orgia ottobre 2008

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Le elezioni americane Le elezioni americane Le elezioni americane Le elezioni americane sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. Scoprite i meccani- Scoprite i meccani- Scoprite i meccani- Scoprite i meccani- smi della democrazia smi della democrazia smi della democrazia smi della democrazia statunitense e i pro- statunitense e i pro- statunitense e i pro- statunitense e i pro- grammi dei candidati grammi dei candidati grammi dei candidati grammi dei candidati a pagina 10. a pagina 10. a pagina 10. a pagina 10. (nella sezione attualità) Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per Ignari Primini! Manua- Ignari Primini! Manua- Ignari Primini! Manua- Ignari Primini! Manua- le per chi si accinge al- le per chi si accinge al- le per chi si accinge al- le per chi si accinge al- la vita copernicana e la vita copernicana e la vita copernicana e la vita copernicana e per i grandicelli più ine- per i grandicelli più ine- per i grandicelli più ine- per i grandicelli più ine- sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 (nella sezione style) numero 1 Ottobre 2008 0,50 € 1° Guida di Sopravvivenza per Ignari Primini

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a pagina 10. (nella sezione attualità) 1° Guida di Sopravvivenza per Ignari Primini

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Page 1: Orgia Ottobre 2008

Le elezioni americane Le elezioni americane Le elezioni americane Le elezioni americane sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. sono agli sgoccioli. Scoprite i meccani-Scoprite i meccani-Scoprite i meccani-Scoprite i meccani-smi della democrazia smi della democrazia smi della democrazia smi della democrazia statunitense e i pro-statunitense e i pro-statunitense e i pro-statunitense e i pro-grammi dei candidati grammi dei candidati grammi dei candidati grammi dei candidati a pagina 10. a pagina 10. a pagina 10. a pagina 10. (nella sezione attualità)

Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste Tutto ciò che avreste voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida voluto leggere: Guida di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per di Sopravvivenza per Ignari Primini! Manua-Ignari Primini! Manua-Ignari Primini! Manua-Ignari Primini! Manua-le per chi si accinge al-le per chi si accinge al-le per chi si accinge al-le per chi si accinge al-la vita copernicana e la vita copernicana e la vita copernicana e la vita copernicana e per i grandicelli più ine-per i grandicelli più ine-per i grandicelli più ine-per i grandicelli più ine-sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 sperti. pagina 27 (nella sezione style)

numero 1

Ottobre

2008

0,50 €

1° Guida

di Sopravvivenza

per Ignari Primini

Page 2: Orgia Ottobre 2008

Ipse DixitIpse DixitIpse DixitIpse Dixit Gli errori dei professori!Gli errori dei professori!Gli errori dei professori!Gli errori dei professori!

L’urna del lotto 3, accanto alle fotocopiatrici, aspetta L’urna del lotto 3, accanto alle fotocopiatrici, aspetta L’urna del lotto 3, accanto alle fotocopiatrici, aspetta L’urna del lotto 3, accanto alle fotocopiatrici, aspetta gli errori dei vostri professori!gli errori dei vostri professori!gli errori dei vostri professori!gli errori dei vostri professori!

att

ua

lità

• 04 Squola, è ora di incazzarsi (Meg 3L) • 05 We are the world (Leo 2B) • 07 Abdul, ucciso a sprangate (Sanaa 4M) • 08 Il Nuovo Fascismo (Don Chisciotte) • 10 U.S. Presidential Election (Fra 4I) • 11 Interviste ai Candidati (Piccio 2A e Ceci 3I )

fun

ny

corn

er

• 14 Elections’ Poll (Fre & Zana 4I) • 15 L’isola che invece c’è (Ale 3C)

• 17 La Nelligmistica (Nello 5D)

duedueduedue

rev

iew

s e

cult

ura

• 18 Mammia Mia/The Women (Ade 2N) • 19 In Treatment (Vale 5M) • 19 Un Albero cresce a Brooklyn (Luzza 1N) • 20 La ragazza di Bube (Sanaa 4M) • 20 Music Reviews (Jacopo 5M) • 21 Music Reviews + Other Noises (deFe 5D) • 22 Gods of Metal 2008 (ZoSo 4B) • 23 Vasco @ Stadio dall’Ara (Drew 4I) • 24 Cult Movies (Leo 2B)

spo

rt

• 28 Sports (Zaga 5C) • 29 Virtus-Fortitudo (Zaga 5C+ZoSo 4B)

• 25 Bon Ton part one (Fra 4I) • 25 Il girone dei golosi (Elena 4M) • 26 La domanda del mese (Carola 4M) • 27 Guida di Sopravvivenza per Ignari Primini (Lucia 3L)

V U O T O

L’Ipse Dixit è vuoto perché qual-che simpaticone ha svuotato l’ur-na a metà ottobre. Provvedere-mo a riparare l’urna che è in condizioni pietose e vi preghia-mo di continuare a mandare bi-gliettini. Se poi beccate qualcuno che svuota l’urna comunicatecelo che lo sistemeremo a dovere.

style

• 30 Words • 32 La Finestra sul Cortile (Meg 3L)

• 33 Orgia Stuff • 34 Eventi + Copernivox

Page 3: Orgia Ottobre 2008

tretretretre

Riunione di Orgia!

La prossima riunione

è fra pochi giorni!

La scadenza del prossimo numero è fissata

per 14 novembre 2008 La nostra email è

orgiaintellettuale @ gmail . com potete inviarci qualsiasi sorta di articolo a

questo indirizzo, anche se non fai parte della redazione fissa, l’importante è partecipare,

no?!

Finalmente avete di fronte il primo nume-ro di Orgia Intellettuale dell’anno - l’edizio-ne di ottobre! Come molti sapranno, Orgia ha rischiato di non uscire più a causa della mancanza di fondi per i progetti degli studenti: per stampare al centro stampa del lotto 5, infatti, attingevamo da lì i nostri finanziamenti… Per questo numero la soluzione trovata è provvisoria: evito di dilun-garmi oltre, altre informazioni dettagliate sono a pagina 9. Avrete sicuramente notato uno dei molteplici cambiamenti di quest’anno riguardo la struttu-ra del giornale: grafica nuova, ma anche suddi-visioni in sezioni, il tutto per dare un tocco più giornalistico al nostro amato mensile. Concludo nel raccontarvi brevemente la storia del nostro giornalino: in copertina, abbiamo in-serito un box che recita “Dal 1995 (forse)”… Orgia, in effetti esiste dal 1988 (probabilmente), anno in cui nessuno di noi era nato. Dal ‘95 le pubblicazioni diventarono più o meno periodi-che, perdendo di costanza al termine del seco-lo… Risvegliatosi definitivamente nel 2002, il giornale ebbe ben 12 uscite. Terminata l’espe-rienza di Cant come grafico/direttore nel 2006, a prendere le redini della redazione è Thun, af-fiancato dal sottoscritto nel ruolo di grafico. A partire dall’anno scorso la direzione mi è stata affidata: solo 5 numeri sono usciti anche a cau-sa dei miei guasti informatici e della poca pun-tualità nelle consegne da parte della reda. Que-st’anno, nonostante le difficoltà economiche, tenteremo di ripetere o aumentare le uscite ri-spetto l’anno scorso. Se non ce la si farà, non pigliatevela male!

deFe

Direttore

Federico de Felice 5D

Vice-direttore

Leonardo Malaguti 2B

Capomastro

Francesco Nelli 5D

In Redazione:In Redazione:In Redazione:In Redazione: Alessia, Ade, Carola, Ceci, Defe, Desi, Drew, Alessia, Ade, Carola, Ceci, Defe, Desi, Drew, Alessia, Ade, Carola, Ceci, Defe, Desi, Drew, Alessia, Ade, Carola, Ceci, Defe, Desi, Drew,

Elena, Elisa, Fra, Fre, Gabba, Gabriela, Jacopo, Leo, Elena, Elisa, Fra, Fre, Gabba, Gabriela, Jacopo, Leo, Elena, Elisa, Fra, Fre, Gabba, Gabriela, Jacopo, Leo, Elena, Elisa, Fra, Fre, Gabba, Gabriela, Jacopo, Leo, Luci, Luzza, Mattia, Meg, Nello, Piccio, Sanaa, Luci, Luzza, Mattia, Meg, Nello, Piccio, Sanaa, Luci, Luzza, Mattia, Meg, Nello, Piccio, Sanaa, Luci, Luzza, Mattia, Meg, Nello, Piccio, Sanaa,

Vale, Zaga, Zana, ZosoVale, Zaga, Zana, ZosoVale, Zaga, Zana, ZosoVale, Zaga, Zana, Zoso

STAMPATO IN PROPRIOSTAMPATO IN PROPRIOSTAMPATO IN PROPRIOSTAMPATO IN PROPRIO

Per qualsiasi suggerimento, errore, e informazione

scrivere a:

[email protected]

Resoconto FONDO DI ORGIA:

Vendita giornalino Dicembre 07/Gennaio 08: +121,00€ (1105,57€)

Versamento di Gennaio/Febbraio/Marzo 08: -121€ (984,57€)

Vendita di Febbraio/Marzo 08: +105,50€ (1090,07€)

Versamento Aprile/Maggio/Giugno 08: -121,00€ (969,07€)

Donazione Mozambico: -250€ (719,07€) Vendita Giugno 08: +109,80€ (828,87€)

Fondo attuale: 828,87€

Dobbiamo ancora procedere ai versa-menti di Luglio/Agosto/Settembre + Ot-tobre/Novembre/Dicembre, perché at-tendiamo una risposta dall’associazione

UnPontePer. (postilla a p. 9)

Page 4: Orgia Ottobre 2008

Poco tempo è passato da quando il governo s'è insediato e la signora Gelmini è stata nominata Ministro della Repubblica Parlamentare Italiana, ma, per poter argomentare sulle suddette istitu-

zioni, sarebbe già utile una storiografia o perlomeno una cronologia degli eventi, dunque perdonatemi se, nello stilare questo artico-letto, avrò omesso qualche dichiarazione o provvedi-mento. Per quanto riguarda l’istruzione in particolare l’egregia Ministra sta effet-

tuando a suon di “nuove” idee, le quali sembra-no piombarle in mente durante la notte per poi esporle il mattino e applicarle il pomeriggio, la d’istruzione della scuola, quella pubblica s’inten-de; non sia mai che i figli dei nostri governanti, dei banchieri, degli imprenditori e dei calciatori studino in putride scuole pubbliche colpiti da pu-tride “riforme” neofasciste taglia tutto, reprimi tutto, elimina tutto, fa che rimangano solo i bra-vi bambini come la Gelmini, che dopo aver stu-diato da bravi bravini, essere andati in chiesa tutte le domeniche, annuito sempre ed essersi parati il culo comunque, vanno a laurearsi a Reggio Calabria dove, a detta di chi l’ha provato, “Gli insegnanti dovrebbero fare corsi di arrangia-mento e la scuola pubblica è la più disastrata”, ma si difende la Gelmini dicendo che “aveva bi-sogno di laurearsi”; da questo possiamo dedurre che per avere una scuola Decente dovremo tutti emigrare, come del resto già fanno i nostri ricer-catori che noi chiamiamo Cervelli In Fuga, come se la morte della ricerca italiana fosse un diver-tente sequel del film “Galline In Fuga” e, visto che i sequel sono sempre noiosi e prevedibili, il governo ha ben deciso di tagliare del tutto scuo-la e ricerca cosicché oltre che cervelli in fuga non s’avranno più cervelli, ma solo galline. Se dal 2001 al 2007 gli stanziamenti per la scuola pub-blica hanno visto una diminuzione del 68% (dai 331 milioni del 2001 ai 108 del 2007) con l’ulti-ma finanziaria di Tremonti verranno tagliati, in due anni, 47 milioni di euro; tutto ciò senza con-tare i tagli, già effettuati, ai finanziamenti per le supplenze (-46 % in 3 anni) e per il migliora-mento dell’offerta formativa (-31 % in 6 anni). Il taglio, però, diciamoci la verità, non fa più tanto effetto, dunque la ministra, da vera inno-vatrice, ha deciso di stupirci tutti con l’introdu-zione del famigerato maestro unico (con conse-guente abolizione del tempo pieno) e del 5 in condotta. “Non capisco proprio perché la gente protesti” dice la Gelmini; in effetti Maria Stella è proprio un mistero, probabilmente gli studenti

sono tutti malati e i genitori e i professori sono stati infettati, sarebbe meglio signora ministra che li mettesse tutti in quarantena e li eliminas-se tutti.

Dunque le scuole occupano, in particolare la no-stra realtà bolognese per quanto piccola è sem-pre molto attiva con una decina di istituti occu-pati, manifestazioni e attività di vario genere ogni giorno, i genitori protestano e i professori danno solidarietà: un movimento di protesta a livello nazionale che sfocerà il 30 ottobre nella manifestazione nazionale, a mio parere un po’ tardiva essendo il 30 la data della definitiva ap-provazione del decreto Gelmini. A Bologna i cor-tei dell’istituto tecnico Salvemini e della scuola Alberghiera di Casalecchio sono ora indagati per-ché non autorizzati, senza nessun riguardo per l’ammirevole spontaneità del loro corteo che da Casalecchio, a piedi, è arrivato fino a Bologna; manifestazione, tra l’altro, del tutto giustificata, vista la sorte a cui gli istituti tecnici e professio-nali (pubblici) vanno incontro: accorpamento e, con il rientro in vigore della riforma Moratti a novembre, altri sanguinosi provvedimenti.

Anche le università si accodano alla protesta e promettono di continuarla ad oltranza, finché il decreto non verrà ritirato. Si aspettano solo certi professori, i quali, si spera, decidano una volta per tutte di abbattere le frontiere del penale e scendere in piazza con studenti e genitori, di portare la loro voce fuori dalle classi e mettere in pratica ciò che troppo spesso predicano e basta. Dopo la Notte Bianca (iniziativa che ha riscosso grande successo), le lezioni in piazza, i cortei

quattroquattroquattroquattro

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pacifici, le raccolte fondi, le assemblee permanenti e le autogestioni è deprimente sentire ancora che gli studenti in lotta sono solo ignoranti e fannulloni e i genitori traviatori e strumentalizzatori, perché è questo che certa gente, passando davanti ad istituti occupati, ti grida contro. Sarebbe bene allora prender su pietre e spranghe e occupare tutti gli edifici istituzionali, rimandare certa gente a scuola (magari in qualche scuola del Sud) e distruggere le super-esclusive-amate scuole private, tanto a quelle vengono stanziati fondi non-stop e non avranno nessuna difficoltà a riparare i danni, in parti-colare con l’ultimo stanziamento di 100 milioni di euro da parte del signor Fioroni. Il decreto Gelmini (che in questo spazio, preciso, non ho spiegato per intero) non è un episodio isola-to, poiché è da anni e anni che la scuola pubblica viene usata come tappabuchi economico e gli stu-denti come marionette, ma è sicuramente un’ulteriore coltellata all’istruzione e non solo economica-mente parlando, poiché “riformare” le elementari secondo queste modalità significa negare ai bambi-ni la pluralità, la scuola come comunità e, ultimo, l’integrazione. La Gelmini ha, infatti, dichiarato di trovarsi d’accordo con le ultime scabrose uscite leghiste: classi differenziate, (immigrati da una parte e italiani dall’altra) perché, dicono, gli immigrati prima devono imparare l’italiano e la Costituzione, dopo possono andare a scuola insieme agli italiani (come se i bambini italiani sapessero l’italiano e la costituzione); avanti quindi con il razzismo (chiamatelo come vi pare, camuffatelo come vi pare, ma sempre di razzismo si tratta), sorvolando gli articoli della Costituzione (la stessa Costituzione che i nostri politici declamano e strumentalizzano e tutti quanti sicuramente non conoscono) che garanti-scono eguali diritti. Prepariamoci dunque a dire addio ad una scuola Pubblica, Egualitaria e Libera, e ad accogliere una scuola Privata, Elitaria e Autoritaria (tutto ciò almeno al Centro-Nord, mi chiedo sinceramente se al Sud ci sarà questo cambiamento o se invece assisteremo ad una morte diretta). Il peggio, cari studenti, deve ancora venire; per ora, però, l’ho letto in una dichiarazione di Maurizio Gasparri (PDL) pubblicata sull’Unità: <<Che nel nostro Paese ci siano genitori così sconsiderati da portare in piazza bambini di pochi anni la dice lunga sulla natura criminogena della sinistra. I figli vengono intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie>> Maurizio Ga-sparri, Ansa 18 Ottobre.

Meg 3L

CRISI!

