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o una sua verifica parcolare. Il disce- polo che Gesù amava ha creduto alla risurrezione osservando alcuni indizi parcolari nel sepolcro. Noi dobbiamo credere basandoci sull’annuncio di coloro che Gesù ha costuito suoi tesmoni. Tuavia, il sepolcro vuoto, le apparizioni, i segni compiu da Gesù sono tesmonianze, ma se manca la fede, sono leera mor- ta. Giovanni sulla soglia del sepolcro: vede e crede. Tra il “vedere” e il “cre- dere” non ci sono spazi vuo, non c’è spazio per riflessioni o ragionamen. Il “vedere” non ammee discussioni. In altre parole l’amore è sempre il per- corso più breve per giungere alla fede. Dopo un primo smarrimento, dopo il dubbio, nel vangelo si fa strada la via dell’amore, l’unica via percorribile per incontrare il Risorto. Giovanni non lo vede, ma scorge sola- mente dei “segni” che risvegliano in lui la memoria. La fede, benché sia un dono, non si improvvisa, non è un andare dietro «a favole», ma un fare memoria, nello Spi- rito, di tuo ciò che Gesù ha fao e ha deo. La risurrezione è un evento che vor- remmo vedere, possedere… mentre rimane avvolto nel mistero. E’ un even- to preparato lungamente, profezzato ed ora compiuto. Un evento che aiuta a comprendere la storia del passato e illumina di speranza il futuro. Credere è scommeere ancora una volta sulla verità della Parola di Gesù, è leggere gli avvenimen con gli occhi di Dio, è vedere nei “segni” quodiani il “segno” della Pasqua. La risurrezione non è un evento rele- gato nel passato, ma connua nell’oggi della nostra storia. Se davvero crediamo nel Risorto, se lo abbiamo veduto non possiamo tacere. Siamo corsi al sepolcro per cercarlo tra i mor, ora corriamo nella faca dei giorni per annunciare a tu che egli è vivo. Lui ci precede. Sempre. Pasqua 2010 arricchisca di un supple- mento di fede la nostra vita, ci rigeneri nell’amore e renda più umano ogni rap- porto all’interno della nostra comunità parrocchiale del Duomo. É il nostro sincero augurio per tu. I sacerdo della Parrocchia vivo deve risuonare connuamente. La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, custodisce questo annuncio e lo tra- smee in vari modi ad ogni generazio- ne: nei sacramen lo rende auale e contemporaneo ad ogni comunità riuni- ta nel nome dei Signore; con la propria vita di comunione e di servizio si sforza di tesmoniarlo davan al mondo. Una Pasqua non può essere uguale ad un’altra. Ognuna viene a inserirsi in un momento unico e irripebile per la sto- ria personale e colleva. Ognuna porta con sé una domanda ed una risposta specifica, chiede una decisione di fede Dalla veglia di Pasqua senamo risuo- nare nella Chiesa il grande annuncio: Cristo è risorto, Egli vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei mor! Nella «noe più chiara del giorno» la parola onnipotente di Dio che ha crea- to i cieli e la terra e ha formato l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiama a una vita immortale l’uomo nuovo, Gesù di Nazareth, Figlio di Dio e Figlio di Maria. Pasqua è annuncio della vioria sulla morte, della vita che non sarà distrut- ta. Fu questa la realtà tesmoniata da- gli apostoli; ma l’annuncio che Cristo è «Dio lo ha risuscitato al terzo giorno» Alleluia! Anno XXXIII - n° 2 Pasqua 2010

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Il notiziario del Duomo di Rovigo. Pasqua 2010

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o una sua verifica particolare. Il disce-polo che Gesù amava ha creduto alla risurrezione osservando alcuni indizi particolari nel sepolcro. Noi dobbiamo credere basandoci sull’annuncio di coloro che Gesù ha costituito suoi testimoni. Tuttavia, il sepolcro vuoto, le apparizioni, i segni compiuti da Gesù sono testimonianze, ma se manca la fede, sono lettera mor-ta. Giovanni sulla soglia del sepolcro: vede e crede. Tra il “vedere” e il “cre-dere” non ci sono spazi vuoti, non c’è spazio per riflessioni o ragionamenti. Il “vedere” non ammette discussioni. In altre parole l’amore è sempre il per-corso più breve per giungere alla fede.Dopo un primo smarrimento, dopo il dubbio, nel vangelo si fa strada la via dell’amore, l’unica via percorribile per incontrare il Risorto. Giovanni non lo vede, ma scorge sola-mente dei “segni” che risvegliano in lui la memoria. La fede, benché sia un dono, non si improvvisa, non è un andare dietro «a favole», ma un fare memoria, nello Spi-rito, di tutto ciò che Gesù ha fatto e ha detto. La risurrezione è un evento che vor-remmo vedere, possedere… mentre rimane avvolto nel mistero. E’ un even-to preparato lungamente, profetizzato ed ora compiuto. Un evento che aiuta a comprendere la storia del passato e illumina di speranza il futuro. Credere è scommettere ancora una volta sulla verità della Parola di Gesù, è leggere gli avvenimenti con gli occhi di Dio, è vedere nei “segni” quotidiani il “segno” della Pasqua. La risurrezione non è un evento rele-gato nel passato, ma continua nell’oggi della nostra storia. Se davvero crediamo nel Risorto, se lo abbiamo veduto non possiamo tacere. Siamo corsi al sepolcro per cercarlo tra i morti, ora corriamo nella fatica dei giorni per annunciare a tutti che egli è vivo. Lui ci precede. Sempre.Pasqua 2010 arricchisca di un supple-mento di fede la nostra vita, ci rigeneri nell’amore e renda più umano ogni rap-porto all’interno della nostra comunità parrocchiale del Duomo. É il nostro sincero augurio per tutti.

I sacerdoti della Parrocchia

vivo deve risuonare continuamente. La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, custodisce questo annuncio e lo tra-smette in vari modi ad ogni generazio-ne: nei sacramenti lo rende attuale e contemporaneo ad ogni comunità riuni-ta nel nome dei Signore; con la propria vita di comunione e di servizio si sforza di testimoniarlo davanti al mondo.Una Pasqua non può essere uguale ad un’altra. Ognuna viene a inserirsi in un momento unico e irripetibile per la sto-ria personale e collettiva. Ognuna porta con sé una domanda ed una risposta specifica, chiede una decisione di fede

Dalla veglia di Pasqua sentiamo risuo-nare nella Chiesa il grande annuncio: Cristo è risorto, Egli vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei morti! Nella «notte più chiara del giorno» la parola onnipotente di Dio che ha crea-to i cieli e la terra e ha formato l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiama a una vita immortale l’uomo nuovo, Gesù di Nazareth, Figlio di Dio e Figlio di Maria. Pasqua è annuncio della vittoria sulla morte, della vita che non sarà distrut-ta. Fu questa la realtà testimoniata da-gli apostoli; ma l’annuncio che Cristo è

«Dio lo ha risuscitato al terzo giorno» Alleluia!

