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PIANO DI ZONA 2011

DISTRETTO SOCIO SANITARIO VT/1

COMUNI:

1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE Comune Capofila

6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO 10. GROTTE DI CASTRO AUSL/VT Distretto di Montefiascone

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PIANO DI ZONA 2011 I Comuni associati e l’A.U.S.L. Viterbo Distretto 1, in rapporto alle esigenze riscontrate nell’elaborazione del presente Piano di Zona, hanno determinato l’integrazione, la prosecuzione e l’aggiornamento, dei seguenti progetti già elaborati nelle annualità precedenti, con le medesime modalità, finalità e obiettivi, riportati nei progetti stessi.

INTERVENTI A FAVORE DEGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

1. A.D.I. - Assistenza Domiciliare Integrata;

2. INTEGRAZIONE RETTE CASE DI RIPOSO;

INTERVENTI A FAVORE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLOSCENZA

3. CASA FAMIGLIA;

4. LUDOTECA

5. PROGETTI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA, AI SENSI DELLA LEGGE 285/1997;

a. GREST.

b. AFFIDO EDUCATIVO – RESPONSABILITA’ FAMILIARE.

INTERVENTI A FAVORE DEI SOGGETTI CON HANDICAP GRAVE

6. NON SOLO CAVALLO;

7. CENTRO DIURNO DISABILI;

8. ASSISTENZA DI NATURA ASSISTENZIALE DI SUPPORTO ALLE PRESTAZIONI DI ASSISTENZA SANITARIA E DISAGIATI PSICHICI;

9. PROGETTO AIUTO – LEGGE 162/1998;

ALTRI PROGETTI

10. CASA ACCOGLIENZA DISABILI DI PROCENO;

11. SOGGIORNI ESTIVI E WEEK-END DI SOLLIEVO PER DISABILI

12. a SPORTELLO FAMIGLIA;

12. b P.U.A.

13. SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE INTEGRATO DISTRETTUALE e SEGRETARIATO SOCIALE;

14. INTERVENTI DI LOTTA ALLA DROGA RELATIVI ALLA PREVENZIONE;

15. PROGETTO MANUTENZIONI SOCIALI;

16. UFFICIO GESTIONE PIANO DISTRETTUALE.

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1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.)

La descrizione del territorio del Distretto VT/1 (che di seguito si riporta per chi non è a conoscenza dei precedenti Piani di Zona), è la seguente: il territorio del Distretto VT/1 è composto da 19 Comuni, si estende per 959,61 Kmq nella parte Nord della Provincia di Viterbo ed è essenzialmente caratterizzato dal modellamento vulcanico. I Comuni più a Nord, come Acquapendente e dintorni, partecipano, sia per il paesaggio che per costumi e tradizioni, di alcune caratteristiche della Toscana. Il Distretto è caratterizzato dalla presenza di piccoli comuni con pochi abitanti, a parte il Comune capofila che ha una popolazione di 13602 abitanti e i Comuni di Acquapendente, Bolsena, Bagnoregio e Marta che ne contano rispettivamente 5710, 4237, 3771 e 3574. Gli altri comuni non arrivano a 3000 abitanti [come risulta nella tabella 3 contenente i dati al 31.12.2009]. La viabilità [altro fattore importante nel valutare le risorse del territorio, poiché la rete stradale deve creare il giusto presupposto per consentire la piena mobilità sul territorio], all’interno del Distretto, è garantita dalla Cassia che da Viterbo arriva a Montefiascone (circa 17 Km), per entrare in Bolsena costeggiando il lago e per attraversare, in direzione Nord Ovest, Acquapendente, in direzione Siena. L’autostrada del sole A1 è l’arteria che si sviluppa quasi prevalentemente al confine orientale della provincia. La statale 312 che ha origine a Montalto di Castro attraversa, nel percorso di 42 Km, i Comuni di Canino e Valentano e termina in prossimità di Gradoli. Infine la statale 71, che parte da Montefiascone, seguendo la direzione Nord, esce di provincia per incontrarsi con la statale 74 che transita per Grotte di Castro e termina presso Gradoli. I collegamenti dei Comuni sono assicurati maggiormente dal Servizio CO.TRA.L., mentre non vi sono linee di collegamento ferroviarie, ad accezione del Comune di Montefiascone, che è ben collegato con Viterbo – Roma – Orte. Permangono difficoltà oggettive relative al collegamento tra i 19 Comuni, che rendono difficile ai cittadini sprovvisti di mezzi privati lo spostamento sul territorio del Distretto e più specificatamente l’accesso ai Servizi socio-sanitari pubblici e privati. Tale difficoltà viene tenuta in particolare considerazione nella progettazione del Piano attuativo.

Tabella n° 1

Comuni Superficie Comunale (Kmq) Abitanti Densità per Kmq

ACQUAPENDENTE 130,36 5710 43,80%

BAGNOREGIO 72,63 3771 51,92%

BOLSENA 63,93 4237 66,27%

CAPODIMONTE 61,31 1823 29,73%

CASTIGLIONE IN TEVERINA 19,96 2383 119,39%

CIVITELLA D'AGLIANO 32,9 1695 51,52%

FARNESE 52,87 1692 32,00%

GRADOLI 37,49 1496 39,90%

GRAFFIGNANO 29,11 2343 80,49%

GROTTE DI CASTRO 39,3 2868 72,98%

ISCHIA DI CASTRO 104,85 2429 23,17%

LATERA 22,63 974 43,04%

LUBRIANO 16,57 948 57,21%

MARTA 33,33 3574 107,23%

MONTEFIASCONE 104,74 13602 129,86%

ONANO 24,61 1042 42,34%

PROCENO 41,85 626 14,96%

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SAN LORENZO NUOVO 28,01 2194 78,32%

VALENTANO 43,29 2970 68,61%

TOTALE 959,76 B377 58,74%

2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico

Tabella n° 2

Popolazione residente al 31.12.2009 (Dati acquisiti dai Comuni del Distretto)

Comuni Abitanti

ACQUAPENDENTE 5710

BAGNOREGIO 3771

BOLSENA 4237

CAPODIMONTE 1823

CASTIGLIONE IN TEVERINA 2383

CIVITELLA D’AGLIANO 1695

FARNESE 1692

GRADOLI 1496

GRAFFIGNANO 2343

GROTTE DI CASTRO 2868

ISCHIA DI CASTRO 2429

LATERA 974

LUBRIANO 948

MARTA 3574

MONTEFIASCONE 13602

ONANO 1042

PROCENO 626

SAN LORENZO NUOVO 2194

VALENTANO 2970

TOTALE 56377

Tabella n° 3

POPOLAZIONE RESIDENTE NEI COMUNI DEL DISTRETTO AL 31/12/2009 PER FASCE DI ETA'

Comuni 0 - 4 5 – 18 19 - 64 oltre Totale

ACQUAPENDENTE 182 603 3365 1560 5710

BAGNOREGIO 95 399 2315 962 3771

BOLSENA 138 436 2520 1143 4237

CAPODIMONTE 38 175 1152 458 1823

CASTIGLIONE IN TEVERINA 80 357 1611 335 2383

CIVITELLA D'AGLIANO 53 174 1003 465 1695

FARNESE 35 154 961 542 1692

GRADOLI 54 162 838 442 1496

GRAFFIGNANO 83 498 1185 577 2343

GROTTE DI CASTRO 81 257 1775 755 2868

ISCHIA DI CASTRO 94 248 1508 579 2429

LATERA 23 76 566 309 974

LUBRIANO 33 113 569 233 948

MARTA 125 388 2182 879 3574

ONANO 24 70 593 355 1042

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PROCENO 0 5 27 594 626

SAN LORENZO 84 285 1290 535 2194

VALENTANO 79 308 1884 699 2970

MONTEFIASCONE 522 2171 7976 2933 13602

Totale generale 1823 6879 33320 14355 56377

Tabella n° 4

Percentuali di incidenza delle fasce d'età

Comuni 0-18 19-64 oltre 65

ACQUAPENDENTE 13,75% 58,93% 27,32%

BAGNOREGIO 13,10% 61,39% 25,51%

BOLSENA 13,55% 59,48% 26,98%

CAPODIMONTE 11,68% 63,19% 25,12%

CASTIGLIONE IN TEVERINA 18,34% 67,60% 14,08%

CIVITELLA D'AGLIANO 13,39% 59,17% 27,43%

FARNESE 11,17% 56,80% 32,03%

GRADOLI 14,44% 56,02% 29,55%

GRAFFIGNANO 24,80% 50,58% 24,63%

GROTTE DI CASTRO 11,79% 61,89% 26,32%

ISCHIA DI CASTRO 14,08% 62,08% 23,84%

LATERA 10,16% 58,11% 31,72%

LUBRIANO 15,40% 60,02% 24,58%

MARTA 14,35% 61,05% 24,59%

ONANO 9,02% 56,91% 34,07%

PROCENO 0,80% 4,31% 94,89%

SAN LORENZO 16,82% 58,80% 24,38%

VALENTANO 13,03% 63,43% 23,54%

MONTEFIASCONE 19,80% 58,64% 21,56%

Incidenza generale 15,44% 59,10% 25,46%

Dalle tabelle n° 3 e n° 4, si evince che la popolazione residente nel territorio dei Comuni appartenenti al Distretto VT/1 è pari a 56.377 abitanti. Di questi il 25,46% sono anziani ultrasessantacinquenni, mentre il 15,44% appartengono alla fascia di età 0-18 anni. L’analisi della struttura anagrafica della popolazione distrettuale mostra l’estrema diversificazione territoriale delle tendenze di declino naturale. Sono, comunque, fenomeni che si manifestano con varie intensità nei diversi Comuni ed è stato necessario analizzarli per una programmazione d’interventi più razionale. Tutto ciò ha permesso, ai fini della programmazione, di integrare ed adeguare i Servizi Socio-Sanitari già esistenti ed in fase di realizzazione. Gli anziani [65 anni e oltre] come si può ben rilevare nella tabella n°4 arrivano a costituire oltre il 25% della popolazione in ben 14 Comuni, sui 19 del Distretto. Nell’ordine emergono, in particolare, il Comune di Proceno con il 94,89%, Onano con il 34,07%, Farnese con il 32,03%, Latera con il 31,72%, Gradoli con il 29,55%, Civitella d’Agliano con il 27,43%, Acquapendente con il 27,32%, Bolsena con il 26,98%. Negli altri Comuni il tasso della popolazione anziana supera comunque il valore del 14%. Il tasso relativo alla presenza di minori da 0 – 18 anni, si distribuisce invece tra un minimo del 0,80% del Comune di Proceno ad un massimo del 24,80% del Comune di Graffignano. LA POPOLAZIONE STRANIERA

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La popolazione straniera regolarmente residente nel Distretto VT/1, alla data del 31.12.2009, ammonta a 3497 unità. Dai dati riportati in tabella n. 5, per quanto riguarda la distribuzione sul territorio, si osserva un’ovvia concentrazione sull’area del comune di Montefiascone della popolazione straniera distrettuale; seguono Bolsena, Bagnoregio, Acquapendente, Castiglione in Teverina, Marta e San Lorenzo.

Tabella n° 5

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE NEI COMUNI DEL DISTRETTO AL 31.12.2009 PER FASCE DI ETA'

Comuni 0 -4 5 – 18 19 - 64 Oltre Totale Extra-comunitari Comunitari

ACQUAPENDENTE 12 40 227 5 284 187 97

BAGNOREGIO 12 30 230 22 294 139 155

BOLSENA 9 32 240 29 310 94 216

CAPODIMONTE 0 8 115 4 127 40 87

CASTIGLIONE IN TEVERINA 18 66 192 1 277 109 168

CIVITELLA D'AGLIANO 5 14 91 7 117 38 79

FARNESE 5 7 89 4 105 54 51

GRADOLI 3 15 67 7 92 21 71

GRAFFIGNANO 2 20 43 0 65 30 35

GROTTE DI CASTRO 7 19 102 8 136 72 64

ISCHIA DI CASTRO 13 18 92 2 125 67 58

LATERA 4 2 33 0 39 10 29

LUBRIANO 3 5 72 2 82 6 76

MARTA 15 21 144 7 187 108 79

MONTEFIASCONE 36 170 641 30 877 439 438

ONANO 1 5 25 2 33 23 10

PROCENO 0 5 27 0 32 19 13

SAN LORENZO 12 23 123 13 171 87 84

VALENTANO 7 14 118 5 144 80 64

TOTALE 164 514 2671 148 3497 1623 1874

3. Delineare il quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e

gli squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i

bisogni per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza

potenziale e l’utenza effettiva) L’Area del Distretto Socio-Sanitario VT/1 è caratterizzata da un’elevata concentrazione di diverse tipologie di disagio, diversità che ricalca le caratteristiche della Regione Lazio, considerata “regione-contenitore” di contesti territoriali fortemente diversificati da un punto di vista socio-demografico, economico, culturale e di articolazione del disagio sociale. Le tradizionali ed evidenti distinzioni tra i centri più o meno grandi, tra le aree urbane e quelle a maggiore vocazione agricola, si intrecciano con l’impatto delle più recenti fenomenologie legate all’evoluzione dei caratteri socio-demografici (dall’invecchiamento al mutamento delle famiglie sino ai fenomeni migratori), all’insorgere di un disagio multidimensionale, alla ridefinizione delle microeconomie locali, alla crescente attenzione alla qualità della vita.

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Il Distretto richiama, infatti, alcune delle principali caratteristiche socio–demografiche ed economiche, con una dinamica non positiva della popolazione, dei fenomeni d’invecchiamento e dei processi di indebolimento soprattutto della struttura artigianale e industriale locale. Si evidenzia, tuttavia, come il territorio del Distretto presenti anche fermenti di potenziale futura vitalità economica, con esperimenti in materia di agricoltura biologica e prodotti tipici maggiormente nel territorio della Comunità Montana dell’Alta Tuscia, mentre nei Comuni dell’area del Lago di Bolsena emerge un turismo stagionale che stenta però ad attivare un’adeguata dinamica di sviluppo locale, vista soprattutto la situazione economica generale attuale. Il Censis, su incarico dell’Assessorato per le Politiche per la Famiglia e Servizi Sociali della Regione Lazio, ha realizzato una mappa del disagio socio-economico nel territorio della regione (2002) nella quale si evidenzia come la situazione del Distretto Vt1 è notevolmente critica in quanto lo stesso occupa il terzo posto della graduatoria per massima intensità del disagio in esame. La mappa del disagio risente dell’articolazione territoriale delle dinamiche economiche, produttive e sociali che determina un diverso peso specifico delle varie problematiche nei differenti contesti. Esiste un disagio che è prettamente economico, ma anche abitativo, problemi legati alla disoccupazione e al lavoro nero, all’uso di sostanze stupefacenti ed alla criminalità ma anche e soprattutto un disagio che si può definire “immateriale”, ovvero quello che racchiude la solitudine degli anziani, i conflitti intrafamiliari, l’abuso dei minori ed il disagio adolescenziale nonché le problematiche legate ai fenomeni migratori. Sono aumentate le famiglie socialmente ed economicamente deboli e per questo maggiormente esposte al rischio di sviluppare, e cronicizzare, multi problematicità manifeste o latenti. Si addensano difficoltà economiche e sociali di varia natura anche nelle famiglie composte da persone anziane, che vivono sole e denunciano problemi di tipo assistenziale ed economico più o meno gravi; seguono le famiglie numerose in cui vi sono tre o più figli. Aumentano poi i casi in cui il disagio interessa sempre più i minori, soli o nelle famiglie di origine, comportando, questo, servizi specifici alle esigenze manifeste. Anche se le necessità degli anziani sono assolutamente prioritarie, risulta dunque essenziale nel contesto del territorio in esame, potenziare altresì l’offerta dei servizi socio assistenziali rivolti ai più giovani nonché forme di sostegno ai nuclei familiari in difficoltà. Le risposte capaci di soddisfare le esigenze di queste famiglie variano evidentemente in funzione delle circostanze che sono alla base delle loro specifiche problematicità. Il reddito pro-capite disponibile nell’area è nettamente inferiore al valore medio regionale e spicca il dato relativo alla quota di contribuenti con reddito medio basso, che risulta sensibilmente inferiore al dato regionale. E’ rilevante inoltre, come nella formazione dei redditi locali le pensione d’invalidità e di vecchiaia abbiano un ruolo notevole in termini numerici, anche se gli importi sono relativamente più bassi della media regionale. La situazione economica attuale, che tenderà ad aggravarsi nei prossimi anni anche per effetto della crisi economica, ha delineato uno scenario in cui la povertà e la difficoltà delle famiglie a soddisfare i propri bisogni primari in maniera autonoma, risultano essere gli attori principali e su questo dunque va impostata tutta la programmazione riferita ai servizi da erogare.

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Programmazione che deve tenere conto, come già anticipato, della conformazione del territorio distrettuale che crea squilibri e differenziazioni nelle tipologie di disagio presentate dalla popolazione. Nello specifico, nei piccoli comuni situati ai confini del Distretto, dove si vive prettamente di agricoltura e dove gli anziani sono più che numerosi, è preminente l’esigenza di fornire servizi atti a sopperire all’isolamento sociale nel quale la popolazione anziana si trova spesso costretta a vivere. Nei comuni più grandi stanno emergendo problematiche relative alle condizioni economiche e forti disagi sociali che coinvolgono sempre di più interi nuclei familiari e maggiormente i minori presenti, richiedendo ciò interventi specifici e ben strutturati a sostegno e prevenzione del disagio. Un aiuto importante per delineare il quadro delle realtà esistenti nel territorio distrettuale al fine di una programmazione futura il più rispondente possibile alla esigenze della popolazione presente sarà inoltre fornito dall’elaborazione dei dati relativi al censimento attualmente in corso.

3.a Area Minori e Famiglia

I Servizi e gli interventi specificati in tale macroarea rivolgono particolare attenzione alla famiglia, quale aggregazione sociale di preminente importanza dato il fondamentale ruolo delle figure genitoriali allo scopo di consolidare ed ampliare gli interventi di supporto alla genitorialità e alle funzioni di cura domiciliare nonché di promuovere, a favore dei soggetti in età evolutiva, lo sviluppo sul territorio di opportunità aggregative e ludiche quali l’asilo nido, i soggiorni estivi, il trasporto e la mensa scolastica. Si garantiscono inoltre servizi di assistenza ai minori con handicap e di erogazione di contributi per sostenere economicamente le famiglie che vivono esperienze di disabilità. Sono presenti nel Distretto: n. 1 asilo nido pubblico a Montefiascone con ricettività di 60 unità; n. 1 asilo nido comunale ad Acquapendente con ricettività di 35 unità; n. 1 asilo nido privato a Marta con ricettività di 60 unità; n. 1 asilo nido privato a Bolsena con ricettività di 10 unità (aperto nell’ottobre 2011); -scuole materne in tutti i Comuni del Distretto ad eccezione di Latera e Proceno; -scuole elementari in tutti i Comuni del Distretto ad eccezione di Latera e Proceno e Onano; -scuole medie in tutti i Comuni del Distretto, ad eccezione di Civitella D’Agliano, Latera, Lubriano, Onano, Proceno; -scuole superiori ad Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone. Sono attive: n. 1 ludoteca a Montefiascone; n. 1 ludoteca a Valentano; n. 1 ludoteca privata a Graffignano; n. 1 ludoteca privata a Bolsena (dall’ottobre 2011 è diventata un asilo nido privato); n. 2 ludoteche nel Comune di Onano(di cui 1 distrettuale ed 1 comunale). E’ attiva una casa famiglia privata a Bagnoregio, accreditata dalla Regione Lazio, nella quale al 31.12.2010 erano presenti n. 2 minori del Distretto VT/1.

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Servizi minori e famiglia A.S.L. Il Distretto A.S.L. VT/1 pone notevole attenzione alla tutela dei minori e della famiglia, attraverso i seguenti servizi: -Medicina preventiva dell’età evolutiva -Vaccinazioni -Salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva.

3.b. Area Anziani:

Per la popolazione anziana sono presenti sul territorio (fonte dati: comuni): 20 Centri Diurni Anziani, che espletano attività di aggregazione culturale e ricreativa; non è presente il servizio nel Comune di Proceno; nel Comune di Civitella D’Agliano e Graffignano ne sono presenti 2. -Case di riposo a gestione pubblica Bagnoregio - Grotte di Castro IPAB Acquapendente a gestione pubblico- privata Montefiascone

a gestione privata Farnese – Gradoli - Proceno. -RSA a gestione privata “Padre Luigi Monti” a Montefiascone a gestione pubblico- privata “Villa Serena” a Montefiascone -Comunità alloggio comunale Civitella d’Agliano e Valentano. Con i finanziamenti di cui alla legge 38/1996 Distrettuali e del fondo nazionale per le politiche sociali, è attivo il servizio ADI in tutto il territorio dei 19 Comuni.

3.c. Area Disabili

Viene garantita l’assistenza agli studenti portatori di Handicap in tutte le scuole esistenti sul territorio del Distretto. Sono attivi due centri diurni per disabili dell’età evolutiva ed adulti ad Acquapendente e a Montefiascone. Viene realizzato, in collaborazione con la A.S.L-neuropsichiatria infantile (NP.I.), il servizio di “Non Solo Cavallo” rivolto ai disabili in età evolutiva; possono inoltre essere fatti inserimenti di disabili adulti concordati tra la NP.I ed il servizio sociale professionale distrettuale. Durante il periodo estivo vengono organizzati: in collaborazione con i comuni: la partecipazione ai GREST in collaborazione con la A.S.L.: soggiorni Climatici (tale servizio è assicurato dall’azione congiunta tra i Comuni che assumono l’impegno di spesa alberghiero e la A.S.L. che assicura le prestazioni professionali).

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Servizio minori a rischio Il Servizio si occupa a livello distrettuale dei problemi inerenti i bambini ed adolescenti con disabilità, difficoltà psicologiche, relazionali e sociali. Per ogni minore viene elaborato un progetto adeguato alle patologie riscontrate, per la parte sociale provvedono i Comuni di residenza e con i servizi socio sanitari di cui al presente piano di zona, per la parte sanitaria l’azienda A.S.L..

3.d. Area disagio ed esclusione sociale

Attraverso il Servizio Sociale Professionale e Segretariato Sociale si garantisce orientamento e consulenza a:

� Problematiche familiari e di coppia � Disagio Sociale � Disabilità � Devianza � Maltrattamenti ed abuso � Adozione e affidamento preadottivo � Affidamento familiare � Collaborazione con la magistratura minorile.

3.e. Area Immigrati

La Popolazione straniera regolarmente residente nel Distretto VT/1 alla data del 31.12.2009 ammonta a 3497 unità. La problematica della rilevazione dei fabbisogni specificamente per le componenti straniere per molti aspetti è simile a quella concernente la popolazione locale e in parte, invece riveste una sua specifica peculiarità. Dalla rilevazione del fenomeno migratorio emerge che i bisogni impellenti della popolazione straniera riguardano la casa, il lavoro regolare, la formazione professionale e la scolarizzazione dei bambini stranieri. I fattori di maggior vulnerabilità degli stranieri e delle loro famiglie sono da individuarsi nel rischio dell’isolamento, della perdita del lavoro, della sicurezza sul lavoro e dell’abbandono scolastico. Gli interventi per gli immigrati sono stati garantiti, tramite il progetto Sportello Immigrati approvato ai sensi della D.Lgs 286/98 e dagli aiuti straordinari dei singoli comuni, secondo la normativa vigente (maternità, contributo sui canoni di locazioni, contributi sull’acquisto dei libri, borse di studio, ecc).