Quest’anno la parola chiave è crisi. Crisi di qualsiasi cosa: crisi della borsa, crisi della scuola (non an-cora nominata così, ma penso che sia il termine esatto), crisi dei prezzi, crisi dei consumi, crisi am-bientale (non so di preciso quale, ma ce n’è sempre una in corso), crisi del petrolio, crisi Alitalia, crisi qui, crisi là, crisi su e giù. Si apre il giornale e le notizie, in successione, sono così: crisi, crisi, crisi, omicidio, crisi, veline e calciatori, crisi, crisi, strage, guerra, crisi, programmi tv. Tombola. Uno sce-nario che farebbe deprimere l’uomo più felice dell’universo, è invece visto come un roseo momento di felicità e progresso verso un futuro migliore dal nostro premier, che ci rassicura dicendo che in Italia va tutto bene, gli uccellini cantano, la gente è felice, i ministri fanno il loro lavoro, la mafia è sull’orlo del decesso (o è forse già morta, non ne sento più parlare da così tanto tempo che ho perso il conto) e l’Alitalia vola che è un piacere. Ci rende felici sapere che il caro Silvio la veda così, dall’alto dell’O-limpo/Arcore, perché ci dimostra come sia vicino all’Italiano medio, o più semplicemente all’Italiano che non vive su di una nuvoletta cibandosi di nettare e ambrosia. Ma lasciando il nostro beneamato Presidente alle sue questioni internazionali (in Italia non fa un gran che ma all’estero sembra che fac-cia faville) ed ai suoi soliti terribili problemi (“dove vado in vacanza quest’anno che le mie ville sono tutte piene?” “Ho un’agenda pienissima che non ho più tempo libero: domani ho la cena con la Carfa-gna subito dopo quella con una soubrette da mandare a Saccà, dopodomani faccio un saltino al lavo-ro, poi tutti in discoteca!”). Da quale crisi partiamo? Dalla crisi della scuola mi pare di capire. Allora, le cose stanno così: il nuovo ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini inaugura quest’anno scola-stico con un decreto (mi rifiuto categoricamente di chiamarla riforma) che ha a dir poco dell’incredibi-le: riassumendolo vuole uccidere la scuola. Sventrarla se preferite. Va bene anche farla a pezzetti, sopprimerla, renderla inutilizzabile, scioglierla nell’acido di una finanziaria. Perché i tagli che vuole fare non riguardano sprechi o cose di cui si può fare a meno, ma vanno a colpire giusto i pilastri por-tanti dell’educazione scolastica, dalle scuole elementari alle Università. Vuole ridurre il personale sco-lastico, tagliare fondi per le attività, togliere materie a casaccio, ripristinare il voto in condotta (per

cinquecinquecinquecinque

Page 6: Orgia Ottobre 2008

seiseiseisei

arginare il bullismo, dice lei) unificare certi istituti, reinserire grembiulini e insegnanti unici alle ele-mentari e un'altra pagina e mezzo di cambiamenti (o meglio retrocessioni) che rasentano la blasfe-mia verso l’Istruzione, ormai segnata sul calendario come Santa Istruzione Martire. È un decreto che non punta né sulla qualità né sulla quantità, ma si limita a fare da tappabuchi alla finanziaria, che, non potendo attingere da tasse maggiori e ICI, cerca di ripescare i soldi perduti a destra e a manca, e “chi se ne frega se togliamo soldi dalla scuola, tanto noi del governo siamo tutti così vecchi che nean-che ci ricordiamo cos’è!”. Ah, dimenticavo, le uniche che avranno be-neficio da questo scempio saranno le scuole private. C’è da pensare. E con questa bella gente noi ci ritroviamo fregati per benino, dimodo-ché saremo costretti ad affiggere all’entrata degli istituti (citando Dante) “Perdete ogni speranza (d’uscire istruiti) o voi che entrate”. E Berlusconi cosa dice? Niente, perché ha deciso che il suo contatto con la gioventù non sarà la scuola ma la discoteca. Il Premier è proprio avanti! Si, avanti con gli anni, e dovrebbe rendersi conto che certe dichiarazioni non sono più compatibili con la sua età (“la notte sto in discoteca fino a mezzanotte, poi tre ore di sesso con mia moglie e poi tre ore di sonno”) e che, da bravo nonno, dovrebbe preservare l’educazione dei nipoti, ma probabilmente gli è passato di mente mentre eseguiva un passo di break dance. Altra faccenda spinosa, anzi critica, è stata far ri-decollare letteralmente Alitalia. La compagnia di bandiera campione di ritardi e voli cancellati è stata per un bel po’ sul punto di precipitare, di farla finita, insomma, di fallire. E da qui è successo di tutto. Prima un flirt con Air One, che però viene ab-bandonata per Air France, che con sé ha portato trattative, ultimatum, ribattute, ritorni di fiamma e infine la rottura. E Silvio l’ha detto da subito che bisognava fare una cordata tutta italiana, per lascia-re la compagnia alla madre patria, e ci ha provato, in tutti i modi, ma poi era sembrato che la propo-sta fosse stata cancellata dalla lista delle idee fruibili. Ma ti pareva che, dopo un’ennesima tappa sull’-orlo del baratro, non si tornasse all’idea della cordata? Silvio docet, come al solito. E così nasce il CAI (Compagnia Aerea Italiana), che si deve occupare di riportare la vessata compagnia ai fasti del pas-sato (fasti del passato?), ma che riesce finalmente a giungere ad una soluzione solo dopo mesi di trattative e dibattiti coi sindacati. Sì, perché un sindacato non vuole che si riduca uno stipendio, quel-l’altro vuole che non si aumentino le ore di lavoro, quell’altro ancora non sopporta il colore delle pol-troncine, l’ennesimo vuole le cloche di platino inciso e così siamo arrivati ad ottobre abbondante. Ora forse la crisi Alitalia è scampata, forse…

E per finire in bellezza ecco che si fa strada la crisi economi-ca, che, però, riesce ad avere portata mondiale, e, perciò, si aggiudica il primo posto del podio delle Olimpiadi della Crisi, tenutesi, guarda caso, in concomitanza con le Olimpiadi di Pechino. Cosa dire? Non sono un grande esperto di finanza perciò non mi inoltrerò in dettagli tecnici, ma posso dire con certezza (o almeno con la sicurezza del fatto di averlo sentito al TG) che questa è la peggiore crisi economica da quella del ’29. Borse che crollano, Wall Street che annaspa, banchieri truffaldini, banchieri finiti sul lastrico, banche al verde, mutui inestinguibili, prezzi in vertiginoso aumento, summit ovunque per decidere che cosa fare, l’America che chiede aiuto all’Eu-

ropa, l’Europa che prova di tutto ma è così colpita dalla crisi americana che non conclude niente, Ge-orge Bush che inaugura piani per il ripristino dell’economia che si rivelano disastrosi. E poi, zoom-mando sull’Italia: Geronzi che fa brutti scherzi a Profumo perché Profumo ha fatto sgarbi a Geronzi, Unicredit che rischia grosso, tentativi di salvataggio, rinsavimento dei fondi bancari e altri inghippi che non provo neanche a comprendere per paura di inorridire. Cosa dire in ultima analisi? Il mondo sta colando a picco, cosa ci possiamo fare? Ormai ci siamo strangolati con le nostre mani. Speriamo che questi colpi ci aiutino a imparare dai nostri errori e a darci l’intelligenza e la consapevolezza di dover riiniziare a ripercorrere i nostri passi in modo critico e oggettivo, per accettare di aver sbagliato e perciò di costruire qualcosa di nuovo e migliore, per rina-scere dalle nostre ceneri. Infatti l’ideogramma cinese usato per definire la parola crisi è formato da due concetti: il problema e l’opportunità. Ora che abbiamo vissuto il problema, vediamo di cogliere al volo l’opportunità.

Leo 2B

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settesettesettesette

Domenica 14 settembre nella pe-riferia di Milano è avvenuta l’ucci-sione di un giovane italiano Abdul Salam Guibre, 19enne originario del Burkina Faso. Gli aggressori del ragazzo sono due uomini, pa-dre e figlio, uno di 51 anni e l’al-tro di 31. La causa della morte: un po’ di DOLCI! I due uomini sono titolari di un bar in periferia e Abdul, dopo una serata con due amici anch’essi di colore, è entra-to nel negozio mentre stava per chiudere, forse con l’intento di prendere dei dolci. Dopo una sosta i tre ragazzi sono stati rag-giunti dal furgone dei due proprietari che li hanno accusati di aver rubato biscotti e dolci e di avere rubato anche dei soldi. Padre e figlio, allora, hanno cominciato a minacciare i ragazzi e a picchiarli con una sbarra di ferro usando frasi razziste del tipo “ Sporchi ne-gri vi ammazziamo” e “Negri di merda”. I ragazzi hanno cercato di difendersi, ma purtroppo ad aver avuto la peggio è stato Abdul che è stato colpito ripetutamente alla testa. Quando è arrivato all’ospedale era ormai troppo tardi. Questo è soltanto uno dei tantissimi episodi di intolleranza e di razzismo con cui ci troviamo a convivere ormai in maniera quotidiana. Sarebbe troppo facile dire che il razzismo è una cosa brutta, che siamo tutti uguali e che le diversità non ci dovrebbe-ro più essere e tutte queste cose tanto belle a sentirsi; io invece penso che il razzismo è un fat-to che esiste sin da quando l’uomo ha aperto i suoi occhi al mondo e, purtroppo, è una cosa che non potremmo mai cancellare anche se lottassimo tutta la vita per questo. Questo, però, non vuol dire che non bisogna neanche provarci. Bisogna lottare affinché un episodio così vile e e-stremamente ripugnante come la morte di un ragazzo non si debba più ripetere, perché è asso-lutamente incivile uccidere qualcuno solo per il fatto che ha un altro colore di pelle; è necessario ammonire chiunque non riesca a capire la differenza che c’è tra noi e gli animali, perché soltan-to le bestie reagiscono in maniera istintiva. Ma a questo punto, penso veramente che gli animali siano molto meglio di noi, almeno loro hanno rispetto di chi hanno davanti e dovremmo prende-re esempio da loro. Avere pensieri razzisti vuol dire necessariamente escludere dalla propria vi-suale la possibilità di poter avere a che fare con il “diverso”. Chi si comporta così è una persona fondamentalmente stupida e ignorante, perché per il nostro quieto vivere è necessario un clima di reciproca tolleranza e soprattutto di RISPETTO. È solo in questo modo che si può andare a-vanti senza insultarci continuamente o spararci a vicenda. Col rispetto reciproco e col dialogo si può addirittura arrivare, non a cancellare i pregiudizi, perché, che ci si creda o no, quelli li ab-biamo un po’ tutti, ma ad allargare un attimino gli orizzonti e capire che non tutti i musulmani sono dei terroristi, che non tutti quelli di colore sono sporchi, che non tutti i francesi sono dei gran nazionalisti, che non tutti i rumeni sono dei delinquenti e che non tutti i napoletani sono dei ladri o dei camorristi. Le persone devono imparare a usare quella cosa divina che il creatore ci ha dato, ossia la ragione ed esprimere i propri pensieri in maniera civile e corretta nel rispetto di tutti qualsiasi sia la sua provenienza etnica o il colore della sua pelle.

Sanaa 4M

Page 8: Orgia Ottobre 2008

“Chi è democratico è a pieno titolo antifascista e la destra deve riconoscersi nei valori dell'antifasci-smo.” Questa è parte della dichiarazione fatta dal leader di Alleanza Nazionale e presidente della Camera Gianfranco Fini, in risposta a quanto affermato dai suoi compagni di partito Gianni Alemanno e Ignazio La Russa (rispettivamente sindaco di Roma e Mini-stro della Difesa) circa la Repubblica di Salò ed il ventennio fascista. Ad uscire dal coro di consensi che si è levato dalla sfera politica di sinistra (Walter Veltroni l'ha defini-ta come una evoluzione personale del presidente Fini) e da parte della attuale maggioranza, sono tuttavia stati vari, tra i quali anche esponenti del partito del quale Fini è guida. Mentre Alemanno

incassa questo richiamo bor-bottando un po' (?) fuori luo-go “andrebbe definito antico-stituzionale anche il comuni-smo”, ben altra e più ostenta-ta reazione ha avuto Alessan-dra Mussolini, di Fiamma Tri-colore. La moderata nipote del Duce si è presentata da-vanti al palazzo di Montecito-rio con indosso una maglia

recante la scritta “con orgoglio dalla parte sbaglia-ta”. Giorgia Meloni, ministro della Gioventù e presi-dente di Azione Giovani invita ad un basta con fa-scismo e antifascismo. La Lega, con il solito e pro-verbiale stacanovismo, consiglia a tutti di andare a lavorare. Mentre il presidente Silvio Berlusconi rac-coglie prontamente il consiglio Leghista e molto pilatescamente se ne lava le mani, chi non rispar-mia un commento sulla faccenda sono gli stessi Giovani di AN, che hanno alzato un vero e proprio polverone sulla rete. È questa reazione, che si sca-glia contro le dichiarazioni del Ministro della Difesa e dei principi costituzionali, quella più carica di vee-menza e ostilità, che rinnega in maniera ferma l'antifascismo. Per questo è la più preoccupante. La dittatura fascista è terminata con la liberazione, l'ideologia no. Magari ha cambiato nome e simboli, alcune cose differiscono, ma la sostanza (la chia-merei morale, se si potesse) è sempre quella. Neofascismo. Nuovo-Fascismo. Sebbene fino ad ora il fenomeno sia quasi sempre passato in sordina, ultimamente sembra che la questione stia venendo alla luce, forse perché que-sti movimenti stanno guadagnando peso. Ma pro-cediamo con ordine. Cos'è il neofascismo? Il neofascismo è una corrente politica e ideologica nata nei primi anni dopo la caduta della Repubblica di Salò ed appartiene all'ambiente estremista e ra-dicale della destra. Esso si ispira alle tesi e alle fi-nalità politiche del fascismo. L'esempio più noto è stato quello del Movimento Sociale Italiano (MSI), disciolto a cavallo degli anni ottanta tramite l'appli-

cazione della disposizione transitoria XII della costi-tuzione, la quale proibisce la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del partito fascista. Ma chi sono gli aderenti a questa corrente? Chi so-no i nuovi fascisti? Sorprende notare come la maggior parte di essi, la militanza o aderenza, sia relativamente giovane. Individui in età da liceo, o di poco superiore, sono i più ferventi seguaci. Non a caso, sono stati i giova-ni di AN a reagire con sdegno. Ovviamente costoro sono guidati da membri più anziani ma, oltre a questo, non hanno nessun contatto diretto, nessu-na esperienza sulla pelle, di quello che è stato il regime fascista. Sarebbe più logico aspettarsi la simpatia per questi gruppi da parte di un nostalgico e immemore vecchietto (“Quando c'era lui...”) che

magari ha subito le condanne partigiane dopo la caduta del dittatore, che da un ragazzo nato nel dopo dopoguerra. Eppure, paradossalmente, è ciò che accade. Per quale motivo? Cosa spinge un giovane a rim-piangere una dittatura? La causa principale va probabilmente ricercata in una scarsa o distorta conoscenza degli avvenimenti storici legati al ventennio. Così esso viene descritto come il periodo più roseo della nazione italiana, durante il quale tutti stavano bene e l'Italia era una grande potenza economica e militare, sotto la gui-da infallibile di un superuomo. In questa idilliaca quanto incorretta immagine di ordine e moralità ovviamente non compaiono le nefandezze compiute in quegli anni, gli squadristi nelle campagne, l'ob-bligatorio consenso nelle città, la soppressione del-la libertà di stampa e di voto, la fame della gente. Però ci raccontano che Mussolini ha bonificato l'A-gropontino e che, per la prima volta dai tempi dei Romani, l'Italia ha posseduto delle colonie. Poco importa che per conquistare quelle colonie che non hanno mai fruttato nulla siano morti migliaia di sol-dati italiani (badate bene, soldati costretti a com-battere perché di leva, non volontari) e che oggi-giorno, nonostante non appartengano più alla na-zione, costino ad essa 5 miliardi di dollari l'anno. Meglio un campo arato e un paio di colonie o la libertà? Ai lettori la sentenza. Non è il caso poi di addentrarsi più di tanto nelle risposte che chi professa questa fede politica elar-

ottoottoottootto

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gisce quando gli viene chiesto come giudica l'alle-anza stipulata con Hitler da parte di Mussolini: si verrebbe deliziati dal revisionismo storico. Il revisionismo storico altro non è che una interpre-tazione alternativa (e faziosa) degli eventi del pas-sato, che arriva ad affermare, nel suo disgustoso apice, la non esistenza dei campi di concentramen-to, dello sterminio degli ebrei e delle stragi di inno-centi perpetrata da nazisti e fascisti. Tutto ciò, ap-plicato al presente, porta a vedere l'Italia come un paese che ha perso molto con la caduta del regime, sottomesso all'Unione Europea (e di conseguenza agli Stati Uniti), impoverito dal consumismo e da aziende troppo libere e, ultimo ma non meno im-portante, soggiogata dal potere economico sionista. Questo perché le cospirazioni non diventano mai fuori moda. In secondo luogo, è opportuno riportare che la dif-fusione dei gruppi neofascisti è piuttosto omogenea sul territorio italiano e ciò è probabilmente dovuto all'ideale di unità nazionale professato. Primato di partecipazione va senza dubbio alla regione Lazio, la più legata storicamente al regime, anche se nemmeno la rossa Emilia-Romagna è pulita dal-l'ombra neofascista: alcune aggressioni sono avve-nute, e persino a Bologna. La diffusione è così ampia perché, bisogna ammet-terlo, la militanza neofascista è attiva. Volantinag-gio massiccio, manifesti, slogan d'impatto. Internet dona maggiore risonanza alla propaganda e la pre-senza di esponenti filofascisti al governo dona loro sicurezza. Così, se prima esisteva un vago disagio ad esternare ideologie rimandanti al ventennio, per timore di venire etichettati come fascisti, ora ciò viene ammesso senza problemi, con orgoglio. I temi trattati sono diversi e vanno dai più prevedi-bili (immigrazione, criminalità che essa porta, ecc.) ad una opposizione alla droga (molto spesso solo ideologica), a temi sociali da sempre appartenuti all'ambiente di sinistra, come la lotta al precariato e la condanna del consumismo. Le risposte che vengono fornite ai problemi odierni sono non prive

di un certo demagogico mordente, nella loro dura (e non sempre legale) semplicità e immediatezza. Per questo, se l'ambiente è giusto, essi hanno facile presa su giovani poco avvezzi alla politica. L'ambiente che più si presta a questo indottrina-mento è, oltre al centro sociale, la curva dello sta-dio. Già nel 2006 il Ministero dell'Interno aveva riportato, nella sua relazione sulla politica informa-tiva e della sicurezza il crescente e preoccupante numero di affiliazioni tra le curve ultras e i gruppi di destra radicale, che cercano di politicizzare le tifoserie, così da sfruttarle come strumenti di mas-sa. Quale luogo migliore per infiammare gli animi e aizzare gli spettatori contro i sostenitori delle squa-dre avversarie e la polizia (le guardie, ndr.), accu-sate di reprimere i loro diritti – andrebbe fatto loro notare che la polizia fascista era molto più dura e repressiva di quella attuale –. E' facile capire che in un gruppo di persone accu-munate dallo stesso ideale politico, dalla stessa fede calcistica, che concepisce un comune nemico (nemico, non avversario), si venga a formare un sentimento di cameratismo, di uniformazione. E quando questo accade, è praticamente scontato che avvengano fenomeni di vandalismo, che nulla hanno a che fare con quello che è il calcio: un gio-co. Spero di non avervi annoiato, cari lettori, con que-sta mia analisi trasversale di un fenomeno sociale che riguarda noi tutti e che non va ignorato. Ho cercato di essere il più imparziale possibile, nel descrivere, e di mantenere una distanza da ambo gli estremi politici, poiché nessuno dei due mi ap-partiene. Solo, ho creduto opportuno parlare, portare alla luce (anche se in minima parte, aimè), questo mondo turbolento. Perché la politica è uno scambio di opinioni, un di-battito costruttivo. Se è violenza, è crimine.

