ouroboros n.2/2013

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Rassegna bimestrale di studi tradizionali.

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  • 1Rassegna bimestrale di StudiTradizionaliAnno 2 n. 2Giugno 2013

  • 2Un soggiorno fra cielo e mare...a Polignano, in Puglia!

  • 3vico Santo Stefano, 9/11Polignano a mare (ba)tel.: 080 4249563 - cell.: 339 7421482 - 331 6784312www.santostefano.info

    Santo Stefano

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    Un soggiorno fra cielo e mare...a Polignano, in Puglia!

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  • 4LIBRERIAROMASpecializzata in filosofia, esoterismo, ma-gia, yoga, medicina e alimentazione na-turale, simbolismo, alchimia, massoneria, templarismo, filosofie orientali, antropo-

    sofia, teosofia, astrologia.

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    quisti on-line

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    www.libreriaroma.it

  • 512 La leggenda del biancospino di Franco ardito

    32 Dai Catari ai Rosa+Crocedi aldo tavolaro24 Il serpente cosmicodi Pimandro

    46 Jacques de Molay, vita e morte di un templaredi rino GuadaGnino

    8 Il Sole allo zenithdi Jeron Brandanus7 Acqua e Fuoco al Solstizio dEstateeditoriale

    40 Considerazioni sul Sole e sulla LunaDel Soledi alessandro lorenzo

    Della Lunadi maria carella

    4041

    In copertina:Giovanni Stradano; Il laboratorio dellalchimista.

    Rassegna bimestraledi Studi Tradizionali

    anno 2 n. 2Giugno 2013

    Direttore ResponsabileFranco ardito

    Redazionec/o creative corporation srlvia M. Santo, 17-19

    70124 Bari

    OUROBOROS si riceve in abbonamento gratuito; per richiederla inviuare il proprio indirizzo e-mail a:

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    Articoli e immagini vanno inviati per e-mail a:

    [email protected] articoli dovranno

    pervenirci in formato .doc o .docx e le immagini

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    Le opinioni espresse negli articoli impegna-no solo gli autori e non coinvolgono n rappre-sentano il pensiero della

    Direzione

  • 6

  • 7Giu

    Gn

    o

    IACqUA E FUOCO

    AL SOLStIzIO DEStAtE

    l Sole ha raggiunto il suo apice, si ferma per un attimo; sul limitare della Costellazione del Cancro, segno

    dacqua dominato dalla Luna: in questattimo, per un solo attimo, le porte del Cielo si aprono e le due polarit oppo-ste, il Fuoco solare e lAcqua lunare, sincontrano. I trian-goli dellAcqua e del Fuoco si sovrappongono formando lesagramma; si realizzano le nozze fra Cielo e Terra, che aprono il passaggio fra il mondo umano e quello divino. Lenergia dellAlto comunica con lenergia del Basso e lin-contro fra Fuoco e Acqua genera il rinnovamento: lacqua terrena, impura, si trasforma in vapore, acqua celeste, che sale verso lalto. Il Solstizio dEstate momento di catarsi ed esaltazione, di rinnovamento e di speranza; consuetudine bagnarsi nei fiumi e nei laghi, e danzre intorno ai fuochi saltandovi attra-verso: il fuoco brucia le scorie e lacqua le lava, purificando luomo nellattesa di una luce a venire. Apollo, dio del Sole e degli oracoli, induce a guardare verso il futuro, nella con-sapevolezza che lunico futuro certo la morte materiale, da cui sorger una nuova vita su un livello superiore. Nel giorno del Battista lacqua battesimale opera sui corpi e sulle anime alla maniera in cui il Mercurio dei filosofi, il Logos Giovanneo di Basilio Valentino, opera sulla materia prima realizzando la trasmutazione.Da questattimo fatale il Sole comincia il suo declino che lo porter al suo minimo sul limitare del Capricorno, segno di Terra in cui la forza del Fuoco andr a potenziare lenergia germinativa terrestre, realizzando lincarnazione del Logos e compiendo la profezia:Io per me vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me pi potente di me, e io non son degno di portargli i sandali; egli vi battezzer con lo Spirito Santo e col fuoco (Matteo, III, 11).

  • 8econdo la tradizione, due volte lanno il Cielo entra in comu-

    nicazione con la terra; avviene in oc-casione dei Solstizi, quando le porte del Cielo, le janua corrispondenti a S. Giovanni dEstate e a S. Giovanni dInverno, si aprono ponendo in rela-zione il basso con lalto. Al Solstizio dEstate lenergia solare scende sulla terra, consentendo ai frutti di maturare e alla natura di rag-giungere il culmine della sua manife-stazione. La Porta Solstiziale (la Porta degli Uomini) si apre verso il basso e il Sole, al massimo della potenza, manda i suoi raggi verticalmente ad ingravidare la Terra, che partorir nove mesi dopo, allEquinozio di

    Primavera. In questa jerogamia il principio maschile che domina: Zeus feconda Era, vestita con le penne del pavone a lei sacro, e da questa unione nascer Ilizia, la dea della fecondit.Il Solstizio dInverno invece domi-nato dal principio femminile: dalla terra che sorge lenergia che consente al seme di germogliare, di morire per dare origine alla pianta, che sorger dalla terra per volgersi verso lalto. E verso lalto si apre la porta (Porta degli Dei) dalla quale, secondo la Tradizio-ne, escono le anime degli uomini, che lasciano il regno della materia per ri-nascere in una dimensione superiore.I Solstizi rappresentano i due mo-

    S

    Il soleallo zenIthdi Jeron Brandanus

    8

  • 9menti misterici pi impor-tanti dellanno, poich in

    queste date il sole si trova allo zenith rispettivamente sul Tropico del Cancro e sul Tropico del Capricorno.

    Il rapporto col cIeloIl Sole allo zenith ha una valenza altamente simbolica nel rapporto fra luomo e la divinit; lenergia del cielo che raggiunge la terra, la forza divina che si trasmette alluomo attra-verso il raggio di sole che, investendo-lo perpendicolarmente, ne attraversa il corpo energizzando i centri vitali. Una facolt determinata dalla sua posizione eretta che, per questo, lo distingue dagli animali e lo rende partecipe del divino. Lo splendore o la fiamma, o comunque linsegna radiante sulla cima della testa, laureola dei santi e degli dei, in rapporto con questa energia col-legata a quel simbolismo ermetico che accende una luce sul cranio, in corrispondenza alla zona che la Qabbalah individua fra Keter e lAin

    Soph. E il segno di distinzione di chi, in contatto con lenergia superiore, ne diventato partecipe ponendosi, in basso, come espressione dellalto e sottolineando come la dignit della quale investito, spirituale ma anche profana, provenga da designazione di-vina. Cos la corona regale, circolare e raggiante, rende partecipe il re-gnante del cielo e dellenergia che ne promana, sottolineando il fatto di re-gnare per diritto divino; cos la tonsu-ra, pi o meno ampia, adottata dagli ordini monastici esprime, attraverso

    Foto in alto:La tonsura mo-nacale riprende

    laureola intorno al capo di chi

    tende al rapporto con Dio.

    Foto in basso: La corona regale

    espande i suoi raggi intorno alla

    testa di Re Davide (particolare di

    una tela del Guercino)..

    9

  • 10

    la disposizione dei capelli, lirraggia-mento di questa energia nel mondo. La chierica sacerdotale, invece, indi-vidua la fontanella, il punto della testa attraverso il quale penetra la luce proveniente dal Cielo, collegando le azioni umane alla volont celeste.La necessit di catturare il raggio solare al Solstizio destate, creando quindi un diretto collegamento con la divinit, emerge evidente in alcuni edifici sacri, fra i quali il Pantheon rappresenta lesempio pi evidente. Costruito nel luogo esatto in cui, se-condo la tradizione, un antico tumulo identificava il punto in cui Romolo sarebbe asceso al cielo trasportato dal dio Marte, questo tempio, dedicato a tutte le divinit, presenta al centro della cupola un oculo attraverso il quale, a mezzogiorno del Solstizio destate, penetra un raggio di sole che va a cadere perfettamente al centro del portale dingresso, irraggiando chi ne varca la soglia, a qualunque Dio sia devoto.Con la sua impostazione progettuale sostanzialmente sferica, il Pantheon ha la valenza di un cranio umano, con la sua fontanella attraverso la quale penetra lenergia del Sole per vivificare lumanit. Lasse simbolico che dal centro del pavimento si eleva fino ad attraver-

    sare il centro del foro della cupola, rappresenta lAxis mundi e colui che vi si pone in corrispondenza diventa il trait-dunion tra le forze telluriche pro-venienti dalla Madre Terra, sotto i suoi piedi, e quelle cosmiche del Cielo che si affaccia dal foro. La jerogamia ricor-da cos la dimensione cosmica in cui lUomo si trova a vivere la sua espe-rienza, e la forza spirituale del Sole diventa per lui una irrefrenabile spinta verso la propria elevazione, proiettan-dolo verso lalto in quella concezione ascensionistica evocata dallo stesso luogo in cui il monumento sorge. Mentre questo avviene al Solstizio dEstate alle nostre latitudini, nello stesso momento lemisfero australe sa-luta il Solstizio dInverno; mentre nel nostro emisfero domina la luce, lener-gia solare, il principio maschile della generazione, nellaltro emisfero regna il buio, lenergia della Grande Madre, il principio femminile della gestazione.Anche per i Solstizi quindi, come per gli Equinozi, il bianco e il nero sincon-trano, individuando un punto di equi-librio. Lunica differenza che negli Equinozi la variabile il tempo, tanto che prima o dopo lattimo dellequili-brio prevale lombra o la luce, mentre i Solstizi esistono contemporaneamente ma in luoghi diversi, per cui in questo caso la variabile lo spazio.Poich allequilibrio gli opposti si uni-scono, anche il Sole allo zenith non rappresenta un momento assoluto per lintero pianeta, ma solo per il Tropi-co al quale si riferisce. Da questo momento il Sole prender a calare, fino a giungere allequilibrio equinoziale e poi ancora pi gi, fino al suo momento pi basso. Ma an-che allora, quando nel nostro animo torner lantica angoscia per il timore che il Sole vada a spegnersi, che la sua luce non risorga a darci vigore e energia... anche allora sapremo che dallaltra parte del mondo il Sole nel pieno del suo vigore.

    Nellimmagine:Linclinazione dei raggi solari sulla terra in occasio-ne del Solstizio destate nellemi-sfero nord. Il sole allo zenith sul Tropico del Cancro mentre sul Tropico del Capricorno i raggi sono al massimo dellinclinazione; il Solstizio dInverno.

  • 11

  • 12

    D

    la leGGenDaDel BIanCosPInodi Franco ardIto

    opo la nascita di Ges dice unantica leggenda - Maria ebbe

    da occuparsi dei suoi compiti di madre per cui, fra laltro, lavava ogni giorno i pannolini del suo bambino in modo che fossero sempre candidi e freschi, stenden-doli quindi ad asciugare su una corda tesa nella stalla.Pass cos linverno e una mattina il sole prese a splendere tiepido, tanto che Maria pens che avrebbe potuto met-tere ad asciugare i pannolini allaperto. Usc dalla capanna e si trov di fronte al meraviglioso spettacolo della natura risve-gliatasi al sole della primavera incipiente. Si guard intorno; le dispiaceva stendere i pannolini sul prato e schiacciare cos le corolle dei primi fiori. Finalmente scopr un cespuglio sul quale non cera alcun fiore ed i cui ramoscelli avevano soltanto

    piccole spine acuminate.

