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SCHEDE OPERATIVE (completo)

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“PER-CORSO PER FORMATORI PASTORALI”

SCHEDE OPERATIVE PER AMBITI PASTORALI

INDICE

Introduzione di Don Umberto Cocconi p.4

1. Ambito catechesi e iniziazione cristiana

Scheda 1: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci p.5

Scheda 2: “Matite nelle mani di Dio p.6

Scheda 3: “I doni dello Spirito Santo” p.9

Scheda 4: “Incontro rivolto ai genitori dei bimbi che iniziano catechismo” p.11

Scheda 5: “Discepoli di Emmaus” p.13

Scheda 6: “Progetto catechesi ragazzi post-Cresima” p.14

Scheda 7: “Incontro bimbi IV-V elementare” p.15

Scheda 8: “Ritiro per genitori e ragazzi prima comunione” p.17

Scheda 9 “Accettazione di se e del proprio ambiente con gioia” p.19

Scheda 10: “Chiamata di Levi” p.20

2. Ambito Caritas

Scheda 1: “Caritas: che cosa?” p.21

Scheda 2: “Tocchiamo il lebbroso” p.22

Scheda 3: “Donne e uomini in cammino” p.23

Scheda 4: “…Nessuno fra loro era bisognoso…” p.24

Scheda 5: “Tocca il lebbroso” p.25

Scheda 6: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico” p.27

3. Ambito Missione e Migrantes

Scheda 1: “Settimana Missionaria” p.28

4. Ambito Affari Economici

Scheda 1: “Il Crowdfunding” p.30

Scheda 2: “Procedure, direttive e dati di inventario” p.31

Scheda 3: “Ridare vita all’oratorio” p.33

5. Ambito Liturgia

Scheda 1: “Venite alla festa” p.36

Scheda 2: “Traccia per la Veglia della Trasfigurazione” p.38

6. AmbitoPastorale Sociale e Sanitaria

Scheda 1: “Creazione di una bacheca parrocchiale e di un PDA” p.39

Scheda 2: “La sfida dell’ascolto e della prossimità” p.42

Scheda 3: “Buona amministrazione e ricchezza” p.43

7. Ambito Pastorale Famigliare

Scheda 1: “Per una pastorale comunitaria” p.47

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Scheda 2: “L’ascolto in famiglia” p.49

Scheda 3: “Giornata di condivisione tra le famiglie” p.51

Scheda 4: “La Parola suona in mezzo a noi” p.53

Scheda 5: “L’importanza del gruppo” p.54

Scheda 6: “Incontro per giovani sposi” p.55

8. Ambito Pastorale Biblica

Scheda 1: Il linguaggio delle Parabole” p.57

Scheda 2: “Il Buon Samaritano” p.59

Scheda 3: “Incontro in Avvento” p.61

Scheda 4: “Vedere la Parola” p.63

Scheda 5: “Il figliol prodigo (Rembrant) p.64

9. Ambito Comunicazioni sociali e animazione piccole comunità

Scheda 1: “Adorazione eucaristica” p.65

Scheda 2: “Giovanni Paolo TV” p.67

Scheda 3: “Celebrazioni giovanili per le tracce pastorali Diocesane p.69

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INTRODUZIONE

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù.

Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.

Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”

Non si può che essere felici ed orgogliosi nel leggere i diversi, i tantissimi elaborati che gli iscritti al

per-corso Formare i formatori hanno prodotto. Siamo in presenza di una vera enciclopedia pastorale

pratica. E' il frutto del lavoro che ha visto impegnati oltre 230 iscritti, quasi 50 coordinatori di

gruppo. E’ un per-corso che sta segnando profondamente la vita delle nostre comunità. Si è messo

in circolo nel dinamismo diocesano una ricchezza di competenze che stanno dimostrando la vivacità

del tessuto ecclesiale della nostra diocesi. Il metodo laboratoriale che ha visto la compartecipazione

di tanti attori sta dando i suoi frutti. E' davvero, la nostra una Chiesa, una comunità ricca di doni, di

carismi e di ministeri.

Di seguito potete trovare tutte le schede arrivate adatte alla fruizione in forma anonima. Questi

strumenti di lavoro predisposti a servizio degli animatori pastorali parrocchiali, sono il segno di una

comunità diocesana che alla luce dell'Evangelii Gaudium sta ripensando il suo essere Chiesa del

terzo millennio.

Un punto fondamentale dell’esortazione dell'Evangelii Gaudium è la dichiarazione della necessità

di una conversione pastorale e missionaria. “E’ ora di invertire il senso del cammino: non chiedere

ad altri di venire alla Chiesa, ma andare noi stessi verso gli altri, raggiungendoli dove sono, senza

misurare la loro qualità di fede o la loro morale; lasciare il porto sicuro per navigare in mare

aperto; non voler stare al centro o al di sopra degli uomini ma al loro servizio”. Una Chiesa

missionaria è quindi una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza

dell’incontro e della relazione. A cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo: “Solo grazie

a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo

riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità [...] se qualcuno ha accolto questo

amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli

altri?” La parrocchia, si legge al n. 28, è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e

delle sue figlie, il suo compito è e resta quello di annunciare Cristo e per fare questo ogni realtà

ecclesiale viene sollecitata ad uscire da se stessa e dai suoi schemi ripetitivi, mettendosi umilmente

in ascolto di quello che le capita intorno e lasciandosi interpellare. Possiamo allora affermare che la

vitalità autentica di una realtà ecclesiale, e la prima via attraverso la quale essa evangelizza, è la sua

stessa vita, la sua unione e fedeltà a Cristo, il suo servizio all’uomo, la trasparenza evangelica delle

sue scelte, economiche, caritative e sociali. Le nostre celebrazioni domenicali terminano con il

saluto “Andate e portate a tutti la gioia del vangelo” la testimonianza della gioia del vangelo che ci

pervade è lo strumento principale per dire nei nuovi areopaghi che la “buona notizia” è una proposta

capace di ridare senso alla vita. Anche in questa epoca, si legge al n. 150 di EG, la gente preferisce

ascoltare i testimoni: “ha sete di autenticità […] Reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio

che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile”. La persona alla quale

ci si rivolge attraverso l’evangelizzazione ha bisogno di incontrare uno sguardo libero, di amore,

senza calcoli e senza interessi, uno sguardo capace di osare il "nuovo".

Il Direttore, Don Umberto Cocconi

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1. AMBITO CATECHESI ED INIZIAZIONE CRISTIANA

SCHEDA 1:

MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI

Per bambini in preparazione della comunione

AMBITO: Iniziazione Cristiana

PREMESSA: L’incontro qui sotto elaborato parte dal brano riguardante la moltiplicazione dei pani

e dei pesci secondo il Vangelo di Luca. L’obbiettivo dell’incontro è di cercare di aumentare la

consapevolezza dei bambini di far parte di un gruppo attraverso la conoscenza più approfondita dei

membri che lo compongono. Si richiama questo brano di Vangelo perché in esso Gesù prima di

distribuire i pani alla folla, la fa dividere in gruppi più piccoli per far sì che ogni uomo si senta

persona con il proprio nome all’interno di una comunità e non uno dei tanti dentro alla moltitudine.

Inoltre l’incontro è stato collocato all’inizio dell’anno catechistico in cui si svolgerà la Prima

Comunione perché è utile anche per introdurre il tema dell’Eucaristia.

IDEA DI FONDO: Far fare ai ragazzi un’esperienza di condivisione e rinsaldare all’interno del

gruppo il senso di comunità, e in più, introdurre il tema del sacramento dell’Eucaristia.

DESTINATARI: Bambini nell’anno catechistico della Prima Comunione.

AMBIENTE: Anno catechistico.

OBIETTIVO: Far sentire il singolo appartenente ad un gruppo attraverso la conoscenza degli altri

membri del gruppo.

ITINERARIO:

1. Accoglienza: i ragazzi di tutti i gruppi dell’anno della Prima Comunione vengono accolti insieme

dai catechisti.

2. I ragazzi vengono suddivisi in gruppi misti di circa una decina di ragazzi.

3. Ad ogni gruppo viene data la seguente consegna: ogni bambino deve mettersi in coppia con un

altro membro del gruppo (possibilmente non il migliore amico) e raccontarsi a vicenda una storia di

se stessi che li rappresenti.

4. Finito il confronto ogni bambino all’interno del suo piccolo gruppo racconta la storia del suo

compagno come se fosse la sua (parlando in prima persona).

5. Il catechista, finita la condivisione, prende una micca di pane, la spezza e ne da una parte ad ogni

bambino.

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6. Tutti i gruppi ritornano a riunirsi insieme e viene letto il Vangelo di Luca 9,12-17

(moltiplicazione dei pani e dei pesci).

7. Commento al Vangelo: concentrarsi sul fatto che Gesù fa dividere in gruppi per farci sentire

persone con dei nomi e non dei numeri. Soffermarsi poi sulla distribuzione del pane e sulla lettura

del brano come simbolo e annuncio del Sacramento dell’Eucarestia che riceveranno per la prima

volta alla fine dell’anno catechistico.

8. Preghiera finale

9. Saluti

METODO: Suddivisione e lavoro in gruppi e rielaborazione comune

STRUMENTI: Strumenti materiali: pani in cesta di vimini e Vangelo

Strumenti di linguaggio: lavoro a coppie.

VERIFICA: A fine incontro i catechisti si confrontano su quanto è stato fatto, cercando di capire se

gli obiettivi sono stati raggiunti e se i ragazzi sono riusciti a confrontarsi tra di loro. Si analizzano i

pro e i contro delle attività svolte.

SCHEDA 2:

MATITE NELLE MANI DI DIO

Ragazzi preadolescenti di 11-14 anni

IDEA DI FONDO

“La piccola matita di Dio”

“Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.

È Lui che pensa. È Lui che scrive.

La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.

La matita deve solo poter essere usata.”

(Madre Teresa di Calcutta)

Per arrivare a sentirsi “matite nelle mani di Dio”, occorre partire con il chiedersi: chi è per me

Gesù? Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui?

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Questo progetto è animato dalla fiducia nella capacità di crescita dei ragazzi: la proposta intende

cogliere le attese, i bisogni, le domande reali dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e

accompagnarli con cura, provando a riscoprire insieme a loro un Vangelo appassionante, che sa

scatenare la vita e diventare fonte di orientamento per le loro scelte.

DESTINATARI

Il progetto è rivolto quindi a partire dai ragazzi che hanno fatto la Cresima la scorsa primavera,

quindi ai preadolescenti di 11-14 anni.

AMBIENTE

Il progetto prende avvio da uno spettacolo recitato dai preadolescenti alla fine dell’anno catechistico

appena concluso. La recita terminava con una canzone il cui testo riprendeva le parole di Madre

Teresa sopra citate. In quella occasione essi hanno preso coscienza, attraverso episodi della loro

quotidianità, che, per ciascuno di loro, Dio ha un preciso disegno.

OBIETTIVO

Comprendere che solo seguendo le orme di Gesù si può raggiungere la felicità. Aiutiamo pertanto i

preadolescenti a comprendere che Gesù ci indica una strada ben precisa e che attraverso la sequela,

possiamo realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno di noi. L’obiettivo del percorso, che prevede tre

tappe, ha lo scopo di avvicinare gradatamente i preadolescenti alla conoscenza di Gesù mediante la

lettura della Parola e la sua attualizzazione. Piano piano essi prendono coscienza che Gesù parla alla

loro vita e che, fidandosi di Lui, li guida.

ITINERARIO

Il cammino è formato da almeno tre tappe. Ogni tappa può essere concretizzata con un minimo di

due incontri o più a seconda della voglia dei ragazzi di raccontarsi e porsi delle domande.

Quindi copre un periodo di 6-8 incontri o più.

1° tappa: “Le tentazioni” o le terribili spinte. (Bastano le cose per renderci felici? Voglio

essere il più forte e mi prendo gioco dei più deboli? Mi servo di Dio per realizzare i miei

progetti?) Lc.4,1-13

2°tappa: “All’amore non si resiste” (Gesù ci chiede di annunciare che c’è un amore senza

limiti e che noi possiamo farlo sperimentare) Lc.15, 11-32

3° tappa: “Niente sconti” ( “perchè i ragazzi, quando hanno fatto la Cresima, pensano che,

per divertirsi, per essere felici, bisogna filarsela quanto prima dalla parrocchia?”) Lc.22,39-

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METODO

Lettura del brano del Vangelo di Luca corrispondente alle varie tappe. Si può cominciare con il

metodo dei 4 colori, per sottolineare i personaggi del brano, le loro azioni, quello che fa o dice

Gesù.

-Breve spiegazione del brano

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-Attualizzazione con domande del tipo: “questo brano di Vangelo, c’entra anche con la mia vita?

Che cosa vuole dirmi Gesù?”

- Possibile utilizzo di brani musicali o spezzoni di film, o giochi che aiutino a comprendere il

messaggio del Vangelo

- I preadolescenti si raccontano ed entrano nel loro vissuto

-Momento finale di preghiera comunitario nell’angolo della preghiera.

Dopo la lettura del brano di Vangelo, le varie fasi dell’incontro possono avere una successione

variabile: si può cominciare dal film o dal gioco per arrivare al vissuto dei ragazzi o viceversa.

Questo perché è sempre meglio non essere prevedibili, ma saper sorprendere e non essere

soporiferi!

STRUMENTI

-Preparazione dei foglietti con il brano di Vangelo da leggere e con le domande relative

all’argomento per favorire la discussione

-Colori per le sottolineature

-Preparazione di testi di canzoni o di Dvd per la visione di film o parti di film

-Lettura di eventuali fatti di cronaca accaduti inerenti all’argomento

-Lettura di eventuali lettere scritte da coetanei prese da riviste come “Mondo Erre” o “Se vuoi” o

altre, inerenti agli argomenti da trattare

-Scelta di giochi adatti agli argomenti che favoriscono anche la coesione del gruppo e stimolano poi

la discussione.

-Eventuale partecipazione di testimoni disposti a parlare della loro esperienza riguardo ai temi

sopradetti

REALIZZAZIONE

-L’incontro si terrà in una sala della parrocchia, preparando l’ambiente in modo che sia il più

accogliente possibile.

-Il tempo previsto per l’incontro è di circa 90 minuti.

-È necessario avere a disposizione tutto il materiale in modo da non perdere tempo prezioso per

l’incontro.

-È importante stabilire bene i tempi dedicati alla lettura del Vangelo, alla sottolineatura delle parti

del testo e alla spiegazione (questo dipende anche dalla capacità di attenzione del gruppo): dai 20

minuti a non più di 30.

-Per la discussione e per le domande, è utile cercare di non uscire dal tema proposto. I

preadolescenti possono diventare dei fiumi in piena difficili da contenere ed è facile che con i loro

dubbi e domande, portino lontano.

-Se sono previsti canzoni o film, occorre avere i dispositivi adatti per l’ascolto o la visione pronti

per l’uso.

VERIFICA

Dopo lo svolgimento della prima tappa, può essere utile fare una verifica con gli altri catechisti di

annata per valutare quanto attivamente i preadolescenti hanno partecipato e se gli argomenti trattati

sono di loro interesse.

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SCHEDA 3:

I DONI DELLO SPIRITO SANTO

Per ragazzi in preparazione della Cresima

IDEA DI FONDO

Il cuore del progetto è rappresentato dai 7 doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza,

Intelletto, Pietà, Timor di Dio, Scienza. Il cammino verso i 7 doni sarà scandito dalle tappe di un

gioco di gruppo, al termine del quale si paleserà il fine del progetto.

DESTINATARI

I ragazzi del 5° ciclo di iniziazione cristiana, in preparazione alla cresima.

AMBIENTE

Casa della parrocchia in montagna (Pieve di Sasso), durante il ritiro di preparazione di un fine

settimana di settembre: quindi in caso di bel tempo gli ampi spazi circostanti, in caso di brutto

tempo le varie stanze a disposizione.

OBIETTIVO

Conoscere e riconoscere i 7 doni.

1. Consiglio: è il progetto di amore che Dio su ogni persona, ciò che lui si aspetta da ognuno; tutti

siamo bisognosi di consigli ma siamo anche consiglieri.

2. Sapienza: serve ad ordinare le cose della vita secondo una classifica giusta, riservando il primo

posto a Dio; la Sapienza permette di vedere con il cuore stesso di Dio; ci aiuta a distinguere il

bene dal male.

3. Fortezza: è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia; ci aiuta a resistere alle tentazioni

del male e a realizzare il bene.

4. Intelletto: ci aiuta a non essere superficiali, ad arrivare al cuore delle cose; al fine di conoscere

noi stessi, per capire a fondo gli altri, ma anche per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un

nutrimento di vita (intelligenza spirituale).

5. Pietà: rimanda al latino “pietas”, l'amore famigliare tra genitori e figli; il dono della pietà porta a

fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino tra le braccia di mamma e papà; ci aiuta a

credere che Dio è padre buono e ci ama.

6. Timor di Dio: ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio; Egli è buono ma anche forte e

potente; a Lui si devono rispetto e ubbidienza.

7. Scienza: nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e amore totale verso Dio: dall'amore per il

Creatore deriva l'amore per le creature. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la

si vuole capire e anche Dio Lo si comprende solo amandolo; Scienza dunque è la luce per vedere

nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che

scaturisce dall’amore; il cuore che ama comprende più della mente; il cuore si apre alla fiducia in

Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore).

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ITINERARIO

Introduzione ai doni dello Spirito Santo partendo dalla presentazione dei brani del Vangelo di Luca

3, 21-22 e 4, 16-19 (21Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre

pregava, si aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce

dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». /16Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed

entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia;

apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con

l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e

ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di graziadel Signore) e di Isaia 11,2 (Lo

Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di

conoscenza e di timore del SIGNORE.

Momento di riflessione comune e lancio del gioco L'APP dello Spirito Santo (gioco a stand).

Conclusione del gioco e verifica.

METODO

Il centro dell'attività è il gioco, attraverso il quale far conoscere ed approfondire il tema dei 7 doni e

il tema sempre presente della collaborazione e condivisione.

STRUMENTI

Serve la possibilità di dividere lo spazio a disposizione in 7 sottospazi all'interno dei quali poter far

sostenere le varie prove e dare la possibilità alle 7 squadre, nella parte conclusiva del gioco di

ritrovarsi per produrre l'elaborato finale.

Il grosso dell'attività è occupato dall'attività ludica, attraverso la quale far interiorizzare il

significato dei 7 doni e la necessità di dover collaborare in maniera creativa e fattiva per un fine

comune, non raggiungibile individualmente ma solo insieme ad altre persone.

REALIZZAZIONE

I ragazzi vengono divisi in 7 gruppi, a ciascun a squadra viene consegnato uno smartphone di

polistirolo. Ci sono 7 stand, uno per ognuno dei 7 doni dello Spirito; ogni stand è presidiato da un

catechista/animatore che presenta uno dei doni ed invita i ragazzi a superare la sua prova a tema per

poter ottenere l'app relativa. Ogni 10/15 minuti le varie squadre, al segnale concordato, devono

cambiare stand. Le prove sono individuali: chi supera la prova ottiene l'app del dono dello Spirito.

Al termine del giro dei 7 stand i membri di una squadra mettono in comune le app raccolte e

ricevono del materiale specifico per ogni dono in proporzione al numero delle singole app raccolte

(per es: 7 app della Fortezza corrispondono a 7 metri di spago; 3 app del Consiglio corrispondo a 3

bastoni ... e così via).

Con il materiale raccolto ogni gruppo deve produrre un oggetto/scultura rappresentativo di uno o

più doni dello Spirito Santo.

VERIFICA

È il momento della presentazione delle opere di ciascuna squadra.

L'opera così creata sarà la realizzazione concreta dell'idea (i 7 doni dello Spirito); alcuni gruppi

forse avranno dato più importanza ad un elemento rispetto ad un altro, dando vita ad opere che

rimanderanno visivamente ed intuitivamente ad un dono o ad alcuni doni in particolare (es. Pietà

piuttosto che Fortezza, Timor di Dio, ecc.).

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SCHEDA 4 (estratto):

INCONTRO RIVOLTO AI GENITORI

DEI BIMBI CHE INIZIANO IL CATECHISMO

Idea di fondo: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno e

distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (A. de S.Exupery).

Far prendere coscienza ai genitori dell’importanza che l’iniziazione cristiana parta e avvenga

principalmente nelle famiglie luogo ideale in cui i bambini imparano a pregare, capiscono il senso

della carità, comprendono cos’è la vita di comunità (da Comunicare il Vangelo in un Mondo che

Cambia).

Destinatari: genitori di bambini che iniziano il catechismo in vista della Prima Comunione.

Obiettivo: far capire ai genitori quanto sia importante seguire personalmente come catechisti i

propri figli nel biennio di preparazione alla Prima Comunione.

Itinerario: incontro introduttivo motivazionale che precede la presentazione dell’itinerario

catechistico ed i successivi incontri formativi.

Metodo/strumenti: visione di un video (serve la disponibilità di un videoproiettore ed un

collegamento ad internet)/ lettura di brani biblici / confronto in piccoli gruppi

Realizzazione:

L’incontro viene introdotto dalla visione di un video “La fede: una questione di scarpe”

scaricabile da Youtube della durata di circa 6 minuti.

Cosa abbiamo colto dal filmato che abbiamo visto? Impressioni, considerazioni, sottolineature

a ruota libera. Nel caso vi fosse difficoltà ad avviare la discussione l’animatore potrà fare un

breve riassunto.

Ci confrontiamo poi con le Scritture dividendoci in gruppi (tempo 30 min.)

Vengono proposti i seguenti brani (per praticità riportati su dei foglietti):

1 Cor 15,3 (“vi ho trasmesso dunque, quello che anch’io ho ricevuto”)

2Tm 1,5; 3.14-15a (“Mi ricordo della tua fede, fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi di tua madre

Eunice e ora, ne sono certo anche di te .. Rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo

da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture”)

Lc 2,22.40 (la famiglia di Nazareth, una famiglia come tutte, che fa conoscere l’amore del Padre)

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Lc 9,46-48 (mettersi al servizio dei piccoli)

Lc 18,15-17 (“lasciate che i bambini vengano a me”)

Alcune domande aiutano il confronto:

- E’ possibile trasmettere oggi la fede nelle nostre famiglie, ai nostri figli? In quale maniera si

può realizzare tale trasmissione?

