per-corso per formatori pastorali...2018/12/01 · 2 “per-corso per formatori pastorali” schede...
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SCHEDE OPERATIVE (completo)
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“PER-CORSO PER FORMATORI PASTORALI”
SCHEDE OPERATIVE PER AMBITI PASTORALI
INDICE
Introduzione di Don Umberto Cocconi p.4
1. Ambito catechesi e iniziazione cristiana
Scheda 1: “Moltiplicazione dei pani e dei pesci p.5
Scheda 2: “Matite nelle mani di Dio p.6
Scheda 3: “I doni dello Spirito Santo” p.9
Scheda 4: “Incontro rivolto ai genitori dei bimbi che iniziano catechismo” p.11
Scheda 5: “Discepoli di Emmaus” p.13
Scheda 6: “Progetto catechesi ragazzi post-Cresima” p.14
Scheda 7: “Incontro bimbi IV-V elementare” p.15
Scheda 8: “Ritiro per genitori e ragazzi prima comunione” p.17
Scheda 9 “Accettazione di se e del proprio ambiente con gioia” p.19
Scheda 10: “Chiamata di Levi” p.20
2. Ambito Caritas
Scheda 1: “Caritas: che cosa?” p.21
Scheda 2: “Tocchiamo il lebbroso” p.22
Scheda 3: “Donne e uomini in cammino” p.23
Scheda 4: “…Nessuno fra loro era bisognoso…” p.24
Scheda 5: “Tocca il lebbroso” p.25
Scheda 6: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico” p.27
3. Ambito Missione e Migrantes
Scheda 1: “Settimana Missionaria” p.28
4. Ambito Affari Economici
Scheda 1: “Il Crowdfunding” p.30
Scheda 2: “Procedure, direttive e dati di inventario” p.31
Scheda 3: “Ridare vita all’oratorio” p.33
5. Ambito Liturgia
Scheda 1: “Venite alla festa” p.36
Scheda 2: “Traccia per la Veglia della Trasfigurazione” p.38
6. AmbitoPastorale Sociale e Sanitaria
Scheda 1: “Creazione di una bacheca parrocchiale e di un PDA” p.39
Scheda 2: “La sfida dell’ascolto e della prossimità” p.42
Scheda 3: “Buona amministrazione e ricchezza” p.43
7. Ambito Pastorale Famigliare
Scheda 1: “Per una pastorale comunitaria” p.47
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Scheda 2: “L’ascolto in famiglia” p.49
Scheda 3: “Giornata di condivisione tra le famiglie” p.51
Scheda 4: “La Parola suona in mezzo a noi” p.53
Scheda 5: “L’importanza del gruppo” p.54
Scheda 6: “Incontro per giovani sposi” p.55
8. Ambito Pastorale Biblica
Scheda 1: Il linguaggio delle Parabole” p.57
Scheda 2: “Il Buon Samaritano” p.59
Scheda 3: “Incontro in Avvento” p.61
Scheda 4: “Vedere la Parola” p.63
Scheda 5: “Il figliol prodigo (Rembrant) p.64
9. Ambito Comunicazioni sociali e animazione piccole comunità
Scheda 1: “Adorazione eucaristica” p.65
Scheda 2: “Giovanni Paolo TV” p.67
Scheda 3: “Celebrazioni giovanili per le tracce pastorali Diocesane p.69
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INTRODUZIONE
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù.
Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento.
Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”
Non si può che essere felici ed orgogliosi nel leggere i diversi, i tantissimi elaborati che gli iscritti al
per-corso Formare i formatori hanno prodotto. Siamo in presenza di una vera enciclopedia pastorale
pratica. E' il frutto del lavoro che ha visto impegnati oltre 230 iscritti, quasi 50 coordinatori di
gruppo. E’ un per-corso che sta segnando profondamente la vita delle nostre comunità. Si è messo
in circolo nel dinamismo diocesano una ricchezza di competenze che stanno dimostrando la vivacità
del tessuto ecclesiale della nostra diocesi. Il metodo laboratoriale che ha visto la compartecipazione
di tanti attori sta dando i suoi frutti. E' davvero, la nostra una Chiesa, una comunità ricca di doni, di
carismi e di ministeri.
Di seguito potete trovare tutte le schede arrivate adatte alla fruizione in forma anonima. Questi
strumenti di lavoro predisposti a servizio degli animatori pastorali parrocchiali, sono il segno di una
comunità diocesana che alla luce dell'Evangelii Gaudium sta ripensando il suo essere Chiesa del
terzo millennio.
Un punto fondamentale dell’esortazione dell'Evangelii Gaudium è la dichiarazione della necessità
di una conversione pastorale e missionaria. “E’ ora di invertire il senso del cammino: non chiedere
ad altri di venire alla Chiesa, ma andare noi stessi verso gli altri, raggiungendoli dove sono, senza
misurare la loro qualità di fede o la loro morale; lasciare il porto sicuro per navigare in mare
aperto; non voler stare al centro o al di sopra degli uomini ma al loro servizio”. Una Chiesa
missionaria è quindi una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza
dell’incontro e della relazione. A cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo: “Solo grazie
a quest’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo
riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità [...] se qualcuno ha accolto questo
amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli
altri?” La parrocchia, si legge al n. 28, è la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e
delle sue figlie, il suo compito è e resta quello di annunciare Cristo e per fare questo ogni realtà
ecclesiale viene sollecitata ad uscire da se stessa e dai suoi schemi ripetitivi, mettendosi umilmente
in ascolto di quello che le capita intorno e lasciandosi interpellare. Possiamo allora affermare che la
vitalità autentica di una realtà ecclesiale, e la prima via attraverso la quale essa evangelizza, è la sua
stessa vita, la sua unione e fedeltà a Cristo, il suo servizio all’uomo, la trasparenza evangelica delle
sue scelte, economiche, caritative e sociali. Le nostre celebrazioni domenicali terminano con il
saluto “Andate e portate a tutti la gioia del vangelo” la testimonianza della gioia del vangelo che ci
pervade è lo strumento principale per dire nei nuovi areopaghi che la “buona notizia” è una proposta
capace di ridare senso alla vita. Anche in questa epoca, si legge al n. 150 di EG, la gente preferisce
ascoltare i testimoni: “ha sete di autenticità […] Reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio
che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l’Invisibile”. La persona alla quale
ci si rivolge attraverso l’evangelizzazione ha bisogno di incontrare uno sguardo libero, di amore,
senza calcoli e senza interessi, uno sguardo capace di osare il "nuovo".
Il Direttore, Don Umberto Cocconi
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1. AMBITO CATECHESI ED INIZIAZIONE CRISTIANA
SCHEDA 1:
MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI
Per bambini in preparazione della comunione
AMBITO: Iniziazione Cristiana
PREMESSA: L’incontro qui sotto elaborato parte dal brano riguardante la moltiplicazione dei pani
e dei pesci secondo il Vangelo di Luca. L’obbiettivo dell’incontro è di cercare di aumentare la
consapevolezza dei bambini di far parte di un gruppo attraverso la conoscenza più approfondita dei
membri che lo compongono. Si richiama questo brano di Vangelo perché in esso Gesù prima di
distribuire i pani alla folla, la fa dividere in gruppi più piccoli per far sì che ogni uomo si senta
persona con il proprio nome all’interno di una comunità e non uno dei tanti dentro alla moltitudine.
Inoltre l’incontro è stato collocato all’inizio dell’anno catechistico in cui si svolgerà la Prima
Comunione perché è utile anche per introdurre il tema dell’Eucaristia.
IDEA DI FONDO: Far fare ai ragazzi un’esperienza di condivisione e rinsaldare all’interno del
gruppo il senso di comunità, e in più, introdurre il tema del sacramento dell’Eucaristia.
DESTINATARI: Bambini nell’anno catechistico della Prima Comunione.
AMBIENTE: Anno catechistico.
OBIETTIVO: Far sentire il singolo appartenente ad un gruppo attraverso la conoscenza degli altri
membri del gruppo.
ITINERARIO:
1. Accoglienza: i ragazzi di tutti i gruppi dell’anno della Prima Comunione vengono accolti insieme
dai catechisti.
2. I ragazzi vengono suddivisi in gruppi misti di circa una decina di ragazzi.
3. Ad ogni gruppo viene data la seguente consegna: ogni bambino deve mettersi in coppia con un
altro membro del gruppo (possibilmente non il migliore amico) e raccontarsi a vicenda una storia di
se stessi che li rappresenti.
4. Finito il confronto ogni bambino all’interno del suo piccolo gruppo racconta la storia del suo
compagno come se fosse la sua (parlando in prima persona).
5. Il catechista, finita la condivisione, prende una micca di pane, la spezza e ne da una parte ad ogni
bambino.
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6. Tutti i gruppi ritornano a riunirsi insieme e viene letto il Vangelo di Luca 9,12-17
(moltiplicazione dei pani e dei pesci).
7. Commento al Vangelo: concentrarsi sul fatto che Gesù fa dividere in gruppi per farci sentire
persone con dei nomi e non dei numeri. Soffermarsi poi sulla distribuzione del pane e sulla lettura
del brano come simbolo e annuncio del Sacramento dell’Eucarestia che riceveranno per la prima
volta alla fine dell’anno catechistico.
8. Preghiera finale
9. Saluti
METODO: Suddivisione e lavoro in gruppi e rielaborazione comune
STRUMENTI: Strumenti materiali: pani in cesta di vimini e Vangelo
Strumenti di linguaggio: lavoro a coppie.
VERIFICA: A fine incontro i catechisti si confrontano su quanto è stato fatto, cercando di capire se
gli obiettivi sono stati raggiunti e se i ragazzi sono riusciti a confrontarsi tra di loro. Si analizzano i
pro e i contro delle attività svolte.
SCHEDA 2:
MATITE NELLE MANI DI DIO
Ragazzi preadolescenti di 11-14 anni
IDEA DI FONDO
“La piccola matita di Dio”
“Sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient'altro.
È Lui che pensa. È Lui che scrive.
La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
La matita deve solo poter essere usata.”
(Madre Teresa di Calcutta)
Per arrivare a sentirsi “matite nelle mani di Dio”, occorre partire con il chiedersi: chi è per me
Gesù? Sono disposto a lasciarmi guidare da Lui?
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Questo progetto è animato dalla fiducia nella capacità di crescita dei ragazzi: la proposta intende
cogliere le attese, i bisogni, le domande reali dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, e
accompagnarli con cura, provando a riscoprire insieme a loro un Vangelo appassionante, che sa
scatenare la vita e diventare fonte di orientamento per le loro scelte.
DESTINATARI
Il progetto è rivolto quindi a partire dai ragazzi che hanno fatto la Cresima la scorsa primavera,
quindi ai preadolescenti di 11-14 anni.
AMBIENTE
Il progetto prende avvio da uno spettacolo recitato dai preadolescenti alla fine dell’anno catechistico
appena concluso. La recita terminava con una canzone il cui testo riprendeva le parole di Madre
Teresa sopra citate. In quella occasione essi hanno preso coscienza, attraverso episodi della loro
quotidianità, che, per ciascuno di loro, Dio ha un preciso disegno.
OBIETTIVO
Comprendere che solo seguendo le orme di Gesù si può raggiungere la felicità. Aiutiamo pertanto i
preadolescenti a comprendere che Gesù ci indica una strada ben precisa e che attraverso la sequela,
possiamo realizzare il sogno che Dio ha su ciascuno di noi. L’obiettivo del percorso, che prevede tre
tappe, ha lo scopo di avvicinare gradatamente i preadolescenti alla conoscenza di Gesù mediante la
lettura della Parola e la sua attualizzazione. Piano piano essi prendono coscienza che Gesù parla alla
loro vita e che, fidandosi di Lui, li guida.
ITINERARIO
Il cammino è formato da almeno tre tappe. Ogni tappa può essere concretizzata con un minimo di
due incontri o più a seconda della voglia dei ragazzi di raccontarsi e porsi delle domande.
Quindi copre un periodo di 6-8 incontri o più.
1° tappa: “Le tentazioni” o le terribili spinte. (Bastano le cose per renderci felici? Voglio
essere il più forte e mi prendo gioco dei più deboli? Mi servo di Dio per realizzare i miei
progetti?) Lc.4,1-13
2°tappa: “All’amore non si resiste” (Gesù ci chiede di annunciare che c’è un amore senza
limiti e che noi possiamo farlo sperimentare) Lc.15, 11-32
3° tappa: “Niente sconti” ( “perchè i ragazzi, quando hanno fatto la Cresima, pensano che,
per divertirsi, per essere felici, bisogna filarsela quanto prima dalla parrocchia?”) Lc.22,39-
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METODO
Lettura del brano del Vangelo di Luca corrispondente alle varie tappe. Si può cominciare con il
metodo dei 4 colori, per sottolineare i personaggi del brano, le loro azioni, quello che fa o dice
Gesù.
-Breve spiegazione del brano
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-Attualizzazione con domande del tipo: “questo brano di Vangelo, c’entra anche con la mia vita?
Che cosa vuole dirmi Gesù?”
- Possibile utilizzo di brani musicali o spezzoni di film, o giochi che aiutino a comprendere il
messaggio del Vangelo
- I preadolescenti si raccontano ed entrano nel loro vissuto
-Momento finale di preghiera comunitario nell’angolo della preghiera.
Dopo la lettura del brano di Vangelo, le varie fasi dell’incontro possono avere una successione
variabile: si può cominciare dal film o dal gioco per arrivare al vissuto dei ragazzi o viceversa.
Questo perché è sempre meglio non essere prevedibili, ma saper sorprendere e non essere
soporiferi!
STRUMENTI
-Preparazione dei foglietti con il brano di Vangelo da leggere e con le domande relative
all’argomento per favorire la discussione
-Colori per le sottolineature
-Preparazione di testi di canzoni o di Dvd per la visione di film o parti di film
-Lettura di eventuali fatti di cronaca accaduti inerenti all’argomento
-Lettura di eventuali lettere scritte da coetanei prese da riviste come “Mondo Erre” o “Se vuoi” o
altre, inerenti agli argomenti da trattare
-Scelta di giochi adatti agli argomenti che favoriscono anche la coesione del gruppo e stimolano poi
la discussione.
-Eventuale partecipazione di testimoni disposti a parlare della loro esperienza riguardo ai temi
sopradetti
REALIZZAZIONE
-L’incontro si terrà in una sala della parrocchia, preparando l’ambiente in modo che sia il più
accogliente possibile.
-Il tempo previsto per l’incontro è di circa 90 minuti.
-È necessario avere a disposizione tutto il materiale in modo da non perdere tempo prezioso per
l’incontro.
-È importante stabilire bene i tempi dedicati alla lettura del Vangelo, alla sottolineatura delle parti
del testo e alla spiegazione (questo dipende anche dalla capacità di attenzione del gruppo): dai 20
minuti a non più di 30.
-Per la discussione e per le domande, è utile cercare di non uscire dal tema proposto. I
preadolescenti possono diventare dei fiumi in piena difficili da contenere ed è facile che con i loro
dubbi e domande, portino lontano.
-Se sono previsti canzoni o film, occorre avere i dispositivi adatti per l’ascolto o la visione pronti
per l’uso.
VERIFICA
Dopo lo svolgimento della prima tappa, può essere utile fare una verifica con gli altri catechisti di
annata per valutare quanto attivamente i preadolescenti hanno partecipato e se gli argomenti trattati
sono di loro interesse.
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SCHEDA 3:
I DONI DELLO SPIRITO SANTO
Per ragazzi in preparazione della Cresima
IDEA DI FONDO
Il cuore del progetto è rappresentato dai 7 doni dello Spirito Santo: Consiglio, Sapienza, Fortezza,
Intelletto, Pietà, Timor di Dio, Scienza. Il cammino verso i 7 doni sarà scandito dalle tappe di un
gioco di gruppo, al termine del quale si paleserà il fine del progetto.
DESTINATARI
I ragazzi del 5° ciclo di iniziazione cristiana, in preparazione alla cresima.
AMBIENTE
Casa della parrocchia in montagna (Pieve di Sasso), durante il ritiro di preparazione di un fine
settimana di settembre: quindi in caso di bel tempo gli ampi spazi circostanti, in caso di brutto
tempo le varie stanze a disposizione.
OBIETTIVO
Conoscere e riconoscere i 7 doni.
1. Consiglio: è il progetto di amore che Dio su ogni persona, ciò che lui si aspetta da ognuno; tutti
siamo bisognosi di consigli ma siamo anche consiglieri.
2. Sapienza: serve ad ordinare le cose della vita secondo una classifica giusta, riservando il primo
posto a Dio; la Sapienza permette di vedere con il cuore stesso di Dio; ci aiuta a distinguere il
bene dal male.
3. Fortezza: è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia; ci aiuta a resistere alle tentazioni
del male e a realizzare il bene.
4. Intelletto: ci aiuta a non essere superficiali, ad arrivare al cuore delle cose; al fine di conoscere
noi stessi, per capire a fondo gli altri, ma anche per leggere la Bibbia fra le righe e ricavarne un
nutrimento di vita (intelligenza spirituale).
5. Pietà: rimanda al latino “pietas”, l'amore famigliare tra genitori e figli; il dono della pietà porta a
fidarci di Dio con lo stesso abbandono di un bambino tra le braccia di mamma e papà; ci aiuta a
credere che Dio è padre buono e ci ama.
6. Timor di Dio: ci fa diventare consapevoli della grandezza di Dio; Egli è buono ma anche forte e
potente; a Lui si devono rispetto e ubbidienza.
7. Scienza: nella Bibbia è sinonimo di conoscenza e amore totale verso Dio: dall'amore per il
Creatore deriva l'amore per le creature. Il dono della Scienza insegna ad amare una persona se la
si vuole capire e anche Dio Lo si comprende solo amandolo; Scienza dunque è la luce per vedere
nelle cose e nelle persone la bellezza e la potenza di Dio, ma è anche la conoscenza che
scaturisce dall’amore; il cuore che ama comprende più della mente; il cuore si apre alla fiducia in
Dio e accetta anche ciò che non si capisce (prove e dolore).
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ITINERARIO
Introduzione ai doni dello Spirito Santo partendo dalla presentazione dei brani del Vangelo di Luca
3, 21-22 e 4, 16-19 (21Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre
pregava, si aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce
dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». /16Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed
entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia;
apertolo trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e
ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19e predicare un anno di graziadel Signore) e di Isaia 11,2 (Lo
Spirito del SIGNORE riposerà su di lui:Spirito di saggezza e d'intelligenza, Spirito di consiglio e di forza, Spirito di
conoscenza e di timore del SIGNORE.
Momento di riflessione comune e lancio del gioco L'APP dello Spirito Santo (gioco a stand).
Conclusione del gioco e verifica.
METODO
Il centro dell'attività è il gioco, attraverso il quale far conoscere ed approfondire il tema dei 7 doni e
il tema sempre presente della collaborazione e condivisione.
STRUMENTI
Serve la possibilità di dividere lo spazio a disposizione in 7 sottospazi all'interno dei quali poter far
sostenere le varie prove e dare la possibilità alle 7 squadre, nella parte conclusiva del gioco di
ritrovarsi per produrre l'elaborato finale.
Il grosso dell'attività è occupato dall'attività ludica, attraverso la quale far interiorizzare il
significato dei 7 doni e la necessità di dover collaborare in maniera creativa e fattiva per un fine
comune, non raggiungibile individualmente ma solo insieme ad altre persone.
REALIZZAZIONE
I ragazzi vengono divisi in 7 gruppi, a ciascun a squadra viene consegnato uno smartphone di
polistirolo. Ci sono 7 stand, uno per ognuno dei 7 doni dello Spirito; ogni stand è presidiato da un
catechista/animatore che presenta uno dei doni ed invita i ragazzi a superare la sua prova a tema per
poter ottenere l'app relativa. Ogni 10/15 minuti le varie squadre, al segnale concordato, devono
cambiare stand. Le prove sono individuali: chi supera la prova ottiene l'app del dono dello Spirito.
Al termine del giro dei 7 stand i membri di una squadra mettono in comune le app raccolte e
ricevono del materiale specifico per ogni dono in proporzione al numero delle singole app raccolte
(per es: 7 app della Fortezza corrispondono a 7 metri di spago; 3 app del Consiglio corrispondo a 3
bastoni ... e così via).
Con il materiale raccolto ogni gruppo deve produrre un oggetto/scultura rappresentativo di uno o
più doni dello Spirito Santo.
VERIFICA
È il momento della presentazione delle opere di ciascuna squadra.
L'opera così creata sarà la realizzazione concreta dell'idea (i 7 doni dello Spirito); alcuni gruppi
forse avranno dato più importanza ad un elemento rispetto ad un altro, dando vita ad opere che
rimanderanno visivamente ed intuitivamente ad un dono o ad alcuni doni in particolare (es. Pietà
piuttosto che Fortezza, Timor di Dio, ecc.).
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SCHEDA 4 (estratto):
INCONTRO RIVOLTO AI GENITORI
DEI BIMBI CHE INIZIANO IL CATECHISMO
Idea di fondo: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere il legno e
distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito” (A. de S.Exupery).
Far prendere coscienza ai genitori dell’importanza che l’iniziazione cristiana parta e avvenga
principalmente nelle famiglie luogo ideale in cui i bambini imparano a pregare, capiscono il senso
della carità, comprendono cos’è la vita di comunità (da Comunicare il Vangelo in un Mondo che
Cambia).
Destinatari: genitori di bambini che iniziano il catechismo in vista della Prima Comunione.
Obiettivo: far capire ai genitori quanto sia importante seguire personalmente come catechisti i
propri figli nel biennio di preparazione alla Prima Comunione.
Itinerario: incontro introduttivo motivazionale che precede la presentazione dell’itinerario
catechistico ed i successivi incontri formativi.
Metodo/strumenti: visione di un video (serve la disponibilità di un videoproiettore ed un
collegamento ad internet)/ lettura di brani biblici / confronto in piccoli gruppi
Realizzazione:
L’incontro viene introdotto dalla visione di un video “La fede: una questione di scarpe”
scaricabile da Youtube della durata di circa 6 minuti.
Cosa abbiamo colto dal filmato che abbiamo visto? Impressioni, considerazioni, sottolineature
a ruota libera. Nel caso vi fosse difficoltà ad avviare la discussione l’animatore potrà fare un
breve riassunto.
Ci confrontiamo poi con le Scritture dividendoci in gruppi (tempo 30 min.)
