parrocchia santa maria domenica mazzarello · la cosa più bella che un amico può dirmi è: sto...

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno XIV - n. 696 - 16 Marzo 2014 - II Domenica di Quaresima A E' bello per noi stare qui.. Gesù salì su di un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore ( voi siete luce del mondo), una bellezza che condividiamo con Dio. Ci sorprende la Quaresima, un tempo che consideriamo triste, penitenziale, violaceo, con un vangelo di luce, a ricordarci che la vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi , e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso addormentata in noi, come in letargo. Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità. Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2 Cor 3, 17-18). Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa inoltre capire che la fede per essere forte e viva deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» gridato a pieno cuore. Perché io credo? Perché Dio è la cosa più bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. Che è bello amare, abbracciare, avere amici, esplorare, creare, seminare, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora la Quaresima, più ancora che a penitenza, ci chiama a conversione: a girarci verso la luce, così come la natura si gira in questi giorni verso la primavera. Allora smettiamola di sottolineare l'errore negli altri. Staniamo, snidiamo in noi e in ognuno la bellezza della luce, invece di fustigare le ombre! Una nube luminosa li coprì. E una voce: Questi è il Figlio mio. Ascoltatelo. Sali sul monte per vedere e Dio risponde offrendo parole, le parole lucenti di Gesù: ascoltate Lui. Il primo passo per essere contagiati dalla bellezza di Dio è l'ascolto, dare un po' di tempo e un po' di cuore al suo Vangelo. Che oggi ci regala un volto che gronda luce, per affrontare il momento in cui la vita gronderà sangue. Ma anche allora, ricordiamo: ultima, verrà la luce. Ermes Ronchi

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Page 1: Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello · La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso

Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno XIV - n. 696 - 16 Marzo 2014 - II Domenica di Quaresima A

E' bello per noi stare qui.. Gesù salì su di un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore (voi siete luce del mondo), una bellezza che condividiamo con Dio. Ci sorprende la Quaresima, un tempo che consideriamo triste, penitenziale, violaceo, con un vangelo di luce, a ricordarci che la vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso addormentata in noi, come in letargo. Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità. Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via... ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2 Cor 3, 17-18). Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore. L'entusiasmo di Pietro ci fa inoltre capire che la fede per essere forte e viva deve discendere da uno stupore, da un innamoramento, da un «che bello!» gridato a pieno cuore. Perché io credo? Perché Dio è la cosa più bella che ho incontrato. E da lui acquisisco la bellezza del vivere. Che è bello amare, abbracciare, avere amici, esplorare, creare, seminare, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell'eternità. Allora la Quaresima, più ancora che a penitenza, ci chiama a conversione: a girarci verso la luce, così come la natura si gira in questi giorni verso la primavera. Allora smettiamola di sottolineare l'errore negli altri. Staniamo, snidiamo in noi e in ognuno la bellezza della luce, invece di fustigare le ombre! Una nube luminosa li coprì. E una voce: Questi è il Figlio mio. Ascoltatelo. Sali sul monte per vedere e Dio risponde offrendo parole, le parole lucenti di Gesù: ascoltate Lui. Il primo passo per essere contagiati dalla bellezza di Dio è l'ascolto, dare un po' di tempo e un po' di cuore al suo Vangelo. Che oggi ci regala un volto che gronda luce, per affrontare il momento in cui la vita gronderà sangue. Ma anche allora, ricordiamo: ultima, verrà la luce.

Ermes Ronchi

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LEGGIAMO INSIEME LA "EVANGELII

GAUDIUM" - La Gioia del Vangelo L'Esortazione Apostolica di Papa Francesco per la nostra vita

Lo scorso 24 novembre, alla chiusura dell’Anno della Fede, Papa Francesco ha pubblicato l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium. All’inizio del testo il Santo Padre con parole franche ha scritto: “Non ignoro che oggi i documenti non

destano lo stesso interesse che in altre epoche, e sono rapidamente dimenticati”. E ha aggiunto: “Ciò nonostante, sottolineo che ciò che intendo

qui esprimere ha un significato programmatico e dalle conseguenze importanti. Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e

missionaria, che non può lasciare le cose come stanno” (n. 25).