Don Chisciotte

novenovenovenove

Come molti già sapranno, quest'anno Orgia ha rischiato di scomparire dai vostri banchi, dopo oltre 10 anni ininterrotti di attività. Se potete leggerci è grazie al lavoro di tutta la redazione che ha reso possibile tutto ciò, anche senza i fondi della direzione che da quest'anno non ci sono più a causa della mancanza dei finanzia-menti ministeriali. Purtroppo la soluzione trovata è temporanea, abbiamo stampato questo numero grazie a dei contatti personali e non sappiamo se potremmo usufruire ancora dei loro mezzi. Da soli non possiamo andare avanti per gli alti costi d'esercizio (stampa, carta vergine). Ringraziamo, anticipatamente, i rappresentanti dei genitori per l'aiuto che ci stanno dando per trovare una valida soluzione. Intanto, la redazione sta valutando molte alternative tra le quali l'organizzazione di banchetti per autofinanziarsi o l'inserimento di qualche pagina di pubblicità all'interno del giornale. Inoltre, il Minghetti ed altre scuole si sono offerti di stampare il giornale da loro, previo acquisto di carta. Tutto questo ci preme comunicarvelo per l'impegno che ci lega a "Un Ponte Per", una Onlus romana cui conti-nuiamo a donare 40€ mensili da più di 8 anni per l’adozione a distanza di Aleksandra, una ragazza del '94 cui la guerra in ex-Jugoslavia ha procurato lesioni all'udito. Non vorremmo mai spezzare questo legame, noi crediamo ancora nel progetto di Orgia Intellettuale, nato dai noi studenti e che sopravvivrà sempre grazie a noi, (r)esistendo sopra ai tanti decreti taglia fondi tra passato e futuro. Non ci arrenderemo tanto facilmente. Vi ringraziamo subito per il vostro supporto, sarà anche merito vostro se ci rivredete vendere Orgia scorraz-zando nei corridoi del Cope ancora a lungo. deFe 5D

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diecidiecidiecidieci

Il 4 novembre si concluderà la corsa alla Casa Bianca iniziata ormai da quasi un anno; i candi-dati sono stati scelti, i dibattiti televisivi affron-tati, le bandiere a stelle e stri-sce calate, e i palloncini rossi bianchi e blu delle rispettive convention gonfiati e scoppiati. Anche Homer Simpson, da cit-tadino americano qual è, pro-verà ad andare a votare nella puntata che sarà trasmessa in America due giorni prima del-l'Election Day ma, per lui, e-sprimere il suo voto sarà una vera e propria battaglia. Non solo avrà problemi ad entrare nella cabina elettorale (dovrà utilizzare quella per le carrozzine visto il volume del suo stoma-co) ma il computer si rivelerà posseduto tanto che il suo voto per Obama sarà salvato per McCain e alla sua reazione la macchina lo risuc-chierà per non lasciare tracce. Tra il quotidiano neo video su “Youtube” di Miss Palin alle prese con benedizioni contro la stre-goneria e concorsi di bellezza e Michelle Oba-ma, moglie del candidato, che lancia la stagione del viola con il suo tailleur indossato per la vit-toria del marito alle primarie, rischiamo di non capirci molto mentre è necessario avere le idee chiare su un evento che, si dice, cambierà il no-stro secolo. Allora prendete un hot-dog, un barattolo di cre-ma d'arachidi, sedetevi sul divano e rilassatevi: ha inizio il nostro viaggio nelle elezioni americane. Il sistema elettorale americano è molto diverso dal nostro: l'A-merica, essendo uno stato fede-rale, è divisa in distretti i quali hanno a disposizione un certo numero di delegati in base alla densità demografica del territo-ri. Questi a loro volta andranno a far parte del Collegio Presi-denziale dove dovranno votare direttamente il futuro presidente, il quale se raggiungerà la maggioranza nel singolo distret-to si andrà a conquistare anche i voti dell'av-versario. Ad esempio, lo stato della California ha 47 dele-gati, la cui maggioranza è democratica, il candi-dato di quel partito ha 47 voti in quanto avrà diritto anche ai voti dei repubblicani in quel di-stretto.

Le elezioni, quest'anno, si svolgeranno il 4 no-vembre poiché per la Costituzione queste devo-no avvenire il martedì dopo il primo lunedì del

mese di novembre mentre le primarie si sono concluse a inizio settembre con la candi-datura ufficiale di John McCain per il repubblicani e Barack Obama per i demo-cratici che hanno scelto come vice rispettivamente Sarah Palin e Joe Biden. Il programma di quest'ultimo si può riassumere in alcuni punti salienti che potrebbero davvero dare una svolta a

quelli che sono stati gli 8 anni di governo Bush. Come ad esempio l'impegno ambientale ed e-nergetico che si ripropone il partito dell'asinello che rappresenterebbe una vera e propria rivolu-zione ma anche un cambiamento dell'assistenza sanitaria basata sulle assicurazioni che per quanto efficienti non garantiscono ai più poveri questo servizio così come la guerra in Iraq che sarebbe, invece, continuata da McCain e della grossa crisi finanziaria che gli Usa stanno af-frontando. I repubblicani, invece, hanno altre carte in ta-vola: il proseguimento della guerra in Iraq, con-solidamento apparato militare, risparmi per le famiglie, maggiore apertura verso la Russia on-de evitare una futura nuova guerra fredda. Personaggio inaspettato è la candidata alla vi-

cepresidenza Sarah Palin, go-vernatrice dell'Alaska che, nonostante le sue radicate convinzioni religiose, sembra sia stata scelta per far parla-re di sé sia per la sua vita privata sia per le sue idee a volte un po' contraddittorie. È però vero che non sono po-che le similitudini nei pro-grammi dei due rivali per questo, tutto starà nel vedere

se in caso di vincita questi impegni saranno ri-spettati; pare ormai chiaro come nel giro di un decennio sia crollato il colosso americano e l'in-soddisfazione popolare che in Italia ci arrivò ai tempi con “American Idiot” dei Green Day sem-bra voler reagire con queste prossime elezioni. La parola è una: CHANGE.

Fra 4I

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undiciundiciundiciundici

Questions & Answers: Speciale Elezioni

Lista MolestaLista MolestaLista MolestaLista Molesta

Membri della lista: Riccardo Atti (3B); Riccardo Sacco (4E); Angela Gaia Abatista (4B); Domenico Costantini (4A). Quali sono i punti focali del vostro programma? Prima di tutto vogliamo mettere la carta igienica fissa in tutti i bagni, ma con una nuova condizione: nel bagno delle femmine rimarrà fissa, mentre nel bagno dei maschi faremo un periodo di prova di un mese. Se la cosa non funziona e ci sono i soliti casini la to-gliamo…e basta. In più vorremmo mettere anche i supporti per la carta, perché come potete benissimo notare non esistono, dei distributori di carta per a-sciugarsi le mani e il sapone, per poterci veramente lavare (lo sapevate che non bastava l’acqua?). Uscendo definitivamente dall’argomento carta igieni-ca arriviamo ai collettivi: desideriamo che siano più frequenti e soprattutto più informativi creando rap-porti fissi con altre scuole come Minghetti, Sabin, Righi…etc. Vorremmo oltretutto che uno degli argo-menti principali delle nostre riunioni fosse l’ecologia, dal momento che come saprete la scuola fa parte di un progetto ecologista legato alla settimana dell’am-biente che si terrà ad aprile. Vogliamo anche ripristi-nare la raccolta differenziata all’interno della scuola cercando di sensibilizzare tutti gli studenti; la nostra idea era quella di dividere la raccolta a lotti e piani, in modo da facilitare il tutto. Ovviamente un altro punto importante del nostro programma riguarda le assemblee d’istituto: ci sa-ranno certamente gruppi sull’ecologia (abbiamo con-tatti con esperti del CNR) e di educazione sessuale. Abbiamo infatti vari contatti con lo Spazio Giovani di via S. Isaia e vorremmo invitare degli esperti e delle dottoresse alle nostre assemblee, essendo il sesso uno degli argomenti più frequenti tra noi giovani; pensavamo anche di invitare queste persone a resta-re fisse a scuola per 2-3 giorni a settimana, cosicché chi non ha la possibilità di arrivare fino in S. Isaia possa avere un consiglio e un aiuto vicino. Ciliegina sulla torta, il Comitato Foto: come esiste un Comitato Feste, vogliamo istituire un gruppo foto fisso che scatti durante le assemblee e non solo. Tut-te le foto andranno poi sul forum del Copernico, otti-ma idea avuta dalla Lista Oculista che appoggiamo pienamente. Dato che abbiamo nominato il comitato feste parlia-mo, per finire, anche di…feste: sicuramente vorrem-mo poterle organizzare prima delle assemblee d’isti-tuto (la sera prima sarebbe l’ideale) e cercheremo di ridurre i costi il più possibile, ovviamente. Ci piace-rebbe molto organizzare un ballo di fine anno scola-stico “American Style”, come l’anno scorso, ma que-sta volta sarà aperto a tutti dalla prima alla quinta, e senza svuotarvi completamente le tasche! Perché pensate che questa scuola abbia biso-gno proprio di voi? Perché abbiamo veramente tutti una gran voglia di sbatterci per ogni singolo studente di questa scuola: vogliamo che ognuno possa esprimere liberamente la

propria opinione e che questa venga sempre tenuta in considerazione, in ogni momento e in ogni circo-stanza. Come mai avete scelto questo nome per la vo-stra lista? Noi ci riteniamo i “molestatori delle istituzio-ni” (ovviamente in senso buono…) in quanto “molestiamo fino all’osso per ottenere ciò che voi più desiderate!”. Di che cosa ha realmente bisogno il Copernico? Sicuramente di più informazione interna ed esterna alla scuola e soprattutto di molta collaborazione in particolare tra studenti e professori. La collaborazio-ne tra studenti c’è e c’è già stata anche per questa occupazione, soprattutto tra noi “colleghi” candidati: speriamo che di noi sia eletto almeno uno per lista per poter collaborare veramente per il bene della scuola e degli studenti sfruttando idee diverse tra loro. Siete pro o contro l’occupazione? In questo caso siamo stati pro occupazione principal-mente per il fatto che è stata usata, giustamente, come ultima spiaggia, dopo un intero mese di prote-sta legale rappresentata da manifestazioni, cortei, volantinaggio…etc. Siamo però d’accordo sul fatto che, se sfruttata in maniera abusiva, diventa una protesta inutile e distruttiva.

Lista Aquila e MartelloLista Aquila e MartelloLista Aquila e MartelloLista Aquila e Martello

Membri della lista: Fabrizio Ambrogi 4C e Mario Caserta 4C Perchè avete scelto di candidarvi? Abbiamo sempre provato interesse per le questioni scolastiche e abbiamo pensato che agire attivamente e non stare solo ad osservare le scelte altrui fosse una cosa giusta e coerente da fare. Qual è il nome della vostra lista? Aquila & Martello. Perchè avete scelto questo nome? L'abbiamo letto sul retro di una confezione di tampax XXL. Riassumeteci brevemente il vostro programma. Prima di tutto puntiamo a una razionalizzazione delle assemblee d'istituto, che a nostro parere dovrebbero essere riservate ad un solo giorno. Poi collettivi mirati alla consapevolizzazione e all'edu-cazione al senso di responsabilità scolastico ed extra-scolastico. In generale migliorare l'ambiente scolasti-co cercando di coinvolgere più persone possibile. Sicurezza delle alte capacità dialettiche e comunicati-ve da mettere in pratica nella mediazione relativa ai rapporti con le autorità e rappresentanze scolastiche. Tutto il resto sta a voi deciderlo. I metodi si migliora-rono col tempo, grazie all' influenza e alla partecipa-zione di ogni persona interessata a cambiare in me-glio il luogo dove passerà tanto tempo della sua vita! Perchè dovremmo votarvi? O ci votate o... non si sa mai cosa può accadere... È semplice e chiaro. VERO?!

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Questo è un periodo pieno di occupazioni e ma-nifestazioni contro il decreto Gelmini. Voi cosa ne pensate? In un società sono cose fondamentali sia il benessere di ogni singolo cittadino, che la legalità e il rispetto delle regole. È certo comunque che il sistema scola-stico peggiora ogni giorno di più, sia per la poca qua-lificazione di gran parte del personale, che per l'inet-titudine dei tecnici governativi che si occupano della scuola. È importante esporre le proprie idee e prote-stare, cercando comunque di restare nel rispetto del-le regole. Non ci esponiamo riguardo all' occupazione che è comunque una cosa illegale. Riguardo alla not-te bianca e alla manifestazione, essendo nel pieno rispetto della legge, riteniamo che non sia un male partecipare se si è sinceramente interessati alle que-stioni e non per perdere ore dedicate all'istruzione, il cui livello appunto dev'essere il primo interesse di ogni studente e professore.

Lista OculistaLista OculistaLista OculistaLista Oculista

Membri della lista: Moris, Damiano e Alex (5F). Come mai avete scelto di candidarvi? Perchè sono diversi anni, ormai, che ci interessiamo della vita della scuola ed abbiamo sviluppato diverse idee interessanti che ci siamo sempre ripromessi di mettere in atto. Verso metà dell'anno scorso, quasi per gioco all'inizio, è venuta fuori l'idea di candidarsi e siccome dopo poche settimane avevamo già una primitiva bozza del programma (che abbiamo passa-to l'intera estate a perfezionare), abbiamo deciso di buttarci in quest'impresa. Qual è il nome della lista? L'ocuLISTA (lista uno). Perchè vi siete chiamati così? Non tanto per sottostare a quella sorta di tacito ac-cordo che prevede di utilizzare la parola "lista" in tutte le salse, ma perchè il nome ci offriva parecchi spunti per condurre la nostra campagna elettorale. Ci siamo divertiti ad inventare un simbolo e a giocare con la parola "oculista" e con tutto ciò che si porta dietro, dai cartelloni stile "esame ottico" a volantini sfuocati. Esponeteci i punti del vostro programma: Non è un caso se fino ad ora nessuno sappia i punti del nostro programma. Essi sono ben chiari e definiti nella nostra mente già da lungo tempo, ma preferia-mo renderli noti solo durante le presentazioni alle classi. Non per "gelosia", né tanto meno per fronteg-giarci dalla concorrenza, ma perchè ci teniamo a se-guire un percorso di propaganda mantenendo vivo l'interesse fino all'ultimo atto, ossia le presentazioni. Credevamo, inoltre, opportuno sottoporre il pro-gramma alla preside e discuterne con lei l'attuabilità di ogni singolo punto prima di diffondere false pro-messe. Perchè dovremmo votarvi? Crediamo di meritare il voto dei copernicani perchè siamo tre ragazzi seri e decisi a rendere il migliore servizio possibile alla nostra scuola. Abbiamo un pro-gramma valido che risponde, a nostro parere, a tutte le principali esigenze dei ragazzi, siamo aperti a tutte le proposte e disposti a spenderci in prima persona per realizzarle. Siamo fermamente convinti di poter

offrire un servizio di ottima qualità, per questo cre-diamo di essere degni di essere votati. Avete usato molte spille, adesivi e una massic-cia propaganda illustrando solo il nome della lista. pensate sia il miglior metodo di pubbliciz-zarvi? La nostra filosofia è: meglio solo il nome che altre sciocchezze. Come già detto la mancata diffusione del nostro programma non è casuale, quindi rimane-va poco altro da aggiungere e da pubblicizzare. Do-potutto, mi ripeto, stiamo seguendo un percorso. Qual è allora lo scopo di questa "massiccia" propa-ganda? Essere originali, rivoluzionari, rivoluzionare il modo di promuoversi e fare presente a tutti che al-l'elezione per la rappresentanza d'istituto 2009 l'ocu-LISTA ci sarà. Ora tutti noi sappiamo di avere corso il rischio di suscitare domande come "oltre ad avere creato una bella immagine, avete anche qualcosa di concreto da offrire?" ma non ne abbiamo paura per-chè sappiamo che con le presentazioni alle classi sa-remo in grado, nel bene o nel male, di sciogliere queste obiezioni. Cosa ne pensate delle modifiche nel sistema scolastico e di ciò che esse hanno comportato? Non ci sentiamo di esprimere un giudizio su que-st'occupazione in quanto non abbiamo certezze sul suo effettivo impatto sociale. Certo è che in questo mondo urge una risposta decisa degli studenti a poli-tiche scolastiche troppo spesso deludenti e noi spe-riamo che questa possa essere nell'occupazione. Sia-mo convinti che se svolta nel modo più corretto ed organizzato, e con una nutrita partecipazione, possa essere un valido strumento per difendere le nostre idee.

Lista GiornalistaLista GiornalistaLista GiornalistaLista Giornalista

Membri della lista: Marchi Domingo Ernesto (5C), Marco Ragionieri (4F), Luca Lusuardi (4F). Quali sono i punti focali del vostro programma? INFORMAZIONE: essere rappresentanti significa por-tare le idee e le proposte degli studenti in sedi come il Consiglio d’Istituto e la Presidenza. Tuttavia non ci si deve limitare a ciò; deve esserci uno scambio biu-nivoco di “voce”: anche i rappresentanti devono far arrivare alle orecchie di TUTTI gli studenti TUTTO quello che viene discusso e deciso, in maniera tem-pestiva e cristallina. SFRUTTARE LE STRUTTURE: Come abbiamo il diritto/dovere di venire a scuola al mattino per le lezioni, dovremmo avere anche il diritto di usare l’edificio nel pomeriggio per organizzare gruppi, per esempio di studio e/o intrattenimento (sportivo o altro). ASSEMBLEE D’ISTITUTO: l’adeguatezza dei rappre-sentanti si manifesta nella buon riuscita delle assem-blee, che devono essere partecipative e interessanti. Le migliori sono quelle di 2 giorni, con il concertino musicale a conclusione. Mettendo le mani avanti per non promettere cose che potremmo non mantenere: la nostra idea è quella di invitare alle assemblee dei personaggi di calibro nazionale, per interessare mag-giormente gli studenti. Riteniamo che i contatti si potrebbero avere (Ernesto ne ha coi Modena, Moris ne ha con Caparezza, e certi personaggi, come Bep-pe Grillo, Benigni o Mingardi, si son sempre mostrati disposti a iniziative del genere).