Vengono proposti i seguenti brani (per praticità riportati su dei foglietti):
1 Cor 15,3 (“vi ho trasmesso dunque, quello che anch’io ho ricevuto”)
2Tm 1,5; 3.14-15a (“Mi ricordo della tua fede, fede che fu prima nella tua nonna Loide, poi di tua madre
Eunice e ora, ne sono certo anche di te .. Rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo
da chi l’hai appreso e che fin dall’infanzia conosci le Sacre Scritture”)
Lc 2,22.40 (la famiglia di Nazareth, una famiglia come tutte, che fa conoscere l’amore del Padre)
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Lc 9,46-48 (mettersi al servizio dei piccoli)
Lc 18,15-17 (“lasciate che i bambini vengano a me”)
Alcune domande aiutano il confronto:
- E’ possibile trasmettere oggi la fede nelle nostre famiglie, ai nostri figli? In quale maniera si
può realizzare tale trasmissione?
- Quali segni rivelano nella nostra vita quotidiana, il fatto che siamo cristiani?
- Nel trasmettere i valori e la fede a volte si fanno errori, si creano tensioni, si vivono delusioni;
si deve parlare di fallimento quando i frutti non si vedono?
Al termine del confronto ogni gruppo porterà all’assemblea unitaria un breve sunto o una
considerazione che riassuma quanto emerso.
Al termine (tutti insieme) preghiera conclusiva:
Signore Dio, che sei Padre per tutti noi, accogli la preghiera che nasce dal cuore,
aiuta e sostieni le nostre famiglie nell’essere luoghi di trasmissione fedele e gioiosa della fede;
dona ai genitori di essere attenti al cammino dei loro figli,
di discernere con loro il disegno di Dio, di non arrendersi di fronte alle fatiche, agli insuccessi, alle prove.
Signore Gesù, tu che hai riempito con la tua presenza la casa di Nazareth,
dona alle nostre famiglie di riconoscere la presenza e l’opera di Dio in loro;
tu che sei tornato a Nazareth e lì hai vissuto, concedici di riconoscere nella quotidianità dell’esistenza
la presenza operante della tua redenzione. Spirito Santo, scendi con i tuoi doni su ciascuno di noi
e sulle nostre famiglie: ai genitori, chiamati a trasmettere la fede ai loro figli,
fa giungere il dono del tuo consiglio; ai figli che avvertono la ricchezza
e la delicatezza della loro età, comunica il dono della tua sapienza
per riconoscere le intuizioni e i suggerimenti che portano a compiere il volere di Dio.Amen
(Cardinal C.M. Martini)
Viene lasciato per la riflessione a casa questo scritto tratto dall’Epistolario di S.Giovanni Bosco
(che verrà utilizzato poi come introduzione nel successivo incontro di presentazione del cammino)
“Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore. Amate i vostri figli, gli allievi, i fedeli; amateli più di voi stessi, amateli
gratuitamente, alla maniera di Dio, regalate loro l’amore. Voi ci direte che li amate, forse anche troppo. Credo
sia importante allora capire veramente di quale amore dobbiamo amarli; perché c’è anche l’amore sbagliato,
falso ed egoistico. Dobbiamo amarli come persone, perché sono tali: immagine del Dio vivo. Capaci di
intelligenza e volontà, di sentimenti e di santità. Alle volte noi li amiamo perché ci ubbidiscano, perché siano
nostri dipendenti o alleati, perché ci saranno utili in seguito; li amiamo quando ci amano, oppure per farci
perdonare i nostri egoismi e ingiustizie. L’more vero invece ce li fa amare anche quando non lo meriterebbero
perché sono cattivi, non prendono bei voti, sbagliano, rispondono male, si ribellano. Lo so che un amore così non
è facile. Per questo vi ripeto che soltanto Dio ci può insegnare l’arte di amare come Lui e di educare. Dobbiamo
invocarlo, ascoltarlo, farci da Lui aiutare. Amiamoli, perché sono di Dio, da Lui amati e salvati come noi, figli
suoi prediletti. Amiamoli come vorremo essere amati.”
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SCHEDA 5:
DISCEPOLI DI EMMAUS
(ragazzi in preparazione alla Cresima)
OGGETTO: momento di riflessione sul brano del vangelo i discepoli di Emmaus proposto ai ragazzi
di prima media in preparazione della Cresima
Un cammino iniziato quattro anni fa in cui con i ragazzi abbiamo fatto un pezzo di strada assieme alla
scoperta di un amico speciale “ GESU”
Il camminare, la strada, gli incontri (intesi come testimonianze) hanno caratterizzato i nostri momenti
assieme.
Per il ritiro rivolto ai Cresimandi ho tratto spunto dal vangelo di Luca i discepoli di Emmaus con lo
scopo di far capire ai ragazzi che Gesù è sempre vicino a noi .
Ci invita a non aver paura ad affrontare i cambiamenti nel modo di vivere, a non essere pigri ma a
superare le difficoltà donandoci nuova forza.
Ci invita a non essere superficiali ma ad approfondire la sua conoscenza, per vivere come lui ci ha
insegnato
Verrà consegnato ai ragazzi un ciclostilato con alcune riflessioni sul brano del vangelo.
( allegato )
L’incontro si terrà in due momenti sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio nei locali
dell’oratorio
Accoglienza dei ragazzi alle 15 che si ritrovano dopo la pausa estiva
Proposta di un gioco : (allegato)
Momento di preghiera iniziale salmo 136
In ascolto della parola di Dio
I discepoli di Emmaus Luca 24,13-29
Segue riflessione insieme ci spostiamo poi in chiesa per concludere questa prima parte con preghiera
di invocazione allo spirito santo a cui parteciperanno anche i genitori, verrà consegnata ai ragazzi una
piccola lanterna per ricordare che Gesù è la luce del mondo
Domenica ritrovo tutti alla messa poi pranzo insieme
Nel pomeriggio consegna schede sui doni dello spirito santo
Proiezione di un film
“L’uomo che piantava gli alberi”
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SCHEDA 6:
PROGETTO CATECHESI RAGAZZI POST-CRESIMA
INTRODUZIONE:
Brano evangelico Luca, cap. 12
IDEE DI FONDO:
La scoperta della bellezza di essere cristiani, che tra le altre cose , ci rende consapevoli di avere un
Padre che provvede ai nostri bisogni più profondi. La scoperta della bellezza liberatoria delle parole
di Gesù e del suo Vangelo.
DESTINATARI:
Ragazzi post-cresima ancora in formazione catechetica, anche di diverse parrocchie, o che abbiano
ricevuto il sacramento della Confermazione da un anno o due; quindi ragazzi dagli 11 ai 13 anni, e
loro amici coetanei che riuscuranno a coinvolgere , compresi anche non credenti o appartenenti a
famiglie di altre fedi.
AMBIENTE:
Non deve essere per forza un luogo legato alla parrocchia, tranne le occasioni in cui i ragazzi
presenti non siano tutti della stessa parrocchia e che preferiscano un ambiente loro familiare. Può
essere un luogo diverso dalla parrocchia di origine, visto che consideriamo il gruppo composto di
ragazzi di varie parrocchie. Si potrebbero usare sale proiezioni, o anche locali adibiti a piccoli teatri.
Se vengono coinvolti anche amici coetani conviene scegliere ambienti non legati alla diocesi.
OBIETTIVI:
Obiettivi a breve o medio termine è provare a tenere i ragazzi in contatto tra di loro cercando
occasioni di esperienze vissute in comune che possano consolidare in loro un sentimento di
amicizia. Scopo ultimo potrebbe essere quello di creare tra loro una amicizia fondata sulla simpatia
comune per la persona di Gesù, per le sue parole, avendo come punto di partenza la scoperta di un
PADRE comune che conosce i loro problemi, e che promette la sua paterna protezione. Altro punto
di partenza del loro stare insieme è fondare la loro amicizia sulla parola di Gesù: “ Nessuno ha un
amore più grande di questo: Dare la vita per i propri amici”. Obiettivo finale è la scoperta di quale
sia il proprio posto all'interno della comunità cristiana. (Vocazione).
ITINERARIO. METODI. STRUMENTI:
Visto che si cerca di unire i diversi gruppi di ragazzi di diverse parrocchie, può essere utile, nei
primi incontri, preparare una buona accoglienza con una presentazione singola di ogni ragazzo, dare
occasione di farsi conoscere e far emergere le singole personalità e caratteristiche. Periodicamente
si possono organizzare incontri in pizzerie o luoghi simili con presenza di chitarre o altri strumenti
musicali, usati dagli stessi ragazzi, per stare insieme con canti e cene, favorendo la socializzazione,
dopo un breve programma di catechesi. Favorire la discussione su alcuni temi di attualità, (
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bullismo a scuola o sui social network, sesso esplicito sui mass-media e internet, dipendenze da
alcol e droghe, ecc.) in compagnia anche di esperti dei vari argomenti.
Far conoscere alcuni giovani testimoni della fede, anche con supporti video, documenti, film ,ecc.
Far conoscere esempi di vita di giovani che si sono abbandonati all'amore del PADRE con fiducia
come ad esempio : Chiara Luce Badano! Organizzare incontri con giovani che già hanno scelto un
loro percorso di fede: giovani appartenenti a vari movimenti ecclesiali: penso ad esempio ai Gen del
Movimento del Focolare; scout ; giovani attivi nella Caritas diocesana. Altri ragazzi che sono a
contatto con esperienze di povertà e emarginazione, come i “Cavalieri della Luce” di Nuovi
Orizzonti, o esponenti giovani della Comunità di Sant' Egidio , già presenti e operanti in Parma.
Come cadenza gli incontri potrebbero essere ogni due settimane, ma non col giorno della settimana
prefissato , per dare più libertà per vari programmi scolastici, culturali, sportivi di ogni singolo
ragazzo.
REALIZZAZIONE . VERIFICA:
Gli incontri di organizzazione e verifica potrebbero avere una cadenza mensile. Si può coinvolgere
negli incontri di organizzazione e verifica anche qualche ragazzo o ragazza che abbia dimostrato
sensibilità e interesse particolari agli eventi e che potrebbe avere più talento nel coinvolgere i
coetanei. Al lavoro!
SCHEDA 7:
INCONTRO BIMBI IV-V ELEMENTARE
Idea di fondo: Partendo dalla consapevolezza che il cuore dei bambini è già pieno di domande
grandi che desiderano condividere e alle quali dare una risposta, abbiamo pensato di proporre una
esperienza che testimoni, nella semplicità della nostra amicizia, la Vita Nuova e la Speranza che ha
toccato e mosso il nostro stesso cuore.
Destinatari: bambini di IV e V elementare. Vengono invitati all’inizio dell’anno tramite
comunicazione della Parrocchia.
Ambiente: oratorio
Obiettivo: creare un gruppo di amici che possano sentirsi accolti e voluti bene e che continuino
l’esperienza anche dopo la scuola primaria (e la Cresima) attraverso il gioco, la riflessione,
l’ascolto, la consapevolezza che c’è un modo di stare insieme più bello: quello che ci ha insegnato
Gesù.
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Itinerario, metodo, strumenti realizzazione: l’itinerario proposto è cominciato due anni fa e si
basa sull’esperienza, per noi molto preziosa, di un gruppo, ormai consolidato da anni di lavoro, di
Buccinasco (Milano).
Gli incontri sono la domenica mattina a cadenza quindicinale.
I bambini vengono accolti alle 10.00 con una piccola ma curata merenda.
Ci si saluta, si scambiano due chiacchiere. L’accoglienza è un momento importante: rivela
l’attenzione dell’adulto nei confronti del bambino. Si legge un brano tratto dal testo, si fanno alcune
riflessioni (sono i bambini a farle, gli adulti intervengono il meno possibile).
Si gioca. I giochi sono pensati e organizzati in base al testo che si leggerà.
Si dà un giudizio sul gioco: come è stato? Come siamo stati noi? C’è un altro modo per fare le cose,
tutte? Anche in questo caso sono i bambini a parlare. Quello che viene detto viene scritto su un
grande foglio (un rullo, che fa da memoria storica) per dare la possibilità di fissare le loro riflessioni
che diventeranno poi spunto di lavoro (specialmente per noi adulti).
Si fanno un canto e una preghiera solitamente con il nostro parroco, che passa a salutarci.
Si va alla Santa Messa.
Alla fine dell’anno viene fatta una gita (momento molto atteso) che dura tutto il giorno
I primi incontri dell’anno (due o tre) sono dedicati al gioco e all’accoglienza/conoscenza dei
bambini. Questo permette di comunicare, riflettere e gettare le basi per tutto l’anno su:
-seguire la guida
-stare insieme
-far fatica
-ascoltare
Si entra nel vivo del lavoro: si propone una storia che li coinvolga, che faccia da filo conduttore e
su
cui lavorare fino alla fine dell’anno.
Nella nostra breve esperienza abbiamo lavorato su:
Oggi voglio portarvi tutti in Paradiso. San Francesco e il perdono di Assisi
Con gli occhi di Marcellino. Le domande grandi dei bambini.
Sono due mostre presentate al Meeting di Rimini.
Verifica: la verifica è continua.
Alla fine di ogni incontro, seppur brevemente, ci scambiamo alcune considerazioni su come è
andata. Gli incontri sono pensati e organizzati, insieme ad alcuni ragazzi delle superiori e
dell’università, qualche giorno prima dell’incontro coi bambini. Ci si trova per preparare i giochi,
leggere un testo che ci aiuti, riflettere e dare un giudizio sull’esperienza che si sta vivendo. La fase
di preparazione, confronto e riflessione tra di noi è fondamentale. La verifica finale viene fatta con
il parroco. La VERIFICA, quella vera, sta nei rapporti che si creano tra tutti noi, adulti e bambini e
nel desiderio che questa esperienza (a volte sconclusionata e traballante ma sempre bellissima)
prosegua.
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SCHEDA 8:
RITIRO PER GENITORI E RAGAZZI PRIMA DELLA COMUNIONE
Accoglienza
Questo momento è decisamente importante, poiché all’arrivo si è tutti un pochino intimiditi, quindi
ritengo che curare molto questo primo approccio possa aprire la strada ad un lavoro proficuo e
piacevole. Come abbiamo appreso nell’incontro con il dott. Armiento curare l’aspetto e la
presentazione dell’incontro predispone le persone alla positività, quindi essere pronti un po’ prima
dell’orario di incontro, accogliere con sorriso e scioltezza le famiglie può creare subito empatia e
predisporre a collaborare con più
entusiasmo.
S. Messa
Preparare insieme ai bambini che parteciperanno attivamente, magari avere un confessore per i
genitori in modo che possano comprendere meglio il sacramento che stanno per ricevere i ragazzi.
Dividere in gruppi
Gli adulti avranno un incontro con il coordinatore dei catechisti che avrà cura di preparare e
organizzare il tempo e gli argomenti che verranno discussi partendo dal Vangelo della domenica
oppure da un brano scelto per l’occasione. Alla fine del lavoro del gruppo genitori sarebbe bello se i
catechisti si intrattenessero un attimo con i papà e le mamme, sottolineando come i ragazzi sappiano
essere profondi nei momenti degli incontri catechistici ed incoraggiarli per il grande lavoro
educativo che stanno vivendo, valorizzando l’impegno dei piccoli che ci hanno affidato.
Lavoro
Questa parte riguarda i ragazzi che saranno coinvolti in un lavoro a tema che tenterà di guidarli
verso la Confessione, lo spunto sarà il Vangelo di Luca 15,11-32 e inizieranno un breve percorso di
consapevolezza della fragilità umana e di conoscenza dell’infinito amore del Creatore.
Dopo avere letto insieme la parabola, inizia l’analisi dei personaggi:
Spiegando prima brevemente che quando ci accostiamo ad una parabola dobbiamo ricordare sempre
che possiamo essere, noi stessi, tutti i personaggi, non dobbiamo mai dimenticare che con i nostri
comportamenti, diversi in ogni situazione che viviamo, assomigliamo a tutti i personaggi, sia in
positivo che in negativo.
Il FIGLIO MINORE
• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?
• Perché decide di andarsene da casa?
• Cosa lo fa "rientrare in sé"? Perché decide di tornare a casa?
• Come si sarà sentito avvolto nell'abbraccio del Padre?
• Sarà cambiato il suo modo di vivere con il Padre?
IL PADRE
• Quali sentimenti prova all'inizio del racconto?
• Cosa prova quando il figlio minore è lontano da lui?
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• Quali sentimenti prova mentre lo vede arrivare?
• Perché decide di perdonarlo?
• Quali sentimenti prova nei confronti del figlio maggiore?
• Quali sono le priorità? Il patrimonio, i suoi averi, i suoi figli..?
IL FIGLIO MAGGIORE
• Quali saranno stati i suoi sentimenti alla notizia della partenza del fratello?
• Quali sono i suoi sentimenti al ritorno del fratello?
• Quali sono i suoi sentimenti nei confronti del padre?
DISCUSSIONE
Dopo aver lasciato il tempo per il lavoro si procede con la lettura degli elaborati, soffermandosi sui
punti salienti, commentando e guidando l’analisi:
Quale personaggio agisce "rettamente"?
Da quale personaggio ti senti maggiormente rappresentato?
È sempre facile perdonare?
Quando non lo è?
Come ci sentiamo quando siamo noi a ricevere il perdono?
Qual'è la cosa più importante quando chiediamo perdono?
Con osservazioni sui personaggi:
ci comportiamo come il fratello minore quando ci allontaniamo dalle persone che ci vogliono bene,
quando pecchiamo. Ma anche quando con umiltà torniamo a chiedere perdono.
Ci comportiamo come il Padre, quando accogliamo le persone che ci stanno intorno, anche se ci
hanno fatto del male, e le perdoniamo.
Ci comportiamo come il figlio maggiore quando pensiamo di fare la cosa giusta, ma in realtà siamo
ciechi, e non vediamo che la vera gioia è vivere con il padre!
La Confessione
Riceveranno il Sacramento e dopo i Catechisti consegneranno un piccolo e significativo ricordo del
prezioso dono ricevuto.
Pranzo
Anche questo momento dovrà essere di grande condivisione per cui ognuno porterà il suo
contributo, insieme è più bello, per i ragazzi vedere i genitori che collaborano in amicizia è uno
stimolo importantissimo.
Giochi
Il momento ludico per loro è sempre motivo di grande gioia, se poi vengono coinvolti anche
mamma e papà il successo è garantito.
Saluti
Ringraziare e salutare singolarmente ogni famiglia sottolineando l’importanza del momento
comunitario ed essere molto grati per la disponibilità dimostrata, lascia un ricordo bello ed
indelebile di una giornata speciale dedicata ai loro piccoli.
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SCHEDA 9:
“ACCETTAZIONE DI SE E DEL PROPRIO AMBIENTE CON GIOIA!”
Destinatari: Bambini 5a elementare e 1a media
Ambiente: Oratorio e attività catechistica
Obbiettivo: Stimolare i bambini e le proprie famiglie alla riflessione
Itinerario:
-Lettura e drammatizzazione della favola per bambini “UN PESCE E’ UN PESCE” di Leo Lionni
“La storia di un'amicizia tra un girino e un pesciolino che sott'acqua si "vedono" crescere, ma la
rana è anfibia e può, con grande dispiacere del pesce, godere di acqua e di terra e così scoprire di
poter appartenere a mondi diversi. Anche gli amici possono provare invidia, ma non possono
sfidare le leggi della natura: fuoriuscire dal proprio habitat e rischiare la vita è una mossa
maldestra ma istruttiva per accettare e valorizzare la propria condizione. Un pesce è un pesce”
-Lettura e comprensione della Parabola della Moneta Perduta
-Confronto tra la favola e la parabola di Luca chiedendo ai bambini quali secondo loro sono i punti
in comune.
-Alla fine dell’incontro verrà consegnato ad ogni bambino una scheda contenente la Parabola di
Luca e la seguente domanda che dovrà essere rivolta alla propria famiglia e che riassume lo scopo
del progetto:
NELLA NOSTRA FAMIGLIA ABBIAMO PERSO DELLE MONETE? LE ABBIAMO
CERCATE? LE ABBIAMOTROVATE?
-Le risposte saranno oggetto dell’incontro successivo.
Metodo: coinvolgimento iniziale dei bambini e finale delle famiglie con analisi e riflessione
Strumenti: Utilizzo del VANGELO DI LUCA, del libro “UN PESCE E’ UN PESCE”, di un
videoproiettore per proiettare le immagini dei testi, della recitazione e della musica.
Realizzazione: Il progetto realizzato ad inizio anno catechistico.
Verifica: Il progetto è inizialmente indirizzato a due classi e una volta portato a termine ci sarà un
confronto nel gruppo catechistico per valutarne la riuscita, apportare eventuali modifiche per
indirizzarlo anche ai più piccoli ed eventualmente ideare altri incontri utilizzando lo stesso schema
ma con testi e/o supporti differenti cercando di coinvolgere sempre di più i genitori.
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SCHEDA 10:
CHIAMATA DI LEVI
(catechesi bambini elementari)
IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI ,MA I PECCATORI ,PERCHE’ SI CONVERTANO LC 5 ,27-32
Finalmente Evangelii Gaudium ci insegna ad uscire, a trasmettere la gioia che il vangelo ci dona
ogni giorno. Gesù si rivolge a tutti e noi dobbiamo annunciarlo, è un annuncio di bene, di amore e
di gioia. Soprattutto nella catechesi bambini e ragazzi: noi mettiamo i semi, mettiamo il lievito,
convinti che poi qualcuno lavorerà. Ci siamo rese conto proprio in questo corso che in parrocchia
c’è estremo bisogno di rinnovarsi, di coinvolgere con gioia: invitiamo i ragazzi a pregare, a
celebrare il credere, ma loro devono prima imparare a credere; la parrocchia deve diventare il luogo
dove fanno esperienza dell’amore di Cristo.
Fare catechismo come scuola, come imposizione, allontana: finita la Cresima scappano.
Alla luce di questa constatazione, nasce l’idea del nostro progetto.
IDEA assumendo l’incarico di aiuto coordinatrici catechesi, progettiamo il primo incontro con le
catechiste. Vorremmo incoraggiare le catechiste a prendere piena coscienza e responsabilità del
ruolo, staccandosi dai sussidi fino ad ora forniti per approfondire di più il Vangelo direttamente,
leggendolo ai bambini. Nel Vangelo c’è tutto.
