orgia intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

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MARZO APRILE 2014 Numero 6 (r)Esistenza Copernicana A PAGINA 14 » Letteratura e tecnologia possono convivere? A PAGINA 24 » Donne: ancora vittime di violenza sessuale A PAGINA 6 » Olimpiadi e diritti umani: i disastri di Sochi

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Page 1: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

MARZO —APRILE 2014 Numero 6

(r)Esistenza Copernicana

A PAGINA 14 »

Letteratura e tecnologia

possono convivere?

A PAGINA 24 »

Donne: ancora vittime

di violenza sessuale

A PAGINA 6 »

Olimpiadi e diritti umani:

i disastri di Sochi

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orgia intellettuale

orgiaintellettuale.info facebook.com/orgiaintellettuale [email protected]

Numero 6MARZO — APRILE 2014

C aro lettore, vorrei cominciare ponendo come

filo centrale del discorso una citazione di cui, personalmente, ho fatto una filosofia di vita: «la vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri» di Oscar Wilde (sì, vi suona familiare: è quell'autore "sconosciuto" che scrive le frasi bellissime su aforismi).

Parlo di vita perché questo numero, reso particolarmente speciale da tutti gli splendidi contenuti che, ammettilo, brami di leggere, è frutto di tutte le esperienze, le incertezze e le riflessioni che costituiscono le vite dei redattori e non solo. Dico non solo perché sono parole e sentimenti che accomunano, spero, molti di noi.

La prima cosa che hai notato è stata la copertina. Hai contemplato assorto la straordinaria maestria con cui è stata disegnata, ma l'ammirazione ha lasciato presto spazio al dubbio. Ti sei chiesto il significato. L'occhio del pubblico è il nome del disegno; rappresenta un occhio che si estranea dalla società e (scusate il gioco di parole) osserva quest'ultima con occhio critico. Non è altro che una metaforica suggestione ad aprire lo sguardo su ciò che ti circonda; è un invito a uscire dalla propria bolla perfetta e a vivere in questa società moderna comprendendone tutti i lati, sia negativi che positivi.

Leggendo i vari articoli di attualità aprirai gli occhi sulla società che ci circonda, ti renderai conto che, forse, dopotutto esistono cose più importanti dell'ultimo modello di scarpe o cellulare. Capirai che la vita, nonostante tutti i lati negativi che la società presenta, ti offre sempre una scappatoia e sta a te, caro lettore, decidere se coglierla o meno. Avrai un'opportunità per viaggiare e per vedere il mondo nella sua immensità. Darai libero sfogo al tuo senso critico (avvalitene finché puoi!) grazie a poesie e recensioni su arte e cultura. Ti metterai in dubbio, comprenderai, imparerai e non smetterai mai di stupirti di quante nuove cose ci siano da imparare.

Quindi, noi membri della redazione, ti affidiamo questo giornale, che ormai accompagna gli alunni del Copernico da molto, con l'intento di far insorgere in te dubbi, domande e ricordandoti che «L'intelligenza è data all'uomo per dubitare» (Émile Verhaeren). Ci auguriamo che tu lo possa sfogliare con interesse e finire con una piacevole sensazione di appagamento letterario.

— Selma Inane per la redazione

ORGIA INTELLETTUALE

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ORGIA INTELLETTUALE

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CaporedattoriIlaria LedonneLorenzo Bergonzoni

RedazioneArcangelo MassariCaterina MongielloChiara GamberiniDaria VaccariEmanuele VicinelliIlaria LedonneLorenzo BergonzoniMicol GianoliSelma InaneStefano Rossi

In questo numero

Attualità

I disastri di Sochi — pagina 6 »

Le vittime dell'amore — pagina 24 »

Cultura » Poesie

Pensieri e parole — pagina 8 »

Cultura » Musica

London's Burning — pagina 23 »

Random Music Pills — pagina 25 »

Cultura » Fumetti

Manga Kissa [parte 1] — pagina 28 »

Manga Kissa [parte 2] — pagina 29 »

Cultura » Fotografia

Exchange: foto da Londra — pagina 16 »

Le vittime dell'amore

Viviamo in una società che ci da tutto tutto eppure niente, che è innovativa e moderna. Allora perché al giorno d'oggi nel mondo il 7.2 % delle donne, quindi tra 100 e 140 milioni di bambine, ragazze e donne, sono state vittime di abusi sessuali?

pagina 24 »

Il polipo non sa leggere

A cosa serve la letteratura? Giulio Ferroni, professore di letteratura presso "La Sapienza" di Roma, se n'è fatto un'idea precisa ed è venuto a condividerla con noi studenti del Copernico in un incontro intitolato Francesca Digitale? sul tema della difficile ma forse possibile convivenza tra la letteratura e la tecnologia. pagina 14 »

I disastri di Sochi

È giusto che un paese che non rispetta dei basici diritti civili debba essere considerato idoneo a rappresentare il mondo intero con un evento tanto importante come le olimpiadi?

pagina 6 »

Siamo grandi ormai

Quando la moda prende il sopravvento, quando ci sentiamo più grandi ma invece che diventare indipendenti smettiamo di ragionare con la nostra testa. Forse sarebbe il momento di fermarci e cominciare a pensare, invece di limitarci a omologarci. pagina 7 »

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COME LEGGERE I CODICI QR

Novità abbastanza recente sono i codici QR, quei simpatici quadrettoni che compaiono ogni tanto in qualche articolo. Ogni codice QR rappresenta un link a un contenuto internet: un video, un sito, un'immagine, ecc. Li utilizzeremo spesso nei nuovi numeri.Se hai un cellulare abbastanza recente puoi, passando il telefono sul codice, visitare questo link direttamente sul telefono. Mentre alcuni (pochi) telefoni hanno questa funzione "di serie", su altri è necessario installare

un applicazione di terze parti per leggere i codici. Se hai un iPhone, la redazione consiglia l'applicazione gratuita "Scan" scaricabile dall'App Store. Installala da lì. Se hai un cellulare Android puoi utilizzare QR Droid scaricabile da Google Play.Ricordiamo che è necessario essere collegati ad internet. Apri l'applicazione scaricata e passa il telefono sul codice! Sotto al QR troverai anche un link visitabile da computer.

Hanno contribuito a questo numeroImpaginazioneStefano Rossi

Disegni ed altri elementi graficiChiara GamberiniTeresa Mazzanti

Disegni di copertina ed ultima paginaLorenzo Bergonzoni

TestataLucrezia Zanardi

Docente referenteProf.ssa Anna Maria Incorvaia

Riflessioni pomeridiane: articoli di riflessione sulla società

Siamo grandi ormai — pagina 7 »

Ricordiamoci che a volte può succedere — pagina 10 »

Le invisibili catene della società — pagina 12 »

Il polipo non sa leggere — pagina 14 »

Funny Corner: svago e divertimento

Labirinti — pagine 9, 13 »

Il paradosso del cane — pagina 22 »

Sudoku — pagine 21, 27 »

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attualità

Attualità | di Daria Vaccari

I disastri di Sochi

Q ueste le parole pronunciate dal presidente del comitato organizzativo di Sochi 2014

che ha inaugurato le Olimpiadi invernali il 7 febbraio. La Russia accoglie questi giochi in un periodo non certo calmo e pacifico, dopo le recenti leggi approvate contro la ''propaganda'' omosessuale. Le associazioni LGBT si sono mobilizzate ma non sembrano avere la visibilità che meritano. Oltre al villaggio olimpico che cade letteralmente a pezzi (#sochiproblems per credere), va considerato anche l'enorme spreco di denaro. Queste olimpiadi invernali sono state le più care della storia, olimpiadi estive comprese, Mosca ha speso 50 miliardi di dollari (per dare l'idea, 10 volte più di Torino 2006).