Anno XXXIII - n° 2Pasqua 2010

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PRIMA COMUNIONEGesù quando dice ‘Prendete il mio corpo’ ci dà la sua vita concreta, il suo vissuto nel tempo, le fatiche, le gioie, tutto quello che ha riempito la sua vita. Dicendo ‘Prendete questo è il mio sangue’ ci dona la sua morte. L’Eucaristia è il seme della vita e della morte di Gesù. (...)L’Eucaristia è il frutto del lavoro dell’uomo ma non solo del lavoro agricolo, perché dal grano al pane sull’altare c’è di mezzo il trasporto, la trasformazione. Allora, il la-voratore sa che sull’altare arriva il frutto del suo lavoro, il suo sudore va nel prodotto che finisce offerta a Dio: l’Eucaristia. P. Raniero Cantalamessa

DOMENICA 16 MAGGIO 2010OrE 11.30

SACRAMENTI

La Comunità si preparaa celebrare i sacramenti

della Penitenza,dell’Eucaristia

e della Confermazione

2 I SACRAMENTI... I sacramenti della Nuova Legge sono istituiti da Cristo e sono sette, ossia: il Bat-tesimo, la Confermazione, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Or-dine e il Matrimonio. I sette sacramenti toccano tutte le tappe e tutti i momenti importanti della vita del cristiano: grazie ad essi, la vita di fede dei cristiani nasce e cresce, riceve la guarigione e il dono della missione. In questo si dà una certa somiglianza tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale.

PRIMA CONFESSIONEIl sacramento della penitenza ci vuole aiutare a chiederci: a che punto sono del mio itinerario di fede? Confessarsi è mettersi davanti a Dio con il cuore appesan-tito, ma cosciente delle proprie pesantezze e confessargli ancora una volta che lui

è Padre e noi lo riconosciamo vivo, presente. Ancora è necessario confessargli che siamo deboli e che necessi-tiamo della sua grazia. Dicendo i nostri peccati al sacer-dote, che presta le sue mani, la sua voce e il suo cuore a Cristo, chiediamo a Dio di renderci capaci di amare come lui. Il sacerdote, nell’ascoltare e nell’assolverci in nome di Dio, ci mostra che «Dio è quel padre affettuoso, che accoglie il figliol prodigo, si china su di lui, è sensibile al suo pentimento, lo abbraccia, lo riveste di nuovo con gli ornamenti della sua paterna gloria e non gli rimprovera nulla di quanto ha commesso» (S. Massimo Confessore).

DOMENICA 11 AprIlE 2010OrE 16.00

CONFERMAZIONECon il sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell’iniziazione cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l’effusione dello Spirito Santo, che nel giorno di Pentecoste fu mandato dal Signore risorto sugli Apostoli. Questo dono dello Spirito Santo rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza, per l’edificazione del suo Corpo nella fede e nella carità. Essi ricevono inoltre il carattere o segno indelebile del Signore. Nella confermazione diventiamo pienamente “cristiani”, partecipiamo cioè all’unzione del “Cristo” per continuare la sua missione. Siamo imbevuti, penetrati, invasi da Cristo e dal suo Spirito al punto di essere anche noi Dio per partecipazione: “partecipi della natura divina” (1Pt 1,4), deificati, divinizzati.Diventiamo così coloro che devono profumare il mondo intero (Gv 12,3).

DOMENICA 23 MAGGIO 2010OrE 16.30

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Abbiamo incontrato Enrico, giovane della nostra Parrocchia che sabato 8 maggio prossimo sarà ordinato diacono insieme ad altri tre giovani del seminario diocesano e ad un frate cappuccino. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Enrico, sei “partito” dalla nostra Comu-nità cinque anni fa per intraprendere il cammino di formazione necessario per diventare preti. Cosa hanno significato per te questi cinque anni?Quelli che ho vissuto, sono stati cinque anni intensi carichi di entusiasmo e an-che di qualche difficoltà. Devo essere sin-cero, ho sentito l’affetto di tante persone della nostra Parrocchia e non solo che mi hanno accompagnato fin qui e che ancora, lo spero, continueranno a farlo. In particolare ho sentito l’affetto della mia famiglia, di mio papà, mia mamma e mio fratello, che nonostante le difficoltà iniziali mi hanno lasciato “vivere” questa esperienza, che ora si va definendo con l’ordinazione diaconale. Ho, inoltre, sen-tito l’amicizia di Don Carlo, dei sacerdoti della Comunità e di tanti con cui ho con-diviso per anni il mio impegno cristiano in parrocchia. In questi anni di Semina-rio, ho vissuto molte esperienze signifi-cative. Tra queste mi sembra importante ricordare i due anni, di servizio, vissuti nella Parrocchia della Cattedrale di Adria. Sono stati cinque anni in cui, insieme con

gli altri giovani del Seminario ho potuto gustare la bellezza di conoscere Gesù stando con lui nella preghiera e nelle re-lazioni con gli altri.

Cosa significa per te diventare diacono?Il diaconato è per me una tappa molto si-gnificativa e, nello stesso tempo, si rivela come una sfida. Penso si possa riassume-re il ministero ecclesiale del diacono guar-dando l’immagine di M. I. Rupnik che, io e i miei compagni, abbiamo scelto per ri-cordare questo giorno. Il cristiano è colui che apoggiandosi sul cuore di Cristo, im-parando a vivere come lui, sa offrire agli altri lo stesso amore di cui si è nutrito, sì da essere nel mondo “buona notizia” per i fratelli. La diaconia nella Chiesa è un impegno comune ad ogni cristiano. Tutti, nel ruolo che rivestiamo, siamo chiamati a mostrare l’amore di Cristo per i piccoli, i poveri, gli emarginati. Il diacono allora, non è l’assessore con delega alla carità della Chiesa, ma egli ci ricorda, con il suo esempio, che tutti abbiamo l’incarico di lavare i piedi ai nostri fratelli.

Da ottobre, svolgi il tuo servizio pasto-rale presso la Casa GP2, puoi parlarcene?Certo! La casa GP2 è una strut-tura che sorge nel cortile del Seminario e che desidera esse-re, dall’ottobre 2007, un luogo perchè i giovani possano fare

ENRICO sarà DIACONO

La nostra intervista a Enrico Turcato,

un giovane della nostra comunità parrocchialeche Sabato 8 maggio,

alle ore 16.00, in Duomosarà ordinato diacono

insieme ad altri tre seminaristi e ad un

frate cappuccino

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esperienza, vivendo assieme per qualche giorno, di “come è bello e come è dolce che i fratelli vivano assieme”. Quella che sto facendo, come gestore della casa in-sieme a Michele, è un’esperienza molto costruttiva. Si tratta di mettere in comu-ne la propria esperienza di vita, di amici-zia e di umanità con tanti miei coetanei per aiutarci a crescere nella fede recipro-camente. Vorrei aggiungere, inoltre, che da ottobre, nei fine settimana, presto il mio servizio pastorale presso la Parroc-chia di Grignano.

Cosa diresti ad un giovane che si sente di voler fare la tua stessa scelta? Non temere, il Signore ama chi dona con gioia e veramente egli ti dona il centuplo, di ciò che hai lasciato da parte per amore di Lui e dei fratelli.

Intervista a cura di don Patrizio

Ho una bella notizia! Io l’ho incontrato... VENERDI 23 APRILE - ore 21.00 in Duomo

VEGLIA VOCAZIONALEMomento di riflessione e preghiera sul significato e l’importanza della “chiamata vocazionale” nella vita di ogni battezzato ricordando anche tutti coloro che, con un

Sì totale e radicale, hanno donato la propria vita al servizio di Dio e dei fratelli.