DESTINATARI catechiste della Trasfigurazione
AMBIENTE salone parrocchiale
OBIETTIVO rinnovare il percorso catechistico della parrocchia, partendo dai primi 2 anni di 2^ e
3^ el. (medio termine) per arrivare nell’arco di 3 anni al gruppo cresima (lungo termine)
ITINERARIO fissare un incontro mensile con le catechiste per
1) Leggere e spiegare le parti di Vangelo che faranno nei 4 incontri settimanali coi bambini.
2) Organizzare e calendarizzare attività di gruppo (film, giochi)
METODO - cartelloni con domande per spiegare le parabole e stimolare gli interventi
-piccoli sketch fatti dai bambini (recitiamo la parabola)
-proposte di lavoro manuale in collaborazione adulti /ragazzi
-proposte di uscite (mensa dei poveri, case di riposo, cav)
STRUMENTI Vangelo, Bibbia, filmati, cartoncini, pennarelli e altro
REALIZZAZIONE nei giorni di catechismo, 1 volta alla settimana e 3/4 domeniche all’anno dopo
Messa coinvolgere le famiglie e organizzare pranzo e pomeriggio insieme in oratorio.
VERIFICA mensile in ogni gruppo, passando nelle aule, chiedendo ai bambini cosa hanno colto e
alle catechiste le difficoltà incontrate.
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2. AMBITO CARITAS
SCHEDA 1:
CARITAS: “CHE COSA?”
13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e
discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di
riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si
fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non
sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Luca 24, 13ss
Proposta per i membri del Consiglio Pastorale della Nuova Parrocchia
IDEA DI FONDO
La Caritas organizza una seduta del consiglio pastorale parrocchiale per “parlare di Caritas” partendo
dal brano di Emmaus, che ci chiede di passare da forestieri a persone capaci di riconoscere Gesù,
lasciandoci scaldare il cuore dalla Sua Parola e diventando suoi commensali
DESTINATARI
La comunità cristiana
AMBIENTE
Riflettere sul ruolo della Caritas nella comunità cristiana
OBIETTIVO
Confrontarsi con il Consiglio Pastorale Parrocchiale per crescere insieme nella consapevolezza del
ruolo della Caritas
ITINERARIO
Un incontro nel quale:
Si chiede ai membri del Consiglio: a tuo avviso cosa serve la caritas qui da noi? Cosa sta facendo?
Cosa deve fare in parrocchia?
Si chiede ai membri: a tuo avviso la Caritas sta lavorando bene? Può insegnare qualcosa a tutta la
parrocchia?
la caritas parrocchiale si racconta: noi facciamo....mettendo in evidenza sia tutto il bello che si vive e i
problemi che incontra.
Si individua assieme un obiettivo che la parrocchia deve mettere a tema a proposito della grande area
“della Carità” e quale può/deve essere il ruolo della Caritas in questo percorso
METODO
Un incontro preparato dal consiglio pastorale con gli animatori della Caritas
VERIFICA
Sarebbe opportuno verificare l’obiettivo che nell’incontro è stato condiviso
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SCHEDA 2:
TOCCHIAMO IL LEBBROSO Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: 'Signore,
se vuoi puoi guarirmi'. Gesù stese la mano e lo toccó dicendo: 'Lo voglio, sii risanato'. E subito la lebbra scomparve da
lui" (Luca 5,12-14).
Proposta per la Comunità Cristiana
IDEA DI FONDO
La Caritas propone un percorso di sensibilizzazione per l'intera comunità cristiana per stimolare ad
incontrare l'altro, a riconoscerlo come membro della famiglia di Dio e a prendersi cura dei più
fragili.
DESTINATARI
La propria comunità cristiana
AMBIENTE
Proporre gesti di prossimità nel territorio della propria comunità, nel quartiere o nel paese dove si
abita
OBIETTIVO:
Far incontrare le persone e accorciare le distanze che spesso ci allontanano. Far crescere il senso di
comunità
ITINERARIO
Va diversificato fra piccole comunità dei paesi e le comunità che abitano la città.
Nei paesi dove ci si conosce tutti, è importante lavorare sui rapporti che già ci sono e chiederci chi
sono le persone che hanno bisogno: anziani, malati, stranieri che abitano, disoccupati, …. e
inventarsi gesti semplici di attenzioni.
Nella città, forse bisogna interrogarsi su come “accorciare le distanze” nel quartiere, nel palazzo,
nella via...come farci antenne…
METODO
La proposta va fatta al Consiglio Pastorale e si può utilizzare, ad esempio il tempo di Quaresima,
tempo privilegiato per la conversione.
REALIZZAZIONE
Preparare dei gesti da proporre alla domenica alle persone che vengono a celebrare l'eucaristia per
continuare a spezzare il pane con i fratelli e le sorelle in difficoltà
VERIFICA
A fine anno, raccontarsi come è stata recepita la proposta, che ha sortito e come si può continuare.
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SCHEDA 3 (estratto):
DONNE E UOMINI IN CAMMINO
“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
Gerusalemme, di nome Emmaus…” Lc 24,13
Proposta per la Comunità Cristiana
IDEA DI FONDO
Metterci in gioco con le nostre certezze ma anche con dubbi, perplessità, interrogativi e desideri. Il
racconto si apre con i due discepoli che si allontanano a testa china da Gerusalemme (Lc 24, 13), si
chiude con gli stessi che di corsa e pieni di gioia tornano a Gerusalemme annunciando a tutti di
avere incontrato il Signore e di averlo riconosciuto nello spezzare il pane. (Lc.24,35). L’immagine
del cammino ci porta anche a tener conto di passi e ritmi diversi. Chi parte meno svantaggiato
dovrebbe essere in grado e motivato ad essere prossimo e sostenere chi è in difficoltà materiale e
morale al fine di prevenire povertà, isolamento, abbandono. Ogni essere umano ha diritto ad avere
uguali opportunità per poter vivere in autonomia e dignità.
DESTINATARI
Gli operatori Parrocchiali
OBIETTIVO
- Allargare la solidarietà e far crescere una carità di popolo
- Educare l’intera comunità ad essere pronta e prossima a chi è nel bisogno
- Impegnarsi per prevenire l’emarginazione
ITINERARIO
- Conoscenza capillare del territorio
- Incontri con consiglio pastorale
- Gruppo giovani
- Gruppo famiglie
- Confronto con altre Parrocchie del territorio
- Confronto con le realtà di volontariato presenti
METODO
Valorizzare gli incontri anche occasionali che possiamo fare nella strada della nostra vita.
REALIZZAZIONE
Incontri locali e diocesani per confrontarsi
VERIFICA
Incontro di fine anno per valutare progressi o incognite e progettare il proseguimento del cammino.
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SCHEDA 4:
“… NESSUNO ERA FRA LORO BISOGNOSO …” (Atti 4, 32-37)
Proposta per la Comunità Cristiana
IDEA DI FONDO
Le Caritas parrocchiali devono sviluppare nelle comunità ma anche nel territorio, nella società
civile, una cultura della solidarietà e del dono (…nessuno infatti era tra loro bisognoso) per vincere
l’individualismo, la chiusura nel proprio privato e favorire quindi l’apertura e la generosità per
mettersi a disposizione del fratello in difficoltà, ciascuno secondo le proprie possibilità, scoprendo
che ….c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per una gioia, un appagamento che va ben oltre il
possedere o il godere di beni materiali (nessuno considerava sua proprietà quello che gli
apparteneva)
DESTINATARI
I collaboratori parrocchiali in prima istanza, ma poi è necessario allargare il messaggio alla
comunità: adulti, famiglie, bambini, ragazzi, giovani (la moltitudine di coloro che erano diventati
credenti)
AMBIENTE
Per i bambini, ragazzi, l’attività di Catechesi e la scuola. Per gli adulti e le famiglie, gli ambienti
parrocchiali e altri spazi ritenuti idonei.
OBIETTIVO
In una visione di comunità educante:
- il primo obiettivo è l’informazione: conosciamo la realtà delle persone in difficoltà? I
numeri? I bisogni?
- Il secondo è saper vedere con occhi nuovi, attenti; con questi occhi nuovi, alleniamo il
cuore a mantenersi aperto
- Il terzo obiettivo è il passo in avanti: posso fare qualcosa? Anch’io, nella mia povertà ho
qualcosa da donare (Con grande forza gli apostoli davano testimonianza alla risurrezione
del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore)
ITINERARIO
Prevede tre possibili piste:
- con la comunità coinvolgendo gli animatori giovani e i catechisti per preparare un incontro
con gli operatori Caritas
- con la scuola
- con le famiglie per riflettere sull’uso del tempo
METODO
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Proporre ai destinatari del messaggio piccoli impegni e gesti concreti per imparare e assaporare il
gusto del dono.
STRUMENTI
Per bambini e ragazzi: organizzazione di raccolte e piccole rinunce dopo aver presentato e riflettuto
su situazioni di bisogno.
Si potrebbero organizzare visite alle case della carità, alle mense, dormitori (con tutta la
discrezione del caso).
Per famiglie: visite al Centro di aiuto alla vita, prestare qualche piccolo servizio nella cura del
vestiario
REALIZZAZIONE
1° Incontro tra gli operatori Caritas e il Parroco per illustrare il progetto ed essere uniti nella volontà
di portarlo avanti (…aveva un cuor solo e un’anima sola)
1-2 Incontri con i catechisti ,animatori e insegnanti delle scuole per condividere il progetto e
trasmettere ai ragazzi lo stesso messaggio stabilendo insieme a loro modalità e tempi di attuazione.
2-3 incontri con le famiglie e con esperti sui temi dei cambiamenti degli stili di vita
VERIFICA
Un progetto di questa portata richiede almeno due anni e una verifica potrebbe essere fatta su un
cambio di mentalità e un impegno concreto a partire dalle giovani generazioni.
SCHEDA5:
TOCCA IL LEBBROSO (Luca 5,12-14).
Proposta per i giovani
IDEA DI FONDO “la risposta di Dio al povero è sempre un intervento di salvezza per curare le ferite dell’anima e del corpo, per
restituire giustizia e per aiutare a riprendere la vita con dignità. La risposta di Dio è anche un appello affinché
chiunque crede in Lui possa fare altrettanto nei limiti dell’umano. Tuttavia può essere un segno di condivisione per
quanti sono nel bisogno, per sentire la presenza attiva di un fratello e di una sorella. Non è un atto di delega ciò di cui i poveri hanno bisogno, ma il coinvolgimento personale di quanti ascoltano il loro grido. La sollecitudine dei credenti
non può limitarsi a una forma di assistenza – pur necessaria e provvidenziale in un primo momento –, ma richiede
quella «attenzione d’amore» che onora l’altro in quanto persona e cerca il suo bene.” Francesco , Giornata mondiale dei Poveri 2018
DESTINATARI: I giovani
AMBIENTE
Proporre ai giovani di incontrare “il lebbroso” laddove vive
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OBIETTIVO:
Far incontrare i giovani con un mondo di esclusi, di innominabili, di invisibili che vivono a Parma,
per scoprire che sono “persone”, che è possibile incontrare per creare buone relazioni. Allenarli ad
avere occhi e cuore aperti anche nel loro quotidiano
ITINERARIO
Incontri esperienziali nei luoghi dove gli “innominati “vivono per “toccare con mano”
Si potrebbe fare un incontro al mese
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano dell’ospedale alla celebrazione dell’Eucaristia e per
animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale
umanità lui tocca”
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano di una RSA oppure il quarto piano della casa dei
Saveriani) alla celebrazione dell’Eucaristia e per animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il
cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale umanità anziana lui tocca”.
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare il cappellano del carcere alla celebrazione dell’Eucaristia e per
animare la celebrazione, al termine della quale ci si ferma con il cappellano e gli si chiede di raccontarci “quale
umanità che ha commesso reati lui tocca”
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore nel dormitorio (e/o nella mensa) Caritas per vivere un
momento”normale” della mensa/dormitorio e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di
raccontarci “come è l’umanità che lui tocca e che quando non si ha un letto dove riposare”
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore di una comunità tipo “comunità Betania” per vivere un
momento”normale” della comunità e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di raccontarci
“quale umanità che ha compiuto percorsi devianti lui tocca”
• un sabato pomeriggio/domenica accompagnare l’operatore di una comunità tipo CAS, CARA o SPRAR” per vivere un
momento “normale” della comunità e al termine del quale ci si ferma con l’operatore e gli si chiede di raccontarci
“quale umanità in cerca di una vita più umana lui tocca”
METODO
Tipicamente esperienziale: far vivere ai giovani un’esperienza “che rimanga negli occhi” perché
hanno toccato con mano realtà del nostro territorio dove vivono persone che spesso sono considerati
più “pericoli o pesi” che persone e poi porsi la domanda ….. e noi?
REALIZZAZIONE
Lancio dell’iniziativa alle realtà giovanili, raccogliere le adesioni, verificare la disponibilità di realtà
ad accogliere gruppi di giovani e stilare un calendario ad hoc..
REALIZZAZIONE
Lancio della iniziativa proponendo ai gruppi giovani delle parrocchie se hanno interesse a compiere
un simile percorso (anche parziale) e poi prendere contato con le persone delle diverse realtà e
rendere concreta la fruizione delle proposte.
VERIFICA
A fine anno un incontro con tutti i gruppi che hanno aderito per raccontarci il vissuto e dirci i punti
di forza, di debolezza e come tradurre nella realtà di tutti i giorni quello che si è vissuto e imparato.
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SCHEDA 6:
“UN UOMO SCENDEVA DA GERUSALEMME A GERICO....” (Lc 10,30)
Proposta per gli operatori Caritas
IDEA DI FONDO
Per un approccio all’ALTRO così come emerge dalla Evangelii Gaudium «….la Chiesa ha fatto una
opzione per i poveri intesa come una forma speciale di primazia nell’esercizio della carità cristiana,
della quale dà testimonianza tutta la tradizione della Chiesa» (EG 198)
DESTINATARI
Gli operatori Caritas parrocchiali; in un secondo tempo le comunità cristiane nei confronti delle
quali le Caritas parrocchiali svolgono opera di sensibilizzazione e di educazione alla carità come
virtù teologale.
AMBIENTE
Le Caritas parrocchiali, in secondo tempo le comunità cristiane
OBIETTIVO:
Sviluppare le capacità di approccio alle persone che si rivolgono alle caritas che permetta attenzione
alla persona, rispetto, delicatezza, empatia, sospensione del giudizio, fantasia nel proporre e
sostenere i percorsi individuali e nel condividere soluzioni nuove.
ITINERARIO
Quattro incontri ispirati alla parabola di Lc 10,25ss: • gli passò accanto e lo vide: cosa e chi gli operatori “vedono oggi” nella società, nel nostro territorio, nelle persone.
Cosa vedono con simpatia, con tenerezza, con antipatia, con insofferenza, con rabbia, con paura, e non condividiamo,
e giudichiamo negativamente. Cosa conoscono delnostro territorio
• ne ebbe compassione: cosa oggi mi commuove, chi oggi mi “smuove le viscere”, cosa mi coinvolge negativamente e
cosa mi coinvolge positivamente. Come “abbracciare senza trattenere”, come “tenere la giusta distanza da chi si
relaziona a me”
• gli andò vicino: quali le condizioni per “andar vicino”; con chi mi sento in sintonia? Meriti o diritti? Come stimolare le comunità cristiane a “creare relazioni di prossimità” nel palazzo, nel quartiere, nella comunità, al lavoro, nel tempo
libero.....
• versò olio e vino…. e lo caricò: quali le azioni ci sono possibili, quali le reti da creare nella realtà ecclesiale e
nell’ambito sociale e civile
METODO
Partire dalla vita vissuta da giudicare con la “Parola” in mano in un percorso di lectio divina per
favorire la lettura della realtà con il Vangelo così da avere uno sguardo capace di vedere in sintonia
con la Parola. Verificare se la lettura quotidiana dei fatti sia in sintonia con il Vangelo o con
“l’opinione pubblica” permettendo anche di far emergere pregiudizi, paure, difficoltà,
contraddizioni.....
REALIZZAZIONE
Proposta di incontri alle Caritas Parrocchiali
VERIFICA
A fine anno un incontro a giugno nel quale “raccontare” cosa vissuto durante l’anno e chiedersi se
quello che si è discusso è entrato nei locali del centro d’ascolto.
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3. AMBITO MISSIONE E MIGRANTES
SCHEDA 1(estratto):
SETTIMANA MISSIONARIA
Progetto:
Settimana dal 14 al 21 di Ottobre 2018. Nell’idea di fondo c’è quella di coinvolgere la Nuova
Parrocchia
Destinatari:
ogni ambito parrocchiale nessuno escluso per dare ampio respiro all’iniziativa: (quindi l’iniziativa
vedrà coinvolte tutte le realtà parrocchiali con i loro gruppi)
Ambiente:
1) la Parrocchia
2) il quartiere, quest’ultimo attraverso la proposta di alcune iniziative che faremo. La
comunicazione avverrà sia attraverso volantini da lasciare nei negozi del quartiere, sia attraverso i
social: Facebook, Twitter, Google+, Intsagram), sia attraverso il proprio sito: www.daquiala.org che
l’Associazione”Daquialà” Gruppo missionario Stimmate ha aperto da diversi anni
Obiettivi:
1) Porre una riflessione su cosa vuol dire oggi essere missionari? cosa vuol dire fare la giornata
Missionaria?
2) chi è il missionario?
3) Riflettere sulle conoscenze e relazioni che la Parrocchia ha con le persone straniere che
condividono con noi la scuola, la strada, i negozi, gli spazi e le strutture del quartiere in cui tutti noi
viviamo. E, visto le grandi migrazioni tutti possiamo essere missionari attraverso la via della
comunicazione.
4) riflettere su quanto usiamo la via della comunicazione per presentare Gesu’ alle persone che
incontriamo nella conoscenza e nel rispetto reciproco.
E’ naturale che la settimana missionaria è solo un punto di partenza che dovrà mantenere e attuare
nel tempo gli obiettivi sopra descritti e aggiungere sempre più momenti d’integrazione e scambi.
Itinerario:
Apertura della settimana missionaria con la presenza alla Celebrazione della domenica di un
sacerdote missionario. Chiusura della settimana missionaria con un sacerdote missionario.
Durante la settimana ci saranno incontri con gli obiettivi sopra descritti con
a) Gruppi di catechismo
b) Gruppi adolescenti
29
Metodo:
Verranno coinvolti i sacerdoti missionari, i rappresentanti di Missiogiovani
Il Sabato sera per coinvolgere i restanti gruppi della comunità e il quartiere da definire:
una cena etnica (chiamando una delle tante comunità straniere presenti) con il coinvolgimento al
servizio degli adolescenti che incontreranno prima la comunità stranire per conoscerne le tradizioni
o
una serata musicale etnica
tavola rotonda
Il cammino dovrà proseguire oltre la settimana missionaria. Da Novembre infatti riprenderanno nei
gruppi di catechismo, come ormai avviene da diversi anni, su proposta del gruppo missionario, dei
laboratori con professionisti o volontari di realtà anche al di fuori della rete diocesana, nell’ottica
delle comunicazione e dello scambio reciproco, sui seguenti temi:
3 elementare: amicizia
4 elementare: Perdono e identità personale
5 elementare: rispetto dell’uomo, del diverso, del creato
1 Media: i Talenti conoscere i propri dono in noi e negli altri, visti come ricchezza.
Alla fine della settimana missionaria verrà fatta una verifica a medio termine sul progetto
proposto della settimana missionaria e a Giugno 2019 un momento di verifica con il parroco e
i responsabili dei vari settori della comunità sull’esperienza dei laboratori per attuare
eventuali modifiche.
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4. AMBITO AFFARI ECONOMICI
SCHEDA 1:
Diocesi di Parma-Corso formatori pastorali Ambito affari economici
L'obolo della vedova
“Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi
gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han
deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Lc 21,
1-4
Elaborato di progettazione
IL CROWDFUNDING
La presente proposta rappresenta a livello economico un utile strumento per poter raccogliere con
strumenti di promozione innovativi, come la rete web, la creazione di un fondo per specifici progetti
parrocchiali dai piu' svariati; tale strumento ha anche la potenzialità di mettere in moto energie,
conoscenze, relazioni per coinvolgere e mobilitare i parrocchiani. Se opportunamente organizzato,
consente di promuovere nel territorio di una parrocchia e/o in un' insieme di comunità parrocchiali
limitrofe uno specifico obiettivo o progetto capace di suscitare il coinvolgimento delle persone
interessate mediante un' intensa azione di pubblicità e promozione (volantini, passaparola,
whatsapp, facebook).
Pertanto il crowdfunding, pur avendo in partenza lo scopo oggettivo di raccogliere fondi (di piccola
o piccolissima entità) , puo' diventare un utile strumento per dare maggiore incisività e condivisione
pastorale al progetto stesso oltre a rappresentare un volano per il coinvolgimento di altri soggetti,
enti, associazioni all' iniziativa ideata (strumento relazionale).
Infatti, piu' il progetto suscita valore e interesse piu' il suo conseguimento fattivo è possibile; inoltre
richiedere piccole o piccolissime somme di denaro a centinaia di persone puo' dare incisività e forza
a progetti e obiettivi diversamente non raggiungibili.
Esistono varie piattaforme che promuovono il crowdfunding, nello specifico, si allega la scheda
prodotta da “Produzioni dal Basso” che è stata la prima piattaforma di crowdfunding nata in Italia
oltre ad alcuni cenni della normativa in materia tratti da un articolo pubblicato da “Cronache dal
Foro parmense” anno XXII fascicolo n° 3 ottobre 2013.
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SCHEDA 2 (estratto):
DIRETTIVE, PROCEDURE E DATI DI INVENTARIO DEI BENI
ARTISTICI E CULTURALI, DEGLI ARREDI E DEI BENI STRUMENTALI
DI PROPRIETÀ DELLE PARROCCHIE FORMANTI LA NP
2. Idea progettuale
L'idea alla base di questo progetto è quella di creare un Gruppo di Referenti parrocchiali per i beni
mobili delle parrocchie formanti la NP (beni artistici, culturali, strumentali e di arredamento).
Di seguito proviamo a delineare la struttura e i compiti di tale Gruppo.
2.1 Struttura
Il Gruppo è presieduto dal Parroco. Il Gruppo è composto da un Segretario e da Referenti
parrocchiali, nel numero di almeno uno per ciascuna parrocchia componente la NP. I membri sono
nominati dal Parroco a Sua discrezione e per il periodo che Egli ritiene opportuno. Il Gruppo di
referenti parrocchiali entra a far parte formalmente del Consiglio Affari Economici della NP, anche
se non partecipa ai Consigli economici, se non convocato specificamente dal Parroco. Il Gruppo si
riunisce periodicamente su convocazione del Parroco.