    Maria stese sulla siepe i lini e rientr

    nella capanna. Ne usc poco dopo per vedere se

    fossero asciugati e scopr che la pianta si era ricoperta di fiori bianchi e profumati. Era nato il biancospino.Questo racconta unantica leggenda

    12

  • 13

    italiana dove peraltro, come in tutte le leggende, laspetto favolistico cela contenuti profondi, che vi sono stati nascosti allo scopo di affidarli alla tradizione.Il Cristo, il Logos incarnato, lessen-za divina scesa a pervadere la mate-ria, nasce al Solstizio dInverno, nel punto in cui il Sole inverte il suo per-corso dando inizio ad un nuovo ciclo,

    men-tre la na-tura, fino allora addormentata e

    sterile, prende ad attivarsi di nuova vita.E il momento della rinascita, che tuttavia ancora intima, profonda, e che si paleser pienamen-te pi tardi, con leffettivo risorgere della natura. Una rinascita che partecipa di un processo ciclico e universa-le, eterno nella sua ciclicit e quindi ineluttabile; la sua logica rientra nella pi ampia logica delluniverso manifesto e, per il prin-

    cipio secondo il quale ci che in basso analo-go a ci che in alto, legge fondamentale

    ed eterna anche nei piani occulti pi elevati.Scrive Helena Blavatsky a proposito dellevoluzione cosmica: Lessenza unica, infinita e scono-sciuta, esistita ed esiste per leternit, divenendo passiva o attiva a intervalli periodici. Queste con-dizioni sono definite i giorni e le notti di Brahma Per impiegare una metafora, una espirazione dellEssenza sconosciuta produce il mondo e uninspirazione lo fa

    scomparire. Questo procedimento in azione da tutta leternit e il nostro universo attuale non che una delle serie infinite che non hanno princi-

    pio e che non avranno mai fine.Questa perpetua rinascita, che

    oppone il sonno cosmico del Pralaya allo stato di risve-

    glio man-vantarico dellEssere

    Unico (co-smogenesi),

    coinvolge tutto Ci che . Alle

    sue leggi obbedi-sce levoluzione della

    vita e quindi delluomo, per cui durante sette

    Ronde lumanit, come il globo sul quale vive, tende incessantemente

    ad assumere di nuovo la forma pri-

    mitiva, quella di una legione di Dhyan-Chohan. (H. Blava-

    stky). Tuttavia luomo ha in s la possibilit di raggiungere lo stato di Dhyan-Chohan (essere spirituale, emanazione divina) attraverso il conseguimento di un risveglio che, contrariamente a quello eternamen-

    te riproposto dellevoluzione cosmi-ca, ha il carattere dellepisodicit in quanto limitato ai pochi che hanno la capacit, il coraggio e la sapienza necessari a conseguirlo. In tal modo lindividuo tenta di anticipare i tem-

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    pi della sua evoluzione attivando le proprie facolt latenti e ponendole in relazione con le correnti cosmiche, in modo da raggiungere lidentificazione con lEntit Assoluta. E appunto a questa palingenesi che si riferisce la leggenda del bianco-spino, laddove il fiore sboccia grazie allazione di una forza vitale (il Cristo come emanazione divina nel mondo materiale, e quindi i lini che con lui sono stati a contatto) mediata e pro-piziata dalla Vergine, mistica espres-sione del Grande Agente dei filosofi, Acqua Mercu-riale che solve e coagula. Ed infatti la Vergine che lava i lini prima di porli a contatto con la natura; essa lenergia in potenza della Materia Prima, la Quintessenza di cui ogni cosa composta, che pu farsi forza distruttrice o tra-mite di genera-zione. Senza lac-qua divina dice Zosimo nulla esiste, nel composto essa opera ogni operazione. Ecco quindi, tramite la Vergine, realiz-zarsi la trasmuta-zione; questac-qua divina dice Ostano risuscita i morti e fa morire i vivi, perch fa uscire le nature dalle loro nature; e Arnaldo da Vil-lanova aggiunge: la nostra acqua

    mortifica, illumina, monda e purifica. Essa dapprima fa apparire i colori scuri durante la mortificazione del Corpo, poi vengono altri colori, numerosi e vari, e per ultimo la bianchezza. Siamo allAlbe-do, quindi, la prima delle trasmuta-zioni alchemiche che porta al bianco la materia dellOpera; e bianco il fiore nato per il gesto della Vergine, solvente ermetico che ha compiuto la prima corporificazione dello spirito fissando il volatile e la sottilizzazione della materia volatilizzando il fisso, per cui le fecce oscure imbiancano ed

    Nella foto:La fissazione del Mercurio; illustrazione tratta dallo Speculum Veritatis.

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    una forma se ne discioglie e si alza, abban-donando il sepolcro (Julius Evola).Con la sottilizzazione, dice Bernardo Trevisano, si compiuta la rosa bianca, celeste, soave, cos amata dai filosofi; come il biancospino, appunto; rosa bianca ed anzi prima fra le rosacee a sbocciare in primavera, preludio alla rosa come lAlbedo precede il Rosso negli stadi della Grande Opera.

    Il BIancospIno e la rosaEsotericamente definito in una signi-ficazione palingenetica, il biancospi-

    no richiama a s le attribuzioni della rosa, della quale peraltro botanica-mente parente. Lo stesso appellativo di Maria quale Rosa Mistica ripro-pone la leggenda del biancospino attraverso le parole di Jacob Bohme, per il quale il corpo esteriore non pi che uno spinoso roveto in mezzo al quale nondimeno potrebbero sbocciare delle rose, rigenerazione alchemica della materia prima ad opera dellAcqua Divina figurata da una Vergine che la madre rispetto al rinato, sorto da lei per immacolata concezione (J. Evola). A

    sua volta per la tradi-zione ebraica Maria, la Donna del Mare di Basilio Valentino, nasce per immaco-lata concezione da Anna, personificazio-ne del nutrimento pe-renne, immortalante, spesso connessa con i miti atlantidei lunari del Treta-Yuga (Et dellargento).Come simbolo di rigenerazione la rosa, e con essa il biancospino, deriva dallincontro dei principi maschile e femminile, vertica-le e orizzontale, al cui incrocio sboccia lessenza di vita. E il segno del ternario che prende forma col simbolo dei Rosa+Croce, in cui tuttavia compreso il quaternario attraver-so le corrisponden-ze cabalistiche che collegano i quattro bracci della croce ai principi quaternari di Fuoco, Aria, Acqua e Terra, riuniti e

  • 16

    compenetrati dalla rosa, punto vi-vente e radiante al centro dei quattro elementi, che trasforma il quaternario in quinario.Si tratta della stessa concezione qui-naria simboleggiata dal loto, omologo orientale della rosa, il quale affonda le radici nella Terra, attraversa lAc-qua per raggiungere lAria e sbocciare al Sole, verso il quale tende la sua

    evoluzione. Esso pur con-tiene nel suo in-timo la propria potenzialit, poich nel seme riprodotta la futura pianta. Anche il quina-rio, nel senso dello spirito ca-lato nella natura e della sua azio-ne in termini di energia vivifi-cante, emerge dalla leggenda del biancospino, peraltro raffor-zato dalla stessa natura del fiore, la cui corolla composta da cinque petali. Il racconto ripro-pone infatti lo sbocciare del Loto-Chackra ad opera della cor-rente kundalini-ca rappresentata dalla Vergine, intermediaria dello Spirito Divino incarna-to nelluomo; la vincitrice del Caos che, secondo la con-cezione gnosti-

    ca, cammina attraverso tutte le cose (Filalete). Non a caso liconografia cattolica raffigura la Vergine nellatto di schiacciare il serpente, simbolo del drago Uroboros.Da tutto questo deriva che il bianco-spino un evidente simbolo di spiri-tualit lunare che, nel riferimento alla Luna come astro luminoso ma pur sempre riflettente della luce solare,

    Nella foto:Antica scheda botanica del biancospino.

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    prevede unentit mediatrice fra la materia e il Principio Assoluto. La Luna, inoltre, simile ad una terra celeste, quindi ad una terra purificata e pertanto partecipe dello splendore radiante del Sole ma non immedesi-mata con esso. Da questa spiritualit traggono origine i miti dellAcqua e della Donna e ad essa si riconducono i caratteri di sensibilit, sacrificio e tranquillit specificatamente femmini-li, che si riconnettono al biancospino anche attraverso le sue caratteristiche botaniche ed erboristiche. Infusi e tisane preparati con i fiori di questa pianta hanno infatti propriet cal-manti, equilibranti e ipotensive, men-tre unantica credenza popolare le attribuisce la caratteristica di crescere preferibilmente sulla verticale di falde acquifere.Non quindi un caso che il biancospino, simbolo di una rigenerazione mediata e quindi a carattere sacerdo-tale, sia stato fatto oggetto di una leggenda cattolica; la tradizione religiosa in-fatti, per la sua pretesa di farsi tramite fra umanit e divinit, ha sovrapposto al principio solare limmagine della Vergine-Madre che lo ha generato, travalicando in tal modo la concezione regale per la quale il prin-cipio spirituale, loro dei filosofi, comprende e pa-droneggia la forza animica, concepita ad immagine fem-minile. Kamutef, toro di sua madre, era uno dei titoli del Faraone, a significare colui che, figlio del Sole, possiede la sostanza originaria.Pur se abbastanza analoghi sul piano delle significazio-ni simboliche, biancospino e rosa sono tuttavia sepa-rati da una differenza che

    li pone su due piani diversi, corri-spondente a quella che intercorre fra lOpera al Bianco e lOpera al Rosso nella ricerca alchemica. Scrive Julius Evola: Se la prima contrassegnata dalla Luna, per arrivare al Rosso occor-re solo accrescere il Fuoco, che ora non si congiunger pi al Corpo attraverso lAcqua ma direttamente, giungendo in virt della sua natura ad una profondit a cui lOpera precedentemente non era giunta. Ora non pi necessaria lin-termediazione della Vergine perch soluzione e coagulazione si realiz-zino; ora che la madre posseduta dal figlio, che lincesto alchemico si compiuto, solo ora la rigenerazione totale, il biancospino ha lasciato il posto alla rosa. Vi una certa legit-timit scrive ancora Evola nel ri-connettere lOpera al Bianco e lOpera al

    Nella foto sotto:La Coniunctio

    in una immagine tratta dal Rosa-

    rium Philosopho-rum. Il testo dice:

    O Luna, at-traverso il mio

    abbraccio e il mio dolce amore di-

    venti bella, forte e potente come me.

    O Sole, tu sei riconoscibile

    sopra ogni altra luce, tuttavia hai

    bisogno di me come il gallo delle

    galline.

  • 18

    Ros-so rispettiva-mente alliniziazione dei Piccoli e dei Grandi Misteri classici. Promessa degli uni come degli altri era limmortalit ma la prima era tale in termini di vita, sia pure di vita cosmica, quindi condizionata e legata alla manife-stazione. La seconda, quella dei Misteri Maggiori, era unimmortalit superco-smica, che sussiste anche quando mondi, uomini e di tramontano. Due diversi piani dimmortalit, quindi, dei quali il primo, quello le-gato al Bianco, vicino alla tradizione sacerdotale mentre il secondo, rela-tivo al Rosso, di carattere ontologico e regale. Di conseguenza se la reli-gione subordina il Rosso al Bianco,

    il Fuoco alla Luce, tanto che nel cat-tolicesimo il Capo Supremo della gerarchia veste di bianco mentre il

    rosso indossato dai Principi della Chie-

    sa a lui sottoposti, lErmetismo privile-gia il Rosso in quanto

    lelisir al bianco non lultima perfezione poich

    gli manca ancora lelemento Fuoco (J. Bohme).

    lalBero della VItaUlteriori conferme a quanto fin qui detto possono rica-

    varsi attraverso una rapida analisi dei livelli iniziatici in

    relazione alle sephiroth ed ai sentieri cabalistici corrispon-

    denti agli Arcani Maggiori dei Tarocchi, individuando le posi-

    zioni simboliche del biancospino e della rosa sullAlbero della Vita.