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UNA NUOVA STRADA

Nelle domeniche di Avvento e Quaresima

i bambini e i genitori del primo anno di

catechesi, si sono incontrati con i catechisti in un

percorso “nuovo” per crescere insieme

nella fede

bambino, sia per la crescita del-la sua stessa fede. I gesti e le preghiere: abbiamo rivisitato il ruolo che hanno i gesti con-creti nella fede e cosa essi possono suscitare nelle per-sone e nei bambini. I perché e la fede: stimolante è stato giocare con i genitori su al-cuni “perché” che hanno i bambini a proposito della fede, dubbi che hanno la straordinaria capacità di spiazzare qualsiasi per-sona proprio per la loro acutezza. Mentre i ge-nitori erano impegna-ti in queste attività i bambini sono stati animati da alcuni giovani della no-stra parrocchia che li hanno aiutati a scoprire in maniera di-vertente con giochi, bans, disegni e al-tro, il signifi-cato dell’av-vento e del Natale e suc-cessivamente della quaresi-ma e della Pa-squa, tanto da suscitare nei bambini una voglia enorme di venire al ca-techismo. don Patrizio

Si è appena concluso il ciclo di ca-techesi sperimentale a cui hanno partecipato i genitori e i bambini di prima elementare. Gli incontri si sono tenuti in due periodi dell’an-no. I primi tre durante le domeniche d’avvento e gli ultimi tre durante la quaresima. Negli incontri di avvento con i genitori sono stati affrontate le seguenti tematiche: il coraggio di educare, in cui si è condivisa l’idea che ognuno aveva di educazione e poi si è riflettuto sul perché sia anco-ra oggi importante impegnare note-voli forze in campo educativo, nono-stante stia diventando giorno dopo giorno sempre più difficile dedicarsi a questa attività; il coraggio di ascol-tare. Abbiamo visto quali sono gli elementi che costituiscono l’ascolto, e poi si è lavorato su come provare ad ascoltare i bambini anche a parti-re dai ricordi che avevano i genitori quando avevano l’età dei loro figli. Dialogo aperto. Abbiamo riflettuto su quelli possono essere gli elemen-ti per un dialogo costruttivo e quelli che non sono elementi positivi. Nei successivi incontri di quaresima ci si è concentrati sull’educazione re-ligiosa dei figli. Gli argomenti sono stati i seguenti. Raccontare la fede: ci siamo soffermati sull’importan-za del raccontare storie, tratte an-che dalla Sacra Scrittura, sia per la formazione della personalità del

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Dio, nel cercare un rapporto con Lui an-che nella quotidianità.La settimana per gli animatori è mo-mento di confronto sia ludico, partitella di calcio contro il seminario, che spiri-tuale, attraverso la compieta e la con-divisione giornaliera sulla parola la sera prima di coricarsi.Il bello era tornare a casa e sentirsi aspettati, cercare un aiuto nei compiti e riceverlo, trovare una persona pronta ad ascoltarti e donarti un sorriso ogni giorno, ogni istante.Per molti può sembrare un esperienza facile o una cosa di tutti i giorni ma per noi che siamo così giovani già il fatto di essere così tanti è un successo.Tutta la settimana è stata possibile gra-zie al sostegno dei Don, dei seminaristi e di tutti gli animatori sia presenti che assenti.

UNA SETTIMANA IN GP2

La nostra intervista a Enrico Turcato,

un giovane della nostra comunità parrocchialeche Sabato 8 maggio,

alle ore 16.00, in Duomosarà ordinato diacono

insieme ad altri quattro seminaristi e ad

un frate cappuccino

La felicità è un’esigenza che pervade ogni persona. È un istinto ancora prima che una domanda cosciente, si iscrive in tutte le forme del desiderio e nelle fibre dell’anima, diventa un assillo, si traduce in interrogativi senza risposta: riuscirò a vivere felice? Che cosa devo fare per avere la felicità? Che cos’è la felicità? Le realtà che incontriamo e le esperien-ze che facciamo ce ne danno sempre qualche segnale, qualche indicazione, ma la vera felicità ci sta sempre davan-ti, sembra irraggiungibile, perché? Le esperienze della nostra vita sono tutte segnate da inganno? Siamo condanna-ti a cercare, a passare di esperienza in esperienza, a intuire di aver trovato e poi sederci a terra delusi e arrabbiati contro tutto e contro tutti perché que-sta felicità non la troviamo o è troppo passeggera per essere una dimensione della vita? La felicità è una cosa o è una persona? E se è una persona, che persona è? C’è qualcuno che mi può riempire di gio-ia?

Dall’introduzione

Titolo: Con il Vangelo in tasca. 7 percorsi di felicità Autore: Domenico SigaliniEditore: Paoline EdizioniPrezzo: 9,00 € Pagine: 120

La rubrica...

LIBRI PER SOGNARE

5 SABATO 27 MARZO ore 16.00 - 23.00 Teatro Don Bosco “Dammi il tuo volto”

Dal 14 al 20 marzo nella casa GP2, a fianco del seminario, gli animatori del-la nostra parrocchia hanno vissuto una settimana di convivenza assieme, gui-dati da Don Patrizio.Eravamo in 18 e il nostro punto di forza e di partenza era l’età, l’unione, la vo-glia di condividere e riscoprirci nel rap-porto con gli altri, cose per nulla facili da vivere ogni giorno con tutti gli impe-gni della vita. Inoltre la “settimana co-munitaria” così la definiamo, si è svolta in gran armonia, ci si è confrontati sui temi base di ogni giorno dal preparare il pranzo fino ai vangeli di queste 5 set-timane quaresimali, per noi cammino giornaliero.Avevamo infatti basato l’esperienza su un cammino giorno per giorno nel con-fronto con i 5 vangeli quaresimali, nella crescita personale e nel confronto con

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Il solo e vero peccato è rimanere insen-sibili alla resurrezione» diceva Isacco ilSiro, un padre della chiesa antica. Proprio per questo nel giorno di Pasqua è possibile misurare la fede del cristia-no e discernere la sua capacità di spe-rare per tutti e comunicare a tutti gli uomini questa speranza. Nel giorno di Pasqua ogni cristiano proclama la vittoria della vita sulla morte, perché Gesù il Messia è risusci-tato da morte per essere il vivente per sempre: colui che essendo uomocome noi, carne come noi siamo carne, colui che è nato e vissuto in mezzo a noi, colui che è morto di morte vio-lenta, che è stato crocifisso e sepolto, è risorto!O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, tu non sei più l’ultima parola per gli uomini, ma sei diventata un passaggio, l’ora dell’esodo dalla vita terrena alla vita eterna, da questo mondo alregno di Dio …Questo dovrebbe essere il canto del cristiano in questo giorno della Pasqua, festa delle feste, perché Cristo è risorto quale primizia di tutti noi, perché la vita regna definitivamente e in ogni crea-tura è iniziato un processo segreto ma reale di redenzione, di trasfigurazione.La morte è una dominante su tutti gli uomini, una vera potenza efficace: non solo perché desta paura e angoscia contraddicendo la vita degli uomini, ma anche perché a causa di essa gli uomini diventano cattivi e peccano. Il peccato è sempre egoismo, è sempre contraddizione alla comunione con gli uomini e con Dio, ed è proprio la pre-senza della morte che scatena questo bisogno di salvarsi, di vivere addirittura senza gli altri o contro gli altri. La morte non è solo «salario del peccato» (Rm 6,23), ma anche istigazione al peccato … Se gli uomini sono spinti a peccare è a cau-sa dell’angoscia della morte, di quella paura che rende gli uomini schiavi per tutta la loro vita (cf. Eb 2,14-15). A causa dell’angoscia e della paura la

brama di vita degli uomini diventa odio, misconoscimento dell’altro, concorren-za, rivalità, sopraffazione.L’angoscia può sfigurare tutto, anche l’amore. Così la morte appare essere at-tiva e presentenon solo nel momento dello spegni-mento della vita fisica del corpo uma-no, ma anche prima: essa è una po-tenza che compie incursioni nella sfera dell’esistenza e attenta alla pienezzadelle relazioni e della vita.Questa è la morte contro la quale Gesù

ha lottato fino a riportare la vittoria. L’agonía iniziata da Gesù nell’orto degli Ulivi (Lc 22,44) è una lotta (agón) che si è conclusa con la discesa agli inferi, quando ha sconfitto il diavolo e dunque la morte e il peccato – in modo defini-tivo. E Gesù non ha vinto solo la sua morte, ma la Morte: «Con la morte ha vinto la morte», canta oggi la liturgia! Ora, questa dimensione di lotta è es-senziale per il cristiano: tutta la vita èlotta, è una guerra contro la morte che