... Dobbiamo quindi prendere l’impegno affinché, come ci chiede il Papa, Evangelii gaudium non sia “rapidamente dimenticato”. Se lo studio del testo per noi sacerdoti sarà fatto nelle Prefetture, è necessario che un lavoro analogo avvenga in ogni parrocchia e comunità per tutti i fedeli, a cominciare dagli operatori pastorali.

(Lettera del cardinale Vicario ai parroci romani).

«Ma il Figlio dell’uomo,

quando verrà, troverà la fede sulla

terra?» (Lc 18,8).

Questa domanda di Gesù interpreta la realtà di oggi: un cristianesimo ormai di

minoranza in cui si sono interrotti i canali tradizionali di trasmissione della fede e le forme di vita cristiana delle generazioni precedenti si sono svuotate e hanno subito un abbandono di massa. La vita ordinaria delle

persone e la loro vicenda interiore possono prescindere senza problemi dall’esperienza umana. È un dato di fatto ormai risaputo e consolidato nei paesi

di antica cristianità. Già nel 1990, Giovanni Paolo II ha sollecitato a passare da una pastorale della conservazione alla missione. Le ricadute sulla realtà

ecclesiale, bisogna riconoscerlo, sono state minime. In Italia, il convegno ecclesiale di Verona del 2005, con l’indicazione degli ambiti per cui la pastorale doveva indirizzarsi ai vissuti concreti delle persone, e i successivi orientamenti

pastorali (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia) non hanno lasciato segni profondi. Come mai? A mio avviso, gli inviti a un rinnovamento

missionario della pastorale è caduto su un terreno non adatto. Dopo il concilio

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Vaticano II, a fronte di aggiornamenti decisivi ed evidenti (come nell’ambito

liturgico) è la realtà quotidiana della chiesa a essere rimasta maggiormente statica. È vero che c’è stato un ampliamento degli ambiti della pastorale e un

sempre maggiore coinvolgimento dei laici, ma unitamente al permanere di schemi e impostazioni risalenti a tutto il periodo precedente. Di fatto, nonostante le enunciazioni, la spinta più forte è stata quella alla conservazione. La missione è

stata interpretata più nei termini di una forte presenza pubblica che nell’assunzione di uno stile evangelico nell’abitare la società alla maniera del lievito nella pasta. I mali persistenti, in un contesto del genere, sono il

clericalismo, la riduzione dell’esperienza cristiana alla pratica religiosa e all’etica, il distacco tra l’esistenza e la fede, un annuncio prevalentemente

dottrinale. Rispetto a questo quadro, l’esortazione di papa Francesco spinge verso un cambio di orientamento che una parte consistente dei vescovi e del clero ordinati negli ultimi anni non è forse pronta a recepire. La scelta esposta

nell’introduzione di evidenziare la gioia come contrassegno di chi ha accolto il Vangelo e lo comunica agli altri va a toccare un punto cruciale. La mancanza di

gioia era proprio la contestazione principale mossa dal filosofo nichilista Friedrich Nietzsche, il cui pensiero è rappresentativo dell’uscita da Dio del mondo moderno,

come si legge in Umano troppo umano: «Le vostre facce sono state per la vostra fede più dannose delle vostre ragioni. Se il lieto messaggio della Bibbia vi stesse scritto in viso, non avreste bisogno di esigere così

costantemente fede nell’autorità d questo libro». Una fede animata dalla gioia è la fede di chi ha fatto esperienza di un incontro che lo ha rinnovato interiormente, nell’apertura di un nuovo orizzonte di vita, per cui si trova una

profonda fiducia che rimane salda anche nei passaggi tormentati. È la differenza tra la fede autentica e una fede narcisistica e individualistica, un’ideologia in cui

l’io si protegge e si gratifica. «Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore del Cristo risorto» (EG 2). Il problema

dei cristiani nel mondo contemporaneo non è quello d’instaurare una sorta di competizione con chi non crede o crede in una fede diversa, cercando i mezzi per prevalere. Questo renderebbe la chiesa un potere religioso in lotta contro altri

poteri. Il vero problema dei credenti è quello spirituale, cioè avere un cuore che si piega al Vangelo e non alle tentazioni idolatriche, anche quelle che assumono forma religiosa. È un problema che si coglie, riallacciandomi a quanto scrive

