parrocchie informa

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Notiziario delle Parrocchie di CASTELPLANIO (San Sebastiano) e POGGIO SAN MARCELLO La fedeltà non è solo quella dei cani Raccoglie le edizioni precedenti di CASTELPLANIO COMUNITA’ ANNO XXIV 1 - POGGIO PARROCCHIA , ANNO VIII°, N° 1 Parrocchie InForma N° 171 30 AGOSTO 2015 IL PARROCO INFORMA PAG. 1 LA FEDELTÀ NON È SOLO QUELLA DEI CANI PAG. 2 VITA DELLE PARROCCHIE PAG. 4 OPINIONI E DOMANDE : «UNA VOLTA SULLA NAVE PIANGONO, CANTANO E PREGANO» PAG. 5 SPIRITUALITA’: 50 ANNI FA’ PAG. 8 IN PROGRAMMA: ESPOSIZIONE DEL CROCIFISSO Se digitate su Internet la parola “fedeltà” troverete tanti siti e files dove si indica questo valore nel cane. Ma siamo una povera umanità se dobbiamo mostrare solo i cani con questo valore della fedeltà! “Se raccogliete un cane affamato e lo rifocillate, non vi morderà. Questa è la principale differenza tra il cane e l'uomo”. E’ una affermazione di Mark Twain. La differenza è ben altra. Amare senza libertà è impossibile. Essere fedeli senza libertà è ridicolo. C’è solo la stanca abitudine e l’addomesticamento . E’ vero che gli animali nel circo sono stati così ben addomesticati che obbediscono fedelmente al padrone. Ma è questa la fedeltà che costruisce? E’ vero che la fedeltà umana, non è idilliaca. Passa attraverso prove, delusioni, e anche tradimenti ricuperati, perdono donato e accolto. E, purtroppo, anche abbandoni. La fedeltà tra gli esseri umani, tra coniugi, tra amici, tra colleghi, non può appoggiarsi sull’istinto e il sentimento. Questi sono come la sabbia. Non permettono di costruire. E’ fedeltà del giorno per giorno. Konrad Lorenz afferma: “Non esiste patto che non sia stato spezzato, non esiste fedeltà che non sia stata tradita, all'infuori di quella di un cane veramente fedele.” Ma è questa la fedeltà che costruisce la comunità tra gli uomini? Ecco perché Gesù ha vissuto la sua fedeltà a costo di essere abbandonato da tutti. Non ha abbandonato il progetto, che aveva interiorizzato bene, anche se non aveva subito dei riscontri. Insomma la fedeltà nasce dal profondo delle convinzioni. Quali erano per Gesù? Erano: Dio è amore; Dio è fedele alle sue promesse; Dio, il Padre, vuole la salvezza (la vita, la verità!) di tutti. Lui è inviato per questo. Il perdono è quel più di amore che, come la pioggia, fa rivivere una pianta secca. Quando nelle nostre comunità si celebra la fedeltà di una religiosa che da 50 anni vive la sua consacrazione; o quando ogni anno si celebra la fedeltà di due coniugi… è grande festa! Certo non è la fedeltà del cane, perché non è fatta di paura e di gratificazioni (Botte e pane fanno il cane – dice un proverbio).Ma di umile riconoscimento di un DONO: l’amore e la fedeltà di Dio!!!

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Page 1: Parrocchie Informa

dei doni di Dio

Notiziario delle Parrocchie di CASTELPLANIO (San Sebastiano) e POGGIO SAN MARCELLO

La fedeltà non è solo quella dei cani

Raccoglie le edizioni precedenti di

CASTELPLANIO COMUNITA’ ANNO XXIV N° 1 - POGGIO PARROCCHIA , ANNO VIII°, N° 1

Parrocchie InForma

N° 171 30 AGOSTO 2015

IL PARROCO INFORMA

PAG. 1 LA FEDELTÀ NON È

SOLO QUELLA DEI

CANI PAG. 2 VITA DELLE PARROCCHIE PAG. 4 OPINIONI E DOMANDE : «UNA VOLTA SULLA NAVE PIANGONO, CANTANO E PREGANO» PAG. 5 SPIRITUALITA’: 50 ANNI FA’ PAG. 8 IN PROGRAMMA: ESPOSIZIONE DEL

