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Fondazione Internazionale Balzan Paolo Rossi Monti Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze Estratto (ampliato) dalla pubblicazione Premi Balzan 2009

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Fondazione Internazionale Balzan

Paolo Rossi Monti

Premio Balzan 2009per la storia delle scienze

Estratto (ampliato) dalla pubblicazione

Premi Balzan 2009

© 2010, Fondazione Internazionale Balzan, Milano [www.balzan.org]

Pubblicato in occasione della lectio magistralis

tenuta da Paolo Rossi Monti

presso la Fondazione Corriere della Sera di Milano

lunedì 6 settembre 2010, nell'ambito dell'evento pubblico

di annuncio dei vincitori dei Premi Balzan 2010.

SOMMARIO

Paolo Rossi Monti,Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze Motivazione del Premio e laudatio 5

Discorso di ringraziamento 7

Il passato è un paese straniero 10

Progetto di ricerca - riassunto 15

Dati biografici e bibliografici 17

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Paolo Rossi MontiPremio Balzan 2009 per la storia delle scienze

Motivazione del Premio e laudatio

Per i suoi decisivi contributi allo studio dei fondamenti intellettuali della scien-za dal Rinascimento all’Illuminismo.

Muovendo dalla filosofia e dalla storia delle idee, il primo libro di Paolo RossiMonti dedicato a un argomento collegato alla storia delle scienze ha fatto lucesulle radici del pensiero di Francesco Bacone (Francesco Bacone. Dalla magia al-la scienza, 1957), mostrando come la filosofia della scienza di Bacone è intrec-ciata alle correnti intellettuali del suo tempo. La fedeltà alle fonti di Paolo RossiMonti e la sua visione di uno dei filosofi della scienza più enigmatici hanno da-to origine a un’interpretazione del pensiero di Bacone profondamente innovati-va. L’interesse di Paolo Rossi Monti per la complessità dei processi intellettualisu cui si basavano le prime scienze moderne, lo ha indotto a scrivere I filosofi ele macchi ne 1400-1700 (1962). Combinando tra loro storia delle scienze, storiadella tecnica e storia delle idee, ha spiegato molto lucidamente l’interdipenden-za fra il pensiero scientifico e la pratica da una parte e gli sviluppi tecnologici,dall’altra. Con il suo libro su Bacone, Paolo Rossi Monti ha aperto nuove stradealla ricerca della genesi della Rivoluzione Scientifica.

Il suo libro innovativo Clavis universalis. Arti della memoria e logica combina-toria da Lullo a Leibniz (1960) è testimone di un secondo argomento presentenel lavoro di Paolo Rossi Monti: l’arte della memoria in rapporto alla modernalogica combinatoria. Si tratta di un importantissimo contributo alla ricerca sul-l’arte della memoria e sui sistemi di memoria, sulle lingue universali e sul pen-siero enciclopedico e pansofico. Il venire gradualmente meno della sicurezza diorigine biblica che l’età della Terra, e quindi il corso della storia, fosse limitataa un periodo di poche migliaia di anni, è il tema di un altro grande libro: I se-gni del tempo. Storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico (1979).L’abbandono della storia costruita su una interpretazione “letterale” della Bib-bia, la cosiddetta “morte di Adamo”, nei secoli diciassettesimo e diciottesimo,

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secondo l’analisi di Paolo Rossi Monti, consistette in molti tentativi, da parte digrandi filosofi e scienziati dell’epoca, di affrontare il concetto di un passato re-moto. La geologia e la storia, ma anche una difesa della storia delle scritturecon l’aiuto di nuove linee di pensiero, potevano fare luce su questo “oscuroabisso di tempo”. Paolo Rossi Monti propone una nuova lettura della storiadella geologia in rapporto allo sviluppo della coscienza storica durante lo stes-so periodo. Altrettanto originale è la parte del libro dedicata alla storia dellalinguistica, che descrive il lento rendersi conto del fatto che l’ebraico non po-teva essere la fonte di tutte le lingue e l’accettazione dell’idea che le lingue tro-vano origine non nella creazione, ma nella storia culturale dell’umanità. Eglinon analizza tali processi nella prospettiva di un inesorabile progresso della ve-rità scientifica, ma assegna un posto di primo piano anche alla resistenza intel-lettuale e religiosa a queste nuove idee.

I diversi elementi del lavoro di Paolo Rossi Monti si fondono nella sua autore-vole opera La nascita della scienza moderna in Europa (1997), che offre al letto-re comune una storia attenta e dettagliata della scienza moderna all’interno delcontesto della storia sociale e politica.

Le ricerche accurate e meticolose e le lucide e rigorose argomentazioni di PaoloRossi Monti rappresentano un fondamentale contributo per una migliore com-prensione dei rapporti esistenti tra la storia delle scienze e la storia delle idee, edelle loro interrelazioni con la vita sociale.

Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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Discorso di ringraziamentoPalazzo federale, Berna - 20 novembre 2009

Signora Presidente del Consiglio nazionale,Signora Consigliere federale,Membri dei Consigli e del Comitato Generale Premi,Signore e Signori,

il Premio Balzan è il più alto e prestigioso riconoscimento che possa venir con-seguito da uno studioso di discipline umanistiche. Questo non rende più facile,ma più difficile, trovare parole che riescano a dare espressione alla profondagratitudine che ho provato e provo per tutti gli studiosi che hanno deciso di as-segnarmelo e per tutti coloro che hanno variamente contribuito – sempre congrande competenza e gentilezza – a rendere operante tale assegnazione.

