pasquale nero galante e devabil kara

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A CIÒ CHE LA VOCE NON SUONA. Mostra personale di Pasquale Nero Galante e Devabil Kara. Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma Curatori: Angelo Andriuolo, Giorgio Bertozzi, Ferdan Yusufi Progetto grafico e impaginazione: Stefano Ferracci, Laura Migotto testi critici: Stefano Iatosti, Fabrizia Ranelletti, Francesco Giulio Farachi prologo musicale: Sandro Perelli NEO ART GALLERY TANGRAM GALLERY Un sentito ringraziamento a: Il Rettore dell’Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Roma Mons. Agostinho da Costa Borges, Sua Eccellenza l’Ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede Manuel Tomás Fernandes Pereira, Sua Eccellenza l’Ambasciatore di Turchia Hakki Akil, Francisco de Almeida Dias, AntonioCimini, Tolga Orkun, Celil Erdog˘an, Melda Araz, Enis Ugur, Annamaria Plebani AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DI TURCHIA Ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede UFFICIO CULTURA E INFORMAZIONI DI TURCHIA

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Page 3: Pasquale Nero Galante e Devabil Kara

Inaugurazionemercoledì 2 marzo 2011 ore 18,30

Esposizionedal 2 al 20 marzo 2011

Istituto Portoghese di Sant’Antonio in RomaArte Moderna e Contemporanea

Con un prologo musicale di Sandro Perelli

Page 4: Pasquale Nero Galante e Devabil Kara

È con grande gioia che abbiamo accolto il suggerimento deiCuratori per una nuova collaborazione con la Galleriadell’Istituto Portoghese di Sant'Antonio. Lo spazioespositivo, che racchiude in sé la storia dell’incontrosecolare tra portoghesi e italiani a Roma, mantiene questacontinuità e procede in questa direzione costruendo unfuturo che un giorno farà parte della storia dell’Istituto.Questa mostra sicuramente testimonia la realizzazione ditale impegno.Il sostegno delle arti è stato, in effetti, in particolare dallametà dell’Ottocento, uno degli obiettivi importanti di questafondazione quattrocentesca, che nasce come ospedale per ipellegrini lusitani. Sant’Antonio dei Portoghesi, con la suamagnifica Chiesa, ha costituito da sempre, per la comunitànazionale, il punto di ritrovo e il luogo di accoglienza esostegno nella città papalina, ed oggi continua ad esserlo main un modo più sottile: l’assistenza si traduce attraverso lapartecipazione a momenti che innalzano lo spirito.La costruzione del grande Organo, due anni fa, haincrementato un’attività musicale importante, per la qualel’Istituto Portoghese è ormai da anni conosciuto ericonosciuto a Roma. Grazie ad un programmarigorosamente e accuratamente tracciato insiemeall’Organista titolare, M. Giampaolo Di Rosa, ogni domenica,dopo la funzione religiosa, si assiste in Chiesa alla grandeaffluenza di un pubblico fedele e attento nell’ascolto deisuoni eterei del nuovo strumento. Ricordiamo, inoltre, icorsi di lingua e cultura portoghese, l’attività della bibliotecae dell’archivio e le conferenze - un insieme di attività tra lequali si inserisce l’appuntamento mensile delle mostreallestite nella galleria.Questa volta, Devabil Kara e Pasquale Nero Galante ciportano il messaggio sinestesico che l’arte visiva contiene eche il loro fare artistico compie in maniera abbrancante. Iltitolo stesso della mostra, "...a quello che la voce nonsuona", ci riporta a un suono che esiste ma che non puòessere espresso attraverso i suoni, un suono intimo,dell’anima di chi disegna volti e alberi e forme astratte,stesura del tempo e dello spazio in ombre e tessiture. Forseanche il suono delle nostre tre anime - italiano, turco,portoghese - che, fatte di parole diverse, riescono qui acomunicare tra loro.