- Quali segni rivelano nella nostra vita quotidiana, il fatto che siamo cristiani?

- Nel trasmettere i valori e la fede a volte si fanno errori, si creano tensioni, si vivono delusioni;

si deve parlare di fallimento quando i frutti non si vedono?

Al termine del confronto ogni gruppo porterà all’assemblea unitaria un breve sunto o una

considerazione che riassuma quanto emerso.

Al termine (tutti insieme) preghiera conclusiva:

Signore Dio, che sei Padre per tutti noi, accogli la preghiera che nasce dal cuore,

aiuta e sostieni le nostre famiglie nell’essere luoghi di trasmissione fedele e gioiosa della fede;

dona ai genitori di essere attenti al cammino dei loro figli,

di discernere con loro il disegno di Dio, di non arrendersi di fronte alle fatiche, agli insuccessi, alle prove.

Signore Gesù, tu che hai riempito con la tua presenza la casa di Nazareth,

dona alle nostre famiglie di riconoscere la presenza e l’opera di Dio in loro;

tu che sei tornato a Nazareth e lì hai vissuto, concedici di riconoscere nella quotidianità dell’esistenza

la presenza operante della tua redenzione. Spirito Santo, scendi con i tuoi doni su ciascuno di noi

e sulle nostre famiglie: ai genitori, chiamati a trasmettere la fede ai loro figli,

fa giungere il dono del tuo consiglio; ai figli che avvertono la ricchezza

e la delicatezza della loro età, comunica il dono della tua sapienza

per riconoscere le intuizioni e i suggerimenti che portano a compiere il volere di Dio.Amen

(Cardinal C.M. Martini)

Viene lasciato per la riflessione a casa questo scritto tratto dall’Epistolario di S.Giovanni Bosco

(che verrà utilizzato poi come introduzione nel successivo incontro di presentazione del cammino)

“Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi, i fedeli; amateli più di voi stessi, amateli

gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. Voi ci direte che li amate, forse anche troppo. Credo

sia importante allora capire veramente di quale amore dobbiamo amarli; perché c’è anche l’amore sbagliato,

falso ed egoistico. Dobbiamo amarli come persone, perché sono tali: immagine del Dio vivo. Capaci di

intelligenza e volontà, di sentimenti e di santità. Alle volte noi li amiamo perché ci ubbidiscano, perché siano

nostri dipendenti o alleati, perché ci saranno utili in seguito; li amiamo quando ci amano, oppure per farci

perdonare i nostri egoismi e ingiustizie. L’more vero invece ce li fa amare anche quando non lo meriterebbero

perché sono cattivi, non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. Lo so che un amore così non

è facile. Per questo vi ripeto che soltanto Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare. Dobbiamo

invocarlo, ascoltarlo, farci da Lui aiutare. Amiamoli, perché sono di Dio, da Lui amati e salvati come noi, figli

suoi prediletti. Amiamoli come vorremo essere amati.”

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SCHEDA 5:

DISCEPOLI DI EMMAUS

(ragazzi in preparazione alla Cresima)

OGGETTO: momento di riflessione sul brano del vangelo i discepoli di Emmaus proposto ai ragazzi

di prima media in preparazione della Cresima

Un cammino iniziato quattro anni fa in cui con i ragazzi abbiamo fatto un pezzo di strada assieme alla

scoperta di un amico speciale “ GESU”

Il camminare, la strada, gli incontri (intesi come testimonianze) hanno caratterizzato i nostri momenti

assieme.

Per il ritiro rivolto ai Cresimandi ho tratto spunto dal vangelo di Luca i discepoli di Emmaus con lo

scopo di far capire ai ragazzi che Gesù è sempre vicino a noi .

Ci invita a non aver paura ad affrontare i cambiamenti nel modo di vivere, a non essere pigri ma a

superare le difficoltà donandoci nuova forza.

Ci invita a non essere superficiali ma ad approfondire la sua conoscenza, per vivere come lui ci ha

insegnato

Verrà consegnato ai ragazzi un ciclostilato con alcune riflessioni sul brano del vangelo.

( allegato )

L’incontro si terrà in due momenti sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio nei locali

dell’oratorio

Accoglienza dei ragazzi alle 15 che si ritrovano dopo la pausa estiva

Proposta di un gioco : (allegato)

Momento di preghiera iniziale salmo 136

In ascolto della parola di Dio

I discepoli di Emmaus Luca 24,13-29

Segue riflessione insieme ci spostiamo poi in chiesa per concludere questa prima parte con preghiera

di invocazione allo spirito santo a cui parteciperanno anche i genitori, verrà consegnata ai ragazzi una

piccola lanterna per ricordare che Gesù è la luce del mondo

Domenica ritrovo tutti alla messa poi pranzo insieme

Nel pomeriggio consegna schede sui doni dello spirito santo

Proiezione di un film

“L’uomo che piantava gli alberi”

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SCHEDA 6:

PROGETTO CATECHESI RAGAZZI POST-CRESIMA

INTRODUZIONE:

Brano evangelico Luca, cap. 12

IDEE DI FONDO:

La scoperta della bellezza di essere cristiani, che tra le altre cose , ci rende consapevoli di avere un

Padre che provvede ai nostri bisogni più profondi. La scoperta della bellezza liberatoria delle parole

di Gesù e del suo Vangelo.

DESTINATARI:

Ragazzi post-cresima ancora in formazione catechetica, anche di diverse parrocchie, o che abbiano

ricevuto il sacramento della Confermazione da un anno o due; quindi ragazzi dagli 11 ai 13 anni, e

loro amici coetanei che riuscuranno a coinvolgere , compresi anche non credenti o appartenenti a

famiglie di altre fedi.

AMBIENTE:

Non deve essere per forza un luogo legato alla parrocchia, tranne le occasioni in cui i ragazzi

presenti non siano tutti della stessa parrocchia e che preferiscano un ambiente loro familiare. Può

essere un luogo diverso dalla parrocchia di origine, visto che consideriamo il gruppo composto di

ragazzi di varie parrocchie. Si potrebbero usare sale proiezioni, o anche locali adibiti a piccoli teatri.

Se vengono coinvolti anche amici coetani conviene scegliere ambienti non legati alla diocesi.

OBIETTIVI:

Obiettivi a breve o medio termine è provare a tenere i ragazzi in contatto tra di loro cercando

occasioni di esperienze vissute in comune che possano consolidare in loro un sentimento di

amicizia. Scopo ultimo potrebbe essere quello di creare tra loro una amicizia fondata sulla simpatia

comune per la persona di Gesù, per le sue parole, avendo come punto di partenza la scoperta di un

PADRE comune che conosce i loro problemi, e che promette la sua paterna protezione. Altro punto

di partenza del loro stare insieme è fondare la loro amicizia sulla parola di Gesù: “ Nessuno ha un

amore più grande di questo: Dare la vita per i propri amici”. Obiettivo finale è la scoperta di quale

sia il proprio posto all'interno della comunità cristiana. (Vocazione).

ITINERARIO. METODI. STRUMENTI:

Visto che si cerca di unire i diversi gruppi di ragazzi di diverse parrocchie, può essere utile, nei

primi incontri, preparare una buona accoglienza con una presentazione singola di ogni ragazzo, dare

occasione di farsi conoscere e far emergere le singole personalità e caratteristiche. Periodicamente

si possono organizzare incontri in pizzerie o luoghi simili con presenza di chitarre o altri strumenti

musicali, usati dagli stessi ragazzi, per stare insieme con canti e cene, favorendo la socializzazione,

dopo un breve programma di catechesi. Favorire la discussione su alcuni temi di attualità, (

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bullismo a scuola o sui social network, sesso esplicito sui mass-media e internet, dipendenze da

alcol e droghe, ecc.) in compagnia anche di esperti dei vari argomenti.

Far conoscere alcuni giovani testimoni della fede, anche con supporti video, documenti, film ,ecc.

Far conoscere esempi di vita di giovani che si sono abbandonati all'amore del PADRE con fiducia

come ad esempio : Chiara Luce Badano! Organizzare incontri con giovani che già hanno scelto un

loro percorso di fede: giovani appartenenti a vari movimenti ecclesiali: penso ad esempio ai Gen del

Movimento del Focolare; scout ; giovani attivi nella Caritas diocesana. Altri ragazzi che sono a

contatto con esperienze di povertà e emarginazione, come i “Cavalieri della Luce” di Nuovi

Orizzonti, o esponenti giovani della Comunità di Sant' Egidio , già presenti e operanti in Parma.

Come cadenza gli incontri potrebbero essere ogni due settimane, ma non col giorno della settimana

prefissato , per dare più libertà per vari programmi scolastici, culturali, sportivi di ogni singolo

ragazzo.

REALIZZAZIONE . VERIFICA:

Gli incontri di organizzazione e verifica potrebbero avere una cadenza mensile. Si può coinvolgere

negli incontri di organizzazione e verifica anche qualche ragazzo o ragazza che abbia dimostrato

sensibilità e interesse particolari agli eventi e che potrebbe avere più talento nel coinvolgere i

coetanei. Al lavoro!

SCHEDA 7:

INCONTRO BIMBI IV-V ELEMENTARE

Idea di fondo: Partendo dalla consapevolezza che il cuore dei bambini è già pieno di domande

grandi che desiderano condividere e alle quali dare una risposta, abbiamo pensato di proporre una

esperienza che testimoni, nella semplicità della nostra amicizia, la Vita Nuova e la Speranza che ha

toccato e mosso il nostro stesso cuore.

Destinatari: bambini di IV e V elementare. Vengono invitati all’inizio dell’anno tramite

comunicazione della Parrocchia.

Ambiente: oratorio

Obiettivo: creare un gruppo di amici che possano sentirsi accolti e voluti bene e che continuino

l’esperienza anche dopo la scuola primaria (e la Cresima) attraverso il gioco, la riflessione,

l’ascolto, la consapevolezza che c’è un modo di stare insieme più bello: quello che ci ha insegnato

Gesù.

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Itinerario, metodo, strumenti realizzazione: l’itinerario proposto è cominciato due anni fa e si

basa sull’esperienza, per noi molto preziosa, di un gruppo, ormai consolidato da anni di lavoro, di

Buccinasco (Milano).

Gli incontri sono la domenica mattina a cadenza quindicinale.

I bambini vengono accolti alle 10.00 con una piccola ma curata merenda.

Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere. L’accoglienza è un momento importante: rivela

l’attenzione dell’adulto nei confronti del bambino. Si legge un brano tratto dal testo, si fanno alcune

riflessioni (sono i bambini a farle, gli adulti intervengono il meno possibile).

Si gioca. I giochi sono pensati e organizzati in base al testo che si leggerà.

Si dà un giudizio sul gioco: come è stato? Come siamo stati noi? C’è un altro modo per fare le cose,

tutte? Anche in questo caso sono i bambini a parlare. Quello che viene detto viene scritto su un

grande foglio (un rullo, che fa da memoria storica) per dare la possibilità di fissare le loro riflessioni

che diventeranno poi spunto di lavoro (specialmente per noi adulti).

Si fanno un canto e una preghiera solitamente con il nostro parroco, che passa a salutarci.

Si va alla Santa Messa.

Alla fine dell’anno viene fatta una gita (momento molto atteso) che dura tutto il giorno

I primi incontri dell’anno (due o tre) sono dedicati al gioco e all’accoglienza/conoscenza dei

bambini. Questo permette di comunicare, riflettere e gettare le basi per tutto l’anno su:

-seguire la guida

-stare insieme

-far fatica

-ascoltare

Si entra nel vivo del lavoro: si propone una storia che li coinvolga, che faccia da filo conduttore e

su

cui lavorare fino alla fine dell’anno.

Nella nostra breve esperienza abbiamo lavorato su:

Oggi voglio portarvi tutti in Paradiso. San Francesco e il perdono di Assisi

Con gli occhi di Marcellino. Le domande grandi dei bambini.

Sono due mostre presentate al Meeting di Rimini.

Verifica: la verifica è continua.

Alla fine di ogni incontro, seppur brevemente, ci scambiamo alcune considerazioni su come è

andata. Gli incontri sono pensati e organizzati, insieme ad alcuni ragazzi delle superiori e

dell’università, qualche giorno prima dell’incontro coi bambini. Ci si trova per preparare i giochi,

leggere un testo che ci aiuti, riflettere e dare un giudizio sull’esperienza che si sta vivendo. La fase

di preparazione, confronto e riflessione tra di noi è fondamentale. La verifica finale viene fatta con

il parroco. La VERIFICA, quella vera, sta nei rapporti che si creano tra tutti noi, adulti e bambini e

nel desiderio che questa esperienza (a volte sconclusionata e traballante ma sempre bellissima)

prosegua.

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SCHEDA 8:

RITIRO PER GENITORI E RAGAZZI PRIMA DELLA COMUNIONE

Accoglienza

Questo momento è decisamente importante, poiché all’arrivo si è tutti un pochino intimiditi, quindi

ritengo che curare molto questo primo approccio possa aprire la strada ad un lavoro proficuo e

piacevole. Come abbiamo appreso nell’incontro con il dott. Armiento curare l’aspetto e la

presentazione dell’incontro predispone le persone alla positività, quindi essere pronti un po’ prima

dell’orario di incontro, accogliere con sorriso e scioltezza le famiglie può creare subito empatia e

predisporre a collaborare con più

entusiasmo.

S. Messa

Preparare insieme ai bambini che parteciperanno attivamente, magari avere un confessore per i

genitori in modo che possano comprendere meglio il sacramento che stanno per ricevere i ragazzi.

Dividere in gruppi

Gli adulti avranno un incontro con il coordinatore dei catechisti che avrà cura di preparare e

organizzare il tempo e gli argomenti che verranno discussi partendo dal Vangelo della domenica

oppure da un brano scelto per l’occasione. Alla fine del lavoro del gruppo genitori sarebbe bello se i

catechisti si intrattenessero un attimo con i papà e le mamme, sottolineando come i ragazzi sappiano

essere profondi nei momenti degli incontri catechistici ed incoraggiarli per il grande lavoro

educativo che stanno vivendo, valorizzando l’impegno dei piccoli che ci hanno affidato.

Lavoro

Questa parte riguarda i ragazzi che saranno coinvolti in un lavoro a tema che tenterà di guidarli

verso la Confessione, lo spunto sarà il Vangelo di Luca 15,11-32 e inizieranno un breve percorso di

consapevolezza della fragilità umana e di conoscenza dell’infinito amore del Creatore.

Dopo avere letto insieme la parabola, inizia l’analisi dei personaggi:

Spiegando prima brevemente che quando ci accostiamo ad una parabola dobbiamo ricordare sempre

che possiamo essere, noi stessi, tutti i personaggi, non dobbiamo mai dimenticare che con i nostri

comportamenti, diversi in ogni situazione che viviamo, assomigliamo a tutti i personaggi, sia in

positivo che in negativo.

Il FIGLIO MINORE

• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?

• Perché decide di andarsene da casa?

• Cosa lo fa "rientrare in sé"? Perché decide di tornare a casa?

• Come si sarà sentito avvolto nell'abbraccio del Padre?

• Sarà cambiato il suo modo di vivere con il Padre?

IL PADRE

• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?

• Cosa prova quando il figlio minore è lontano da lui?

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• Quali sentimenti prova mentre lo vede arrivare?

• Perché decide di perdonarlo?

• Quali sentimenti prova nei confronti del figlio maggiore?

• Quali sono le priorità? Il patrimonio, i suoi averi, i suoi figli..?

IL FIGLIO MAGGIORE

• Quali saranno stati i suoi sentimenti alla notizia della partenza del fratello?

• Quali sono i suoi sentimenti al ritorno del fratello?

• Quali sono i suoi sentimenti nei confronti del padre?

DISCUSSIONE

Dopo aver lasciato il tempo per il lavoro si procede con la lettura degli elaborati, soffermandosi sui

punti salienti, commentando e guidando l’analisi:

Quale personaggio agisce "rettamente"?

Da quale personaggio ti senti maggiormente rappresentato?

È sempre facile perdonare?

Quando non lo è?

Come ci sentiamo quando siamo noi a ricevere il perdono?

Qual'è la cosa più importante quando chiediamo perdono?

Con osservazioni sui personaggi:

ci comportiamo come il fratello minore quando ci allontaniamo dalle persone che ci vogliono bene,

quando pecchiamo. Ma anche quando con umiltà torniamo a chiedere perdono.

Ci comportiamo come il Padre, quando accogliamo le persone che ci stanno intorno, anche se ci

hanno fatto del male, e le perdoniamo.

Ci comportiamo come il figlio maggiore quando pensiamo di fare la cosa giusta, ma in realtà siamo

ciechi, e non vediamo che la vera gioia è vivere con il padre!

La Confessione

Riceveranno il Sacramento e dopo i Catechisti consegneranno un piccolo e significativo ricordo del

prezioso dono ricevuto.

Pranzo

Anche questo momento dovrà essere di grande condivisione per cui ognuno porterà il suo

contributo, insieme è più bello, per i ragazzi vedere i genitori che collaborano in amicizia è uno

stimolo importantissimo.

Giochi

Il momento ludico per loro è sempre motivo di grande gioia, se poi vengono coinvolti anche

mamma e papà il successo è garantito.

Saluti

Ringraziare e salutare singolarmente ogni famiglia sottolineando l’importanza del momento

comunitario ed essere molto grati per la disponibilità dimostrata, lascia un ricordo bello ed

indelebile di una giornata speciale dedicata ai loro piccoli.

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SCHEDA 9:

“ACCETTAZIONE DI SE E DEL PROPRIO AMBIENTE CON GIOIA!”

Destinatari: Bambini 5a elementare e 1a media

Ambiente: Oratorio e attività catechistica

Obbiettivo: Stimolare i bambini e le proprie famiglie alla riflessione

Itinerario:

-Lettura e drammatizzazione della favola per bambini “UN PESCE E’ UN PESCE” di Leo Lionni

“La storia di un'amicizia tra un girino e un pesciolino che sott'acqua si "vedono" crescere, ma la

rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di

poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono

sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa

maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce”

-Lettura e comprensione della Parabola della Moneta Perduta

-Confronto tra la favola e la parabola di Luca chiedendo ai bambini quali secondo loro sono i punti

in comune.

-Alla fine dell’incontro verrà consegnato ad ogni bambino una scheda contenente la Parabola di

Luca e la seguente domanda che dovrà essere rivolta alla propria famiglia e che riassume lo scopo

del progetto:

NELLA NOSTRA FAMIGLIA ABBIAMO PERSO DELLE MONETE? LE ABBIAMO

CERCATE? LE ABBIAMOTROVATE?

-Le risposte saranno oggetto dell’incontro successivo.

Metodo: coinvolgimento iniziale dei bambini e finale delle famiglie con analisi e riflessione

Strumenti: Utilizzo del VANGELO DI LUCA, del libro “UN PESCE E’ UN PESCE”, di un

videoproiettore per proiettare le immagini dei testi, della recitazione e della musica.

Realizzazione: Il progetto realizzato ad inizio anno catechistico.

Verifica: Il progetto è inizialmente indirizzato a due classi e una volta portato a termine ci sarà un

confronto nel gruppo catechistico per valutarne la riuscita, apportare eventuali modifiche per

indirizzarlo anche ai più piccoli ed eventualmente ideare altri incontri utilizzando lo stesso schema

ma con testi e/o supporti differenti cercando di coinvolgere sempre di più i genitori.

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SCHEDA 10:

CHIAMATA DI LEVI

(catechesi bambini elementari)

IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI ,MA I PECCATORI ,PERCHE’ SI CONVERTANO LC 5 ,27-32

Finalmente Evangelii Gaudium ci insegna ad uscire, a trasmettere la gioia che il vangelo ci dona

ogni giorno. Gesù si rivolge a tutti e noi dobbiamo annunciarlo, è un annuncio di bene, di amore e

di gioia. Soprattutto nella catechesi bambini e ragazzi: noi mettiamo i semi, mettiamo il lievito,

convinti che poi qualcuno lavorerà. Ci siamo rese conto proprio in questo corso che in parrocchia

c’è estremo bisogno di rinnovarsi, di coinvolgere con gioia: invitiamo i ragazzi a pregare, a

celebrare il credere, ma loro devono prima imparare a credere; la parrocchia deve diventare il luogo

dove fanno esperienza dell’amore di Cristo.

Fare catechismo come scuola, come imposizione, allontana: finita la Cresima scappano.

Alla luce di questa constatazione, nasce l’idea del nostro progetto.

IDEA assumendo l’incarico di aiuto coordinatrici catechesi, progettiamo il primo incontro con le

catechiste. Vorremmo incoraggiare le catechiste a prendere piena coscienza e responsabilità del

ruolo, staccandosi dai sussidi fino ad ora forniti per approfondire di più il Vangelo direttamente,

leggendolo ai bambini. Nel Vangelo c’è tutto.

DESTINATARI catechiste della Trasfigurazione

AMBIENTE salone parrocchiale

OBIETTIVO rinnovare il percorso catechistico della parrocchia, partendo dai primi 2 anni di 2^ e

3^ el. (medio termine) per arrivare nell’arco di 3 anni al gruppo cresima (lungo termine)

ITINERARIO fissare un incontro mensile con le catechiste per

1) Leggere e spiegare le parti di Vangelo che faranno nei 4 incontri settimanali coi bambini.

2) Organizzare e calendarizzare attività di gruppo (film, giochi)

METODO - cartelloni con domande per spiegare le parabole e stimolare gli interventi

-piccoli sketch fatti dai bambini (recitiamo la parabola)

-proposte di lavoro manuale in collaborazione adulti /ragazzi

-proposte di uscite (mensa dei poveri, case di riposo, cav)

STRUMENTI Vangelo, Bibbia, filmati, cartoncini, pennarelli e altro

REALIZZAZIONE nei giorni di catechismo, 1 volta alla settimana e 3/4 domeniche all’anno dopo

Messa coinvolgere le famiglie e organizzare pranzo e pomeriggio insieme in oratorio.

VERIFICA mensile in ogni gruppo, passando nelle aule, chiedendo ai bambini cosa hanno colto e

alle catechiste le difficoltà incontrate.