4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali: Macroaree/Liveas

SEGRETARIATO SOCIALE

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No

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Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 – D Prestazioni offerte: Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità Si No Consulenza sui problemi familiari e sociali

Si No Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento

nell’attivazione nei successivi percorsi di assistenza

Si No Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni

Si No Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale

Si No Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi

specifici

Si No Mediazione interculturale

Si No Destinatari:

Famiglie Si No Anziani Si No Minori

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Si No Persone con problematiche psico-sociali (TUTTE) Si No Disabili Si No Immigrati Si No Altro (RIFUGIATI POLITICI)

SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). INTEGRATO AL SEGRETARIATO SOCIALE, IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 - D √ SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE E AI GRUPPI SOCIALI

Si No Destinatari

Famiglie Si No Anziani Si No Minori Si No

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Persone con problematiche psico-sociali (specificare TUTTE) Si No Disabili Si No Immigrati Si No Altro √ AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE

Si No Destinatari:

Famiglie Si No Minori Si No √ INSERIMENTO LAVORATIVO

Si No Destinatari:

Disabili Si No Persone con problematiche psico-sociali Si No Giovani a rischio di devianza Si No Immigrati

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Si No Altro √ DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA in collaborazione con i servizi ASL Si No Destinatari:

Disabili Si No Anziani Si No Persone con problematiche psico-sociali Si No Minori Si No Immigrati Si No Altro

SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE FAMILIARE

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Destinatari:

Famiglie

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Si No Anziani Si No Minori Si No Disabili adulti Si No Persone con problematiche psico-sociali Si No Immigrati Si No Donne in difficoltà, gestanti o madri Si No Altro

SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). ASSISTENZA DOMICILIARE- ACQUAPENDENTE-C

BOLSENA-C GROTTE DI CASTRO-C SAN LORENZO NUOVO-C

ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA - IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO VT1 - D

√ SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

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Si No Destinatari:

Famiglie Si No Minori Si No Anziani Si No Disabili Si No Persone con problematiche psico-sociali Si No Persone in condizioni di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta Si No Altro √ ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

Si No Destinatari:

Famiglie Si No Minori Si No Anziani Si

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No Disabili Si No Persone con problematiche psico-sociali Si No Persone in condizioni di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protratta Si No Altro

STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE

√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI

Nel distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). BAGNOREGIO-D di cui: Casa Famiglia Destinatari: Minori Si No Altro √ STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). PROCENO - D di cui:

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Casa Famiglia Si No Comunità alloggio Destinatari: Disabili adulti Si No Altro ()

√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). BAGNOREGIO-D MONTEFIASCONE-D CIVITELLA D’AGLIANO-D ACQUAPENDENTE-D GROTTE DI CASTRO-D di cui: Casa famiglia Destinatari Si No Comunità alloggio Destinatari: Anziani Si No Case di riposo Destinatari: Anziani Si No Casa albergo Destinatari Si No Altro (specificare Ipab) Destinatari: Anziani Si No

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√ STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO – SOCIALI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). MONTEFIASCONE- D di cui: Casa Famiglia Destinatari Si No Comunità alloggio Destinatari Si No Comunità di pronta accoglienza Destinatari Si No Altro Destinatari: Pazienti Psichiatrici Si (sorveglianza notturna ) No

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI

√ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). TUTTI I COMUNI ECCETTO PROCENO - C di cui: Centri diurni Destinatari: Anziani

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Si No Centri diurni integrati Alzheimer Destinatari Si No Altro (specificare) √ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON

PROBLEMATICHE PSICO – SOCIALI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). ACQUAPENDENTE-C di cui: Strutture semi – residenziali socio – riabilitative Destinatari: adulti con

problematiche psico-sociali Si No Altro √ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). ACQUAPENDENTE –S MONTEFIASCONE – S di cui: Centri diurni socio – riabilitativi Destinatari: Disabili Adulti

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Si No Centri diurni di terapia occupazionale Destinatari Si No Altro (specificare) √ STRUTTURE SEMI – RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0 – 18 ANNI)

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). MONTEFIASCONE - D di cui: Asili Nido Destinatari: Minori 0-3 anni Si No Micronidi nei luoghi di lavoro Si No Altro (specificare)

CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). di cui: Centri di pronta accoglienza notturna per adulti SI No

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Servizio di mensa sociale Si No Altro (specificare)

ALTRI SERVIZI

√ CENTRO SOCIALE PER ANZIANI

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). IN TUTTI I COMUNI DEL DISTRETTO AD ECCEZIONE DEL COMUNE DI PROCENO - C √ LUDOTECHE

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). GRAFFIGNANO- C MONTEFIASCONE-D ONANO-(una distrettuale ed una comunale) VALENTANO-D Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio?

Si No √ CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI

Si No Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di

utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C).

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5. Obiettivi strategici del Piano di Zona

Il Piano di zona è lo strumento strategico, previsto dalla legge quadro 8 novembre 2000 n. 328, per governare le politiche sociali a livello territoriale. In particolare il compito del Piano di zona è di organizzare soggetti diversi, che in un ambito territoriale intervengono sui bisogni e sulla domanda sociale, per la progettazione e realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali. Si tratta di una grande opportunità, che richiede una mobilitazione delle amministrazioni locali e dei diversi operatori e del Terzo Settore (volontariato,associazioni di promozione sociale, cooperazione sociale) e l’acquisizione di metodologie di azioni adeguate e condivise. L’esigenza di promuovere il coordinamento e la collaborazione tra i Comuni e il Distretto A.S.L. è passata attraverso l’adozione di una modalità di lavoro di rete ed in rete, in grado di focalizzarsi non più sulla semplice erogazione della prestazione, quanto piuttosto sui processi che si attiveranno, costruendo un “sistema di risorse ugualmente responsabile”. L’adozione di questa forma gestionale ha come obiettivo:

1. l’abbattimento dei costi; 2. il miglioramento dei servizi, attraverso la valorizzazione ed il governo delle risorse del territorio.

Gli obiettivi generali sono: - sviluppare l’integrazione dei servizi sociali e sanitari, nel rispetto delle specifiche

competenze, individuando nei Comuni il livello territoriale adeguato per il coordinamento e la gestione delle relative attività;

- assicurare la fruibilità delle strutture, dei servizi e delle prestazioni, secondo modalità che garantiscono la libertà e la dignità della persona nel rispetto della specificità dei bisogni e del diritto di libera scelta del cittadino, prestando particolare attenzione alle aree di emarginazione;

- garantire alla collettività l’informazione e la partecipazione alla definizione delle modalità di gestione e di erogazione delle prestazioni, nelle forme stabilite dalla vigente normativa e dalla programmazione regionale;

- attivare nuove forme di intervento sia come proposta di servizi innovativi che come azione di potenziamento e miglioramento di servizi già in atto, cercando di dare risposte concrete ai cittadini delle singole aree territoriali in relazione ai reali bisogni;

- perseguire un’offerta di servizi capace di aderire alle caratteristiche di un territorio segnato da una notevole articolazione interna sociale ed economica;

- legare gli interventi all’analisi dei bisogni, alla valorizzazione ed integrazione delle risorse pubbliche e private ed alla reale costruzione di reti per una risposta globale.

Da queste premesse si delineano gli obiettivi strategici di seguito elencati che il Distretto Socio Sanitario Vt1 ha posto alla base della stesura del VIII Piano di Zona:

- attivazione e messa in rete di un sistema integrato di servizi socio-assistenziali e servizi socio-sanitari, al fine di assicurare una risposta unitaria e adeguata alle esigenze della persona;

- individuazione e rimozione delle cause di ordine economico, psicologico, culturale, ambientale e sociale che possono determinare situazioni di bisogno o di disagio, oppure fenomeni di marginalità e di disadattamento;

- promozione e realizzazione di servizi e interventi, che favoriscono il mantenimento, l’inserimento ed il reinserimento dei soggetti deboli nell’ambito familiare, scolastico, lavorativo e sociale, al fine di evitare situazioni di marginalità e di disagio.

Tali obiettivi strategici possono essere articolati in macroaree e sviluppati come segue:

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5. a. AREA MINORI E FAMIGLIA

Il notevole cambiamento dei bisogni dei minori, per effetto di fenomeni socio-demografici di vari eziogenesi comporta la necessità di un ripensamento delle risposte per l’infanzia e l’adolescenza. Gli interventi proposti in primis tendono a:

- Valorizzare il ruolo della famiglia quale prima aggregazione a livello sociale; - valorizzare e sostenere le responsabilità familiari e le capacità genitoriali; - sostenere la famiglia come momento essenziale della tutela sociale del minore,

adolescente, giovane con particolare riferimento al minore disabile; - consolidare ed ampliare gli interventi di supporto alla genitorialità e alle funzioni di

cura domiciliare attraverso lo sviluppo delle iniziative di sostegno a gruppi di famiglie con particolari carichi assistenziali;

- consolidamento e sviluppo di iniziative di sostegno delle famiglie e dei minori finalizzate a valorizzare le risorse esistenti in ottica di rete;

- rafforzare i diritti dei minori assicurandone I’esigibilità anche tramite l’attivazione di servizi e iniziative all’interno di una progettazione di più ampie politiche di territorio;

- promuovere la crescita e il benessere del minore, adolescente, giovane, nei contesti educativi e sociali ed educativi della società;

- promuovere, a favore dei soggetti in età evolutiva, lo sviluppo sul territorio di opportunità aggregative e ludiche.

5. b. AREA ANZIANI

Premesso che le linee guida per la predisposizione ed approvazione dei piani di zona sottolineano come la diminuzione della natalità e l’allungamento della durata della vita media fanno sì che si accentui il processo di invecchiamento della società e che, di conseguenza, la non autosufficienza nella terza età non può essere considerata un evento straordinario ma, al contrario un rischio sempre più prevedibile in relazione all’avanzamento dell’età, i Comuni e la Asl del Distretto VT/1, sulla base della legge 328/00, si propongono, con questo piano di zona, di continuare a valorizzare e sostenere, come obiettivo di priorità sociale, politiche nei confronti della popolazione anziana, tendenti ad incrementare l’offerta dei servizi, prevedendo specificatamente misure ed interventi rivolti a:

− favorire la permanenza a casa, o l’inserimento presso le famiglie delle persone anziane privilegiando gli interventi a sostegno della domiciliarità attraverso il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare integrata per sostenere le famiglie che assistono in casa anziani non autosufficienti ed evitare la loro istituzionalizzazione;

− affinare gli strumenti atti a valutare la tipologia del bisogno sia per la personalizzazione sia per una maggiore coerenza nell’accesso ai servizi sociali e socio-sanitari integrati, vista la crescente difficoltà di conciliare la necessità di differenziare e sviluppare i servizi rivolti alla crescente popolazione anziana con la carenza di risorse;

− mantenere efficienti i servizi per anziani e disabili, al fine di evitare liste di attesa e garantire un alleviamento alle famiglie;

− affiancare nelle responsabilità del lavoro di cura la famiglia e, in modo particolare, i componenti più impegnati nell’accudimento quotidiano o per sostituirli durante l’orario di lavoro.

− promuovere attività informative ed educative dei familiari per una adeguata presa in carico ed assistenza del congiunto ed attività di sostegno psicologico;

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− migliorare l’esigibilità del diritto all’ inserimento in presidi residenziali di qualità per le persone non più in condizione di vivere a casa.

Si ritiene inoltre che le azioni iniziate e progettate siano in grado di avviare un sistema di protezione sociale e di cura, per favorire la permanenza nei nuclei familiari delle persone affette da malattie invalidanti e degenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.

5. c. AREA DISABILI

Sulla scia dell’evoluzione tecnica giuridica, si vuole incentrare l’intervento sul massimo recupero possibile, riprogettando i percorsi riabilitativi e valorizzando la domiciliarizzazione rispetto alla residenzialità. Nello specifico si intende:

- sostenere con servizi domiciliari le persone non autosufficienti; - promuovere l’integrazione sociale, lavorativa ed economica delle persone disabili con

interventi di promozione dell’autonomia; - attivare servizi di sostegno e sollievo alle famiglie che si trovano ad accudire un

familiare disabile. 5. d. AREA DISAGIO ED ESCLUSIONE SOCIALE

Attraverso i vari interveti previsti nelle varie aree di problematicità (minori, disabili, anziani, immigrati ) si tende ad ampliare le risposte rispetto a situazioni di disagio, attraverso la costruzione di una rete sociale, all’interno di una progettualità mirata a sostenere e potenziare le risorse della persona e dell’ambiente. R ete sociale atta a sostenere percorsi di autonomia e di inclusione sociale delle persone in difficoltà, attraverso il potenziamento, tra l’altro, delle strategie per la lotta ad ogni forma di povertà e di emarginazione. 5. e. AREA IMMIGRATI

Gli obiettivi che si intende perseguire sono i seguenti: -Informazione per l’integrazione sociale e culturale e l’accesso alla rete dei servizi:

• Fornire un servizio di informazione, orientamento e consulenza ai cittadini italiani e stranieri presenti sul territorio al fine di favorire l’insieme dei diritti e doveri che appartengono a ciascun cittadino e promuovere l'inserimento dei cittadini stranieri nella realtà sociale, non ultimo creare una concreta rete di servizi e strutture inerenti la tematica dell'immigrazione, in collegamento permanente con altre agenzie e servizi;

• Predisporre, raccogliere e diffondere materiale informativo sui servizi, associazioni, normative vigenti;

• Realizzare percorsi formativi mirati sui diritti degli immigrati e sui diversi modelli culturali per operatori dei vari servizi pubblici e del privato sociale.

-Interventi di integrazione:

• Contribuire alla realizzazione di momenti di formazione e di laboratori di educazione interculturale per insegnanti;

• Sostenere l’attivazione di laboratori linguistici nelle varie scuole, soprattutto elementari, per facilitare l’apprendimento della lingua e della cultura italiana da parte degli allievi stranieri;

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• Tutelare la salute relativamente alle norme igienico-sanitarie e alle vaccinazioni;

• Attivare la mediazione linguistico-culturale anche per l’accesso alle prestazioni sanitarie ed il monitoraggio della salute.

6. Quali sono le misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei

servizi?

Coinvolgimento del Terzo Settore: � consultazione

� partecipazione alla stesura del Piano

� monitoraggio del Piano

� altro (specificare)

� organizzazioni di consulte

� predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione

� UFFICIO DISTRETTUALE PRESSO IL COMUNE CAPOFILA

� promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari

� Specifici protocolli concordati con le Asl

� Altro

7. Modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello

Stato ( ad esempio l’amministrazione penitenziaria e della giustizia e le

istituzioni scolastiche) e con la pluralità dei soggetti locali?

Riunioni periodiche con i rappresentanti delle varie istituzioni scolastiche e provinciali.

8. Strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo,

monitoraggio e verifica dei risultati)

La verifica dei risultati raggiunti avviene: a) in collaborazione con la Asl VT/1, tramite l’Unità Valutativa Territoriale, per i servizi

sociali integrati , quali: ADI, Affido Educativo, Assistenza Domiciliare ai malati di Alzheimer e Parkinson;

b) tramite il Servizio Materno Infantile per le Case Famiglia; c) tramite le assistenti sociali della Asl e del Distretto per il Servizio di Segretariato

Sociale;

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d) con l’Istituzione dei servizi dell’Ufficio Distrettuale ( Sportello Famiglia, Pronto Famiglia, ecc.).

Il controllo ed il monitoraggio si realizzano mediante:

la distribuzione di questionari a tutti gli utenti per verificare il livello di soddisfacimento

sopralluoghi delle assistenti sociali del Servizio Sociale Professionale Distrettuale Integrato, in collaborazione con le assistenti sociali della Asl

per quanto riguarda i minori in affido educativo, le fasi di monitoraggio e controllo sono espletate in collaborazione con i dirigenti scolastici e con i GLH, ove necessario.

9. Innovazioni organizzative, operative, gestionali e di sistema del Distretto

Si realizza una fattiva e costante collaborazione con il Dirigente dell’Azienda Usl del Distretto

Vt/1 e vengono svolte riunioni periodiche con il personale operante nei vari servizi e gli

operatori della Asl, al fine di verificare i risultati raggiunti e valutare l’opportunità di azioni

correttive.

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Piano di Zona 2011 – Riepilogo progetti; quadro finanziario riassuntivo

Nome progetto Costo complessivo Quota budget

regionale (D.G.R.

307/2011)

Cofinanziamento (specificare se

comunale, provinciale, ASL, etc.)

inte

rve

nti

in

fav

ore

de

gli

an

zia

ni

no

n

au

tosu

ffic

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ti

(min

. 1

5%

A.D.I 337.205,01 337.205,01

Integrazione rette Casa di Riposo 30.000,00 30.000,00

Totali interventi anziani non

autosuff.

367.205,01 367.205,01

inte

rve

nti

in

fa

vo

re

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nzi

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. 9

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D.G

.R.

30

7/2

01

1)

Casa Famiglia 87.600,00 87.600,00

Ludoteca 55.800,00 46.431,20 9.368,80

Grest 25.000,00 25.000,00

Affido educativo – Responsabilità familiare

36.691,41 36.691,41

Totali interventi ex L. 285/1997 205.091,41 195.722,61 9.368,80

inte

rve

nti

in

fa

vo

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ett

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art

. 3

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3 L

10

4/1

99

2

(min

. 5

%

Non solo cavallo 96.158,00 7.526,00 88.632,00

Centro Diurno Disabili 208.288,92 171.288,92 37.000,00

Attività di natura assistenziale di supporto alle prestazioni di assistenza sanitaria a disagiati psichici

61.077,22 46.197,22 14.880,00

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Progetto aiuto – Legge 162/1998 63.399,00 63.399,00

Casa accoglienza disabili di Proceno (Progetto con finanziamento specifico)

314.265,00 273.324,24 40.940,76

Soggiorni estivi e week-end di sollievo per disabili

(Progetto con finanziamento specifico)

25.000,00 17.090,68 7.909,32

Totale interventi ex art. 3, c. 3 L

104/1992

428.923,14 288.411,14 140.512,00

Alt

ri i

nte

rve

nti

Sportello Famiglia 18.000,00 18.000,00

Servizio Sociale Professionale integrato distrettuale e Segretariato sociale

82.326,83 82.326,83

Interventi di lotta alla droga relativi alla prevenzione

(Progetto con finanziamento specifico)

7.000,00 7.000,00

Progetto manutenzioni sociali (Progetto con finanziamento specifico)

43.000,00 43.000,00

Ufficio Gestione Piano Distrettuale 37.277,56 37.277,56

Totale altri progetti 137.604,39 137.604,39 0,00

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1° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

A.D.I. - Assistenza Domiciliare Integrata 2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimane invariato l’ambito territoriale. In considerazione delle domande avanzante, a fronte delle quali sono state già espletate le valutazioni, per le quali, però, non è possibile procedere alla materiale attivazione per la carenza del finanziamento corrente, così come accaduto nell’esercizio precedente, si procederà mediante l’utilizzo dei residui riferiti alle annualità precedenti e certificati nella rendicontazione fino al 31.12.2008, per l’utilizzazione dei quali è stata già presentata la relativa richiesta alla Regione Lazio. Il servizio si colloca a completamento delle attività di assistenza domiciliare previste da specifici progetti che assolvono ad esigenze riconducibili a particolari stati patologici o a particolari condizioni socio-sanitarie (progetto “ Non Autosufficienza” – “Piccoli Comuni”- “Progetto Aiuto – legge 162/1998”).

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (A.D.I.) consiste nell’erogazione integrata di prestazioni di carattere socio-assistenziale e sanitario, al domicilio dell’utente:

� Prestazioni di tipo socio–assistenziale: assistenza alla persona (igiene personale, aiuto all’alimentazione, preparazione dei pasti, supporto alla deambulazione, sorveglianza per terapie farmacologiche e/o rapporto con il medico) aiuto domestico (governo della casa, pulizia dell’ambiente), aiuto nelle pratiche burocratiche, cura dei rapporti.

� Prestazioni di tipo sanitario: assistenza medica domiciliare, generica e specialistica, se necessaria, assistenza infermieristica, assistenza riabilitativa, educazione sanitaria, monitoraggio delle condizioni generali per prevenire aggravamenti e complicanze.

6. Liveas: SI 7. Macroarea: AREA ANZIANI – DISABILI

8. Costo del progetto (totale): euro 337.205,01

8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 337.205,01

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9. Servizi/prestazioni erogati

PRESTAZIONI EROGATE La Tipologia del Servizio tende a differenziare le prestazioni, secondo interventi a bassa, media e alta intensità come di seguito esplicitato:

Servizio Assistenza Domiciliare A.D.I

- Profilo 1 –

Autosufficiente con necessità di tutela sociale

- Livello 1 –

A.D.I a bassa intensità di Assistenza Sanitaria Domiciliare

- Profilo 2 –

Non autosufficiente di tipo lieve

- Livello 2 –

A.D.I. a media intensità di Assistenza Sanitaria Domiciliare

- Profilo 3 –

Non autosufficiente di tipo medio

- Livello 3 -

A.D.I. ad alta intensità di Assistenza Sanitaria Domiciliare.

- Profilo 4 - Grave non autosufficiente

- Livello 3 - A.D.I. ad alta intensità

di Assistenza Sanitaria Domiciliare.

-Profilo 5- Soggetto non vedente

(progetto Ippocrate AUSL)

- Livello 3 - A.D.I. ad alta intensità

di Assistenza Sanitaria Domiciliare.

- ASSISTENZA DOMICILIARE SOCIO-ASSISTENZIALE � PROFILO 1:

Autosufficiente con necessità di tutela sociale. Persona in possesso delle abilità funzionali richieste per gestire autonomamente la cura della propria persona e del proprio ambiente di vita, che necessita di tutoraggio costante, generalmente persona sola, priva di rete familiare.

Prestazioni:

� Controllo farmacologico e/o eventuali rapporti con il medico di medicina � generale verifica dell’igiene personale ed ambientale � controllo alimentazione rapporto con eventuali parenti � Segretariato Sociale.

� PROFILO 2

Non autosufficiente di tipo lieve Persona non in possesso delle abilità funzionali necessaria per la totale autosufficienza del menage domestico (necessita assistenza per il bagno, pulizie straordinarie, sorveglianza, terapie ecc.

Prestazioni:

� Bagno settimanale, � Pulizie dell’ambiente di tipo straordinario,

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� Sorveglianza per terapie farmacologiche e/o rapporto con il medico, � Verifica dell’alimentazione, � Segretariato Sociale, � Supporto alla Deambulazione;

Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di rilevo sanitario.

� PROFILO 3

Non autosufficienti di tipo medio: Persona parzialmente in possesso delle abilità funzionali più complesse necessarie per l’autosufficienza (lavarsi, vestirsi, gestione farmaci, preparazione pasti, igiene dell’alloggio)

Prestazioni:

� Igiene personale giornaliera, � Pulizia giornaliera dell’ambiente � Gestione e/o rapporti con il medico e/o l’infermiere, � Preparazione pasti e/o fornitura, � Segretariato Sociale, � Supporto deambulazione,

Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di rilievo sanitario

� PROFILO 4

Grave non autosufficienza: Persona non in possesso delle abilità funzionali necessarie per gestire autonomamente la cura della propria persona e del proprio ambiente di vita

Prestazioni:

� Igiene personale più volte al giorno, � Pulizia giornaliera dell’ambiente, � Gestione rapporti con il Medico o l’infermiere, � Preparazione pasti, � Segretariato Sociale, � Supporto deambulazione.

Le prestazioni sopraindicate andranno ad integrarsi con eventuali prestazioni di rilievo Sanitario.

Nei vari livelli, le prestazioni sono rivolte a persone anziane, a nuclei familiari in stato di bisogno, minori, disabili, portatori di handicap. Per ogni tipologia A.D.I., l’elemento “integrazione” dipende da due variabili:

- la presenza dell’intervento/bisogno socio assistenziale (che può variare a seconda delle condizioni socio-ambientali familiari del paziente),

- la presenza dell’apporto multiprofessionale all’interno della collaborazione tra figure professionali sanitarie.

- ASSISTENZA DOMICILIARE DI TIPO SANITARIO

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Con riferimento al carico assistenziale di tipo sanitario, il quadro erogativo sopra delineato si estrinseca sostanzialmente attraverso 3 differenti livelli di intensità: � LIVELLO 1

A bassa intensità di assistenza sanitaria domiciliare: l’intervento del medico è eventuale e comunque questo può esplicarsi attraverso accessi periodici, mentre l’assistenza infermieristica e/o tecnico riabilitativa è necessaria con una periodicità programmata.

� LIVELLO 2

A media intensità di assistenza sanitaria domiciliare: l’intervento periodico del medico è necessario mentre è eventuale l’assistenza infermieristica, la quale se interviene, si estrinseca attraverso accessi infermieristici programmati.

� LIVELLO 3

Ad alta intensità di assistenza sanitaria domiciliare: In ragione delle condizioni di grave dipendenza sanitaria in cui versa il paziente (di tutte le età), si richiede un elevato impegno medico attraverso più accessi settimanali nonché congiuntamente l’apporto infermieristico o di altri operatori sanitari, il tutto da garantire in un quadro di pronta disponibilità diurna medica ed infermieristica all’interno di un programma di intervento definito ed autorizzato dall’unità valutativa del distretto.

Il progetto nella sua totalità prevede l’erogazione di interventi così come sopra identificati. È di tutta evidenza, comunque, che le attività di squisito carattere sanitario vengono approntate e svolte direttamente dalla Ausl competente, a carico della quale resta anche il correlato onere economico. Gli interventi di aiuto domestico e ausilio alla persona nelle attività fondamentali della vita sono finanziate con questo progetto.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale (Distretto VT/1 – n. 19 Comuni) 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub - distrettuale - Comunale

11. Tipologia di utenza

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I destinatari sono soggetti di tutte le età, che si trovano prioritariamente in parziale e/o totale non autosufficienza, affetti da patologie fisiche e/o psichiche, bisognosi di assistenza socio-assistenziale e/o socio-sanitaria, che richiedono:

- aiuto domestico; - assistenza alla persona; - monitoraggio delle condizioni generali per prevenire aggravamenti e complicanze; - interventi di cura e/o riabilitazione (a carico direttamente della Ausl)

12. Obiettivi del progetto � Fornire interventi sanitari e socio-assistenziali tempestivi e coordinati, al fine di

tutelare la dignità dell’anziano e/o disabile e la sua salute psico-fisica; � Dare sollievo alle famiglie, affiancando i componenti più impegnati nella cura

quotidiana ovvero nel sostituirli temporaneamente nelle responsabilità; � Evitare forme di istituzionalizzazioni improprie; � Evitare ricoveri ripetuti od impropri in ospedale; � Ridurre il numero di richieste di istituzionalizzazione e/o posticipato ingresso in Casa di

Riposo per anziani oltre 75 anni; � Diminuire i tempi di ricovero.

13. Tempi di attuazione: UN ANNO - dal 01 gennaio al 31 dicembre 2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare ______________________) - Altro (DOMICILIO UTENTE)

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) 15. Numero utenti anno 2010 |1|9|6| 16. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative sociali - Convenzione con Associazioni di volontariato (Trasporti presso strutture sanitarie) - Altro (comune capofila - Montefiascone) A partire dal 01 luglio 2010, sul territorio del Distretto VT/1, il servizio ADI viene gestito attraverso il sistema dell’accreditamento e la circolazione di voucher, per l’acquisto di prestazioni professionali di natura socio-assistenziale, erogabili da gestori allo scopo accreditati.

