ozio - abitare

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ARTErìa edizioni 3 – 23 febbraio 2013 Sala mostre ARTErìa Vico XX settembre, 2 Matera

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Catalogo mostra Ozio, 3 - 23 febbraio 2013, Sala mostre ARTErìa Vico XX Settembre, MATERA.

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ARTErìa edizioni

3 – 23 febbraio 2013Sala mostre ARTErìa Vico XX settembre, 2

Matera

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OZIOAbitare

Direzione artistica:Giovanni Matteo

Coordinamento organizzativo:Dario CarmentanoGiovanni Matteo

Progetto grafico:Alessandro Matteo

Segreteria:Grazia LascaroGrazia ScialpiTel. Fax 0835.337363

Ringraziamenti:ARTErìaDario CarmentanoMajazzin

3 – 23 febbraio 2013Sala mostre ARTErìa Vico XX settembre, 275100 Matera

www.artemateria.it

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3 – 23 febbraio 2013Sala mostre ARTErìa Vico XX settembre, 2

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ARTErìa Associazione d’Arte e Cultura Matera

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Appunti sull’abitare

Giovanni Matteo

Emanuele Puzziello

Può sembrare una constatazione forzata ma, sfogliando un qualsiasi manuale di Sto-ria dell’Arte, risulta evidente che la gran par-te delle opere universalmente riconosciute come contributi essenziali al progresso delle arti visive in senso “positivista”, sono frutto di uno sguardo all’esterno, fuori dalle mura domestiche. Le stazioni rumorose e gli affol-lati caffè degli impressionisti, le strade illu-minate da bagliori acidi degli espressionisti, le piazze in rivolta e i fragorosi cantieri dei futuristi potrebbero essere considerati tap-pe di un cammino di estroflessione che ha il suo culmine nell’invasione degli spazi pub-blici e negli interventi sul paesaggio operati nell’ambito della Public Art e della Land Art alla fine del Novecento.

Mentre si consuma questa corsa verso l’esterno sono tanti i grandi maestri a rima-nere tra le mura di casa, segnando un per-corso individuale e spesso aprogrammatico, tortuoso e sotterraneo. Cammini di intro-flessione, spesso tutt’altro che rassicuranti. Pensiamo agli infiniti pavimenti a scacchi di Casorati, agli interni soffocanti di Balthus, alle pareti incolore che pulsano intorno alle bottiglie di Morandi, alle stanze livide delle case di Hopper che, viste dall’esterno, ap-

paiono impenetrabili ed enigmatiche ancor più che all’interno, ai secchi riferimenti pro-spettici che balenano come tracceluminose nel buio in cui si dibattono le creature di Francis Bacon.

Eppure questo atteggiamento introspettivo e, potremmo dire, “domestico” non ha nien-te a che vedere con la chiusura, semmai con la separazione: Jung sosteneva che la casa possiede una valenza intrapsichica, in quan-to luogo in cui l’uomo si rapporta e vive con le superfici e con gli oggetti di cui si è cir-condato per rappresentare il proprio mon-do, ma anche una superficie intermedia tra il mondo interno e quello esterno della per-sona. L’archetipo della casa, nucleo di que-sta esibizione, si può applicare al concetto stesso di opera d’arte che, come la casa, è una costruzione che accoglie lo spettatore - ospite e gli chiede di confrontarsi con i suoi contenuti.

Contemporaneamente gli offre l’opportuni-tà di riflettere sulle leggi che ne governano la struttura e determinano la compiutezza della sua forma. Questo passo ulteriore ci può condurre ad un approccio freddamen-te analitico, se ci atteniamo al ruolo che la

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mentalità occidentale affida all’arte e che attualmente ci offre un’idea compromessa e frammentaria, se non travisata, del valore artistico di un oggetto. Se, invece, ci apria-mo per un attimo alla concezione orienta-le, possiamo pensarla come ad una sorta di mappa per la meditazione: il dipinto, il di-segno, la fotografia come planimetrie dello spirito da percorrere, conoscere ed abitare.

La compiutezza della forma, alla base del concetto di opera d’arte, si lega strettamen-te anche all’idea della costruzione, in parti-colare per ciò che riguarda gli edifici sacri: l’attenta lettura della simbologia presente nelle cattedrali gotiche e in varie “dimore filosofali”, operata da Fulcanelli, ci fornisce una chiave per aprirci ad una fruizione di queste costruzioni come “libri di pietra”, edificati seguendo un ben preciso ordine rituale e la cui costruzione (comprendente l’immenso apparato iconico all’interno de-gli stessi edifici) simboleggiava quella della Grande Opera Alchemica.

La ritualità ed il simbolismo che animano la magia e le forme arcaiche di religiosità go-vernavano, prima che dilagasse la via “razio-nale”, la progettazione e la costruzione della casa: l’abitazione non doveva semplicemen-te soddisfare le esigenze materiali dell’uo-mo, ma favorire la sua sintonia con il ciclo vitale, la cadenza del giorno e della notte, il ciclo delle stagioni e perfino la dicotomia

vita / morte.

Heidegger, nel suo “Costruire abitare pen-sare”, parte dall’analisi di parole arcaiche nate per esprimere questi concetti e giunge a dire che “L’abitare è il modo secondo il quale i mortali sono sulla terra”. Il filosofo include gli uomini in una originaria unità, la “quadruplicità”, formata da mortali ed immortali, terra e cielo. Abitare è custodi-re, proteggere l’essenza della quadruplicità, non semplicemente soggiornare; le “cose che non crescono”, cioè quelle edificate dai mortali, possono “radunare la quadruplici-tà”, darle una “dimora” e stabilire un “rap-porto tra il luogo e l’uomo che è in esso”. Solo la “capacità di far penetrare terra e cielo, gli immortali e i mortali in essenziale unitarietà nelle cose” può edificare la casa.

Gli artisti di Ozio e quelli coinvolti nel pro-getto, si confrontano non a caso, in questa tappa materana, con l’idea dell’abitare. Le abitazioni rupestri dei “Sassi”, che oggi ci ap-paiono semplicemente “pittoresche”, sono frutto di un intelligente percorso di adatta-mento dell’uomo alla natura, alla pietra, alla conformazione del paesaggio ed al suo rap-porto peculiare con il ciclo dell’acqua e per-fino con la direzione dei raggi solari, durato ininterrottamente, e in continua evoluzione dal paleolitico al Cinquecento. La struttu-ra stessa dell’abitato era, già dal neolitico, pensata per orientare nel modo più corretto

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l’uomo nel flusso del tempo, in armonia con il cosmo secondo le conoscenze tradizionali in campo astronomico. La casa come cassa di risonanza delle vibrazioni del mondo, di-spositivo che permette di generare quello stato di sospensione che riteniamo essen-ziale allo sviluppo del processo creativo.

Alle suggestioni della sua recente visita a Matera si rifà Tinatin GHUGHUNISHVILI. Lavorando su base associativa e lasciandosi trasportare da incontri casuali con luoghi, storie e persone, l’artista ricuce l’evento della visione di una statua di santa Lucia dalla finestra della casa in cui era ospite nel centro storico di Altamura con quello della sosta presso la chiesa dedicata alla stessa santa in Matera. Scrive lei stessa: “Questa città, per la sua atmosfera mistica sembra trasformare anche l’architettura secolare in sacro” e la porta a riflettere sulla per-meazione del sacro e del collettivo, rappre-sentato dalle numerose chiese, nell’intimo e nel privato rappresentato dall’abitazione. La stessa agiografia di Santa Lucia, divenuta monito alla fede ed al martirio per tutti i cristiani, è legata in realtà ad una vicenda molto privata, all’ossessività e distruttività dell’amore terreno. L’elemento iconografico ricorrente nelle raffigurazioni della santa invade allora i due interni domestici evocati dalla pittrice: gli occhi cavati a Lucia e mi-racolosamente rigenerati si moltiplicano, si raccolgono nelle stoviglie e si spargono sul

pavimento, illuminando come piccole stelle le stanze cupe e silenziose.