Bergoglio, quando si incontrano persone che si sono armate dentro e in quanto tali abitano il mondo e la storia. Possono presentarsi con una veste di

perfetta ortodossia, ma non vivono la prossimità, chiudendosi anche all’incontro con Dio. L’evangelizzazione non è un fatto di persuasione dell’altro, ma innanzi tutto di conversione del cristiano che conduce una vita pienamente

umanizzata (cfr. EG 8) e in tal modo è testimone anche quando non si dichiara tale. Non evangelizzare per proselitismo, ma per attrazione. Siamo

evangelizzatori nella misura in cui siamo evangelizzati e la nostra vita cresce e matura, perché la fede cristiana è realizzazione dell’umano e non fuga da esso. Il cristiano sa relazionarsi con gli altri e con le cose nella logica della

comunione e non del possesso predatorio. La nuova evangelizzazione non è tale

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perché impiega tecniche o strategie all’avanguardia, ma perché ritorna al Vangelo

che non si esaurisce in formule e prassi codificate una volta per sempre, come se fosse una verità che i cristiani possiedono e si limitano a trasmettere agli altri; invece «la sua ricchezza e la sua bellezza sono inesauribili. Egli è sempre giovane e fonte costante di novità» (EG 11). Certamente il discernimento di

questa novità avviene nel legame con la memoria della tradizione, s’innesta in

una storia viva che non è un reperto da museo da preservare sotto vetro, ma è maturazione dei frutti propri di ciascuna stagione che scaturiscono dalla sua linfa. L’introduzione del documento si conclude con l’indicazione delle tre “soglie” principali dell’evangelizzazione: i battezzati praticanti, i non praticanti e i lontani dalla chiesa e della prospettiva pastorale verso cui papa Francesco

vuole indirizzare la chiesa cattolica. «Sono innumerevoli i temi connessi all’evangelizzazione nel mondo attuale che qui si potrebbero sviluppare. Ma ho

rinunciato a trattare in modo particolare queste molteplici questioni che devono essere oggetto di studio e di attento approfondimento. Non credo neppure che si debba attendere dal magistero papale una parola definitiva e completa su tutte le questioni che riguardano la Chiesa e il mondo. Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali nel discernimento di tutte le problematiche che si prospettano nei loro territorio. In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”» (EG 16). Ecco la vera novità di fondo: qui c’è un cambio nel modo di pensare e vivere la chiesa cattolica. In una terminologia

tecnica, potremmo dire che viene annunciato un cambio di modello di Chiesa. Decentralizzazione significa che non c’è semplice recezione di decisioni e

pronunciamenti che vengono dall’alto, secondo una visione piramidale che si è sempre più accentuata fino al Vaticano II e che l’esplosione mediatica della figura del papa ha di nuovo alimentato negli ultimi decenni saldandosi con le

intenzioni di certi ambienti cattolici. Viene prospettata una chiesa più comunionale, più fraterna, più sinodale in cui si cammina insieme nella corresponsabilità della fede condivisa e della medesima dignità battesimale,

valorizzando la pluralità dei carismi, senza che uno (fosse pure quello del pastore universale) prevalga sugli altri.

Ci viene chiesto durante questa Quaresima - come si legge nella lettera

indirizzata ai Parroci romani dal Card. Vicario per la Diocesi di Roma, Agostino

Vallini, citata all'inizio di questo articolo - di approfondire la lettura del

documento magisteriale di Papa Francesco, pubblicato in forma di Esortazione

Apostolica, Evangelii Gaudium. La necessità di questo approfondimento é

suggerita dallo stesso Pontefice nell' introduzione del documento: da una parte

la consapevolezza che spesso i documenti del magistero cadono facilmente

nel dimenticatoio, dall'altra il carattere programmatico della Evangelii

Gaudium che nei prossimi tempi segnerà senza alcun dubbio il cammino della

Chiesa, con uno slancio missionario ancora più forte.

Come guida alla lettura della Esortazione ho scelto alcuni articoli del

teologo Christian Albini, autore proprio di una guida alla lettura della Evangelli

Gaudium, che pubblicheremo di volta in volta sulla nostra lettera. Con il suo

contributo ci inoltriamo nella comprensione del documento papale.