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MIGLIORARE LA STRUTTURA: la struttura dove noi “viviamo” ogni mattina è importante; è quindi impor-tante che non sia fatiscente, bensì in buone condizio-ni. Ci sembra assurdo che siano stati spesi 7.800 euro per “sistemare” i bagni, dal momento che ci ritroviamo con servizi igienici rotti e inefficienti. I rubinetti o non vanno, o hanno un getto d’acqua tipo il Niagara di male umore; gli sciacquoni idem, o non vanno, o sono sprovvisti del coperchio. Oltre ad un certo degrado visivo, crea anche un certo inquina-mento olfattivo. Perché ritenete che la scuola abbia bisogno proprio di voi? Umilmente pensiamo di poter affermare che essendo studenti di 4° e 5° abbiamo oramai acquisito una certa conoscenza dell’istituzione e del suo funziona-mento, quindi una conoscenza di quello che è utile fare per migliorarla e come farlo. Poi conoscendo molti (ma molti) studenti, ci è più facile rappresen-tarli e rappresentare la loro linea di pensiero. Infine, e soprattutto, perché siamo ben consapevoli che il nostro ruolo non è quello di fare ciò che ci è più con-geniale, ma è quello di comunicare con tutto l’organo studentesco, dagli studenti PRIMA DI TUTTI, ai pro-fessori, fino alla preside; portando, proponendo e sostenendo le volontà di tutti gli studenti. Ci impe-gneremmo quindi a sostenere i ragazzi senza timori. Di che cosa ha realmente bisogno il Copernico? Eh… il Copernico ha bisogno sicuramente del giorna-lino studentesco! È inammissibile perderlo, così come è inammissibile che ci venga tolta l’auletta studente-sca. Oltre a una questione di funzionalità c’è anche una questione simbolica dietro. La scuola ha inoltre bisogno di macchinette che non aumentino il costo dei loro prodotti ogni anno. Gli studenti non sono una banca, e spendere 1,30 euro per un panino di plastica è “offensivo” (o "gomma-pane", chiamateli come volete). Il Copernico ha poi bisogno di servizi igienici efficienti! Rubinetti e sciacquoni che vadano. Insomma, il Copernico ha bisogno di rappresentanti che abbiano la volontà e la capacità di rivendicare queste cose! Pro o contro l’occupazione svolta? Perché? Luca: “Sono perfettamente d’accordo: c’erano sicu-ramente i presupposti per occupare. Sta di fatto, pe-rò, che era solo una tappa di tutta la protesta stu-dentesca, perciò doveva essere simbolica; difatti ero contrario a prolungarla fino a lunedì. A questo punto, rinnovo l’invito a perseguire la protesta più carichi che mai!!” Marco: “Anche io sono in pieno accordo su quanto fatto, sin dall’inizio ero favorevole all’occupazione in quanto si è distinta dalle consuete occupazioni di alcune scuole che utilizzano questo espediente per perdere giorni di lezione. Ritengo che sia stata ben organizzata ma perché sia veramente utile c’è biso-gno che le scuole continuino a coordinarsi per trova-re modalità di protesta (ovviamente diverse dall’oc-cupazione) al fine di smentire ancora la voce che gli studenti sono stati strumentalizzati o che occupano per fare balotta. In ogni caso l’occupazione nel con-testo creatosi era necessaria vista la visibilità che un atto del genere comporta.” Ernesto: “Sono assolutamente pro all’occupazione che è stata. La Gelmini sta sconvolgendo tutto il set-tore d’istruzione. Era dunque importante organizzare un movimento unito di ogni realtà coinvolta dal de-

creto; abbiamo aderito al movimento d’occupazione congiunto tra tutte le scuole superiori bolognesi. Ab-biamo anche avuto la fortuna di avere professori fa-vorevoli alla protesta e addirittura partecipativi. Chi dice che occupare non serve a niente perché il go-verno ignora, rispondo che più ci ignorano, più dob-biamo protestare. In merito al continuo dell’occupa-zione, io che ne ero il primo sostenitore ed organiz-zatore, dico che era indispensabile per vari motivi. Innanzitutto nei primi giorni sono stati organizzati bei gruppi interessanti e ben riusciti, a loro modo collegati alle realtà a rischio, ma secondo me nessu-no di quelli era DIRETTAMENTE inerente al decreto e alla finanziaria Brunetta-Tremonti (tranne forse uno). Per questo ho fermamente sostenuto l’organizzazio-ne di qualcosa in più, per decidere come continuare e che l’occupazione fosse propositiva, riguardo i punti degli articoli del decreto: questo è proprio ciò che è stato fatto nel gruppo di lunedì mattina. In secondo luogo credo fosse utile terminare il ciclo delle occupazioni in maniera simbolica, con una gior-nata conclusiva in cui chiamare delegazioni di tutte le realtà colpite dal decreto. Insomma, mi premeva non fare l'occupazione in cui si occupa qualche giorno e poi bona. Era poi utile ottenere un impatto mediatico per dare significato alle occupazioni. Infatti sono stati chiama-ti -e sono venuti- vari giornalisti (e la RAI). Il giorno dopo, l'assemblea è apparsa sui quotidiani con arti-coli positivi. Infine a chi sosteneva che l'incontro di lunedì si poteva fare in un secondo momento con più calma e senza occupare l'edificio, dico che, come abbiamo visto, il tempo invece non c'era e non c'è: durante l'assemblea sono venute fuori idee ed inizia-tive di cui discutere subito, perché da attuarsi in questi stessi giorni (alcune addirittura già fatte); era quindi strettamente necessario fare un punto della situazione in quella giornata. Senza considerare l'im-portanza del gruppo mattutino, che come ho detto è stato più produttivo degli altri (da specificare che il continuo dell'occupazione oltre il fine settimana ci ha permesso di avere più tempo per decidere le sue modalità di svolgimento, a differenza degli altri che spesso, per forza di cose, erano organizzati la matti-na stessa). Concludo dicendo che sono riconoscente e felice del-l'unione che c'è comunque stata tra quasi tutti gli studenti "impegnati" del Copernico, un unione che si è dimostrata tale anche nei momenti di maggiore discordia. L'occupazione è servita anche a questo, unirci contro un problema comune e rivendicando idee comuni, e non parlo solo di studenti, ma anche di professori etc.”

INTERVISTE a cura di Piccio 2A e Ceci 3I

Consulta Provinciale: per quanto riguarda i rappresentanti di Consulta, dall’anno scorso la carica dura 2 anni. Dato che Emiliano (Cipo), ex-5F, ha dato la maturità, colui che subentra al suo posto è il primo dei non eletti, secondo il regola-mento di Consulta. I rappresentanti attuali sono quindi: Francesco Giammarella (4I) e Federico de Felice (5D). Si procederà con nuove elezioni all’inizio del prossimo anno scolastico.

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Ciao a tutti e bentornati per questo nuovo anno sco-lastico! Come sempre torniamo anche noi con i nostri originalissimi e divertentissimi sondaggi, e nella con-sapevolezza di avervi fatti soffrire per tre mesi a cau-sa dell’astinenza dal leggere questa pagina di giorna-le ve ne proponiamo, giusto per stare in tema, uno sulle elezioni. Divertitevi! Da quando ne hai la possibilità hai sempre pre-ferito non votare, non capendoci una cicca in politica e non avendo mai avuto uno schiera-mento preciso nel quadro politico italiano; pur-troppo per te qualche ora prima di votare l’e-quilibrio mentale e psicologico degli italiani vie-ne sfortunatamente messo sotto sopra, e tu sei l’unico sufficientemente cosciente della situa-zione per poter votare. Il futuro del paese è nelle tue mani e non puoi tirarti indietro. Cosa fai? a) All’improvviso si scopre che la mia era solo una copertura, e mi rivelo essere Berlusconi che ha ordito questo ingegnoso piano malefico per conquistare la Nazione UAHUAHUAHUAH!!! (5%) b) Mi lego sotto ad una persona come fece Ulisse con una pecora e mi reco a votare sperando di far ricade-re su qualcun altro la responsabilità. (20%) c) Mi do all’esilio a vita presso Casa Baggins nella Contea, dove cerco di confondermi con l’anello del Signor Baggins. Funzionerebbe se non fosse che quando deve infilarmi al dito sbaglia buco... (45%) d) Scelgo la monarchia: essendo l’unico in grado di intendere e di volere mi proclamo unico sovrano in-contrastato e creo un regno pacifico basato sull’agri-coltura, sull’attività manifatturiera e sui circoli degli alcolisti anonimi. (30%) Ci siamo, è finalmente giunto il momento tanto atteso: i risultati delle ultime elezioni stanno per essere resi pubblici. Qual è la vostra reazio-ne quando venite a sapere che………… i risultati sono stati manomessi e il potere è finito nelle mani della reincarnazione di Luigi XIV che cerca di instaurare una monarchia, perseguitando il Copernico, unico vero ostacolo verso l’afferma-zione del suo assolutismo? a) OCCUPAZIONE!!!!!! (65%) b) Raduno i rappresentanti d’istituto vecchi e nuovi e organizzo un esercito di veterani esperti nell’arte del-la guerra. E dell’uncinetto, naturalmente. (5%) c) Mi rilasso e penso che tanto non potrà mai andare peggio di così, e che superato questo sarò invincibile. Due minuti dopo la macchinetta dei panini del lotto 2 pone fine ai miei ragionamenti proponendomi le ulti-me novità in campo gastronomico: panini pollo e ver-dure, che prelibatezza… (10%) d) Organizzo una congiura come quella di Nerone e poi mi do fuoco con un accendino spento.(20%) Fingendo per un momento di essere appena stati eletti capi del governo (non si può mai sa-pere!), chi chiamereste a governare al vostro fianco?

a) Il circo di Moira Orfei: forse così avrò finalmente la possibilità di vederlo. (10%) b) Due esemplari, un maschio e una femmina, di o-gni specie animale (primo fra tutti Michael: purtroppo non ci riesce di trovare un altro esemplare come lui XD). (70%) c) Non mi permetterei mai di togliere visibilità al caro vecchio Berlusca, quindi sicuramente provocherei una crisi di governo con annesse elezioni anticipate e pro-muoverei in ogni modo la rielezione di questo “simpatico” ultrasettantenne. (5%) d) Aspetta un attimo, il capo del governo è quello che sta dietro il tavolino col parrucchino in testa e deve decidere se uno è colpevole o innocente? Ok, lo am-metto, non me la sono mai cavata molto bene in di-ritto… (15%) Tra poco ci saranno le elezioni negli Stati Uniti. Come reagisci a questo importante evento poli-tico? a) Sto organizzando un giro di scommesse clandesti-ne. Vuoi puntare qualcosa anche tu?? (30%) b) Dai? Davvero? Ma come, mandano già via Washin-gton? Mi sembrava un così bravo signore... E poi co-me fanno, cambiano nome anche alla città? (19%) c) Seguirò l'evento in diretta a partire dalle venti-quattro ore precedenti l'apertura delle urne. E chi se le perde! (1%) d) Mah, chissene frega tanto il presidente nuovo sarà solo un altro deficiente. (50%) Probabilmente non ti è ancora capitato di dover andare a votare, conosci la procedura? a) Certo: arrivo, poso la valigia sul rullo, mi faccio perquisire dal poliziotto e poi mi posso imbarcare. (30%) b) No, non del tutto, penso che comunque se mi tro-vassi in difficoltà nel chiudere la scheda o non ricor-dassi più dove fare la crocetta, darei un colpo di tele-fono a mia mamma. (20%) c) A dire la verità vado a fare quello che ti controlla quando arrivi. Poi la sera con i miei amici ci guardia-mo le cassette della telecamera che ho installato ne-gli stanzini. (10%) d) No e non mi importa, non andrò mai a votare. (40%) Come prepareresti il tuo fisico in caso di even-tuali elezioni? a) Ogni giorno trenta minuti di ginnastica della mati-ta poi un quarto d'ora di rotazione del polso e una facciata di crocette per perfezionare il tratto. (20%) b) Eh? (30%) c) Cerco di abituarmi alla faccia stupita che vedrò sul viso di mio padre per i sei mesi successivi ai risultati delle votazioni. (30%) d) Mi alleno per la marcia di protesta per l'abbassa-mento delle pensioni che ci sarà dopo pochi mesi (20%)

Fre e Zana 4I

dieci+4dieci+4dieci+4dieci+4

Elections’ Poll

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quindiciquindiciquindiciquindici

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dieci+7dieci+7dieci+7dieci+7

Nella foto i seguenti regaz: Scara, Hulus, Big Ciccio Waahbus, Nello, Gio’, Stefa, Cipo

Orizzontali: 1) Il presidente del Consiglio (eh…brutta historia…) 10) Protezione da guerra 14) Noto gruppo progressive italiano degli anni 70 15) Chiuso, sigillato 17) La possibilità inglese 18) Una famosa professoressa del Copernico 20) In Fight Club veniva fabbricato con grasso umano 22) È un istituto che fornisce dati e statistiche 23) Non è eccellen-te…ma neanche da scartare 26) Irene cantante 27) Un altro nome per la chiave di violino 28) Un cervo della tun-dra 29) Dominio informatico italiano 30) Un imperatore romano 33) Il nove rovesciato 35) Aosta 36) Il numero di Dio 37) Assolutamente negativo 38)Confina con Russia e Lettonia 41) Organizzazione Nazioni Unite 43) Un compi-to di italiano 44) Una salita ripida 45) È famoso quello del matrimonio 46) Nichel 47) Teocoli attore 48) È in com-petizione con la Microsoft 49) Le mamme delle mamme 51) Né io né lui 52) Pari in Carol 53) Il famoso Antonio De Curtis 55) A un semitono da Si 56) Quello Albertino è del 1848.

Verticali:

1) Tra basso e tenore 2) Ramazzotti, cantante italiano 3) È indisposto ad agire 4) Un piatto tipico della Romagna e delle Marche 5) Tg*Cos 6) Contiene caratteri ereditari 7) Un fiume russo 8) Secchione, sfigato 9) Un romanzo del ’86 di Stephen King 10) Quello matto conclude la partita 11) Lo fa chi nasconde qualcosa 12) Il titolo dei sacerdoti 13) Figura greca a cui Alfieri dedicò una tragedia 16) La più famosa è quella che non c’è 19) Alta Tensione 21) Orient Express 24) Per lei gli Achei assediarono Troia 25) Un genere di pipistrelli 29) La Repubblica Italiana sulle monete 31) Carotone, cantautore spagnolo 32) Dopo la primavera 34) Due romano 39) Un tipo di arte marziale 40) Se lo trovi…trovi anche un tesoro! 42) Viene prodotta dal rene 45) Sovrano della II dinastia egizia 48) Adrian, calciatore della fiorentina 49) L’odiato vicino Simpson 50) Protossido di azoto 51) Metà totale 53) Taranto 54) Off Topic

di Nello 5D

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diciottodiciottodiciottodiciotto

Reviews CornerReviews CornerReviews CornerReviews Corner

Spesso i sogni restano tali, ma cer-te volte i sogni diventano realtà ed è per questo che bisogna credere in se stessi; nell’ormai lontano 1999 una giovane di nome Sophie, cerca di far avverare il suo sogno speden-do tre inviti per l’imminente matri-monio, ai possibili padri: Sam, un uomo d’affari, Bill, un avventuriero e Harry, un banchiere. La giovane vive nell’idilliaca isola greca di Kalo-kairi assieme al fidanzato Sky e alla madre Donna. I tre si occupano

dell’amministrazione della “Villa Donna”, un albergo che sta cadendo a pezzi e stanno finendo le preparazioni per la cerimonia alla quale assisteranno le migliori amiche di Sophie e le vecchie amiche di Donna, nonché sue com-pagne nella band “Donna and the dynamos”, Rosie e Tanya. All’arrivo delle prime, Sophie rivela loro la sco-perta fatta leggendo un vecchio diario della madre, cioè quella di avere tre possibili padri. Nel frattempo i tre accettano l’invito dirigendosi verso l’isola, mentre Don-na, Rosie e Tanya ricordano i vecchi tempi. Arrivati nel luogo indicato Sam e Harry perdono il traghetto e accet-tano di essere scortati da Bill con il suo yacht. Al loro arrivo vengono accompagnati da Sophie la quale è impa-ziente di conoscerli, nelle loro stanze. Qui, la ragazza confessa che la madre non è stata informata del loro arrivo e che non dovrebbe saperlo, cercando di persua-derli a restare. L’intervento del destino scombussola i piani di Sophie poiché Donna scopre che i tre si trovano lì e chiede loro di andarsene. Questa rivelazione le fa rivivere i momenti belli passati con i tre ma anche mo-menti malinconici attraverso i quali ricorda le delusioni subite. In realtà nemmeno lei sa chi sia il padre di so-phie. Sam, Bill e Harry ascoltano la richiesta di Donna e l’accettano ma, mentre si preparano a partire, vengono fermati da Sophie la quale finisce per passare una gior-nata con loro, giornata che alimenta i suoi dubbi senza soddisfare il suo desiderio di trovarlo, di trovare l’uomo di cui ha sentito la mancanza per tutto quel tempo, l’uo-mo che vorrebbe chiamare padre. Fortunatamente du-rante la festa di addio al nubilato i tre si rendono conto del vero motivo per il quale si trovano sull’isola ognuno è certo di essere il padre della ragazza e le chiedono di accompagnarla all’altare. Sophie reagisce negativamente alle proposte fattele e si rende conto che ciò di cui ha urgentemente bisogno è capire chi è e che cosa desidera fare della sua vita. Il musical propone una conclusione piacevole ed inaspet-tata che rispecchia il carattere gioioso dell’intera creazio-ne. Quello che invece rende l’insieme piacevole, non è tanto la trama quanto la ricchezza artistica del cast. All’interno del musical infatti ritroviamo in primis, una Meryl Streep che alla soglia dei suoi 60 anni si cimenta nel ballo e nel canto donandoci una performance brillante e altre note figure quali: Colin Firth, Pierce Brosman e Julie Walters, ma anche la giovane Amanda Seyfried. Dulcis in fundo, la chiave che apre l’orizzonte per un successo è l’aver scelto come colonna sonora i capolavori degli Abba, brani che hanno caratterizzato un’epoca e che tutt’ora vengono ascoltati e amati quali: Mamma mia, Honey honey, I have a dream, Money money money, The looser takes it all e molti altri.