CROCIFISSO

Se digitate su Internet la parola “fedeltà” troverete tanti siti e files dove si indica questo valore nel cane. Ma siamo una povera umanità se dobbiamo mostrare solo i cani con questo valore della fedeltà! “Se raccogliete un cane affamato e lo rifocillate, non vi morderà. Questa è la principale differenza tra il cane e l'uomo”. E’ una affermazione di Mark Twain. La differenza è ben altra. Amare senza libertà è impossibile. Essere fedeli senza libertà è ridicolo. C’è solo la stanca abitudine e l’addomesticamento . E’ vero che gli animali nel circo sono stati così ben addomesticati che obbediscono fedelmente al padrone. Ma è questa la fedeltà che costruisce? E’ vero che la fedeltà umana, non è idilliaca. Passa attraverso prove, delusioni, e anche tradimenti ricuperati, perdono donato e accolto. E, purtroppo, anche abbandoni. La fedeltà tra gli esseri umani, tra coniugi, tra amici, tra colleghi, non può appoggiarsi sull’istinto e il sentimento. Questi sono come la sabbia. Non permettono di costruire. E’ fedeltà del giorno per giorno. Konrad Lorenz afferma: “Non esiste patto che non sia stato spezzato, non esiste fedeltà che non sia stata tradita, all'infuori di quella di un cane veramente fedele.” Ma è questa la fedeltà che costruisce la comunità tra gli uomini? Ecco perché Gesù ha vissuto la sua fedeltà a costo di essere abbandonato da tutti. Non ha abbandonato il progetto, che aveva interiorizzato bene, anche se non aveva subito dei riscontri. Insomma la fedeltà nasce dal profondo delle convinzioni. Quali erano per Gesù? Erano: Dio è amore; Dio è fedele alle sue promesse; Dio, il Padre, vuole la salvezza (la vita, la verità!) di tutti. Lui è inviato per questo. Il perdono è quel più di amore che, come la pioggia, fa rivivere una pianta secca. Quando nelle nostre comunità si celebra la fedeltà di una religiosa che da 50 anni vive la sua consacrazione; o quando ogni anno si celebra la fedeltà di due coniugi… è grande festa! Certo non è la fedeltà del cane, perché non è fatta di paura e di gratificazioni (Botte e pane fanno il cane – dice un proverbio).Ma di umile riconoscimento di un DONO: l’amore e la fedeltà di Dio!!!

Page 2: Parrocchie Informa

2 VITA DELLE PARROCCHIE ATTORNO AL SANGUE DI CRISTO, FESTA E GRUPPO!

Il 5 luglio era a

Castelplanio anche il

Vescovo Gerardo

per far festa. La

prima domenica è la

festa delle suore e

del centro. Una

coppia di Jesi, amici

delle suore ha voluto

festeggiare il 25° di

matrimonio. Eppoi 6

partecipanti agli

EVO (Esercizi

Spirituali nella Vita

Ordinaria) hanno

concluso il loro

percorso di due anni.

Al pomeriggio si è

radunato un gruppo

di una ventina di

persone che hanno

aderito al GRUPPO

di Spiritualità

“Sanguis Christi”.

Parteciperanno alla preparazione e alla gestione

del programma del Centro.

A PIAGGE SEMPRE UNA BELLA FESTA! Anche quest’anno la seconda domenica di luglio

siamo stati a Piagge, attorno alla Chiesa della

Madonna. Abbiamo trovato un grande cartello

che invitava a “Non lasciamoci rubare la

Domenica!”. La festa dei “consumati” richiama

sempre il valore del lavoro e della festa. Tante

sono le feste e le sagre che di fanno, di ogni tipo.

Ma – ha detto il Vescovo – nessuna deve

travolgere la Domenica. Ci sono molti motivi per

questo. La festa come ogni anno si è conclusa con

la Lotteria preparata da Angelo. Quest’anno 100

premi, tra cui un smartphone … e per accontentare

tutti (o molti!). Il nostro caro Giuseppe Rogen ci

ha offerto ancora i dolci che ha fatto preparare dal

nostro forno. Una bella squadra di uomini ha

preparato e gestito la porchetta. Grazie sempre.