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Il 28 marzo “24 ore per il Signore”

Sarà Papa Francesco, con una celebrazione penitenziale a San Pietro, a dare inizio – alle 17 di venerdì 28 marzo – all’iniziativa del Pontificio consiglio

per la promozione della nuova evangelizzazione dal titolo «24 ore per il

Signore». Una giornata intera dedicata al Sacramento della Penitenza. Durante

la celebrazione, infatti, Papa Francesco accoglierà in confessione alcuni fedeli. A partire dalle 20 dello stesso giorno, poi, in tre chiese del centro storico di Roma, saranno disponibili dei confessori per la celebrazione individuale del

sacramento della Penitenza, nel contesto dell’adorazione eucaristica, che si protrarrà fino a notte inoltrata. Si tratta di Sant’Agnese in piazza Navona, la chiesa delle Stimmate in largo Argentina e la Basilica di Santa Maria in

Trastevere. Sarà possibile confessarsi anche nella giornata di sabato, presso la rettoria di Sant’Agnese in Agone, fino alle 16. La giornata si concluderà alle

17, con la celebrazione dei primi vespri della quarta domenica di quaresima nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario cittadino della Divina Misericordia.

«Dio ci perdona sempre, non si stanca di perdonare. E noi non dobbiamo stancarci di

andare a chiedere perdono». Di continuo, nei suoi insegnamenti, Papa Francesco ci

ricorda questa verità essenziale della nostra fede. Proprio per dare il maggior risalto

possibile a questo aspetto fondamentale della vita cristiana, il Papa ha deciso di dar vita

a un’iniziativa straordinaria: “24 ore per il Signore” In concomitanza con la Quarta

domenica di Quaresima, Dominica in Laetare, liturgicamente adatta a celebrare la

misericordia del Signore.

Il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a cui Papa

Francesco ha affidato l’organizzazione dell’evento, ha predisposto il sussidio pastorale

per consentire a tutte le parrocchie, comunità ecclesiali e religiose, di preparasi a vivere

con il maggior frutto possibile l’iniziativa. Suddiviso in tre parti il sussidio offre:

1) Schede con spunti di riflessione sul peccato e il

sacramento della confessione come incontro di

amore,

2) Proposte di preghiera Il sussidio presto

3) Uno schema di esame di coscienza per disponibile in parrocchia

accompagnare il singolo penitente .

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II domenica di Quaresima A

Antifona d'ingresso Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.

Il tuo volto io cerco, o Signore. Non nascondermi il tuo volto. (Sal 27,8-9)

Colletta O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 12,1-4) Vocazione di Abramo, padre del popolo di Dio.

Dal libro della Gènesi In quei giorni, il Signore disse ad Abram: «Vàttene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore. Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)

Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo. Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.

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SECONDA LETTURA (2Tm 1,8b-10) Dio ci chiama e ci illumina.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo. Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mc 9,7) Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».

Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole

+ Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Parola del Signore

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PREGHIERA DEI FEDELI

Fratelli e sorelle, anche noi, come Abramo, siamo stati chiamati ad abbandonare gli idoli per seguire la via della fede, tracciata dalla provvidenza divina. Chiediamo al Padre di sostenerci e di illuminare la nostra strada. Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

• Perché i cristiani affaticati e stanchi trovino nella preghiera un ristoro per la loro fede, irrobustita dalla contemplazione del mistero di Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, preghiamo. • Perché i potenti e i capi delle nazioni riconoscano di essere strumenti della Provvidenza e si pongano al servizio, con umiltà, degli uomini e delle donne che sono stati loro affidati, preghiamo. • Per coloro che si affannano nelle cose del mondo, perché lascino risuonare nel loro cuore la chiamata di Dio, e si sentano amati da lui teneramente e personalmente, preghiamo. • Per chi è in ricerca di un senso della vita, perché il Signore si faccia riconoscere e renda la loro esistenza un cammino di conversione e di gioia, preghiamo. • Perché l’incontro con Cristo, in questa Eucaristia, converta e rinnovi il nostro cuore, stimolandoci ad essere nel mondo fermento di vita nuova, preghiamo.

Esaudisci, o Padre, le nostre preghiere e trasfigura anche noi, perché possiamo essere sempre più conformi al tuo progetto di salvezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Preghiera sulle offerte Questa offerta, Signore misericordioso, ci ottenga il perdono dei nostri peccati e ci santifichi nel corpo e nello spirito, perché possiamo celebrare degnamente le feste pasquali. Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione “Questo è il mio Figlio prediletto;

nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. (Mt 17,5; Mc 9,7; Lc 9,35.)