    A proposito delle emanazioni divine artefici della formazione

    cosmica cos scritto nel Sefer Yetzir: Dieci ineffabili sephiroth, la loro fine fissata nel loro inizio e linizio nella fine, come la fiamma legata con il tizzone. LUniverso promana da Dio attraverso le sue dieci emanazioni, quindi, ma lUomo pu ripercorrere inversamente lo stesso cammino per ricongiungersi e identificarsi con lEssenza Una.Le dieci sephiroth definiscono lo schema occulto dellUniverso e la sua fondamentale unit, distribuite a for-mare lAlbero della Vita, che allarga i suoi rami attraverso lintera creazio-ne. Il pilastro di destra viene definito maschile mentre quello di sinistra femminile; le sephiroth centrali rappresentano la congiunzione degli opposti a cui, partendo dal basso, possono riferirsi gli stadi dellArte che

    Nella foto:Le Stelle nei Tarocchi di Marsiglia.

    Nellaltra pagina:LAlbero della Vita.

  • 19

  • 20

    lAdepto deve di volta in volta con-seguire per giungere al compimento della Grande Opera.

    I sentIerI e le sephIrothIl viaggio inizia in Malkuth, decima sephira inerente la sfera della Terra, che tuttavia ha in s la forza di tutte le sephiroth. E la Materia Prima, che contiene Zolfo e Mercurio allo stato indifferenziato, la cui separazione presuppone la morte del Corpo.Questa si realizza in Yesod, sfera della Luna e sephira corrispondente alla Nigredo; La Luna domina la notte e Yesod labisso profondo della personalit nel quale si cela la luce dellidentit vera (R. Cavendish). Da Yesod si differenziano il principio femminile e quello maschile; il primo, corrispondente a Hod, comprende la vista interiore e lispirazione, che

    producono la devozione religiosa compenetrando e sopraffacendo il principio maschile Netsah. Questul-timo quindi maschio devirilizzato e succube, come Hod femmina de-femminilizzata e incuba; si realizza cos la volati-lizzazione del fisso e la fissazione del volatile attraverso il 17 sentiero che unisce i due principi e che i cabalisti collegano alla lettera Peh, corrispondente al Mercurio per il Sefer Yetzir. E lungo questo sentie-ro che agisce lAcqua Mercuriale, che solve e coagula portando lOpera al Bianco.Questultima condizione si realizza in Tipheret, sfera solare ed energia divina che attiva la vita; Tipheret figlio di Keter (Dio) perch nellAlbero discende da Lui direttamente e lassociazione fra Cristo e il Sole risale ai primissimi tempi del Cristianesimo (R. Cavendish). E

    Nella foto:La Sublimazione attraverso il fuoco; immagine tratta dallo Speculum Veritatis.La Materia Prima, dopo essere stata trattata con urina defebo, sinonimo dellAc-qua Mercuriale, viene sublimata tre volte. Secondo la Turba Philosophorum, loperazione deve continare finch tutto il nero non sia scomparso, giungendo cos allOpera al Bianco.

  • 21

    qui che sboccia il biancospino, attra-verso lintervento della Vergine, qui si perviene da Netsah lungo il sentiero corrispondente allArcano della Tem-peranza, dove linconscio (Netsah) libera i suoi contenuti e questi a loro volta fecondano il conscio (Tiphereth) come una fontana dacqua viva (C. G. Joung). Questa sephira collegata a Yesod dal 15 sentiero, corrisponden-te al Diavolo dei Tarocchi, larcano del vincolo, delle catene da spezzare con volont ferma, delle passioni da vincere. I cabalisti collegano questo sentiero con la lettera Samech, che fanno corrispondere allUroboro, simbolo delleterno divenire, ed solo il superamento del divenire che pu condurre a comprendere il mondo dellessere.Tiphereth rappresenta la prima tra-sformazione avvenuta nellOpera che,

    pertanto, non ancora pervenuta a livello di perfezione. Dice in pro-posito Artefio: In questa operazione (la trasmuta-zione al Bianco) Corpo e Spirito si scambiano le loro nature, mescolandosi e unendosi nelle loro pi piccole parti. Cos si ottiene una sostanza media, un composto corporeo e spiri-tuale. Trasmutazione imperfetta quindi; Ti-phereth definisce tuttavia la pi alta condizione che la mente umana pu raggiungere in stato normale, necessitando condizioni supernormali allAdepto che intende accedere alle sfere pi alte.Come il Sole un rifles-so nella natura dellEnti-t Divina, cos Tipheret solo un riflesso di Keter, a cui congiunto dal

    sentiero dellImperatrice, che i caba-listi fanno corrispondere alla let-tera Ghimel. Fece regnare la lettera Ghimel nella ricchezza scritto nel Sefer Yetzir e le leg una corona e form con essa Marte nel mondo, dove la ricchez-za evidentemente la condizione assoluta raggiungibile in Keter, la rosa rappresenta loro alchemico della trasmutazione e Marte individua il combattimento dellAdepto per com-pletare lOpera, il regime del fuoco che bisogna aumentare per raggiunge-re il Rosso. Dal suo canto lImperatrice prin-cipio materno, che fa germogliare e crescere, dominatore della forza vita-le, che trasforma da forza distruttrice a energia originaria di vita. Sul piano mentale dice Domenico Balbi levoluzione che proietta in un novo ciclo, affrancando dalla materia; lintelligenza che domina la materia, la trasforma e la feconda. In termini cristiani questo Arcano rappresenta la Vergine Ma-ria, la Regina del cielo, in termini occulti la Gnosis, la conoscenza definitiva di Dio, una conoscenza che

    Nellimmagine:Il mistero

    dellArte Ermeti-ca; illustrazione dallo Speculum

    Sophicom Rhodo-Stauroticum di Theophilus Schweighardt.

  • 22

    in Tiphereth solo intuibile in base ad una corrispondenza analogica. Questa sephira rappresenta quindi lo stato contemplativo al quale deve corrispondere lazione; un momento di ascesi religiosa o mistica a cui deve sovrapporsi lesaltazione attiva, che potr indurre lAdepto a perseverare, a continuare per la sua strada.Da questo punto egli proceder non pi nella sfera del sensibile ma lungo livelli superiori, distruggendo in Gebu-rah la propria natura per rigenerarla in Chesed, sephira ordinatrice e co-struttiva, corrispondente allaumento del fuoco alchemico che concentra le scorie nellathanor, poich nella cenere che rimane in fondo al sepolcro si

    trova il diadema del nostro Re (Artefio).

    In Binah

    lAdepto, dalla sua condizione ormai trascendente, pur se sempre nella sfera del divenire, raggiunge la re-gione di Coloro che sono, immer-gendosi nella comprensione di Dio rappresentata dalla Grande Madre del Treta-Yuga, natura femminile e passiva originata dallUno. Elifas Levi identifica Binah con la Venere urania dei Greci, rappresentata da Gio-vanni nella sua Apocalisse come la donna vestita di sole, coronata con dodici stelle e col crescente lu-nare sotto i suoi piedi, ed individua con lArcano dellImperato-re, legato alla lettera Daleth, il sentiero che la collega a Chochmah, principio maschile attraverso il quale lUnico fece il mondo.Nel Sefer Yetzir scritto: Fece regna-re la lettera Daleth nel braccio e le un un corona e combin una nellaltra e form con esse il Sole nel mondo. LAdepto,

    per raggiungere lunione perfetta col potere originario, neces-

    sario che superi Binah attraver-so Chochmah,

    conquistando la propria solare su-

    premazia attraverso una restaurazione

    attiva e glorificante della virilit spirituale.

    In tal modo, attraverso la triplice unione in Keter

    del Pensiero Attivo e della Saggezza Passiva, lidenti-

    ficazione col Principio Uni-co diventa perfetta e la rosa

    sboccia al centro delle quattro creature che hanno sembianze di

    uomo (Ezechiele). Fate che il Sole impregni la Luna, e fate che il

    risultato fruttifichi nel grembo di un Corpo purificato: e allora svilupperete

    il Figlio del Sole, la Quintessenza, la Pietra Filosofale, la Vera Saggezza e la Perfetta Felicit (dal Rotolo Volante n. XV di Winn Wescott, frater Non Omnis Moriar della Golden Dawn).

    Nella foto:De Alchimia;trattato ermetico risalente alla met del XVI secolo.

  • 23

    Franco ardito - Simona ardito

    CaSTEL DEL MonTEIl gremBo della VergIne

    Castel del Monte un concentrato di applicazioni astronomiche, geografiche, matematiche e geo-metriche, un inspiegabile condensato di simboli, di segni, di formule. Si d per scontato che lo abbia fatto costruire Federico II ma si sa per certo che lImperatore non vi soggiorn mai. E assolutamen-te inadatto ad essere abitato e non ancora chiaro per quali motivi sia stato costruito n chi abbia inteso impegnare per la sua costruzione tanto denaro, energie e sapienza. E poi lacqua: nella vasca monolitica che era nel cortile, nelle cisterne sulle torri, nel pozzo sotto il castello, quasi a proteggere il visitatore come in un grembo...

    edIzIonI gIuseppe laterzadi Giuseppe Laterzawww.giuseppelaterza.it

  • 24

    U n elemento ricorrente della visio-ne sciamanica, sia siberiana che mesoamericana, consiste nella necessi-t per luomo, entit cosciente in cam-mino verso una continua evoluzione, di spostare il centro dellenergia vitale dal plesso solare, che le dottrine yoga associano alla volont, verso il centro del cuore, individuato come la sede dello spirito. Qui possibile far riemer-gere amore, compassione, empatia fino a giungere alla guarigione alchemica, purch il chakra del cuore sia aperto per permettere allenergia di fluire.Lenergia vitale percepita come un serpente cosmico, analogo alla dop-pia elica del DNA, che rappresenta la vera matrice della vita. Lindividuo

    pu risvegliare questo serpente, farlo ascendere lungo lalbero della vita, identificato nel corpo umano con la colonna vertebrale. In questa sua risali-ta lenergia del serpente ha, nel centro del cuore, lopportunit di ramificarsi, di aprirsi e continuare a salire, acqui-sendo le ali e diventando aquila. Ma le sue ali possono diventare mani deside-rose e avide, che lottano per afferrare e controllare lenergia, incatenandola in basso invece di liberarla nello squisito volo verso la realizzazione finale.Nel sacro ventre dellalbero della vita, nel luogo dove il mondo celeste discendente incontra lascendente ter-restre, dove il potere esterno incontra il potere interiore, i sacerdoti Toltechi

    Il serPenteCosmICodi pImandro

    La terra canter, madre universale dalle solide fondamenta, antenata venerabile che nutre sul pro-prio suolo tutto ci che esiste. A te appartiene dare ai mortali la vita, e toglierla loro. (omero)

