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0 PIERO BORDIGNON ONTOLOGIA TREVISO 2008

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PIERO BORDIGNON

ONTOLOGIA TREVISO 2008

1

INDICE

INTRODUZIONE 2

ONTOLOGIA E INTERPRETAZIONE 9

ONTOLOGIA ARCAICA 11

LA PHYSIS 12

ERACLITO 14

PARMENIDE 15

ESSERE PARMENIDEO PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE E LOGICA ASTRAENTE 20

ERACLITO PARMENIDE 22

GORGIA 26

PLATONE 27

LA FONDAZIONE DELLA METAFISICA 27

LA CONOSCENZA 35

ARISTOTELE 41

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA 41

LA FISICA E LA MATEMATICA 48

PIRRONE DI ELIDE 51

PLOTINO 54

CRISTIANESIMO 59

AGOSTINO 60

UNIVERSALI 64

AVICENNA 66

s TOMMASO 66

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE 66

LA METAFISICA 68

S BONAVENTURA 71

PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave 72

BIBLIOGRAFIA 77

2

INTRODUZIONE

1) Lrsquouomo e lrsquoessere Heidegger a) nellrsquoopera Sein und Zeit (1927) afferma che

i) ldquolrsquouomo (lrsquo ldquoEssercirdquo) si configura come lrsquounico ente che ha un legame costitutivo con lrsquoessere che si pone il problema dellrsquoessere che si interroga su questo e che in qualche modo lo com-prende La ldquopeculiaritagrave onticardquo dellrsquoEsserci pertanto ldquosta nel suo essere ontologicordquo

ii) LrsquoEsser-ci mostra innanzitutto (1) una costituzionale apertura e mostra di essere sempre situato ldquogettatordquo in una situazione (il

ldquocirdquo dellrsquoEsserci Da-Sein) (2) Ma il suo carattere la sua natura essenziale egrave il poter essere la possibilitagrave il progettohellip

ldquoLrsquoEsserci egrave sempre la sua possibilitagraverdquohellipnel senso che questo ente puograve nel suo essere o ldquoscegliersirdquo conquistarsi oppure perdersi e non conquistarsi affatto o conquistarsi solo ldquoap-parentementerdquo

(3) Oltre che come insiemi di strumenti il mondo egrave incontrato dallrsquoEsserci come essere-con semplicemente percheacute la manipolazione delle cose avviene sempre insieme agli altri secon-do lrsquoopinione comune Lrsquoessere-con rappresenta lrsquoorizzonte anonimo del ldquosirdquo dellrsquoesistenza impersonale La dimensione del ldquosi dicerdquo del ldquosi fardquo dove domina la chiacchiera egrave per Hei-degger la cosiddetta esistenza inautentica che egrave sostanziale deiezione dellrsquoEsserci Questa dimensione inautentica dellrsquoesistenza egrave prevalente percheacute il fatto che lrsquouomo comprenda se stesso a partire dal mondo dellrsquoutilizzabile e del meramente presente fatalmente va ad oscu-rare la luce dellrsquoessere la sua struttura piugrave intima e peculiare

(4) LrsquoEsserci invece egrave autentico quando si libera dalla comprensione del Si per elevarsi aprirsi alla piena comprensione delle cose svelando la genuina struttura dellrsquoesistenza Ma lrsquoEsserci egrave caratterizzato dalla finitezza dalla temporalitagrave dallrsquoessere-per-la-morte Per cui lrsquoEsserci cozza contro il limite del possibile la morte che genera angoscia situazione emotiva piugrave au-tentica dellrsquoEsserci che egrave appunto un sentimento che ci riporta alla condizione originaria che egrave essenzialmente segnata dal nulla

b) NellrsquoIntroduzione alla metafisica (1953) Heidegger i) da una parte sostiene che sia imputabile alla metafisica occidentale il progressivo ldquooblio

dellrsquoessererdquo Tanto egrave vero che lrsquoessere egrave per noi una parola evanescente ii) Per un altro verso invece egrave proprio della struttura dellrsquoessere la tendenza

allrsquoautonascondimento e alla latenza Per cui lrsquoessere permane incline a ritornarvi sia nel grande occultamento e silenzio sia nella piugrave superficiale finzione e dissimulazione In sintesi la parven-za lrsquoillusione lrsquoinganno e lrsquooblio si configurano sia come conseguenti allrsquoapparire e al manifestar-si dellrsquoessere per prospettive al suo costitutivo tendere allrsquoautonascondimento allrsquooccultamento e alla latenza sia come propri e costitutivi della nostra comprensione dellrsquoessere Lrsquoalternarsi di schiudersi e di svanire secondo Heidegger egrave lrsquoapparire lrsquoessere stesso

c) Successivamente Heidegger interpreta lo ldquooblio dellrsquoessererdquo come proprio dellrsquoessere e non come una carenza dellrsquoapertura umana allrsquoessere Ersquo per noi un ldquodestinordquo cioegrave a prescindere dalle nostre attivitagrave pratiche noncheacute teoretiche lrsquoalterno divenire dellrsquoessere che in quanto tale secondo la sua dinamica di disvelamento-occultamento si appalesa come ldquoeventordquo (Ereignis)

d) Heidegger nel testo filosofico del 1954 Otrepassamento della metafisica sostiene che il concetto metafisico dellrsquoessere come stabilitagrave che la tradizione filosofica occidentale ha tramandato va sosti-tuito dal concetto di essere come evento Per cui dallrsquousuale linguaggio rigoroso e razionale ogget-tivante e fondante noncheacute informativo bisogna passare ad un linguaggio piugrave mobile poetico evo-cativo Come aveva giagrave prefigurato in Houmllderlin e lrsquoessenza della poesia (1937) egrave il linguaggio poeti-co quello in cui lrsquoessere si rivela

2) Lrsquoessere a) Il termine essere presenta una plurivocitagrave di significati Si puograve distinguere il termine ldquoessererdquo inteso

come verbo (eicircnai esse) ed ldquoessererdquo inteso come sostantivo i) Nel primo caso la voce ldquoegraverdquo puograve significare ldquoesisterdquo (significato esistenziale) o ldquoegrave qualcosardquo (signi-

ficato copulativo) Nel senso copulativo il verbo esse collega il soggetto e il predicato e puograve e-sprimere identitagrave oppure appartenenza inclusione sussunzione inerenza

ii) Usato come sostantivo lrsquo ldquoessererdquo puograve indicare ldquoun essererdquo ovvero un essente un ente (to ograven ens) oppure lrsquoesistenza lrsquoexistere e cosigrave via

b) A morsquo di orientamento egrave utile ricordare che S Tommaso drsquoAquino nel primo articolo della Quaestio disputata de veritate afferma che ldquoillud [hellip] quod primo intellectus concipit quasi notissimum et in

3

quod omnes conceptiones resolvit est ensrdquo in questo modo lrsquoessere considerato come il concetto primo ed anche il piugrave astratto diventa il presupposto di ogni forma di esperienza e di conoscenza Inoltre non va dimenticato lrsquoessere inteso come ragion drsquoessere come causa essendi di ciograve che egrave contingente in tutti e due i casi di fatto porre il problema dellrsquoessere significa porre anche quello dellrsquouomo come ente finito e del senso della sua presenza nel mondo

c) Kant pur limitando le tre idee della ragione (anima mondo e Dio) ad un uso e valore esclusivamen-te regolativi di conoscenza e quindi escludendo un uso costitutivo di esse configura lrsquoidea dellrsquoEssere ldquocome una sorta di sfondo necessario grazie al quale concepiamo le coserdquo Tuttavia lrsquoEssere inteso come Ideale trascendentale della ragione va considerato come ldquoun fondamentordquo e in quanto tale egrave un ens originarium un ens summum un ldquoEssere degli esserirdquo Tale Essere puograve essere posto in relazione con lrsquoidea di ldquoun essere unico semplice onnipotente eternordquo incondizionato nella sua assoluta perfezione che costituisce il fulcro della teologia razionale Lrsquoidea di un Essere supre-mo pensata ldquoin vista dellrsquoesperienzardquo per Kant egrave non solo naturale ma addirittura ldquounrsquoipotesi ne-cessariardquo Tale idea concepita come una totalitagrave dei predicati possibili prelude ad unrsquoaltra aspirazione della ragione la quale puograve trovare la sua ldquoquieterdquo ldquonel regresso dal condizionatordquo verso ldquolrsquoincondizionatordquo nella dimensione del sentimento dellrsquoagire morale e dellrsquoesperienza religiosa

d) Fichte respinta la cosa in seacute come residuo dogmatico ritiene che sia precisamente il pensiero che pone lrsquoessere LrsquoAssoluto viene pensato o come ldquoessere quiescenterdquo o come ldquodivenire assoluto o li-bertagraverdquo Tuttavia lrsquoazione del sapere deve fondere quella duplicitagrave in unitagrave in quanto lrsquoAssoluto non egrave neacute lrsquouno neacute lrsquoaltro egrave entrambi come semplicemente uno

e) Nella visione hegeliana lrsquoEssere assoluto viene concepito come coscienza come soggetto e di con-seguenza come processo sviluppo movimento Il pensiero dunque puograve essere compreso solo nel suo stesso compiersi in un processo in cui necessitagrave e intelligibilitagrave coincidono Hegel pur partendo dalle istanze parmenidee di un essere coincidente con il pensare aventi le caratteristiche proprie dellrsquoessere intero perfetto necessario e immutabile accoglie tuttavia il principio eracliteo del panta rei come la veritagrave dellrsquoessere Per cui il puro Essere e il puro Nulla sono la stessa cosa tale coinci-denza egrave mediata dal vuoto lagrave dove lrsquouno svanisce nellrsquoaltro Se in Parmenide ldquolrsquoessere egrave e il nulla non egraverdquo in Hegel invece lrsquoessere coincide col vuoto e quindi col nulla lrsquoessere egrave tanto poco quanto il nulla o anche Tutto scorre cioegrave tutto egrave divenire come appunto lo stesso Hegel afferma nella Scienza della logica Dunque il motore della realtagrave e della storia egrave il movimento la contraddizione la dialettica In essa si realizza una prima sintesi di essere e nulla ed essa assume quindi un carattere originario fondativo assurge a modalitagrave primaria e fondamentale di ciograve che egrave alla base e allrsquoorigine del mondo

3) In filosofia lontologia branca fondamentale della metafisica egrave lo studio dellessere in quanto tale non-cheacute delle sue categorie fondamentali Il termine deriva dal greco ὧν ὅντος ograventos (genitivo singolare del participio presente di εἶναι egraveinai il verbo essere) piugrave λόγος logravegos Significa letteralmente di-scorso sullessere a) Lontologia ha legami con la teologia in particolare per quanto riguarda alcune questioni fondamen-

tali relative a Dio (ad esempio Dio esiste) alcune delle quali sembravano applicabili piugrave in gene-rale ad altri tipi di esseri

b) Il termine ontologia fu coniato soltanto agli inizi del XVII secolo da Rudolf Goumlckel per il suo Lessico filosofico e autonomamente da Jacob Lorhard

c) Lontologia egrave lo studio dellessere ovvero di ciograve che egrave esiste egrave pensabile Egrave anche lo studio di cosa lessere sia effettivamente al di lagrave delle apparenze e dei fenomeni attraverso i quali ci si manifesta in pratica qualcosa di simile alla ricerca della cosa in seacute Lontologia egrave in effetti lultimo mattone del castello di domande che ci possiamo porre Essa riassume in un senso profondamente teoretico la domanda intorno al senso profondo dogni cosa

4) Egrave lo studio di ciograve che esiste di percheacute e come esiste se esiste se egrave pensabile e dunque di ogni doman-da circa il senso della vita dal momento che lesistenza egrave proprio ciograve che contraddistingue ogni cosa senza distinzioni Nella prassi filosofica il problema assume toni profondamente astratti spesso staccan-dosi dallorigine del problema stesso e di sicuro allontanandosi dallinteresse del pubblico In ogni caso lontologia egrave in un certo qual modo la filosofia stessa Ogni domanda intorno al soggetto alla relazio-ne e alloggetto egrave una domanda di ordine ontologico Ne consegue che la domanda sullessere cioegrave sullinsieme complessivo e dunque massimamente astratto di tutto ciograve che egrave ovvero che esiste egrave il nu-cleo dellontologia Corpo opportunitagrave ambientehellip

5) Il verbo essere ha molti significati diversi e puograve quindi essere piuttosto ambiguo Poicheacute essere ha tanti significati diversi ci sono di conseguenza molti diversi modi di essere

6) Alcune questioni fondamentali

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a) Lontologia si interessa di determinare quali sono le categorie dellessere fondamentali e si chiede se ed in che senso si puograve dire che gli elementi di queste categorie esistono Diversi filosofi compi-lano liste differenti delle categorie fondamentali dellessere una delle questioni fondamentali dellon-tologia egrave Quali sono le categorie fondamentali dellessere Ciograve mette in rilievo uno dei problemi dellapproccio filosofico esso dipende dalla continua ricerca di categorie e non ha un modo evidente per concludere tale ricerca

b) Invece nella teologia nella classificazione bibliotecaria e nellintelligenza artificiale si adotta tipica-mente unontologia fondamentale relativamente stabile Ciograve riflette una cosmologia piugrave ampia e probabilmente delle morali esempi estetici o storie mediante le quali sono state stabilite delle priori-tagrave fondamentali Nella teologia ciograve deriva da una religione e dalle sue dottrine stabili

c) Ecco qualche altro esempio di questioni ontologiche Cosegrave lesistenza Cosa sono gli oggetti fisici Egrave possibile spiegare cosa significa dire che un oggetto fisico esiste Cosa sono le proprietagrave o relazioni di un oggetto e come sono correlate alloggetto stesso Lesistenza egrave una proprietagrave Quando si puograve dire che un oggetto cessa di esistere invece di cambiare semplicemente

d) Esempi di questioni ontologiche1 Il vaso e la creta di cui egrave costituito sono una cosa sola o due entitagrave distinte Il buon senso suggeri-sce la prima risposta Ma crsquoegrave chi osserveragrave che la creta esisteva anche prima del vaso (e continue-rebbe a esistere anche se il vaso andasse in frantumi) e che quindi le due cose vanno tenute distin-te Se tuttavia distinguiamo il vaso dalla creta distingueremo anche il vaso dalla somma delle sue parti (Il vaso non la somma sopravviverebbe alla perdita di un piccolo frammento) Distingueremo la somma delle parti dalla somma dei pezzi di creta (Certe parti avrebbero potuto essere di materia-le diverso) Per questa strada corriamo il rischio di ritrovarci con unrsquoinfinitagrave di cose tutte distinte e tuttavia perfettamente coincidenti nello spazio Egrave facile pensare che si tratti di problemi astrusi e inconclusivi e forse egrave proprio questa apparenza di astrusitagrave e inconclusivitagrave che spiega la scarsa considerazione di cui gode la metafisica nella cultura odierna Per la veritagrave chiedersi se il vaso e la creta siano la medesima entitagrave (per esempio) significa porre questioni filosofiche molto profonde concernenti la natura delle cose la loro condizioni di identitagrave e persistenza nel tempo le loro relazioni di dipendenza in generale le precondizioni del nostro parlare del mondo In questo senso la metafisica egrave tuttrsquoaltro che marginale e anche la sua emarginazione egrave relativa I primi ad accorgersi dellrsquoimportanza dellrsquoontologia erano stati qualche anno fa i ricercatori di roboti-ca e intelligenza artificiale percheacute un sistema sia in grado di operare efficacemente nel mondo reale (piuttosto che nei mondi- giocattolo dei laboratori di ricerca) occorre dotarlo non solo di certe basilari capacitagrave di ragionamento ma anche e soprattutto della capacitagrave di rappresentare il mondo Occorre cioegrave porre il sistema nelle condizioni di effettuare le giuste scansioni della realtagrave dotarlo delle fon-damentali nozioni di oggetto evento proprietagrave cambiamento a partire dalle quali esso possa dare un fondamento alle proprie azioni Occorre in breve dotarlo di unrsquoontologia E sebbene questa no-zione di ontologia non coincida esattamente con quella della tradizione filosofica non crsquoegrave da sor-prendersi se su questo tema si sia verificata una progressiva convergenza di interessi tra ingegneri e metafisici Queste stesse considerazioni valgono oggi in vari altri settori in cui egrave venuta maturando la convinzio-ne che molte questioni fondamentali abbiano una comune radice ontologica Prendiamo il mondo geopolitico Tracciamo delle linee sulla mappa ed ecco che nasce una nuova provincia muore una regione una nazione si divide in due Che cosa succede esattamente in questi casi Di che entitagrave stiamo parlando Che rapporto intercorre tra unrsquounitagrave geografica e il suo territorio Ecco che ci ritro-viamo col problema del vaso e della creta Il Liechtenstein esiste dal 1719 il territorio crsquoera anche un milione di anni fa Abbiamo a che fare con due entitagrave distinte oppure si tratta della stessa entitagrave che nel corso del tempo ha acquisito proprietagrave diverse E se distinguiamo tra unitagrave geografica e territo-rio come definiamo il loro rapporto E il loro rapporto con la popolazione Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del Liechtenstein si trasferissero a Malta e i Maltesi andassero nel Liechtenstein Oppure prendiamo il caso di Bianchi che spara a Rossi uccidendolo Crsquoegrave uno sparo crsquoegrave unrsquouccisione Si tratta dello stesso evento o di due eventi diversi Qualcuno insisteragrave che lrsquouccisione non avrebbe avuto luogo se Bianchi avesse sbagliato mira e che quindi lo sparo e lrsquouccisione hanno proprietagrave di-verse e vanno tenuti distinti Drsquoaltro canto il buon senso sembra suggerire la risposta opposta Bian-chi ha commesso una sola azione lo sparo e quello sparo si egrave rivelato unrsquouccisione Come si com-porteragrave il giudice Quanti reati ha commesso Bianchi Di quante azioni egrave responsabile

1 Achille C Varzi Il Sole 24 Ore (Domenicale) 24 maggio 1998

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Si impone il problema della selezione e classificazione dei tipi di entitagrave ai quali vogliamo concedere un posto nel nostro inventario ontologico Su certe categorie crsquoegrave poco da discutere un vaso una pietra un satellite sono oggetti fisici lrsquouccisione di Rossi e il rigore fallito da Del Piero sono eventi Accanto a questi casi chiari vi egrave perograve una varietagrave di entitagrave la cui caratterizzazione ontologica egrave tuttrsquoaltro che ovvia Che cosrsquoegrave il denaro Un programma software una proprietagrave immobiliare Cosrsquoegrave un confine nazionale E che cosa sono le smorfie le delusioni le pettinature le opere drsquoarte Che genere di cose sono queste e in che relazione stanno le une con le altre I quesiti su cui si interroga lrsquoontologia riguardano il mondo di tutti i giorni la natura delle nostre a-zioni il legame tra pensiero e realtagrave lrsquoesistenza degli oggetti del senso comune Non crsquoegrave da meravi-gliarsi se ualcuno comincia a vederci qualcosa di interessante e forse anche qualcosa di utile

e) Accanto a questi problemi esistono quelli piugrave tradizionali il problema degli universali il problema della essenza o della sostanza

f) Cenni storici i) Parmenide Padre e fondatore dellontologia egrave Parmenide 505-504 ac appartenente ai preso-

cratici Parmenide fu il primo a porsi la questione dellessere nella sua totalitagrave dunque a porsi il problema ancora alla sua genesi dellambiguitagrave tra i piani logico ontologico linguistico

ii) Platone Aristotele e a seguire tutta la filosofia greca elaborarono progressivamente que-sto ed altri temi lasciando in ereditagrave alla filosofia quello che egrave considerato il problema par exel-lence il problema dellesistenza nella massima estensione del suo concetto In particolare Ari-stotele descrisse lontologia (pur senza usare questo termine) come la scienza dellessere in quanto essere La parola in quanto vuol dire riguardo allaspetto di Secondo questa teoria quindi lontologia egrave la scienza dellessere riguardo allaspetto dellessere o lo studio degli esseri nella misura in cui questi esistono

iii) Cartesio la riflessione di Cartesio ripropose il problema in una nuova chiave fu il primo (seb-bene alcuni non lo ritengano) a dimostrare lindubitabilitagrave (performativitagrave) dellasserzione fonda-mentale cogito ergo sum Egli ripropose dunque il tema ontologico nella sua chiave esistenzia-le precipitando nel profondamente criticato solipsismo

iv) Kant Il problema ontologico venne in seguito ripreso ed elaborato da Kant La sua elaborata teoria sempre sottoposta al continuo vaglio degli studiosi egrave incentrata su diversi punti da una parte la famosa differenza tra avere 100 talleri e pensare di averli vuole indicare la dimensio-ne puramente empirica dellesistenza dallaltro lideale della ragion pura si configura come la struttura ultima della ragione la quale pensa lessere come linsieme di ogni possibilitagrave per la determinazione completa dogni cosa ma appunto solamente come un idea

v) Hegel In seguito fu lidealismo tedesco ad elaborare tale tema Con Hegel il problema ontologi-co nelle sue possibili ramificazioni divenne ad essere il nodo centrale di molte filosofie che a lui seguirono Con lasserto tutto il reale egrave razionale tutto il razionale egrave reale e con la sua dialet-tica triadica Hegel sostenne la possibilitagrave del sapere assoluto essendo lo spirito (lessere) logi-camente comprensibile

vi) Dopo di lui in molti riproposero il problema che in veritagrave egrave trattato in modo piugrave o meno indiretto in ogni filosofia (1) Una sostanziale indifferenza ad ogni prospettiva di tipo realistico e unrsquoautentica avversione

per il principio dellrsquoanalogia entis sono i tratti piugrave caratteristici della discussione che si svilup-pa nei primi decenni del secolo presso i teologi protestanti e della quale protagonista indi-scusso egrave Karl Barth Il documento piugrave noto della riflessione di Barth egrave costituito dal lungo commento alla piugrave celebre delle epistole di san Paolo Lrsquoepistola ai Romani La ldquoteologia della crisirdquo di Barth si ispira al pensiero di Kierkegaard nel sostenere che tra uomo e Dio esiste una infinita differenza qualitativa unrsquoassoluta e sostanziale alteritagrave una distanza non elimi-nabile Partendo dallrsquoessere delle creature e dalla conoscenza umana non si puograve dire alcun-cheacute di Dio del suo essere della sua esistenza e dei suoi attributi Dio anzi deve essere concepito come la radicale negazione dellrsquoumano come la sua sostanziale messa in crisihellipLa ldquolinea della morterdquo resta invalicabile segnando senza possibilitagrave di recupero la dimensione in cui vive lrsquoessere di Dio e quella in cui si muove la storia dellrsquouomo inevitabilmente assogget-tata alla temporalitagrave alla stoltezza allrsquoambiguitagrave Barth rifiuta la divinizzazione dellrsquouomo e lrsquoumanizzazione di Dio tipiche della teologia liberale abbandona lrsquoidea dellrsquoanalogia entis cioegrave la via che va dal basso verso lrsquoalto percheacute egrave una forma dellrsquoorgoglio umano e afferma la necessitagrave dellrsquoanalogia fidei nella quale la ragione umana abdica permettendo a Dio di aprirsi a noi sia la nostra salvezza sia la nostra conoscenza di Dio sono interamente ed e-sclusivamente affidate alla rivelazione e allrsquointervento verticale di Dio

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(2) Heidegger Sicuramente degno di nota egrave Heidegger che dellessere fece la sua filosofia Nel suo testo piugrave famoso Essere e tempo compie la radicale distinzione tra ontico e onto-logico ovvero tra esistenza come semplice presenza (ente) e lessere in quanto essere Scopo del suo pensiero fu compiere una ontologia fondamentale Questa ontologia si radi-ca sulla differenza ontologica tra essere ed ente in cui si mostra appunto lirriducibilitagrave del-lessere a semplice essente Lessere viene qui inteso come laltro dellente ossia ciograve che rende possibile lapparire dellessente ma che nel contempo si vela in questa apertura Lon-tologia fondamentale egrave dunque per Heidegger pensare lessere come laltro dellessente Heidegger in tal senso usa la parola Lichtung la quale significa propriamente radura ed infatti lessere egrave la radura dellessente ma essendo questa radura la sua essenza sta nel suo stesso diradarsi Se lessente egrave ciograve che egrave presente allora lessere non egrave altro che la pre-senza stessa la quale appunto non appare ma rende possibile lapparire solo nel suo fon-damentale diradarsi

(3) G Marcel in Ecirctre et avoir (1935) e in Le mystegravere de lrsquoecirctre si confronta col problema dellrsquoessere Giagrave nel primo testo Marcel stabilisce una sostanziale coincidenza tra mistero e ontologia lrsquoessere appartiene alla sfera del mistero per cui non egrave un problema ma un me-taproblema nel senso che la sua indagine coinvolge nel profondo anche il soggetto che si trova a condurla Componente fondamentale del pensiero di Marcel convertitosi dallrsquoebraismo al cattolicesimo nel 1929 egrave la riflessione ndash condotta ancora in Ecirctre et avoir ndash sul tema dellrsquoindeterminatezza dellrsquoessere Pur accettando il principio aristotelico-tomistico per cui in ogni conoscenza particolare egrave implicita presupposta una conoscenza dellrsquo ldquoessere in generalerdquo Marcel sottolinea come lrsquoindeterminatezza dellrsquoessere si scontra immediatamen-te col principio di identitagrave principio per il quale ogni ente egrave pensabile ed egrave quello che egrave in quanto egrave determinato egrave se stesso e non un altro (indivisum in se et divisum a quolibet alio nella formulazione tomistica e scolastica) Alla luce di questo principio si deve concludere che anche la nozione di essere egrave utilizzabile esclusivamente nellrsquoambito del determinato dellrsquoesperienza dellrsquoesistenza

LrsquoESSERE Un problema realtagrave o pensiero helliptograve gagraver autograve noein estin te kaigrave einai Pensare ed essere sono la stessa cosa Parmenide (Clem Alex StromVI 23=Plotino V18) Ersquo necessario che il dire e pensare sia lrsquoessere Parmenide (Simpl Phys 1172) esti gagraver einai medegraven drsquoouk estin Lrsquoessere egrave il nulla non egrave Ibidem Il principio della retta filosofia egrave conoscere lrsquoessere lo studio dellrsquoessere si chiama tradizionalmente ONTO-LOGIA Nella nostra cultura occidentale come la chiamano si trovano diverse concezioni sullrsquoessere 1) Nella prima concezione oggi parecchio diffusa lrsquoessere egrave qualcosa di eterogeneo al pensiero sta in uno

spazio inteso come extramentale ed egrave una serie di cose inintelligenti senza coscienza che non si pensa-no da seacute neacute sono pensate da nessuno dunque in questa visuale lrsquoessere non si causa da seacute ma egrave ldquofat-to di materiardquo Ma di nuovo la materia viene intesa come eterogenea al pensiero inerte estesa e gra-ve priva di coscienza La realtagrave sarebbe dunque qualcosa di oggettivo il che significa che le cose per essere reali debbono stare fuori da un soggetto siccheacute nel linguaggio di chi aderisce a questa conce-zione ldquosoggettivordquo sarebbe sinonimo di ldquonon realerdquo Incoerentemente perograve costoro definiscono la real-tagrave ldquociograve che cade sotto ai sensirdquo senza rendersi conto che le percezioni sensibili sono per definizione soggettive Come potrebbe esserci una percezione senza un soggetto che la percepisce Ma secondo co-storo le percezioni dei sensi sarebbero rappresentazioni causate da queste ldquocoserdquo che esistono per seacute fuori dal pensiero e fuori dai soggetti che le percepiscono Nellrsquoaccezione piugrave moderna la materia di cui sono fatte le cose viene rappresentata come energia ma sempre intesa come qualcosa di eterogeneo al pensiero ed extramentale Di contro la coscienza e i suoi contenuti non sarebbero niente di reale ma tutto ciograve che viene dal pensiero egrave considerato in questo tipo di visuale soggettivo (il che egrave come dire non esistente) qualcosa di fantasmagorico e immaginario cioegrave irreale a) Quindi secondo questi che chiameremo ldquomaterialistirdquo percheacute pongono la materia alla base

dellrsquoesistenza delle cose la conoscenza sarebbe valida solo quando egrave possibile dimostrare che essa ricalca ripetendone nella nostra mente la forma le cose esterne Lrsquounico tipo di conoscenza che vie-ne considerata scientifica da costoro egrave quella a posteriori che si basa sullrsquoesperienza organizzandola

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in teorie mediante metodo sperimentale altrimenti detto ldquoipotetico-deduttivordquo la cui introduzione si attribuisce a Galileo Galilei Notiamo come la pretesa di chiamare ldquooggettiva ldquo una conoscenza basa-ta sulle immagini dei sensi sia incoerente e contraddittoria percheacute come giagrave detto le percezioni sensibili sono tutte soggettive Per definizione lrsquoesperienza non egrave mai oggettiva percheacute crsquoegrave espe-rienza solo in un soggetto che esperisce fuori no Il presunto sapere fondato sullrsquoesperienza egrave un e-dificio fondato sulla sabbia

b) Piugrave in generale la pretesa che esista una conoscenza oggettiva egrave un problema serio sul nostro cammino Infatti se la conoscenza egrave diversa dallrsquoessere non si arriveragrave mai a conoscere lrsquoessere se lrsquoessere egrave una cosa fuori dalla mente non si arriveragrave mai a dimostrare che la rappresentazione di quella cosa che sta dentro alla nostra mente corrisponda davvero a quella cosa Nei nostri sensi vediamo immagini e non cose e le immagini dei sensi sono tutte soggettive stanno tutte dentro a un soggetto (la sensazione esiste se un soggetto la sente altrimenti dove sta) e non sono oggettive come pretendono i materialisti La pretesa di trovare un sapere oggettivo egrave irrealizzabile Noi vedia-mo la materia estesa ma lrsquoestensione egrave unrsquoimmagine estensione e immagine estesa sono espres-sioni equivalenti se le cose sono altro dallrsquoimmagine come potrebbero essere estese Le cose che noi vediamo hanno forma Ma le forme che noi vediamo sono rappresentazioni sono pensieri se le cose non sono pensieri come avrebbero forma Un essere fuori dal pensiero non potrebbe essere nemmeno pensato sarebbe inconoscibile

c) Quando i materialisti si accorgono che la rappresentazione oggettiva non esiste che egrave una contrad-dizione in termini percheacute le rappresentazioni sono immagini e dunque stanno tutte dentro a un sog-getto che le pensa vanno a cercare lrsquooggettivitagrave nella misurabilitagrave introducendo la convinzione as-surda che sia reale (continuando a identificare il reale con lrsquooggettivo) solo ciograve che egrave misurabile Ma non si rendono conto che anche le misure sono pensieri e rappresentazioni in un soggetto Il nume-ro egrave un concetto e dunque egrave prodotto dal pensiero la linea mediante cui misuriamo la lunghezza egrave unrsquoimmagine nella nostra coscienza e lrsquounitagrave di misura mediante cui misuriamo egrave una convenzione cioegrave un prodotto del pensiero E il calcolo del rapporto tra la grandezza da misurare e lrsquounitagrave di misu-ra ndashche egrave ciograve che noi chiamiamo ldquomisurarerdquo- egrave unrsquooperazione mentale Quando io misuro unrsquoestensione un volume o qualsiasi altra grandezza tutta questa operazione rimane completamen-te sul piano dellrsquoimmagine soggettiva poicheacute lrsquoestensione il volume etc sono immagini e le unitagrave di misura mediante cui compio lrsquooperazione anchrsquoesse sono immagini e il calcolo che ne ricavo egrave prodotto dal mio pensiero poicheacute se nessuno pensa il numero il numero da seacute non esiste Siccheacute la rappresentazione di una cosa misurata non egrave piugrave oggettiva di una non misurata egrave solo piugrave dettaglia-ta e precisa ma egrave sempre soggettiva Se la realtagrave delle cose dipendesse dalla nostra capacitagrave di mi-surarle significherebbe che appena inventato qualche strumento utile a misurare qualcosa questa cosa diventerebbe reale di colpo da irreale che era Forse che il peso non esisteva prima che noi in-ventassimo le bilance Ma certo che crsquoera il peso egrave reale quando una coscienza lo percepisce

d) Un altro problema in cui si imbrogliano i materialisti egrave che nella loro ottica bisognerebbe distinguere tra le rappresentazioni di cose reali e rappresentazioni che non corrispondono a nulla di extramenta-le che vengono considerate sogni o allucinazioni Ersquo sempre il problema dellrsquooggettivitagrave ma posto in altri termini dato che la loro scienza deve fondarsi sullrsquoesperienza e dato che considerano scienza solo un sapere oggettivo sorge in loro il problema di quale esperienza egrave oggettiva e quale no Noi abbiamo giagrave risposto che nessuna esperienza egrave oggettiva poicheacute non vi egrave esperienza senza un sog-getto che esperisce Ma essi usando malamente il linguaggio considerano oggettiva lrsquoesperienza quando egrave intersoggettiva infatti considerano sensazioni ldquooggettiverdquo quelle condivise da tanti sogget-ti e chiamano invece sogni o allucinazioni quelle che stanno in un soggetto solo Ma percheacute le rap-presentazioni collettive dovrebbero essere piugrave reali di quelle individuali La collettivitagrave egrave costituita da singoli individui quindi se non ha valore di realtagrave la rappresentazione del singolo individuo non ha valore nemmeno quella della collettivitagrave Le percezioni intersoggettive non sono oggettive sono col-lettive ma sempre soggettive Dunque se non hanno valore di realtagrave le percezioni soggettive nem-meno le percezioni collettive hanno valore di realtagrave Inoltre come potrograve dimostrare che gli altri che vedono il mio stesso mondo non siano allucinazioni nella mia mente Quando vedo le altre persone ho sempre comunque delle immagini delle rappresentazioni soggettive di loro come faccio a sapere che corrispondono a qualcosa di extramentale Anche questa idea che sia oggettivo ciograve che egrave inter-soggettivo dunque egrave assurda

e) Lrsquounico modo di uscirne egrave dare valore a tutte le percezioni senza distinguere quelle reali da quelle allucinatorie chiamiamo reale ciograve che il soggetto vede sente percepisce prova dentro di seacute senza pretendere che questo sia condiviso e che corrisponda a qualcosa di esterno e cosigrave usciremo da molti intrichi Insomma accettiamo tutti i contenuti della nostra coscienza poi ci resteragrave solo da

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classificarli a seconda di quello che significano Lrsquoaltra via quella della ricerca di un sapere oggettivo egrave quella sbagliata non ci porteragrave mai allrsquoessere percheacute lrsquoessere non egrave una serie di oggetti

2) Il giusto concetto di essere egrave quello che o afferma una stretta relazione tra pensiero ed essere o identifi-ca lrsquoessere con il pensiero a) La prima posizione egrave tipica della filosofia classica il limite egrave che questa filosofia di fatto a partire da

Parmenide dagrave per scontata questa stretta relazione essere e pensiero questa capacitagrave del pensiero di riflettere lrsquoessere e nonostante le obiezioni (per es di Gorgia) non si preoccupa di dimostrarla Potrebbe essere una giustificazione di questa stretta relazione il fatto che il pensiero (anche fosse un pensiero scorretto egrave pure qualcosa) partecipa strettamente dellrsquoessere (anche il pensiero egrave esse-re) e per questa sua partecipazione egrave in grado di cogliere lrsquoessere stesso In questa concezione lrsquoessere pur avendo una sua autonomia viene colto dal pensiero a partire dallrsquoesperienza concreta Solo che lrsquoesperienza concreta non risolve tutto lrsquoessere proprio percheacute il pensiero per giustificare questo essere sensibile deve trovare un fondamento che saragrave non sensibile Viene quindi affermata una dimensione sensibile e una soprasensibile ma coglibile dallrsquointelletto dellrsquoessere

b) La seconda posizione egrave quella sostenuta dalla filosofia moderna (anche se potrebbe trovare una par-ziale giustificazione in una filosofia antica non proprio correttamente interpretata Essere e pensiero sono due parole due segni diversi ma che evocano entrambi un unico significato lrsquoessere Pensare essere coscienza anima spirito io etc sono tutte espressioni sinonime tante parole ma un signifi-cato solo Chiamiamo dunque essere il pensiero e pensiero lrsquoessere e consideriamo questa identitagrave come nostro punto di partenza e fondamento Questa concezione sembrerebbe a chi sostiene que-sta posizione affacciata per la prima volta nella nostra cultura ldquooccidentalerdquo nella scuola eleatica fondata da Parmenide di Elea nella seconda metagrave del VI secolo aC e avrebbe trovato in Platone il suo massimo maestro Questa concezione dellrsquoessere sarebbe frutto di quello che Platone (Repub-blica 515c) chiama periagein convertire lrsquoocchio spirituale lrsquointelletto rivolgendolo dalla parte giusta non piugrave verso le immagini dei sensi ma verso lrsquoessere cioegrave verso se stesso Ciograve che egrave visibile e sen-sibile individuale in divenire temporale non egrave vera realtagrave ma egrave solo immagine e il mondo delle im-magini sensibili puograve da noi essere chiamato come nella tradizione platonica ldquodivenirerdquo Il rapporto tra essere e divenire egrave quello tra realtagrave e immagine La vera realtagrave egrave coscienza e conoscenza di seacute cioegrave pensiero e idee Le idee sono rappresentazioni che il pensiero ha di seacute e nel pensiero troviamo anche affetti che possono essere desideri o paure ovvero sentimenti di piacere e di dolorehellip Nellrsquoessere vi egrave un nucleo immobile eterno e una rappresentazione in movimento temporale Le due cose non sono in contraddizione percheacute lrsquoessere non egrave una cosa ma pensiero e il pensiero egrave potenzialitagrave infinita che puograve produrre tutto diventando tutto Quando il pensiero conosce seacute stesso vede il nucleo eterno dellrsquoessere quello che Parmenide ha chiamato il cuore immobile della veritagrave ben rotonda (framm B129) Questo consiste in una serie di enunciati necessariamente veri frutto dellrsquoapplicazione del principio di non contraddizione Ersquo neces-sariamente vero ciograve il cui contraddittorio reca contraddizione e dunque egrave sempre falso Ersquo il principio logico che genera il metodo assiomatico-deduttivo di cui si serve la geometria per enunciare i suoi teoremi Il primo enunciato necessariamente vero e dunque eternamente vero egrave quello che dice ldquolrsquoessere egrave il nulla non egraverdquo Ecco come lo enuncia Parmenide (framm B23) il primo metodo -quello corretto- di-ce che lrsquoessere egrave e che il non essere non egrave e ancora (B61-2) egrave lrsquoessere il nulla non egrave Il pensiero che si pensa come essere dunque si trova in primo luogo necessariamente esistente Il pensiero che conosca la retta idea di essere dunque vede in seacute stesso la veritagrave necessaria com-pie eternamente lrsquoatto di pensarla si fa immobile ed eterno fissando la veritagrave che non muta mai percheacute la sua negazione non puograve avverarsi essendo contraddittoria Esso egrave akineton megalon en peirasi desmon (immobile nel limite di possenti legami) come dice Parmenide (B826) ed i legami sono appunto le leggi logiche del pensiero e con estrema chiarezza Permenide ci spiega che esse-re egrave pensiero tautograven drsquoestigrave noein te kaigrave houneken esti noema ou gagraver haneu tou eontos en oi pe-phatismenon esti eureseis tograve noein ldquoErsquo la stessa cosa pensare e che il pensiero egrave infatti senza lrsquoessere non troverai il pensare in esso si esprime (B834-36)rdquo Il pensiero quando pensa sa di es-sere e sa di essere espressione dellrsquoesserehellip

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Ontologia e interpretazione2

1) La filosofia nasce da una domanda che se non egrave presente da subito in tutta la sua evidenza perograve di fat-

to la accompagna sempre e accompagna non solo la filosofia La formulazione rigorosamente filosofica di questa domanda egrave data da Leibniz laquoratio cur aliquid potius existat quam nihilraquo laquoPourquoy il y a plu-tocirct quelche chose que rienraquo Questa domanda evidenzia a) da un lato linevitabilitagrave del contrasto tra la riflessione e liniziale stupore di fronte allessere e b) dallaltro la portata filosofica propria della delucidazione della domanda stessa come tentativo di di-

re in fondo loriginario In essa ne va tanto dellinterrogante quanto dellinterrogato 2) Essa egrave indice del desiderio di veritagrave che appartiene alla natura stessa delluomo una disposizione nel

domandare inevitabile e incessante che interroga seacute e la natura delle cose E come ogni domandare im-plica necessariamente un domandante e un domandato allo stesso modo linterpretazione possibile ten-tativo di accedere alla veritagrave si modula in un interpretante e un interpretato Nella prospettiva deller-meneutica contemporanea linterpretazione egrave la risposta alla domanda originaria la quale essendo una richiesta di senso che rimane identica a se stessa pur nella molteplicitagrave delle diverse dizioni e delle diver-se risposte che compongono il simposio filosofico si svela incessante

3) La stessa possibilitagrave della molteplicitagrave delle interpretazioni egrave data dalla inesauribilitagrave dellinterpretato Ta-le inesauribilitagrave sospende la classica scissione gnoseologica tra un soggetto che conosce e un oggetto che viene conosciuto che risulterebbero fuorvianti e inadeguati per elucidare il nesso tra il domandante e il domantato a) La domanda egrave un appello allessere e alla veritagrave e il rapporto tra linterrogante e linterrogato si con-

figura come il rapporto tra uomo e veritagrave b) E la possibile risposta filosofica ossia linterpretazione egrave il nesso che tiene unita la persona allesse-

re Se soggetto e oggetto non sono piugrave adatti a esprimere la relazione che intercorre tra linterpre-tante e linterpretato egrave percheacute la veritagrave non puograve essere oggetto della filosofia e quindi del pensiero il che fa cadere anche laltro polo di riferimento Infatti essendo la veritagrave sempre ulteriore essa risie-de nella sua formulazione piugrave come origine che come oggetto del discorso

c) La veritagrave quindi viene ad essere origine del pensiero e fonte del discorso e puograve essere posseduta solo personalmente Linterpretazione egrave sempre personale il che significa che essa egrave il risultato dun concreto esercizio di libertagrave mediante il quale noi scegliamo se ribadire il vincolo originario che ci so-stiene o rinnegarlo