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2. AMBITO CARITAS

SCHEDA 1:

CARITAS: “CHE COSA?”

13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da

Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e

discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di

riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si

fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non

sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Luca 24, 13ss

Proposta per i membri del Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia

IDEA DI FONDO

La Caritas organizza una seduta del consiglio pastorale parrocchiale per “parlare di Caritas” partendo

dal brano di Emmaus, che ci chiede di passare da forestieri a persone capaci di riconoscere Gesù,

lasciandoci scaldare il cuore dalla Sua Parola e diventando suoi commensali

DESTINATARI

La comunità cristiana

AMBIENTE

Riflettere sul ruolo della Caritas nella comunità cristiana

OBIETTIVO

Confrontarsi con il Consiglio Pastorale Parrocchiale per crescere insieme nella consapevolezza del

ruolo della Caritas

ITINERARIO

Un incontro nel quale:

Si chiede ai membri del Consiglio: a tuo avviso cosa serve la caritas qui da noi? Cosa sta facendo?

Cosa deve fare in parrocchia?

Si chiede ai membri: a tuo avviso la Caritas sta lavorando bene? Può insegnare qualcosa a tutta la

parrocchia?

la caritas parrocchiale si racconta: noi facciamo....mettendo in evidenza sia tutto il bello che si vive e i

problemi che incontra.

Si individua assieme un obiettivo che la parrocchia deve mettere a tema a proposito della grande area

“della Carità” e quale può/deve essere il ruolo della Caritas in questo percorso

METODO

Un incontro preparato dal consiglio pastorale con gli animatori della Caritas

VERIFICA

Sarebbe opportuno verificare l’obiettivo che nell’incontro è stato condiviso

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SCHEDA 2:

TOCCHIAMO IL LEBBROSO Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: 'Signore,

se vuoi puoi guarirmi'. Gesù stese la mano e lo toccó dicendo: 'Lo voglio, sii risanato'. E subito la lebbra scomparve da

lui" (Luca 5,12-14).

Proposta per la Comunità Cristiana

IDEA DI FONDO

La Caritas propone un percorso di sensibilizzazione per l'intera comunità cristiana per stimolare ad

incontrare l'altro, a riconoscerlo come membro della famiglia di Dio e a prendersi cura dei più

fragili.

DESTINATARI

La propria comunità cristiana

AMBIENTE

Proporre gesti di prossimità nel territorio della propria comunità, nel quartiere o nel paese dove si

abita

OBIETTIVO:

Far incontrare le persone e accorciare le distanze che spesso ci allontanano. Far crescere il senso di

comunità

ITINERARIO

Va diversificato fra piccole comunità dei paesi e le comunità che abitano la città.

Nei paesi dove ci si conosce tutti, è importante lavorare sui rapporti che già ci sono e chiederci chi

sono le persone che hanno bisogno: anziani, malati, stranieri che abitano, disoccupati, …. e

inventarsi gesti semplici di attenzioni.

Nella città, forse bisogna interrogarsi su come “accorciare le distanze” nel quartiere, nel palazzo,

nella via...come farci antenne…

METODO

La proposta va fatta al Consiglio Pastorale e si può utilizzare, ad esempio il tempo di Quaresima,

tempo privilegiato per la conversione.

REALIZZAZIONE

Preparare dei gesti da proporre alla domenica alle persone che vengono a celebrare l'eucaristia per

continuare a spezzare il pane con i fratelli e le sorelle in difficoltà

VERIFICA

A fine anno, raccontarsi come è stata recepita la proposta, che ha sortito e come si può continuare.

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SCHEDA 3 (estratto):

DONNE E UOMINI IN CAMMINO

“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da

Gerusalemme, di nome Emmaus…” Lc 24,13

Proposta per la Comunità Cristiana

IDEA DI FONDO

Metterci in gioco con le nostre certezze ma anche con dubbi, perplessità, interrogativi e desideri. Il

racconto si apre con i due discepoli che si allontanano a testa china da Gerusalemme (Lc 24, 13), si

chiude con gli stessi che di corsa e pieni di gioia tornano a Gerusalemme annunciando a tutti di

avere incontrato il Signore e di averlo riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc.24,35). L’immagine

del cammino ci porta anche a tener conto di passi e ritmi diversi. Chi parte meno svantaggiato

dovrebbe essere in grado e motivato ad essere prossimo e sostenere chi è in difficoltà materiale e

morale al fine di prevenire povertà, isolamento, abbandono. Ogni essere umano ha diritto ad avere

uguali opportunità per poter vivere in autonomia e dignità.

DESTINATARI

Gli operatori Parrocchiali

OBIETTIVO

- Allargare la solidarietà e far crescere una carità di popolo

- Educare l’intera comunità ad essere pronta e prossima a chi è nel bisogno

- Impegnarsi per prevenire l’emarginazione

ITINERARIO

- Conoscenza capillare del territorio

- Incontri con consiglio pastorale

- Gruppo giovani

- Gruppo famiglie

- Confronto con altre Parrocchie del territorio

- Confronto con le realtà di volontariato presenti

METODO

Valorizzare gli incontri anche occasionali che possiamo fare nella strada della nostra vita.

REALIZZAZIONE

Incontri locali e diocesani per confrontarsi

VERIFICA

Incontro di fine anno per valutare progressi o incognite e progettare il proseguimento del cammino.

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SCHEDA 4:

“… NESSUNO ERA FRA LORO BISOGNOSO …” (Atti 4, 32-37)

Proposta per la Comunità Cristiana

IDEA DI FONDO

Le Caritas parrocchiali devono sviluppare nelle comunità ma anche nel territorio, nella società

civile, una cultura della solidarietà e del dono (…nessuno infatti era tra loro bisognoso) per vincere

l’individualismo, la chiusura nel proprio privato e favorire quindi l’apertura e la generosità per

mettersi a disposizione del fratello in difficoltà, ciascuno secondo le proprie possibilità, scoprendo

che ….c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per una gioia, un appagamento che va ben oltre il

possedere o il godere di beni materiali (nessuno considerava sua proprietà quello che gli

apparteneva)

DESTINATARI

I collaboratori parrocchiali in prima istanza, ma poi è necessario allargare il messaggio alla

comunità: adulti, famiglie, bambini, ragazzi, giovani (la moltitudine di coloro che erano diventati

credenti)

AMBIENTE

Per i bambini, ragazzi, l’attività di Catechesi e la scuola. Per gli adulti e le famiglie, gli ambienti

parrocchiali e altri spazi ritenuti idonei.

OBIETTIVO

In una visione di comunità educante:

- il primo obiettivo è l’informazione: conosciamo la realtà delle persone in difficoltà? I

numeri? I bisogni?

- Il secondo è saper vedere con occhi nuovi, attenti; con questi occhi nuovi, alleniamo il

cuore a mantenersi aperto

- Il terzo obiettivo è il passo in avanti: posso fare qualcosa? Anch’io, nella mia povertà ho

qualcosa da donare (Con grande forza gli apostoli davano testimonianza alla risurrezione

del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore)

ITINERARIO

Prevede tre possibili piste:

- con la comunità coinvolgendo gli animatori giovani e i catechisti per preparare un incontro

con gli operatori Caritas

- con la scuola

- con le famiglie per riflettere sull’uso del tempo

METODO

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Proporre ai destinatari del messaggio piccoli impegni e gesti concreti per imparare e assaporare il

gusto del dono.

STRUMENTI

Per bambini e ragazzi: organizzazione di raccolte e piccole rinunce dopo aver presentato e riflettuto

su situazioni di bisogno.

Si potrebbero organizzare visite alle case della carità, alle mense, dormitori (con tutta la

discrezione del caso).

Per famiglie: visite al Centro di aiuto alla vita, prestare qualche piccolo servizio nella cura del

vestiario

REALIZZAZIONE

1° Incontro tra gli operatori Caritas e il Parroco per illustrare il progetto ed essere uniti nella volontà

di portarlo avanti (…aveva un cuor solo e un’anima sola)

1-2 Incontri con i catechisti ,animatori e insegnanti delle scuole per condividere il progetto e

trasmettere ai ragazzi lo stesso messaggio stabilendo insieme a loro modalità e tempi di attuazione.

2-3 incontri con le famiglie e con esperti sui temi dei cambiamenti degli stili di vita

VERIFICA

Un progetto di questa portata richiede almeno due anni e una verifica potrebbe essere fatta su un

cambio di mentalità e un impegno concreto a partire dalle giovani generazioni.

SCHEDA5:

TOCCA IL LEBBROSO (Luca 5,12-14).

Proposta per i giovani

IDEA DI FONDO “la risposta di Dio al povero è sempre un intervento di salvezza per curare le ferite dell’anima e del corpo, per

restituire giustizia e per aiutare a riprendere la vita con dignità. La risposta di Dio è anche un appello affinché

chiunque crede in Lui possa fare altrettanto nei limiti dell’umano. Tuttavia può essere un segno di condivisione per

quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. La sollecitudine dei credenti

non può limitarsi a una forma di assistenza – pur necessaria e provvidenziale in un primo momento –, ma richiede

quella «attenzione d’amore» che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene.” Francesco , Giornata mondiale dei Poveri 2018

DESTINATARI: I giovani

AMBIENTE

Proporre ai giovani di incontrare “il lebbroso” laddove vive

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OBIETTIVO:

Far incontrare i giovani con un mondo di esclusi, di innominabili, di invisibili che vivono a Parma,

per scoprire che sono “persone”, che è possibile incontrare per creare buone relazioni. Allenarli ad

avere occhi e cuore aperti anche nel loro quotidiano

ITINERARIO

Incontri esperienziali nei luoghi dove gli “innominati “vivono per “toccare con mano”

Si potrebbe fare un incontro al mese

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano dell’ospedale alla celebrazione dell’Eucaristia e per

animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale

umanità lui tocca”

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano di una RSA oppure il quarto piano della casa dei

Saveriani) alla celebrazione dell’Eucaristia e per animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il

cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale umanità anziana lui tocca”.

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano del carcere alla celebrazione dell’Eucaristia e per

animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale

umanità che ha commesso reati lui tocca”

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore nel dormitorio (e/o nella mensa) Caritas per vivere un

momento”normale” della mensa/dormitorio e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di

raccontarci “come è l’umanità che lui tocca e che quando non si ha un letto dove riposare”

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore di una comunità tipo “comunità Betania” per vivere un

momento”normale” della comunità e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di raccontarci

“quale umanità che ha compiuto percorsi devianti lui tocca”

• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore di una comunità tipo CAS, CARA o SPRAR” per vivere un

momento “normale” della comunità e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di raccontarci

“quale umanità in cerca di una vita più umana lui tocca”

METODO

Tipicamente esperienziale: far vivere ai giovani un’esperienza “che rimanga negli occhi” perché

hanno toccato con mano realtà del nostro territorio dove vivono persone che spesso sono considerati

più “pericoli o pesi” che persone e poi porsi la domanda ….. e noi?

REALIZZAZIONE

Lancio dell’iniziativa alle realtà giovanili, raccogliere le adesioni, verificare la disponibilità di realtà

ad accogliere gruppi di giovani e stilare un calendario ad hoc..

REALIZZAZIONE

Lancio della iniziativa proponendo ai gruppi giovani delle parrocchie se hanno interesse a compiere

un simile percorso (anche parziale) e poi prendere contato con le persone delle diverse realtà e

rendere concreta la fruizione delle proposte.

VERIFICA

A fine anno un incontro con tutti i gruppi che hanno aderito per raccontarci il vissuto e dirci i punti

di forza, di debolezza e come tradurre nella realtà di tutti i giorni quello che si è vissuto e imparato.

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SCHEDA 6:

“UN UOMO SCENDEVA DA GERUSALEMME A GERICO....” (Lc 10,30)

Proposta per gli operatori Caritas

IDEA DI FONDO

Per un approccio all’ALTRO così come emerge dalla Evangelii Gaudium «….la Chiesa ha fatto una

opzione per i poveri intesa come una forma speciale di primazia nell’esercizio della carità cristiana,

della quale dà testimonianza tutta la tradizione della Chiesa» (EG 198)

DESTINATARI

Gli operatori Caritas parrocchiali; in un secondo tempo le comunità cristiane nei confronti delle

quali le Caritas parrocchiali svolgono opera di sensibilizzazione e di educazione alla carità come

virtù teologale.

AMBIENTE

Le Caritas parrocchiali, in secondo tempo le comunità cristiane

OBIETTIVO:

Sviluppare le capacità di approccio alle persone che si rivolgono alle caritas che permetta attenzione

alla persona, rispetto, delicatezza, empatia, sospensione del giudizio, fantasia nel proporre e

sostenere i percorsi individuali e nel condividere soluzioni nuove.

ITINERARIO

Quattro incontri ispirati alla parabola di Lc 10,25ss: • gli passò accanto e lo vide: cosa e chi gli operatori “vedono oggi” nella società, nel nostro territorio, nelle persone.

Cosa vedono con simpatia, con tenerezza, con antipatia, con insofferenza, con rabbia, con paura, e non condividiamo,

e giudichiamo negativamente. Cosa conoscono delnostro territorio

• ne ebbe compassione: cosa oggi mi commuove, chi oggi mi “smuove le viscere”, cosa mi coinvolge negativamente e

cosa mi coinvolge positivamente. Come “abbracciare senza trattenere”, come “tenere la giusta distanza da chi si

relaziona a me”

• gli andò vicino: quali le condizioni per “andar vicino”; con chi mi sento in sintonia? Meriti o diritti? Come stimolare le comunità cristiane a “creare relazioni di prossimità” nel palazzo, nel quartiere, nella comunità, al lavoro, nel tempo

libero.....

• versò olio e vino…. e lo caricò: quali le azioni ci sono possibili, quali le reti da creare nella realtà ecclesiale e

nell’ambito sociale e civile

METODO

Partire dalla vita vissuta da giudicare con la “Parola” in mano in un percorso di lectio divina per

favorire la lettura della realtà con il Vangelo così da avere uno sguardo capace di vedere in sintonia

con la Parola. Verificare se la lettura quotidiana dei fatti sia in sintonia con il Vangelo o con

“l’opinione pubblica” permettendo anche di far emergere pregiudizi, paure, difficoltà,

contraddizioni.....

REALIZZAZIONE

Proposta di incontri alle Caritas Parrocchiali

VERIFICA

A fine anno un incontro a giugno nel quale “raccontare” cosa vissuto durante l’anno e chiedersi se

quello che si è discusso è entrato nei locali del centro d’ascolto.

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3. AMBITO MISSIONE E MIGRANTES

SCHEDA 1(estratto):

SETTIMANA MISSIONARIA

Progetto:

Settimana dal 14 al 21 di Ottobre 2018. Nell’idea di fondo c’è quella di coinvolgere la Nuova

Parrocchia

Destinatari:

ogni ambito parrocchiale nessuno escluso per dare ampio respiro all’iniziativa: (quindi l’iniziativa

vedrà coinvolte tutte le realtà parrocchiali con i loro gruppi)

Ambiente:

1) la Parrocchia

2) il quartiere, quest’ultimo attraverso la proposta di alcune iniziative che faremo. La

comunicazione avverrà sia attraverso volantini da lasciare nei negozi del quartiere, sia attraverso i

social: Facebook, Twitter, Google+, Intsagram), sia attraverso il proprio sito: www.daquiala.org che

l’Associazione”Daquialà” Gruppo missionario Stimmate ha aperto da diversi anni

Obiettivi:

1) Porre una riflessione su cosa vuol dire oggi essere missionari? cosa vuol dire fare la giornata

Missionaria?

2) chi è il missionario?

3) Riflettere sulle conoscenze e relazioni che la Parrocchia ha con le persone straniere che

condividono con noi la scuola, la strada, i negozi, gli spazi e le strutture del quartiere in cui tutti noi

viviamo. E, visto le grandi migrazioni tutti possiamo essere missionari attraverso la via della

comunicazione.

4) riflettere su quanto usiamo la via della comunicazione per presentare Gesu’ alle persone che

incontriamo nella conoscenza e nel rispetto reciproco.

E’ naturale che la settimana missionaria è solo un punto di partenza che dovrà mantenere e attuare

nel tempo gli obiettivi sopra descritti e aggiungere sempre più momenti d’integrazione e scambi.

Itinerario:

Apertura della settimana missionaria con la presenza alla Celebrazione della domenica di un

sacerdote missionario. Chiusura della settimana missionaria con un sacerdote missionario.

Durante la settimana ci saranno incontri con gli obiettivi sopra descritti con

a) Gruppi di catechismo

b) Gruppi adolescenti

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Metodo:

Verranno coinvolti i sacerdoti missionari, i rappresentanti di Missiogiovani

Il Sabato sera per coinvolgere i restanti gruppi della comunità e il quartiere da definire:

una cena etnica (chiamando una delle tante comunità straniere presenti) con il coinvolgimento al

servizio degli adolescenti che incontreranno prima la comunità stranire per conoscerne le tradizioni

o

una serata musicale etnica

tavola rotonda

Il cammino dovrà proseguire oltre la settimana missionaria. Da Novembre infatti riprenderanno nei

gruppi di catechismo, come ormai avviene da diversi anni, su proposta del gruppo missionario, dei

laboratori con professionisti o volontari di realtà anche al di fuori della rete diocesana, nell’ottica

delle comunicazione e dello scambio reciproco, sui seguenti temi:

3 elementare: amicizia

4 elementare: Perdono e identità personale

5 elementare: rispetto dell’uomo, del diverso, del creato

1 Media: i Talenti conoscere i propri dono in noi e negli altri, visti come ricchezza.

Alla fine della settimana missionaria verrà fatta una verifica a medio termine sul progetto

proposto della settimana missionaria e a Giugno 2019 un momento di verifica con il parroco e

i responsabili dei vari settori della comunità sull’esperienza dei laboratori per attuare

eventuali modifiche.

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4. AMBITO AFFARI ECONOMICI

SCHEDA 1:

Diocesi di Parma-Corso formatori pastorali Ambito affari economici

L'obolo della vedova

“Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi

gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han

deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Lc 21,

1-4

Elaborato di progettazione

IL CROWDFUNDING

La presente proposta rappresenta a livello economico un utile strumento per poter raccogliere con

strumenti di promozione innovativi, come la rete web, la creazione di un fondo per specifici progetti

parrocchiali dai piu' svariati; tale strumento ha anche la potenzialità di mettere in moto energie,

conoscenze, relazioni per coinvolgere e mobilitare i parrocchiani. Se opportunamente organizzato,

consente di promuovere nel territorio di una parrocchia e/o in un' insieme di comunità parrocchiali

limitrofe uno specifico obiettivo o progetto capace di suscitare il coinvolgimento delle persone

interessate mediante un' intensa azione di pubblicità e promozione (volantini, passaparola,

whatsapp, facebook).

Pertanto il crowdfunding, pur avendo in partenza lo scopo oggettivo di raccogliere fondi (di piccola

o piccolissima entità) , puo' diventare un utile strumento per dare maggiore incisività e condivisione

pastorale al progetto stesso oltre a rappresentare un volano per il coinvolgimento di altri soggetti,

enti, associazioni all' iniziativa ideata (strumento relazionale).

Infatti, piu' il progetto suscita valore e interesse piu' il suo conseguimento fattivo è possibile; inoltre

richiedere piccole o piccolissime somme di denaro a centinaia di persone puo' dare incisività e forza

a progetti e obiettivi diversamente non raggiungibili.

Esistono varie piattaforme che promuovono il crowdfunding, nello specifico, si allega la scheda

prodotta da “Produzioni dal Basso” che è stata la prima piattaforma di crowdfunding nata in Italia

oltre ad alcuni cenni della normativa in materia tratti da un articolo pubblicato da “Cronache dal

Foro parmense” anno XXII fascicolo n° 3 ottobre 2013.

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SCHEDA 2 (estratto):

DIRETTIVE, PROCEDURE E DATI DI INVENTARIO DEI BENI

ARTISTICI E CULTURALI, DEGLI ARREDI E DEI BENI STRUMENTALI

DI PROPRIETÀ DELLE PARROCCHIE FORMANTI LA NP

2. Idea progettuale

L'idea alla base di questo progetto è quella di creare un Gruppo di Referenti parrocchiali per i beni

mobili delle parrocchie formanti la NP (beni artistici, culturali, strumentali e di arredamento).

Di seguito proviamo a delineare la struttura e i compiti di tale Gruppo.

2.1 Struttura

Il Gruppo è presieduto dal Parroco. Il Gruppo è composto da un Segretario e da Referenti

parrocchiali, nel numero di almeno uno per ciascuna parrocchia componente la NP. I membri sono

nominati dal Parroco a Sua discrezione e per il periodo che Egli ritiene opportuno. Il Gruppo di

referenti parrocchiali entra a far parte formalmente del Consiglio Affari Economici della NP, anche

se non partecipa ai Consigli economici, se non convocato specificamente dal Parroco. Il Gruppo si

riunisce periodicamente su convocazione del Parroco.

2.2 Compiti

Il Gruppo si occupa attivamente della gestione dei beni mobili di proprietà 2 delle parrocchie della

NP; in particolare, provvedendo alla catalogazione dei beni artistici, culturali, strumentali e di

arredo, redigendone un inventario e fissando delle procedure per la conservazione e la sorveglianza.

3. Motivazioni canoniche

L’inventario, richiesto dal codice di diritto canonico (Can. 1283 § 2), è volto alla tutela e

valorizzazione del patrimonio mobile ecclesiastico.

4. Definizione di bene artistico e culturale, di arredo e di bene strumentale

Come spiegato nel recente corso di formazione diocesana da parte di Mons. Alfredo Bianchi

dell'Ufficio Diocesano dei beni culturali e artistici, la definizione di bene artistico e culturale non è

univoca. Un'indicazione utile può venire, su suggerimento di Don Bianchi, dalla definizione che ne

dà la CEI nel documento redatto nel 1992 e tuttora vigente

In particolare, da tale documento vogliamo notare: “4. Nella diocesi il compito di coordinare,

disciplinare e promuovere quanto attiene ai beni culturali ecclesiastici spetta al Vescovo che, a tale

scopo, si avvale della collaborazione della Commissione diocesana per 3 l'arte sacra e i beni

culturali e di un apposito Ufficio presso la Curia diocesana. All'Ufficio diocesano è demandato il

compito di verificare le richieste (di autorizzazione, di contributo, ecc.) dei singoli enti ecclesiastici,

di trasmetterle agli enti pubblici e di seguirle in tali sedi; esso, inoltre, mantiene costanti rapporti e

collabora con gli enti pubblici e privati, con altri enti e associazioni, con gli artisti e i cultori dei

beni culturali ecclesiastici in vista della tutela, della valorizzazione e della fruizione dei medesimi.