ALLA FIGURETTA MARIANA! Una bella messa, dopo il Rosario e

quindi tutti a casa di Gianluigi che ci

ha fatto la sorpresa dei prodotti sardi e

della fisarmonica del cugino. Si è

tornati a ballare sull’aia. Diversi

hanno potuto rivedere la casa della

loro infanzia.

“CIBO E SPIRITUALITÀ”

70 persone hanno accolto l’invito del Centro a

stare insieme sul terrazzo per mangiare qualcosa e

ragionare attorno al tema: Cibo e spiritualità!”

E’ stata una

bella scoperta

quella che il

monaco don

Lorenzo di ha

portato: la

regola di san

Benedetto dà

valore al cibo

per un

equilibrio del corpo e della mente.

Il medico nutrizionista (assente per malattia) dott.

Contadini ci ha mandato questo pensiero a partire

dai problemi che oggi ci sono come la bulimia e

l’anoressia.

“Effettivamente l'anoressia e la bulimia sono

richieste d'amore. La ragazza anoressica mette in

mostra il suo vuoto d'amore tentando di far

'scomparire' il proprio corpo evidenziando con la

magrezza la mancanza interiore.

La ragazza bulimica tenta di colmare quel vuoto

perdendosi nel cibo salvo poi tentare di

recuperare la condizione anoressica della

mancanza affettiva con vomito, uso di lassativi,

etc. La donna tende a spostare sul corpo le

proprie problematiche di auto-accettazione. Nella

condizione femminile è insita la necessità di

spostare il non piacersi come persona sull'aspetto

fisico.

Fino al punto chiaramente che questa domanda di

amor proprio non trova ovviamente risposta

perché non è il fisico il problema quanto se stessi.

Si pensi a quante donne magre si vedono

comunque grasse. Da questo nasce la patologia.

E la terapia deve riportare la concentrazione

della donna su di sè e le proprie esigenze

personali”

Page 3: Parrocchie Informa

3 L’AURORA SUL MONTE C’erano le nubi sabato

15 agosto, nubi

desiderate da tutti per

un po’ di ristoro. Ma

alle 6 del mattino una

decina di persone,

compresa una bambina

è salita sul monte per

godere l’alba. Sempre

bello e sempre nuovo questo spettacolo.

Poi le lodi a Maria. E la colazione.

SUL TERRAZZO “LAUDATO SII” E’ venuto in mente al parroco dopo l’uscita della

enciclica del Papa. La “La voglio leggere con

qualcuno – disse – e anzi la regalo a chi viene.” E

così dopo cena del 6-7-8 luglio abbiamo letto

insieme un testo bellissimo. C’era qualcuno anche

da Jesi. Il confronto, il dialogo, la gioia di vedere

scritto anche il proprio pensiero e quanto si sta

facendo per vivere bene… è stato il tono delle tre

sere. Il parroco ripete: chi la vuol leggere, non ha

che da chiedergliela!”

ALL’EREMO DI SERRASANTA

Sopra Gualdo Tadino

a 1000 mt c’è un

bellissimo eremo

restaurato e custodito

dalla una

Confraternita. Tutti

possono andare e

anche fermarsi a

mangiare. C’è posto

anche per cucinare. Il

Centro di Spiritualità

ha organizzato un

sabato mattina per

salire all’Eremo e respirare il SILENZIO. E’ vero

che anche nei nostri paesi si respira il silenzio. Ma

questa volta doveva essere luogo dell’ascolto. Si

ascolta la natura, che è sempre una grande

maestra. Si ascolta l’amicizia tra i partecipanti,

che è sempre una esperienza necessaria. Si ascolta

la Parola di Dio e si loda all’Altissimo. Un

consiglio: andateci e sarà bello!

ALL’EREMO SAN MICHELE AD ARCEVIA Ci accoglie un uomo appassionato di questo luogo. L’ha voluto restaurare. Da lassù si domina la valle. Sotto la Croce si sta bene. Era una bella giornata limpida, anche se calda, come tutto l’estate. Si chiama Molte Camillone. Sopra il ristirante La Baita. Noi ci siamo andati per respirare il silenzio. Sì ancora il silenzio. E’ una esperienza da fare. Bibbia in mano. Sguardo che avvolte la bellezza dei monti. Eppoi apri e leggi. Capirai che la verità è nata dal silenzio e si può capire nel silenzio. Perché Dio si rivela ai cuori attenti, aperti, liberi e gioiosi.