2.2 Compiti
Il Gruppo si occupa attivamente della gestione dei beni mobili di proprietà 2 delle parrocchie della
NP; in particolare, provvedendo alla catalogazione dei beni artistici, culturali, strumentali e di
arredo, redigendone un inventario e fissando delle procedure per la conservazione e la sorveglianza.
3. Motivazioni canoniche
L’inventario, richiesto dal codice di diritto canonico (Can. 1283 § 2), è volto alla tutela e
valorizzazione del patrimonio mobile ecclesiastico.
4. Definizione di bene artistico e culturale, di arredo e di bene strumentale
Come spiegato nel recente corso di formazione diocesana da parte di Mons. Alfredo Bianchi
dell'Ufficio Diocesano dei beni culturali e artistici, la definizione di bene artistico e culturale non è
univoca. Un'indicazione utile può venire, su suggerimento di Don Bianchi, dalla definizione che ne
dà la CEI nel documento redatto nel 1992 e tuttora vigente
In particolare, da tale documento vogliamo notare: “4. Nella diocesi il compito di coordinare,
disciplinare e promuovere quanto attiene ai beni culturali ecclesiastici spetta al Vescovo che, a tale
scopo, si avvale della collaborazione della Commissione diocesana per 3 l'arte sacra e i beni
culturali e di un apposito Ufficio presso la Curia diocesana. All'Ufficio diocesano è demandato il
compito di verificare le richieste (di autorizzazione, di contributo, ecc.) dei singoli enti ecclesiastici,
di trasmetterle agli enti pubblici e di seguirle in tali sedi; esso, inoltre, mantiene costanti rapporti e
collabora con gli enti pubblici e privati, con altri enti e associazioni, con gli artisti e i cultori dei
beni culturali ecclesiastici in vista della tutela, della valorizzazione e della fruizione dei medesimi.
Nell'ambito dell'ente diocesi operano diversi altri enti ecclesiastici soggetti all'autorità del Vescovo.
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L'immediato responsabile dei beni culturali di tali enti è il rappresentante legale degli stessi. A lui
compete la cura e la valorizzazione del patrimonio nel quadro dell'attività ordinaria della comunità
alla quale egli è preposto.”
5. Metodo di catalogazione e ubicazione
5.1 Nomenclatura e struttura del codice identificativo
Ciascun bene mobile di proprietà delle parrocchie della NP dovrà essere identificato con un codice
identificativo. Il codice avrà un contenuto parlante in grado di descriverne il tipo e l'ubicazione. Il
codice identificativo avrà la seguente forma: p.es. [32.1.01.001.A]
dove:
Primo campo: “32” è il numero diocesano della NP
Secondo campo: “1” è il “numero della parrocchia”
Terzo campo: “01” è l' “edificio parrocchiale di ubicazione”
Quarto campo: “001” è il “numero progressivo parrocchiale”
Quinto campo: “A” è la “tipologia di bene inventariato”
6. Procedura di gestione, manutenzione e controllo
Ispezioni:
Al termine dell'inventario fisico di tutti i beni artistici, culturali e strumentali, le singole parrocchie
si dovranno fare carico di un servizio periodico di vigilanza. Una volta all'anno i singoli referenti
dovranno fare un ispezione nella propria parrocchia per verificare la presenza di tutti i beni
inventariati. Ad anni alterni, l'ispezione verrà condotta a livello collegiale alla presenza di almeno
uno degli altri membri del Gruppo. Durante l'ispezione il referente dovrà annotare eventuali
variazioni nello stato di conservazione del bene e proporre eventuali manutenzioni. Le ispezioni
dovranno essere verbalizzate e trasmesse al Gruppo.
Manutenzioni:
A proposito di manutenzioni: è fatto divieto a chiunque di realizzare alcun intervento manutentivo
non autorizzato dal Parroco; l'autorizzazione del Parroco dovrà essere in forma scritta.
Alienazioni:
Annotiamo in questa procedura che è fatto divieto assoluto a chiunque, anche al Parroco, di
procedere ad alcuna alienazione di beni mobili non autorizzata dall'Ufficio Diocesano e, in primis,
dal Vescovo.
Trasferimenti:
Ogni trasferimento, trasloco, prestito culturale (p.es. mostre o eventi) deve essere richiesto
preliminarmente al Parroco. Lo spostamento deve essere autorizzato per iscritto e deve essere
limitato nel tempo. Lo spostamento va registrato e deve essere nominato un responsabile che ne
verifichi il rientro entro i termini stabiliti.
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SCHEDA 3:
“RIDARE VITA ALL’ORATORIO”
IDEA DI FONDO
L’Oratorio è da sempre il luogo in cui la comunità cristiana si prende cura delle nuove generazioni
per formarle nella fede e condurle ad una scelta di vita cristiana, incarnata nella chiesa locale La
Parrocchia di San Pancrazio è situata nella prima periferia della città di Parma, proprio nella
frazione omonima. Dal punto di vista demografico, la frazione San Pancrazio può essere
considerata “giovane”, in quanto beneficia della presenza di numerose famiglie per lo più nella
fascia 35 – 55 anni con prole a carico. Vien da se che non dovremmo aver difficoltà a reperire
“pecore per il nostro gregge”, ma sappiamo bene che così non è. L’iniziativa è rivolta alla
riattivazione dell’oratorio negli spazi parrocchiali, inizialmente basandosi esclusivamente sul
contributo operativo di volontari.
DESTINATARI
Il progetto vuol coinvolgere i ragazzi che frequentano la Parrocchia con servizi sempre più vicini
alle famiglie, al fine di supportare le stesse nella formazione e crescita spirituale dei loro figli. Si
cercherà, inoltre, con tali servizi di arricchire la Parrocchia stessa di nuove presenze. In funzione del
numero e tipologia delle richieste, possono essere attivati servizi per fasce d’età specifiche.
AMBIENTE
Per il progetto verranno utilizzati gli spazi di cui la Parrocchia è dotata: numerose sale studio,
teatrino, spazi cucina e parco giochi all’aperto.
OBIETTIVO
L’ obbiettivo principale è promuovere il carattere formativo dell’Oratorio, senza per questo
tralasciare l’aspetto ricreativo e di accoglienza. Solo potenziando il primo è possibile realizzare nel
modo migliore anche il secondo. Inizialmente ci si rivolgerà ai ragazzi ma senza trascurarne
l’aggregazione di questi ultimi con gli adulti, in risposta a bisogni comuni e condivisi, superando
l’aggregazione superficiale o di semplice uso reciproco. Si vorrà offrire assistenza alle famiglie
dando loro la possibilità di affidare i propri ragazzi in mani sicure, soprattutto per chi necessita di
un supporto nel percorso scolastico (doposcuola e attività di approfondimento). Si farà
costantemente riferimento – a tutti i livelli e in tutte le occasioni – al dono e alla promessa del
Signore, promuovendo in particolare l’esperienza dell’ascolto reciproco, del rispetto delle diversità,
della riconciliazione e del ringraziamento. Si coinvolgeranno, inoltre, i frequentatori dell’Oratorio –
piccoli e grandi – nelle iniziative della parrocchia, in particolare nella proposta dell’ascolto e della
condivisione.
L’oratorio funzionerà a stretto contatto con i programmi di catechesi e quindi, per ciascuna fascia di
età, integrerà la formazione effettuata nelle ora di catechismo. Le iniziative dell'Oratorio intendono
arricchire l’umanità di ognuno, liberare dai condizionamenti deleteri, favorire il sorgere della
domanda sul senso della vita, proporre la Buona Novella con l'annuncio esplicito e la testimonianza
della comunità dei cristiani. Tutto questo, però, deve ritenersi in qualche modo propedeutico, in
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quanto si ferma alle soglie di due libertà: la libertà dello Spirito che, solo, configura il cristiano a
Gesù Cristo e la libertà dell'adesione personale di ognuno alla presenza interpellante del Signore.
ITINERARIO
L’attività di oratorio prenderà il via presumibilmente nel mese di ottobre 2018. Si partirà offrendo,
inizialmente, ai gruppi di catechismo e quindi per fasce di età, la possibilità per un giorno a
settimana di essere seguiti nello svolgimento dei compiti dati a scuola. In seguito verranno
ripristinati e ricollocati in spazi idonei giochi quali calcio balilla, ping pong e altro come forma
aggregativa. Verranno organizzate giornate a tema ove si proporranno temi da sviluppare, magari
dopo aver visto appositi documentari. Mi riferisco a temi a loro vicini quali:
bullismo/ciberbullismo, social network, sessualità, amore, prospettiva sociale, etc.
METODO
La centralità della persona umana si traduce in uno stile che privilegia il rapporto personale come
via educativa. Oltre al fatto che gli animatori delle attività e gli educatori ai vari livelli si devono
continuamente educare a porre l'individuo con la sua libertà e la sua irripetibilità al centro del loro
interesse e al di sopra di qualsiasi metodologia, l'attenzione alla persona si esprime anche nella
scelta prioritaria del gruppo come dimensione favorevole alla crescita dell'esperienza di fede
individuale. La strada che l'Oratorio persegue non è primariamente quella delle proposte
standardizzate ed anonime, bensì quella della promozione di gruppi i cui membri, guidati e sostenuti
da un animatore, vivano insieme un cammino che li abiliti, poi, ad essere protagonisti nella Chiesa
per il mondo. Le iniziative dell'Oratorio, caratterizzate da continuità e strutturate in una pluralità di
interventi educativi (es. catechesi ed esperienze associative), hanno una propria autonomia ma si
integrano fra loro, dato il comune riferimento al Progetto Educativo dell'Oratorio. Così pure
iniziative occasionali o legate a momenti determinati trovano la loro unità ed il loro coordinamento
nell'intenzionalità, globale del Progetto Educativo. L'Oratorio non pretende di essere un'istituzione
educativa "autosufficiente", totalizzante, esaustiva ed avulsa da ogni contesto socio-culturale.
STRUMENTI
Il progetto si concretizzerà utilizzando quando è già in possesso della Parrocchia (giochi,
pubblicazioni, sussidi specifici per animatori, documentari tematici). All’occorrenza, se i volontari
lo riterranno opportuno, potranno rivolgersi al responsabile di progetto, al fine di valutare ulteriori
acquisti o iniziative mirate (eventi, feste, etc).
REALIZZAZIONE
Dal punto di vista giuridico la legge 1 agosto 2003 n. 206 dello Stato Italiano ha riconosciuto
(“riconosce e incentiva”) la funzione educativa e sociale svolta dalle parrocchie e dagli istituti
religiosi mediante l’oratorio. È così sancita legislativamente la funzione sociale che alcuni enti
ecclesiastici, primo fra tutti le parrocchie, svolgono mediante l’attività dell’oratorio. Quest’ultimo
non è un soggetto giuridico autonomo, né una associazione, né un circolo, né una struttura, ma una
attività, o meglio un insieme di attività di un ente ecclesiastico civilmente riconosciuto: nel nostro
caso la parrocchia. Essendo l’oratorio un insieme di attività, e quindi un particolare strumento di
pastorale giovanile, esso trova anzitutto la propria disciplina nell’ordinamento della Chiesa cattolica
ed in particolare come attuazione dei Canoni 528 e 795. Tali riferimenti normativi ci confermano
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che la parrocchia può dunque essere titolare e gestire attività diverse da quelle di religione e di
culto, anche operando attraverso proprie articolazioni interne (gruppi caritativi, gruppi di oratorio,
ecc.); in quest’ultima ipotesi dette articolazioni-gruppi non diventano autonomi soggetti giuridici e,
pertanto, qualsiasi responsabilità giuridica rimane in capo alla parrocchia e al parroco, quale
amministratore e legale rappresentante della stessa. Non sono necessarie, quindi, pratiche
burocratiche dedicate per approcciarsi a tale iniziativa. Nel concreto sono state individuate alcune
figure chiave: Il vicario parrocchiale incaricato della pastorale dei ragazzi (responsabile
dell’oratorio); gli animatori; i volontari. Qualsiasi tipo di iniziativa sia essa prettamente ludica o
ludico/formativa dovrà essere condivisa ed autorizzata dal Responsabile Legale della Parrocchia e
quindi dell’oratorio, cioè dal Parroco. Quest’ultimo può consultarsi con il Consiglio per gli Affari
Economici o con quello Pastorale a seconda degli ambiti di competenza. Il “Responsabile
dell’oratorio” avrà il compito di redigere il Regolamento dell’oratorio stesso e verificarne la sua
applicazione. Si è già provveduto ad individuare alcune figure idonee che hanno dato disponibilità a
ricoprire i vari ruoli. Nella fase iniziale verranno proposte giornate mirate con altrettante iniziative
mirate rivolte ai ragazzi che frequentano il catechismo. A titolo esemplificativo un pomeriggio a
settimana: doposcuola, organizzazione feste con incontri a tema. Attualmente la Parrocchia è già
protagonista in momenti quali il carnevale, il Natale, la festa dei Santi e i centri estivi. In tali
occasioni si organizzano eventi che coinvolgono genitori e ragazzi con grande successo. Queste
attività saranno inserite nel programma dell’oratorio, integrandosi perfettamente con esso.
In merito alla parte pedagogica si fa riferimento a quanto programmato per l’anno catechistico. In
modo particolare l’attività di oratorio integra, amplifica ed implementa le tappe previste dalla
catechesi ordinaria. Le due attività, quindi si muoveranno in parallelo.
ASPETTO FINANZIARIO
Si è già trattato come l’attività di oratorio rientri tra quelle tipiche parrocchiali e pertanto gravi sulle
risorse finanziarie della Parrocchia. Inizialmente tutte le figure sopra elencate opereranno come
volontari e pertanto non sarà previsto alcun compenso economico. Con l’intensificarsi delle attività
di Oratorio o a seguito di iniziativa particolare, il Parroco, previo parere del Consiglio per gli affari
economici e quello della Curia, può decidere di assegnare compensi secondo la normativa vigente.
Si stima che le attività ordinarie non graveranno se non minimamente sul bilancio parrocchiale, in
quanto trattasi di comune attività di gestione locali (luci, riscaldamento, cancelleria). Per quanto
riguarda le iniziative più complesse saranno autofinanziate con il supporto di sponsor. Si
provvederà trimestralmente alla verifica dell’equilibrio finanziario, calcolando l’incidenza sul
bilancio parrocchiale
RIFLESSIONI FINALI
L’EVANGELI GAUDIUM sprona tutti noi cristiani ad agire. Leggendo l’Enciclica è chiaro il
messaggio in cui non è solo il Papa a chiederci di evangelizzare, ma è Cristo che con il Suo esempio
ci ha dimostrato che in tutti i luoghi e in tutte le occasioni si può trasmettere “l’Amore di Dio”.
Proprio così, l’Amore. Questo sentimento che non sempre viene interpretato correttamente nella sua
interezza. Sapere di poter contare su qualcuno in maniera gratuita e sincera è sintomo di benessere
dell’animo che porta alla felicità. La “gioia dell’evangelizzare”! Sapere, cioè, che solo donandosi
all’altro e condividendo con lui la tua gioia, quest’ultima si raddoppierà perché si sommerà a quella
dell’altro!
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5. AMBITO LITURGIA
SCHEDA 1:
VENITE ALLA FESTA
Avvicinare i più piccoli alla partecipazione alla Messa domenicale con nuova curiosità e voglia di
giocare/giocarsi
Creare l’atmosfera per realizzare un desiderio, non sodisfare un obbligo
“Cresce quello che annaffi”, annaffiamo il desiderio di felicità dei bambini
DESTINATARI
Bambini/e di 4° e 5° elementare (pre-comunione – comunione)
AMBIENTE
Parrocchia
OBIETTIVO
Attraverso un’esperienza conosciuta/vissuta da ogni bambino, per similitudine, li aiutiamo ad
avvicinarsi alla Messa con maggiore slancio e curiosità, verso qualcosa di inaspettato
ITINERARIO – METODO
Un incontro in parrocchia sostitutivo dell’appuntamento di catechismo, con la partecipazione di 1
gruppo (max 15 bambini) da realizzare almeno dopo 1 o 2 mesi dall’inizio del Catechismo (per
avere gruppo maggiormente coeso)
I catechisti sono presenti insieme a noi.
Tempo totale 60 minuti
Tempo 15 minuti
Si fa un giro di nomi per conoscersi, si attacca con scotch di carta il nome di ogni bambino sulla
maglia in modo che ci chiamiamo tutti per nome.
Si invitano poi i bambini a pensare e raccontare quali sono gli elementi che caratterizzano una
BELLA FESTA alla quale hanno partecipato o vorrebbero partecipare (festa di compleanno), si
aiutano a fare uscire gli elementi indicati in seguito
Che cosa è necessario perché ci sia “festa”: - lo scriviamo su un cartellone
l’invito -> come sappiamo che siamo invitati?
La data -> quando c’è la festa?
Il luogo curato – accogliente – accattivante…
Il tempo -> deve avere un inizio, uno svolgimento organizzato e una conclusione
Il modo -> come ci vestiamo, cosa portiamo (doni)
Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, qualcuno che “anima” la festa, i genitori..
Che cosa facciamo -> intrattenimento – musica – cibo
e poi c’è sempre qualche sorpresa che non ci aspettiamo ….
Tempo 15 minuti
Ora che abbiamo scritto cosa ci vuole per realizzare una festa, lo facciamo, prepariamo una festa a
sorpresa per un festeggiato che viene in mezzo a noi
1 ogni bambino riceve un palloncino e lo gonfia, è quello che di nostro portiamo alla festa
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2 mettiamo una tovaglia su un tavolo per poterci mettere cibo e bevande che appoggeremo senza
mangiare/bere
3 creiamo l’ambiente mettendo luci particolari (porteremo qualche torcia colorata e candela)
4 accendiamo la musica che ci piace
5 aspettiamo l’invitato….
Tempo 20 minuti
Ci sediamo sulle seggiole e ascoltiamo la Parola
Luca 22,7-15
7 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. 8 Gesù mandò Pietro e Giovanni
dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». 9 Gli chiesero: «Dove vuoi che la
prepariamo?». 10 Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua.
Seguitelo nella casa dove entrerà 11 e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso
mangiare la Pasqua con i miei discepoli? 12 Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là
preparate». 13 Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua.
14 Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi […]
Con poche parole spieghiamo che è Gesù che ci invita alla festa e che ci chiama a fare festa con lui
l’invito -> chi ci dice che c’è la Messa?
La data -> la domenica
Il luogo la tavola con la tovaglia, il luogo in ordine e pronto ad accoglierci
Il tempo -> quanto dura---?
Il modo -> come ci vestiamo, che cosa portiamo alla festa? La nostra gioia di stare insieme..? (altro
che esce da loro)
Chi c’è -> amici, persone che non conosciamo, i genitori, il presbitero (com’è vestito?), i
ministranti…
Che cosa facciamo -> ascoltiamo, parliamo, stiamo in silenzio (ci riusciamo??), facciamo gesti,
cantiamo (si, la musica ci deve essere), stiamo in piedi e seduti…, ci tocchiamo con il segno della
pace, e qualcuno si accosta alla mensa e mangia…
..e poi c’è sempre qualche sorpresa che non conosciamo ….portiamo a casa qualcosa a cui non
avevamo mai fatto caso prima… ci proviamo?
Tempo 10 minuti
Ora festeggiamo, mangiamo e beviamo qualcosa insieme e cantiamo
poi ci salutiamo con l’impegno di trovare, per tutte le volte che andiamo a Messa, qualcosa di
nuovo da portare a casa con noi, nel nostro cuore
STRUMENTI
Occorrente
Scotch
Pennarelli
Tovaglia
1 palloncino a testa
Musica (da pc/cell/mp3)
Luce -> torcia e candele
1 torta – patatine – 2 bottiglie di bibite
Piatti e bicchieri
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SCHEDA 2 (estratto):
TRACCIA PER LA VEGLIA DELLA TRASFIGURAZIONE (5 agosto):
Idea di fondo :
La Trasfigurazione del Signore è da sempre un giorno di festa particolarmente caro alla nostra
comunità parrocchiale ad essa intitolata, per questo ho pensato alla veglia, come momento di
preghiera e attesa, per confessare la nostra fede nel Signore Gesù Cristo. In questa santa notte noi
ricordiamo il mistero della sua Trasfigurazione, perché è stato ed è per noi una rivelazione della sua
identità, della sua missione, del suo essere per noi Signore e Dio Gesù Cristo.
Destinatari:
Tutta la comunità
Ambiente:
La cappella feriale
Metodo:
Lettura,ascolto,partecipazione,riflessione,silenzio
Strumenti:
consegna di un testo scritto
canti
preghiere
Obiettivo:
Contemplare il mistero della Trasfigurazione del Signore e meditare sul Vangelo. Il mistero della
Trasfigurazione è ciò che noi vogliamo contemplare ma anche ciò che ci ricorda il senso e il fine
della contemplazione stessa: la trasformazione della nostra vita, la nostra conversione. La
Trasfigurazione ci ricorda la nostra “vocazione” e ci indica la via per viverla, per farla divenire
realtà, pratica quotidiana. Il volto del Signore Gesù Cristo, che noi cerchiamo e contempliamo, a
poco a poco trasfigura le nostre vite, i nostri giorni e anche i nostri volti. Dice l’Apostolo: “Noi
tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasfigurati.
Siamo trasformati, di gloria in gloria, in quella medesima immagine, attraverso l’azione del Signore
che è Spirito Santo” (2Cor 3,18). Le nostre vite restano ai nostri occhi magari delle vite misere, vite
che conoscono la debolezza, il peccato e tanti fallimenti, e tuttavia la grazia del Signore lavora in
noi nonostante le nostre contraddizioni e ci conforma, ci trasforma sempre di più, all’immagine di
Gesù, il Figlio dell’uomo e il Figlio di Dio proclamato dal Padre.
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6. AMBITO PASTORALE SOCIALE E SANITARIA
SCHEDA 1 (estratto):
CREAZIONE DI UNA BACHECA PARROCCHIALE E DI UN PDA
(PUNTO D’APERTURA ED ASCOLTO)
Destinatari: Parrocchie in cui non sono presenti Caritas parrocchiale e Centro d’Ascolto;
estensione all’intera comunità ricompresa nel territorio parrocchiale.
Idea di fondo:
creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA (Punto d’Apertura ed Ascolto). L’acronimo
è mutuato dall’ambito giuridico, ove PdA sta per “punto di accesso” virtuale al sistema telematico
giustizia ed al processo civile telematico, vale a dire la struttura tecnico-organizzativa che fornisce
agli Avvocati i servizi di consultazione e trasmissione telematica degli atti, permettendone
l’inserimento nel circuito processuale.
