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Ordine degli Ingegneri della Provincia di Mantova Seminario COSTRUZIONI STRADALI 16 aprile 2015 Mantova – Cinema Mignon – V. Benzoni, 22 Interventi : Dr. Ing. Tommaso Ferrante – Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Mantova Dr. Ing. Antonio Covino – Responsabile del Servizio Progettazione Stradale della Prov. MN Dr. Ing. Maurizio Bocci – Professore Ordinario di Costruzioni di Strade e di Infrastrutture Viarie Urbane e Metropolitane, Facoltà di Ingegneria Politecnica delle Marche (AN) Dr. Ing. Giuliano Rossi – Responsabile del Servizio Manutenzione Stradale della Prov. MN

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Page 1: Ordine degli Ingegneri della Provincia di Mantova€¦ · Le presenti norme si applicano per la costruzione di nuovi tronchi stradali e per l’adeguamento dei tronchi stradali esistenti,

Ordine degli Ingegneri dellaProvincia di Mantova

Seminario

COSTRUZIONI STRADALI16 aprile 2015

Mantova – Cinema Mignon – V. Benzoni, 22

Interventi:Dr. Ing. Tommaso Ferrante – Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di MantovaDr. Ing. Antonio Covino – Responsabile del Servizio Progettazione Stradale della Prov. MNDr. Ing. Maurizio Bocci – Professore Ordinario di Costruzioni di Strade e di Infrastrutture 

Viarie Urbane e Metropolitane, Facoltà di Ingegneria Politecnica delle Marche (AN)Dr. Ing. Giuliano Rossi – Responsabile del Servizio Manutenzione Stradale della Prov. MN

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Presentazione dell’ambito di lavoro dei relatori Covino e Rossi

Il Settore LLPP della Provincia di Mantova:Servizio Edilizia;

Servizio Progettazione Stradale;

Servizio Manutenzione Stradale;

per gli ultimi due le denominazioni si sono “evolute” nel tempo.

Insieme  costituiscono  quello  che  in  passato  era  noto come  “Settore  Viabilità” della  Provincia  di  Mantova(per  molti  anni  diretto  dall’Ing.  Marcello  Rabitti e successivamente dall’Arch. Giulio Biroli).

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Le Costruzioni Stradali

Aspetti fondamentali nell’ambito delle Costruzioni Stradali:

Geotecnico del corpo stradale (1° int. Prof. Bocci e int. Ing. Rossi);

Strutturale, dim. della pavimentazione (2° int. Prof. Bocci);

Geometrico: planimetria, altimetria e sez. trasversale.

Nella applicazione pratica si incontrano ulteriori elementi di complicazione:

necessità di inserimento di manufatti strutturali     (ponti, tombini);

problematiche legate alle interferenze     (con altre infrastrutture: o altre strade o altre linee tecnologiche).

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

Principi  fondamentali  per  la  progettazione  della geometria  stradale:impiego delle norme tecniche in corso di validità;

esperienza acquisita  dai  progettisti,  in  termini  di funzionalità e  sicurezza di  specifiche  soluzioni  adottate (ad es. caso della progettazione delle intersezioni stradali).

La progettazione della geometria stradale è strettamente correlata  ad  una  “Normativa  stradale”,  che  è sia specifica, sia oggettivamente dettagliata.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

Elementi  fondamentali che  condizionano  la Sicurezza Stradale:le leggi della fisica che regolano il moto del veicolo;

il comportamento alla guida degli stessi utenti stradali.