Fabio MAZZOLA, in maniera ancora più ra-dicale, interpreta il tema dell’abitare come esperienza privata. L’artista definisce la casa “scrigno segreto, luogo intimo pronto a raccogliere attimi di gioia o di dolore.” La planimetria della propria abitazione come mappa emozionale, i cassetti dei vecchi mobili come stratificazioni di ricordi e sen-sazioni sopite da rispolverare per riconnet-tersi al proprio passato e trasformarlo, per fargli guadagnare uno spazio ed un senso nella faticosa costruzione del presente. È infatti in casa sua che Mazzola ritrova dei manoscritti del padre scomparso e decide di mettere in atto “A Giacomo”. L’artista sie-derà ad una scrivania e, rischiarato da una fioca luce, batterà a macchina i racconti ri-trovati, accompagnato dal secco ritmo delle meccaniche dei tasti, stabilendo un contat-to con il padre – autore, ma anche con gli spettatori, ai quali darà le spalle, in modo da preservare il carattere intimo dell’atto ma, al contempo, permettere loro di leggere le parole dei testi dei quali l’artista si propone di fare da “medium”.

Anche Caterina STRICCOLI si concentra sul-la rete di segni carichi di ricordi e significati che costituisce la struttura invisibile della casa. Ne individua due nodi tra i vecchi og-getti riemersi nella sua abitazione: il cappel-

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lo del nonno e la pistola appartenuta al bi-snonno. La casa come limen, costruzione di pietra in cui abitano i vivi, ma alla quale si sovrappone un piano immateriale sul quale i defunti si trattengono come presenze la-tenti. L’atto creativo si confonde in modo sottile con quello magico: negli acquerel-li di Caterina Striccoli l’oggetto d’affezio-ne compare accanto alla foto del defunto. Una foto strappata, non è del tutto chiaro se per sottrarre i vivi dal giogo dei morti o per liberare i morti dalle cose che li legano alla dimensione terrena e permettere loro di fluire. Forse non è un caso se la tecnica scelta dall’artista è l’acquerello: il pigmento, trasportato delicatamente dall’acqua, con-duce la sua breve vita per depositarsi nei piccoli crateri della carta spessa e porosa e tornare polvere. Una polvere colorata in cui l’aspetto delle cose si disperde nel segno e nella consapevolezza dell’artista, in forme nuove ed irripetibili.

Hernàn CHAVAR, con il suo segno sottile, scuro ed inquieto traccia i profili di una grande casa di legno con il tetto a spioven-te, che non può che farci pensare alle algide dimore del New England effigiate decine di volte da Edward Hopper. Se volessimo cata-logare quest’opera in base al criterio tradi-zionale dei generi non potremmo definirla un paesaggio: siamo davanti ad un ritrat-to. Le finestre nere, le grandi assi di legno, l’angolo acuto del tetto sono i duri tratti

di un volto altero ed anemico. Quello che compare al di sotto della costruzione non è il sentiero che vi conduce, né la palizzata che cinge le vecchie ville americane, ma un accurato disegno anatomico che descrive nei dettagli l’apparato respiratorio umano. Nell’innaturale continuità che Chavar stabi-lisce con la sua straordinaria perizia grafi-ca tra la secchezza e la rigidità delle linee che si incrociano nella parte superiore della composizione ed il brulichio di segni curvili-nei che compone la parte inferiore, si mate-rializza un’idea di casa che non corrisponde a quella di un contenitore inanimato: l’abi-tazione è un organismo vivente che respira e si alimenta dell’energia del luogo e della vitalità dei suoi abitanti e si ammala delle loro nevrosi e delle dinamiche disfunzionali che si attuano tra di loro.

L’opera di Francesco CUNA, secca ed essen-ziale, composta di tinte sabbiose ed avvolta in un silenzio che lascia sospeso lo spettato-re, potrebbe essere letta come un’allusione all’atto del costruire come varo di un pon-te tra l’uomo e lo spazio. Campiture piatte e regolari distese tra linee organizzate se-condo una costruzione così smaccatamente prospettica da risultare irreale suggeriscono il solido fantasma di un mobile - dispensa. La prevalenza delle tinte cineree dello sfon-do e delle ocre chiare del mobile hanno il loro contraltare nelle chiazze scure che evo-cano elementi vegetali simili a foglie o rami,

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conservati dietro le ante, prive di vetri. Li percepiamo come viventi. Le pennellate fre-sche ed agili che le animano sono agli anti-podi della secca geometricità del mobile. La costruzione umana, legata alla misurazione ed alla concettualizzazione dello spazio può configurarsi come dimora della quadrupli-cità evocata da Heidegger: può contenere e custodire gli elementi dell’unità originaria.

“L’abitazione è l’interno degli individui. A questo pensavo, quando mi interessavo agli artisti che facevano arte sul proprio corpo. Pensavo al fatto che si portassero a casa propria le ferite, dopo la performan-ce. Ingenuamente non ho pensato al fatto che il corpo potesse rappresentare la pro-pria dimora ambulante. Io devo far venire la gente nella mia tana per mostrare il mio lavoro, loro no. È tutto lì.” Da questa rifles-sione parte Mariateresa MARINO per lavo-rare sull’analogia tra casa e corpo e sceglie come supporto delle radiografie,impietose planimetrie e sezioni del corpo umano, che-recano il senso della paura della malattia e della morte, della fragilità del nostro essere fisico. Sottili fogli scuri e semiopachi, segna-ti dai fantasmi di ossa ed organi,esse non offrono le possibilità creative del foglio di carta: nere, lucide, scivolose, non accolgono agevolmente il segno ed il colore. Eppure Mariateresa Marino vi dipinge, con il suo tratto peculiare, spezzato, nervoso, tragi-camente delicato ed elegante, delle figure

umane. Come se volesse far abitare loro queste oscure rovine della corporeità, come se volesse recuperare attraverso il concetto di Casa ed attraverso la Pittura il rapporto tra corpo e Psiche.

Il foglio è un’efficace metafora dello spazio. L’artista lo struttura con il suo progetto e vi edifica. Orfeo CELLURA affida all’acqua il co-lore, cerca di governarla e le chiede di par-tecipare alla costruzione. L’acqua latrice di vita e fertilità, ma capace anche di inondare ed uccidere. Bisogna conoscerla e saperla guidare, restando però aperti all’imprevisto come sa bene chi abita sulle coste e lungo i fiumi. Le carte di Cellura si lasciano abita-re dall’acqua, i colori ne assumono la bril-lante evanescenza. In Love Corner lo spazio domestico si scompone e danza in riquadri cangianti dietro la silhouette di una donna su una sedia a dondolo che brandisce un fucile, in attesa. In Frammento notturnoil buio spazio esterno ritaglia una finestra di un blu tenebroso nella stanza – foglio, in cui una sagoma è intenta ad accendere una lampadina, come ad assicurarsi, illuminan-dolo, dell’esistenza di un luogo familiare, al sicuro dalla notte incombente. Ne L’ospite-questa intimità ricercata e difesa sembra essere oggetto di una vera e propria viola-zione da parte dei personaggi di spalle, in primo piano, che sembrano complottare contro di lui.

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Il cubo che ricorre nelle criptiche grafiche di Pasquale DE SENSI richiama immedia-tamente l’idea della casa come struttura chiusa, rigida, impenetrabile. I movimenti che l’oggetto effettua da un elemento all’al-tro del polittico non alludono alla ricerca dell’altro ma alla tendenza all’isolamento come soluzione ai problemi derivanti dalle difficoltà nel confrontarsi con l’esterno. Il lupo di “Safe Place” è incarnazione del peri-colo, la casa – cubo un luogo sicuro, chiuso davanti al rischio, ma anche alla compren-sione del mistero. In “Stay” il solido sembra essere cresciuto sul volto di una figura fem-minile stereotipo della ragazza sana e vitale degli anni ’50 che, però, dalla vita in giù è albero. Radici inamovibili, aggrappate ai va-lori tradizionali. Il cubo sembra impattare in un silenzio irreale sul volto del ragazzino di “trapp”, creatura potenzialmente fluida ed aperta al cambiamento, ma prematura-mente mummificata in giacca e cravatta. In “afterthebigbreak” non c’è il cubo, ma la testa anormalmente voluminosa di un bim-bo idrocefalo, dalle cui orbite saltano fuori i tentacoli occhiuti di una chiocciola. Mac-chie d’ inchiostro accompagnano l’evasione dalla piatta staticità delle certezze per af-frontare ciò che è estraneo e che ci aspetta fuori, forse per farci accettare e comprende-re l’anomalia che noi stessi rappresentiamo.