Preghiera dopo la comunione Per la partecipazione ai tuoi gloriosi misteri ti rendiamo fervide grazie, Signore, perché a noi ancora pellegrini sulla terra fai pregustare i beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.

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IL GRUPPO SICAR SULLE ORME DI SAN

FILIPPO NERI E SAN PIETRO Volendo condividere con tutti i nostri parrocchiani l'esperienza di gruppo che stiamo

vivendo adesso, vi raccontiamo una in particolare. La nostra città di Roma, ha tanti luoghi

che testimoniano la nostra fede cristiana, dove hanno vissuto o sono passati tanti

testimoni autentici e santi. Non c'è bisogno di andare lontano per scoprirli. Così, il sabato

15 febbraio il Gruppo Sicàr è uscito dai confini parrocchiali per una giornata di

pellegrinaggio sulle orme di S. Filippo Neri e delle bellezze artistiche e spirituali di S.

Pietro. L’appuntamento è per le 9,00 in Parrocchia. Un veloce appello, le immancabili

raccomandazioni(ci muoviamo con autobus e metro) e partiamo! La compagnia è

numerosa (anche se chi va scuola di sabato non poteva marinare) siamo in 24, ma

inaspettatamente disciplinati. Prima tappa era S. Maria in Vallicella (o Chiesa Nuova) dove

abbiamo l’occasione di visitare le stanze in cui visse S. Filippo Neri. Al nostro arrivo ci

accoglie Nicola, un novizio dell’ordine dei Filippini che ci farà da guida. Parliamo qualche

minuto con lui mentre ci introduce negli ambienti riservati e suggestivi della sagrestia.

Oltrepassata una porticina anonima ci ritroviamo improvvisamente nella stanza dove il

Santo viveva ed ammaestrava alla Fede i giovani che si raccoglievano intorno a lui. Qui ci

viene narrata la sua vita e ascoltiamo stupiti la storia sul suo cuore dilatato fino a rompergli

due costole (come dimostrò l’autopsia) per opera dello Spirito Santo, la cronaca delle

visioni mistiche e dei miracoli avvenuti proprio nella stanza in cui ci troviamo in quel

momento. I dipinti sulle pareti e sul soffitto li descrivono come nessuna fotografia sarebbe

in grado di fare e ci sono tante reliquie conservate ordinatamente, una prova concreta

della sua forte presenza spirituale. Seduti ordinatamente ascoltiamo con attenzione,

osserviamo, scrutiamo i dettagli, facciamo domande. La vita del Santo ci incuriosisce.

Nicola ci parla anche del profondo convincimento di S. Filippo sulla necessità di insegnare

ai ragazzi la bellezza e la partecipazione al Canto Liturgico. Cantare è pregare con gioia!

Qualche foto dei particolari che ci colpiscono di più e siamo pronti ad andare. Prima di

lasciare la Chiesa però sostiamo brevemente in silenzio nella cappella dove sono

custodite le spoglie del Santo e di fronte all’altare preghiamo tutti vicini. Un bel momento

davvero! Il sole caldo e la giornata bellissima suggeriscono una piccola deviazione: S.

Agnese a piazza Navona. La testimonianza di questa fanciulla romana c'ha caricati non

solo moralmente ma anche spiritualmente. Camminare per le vie del centro è una gioia

dopo tanti giorni di pioggia. La compagnia procede compatta e ordinata! Siamo rilassati,

meravigliati e soddisfatti! Tutto fila liscio. All’uscita da S.Agnese guardiamo l’orologio ed

ascoltiamo lo stomaco: abbiamo fame! Ci aspettano i giardini di Castel S. Angelo per

godere tutti insieme della meritata pausa pranzo! Panini, risate e scherzi ci aiutano a

trascorrere il tempo necessario a riposarci, poi, ripartiamo con destinazione S. Pietro. Ci

aspetta la nostra guida per vivere la seconda tappa del nostro pellegrinaggio. Una breve

attesa sulla piazza ed eccoci immersi nella spiegazione delle origini del cristianesimo a

Roma, sul perché della venuta a Roma dell’apostolo Pietro, sull’edificazione della Basilica.