Obiettivo principale di una corretta progettazione della geometria stradale è la

Sicurezza degli utenti

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

A sostegno del progettista interviene il complesso normativo, che sottintende il seguente enunciato:

«Il  Progettista deve  seguire  in  maniera  attenta e puntuale le  regole  della  normativa,  poichéscientificamente  è dimostrato  che,  in  tal  modo,  si garantisce  il  più elevato  margine  di  sicurezza per  il maggior numero di utenti stradali»

Tali  elementi  non  possono  essere  portati  in  conto  in maniera  “discrezionale”;  sono  stati  tradotti  in  precise regole  nel  corso  di  anni  di  ricerca  scientifica,  condotta  a livello internazionale e in maniera interdisciplinare.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

1. Decreto  del  Ministero  delle  Infrastrutture  e  dei Trasporti 5  novembre  2001 “Norme  funzionali  e geometriche per la costruzione delle strade”;(LUNARDI) da intendersi come Tronchi Stradali  e non come Intersezioni…

2. Decreto  del  Ministero  delle  Infrastrutture  e  dei Trasporti 19  aprile  2006 “Norme  funzionali  e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”.

Disposti normativi cogenti in temadi progettazione della geometrica stradale:

16 aprile 2015                                                   pag. 6          Ing. Antonio Covino

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

Vale  comunque  la  regola  che  “la  Sicurezza  Stradale  èmassimamente prevalente”. In tal senso bisogna interpretare le norme  tecniche  sulle  costruzioni  stradali  come  analoghe,  per cogenza, alle norme tecniche per le costruzioni edili; ragion per cui si impone la necessità di garantire la massima sicurezza possibile!

Nel  territorio  della  provincia  di  Mantova  risulta  oggettivamente“abbastanza  difficile” rispettare  contemporaneamente  le  suddette norme,  in  particolar  modo  per  quanto  riguarda  la  configurazione planimetrica della strada in progetto: esistono infatti numerosi vincoli territoriali  (si  tratta  di  un  territorio,  ancorché agricolo,  fortemente antropizzato  e  sul  quale  insistono,  oltre  a  numerose  pre‐esistenze edili, anche molti servizi pubblici non riposizionabili).

16 aprile 2015                                                   pag. 7          Ing. Antonio Covino

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

2. Le presenti norme  si  applicano per  la  costruzione di nuovi  tronchi  stradali  e per l’adeguamento  dei  tronchi  stradali  esistenti,  salva  la  deroga  di  cui  al  comma  2 dell’art. 13 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.

3. Nel  caso  in  cui,  come  previsto  dal  suddetto  comma  2  dell’art.  13  del  decreto legislativo  30  aprile  1992,  n.  285,  particolari  condizioni  locali,  ambientali, paesaggistiche,  archeologiche  ed  economiche non  consentano  il  pieno  rispetto delle  presenti  norme,  possono  essere  adottate  soluzioni  progettuali  diverse  a condizione che le stesse siano supportate da specifiche analisi di sicurezza e previo parere  favorevole del Consiglio Superiore dei  Lavori Pubblici per  le autostrade,  le strade  extra‐urbane  principali  e  le  strade  urbane  di  scorrimento,  e  del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche per le altre strade.

DEROGHEArtt. 2 e 3 del Decreto Min. Infrastrutture e Trasporti 05.11.2001“Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”

16 aprile 2015                                                   pag. 8          Ing. Antonio Covino

Classico caso:Interventi di RIQUALIFICAZIONE di brevi tratti stradali di STRADE EXTRA‐URBANE SECONDARIE

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

In sostanza, si potrà procedere  in deroga alla normativa stradale, dimostrando di “aver fatto il massimo” per poterla applicare e comunque garantendo con la soluzione adottata,  la massima sicurezza stradale possibile;  inoltre, di norma, bisogna adottare degli accorgimenti che compensino la diminuzione del grado di sicurezza conseguente alla non perfetta applicazione delle norme.

Per poter richiedere la deroga bisogna dimostrare in modo inequivocabile che le  “condizioni  locali, ambientali, paesaggistiche, archeologiche” non consentano il rigoroso rispetto della normativa stradale, valida per quella data  tipologia di strada. In pratica, serve almeno uno Studio di Fattibilità dell’intervento, che nel tentativo di rispettare rigorosamente la normativa stradale non riesca ad essere attuato per effetto di “particolari condizioni locali, ambientali, paesaggistiche o archeologiche” e ciò sia condiviso dagli organi di controllo preposti.