4) Linterpretazione egrave lunica forma di conoscenza capace di possedere un infinito percheacute disposta ad acco-gliere una presenza che vi risiede sempre come ulteriore La veritagrave infatti non si esaurisce nella sua for-mulazione ma ne suscita sempre di nuove Lontologia viene quindi a configurarsi come una laquoontologia dellinesauribileraquo che non consente lesplicitazione completa ed esaustiva della veritagrave cheacute qualora que-sta ci fosse sarebbe un sovrapporsi un sostituirsi dellinterpretazione alla veritagrave ne diverrebbe un sur-rogato ne prenderebbe il posto Tra la formulazione e la veritagrave deve mantenersi uno scarto affincheacute questa venga garantita nella sua essenza e rispettata come inesauribile e inoggettivabile in modo da non essere posta dinanzi allinterpretante come oggetto e non essere esaurita da una definizione o da una serie di definizioni disposte a costruire un sistema nel quale imprigionarla

5) La veritagrave non si esaurisce perciograve nella sua formulazione ma neppure le egrave totalmente eterogenea poicheacute egrave sostenuta dalla solidarietagrave originaria che stabilisce un vincolo fortissimo tra la persona e la veritagrave Ne segue che sia il mito razionalistico dellenunciazione definitiva della veritagrave sia lirrazionalismo dellineffa-bilitagrave assoluta sono inconciliabili con una ontologia dellinesauribile poicheacute a) da un lato la veritagrave si lascia cogliere solo quando puograve stimolare una rivelazione interminabile e non

giagrave quando la formulazione pretende di rendersi definitiva ed esaustiva (cfr Hegel che fa del proprio metodo la veritagrave senza che vi sia alcun residuo alcuno scarto la dialettica hegeliana egrave il dispiega-mento dello Spirito assoluto che ingloba tutto tiene fermo tutto senza lasciare irrisolta alcuna cosa Questa egrave la completa adeguazione tra la veritagrave e la sua formulazione la coincidenza di metodo e ve-ritagrave quando il dispiegamento egrave compiuto e la meta raggiunta Solo che ciograve egrave il falso egrave la monopoliz-zazione della veritagrave poicheacute linterpretazione che pretende di esaurire la veritagrave la tradisce invece nella sua essenza e nella sua realtagrave quella di essere infinita inoggettivabile e inesauribile)

b) Dallaltro linesauribilitagrave della veritagrave non attesta neppure che ogni formulazione risulta inefficace come invece promuove lontologia negativa la quale stabilisce linadeguatezza di ogni discorso (cfr Heidegger che finisce per sostenere lineffabilitagrave e linafferrabilitagrave dellessere Ci troviamo di fronte al-

2 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1

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limpossibilitagrave del discorso di farsi sede della veritagrave e quindi abbiamo lapprodo nel silenzio Lesatto contrario della corrispondenza hegeliana del concetto alloggetto e delloggetto al concetto egrave appunto lincapacitagrave di qualsiasi concetto di adeguarsi alla e di esprimere la veritagrave)

c) Contro Hegel Nellrsquoermeneutica lrsquoidentitagrave di interpretazione e veritagrave esclude la confusione tra la veri-tagrave e la sua formulazione nella quale questa risiede sempre come ulteriore viene quindi mantenuto uno scarto indicativo della impossibilitagrave di esaurire una veritagrave infinita i) Il filosofo non puograve assolutamente assurgere a un punto di vista assoluto che ci consenta di co-

gliere linfinito direttamente come un oggetto da collocare in un sistema ii) La formulazione della veritagrave puograve essere data solo personalmente poicheacute solo la persona puograve es-

sere via daccesso alla veritagrave in virtugrave del suo stretto legame con essa Di conseguenza dalla con-cretezza della persona non si puograve prescindere Luomo egrave interpretazione della veritagrave ma questa interpretazione egrave ben lontana dal configurarsi come esaustiva ed esauriente essa egrave una prospet-tiva e come tale coglie la veritagrave nellunico modo in cui puograve possederla personalmente e come costante e incessante ricerca La vita infatti e anche la filosofia egrave fatta di scelte Non si puograve trattenere tutto bisogna scegliere e scegliendo sappiamo anche che qualcosa andragrave irrimedia-bilmente perduto Ma questo egrave costitutivo delluomo che inizia sempre dalla scelta decide di u-nalternativa e molto spesso i termini di questa alternativa non possono essere mediati e con-servati percheacute la scelta determina la direzione di tutto il percorso filosofico ed esistenziale Noi siamo compromessi nelle nostre interpretazioni e il compromesso egrave conseguenza delle nostre decisioni e delle nostre scelte siamo posti di fronte a unalternativa in cui ne va della nostra esi-stenza dobbiamo scegliere se essere fedeli allessere o rinnegarlo Dipende da questa scelta ori-ginaria la possibilitagrave di divenire prospettiva sulla veritagrave Non bisogna dimenticare che la filosofia non esiste indipendentemente dal filosofo la persona e la sua esperienza precedono sempre la riflessione La riflessione egrave sempre su qualcosa in questo caso sullesistenza Lesistenza attesta il nostro legame con la veritagrave essa egrave ciograve che ci consente di avere uninterpretazione della veritagrave egrave la nostra via daccesso allessere Egrave per questo che filosofando noi ci compromettiamo met-tiamo in gioco noi stessi

d) Contro Heidegger Se la veritagrave egrave ulteriore rispetto alle sue formulazioni ciograve non egrave da imputare allina-deguatezza della formulazione o allinafferrabilitagrave della veritagrave ma alla sua inesauribilitagrave che esige una pluralitagrave di formulazioni che non per questo possono essere considerate parziali o unilaterali poicheacute ognuna di esse possiede la veritagrave nellunico modo in cui si lascia possedere personalmente e infini-tamente

6) Occorre abbandonare questo schema inadeguato e ricorrere nuovamente allinterpretazione come una forma che possa essere possesso di un infinito infatti essa laquorappresenta il tentativo di trovare un acces-so al dire la veritagrave che non si arresti allalternativa ugualmente paralizzante di doverla contenere tutta o di incontrarla solo come assente di esaurirla o di non poterla dire percheacute ineffabileraquo3 La completa lumi-nositagrave come loscuritagrave piugrave impenetrabile non lasciano vedere Il vedere egrave consentito proprio grazie a una opacitagrave che ci egrave connaturale che puograve divenire un limite ma anche svelarsi una possibilitagrave Linterpreta-zione presuppone uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza Tanto la completa presenza della veritagrave quanto la sua completa oscuritagrave o assenza non consentirebbero linterpretazione processo che prende le mosse dal rapporto ontologico della persona con la veritagrave e che suppone appunto uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza vicinanza e distanza Lopacitagrave chiarisce perfettamente quella che egrave secondo Ricœur la nostra posizione di medietagrave che non egrave una connotazione spaziale bensigrave una condizione esi-stenziale conseguenza dellantropologia della sproporzione per la quale luomo non egrave neacute totalmente fini-to neacute infinito ma un essere mediatore4

Non un culto razionalistico dellesplicito neacute unontologia negativa -- non si vuole arrivare neacute allidentitagrave di es-sere e pensiero reale e razionale neacute alla cessazione del discorso allarresto nel silenzio -- ma una ontologia

3 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 27 4 Paul Ricœur a riguardo della sproporzione delluomo affronta il discorso prendendo le mosse da Platone e da Pascal Il mito di Eros del Simposio e la meditazione sulla grandezza e la miseria delluomo pascaliano forniscono a Ricœur il materiale per una riflessione sulla posizione intermedia delluomo Limmediatezza della figura mitica di Eros mostra nella sua discendenza da Poros e Penia la sproporzio-ne delluomo laquoEcco dunque il principio di opacitagrave per render ragione dellaspirazione dellessere occorre una radice di indigenza di po-vertagrave ontica Eros lanima filosofante egrave quindi librido per eccellenza librido di Ricchezza e Povertagraveraquo (Paul Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 p 79) Lo stesso tema egrave affrontato da Pascal nei suoi Pensieri laquoChe cosegrave luomo nella natura Un nulla in confronto con linfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il tutto e il nulla [] Limitati in ogni campo questa condizione che occupa una posizione intermedia tra i due estremi si ritrova in tutte le nostre facoltagraveraquo (Blaise Pascal Pensieri Brunschvicg n 72)

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dellinesauribile che trova conferma nellautorevolezza della speculazione schellinghiana5 Negli scritti delle Conferenze di Erlangen Schelling parlando dellindefinibile afferma che si puograve definire solo ciograve che per natu-ra egrave rinchiuso in limiti determinati Ma lindefinibile che egrave il veramente infinito non puograve essere rinchiuso in nessuna forma anche se esso come dice Schelling stesso non egrave cosigrave indefinibile laquoda non poter diventare anche un definibile non cosigrave infinito da non poter diventare anche finito non cosigrave inafferrabile da non poter diventare afferrabile E se voi tenete ben fermo ciograve ecco che voi avete il concetto positivo Infatti per potersi rinchiudere in una forma deve essere certamente al di fuori di ogni forma ma non questo lessere al di fuori di ogni forma lessere inafferrabile egrave in lui il positivo bensigrave il fatto che puograve rinchiudersi in una forma che puograve farsi afferrabile il fatto dunque che egrave libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma Daltra parte fin dallinizio si affermograve non giagrave che esso sia semplicemente ciograve che egrave privo di forma e di figura ma soltanto che non permane in nessuna figura non si lascia avvincere da nessuna figura Noi presupponemmo quindi espressamente che esso assuma forma giaccheacute solo in quanto assume forma ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente esso si palesa come ciograve che egrave in seacute inafferrabile infinito Non sarebbe piugrave libero di uscire da ogni forma se fin dallinizio non fosse stato libero di assumere e di non assumere forma Io dico fin dallinizio giaccheacute una volta che ha assunto forma forse non egrave capace di emergere immediatamente nella sua libertagrave ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme Ma tuttavia originariamente egrave libero di rin-chiudersi e di non rinchiudersi in una forma Non vorrei perograve esprimerlo in questo modo esso egrave ciograve che egrave li-bero di assumere forma Infatti in tal modo questa libertagrave apparirebbe come una proprietagrave che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa mentre invece la libertagrave egrave lessenza del soggetto ossia esso stesso non egrave altro che leterna libertagraveraquo6

ONTOLOGIA ARCAICA

La nascita della filosofia crediamo possa essere intesa come il momento di sedimentazione di procedure logi-co-cognitive la cui genesi egrave da rintracciare in epoche precedenti e delle quali si egrave esemplarmente interessato Mircea Eliade Nel suo Il mito dellrsquoeterno ritorno7 Eliade puntualizza alcuni aspetti rilevanti della mentalitagrave arcaica tutti ruo-tanti attorno ad un modello di temporalitagrave ciclica La realtagrave terrena si sarebbe originata attraverso un proces-so di creazione o emanazione attuato da divinitagrave che continuerebbero ad albergare e regolare lrsquoorganizzazione del cosmo stesso Ersquo in altri termini un fattore una forza superiore alla natura stessa ndash ma allo stesso tempo ad essa immanente ndash a governare a dare ordine e senso alla realtagrave degli uomini Questo intervento costante di regolazione e ordinamento del cosmo egrave intuibile per la mentalitagrave arcaica nella tempo-ralitagrave ciclica che presiede il disporsi di ogni evento naturale ogni civiltagrave rurale tenderebbe in tal senso a in-scrivere la natura in un ordine fissato stabilito e scandito nel sempiterno ripetersi dei ritmi naturali Il perpe-tuarsi dellrsquoordine ripetitivo degli elementi naturali detto altrimenti avrebbe offerto uno schema di inquadra-mento degli accadimenti attorno al quale sarebbe emersa quella che lo stesso Eliade ha chiamato ontologia arcaica Questa ontologia ndash evidentemente non formulata in un linguaggio teorico ma attraverso simboli miti e riti ndash tenderebbe a trasporre la temporalitagrave concreta lineare della quotidianitagrave in un piano temporale diverso quello appunto della ripetizione dellrsquoeterno ritorno dellrsquouguale Dire eterno ritorno dellrsquouguale significa pen-sare agli accadimenti della vita umana non come ad eventi unici ed irripetibili bensigrave come costante riproporsi di casi che hanno la loro origine ndash e il loro senso ndash in episodi mitici occorsi in un Tempo originario (ossia in un extra-tempo) e ai quali occorre rinviarli per dare loro una logica laquoNel particolare suo comportamento co-sciente il lsquoprimitivorsquo lrsquouomo arcaico non conosce atto che non sia stato posto e vissuto anteriormente da un altro da un altro che non era un uomo Ciograve che egli fa egrave giagrave stato fatto la sua vita egrave la ripetizione ininter-rotta di gesti inaugurati da altri8raquo Di conseguenza laquo(hellip) un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo Cosigrave la realtagrave si acquista esclusivamente in virtugrave di ripetizione e partecipazione tutto quello che non ha un modello esemplare egrave lsquoprivo di sensorsquo cioegrave manca di realtagrave9raquo La 5 In Schelling infatti coesistono laquola piugrave lucida e critica speculazione con la mistica piugrave schietta e incontaminata in modo che neacute la misti-ca annulla la chiarezza della riflessione neacute la filosofia dissolve in seacute la profonditagrave della mistica ma luna e laltra connesse ma non giu-stapposte si colorano e si esaltano a vicenda mutuandosi reciprocamente il significato profondo e il tono generale del pensieroraquo (Luigi Pareyson Introduzione in FWJ Schelling Scritti sulla filosofia la religione la libertagrave Mursia Milano 1974 p 29) 6 FWJ Schelling Scritti sulla filosofia ed cit p 205 7 M ELIADE Il mito dellrsquoeterno ritorno tr it Rusconi Milano 1975 8 Ivi p15 9 Ivi p 41 In luogo di accadimenti oggetti o persone concrete si istituirebbero cosigrave categorie forme simboli

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consistenza ontologica ndash e quindi il valore e il senso ndash della realtagrave umana sono posti in una relazione di di-pendenza da un piano metafisico superiore al quale accennerebbero una serie di miti e di riti a questi asso-ciati presenti in tutte le civiltagrave rurali arcaiche I riti consentirebbero proprio la riattualizzazione dei modelli di accadimento archetipi avvenuti in un passato originario permettendo in questo modo agli uomini di riappropriarsene inserendosi armoniosamente nel ri-petersi eterno del cosmo La riattualizzazione rituale di questi modelli esemplari rivelatisi agli uomini in un Tempo originario sarebbe alla base della rigenerazione periodica tanto del cosmo quanto della stessa comu-nitagrave umana come egrave possibile evincere ancora nel poema esiodeo Le opere e i giorni senzrsquoaltro ancora debi-tore di questi presupposti metafisici Il lavoro dellrsquouomo per avere successo anzi per svolgersi secondo giu-stizia (dike) deve armoniosamente inserirsi in questa ciclicitagrave (vv 230-231 306-307 e 458-464) Essere giu-sti significa inserirsi nella ripetizione Potremmo forse leggere in queste dinamiche lrsquoorigine di quella che Giorgio Colli riferendosi agli albori del pensiero filosofico greco ha chiamato frattura metafisica tra due ordini di realtagrave diversi quello divino arche-tipo eterno immutabile e quello umano transeunte instabile e dipendente dal primo che ne costituirebbe lrsquoorigine10

LA PHYSIS

ERACLITO laquoLA PHYSIS AMA NASCONDERSIraquo11 la lettura arendtiana di Eraclito Nelle lucide e dense pagine che ne La vita della mente12 la sua ultima opera di argomento squisitamente speculativo Hannah Arendt dedica alla nascita del pensiero filosofico Eraclito riveste un ruolo di primo pia-no Nella ricostruzione arendtiana la cultura greca fin dalla sua fase piugrave arcaica quale si manifesta nei poe-mi omerici appare contrassegnata da una forte ed ineliminabile opposizione tra il mondo degli uomini do-minato dal divenire incessante e dalla morte e gli degravei incorruttibili ed immortali Il canto del poeta che cele-bra le gesta degli Achei e dei Troiani ha la funzione di athanatizein immortalare e consegnare quindi allrsquoeternitagrave la fama degli eroi sottraendoli allrsquoinesorabile destino di morte Proprio la consapevolezza che gli uomini sono esseri mortali e che la condizione umana egrave segnata dalla mortalitagrave condusse i primi filosofi nella ricerca dellrsquoEssere che potesse superare lrsquoeffimero mondo del divenire13 Il mondo fatto di enti molteplici corruttibili e transeunti deve comunque rinviare ad un ordine nascosto di fronte al quale sorge lo stupore ammirato del filosofo quel thaumazein che Platone diragrave essere il pathos che egrave origine principio della filoso-fia14 Come dice Hannah Arendt laquola filosofia incomincia con lrsquoavvertimento di questo ordine armonioso invisibile del kosmos manifesto negli esseri visibili familiari come se essi fossero divenuti trasparentiraquo15 Ed egrave qui che il richiamo ad Eraclito si fa esplicito Del filosofo di Efeso cita il famoso frammento 54 DK che traduce laquolrsquoarmonia invisibile vale piugrave del visibileraquo E subito dopo lrsquoaltrettanto famoso quanto enigmatico fr 123 DK ldquonatura ama nascondersirdquo

10 G COLLI La nascita della filosofia Adelphi Milano 19888

11 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 fr 123 12 H Arendt La vita della mente trad it Bologna 1987 (New York-London 1978) pp 217-242 13 Ontologia questo termine cosigrave tecnico vuol dire riflessione sul senso dellessere e del niente Queste due parole essere e nien-te sembrano estranee al linguaggio nostro di tutti i giorni ai nostri interessi allarticolazione concreta del sapere scientifico eppure queste due categorie costituiscono lambito allinterno del quale tutta la storia dellOccidente egrave cresciuta e si tratta anche di comprende-re che queste categorie sorgono per la prima volta con i Greci Questo egrave importante percheacute i Greci non solo portano alla luce una teoria cioegrave una comprensione del mondo che non era mai apparsa ma anche una comprensione del mondo che consente di porsi come la prima grande forma di rimedio contro il dolore Aristotele dice che la filosofia nasce dalla meraviglia e la parola che egli usa per indicare la meraviglia egrave thaucircma Ma anche qui come in tutte le grandi parole del nostro linguaggio thaucircma non significa semplicemente la me-raviglia ma vuol dire anche terrore vuol dire il terrore di fronte allangosciante Proprio il carattere disinteressato della teoria e cioegrave il suo essere veritagrave consente di affrontare il problema dellesistenza e della vita Il problema della vita egrave innanzitutto la terribilitagrave del dolo-re non significa che lunico valore della teoria consiste nel suo essere semplicemente uno strumento in base al quale conoscendo come stanno le cose si fa argine contro il dolore ma proprio percheacute la teoria intende essere veritagrave - e cioegrave non una teoria qualsiasi ma la te-oria assolutamente vera - proprio questo consente di andare incontro al dolore con occhio diverso da quello che gli uomini possiedono quando ancora non sanno 14 Plat Theaet 155d 15 La vita della mente cit p 233

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Le difficoltagrave interpretative del frammento hanno riguardato soprattutto proprio il valore da dare al termine physis dal momento che certamente inadeguata egrave la traduzione con lrsquoitaliano laquonaturaraquo o i corrispondenti nelle altre lingue europee Marcovich traduce laquoLa reale costituzione di ciascuna cosa ha lrsquoabitudine di nascondersiraquo16 Lo studioso pre-cisa nel commento che ldquofuumlsis egrave uno dei possibili modi per esprimere quel logos che per quanto accessibile alla conoscenza non si trova sulla superficie delle cose ma si nasconde in ogni cosa particolare Analoga-mente Serra e Diano pur se traducono laquoLa natura ama nascondersiraquo specificano che se certamente Eracli-to non tematizza la natura tuttavia poicheacute per lui physis egrave lrsquoinvisibile connessione che si coglie col logos al-lora si tratta dellrsquoessere di tutte le cose che si rivela allrsquoindagine del filosofo17 Coerenti con questa interpretazione mi pare molte delle traduzioni del frammento da laquoLrsquointima natura delle cose ama nascondersiraquo di Pasquinelli18 a laquoLa natura delle cose ama celarsiraquo di Giannantoni19 Piugrave recentemente Conche uno degli ultimi editori eraclitei che traduce laquoLa nature aime agrave se cacherraquo20 pre-cisa che la parola ldquofuumlsis con il verbo fuumlω implica laquoune notion dynamique celle drsquoune force productrice geacuteneacuteratriceraquo siccheacute laquola notion de ldquofuumlsis ici met lrsquoaccent non sur lrsquoessence devenue de la chose mais sur le devenir sur le processus essentialisant La ldquofuumlsis est la puissance qui srsquoaccomplit et srsquoeacutepanouit en chaque ecirctre chaque fois drsquoune faccedilon deacutefinieraquo lrsquooperazione con la quale la natura realizza i diversi enti egrave lrsquoassociazione dei contrari che viene compiuta con pudore lontano dagli sguardi conclude pertanto che laquoLa nature drsquoHeacuteraclite est une nature artiste Comme lrsquoartiste elle montre sa production mais la loi de la produc-tion crsquoest-agrave-dire la nature mecircme en tant que naturante reste cacheacuteeraquo Dunque la physis eraclitea secondo Conche non egrave lrsquoessenza o il reale fondamento ma un processo essenzializzante la cui dinamica resta na-scosta e che si manifesta solo negli effetti Una diversa linea interpretativa egrave rappresentata da Colli che nella sua edizione incompiuta di Eraclito tradu-ce il frammento con laquoNascimento ama nascondersiraquo21 nel commento che riprende quanto lrsquoautore scriveva nel volume che da questo frammento trae il titolo22 egrave chiarito che ldquofuumlsis egrave la natura trascendente il laquodioraquo che nonostante abbia attraversato le apparenze e si sia individualizzato nel fronein in quanto noumeno si mantiene solitario e inaccessibile23 Molto recentemente per Tonelli ldquofuumlsisegrave lrsquoOrigine laquociograve che origina si cela come mistero dietro lrsquoapparenza delle cose che origina pur manifestandosi anche attraverso di esse Ogni manifestazione del principio egrave an-che suo nascondimento tale lrsquoambiguitagrave del cosmo in cui viviamo e di tale ambiguitagrave il sapiente reca consa-pevolezza La conoscenza diventa flusso dinamico tensione al congiungimento con ldquociograve che originardquoraquo24 La lettura di Hannah Arendt fa del frammento laquoUnrsquoaltra delle parole antiche che designano lrsquoinvisibile in se-no alle apparenze egrave physis natura che secondo i Greci era la totalitagrave delle cose non fatte dallrsquouomo neacute cre-ate da un fattore divino ma venute allrsquoessere da seacute medesime ed Eraclito affermava di questa physis che ldquoessa ama nascondersirdquo celarsi cioegrave dietro le apparenzeraquo25 Dunque questo laquovenire allrsquoessereraquo delle cose nascosto nelle apparenze desta lo stupore ammirato dal qua-le puograve perograve originarsi il dialogo del pensiero quel logos il cui significato secondo Hannah Arendt viene

16 Eraclito Frammenti a cura di M Marcovich Firenze 1978 pp 23-25 (fr8) La scelta del singolare laquociascuna cosaraquo lascia intendere che la ldquofuumlsis non sia al di fuori della cosa stessa 17 Eraclito I frammenti e le testimonianze a cura di C Diano e G Serra Vicenza 1980 fr 28 con commento alle pp 137-138 18 I presocratici Frammenti e testimonianze intr trad e note di A Pasquinelli Torino 1958 p 188 (fr 80) 19 I presocratici Testimonianze e frammenti a cura di G Giannantoni I Bari 1969 p 220 20 Heacuteraclite Fragments par M Conche Paris 1986 pp 253-255 (fr 69) 21 G Colli La sapienza greca Eraclito Milano 1980 p 91 fr A 92 con il commento a p 187 22 G Colli La natura ama nascondersi Milano 1988 (1948) p 209 la traduzione qui fornita egrave laquola natura trascendente ama nasconder-siraquo 23 Ibid laquoCome tale il noumeno perde lrsquoindividualitagrave la determinatezza interiore che si sente isolata di fronte ad un reale che la circon-da perde la molteplicitagrave caratteri che lrsquoaccompagnano quando egrave immerso come radice nellrsquoapparenza e si approfondisce come intimitagrave oggettiva punto di incontro delle individualitagrave essenziali delimitazione concreta e vitale che non ha piugrave fine neacute direzione neacute impulso neacute espansioneraquo 24 Eraclito DellrsquoOrigine a cura di A Tonelli Milano 1993 p 191 (fr 116) 25 La vita della mente cit p 233

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evocato dallrsquoimmagine del dio di Delfi laquoe possiamo aggiungere noi il dio dei poeti che ldquonon dice neacute na-sconde ma indicardquo26 vale a dire accenna a qualcosa ambiguamente per essere inteso solo da coloro che sanno comprendere i semplici cenniraquo E del resto laquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbareraquo27 cioegrave come spiega la pensatrice laquose essi non posseggono logos ndash per i Greci non semplicemente il discorso ma il dono dellrsquoargomentazione razionale che li distingueva dai barbari In-somma lo stupore ha condotto a pensare in parole dellrsquoesperienza dello stupore dinanzi allrsquoinvisibile manife-sto nelle apparenze si egrave appropriata la parola che egrave nello stesso tempo abbastanza forte per fugare gli errori e le illusioni cui sono soggetti i nostri organi volti al visibile occhi ed orecchie a meno che il pensiero non venga loro in soccorsoraquo E continua laquoDa ciograve dovrebbe risultare palese come lo stupore in cui cade il filosofo non possa mai concernere qualcosa di particolare ma sia sempre suscitato da una totalitagrave che diversamente dalla somma totale degli enti non egrave mai manifestaraquo Il riferimento egrave certamente a quella physis del fr 123 DK prima citato cioegrave il processo attraverso il quale tutte le cose vengono ad essere E ancora laquoLrsquoarmonia di Eraclito si produce attraverso il con-sonare dei contrari mdash un effetto che non puograve essere proprietagrave di un sin-golo suono particolare Tale armonia egrave in un certo senso separata dai suoni che la producono proprio come il sophon che ldquopuograve e non puograve essere chiamato col nome di Zeusrdquo28 egrave ldquoseparato da tutte le altre coserdquoraquo29 Il richiamo agli ultimi due frammenti consente pertanto alla pensatrice di portare ulteriori elementi allrsquoassunto di fondo cioegrave che a guidare la ricerca dei primi filosofi sia stata la necessitagrave di superare lrsquoangoscia di morte individuando nellrsquoeffimero mondo degli enti qualcosa che potesse essere ricondotta allrsquoesperienza del divino anche se certamente non nominabile col nome di nessuna delle divinitagrave tradizionali Ancora piugrave esplicito in questo senso il fr 30 DK citato a questo riguardo laquolrsquoEssere che non conosce nascita neacute morte si sostituigrave per i filosofi alla semplice nonmortalitagrave degli dei olimpici lrsquoEssere diventograve la vera divinitagrave della filo-sofia poicheacute secondo il celebre detto di Eraclito ldquonon lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquoraquo30 e poco dopo ri-conosce che nel frammento citato questa nuova sempiterna divinitagrave si chiama ancora kosmos laquo(non il mondo o lrsquouniverso ma il loro ordine e la loro armonia)raquo Nel saggio Il concetto di storia scritto molti anni prima proprio questo frammento eracliteo viene ricordato come esempio mirabile che esprime lrsquoidea che i Greci avevano dellrsquoordine cosmico e della natura in quanto insieme di cose che nascono da seacute appunto senza alcun intervento umano o divino31 in tal modo il kosmos del fr 30 viene a coincidere con la physis del fr 123 A questa natura armoniosa increata ed immortale e-ternamente presente nelle tre dimensioni del tempo si oppone ancora una volta la vita umana limitata nel suo corso rettilineo tra la nascita e la morte schiacciata quasi dal moto circolare dei processi biologici sem-pre rinnovantesi percheacute laquoquesto egrave lrsquoessere mortale muoversi in linea retta in un universo dove tutto ciograve che si muove segue semmai un moto ciclicoraquo32 Proprio questa labilitagrave dellrsquoesistenza umana ha determinato nel mondo greco la concezione dellrsquoufficio proprio della storia cioegrave salvare ciograve che accade allrsquouomo dallrsquooblio come chiaramente indica giagrave il proemio delle Storie di Erodoto

ERACLITO

Nel frammento n 52 [Diels] Eraclito afferma che La vita egrave un fanciullo che gioca che sposta i pezzi sulla scacchiera reggimento di un fanciullo in questo consiste il significato dellespressione di matrice eraclitea di Innocenza del divenire La metafora del gioco cosmico usata da Eraclito che la prendeva a prestito dalla mitologia greca in cui una delle figure del dio Zeus egrave proprio quella del bambino che gioca egrave alla base di molte ontologie non ultima quella di Friedrich Nietzsche 1) Il divenire panta rhei Fr A 6 (Platone Cratilo 402 a) Afferma Eraclito in qualche luogo che tutto

scorre (paacutenta choreicirc) e nulla permane (oudegraven meacutenei) Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo

26 Fr 22B 93 DK 27 Fr 22B 107 DK 28 Fr 22B 32 DK 29 Fr 22B 108 DK 30 Fr 22B 30 DK 31 Il concetto di storia in Tra passato e futuro trad it Milano 1991 pp 70-129 in part pp 70-71 e p 295 n 2 32 Ibid p 71 Lo stesso concetto egrave espresso in Vita activa La condizione umana trad it Milano 1964 (Chicago 1958) p 15 laquoQuesta vita individuale si distingue da tutte le altre cose per il corso rettilineo del suo movimento che per cosigrave dire taglia quello circolare della vita biologica La mortalitagrave egrave questo muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclicoraquo

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siamo e non siamo (DK 22 B 49a) Acque sempre diverse scorrono per coloro che simmergono negli stessi fiumi (DK 22 B 12)

2) La guerra dei contrari Fr B 126 Le cose fredde si riscaldano il caldo si raffredda lrsquoumido si dissec-

ca il riarso si inumidisce Pogravelemos (la guerra) egrave padre di tutte le cose di tutte re (DK 22 B 53) Bisogna perograve sapere che la guerra egrave comune a tutte le cose che la giustizia egrave contesa e che tutto accade secon-do contesa e necessita (DK 22 B 80) In questa guerra i contrari si danno reciproca comprensibilitagrave (dol-ce amaro sano malatohellip) a) guerra che egrave pace e armonia i contrari si danno senso a vicenda

Lopposto concorde e dai discordi bellissima armonia (DK 22 B 8) Non comprendono come pur discordando in se stesso egrave concorde armonia contrastante come quella dellarco e della lira (DK 22 B 51) Larmonia nascosta vale piuacute di quella che appare (DK 22 B 54)

b) coincidenza dei contrari ldquoNon dando ascolto a me ma al Logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo (DK FR 50) FR 39 ldquoil nome dellrsquoarco egrave vita ma la sua opera egrave morterdquo FR 16 ldquoNello stesso fiume entriamo e non entriamo siamo e non siamordquo Fr B 60 La strada allrsquoin su e allrsquoin giuacute egrave una so-la e la medesima

3) Il fuoco logos

a) Logos ragione che egrave veritagrave e legge b) tutto egrave Uno33 egrave DIO che quindi egrave armonia e unitagrave degli opposti (Il dio) egrave giorno notte inverno e-

state guerra pace sazietagrave fame e muta come il fuoco (DK 22 B 67) i) Questordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini

ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misu-ra (DK 22 B 30)

ii) Fr B 1 Di questo loacutegos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo a-scoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo loacutegos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli altri uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendo

4) Insufficienza della doxa desti e dormienti34 a) necessitagrave della ricerca anche percheacute la natura ama nascondersi b) il punto di partenza della ricerca deve essere la propria interioritagrave ldquoIo ho indagato me stessordquo

5) Lrsquoirraggiungibilitagrave dei confini dellanima Confini (peirata) allanima peregrinando non troverai pur se tenti ogni via a tal punto profondo egrave il suo logos

PARMENIDE

ldquoAnche Parmenide come Eraclito riflette esplicitamente sullopposizione ma egli si rivolge allopposizione suprema quella dove i due opposti non hanno alcuncheacute in comune e cioegrave quella dove uno dei due opposti - il niente - non egrave qualcosa che possa venire conosciuto e intorno a cui si possa parlare ma egrave lassolutamen-te niente lassoluto non-essere che non trova luogo allinterno dei confini del tuttordquo35 1) I Greci portano per la prima volta alla luce il senso dellessere e del niente

a) I Greci evocano questo significato terribile e radicale - il significato del niente - nella sua contrappo-sizione infinita allessere come lassoluta negativitagrave che non ha alcuncheacute dellessere In questo modo il processo del mondo acquista un carattere estremamente angosciante proprio percheacute il pensiero greco e questa cosa apparentemente astratta che egrave lontologia - la riflessione sullopposizione infinita tra lessere e il niente - evoca la minaccia estrema quella dellesistenza portata innanzi dallannien-tamento delle cose Ma il Greco evocatore della minaccia estrema eacute insieme il Greco che va alla ri-cerca del rimedio contro la minaccia estrema

33 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 34 La maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse si imbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembra (DK 22 B 17) Qual egrave infatti la loro mente e la loro intelligenza danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra senza sapere che i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni (DK 22 B 104) 35 SEVERINO La filosofia antica

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b) Parmenide evoca lestrema minaccia la contrapposizione infinita tra lessere e il niente ma insieme evoca il modo singolare di costruire un rimedio contro questa minaccia il rimedio egrave dato dalla meta-fisica e lontologia

2) In generale la prima grande soluzione la prima grande forma di rimedio al dolore egrave la filosofia se noi dovessimo fare rapidamente lelenco delle forme di rimedio dellOccidente dovremmo dire che a) la prima egrave la filosofia cioegrave il fatto di sapere in modo incontrovertibile il senso del mondo il senso u-

nitario del mondo b) Poi la grande forma di rimedio egrave - quando lesperienza antica del pensiero filosofico egrave andata al tra-

monto - il Cristianesimo c) e poi la scienza

3) Che cosa ci angoscia quando noi abbiamo a che fare con il dolore Non il dolore che noi attualmente pa-tiamo percheacute ciograve che patisco in questo momento - poniamo - ormai egrave accettato egrave ligrave e non cegrave nulla da fare percheacute ormai egrave recepito Angoscia invece il fatto che il dolore abbia a continuare facendoci chie-dere che ne saragrave di me tra un momento domani tra un anno Continueragrave questo dolore Langoscia allora si riferisce allimprevedibilitagrave del futuro e in questo caso il rimedio non puograve essere altro che la previsione del senso del tutto ecco percheacute prima abbiamo parlato anche di scienze percheacute la previsione scientifica saragrave in un certo senso lerede della previsione filosofica Previsione filosofica vuol dire episteacute-me questa grande parola greca che significa alla lettera la capacitagrave di stare steme deriva infatti dal verbo hiacutestasthai la capacitagrave di stare mentre epiacute vuol dire sopra dunque si tratta di stare sopra tutto ciograve che intende negare ciograve che sta Ciograve che sta egrave lapertura di senso lapertura del senso del tutto che intende stare e che si ritiene capace di imporsi su ciograve che presume negarla e insieme su tutti gli eventi che sopraggiungono e che costituiscono quello che oggi noi moderni chiameremmo la novitagrave della storia Lepisteacuteme egrave al di sopra di ogni innovazione storica questo egrave stato il grande sogno della filosofia da Parmenide ad Hegel Se si conosce incontrovertibilmente stando sopra ogni negazione e ogni evento sopraggiungente il senso del tutto allora si egrave in grado di prevederlo e la previsione rende spiegabile il dolore Percheacute il dolore dice Eschilo getta nella follia Proprio percheacute non ha senso fintantocheacute non si vede il senso del tutto a) Ebbene la soluzione di Parmenide egrave singolare percheacute successivamente lOccidente intenderagrave costrui-

re un sapere che sta sopra la minaccia del divenire controllandola guidandola e quindi costruendo al di sopra di esso quella serie di strutture immutabili che vanno dal Dio teologico al Dio cristiano alle strutture necessarie secondo le quali si sviluppa la storia

b) Parmenide adotta unaltra strada che non saragrave percorsa dallOccidente - era la strada piugrave vicina allO-riente Di fronte al divenire lOccidente dice Tu non mi minacci piugrave percheacute io ti prevedo e quindi prevedo il senso di ciograve che tu divenire fai irrompere su di me Prevedendo il senso di ogni irruzio-ne lirruzione non egrave piugrave limprevedibile angosciante e il dolore acquista senso lo stesso annienta-mento si inscrive in un ordine Questa egrave la voce della filosofia dellOccidente dopo Parmenide La sua voce invece egrave diversa e singolarmente vicina allOriente percheacute Parmenide dice al divenire Tu non esisti Questo egrave molto singolare percheacute tutto il pensiero non solo filosofico dopo Parmenide dice al divenire Tu esisti ma io ti domino e chi parla egrave appunto il rimedio cioegrave il sapere epistemico

c) Mentre nella soluzione post-parmenidea il dolore egrave vinto percheacute cegrave un padrone che domina il diveni-re la soluzione radicale di Parmenide egrave questa il divenire non minaccia piugrave non puograve essere nocivo percheacute non esiste Con questa cancellazione del divenire entriamo nel grande paradosso del pensie-ro di Parmenide che egrave la cancellazione del mondo con cui tutto langosciante tutto il terribile tutto lorrendo del mondo egrave illusione questo egrave il senso della doxa di Parmenide Ebbene questa egrave anche la strada percorsa dallOriente i Veda le Upanishad la ripresa buddista del bramanesimo sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto luomo egrave infelice percheacute non sa di essere felice per-cheacute non sa che il dolore egrave al di fuori di lui e che lui egrave un puro sguardo che non egrave contaminato dal dolore che gli passa innanzi cosigrave come lo specchio non egrave contaminato dallimmagine che si riflette in esso

D - K B2 laquoBisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non cegrave vera certezza Orbene io ti dico e tu dopo averlo ascoltato prendi cura del mio discor-so quali sole vie di ricerca siano pensabili Quella che dice che lessere egrave e che non egrave possibile che non sia e questo egrave il cammino della persuasione che si accompagna alla Veritagrave e quella che dice che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo io ti dico che egrave un sentiero inscrutabile neacute infatti potresti conoscere ciograve che non egrave - non egrave infatti possibile - neacute dirlo Lo stesso infatti egrave pensare ed essereraquo

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1) Il logos a) Per Parmenide come in Eraclito tra la realtagrave la ragione umana e il linguaggio esiste una sostanziale

identitagrave dallordine del mondo provengono lordine della mente che lo pensa e della lingua che lo descrive Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identitagrave

b) Il rapporto essere - pensiero non egrave solo unimplicazioneegrave anche una replicazione (si tratta cioegrave di una equivalenza) in quanto secondo Parmenide non solo tutto ciograve che pensiamo egrave ma anche tutto ciograve che egrave puograve essere pensato Non esiste secondo Parmenide un essere inaccessibile al pensiero Cegrave una equivalenza fra essere e pensabilitagrave ciograve che egrave egrave pensabile e ciograve che egrave pensabile egrave

c) In piugrave approfondendo una distinzione implicita nei pitagorici e in Eraclito opera una differenza tra pensiero e sensi il primo egrave in grado di conoscere la realtagrave universale il logos i secondi non possono che fermarsi alle apparenze le doxai Solo il logos puograve condurre allaletheia la veritagrave

2) Essere o non essere Il nodo centrale della filosofia di Parmenide egrave lessere

a) Nel frammento 2 la dea gli indica le vie i metodi di ragionamento che sono le sole pensabili lu-na [che dice] che egrave e che non egrave possibile che non sia egrave il sentiero della Persuasione (giaccheacute que-sta tien dietro alla veritagrave laltra [che dice] che non egrave e che egrave necessario che non sia Si riferisce alla via dellessere e alla via del non essere

b) Ma che vuol dire via dellessere Consideriamo un qualsiasi oggetto Tra le sue caratteristiche la piugrave importante quanto lapalissiana egrave quella di essere di esistere E invece non possiamo pren-dere una cosa che non esiste proprio per il fatto che non esiste In piugrave dato che lo stesso egrave il pen-sare e lessere (frammento 3) non si puograve nemmeno pensare a una cosa che non egrave percheacute basta il pensiero a renderla esistente Questo intende Parmenide la via che ammette che le cose sono e che egrave necessario che siano (non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste sarebbe una con-traddizione) e la via che ammette che esistono cose che non sono (e quindi la via dellerrore) In fi-nale lessere egrave (le cose che esistono esistono) e il non essere non egrave (le cose che non esistono non esistono) una magistrale (e forse la prima) applicazione del principio didentitagrave (un ovvio principio di logica una cosa egrave uguale a se stessa e diversa dal suo contrario)

c) La nascita dellontologia Mentre il linguaggio corrente e il pensiero dei primi filosofi non badano al fatto che le cose a cui pensano siano Parmenide esamina questo e in questo sta la sua origina-litagrave Ogni cosa egrave diversa da unaltra questo insegnano il senso comune i fisiologi e soprattutto Era-clito il filosofo della molteplicitagrave e del divenire Ma per quanto differenti avranno almeno una cosa in comune esistono entrambi Sono enti Enti egrave il termine tecnico che traduce il ta onta greco ovvero le cose che sono Ed egrave logico dimostrare che le cose che sono sono Egrave questa egrave lontolo-gia ovvero il discorso sullessere in quanto tale