Nell'ambito dell'ente diocesi operano diversi altri enti ecclesiastici soggetti all'autorità del Vescovo.

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L'immediato responsabile dei beni culturali di tali enti è il rappresentante legale degli stessi. A lui

compete la cura e la valorizzazione del patrimonio nel quadro dell'attività ordinaria della comunità

alla quale egli è preposto.”

5. Metodo di catalogazione e ubicazione

5.1 Nomenclatura e struttura del codice identificativo

Ciascun bene mobile di proprietà delle parrocchie della NP dovrà essere identificato con un codice

identificativo. Il codice avrà un contenuto parlante in grado di descriverne il tipo e l'ubicazione. Il

codice identificativo avrà la seguente forma: p.es. [32.1.01.001.A]

dove:

Primo campo: “32” è il numero diocesano della NP

Secondo campo: “1” è il “numero della parrocchia”

Terzo campo: “01” è l' “edificio parrocchiale di ubicazione”

Quarto campo: “001” è il “numero progressivo parrocchiale”

Quinto campo: “A” è la “tipologia di bene inventariato”

6. Procedura di gestione, manutenzione e controllo

Ispezioni:

Al termine dell'inventario fisico di tutti i beni artistici, culturali e strumentali, le singole parrocchie

si dovranno fare carico di un servizio periodico di vigilanza. Una volta all'anno i singoli referenti

dovranno fare un ispezione nella propria parrocchia per verificare la presenza di tutti i beni

inventariati. Ad anni alterni, l'ispezione verrà condotta a livello collegiale alla presenza di almeno

uno degli altri membri del Gruppo. Durante l'ispezione il referente dovrà annotare eventuali

variazioni nello stato di conservazione del bene e proporre eventuali manutenzioni. Le ispezioni

dovranno essere verbalizzate e trasmesse al Gruppo.

Manutenzioni:

A proposito di manutenzioni: è fatto divieto a chiunque di realizzare alcun intervento manutentivo

non autorizzato dal Parroco; l'autorizzazione del Parroco dovrà essere in forma scritta.

Alienazioni:

Annotiamo in questa procedura che è fatto divieto assoluto a chiunque, anche al Parroco, di

procedere ad alcuna alienazione di beni mobili non autorizzata dall'Ufficio Diocesano e, in primis,

dal Vescovo.

Trasferimenti:

Ogni trasferimento, trasloco, prestito culturale (p.es. mostre o eventi) deve essere richiesto

preliminarmente al Parroco. Lo spostamento deve essere autorizzato per iscritto e deve essere

limitato nel tempo. Lo spostamento va registrato e deve essere nominato un responsabile che ne

verifichi il rientro entro i termini stabiliti.

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SCHEDA 3:

“RIDARE VITA ALL’ORATORIO”

IDEA DI FONDO

L’Oratorio è da sempre il luogo in cui la comunità cristiana si prende cura delle nuove generazioni

per formarle nella fede e condurle ad una scelta di vita cristiana, incarnata nella chiesa locale La

Parrocchia di San Pancrazio è situata nella prima periferia della città di Parma, proprio nella

frazione omonima. Dal punto di vista demografico, la frazione San Pancrazio può essere

considerata “giovane”, in quanto beneficia della presenza di numerose famiglie per lo più nella

fascia 35 – 55 anni con prole a carico. Vien da se che non dovremmo aver difficoltà a reperire

“pecore per il nostro gregge”, ma sappiamo bene che così non è. L’iniziativa è rivolta alla

riattivazione dell’oratorio negli spazi parrocchiali, inizialmente basandosi esclusivamente sul

contributo operativo di volontari.

DESTINATARI

Il progetto vuol coinvolgere i ragazzi che frequentano la Parrocchia con servizi sempre più vicini

alle famiglie, al fine di supportare le stesse nella formazione e crescita spirituale dei loro figli. Si

cercherà, inoltre, con tali servizi di arricchire la Parrocchia stessa di nuove presenze. In funzione del

numero e tipologia delle richieste, possono essere attivati servizi per fasce d’età specifiche.

AMBIENTE

Per il progetto verranno utilizzati gli spazi di cui la Parrocchia è dotata: numerose sale studio,

teatrino, spazi cucina e parco giochi all’aperto.

OBIETTIVO

L’ obbiettivo principale è promuovere il carattere formativo dell’Oratorio, senza per questo

tralasciare l’aspetto ricreativo e di accoglienza. Solo potenziando il primo è possibile realizzare nel

modo migliore anche il secondo. Inizialmente ci si rivolgerà ai ragazzi ma senza trascurarne

l’aggregazione di questi ultimi con gli adulti, in risposta a bisogni comuni e condivisi, superando

l’aggregazione superficiale o di semplice uso reciproco. Si vorrà offrire assistenza alle famiglie

dando loro la possibilità di affidare i propri ragazzi in mani sicure, soprattutto per chi necessita di

un supporto nel percorso scolastico (doposcuola e attività di approfondimento). Si farà

costantemente riferimento – a tutti i livelli e in tutte le occasioni – al dono e alla promessa del

Signore, promuovendo in particolare l’esperienza dell’ascolto reciproco, del rispetto delle diversità,

della riconciliazione e del ringraziamento. Si coinvolgeranno, inoltre, i frequentatori dell’Oratorio –

piccoli e grandi – nelle iniziative della parrocchia, in particolare nella proposta dell’ascolto e della

condivisione.

L’oratorio funzionerà a stretto contatto con i programmi di catechesi e quindi, per ciascuna fascia di

età, integrerà la formazione effettuata nelle ora di catechismo. Le iniziative dell'Oratorio intendono

arricchire l’umanità di ognuno, liberare dai condizionamenti deleteri, favorire il sorgere della

domanda sul senso della vita, proporre la Buona Novella con l'annuncio esplicito e la testimonianza

della comunità dei cristiani. Tutto questo, però, deve ritenersi in qualche modo propedeutico, in

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quanto si ferma alle soglie di due libertà: la libertà dello Spirito che, solo, configura il cristiano a

Gesù Cristo e la libertà dell'adesione personale di ognuno alla presenza interpellante del Signore.

ITINERARIO

L’attività di oratorio prenderà il via presumibilmente nel mese di ottobre 2018. Si partirà offrendo,

inizialmente, ai gruppi di catechismo e quindi per fasce di età, la possibilità per un giorno a

settimana di essere seguiti nello svolgimento dei compiti dati a scuola. In seguito verranno

ripristinati e ricollocati in spazi idonei giochi quali calcio balilla, ping pong e altro come forma

aggregativa. Verranno organizzate giornate a tema ove si proporranno temi da sviluppare, magari

dopo aver visto appositi documentari. Mi riferisco a temi a loro vicini quali:

bullismo/ciberbullismo, social network, sessualità, amore, prospettiva sociale, etc.

METODO

La centralità della persona umana si traduce in uno stile che privilegia il rapporto personale come

via educativa. Oltre al fatto che gli animatori delle attività e gli educatori ai vari livelli si devono

continuamente educare a porre l'individuo con la sua libertà e la sua irripetibilità al centro del loro

interesse e al di sopra di qualsiasi metodologia, l'attenzione alla persona si esprime anche nella

scelta prioritaria del gruppo come dimensione favorevole alla crescita dell'esperienza di fede

individuale. La strada che l'Oratorio persegue non è primariamente quella delle proposte

standardizzate ed anonime, bensì quella della promozione di gruppi i cui membri, guidati e sostenuti

da un animatore, vivano insieme un cammino che li abiliti, poi, ad essere protagonisti nella Chiesa

per il mondo. Le iniziative dell'Oratorio, caratterizzate da continuità e strutturate in una pluralità di

interventi educativi (es. catechesi ed esperienze associative), hanno una propria autonomia ma si

integrano fra loro, dato il comune riferimento al Progetto Educativo dell'Oratorio. Così pure

iniziative occasionali o legate a momenti determinati trovano la loro unità ed il loro coordinamento

nell'intenzionalità, globale del Progetto Educativo. L'Oratorio non pretende di essere un'istituzione

educativa "autosufficiente", totalizzante, esaustiva ed avulsa da ogni contesto socio-culturale.

STRUMENTI

Il progetto si concretizzerà utilizzando quando è già in possesso della Parrocchia (giochi,

pubblicazioni, sussidi specifici per animatori, documentari tematici). All’occorrenza, se i volontari

lo riterranno opportuno, potranno rivolgersi al responsabile di progetto, al fine di valutare ulteriori

acquisti o iniziative mirate (eventi, feste, etc).

REALIZZAZIONE

Dal punto di vista giuridico la legge 1 agosto 2003 n. 206 dello Stato Italiano ha riconosciuto

(“riconosce e incentiva”) la funzione educativa e sociale svolta dalle parrocchie e dagli istituti

religiosi mediante l’oratorio. È così sancita legislativamente la funzione sociale che alcuni enti

ecclesiastici, primo fra tutti le parrocchie, svolgono mediante l’attività dell’oratorio. Quest’ultimo

non è un soggetto giuridico autonomo, né una associazione, né un circolo, né una struttura, ma una

attività, o meglio un insieme di attività di un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto: nel nostro

caso la parrocchia. Essendo l’oratorio un insieme di attività, e quindi un particolare strumento di

pastorale giovanile, esso trova anzitutto la propria disciplina nell’ordinamento della Chiesa cattolica

ed in particolare come attuazione dei Canoni 528 e 795. Tali riferimenti normativi ci confermano

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che la parrocchia può dunque essere titolare e gestire attività diverse da quelle di religione e di

culto, anche operando attraverso proprie articolazioni interne (gruppi caritativi, gruppi di oratorio,

ecc.); in quest’ultima ipotesi dette articolazioni-gruppi non diventano autonomi soggetti giuridici e,

pertanto, qualsiasi responsabilità giuridica rimane in capo alla parrocchia e al parroco, quale

amministratore e legale rappresentante della stessa. Non sono necessarie, quindi, pratiche

burocratiche dedicate per approcciarsi a tale iniziativa. Nel concreto sono state individuate alcune

figure chiave: Il vicario parrocchiale incaricato della pastorale dei ragazzi (responsabile

dell’oratorio); gli animatori; i volontari. Qualsiasi tipo di iniziativa sia essa prettamente ludica o

ludico/formativa dovrà essere condivisa ed autorizzata dal Responsabile Legale della Parrocchia e

quindi dell’oratorio, cioè dal Parroco. Quest’ultimo può consultarsi con il Consiglio per gli Affari

Economici o con quello Pastorale a seconda degli ambiti di competenza. Il “Responsabile

dell’oratorio” avrà il compito di redigere il Regolamento dell’oratorio stesso e verificarne la sua

applicazione. Si è già provveduto ad individuare alcune figure idonee che hanno dato disponibilità a

ricoprire i vari ruoli. Nella fase iniziale verranno proposte giornate mirate con altrettante iniziative

mirate rivolte ai ragazzi che frequentano il catechismo. A titolo esemplificativo un pomeriggio a

settimana: doposcuola, organizzazione feste con incontri a tema. Attualmente la Parrocchia è già

protagonista in momenti quali il carnevale, il Natale, la festa dei Santi e i centri estivi. In tali

occasioni si organizzano eventi che coinvolgono genitori e ragazzi con grande successo. Queste

attività saranno inserite nel programma dell’oratorio, integrandosi perfettamente con esso.

In merito alla parte pedagogica si fa riferimento a quanto programmato per l’anno catechistico. In

modo particolare l’attività di oratorio integra, amplifica ed implementa le tappe previste dalla

catechesi ordinaria. Le due attività, quindi si muoveranno in parallelo.

ASPETTO FINANZIARIO

Si è già trattato come l’attività di oratorio rientri tra quelle tipiche parrocchiali e pertanto gravi sulle

risorse finanziarie della Parrocchia. Inizialmente tutte le figure sopra elencate opereranno come

volontari e pertanto non sarà previsto alcun compenso economico. Con l’intensificarsi delle attività

di Oratorio o a seguito di iniziativa particolare, il Parroco, previo parere del Consiglio per gli affari

economici e quello della Curia, può decidere di assegnare compensi secondo la normativa vigente.

Si stima che le attività ordinarie non graveranno se non minimamente sul bilancio parrocchiale, in

quanto trattasi di comune attività di gestione locali (luci, riscaldamento, cancelleria). Per quanto

riguarda le iniziative più complesse saranno autofinanziate con il supporto di sponsor. Si

provvederà trimestralmente alla verifica dell’equilibrio finanziario, calcolando l’incidenza sul

bilancio parrocchiale

RIFLESSIONI FINALI

L’EVANGELI GAUDIUM sprona tutti noi cristiani ad agire. Leggendo l’Enciclica è chiaro il

messaggio in cui non è solo il Papa a chiederci di evangelizzare, ma è Cristo che con il Suo esempio

ci ha dimostrato che in tutti i luoghi e in tutte le occasioni si può trasmettere “l’Amore di Dio”.

Proprio così, l’Amore. Questo sentimento che non sempre viene interpretato correttamente nella sua

interezza. Sapere di poter contare su qualcuno in maniera gratuita e sincera è sintomo di benessere

dell’animo che porta alla felicità. La “gioia dell’evangelizzare”! Sapere, cioè, che solo donandosi

all’altro e condividendo con lui la tua gioia, quest’ultima si raddoppierà perché si sommerà a quella

dell’altro!

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5. AMBITO LITURGIA

SCHEDA 1:

VENITE ALLA FESTA

Avvicinare i più piccoli alla partecipazione alla Messa domenicale con nuova curiosità e voglia di

giocare/giocarsi

Creare l’atmosfera per realizzare un desiderio, non sodisfare un obbligo

“Cresce quello che annaffi”, annaffiamo il desiderio di felicità dei bambini

DESTINATARI

Bambini/e di 4° e 5° elementare (pre-comunione – comunione)

AMBIENTE

Parrocchia

OBIETTIVO

Attraverso un’esperienza conosciuta/vissuta da ogni bambino, per similitudine, li aiutiamo ad

avvicinarsi alla Messa con maggiore slancio e curiosità, verso qualcosa di inaspettato

ITINERARIO – METODO

Un incontro in parrocchia sostitutivo dell’appuntamento di catechismo, con la partecipazione di 1

gruppo (max 15 bambini) da realizzare almeno dopo 1 o 2 mesi dall’inizio del Catechismo (per

avere gruppo maggiormente coeso)

I catechisti sono presenti insieme a noi.

Tempo totale 60 minuti

Tempo 15 minuti

Si fa un giro di nomi per conoscersi, si attacca con scotch di carta il nome di ogni bambino sulla

maglia in modo che ci chiamiamo tutti per nome.

Si invitano poi i bambini a pensare e raccontare quali sono gli elementi che caratterizzano una

BELLA FESTA alla quale hanno partecipato o vorrebbero partecipare (festa di compleanno), si

aiutano a fare uscire gli elementi indicati in seguito

Che cosa è necessario perché ci sia “festa”: - lo scriviamo su un cartellone

l’invito -> come sappiamo che siamo invitati?

La data -> quando c’è la festa?

Il luogo curato – accogliente – accattivante…

Il tempo -> deve avere un inizio, uno svolgimento organizzato e una conclusione

Il modo -> come ci vestiamo, cosa portiamo (doni)

Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, qualcuno che “anima” la festa, i genitori..

Che cosa facciamo -> intrattenimento – musica – cibo

e poi c’è sempre qualche sorpresa che non ci aspettiamo ….

Tempo 15 minuti

Ora che abbiamo scritto cosa ci vuole per realizzare una festa, lo facciamo, prepariamo una festa a

sorpresa per un festeggiato che viene in mezzo a noi

1 ogni bambino riceve un palloncino e lo gonfia, è quello che di nostro portiamo alla festa

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2 mettiamo una tovaglia su un tavolo per poterci mettere cibo e bevande che appoggeremo senza

mangiare/bere

3 creiamo l’ambiente mettendo luci particolari (porteremo qualche torcia colorata e candela)

4 accendiamo la musica che ci piace

5 aspettiamo l’invitato….

Tempo 20 minuti

Ci sediamo sulle seggiole e ascoltiamo la Parola

Luca 22,7-15

7 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. 8 Gesù mandò Pietro e Giovanni

dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». 9 Gli chiesero: «Dove vuoi che la

prepariamo?». 10 Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua.

Seguitelo nella casa dove entrerà 11 e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso

mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 12 Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là

preparate». 13 Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.

14 Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi […]

Con poche parole spieghiamo che è Gesù che ci invita alla festa e che ci chiama a fare festa con lui

l’invito -> chi ci dice che c’è la Messa?

La data -> la domenica

Il luogo la tavola con la tovaglia, il luogo in ordine e pronto ad accoglierci

Il tempo -> quanto dura---?

Il modo -> come ci vestiamo, che cosa portiamo alla festa? La nostra gioia di stare insieme..? (altro

che esce da loro)

Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, i genitori, il presbitero (com’è vestito?), i

ministranti…

Che cosa facciamo -> ascoltiamo, parliamo, stiamo in silenzio (ci riusciamo??), facciamo gesti,

cantiamo (si, la musica ci deve essere), stiamo in piedi e seduti…, ci tocchiamo con il segno della

pace, e qualcuno si accosta alla mensa e mangia…

..e poi c’è sempre qualche sorpresa che non conosciamo ….portiamo a casa qualcosa a cui non

avevamo mai fatto caso prima… ci proviamo?

Tempo 10 minuti

Ora festeggiamo, mangiamo e beviamo qualcosa insieme e cantiamo

poi ci salutiamo con l’impegno di trovare, per tutte le volte che andiamo a Messa, qualcosa di

nuovo da portare a casa con noi, nel nostro cuore

STRUMENTI

Occorrente

Scotch

Pennarelli

Tovaglia

1 palloncino a testa

Musica (da pc/cell/mp3)

Luce -> torcia e candele

1 torta – patatine – 2 bottiglie di bibite

Piatti e bicchieri

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SCHEDA 2 (estratto):

TRACCIA PER LA VEGLIA DELLA TRASFIGURAZIONE (5 agosto):

Idea di fondo :

La Trasfigurazione del Signore è da sempre un giorno di festa particolarmente caro alla nostra

comunità parrocchiale ad essa intitolata, per questo ho pensato alla veglia, come momento di

preghiera e attesa, per confessare la nostra fede nel Signore Gesù Cristo. In questa santa notte noi

ricordiamo il mistero della sua Trasfigurazione, perché è stato ed è per noi una rivelazione della sua

identità, della sua missione, del suo essere per noi Signore e Dio Gesù Cristo.

Destinatari:

Tutta la comunità

Ambiente:

La cappella feriale

Metodo:

Lettura,ascolto,partecipazione,riflessione,silenzio

Strumenti:

consegna di un testo scritto

canti

preghiere

Obiettivo:

Contemplare il mistero della Trasfigurazione del Signore e meditare sul Vangelo. Il mistero della

Trasfigurazione è ciò che noi vogliamo contemplare ma anche ciò che ci ricorda il senso e il fine

della contemplazione stessa: la trasformazione della nostra vita, la nostra conversione. La

Trasfigurazione ci ricorda la nostra “vocazione” e ci indica la via per viverla, per farla divenire

realtà, pratica quotidiana. Il volto del Signore Gesù Cristo, che noi cerchiamo e contempliamo, a

poco a poco trasfigura le nostre vite, i nostri giorni e anche i nostri volti. Dice l’Apostolo: “Noi

tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasfigurati.

Siamo trasformati, di gloria in gloria, in quella medesima immagine, attraverso l’azione del Signore

che è Spirito Santo” (2Cor 3,18). Le nostre vite restano ai nostri occhi magari delle vite misere, vite

che conoscono la debolezza, il peccato e tanti fallimenti, e tuttavia la grazia del Signore lavora in

noi nonostante le nostre contraddizioni e ci conforma, ci trasforma sempre di più, all’immagine di

Gesù, il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio proclamato dal Padre.

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6. AMBITO PASTORALE SOCIALE E SANITARIA

SCHEDA 1 (estratto):

CREAZIONE DI UNA BACHECA PARROCCHIALE E DI UN PDA

(PUNTO D’APERTURA ED ASCOLTO)

Destinatari: Parrocchie in cui non sono presenti Caritas parrocchiale e Centro d’Ascolto;

estensione all’intera comunità ricompresa nel territorio parrocchiale.

Idea di fondo:

creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA (Punto d’Apertura ed Ascolto). L’acronimo

è mutuato dall’ambito giuridico, ove PdA sta per “punto di accesso” virtuale al sistema telematico

giustizia ed al processo civile telematico, vale a dire la struttura tecnico-organizzativa che fornisce

agli Avvocati i servizi di consultazione e trasmissione telematica degli atti, permettendone

l’inserimento nel circuito processuale.

La creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA potrebbe rappresentare per le Parrocchie

meno “strutturate” in tale ambito un’occasione per favorire una “visione d’insieme” a livello

territoriale e fare “circuito” mediante la realizzazione di un punto di raccolta delle istanze della

comunità parrocchiale ed, insieme, di monitoraggio della realtà comunitaria ampiamente intesa, così

da cercare nel tempo di dare risposte concrete alle criticità presenti sul territorio parrocchiale: quanti

sono gli anziani soli, gli ammalati, le situazioni di povertà, le famiglie in difficoltà, i bambini ed i

ragazzi lontani dalla Parrocchia? Quali le loro esigenze, problematicità, emergenze? Quali le ragioni

del loro mancato coinvolgimento o della loro “disaffezione” alla realtà parrocchiale? Quali i servizi

che mancano in Parrocchia perché quest’ultima divenga vero punto di riferimento della comunità?