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  • 25

    ponevano una pura pietra bianca, a forma di cuore e con un buco nel mezzo: il posto dove lo spirito, laquila del fuoco della creazione, testa la qualit dellamore offerto.Lungo questi percorsi si snodano i processi di trasformazione intrapresi dal guerriero spirituale, lo sciamano, che lotta contro il ristagno del pro-cesso evolutivo nello sforzo di alline-arsi col mistero ultimo della crea-zione. In questo modo egli diventa un intermediario teso a pacificare e ripristinare le condizioni originarie e riallineare lintento astratto espresso nella scintilla creativa.Lindagine parte dalle culture primiti-ve, perch le stupefacenti similitudini nella elaborazione del pensiero e delle credenze fra popoli diversi e distanti, sia sul piano territoriale che su quello culturale, non possono che far pensare ad un substrato comune fra tutti gli uo-mini, che emerge meglio nei popoli con sovrastrutture culturali meno spesse rispetto ai popoli del primo mondo.Miti, credenze e religioni sembrereb-bero in questottica quasi una neces-sit endogena delluomo. Secondo Hawkins la mente umana stata forgiata dallevoluzione verso la con-cezione di personaggi soprannaturali latori di intenzioni. Dio sarebbe il prodotto della mente delluomo e la religione una sorta di effetto secon-dario dellevoluzione.Il simbolo mitologico del serpente, visto anche come drago, basilisco, ta-rasca o uroboro, accompagna tutto il percorso magico-religioso delluomo, attraversando culture diverse, distanti fra loro nel tempo come nello spa-zio. Il serpente il caos primordiale, lenergia senza controllo, il Leviata-no dellAntico Testamento, la forza ctonia primordiale che scorre attra-verso tutte le cose. Jung ne Lhomme la dcouverte de son me. Structures et fonctionnement delincoscient lo defini-sce come un vertebrato che incarna la

    psiche inferiore, lo psichismo oscuro, ci che raro, incomprensibile, misterioso.Come Uroboro rappresenta lindiffe-renziato che ha in s ogni possibilit, il cerchio che comprende la creazio-ne, il drago bisessuale alchemico che divora la sua coda, autodistruggen-dosi e rigenerandosi ciclicamente. In esso gli opposti non sono ancora divisi; egli terra madre e principio fecondatore, energia della materia e forza dello spirito, vita e morte, costringe nelle sue spire ma insegna anche la lingua degli uccelli.Nelluomo tale stato corrisponde alla vita intrauterina, prima del contatto col mondo, quando la crescita assi-curata dalla totale e assoluta dipen-denza dalla madre. Secondo Mircea Eliade questa condizione si verificata anche nei popoli, agli albori di ogni civilt, quan-do luomo era in contatto indissolubile con la Terra, la Grande Madre, da cui traeva il nutrimento e tramite la quale soddisfaceva ogni suo bisogno. La Terra era il grembo da cui originava la vita e questa consapevo-lezza fu allorigine della societ ma-triarcale e dei miti ad essa connessi. Il serpente fu allora il simbolo di quella forza vitale grazie alla quale la Grande Madre genera la vita; forza ctonia, sco-nosciuta e inconoscibile, che attraversa tutte le cose e che si nasconde nelle profondit della Terra, dov il regno dellignoto e della morte. Non a caso il serpente era lattributo di Demetra e di Ecate, la prima apportatrice di messi, madre di Persefone, dea degli inferi, la seconda fonte di vita, ma anche dea degli spettri e degli incantesimi.Daltra parte la contiguit con gli inferi e con i morti, conoscitori dei segreti e dei misteri degli uomini, collega il ser-pente alla magia e al potere di predire il futuro: era credenza diffusa che man-giare serpenti consentisse la conoscenza della lingua degli uccelli, cio aprisse laccesso alla conoscenza occulta.Anche Giunone Sospita, propiziatrice

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  • 26

    dei raccolti e particolarmente venera-ta a Lanuvio, rientrava nel culto degli Dei sotterranei, legati al ciclo delle stagioni e alla fecondit della terra. Properzio racconta che a Lanuvio, ogni anno, in primavera si svolgeva un rito propiziatorio durante il quale alcune vergini offrivano focacce ad un grosso serpente, sacro alla Dea, cu-stodito nei sotterranei del tempio. Se il serpente accettava il dono era segno che il raccolto sarebbe stato ab-bon-dante, il rifiuto indicava invece che la fanciulla offerente non era vergine; in tal caso limpura veniva sacrificata per scongiurare la carestia.Le caratteristiche del serpente ne fanno un simbolo lunare: muta periodicamente pelle, rinno-vandosi come la luna, come la luna appare e scom-pare e il suo apparire dipende dai raggi del sole, dato che la luna visibile poich ne riflette la luce mentre il serpente si ren-de visibile quan- do, per assorbirne il calore, esce dal suo rifugio. Questo accostamento alla luna ne fa ancora una volta simbolo di fecondit, data la connessione del ciclo lunare col ciclo mestruale. Della madre di Augusto si diceva che lo avesse conce-pito in un amplesso con un serpente nel tempio di Apollo, le donne greche per avere un figlio faceva-no sacrifici ad Esculapio, dio dei serpenti, mentre cre-denza, presso i rabbini, che le mestruazioni dipendano dal rapporto fra Eva e il serpente nel Paradiso Terre-stre. Naturalmente a questi collegamenti contribuisce anche laspetto fallomorfo del serpente, come il suo stri-sciare ondulante ha indotto il collegamento con lacqua e le

    sue onde, ulteriore connessione con la fertilit attraverso il liquido amniotico, inteso come fonte di vita.Il rapporto serpentelunaacqua anche sancito dallinflusso della luna sulle maree, e quindi su tutte le acque terrestri, e sottolineato dallandamen-to sinuoso dei corsi dacqua. E un legame antichissimo che compare in moltissime civilt, sia europee che asiatiche e americane. In Egitto era legato al Nilo ed alle sue esondazio-ni, che rendevano fertili le terre circostanti. In India la Luna la regina delle ac- que men-tre divinit particolar-

    mente venerate in Kerala sono i naga;

    si tratta di serpenti con una gemma incasto-

    nata sulla fronte, che abitano

    in para-disi

    ac-

    quatici, sul fondo di mari, fiumi e laghi, in pa-

    lazzi di gemme e perle.

    Sono i guardiani dellenergia vitale

    che custodita nelle sorgenti dacqua, nei pozzi e negli

    stagni; il loro re e la regina vengono rappresentati come due serpenti intrecciati e si dice che il Kerala sia

    una terra cos Nellimmagine:Il Leviatano, leggendario mostro marino citato nellAntico Testamento.

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    verde e fertile proprio grazie al loro intervento.Questo rapporto fra acqua e Serpente sincontra anche nel Candombl, la religione afrobrasiliana degli Yoruba, gruppo etnico dellAfrica Occidenta-le, giunta nelle Americhe fra il XVI e il XIX secolo con la deportazione degli schiavi. Lo stesso mito compare nellUmbanda e nella Macumba, sem-pre in Brasile, e nella Santeria cubana, di origine yoruba anchesse.Il mito parla di Oxumar, il Serpente arcobaleno che avrebbe percorso lintero pianeta tracciando solchi nella terra; si sarebbero cos formati i letti dei fiumi e dei laghi, che in seguito sarebbero stati riempiti dacqua. Compito di Oxumar quello di restituire lacqua al cielo, dal quale torna di nuovo sulla terra sotto forma di pioggia; un processo

    molto importante, poich lacqua pulita che

    giunge dal cielo purifica la natura

    e

    gli esse-ri, preservando

    la vita.Oxumar

    lenergia cosmi-ca, fonte della vita e delleterno

    trasformarsi delle cose; come i sette colori delliride, percorre lintero

    universo. Per sei mesi maschio e per sei mesi femmina,

    il principio vitale di trasformazione, la

    connessione di cielo e terra, ma- schile e fem-minile, in una dimensione evolutiva.In alcune notti dellanno il Serpente arcobaleno mostra i suoi colori anche intorno alla luna. Per il Candombl queste notti sono molto potenti; nelle cerimonie dinvocazione di questo Orix si colloca una bacinella dacqua

    al centro della Casa del Candombl e tutti gli iniziati, fra le mu-siche e il suono osses-sivo dei tamburi, immergono la mano nellac-qua

    por-tandola

    poi alla testa, in segno di rispetto per il grande Ob che trasporta lacqua verso il cielo.

    sImBolIsmo BIValente del serpenteSecondo la tradizione ermetica il serpente in relazione col caos e col principio della dissoluzione ma assume anche il significato opposto di Spirito di Vita; come sottolinea Julius Evola Il principio in questione ha il doppio segno, Morte e Vita, ha il duplice potere del solve

    e del coagula. E una concezione che percorre tutto lermetismo e che assimila il serpente, di volta in volta, ad una fontana terribile, che se la si lascia prorompere si perduti, ma che conferisce vittoria su ogni cosa al Re che sappia bagnarvisi (Bernardo Trevisano) o allAcqua Divina la

    cui natura arduo contemplare, poich essa tutto in tutto, possiede una via e

    uno spirito, e il potere della distruzione (M. Berthelot) o ancora al Mercurio filosofico, per il quale lessere si libera dalla morte con una agonia che si compie nella grande angoscia dellimpressione, la quale vita mercuriale (J. Bohme).Ancora una volta in significato del serpente accostato a quello dellac-qua, del Mercurio ermetico, della luna, del principio femminile in gene-

    Nellimmagine:Il risveglio della

    Kundalini.

  • 28

    re. La Grande Madre uroborica mo-stra il suo doppio aspetto di generatri-ce di vita e di dispensatrice di morte: il significato itifallico del serpente si associa al potere letale del suo veleno. Il mito cretese di Medusa riassume perfettamente questi concetti: se la lingua che sporge dalla bocca richia-ma latto generativo, i serpenti che le fanno da capigliatura sottolineano i suo potere paralizzante e distruttivo.Ma nella tradizione ermetica, e non

    solo, lindifferenziato ha la necessit di differen-ziarsi; la separazione alchemica, per la quale la natura che domina e trascende se stessa ha fatto sorgere la distinzione fra colui che domina (il principio atti-vo) e colui che dominato (il principio passivo)... tali sono sub specie interioritatis i due poli che con la Separazio-ne si sciolgono luno dallal-tro (J. Evola). Nel caos si determina lesistenza di un centro, solare, maschi-le (mondo dellessere) a cui si contrappone il principio lunare, femminile, carat-terizzato da mutevolezza e trasformazione (mondo del divenire). Il serpente ora si oppone a se stesso, dando origine allequili-brio universale raffigurato dal Caduceo, non a caso impugnato da Mercurio.Questo momento di differenziazione viene definito dal mito. Secondo la mitologia babilonese Marduck uccide il serpente Tiamat, figlia del Caos e raffigurazione della poten-za delloceano primordia-le, creando il mondo con il suo corpo. Thor, nella mitologia nordica, colpisce

    con una martellata il serpente Mid-gardsormr, simbolo dellOceano cosmi-co, che circonda la terra raggiungendo la propria coda, relegandolo in fondo al mare. Alla fine del mondo (il crepu-scolo degli Dei) il serpente riemerger impegnando una lotta mortale con Thor, questi lo colpir, ma dopo nove passi morir a causa del suo veleno.Il mito ripete la cosmogonia: il mon-do si rinnova attraverso la vittoria del dio sulle forze malefiche. Lo esprime

    Nella foto:Johann Heinrich Fussli; Thor col-

    pisce il serpente Midgardsormr.