Prima di entrare riceviamo le audio guide e le cuffiette (abbiamo fatto le cose serie!)

perché l’ambiente è molto grande e non permette di ascoltare bene. Di fronte alla Pietà di

Michelangelo (l'unica opera firmato da lui in persona) rimaniamo tutti senza fiato e dieci

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passi più avanti ci ritroviamo di nuovo raccolti e silenziosi in preghiera davanti all’altare di

Beato Giovanni Paolo II. Accompagnati dalla spiegazione della suora delle Missionarie

della Divina Rivelazione, sfioriamo la statua di san Pietro, ammiriamo tutto, le 4 colonne

dell’altare maggiore, l’Icona dello Spirito Santo alle sue spalle, la volta della cupola, le

statue poste sui lati delle mura e addirittura la porzione di pavimento dove Don Richard si

era prostrato quando venne ordinato sacerdote da Papa Benedetto XVI! Ma questo non ce

lo ha detto la suora e comunque so’ soddisfazioni!!! Ancora qualche minuto di

esplorazione libera e poi ci ritroviamo al piano inferiore, dove sono conservate le spoglie

dei Papi: la Necropoli Vaticana. Davanti al sepolcro del primo Papa e successore di Cristo,

S. Pietro, preghiamo guidati da Don Richard per le nostre famiglie, i nostri cari, la

comunità parrocchiale, il nostro Gruppo in cammino e tutte le nostre intenzioni personali.

Anche altri pellegrini si fermano e pregano insieme a noi. La bellezza della Chiesa riunita

in preghiera!!! All’uscita dalla Basilica, sopra imbattiamo su un quadro che mostra

l'episodio di Matteo capitolo 14, 22-32, dove Pietro ha rischiato di affogarsi perché ha

smesso di fissare lo sguardo a Gesù. Il messaggio era più che chiaro a noi: fare in un

modo che Gesù diventi punto di riferimento della nostra vita giovanile, altrimenti veniamo

trascinati via e ci affoghiamo nel mare del peccato. Qualche foto ancora e ci dirigiamo

verso la metropolitana, per rientrare in Parrocchia. Non prima però di una doverosa pausa

gelato! Siamo stanchi ma soddisfatti, il viaggio di ritorno è molto più silenzioso dell’andata.

L’amicizia cresce, la vediamo mentre succede. Al rientro non vogliamo proprio andare a

casa e passiamo un po’ di tempo ancora a giocare a pallavolo nel cortile della parrocchia.

Quando il buio cala ed il freddo ci dice che la giornata è proprio finita ci convinciamo ad

andare a casa. E’ stata una bellissima giornata, la prima di molte altre! Alla prossima!

N. B. Altri giovani che sono desiderosi a fare parte di questa bella famiglia giovanile,

dove si conosce, si scopre la bellezza della nostra fede, si fa l'amicizia e si cresce

insieme, la porta è sempre

aperta!!!!!

don Richard e gli educatori

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QUARESIMA di CONDIVISIONE.. Durante tutta la Quaresima, in particolare nelle Domeniche

raccogliamo generi alimentari di prima necessità non deperibili per la distribuzione ai poveri:

Olio, scatolame, zucchero, farina, alimenti per bambini, prodotti per l'igiene personale.

Necessitiamo anche di vestiario per i bambini.

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE È la benevolenza di Dio che passa tra le nostre case..

Sempre Dio è con noi e ci protegge, rispettando la nostra libertà di accoglierlo e si seguire la sua parola. La visita dei Sacerdoti è occasione per pregare insieme e per innalzare al Signore la nostra vita personale e familiare. Un avviso viene posto sul portone dei condomini uno o due giorni prima della visita dei sacerdoti. Nulla é dovuto per la benedizione, ma ognuno potrà liberamente scegliere di lascare la sua offerta al prete benedicente o di portarla in parrocchia in un altro momento.

MADONNA PELLEGRINA SANT. DI FATIMA

Dal 14 al 21 settembre nella nostra Parrocchia. Per la

Parrocchia e i suoi fedeli é un momento di grazia e di benedizione.