«Gli atleti mandano un messaggio unito che la gente e le nazioni possono mettere da parte le loro differenze: se lo fanno nelle arene di Sochi, i leader dei combattenti dovrebbero fare lo stesso nelle aree internazionali di conflitto»

Il segretario dell'Onu, Ban Ki-Moon, ai membri del Comitato Olimpico Internazionale ha così parlato di tregua olimpica nei confronti delle comunità LGBT ma questo non ha fermato la polizia russa dall'arrestare,

e successivamente rilasciare, Vladimir Luxuria, per aver sfilato con una bandiera arcobaleno con la scritta in russo ''Gay ok''. Inoltre anche due componenti delle Pussy Riot sono state arrestate per ''furto'' mentre erano a Sochi per diffondere una canzone anti-Putin. Ora, alla luce di questi fatti, mi sembra anche solo ridicolo pensare a queste Olimpiadi come la cerimonia che dovrebbero essere. Proprio per questo, secondo me, non è corretto che le Olimpiadi, che sono simbolo di uguaglianza e di

sportività, siano ospitate da un paese in cui mancano alcuni elementari diritti civili. n

«A Sochi ci giochiamo la nostra chance per mostrare le nostre tradizioni e il nostro Paese. Saranno giochi caldi perché vogliamo colpire i vostri cuori. Nuovi eroi e nuovi simboli saranno per voi. È l'Olimpiade che ci unisce»

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riflessioni pomeridiane

S pesso rimango stupefatta di come in neanche una decina di anni gli adolescenti siano cambiati.

Ragazzini che alle medie fumano, bevono e vanno a ballare il sabato sera, ragazzine che a 12 anni perdono la verginità con ragazzi di 6 anni più grandi…

Purtroppo non credo di esagerare affermando che le attuali generazioni all'inizio dell'adolescenza siano completamente diverse da com'eravamo noi - noi degli ultimi anni - alla loro età; diverse, si, ma in peggio.

Io sono al quarto anno e ho toccato con mano, ho vissuto questo cambiamento. Mi ricordo di come fosse tutto più tranquillo e rilassato qua al Copernico quattro anni fa, di come ognuno fosse accettato per quello che era e non per ciò che indossava (e vi assicuro che non sto esagerando). Ricordo addirittura cosa pensai il primo giorno che trascorsi tra queste mura. Pensai: "Ho proprio scelto la scuola giusta. Una scuola libera, senza 'fighetti', senza gente che 'se la tira' ". Ma in seguito, col passare degli anni, tutto ciò che mi pareva quasi perfetto cominciò a discreparsi inesorabilmente sotto i miei occhi, fino ad arrivare ad oggi.

Camminando per i corridoi del Copernico mi soffermo ad osservare le persone che mi circondano. La metà della gente, soprattutto dei primi anni, è

tutta uguale. Mi metto a giocare a "trova le differenze": le ragazzine sono tutte in panta/jeans extrastretti e Dr Martens, mentre i ragazzi hanno tutti delle ridicole felpe coi fiori o addirittura leopardate e le Jordan, indossate rigorosamente con i pantaloni risvoltati fino a sotto il ginocchio stile mi-si-è-allagata-la-casa e i calzetti tirati su fino a metà polpaccio. E fin qua pace, i gusti sono gusti. Succede spesso che la gente si lasci influenzare dalla moda tralasciando ciò che a mio parere conterebbe un po' di più: il proprio pensiero, per esempio.

Ma è quando mi avvicino a quei gruppetti di ragazzi che riesco a captare il vero problema: sento solo discorsi su come-sia-stato-bello-ubriacarsi-sabato o su quante-ragazze-voglio-baciare-domani-in-discoteca. Ora, se c'è una cosa che io odio davvero è generalizzare, e quindi non intendo dire che tutti i più "piccoli" siano così e che noi "grandi" siamo assolutamente privi di attenzione nei riguardi di queste "mode", ma la situazione si sta allargando a vista d'occhio e sta diventando piuttosto esagerata.

Io però nutro ancora speranze. Credo che magari un giorno tutte quelle ragazzine precoci si sveglieranno e si accorgeranno che ballare praticamente nude su un cubo non le rende più grandi, ma semplicemente più squallide. Un giorno forse i ragazzini capiranno che

passare ore e ore a sistemarsi i capelli e a farsi la piega è tutt'altro che segno di virilità, dal momento che non hanno neanche due peli sul mento. Spero che qualcuna di queste persone legga questo articolo: non è un articolo perfetto, ma è scritto con sincerità e con il desiderio di insinuare un dubbio dentro di loro e fare il modo che comincino a pensare con la propria testa.

Ricordate, pensare è gratis. n

Riflessioni pomeridiane | di Chiara Gamberini

Siamo grandi ormai

"Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa molto." (Walter Lippmann, Le sfide della diplomazia, 1915)

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cultura » poesie

La GioiaLa gioia è un'emozionedi calore e freschezza insieme.Fresca come una boccata d'aria,un sorso d'acqua di cui non ti disseti mai.Calda come un abbraccio una fiamma luminosa cheti può bruciare.Fresca come un soffioCalda come un sospiroFresca come un sorrisoCalda come un bacio

[senza titolo]We've wrecked the world,and now we cry on its pieces.God has fun watching our pain?A pain that we've produced?Perhaps it's just the world who is sick,sick of us and tired to be kept together with glue,and makes his own distruction.Maybe it's just the natureHopefully it is nature and the God's will.

Cuori 2/12/2013Un cuore spezzato, lacerato, sanguinante24 cuori spezzati e lacerti.Troppe lacrime, troppi affannati sospiri.Respiri profondi, singhiozzi sommessi.Parole bisbigliate, carezza, abbracci.Questo interesse improvvisoNato da una morteImprovvisa, mi dà un po' di disgustoMa questo disgusto è ora rancoreCoperto dalla malinconia e dal doloreDi una vita spezzata.

MafiaHo un lavoroNo.Ho una famigliaNo.Ho un progettoNo.Ho un sognoNo. Ho una speranza…

Lotta tra innamoratiE quindi inizia cosìla lotta tra innamoratichi parla per primo, perdechi chiede scusa per primo,rischia tuttoo risulta il più debolee viene schiacciato;oppure vince,facendo perdere chi ama.Alla fine si può essereSoli e distrutti oppureInsieme e stremati,ma insieme. n

Cultura » Poesie | di Lucia Comandini

Pensieri e parole

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funny corner

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riflessioni pomeridiane

La dignità dei repressiRiflessioni pomeridiane | di Emanuele Vicinelli

R icordiamoci che a volte può succedere che l'inaspettato accada. Ricordiamoci che a

volte può succedere che un gesto piccolo, nascosto, insignificante quasi, ridia dignità a migliaia e migliaia di persone.

Non so quanti effettivamente abbiano guardato la scritta che, incisiva e macabra, è sulla sommità del cancello di Auschwitz, quanti l'abbiano guardata davvero. C'è scritto "Arbeit macht frei", il lavoro rende liberi.

Il lavoro rende liberi. Non si è ancora riusciti a eviscerare il reale significato di queste tre parole, messe insieme con quella sapiente, beffarda e sadica cura di cui solo i nazisti e pochi altri erano capaci. L'idea di questa scritta nasce al comandante Rudolf Hoss. Voleva far capire a chi entrava nel campo che l'unico modo per uscirne liberi era morire. E, nel frattempo, lavorare, rendere un servizio al popolo eletto, spaccarsi la schiena, mangiare poco - anzi, meglio, non mangiare proprio. Morire, a quel

punto, diventava una liberazione. Kurt Muller, un altro ufficiale, progetta la scritta e, avendo piena libertà sul testo, decide di storpiare un passo del vangelo di San Giovanni, che diceva "Weimar macht frei", ovvero "la verità rende liberi".