Quali le attività di sostegno da adottare per bambini e ragazzi? Quali le iniziative da promuovere

per “fare comunità” e creare occasioni di “prossimità”?

Poiché un Centro d’Ascolto necessita di un’organizzazione (statuto, segreteria, vari locali idonei,

tenuta contabilità e bilanci, etc. etc.) e di un supporto anche economico-finanziario (aspetti questi di

difficile valutazione e prima realizzazione per le realtà parrocchiali che partono “da zero”), il Punto

d’Apertura ed Ascolto potrebbe rappresentare una forma “sperimentale” ed “embrionale” di un

futuro Centro d’Ascolto, ma già rispondente ad alcune delle funzioni e delle peculiarità proprie di

quest’ultima struttura.

Obiettivi:

realizzare una vera apertura della comunità cristiana ai bisogni espressi e latenti del territorio; creare

un luogo di espressione del volto fraterno e solidale della comunità cristiana; tentare di individuare i

reali bisogni del territorio e di coinvolgere la comunità parrocchiale affinché se ne faccia carico;

favorire l’interazione fra comunità parrocchiale e comunità civile in un’ottica di corresponsabilità e

circolarità; perseguire una c.d. “visione d’insieme”; curare la dimensione della “prossimità”;

impegnarsi per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società; far conoscere

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all’esterno e portare a compimento i servizi parrocchiali (ad esempio, il servizio dei Ministri

dell’Eucaristia); far circolare le iniziative diocesane; raccogliere le istanze della comunità

parrocchiale e monitorare la realtà comunitaria ampiamente intesa; evitare “scollamenti” fra la

Parrocchia e la comunità-territorio; creare occasioni di collaborazione fra Parrocchia ed

associazione di volontariato e/o culturali presenti sul territorio; favorire la creazione di una futura

rete capillare organizzata sul territorio; ascoltare ed orientare; creare occasioni di incontro e

momenti di condivisione anche culturali; favorire iniziative di aggregazione e di dialogo;

incentivare manifestazioni di disponibilità e di scambio (aiuto fra vicini di casa per spostamenti e

spesa, segnalazioni di situazioni di criticità, etc. etc.); insegnare a chiedere aiuto ed a ridurre la

paura verso “l’altro”, promuovendo la dimensione dell’incontro e dell’ascolto; ove possibile, nel

medio-lungo periodo, rispondere ad esigenze di sostegno anche economico (a titolo esemplificativo,

presa in carico di una famiglia o di una persona in difficoltà).

Ambiente: locali parrocchiali

Itinerario:

incontro prodromico fra il Parroco ed i membri dei Consigli Pastorale, Affari Economici e Servizi

Ministeriali per la condivisione dell’idea, la valutazione sulla fattibilità del progetto ed il primo

inquadramento del progetto stesso; volantinaggio casa per casa, affissione e distribuzione di

locandine in Parrocchia a scopo illustrativo del progetto; successivo incontro, nei locali

parrocchiali, aperto a tutta la comunità al fine di presentare il progetto, testare le reazioni e

raccogliere impressioni, istanze, suggerimenti sul progetto stesso; individuazione di volontari

disponibili ad occuparsi della bacheca e del PdA, ove possibile dotati di specifiche competenze e

sensibilità (in ambito parrocchiale, professionale, sindacale, mondo del volontariato, etc. etc.) così

da poter fornire supporto pratico ad ampio spettro (medici, assistenti sociali, psicologi, fiscalisti,

legali, artigiani, insegnanti, educatori, etc. etc.), facendo fronte a problematiche anche di natura

burocratica, medica, sociale, scolastica, etc. etc. e convogliando le stesse nei canali giusti (patronati,

servizi sociali, Caritas diocesana, Comune, Centro per l’Impiego, etc. etc.); individuazione di una

figura di coordinamento; individuazione di idoneo locale parrocchiale da adibire a bacheca e Punto

d’Apertura ed Ascolto; eventuale programmazione di un corso di formazione per i volontari del

PdA (avvalendosi del prezioso ausilio dei responsabili della Pastorale Sociale-Sanitaria e della

Caritas diocesana); eventuale presa di contatto con i referenti di Enti pubblici e privati, al fine di

verificarne la disponibilità a collaborare e di creare un elenco dedicato a cui attingere in caso di

necessità.

Metodo:

definire linee guida (da affiggere in bacheca) per la gestione del PdA e l’utilizzo della bacheca, a

tutela della privacy e di un corretto utilizzo dello strumento (ad esempio, indicazione nelle

istanze/segnalazioni in bacheca del solo nome di battesimo e di un recapito di telefonia mobile per

successivo contatto); predisporre un locale parrocchiale, da adibire a PdA, che possa garantire

riservatezza e di facile accessibilità; individuare un luogo accessibile e visibile in cui posizionare la

bacheca parrocchiale; curare la costante interconnessione fra bacheca e PdA; nominare una figura di

coordinamento; creare un’organizzazione, per quanto possibile “strutturata”, di volontari, con

definizione di linee guida operative e compilazione di schede delle attività svolte; disciplinare

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modalità e tempistiche di presenza nel PdA (in giorni ed orari da definirsi e su “appuntamento”) e di

gestione della bacheca; individuare modalità condivise di recepimento e gestione delle

istanze/segnalazioni raccolte in bacheca; impegnarsi per uno scambio continuo di informazione fra i

volontari (sotto la direzione del coordinatore); evitare di affrontare casi e/o problematiche in

maniera individuale; favorire il flusso delle informazioni fra parrocchia e comunità e fra volontari,

coordinatore, Parroco ed organismi parrocchiali; coinvolgere enti ed associazioni di volontariato e/o

culturali presenti sul territorio.

Strumenti:

promuovere uscite di gruppo per iniziative culturali (a titolo esemplificativo, mostre, teatro, cinema)

ed occasioni di incontro in Parrocchia (ascolto della Parola, lettura del Vangelo e delle

encicliche/esortazioni papali, dibattiti su tematiche di particolare interesse sociale e/o comunitario,

incontri con enti e/o associazioni presenti sul territorio, etc. etc.) da “pubblicare” in bacheca;

utilizzare la bacheca per raccogliere istanze/segnalazioni e manifestazioni di disponibilità della

comunità (ad esempio, accompagnamento anziani alle funzioni religiose; individuazione di malati

che desiderano ricevere l’Eucaristia a casa); avvalersi della bacheca per la diffusione delle

comunicazioni parrocchiali e diocesane; promuovere le attività del PdA e ricordare lo strumento

“bacheca” al termine delle S. Messe e durante gli incontri con i genitori dei bambini e ragazzi del

Catechismo; coinvolgere il gruppo Giovani ed i responsabili dell’oratorio; mettere a disposizione

della comunità i nominativi ed i recapiti telefonici dei volontari (mediante affissione dell’elenco dei

volontari che abbiano prestato consenso con indicazione dei relativi recapiti di telefonia mobile e

della disponibilità oraria al ricevimento delle telefonate).

Realizzazione:

creazione degli spazi bacheca e PdA; divisione dei compiti fra volontari del progetto (cura della

bacheca e gestione del PdA); apertura del PdA in giorni ed orari predeterminati e su

“appuntamento” (con copertura da parte di almeno un volontario e meccanismo di turnazione);

pianificazione dei necessari momenti (a cadenza settimanale o quindicinale) di raccordo e scambio

fra i due ambiti (bacheca e PdA); monitoraggio costante dell’operato dei volontari da parte del

coordinatore; rendicontazione periodica al Parroco; incontri a cadenza quindicinale o mensile, alla

presenza e con la collaborazione del Parroco, fra i volontari del gruppo per la valutazione dei

casi/istanze e loro gestione; programmazione di due/tre incontri annuali, aperti a tutta la comunità,

con enti e/o associazioni; pianificazione di incontri dedicati con gruppo Giovani, Consigli

parrocchiali, responsabili attività di oratorio; programmazione di due/tre uscite annuali a carattere

culturale e/o per partecipazione ad iniziative diocesane; pianificazione di un ciclo all’anno

(composto da quattro/cinque incontri) su tematica religiosa da concordare con il Parroco e sotto la

direzione di quest’ultimo.

Verifica:

rendicontazione al Parroco ed ai vari organismi parrocchiali in ordine all’operato; raccolta di

suggerimenti/critiche da parte della comunità avvalendosi della bacheca e di incontri dedicati; dopo

un periodo concordato con il Parroco di sperimentazione (un trimestre/un semestre), valutazione

della fattibilità del progetto, del riscontro ricevuto, delle correzioni da apportare in corsa,

dell’opportunità di prosecuzione …

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SCHEDA 2 (estratto):

LA SFIDA DELL'ASCOLTO E DELLA PROSSIMITÀ

A)ASCOLTO

È un cammino, accidentato,che ti introduce in una esperienza di vulnerabilità e perciò di

consolazione. È fatto di tappe, ma anche di salti.

Ascoltare è dire di sì a chi cerca di stabilire una relazione personale con te

Ascoltare è accogliere la persona alla quale hai detto di sì

Ascoltare è venire a conoscenza di qualcosa che ancora non conoscevi

Ascoltare è lasciarsi cambiare dal dono che viene dall'esterno

Ascoltare è accettare di diventare più belli grazie alla relazione con i fratelli e con Dio

Ascoltare è soprattutto integrarsi in una comunità di persone che desiderano condividere un parte

del cammino della loro vita

Ascoltare è trattenere e poi lasciare andare.

La criticità dell'ascolto sta nella tentazione di ricercare subito e sempre una risposta operativa,

laddove invece la cosa più importante è accogliere come grazia chi ti degna di offrirti una parte di

sé. Laddove invece ti viene richiesta solo una risposta operativa e niente più ,tu dalla con

affabilità:il tuo di più non resterà senza effetto.

B)PROSSIMITÀ

Si tratta in realtà di un percorso di apertura all'universalità della relazione. È un cammino

costante,laddove il tempo non è sempre quello dell'orologio.

La tappa fondamentale è quella di imparare a chiedere aiuto. Il rivolgersi ad un'altra persona non è

un fallimento personale,ma l'opportunità di creare o far crescere una relazione. La paura di un

rifiuto e la vergogna per una situazione sono spesso pietre tombali difficili da rimuovere. Il mistero

pasquale di Cristo se vissuto negli operatori può rendere affabili:persone che superano il giudizio

personale e guardano invece con gli stessi occhi con cui abitualmente gli adulti guardano i neonati.

La criticità perciò sta in noi,nello sguardo che rivolgiamo agli altri :la grazia da chiedere è perciò di

accogliere lo stile di Gesù e chiederGli di guardare con i Suoi occhi le persone che noi guardiamo

ogni giorno (vedi allegato 3 Con la comunità verso chi diviene fragile e con gli operatori divenuti

fragili)

Ascolto e Prossimità non sono disgiunti tra loro,bensì due facce di una stessa medaglia e si possono

riassumere in una sola parola: AFFABILITÀ. Non si tratta di una tecnica psicologica,ma un modo

di essere dell'anima,che si proietta e si manifesta all'esterno. Molti Santi l'hanno vissuta in terra:

possiamo perciò nel nostro piccolo anche noi provarci nelle piccole cose di ogni giorno.

Proposte operative:

Le proposte nascono da un alveo comune: far incontrare le persone tra loro. Gli incontri creano

occasione di relazione,vincono con gradualità le paure e le resistenze verso l'altro. Vanno perciò

gestiti con attenzione grande e esperienza:occorre vigilare che nessuno si senta escluso o messo da

parte,rispettando nel contempo i tempi di apertura al dialogo di ciascuno.

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Gli animatori delle Case di Riposo hanno in questo campo una vasta esperienza da offrire,così come

chi opera nell'infanzia. Il ruolo sanitario in questi casi va celato nel rendere possibile a chiunque di

partecipare agli incontri.

La nostra proposta è perciò quella di creare occasioni di incontri di festa,di canto all'interno di

comunità omogenee:non solo i malati, ma i sani,gli anziani e i giovani,i nati in Italia e non,gli

abbienti e i meno abbienti,i lavoratori e i disoccupati. Una comunità segregata perde molta parte del

suo valore sanante. La vera sfida è qui:se nella comunità si ricercano le diverse componenti allora il

Corpo Mistico è presente. La Chiesa cerca sempre in se stessa la parte di sé che manca e che va a

cercare con spirito missionario

SCHEDA 3:

BUONA AMMINISTRAZIONE E RICCHEZZA

IDEA DI FONDO

L’idea di fondo consiste nel far emergere la differenza tra una “buona amministrazione” dei beni

che ci sono stati affidati, con la distorsione che si esprime nell’accumulare “tesori per sé”, in una

visione della ricchezza egoistica che ci allontana dagli altri e da Dio. Dio non vuole “servitori”

sciatti e incapaci di portare frutto, anzi apprezza chi sa portare molto frutto, in modo onesto, mentre

disprezza chi si accontenta di preservare pigramente il poco che ha. Ma la ricchezza è presa come

elemento negativo quando diventa un modo per accumulare “tesori per sé”.

Nel vangelo di Luca, il tema della ricchezza emerge spesso e quasi sempre in modo negativo,

contrapposto a una visione che sa mettere al primo posto Dio e non il denaro (Non si può servire a

Dio e a mammona, Lc. 16,13). Tuttavia nello stesso vangelo di luca si trovano molti riferimenti alla

“amministrazione” dei beni del “padrone”, nei quali si chiarisce cosa Gesù intende per buona e

cattiva amministrazione.

La “buona amministrazione” dei beni sembra emergere, quindi, come l’alternativa vera alla

accumulazione egoistica delle ricchezze. Ricordando che “A chiunque fu dato molto, molto sarà

chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.” (Lc. 12, 48b)

DESTINATARI

La scheda può avere diversi utilizzi: è pensata per un pubblico adulto, o di giovani maturi che

vogliono affrontare il tema della ricchezze e della buona amministrazione. Ma ovviamente può

anche essere finalizzato a gruppi particolari di persone che vogliano approfondire i temi economici,

sia a livello aziendale, sia manager (o proprietari) che sindacati o lavoratori. Lo stesso tema può

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anche essere affrontato in sede politica: dato che la politica ha a che fare con l’amministrazione

(buona o cattiva, onesta o disonesta) o con il desiderio di accumulare ricchezze.

Rispetto a possibili questi usi “multipli” della scheda, si propone qui un impiego nell’abito di

occasioni di formazione giovani maturi o adulti.

AMBIENTE

La cronaca è sempre piena di occasioni che possono rappresentare lo spunto di partenza per

proporre, a giovani maturi o ad adulti, un percorso di approfondimento sul tema. L’incontro

potrebbe rappresentare una prima proposta per affrontare un tema che si presta a molteplici sviluppi

e che potrebbe anche portare a ulteriori incontri di approfondimento (ad esempio: cosa significa

buona amministrazione quando ci si ricordi di tenere conto anche dei beni ambientali? Cfr. Laudato

sii).

OBIETTIVO

L’obiettivo di fondo consiste proprio nel favorire la comprensione delle differenze tra la ricerca

della ricchezza per sé, l’amministrazione disonesta e la buona amministrazione dei beni. L’obiettivo

può essere forse raggiunto, con adulti, già in un solo incontro. A più lungo termine diventa

interessante sviluppare il concetto della buona amministrazione per declinarlo in lungo e in largo

rispetto ai temi connessi: il lavoro e l’ambiente in particolare.

ITINERARIO

- Identificazione dei possibili destinatari nel contesto (parrocchia) specifico (giovani, adulti,

amministratori locali o politici, amministratori di impresa e/o sindacati).

- Ideazione e programmazione dell’iniziativa, possibilmente a partire da un tema di attualità in

grado di far cogliere la portata del tema affrontato e da richiamare l’interesse, anche di un

pubblico di non assidui frequentatori della messa domenicale e della vita locale della chiesa

(il tema si può prestare per evidenziare come il vangelo dica una costa nuova e chiara su un

tema spesso oggetto di discussioni)

- Preparazione del materiale e promozione dell’evento

- Svolgimento dell’incontro vero e proprio

- In conclusione: verifica dell’interesse per ulteriori sviluppi (altri incontri su temi lavoro e

ambiente, ad esempio)

METODO

1. Il punto di partenza deve essere il Vangelo: una lettura e una prima attività di

approfondimento della stessa, con un metodo che si avvicina alla “lectio”, sia pure in

modalità semplificata, per favorire l’apprendimento di una modalità e per riconoscere che

tutti i interroghiamo a partire dalla Parola di Dio (non sono nostre parole).

Ci si propone di partire da una delle seguenti due letture:

o Parabola delle mine (Lc. 19,11-13 15-26)

o Non accumulare tesori: la buona campagna dell’uomo ricco (Lc. 12,13-21)

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Se il gruppo è abbastanza numeroso si può forse immaginare anche di dividerlo in due e far leggere

a metà gruppo una lettura e all’altra metà l’altra.

2. Segue l’approfondimento delle letture alla ricerca degli elementi chiave:

o “A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Lc.

19,26a)

o “Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio” (Lc. 12,21)

3. Discussione. A questo punto si promuove la discussione focalizzandosi sul significato delle

letture e dei diversi significati di “buon amministratore” e “accumulatore di ricchezze”. Si

vuole favorire la comprensione del fatto che anche ciò che abbiamo lo abbiamo ricevuto e

dobbiamo agire come bravi amministratori, piuttosto che come accumulatori di ricchezze.

4. Attualizzazione. Nell’ultima parte si sollecitano i partecipanti a proporre attualizzazioni di

questa chiave di lettura che emerge dai due brani di vangelo. Come dobbiamo gestire i nostri

beni? Come si gestisce un’impresa? Come si gestisce la “cosa pubblica”?

5. Idee per eventuali tappe successive: si possono lanciare domande per verificare l’interesse a

sviluppare incontri successivi centrati su temi particolari, ad esempio il lavoro e l’ambiente.

STRUMENTI

Il materiale da preparare consiste in fogli contenenti

- Titolo dell’incontro e del tema (buona amministrazione e ricchezza)

- entrambe le letture,

- domande guida per la parte di comprensione delle letture,

- domande per la discussione (quali differenze tra “servo” che amministra bene e “chi

accumula tesori per sé)

- suggerimenti e suggestioni per l’attualizzazione, anche presi da ritagli di giornale che

riportano fatti e notizie di attualità

Alla fine dell’incontro, andrebbe distribuito un altro foglio per suggerire eventuali sviluppi e

verificare l’interesse: potrebbe contenere nuove domande che possono trovare approfondimenti in

altri brani del vangelo di Luca (e non solo), quali, ad esempio:

- la ricchezza che allontana dai fratelli nel bisogno (il ricco e lazzaro: Lc. 16,19-30;

l’amministratore fedele e saggio: Lc. 12,42-48; beatitudini Lc. 6, 20-26)

- la “furbizia” nell’amministrazione: Lc. 16,1-15

- sulle tasse (è lecito pagare il tributo a Cesare?: Lc. 20,20-26)

Sulla buona amministrazione

- impresa e lavoro: riflessione sul magistero sociale (Compendio della dottrina sociale della

chiesa)

- risorse ambientali: l’uomo buon amministratore e custode (Laudato sii)

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Un tema particolare potrebbe essere anche indicato con il titolo “oltre la buona amministrazione”

ovvero la differenza tra la ricchezza e il valore (ricchezza e valore)

o abbandonarsi alla Provvidenza: Lc. 12,22-32

o il buon impiego delle risorse: il buon samaritano (Lc. 10, 29-37)

o la condivisione: la moltiplicazione/divisione dei pani (Lc. 9, 10-17)

o l’obolo della vedova

REALIZZAZIONE

Si sottolinea l’importanza di preparare il materiale e lo spazio per l’incontro, ma soprattutto di

gestire bene i tempi (in modo di realizzare tutte le fasi previste) e la discussione (in modo di

favorire la partecipazione di più persone possibile senza monopolizzazioni).

VERIFICA

Dopo l’incontro di deve prevedere un momento di verifica tra organizzatori ma eventualmente

anche coinvolgendo i partecipanti: può essere distribuito un foglietto anonimo, alla conclusione

dell’incontro, nel quale chiedere una valutazione molto sintetica sullo stesso (giudizio da 1 a 5 su

interesse del tema, sviluppo dell’incontro, interesse a proseguire con altri approfondimenti,

suggerimenti). I risultati di questo piccola indagine possono essere la base per ulteriori eventuali

sviluppi.

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7. AMBITO PASTORALE FAMIGLIARE

SCHEDA 1 (estratto):

PER UNA PASTORALE COMUNITARIA

PREMESSA

Nelle nostre comunità pastorali si è spesso diffusa l’idea che pastorale Giovanile e pastorale

Familiare debbano essere trattate in maniera separata e settoriale. Si è consolidato il pensiero che a

giovani e adulti debbano essere proposti percorsi diversi, differenziati, si progetta con impegno per

gli uni e per gli altri…si organizzano catechesi, serate, opportunità, si interpellano formatori...ma la

partecipazione? E’ facile ritrovarsi in pochi e con i soliti noti…

La Catechesi Adulti dovrebbe coinvolgere e vedere la partecipazione di operatori pastorali

impegnati in tutti gli ambiti (famiglia, giovani, liturgia, iniziazione cristiana..), gruppi di

universitari, gruppi famiglie.

Nel tempo si è forse diffusa anche l’idea che la “Catechesi Adulti” non sia “Roba per giovani”…

ma in fondo i giovani di oggi sono i fidanzati, gli adulti e le famiglie di domani.

Sentiamo spesso parlare di famiglia come di un valore, un’ ideale…ma la famiglia, così come

afferma Papa Francesco nelle sue esortazioni, in particolare citiamo Amoris Laetitia, è prima di

tutto vita concreta.

“Ognuno di noi, giovani, adulti ha una esperienza concreta della famiglia, che è

contemporaneamente svelamento della sua natura, così come Dio l’ha pensata, e concretizzazione

di essa ovvero famiglia che nel quotidiano è impegnata, affaticata, colpita e ferita. In secondo

luogo: la famiglia è realmente il centro. La famiglia è dunque il centro della pastorale sia essa

familiare o giovanile. Non si tratta infatti di mettere in concorrenza pastorale giovanile e pastorale

familiare, ma di rimettere a fuoco ciò che è il centro della vocazione dell’uomo: essere una

famiglia.” (Tratto da Editoriale Note di Pastorale Giovanile)

Pastorale giovanile e familiare non possono camminare per vie parallele, sono in stretto

collegamento.