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ci abita e contro gli istinti e le pulsioni di morte che ci attraggono.La resurrezione di Gesù è dunque il si-gillo posto dal Padre sulla lotta del Figlio, sul suo agón: questi, mostrando di avere una ragione per morire (dare la vita per gli altri), ha mostrato che c’è una ragione per vivere (amare, di-morare nella comunione). Allora il Padre lo ha richiamato dai morti facendolo Signore per sempre.Gli uomini tutti, anche se non con-oscono Dio e neppure il suo diseg-

no, portano nel loro cuore il senso dell’eternità e tutti si domandano: «Che cosa possiamo sperare?» Essi sanno che, se restano insensibili alla resurrezione, si vietano di conoscere «il senso del senso» della loro vita. Gli uomini attendono, cercano a fatica, e a volte per cammini sbagliati, la bu-ona notizia della vita più forte della morte, dell’amore più forte dell’odio e della violenza. Cristo, risorto e vivente per sempre, è la risposta vera che attende dai cris-

tiani quella n a r r a z i o n e autentica chesolo chi ha fatto l ’esperienza del Vivente può dare. Dove sono questi cris-tiani? Sì, oggi ci sono ancora cristiani capa-ci di questo: ci sono nuova-mente martiri cristiani, ci sono nuova-menteprofeti cris-tiani, ci sono testimoni che non arros-siscono mai del Vangelo. Ancora una volta giunge dalla tomba vuota, oggi come quel mattino della resurrezione, l ’a n n u n c i o : «Non temete, non abbi-ate paura, non siate nell’angoscia!

Il Crocifisso è risorto e vi precede!» Sì, è ormai vicina per la chiesa una pri-mavera, una stagione in cui lo Spirito del Risorto si farà presente più che mai, una stagione in cui la Parola di Dio sarà meno rara.E sarà una stagione senza fughe, né evasioni, né spiritualismi, ma segnata dal vivere la risurrezione nell’esistenza, nella storia, nell’oggi, in modo che la fede pasquale diventi efficacegià ora e qui. Cosa significa questo sec-ondo i Vangeli? Che i credenti devono mostrare nellacompagnia degli uomini la risurrezione, devono narrare agli uomini che la vita è più forte dellamorte, e devono farlo nel costruire co-munità in cui si passa dall’io al noi, nel perdonare senza chiedere reciprocità, nella gioia profonda che permane an-che nelle situazioni di pressura, nella compassione per ogni creatura, soprat-tutto per gli ultimi, i sofferenti, nella giustizia che porta a operare la libera-zione dalle situazioni di morte in cui giacciono tanti uomini, nell’accettare di spendere la propria vita per gli altri, nel rinunciare ad affermare se stessi senza gli altri o contro di essi, nel dare la vita liberamente e per amore, fino a pregare per gli stessi assassini.Perché il cuore della fede cristiana sta proprio in questo: credere l’incredibile, amare chi non è amabile, sperare con-tro ogni speranza. Sì, fede, speranza e carità sono possibili solo se si crede alla risurrezione. Allora, davvero l’ultima nostra parola non sarà la morte né l’inferno,ma la vittoria sulla morte e sull’inferno. La Pasqua apre per tutti l’orizzonte del-la vita eterna:che questa Pasqua sia Pasqua di spe-ranza per tutti. Veramente per tutti!

ENZO BIANCHIDare senso al tempo

Oh morte, dov’è la tua vittoria?

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Il solo e vero peccato è rimanere insen-sibili alla resurrezione» diceva Isacco ilSiro, un padre della chiesa antica. Proprio per questo nel giorno di Pasqua è possibile misurare la fede del cristia-no e discernere la sua capacità di spe-rare per tutti e comunicare a tutti gli uomini questa speranza. Nel giorno di Pasqua ogni cristiano proclama la vittoria della vita sulla morte, perché Gesù il Messia è risusci-tato da morte per essere il vivente per sempre: colui che essendo uomocome noi, carne come noi siamo carne, colui che è nato e vissuto in mezzo a noi, colui che è morto di morte vio-lenta, che è stato crocifisso e sepolto, è risorto!O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, tu non sei più l’ultima parola per gli uomini, ma sei diventata un passaggio, l’ora dell’esodo dalla vita terrena alla vita eterna, da questo mondo alregno di Dio …Questo dovrebbe essere il canto del cristiano in questo giorno della Pasqua, festa delle feste, perché Cristo è risorto quale primizia di tutti noi, perché la vita regna definitivamente e in ogni crea-tura è iniziato un processo segreto ma reale di redenzione, di trasfigurazione.La morte è una dominante su tutti gli uomini, una vera potenza efficace: non solo perché desta paura e angoscia contraddicendo la vita degli uomini, ma anche perché a causa di essa gli uomini diventano cattivi e peccano. Il peccato è sempre egoismo, è sempre contraddizione alla comunione con gli uomini e con Dio, ed è proprio la pre-senza della morte che scatena questo bisogno di salvarsi, di vivere addirittura senza gli altri o contro gli altri. La morte non è solo «salario del peccato» (Rm 6,23), ma anche istigazione al peccato … Se gli uomini sono spinti a peccare è a cau-sa dell’angoscia della morte, di quella paura che rende gli uomini schiavi per tutta la loro vita (cf. Eb 2,14-15). A causa dell’angoscia e della paura la

brama di vita degli uomini diventa odio, misconoscimento dell’altro, concorren-za, rivalità, sopraffazione.L’angoscia può sfigurare tutto, anche l’amore. Così la morte appare essere at-tiva e presentenon solo nel momento dello spegni-mento della vita fisica del corpo uma-no, ma anche prima: essa è una po-tenza che compie incursioni nella sfera dell’esistenza e attenta alla pienezzadelle relazioni e della vita.Questa è la morte contro la quale Gesù

ha lottato fino a riportare la vittoria. L’agonía iniziata da Gesù nell’orto degli Ulivi (Lc 22,44) è una lotta (agón) che si è conclusa con la discesa agli inferi, quando ha sconfitto il diavolo e dunque la morte e il peccato – in modo defini-tivo. E Gesù non ha vinto solo la sua morte, ma la Morte: «Con la morte ha vinto la morte», canta oggi la liturgia! Ora, questa dimensione di lotta è es-senziale per il cristiano: tutta la vita èlotta, è una guerra contro la morte che

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ci abita e contro gli istinti e le pulsioni di morte che ci attraggono.La resurrezione di Gesù è dunque il si-gillo posto dal Padre sulla lotta del Figlio, sul suo agón: questi, mostrando di avere una ragione per morire (dare la vita per gli altri), ha mostrato che c’è una ragione per vivere (amare, di-morare nella comunione). Allora il Padre lo ha richiamato dai morti facendolo Signore per sempre.Gli uomini tutti, anche se non con-oscono Dio e neppure il suo diseg-

no, portano nel loro cuore il senso dell’eternità e tutti si domandano: «Che cosa possiamo sperare?» Essi sanno che, se restano insensibili alla resurrezione, si vietano di conoscere «il senso del senso» della loro vita. Gli uomini attendono, cercano a fatica, e a volte per cammini sbagliati, la bu-ona notizia della vita più forte della morte, dell’amore più forte dell’odio e della violenza. Cristo, risorto e vivente per sempre, è la risposta vera che attende dai cris-

tiani quella n a r r a z i o n e autentica chesolo chi ha fatto l ’esperienza del Vivente può dare. Dove sono questi cris-tiani? Sì, oggi ci sono ancora cristiani capa-ci di questo: ci sono nuova-mente martiri cristiani, ci sono nuova-menteprofeti cris-tiani, ci sono testimoni che non arros-siscono mai del Vangelo. Ancora una volta giunge dalla tomba vuota, oggi come quel mattino della resurrezione, l ’a n n u n c i o : «Non temete, non abbi-ate paura, non siate nell’angoscia!