Il compito di forgiare la scritta ricade, com'è naturale, sulla Schlosserei, l'officina interna al campo che si occupava di lavorare i metalli per forgiare lampioni, inferriate, sbarre

Ricordiamoci che a volte può succedere

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e cancelli. Quando tutte le lettere sono state forgiate, è Jan Liwacz, prigioniero polacco (non ebreo) numero 1010, a doverle saldare insieme. Mille vite prima, o forse una sola, faceva il fabbro. Ma ora è internato ad Auschwitz, e si trova tra le mani questa scritta. Jan è un dissidente politico, una persona libera anche - anzi, a maggior ragione - se rinchiusa. Quindi, senza dire niente a nessuno, decide di saldare la B di Arbeit girata, con l'occhiello grande sopra e quello piccolo sotto. In quella B – per chi

sa guardare, guardare davvero – c'è nascosta tutta la libertà, il dissenso morale e la dignità di migliaia e migliaia di prigionieri che, mille vite prima di essere internati, erano persone. Quando, nel 1945, l'armata russa entra nel campo, la scritta viene smontata e caricata su un treno diretto ad Est. Un uomo sopravvissuto al campo, di nome Eugeniusz Nosal, si accorge di questo. Capendo l'alto valore simbolico della scritta, la baratta con un soldato per una bottiglia di vodka e la dona al comune di Aushwitz, il quale la rimetterà al suo

posto quando verrà fondato il Museo per la memoria.

Ricordiamoci che a volte può succedere che un gesto piccolo, nascosto, insignificante quasi, ridia dignità e forza a migliaia e migliaia di persone, ma ricordiamoci, soprattutto, che senza persone come Jan Liwacz e senza tutte quelle persone che hanno rischiato la vita nei campi di concentramento per aiutare i più deboli, i tedeschi avrebbero vinto la guerra. L'avrebbero vinta davvero. n

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riflessioni pomeridiane

Le invisibilicatene della societàRiflessioni pomeridianedi Michele Nannetti

C ari Lettori, l'introduzione volutamente d'impatto ha principalmente lo scopo di

attrarre la vostra attenzione. No, non è una fregatura, vi prometto che manterrò alto il vostro grado di attenzione anche da questo momento in poi... In particolare tu, che stai leggendo, ti sei mai chiesto a cosa serve la moda e tutte quelle piccole cose che insieme ti rendono un persona "conformista"? Ebbene, anche se magari non ci crederai, tutti questi modelli che la società ci propone non fanno altro che limitare la nostra creatività. Ora, non sto dicendo che la moda non dovrebbe esistere, non solo perché sarebbe impossibile, ma anche perché per molte più persone di quelle che immagini è giustissimo un modello di moda il quale indichi che alcuni capi NON possono essere combinati... Ok, forse questa me la potevo risparmiare...

Comunque il fatto è che rispetto ad anche solo vent'anni fa il concetto di "persona interessante" o "divertimento" si è ristretto enormemente. Troppe cose oggi vengono date per scontate nel corso della giornata: avete mai provato

a sdraiarvi su un prato di notte ed ascoltare i rumori di ciò che vi circonda? Immagino di no, deve suonare un po' strana come cosa... Quello che voglio dire non è che per essere più creativi o scoprire la vostra strada dovete per forza fare cose come questa, sono io un po' tocco, non preoccupatevi. Mi è capitato di sentire persone parlare di "Illuminati" e di un mondo dove loro sarebbero a capo di tutto, poiché avrebbero nel corso del tempo instaurato un progressivo lavaggio del cervello nella testa di tutti noi. Beh, io penso che al punto in cui siamo adesso, nel 2014, se davvero esistessero codesti individui, non saremmo poi così distanti dalla realizzazione del "loro progetto". Molti di noi hanno un modello di divertimento in testa, un modello di comportamento da adottare per essere interessanti e di piacevole compagnia, un modello di vestiario, un modello di capigliatura per essere affascinanti, un modello di musica da ascoltare per appartenere ad una determinata cerchia di persone e potrei continuare ancora... Questo mondo sopprime le intenzioni creative: la paura di non essere accettati, che tutti abbiamo anche se in diverse

misure, fa in modo che ognuno di noi scenda a patti con se stesso e accetti in parte, o del tutto, ciò che la società propone. "L'unione fa la forza" dicono, ma come ogni cosa, questo concetto possiede una parte positiva e una negativa. L'umanità se non possedesse questo fortissimo istinto di riunirsi in gruppi non sarebbe mai sopravvissuta fino ad oggi, ma tutto ciò comporta anche una continua paura di restare soli, che rende le persone spesso desiderose di assumere atteggiamenti non propri e anzi, di sopprimere la propria indole considerandola inadeguata o insufficiente. Tutto ciò di cui ci siamo contornati e che però non ci appartiene davvero è un po' come una serie di catene che ci tengono intrappolati in una realtà che non è nostra, però non ce ne accorgiamo, poiché ce la siamo costruiti da soli. E tu, Lettore, riesci a sentire le tue catene?

A questo punto vorrei chiarire che lo scopo di questo testo non è quello di insegnare nulla a nessuno, non ho questa presunzione. Il mio scopo è di osservare i fenomeni, ciò che mi circonda, e comunicare un avviso per tutti coloro che leggeranno. Instaurare nella loro mente il dubbio di stare vivendo la vita che vorrebbero e se non lo stanno facendo, consigliare loro di avere la forza di farlo: tuffatevi in ciò che credete sia giusto provare, in ciò che credete possa donarvi felicità, in ciò che vi potrebbe liberare dalle vostre catene. Vorrei con orgoglio citare le parole di mio zio, dicendo "tuffatevi dallo scoglio, non pensateci, non ha senso. Come fai a sapere com'è l'acqua? Se è

"Rendiamoli tutti uguali, il grigio sarà l'unico colore possibile. Confondiamo le loro menti, restringiamo i loro orizzonti, trasformiamo la loro fantasia e la loro passione in un represso e irrealizzabile desiderio. Una sola ed inconsciamente accettata realtà sarà l'unica di cui potranno disporre."

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funny corner

fredda, calda, limpida, profonda... Non puoi saperlo e allora tuffati, poi vedrai." Abbiate il coraggio di vivere la vostra vita e non quella degli altri, perché si è sempre in tempo per essere felici.

Nota, mr/miss Lettore/Lettrice, che nell'avvisarti di certi rischi e pericoli

del mondo non ti sto indicando a mia volta una strada, non ti sto insegnando nulla; sei tu a scegliere se cogliere un' opportunità di riflettere su te stesso o vedere questo testo come un semplice passatempo. Intanto io, Michele Nannetti, posso solo sperare che in entrambi i casi tu abbia passato se non proprio dei bei

momenti, chiamiamoli almeno dei non-noiosi momenti, leggendomi e augurarti un buon proseguimento! n

"La vita umana nel suo insieme, non è che un gioco, il gioco della pazzia."(Erasmo da Rotterdam)

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riflessioni pomeridiane

N on ho idea di cosa Montale intendesse dire con queste parole. Ma in un mondo in

cui ormai tutto sembra contribuire a far scivolare via il mio sguardo da ciò che non è immediatamente comprensibile, come mai questi versi mi turbano e mi fanno interrogare come se ne fossi io stesso l'autore? Avverto qualcosa come…come un'illusione di libertà.

"È difficile elaborare un'equazione rassicurante che convinca che la letteratura è una buona cosa."