La creazione di una bacheca parrocchiale e di un PdA potrebbe rappresentare per le Parrocchie
meno “strutturate” in tale ambito un’occasione per favorire una “visione d’insieme” a livello
territoriale e fare “circuito” mediante la realizzazione di un punto di raccolta delle istanze della
comunità parrocchiale ed, insieme, di monitoraggio della realtà comunitaria ampiamente intesa, così
da cercare nel tempo di dare risposte concrete alle criticità presenti sul territorio parrocchiale: quanti
sono gli anziani soli, gli ammalati, le situazioni di povertà, le famiglie in difficoltà, i bambini ed i
ragazzi lontani dalla Parrocchia? Quali le loro esigenze, problematicità, emergenze? Quali le ragioni
del loro mancato coinvolgimento o della loro “disaffezione” alla realtà parrocchiale? Quali i servizi
che mancano in Parrocchia perché quest’ultima divenga vero punto di riferimento della comunità?
Quali le attività di sostegno da adottare per bambini e ragazzi? Quali le iniziative da promuovere
per “fare comunità” e creare occasioni di “prossimità”?
Poiché un Centro d’Ascolto necessita di un’organizzazione (statuto, segreteria, vari locali idonei,
tenuta contabilità e bilanci, etc. etc.) e di un supporto anche economico-finanziario (aspetti questi di
difficile valutazione e prima realizzazione per le realtà parrocchiali che partono “da zero”), il Punto
d’Apertura ed Ascolto potrebbe rappresentare una forma “sperimentale” ed “embrionale” di un
futuro Centro d’Ascolto, ma già rispondente ad alcune delle funzioni e delle peculiarità proprie di
quest’ultima struttura.
Obiettivi:
realizzare una vera apertura della comunità cristiana ai bisogni espressi e latenti del territorio; creare
un luogo di espressione del volto fraterno e solidale della comunità cristiana; tentare di individuare i
reali bisogni del territorio e di coinvolgere la comunità parrocchiale affinché se ne faccia carico;
favorire l’interazione fra comunità parrocchiale e comunità civile in un’ottica di corresponsabilità e
circolarità; perseguire una c.d. “visione d’insieme”; curare la dimensione della “prossimità”;
impegnarsi per l’applicazione del Vangelo alla trasformazione della società; far conoscere
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all’esterno e portare a compimento i servizi parrocchiali (ad esempio, il servizio dei Ministri
dell’Eucaristia); far circolare le iniziative diocesane; raccogliere le istanze della comunità
parrocchiale e monitorare la realtà comunitaria ampiamente intesa; evitare “scollamenti” fra la
Parrocchia e la comunità-territorio; creare occasioni di collaborazione fra Parrocchia ed
associazione di volontariato e/o culturali presenti sul territorio; favorire la creazione di una futura
rete capillare organizzata sul territorio; ascoltare ed orientare; creare occasioni di incontro e
momenti di condivisione anche culturali; favorire iniziative di aggregazione e di dialogo;
incentivare manifestazioni di disponibilità e di scambio (aiuto fra vicini di casa per spostamenti e
spesa, segnalazioni di situazioni di criticità, etc. etc.); insegnare a chiedere aiuto ed a ridurre la
paura verso “l’altro”, promuovendo la dimensione dell’incontro e dell’ascolto; ove possibile, nel
medio-lungo periodo, rispondere ad esigenze di sostegno anche economico (a titolo esemplificativo,
presa in carico di una famiglia o di una persona in difficoltà).
Ambiente: locali parrocchiali
Itinerario:
incontro prodromico fra il Parroco ed i membri dei Consigli Pastorale, Affari Economici e Servizi
Ministeriali per la condivisione dell’idea, la valutazione sulla fattibilità del progetto ed il primo
inquadramento del progetto stesso; volantinaggio casa per casa, affissione e distribuzione di
locandine in Parrocchia a scopo illustrativo del progetto; successivo incontro, nei locali
parrocchiali, aperto a tutta la comunità al fine di presentare il progetto, testare le reazioni e
raccogliere impressioni, istanze, suggerimenti sul progetto stesso; individuazione di volontari
disponibili ad occuparsi della bacheca e del PdA, ove possibile dotati di specifiche competenze e
sensibilità (in ambito parrocchiale, professionale, sindacale, mondo del volontariato, etc. etc.) così
da poter fornire supporto pratico ad ampio spettro (medici, assistenti sociali, psicologi, fiscalisti,
legali, artigiani, insegnanti, educatori, etc. etc.), facendo fronte a problematiche anche di natura
burocratica, medica, sociale, scolastica, etc. etc. e convogliando le stesse nei canali giusti (patronati,
servizi sociali, Caritas diocesana, Comune, Centro per l’Impiego, etc. etc.); individuazione di una
figura di coordinamento; individuazione di idoneo locale parrocchiale da adibire a bacheca e Punto
d’Apertura ed Ascolto; eventuale programmazione di un corso di formazione per i volontari del
PdA (avvalendosi del prezioso ausilio dei responsabili della Pastorale Sociale-Sanitaria e della
Caritas diocesana); eventuale presa di contatto con i referenti di Enti pubblici e privati, al fine di
verificarne la disponibilità a collaborare e di creare un elenco dedicato a cui attingere in caso di
necessità.
Metodo:
definire linee guida (da affiggere in bacheca) per la gestione del PdA e l’utilizzo della bacheca, a
tutela della privacy e di un corretto utilizzo dello strumento (ad esempio, indicazione nelle
istanze/segnalazioni in bacheca del solo nome di battesimo e di un recapito di telefonia mobile per
successivo contatto); predisporre un locale parrocchiale, da adibire a PdA, che possa garantire
riservatezza e di facile accessibilità; individuare un luogo accessibile e visibile in cui posizionare la
bacheca parrocchiale; curare la costante interconnessione fra bacheca e PdA; nominare una figura di
coordinamento; creare un’organizzazione, per quanto possibile “strutturata”, di volontari, con
definizione di linee guida operative e compilazione di schede delle attività svolte; disciplinare
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modalità e tempistiche di presenza nel PdA (in giorni ed orari da definirsi e su “appuntamento”) e di
gestione della bacheca; individuare modalità condivise di recepimento e gestione delle
istanze/segnalazioni raccolte in bacheca; impegnarsi per uno scambio continuo di informazione fra i
volontari (sotto la direzione del coordinatore); evitare di affrontare casi e/o problematiche in
maniera individuale; favorire il flusso delle informazioni fra parrocchia e comunità e fra volontari,
coordinatore, Parroco ed organismi parrocchiali; coinvolgere enti ed associazioni di volontariato e/o
culturali presenti sul territorio.
Strumenti:
promuovere uscite di gruppo per iniziative culturali (a titolo esemplificativo, mostre, teatro, cinema)
ed occasioni di incontro in Parrocchia (ascolto della Parola, lettura del Vangelo e delle
encicliche/esortazioni papali, dibattiti su tematiche di particolare interesse sociale e/o comunitario,
incontri con enti e/o associazioni presenti sul territorio, etc. etc.) da “pubblicare” in bacheca;
utilizzare la bacheca per raccogliere istanze/segnalazioni e manifestazioni di disponibilità della
comunità (ad esempio, accompagnamento anziani alle funzioni religiose; individuazione di malati
che desiderano ricevere l’Eucaristia a casa); avvalersi della bacheca per la diffusione delle
comunicazioni parrocchiali e diocesane; promuovere le attività del PdA e ricordare lo strumento
“bacheca” al termine delle S. Messe e durante gli incontri con i genitori dei bambini e ragazzi del
Catechismo; coinvolgere il gruppo Giovani ed i responsabili dell’oratorio; mettere a disposizione
della comunità i nominativi ed i recapiti telefonici dei volontari (mediante affissione dell’elenco dei
volontari che abbiano prestato consenso con indicazione dei relativi recapiti di telefonia mobile e
della disponibilità oraria al ricevimento delle telefonate).
Realizzazione:
creazione degli spazi bacheca e PdA; divisione dei compiti fra volontari del progetto (cura della
bacheca e gestione del PdA); apertura del PdA in giorni ed orari predeterminati e su
“appuntamento” (con copertura da parte di almeno un volontario e meccanismo di turnazione);
pianificazione dei necessari momenti (a cadenza settimanale o quindicinale) di raccordo e scambio
fra i due ambiti (bacheca e PdA); monitoraggio costante dell’operato dei volontari da parte del
coordinatore; rendicontazione periodica al Parroco; incontri a cadenza quindicinale o mensile, alla
presenza e con la collaborazione del Parroco, fra i volontari del gruppo per la valutazione dei
casi/istanze e loro gestione; programmazione di due/tre incontri annuali, aperti a tutta la comunità,
con enti e/o associazioni; pianificazione di incontri dedicati con gruppo Giovani, Consigli
parrocchiali, responsabili attività di oratorio; programmazione di due/tre uscite annuali a carattere
culturale e/o per partecipazione ad iniziative diocesane; pianificazione di un ciclo all’anno
(composto da quattro/cinque incontri) su tematica religiosa da concordare con il Parroco e sotto la
direzione di quest’ultimo.
Verifica:
rendicontazione al Parroco ed ai vari organismi parrocchiali in ordine all’operato; raccolta di
suggerimenti/critiche da parte della comunità avvalendosi della bacheca e di incontri dedicati; dopo
un periodo concordato con il Parroco di sperimentazione (un trimestre/un semestre), valutazione
della fattibilità del progetto, del riscontro ricevuto, delle correzioni da apportare in corsa,
dell’opportunità di prosecuzione …
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SCHEDA 2 (estratto):
LA SFIDA DELL'ASCOLTO E DELLA PROSSIMITÀ
A)ASCOLTO
È un cammino, accidentato,che ti introduce in una esperienza di vulnerabilità e perciò di
consolazione. È fatto di tappe, ma anche di salti.
Ascoltare è dire di sì a chi cerca di stabilire una relazione personale con te
Ascoltare è accogliere la persona alla quale hai detto di sì
Ascoltare è venire a conoscenza di qualcosa che ancora non conoscevi
Ascoltare è lasciarsi cambiare dal dono che viene dall'esterno
Ascoltare è accettare di diventare più belli grazie alla relazione con i fratelli e con Dio
Ascoltare è soprattutto integrarsi in una comunità di persone che desiderano condividere un parte
del cammino della loro vita
Ascoltare è trattenere e poi lasciare andare.
La criticità dell'ascolto sta nella tentazione di ricercare subito e sempre una risposta operativa,
laddove invece la cosa più importante è accogliere come grazia chi ti degna di offrirti una parte di
sé. Laddove invece ti viene richiesta solo una risposta operativa e niente più ,tu dalla con
affabilità:il tuo di più non resterà senza effetto.
B)PROSSIMITÀ
Si tratta in realtà di un percorso di apertura all'universalità della relazione. È un cammino
costante,laddove il tempo non è sempre quello dell'orologio.
La tappa fondamentale è quella di imparare a chiedere aiuto. Il rivolgersi ad un'altra persona non è
un fallimento personale,ma l'opportunità di creare o far crescere una relazione. La paura di un
rifiuto e la vergogna per una situazione sono spesso pietre tombali difficili da rimuovere. Il mistero
pasquale di Cristo se vissuto negli operatori può rendere affabili:persone che superano il giudizio
personale e guardano invece con gli stessi occhi con cui abitualmente gli adulti guardano i neonati.
La criticità perciò sta in noi,nello sguardo che rivolgiamo agli altri :la grazia da chiedere è perciò di
accogliere lo stile di Gesù e chiederGli di guardare con i Suoi occhi le persone che noi guardiamo
ogni giorno (vedi allegato 3 Con la comunità verso chi diviene fragile e con gli operatori divenuti
fragili)
Ascolto e Prossimità non sono disgiunti tra loro,bensì due facce di una stessa medaglia e si possono
riassumere in una sola parola: AFFABILITÀ. Non si tratta di una tecnica psicologica,ma un modo
di essere dell'anima,che si proietta e si manifesta all'esterno. Molti Santi l'hanno vissuta in terra:
possiamo perciò nel nostro piccolo anche noi provarci nelle piccole cose di ogni giorno.
Proposte operative:
Le proposte nascono da un alveo comune: far incontrare le persone tra loro. Gli incontri creano
occasione di relazione,vincono con gradualità le paure e le resistenze verso l'altro. Vanno perciò
gestiti con attenzione grande e esperienza:occorre vigilare che nessuno si senta escluso o messo da
parte,rispettando nel contempo i tempi di apertura al dialogo di ciascuno.
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Gli animatori delle Case di Riposo hanno in questo campo una vasta esperienza da offrire,così come
chi opera nell'infanzia. Il ruolo sanitario in questi casi va celato nel rendere possibile a chiunque di
partecipare agli incontri.
La nostra proposta è perciò quella di creare occasioni di incontri di festa,di canto all'interno di
comunità omogenee:non solo i malati, ma i sani,gli anziani e i giovani,i nati in Italia e non,gli
abbienti e i meno abbienti,i lavoratori e i disoccupati. Una comunità segregata perde molta parte del
suo valore sanante. La vera sfida è qui:se nella comunità si ricercano le diverse componenti allora il
Corpo Mistico è presente. La Chiesa cerca sempre in se stessa la parte di sé che manca e che va a
cercare con spirito missionario
SCHEDA 3:
BUONA AMMINISTRAZIONE E RICCHEZZA
IDEA DI FONDO
L’idea di fondo consiste nel far emergere la differenza tra una “buona amministrazione” dei beni
che ci sono stati affidati, con la distorsione che si esprime nell’accumulare “tesori per sé”, in una
visione della ricchezza egoistica che ci allontana dagli altri e da Dio. Dio non vuole “servitori”
sciatti e incapaci di portare frutto, anzi apprezza chi sa portare molto frutto, in modo onesto, mentre
disprezza chi si accontenta di preservare pigramente il poco che ha. Ma la ricchezza è presa come
elemento negativo quando diventa un modo per accumulare “tesori per sé”.
Nel vangelo di Luca, il tema della ricchezza emerge spesso e quasi sempre in modo negativo,
contrapposto a una visione che sa mettere al primo posto Dio e non il denaro (Non si può servire a
Dio e a mammona, Lc. 16,13). Tuttavia nello stesso vangelo di luca si trovano molti riferimenti alla
“amministrazione” dei beni del “padrone”, nei quali si chiarisce cosa Gesù intende per buona e
cattiva amministrazione.
La “buona amministrazione” dei beni sembra emergere, quindi, come l’alternativa vera alla
accumulazione egoistica delle ricchezze. Ricordando che “A chiunque fu dato molto, molto sarà
chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.” (Lc. 12, 48b)
DESTINATARI
La scheda può avere diversi utilizzi: è pensata per un pubblico adulto, o di giovani maturi che
vogliono affrontare il tema della ricchezze e della buona amministrazione. Ma ovviamente può
anche essere finalizzato a gruppi particolari di persone che vogliano approfondire i temi economici,
sia a livello aziendale, sia manager (o proprietari) che sindacati o lavoratori. Lo stesso tema può
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anche essere affrontato in sede politica: dato che la politica ha a che fare con l’amministrazione
(buona o cattiva, onesta o disonesta) o con il desiderio di accumulare ricchezze.
Rispetto a possibili questi usi “multipli” della scheda, si propone qui un impiego nell’abito di
occasioni di formazione giovani maturi o adulti.
AMBIENTE
La cronaca è sempre piena di occasioni che possono rappresentare lo spunto di partenza per
proporre, a giovani maturi o ad adulti, un percorso di approfondimento sul tema. L’incontro
potrebbe rappresentare una prima proposta per affrontare un tema che si presta a molteplici sviluppi
e che potrebbe anche portare a ulteriori incontri di approfondimento (ad esempio: cosa significa
buona amministrazione quando ci si ricordi di tenere conto anche dei beni ambientali? Cfr. Laudato
sii).
OBIETTIVO
L’obiettivo di fondo consiste proprio nel favorire la comprensione delle differenze tra la ricerca
della ricchezza per sé, l’amministrazione disonesta e la buona amministrazione dei beni. L’obiettivo
può essere forse raggiunto, con adulti, già in un solo incontro. A più lungo termine diventa
interessante sviluppare il concetto della buona amministrazione per declinarlo in lungo e in largo
rispetto ai temi connessi: il lavoro e l’ambiente in particolare.
ITINERARIO
- Identificazione dei possibili destinatari nel contesto (parrocchia) specifico (giovani, adulti,
amministratori locali o politici, amministratori di impresa e/o sindacati).
- Ideazione e programmazione dell’iniziativa, possibilmente a partire da un tema di attualità in
grado di far cogliere la portata del tema affrontato e da richiamare l’interesse, anche di un
pubblico di non assidui frequentatori della messa domenicale e della vita locale della chiesa
(il tema si può prestare per evidenziare come il vangelo dica una costa nuova e chiara su un
tema spesso oggetto di discussioni)
- Preparazione del materiale e promozione dell’evento
- Svolgimento dell’incontro vero e proprio
- In conclusione: verifica dell’interesse per ulteriori sviluppi (altri incontri su temi lavoro e
ambiente, ad esempio)
METODO
1. Il punto di partenza deve essere il Vangelo: una lettura e una prima attività di
approfondimento della stessa, con un metodo che si avvicina alla “lectio”, sia pure in
modalità semplificata, per favorire l’apprendimento di una modalità e per riconoscere che
tutti i interroghiamo a partire dalla Parola di Dio (non sono nostre parole).
Ci si propone di partire da una delle seguenti due letture:
o Parabola delle mine (Lc. 19,11-13 15-26)
o Non accumulare tesori: la buona campagna dell’uomo ricco (Lc. 12,13-21)
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Se il gruppo è abbastanza numeroso si può forse immaginare anche di dividerlo in due e far leggere
a metà gruppo una lettura e all’altra metà l’altra.
2. Segue l’approfondimento delle letture alla ricerca degli elementi chiave:
o “A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Lc.
19,26a)
o “Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio” (Lc. 12,21)
3. Discussione. A questo punto si promuove la discussione focalizzandosi sul significato delle
letture e dei diversi significati di “buon amministratore” e “accumulatore di ricchezze”. Si
vuole favorire la comprensione del fatto che anche ciò che abbiamo lo abbiamo ricevuto e
dobbiamo agire come bravi amministratori, piuttosto che come accumulatori di ricchezze.
4. Attualizzazione. Nell’ultima parte si sollecitano i partecipanti a proporre attualizzazioni di
questa chiave di lettura che emerge dai due brani di vangelo. Come dobbiamo gestire i nostri
beni? Come si gestisce un’impresa? Come si gestisce la “cosa pubblica”?
5. Idee per eventuali tappe successive: si possono lanciare domande per verificare l’interesse a
sviluppare incontri successivi centrati su temi particolari, ad esempio il lavoro e l’ambiente.
STRUMENTI
Il materiale da preparare consiste in fogli contenenti
- Titolo dell’incontro e del tema (buona amministrazione e ricchezza)
- entrambe le letture,
- domande guida per la parte di comprensione delle letture,
- domande per la discussione (quali differenze tra “servo” che amministra bene e “chi
accumula tesori per sé)
- suggerimenti e suggestioni per l’attualizzazione, anche presi da ritagli di giornale che
riportano fatti e notizie di attualità
Alla fine dell’incontro, andrebbe distribuito un altro foglio per suggerire eventuali sviluppi e
verificare l’interesse: potrebbe contenere nuove domande che possono trovare approfondimenti in
altri brani del vangelo di Luca (e non solo), quali, ad esempio:
- la ricchezza che allontana dai fratelli nel bisogno (il ricco e lazzaro: Lc. 16,19-30;
l’amministratore fedele e saggio: Lc. 12,42-48; beatitudini Lc. 6, 20-26)
- la “furbizia” nell’amministrazione: Lc. 16,1-15
- sulle tasse (è lecito pagare il tributo a Cesare?: Lc. 20,20-26)
Sulla buona amministrazione
- impresa e lavoro: riflessione sul magistero sociale (Compendio della dottrina sociale della
chiesa)
- risorse ambientali: l’uomo buon amministratore e custode (Laudato sii)
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Un tema particolare potrebbe essere anche indicato con il titolo “oltre la buona amministrazione”
ovvero la differenza tra la ricchezza e il valore (ricchezza e valore)
o abbandonarsi alla Provvidenza: Lc. 12,22-32
o il buon impiego delle risorse: il buon samaritano (Lc. 10, 29-37)
o la condivisione: la moltiplicazione/divisione dei pani (Lc. 9, 10-17)
o l’obolo della vedova
REALIZZAZIONE
Si sottolinea l’importanza di preparare il materiale e lo spazio per l’incontro, ma soprattutto di
gestire bene i tempi (in modo di realizzare tutte le fasi previste) e la discussione (in modo di
favorire la partecipazione di più persone possibile senza monopolizzazioni).
VERIFICA
Dopo l’incontro di deve prevedere un momento di verifica tra organizzatori ma eventualmente
anche coinvolgendo i partecipanti: può essere distribuito un foglietto anonimo, alla conclusione
dell’incontro, nel quale chiedere una valutazione molto sintetica sullo stesso (giudizio da 1 a 5 su
interesse del tema, sviluppo dell’incontro, interesse a proseguire con altri approfondimenti,
suggerimenti). I risultati di questo piccola indagine possono essere la base per ulteriori eventuali
sviluppi.
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7. AMBITO PASTORALE FAMIGLIARE
SCHEDA 1 (estratto):
PER UNA PASTORALE COMUNITARIA
PREMESSA
Nelle nostre comunità pastorali si è spesso diffusa l’idea che pastorale Giovanile e pastorale
Familiare debbano essere trattate in maniera separata e settoriale. Si è consolidato il pensiero che a
giovani e adulti debbano essere proposti percorsi diversi, differenziati, si progetta con impegno per
gli uni e per gli altri…si organizzano catechesi, serate, opportunità, si interpellano formatori...ma la
partecipazione? E’ facile ritrovarsi in pochi e con i soliti noti…
La Catechesi Adulti dovrebbe coinvolgere e vedere la partecipazione di operatori pastorali
impegnati in tutti gli ambiti (famiglia, giovani, liturgia, iniziazione cristiana..), gruppi di
universitari, gruppi famiglie.
Nel tempo si è forse diffusa anche l’idea che la “Catechesi Adulti” non sia “Roba per giovani”…
ma in fondo i giovani di oggi sono i fidanzati, gli adulti e le famiglie di domani.