Ade 2N

Le donne riescono a colmare i vuoti che gli uomini spesso lasciano invo-lontariamente ma loro sono anche le salvatrici nei momenti di necessità, poiché con il loro sesto senso, che influisce sulle decisioni importanti, percepiscono i problemi e si sforzano di trovare una soluzione. Chiunque colga la loro vera natura si rende conto del fatto che il loro è un dono prezioso da coltivare e mantenere tale . Purtroppo, succede che l’uomo diventi l’universo della donna, di quella donna che senza sforzarsi conforta con i suoi gesti ma diventa schiava del suo nucleo, dipendente come un atomo che percorre la sua orbita senza curarsi della sua identità. Questa visione femminile viene accol-ta da molte pellicole e spesso in contrasto con una figura negativa ma pur sempre vera della donna, quella super-ficiale e debole; in questo particolare caso sto parlando di The Women, film che opta singolarmente per una vi-sione interamente femminile, infatti non compaiono uo-mini. Mary, moglie e madre perfetta, ha una carriera da invi-diare e tre amiche che la sostengono sempre Silvie, la miglior amica, editrice e fanatica dello stile, Alex, la scrittrice e Edie, la super mamma. Purtroppo il suo mon-do viene scombussolato nel momento in cui scopre nel salone di bellezza, della relazione che il marito intrattie-ne con la “spruzzatrice”-commessa- del negozio più in di New York. In un primo momento chiede il sostegno della madre, la quale le consiglia di non dire niente e di pren-dersi una vacanza. Quando decide di lasciare la città per qualche giorno le tre la sorprendono confessandole di essere al corrente della relazione del marito e si offrono come spalle su cui piangere, ma Mary rifiuta, illudendosi che quella del marito sia soltanto una scappatella. Que-sta sua convinzione la porta a perdonarlo e a dimentica-re il tutto fino a quando non capisce che la relazione sta continuando e decide di chiedere il divorzio. Addolorata e tradita non solo dal marito ma soprattutto dalla migliore amica, la quale vende le informazioni sul divorzio a un pezzo grosso nel campo delle pubbliche relazioni per salvare il suo posto, si rifugia in un centro dedicato a donne come lei. È qui che percepisce la sua vera identità, ed è qui che riacquista fiducia in se stessa e ricomincia da capo. Una volta tornata dalla clinica dà vita ad un suo progetto personale che possa rispecchiare i suoi ideali, perdona Sylvie e anche il marito, ma, soprattutto, si dedica con tutta se stessa alla figlia che ha bisogno di lei più che mai. Il progetto ripreso da Diane English ricorda un capolavo-ro degli anni 40 del maestro George Cukor ovviamente adottando uno sfondo conforme alla realtà odierna e servendosi di grandi attrici che mettono in risalto oltre al loro lato divertente anche la loro capacità di mutare se-guendo le richieste del copione quali: Meg Ryan, Annette Bening e Debra Messing. Aggiungo un particolare che mi ha colpita: quello di non aver adoperato presenze ma-schili ma di essersi concentrati sul rapporto che le donne hanno con il mondo, e tra di loro, componente che e-merge anche dal titolo; lasciamo dunque spazio ad una commedia puramente ed estremamente dedicata alle donne indicata non per questo soltanto a loro ma anche all’universo maschile. Ade 2N

Mamma Mia The Women

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Vuoi dirci cosa hai in mente? Lo psicoanalista cura con le parole aiutando il paziente ad entrare in contatto con parti del suo inconscio, anch'egli ha fatto un'analisi su se stesso andando da un altro analista, di modo da saper aver a che fare con le proprie parti inconsce. Il metodo psicoanalitico, trovato e iniziato da Freud, si basa sul concetto per

cui le nevrosi scaturiscono dall'inabilità dell'Io di recuperare le idee rimosse per cui l'elaborazione del motivo patologi-co è già parte integrante di per sé della cura dello stesso disagio. Non è possibile però cercare in ambiti precisi, poi-ché inconoscibili a priori. Perciò la tecnica terapeutica si fonda sull'idea di associazione libera: il soggetto viene quindi spronato a parlare liberamente di ciò che desidera, senza censura alcuna e cambiando argomento ogniqualvolta ne senta il bisogno. E in effetti proprio in uno dei primi episodi di 'In Treatment' viene ribadita questa regola secondo cui "è il paziente a dover scegliere l'argomento di cui parlare." Per l'appunto, il telefilm diretto e riadattato da Rodrigo Garcia - già ammirato per Big Love e Six Feet Under, nonché figlio del Premio Nobel Gabriel Garcia Marquez - approdato lo scorso 22 settembre alle 21 su Cult (canale 142 di Sky), è incentrato sull'attività dello psicoterapeuta Paul Weston (Gabriel Byrne). Segue passo passo la terapia di ogni personaggio: il lunedì è il turno di Laura (Melissa George) una giovane aneste-sista con problemi affettivi che ha sviluppato un transfert; il martedì è la volta di Alex (Blair Underwood) un inte-gerrimo pilota della Marina e piuttosto diffidente, che ha partecipato alla guerra in Iraq, uccidendo 16 bambini duran-te una missione; il mercoledì è dedicato a Sophie (Mia Wasikowska) una ginnasta adolescente che ha subito un grave incidente, del quale non sono chiare le dinamiche e si teme non sia stato casuale; il giovedì tocca a Jake (Josh Charles) e Amy (Embeth Davidtz) marito e moglie che vogliono appianare i loro insanabili conflitti, tra cui il dilem-ma su una non del tutto voluta nuova gravidanza: il venerdì in fine è il giorno in cui è Paul stesso ad andare in analisi dalla ex-collega Gina Toll (Dianne Wiest). Riadattamento di BeTipul - un popolarissimo programma israeliano creato da Hagai Levi, il quale ha partecipato anche al progetto americano in qualità di executive producer - questa serie è unica per diversi motivi: primo fra tutti il format.

Non si era mai vista prima d'ora una serie tv interamente fondata sui dialoghi, per quanto raffinati e pungenti, tra soli due personaggi e quasi privi di azione. Si potrebbe pensare che annoi, ma questo non capita mai. L'attenzione del tele-spettatore è altresì costantemente coinvolta e catturata dagli attori, che col solo potere della parola, di copioni sublimi e delle proprie eccezionali doti recitative, riescono a imprimere grande vita e sentimento ai personaggi e alle loro storie. Una tecnica che si potrebbe definire minimalista, e che inoltre si avvicina mol-tissimo a quella tipica del teatro, anche nel genere di riprese, spesso di interi blocchi di venti minuti - la durata dell'episodio - come simulando una vera sedu-ta. Innovativa oltre che per i contenuti, dunque lo è anche, e specialmente, nella modalità di programmazione che prevede infatti 43 episodi, 5 a settimana, tra-

smessi quotidianamente, dal lunedì al venerdì, ognuno dedicato ad un singolo colloquio. E' stata infatti subito ampiamente apprezzata, ottenendo elogi in quantità dalla critica, ottenendo ascolti da record e guadagnandosi immediatamente 2 grosse vittorie agli Emmy Awards 2008 ai quali erano stati presentati con ben tre nomination.

The reigning Vale 5M

In Treatment

Brooklyn, 1912: Francie Nolan, undici anni, fa parte di una famiglia povera. Nonostante le voci che gridano all’ubriachezza di suo padre, le preferenze della madre per Neeley, suo fratello, il contesto nel quale vive, il cibo scarso, Francie cerca di trovare la felicità nel poco che possiede e si rifugia nel suo mondo di racconti fantastici e di libri;…sì, lo sa che suo padre beve, ma le vuole be-ne, e l’importante è questo…sì, sa che mamma preferi-sce Neeley, ma essere necessari a qualcuno è quasi co-me essere amati. Questo è l’inizio di un libro meraviglio-so; la vita della famiglia Nolan: i problemi, le sofferenze, le gioie, le delusioni, i pianti, le risate…è il racconto di una vita, la realtà vista attraverso gli occhi di Francie…

che crescerà…come quell’albero che cresce a Brooklyn: d’ovunque cada il suo seme, ne nasce un albero che lotta per raggiungere il cielo, cresce nei terreni incolti, coperti da palizzate e su mucchi sporchi di detriti, riesce a crescere nel cemento, cresce rigoglioso…continua a vivere senza sole, acqua e forse anche senza terra…ma maturerà, crescerà lo stesso, per diventare qualcosa di migliore! Luzza 1N

Betty Smith - Un albero cresce a Brooklyn

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ventiventiventiventi

Un caloroso ben ritrovati ai vecchi abitanti del Cope e un affettuoso benvenuto ai ragaz-zi che hanno deciso di raggiungerci quest’anno. Ho deciso di aprire questo anno scola-stico con un libro che mi ha colpito sin dalle prime pagine. Si intitola “La ragazza di Bu-be” e l’autore è Carlo Cassola. Si tratta di una storia d’amore tra due giovani Mara, di 16 anni e Bube di 19. La relazione tra i due nasce quasi per caso, senza alcun preavviso o pretesto. Bube era l’amico in guerra di Sante, fratellastro di Mara, che è deceduto dopo l’attacco dei tedeschi ai partigiani. Inizialmente Mara si presenta come una ragazza testarda, sognatrice, ma anche im-matura e inconsapevole; vive assieme al padre comunista, alla madre e al fratellino. Bube, invece, è un ragazzo magro, timido, con un’infanzia assai difficile e sostanzialmente impreparato alla vita. Bube durante la guerra ha trovato un’immagine di sé che lo soddisfa, ma che allo stesso tempo lo chiude in uno stereotipo. Tra i due nasce quasi subito una simpatia che sfocia in una relazione del

tutto casuale. Bube è innamorato di lei e si mette addirittura in testa di sposarla; ma si rende colpevole di un grave reato che lo porterà in carcere per molti anni e segnerà in maniera indelebile la loro vita. Mara, durante questo pe-riodo di assenza del fidanzato, ha avuto la possibilità di rifarsi una vita con un altro ragazzo: Stefano. Ma questo periodo di lontananza la fa maturare e diventa non più Mara, ma “la ragazza di Bube”, una ragazza a cui non inte-ressano più le fantasticherie e le frivolezze dell’adolescenza, ma una donna matura capace di guardare alla vita con coraggio e grandissima energia. Cassola usa un linguaggio semplice, asciutto, ma allo stesso tempo elegante e mol-to raffinato. Forse è questo ciò che più mi ha colpito dell’opera: la non necessaria ricerca di uno stile particolarmente curato e difficile che allo stesso tempo lascia un sostanzioso spazio per riflettere e pensare.

Sanaa 4M

Carlo Cassola - La ragazza di Bube

Mötley Crüe Saints of Los Angeles Eleven Seven Music

Parlando con un mio ami-c o e c o m p a -gno di c l a s s e prossimo alla lau-rea in

“Motleycrueologia” (Bella Zak!!!) ci siamo trovati d'ac-cordissimo nel dire che ci si aspettava un buon album dai Motley ma sinceramente non buono come questo. Al dì là di ogni previsione. Un album più difficile da capire, ci vogliono almeno 3-4 ascolti per deci-frarlo nella sua interezza. Non è il solito glam-rock grezzo e puro cui c'hanno abituato, è parecchio di più. E' molto più lavorato, ha una forma più completa e con suoni vera-mente moderni. La title-track è la solita trascinante canzone stile-Motley mentre la ballata dell'album, “The Animal In Me”, pur non raggiungendo (e ci mancherebbe) i livelli di “Home Sweet Home” o “Without You”) è veramente pregevole. Altri pezzi degni di nota e per i vostri download sono “Face Down In The Dirt” e “Motherfucker Of The Year”, ottimo rock da uno dei gruppi più fighi degli anni '80 che ancora oggi riesce a fare della gran musica.

Jacopo 5M

Dream Theater Chaos in Motion 2007-2008 Roadrunner

Ogni volta è così. Ogni volta che il Tea-tro del Sogno ci dà una testimonianza di una sua tournée è sempre un capolavo-ro. Senza parole. Senza parole io che ho il culto dei Dream Theater, che li cono-sco in ogni loro virgola e accordo. Le can-zoni del nuovo album sono fatte meglio in concerto che in studio, la suite “In The Presence Of Enemies” di 26 minuti vede un LaBrie arrivare a delle tonalità neanche sfiorate nel cd in studio. Commovente l'assolo di Petrucci alla fine di “Surrounded” dove riprende “Mother” dei Pink Floyd fino a far concludere la canzone con le ultime due strofe di “Sugar Mice” dei Marillion, gruppone neo-progressive anni '80. Un'esecuzione perfetta, canzoni come “Blind Faith” e “Panic Attack”, per la prima volta in un live ufficiale regalano emozioni uniche, come solo i Dream Thea-ter riescono. Passa il tempo, ogni tanto anche LaBrie fa fatica a seguire linee vo-cali altissime come in “Take The Time” o “Surrounded”, ma insomma, sono canzoni vecchie quasi 20 anni e James non è più un giovanotto. Sorprende come le canzoni del nuovo “Systematic Chaos” risultino addirittura eseguite meglio di cavalli di battagl ia come la sopracitata “Surrounded”, ma cosa volete?, l'originali-tà dei Dream Theater consiste anche in questo. Infine, lascia totalmente senza parole e in Paradiso il medley finale di “Trial Of Tears/Finally Free/Learning To Live/In The Name Of God/Octavarium”, 20 minuti di storia dei Dream Theater, con una esecuzione che rasenta la perfezione, come tutto il live, sia in dvd che dvd+cd.

Jacopo 5M

Metallica Death Magnetic Warner Bros

Dopo 17 anni sono tornati i Metallica. Si, dopo 17 anni, perchè mai e poi mai riuscirò a concepire come album dei Me-tallica “Load”, “Reload” e “St. Anger”. Questi di “Death Ma-gnetic” sono i Metallica che tutti noi conosciamo, quelli che ab-biamo sempre amato e quelli che continueremo ad amare. Un rock duro, a tratti pure ab-bastanza progressive e melodi-co, come in “The Unforgiven III”. In alcune tracce come “The End Of The Line” e “The Day That Never Comes” tornia-mo davvero ai tempi d'oro dei Metallica, ce n'era proprio biso-gno. E' un album compatto, monolitico, registrato molto grezzamente moltiplicando al massimo i livelli d'audio, così da risultare abbastanza distorto ed avere un effetto ancora più robusto e aggressivo. Molto trash-metal, ma non in manie-ra, permettetemi, pietosa come in “St. Anger”. Ottimo esordio come bassista di Robert Trujil-lo, conosciuto dai più per le collaborazioni col divino Ozzy Osbourne. Da comprare, vera-mente. Scordatevi nuovi “Load” o “Reload”, questo è rock stile Metallica allo stato puro. Jacopo 5M

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ventunoventunoventunoventuno

Martina Topley-Bird The Blue God Indipendiente Possiamo dire che Martina Topley-Bird è la first lady del trip-hop: vocalist e “moglie” (niente di ufficiale, solo un figlio avuto dai due) di Tricky, ex-frontman dei Massive Attack, l’inglese ha sfornato “The Blue God”, un album che mixa i suoni vellu-tati del trip-hop con le sfumature jazz e soul proprie del background dell’artista nera londinese. Il tutto prodotto dal tocco magico di Danger Mouse, quello che nei Gnarls Barkley, non canta, ma fa le basi. Si parte con “Phoenix”, un battito elettronico e minimale che inizialmente sembra mal sposarsi con la voce magica di Martina, ma che pian piano si rivela come una carezza dolce e rilassante. “Carnies” è una ballata pop dall’atmo-sfera retrò condita da un giro di basso pulp: emerge in prima fila la voce sinuosa dell’artista inglese, che culla l’anima dell’ascoltatore, per poi catturarla e trasportarla nel suo vortice senza fine. “Something To Say” risalta il lato psichedelico dell’album: l’incedere tutto ruvido di

chitarre sbilenche è accompagnato dai sibili e mugolii vocali della Bird. “Baby Blue” è un puro soul, dolce e amaro contemporanea-mente, dove i trilli del piano giocano con la voce e la batteria polverosa in sottofondo. “Shangri La” ha un’aria tutta noir, dove la voce inquieta di Martina è contrastata da beat industriali, archi invadenti e una tastiera tenebrosa. “Snowman” rievoca tanto le at-mosfere invernali, forse parigine, con quelle note di piano che sembrano fiocchi di neve… “Valentine” cammina sul confine tra soul e

surf pop: estiva e tranquilla, tutto si riduce in una leggera batteria in compagnia di una fioca chitarra. Si chiude con “Razor Tongue”, una marcia tediosa e soverchiante dove la Bird sembra cadere sotto i colpi della batteria, per poi rinascere nel ritornello. Diversi suoni e stili riuniti in un unico disco: questo è quello che Martina Topley-Bird ci regala e noi ne siamo molto contenti; e ora che si avvicina l’inverno non vedia-mo l’ora di passare le nostre giornate tra atmosfere ma-linconiche e una voce inglese, calda e avvolgente.

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Thievery Corporation Radio Retaliation Eighteenth Street Lounge Music

Nati in quel di Washington, i Thievery Corporation mescolano mille generi e stili musicali quali dub, reggae, jazz, musica indiana, bossa nova, sonorità africane: il risultato è una cifra variega-ta, timbro di fabbrica del duo statuni-tense. “Radio Retaliation” è un disco politico e lo si può facilmente inten-dere dalla copertina che raffigura un guerrigliero zapatista. Viag-gia tra reggae, dub, ma anche afrobeat, bossa brasiliana e sitar indiani. Si apre con “Sound The Alarm”, ipnotico dub tutto in levare che alza la voce contro Babylon. Dopodiché troviamo “Mandala” che ci trasporta dritti in India, ne sentiamo gli aromi, il caos, le vibrazio-ni. Si torna al dub-reggae con la title-track, sempre accompagna-ta dalla voce del fido Sleepy Wonder: percussioni decisi, fiati in controcanto e il sovrastante toasting del vocalist. “Vampires” è un jazz/soul elettronico di ottoni e percussioni tribali che accompa-gna la voce di Femi Kuti, nigeriano figlio d’arte. Viaggiamo fino al Sud America con “Hare Krsna”, la quale riprende la bossa brasi-liana dai ritmi dondolanti e dal coro di trombe e affini sullo sfondo e con “El Pueblo Unido” la quale cita la canzone resa famosa dagli Inti-Illimani…la voce spagnola è accompagnata in alcuni parti del brano dal vocio di un pubblico che ripete il testo cantanto dall’in-terprete principale. “33 Degree” è trip-hop puro: respiri e voci si mescolano alla base elettronica psichedelica e minimale. Partico-lare è “La Femme Parallel”, francese anche nel testo, così come nell’atmosfera malinconica e primaverili di una Parigi notturna. “Retaliation Suite” è un calderone nu-jazz, nei quali si alternano i ritmi sghembi di una batteria e il suono di un sax solitario. “The Numbers Game” è un funky-groove degno di Mr. James Brown, dove la voce di sir Chuck Brown si aggancia all’incedere ipnotico di un basso wah-wah. Si chiude circolarmente, tornando al dub di “Blasting Through The City”: fiati, electro-beat, “kaly weed” e tanto tanto spirito. Tutto fila liscio e i Thievery si riconfermano i soliti mattacchioni che sanno quello che fanno. Certo “Radio Retaliation” non è al livello dei precedenti “The Richest Man in Babylon” o “The Cosmic Game” ma è sicuramente un buon passatempo per le orecchie, anche perché poter viaggiare rimanendo col culo sulla poltrona è un lusso di pochi. deFe 5D