3) Essere pensiero e linguaggio Data lidentitagrave tra veritagrave parola e pensiero tre sono gli aspetti fon-

damentali della filosofia di Parmenide a) lontologia e giagrave ne abbiamo parlato b) la gnoseologia solo ciograve che egrave egrave pensabile c) il linguaggio le cose che esistono trovano espressione adeguata allinterno del discorso

4) Gli attributi dellessere Essere perde la sua radice verbale e diventa un participio sostantivato to on (ciograve che egrave) e come tale gli si possono dare degli attributi Questo passaggio avviene per differen-ziare ulteriormente lessere dal non essere e impedire quindi di intraprendere la via dellerrore Allo stes-so modo non essere diventa il non essere quindi ciograve che non egrave to me on Quali le caratteristiche dellrsquoessere36

36 [] Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che egrave Lungo questa vi sono indizi in gran numero [Lrsquoessere] essendo ingenerato egrave anche imperituro tuttrsquointero unico immobile e senza un termine a cui tenda Non mai era ne saragrave percheacute egrave ora tuttrsquoinsieme [10] uno continuo Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Infatti non si puograve neacute dire neacute pensare ciograve che non egrave E quandrsquoanche quale necessitagrave puograve averlo spinto Lui che comincia dal nulla a nascere dopo o prima [15] Di modo che egrave necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla Giammai poi la forza della convinzione verace concederagrave che dallrsquoessere alcuncheacute altro da lui nasca Perciograve neacute nascere neacute perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami ma lo tiene fermo []

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a) ingenerato e imperituro Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Se egrave nato prima non era Ma non poteva esistere una cosa che non era quindi lessere egrave ingenerato Analogamente non avragrave fine

b) non ha passato neacute futuro se era ora non egrave piugrave Se saragrave ancora non egrave Dato che lessere egrave diverso dal non essere si trova in una condizione di presente atemporale egrave e basta

c) senza fine se ha una fine al di lagrave di quella fine non egrave piugrave il che egrave assurdo d) intero continuo e indivisibile Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna

parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di es-sere Se non fosse continuo cosa si frapporrebbe tra le parti se non il non essere che non esiste Neacute ugualmente ha senso che una cosa egrave piugrave di unaltra

e) unico se ve ne fossero piugrave di uno dovrebbero essere diversi Ma se uno egrave laltro poicheacute egrave diverso non egrave il che egrave impossibile Smonta cosigrave la molteplicitagrave della natura caratteristica dei fisiologi prima e di Eraclito poi

f) immobile se si sposta nel posto dove si trovava prima cegrave qualcosa di diverso quindi il non essere questo non esiste quindi lessere egrave immobile e il pantha rei di Eraclito egrave un palese errore

g) definito da tutti i lati e simile a una sfera per Parmenide che risente del pensiero pitagorico linfini-to egrave una mancanza e una imperfezione a differenza del pensiero comune moderno Inoltre lessere non dovrebbe avere lati diversi percheacute presupporrebbero discontinuitagrave (pensiamo allo spigolo di un qualsiasi poliedro) Pertanto lintuizione associa la finitezza allassenza di discontinuitagrave alla perfezione solo nella forma geometrica della sfera

5) Le tre vie Ora che abbiamo chiarito cosa sia lessere torniamo al discorso delle vie dei metodi di ra-

gionamento per descrivere la realtagrave a) Uno quello dellessere attraverso il puro ragionamento e il logos conduce allaletheia b) Il secondo quello del non essere conduce immancabilmente allerrore

i) Dire che la luce i colori le cose le case gli uomini sono significa ammettere che il niente egrave Le differenze del mondo hanno un significato che non coincide con il significato dellessere que-sta non coincidenza vuol dire la loro diversitagrave dallessere e cioegrave che sono non essere Se allora lamante o amico del mondo vuol dire il mondo egrave egli deve anche dire Il niente egrave La ra-gione dellOccidente nasce qui dallesigenza di tener ferme le determinazioni - potremmo dire lesigenza di non contraddirsi Se si afferma che il mondo molteplice egrave si afferma che il niente egrave

ii) Allora abbiamo questa conclusione straordinaria Parmenide proprio per evitare che il niente sia proprio per evitare di identificare lessere al niente afferma che le cose sono niente che le diffe-renze sono niente se si afferma il mondo se si egrave amici del mondo si sta nella pazzia che identi-fica lessere e il niente

iii) Dato che la frase alla base di questo metodo egrave il non essere egrave questo non puograve essere un me-todo logico (si contraddice) pertanto non si puograve pensare quindi non si puograve dire ma se non si

[23] E come potrebbe lrsquoessere esistere in futuro E come potrebbe essere stato in passato Poicheacute se fu non egrave e cosi non egrave se dovragrave essere in futuro [25] In tal modo il nascere egrave spento e non crsquoegrave traccia del perire Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di essere Per questo egrave tutto continuo difatti lrsquoessere egrave a contatto con lrsquoessere [30] Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere neacute principio neacute fine dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace E rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta in se stesso e cosi rimane ligrave immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [35] lo costringe nelle catene del limite che intorno lo avvolge percheacute bisogna che lrsquoessere non sia incompiuto egrave infatti non manchevole se lo fosse mancherebbe di tutto [] [46] Ma poicheacute vi egrave un limite estremo egrave compiuto da ogni lato simile alla massa di ben rotonda sfera di ugual forza dal centro in tutte le direzioni che egli infatti non sia neacute un porsquo piugrave grande neacute un porsquo piugrave debole qui o lagrave egrave necessario [50] Neacute egrave infatti possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile neacute crsquoegrave la possibilitagrave che lrsquoessere sia dellrsquoessere qui piugrave lagrave meno percheacute egrave del tutto inviolabile Dal momento che egrave per ogni lato uguale preme ugualmente nei suoi confini [DK 28 B 8 vv 5-19 23-37 46-53]

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puograve pensare neacute dire allora non egrave quindi questo metodo non esiste Allora percheacute lha tirato fuo-ri Forse per amore di completezza o chissagrave Egrave la via che percorrono normalmente gli uomini

c) Cegrave unaltra via Quella che viene da questa frase Lessere egrave e il non essere egrave Egrave la via delle opi-nioni plausibili

6) Bicefali Da questa prima via di ricerca [quella del non essere] infatti ti allontano eppoi inoltre da

quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa (frammento 6) La seconda via presuppone sia che si segua lessere sia il non essere quindi luomo che la segue ragiona contemporaneamente in due modi contraddittori luno con laltro e per questo ha due teste Percheacute egrave lincapacitagrave [di decidere] che nel loro petto dirige lerrante mente ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditi gente che non sa decidersi da cui lessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici Lincapacitagrave di decidere tra lessere e il non essere impedisce loro di giungere alla veri-tagrave e pertanto si devono limitare alle doxai In sostanza Parmenide si colloca agli antipodi di Eracligraveto per il quale il divenire egrave il modo di essere del-lessere della realtagrave e si pone altresigrave agli antipodi di un qualsiasi tentativo di osservare e studiare la realtagrave partendo da aspetti materiali di essa

7) Una lettura contemporanea di Parmenide37 (sulle orme di Severino) Rifacendosi a suggestioni hei-

deggeriane (lEssere come Logos laquoraccoglimento originarioraquo) Sangiacomo afferma che a) lEssere egrave relazione laquolEssere si lega allEssere e contemporaneamente lEssere egrave legato allEssereraquo

(p 44) Due sono le conseguenze una egrave che solo il non-essere quale negazione dellEssere egrave ne-gazione di ogni relazione e laquorifiuta per definizione ogni legameraquo (p 43) laltra strettamente corre-lata alla prima egrave che si deve ammettere nellEssere una molteplicitagrave di differenze

b) Il parricidio linclusione platonica della molteplicitagrave nellEssere egrave cosigrave giustificato sulla base della stessa definizione dellEssere laquodire che lEssere egraveimplica vedere a un tempo nellEssere quellele-mento agente che tiene unito il molteplice sia la molteplicitagrave passiva delle differenze che si lasciano raccogliere dallUno in un tuttoraquo (p 46) Si puograve sostenere dunque in termini quasi spinoziani che nessuna cosa esiste di per seacute sostanziata come un sinolo ma tutte esistono soltanto in relazione con le altre laquole differenze non sono un insieme di realtagrave di per seacute sostanziali o ontologicamente in-dividuali quanto piuttosto un complesso olistico in cui ciascuna trova il suo esserci esclusivamente nel suo essere differente da tutte le altreraquo (p 45) Dire che lEssere egrave equivale a dire che oltre al-lEssere non cegrave nulla tutto ciograve che egrave egrave nellEssere quindi lEssere la totalitagrave del positivo egrave Assolu-to legato solo a se stesso Questa assolutezza laquoimpone [] che lEssere stesso sia limitato solo da niente e che questo stesso limite sia un limite nullo siccheacute lEssere non puograve che risultare un che di il-limitato cioegrave di infinitoraquo (p 49) Proprio percheacute in-finito lEssere risulta aperto mai tutto dato di-veniente laquolessenza dellinfinito egrave proprio nella tensione al compimento e nel travalicare i limiti an-gusti che vorrebbero confinarlo nellistante finito del dato di ciograve che sta e che egrave stato LEssere non sta lEssere di-viene nel senso che non egrave mai giunto tutto egrave questo eterno continuare a darsiraquo (p 175) LEssere egrave un orizzonte perennemente aperto eterna fioritura che non cessa mai di sbocciare

c) La conseguenza egrave che lEssere egrave divenire dato che lEssere non ammette nulla fuori di seacute il divenire non puograve essere negazione dellEssere ma la sua stessa manifestazione laquopoicheacute nessun infinito puograve essere in qualche modo dato e compiuto [] il divenire egrave la dimensione dellinfinitagrave dellEssere [] o ancora leterno differenziarsi delle differenzeraquo (p 50) Per non pensare contraddittoriamente il divenire come passaggio dallEssere al nulla occorre emendare anche il concetto di tempo lEssere egrave movimento infinito e li-stante finito non egrave che unastrazione laquoNascita e morte non sono i confini della nostra esistenza ma la dimostrazione ontologica che noi giagrave da sempre siamo di piugrave di qualco-sa che nasce e muore e che il nostro essere egrave piugrave di questo essere finito che si vuole comprimere tra queste due barriereraquo (p 180) Il laquoquestoraquo egrave lisolamento dellente in un attimo immobile e visto che lEssere egrave relazione tale isolamento coincide con la sua nientificazione essere egrave sempre relazionarsi ad altro tanto piugrave lente laquoegrave assolutizzato nella sua finitudine piugrave egrave assimilato a un nienteraquo (p 174)

d) Conseguenze etiche Lrsquouomo egrave qualcosa laquoche egraveraquo in quanto al pari di tutto il resto appartiene allrsquoIntero delle molteplici differenze che animano lrsquoEssere Se il suo esserci consiste nel suo essere in quanto differenza ovve-ro solo per altro e non in se stesso allora egli dal punto di vista ontologico non soltanto non puograve porsi come un soggetto che distingue innanzi a seacute il mondo degli oggetti pronti a farsi da lui domina-re ma lrsquoesistenza dellrsquoaltro agisce sulla sua medesima esistenza e la condiziona in modo essenziale io sarograve in funzione di questrsquoaltro da cui differisco e da cui mi distinguo tanto che ogni modificazione

37 A SANGIACOMO La sfida di Parmenide Verso la Rinascenza Il Prato Padova 2007

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che subisce lrsquoalteritagrave si riflette su ciograve che io sono Ovvero per ogni modifica che lrsquouomo tenta di ap-portare a ciograve che lo circonda egli deve essere consapevole che nella stessa misura e nella stessa maniera modificheragrave inevitabilmente se stesso Quando dunque lrsquouomo tenta di agire sulla realtagrave plasmandola secondo i suoi fini egli agisce conte-stualmente su seacute medesimo modificandosi in modo proporzionale e corrispondente Non si dagrave mai cioegrave la possibilitagrave di un agire unilaterale in cui lrsquooggetto dellrsquoazione subisca passivamente Al contra-rio poicheacute nessuna cosa esiste in seacute ma solo per altro ogni alterazione o modifica riguarda sempre tutti i termini in modo piugrave o meno marcato piugrave o meno diretto certamente ma comunque senza esclusioni giaccheacute tutti esistono in quanto raccolti insieme resi un Tutto e quindi reciprocamente connessi tanto che ogni alterazione non egrave mai solo lrsquoalterazione di una certa parte limitata dellrsquoinsieme ma riguarda sempre la totalitagrave e quindi si riflette necessariamente su chi la opera Ebbene incamminarsi su simili considerazioni porta inevitabilmente a rinunciare a qualsiasi pretesa di dominio di possesso o di potere sulla realtagrave che ci circonda lrsquouomo non solo non ha il diritto ma non ha nemmeno la possibilitagrave ontologica di dominare imponendosi sullrsquoaltro giaccheacute dominio si-gnoria possesso implicando la distinzione tra il dominatore e il dominato e il potere unilaterale che il primo esercita sul secondo sono categorie estranee allrsquoEssere dunque chi vi presta fede finisce semplicemente con lrsquoilludersi che sia ciograve laquoche non egraveraquo Quindi io riconosco tutta la dignitagrave che spetta a ciograve che egrave altro da me rinunciando ad annullarla nel tentativo di ridurla a mia immagine e somiglianza giaccheacute questo sarebbe nientrsquoaltro che un modo per annullare la differenza su cui si regge lrsquoesserci di entrambi Rinuncio pure a ogni contrasto con lrsquoaltro o ogni opposizione ad esso rinuncio ad ogni lotta e ad ogni tentativo di supremazia cessando di considerare come nemico ciograve che mi egrave diverso si tratti di uomini o di forze della natura giaccheacute riconosco pure che egrave su questa medesima diversitagrave che io posso fondare il mio essere me stesso ma pure cessando di ritenere che sia necessario difendere la mia diversitagrave dallrsquoaltro poicheacute essa egrave tale proprio per lrsquoaltro

Essere parmenideo principio di non contraddizione e logica astraente

La dottrina dellrsquoessere ndash quale egrave ricostruibile dai frammenti pervenutici ndash fornisce delle precise regole di for-malizzazione di ogni discorso futuro che voglia assurgere al carattere di discorso vero tale in quanto fonda-to Pensare egrave pensare lrsquoessere su questa evidenza si dipana lrsquoargomentazione parmenidea Il dire egrave il dire lrsquoessere nella forma del pensiero poicheacute laquo(hellip) infatti lo stesso egrave pensare ed essere (28 B 3 DK)raquo Partendo dallrsquooggetto del proprio discorso ndash lrsquoessere ndash Parmenide giunge a caratterizzare il modello del pro-prio argomentare essere e pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dellrsquouno coincide con il fondamento dei caratteri dellrsquoaltro I termini con i quali Parmenide tratteggia lrsquoEssere sono oramai universalmente noti ma su di un frammento in particolare crediamo sia doveroso soffermarsi nuovamente Il frammento 28 B 2 DK38 afferma infatti (hellip) lrsquouno che egrave e che non egrave possibile che non sia (hellip) lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia (hellip)39 Normalmente il passo viene interpretato come la prima formulazione del principio di non contraddizione che fonda la necessitagrave del discorso logico differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale ovvero pre-logico mitico Di fatto perograve Nel famoso Proemio40 delle cavalle conducono Parmenide dinnanzi alla Dea che gli riveleragrave la via della veritagrave egrave una precipua sanzione divina a garantire la tenuta del discorso parmenideo sullrsquoessere e a

38 Orsugrave io ti dirograve ndash e tu porgi lrsquoorecchio alle parole che odi ndash quali sono le vie di ricerca che sole son da pensare lrsquouna che egrave e non egrave possibile che non sia e questa egrave la via della Persuasione (giaccheacute segue la veritagrave) [5] Lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo ti dico egrave un sentiero inaccessibile ad ogni ricerca Percheacute il non-essere non puoi conoscerlo (infatti egrave impossibile) neacute esprimerlo [DK 28 B 2] 39 Sono rispettivamente i versi 3 e 5 del frammento 40 Le cavalle che mi portano fin dove vuole il mio cuore

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sottrarlo ad ogni dialettica Il soggetto egrave muto di fronte a tale trascendenza indicante il metodo (appunto come meta-hodos) mediante il quale rendere intelligibile il senso del reale lrsquoessere e la via della sua com-prensione appartengono alla divinitagrave Questo cammino che conduce alla Dea e quindi alla veritagrave egrave infatti laquo(hellip) fuori dalla via battuta dagli uomini (hellip) (28 B 1 DK)41raquo Non vi egrave pertanto rottura netta tra mythos e logos il pensiero di Parmenide abita il mito il logos tenta semmai di costruire una pratica discorsiva a partire dalle medesime regole di formazione dellrsquoordine veritati-vo del mito connotando queste ultime di maggiore precisione e dotandosi di un fondamento apparente-mente autoevidente e autoreferenziale sul cui parametro commisurare la tenuta del proprio argomentare e delle conseguenze che ne derivano La via diventa appunto methodos metodo e il sapere da questo presen-tato scientifico In questo senso lrsquoelemento originale e caratteristico dellrsquoordine di discorso parmenideo risiede nel fatto che egrave la strutturazione e la caratterizzazione dellrsquooggetto stesso del discorso ndash lrsquoessere - a rendere disponibile gli elementi sui quali istituire appunto lrsquoordine del discorso attraverso ndash in primis ndash la formulazione del sopran-nominato principio di non contraddizione Ma attenzione Se come detto pensiero ed essere coincidono e se lrsquoessere svela i propri caratteri costitutivi attraverso una mediazione di ordine trascendente venendosi a presentare come un dato (nel significato letterale del termine) divino lo stesso principio di non contraddizio-ne verragrave da Parmenide ad essere posto come fondamento della logica come un dato Il principio di non contraddizione appare dotato di una necessitagrave intrinseca autoevidente che determina come propria conseguenza operativa lrsquoesclusione dalla pratica discorsiva di quelle enunciazioni e di quei concetti che risultano incompatibili con le premesse detto altrimenti ogni discorso non puograve accogliere in seacute elementi che lo rendano contraddittorio Ma questo atto di esclusione che in questa veste appare come momento secondario e consequenziale instaurato cioegrave in una temporalitagrave successiva dallrsquooriginario principio logico di non contraddizione egrave anteriore rispetto a questrsquoultimo Ersquo una pratica discorsiva che procede alla costituzione del suo statuto sulla scorta della rimozione della differenza e della discontinuitagrave ndash come Mircea Eliade ha fatto emergere per lrsquoontologia primitiva ndash e che attraverso la suddetta sanzione divina assume una forma istituzionale e assolutizzata attorno ad un nucleo forte la dottrina dellrsquoessere e il conseguente principio di non contraddizione la cui necessitagrave appare ndash pertanto ndash come carattere instaurato derivato e non piugrave originario Non egrave la necessitagrave implicita nel principio di non contraddizione a rimuovere la differenza ma egrave la precedente eliminazione dellrsquoalteritagrave della molteplicitagrave e quindi della diversitagrave contraddittoria a de-terminare lrsquoidentitagrave della necessitagrave ossia il non poter essere diverso da ciograve che si egrave Si ripropone quella visione della stabilitagrave e della permanenza che ritiene vero dotato di senso e reale sola-mente ciograve che non si trasforma non diviene Il principio di non contraddizione e quello di identitagrave (scaturen-

anche ora mi condussero via dopo che le dee mi ebbero guidato sulla via molto famosa che per ogni cittagrave porta lrsquouomo che possiede il sapere lagrave venni condotto lagrave mi portarono le molto avvedute cavalle [5] tirando il carro e le fanciulle additavano il cammino Lrsquoasse infuocato nei mozzi mandava un suono stridente (poicheacute drsquoambo i lati era tratto da due ben curvati cerchi) ogni qual volta le figlie del Sole abbandonate le case della Notte affrettavano il corso a guidarmi verso la luce liberando il capo dai veli [10] Ivi egrave la porta che mette ai sentieri della Notte e del Giorno e ai due estremi la chiudono lrsquoarchitrave e la soglia di pietra e la riempiono in alto nellrsquoetere grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce tiene le chiavi dallrsquoalterno uso Ad essa allora le fanciulle rivolsero dolci parole [15] ed abili la convinsero a toglier per loro in un baleno la sbarra che chiude la porta e questa si spalancograve aprendo lrsquoimmenso vano dei battenti e facendo girare lrsquoun dopo lrsquoaltro nei loro incavi i cardini gravi di bronzo fissati con perni e chiodi e lagrave prontamente attraverso la porta [20] le fanciulle guidarono carro e cavalli lungo la strada E benigna la dea mrsquoaccolse e mi prese la destra e cosigrave parlograve dicendomi queste parole laquo O giovane condotto da guide immortali che vieni alla nostra casa portato dalle cavalle [25] sii il benvenuto Poicheacute non fu un avverso destino a mandarti per questa via (che egrave invero lontana dallrsquoorma dellrsquouomo) ma la legge divina e la giustizia Ma ora devi imparare ogni cosa e il cuore che non trema della ben rotonda Veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non egrave vera certezza [30] Ma tuttavia anche questo imparerai come lrsquoapparenza debba configurarsi percheacute possa veramente apparir verosimile penetrando il tutto in tutti i sensi raquo [DK 28 B 1] 41 Verso 26

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te come visto dalla necessitagrave della rimozione della diversitagrave messo in opera dal primo postulato) implicano lrsquoesistenza di un unico mondo possibile quello ndash per lrsquoappunto ndash dellrsquoessere parmenideo del puro ora che attraverso la sua sanzione divina egrave dato come eterno laquo(hellip) neacute una volta era neacute saragrave percheacute egrave ora insieme tutto quanto uno continuo (hellip) (28 B 8 DK)42raquo Lrsquoessere riassume in seacute passato presente e futuro egrave allora uno continuo il sempre presente laquo(hellip) percheacute tutto intero e eguale (28 B 8 DK)43raquo Lrsquoessere egrave il permanere identico nellrsquoidentico egrave quindi immobile saldo in un unico luogo poicheacute presente assoluto e indivisibile La realtagrave tende cosigrave a perdere i caratteri di temporalitagrave che le sono propri per essere rimandata a una dimensione eminentemente spaziale lrsquoessere come intero (oulon) che include ndash ingloban-dolo - il molteplice e tutela la realtagrave dal divenire Lrsquoessere nel suo articolarsi viene e connotarsi di conse-guenza come il luogo extratemporale ove gli enti sono tolti (astratti) dal loro accadere e privati della loro li-bertagrave nel momento in cui sono ricondotti a questa dimensione trascendente governata da necessitagrave Il principio di non contraddizione veicola pertanto questa concettualizzazione della temporalitagrave che diverragrave costitutiva di quegli ordini discorsivi che si muoveranno nellrsquoorizzonte logico reso disponibile da questo Il principio di non contraddizione configura inoltre un logos che a partire dal punto di vista istituito (ale-theia) come intellezione della veritagrave dellrsquoessere mediante un suo disvelamento mediato dalla divinitagrave mostra una capacitagrave ricostruttiva di tutta la realtagrave (imperialismo del logos) la veritagrave egrave una ed egrave quella affermata dal logos e non puograve essere altrimenti essendo necessaria laquolegge divina (themis) e giustizia (dike) (28 B 1 DK)44raquo Il pensiero non puograve che ri-affermare con un andamento circolare e autoreferente questa necessitagrave che le egrave propria e ribadire ndash quindi ndash lrsquounicitagrave dellrsquoessere del reale rimuovendo la diversitagrave la differenza la molteplicitagrave e la discontinuitagrave il tempo come divenire mutamento Ci troviamo di fronte allrsquoemergenza di un pensiero astratto ovvero di un pensiero che procede alla ricostru-zione della molteplicitagrave del reale mediante un processo di entificazione di oggetti extratemporali universali e necessari La veritagrave egrave attinente solamente allrsquoessere dellrsquoente cosigrave costituito

Eraclito parmenide

1) La ricerca di un rapporto tra EraclitoParmenide si fonda su un presupposto Il presupposto non egrave teore-

tico ma alla sua radice assiologico si assume cioegrave il giudizio di valore che un metodo di storiografia fi-losofica sia tanto piugrave buono quanto piugrave riesca a riconoscere e intendere la veritagrave delle diverse e anche opposte filosofie che fa oggetto di trattazione Poicheacute le filosofie sono molte e lrsquooggetto di cui parlano egrave uno solo riconoscere la peculiare veritagrave di ogni filosofia equivale a intendere ogni filosofia come un momento della veritagrave complessiva dellrsquooggetto fon-damento unico di ogni sapere che lo riguarda Il che significa che questrsquooggetto devrsquoessere abbastanza complesso e multiforme per fondare come momenti della veritagrave sua tesi decisamente contrastanti co-me in apparenza - o meglio in prima istanza - si presentano per esempio le filosofie di Eraclito e di Par-menide Siccome poi complessitagrave e multiformitagrave non significa accumulo sincretico ma coerente struttura logico-ontologica ecco che si impone di per seacute la questione della dialettica come interno principio costitutivo di una tale struttura dellrsquooggetto filosofico E poicheacute qui lrsquoassunto metodologico rischia di confondersi con lrsquooggetto che egrave destinato a trattare egrave op-portuno senzrsquoaltro rivolgersi a tale oggetto lasciando che il metodo si mostri da seacute

2) egrave opportuno muovere dalla formulazione ldquomanualisticardquo tradizionale della tesi storiografica che qui si vuole assumere Leggiamo dunque sulla Storia della filosofia del De Ruggiero45 (la sottolineatura egrave nostra) ldquoDella complessa concezione eraclitea lrsquoantichitagrave classica ha apprezzato lrsquoaspetto piugrave apparente quello della varietagrave e della mutevolezza delle cose e ne ha fatto perciograve un termine di contrasto con la filosofia eleatica dovrsquoegrave accentuato lrsquoaspetto dellrsquounitagrave e dellrsquoimmobilitagrave e il divenire egrave degradato a mera apparen-za ingannatrice In realtagrave come vedremo il contrasto sussiste ma egrave piugrave profondo esso sta fra le due logiche tra la dialettica degli opposti che fonda lrsquoidea dello sviluppo e la logica dellrsquoidentitagrave che chiude lrsquouniverso entro forme stabili e immote Questo piugrave profondo significato non poteva fin dal principio esse-re inteso percheacute la consapevolezza dei princigravepi formali delle due logiche era ancora scarsa nei fondatori

42 Versi 5-6 43 Verso 22 44 Verso 28 45 GDe Ruggiero Storia della Filosofia Laterza Bari 1967 10 voll

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dei due indirizzi che immediatamente traducevano o per cosigrave dire versavano lrsquoidentitagrave e lrsquoopposizione nelle cose naturali Solo nellrsquoetagrave socratica quando lrsquoanalisi concettuale saragrave divenuta lrsquooggetto proprio della filosofia alcuni elementi di quel contrasto affioreranno alla lucerdquo 46 Bisogna dunque prima di tutto vedere in che consista il contrasto fra queste ldquodue logicherdquo

3) La logica dellrsquoidentitagrave - per eccellenza quella aristotelica - afferma comrsquoegrave noto che (semplificando e formalizzando)47 Non egrave possibile che sia insieme ldquoA egrave Brdquo e ldquoA non egrave Brdquo Se ne inferisce immediatamente lrsquoidentitagrave dellrsquoente con se stesso e la sua differenza da ciograve che egrave diffe-rente da lui ldquoA egrave Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo Ma comrsquoegrave altrettanto noto la logica dialettica lungi dal disconoscere queste relazioni le considera piut-tosto un punto di arrivo che il dato evidente originario Si consideri infatti Nella relazione ldquoA egrave Ardquo che in quanto tautologica si direbbe la stessa evidenza originaria vi egrave nondimeno una struttura relazio-nale implicita che ne fa la dimenticata (hegelianamente si dovrebbe dire ldquotoltardquo) complessitagrave ontologica Tale struttura si fa evidente considerando nellrsquoordine che ( I ) Nella relazione ldquoA egrave Ardquo il primo A egrave differente dal secondo A Lrsquoidentitagrave esprime infatti lrsquoimporsi fenomenologico di una stessa determinazione che confrontata con se stessa rivela la sua identitagrave con seacute Ma appunto il confronto e-sige una duplicitagrave di termini quella corrispondente alla geminazione predicativa ( II ) Se ne conclude che lrsquoente A per poter porre lrsquoidentitagrave con seacute deve prima di tutto istituire una differenza tra seacute e seacute e poi negarla (cioegrave ldquotoglierlardquo) ldquoArdquo (forma ancora arelazionale dunque asintattica) ldquoA egrave Ardquo (ma il primo egrave differente dal secondo dunque ) ldquoA egrave non-Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo (cioegrave i termini sono bensigrave due ma non sono diversi dunque ) ldquoA egrave Ardquo ( III ) Questo ldquoandar fuori di seacuterdquo dellrsquoente per poi tornare in seacute negando la negazione che ne fa alcuncheacute di differente da se stesso egrave comrsquoegrave noto il ritmo stesso della logica dialettica Tale ritmo depone la sua parvenza artefatta e mostra la sua vivente veritagrave quando lo si consideri come lrsquointerno processo di un Assoluto che secondo il celebre passaggio della Fenomenologia hegeliana non venga piugrave concepito semplicemente come sostanza ma ldquoaltrettanto decisamente come soggettordquo cioegrave come lrsquooriginaria ldquoimmane potenza del negativordquo48 ( IV ) Dunque la complessitagrave ontologica della relazione ldquoA egrave Ardquo sta nel fatto che essa cela in seacute il suo contrario ldquoA egrave non-Ardquo e puograve stabilirsi per ciograve che egrave nella sua intuitiva apparente semplicitagrave solo negando quel contrario ldquoA non egrave non-Ardquo Questrsquoultima egrave la forma concreta dellrsquoidentitagrave ldquoA egrave Ardquo Mentre la logica dellrsquoidentitagrave assicura la coerenza del pensato ma congela in questa coerenza ogni pos-sibilitagrave di sviluppo dellrsquoente - non per caso il divenire resta millenariamente impensabile allrsquointerno della logica dellrsquoidentitagrave - la logica dialettica opera allrsquointerno di questa coerenza e mostra lo sviluppo reale

46 GDe Ruggiero opcitvolI La filosofia greca tomo I p127

47 Aristotele Metaphysica IV 1005 b 19 segg in Opere Laterza Roma-Bari 1973 volIII p94 traddi ARusso ldquoErsquo impossibile che il medesimo attributo nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazionerdquo ldquoErsquo impos-sibile infatti supporre che la medesima cosa sia e non sia come certuni credono che invece ritenga Eraclitordquo 48 GWFHegel Fenomenologia dello Spirito traddi EDe Negri La Nuova Italia Firenze 1979 volI pp13 e 26

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dellrsquoente implicante quel negativo o quella contraddizione intrinseca allrsquoattivitagrave del pensante (il soggetto egrave e non egrave lrsquooggetto dunque lrsquooggetto egrave e non egrave se stesso) che resta infine tolta nella raggiunta identitagrave (Ersquo un fatto almeno strano che realisti e materialisti assertori di un essere extra-mentale tendano a col-locarsi come i piugrave tenaci oppositori dellrsquoidealismo nella cui logica dialettica non si fa appunto che dar conto di questo essere extra-mentale o reale il cui sviluppo appunto reale avviene al di sotto del livello mentale dellrsquoidentitagrave e come sua implicita condizione la contraddizione tolta al livello mentale della lo-gica dellrsquoidentitagrave egrave appunto la legge dello sviluppo reale nel quale lrsquoente va fuori di seacute e costituisce nella sua contraddizione di esser-se-stesso e non-esser-se-stesso appunto la materia dellrsquoidentitagrave logica)

4) Di fronte a Eraclito e a Parmenide sta quindi una configurazione oggettiva di nessi da cui si possono iso-lare per astrazione due opposte esigenze a) La prima egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-identico-a-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta

nellrsquoesser-tornato-in-seacute o nellrsquoaver tolto la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente spirituale o pensato

b) La seconda egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-differente-da-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta nellrsquoesser-fuori-di-seacute o del mostrare la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente natu-rale o reale

Il secondo egrave dato immediatamente anzi egrave lo stesso darsi immediato dellrsquoessere o apparire dellrsquoessere a se stesso come oggetto quale imposizione fenomenologica veicolata dalla sensibilitagrave tipicamente il di-venire eracliteo Il primo egrave dato mediatamente anzi egrave la stessa mediazione originaria o apparire dellrsquoessere a se stesso come soggetto sebbene nellrsquoalienazione oggettivante che ne fa un ente compatto e indivisibile per il to-gliere della differenza cioegrave in-dividuo tipicamente lrsquoessere parmenideo Il supposto conflitto tra la visione eraclitea e quella parmenidea avente il suo centro elementare nellrsquoopposizione sensi ragione di cui costituisce in qualche modo la radice si riduce dunque in unrsquoosservazione dialettica a tutto campo al fronteggiarsi di due opposte astrazioni che solo nella loro unitagrave concreta hanno la loro veritagrave Ersquo chiaro che lrsquoessere di Parmenide egrave lrsquoessere del divenire che da es-so deve tuttavia far astrazione per necessitagrave di coerenza logica data lrsquoattuale mancanza di unrsquoontologia del negativo (salvo il ricacciarlo nella problematica doxa che tante perplessitagrave ermeneutiche ha solleva-to e che si potrebbe a questo punto comodamente definire come la dimensione del tolto Si potrebbe vedere come Parmenide accanto alla veritagrave necessaria sia in qualche modo costretto ad ammettere la liceitagrave di una doxa per quanto pregiudicata da vizio di irrealtagrave49) Cosigrave egrave chiaro che il divenire di Eraclito egrave un divenire essente o identico a se stesso come lo vuole Parmenide che tuttavia da tale essenza de-ve almeno in prima istanza far astrazione per necessitagrave di apertura fenomenologica (salvo il riconoscer-lo come logos E qui si deve svolgere una considerazione piugrave approfondita)

5) Si egrave detto prima che a) il divenire eracliteo deve almeno in prima istanza far astrazione dallrsquoidentitagrave con seacute che ne farebbe

un piugrave complesso equivalente dellrsquoente parmenideo Questa prima istanza egrave attestata dai celebri ldquoframmenti del fiumerdquo50 dove lrsquoimmediatezza del divenire egrave tutta tradotta nellrsquoesperienza spazio-temporale della sensibilitagrave

b) In Eraclito crsquoegrave perograve una seconda e superiore istanza in cui ancora in termini dialettici il divenire si presenta riflesso in se stesso o pensato e come tale identico con seacute i frammenti qui sono numero-sissimi ma basti ricordare la definizione del divenire come legge di guerra o logos51 e lrsquoaffermazione che ascoltando non Eraclito ma lo stesso logos ldquoegrave saggio convenire che tutto egrave unordquo52 Questo pas-saggio che Eraclito compie con un possente colpo drsquoala (fattualmente dialettico da lui intuito come lo schiudersi di una superiore veritagrave metafisica) egrave il vero motivo del suo giustificato orgoglio e della sua reiterata polemica contro la vana erudizione53 e contro gli uomini ciechi e sordi54 per di piugrave ostili a quanto non capiscono55

49 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 1 vv31-32 ldquoMa tuttavia anche questo apprenderai come le apparenze bisognava giudicasse che fossero chi in tutti i sensi tutto indaghirdquo 50 22 B 12 ldquoAcque sempre diverse scorrono per coloro che srsquoimmergono negli stessi fiumirdquo B 49a ldquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamordquo B 91 ldquoNello stesso fiume egrave impossibile scendere due volterdquo (traddi GGiannantoni) 51 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 52 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 53 22 B 40 ldquoSapere molte cose non insegna ad avere intelligenzardquo

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Si tratta cioegrave di mostrare lrsquoessere immutabile del divenire che Eraclito chiama volta a volta polemos o legge di guerra56 logos57 ldquounordquo58 ldquofuocordquo59 ldquodiordquo60

c) La doxa parmenidea e questa seconda istanza eraclitea sebbene dialetticamente simmetrici hanno quindi un ben diverso valore i) La simmetria sta in ciograve che entrambi rappresentano lrsquoopposto astratto da cui si fa inizialmente

astrazione ii) Ma mentre la doxa parmenidea resta per cosigrave dire in margine come un residuo che non si puograve

neacute accettare neacute annullare il logos eracliteo campeggia a tutto tondo ed esprime sebbene in as-senza di una coerente ontologia il contenuto concreto dellrsquoente parmenideo quel che almeno virtualmente ne contiene lo sviluppo in quella millenaria fatica che si inizia diciamo col Sofista di Platone In un quadro dialettico dunque la filosofia di Eraclito egrave virtualmente piugrave concreta di quella di Parmenide - anche se questa concretezza non puograve affatto rivendicarsi come tale prima che il ldquoparricidiordquo platonico ai danni e in onore di Parmenide non venga consumato61

6) Il tutto si puograve schematizzare cosigrave a) Ersquo necessario riconoscere che tutto diviene b) Ersquo necessario riconoscere che il non essere egrave impensabile e che pertanto il divenire che implica il

passaggio dallrsquoessere al non essere e viceversa egrave razionalmente inammissibile c) Quando tuttavia si sia ammesso il divenire dando credito piuttosto ai sensi che alla ragione egrave lo

stesso divenire ad esigere come sua condizione di possibilitagrave quellrsquoindiveniente che la ragione esige d) Quando viceversa si sia ammessa lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere dando credito piuttosto alla ragione che

ai sensi il divenire attestato dai sensi resta a portare la contraddizione nella stessa ragione costrin-gendola a distinguere lrsquoessere dallrsquoapparire mentre poi (contraddizione su cui non mancheragrave di gio-care la Sofistica) lo stesso apparire egrave

7) le due filosofie nonostante lrsquoirrisolto problema di coerenza ontologica convergono su unrsquounica veritagrave - la veritagrave di un oggetto che egrave immutabile nel suo mutare uno nella sua molteplicitagrave eterno nella sua tem-poralitagrave Su questrsquooggetto per di piugrave vi egrave in Eraclito e in Parmenide unrsquoattestabile convergenza circa il modo di conoscenza che egrave la ragione a) La dichiarazione egrave del tutto esplicita in Parmenide62 in cui lrsquoopposizione alla sensibilitagrave egrave ovvia percheacute

intrinsecamente coerente con la veritagrave che intende rendere evidente b) Ma non egrave meno decisa in Eraclito che pur accoglie primariamente unrsquoevidenza fenomenologica atte-

stata proprio dai sensi Infatti i sensi sono dichiarati ldquocattivi testimoni per gli uomini che hanno ani-me barbarerdquo63 mentre solo seguendo ldquociograve che egrave comunerdquo64 - comune alle cose il logos oggettivo

54 B 17 ldquoLa maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse srsquoimbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembrardquo B 34 ldquoAssomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono di loro testimonia il prover-bio lsquoPresenti essi sono assentirsquordquo 55 B 97 ldquoI cani infatti abbaiano a coloro che non conosconordquo 56 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 57 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 58 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 59 B 30 ldquoQuestrsquoordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquo 60 B 67 ldquoIl dio egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame e muta come lt il fuocogt quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaroma di ognuno di essirdquo 61 Platone Sophista 241 d in Opere Laterza Roma-Bari 1974 volI p401 traddi AZadro ldquoSTRDI ELEA Allora di questo io ti voglio pregare ancora con maggiore insistenza TEET Di che cosa STRDI ELEA Non credere che io divenga quasi un parricida TEET E per-cheacute mai STRDI ELEA Percheacute per difenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso del nostro padre Parmenide e dovremo sostenere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egraverdquo 62 HDiels-WKranz B 8 vv1-4 ldquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti co-stringa lungo questa via a usar lrsquoocchio che non vede e lrsquoudito che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongordquo 63 22 B 107 ldquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbarerdquo

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dellrsquoarmonia dei contrari comune agli uomini appunto la ragione che porta gli uomini fuori dalla ldquopropria e particolare saggezzardquo di chi si chiude in se stesso come se stesse dormendo65 - egrave possibile pervenire allrsquounica e comune veritagrave di ldquocoloro che sono destirdquo66

c) Questo appello alla ragione di entrambi i pensatori non egrave senza significato poicheacute solo in prima i-stanza i sensi attestano il divenire e la ragione lrsquoessere in seconda e ultima istanza come si egrave mo-strato lo stesso divenire non sarebbe tale senza quella riflessione concettuale in se stesso che ne fa ldquoleggerdquo logos ldquofuocordquo eccetera La convergenza poi egrave ampiamente documentabile su un piano piugrave generale non solo alla veritagrave si giunge con la ragione superando il dato immediato dei sensi - come si egrave appena mostrato nei due pensatori - ma tale veritagrave egrave fuori del cammino degli uomini che non la comprendono e si pone per-tanto come veritagrave divina Si veda per questo in Parmenide lrsquointero prologo del poema67 e in Eraclito da un lato i numerosissimi frammenti sullrsquoignoranza degli uomini che non intendono il logos dallrsquoaltro il frammento sullrsquoenigmatica rivelazione di Apollo delfico68

GORGIA

Sofista Egrave la netta antitesi a Parmenide scrive Sul non essere o sulla natura Lopera volendo dimostrare lautocontraddittorietagrave del concetto di essere e la non coincidenza dei piani realtagrave-pensiero-linguaggio ruota fondamentalmente attorno al problema del conoscere del pensare e del dire lessere 1) Nichilismo