Siamo in grado di accettare quantità davvero notevoli di gratificazioni senzaprovare il benché minimo senso di sazietà. In questo, non credo di fare eccezio-ne. Ma, per mia fortuna, madre natura mi ha dotato di una discreta dose di sen-so dell’umorismo. Mi è sempre piaciuta la citazione da Esopo alla quale si è ri-chiamato più volte Francis Bacon: “Quanta polvere sollevo!, diceva la moscacollocata sull’asse della ruota di un carro”. Mi è anche capitato di polemizzarecon i comportamenti di colleghi (particolarmente numerosi tra i filosofi) i qualifermamente credono che la loro attività intellettuale si configuri come “epoca-le”, qualcosa che ha a che fare con conquiste perenni, che è destinata ad avereeffetti decisivi. Sono del tutto esente da queste forme di entusiasmo e il clima in-tellettuale che ha accompagnato il mio lavoro lungo molti decenni (ho pubbli-cato il mio primo libro nel 1952) ha molto a che fare con il moltiplicarsi dei dub-bi e ha poco a che fare con la soddisfazione. Penso che questo premio sia ancheun riconoscimento della notevole crescita e dell’evoluzione che la storia dellascienza ha assunto nel corso del Novecento.

All’inizio del secolo scorso i nomi di due italiani, il matematico Federigo Enri-ques e il filosofo Giovanni Vailati, erano noti a tutti coloro che, in Europa e inAmerica, si occupavano di storia della scienza. Ma durante tutta la prima metàdel Novecento la storia della scienza – in particolare dopo la diffusione in Ita-lia delle filosofie di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile (che si richiamava-

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no ad Hegel e alla tradizione dell’idealismo) – ha avuto nel mio paese una vitastentata e difficile. Nel dopoguerra la situazione si è andata modificando. Oggisono presenti molti studiosi che hanno scritto saggi e libri importanti e ben no-ti nel resto del mondo. Alla storia delle scienze si dedicano molti giovani ed esi-stono istituzioni, come l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, di-retto da Paolo Galluzzi, che sono al centro di molte e importanti iniziativeinternazionali.

In un discorso di ringraziamento per il premio che mi viene oggi conferito nonposso non ricordare gli studiosi italiani verso i quali ho un profondo debito in-tellettuale: Eugenio Garin, storico della filosofia e grande studioso del Rinasci-mento con il quale mi sono laureato nel 1946 e del quale sono stato per molti an-ni collega alla Facoltà di Lettere di Firenze; Antonio Banfi, del quale sono statoassistente a Milano fra il 1948 e il 1956, allievo di Husserl e autore di una splen-dida biografia galileiana pubblicata nel 1930; infine Ludovico Geymonat e Giu-lio Preti, frequentando i quali ho finito per capire che anche i disaccordi più ra-dicali possono avere una funzione importante nella formazione di uno studioso.Poi ci sono i maestri e i colleghi di altri paesi – molti dei quali ho avuto la fortu-na di conoscere e frequentare – dai quali ho imparato cose essenziali che so-prattutto riguardano il modo di lavorare, di percepire e di affrontare i problemi.Che senso può avere trasformare una lunga esperienza di vita e di quotidiano la-voro in un arido elenco di nomi? Ma ognuno di questi nomi rappresenta per lamia vita intellettuale qualcosa di insostituibile e di decisivo. Accogliendo il pre-mio che mi avete attribuito esprimo la mia gratitudine per il grande lavoro chehanno svolto Mary Hesse, Mirko Grmek, Alexandre Koyré, Thomas Kuhn, Ar-thur O. Lovejoy, Walter Pagel, Jacques Roger, Frances A. Yates nonché per il la-voro che continuano a svolgere Jean Starobinski e Brian Vickers.

Che cosa ho imparato da studiosi così diversi? Appena provo a rispondere, miaccorgo che le “cose” che ho imparato sono importanti, ma molto meno impor-tanti di altre che riguardano – per esempio – i modi di porre domande e di in-terrogare i testi, i criteri per giudicare cosa è importante e cosa è meno impor-tante, i modi di concepire la ricerca, l’utilizzazione delle fonti, soprattutto lamaniera in cui si pensano i confini della propria disciplina. Tutte faccende chehanno a che fare più con uno “stile” di lavoro che con determinati e specificicontenuti. E inoltre qualcosa di ancora più indeterminato e sfuggente (ma anche

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di più decisivo) che tocca il cosiddetto mondo dei valori: i modi di concepire illavoro della ricerca e i rapporti fra quel lavoro e la nostra vita di ogni giorno.

Dato che sto esprimendo i miei sentimenti di profonda gratitudine in una occa-sione non priva di solennità, spero mi verrà concesso di ringraziare qui anchemia moglie Andreina Bizzarri che ha avuto la pazienza di starmi accanto per piùdi sessanta anni, che mi ha molto aiutato a credere in me stesso e mi ha anche in-segnato (e per mia fortuna continua a insegnarmi) a non crederci troppo.

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Il passato è un paese straniero

di Paolo Rossi MontiProfessore emerito dell’Università di Firenze,

socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Fino dagli anni della mia formazione, quando vivevo a Milano (e ho frequenta-to a Londra il Warburg Institute e a Cambridge il Wolfson College), si sono an-date consolidando alcune convinzioni che hanno variamente accompagnato tut-to il lavoro che sono riuscito a svolgere. Provo a enumerare quelle che consideropiù importanti: non dovremmo dimenticare mai che le distinzioni fra le discipli-ne costituite non sono sempre passate nei luoghi stessi in cui passano oggi; chele verità che troviamo presentate come delle ovvietà nei manuali delle variescienze sono sempre dei risultati; che quei risultati hanno alle spalle processilunghi e complicati e che dietro ciascuno di quei risultati sono presenti lotte,contrasti, difficoltà, tentativi di individuare situazioni di crisi e di uscire da esse.Come affermò Walter Pagel (il più grande storico della medicina del secolo scor-so) in un saggio intitolato The Vindication of Rubbish per scrivere di storia dob-biamo occuparci non di come pensiamo noi, ma soprattutto di come pensavanoloro. Spesso, loro, consideravano evidenti cose che per noi non lo sono affatto.Per capirli, dobbiamo anche rovistare entro discorsi che appaiono oggi supera-ti o addirittura insensati. Dobbiamo interessarci a cose che sono state dimenti-cate e che i nostri antenati e predecessori sono riusciti – non senza fatica – a farscomparire dal mondo. Come tutti gli altri storici, anche gli storici della scienzadebbono considerare con attenzione non solo la storia dei vincitori, ma anchequella dei vinti. In caso contrario continueranno a scrivere quelle trionfalistichestorie di allegre scoperte alle quali una parte della cultura del positivismo ci ave-va abituati.