Monsignor AGOStINhO DA COStA BORGES

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La pittura, come la musica, si può interpretare ma nontradurre. La diversità dei media coinvolti rende tuttavia illinguaggio musicale molto diverso da quello visuale. Le analogie che spesso vengonosottolineate, fra linea e andamento melodico, colore etimbro, modularità e organizzazione ritmica dello spazio odel tempo sono più apparenti che reali. Di solito è l’arteastratta, a essere avvicinata alla musica per il suo caratterea-mimetico, non rappresentativo di una realtà esternaall’artista e per l’uso di un linguaggio autoreferenziale, tuttorisolto nel gioco formale del segno o nell’esplorazione dellepossibilità della materia. La serialità e la negazione di ognicomponente emotiva accomunano il minimalismo artistico emusicale; nella prospettiva concettuale, infine, la pittura silimita a riflettere su se stessa e sui propri strumentilinguistici, arrivando infine a negarsi, a scomparire del tutto.Non è certo questa la poetica ispiratrice di Devabil Kara odi Pasquale “Nero” Galante. I due artisti, incuranti dellemode e delle vecchie e nuove ortodossie dimostrano,infatti, di credere nella possibilità e perfino nella necessitàdel dipingere.Le opere di Kara sono in prevalenza astratte, ma talvolta èpresente la forma emblematica della balena, animale simbolodi nascita e rinascita mistica. La stesura cromatica avvicinal’artista turco al color field painting, per le superfici vibrantidi sottili passaggi tonali anche nell’ambito del monocromo.Un gioco combinatorio, fondato su alcune formeelementari, si alterna a campiture in cui la suggestione delcolore sollecita una comunicazione istintiva, pre-logica,paragonabile per certi aspetti a quella del linguaggiomusicale. Quando Kara utilizza la figura della balena, questaè stilizzata, ridotta a puro contorno, a ombra, apparizione,quasi un totem segreto, occultato nelle profonditàoceaniche dell’inconscio.La cifra stilistica di Galante è contrassegnata dalla riduzioned’ampiezza della gamma cromatica, dall’essenzialità delsegno, dal trattamento materico della superficie e dallamessa in discussione della forma compiuta, che si evidenziasoprattutto nel gesto conclusivo di una parzialecancellazione dell’opera. Nei ritratti di musicisti, lacaratterizzazione fisiognomica, le tonalità cupe, la stessanatura terrosa del colore alludono a uno scavo interiorenella psicologia del personaggio, come a voler disvelare lafonte primigenia dell’impulso creativo. Con la serie dedicataagli alberi, Galante raggiunge un equilibrio più sottile. I suoiboschi, in particolare, con la loro scansione verticale, aiconfini dell’astrazione, hanno il fascino di un simboloancestrale e invitano l’osservatore a immergersi nel lorosilenzio, un silenzio visto come grado estremo dellapercezione, premessa di una nuova e ancora indefinibilearmonia.

StEFANO IAtOStI3

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Ossimori, negazioni e affermazioni sensoriali, il cuore dellevisioni narrate da Nero Galante e Devabil Kara. Immaginecome suono. Immagine come poesia. Eco di dantesca eoraziana memoria, il rimando dell’immagine alla poesia qualeevocazione dell’espressione dell’Essere. Perché l’immaginesenza contemplazione e senza poesia non ha ragione diesistere. Quando la percezione della visione arriva a colpirele viscere dell’interiorità, la vittoria emozionale è compiutae il senso dell’Arte riconosce la sua motivazione, ponendosinello strato di entità visibile e trasformandosi in non visibile.Afferrarne le chiavi di lettura è un gusto in divenire, forte evivo quanto attenta è l’osservazione. L’opera muta, allora, inun modello certo da seguire, come Virgilio fu per Dante.NERO GALANtE bandisce il decorativismo per incentrarela propria ricerca artistica sulla semplificazione formale ecromatica, pochi i colori che scortano l’epifaniadell’immagine. Nessuna distrazione per le forme umane cheemergono dopo una sofferta e profonda transumanza, tra lepieghe e le fratture esistenziali. E finalmente appaiono,nonostante i tentativi di negazione dell’immagine, mediantecancellazioni, sfocature e disfacimenti, strutturandosiattraverso uno sforzo materico vagheggiato da una labile,ma intensa e paradossale, luce diffusa. Sono uomini,personaggi noti e meno noti, “vestiti” dagli stessi dubbi,passioni, dolori, gioie, amori. Sono alberi, passati sotto lalente dell’ontologia. Sono dottrine vitalistiche colme di ansiae paura di confrontarsi con un mondo che segue leggi disuperficialità e approssimazione, profitto e apparenza. Iconedel nostro tempo impegnate in un’incessante lottaesistenziale tra incerti traguardi, alla ricerca di un unicoequilibrio, lontane dai bagliori di false e fulgenti promesse.Profondo è Nero Galante, come la terra, come la tenebra.DEVABIL KARA tesse composizioni equilibrate,assemblando codici e linguaggi asciutti quanto evocativi.L’opera appare, spesso, immersa in un fondo di accezioneindividualistica meditata e silente, dove strisce, ombre,talvolta oggetti si fissano con una precisione quasiprospettica, laddove vengono disposte ancore spaziali.Parole e numeri vagheggiano codici interpretativi einducono disciplinati riferimenti di carattere antropologico-enciclopedico. Sia il monocromo che il totalmente astrattosono estremamente armonici e curati. Nei monocromi laprofondità di visione rifiuta l’inerzia dell’immagine,provocando dinamiche di echi ancestrali, popolati dasuggestive contrazioni, tensioni e poi ancora allineamenti ecorrezioni. Il ritmo è sempre bilanciato, mai casuale. E’ unageometria del pensiero. Il racconto che ne deriva è comeun film a puntate, ognuna ha un inizio, una fine e un senso diper sé.