Fr 82 B 3 DK (Sesto Empirico Contro i matematici VII 65-87) 1 Gorgia da Leontini fu anche lui del gruppo di coloro che escludono una norma assoluta di giudizio non perograve per le stesse obbiezioni che muoveva Protagora e la sua scuola Infatti nel suo libro intitolato Del Non essere o Della natura egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro 1) nulla esiste 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibile allrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile e inspiegabile agli altri a) Non esiste lrsquoessere la prova egrave che i filosofi si contraddicono Che nulla esiste egrave dimostrabile dal fatto

che se esistesse qualcosa sarebbe o lessere o il non-essere oppure entrambi Escludendo il non-essere che non egrave si passa allessere Esso sarebbe infinito o generato Se fosse infinito allora non egrave in alcun luogo preciso e quindi non esiste Se fosse generato allora lo sarebbe dal non-essere (e non potrebbe) o dallessere Ma lessere lo egrave giagrave e non puograve generare Quindi nulla egrave

b) se esiste non egrave conoscibile non esiste coincidenza essere pensiero ci sono pensati che non esistono c) se fosse conoscibile non sarebbe dicibile non egrave possibile comunicare tramite il linguaggio ciograve che egrave

Il linguaggio non ha nulla a che fare con la veritagrave non egrave possibile dire ad altri come realmente stan-no le cose

2) Non esiste neacute veritagrave neacute opinione Le tre tesi di Gorgia stanno dunque a significare che quella realtagrave di cui parlano i filosofi precedenti sia come realtagrave naturale fuori delluomo sia come discorso scientifico sulla materia egrave in effetti un nulla per luomo cioegrave non lo riguarda affatto Percheacute luomo egrave a contatto direttamente solo con i suoi pensieri e le sue sensazioni e non con le cose stesse In altre parole se cegrave una conoscenza questa riguarda solo e sempre quei fatti concreti individuali relativi che sono le sensa-zioni e i discorsi che su di esse costruiamo volta a volta e in maniera sempre diversa Ecco allora che occorreragrave indagare il singolo fatto la singola esperienza e non piuacute fatti o leggi generali e universali se non vogliamo rischiare di fare discorsi a vuoto Il nostro orizzonte si restringeragrave ma acquisteragrave in com-penso in concretezza ed in vivacitagrave percheacute metteragrave veramente a nudo le ragioni piuacute vere di un fatto di un avvenimento e solo cosiacute ne coglieragrave la veritagrave

64 B 2 ldquoBisogna dunque seguire ciograve che egrave comune Ma pur essendo questo logos comune la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezzardquo 65 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 66 B 89 ldquoUnico e comune egrave il mondo per coloro che son destirdquo 67 29 Ivi 28 B 1 vv1-30 68 B 93 ldquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma indicardquo

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3) Significato e possibilitagrave della parola in Gorgia la veritagrave non esiste quindi il linguaggio egrave totalmente distaccato dalla veritagrave esso non consiste nellenunciazione di conoscenze bensigrave nella persuasione (nel-lencomio di Elena Gorgia prende le difese di Elena colei per la quale aveva avuto inizio la guerra di Troia il discorso egrave in realtagrave un puro sfoggio di virtuositagrave oratorie Gorgia con larte persuasoria dimostra le cose piugrave assurde) a) La parola egrave una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le ope-

re piugrave divine b) La mutevolezza dei discorsi egrave richiesta dalla necessitagrave di adattarsi alle circostanze le quali in senso

lato comprendono le disposizioni drsquoanimo cosigrave dellrsquooratore come dellrsquouditore il momento il luogo la persona a cui si parla o di cui si parla etc Bisogna conoscere le diverse regole del discorso per non urtare contro le regole dellrsquoopportunitagrave variare convenientemente lrsquoeloquio scegliere ciascuna forma in consonanza con ciascun caso

La parola non piugrave legata allrsquoessere puograve essere lsquomanipolatarsquo la retorica finalizzata alla persuasione Qui sta anche la giustificazione della poesia in Gorgia

PLATONE

La fondazione della metafisica

1) Sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro Socrate Platone compie un grandioso tentativo di co-

gliere lessenza delle realtagrave di dare alla conoscenza un ancoraggio oggettivo fondato sulle capacitagrave del-lintelletto umano superando il relativismo e il soggettivismo dei sofisti e il mondo sensibile cui questi erano rimasti ancorati I problemi che Platone di trova ad affrontare (visti i suoi interessi politici e la ne-cessitagrave di trovare i fondamenti di una vera politica che ci metta in condizione di non tornare ad uccidere Socrate) sono a) Cercare qualcosa che permetta di poter giudicare in modo sicuro dei dati sensibili senza essere in ba-

lia di essi b) necessitagrave di un discorso unitario per le scienze singole e poi per la politica quindi trovare un princi-

pio primo per tutte le scienze in modo che ognuna sappia quale sia il suo bene e quello generale In questo senso la filosofia egrave politica

c) necessitagrave dopo la morte di Socrate di fondare i valori che restino tali nelle diverse situazioni e di e-vitare il pericolo che il valore venga a coincidere con lrsquoutile del piugrave forte

2) la scoperta della metafisica Egrave il modo in cui Platone imposta e risolve il problema metafisico con la

scoperta della trascendenza che si egrave imposta in maniera paradigmatica come determinante nello svi-luppo del pensiero occidentale Lo stesso Aristotele accetteragrave questa impostazione del problema e il nu-cleo centrale della sua problematica dellrsquoldquoessere in quanto essererdquo consiste proprio nella domanda se lrsquoessere si risolve in quello sensibile o se invece si deve ammettere unrsquoaltra forma di essere al di sopra di quello sensibile a) Platone e i fisici limite della loro riflessione

i) I problemi di fondo della filosofia posti fin dal suo nascere sono i seguenti percheacute le cose ldquosi generanordquo percheacute ldquosi corromponordquo percheacute ldquosonordquo Le soluzioni di questi problemi proposte dai filosofi che hanno sviluppato lrsquoldquoindagine sulla naturardquo ossia dai filosofi naturalisti sono state tut-te quante di carattere ldquofisicordquo ossia sono state formulate tutte quante sulla base di elementi e di forze fisiche (acqua aria fuoco caldo freddo e simili) Ma nel fare questo hanno reso evidente e addirittura macroscopica lrsquoinconsistenza e le contraddizioni di questo modo di pensare e quin-di la sua incapacitagrave di spiegare le cose in modo conveniente

ii) Uno spiraglio per la soluzione del problema avrebbe potuto offrirlo Anassagora con la sua teoria che indica nellrsquoIntelligenza la causa di tutto ma lrsquoottica secondo cui egli trattava il problema che era quella stessa dei Naturalisti ha reso vana la sua intuizione in quanto ha continuato poi a far riferimento agli elementi e alle forze fisiche lasciando lrsquoIntelligenza inoperante Anassagora a-vrebbe dovuto spiegare il criterio secondo cui lrsquoIntelligenza opera ossia come i vari fenomeni per essere debbano essere strutturati in funzione del ldquomegliordquo e quindi in funzione di una pre-cisa conoscenza del meglio e del peggio ossia del ldquoBenerdquo e del ldquoMalerdquo La confusione in cui egrave caduto Anassagora corrisponde a quella in cui cadrebbe colui che sostenesse la tesi secondo cui Socrate fa tutto ciograve che fa con lrsquoIntelligenza ma poi di fatto credesse di poter spiegare la ragio-ne per cui egrave andato in carcere e vi egrave rimasto chiamando in causa i suoi organi di locomozione

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(gambe ossa nervi) e non indicando quella che egrave invece la ldquovera causardquo ossia la scelta del giu-sto e del meglio fatta appunto dalla sua Intelligenza Evidentemente senza le gambe Socrate non sarebbe potuto andare in carcere ma esse non sono se non gli strumenti di cui si egrave avvalso per mettere in atto la vera causa ossia la sua scelta del meglio Dunque ciograve che lega insieme le cose non sono certamente gli elementi fisici ma qualcosrsquoaltro ossia il Bene in funzione del quale lrsquoIntelligenza opera

iii) Le cause fisiche che pure sono reali non sono perograve le cause ultime ma sono delle con cause cause che sono strumento di altre cause che sono le vere cause

b) Seconda navigazione69 perchegrave ci deve essere il soprasensibile Non possiamo fermarci alla prima navigazione percheacute ci porta fuori rotta in quanto troppo legata ai sensi che ci accecano Quindi egrave ne-cessario spostare la nostra attenzione e fondarsi sul logos

69 Platone Fedone 99 A-102 A SOCRATE Se uno dicesse che io senza le mie ossa i miei nervi e tutte le altre parti del mio corpo non sarei in grado di fare quello che intendo fare direbbe bene ma se dicesse che io faccio le cose che faccio proprio a causa di quelle parti del corpo e che facendo le cose che faccio io agisco si con la mia intelligenza ma non in virtu della scelta del meglio allora costui ragionerebbe con grandissima legge-rezza Questo vuol dire non essere capace di distinguere tra la vera causa e il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere causa E mi sembra che i piu andando a tastoni come nelle tenebre e usando un nome che non gli conviene chiamano in questo modo il mez-zo come se fosse la causa stessa Ed e questo il motivo per cui qualcuno ( Empedocle) ponendo intorno alla terra un vortice suppone che la terra resti ferma per effet-to del movimento del cielo mentre altri ( Anassimene Anassagora Democrito) la pongono sotto laria come sostegno come se la ter-ra fosse una madia piatta Ma costoro non cercano quella forza per la quale terra aria e cielo hanno attualmente la migliore posizione che potessero avere ne credono che abbia una potenza divina sono convinti di aver trovato un Atlante piu potente piu immortale e piu capace di tenere luniverso e non credono affatto che il bene e il conveniente siano cio che veramente lega e tiene insieme tutto cio Io per poter apprendere quale sia questa causa mi sarei fatto col piu grande piacere discepolo di chiunque ma poiche la ignoravo e non mi fu possibile scoprirla da me ne apprenderla da altri ebbene vuoi che ti esponga Cebete la seconda navigazione ( deuteros plous) che intrapresi per andare alla ricerca di questa causa CEBETE Altro che se voglio SOCRATE In seguito a questo poiche ero stanco di indagare le cose sensibili mi parve di dover star bene attento che non mi capitasse quello che capita a coloro che osservano e studiano il sole quando ce leclissi perche alcuni si rovinano gli occhi se non guardano la sua immagi-ne rispecchiata nellacqua o in qualche altra cosa del genere A questo pensai ed ebbi paura che anche lanima mia si accecasse completamente guardando le cose con gli occhi e cercando di co-glierle con ciascuno degli altri sensi Percio ritenni di dovermi rifugiare nel postulare certi discorsi e di considerare in questi la verita delle cose esistenti Forse il paragone che ora ti ho fatto in un certo senso non calza giacche io non ammetto di certo che chi considera le cose alla luce di questi postulati le consideri in immagini piu di chi le considera nella realta Comunque io mi sono avviato in questa direzione e di volta in volta prendendo per base quel postulato che mi sembra piu solido giudico vero cio che concorda con esso sia rispetto alle cause sia rispetto alle altre cose e cio che non concorda lo giudico non vero () Mi accingo a mostrarti quale sia quella forma di causa su cui mi sono a fondo impegnato e percio torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si e parlato e da esse incomincio partendo dal postulato che esista un bello in se e per se un buono in se e per se un grande in se e per se e cosi via Ora se tu mi concedi e convieni che esistano veramente queste realta spero partendo da queste di mostrarti quale sia quella causa e di scoprire perche lanima e immortale CEBETE Ritieni pure che io te lo conceda e cerca di concludere presto SOCRATE Allora guarda se le conseguenze che da questi postulati derivano ti sembrano essere le stesse che sembrano a me A me sembra che se ce qualcosaltro che sia bello oltre al bello in se esso sia bello esclusivamente perche partecipa del bello in se E cosi dico di tutte le altre cose Sei daccordo su questa causa CEBETE Sono daccordo SOCRATE Allora io non comprendo piu e non posso piu conoscere le altre cause quelle di cui parlano i sapienti E se qualcuno mi dice che una cosa e bella per il suo colore vivo o per la figura fisica o per altre ragioni del tipo di queste io tutte queste cose le saluto e le mando a spasso perche con esse mi confondo e solo questo tengo per me semplicemente rozzamente e forse ingenuamente nessunaltra ra-gione fa essere quella cosa bella se non la presenza o la comunanza di quel bello in se o quale altro sia il modo in cui ha luogo questo rapporto Su tale rapporto io non voglio ora insistere ma insisto semplicemente nellaffermare che tutte le cose belle sono belle per il bello Questa mi pare che sia la risposta piu sicura da dare a me e agli altri e aggrappandomi a essa penso di non poter mai cadere e che sia sicuro per me e per chiunque altro rispondere che le cose belle sono belle per il bello Non pare anche a te CEBETE Mi pare SOCRATE () Se poi qualcuno volesse appigliarsi al postulato medesimo lo lasceresti parlare e non gli risponderesti fino a che tu non avessi con-siderato tutte le conseguenze che da esso derivano per vedere se esse concordano o non concordano fra loro

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i) I due esempi di Platone (1) una cosa bella Lrsquoesempio della bellezza egrave molto chiaro la bellezza del quadro che il pittore

dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere non sono in alcun modo riducibili al colore alla tela al marmo neacute ad alcun altro dei materiali di cui gli artisti fanno uso Questi elementi non sono le cause della bellezza ma solo ldquocon-causerdquo os-sia i mezzi di cui si avvalgono per la realizzazione della Bellezza-in-seacute-e-per-seacute

(2) Socrate in carcere ii) Naturalmente ciograve che vale per la bellezza dice il nostro filosofo vale anche laquoper tutte quante le

coseraquo a cominciare dalle conoscenze matematiche e da quelle concernenti tutte le realtagrave in tutti i loro aspetti Ci deve essere una lsquoformarsquo idea che non si esaurisce nelle singole realtagrave (nessun oggetto esaurisce lrsquoidea) (1) Un aspetto molto importante dellidea egrave quello epistemologico quello logico Lidea egrave lUno

che dagrave ai fenomeni la loro unitagrave Con la partecipazione allunitagrave dellidea i molteplici oggetti percepibili diventano quello che essi sono

(2) Lidea egrave perograve al tempo stesso modello perfetto di quello che rappresenta e grazie alla sua perfezione ed immutabilitagrave si differenzia dalle cose sensibili che partecipano ad essa Nel campo etico le idee sono immediatamente anche norme Lrsquoidea rappresenta il metro di valu-tazione di giudizio quindi rappresenta il dover essere della realtagrave

(3) Egrave norma della realtagrave e in questo senso egrave la vera realtagrave una realtagrave superiore al mondo dellrsquoesperienza sensibile Egrave una realtagrave non sensibile (proprio percheacute niente del sensibile la esaurisce) egrave una realtagrave stabile e proprio per questo potragrave essere oggetto di scienza mentre del mondo sensibile dellrsquoesperienza sensibile ci saragrave solo doxa (e qui egrave possibile superare le obiezioni dei sofisti)

(4) Secondo Platone noi constatiamo mediante i sensi lrsquoesistenza di cose ldquougualirdquo ldquomaggiorirdquo e ldquominorirdquo ldquoquadraterdquo e ldquocircolarirdquo e di altre analoghe Ma ad una attenta riflessione noi scopriamo che i dati che lrsquoesperienza ci fornisce non si adeguano mai in maniera perfetta al-le corrispondenti nozioni che tuttavia noi possediamo indiscutibilmente nessuna cosa sensi-bile egrave mai perfettamente e assolutamente uguale a unrsquoaltra o perfettamente quadrata o cir-colare e ciononostante noi abbiamo nozioni e concetti di uguale di quadrato e di circolo ldquoassolutamente perfettirdquo Pertanto fra le conoscenze che noi abbiamo esiste un ldquodislivellordquo le intelligibili contengono un ldquoplusrdquo rispetto a quelle sensibili Donde puograve mai derivare questo ldquoplusrdquo Se non proviene dai sensi allora deve provenire da noi stessi Ma non puograve venire da noi stessi come creazione del soggetto pensante percheacute nemo dat quod non habet il sog-getto pensante non crea ma ldquotrova in seacuterdquo questo plus Lo trova in seacute come qualcosa che a lui si impone assolutamente E poicheacute non lo produce allora non si puograve se non concludere che questo plus lo ricavi da seacute per anamnesi ossia ldquoricordandolordquo come un ldquooriginario pos-sessordquo Anche non pochi moderni matematici e filosofi della matematica darebbero ragione (in buona misura) a Platone Bertrand Russel (in un saggio giovanile del 1901 in Mind) scri-veva laquoLrsquoaritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprigrave gli Indiani dellrsquoOvest e noi non creiamo i numeri non piugrave di quanto egli abbia creato gli India-niraquo

c) Due piani dellrsquoessere egrave il risultato della seconda navigazione ed egrave una distinzione decisiva per tutta la filosofia (solo a partire da adesso si potragrave parlare di materialismo) Due piani dellrsquoessere in cui il vero essere egrave proprio quello soprasensibile intelligibile

3) Iperuranio

a) significato di idealdquoIdeardquo non egrave una traduzione ma la semplice traslitterazione dellrsquooriginario greco La traduzione sarebbe quella di ldquoFormardquo i) Le cose che cogliamo con gli occhi fisici sono forme fisiche le cose che cogliamo invece con

lrsquoocchio dellrsquoanima ossia con lrsquointelligenza sono forme non fisiche ossia intelligibili pure essen-ze Dunque quelle Idee che si raggiungono mediante la laquoseconda navigazioneraquo sono le eterne

E qualora dovessi rendere conto del postulato stesso tu dovresti darne ragione procedendo alla stessa maniera cioe ponendo un ulte-riore postulato quello che ti sembri il migliore fra i piu elevati via via fino a che tu non pervenissi a qualcosa di adeguato E cosi se vuoi scoprire qualcosa degli esseri non farai confusione come la fanno invece coloro che di tutte le cose discutono il pro e il contro e che mettono in discussione insieme il principio e le conseguenze che da esso derivano Di questo essi non dicono nemmeno una parola e non si danno premura perche si compiacciono di mescolare insieme tutte le cose con la loro sapienza Ma tu se sei un filosofo farai credo quello che dico

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Forme o Essenze del bene del bello del giusto e di tutti i valori supremi che lrsquoIntelligenza nei momenti supremi della sua capacitagrave conoscitiva quando si muove nella dimensione dellrsquointelligibile riesce a raggiungere e quindi a ldquovedererdquo a ldquocontemplarerdquo

ii) Le Idee sono realtagrave oggettive assolute che la mente non produce le coglie con il concorso dellrsquoesperienza ma procedendo appunto mediante lrsquoanamnesi oltre lrsquoesperienza

b) nuovo archegrave c) caratteri delle idee

i) intelligibilitagrave coglibili solo mediante lrsquointelligenza Quindi sono incorporee Infatti lrsquointelligibile in quanto non egrave coglibile con i sensi che sono legati al corporeo trascende la dimensione del cor-poreo e in tal senso egrave ldquoincorporeordquo

ii) Immutabilitagrave le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come laquovero essere raquo ossia un essere che non nasce non perisce non cresce neacute diminuisce non muta neacute diviene in alcuna maniera ossia come essere in seacute In effetti il divenire proprio per il suo continuo mutare non spiega se medesimo e pertanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere che mutua dalle Idee

iii) Il carattere della immutabilitagrave viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo che riteneva tutte le cose prive di stabilitagrave in quanto trascinate da un perenne flusso (laquotutto scorreraquo diceva Eraclito)

iv) E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui lrsquouomo egrave misura di tutte le cose e ciascuna delle cose egrave cosigrave come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono laquoin seacute e per seacuteraquo ossia non relative ma hanno carattere di ldquoperseitagraverdquo ossia sono assolute e scrive laquoEgrave evidente che le cose in se stesse hanno una propria essenza stabile non sono in rapporto con noi neacute sono trascinate da noi in su e in giugrave con la nostra immaginazione bensigrave sono per se stesse in rapporto con la loro essenza come sono per naturaraquo

v) In breve lrsquoimmutabilitagrave e lrsquoessere in-seacute-e-per-seacute delle Idee sono caratteri che esprimono la loro oggettivitagrave e assolutezza (1) Un mutamento dellrsquoIdea stessa del Bello ossia il suo diventare non-bella implicherebbe an-

che la distruzione totale di ogni bellezza partecipata e quindi lo scomparire di ogni forma di bellezza Platone con questa teoria ha voluto esprimere questo concetto la vera causa che spiega ciograve che muta non puograve mutare essa stessa altrimenti non sarebbe laquovera causaraquo os-sia non sarebbe la ragione ultimativa

(2) un altro esempio Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti non per questo lrsquoIdea di giustizia verrebbe a mancare verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti Drsquoaltra parte proprio nellrsquoaffermare che tutti gli uomini sono ingiusti noi presupponiamo chiaramente lrsquoIdea di giustizia altrimenti non potremmo assolutamente parlare di ldquoin-giustirdquo

vi) tograve pantelograves on lessere per eccellenza vii) unitagrave Ciascuna Idea egrave una ldquounitagraverdquo e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essa parteci-

pano nella loro molteplicitagrave costituendo una molteplicitagrave unificata Riconduce a unitagrave la moltepli-citagrave egrave proprio lrsquoidea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare la molteplicitagrave sensibile

d) Iperuranio (mito) laquoIperuranioraquo significa ldquoal di sopra del cielordquo Questa metafora indica un luogo che non egrave affatto un luogo in senso fisico ma esprime ciograve che egrave oltre il luogo fisico in dimensione meta-fisica Il cielo egrave termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile) il ldquosopra-cielordquo egrave il sopra-visibile ossia il sopra-sensibile Platone nel descrivere lrsquoIperuranio dice espressamente laquoLrsquoessere che real-mente egrave incolore e privo di figura e non visibile che puograve essere contemplato solo dal pilota dellrsquoanima occupa tale luogoraquo Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non-luogo il soprasensibile il trascendente i) Non crsquoegrave dualismo le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtagrave sensibile e il

sensibile si spiega solo ricorrendo ad esse non puograve spiegarsi da seacute proprio percheacute egrave in se stesso contraddittorio Rapporto tra idee e realtagrave (1) mimesi il sensibile egrave imitazione delle idee (2) partecipazione la realtagrave sensibile partecipa allrsquointelligibile e proprio nella misura in cui vi par-

tecipa diventa essa stessa intelligibile (ogni cosa sensibile partecipa a piugrave idee contempora-neamente)

(3) comunanza tra idee e realtagrave proprio percheacute la realtagrave egrave causata dalle idee (4) presenza (5) paradigma o modello le idee rappresentano il dover essere della realtagrave

ii) Parmenide Eraclito e Platone Il tutto viene diviso in due livelli

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(1) il livello intelligibile in cui viene riconfermata la teoria di Parmenide con la differenza perograve che in Parmenide lrsquoessere egrave uno in Platone egrave molteplice anche se un molteplice non caotico come in Democrito ma organizzato

(2) il piano sensibile in cui viene riconfermata la validitagrave di Eraclito iii) Iperuranio e sua struttura Esiste una essenza per tutto ciograve che crsquoegrave quindi esiste una idea que-

sta molteplicitagrave di idee non egrave perograve in ordine casuale caotico Il mondo delle idee egrave strutturato secondo un ordine gerarchico e lrsquoordine dipende nella repubblica dalla vicinanza al Bene (1) Al vertice il bene che egrave come il sole (2) Poi le idee dei valori morali ed estetici (3) Le idee di (tutte) le cose sensibili (4) Gli enti matematici (5) (le idee degli oggetti artificiali)

iv) Bene oltre lessere e lintelligenza70 Il Bene per Platone egrave principio di tutte le altre idee nel sen-so che egrave causa sia della loro conoscibilitagrave sia della loro stessa essenza ossia il bene egrave ciograve che conferisce a tutte le altre idee la determinatezza che esse hanno Per questo Platone a proposi-to del bene lo definisce come epegravekeina tes ousias cioegrave al di lagrave dellessere o dellessenza Que-sto non significa che lidea del bene non sia cioegrave non sia anchessa essere significa che egrave al di sopra di quellessere che egrave costituito da tutte le altre idee Essa egrave il principio stesso dellessere E una dottrina molto importante percheacute ad essa si riallacceragrave poi il cosiddetto neoplatonismo soprattutto con Plotino nel III secolo dC quando il principio di tutta la realtagrave cioegrave lUno verragrave posto ugualmente al di lagrave dellessere e quindi anche al di lagrave del pensiero della pensabilitagrave (1) Ogni idea egrave quella che egrave in quanto riflette il Bene partecipa al Bene e da qui dipende il po-

sto che occupa nella gerarchia delle idee (2) Drsquoaltra parte ogni idea egrave causa della realtagrave fa sigrave che la realtagrave sia come egrave Bene che sia (3) In questo senso il Bene egrave il principio unificatore del tutto

4) revisione della teoria delle idee Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema Non dagrave risposte perograve non si possono abbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscen-za e della vita morale e politica a) Parmenide nel dialogo intitolato Parmenide il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni contro

la teoria platonica delle idee E questo egrave del tutto comprensibile se Parmenide avesse potuto legge-re i dialoghi di Platone certamente avrebbe riproposto contro la dottrina delle idee le sue obiezioni sullineliminabile contraddittorietagrave e quindi falsitagrave di ogni molteplice sia pure costituito da idee Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni Si limita a riprendere ironicamen-te il metodo zenoniano tentando di dimostrare che se scaturiscono conseguenze assurde dalla dot-trina delle idee conseguenze ancora piugrave assurde scaturiranno dallammettere lUno zenoniano e parmenideo i) rapporto Uno-molti

(1) lidea assoluta lrsquoidea vista come un atomo tutto egrave falso Gorgia lidea che egrave tutto egrave vero Protagora

(2) Uno assoluto esclusi il divenire la conoscibilitagrave la dicibilitagrave lrsquoessere Uno che egrave introduce la molteplicitagrave quindi il divenire la conoscibilitagrave e la dicibilitagrave

(3) la moltiplicazione allinfinito delle idee qualora lrsquoidea debba essere presente in ogni singola cosa

(4) lidea di terzo uomo (Aristotele) e il regresso allrsquoinfinito quindi lrsquoimpossibilitagrave di trovare lrsquounitagrave

ii) Uno e molteplice non possono essere assoluti quindi non puograve reggere neacute lrsquoipotesi di Parmenide (monismo assoluto) neacute quella di Democrito (pluralismo assoluto) Ci deve essere una via sinteti-ca di mezzo e cioegrave lrsquounitagrave di un molteplice unificato (1) Questo vale sia per il rapporto delle idee tra di loro

1(a) Lrsquoidea egrave una ma non egrave un atomo isolato insieme ce ne sono molte altre e assieme formano una unitagrave di sistema

1(b) Tra lrsquoaltro molte idee contengono altre idee (es generi e specie)

70 La Repubblica 509b-c SOCRATE Dirai credo che agli oggetti visibili il sole conferisce non solo la facoltagrave di essere visti ma anche la generazione la crescita e il nutrimento pur senza essere esso stesso generazione GLAUCONE E come potrebbe esserlo SOCRATE Puoi dire dunque che anche gli oggetti conoscibili non solo ricevono dal bene la proprietagrave di essere conosciuti ma ne otten-gono ancora lesistenza e lessenza anche se il bene non egrave essenza ma qualcosa che per dignitagrave e potenza trascende lessenza

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(2) sia per il rapporto idee-mondo lrsquoidea egrave lrsquounitagrave di una molteplicitagrave empirica b) Sofista nel Sofista Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-

Essere e di Essere La soluzione consiste nellosservare che quando uso lespressione verbale non-essere in realtagrave affermo soltanto una diversitagrave Se dico che il tavolo non egrave la sedia intendo dire che il tavolo egrave diverso dalla sedia Quindi il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alteritagrave La conseguenza egrave che se dico che il tavolo egrave il tavolo ed egrave diverso dalla sedia non pronuncio piugrave lespressione non egrave che per Parmenide era il segno della falsitagrave del molteplice ma mi muovo sempre sul piano dellEssere Lessere egrave affermato per ogni cosa nella sua identitagrave e sempre per quella cosa nella sua diversitagrave da tutte le altre Dunque si rimane sempre sul piano del positivo senza mai portarsi su quello del negativo Egrave per questo che la dialettica il rapporto tra i-dentitagrave e diversitagrave assume unimportanza enorme Se il Non-Essere egrave completamente risolto nellal-teritagrave egrave chiaro che Parmenide non puograve piugrave replicare in base alla contraddittorietagrave Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicitagrave dicendo che il tavolo egrave diverso dalla sedia affermo la realtagrave di due cose ma il molteplice egrave in quanto tale illusorio Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso il quale aveva detto che anche il molteplice se permanesse eternamente identico a se stesso sarebbe al-trettanto vero dellEssere e la caratteristica delle idee platoniche egrave proprio quella di rimanere eter-namente identiche a se stesse i) Lrsquoessere perfetto egrave vivo Percheacute vivo egrave anche intelligente Se egrave intelligente ed egrave vivo egrave anche

movimento ma insieme egrave in quiete in quanto sempre identico a se stesso e non coincide con nientrsquoaltro Abbiamo allora i cinque generi sommi essere movimento quiete identico e diverso generi sommi proprio percheacute tutto partecipa ad essi

ii) Ogni idea egrave immobilmente se stessa ma anche in ideale movimento verso le altre in quanto par-tecipa delle altre Quindi lrsquoessere egrave potenza forza dinamicitagrave relazione e viene superato lrsquoimmobilismo aleatico

iii) Egrave in questo dialogo che avviene il parmenicidio o parricidio (1) esiste il non essere (il diverso)71 Ogni idea egrave essere e molto piugrave non essere non esiste

lrsquoessere puro (Parmenide) ma lrsquoessere che egrave sempre sintesi di essere e di determinazioni ed ogni determinazione egrave quindi lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni

(2) a livello sensibile il non essere non egrave solo il diverso ma anche il nulla 5) Filebo e Timeo

a) Flebo Necessario un II passo nella seconda navigazione Le idee abbiamo visto che rappresentano lrsquounitagrave della molteplicitagrave sensibile Ora dal carattere dellrsquoldquounitagraverdquo delle Idee emerge un ulteriore pro-blema Infatti ciascuna Idea egrave ldquounardquo e in quanto tale spiega la molteplicitagrave delle cose che di essa partecipano Ma nel loro complesso le Idee sono esse stesse ldquomolterdquo Se cosigrave egrave che rapporti hanno fra di loro Crsquoegrave qualcosa di superiore da cui esse dipendono In effetti se le Idee risolvono i pro-blemi connessi alla molteplicitagrave dei sensibili appunto in quanto sono molte ripropongono un analo-go e piugrave complesso problema a livello soprasensibile Proprio in riferimento al mondo ideale Platone scrive laquoChe i molti siano uno e che lrsquouno sia molti egrave una cosa meravigliosa da affermareraquo Si rende pertanto necessaria una spiegazione metafisica a un secondo livello Come la sfera della molteplicitagrave del mondo sensibile dipende dalla sfera del mondo delle Idee cosigrave analogamente la sfera della molteplicitagrave delle Idee dipende da una ulteriore sfera di realtagrave da cui le Idee stesse derivano Questa sfera egrave costituita dai laquoPrincigravepi primi e supremi raquo e lrsquoindagine metafisica di tali ldquoprincigravepi primirdquo puograve ben chiamarsi protologia i) Dalle idee ai principi delle idee Uno ndash Diade infinita Filebo necessitagrave della terza navigazione

La laquodottrina delle Ideeraquo e la laquoteoria dei Princigravepiraquo costituiscono pertanto due distinti livelli di fondazione due piani successivi dellrsquoindagine metafisica due tappe successive della laquoseconda navigazioneraquo Egrave proprio questa seconda tappa della laquoseconda navigazioneraquo che Platone ha con-siderato come la trattazione di quelle laquocose di maggior valoreraquo che ndashcome egli dice nel finale

71 []Dunque evidentemente nella contrapposizione di una parte del diverso a una parte di ciograve che egrave posti questi due termini in contrapposizione fra loro non egrave se egrave lecito dirlo quella parte meno essere di ciograve che egrave in quanto tale poicheacute non ha il valore di op-posto di questo ma solo di diverso da esso []Teeteto - Egrave chiaro che ciograve che non egrave ciograve che noi cercavamo studiando il sofista non egrave altro che questo Lo straniero - Come hai detto ciograve non egrave inferiore quanto allessere a nessuna altra cosa E non occorre dire ormai coraggiosamente che ciograve che non egrave egrave saldamente ed ha una sua propria natura come vedemmo che il grande egrave grande e che il bello egrave bello e ciograve che non egrave grande non-grande e ciograve che non egrave bello non-bello Anche ciograve che non egrave per la stessa ragione vedemmo essere ed egrave non es-sendo ed egrave un genere da annoverare fra i molti altri che sono Oppure Teeteto vegrave ancora qualche perplessitagrave in ciograve (Platone Sofista 257c 258c a cura di A Zadro Laterza Bari 1971)

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del Fedrondash il filosofo in quanto tale laquonon mette per iscrittoraquo e tiene in serbo per lrsquolaquooralitagrave dialet-ticaraquo I principi a cui si dovrebbe ridurre tutto e che dovrebbero essere spiegazione di tutto (del sensi-bile e dellrsquointelligibile) sono lrsquoillimite (apeiron indeterminato) il limite (peras) il misto (il limite ordinato dal limite) la causa intelligente della mescolanza (necessaria solo per il mondo sensibile in quanto i principi primi sono intelligibili e per Platone lrsquointelligibile egrave superiore allrsquointelligente) (1) mondo sovrasensibile Al vertice protologico della metafisica platonica non crsquoegrave un unico Prin-

cipio primo e supremo bensigrave due Princigravepi lrsquoUno e la Diade La spiegazione di questa duplici-tagrave di princigravepi si ottiene solo se si intende la posizione storica in cui essa si colloca Il proble-ma metafisico per eccellenza per i Greci egrave stato per molto tempo il seguente percheacute ci sono i molti Percheacute e come dallrsquoUno derivano i molti Il problema si era imposto come decisivo soprattutto dopo la radicale esperienza dellrsquoeleatismo che negando ogni forma di non-essere aveva negato ogni forma di molteplicitagrave e aveva ridotto tutto lrsquoessere a unitagrave 1(a) LrsquoUno (principio dellrsquoessere della conoscibilitagrave e del valore egrave principio formale ed egrave

equivalente al Bene proprio percheacute lrsquoUno egrave ordine laquoil Bene egrave la misura perfettissima di tutte le coseraquo) come principio primo e supremo non egrave ovviamente lrsquoldquouno aritmeticordquo ma lrsquoldquoUno metafisicordquo ossia principio che dagrave unitagrave a tutti i livelli determinando e ordi-nando il principio antitetico Lrsquouno aritmetico non egrave se non una derivazione dallrsquoUno me-tafisico

1(b) La Diade o dualitagrave non egrave il ldquoduerdquo ma la radice della molteplicitagrave e della differenzia-zione a tutti i livelli La formula esoterica completa egrave questa laquoDiade indefinita di gran-de-e-piccoloraquo La Diade egrave concepita come dualitagrave di grande-e-piccolo nel senso che egrave in-finita grandezza e infinita piccolezza nel senso che egrave incomposta tendenza allrsquoinfinitamente grande e allrsquoinfinitamente piccolo in tutti i sensi del piugrave e meno mag-giore e minore e quindi egrave strutturale diseguaglianza In altri termini si puograve dire che la Diade nei suoi piugrave alti gradi egrave una sorta di laquomateria intelligibileraquo mentre nel suo grado piugrave basso egrave una laquomateria sensibileraquo come vedremo I due Princigravepi cosigrave intesi sono pertanto ugualmente originari anche se il primo dal pun-to di vista del valore egrave superiore al secondo Tuttavia malgrado la sua superioritagrave assio-logica non avrebbe potenza ed efficacia produttiva senza il principio antitetico Platone non poteva dedurre lrsquointera realtagrave dal primo principio in quanto il pensiero umano non aveva ancora raggiunto il concetto di una realtagrave spirituale infinita concetto questo che deriveragrave dalla cultura ebraica Per lrsquoesattezza bisogna precisare che non si dovrebbe neppure parlare di ldquoduerdquo princigravepi qualora si intendesse il ldquoduerdquo in senso aritmetico e non metafisico Infatti i numeri sono posteriori ai princigravepi e da essi derivati e il due non si puograve applicare ai princigravepi se non in senso metaforico ossia in senso prototipico Piugrave che di ldquodualismordquo dei princigravepi si dovrebbe parlare in modo piugrave corretto di ldquobipolarismordquo in senso appunto metafisico protologico

1(c) Ma ecco come il bipolarismo indichi lrsquoasse portante della concezione platonica dellrsquoessere Ogni forma di essere deriva da una mediazione sintetica dellrsquoUno principio unificante determinante e armonizzante e della Diade principio di molteplicitagrave di diffe-renziazione di gradazione E che lrsquoessere sia una mediazione un ldquomistordquo di determinato e indeterminato di uno e molti non ci viene detto solo dalla tradizione indiretta ma in modo trasversale e piugrave volte da Platone stesso In particolare nel Filebo scrive laquoGli an-tichi che erano migliori di noi e stavano piugrave vicini agli degravei ci hanno trasmesso questo oracolo che le cose che si dice che sempre sono sono costituite di uno e di molti ed hanno per natura in se stesse limite e illimitatezzaraquo In conclusione non solo lrsquoessere delle cose sensibili deriva da materia e da forma ma lo stesso essere delle stesse Idee deriva da una materia intelligibile determinata formalmente dallrsquoUno ossia egrave una mesco-lanza o sintesi dei due princigravepi Ben si comprende pertanto come Platone dica che lrsquoUno-Bene egrave laquoal di sopra dellrsquoessere (epekeina tes ousias)raquo trascende lo stesso essere in quanto ne egrave la causa suprema

1(d) Dallrsquoazione del principio determinante sullrsquoindeterminato derivano (i) numeri ideali e generi sommi Nella concezione greca dei numeri i numeri derivano

dalluno che egrave principio ma non derivano per addizione come nella aritmetica a cui noi siamo abituati a pensare bensigrave derivano dallUno per divisione Per comprendere adeguatamente questo processo egrave sufficiente ricordare come ciascun numero puograve essere definito come un rapporto tra due grandezze Il numero due eacute il rapporto tra il doppio e la metagrave il tre eacute il rapporto fra un terzo e il suo triplo il quattro analoga-

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mente cioegrave ciascun numero eacute un rapporto tra due grandezze una maggiore e una minore una grande e una piccola Nel momento in cui queste due grandezze non entrano tra di loro in un rapporto determinato non abbiamo ancora il numero ab-biamo soltanto un grande e un piccolo che sono fra di loro in un rapporto del tutto indeterminato Non appena questo rapporto viene determinato e lazione determi-nante non puograve che provenire dallUno ecco che si genera il numero cioegrave quando il rapporto diventati un mezzo di un terzo di un quarto si genera il due il tre il quat-tro cioegrave i due principi posti da Platone per le idee non sono altro che i principi dei numeri Ai numeri ideali e ai generi sommi partecipano tutte le idee

(ii) le idee le quali partecipando diversamente ai numeri ideali avranno una struttura ge-rarchica

(iii) gli enti matematici (metaxuuml) egrave attraverso questi che le idee ineriscono alla realtagrave sensibile

tutto egrave unitagrave - molteplicitagrave b) Cosmologia Timeo

i) Per Prmenide il mondo sensibile egrave nulla mentre per la doxa esiste Per Platone ha lrsquoessere ma un essere radicalmente diverso dal παντελograveσ ograveν caratteristico delle idee Il suo egrave un essere la-cerato condizionato dal non essere perograve non egrave nulla di conseguenza anche la doxa egrave qualcosa anche se non egrave la veritagrave Il mondo sensibile egrave metaxuuml non egrave lrsquoessere ma ha lrsquoessere Mondo sensibile intermedio tra essere e non essere

ii) Le idee sono il trincio formale che de-termina il principio materiale iii) Principio materiale egrave la chora ricettacolo dei quattro elementi chora che egrave oscura inintelligibile

indeterminata Principio materiale di ogni cosa per essa il mondo egrave sensibile Questa chora egrave ri-cettacolo anche delle idee anche se egrave diversa opposta ad esse Egrave movimento caotico mancante di misura e di ordine Per questa sua caratteristica non potragrave mai essere del tutto determinata dalle idee e dal Bene limita lrsquoazione delle idee e del Bene

iv) Dallrsquoazione delle idee sulla chora ne deriva il misto il mondo v) Questa azione avviene per opera del Demiurgo Demiurgo (caratterizzato da intelligenza e volon-

tagrave quindi un dio personale) che egrave inferiore al mondo delle idee Bene ed idee sono divine ma non sono Dio sono intelligibili quindi sono norma per lrsquointelligenza e di conseguenza sono su-periori allrsquointelligenza

vi) Il Demiurgo innamorato dellrsquoIperuranio cerca di riprodurlo a livello di chora quindi plasma il mondo per amore72 (1) Ne deriva la costruzione del mondo il migliore possibile quindi unico perfetto eterno (ne-

gativo e male = resistenza della chora) sul modello dellIperuranio attraverso gli enti mate-matici quindi tutto egrave ordine e misura

(2) Percheacute perfetto non puograve non essere vivente (quindi dotato di unrsquoAnima del mondo che tutto avvolge e in quanto perfetto destinato a vivere sempre) e intelligente (rivaluta il cosmo che non egrave luogo dellrsquoirrazionalitagrave ma presenza per quanto limitata del logos e del Bene)