Un “senza fissa dimora” che dorme tra i suoi cartoni ed i suoi stracci è il protagonista

dell’opera di Salvatore MASCIULLO. L’arti-sta sceglie come supporto un assemblaggio di pagine di vecchi quotidiani, immondizia cartacea sfuggita al macero, e come proce-dimento esecutivo, la laboriosa stratifica-zione di una vasta gamma di gradazioni di grigio. All’incuria diffusa verso le persone, le cose e le loro storie, Masciullo oppone le sue scelte e i suoi procedimenti, lunghi e minuziosi, che denotano cura, attenzione, desiderio di ricercare, interiorizzare, recupe-rare e ricomporre lavorando con le immagi-ni. Con la sua pittura, sembra voler nobili-tare la povertà del protagonista e quella del supporto con una ricca cornice barocca. La forma chiusa e regolare evoca l’idea della casa, alla quale il barbone sfugge, ponendosi su un piano più avanzato rispetto ad essa. Il pittore costella, inoltre, la superficie con tracce dell’estetica “di strada” che fa parte del suo vissuto e del suo percorso artistico: un cuore trafitto tipico dell’arte del tatuag-gio, un’immagine ricavata da stencil, una “macinatrice di cioccolato” di duchampiana memoria, ma dipinta con un tratto cartoo-nesco di gusto hip hop.

Una piccola imbarcazione, un guscio di noce, volume compatto dipinto con un senso plastico quasi esasperato, galleggia su una superficie liquida ed occhieggiante di riflessi mutevoli, nella quale l’idea del mare si confonde con quella di una pittu-ra meno controllata, che si lascia guidare

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dalla natura caotica della materia. Anche le soluzioni tecniche adottate da Luigi MAS-SARI per il suo “Eravamo Occidente” riflet-tono l’incontro tra la techne di Odisseo e l’ignoto con il quale si confronta nella sua lunga, pericolosa ed avvincente traversata. Il Nostos, viaggio di ritorno verso casa, è un percorso circolare che prevede la matura-zione di esperienze essenziali alla crescita ed il ricongiungimento al punto di parten-za. Nell’opera di Massari, giocata su una gamma essenziale di grigi ed ocra, al tempo stesso severa e commovente, non si vede terra all’orizzonte. Nell’imbarcazione sono cresciuti rami ed arbusti, e quelle radici che richiedevano di intraprendere il viaggio ver-so le origini sembrano aver trovato la loro sede nel legno consumato della barca, nel moto perpetuo del mare, nell’atto stesso del viaggiare. Forse in un’epoca in cui gli dei sono messi da parte Itaca sfugge e l’ansia di ritorno alle origini dell’eroe omerico si tramuta in stoica accettazione di una con-dizione di perenne instabilità.

Una pittura sensuale e dissonante, quella di Alessandro MATTEO. Un titanico volto nembiforme, tempera gialla impastata con l’inchiostro nero liquido del contorno, soffia l’instabile materia pittorica che lo compo-ne sulla pianta di una grandechiesa a pian-ta centrale, invadendone lo spazio interno. L’artista si richiama aBuzzati che, in “Rac-conto di Natale” evoca l’immagine surreale

di Dio che, la notte della vigilia, dilaga nelle navate fredde e umide di un’antica cattedra-le. Matteo fa sua questa abbacinante visione e rende tangibile la sostanza misteriosa che compone la divinità, imprevedibile ed a suo modo giocosa, del racconto. L’artista, recu-perando la sensibilità infantile, quella ver-tigine che ci ha colto da bambini di fronte a certe frasi o immagini che aprivano oriz-zonti metafisici, riflette sull’antichissima idea del tempio come casa del dio, che ha progressivamente assunto un valore sem-pre più simbolico e meno concreto. L’idea che Egli possa abitare un luogo piuttosto che un altro è certamente ingenua e popo-laresca ma rende anche più palpabile l’idea di Dio, che viene percepito meno sfuggente ed inconcepibile.

Con la violenza trattenuta della sua pittura, Emanuele PUZZIELLO dà corpo ad un inter-no domestico al centro del quale spicca una poltrona, testimonianza di presenza umana e simbolo di riposo ed intimità, ma anche di meditazione e ricerca interiore. Fiamme impetuose avvolgono la stanza , corrono lungo le pareti, si elevano verso il soffitto. Il titolo del dipinto, “La via secca”, è una chiave offerta dall’artista per aprire la por-ta della stanza e non limitarsi a spiare dal buco della serratura, cogliendo solo l’aspet-to epidermico ed emozionale dell’immagi-ne. La via secca è la più rapida, ma anche quella più incerta, dirompente ed eversiva

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per compiere la “Grande Opera”. In essa, oltre che del calore esterno, l’alchimista si serve dell’interno e segreto fuoco filosofico, strettamente legato al lavoro condotto su di sé, evocato dalla roccia galleggiante che lascia intendere che è necessario sbozzare e raffinare ancora la materia grezza e dalla poltrona bianca che fa pensare all’Albedo, fase della purificazione della materia, invasa dalle fiamme che si sostituiscono al suo mi-sterioso occupante. Demolire. L’antitesi del costruire. La tec-nologia della distruzione sistematica degli edifici è oggi avanzatissima. Possiamo ab-battere muri, tagliare pilastri, polverizzare solai mentre la città continua a vivere come niente fosse: è il dramma di una casa con-tadina che cade. Il braccio meccanico con

la sua temibile estremità a cesoia, sembra un enorme, minaccioso, dinosauro pronto a smembrare la preda. Il velo d’acqua che ser-ve ad impedire alla polvere delle macerie di diffondersi disegna una diagonale rilucente che si incrocia al centro della composizio-ne con quella suggerita dall’edificio sullo sfondo, lanciando lo sguardo dello spetta-tore verso i bordi dell’immagine, in tutte le direzioni, come a rafforzare l’idea della perdita di un centro, di un nucleo di senso. Quelle fotografate da Sante CUTECCHIA non sono le macerie di un ecomostro o di uno stabile pericolante, ma di una vecchia casa ben inserita nel tessuto urbano di Altamura ed ancora vivibile, silenziosa testimone del modo di pensare, costruire ed abitare una città che rischia di perdere la sua identità.

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Opere

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Orfeo Cellura, Love Corner, acquerello , 14,8 x 17,5 cm, 2012

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Orfeo Cellura, L’ospite, acquerello, 18 x 26 cm, 2013

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Orfeo Cellura, Frammento notturno, acquerello, 19 x 28,5 cm, 2013

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Hernàn Chavar, Casa, tecnica mista su carta, 56 x 76 cm, 2013

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Francesco Cuna, Abitare, tecnica mista su tela, 50 x 60 cm, 2012

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Sante Cutecchia, Demolizione borgo contadino, Altamura, fotografia, 15 x 20 cm, 2011

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Pasquale De Sensi, Afterthebigbreak, tecnica mista su carta, 21x30 cm, 2013

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Pasquale De Sensi, Trapp, tecnica mista su carta, 21x30 cm, 2013

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Pasquale De Sensi, Safe place, tecnica mista su carta, 21x30 cm, 2013

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Pasquale de Sensi, Stay, tecnica mista su carta, 21x30 cm,2013

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Tinatin Ghughunishvili, Lasciami piangere 1, collage e olio su tela, 30 x 40 cm, 2012

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Tinatin Ghughunishvili, Lasciami piangere 2, collage e olio su tela, 30 x 40 cm, 2012

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Mariateresa Marino, R 36/37/38, Tecnica mista su rx, 29 x 24 cm, 2012

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Mariateresa Marino, Xn, Tecnica mista su rx, 29 x 25 cm, 2012

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Mariateresa Marino, R10, Tecnica mista su rx, 40,5 x 36 cm, 2012

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Salvatore Masciullo, Ai margini, acrilico e olio su quotidiano, 130 x 140, 2012

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Luigi Massari, Eravamo Occidente, acrilici su tela, 40 x 50 cm, 2012

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Alessandro Matteo, Profumo di Dio, tecnica mista su tavola, 67 x 55 cm, 2013

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Fabio Mazzola, a Giacomo, performance, materiali vari, 2013