Così ha esordito Giulio Ferroni, storico della letteratura italiana, nel suo incontro intitolato Francesca digitale?, nel quale si è discusso di come la tecnologia, l'informatica in particolare, abbiano trasformato lo studio della letteratura oggi. A volte migliorandolo, altre degradandolo fino a conseguenze estreme: è il caso di una scuola elementare a Roma, dove i libri erano stati eliminati e sostituiti con tablets, prima della feroce ribellione dei genitori. Come si può digitalizzare l'emozione nello scrivere per la prima volta una a. La a, la parola casa, sono astratte solo finchè non le scriviamo con la nostra mano. Imprimendo la lettera nella carta, ciascuno inventa un segno nuovo, poiché la grafia è soggettiva e

non si può plagiare. La dattilografia, invece, è sempre uguale a se stessa e si può piratare. La nostra lettera, oltre a dare un lavoro a migliaia di grafologi, ci rende individui, come un neo al centro della fronte o un naso che pende verso destra. Anche per questo motivo elaborare un'equazione rassicurante è impossibile, ne occorrerebbe una diversa per ciascuno di noi. La letteratura inoltre ci accosta a dei dati di esperienza, di linguaggio e di situazioni umane che non sono a priori rassicuranti. Prendiamo quel genio di Herman Melville: Moby Dick non compiace, non rasserena, magari avvince i lettori più testardi ma non beatifica insegnando "che tutto il pensiero profondo e serio non è che lo sforzo intrepido dell'anima per mantenere l'aperta indipendenza del mare", altra frase incomprensibile a prima vista, controversa e acquatica come l'introduzione, che non si spiega del tutto neanche dopo aver letto il libro. E qui casca l'asino! Oggi domina l'ottimismo digitale, tanto che la nostra generazione viene chiamata dei "nativi digitali", sintagma ridicolo secondo Ferroni, che scherza definendosi un nativo "Gutemberghiano". Ma questo ottimismo cela alcuni pericoli, come l'esaltazione della velocità: quando ci poniamo di fronte alla letteratura,

sebbene esistano anche forme di prosa che trascinano in un ritmo travolgente, è necessaria una riflessione pacata per esplorare in profondità la maggior parte dei testi. Così come molte situazioni della vita ci impongono di meditare per essere comprese. Studiosi affermano che è preponderante nei giovani la tendenza a vedere tutta la realtà in modo manicheo: tutto è giusto o sbagliato, buono o cattivo, bianco o nero. Crescendo diventano sempre più visibili le sfumature e si acquista la consapevolezza che in verità quasi tutto è grigio. Ma l'indefinitezza implica la complessità e se l'incomprensibile è ovunque intorno a noi, o siamo attrezzati per indagarlo o rimarremo fino alla morte dei bambini. La velocità è importante per la società contemporanea, ma è altrettanto importante guardare al dominio della velocità con il senso della lentezza. Inoltre, come possiamo accorgerci della presenza degli altri se andiamo sempre di fretta?

L'ottimismo digitale è giustificato anche dalla dilatazione della memoria umana, che pare sempre più inutile alla luce di ciò che un computer riesce ad immagazzinare, sollevando l'uomo da un fardello di milioni di date, luoghi, informazioni. Ma ci si dimentica, tra le tante altre cose, che la memoria è consustanziale al nostro corpo e alla nostra essenza vitale, senza memoria non siamo nemmeno in grado di reagire agli stimoli esterni. Studiosi si sono accorti che comincia a venir meno nei giovani quella capacità di memorizzazione che è stata patrimonio delle generazioni precedenti, le quali certo talvolta

Riflessioni pomeridiane | di Arcangelo Massari

Il polipo non sa leggere

"[…] Il polipo che insinua tentacoli d'inchiostro tra gli scogli può servirsi di te. Tu gli appartieni e non lo sai. Sei lui, ti credi te."

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orgia intellettuale

hanno commesso errori gravissimi, ma che pure sentivano qualcosa di proprio. Se ci poniamo completamente dentro un mondo dominato dalla memoria digitale perdiamo il senso di noi stessi e degli altri.

La tecnologia fa anche provare un'ebbrezza di libertà, per tutti i problemi da cui ci ha svincolati. Ma per quanto un programma possa favorirci nella vita, anche nello studio, esso è stato pur sempre progettato da un altro, e nessuno, a parte un esperto informatico, è in grado di intervenire sugli scopi reali del sistema, che tra l'altro potrebbe essere stato concepito da un Stato che pensa soprattutto ad aspetti di ordine economico e di manipolazione della società. Alcuni addetti ai lavori, tecnici di mestiere, hanno messo in guardia dai pericoli del progresso tecnologico. A questo proposito il prof. Ferroni ha consigliato alcuni titoli:

- Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello di Nicholas Carr- L'ingenuità della rete. Il lato oscuro della libertà di internet di Evgeny Morozov- Demenza digitale. Come la nuova tecnologia ci rende stupidi di Manfred SpitzerSia chiaro tuttavia che queste riflessioni non vogliono indurre ad aborrire l'informatica, ma anzi ad interrogarla criticamente e a dominarla per farne uno strumento, cioè quello che è.

Tornando al polpo dai tentacoli d'inchiostro, anche se tutto il mondo sembra indurci a pensare che i traguardi della tecnologia ci abbiano resi liberi, finalmente indipendenti da tanti vincoli

del passato, tutto ciò viene detto da altri, crediamo di essere liberi ma non lo siamo. È un polpo che fa finta di essere noi, ci muove a suo piacere restando celato dietro uno scoglio, ci guarda vivere esperienze che crediamo nostre ma che in realtà è lui a manipolare. L'unica arma, o per lo meno la più efficace che l'uomo possiede contro il tentacolo, probabilmente è proprio il libro: la letteratura ci invita a riconoscere uno stare nel mondo che non può essere virtuale, permutabile, superficiale, ma è concreto, consistente, una cosa scritta. La letteratura ci invita ad approfondire la coscienza, che è tutt'altro che volatile e si costruisce spesso sulla contraddizione, che nessuna formula potrà mai esemplificare. Per questa ragione la letteratura impone spesso delle pause: "Non ho capito, aspetta che rileggo", un computer, se programmato ai tuoi scopi, non ti farà mai pronunciare una frase simile, ti condurrà velocemente a braccetto fino alla meta, senza che tu venga mai appesantito dalla conoscenza di che accidenti di strada hai fatto. Tra l'altro, in letteratura non c'è bisogno di capire sempre tutto. Dante dice cose che talvolta sono troppo difficili e che necessiterebbero di studi universitari per essere comprese quasi appieno. Però l'importante è avvicinarsi a un territorio di esperienza che svela il non essere noi, ma è affascinante proprio perché non si capisce. D'altronde, nella vita ci sfuggirà sempre qualcosa. "Non pensate di conquistare il mondo. Nessuno lo conquista mai!" Ha detto Ferroni. Lo stesso Dante arriva al punto di ammettere: "Da questo passo vinto mi concedo" quando deve dire l'indicibile,

la bellezza di Beatrice al momento supremo; e addirittura, alla visione di Dio: "A l'alta fantasia qui mancò possa". Dunque la Commedia stessa afferma che non tutto si può affermare. Ma la letteratura, più d'ogni altra cosa, ci sprona a criticare, perché ci fornisce gli strumenti necessari per farlo. Talvolta critica addirittura se stessa, invitando a meditare sulla finzione, non sempre nettamente separata dalla realtà: ne sono un esempio Don Chisciotte, Madame Bovary e la stessa Francesca, che inebriata del fascino dell'amore letterario, muore per aver improntato su di esso la sua vita. La tendenza a credere nell'illusione è tipica di tutti i tempi e le esperienze umane di questi personaggi, che pure sono immaginari, paradossalmente possono fornirci una chiave di lettura del mondo illusorio che ci circonda, anestetizzato dalla pubblicità, accecato dai modelli di vita superiore, assordato dalla retorica dei politici. Avvinghiato dai tentacoli del polpo. n

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cultura » fotografia

C iao rega! Se siete indecisi tra fare l'anno all'estero e non farlo, beh, fatelo. Probabilmente non