AL MUSEO DELLA MINIERA A CABERNARDI Eravamo un bel gruppo, tutte famiglie desiderosi di passare una domenica pomeriggio diversa e non solo al mare o a giocare a carte al bar.

Per raggiungere Cabernardi c’è voluto un po’. Ma poi tutti al Museo e alla raccolta fotografica di una attività estrattiva che ha interessato

la zona per tanti anni. Si è chiusa nel 1952. Entrare nelle viscere della terra, lavorare nel pericolo costante, prendersi le malattie… Ci hanno lavorato centinaia di persone. Poi si è chiusa. Ora la cittadina ha aperto anche un percorso esterno per conoscere cose si faceva per arrivare allo zolfo. Una cosa interessantissima.

LA PARROCCHIA DI POGGIO HA MESSO IN PROGRAMMA ANCHE UNA NUOVA VISITA GUIDATA, QUESTA VOLTA A CASTELLEONE DI SUASA – PARCO ARCHEOLOGICO. Guida: Roberta Vico DOMENICA 6 SETTEMBRE. PARTENZA ORE 15 DALLA PIAZZA DI POGGIO

Page 4: Parrocchie Informa

4 OPINIONI E DOMANDE OGNUNO PUÒ INVIARE DOMANDE O TESTI

Ti mando un racconto che nessuna TV

riporta. Fa bene a noi che siamo tentati

di giudizi paurosi e sbrigativi… disumani.

(Paolo)

«Una volta sulla nave piangono, cantano e pregano» L’esperienza di Gaia Infermiera, 30 anni (Medici senza Frontiere) nel Mediterraneo ALESSANDRO BELTRAMI SU avvenire del 23 AGOSTO

Gaia ha 30 anni. È infermiera ed è alla sesta missione con Medici senza Frontiere: il Congo, il Sud Sudan durante il colpo di stato, tre volte in Repubblica Centroafricana. Ma è la prima volta in mare, sulla Bourbon Argos. C’è salita quasi un mese fa, dopo un addestramento in Bretagna: «Questa missione è una continuazione delle altre – racconta Gaia Cortinovis al telefono satellitare mentre la nave di Msf solca il Mediterraneo – le storie che incontro sono la prosecuzione di quelle che ho visto nei luoghi di origine». «Prima delle operazione ci diciamo 'Stai calmo e resta umano'». Gaia ha partecipato a diversi salvataggi. «Ma nessuno è uguale all’altro». Molte sono le variabili: il tipo di imbarcazione e il suo stato, il numero di persone. «Il soccorso più difficile è stato quello di un ex peschereccio con a bordo 700 persone. L’imbarcazione era colma, con le persone arrampicate ovunque, erano ag-grappate fin sull’albero. E soprattutto a centinaia erano nella stiva. Il barcone era instabile e si inclinava a ogni spostamento di onda: il terrore che si ribaltasse era fortissimo». Gaia accoglie i profughi sulla nave e presta loro cure mediche. «Per prima cosa li salutiamo, perché non si senta-no numeri, ma persone. Preferiamo dividere uomini dalle donne e i bambini. Li facciamo sedere e diamo subito loro dell’acqua. Arrivano tutti estremamente assetati». Come ogni soccorso ha una storia diversa, così sono differenti le reazioni di chi viene salvato. «Alcuni ci dicono 'Dio ti benedica', altri baciano il suolo, altri ancora alzano braccia e occhi al cielo. Ho visto una fa-miglia con padre, madre incinta e un bambino di un anno mettersi in cerchio mano nella mano e