Il Crocifisso è risorto e vi precede!» Sì, è ormai vicina per la chiesa una pri-mavera, una stagione in cui lo Spirito del Risorto si farà presente più che mai, una stagione in cui la Parola di Dio sarà meno rara.E sarà una stagione senza fughe, né evasioni, né spiritualismi, ma segnata dal vivere la risurrezione nell’esistenza, nella storia, nell’oggi, in modo che la fede pasquale diventi efficacegià ora e qui. Cosa significa questo sec-ondo i Vangeli? Che i credenti devono mostrare nellacompagnia degli uomini la risurrezione, devono narrare agli uomini che la vita è più forte dellamorte, e devono farlo nel costruire co-munità in cui si passa dall’io al noi, nel perdonare senza chiedere reciprocità, nella gioia profonda che permane an-che nelle situazioni di pressura, nella compassione per ogni creatura, soprat-tutto per gli ultimi, i sofferenti, nella giustizia che porta a operare la libera-zione dalle situazioni di morte in cui giacciono tanti uomini, nell’accettare di spendere la propria vita per gli altri, nel rinunciare ad affermare se stessi senza gli altri o contro di essi, nel dare la vita liberamente e per amore, fino a pregare per gli stessi assassini.Perché il cuore della fede cristiana sta proprio in questo: credere l’incredibile, amare chi non è amabile, sperare con-tro ogni speranza. Sì, fede, speranza e carità sono possibili solo se si crede alla risurrezione. Allora, davvero l’ultima nostra parola non sarà la morte né l’inferno,ma la vittoria sulla morte e sull’inferno. La Pasqua apre per tutti l’orizzonte del-la vita eterna:che questa Pasqua sia Pasqua di spe-ranza per tutti. Veramente per tutti!

ENZO BIANCHIDare senso al tempo

Oh morte, dov’è la tua vittoria?

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Caravaggio, Incredulità di San Tommaso

Page 8: Pasqua 2010

Un piccolo aiUto per Un grUppo mai perfetto

É sempre stata fatica, sin da quando siamo partiti, con due squadre, due mute di maglie, un solo pallone degno del nome, allenatori improvvisati.Fatica, ma tutti, allenatori, atleti e ge-nitori credevano in questa avventura, abbastanza insolita per una Parrocchia di Rovigo (nei tornei ci sfottevano come squadra dei preti).Ed oggi ecco la Scuola Calcio (una delle due in città), dieci squadre dai 6 ai 40 anni, il gruppo di atleti più numeroso, una società stimata in Provincia e fuori per il lavoro che fa, nell’insegnare cal-cio, nell’insegnare ad autogestirsi, a migliorare tecniche e persone, ad acco-gliere tutti, a vivere.Ora ci sarebbe ancora da fare: provare ad esportare un metodo di fare sport per i giovani nelle nuove strutture in Tassina, ma anche nei campi vicini di S. Bortolo e Grignano. Magari creare una animazione estiva, magari far partire una squadretta di pallavolo femminile o di rugby. Ma oggi è una fatica diversa. Siamo una trentina, e ognuno vede le cose con la sua testa, e soprattutto vede bene gli errori degli altri. Siamo giovani e vec-chi, entusiasmo ed esperienza che a volte non vanno d’ accordo.Siamo tanti, ma il Comune non si ricor-da di noi quando divide un po’ di pani e di pesci.Siamo tanti e accanto a genitori che ci capiscono e ci apprezzano, alcuni co-minciano ad accampare pretese tecni-che o organizzative da tifoso di serie A.Diventare grandi vuol dire fare più squadre giovanili, dove tutti possono giocare e imparare, ma vuol dire an-che statisticamente più partite perse per allenatori e genitori troppo abitua-ti a vincere. Vuol dire mai perfetti, con qualche carenza organizzativa in più tra

strutture, allenamenti, riunioni.Sappiamo fin troppo bene che nel vo-lontariato, nello sport è sempre neces-sario guardare avanti, e che fermarsi vuol dire cominciare a fare passi indie-tro. E sappiamo che per queste importanti sfide serve ritrovare le motivazioni, al nostro interno e con la Parrocchia. Ma soprattutto serve un piccolo aiuto.Un aiuto dalle istituzioni che ricono-scano anche economicamente l’attività sportiva e sociale che il G.S. Duomo che da oltre trent’ anni compie.Un piccolo aiuto dai genitori, che devo-no tornare tutti a guardare con simpatia e un po’ di indulgenza ai tanti volontari che danno il massimo sottraendo tem-po alla famiglia o ad altre attività, per fare, bene, scuola calcio. Non c’è bisogno di qualche papà me-more del suo passato in seconda cate-goria (quelli con un po’ di carriera sono

quelli che parlano di meno) o cultore della “domenica sportiva”, pronto a dire la sua sulla tecnica, sull’ organizzazione e sulla tattica. O di qualche mamma fortemente critica oltre sul modulo di gioco (sono in crescita le mamme CT), anche sull’ indisponibilità del bar o sull’ orario delle convocazioni o sul troppo fango.Noi conosciamo bene la fatica dei geni-tori: trasporto, assistenza, tifo, consola-zione, lavaggio e preparazione materia-le; molti di noi hanno figli che giocano o hanno giocato al Duomo. Ma sappiamo che gli allenatori sono tutti umanamen-te e sportivamente preparati, anche i più giovani, e il miglior segnale vie-ne dall’ entusiasmo dei ragazzi, anche di quelli che perdono. Forse però non tutti i genitori conoscono bene la fatica nostra.http://www.scuolacalcioduomo.it/

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Page 9: Pasqua 2010

ATTIVITA' COSTIImmobilizzazioni 1.425.045,36€ Spese ordinarie 53.841,51€ Crediti 70,00€ Assicurazioni 8.894,31€ Attività correnti 56.953,39€ Spese per utenze 36.556,72€

1.482.068,75€ Costi attività parrocchiali 65.957,17€ Manutenzioni straordinarie 1.400,00€ Manutenzioni ordinarie 8.313,04€ Oneri finanziari 27.229,17€ Altri costi e spese 7.261,81€

PASSIVITA' 209.453,73€ Ratei e risconti p. 155.504,65€ UTILE 60.934,49€ Debiti v/fornitori 13.754,89€ a pareggio 270.388,22€ Debiti v/enti 11.821,45€ Debiti v/privati 22.000,00€ RICAVISpese da liquidare 7.871,40€ Offerte 142.085,42€ Mutuo ipotecario 432.302,46€ Ricavi da attività parrocchiali 49.519,17€ Capitale netto 777.879,41€ Lasciti in immobili 56.950,00€

1.421.134,26€ Contr.in c/interessi e sopravv. 19.642,60€ UTILE 60.934,49€ Altri ricavi 2.191,03€ a pareggio 1.482.068,75€ 270.388,22€

Parrocchia di S.Stefano P.M. - Duomo di RovigoRendiconto Esercizio 2009 - dal 01/01/2009 al 31/12/2009

RENDICONTO PARROCCHIALE ANNO 2009

Viene qui riportato il bilancio complessivo della parrocchia relativo all’anno 2009.Esso si chiude con un utile di € 60.934,49; praticamente tutto l’utile è costituito dal lascito di un appartamento, avuto in eredità da una parrocchiana e non da denaro spendibile nell’immediato.Non appena sarà possibile si provvederà ad alienarlo per contribuire al finanziamento dei lavori al tetto della Chiesa e del campanile, necessari e non più rimandabili. Come è riportato in altra pagina del nostro bollettino parrocchiale la somma complessiva riguardante la straordinaria manutenzione delle strutture della Chiesa ammonta a oltre un milione di euro, che si cercherà di pagare sia con la sovvenzione di vari enti, sia con la generosità di coloro che hanno a cuore la nostra Chiesa del Duomo

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Page 10: Pasqua 2010

SEMPRE IN CANTIEREVA’ E RIPARA LA

MIA CASA

In questigiorni

si stanno eseguendoi lavori

per il restauroed il consolidamento

del campanile, e del tetto della

chiesa.