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Emanuele Puzziello, La Via Secca, olio su tela, 80x80 cm, 2012

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Caterina Striccoli, Parvenza n 1, acquerello, 23 x 30,5 cm, 2013

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Caterina Striccoli, Parvenza n 2, acquerello, 23 x 30,5 cm, 2013

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Curricula

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2012- “Tutti su Ventura”, mostra collettiva, a cura di Ma-jazzin House Gallery, Altamura (BA). - “P.Art – pro-duzioni artistiche”, mostra collettiva, a cura di A&A-“Ozio”, mostra collettiva, a cura di Lorenzo Madaro, A&A – Art e Ars Gallery, Galatina (LE).-Premio Combat 2012, opera selezionata tra i finali-sti della sezione pittura del Premio, collettiva degli artisti selezionati presso il Museo civico” Giovanni Fattori”, Livorno – opera pubblicata in catalogo, testi a cura della giuria del Premio;-A Fuera, collettiva a cura di Gigi Rigliaco e Antonio di Carlo, Galleria del Catapano, Bari;-The pig, The Paper and his Artist, personale a cura di Katia Olivieri, presso Art and Ars Gallery, Galatina LE – testo di Katia Olivieri;2011-15 al quadrato kunst macht Schule, collettiva a cura di Beatrice Gamza, presso la Kunst macht Schule di Amburgo (Germania), opera pubblicata in catalogo; -Vote For My Art Spazio culturale 4 alle 4, Cutrofiano (Le);-Cuore di cane, collettiva presso Underdogstudio, Modena – testo di Gioia Perrone; -Food for Brain, collettiva a cura di Katia Olivieri presso Art and Ars Gallery, Galatina, Le; -I Low Art, collettiva a cura di Mara Nitti, presso la galleria Art Core, Bari 2010-Stroke 02 Urban Art Fair, collettiva presso la Galleria Tetartet, Monaco (Germania) – opera pubblicata;

-Hin und Ruckfahrt, personale a cura di Monica Ta-veri e Luca Renna presso la galleria Spazio Palmieri, Lecce; -Co2, collettiva a cura di Gigi Rigliaco e Katia Olivieri, presso il castello “Carlo V”, Lecce;2009-I don’t Sleep Now, personale a cura di Deborah Ber-ger presso Gallerie Burkhard Eikelmann, Duesseldorf (Germania) – testo di Deborah Berger; -15 al quadrato, collettiva a cura di Andrea Von Goetz, presso la Kunst macht Schule di Amburgo (Germa-nia) – opera pubblicata in catalogo;2008-Unmodern Normalismus, collettiva presso Goethe-Institut, Rotterdam (Olanda);-“205” Seewerk, collettiva a cura di Guido Reuter, presso Seewerk Kunst am Niederrhein, Moers (Ger-mania);-Turbulent Waves, collettiva nell’ambito degli scambi culturali Germania – Cina, presso Chengdu Fine Arts College, Chengdu ( Cina )2007-Von Pferden und Affen, collettiva a cura di Beate Reifenscheid e Dirk Geuer, testo di Beate Reifen-scheid, presso Ludwig Museum, Koblenz (Germania), opera pubblicata in catalogo;-Cafe International,collettiva presso Goethe.Institut, Dresden (Germania);-Benefit Exhibition Itinera Nova, collettiva a cura di Monika Brües, presso Kunsthoefen, Berlino (Germa-nia);

SALVATORE MASCIULLO Nato il 24 09 1963 in Glarus (Svizzera); dal 2001 al 2002, Studente all’ Accademia di Belle Arti di Lecce, nella classe di pittura del Prof. Salvo Duro; dal 2003 al 2007 Studente alla Kunstakademie di Duesseldorf (Germania), nella classe del Prof. Joerg Immen-dorff; nel dicembre del 2006, consegue dal Prof. Joerg Immendorff il titolo di Meisterschueler; dal 2004 al 2006 è assistente in Atelier di Joerg Immendorff; dal 2003 al 2008 partecipa alla realizzazione di “ Das Pferd “, pubblicazione a cura degli allievi di Joerg Immendorff.

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Principali esposizioni personali

2011- “Stanotte non hai quiete”, Y’Art Project, Bologna.

2006 - “Di sozzura, di miraggi”, Associazione Macondo, Bo-logna.

1998 - “Ritratti”, Associazione Posiviri, Sciacca.

Esposizioni collettive

2008- “Amici Barnum”, Complesso Santa Margherita, Sciacca.

2003 - “Cromatozoi”, Ex Chiesa di Sant’Antonio, Sciacca.

2002 - “Aspetti”, Associazione Posiviri, Sciacca.Contatti

[email protected]+39 349 700 63 10+33 (0)6 13 86 31 16

ORFEO CELLURA nasce a Palermo nel 1983. Nel 2003 consegue il Diploma di arti applicate pres-so l’Istituto Statale d’Arte “G. Bonachia” di Sciacca (Ag) e nel 2008 si laurea in Musica, Arte e Spettacolo presso il DAMS di Bologna. Vive e lavora a Nizza.

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2012- “Tutti su Ventura”, mostra collettiva, a cura di Ma-jazzin House Gallery, Altamura (BA). - “P.Art – pro-duzioni artistiche”, mostra collettiva, a cura di A&A-“Ozio”, mostra collettiva, a cura di Lorenzo Madaro, A&A – Art e Ars Gallery, Galatina (LE).-Adam “151 Macerata-Milano”, collettiva, Milano;-“Micro-macro Inside-outside”, collettiva, Berlino;-“Coazione a ripetere”, collettiva, Sant’Elpidio a mare;-“Mute Azioni”, personale presso Majazzin house gal-lery, Altamura (BA);-“Venite?”, collettiva presso Castello della Rancia To-lentino;-“Mostra Collettiva di Artisti”, collettiva presso il lo-cale “Il Pozzo”, Macerata;-“SEGNI”, collettiva presso la galleria “come se”, Roma.2011 -“Artika Festival”, collettiva, Recanati; -“Il Sacerdote”, personale, San Benedetto Del Tronto (AP);

-“Mc-In Oltre”, collettiva Spazio ex-Upim Macerata;-Personale presso Ospitale Festival delle Arti, Mace-rata;-“All’Estimento”, collettiva, Roma;2010-“Abc- Esposizione e Presentazione Del Libro Serigra-fico Abc” Ancona/2010: -“I Low ART”, collettiva presso Galleria ARTCORE, Bari2009: -“Project H”, personale presso Il Caffe’ Del Viale Ma-cerata/2009: -“Mare Mostrum”, collettiva inserita all’interno del Festival “Adriatico - Mediterraneo”, Ancona2000 -“Simpatici Pruriti”, collettiva, Macerata;

ERNÀN CHAVAR Nato a Buenos Aires (RA) nel 1979 trasferito in Italia nei prima anni 80 vive e lavora a Porto Recanati in provincia di Macerata. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte e l’ Accademia di belle Arti di Macerata conseguendo il diploma con il massimo dei voti. Ha esposto a Milano, Roma, Bari, Berlino, ed in numerose mostre, festival, eventi all’interno del territorio marchigiano. collabora con lo “Spazio MOHOC “ di Monteprandone (AP) , la Galleria “ARTCORE” di Bari, la galleria “LE MUSE GIOVANI” di Adelfia (BA) ed e’ membro attivo dell’as-sociazione ADAM di Macerata.Attualmente si occupa della Sezione Arte di VELUM, blog a cura di Giuseppe Damato per nssmag.com

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2012- Collezione privata, Compagnia della bellezza, Bari - I low art: B22edition, ARTcore Gallery, Bari

2010- Ruoli Invisibili, ArtandArs Gallery, Galatina (LE) - LocoEmotive, Biblioteca Provinciale Bernardini, Lec-ce (LE)- Pittogrammi...il corto, la Fabbrica dei Gesti, San Ce-sario (LE)- Quiet-Quest, la Fabbrica dei Gesti, San Cesario (LE)

2008- Noi!...e voi?, Museo della ceramica, Cutrofiano (LE)

2007- Progetto affresco Virginia 2007, Prizery Museum of South Boston (VA) USA- Animàlia, Galleria l’Angolo, Croce di Casalecchio (BO)

Principali collettive:

2012- Tutti su Ventura, Ozio, Majazzin House Gallery, Al-tamura (BA)- The Affordable Art Fair, Macro Testaccio, Roma- Ozio, ArtandArs Gallery, Galatina (LE)- Kunstart, Bolzano

2011- The Affordable Art Fair, Milano- Food for brain, ArtandArs Gallery, Galatina (LE) - TempoalTempo, ARTcore Contemporary Art Galle-ry, Bari- Cuore di Cane, Underdogstudio, Modena

2010- H2O Interazioni Fluide, Castello Carlo V, Lecce- MetAMORfosi, Avatars Gallery, Sulmona (AQ)

2009- ART09, The Prizery Museum Art Center, South Bo-ston (VA) USA- Planéte Amoureuse, Pomezia uno, Gallery, Milano

FRANCESCO CUNA nasce a Galatina (LE) nel 1978 e si sperimenta già all’età di dieci anni in piccole decorazioni presso un laboratorio di ceramiche locale. Nel 1998, ottenuto il diploma in grafica pubblicitaria e fotografia, si consegna alla viva Bologna di fine anni Novanta, diplo-mandosi in pittura nel 2005.Nel 2006 si trasferisce a Marsiglia, in Francia, entra in contatto con l’attività artistica locale ed espone i propri lavori presso l’Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 viene chiamato in America per realizzare un affresco all’interno del The Prizery Museum a South Boston (VA), per la celebrazione del 400esimo anniversario dei primi insediamenti europei. Nello stesso anno fa ritorno in Salento, pur non cessando l’attività espositiva sovra-regionale, reintegrandosi nell’area culturale locale per mezzo di interventi artistici diretti ma anche attraverso la partecipazione di tipo organizzativo ad eventi come il Locomotivejazz-festival di Sogliano Cavour. Nel 2011 dà vita con Alessandro Sicuro a B22, progetto grafico di natura imprecisata, e nel 2012 aderisce al gruppo Ozio con una prima collettiva curata da Lorenzo Madaro. Vive e lavora a Cutrofiano (LE).

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- Tra immagine e simbolo, Sala Rubicone, Magazzini del sale, Cervia (RA)

2008- Elekta, Palazzo delle videoconferenze-facoltà scien-ze politiche, Spinetoli (AN)

2005- Collettivo E, Ecole de Beaux Arts de Marseille, Marseille(FR)

2001- Iconica, Rocca di Cento, Cento (FE)- Giovani artisti dell’ Accademia di Belle Arti di Bolo-gna, Galleria Guidi, Accademia Belle Arti di Bologna, Bologna

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Esperienze nel campo dell’arte e della fotografia

2010- Mostra personale di fotografia presso Crepes&Books dal 10 al 29 ottobre- Componente della Giuria per la mostra fotografica Berlin, Die Symphonie Einer Grosstadt, Politecnico di Bari, Dipartimento di architettura e urbanistica

2009- Progetto fotografico selezionato al concorso “Design e Mediterraneo tra presente e futuro” ed esposto alla Istanbul Design Week presso la Mozaik Showroom di Istanbul dal 18 al 21 giugno 2009

2007- Riflessioni – Luce da [non]luoghi e città del Mediter-raneo, mostra Personale di fotografia: 12-19 maggio Galleria Kaos, Altamura (BA)

2002- Mostra dei progetti e del plastico presentati al Workshop Internazionale “Colloquio all’aria aperta, la dialettica tra antico e nuovo” Insula Francescana di San Lorenzo Maggiore, Napoli

2001- Collaborazione al restauro dell’opera “9 mq di poz-zanghere” di Pino Pascali per la Pinacoteca Provin-ciale di Bari

Pubblicazioni nel campo dell’arte e della fotografia

2011 / 2012

Pubblicazione di 30 scatti fotografici nella trasmis-sione settimanale TG3 RAI Mediterraneo per la ru-brica “Scatti”

2011- Pubblicazione “Appunti lungo il tratturo Melfi-Castellaneta” (articolo e fotografie) – su “Altamura” Bollettino dell’Archivio Biblioteca Museo Civico di Altamura- Pubblicazione tavole di tesi “Spettacolo di luce a Canne della Battaglia” sul Manuale di Progettazione Illuminotecnica – Mancosu editore

2010- Pubblicazione di fotografie della Città Vecchia e del Porto di Taranto per il progetto Sonor Apulie – Ta-ranto Sonora

2009- Pubblicazione dell’opera selezionata al concorso “Design e Mediterraneo tra presente e futuro” se-zione fotografia su PAD PalermoDesign 06 – 11/2009

2009- Pubblicazione di 30 fotografie sulla rivista mensile MONDOPERAIO n.8, Nuova editrice Mondoperaio srl

2007- Fotografie di architettura su “Puglia di Pietre - ter-ritori, materiali, architetture”Claudio Grenzi Editore

SANTE CUTECCHIA si laurea in Architettura nel 2004 con una tesi sulla Casbah di Algeri; nel 2006 si specializza in Lighting Design con tesi dal titolo “Spettacolo di luce a Canne della Battaglia. Alla sua attività di architetto, dal 1996, affianca quella di fotografo. Dal 2010 cura lo spazio indipendente d’arte contemporanea Majazzin House Gallery ad Altamura con Giovanni Matteo e Caterina Striccoli.

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Principali esposizioni personali:2012 -”Perfectday” a cura di Chiara Messori . Magazzini Criminali . Sassuolo -”Idola Park” a cura di Mara Nitti .ARTcoreGallery . Bari 2011 -”Post-ever” a cura di Olga Sgobio e Adriano Pasquali .Piscinacomunale . Milano -”MY.OB” a cura di Isabella Calidonna .Galleria Qua-drature . Lamezia Terme2010-”Discorso sul metodo”. Accademia di Belle Arti . Pe-rugia2009 -”Emicrania” a cura di Alessandro Carlaccini . Palazzo di Primavera . Terni 2007-”Open Eyes” a cura di Egidio Cortese . Galleria Qua-drature . Lamezia Terme

Esposizioni collettive recenti:

2012-”Qristmasfireworks” a cura di Arianna Beretta .Cir-coloQuadro . Milano -”All I desire” a cura di Andrea Lacarpia e Pietro Di Lecce . Spazio Orlandi . Milano -”I low art” (III edizione) a cura di Mara Nitti . ART-coreGallery . Bari -”The Others - Art fair 2012’’. con Galleria Ufofabrik (TN). Torino-”Silver Screen” a cura di Magazzini Criminali .Pagge-ria arte . Palazzo Ducale . Sassuolo-’’Lucus’’ a cura di Lara Caccia . Studio Naccarato .

Catanzaro -’’Krakow art fair 2012’’. Galleria Ufofabrik (TN). Cra-covia-’’Collage around the world 2012’’ a cura di Thiago-Mazucato .Brazil-’’Non rompete le scatole’’ (II edizione) a cura di Pi-scinaComunale e b-art contemporary . Villa Arconati . Milano -’’PlayingWith A Full Deck’’ a cura di LizCohn .Can-non Beach Gallery .Cannon Beach . Oregon . USA -’’SweetSheets’’ a cura di Federico Lupo .Zelle Arte Contemporanea . Palermo

2011 -’’Branchi’’ a cura di Paolo Carta e Giorgio Plaisant . MEME arte contemporanea e prossima . Cagliari -’’I Low Art’’ (II Edizione) a cura di Mara Nitti .ART-coreGallery . Bari -”Next Generation 2011” (finalista Premio Barlettani III edizione) a cura di Roberto Milani . Fabbrica Bor-roni . Milano -”Sto*Disegnando!!!” (VI edizione) a cura di Michael Rotondi e Arianna Beretta . Circoloquadro . Milano -’’Punto Critico” a cura di Roberto Sottile e Tonino Sicoli . Museo del Presente . Cosenza-”Cuore di Cane” a cura di Gioia Perrone e Luigi Mas-sari .Underdogstudio . Modena-“Tracce” a cura di Francesca De Filippi . Spazio Bel-lezza Orsini . Bologna-“Limen Arte 2011” a cura di Giorgio Di Genova . Pa-lazzo Gagliardi . Vibo Valentia-”VI Biennale d’arte contemporanea - Magna Gre-cia” a cura di TeodolindaColtellaro . Collegio di Sant’Adriano . Cosenza

PASQUALE DE SENSI nasce nel 1983. Diplomatosi in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, consegue ilDiploma Accademico di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo - indirizzo Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia. Attualmente vive e lavora a Lamezia Terme.