Sentiamo spesso parlare di famiglia come di un valore, un’ ideale…ma la famiglia, così come
afferma Papa Francesco nelle sue esortazioni, in particolare citiamo Amoris Laetitia, è prima di
tutto vita concreta.
“Ognuno di noi, giovani, adulti ha una esperienza concreta della famiglia, che è
contemporaneamente svelamento della sua natura, così come Dio l’ha pensata, e concretizzazione
di essa ovvero famiglia che nel quotidiano è impegnata, affaticata, colpita e ferita. In secondo
luogo: la famiglia è realmente il centro. La famiglia è dunque il centro della pastorale sia essa
familiare o giovanile. Non si tratta infatti di mettere in concorrenza pastorale giovanile e pastorale
familiare, ma di rimettere a fuoco ciò che è il centro della vocazione dell’uomo: essere una
famiglia.” (Tratto da Editoriale Note di Pastorale Giovanile)
Pastorale giovanile e familiare non possono camminare per vie parallele, sono in stretto
collegamento.
La pastorale familiare, prima di tutto non riguarda solo coloro che hanno già fatto un percorso di
discernimento e fatto una scelta vocazionale, non è esclusiva nè tanto meno escludente. La famiglia
deve essere il soggetto privilegiato in un’attività pastorale (E.G. 290) che si rivolge ad un’intera
comunità nelle sue diverse età: luogo dell’accoglienza, dell’incontro e dell’alterità.
La pastorale familiare non è un settore a parte; non è una responsabilità di qualcuno che organizza
delle attività per coppie di sposi, per genitori con figli, per adulti over 50.
Questa è una convinzione che ci deve far riflettere. È una prospettiva che ci aiuta ad evitare
frammentazione e discontinuità nei percorsi di accompagnamento alla vita cristiana e che deve
rafforzare l’idea di una comunità che educa la famiglia attraverso il coinvolgimento e che dà la
possibilità alla famiglia stessa di essere protagonista e di educare.
Seguono due proposte rivolte alla comunità parrocchiale.
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Titolo della proposta comunitaria: IN-CENACOLO
Titolo degli incontri: LE TENTAZIONI DEGLI OPERATORI PASTORALI
a. Gesù tentato sulla fame. La fame di pane, di potere, di Dio.
b. Le tentazioni degli operatori pastorali: le prove come sfida
1. La tentazione dell’individualismo: la prova della missionarietà
2. La tentazione dell’accidia: la prova della gioia dell’evangelizzazione
3. La tentazione del pessimismo: la prova della speranza
4. La tentazione della chiusura; la prova della comunità
5. La tentazione della mondanità spirituale: la prova del Vangelo
6. La tentazione della guerra tra di noi: la prova della fraternità-unità
7. La tentazione del potere: la prova della forza missionaria
Periodo: Tempo Quaresimale
Durata: 2 serate dalle ore 19.00 alle ore 21.30
Luogo: Teatro parrocchiale
Organizzazione:
19.00: Accoglienza
19.30 - 20.30 Riflessione guidata
20.30 – 21.00 Momento di convivialità con Apericena
21.00-21.30 Attività/Preghiera/Adorazione e Conclusione
Strumenti:
Riflessione guidata - Lc, 4, 1-13 - Evangelii Gaudium 76-109 - In deserto di Paolo Curtaz -
Tentazioni necessarie di Paolo Curtaz - Proiezione di materiale audiovisivo
Titolo della proposta comunitaria: IN-ADORAZIONE
Titolo delle serate: deciso dai vari ambiti e/o movimenti che di volta in volta animano le Adorazioni
Periodo: Si potrebbe tentare 1 volta al mese
Durata: dalle ore 21.00 alle ore 22:30
Luogo: Parrocchia
Organizzazione: si lasciano liberi i vari ambiti e/o movimenti di organizzare le serate di
Adorazione ma una traccia potrebbe essere:
21.00: Accoglienza con canti gioiosi e di lode
Momento di silenzio e preghiere spontanee
Invocazione allo Spirito Santo
Lettura di un brano della Parola di Dio (ci si può lasciare guidare dal brano del giorno o nei
tempi “forti” da brani appositamente scelti)
22:15 Canti e Conclusione con la benedizione comunitaria.
Note: Si segnala inoltre l’importanza di curare la preparazione degli spazi, la disposizione delle
sedie per l’incontro e dei tavoli per il momento di convivialità. Prendersi cura anche degli aspetti
logistici trasmette armonia, passione e benessere. Ciò che è bello attrae con curiosità e favorisce la
partecipazione comunitaria.
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SCHEDA 2 (estratto):
L’ASCOLTO IN FAMIGLIA
Brano del Vangelo di Luca: Lc 10, 38-42 (Marta e Maria)
1. Idea di fondo. Riscoprire l’essenzialità dell’ascolto in famiglia.
“Gesù è in cammino verso Gerusalemme con i suoi discepoli. Una donna, di nome Marta, lo
accoglie nella propria casa. E’ un gesto che nasce dall’amore per il Signore. Al tempo stesso,
questo vangelo ci insegna che l’essenziale dell’amore non sta nello spazio del “fare”, ma deve
scaturire dal desiderio di accogliere in profondità l’altro”.
2. Destinatari. Gruppo di famiglie composto da ca. 10 coppie.
3. Ambiente. Salone parrocchiale, dove le sedie vengono disposte in cerchio (modalità che indica
uguaglianza tra tutti i componenti) perché tutti si possano vedere ed ascoltare. Possibilmente
senza avere troppe distrazioni, per cui, se ci sono bambini piccoli, è consigliabile un ambiente a
loro dedicato, con l’assistenza di baby sitter.
4. Obiettivo. Recuperare il senso dell’ascolto che è la prima e la più importante accoglienza tra i
componenti della famiglia, attraverso l’identificazione di momenti particolari in cui le persone
rivalutano l’ascolto ed il dialogo. “Abitare la relazione nell’ascolto”
5. Itinerario. Un incontro del Gruppo Famiglie giovani.
6. Metodo. Gioco di conoscenza / apertura agli altri – Discussione in gruppo – Confronto a coppie.
7. Strumenti. La scheda, il Vangelo.
8. Realizzazione. Dopo i saluti, si inizia l’incontro con un canto (che potrebbe essere un canto
sulla famiglie, come “In famiglia”, che viene ripetuto in tutti gli incontri – vedi testo sulla
scheda). (10 min.)
Lancio del tema con gioco di ascolto: a coppie (non con il proprio sposo / sposa), ognuno
racconta all’altro un episodio importante dell’ultima settimana (max. 1 minuto); poi si racconta
in gruppo quello che si è ascoltato. (20 min.)
Lettura del Vangelo di Luca su Marta e Maria (Lc 10, 38-42), con particolare
attenzione a cogliere le dinamiche relazionali e l’ascolto dell’io nei confronti del tu (Marta –
Gesù ̧Maria – Gesù, Marta – Maria). (10 min.)
Confronto di gruppo con alcune domande sul Vangelo (25 min.):
Confronto di coppia con domande sulla propria vita (senza condivisone finale con il gruppo)
(15 min.):
Chiusura: A conclusione dell’incontro, lettura e consegna della riflessione riportata sulla scheda
(10 min.)
9. Verifica. Nell’incontro successivo, si ricorda brevemente quello che si era fatto la volta
precedente, e si chiede se c’è stato un episodio della nostra vita nell’ultimo periodo che ci ha
fatto ricordare Marta e Maria.
Segue scheda dell’incontro:
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SCHEDA INCONTRO SUL DIALOGO IN FAMIGLIA
Canto iniziale
Gioco di ascolto e conoscenza dell’altro: ci disponiamo a coppie (non con il proprio sposo /
sposa), ognuno racconta all’altro un episodio importante dell’ultima settimana (max. 1 minuto);
poi si racconta al gruppo quello che si è ascoltato.
Leggiamo dal Vangelo Luca l’episodio di Marta e Maria (Lc 10, 38-42).
Per il confronto in gruppo:
1. Perché Gesù privilegia la scelta di Maria nei confronti di quella di Marta?
2. Perché Marta si sente trascurata dalla sorella? (L’animatore eventualmente evidenzi
l’atteggiamento di Marta che sente il proprio servizio come un peso e non come un dono, e
vuole restare padrona del bene che fa)
3. Vale la pena trafficare tanto per essere sempre tanto irritati?
4. Traspare dal nostro modo di agire quella quiete operosa che nasce dalla fede, dalla speranza in
Dio?
Per il confronto in coppia:
1. Nella nostra coppia, c’è una Marta ed una Maria?
2. Il nostro ruolo in famiglia è sentito come un dono d’amore, o come un peso?
3. Nella quotidianità della nostra famiglia, che posto diamo a Gesù nella nostra vita?
4. L’ascolto di Gesù è per noi una gioia od un peso?
5. Nella nostra coppia, ci ritagliamo un momento della giornata / settimana per il dialogo ? Come
viviamo l’ascolto dell’altro /a
Riflessione: Qual è la sola cosa necessaria? Quella che Maria sceglie, la parte buona:
l’ascolto, l’atteggiamento del discepolo che si mette ai piedi del suo Signore. Maria è il
modello del discepolo che attende la parola del suo Signore; è la terra buona, abbondante. Per
combattere la stanchezza, l’angoscia, la tentazione della disperazione, o, al contrario,
l’attivismo frenetico di chi confida soltanto su di sé, occorre mettersi ai piedi del Signore e
ascoltare la sua parola. L’atteggiamento primo per praticare un’accoglienza vera è prestare
ascolto all’altro: chi viene a noi, amico o nemico, è portatore di un insegnamento. Sta a noi
riconoscerlo! (fratel Adalberto, Bose).
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SCHEDA 3:
GIORNATA DI CONDIVISIONE TRA LE FAMIGLIE
IDEA DI FONDO
Il nostro sogno è quello di coinvolgere le giovani famiglie presentando loro una fede “attraente” che
supera la “tradizione” culturale legata al singolo sacramento vissuto solo come evento.
DESTINATARI
Le persone a cui rivolgiamo il nostro progetto sono quelle che hanno già manifestato una minima
curiosità alla fede suscitata da un incontro già avvenuto (testimonianza del corso prematrimoniale,
incontro con il parroco preparatorio al battesimo del proprio figlio, etc).
AMBIENTE
Il nostro progetto prevede di organizzare una giornata di condivisione tra le famiglie della
parrocchia. La giornata si svilupperà in una delle case della diocesi e inizierà alle ore 10:00 di un
sabato mattina di fine settembre o di primavera. Immaginiamo di diversificare le attività da far
realizzare alle varie famiglie immaginando una suddivisione virtuale tra giovani famiglie e famiglie
già in cammino.
OBIETTIVO
Creare un’opportunità di:
1. condivisione e di conoscenza che aggrega;
2. percepire che il vangelo ci parla di noi.
ITINERARIO (compresi strumenti, metodi e linguaggi)
Si arriva nel luogo previsto alle ore 10:00 di sabato.
Ci si saluta radunandosi per un momento di presentazione della giornata e per ricevere la
benedizione del parroco.
Si crea un grande cerchio nel prato; alcune delle coppie già in camino distribuiscono dei fogli sui
quali ciascuno dovrà scrivere la propria aspettativa sulla giornata. Il passo successivo sarà quello di
accartocciare il foglio, in modo che ricordi simbolicamente un sasso, riponendolo in un cesto
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collocato al centro del cerchio come a volersi liberare dall’aspettativa facendo la scelta d i vivere
liberamente la giornata.
La mattinata proseguirà con giochi di gruppo per tutte le famiglie (bandiera figurata, il tiro alla
fune, il sacco, etc).
Alle ore 12:00 le famiglie preparano insieme la tavola e si condivide il pranzo. Le famiglie più
inserite si occuperanno di intrufolarsi tra le famiglie più giovani facilitando le relazioni.
Dalle ore 14:00 alle ore 15:00 tempo libero e di riposo per grandi e piccini.
Alle ore 15:00 riprende con la lettura del Vangelo di Luca cap. 15, 11-32.
L’attività continua con l’approfondimento di alcuni dei personaggi della parabola appena letta. Per
realizzare l’attività ci si dividerà in 3 gruppi (Padre, figlio perso e figlio fedele)
Meditazione in gruppo (30 minuti):
Mettiti nei panni del personaggio del tuo gruppo…
Il padre misericordioso ... e se fossi tu? Cosa avresti pensato nel veder andare via tuo figlio? A chi
avresti attribuito la “colpa”? Come avresti gestito la situazione? E dove cercheresti il coraggio e la
forza per ri-accoglierelo? E se riparte?
Condivisione plenaria (30 minuti).
Attività personale (15 minuti) scegli il ruolo in cui ti riconosci e scrivi una lettera alla persona con
cui ti relazioni (sei il padre misericordioso? Scrivi a tuo figlio perso. Sei il figlio perso? Scrivi a tuo
padre… etc)
Preghiera comunitaria ore 17:00
La giornata termina con l’appuntamento per la messa domenicale del giorno dopo.
VERIFICA
Verifica tra gli organizzatori e il parroco per valutare la giornata e realizzare gli aggiustamenti
necessari a renderlo un appuntamento “contagioso”.
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SCHEDA 4:
PROGETTO “LA PAROLA SUONA IN MEZZO A NOI”
Idea di fondo
Cantare insieme il Vangelo. Organizzare incontri di canto liturgico e lettura del vangelo seguiti da
un momento conviviale.
Destinatari
Tutte le persone della nuova parrocchia Maria ausiliatrice.
Ambiente
La sede è itinerante, in modo da andare incontro alle persone: piazze, strade, circoli, case
parrocchiali, sagrato delle chiese, ovvero luoghi rappresentativi e ameni con forte identificazione
per le comunità locali.
Obiettivo
L’obiettivo è quello di portare la parola per le strade, nei circoli e ovunque vi siano amici che
vogliono incontrarsi e fare festa. Gli incontri hanno anche la funzione di far spostare le persone da
una parrocchia all’altra creando momenti di apertura e fraternità tra le frazioni.
Itinerario
L’inaugurazione del percorso è stata fatta sul prato del castello di Montechiarugolo, candele, luci
emozionali, pizza e chitarre hanno richiamato le persone che erano chiuse nelle loro case.
Secondo incontro santuario Maria ausiliatrice, un luogo neutro, dove tutti si sentono a casa.
Gli altri incontri sono previsti tra i circoli e le case parrocchiali di Montechiarugolo, Tortiano,
Basilicagoiano e Monticelli terme. Gli incontri seguono l’anno liturgico.
Metodo
L’incontro viene aperto dalla lettura di un passo del vangelo al quale segue un canto con messaggio
simile.
Ognuno è invitato a leggere e cantare insieme, chiunque può portare un suo strumento e suonare
insieme alla chitarra principale.
Dopo un’ora circa di canto arrivano le pizze. Dopo cena si canta ancora, questa volta il tono è
assolutamente laico e meramente conviviale.
Il team degli organizzatori prevede:
Chitarrista esperto,
Gruppo liturgico per la scelta dei brani e dei passi del vangelo,
Team organizzativo per la parte conviviale
Gruppo comunicazione con il compito di divulgare l’evento, anche con telefonate e
suonando ai campanelli delle case
Gruppo intrattenimento e supervisione dei bambini più piccoli,
Strumenti
Libri di canti, vangelo, chitarra, e soprattutto un bravo chitarrista che faccia da coordinatore, tavoli
e soprattutto volontari.
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SCHEDA 5:
“L’IMPORTANZA DEL GRUPPO”
IDEA DI FONDO
L’idea di fondo per la costituzione del gruppo famiglie parrocchiale è quella di un gruppo di
riferimento per la comunità. Da quando abbiamo iniziato a trovarci (circa febbraio 2017) abbiamo
sempre sperato di diventare un punto di ritrovo per famiglie per una crescita spirituale di coppia e
personale, per la condivisione delle proprie esperienze positive e negative per costituire un gruppo
di sostegno e mutuo aiuto e la condivisione dell’esperienza della preghiera di intercessione per i
bisogni della nostra comunità. Ultimamente sentiamo anche il bisogno di aprire il nostro gruppo
all’esperienza di volontariato comunitario condividendo quindi oltre alle proprie esperienze anche il
proprio tempo libero per le diverse persone bisognose del paese (anziani soli, famiglie bisognose,
poveri, ecc…)in un’ottica non solo di accoglienza ma anche di servizio attivo.
DESTINATARI
Il gruppo famiglie si è sempre dichiarato e mostrato aperto a tutte le famiglie della parrocchia,
sposate, conviventi, separati, con figli, o senza figli. Ad oggi la famiglia ha assunto una dimensione
diversa da un tempo e per questo si vuole andare incontro a queste nuove realtà per vivere al meglio
la propria fede e la propria disponibilità al dono verso gli altri.
AMBIENTE
Durante questo anno e mezzo di incontri non siamo mai riusciti ad avere un punto di ritrovo fisso,
un po’ per la mancanza di locali adeguati per garantire gli incontri e nello stesso tempo avere spazi
per intrattenere i bambini, e un po’ per le esigenze delle nostre famiglie che con bimbi molto piccoli
e magari numerosi non hanno molte possibilità di uscita alla sera. Per questo siamo passati, dai
locali del circolo del paese, all’oratorio, alla cappella e infine a rotazione nelle nostre case, seppur
questa ultima soluzione secondo noi, porta ad un freno maggiore alla frequenza delle eventuali
nuovi persone interessate a conoscere questa realtà.
OBIETTIVO
Al momento, e per la nostra realtà comunitaria, ci siamo posti un solo obiettivo a breve termine che
è quello di mantenere vivo e costante il gruppo con gli incontri mensili, viste le difficoltà lavorative
e organizzative dei diversi membri (durante il periodo estivo, infatti, gli incontri si sospendono per
motivi lavorativi della maggior parte dei partecipanti).
Un obiettivo a medio termine è quello, invece, di iniziare ad “andare verso” la comunità con opere
di volontariato (es. fare la spesa alle persone anziane, portare i farmaci, qualche ora di compagnia
alle persone sole, sostenere con il proprio tempo libero l’emporio solidale del paese, ecc..) e
condividere con le proprie famiglie anche queste azioni concrete di evangelizzazione.
L’obiettivo a lungo termine è infine il raggiungimento dello scopo iniziale. Diventare un punto di
riferimento per i bisogni spirituali e materiali delle famiglie della nostra comunità.
ITINERARIO
Essendo un gruppo nato da poco, in questo periodo il nostro programma è stato modificato nei
diversi incontri fino a trovare uno schema che esauriva sufficientemente le esigenze di tutti i
partecipanti. Ad oggi, in vista della ripresa degli incontri nel mese di settembre, dobbiamo
pianificare e correggere al meglio lo schema/scheletro dei nostri incontri, stilare un calendario
mensile da rispettare dei vari incontri e per fare una rivalutazione delle risorse disponibili per poi
attuare un programma di volontariato attendibile e calibrato esattamente alle esigenze e disponibilità
di chi partecipa.
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METODO
Lo schema che abbiamo utilizzato fino ad oggi era così organizzato: preghiera (coroncina della
Divina Misericordia per intercessione dei bisogni della comunità), lettura di alcuni bravi
dell’Amore e Letizia, condivisione, e buffet per condivisione anche di momenti conviviali. Da
settembre abbiamo deciso di sostituire i trattati dell’amore e Letizia con brani del Vangelo per
edificare maggiormente la nostra conoscenza della fede cristiane e del Vangelo.
STRUMENTI
Ad oggi ci siamo basati su libri quali “I 5 linguaggi dell’Amore”, l’Enciclica Amore e Letizia, il
Vangelo. Anche il ritiro spirituale organizzato dalla Diocesi è stato un momento e strumento molto
importante per la crescita del gruppo, soprattutto per attingere a spunti e consigli per la gestione del
gruppo parrocchiale.
VERIFICHE
Sicuramente al termine di ogni stagione (per noi equivale al mese di maggio) durante l’ultimo
incontro invitiamo i partecipanti ad esprimere un parere rispetto al percorso intrapreso dal gruppo
durante l’annata e a dare suggerimenti e proposte per eventuali cambiamenti e modifiche. Verificare
gli obiettivi ponendosi delle domande come per esempio: si è riusciti a mantenere costanti gli
incontri mensili? Siamo aumentati di numero e quindi siamo riuscita a portare ai parrocchiani la
gioia che sperimentiamo nei nostri incontri? Siamo riusciti a realizzare le opere di volontariato che
ci siamo prefissati? In che termini?
Come coppie partecipanti anche al Percorso di Formatori pastorali siamo in continua ricerca di
spunti e consigli per avviare in modo consistente e corposo il nostro gruppo famiglie che al
momento è così piccolo e tutto da definire, seppur sentiamo di avere tanta sete di conoscenza di Dio
e di condivisione con le nostre famiglie.
SCHEDA 6:
“INCONTRO PER GIOVANI SPOSI”
Possono esistere due corsi divisi tra coppie sposate da zero a cinque anni senza figli e coppie
sposate da zero a cinque anni con figli, ma il numero degli anni di matrimonio è puramente
indicativo. Il motivo per cui proponiamo questi due corsi separati è perché l’esperienza
matrimoniale senza figli e con figli differisce molto.
Nel primo caso, i primi anni sono belli ma faticosi, bisogna imparare a conoscersi e a rispettarsi, a
mettere cioè in pratica quello che del matrimonio si è assimilato nel corso prematrimoniale: amarsi,
accogliersi, rispettarsi, giustificarsi, perdonarsi. Nel secondo caso, l’arrivo di un figlio cambia le
dinamiche della coppia e il ruolo genitoriale può metterne a dura prova l’equilibrio. In entrambi i
casi, una esperienza di condivisione, di confronto e di supporto insieme ad altre coppie può essere
un aiuto per affrontare le difficoltà e per allontanare sentimenti di sconforto e solitudine.
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Abbiamo pensato ad un numero base di incontri, -una decina, ma che può aumentare o diminuire a
seconda delle esigenze delle coppie partecipanti-, una volta al mese, a seconda degli impegni di
ciascuno. Come sede di questi incontri, la nostra casa, aperta ogniqualvolta ce ne sia bisogno, per
sottolineare a tutti che la famiglia è una piccola chiesa. Ci si ritrova attorno ad una tavola imbandita,
un sabato sera o una domenica pomeriggio, previo invito personale e non anonimo, tramite
telefonata o messaggio whattsapp. Ogni coppia invitata potrebbe essere incontrata singolarmente
dalla coppia animatrice in un giorno precedente al primo incontro, affinchè la coppia animatrice
possa già conoscere situazioni e bisogni delle suddette coppie. Sarebbe opportuna la presenza del
sacerdote, quando possibile, sia nell’incontro singolo che negli incontri collettivi. Ipotizziamo un
numero massimo di dieci coppie. Durante il banchetto, ci si conosce e ci si presenta, e questa
presentazione si ripeterà negli incontri successivi fino a che tra di noi non si diventi familiari e
intimi.