pregare. Alcuni cantano, altri piangono». L’esperienza in mare unisce i profughi. Se all’inizio, una volta in salvo, si raccolgono tra connazionali, col tempo le cose si mescolano. «Tra loro c’è molto rispetto. Si comportano bene. Ti aiutano anche a pulire. E sono molto onesti: quando arrivano a bordo distribuiamo loro dei pacchetti di una barretta energetica. Se non le finiscono, allo sbarco ce le rendono». A bordo della nave il personale di MsF presta le prime cure fisiche, mentre per il primo soccorso psicologico bisogna attendere l’arrivo a terra. Ma dai racconti dei migranti emergono sofferenze di ogni tipo. «Quando in sala medicazioni chiedi il perché di una ferita, loro parlano. In diversi mi hanno raccontato di ciò che accade in Libia». Un vero inferno: «Tanti mi chiedono dove andiamo, se siamo davvero diretti in Italia: 'Se torniamo in Libia mi butto in mare', dicono». In uno degli ultimi soccorsi c’erano molti uomini con ferite vecchie e altre fresche dovute a violenze subite in Libia. «Un nigeriano mi ha raccontato di essere stato rapito e picchiato durante il viaggio. In Libia era finito prigioniero di aguzzini, per i quali doveva lavorare o veniva seviziato. Hanno usato anche una sbarra di ferro, con cui gli hanno asportato un pezzo di orecchio». Ma a colpire Gaia è anche il modo con cui quest’uomo racconta la sua storia: «Era senza espressione. A volte mi guardava negli occhi, a volte per terra. Non provava né paura né ira. Era come se si osservasse dall’esterno, se fosse lontano da sé». Le donne invece parlano poco, pochissimo: «Di solito quando le donne bussano alla porta vuol dire che c’è un problema. Ma tante non arrivano nemmeno bussare». Sono le più silenziose quelle che nascondono una tragedia. «Ci avviciniamo a loro con calma. Al secondo giorno si aprono di più. C’è chi ci ha confessato di essere stata vio-lentata due volte in Libia. Molte delle donne che arrivano incinta sono vittime di stupri». Ma oltre ai vivi, purtroppo, sui barconi si recuperano anche i morti. «In un barcone abbiamo trovato cinque profughi morti per disidratazione. Quattro erano donne, una di loro era mamma di tre bambini piccoli. Sono stata con questi piccoli per tutto il viaggio, e uno di loro alla fine mi chiamava mamma. E ti colpisce nel profondo una famiglia che si mette in viaggio per una vita nuova e la perde».

Page 5: Parrocchie Informa

5 SPIRITUALITÀ

50 ANNI FA proprio il

12 settembre sr Anna Maria ha fatto la sua prima professione religiosa. Poi è seguita qualche anno dopo la professione solenne. Si fa così

in ogni consacrazione religiosa. Molti dei suoi anni è stata nella nostra parrocchia. Ha aperto il Centro di spiritualità nel 1986 (stiamo per fare i 30 anni). Poi è stata a Firenze come responsabile provinciale e quindi 10 anni all’Eremo di Mulazzo. Oggi è tra noi con la sua grinta, mai assopita e con l’accresciuta esperienza e competenza. Ha studiato tante cose: teologia morale, bioetica alla Cattolica, Grafologia a Bologna. Tutta questa competenza la unisce alla sua vita spirituale che aiuta a crescere in tante persone. Recentemente ha voluto un gruppo di spiritualità intitolato “Sanguis Christi”, la spiritualità della Pasqua che lo Spirito sta animando nel mondo e nel cuore delle persone. Gli abbiamo chiesto:

Quando ti è venuta la vocazione? L a mia vocazione ha avuto origine con la celebrazione della Cresima. Avevo 11 anni! Ricordo l’esortazione del mio parroco Don Giulio: “Ascoltate la voce interiore! Il Signore ha una parola per ognuno di voi!”. Tremavo per l’ansia e il timore di ricevere la “parola” di Gesù. Ebbi una sensazione generale di pace e di benessere durante la celebrazione. Ma non cercai altro! Dopo qualche mese chiesi a mio nonno di cercare con me e per me un “convento” per conoscere le suore e la loro vita. Mi piaceva pregare, cercavo una dimensione più grande del matrimonio per la mia riuscita. Percepivo che il Signore sarebbe stato uno Sposo luminoso come il sole che vedevo tramontare ogni sera dietro la mia casa e che la mia appartenenza era al di là dell’orizzonte. A 16 anni ho fatto il passo decisivo di consacrarmi al Signore nell’Istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo. Un’età molto precoce, si direbbe oggi! Ma 50 anni fa ogni ragazza era abbastanza capace di decidere e di guardare avanti! Ho sempre portato dentro di me quella decisione iniziale di donarmi tutta al Signore e senza remore.