16 aprile 2015                                                   pag. 9          Ing. Antonio Covino

Attenzione: condizione necessaria per poter richiedere le deroga in parola èquella che la richiesta sia supportata da specifica “analisi di sicurezza” …

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

… e quindi?Interpretazione:

Il  Progettista,  ma  ancor  prima  i  Dirigenti  Tecnici  dell’Amministrazione competente,  devono  giustificare  “dettagliatamente” che  le  condizioni  di sicurezza del  tronco  stradale  che  si  intende  riqualificare  sono  così basse ed ècosì elevato il rischio per l’utenza, che è preferibile che il tratto in questione sia comunque  sostituito  da  un  tratto  “riqualificato”,  ancorché tale  da  non rispettare  del  tutto  le  condizioni  di  sicurezza  richieste  dalle  norme  (è quindi molto importante, in un simile caso, la fase programmatoria dell’intervento). 

Tra  le condizioni particolari sulla base delle quali poter  richiedere  la deroga èstata contemplata anche la “condizione economica”.

16 aprile 2015                                                   pag. 10           Ing. Antonio Covino

E comunque, seppur nella fattispecie della deroga, bisognerà profondere il massimo sforzo per garantire le più elevate condizioni di sicurezza possibili!

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 11           Ing. Antonio Covino

Viene descritta in modo preciso l’articolazione di una rete stradale, in modo da consentire l’individuazione della tipologia stradale su cui si sta intervenendo.

LE RETI STRADALICap. 2 del Decreto del 5 novembre 2001

NB:  anche  la  rete  minore viene    presa  in considerazione,  perché si  reputa  che  anch’essa debba essere valutata in termini di sicurezza:

il  progettista  deve  impegnarsi  al  rispetto  delle norme  (per  massimizzare  la  sicurezza) nell’ambito  dei  limiti  imposti  dalla  fattibilità e dalla economicità dell’intervento.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 12           Ing. Antonio Covino

A. ‐ Autostrade (extraurbane ed urbane)

B. ‐ Strade extraurbane principali

C. ‐ Strade extraurbane secondarie

D. ‐ Strade urbane di scorrimento

E. ‐ Strade urbane di quartiere

F. ‐ Strade locali (extraurbane ed urbane)

CLASSIFICAZIONE DELLE STRADE E CRITERICOMPOSITIVI DELLA PIATTAFORMA

Cap. 3 del Decreto del 5 novembre 2001

Le strade di Tipo C sono le strade principali della rete provinciale (ex S.S. e S.P. principali)

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 13           Ing. Antonio Covino

Punto 3.3 ‐ ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO SPAZIO STRADALE

Vi si definiscono gli  elementi della piattaforma stradale e la loro funzionalità.

Punto 3.4 ‐ CARATTERISTICHE GEOMETRICHE E DI TRAFFICO DELLE SEZIONI

Vi si  forniscono alcune precisazioni  in merito alla regolazione delle  funzioni di traffico specifiche. Vi si introducono alcuni fondamentali concetti:

Intervallo di Velocità di Progetto:  intervallo di   variazione della Velocità di Progetto dei vari  elementi costitutivi dell’asse stradale, assunto in funzione della tipologia di strada;

Velocità di  Progetto  del  singolo  elemento costitutivo  dell’asse  stradale (rettifilo,  raccordo  circolare,  curva  di  transizione  ad  es.  clotoide):  velocitàmassima  con  cui  i  veicoli  possono  percorrere  l’elemento  in  condizioni  di sicurezza;  si  tratta  del  principale  parametro  con  cui  si  definiscono  le caratteristiche del medesimo elemento.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 14           Ing. Antonio Covino

Sono poi riportate le piattaforme stradali inerenti ciascuna Categoria di strada.