Per quanto riguarda la coppia animatrice, dopo la presentazione metterà in chiaro il perché
ritrovarsi: combattere l’ignoranza religiosa, dare fondamento alla fede, impostare la vita di famiglia
come risposta alla chiamata di Dio che ci vuole santi. Si sottolineerà poi la non obbligatorietà nel
frequentare gli incontri, ma la bellezza dell’ascolto della Parola di Dio come motivo di crescita e di
unione nelle coppie dei giovani sposi. Il fine ultimo deve tendere alla Parola quale mezzo di
rafforzamento della fede e del Sacramento che unisce le coppie, al perché esiste questo Sacramento
e in cosa si realizza la volontà di Dio attraverso il Sacramento stesso, per verificare che il proprio
cammino sia coerente con la scelta cristiana della propria vita.
La Parola verrà scelta a seconda del contenuto dell’incontro, e tale contenuto terrà sempre conto del
cammino personale delle giovani coppie, per offrire alle stesse coppie temi su misura per le loro
esperienze personali. Non ci sarà la presunzione di essere in grado di dare soluzioni o suggerimenti,
lo scopo è la conoscenza dei contenuti cristiani e la conseguente ricerca delle modalità di
applicazione.
Ci sarà sempre un momento di confronto e di condivisione, in modo che le coppie si conoscano -nel
caso in cui non si conoscano già- e affinchè questa conoscenza vada a rafforzare il legame con la
comunità cristiana, in maniera particolare con il sacerdote, che dovrebbe diventare per esse punto di
riferimento. In questo modo, si cercherà di dare alle coppie la possibilità di sentirsi accolte nella
propria parrocchia e di diventare anche protagoniste nel cammino della comunità.
Un incontro – tipo potrebbe dunque essere questo:
Accoglienza e preghiera iniziale.
Un breve canto.
Cena o piccolo rinfresco durante il quale conversare e magari decidere date dei prossimi incontri,
cercando di venire incontro alle difficoltà di ogni coppia.
Ascolto della Parola, dopo essersi spostati in un’altra stanza, e relativa meditazione, fatta
possibilmente dal sacerdote se presente, in modo da coinvolgere le coppie.
Breve lavoro di gruppo per le coppie, durante il quale le coppie si confrontano e condividono le
proprie esperienze in base alla meditazione appena ascoltata.
Condivisione aperta.
Preghiera e benedizione.
Piccolo ricordo della serata.
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8. AMBITO PASTORALE BIBLICA
SCHEDA 1:
IL LINGUAGGIO DELLE PARABOLE
(per genitori e catechisti)
IDEA DI FONDO
A partire dal linguaggio delle parabole di Gesù, l’incontro si prefigge di approfondire il
linguaggio di predicazione con lo scopo di trasmettere la fede attraverso un nuovo “linguaggio
parabolico” (Evangelii Gaudium n.167).
DESTINATARI
Gruppo di genitori e di catechisti di bambini e adolescenti che intraprendono il cammino di
iniziazione cristiana.
AMBIENTE
Incontro all’interno del corso di formazione per animatori, catechisti e genitori
OBIETTIVI
Approfondire il “linguaggio parabolico”.
Esperire ed imparare alcune tecniche legate all’approfondimento della lettura
biblica da poter poi utilizzare con i ragazzi.
ITINERARIO
Collaborazione tra i responsabili della catechesi e il parroco per stabilire il giorno e l’orario
migliore per coinvolgere il maggior numero di persone e pubblicizzare l’incontro.
METODO
Si inizierà con un brainstorming sulle caratteristiche del linguaggio usato da Gesù e si scriverà ciò
che esce su di un cartellone/ lavagna.
Lettura di un brano e introduzione biblica.
Distribuzione di un foglio con una parte del brano e di matite colorate per provare ad utilizzare
una rivisitazione del metodo della “matita dai 4 colori” (vedi di seguito); questo per condividere le
tematiche presenti nel brano, sintetizzandole in parole o anche in frasi slogan.
Lavoro a gruppi di educatori e catechisti che hanno ragazzi della stessa fascia d’età per identificare
i temi da proporre loro utilizzando questo brano… Quali esempi concreti usare come “parabole
moderne” (film, fatti di cronaca, vita vissuta…), quali domande per stimolare la riflessione o la
preghiera e quali attività o giochi presentare legati ai temi scelti.
Ritorno nel grande gruppo per condivisione e riconoscimento dei tratti comuni sottolineati nei
diversi gruppi anche alla luce del cartellone fatto inizialmente sulle caratteristiche del linguaggio
usato da Gesù.
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STRUMENTI
Bibbia, lavagna, fogli, matite colorate.
REALIZZAZIONE
Si parte dall’analisi del tipo di linguaggio usato da Gesù per predicare: linguaggio comune alle
persone, legato ad immagini vicine, semplici, chiare, dirette, adatte, familiari, legate alla vita.
Si propone la lettura guidata di una delle parabole di Gesù Lc 19, 11-28; poi insieme si
approfondirà il testo e si cercheranno i temi che possono essere affrontati coi ragazzi.
VERIFICA
Osservazione della qualità di interazione che si realizza nei diversi momenti previsti; consegna
di un foglietto anonimo di gradimento e monitoraggio per verificare che nel tempo venga
attuato quanto proposto negli incontri.
Esempio da fare con i gruppi
TECNICA DELLA MATITA DEI 4 COLORI
Per quanto riguarda la lettura del Vangelo coi 4 colori, ecco lo schema dei relativi passaggi, così
come viene proposto ai ragazzi; tali passaggi sono ricalcati a misura dei ragazzi secondo la lectio
divina sperimentata nelle Scuole della Parola rivolte ai giovani:
il NERO è il colore della cronaca, dei fatti, delle notizie. Cerca il significato delle parole difficili o
che non conosci, aiutandoti con un vocabolario e le note della Bibbia. Sottolinea i personaggi, i
luoghi e, se ci sono, le indicazioni di tempo: queste indicazioni sono una vera e propria miniera per
capire il significato del brano. La forma ideale è quella di riportare sul tuo quaderno in colonna
questi tre tipi di indicazioni (personaggi, luoghi, tempi) e scrivere già un tuo piccolo commento.
L’AZZURRO è il colore di Dio (si chiama anche “celeste” perché ricorda il cielo), il colore del lieto
annuncio del Vangelo. Scegli la frase che più ti è piaciuta nel Vangelo, quella che ti ha colpito
particolarmente e sottolineala o trascrivila con questo colore sulla pagina di quaderno: può essere
un'azione di Dio o una parola di Gesù, ma potrebbe essere anche un personaggio o un luogo che ti
ha colpito particolarmente. Se hai tempo, scrivi anche la ragione per cui hai scelto proprio questa
frase o addirittura puoi tentare una spiegazione di ciò che l’evangelista ha voluto dire attraverso
quella frase o quella parola.
Il ROSSO è il colore dell’amore, dell’amicizia. Cosa rispondi a Gesù, dopo quanto ti ha detto con la
sua Parola? Scrivi con questo colore una preghiera o almeno una semplice invocazione, magari
presa dallo stesso Vangelo; puoi ripetertela durante la giornata e così sarà la tua preghiera del cuore.
Il VERDE è il colore della vita. Scrivi con questo colore un proposito a partire dalla lettura del
brano. Alla sera fai un piccolo esame di coscienza dove si verifica se questo proposito è stato
messo in pratica
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SCHEDA 2:
IL BUON SAMARITANO
per bambini e genitori
IDEA DI FONDO
Evidenziare come dal Vangelo, che è Parola viva di Gesù, discendano delle conseguenze pratiche
sul mio agire quotidiano. Ugualmente il mio agire quotidiano, coerente con il messaggio
evangelico, mi aiuta ad approfondire la conoscenza stessa di Gesù, in una sorta di meditatio
operandi. In sintesi, si vuole evidenziare come vi sia un percorso circolare di progressivo
accrescimento della conoscenza, in forza dell’agire conforme e che, grazie alla maggiore
conoscenza, si generi un agire sempre più concorde con la Parola.
Vangelo-Gesù Realtà – Azione
DESTINATARI
Il progetto è principalmente rivolto ai bambini-genitori, cercando di sfruttare la naturale
spontaneità dei bambini e, per certi aspetti, la loro capacità di mettere anche in crisi. Le varie
attività sono rivolte al lavoro sulla coppia bambino-genitore, sia con fasi di gruppo sia con
momenti separati: il destinatario ultimo dell’attività è, infatti, la coppia bambino-genitori.
OBIETTIVO
L’obbiettivo del progetto è, partendo dal brano del Vangelo di Luca del buon Samaritano (Lc 10,
25-37), riflettere sul tema oggi così urgente dell’accoglienza, mettendo in evidenza come la logica
evangelica del farsi prossimo al bisognoso sia profondamente differente da quella troppo spesso
proposta. Partendo quindi da questa prospettiva, si vorrà evidenziare come ciò determini degli atti
concreti, i quali dovranno essere pienamente individuati e definiti al fine di sottolineare quel
processo circolare sopra definito; tale percorso, va affrontato alla luce di questa domanda: “Qual è
il mio atteggiamento nei confronti di chi ha bisogno?”. Si vuole dunque porre in risalto, ribadendo
l'idea di fondo, come la sequela di Gesù non sia un pensiero o un’idea astratta, ma uno stile di vita
e, cioè, un pensare ed un agire concretamente.
AMBIENTE - ITINERARIO
Il progetto prevede diversi momenti ed ognuno di questi avrà un suo contesto. Il primo momento
preparatorio, che vede coinvolti sia coloro che hanno partecipato alla Pastorale Biblica sia chi ha
seguito il corso di Iniziazione Cristiana (Catechesi), si svolgerà in una sala parrocchiale. In questa
prima fase l’incontro sarà guidato da chi ha seguito la formazione del corso di Pastorale Biblica e
verterà sulla meditazione e sullo approfondimento - di cui si fornisce una possibile traccia nella
parte finale del presente elaborato - del brano evangelico scelto; dopo che il conduttore avrà letto,
contestualizzato e fornito un'esegesi adeguata - cercando di mettere a disposizione di tutti le
competenze acquisite nel primo anno del Per-corso per formatori pastorali - ci sarà un momento
maggiormente dinamico ed interattivo per dare spazio al dialogo e alle riflessioni personali dei
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presenti. Al termine della meditazione, il gruppo sceglierà quali aspetti sottolineare nell’incontro
successivo con i bambini/genitori. Nella seconda fase, che si terrà sempre nel medesimo ambiente
a distanza di qualche giorno, guiderà l’incontro chi ha seguito la preparazione relativa
all’Iniziazione Cristiana mettendo a disposizione del gruppo di lavoro le proprie competenze per
definire le metodologie espositive più adeguate per gli incontri successivi. Infine vi sarà la giornata
dell’incontro che si svilupperà in due momenti distinti e complementari. Nel primo momento vi
sarà l’incontro separato tra genitori e formatori pastorali, in una sala idoneamente predisposta e,
contemporaneamente, si svolgerà nella sala principale quello tra catechisti e bambini. In questa
terza fase sarebbe opportuno fare delle proposte concrete, anche all'interno di realtà parrocchiali o
diocesane già presenti, per aiutare chi si trova in difficoltà. Al termine il primo gruppo raggiungerà
il secondo per un momento di condivisione e confronto comune.
METODO
L’incontro con i genitori punterà a sottolineare le nostre criticità nel modo di agire e pensare
quotidiano grazie ad un confronto su situazioni concrete che saranno proposte e discusse. Tale
confronto dovrà avere una visione positiva e punterà a far risaltare il fatto che noi tutti, con le
nostre piccole azioni quotidiane in linea con l’insegnamento evangelico, possiamo determinare
grandi cambiamenti, modificare il percorso della storia. Invece l’incontro con i bambini punterà
maggiormente a mostrar loro un differente modo di comportarsi, un modo di agire che li renderà
liberi. I bambini saranno invitati ad un incontro dinamico, in cui potranno realizzare, con la
supervisione dei responsabili, cartelloni che esprimano i risultati ottenuti; questa attività dovrà
essere spontanea e non preimpostata, ma frutto della loro rielaborazione personale. Il momento
finale, costituito dall’incontro-confronto tra bambini-genitori, avrà lo scopo di consolidare le idee
emerse cercando di arrivare ad una sorta di impegno reciproco ad attuare determinati
comportamenti e atteggiamenti nella consapevolezza che l’esempio è il metodo più efficace di
insegnamento.
STRUMENTI
Gli incontri si svolgeranno in un ambiente adeguatamente preparato per quanto riguarda:
1. Luci
2. Disposizione dei posti
L’incontro sarà preparato accuratamente in termini di:
1. Preparazione dei testi e degli oratori: è assolutamente necessario che chi conduce riesca a
mantenere desta ed attiva l’attenzione, in particolare dei genitori
2. Materiale audio-visivo
3. Copia del brano oggetto dell’incontro
4. Giochi
5. Materiale per scrivere e prendere appunti
6. Assegnazione dei ruoli guida al fine di sfruttare al meglio le qualità di tutti
Nell’incontro con i bambini si punterà maggiormente sul gioco; mentre con i genitori avrà un ruolo
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determinante il materiale audio-visivo. In nessun caso si dovranno creare situazioni di disagio che
possano pregiudicare il buon esito del progetto. Si dovrà anzi promuovere la più assoluta
spontaneità e libertà al fine di consentire a tutti la partecipazione attiva. Non stigmatizzare
comportamenti, bensì promuovere.
REALIZZAZIONE
L’ipotesi migliore sarebbe di attuare il progetto il sabato pomeriggio o la domenica mattina dopo
la messa .
VERIFICA
La sera successiva all’incontro, gli organizzatori si riuniranno per un confronto comune e per
analizzare l’andamento complessivo del progetto. L’organizzazione deve essere dinamica per
essere pronti ad accogliere delle modifiche da effettuare in base alle criticità emerse.
SCHEDA 3:
INCONTRO IN AVVENTO
1. Nella Parrocchia di Fontevivo non esiste un Gruppo della Parola, la partecipazione al
primo anno del Corso per Formatori – Pastorale biblica ci ha suggerito di provare ad
organizzare un incontro di analisi della Parola.
2. Si propone, in accordo col parroco, di organizzare un incontro in corrispondenza di un
momento significativo dell’Anno liturgico in preparazione del Natale, pertanto, da tenersi
durante l’Avvento.
Con tale incontro, della durata di circa un paio d’ore, è data la possibilità alla Comunità
parrocchiale di potersi riunire per leggere ed approfondire la Parola attraverso l’analisi di a lcune
tematiche che possano essere stimolo di riflessione e risposta ad alcune delle numerose domande
che ognuno di noi si pone accostandosi al Vangelo.
3. Il Vangelo di Luca è stato scritto successivamente al 70 d.C. (anno della distruzione del
Tempio di Gerusalemme da parte dell’imperatore Tito) in modo dettagliato riporta gli
avvenimenti della vita di Maria, Giuseppe e Gesù ed è l’unico che racconta episodi della
vita di Gesù prima dell’inizio della vita pubblica, in particolare la prima visita al tempio di
Gerusalemme.
L’attenzione è rivolta, oltre che alla Sacra famiglia, alle donne, tanto che riporta episodi in cui
sono protagoniste Marta e Maria di Betania, sorelle di Lazzaro e Maddalena o Maria di Magdala.
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4. Avvento
- I pastori alla grotta di Betlemme – Lc 2, 8-20
- Distribuizione ad ognuno dei partecipanti di copia del passo del Vangelo suddetto
- Rilettura del passo dal vangelo di Luca 2, 8-20 da parte di uno dei relatore
- Chi erano i pastori del Vangelo ( analisi sociale e storica)
Gente semplice ed umile, simbolo di modestia, ma soprattutto appartengono alla classe sociale più
bassa, in quanto nomandi non conoscono la Legge. L’Angelo rivelando loro la nascita del
Salvatore, rende questi, simbolo dei futuri Pastori, che nella Chiesa proclameranno la Parola.
- Analisi del messaggio
L’improvvisa apparizione dell’Angelo è paragonabile alla venuta di Dio nella storia dell’uomo
sulla terra; l’annuncio ai pastori la parola di Dio scende tra gli uomini ed è riservata agli “ultimi”
l’immagine dei pastori che si recano alla grotta di Betlemme rappresenta il cammino della fede.
La Gloria del Signore è la presenza di Dio in mezzo all’umanità, in quel cammino che dona Pace
(da intendersi con la vita di Dio incarnato in mezzo agli uomini) e Gioia, in un tempo nuovo, che si
distingue per la venuta di Dio, al quale l’uomo deve partecipare.
- Attualità di questo messaggio per il Natale 2018
Ogni anno all’avvicinarsi delle Feste e soprattutto del Natale, il fervore dei preparativi potrebbe
non lasciare spazio alla predisposizione dell’animo ad accogliere il Verbo che si fa uomo per stare
tra noi, a comprendere la nascita di Gesù quale messaggio di Gioia, come annunciato dall’Angelo
ai pastori. Probabilmente la nostra preparazione dovrebbe essere quella di allenare il nostro spirito
alla semplicità, al saper cogliere l’aspetto naturale della vita quotidiana, dell’altro accanto a noi, di
chi è Prossimo, abbandonando la ricerca affannosa di chissà quale significato per fare un regalo,
per la riuscita di una festa, di un incontro di scambio di auguri oppure, ancor peggio, per farci
ricordare in una circostanza. Le feste natalizie sarebbero giorni da trascorrere nell’ armonia e nel
calore famigliare, ma quell’amore, sarebbe da alimentare ogni giorno dell’anno, perché il dono
della Gioia che viene dalla nascita di Gesù è permanente, non finisce il 6 gennaio di ogni anno
quando smontiamo gli addobbi natalizi e terminano le vacanze.
Con la nascita di Gesù Dio si rivela mediante il proprio Figlio, che fattosi uomo, è come noi e
dobbiamo essere certi che cammina al nostro fianco, ci sostiene anche se talvolta lo sentiamo
lontano, perché è venuto tra noi per accompagnarci er ricondurci a Lui.
Nei momenti di solitudine dovvremmo spogliarci delle nostre vanità, aspettative materiali, egoismi
e comodità (con tantissime difficoltà a livello umano) e se pare impossibile… dovremmo pensare
che non siamo soli, quell’Annuncio è ancora valido e la sua luce (come la cometa che ha indicato
la strada ai Magi) che è quella del Padre possa illuminare, senza farci esitare, il nostro cammino
per raggiungere quel Bambino: Dio fatto uomo per gli uomini del mondo, ancora nel 2018.
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SCHEDA 4:
“VEDERE LA PAROLA”
Idea di fondo:
Evangelizzare mediante la conoscenza delle opere dei grandi maestri dell’arte attraverso la visita,
motivata e guidata, alle chiese e al Museo Nazionale della nostra città. Il Vescovo nell’incontro di
sabato 16 giugno ha ricordato che “ Le chiese sono luogo di Evangelizzazione”.
Destinatari
Il progetto, con i dovuti adattamenti, può essere rivolto a tutti (catechisti, genitori, giovani,
adulti…)adattando gli interventi per i gruppi più o meno numerosi.
Ambiente
Pellegrinaggio alla Cattedrale e alla chiesa di San Giovanni evangelista in Parma. A seconda degli
argomenti prescelti e dei destinatari, si possono anche offrire immagini delle opere d’arte al
computer.
Itinerario
Si possono svolgere incontri nei momenti forti dell’anno: avvento, quaresima, tempo pasquale,
celebrazione della “Verbum Domini”. Si può concentrare l’incontro in un sol giorno, es.:
organizzare il pellegrinaggio alla cattedrale e in San Giovanni per celebrare la Verbum Domini:
Seguire alcuni misteri della gloria attraverso gli affreschi del Correggio e del Parmigianino
(assunzione, incoronazione)
Cupola del Correggio: presentazione dell’opera, struttura, messaggio, caratteristiche del pittore,
inquadramento storico.
Meditazione guidata alla ricerca dei messaggi biblici: es. Maria, nuova Eva…
Contemplazione attraverso la preghiera guidata e silenziosa
Canti e musiche appropriati (es. composizioni di don Guido Pasini) che aiutano e accompagnano
il raccoglimento e la preghiera.
Ci si sposta in san Giovanni per pregare sugli affreschi della cupola e dell’incoronazione della
Vergine (Parmigianino)
Strumenti
Schede da distribuire ai presenti con immagini delle opere e testi dei canti e delle preghiere.
N.B. Se si vuole meditare sul Vangelo di Luca, si può lavorare sui Vangeli dell’infanzia con
“pellegrinaggio” al Museo Nazionale: Lectio del brano/ meditatio/ contemplatio attraverso:
Dipinti di Correggio: Madonna di san Girolamo, Madonna Campori, Madonna della scala,
ritorno dalla fuga in Egitto (Madonna della scodella)… Ci si può soffermare anche
sull’incoronazione della Vergine (Parmigianino).
Se ci si vuole avvicinare al vangelo di Matteo e meditare la parabola delle Vergini sagge e stolte,
si può fare il “pellegrinaggio” in Steccata, ammirando l’opere di Parmigianino.
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SCHEDA 5:
IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO (Rembrant)
Il vangelo di Luca è detto anche il Vangelo della Misericordia. Nel capitolo quindicesimo Gesù
racconta un parabola conosciuta come “il figliol prodigo”, che viene talvolta denominata “parabola del
padre misericordioso” e che potremmo anche intitolare “la parabola del Padre prodigo in misericordia”.
Nei secoli tanti artisti hanno raffigurato questa storia e nella figura del figlio ciascun credente può
umilmente riconoscersi. Nella nostra società contemporanea il ruolo del padre sta perdendo la sua
credibilità, qualcuno l’ha definita “una società senza padri”. E’ allora necessario rivedere la figura del
Padre nel Vangelo per comprenderne a pieno la missione e il significato e questo anno della
misericordia può diventare occasione propizia. In questo dipinto è racchiusa la storia di ciascuno di noi.