FABRIZIA RANELLEttI

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Questa mostra gioca sull’irragionevolezza allettante degli incontri improbabili, dei linguaggi difformi cheprovano asimmetricamente a sussistere nello stesso luogo e momento, provandosi ad orchestrare assoliirriducibili. Intanto è occasione per mettere in contiguità (e non mai in analogia) due percorsi creativi chesono paralleli e non comparabili, per certi versi financo contrastanti. Non fosse altro che l’uno, quello diDevabil Kara, si fonda sulla sublimazione dell’esperienza, che quindi si fa memoria e visione, processo diriappropriazione e riconoscimento, ricerca approfondimento e utilizzazione delle ascendenze culturali evaloriali; mentre l’altro, quello di Nero Galante, naviga una pienezza d’assoluto che prescinde ognirapporto dialettico con il tempo e la storia, e le storie.Ma proprio in questa distanza si evidenza il tratto comune ad entrambi, quel presupposto di senso ecapacità che attraverso l’atto artistico viene posto come fondante non solo dell’analisi o comprensione,ma della percezione stessa del reale. Da una parte cioè nella qualità della memoria, dall’altra nella qualitàdella constatazione, vengono riconosciuti motivi che non sono semplicemente ispirativi dell’azioneartistica, ma direttamente identificativi e peculiari proprio delle possibilità inventive. In altre parole, ilmateriale immaginativo che viene di volta in volta adoperato per la resa pittorica, sia in Kara che inGalante, viene sempre estratto in maniera chirurgica e necessaria dal bagaglio del vissuto e dell’ingegno, eposto come tassello ulteriore di un processo evolutivo, e non dispersivo, e non ostentativo, dellaconoscenza e della consapevolezza acquisite.La pittura, dimensione per l’inventiva, diventa così per vie distinte soprattutto territorio di relazione esintesi di idee, spazio investigativo dove la realtà si rapprende sui nodi di apparenze (apparizioni) e coloriessenziali.C’è molto di più, ovviamente. La pittura, ed ogni Arte, è splendore del traslato; abbiamo detto, spazioper il reale. Che è cosa diversa dalla realtà. È lente in perenne molatura, diaframma osmotico che prendee trasferisce, da e verso, la realtà appunto, la personalità dell’artista, la sensibilità dell’osservatore, lareattività dei tempi e della società, la ricettività della cultura. In questo scambio, nella sua complessità epregnanza, si manifesta la vitalità, la ragione stessa d’esistenza, del fare arte. Che si rivela, si rileva, unacosa necessaria in sé, ed esclusivamente nella forma in cui è. Diventa linguaggio in senso proprio eletterale, apparato, non tanto di codici e parametri, ma piuttosto di relazioni possibili. Quello che lapittura dice, solo con la pittura può esser detto. La sua ineffabilità non è tanto per l’attrito fra modidissimili di espressione, come sono appunto il linguaggio delle parole e la rappresentazione visiva, ma stapiuttosto nel costituirsi essa come tramite, cristallizzato nella forma definitiva del dipinto, per unascoperta sempre in atto. Sta insomma nel paradosso tra la compiutezza dell’opera, e l’infinitezza delle sueconseguenze sull’emozione.È un “mistero evidente” nel lavoro di Devabil Kara, dove ogni quadro è tanto più “finito” quanto più leforze che lo abitano rimangono permanentemente in esercizio, riequilibrando in ogni momento lereciproche prevalenze. E compongono così scenari in cui le tensioni astratte sono ancora e sempre inrelazione con ciò che ci circonda e con la ri-costruzione dell’esistente. Queste tensioni si originano,espandono geometrie, accumulano variazioni e complicazioni, accolgono emblemi, simboli, icone, insommaprendono il visibile per inventargli un nuovo statuto sensibile, per renderlo veramente, per “farlo”, visibile.Così come il paradosso di Galante sta principalmente nella simultaneità con cui sulla tela il pittore ricercaed inventa e ossessivamente ripropone l’ambiguità fra repulsione e seduzione che la verità cavernosa diun’immagine suscita. La sua rappresentazione è l’enigma, l’incongruenza sublime fra il distacco muto ediaccio, l’irrelativa presenza che non tollera interpretazioni e contesti, che non intende stabilire dialoghi orapporti; e contemporaneamente la pura, coinvolgente fisicità con cui i soggetti si pongono dinanzi, edaffascinano, chi guarda, la rintracciabilità di un umanesimo profondo e comune, inalienabile.La pittura di questi due artisti possiede l’eminenza di presentarsi per quello che in se stessa rappresenta,non è un tramite attraverso cui voler dire qualcosa d’altro, o nascondere un’intenzione cui vincolarsi.Possiede la saldezza intrinseca e autosufficiente della poesia, la medesima aurea coerenza di fronteall’autore come di fronte al fruitore. Cosicché gli aspetti figurativi, ideali, personali delle opere esposteoffrono la constatazione, nelle loro differenze e peculiarità, di quanto partecipino della stessa stupefacente,inesprimibile categoricità, della stessa naturalezza nell’esserci, della stessa inspiegabile relazione con lospazio che abitano.