La pastorale familiare, prima di tutto non riguarda solo coloro che hanno già fatto un percorso di

discernimento e fatto una scelta vocazionale, non è esclusiva nè tanto meno escludente. La famiglia

deve essere il soggetto privilegiato in un’attività pastorale (E.G. 290) che si rivolge ad un’intera

comunità nelle sue diverse età: luogo dell’accoglienza, dell’incontro e dell’alterità.

La pastorale familiare non è un settore a parte; non è una responsabilità di qualcuno che organizza

delle attività per coppie di sposi, per genitori con figli, per adulti over 50.

Questa è una convinzione che ci deve far riflettere. È una prospettiva che ci aiuta ad evitare

frammentazione e discontinuità nei percorsi di accompagnamento alla vita cristiana e che deve

rafforzare l’idea di una comunità che educa la famiglia attraverso il coinvolgimento e che dà la

possibilità alla famiglia stessa di essere protagonista e di educare.

Seguono due proposte rivolte alla comunità parrocchiale.

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Titolo della proposta comunitaria: IN-CENACOLO

Titolo degli incontri: LE TENTAZIONI DEGLI OPERATORI PASTORALI

a. Gesù tentato sulla fame. La fame di pane, di potere, di Dio.

b. Le tentazioni degli operatori pastorali: le prove come sfida

1. La tentazione dell’individualismo: la prova della missionarietà

2. La tentazione dell’accidia: la prova della gioia dell’evangelizzazione

3. La tentazione del pessimismo: la prova della speranza

4. La tentazione della chiusura; la prova della comunità

5. La tentazione della mondanità spirituale: la prova del Vangelo

6. La tentazione della guerra tra di noi: la prova della fraternità-unità

7. La tentazione del potere: la prova della forza missionaria

Periodo: Tempo Quaresimale

Durata: 2 serate dalle ore 19.00 alle ore 21.30

Luogo: Teatro parrocchiale

Organizzazione:

19.00: Accoglienza

19.30 - 20.30 Riflessione guidata

20.30 – 21.00 Momento di convivialità con Apericena

21.00-21.30 Attività/Preghiera/Adorazione e Conclusione

Strumenti:

Riflessione guidata - Lc, 4, 1-13 - Evangelii Gaudium 76-109 - In deserto di Paolo Curtaz -

Tentazioni necessarie di Paolo Curtaz - Proiezione di materiale audiovisivo

Titolo della proposta comunitaria: IN-ADORAZIONE

Titolo delle serate: deciso dai vari ambiti e/o movimenti che di volta in volta animano le Adorazioni

Periodo: Si potrebbe tentare 1 volta al mese

Durata: dalle ore 21.00 alle ore 22:30

Luogo: Parrocchia

Organizzazione: si lasciano liberi i vari ambiti e/o movimenti di organizzare le serate di

Adorazione ma una traccia potrebbe essere:

21.00: Accoglienza con canti gioiosi e di lode

Momento di silenzio e preghiere spontanee

Invocazione allo Spirito Santo

Lettura di un brano della Parola di Dio (ci si può lasciare guidare dal brano del giorno o nei

tempi “forti” da brani appositamente scelti)

22:15 Canti e Conclusione con la benedizione comunitaria.

Note: Si segnala inoltre l’importanza di curare la preparazione degli spazi, la disposizione delle

sedie per l’incontro e dei tavoli per il momento di convivialità. Prendersi cura anche degli aspetti

logistici trasmette armonia, passione e benessere. Ciò che è bello attrae con curiosità e favorisce la

partecipazione comunitaria.

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SCHEDA 2 (estratto):

L’ASCOLTO IN FAMIGLIA

Brano del Vangelo di Luca: Lc 10, 38-42 (Marta e Maria)

1. Idea di fondo. Riscoprire l’essenzialità dell’ascolto in famiglia.

“Gesù è in cammino verso Gerusalemme con i suoi discepoli. Una donna, di nome Marta, lo

accoglie nella propria casa. E’ un gesto che nasce dall’amore per il Signore. Al tempo stesso,

questo vangelo ci insegna che l’essenziale dell’amore non sta nello spazio del “fare”, ma deve

scaturire dal desiderio di accogliere in profondità l’altro”.

2. Destinatari. Gruppo di famiglie composto da ca. 10 coppie.

3. Ambiente. Salone parrocchiale, dove le sedie vengono disposte in cerchio (modalità che indica

uguaglianza tra tutti i componenti) perché tutti si possano vedere ed ascoltare. Possibilmente

senza avere troppe distrazioni, per cui, se ci sono bambini piccoli, è consigliabile un ambiente a

loro dedicato, con l’assistenza di baby sitter.

4. Obiettivo. Recuperare il senso dell’ascolto che è la prima e la più importante accoglienza tra i

componenti della famiglia, attraverso l’identificazione di momenti particolari in cui le persone

rivalutano l’ascolto ed il dialogo. “Abitare la relazione nell’ascolto”

5. Itinerario. Un incontro del Gruppo Famiglie giovani.

6. Metodo. Gioco di conoscenza / apertura agli altri – Discussione in gruppo – Confronto a coppie.

7. Strumenti. La scheda, il Vangelo.

8. Realizzazione. Dopo i saluti, si inizia l’incontro con un canto (che potrebbe essere un canto

sulla famiglie, come “In famiglia”, che viene ripetuto in tutti gli incontri – vedi testo sulla

scheda). (10 min.)

Lancio del tema con gioco di ascolto: a coppie (non con il proprio sposo / sposa), ognuno

racconta all’altro un episodio importante dell’ultima settimana (max. 1 minuto); poi si racconta

in gruppo quello che si è ascoltato. (20 min.)

Lettura del Vangelo di Luca su Marta e Maria (Lc 10, 38-42), con particolare

attenzione a cogliere le dinamiche relazionali e l’ascolto dell’io nei confronti del tu (Marta –

Gesù ̧Maria – Gesù, Marta – Maria). (10 min.)

Confronto di gruppo con alcune domande sul Vangelo (25 min.):

Confronto di coppia con domande sulla propria vita (senza condivisone finale con il gruppo)

(15 min.):

Chiusura: A conclusione dell’incontro, lettura e consegna della riflessione riportata sulla scheda

(10 min.)

9. Verifica. Nell’incontro successivo, si ricorda brevemente quello che si era fatto la volta

precedente, e si chiede se c’è stato un episodio della nostra vita nell’ultimo periodo che ci ha

fatto ricordare Marta e Maria.

Segue scheda dell’incontro:

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SCHEDA INCONTRO SUL DIALOGO IN FAMIGLIA

Canto iniziale

Gioco di ascolto e conoscenza dell’altro: ci disponiamo a coppie (non con il proprio sposo /

sposa), ognuno racconta all’altro un episodio importante dell’ultima settimana (max. 1 minuto);

poi si racconta al gruppo quello che si è ascoltato.

Leggiamo dal Vangelo Luca l’episodio di Marta e Maria (Lc 10, 38-42).

Per il confronto in gruppo:

1. Perché Gesù privilegia la scelta di Maria nei confronti di quella di Marta?

2. Perché Marta si sente trascurata dalla sorella? (L’animatore eventualmente evidenzi

l’atteggiamento di Marta che sente il proprio servizio come un peso e non come un dono, e

vuole restare padrona del bene che fa)

3. Vale la pena trafficare tanto per essere sempre tanto irritati?

4. Traspare dal nostro modo di agire quella quiete operosa che nasce dalla fede, dalla speranza in

Dio?

Per il confronto in coppia:

1. Nella nostra coppia, c’è una Marta ed una Maria?

2. Il nostro ruolo in famiglia è sentito come un dono d’amore, o come un peso?

3. Nella quotidianità della nostra famiglia, che posto diamo a Gesù nella nostra vita?

4. L’ascolto di Gesù è per noi una gioia od un peso?

5. Nella nostra coppia, ci ritagliamo un momento della giornata / settimana per il dialogo ? Come

viviamo l’ascolto dell’altro /a

Riflessione: Qual è la sola cosa necessaria? Quella che Maria sceglie, la parte buona:

l’ascolto, l’atteggiamento del discepolo che si mette ai piedi del suo Signore. Maria è il

modello del discepolo che attende la parola del suo Signore; è la terra buona, abbondante. Per

combattere la stanchezza, l’angoscia, la tentazione della disperazione, o, al contrario,

l’attivismo frenetico di chi confida soltanto su di sé, occorre mettersi ai piedi del Signore e

ascoltare la sua parola. L’atteggiamento primo per praticare un’accoglienza vera è prestare

ascolto all’altro: chi viene a noi, amico o nemico, è portatore di un insegnamento. Sta a noi

riconoscerlo! (fratel Adalberto, Bose).

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SCHEDA 3:

GIORNATA DI CONDIVISIONE TRA LE FAMIGLIE

IDEA DI FONDO

Il nostro sogno è quello di coinvolgere le giovani famiglie presentando loro una fede “attraente” che

supera la “tradizione” culturale legata al singolo sacramento vissuto solo come evento.

DESTINATARI

Le persone a cui rivolgiamo il nostro progetto sono quelle che hanno già manifestato una minima

curiosità alla fede suscitata da un incontro già avvenuto (testimonianza del corso prematrimoniale,

incontro con il parroco preparatorio al battesimo del proprio figlio, etc).

AMBIENTE

Il nostro progetto prevede di organizzare una giornata di condivisione tra le famiglie della

parrocchia. La giornata si svilupperà in una delle case della diocesi e inizierà alle ore 10:00 di un

sabato mattina di fine settembre o di primavera. Immaginiamo di diversificare le attività da far

realizzare alle varie famiglie immaginando una suddivisione virtuale tra giovani famiglie e famiglie

già in cammino.

OBIETTIVO

Creare un’opportunità di:

1. condivisione e di conoscenza che aggrega;

2. percepire che il vangelo ci parla di noi.

ITINERARIO (compresi strumenti, metodi e linguaggi)

Si arriva nel luogo previsto alle ore 10:00 di sabato.

Ci si saluta radunandosi per un momento di presentazione della giornata e per ricevere la

benedizione del parroco.

Si crea un grande cerchio nel prato; alcune delle coppie già in camino distribuiscono dei fogli sui

quali ciascuno dovrà scrivere la propria aspettativa sulla giornata. Il passo successivo sarà quello di

accartocciare il foglio, in modo che ricordi simbolicamente un sasso, riponendolo in un cesto

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collocato al centro del cerchio come a volersi liberare dall’aspettativa facendo la scelta d i vivere

liberamente la giornata.

La mattinata proseguirà con giochi di gruppo per tutte le famiglie (bandiera figurata, il tiro alla

fune, il sacco, etc).

Alle ore 12:00 le famiglie preparano insieme la tavola e si condivide il pranzo. Le famiglie più

inserite si occuperanno di intrufolarsi tra le famiglie più giovani facilitando le relazioni.

Dalle ore 14:00 alle ore 15:00 tempo libero e di riposo per grandi e piccini.

Alle ore 15:00 riprende con la lettura del Vangelo di Luca cap. 15, 11-32.

L’attività continua con l’approfondimento di alcuni dei personaggi della parabola appena letta. Per

realizzare l’attività ci si dividerà in 3 gruppi (Padre, figlio perso e figlio fedele)

Meditazione in gruppo (30 minuti):

Mettiti nei panni del personaggio del tuo gruppo…

Il padre misericordioso ... e se fossi tu? Cosa avresti pensato nel veder andare via tuo figlio? A chi

avresti attribuito la “colpa”? Come avresti gestito la situazione? E dove cercheresti il coraggio e la

forza per ri-accoglierelo? E se riparte?

Condivisione plenaria (30 minuti).

Attività personale (15 minuti) scegli il ruolo in cui ti riconosci e scrivi una lettera alla persona con

cui ti relazioni (sei il padre misericordioso? Scrivi a tuo figlio perso. Sei il figlio perso? Scrivi a tuo

padre… etc)

Preghiera comunitaria ore 17:00

La giornata termina con l’appuntamento per la messa domenicale del giorno dopo.

VERIFICA

Verifica tra gli organizzatori e il parroco per valutare la giornata e realizzare gli aggiustamenti

necessari a renderlo un appuntamento “contagioso”.

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SCHEDA 4:

PROGETTO “LA PAROLA SUONA IN MEZZO A NOI”

Idea di fondo

Cantare insieme il Vangelo. Organizzare incontri di canto liturgico e lettura del vangelo seguiti da

un momento conviviale.

Destinatari

Tutte le persone della nuova parrocchia Maria ausiliatrice.

Ambiente

La sede è itinerante, in modo da andare incontro alle persone: piazze, strade, circoli, case

parrocchiali, sagrato delle chiese, ovvero luoghi rappresentativi e ameni con forte identificazione

per le comunità locali.

Obiettivo

L’obiettivo è quello di portare la parola per le strade, nei circoli e ovunque vi siano amici che

vogliono incontrarsi e fare festa. Gli incontri hanno anche la funzione di far spostare le persone da

una parrocchia all’altra creando momenti di apertura e fraternità tra le frazioni.

Itinerario

L’inaugurazione del percorso è stata fatta sul prato del castello di Montechiarugolo, candele, luci

emozionali, pizza e chitarre hanno richiamato le persone che erano chiuse nelle loro case.

Secondo incontro santuario Maria ausiliatrice, un luogo neutro, dove tutti si sentono a casa.

Gli altri incontri sono previsti tra i circoli e le case parrocchiali di Montechiarugolo, Tortiano,

Basilicagoiano e Monticelli terme. Gli incontri seguono l’anno liturgico.

Metodo

L’incontro viene aperto dalla lettura di un passo del vangelo al quale segue un canto con messaggio

simile.

Ognuno è invitato a leggere e cantare insieme, chiunque può portare un suo strumento e suonare

insieme alla chitarra principale.

Dopo un’ora circa di canto arrivano le pizze. Dopo cena si canta ancora, questa volta il tono è

assolutamente laico e meramente conviviale.

Il team degli organizzatori prevede:

Chitarrista esperto,

Gruppo liturgico per la scelta dei brani e dei passi del vangelo,

Team organizzativo per la parte conviviale

Gruppo comunicazione con il compito di divulgare l’evento, anche con telefonate e

suonando ai campanelli delle case

Gruppo intrattenimento e supervisione dei bambini più piccoli,

Strumenti

Libri di canti, vangelo, chitarra, e soprattutto un bravo chitarrista che faccia da coordinatore, tavoli

e soprattutto volontari.

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SCHEDA 5:

“L’IMPORTANZA DEL GRUPPO”

IDEA DI FONDO

L’idea di fondo per la costituzione del gruppo famiglie parrocchiale è quella di un gruppo di

riferimento per la comunità. Da quando abbiamo iniziato a trovarci (circa febbraio 2017) abbiamo

sempre sperato di diventare un punto di ritrovo per famiglie per una crescita spirituale di coppia e

personale, per la condivisione delle proprie esperienze positive e negative per costituire un gruppo

di sostegno e mutuo aiuto e la condivisione dell’esperienza della preghiera di intercessione per i

bisogni della nostra comunità. Ultimamente sentiamo anche il bisogno di aprire il nostro gruppo

all’esperienza di volontariato comunitario condividendo quindi oltre alle proprie esperienze anche il

proprio tempo libero per le diverse persone bisognose del paese (anziani soli, famiglie bisognose,

poveri, ecc…)in un’ottica non solo di accoglienza ma anche di servizio attivo.

DESTINATARI

Il gruppo famiglie si è sempre dichiarato e mostrato aperto a tutte le famiglie della parrocchia,

sposate, conviventi, separati, con figli, o senza figli. Ad oggi la famiglia ha assunto una dimensione

diversa da un tempo e per questo si vuole andare incontro a queste nuove realtà per vivere al meglio

la propria fede e la propria disponibilità al dono verso gli altri.

AMBIENTE

Durante questo anno e mezzo di incontri non siamo mai riusciti ad avere un punto di ritrovo fisso,

un po’ per la mancanza di locali adeguati per garantire gli incontri e nello stesso tempo avere spazi

per intrattenere i bambini, e un po’ per le esigenze delle nostre famiglie che con bimbi molto piccoli

e magari numerosi non hanno molte possibilità di uscita alla sera. Per questo siamo passati, dai

locali del circolo del paese, all’oratorio, alla cappella e infine a rotazione nelle nostre case, seppur

questa ultima soluzione secondo noi, porta ad un freno maggiore alla frequenza delle eventuali

nuovi persone interessate a conoscere questa realtà.

OBIETTIVO

Al momento, e per la nostra realtà comunitaria, ci siamo posti un solo obiettivo a breve termine che

è quello di mantenere vivo e costante il gruppo con gli incontri mensili, viste le difficoltà lavorative

e organizzative dei diversi membri (durante il periodo estivo, infatti, gli incontri si sospendono per

motivi lavorativi della maggior parte dei partecipanti).

Un obiettivo a medio termine è quello, invece, di iniziare ad “andare verso” la comunità con opere

di volontariato (es. fare la spesa alle persone anziane, portare i farmaci, qualche ora di compagnia

alle persone sole, sostenere con il proprio tempo libero l’emporio solidale del paese, ecc..) e

condividere con le proprie famiglie anche queste azioni concrete di evangelizzazione.

L’obiettivo a lungo termine è infine il raggiungimento dello scopo iniziale. Diventare un punto di

riferimento per i bisogni spirituali e materiali delle famiglie della nostra comunità.

ITINERARIO

Essendo un gruppo nato da poco, in questo periodo il nostro programma è stato modificato nei

diversi incontri fino a trovare uno schema che esauriva sufficientemente le esigenze di tutti i

partecipanti. Ad oggi, in vista della ripresa degli incontri nel mese di settembre, dobbiamo

pianificare e correggere al meglio lo schema/scheletro dei nostri incontri, stilare un calendario

mensile da rispettare dei vari incontri e per fare una rivalutazione delle risorse disponibili per poi

attuare un programma di volontariato attendibile e calibrato esattamente alle esigenze e disponibilità

di chi partecipa.

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METODO

Lo schema che abbiamo utilizzato fino ad oggi era così organizzato: preghiera (coroncina della

Divina Misericordia per intercessione dei bisogni della comunità), lettura di alcuni bravi

dell’Amore e Letizia, condivisione, e buffet per condivisione anche di momenti conviviali. Da

settembre abbiamo deciso di sostituire i trattati dell’amore e Letizia con brani del Vangelo per

edificare maggiormente la nostra conoscenza della fede cristiane e del Vangelo.

STRUMENTI

Ad oggi ci siamo basati su libri quali “I 5 linguaggi dell’Amore”, l’Enciclica Amore e Letizia, il

Vangelo. Anche il ritiro spirituale organizzato dalla Diocesi è stato un momento e strumento molto

importante per la crescita del gruppo, soprattutto per attingere a spunti e consigli per la gestione del

gruppo parrocchiale.

VERIFICHE

Sicuramente al termine di ogni stagione (per noi equivale al mese di maggio) durante l’ultimo

incontro invitiamo i partecipanti ad esprimere un parere rispetto al percorso intrapreso dal gruppo

durante l’annata e a dare suggerimenti e proposte per eventuali cambiamenti e modifiche. Verificare

gli obiettivi ponendosi delle domande come per esempio: si è riusciti a mantenere costanti gli

incontri mensili? Siamo aumentati di numero e quindi siamo riuscita a portare ai parrocchiani la

gioia che sperimentiamo nei nostri incontri? Siamo riusciti a realizzare le opere di volontariato che

ci siamo prefissati? In che termini?

Come coppie partecipanti anche al Percorso di Formatori pastorali siamo in continua ricerca di

spunti e consigli per avviare in modo consistente e corposo il nostro gruppo famiglie che al

momento è così piccolo e tutto da definire, seppur sentiamo di avere tanta sete di conoscenza di Dio

e di condivisione con le nostre famiglie.

SCHEDA 6:

“INCONTRO PER GIOVANI SPOSI”

Possono esistere due corsi divisi tra coppie sposate da zero a cinque anni senza figli e coppie

sposate da zero a cinque anni con figli, ma il numero degli anni di matrimonio è puramente

indicativo. Il motivo per cui proponiamo questi due corsi separati è perché l’esperienza

matrimoniale senza figli e con figli differisce molto.

Nel primo caso, i primi anni sono belli ma faticosi, bisogna imparare a conoscersi e a rispettarsi, a

mettere cioè in pratica quello che del matrimonio si è assimilato nel corso prematrimoniale: amarsi,

accogliersi, rispettarsi, giustificarsi, perdonarsi. Nel secondo caso, l’arrivo di un figlio cambia le

dinamiche della coppia e il ruolo genitoriale può metterne a dura prova l’equilibrio. In entrambi i

casi, una esperienza di condivisione, di confronto e di supporto insieme ad altre coppie può essere

un aiuto per affrontare le difficoltà e per allontanare sentimenti di sconforto e solitudine.

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Abbiamo pensato ad un numero base di incontri, -una decina, ma che può aumentare o diminuire a

seconda delle esigenze delle coppie partecipanti-, una volta al mese, a seconda degli impegni di

ciascuno. Come sede di questi incontri, la nostra casa, aperta ogniqualvolta ce ne sia bisogno, per

sottolineare a tutti che la famiglia è una piccola chiesa. Ci si ritrova attorno ad una tavola imbandita,

un sabato sera o una domenica pomeriggio, previo invito personale e non anonimo, tramite

telefonata o messaggio whattsapp. Ogni coppia invitata potrebbe essere incontrata singolarmente

dalla coppia animatrice in un giorno precedente al primo incontro, affinchè la coppia animatrice

possa già conoscere situazioni e bisogni delle suddette coppie. Sarebbe opportuna la presenza del

sacerdote, quando possibile, sia nell’incontro singolo che negli incontri collettivi. Ipotizziamo un

numero massimo di dieci coppie. Durante il banchetto, ci si conosce e ci si presenta, e questa

presentazione si ripeterà negli incontri successivi fino a che tra di noi non si diventi familiari e

intimi.