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17. Utenza annuale prevista |2|0|0|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|1|9| - Assistenti sociali |_|0|9|* - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|X| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure

(SPECIALISTI AUSL – fisioterapisti – infermieri - medici) |_|1|3| *Le assistenti sociali hanno un ruolo di completa presa in carico delle situazioni sociali, in

stretta integrazione con il Servizio Sociale del Distretto 1 – AUSL VT, al fine di realizzare un sistema omogeneo ed uniforme di servizio sociale distrettuale.

19. Sede della struttura e/o dell’attività

DOMICILIO UTENTI

20. Liste di attesa

- Si - No

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì Con frequenza periodica, il delegato dell’Az. AUSL VT/1 e il Responsabile dei Servizi Sociali del comune capofila provvedono a: - verificare globalmente l’attività del servizio; - valutare il livello quantitativo e qualitativo delle prestazioni; - valutare i risultati ottenuti in rapporto ai risultati attesi.

- No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

L’attività della Ausl integra quella degli uffici e servizi distrettuali, nel rispetto della disciplina contenuta nell’apposito regolamento approvato in concomitanza con l’adozione del sistema dell’accreditamento e la circolazione di voucher sociali. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

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Il controvalore economico del voucher, come previsto dal Regolamento Distrettuale, viene stabilito entro il 31 ottobre di ciascun anno a valere sull’anno successivo, dalla Conferenza dei Sindaci sottoscrittori dell’Accordo di Programma. Gli importi vengono determinati sulla base di una logica progressiva inversamente proporzionale al reddito ISEE e all’effettivo stato di bisogno. Per l’anno 2012, il valore del voucher individuale, da assegnare ai beneficiari sulla base dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente e della disponibilità di altri redditi e/o indennità, non potrà essere superiore ad euro 11,00 più iva.

RIPARTIZIONE DEI COSTI

Finanziament

o regionale

Cofinanziamento Totale finanziament

o Pro

v Comunale Ausl Altro

Costo risorse umane

euro 337.205,01

Il personale dei comuni

viene finanziato da parte

degli enti di appartenen

za

Il personale della

A.U.S.L. viene

finanziato da parte

dell’ente di appartenen

za

La compartecipazio

ne dell’utenza viene

direttamente fatturata e riscossa dal

soggetto erogatore della

prestazione

euro 337.205,01

Costo di funzionamento e gestione

Costo di struttura e di manteniment

o

Totale euro

337.205,01

euro 337.205,01

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2° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

INTEGRAZIONE RETTE PER ANZIANI INDIGENTI IN CASA DI RIPOSO 2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati l’ambito territoriale - diminuisce l’utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

L’art. 22 della legge 328/2000 prevede che il sistema integrato di interventi e servizi sociali garantisca al cittadino l’erogazione di alcuni servizi essenziali che rappresentano i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS). I LIVEAS garantiscono un sistema di prestazioni e servizi sociali idonei ad assicurare cittadinanza sociale ai soggetti più deboli. Con riferimento alla MACRO AREA DI INTERVENTO “PERSONE ANZIANE”, è da sottolineare che l’assistenza, l’accoglienza e la cura alla persona vengono prestate sul territorio dalle Case di Riposo, gestite da ex IPAB (Acquapendente, Bagnoregio), da soggetti misti pubblico-privato (Montefiascone) o da Comunità Alloggio (Civitella D’Agliano). In alcuni casi l’ospitalità in strutture residenziali rappresenta l’unica modalità per la risoluzione di problemi soggettivi, collegabili alla capacità dell’individuo di badare a se stesso, di intrattenere relazioni sociali positive, capaci di generare quell’integrazione necessaria ad una proficua e positiva prosecuzione della vita che, soprattutto nell’età avanzata, costituiscono l’elemento di un serio e fondato rischio di emarginazione che, peraltro, i servizi domiciliari non riuscirebbero a rimuovere. Sovente tale condizione si abbina ad un concreto stato di disagio economico, che non consente al soggetto di provvedere al pagamento della retta nelle strutture di ospitalità; di tali situazioni appare necessario debba farsi carico il servizio pubblico mediante l’allestimento del mezzo economico capace di integrare quanto non rientrante nella possibilità economica del soggetto. L’intervento si propone di sopperire a tali carenze non soltanto per l’ospitalità offerta dalle strutture del territorio ma in via più ampia e generale per l’ospitalità che tutte le case di riposo del territorio nazionale offrono ai residenti nel distretto.

6. Liveas: SI 7. Macroarea “ANZIANI”

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8. Costo del progetto (totale): euro 30.000,00

8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 30.000,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Il progetto consiste nell’erogazione di un contributo economico in favore di anziani in condizione di disagio socio-economico e privi di familiari tenuti al mantenimento, ospitati presso strutture residenziali. Al fine di dimensionare il progetto ad una risposta territorialmente uniforme e di non creare sperequazione, si definisce la misura massima della compartecipazione del Distretto in euro 351,00 mensili, mantenendo a carico dei comuni di residenza, peraltro obbligati per legge, l’ulteriore eventuale differenza della retta di ospitalità, defalcata della capacità individuale e del contributo sopra individuato.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune)

11. Tipologia di utenza

Anziani ricoverati presso strutture residenziali, le cui condizioni economiche non consentano l'intero pagamento della retta e che non abbiano altri familiari tenuti agli alimenti in base all'art. 433 c.c. N.B. � Le condizioni finanziarie e patrimoniali dei beneficiari dovranno essere accertate

secondo quanto previsto dal D.lgs. 109/98 e successive modifiche ed integrazioni. � Art. 433 c.c.: "All'obbligo di prestare gli alimenti sono tenuti, nell'ordine:

1) il coniuge; 2) i figli legittimi o legittimati o naturali o adottivi ed, in mancanza, i discendenti prossimi, anche naturali; 3) i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, anche naturali, gli adottanti; 4) i generi e le nuore; 5) il suocero e la suocera; 6) i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali.

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12. Obiettivi del progetto � Integrare le risorse economiche della persona; � Contrastare l'emarginazione e l'esclusione sociale.

13. Tempi di attuazione: UN ANNO - Dal 01 gennaio al 31 dicembre 2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture ||_|| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali - Altro

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |_||| 16. Soggetto che gestisce

- Comune capofila - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro 17. Utenza annuale prevista |1|5| 18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|6| - Assistenti sociali |_|_|_| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No alla fase di redazione del piano

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21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) � collaborazione con i dirigenti delle Case di Riposo � segretariato sociale

- No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

Nessuna

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 30.000,00

euro 30.000,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale euro 30.000,00 euro 30.000,00

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3° [attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

CASA FAMIGLIA

2. Nuovo progetto - Sì - No

3. Progetto già avviato

- Sì - No

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati l’ambito territoriale e l’utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto

(es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

I fondi distrettuali assegnati al progetto sono destinati al pagamento della retta prevista per l’inserimento di minori presso strutture residenziali di cui all’art. 3 della Legge Regionale 41 del 12.12.2003. La Casa Famiglia è una struttura abitativa, con un numero limitato di posti, ove operatori specializzati si occupano della crescita e della cura del minore; offre un servizio di sostegno alla famiglia nelle sue difficoltà educative nei confronti dei minori e può sostituirla temporaneamente, in caso di caso di assenza o di grave inadeguatezza. La Casa Famiglia s’ispira ad un modello di vita familiare, pur non basandosi su rapporti parentali fra i suoi membri, per garantire, anche attraverso progetti personalizzati, un’organizzazione educativa. La Casa Famiglia si pone per i ragazzi come un ambiente positivo, come un’occasione di cambiamento e di nuova progettualità, attraverso un lavoro di rete che utilizza tutte la agenzie educative del territorio. La Casa Famiglia, infatti, non si colloca come un elemento esterno al contesto sociale, ma anzi, intende interagire con il territorio, attraverso un efficace lavoro di rete, per favorire l'inserimento dei ragazzi nel tessuto sociale e la loro integrazione nei gruppi dei pari. Il ritmo della vita nella Casa Famiglia è, infatti, scandito dall'impegno scolastico, dalle diverse attività pomeridiane come lo sport, la cultura, il gioco, i momenti di socializzazione interni ed esterni alla "casa", oltre che dall'impegno personale e professionale degli operatori. La Casa Famiglia in genere per offrire questi servizi si avvale della collaborazione di Amministrazioni Pubbliche (Comuni, AUSL, Servizi Sociali, Scuole, Tribunale dei Minori) e gruppi informali (famiglie, associazioni sportive, di volontariato, ecc.).

6. Liveas SI

7. Macroarea AREA MINORI

8. Costo del progetto (finanziamento regionale) euro 87.600,00

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8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio euro 87.600,00

9. Servizi/prestazioni erogati

- Ospitalità, vigilanza e cura degli ospiti; - Elaborazione di progetti individuali di intervento per ogni singolo minore; - Individuazione attività individuali e di gruppo; - Assistenza educativa, didattica e cura della persona; - Organizzazione e gestione del tempo libero; - Cura dell’ambiente e preparazione dei pasti.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale (specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune)

11. Tipologia di utenza

Il progetto è diretto a minori di ambo i sessi, vittime di maltrattamento psicologico e fisico, in condizione di grave trascuratezza ed emarginazione sociale e/o con difficoltà psico-affettive, particolarmente bisognosi di assistenza e tutela: � Minori dai 3 ai 18 anni con procedure in corso presso il Tribunale per i minorenni � Minori dai 3 ai 18 anni appartenenti a nuclei familiari in carico ai servizi sociali per i quali

si è verificata la necessità di un temporaneo allontanamento dalla famiglia di origine

12. Obiettivi del progetto - Assicurare al minore una vita armoniosa e un ambiente il più possibile vicino a quello

familiare; - Aiutare la persona in situazione di disagio a ricostruire la propria esperienza

frammentata. - Favorire negli ospiti una maturazione psicologica, relazionale e sociale, in vista di un

loro eventuale reinserimento in famiglia o in strutture familiari; - Inserimento scolastico e conseguimento del titolo di studio per gli ospiti adolescenti;

13. Tempi di attuazione: 12 mesi

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|| Tipologia struttura

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- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali - Altro

15. Numero utenti nel 2010 |_|_1|1|

16. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro

17. Utenza annuale prevista |_|_|4|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|6| - Assistenti sociali |_|_|9| - Sociologi |_|_| | - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_| | - Operatori socio-sanitari |_|_| | - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure: |_|_|_|

19. Sede della struttura e/o dell’attività

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì Visite periodiche da parte di personale AUSL e/o del Comune capofila. - No

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22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

La AUSL partecipa, con proprio personale, alla predisposizione del piano individualizzato, alla valutazione psicologica del minore e alle verifiche sui singoli casi.

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti:

Essendo gli inserimenti in Casa Famiglia disposti dall’autorità giudiziaria su tutto il territorio nazionale e, pertanto, non essendo determinabile il costo della retta giornaliera di ospitalità che, peraltro, a seconda delle strutture coinvolte risulta diversa, viene definita una quota di partecipazione in via presuntiva di euro 70,00

COSTI PROGETTO

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Ausl

Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 87.600,00

euro 87.600,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale

euro 87.600,00

euro 87.600,00

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4° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

LUDOTECA

2. Nuovo progetto

- Sì � - No X

3. Progetto già avviato

- Sì X - No �

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Il progetto è nato dall’intento manifestato dai comuni, dalle istituzioni scolastiche e dalla ASL di creare opportunità diversificate per la realizzazione di interventi rivolti all’infanzia e all’adolescenza. Il bacino comprende 19 Comuni: Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Farnese,Gradoli,Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta,Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo,Valentano,Comune capofila Montefiascone. Viene aggiornato il progetto, a partire dal corrente anno, con il seguente assetto territoriale

1. Ludoteca – Spazio Gioco di MONTEFIASCONE 2. Ludoteca Comunale di VALENTANO 3. Ludoteca Casa Milà di GROTTE DI CASTRO

A) L’ offerta di servizi e attività legate a scopi sociali e a sostegno della famiglia ai bisogni dei bambini, nelle diverse fasce di età, mediante la creazione di spazi per bambine/i, quale occasione, di socializzazione e di integrazione con il territorio, tenendo conto dei bisogni dei genitori in modo da favorire la relazione e l’educazione dei piccoli/e. Lo scopo finale, quindi, è quello di organizzare spazi bambine/i – genitori – nonni – volontari, quali luoghi per favorire la relazione e l’educazione assieme alla crescita creativa in un “tempo condiviso” e in uno “spazio protetto”. LINEE GUIDA DEL PROGETTO

Il progetto, elaborato dal Comune capofila, di concerto con i Comuni dell’intero Bacino, va letto nelle sue linee guida in base alle quali sono stati esplicitati contenuti, tempi, attività e costi. COMUNI PARTECIPANTI: 19 nel comprensorio COMUNE CAPOFILA: Montefiascone ATTIVITA’: Ludiche, creative, di gruppo TIPOLOGIA SERVIZI: interventi alla famiglia PROFESSIONALITA’ COINVOLTE: tecnici ludotecari, operatori pedagogici, animatori

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METODOLOGIA: Insegnare a fare giocando, ricostruendo, assemblando, riscoprendo e

comunicando B) IL PERCHE’ DEL PROGETTO “Spazio gioco per i bambini e luogo di aggregazione per adulti” E’ da tempo, ormai, che l’attenzione si è spostata “sulle donne e sui bambini” e poi sull’intera famiglia con i tanti problemi, difficoltà, capacità e risorse: inizialmente per “aiutare” le categorie con disagio e, infine, per dar voce, da protagonisti, ai componenti dei diversi nuclei, nell’ambito delle pari opportunità. La L. 285/97 ha contribuito ad evidenziare alcuni grossi problemi tentando di mettere ordine nelle offerte disarticolate degli spazi esistenti sul territorio per bambine/i e genitori:

• creando servizi con esigenze socializzanti di incontro, di scambio e di crescita; • progettando offerte per cogestire i fondi elargiti; • inventando la formazione delle figure per la gestione dei nuovi spazi ludici; • producendo materiale per pubblicizzare il servizio a dimensione di bambine/i.

Poiché i fondi stabiliti per la progettazione del II triennio della L. 285/97 non sono stati sufficienti per poter realizzare ludoteche all’interno del distretto VT/1, Montefiascone, Bolsena , Valentano e Onano hanno deciso di promuovere, positivamente, i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, utilizzando altri percorsi legislativi e tracciando l’identikit di una struttura ludica legata ai contesti territoriali per soddisfare, i bisogni emergenti e non, dei cittadini, piccoli e grandi. � Il nuovo contenitore è quello della Casa del gioco.

Giocheria da riempirsi di proposte ludico-creative-educative con spazi di aggregazione e con aree bambini/e, genitori e nonni. Spazi dove far crescere i bambini e gli adolescenti nel tempo non scuola, con problemi e non, sperimentando insieme cambiamenti, riprogettando gli interventi e valutandone l’efficacia . L’obiettivo vincente è quello del coinvolgimento delle famiglie con tutti i suoi componenti, in una capacità di interpretazione, di valorizzazione e di fruibilità degli interessi, vecchi e nuovi, in proposte/progetti di cooperazione con l’Amministrazione Comunale. L’ottica è quella di cercare e continuare a dare risposte adeguate e attente nel contesto della filosofia organizzativa, cooperativa e solidale nell’ambito sociale attraverso: l’approccio per problemi legati alla concretezza; le risposte legate alle identità personali, piccole e grandi, familiari e sociali, femminili e maschili; il ruoLo attivo nella realizzazione degli interventi.

� L’offerta, conseguente a tali premesse che le Amministrazioni di Montefiascone, Bolsena, Onano e Valentano, intendono esplicitare, è quella di dare possibilità di un servizio da “indossare”, attraverso l’integrazione delle tante opportunità. Lo slogan del nuovo servizio è legato al binomio “bambini/e – genitori” e, più spesso, a quello “mamma – figlio/a” in:

- ambiti protetti ma accessibili; - con fruizione multipla e snodabile per tempi, modalità e creatività; - in atmosfere di scambievoli proposte ludiche, educative e socializzanti; - in un comporsi e scomporsi di scenari con materiali, strumenti e tecniche; - in spazi dove abbandonare ansie, timori e incertezze legati al sé e al mestiere del genitore; - in scenari creativi e divertenti per facilitare l’aggregazione affettiva, culturale e ludica;

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- in contenitori protetti perché supportati dalle vigili Amministrazioni Comunali, da personale qualificato, dall’utilizzo di spazi, dentro e fuori.

� Tanti e ottimi saranno i risultati e avranno visibilità in campo ambientale, culturale, sociale e istituzionale. Tante e ottime le finalità legate all’informazione, al confronto, all’accoglienza, alla solidarietà e allo scambio tra culture diverse.

� Dall’analisi di Comunità dei territori è emersa la carenza di strutture per l’infanzia a carattere ludico, creativo, educativo e associativo. Da tale lettura i Comuni hanno elaborato la proposta progettuale. I Centri offrono………

� spazio e tempo nuovo per la relazione � un posto per crescere � un luogo dove rapportare genitore e genitorialità � un tempo nuovo per bambine/i e famiglia � un luogo accogliente per genitori e bambine/i � uno spazio per far acquisire e sostenere risorse e competenze � un posto dove si ha il piacere di ritrovarsi

Nell’intento di ………. � Fare acquisire capacità e sicurezza nell’utilizzo delle tante risorse nascoste � creare interazione � mediare nei rapporti � allestire spazi transazionali e acquisire stili relazionali � attivare compresenze � aiutare con processi di accoglienza

Con………. � spazi di lettura � biblioteca dei giochi � centro informazione minori � luoghi per le famiglie � isola di incontro � esplorazione aree e spazi esterni � progetti famiglie – bambine/i � incontri a tema

� laboratori cogestiti da operatori, genitori e anziani CRITERI DI SCELTA DEI MATERIALI LUDICI I giocattoli devono rispondere ai seguenti criteri: - Criterio creativo o pedagogico poiché è indubbio che: il giocattolo arricchisce il

bambino, si preferiranno quindi, i giochi di costruzione che offrono varie possibilità rispetto a quelli predeterminati, legati a risultati ben precisi:

sul piano creativo, un giocattolo è eccellente, quando impegna l’immaginazione senza alcuna costrizione.

Un gioco è pedagogico perché insegna qualcosa: la differenza di colori e di forme, l’abilità manuale, il senso dell’equilibrio, l’uso.

- Criterio ricreativo o psicologico: il giocattolo deve apportare gioia: la sensazione del successo che il gioco procura è molto importante per il bambino perché gli trasmette sicurezza in se stesso e raggiungimento di equilibrio. La riuscita del gioco spinge il bambino a superare sempre nuove difficoltà; la sconfitta lo porta a ricominciare con perseveranza.

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- Criterio di solidità: un giocattolo utilizzato da più persone per tante volte, deve essere innanzitutto, resistente. I materiali che si preferiscono sono il legno e la plastica di prima qualità. Il legno è un materiale caldo e naturale, la plastica di prima qualità, permette una facile manutenzione, una notevole resistenza ed una maggiore scelta cromatica.

- Criterio estetico: è importante per trasmettere al bambino il gusto del bello. Si preferiscono giocattoli dalle forme armoniose, dai colori belli e piacevoli al tatto.

I giocattoli inoltre devono: - Essere sicuri, non devono avere bordi taglienti, né contenere esplosivi, ne essere

fatti di materiali infiammabili e con colori tossici. - Non devono avere elementi da utilizzare una sola volta. - Devono essere ben costruiti. - Non devono contenere parti che si mangiano.

Classificazione giocattoli I giocattoli della Ludoteca sono classificati tramite categorie prestabilite e contrassegnati da un “simbolo” (timbro). Il simbolo è presente sia nell’involucro che sulla “Scheda informativa” del giocattolo. Categorie giocattoli 1- Giochi di manipolazione e di costruzione. 2- Giochi di percezione. 3- Giochi di imitazione. 4- Giochi con l’acqua e di travasi. 5- Giochi di oculo-motricità. 6- Giochi di movimento. Materiale illustrativo I libri devono suscitare nel bambino il piacere di leggere: si preferiscono libri – gioco, libri che permettono di “fare” e di “scoprire”, che presuppongono la lettura non solo di una scrittura ma anche di un’immagine e di una forma. I libri devono: Realizzare l’interesse ed il piacere alla lettura. Stimolare nuovi interessi. Permettere la socializzazione. Stimolare la reinvenzione. Classificazione libri Come per i giocattoli, anche i libri della Ludoteca sono classificati seguendo categorie prestabilite e contrassegnati da “simboli”. Libro – gioco. Libro – immagine. Libro – manuale. filastrocche. Racconti, favole e fiabe. Classificazione video cassette Animazione. Cinema. Documentari.

� ATTIVITA’ ESPRESSIVE E RICREATIVE DEI LABORATORI 1. Laboratorio di musica

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2. Laboratorio di teatro 3. Laboratorio di pittura e grafica 4. Laboratorio di manipolazione 5. Laboratorio di fotografia 6. Laboratorio di riciclaggio 7. Laboratorio di ricostruzione di giocattoli

Tutte le attività espressive e creative hanno, come obiettivo primario, quello di potenziare le capacità dei bambini/e, e degli adulti che frequentano per promuovere un maggiore “protagonismo” nell’intento di riorganizzare, in termini di qualità, sia la vita a livello individuale che a livello socializzante dello star bene in gruppo.

1. Laboratorio musicale Per il “laboratorio musicale” è prevista una figura professionale, che si rapporta con il bambino/a con tecniche e metodologie ben individuate. La finalità primaria di questa esperienza musicale non sarà soltanto quella di insegnare a suonare uno strumento, ma quella di stimolare il bambino ad esplorare il fantastico mondo dei suoni, dei ritmi e delle melodie. I piccoli utenti assoceranno ad esse stati d’animo ed emozioni e creeranno nuovi suoni attraverso l’invenzione di strumenti inediti realizzati con materiali poveri. Il laboratorio esplorerà il territorio sonoro del bambino, che si traducono in movimenti, in immagini, in idee, in suggestioni. Il bambino diventerà autore, attore ed interprete della musicalità che è dentro e fuori di lui, inventando un testo fantastico, ballando, suonando e cantando.

2. Laboratorio teatrale Da sempre i bambini sono attratti dal gioco del “travestimento”. Nel centro quindi, è previsto “l’angolo del travestimento”, dove il bambino, senza il ludotecario, potrà mettersi davanti ad uno specchio ed inventare i personaggi più fantastici che scaturiscono dalla sua immaginazione. I materiali a sua disposizione saranno gli indumenti da vario genere, gli accessori divertenti, le stoffe colorate che potrà scoprire in un cestone posto davanti allo specchio. Dal cesto delle sorprese verrà fuori il personaggio” trasformandosi in esso quasi per magia. Il tempo del gioco è deciso dal bambino, perché solo lui ne è il protagonista. In questa attività l’operatore interverrà in un secondo tempo per assecondarli nel dare vita ai personaggi prescelti, ad inventare storie assieme, a giocare nel mondo fantastico dal quale gli adulti, spesso, restano esclusi. Permettere ai bambini libertà assoluta in questo lavoro di drammatizzazione, significa capire meglio i loro stati d’animo, le loro paure, le debolezze, le emozioni, le aspettative e ridiventarne, poi, in circle time costruttivi e affettivi.

3. Laboratorio di pittura Per i più piccoli è previsto un laboratorio di digito pittura poiché attraverso i colori i bambini danbno libero sfogo a quella che è la loro principale attività creativa, liberando la fantasia per trasformarla in colori, in segni, ed immagini senza nessun tipo di condizionamento esterno. Le produzioni grafico-pittoriche saranno, sia individuali che collettive, a questi ultime verrà dato maggior rilievo, consapevoli del fatto che il promuovere la collaborazione in gruppo, stimola il bambino a socializzare, a non ghettizzarsi e richiudersi in se stesso, a trasformare in colore le proprie idee, desideri, aspettative.

4. Laboratorio di manipolazione

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Il manipolare la pasta di sale, di mais, la cartapesta, la creta, con la carta o con elementi naturali, sollecita il bambino di acquisire tecniche manuali, e a sviluppare l’immaginazione. Vedere qualcosa trasformarsi tra le proprie mani per assumere forme desiderate, che scaturiscono dalla creatività, introdurrà il bambino/a ad essere padroni di se stessi, a controllare la propria manualità, con il sussidio della fantasia ed acquistando nuove conoscenze e capacità.

5. Laboratorio fotografico Il lavorare con le immagini fotografiche diventerà un gioco divertente e stimolante raggiungendo vari obiettivi: insegnando ad usare il mezzo fotografico per esplorare e conoscere il territorio circostante; per scoprirne la storia, le usanze e le tradizioni attraverso le immagini del tempo; per confrontarle con quelle di oggi rivisitate con “Gli occhi dei bambini”. Il tutto avverrà sviluppando, nel bambino/a una prima educazione all’immagine per tradursi, poi, in vera e propria lettura.