Strade di Categoria CEXTRAURBANE SECONDARIE

VP = [60 ; 100 km/h]

Categorie stradali di nostro maggior interesse

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 15           Ing. Antonio Covino

Strade di Categoria EURBANE DI QUARTIERE

Soluzione base conuna corsia di marcia per ogni senso di marcia

VP = [40 ; 60 km/h]

(ad es. la “traversa interna” nel tratto stradale compreso tra inizio e fine di un centro abitato)

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 16           Ing. Antonio Covino

Strade di Categoria FLOCALI IN AMBITO EXTRAURBANO

VP = [40 ; 100 km/h]

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 17           Ing. Antonio Covino

Strade di Categoria FLOCALI IN AMBITO URBANO

Soluzione base a 2 corsie di marcia

VP = [25 ; 60 km/h]

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 18           Ing. Antonio Covino

È un  capitolo  importante  perché vengono  ivi  definite  le  caratteristiche  che devono  avere  le  varie  parti  della  piattaforma  stradale  al  fine  di  garantire  la massima sicurezza possibile.

ORGANIZZAZIONE DELLA SEDE STRADALECap. 4 del Decreto del 5 novembre 2001

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16 aprile 2015                                                   pag. 19           Ing. Antonio Covino

Punto 5.1 ‐ DISTANZE DI VISIBILITÀ

Nella  Normativa  Stradale,  la  trattazione  della  geometria  d’asse parte  dalla definizione di alcuni importanti elementi che bisogna valutare per la sicurezza della circolazione (spesso trascurati in passato): le distanze di visibilità.

In particolare:la distanza di visibilità per l’arresto in sicurezza.

Vengono richiamati i principi fisici e comportamentali dell’utenza che sono alla base  della  definizione;  ciò  allo  scopo  di  far  ben  comprendere  al progettista stradale  quali  siano  i  concetti  che  sono  posti  a  fondamento  delle  scelte normative,  di modo  da  permettere  allo  stesso  tecnico  di  poter  valutare  con cognizione di causa l’opportunità di assumere eventuali deroghe, nel caso in cui non fosse possibile applicare compiutamente la norma.

GEOMETRIA DELL’ASSE STRADALECap. 5 del Decreto del 5 novembre 2001

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 20           Ing. Antonio Covino

Sono  quindi  diagrammate  le distanze di visibilità che devono essere  rispettate  in  funzione delle  differenti  velocità di progetto  e  quindi  della tipologia di strada.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 21           Ing. Antonio Covino

Viene  definito  in  modo  chiaro  come  vanno  inseriti,  in  successione,  i  vari elementi dell’asse stradale.

Punto 5.2 ‐ ANDAMENTO PLANIMETRICO DELL’ASSE5.2.1 Criteri di composizione dell’asse

Rettifili

affinché siano percepiti e percorsi  in sicurezza dall’utenza, essi devono avere una lunghezza minima, funzione della velocità di progetto.

5.2.2. Elementi del tracciato planimetrico

Raccordi circolari 

Sono le classiche curve costituite da un arco di cerchio.Se l’angolo di sterzata è costante, la traiettoria del veicolo  sarà costituita da un arco di cerchio;

Pertanto  con  la  conformazione  circolare  dell’asse  stradale,  la  traiettoria  del  veicolo corrisponderà ad una condizione di massima sicurezza, se esiste l’equilibrio.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 22           Ing. Antonio Covino

Se  si  imposta  l’equilibrio  dinamico  trasversale,  di  un  veicolo  transitante  su  una curva  circolare,  si  ottiene  la  relazione  tra  la  velocità di  progetto,  il  raggio  della curva, il coefficiente di aderenza trasversale e la pendenza trasversale della strada.

