua ricerca è tutta incentrata

sullo statuto della scultura, nel senso classico del termine, intesa quindi come un volume plastico in uno spazio dato. La scultura può essere di volta in volta umana (8 sec. b/n, 2005 e Apnea, 2007) o animale (Peace, 2005 e Apicoltura, 2007) ed è sempre evocata attraverso una video-animazione. Montando ad una ad una le foto (in post-produzione) che compon-gono i suoi video, Marco Scifo attribuisce letteralmente il movimento ad una forma volumetrica (una scultura, appunto) che sullo schermo poi risulterà animata, percorsa impercettibilmente da movimenti. Il dato sonoro interviene sempre nel-le sue opere, come elemento centrale in grado di creare uno spazio altro (volume in metri cubi, area che inscrive al suo in-terno un percorso meditativo), che è quella in cui il visitatore viene inevitabilmente inglobato, in virtù della sua percezione. Le opere di Scifo assumono quindi una dimensione installativa, in cui il mezzo filmico, quello plastico e quello ambientale sono indissolubilmente legati. Si tratta di un approccio attuale alla questione del rinnovamento della scultura, partendo dall’esperienza di Boccioni e dei futuristi, attraverso un’ottica assolutamente contemporanea e l’uso di strumenti che fanno ormai parte dei cosiddetti «new media». Marco Scifo ha ottenuto il Premio Acquisto Unicredit Group in occasione del Premio Internazionale della giovane scultura del 2008, organizzato dalla Fondazione Pomodoro di Milano.

Stefania Meazza

Apnea – MascheraDimensioni realiMateriali: sale marino, componenti chimici2008

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Atelier Soardi, Nice 2008

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À travers des installations complexes et extrêmement soignées plastiquement, Marco Maria Giuseppe Scifo questionne le statut de la sculpture en explorant librement la notion de volume et d’espace dans des oeuvres évolutives qui tiennent plus du work in progress que de l’artefact achevé. En effet, depuis plusieurs années, Scifo mène simultanément de front un nombre restreint de projets qui se déploient de l’atelier à l’espace d’exposition sous les formes les plus diverses. La pratique de Scifo n’entretient pas de relation exclusive avec un médium en particulier, elle se veut ouverte et plurielle. Au-delà des matériaux traditionnels de la sculpture qu’elle convoque comme le bois, mais aussi des éléments symboliques liés à l’histoire récente de l’Arte povera comme la cire ou le sel, dessin, vidéo ou installation sonore sont combinés dans des dispositifs spatiaux qui jouent avec les perceptions du regardeur et fonctionnent à la manière de véritables installations. Les dessins sont, par exemple, reliés à des enceintes pour se prolonger dans l’espace sous forme sonore, la plasticité du son faisant du même coup basculer la bidimension du dessin du côté de la sculpture. Mais les dessins peuvent également être montés en séquence afin de donner lieu à des animations vidéo qui mettent la forme en mouvement et la spatialisent. Un principe analogue peut être employé dans des vidéos qui découpent et arrêtent le mouvement à partir du montage de photographies prises à la chambre optique. Le résultat est surprenan de précision ainsi qu’en témoigne la vidéo intitulée « Apnée », fondée sur la respiration triphasique des plongeurs, qui confère un mouvement quasiment imperceptible au corps. Amateur de plongée sous-marine, fasciné par la méditerrannée depuis son enfance passée en Sicile, Scifo propose également au regardeur d’expérimenter des situations d’isolation sonore et d’isolement temporel, dans des installations de modules en bois, proches des sensations d’apnée dans lesquelles les sons apparaissent comme ouatés et où les contra-stes entre la lumière et l’obscurité participent d’un détachement du réel. Qu’elles soient de l’ordre du dessin ou de celui de l’installation - l’environnement, pourrait-on dire pour user d’un terme éculé lié aux années 60 -, ces pièces renouent très fortement avec l’idée de contemplation en proposant au regardeur de poser son attention hors des rythmes fébriles de l’époque. L’intérêt qu’il porte au monde animal et à la nature, en général, a amené Scifo à travailler récemment à un projet intitulé « Apicoltura », fondé sur l’observation du modèle de vie social des abeilles et plus largement sur leur mou-vement dans l’espace. C’est dans le cadre de ce work in progress, que Marco Maria Giuseppe Scifo a été sélectionné cette année pour concourir au prix international de la jeune sculpture de la Fondation Arnaldo Pomodoro à Milan où il vient de remporter le prix Unicredit Group.