FRANCESCO GIULIO FARAChI5

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1964 Nato a Carovigno (BR). Carovigno (BR) de dogduSi diploma al Liceo Artistico di Lecce. Lecce Güzel SanatlarLisesiSi diploma all’Accademia di Belle Arti di Lecce. Lecce GüzelSanatlar Akademisini BitirdiVive e lavora a Roma

Principali Mostre Personali - Kisisel Önemli Sergiler

1991 Centro Luigi Di Sarro, Roma1991 Centro D'Arte L'Idioma, Ascoli Piceno1995 Accademia D'Ungheria, Roma1996 DIALOGUS XV, Feszek Galeria, Budapest, Ungheria1997 INCANtESIMI, Stanze della Reginella, Roma1999 DIALOGhI IN FRAMMENtI,Accademia d'Ungheria, Roma1999 NERO, Rialtoccupato, Roma2004 Al Ferro di Cavallo, Roma2006 IN ESILIO MA SOLO PER INVItO, Neo Art Gallery,Roma2006 BLACK&WhItE, hidron, Firenze2007 BLACK IS BLACK, Livio Nardi Galerie, Norinberga,Germania2009 REQUIEM PER UN GIARDINO, Parco Celimontana, Roma2010 SEhIR, Galeri Selvin, Istanbul