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    linduismo, con Visn, che attraverso la sua incarnazione come Krisna, vince il Re-Serpente Kalya, che abita in un vor-tice del fiume e col suo fiato infuocato e avvelenato distrugge tutto intorno, ma non lo uccide, condannandolo a vivere nella profondit dellOceano. Lo esprime il Vecchio Testamento, con la lotta di Jahv col mostro marino Rahab, associato al mare in tempesta e al caos originario. La sconfitta di questultimo, che permette alla terra di emergere dalle acque, equivale ad una nuova genesi del mondo, ed insieme alla salvezza delluomo.La rappresentazione periodica della cosmogonia sul piano simbolico il sistema per riprodurre e rivivere attra-verso la ritualit questa rigenerazione. In tal modo luomo riesce a cancel-lare il tempo passato per instaurare un tempo nuovo ed anzi la periodica ripetizione della cerimonia cosmogo-nica lo estrae dal tempo profano per portarlo in un tempo sempre presente, un tempo sacro.Nella religione scrive Mircea Eliade periodicit significa an-zitutto utilizzazione indefinita di un tempo mitico, reso presente. Tutti i rituali hanno la capacit di svolgersi adesso, allistante. Questa ripetizione ha leffetto di in-staurare il tempo mitico in luogo del tempo cor-rente; lannienta-mento simbolico del mondo vecchio rigenera il tempo nella sua totalit, fa-cendo irrompere nella quotidianit situazioni atemporali salvifiche che riconnettono luomo alle origini delluniverso. Dopo la differenziazione, il Dra-

    go, lenergia vitale che attraversa tutte le cose, passa ad esprimere la sola forza lunare, contro la quale combattono gli eroi per raggiungere la loro rea-lizzazione, per procedere dal mondo del divenire al mondo dellessere. La lotta contro il Drago assume allora la valenza della battaglia vittoriosa contro le forze ma-lefiche della natura, il simbolo della conquista di se stesso e della propria individualit. Per certi versi analoga alla venuta del Cristo sulla terra per riscattare lumanit dagli effetti della tentazione originaria ad opera del Serpente; unica differenza che se lEroe colui che si staccato dal contesto circostante per affrancare se stesso dalla dimensione del transito-rio e del mutevole, in questo caso il figlio di Dio che si incarna per affran-care lintera umanit dalla sogge-zione nei confronti del Serpente cosmico e del transeunte. Ancora una volta la ri-petizione dellevento, con la celebrazio-ne periodica della nascita e della morte

    del Cristo, rige-

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    Nella foto:Tempio C di Selinunte; Perseo taglia la testa a Me-dusa, VI sec. a.C.Da notare la bocca di Medusa con la lingua che ne spor-ge, richiamando cos latto sessuale della generazione.

    nera il tempo per rigenerare luomo.Spesso anche lEroe figlio di un Dio e di una vergine; suo padre il prin-cipio divino, rappresentato dallalato Serpente solare, che lo anima nella lotta, ma questo principio dovr dive-nire proprio dellEroe, che si staccher anche dal padre per completare la pro-pria indivi-dualit. Tuttavia il nucleo della sua esistenza la battaglia col Serpente ctonio, talvolta posto a guar-dia di un tesoro di cui lEroe intende impossessarsi, come nel caso di Gia-sone e degli Argonauti alla conquista del Vello doro. Il tesoro in realt la realizzazione solare, difesa dal Drago poich solo chi ne ha la dignit, chi riesce a superare la dimensione della materia, pu conseguirla.In altri casi il Serpente in diretto rapporto con la vita dellEroe. Per

    Ercole la prima minaccia del serpen-te avvenne nella culla, quando Hera, Dea della terra, mand due serpenti a ucciderlo; Ercole li strozz, divenendo come Apollo un dio allontanatore dei mali. Quindi uccise lIdra, il Drago dalle nove teste abitatore delle paludi, e vinse Cerbero, il cane guardiano del Tartaro che agita feroce la terribile coda di serpente. Perseo, tagliandole la testa dalla chioma serpentina, uccise Me-dusa dal cui sangue nacque Pegaso, il cavallo alato evidente espressione della conquista del cielo attraverso la vittoria sullorribile mostro che, non a caso, viveva in una caverna. Peraltro Pegaso era cavalcato Bellerofonte, leroe che a sua volta aveva ucciso la Chimera, altro mostro dalla coda di serpente.Il corso della vita delleroe solare; ripropone il ciclo quotidiano del sole,

    che nasce allalba e, dopo il suo percorso nel cielo, scompare al tramonto nella pro-fondit degli abissi per tornare a splende-re a oriente il mattino dopo. Il viaggio not-turno si svolge negli Inferi, o nel ventre di un mostro marino che ha inghiottito lEroe, il quale tutta-via sapr trovare la propria forza interio-re per tornare al suo destino solare.

    Il serpente come prIncIpIo dI VIta spIrItualeIl serpente non rappre-senta solo la grande minacciosa energia ctonia, esso anche potere di guarigione e di vita: pu essere il serpente di bronzo comandato da Dio

  • 31

    a Mos, che salva col suo potere gli uomini tentati dai mille serpenti del deserto, o il serpente con cui Esculapio curava i malati e rendeva fertili le don-ne sterili, in una ulteriore manifestazio-ne della potenza fallica a lui associata. Nella trasposizione di questa simbo-logia alla individuale ricerca del S tutte le significazioni ad essa associate vanno interpretate in funzione della propria evoluzione eroica, lungo la strada che procede verso la propria interiorit. Luomo-eroe viaggia allora allinterno del proprio labirinto per raggiungere e vincere il proprio Minotauro e quindi emergerne rinno-vato. E, questa, la via della autentica trasmutazione, la conquista del teso-ro nascosto nella propria profondit, il vero obiettivo dellalchimista teso alla ricerca della Pietra Filosofale. Se per giungere a questa conquista luomo-eroe dovr combattere contro il proprio Drago, non potr dimenti-carne la duplice essenza, e il fatto che esso potere di vita oltre che di morte, poich vita e morte sono un unicum inscindibile, una momentanea cesura nel ciclo uroborico dellesistenza.Egli utilizzer allora il potere del serpente, che in questo stadio di trasformazione rappresenta il Mer-curio Alchemico, il diurno Ermete Alato, lArgento vivo, di cui la Tabu-la Smaragdina dice la forza forte di ogni forza, perch vincer ogni cosa sottile e penetrer ogni cosa solida, nel senso alchemiico di perfezionamento e di maturazione dei corpora imperfecta.Ogni lotta interiore una forma di coniunctio, fusione di positivo e negativo in qualcosa che trascende ambedue. Una rappresentazione di questa sintesi la troviamo presso i Tol-techi e gli Atzechi: il loro Dio supre-mo Quetzalcoatl, il serpente piumato, il dio della stella del mattino, in visione simbiotica col suo gemello Xolotl, il dio della stella della sera, rappresenta lunione del giorno e della notte.

    Con la concentrazione in se stesso e la forza interiore luomo-eroe tenter di raggiunge-re la sublimazione della sua per-sonalit e di ritrovare il senso della propria eternit; questo simbolizzato per la dottrina Yoga dal verde serpente Kun-dalini, che sciogliendo le spire in cui si era avvolto, si allunga dalla base della colonna verte-brale fino allaltezza della nuca giungendo ad aprire, al centro della fronte, il terzo occhio, rappresentato presso gli egizi dallUreus - locchio sacro di Horus, unione di sole e luna - il cobra che si ergeva sulla fronte del Faraone.Il significato simbolico finale la conquista della morte che poi consiste nella conquista della propria individualit rigenerata e trasformata, di un nuovo centro della personalit, in definitiva del S: sublimazione e rag-giungimento della propria interezza e della partecipazione a tutto il creato. Questa ricerca da sempre, e in tutte le civilt superiori, lo scopo delle iniziazioni misteriche. Luo-mo dalliniziale indifferenziata felicit uroborica deve passare attraverso tutte le prove che simbolicamente costituiscono il mito delleroe, per giungere alla trasforma-zione. Sempre, in questo lungo cammi-no, ritroviamo la simbologia ofidica, che fondamentalmente comprende il principio degli opposti, prima nella loro separazione e poi nella loro riconcilia-zione e nella loro fusione su un piano pi alto e allo stesso tempo pi esteso. Chi si pone in grado di conoscere se stesso acquisir il proprio significato di Essere e si porr quindi in grado di con-giungere gli opposti; il mondo, prima diviso, sar per lui il grande Uroboro, dove tutte le cose sono una, sorgono dallUno e ritornano allUno.

  • 32

    Raimondo VI nasce nel 1156 e muore nel 1222; diventa conte di Tolosa nel 1195 e viene sco-municato da Papa Innocenzo III per la protezione accordata agli Albigesi. In quel frangente la sua contea viene devastata dai Crociati di Simone di Monfort (quello stesso che, dopo aver espugnato Bziers, aveva ordinato il massacro dei suoi abitanti dicendo, con riferimento ai Catari: Uccideteli tutti, Dio riconoscer i suoi). Ma Rai-mondo, passato alla riscossa, caccia linvasore. Alla sua morte gli succede il figlio, Raimondo VII, che continua la lotta contro i Crociati a favore dei Catari ma alla fine deve sottomettersi, introdurre lInquisizione e consentire la persecuzione dei cosiddetti eretici.Se Raimondo VI fu simpatizzante e protettore dei Catari sino al sacrificio della sua contea da pensare che ne ab-bia sposato lideologia. E se fosse vero che egli fond il movimento rosicru-

    Nella foto:La fortezza catara di Montsgur, espugnta dai crociati cattolici nel marzo 1244. Furono catturati e bruciati vivi 222 catari che rifiuta-rono di abiurare.

    ulien Tondriau stato direttore dei musei dArte e Storia bel-

    gi per il dipartimento dellEstremo Oriente, ha viaggiato a lungo in Asia, Africa e America ed ha pubblicato una Guida allOccultismo sulla quale ha lavorato per dodici anni. In questo libro Tondriau, alla voce Rosa+Croce scrive: Movimento nato nel XII secolo ad opera di Raymond VI conte di Tolosa, o meglio nel XIV secolo da un fondatore pi o meno mitico, Christian Rosenkreutz (morto nel 1484). Per quanto mi riguarda, la prima volta che trovo i Rosa+Croce accosta-ti a Raimondo VI di Tolosa e sup-pongo che Tondriau prima di espri-mere una simile affermazione si sia adeguatamente documentato, tanto pi che su questo personaggio pi categorico che su Rosencreutz, che relega nel pi o meno mitico.Se prendiamo per buona questa origine dei Rosa+Croce, le considerazioni che scaturiscono sono molte e interessanti.

    J

    DaI CatarI aI rosa+CroCedi aldo taVolaro

    32

  • 33

    ciano, come

    non pensa-re che in tale

    movimento abbia trasfuso buona par-

    te di quella ideologia?

    I catarII Catari, gli Uomini Puri, professava-no una dottrina dualista nella quale il Re del mondo, creatore del mondo materiale, era opposto al Dio Padre che Cristo era venuto a far conoscere allumanit. Essi predicavano unas-soluta purezza di vita, rifiutavano i sacramenti tranne il Consolamen-tum una specie di battesimo per gli adulti, che permetteva allavvicinarsi della morte di liberarsi dal peccato; ritenevano riprovevole latto sessuale quando finalizzato alla procreazione, perch imprigionava lo spirito in altri esseri viventi. Di fatto essi costituivano una rigo-rosa forma di protesta religiosa e sociale contro la corruzione della Chiesa; molte delle loro idee rivisse-ro nella riforma protestante: sacer-dozio universale dei fedeli, libera interiore religiosit, prevalenza della coscienza religiosa di fronte al principio di autorit e collocazione diretta, senza intermediari, dellani-ma di fronte a Dio.