è la scelta più facile del mondo ma sono quelle occasioni che o le prendi o le perdi. E ne vale la pena. Perchè? Impari una lingua come mai potresti fare dentro le mura di una scuola, conoscendo nel contempo un sacco di persone di mille culture diverse e, tutto ciò, diventando più indipendente di quanto non avresti mai pensato di essere. E ti diverti. Un sacco. E poi sei libero, cambi, capisci chi e cosa è importante, diventi maturo (o

almeno ci provi). La scuola è diversa, la società è diversa, la gente è diversa ma, d'altro canto, se fai l'exchange, è questo che vuoi: vedere/vivere cose nuove, che in Italia non avresti potuto fare e di cui forse non avrai più l'opportunità. Un abbraccio enorme Cope, ci vediamo tra poco (sempre che ci torni in Italia..). n

Exchange:foto da LondraCultura » Fotografiadi Matteo Schiavon Lopez

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funny corner

6 4 7 5

9 2 6

7 9

5 2 7 9

9 2 4 1 7

8 5 1 4

5 6

7 3 8

4 3 1 9

Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.44)

8 7 6

5 3 6

1 5 9

4 1 5 8

3 9 7 4

6 4 5 3

5 4 1

3 1 5

2 9 8

Puzzle 2 (Medium, difficulty rating 0.47)

1 8 7 3 2

9 4 6

4 7 1

9 5 6

8 9 5

4 1 8

5 4 3

3 7 6

8 9 5 7 2

Puzzle 3 (Easy, difficulty rating 0.33)

3 2 8 1

4 1

7 8 4 5

1 2 3 6

5 7 4

6 7 1 5

6 8 4 9

2 3

1 5 3 4

Puzzle 4 (Medium, difficulty rating 0.54)

Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Wed Apr 2 16:48:25 2014 GMT. Enjoy!

Difficoltà facile Difficoltà media

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22 orgia intellettuale

funny corner

ATTENZIONE! Questa storia è stata scritta durante un momento di estasi/follia creativa, e rimaneggiata in un secondo momento per renderla almeno comprensibile. Quindi, a prima vista, potrebbe non avere un senso logico. Chiunque trovi una possibile interpretazione filosofica seria (o non) di questa storia, è considerato un genio e riceve tutta la nostra ammirazione!

G eneralmente, ogni giorno porto a spasso il mio piccolo paradosso che non è altro che

un giovane cane di nome strimpellante. Questo cane si chiama così perché quando è nato, due giorni prima aveva mangiato un crotalo musicale con le mani senza pulirsi la bocca dal veleno, e così era morto. Ma i piccoli cani sono come le fenici sciroppate in salsa piccante e con acciughe: se non sono già nate, sono immortali quindi rinascono bruciando e rimorendo e rinascendo dalle ceneri della carta impestata. Il mio cane, in particolare, era giallo come quei pupazzi che si vedono al supermercato e che ogni tanto ospitano uno spirito inquieto e, come gli oratori, ti trascinano all'oratorio per un'ora e qui risciacqui il fuoco finché non si accende. Nonostante ciò, sapevo che il mio cane non sarebbe stato posseduto perché era vivo.

Tuttavia accadde ugualmente e quando accadde seppi che quindi in realtà quei pupazzi al supermercato erano vivi. Anzi, ci ho riflettuto un po' e quando mi sono risvegliato dalla trance Strimpellante il cane era già con il filo

del destino sulla zampa destra, come le Parche dei cani al parco, e io nell'oratorio degli oratori davanti a un fuoco da accendere con l'acqua e un secchio d'acqua già bruciata in mano. Il problema era apparentemente irrisolvibile quindi subito chiesi a Cicerone la soluzione. Mi disse che potevo scappare perché il mio cane, lo avevo scoperto solo adesso, era un pupazzo. Tuttavia scelsi la via più intelligente: scappai nella quarta dimensione entrando nello spazio dimensionale. Per specularità, il mio cane era predestinato a diventare un paradosso del tempo temporale in cui la bomba che avevo messo da piccolo nel supermercato esplodesse adesso. La bomba esplose uccidendo me da bambino, ma non ero mio nonno quindi non c'erano problemi con il paradosso del nonno. Entrò però all'improvviso un mio cugino che eseguì il ballo della "Bomba", proibito perché atomico, e si annichilì a causa del tempo temporale che lo aveva indotto ad aspettare troppo prima che avvenisse la sua sicura annichilazione, prevista nel 10^12 d.C. Comunque, come capro espiatorio per questa esplosione scelsi una capra che a sua volta scelse di anticipare la sua annichilazione spontanea per vendicarsi della sua brutta sorte. Questa esplosione fece esplodere l'esplosione stessa, generando un portale dal quale escono i postini per recare sconvolgimento, caos e deprecazione delle bici ad energia nucleare.

Tuttavia, nel mio caso ne uscì un eremita venuto dalle ombre più oscure del passato recente antico e intelligente, che era pieno di gas esplosivo ma

sopravvisse a tutte le esplosioni, che, ritiratosi negli angoli più remoti dell'universo conosciuto, quasi l'essenza del sapere antico e custode di tutte le diverse razze aliene passate, presente e future, era diventato un grande saggio, in quanto conosceva la soluzione di un famigerato problema di fisica per risolvere il quale fior di scienziati in un'epoca precedente al nostro universo erano andati all'eremo di Jhonh pregando la soluzione ma Jhonh non la sapeva allora Galactus si mise a mangiare pianeti come popcorn e a bere galassie come uno al cinema 4D quando non sa se suicidarsi o suicidare il film fatto veramente male insieme al regista, che tra l'altro è un mio amico ci conosciamo da tempo e anche il figlio del mostro saggio lo conosce, lui era alle medie con me e ci facevamo degli scherzi tipo con uno stuzzicadenti bucare le supernove causando la fine del mondo come lo conosciamo e prendendoci un'ondata stupefacente di onde più piccole causate dalle fluttuazioni gravitazionali di un panino al burro magnetico.

John, fratello di Jhonh, tirò un cane in testa al mio cane che, stupito, se ne andò via, deluso e amareggiato, e si ritirò per sempre dal mondo ma non diventò un eremita nè un saggio galattico, perché esplose prima. n

Funny Corner | di Lorenzo Di Lella

Il paradossodel cane

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orgia intellettuale 23

cultura » musica

O ttobre, 1976 – I Damned pubblicano "New Rose", il loro primo singolo. Da lì a poco

vengono seguiti dai Vibrators con "We Vibrate" e dai Sex Pistols con "Anarchy in the UK". Il Punk britannico era appena nato. Potremmo cominciare a parlare in modo ordinato, coerente, in modo oggettivo, ma no! Per parlare del punk bisogna avercelo nel sangue, è necessario sentirsi testimoni di una ribellione che per noi è bruciata troppo velocemente, questa non è roba per signori imbellettati e signorine, questo è Punk!

Londra, 1975. Un paese in crisi sia a livello sociale che economico. L'aumento dell'inflazione e la scarsa crescita economica portano i lavoratori a guadagnare meno e a far perdere alla sterlina il suo potere d'acquisto. Il governò tenta di riportare la stabilità dopo un'impennata dei prezzi e dei salari ma si trova di fronte ad una considerevole agitazione degli operai. La politica si appoggiava alla macchina statale che mostrava una linea dura verso le richieste salariali e un atteggiamento poco indulgente verso scioperi e rivolte.

A livello politico il Paese è diviso tra nuovi movimenti nazisti, contro le ondate di immigrati che riempivano le città, e quelli comunisti che si opponevano fortemente ai già citati. La giovane e disillusa classe operaia inglese sente il bisogno di ideare forme di protesta e ribellione. La working class esprime questi sentimenti in una propria forma musicale. E questa musica

rappresenta perfettamente i sentimenti dei giovani inglesi, mostrando il loro disprezzo e l'insoddisfazione nei confronti della società.