6. Laboratorio di riciclaggio Con materiale di scarto: carta, legno, plastica, vecchi giocattoli, cassette, scatole di cartone, stoffe, fili, foglie, vecchi giocattoli, ecc. si realizzeranno oggetti fantastici “reiventati” dall’immaginazione del bambino/a. L’esperienza sarà oltre che educativa, anticonsumista, per far nascere il senso del rispetto per i materiali ritenuti inutili: l’obiettivo principale sarà quello di ripensare in un altro modo, riciclando con finalità e rendendo il bambino/a responsabile, creativo, fantasioso. Educando il bambino/a ad un lavoro di riciclaggio, significherà sollecitarlo a rispettare che tutto ciò che lo circonda, ad amare la natura e a saperla vivere. Tutte le attività espressive proposte dai laboratori, verranno proposte rispettando un programma settimanale, prestabilito dai ludotecari e concordato su richiesta.

7. ULTERIORI ATTIVITA’ PREVISTE CENTRO ……… - ESTATE Nei mesi estivi, al termine delle scuole il Centro programmerà le attività all’esterno individuando un percorso completo suddiviso in fasi settimanali, per consentire ai piccoli utenti anche la partecipazione saltuaria pur seguendo un unico obiettivo, con l’affettuosa compagnia di nonni e di genitori che affiancheranno gli operatori. Sarà privilegiata la scoperta del territorio circostante con uscite, visite guidate, escursioni per visitarlo, esplorarlo e leggerlo con attività diverse legate alla natura, all’archeologia, all’architettura, alla riscoperta di colori, odori e sapori. Il materiale raccolto costituirà la base per racconti illustrati e mostrati a più mani, dai piccoli attori, per comunicare le esperienze. CENTRO ………. – SCUOLA Saranno avviati programmi congiunti con le scuole per collaborare ed integrare le conoscenze dei piccoli sperimentando e facendo nei laboratori, usando tecniche e strumenti diversi dall’apprendimento teorico e dalle metodologie educative, creando un punto di incontro tra momenti a scuola e momenti nell’extrascuola da concordarsi con gli insegnanti in continuità con i programmi svolti.

� PERCORSO FORMATIVO

Sostegno all’iniziativa rivolto agli operatori per l’acquisizione di capacita’ gestionali, relazionali e conoscitive del servizio di nuova istituzione. 1° MODULO Fare gruppo per “star bene insieme”,

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acquisire capacità di gestire il servizio utilizzando le diversificate competenze per allestire ed organizzare la struttura in cui si opera, progettando gli spazi ludici e allestendo laboratori. 2° MODULO Scegliere e selezionare il materiale attraverso un’analisi

conoscitiva dei giocattoli in dotazione e dei diversi modi di giocare. 3° MODULO Gestire le strutture organizzando schedature, strumenti di verifica dell’attività all’interno e all’esterno, regolamenti e comunicazioni. 4° MODULO Sviluppare la creatività nei bambini e nelle bambine rendendoli

capaci di usare strumenti e tecniche di comunicazione, di scambio e di socializzazione.

5° MODULO Saper guardare l’immagine prospettica cogliendone i particolari, ricostruendoli creativamente combinando e scombinando i diversi pezzi con materiali vari.

6° MODULO Saper guidare nella letteratura per l’infanzia, raccontare fiabe, suggerire scelte, imparare / insegnare a divenire autori / scrittori. 7° MODULO Ripercorrere la pedagogia del gioco con i diversi significati,

valori e stili; individuare percorsi filmici significativi e legati alle tappe dello sviluppo dei piccoli.

8° MODULO Saper strutturare indicatori di qualità per valutare il tasso di gradimento attraverso osservatori, questionari e schede.

9° MODULO Integrare momenti di progettazione con e per la scuola a supporto del percorso teorico con attività pratiche coordinate.

10° MODULO Organizzare mostre con relativi percorsi e didascalie per guidare alla lettura partecipata e costruire un archivio storico della memoria.

6. Liveas SI

7. Macroarea

Il progetto nella sua completezza, prevede di coinvolgere, inoltre, alcune particolare aree : Responsabilità familiari per rendere gli adulti, mamme, papà, fratelli e sorelle maggiori, nonne e nonni compartecipi della crescita consapevole dei piccoli per sollecitare ad imparare il “mestiere di………” riscoprendo le proprie disponibilità e creatività, condividendo momenti ludici e creativi con i più piccoli, con la guida consapevole ed esperta degli operatori del servizio e della A.s.l. Un modo per ritrovare se stessi e scoprire i propri ruoli e riacquisire responsabilità. Diritti dei minori perché gli adulti prendano sul serio le cose dei piccoli negli itinerari della crescita, della socializzazione, della prevenzione dei disagi, del rafforzamento dell’identità e dello sviluppo della cultura, creando luoghi di incontro e di gioco. Persone anziane che facciano parte integrante del Centro trasmettendo conoscenza, esperienza, affettività e contribuendo ad una crescita e ad una identificazione fondamentale nella famiglia patriarcale che è scomparsa del tutto, nell’odierna, nucleare. Perchè ritrovino un proprio ruolo ed una gratificante funzione. Contrasto della povertà per dare la possibilità ai bambini/e meno fortunati/e di sperimentare aree e tecniche di gioco, giocattoli e momenti ludici con adulti attenti ed esperti e fare gruppo senza barriere sociali.

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Disabili per agevolarne l’inserimento nel rispetto di tutti i diritti convergenti in una crescita ludica che annulli negli spazi di gioco, i divieti e le impossibilità di farcela. Usando giocattoli che favoriscono e non inibiscono il coinvolgimento.

8. Costo del progetto (totale) € 55.800,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 46.431,00 9. Servizi/prestazioni erogati (v. punto 5 – attività )

1- I Centri offrono……… � spazio e tempo nuovo per la relazione � un posto per crescere � un luogo dove rapportare genitore e genitorialità � un tempo nuovo per bambine/i e famiglia � un luogo accogliente per genitori e bambine/i � uno spazio per far acquisire e sostenere risorse e competenze � un posto dove si ha il piacere di ritrovarsi Con………. � spazi di lettura � biblioteca dei giochi � centro informazione minori � luoghi per le famiglie � isola di incontro � esplorazione aree e spazi esterni � progetti famiglie – bambine/i � incontri a tema � laboratori cogestiti da operatori, genitori e anziani

10. Bacino di utenza

- Distrettuale X 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) � - Comunale (specificare il Comune) �

11. Tipologia di utenza

Bambine/i, da 4 – 11 anni

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12. Obiettivi del progetto

� Restituire all’infanzia autonomia nel territorio; � Favorire la riscoperta ludica, giocando per non crescere più da soli; � Fare acquisire capacità e sicurezza nell’utilizzo delle tante risorse nascoste; � creare interazione; � mediare nei rapporti.

13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

Un anno - Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|3

Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro …………… LUDOTECA X

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_120

15. Numero utenti nel 2010 480

16. Soggetto che gestisce

- Comune � - Convenzione con cooperative � - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro COMUNE CAPOFILA TRAMITE COLLABORAZIONE COORDINATE X

17. Utenza annuale prevista 120

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|_6 - Assistenti sociali |_|_|_2 - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_1 - Pedagogisti |_|_|_7 - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_|

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19. Sede della struttura e/o dell’attività

MONTEFIASCONE , VALENTANO, GROTTE DI CASTRO

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) � - No X

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) X presenza di pedagogisti con il ruolo di osservatori e questionari periodici compilati dalle famiglie - No �

22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente X - No �

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Verifiche periodiche da parte del personale del Servizio Materno Infantile

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Ausl Altro

Costo risorse umane

euro 46.431,20

€ 46.431,20

Costo di funzionamento e gestione

€ 4.684,40

€ 4.684,40

Costo di struttura e di mantenimento

€ 4.684,40

€ 4.684,40

Totale euro 46.431,20

€ 9.368,80

€ 55.800,00

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5° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

GREST 2. Nuovo progetto

- Sì � - No �X 3. Progetto già avviato

- Sì �X - No � 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale e utenza di riferimento. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Il progetto “GREST” consiste nell’organizzazione, nel periodo estivo, di iniziative ludico ricreative, presso spazi messi a disposizione dalla Parrocchie e/o dai Comuni, con caratteristiche di semiresidenzialità. Il GREST viene gestito dai 19 Comuni del Distretto e dalle Parrocchie e rappresenta un punto di riferimento formativo per la crescita dell’individuo e la sua educazione ai valori umani che regolano il vivere civile; un luogo in cui i ragazzi possono esprimere se stessi, le proprie capacità, socializzare e integrarsi divertendosi. La parola GREST sta per GRuppo ESTivo. Il GRUPPO è il luogo educativo per eccellenza. Sono, infatti, a rischio i minori emarginati o quelli che appartengono a gruppi deviati. In particolare, nell’adolescenza diminuisce il “potere educativo” degli adulti e si fa più forte la pressione della comitiva. L’appartenenza a compagnie portatrici di valori negativi aumenta il rischio di identità negative. La scelta del gruppo come luogo privilegiato di crescita è una risposta a questi rischi: un gruppo sano sostiene identità sane e si prende cura del bisogno di appartenenza , di amicizia e di comunicazione. Il GREST non è soltanto un’occasione di svago, ma rappresenta un’esperienza di impegno, comunione e cooperazione e propone:

� Attività di laboratorio: drammatizzazioni, lavori manuali, ecc…; � Attività ludica: gioco organizzato e libero; � Attività sportive, formative, ricreative, di animazione, culturali e di supporto per gruppi

di giovani ragazzi /e, bambini/e. � Attività educative formative, di promozione culturale di vario genere e di prevenzione.

Il progetto prevede: - Un’ alleanza educativa con le famiglie dei fruitori del servizio. - Un rapporto dialettico con le istituzioni: esse vanno stimolate a riappropriarsi del

proprio ruolo pedagogico, essendo i primi architetti e i primi costruttori delle città a misura dei minori.

6. Liveas SI

7. Macroarea MINORI PIU’ DISAGIO ED ESCUSIONE SOCIALE 8. Costo del progetto (totale) € 25.000,00

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8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 25.000,00

9. Servizi/prestazioni erogati

� Accoglienza, educazione, animazione ed assistenza di bambini e giovani ragazzi. � Organizzazione di:

1. attività socio/ludico/ricreative/sportive quali: attività artistico-prassico-manipolative, attività espressive, giochi (psico-motori, da tavolo, di squadra ed individuali, di “relazione” ).

2. percorsi socio/culturali/istruttivi: incontri su tematiche attuali, educazione ai valori “universali”, educazione alle regole sociali, visite guidate, gite ludico-ricreative, cineforum.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale X� 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO

- Sub-distrettuale(specificare i Comuni) � - Comunale (specificare il Comune) � 11. Tipologia di utenza Minori 6/18 anni 12. Obiettivi del progetto

o OBIETTIVI DIRETTI � Aiutare i bambini/e, ragazzi/e a sviluppare le seguenti competenze:

− Competenza sociale: intesa sia come capacità di scegliere il comportamento sociale più adeguato alla situazione specifica, sia come capacità di ascoltare sia di proporsi come emittente efficace.

− Autostima: intesa come giudizio positivo del proprio valore personale.

− Capacità di problem solving: la capacità di trovare soluzioni ai problemi dopo averli identificati e valutati nella loro natura e conseguenze.

− Competenza emozionale: capacità di riconoscere, gestire le proprie emozioni e di esprimerle, decodificarle, empatizzare e gestire le emozioni altrui (il malessere delle nuove generazioni è palesato da chiusura in se stessi , ansia , depressione).

− Ricchezza spirituale: una spiritualità intensa protegge la salute o OBIETTIVI INDIRETTI

� Diffondere la cultura dell’Educazione �

13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

UN ANNO Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

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14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|1|9| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro(spazi interni ed esterni messi a disposizione da Comuni e parrocchie)X�

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|6|0|0| 15. Numero utenti nel 2010 |_|6|0|0| 16. Soggetto che gestisce

- Comune � - Convenzione con cooperative � - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro (Comune Capofila in collaborazione con le parrocchie) X� 17. Utenza annuale prevista |_|6|0|0| 18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi (Ufficio Distrettuale Sociale) |_|_|6| - Assistenti sociali |_|_|4| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari (Genitori dei minori con varie qualifiche) |1|0|0| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Parroci) |0|2|0| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

Spazi interni ed esterni in ogni Comune del Distretto 20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) � - No X� 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) X�

� Colloqui con gli operatori che partecipano al progetto. � Questionari rivolti ai genitori.

- No �

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22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente � - No X� 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Per i minori a disagio, è a disposizione tutta l’equipe del Servizio Materno Infantile della Ausl. 24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

I costi di funzionamento e gestione sono riferiti: 1) all’ acquisto materiale di consumo ed attrezzature necessari per la realizzazione

delle molteplici attività previste; 2) all’acquisto magliette per partecipanti, genitori ed animatori; 3) alla stipulazione di idonea assicurazione; 4) all’organizzazione di una festa di fine “GREST”; 5) alle spese tipografiche; 6) alle spese per i trasporti.

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 25.000,00

euro 25.000,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale euro 25.000,00 euro 25.000,00

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111... Titolo progetto

AFFIDO EDUCATIVO – RESPONSABILITA’ FAMILIARE

2. Nuovo progetto

- Sì - No

3. Progetto già avviato

- S ì - No

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Il progetto è stato già avviato con i fondi del V e VI Piano di Zona. L’inserimento del progetto in questo Piano consente il soddisfacimento dell’utenza anche potenziale integrando le risorse finanziarie.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

L’AFFIDO EDUCATIVO è un servizio per il sostegno educativo e l'integrazione sociale di minori in condizione di disagio. E’ uno strumento di intervento a tempo parziale che prevede la presa in carico individuale della persona da parte di una figura adulta educatore, nel suo contesto familiare. Costituisce uno dei possibili interventi in favore di minori e adolescenti che vivono condizioni di rischio sociale, derivante da problematiche familiari di varia natura. E’ basato sulla consapevolezza del valore della persona e si muove all’interno di una progettualità mirata a sostenere e potenziare le risorse dell’individuo nella propria famiglia. Il sostegno socio educativo non è destinato unicamente alla persona che esprime il disagio ma rivolge la sua attenzione anche ai componenti del nucleo familiare o alle figure di riferimento, al fine di promuovere l’integrazione della persona nel proprio contesto attivando anche le risorse sociali del territorio. Gli interventi vengono realizzati mediante l’impiego di educatori e/o assistenti che attuando quanto formulato nel progetto individuale/familiare si recano nell’ambiente di vita per svolgere attività di diverso genere.

6. Liveas: SI

7. Macroarea: AREA MINORI

8. Costo del progetto (totale): euro 36.684,00

8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 36.684,00

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9. Servizi/prestazioni erogati

1) Sostegno scolastico e/o lavorativo: Servizio educativo domiciliare, finalizzato ad evitare situazioni di disagio, dispersione scolastica ed abbandoni precoci.

2) Integrazione dell’esperienza in senso globale: - supporto nella conoscenza e nell’uso delle risorse del territorio; - attività svolte a stimolare processi di integrazione e socializzazione; - attività svolte al sostegno delle relazioni positive e all’allontanamento dei conflitti.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO

2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO 10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune)

11. Tipologia di utenza

a) Minori che presentano disagio psico-sociale e forme di disabilità psico-fisiche, per i quali possa rilevarsi utile un sostegno educativo extrascolastico.

b) Nuclei con problemi relazionali intrafamiliari con presenza di minori evasori dell’obbligo scolastico o appartenenti a contesti di devianza o disagio.

c) Nuclei che esprimono una forte difficoltà a fornire il necessario supporto educativo e di sostegno ai figli, ma che esprimono relazioni parentali affettivamente non compromesse.

d) Nuclei deprivati sul piano socio-affettivo e/o economico con rischio di possibile crisi del sistema di relazioni familiari e probabile ripercussione sulla fase di crescita e sviluppo dei minori.

e) Minori per i quali sia aperto un contenzioso tra genitori separati per i quali il servizio, su mandato del Tribunale Civile e di altri organi della Magistratura Minorile, può fornire specifici interventi.

f) Nuclei che presentano un temporaneo carattere di squilibrio organizzativo ed un disagio, causato da degenze ospedaliere, da patologie, da detenzioni che minano la stabilità dell’ambiente familiare e penalizzano i minori interessati

12. Obiettivi del progetto

���� fornire un sostegno educativo o riabilitativo individualizzato;

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���� aiutare il minore nei processi di crescita e di integrazione nel contesto sociale al fine di evitare, quando possibile, provvedimenti più drastici quali l’istituzionalizzazione o l’affido familiare.

���� consentire la permanenza del giovane nel proprio nucleo familiare e nel contesto socio ambientale;

���� mirare ad un cambiamento e ad un miglioramento delle condizioni di vita dell’intero sistema familiare

���� prevenire e contenere l’evoluzione di rischio psicosociale e favorire il recupero del disagio individuale.

���� Favorire un armonico processo di crescita attraverso l’attuazione di percorsi educativi e riabilitativi in risposta ai bisogni specifici di ogni soggetto, finalizzati allo sviluppo delle potenzialità, alla integrazione sociale, alla acquisizione di autonomie.

���� Promuovere un sano sviluppo della vita dei nuclei familiari attraverso l’attivazione di energie e risorse dei singoli componenti e dell’ambiente familiare e sociale.

���� Predisporre, nell’ambito di progetti educativi individualizzati elaborati insieme ai docenti scolastici, attività di sostegno e verifica rispetto all’andamento scolastico.

���� Coinvolgere i genitori.

13. Tempi di attuazione dal 01 agosto 2012 al 31 dicembre 2012

14. Numero utenti nel 2010 |0|0|

15. Tipologia di strutture

Numero strutture |_||| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali - Altro (domicilio utenti)

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti)

16. Soggetto che gestisce

- Comune capofila - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro

17. Utenza annuale prevista |_|_|3|0|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|6|UFFICIO DI PIANO - Assistenti sociali |_|_ 9|

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- Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_| |X| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_|_|

19. Sede della struttura e/o dell’attività

DOMICILIO UTENTI

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) Controllo da parte dell’equipe del servizio materno infantile. - No

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - No

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Il Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’AUSL Distretto 1 e il Servizio Sociale professionale Distrettuale individuano i minori che necessitano delle prestazioni ed effettuano una valutazione globale del contesto di vita del soggetto, al fine di realizzare attività dirette ad agire sugli aspetti problematici evidenziati. Gli operatori di riferimento incontrano mensilmente gli educatori per: - analisi e discussione dei casi; - individuazione del campo di azione; - elaborazione di strategie di intervento a livello organizzativo-gestionale e a livello

relazionale-educativo; - elaborazione di strumenti di verifica; - monitoraggio e valutazione dell’intervento in relazione agli obiettivi prefissati; - impostazione del lavoro.

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24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento Provinciale Com. Asl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e

gestione

euro 36.684,00

euro 36.684,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale euro 36.684,00

euro 36.684,00

COSTO GENERALE DEL SERVIZIO DI SOSTEGNO SOCIO-EDUCATIVO COLLEGATO AL

DISAGIO SOCIALE E ALLE FASCE DI POPOLAZIONE A RISCHIO

n. ORE 2.038

COSTO ORAR.OPERATORE euro 18,00

TOTALE euro 36.684,00

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6° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

Non solo Cavallo

2. Nuovo progetto

- Sì � - No ×� 3. Progetto già avviato

- Sì ×� - No �

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Questo progetto prosegue quello degli anni precedenti ed è finalizzato a migliorare l’offerta riabilitativa ed educativa-formativa-assistenziale, nonché le opportunità di lavoro protetto. Da una valutazione dell’attività equestre, svolta negli anni precedenti, sono stati evidenziati risultatati positivi in termini di esiti a livello riabilitativo, di offerta assistenziale e di gradimento da parte dell’utenza. D’altra parte, da una analisi dei bisogni del territorio, è emersa l’esigenza di integrare l’attività equestre con le strutture e le attività socio assistenziali ed educative già esistenti nel territorio per garantire una sinergia d’interventi, ampliare le risposte ed i servizi offerti ottimizzando l’uso delle risorse, oltre la necessità di impegnare per un maggior numero di ore giornaliere l’utenza in attività guidate. In questa ottica, è stato riformulato il progetto come “ non solo cavallo”, senza costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per l’attività equestre, con il quale viene offerta all’utente l’opportunità di usufruire di maggiori stimoli educativi e socio riabilitativi, di proposte educative e ludico ricreative, in strutture all’interno o nelle vicinanze del maneggio e per necessità in altri locali idonei.

6. Liveas SIù

7. Macroarea DISABILI e DISAGIATI certificati dalla AUSL 8. Costo del progetto (totale) € 96.158,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 7.526,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Nei centri verranno organizzate le seguenti attività:

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� Attività equestre; � Attività correlate a quella equestre; � La fattoria degli animali; � Percorsi di educazione stradale; � Rilassamento; � “Tutti a merenda” � Integrazione con i laboratori dei centri socio-riabilitativi; � Tirocini terapeutico-riabilitativi; � Esperienze di lavoro protetto.

Si cerca sostanzialmente di creare intorno alle attività le condizioni ottimali per far sviluppare nei fruitori la creatività, la relazione di gruppo, la comunicazione con gli altri e con il mondo esterno, insegnando loro a dominare le proprie angosce e le paure, per favorire le autonomie personali. L’ambiente destinato all’attività è caratterizzato come “ambiente aperto” con la possibilità di quotidiani contatti con differenziati tipi di utenza e quindi in grado di far superare la dannosa e immorale etichettatura di “diverso”. La programmazione prevede lo svolgimento dell’attività due volte a settimana per almeno tre ore a pomeriggio. Saranno impiegati cinque operatori per ognuno dei centri equestri che saranno individuati. Saranno ammessi fino a quindici utenti in ognuno dei due giorni. Al fine di soddisfare la domanda che proviene dal territorio, l’attività si articolerà in tre cicli di quattro mesi. Sarà il servizio territoriale distrettuale AUSL ad individuare i soggetti da inserire nelle attività previste nel numero massimo fissato e concordato con i comuni aderenti all’iniziativa e a stabilire, inoltre, la durata dei cicli d’intervento.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale � - Sub-distrettuale (specificare i Comuni)

� sub-distretto Montefiascone: Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Lubriano, Marta, Montefiascone;

� sub-distretto Acquapendente: Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano, Acquapendente. �

- Comunale (specificare il Comune) � 11. Tipologia di utenza

� soggetti con forte riduzione delle capacità personali per inabilità di ordine fisico e

psichico; � soggetti con difficoltà di inserimento nella vita sociale bisognosi di rafforzamento e

sviluppo dell’autonomia; � soggetti a rischio psicosociale che richiedono un intervento precoce e preventivo (

fascia adolescenziale e giovanile); � soggetti con disturbi o disabilità psichica per gli inserimenti lavorativi e nei tirocini

terapeutico-riabilitativi.

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12. Obiettivi del progetto

Il progetto si propone i seguenti obiettivi:

1) rispondere a quanto richiesto dalla normativa che prevede uno stretto intreccio tra ambito socio-assistenziale e sanitario;

2) giungere ad un intervento sulla persona unitario e globale; 3) creare strutture significative di accoglienza, cura e recupero del disagio psico-sociale o di quello

derivante dalla condizione di handicap; 4) ampliare l’offerta per una risposta diversificata alla domanda presente nel territorio. La

proposta tiene conto dei nuovi indirizzi culturali della riabilitazione, dove ad una fase specificatamente clinica, debbono far seguito interventi articolati e snelli, al di fuori dei contesti sanitari, per favorire l’utilizzo nella vita quotidiana delle competenze acquisite a qualsiasi livello;

5) Garantire alle famiglie un periodo di sollievo dall’onere assistenziale, consentendo loro di recuperare spazi di libertà ed energie psicofisiche;

6) Contribuire al raggiungimento di una migliore qualità della vita per gli utenti e le loro famiglie. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |0|0|2|

Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro (MANEGGI) X�

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_|

15. Numero utenti nel 2010 |_|_|2|5|

16. Soggetto che gestisce

- Comune � - Convenzione con cooperative o appalto X� - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro (Comune Capofila) X�

17. Utenza annuale prevista |_|_|2|5|

18. Personale coinvolto nel progetto

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- Amministrativi |0|0|6| - Assistenti sociali (Ausl) |_|_|1| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|1|0| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Neuropsichiatra Ausl) |0|0|1|

19. Sede della struttura e/o dell’attività

N. 2 Maneggi da individuare nei sub-distretti di

� Montefiascone: Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione In Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Lubriano, Marta.

� Acquapendente: Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte Di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano.

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) � - No X�

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) X� Controllo degli utenti da parte delle assistenti sociali dell’Ausl VT/1. Il monitoraggio, che è stato eseguito fino ad ora,ha fatto registrare sinteticamente i seguenti risultati:

1- Sul piano sanitario-riabilitativo: a - miglioramento del grado di autonomia psicomotoria (coordinazione dei movimenti e organizzazione spazio-temporale; elaborazione di strategie ideomotorie funzionali; appropriazione dello schema corporeo). b - rafforzamento dell’attenzione, della memoria e della reazione. c - maggiore costanza nel portare a termine un compito. d - acquisizione di capacità di orientamento e di equilibrio.

2 – Sul piano socio-comunicativo e affettivo a– acquisizione di regole di comportamento (rispetto degli altri, contenimento e canalizzazione dell’aggressività). b – conquista e rafforzamento del senso di autostima e del carattere c – possesso di un maggior grado di competenze e autonomie relazionali e sociali

d – arricchimento lessicale - No �

22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente X� - No �

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23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

� Monitoraggio delle attività; � consulenze tecniche; � inserimento minori.