(3) Il Demiurgo plasma anche le anime degli uomini (sfruttando tre dei cinque generi sommi essenza identico diverso egrave grazie alla presenza del diverso che lrsquoanima saragrave in grado dio mediare tra sensibile e soprasensibile) alle quali il Demiurgo mostra le leggi eterne

(4) Tempo Il tempo viene definito immagine mobile delleternitagrave73 come il mondo sensibile egrave imitazione di quello intelligibile (il primo mutevole il secondo eterno) cosigrave il tempo egrave imita-zione delleternitagrave Non a caso il tempo viene identificato con il movimento circolare se si vuole rappresentare leternitagrave con qualcosa di movimentato senzaltro ciograve che meglio la rap-presenta egrave il cerchio il movimento circolare in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza infatti il tempo egrave caratterizzato dal non essere eternitagrave ma tornare sempre su se stesso La cosa piugrave simile a ciograve che non si muove mai egrave quella che torna sempre su stessa

72 Nel Timeo 30 Platone scrive Se questo mondo egrave bello e il dio artefice egrave buono egrave evidente che ha guardato allrsquoesemplare eterno [] infatti lrsquouniverso egrave la piugrave bella delle cose che sono state generate e lrsquoArtefice egrave la migliore delle cause Egli era buono e in un buono non nasce mai nessuna invidia per nessuna cosa Essendo dunque lungi dallrsquoinvidia Egli volle che tutte le cose diventassero il piugrave possibile simili a Lui 73 ldquoDunque il tempo fu prodotto insieme con il cielo affincheacute cosigrave come erano nati insieme si dissolvessero anche insieme se mai do-vesse avvenire una loro dissoluzione E fu prodotto in base al modello della realtagrave eterna in modo che gli fosse al piugrave alto grado simile nella misura del possibilerdquo (Timeo 37D)

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cosigrave come la cosa piugrave simile che luomo possa fare per eternarsi egrave il riprodursi ciclicamente Dunque il tempo egrave la plasmazione delleternitagrave ideale da parte del Demiurgo La conseguen-za egrave che non cegrave un tempo prima del mondo perchegrave egrave solo con la nascita del mondo sensibi-le che il Demiurgo ha calato nella realtagrave sensibile limitazione di eternitagrave

(5) Platone e Pitagora il Demiurgo plasma la chora servendosi degli enti matematici che diven-tano cosigrave la struttura determinante della realtagrave (E saragrave proprio sul platonismo che nel Cin-que Seicento si baseragrave la rivoluzione scientifica per affermare (cfr Galilei) la struttura essen-zialmente matematica della realtagrave) In questo Platone riprende Pitagora e come per Pitago-ra se la realtagrave egrave strutturata matematicamente non potragrave che essere ordine e armonia quin-di cosmo epifania dellrsquointelligibile e del Bene

ldquoChe senso puograve avere per lrsquouomo di oggi sentirsi dire da Platone che il Bene egrave lrsquoUno Misura suprema di tutte le cose che agisce sulla Diade ossia sulla disordinata divisione nei molti Percheacute la reazione dellrsquouomo drsquooggi non dovrebbe essere proprio quella assunta dagli antichi quando lrsquohanno sentita esporre Aristosseno ci riferisce Come Aristotele soleva sempre raccontare questa era lrsquoimpressione che provava la maggior par-te di coloro che ascoltarono la conferenza Intorno al Bene Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani come la ricchezza la salute la forza e in genera-le una meravigliosa felicitagrave Ma quando risultograve che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche a nume-ri geometria e astronomia e da ultimo si sosteneva che vi egrave un Bene un Uno io credo che questo sia sem-brato qualcosa del tutto paradossale Di conseguenza alcuni disprezzarono la cosa altri la biasimarono In realtagrave lrsquouomo di oggi tende a dividere tutto come ha fatto con lrsquoatomo Non solo a livello politico e socia-le (classi partiti correnti ecc) ma anche a livello morale divisione della famiglia con il divorzio lotte fra i sessi divisioni fra genitori e figli e cosigrave di seguito Lrsquouomo di oggi ha scavato scissioni diadiche di fondo an-che nel proprio animo con ben note conseguenze E il messaggio platonico allrsquouomo di oggi potrebbe pro-prio essere questo la soluzione di tutti i problemi connessi a quelle divisioni e alle loro nefaste conseguenze ha una sola radice riportare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave ordine nel disordine armonia nella disarmonia Lrsquouomo si deve convincere che nella sua individualitagrave non egrave e non puograve essere la misura di tutte le cose La Misura di tutte le cose non puograve che essere in una dimensione trascendente In altri termini bisogna ritrovare la ldquogiu-sta misurardquo fra lrsquoeccesso e il difetto Ma questa egrave forse per lrsquouomo di oggi la cosa piugrave difficile da realizzare in quanto egrave caduto in preda agli eccessi in tutti i sensi come in passato non era mai avvenuto e ha portato lrsquoindividualismo alle estreme conseguenze Un buon auspicio comunque sembra potersi intravedere NellrsquoOccidente Platone egrave oggi a ruota con Agostino il filosofo piugrave richiesto dal pubblico al di fuori delle scuole e delle Accademie E questo incomincia a verificarsi anche in alcuni paesi dellrsquoEst Il che significa che il pubblico incomincia a comprendere ciograve di cui egrave mancante e che va recuperatordquo74

La conoscenza

1) Per Platone e in questo egrave perfettamente in linea con la posizione di Parmenide la conoscenza egrave propor-zionale allrsquoessere Di conseguenza Platone distingue diversi gradi di conoscenza Solo lessere egrave piena-mente conoscibile mentre il non-essere non egrave affatto conoscibile tra questi due estremi vi egrave perograve il mondo sensibile che egrave un misto di essere e non-essere e per questo egrave conoscibile in un modo che egrave in-termedio fra la scienza e lignoranza questa forma di conoscenza si chiama opinione (doxa) ed egrave quasi sempre fallace percheacute non ha in segrave la garanzia della veritagrave A loro volta opinione e scienza hanno due gradi lopinione si divide in immaginazione e in credenza la scienza si divide in scienza mediana e in pu-ra intellezione75

74 G REALE Platone e la scoperta della trascendenza nelle sue implicanze e conseguenze in httpejour-fupunifiitindexphpresarticleviewFile13761311 75 Repubblica 509d-511e [509 d] ndash Ebbene ripresi immagina che come stiamo dicendo siano essi due princiacutepi e che reggano uno il genere e il mondo intelligibile lrsquoaltro quello visibile Mi esprimo cosiacute percheacute dicendo ldquomondo celesterdquo non ti diacutea lrsquoimpressione di sofistica-re sul nome ti rendi conto di queste due specie visibile e intelligibile ndash Me ne rendo conto ndash Supponi ora di prendere una linea biseca-ta in segmenti ineguali e mantenendo costante il rapporto dividi a sua volta ciascuno dei due segmenti quello che rappresenta il gene-re visibile e quello che rappresenta il genere intelligibile e secondo la rispettiva chiarezza e oscuritagrave tu avrai [e] nel mondo visibile un primo segmento le immagini Intendo per immagini in primo luogo le ombre poi i [510 a] riflessi nellrsquoacqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta liscia e lucida e ogni fenomeno simile se comprendi ndash Certo che comprendo ndash Considera ora il secondo cui il primo somiglia gli animali che ci circondano ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali ndash Lo considero rispose ndash Non vorrai am-mettere feci io che il genere visibile egrave diviso secondo veritagrave ossia che lrsquooggetto simile sta al suo modello come lrsquoopinabile [b] sta al co-noscibile ndash Io siacute disse certamente ndash Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dellrsquointelligibile ndash Come ndash Ecco lrsquoanima egrave costretta a cercarne la prima parte ricorrendo come a immagini a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate e partendo da ipotesi procedendo non verso un principio ma verso una conclusione Quanto alla seconda parte quella che mette capo a un principio non ipotetico egrave costretta a cercarla movendo dallrsquoipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quellrsquoaltro caso con le sole idee e per mezzo loro ndash Non ho ben compreso rispose queste tue parole ndash Ebbene [c] ripresi torniamoci

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2) Per meglio comprendere la teoria dei gradi della conoscenza bisogna introdurre uno dei miti piugrave impor-tanti e piugrave conosciuti del pensiero platonico quello della caverna76 Platone immagina degli uomini che

sopra comprenderai piuacute facilmente quando si saragrave fatta questa premessa Tu sai credo che coloro che si occupano di geometria di calcoli e di simili studi ammettono in via drsquoipotesi il pari e il dispari le figure tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste secon-do il loro particolare campo drsquoindagine e come se ne avessero piena coscienza le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piuacute ren-derne conto neacute a se stessi neacute ad [d] altri come cose a ognuno evidenti E partendo da queste eccoli svolgere i restanti punti dellrsquoargomentazione e finire in piena coerenza a quel risultato che si erano mossi a cercare ndash Senza dubbio rispose questo lo so be-ne ndash E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili ma non pensando a queste siacute invece a quelle di cui queste so-no copia discorrono del quadrato in seacute e della diagonale in seacute ma non di quella che tracciano e [e] cosiacute via e di quelle stesse figure che modellano e tracciano figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua si servono a loro volta come di immagini per cercar di [511 a] vedere quelle cose in seacute che non si possono vedere se non con il pensiero dianoeticamente ndash Egrave vero quello che dici rispose ndash Ecco dunque che cosa intendevo per specie intelligibile e dicevo che ricercandola lrsquoanima egrave costretta a ricorrere a ipotesi senza arri-vare al principio percheacute non puograve trascendere le ipotesi essa si serve come drsquoimmagini di quegli oggetti stessi di cui quelli della classe inferiore sono copie e che in confronto a questi ultimi sono ritenuti e stimati evidenti realtagrave ndash Comprendo disse che ti [b] riferisci al mondo della geometria e delle arti che le sono sorelle ndash Allora comprendi che per secondo segmento dellrsquointelligibile io intendo quello cui il discorso attinge con il potere dialettico considerando le ipotesi non princiacutepi ma ipotesi nel senso reale della parola punti di ap-poggio e di slancio per arrivare a ciograve che egrave immune da ipotesi al principio del tutto e dopo averlo raggiunto ripiegare attenendosi ri-gorosamente alle conseguenze che ne derivano e cosiacute discendere alla conclusione senza [c] assolutamente ricorrere a niente di sensibi-le ma alle sole idee mediante le idee passando alle idee e nelle idee termina tutto il processo ndash Comprendo rispose ma non abba-stanza Mi sembra che tu parli di una operazione complessa Comprendo perograve il tuo desiderio di precisare che quella parte dellrsquoessere e dellrsquointelligibile che egrave contemplata dalla scienza dialettica egrave piuacute chiara di quella contemplata dalle cosiddette arti per le quali le ipotesi sono princiacutepi e coloro che osservano gli oggetti delle arti sono costretti siacute a osservarli con il pensiero senza ricorrere ai sensi ma [d] poicheacute li esaminano senza risalire al principio bensiacute per via drsquoipotesi a te sembrano incapaci drsquointenderli anche se questi oggetti sono intelligibili con un principio E a mio avviso tu chiami pensiero dianoetico ma non intelletto la condizione degli studiosi di geometria e di simili dotti come se il pensiero dianoetico venisse a essere qualcosa di intermedio tra lrsquoopinione e lrsquointelletto ndash Hai capito benissimo feci io Ora applicami ai quattro segmenti questi quattro processi che si svolgono nellrsquoanima applica [e] lrsquointellezione al piuacute alto il pen-siero dianoetico al secondo al terzo assegna la credenza e allrsquoultimo lrsquoimmaginazione e ordinali proporzionalmente ritenendo che essi abbiano tanta chiarezza quanta egrave la veritagrave posseduta dai loro rispettivi oggetti ndash Comprendo rispose sono drsquoaccordo e li ordino come dici 76 Repubblica 514 a-517 a [514 a] ndash In seacuteguito continuai paragona la nostra natura per ciograve che riguarda educazione e mancanza di educazione a unrsquoimmagine come questa Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna con lrsquoentrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli incatenati gambe e collo siacute da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti incapaci a causa della catena di volgere attorno il capo Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce drsquoun fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini ndash Vedo rispo-se ndash Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno in qualunque modo lavorate e come egrave naturale alcuni portatori parlano altri tacciono ndash Strana immagine egrave la tua disse e strani sono quei prigionieri ndash Somigliano a noi risposi credi che tali persone possano vedere anzitutto di seacute e dei com-pagni altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte ndash E come possono replicograve se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita ndash E per gli oggetti trasportati non egrave lo stesso ndash Sicuramente ndash Se quei prigio-nieri potessero conversare tra loro non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni ndash Per forza ndash E se la prigione avesse pure unrsquoeco dalla parete di fronte Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce credi che la giudicherebbero di-versa da quella dellrsquoombra che passa ndash Io no per Zeus [c] rispose ndash Per tali persone insomma feci io la veritagrave non puograve essere altro che le ombre degli oggetti artificiali ndash Per forza ammise ndash Esamina ora ripresi come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallrsquoincoscienza Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo che uno fosse sciolto costretto improvvisamente ad al-zarsi a girare attorno il capo a camminare e levare lo sguardo alla luce e che cosiacute facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre Che cosa credi che risponderebbe se gli si dicesse che prima ve-deva vacuitagrave prive di senso ma che ora essendo piuacute vicino a ciograve che egrave ed essendo rivolto verso oggetti aventi piuacute essere puograve vedere meglio e se mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa egrave Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piuacute vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso ndash Cer-to rispose ndash E se lo si costringesse a guardare la luce stessa non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui puograve sostenere la vista e non li giudicherebbe realmente piuacute chiari di quelli che gli fossero mostrati ndash Egrave cosiacute rispose ndash Se poi conti-nuai lo si trascinasse via di liacute a forza su per lrsquoascesa scabra ed erta e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole non ne soffrirebbe e non srsquoirriterebbe [516 a] di essere trascinato E giunto alla luce essendo i suoi occhi abbagliati non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere ndash Non potrebbe certo rispose almeno allrsquoimprovviso ndash Dovrebbe credo abituarvisi se vuole vedere il mondo superiore E prima osserveragrave molto facilmente le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri og-getti nei loro riflessi nellrsquoacqua e infine gli oggetti stessi da questi poi volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna [b] potragrave contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piuacute facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole ndash Come no ndash Alla fine credo potragrave osservare e contemplare quale egrave veramente il sole non le sue immagini nelle acque o su altra superficie ma il sole in se stesso nella regione che gli egrave propria ndash Per forza disse ndash Dopo di che parlando del sole potrebbe giagrave concludere che egrave esso a pro-durre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere [c] causa in certo modo di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano ndash Egrave chiaro rispose che con simili esperienze concluderagrave cosiacute ndash E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colagrave e di quei suoi compagni di prigionia non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietagrave per loro ndash Certo ndash Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora e ai primi riservati a chi fosse piuacute acuto nellrsquoosservare gli oggetti che passavano e piuacute [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme indovinandone perciograve il successivo credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza o che si troverebbe nella con-dizione detta da Omero e preferirebbe ldquoaltrui per salario servir da contadino uomo sia pur senza sostanzardquo e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo ndash Cosiacute penso anchrsquoio rispose [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo ndash Rifletti ora anche su questrsquoaltro punto feci io Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedi-le non avrebbe gli occhi pieni di tenebra venendo allrsquoimprovviso dal sole ndash Siacute certo rispose ndash E se dovesse discernere nuovamente

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vivono in una caverna che abbia lingresso aperto verso la luce quindi immagina che gli abitanti di que-sta caverna siano legati alle mani e al collo in modo tale da essere costretti a guardare solo verso il fon-do della caverna medesima Immagina poi che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo ad altezza duomo e che dietro questo vi siano delle persone che si muovono portando sulle spalle delle statue raf-figuranti ogni genere di cosa Inoltre occorre ancora aggiungere che dietro questi uomini arde un grande fuoco e dietro ancora vi egrave il sole la voce di essi poi a causa delleco risuona nel fondo della caverna Ora egrave chiaro che quegli uomini vedrebbero solo le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero leco delle voci ma non avendo mai visto altro essi penserebbero che quella sia lunica realtagrave esistente Se poi uno di questi prigionieri riuscisse a liberarsi dei ceppi che lo legano e po-tesse girarsi scoprirebbe le statue che si muovono al di sopra del muro e capirebbe che quelle son piugrave vere delle ombre che vedeva prima (inizialmente farebbe fatica percheacute abituato alloscuritagrave ma poi si a-bituerebbe alla nuova luce) Se poi egli fosse portato da qualcuno fuori dalla caverna resterebbe abba-gliato per la gran luce ma poi si abituerebbe a vedere le cose stesse quindi vedrebbe prima riflessa e poi direttamente la luce del sole e capirebbe che quella luce egrave causa di tutte le altre cose a) I significati di questo mito sono molteplici

i) Innanzitutto esso rappresenta i vari gradi ontologici della realtagrave le ombre della caverna sono le parvenze sensibili delle cose le statue le cose sensibili vere e proprie mentre il muro egrave la divi-sione fra sensibile e soprasensibile al di lagrave del muro le cose vere rappresentano il vero essere e le Idee mentre il sole simboleggia lIdea del Bene

ii) In secondo luogo questo mito esprime molto bene laspetto ascetico mistico e teologico del pla-tonismo la vita nella dimensione dei sensi egrave la vita nella caverna mentre la vita nella dimensio-ne dello spirito egrave la vita nella pura luce il volgersi dal sensibile allintelligibile egrave rappresentato come liberazione dai ceppi

iii) In terzo luogo come conseguenza del precedente aspetto questo mito esprime anche la conce-zione politica di Platone egli infatti parla di un ritorno nella caverna di colui che prima si era li-berato un ritorno che serve a liberare gli altri che sono ancora in catene Questo ritorno egrave il ri-torno del filosofo-politico il quale lungi dal limitarsi a contemplare il vero per seacute soltanto vuole rendere partecipi anche gli altri di quella luce Ma qual egrave il destino che lo attende Molto proba-bilmente egrave quello stesso di Socrate di non venire cioegrave compreso e di rischiare addirittura di es-sere considerato come un pazzo dagli altri uomini che ancora vivono nelloscuritagrave della caverna (anche percheacute ora egli non riusciragrave piugrave a riadattarsi ai vecchi usi e alle vecchie concezioni della caverna) anche se questo rischio daragrave un senso alla sua esistenza (in quanto chi vede il vero Bene ha il dovere di mostrarlo anche agli altri)

b) Tornando ai gradi della conoscenza nel mito della caverna si parte sempre dalla conoscenza sensi-bile e in questi quattro gradi il gradino piugrave basso egrave necessario per passare a quello superiore i) La doxa intermedia tra essere e non essere quindi tra sapienza e ignoranza quasi sempre fal-

lace potrebbe anche essere vera ma non puograve saperlo (per saperlo dovrebbe conoscere la causa ma allora sarebbe episteme) (1) Eikasia la visione delle ombre simboleggia limmaginazione (2) Pistis mentre la visione delle statue rappresenta la credenza

ii) episteme (1) la dianoia si riferisce alla conoscenza matematico-geometrica Si fonda su elementi visivi e

ipotesi non dimostrate (per questo non egrave vera scienza ma sapere ipotetico) da cui discende quindi egrave discorsiva Proprio percheacute la matematica egrave dimostrazione essa deve partire da pre-supposti cioegrave da ipotesi e non egrave in grado di rendere ragione di queste ipotesi Questo se-condo Platone costituisce il suo limite addirittura questo fa sigrave che essa propriamente par-lando non possa nemmeno essere chiamata vera scienza nella Repubblica infatti Platone dice che la matematica egrave dianoia pensiero discorsivo non episteme non scienza nel senso proprio in quanto parte da presupposti e cioegrave non egrave in grado di rendere completa-mente ragione delle sue affermazioni Egrave necessario raccogliere i dati dallrsquoesperienza e formu-lare ipotesi Per la molteplicitagrave dei dati si avragrave anche una molteplicitagrave di scienze Il pericolo egrave (oltre al fatto che le ipotesi non son dimostrate) che queste scienze non siano coordinate tra di loro Di qui la necessitagrave di andare oltre le scienze per trovare un principio unitario che possa unificare anche le scienze

quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri nel periodo in cui ha la vista offuscata prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale e se questo periodo in cui rifagrave lrsquoabitudine fosse piuttosto lungo Non sarebbe egli allora oggetto di ri-so e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non lrsquoucciderebbero se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo ndash Certamente rispose []

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(2) mentre la noesis alla pura conoscenza dialettica delle Idee (la prima egrave una forma di cono-scenza che ha ancora a che fare con immagini visibili mentre la seconda egrave puro atto intellet-tivo coglimento puro delle Idee in particolare dellIdea del Bene che egrave quella suprema) Nella Repubblica Platone dice che la dialettica per giungere a definire lidea del bene non deve basarsi su ipotesi come fa invece la matematica ma deve distruggere le ipotesi il che significa metterle in discussione cercare di confutarle e solo dopo essere passata attraverso tutte le confutazioni (questa egrave proprio unespressione usata da Platone diagrave panton elenchon diexion passando attraverso tutte le confutazioni) la dialettica giunge a individuare il princi-pio anipotetico cioegrave quellipotesi che unica egrave riuscita a resistere a tutte le confutazioni E il principio anipotetico egrave appunto lidea del bene Quindi egrave attraverso la dialettica egrave sottopo-nendo a prove a tentativi di confutazione tutte le possibili ipotesi che si perviene a scoprire un principio non-ipotetico capace cioegrave di resistere ad ogni critica ad ogni tentativo di confu-tazione

c) Platone afferma che gli uomini comuni possono attingere solo ai primi due gradi di conoscenza i ma-tematici alla scienza mediana mentre solo il filosofo puograve raggiungere la pura intellezione Il processo attraverso il quale il filosofo procede da unIdea allaltra per giungere infine allIdea del Bene egrave chiamato dialettica i) Vi egrave una dialettica ascensiva (quella che liberando dai sensi conduce di Idea in Idea sino allI-

dea del Bene) e una dialettica discensiva (che consiste nel cammino inverso e permette attra-verso un processo di divisione di scoprire il posto occupato da ciascuna Idea nella struttura ge-rarchica del mondo ideale)

ii) Dialettica scienza delle scienze coglie lrsquounitagrave del tutto egrave un processo insieme discorsivo e intui-tivo e sa cogliere la struttura del mondo ideale coglie ogni idea in relazione alle altre lrsquoessere al non essere (ogni idea egrave comprensibile solo in relazione alle altre idee quindi si comprende cono-scendo ciograve che non egrave la comprensione passa sempre attraverso la negazione identitagrave e alteritagrave sono sempre strettamente correlative) Solo la dialettica sa cogliere lrsquounitagrave della molteplicitagrave fino ad arrivare allrsquounitagrave suprema

3) Via a-logica della conoscenza a) Dellrsquoamicizia (Liside) Non crsquoegrave amicizia neacute tra identici neacute tra opposti Dunque si potrebbe dire che ciograve

che non eacute neacute buono neacute cattivo eacute amico del buono a causa del male e in vista del bene Uno egrave amico dellrsquoamico in vista di unaltra cosa amica (di un bene che lrsquoamico potrebbe raggiungere) ma cosigrave si andrebbe avanti allinfinito e non avrebbe senso Socrate introduce allora il Primo Amico in vista del quale sono amiche anche tutte le altre cose eacute lunico modo per cavarsi d impaccio Il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia il Bene e il Primo Amico per il quale tutto e amato e solo esso e in grado di liberare dal Male Lamicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unitagrave fra gli esseri spingendoli ad allontanarsi dal Male per rag-giungere quel Bene che e loro proprio e affine

b) Ruolo dellamore e della bellezza (mito di Eros forza mediatrice tra sensibile e sovrasensibile egrave filo-sofo Simposio77) Tra amore e filosofia cegrave uno stretto rapporto tantegrave che lamore egrave una metafora della filosofia questa stretta parentela ( peraltro esaminata anche nel Fedro ) Platone la esamina meglio nel SIMPOSIOrdquo i) Nel simposio si sceglie di parlare dellamore cegrave chi dice che Eros egrave la divinitagrave piugrave giovane e piugrave

bella chi dice che egrave la piugrave vecchia in quanto forza generatrice di tutto chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando cegrave chi egrave del parere che sia la divinitagrave piugrave valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra facendo riferimento allepisodio mitico secondo il quale Ares il dio della guerra sarebbe innamorato di Afrodite Aristofane celeberrimo commediografo narra una storia semiseria si tratta di un mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi sferici e doppi questi esseri si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza gli dei per punirli li tagliarono a metagrave questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare laltra metagrave e la cercavano di-

77 Poicheacute dunque egrave figlio di Poro e di Penigravea ad Amore egrave toccata la sorte seguente In primo luogo egrave sempre povero e ben lontano dallrsquoessere delicato e bello come credono i piugrave anzi egrave duro e lercio e scalzo e senza tetto abituato a coricarsi in terra e senza coperte dormendo allrsquoaperto sulle porte e per le strade e avendo la natura di sua madre egrave sempre di casa col bisogno Per parte di padre in-vece egrave insidiatore dei belli e dei buoni coraggioso audace e teso cacciatore terribile sempre a tramare stratagemmi avido di intelli-genza e ingegnoso dedito a filosofare per tutta la vita terribile stregone fattucchiere e sofista E per natura non egrave neacute immortale neacute mortale ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno quando gli va in porto ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtugrave della na-tura del padre E infatti lrsquooggetto dellrsquoamore egrave ciograve che egrave realmente bello grazioso perfetto e invidiabilmente beato mentre lrsquoamante ha un altro aspetto quale quello che ho esposto (Platone Simposio 203b-204a UTET Torino 1981 p 124-126)

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speratamente Se si leggono accuratamente tutti i discorsi ci si accorge che ognuno di essi con-tiene una parte di veritagrave

ii) il discorso finale di Socrate non saragrave nientaltro che una sintesi in cui li unisce praticamente tutti Egli racconta di essersi una volta incontrato con una sacerdotessa (Diotima solo da lei Socrate ha potuto apprenderne i segreti Il rilievo egrave del massimo interesse percheacute ci aiuta a comprendere come la filosofia impersonata da Socrate per parlare di Amore ha incontrato il suo limite cono-scitivo e perciograve non ha potuto contare sulla forza dellargomentare logico-filosofico ma ha dovuto affidarsi allinsegnamento di una donna e nel caso specifico di una sacerdotessa) che gli ha ri-velato tutti i misteri delleros viene a proposito citato un mito riguardante i festeggiamenti divini per la nascita di Afrodite tra le varie divinitagrave ci sono anche Poros (astuziafurbizia) e Pe-nia(povertagrave) Essiormai ubriachi per leccessivo beresi uniscono e viene cosi concepito Erosche ha quindi le caratteristiche dei suoi genitori egrave ignorantepovero e brutto a causa di Penia ma sa cavarsela sempre grazie a Poros (1) Non egrave bello ma sa andare a caccia della bellezza egli sente lamore ed egrave soggetto della ri-

cerca della bellezza e dellamore svolge le mansioni dellamante e non dellamato Chiara-mente se ricerca la bellezza significa che non la possiede cosigrave il filosofo egrave privo e bisognoso del sapere (penia=povertagrave) ma ha anche le capacitagrave di cercarsi e di procurarsi ciograve di cui egrave privo (poros=astuzia espediente) dato che Eros egrave privo di bellezza e le cose buone sono belle manca anche di bontagrave ciograve che non egrave bello o buono non egrave necessariamente brutto e cattivo per Platone vi egrave un livello intermedio tra il sapere e lessere ignoranti la via di mez-zo consiste nellavere buone opinioni senza perograve darne ragione la posizione intermedia co-munque non egrave un male perchegrave egrave uno stimolo per andare oltre chi si trova nella posizione piugrave bassa sa di non potersi elevare e neanche ci prova chi si trova in quella piugrave alta non si deve impegnare perchegrave egrave giagrave nella posizione ottimale chi si impegna e lavora egrave chi si trova in una zona intermedia (i filosofi che non sanno ma si sforzano di avvicinarsi al sapere)

(2) Tutti gli dei gli aveva detto Diotima sono belli e buoni e di conseguenza Eros non rientra nella categoria Anche da questo punto di vista Eros riveste una posizione intermedia non egrave un dio ma neanche un mortale egrave un qualcosa che nasce e muore di continuo egrave una meta-fora con cui si vuole dimostrare che non si puograve mai possedere totalmente lamore egrave anche metafora della filosofia perchegrave luomo non possiede il sapere ma si sforza per ottenerlo puograve riuscire ad avvicinarvisi ma non si tratta comunque di una conquista definitiva il pieno sa-pere egrave irraggiungibile Dunque Eros egrave una semi-divinitagrave intermedia La ricerca dellamore combacia con quella della filosofia

(3) Emerge poi nel Simposio ed emergeragrave anche nel Fedro lrsquoidea del bello le anime migliori hanno un trasporto di gioia dice Socrate quando vedono nelle cose sensibili lrsquoimmagine dellrsquoidea che stanno cercando perciograve chi cerca lrsquoidea del bello eacute preso dalla passione per gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dellrsquoidea del bello non eacute che un approfon-dimento di questo amore lrsquoidea del bello inoltre eacute quella piugrave evidente anche nel mondo sensibile perchegrave facilmente coglibile con la vista e va interpretata come stimolo per indagare la realtagrave intelligibile e per scoprire tutte le altre idee (a) Eros egrave prima di tutto desiderio della bellezza e si rivolge dunque in modo immediato alla

bellezza dei corpi che tuttavia non egrave mai appagante in modo duraturo e completo per-cheacute i corpi si corrompono e decadono

(b) Lamore si rivolge dunque alle anime la cui bellezza egrave tuttavia sempre particolare e quindi a sua volta incompleta procede la sua ascesa verso la bellezza delle leggi delle istituzioni e delle scienze

(c) per arrivare infine allAmore della Bellezza in seacute perfetta sempre uguale a se stessa fonte di ogni altra bellezza

Non a caso nel Simposio Socrate dice La giusta maniera di procedere da segrave o di essere condotti da un altro nelle cose d amore eacute questa prendendo le mosse delle cose belle di quaggiugrave al fine di raggiungere il Bello salire sempre di piugrave come procedendo per gradini da un solo corpo bello a due e da due a tutti i corpi belli e da tutti i corpi belli alle belle at-tivitagrave umane e da queste alle belle conoscenze e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null altro se non del Bello stesso e cosigrave giungendo al termine conoscere ciograve che eacute il bello in segrave

c) Egrave possibile la visione della bellezza [] Lanima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condi-zione e non sapendo che fare smania e fuor di se non trova sonno di notte neacute riposo di giorno ma corre anela lagrave dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza E appena lha riguardato invasa dallonda del desiderio amoroso le si sciolgono i canali ostruiti essa prende respiro si riposa

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delle trafitture e degli affanni e di nuovo gode per il momento almeno questo soavissimo piacere [] Percheacute oltre a venerare colui che possiede la bellezza ha scoperto in lui lunico medico dei suoi dolorosi affanni Questo patimento dellanima mio bellamico a cui sto parlando egrave ciograve che gli uomini chiamano amore (Platone Fedro in Id Opere complete a cura di G Giannantoni Laterza Roma-Bari 1971 pp250-252) Il tema della bellezza egrave sempre collegato a quello dellrsquoamore Lamore pla-tonico quindi cosigrave spesso frainteso egrave nostalgia dellAssoluto forza che ci spinge a ritornare al nostro essere-presso-gli-Dei

4) Da questa concezione del problema della conoscenza e della bellezza deriva anche la teoria platonica dellarte questa egrave considerata negativamente da Platone in quanto non disvela la realtagrave ma la nasconde e corrompe Dal punto di vista ontologico essa egrave mimesi imitazione di eventi sensibili i quali come ab-biamo visto sono a loro volta imitazione di un mondo intelligibile alla fine larte egrave unimitazione dellimi-tazione e per questo Platone non le attribuisce nessun valore di veritagrave Platone non vede nellarte nulla di utile alla vita delluomo in quanto la studia solo dal punto di vista di una sua utilitagrave alla ricerca del vero Lrsquo arte come allontanamento dal vero corrompe lrsquouomo e sollecita la sua parte irrazionale Tra lrsquoaltro il poeta non sa egrave semplicemente invasato e non sa quello che dice

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ARISTOTELE

LE SCIENZE E LA FILOSOFIA 1) Aristotele divide le scienze (tutte vertono sullrsquoessere perograve sotto aspetti diversi alcune studiano lrsquoessere

necessario che egrave sempre altre lrsquoessere contingente) in tre gruppi a) le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica la fisica e la matematica) le quali ricercano la

conoscenza disinteressata della realtagrave e si occupano dellessere necessario (Dio mondo numero) mentre le altre si occuperanno dellessere possibile (ogni altra cosa che esiste)

b) le scienze pratiche che comprendono letica e la politica le quali ricercano il sapere per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana

c) e infine le scienze poietiche o produttive (le arti e le tecniche) che ricercano il sapere in vista del fa-re per produrre i vari oggetti

2) Il fine della filosofia egrave la contemplazione cioegrave la conoscenza (disinteressata) della veritagrave Infatti secondo Aristotele laquotutti egli uomini per natura tendono al conoscere (Πάντες ἄνθροποι τοῦ εἰδέναι ὀρέγονται φύσει) E segno ne egrave lamore per le sensazioni infatti anche senza che abbiano utilitagrave sono amate per seacute stesse e sopra tutte le altre le sensazioni date dagli occhi Infatti non solo per poter agire ma anche quando non abbiamo intenzione di far nulla preferiamo il vedere -- per cosigrave dire -- a tutti gli altri sensi E la causa egrave che questo senso ci fornisce conoscenza piugrave degli altri e ci mostra molte differenzeraquo laquoGli uo-mini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia () Ora chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere () Cosiccheacute se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dallignoranza egrave evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per consegui-re qualche utilitagrave praticaraquo e in questo senso la filosofia egrave essenzialmente lsquoinutilersquo (Met A 2 982b) laquoIl fine della scienza teoretica egrave la veritagraveraquo (Met A elatton 1 993b) Il che significa che cegrave nelluomo il de-siderio di conoscere la veritagrave e questo desiderio egrave piugrave forte di qualsiasi interesse pratico Luomo deside-ra sapere il senso della sua esistenza come egrave davvero non piegandone la ricerca a un progetto prede-terminato

3) Necessitagrave della filosofia ldquo se si deve filosofare si deve filosofare e se non si deve filosofare si deve fi-losofare in ogni caso dunque si deve filosofare Se infatti la filosofia esiste siamo certamente tenuti a fi-losofare dal momento che essa esiste se invece non esiste anche in questo caso siamo tenuti a cerca-re come mai la filosofia non esiste e cercando facciamo filosofia dal momento che la ricerca egrave la causa e lrsquoorigine della filosofiardquo (Aristotele Protrettico fr424 in Opere a cura di G Giannantoni Roma- Bari Laterza 1973)

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA

1) La scienza piugrave alta egrave per Aristotele la metafisica (che in realtagrave lui chiamava filosofia prima e piugrave tardi

verragrave anche detta ontologia cioegrave studio dellessere) la quale viene da lui definita in quattro modi a) La metafisica studia le cause prime della realtagrave che sono causa materiale causa formale causa effi-

ciente causa finale b) La metafisica studia lrsquoessere in quanto essere Dire che la metafisica studia lessere in quanto essere

significa che essa non ha per oggetto una realtagrave in particolare bensigrave la realtagrave in generale cioegrave gli aspetti fondamentali e comuni di tutta al realtagrave In altri termini la matematica studia lessere come quantitagrave la fisica studia lessere come movimento solo la metafisica studia lessere in quanto tale considerando le caratteristiche universali di ogni essere (ecco percheacute egrave chiamata filosofia prima mentre la altre scienze sono filosofie seconde) ed egrave dunque il presup-posto indispensabile di ogni ricerca

c) La metafisica studia la Sostanza e la sostanza principale senza cui non ci sono le altre egrave Dio quindi d) la metafisica studia Dio Questa sarebbe la piugrave importante per cui la metafisica o filosofia prima si

potrebbe chiamare anche teologia Queste quattro definizioni sono complementari luna allaltra co-me si puograve notare ad una analisi piugrave attenta Chi ricerca le cause o i principi primi deve per forza di cose incontrare Dio che egrave la causa e il principio primo per eccellenza Chiedersi cosa sia lessere si-gnifica chiedersi se esista solo un essere sensibile o anche un essere soprasensibile (essere teologi-co) Alle stesse conclusioni porta anche la domanda sulla sostanza (esistono solo sotanze sensibili o anche soprasensibili) Il problema teologico dunque come problema centrale della metafisica Ca-piamo cosigrave anche percheacute la metafisica sia la forma di sapere piugrave elevata facendo metafisica luomo

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si avvicina a Dio non solo percheacute lo conosce ma anche percheacute fa quello che fa Dio che egrave pu-ra conoscenza

2) le quattro cause In quanto tale la metafisica egrave scienza delle cause prime ossia dei supremi percheacute Si

possono in effetti conoscere dei percheacute prossimi che si costituiscono in realtagrave come dei come in rap-porto ai percheacute supremi alle cause prime che la metafisica considera Tali cause prime sono quattro materiale formale efficiente (o agente) e finale78 a) La causa materiale o materia egrave il sostrato indeterminato privo quindi di caratteri specifici Di questa

causa si sono occupati essenzialmente i primi filosofi (dalla scuola ionica a Eraclito) b) La causa formale o forma egrave il fattore determinante ciograve che fa sigrave che la materia indeterminata assu-

ma certi caratteri distintivi Di questa causa si egrave occupato in particolare Platone con la sua teoria delle idee

c) La causa efficiente (o efficace o agente) egrave ciograve da cui egrave prodotto leffetto egrave la causa nel senso cor-rente del termine Egrave Empedocle ad aver per primo individuato questa causa da lui collocata nelle forze di Amore e Odio

d) La causa finale o fine egrave ciograve verso cui tende la cosa causata Di questa causa ha parlato soprattutto Anassagora con la sua teoria del Nous che organizza tutta la realtagrave dei semi in modo ordinato e fi-nalizzato

o Materia e forma bastano perograve solo a spiegare lessere staticamente considerato mentre se lo consi-deriamo dinamicamente occorre aggiungere qualcosa alla spiegazione precedente Un uomo dal punto di vista statico non egrave altro che carne e ossa (materia) e anima (forma) mentre se vogliamo sapere percheacute egrave nato e percheacute si sviluppa occorrono due ulteriori ragioni la causa efficiente o motri-ce (il padre che lo ha generato) e la causa finale (il telos lo scopo cui tende il divenire delluomo la realizzazione della sua essenza)

o Materia e forma sono principi intrinseci alla cosa al punto che non si possono scindere Causa effi-ciente e finale sono invece estrinseci alla cosa causata la prima precedendola la seconda seguen-dola

3) lessere e i suoi significati

bull Parmenide solo lrsquoessere egrave ed egrave univoco e unico tutte le determinazioni sono solo doxa bull Platone tutte le determinazioni sono essere e lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni Perograve

non ammette nellrsquoessere il mondo che egrave metaxuuml bull Aristotele tutto ciograve che esiste egrave un ente tutto egrave unificato dal fatto che egrave lsquoentersquo un qualcosa

che egrave Lrsquoente allora egrave la sintesi tra le determinazioni e il loro esistere La filosofia prima stu-dia lrsquoente in quanto ente lrsquoente lrsquoente (principio unificatore del tutto) a prescindere da tutte le determinazioni79 per questo egrave la scienza della totalitagrave dellrsquoente

78 Fisica 194 15 2 198 24 [194b] [] Definiti questi punti bisogna prendere in esame le cause allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero Poicheacute infatti il presente trattato si propone per scopo la conoscenza e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il percheacute (e questo significa cogliere la causa prima) egrave chiaro che anche noi dobbiamo far ciograve intorno alla generazione alla corruzione e ad ogni mutamento naturale affincheacute conoscendone i princiacutepi ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricer-che In un modo dunque si dice causa ciograve da cui una cosa deriva essendo in essa immanente ad esempio il bronzo egrave causa della statua lrsquoargento della coppa e i loro generi In altro modo si dice causa la forma [eicircdos] e il modello [paraacutedeigma] cioegrave la definizione del con-cetto e i generi di essa (come nellrsquoottava il rapporto di uno a due e in generale il numero) e le parti inerenti alla definizione Inoltre si dice causa ciograve da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete ad esempio egrave causa chi dagrave un consiglio il padre egrave causa del figlio e in generale lrsquoagente egrave causa di ciograve che egrave fatto e ciograve che muta egrave causa di ciograve che vien mutato Ed ancora si dice causa il fine cioegrave la causa finale ad esempio la sanitagrave egrave causa del camminare alla domanda infatti percheacute cammina rispondiamo percheacute stia bene e dicendo cosiacute crediamo di aver ammessa la causa Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che collrsquointervento di altro mo-vente divengono intermedie del fine ad esempio della sanitagrave la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti [195a] tutte queste cose infatti si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une strumenti le altre [] [198a] [] E poicheacute le cause sono quattro egrave compito del fisico lrsquoaver conoscenza di tutte ed egli riferendo il percheacute a tutte lo asse-gneragrave fisicamente ad esse ossia alla materia alla forma al motore alla causa finale 79 Crsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere-in-quanto-essere e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natura Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine lrsquoessere-in-quanto-essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprio conto una qualche parte di essere e ne studia gli attributi come fan-no ad esempio le scienze matematiche E poicheacute noi stiamo cercando i principi e le cause supreme non vrsquoegrave dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una certa realtagrave in virtugrave della sua stessa natura Se pertanto proprio su questi principi avessero spinto la loro indagine quei filosofi che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti allora anche gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri dellrsquoessere-in-quanto-essere e non dellrsquoessere-per-accidente ecco percheacute anche noi dobbiamo riuscire a com-prendere quali sono le cause prime dellrsquoessere-in-quanto-essere Aristotele Metafisica E 1 G 1 a cura di G Giannantoni Roma-Bari Laterza 1973