Ho concentrato la mia ricerca attorno a quattro temi.1) Il rapporto (che è insieme di mescolanza e di contrapposizione) tra magia e

scienza nei secoli XVI e XVII e l’emergere in Europa di nuove figure sociali(l’ingegnere e il filosofo naturale che solo nell’Ottocento verrà denominato“scienziato”) e di una nuova valutazione del lavoro, della tecnica, delle artimeccaniche. Il libro su Francis Bacon, quello su “i filosofi e la macchine” so-

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no il mio contributo al tema, che ho ripreso, in tempi molto più recenti in unlibro dedicato a Giordano Bruno e alla magia del Rinascimento.

2) La tradizione dell’ars memorativa ovvero delle tecniche per il rafforzamen-to della memoria e il suo intrecciarsi con la tradizione dell’ars combinatoriadi Raimondo Lullo nel periodo compreso tra la fine del Trecento e l’età diLeibniz. Il mio libro, uscito nel 1960, precedeva di molti anni lo studio diFrances Yates, si fermava con ampiezza sul tema di una enciclopedia uni-versale ovvero capace di contenere tutto il sapere del mondo e di individua-re un ordine tra gli oggetti che costituiscono il mondo. Affrontava infine iltema delle lingue perfette o universali. In questo contesto emergeva anche iltema di una classificazione delle piante e degli animali. Anche in questo ca-so, negli anni Novanta, ho ripreso questi argomenti in una prospettiva sto-rica più ampia e con molti riferimenti alla cultura letteraria e scientifica. Misono spinto fino al Novecento scrivendo un lungo capitolo sulla memorianell’immunologia.

3) Il terzo tema della mia ricerca riguarda la cosiddetta scoperta del tempo pro-fondo. Gli uomini degli anni Trenta del Seicento avevano un passato di sei-mila anni, quelli dell’età di Kant erano consapevoli di un passato di milionidi anni. La cosiddetta “scoperta del tempo” (fra Seicento e Settecento) segnail passaggio da una visione del mondo nella quale la storia della natura coin-cideva con la storia dell’uomo ed era confinata entro i 6000 anni della orto-dossia biblica all’immagine di un “oscuro abisso” (come lo chiamava Buffon)che si nasconde dietro il presente e infine alla tesi kantiana di «un passato dimiriadi di milioni di anni».

4) Il quarto tema riguarda la filosofia di Giambattista Vico, che ho cominciatoa studiare negli anni Cinquanta. A Vico è stata fatta indossare la veste di eter-no precursore (di Kant, di Hegel, di Marx). Ho cercato di mostrare che leletture di Vico (che pubblica il suo capolavoro nel 1725, nel 1730 e nel 1744)si arrestano agli anni Ottanta del Seicento e ho sostenuto due tesi che non di-ventano false per il fatto di essere impopolari: che Vico è molto spesso su po-sizioni retrive, che Vico è la vivente dimostrazione che è possibile non essere“culturalmente aggiornati” e contemporaneamente appartenere alla esiguaschiera dei grandi classici della filosofia.

Nel corso della mia attività ho preferito attraversare le tradizionali frontiere di-sciplinari, anche soffermandomi sui “fossili intellettuali” e sulle loro improvvi-

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se rinascite (come nel caso della magia o delle arti della memoria). Ho cercato(come è stato scritto da R.H.L. Disney in una recensione al mio “I segni deltempo” apparsa sulla “Natural History Book Reviews”, vol. 9, n. 2) di entraredentro la struttura concettuale del passato e di comunicare il sapore dei dibat-titi e delle polemiche dai quali le nostre idee presenti sono alla fine emerse. Ciòcontrasta con l’approccio di molti autori i quali, partendo da un’idea corrente-mente accettata, vanno all’indietro verso la sua fonte e, minimizzando ogni ti-po di opposizione a essa, ci presentano una coerente storia del suo trionfo. Unapproccio di questo tipo, ai miei occhi, è adatto a una lucida esposizione, ma èessenzialmente una forma di fiction o di romanzo. Non ho mai accettato la pro-spettiva di una storia della scienza di tipo “continuista”. Ho sempre rifiutatol’idea di un “cammino trionfale” della scienza nonché la consunta immaginedella scienza come ragione incarnata. Ho insistito sul rapporto fra le teorie e icontesti nonché sul complesso intreccio di “verità” e di superstizioni, incertez-ze, contraddizioni, tentativi falliti. Ho mostrato come le tradizioni filosofiche (icosiddetti ismi) abbiano esercitato sulle teorie scientifiche un peso determi-nante che dipende da impegni metafisici e, soprattutto, da corrispondenti di-vieti. Mi sono mantenuto lontano dalle mode sociologistiche degli anni Ottan-ta, e ho prestato grande attenzione alla storia delle idee, senza negare perquesto alle teorie scientifiche la loro autonomia come fanno coloro che le con-siderano semplici “sistemi di credenze”. L’occasione di mettere davvero allaprova queste convinzioni mi fu offerta da Jacques Le Goff il quale mi invitò nel1995 a scrivere, per studenti e per lettori non specialisti, un libro di sintesi sul-la nascita della scienza moderna in Europa.