2. Non hai mai dubitato della scelta che hai fatto? Dubbi e oscurità mi hanno accompagnata nel cammino di maturazione umana e spirituale. Ma in ogni circostanza mi sono lasciata afferrare dalla Mano amorosa del mio Signore, che incessantemente ha sussurrato al mio cuore: “Non temere. Io sono con Te. Tu sei mia per sempre!”. Le provocazioni del mondo sono state sempre in agguato, ma la fedeltà di Dio ha sostenuto la mia fedeltà a Lui! 3. Come hai vissuto in questi 50 anni? 50 anni di vita consacrata sono stati un unico dono di Grazia e di Pace interiore! Anni vissuti nello studio, nell’insegnamento, nella consolazione e sostegno umano e spirituale delle persone: intensa attività giovanile, ascolto e accampamento di coppie e adulti in genere. Anche all’interno della mia Congregazione sono stata chiamata a formare, guidare e consigliare nelle comunità e nella Provincia Religiosa. Lo studio ha favorito l’approfondimento della Spiritualità del Sangue di Cristo e la costante attualizzazione dentro la storia del Mistero Pasquale, centro del nostro carisma di Ad.ci del Sangue di Cristo. In questo momento particolare vivo la gioia del compimento o pienezza dell’agire di Dio nella mia vita e lo ringrazio perché mi ha chiamata, mi ha accompagnata e si è servito di me per raggiungere tante persone in diversi luoghi e circostanze. 4. Ti senti di aver fatto la scelta giusta? La scelta è quella GIUSTA perché è la scelta di Dio! Posso affermare che la scelta di essere “Suora” non è mia, ma del Signore che mi ha presa e custodita, mi ha plasmata con la sua Grazia, mi ha guidata e condotta fin qui. Con grande gioia ripeto il mio SI’ al suo Amore e il mio grazie alla sua Bontà infinita. 5. E gli anni passati a Castelplanio? Come sono stati? A Castelplanio ho trascorso una parte di questi 50 anni di vita consacrata. Ho desiderato il Centro di Spiritualità come risposta alle richieste di tanti giovani, quando 30 anni fa ci trovavamo a Jesi con l’attività vocazionale. Ho vissuto qui la fatica degli inizi, l’entusiasmo dei sogni, la maturazione delle iniziative spirituali tutte rivolte verso le persone che oggi ritrovo, dopo anni, fratelli e sorelle, compagni di viaggio

Page 6: Parrocchie Informa

6 in impegni ecclesiali. Posso dire che gli anni vissuti qui nelle Marche, con responsabilità anche regionali, sono stati ricchi di creatività e di dinamicità spirituale e umana. L’ itineranza della nostra Vita Religiosa, il cambiare luogo e molto spesso anche attività apostolica, mi ha permesso di fare esperienze di vario tipo e di arricchire sempre di più la mia vita di relazione. So di aver seminato molto, di aver consolato e sostenuto umanamente tantissime persone, di aver spezzato la Parola di Dio in corsi e incontri spirituali e pastorali. Ho sempre avuto la percezione che ciò che si semina con la preghiera e la comunicazione spirituale è una sorgente di vita di cui non ci è dato conoscere tutto il suo percorso. Appartiene a Dio la destinazione della sua Grazia attraverso il nostro annuncio, l’Intercessione e l’offerta della vita.