    In poche parole, sconfessione del clero catto-

    lico.Tutto ci scaturiva dalla premessa di una tradizione che attribuiva a Giu-seppe dArimatea la conoscenza di particolari insegnamenti del Cristo, non impartiti neppure agli Apostoli. La leggenda del Graal, ossia della coppa nella quale Giuseppe avreb-be raccolto il sangue di Ges, sta a significare appunto che luomo di Arimatea era stato fatto depositario di qualcosa di unico, strettamente legato al Cristo. Era lautentico messaggio del Cristo, non ancora manipolato per fini di potere. Era la vera Parola, quella che poi sarebbe andata perduta.Orbene lo spirito del rosicrucianesimo, a mio parere, rappresentato da tutti quei movimenti iniziatici fioriti un po in tutti i tempi in Europa come in Asia e in Africa, che, insoddisfatti da quanto sino allora offerto allo spirito e allintelletto, continuavano a cercare.E mi riferisco ai Catari come ai Pata-rini, ai Pauliciani, ai Bogomili e agli stessi Assassini, i terribili seguaci di Hassan Ben Sabbah, il Vecchio della Montagna. Essi cercavano la Parola, quella che, secondo Giovanni, era nel Principio; quella Parola che era Dio ma era anche Vita, la Vita dello Spi-rito, sintende. Essi quindi cercavano qualcosa che era rimasto nascosto, fuori dellincasellamento di comodo della liturgia di facciata.

    DaI CatarI aI rosa+CroCedi aldo taVolaro

    33

  • 34

    Condizioni necessarie per condurre questa ricerca erano il segreto e lo studio. Senza la Parola, andata per-duta, erano tenebre e lutto e la pietra cubica sudava sangue e acqua, mentre sul Golgota un giusto, chiunque egli fosse, figlio di Dio, profeta o uomo, si era immolato in nome della pace, della giustizia e della fratellanza.Ma la Parola non tutto, essa sol-tanto una lama di luce che illumina il cammino, ma questo cammino bisogna che vada percorso, attraverso la costruzione di un uomo paziente e premuroso, non geloso, non orgo-glioso, non collerico, non egoista, ma giusto, generoso. Sino a quando questuomo non apparir sulla terra, Dio sar un concetto confuso, che noi cercheremo brancolando.E questuomo che i Rosa+Croce cercavano, pellegrini aggrappati al bordone del viandante; questuomo libero dalle pastoie di una gerarchia pilota di coscienze; libero da paure, minacce, ricatti; libero da seduzioni, lusinghe, promesse, assurdi prezzi del

    Nella foto:Rogo di Catari in una stampa medievale.

    vivere onesto; libero di collocare di-rettamente la propria anima di fronte a Dio senza intermediari disonesti.Quelluomo di cui a suo tempo i Ca-tari si erano messi alla ricerca.E pertanto pensabile, fra questi due movimenti, lesistenza di una ma-trice comune che, in accordo con Julien Tondriau, potrebbe far risalire a Raimondo VI di Tolosa la nascita dellidea rosicruciana

    I rosa+croceNel 1614 si ha la prima manifestazione pubblica del movimento Rosa+Croce. In quellanno usc a Cassel un libello anonimo in lingua tedesca dal titolo complesso e lungo ma da ricordare e riportare integralmente poich la sua semplificazione, come usualmente fatta, andrebbe suo detrimento. Il titolo era: Riforma universale e generale dellintero Universo. Seguita dalla fama fraternitatis dellOnorevole Confraternita della Rosa+Croce, indirizzata a tutti gli uomini dotti e ai Sovrani dEuropa e da una breve risposta inviata dal signor Han-

    selmeyer, il quale per questo motivo arrestato e gettato in prigione dai Gesuiti e inca-tenato su una galera. Ora data alle stampe e resa nota a tutti i cuori sinceri. Il testo preceduto da una pre-fazione alquanto oscura che sembra scritta di getto in una lingua confusa. La sua traduzione lette-rale riportata nel libro di P. Arnold Storia dei Rosa+Croce.Segue una traduzione del Ragguaglio LXXVII tratto dai Ragguagli del Parnaso di Boccolimi, edito a Venezia nel 1612. E questa una sferzan-te satira delle riforme sociali e morali, una maniera colorita per dire

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    Nella foto:Catari espulsi da

    Carcassonne dopo la presa della citt.

    che la redenzione delluomo non pu venire dallesterno come creazione di legislatori e pensatori ma solo dallin-teriorit delluomo, non attraverso il pragmatismo dei riti e dellapparato ecclesiastico ma con la sincera religio-sit e lo slancio mistico. Segue infine la Fama Fraternitatis, una lettera aperta ai saggi e ai cuori fedeli, e qui per la prima volta si accenna a Chri-stian Rosenkreutz: se ne riassume la vita, il suo pellegrinare fra i popoli dOriente e dOccidente, il suo assor-bire cultura, modi, usanze, scienza dai diversi popoli, la fondazione della Confraternita dei Rosa+Croce.Viene descritta la tomba ritrovata di Rosenkreutz, con una simbologia ric-chissima che ha fatto e fa ancora fan-tasticare tanti studiosi. Ma affinch nessuno singanni sul senso di questa scoperta la stessa Fama aggiunge: nello stesso modo una porta deve aprirsi in Europa quando sar caduto il muro in cui gi sintravede.La Confraternita dichiara che reli-giosamente aderisce alla confessione di Ges Cristo com praticata in Germania: cristiana, evangelica, lu-terana. In politica rico-nosce lImpero Romano e il Quarto Impero, la non meglio precisata Quartam Monarchiam. La Fama si conclude con un invito a tutti i sapienti e a tutti gli uo-mini di buona volont di unirsi ai Confratelli Rosa+Croce sub umbra alarum tuarum Jehova.Il concetto del Quarto Impero viene ripreso nella risposta di Adam Haselmayer, personag-gio mitico che scrive a nome degli umili della scuola teofrastica rifiutata dei monti minerali tirolesi.

    Egli sollecita la Confraternita: poich venite secondo le parole dellEvangelista per separare la luce dalle tenebre nel nome di Cristo, non celatevi pi a lungo, o terribili fratelli, Gesuiti che non mentite; inse-gnate al mondo smarrito il vero cammino della filosofia eterna, cio la conoscenza del Messia e della Luce della Natura nel tempo dellImpero dello Spirito Santo.E questo impero dello Spirito Santo il Quarto Impero menzionato nella Fama e nella Risposta. Il Quarto Impero lavvento del Regno di Dio, lannuncio dellavvicinarsi della fine dellera presente. Si tratta di una concezione in auge nel XVII secolo, basata sulla predicazione dellApo-calisse. Con lavvento del Quarto Impero si vedr il cambiamento delle cose, ed Haselmayer prosegue: Dio determiner la caduta del Papa, considerato nemico di Cristo, e della sua cavalleria babilonese, cio prelati e gesuiti; giudicher gli ingiusti ed elever il piccolo gregge dei giusti, e di fronte a questi marcer il Leone di Mezzanotte (cio il Cristo trionfante)

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    al fine di rendere vivo ci che morto, con il qual termine si vuole indicare la redenzione delluomo. Si tratta del sorgere di una era messianica.Questo tema apocalittico messianico sar svolto dettagliatamente in un secondo libello che uscir, sempre anonimo, un anno dopo, nel 1615: la Confessio Fraternitatis.Allapparire dei manifesti si scaten immediatamente una discus-sione sullidentit degli anoni-mi autori, che ancor oggi non ha trovato una paro-la definitiva. Lopinione generale fino ad alcuni anni fa concordava nellattribuire la redazione dei manifesti e la fondazione dellOrdine a Johann Valentin Andreae, diacono luterano del Wurttemberg nel 1614. In verit le cose si sono rivelate alquanto pi complicate in quanto oggi dubbio che lautore dei due manifesti sia Andreae, cosa che del resto egli ha sempre negato, pur ammettendo di essere lautore delle Nozze chimiche di Christian Rosenkteutz, opera giovanile di pura inventiva. Pura invenzione sarebbe lesistenza di una Confraternita Rosa+Croce risalente al mitico Ro-senktreutz, presente e operante allini-zio del XVII secolo e, secondo alcuni, protraentesi nei secoli successivi per giungere addirittura ai nostri giorni. Ci troveremmo, in ultima analisi, di fronte allinvenzione di uninvenzione: sullin-venzione del mito di Rosenkreutz qualcuno avrebbe inventato lesistenza della Confraternita.E linvenzione non ha fine: sullin-ventata Confraternita in seguito molti avrebbero inventato lesistenza di ulteriori Confraternite e il gioco

    potrebbe continuare allinfinito.Ma il particolare interesse nei confron-ti del rosicrucianesimo non riguarda tanto lesistenza pi o meno storica di una Confraternita, quanto il suo con-tenuto ideologico. Secondo Frances Yates il rosicrucianesimo nella storia della cultura europea rappresenta una fase intermedia fra il Rinascimento e la rivoluzione scientifica del XVII se-

    colo. Si tratta di un momento in cui la tradizione rinasci-

    mentale ermetico-cabalistica, formulata da Ficino, Pico della

    Mirandola, Leone Ebreo, Francesco Pa-trizi, non solo non perse il suo vigore ma riprese notevo-le vivacit. Ne

    espressione il risor-gere dellAccademia

    Platonica di Firenze, voluta da Marsilio Ficino e Cosimo dei Medici, che raccoglieva un circolo di persone per le

    quali esisteva a possibilit di rinnovare luomo e la vita religiosa e sociale at-traverso un ritorno alle dottrine genui-ne del platonismo antico.Il neoplatonismo aveva cercato di riconoscere e far rivivere loriginaria sapienza religiosa dellumanit, che ve-deva sintetizzata in Platone, ritenendo che nella sua idea confluissero specula-zioni orientali e greco-romane. Questa tradizione ermetico-cabalistica subisce, nel periodo rosicruciano, linflusso di unaltra corrente, anchessa ermetica (che potremmo definire a carattere alchemico-magico-naturalista) che nelle sue modificazioni successive dar origine alla fondazione delle scienze. Nel rosicrucianesimo rivive tutto que-sto, insieme ad una religiosit che per un verso si richiama ai teologi dellan-tichit e per un altro ritorno alle fonti

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    localit Castel del monteS.P. 234 km 17,00 ex S.S. 170 km 22,00 - 70031 andria (ba)

    Tel +39 0883 541914 - mobile +39 3349170900 / 3668040546 - Fax +39 0883541741web: http://www.casteldelmonteparkhotel.it - e-mail: [email protected]

    il complesso Park Hotel Castel del monte comprende albergo, ristorante, sala ricevimenti, american bar, piscina. immerso in un luminoso ed esteso giardino caratterizzato dalle specie della macchia mediterranea, da alberi da frutta e da essenze autoctone, integrato perfettamente con il paesaggio circostante per offrire una sosta di piacere, lontano dal trambusto della citt. e vicinissimo a Casterl del monte, visibile dal parco in tutta la sua imponenza.il giardino, con piscina attrezzata, dispone di spaziosi gazebo per feste e rinfreschi allaperto, a diretto contatto con la natura.