Tutto questo dà inizio al fenomeno punk. Persone prevalentemente anarchiche, con alte creste, pantaloni stracciati, giubbotti in pelle e anfibi neri, in segno di ribellione. Canzoni semplici, il loro scopo non era di certo trovare una qualità musicale, non era affatto la musica, ma il messaggio a interessare. Non vennero ben visti all'inizio, soprattutto per le maniere (sputare non era considerata esattamente una cosa carina, e lavarsi non faceva per loro), ma in poco tempo cominciarono a venire apprezzati, in primis dai movimenti di sinistra, in quanto entrambi contrari ad una società che commercializza qualsiasi cosa.

Quella Punk è una rabbia piena di cinismo e sarcasmo, tipica di chi rifiuta la società con un ghigno stampato in faccia, ma il Punk non è tanto più di un falò, brucia tanto ma si spegne presto... lasciando solo fumo. Non è fluita troppa acqua nel fiume Tamigi, lo stesso fiume sul quale nel 1969 i Sex Pistols intonavano il loro inno "God Save The Queen" a bordo di una chiatta, prima che anche il punk divenisse fonte di guadagno per le case discografiche. I Sex Pistols si sciolsero presto, i Clash dopo il successo di London Calling intrapresero le vie del Rock e dello Ska, e così come loro anche molti altri continuarono a suonare senza lasciarsi condizionare

dalle correnti commerciali.

E se vi state chiedendo quali ripercussioni abbia avuto il Punk in Italia, sappiate che in Italia, e nel particolare a Bologna siamo stati all' "altezza" degli inglesi. Perchè non andare a chiedere ai vostri genitori cosa si ricordano del Punk?

Parlando per un attimo di attualità, non è forse ciò che succede anche ora? Esattamente come allora, anche se in paesi diversi, le condizioni economiche rimangono pessime. Inflazione, Disoccupazione giovanile ad un livello altissimo, e le fasce di popolazione sempre più divise: i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E una società consumistica che continua a commercializzare qualsiasi cosa: e purtroppo anche la musica. n

[In memoria di Freak Antoni, infondo eri il Punk più elegante sotto le due torri.]

London'sburning!

Cultura » Musica | di Micol Gianoli, Caterina Mongiellocon la collaborazione di Emiliano Mazzetti

'Cause London is drowning and I... I live by the river! (London Calling, The Clash, 1979)

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24 orgia intellettuale

attualità

O ra, caro lettore, voglio che tu rifletta. Prendi come esempio una donna che conosci:

un'amica, una sorella, una madre. E chiediti perché nel mondo il 7.2% delle donne, quindi tra 100 e 140 milioni di bambine, ragazze e donne, siano state vittime di abusi sessuali. Chiediti perché ogni giorno, in tutto il mondo, migliaia di donne siano costrette a subire in silenzio. Chiediti perché al giorno d'oggi, dove l' innovazione regna sovrana, ci siano ancora paesi in cui lo stupro non è considerato crimine punibile dalla legge.

La donna: Il sesso debole, colei che subisce. La catena è sempre stata così e così continuerà a esserlo se non si fa qualcosa per spezzarla. Questo non è un inno al femminismo, non è un rapporto di dati freddi e senza vita, non è una richiesta di pietà. Questo è un tentativo di farti aprire gli occhi sulla società. Una società senza scrupoli che non fa distinzione fra adulti e bambini quando si tratta di tradizioni o regole non rispettate, come, per esempio, la recente notizia che ha suscitato tante controversie nel mondo. In un piccolo villaggio nel Bengala occidentale, una ragazza è stata scoperta a intrattenere una relazione con un uomo di etnia

diversa. La ragazza è stata multata, ma viste le scarse possibilità economiche della famiglia, si è rifiutata di pagare. Al riguardo i capi villaggio si sono riuniti e hanno deciso di fissare una punizione. È stata montata una piattaforma di bambù rialzata nella piazza centrale del luogo. In tutto dodici uomini, se così possono essere definiti, l'hanno stuprata a turno. Lo spettacolo non venne fermato né dalle grida disperare della ragazza, né da quelle della madre. Nessuno è stato risparmiato dallo scempio, bambini compresi.

Mi chiedo se per poter amare liberamente qualcuno, bisogna sottostare a tanta sofferenza. Mi chiedo se sia possibile che episodi del genere accadano ancora al giorno d'oggi. Ma, forse, questa è una realtà troppo lontana perché ti interessi direttamente. E se ti dicessi che in Italia una donna su quattordici è stata vittima di violenze? Al giorno d'oggi si vive chiusi nel proprio guscio fatto di autocommiserazione ed egocentrismo. Un guscio che impedisce una chiara visione delle cose, impedendo così di scoprire che circa il 90% delle violenze o minacce a fondo sessuale, non sono mai state denunciate. Oppure di scoprire che nel mondo 150 milioni di BAMBINE sono state vittime

di violenze in ambiti di guerra, turismo sessuale o, molto più semplicemente, nella quotidianità.

Ma la domanda che sorge spontaneamente è: cosa fare per fermare tutto ciò? Di immediato non c'è niente. ma partecipare a flash mob come quello tenutosi lo scorso 14 febbraio è un ottimo inizio. "One Billion Rising" è una manifestazione pacifica che ha visto partecipi più paesi nel mondo. Tutte le donne hanno ballato nel giorno dell'amore. Hanno lottato per i diritti di tutte quelle donne che nell'amore hanno trovato il loro carnefice. O come le donne libanesi che, lottando tramite manifestazioni dal 2011, sono riuscite a far riconoscere lo stupro come crimine. Nel nostro piccolo, si può cominciare cambiando mentalità prima di tutto. Aprendo gli occhi si comprenderà che, oltre a noi stessi, c'è un mondo pieno di ingiustizie e sofferenze, ma che, passo dopo passo, può essere cambiato. n

Attualità | di Selma Inane

Le vittime dell'amore

"Se ami un fiore, non raccoglierlo Altrimenti morirà e cesserà di essere ciò che ami Quindi, se ami un fiore, lascialo essere L'amore non ha a che vedere col possesso, Ha a che vedere con l' apprezzamento. " 

Page 25: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

orgia intellettuale 25

cultura » musica

D iamond Eyes, canzone che personalmente adoro, è stata scritta appositamente per

essere la colonna sonora di "I Mercenari", film di Sylvester Stallone.

Il tema principale del testo è senza dubbio la guerra, visto anche il tipo di film che è stato creato per accompagnare, ma la cosa interessante (motivo che mi ha spinto a recensirlo) è il fatto che può essere letto in una chiave piuttosto differente... O perfino più d'una.

Cercando su internet si trovano numerose e differenti interpretazioni, e non c'è da stupirsi. In molti punti il testo è abbastanza confuso o dal significato volutamente aperto.

Personalmente, trovo che si adatti bene ad un'interpretazione in chiave di vita quotidiana: chi non ha bisogno di "dire addio" alle proprie debolezze ed i propri rimpianti per tentare magari di cominciare qualcosa di nuovo, sia questo un anno scolastico, un semestre, una relazione sentimentale o via dicendo. Allo stesso modo capita di "prenderne uno al petto" (la canzone sottintende proiettile, ma io lo intendo metaforicamente) ogni tre ore, mediamente... Qualche cosa che non va in famiglia, un brutto voto a scuola o qualunque altra delusione che la vita possa lasciarci tra capo e collo. In tutti questi casi, siamo "in prima linea", siamo costretti a vivere in prima persona tutto quel che riguarda la nostra vita e

non possiamo farci nulla. Proprio nulla. Ed ecco che quindi si ritorna all'addio a debolezze e rimpianti: dobbiamo farlo se vogliamo riuscire a sostenere il peso del vivere in un mondo che continua a metterci i bastoni tra le ruote, o se vogliamo rialzarci da terra. La nostra storia, tra l'altro, è davvero solo all'inizio. Siamo al liceo, ed usciti da qui avremo ancora una vita di fronte.

Sono convinto che il testo di questa canzone possa essere letto anche come un inno alla rinascita, uno spronarci a tornare in sella (sempre senza travisare, però: il pezzo è stato scritto con uno scopo principale ben diverso) nonostante tutto quello che il destino, il mondo, l'universo o qualunque cosa ci sia là fuori ci propini.