Principali Mostre Collettive - Karma Önemli Sergiler

1986 BON A tIRER, Arte Studio 36, Lecce1992 ARtE GIOVANE 82-92, Centro d'Arte L'Idioma, AscoliPiceno1993 LA FOREStA DEI SACRILEGI, Corso d'Opera, Bari1993 PENSIERI ED OPERE, Galleria Comunale, Morlupo, Roma1996 ItINERA, Chiesa S.Francesco, Sutri,Viterbo1996 BIENNALE D’ARtE R. DICILLO, Palazzo Comunaledi triggiano, triggiano, Bari2005 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul2005 FIERA DELL’ARtE DI REGGIO EMILIA, Immagina ArteFiera2006 MEtAMORPhOSEON, Neo Art Gallery, Roma2006 VIS AVIS, CORP A CORP, Chiostro di S. Francesco,Reggiano, Salerno2006 FIERA DELL’ARtE DI REGGIO EMILIA, Immagina ArteFiera2007 MOBY DICK,AChAB E DINtORNI, Neo Art Gallery,Roma2007 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul2007 Fiera dell’Arte di Reggio Emilia, Immagina Arte Fiera2008 Effetto Notte…..Bianca, Neo Art Gallery, Roma 2008 Sintesi, CKM, Istanbul 2009 Bize Yak1n, teksin Sanat Galerisi, Istanbul 2009 Sintesi, Atatürk Üniversitesi, Erzurum 2009 Sintesi, Mersin Resim ve heykel Müzesi, Mersin 2009 21.yy, Sanat Galerisi, CKM, Istanbul2009 Sintesi, Altamira Galerisi, Mersin 2009 Salone di Primavera ARGAM, Museo Venanzo CrocettidiRoma2009 Sintesi Saudade, IPSAR, Roma 2009 ARtISt, Fiera dell'Arte di Istanbul,tuyap, Istanbul2009 Movimento Sintesi, CKM, Istanbul2010 Origami Rose, IAC, Istanbul2010 Artbosphorus Art Fair, Istanbul 2010 24x24, Studi Abate, Roma2010 Che cento fiori sboccino, La Nuova Pesa, Roma

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Dogum yeri ve tarihi Senkaya 1962 Konumu ve bölümü ÖgretimÜyesi, MÜGSF Resim Bölümü Verdigi dersler Resim sanat1,Duvar Resmi Akademik asamalar 1993 Sanatta Yeterlik, 1987Arast1rma Görevlisi Kisisel sanat/tasar1m etkinlikleri (toplam say1

ve son bes) (16 ulusal, 2 uluslararas1) 2006 PG Art Galery,Istanbul, 2004 Siyah-Beyaz Sanat Galerisi, Ankara, 2002 “4.Katman” Parish Gallery, Georgetown, Washington DC-ABD,1998 “tracks and Shadows” Parish Gallery, Georgetown,Washington DC-ABD, 1998 türkiye Is Bankas1 Sanat Gallerisi,Ankara, Karma sanat/tasar1m etkinlikleri 2004 3. BiennialInternazonale d1 Grafica- Italya, 1995 Çagdas türk Sanat Sergisi,houston Sanat Festivali, houston-ABD, 1995 17. Mini GrafikBienali, Sint Niklass-Belçika, 1993 Uluslararas1 Maastrich 1.GrafikBienali, hollanda Ödüller (13 adet) 2001 5. türkiye JokeyKulübü Resim Yar1smas1 2. Ödül, 1995 56. Devlet Özgün Bask1

Resim Yar1smas1 Ödül, 1993 Adana Çimento Sanayii 4. ResimYar1smas1 Mansiyon, 1993 ESBANK 10. Yunus Emre ResimYar1smas1 Ödül, 1990 türkiye Jokey Kulübü 2. Resim Yar1smas1

Mansiyon Yap1tlar1n1n bulundugu baz1 müze ve koleksiyonlarAnkara Devlet Resim heykel Müzesi, Izmir DYO Müzesi, BasakSigorta, Akbank, Is Bankas1 Anadolu Üniversitesi GSF Müzesi,Adana Çimento Sanayii t.A.S, Sint Niklass Ex Libris Müzesi,Belçika, Sanatç1n1n yurtiçi ve yurtd1s1 özel koleksiyonlarda dayap1tlar1 bulunmaktad1r.

1962 Nato a Senkaya1987 Assitente Ricercatore1993 Docente Presso l’Accademia MUGSF

Principali Mostre Collettive - Karma Önemli Sergiler

2010 Quintessenze, Palazzo Aldobrandini , Frascati2010 ArtBosphorus, International Art fair, Istanbul 2009 Sintesi Saudade, IPSAR, Roma 2009 Movimento Sintesi, CKM, Istanbul2009 Immagina Arte Fiera, Reggio Emilia 2009 Sintesi, Mersin Resim ve heykel Müzesi, Mersin 2009 Sintesi, Altamira Galerisi, Mersin 2009 ‘Sintesi’Atatürk Üniversitesi, Kültür Merkezi Sanat Galerisi,ERZURUM2008 ‘Sintesi’, CKM Sanat Galerisi, Caddebostan Kültür Merkezi,Istanbul2004 Biennale Internazionale Di Grafica Italia1995 Mostra Di Arte turca Internazionale Festival Di houston-ABD1995 Biennale Di Grafica, Sint Niklass-Belgio1993 Biennale Di Grafica Internazionale Di Maastrich Olanda