Chi scrive di storia si colloca in una posizione necessariamente ambigua. Fa an-che appello a cose che non stanno bene insieme: il tentativo di identificarsi e iltentativo di prendere le distanze. Come ha insegnato a tutti Jean Starobinski èbene che gli storici sappiano in anticipo che la verità non è né nell’uno né nel-l’altro tentativo, ma esattamente e soltanto nel movimento che va instancabil-mente dall’uno all’altro. L’idea di una separazione netta, chiara, ovvia e definiti-va tra la realtà oggettiva e indiscutibile dei fatti e il carattere soggettivo ediscutibile delle interpretazioni appartiene a una cultura che è diversa da quellache caratterizza la grande maggioranza degli storici di professione. Direi che an-che la tesi secondo la quale gli storici dovrebbero arrivare a chiudere problemiaperti non mi sembra difendibile. Gli storici hanno una incancellabile tendenza:

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quella di considerare aperte tutte le questioni e di continuare a discutere e a di-versamente interpretare. Molto raramente si illudono di chiudere delle questio-ni. Se non fosse proprio così non potremmo spiegare un innegabile dato di fat-to. È esistito un solo Descartes, ma nella cultura di oggi circolano moltiDescartes, abbastanza diversi l’uno dall’altro. E questo vale per qualunque altrofilosofo o letterato o poeta o artista o uomo politico o scienziato. Vale addirittu-ra per i personaggi inventati dalla fantasia dato che incontriamo molti Amleti di-versi l’uno dall’altro e anche molte Madame Bovary e non pochi Raskolnikov.

Alla radice di ciò che chiamiamo ricerca storica sta il gusto della ricerca, il pia-cere di scoprire, mettere in relazione le idee fra loro e le idee con i fatti, soprat-tutto e prima di ogni altra cosa il piacere di organizzare un percorso non già in-teramente noto e per intero codificato. Si parla non ingiustamente di passioneper la ricerca. Ci si accorge che non è solo il futuro a essere imprevedibile.Quando scoprono nuovi sentieri gli storici mostrano che è imprevedibile ancheil passato. Che anche il passato è pieno di cose nuove e sconosciute. Che ancheil passato sfugge alle classificazioni, alle pretese nonché all’arroganza dei filoso-fi. E tutto questo, fatalmente, conduce a mettere in causa, direttamente o indi-rettamente, le certezze del presente. Conduce al copernicanesimo cognitivo ov-vero al definitivo abbandono dell’idea di poter essere sempre e comunquecollocati al centro della storia del mondo.

È ora di concludere. Ho letto quasi tutto quello che ha scritto Clifford Geertzdal quale (pur non essendo egli un filosofo) ho imparato moltissime cose. Hotrovato raccontata in un suo libro una breve storia tratta da Sakuntara di Kali-dasa, che è uno dei testi più famosi della letteratura sanscrita. La storia raccon-ta di un saggio accovacciato davanti a un grosso elefante che sta proprio di fron-te a lui. Il saggio dice: «questo non è un elefante». Solo più tardi, quandol’elefante si è girato e ha cominciato ad allontanarsi, il saggio comincia a chie-dersi se dopotutto non poteva esserci in giro un elefante. Alla fine, quando l’ele-fante è ormai completamente scomparso dalla sua vista, il saggio osserva le or-me dei piedi che la bestia si è lasciata dietro e dichiara con certezza: «un elefanteera qui».

Forse anche la storia delle idee assomiglia a questo: cercare di ricostruire elefantielusivi, ormai andati via, partendo dalle orme che hanno lasciato. Se uno dedica la

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sua vita a una ricerca di questo tipo, e decide di passare la maggior parte del suotempo in compagnia di persone che non ci sono più e di pagine scritte molti secolior sono non ne ricava certo grandi sicurezze, né un senso di completezza e neppu-re la sensazione di sapere con certezza che cosa stia cercando. I fatti, come affermaun noto aforisma, «sono come le mucche: basta fissarli a lungo e si allontanano».Ma sono d’accordo con la conclusione esposta da Geertz nel suo piccolo libro del1995 intitolato After the Fact: Two Countries, Four Decades, One Anthropologist(Oltre i fatti: due paesi, quattro decenni, un antropologo, 1995): si tratta di un modoeccellente, interessante, disorientante, utile e divertente di passare una vita.

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Progetto di ricerca - riassunto

Cosmologia e fisica, memoria ed emozioni. Ricerche sulla storia delle scienze

Paolo Rossi Monti ha destinato la seconda metà del Premio Balzan a ricercheche coinvolgono sette giovani studiosi che, dopo una brillante tesi di laurea,hanno dimostrato di saper lavorare bene e con continuità grazie a borse di stu-dio concesse da istituzioni accademiche italiane. Paolo Rossi Monti, che seguiràpersonalmente le ricerche, ha preso contatto con ciascuno dei giovani e con i lo-ro insegnanti, convincendosi che, offrendo loro la possibilità di prolungare itempi della ricerca, avranno modo di offrire alla cultura italiana e internaziona-le contributi significativi.

Il Professor Paolo Rossi Monti verrà affiancato dal Professor Michele Ciliberto,socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e professore ordinario di storiadella filosofia moderna e contemporanea presso la Scuola Normale Superiore diPisa, per seguire le ricerche in ambito di cosmologia e fisica, mentre il ProfessorBernardino Fantini, direttore dell’Institut d’Histoire de la Médecine et de laSanté dell’Università di Ginevra, contribuirà a seguire quelle in tema di memo-ria e emozioni. E’ previsto che il progetto di ricerca Balzan si concluda nel 2011con un convegno da tenersi presso l’Accademia dei Lincei, che sarà anche il luo-go di una verifica e di un giudizio portato da studiosi “estranei” su tutto il lavo-ro svolto. L’amministrazione del fondo verrà affidata all’Istituto Nazionale diStudi sul Rinascimento, che ha sede in Firenze.

