osservatorio civico sul federalismo in sanità 2015 - t. aceti

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Health & Medicine


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Page 1: Osservatorio civico sul federalismo in sanità 2015 - T. Aceti
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Conclusioni e proposteAlcune Regioni, ancora troppo poche, hanno saputo interpretare il federalismo sanitario come strumento

per rispondere alle esigenze dei cittadini

La sfida per il futuro del federalismo sanitario e del Servizio Sanitario Nazionale è portare le Regioni più critiche ai livelli delle più virtuose e proiettarle tutte verso il miglioramento dei servizi per i cittadini

La riforma costituzionale in corso in ambito sanitario, qualora fosse confermata, renderebbe più forte il livello centrale, e irrobustirebbe contemporaneamente quello delle regioni, attribuendo loro non solo

l’organizzazione dei servizi, ma anche la programmazione sanitaria

Affidare la soluzione di tutti i problemi alla sola approvazione di una legge, seppur di rango costituzionale, è illusorio

Dall’approvazione delle norme alla loro implementazione uniforme (Patto salute, Accordo percorso nascita, standard ospedalieri, risk management, i nuovi sistemi di monitoraggio e garanzia LEA ,

meccanismo allerta,..)

Il Ministero della Salute deve essere garante dei LEA e promuovere politiche sanitarie nazionali forti; le Regioni devono aumentare proprie capacità di adeguamento agli indirizzi nazionali, non delibere copia-incolla, oltre che aumentare e portare tutte ai livelli migliori le proprie «professionalità e competenze»

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Proposte specifiche

1. Necessario passare «dai piani di rientro dal debito» ai «piani di rientro nei Livelli Essenziali di Assistenza». Per andare dietro alla sola tenuta dei conti, oggi alcune regioni in piano di rientro hanno un’offerta dei servizi persino al di sotto degli standard fissati al livello nazionale, ma con livelli di Irpef altissimi e ingiustificabili dai servizi resi.

2. La misura prevista dalla legge di stabilità 2016 al comma 577 che riconosce stessi diritti di accesso e di erogazione delle prestazioni per i pazienti extra-Regione sia da subito attuata effettivamente e monitorata costantemente. Per le Regioni e le strutture sanitarie che non rispettano la norma siano previste sanzioni, il cui ammontare sia finalizzato all’istituzione di fondi regionali per la copertura dei costi di trasporto e alloggio di malati e accompagnatore costretti a curarsi fuori Regione per tempi di attesa incompatibili con le condizioni di salute, mancanza di servizi, competenze e tecnologie sul territorio di residenza.

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3. Aggiornare gli indicatori del sistema nazionale di monitoraggio LEA, inserendo questioni prioritarie per i cittadini come ad esempio tasso di rinuncia alle cure, l’accesso alle terapie innovative, i tempi effettivi di attesa,….. Per fare un esempio le Marche, che hanno un buon punteggio LEA e sono tra la rosa di regioni benchmark, hanno al tempo stesso anche un alto tasso di rinuncia alle cure. Questo per i cittadini è paradossale.

4. Prevedere elementi di terzietà del monitoraggio dei LEA (troppo formale e basato su autocertificazione) a partire dall’introduzione del punto di vista dei cittadini, attraverso i dati e le informazioni che le organizzazioni dei cittadini producono.

5. Ottimizzare i flussi informativi già esistenti, a partire da quelli derivanti da sistemi di monitoraggio e sorveglianza già presenti presso agenzie ed enti vigilati del Ministero della Salute, nonché quelli prodotti dall’Istituto nazionale di statistica, per concorrere in modo più esaustivo alla verifica dell’erogazione dei LEA.

6. Prevedere la partecipazione dei cittadini nella Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA e la promozione dell’appropriatezza del SSN, previsto dal comma 556 della legge di stabilità 2016. La commissione ha il compito di aggiornare annualmente i LEA e valutare che la loro applicazione avvenga in tutte le Regioni, per tutti i servizi e le prestazioni e con stessi standard di qualità.

7. Più equità. L’Irpef nelle Regioni in piano di rientro diminuisca proporzionalmente al diminuire del debito, fino a tornare, al momento del raggiungimento dell’equilibrio economico (che deve corrispondere alla riqualificazione dei servizi), alle soglie di aliquota precedenti al piano di rientro.

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Grazie a tutti!

Tonino AcetiCoordinatore Nazionale

Tribunale per i diritti del malato

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