Beck Modern Guilt XL Penso che quel cama-leonte di Beck Hansen non smetterà mai di fare musica coi con-trofiocchi: sì, normale che al decimo album, la costanza possa mancare un attimo, ma sicuramente “Modern Guilt” non è il tonfo nel burrone che molti dico-no. Prodotto in collabo. con il solito Danger Mouse (sì, dei gniars barchlei) quest’ultimo album torna a rispolverare il Beck del passato, dimenticandosi un po’ delle incursioni electro degli ultimi lavori. Tranquilla, acustica e seventies “Orphans” apre il disco, seguita da “Gamma Ray” anch’essa un retrò-pop a cavallo tra 60’s e 70’s. “Chemtrails” è psichedelica, un viaggio in un sogno senza capo né coda, dove un basso infermo e una batteria scandiscono i passi. La title-track è caratterizzata dall’armoniosa voce di Beck, ac-compagnata da un piano traballante in sotto-fondo e da una chitarrina che spizzica qua e là. La traccia migliore è forse la malinconica “Walls” dove archi e batteria sghemba si con-trastano e la voce al limite del piagnisteo fa da guida. “Replica” sembra essere un tributo ai Radiohead di In Rainbows, anche perché sa è molto sporca nei suoni che assomiglia a “Bodysnatchers”: ma la somiglianza si riduce a questo perché la verve beckiana e le piccole note del piano sembrano costruire una piogge-rellina delicata. Chiude “Volcano”, dolce ballad spirituale di una smagra chitarra in combutta con un meraviglioso organetto. Quel genio di Beck ha colpito ancora, forse non ha fatto centro, ma il segno comunque rimane. E ne siamo felici. W le chitarrine sbiadite. deFe 5D

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Luci, è sera. Partono i primi fuochi d’artificio. Il coro ‘’Maiden, Maiden’’surriscalda l’ambiente per altro già caldo. Ehi, quanta fretta! Volete sapere com’è stato il Gods? Ovvio che sì, se no non stareste leggendo l’arti-colo che sto per proporvi. Un attimo di pazienza, ragazzi, ritengo sia oltremodo giusto fare prima le presen-tazioni: sono Riccardo Tosi di 4B per la prima volta, quest’anno, a tenervi compagnia durante le noiose ore di matematica. Dunque, dicevo, possiamo cominciare no? Abbandonate le equazioni e seguitemi. Verso le 4 del pomeriggio del 27 giugno, il sottoscritto, Mattia 4B e Filippo 4F, arriviamo al Parco Nord, sede della ma-nifestazione. L’intera zona è affollata da metallari (metà a torso nudo, probabilmente per mostrare la note-vole buzza alcolica), entriamo senza troppi problemi, gli arpeggi degli Apocalyptica ci accompagnano fino all’entrata, l’intero parco è occupato da stand di negozianti (che vendevano merce più o meno ufficiale) e da tende di avventori. Presenti in gran numero anche stand pubblicitari (tra cui quello di Guitar Hero, utilissimo per passare il tempo libero fra una band e l’altra o durante i concerti di band poco gradite). Dopo aver preso da bere abbiamo seguito il concerto dei Rose Tattoo gruppo australiano anni ’70 di discreto livello. Successi-vamente sono spuntati sul palco gli inadeguati Avenged Sevenfold (truzzetti più adeguati al Gods of Poser, mandati a Bologna probabilmente per qualche sbaglio), dopo due ore di parolacce e insulti finalmente il quintetto californiano si eclissa sul palco. Comincia la trepidante attesa. Verso le 20 e trenta gli Iron (ancora nascosti in backstage) cominciano Aces High ed è un tripudio: pogo, spinte, tutti cercano di avvicinarsi al palco (lì perdo di vista Mattia e Filippo che, risucchiati dalla marea, finiscono indietro di qualche me-tro, mentre fortunosamente io riesco a rimanere in seconda fila). Il concerto è bellissimo, Bruce Dickinson aizza i già festanti fan che lo accompagnano nel cantare i brani che hanno reso gli Iron Maiden un fenomeno forse senza paragoni (scusate, è impossibile essere impar-ziali, quando si parla di LORO) e così in oltre due ore di concerto il sestetto inglese propone al suo pubblico brani come ‘’The Trooper’’, ’’Fear of the Dark’’, ’’The Number of the Beast’’ e molti altri. Le coreo-grafie cambiano, percorrendo con le canzoni la storia trentennale del-la ‘’vergine di ferro’’ e all’urlo ‘’scream for me Bologna’’, un boato sa-luta il gruppo che rende omaggio ai fan con un inchino. Impossibile non essere trasportati dall’entusiasmo. Il giorno dopo, il 28, complice anche un programma non di mio gradimento, mi presento alle 20.30, giusto in tempo per vedere gli Slayer: sicuramente hanno minor impatto, sia a livello di pubblico sia di coreografie, ma compensano con il loro solito stile duro e graffiante, benché poco tecnico, e portano il pubblico a un po-go sfrenato, specialmente sulle note di ‘’Raining Blood’’ e del brano conclusivo ‘’Angel of Death’’. Cominciato con uno stridulo urlo di Tom Araya che se possibile scalda di più l’ambiente già bollente, la fine del brano coincide con la fine del concerto. E, dopo due giorni di Gods, posso contare la bellezza di uno zai-no rotto, due paia di scarpe e due jeans completamenti sporchi di terreno (sì, c’era un pantano enorme, a parte sulle rarissime zone di cemento, era tutto una fanghiglia procurata sia dagli annaffiamenti degli ste-ward sul pubblico sia dalla notevole quantità di bottigliette e affini che formavano un tappeto sul terreno, vicino al palco). Il terzo giorno, il 29 i presento da solo verso le 4 del pomeriggio in tempo per seguire i Morbid Angel, gruppo death metal dalle sonorità notevoli, gradito al pubblico (che però non poga più di tan-to, complice anche il caldo infernale e l’ubriacatura dilagante fra gli avventori), seguiti poco dopo da Yngwie Malmsteen, chitarrista unico, che offre uno spettacolo a dir poco notevole, a tal punto da essere acclamano dalla folla, che, anche grazie al tanto invocato arrivo della sera, risulta più tonica e vivace. Verso le 20 le casse cominciano a diffondere qualche canzone, per tenere buono il pubblico che invoca a gran voce gli Ju-das Priest che puntuali si presentano alle venti e trenta. A differenza degli headliner dei giorni precedenti, Iron Maiden e Slayer, si dimostrano alquanto statici e il massimo che Rob Halford riesce a fare è presentarsi sul palco a bordo di una Harley Davidson. Il pogo è costante, ma non ai livelli delle serate precedenti, tran-ne che nella conclusiva ‘’Breaking the Law’’: a essere sinceri, il mio gradimento nei riguardi della band ingle-se è alquanto scarso e così ho seguito il concerto con moderato interesse, dapprima nelle retrovie, poi sdraiato beatamente su una collina distante una ventina di metri dal palco, gradendo qualche canzone, ma, obbiettivamente avrebbero potuto e dovuto fare di meglio. La serata si conclude alle 22 e 45 (con un altro paio di scarpe e un altro jeans da destinare alla lavatrice). La manifestazione è stata senza dubbio interessante, organizzata bene, sotto ogni punto di vista. Nota di merito agli organizzatori per la presenza di centro medico e ambulanza, per il notevole numero di punti di ristoro e per avermi inzuppato sei maglie in tre giorni con acqua congelata. A loro svantaggio invece la pre-senza di alcune band poco adatte alla nomea di gods (i già citati Avenged Sevenfold) e per il costo dei bi-glietti (86 euro per entrare tutti e tre i giorni, esagerati.) In ogni caso non sento di poter muovere troppe critiche e alla manifestazione do un discreto 7,5. Ok, ora è tardi, la campanella è squillata e potete tranquillamente tornare a dormire, alla prossima. ZoSo 4B

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Due ore e mezza di adrenalina, di ritmo, di carica, di cuori che battono all’unisono sulle note del mitico Bla-sco. Ecco come riassumere in qualche parola il grande show che Vasco Rossi, 50 anni e non sentirli, ha regalato ai 40.000 che riempivano il dall’Ara sabato 20 settembre. Altrettanti fan avevano affollato lo stadio la sera prima, senza contare tutti quelli che si sono goduti la musi-ca dall’alto di San Luca, sfidando il freddo inizio dell’autunno bolognese. Che lo spettacolo sarà indimenticabile lo si capisce già dalla scenografia: un palco imponente, corredato da due passerelle e costellato da specchietti tondi che non smettono mai di scintillare; due maxi schermi con-giunti da un anello luminoso che durante tutto il concerto proiettano, oltre al Blasco e ai suoi, immagini di grande impatto.

Non solo Vasco è in gran forma, ma si circonda di musicisti che il loro mestiere lo sanno fare, eccome: i soliti Stef Burns e Maurizio Solieri fanno magie con la chitar-ra e la straordinaria Clara Moroni aggiunge coi suo cori quel tocco in più a tutte le canzoni. Nell’intro la roca voce del rocker di Zocca cita il filosofo Spinoza: ''Chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza. Noi siamo qui questa sera per portarvi un po' di gioia”. Insolitamente puntuali, Vasco e i suoi iniziano a suonare e, già dalla prima “Qui si fa la storia”, si capisce qual è l’anima rockeggiante che echeggerà per tutta la se-rata. Vasco si barcamena stupendamente tra vecchio e nuovo, tra anni ottanta e due-mila, tra l’ultimo disco e inizi di carriera. Passa da un’energica “Cosa importa a me” a una più tranquilla “Vieni Qui”, non prima di aver deliziato il suo pubblico con la romantica “Dimmelo Te”. “Colpa del Whisky” non può far altro che coinvolgere tutto lo stadio col suo ritor-nello in cui alla fine un po’ tutti ci rispecchiamo (“Mi piaci tu, mi piaci tu, mi piaci

solo tu, ma come te lo devo dire?”). “Siamo soli” live fa letteralmente venire la pelle d’oca, i cori finiscono solo per lasciare spazio ad un assolo del mitico Stef Burns che, ancora una volta, dimostra di essere un mago delle corde. L’interludio del chitarrista dura giusto il tempo di dare a Vasco l’opportunità di riprendere fiato; una volta tornato sul palco, attacca con la maliziosa “Gioca con me”, il cui testo è innegabilmente inferiore a quelli a cui il Blasco ci ha abituato, ma lo stesso coinvolge l’intero dall’Ara che ancora non ha smesso un secondo di cantare e saltare. Il primo dei due medley è riuscitissimo: ancora una volta Vasco attinge ad un repertorio quasi “datato” sce-gliendo canzoni storiche come “Susanna”, “Deviazioni” e “Asilo Republic” senza però dimenticarsi delle ulti-me “Ormai è tardi” e “Colpa di Alfredo”. La classica presentazione della band al completo viene fatta da un improbabile vigile urbano con uno spicca-to accento emiliano; sulle ultime note di “Siamo solo noi”, il vigile giustamente avverte e moralizza “Se ave-te bevuto, fate l’amore, non fate gli str…, fate guidare qualcun altro!”. Un’altra breve pausa e lo spettacolo riprende con qualche classico che non può assolutamente mancare: da “Sally” a “Rewind”, da “Stupendo” a “Un senso”. Con “C’è chi dice no” Vasco sfrutta a pieno il gioco di immagini che i maxi schermi proiettano dietro di lui: al grido di “io sono un uomo” lampeggiano provocatori simboli di divieto, dalla classica foglia di maria alla più seria pena di morte. “Gli spari sopra” è potente ed energica , “Il mondo che vorrei” uno spunto per riflettere, “Vivere” inneggia a non mollare anche se a volte la vita ci pugnala alle spalle… Il secondo medley è acustico e terribilmente romantico: Vasco (dopo una frecciatina al Liga, che quasi pas-sa inosservata) si accende una paglia, ne accende una a Stef e insieme si destreggiano tra la dolce “Toffee”, la stupenda “Ridere di te”, passando per “Brava Giulia” per poi finire con la tenera “Dormi Dormi”. Seppur non essendo inclusa nel medley, anche “Va bene, va bene così” mantiene l’atmosfera romantica e acustica delle canzoni precedenti, con la sua nota maliconica di una storia d’amore quasi a senso unico. La presenza di un altro Rossi, Valentino, offre a Vasco l’occasione di dedicargli la roca “Vita Spericolata” so-stituendo il nome del centauro di Tavullia al classico Steve McQueen. (Si vocifera che all’aftershow del concerto, la vera primadonna sia stata proprio il motociclista, prodigo di foto e autografi coi 500 fortunati che sono riusciti ad accedere al priveè.) Una serata di musica magica come questa non può che terminare con una sussurrata “Albachiara”, dove Vasco lascia inizialmente perdere gli strumenti per utilizzare come accompagnamento il solo pubblico che, ben felice di assecondarlo, lo segue, a volte lo anticipa, con il capolavoro per antonomasia del rocker di Zoc-ca. Una carica di emozioni difficile da dimenticare, insomma… La voce graffiata, le parole irriverenti che lasciano il segno, le provocazioni e i sogni di una, due o più gene-razioni… gli anni passano, ma Vasco resta lo stesso. Drew 4I

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Un film di Blake Edwards. Con George Peppard, Martin Balsam, Mickey Rooney, Audrey Hepburn,

Patricia Neal, José Louis De Villalonga, Buddy Ebsen, John McGiver, Alan Reed, Dorothy Whitney,

Beverly Powers, Stanley Adams, Claude Stroud, Elvia Allman, Orangey.

Genere Commedia, Colore Durata 115 minuti.

Produzione USA anno 1961.

Ci sono certi film che lasciano il segno. Che di-ventano dei cult. Film che hanno influenzato gene-razioni e altri che invece che più semplicemente sono piccoli capolavori, vere e proprie opere d’ar-te. Per iniziare alla grande voglio parlarvi di un film che è l’esemplificazione di ciò che annoveravo prima, “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards (quello della Pantera Rosa ed Hollywood Party). È il 1961, il libro di Truman Capote è ormai famoso, Audrey Hepburn è affermata con commedie ro-mantiche come Sabrina, Arianna, Cenerentola a Parigi e Vacanze romane, ma ancora deve arriva-re, nonostante la sua recitazione formidabile, il ruolo che la consacrerà nell’Olimpo del cinema: quello di Holly Golightly, l’eccentrica accompagna-trice che sogna di sposare un milionario. Inizialmente Truman Capote, dopo aver ceduto i diritti alla Paramount, pensava a Marylin Monroe come alla sua protagonista, ma alla fine fu scelta la Hepburn, cosa che fece non poco arrabbiare lo scrittore. Per di più la sceneggiatura di George Axelrod (candidata all’Oscar) rispettava ben poco il libro, e molti tratti di Holly, come la sua bises-sualità, che nel libro ha un ruolo chiave, erano stati edulcorati o addirittura tolti. Ma il cambia-mento che più infastidì Capote fu il cambiamento del finale: il bacio tra la Hepburn e George Pep-pard (protagonista maschile della pellicola) lascia presagire l’happy end, ma nel libro, invece questo pezzo non c’è, e di fatto Holly prende l’aereo e lui non avrà più sue notizie. Nonostante questi cambiamenti non da poco il ri-sultato fu un film favoloso, pieno di scene ormai di culto (come ad esempio Audrey Hepburn/Holly Golightly vestita con un abito scuro, cappellone con foulard bianco in testa e la sigaretta in ma-no),di momenti struggenti e di scene divertenti, senza mai cadute nella volgarità. La storia della ragazza che si comporta come una bambina, che rifiuta l’amore come legame e che punta, come sogno più grande, a sposare un milionario, con l’illusione di trovare nei soldi la chiave della felicità è tutt’ora più che attuale, ma ci mostra anche che

sotto questi aspetti c’è ben altro che una superfi-cialotta utopista. C’è una ragazza insicura, depres-sa, autolesionista perfino, sola come un cane che ha solo un gatto, a cui si ostina a non dare un no-me, come amico. Holly Golightly in fondo vuole solo esser felice, ma cerca la felicità nei luoghi e nelle persone sbagliati, conscia di farlo, ma troppo orgogliosa e cocciuta per ammetterlo. O forse solo perché cerca di evitare gli sbagli del passato. Que-sta ragazza trova conforto nelle vetrine della gioielleria Tiffany perché in qualche modo le ricor-dano se stessa, le ricordano la sua vita, che le sciorina davanti file e file di gioielli favolosi a cui però sa che non potrà mai arrivare. Il problema è che lei, per capirlo, ci metterà tutto il film. Non fu facile per Audrey Hepburn interpretare questo ruolo, perché, da donna introversa qual era dovette fare un grande sforzo per diventare uno dei personaggi più estroversi del cinema, cosa che però le riuscì in modo straordinario, arrivando a interpretare il ruolo con cui raggiunse l’apice della sua bravura. La dolce ragazzina di “Sabrina” cresce e muta fino a diventare quasi irriconoscibi-le. Pare però che la maggior difficoltà che la He-pburn dovette affrontare fu quella di dover man-giare danesi, dolcetti che Holly mangia a colazio-ne, poiché lei li odiava e perciò le riprese della scena iniziale furono piuttosto ardue. Altro diver-tente particolare fu che, a interpretare lo scorbuti-co vicino della Golightly, il giapponese signor Yu-nioshi, fu l’americanissimo Mickey Rooney, poiché era prassi di Hollywood in quel periodo di non usa-re attori orientali. La canzone cantata da Holly, “Moon River” valse un Oscar ad Henri Mancini, compositore della mu-sica, che avrebbe poi lavorato ancora con Blake Edwards nella serie de “La Pantera Rosa”. Leo 2B

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Nonostante il flop del “Ballo delle Debuttanti”, programma Mediaset interrotto dopo poche puntate per gli scarsi ascolti, una domanda ha scosso l'intero stivale: “come mangi il gelato?”. Da qui si sono aperti vari dibattiti decisa-mente futili tra coni, coppette e palette ma a parte questo, c'è da chiedersi se la buona educazione rappresenti solo un vecchio rimando all'aristocrazia di un tempo o una forma di rispetto verso gli altri e verso se stessi. Qualsiasi sia la vostra risposta Mons. Giovanni della Casa nel 1558 ne a stilate un bel po' di regole sulla buona eti-chetta a partire da come ci si comporta a tavola. Questo numero infatti rispolvereremo le 10 regole fondamentali da seguire quando si mangia prese direttamente da una rivisitazione attuale del Galateo sebbene alcune ci possono risultare talmente superate da farci sorridere. 1. L'alito: “Impeccabile, fresco, l'alito non deve trasmettere odori sgradevoli, tali da tradire il gradimento dell'a-

glio o il vizio del fumo”. Da questo viene anche l'uso di parlare all'orecchio di qualcuno con la mano davanti alla bocca per evitargli spiacevoli “profumi”.

2. Bere: “Durante il pranzo, prima di bere si pulisce la bocca con il tovagliolo. Operazione da ripetersi anche do-po aver posato il bicchiere. Bevendo non si va incontro al bicchiere, ma è questo che si avvicina alla bocca, così come per qualsiasi pietanza”.

3. Posate: Il coltello va sempre a destra del piatto insieme al cucchiaio che va appoggiato sulla parte concava mentre la forchetta va sempre a sinistra. Se ci sono varie portare va usata sempre la posata più esterna per prima.