UNA RIFLESSIONE DI SR ANNA MARIA

PLASMATI SUL TORNIO DELL’AMORE La Pasqua cristiana è come un tornio su cui Cristo ha portato a compimento la sua vera forma fino a dare il suo sangue di vita. E’ una immagine da rivedere, se si guarda a Colui che fa questa torchiatura: il Padre. Ma è una immagine viva, che esprime la realtà del Mistero Pasquale; dalla sua morte per amore, è scaturita per noi la vita immortale. Mors tua, vita mea è scritto in un basamento del crocifisso del 1639, scolpito da Nofrischi e conservato nella Chiesa attigua al Centro di Spiritualità a Castelplanio. Noi, vivendo la vita con la sua alternanza di gioia e dolore, cadute e risurrezione, tutti, almeno esperienzialmente, partecipiamo al mistero pasquale di Cristo. Ma quando questa partecipazione avviene con adesione consapevole, essa tocca il cuore di ogni uomo e di ogni donna, lo plasma a dimensione “divina”, attraverso la particolare azione dello Spirito Santo. E lo conduce a una speciale comunione d’amore con la Trinità Santa. La salvezza o santità dipende dalla posizione che ciascuno prende di fronte a questo mistero. Non c’è altra via. Il Cristo trafitto, servo del Signore, è la massima rivelazione dell’amore del Padre e della nuova creazione nello Spirito Santo. Aderirvi o meno dipende dal nostro sì. Sì al Padre che ci ha creati e ci attende nella sua infinita misericordia. Sì al Figlio che si è fatto servo per amore e ci invita a seguirlo fino alla pienezza della sua Pasqua. Sì allo Spirito che, come fuoco trasformante, genera la nuova creazione dei redenti nel sangue dell’Agnello. Tutto è raccolto nel dono del calice della nuova alleanza. Questa è la via dello Spirito. La spiritualità. CREDENTI E DUNQUE PERSONE SPIRITUALI Giovanni Paolo II, all’inizio di questo nuovo millennio, esortando la Chiesa a ridare il giusto primato alla spiritualità nella sua vita di fede e nell’evangelizzazione, così si esprime: Non è forse un segno dei tempi che si registri oggi, nel mondo, nonostante gli ampi processi di secolarizzazione, una diffusa esigenza di spiritualità, che in gran parte si esprime in un rinnovato bisogno di preghiera? (Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 33). Il contesto sociale in cui siamo inseriti è in continua evoluzione e non possiamo non tenerne conto. Nei paesi di antica cristianizzazione, come il nostro, si stanno facendo strada altre religioni e sistemi di pensiero religioso, che offrono risposte nuove ai bisogni interiori degli uomini e delle donne del nostro tempo. In questo contesto, la Chiesa è sfidata a ricercare nuove vie di accesso al cuore tiepido dei cristiani di oggi e a riaccendervi il fuoco della fede. Una autentica testimonianza di vita spirituale può far rinascere, in chi non ce l’ha ancora, il desiderio di calare nelle profondità del proprio essere, per ricercarvi la presenza di Dio che ci viene incontro dal mistero della vita. E il Papa, a questo proposito dice ancora: Noi che abbiamo la grazia di credere in Cristo, rivelatore del Padre e Salvatore del mondo, abbiamo il dovere di mostrare a quali profondità possa portare il rapporto con lui. La grande tradizione mistica della Chiesa, sia in oriente che in occidente, può dire molto a tal proposito. Essa mostra come la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo d’amore, fino a rendere la persona umana totalmente posseduta dall’amato divino, vibrante al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del Padre (Ib).

Page 7: Parrocchie Informa

7 la vocazione tra DESIDERIO

e PAURA del cuore

Introduzione di SR Anna Maria al fascicolo IL PROFUMO DEL DONO

Vocazione: è la parola che, custodita nel cuore, diventa segno di

quanto sei importante agli occhi di Dio. È l'indice di gradimento,

presso di Lui, della tua fragile Vita. Sì, perché, se ti chiama, vuol dire

che ti ama. Gli stai a cuore, non c'è dubbio. In una turba sterminata

di gente, risuona un nome: il tuo! Stupore generale. Forse, credevi

che a te non ci pensava nessuno. Lui sì! Davanti ai microfoni della

storia ti affida un compito su misura... per Lui! Sì, per lui, non per te.

Più che una missione, sembra una scommessa. Una scommessa

sulla tua povertà e sulla tua possibilità. Con Lui puoi tutto! Ha scritto

“Ti amo” sulla roccia. E accanto ha messo il tuo nome. L’ha scritto di

notte. Nella tua notte! Puoi dire a tutti: non si é vergognato di me! Si

fida! (cfr. Tonino Bello)

Un giorno un monaco orientale chiese ad un giovane arrivato

al monastero per un dialogo spirituale: “qual è il nemico “del

bello”? “- Fu una domanda molto imbarazzante. Era spontaneo rispondere "il brutto". Il nemico del bello-

disse il monaco- è "il più bello": una risposta straordinaria! Una persona non lascia il bello per il brutto, ma

il bello, per "il più bello", cioè per qualche cosa di più grande, di dulcis, di particolarmente intenso.