Sulla cosmologia e fisica nei secoli XVI e XVII verranno approfondite le seguen-ti ricerche con temi predefiniti: Olivia Catanorchi (Cosmologia e medicina nelpieno e tardo Rinascimento) studia l’intreccio fra astronomia, cosmologia e me-dicina e si sofferma in particolare sull’opera di Cornelio Gemma, che non fuignota a Campanella e a Keplero. La ricerca di Francesca Dell’Omodarme(Aspetti della fisica aristotelica nelle lezioni padovane di Pietro Pomponazzi) in-tende studiare i commenti e le osservazioni di Pomponazzi ai luoghi di argo-mento fisico e cosmologico delle opere aristoteliche. Marco Matteoli (Sulla fon-dazione matematica dell’atomismo naturale di Giordano Bruno) intende tradurre

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per la prima volta in italiano, introducendo ampiamente e commentando anali-ticamente gli Articuli centum et sexaginta adversus mathematicos et philosophos,partendo dal suo approfondito studio degli scritti bruniani dedicati alla mate-matica e alla geometria. Chiara Petrolini (Scienza, filosofia e politica nella Vene-zia di Paolo Sarpi) progetta di studiare l’intenso scambio intellettuale anglo-ve-neziano degli inizi del Seicento e, in particolare, la fisionomia del cosiddettogruppo sarpiano. Si intreccia a questo tema una ricerca sul retroterra culturaledel De la Pirotechnia di Vannuccio Biringuccio. La ricerca di Natacha Fabbri(La Luna tra fabula, istoria ed utopia) intende individuare le principali fonti del-la definizione (che precede Galileo) della Luna come altra Terra (Proclo, Ma-crobio, Simplicio, Plutarco) e delineare le modalità con le quali è declinata daBruno, Patrizi, Keplero, Wilkins.

Sulla memoria e le emozioni verranno approfondite le seguenti ricerche con te-mi predefiniti: Matteo Borri (Arti della memoria nell’era delle neuroscienze) pro-segue l’indagine sugli sviluppi storici delle ricerche sperimentali e degli apportiteorici al tema della memoria nell’orizzonte neurobiologico, nonché sulle tecni-che per il potenziamento mnemonico, e per il mantenimento delle funzionimnemoniche, in presenza di patologie, evidenziando le connessioni tra questetecniche e le artes reminiscendi che hanno avuto grande fortuna in Europa fra ilQuattrocento e il Settecento. Infine, Yamina Oudai Celso ha presentato un pro-getto molto articolato dal titolo Psichiatria, antropologia da Descartes all’Illu-minismo francese: eredità testuali e influssi teorici sull’opera di Freud e in par-ticolare sulla teoria freudiana delle emozioni.

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Dati biografici e bibliografici

PAOLO ROSSI MONTI, nato a Urbino il il 30 dicembre 1923, è cittadino ita-liano.

È professore emerito nell’Università di Firenze dal 1999 ed è socio nazionaledell’Accademia dei Lincei.

Si è laureato in filosofia nel 1946, a Firenze, con Eugenio Garin. Nel 1947, sem-pre con Garin, ha conseguito il diploma di perfezionamento in studi filosofici.Fra il 1947 e il 1949 ha insegnato storia e filosofia nel Liceo classico di Città diCastello (PG). Dal 1950 al 1959 è stato assistente di Antonio Banfi all’Universi-tà di Milano. Fra il 1950 e il 1955 ha lavorato alla casa editrice Mondadori. Li-bero docente in storia della filosofia nel 1954, è stato professore incaricato nellaFacoltà di Lettere dell’Università di Milano dal 1956 al 1961. Vinto il concorsoper professore ordinario di storia della filosofia nel 1961, ha insegnato nelle Uni-versità di Cagliari, Bologna e (dal 1966 al 1999) Firenze.

Nel 1959 ha conseguito un Research Grant presso il Warburg Institute dellaUniversity of London. Nel 1970 è stato Visiting Fellow presso il Wolfson Colle-ge dell’Università di Cambridge. Nel 1972 è stato eletto membro del Comitato08 del Consiglio Nazionale delle Ricerche e rieletto nel 1977. Dal 1980 al 1983è stato presidente della Società Filosofica Italiana e, dal 1983 al 1990, presiden-te della Società Italiana di Storia della Scienza. Dal 1986 al 1995 è stato presi-dente del Centro Fiorentino di Storia e Filosofia della Scienza. Dal 1988 è pre-sidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Antonio Banfi di Reggio Emilia.Nel 1981 è stato eletto socio corrispondente dell’Accademia Pontaniana di Na-poli. Nel 1988 è stato eletto socio corrispondente dell’Accademia Nazionale deiLincei e, nel 1992, socio nazionale. Nel 1989 è stato eletto membro dell’Acade-mia Europaea e dal 1998 membro emerito. Dal 1997 è membro onorario dellaSocietà Italiana di Psicopatologia. Nel marzo 1998 ha inaugurato un corso sul-l’idea di progresso presso la Scuola Universitaria di Studi Superiori dell’Univer-sità di Pavia. Dal 2000 al 2007 è stato presidente della Società per lo studio deirapporti tra scienza e letteratura (SISL). Gli hanno conferito la laurea ad hono-rem in filosofia e in scienze filosofiche l’Università di Pavia nel 2004 e l’Univer-sità di Bologna nel 2006.

Paolo Rossi Monti

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Nel 1985 ha ricevuto la Sarton Medal dalla History of Science Society (USA) enel 2003 la Medaille Pictet dalla Société de Physique et d’Histoire Naturelle deGenève. Nel 2009 il Presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito il tito-lo di Cavaliere di Gran Croce.

Collabora o ha collaborato a numerosi periodici e fa parte della direzione di va-rie riviste; ha anche fatto parte dell’Advisory Board della Encyclopedia of theScientific Revolution, (W. Applebaum Editor), New York and London, Garland,2000. Ha diretto per l’editore Feltrinelli la collana “I fatti e le idee” e la serie“Storia della Scienza”, per la casa editrice Sansoni la serie “Scuola aperta” e“Saggi”, per la Nuova Italia la collana “Storie di idee”. Assieme a Walter Ber-nardi dirige la collana “Storia della scienza” dell’editore Olschki.

Paolo Rossi Monti ha curato edizioni di Cattaneo (Mondadori), Bacone (Utet),Vico (Rizzoli), Diderot (Feltrinelli), Rousseau (Sansoni), Fogazzaro (Longane-si). Ha anche diretto per la Utet, collaborandovi per la parte di sua competenza,una Storia della scienza moderna in cinque volumi (1988). Per la stessa casa edi-trice ha diretto un trattato in quattro volumi intitolato La filosofia (1995). Hacurato varie raccolte di saggi: Lezioni sull’illuminismo (Milano, Feltrinelli,1980); Il newtonianesimo nel Settecento (Roma; Istituto dell’Enciclopedia Italia-na, 1983); L’età del positivismo (Bologna, Il Mulino, 1986). Anche per la scuolaha curato numerosi volumi. Ha pubblicato circa 200 saggi e articoli su riviste ita-liane e una trentina su riviste straniere.