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a) Lrsquoessere non egrave i) Univoco (Parmenide) ii) Equivoco (Sofisti) iii) Genere (Platone) ma egrave transgenerico piugrave esteso del genere proprio percheacute mentre il genere

non si predica della specie lrsquoessere si predica di tutto Quindi lrsquounitagrave dellrsquoessee non egrave lrsquounitagrave del genere

iv) egrave analogo80 lrsquounitagrave deriva dalla relazione con un identico principio o realtagrave la sostanza quindi lrsquoessere in quanto essere egrave la sostanza e tutto quello che si riferisce alla sostanza in modi diversi

b) i quattro significati dellessere81 Aristotele rivolge una critica conclusiva alla filosofia dellEssere di Parmenide In Platone abbiamo visto che dellEssere si puograve parlare in almeno due modi come i-dentico e come diverso In Aristotele dellEssere si parla in molti modi tograve ograven leacutegetai pollachocircs A questo proposito egrave stata spesso invocata la distinzione tra essere esistenziale ed essere copulativo se per esempio dico che Socrate egrave ne affermo lesistenza mentre se dico che la Chimera egrave un mostro mitologico non intendo affermarne lesistenza In questo secondo caso il verbo essere ha soltanto la funzione di copulare di unire il soggetto e il predicato ma non implica laffermazione del-lesistenza i) Lessere per segrave ovvero la sostanza e le altre categorie significati primi e fondamentali generi

supremi categorie sempre in relazione alla sostanza ndash quindi non potragrave mai esistere una bellez-za in seacute come in Platone) Le categorie sono dieci (ma di esse solo la prima la sostanza ha sus-sistenza autonoma mentre tutte le altre presuppongono la prima e si fondano sullessere della prima)

sostanza (uomo cavallo) quantitagrave (lungo due cubiti) qualitagrave (bianco grammaticale) relazione (doppio metagrave) luogo (nel Liceo al mercato) tempo (ieri lanno scorso) posizione (sdraiato seduto) condizione (ha addosso le scarpe)

80 Lrsquoessere si dice in molteplici significati ma sempre con riferimento ad una unitagrave e ad una realtagrave determinata Lrsquoessere quindi non si dice per mera omonimia ma nello stesso modo in cui diciamo ldquosanordquo tutto ciograve che si riferisce alla salute o in quanto la conserva o in quanto la produce o in quanto ne egrave sintomo o in quanto egrave in grado di riceverla o anche nel modo in cui diciamo ldquomedicordquo tutto ciograve che si riferisce alla medicina o in quanto possiede la medicina o in quanto ad essa egrave per natura ben disposto o in quanto egrave opera della medicina e potremmo addurre ancora altri esempi di cose che si dicono nello stesso modo di queste Cosigrave dunque anche lrsquoessere si dice in molti sensi ma tutti in rife-rimento ad un unico principio alcune cose sono detti esseri percheacute sono sostanza altre percheacute affezioni della sostanza altre percheacute vie che portano alla sostanza oppure percheacute corruzioni o privazioni o qualitagrave o cause produttrici o generatrici sia della sostanza sia di ciograve che si riferisce alla sostanza o percheacute negazioni di qualcuna di queste ovvero della sostanza medesima (Per questo anche il non-essere diciamo che egrave nonessererdquo) [Metafisica Libro IV cap 1-2] 81 Lrsquoessere si dice [1] in senso accidentale e [2] per seacute [1] In senso accidentale diciamo per esempio che il ldquogiusto egrave musicordquo o che lrsquoldquouomo egrave musicordquo o che il ldquomusico egrave uomordquo nello stesso modo che diciamo che ldquoil musico costruisce una casardquo percheacute puograve accadere il ldquomusicordquo sia ldquocostruttorerdquo o che il ldquocostruttorerdquo sia ldquomu-sicordquo infatti ldquoquesto egrave questrsquoaltrordquo significa che questo egrave accidente di questrsquoaltro Lo stesso deve dirsi a proposito degli esempi di cui sopra quando diciamo ldquolrsquouomo egrave musicordquo o il ldquomusico egrave uomordquo ldquoil bianco egrave musicordquo o ldquoil musico egrave biancordquo diciamo cosigrave percheacute nellrsquoultimo caso i due attributi sono accidenti di una stessa cosa mentre nel primo caso lrsquoattributo egrave accidente di ciograve che veramente esiste E si dice ldquoil musico egrave uomordquo percheacute ldquomusicordquo egrave accidente dellrsquouomo nello stesso modo si dice anche ldquoil non-bianco egraverdquo percheacute egrave ciograve di cui esso egrave accidente Dunque le cose che si dicono essere in senso accidentale si dicono cosigrave [a] o percheacute si tratta di due attribu-ti che appartengono ad una medesima cosa che egrave [b] oppure percheacute si tratta di un attributo che appartiene alla cosa che egrave [c] oppure ancora percheacute ciograve di cui appartiene come accidente quello di cui egrave esso stesso predicato egrave ciograve che propriamente egrave [2] Essere per seacute sono dette invece tutte le accezioni che ha lrsquoessere secondo le figure delle categorie tante sono le figure delle cate-gorie e altrettanti i significati dellrsquoessere Poicheacute dunque alcune delle categorie significano lrsquoessenza altre la qualitagrave altre la quantitagrave altre la relazione altre lrsquoagire o il patire altre il dove e altre il quando ebbene lrsquoessere ha significati corrispondenti a ciascuna di que-ste Non crsquoegrave differenza infatti fra le proposizioni ldquolrsquouomo egrave viventerdquo e ldquolrsquouomo viverdquo e fra ldquolrsquouomo egrave camminante o taglianterdquo e ldquolrsquouomo cammina o tagliardquo e lo stesso vale per gli altri casi [3] Inoltre lrsquoessere e lrsquoegrave significa ancora che una cosa egrave vera e il non-essere e il non-egrave significa che non-egrave vera ma falsa e questo vale tanto per lrsquoaffermazione quanto per la negazione Per esempio si dice ldquoSocrate egrave musicordquo in quanto questo egrave vero oppure ldquoSocra-te egrave non-biancordquo in quanto questo egrave vero e si dice che ldquola diagonale non-egrave commensurabilerdquo in quanto questo non egrave vero ma falso [4] Inoltre lrsquoessere o lrsquoente significa da un lato lrsquoessere in potenza e dallrsquo altro lrsquoessere in atto e questo nellrsquoambito di ciascuno dei significati sopra detti Infatti noi diciamo che egrave veggente e chi egrave veggente in potenza e chi egrave veggente in atto e similmente diciamo che sa e colui che puograve far uso del sapere e colui che ne fa usa in atto e dicia-mo che egrave in riposo e colui che egrave giagrave in riposo e colui che puograve essere in riposo Similmente dicasi per le sostanze infatti diciamo che un Ermete egrave nella pietra e che la semiretta egrave nella retta e diciamo che egrave frumento anche quello che non egrave ancora maturo [Metafisica Li-bro V cap7]

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azione (taglia brucia) passione (viene tagliato viene bruciato)

Questo elenco non va inteso come qualcosa di definitivo in quanto su questo argomento Aristo-tele ritornograve piugrave volte egrave possibile infatti trovare delle classificazioni leggermente diverse in cui al posto della categoria della sostanza (ousia) vi egrave quella del che cosegrave (essenza) mentre altre vol-te le categorie non sono dieci ma sei o sette Le categorie sono le classi ultime in cui si puograve dire che ricade tutto ciograve che esiste oppure egrave reale Per quanto riguarda luso di questa dottrina Ari-stotele vi fa ricorso quando deve classificare classi di oggetti oppure significati dei termini Ri-guardo poi alla sostanza la prima delle categorie Aristotele la divise in primaria e secondaria e affermograve che solo le sostanze primarie sono sostanze nel vero senso del termine (per sostanza primaria Aristotele intende lindividuale ovvero luomo individualmente considerato questo o quel cavallo e cosigrave via) egrave ovvia allora la polemica con il pensiero di Platone il quale affermava invece che vera sostanza sono le Forme (le Idee) ovvero i generi e le specie delle cose quelle specie e generi che invece per Aristotele avevano unimportanza secondaria82

ii) Lessere come accidente ovvero essere casuale accidentale (per esempio quando dico che luomo egrave musico io non esprimo lessenza stessa dellessere uomo ma qualcosa che alluomo puograve capitare casualmente di essere un mero accidente) Non egrave sempre negrave per lo piugrave ma solo talora Egrave sempre in altro mai per segrave83 (differenza tra accidente e categorie per es la qualitagrave egrave necessario che una sostanza abbia delle qualitagrave che abbia quelle o altre egrave accidentale)

iii) Essere come vero e non-essere come falso Si tratta dellessere logico (a differenza del prece-dente che era un essere ontologico) che indica lessere del giudizio vero e il non-essere del giu-dizio falso egrave un essere puramente mentale che ha sussistenza solo nella ragione e nella mente che pensa (mentre il precedente esisteva a prescindere dalla mente che lo pensava)

iv) Essere come potenza e atto Un esempio di questa importante definizione egrave dato dalla statua di marmo giagrave scolpita che egrave in atto mentre il blocco di marmo che lartefice sta scalpellando egrave in potenza il frumento maturo egrave frumento in atto mentre la pianticella verde egrave frumento in poten-za (vale a dire che puograve diventare ciograve che ancora non egrave mentre lessere in atto si caratterizza come lattuarsi di ciograve che prima era solo in potenza) (1) Sono tutti e due essere perograve in senso quasi opposto (la potenza egrave non atto ma capacitagrave

drsquoessere atto) (2) Saragrave bene ricordare anche che attraverso questo significato dellessere Aristotele risolveragrave

definitivamente laporia eleatica per la quale il non-essere non esiste e di conseguenza nemmeno il movimento percheacute inteso come passaggio dal non-essere allessere la soluzio-ne egrave proprio insita nel concetto di atto e potenza in quanto il non-essere di cui parlava Par-

82 Categorie 2a 11-18 2b 15-17 2b 30-3a 7) [2a] [] ldquoSostanzardquo nel senso piuacute proprio in primo luogo e nella piuacute grande misura egrave quella che non si dice di un qualche sostrato neacute egrave in un qualche sostrato ad esempio un determinato uomo o un determinato cavallo Drsquoaltro canto sostanze seconde si dicono le spe-cie cui sono immanenti le sostanze che si dicono prime ed oltre alle specie i generi di queste Ad esempio un determinato uomo egrave immanente ad una specie cioegrave alla nozione di uomo e drsquoaltra parte il genere di tale specie egrave la nozione di animale [] [2b] [] la ragione per cui le sostanze prime si dicono sostanze in massimo grado consiste nel fatto che esse stanno alla base di tutti gli altri oggetti e che tutti gli altri oggetti si predicano di esse oppure sussistono in esse [] Egrave cosiacute giustificato prescindendo dalle sostanze prime che le specie e i generi siano i soli tra gli oggetti a dirsi ldquosostanze seconderdquo tra i predicati in effetti essi solo rivelano la sostanza prima Se qualcuno invero deve spiegare che cosrsquoegrave un determinato uomo dagrave una spiegazione appropriata fornendo la specie oppure il genere drsquoaltra parte dichiarando che tale oggetto egrave ldquouomordquo lo rende piuacute noto di quanto non faccia dichiarando che egrave ldquoanimalerdquo Nel caso invece che costui fornisca una qualche altra nozione dicendo ad esempio che un determinato uomo egrave ldquobiancordquo o ldquocorrerdquo oppure facendo una qualsiasi altra dichiarazione consimile avragrave dato una spiegazione estra-nea allrsquooggetto Egrave di conseguenza giustificato che tra gli altri oggetti soltanto quelli nominati si dicano sostanze [3a] Oltre a ciograve le so-stanze prime sono sostanze nel senso piuacute proprio in quanto stanno alla base di tutti gli altri oggetti Orbene precisamente allo stesso modo con cui le sostanze prime si comportano rispetto a tutti gli altri oggetti cosiacute si comportano rispetto a tutti i rimanenti le specie e i generi delle sostanze prime In realtagrave tutti i rimanenti oggetti vengono predicati delle specie e dei generi Tu dirai infatti di un determi-nato uomo che egrave ldquogrammaticordquo e quindi dirai pure di uomo e di animale che egrave ldquogrammaticordquo Lo stesso vale per gli altri casi 83 [Metafisica 1025a] [] Accidente significa ciograve che appartiene ad una cosa e che puograve essere affermato con veritagrave della cosa ma non sempre neacute per lo piuacute per esempio se uno scava una fossa per piantare un albero e trova un tesoro Questo ritrovamento del tesoro egrave dunque un accidente per chi scava una fossa infatti lrsquouna cosa non deriva dallrsquoaltra neacute fa seguito allrsquoaltra necessariamente e nemme-no per lo piuacute chi pianta un albero trova un tesoro E un musico puograve anche essere bianco ma poicheacute questo non avviene neacute sempre neacute per lo piuacute noi diciamo che egrave un accidente Pertanto poicheacute ci sono attributi che appartengono ad un soggetto e poicheacute alcuni di questi attributi appartengono al soggetto solo in certi luoghi e in certi tempi allora tutti gli attributi che appartengono ad un soggetto ma non in quanto il soggetto egrave questo soggetto e il tempo questo determinato tempo e il luogo questo determinato luogo saranno accidenti Dellrsquoaccidente non ci saragrave quindi neppure una causa determinata ma ci saragrave solo una causa fortuita e questa egrave indeterminata Egrave per accidente che uno giunge ad Egina se non egrave partito con lrsquointento di giungere in tal luogo ma se egrave giunto percheacute spinto dalla tempesta o preso dai pirati Dunque lrsquoaccidente egrave prodotto ed esiste non per se stesso ma per altro la tempesta infatti egrave stata causa che si giungesse dove non voleva giungere cioegrave ad Egina

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menide altro non sarebbe se non un non-essere relativo nel senso che una cosa egrave segrave stessa e al tempo stesso non egrave tutte le altre Il movimento si spiegheragrave poi come passaggio dalla potenza allatto

Le categorie che abbiamo elencato sopra sono le supreme divisioni dellessere loriginaria distin-zione cui si appoggia necessariamente la distinzione degli ulteriori significati La prima di esse la sostanza egrave la piugrave importante percheacute egrave il riferimento comune alle altre categorie che in qualche modo la presuppongono (la qualitagrave ecc egrave sempre riferita a qualcosa che esiste di giagrave luomo ovvero la sostanza egrave alto uno padre cammina ecc) Il che ci porta a concludere che se les-sere si identifica con le sue categorie e le categorie si riferiscono alla sostanza la domanda su che cosegrave lessere si trasforma in che cosegrave la sostanza e la metafisica diventa teoria della sostanza

4) La sostanza Quali sostanze esistono84 Questa sarebbe la domanda fondamentale Solo che a questa

domanda possiamo rispondere solo dopo che avremo risposto alla domanda cosa egrave la sostanza Tutti ammettono la sostanza sensibile e bisogna partire da ciograve che per noi egrave piugrave evidente a) Sostanza egrave

i) materia (fisici) La materia egrave ciograve di cui una cosa egrave fatta ciograve di cui egrave composta (ad esempio un uomo egrave fatto di carne ed ossa una sfera egrave fatta di bronzo ecc) ed egrave dunque un elemento pas-sivo che viene strutturato dalla forma nel senso che egrave la forma che rende ad esempio lrsquouomo animale razionale mentre la materia saragrave il corpo delluomo

ii) forma (Platone) (1) La forma egrave la natura propria di una cosa egrave ciograve che la rende quella che egrave e la distingue dal-

le altre egrave dunque la sua essenza il suo significato fondamentale il suo essere dellesse-re Se la forma egrave lessenza necessaria egrave ciograve per cui ogni essere egrave necessariamente quello che egrave allora essa egrave anche la risposta che possiamo dare circa il che cosegrave di una cosa in quanto definire un essere vuol dire chiarirne lessenza (che cosegrave questo egrave un uomo cosegrave un uomo un animale razionale)

(2) La forma di cui parla Aristotele non va confusa con la forma platonica percheacute la prima egrave un costitutivo della realtagrave egrave una struttura ontologica immanente mentre la seconda egrave una qua-litagrave trascendente la realtagrave stessa egrave un universale e lrsquouniversale non ha le caratteristiche della sostanza che egrave sempre un tode ti un qualcosa di determinato Aristotele distingue due modi dessere dellessenza 2(a) il suo essere accolto dallanima pensante come il suo modo dessere noetico separa-

to delle cose con il pensiero (choristo logo) 2(b) il suo essere nelle cose come il suo modo dessere fisico di realizzare lunitagrave effettiva

dogni cosa rispetto a ciograve che egrave Secondo Aristotele lessere delllaquoειδοσraquo egrave determinato nel suo modo fisico dalla relazione al soggiacente indeterminato della laquohyleraquo come lunificante effettivo di ogni cosa (εν ποιουν) riconosciuto dal pensiero come sua intelligibilitagrave Effettivitagrave e intelligibilitagrave co-incidono e il tratto eidetico dellessere fisico nella produzione infaticabile di cose precise delimitate da una qualcositagrave in atto saragrave dunque compreso da Aristotele come la profonda complicitagrave di tutta la laquoPhysisraquo con il pensiero cioegrave come il suo tratto razionale comprensibile accolto dal pensiero delluomo come leffettivitagrave di ciograve che egrave

(3) Questo ci porta a fare un breve excursus in ambito logico per accennare al principio di non contraddizione esso sostiene che ogni essere ha una natura determinata che egrave impossibile negare di esso e quindi in questo senso gli egrave necessaria non potendo essere diversa da quello che egrave E espresso da Aristotele nel modo seguente Egrave impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia Il che viene dimostrato da Aristotele per assurdo dicendo che se una parola ha un significato non egrave possibile che A sia insieme B e non-B cioegrave ad esempio che uomo sia insieme animale razionale e non animale razionale

84 (Metafisica 1069a 30-1069b 2) [1069a] [] Ci sono tre sostanze ltdi genere diversogt Una egrave la sostanza sensibile la quale si distingue in (a) eterna e in (b) corruttibile (e questa egrave la sostanza che tutti ammettono per e-sempio le piante e gli animali di essa egrave necessario comprendere quali siano gli elementi costitutivi sia che questi si riducano ad uno so-lo sia che siano molti) (c) Lrsquoaltra sostanza egrave invece immobile e questa alcuni filosofi affermano che egrave separata certuni distinguen-dola ulteriormente in due tipi altri riducendo a una identica natura le Forme e gli Enti matematici altri ancora ammettendo solo gli Enti matematici Le prime due specie di sostanze costituiscono lrsquooggetto della fisica percheacute sono soggette a movimento [1069b] la terza invece egrave og-getto di unrsquoaltra scienza dal momento che non crsquoegrave alcun principio comune ad essa e alle altre due

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iii) sinolo (senso comune)85unione di materia e forma entrambe la materia e la forma sono ne-cessarie per fare una sostanza non puograve esistere un uomo senza il corpo (materia) neacute lanima (forma) senza il corpo

b) Ora hanno ragione tutti e nessuno i) Senza materia non ci sono sostanze sensibili perograve la materia egrave potenzialitagrave indeterminata ii) Quindi egrave necessaria una forma che la determini una forma che determina il che cosrsquoegrave Della co-

sa una forma che egrave sempre intrinseca alla cosa iii) Di conseguenza saragrave sostanza il sinolo che egrave unione delle due

c) caratteri della sostanza i) Non inerisce ad altro ma egrave sostrato di inerenza di altro (cioegrave degli accidenti) ii) per seacute indipendenza (appunto in quanto la sostanza sussiste e non inerisce un maglione egrave so-

stanza il blu no percheacute egrave sempre blu di qualcosa di qualche sostanza ad esempio blu del ma-glione)

iii) determinata (deve essere un tode tigrave deve potersi indicare concretamente quindi non potragrave es-sere u universale la sua egrave una filosofia dellrsquoindividuale)

iv) unitaria (non un aggregato la sostanza deve essere un che di uno un sasso egrave una sostanza un mucchio di sassi no)

v) atto (energheia o entelekeia deve essere qualcosa di attuale di reale il seme che egrave seme ora egrave sostanza la pianta che il seme puograve diventare sviluppandosi non egrave sostanza fincheacute il seme resta seme)

d) In base a tali presupposti puograve essere detto sostanza i) la materia perograve non del tutto propriamente percheacute soddisfa solo alla prima caratteristica (non

inerisce a nulla ma tutto inerisce ad essa) perograve non egrave attuale neacute determinata neacute indipendente neacute davvero una

ii) la forma egrave vero che non soddisfa alla prima condizione percheacute inerisce alla materia ma inerisce come principio determinate E la seconda caratteristica esiste per seacute Puograve esistere separata sia concettualmente sia anche concretamente (vedremo che esistono forme senza materia)

iii) il sinolo di forma e materia inevitabilmente le soddisfa tutte iv) ora il sinolo egrave la vera sostanza dal punto di vista empirico che costituisce il mondo fisico da noi

immediatamente conosciuto Perograve da un punto di vista metafisico vera sostanza egrave la forma in quanto egrave la forma il principio determinante il sinolo il fondamento del sinolo

v) Allora essere nel senso pieno egrave la sostanza e la sostanza nel senso pieno egrave la forma Aristotele ha chiamato la forma causa prima dellessere

e) alcune conseguenze i) retaggio platonico solo la forma egrave conoscibile non la materia che egrave inintelligibile ed egrave causa del-

la pluralitagrave (es dei molti uomini) La materia egrave il principio di individuazione (quella che la scolastica chiameragrave la materia signata Ora se la materia egrave inintelligibile la singola cosa concreta sensibile non saragrave mai pienamente co-noscibile quindi i singoli sono inconoscibili indefinibili

ii) La forma egrave solo atto la materia egrave solo potenza cioegrave capacitagrave di assumere qualsiasi forma quindi il sinolo egrave insieme atto e potenza Tutto ciograve che ha materia ha potenzialitagrave se non ha materia egrave atto puro

iii) Significato e importanza dellatto come entelekeia (εν τελοσ εχειν avere in se stessi il proprio fi-ne) Se la forma egrave questa entelechia allora essa egrave non solo quello che la cosa egrave ma anche quello che la cosa deve essere la forma egrave il dinamismo interno della realtagrave orientamento intrinseco la forma diventa anche fine

iv) Latto egrave superiore alla potenza rispetto alla quale vanta una prioritagrave logica (capisco la potenza solo in relazione allrsquoatto) e ontologica (lrsquoatto egrave condizione regola e fine della potenzialitagrave)

85 [1042a] [] E sostanza egrave il sostrato il quale in un senso significa la materia (dico materia ciograve che non egrave un alcuncheacute di determinato in atto ma un alcuncheacute di determinato solo in potenza) in un secondo senso significa lrsquoessenza e la forma (la quale essendo un alcun-cheacute di determinato puograve essere separata con il pensiero) e in un terzo senso significa il composto di materia e di forma [] [1042b] [] la sostanza nel significato di sostrato e di materia [yacutele] viene concordemente ammessa da tutti ed essa egrave la sostanza che esiste in potenza rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose sensibili come atto [1043a] []Dalle cose dette risulta chiaro che cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere essa egrave per un verso materia per un altro forma e atto e per un terzo egrave lrsquoinsieme di materia e di forma Non bisogna ignorare che talora non egrave chiaro se il nome indichi la sostanza come composto oppure lrsquoatto e la forma Per esempio non egrave chiaro se ldquocasardquo indichi il composto di materia e forma ossia un riparo fatto di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo oppure se significhi lrsquoatto e la forma ossia un riparo [] [1043b] Ma questo che per altro rispetto ha una notevole rilevanza in relazione alla ricerca della sostanza sensibile non ne ha alcuna infatti lrsquoessenza appartiene alla forma e allrsquoatto

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v) Grazie alla dottrina della potenza e dellatto Aristotele ha potuto risolvere il problema eleatico del movimento (che egrave un passaggio dallessere in potenza allessere in atto) e ha potuto risolvere il problema dellrsquounitagrave di materia e forma (potenza e atto)

5) Motore immobile

a) dimostrazione86 se tutto fosse corruttibile niente sarebbe incorruttibile perograve crsquoegrave lrsquoeternitagrave del tempo e quindi del movimento necessitagrave di un motore immobile causa del movimento (impossibile il re-gresso allrsquoinfinito in quantro se manca la causa prima viene a mancare anche tutta la serie delle cau-se seconde)

b) sue caratteristiche eterno immobile atto puro (se fosse potenza potrebbe non muovere) spirituale c) muove come oggetto di amore e di intelligenza quindi non egrave causa efficiente ma causa finale d) per questo il mondo non ha avuto inizio Dio da sempre attrae Di conseguenza luniverso egrave una sor-

ta di sforzo della materia verso Dio e quindi in pratica un desiderio incessante di prendere forma Non egrave tanto Dio che dagrave forma al mondo ma egrave piuttosto il mondo che aspirando a Dio si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci luniverso non egrave creato non ha avuto origine sussiste da sempre) Per questo non crsquoegrave un caos originario verrebbe ad essere il primato della potenza sullrsquoatto

e) il Motore immobile egrave pensiero di pensiero87 (per analogia alla nostra esperienza)

86 Poicheacute si egrave sopra detto che le sostanze sono tre due fisiche ed una immobile ebbene dobbiamo parlare di questa e dobbiamo dimo-strare che necessariamente esiste una sostanza eterna ed immobile Le sostanze infatti hanno prioritagrave rispetto a tutti gli altri modi di essere e se fossero tutte corruttibili allora sarebbe corruttibile tutto quanto esiste Ma egrave impossibile che il movimento si generi o si corrompa percheacute esso egrave sempre stato neacute egrave possibile che si generi o si corrompa il tempo percheacute non potrebbero esserci il ldquoprimardquo e il ldquopoirdquo se non esistesse il tempo Dunque anche il movimento egrave continuo come il tempo infatti il tempo o egrave la stessa cosa che il movi-mento o una caratteristica del medesimo E non crsquoegrave altro movimento continuo se non quello locale anzi di questo continuo egrave solo quel-lo circolare Se poi esistesse un principio motore ed efficiente ma che non fosse in atto non ci sarebbe movimento infatti egrave possibile che ciograve che ha potenza non passi allrsquoatto (Pertanto non avremo alcun vantaggio se introdurremo sostanze eterne come fanno i sosteni-tori della teoria delle Forme se non egrave presente in esse un principio capace di produrre mutamento dunque non egrave sufficiente questo ti-po di sostanza neacute lrsquoaltra sostanza che essi introducono oltre le Idee (n numeri e gli Enti matematici) se queste sostanze non saranno attive non esisteragrave movimento) Ancora non basta neppure che essa sia in atto se la sua sostanza implica potenza infatti in tal caso potrebbe non esserci un movimento eterno percheacute egrave possibile che ciograve che egrave in potenza non passi allrsquoatto Egrave dunque necessario che ci sia un Principio la cui sostanza sia lrsquoatto stesso Per conseguenza egrave anche necessario che queste sostanze (n Aristotele oltre al Motore immobile ammetteragrave anche tutta una serie di sostanze analoghe al Motore immobile anche se a lui gerarchicamente inferiori) siano scevre di materia percheacute devono essere eterne se mai esiste qualcosa di eterno Dunque devono essere atto Drsquoaltro canto sorge una difficoltagrave pare infatti che tutto ciograve che egrave attivo presupponga la potenza e che invece non tutto ciograve che egrave in potenza passi allrsquoatto sembra in tal modo che la potenza sia anteriore allrsquoatto Ma se fosse cosigrave non esisterebbe nessuno degli esseri egrave possibile infatti che ciograve che egrave in potenza ad essere non sia ancora E anche se fosse come dicono i Teologi che fanno derivare tutto dalla notte (n ORFEO fr 12 Diels-Kranz e ESIODO Teogonia 116 e seguenti) o come dicono i Fisici i quali sostengono che laquo tutte le cose erano insieme raquo (n ANASSAGORA fr 1 Diels-Kranz) si giungerebbe alla stessa impossibilitagrave Infatti come potrebbe prodursi mo-vimento se non esistesse una causa in atto Non certo la materia puograve muovere seacute medesima ma lrsquoarte del costruire e neppure il me-struo neacute la terra muovono se stessi ma il germe e il seme Per questo alcuni ammettono una attivitagrave eterna come Leucippo (n testi-monianza 18 Diels-Kranz) e Platone (n Timeo 30a) infatti essi sostengono che il movimento egrave eterno Tuttavia essi non dicono percheacute il movimento sia e quale esso sia neacute dicono la ragione per cui esso sia in questo o quel modo Nulla infatti si muove a caso ma deve sempre esserci una causa per esempio questo si muove ora in questo modo per natura questo altro in questrsquoaltro modo per forza ad opera dellrsquointelligenza o di altro E di che specie egrave allora quel movimento primo Questo punto ha una importanza grandissima Ma a Platone non [1072a] sarebbe stato lecito neppure porre quello che egli ritiene talora essere causa di movimento ossia ciograve che si dagrave movimento da se stesso Infatti questo che secondo lui egrave lrsquoanima egrave posteriore al movimento e nasce insieme col mondo come egli stesso afferma (n sempre nel Timeo) Orbene ritenere che la potenza sia anteriore allrsquoatto in un senso egrave vero e in un altro senso non egrave vero come si egrave giagrave detto Che lrsquoatto sia anteriore attesta Anassagora percheacute lrsquoIntelligenza di cui egli parla egrave atto attesta Empe-docle con la dottrina dellrsquoAmicizia e della Discordia e attestano coloro che come ad esempio Leucippo sostengono che il movimento egrave eterno Pertanto non ci furono per un tempo infinito Caos o Notte ma ci furono sempre le medesime cose o ciclicamente o in qualche altro modo se veramente lrsquoatto egrave anteriore alla potenza Ora se la realtagrave egrave sempre la stessa [ciclicamente] egrave necessario che qualcosa permanga costantemente e agisca sempre allo stesso modo E percheacute possano aver luogo generazione e corruzione ci deve essere an-che qualcosrsquoaltro che sempre agisca in maniera diversa E bisogna che questo in un modo agisca in virtugrave di seacute medesimo e in un altro modo in virtugrave di altro dunque in virtugrave di una ulteriore causa diversa dalla prima oppure in virtugrave della prima Ma egrave necessario che sia in virtugrave della prima percheacute a sua volta la prima sarebbe causa dellrsquouno e dellrsquoaltro Dunque egrave meglio la prima Dicemmo infatti che essa egrave causa dellrsquoessere le cose sempre nello stesso modo la seconda invece egrave causa dellrsquoessere le cose in modo diverso e lrsquouna e lrsquoaltra insieme son causa dellrsquoessere le cose in modo sempre diverso In questo modo si comportano dunque i movimenti Che bisogno crsquoegrave allora di cercare altri principi [da Metafisica Libro XII Cap 6] 87 Da un principio tale dunque dipendono il cielo e la natura e la sua condotta egrave la migliore quale noi abbiamo solo per piccolo tempo Esso infatti egrave sempre cosigrave (per noi infatti sarebbe impossibile) percheacute la sua attualitagrave egrave anche piacere e per questo la veglia la sensa-zione e il pensiero sono le cose piugrave piacevoli e grazie a queste anche le speranze e i ricordi E il pensiero che egrave di per seacute egrave di ciograve che egrave migliore di per seacute e il pensiero per eccellenza egrave di ciograve che egrave per eccellenza Lintelletto pensa seacute stesso per partecipazione del pensabile infatti diventa pensabile toccando e pensando cosiccheacute intelletto e pensabile sono la stessa cosa Lintelletto egrave infatti ciograve che puograve acco-gliere il pensabile e lousiacutea e opera quando li possiede cosiccheacute piugrave ancora di quella capacitagrave egrave questo che lintelletto sembra avere di divino e lindagine egrave la cosa piugrave piacevole e migliore Se dunque il dio sta sempre cosigrave bene come noi qualche volta egrave meraviglioso e se ancora meglio egrave ancora piugrave meraviglioso -- e sta cosigrave E sussiste come vita percheacute lattualitagrave dellintelletto egrave vita ed esso egrave attualitagrave E la sua attualitagrave che egrave di per seacute egrave la vita perenne e migliore In veritagrave affermiamo che il dio egrave il vivente perenne e migliore cosiccheacute al dio appartiene una vita e un tempo vitale continuo e perenne percheacute questo egrave il dio (Metafisica XII7 1072 b13-30 ) [] se esso [lrsquointelletto divino] non pensa nulla in nulla verrebbe a risiedere la sua dignitagrave ma esso si troverebbe nello stato di un uomo addormen-

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i) Il Dio aristotelico egrave vivente Ma di quale tipo di vita Quella che per Aristotele egrave la piugrave perfetta quella che alluomo egrave possibile solo per breve tempo e che egrave cuasa di piacere e cioegrave la vita del puro pensiero della contemplazione (theoria) Il pensiero egrave lrsquounica attivitagrave immateriale e puro at-to

ii) E che cosa contempla Dio Non puograve che contemplare la cosa piugrave perfetta e quindi contempla se stesso egli pensa se stesso egrave pensiero di pensiero

iii) Esso non crea il mondo dal nulla (questa egrave una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo egrave eterno non conosce e non ama il mondo giaccheacute lamore egrave visto come una imperfezione in quanto egrave la tendenza a ricercare ciograve di cui abbiamo bisogno mentre se Dio egrave perfetto non puograve avere bisogno di nulla e quindi non puograve amare

f) Il Motore immobile egrave unico per questo il mondo egrave unico Perograve Aristotele non egrave monoteista (per Ari-stotele egrave divino tutto ciograve che egrave eterno quindi le 55 Intelligenze e le anime) anche se crsquoegrave monotei-smo esigenziale

LA FISICA E LA MATEMATICA

1) Le dottrine fisiche elaborate da Aristotele occupano una posizione assolutamente centrale nella cultura che va dal mondo greco fino alle soglie dellrsquoetagrave moderna quando srsquoegrave verificata quella ldquorivoluzione scien-tificardquo che ha avuto in Copernico e in Galilei i suoi eroi

2) Platone aveva rigettato la possibilitagrave di una scienza della natura in quanto convinto che questa fosse soggetta a quellrsquoincessante fluire tematizzato da Cratilo e aveva sostenuto che del mondo naturale po-tesse esservi non giagrave επιστεmicroε bensigrave δοξα lo stesso Timeo che pure era un dialogo interamente dedi-cato alla φυσισ si configurava come un racconto immaginifico privo di ogni qualsivoglia carattere verita-tivo

3) Ersquo stato Aristotele ad assumersi il compito di fondare la fisica come scienza ancorchegrave la fisica da lui fon-data sia lontanissima da quella moderna che tutto matematizza si tratta al contrario di una fisica qua-litativa (anche qui in contrasto con Platone) che diventa una ontologia o metafisica del sensibile Ed egrave nel VI libro della Metafisica che lo Stagirita proponendo la sua classificazione delle scienze non solo presenta la fisica come scienza a pieno titolo ma addirittura la inserisce nel novero delle ldquoscienze teore-ticherdquo (insieme alla matematica e alla filosofia prima ossia la metafisica) le quali avendo per fine il sa-pere stesso sono disinteressate e in ciograve risiede la loro superioritagrave88 La fisica Aristotele l chiama anche filosofia seconda proprio percheacute indaga la sostanza sensibile e in movimento che egrave seconda rispetto alla sostanza soprasensibile e immobile a cui conduce la filosofia prima Abbiamo due tipi di sostanze le sensibili e le soprasensibili per questo avremo due tipi diversi di scienze fisica e metafisica (e qui si o-pera il superamento dei presocratici proprio percheacute la φυσισ non egrave piugrave la totalitagrave dellrsquoessere

4) Per Aristotele diversamente da Platone egrave possibile studiare le cose nel loro divenire a) Ciograve non toglie perograve che la fisica ndash a differenza della metafisica che studia lrsquoessere in quanto tale ndash

sia una scienza particolare giaccheacute si occupa solo dellrsquoessere in movimento e perciograve difetta di uni-versalitagrave

b) Oltre ad occuparsi dei corpi terreni caratterizzati dallrsquoessere passeggeri e non eterni Aristotele fa rientrare nel campo drsquoindagine della fisica anche lo studio dei corpi celesti Con questrsquooperazione e-gli pone lrsquoastronomia come scienza fisica e non come scienza matematica (quale era per Platone) poicheacute gli astri sono anchrsquoessi corpi in movimento bencheacute ndash a differenza dei corpi terrestri ndash non siano soggetti al divenire ma esistenti sempre e necessariamente (in quanto composti non giagrave dei quattro elementi bensigrave dellrsquoetere) Ne segue che gli orizzonti della fisica finiscono per spaziare dalla terra al cielo dai corpi viventi degli animali allrsquoanima Il confine tra il mondo terrestre ndash popolato dai

tato se invece esso pensa ma pensa qualcosa che sia diversa da seacute stesso allora il suo pensiero viene a dipendere da qualche altra cosa e in tal caso [] esso non potragrave essere la migliore delle sostanze giaccheacute la sua assoluta superioritagrave egrave sua proprietagrave solo in virtugrave del pensare Inoltre tanto nel caso che la sua sostanza si identifichi con lrsquoIntelletto quanto nel caso che si identifichi col pensiero qual egrave lrsquooggetto del pensiero [] E chiaro quindi che esso pensa la cosa piugrave divina e veneranda e che non muta mai il suo oggetto [] Epperograve lrsquoIntelletto pensa seacute stesso se egrave vero che esso egrave il bene supremo e il suo pensiero egrave pensiero di pensiero (Aristotele Metafisi-ca in Id Opere a cura di G Giannantoni Bari Laterza libro XII 9) 88 Proprio in Metafisica VI 1025 b 25 scrive Aristotele ldquoPertanto se ogni conoscenza razionale egrave o pratica o poietica o teoretica la fisica dovragrave essere conoscenza teoretica ma conoscenza teoretica di quel genere di essere che ha potenza di muoversi e della sostanza inte-sa secondo la forma ma prevalentemente considerata come non separabile dalla materia [hellip] Se tutti gli oggetti della fisica si intendo-no in modo simile al camuso come per esempio naso occhio viso carne orecchio animale in generale foglia radice corteccia pianta in generale (infatti non egrave possibile dare definizione di alcuna di queste cose senza il movimento ma esse hanno sempre materia) allora egrave chiaro come si debba ricercare e definire lrsquoessenza in sede di ricerca fisica ed egrave altresigrave chiaro percheacute sia compito del fisico speculare anche su una parte dellrsquoanima che non esiste senza la materia Da tutto ciograve risulta allora evidente che la fisica egrave una scienza teoreticardquo