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Dopo attenta preparazione, hanno pre-so il via i lavori di restauro e di consoli-damento del campanile e del tetto del nostro Duomo, così la nostra chiesa po-trà riacquistare quel decoro e stabilità che il passare del tempo le ha tolto. Gli interventi progettati dovrebbero con-cludersi con il prossimo autunno. Nel prospetto vengono evidenziati i costi e i contributi promessi dagli Enti Pubblici, rimanendo scoperto un con-siderevole importo che viene affidato alla sensibilità e all’iniziativa della Co-munità Parrocchiale.Non crediamo sia necessario moltipli-care appelli per suscitare la risposta dei parrocchiani del Duomo: è chiaro che un’impresa del genere si affronta solo perché c’è la fiducia che tutti sono di-sposti, secondo le proprie possibilità, a dare una mano per la degna conserva-zione di quanto è prezioso patrimonio di tutti.Insieme si può: l’esperienza di questi anni ci ha convinti che si poteva tentare questo grande passo.Ringraziamo fin d’ora quanti, con la mente e con le mani (consiglieri, tecni-ci, operai e offerenti) sono impegnati in quest’opera.Tutto vogliamo affidare alla buona pro-tezione della Madonna delle Grazie e del Beato Alberto Marvelli, non senza ricordare che se giova abbellire una chiesa di pietra, resta sempre più im-portante far vivere e crescere la chiesa fatta di persone.

Il Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia

Sono iniziati i lavori per il restauro ed il

consolidamento del campanile

e del tetto della chiesa

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VA’ E RIPARA LA MIA CASA...

Page 11: Pasqua 2010

Alfredo Lucariello e Marco Maran

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P E R M AG G I O R I I N F O R M A Z I O N I E I S C R I Z I O N IR I VO LG E R S I A D O N PAT R I Z I O O P R E S S O L ’ U F F I C I O PA R R O C C H I A L E

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Un anno di grazia per ravvivare il fuoco della Carità e camminare fianco a fianco con i poveri. Il volontariato vincenziano festeggia l’anno giubilare indetto in occa-sione del 350° anniversario dalla morte di san Vincenzo de’ Paoli e santa Luisa de Marillac.Gli eredi del carisma vincenziano vivono oggi il loro servizio spendendosi ogni gior-no nella visita domiciliare ai bisognosi: l’incontro personale con i poveri nel loro ambiente di vita e di sofferenza senza alcuna discriminazione.

Preghiera Per il 350° anniversario

Signore Dio Onnipotente, Padre dei poveri,

accordaci la grazia di celebrare quest’anno il 350° anniversario della nascita al cielo

di san Vincenzo e santa Luisa.Ti ringraziamo per questa immensa grazia.

Accordaci, per loro intercessione,di lasciarci trasformare più pienamente

dallo spirito che hai dato loro.Lo spirito di Carità inondi i nostri cuori

e le nostre anime, affi nché il nostro amore mite, attento, misericordioso,

premuroso per i fratelli emarginatied esclusi dalla società, sia inventivo

all’infinito!Facci riscoprire l’audacia di Vincenzo

e Luisa, lo zelo e la mitezza di un amore sempre rinnovato per i poveri per aiutarli

veramente a cambiare vita. Aiutaci a rendere la nostra fede forte ed

umile, nel nostro mondo che sembra così lontano da Te, ma che ha una gran sete di Te.Fa’ che possiamo essere segni

di speranza per molti, come lo furono Vincenzo e Luisa, come semplici compagni

di viaggio nell’oceano della vita.Accordaci di non indietreggiare mai

davanti alle difficoltà e di essere sempre pronti a sporcare le nostre mani

per i poveri, nostri padroni.Fa’ che alla loro scuola impariamo a

diventare tuoi veri fi gli e fi glie, degni eredi del carisma che hai affidato a Vincenzo ed a Luisa per il bene della

Chiesa e di tutta l’umanità.Quest’anno giubilare sia per tutta

la Famiglia Vincenziana un anno di grazia e di conversione,

e per i benefi ciari del nostro amore, un anno di abbondanti benedizioni.

Amen.

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ENTRATE1.209,00€

219,00€ 107,00€

1.846,00€ 145,00€ 106,00€

4.367,00€ 33,00€

Totale 8.032,00€ 2.968,00€

Totale 11.000,00€ USCITE

6.253,00€ 470,00€ 335,00€ 500,00€ 385,00€ 220,00€ 180,00€ 196,00€

Totale 8.539,00€

11.000,00€ 8.539,00-€ 2.461,00€

RENDICONTO AL 31 DICEMBRE 2009

ASSOCIAZIONE "S.VINCENZO DE PAOLI"Parrocchia DuomoROVIGO

Consistenza di cassa al 31/12/2009

Colletta SociRaccolta per contributi e assicurazioneAdozioniRaccolta cassette parrocchialiGiornata VincenzianaOfferte per spedizioni all'esteroOfferte varieInteressi bancari

Rimanenza di cassa al 31/12/2008

AdozioneSpedizione pacchi

Totale entrateTotale uscite

Assistenza ordinariaContributi al Consiglio CentraleQuote associative al ConsiglioOfferte per terremotati AbruzzoOfferte per p.Giorgio Bontempi ospitalità Suore e varieOfferte per Suore Casa del Clero mese di maggio

RitoRnaRe “nuovi” dopo 350 anni

RENDICONTO DELL’ANNO 2009DELLA S. VINCENZO DEL DUOMO

Page 13: Pasqua 2010

Dal 5 febbraio al 19 marzo 2010 si è tenuto il secondo ciclo di incontri in preparazione al matrimonio dell’anno pastorale 2009-2010.Il percorso, ravvivato da spunti di rifles-sione molto originali, ha incontrato il favore unanime dei partecipanti, che si sono congedati consegnandosi questo significativo apologo.“Si cercano uomini per un viaggio pericoloso, bassi salari, freddo intenso,lunghi mesi di tenebre, rischio costante, ritorno incerto”

E. Shackleton Inserzione su un giornale di Londra 1913

Così Ernest Shackleton, esploratore dell’epoca eroica reclutò l’equipaggio di 27 uomini che lo seguì in una memo-rabile spedizione antartica. La spedizione si trovò subito in condizio-ni estreme tanto che l’obiettivo iniziale, dovette da subito essere rivisto. La nave intrappolata tra i ghiacci, finì distrutta dalle forze soverchianti di un ambien-

te estremo. L’equipaggio fu costretto a trovare rifugio tra i ghiacci per 21 mesi, fino a quanto il valoroso comandante, raggiunta la Georgia del sud a bordo di una scialuppa, dopo innumerevoli peri-pezie riuscì a tornare a salvare l’intero equipaggio: quegli uomini che si erano fidati di lui al punto da cambiare radi-calmente la propria vita. La storia che ha concluso gli incontri per fidanzati in preparazione al matri-monio è carica di fascino, fiducia, im-previsti, dolori e felicità come solo le storie umane sanno essere. Mettersi in gioco, rischiare, condividere un destino per bello o brutto che sia, sapendo che ci sarà sempre un capitano, che solcati i mari più mossi, attraversati i ghiacciai più freddi le nebbie più fosche riporterà motivo di vita, sorriso e di un nuovo ini-zio ci è sembrata la metafora più bella di quel cammino profondo e misterioso, inquieto e fecondo che è il matrimonio in Cristo... e in definitiva la vita. Gli animatori