Questa è la “famosa” formula in cui la Velocità di Progetto Vpè correlata al Raggio di curvatura costante R, al coefficiente di  aderenza  trasversale ft e  alla pendenza  trasversale della strada q.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 23           Ing. Antonio Covino

Si rendono necessari alcuni controlli:

che  la Velocità di Progetto della curva sia contenuta nel campo di validità proprio della tipologia della strada;

che il tempo di percorrenza della curva (alla velocità di progetto) non sia  inferiore  a  2,5 secondi,  affinché la  stessa  curva  sia  percepita dall’utenza;  da  ciò  deriva  la  necessità di  rispettare  uno  sviluppo minimo della curva;

che il delta tra le velocità di progetto di una curva e di quella che la succede, non superi un determinato valore massimo, ciò ai  fini della sicurezza della circolazione.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 24           Ing. Antonio Covino

Abaco  che  definisce  il rapporto  tra  i  raggi  di curvatura R1 e R2 di due curve  circolari  che,  con l’inserimento  di  un elemento  a  curvatura variabile,  si  possono succedere  lungo  il tracciato  delle  strade  di tipo  A,  B,  C,  D  ed  F extraurbane.

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Normativa Tecnica di riferimento   per la Progettazione Stradale

16 aprile 2015                                                   pag. 25           Ing. Antonio Covino

Clotoidi

È noto come sia  fisicamente  impossibile che  la traiettoria di un veicolo possa essere  costituita da un  segmento  rettilineo  immediatamente  seguito da una curva circolare (si verificherebbe un contraccolpo inaccettabile).

Pertanto, la normativa stradale impone l’introduzione di elementi a curvatura variabile (si adottano le cosiddette “clotoidi”), per il raccordo tra un rettifilo e una  successiva  curva  circolare oppure per  il  raccordo  tra una  curva e quella che le succede.

Le clotoidi sono definite da un parametro A.

Esistono  tre criteri di verifica del paramento A, per  i quali si definiscono dei limiti  inferiori  in  funzione della velocità di progetto, del raggio di curvatura e della pendenza trasversale della curva circolare contigua.

Deve  essere  verificato  che  il  parametro  A  della  clotoide  adottata  risulti maggiore del più grande dei tre valori minimi.

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16 aprile 2015                                                   pag. 26           Ing. Antonio Covino

Pendenze trasversali

La  normativa  stradale  prescrive  l’adozione  di  idonee  pendenze  trasversali in curva  e  le  corrette modalità di  raccordo della  conformazione  trasversale  a falda unica per la piattaforma stradale in una curva a raggio costante (max 7%) con la conformazione trasversale “a doppia falda” esistente in rettifilo (2,5%).

Ordinariamente questo non è un aspetto rilevante nel nostro territorio di competenza.

Esistono  però  i  casi,  da  valutare  attentamente  il  relazione  agli  aspetti  della sicurezza, dei sovrappassi e dei sottopassi stradali.

Punto 5.3 ‐ ANDAMENTO ALTIMETRICO DELL’ASSE

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16 aprile 2015                                                   pag. 27           Ing. Antonio Covino

Elementi altimetrici costituenti il profilo longitudinale stradale

livellette;

raccordi verticali convessi (dossi) parabolici;

raccordi verticali concavi (sacche o cunette secondo NCDS) parabolici.

NB: nella attuale norma si parla di raccordi parabolici;

nella pratica, in prima approssimazione, « raccordo parabolico ≈ raccordo circolare » .

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16 aprile 2015                                                   pag. 28           Ing. Antonio Covino

Sono  da  determinare  i valori minimi da rispettare per  i  raggi  dei  raccordi verticali,  direttamente correlati  alla  distanza  di visibilità per  l’arresto,  a sua  volta  funzione  della velocità di  progetto  del raccordo  (importantissimo in termini di SICUREZZA ).

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Come  noto,  la  distanza  di  visibilità per  l’arresto aumenta  in modo  più che proporzionale in funzione della Velocità di progetto.

Ne discende che il “raggio minimo” dei raccordi verticali convessi (ma anche di quelli  concavi)  aumenta  in  modo  più che  proporzionale  in  funzione  della Velocità di progetto.

Accade quindi abbastanza  spesso che  ci  si  trovi nelle  condizioni di  rispettare con difficoltà o non riuscire a rispettare le suddette condizioni, per effetto dei vincoli territoriali esistenti.