Ne “il ritorno del figliol prodigo” Rembrandt ha firmato uno dei suoi capolavori. L’opera, un olio su
tela di ragguardevoli dimensioni ( 262x 206 cm) è uno degli ultimi dipinti del pittore, è datato tra il
1668 e il 1669 (Rembrandt morirà ad Amsterdam nel 1669) in quegli anni egli aveva subito un dolore
immenso per la morte dell’adorato figlio Tito e certo nella figura del padre egli esprime anche il suo
desiderio di riabbracciare il figlio. La grande tela fu rinvenuta nella casa di Rembrandt dopo la sua
morte e, date le dimensioni, si pensò dapprima che fosse destinata ad un altare, in seguito poi si giunse
alla conclusione che il pittore lo avesse dipinto per sé e per la sua famiglia. Attualmente è conservato
nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Il quadro si ispira alla parabola evangelica del “Figliol prodigo”( Lc. 15, v. 11-32) e ne coglie il
momento culminante: il figlio, dopo aver dilapidato i beni del Padre, decide di tornare e si inginocchia
dinanzi a Lui per chiedere il perdono. Nel testo evangelico si parla delle sostanze sperperate dal figlio
usando il termine greco “ton bion” egli cioè ha sperperato non solo i beni, ma la vita stessa.
L’immagine è presa dal basso, gli occhi dell’osservatore sono all’altezza del figlio pentito. Dallo
sfondo buio emergono fuse insieme e illuminate da una luce che proviene dall’alto, da Dio stesso, le
due figure, del Padre e del figlio che rannicchiato in posizione fetale, cerca quasi di rientrare nel
grembo materno per nascere ancora a vita nuova.
C’è in questi gesti come l’inizio di una nuova creazione. Nella Genesi Dio Creatore soffia lo spirito,
ora, in questa ri-creazione il Padre “gli si getta al collo, lo abbraccia”, in questo abbraccio c’è qualcosa
di intimo: Egli accoglie ancora il figlio, lo perdona, lo protegge, lo accoglie nuovamente nel suo
grembo. “Commosso gli corse incontro”: il padre ormai vecchio ha trovato la forza di correre verso il
figlio, si commuovono le sue viscere di tenerezza (rachamim). Egli maternamente vive nel suo grembo
il dolore del figlio e lo fa suo.
Il padre avvolge il figlio nel mantello rosso: è la casa, la tenda che accoglie e protegge, lo racchiude
nell’abbraccio ricreante tanto atteso e desiderato, per attirarlo a sè con struggente tenerezza e si china
sul figlio, abbassandosi fino a lui e posando sulle spalle piagate le sue due mani, in esse è racchiuso un
potente messaggio: l’una delicata, soave e rassicurante di madre che accarezza e consola, l’altra forte e
decisa di padre che sorregge e protegge. Sono due mani, ma anche i due volti di un Dio Misericordioso,
ad un tempo un unico amore di Padre e di Madre.
Il Padre è cieco: ha consumato gli occhi scrutando l’orizzonte per scorgere il figlio: “quando era ancora
lontano, lo vide …” non certo con gli occhi di carne, ma con quelli del cuore, ha indovinato il suo
ritorno.
Il figlio ha trovato il coraggio di tornare e il Padre quello di abbracciare e cancellare tutto, perché tutto
torni come prima, anzi, meglio di prima, perché ora avrà inizio la festa che non ha fine. Il Padre non
rimprovera, non punisce, non dice una parola, tutto è espresso in quell’abbraccio, in quel gesto di
sublime tenerezza del Dio che tutto perdona.
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9. AMBITO COMIUNICAZIONI SOCIALI
- ANIMAZIONE PICCOLE COMUNITA’
SCHEDA 1:
ADORAZIONE EUCARISTICA
BRANO: (Luca 9- 28,35)
IDEA DI FONDO: Il progetto pensato per la nostra Chiesa che possa valorizzarla è
L’ADORAZIONE EUCARISTICA GUIDATA MENSILE PARROCCHIALE E DIOCESANA, una
buona prassi che viene incontro alle esigenze soprattutto spirituali della nostra comunità. L’obiettivo è
riportare nella comunità, e quindi anche nella nostra diocesi, la bellezza dell’incontro con Gesù
Eucarestia e una profonda interiorità.
L’Eucarestia è un tesoro inestimabile: non solo celebrarla, ma anche il sostare davanti al Santissimo
indipendentemente dalla Messa consente di attingere alla stessa sorgente di grazia e di prolungare e
moltiplicare i frutti della Comunione al corpo e sangue di Cristo. La Chiesa ha bisogno di ritrovare la
sua spiritualità e “la presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per un
numero sempre più grande di anime innamorate di Lui, capaci di stare a lungo ad ascoltarne la voce e
quasi a sentirne i palpiti del cuore” (MnD 18).
DESTINATARI: Il destinatario del progetto è tutto il popolo di Dio, in tutte le sue componenti:
giovani, famiglie, gruppi del catechismo, gruppi di preghiera, volontari, anziani, malati, addetti alla
missione...
Tutti sono chiamati a partecipare o ad animare, o ancora ad essere protagonisti delle intenzioni di
preghiera espresse in un momento dell’adorazione.
AMBIENTE; L’ambiente più idoneo è sicuramente la chiesa parrocchiale ma per le NP, a rotazione,
possono essere destinate allo scopo anche le altre chiese e cappelle appartenenti alla Nuova Parrocchia
stessa.
OBIETTIVO: “L’Eucarestia edifica la Chiesa” e “si pone come fonte e insieme come culmine di tutta
l'evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con
lo Spirito Santo.” (EdE, 41). La centralità dell'Eucaristia dà alla comunità e alla Chiesa nuova forza; di
essa la Chiesa vive e di questo « pane vivo » si nutre. Come non sentire il bisogno di esortare tutti a
farne sempre rinnovata esperienza? (EdE, 7). L’obiettivo è quindi quello di creare una nuova e fresca
spiritualità nella comunità e nella diocesi, diffondendo e sperimentando al tempo stesso la bellezza
dell’incontro con Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell’altare. E’ un percorso lungo e graduale
ma che potrà essere maggiormente capito ed apprezzato con una guida e una adeguata animazione.
ITINERARIO: Tutti i gruppi e tutta le comunità sono chiamati ad una preparazione tanto spirituale che
materiale dell’adorazione. La riflessione dell’animazione durante l’ora di adorazione può seguire un
percorso tematico nel corso dell’anno pastorale oppure può focalizzarsi di volta in volta su un
argomento specifico secondo le necessità della comunità o della diocesi e tutti i gruppi sono chiamati a
prepararsi, ad es. i catechisti preparano i bambini sul significato dell’adorazione o sul tema scelto; i
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gruppi giovani si incontrano e riflettono sulla Parola, il coro parrocchiale si prepara sui canti, le
famiglie preparano le intenzioni, i gruppi di preghiera i testi e gli approfondimenti ecc.
Lo schema può essere canonico o libero, può seguire quello della lectio o avere dei momenti di
preghiera spontanea, ma non devono mai mancare: il brano del VT o NT con un commento o una
riflessione, l’invocazione dello Spirito con un canto o una preghiera, le intenzioni di preghiera e la
processione davanti al SS per godere qualche attimo della vicinanza all’Eucarestia. Il tempo non
dovrebbe superare l’ora e andrebbe fatto preferibilmente una volta al mese, dalle 21 alle 22 quando si è
più liberi dopo una giornata di lavoro.
METODO: Ogni gruppo parrocchiale ogni mese a rotazione diventa responsabile di un aspetto
dell’animazione dell’adorazione. Un gruppo all’interno della parrocchia o il servizio ministeriale può
gestire la distribuzione dei compiti e i coinvolgimento di ciascuno, mese per mese.
STRUMENTI: Gli strumenti sono quelli più comunemente utilizzati: libretto con i testi e i canti per
seguire la Parola e gli approfondimenti; candele per creare il giusto raccoglimento; canti e musiche a
tema per animare la preghiera; incenso per il rito della benedizione; volantini e calendari per l’adeguata
pubblicità all’interno delle varie parrocchie; foglietti per scrivere le intenzioni e offrirle sull’altare e
altri foglietti da pescare da un cestino, con frasi della Parola, dei Santi, del Papa o dei Padri della
Chiesa su cui riflettere a casa. Una delle novità è rappresentata dalla diretta con la Giovanni Paolo TV.
Sarebbe interessante aggiungere ogni sera con l’ora di adorazione coloro che seguono la GPTV. Ogni
parrocchia è chiamata ad eleggere un paio di referenti che possano collaborare con la redazione della
emittente della diocesi e che possano essere punti di riferimento per l’aspetto tecnico delle riprese.
REALIZZAZIONE: L’appuntamento serale dell’ora di adorazione va pubblicizzato adeguatamente e
fatto conoscere per tempo, in modo tale che questo momento sia pensato e organizzato per essere
vissuto intensamente e senza distrazioni. La stesura di un calendario e un programma a inizio anno
pastorale aiuterebbero in tal senso. Qualche volta si può pensare di coinvolgere dei gruppi di animatori
provenienti dall’esterno che aiutino nell’animazione: suore, frati predicatori ecc.
Un’altra delle novità del progetto consiste nel coinvolgimento di tutta la diocesi a questa iniziativa: un
calendario comune su temi comuni in modo da assicurare a tutta la diocesi l’ora serale mensile di
dorazione, coprendo tutti i giorni di un mese, pregando sempre sulla stessa intenzione: un calendario
diocesano da esporre in tutte le chiese della Diocesi in modo tale che i fedeli abbiano sempre la
possibilità, all’interno della diocesi stessa, di partecipare ad una ora di adorazione; addirittura se una
intenzione specifica è più cara ad una persona, o se un fedele sente il desiderio di incontrare Gesù
Eucarestia più spesso, ha la possibilità di ripetere l’ora di adorazione in un’altra chiesa o parrocchia
anche più sere nello stesso mese. Si può pregare durante un intero mese per le vocazioni e il mese
successivo per le missioni, poi per i malati, le famiglie ecc.
Per la parrocchia specifica l’impegno non cambia, perché si tratta sempre di una sera al mese, ma la
diocesi si assicura una continuità nell’adorazione e nella preghiera.
VERIFICA: La programmazione può avvenire a inizio anno con il Consiglio Pastorale e mese per mese
con il servizio ministeriale o con il gruppo all’interno della parrocchia per gli aspetti pratici e
organizzativi.
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SCHEDA 2:
GIOVANNI PAOLO TV
“Non c’e niente di nascosto che non sarà svelato, ne di Segreto che non sarà conosciuto. Perdi
tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce è quello che avete detto
all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti.” (Lc. 12. 2-3)
IDEA DI FONDO: In questo momento storico, basato sulla comunicazione e sulla comunicazione
veloce e capillare, la Chiesa e, nello specifico, la nostra Chiesa di Parma, non può rimanere in
disparte. Nella nostra Diocesi estate un mezzo di comunicazione potenzialmente molto efficace,
ma poco conosciuto e valorizzato: l’emittente televisiva Diocesana e Regionale Giovanni Paolo
TV. Ogni Nuova Parrocchia e ogni singola Comunità, dalla più grande e attiva alla più piccola e
remota, può avvalersi di questo medium per mettersi in rete con le altre realtà della Chiesa di
Parma e per essere “Chiese n Uscita”, per essere protagonista dell’annuncio, per portare il
messaggio universale di Salvezza del Vangelo a tutti, soprattutto a chi è più lontano, solo, anziano,
ammalato o, per svariati motivi, impossibilitato a partecipare in modo attivo alla vita della
Comunità Cristiana.: la TV raggiunge tutti nelle proprie case e, grazie allo streaming online,
raggiunge tutti anche nelle loro tasche, sui loro smartphone. Per fare questo però è necessario un
buon lavoro di squadra e il coinvolgimento di almeno una persona per ogni Nuova Parrocchia.
Giovanni Paolo TV si impegna, almeno una volta al mese, a trasmettere la Santa Messa
domenicale da una diversa parrocchia della Diocesi di Parma. (Nelle restanti domeniche e
Solennità la Santa Messa viene trasmessa in diretta dalla parrocchia San Paolo Apostolo di Parma).
Inoltre quotidianamente GPTV realizza un Notiziario sulla vita della Diocesi e delle parrocchie.
Ogni Comunità, attraverso uno o più referenti Volontari, si impegna a comunicare alla Redazione
notizie, contributi video o fotografie (realizzati in modo amatoriale, anche con un cellulare),
resoconti di eventi, articoli, in modo che tutta la Diocesi possa conoscere l’attivita delle singole
Comunità, parteciparvi in modo attivo oppure sostenerle con la preghiera, o ancora trarre spunto ed
ispirazione per attività da realizzare nella propria parrocchia.
DESTINATARI: questo progetto prevede due tipologie di destinatari: destinatari attivi e
destinatari passivi. I destinatari attivi sono coloro che, all’interno delle 56 NP e delle singole
comunità parrocchiali, si impegnano come referenti per Giovanni Paolo TV, si occupano di
raccogliere notizie, informazioni su eventi e attività della parrocchia, materiale video, foto e
articoli e di fare pervenire tale materiale alla Redazione. Possono essere giovani, adulti, anziani e
possono essere in numero variabile; successivamente possono coinvolgere altri volontari e gruppi
Pastorali in questo servizio. Inoltre I referenti si impegnano nel far conoscere Giovanni Paolo TV
all’interno della propria Parrocchia e, quando sarà necessario, nell’organizzare e pubblicizzare la
diretta della Santa Messa della domenica dalla propria chiesa . I destinatari passivi sono coloro che
da casa seguono Giovanni Paolo TV. Apprendendo le notizie provenienti dalle parrocchie e
guardando la Santa Messa domenicale in diretta, possono partecipare alla vita della Diocesi, anche
se impossibilitati ad uscire di casa. Essi sono prevalentemente anziani, ammalati, presone sole,
carcerati, ma la Buona Novella del Vangelo è per tutti, perciò destinatari passivi del progetto
diventano tutti coloro che in quel momento si sintonizzano sul canale 93 o 665, quindi persone,
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che momentaneamente possono essere lontani da Cristo e dalla sua Chiesa, ma che, grazie ad un
incontro, anche virtuale, possono conoscerLo Vivo è Presente.
AMBIENTE: anche in questo caso l’ambiente è molteplice e può essere paragonato ad un lago
con un fiume immissario e uno emissario. Il fiume immissario sono le 56 Nuove Parrocchie della
nostra Diocesi e le piccole e grandi comunità di cui sono composte, I movimenti, I gruppi e le
associazioni. Le loro attività, proposte, iniziative, ordinarie o straordinarie che siano, confluiscono,
grazie al servizio puntuale e costante dei referenti, nel lago, che è la Redazione di Giovanni Paolo
TV. Da qui le notizie delle parrocchie, accuratamente montate e inserite all’interno del Notiziario
quotidiano, escono verso il fiume emissario, che sono I telespettatori e, piano piano, arrivano al
mare, che è la Chiesa, mettendo così in relazione, in contatto le realtà della Chiesa di Parma con I
fedeli, anche distanti dal punto di vista geografico, e ponendosi come “Chiesa in Uscita” verso I
lontani, verso chiunque accenda la TV.
OBIETTIVO: come ampiamente detto in precedenza, scopo del progetto è quello di annunciare
Gesù Cristo Vivo attraverso un mezzo di comunicazione alla portata di tutti: la televisione. Il
Vangelo viene annunciato non solo attraverso catechesi e conferenze tematiche, ma anche e
soprattutto attraverso la vita reale e concreta delle comunità parrocchiali della Diocesi di Parma:
dove c’è Chiesa, dove c’è Comunità, li c’è Cristo Vivo.
ITINERARIO: il cammino è quello delle singole parrocchie, delle loro attività, feste, momenti di
preghiera, formazione, ascolto, condivisione. È diverso per ciascuna realtà, in base alle proprie
caratteristiche ed abitudini, ma tutti questi percorsi sono accomunati dal confluire tutti verso la
Chiesa di Parma, attraverso il darne notizia in TV. Tappa importante del cammino, che per ogni
singola Nuova Parrocchia può avvenire una volta all’anno, è la diretta della Santa Messa
domenicale dalle diverse chiese del territorio, momento di festa, di gioia e di uscita per tutta la
comunità.
METODO E REALIZZAZIONE: il metodo scelto è semplice ed efficace: ogni NP sceglie uno o
più referenti, I quali saranno in contatto diretto e costante con la Redazione di Giovanni Paolo TV,
trasmettendo, a cadenza abbastanza regolare, il materiale raccolto all’interno della comunità,
relativo alle attività svolte in un determinato periodo (preferibilmente spazi temporali brevi:
qualche giorno, settimana, quindici giorni). Il referente, innestato nella vita attiva della Comunità,
si occupa di contattare il Parroco, il Consiglio Pastorale, il Servizio Ministeriale, I diversi gruppi e
movimenti della parrocchia per reperire notizie, informazioni dettagliate, materiale video,
fotografie da far pervenire alla Redazione e si occupa di sensibilizzare la comunità sul valore
evangelizzatore della TV e sull’importanza di collaborare in modo attento al progetto. Infine,
quando la sua parrocchia sarà scelta per la diretta della Santa Messa domenicale, il referente farà in
modo di avvisare e sensibilizzare tutta la comunità all’importanza dell’evento. Sarà poi compito
della Redazione e dei tecnici di Giovanni Paolo TV mandare in onda le notizie ricevute dai
referenti e occuparsi dal punto di vista pratico della realizzazione della diretta della Santa Messa.
STRUMENTI: per realizzare il progetto serve veramente poco: è sufficiente uno smartphone per
restare in contatto con la Redazione di Giovanni Paolo TV, realizzare e inviare video, foto e testi e
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per contattare I diversi organismi della propria parrocchia alla ricerca di notizie ed informazioni
utili.
VERIFICA: la Verifica avviene quotidianamente, con l’aiuto della Redazione di GPTV. Se non
arriva materiale dai referenti, il risultato del Notiziario sarà scarso, al contrario se il materiale sarà
abbondante e preciso, si potrà fare buona informazione ed evangelizzazione a livello Diocesano .
Se le Parrocchie sono disponibili ad accogliere la diretta della Santa Messa domenicale, la Parola
del Signore arriverà in tutte le case della Diocesi.
SCHEDA 3:
CELEBRAZIONI GIOVANILI
PER LE TRACCE PASTORALI DIOCESANE
IDEA DI FONDO
Giovani che celebrano.
DESTINATARI
Animatori, catechisti, parroci che accompagnano i gruppi giovanili delle medie-superiori.
AMBIENTE
Le diverse parrocchie della diocesi, dalle piccole o grandi parrocchie delle frazioni alle piccole o
grandi parrocchie della città.
OBIETTIVO
Fornire qualche ipotesi per la realizzazione di celebrazioni con i gruppi giovani collegate con le
tracce diocesane di pastorale giovanile.
ITINERARIO
L’itinerario è definito dal percorso 2018-19 delle tracce di pastorale giovanile che ha come filo
conduttore il tema de “La sete” e il brano di Gv 4 “L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo
di Sicar”. Le quattro tracce di celebrazione seguiranno lo sviluppo dei temi con riguardo allo
svolgimento dell’anno liturgico:
1. FAME E SETE: IL PANE DELLA VITA Incontro di preghiera nel tempo d’Avvento
2. LA BROCCA ABBANDONATA Celebrazione penitenziale
3. GESÙ UOMO, PROFETA, MESSIA, SALVATORE Un cammino a tappe per il tempo di
Quaresima
4. IMMERSI NELLA FONTE DELLA VITA Veglia di preghiera nel tempo di Pasqua
METODO
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Raccolta e analisi del materiale esistente:
- tracce di pastorale giovanile diocesane anni 2016-17 e 2017-18;
- tracce di celebrazioni già realizzate nella mia parrocchia con i gruppi giovanili e con la
comunità nei tempi di avvento e quaresima;
- commentari e preghiere inerenti il tema de “La sete” e il racconto della Samaritana;
- canti dal repertorio diocesano e nazionale inerenti i temi trattati.
Individuazione degli schemi celebrativi di ogni traccia e degli elementi da inserire.
Verifica e modifica delle ipotesi di celebrazione nel confronto, in diversi momenti, con animatori
dei gruppi giovani parrocchiali, con il mio parroco e con Don Roberto Grassi.
STRUMENTI
Queste ipotesi di celebrazione vorrebbero stimolare i gruppi giovanili ed i loro animatori a
celebrare attraverso diversi elementi:
- l’ascolto della Parola del Signore nelle Scritture proclamate, meditate e pregate;
- la preghiera dei Salmi in cui la Parola di Dio diventa preghiera dell’uomo, in cui la
preghiera personale si fa una sola voce con la preghiera di Israele, di Gesù, della
Chiesa, di tutte le chiese;
- altre preghiere che utilizzano a volte un linguaggio semplice, quotidiano e altre volte un
linguaggio poetico, evocativo;
- gli oggetti da osservare o toccare come veicolo per aiutare i giovani a penetrare un
significato, accostare un simbolo;
- i gesti ed i movimenti da compiere per essere coinvolti anche fisicamente nell’azione
simbolica e celebrativa;
- i canti che introducono e accompagnano i vari momenti della celebrazione;
- il silenzio che consente di interiorizzare i significati celebrati.
REALIZZAZIONE
All’interno del percorso formativo di un gruppo giovanile, le tappe celebrative sono i momenti in
cui ciò che è stato conosciuto, approfondito e discusso negli incontri di gruppo viene annunciato,
celebrato e vissuto nel dialogo con il Tu di Dio che ancora oggi parla al suo popolo.
La celebrazione sarà di aiuto alla crescita dei ragazzi quanto più risulterà connessa con quanto
emerso negli incontri del gruppo, quanto più verrà preparata con cura con e/o per i ragazzi, quanto
più sarà vissuta da loro con attenzione e partecipazione.
A questo scopo sarà necessario adattare le celebrazioni su misura del gruppo celebrante calibrando
bene testi, gesti e durata in modo da raggiungere la piena, attiva, consapevole partecipazione dei
presenti.
VERIFICA
Le ipotesi di celebrazioni, in fase di elaborazione, sono state verificate in diversi momenti nel
confronto con alcuni animatori dei gruppi giovani parrocchiali, con il mio parroco Don Ferdinando
Bonati e con Don Roberto Grassi.
Le ipotesi di celebrazioni sono state poi consegnate a Don Roberto Grassi come proposta per
l’ufficio diocesano della pastorale giovanile che le modificherà e utilizzerà se e come meglio
ritiene.
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