CORSO FIDANZATI

“Si cercano uomini per un viaggio

pericoloso, bassi salari,

freddo intenso, lunghi mesi di tenebre,

rischio costante, ritorno incerto”

E. Shackleton

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Page 14: Pasqua 2010

IL TRIDUO PASQUALE

Al termine dell’itinerario quaresimale,

ci apprestiamo ad entrare nel cuore

dell’Anno Liturgico

Sono giorni che potremmo considerare come un unico giorno: essi costituiscono il cuore ed il fulcro dell’intero anno liturgico come pure della vita della Chiesa. Al termine dell’itinerario quaresimale, ci apprestiamo anche noi ad entrare nel clima stesso che Gesù visse allora a Gerusalemme. Vogliamo ridestare in noi la viva memoria delle sofferenze che il Signore ha patito per noi e prepararci a celebrare con gioia, domenica prossima, “la vera Pasqua, che il Sangue di Cristo ha coperto di gloria, la Pasqua in cui la Chiesa celebra la Festa che è l’origine di tutte le feste”, come dice il Prefazio per il giorno di Pasqua nel rito ambrosiano.

Il Venerdì Santo, che commemo-ra gli eventi che vanno dalla condanna a morte alla crocifissione di Cristo, è una giornata di penitenza, di digiuno e di preghiera, di partecipazione alla Pas-sione del Signore. All’ora stabilita, l’Assemblea cristiana ri-percorre, con l’aiuto della Parola di Dio e dei gesti liturgici, la storia dell’umana infedeltà al disegno divino, che tutta-via proprio così si realizza, e riascolta il racconto commovente della Passio-ne dolorosa del Signore. Rivolge poi al Padre celeste una lunga “preghiera dei fedeli”, che abbraccia tutte le necessità della Chiesa e del mondo. La Comunità adora quindi la Croce e si accosta all’Eu-caristia, consumando le sacre specie conservate dalla Messa in Cena Domini del giorno precedente. Per rivivere in modo più partecipato la Passione del Redentore, la tradizione cristiana ha dato vita a molteplici mani-festazioni di pietà popolare, fra le quali le note processioni del Venerdì Santo con i suggestivi riti che si ripetono ogni anno. Ma c’è un pio esercizio, quello della “Via Crucis”, che ci offre la possibi-lità di imprimere sempre più profonda-mente nel nostro animo il mistero della Croce, di andare con Cristo su questa via e così conformarci interiormente a Lui. Potremo dire che la Via Crucis ci educa, per usare un’espressione di san Leone Magno, a “guardare con gli oc-

Inizio del Triduo Pasquale è il GioVedì Santo. Nel Triduo pasquale, la Comu-nità cristiana rivive nella Messa in Cena Domini quanto avvenne durante l’Ulti-ma Cena. Nel Cenacolo il Redentore vol-le anticipare, nel Sacramento del pane e del vino mutati nel suo Corpo e nel suo Sangue, il sacrificio della sua vita: egli anticipa questa sua morte, dona li-beramente la sua vita, offre il dono de-finitivo di sé all’umanità. Con la lavanda dei piedi, si ripete il gesto con cui Egli, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine (cfr Gv 13,1) e lasciò ai discepoli come loro distintivo questo atto di umiltà, l’amore sino alla morte. Dopo la Messa in Cena Domini, la liturgia invita i fedeli a sostare in adorazione del Santissimo Sacramento, rivivendo l’agonia di Gesù nel Getsemani. E vediamo come i di-scepoli hanno dormito, lasciando solo il Signore. Anche oggi spesso dormiamo, noi suoi discepoli. In questa notte sacra del Getzemani vogliamo essere vigilan-ti, non vogliamo lasciar solo il Signore in questa ora; così possiamo meglio com-prendere il mistero del Giovedì Santo, che ingloba il triplice sommo dono del Sacerdozio ministeriale, dell’Eucaristia e del Comandamento nuovo dell’amo-re (agape).S. MeSSa in coena doMini ore 19.00ADORAZIONE fino alle 24.00

chi del cuore Gesù crocifisso, in modo da riconoscere nella sua carne la nostra propria carne” (Disc. 15 sulla passione del Signore). E sta proprio qui la vera saggezza del cristiano.aZione LitUrGica ore 19.00VIA CRUCIS CITTADINA ore 21.00

Il Sabato Santo è giorno in cui la liturgia tace, il giorno del grande silen-zio, ed i cristiani sono invitati a custo-dire un interiore raccoglimento, spesso difficile da coltivare in questo nostro tempo, per meglio prepararsi alla Veglia pasquale. In molte comunità vengono organizzati ritiri spirituali e incontri di preghiera mariana, quasi per unirsi alla Madre del Redentore, che attende con trepidante fiducia la risurrezione del Fi-glio crocifisso. Finalmente nella VeGLia paSqUaLe il velo di mestizia, che avvolge la Chiesa per la morte e la sepoltura del Signo-re, verrà infranto dal grido della vitto-ria: Cristo è risorto ed ha sconfitto per sempre la morte! Animati da fede più salda, nel cuore della Veglia pasquale accoglieremo i neo-battezzati e rinno-veremo le promesse del nostro Battesi-mo. Sperimenteremo così che la Chiesa è sempre viva, si ringiovanisce sempre, è sempre bella e santa, perché poggia su Cristo che, risorto, non muore più.VEGLIA PASQUALE ore 22.00

Benedetto XVI

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Page 15: Pasqua 2010

Tra le manifestazioni del culto eucaristi-co, restano ancora attuali le Quaranto-re, una volta così diffuse e così solenni da costituire un tempo di rinnovamen-to spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione tra il clero e il popolo, tra ricchi e poveri, tra superio-ri e sudditi. La storia dice che, durante i giorni della solenne esposizione, le città cambiavano fisionomia: i negozi chiudevano; i lavori dei campi erano sospesi; le barriere sociali cadevano e la fede rifioriva nel cuore della gente che imparava a pregare e a meditare. L’adorazione coinvolgeva tutte le cate-gorie di persone che, giorno e notte, si avvicendavano in preghiera, spesso in modo inventivo e spontaneo, per qua-ranta ore davanti a Gesù Eucaristia. Poi vennero le rivoluzioni politiche e so-ciali, con gli inevitabili cambiamenti: le città divennero più grandi e meno acco-glienti; più industriali e meno religiose; più ricche materialmente e più povere di rapporti umani e di amicizia cristia-na; più intellettuali, ma religiosamente meno preparate. La ragione, sublimata oltre misura, co-minciò a dubitare della fede e a criticar-la, tanto che si affievolì, facendo calare molte pratiche religiose, comprese le

Quarantore, che incisero sempre meno nella vita individuale e sociale.Resta comunque il fatto che, per oltre due secoli, questa devozione è stata al centro del culto eucaristico e un argine potente ed eccezionale per fronteggia-re tempi di calamità, di divisioni e di lotte.A chi si deve questo movimento così benefico? Gli storici dicono che le radici dell’adorazione affondano nella consue-tudine cristiana del digiuno e dell’asti-nenza praticati negli ultimi giorni della Settimana Santa, con l’adorazione della Croce e poi del Crocifisso da parte del Vescovo, del clero e dei fedeli: prati-che a cui si aggiunsero pian piano ve-glie di preghiera che iniziavano la sera del Giovedì Santo e si concludevano a mezzogiorno del sabato, nel triste pen-siero del Sepolcro in cui Gesù, secondo il computo fatto da s. Agostino, rimase Quarantore.Il passaggio da questa forma liturgico-devozionale locale e particolare alla nota e classica forma dell’adorazione che lentamente assunse un carattere più popolare e universale con l’ininter-rotta esposizione per Quarantore del Sacramento, avvenne a Milano nel de-cennio 1527-1537. Il protagonista delle

LE QUARANTORE

Da oltre 500 anni le Comunità Cristiane si fermano in preghiera

davanti a Gesù EucaristiaAlcuni spunti di riflessione per

comprendere cosa sonoe a cosa servono

le Quarantore.