Premi - Ödüller

2001 türkiye Jokey Kulübü Resim Yar1s¸mas1 2. Ödül1995 56. Devlet Özgün Bask1 Resim Yar1flmas1 Ödül1993 Adana Çimento Sanayii 4. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon1993 ESBANK 10.Yunus Emre Resim Yar1s¸mas1 Ödül1990 türkiye Jokey Kulübü 2. Resim Yar1s¸mas1 Mansiyon

Lavori per collezioni

Ankara Painting and Sculpture Museum, Painting and PrintingCollection. Izmir DYO Museum Painting Collection. BaflakSigorta Painting Collection.Akbank Painting Collection, IflBankas1 Painting Collection, Sint Niklaas ExLibris Museum,Belgium.

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Red square, 2009, tecnica mista su tela, cm. 140x160

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Alberi 1, 2008, olio su tela, cm. 100x70 (fo to L. Perra)

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Alberi 4, 2008, olio su tela, cm. 50x100 ciascuno (fo to L. Perra)

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Ombra bianca, 2007, tecnica mista su tela, cm. 160x140

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Segreto, 2002, acrilico su tela, cm. 120x110

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Albero12, 2008, olio su tela, cm. 100x100 (fo to L. Perra)

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Ulivo, 2008, olio su tela, cm. 150x95 (fo to L. Perra)

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Lilyum, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Balena in uno spazio rosso, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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K.C., 2007, tecnica mista su tela, cm. 50x50

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L.R., 2007, tecnica mista su tela, cm.100x100

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Autoritratto nello spazio, 2009, acrilico e tecnica mista, cm. 140x160

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Spazio definito, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Ritratto, 2007, tecnica mista su tela, cm. 100x70 (fo to M. Baro)

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V-4, 2003, tecnica mista su tela, cm. 50x50 (fo to C . O rlandi)

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Rosso socchiuso, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Natura morta, 2009, acrilico e tecnica mista su tela, cm. 140x160

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V-44, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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V-46, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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La forza del bianco e nero, 2008, acrilico su tela, cm. 110x120

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Hidden figure, 2008, tecnica mista su tela, cm. 120x100

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V-45, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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V-47, 2006, tecnica mista su tela, cm. 35x60 (fo to C . O rlandi)

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La balena rossa, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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La balena bianca, scultura

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V-55, 2006, tecnica mista su tela, cm. 50x50 (fo to C . O rlandi)

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Serie dei volti 1, 2005, olio su tela, cm. 80x80

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Cavalletta rossa, 2009, acrilico su tela, cm. 140x160

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Un sentito ringraziamento a

Il Rettore dell’Istituto Portoghese

di Sant’A ntonio in Roma

Mons. Agostinho da Costa Borges

Sua Eccellenza l’A mbasciatore

del Portogallo presso la Santa Sede

Manuel tomás Fernandes Pereira

Sua Eccellenza l’A mbasciatore di Turchia

hakk1 Akil

Francisco de Almeida DiasAntonioCiminitolga OrkunCelil ErdoganMelda ArazEnis UgurAnnamaria Plebani C on un pro logo musicale di Sandro Perelli

AMBASCIAtA DEL PORtOGALLOPRESSO LA SANtA SEDE

Curatori

Angelo Andriuolo,Giorgio Bertozzi,Ferdan Yusufi

Progetto grafico

e impaginazione

Stefano FerracciLaura Migotto

AMBASCIAtA DELLAREPUBBLICA DI tURChIA

Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Romavia dei Portoghesi 6, Roma www.ipsar.org

Arte Moderna e Contemporaneavia Urbana 122, Roma - www.neoartgallery.it

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Istituto Portoghese di Sant’Antonio in Romavia dei Portoghesi 6, Roma www.ipsar.org

Arte Moderna e Contemporaneavia Urbana 122, Roma - www.neoartgallery.it