    ParK HoTel CaSTel Del monTe

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    del cristianesimo, alla stessa parola di Cristo, alla verit rivelata della Bibbia. Lidea che la parola di Dio si rivolga non ai dotti ma a tutti gli uomini e quindi intenda rinnovare non la dottri-na ma la vita. Di qui la contrapposizio-ne non solo con il Cattolicesimo Roma-no ma anche con la Chiesa Luterana. Ricompare una concezione magica della natura, che si ritiene mossa da for-ze intrinsecamente simili a quelle che agiscono nelluomo; questo offrirebbe

    alluomo la possibilit di penetrarne i recessi e di dominarne le forze con lusinghe e incantesimi, simili a quelli con cui si avvince a s un essere anima-to. Figure note di pensatori-maghi sono quelle di Johann Reichlin, giunto alla magia attraverso la cabala, di Corne-lio Agrippa, di Paracelo, di Gerolamo Fra castoro, di Gerolamo Cardano, di Giovan Battista Della Porta, di Jean Baptiste Helmont, di Robert Fludd,

    che tanta parte diretta ebbe nel periodo rosicruciano.Daltra parte si verifica un ritorno alla filosofia naturale che, pur facendo la sua comparsa in alcuni sostenitori della magia, si afferma con Bernardino Tele-sio: la natura, sempre considerata come entit vivente, si ritiene che sia retta da propri principi, che la filosofia ha il compito di scoprire. E una concezione che comporta limpossibilit di pene-trare nella natura e di conquistarne i

    misteri, per cui la filosofia na-turale rompe i ponti con la magia, pur con diverse sfuma-tura, attraverso le possenti figure di Gior-dano Bruno e di Campa-nella, oltre al gi ricordato Telesio.E da questo indirizzo filosofico che sorgeranno le scienze, come una conse-guenza porta-ta allestremo dalla riduzio-ne naturalisti-ca: la natura non ha niente a che fare con

    luomo, n con lanima, n con la vita, ma solo un insieme di entit fi-siche che si muovono meccanicamen-te. Da qui inizia Galilei, e le scienze intese in senso moderno.Tutto ci viveva e fermentava nel ro-sicrucianesimo. Fu un grande fuoco, infiamm molti animi, ne plasm altri, ma ebbe durata limitata: a met del XVII secolo, come si era acceso, si spense.

    Nellimmagine:Ritratto di Johann Valentin Andreae; Vir Dei.

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    A l di l dei suoi aspetti astronomi-ci il Sole rappresenta un simbolo fondamentale e pi che mai ricorrente in tutte le tradizioni, culture e religio-ni. E da sempre considerato simbolo della forza emanatrice divina, poich dal Sole promanano la luce e il calore necessari alla vita sulla terra; motore, insomma, della funzione rigeneratrice della vita stessa. Astronomicamente, almeno per ci che concerne luni-verso da noi conosciuto, tutto ruota intorno a Sole per cui, anche spiri-tualmente, esso rappresenta il centro dellIo. Principio fecondatore, unita-mente al principio fecondato (la Terra) garantisce la vita, tanto che lo stesso Joung afferma che la libido si esprime in metafore di sole, luce, fuoco, sessualit, fertilit e crescita.Bench il simbolismo solare sia tradi-zionalmente inteso in senso maschile, vale la pena ricordare che esistono delle eccezioni: in Giappone, ad

    esempio, la divinit associata al Sole Amaterasu--mi-kami, letteralmente Grande Dea che splende nei cieli. Per lo scintoismo Amaterasu la dea del Sole da cui discendono tutte le cose ed considerata la mitica antenata della famiglia imperiale; aspetto, questul-timo, in comune con le altre culture che attribuiscono al Sole una funzione regale.Per la tradizione ebraica, in particolar modo nella Qabbalah, troviamo il Sole associato a Tipheret, la sephira della bellezza. Considerata dalla tradizione ermetica cristiana come punto nodale su sui tutte le altre sephirot conver-gono, Tipheret nellalbero sefitrotico si trova fra Chesed e Geburah, con la funzione di armonizzare questi due atteggiamenti operativi traducendosi in Compassione, amore equilibrato e misurato, in grado di premiare ma anche di punire pacatamente, se oc-corre, al fine di favorire una maggiore

    ConsIDerazIonI sul sole e sulla luna

    Del soledi alessandro lorenzo

    Che ne sarebbe del Sole se non ci fosse chi lo guarda? (F. Nietzsche)

    (continua a pag.42)

  • 4141

    A

    ConsIDerazIonI sul sole e sulla luna

    lzando gli occhi al cielo not-turno difficile non cercare

    il suo pallido chiarore, il suo nome ha radice nel latino Lux (Luce), eppure lunico satellite del nostro pianeta non brilla di luce propria. Ha ispirato poeti, musicisti ed da sempre simbolo divino di bellezza eterea; come astro notturno domina la nostra sfera emotiva, il nostro lato oscuro.Quando si parla di Luna si apre un mondo di culti, credenze, mitologia e aspetti di ogni genere; la semplice osservazione del comportamento vegetale e animale, nonch delle stesse maree, ha fatto intendere gi agli uomini dellantichit, che par-tecipavano della natura come entit vivente, quanta influenza essa abbia sulla vita delle creature che popolano il nostro pianeta. Gli esempi sono tanti, vanno dal suggestivo ululato dei lupi allapparire della luna piena

    fino al comportamento dei granchi australiani, che a milioni si sposta-no, sempre e solo con la luna piena, attraversando strade, invadendo citt, per arrivare al mare dove, sulla spiaggia, si accoppiano e depongono le uova.Luomo primitivo ha scorto tutto questo, rilevando il periodico ve-rificarsi di tali eventi in relazione al ricorrente apparire e scomparire dellastro nel suo cielo, scoprendo la mutevolezza delle fasi lunari e ponendone la cadenza in relazione col ciclo mestruale femminile e con la fecondit, e quindi con la Grande Madre, divinit feconda per eccel-lenza che racchiude in s il mistero della morte e della rinascita attra-verso il ciclo delle stagioni. Da qui limmediato collegamento della luna al principio femminile.Sono le fasi lunari, quindi, la prima espressione della luna che luomo ha

    Della lunadi marIa carella

    Dobbiamo conquistare la piena luce esplorando, a nostro rischio e pericolo, lo spazio immenso che la Luna illumina solo in parte e imperfettamente

    (O. Wirth)

    (continua a pag.43)

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    imposizione del bene rispetto al male.Un richiamo al Sole lo fornisce anche la Dharmachakra, o Ruota del Dharma, simbolo presente nellemblema dellIn-dia e particolarmente antico. Si tratta di uno dei pochi simboli, se non addi-rittura lunico, che riunisce le numero-se sette buddiste. Approfondendone la conoscenza emerge una impressionan-te corrispondenza con i principi della tradizione occidentale; la Ruota del Dharma infatti composta dal moz-zo, dal cerchio e dai raggi: il mozzo rappresenta lessenza primordiale della mente; il cerchio il mondo con il suo perpetuo divenire, ma anche linsegna-mento che, insieme alla meditazione, porta alla sconfitta dellignoranza, ori-gine di ogni sofferenza. Infine i raggi definiscono lottuplice nobile sentiero da percorrere per affrancarsi dalla sofferenza, ovvero, retta visione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retto comportamento, retto sforzo, retta presenza mentale e retta concen-trazione. Essi sono gli elementi della pratica della Saggezza nel comprende-re tutto ci che porta allo sradicamen-to dellignoranza e del male. Nella sua interezza, quindi, la Dharmachakra un richiamo alla Legge Universale, che tutto comprende in s. che non ha ini-zio e non ha fine e non conosce tempo n spazio.Come ben sappiamo, il Sole ha due movimenti evolutivi: uno breve, che definisce la sua corsa giornaliera, e uno lungo che descrive la sua evolu-zione durante lanno. Luomo, nel corso dei tempi e nei diversi luoghi del globo terrestre, ha osservato questo duplice movimento e non ha potuto fare a meno di rilevare come tutto questo fosse metafora e atto significan-te della sua stessa natura ed esistenza, comprendendo che quanto accadeva fuori da lui accadeva anche, e con le

    medesime modalit, dentro di lui. Guardando il Sole sorgere al mattino, raggiungere il suo punto di massimo splendore durante la giornata per poi tramontare al crepuscolo, oppure vederlo nascere e svi-lupparsi gradualmente allarrivo dellEquino-zio di Primave-ra, raggiungere la sua massima potenza di luce ed energia durante il Solsti-zio dEstate, perdere la stessa forza al soprag-giungere dellEquino-zio dAutunno e morire, per cos dire, nella fase del Solstizio dInverno, lUomo ha visto se stesso. Di pi: egli ha compreso che la sua stessa coscienza e natura, inscindi-bilmente influenzata dallAstro Rega-le, periodicamente discende nei piani pi profondi, nei propri Inferi, nellin-verno buoi dellanima umana, per poi risorgere, splendente e invicta pi che mai in Primavera e dare il massimo splendore in Estate.Non inusuale sentir dire che in Primavera si risveglia la stessa poten-za erotica delluomo, inteso in senso generale come maschio e femmina, in uno straordinario parallelismo con la natura: cos in marzo, sotto il fuoco fecondante del segno dellAriete, egli depone il suo seme nel grembo della donna (Terra); il seme cos fecondato cresce e si sviluppa sino a rinascere, dopo nove mesi, sotto il segno del Capricorno (segno di Terra), come un nuovo Sole e quindi come Uomo Nuovo. Evidenti qui i riferimenti alla Pasqua e al Natale cristiani.LArchetipo Solare nei differenti periodi storici e culture altro non fa

    Del sole (da pag.40)

    (continua a pag.44)

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    senta sempre sotto forma di due poli. E impossibile per luomo supporre ununit al di fuori della polarit. Espresso con i numeri, questo signi-fica che il numero Uno non pen-sabile fino a quando non creato il Due. La sua coscienza obbedisce alla legge di polarit, soggiace alla duali-t: cos c il pi e il meno, il buono e il cattivo, il bene e il male, lattivo e il passivo, il Sole e la Luna.In chiave metafisica, nellindiffe-renziato primordiale i due poli si separano luno dallaltro; nell (il Caos, lUno il Tutto inscrit-to nel centro dellUroboro) lUno e il Tutto ora si costituiscono come due principi distinti: il maschile, lattivo, e il femminile, il passivo. LUno si individua come un Centro in seno al Caos e vi si afferma come principio di fissit, di incorruttibile stabilit, di trascendenza (principio solare); lal-tro il principio lunare: ci che era possibilit indeterminata, attitudine passiva a qualsiasi qualificazione, diviene ora un principio distinto.Al principio maschile, il Sole, a tutto ci che individua-zione e corpo-reit nel senso di segnatura, di impronta stabi-le di un potere, potere dinfer-tizzare; a tutto ci che for-ma e potenza di individuazio-ne, specializ-zazione, in cui agisce il coagu-la, si oppone il principio femminile, la

    Della luna (da pag.41)

    colto: luna nuova (o novilu-nio) quando in congiunzione

    col sole per cui, frapponendosi fra questultimo e la

    Terra, non visi-bile; primo quarto,

    quando comincia a comparire falciforme

    nel cielo; luna piena (o pleni-lunio) quando

    in opposizione rispetto al sole e compare quindi nel pieno della sua luminosit; ultimo quarto, quando

    decresce fino a scomparire. Questo diverso aspetto che

    essa mostra durante il suo moto rispetto al sole ne ha fatto espressione di mutevolezza per luo-mo, che ne ha percepito il mistero ed ha connesso il momento di massima luminosit al concetto di generazio-ne ed alle operazioni alchemiche, e il buio creato dalla sua scomparsa al mondo ctonio e ai riti di stregoneria.Ma quando sinizia a parlare di Luna?Nella Genesi, nel quarto giorno, Jahveh cre il sole e la luna per rego-lare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. Vi nellatto della creazione una separazione. LUno, il Principio, manifestandosi crea il Binario, la polarit. Tutto a due facce, tutto ha due poli, tutto ha la sua coppia di oppo-sti; uguale e disuguale sono la stessa cosa. Gli opposti sono identici in natura, solo diversi di grado; gli estremi si toccano; tutte le verit sono soltanto mezze verit; tutte le contraddizioni possono essere composte dichiara il Kybalion.Tutto ci che luomo scorge nel mondo delle manifestazioni, e tutto ci che riesce ad immaginare, si pre-

    Nellimmagine:Nozze alchemiche

    fra il Sole e la Luna.