4. Hamburger: “Al pari di tutta la carne, anche l'hamburger esige l'utilizzo contemporaneo di coltello e forchet-ta”, francamente nessuno mi ha mai dato le posate per questo però...

5. Indigestione: “Nell'approssimarsi del malessere si abbandona momentaneamente il convivio, evitando di di-sturbare gli altri invitati. Nell'impossibilità di riprendere il ruolo di invitati perfetti, è preferibile eclissarsi. Il giorno seguente si telefona alla padrona di casa, pregandola di accettare la richiesta di scuse”.

6. Rutto: Sonora e talvolta fetida emissione dalla bocca di aria che risale dallo stomaco, il rutto - nella civiltà occidentale - è atto di indecenza e di volgarità. Non così in altre civiltà dove si impone quale dimostrazione del gradimento del pasto.

7. Tovagliolo: Seduti a tavola il tovagliolo va aperto e appoggiato sulle ginocchia. Serve unicamente per forbire la bocca prima di bere e dopo aver bevuto. Non appuntato al collo, come fa il barbiere, né utilizzato per pulire il bicchiere e le posate. Diversamente sarebbe come accusare i padroni di casa di non aver provveduto ad una pulizia adeguata. A fine pranzo il tovagliolo si posa alla sinistra del piatto, senza ripiegarlo. Si risistema solo nel caso in cui sia prevista una permanenza al pasto successivo. La bocca non si pulisce dove sono posizionate le cifre della famiglia o il nome del locale, ma con l'interno del tovagliolo. Anche se la cosa più importante pen-so sia usarlo visto che in molti paesi d'Europa nelle tavole non è previsto.

8. Trucco: Le operazioni relative al trucco, anche di semplice ritocco o aggiustamento, non si compiono in pub-blico, né tanto meno a tavola.

9. Pasta: La pastasciutta si mangia con la sola forchetta. Anche le paste lunghe, come gli spaghetti, non si ta-gliano, ma si arrotolano attorno alla forchetta, senza l'aiuto del cucchiaio.

10. Ridere: Discrezione nella risata, onde non cadere nella volgarità con suoni acuti e invadenti perché nulla è più sciocco di un ridere da sciocco.

Non vi resta che augurarvi “Buona appetito” (davvero porta male?) anche se ce ne sono di cose a cui stare attenti.

Fra 4I

IL GIRONE DEI GOLOSI

Bene ragazzi, un nuovo anno è iniziato! Un anno pieno delle solite cose: sveglia presto, attesa alla fermata del-l’autobus con un giazzo incredibile, verifiche…. gran sce-sa. Ma non vi demoralizzate! Cerchiamo di prendere la scuola con filosofia (difficile lo so :D) e non buttiamoci giù! Cosa posso fare io per ravvivare un po’ i vostri pomerig-gi? Ma consigliarvi la ricetta di un’ottima torta no!? In-fatti in questo mese vi presento la classica torta al cioc-colato, ma attenzione, per darle un tocco di originalità e farla diventare ancora più buona, c’è bisogno di un in-grediente speciale: gli Smarties!!! P.S. questa torta è fantastica per quando si è tristi… A me è sempre tornato il sorriso, anche se con qualche brufolo in più :D

Procedimento: Per formare l’impasto mettere insieme e mescolare tutti gli ingredienti: le uova, lo zucchero, il burro, il lievito, il cioccolato fondente, che dovete fondere in un pentolino, e la farina. Quando il composto è omogeneo versarlo in una teglia per torte precedentemente imburrata. Mettere il tutto nel forno e lasciare cuocere per 40 min a 170°. Successivamente bisogna preparare la glassa, il cui pro-cedimento è lo stesso: mescolare bene tutti gli ingre-dienti scritti sopra, insieme. Una volta che la torta è cotta, lasciare raffreddare per pochi minuti e versare la glassa in modo da coprire tutta la superficie. Ed ecco il tocco finale: per decorare ag-giungere gli Smarties a piacere (se è una torta di com-pleanno, ad esempio, si può scrivere il numero degli an-ni). Bene, buon appetito! Spero vi piaccia e vi tiri un po’ su =)

Elena 4M

Ingredienti: 90g di farina 140g di cioccolato fondente 140g di zucchero 70g di burro 4 uova 2 cucchiai di lievito

Per la glassa 60g di burro 60g di cioccolato fondente 60g di zucchero a velo 2 rossi d’uovo gli Smarties

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Qual è l’importanza della cacca di piccione?Qual è l’importanza della cacca di piccione?Qual è l’importanza della cacca di piccione?Qual è l’importanza della cacca di piccione?

Al mondo ci sono cose talmen-te grandi e piene di significato di cui noi esseri umani non riusciamo a spiegarci l’esi-stenza, in quanto si tratta di fenomeni che in ogni loro svi-luppo ci lasciano perplessi e ci turbano per la loro intrinseca complessità: di questi fa sicu-ramente parte la cacca di pic-

cione. Da sempre, cioè da quando madre natura ha avuto la bizzarra idea di crearlo, l’uomo ha odiato il suddetto pennuto di un odio unico, profondo, oserei dire inestimabile: siamo dunque tutti spinti a questa solidarietà nei confronti dei nostri simili, senza consi-derare la nascosta funzione vitale della presenza del piccione sulla faccia della terra. L’uccelloide infatti occupa un ruolo fondamentale nell’ecosistema uni-versale: come dire, senza la sua defecazione sarem-mo tutti costretti a un destino misero e insignifican-te.

Innanzitutto è da considerare la lodevole consistenza soli-liquida delle loro candide feci, che permette di spiegare a persone come la mia carissima amica che gli uccelli (alla cui classe appartengono anche le gal-line) non fanno la pipì. Potrebbe non sembrarvi fon-damentale, ma in verità questa è una nozione base che ogni bambino deve acquisire e da cui personal-mente consiglio di partire per stimolare la vostra semmai futura prole verso una notevole crescita culturale.

In secondo luogo non è da sottovalutare il loro scopo ornamentale, ragion per cui quando le felici coppiette si sposano spesso gli amici fanno trovare come sor-presa fuori dalla chiesa dei piccioni bianchi (ammettiamolo: le colombe sono piccioni bianchi e anch’esse scaghettano in abbondanza, indipendente-mente da amore vero o invitati d’onore al matrimo-nio).

Nel campo agricolo la loro cacca funge invece da fer-tilissimo (nonché profumatissimo) concime naturale, buon motivo per cui coloro che hanno il pollice verde potrebbero raccoglierla per i loro ciclamini da balco-ne e rendere l’ambiente in cui viviamo più pulito in maniera alquanto economica, dato che i piccioni so-no estremamente generosi nell’evacuare.

Nonostante tutte queste elucubrazioni in merito, non abbiamo forse ancora centrato la vera funzione sal-va-vita della cacca di piccione, che si può sintetizzare nell’espressione “evita-incontri-imbarazzanti-da-cui-si-deve-assolutamente-svicolare”: può infatti capita-re in varie circostanze di farsi strappare una promes-sa di appuntamento a causa di un eccessivo slancio di bontà nei confronti di una persona che non si sop-porta. In questi casi quindi si possono evitare le conseguenze di tale cordialità tramite una semplice scusa, del tipo “Mi dispiace tantissimo caro/a, ma non potrò raggiungerti in piazza perché uno strama-ledettissimo piccione mi ha fatto la cacca in testa, insomma sono impresentabile. Temo dovremo ri-mandare” e poiì non farvi mai più sentire. In modo simile si possono giustificare assenze ingiustificabili sul lavoro al proprio capo: “Non sapevo come rag-giungere l’ufficio, un uccellaccio mi si è piazzato in mezzo alla strada, io l’ho messo sotto e ho distrutto l’asse di regolazione delle ruote anteriori…” e così via.

Mi auguro allora di aver potuto aiutare i lettori a chiarire i propri dubbi esistenziali su questo argo-mento e a promuovere una campagna di sensibiliz-zazione riguardo alla precaria condizione psicologica del piccione, che a causa di continue calunnie e mal-dicenze che macchiano il suo onore e titolo di “espulsore” soffre sempre più frequentemente di de-pressione e disturbi intestinali che rischiano di por-tarlo all’estinzione.

Carola 4M

Vignette di Leo 2B

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Non abbiate paura, non ho intenzione di scrivere un articolo per prendervi in giro, né per parlare male di voi (voi primini, ovviamente). Ma, ora che sapete questo, non commettete il terribile errore di rilassarvi e sorridere. Perché? Perché siete al Copernico. Quando, in terza media, vi svegliate un bel mattino e vi tirate abbusso perché quel giorno dovete andare a visitare la scuola che frequenterete per i seguenti 5 (uno spera solo 5..poi dipende) anni della vostra vita, diciamocelo, siete troppo contenti. Arrivate e vedete tutta sta gente, e l’emozione cresce. E poi, wow, entra-te. La scuola vi appare come un luogo a dir poco fico. Una marea di ragazzine ridenti e urlacchianti vi investe stordendovi di profumo, passate involontariamente in mezzo a capannelli di gente che vi guarda dai suoi mille kilometri di irraggiungibilità con aria spaventosa, ragazzi infoiatissimi si scambiano i primi “bella” della giornata..insomma tanta tantissima gente, tutto que-sto appare magnifico. MA, nell’estasi, non vi accorgete che, in mezzo a tutto il baccano infernale e alla bol-gia, milioni di “attenti”, “siete ancora in tempo” o “non fatelo no!” cercano inutilmente di arrivare alle vostre orecchie ingenue. Ed è l’inizio della fine. Da quel momento senza neanche rendervene conto, arrivate a casa eccitatissimi, sbrodolate tutta la bella giornata ai genitori e affermate che “SI! Io andrò al Copernico!”. Ma che bello eh? Ed ecco a cosa serve questo articolo. Il fatto è che io vi voglio taaanto bene, cari primini. Tanto bene. E quest’anno, quando è iniziata la scuola, sono rimasta a guardarvi con tenerezza e ammirazione. Ma anche pietà. E non posso, no proprio non posso, lasciarvi affrontare la prima, la seconda e forse se riuscite anche le altri classi, senza un piccolo aiuto. Io sono in terza, e questo è il mio personale tentativo di farvi essere più preparati al Copernico di quanto fossimo io e i miei compagni in prima. E quindi cominciamo. La prima cosa che mi sento in dovere di dirvi è: il Copernico è una giungla, la vostra classe pure. Fatevi pure le vostre amicizie, socializzate, ovviamente, MA ricordatevi che chiunque conosciate nei primi giorni di scuola sono persone praticamente sconosciute. Quindi, fidatevi il giusto. So che posso sembrare cinica ma credetemi, è così la faccenda. Una seconda importantissima questione: se siete volenterosi, piene di idee, carichi, avete voglia di essere attivi e volete quindi essere Rappresentanti di Classe, CANDIDATEVI! Non aspettate la seconda perché “in prima è meglio stare buonini e dedicarsi allo studio..”. Non perdete tempo. Stessa storia per i collettivi, i gruppi alle assemblee, il comitato feste e tutte quelle belle cosine che vengono organizzate. Cominciate a entrare nel giro di gente che è attiva nel Cope già dalla prima, fate ciò che vi interessa, che vi incuriosisce, non siate intimoriti dal fatto di essere “solo” primini. E, detto questo, come potrei non mettervi in guardia su uno dei principali spauracchi del Copernico (ma an-che di ogni scuola, presuppongo..)? I Professori. Nel prossimo numero vi spiegherò in dettaglio le 4 cate-gorie principali in cui si dividono gli insegnanti, ma per ora, per essere sicuri di sopravvivere, studiate e non fatevi notare troppo in negativo. Se volete fare degli interventi fateli, ma abbiate il dono della sintesi e pri-ma di parlare controllate di non stare per dire qualcosa di insensato o già ripetuto in precedenza, in modo da non irritare il prof., evitando anche magari di fare la figura del “maledetto primino che ha ancora taaanto da imparare”. Quindi, per ora il capitolo prof. è chiuso, andiamo avanti. Le Macchinette. Si, so che contengono tanto cibo, ma sappiate che sono bestiali. Rubano i soldi. Il Cibo non sempre è dell’anno in corso. Il Cibo non sempre è ben identificabile. Il Cibo non sempre è cibo. Forse, è meglio se Il Cibo, ve lo portate da casina vostra, così, in un colpo solo, risparmiate e ritornate da scuola senza nessuna brutta storia in corpo. E poi, VI PREGO. Non rubate, non cercate di infilare la mano nel mezzo millimetro che rimane, perché se scassinate qualcosa, succede qualche brutto (e troppo complicato per riuscire a spiegarvelo) casino termico e oltre che la macchinetta, anche tutto il cibo va a farsi benedire. Poi vi sgamano e vi riempiono di botte, o di multe da pagare. O comunque, se non vi beccano, tocca sborsa-re a tutti. (e vabbe, amen, direte voi. Ma ricordatevi che la gente parla, e se scoprono quale di voi è stato, non credo che sceglieranno di riempirvi, tra le due opzioni prima citate, di multe da pagare. :D) Bene, per ora questo è ciò che mi sento di dirvi, cari primini. Forse ciò che avete appena letto vi sembrerà un’esagerazione, ma pensate un attimo al perché io abbia do-vuto impiegare il mio tempo a scrivere questo articolo. Un motivo ci sarà. Luci 3L

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ventottoventottoventottoventotto

di di di di Zaga 5CZaga 5CZaga 5CZaga 5C

Partiamo dal basket d’Oltreo-ceano che, rivitalizzato dalla redenzione di Pechino, prose-gue la sua pre-season, tra qualche raro botto di mercato ed un ritorno di lusso, ovvero quello di Greg Oden. L’ex pri-ma scelta dei Trail Blazers in-fatti, ha debuttato contro Sa-cramento, dopo il lungo infor-tunio che lo aveva tenuto un anno fermo ai box. Tredici

punti in venti minuti per il centrone di Por-tland, che porterà sicuramente freschezza e nuove energie alla Lega. Il mercato ha riserva-to anche qualche bell’acquisto, da segnalare sicuramente il passaggio del due volte campio-ne NBA James Posey dai Celtics agli Hornets, l’approdo di Baron Davis ai Clippers, di Elton Brand a Phila ed anche l’arrivo di Jermaine O’Neal ai Raptors del nostro Bargnani (15.0 punti a serata fino adesso per l’ex-trevigiano). Quindi nessuna grande rivoluzione, con squa-dre che si confermano praticamente per intero, come Suns, Lakers, Mavs e tante altre, ma an-che molta attesa per i Knicks del nostro Galli-nari e per i ritrovati, si spera, Miami Heat della coppia Wade-Marion. Dalla palla a spicchi passiamo al calcio, all’amichevole bene-fica che ha visto im-pegnate Milan e Fio-rentina nella batta-glia alla Sla, sclerosi laterale amiotrofica, conosciuta anche co-me morbo di Lou Gehrig, malattia che uccide i neuroni in movimento del malato, senza possi-bilità di cura. La partita, organizzata in onore di Stefano Borgonovo, ex-calciatore della Fiorentina alla fine degli anni ’80 e ora gravemente affetto dalla patologia suddetta, è stata un modo per far luce su di essa, per aiutare la ricerca e per

sensibilizzare la gente. L’ombra lunga del do-ping grava ancora pesantemente sulla Sla, che ha colpito moltissimi calciatori nel corso degli ultimi anni per motivi ancora ignoti. Grandi campioni hanno partecipato all’evento, da Roby Baggio, sicuramente il più atteso, a Ruud Gullit ed anche gran parte delle squadre viola e rossonera ancora in attività. Chiusa quest’importante paren-tesi, torniamo a parlare di sport nel vero senso del termi-ne, con il tennis. Nel torneo ATP di Mosca, Marat Safin ha raggiunto la 400esima vittoria in carriera, senza accorgerse-ne! Ovvero, convinto di dover giocare ancora un altro set si stava preparando, serissimo, al cambio di campo, quando l’ar-bitro gli ha gentilmente ricordato il punteggio… Safin un po’ imbarazzato ha ringraziato e salu-tato pubblico e avversario. Avanti anche Fede-rer, seppur con fatica e il numero 1 Nadal. Per concludere, si segnala la vittoria nella Su-percoppa di pallavolo femminile, della Scavo-lini Pesare sulla Foppapedretti Bergamo, orfana della Del Core ancora ferma ai box, per 3-1 . Bella partita anche se vinta abbastanza agevol-mente dalle marchigiane, con un secondo set senza storia e la vittoria finale nel quarto, no-nostante lo sprazzo centrale delle bergama-sche. E con questo è tutto, arrivederci alla prossima! Zaga 5C

Cari lettori di Orgia,

Ecco a voi il primo “Sports” dell’anno, che dopo

un’estate nel segno delle Olimpiadi cinesi, torna

a parlare di quello che succede, giorno dopo

giorno, nelle varie discipline sportive!

Buona lettura e buon anno scolastico a tutti,

vecchi e nuovi arrivati!