Fra le sue opere menzioniamo:

– Francesco Bacone. Dalla magia alla scienza, Laterza, Bari, 1957; Il Mulino, Bo-logna, 2004. Tradotto in inglese (1968 e 2008), giapponese (1970), spagnolo(1990) e portoghese (2006)

– Clavis universalis. Arti della memoria e logica combinatoria da Lullo a Leibniz,Ricciardi, Milano, 1960, Il Mulino Bologna,1983. Tradotto in giapponese(1984), francese (1993), inglese (2000) e portoghese (2004)

– I filosofi e le macchine 1400-1700, Feltrinelli, Milano, 1962. Tradotto in spa-gnolo (1966), inglese (1970), ungherese (1975), polacco (1978), portoghese(1989), giapponese (1989) e francese (1996)

– I segni del tempo. Storia della Terra e storia delle nazioni da Hooke a Vico, Fel-trinelli, Milano, 1979. Tradotto in inglese (1984 e 1987) e portoghese (1992)

Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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– I ragni e le formiche. Un’apologia della storia della scienza, Il Mulino, Bologna,1986. Tradotto in spagnolo (1990)

– La scienza e la filosofia dei moderni. Aspetti della rivoluzione scientifica, Bolla-ti Boringhieri, Torino, 1989. Tradotto in portoghese (1992)

– Paragone degli ingegni moderni e postmoderni, Il Mulino, Bologna, 1989, 2009– Il passato, la memoria, l’oblio. Sei saggi di storia delle idee, Il Mulino, Bologna,

1991 (premio Viareggio 1992 per la saggistica)– Il passato, la memoria, l’oblio. Otto saggi di storia delle idee, Il Mulino, Bolo-

gna, 2001. Tradotto in spagnolo (2003)– Naufragi senza spettatore. L’idea di progresso, Bologna, Il Mulino, 1995. Tra-

dotto in polacco (1998), portoghese (2000) e turco (2002)– La nascita della scienza moderna in Europa, nella collezione “Fare l’Europa”

diretta da Jacques Le Goff, Bari, Laterza, 1997, 2005, 2009. Tradotto in tede-sco (1997), spagnolo (1998), francese (1999 e 2004), inglese (2001), portoghe-se (2001), romeno (2004), turco, olandese, ungherese, giapponese, polacco eportoghese (in corso di stampa)

– Le sterminate antichità e nuovi saggi vichiani, La Nuova Italia, Firenze, 1999– Un altro presente. Saggi sulla storia della filosofia, Il Mulino, Bologna, 1999– Bambini, sogni, furori. Tre lezioni di storia delle idee, Feltrinelli, Milano, 2001– Il tempo dei maghi. Rinascimento e modernità, Milano, Raffaello Cortina Edi-

tore, 2006– Speranze, Bologna, Il Mulino, 2008.

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Fondazione Internazionale Balzan

La Fondazione Internazionale Balzan nasce a Lugano nel 1956 grazie alla gene-rosità di Lina Balzan che, alla morte del padre Eugenio e ispirandosi ai suoi pro-positi, destina il cospicuo patrimonio ereditato a un’opera per onorarne la me-moria.Eugenio Francesco Balzan, nato a Badia Polesine (Rovigo) il 20 aprile 1874 dafamiglia di proprietari terrieri, aveva passato quasi tutta la vita lavorativa al Cor-riere della Sera di Milano. Entrato al giornale nel 1897, era diventato in pochi an-ni redattore, capocronaca e inviato speciale.* Nel 1903 il direttore Luigi Alber-tini gli affidava la gestione amministrativa della società editrice del Corriere dellaquale otteneva una piccola partecipazione azionaria. Amministratore abile eoculato, ma anche personaggio di spicco nella Milano del suo tempo, lasciaval’Italia nel 1933 per l’opposizione di ambienti ostili all’autonomia del Corriere.Si trasferiva allora in Svizzera, tra Zurigo e Lugano, dove si era fatto accreditareda anni le proprie rendite, collocate con successo, e proseguiva l’intensa attivitàbenefica verso enti e singoli. Rientrato ufficialmente in Italia nel 1950, Eugenio Balzan moriva a Lugano, nel-la Svizzera italiana, il 15 luglio 1953.**

Oggi la Fondazione Balzan, che ha carattere internazionale, agisce attraversodue sedi: una di diritto italiano e l’altra di diritto svizzero.A Milano, la Fondazione Internazionale Premio E. Balzan – “Premio” ha lo scopodi incoraggiare, senza distinzioni di nazionalità, di razza e di religione, la cultu-ra, le scienze e le più meritevoli iniziative umanitarie, di pace e di fratellanza trai popoli. Vi provvede attraverso l’assegnazione annuale di premi nelle categorie“lettere, scienze morali e arti” e “scienze fisiche, matematiche, naturali e medi-cina”. Le candidature per i premi nei campi scientifici e umanistici provengono da tut-to il mondo, da enti culturali appositamente interpellati, e sono selezionate dal

Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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* Renata Broggini (a cura di), Eugenio Balzan. L’emigrazione in Canada nell’inchiesta del “Corriere”.1901, Fondazione Corriere della Sera, Milano, 2009.

** Renata Broggini, Eugenio Balzan 1874-1953. Una vita per il “Corriere”, un progetto per l’umanità, RCS Libri, Milano, 2001.Renata Broggini, Eugenio Balzan 1874-1953. A Biography, Hoepli, Milano, 2007.