    (continua a pag.45)

  • 44

    che descrivere un percorso simile a quello del Sole durante lanno. Osi-ride, Mithra, Krishna, Cristo, sono tutti miti in cui il concetto di Trinit dirompente. Osiride, rappresentato col globo solare sul capo, e Iside, sua sposa-sorella, con la Luna, generano Horus: rispettivamente il Principio Maschile si congiunge al Principio Femminile per generare il Principio Neutro. Similmente per i persiani da Ormuz e Ahriman nasce Mithra, mentre in India da Brahma e Shiva nasce Krishna. In tutte le religioni solari si trova rappresentata levolu-zione dellenergia del Sole nellarco dellanno, che nasce, cresce, si svilup-pa, muore e risorge: esattamente ci che accade in ogni uomo.Nelle religioni solari il Sole rappre-sentato come un giovane eroe ucciso da un tiranno (lInverno) e trascinato agli Inferi, dove rester rinchiuso nel-la Tomba (Saturno) e dopo tre mesi risorger nuovamente. Lanalogia con la Pasqua Cristiana evidente: Cristo (Sole, giovane eroe), Eroe (Inverno, tiranno), Sepolcro (Saturno, tomba), ed infine i tre mesi che per analogia possono essere tre giorni. Sempre per analogia potremmo considerare lo stesso archetipo della croce come rappresentazione dei quattro elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco, nel cui centro il Cristo esprime la Quintes-senza; e ancora i dodici Apostoli come riproposizione dei Segni Zodia-cali. Non un caso che sulle facciate di cattedrali e basiliche cristiane cam-peggi spesso un rosone a dodici raggi.La croce piantata sul Golgota, il Luogo del Cranio, poich si pensa vi fosse sepolto il cranio di Adamo, os-sia larchetipo delluomo. Ai lati della croce del Cristo ne troviamo altre due: a sinistra quella del cattivo ladro-ne e a destra quella del buon ladro-

    ne. Sono la pietra grezza e la pietra cubica dei massoni: il neofita pregno di profanit e liniziato che, una volta liberato dalle imperfezioni, pu vali-damente intervenire alla costruzione del Tempio e, analogicamente, entrare nel Regno dei Cieli col Maestro. In corrispondenza col Cristo-Sole, che dopo le Nozze Alchemiche con lumanit (o con la Maddalena, come pretendono alcuni), muore e risorge, salendo al cielo per sedere alla de-stra del Padre, lemisfero destro del cervello umano, celebrando le Nozze Alchemiche con lemisfero sinistro (femminile, quindi), riforma lAn-drogino sacro giungendo al compi-mento della Grande Opera. In questo senso lAscensione del Cristo pu intendersi come lenergia solare che, risalendo dallosso sacro attraverso le 33 vertebre della colonna vertebrale, attiva le energie dei sette pianeti che dormono nei sette Chackra. Trenta-tr, come gli anni di vita del Cristo, o come i gradini della scala sognata da Giacobbe che porta verso il Cielo.Ma per compie-re lOpera non basta risorgere, necessario che ci che diviso venga ricongiunto. Come Iside che, ritrovan-do i frammenti del corpo di Osiride, li riunisce e li riani-ma, a simboleggiare che lo stesso Sole (Principio maschi-le) non avrebbe ragion dessere senza un Principio femminile al qua-le congiungersi, per dar principio allUomo nuovo.

    Del sole (da pag.42)

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    Luna, in cui agisce il solve, che volatilit e inafferrabilit di spi-rito vitale, di energia sottile delle trasformazioni che riflette e accoglie perch, disgiunta dal Centro (Sole) sarebbe impulso cieco; a tutto ci che legge dellessere si oppone ci che legge del divenire. Coppia di opposti in una complementare reci-procit; luno necessario allaltro. La Luna porge al Sole solo una fac-cia; si lascia illuminare solo da una parte, mentre laltra rimane oscura. Per questo suo carattere ambiva-lente considerata porta aperta sul mondo sublunare, punto di passag-gio tra il regno della luce e quello delle tenebre; tale ambivalenza porta alla formazione del mito della Luna Nera, associata a Lilith: la Luna risplendente in cielo era ana-logicamente vissuta come pienezza della fertilit, connessa allinflusso benefico della natura tutta, specie sulla psiche femminile. Quando la luna scompare si realizza la dram-maticit dellassenza, la Luna Nera,

    il demone delloscurit. Con il cre-scere della Luna luomo proietta in essa limmagine buona delleroe lu-nare, del Re Sapiente; quando invece la Luna scompare vive drammatica-mente la sconfitta del Re. Il demone femminile, il Drago delle Tenebre, ingoia luomo e isterilisce la Terra. Lilith assume un carattere tale da manifestare il lato feroce delle deit femminili: Ishtar, Astante, Iside, Cibale, Rea, Gea, Demetra, Tellus, Cerere. Kore e Persefone.Nel pieno rispetto del principio di analogia, anche nellinteriorit delluomo si realizza la duplice attivit del solve e del coagula; se intorno tutto richiama il concetto di polarit, se nellimmediatezza salta agli occhi la dualit, Sole e Luna inducono a cercare quella polarit allinterno di se stessi per quindi giungere alla coniunctio oppositorum. Se la Luna pu intendersi come ter-ra spiritualizzata, essa anche rifles-so del Sole, e quindi intermediaria fra lAlto e il Basso, fra il Se e lIo.

    Della luna (da pag.43)

    Nella foto:Michelangelo,

    Creazione del Sole, della Luna e dei pianeti. Roma -

    Cappella Sistina.

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    E contumacia), mentre da altre fonti si ha notizia di 40 cavalieri in fuga nella notte, fra i quali Gerard de Villliers, Maestro di Francia, e il nipote di Hugues de Pairaud, che avrebbe poi progettato con un compagno un vano tentativo di vendetta teso ad assassi-nare il Re.Da questa vicenda emerge severa e maestosa la figura di Giacomo de Molay, consegnato alla storia, alla leggenda e al mito come simbolo im-perituro delle migliori tradizioni della cavalleria templare. Sappiamo ben poco di Giacomo de Molay prima della sua nomina a Gran Maestro dellOrdine del Tem-pio. Egli nasce probabilmente tra il 1244 e il 1245 in Borgogna da una nobile famiglia ed entra nellOrdine allet di 18-20 anni: infatti dichiara, nel corso dellinterrogatorio imme-diatamente successivo allarresto, di essere nellOrdine da circa quaranta-due anni, anche se dir la stessa cosa lanno successivo, durante linterro-

    ra venerd, era il 13 Ottobre, era lanno domini 1307: scat-

    tava durante le prime ore dellalba in tutta la Francia loperazione che il Re aveva concepito quasi un mese prima (il 14 Settembre) e che aveva ordito in segreto fino ad allora. Lobiettivo era arrestare tutti i Templari presenti sul territorio francese e sequestrarne i beni. Lordine in tal senso era stato diramato da tempo a tutti i balivi ed i siniscalchi del regno, con limposizio-ne di tacerne fino alla data stabilita, che era appunto venerd 13 ottobre, data che proprio da questo episodio divenne simbolo e metafora di grande sciagura e di sfortuna.Loperazione, mirabile per efficienza e segretezza per quei tempi, porter allarresto simultaneo di 546 cavalieri. Pochi quelli che riuscirono a fuggire: un documento degli archivi reali parla di una dozzina di Templari scampati alla cattura, probabilmente furono assai di pi (durante il processo si fecero i nomi di altri 18 cavalieri in

    jaCques De molay:vIta e morte

    DI un temPlaredi rIno guadagnIno

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    jaCques De molay:vIta e morte

    DI un temPlaredi rIno guadagnIno

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    gatorio di Chinon. Venne iniziato al Tempio nella commanderia di Baume, diocesi di Autun, da Huber de Pairraud, Visitatore di Francia, alla presenza di Amaury de La Ro-che Gran Commendatore della Terra Santa. Questa circostanza fa sorgere un primo interrogativo: perch personag-gi cos importanti si recano in una modesta commanderia per iniziare al Tempio un qualsiasi giovane Cavalie-re? Il fatto del tutto inusitato e stra-no, ma vedremo che forse possibile intravedere una convincente risposta. Dalle tracce storiche si evince che con ogni probabilit de Molay si rec in Oriente nel 1270- 71, circa cinque anni dopo essere entrato nellOrdine e questo ci induce a formulare una se-conda domanda: come mai fu inviato in Palestina cos tardi, in un periodo in cui la necessit di combattenti in

    Terra Santa era altissima? Nel 1273 diventa Gran Maestro dellOrdine Guglielmo di Beaujeu e sembra che il pur giovane de Molay si trovi gi al suo fianco come con-sigliere. Sembra dunque che questo Cavaliere fosse indirizzato, fin dagli inizi, ad una folgorante carriera e la risposta alla nostra prima domanda forse proprio questa: Giacomo de Molay era probabilmente gi desti-nato a ricoprire un ruolo importante nella struttura dellOrdine per conto dei duchi di Borgogna i quali desi-deravano avere un uomo del loro entourage nei vertici decisionali del Tempio. Nel 1291, nonostante la disperata difesa e leroica resistenza dei Templari, Acri fu conquistata dai musulmani e questo segn la fine del-la presenza cristiana in Terra Santa. I Templari abbandonarono le poche roccaforti che ancora presidiavano e il

    Nella foto:Marius Granet; Iniziazione di Jacques de Molay

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    vennero infatti conferiti poteri pi ampi di quelli che normalmente aveva il Visitatore di Francia: in realt egli divenne una sorta di Gran Maestro, in parte autonomo, con una giuri-sdizione assai ampia sui territori di Francia. Pairraud abus largamente dei poteri che gli erano stati conferiti, tentando di affermare la preminenza della sua autorit rispetto a quella del Gran Maestro sul suolo francese e inoltre si prest alla strategia di Filip-po il Bello il quale aveva concepito di creare un autonomo Ordine Templare di Francia, cosa che per la verit in qualche misura gi si registrava nei regni di Portogallo e di Aragona. Pai-rraud, probabilmente per ambizione, divenne la quinta colonna della coro-na francese allinterno del Tempio e quindi senza ombra di dubbio fu un traditore. Quando poi si rese conto di ci che stava accadendo e del danno che il suo operato stava procurando, tent inutilmente di tornare sui suoi

    14 agosto evacuarono anche lultimo presidio, linvitta fortezza di Castel Pellegrino ritirandosi a Cipro sotto la guida di Tommaso Gaudin che era stato eletto Gran Maestro in sostitu-zione di Guglielmo di Beaujeu, morto eroicamente nel corso della difesa di Acri. Gaudin sarebbe morto dopo soli due anni aprendo cos la strada alla elezione di Giacomo de Molay a Gran Maestro dellOrdine. Da qui ha inizio non solo la storia forse meglio cono