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Analisi dei costi per ciascun centro: Struttura € 8.400,00 Operatori € 34.425,00 Gestione € 2.982,00 Assicurazioni infortuni € 2.273,00 TOTALE € 48.079,00 Ripartizione spese: AUSL € 77.500,00 Utenti € 4.535,00 Comuni € 6.597,00 Fondo Nazionale € 7.526,00 La A.U.S.L. [A.V.P.S. – Acquisto vendite prestazioni sanitarie] provvede a tutta l’organizzazione dell’attività, compresi gli affidamenti. Il Comune Capofila – Montefiascone provvede all’affitto delle strutture, all’assicurazione degli utenti e alle spese del materiale didattico necessarie. Il Comune Capofila provvede ad introitare la quota degli utenti e dei Comuni per la compartecipazione alla spesa.

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale

Com. Asl Altro

Costo risorse umane

€ 77.500,00

Costo di funzionamento

e gestione

euro 7.526,00

€ 6.597,00

€ 4.535,00

euro 96.158,00

Costo di struttura e di

mantenimento

Totale

euro 7.526,00

€ 6.597,00 € 77.500

€ 4.535,00

euro 96.158,00

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7°PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

CENTRO DIURNO DISABILI GRAVI – n. 2 nei sub-distretti di - Montefiascone:

Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Lubriano, Marta.

- Acquapendente: Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte Di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano.

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale e utenza di riferimento. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

CENTRO DIURNO DISABILI GRAVI FINALITA’

I Servizi del Centro Diurno socio-riabilitativo sono rivolti a otto utenti per ciascun sub-distretto [Attestazione Legge 104 art. 3 – comma 3°]. Nel rispetto della legge quadro n. 104 del 05.02.1992, che sancisce norme per lo sviluppo dei servizi di prevenzione e riabilitazione per i disabili, il Centro Diurno si propone le seguenti finalità psicologiche, sociali e culturali:

• essere una struttura aperta, capace di aggregare forze diverse in grado di promuovere l’integrazione sociale e la riabilitazione psicologica degli utenti che frequentano il centro.

• promuovere iniziative che permettono di rimuovere le cause di ordine psicologico e sociale che possono creare situazioni di bisogno e fenomeni di emarginazione negli ambienti di vita.

• essere una struttura intermedia tra le strutture di primo livello [scuola e famiglia] e di secondo livello [poliambulatori specialisti, D.S.M.] con le quali collaborare con un rapporto di integrazione e di scambio;

• favorire, attraverso interventi mirati, il mantenimento delle capacità in possesso degli utenti e là dove possibile il potenziamento delle stesse.

• permettere agli utenti di fare esperienze, al fine di ottenere la conquista di una sempre più reale autonomia, base fondamentale per il benessere personale e per l’acquisizione dell’autostima.

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• sviluppare le competenze comunicative [anche con l’ausilio di mezzi non verbali], come strumento indispensabile per il loro inserimento e la loro integrazione sociale.

L’intervento richiede che l’operatore possegga gli strumenti per una osservazione esauriente completa, conoscenze teoriche che gli permettano di gestire con competenza il rapporto con la famiglia [la cui collaborazione è fondamentale per non vanificare gli sforzi], sollecitando la disponibilità dei vari componenti, predisponendoli ad un mutamento delle loro abituali modalità relazionali e aiutandoli a superare atteggiamenti di eccessiva protezione. Questa sensibilità, più umana che specialistica, sarà poi la garanzia per una progettazione realistica per quanto riguarda i tempi dell’intervento, mettendo fine alle “terapie interminabili” che pretendono di rispondere “quantitativamente” ai bisogni del “grave” ed hanno come conseguenza di ritardare la sensibilizzazione dei contesti umani in cui il “grave” vive e nei quali può trovare il suo posto e forse la sua felicità.

ATTIVITA’

All’interno del centro saranno proposte e curate in forma individualizzata una serie di attività tra le quali: � Attività di manipolazione e falegnameria: costruzione di piccoli oggetti in legno,

ceramica, vimini, rinnovando una tradizione di artigianato locale; � Attività grafico pittoriche ; � Attività psico-motorie; � Attività culinaria e di gestione domestica; � Attività di avvio all’uso di alcune funzioni del computer, utilizzando programmi specifici

realizzati dalle scuole e dai servizi AUSL; � Laboratorio di giardinaggio; � Attività integrative (corsi di nuoto, visite ed escursioni, palestra ecc.); � Manifestazioni e feste per l’integrazione sociale.

6. Liveas: SI 7. Macroarea: AREA DISABILI

8. Costo del progetto (totale): euro 208.288,92

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 171.288,92

9. Servizi/prestazioni erogati:

� Ospitalità diurna, � Accudimento della persona, � Attività di osservazione e orientamento mirati, � Educazione del soggetto all’autonomia personale, � Inserimento dell’utente nel contesto territoriale.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale - Sub-distrettuale

� sub-distretto Montefiascone:

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Bagnoregio, Bolsena, Capodimonte, Castiglione In Teverina, Civitella d’agliano, Graffignano, Lubriano, Marta, Montefiascone.

� sub-distretto Acquapendente: Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano, Acquapendente.

- Comunale 11. Tipologia di utenza

Il presente progetto è rivolto a n. 16 utenti (n. 8 per ciascun sub-distretto), di età compresa tra 15 e 54 anni, rispondenti ai criteri di gravità, come individuati all’art. 3 comma 3° della legge 104/92 e accertati ai sensi dell’art. 4 di tale legge. TIPOLOGIA DI DISABILITA’:

- Tetraparesi spastica; - Sclerosi e placche; - Insufficienza mentale; - Mongolismo grave con deficit intellettivo; - Autismo.

12. Obiettivi del progetto

- Favorire, attraverso interventi mirati, il mantenimento delle capacità in possesso degli utenti e, dove possibile, il potenziamento delle stesse;

- Permettere agli utenti di fare esperienze, affinché acquistino una sempre più reale autonomia, base fondamentale per il loro benessere personale e per l’acquisizione dell’autostima;

- Sviluppare le competenze comunicative [anche con l’ausilio di mezzi non verbali], come strumento indispensabile per il loro inserimento e la loro integrazione sociale;

- Rappresentare un sostegno alle famiglie degli utenti. 13. Tempi di attuazione dal 01 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_0|2| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali (centro diurno) - Altro Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|1|6|

(8 in ciascun centro diurno) 15. Numero utenti nel 2010 | |9| ACQUAPENDENTE | 1|1| MONTEFIASCONE

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Il rapporto costante di presenza è stato sempre di otto utenti per ciascun centro, anche se gli utenti sono stati in numero complessivo di nove nel centro di Acquapendente e di undici in quello di Montefiascone. L’accesso della quota di esubero, rispetto alla capacità del centro, è stata possibile mediante l’articolazione della presenza degli utenti.

16. Soggetto che gestisce - Comune - Convenzione con cooperative o appalto - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare COMUNE CAPOFILA) 17. Utenza annuale prevista |2|0| VEDI PUNTO 15

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi (COMUNE CAPOFILA) |_|0|6| - Assistenti sociali |_|_|4| - Sociologi | |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|6| - Operatori socio-sanitari _| | | - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

Le sedi dei centri sono: � n. 1 a Montefiascone � n. 1 ad Acquapendente.

20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì

Il servizio sociale competente si incontra mensilmente con gli operatori per: - analisi e discussione dei casi; - individuazione del campo di azione; - elaborazione di strategie di intervento a livello organizzativo - gestionale e a livello

relazionale - educativo; - elaborazione di strumenti di verifica; - monitoraggio e valutazione dell’intervento in relazione agli obiettivi prefissati; - impostazione del lavoro.

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- No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

Il progetto è stato concordato con la AUSL; le modalità di integrazione con la Ausl sono quelle contenute nell’accordo di programma, sottoscritto tra i comuni del Distretto VT/1 e la AUSL

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi COSTI GENERALI

COSTO OPERATORI PER ASSISTENZA per i 2 CENTRI DIURNO € 139.088,92

SPESE GENERALI PER IL CENTRO DIURNO DI MONTEFIASCONE

Descrizione Totale annuo Affitto locali e Utenze (luce, gas, telefono) Pulizie locali € 14.000,00 Mensa € 6.500,00 Assicurazione utenti € 1.600,00 Materiale Didattico € 3.000,00

Totale € 25.100,00

SPESE GENERALI PER IL CENTRO DIURNO DI ACQUAPENDENTE

Descrizione Totale annuo Affitto locali e Utenze (luce, gas, telefono) Pulizie locali € 14.000,00 Mensa - Fornitura Pasti € 6.500,00 Assicurazione utenti € 1.600,00 Materiale Didattico € 3.000,00

Totale € 25.100,00

SPESE GENERALI DEI 2 CENTRI DIURNI euro 50.200,00

TRASPORTO

n. 2 Centri Totale euro 19.000,00

TOTALE GENERALE euro 208.288,92

ENTRATA € 37.000,00 [pagamento quota di partecipazione utenti]

RIPARTIZIONE DEI COSTI

A carico del fondo sociale x 2 centri = € 171.288,92

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A carico dei Comuni – Utenti x 2 centri = € 37.000,00

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Com. Ausl Altro

Costo risorse umane

€ 102.088,92 Utenti

€ 37.000,00 € 139.088,92

Costo di funzionamento e gestione

€ 69.200,00 € 69.200,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale € 171.288,92 € 37.000,00 € 208.288,92

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8° PROGETTO

attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

ATTIVITÀ DI NATURA ASSISTENZIALE DI SUPPORTO ALLE PRESTAZIONI DI ASSISTENZA SANITARIA A DISAGIATI PSICHICI, presso la CO.DI.CO. (Comunità di Convivenza) di Montefiascone.

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Le CO.DI.CO. sono strutture socio-riabilitative a minore intensità socio-assistenziale. La caratteristica del progetto per la SRSMIA di Montefiascone (Struttura residenziale socio–riabilitativa a minore intensità socio-assistenziale) è di essere strutturalmente adiacente al Centro Diurno e funzionalmente connessa sia al Centro Diurno stesso che al Centro di salute Mentale. Non si avvale, dunque, di una propria équipe, ma utilizza in modo coordinato il personale del C.D. e del CSM; questo, da un lato, permette un risparmio economico, in quanto alcune attività possono essere svolte in comune tra i residenti della struttura e gli utenti del Centro Diurno, e, dall’altro, consente una massima integrazione con la rete dei servizi e quindi una elevata continuità terapeutica. CON I FINANZIAMENTI REGIONALI, VENGONO GARANTITE LE PRESTAZIONI DI SUPPORTO ALLE ATTIVITÀ PRETTAMENTE SANITARIE. REQUISITI STRUTTURALI della CO.DI.CO. Al secondo piano della struttura, messo a disposizione dall’AUSL per la creazione di spazi residenziali, si trovano 4 stanze da letto con doppi servizi. Il primo piano, già destinato al Centro Diurno, è composto da un salone per le attività, una stanza laboratorio, una stanza per gli operatori e doppi servizi. Il piano terra, già destinato al C.D., si articola in una cucina, una sala mensa, una stanza per attività e doppi servizi. L’esterno è uno spazio che permette lo svolgimento di attività in caso di tempo favorevole. INGRESSO L’ingresso nella Srsmia avviene su base volontaria e su proposta dell’équipe curante territoriale, con la quale il responsabile della struttura territoriale di riferimento definisce obiettivi e durata dell’intervento; anche il paziente e la sua famiglia sono informati sugli obiettivi che si vogliono perseguire con l’inserimento temporaneo nella struttura e sulle regole di convivenza. L’équipe curante mantiene gli interventi di terapia farmacologica e della eventuale psicoterapia , ma il case management del paziente e

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della sua famiglia fa capo alla SRSMIA. Una verifica dei risultati raggiunti, rispetto agli obiettivi prefissati, va fatta congiuntamente tra le due equipe ogni due mesi circa. I tempi di permanenza devono essere inferiori ai due anni. Può essere prevista un’ammissione d’urgenza alla SRSMIA per i casi in cui si verifica un’espulsione dalla famiglia e che avrebbero come unica alternativa un improprio ricovero ospedaliero: ciò può avvenire solo se il CSM garantisce per il periodo transitorio dell’inserimento un rinforzo delle risorse della SRSMIA da concordare tra i responsabili.

6. Liveas: SI

7. Macroarea: area organizzativa strutture a ciclo residenziale e semi residenziale per soggetti con fragilità sociali.

8. Costo del progetto (totale): euro 61.077,22

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio: euro 46.197,22

9. Servizi/prestazioni erogati

Sono previsti: - psicoterapie di gruppo; - psicofarmacologia e psicoterapia individuale; - attività risocializzanti; - attività manuali volte allo sviluppo di competenze nella gestione delle cose e - nella cura personale; - attività di reinserimento sociale e lavorativo; - gruppi psico-educazionali con le famiglie; - altre attività:

Parte della mattina sarà dedicata alla gestione della struttura e alla preparazione del pranzo. Il restante tempo sarà dedicato, secondo il progetto individuale, ad attività di formazione lavorativa esterne o alla partecipazione alle attività interne ed esterne del centro diurno. Due pomeriggi a settimana si svolgerà un gruppo finalizzato al social skill-

training. Nel pomeriggio gli ospiti parteciperanno alle attività del centro diurno e dalle 18 si dedicheranno alla preparazione della cena. Sempre nel pomeriggio potranno avvalersi del CSM per le visite psichiatriche e le psicoterapie, qualora siano previste dal piano di intervento.

Con i finanziamenti regionali, vengono garantite le prestazioni di supporto alle attività prettamente sanitarie. Nello specifico: − Accompagnamento, ove necessario, dei pazienti presso i centri o i luoghi dove si

svolgono le attività previste dai programmi terapeutico- riabilitativi − Aiuto ed assistenza durante le attività. − Collaborazione con il Centro Diurno e il DSM − Assistenza generica agli ospiti che dovrà comprendere le seguenti attività:

• Sorveglianza dei locali nelle ore notturne • Assistenza agli ospiti in caso di chiamata; • Attivazione del 118 in caso di necessità; • Attivazione dei parenti in caso di necessità.

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10. Bacino di utenza

- Distrettuale 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune)

11. Tipologia di utenza

Gli utenti previsti sono otto. Si tratta di pazienti con patologie psicotiche stabilizzate, con sufficiente autonomia nelle normali attività della vita quotidiana ma scarsa capacità di relazioni sociali e gestione del proprio tempo, per i quali la famiglia non rappresenti un sostegno e siano dunque a rischio di istituzionalizzazione: ricoveri impropri in S.P.D.C. o in C.T.R. . Non è previsto l’inserimento di soggetti con problemi di abuso e dipendenza da sostanze e di soggetti con gravi disturbi della condotta (Disturbi di personalità Antisociale, Borderline). 12. Obiettivi del progetto

Gli obiettivi della SRSMIA, che non rappresenta una soluzione abitativa definitiva ma accoglie i pazienti per un tempo determinato, definito nel progetto terapeutico riabilitativo, sono:

- prevenire e contenere il ricovero ospedaliero, - acquisire abilità nella cura di sé adeguate al proprio contesto ambientale, - sviluppare capacità espressive, - sviluppare capacità comunicative, - sviluppare competenze sociali.

13. Tempi di attuazione: dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|1| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo

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- Casa albergo - Strutture semiresidenziali (specificare _____________________ ) - Altro (struttura residenziale socio riabilitativa) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|8|

15. Numero utenti nel 2010 |_|_|7| 16. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare COMUNE CAPOFILA e AUSL ) 17. Utenza annuale prevista |_|_|8| 18. Personale coinvolto nel progetto

E’ prevista, per la struttura residenziale socio-riabilitativa a minore intensità assistenziale, una articolazione per moduli di massimo 8 pazienti, con prestazioni di assistenza per fasce orarie rese dal seguente personale dell’AUSL VT1 (La SRSMIA non dispone di una propria équipe, ma dovendo garantire la presenza di personale per fasce orarie sulle 12 ore diurne si avvale del personale del CSM e del CD):

− Medici: 1 per ore 10 settimanali per almeno 5 gg

− Psicologi: 1 a tempo pieno che contemporaneamente è il responsabile del Centro Diurno (senza costi aggiuntivi)

− 5 Infermieri di cui un a part-time 4 per 36 ore settimanali e 1 per 18 ore settimanali

− Assistente Sociale 1 per 36 ore Per i controlli farmacologici è disponibile una fascia oraria pomeridiana di due ore al giorno (10 ore settimanali) presso l’ambulatorio del CSM (senza costi aggiuntivi). Le prestazioni di supporto alle attività prettamente sanitarie sono garantire da n. 3 operatori socio-sanitari che turnano in fasce orarie diversificate.

- Amministrativi |_|_|6| - Assistenti sociali |_|_|1| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_| | - Operatori socio-sanitari |_|_|3| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (medico - infermieri) |_|_|6|

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19. Sede della struttura e/o dell’attività

presso centro di salute mentale a Montefiascone. 20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì sistema di valutazione oggettiva, fondato sui parametri propri dei metodi di analisi swot

- No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

La AUSL provvede al coordinamento e al monitoraggio dei servizi.

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti:

Finanziamento

regionale

Cofinanziamento Totale finanziam. Prov. Com. Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 46.197,22

euro 14.880,00 per n. 8 utenti

–155,00/mensili

euro 61.077,22

Costo di struttura e di mantenimento

Totale euro 46.197,22 euro 14.880,00 euro 61.077,22

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9° PROGETTO

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1. Titolo del progetto

PROGETTO AIUTO – Progetto per la Disabilità grave, ai sensi della legge 162/98

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambiti territoriali e ambito di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Il progetto “AIUTO” comprende: � Assistenza domiciliare e aiuto personale gestito in forma diretta dell’ente:

Programmazione e attuazione di interventi di sostegno alla persona e ai familiari, attraverso forme di assistenza domiciliare e aiuto personale;il servizio, anche della durata di 24 ore e nelle giornate festive e prefestive sarà gestito direttamente dall’Ente o mediante convenzione con Cooperative sociali, Organizzazioni di volontariato ed associazioni di disabili , iscritti negli appositi albi regionali di cui alla legge L.R. 22/99, Fondazioni ed Associazioni privati socio-assistenziali .

� Avvio di programmi, attivati ai sensi della Legge 104/92, con assistenza domiciliare gestita in forma indiretta e con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia.

� Rimborso parziale delle spese documentate di assistenza nell’ambito di programmi preventivamente concordati con gli Enti competenti.

Sono state redatte schede individuali con relativi progetti per ogni disabile grave che ha presentato domanda, con la descrizione analitica della disabilità e della situazione socio economica. E’ prevista la tipologia degli interventi e la durata del servizio di concerto con il servizio competente della AUSL VT/1.

6. Liveas SI

7. Macroarea: Area disabili

8. Costo del progetto Euro 63.399,00

8.1 Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio Euro 63.399,00

9. Servizi/prestazioni erogati

� Assistenza domiciliare e aiuto alla persona gestito in forma diretta dall’ente, � Aiuto alla persona gestito in forma indiretta, � Rimborso parziale delle spese documentate di assistenza.

10. Bacino di utenza

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- Distrettuale

1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO

- Sub-distrettuale - Comunale

11. Tipologia di utenza

Gli utenti sono disabili in situazione di particolare gravità di cui all’art. 3, comma 2 , lettera “1”bis e “1” ter della legge 104 del 05.02.1992, come modificato dall’art. 1 della legge 162 del 21.05.1998

11. Obiettivi del progetto

� Garantire la permanenza nell’ambiente familiare delle persone con disabilità grave; � Garantire forme di sostegno alla persona e ai familiari; � Garantire l’integrazione sociale delle persone con disabilità grave.

13. Tempi di attuazione

Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|_| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali - Altro (DOMICILIO UTENTI) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) _|

15. Numero utenti nel 2010 |27

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16. Soggetto che gestisce

- Comune capofila - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (specificare ____________________________) 17. Utenza annuale prevista 35| 18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi

(tutto il personale del settore “Servizi alle Persone” del Comune capofila Montefiascone) - Assistenti sociali |_|_| 9| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari | |x| - Volontari

(associazioni di volontariato per i trasporti) |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

DOMICILIO DELL’UTENTE 20. Liste di attesa

- Sì Si osserva una notevole diminuzione dei fondi stanziati rispetto agli anni precedenti;

- No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì � Previsione, nei progetti individuali, di verifiche a medio termine, da parte di personale

Ausl. - No 22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

� stesura di progetti individuali, � valutazione e monitoraggio dei risultati.

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24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento Provinciale Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 63.399,00

euro 63.399,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale Euro 63.399,00

euro 63.399,00

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10° PROGETTO

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1. Titolo del progetto

Casa di accoglienza per disabili adulti 2. Nuovo progetto

- Sì � - No x� 3. Progetto già avviato

- Sì x� - No � 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale e l’utenza di riferimento, consentendo continuità di struttura e servizio già attivati. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

La casa di accoglienza per disabili adulti ha come obiettivo fondamentale di intervento quello di garantire una buona qualità della vita ai soggetti con disabilità che il Piano Personalizzato tende a colmare per mezzo di un potenziamento delle autonomie personali promuovendo la cura di sé e delle cose e facilitando il vissuto spazio-temporale; potenziamento dell’autostima ricomponendo, attraverso il lavoro, un’immagine di sé diversa da quella del soggetto passivo e dipendente; potenziamento delle attività motorie. Di fondamentale importanza è inoltre il recupero dello spazio socio – affettivo più ampio possibile e collegato ad una rete di agenzie sociali esterne. Tutte le attività e gli interventi hanno quale finalità primaria quella di aiutare la persona a sviluppare le sue capacità per mezzo di azioni di stimolo sostegno ed accompagnamento garantendo il rispetto della dignità e della libertà personale, il rispetto delle scelte personali nell’abbigliamento e nella cura della propria persona,il coinvolgimento costante delle persone di riferimento per garantire la continuità dei rapporti la promozione di legami affettivi nuovi. il rispetto della dignità e della libertà personale, il rispetto delle scelte personali nell’abbigliamento e nella cura della propria persona,il coinvolgimento costante delle persone di riferimento per garantire la continuità dei rapporti,la promozione di legami affettivi nuovi. 6. Liveas SI

7. Macroarea Area disabili

8. Costo del progetto (totale) € 314.265,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 273.324,24

9. Servizi/prestazioni erogati

Assistenza tutelare notturna e diurna; alloggio, vitto, cura dell’igiene personale e ambientale; interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità individuali;curare la somministrazione dei

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medicinali prescritti dal medico e il loro approvvigionamento; stimolare gli ospiti a seguire la dieta prescritta dal medico; garantire la fruizione delle prestazioni sanitarie esterne (medico di base, medici specialisti, servizi territoriali AUSL); interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità individuali che favoriscono l’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane; prestazioni sanitarie, assimilabili all’assistenza domiciliare integrata, concordate e programmate con i servizi territoriali. 10. Bacino di utenza

- Distrettuale X - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) � - Comunale (specificare il Comune) �

11. Tipologia di utenza

Destinatari della Casa Famiglia sono adulti disabili di cui alla legge 104/92 art 3. privi di genitori. 12. Obiettivi del progetto

Obiettivo fondamentale è garantire una buona qualità di vita ai soggetti con disabilità intesa quest’ultima non come attributo della persona ma come limitazione che ha origine dal divario fra stato di salute e fattori contestuali dell’ambiente dove vive. 13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

Un anno – Dal 01.01.2011 al 31.12.2011 14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_1|_|_| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia x

- Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro (specificare __________________________________________) �

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_0|7_|

15. Numero utenti nel 2010 |_|_|_0|_7|

16. Soggetto che gestisce

- Comune � - Convenzione con cooperative � - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro (Ass. Orchidea Onlus di Acquapendente) x

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17. Utenza annuale prevista |_|_|_0|7_|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|_6| - Assistenti sociali |_|_|_1| - Sociologi |_|_|_1| - Psicologi |_|_|_1| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_1| - Operatori socio-sanitari |_|_|_4| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (specificare _______________________________) |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

La casa Famiglia “san Vincenzo” con sede a Proceno (VT) 20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) � - No x 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) x Visite periodiche da parte di personale AUSL e/o del Comune capofila.

- No - No �

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente X - No � 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Servizi territoriali delle AUSL quali il Centro di Salute Mentale e la Struttura Semplice Interdistrettuale per la disabilità adulta.