Comitato Generale Premi a composizione europea. Dal 2001 l’ammontare di cia-scun premio è di un milione di franchi svizzeri, di cui la metà dovrà essere de-stinata dal premiato a un lavoro di ricerca, favorendo preferibilmente i giovani.Con un intervallo non inferiore a un triennio, la Fondazione Balzan assegna an-che un “Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli”, di entità va-riabile. A Zurigo, la Fondazione Internazionale Premio E. Balzan –“Fondo” ha lo scopodi raccogliere, preservare e amministrare il patrimonio lasciato da Eugenio Bal-zan per mettere a disposizione della Fondazione Internazionale Premio E. Bal-zan – “Premio” i mezzi finanziari necessari all’attuazione della sua finalità.

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Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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Organi della Fondazione Internazionale Balzan(al giugno 2010)

Consiglio di Fondazione “Premio”Bruno Bottai (Italia), PresidenteCarlo Fontana (Italia), VicepresidenteMarco Cameroni (Svizzera)Achille Casanova (Svizzera)Enrico Decleva (Italia)Paolo Matthiae (Italia)Alberto Quadrio Curzio (Italia)

Comitato Generale PremiSalvatore Veca (Italia), PresidenteM.E.H. Nicolette Mout (Paesi Bassi), VicepresidenteWerner Stauffacher (Svizzera), VicepresidenteEnric Banda (Spagna)Giovanni Busino (Italia/Svizzera)Nicola Cabibbo (Italia)Étienne Ghys (Francia)Charles Godfray (Regno Unito)Bengt Gustafsson (Svezia)Nicole Le Douarin (Francia)Paolo Matthiae (Italia)Erwin Neher (Germania)Antonio Padoa Schioppa (Italia)Dominique Schnapper (Francia)Gottfried Scholz (Austria)Dmitry O. Shvidkovsky (Russia)Quentin Skinner (Regno Unito)Karlheinz Stierle (Germania)Marc Van Montagu (Belgio)

Suzanne Werder (Italia), Segretario Generale

Consiglio di Fondazione “Fondo”Achille Casanova (Svizzera), PresidenteBruno Bottai (Italia)Luisa Bürkler-Giussani (Svizzera)Maria Casutt Dietrich (Svizzera)Carlo Fontana (Italia)Claudio Generali (Svizzera)Arina Kowner (Svizzera)

Paolo Rossi Monti

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Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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I Premi Balzan per le lettere, scienze morali, arti; per le scienze fisiche, matematiche, naturali e la medicina

2009 TERENCE CAVE (Regno Unito) letteratura a partire dal Cinquecento

MICHAEL GRÄTZEL scienza dei nuovi materiali(Svizzera/Germania)

BRENDA MILNER neuroscienze cognitive(Canada/Regno Unito)

PAOLO ROSSI MONTI (Italia) storia delle scienze

2008 WALLACE S. BROECKER (USA) scienza del mutamento climatico

MAURIZIO CALVESI (Italia) arti figurative dal 1700

IAN H. FRAZER medicina preventiva,(Australia/Regno Unito) inclusa la vaccinazione

THOMAS NAGEL (USA/Serbia) filosofia morale

2007 ROSALYN HIGGINS (Regno Unito) diritto internazionale dopo il 1945

SUMIO IIJIMA (Giappone) nanoscienza

MICHEL ZINK (Francia) letteratura europea (1000-1500)

JULES HOFFMANN (Francia) immunità innatae BRUCE BEUTLER (USA)

2006 LUDWIG FINSCHER (Germania) storia della musica occidentaledal XVII secolo

QUENTIN SKINNER (Regno Unito) storia e teoria del pensiero politico

PAOLO DE BERNARDIS (Italia) astronomia e astrofisica osservativee ANDREW LANGE (USA)

ELLIOT MEYEROWITZ (USA) genetica molecolare delle piantee CHRISTOPHER SOMERVILLE

(USA/Canada)

2005 PETER HALL (Regno Unito) storia sociale e culturale delle città dall’inizio del XVI secolo

LOTHAR LEDDEROSE (Germania) storia dell’arte dell’Asia

PETER E ROSEMARY GRANT biologia delle popolazioni(USA/Regno Unito)

RUSSELL HEMLEY (USA) fisica dei mineralie HO-KWANG MAO (USA/Cina)

2004 PIERRE DELIGNE (USA/Belgio) matematica

NIKKI RAGOZIN KEDDIE (USA) il mondo islamico dalla fine del XIXalla fine del XX secolo

MICHAEL MARMOT (Regno Unito) epidemiologia

COLIN RENFREW (Regno Unito) archeologia preistorica

2003 REINHARD GENZEL (Germania) astronomia infrarossa

ERIC HOBSBAWM storia europea dal 1900(Regno Unito/Egitto)

WEN-HSIUNG LI (USA/Taiwan) genetica e evoluzione

SERGE MOSCOVICI psicologia sociale(Francia/Romania)

2002 WALTER JAKOB GEHRING (Svizzera) biologia dello sviluppo

ANTHONY THOMAS GRAFTON (USA) storia degli studi umanistici

XAVIER LE PICHON geologia(Francia/Vietnam)

DOMINIQUE SCHNAPPER (Francia) sociologia

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Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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2001 JAMES SLOSS ACKERMAN (USA) storia dell’architettura (compresa l’urbanistica e l’architettura delpaesaggio)

JEAN-PIERRE CHANGEUX (Francia) neuroscienze cognitive

MARC FUMAROLI (Francia) storia e critica letteraria dal XVIsecolo ad oggi

CLAUDE LORIUS (Francia) climatologia

2000 ILKKA HANSKI (Finlandia) scienze ecologiche

MICHEL MAYOR (Svizzera) strumentazione e tecniche inastronomia e astrofisica

MICHAEL STOLLEIS (Germania) storia del diritto dal XVI secoloa oggi

MARTIN LITCHFIELD WEST antichità classica(Regno Unito)

1999 LUIGI LUCA CAVALLI-SFORZA scienza delle origini dell’uomo(USA/Italia)

JOHN ELLIOTT (Regno Unito) storia moderna dal XVI al XVIIIsecolo

MIKHAEL GROMOV (Francia/Russia) matematica

PAUL RICŒUR (Francia) filosofia

1998 HARMON CRAIG (USA) geochimica

ROBERT MCCREDIE MAY biodiversità(Regno Unito/Australia)