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Pubblicazioni principali

2012-Premio Pandosia 2012 (catalogo). Cosenza-All I desire (catalogo) a cura di Andrea Lacarpia. Mi-lano-La Forma #10. Palermo -TRIBEART arte e cultura contemporanea siciliana. Studio d’artista #23 a cura di Vanessa Viscogliosi. Catania-BALLOON contemporary art &publishing a cura di Giuseppe MendoliaCalella. Catania-COLART #01 . fanzine internazionale di grafica e col-lage a cura di ThiagoMazucato. Brasile-Premio Combat 2012 (catalogo). sezione grafica. Li-vorno-Pittura Punk N*1 . fanzine di Michael Rotondi a cura di Olga Sgobio . Milano -VELUM nssmagazine a cura di Patrizia Emma Scialpi . Milano-La Forma #9. Palermo

2011 -Next Generation 2011 (catalogo). Milano -SmallZine #0 . Cosenza -Sto*Disegnando!!! (catalogo) a cura di Micheal Ro-tondi. Milano-Copertina per l’album degli Adharma “Mano Ai Pul-santi” .Trovarobato . Bologna -La Forma N°6 . Palermo

-La Forma N°4. Palermo -MekanikCopulaire #2 a cura di Bill Noir . Strasburgo -MekanikCopulaire #1 a cura di Bill Noir . Strasburgo-Copertina della fanzine Pianeta FPB a cura di Ilaria Castellino . Firenze-Limen Arte 2011 (catalogo) a cura di Giorgio Di Geno-va . Vibo Valentia-VI Biennale d’arte contemporanea - Magna Grecia (catalogo) a cura di TeodolindaColtellaro. Cosenza

Fiere-The Others 2012. Torino-Krakow art fair 2012 . Cracovia

Premi-Finalista Premio Pandosia 2012 . Cosenza-Finalista Con/corso Buenos Aires 2012 . Open Art . Milano-Segnalato su Premio Combat 2012 . sezione grafica-Finalista Premio Barlettani ‘’Next Generation’’ 2011-Segnalato su Premio Celeste 2010 . sezione grafica-Finalista Limen arte 2011 . sezione giovani artisti

Contattihttp://pasqualedesensi.tumblr.com/http://pasqualedesensi.blogspot.it/[email protected]. 329.4278748

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Principali esposizioni personali e collettive:

2011- New Art, Monaco di Baviera, Mostra collettiva

2005- Galleria d’arte, David Nata, Amburgo, Collettiva- Galleria WWK, Amburgo, Collettiva

2003- Galleria d’arte, David Nata, Amburgo mostra per-sonale

2000- Galleria WWK, Amburgo mostra personale

1999- Galleria Statale di Tbilisi, Mostra Collettiva

TINATIN GHUGHUNISHVILI nasce nel 1980 a Tbilisi, Georgia. Studia pittura all’Università Statale di Tbilisi e Storia dell’Arte e Filologia italiana ad Amburgo, Monaco e Perugia. Vive e lavora a Monaco di Baviera come artista indipendente e curatrice.

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Principali mostre personali e collettive:

2012 - Ozio a Majazzin: Tutti su Ventura, a cura di San-te Cutecchia, Caterina Striccoli, Giovanni Matteo, 14 dicembre – 4 Gennaio 2013, Majazzin House Gallery, piazza Carmine 5, Altamura- Il Peso dello Spirito – Giuseppe Maria Desa, a cura di Franco Contini, Collezione d’arte contemporanea, Basilica Pontificia Minore di Sancta Maria di Nives, Copertino (cat.)- I fili di Ersilia, a cura di Angelo Raffaele Villani, 27 gennaio-11 febbraio 2012, Rossocontemporaneo, Ta-ranto

2011- L’arte non è cosa nostra, Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia per il 150° dell’Unità d’Italia, collettiva a cura di Vittorio Sgarbi, 28- 31 ottobre, Le Sale del Re, Mi-lano (cat.)- Differentemente Criminale, personale, 1-16 ottobre, Circolo Culturale “l’Atrio”, Matera- Taste – Il Senso del Gusto, collettiva a cura di Clau-dia Pettinari e Massimiliano Alberico Grasso, 26 feb-braio – 10 marzo, degliZingari gallery, Roma- Sight – Il Senso della Vista, collettiva a cura di Clau-dia Pettinari e Massimiliano Alberico Grasso, 29 gen-naio – 10 febbraio, degliZingari gallery, Roma

2010- L’equilibrio degli Zingari, a cura di Claudia Pettinari e Massimiliano Alberico Grasso, 4-20 dicembre, degli-Zingari gallery, Roma- nomi | cose | città, collettiva a cura di Art Rehab, 28 maggio-3 giugno, Lab51, Roma

- La vecchia sono io, personale, 16-28 marzo, Caffè Freud, Roma- Andy is make-up, personale a cura di Art Rehab, 11-17 febbraio, Rebacco, Roma

2009- Avvertenze artistiche, a cura di Monica Ratti ed Emanuele Ladovaz, 10-20 settembre, Museo dei Fori Imperiali, Roma (cat.)

2007- Aperitivo ad arte, Cafè dei Napoli, personale dell’Ac-cademia di Belle Arti di Lecce, aprile-maggio, Alliste (LE)- Lo sguardo di Penelope, Progetto: Il linguaggio della madre tra tradizione e modernità, a cura di Giusep-pe Schiavone, Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, marzo; Galleria Comunale Lefkada (Grecia), settembre (cat.)

2006- Aperitivo ad arte, Cafè dei Napoli, collettiva dell’Ac-cademia di Belle Arti di Lecce, aprile-maggio, Alliste (LE)- Le immagini, la parola, I giovani artisti dell’Accade-mia di Belle Arti e l’Università di Lecce insieme per i prossimi 99 anni, Lecce (cat.)

2005- 4° Premio Internazionale Biennale d’incisione, città di Monsummano Terme (PT), (cat.)- Naturarte 2005, Schola Naturae, a cura di Renato Galbusera, Ex Ospedale Soave, Codogno (LO), (cat.)- Sostadarte - I ristoranti salentini come luoghi di cultura, maggio-giugno, Lecce (cat.)

MARIATERESA MARINO nasce a Taranto nel 1983. Si laurea con lode in Pittura presso l’Acca-demia di Belle Arti di Lecce e in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli studi “La Sapienza” con una tesi su Ryan Mendoza. Vive e lavora a Roma.

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2003- Disegno filatelico, mostra al termine del workshop con Giancarlo Montelli, Raggio Verde - Associazione Artistica Socio Culturale, Lecce (cat.)- San Domenico Savio, Convento dei Teatini, Lecce- Percorso d’arte, in occasione del Giro d’Italia, Palaz-zo delle Provincie, Lecce (cat.)

Contatti:[email protected]

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MOSTRE PERSONALI

2012 - TEMA DEL RITORNO, Spazio Meme, Carpi (Mo), dop-pia personale con Patrizia Emma Scialpi, a cura di Francesca Pergreffi- NOSTOS, RizHoma.housegallery, Palermo, a cura di Martina Colajanni2011- DIMMI/DAMMI/COMANDA, Underdogstudio, Mode-na, a cura di Martina Colajanni2010- ALTERedEGO, Piscinacomunale, Milano, a cura di Adriano Pasquali2008- CON FEZ, Fondo Verri, Lecce, a cura di Mauro Ma-rinoATTI DI PITTURA SPURIA, Jocanda, Roma, a cura di Elisabetta Patera2007- COLLEZIONE DOMESTICA, Fondo Verri, Lecce, a cura di Mauro Marino