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24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento Provinciale Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

euro 273.324,24

40.940,76

314.265,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale Euro 273.324,24

40.940,76

314.265,00

REGOLAMENTO INTERNO DELLA STRUTTURA RESIDENZIALE PER SOGGETTI CON HANDICAP

GRAVE - GRAVISSIMO PRIVI DI GENITORI

INDICE

PREMESSA ORGANIZZAZIONE 1 DESTINATARI 2 CRITERI PER L’ACCESSO

1. Modalità 2. Durata

1 MODALITA’ DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA

1. Finalità e metodologia della struttura 2. Regole della vita comunitaria 3. organizzazione della giornata e delle attività 4. indicazione delle prestazioni e dei servizi forniti dei servizi 5. integrazione nella vita sociale del territorio

1 TARIFFE

1. Ammontare 2. Modalità di corresponsione 3. Tipo di polizza assicurativa

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2 PERSONALE 1. Organizzazione del personale

1 DOCUMENTAZIONE

PREMESSA

L’Associazione ONLUS “ORCHIDEA”, costituita da genitori, educatori e sostenitori attivamente impegnati ad assicurare ad adulti diversamente abili un presente ed un futuro rispondente alla loro dignità umana, nasce nel 1998. Si propone di gestire iniziative atte a rendere possibile lo sviluppo della loro personalità e a favorire l’integrazione sociale. Lo scopo sociale dell’Associazione è perseguito attraverso il contributo volontario e gratuito di tutti i soci, genitori, educatori e sostenitori, lo scopo educativo-assistenziale è perseguito attraverso l’impegno responsabile dei soci-lavoratori; insieme sono riusciti, nel tempo, a dar vita ad un organismo ben inserito nella realtà sociale del territorio attraverso la promozione di feste, mercatini, spettacoli che sono lo specchio della attività riabilitative svolte all’interno delle due strutture attraverso cui opera l’Associazione: un Centro Diurno e una Casa Famiglia. La Casa Famiglia “San Vincenzo” con sede a Proceno (VT), attiva dal 2005, è in grado di accogliere 7 utenti adulti diversamente abili privi di genitori. La struttura è costituita da un casale sito nel Comune di Proceno (VT) all’interno di una piccola proprietà agricola che può essere sfruttata per attività produttive (orto e giardino). L’edificio si articola su due piani collegati da un piano mobile per disabili, la zona superiore è adibita a zona notte, il pianterreno a zona pranzo e ricreativa. ORGANIZZAZIONE

DESTINATARI

Destinatari della Casa Famiglia sono adulti disabili di cui alla Legge 104/92 articolo 3, privi di

genitori. Per favorire la creazione di rapporti di scambio e di supporto la struttura è in grado di accogliere ospiti con esigenze assistenziali compatibili.

Dopo una prima fase, che non supera i 3 mesi, l’equipe tecnica verifica e prende atto delle eventuali condizioni di idoneità per proseguire l’inserimento sia nel rispetto del soggetto richiedente, che del gruppo famiglia esistente.

CRITERI PER L’ACCESSO

1. Modalità di inserimento : gli ospiti sono accolti sulla base di una richiesta personale o di

una segnalazione dei Servizi Sociali del Comune di residenza o della AUSL nel rispetto di quanto contenuto nella Carta dei Servizi Sociali Leg. 328/2000

Il Servizio Sociale del Distretto attiva gli assistenti sociali di riferimento, i quali reperiscono la documentazione necessaria:

1 Relazione sanitaria con relativa motivazione della richiesta di inserimento 2 Diagnosi sanitaria

Successivamente si incontra un gruppo di lavoro costituito da: 1 Assistente sociale di riferimento

2 Responsabile della struttura psicologa e pedagogista

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3 Parenti prossimi ove esistenti Questo gruppo di lavoro è la base per compilare la scheda informativa generale prendendo tutte le informazioni possibili sulle abitudini generali del soggetto, sulla storia personale e familiare per poter stabilire le modalità di inserimento. Qualora la persona con disabilità e/o un parente si rivolga direttamente alla struttura per chiedere l’ammissione, è compito della struttura stessa collegarsi con il Servizio Sociale di riferimento per la presa in carico. Tempi e modalità dell’inserimento sono individuati e strutturati in modo da portare ogni soggetto a vivere la nuova realtà come un luogo familiare e accogliente E’ compito del Servizio sociale, nell’ambito dell’Unità valutativa multidisciplinare, stilare per ogni utente un progetto di assistenza finalizzato a definire gi obbiettivi assistenziali e a garantire la necessaria vigilanza sulla qualità degli interventi. Tale progetto contiene tutti i dati relativi allo stato di benessere psicofisico dell’ utente. Tutti gli atti relativi alla presa in carico ai fini dell’ammissione sono inseriti nella cartella personale dell’utente. Avvenuto l’inserimento, in base alle informazioni raccolte, ai modelli I.C.F., all’osservazione e all’esperienza della vita in comune, l’equipe operativa (composta dal responsabile e da tutti gli educatori) redige un piano personalizzato di assistenza, riportando autonomie, capacità e potenzialità, individuando gli obbiettivi da raggiungere, i contenuti e le modalità degli interventi finalizzati al mantenimento e al recupero delle capacità fisiche e cognitive. La finalità di ogni piano personalizzato coincide con il miglioramento della qualità della vita della persona disabile, focalizzando l’attenzione sulla tipologia e modalità di aiuto da offrire in coerenza con il progetto globale della struttura. 2. Durata

In base alla legge 41/2003 essendo prioritaria l’esigenza di mantenere ogni persona nell’ambiente nel quale vive, l’ospite della struttura viene dimesso soltanto su domanda personale e/o dei familiari, o solo qualora le sue condizioni di benessere psicofisico richiedano forme di assistenza diverse da quelle offerte dalla struttura. MODALITA’ DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA

a) Finalità e metodologia della struttura:

L’obiettivo fondamentale della struttura residenziale è quello di garantire una BUONA QUALITA’ DELLA VITA, tenendo conto che la disabilità non è un attributo della persona ma una limitazione che ha origine dal divario tra il suo stato di salute e i fattori contestuali dell’ambiente in cui vive. Il progetto si pone come scopi generali IL RECUPERO DELL’IDENTITA’ DEL SOGGETTO E DELLO SPAZIO SOCIO AFFETTIVO. RECUPERO DELL’IDENTITÀ DEL SOGGETTO Partendo dagli obiettivi generali sono stati individuati diversi obiettivi specifici per aiutare un sano sviluppo dell’identità delle persone ospitate:

- Potenziamento autonomie personali - Potenziamento autostima del soggetto

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- Potenziamento abilità motorie a) Potenziamento autonomie personali:

• Promuovere la cura del SE’: riguardano tutte le autonomie primarie, spogliarsi, vestirsi, lavarsi e mangiare

• Facilitare il vissuto spazio-temporale Riguardano tutte le autonomie spazio-temporali legati al nuovo ambiente: riconosce il posto a tavola-armadietto; spostarsi autonomamente nella struttura.

• Far si che l’individuo possa appropriarsi delle proprie cose e curarle riordinare la propria stanza, riporre le proprie cose nel proprio armadio. Tutto questo si può raggiungere con un lavoro continuo e costante degli operatori che seguiranno un percorso educativo appositamente studiato ogni singolo utente.

b) Potenziamento autostima del soggetto Ogni individuo si rispecchia in parte nel prodotto del proprio lavoro, nel caso dell’handicap grave si può, attraverso il lavoro e il coinvolgimento nelle varie attività ricomporre un’ immagine di sé diversa da quella di soggetto passivo e dipendente. Oltre alle attività proprie al funzionamento di una casa vissuta insieme, la struttura propone le seguenti attività:

• giardinaggio da svolgere nell’area adiacente la struttura stessa.

• Realizzazione di buste di carta ed altri oggetti che possono essere utilizzati nel centro diurno o altre strutture

• manipolazione di materiali

• pittura con tecniche varie.

c) Potenziamento abilità motorie: Si tratta di mantenere le strategie motorie già acquisite, dove è possibile potenziarle evitando che nel contempo insorgano o si aggravino problemi motori. Questo obbiettivo può essere raggiunto attraverso: attività motoria globale nuoto attività equestre specifica per adulti con handicap grave

RECUPERO DELLO SPAZIO SOCIO-AFFETTIVO Sono state individuate una serie di attività ed iniziative che possono facilitare il raggiungimento di questo obiettivo: -contatti con il Centro Diurno Orchidea per adulti disabili -partecipazione ai mercatini che il suddetto centro organizza con i propri prodotti artigianali -partecipazione ai soggiorni estivi organizzati dalla AUSL -partecipazione alle feste dell’associazione Orchidea

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-organizzazione nell’ambito della struttura di feste di compleanno -presenza dei parenti al fine di mantenere il legame con la famiglia

1 Regole della vita comunitaria: Gli ospiti possono ricevere visite dei parenti e amici concordando telefonicamente l’incontro tenendo conto delle attività programmate. Gli ospiti possono recarsi a far visita a parenti o amici concordando la durata dell’uscita.

2 Organizzazione della giornata, delle attività e delle prestazioni

All’interno della struttura le attività sono prevalentemente finalizzate all’organizzazione della vita in comune seguendo i percorsi individuali sulle autonomie e le esigenze degli ospiti. L’attività della giornata è organizzata in modo da soddisfare i bisogni assistenziali e di inclusione sociale degli ospiti, sopperendo alle difficoltà personali. Fare la spesa, cucinare, apparecchiare, spazzare, stendere o ritirare la biancheria…sono attività che vengono svolte a turno stimolando le autonomie e il senso di partecipazione alla vita del gruppo famiglia. La giornata è suddivisa: Ore 8.30 - Sveglia Ore 9.00 - colazione Ore 9.30/11.00 - cura della persona seguendo i percorsi individuali sulle autonomie, riordino delle stanze e della sala pasti Ore11.00/12.30 - Preparazione del pranzo (1 operatore + 3 utenti), allestimento della tavola(1utente),lavaggio e sistemazione della biancheria(1utente),manutenzione esterno(2utenti).L’altro operatore(non impegnato nella cucina)supervisiona e coordina le attività degli altri utenti. Ore 12.30 - Pranzo Ore 13.30/14.30 - Riordino della sala pasti e della cucina Ore 14.30/16.00 - Riposo o attività ricreative (ascoltare musica, guardare la TV, giocare con la playstation) nel rispetto della libertà personale. Ore 16.00 - Gli utenti vengono accompagnati alle attività esterne: nuoto, cavallo o svolgono attività interne alla struttura: giardinaggio, costruzione buste, animazione (danze o giochi sociali), attività culinarie (dolci,etc…), computer. Ore 17.30 - Merenda Ore 18-19.30 - Preparazione cena, allestimento della tavola, attività di supporto alla casa: ritirare, piegare e riordinare la biancheria. Due volte a settimana tutti gli utenti e gli operatori, provvedono alla spesa, in base ai menu stilati e supervisionati dalla AUSL. Ore 19.30 - Cena Ore 20.30 - Riordino della sala pasti e della cucina Ore 21.30 - Preparazione per la notte seguendo i percorsi individuali Ore 23.00 - Riposo Premesse le suddette attività pedagogiche, la gestione della struttura prevedere anche attività di piccola manutenzione che vengono, quando possibile, svolte coinvolgendo gli utenti. Durante il fine settimana e soprattutto nella stagione estiva vengono effettuate uscite organizzate (lago, mare, piscina, montagna ed eventi mondani).

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In particolare sono garantiti dalla struttura i seguenti servizi e prestazioni:

− Assistenza tutelare notturna e diurna

− Alloggio, vitto, cura dell’igiene personale e dell’ambiente

− Interventi di sostegno e di sviluppo delle abilità individuali che favoriscono l’espletamento delle normali attività e funzioni quotidiane

− Prestazioni sanitarie, assimilabili all’assistenza domiciliare integrata, concordate e programmate con i servizi territoriali.

− Indicazione delle prestazioni assistenziali e dei servizi socio-sanitari forniti Gli operatori provvedono:

− all’approvvigionamento e alla somministrazione dei medicinali prescritti dal medico.

− garantiscono la fruizione di prestazioni sanitarie esterne.

− organizzano l’eventuale ricovero in ospedale e mantengono costanti rapporti con l’utente durante la degenza.

− informano tempestivamente i familiari dell’avvenuto ricovero.

− mantengono i contatti con la strutture sanitaria. La cartella sanitaria, la cura, le informazioni sullo stato di salute vengono riportate nella cartella personale dell’utente. Gli operatori:

− stimolano gli ospiti a seguire la dieta prescritta,

− ove necessario prendono appuntamento e accompagnano dall’estetista, dal podologo e dal parrucchiere.

− Provvedono all’acquisto dei capi di abbigliamento nel rispetto delle scelte personali.

− Integrazione nella vita sociale del territorio E’ compito della struttura coinvolgere costantemente le famiglie e le persone di riferimento per garantire la continuità dei rapporti con feste di compleanno, uscite, attività sociali dell’Associazione. E’ inoltre compito della struttura promuovere nuovi legami organizzando:

- attività lavorativa e ricreative presso il Centro Diurno dell’Associazione,

- attività riabilitative e ricreative fuori dalla struttura (nuoto, ippoterapia, pallacanestro),

- gite nei centri culturali della zona.

- Partecipando alle attività culturali della zona, feste, rappresentazioni, mercatini, carnevale.

- Partecipando ai soggiorni estivi.

TARIFFE

1. Ammontare

Il costo della retta giornaliera è di E 125,00………… Tale ammontare è così suddiviso: a carico della Regione Lazio, Leg. 388/200 art. 81 e D.M. n° 470 del 13.12.2001 (Dopo di noi) l'intero ammontare della quota detratto, ove esiste, l'assegno di accompagnamento a carico dell' ospite. Ogni utente conserva la quota di € 250,00 come previsto dalla normativa vigente per le spese personali, qualora la pensione superasse detta quota l'importo rimanente andrà a coprire la retta della struttura.

2. Modalità di corresponsione della retta

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Sono comprese nella quota versata da ogni utente le seguenti prestazioni:

spese generali:

- abbigliamento,

- parrucchiere e prodotti igienici personali

- lavanderia,

- medicinali non esenti

- estetista e podologo servizi

- attività esterne alla struttura: nuoto, ippoterapia, soggiorni estivi, ristorante. Prestazioni a carico della struttura:

- spese di gestione generale

- personale

- biancheria in comune

- trasporto PERSONALE

Gli utenti sono seguiti nell’ambito delle 24 ore da diverse figure professionali presenti nella struttura in fasce orarie stabilite. Il personale è così composto: Responsabile La direzione della Casa Famiglia è affidata al Presidente dell’Associazione che si avvale della collaborazione del Comitato Direttivo, egli ha la responsabilità legale della struttura e la rappresentanza verso l’esterno. In particolare deve:

- supervisionare il lavoro di équipe tecnica in cui si discutono i progetti educativi individuali

- effettuare le verifiche ed i controlli sui programmi attuati,

- coordinare le attività con i servizi territoriali

- essere il referente del coordinatore

- curare i rapporti con il volontariato dal punto di vista tecnico. Coordinatore Il Coordinatore ha il compito di:

- collaborare con gli operatori alla stesura dei programmi e alla verifica degli stessi,

- coordinare le attività degli operatori nella struttura,

- fare i turni di presenza degli operatori ed eventuali sostituzioni (in base al regolamento interno) annotandoli nel registro,

- controllare che i turni siano rispettati,

- controllare l’esecuzione dei progetti individuali,

- essere il referente degli operatori in questi temi. Per le finalità e le modalità organizzative tale figura può essere ricoperta da un laureato nelle aree sociali, pedagogico-educativo e psicologica, con laurea ed esperienza nel campo almeno di tre anni. Educatore professionale Gli educatori sono forniti di una adeguata qualifica (operatori di comunità-lauree brevi e di un periodo di tirocinio presso le strutture dell’Associazione). Gli educatori hanno il compito di realizzare gli obiettivi previsti dal piano personalizzato di assistenza. In particolare:

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-stendere i programmi delle attività interne ed esterne della casa famiglia, -progettare e mettere in atto le attività finalizzate al mantenimento e al miglioramento delle capacità fisiche e cognitive degli ospiti, -svolgere una attività di supplenza dell’organizzazione famigliare, -promuove momenti di integrazione, -discutere in sede di gruppo tecnico con il Responsabile e gli altri operatori il progetto attuato, la verifica e gli obiettivi raggiunti, -essere il referente e quindi l’educatore principale dell’ospite, -redigere periodicamente relazioni sull’andamento del progetto individuale, -aggiornare la cartella individuale per ogni ospite in cui vengono annotate eventuali visite dei parenti o uscite dell’ospite, note sanitarie.. -essere presente nei turni giornalieri e notturni (come da orario). Tecnico della riabilitazione psichiatrica e psicosociale Oltre a svolgere le stesse attività dell’operatore,essendo in possesso di una specifica abilitazione regionale e di una approfondita preparazione teorica in campo psichiatrico, si occupano di stilare e seguire appositi progetti riabilitativi, indirizzati soprattutto verso quegli utenti dove è presente una terapia farmacologica-psichiatrica. Assistente sociale -Assiste gli ospiti con interventi di natura socio-assistenziale, -cura l’inserimento nella struttura, -favorisce il migliore utilizzo delle risorse, -cura i rapporti con le famiglie d’origine. Collaboratori O.S.A. Operatori in possesso di relativo diploma, hanno il compito di: -essere presenti nei turni notturni e nelle fasce orarie prestabiliti, per provvedere alla pulizia e all’igiene della struttura. DOCUMENTAZIONE

- cartella personale per ogni singolo ospite contenente i dati personali, amministrativi, sociali e sanitari

- piano personalizzato di assistenza contenente la cura farmacologia da seguire, i controlli periodici e le analisi effettuate,

- un registro delle presenze del personale con i turni di lavoro svolti,

- il quaderno delle consegne giornaliere,

- una tabella dietetica alimentare autorizzata dalla AUSL.

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11° PROGETTO

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1. Titolo del progetto

SOGGIORNI ESTIVI E WEEK-END DI SOLLIEVO PER DISABILI

2. Nuovo progetto

- Sì � - No X �

3. Progetto già avviato

- Sì � - No �

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Nell’ambito dell’offerta dei servizi finalizzati al raggiungimento della piena autonomia ed integrazione sociale della persona disabile presenti sul territorio del Distretto 1, i soggiorni estivi e i week–end di sollievo rappresentano un’importante strumento di arricchimento del disabile stesso, un’occasione di scambio che permette di favorire il percorso di riabilitazione sociale attraverso un’esperienza ricreativa all’interno di un gruppo in un contesto di vacanza. Tale iniziativa ha lo scopo ulteriore di offrire alle famiglie un periodo di sollievo e di riposo. I soggiorni potranno essere organizzati per un periodo massimo di 15 gg. per gruppo, in località balneare o montana. Dovranno essere prescelte località con ambiente strutturato in assenza di barriere architettoniche dove poter impostare regole di base per la vita comunitaria, organizzare attività socializzanti, uscite e visite in luoghi d’interesse. I soggiorni dovranno essere coordinati da 1 operatore con qualifica di Educatore Professionale, Assistente Sociale o Psicologo e prevedere la presenza di personale qualificato Su ciascun gruppo dovranno essere presenti operatori con qualifica idonea, con la previsione, in caso di persone con handicap grave, anche di un rapporto operatore/utente di 1:1. I Servizi competenti dei Comuni e della AUSL avranno il compito di effettuare le verifiche necessarie per monitorare l’andamento del Progetto.

6. Liveas

SI

7. Macroarea

AREA DISABILI

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8. Costo del progetto (totale)

€ 25.000,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio

€ 17.090,68

9. Servizi/prestazioni erogati

Il servizio intende avere una funzione socio-educativa, il cui significato sta nella promozione delle capacità espressive e cognitive della persona e nel favorire la relazione con l’ambiente. L'ambiente naturale, in cui si svolgono i soggiorni o i week-end, rappresenta una opportunità di stimoli per un programma di educazione permanente, che mira alla costruzione di un pensiero critico, all'autonomia personale e alla partecipazione delle scelte.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale X� 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) � - Comunale (specificare il Comune) �

11. Tipologia di utenza

Il progetto è rivolto ai disabili (ai sensi dell’art. 3 comma 3 della L. 104/92) in età evolutiva e adulti, e altre categorie di disabilità (ad es. disagiati psichici), residenti nel territorio del Distretto 1 individuati dal Servizio Sociale dei Comuni e dai servizi specialistici della AUSL (Servizio Disabili Adulti, NPI, CSM).

12. Obiettivi del progetto

Obiettivi fondamentali sono:

• integrazione sociale; • autonomia personale; • sviluppo delle capacità ludico-espressive; • sensibilizzazione sociale; • sensibilizzazione ambientale.

Sviluppo dell'autonomia personale

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La partecipazione alle attività di un gruppo, che non sia la famiglia o la scuola, comporta la necessità di apprendere certe competenze in merito alla gestione del proprio corpo e delle proprie cose, all'orientamento spaziale e alla gestione dello spazio circostante: il lavarsi, il vestirsi, il mangiare, l'uso degli oggetti ecc.. In sintesi i contenuti relativi a questo obiettivo sono i seguenti: utilizzo di capacità acquisite, relative alla gestione del proprio corpo e delle proprie cose, rispetto allo spazio e al tempo in un contesto diverso da quello abituale.

• Gratificazione nell'utilizzo delle proprie capacità. • Opportunità di sperimentare nuove capacità.

Sviluppo delle potenzialità ludico-espressive Nell'ottica di un intervento volto a favorire la relazione con l’ambiente, è estremamente importante potenziare l'acquisizione di competenze in merito all'uso di linguaggi (del corpo, simbolici, dell'ambiente) e quindi a livello del comunicare, del fare richieste, del fare proposte, del dare risposte (capacità di essere riceventi ed emittenti). È altresì importante (e qui sta la peculiarità di un intervento nell'ambito del tempo libero) fornire occasioni di conoscenza, privilegiando strumenti solitamente poco ricorrenti nell'esperienza: per esempio il gioco, sia nella sua funzione cognitiva che in quella fantastica. In sintesi i contenuti relativi a questo obiettivo sono i seguenti:

• utilizzo delle capacità acquisite nell'esprimere i desideri, nel recepire e collocarsi in nuove proposte.

• Favorire, tramite l'interrelazione educatore-gruppo e attività di espressione corporea, lo sviluppo della personalità a livello del linguaggio scritto, parlato e relazionale.

• Utilizzo delle capacità di partecipazione tramite un fare. • Sperimentazione di diverse competenze ludico-espressive. • Consapevolezza, ricordo e gratificazione dell'esperienza ultimata.

Sviluppo della socializzazione Questo obiettivo è strettamente collegato ai precedenti e un suo soddisfacente raggiungimento può derivare solo da una loro corretta impostazione. Tale obiettivo fa riferimento all'acquisizione e all'apprendimento delle capacità relazionali rispetto alla relazione con l’ambiente , le persone, l’educatore, al significato di norma sociale e al suo uso. In sintesi i contenuti relativi a questi obiettivi sono i seguenti:

• individuazione e utilizzo di contesti sociali (nel nostro caso il gruppo). • Riconoscimento e rispetto delle regole. • Utilizzo delle capacità presenti e sperimentazione di nuove competenze relative

al cambiamento del contesto. • Gratificazione e rafforzamento dell'autostima per l'esperienza di scambio

effettuata.

13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

UN ANNO Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|_| (Variabile in riferimento ai soggiorni effettuati)

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Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali X� - Altro (Hotel, Pensioni, Villaggi Turistici, ecc….) X�

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_|

15. Numero utenti nel 2010 |_|_|8|0|

16. Soggetto che gestisce

- Comune X� - Convenzione con cooperative X� - Convenzione con Associazioni di volontariato X� - Altro (Strutture individuate dalla Ausl) X�

17. Utenza annuale prevista |_|_|8|0|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi (Tutto il personale del Settore “Servizi alle persone”del Comune Capofila di

Montefiascone) |_|_|_| - Assistenti sociali (Personale Ausl) |_|_|9| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi (Personale Ausl) |_|_|2| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|1|5| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Psichiatra – Neuropsichiatria – Infermieri professionali – Personale Ausl)

|_|_|7| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

Può variare in base alla tipologia del soggiorno o week-end di sollievo (Hotel, Pensioni, Villaggi Turistici, ecc….) L’attività prevista avviene in strutture appositamente selezionate ed adeguate alle esigenze degli utenti partecipanti. Possono essere utilizzate strutture idonee di proprietà comunale. Nei servizi per la vacanza di tipo residenziale la AUSL garantisce, dove necessario, le prestazioni sanitarie.

20. Liste di attesa

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- Sì (specificare i motivi) � - No X�

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì X�

Si prevedono almeno due incontri di verifica e monitoraggio sulla validità dei soggiorni in generale e in relazione ai piani individualizzati d’intervento. Agli incontri partecipano gli operatori dei Comuni del Distretto, del Distretto 1 della AUSL Viterbo e dei servizi AUSL coinvolti che hanno preso parte alla programmazione e realizzazione degli stessi.

- No �

22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente X� La modalità della spesa da parte dell’utente verrà stabilità annualmente secondo parametri

ISEE, la disponibilità finanziaria dei singoli comuni, la quota erogata dalla Regione Lazio per

il servizio specifico.

- No �

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Le modalità di integrazione:

- stesura di progetti individuali; - partecipazione del personale ASL ai soggiorni estivi o week-end; - valutazione e monitoraggio dei risultati; - i Comuni del Distretto 1 assicurano la realizzazione dei soggiorni estivi e week end di

sollievo a favore di persone disabili in età evolutiva e adulte, nell’ambito delle risorse disponibili e annualmente destinate, facendosi carico in tutto o in parte delle spese alberghiere e di trasporto degli utenti;

- la AUSL di Viterbo assicura, nel Distretto 1, la realizzazione dei soggiorni estivi e week-end di sollievo a favore di persone disabili in età evolutiva e adulte, facendosi carico di mettere a disposizione gli operatori necessari o tramite il proprio personale o assumendone la relativa spesa.