ANDRZEJ WALICKI (USA/Polonia) storia: storia culturale e socialedel mondo slavo dal regno dellaGrande Caterina alle rivoluzionirusse del 1917

Paolo Rossi Monti

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1997 CHARLES COULSTON GILLISPIE storia e filosofia delle scienze(USA)

THOMAS WILSON MEADE epidemiologia(Regno Unito)

STANLEY JEYARAJA TAMBIAH scienze sociali: antropologia sociale(USA/Sri Lanka)

1996 ARNO BORST (Germania) storia: culture medievali

ARNT ELIASSEN (Norvegia) meteorologia

STANLEY HOFFMANN scienza politica: relazioni(USA/Francia/Austria) internazionali dei nostri giorni

1995 YVES BONNEFOY (Francia) storia e critica delle belle arti inEuropa dal Medioevo ai giorni nostri

CARLO M. CIPOLLA (Italia) storia economica

ALAN J. HEEGER (USA) scienza dei nuovi materiali nonbiologici

1994 NORBERTO BOBBIO (Italia) diritto e scienza delle politiche(governo dei sistemi democratici)

RENÉ COUTEAUX (Francia) biologia (struttura della cellula con particolare riferimento alsistema nervoso)

FRED HOYLE (Regno Unito) astrofisica (evoluzione delle stelle)e MARTIN SCHWARZSCHILD

(USA/Germania)

1993 WOLFGANG H. BERGER paleontologia, con particolare(USA/Germania) riferimento all’oceanografia

LOTHAR GALL (Germania) storia: società del XIX e XX secolo

JEAN LECLANT (Francia) arte e archeologia dell’antichità

1992 ARMAND BOREL (USA/Svizzera) matematica

GIOVANNI MACCHIA (Italia) storia e critica delle letterature

EBRAHIM M. SAMBA (Gambia) medicina preventiva

1991 GYÖRGY LIGETI musica(Austria/Ungheria/Romania)

VITORINO MAGALHÃES storia: nascita e sviluppo dell’EuropaGODINHO (Portogallo) nel XV e XVI secolo

JOHN MAYNARD SMITH genetica e evoluzione(Regno Unito)

1990 WALTER BURKERT (Germania) scienze dell’antichità (bacinomediterraneo)

JAMES FREEMAN GILBERT (USA) geofisica (terra solida)

PIERRE LALIVE D’EPINAY (Svizzera) diritto internazionale privato

1989 EMMANUEL LÉVINAS filosofia(Francia/Lituania)

LEO PARDI (Italia) etologia

MARTIN JOHN REES (Regno Unito) astrofisica delle alte energie

1988 SHMUEL NOAH EISENSTADT sociologia(Israele/Polonia)

RENÉ ETIEMBLE (Francia) letteratura comparata

MICHAEL EVENARI botanica applicata (ivi compresi(Israele/Francia) e OTTO gli aspetti ecologici)LUDWIG LANGE (Germania)

1987 JEROME SEYMOUR BRUNER (USA) psicologia umana

RICHARD W. SOUTHERN storia medievale(Regno Unito)

PHILLIP V. TOBIAS (Sud Africa) antropologia fisica

Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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1986 OTTO NEUGEBAUER (USA/Austria) storia della scienza

ROGER REVELLE (USA) oceanografia/climatologia

JEAN RIVERO (Francia) diritti fondamentali della persona

1985 ERNST H.J. GOMBRICH storia dell’arte occidentale(Regno Unito/Austria)

JEAN-PIERRE SERRE (Francia) matematica

1984 JAN HENDRIK OORT (Paesi Bassi) astrofisica

JEAN STAROBINSKI (Svizzera) storia e critica delle letterature

SEWALL WRIGHT (USA) genetica

1983 FRANCESCO GABRIELI (Italia) orientalistica

ERNST MAYR (USA/Germania) zoologia

EDWARD SHILS (USA) sociologia

1982 JEAN-BAPTISTE DUROSELLE (Francia) scienze sociali

MASSIMO PALLOTTINO (Italia) scienze dell’antichità

KENNETH VIVIAN THIMANN botanica pura e applicata(USA/Regno Unito)

1981 JOSEF PIEPER (Germania) filosofia

PAUL REUTER (Francia) diritto internazionale pubblico

DAN PETER MCKENZIE, geologia e geofisicaDRUMMOND HOYLE MATTHEWS

e FREDERICK JOHN VINE

(Regno Unito)

1980 ENRICO BOMBIERI (USA/Italia) matematica

JORGE LUIS BORGES (Argentina) filologia, linguistica e critica letteraria

HASSAN FATHY (Egitto) architettura e urbanistica

Paolo Rossi Monti

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1979 TORBJÖRN CASPERSSON (Svezia) biologia

JEAN PIAGET (Svizzera) scienze sociali e politiche

ERNEST LABROUSSE (Francia) storiae GIUSEPPE TUCCI (Italia)

1962 PAUL HINDEMITH (Germania) musica

ANDREJ KOLMOGOROV (Russia) matematica

SAMUEL ELIOT MORISON (USA) storia

KARL VON FRISCH (Austria) biologia

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Premio Balzan 2009 per la storia delle scienze

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Paolo Rossi Monti

I Premi Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza fra i popoli

2007 KARLHEINZ BÖHM (Austria/Germania)

2004 COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

2000 ABDUL SATTAR EDHI (Pakistan/India)

1996 COMITATO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA

1991 ABBÉ PIERRE (Francia)

1986 ALTO COMMISSARIATO O.N.U. PER I RIFUGIATI

1978 MADRE TERESA DI CALCUTTA (India/Macedonia)

1962 S.S. GIOVANNI XXIII (Città del Vaticano/Italia)

1961 FONDAZIONE NOBEL

Finito di stamparenel mese di luglio 2010

da ÀNCORA ARTI GRAFICHE - MilanoPrinted in Italy