Martedì 25 marzo ore 19,00 i responsabili del coordinamento delle Missioni Mariane incontreranno tutti i collaboratori parrocchiali per illustrare il programma e le attività di settembre. La speranza é che per la nostra Comunità possa nascere da questa esperienza una nuova stagione missionaria per andare incontro a tutto il nostro quartiere.

PELLEGRINAGGIO A BOLSENA E ORVIETO

Sabato 29 MARZO 2014

In occasione del Giubileo del Miracolo Eucaristico 2013/2014

* La quota di partecipazione di € 20,00 prevede: Trasporto in

pullman (comprensivo di parcheggi e pedaggi); guida per il

percorso giubilare di Bolsena e Orvieto; il pranzo sarà a sacco.

Altre informazioni in Segreteria, iscriz. fino a

Domenica 23/mar.

Page 12: Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello · La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso

La raccolta fondi per le attività del gruppo giovani ha raggiunto la

cifra di € 2.225,00 superando la cifra prevista all'inizio di € 1.800,00.

Abbiamo ancora molti progetti per i ragazzi non frenate la vostra

generosità! Di volta in volta daremo resoconto delle spese affrontate.

GIORNO APPUNTAMENTO DELLA SETTIMANA..

DOMENICA 16

II DOMENICA DI

QUARESIMA

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima catechesi

per i bambini da 3 a 7 anni.

h. 10,15 catechesi per Sarete miei Testimoni II e III (II e III Cresima)

h. 11,30 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 11,30 Catechesi FAMILIARE Venite con Me (II° Comun.)

h. 11,30 Catechesi Io sono con voi ( I° Comunioni)

LUNEDÌ 17 Dalle 18 alle 20 benedizione in v. Buonamici 71 e 77

h. 17 Centro Ascolto Caritas (fino alle 19)

h. 18 Gruppo di preghiera Carismatica "Gesù Risorto"

MARTEDÌ 18

Dalle 18 alle 20 benedizione in v. Buonamici 83 e v. Messina 6

h. 16,45 catechesi Io sono con voi ( I° Comunioni)

h. 16,45 catechesi FAMILIARE Venite con Me (II° Comunioni)

MERCOLEDÌ 19

Dalle 18 alle 20 benedizione in v. Messina 10

h. 9 e 18,45 lectio sul Vangelo della Domenica.

h. 15,30 gruppo "Madre Mazzarello" laboratorio di cucito.

h. 16,45 catechesi FAMILIARE Sarete miei tersimoni1 (I° Cresima).

GIOVEDÌ 20 Dalle 18 alle 20 benedizione in v. Messina 14 e

p.zza Cavalieri del Lavoro 5 - 12

h. 18,30 Adorazione Eucaristica

h. 21 Prove di canto Schola Cantorum

VENERDÌ 21 GIORNO DI MAGRO

Dalle 18 alle 20 benedizione in v. L. Mortara 9

h. 17 Gruppo Cirene - accoglienza ai poveri - poi Centro Ascolto

h. 18,45 Via Crucis in Chiesa animata dal gruppo II° Cresima.

h. 21 Corso in preparazione al matrimonio cristiano

SABATO 22 MARZO h. 8,45 Ritiro gruppo giovani a Vitorchiano

h. 15 Gruppo Scout fino alle 17,30

DOMENICA 23

III DOMENICA DI

QUARESIMA

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima catechesi

per i bambini da 3 a 7 anni.

h. 10,15 Incontro genitori per SMT 2 e 3 (II e III Cresime)

h. 10,15 catechesi per Sarete miei Testimoni II e III (II e III Cresima)

h. 11,30 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 11,30 Catechesi Venite con Me (II° Comun.)

h. 11,30 Catechesi FAMILIARE Io sono con voi ( I° Comunioni)

PIAZZA SALVATORE GALGANO, 100 - 00173 ROMA TELEFONO 06.72.17.687 FAX 06.72.17.308

E MAIL : [email protected] - [email protected]

LA DOMENICA LA MESSA FESTIVA È H. 10, H. 12 H. 18 NEI GIORNI FERIALI SABATO COMPRESO LA MESSA È ALLE H. 8,30 H. 18

CONFESSIONI: MEZZ’ORA PRIMA DELLA MESSA

Segreteria: da lunedì a venerdì dalle h. 17 alle h. 19,30

SITO PARROCCHIALE: www.santamariadomenicamazzarello.it