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24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

regionale

Cofinanziamento Totale finanziam. Prov. Com. Ausl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento e gestione

€ 17.090,68

€ 6.909,32

€ 1.000,00 € 25.000,00

Costo di struttura e di mantenimento

Totale € 17.090,68

€ 6.909,32

€ 1.000,00 € 25.000,00

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12 a° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

SPORTELLO FAMIGLIA

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed amplia l’ utenza di riferimento, estendendo il servzio anche alle famiglie di immigrati. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Lo “SPORTELLO FAMIGLIA”, complementare al Servizio di Segretariato Sociale, viene integrato con attività in favore delle famiglie di immigrati.

Le funzioni specifiche sono le seguenti: � fornire informazioni sulle norme e sui provvedimenti nazionali, regionali e locali in

materia di politiche familiari e sui servizi attivati; � prendere in carico delle problematiche e dei bisogni rappresentati dai nuclei familiari in

termini di richiesta di accesso ai servizi socio-sanitari ed educativi esistenti sul territorio del Distretto;

� contribuire a sviluppare iniziative di solidarietà alle famiglie nel cui nucleo sono presenti diversamente abili, finalizzate ad agevolare il loro mantenimento nell’ambito familiare;

� attivare e/o mediare servizi che facilitino la permanenza dell’anziano non autosufficiente all’interno del nucleo familiare per incrementare i rapporti intergenerazionali;

� fornire informazioni dirette per guidare l’accesso ai servizi rivolti ai nuclei familiari; � realizzare una diffusa informazione sulle modalità relative all’affido e all’adozione

nazionale ed internazionale e sostenere le famiglie che accolgono i minori, promuovendo e sostenendo le iniziative tese all’adozione di bambini diversamente abili;

� assicurare assistenza e consulenza a favore dei componenti del nucleo familiare che subiscono maltrattamenti, in particolare dei minori vittime di abusi e di violenza sessuale o di altro tipo;

� fornire un servizio di informazione e consulenza alla popolazione straniera residente sul territorio distrettuale;

� mediare, nei casi più problematici, l’attivazione degli altri servizi territoriali dedicati (segretariato sociale, servizi socio-sanitari in genere);

� effettuare attività di monitoraggio in stretto collegamento con l’Osservatorio Sociale, per misurare e valutare l’efficacia delle risposte fornite e i risultati ottenuti in rapporto alle risorse utilizzate;

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6. Liveas SI

7. Macroarea

anziani , minori , disabili, famiglie, popolazione straniera, etc. 8. Costo del progetto € 18.000,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 18.000,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Tali sportelli sono in grado di accogliere la più ampia tipologia di esigenze informando le famiglie sulle “risorse sociali disponibili nel territorio che possono risultare utili per affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita” (Piano Nazionale Sociale).

10. Bacino di utenza

- Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni) 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza: Tutte le fasce della popolazione

12. Obiettivi del progetto

- Fornire informazioni all’utenza il più possibili complete, in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai servizi

- Consentire la conoscenza delle risorse sociali disponibili nel territorio, utili a risolvere e/o ad affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita;

- Assicurare il monitoraggio locale dei bisogni e delle risorse, alimentando forme di dialogo tra cittadino ed istituzioni, che favoriscono il processo di responsabilizzazione, anche in materia di gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi

- Integrazione sociale del cittadino straniero nel territorio

- Unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzione di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi.

13. Tempi di attuazione: un anno

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|_|

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Tipologia struttura

- Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo - Strutture semiresidenziali - Altro (punti di accoglienza e orientamento presso tutti i Comuni del distretto, in locali messi a disposizione da ogni Amministrazione) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_| 15. Numero utenti nel 2010 |1|4|0|0| 16. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (COMUNE CAPOFILA + personale assunto nelle forme di legge vigenti) 17. Utenza annuale prevista |1|4|0|0| 18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|4| - Assistenti sociali |_|_| | - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_| | 19. Sede della struttura e/o dell’attività

L’attività è presente nel Comune capofila e nei vari Comuni del Distretto. 20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì raccolta delle domande sui servizi offerti - No

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22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Nessuna

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

L’integrazione delle attività dello Sportello viene realizzata mediante l’utilizzo di residui riferiti ad anni precedenti per i quali è stata richiesta alla Regione la devoluzione.

Finanziamento

regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Asl Altro

Costo risorse umane

€ 18.000,00

Personale impegnato agli

Sportelli

€ 18.000,00

Costo di funzionamento

e gestione

Costo di struttura e di

mantenimento

Totale

€ 18.000,00

Personale impegnato agli

Sportelli

€ 18.000,00

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12.b IL PUNTO UNICO D’ACCESSO

Il Punto Unico D’accesso è l’istituzione intesa quale funzione del Distretto, in grado di fornire informazioni e orientamento al cittadino, risolvere problemi semplici e rinviare i casi a maggiore complessità verso le sedi adeguate attivando un’unità funzionale di pre-valutazione integrata. Esso dovrà essere strategico alla facilitazione dell’accesso integrato ai servizi socio sanitari ed socio assistenziali delle persone con fragilità. Sarà improntato allo scopo di rendere effettiva la programmazione congiunta delle attività socio sanitarie e assistenziali da parte dell’Azienda ASL e dei Comuni Distrettuali rappresentati dall’Ente Capofila. L’obiettivo è quello di una fattiva collaborazione fra i diversi soggetti, coinvolti al fine di realizzare prese in carico di utenti che siano eseguite attraverso l’attivazione sia del percorso sanitario che di quello assistenziale. Pur nella difficoltà di realizzare una perfetta osmosi tra il soggetto sanitario e quello assistenziale, determinata dalle diverse forme organizzative e dai limiti normativi riguardanti gli ordinamenti dei due soggetti, si ritiene possibile attivare un servizio capace di fornire al cittadino utente quanto le linee di indirizzo regionali individuano quale contenuto minimo delle attività svolte dal PUA, ciò soprattutto grazie all’introduzione di un sistema informatizzato integrato per l’individualizzazione dei percorsi socio sanitari e di gestione delle relative risposte. Il Distretto è già dotato sia del sistema informatico Hardware sia del sistema sofware di valutazione, gestione delle prese in carico. Considerando che in virtù del protocollo d’intesa stipulato tra ASL VT/1 e Comune di Montefiascone , Ente Capofila del Distretto Socio Sanitario è stato già attivato fin dall’esercizio 2007 un Punto Unico D’Accesso anche attraverso l’individuazione di un preciso luogo fisico in cui tale attività viene svolta. Si ritiene che l’introduzione del sistema informatizzato possa realizzare definitivamente in un modo compiuto l’obiettivo prefissato. Saranno pertanto le professionalità dell’Azienda ASL individuate dalle stesse linee guida e gli operatori degli Enti Locali che utilizzando lo stesso sistema saranno nella condizione di fornire risposte multidimensionali e multidisciplinari ai soggetti richiedenti. I Progetti Distrettuali coinvolti nel PUA sono i seguenti:

1. Servizio Sociale Professionale

2. Sportello Famiglia

3. Sportello Immigrati

4. Ufficio Distrettuale di Piano

I servizi predetti integrano in modo funzionale al punto unico di accesso già attivo presso il

Distretto sanitario e condividendo con esso l’utilizzo della procedura informatizzata allo scopo

allestita, offriranno un completo orientamento all’utente nel percorso integrato socio -

sanitario e socio - assistenziale.

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13° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

e

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1. Titolo del progetto

Servizio Sociale Professionale Distrettuale Integrato e Segretariato Sociale

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

L’ambito territoriale rimane invariato 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI) A superamento e completamento dell’esperienza dei precedenti piani di zona, dopo attente valutazioni, considerando le risorse esistenti, la conformazione del territorio e le criticità emerse nella fase attuativa dei precedenti piani di zona, si è individuato come modello da attuare il Servizio Sociale Distrettuale Professionale Integrato che prevede prestazioni ad altro grado di integrazione socio-sanitaria. Il Servizio Sociale Professionale è finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a rimuovere e/o ridurre situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini

6 .Liveas Si

7 Macroarea

8 Costo del progetto (totale) € 82.326,83 8.1 Importo finanziato con risorse assegnate della Regione Lazio € 82.326,83 9 Servizi/prestazioni erogati 10. Bacino di utenza

- Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni) 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

- Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune)

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11. Tipologia di utenza: Destinatari

Tutta la popolazione residente nel territorio del Distretto Vt1 che si trovi ad affrontare problematiche sociali. Il servizio è rivolto:

- Ai minori, per prevenire il disagio minorile e sostenere le famiglie in difficoltà o in disgregazione;

- Agli adulti per promuovere l’autonomia economica attraverso il lavoro e la valorizzazione delle risorse personali;

- Alle persone anziane, inabili con l’obiettivo di valorizzare le loro risorse personali e mantenere le persone nel proprio ambiente di vita, evitando il ricovero.

12. Obiettivi del progetto

L’obiettivo primario del servizio sociale distrettuale professionale integrato è la salute, intesa come uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Il servizio sociale è una metaistituzione del sistema organizzato delle risorse sociali e una disciplina di sintesi che, attraverso il lavoro professionale dell’assistente sociale rivolto a individui, famiglie e gruppi in situazioni problematiche di bisogno, concorre:

• alla rimozione delle cause del bisogno ricercandone la soluzione tramite un rapporto interrelazionale e l’uso delle risorse personali e sociali indirizzati a promuovere la piena e autonoma realizzazione delle persone;

• a facilitare il rapporto cittadino - istituzioni;

• a collegare il bisogno dei singoli al sistema dei servizi e viceversa e contribuisce ai processi di modifica delle istituzioni prevalentemente considerate nell’ambito dei servizi sociali.

Nel servizio sociale integrato gli assistenti sociali lavorano in rete e le diverse prestazioni vengono concordate e fornite in stretta integrazione, favorendo il raccordo fra i progetti di cura sanitari e i progetti sociali di sostegno, per una presa in carico globale della persona e della sua famiglia secondo un modello di “rete sociale” (Progetto individualizzato integrato di presa in carico).

Tutto questo avviene nel rispetto delle competenze derivanti dall’appartenenza ai due diversi enti: prestazioni sociali ad alta integrazione sanitaria (ASL) e prestazioni sociali (Comuni). (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/02/2001 – Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sanitarie). Finalità e Funzioni

La realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria rende necessaria la presenza dell’assistente sociale in ogni comune del Distretto 1 e nelle sedi di ogni singolo presidio ASL, dove sono aperti sportelli di servizio sociale professionale con la presenza di questa figura professionale.

Gli A. S. dei comuni e quelli della ASL accolgono l’utente con le stesse modalità, lavorano in stretta integrazione e collaborano all’individuazione delle risposte più adatte alle esigenze delle singole persone. Questa nuova metodologia ha portato all’istituzione del Servizio Sociale Distrettuale Professionale Integrato che costituisce una porta unitaria di accesso in grado di

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orientare il cittadino nel circuito dei servizio socio assistenziali e socio sanitari e nella conoscenza delle risorse disponibili sul territorio. Gli assistenti sociali del distretto 1, pur appartenendo ad enti diversi, ASL e Comuni, lavorano in rete, nel rispetto delle competenze del servizio specifico. Il Servizio Sociale Distrettuale Professionale Integrato:

- opera per la valorizzazione della centralità delle persone e della loro capacità di scelta ed autodeterminazione;

- svolge attività di aiuto ai singoli, ai gruppi, alle famiglie per lo sviluppo delle capacità atte ad affrontare, gestire e risolvere i problemi;

- svolge funzioni di programmazione, organizzazione, coordinamento tecnico e valutazione degli interventi e dei servizi sociali.

In particolare, il Servizio Sociale Professionale svolge le seguenti funzioni:

- coordinamento tecnico, supervisione, accompagnamento, monitoraggio e valutazione, dei servizi del sistema integrato;

- presa in carico dei casi e predisposizione di progetti di intervento personalizzati, in ragione delle singole competenze, d’intesa con gli altri attori coinvolti, e tenuto conto delle eventuali disposizioni di organi giudiziari;

- realizzazione di forme di cooperazione tecnica ed integrazione con altri attori sociali, pubblici e privati;

- rilevazione, monitoraggio, analisi e valutazione di nuovi bisogni, anche con l’ausilio di esperti esterni, ed elaborazione di proposte di intervento.

- Inoltre:

- conosce ed approfondisce, con il supporto del Segretariato Sociale, attraverso analisi studi e ricerche, bisogni e problemi sociali, domanda effettiva di prestazioni di interventi, risorse disponibili, reali e potenziali, e provvede al monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza dei Servizi;

- partecipa ed organizza, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, attività di aggiornamento e formazione per gli operatori dei servizi sociali e socio-sanitari;

- collabora con le risorse territoriali del Terzo Settore per l’attivazione di interventi coordinati;

- svolge, infine, ogni altra attività professionale funzionale alla realizzazione degli interventi e servizi sociali previsti dal Piano di Zona. Gli assistenti sociali dell’ente locale e della ASL condividono la funzione di Servizio sociale ed erogano dunque le seguenti prestazioni:

- Assistenza di tipo consultoriale alla famiglia, alla maternità, ai minori; - Interventi di sostegno per le famiglie di minori in situazioni di disagio, di

disadattamento o di devianza; - Protezione del minore in stato di abbandono e tutela per la sua crescita anche

attraverso affidi ed adozioni; - Interventi per minori soggetti a provvedimenti penali, civili, amministrativi; - Assistenza ai disabili; - Assistenza agli anziani ed alle persone non autosufficienti; - Interventi di prevenzione, assistenza e recupero rivolti a minori, anziani,

disabili,persone in situazione di disagio. Gli assistenti sociali dell’ente locale e della ASL condividono la funzione di: SEGRETARIATO SOCIALE per facilitare l’accesso al sistema dei servizi socio sanitari presenti nel Distretto.

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Il cittadino sarà accolto da operatori che daranno informazioni in marito a: - I servizi e le prestazioni che il Comune e la ASL offrono - I servizi e le prestazioni degli altri Enti - Il privato sociale presente sul territorio - Un utilizzo facilitato dei servizi pubblici e privati.

Ciò avverrà con colloqui, visite domiciliari, ricerca di risorse e con interventi di consulenza mirata, anche di tipo giuridico, rispetto a problematiche relative ai minori, agli handicappati, agli anziani, agli invalidi.

Come attivare il servizio

Sono presenti in ogni comune del Distretto e nelle sedi dei singoli presidi ASL uffici di Servizio Sociale Professionale con orari e apertura differenziati

13. Tempi di attuazione: un anno dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro

(COMUNE CAPOFILA tramite personale assunto nelle forme di legge vigenti) .

15. Finanziamenti e cofinanziamenti previsti:

COSTO ANNUALE per 4 unità € 82.326,83 L’integrazione delle attività del Servizio Sociale Professionale, con l’introduzione di una ulteriore assistente sociale (da n. 3 a n. 4 unità ), viene realizzata mediante l’utilizzo di residui riferiti ad anni precedenti per i quali è stata richiesta alla Regione la devoluzione.

Finanziamento

regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Asl Altro

Costo risorse umane

€ 82.326,83

€ 82.326,83

Costo di funzionamento e gestione

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Costo di struttura e di mantenimento

Totale

€ 82.326,83

€ 82.326,83

Calcolando che il servizio sociale è trasversale a tutti i servizi e a tutte le aree di intervento si intende convogliare le ore previste nei singoli servizi ed i relativi costi nel servizio sociale professionale, al fine di evitare che si creino divisioni per aree di intervento, in ottemperanza del principio su cui si fonda il servizio sociale distrettuale integrato come nuova metodologia che costituisce una porta unitaria di accesso in grado di orientare il cittadino nel circuito dei servizi socio assistenziali e socio sanitari e nella conoscenza delle risorse disponibili sul territorio.

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14° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

INTERVENTI DI LOTTA ALLA DROGA RELATIVI ALLA PREVENZIONE, AL RECUPERO AL REINSERIMENTO SOCIALE 2. Nuovo progetto

- Sì � - No ×� 3. Progetto già avviato

- Sì ×� - No �

4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

L’ottica con la quale si intende lavorare per la promozione della salute e la prevenzione del disagio e delle dipendenze patologiche presuppone la scelta di considerare la comunità locale come comunità territoriale competente. Il centro dell’interesse non è la mancanza, il problema, il deficit, il bisogno da soddisfare; l’accento viene posto sulle risorse, le abilità e le competenze da scoprire e valorizzare, sulla capacità di assumersi la responsabilità nell’analizzare e gestire le situazioni. Lo scopo del lavoro in questo settore è quello di rendere protagonisti del cambiamento gli attori della comunità (giovani, famiglia, operatori socio-sanitari, insegnanti, tecnici, forze sociali nelle varie forme..) rendendoli capaci di riconoscere i problemi e di assumersi le responsabilità per affrontarli. Il Distretto Socio Sanitario VT1 ha recentemente costituito al proprio interno un’equipe di

lavoro, con personale del Ser.T. VT1, del Servizio Sociale e di altri Servizi specialistici del Distretto che, in sinergia con gli EE.LL, la scuola e alcune strutture del Terzo settore elabora, progetta e realizza attività di promozione della salute, di prevenzione del disagio e delle dipendenze patologiche. Nel Distretto VT1 sono già in corso attività di prevenzione, promosse nel VII Piano di Zona, triennio 2008-2010, che necessitano di una continuità per garantire lo sviluppo della rete locale degli interventi in materia onde evitare la messa in atto di interventi non efficaci o addirittura controproducenti circa la riduzione dei comportamenti a rischio e la prevenzione delle dipendenze patologiche. L’equipe suddetta intende articolare il proprio operare in questo settore sviluppandolo sostanzialmente in tre livelli, secondo le evidenze scientifiche in materia:

• sviluppo di un lavoro di rete finalizzato alla conoscenza, potenziamento e realizzazione dei progetti proposti attraverso il coinvolgimento diretto degli EE.LL., di altri servizi sanitari, del Terzo settore e del volontariarato;

• sviluppo di programmi, evidence based, di formazione delle abilità genitoriali ed

educative del mondo adulto.

Gli adulti, rivestendo un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini e dei ragazzi, sono chiamati ad interrogarsi sulla funzione del proprio ruolo di educatori della salute,

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di facilitatori della comunicazione, di garanti di un clima relazionale accogliente e rispettoso.

• Sviluppo di programmi di prevenzione ed educazione alla salute rivolti al target

bambini, adolescenti e giovani.

Gli ambiti che si intendono privilegiare sono:

• famigliare (attraverso l’attività svolta con i figli o direttamente)

• scolastico (la scuola è deputata ad equipaggiare le persone delle abilità necessarie per affrontare il proprio percorso di crescita)

• territoriale (associazioni e agenzie del tempo libero, culturali, religiose…) L’ottica con la quale si intende lavorare per la promozione della salute e la prevenzione del disagio e delle dipendenze patologiche presuppone la scelta di considerare la comunità locale come comunità territoriale competente. Il centro dell’interesse non è la mancanza, il problema, il deficit, il bisogno da soddisfare; l’accento viene posto sulle risorse, le abilità e le competenze da scoprire e valorizzare, sulla capacità di assumersi la responsabilità nell’analizzare e gestire le situazioni. Lo scopo del lavoro in questo settore è quello di rendere protagonisti del cambiamento gli attori della comunità (giovani, famiglia, operatori socio-sanitari, insegnanti, tecnici, forze sociali nelle varie forme..) rendendoli capaci di riconoscere i problemi e di assumersi le responsabilità per affrontarli. Anche l’OMS ha centrato l’attenzione sulla necessità di favorire interventi di sviluppo di comunità, definendo appunto l’empowerment come il processo attraverso il quale un soggetto o una comunità accresce il controllo sulle decisioni e azioni relative alla propria salute. Nell’ambito della letteratura scientifica sugli interventi di prevenzione delle dipendenze

patologiche i programmi basati sul coinvolgimento della comunità quale soggetto

competente è riconosciuta come una delle principali strategie ad elevato livello di efficacia.

Le proposte di attività che si ritiene opportuno promuovere nei Piani di Zona in discussione, per l’esercizio finanziario 2011, per garantire la continuità agli interventi già avviati, sono le seguenti:

Attività di promozione della salute e di

prevenzione del disagio e delle

dipendenze patologiche

Target

Formazione Insegnanti

Insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado

Educatori Insieme

Educatori di gruppi giovanili, allenatori sportivi, famigliari,

volontari, istruttori scuole guida e operatori del Terzo settore

6. Liveas SI

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7. Macroarea INTERVENTI A FAVORE DELLE TOSSICODIPENDENZE 8. Costo del progetto (totale) € 7.000,00

8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 7.000,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Il progetto si articola in due corsi separati:

• formazione insegnati

• educatori insieme

Formazione Insegnanti

La dimensione educativa in ambito scolastico diventa sempre più urgente e necessaria, per questo è indispensabile la formazione di adulti consapevoli del proprio ruolo di educatori, di facilitatori della comunicazione, di garanti di un clima relazionale accogliente e rispettoso, attraverso lo sviluppo di una reale competenza pedagogica. Per l’anno scolastico 2011/2012 sono stati attivati Corsi di formazione per insegnanti e dirigenti scolastici indirizzati a tutte le scuole pubbliche e paritarie, di ogni ordine e grado, del territorio del Distretto VT1.

Attività e

metodologia

L’attività prevede lo sviluppo di corsi di formazione strutturati in 2/3 moduli formativi, della durata di sei ore ciascuno, per un minimo di 12 partecipanti. Gli incontri si svolgeranno con una modalità interattiva. I temi saranno proposti e approfonditi attraverso la discussione, il confronto, lo scambio di esperienze e la creazione di un buon clima relazionale. Per i docenti che hanno già partecipato alla formazione si prevedono corsi avanzati di livello.

Aspetti

programmatici

Le attività proposte non hanno costi aggiuntivi per le scuole. Il calendario dettagliato degli incontri e delle rispettive sedi sarà definito a seguito della iscrizione dei docenti. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Educatori Insieme

Promuovere attività di prevenzione delle dipendenze vuol dire soprattutto promuovere lo sviluppo armonico della persona e quindi occuparsi di ciò che ha a che vedere con la sfera emotiva e relazionale dell’individuo. Significa, quindi, rinforzare competenze socio-affettive che permettono di affrontare i cambiamenti e le difficoltà per prevenire disagi, fragilità e insicurezze. Il progetto costituisce una proposta innovativa di lavoro in quanto privilegia il target degli

adulti con funzioni educative piuttosto che l’esecuzione diretta con i giovani.

Attività e

metodologia

L’attività prevede lo sviluppo di corsi di formazione nel Distretto VT1. Gli incontri si svolgeranno con una modalità interattiva. I temi saranno proposti e approfonditi attraverso la discussione, il confronto, lo scambio di esperienze e la creazione di un buon clima relazionale.

Aspetti Le attività proposte non hanno costi a carico dei partecipanti e si

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programmatici svolgeranno all’interno delle strutture indicate dal Distretto e/o dai Comuni. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

10. Bacino di utenza

- Distrettuale x� - Distrettuale (Distretto Vt/1 – n. 19 Comuni) 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO - Sub-distrettuale (specificare i Comuni) � - Comunale (specificare il Comune) � 11. Tipologia di utenza

I progetti sono riferiti ad educatori di gruppi giovanili, allenatori sportivi, famigliari, volontari, istruttori scuole guida e operatori del Terzo settore, insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado del Distretto VT1.

12.Obiettivi del progetto

Formazione Insegnanti

Obiettivi

- Favorire la capacità di ascolto, empatia, problem solving; - migliorare le strategie di gestione relazionale con il singolo e/o il

gruppo; - stimolare la creazione di spazi di condivisione tra insegnanti e

incrementare il numero di quelli esistenti tra insegnanti e genitori; - favorire l’acquisizione delle Life Skills quali “competenze sociali e

relazionali che permettono di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità".

Educatori Insieme

Obiettivi

- favorire la capacità di ascolto, empatia, problem solving; - migliorare le strategie di gestione relazionale con i giovani; - consulenza organizzativa ed educativa delle attività ricreative,

sportive e culturali del territorio (grest estivi, attività sportive, eventi per giovani, feste cittadine…) in materia di prevenzione;

- favorire l’acquisizione delle Life Skills quali “competenze sociali e

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relazionali che permettono di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità".

13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

Un anno – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |0|0|1|

Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio � - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro (Sedi scolastiche, Parrocchie, Associazioni, Ausl) X�

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_|

15. Numero utenti nel 2010 |_|1|2|0|

16. Soggetto che gestisce

- Comune x� - Convenzione con cooperative o appalto � - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro (Ausl) X�

17. Utenza annuale prevista |_|2|2|0|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |0|0|6| - Assistenti sociali (Ausl) |_|_|1| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|2| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Insegnanti) |0|0|4|

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Sedi Scolastiche, AUSL

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20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) � - No X�

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) X� Schede di Valutazione

- No �

22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente � - No x�

23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

Gestito dalla Ausl del Distetto Vt/1 con integrazione di insegnati

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale

Com. Asl Altro

Costo risorse umane

Costo di funzionamento

e gestione

euro 7.000,00

euro 7.000,00

Costo di struttura e di

mantenimento

Totale

euro 7.000,00

euro 7.000,00

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15° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

PROGETTO MANUTENZIONI SOCIALI 2. Nuovo progetto

- Sì � - No �X 3. Progetto già avviato

- Sì �X - No � 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimangono invariati ambito territoriale ed utenza di riferimento. 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa di

accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Il presente progetto interessa il Distretto VT/1. Tale territorio è composto da 19 Comuni, caratterizzato in prevalenza dalla presenza di piccole comunità, con pochi abitanti, e da alcuni comuni a più elevata popolazione tra cui spicca il Comune di Montefiascone con 13.442 abitanti. L’indice di invecchiamento della popolazione, rilevabile al 31/12/2007 dal VII piano di zona, è sensibilmente più elevato (quasi il doppio) del dato nazionale, rilevato però a fine 2003 dell’assemblea del CNEL dedicata alla “non autosufficienza in Italia”. Non sono rilevabili attività industriali particolarmente rilevanti e il territorio trae limitati benefici dal settore terziario, non adeguatamente sviluppato. Parallelamente si riscontra, anche a causa della contingente crisi economica, una preoccupante flessione del tasso di occupazione. Sono tuttavia presenti notevoli risorse agricole, soprattutto vitivinicole e olearie, con

possibilità di potenziamento delle attività a vocazione turistica che, opportunamente

indirizzate, potrebbero in futuro garantire un benessere diffuso e un miglioramento

generalizzato della qualità della vita. La presenza del lago di Bolsena rappresenta infatti una

attrattiva per un turismo non solo nazionale.