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corpi in divenire ndash e quello celeste ndash popolato dai corpi eterni ndash egrave segnato dalla luna che divide ap-punto il mondo sublunare da quello sopralunare

c) Le scienze teoretiche riguardano cose esistenti necessariamente ma allrsquointerno della fisica egrave ritaglia-to uno spazio anche per i corpi passeggeri e non eterni le pietre gli uomini e gli animali possono in-fatti non esistere e in ogni caso sono perituri essi tuttavia rispondono ad una modalitagrave dellrsquoessere che egrave επι το πολυ (per lo piugrave) per cui gli uomini invecchiando diventano per lo piugrave canuti Nellrsquoambito del mondo fisico terrestre allora pur non valendo la necessitagrave assoluta ciograve non di meno vale la necessitagrave condizionale tale per cui se si verifica una tale condizione si verifica un tale effet-to (ad esempio se invecchio mi vengono i capelli bianchi) Sicchegrave i corpi del mondo fisico di questa terra presenta caratteristiche fluttuanti (il colore degli occhi dei capelli lrsquoaltezza ecc) con lrsquoinevitabile conseguenza che a differenza della matematica la conoscenza fisica non potragrave mai es-sere esatta neacute potragrave fare ricorso a dimostrazioni analiticodeduttive (Platone riduce invece nel Timeo gli elementi fisici a enti geometrici matematicamente studiabili) La fisica difetta dunque di universa-litagrave di esattezza e di necessitagrave

d) Come ogni altra conoscenza anche quella fisica procede per cause e quali siano tali cause Aristotele lo spiega nel II libro cap3 della Fisica per poi riprenderlo nel I della Metafisica le quattro cause che egli individua non sono che le risposte da fornire quando ci si interroga sulla natura di qualche cosa e tale dottrina egrave evidentemente dedotta dallrsquoosservazione diretta dei corpi osservandoli si nota in-fatti che essi rispondono a quattro diversi punti di vista ovvero risultano dalla convergenza di quat-tro cause Infatti le cose hanno una materia sono prodotte da qualcuno sono tali percheacute hanno una forma che le individua e hanno uno scopo per il quale sono venute ad essere qui in sintonia con Platone Aristotele crede che la struttura eretta sia stata data allrsquouomo affincheacute egli possa con-templare le realtagrave superne ma Aristotele non dimentica che le cose hanno anche una materia che le condiziona cosigrave lrsquouomo puograve stare in piedi percheacute possiede calore e il calore tende appunto verso lrsquoalto La materia e la forma non sono ndash secondo Aristotele ndash separabili lrsquouna dallrsquoaltra col che egli si distingue nettamente dalla posizione platonica per cui le forme (ειδη) sarebbero radicalmente di-stinte dalla materia (υλη) inoltre lrsquoassetto fisico di ogni cosa egrave tale percheacute deve rispondere ad un dato fine e la forma egrave quella che egrave percheacute egrave stata organizzata in vista di tale fine Solo chi conosce tutte e quattro le cause delle cose puograve essere insignito del titolo di φυσικος (fisico) giacchegrave egli solo egrave in grado di indicare di che cosa le cose sono fatte a quale fine tendono quale forma hanno che cosa le ha messe in moto

e) Il punto nodale nella trattazione fisica condotta dallo Stagirita riguarda la teleologia la natura tende a un fine o piuttosto in essa tutto avviene secondo le bizzarre regole del caso A questa domanda Platone aveva risposto giocando la carta del finalismo provvidenzialistico ipotizzando lrsquoesistenza di un ldquoDivino arteficerdquo (il Demiurgo del Timeo) tale da contemplare le idee eterne e calarle nella mate-ria nel miglior modo possibile il mondo che ne derivava era il migliore tra i mondi possibili intera-mente retto da fili divini una sorta di opera drsquoarte infallibile in cui tutto era retto da fili divini La so-luzione di Aristotele egrave assai diversa il provvidenzialismo platonico egrave messo al bando per due ragioni In primis percheacute la natura non egrave affatto divina e Aristotele ne paragona lrsquoattivitagrave a quella tecnica a differenza della tecnica divina (che egrave infallibile) la tecnica umana egrave soggetta a fallire similmente in natura non tutto avviene in maniera perfetta Come il grammatico puograve commettere errori o come il medico puograve prescrivere farmaci inadeguati cosigrave la natura puograve parimenti compiere errori bencheacute il suo agire sia sempre e comunque orientato al meglio tale principio viene da Aristotele dedotto a partire dalla biologia dove si registrano casi di veri e propri mostri (ad esempio esseri con parti mancanti o in sovrappiugrave) e devianze dalla norma della natura che vuole che gli uomini nascano per lo piugrave in un certo modo La possibilitagrave dellrsquoerrore della natura egrave resa possibile dal fatto che si tratta di un ambito di cose materiali e come abbiamo pocrsquoanzi detto la materia non sempre si lascia domina-re dalla forma a volte le oppone resistenza (tale egrave ad esempio il caso della mano con quattro dita anzicheacute cinque) Sicchegrave a partire da queste considerazioni lo Stagirita dovragrave prendere in esame il fattore ldquocasualitagraverdquo e lo faragrave nel libro II cap4-5-6 addivenendo alla conclusione che ldquoil caso rientra nel novero delle causerdquo intendendo con ciograve dire che anche quel che accade per caso ha pur sempre una sua causa anche se lrsquoeffetto risulta derivare da una causa diversa da quella in forza della quale solitamente accade ossia avviene per accidente (κατα συmicroβεβηκως) Puograve dunque accidentalmente accadere che nel corso della generazione la materia non si lasci plasmare e ne nasca un mostro Lrsquoindividuo di sesso femminile egrave esso stesso agli occhi di Aristotele un caso di errore della natura un mostro prodotto dal caso agendo sul sangue mestruale il seme maschile forma la materia ed egrave a questo punto che puograve verificarsi la devianza nascere femmina egrave appunto una devianza ma si trat-ta pur sempre di una ldquomostruositagrave necessariardquo al fine di perpetuare la specie

f) In questo contesto si inserisce il doppio significato che naturale ha in Aristotele

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i) Indica ciograve che egrave regolare ed accade per lo piugrave ed egrave proprio questo che consente la scienza ii) Oppure naturale sta a indicare il fine il telos la norma contro il meccanicismo di fatto sta a in-

dicare la realizzazione della forma intrinseca Sarebbe quindi possibile il passaggio dalla descri-zione (primo significato) alla prescrizione (secondo significato)89

g) Occupandosi la fisica di corpi in movimento Aristotele si affatica a lungo sulla nozione di movimento (lrsquointero libro III egrave dedicato a tale tematica) riconoscendo quattro possibili modalitagrave di κινησις (loca-le sostanziale quantitativo qualitativo) egli smaschera definitivamente lrsquoeleatismo parmenideo i) Il movimento non egrave passaggio da essere a non essere o viceversa come per gli eleati ma egrave pas-

saggio da potenza ad atto ora egrave vero che la potenza non egrave atto perograve la potenza egrave uno dei si-gnificati dellrsquoessere Quindi il movimento egrave passaggio da un modo drsquoessere a un altro modo drsquoessere90

ii) Essendo passaggio da potenza ad atto e riferendosi questi a tutte le categorie in teoria do-vemmo avere dieci tipi di movimento di fatto Aristotele ne presenta quattro secondo la sostan-za la qualitagrave la quantitagrave il luogo

iii) Percheacute il moto sia possibile egrave necessario porre cinque principi materia o sostrato del moto (dove risiede la potenzialitagrave) forma e privazione (ed egrave sempre una privazione determinata per questo il movimento non saragrave mai a caso) ma saragrave sempre determinato Il sostrato passa dalla priva-zione della forma alla forma Forma e materia sono cause la privazione egrave il principio del muta-mento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente giagrave una forma Ogni movimento poi comporta una causa efficiente e un fine

h) Il moto locale egrave caratterizzato da unrsquounica direzione dallrsquoalto verso il basso o viceversa A ciograve vale per il mondo sublunare poicheacute i corpi di quello sopralunare sono invece dotati di moto semplice (ov-vero circolare spuntano e tramontano sempre nel medesimo punto) in forza della particolare mate-ria che li costituisce si tratta non giagrave dei quattro elementi empedoclei che stanno alla base dei corpi sublunari bensigrave di quella materia incorruttibile che Aristotele chiama etere

i) Agli occhi di Aristotele i corpi si distinguono in semplici (i quattro elementi) e in composti ed en-trambe le categorie cadono nel campo drsquoindagine della fisica alla base di tutti i corpi che popolano il mondo sublunare stanno i quattro elementi individuati da Empedocle Dal moto dei corpi semplici di-pende direttamente anche lrsquoassetto di del mondo terrestre risultante costituito in base alla disposi-zione dei quattro elementi stessi (la cui disposizione egrave legata alle caratteristiche fisiche di ciascun e-lemento) i) Il mondo sublunare (di natura sferica che egrave la migliore tra quelle possibili) viene cosigrave a configu-

rarsi come una serie di cerchi concentrici al cui centro sta lrsquoelemento piugrave pesante (la terra) e alla periferia quello piugrave leggero (il fuoco) con in mezzo lrsquoacqua e ndash piugrave leggera ndash lrsquoaria In base a tale

89 FISICA II 8 198 b 35 ss In effetti queste e tutte le altre cose che sono da natura o si generano sempre in questo modo o per lo piugrave e nessuna di esse si genera per fortuna o a caso Infatti non egrave in modo fortuito o casualmente che capita di piovere spesso in in-verno mentre questo sarebbe vero se accadesse durante la canicola e la canicola non fosse in estate [199 a] ma piuttosto durante lrsquoinverno Se dunque crsquoegrave caldo questo sembra essere o a caso o in vista di un fine e se non egrave possibile che queste cose accadano o per circostanze fortuite o [5] a caso avverranno in vista di un fine Ma tutte queste cose sono da natura come ammettono anche coloro che sostengono tali tesi dunque nelle cose che si generano o esistono per natura egrave presente lrsquooperare in vista del fine [ενεκα του] I-noltre nelle cose nelle quali esiste un qualche fine ciograve che viene prima egrave fatto in vista di ciograve che viene dopo Quindi come avviene nellrsquoagire [10] cosigrave accade in natura e come avviene in natura cosigrave accade anche in ogni azione se niente lo impedisce Ora lrsquoagire egrave in vista di un fine allora anche il fine egrave per natura Ad esempio se una casa fosse fra le cose che sono per natura essa verrebbe pro-dotta allo stesso modo in cui ora egrave costruita per mezzo della tecnica E se le cose che sono da natura fossero fatte non solo da natura ma anche fossero prodotte con la tecnica sarebbero prodotte in quello stesso modo nel quale esse sono prodotte per natura [15] Dunque lrsquouno egrave in vista dellrsquoaltro In generale talvolta lrsquoarte porta a compimento quanto la natura egrave impossibilitata a fare talaltra imita la natura Se dunque le cose che sono secondo arte sono fatte in vista di un fine egrave chiaro che anche le cose che sono secondo natura lo sono Infatti il rapporto tra ciograve che viene dopo e ciograve che viene prima opera nello stesso modo in entrambe 90 Fisica III 200 b ndash 201 a Talune cose sono soltanto in atto altre in potenza e in atto e alcune sono sostanza altre quantitagrave o qualitagrave e altre simili categorie dellrsquoessere Mentre la relazione si dice talvolta in riferimento allrsquoeccesso e al difetto talvolta [30] in rapporto a ciograve che egrave attivo e passivo e in generale in riferimento al motore e al mobile II motore infatti egrave motore di ciograve che egrave mobile e ciograve che egrave mobile egrave mobile in quanto mosso dal motoreE non esiste movimento al di fuori delle cose Ciograve che diviene infatti muta sempre o se-condo la sostanza o secondo la quantitagrave o secondo la qualitagrave o secondo il luogo E non [35] vrsquoegrave niente oltre questi predicati comuni che come abbiamo detto non sia o sostanza [201 a] o quantitagrave o qualitagrave o qualcuno delle altre predicazioni categoriali In conclusione non vi potragrave essere neacute movimento neacute cambiamento al di fuori delle cose sopra richiamate poicheacute non esiste realtagrave al di fuori delle cose detteE ciascuna di queste cose egrave presente in ogni ente in modo duplice ad esempio nella sostanza per un verso come forma per lrsquoaltro [5] come privazione nella qualitagrave come bianco e nero nella quantitagrave come compiuto e incompiuto In modo simile nel movimen-to locale avremo alto e basso o leggero e pesante Siccheacute le specie di cambiamento e di movimento sono tante quante sono quelle dellrsquoessereE poicheacute abbiamo distinto [10] nellrsquoambito di ciascun genere ogni cosa secondo lrsquoatto o la potenza lrsquoatto di ciograve che esiste in potenza in quanto tale egrave movimento ad esempio lrsquoatto di ciograve che egrave alterabile in quanto alterabile egrave alterazione lrsquoatto di ciograve che si ac-cresce e di ciograve che al contrario diminuisce (non esiste infatti un nome comune ad entrambi) crescita e diminuzione e lrsquoatto di ciograve che si genera e di ciograve che si corrompe generazione e [15] corruzione lrsquoatto di ciograve che si muove localmente locomozione

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disposizione si spiegano anche i moti che si verificano nel mondo sublunare che possono essere moti secondo natura (φυσει) e moti violenti (βια) una pietra lasciata cadere tende a muoversi di un moto naturale verso il basso ma se la scagliamo verso lrsquoalto essa procede per un tratto in di-rezione opposta al suo luogo naturale (muovendosi con un moto contro natura) fino a che non avragrave esaurito la spinta e ricadragrave a terra

ii) I corpi celesti invece si muovono di moto circolare La luna segna il confine tra i due mondi (sublunare e sopralunare) ma tra essi non crsquoegrave separazione netta crsquoegrave anzi una zona intermedia in cui si situano i fattori meteorologici che sono da Aristotele spiegati con le vicissitudini cui vanno incontro i quattro elementi I corpi celesti non si muovono perograve tutti allo stesso modo ciascuno di essi descrive nel suo tragitto una sfera e lrsquoinsieme complessivo di tali sfere dagrave un in-sieme concentrico che ha al suo centro la Terra stessa (in ciograve risiede il geocentrismo aristoteli-co) Come la Terra occupa il centro del mondo cosigrave la periferia egrave occupata dal ldquocielo delle stelle fisserdquo che chiude lrsquoestremitagrave del mondo Le stelle fisse hanno moto eterno circolare e semplice via via che dallrsquoalto si scende verso la luna i moti dei pianeti presentano sempre maggiori irre-golaritagrave (tali sono appunto i moti apparenti) di velocitagrave e di regradazioni

iii) Gli individui sublunari che popolano il nostro mondo (uomini animali piante) sono mortali come individui (poicheacute costituiti dai quattro elementi) ma eterno egrave il loro processo di generazione e corruzione cosiccheacute il singolo uomo egrave perituro ma la specie umana egrave eterna (lrsquoatto stesso con cui si ama e ci si riproduce non egrave che un anelito allrsquoeternitagrave)

5) Matematica

a) Per Platone gli enti matematici sono realtagrave ontologiche oggettive sono enti ideali esistenti b) Per Aristotele

i) Gli enti matematici sono frutto di astrazione negrave reali negrave irreali ii) quindi sono enti di ragione che nella realtagrave esistono solo potenzialmente (proprietagrave intrinseche)

e in atto esistono solo nella nostra mente

PIRRONE DI ELIDE

1) Pirrone cercava di dimostrare come sia possibile vivere una vita felice anche senza la veritagrave e senza quei valori che erano stati venerati in passato a) Il Giardino e la Stoagrave ndash che sorsero pochi lustri dopo ndash quando giagrave il verbo di Pirrone cominciava a dif-

fondersi lentamente pur concordando nellrsquoattribuire al saggio una serie di caratteri esistenziali giagrave chiaramente individuati dal nostro filosofo assunsero tuttavia una posizione diametralmente oppo-sta proclamando con estrema risolutezza che al saggio sono indispensabili laquodogmiraquo e laquocertezzeraquo e quindi ribadirono la convinzione greca che lrsquoessere e la veritagrave esistono e sono raggiungibili dallrsquouomo e che la regola del vivere felici puograve scaturire solo da queste acquisizioni e dunque dalla ricostruzione di una precisa tavola di valori

b) Come egrave giunto Pirrone al rovesciamento di questa convinzione cosigrave ben radicata E come ha potuto dedurre una laquoregola di vitaraquo e costruire una laquosaggezzaraquo rinunciando allrsquoessere e alla veritagrave e dichia-rando ogni cosa vana apparenza

2) Una risposta a questi problemi puograve essere data solo tenendo conto dei seguenti tre fattori essenziali a) il momento storico in cui maturograve il pensiero di Pirrone e in particolare la sua partecipazione alla

grande spedizione di Alessandro b) lrsquoincontro con lrsquoOriente che gli rivelograve una tipologia di laquosaggezzaraquo del tutto sconosciuta ai Greci c) i maestri e le correnti filosofiche greche da cui egli desunse gli strumenti concettuali per

lrsquoelaborazione e per la formulazione del suo pensiero

3) Pirrone nega sia la laquofisicaraquo sia la laquometafisicaraquo e in generale ogni forma di ontologia in quanto tale a) Il ripudio dellrsquoontologia in senso laquofisicoraquo ossia presocratico egrave chiaramente attestato dal seguente

frammento di Timone di Fliunte lrsquoallievo di Pirrone ldquoO vecchio o Pirrone come e dove trovasti scampo dalla servitugrave alle vane e false opinioni dei Sofisti e spezzasti le catene di tutti gli inganni e lrsquoincanto delle loro ciance Neacute ti curasti di investigare quali venti corrano nellrsquoEllade neacute da che si formi ogni cosa e in che si risolvardquo

b) Il rifiuto dellrsquoontologia platonica dellrsquoIdea della forma e della sostanza aristotelica egrave netto LrsquoIdea platonica e la forma aristotelica sia pure in differente modo fondano la natura delle cose la loro in-telligibilitagrave e quindi la possibilitagrave della loro conoscenza noncheacute la stabilitagrave e lrsquoeternitagrave dei valori Tutte le cose insomma nellrsquoontologia platonico-aristotelica hanno una laquostabilitagrave nellrsquoessenzaraquo e

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pertanto possiedono una differenziazione una misura e una discriminazione oggettiva Al contrario secondo Pirrone le cose non hanno alcuna differenza neacute misura neacute discriminazione Ne segue che non esistono valori e niente egrave per natura brutto o bello buono o cattivo giusto o ingiusto e tutto indifferentemente si equivale (e anche non si equivale) giaccheacute per Pirrone niente egrave piugrave questo che quello

c) Potremmo dunque affermare che egli respinge le istanze di ogni forma di ontologia in quanto tale Infatti mentre il cammino dellrsquoontologia va dalle apparenze allrsquoessere allrsquoopposto Pirrone si ritrae dallrsquoessere alle apparenze negando recisamente che ci sia lrsquoessere e quindi che sia possibile qual-siasi giudizio sullrsquoessere e riconoscendo per conseguenza soltanto lrsquoapparire Dunque secondo Pirro-ne non domina lrsquoessere ma lrsquoapparire ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo91

4) Ma come e che cosa puograve costruire Pirrone su questo azzeramento dellrsquoessere e dei suoi principi

a) I Sofisti che negarono lrsquoessere e la veritagrave spostarono la loro fiducia sullrsquouomo inteso come laquomisura di tutte le coseraquo

b) Pirrone non ha piugrave fiducia nemmeno nellrsquouomo percheacute ne sente la nullitagrave Non a caso ci viene riferi-to che Pirrone apprezzava i versi di Omero in cui si canta la fragilitagrave la pochezza la miseria e la nul-litagrave dellrsquouomo ldquoFilone ateniese suo intimo amico diceva che Pirrone menzionava spessissimo De-mocrito ma poi anche Omero che egli ammirava e di cui era solito citare il verso Quale la stirpe delle foglie tale anche quella degli uomini E lo lodava anche percheacute soleva paragonare gli uomini alle vespe alle mosche e agli uccelli E citava volentieri anche i seguenti versi Dunque amico pure tu muori Percheacute cosigrave piangi il tuo [destino] Morigrave anche Patroclo che era molto piugrave valoroso di te E tutti i passi che alludono allrsquoinstabilitagrave della condizione umana allrsquoinutilitagrave dei propositi e alla fanciul-lesca follia dellrsquouomordquo92

c) Allora se criterio non egrave piugrave lrsquoessere e se criterio non puograve essere nemmeno lrsquouomo dove lo cerche-remo La risposta di Pirrone egrave laquoda nessuna parteraquo Il criterio egrave la rinuncia al criterio Riferisce il pe-ripatetico Aristocle attingendo direttamente dalle opere di Timone di Fliunte ldquo[Pirrone] non ha la-sciato nulla di scritto ma il suo discepolo Timone dice che colui che vuole essere felice deve consi-derare queste tre cose 1) in primo luogo quale egrave la natura delle cose 2) in secondo luogo in quale modo dobbiamo disporci nei confronti di esse 3) in terzo luogo che cosa risulteragrave a coloro che si trovano in questa disposizione 1) Orbene egli dice che Pirrone mostra che le cose sono ugualmente indifferenti immisurabili e indiscriminabili e per questo neacute le nostre sensazioni neacute le nostre opinioni possono essere vere oppure false 2) Per conseguenza non bisogna accordare ad esse fiducia ma bisogna essere senza opinione senza inclinazione senza agitazione affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave oppure che neacute egrave neacute non egrave 3) Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno dice Timone in primo luogo lrsquoafasia e poi lrsquoatarassiardquo (Aristocle fr6 Heiland) i) prima di passare allrsquoanalisi dei tre punti egrave bene sottolineare il significato e la portata della pre-

messa in cui si dice che la considerazione di questi punti deve essere fatta da laquocolui che vuole essere feliceraquo Lrsquoaspetto laquoeudemonisticoraquo prevale dunque nettamente nel pensiero di Pirrone I tre principi cardinali dello Scetticismo pirroniano esprimono un sistema pratico di saggezza e in questo spirito vanno letti e interpretati

ii) Dei tre il piugrave difficile da interpretare egrave il primo che egrave anche il piugrave importante La difficoltagrave sta in questo le cose sono in se stesse indifferenti immisurabili e indiscernibili oppure sono tali non in se stesse ma solo per noi Lrsquoindifferenza delle cose egrave oggettiva o soggettiva (1) La maggior parte degli interpreti (in gran parte sotto lrsquoinfluenza dello Scetticismo posteriore)

ha creduto che Pirrone intendesse dire semplicemente che noi uomini non abbiamo stru-menti adeguati (sensi e ragione) per riuscire a cogliere le differenze le misure e le determi-nazioni delle cose

(2) Ma in realtagrave il testo pare affermare il contrario non dice cioegrave che poicheacute sensi e opinioni sono inadeguati le cose per noi risultano indifferenziate immisurate e indiscriminate ma dice allrsquoopposto che le cose stesse sono indifferenti immisurate e che proprio in conse-guenza di questo sensi e opinioni non possono neacute dire il vero neacute il falso Insomma sono le cose che rendono sensi e ragione incapaci di veritagrave e di falsitagrave e non viceversa Egrave questa una conseguenza necessaria che scaturisce dalla negazione dellrsquoessere dellrsquoeidos e della so-

91 Timone fr69 Diels 92 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 67

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stanza egrave cioegrave la posizione che scaturisce dalla negazione dellrsquoontologia platonico-aristotelica93 2(a) I valori etici e in genere tutti i valori cosigrave come tutte le cose non hanno una loro

statura ontologica appunto percheacute laquonulla esiste in veritagraveraquo 2(b) Invece dellrsquoessere quindi si pongono come determinanti la laquoconvenzioneraquo (il no-

mos) e il laquocostumeraquo (lrsquoethos) 2(c) Aristotele aveva indicato la sostanza come essere per eccellenza e lrsquoaveva definita come

laquoun qualcosa di determinatoraquo per contro Pirrone rovescia la posizione aristotelica laquocia-scuna cosa non egrave piugrave questo che quelloraquo Non contraddicono questa interpretazione an-zi la riconfermano due celebri frammenti di Timone (i) ldquoNon affermo che il miele egrave dolce ma riconosco che appare dolcerdquo94 Il che significa

che in seacute il miele essendo come ogni cosa indeterminato egrave inqualificabile mentre qualificabile egrave solo lrsquoapparire Non vuol dire che esiste un miele come cosa in seacute do-tato di una sua natura ma da noi non raggiungibile il miele non ha una sua natura e il suo apparire se da me egrave qualificabile come dolce da un altro (cui il miele non piace) puograve essere qualificato in altro modo Lrsquoessere insomma non egrave espresso per-cheacute non crsquoegrave egrave espresso solo lrsquoapparire Di conseguenza allrsquolaquoessereraquo si sostituisce lrsquolaquoapparireraquo

(ii) ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo95 iii) Pirrone tuttavia non egrave giunto tanto avanti da risolvere tutto nellrsquolaquoapparenza pura e universaleraquo

in modo preciso Infatti la risoluzione di tutte le cose nella pura apparenza senza alcun residuo avrebbe portato non giagrave al dubbio assoluto bensigrave alla certezza assoluta percheacute se tutto si risol-ve nellrsquoapparire le cose sono cosigrave appunto come appaiono e non diversamente

d) Riguardo alla sua concezione della natura del divino crsquoegrave un frammento di Timone che mostra chia-ramente come fosse assai complessa i) Viene domandato a Pirrone ldquoO Pirrone questo il mio cuore desidera di apprendere da te come

mai tu pur essendo uomo ancora cosigrave facilmente conduci la vita tranquilla tu che solo sei guida agli uomini simile a un Diordquo96

ii) Risponde Pirrone ldquoIo ti dirograve in veritagrave come mi sembra che sia prendendo come retto canone questa parola di veritagrave che vive eternamente una natura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualerdquo97

Come intendere questa laquonatura del divino e del beneraquo e il conseguente laquoretto canoneraquo un accento religioso di questo genere ha qualcosa di enigmatico il Dio che Pirrone venera non egrave una provviden-za del mondo neacute degli uomini come il Dio degli Stoici egrave solamente come lrsquoessere perfettamente sta-bile davanti al quale svaniscono gli aspetti diversi e fuggevoli del reale Le cose secondo Pirrone risultano mere apparenze non giagrave in funzione del presupposto dualistico dellrsquoesistenza di laquocose in seacuteraquo a noi come tali inaccessibili bensigrave in funzione della contrapposizione appunto a quella laquonatura del divino e del beneraquo di cui parla il frammento di Timone Misurato con il metro di questa laquonatura del divino e del beneraquo tutto appare a Pirrone come irreale Se cosigrave egrave non si puograve negare lrsquoesistenza di un sottofondo religioso che ispira lo Scetticismo pirroniano Lrsquoabisso che e-gli scava fra lrsquounica laquonatura del divino e del beneraquo e tutte le altre cose implica una visione quasi mi-stica delle cose e una valutazione della vita di un rigore estremo appunto percheacute non concede alle cose del mondo alcun significato autonomo mentre concede realtagrave al divino e al bene

5) Se le cose sono indifferenti immisurabili e indiscernibili e se di conseguenza senso e ragione non pos-sono dire neacute il vero neacute il falso a) lrsquounico atteggiamento corretto che lrsquouomo puograve tenere egrave quello di non dare alcuna fiducia ai sensi neacute

alla ragione ma restare adoxastos vale a dire rimanere laquosenza opinioneraquo ossia astenersi dal giudi-zio (lrsquoopinare egrave sempre un giudicare) Questa laquoastensione dal giudizioraquo venne successivamente e-spressa con il termine laquoepocheacuteraquo di derivazione stoica Come egrave stato recentemente messo bene in

93 Una chiara conferma la troviamo in un passo di Diogene Laerzio ldquoPirrone diceva che niente egrave bello neacute brutto niente egrave giusto neacute in-giusto e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in veritagrave e sosteneva che tutto ciograve che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine e che ogni cosa non egrave piugrave questo che quellordquo (Vite dei filosofi IX 61) 94 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 105 95 Timone fr69 Diels 96 Timone fr67 Diels 97 Sesto Empirico Contro i matematici XI 20

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rilievo Zenone di Cizio affermava la necessitagrave per il saggio di non dare lrsquoassenso ossia di laquosospen-dere il giudizioraquo (epocheacute) di fronte a ciograve che egrave incomprensibile (e di dare lrsquoassenso solo a ciograve che egrave evidente) Arcesilao e Carneade in polemica con gli Stoici sostengono che il saggio deve laquosospen-dere il giudizioraquo su ogni cosa percheacute nulla egrave evidente i) Questa posizione di laquototale astensione dal giudizioraquo egrave di una coerenza estrema rispetto al princi-

pio che nega alle cose lrsquoessere e lrsquoessenza e quindi nega la legge fondamentale dellrsquoessere ossia la non-contraddizione Scriveva Aristotele riferendosi ai negatori della suprema legge dellrsquoessere ldquoEgrave evidente che la di-scussione con tale avversario non puograve vertere su nulla percheacute egli non dice nulla infatti egli non dice neacute che la cosa sta cosigrave neacute che non sta cosigrave ma dice che la cosa sta cosigrave e non cosigrave e poi daccapo egli nega e lrsquouna e lrsquoaltra affermazione e dice che la cosa neacute sta cosigrave neacute non co-sigraverdquo98 Ebbene la posizione che Pirrone assume egrave esattamente questa ldquoBisogna essere senza opinione [hellip] affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave op-pure che neacute egrave neacute non egrave Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno in primo luogo lrsquoafasia [hellip]rdquo99

ii) Piugrave volte nella Metafisica Aristotele ribadisce il concetto che chi nega il supremo principio dellrsquoessere per restare coerente con questa negazione dovrebbe tacere e non esprimere assolu-tamente nulla E tale egrave precisamente la conclusione che trae Pirrone proclamando lrsquolaquoafasiaraquo

b) E per conseguenza deve anche restare senza alcuna inclinazione (non inclinare verso una cosa piuttosto che verso unrsquoaltra) e restare senza agitazione ossia non lasciarsi scuotere da alcuna cosa rimanere indifferenti Egrave chiaro che ciograve che sul piano teoretico egrave la mancanza di giudizio sul piano pratico egrave lrsquoindifferenza (adiaphoria) per le cose appunto per la ragione che nulla egrave piugrave questo che quello100

c) Il distacco dalle cose che raggiunge il momento culminante nellrsquolaquoafasiaraquo comporta lrsquolaquoatarassiaraquo cioegrave la mancanza di turbamento Anche Diogene Laerzio conferma ldquoIl fine degli scettici egrave lrsquoapatiardquo (Vite dei filosofi IX 108)

d) Questo laquospogliare completamente lrsquouomoraquo non ha come fine lrsquoannullamento totale dellrsquouomo ossia il non-essere assoluto ma al contrario coincide con la realizzazione di quella laquonatura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualeraquo di cui parla il frammento di Timone ossia la realizza-zione di quella vita che non sente il peso delle cose le quali rispetto a quella natura non sono che indifferenti immisurate e indiscriminate apparenze

PLOTINO

1) Perchegrave lUno egrave principio nostalgia dellUno

a) Se la centralitagrave dellinvisibile il suo primato sul visibile accumuna Plotino a Platone la differenza piugrave grande egrave nel superamento del dualismo ontologico per Platone tutta la realtagrave si riconduce a due fonti la materia-chora e il mondo intelligibile per Plotino invece tutto si riconduce a un unico princi-pio da cui tutto inclusa la materia scaturisce

b) Alla radice di ogni realtagrave sta infatti lUno le cose in tanto esistono in quanto sono une unitarie nul-la esiste che non sia in qualche modo uno dunque lunitagrave piugrave che lessere egrave il costitutivo primario e fondamentale della realtagrave Plotino costruisce il suo sistema metafisico a partire dal mondo sensibile Ogni cosa esiste in quanto egrave unitagrave Egrave tuttavia possibile reperire gradi gerarchici di unitagrave101 Esistono infatti enti in se stessi piugrave o

98 Aristotele Metafisica IV 4 1008 e 30-33 99 Aristocle presso Eusebio Praep evang XIV 18 3 100 La sua vita fu coerente con la sua dottrina Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione ma si mostrava indifferente verso ogni pericolo che gli occorreva fossero carri o precipizi o cani e assolutamente nulla concedeva allrsquoarbitrio dei sensi Ma secondo la testimonianza di Antigono di Caristo erano i suoi amici che solevano sempre accompagnarlo a trarlo in sal-vezza dai pericoli(Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 62) 101 Perciograve si risale sempre a unrsquounitagrave E per ogni cosa c e unrsquounitagrave a cui bisogna risalire e ogni essere si riconduce allrsquounitagrave che egrave prima di esso ma che non egrave ancora lrsquoUno assoluto fincheacute poi si arrivi allrsquoUno assoluto ma questo non rimanda piugrave a nessun altro Quando si afferra lrsquounitagrave della pianta mdash cioegrave lrsquoimmobile suo principio mdash o lrsquounitagrave dellrsquoanimale o quella dellrsquoanima o quella dellrsquouniverso si afferra ciograve che in ciascu-no di essi crsquoegrave di piugrave possente e prezioso e quando noi conosciamo lrsquoUno che appartiene agli esseri realissimi ed egrave il loro principio la loro sorgente e la loro potenza dovremo diffidare e credere che sia il nulla PLOTINO Enneadi III 8 10

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meno unitari enti cioegrave la cui interiore unitagrave egrave maggiore o minore il coro il gregge lrsquoesercito pos-seggono un grado di unitagrave minore del corpo che a sua volta egrave meno unificato dellrsquoanima Lrsquounitagrave del coro del gregge dellrsquoesercito egrave infatti per i componenti estrinseca accidentale Il loro scioglimento li lascia intatti Il coreuta la pecora il soldato astratti dallrsquounitagrave del tutto cui appartengono non perdono lrsquoessere Lrsquounitagrave del corpo egrave invece intrinseca percheacute la separazione degli organi provoca la loro morte cioegrave la perdita dellrsquoessere Il reciproco legame delle parti del corpo che sono material-mente separabili egrave tuttavia inferiore alla connessione delle facoltagrave dellrsquoanima che in nessun modo possono abbandonarla Nessun ente che sia uno (e nessun ente esiste che non sia uno) egrave tuttavia lrsquoUno Il coro il corpo lrsquoanima sono unitagrave della molteplicitagrave (i coreuti gli organi le facoltagrave) e quindi non possono essere lrsquounitagrave priva di molteplicitagrave Essi sono quindi uno ma non lrsquoUno Sono cioegrave non sono nulla in virtugrave di quellrsquoUno che non sono LrsquoUno egrave il loro fondamento ed essi sono solamente in quanto ne partecipano Essendo immagine dellrsquoUno se scomparisse precipiterebbero nel nulla102

c) Ogni cosa egrave una unitagrave ma insieme egrave molteplicitagrave sia percheacute in relazione ad altre cose sia percheacute in seacute molteplice lo stesso vale per le Idee che sono molte e per lo Spirito che egrave pensiero quindi duali-tagrave di soggetto e oggetto Perograve tutto tende allrsquoUno da cui deriva ( qui si fonda la nostalgia dellrsquoUnitagrave da cui tutto deriva) Di conseguenza la filosofia deve indagare lrsquordquoassolutamente Unordquo che sta ldquooltrerdquo

2) Uno

a) Relazione alla ipotesi Uno-Uno del Parmenide dagrave realtagrave ontologica allrsquoUno assoluto che nel Parmeni-de era solo una ipotesi

b) Infinito per lrsquoillimitatezza del suo potere (contro Platone finito per Platone lrsquoUno egrave limitato e limi-tante) amorphos e aneidos

c) Infinita potenza spirituale produttrice103 (per la prima volta appare un infinito non materiale) d) Assolutezza dellUno oltre-essere e oltre-intelletto e volontagrave proprio percheacute infinito per questo

non egrave pensiero neacute autocoscienza neacute volontagrave neacute volontagrave che son tutte finite determinate Il Dio di Plotino non egrave personale percheacute la soggettivitagrave la volontagrave e la scelta appartengono per lui al mondo del finito e non a ciograve che egrave immutabile necessario impersonale come si conviene alla sfera della di-vinitagrave che egli chiama Uno per sottolineare la sua inafferrabilitagrave inesprimibilitagrave inconoscibilitagrave tra-scendenza

e) Proprio percheacute oltre lrsquoessere e lrsquointelletto possiamo darne solo determinazioni negative ineffabi-le104 possibilitagrave circa lUno unicamente del linguaggio analogico

f) Percheacute crsquoegrave (La prima volta che viene posta questa domanda radicale prima il principio era dato per scontato) esiste percheacute egrave causa sui

g) Potremmo dire che egrave Bene Bene in seacute percheacute i) fonda lrsquoessenza (una cosa egrave quello che egrave se egrave una) ii) egrave ciograve a cui tutto tende iii) percheacute fonte di vita e di energia

h) Assoluta semplicitagrave (che perograve non egrave povertagrave) causa della complessitagrave

102 E in virtugrave dellUno che tutti gli enti sono quello che sono sia le sostanze che sono enti in un senso primario del termine sia quegli attributi che in qualche misura come suol dirsi fanno parte degli enti (Enn VI 281) 103 Che cosa egrave dunque LrsquoUno egrave la potenza di tutte le cose se esso non fosse nulla esisterebbe neacute lrsquoIntelligenza neacute la Vita prima neacute la Vita universale Ciograve che egrave al di sopra della vita egrave causa della vita lrsquoattivitagrave della vita che egrave tutte le cose non egrave la prima ma scaturisce da esso come da una sorgente Si immagini una sorgente che non ha alcun principio e che a tutti i fiumi si espande senza che i fiumi la esauriscano e rimane sempre calma i fiumi che escono da essa scorrono tutti assieme prima di dirigersi verso punti diversi ma ciascu-no sa giagrave dove i flutti lo porteranno Oppure ltsrsquoimmaginigt la vita di un albero grandissimo la quale trascorre in esso mentre il suo principio rimane immobile senza disperdersi per tutto lrsquoalbero poicheacute risiede nelle radici Esso dagrave alla pianta tutta la sua molteplice vita ma non essendo molteplice anzi essendo principio della molteplicitagrave rimane immobile E non crsquoegrave da stupire mdash oppure sarebbe anche il caso di meravigliarsi mdashche la molteplicitagrave delle vite proceda da ciograve che non egrave molteplice e che non esista molteplicitagrave se ciograve che non egrave molteplice non esiste prima di questa molteplicitagrave Infatti il Principio non si divide nellrsquouniverso percheacute se esso si frammentasse lrsquouniverso perirebbe neacute piugrave rinascerebbe qualora il suo principio non rimanesse in seacute differente ltda tuttogt PLOTINO Enneadi III 8 10 104 Enneadi VI 8 8 Noi vediamo che la libertagrave non egrave una cosa accidentale per Lui ma partendo dalla libertagrave che crsquoegrave negli altri esseri ed eliminando i contrari osserviamo la libertagrave in seacute noi cosiacute trasferiamo a Lui le qualitagrave inferiori che vediamo negli esseri inferiori poi-cheacute non siamo in grado di cogliere ciograve che dovremmo dire di Lui Nulla noi sapremmo trovare che lo riguardi tanto meno poi che sia at-tinente alla sua essenza Tutto ciograve che egrave bello e santo egrave posteriore a Lui poicheacute di tutto questo Egli egrave il Principio (anche se in un altro senso non sia nemmeno principio) E come abbiamo eliminato da Lui ogni proprietagrave cosiacute eliminiamo come cose posteriori la libertagrave e il libero arbitrio questi infatti sono attributi che enunciano una forza rivolta verso lrsquoesterno e cioegrave che Egli non ha ostacoli e che perciograve esistono altre cose di fronte alle quali Egli egrave libero Egrave necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto con esse poicheacute Egli egrave quello che egrave anche prima di esse Gli togliamo infatti anche il termine ldquoegraverdquo e con esso qualsiasi rapporto con gli esseri (tagrave oacutenta) []

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i) potenzialitagrave dellUno (proprio percheacute ricchezza infinita da cui tutto dovragrave derivare egrave attivo senza es-sere atto) questa potenzialitagrave come ricchezza infinita precede tutto (diversamente da Aristotele per il quale la potenza che egrave privazione viene sempre dopo lrsquoatto)

j) doppia attivitagrave dellUno i) pone segrave (libertagrave) egrave causa sui attivitagrave autoproduttrice ii) pone laltro Nous (necessitagrave) proprio per questa doppia dimensione di libertagrave e di necessitagrave si deve parla di processione e non di emanazione (che prevede solo lrsquoinevitabilitagrave del derivare)

Come puograve accadere che dallrsquoUno si generino tutte le cose che sono Non per ldquovolontagraverdquo dellrsquoUno ndash come sostiene invece la tradizione ebraico-cristiana ndash percheacute un atto di volontagrave sarebbe un segno di imper-fezione (chi vuole qualcosa significa che ne ha bisogno e quindi non egrave perfetto) Il mondo secondo Plo-tino egrave generato dallrsquoUno per irradiazione come dal Sole la luce dal fuoco il calore DallrsquoUno emana lrsquoIntelligenza e dallrsquoIntelligenza emana lrsquoAnima queste sono le tre ipostasi la risposta della filosofia neo-platonica alla concezione trinitaria cristiana105

3) Intelletto (Nous) Uno-molti (Uno che ha parti egrave la seconda ipotesi del Parmenide lrsquoUno che egrave e in

quanto tale egrave anche pensiero) (sintesi di Pensiero di pensiero di Aristotele e Iperuranio di Platone) a) Per poter spiegare come dallrsquoUno derivi il nous Plotino ricorre a immagini egrave lrsquounica via possibile pro-

prio percheacute lrsquoUni egrave al di lagrave dellrsquoessere e dellrsquointelletto Derivando da esso lrsquointelletto non puograve com-prenderlo nelle sue categorie Di qui lrsquouso delle immagini della luce del fuoco del profumo della sorgente106

b) LrsquoUno pone il Nous rimanendo integro (non si impoverisce ponendo lrsquoaltro da seacute) e immobile in se stesso107

c) Il Nous essendo derivato dallrsquoUno saragrave esso stesso attivitagrave di conseguenza ha i) una I attivitagrave il suo rivolgersi allrsquoUno e qui si costituisce come essere o sostanza Da notare che

ciograve che sostiene nellesistenza il Nous egrave proprio la contemplazione che egrave conoscenza dellUno non si tratta di un lusso ma della fonte dello stesso essere Esistenzialmente ciograve ha delle impli-cazioni importanti ciograve che vale per lIntelletto vale a maggior ragione per gli uomini che sono chiamati appunto alla contemplazione come loro attivitagrave piugrave nobile e di decisivo valore