In tali casi, sarà necessario giustificare “attentamente” la richiesta di deroga, analogamente a quanto già descritto  in precedenza nel caso dell’andamento planimetrico.

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio proliferare della costruzione di  incroci  a  rotatoria,  intesi  soprattutto  come  interventi  di  riqualificazione  di intersezioni pre‐esistenti; infatti essi rappresentano di solito un buon compromesso tra la riduzione dei disagi al flusso della circolazione, l’abbattimento dei fenomeni di inquinamento  atmosferico  ed  acustico  e  l’incremento  dei  margini  di  sicurezza stradale.

INTERSEZIONI A ROTATORIA CON PRECEDENZAALLA CIRCOLAZIONE IN CORONA GIRATORIA

Come  anticipato,  la  Norma  Tecnica  “cogente” da  rispettare  è il  Decreto  del Ministero  delle  Infrastrutture  e  dei  Trasporti del  19  aprile  2006 “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”.Nel  caso  di  una  rotatoria,  la  SICUREZZA  e  la  FUNZIONALITÀ dell’incrocio  sono  correlate  alla  velocità massima  di  attraversamento  dell’intersezione da  parte  dei veicoli e quindi al raggio di curvatura delle traiettorie veicolari d’attraversamento.

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Ed infatti, il suddetto Decreto prevede la verifica dell’angolo β , il quale è correlato alla  deviazione della traiettoria di attraversamento, come esplicitato nella  figura qui a lato:

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16 aprile 2015                                                   pag. 32           Ing. Antonio Covino

Per  ciascun  braccio  di  immissione, si  raccomanda  un  valore  dell'angolo  di deviazione β di almeno 45°».

NB: si devono tracciare le tangenti al bordo insormontabile dell’isola centrale.

Dal disegno, emerge chiaramente come  la suddetta verifica possa essere svolta solo per rami contrapposti.

E per i rami contigui?

Non esistono in merito norme cogenti, però esistono:

Il Decreto recita:«La  valutazione  del  valore  della  deviazione  viene  effettuata  per  mezzo dell'angolo  di  deviazione  β (vedi  figura).  Per  determinare  la  tangente  al ciglio dell'isola  centrale  corrispondente  all'angolo di deviazione  β, bisogna aggiungere al raggio di entrata Re,2 (raggio minimo del margine interno della corsia di immissione) un incremento b pari a 3,50 m.

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le Linee Guida della Regione Lombardia;

uno  studio  di  carattere  pre‐normativo del  Ministero  delle Infrastrutture.

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Dal disegno si vede come, in tal caso, si possa determinare anche la traiettoria di deflessione per rami contigui.Quella  del  raggio  della  traiettoria  di  deflessione costituisce  una  verifica “integrativa” a quella prescritta dal D.M., avente una validità meno rigorosa.

N.B.:  le verifiche di   deflessione tra rami adiacenti sono assicurate quando gli angoli  tra  i vari bracci  risultano essere prossimi a 90°. Pertanto, nel caso di riqualificazioni di incroci esistenti può risultare  necessario eseguire  le necessarie   modifiche delle strade afferenti la rotatoria, in modo da rendere i rami di immissione il più possibile perpendicolari.Di  ciò  se ne deve  tenere  conto anche durante  la  redazione degli elaborati planimetrici inerenti la pianificazione urbanistica.

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Attenzione:

nell’ambito  della  progettazione  di  intersezioni  caratterizzate  da flussi di traffico:

di  rilevante entità;

in assenza di un flusso di attraversamento prevalente;

risulta  necessario  eseguire  delle  analisi  di  tipo  capacitivo‐funzionale,  anche  nell’ambito  della  progettazione  preliminare, della  redazione  dello  studio  di  fattibilità e  della  pianificazione urbanistica.

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Il D.M. summenzionato, inoltre, prescrive le caratteristiche dimensionali dei principali elementi della rotatoria mediante la seguente tabella:

FINE