Vanno segnalate le difficoltà urbanistico/architettoniche che non consentono una adeguata

valorizzazione delle zone ricadenti nelle aree classificate come centro storico, né prevedono

percorsi di potenziamento e miglioramento delle aree verdi.

Nel territorio distrettuale si rileva, in generale, una difficoltà di assorbimento sociale e

lavorativo di persone seguite dal Servizi sociali comunali, distrettuali e dai servizi ASL e, più

in generale, di persone in condizione di fragilità sociale. Tale area si trova al terzo posto

della graduatoria dei distretti laziali, per intensità del disagio socio-economico, con un

reddito pro-capite di circa il 23% inferiore al valore medio regionale. Vi è inoltre un

fenomeno non trascurabile di migrazione demografica verso altri territori che, come

normalmente accade in casi simili, interessa principalmente persone con maggiore spirito di

iniziativa, impoverendo di conseguenza la capacità professionale, ma soprattutto

imprenditoriale, della popolazione distrettuale.

Nello specifico sono rilevabili problematiche territoriali che si ripercuotono principalmente sulla popolazione attiva, con significative conseguenze sul grado di benessere delle famiglie residenti. Qui di seguito descriviamo quelle principali: • deficit formativo delle persone in condizione di marginalità sociale; • difficoltà strutturale del territorio nel promuovere l’assorbimento di lavoratori afferenti a

tale popolazione; • marginalizzazione di tale fascia di popolazione con conseguente esposizione a:

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- rischio di criminalità - rischio di tossicodipendenza; - rischio di “emigrazione” verso altri territori.

Per affrontare le problematiche delineate ci si propone di agire su ampio raggio, offrendo sostegno ai destinatari nelle diverse fasi congiunturali della loro vita. Le azioni proposte a favore dei destinatari afferiranno ai seguenti ambiti: • acquisizione delle competenze utili al mondo del lavoro; • sostegno all’inserimento lavorativo; • costruzione, insieme ai servizi pubblici, di opportunità lavorative protette; • creazione di una rete di opportunità lavorative nel mondo del lavoro; • sostegno alla fruizione delle opportunità sociali territoriali (eventi, servizi, ecc.). Acquisizione delle competenze utili al mondo del lavoro

Attività concrete proposte: • costruzione di una mappa delle aziende principali che insistono sul territorio distrettuale; • costruzione di una mappa delle esigenze lavorative (quantitative e qualitative) rilevate

presso le aziende mappate; • costruzione di un bilancio delle competenze per ciascuna persona segnalata; • individuazione delle potenzialità professionali delle persone segnalate utili al territorio; • formazione professionale:

» formazione di base: - educazione alla puntualità, alla responsabilità e alla correttezza professionale e

relazionale sul lavoro; - educazione all’informatica di base; - educazione ai diritti e ai doveri sul lavoro; - educazione alla sicurezza sul lavoro; - educazione alla privacy sul lavoro;

» formazione specifica sulle esigenze territoriali individuate; » formazione specifica sulle potenzialità individuali rilevate;

Sostegno all’inserimento lavorativo

Nella fase di avvio del tirocinio formativo-professionale presso organizzazioni pubbliche o private, in attività lavorative di mercato o protette che siano, la nostra Organizzazione curerà le attività di sostegno consistenti in: • accompagnamento al lavoro nei primi giorni di tirocinio; • sostegno all’unità operativa nella quale il tirocinante è inserito per eventuali problemi

lavorativi sorti sul luogo di lavoro; • sostegno al tirocinante per eventuali problemi sorti sul luogo di lavoro; • attività di verifica interna per la valutazione del grado di inserimento lavorativo raggiunto; • incontri di verifica periodica con i Servizi territoriali (sia Sociali che ASL). Costruzione di opportunità lavorative protette

Per gli utenti non ritenuti in grado di fronteggiare il mondo del lavoro, saranno proposti percorsi di costruzione di opportunità lavorative protette in accordo e con il sostegno degli Enti Pubblici (Comuni, ASL, ecc.) che vorranno aderire, individuando unità operative che eseguono lavori di pubblica utilità, in grado di accogliere personale tirocinante per lo svolgimento di mansioni semplici, in affiancamento al personale titolare. A titolo esemplificativo elenchiamo alcuni ambiti lavorativi per lo svolgimento dei tirocini formativo-professionali: • attività di manutenzione degli edifici a titolarità comunale: ad es. immobili municipali,

R.S.A. comunali, scuole comunali, ecc.;

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• attività di pulizia ordinaria e straordinaria di giardini comunali (tale attività consentirebbe un coinvolgimento di risorse umane all’interno del progetto più ampio di riqualificazione sia in aree interne al centro storico che il zone più periferiche, anche limitrofe al lago di Bolsena;

• servizi di piccolo trasporto e traslochi; • attività di cura e assistenza agli anziani presso strutture residenziali; • lavori di manutenzione del verde presso strutture di accoglienza residenziale; • servizi di sostegno scolastico alla disabilità; • servizi di raccolta differenziata dei diversi materiabili riciclabili. Creazione di una rete di opportunità lavorative nel mondo del lavoro

Gli utenti ritenuti in grado di fronteggiare il mondo del lavoro saranno avviati in attività di tirocinio presso aziende territoriali, in affiancamento al personale titolare. A titolo esemplificativo elenchiamo alcuni ambiti lavorativi per lo svolgimento dei tirocini formativo-professionali: • servizi commerciali di distribuzione e di vendita al dettaglio; • servizi di assistenza presso strutture sportive; • servizi di ristorazione e di supporto; • servizi di supporto presso cantieri edili; • attività di trasformazione alimentare; • attività di produzione agricola (attività vitivinicole, olearie e ortofrutticole); • attività di produzione artigianale; • attività di produzione industriale. Sostegno alla fruizione delle opportunità sociali territoriali

Riguardo alle persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di affrontare percorsi lavorativi, compresi quelli protetti, saranno messi in atto percorsi di aiuto, sostegno e accompagnamento per la fruizione delle opportunità sociali che altrimenti non sarebbero fruite dall’utente, o lo sarebbero con difficoltà. Qui di seguito ne elenchiamo alcune: • servizi territoriali istituzionali; • associazioni di volontariato; • associazioni culturali; • eventi territoriali (teatrali, cinematografici, musicali, sportivi, ecc.). La fruizioni di tali opportunità consentirebbe all’utente di poter raggiungere una maggior integrazione sociale, con maggiori opportunità di costruirsi un ruolo significativo nella Comunità locale in cui vive. 6. Liveas

SI 7. Macroarea

INTERVENTI A FAVORE DELLE TOSSICODIPENDENZE 8. Costo del progetto (totale)

€ 43.000,00 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio

€ 43.000,00 9. Servizi/prestazioni erogati

Le persone da coinvolgere nel Progetto saranno segnalate dai Servizi Sociali comunali, distrettuali e ASL nonché dalla nostra Organizzazione. Sarà nostro impegno avviare percorsi di reinserimento, attraverso un’analisi approfondita delle risorse personali presenti e la

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definizione delle opportune modalità di empowerment, a partire dai bisogni dell’utente, resi compatibili con le necessità territoriali e con i requisiti richiesti. Il percorso sarà svolto in sinergia e collaborazione con tutti gli attori coinvolti (Utente, Familiari, Ente comunale, Azienda territoriale, Servizi sociali, Servizi ASL, eventuali altre Organizzazioni coinvolte), così da tener conto delle esigenze di ciascuno, contribuendo al miglioramento del territorio di riferimento. Durante lo svolgimento delle attività lavorative le persone saranno seguite da un gruppo di monitoraggio sull’andamento dell’inserimento lavorativo. Esso sarà composto: • dal personale del progetto (coordinatore, assistente sociale e tutor interno) il quale si farà

carico di seguire dal punto di vista sociale ed educativo l’andamento dell’intervento, sostenendo l’utente in ogni fase del percorso di inserimento, supervisionando l’intero percorso e rendicontando l’attività svolta;

• da un rappresentante dell’Ente inviante (Servizi Sociali comunali, distrettuali o ASL) che avrà il compito di sostenere il progetto d’intervento e di supportare l’utente;

• dal tutor aziendale che si occuperà di attività organizzative e logistiche concernenti lo specifico ambito lavorativo.

Le funzioni svolte dall’intero gruppo riguarderanno: • il monitoraggio dell’attività lavorativa; • la funzione di raccordo e di scambio informativo tra i soggetti coinvolti. Il processo informativo sarà agevolato dall’utilizzo di modulistica standard, condivisa da tutti i soggetti coinvolti, per la raccolta e lo scambio delle informazioni relativa al profilo individuale e professionale del soggetto, del progetto d’intervento proposto e degli esiti rilevati. Il processo di accompagnamento sarà realizzato con una metodologia ispirata ai principi sistemico-relazionali. In tale ottica verranno utilizzate modalità di intervento quali: • feed-back con esperti (accompagnatore, tutor, supervisore); • gruppi di auto-aiuto tra pari; • role-playing; • analisi delle capacità di problem solving. Per le segnalazioni, il Servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00, il sabato dalle 10:00 alle 13:00. Negli altri orari sarà attiva una segreteria telefonica. Sarà inoltre possibile contattare il Servizio via e-mail. Le attività di accompagnamento si realizzeranno negli orari di volta in volta concordati con le unità operative che accoglieranno i tirocinanti. Sarà comunque garantita una flessibilità organizzativa tale da modulare, previo accordo i servizi comunali, distrettuali e ASL, i piani di lavoro del Servizio in relazione alle eventuali esigenze che sopraggiungeranno nel tempo. 10. Bacino di utenza

- Distrettuale x� 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO

10. GROTTE DI CASTRO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) �

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- Comunale (specificare il Comune) �

11. Tipologia di utenza

Il Progetto è indirizzato a persone in condizione di fragilità sociale, afferenti a problematiche generali quali la povertà, la marginalità sociale, la non autonomia e la dipendenza, con particolare riguardo a coloro che sono in carico ai Servizi sociali comunali, distrettuali e ai Servizi ASL. Nello specifico si rivolge a: • persone in condizione di fragilità professionale, con deficit di competenze rispetto ai

requisiti richiesti, ritenute in grado di spendersi sul mercato del lavoro grazie a opportuni percorsi comunitari, sia riabilitativi, sia formativi, sia di accompagnamento;

• persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di spendersi sul mercato del lavoro e per i quali si ritengono necessari percorsi comunitari riabilitativi e di accompagnamento nella fruizione di opportunità lavorative protette;

• persone in condizione di fragilità individuale, ritenute non in grado di affrontare percorsi lavorativi, compresi quelli protetti, e che richiedono aiuto, sostegno e accompagnamento per la fruizione delle opportunità sociali.

Tutte le attività progettuali produrranno benefici nella Comunità locale, rendendo disponibili al territorio competenze professionali attualmente deficitarie e all’Ente Pubblico risorse umane da poter coinvolgere in lavori di utilità collettiva, offrendo al contempo ai Servizi Sociali comunali e ai Servizi ASL sostegno ai progetti di intervento rivolti ai rispettivi utenti. Qui di seguito elenchiamo i principali beneficiari del progetto: • Imprese che insistono sul territorio; • Servizi sociali comunali; • Servizi ASL; • Organizzazioni territoriali che offrono servizi alla collettività.

12. Obiettivi del progetto

Sul fronte individuale si intende fornire ai destinatari strumenti e opportunità in grado di consentire la loro emancipazione sociale. Sul fronte lavorativo ci si propone una formazione “sul campo”, seguendo, attraverso un percorso psico-relazionale e l’offerta di saperi professionali di base, funzionali al territorio, la riabilitazione sociale dei destinatari costruendo esperienze lavorative utili a possibili assunzioni successive, consentendo loro di poter interagire con il mondo esterno partendo finalmente da un ruolo definito e riconosciuto anche laddove dovesse trattarsi di lavori protetti. Sul fronte sociale si propongono percorsi di mantenimento delle reti utili alla persona, offrendo opportunità ed esperienze sociali significative in grado di mantenere la persona ben radicata nella Comunità, condizione indispensabile per promuovere il suo benessere e la sua emancipazione sociale. Sul fronte territoriale si propongono azioni di sostegno al’Ente pubblico e ai suoi Servizi (Servizi sociali e Servizi ASL) ma anche al tessuto territoriale, beneficiari del progetto, con particolare riguardo alle aziende e alle Organizzazioni a valenza sociale che svolgono una funzione significativa nella rete territoriale dei Servizi. Si tratta quindi di un Progetto rivolto sia alla Persona, sia al Territorio, sia ai Servizi Socio-sanitari. Questi gli obiettivi generali:

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• offrire al cittadino in condizione di disagio opportunità di reinserimento sociale; • rendere disponibili al territorio competenze professionali attualmente deficitarie; • rendere disponibili all’Ente Pubblico risorse umane da coinvolgere in lavori di utilità

collettiva; • offrire ai Servizi Sociali comunali e ai Servizi ASL sostegno ai progetti di intervento rivolti ai

rispettivi utenti.

13. Tempi di attuazione (data inizio – data fine)

UN ANNO – Dal 01.01.2012 al 31.12.2012

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|1| Tipologia struttura

- Gruppo appartamento � - Casa famiglia � - Comunità alloggio x� - Comunità di pronta accoglienza � - Casa di riposo � - Casa albergo � - Strutture semiresidenziali (specificare __________________________) � - Altro (specificare __________________________________________) �

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_|

15. Numero utenti nel 2010 |_|_|1|2|

16. Soggetto che gestisce

- Comune � - Convenzione con cooperative � - Convenzione con Associazioni di volontariato � - Altro (COTRAD Società Cooperativa Sociale - ONLUS) X� La Cooperativa Sociale COTRAD Onlus nasce nel 1978 e si è storicamente occupata di prevenzione e di aiuto alle fasce deboli della popolazione. La sua attività si è inizialmente sviluppata nel Comune di Roma e successivamente, da diversi anni ormai, in molti altri territori della regione Lazio, affacciandosi negli ultimi anni anche in territori extra regionali. Il lavoro della nostra Organizzazione ha riguardato segmenti della popolazione di diversa età, di diversa etnia e con problematiche variegate (handicap e non autosufficienza, devianza e sofferenza minorile, dipendenza, fragilità socio-economica, fragilità psico-relazionale, fragilità familiare, ecc.), lavorando con diversi modelli di intervento a seconda delle problematiche e dei contesti affrontati (servizi domiciliari, residenziali, su strada, ecc.) e con obiettivi sempre più mirati ai diversi bisogni (servizi assistenziali, educativi, socializzanti, informativo-consulenziali, di inserimento sociale, ecc.). Il territorio interessato dal presente progetto fu inizialmente scelto dalla nostra Organizzazione per la collocazione di una parte importante (quella residenziale) del più generale percorso terapeutico per il trattamento delle dipendenze da sostanze stupefacenti, rivolto all’intero territorio nazionale. Già da diversi anni, però, sono sorte sinergie particolari e progressivamente più frequenti con i Servizi sociali e sanitari territoriali, per affrontare problematiche specifiche legate alla

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popolazione locale. Oggi la nostra Organizzazione sente di far parte di tale tessuto territoriale e si spinge ancora oltre, proponendosi come motore di arricchimento del tessuto sociale locale e di sostegno alla popolazione in condizione di fragilità sociale.

17. Utenza annuale prevista |_|_|1|2|

18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|_|_| - Assistenti sociali |_|_|3| - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|2| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|2| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure (Un Ingegnere e un operaio del Comune Capofila, esperto in risorse umane,

sperto in sicurezza sul lavoro, esperto in problemi di privacy sul lavoro, esperto informatico) |_|_|6|

19. Sede della struttura e/o dell’attività

COTRAD Società Cooperativa Sociale - ONLUS Sede Legale: Via Cavour n. 325 – 00184 – Roma Tel. 066976001 – Fax: 0669760026 e-mail: [email protected] Codice fiscale: 03208980585 Partita IVA: 01171621004 Sede operativa: Via Primie n. 5 – 01027 Montefiascone (VT) Tel. e Fax: 0761828274

20. Liste di attesa

- Sì � - No X� 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì (specificare quali) X� Monitoraggio con le figure interessate al progetto. - No �

22. Esiste copartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente � - Sì, parzialmente � - No x� 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Asl?

La AUSL provvede al coordinamento e al monitoraggio dei servizi con convenzione SERT, Ospedali con un lavoro di rete.

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24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

euro 40.474,08

Provinciale

Com. Asl Altro

Costo risorse umane

euro 40.474,08

Costo di funzionamento

e gestione

euro 2.525,92

euro 2.525,92

Costo di struttura e di

mantenimento

Totale

euro 43.000,00

euro 43.000,00

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16° PROGETTO

[attività che costituisce continuità del progetto approvato nei precedenti Piani di Zona]

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1. Titolo del progetto

Ufficio Gestione Piano Distrettuale

2. Nuovo progetto

- Sì - No 3. Progetto già avviato

- Sì - No 4. Se il progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se

amplia l’ambito territoriale e/o l’utenza di riferimento

Rimane invariato ambito territoriale 5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto

(es. casa di accoglienza, comunità alloggio, servizio di assistenza domiciliare, ADI)

Considerata la complessità del territorio del Distretto VT/1, composto da 19 Comuni, la necessità di organizzazione del Servizio a livello distrettuale comporta la valutazione continua dei risultati delle azioni per misurarne la portata sotto il profilo dell’efficacia e delle economicità delle stesse [ottimizzazione, rapporto costi/benefici ]. Il fine ultimo è quello di potenziare il sistema sociale integrato, responsabilizzare le strutture nelle verifica dei servizi, qualificare l’azione mediante un sempre più coerente impiego delle risorse, soprattutto con il ricorso a procedure efficienti di controllo della spesa. I mezzi da adottare, a tal fine, si individuano nella accelerazione dei passaggi delle informazioni tra soggetti coinvolti, azioni di semplificazione dei tempi di concessione dei benefici e controllo sui dati acquisiti per la riduzione di ogni possibile contenzioso. L’Ufficio di Piano è ubicato presso il comune capofila di Montefiascone ed è attualmente gestito dal Responsabile del V Settore Servizi alle Persone, Alessandro Sciuga, con la collaborazione del seguente personale destinato al settore (staff tecnico amministrativo):

- Capaldini Maria Teresa - De Santis Paola - Palombo Ombretta - Pigliavento Paola - Salvatori Cristina - Smafora Loredana - n. 1 unità dell’Ufficio Ragioneria (per gestione finanziamenti e collaborazione

alla rendicontazione) Con il personale del Settore Servizi Sociali del Comune capofila, collabora, anche lo staff tecnico progettuale è costituito, oltre al Coordinatore dell’Ufficio di Piano:

- 4 referenti distrettuali per l’integrazione socio sanitaria per i Comuni aderenti all’Accordo

- 1 referente distrettuale per l’integrazione socio sanitaria per la AUSL Distretto VT/1.

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Nella gestione dei finanziamenti, nell’ambito del Piano di Zona VT/1, per i motivi esposti, appare necessaria la continuità dell’Ufficio di Piano, che risponda a tutte le finalità tecniche ed operative previste dalla normativa, poste dal piano e da tutti i servizi sociali distrettuali (286/98, una tantum, sportello famiglia). La D.G.R. n. 471 del 19.04.2002, con la quale sono stati determinati i criteri e le modalità delle risorse provenienti dal Fondo Nazionale, destina una percentuale fino al 4%, del budget assegnato del Servizio Sociale a livello distrettuale. Il budget complessivo che si prevede di stanziare per il funzionamento dell’Ufficio di Piano distrettuale e per la verifica e rielaborazione dei Progetti ammonta a euro 37.277,56 [Fondo Nazionale anno 2011 + Fondi Regionale anno 2011, pari al 4% circa dei finanziamenti concessi] da suddividere secondo il seguente quadro economico: � STAFF TECNICO AMMINISTRATIVO

1) € 2.500,00 per partecipazione dei rappresentanti dei sub-distretti e della Ausl a riunioni, per lo svolgimento dei compiti attribuiti dall’accordo di programma e ad aste pubbliche dei servizi, da liquidare in base alle presenze.

� STAFF TECNICO AMMINISTRATIVO:

2) € 9.000,00, per elaborazione e gestione del Piano di Zona per la responsabilità del Capo Settore – Coordinatore dell’Ufficio di Piano ( art. 14 ccnl 22/01/2004).

3) € 25.777,56 destinate alla copertura dei costi dell’impegno lavorativo del personale

dell’ufficio di distretto per: � attività di collaborazione alla progettazione ed elaborazione dati. � attività di supporto amministrativo e contabile riferito alle aree d’intervento

dei Piani: a) Minori; b) Disabili; c) Anziani; d) Sostegno Familiare; e) Portatori di Handicaps.

� Gestione e monitoraggio continuo dei progetti avviati e adempimenti formali connessi con l’avvio delle iniziative (formalità inerenti l’affidamento di servizi a terzi, adempimenti bandi di gara, istruttorie domande e formulazione graduatorie, rapporti con Ausl e servizio di raccordo tra tutti i Comuni dell’area distrettuale, assistenza agli organi distrettuali, redazione verbali e deliberazioni)

L’erogazione del compenso avverrà sulla base dell’effettiva presenza in servizio, della professionalità e dell’impegno profuso. Il progetto a carattere di ricorrenza e continuità in assenza di una diversa organizzazione stabile rappresenta l’unico punto di raccordo reale dell’entità territoriale; pertanto, va dato allo stesso continuità e sostegno. 6. Liveas

7. Macroarea

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8. Costo del progetto (totale) € 37.277,56 8.1. Importo finanziato con risorse assegnate dalla Regione Lazio € 37.277,56 9. Servizi/prestazioni erogati: descritti al punto 5 10. Bacino di utenza

- Distrettuale 1. ACQUAPENDENTE 11. ISCHIA DI CASTRO 2. BAGNOREGIO 12. LATERA 3. BOLSENA 13. LUBRIANO 4. CAPODIMONTE 14. MARTA 5. CASTIGLIONE IN TEVERINA 15. MONTEFIASCONE 6. CIVITELLA D’AGLIANO 16. ONANO 7. FARNESE 17. PROCENO 8. GRADOLI 18. SAN LORENZO NUOVO 9. GRAFFIGNANO 19. VALENTANO - Sub-distrettuale(specificare i Comuni) - Comunale (specificare il Comune) 11. Tipologia di utenza 12. Obiettivi del progetto

a. Garantire il coordinamento e il monitoraggio di tutti i servizi b. Assicurare la permanenza del rapporto tra tutti gli Enti coinvolti [ Comuni,

Comunità Montana, A.S.L.] e soggetti del Terzo Settore [Volontariato, Cooperative Sociali, ecc.]

c. Garantire la gestione dei servizi integrati nei tempi e nei modi stabiliti dai progetti .

13. Tempi di attuazione:un anno

14. Tipologia di strutture

Numero strutture |_|_|1| Tipologia struttura - Gruppo appartamento - Casa famiglia - Comunità alloggio - Comunità di pronta accoglienza - Casa di riposo - Casa albergo

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- Strutture semiresidenziali (specificare _____________________) - Altro (c/o COMUNE capofila) Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) |_|_|_|_| 15. |_|_|_|_|

16. Soggetto che gestisce

- Comune - Convenzione con cooperative - Convenzione con Associazioni di volontariato - Altro (COMUNE CAPOFILA) 17. Utenza annuale prevista |_|_|_|_| 18. Personale coinvolto nel progetto

- Amministrativi |_|1|3| - Assistenti sociali |_|_| | - Sociologi |_|_|_| - Psicologi |_|_|_| - Pedagogisti |_|_|_| - Educatori professionali |_|_|_| - Operatori socio-sanitari |_|_|_| - Volontari |_|_|_| - Mediatori culturali |_|_|_| - Altre figure |_|_|_| 19. Sede della struttura e/o dell’attività

presso il COMUNE DÌ MONTEFIASCONE - CAPOFILA 20. Liste di attesa

- Sì (specificare i motivi) - No 21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

- Sì � rendicontazione e monitoraggio di tutti i servizi.

- No

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

- Sì, totalmente - Sì, parzialmente - No 23. Quali sono le modalità di integrazione con la Ausl?

Compartecipazione n. 1 unità

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24 Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento regionale

Cofinanziamento Totale finanziamento

Provinciale Comunale Ausl Altro

Costo risorse umane

€ 37.277,56

€ 37.277,56

Costo di funzionamento e gestione

Costo di struttura e di mantenimento

Totale € 37.277,56 € 37.277,56