Per quanto riguarda la coppia animatrice, dopo la presentazione metterà in chiaro il perché

ritrovarsi: combattere l’ignoranza religiosa, dare fondamento alla fede, impostare la vita di famiglia

come risposta alla chiamata di Dio che ci vuole santi. Si sottolineerà poi la non obbligatorietà nel

frequentare gli incontri, ma la bellezza dell’ascolto della Parola di Dio come motivo di crescita e di

unione nelle coppie dei giovani sposi. Il fine ultimo deve tendere alla Parola quale mezzo di

rafforzamento della fede e del Sacramento che unisce le coppie, al perché esiste questo Sacramento

e in cosa si realizza la volontà di Dio attraverso il Sacramento stesso, per verificare che il proprio

cammino sia coerente con la scelta cristiana della propria vita.

La Parola verrà scelta a seconda del contenuto dell’incontro, e tale contenuto terrà sempre conto del

cammino personale delle giovani coppie, per offrire alle stesse coppie temi su misura per le loro

esperienze personali. Non ci sarà la presunzione di essere in grado di dare soluzioni o suggerimenti,

lo scopo è la conoscenza dei contenuti cristiani e la conseguente ricerca delle modalità di

applicazione.

Ci sarà sempre un momento di confronto e di condivisione, in modo che le coppie si conoscano -nel

caso in cui non si conoscano già- e affinchè questa conoscenza vada a rafforzare il legame con la

comunità cristiana, in maniera particolare con il sacerdote, che dovrebbe diventare per esse punto di

riferimento. In questo modo, si cercherà di dare alle coppie la possibilità di sentirsi accolte nella

propria parrocchia e di diventare anche protagoniste nel cammino della comunità.

Un incontro – tipo potrebbe dunque essere questo:

Accoglienza e preghiera iniziale.

Un breve canto.

Cena o piccolo rinfresco durante il quale conversare e magari decidere date dei prossimi incontri,

cercando di venire incontro alle difficoltà di ogni coppia.

Ascolto della Parola, dopo essersi spostati in un’altra stanza, e relativa meditazione, fatta

possibilmente dal sacerdote se presente, in modo da coinvolgere le coppie.

Breve lavoro di gruppo per le coppie, durante il quale le coppie si confrontano e condividono le

proprie esperienze in base alla meditazione appena ascoltata.

Condivisione aperta.

Preghiera e benedizione.

Piccolo ricordo della serata.

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8. AMBITO PASTORALE BIBLICA

SCHEDA 1:

IL LINGUAGGIO DELLE PARABOLE

(per genitori e catechisti)

IDEA DI FONDO

A partire dal linguaggio delle parabole di Gesù, l’incontro si prefigge di approfondire il

linguaggio di predicazione con lo scopo di trasmettere la fede attraverso un nuovo “linguaggio

parabolico” (Evangelii Gaudium n.167).

DESTINATARI

Gruppo di genitori e di catechisti di bambini e adolescenti che intraprendono il cammino di

iniziazione cristiana.

AMBIENTE

Incontro all’interno del corso di formazione per animatori, catechisti e genitori

OBIETTIVI

Approfondire il “linguaggio parabolico”.

Esperire ed imparare alcune tecniche legate all’approfondimento della lettura

biblica da poter poi utilizzare con i ragazzi.

ITINERARIO

Collaborazione tra i responsabili della catechesi e il parroco per stabilire il giorno e l’orario

migliore per coinvolgere il maggior numero di persone e pubblicizzare l’incontro.

METODO

Si inizierà con un brainstorming sulle caratteristiche del linguaggio usato da Gesù e si scriverà ciò

che esce su di un cartellone/ lavagna.

Lettura di un brano e introduzione biblica.

Distribuzione di un foglio con una parte del brano e di matite colorate per provare ad utilizzare

una rivisitazione del metodo della “matita dai 4 colori” (vedi di seguito); questo per condividere le

tematiche presenti nel brano, sintetizzandole in parole o anche in frasi slogan.

Lavoro a gruppi di educatori e catechisti che hanno ragazzi della stessa fascia d’età per identificare

i temi da proporre loro utilizzando questo brano… Quali esempi concreti usare come “parabole

moderne” (film, fatti di cronaca, vita vissuta…), quali domande per stimolare la riflessione o la

preghiera e quali attività o giochi presentare legati ai temi scelti.

Ritorno nel grande gruppo per condivisione e riconoscimento dei tratti comuni sottolineati nei

diversi gruppi anche alla luce del cartellone fatto inizialmente sulle caratteristiche del linguaggio

usato da Gesù.

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STRUMENTI

Bibbia, lavagna, fogli, matite colorate.

REALIZZAZIONE

Si parte dall’analisi del tipo di linguaggio usato da Gesù per predicare: linguaggio comune alle

persone, legato ad immagini vicine, semplici, chiare, dirette, adatte, familiari, legate alla vita.

Si propone la lettura guidata di una delle parabole di Gesù Lc 19, 11-28; poi insieme si

approfondirà il testo e si cercheranno i temi che possono essere affrontati coi ragazzi.

VERIFICA

Osservazione della qualità di interazione che si realizza nei diversi momenti previsti; consegna

di un foglietto anonimo di gradimento e monitoraggio per verificare che nel tempo venga

attuato quanto proposto negli incontri.

Esempio da fare con i gruppi

TECNICA DELLA MATITA DEI 4 COLORI

Per quanto riguarda la lettura del Vangelo coi 4 colori, ecco lo schema dei relativi passaggi, così

come viene proposto ai ragazzi; tali passaggi sono ricalcati a misura dei ragazzi secondo la lectio

divina sperimentata nelle Scuole della Parola rivolte ai giovani:

il NERO è il colore della cronaca, dei fatti, delle notizie. Cerca il significato delle parole difficili o

che non conosci, aiutandoti con un vocabolario e le note della Bibbia. Sottolinea i personaggi, i

luoghi e, se ci sono, le indicazioni di tempo: queste indicazioni sono una vera e propria miniera per

capire il significato del brano. La forma ideale è quella di riportare sul tuo quaderno in colonna

questi tre tipi di indicazioni (personaggi, luoghi, tempi) e scrivere già un tuo piccolo commento.

L’AZZURRO è il colore di Dio (si chiama anche “celeste” perché ricorda il cielo), il colore del lieto

annuncio del Vangelo. Scegli la frase che più ti è piaciuta nel Vangelo, quella che ti ha colpito

particolarmente e sottolineala o trascrivila con questo colore sulla pagina di quaderno: può essere

un'azione di Dio o una parola di Gesù, ma potrebbe essere anche un personaggio o un luogo che ti

ha colpito particolarmente. Se hai tempo, scrivi anche la ragione per cui hai scelto proprio questa

frase o addirittura puoi tentare una spiegazione di ciò che l’evangelista ha voluto dire attraverso

quella frase o quella parola.

Il ROSSO è il colore dell’amore, dell’amicizia. Cosa rispondi a Gesù, dopo quanto ti ha detto con la

sua Parola? Scrivi con questo colore una preghiera o almeno una semplice invocazione, magari

presa dallo stesso Vangelo; puoi ripetertela durante la giornata e così sarà la tua preghiera del cuore.

Il VERDE è il colore della vita. Scrivi con questo colore un proposito a partire dalla lettura del

brano. Alla sera fai un piccolo esame di coscienza dove si verifica se questo proposito è stato

messo in pratica

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SCHEDA 2:

IL BUON SAMARITANO

per bambini e genitori

IDEA DI FONDO

Evidenziare come dal Vangelo, che è Parola viva di Gesù, discendano delle conseguenze pratiche

sul mio agire quotidiano. Ugualmente il mio agire quotidiano, coerente con il messaggio

evangelico, mi aiuta ad approfondire la conoscenza stessa di Gesù, in una sorta di meditatio

operandi. In sintesi, si vuole evidenziare come vi sia un percorso circolare di progressivo

accrescimento della conoscenza, in forza dell’agire conforme e che, grazie alla maggiore

conoscenza, si generi un agire sempre più concorde con la Parola.

Vangelo-Gesù Realtà – Azione

DESTINATARI

Il progetto è principalmente rivolto ai bambini-genitori, cercando di sfruttare la naturale

spontaneità dei bambini e, per certi aspetti, la loro capacità di mettere anche in crisi. Le varie

attività sono rivolte al lavoro sulla coppia bambino-genitore, sia con fasi di gruppo sia con

momenti separati: il destinatario ultimo dell’attività è, infatti, la coppia bambino-genitori.

OBIETTIVO

L’obbiettivo del progetto è, partendo dal brano del Vangelo di Luca del buon Samaritano (Lc 10,

25-37), riflettere sul tema oggi così urgente dell’accoglienza, mettendo in evidenza come la logica

evangelica del farsi prossimo al bisognoso sia profondamente differente da quella troppo spesso

proposta. Partendo quindi da questa prospettiva, si vorrà evidenziare come ciò determini degli atti

concreti, i quali dovranno essere pienamente individuati e definiti al fine di sottolineare quel

processo circolare sopra definito; tale percorso, va affrontato alla luce di questa domanda: “Qual è

il mio atteggiamento nei confronti di chi ha bisogno?”. Si vuole dunque porre in risalto, ribadendo

l'idea di fondo, come la sequela di Gesù non sia un pensiero o un’idea astratta, ma uno stile di vita

e, cioè, un pensare ed un agire concretamente.

AMBIENTE - ITINERARIO

Il progetto prevede diversi momenti ed ognuno di questi avrà un suo contesto. Il primo momento

preparatorio, che vede coinvolti sia coloro che hanno partecipato alla Pastorale Biblica sia chi ha

seguito il corso di Iniziazione Cristiana (Catechesi), si svolgerà in una sala parrocchiale. In questa

prima fase l’incontro sarà guidato da chi ha seguito la formazione del corso di Pastorale Biblica e

verterà sulla meditazione e sullo approfondimento - di cui si fornisce una possibile traccia nella

parte finale del presente elaborato - del brano evangelico scelto; dopo che il conduttore avrà letto,

contestualizzato e fornito un'esegesi adeguata - cercando di mettere a disposizione di tutti le

competenze acquisite nel primo anno del Per-corso per formatori pastorali - ci sarà un momento

maggiormente dinamico ed interattivo per dare spazio al dialogo e alle riflessioni personali dei

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presenti. Al termine della meditazione, il gruppo sceglierà quali aspetti sottolineare nell’incontro

successivo con i bambini/genitori. Nella seconda fase, che si terrà sempre nel medesimo ambiente

a distanza di qualche giorno, guiderà l’incontro chi ha seguito la preparazione relativa

all’Iniziazione Cristiana mettendo a disposizione del gruppo di lavoro le proprie competenze per

definire le metodologie espositive più adeguate per gli incontri successivi. Infine vi sarà la giornata

dell’incontro che si svilupperà in due momenti distinti e complementari. Nel primo momento vi

sarà l’incontro separato tra genitori e formatori pastorali, in una sala idoneamente predisposta e,

contemporaneamente, si svolgerà nella sala principale quello tra catechisti e bambini. In questa

terza fase sarebbe opportuno fare delle proposte concrete, anche all'interno di realtà parrocchiali o

diocesane già presenti, per aiutare chi si trova in difficoltà. Al termine il primo gruppo raggiungerà

il secondo per un momento di condivisione e confronto comune.

METODO

L’incontro con i genitori punterà a sottolineare le nostre criticità nel modo di agire e pensare

quotidiano grazie ad un confronto su situazioni concrete che saranno proposte e discusse. Tale

confronto dovrà avere una visione positiva e punterà a far risaltare il fatto che noi tutti, con le

nostre piccole azioni quotidiane in linea con l’insegnamento evangelico, possiamo determinare

grandi cambiamenti, modificare il percorso della storia. Invece l’incontro con i bambini punterà

maggiormente a mostrar loro un differente modo di comportarsi, un modo di agire che li renderà

liberi. I bambini saranno invitati ad un incontro dinamico, in cui potranno realizzare, con la

supervisione dei responsabili, cartelloni che esprimano i risultati ottenuti; questa attività dovrà

essere spontanea e non preimpostata, ma frutto della loro rielaborazione personale. Il momento

finale, costituito dall’incontro-confronto tra bambini-genitori, avrà lo scopo di consolidare le idee

emerse cercando di arrivare ad una sorta di impegno reciproco ad attuare determinati

comportamenti e atteggiamenti nella consapevolezza che l’esempio è il metodo più efficace di

insegnamento.

STRUMENTI

Gli incontri si svolgeranno in un ambiente adeguatamente preparato per quanto riguarda:

1. Luci

2. Disposizione dei posti

L’incontro sarà preparato accuratamente in termini di:

1. Preparazione dei testi e degli oratori: è assolutamente necessario che chi conduce riesca a

mantenere desta ed attiva l’attenzione, in particolare dei genitori

2. Materiale audio-visivo

3. Copia del brano oggetto dell’incontro

4. Giochi

5. Materiale per scrivere e prendere appunti

6. Assegnazione dei ruoli guida al fine di sfruttare al meglio le qualità di tutti

Nell’incontro con i bambini si punterà maggiormente sul gioco; mentre con i genitori avrà un ruolo

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determinante il materiale audio-visivo. In nessun caso si dovranno creare situazioni di disagio che

possano pregiudicare il buon esito del progetto. Si dovrà anzi promuovere la più assoluta

spontaneità e libertà al fine di consentire a tutti la partecipazione attiva. Non stigmatizzare

comportamenti, bensì promuovere.

REALIZZAZIONE

L’ipotesi migliore sarebbe di attuare il progetto il sabato pomeriggio o la domenica mattina dopo

la messa .

VERIFICA

La sera successiva all’incontro, gli organizzatori si riuniranno per un confronto comune e per

analizzare l’andamento complessivo del progetto. L’organizzazione deve essere dinamica per

essere pronti ad accogliere delle modifiche da effettuare in base alle criticità emerse.

SCHEDA 3:

INCONTRO IN AVVENTO

1. Nella Parrocchia di Fontevivo non esiste un Gruppo della Parola, la partecipazione al

primo anno del Corso per Formatori – Pastorale biblica ci ha suggerito di provare ad

organizzare un incontro di analisi della Parola.

2. Si propone, in accordo col parroco, di organizzare un incontro in corrispondenza di un

momento significativo dell’Anno liturgico in preparazione del Natale, pertanto, da tenersi

durante l’Avvento.

Con tale incontro, della durata di circa un paio d’ore, è data la possibilità alla Comunità

parrocchiale di potersi riunire per leggere ed approfondire la Parola attraverso l’analisi di a lcune

tematiche che possano essere stimolo di riflessione e risposta ad alcune delle numerose domande

che ognuno di noi si pone accostandosi al Vangelo.

3. Il Vangelo di Luca è stato scritto successivamente al 70 d.C. (anno della distruzione del

Tempio di Gerusalemme da parte dell’imperatore Tito) in modo dettagliato riporta gli

avvenimenti della vita di Maria, Giuseppe e Gesù ed è l’unico che racconta episodi della

vita di Gesù prima dell’inizio della vita pubblica, in particolare la prima visita al tempio di

Gerusalemme.

L’attenzione è rivolta, oltre che alla Sacra famiglia, alle donne, tanto che riporta episodi in cui

sono protagoniste Marta e Maria di Betania, sorelle di Lazzaro e Maddalena o Maria di Magdala.

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4. Avvento

- I pastori alla grotta di Betlemme – Lc 2, 8-20

- Distribuizione ad ognuno dei partecipanti di copia del passo del Vangelo suddetto

- Rilettura del passo dal vangelo di Luca 2, 8-20 da parte di uno dei relatore

- Chi erano i pastori del Vangelo ( analisi sociale e storica)

Gente semplice ed umile, simbolo di modestia, ma soprattutto appartengono alla classe sociale più

bassa, in quanto nomandi non conoscono la Legge. L’Angelo rivelando loro la nascita del

Salvatore, rende questi, simbolo dei futuri Pastori, che nella Chiesa proclameranno la Parola.

- Analisi del messaggio

L’improvvisa apparizione dell’Angelo è paragonabile alla venuta di Dio nella storia dell’uomo

sulla terra; l’annuncio ai pastori la parola di Dio scende tra gli uomini ed è riservata agli “ultimi”

l’immagine dei pastori che si recano alla grotta di Betlemme rappresenta il cammino della fede.

La Gloria del Signore è la presenza di Dio in mezzo all’umanità, in quel cammino che dona Pace

(da intendersi con la vita di Dio incarnato in mezzo agli uomini) e Gioia, in un tempo nuovo, che si

distingue per la venuta di Dio, al quale l’uomo deve partecipare.

- Attualità di questo messaggio per il Natale 2018

Ogni anno all’avvicinarsi delle Feste e soprattutto del Natale, il fervore dei preparativi potrebbe

non lasciare spazio alla predisposizione dell’animo ad accogliere il Verbo che si fa uomo per stare

tra noi, a comprendere la nascita di Gesù quale messaggio di Gioia, come annunciato dall’Angelo

ai pastori. Probabilmente la nostra preparazione dovrebbe essere quella di allenare il nostro spirito

alla semplicità, al saper cogliere l’aspetto naturale della vita quotidiana, dell’altro accanto a noi, di

chi è Prossimo, abbandonando la ricerca affannosa di chissà quale significato per fare un regalo,

per la riuscita di una festa, di un incontro di scambio di auguri oppure, ancor peggio, per farci

ricordare in una circostanza. Le feste natalizie sarebbero giorni da trascorrere nell’ armonia e nel

calore famigliare, ma quell’amore, sarebbe da alimentare ogni giorno dell’anno, perché il dono

della Gioia che viene dalla nascita di Gesù è permanente, non finisce il 6 gennaio di ogni anno

quando smontiamo gli addobbi natalizi e terminano le vacanze.

Con la nascita di Gesù Dio si rivela mediante il proprio Figlio, che fattosi uomo, è come noi e

dobbiamo essere certi che cammina al nostro fianco, ci sostiene anche se talvolta lo sentiamo

lontano, perché è venuto tra noi per accompagnarci er ricondurci a Lui.

Nei momenti di solitudine dovvremmo spogliarci delle nostre vanità, aspettative materiali, egoismi

e comodità (con tantissime difficoltà a livello umano) e se pare impossibile… dovremmo pensare

che non siamo soli, quell’Annuncio è ancora valido e la sua luce (come la cometa che ha indicato

la strada ai Magi) che è quella del Padre possa illuminare, senza farci esitare, il nostro cammino

per raggiungere quel Bambino: Dio fatto uomo per gli uomini del mondo, ancora nel 2018.

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SCHEDA 4:

“VEDERE LA PAROLA”

Idea di fondo:

Evangelizzare mediante la conoscenza delle opere dei grandi maestri dell’arte attraverso la visita,

motivata e guidata, alle chiese e al Museo Nazionale della nostra città. Il Vescovo nell’incontro di

sabato 16 giugno ha ricordato che “ Le chiese sono luogo di Evangelizzazione”.

Destinatari

Il progetto, con i dovuti adattamenti, può essere rivolto a tutti (catechisti, genitori, giovani,

adulti…)adattando gli interventi per i gruppi più o meno numerosi.

Ambiente

Pellegrinaggio alla Cattedrale e alla chiesa di San Giovanni evangelista in Parma. A seconda degli

argomenti prescelti e dei destinatari, si possono anche offrire immagini delle opere d’arte al

computer.

Itinerario

Si possono svolgere incontri nei momenti forti dell’anno: avvento, quaresima, tempo pasquale,

celebrazione della “Verbum Domini”. Si può concentrare l’incontro in un sol giorno, es.:

organizzare il pellegrinaggio alla cattedrale e in San Giovanni per celebrare la Verbum Domini:

Seguire alcuni misteri della gloria attraverso gli affreschi del Correggio e del Parmigianino

(assunzione, incoronazione)

Cupola del Correggio: presentazione dell’opera, struttura, messaggio, caratteristiche del pittore,

inquadramento storico.

Meditazione guidata alla ricerca dei messaggi biblici: es. Maria, nuova Eva…

Contemplazione attraverso la preghiera guidata e silenziosa

Canti e musiche appropriati (es. composizioni di don Guido Pasini) che aiutano e accompagnano

il raccoglimento e la preghiera.

Ci si sposta in san Giovanni per pregare sugli affreschi della cupola e dell’incoronazione della

Vergine (Parmigianino)

Strumenti

Schede da distribuire ai presenti con immagini delle opere e testi dei canti e delle preghiere.

N.B. Se si vuole meditare sul Vangelo di Luca, si può lavorare sui Vangeli dell’infanzia con

“pellegrinaggio” al Museo Nazionale: Lectio del brano/ meditatio/ contemplatio attraverso:

Dipinti di Correggio: Madonna di san Girolamo, Madonna Campori, Madonna della scala,

ritorno dalla fuga in Egitto (Madonna della scodella)… Ci si può soffermare anche

sull’incoronazione della Vergine (Parmigianino).

Se ci si vuole avvicinare al vangelo di Matteo e meditare la parabola delle Vergini sagge e stolte,

si può fare il “pellegrinaggio” in Steccata, ammirando l’opere di Parmigianino.

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SCHEDA 5:

IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO (Rembrant)

Il vangelo di Luca è detto anche il Vangelo della Misericordia. Nel capitolo quindicesimo Gesù

racconta un parabola conosciuta come “il figliol prodigo”, che viene talvolta denominata “parabola del

padre misericordioso” e che potremmo anche intitolare “la parabola del Padre prodigo in misericordia”.

Nei secoli tanti artisti hanno raffigurato questa storia e nella figura del figlio ciascun credente può

umilmente riconoscersi. Nella nostra società contemporanea il ruolo del padre sta perdendo la sua

credibilità, qualcuno l’ha definita “una società senza padri”. E’ allora necessario rivedere la figura del

Padre nel Vangelo per comprenderne a pieno la missione e il significato e questo anno della

misericordia può diventare occasione propizia. In questo dipinto è racchiusa la storia di ciascuno di noi.