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE

2012- ALL I DESIRE, Spazio Orlandi, Milano, a cura di An-drea Lacarpia e Pietro Di Lecce- INDEPENDENTS 3, ArtVerona 2012, Verona, a cura di Cristiano Seganfreddo, presente con il progetto Convivium- TAKE ON ME! Performance collettiva, luoghi varia-

mente dislocati, Milano, a cura di NilaShabnam Bo-netti- LONTANI COME RAMI GALLEGGIANTI, Ex Collegio dei Gesuiti, Alcamo (Tp), a cura di Zelle Arte Contem-poranea, presente con il progetto PARALLELS- CONVIVIUM, Zelle Arte Contemporanea, Palermo, a cura di Valentina Lucia Barbagallo- PREMIO COMBAT 2012, Museo Civico G. Fattori, Livorno, a cura di Francesca Baboni, Laura Barreca, Martina Cavallarin, Giuseppe Donnaloia, Heinrich Heil, Stefano Taddei- TERZO FUOCO, GiuseppeFrau Gallery, Gonnesa (CI), intervento sonoro all’interno del progetto Rifugio Sgabùtzo di Carlo Spiga- NADSAT rituali e linguaggi della giovinezza, Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano (Mo), a cura di LuizaSa-manda Turrini e Paolo Donini- BLOOMS OF DAPHNE group show - Fabrica Fluxus Gallery, Bari, a cura di Francesco Paolo Del Re e Ro-berta Fiorito- I LOW ART - ARTcorecontemporarygallery, Bari, a cura di Mara Nitti2011- SWEET SHEETS IV onlyworks on paper - Zelle Arte Contemporanea, Palermo, a cura di Federico Lupo- BRANCHI insieme di insiemi - MEME arte contem-poranea e prossima, Cagliari, a cura di Paolo Carta e Giorgio Plaisant- LA CAMERA DELLE NECESSITA’ - Blooom Art Fair, Colonia, Germania, a cura di Francesco Paolo Del Re e Roberta Fiorito- STO* DISEGNANDO!!! , Circoloquadro, Milano, a cura di Michael Rotondi

LUIGI MASSARI nasce a Bari nel 1978. Diplomato in Pittura e laureato in Pedagogia e Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dal 2010 è promotore dell’Underdogstudio, progetto in bilico tra collettivo di artisti e realtà curatoriale indipendente, attivo tra Modena e Milano. Nel 2011 in collaborazione con l’artista Carlo Spiga fonda Terzo Fuoco, gruppo musi-cale sperimentale con una forte componente artistico/performativa. Vive e lavora tra Milano e Modena.

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- HEART(H) 4th edition, ArtPort, Palazzolo dello Stel-la, Udine, a cura di Maba e Gian Piero Promutico- PARALLELS 2a, Villa Giulia, Palermo, progetto a cura di Federico Lupo- SPAZIO VITALE / lebensraum, Underdogstudio, Mo-dena, a cura di LuizaSamanda Turrini- PREMIO COMBAT 2011, Bottini dell’Olio, Livorno, a cura di N.D.Angerame, Ausonia, F.Baboni, D.Capra, L.Coser, A.Polveroni, S.Taddei- LEBENSRAUM, Magazzini Criminali, Sassuolo (Mo), a cura di LuizaSamanda Turrini- TRACCE, Bellezza Orsini, Bologna, a cura di France-sca De Filippi- TEMPOalTEMPO, ARTcorecontemporarygallery, Bari, a cura di Mara Nitti- COME TOGETHER!, Piscinacomunale, Milano, a cura di Adriano Pasquali e Olga Sgobio2010- MONDO CANDIDO / Secret Show, Underdogstudio, Modena, a cura di Luciano Bormann- STEP09, Piscinacomunale Preview, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano- H2O / Interazioni Fluide, Castello Carlo V, Lecce, a cura di Katia Olivieri e Gigi Rigliaco- COMIZIO DI FINE STAGIONE, Teatro Kismet, Bari, a cura di Cristina Bari2009 - ALBUM 09/10 al limite ballare, Teatro Kismet, Bari, a cura di Cristina Bari

- ZOOTROPE, Canaletto House Gallery, Modena2008- RASSEGNA DEL CINEMA INVISIBILE, Accademia di Belle arti di Lecce, a cura di Ornella Striani e Nicola Neto2007- LE PAROLE SONO PIETRE, ex Cinema Arena Moder-na, Casarano (Le), a cura di Cinzia De Rocco- PRIMA PARETE, sede di Confindustria, Lecce, a cura di Toti Carpentieri e Antonio Basile2006- GAP. Giovani Artisti Pugliesi, Sala Murat, Bari, a cura di Lia De Venere, Marilena di Tursi, Antonella Marino- LE IMMAGINI, LA PAROLA, Nuova Sede del Rettora-to dell’Università degli Studi di Lecce

PREMI

2012- Finalista Premio Combat 2012, Sezione Pittura2011- Selezionato Premio Celeste 2011, Sezione Pittura- Finalista Premio Combat 2011, Sezione Disegno2010- Segnalato Premio Celeste 2010, Sezione Pittura2006- Finalista Premio GAP, Giovani Artisti Pugliesi

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2012 - collettiva, “Tutti su Ventura”, a cura di Majazzin House Gallery, Altamura (BA). - collettiva “Ozio”, mostra collettiva, a cura di Loren-zo Madaro, A&A – Art e Ars Gallery, Galatina (LE).- personale, Autodafè, Le Ali di Pandora, Lecce, a cura di Lucy Ghionna- collettiva, Non rompete le scatole, Spazio b-art con-temporary, Seveso, a cura di Adriano Pasquali.

2011 - produce e partecipa alla scrittura del disco ed alla realizzazione del progetto grafico de “Il Santua-rio della Pazienza” degli Zweisamkeit edito dalla Snowdonia Audioglobe.

2010 - collettiva, “CRACK!, fumetti dirompenti”, forte Pre-nestino di Roma.

2009 - Vince “MOMArt Story” (in giuria Davide Toffolo, Francesco Carofiglio, Valerio Bindi, Mauro Biani e Alessandro Cobianchi)

2008 - collettiva, “GAP” Giovani Artisti Pugliesi, sonoriz-zazione video Giovanni Matteo (a cura di Antonella Marino, Lia de Venere e Marilena di Tursi), Sala Mu-rat, Bari, testo di Lia de Venere, opera pubblicata in catalogo;

2007 - collettiva, “Le Accademie per il Beato Angelico”, gal-leria “La Pigna”, Roma - collettiva, “Arte Giardino Babele”, Teatro Kismet Opera, Bari

2006 - collettiva, “Prima Parete”, sede di Confindustria, Lecce.- sonorizzazione del video “Minute Road Movie” di Giovanni Matteo, GAP, Bari.- collettiva, “La Notte della Taranta e la Moda”, Con-vento degli Agostiniani, Melpignano (LE) a cura di Giuseppe Lisi- partecipazione come musicista e produttore al di-sco omonimo dei “Selvaggi del Borneo”.

2004 - collettiva, sonorizzazione video Giovanni Matteo, “Vigna degli artisti”, Vinci (Firenze), opera pubblicata in catalogo, testo di Marcella Anglani;- “Videominuto” (rassegna di videoclip), sonorizza-zione video Giovanni Matteo, Centro per l’Arte Con-temporanea Luigi Pecci, Prato;

2003 - collettiva “Tracce Fuori Centro”, sonorizzazione vi-deo Giovanni Matteo, Villa Vogel, Firenze; opera pub-blicata in catalogo, testo di Gaia Bindi.

ALESSANDRO MATTEO nasce a Galatina nel 1985; vive ed opera a Lecce.Tra il 2008 e il 2009 si laurea e si specializza in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.Alla base del suo lavoro e della sua ricerca c’è la contaminazione tra vari linguaggi, da quello pittorico e registico a quello pubblicitario e musicale.Dal 2003 fa parte del collettivo di musicisti/artisti Zweisamkeit con cui ha pubblicato un disco nel 2011, “Il san-tuario della pazienza”.