Ma dove trovare ciò che è “più bello?”, come scoprire dove si annida? Paolo ci dice che il nostro Dio non è

lontano da ciascuno di noi, ma va cercato... "come a tentoni". È il cercare silenzioso, umile, rispettoso di

Dio, che non si impone, ma si propone sempre. Se desideri incontrarlo con il tuo cuore, anche nel buio della

notte, non smetterai mai di cercare: questa è la fiducia di chi brama raggiungere “il più bello”!

Qual è la via? La testimonianza personale di Paolo, nella lettera alla comunità di Filippi, mi ha sempre

affascinato: «Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per

conquistarla, perché anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù” (Fil 3,12). Ho capito che prima ancora

che io dicessi sì a Dio, lui l'aveva detto a me; prima ancora che io lo cercassi lui mi aveva conquistato e mi

aveva cercato, scelto, atteso e soprattutto... afferrato! La mia vita non era un rincorrere la meta, ma un

lasciarmi semplicemente trovare e amare!

La vocazione è lanciarsi fiduciosi nelle mani dell'Altro, sapendo d i essere raccolti da lui. La vita non ha la

rete come ce l'hanno i trapezisti! Non possiamo non lanciarci! Il nostro salto non è un tuffarci nel buio: «so

infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire … ciò che mi è stato

affidato” (2Tm 1,12). Anche tu, fratello o sorella, giovane che cerchi Dio sai che ti puoi lanciare e lui

certamente ti afferra! Sei stato conquistato/a da Cristo Gesù. Lanciati! Perché molti amici coraggiosi, che si

sono messi alla sua sequela, testimoniano quanto papa Benedetto XVI dice a voi giovani: “Siate pienamente

convinti: Cristo nulla toglie di quanto avete in voi di bello e di grande, ma porta tutto a perfezione per la

gloria di Dio, la felicità degli uomini, la salvezza del mondo”.

(in alto: cripta del centro; sotto: la prima cappella con l’angolo della preghiera)

Page 8: Parrocchie Informa

8 IN PROGRAMMA a cura di d. Mariano

ESPOSIZIONE ANNUALE DEL CROCIFISSO

CASTELPLANIO

SAN SEBASTIANO

DAL 9 AL 13 SETTEMBRE 2015

Attorno alla festa della Esaltazione della Santa Croce la parrocchia di Castelplanio, da anni si ritrova per ringraziare il Signore delle persone che “restano a lui fedeli” e per avviare l’anno pastorale. Quest’anno in particolare, il 50° di sr Anna Maria ci porta a riscoprire il valore della vita consacrata. L’esposizione si svolgerà presso la chiesa parrocchiale.

DIO E’ FEDELE ALLE SUE PROMESSE

PROGRAMMA

MERCOLEDI 9 SETTEMBRE

ORE 20: pizza e Vangelo invito ai giovani

GIOVEDI 10 SETTEMBRE

ORE 18: Messa e Adorazione invito particolare ai catechisti e ai genitori – segue breve riunione

VENERDI 11 SETTEMBRE

ORE 17: Confessioni ORE 18: Messa e UNZIONE DEGLI INFERMI

SABATO 12 SETTEMBRE 2015

50° di professione religiosa di sr Anna Maria Vissani

Ore 17,00: Messa del Vescovo (anima il gruppo “Shalom”) segue: breve concerto della corale “Maggiori” Ore 19,00: cena a buffet nel giardino del Centro Ore 21,00: LA DANZA E LA LUCE nuovo spettacolo presso la sala polivalente del Comune (autori: Tittarelli, Donati, Piccotti)

DOMENICA 13 SETTEMBRE

Ore 11,15: Anniversari di Matrimonio A conclusione: benedizione dei bambini, ragazzi e giovani per l’inizio della scuola

______________________________________________________________________________ PARROCCHIA DI SAN SEBASTIANO IN CASTELPLANIO – E SAN NICOLÒ A POGGIO SAN MARCELLO

COLLEGAMENTO TRA LE FAMIGLIE DELLE DUE PARROCCHIE PRO MANUSCRIPTO - AD USO INTERNO ALLA COMUNITA' don Mariano Piccotti: tel 0731.813402 (8) 339.650 6124 e-mail: [email protected]