Quarantore fu il sacerdote ravennate Antonio Bellotti che, nel 1527 (l’anno del disastroso Sacco di Roma), obbligò i devoti della scuola da lui fondata nella chiesa del Santo Sepolcro, a celebrare ogni anno le Quarantore non solo du-rante il triduo della Settimana Santa, ma anche a Pentecoste, all’Assunta e a Natale. A questo si aggiunsero i Barna-biti e i Gesuiti che esportarono questa pia pratica in tutto il mondo con l’ap-provazione di molti pontefici.Si deve alle Quarantore la nascita di alcune manifestazioni di fede e di arte che segnarono un’epoca. Oggi le Quarantore vengono collegate alla Parola di Dio e alla Santa Messa, cioè stanno tornando a quell’esigenza di interiorità, di spiritualità, di adora-zione e di semplicità che sta all’origi-ne della stessa devozione. Il Vaticano II nell’Eucharisticum mysterium dettò alcune norme per questa devozione, soprattutto nel senso che l’esposizione deve apparire in rapporto con la Cele-brazione Eucaristica che «racchiude in modo più perfetto quella comunione intera alla quale l’esposizione vuole condurre i fedeli».Il compianto Giovanni Paolo II nella Let-tera Dominicae Cenae del Giovedì Santo 1980, affermò: «L’animazione e l’appro-fondimento del culto eucaristico sono prova di quell’autentico rinnovamento che il Concilio si è posto come fine, e ne sono il punto centrale... La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo Sacramento d’amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andarlo a incontra-re nell’adorazione, nella contemplazio-ne piena di fede e pronta a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione!».

E.P.

15IN PARROCCHIA...Dalla domenica delle Palme al mercoledì santo

ogni giorno, secondo la via di residenza, siamo invitati ad un’ora di adorazione. Il programma è riportato a pagina 16.

Page 16: Pasqua 2010

CONFESSIONITutti i giorni della Settimana Santa, eccetto

il giovedì mattina, dalle ore 8.00 alle ore 12.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

SETTIMANA SANTA

Periodico della Comunità Parrocchiale del Duomo - Concattedrale di Rovigo

__________________________________

Direttore Responsabile:Don Bruno Cappato

Direttore: Don Carlo Maria Santato

Autorizzazione del Tribunale di Rovigo n. 5/80 del 24 aprile 1980

CANONICA: P.zza Duomo 5 Tel. 0425 22861

sito web: www.duomorovigo.it e-mail: [email protected]

SACRESTIA Tel. 348 6889157Chiuso in redazione lunedì 21 marzo 2010

Impaginazione e grafica a cura della redazioneStampa: ARTESTAMPA Via B. T. da Garofolo

14 - Rovigo - Tel. 0425 31855

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DOMENICA DELLE PALME – 28 marzo 2010Sante Messe: ore 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00Ore 9.30 Processione delle Palme dal Centro Mariano al Duomo, segue la S. MessaOre 16.00 Inizio dell’adorazione prolungata al SS.mo Sacramento (Quarantore) Ore 17.00 Corso del Popolo, Vie laterali e collaterali, Viali, Piazze e Gallerie Guida Gruppo FamiglieOre 18.00 Vespri e Benedizione Eucaristica

LUNEDÌ SANTO – 29 marzo 2010 Sante Messe: ore 8.00 – 10.00 – 19.00Ore 15.00 Esposizione del SS.mo Sacramento per bambini e ragazzi del catechismoOre 16.00 Vie V.Veneto e laterali, Monte Pelmo, Marmolada e laterali – Guida Missionarie della RedenzioneOre 17.00 Vie Rovereto e laterali, Coni Zugna, Col di Lana, Cime di Lavaredo – Guida Ministri Straord.Com.Euc.Ore 18.00 Per tutti con benedizione eucaristica – Guida San Vincenzo parrocchiale

MARTEDÌ SANTO – 30 marzo 2010 Sante Messe: ore 8.00 – 10.00 – 19.00Ore 15.00 Esposizione del SS.mo Sacramento. Vie Bianchini, Granatieri di Sardegna e vie laterali della zona “Parco dei Tigli” - Guida Gruppo Adulti & piùOre 16.00 Via Forlanini, Mascherine, Sichirollo, Canalini, Pighin, Speroni, Vecellio, G.Bruno - Guida RnSOre 17.00 Vie S. Agostino, Ariosto, Principe di Napoli, Roccati, Carducci - Guida RnSOre 18.00 Per tutti con benedizione eucaristica - Guida Seminario Vescovile

MERCOLEDÌ SANTO – 31 marzo 2010 Sante Messe: ore 8.00 – 10.00 – 19.00Ore 15.00 Esposizione del SS.mo Sacramento. Vie Cappuccini, S.Cuore, Castiglioni, Cavaglieri, Coronelli Guida Suore S. Teresa del Bambino Gesù (Casa del Clero)Ore 16.00 Vie Fracchetta, Fra Fortunato, Grimani, Cattaneo, Mameli, Menotti, Rosmini, Vico, Badaloni e laterali Guida Suore Serve di Maria RiparatriciOre 17.00 Vie Pascoli, Curiel, Boccaccia, Foscolo, Marin, Oliva e vie non elencate nei turni precedenti – Guida gruppo Speranza e Vita Ore 18.00 Benedizione eucaristica e chiusura Adorazione prolungata - Guida Azione CattolicaOre 18.30 Celebrazione penitenziale presso la Chiesa di S.Francesco presieduta da mons. Vescovo

TRIDUO PASQUALE presieduto dal Vescovo GIOVEDÌ SANTO – 1 aprile 2010Ore 19.00 S. Messa solenne nella Cena del Signore e lavanda dei piedi ai bambini di prima Comunione Adorazione Eucaristica fino alle ore 24.00 VENERDÌ SANTO – 2 aprile 2010 - GIORNATA DI DIGIUNO E ASTINENZAOre 8.00 Celebrazione delle Lodi e Ufficio delle LettureOre 15.00 Via Crucis per fanciulli e ragazzi, sono invitati i ragazzi della Cresima con le loro famiglieOre 19.00 Azione liturgica della Passione del Signore. Liturgia della Parola,Adorazione della Croce e Santa ComunioneOre 21.00 Via Crucis cittadina dalla Chiesa della Rotonda a S. Francesco SABATO SANTO – 3 aprile 2010Ore 8.00 Celebrazione delle Lodi e dell’Ufficio delle LettureOre 10.00 “L’ora della Madre” presso il Centro MarianoOre 22.00 Veglia Pasquale. Liturgia della Luce, della Parola e dell’Eucaristia con Battesimo PASQUA DI RISURREZIONE – 4 aprile 2010 Sante Messe: ore 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00Ore 18.00 Vespri solenniOre 19.00 S. Messa solennemente cantata presieduta da Mons. Vescovo LUNEDÌ DELL’ANGELO – 5 aprile 2010 Sante Messe: ore 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 19.00Ore 16.30 Celebrazione comunitaria del sacramento del Battesimo