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VIRTUS di Zaga 5C

FORTITUDO Di ZoSo 4B

La stagione che sta per cominciare sarà delica-tissima per la V nera, che vuole a tutti i costi rilanciarsi, in Italia e in Europa, dopo un anno di delusioni, litigi e sconfitte, come quello appena passato. Per riuscire nel suo intento, la dirigen-za non ha avuto dubbi, ha riconfermato coach Pasquali sin dal primo giorno dopo la fine della regular season 2007/2008 e insieme a lui anche i veterani, Giovannoni e Blizzard, oltre ad aver rinnovato l’accordo con lo sponsor tecnico “La Fortezza” e dato il via alla creazione della nuova casa della V: la Futurshow Station voluta forte-mente da Sabatini. Ma ovviamente quello che è più importante nel basket è la qualità del grup-po e quindi, passando al mercato, la Virtus si è assicurata un playmaker invidiabile come Earl Boykins, a cui saranno date le chiavi della squa-dra. Non più solisti come furono i fallimentari Holland, Spencer e compagnia, ma finalmente un americano che fa della visione di gioco (dall’alto del suo 1.68 non poteva che essere così….) il suo punto di forza. Altro grosso pro-blema dello scorso anno fu il reparto lunghi. Po-chi rimbalzi e ancor meno punti nelle mani, so-luzione: Sharrod Ford e Jamie Arnold, giovane ed atleticissimo l’ex-Montegranaro, più point-man e con grande esperienza europea l’ex-Maccabi, insieme a Chiagic, che sarà utilizzato per garantire minuti di solidità e turnover. Pas-sando agli esterni, come già detto, non più soli-sti, ma gioco di squadra e sacrificio, quindi ecco Alex Righetti reduce da una grande annata ad Avellino, Keith Langford da Biella, Petteri Kopo-nen, play finnico di belle speranze su cui si pun-ta molto e soprattutto Dusan Vukcevic, idolo dei Forever Boys e leader emotivo dentro e fuori dal campo, di ritorno dalla sua esperienza mila-nese. Nel complesso, io vedo una squadra soli-da, ovviamente molto legata alle giocate del piccolo Earl, cervello e leader indiscusso, che sicuramente è stata costruita in maniera più attenta della scorsa stagione, pensando molto al collettivo e con ritocchi importanti e di grande peso. Manca ancora qualcosa, per arrivare a grandi traguardi, ma i segnali di questa pre-season sono positivi. Il campionato si preannun-cia complicato in ogni caso, visti anche i rinforzi importanti delle altre e soprattutto della solita Siena, ma c’è la volontà di far qualcosa di buo-no e in ogni caso di metterci il cuore. Zaga 5C

Quella che si presenta, per la Fortitudo sembra essere la stagione del definitivo ritorno nell’elite del basket italiano: la squadra si è notevolmen-te rinforzata con innesti importanti: ha sicura-mente fatto scalpore l’arrivo di Qyntel Woods liberato dai greci dell’ Olympiakos Pireo è, a li-vello di potenziale, il miglior giocatore del cam-pionato, dell’ottimo (almeno a livello di precam-pionato) playmaker/guardia Jamont Gordon, del playmaker italo brasiliano Marcelo Huertas, mi-glior playmaker dell’ultimo campionato spagno-lo. Il reparto lunghi è stato completato dall’in-gaggio di Uros Slokar, mortifero anche dalla li-nea dei tre punti e da Kieron Achara anglo nige-riano dalle grandi prospettive. A questi interes-santi arrivi vanno aggiunte le conferme del Ca-pitano Davide Lamma, di Alessandro Cittadini, del sempreverde Stefano Mancinelli, e di Dali-bor Bagaric, alla sua quarta stagione in Fortitu-do, rientrato alla base dopo che i problemi alla caviglia di Earl Barron ne hanno impedito il tes-seramento, e ultimo, ma primo per importanza Joseph Forte guardia dalle tremende capacità balistiche da gennaio alla corte di Sakota, alle-natore biancoblu dopo l’infelice parentesi di Mazzon. Il talento e gli investimenti del patron Sacrati sottolineano la volontà di tornare presto in Euroleague (la coppa dei campioni del ba-sket), le credenziali per farlo ci sono, così come è possibile fare un campionato ad alto livello, se tutto gira per il verso giusto, compresa la dife-sa, l’Aquila potrebbe infastidire notevolmente Siena e Roma, squadre che puntano decisa-mente al titolo. Il precampionato è stato sicura-mente positivo: oltre alle poco significative pas-serelle contro Varese e Reggio Emilia la F ha infatti battuto di oltre venti punti Cantù (contro la quale in precedenza però aveva malamente perso, complici importanti assenze). Di poco conto la sconfitta maturata contro Capo d’Or-lando, giocata senza alcuni pezzi da novanta. Di gare importanti la Fortitudo ne ha giocate (e perse) due contro la Dynamo Mosca e il Barcel-lona (di 3 e di 5 punti, contro corazzate che puntano rispettivamente alla vittoria della Euro Cup e dell’Euroleague) evidenziando in entram-be le gare ottimi momenti a livello offensivo e alcuni di difesa inguardabile, sicuramente l’a-spetto su cui bisogna lavorare maggiormente. Solo col tempo si potrà vedere se le scelte sono state azzeccate e le scommesse su alcuni gioca-tori vinte, intanto non resta che godersi l’inizio del campionato.

ZoSo 4B

venti+9venti+9venti+9venti+9

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Mangio inchiostro nel bosco. Di giorno ti illustro di notte ti rubo.

Quella morte affrontata e l'orco trasparente gelosia o capriccio?

Greta 2N

Di quel tubo metallico che abbraccia il mio collo

fanne luce o fanne buio, di quel respiro indecente e malizioso

fanne divertimento morente o tristezza falsa e marciano punti interrogativi nel sangue puro e marciano punti e virgole nel sangue corrotto

ma di quel contratto in fallimento fanne un buco o uno scudo.

Greta 2N

Sensazioni ed emozioni

Sorseggio a brevi intervalli il tuo sapore

Mi incontro nei tuoi occhi ci ritroviamo

Respiriamo il mare e il vento ci porta via

Portami con te! lo sono pronta a tutto sono pronta a viverti

Portami con te!

Ade 2N

A Carmen…

Guardami! Ti guardo… Nei tuoi occhi

vedo un nuovo universo È forse l'amore?

Oppure la sensazione di voler sparire

È strano… ciò che vedo

È bello ciò che senti ma non comprendo

la tua essenza Vorrei sbagliarmi Vorrei trovarti

Sii fiera di ciò che sei guarda sempre avanti e non fermarti mai!

Guarda sempre avanti ci arriverai un giorno, ci arriverai…

Ade 2N

Macedonia di sogni

Scende una lacrima attraversando il viso. Sfugge lo sguardo al tuo sorriso.

Si sporca la pelle si sporca l'anima ma niente spiega l'essenza della vita.

Ade 2N

trentatrentatrentatrenta

Storia infinita

Piega il suo sguardo luce di fuoco

La sua immagine la stringe a sé.

Le mani guardano gli occhi sentono le labbra ascoltano Il desiderio è forte; fugace è il pensiero nascosto il desiderio Di me, di te, di noi...

Di loro resterà la presenza eternamente in pace eternamente in cielo sulle onde dello spirito Eternamente nostro. Con la mente di chi

non dimentica, non aggiunge nulla …

eternamente... …noi…

Ade 2N

Senza titolo

Amo il mondo,

attraverso colline

mi pento di tutto,

mi pento di niente

sorrido, piango, grido

sei tu!

Ma niente mi farà

rivivere il passato

solo il pensiero del tuo ritorno,

mi lascia senza fiato.

Ade 2N

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GODGODGODGOD

Qualche tempo fa il niente esisteva. O meglio, non esisteva niente. Non vorrei spendere troppo tempo sul concetto d’inesistenza, e perciò spero che vi sia chiaro cosa sia il niente, la totale as-senza di tutto. Bè, un giorno lui fece puf. PUF. Apparve. Niente nuvolette o effetti speciali per ap-parire, anzi, anche il puf è puramente narrativo, perché non esisteva niente. So che può essere traumatico pensare che il PUF non ci fosse, ma era così. Esisteva solo lui. Era apparso, non a causa di scontri d’atomi (non esistevano, avete capito?! Non esisteva niente!), correnti d’aria (idem), magie e trucchi (vedi sopra), semplicemente, nel momento primo in cui pensò di essere fu. Quando si dice COGITO ERGO SUM. Non si capisce da dove venne quel pensiero, e credo che spesso ci spenda sopra neuroni pure lui, ma sta di fatto che apparve, spero che questo sia chia-ro. Lui sapeva già tutto, era onnisciente, ma bisogna pensare che non era poi cosa così comples-sa, datosi che non c’era niente da sapere. Nonostante fosse Dio, e questo gli sarebbe stato utile in seguito, ebbe dei primi momenti un po’ confusi. Si guardava attorno, ma non vedeva niente, anzi vedeva il niente, perché niente è quello che c’era, e questo, solitamente, che tu sia un Dio o un cetriolo, ti lascia leggermente spiazzato. I suoi occhi (so che è un po’ riduttivo parlare dell’On-nipotente come se fosse un uomo, ma fatico un po’ nel descrivere un qualcosa di onnipresente, onnisciente, onnipotente che veglia sull’universo, perciò lo incarnerò a fini narrativi in una perso-na, di un po’ più facile comprensione) si guardavano intorno leggermente inquietati, e lui non sa-peva cosa fare, non sapeva a che santo votarsi, anche perché di santi ancora non ce n’erano. Ve-diamo la crescita come andò avanti: appena apparso, immaginatelo come il feto gigantesco di “2001 odissea nello spazio”, solo più intelligente, non lasciò passare molto tempo, dato che an-che quello era assente, che disse la sua prima parola: precipitevolissimevolmente. Lo so, era piuttosto dotato, ma che ci volete fare: uno che decide di apparire come fondatore di tutto, non pensate che, già che c’è, non si doti di ogni tipo di potere? Crebbe in fretta e cominciò a speri-mentare le sue capacità: prima inventò gli scacchi, il poker, i dadi, il tennis e la pallavolo, ma li trovò noiosi per assenza di giocatori. Ora che il niente aveva adempiuto il suo dovere, era arriva-to allo stato che più gli si addiceva, l’inesistenza. Così, Dio creò la Terra. Tutto il resto è storia. Leo 2B

trentunotrentunotrentunotrentuno

Dedicata a Censoni e ai lancillotti di 3B Una mattina mentre andavo a scuola

vidi una graziosa ornata solo da una camiciola. In quell'attimo fui preso da una morsa alla gola

che mi venne solo una parola: <Che per caso, quella veste è viola?>

Lei mi guardava tanto divertita che non pareva sentirsi svestita

e disse allungandomi la veste un po’ stupita: <Guarda tu stesso, comunque io mi chiamo Anita!>

Tutta nuda, confuso le colsi una margherita, allora mi prese a sé con tanto ardore:

<Sicuramente per coprirmi non ti basta un fiore!> Per raffigurarvela vorrei poter essere un pittore perché non mi resta niente del suo splendore.

Il motivo? Era un gioco, nulla a che vedere con l'amore. Di suo mi rimase solo la rossa camicetta, la misi addosso in tutta quanta fretta

perché l’unico mezzo per la scuola era la bicicletta. Però la storia non è del tutto finita perché quel giorno si andava in gita

e la prof presentandosi: <Buondì mi chiamo Anita!>

Matteo 5B

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Borseggi Un colpo alla Arsenio Lupin. Ecco quel che è stato messo a segno da chi ha comandato l'economia mondiale fino all'altro giorno. Un grande numero di illusionismo o un efficace superamento del limi-te, con tanto di efficace autodistruzione. E non vengano a dire, questi Lupin dell'economia, gioco-lieri d'azioni e obbligazioni, che di un colpo di tal genere non s'aveva sentimento, che si erano pre-se tutte le precauzioni e che non si è superato nessun limite. E sappiamo bene che un colpo alla Arsenio Lupin nella moderna economia implica molto più che l'improvvisa sparizione di una fortu-na; al contrario implica il progressivo e visibile disfacimento di un intero sistema. Sistema da cui naturalmente il papa si autoesclude poiché sembra che al vaticano vivano di pane e acqua e vesta-no con saio e sandali; basano certo la loro vita sulla filosofia Ratzingeriana, da lui decantata con fierezza (accresciutagli dai mass media, i quali non fanno altro che trasmetterci la parola del capo dello stato Vaticano rappresentandola come profezia, irreversibile verità e più alto punto della sag-gia retorica), per cui "i soldi sono solo fragili illusioni, l'unica verità solida è Dio" e al Vaticano devo-no essersene accorti nel momento in cui hanno perso qualche fragile ed illusionistico euro (materializzato in innumerevoli proprietà, azioni, fondi e quant'altro, proprio come s'addice ad uno stato vero e proprio, moderno, economizzato e corrotto quanto quelli che lo circondano) in uno dei recenti borseggi alla Lupin. In fondo, però, non c'è da preoccuparsi: ci sono i piani di salvataggio, le scialuppe vengono messe in acqua (e che ci salgano per primi ricchi e borseggiatori, poi le donne ed i bambini) e si trova al solito la soluzione populista di un paraculista egomaniaco che dal '79 tie-ne per le chiappe l'Italia e i suoi inchiappettati cittadini, perchè dunque "chiudere le borse" è la so-luzione e, detto da un imprenditore assolutista che ogni giorno si va vantando della sua laurea in economia, non si sa se sia il caso di prenderla come la solita freddura, come un gigantesco svario-ne logico-economico o come l'affermazione, appunto, populista di un paraculista con manie di grandezza (perchè, c'è da dirsi, l'idea di chiudere le borse, così come si chiude un buco in una pi-scina gonfiabile affinché non ci siano più perdite, può balenare in mente solo a qualcuno tanto ego-mane da credersi capace con lo schiocco di due dita di bloccare l'economia mondiale). Rimettiamo dunque la risoluzione di tutto ciò ai sommi capi di stato del G7, G8, G9, G10, colpito e affondato. Il borseggio dev'essere diventata pratica in voga nel campo, oltre che dell'economia, anche della politica, dove ministri e ministre vanno rubacchiando un po’ qui e un po’ là, tagliando senza una particolare logica o, tanto per utilizzare il vocabolo più ricorrente nelle manovre economiche, sem-plicemente razionalizzando il sistema. E' evidente, dunque, che qui il borseggio equivale ad una ghigliottina economica (quante teste cadranno nella pubblica amministrazione? E quante nella pub-blica istruzione? Ah quanto si rivolta nella tomba l'amico Robespierre, che ricordo però, esser stato prima ghigliottinante poi ghigliottinato) ed ha raggiunto un livello tale da poter essere indicato sot-to le finte ed eleganti spoglie di razionalizzazione; razionalizzazione degli insegnanti, razionalizza-zione dei bidelli, razionalizzazione degli indirizzi scolastici, razionalizzazione degli edifici, razionaliz-zazione delle ore di lezione, razionalizzazione degli studenti: questo è ciò che chiamano l'urgente razionalizzazione della scuola, della cui sanguinosa esecuzione siamo tutti spettatori ora e nella cui morte la seguiranno tra poco gli studenti. Il moderno borseggio in campo economico e politico si evolve, tanto è presente in tutte le più svariate tematiche, in altrettante svariate forme ed è per questo che sarebbe troppo lungo, noioso e scabroso elencarle tutte, ed è per questo che ogni fatto e dichiarazione che deriva da questo ambito, analizzandola, assume i tratti d'un ridicolo e inspiega-bile terno al lotto in cui la verità sempre manca, la dignità è un miraggio, l'onestà e la giustizia del-le utopie, l'acutezza una reliquia e la scaltrezza una popolare qualità, l'egoismo un motto, l'infor-mazione un concime per l'ignoranza, l'autoritarismo una legge, la poltrona l'unica ragione politica e l'odio come orgoglio nazionale e senso civico. Lasceremo certo ai capi di stato tutti i borseggi eco-nomici, ma i saccheggi all'informazione e alla cultura, alla libertà personale e alla democrazia li la-sceremo sfogare così come in Bulgaria dei ragazzi violenti hanno sfogato il loro odio, che portano dipinto su bandiere e magliette e fissato al braccio teso, contro tutto e tutti? Li lasceremo passare così come lasciamo passare inermi tutte le bugie che ci vengono raccontate e tutte le schifezze e le sciocchezze e le false convinzioni che ci vengono iniettate tramite la televisione? Chiudo rimettendo a voi l'interpretazione della frase di un acuto Sir: "Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle". Meg 3L

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trenta+3trenta+3trenta+3trenta+3

Orgia StuffOrgia StuffOrgia StuffOrgia Stuff Moo Moo - Coccole via USB Della serie “le hanno inventate davvero tutte”, vi presento la mucca in versione USB di cui fine è quello di tenersi sempre in contatto con il proprio ragazzo/a. Si illumina ed emette diversi muggiti. (Stare ore e ore a carezzare un pu-pazzetto immaginando il proprio moroso/a?! non sarebbe più facile usare MSN?!)

Camaleonte USB

Questo simpaticissimo animaletto, attaccato al PC o a qualsiasi altra cosa, comincia a muovere gli occhi e la lin-gua in modo squilibrato. (Potrebbe esservi molto d’aiuto

nel periodo estivo come spaventa zanzare :P)

Glo Pillow Una curiosità: come vi svegliate alla mattina? Con il vecchio o-rologio della nonna che quando suona sveglia tutto il palazzo? Ecco un modo alternativo per farvi svegliare: un cuscino che dà il buongiorno illuminando lentamente il viso. La luce inizia ad illuminare in modo molto ma molto fioco ben 40 minuti prima aumentando la sua luminosità fino al culmine massimo all'ora X evitando traumi di ogni tipo. (Ma se la stanza è illuminata di suo?!)

Scarpe curiose…

Vediamo ora questa meravigliosa interpreta-zione del piede dello Yeti, carine da abbinare con i jeans stretti e una maglietta stile hippy.

(È il colmo? Penso proprio di sì…)

Cintura misura panza Cercando qualcosa di interessante sul internet, ho trovato que-sta foto: non ha un nome o una descrizione, ma è davvero curio-sa. È una cintura che misura i centimetri della vite, suggestiva eh?!! Così coloro che sono preoccupati per la propria linea, a-vranno un aiuto in più per regolarsi al pranzo a casa dei nonni!

Con questo, signori e signore, concludo la mia rubrica salutandovi fino al prossimo me-se!

Gabri 4M

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5 Novembre

@ Estragon: Supergrass @ Cantina Bentivoglio: Guido Di Leone Quartet 6 Novembre

@ Cantina Bentivoglio: Sms Special Trio feat. Danilo Pala 7 Novembre

@ Estragon: Massimo Volume @ Covo Club: Uzeda @ Transilvania Horror Rock Cafè: Idols Are Dead 8 Novembre

@ Estragon: Epica + Amberian Dawn @ Covo Club: Original! 9 Novembre

@ Cantina Bentivoglio: Brunch con Dado Moroni Trio 10 Novembre

@ Cantina Bentivoglio: Adriano Pancaldi Trio @ Villa Serena: Cyann & Ben 11 Novembre

@ Cantina Bentivoglio: Kevin Heys Trio 12 Novembre

@ Cantina Bentivoglio: Antonio Faraò “Far Out” Quartet 13 Novembre

@ Estragon: Los Campesinos @ Locomotiv Club: Parenthetical Girls 14 Novembre

@ Estragon: Blood Red Shoes + Strawberry Fields + Pink Rays @ Covo Club: Le Luci Della Centrale Elettrica @ Sottotetto Sound Club: Wednesday 13 15 Novembre

@ Estragon: Marta Sui Tubi @ Sottotetto Sound Club: Reggae Session @ Covo Club: Jason Lytle 18 Novembre

@ Locomotiv Club: The New Year 20 Novembre

@ Covo Club: Cajun Dance Party 21 Novembre

@ Estragon: Okkervil River @ Sottotetto Sound Club: Metal Gang 22 Novembre

@ Estragon: Caparezza @ Covo Club: Beach House

A cura di Lucia 3L

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V U O T O

Il Copernivox è vuoto perché qualche simpaticone ha svuota-to l’urna a metà ottobre. Inoltre Desi 5I ha il pc rotto e non ha potuto trascrivere i pochi mes-saggi recuperati Provvederemo a riparare l’urna che è in condi-zioni pietose e vi preghiamo di continuare a mandare bigliettini. Se poi beccate qualcuno che svuota l’urna comunicatecelo che lo sistemeremo a dovere.