Ne “il ritorno del figliol prodigo” Rembrandt ha firmato uno dei suoi capolavori. L’opera, un olio su

tela di ragguardevoli dimensioni ( 262x 206 cm) è uno degli ultimi dipinti del pittore, è datato tra il

1668 e il 1669 (Rembrandt morirà ad Amsterdam nel 1669) in quegli anni egli aveva subito un dolore

immenso per la morte dell’adorato figlio Tito e certo nella figura del padre egli esprime anche il suo

desiderio di riabbracciare il figlio. La grande tela fu rinvenuta nella casa di Rembrandt dopo la sua

morte e, date le dimensioni, si pensò dapprima che fosse destinata ad un altare, in seguito poi si giunse

alla conclusione che il pittore lo avesse dipinto per sé e per la sua famiglia. Attualmente è conservato

nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Il quadro si ispira alla parabola evangelica del “Figliol prodigo”( Lc. 15, v. 11-32) e ne coglie il

momento culminante: il figlio, dopo aver dilapidato i beni del Padre, decide di tornare e si inginocchia

dinanzi a Lui per chiedere il perdono. Nel testo evangelico si parla delle sostanze sperperate dal figlio

usando il termine greco “ton bion” egli cioè ha sperperato non solo i beni, ma la vita stessa.

L’immagine è presa dal basso, gli occhi dell’osservatore sono all’altezza del figlio pentito. Dallo

sfondo buio emergono fuse insieme e illuminate da una luce che proviene dall’alto, da Dio stesso, le

due figure, del Padre e del figlio che rannicchiato in posizione fetale, cerca quasi di rientrare nel

grembo materno per nascere ancora a vita nuova.

C’è in questi gesti come l’inizio di una nuova creazione. Nella Genesi Dio Creatore soffia lo spirito,

ora, in questa ri-creazione il Padre “gli si getta al collo, lo abbraccia”, in questo abbraccio c’è qualcosa

di intimo: Egli accoglie ancora il figlio, lo perdona, lo protegge, lo accoglie nuovamente nel suo

grembo. “Commosso gli corse incontro”: il padre ormai vecchio ha trovato la forza di correre verso il

figlio, si commuovono le sue viscere di tenerezza (rachamim). Egli maternamente vive nel suo grembo

il dolore del figlio e lo fa suo.

Il padre avvolge il figlio nel mantello rosso: è la casa, la tenda che accoglie e protegge, lo racchiude

nell’abbraccio ricreante tanto atteso e desiderato, per attirarlo a sè con struggente tenerezza e si china

sul figlio, abbassandosi fino a lui e posando sulle spalle piagate le sue due mani, in esse è racchiuso un

potente messaggio: l’una delicata, soave e rassicurante di madre che accarezza e consola, l’altra forte e

decisa di padre che sorregge e protegge. Sono due mani, ma anche i due volti di un Dio Misericordioso,

ad un tempo un unico amore di Padre e di Madre.

Il Padre è cieco: ha consumato gli occhi scrutando l’orizzonte per scorgere il figlio: “quando era ancora

lontano, lo vide …” non certo con gli occhi di carne, ma con quelli del cuore, ha indovinato il suo

ritorno.

Il figlio ha trovato il coraggio di tornare e il Padre quello di abbracciare e cancellare tutto, perché tutto

torni come prima, anzi, meglio di prima, perché ora avrà inizio la festa che non ha fine. Il Padre non

rimprovera, non punisce, non dice una parola, tutto è espresso in quell’abbraccio, in quel gesto di

sublime tenerezza del Dio che tutto perdona.

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9. AMBITO COMIUNICAZIONI SOCIALI

- ANIMAZIONE PICCOLE COMUNITA’

SCHEDA 1:

ADORAZIONE EUCARISTICA

BRANO: (Luca 9- 28,35)

IDEA DI FONDO: Il progetto pensato per la nostra Chiesa che possa valorizzarla è

L’ADORAZIONE EUCARISTICA GUIDATA MENSILE PARROCCHIALE E DIOCESANA, una

buona prassi che viene incontro alle esigenze soprattutto spirituali della nostra comunità. L’obiettivo è

riportare nella comunità, e quindi anche nella nostra diocesi, la bellezza dell’incontro con Gesù

Eucarestia e una profonda interiorità.

L’Eucarestia è un tesoro inestimabile: non solo celebrarla, ma anche il sostare davanti al Santissimo

indipendentemente dalla Messa consente di attingere alla stessa sorgente di grazia e di prolungare e

moltiplicare i frutti della Comunione al corpo e sangue di Cristo. La Chiesa ha bisogno di ritrovare la

sua spiritualità e “la presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per un

numero sempre più grande di anime innamorate di Lui, capaci di stare a lungo ad ascoltarne la voce e

quasi a sentirne i palpiti del cuore” (MnD 18).

DESTINATARI: Il destinatario del progetto è tutto il popolo di Dio, in tutte le sue componenti:

giovani, famiglie, gruppi del catechismo, gruppi di preghiera, volontari, anziani, malati, addetti alla

missione...

Tutti sono chiamati a partecipare o ad animare, o ancora ad essere protagonisti delle intenzioni di

preghiera espresse in un momento dell’adorazione.

AMBIENTE; L’ambiente più idoneo è sicuramente la chiesa parrocchiale ma per le NP, a rotazione,

possono essere destinate allo scopo anche le altre chiese e cappelle appartenenti alla Nuova Parrocchia

stessa.

OBIETTIVO: “L’Eucarestia edifica la Chiesa” e “si pone come fonte e insieme come culmine di tutta

l'evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con

lo Spirito Santo.” (EdE, 41). La centralità dell'Eucaristia dà alla comunità e alla Chiesa nuova forza; di

essa la Chiesa vive e di questo « pane vivo » si nutre. Come non sentire il bisogno di esortare tutti a

farne sempre rinnovata esperienza? (EdE, 7). L’obiettivo è quindi quello di creare una nuova e fresca

spiritualità nella comunità e nella diocesi, diffondendo e sperimentando al tempo stesso la bellezza

dell’incontro con Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell’altare. E’ un percorso lungo e graduale

ma che potrà essere maggiormente capito ed apprezzato con una guida e una adeguata animazione.

ITINERARIO: Tutti i gruppi e tutta le comunità sono chiamati ad una preparazione tanto spirituale che

materiale dell’adorazione. La riflessione dell’animazione durante l’ora di adorazione può seguire un

percorso tematico nel corso dell’anno pastorale oppure può focalizzarsi di volta in volta su un

argomento specifico secondo le necessità della comunità o della diocesi e tutti i gruppi sono chiamati a

prepararsi, ad es. i catechisti preparano i bambini sul significato dell’adorazione o sul tema scelto; i

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gruppi giovani si incontrano e riflettono sulla Parola, il coro parrocchiale si prepara sui canti, le

famiglie preparano le intenzioni, i gruppi di preghiera i testi e gli approfondimenti ecc.

Lo schema può essere canonico o libero, può seguire quello della lectio o avere dei momenti di

preghiera spontanea, ma non devono mai mancare: il brano del VT o NT con un commento o una

riflessione, l’invocazione dello Spirito con un canto o una preghiera, le intenzioni di preghiera e la

processione davanti al SS per godere qualche attimo della vicinanza all’Eucarestia. Il tempo non

dovrebbe superare l’ora e andrebbe fatto preferibilmente una volta al mese, dalle 21 alle 22 quando si è

più liberi dopo una giornata di lavoro.

METODO: Ogni gruppo parrocchiale ogni mese a rotazione diventa responsabile di un aspetto

dell’animazione dell’adorazione. Un gruppo all’interno della parrocchia o il servizio ministeriale può

gestire la distribuzione dei compiti e i coinvolgimento di ciascuno, mese per mese.

STRUMENTI: Gli strumenti sono quelli più comunemente utilizzati: libretto con i testi e i canti per

seguire la Parola e gli approfondimenti; candele per creare il giusto raccoglimento; canti e musiche a

tema per animare la preghiera; incenso per il rito della benedizione; volantini e calendari per l’adeguata

pubblicità all’interno delle varie parrocchie; foglietti per scrivere le intenzioni e offrirle sull’altare e

altri foglietti da pescare da un cestino, con frasi della Parola, dei Santi, del Papa o dei Padri della

Chiesa su cui riflettere a casa. Una delle novità è rappresentata dalla diretta con la Giovanni Paolo TV.

Sarebbe interessante aggiungere ogni sera con l’ora di adorazione coloro che seguono la GPTV. Ogni

parrocchia è chiamata ad eleggere un paio di referenti che possano collaborare con la redazione della

emittente della diocesi e che possano essere punti di riferimento per l’aspetto tecnico delle riprese.

REALIZZAZIONE: L’appuntamento serale dell’ora di adorazione va pubblicizzato adeguatamente e

fatto conoscere per tempo, in modo tale che questo momento sia pensato e organizzato per essere

vissuto intensamente e senza distrazioni. La stesura di un calendario e un programma a inizio anno

pastorale aiuterebbero in tal senso. Qualche volta si può pensare di coinvolgere dei gruppi di animatori

provenienti dall’esterno che aiutino nell’animazione: suore, frati predicatori ecc.

Un’altra delle novità del progetto consiste nel coinvolgimento di tutta la diocesi a questa iniziativa: un

calendario comune su temi comuni in modo da assicurare a tutta la diocesi l’ora serale mensile di

dorazione, coprendo tutti i giorni di un mese, pregando sempre sulla stessa intenzione: un calendario

diocesano da esporre in tutte le chiese della Diocesi in modo tale che i fedeli abbiano sempre la

possibilità, all’interno della diocesi stessa, di partecipare ad una ora di adorazione; addirittura se una

intenzione specifica è più cara ad una persona, o se un fedele sente il desiderio di incontrare Gesù

Eucarestia più spesso, ha la possibilità di ripetere l’ora di adorazione in un’altra chiesa o parrocchia

anche più sere nello stesso mese. Si può pregare durante un intero mese per le vocazioni e il mese

successivo per le missioni, poi per i malati, le famiglie ecc.

Per la parrocchia specifica l’impegno non cambia, perché si tratta sempre di una sera al mese, ma la

diocesi si assicura una continuità nell’adorazione e nella preghiera.

VERIFICA: La programmazione può avvenire a inizio anno con il Consiglio Pastorale e mese per mese

con il servizio ministeriale o con il gruppo all’interno della parrocchia per gli aspetti pratici e

organizzativi.

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SCHEDA 2:

GIOVANNI PAOLO TV

“Non c’e niente di nascosto che non sarà svelato, ne di Segreto che non sarà conosciuto. Perdi

tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce è quello che avete detto

all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti.” (Lc. 12. 2-3)

IDEA DI FONDO: In questo momento storico, basato sulla comunicazione e sulla comunicazione

veloce e capillare, la Chiesa e, nello specifico, la nostra Chiesa di Parma, non può rimanere in

disparte. Nella nostra Diocesi estate un mezzo di comunicazione potenzialmente molto efficace,

ma poco conosciuto e valorizzato: l’emittente televisiva Diocesana e Regionale Giovanni Paolo

TV. Ogni Nuova Parrocchia e ogni singola Comunità, dalla più grande e attiva alla più piccola e

remota, può avvalersi di questo medium per mettersi in rete con le altre realtà della Chiesa di

Parma e per essere “Chiese n Uscita”, per essere protagonista dell’annuncio, per portare il

messaggio universale di Salvezza del Vangelo a tutti, soprattutto a chi è più lontano, solo, anziano,

ammalato o, per svariati motivi, impossibilitato a partecipare in modo attivo alla vita della

Comunità Cristiana.: la TV raggiunge tutti nelle proprie case e, grazie allo streaming online,

raggiunge tutti anche nelle loro tasche, sui loro smartphone. Per fare questo però è necessario un

buon lavoro di squadra e il coinvolgimento di almeno una persona per ogni Nuova Parrocchia.

Giovanni Paolo TV si impegna, almeno una volta al mese, a trasmettere la Santa Messa

domenicale da una diversa parrocchia della Diocesi di Parma. (Nelle restanti domeniche e

Solennità la Santa Messa viene trasmessa in diretta dalla parrocchia San Paolo Apostolo di Parma).

Inoltre quotidianamente GPTV realizza un Notiziario sulla vita della Diocesi e delle parrocchie.

Ogni Comunità, attraverso uno o più referenti Volontari, si impegna a comunicare alla Redazione

notizie, contributi video o fotografie (realizzati in modo amatoriale, anche con un cellulare),

resoconti di eventi, articoli, in modo che tutta la Diocesi possa conoscere l’attivita delle singole

Comunità, parteciparvi in modo attivo oppure sostenerle con la preghiera, o ancora trarre spunto ed

ispirazione per attività da realizzare nella propria parrocchia.

DESTINATARI: questo progetto prevede due tipologie di destinatari: destinatari attivi e

destinatari passivi. I destinatari attivi sono coloro che, all’interno delle 56 NP e delle singole

comunità parrocchiali, si impegnano come referenti per Giovanni Paolo TV, si occupano di

raccogliere notizie, informazioni su eventi e attività della parrocchia, materiale video, foto e

articoli e di fare pervenire tale materiale alla Redazione. Possono essere giovani, adulti, anziani e

possono essere in numero variabile; successivamente possono coinvolgere altri volontari e gruppi

Pastorali in questo servizio. Inoltre I referenti si impegnano nel far conoscere Giovanni Paolo TV

all’interno della propria Parrocchia e, quando sarà necessario, nell’organizzare e pubblicizzare la

diretta della Santa Messa della domenica dalla propria chiesa . I destinatari passivi sono coloro che

da casa seguono Giovanni Paolo TV. Apprendendo le notizie provenienti dalle parrocchie e

guardando la Santa Messa domenicale in diretta, possono partecipare alla vita della Diocesi, anche

se impossibilitati ad uscire di casa. Essi sono prevalentemente anziani, ammalati, presone sole,

carcerati, ma la Buona Novella del Vangelo è per tutti, perciò destinatari passivi del progetto

diventano tutti coloro che in quel momento si sintonizzano sul canale 93 o 665, quindi persone,

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che momentaneamente possono essere lontani da Cristo e dalla sua Chiesa, ma che, grazie ad un

incontro, anche virtuale, possono conoscerLo Vivo è Presente.

AMBIENTE: anche in questo caso l’ambiente è molteplice e può essere paragonato ad un lago

con un fiume immissario e uno emissario. Il fiume immissario sono le 56 Nuove Parrocchie della

nostra Diocesi e le piccole e grandi comunità di cui sono composte, I movimenti, I gruppi e le

associazioni. Le loro attività, proposte, iniziative, ordinarie o straordinarie che siano, confluiscono,

grazie al servizio puntuale e costante dei referenti, nel lago, che è la Redazione di Giovanni Paolo

TV. Da qui le notizie delle parrocchie, accuratamente montate e inserite all’interno del Notiziario

quotidiano, escono verso il fiume emissario, che sono I telespettatori e, piano piano, arrivano al

mare, che è la Chiesa, mettendo così in relazione, in contatto le realtà della Chiesa di Parma con I

fedeli, anche distanti dal punto di vista geografico, e ponendosi come “Chiesa in Uscita” verso I

lontani, verso chiunque accenda la TV.

OBIETTIVO: come ampiamente detto in precedenza, scopo del progetto è quello di annunciare

Gesù Cristo Vivo attraverso un mezzo di comunicazione alla portata di tutti: la televisione. Il

Vangelo viene annunciato non solo attraverso catechesi e conferenze tematiche, ma anche e

soprattutto attraverso la vita reale e concreta delle comunità parrocchiali della Diocesi di Parma:

dove c’è Chiesa, dove c’è Comunità, li c’è Cristo Vivo.

ITINERARIO: il cammino è quello delle singole parrocchie, delle loro attività, feste, momenti di

preghiera, formazione, ascolto, condivisione. È diverso per ciascuna realtà, in base alle proprie

caratteristiche ed abitudini, ma tutti questi percorsi sono accomunati dal confluire tutti verso la

Chiesa di Parma, attraverso il darne notizia in TV. Tappa importante del cammino, che per ogni

singola Nuova Parrocchia può avvenire una volta all’anno, è la diretta della Santa Messa

domenicale dalle diverse chiese del territorio, momento di festa, di gioia e di uscita per tutta la

comunità.

METODO E REALIZZAZIONE: il metodo scelto è semplice ed efficace: ogni NP sceglie uno o

più referenti, I quali saranno in contatto diretto e costante con la Redazione di Giovanni Paolo TV,

trasmettendo, a cadenza abbastanza regolare, il materiale raccolto all’interno della comunità,

relativo alle attività svolte in un determinato periodo (preferibilmente spazi temporali brevi:

qualche giorno, settimana, quindici giorni). Il referente, innestato nella vita attiva della Comunità,

si occupa di contattare il Parroco, il Consiglio Pastorale, il Servizio Ministeriale, I diversi gruppi e

movimenti della parrocchia per reperire notizie, informazioni dettagliate, materiale video,

fotografie da far pervenire alla Redazione e si occupa di sensibilizzare la comunità sul valore

evangelizzatore della TV e sull’importanza di collaborare in modo attento al progetto. Infine,

quando la sua parrocchia sarà scelta per la diretta della Santa Messa domenicale, il referente farà in

modo di avvisare e sensibilizzare tutta la comunità all’importanza dell’evento. Sarà poi compito

della Redazione e dei tecnici di Giovanni Paolo TV mandare in onda le notizie ricevute dai

referenti e occuparsi dal punto di vista pratico della realizzazione della diretta della Santa Messa.

STRUMENTI: per realizzare il progetto serve veramente poco: è sufficiente uno smartphone per

restare in contatto con la Redazione di Giovanni Paolo TV, realizzare e inviare video, foto e testi e

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per contattare I diversi organismi della propria parrocchia alla ricerca di notizie ed informazioni

utili.

VERIFICA: la Verifica avviene quotidianamente, con l’aiuto della Redazione di GPTV. Se non

arriva materiale dai referenti, il risultato del Notiziario sarà scarso, al contrario se il materiale sarà

abbondante e preciso, si potrà fare buona informazione ed evangelizzazione a livello Diocesano .

Se le Parrocchie sono disponibili ad accogliere la diretta della Santa Messa domenicale, la Parola

del Signore arriverà in tutte le case della Diocesi.

SCHEDA 3:

CELEBRAZIONI GIOVANILI

PER LE TRACCE PASTORALI DIOCESANE

IDEA DI FONDO

Giovani che celebrano.

DESTINATARI

Animatori, catechisti, parroci che accompagnano i gruppi giovanili delle medie-superiori.

AMBIENTE

Le diverse parrocchie della diocesi, dalle piccole o grandi parrocchie delle frazioni alle piccole o

grandi parrocchie della città.

OBIETTIVO

Fornire qualche ipotesi per la realizzazione di celebrazioni con i gruppi giovani collegate con le

tracce diocesane di pastorale giovanile.

ITINERARIO

L’itinerario è definito dal percorso 2018-19 delle tracce di pastorale giovanile che ha come filo

conduttore il tema de “La sete” e il brano di Gv 4 “L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo

di Sicar”. Le quattro tracce di celebrazione seguiranno lo sviluppo dei temi con riguardo allo

svolgimento dell’anno liturgico:

1. FAME E SETE: IL PANE DELLA VITA Incontro di preghiera nel tempo d’Avvento

2. LA BROCCA ABBANDONATA Celebrazione penitenziale

3. GESÙ UOMO, PROFETA, MESSIA, SALVATORE Un cammino a tappe per il tempo di

Quaresima

4. IMMERSI NELLA FONTE DELLA VITA Veglia di preghiera nel tempo di Pasqua

METODO

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Raccolta e analisi del materiale esistente:

- tracce di pastorale giovanile diocesane anni 2016-17 e 2017-18;

- tracce di celebrazioni già realizzate nella mia parrocchia con i gruppi giovanili e con la

comunità nei tempi di avvento e quaresima;

- commentari e preghiere inerenti il tema de “La sete” e il racconto della Samaritana;

- canti dal repertorio diocesano e nazionale inerenti i temi trattati.

Individuazione degli schemi celebrativi di ogni traccia e degli elementi da inserire.

Verifica e modifica delle ipotesi di celebrazione nel confronto, in diversi momenti, con animatori

dei gruppi giovani parrocchiali, con il mio parroco e con Don Roberto Grassi.

STRUMENTI

Queste ipotesi di celebrazione vorrebbero stimolare i gruppi giovanili ed i loro animatori a

celebrare attraverso diversi elementi:

- l’ascolto della Parola del Signore nelle Scritture proclamate, meditate e pregate;

- la preghiera dei Salmi in cui la Parola di Dio diventa preghiera dell’uomo, in cui la

preghiera personale si fa una sola voce con la preghiera di Israele, di Gesù, della

Chiesa, di tutte le chiese;

- altre preghiere che utilizzano a volte un linguaggio semplice, quotidiano e altre volte un

linguaggio poetico, evocativo;

- gli oggetti da osservare o toccare come veicolo per aiutare i giovani a penetrare un

significato, accostare un simbolo;

- i gesti ed i movimenti da compiere per essere coinvolti anche fisicamente nell’azione

simbolica e celebrativa;

- i canti che introducono e accompagnano i vari momenti della celebrazione;

- il silenzio che consente di interiorizzare i significati celebrati.

REALIZZAZIONE

All’interno del percorso formativo di un gruppo giovanile, le tappe celebrative sono i momenti in

cui ciò che è stato conosciuto, approfondito e discusso negli incontri di gruppo viene annunciato,

celebrato e vissuto nel dialogo con il Tu di Dio che ancora oggi parla al suo popolo.

La celebrazione sarà di aiuto alla crescita dei ragazzi quanto più risulterà connessa con quanto

emerso negli incontri del gruppo, quanto più verrà preparata con cura con e/o per i ragazzi, quanto

più sarà vissuta da loro con attenzione e partecipazione.

A questo scopo sarà necessario adattare le celebrazioni su misura del gruppo celebrante calibrando

bene testi, gesti e durata in modo da raggiungere la piena, attiva, consapevole partecipazione dei

presenti.

VERIFICA

Le ipotesi di celebrazioni, in fase di elaborazione, sono state verificate in diversi momenti nel

confronto con alcuni animatori dei gruppi giovani parrocchiali, con il mio parroco Don Ferdinando

Bonati e con Don Roberto Grassi.

Le ipotesi di celebrazioni sono state poi consegnate a Don Roberto Grassi come proposta per

l’ufficio diocesano della pastorale giovanile che le modificherà e utilizzerà se e come meglio

ritiene.

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