Catherine Macchi

Apnea – JellyfishDimensione: cm 114 x 154Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino, eletricità2008

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Apnea – Boucles de sel et de lumièreDimensioni ambientali

Materiali: sale marino, componenti chimici, eletricità2008

Apnea – Boucles de sel et de lumièreDimensione: cm 38 x 29Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino2008

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Apnea – Jellyfisch, 7Dimensione: cm 38 x 29

Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino2008

Apnea – BugghiDimensione: cm 38 x 29Materiali: grafite, componenti chimici, cornici in sale marino2008

Page 33: portfolio 2009

Apnea – MascheraDimensioni reali

Materiali: sale marino, componenti chimici2008

Apnea – PiombiDimensioni realiMateriali: sale marino, componenti chimici2008

Page 34: portfolio 2009

Berliner Meer2001 – 2009

Page 35: portfolio 2009

Storyboard del Video Berliner Meer2001

Page 36: portfolio 2009

Berliner Meer

Progetto d’installazione-video work in progress, ha origine e prima presenza ad una mostra pubblica, nel periodo di tempo da me trascorso in Erasmus a Berlino all’HdK (ora UdK) nel 2001, esperienza che molto influì nei cambiamenti della mia visione artistica e vitale.

Berliner Meer è un’installazione che si struttura su un video eseguito a Berlino, e che ritrae il movimento dell’acqua, trasferendolo in seguito ad una televisione. Attorno a questo video orbitano una serie di elementi aventi forma di pesci, nel caso della mostra svoltasi a Berlino (Rundgang) erano duemila pezzi circa sparsi in un giardino senza un ordine predefinito. Il televisore incassato nel terreno lasciava visibile solo lo schermo che parallelo al suolo del giardino simulava l’effetto dell’acqua vista normalmente al mare o in qualsiasi porzione d’acqua da postura eretta. A sera avvenuta, la proiezione della luce proveniente dal monitor creava verso l’alto un cono luminoso ben visibile anche da lontano.

Berliner Meer

Materiali: terracotta, ferro, apparecchiatura multimediale

2001

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Installazione Berliner Meer

Materiali: sale, apparecchiatura multimediale

2006

Berliner Meer per questa versione espositiva Berliner Meer cambia il suo assetto ed il modo di affrontare lo spazio ospitante. In questo caso è composta da un proiettore che illumina dall’alto una porzione di pavimento spolverata di sale fino, solo all’interno del riquadro di luce proiettata. Un segmento di pavimento fatto d’acqua, ora calma, ora increspata, che rispecchia il movimento delle nuvole in cielo. La possibilità di guardare il tetto del mondo, senza alzare la testa.

Page 38: portfolio 2009

Contatore di Lucciole2008 – 2009

Page 39: portfolio 2009

Contatore di lucciole è un progetto d’installazione work in progress. Luce e movimento caratterizzano questa ricerca, traducendola in una forma unica site specific. Questi piccoli insetti, fanno parte di una dimensione quotidiana lievemente nostalgica, hanno attirato il mio interesse per la loro caratteristica di essere portatori di luce e di muovere questa con sé nello spazio. Qui le lucciole sono restituite all’occhio dello spettatore sottoforma di lampadine che si accendono e si spengono conteggiate ogni volta che esse si illuminano da timer analogici posti in prossimità delle piccole lampadine e che con il loro scatto sequenziale investono l’ambiente di ticchettii, tra la vegetazione presente sotto forma di disegni. Guardando i numeri sui timer, essi mostrano il numero di volte che una lampadina si è accesa. Sommando le cifre di ogni timer si può sapere quante volte tutte la lampadine si sono accese e spente e poi ancora accese e spente... a quel momento, in un moto perpetuo, ricreando la stessa atmosfera sospesa di una notte d’estate. Nell’ opera Contatore di Lucciole il sonoro è solo ticchettii simili a tanti metronomi irregolari, per sottolineare lo spazio nella pura dimensione visiva e alla riflessione sulla luce intermittente.

Contatore di Lucciole

Materiali: carta, apparecchiature audio, timer analogici

2008

Page 40: portfolio 2009

Contatore di lucciole - Misure ambientaliMateriali:, disegni, materiale multimediale

2007 – 2008

Contatore di Lucciole

Materiali: carta, apparecchiature audio, timer analogici

2008