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Principali mostre personali e collettive:

2012- “Intro.”, mostra personale, a cura di Sante Cutec-chia, Giovanni Matteo e Caterina Striccoli, testo cri-tico di Giovanni Matteo, Majazzin House Gallery, Al-tamura (BA).- “Pesce d’aprile. Una mostra a far male!”, da un’idea di Iginio Iurilli, a cura di Roberto Lacarbonara, Galle-ria BLUorG, Bari.- “Pausania secondo terzi”, mostra personale, a cura di Lorenzo Madaro, Galleria HEA 180, Lecce.- “Ozio”, mostra collettiva, a cura di Lorenzo Madaro, A&A – Art e Ars Gallery, Galatina (LE).- “Notte della cultura”, mostra collettiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery, Galatina (LE).- “Caduti da un chiodo”, mostra collettiva, a cura di LEMOSCHE Contemporary Acts, Palo del Colle (BA).- “Tutti su Ventura”, mostra collettiva, a cura di Ma-jazzin House Gallery, Altamura (BA). - “P.Art – pro-duzioni artistiche”, mostra collettiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery e Cecilia Leucci, Palazzo della Cul-tura, Galatina (LE). - “Natale Nazista”, mostra personale, a cura e con testo critico di Roberto Lacarbonara, Docks 101, Locorotondo (BA).

2011 - “The Last Low Show”, mostra collettiva, a cura della galleria I Low Art, Bari.- “They hate us for our freedom”, mostra colletti-va, a cura di Claudia Giordano e Giuseppe Racanelli, C.S.O.A. Mercato Occupato, Bari.- “Tracce”, mostra colletiva, testo di Francesca De Fi-lippi, Spazio Bellezza Orsini (Otium Teatro), Bologna.

- [Contemporanea] – III edizione, mostra colletiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery,LECCEARREDO-DESIGN c/o quartiere fieristico Gala-tina, Lecce.- “Le Dernier Restaurant – osservatorio del cibo con-temporaneo”, a cura di Grazia De Palma, Galleria BLUorG, Bari.-“FOOD for BRAIN”, Contemporary Art Event, mostra colletiva, a cura di A&A – Art & Ars Gallery, Galatina (LE)- “quattroXquattro”, mostra collettiva, a cura di Mi-rella Mazzarone con testo critico diMaria Vinella, Castello medievale – sala dei reperti archeologici, Massafra (TA).- “Distopie”, mostra collettiva, a cura di Giuseppe Bel-lini, Galleria BLUorG, Bari.

2010- [Contemporanea], mostra collettiva, a cura di A&A – Art e Ars Gallery, LECCEARREDO-DESIGN c/o Lecce Fiere, Lecce.- “Contemporary Christmas”, mostra collettiva, a cura della galleria I Low Art, Bari.

2009 - “Bitonto Art Festival 2009”, esposizione collettiva di pittura, scultura e installazioni, a cura di Lara Carbo-nara, Lucrezia Naglieri e Pierfrancesco Uva.

2008 - “Nuova Voce”, esposizione colletiva di pittura, scul-tura e installazioni, fondazioneGiorgio Correggiari, Fiera del Levante, Bari.

FABIO MAZZOLA nasce a Bari il 25 settembre 1980, consegue il diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Pino Pascali” di Bari. Frequenta la facoltà di Architettura presso il Politecnico di Bari. Attualmente vive e lavora a Bari.

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2012- Melancolia, personale, Magazzini Criminali/Como-no, Sassuolo, testo critico a cura di Giovanni Matteo.- Nadsat, rituali e linguaggi della giovinezza , collet-tiva, Gallerie Civiche di Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano, a cura di Luiza Samanda Turrini e Paolo Donini.- Non rompete le scatole (in villa..), collettiva, Villa Arconati, Castellazzo di Bollate, a cura di Adriano Pa-squali.- I LOW ART 2nd edition, collettiva, ARTCore contem-porary gallery, Bari, a cura di Mara Nitti.2011 - Dies Irae, personale, Underdogstudio, Modena, te-sto critico di Giovanni Matteo.- Lebensraum, tripla personale con Luigi Massari e Andrea Palamà, Magazzini Criminali, Sassuolo, a cura di Luiza Samanda Turrini.- Non rompete le scatole, collettiva, Spazio b-art con-temporary, Seveso, a cura di Adriano Pasquali.- Branchi – insieme di insiemi, collettiva, MEME, Ca-gliari, a cura di Paolo Carta e Giorgio Plaisant.- Small, collettiva, Laranarossagallery, Latina, a cura di Ersilia Sarrecchia e Federica Miraglia.- Tricolore, Paggeria Arte, Sassuolo, a cura di Chiara

Messori.- STO* DISEGNANDO!, Circoloquadro, Milano, a cura di Michael Rotondi.- Off, Magazzini Criminali, Sassuolo.- Spazio vitale_lebensraum, collettiva, Underdogstu-dio, Modena, a cura di Luiza Samanda Turrini.- Cuore di cane, Underdogstudio, Modena, testo cri-tico di Gioia Perrone.- Selezionato per il catalogo di Premio Combat, opera pubblicata.- Tracce, collettiva, Bellezza Orsini, Bologna, testo cri-tico di Francesca de Filippi.- STO* DISEGNANDO!, Underdogstudio, Modena, a cura di Michael Rotondi.- Come together!, collettiva, Piscina Comunale, Mila-no, a cura di Adriano Pasquali. - Animals, collettiva, Majazzin House Gallery, Alta-mura (Ba), a cura di Sante Cutecchia, Giovanni Mat-teo e Caterina Striccoli. 2010 - Mondo Candido/Secret Show, collettiva Underdog-studio, Modena, a cura di Luciano Bormann.- Opening!, collettiva, Underdogstudio, Modena, a cura degli artisti in mostra.

EMANUELE PUZZIELLO Nato a Maglie (Le) nel 1982, vive e lavora fra Modena e Lecce.

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Principali mostre collettive e personali:

2012/2013Altamura (Ba), Majazzin House Gallery, Tutti su Ven-tura, collettiva a cura di Ozio e Majazzin.

2006 Altamura (Ba), Monastero del Soccorso, Oggetti d’in-fezione a cura dell’Ass. ARCI T0d0m0d0.- Pietrarubbia (PU), Fondazione Arnaldo Pomodoro, mostra a cura di Nunzio Di Stefano.- Taranto, Castello Aragonese, Intimità quotidiane, a cura di Vito Caiati.- Auditorium Parco della Musica - Roma, Doctor Clip - festival di videoclip di poesia nell’ambito di Roma-poesia, a cura di Lello Voce, (selezione e proiezione del clip realizzato con Giovanni Matteo e Tiziano Ser-ra);

2004 - Pietrarubbia (PU), Fondazione Arnaldo Pomodoro, mostra a cura di Nunzio Di Stefano.- Taranto, Castello Aragonese, Intimità quotidiane, a cura di Vito Caiati.

2003 - Manduria (Ta), Controcampi, mappe, itinerari, spa-zi, aggregazioni, a cura di Marcella Anglani, Marco Scotini, Laura Vecere.

2002 - Campi Salentina (Le), Casa Prato Calabrese, Indica-zioni provvisorie, promossa dall’Accademia di Belle Arti di Lecce a cura di Gianni Pozzi e Rita Tondo.

2001 - Faenza, Museo Internazionale per la Ceramica, Arte della Ceramica, collettiva- Cutrofiano (Le), Palazzo Angelelli, Babele, collettiva

2000 - Faenza, Palazzo dell’Esposizioni, collettiva- Faenza, Galleria della Molinella, collettiva

Premi

2001- 1° Premio al Concorso “Arte della Ceramica” su tema “il vaso da fiori per arredamento d’interni” Mu-seo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.

2000- 1° Premio al Concorso per l’ideazione di un monu-mento in bronzo collocato in Piazzale Sercognani a Faenza

Presenza in musei e luoghi pubblici:

- Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche

CATERINA STRICCOLI nasce il 19/06/79 a Castellana Grotte. Diplomata all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza, consegue il diploma accademico in Scultura presso l’Accademia di Lecce. Oltre all’acquerello e alla grafica, sperimenta l’uso della ceramica, della pietra, dei metalli (presso il Centro T.A.M. di Pietrarubbia, con Nunzio e A. Pomodoro), del gres (presso l’Atelier Franco Bucci di Pesaro) e si interessa all’applicazione della ceramica in campo architettoni-co (Summer School con Nino Caruso presso l’Accademia dell’Artigianato Artistico di Este). Attualmente vive e lavora ad Altamura (BA) e cura lo spazio indipendente Majazzin House Gallery con Sante Cutecchia e Giovanni Matteo.

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- Faenza, Piazzale Sercognani- Caltagirone (Catania), Museo delle Ceramiche

- Cutrofiano (Le), Museo della Ceramica- Cesuna (Vi), Museo dei Cuchi

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