Ad ogni modo, però, è chiaro che ognuno di voi possa trovare una sua personalissima interpretazione e non mi stupirei se molti si trovassero in disaccordo con me. Nulla di meglio! Spero che leggere questo articolo vi faccia pensare, riflettere, sia sul tema della guerra, sia sulla vita quotidiana e sia perchè no, sul trovare significati astrusi e mirabolanti a canzoni come questa.

Nota personale: Questa volta scrivere l'articolo è stato un parto trigemellare, non ho trovato traduzioni che non fossero state scritte dal simpatico Google (non oso descrivervi le

atrocità linguistiche) quindi mi scuso profondamente per eventuali errori che fossero presenti nella mia traduzione. Spero come sempre che l'articolo vi piaccia, risulti interessante. Ci vediamo al prossimo numero! n

[il testo è nelle prossime due pagine]

Cultura » Musica | di Lorenzo Bergonzoni

Random Music Pills

Page 26: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

26 orgia intellettuale

orgia intellettuale

Titolo Diamond Eyes (Boom-Lay Boom-Lay Boom)Artista Shinedown

Testo originaleI am the shadow, and the smoke in your eyes,I am the ghost, that hides in the night

Boom-Lay Boom-Lay BOOM! (x4)

Wait, wait a minute take a step backyou gotta think twice before you reactso stay, stay a little whileBecause a Promise not kept is the road to exileHEY! whats the circumstanceyou'll never be great without taking a chance sowait, you waited too longhad your hands in your pocketwhen you shoulda* been gone

[Chorus]Boom-Lay Boom-Lay BOOM!One push is all you'll needBoom-Lay Boom-Lay BOOM!A fist first philosophyBoom-Lay Boom-Lay BOOM!We watch with wounded eyesBoom-Lay Boom-Lay BOOM!So I hope you recognize

I'm on the front lineDon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to the regretand now I see the world through diamond eyes

Damn! damn it all downtook one to the chest without even a sound soWhat! What are you worth?the things you love or the people you hurtHey! it's like deja vua suicidal maniac with nothing to loseso wait, it's the exception to the ruleeveryone of us is expendable**

[Chorus]I'm on the front linedon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to the regretand now I know that I'm alive

I'm on the front linedon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to the regretand now I see the world through diamond eyes

Album The Sound of MadnessAnno 2010

Testo tradottoIo sono l'ombra, ed il fumo nei tuoi occhi,Sono il fantasma che si nasconde nella notte.

Boom-Lay Boom-Lay BOOM! (x4)

Aspetta, aspetta un minuto e fai un passo indietrodevi pensare due volte prima di reagirequindi fermati, fermati un attimoPerchè una Promessa non mantenuta è la via verso l'esilioHEY! Quali sono le circostanzenon sarai mai grande senza correre un rischio quindiaspetta, hai aspettato troppo a lungoavevi le mani in tascanel momento in cui saresti dovuto essere sparito

[Ritornello:]Boom-Lay Boom-Lay BOOM!Una spinta è tutto quello che ti serveBoom-Lay Boom-Lay BOOM!La filosofia del colpisci per primoBoom-Lay Boom-Lay BOOM!Guardiamo con occhi feritiBoom-Lay Boom-Lay BOOM!Quindi spero ti accorga [che]

Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpiantied ora vedo il mondo attraverso occhi di diamante

Maledetto! Maledetto tutto quantone ho preso uno al petto senza nemmeno un suono quindiCosa! Per che cosa vali?ciò che ami o le persone che ferisciHey! È come un deja vuun maniaco suicida con nulla da perderequindi aspetta, è l'eccezione alla regolasiamo tutti sacrificabili

[Rit.]Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpiantied ora so che sono vivo

Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpiantied ora vedo il mondo attraverso occhi di diamante

Page 27: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

orgia intellettuale 27

funny corner

Every night of my lifeI watch angels fall from the skyEvery time that the sun still setsI pray they don't take mine

I'm on the front linedon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to regret

I'm on the front linedon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to the regretsand now I know that I'm alive

I'm on the front linedon't worry I'll be finethe story is just beginningI say goodbye to my weaknessso long to the regretand now I see the world through diamond eyes (x2)

Boom-Lay Boom-Lay BOOM! (x8)

—————————————————————————*"shoulda": slang americano, contrazione di "should have", avresti dovuto.

Ogni notte della mia vitaguardo gli angeli cadere dal celoOgni volta che il sole tramontaprego che non prendano il mio

Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpianti

Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpiantied ora so che sono vivo

Sono in prima lineaNon preoccuparti starò benela storia è solo all'inizioDico addio alla mia debolezza,arrivederci ai rimpiantied ora vedo il mondo attraverso occhi di diamante (x2)

Boom-Lay Boom-Lay BOOM! (x8)

—————————————————————————** citazione diretta al titolo originale del film: in inglese è "The Expendables".

6 4 7 5

9 2 6

7 9

5 2 7 9

9 2 4 1 7

8 5 1 4

5 6

7 3 8

4 3 1 9

Puzzle 1 (Easy, difficulty rating 0.44)

8 7 6

5 3 6

1 5 9

4 1 5 8

3 9 7 4

6 4 5 3

5 4 1

3 1 5

2 9 8

Puzzle 2 (Medium, difficulty rating 0.47)

1 8 7 3 2

9 4 6

4 7 1

9 5 6

8 9 5

4 1 8

5 4 3

3 7 6

8 9 5 7 2

Puzzle 3 (Easy, difficulty rating 0.33)

3 2 8 1

4 1

7 8 4 5

1 2 3 6

5 7 4

6 7 1 5

6 8 4 9

2 3

1 5 3 4

Puzzle 4 (Medium, difficulty rating 0.54)

Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Wed Apr 2 16:48:25 2014 GMT. Enjoy!

Difficoltà facile Difficoltà media

Page 28: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

28 orgia intellettuale

cultura » fumetti

P opolo del Copernico, buongiorno! Edizione nuova, Manga Kissa nuovo! E non

sto parlando solo di un nuovo articolo, maaaa... (rullo di tamburi)... una new entry! Ho il piacere di presentarvi Elisa, che da oggi si è unita alla ciurma e ci intratterrà con nuovi articoli per Manga Kissa! Ed è il caso di dire che ciurma non è scelto a caso come termine, visto che per questo numero ci parlerà di One Piece! E io? Beh, vi parlerò di Fullmetal Alchemist! Buona lettura, amati copernicani!

Fullmetal Alchemist, ideato e disegnato da Hiromu Arakawa, può essere considerato uno shonen, ma non di certo uno convenzionale: a colpo d'occhio si può subito notare l'influenza dello steampunk, che è un genere narrativo (che ha poi dato origine ad un vero e proprio stile in fatto di abbigliamento) che introduce tecnologie in un contesto nelle quali esse non erano ancora state inventate.

Ambientato ad Amestris, racconta la storia di Edward ed Alphonse Elric, due giovani alchimisti. Figli di un famosissimo alchimista che li aveva abbandonati in tenera età, Edward e Alphonse hanno vissuto con la madre fino alla sua precoce morte a causa di una malattia. Col sogno di riportarla in vita, i due prendono lezioni d'alchimia e, completati i loro studi, tentano di resuscitare la madre fallendo. A causa del loro esperimento, Edward perde una gamba e Alphonse l'intero corpo. Per salvare il fratello, Edward sacrifica un braccio e sigilla il fratello in un'armatura. Il braccio e la gamba persi vengono sostituiti da due protesi di acciaio (dette

"automail"), da cui deriva il titolo del manga. Su consiglio di Roy Mustaung, un Alchimista di Stato molto famoso, i due decidono di lavorare per lui e di diventare anche loro Alchimisti di Stato nella speranza di trovare un modo per recuperare ciò che hanno perso durante la fallita resurrezione della madre.

Al di là della storia avvincente, i disegni sono molto belli e i personaggi molto ben caratterizzati e realistici. I temi trattati sono molto seri, si va da una mascherata etica scientifica (mascherata perchè non si parla di scienza ma di alchimia) alla morale in guerra, ma non fatevi ingannare dal fatto che sia un manga, sono trattati con molta delicatezza e serietà.

Lo ho davvero adorato, mi ha lasciato col fiato sospeso fino alla fine, e non è mancata qualche lacrimuccia! Consigliato a tutti, in particolare a

coloro che cercano una bella storia non banale. Dal manga sono stati tratti due anime, Fullmetal Alchemist e Fullmetal Alchemist Brotherhood.

Ora, prestatemi molta attenzione: NON guardate assolutamente il primo! Purtroppo è stato avviato pochissimo tempo dopo l'uscita dei primi capitoli ed arrivati ad un certo punto (praticamente all'inizio) la trama della serie animata si discosta completamente da quella del fumetto, con un risultato che, mi dispiace dirlo, delude parecchio.

Al contrario Fullmetal Alchemist Brotherhood è di molto successivo all'altra serie e segue fedelmente la trama dell'origine. Questa volta la visione è consigliatissima!

Sia il manga che la serie animata (la seconda, mi raccomando!) sono conclusi e sono stati entrambi tradotti in italiano, anche se consiglio, se vi è possibile, di guardare l'anime in giapponese sottotitolato in italiano perchè, secondo me, rende molto meglio!

Anche per questa volta la rubrica si conclude qui, ma avete visto quanta roba? Grazie a tutti per l'attenzione, alla prossima! n

Rubrica di Cultura » Fumetti | di Ilaria Ledonne

Manga Kissa[parte 1]

Page 29: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

orgia intellettuale 29

cultura » fumetti

H o deciso di partire verso questa nuova avventura parlandovi del mio manga preferito:

ebbene sì, si tratta di One Piece del maestro Eiichiro Oda. Molti di voi lo conosceranno per l'anime che Italia Uno ci ha filato e rifilato con repliche stancanti e spesso saltando da una saga all'altra come se niente fosse, anche se avrebbe dovuto senza dubbio dargli più importanza. Si tratta infatti del manga più venduto al mondo, oserei dire il più famoso, alcuni dicono che sia il degno rivale di Dragon Ball, altri dicono che l'abbia addirittura superato. Molti non lo iniziano perché convinti che sia troppo lungo, in effetti lo è, ma fidatevi se vi dico che ne vale la pena. E se per caso tu, lettore, non hai mai messo mano su un manga sappi che se parti da questo non ne esci più.

Parlare della trama in generale mi sembra d'obbligo: è una trama tipica di qualsiasi shonen, si ha un protagonista (rigorosamente maschile) che decide di affrontare un'avventura per realizzare il suo sogno. L'ambientazione del manga è abbastanza realistica, ci troviamo in un mondo formato dall'80% di acqua, conteso da due potenze in contrasto: i pirati e il governo mondiale, suddiviso a sua volta in Marina e nobili. Il

protagonista all'inizio è solo un bambino, che attende l'età di 17 anni per poter prendere il mare. Il suo nome è Monkey D. Rufy a cui viene donato un cappello di paglia da un pirata suo amico che gli ha salvato la vita. Il suo sogno, nonché il fulcro dell'opera è quello di diventare il re dei pirati, trovando il più grande tesoro del mondo, chiamato appunto "One Piece". È un tesoro misterioso della cui esistenza non si è certi, si dice si tratti del mitico tesoro di Gold Roger, il primo e precedente re dei pirati, che ha dato inizio alla grande era della pirateria, ovvero la grande "caccia al suo tesoro". Rufy è un ragazzino all'apparenza fragile e debole, ma che ben presto si scopre forte e determinato. Nella sua avventura troverà diversi compagni e parecchi che, come lui, puntano al grande tesoro. Fin qui tutto regolare, la tipica fisiologia degli shonen. In quanti altri manga si ha lo stesso scenario? E allora perché One Piece riesce a rimanere il manga più venduto al mondo?

Le avventure che la ciurma di Cappello di Paglia vive sono emozionanti e coinvolgenti, spingono il lettore a continuare a sfogliare il volume, sino ad arrivare alla

Rubrica di Cultura » Fumetti | di Elisa Frigato

Manga Kissa[parte 2]

Page 30: Orgia Intellettuale | numero 6 | marzo - aprile 2014

30 orgia intellettuale

orgia intellettuale

tanto attesa conclusione. Le saghe sono tutte diverse, seppur all'inizio possa sembrare lo stesso scenario banale, in realtà Oda ci regala continue emozioni e nuove esperienze in modi sempre differenti. Ogni personaggio, anche il più insignificante, è ben caratterizzato. Raramente si trovano personaggi scabri e senza consistenza. Il lettore resta allibito dalla bellezza delle isole, gioisce con i compagni per una vittoria o piange per un'incolmabile perdita.

Non mancano i momenti esilaranti, ma nemmeno i momenti drammatici, le lacrime dei protagonisti che, all'apparenza forti, si scoprono fragili esseri umani dal passato doloroso e ci emozionano al punto di immedesimarci nella loro stessa situazione. Gli scontri, i duelli, le continue lotte per la sopravvivenza e per raggiungere la libertà rafforzate dalla forte determinazione e dalla perfetta caratterizzazione dei personaggi rendono One Piece lo shonen per eccellenza.

Un'altra cosa che rende One Piece così popolare è la presenza di "misteri" nell'opera. Piano piano, infatti, si inizia a scoprire una finzione ben celata, che però è difficile da smascherare. Alcuni personaggi apparentemente marginali

assumeranno successivamente un ruolo chiave nell'opera. Qualsiasi particolare diventa oggetto di studio: un mano apparsa in una tavola, un'ombra in un'altra; tutto può essere utile per scoprire la verità. Il mondo di One Piece è infestato dai misteri e dai dubbi, alcuni

vengono risolti, altri rimangono celati, come, ad esempio, il nome stesso del famoso tesoro e il suo contenuto. La cosa certa è che Rufy farà tutto ciò che è in suo potere per trovarlo e per assicurarsi la libertà assoluta.

Non si tratta di un manga per bambini, ma bensì per un pubblico più maturo, perchè vengono affrontati argomenti come il razzismo, la morte, la schiavitù e la dittatura, argomenti attuali che sono spesso trascurati in molte altre opere. One Piece aiuta il lettore ad indagare sulla realtà, spesso celata dietro la finzione imposta dai più potenti. Argomenti attuali, tematiche forti, sketch simpatici, risate, lacrime, dolore, gioia; queste sono solo alcune delle tante emozioni che One Piece regala al lettore. Riporto qui citata una delle frasi più belle di tutta l'opera e vi invito a riflettere: «Bene e Male non sono altro che colori sulla tela i cui nomi cambiano di continuo. I bambini che non conoscono la pace e quelli che non conoscono la guerra vedono il mondo con occhi molto diversi. Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e che è sbagliato. "La giustizia trionferà"?! Ovvio! Perché sono i vincitori ad essere nel giusto!». One Piece può ancora considerarsi un manga per bambini? →

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Direi di concludere qui. Di sicuro avrò dimenticato di scrivere qualcosa, ma spero davvero di avervi trasmesso almeno un decimo delle emozioni che questo manga ha regalato a me. Vi invito a leggerlo, a provarci solo, una piccola sbirciatina non fa male a nessuno. Tutto ciò che ho scritto non è niente

in confronto a ciò che troverete su carta, non è facile parlare di questo manga spettacolare in così poco spazio, per cui che aspettate? Arraffate il primo volume che trovate e divoratelo. Vi lascio con la frase preferita del protagonista: "Io diventerò il re dei pirati!". Alla prossima! n

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