105 Enneadi V 1 6 [] Allorcheacute il nostro discorso verte sulle realtagrave eterne non intendiamo certo parlare di nascita nel tempo Quando attribuiamo ad esse certamente a parole la nascita egrave per assegnare ad esse una causa e un ordine In realtagrave dobbiamo riconoscere che ciograve che nasce di lassuacute nasce senza che Egli si sia mosso percheacute se qualcosa nascesse solo dopo un suo movimento il generato sarebbe terzo dopo di Lui e il suo movimento e non secondo Egrave dunque necessario se crsquoegrave un secondo dopo di Lui che esso esista sen-za che Egli si muova neacute che lo desideri neacute che lo voglia neacute che si compia un movimento qualsiasi In che maniera dunque e che cosa dobbiamo pensare del Primo se Egli resta immobile Un irradiamento che si diffonde da Lui da Lui che resta immobile comrsquoegrave nel Sole la luce che gli splende tuttrsquointorno un irradiamento che si rinnova eternamente mentre Egli resta immobile Tutti gli esseri [paacutenta tagrave oacutenta] fincheacute sussistono producono necessariamente dal fondo della loro essenza [ousiacutea] intorno a seacute e fuori di seacute una certa esistenza [ypoacutestasis] congiunta alla loro attuale virtuacute che egrave come una immagine degli archetipi [archetyacutepon] dai quali egrave nata il fuoco effonde da seacute il suo calore e la neve non conserva il freddo soltanto dentro di seacute unrsquoottima prova di ciograve che stiamo dicendo la danno le sostan-ze odorose dalle quali fincheacute sono efficienti deriva qualcosa tutto intorno di cui gode chi gli sta vicino Tutti gli esseri giunti a maturitagrave generano ciograve che egrave eternamente perfetto genera sempre e in eterno ma genera qualcosa di inferiore a seacute E che dobbiamo dire del Perfettissimo [teleioacutetatos] Nulla da Lui puograve nascere se non ciograve che egrave il piuacute grande dopo di Lui ma il piuacute grande dopo di Lui e il secondo egrave lrsquoIntelligenza [Noucircs] e lrsquoIntelligenza contempla lrsquoUno [Moacutenos] e ha bisogno soltanto di Lui mentre lrsquoUno non ha bisogno dellrsquoIntelligenza E poi ciograve che viene generato da chi egrave superiore allrsquoIntelligenza egrave Intelligenza e lrsquoIntelligenza egrave superiore a tutte le cose poicheacute le altre cose vengono dopo di lei e lrsquoAnima [psycheacute] a sua volta egrave diciamo cosiacute il pensiero [loacutegos] e lrsquoatto [eneacutergheia] dellrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza egrave il pensiero e lrsquoatto dellrsquoUno Il pensiero dellrsquoAnima perograve in quanto egrave immagine dellrsquoIntelligenza egrave alquanto oscuro e deve perciograve guardare allrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza per essere Intelligenza deve guardare allrsquoUno E lrsquoIntelligenza vede lrsquoUno senza esserne separata percheacute egrave subito dopo lrsquoUno e non crsquoegrave nulla fra lei e lrsquoUno come non crsquoegrave nulla fra lrsquoIntelligenza e lrsquoAnima Ogni cosa infatti tende al suo genitore e lo ama so-prattutto quando genitore e generato sono soli ma quando il genitore egrave anche il sommo Bene [tograve aacuteriston] il generato egrave necessariamen-te unito a Lui siacute da esserne separato soltanto per alteritagrave [os tecirc eteroacuteteti] 106 H G GADAMER Il cammino della filosofia in httpwwwemsfraiitgadamerinterviste07_plotinoplotinohtm ldquoChe cosegrave in real-tagrave una sorgente una fonte Egrave acqua che sgorga in continuazione e che alla fine riempie tutti i fiumi e i mari senza mai venir meno Questo egrave il grande mistero egrave dappertutto Ho prestato particolare attenzione meditando su Plotino al significato della parola tedesca uumlberall dappertutto Uumlber (sopra) all (tutto) che vuol dire Piugrave di tutto Meno di tutto Al di sopra di tutto Ciograve che egrave sommo Oppure ciograve che essendo sopra tutto egrave anche dappertutto Ecco il senso della metafora della sorgente lacqua - che egrave dovunque - egrave lacqua della fonterdquo 107 ldquoLrsquoatto di pensare non egrave primo neacute nellrsquoordine ontologico neacute in dignitagrave ma ha il secondo posto e si produce percheacute il Bene lo fa esiste-re e una volta generato lo attrae a seacute e cosigrave il pensiero egrave mosso e vede Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo Il de-siderio genera il pensiero e lo fa esistere insieme il desiderio di vedere genera la visione Dunque il Bene stesso non deve pensare nul-la poicheacute non crsquoegrave altra cosa che sia il suo benerdquo

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ii) una II attivitagrave come pensiero (rivolto a se stesso)108 di qui la dualitagrave pensiero ndash pensato e la molteplicitagrave dei pensati

iii) le diverse idee non sono altro che il Nous che si contempla da infiniti punti di vista possibili Quindi il Nous egrave lrsquoIperuranio di Platone LrsquoUno egrave assoluta potenza di tutto il Nous egrave tutte le cose a livello ideale Proprio percheacute egrave tutte le idee le idee del Nous saranno tutte legate tra di loro e si implicheranno a vicenda pur essendo diverse tra di loro quindi la dialettica nellIntelletto non egrave solo mezzo conoscitivo come in Platone ma dimensione ontologica Ogni Idea si riverbera nel tutto e viceversa proprio percheacute ogni idea egrave il Nous Essendo tutte le idee il Nous egrave tutte le cose idealmente Egrave lrsquoUno - molti del Parmenide Per Platone lrsquoUno egrave finito e ha forma Plotino accetta questo po-nendolo perograve a livello di Nous Nel Nous allora si troveranno i cinque generi sommi del Sofista perograve non lrsquouni accanto allrsquoaltro come in Platone ma in vivente unitagrave Percheacute unitagrave immediata di tutte le idee il Nous non egrave ragione ma intuizione immediata la ra-gione ne egrave estrinsecazione e degradazione

iv) per tutti questi motivi il Nous egrave Essere Pensiero Vita Bellezza (dato che la bellezza egrave forma) con il suo concetto di Nous Plotino pone il Nous al centro della propria gnoseologia estetica ed eti-ca percheacute il Nous egrave la veritagrave stessa la cui contemplazione da parte dellrsquoanima umana rende li-beri e virtuosi egrave la Bellezza-in-seacute in quanto il Nous egrave lsquobuonorsquo a immagine del Bene che gli dagrave forma egrave la meta del cammino di conversione morale dellrsquouomo percheacute soltanto vivendo la vita del Nous si raggiunge la vera felicitagrave

d) III attivitagrave pone lAnima

4) Anima ultima dea (Uno e molti delle ipotesi del Parmenide) a) sua natura non egrave pensare (sarebbe Nous) ma dare vita ordinare reggere governare la realtagrave

i) Anima suprema (contempla il Nous e attraverso questo lUno) pensa ii) Anima del mondo si conserva contemplando se stessa iii) Anima che regge e conserva109 egrave principio del movimento essa stessa egrave movimento

b) Ha una ldquoposizione intermediardquo come ldquodue faccerdquo una rivolta al soprasensibile a cui appartiene e una al sensibile che deve in qualche modo reggere nellrsquoessere i) Presente nel corporeo senza deflettere dalla sua unitagrave e per questo egrave tutta in tutto ii) Una e molti divisa e indivisa divisibile percheacute deve animare il molteplice sensibile indivisibile

percheacute contemplazione del Nous e attraverso il Nous dellrsquoUno Perchegrave insieme divisibile e indi-visibile egrave insieme anche attiva e passiva

iii) Egrave lsquonaturarsquo physis che plasma iv) singole anime

5) Mondo a) materia (viene dedotta non presupposta)

i) riflesso ultimo dellattivitagrave quindi lembo estremo dellrsquoAssoluto del tutto opposta e per questo simile allUno110 come lrsquoUno egrave assolutamente incomprensibile non categorizzabile (quindi il mondo avragrave sempre un aspetto incomprensibile e irrazionale)

ii) privazione di Bene e non essere lsquomalersquo come privazione111 la materia quindi non egrave forza per se stessa negativa come in Platone

108 Ma anche lrsquoEssere egrave attivitagrave in ambedue [Essere e Intelligenza] crsquoegrave dunque unrsquounica attivitagrave o meglio essi sono una cosa sola unrsquounica natura dunque lrsquoEssere e lrsquoIntelligenza e perciograve gli esseri lrsquoattivitagrave dellrsquoEssere egrave lrsquoIntelligenza cosigrave intesa e i pensieri cosigrave intesi sono lrsquoidea la forma dellrsquoEssere e la sua attivitagrave Purtroppo il nostro pensiero opera questa divisione e immagina una cosa dopo lrsquoaltra e questo percheacute lrsquointelligenza che divide egrave diversa da quella indivisibile che non divide e che egrave lrsquoEssere e il Tutto (Enneadi V 9 8 941) 109 La prima parte dellrsquoanima egrave in alto vicina alla cima eternamente soddisfatta e illuminata e rimane lassugrave lrsquoaltra parte che partecipa della prima in quanto ne partecipa procede eternamente vita dalla vita essa egrave infatti attivitagrave che si diffonde in ogni luogo ed egrave presen-te ovunque (Enneadi III 8 5 513) 110 La materia egrave un substrato indefinito priva di forma non egrave certo un corpo percheacute egrave priva di qualitagrave egrave essenzialmente semplice e una percheacute egrave priva di ogni determinazione e volendo coglierla col pensiero non si arriva al pensiero della materia ma piuttosto alla negazione di ogni pensiero (Enn Il 4126-8-10) 111 Difatti la materia non possiede neppure lessere - che le permetterebbe di partecipare del bene - anzi lessere che si attribuisce ad essa egrave frutto di un equivoco la veritagrave egrave che essa egrave non-essere Cegrave una carenza di bene che consiste nel fatto di non essere il Bene pie-no ma la carenza totale del bene questo egrave il male Se egrave cosigrave si deve concludere che noi non siamo affatto il principio dei nostri mali che il male non viene da noi stessi esso esiste prima di noi Il male possiede luomo e lo possiede suo malgrado (Enn I 8515) Sic-

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iii) la materia egrave il lembo estremo dellrsquoanima egrave assenza di ogni attivitagrave e vitalitagrave Per questo la mate-ria posta dallrsquoanima deve pure essere sorretta nellrsquoessere dallrsquoanima quindi egrave plasmata dallA-nima che vi imprime le forme

b) Il mondo allora egrave uno specchio delle forme tutto quello che esiste esiste in quanto riflette le for-me quindi tutto egrave forma logos panlogismo Di conseguenza il mondo saragrave assieme perfetto (percheacute determinato dalle forme) e imperfetto (proprio per lrsquoinerzia e la resistenza della materia)

6) Uomo

a) preesistenza dellanima b) colpe dellanima

i) ontologica (non sarebbe una vera colpa) la necessitagrave da parte dellrsquoanima di legarsi alla materia per permettere alla materia drsquoesistere Potrebbe essere colpa nel senso che lrsquoanima legata alla materia si caratterizza per la volontagrave di appartenersi e quindi per lrsquoindividualitagrave

ii) Morale lrsquoanima dimentica la propria origine soprasensibile e questo egrave il massimo male percheacute lrsquoanima si fa condizionare dalla materia venendo meno alla sua funzione Perograve questo male es-sendo legato alla materia ed essendo la materia qualcosa che in qualche modo ci preesiste non dipenderebbe da noi ci preesisterebbe

c) conoscenza lrsquoanima essendo spirituale non puograve essere passiva i) quindi anche la sensazione vista non dalla parte del corpo (qui egrave passivitagrave) ma dalla parte

dellrsquoanima egrave attivitagrave in quanto la sensazione la modificazione del corpo viene giudicata dallrsquoanima Nellrsquoanima allora tutto egrave attivitagrave anche la memoria i sentimenti le passioni le voli-zioni

ii) La sensazione in quanto coglie la forma sensibile egrave una contemplazione oscura iii) A partire da qui egrave possibile lrsquoanamnesi grazie al legame di ogni anima allrsquoAnima

d) La libertagrave egrave lrsquoattivitagrave piugrave alta dellrsquoanima in quanto consiste nel tendere al Bene attraverso il Nous questo porta a staccarsi dal corporeo (male attaccarsi) e questo egrave possibile giagrave in questa vita

7) Ritorno allUno

a) Primo presupposto per il ritorno allUno egrave rinchiudersi nella propria interioritagrave Il saggio neoplatonico non avragrave necessitagrave di cercare la veritagrave fuori da seacute si concentreragrave invece sulla percezione dellAnima e dellIntelletto che sono dentro di seacute traccia di quelle emanazioni che conducono ininterrotte alla ri-scoperta dellunitagrave originaria Ogni uomo ha dunque lUno in seacute poicheacute dellUno sono fatte tutte le cose112

b) Sono cinque le tappe che portano luomo alla riscoperta dellUno che dimora nella propria interioritagrave partendo dalle piugrave lontane dalla perfezione fino ad arrivare alla perfezione dellestasi i) La vita virtuosa ovvero il rispetto dei doveri sociali la sapienza che abitua luomo ad esplorare la

mente la temperanza che aiuta a liberare dalle passioni nocive (tema giagrave stoico) il coraggio che permette di non temere il distacco dal corpo materiale (dostacolo alla conoscenza come giagrave in Platone) la giustizia che avvicina luomo al bene La prima tappa egrave condizione di partenza im-prescindibile propedeutica al primo livello di elevazione della coscienza

ii) La contemplazione della bellezza e dellarte Attraverso la contemplazione del bello lanima giagrave ben disposta dalla virtugrave si avvicina ulteriormente alla perfezione passo dopo passo la bellezza egrave la manifestazione visibile di ciograve che egrave spirituale ed egrave perciograve il veicolo privilegiato attraverso cui lrsquoanima puograve risalire alla fonte da cui egrave discesa La bellezza suscita lrsquoamore

iii) Lamore per la persona amata che conduce luomo dalla contemplazione della bellezza corporea alla contemplazione della bellezza incorporea (si notino le analogie con le tematiche platoniche del Fedro)

come non puograve esistere solo il Bene bisogna che nella sua uscita da seacute o se si preferisce nella sua discesa e nellrsquoallontanarsi si trovi un termine estremo oltre a cui non si genera piugrave nulla ebbene questo termine egrave il male Siccome deve esserci necessariamente qualcosa oltre al Primo ecco che deve esistere un termine estremo e tale egrave appunto la materia la quale non serba piugrave nulla del bene In ciograve appunto sta la necessitagrave del male Il male non consiste in una deficienza parziale ma in una deficienza totale del bene ciograve che manca di un porsquo di bene non egrave cattivo ma puograve essere anche perfetto almeno nel suo genere Ma quando la deficienza del bene egrave assoluta come egrave della materia allora il male egrave vero privo di qualsiasi parte del bene La materia non ha lrsquoessere in modo da partecipare del be-ne solo equivocamente si dice che essa egrave poicheacute egrave giusto affermare che essa non egrave [hellip] La malattia egrave un difetto o un eccesso di corpi materiali che non conservano ordine e misura la bruttezza egrave la materia non dominata dalla forma la povertagrave egrave mancanza e priva-zione di quelle cose di cui abbiamo bisogno a causa della materia a cui siamo uniti la cui natura egrave lrsquoindigenza stessa (Enneadi I 8 5) 112 ldquoIl saggio trae da se stesso ciograve che rivela agli altri e guarda a se stesso giaccheacute non solamente tende a unificarsi e a isolarsi dalle co-se esterne ma egrave rivolto a se stesso e trova in seacute tutte le coserdquo

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iv) Lamore per la sapienza e per la filosofia ritenuto superiore dellamore per la persona amata percheacute egrave nella sapienza filosofica che si giunge a concepire con lintelletto la veritagrave delle cose

v) Infine la quinta tappa la percezione dellestasi ovvero la pura contemplazione dellUno leleva-zione della coscienza privata di ogni distrazione materiale che sente il legame che la congiunge allunitagrave originaria di tutte le cose (condizione difficile da raggiungere Porfirio scrive che nel pe-riodo in cui fu suo discepolo Plotino raggiunse lestasi solamente quattro volte)113 (1) Lrsquoestasi quindi consiste nel rientrare in se tsessi spogliarsi dellrsquoaffettivitagrave della parola dlela

ragione e immergersi nellrsquoUno non egrave un impoverirsi ma un riempirsi del Tutto (2) Lrsquoestasi non egrave incoscienza ma iper coscienza (3) Lestasi egrave un processo assolutamente personale luomo non abbisogna di alcun ministro del

culto e di nessuna guida spirituale di nessuna grazia (come per Filone e il Cristianesimo) il neoplatonismo indica la via di una spiritualitagrave raggiungibile in completa autosufficienza

(4) Se nella teologia cattolica Dio vuole salvare il mondo dal male nel neoplatonismo non vi egrave alcuna intenzionalitagrave del principio divino ed egrave luomo attraverso la scelta di una vita condot-ta secondo sapienza che si allontana dal male costituito dalla materia e si riavvicina al bene rappresentato dallUno abbracciando il percorso di purificazione che conduce allestasi114

CRISTIANESIMO

Il cristianesimo di fatto costituisce oltre che una religione della salvezza o proprio percheacute egrave una religione una visione generale sullrsquouomo e sulla realtagrave Per questo non puograve non incidere sulla riflessione filosofica Di fronte al cristianesimo che ha impregnato di seacute la cultura non psosiamo restare neutrali per cui sia che lo accettiamo sia che lo rifiutiamo dobbiamo necessariamente fare i conti con esso In questo senso allora la validitagrave del titolo di un opuscolo di Croce ldquoPercheacute non possiamo non dirci cristianirdquo Alcuni aspetti di novitagrave introdotti dal cristianesimo e che potrebbero interessare la nostra ricerca 1) Creazionismo Gen 1 - 2

a) Greci non crsquoegrave creazione al massimo crsquoegrave la fabbricazione del Demiurgo b) Per il cristianesimo crsquoegrave la creazione dal nulla per libera volontagrave e per amore Di qui la positivitagrave del

tutto115 e il potenziale ottimismo c) Egrave pure risolto il problema della relazione Uno - molti

2) Dio Provvidenza personale a) Per i greci Provvidenza o non crsquoegrave o non riguarda il singolo (per Socrate Dio egrave Provvidenza ma non si

preoccupa del singolo) Di Provvidenza parla Zenone stoico solo che (a prescindere dal fatto se sia ebreo) per lui la Provvidenza coincide con il Fato

b) Per il cristianesimo Dio egrave persona e si interessa dei singoli qui sta la nostra sicurezza (inutilmente cercata dallrsquoellenismo)116

3) Fede e Spirito

113 Chi arriva allrsquoestasi ldquoegrave simile ad uno che entrato nellinterno del penetrale abbia lasciato dietro di seacute le statue collocate nel tempio quelle statue che quando egli usciragrave nuovamente dal penetrale gli si faranno avanti per prime dopo aver avuto lintima visione e dopo essersi unito non con una statua con una immagine ma con Lui stesso quelle statue che sono dunque di secondo ordine [] Lanima [] se scende in basso scende al male e cioegrave verso il non-essere ma non al non-essere assoluto invece se corre sulla via opposta giunge non ad altro ma a se stessa ma essere in seacute sola e non nellessere vuol dire in Lui e il contemplante diventa non essenza ma al di lagrave dellessenza poicheacute si unisce a Lui [] Questa egrave la vita degli dei e degli uomini divini e beati distacco dalle restanti cose di quaggiugrave vita che non si compiace piugrave delle cose terrene fuga di solo a solordquo Enneadi VI 9 11 114 [] in Plotino come in Platone ed Aristotele lUno produce luniverso non rivolgendosi a esso non ama il mondo [similmente al Dio cristiano] ma egrave amato dal mondo quindi sono assenti le condizioni per le quali lUno voglia salvare il mondo - direttamente o mediante un salvatore LUno dona ogni bene allaltro da seacute per la necessitagrave della sua natura sovrabbondante come appartiene alla natura della luce illuminare le cose (E Severino La filosofia Antica) 115 E Dio vide che era cosa buonahellip Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona 116 Mt 6 25 ndash 34 Perciograve vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete la vita forse non vale piugrave del cibo e il corpo piugrave del vestito Guardate gli uccelli del cielo non seminano neacute mie-tono neacute ammassano nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre Non contate voi forse piugrave di loro E chi di voi per quanto si dia da fare puograve aggiungere unora sola alla sua vita E percheacute vi affannate per il vestito Osservate come crescono i gigli del campo non lavorano e non filano Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro Ora se Dio veste cosigrave lerba del campo che oggi cegrave e domani verragrave gettata nel forno non faragrave assai piugrave per voi gente di poca fede Non affannatevi dunque dicendo Che cosa mangeremo Che cosa berremo Che cosa indosseremo Di tutte queste cose si preoccupano i pagani il Padre vo-stro celeste infatti sa che ne avete bisogno Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in ag-giunta Non affannatevi dunque per il domani percheacute il domani avragrave giagrave le sue inquietudini A ciascun giorno basta la sua pena

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a) La fede per i greci (cfr Platone) rientra nellrsquoambito della doxa quindi non egrave conoscenza e solo nella conoscenza sta il valore dellrsquouomo

b) Nel cristianesimo la fede viene vista come trascendimento della conoscenza117 e questo trascendi-mento sarebbe necessario perchegrave la conoscenza egrave sempre limitata e non puograve rispondere alle do-mande ultime dellrsquouomo Solo che questo trascendimento diventa spesso anche crisi della ragione o radicale provocazione pr la ragione cfr 1 Cor 1 18 ss e la follia della croce

c) In questa prospettiva il cristianesimo si fa portatore anche di una nuova antropologia lrsquouomo non sarebbe piugrave solo anima e corpo ma sarebbe anche spirito Spirito o pneuma egrave la dimensione della fede

4) Eros greco e agape cristiana a) eros nasce dalla povertagrave e non egrave Dio lrsquouomo tende a Dio Dio non potragrave mai amare proprio percheacute

non egrave privo di nulla egrave assoluta perfezione puograve solo essere amato b) agape Dio egrave amore dono gratuito Dio si offre allrsquouomo E il suo egrave un amore senza condizioni118

5) Immortalitagrave dellrsquoanima dei greci a) e resurrezione dei corpi per il cristianesimo119 b) inaccettabile dai greci vista la loro valutazione negativa del corpo120

6) Nuovo senso della storia a) Per i greci prevalentemente egrave ciclica b) Per il cristianesimo rettilinea ci sono fatti unici e irripetibili e siamo orientati a un fine e a una fine

AGOSTINO

1) Scoperta della persona

a) Il vero mistero egrave lrsquouomo (non la realtagrave esterna inutile indagare la realtagrave esterna121 necessario rien-trare in noi stessi)122

b) Perograve non lrsquouomo astratto ma il singolo il concreto individuo irripetibile Egrave il singolo che deve far pro-prio il motto ldquoconosci te stessordquo

c) Di conseguenza il soggetto egrave il tema centrale della filosofia (cfr Confessioni) i) un soggetto che ritrova una conflittualitagrave interna123 e arriva proprio per questa conflittualitagrave alla

scoperta della volontagrave e della soggettivitagrave ii) un soggetto che ritrova nella propria interioritagrave lrsquoimmagine della Trinitagrave esse nosse velle

2) Veritagrave e illuminazione

a) si fallor sum e il superamento dello scetticismo124

117 Ebrei 11 1 La fede egrave fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono 118 1 Giov 4 8 ndash 10 Chi non ama non ha conosciuto Dio percheacute Dio egrave amore In questo si egrave manifestato lamore di Dio per noi Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo percheacute noi avessimo la vita per lui In questo sta lamore non siamo stati noi ad amare Dio ma egrave lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 119 Cfr 1 Cor 15 120 Cfr la reazione degli Ateniesi al discorso di Paolo sulla resurrezione dei corpi Quando sentirono parlare di risurrezione di morti alcu-ni lo deridevano altri dissero Ti sentiremo su questo unaltra volta Atti 17 32 121 ldquoE dire che gli uomini vanno ad ammirare le vette delle montagne i vasti flutti del mare le ampie correnti dei fiumi la distesa dellrsquooceano i giri degli astri e abbandonano se stessirdquo 122 Io stesso ero diventato per me un grosso problemahellipNon andare fuori di te ritorna in te stesso La veritagrave dimora nelluomo inte-riore E se scoprirai che la tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso Ma ricorda quando trascendi te stesso tu trascendi lani-ma razionale Tendi pertanto lagrave donde saccende il lume stesso della ragione De vera religione39 123 quando stavo deliberando di servire senzaltro al Signore Dio mio come avevo disposto da un pezzo ero io che volevo io che non volevo ero proprio io che negrave volevo pienamente negrave rifiutavo pienamente Perciograve lottavo con me stesso e mi straziavo da me stes-so 124 A una tale regola una volta intuita darsquo questa formula Chiunque comprende di essere in dubbio vede una cosa sicura della quale egrave certo dunque egli egrave certo del vero Pertanto chiunque dubita se la veritagrave esista ha in seacute alcuncheacute di vero di cui non puograve dubitare ora vero non egrave tale se non in forza della veritagrave Egrave necessario dunque che piuacute non dubiti della veritagrave chi ha potuto in qualche modo dubitare Dove tutto ciograve si vede quivi egrave luce senza spazio locale e temporale e senza i fantasmi che da tutto ciograve che egrave nello spazio e nel tempo de-rivano

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b) La veritagrave sta nellinterioritagrave (cfr il senso di un discorso) egrave in noi perograve egrave diversa da noi di qui la ne-cessitagrave di una costante ricerca

c) come si realizza la conoscenza i) autocoscienza (punto di partenza indispensabile) ii) sensazione i sensi ci attestano la realtagrave esterna esistente egrave passivitagrave dei sensi e attivitagrave

dellrsquoanima iii) intelletto coglie immediatamente le idee iv) ragione applica le idee intuite allrsquoesperienza qui sta la possibilitagrave dellrsquoerrore v) le idee sono i criteri di valutazione e sono in noi

(1) hanno un lsquoplusrsquo rispetto agli oggetti empirici non possono derivare da essi (2) sono in noi non creati da noi che siamo contingenti e mutevoli (3) la Veritagrave egrave in noi e ci giudicala Veritagrave sono le Idee (colte immediatamente dallrsquointelletto) che

sono pensieri di Dio forme paradigmatiche vera realtagrave (cfr Filone di Alessandria) colti per illuminazione (non esiste lrsquoanamnesi)

(4) Lrsquoesistenza di veritagrave intellegibili che lrsquoanima trova dentro di seacute senza averle essa stessa crea-te rinvia alla Veritagrave come sorgente di tutte le veritagrave allrsquoUno come principio di unificazione rinvia alla realtagrave immutabile eterna e necessaria dunque a Dio Dio egrave la veritagrave che rende pussibili tutte le veritagrave le realtagrave intellegibili gli universali ndash dice Agostino ndash sono pensieri nella mente di Dio Dio egrave altresigrave il maestro interiore nel quale impariamo tutto ciograve che sap-piamo Dio egrave la luce che illumina lrsquoanima e le permette di comprendere la veritagrave Agostino rielabora qui la tradizione platonica ha presente il paragone tra il Bene e il Sole istituito da Platone nella Repubblica e quello dellrsquoanima che riflette la luce divina e la luna che riflette la luce solare formulato da Plotino nelle Enneadi

vi) differenza tra scienza (coglie le cose in se stesse) e sapienza (le cose in riferimento a Dio) vii) in ultima analisi la vera conoscenza rinvia a Dio che perograve egrave mistero125 quindi non possiamo co-

noscere le ragioni ultime nemmeno della realtagrave necessitagrave della fede 3) Dio126

a) In quanto Bene Dio oggetto damore e felicitagrave ci attira frui Deo egrave la possibilitagrave di porre fine alla pro-pria inquietudine

b) in quanto essere ha dato lessere (creato) ldquoIO sono colui che sonordquo (Esodo 3) c) in quanto Veritagrave ci illumina e ci permette di conoscere la veritagrave Dio scitur melius nesciendo teologia negativa

4) la creazione e le idee Possono forse queste veritagrave venir meno anche se scomparissero quelli che ragionano e andassero a languire nellrsquoinferno degli uomini carnali No percheacute non egrave il ragionare che crea la veritagrave esso solo la scopre la veritagrave quindi esiste in seacute anche prima che sia scoperta ed una volta scoperta essa ci rinnova (Agostino La vera religione Paravia Torino 1945) 125 Confessioni Libro X capitolo XXVII paragrafo XXXVIII) ldquoTardi ti ho amato Sero te amavi pulchritudo tam antiqua e tam nova sero te amavi - Ecco eri dentro di me Tu ed io fuori fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo su queste belle forme che tu hai dato alle cose Eri con me io non ero con te le cose mi tenevano lontano le cose che non ci sarebbero se non fossero in Te Mi hai chiamato e il Tuo grido ha lacerato la mia sorditagrave hai lanciato segnali di luce e il Tuo splendore ha fugato la mia cecitagrave ti sei ef-fuso in essenza fragrante ti ho aspirato e mi manca il respiro se mi manchi ho conosciuto il tuo sapore ed ora ho fame e sete mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la Tua pacerdquo ldquoComprendi dunque se lo puoi o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molte-plici e vari comprendi se lo puoi che Dio egrave Veritagrave Egrave scritto infatti che Dio egrave luce (1Gv 15) non la luce che vedono i nostri occhi ma quella che vede il cuore quando sente dire egrave la Veritagrave Non cercare di sapere cosegrave la veritagrave percheacute immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza che al primo istante ha brillato al tuo sguar-do quando ti ho detto Veritagrave Resta se puoi nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore che ti abbaglia quando si dice Veritagrave Ma non puoi tu ricadi in queste cose abituali e terrene Qual egrave dunque ti chiedo il peso che ti fa ricadere se non quello delle immondezze che ti hanno fatto contrarre il glutine della passione e gli sviamenti della tua peregrinazionerdquo La Trinitagrave 82 126ldquo Te invoco Dio veritagrave fondamento principio e ordinatore della veritagrave di tutti gli esseri che sono veri o Dio sapienza fondamento principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza o Dio vera e somma vita fondamento principio e ordi-natore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita Dio beatitudine fondamento principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati o Dio bene e bellezza fondamento principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli o Dio luce intelligibile fondamento principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile o Dio il cui regno egrave tutto il mondo che egrave nascosto al senso o Dio dal cui regno deriva la legge per i regni della natura o Dio dal quale allontanarsi egrave cadere verso cui voltarsi egrave risorgere nel quale rimanere egrave avere sicurezza o Dio dal quale uscire egrave morire al quale avviarsi egrave tornare a vivere nel quale abitare egrave vivere o Dio che non si smarrisce se non si egrave ingannati che non si cerca se non si egrave chiamati che non si trova se non si egrave purificati o Dio che abbandonare egrave andare in rovina a cui tendere egrave amare che vedere egrave possedere o Dio al quale ci stimola la fede ci innalza la speranza ci unisce la caritagrave o Dio per mezzo del quale trionfiamo dellrsquoavversario ti scongiuro hellip o Dio che ci induci alla veritagrave piena o Dio che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo neacute permetti che altri lo faccia o Dio che ci richiami sulla vitahelliprdquo Soliloqui 112

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a) come dallUno i molti dallEssere il divenire che implica non essere soluzioni greche in qualche mo-do vicine alla creazione potevano essere i) Platone (Demiurgo = fabbricazione) ii) Plotino (processione dallrsquoUno) iii) Per Agostino la creazione egrave dal nulla e significa

(1) che egrave ex nihilo sui (generazione) (2) et subiecti (fabbricazione)

2(a) dono gratuito per libera volontagrave e bontagrave di Dio b) Dio con la creazione crea anche il tempo (cfr Timeo) legato al movimento

i) crea secondo le Idee (non irrazionalmente) che sono pensieri di Dio = Verbo (Neoplatonici) ii) crea immettendo nella materia le ragioni seminali (cfr Stoici)

c) vertice della creazione luomo immagine di Dio Trinitagrave 5) Tempo ed eternitagrave (Lett 7 496-498)

a) cosa faceva Dio prima della creazione lsquostava preparando lInferno per le persone che vogliono inda-gare cose troppo profondersquo dice Agostino nelle Confessioni al di lagrave dellrsquoironia potrebbe essere la co-scienza della limitatezza della nostra capacitagrave di comprensione e la necessitagrave di accettare questa li-mitatezza data lrsquoimpossibilitagrave di trascenderla i) se Dio egrave eterno ed egrave il creatore di tutto egrave il creatore anche del tempo ii) Prima della creazione il tempo non crsquoera non vi era dunque un prima e un dopo e non ha senso

domandarsi che cosa facesse allora Dio Il tempo egrave creato da Dio quindi egrave una categoria che va-le solo per la creatura Tempo d eternitagrave sono incommensurabili

b) apparente contraddittorietagrave del tempo ldquoSe nessuno me lo chiede lo so se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so piugrave cosigrave in buona fede posso dire di sapere che se nulla passasse non vi sa-rebbe il tempo passato e se nulla sopraggiungesse non vi sarebbe il tempo futuro e se nulla fosse non vi sarebbe il tempo presente Ma in quanto ai due tempi passato e futuro in qual modo essi so-no quando il passato da una parte piugrave non egrave e il futuro dallaltra ancora non egrave In quanto poi al presente se sempre fosse presente e non trascorresse nel passato non piugrave sarebbe tempo ma sa-rebbe anzi eternitagrave Se per conseguenza il presente per essere tempo in tanto vi riesce in quanto trascorre nel passato in qual modo possiamo dire che esso sia se per esso la vera causa di essere egrave solo in quanto piugrave non saragrave tanto che in realtagrave una sola vera ragione vi egrave per dire che il tempo egrave se non in quanto tende a non essere [] rdquo127 i) passato non egrave piugrave ii) futuro non egrave ancora iii) presente tende al non essere

c) eppure deve essere qualcosa percheacute misuriamo la durata degli eventi egrave distensio animae128

127 Confessioni Libro XI 14 e 18 128 Confessioni XI 35-37 [] Da qui mi egrave parso di concludere che il tempo nullrsquoaltro egrave che unrsquoestensione ma di qual cosa sia estensio-ne non lo so perograve sarebbe strano se non fosse unrsquoestensione dellrsquoanima stessa Che cosa infatti io misuro te ne scongiuro Dio mio quando dico o approssimativamente ldquoQuesto tempo egrave piuacute lungo di quellordquo oppure in maniera precisa ldquoQuesto tempo egrave doppio ri-spetto a quellrsquoaltrordquo Il tempo misuro siacute questo lo so ma non misuro quello che ha da venire percheacute non egrave ancora non misuro il pre-sente che non ha estensione non misuro il passato percheacute ormai non crsquoegrave piuacute Che cosa dunque misuro [] In te anima mia misuro il tempo Non darmi la voce addosso col dirmi ciograve che la realtagrave egrave Non darmi la voce addosso con tutti i trava-gli delle tue impressioni In te lo ripeto misuro il tempo Lrsquoimpressione che le cose mentre passano suscitano in te e che poi quando quelle sono passate dura questa impressione io la misu-ro mentre egrave presente non misuro le cose che sono passate in modo da lasciare unrsquoimpressione ma misuro questa impressione quando misuro il tempo Per conseguenza o il tempo consiste in queste impressioni o io non riesco a misurare il tempo Ma che Quando misuriamo il silenzio e diciamo che quel silenzio ha avuto una durata di tempo corrispondente a quello che ebbe una determinata voce non egrave forse vero che rivolgiamo la tensione del nostro pensiero quasi per misurare la durata di quella voce come se essa risonasse per poter trarre dagli intervalli del silenzio una definizione che consiste in una estensione di tempo Infatti anche quando la voce e la bocca non sono in moto noi nel nostro pensiero continuiamo a recitare poesie versi e qualsivoglia di-scorso e siamo in grado di definire qualsivoglia estensione del loro andamento e della durata dei tempi quanto cioegrave ognuno sia rispetto a un altro non altrimenti che se ne facessimo recitazione a voce alta Se qualcuno volesse emettere la sua voce in misura un porsquo lunghetta e ne fissasse facendo il conto nel suo pensiero quanta debba es-sere la durata costui certamente la durata del tempo la stabilisce standosene in silenzio e poi affidando il calcolo alla memoria pren-de a tirare fuori quella sua voce che risuona sino a quando non giunga al termine prestabilito Ma in veritagrave diremo risonograve e risoneragrave percheacute quella parte della voce che giagrave si egrave svolta diremo che egrave risonata quella parte che ancora rimane da svolgersi diremo che risone-ragrave sino a quando lrsquointensitagrave presente non trasforma quello che ha da venire nel passato in quanto quel che ha da venire via via dimi-nuisce e il passato via via srsquoaccresce sino a quando consumatosi il futuro tutto divenga passato Ma in qual modo va diminuendo o addirittura si disperde quello che ha da venire che ancora non egrave o in qual modo srsquoaccresce il passa-to che ormai piuacute non egrave se non percheacute nellrsquoanima nostra che elabora questi momenti vi sono tre fasi Infatti lrsquoanima aspetta pone at-tenzione e ricorda tanto che ciograve che aspetta attraverso ciograve cui rivolge lrsquoattenzione si trasforma in ciograve che ricorda

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i) presente del passato memoria ii) presente del presente intuizione iii) presente del futuro attesa Noi possiamo misurare il tempo percheacute possiamo misurare lrsquoimpressione che le cose passando pro-ducono in noi La durata del tempo si spiega con lrsquoattivitagrave della mente che si ldquodistenderdquo cioegrave per cosigrave dire si dilata dallrsquoattesa alla memoria tramite lrsquoattenzione Il tempo egrave nellrsquoanima (quindi non nel movimento anche se egrave collegato ad esso) nello spirito dellrsquouomo permane il passato il presente e il futuro Nello spirito le tre dimensioni del tempo sono sintetizzate e in qualche modo si imita lrsquoeternitagrave che caratterizza il vero essere (il tempo egrave solo di-spersione dellrsquoessere) tutto egrave sintetizzato nel presente e lrsquouomo viene ad essere immagine dellAs-soluto eterno presente

6) male problema centrale della riflessione di Agostino (del resto proprio per dare una risposta plausibile a questo problema si era fatto per un certo periodo manicheo) a) da dove viene se Dio bene129 b) non egrave sostanza negrave corruttibile negrave incorruttibile c) egrave privazione di essere130 (cfr Plotino)

i) male metafisico-ontologico il limite la finitudine il mondo nel suo complesso egrave perfetto ii) peccato cattiva volontagrave causa lsquodeficiente

(1) aversio a Deo et conversio ad creaturam (non egrave la creatura ad essere male egrave il nostro rap-porto alla creatura che egrave errato)

(2) Dio poteva impedirlo la volontagrave libera egrave un gran bene egrave limmagine e somiglianza a Dio d) male fisico conseguenza del peccato e) lrsquouomo radicalmente corrotto non puograve salvarsi puograve solo essere salvato

Chi puograve negare che ciograve che ha da venire non egrave ancora Ma tuttavia vi egrave giagrave nellrsquoanima nostra unrsquoattesa di quello che ha da venire Chi puograve negare che il passato piuacute non egrave Ma tuttavia egrave ancora nellrsquoanima nostra memoria del passato Cosiacute chi puograve negare che il tempo presente manca di estensione percheacute trascorre riducendosi in un punto Ma tuttavia lrsquoattenzione ri-mane durevole siccheacute attraverso di essa si volge a non essere piuacute ciograve che si appresseragrave Non egrave dunque lungo il tempo che ha da veni-re percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo avvenire altro non egrave che lrsquoattesa lunga di ciograve che ha da venire e cosiacute non egrave lungo il passato percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo passato altro non egrave che la lunga memoria di ciograve che egrave passato 129 Confessiones VII 6 e 7 [] Qui cioegrave nella considerazione che lrsquoincorruttibile sia da preferire al corruttibile dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male cioegrave donde trae origine la corruzione stessa che in nessun modo puograve violare la tua sostanza[] Cosiacute consideravo la creazione tua finita piena di te che sei infinito e dicevo ldquoEcco Dio ed ecco le cose che Dio ha creato un Dio buo-no e a queste cose saldamente e di gran lunga superiore perograve Egli buono comrsquoegrave le ha create soltanto buone ed ecco come Egli le circonda e le riempie di seacute Ma allora il male dovrsquoegrave e donde e per qual via qui egrave riuscito a insinuarsi Qual egrave la sua radice quale il suo seme O forse esso non egrave af-fatto Percheacute mai dunque noi temiamo e cerchiamo di evitare ciograve che non egrave Drsquoaltra parte se noi lo temiamo senza motivo senza dubbio questo stesso nostro timore egrave un male in quanto in esso non vi egrave di che si debba temere eppur noi ne abbiamo timore Per conseguenza o crsquoegrave un male che noi dobbiamo temere o il male consiste nel fatto stesso che noi temiamo Ma donde dunque proviene questo male poicheacute Dio tutte le cose ha fatto buone buono comrsquoegrave Dio Bene maggiore e anzi sommo ha creato siacute dei beni minori ma tuttavia e il Creatore e le cose create nella totalitagrave sono buoni Donde proviene il male O forse la materia di cui egrave costituita la creazione era una materia non buona e Dio le diede forma e ordine ma vi lasciograve una qualche parte che non convertiacute in bene Ma percheacute questo O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla tutta in modo che non sussistesse nulla di male Egli che egrave onnipotente Infine percheacute di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha voluto piuttosto nella sua stessa onnipotenza annientarla del tutto Oppure quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontagrave di lui se la materia era eterna percheacute Egli tanto a lungo attraverso gli infiniti spazi di tempo trascorsi ha lasciato che essa materia rimanesse cosiacute e tanto piuacute tardi gli piacque di trarne qualcosa Drsquoaltra parte se Egli volle fare drsquoimprovviso qualche cosa Egli che egrave onnipotente avrebbe dovuto fare questo piuttosto che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad essere cioegrave un Bene interamente vero e sommo ed infinito se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono Egli che egrave buono allora tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di materia che era cattiva non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la parte buona donde poi avrebbe creato il tutto Non sarebbe certo Egli stato onnipotente se non avesse potuto creare qualcosa di buono senza trarre partito da quella materia che E-gli stesso non aveva creato 130 Per conseguenza tutte le cose che sono sono buone e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse non egrave una sostanza per-cheacute se fosse sostanza sarebbe un bene Infatti o sarebbe una sostanza incorruttibile come a dire un grande bene o sarebbe una so-stanza corruttibile la quale se non fosse buona non potrebbe essere corruttibile Pertanto dovetti riconoscere e mi apparve evidente che tu hai fatto buone tutte le cose e che non vi sono sostanze che tu non abbia creato Ma poicheacute tu non hai fatto tutte le cose uguali pertanto tutte le cose esistono in quanto una per una sono buone e tutte nel loro insieme sono sommamente buone poicheacute il Dio no-stro tutte le cose fece sommamente buone (Gen I 31) Le confessioni VII 12

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UNIVERSALI

1) Il problema a) Universale egrave laquociograve che puograve essere predicato di piugrave realtagraveraquo e il problema che riguarda lrsquoambito logico

gnoseologico e metafisico inizia ad essere trattato nellrsquoXI sec (ma egrave dibattuto in tutto il ME) a par-tire da un passo dellrsquointroduzione e commento di Porfirio alle Categorie di Aristotele (Isagoge del 270 dC circa ma nota nella traduzione latina fatta da Boezio attorno al 500) laquosui generi e le spe-cie non dirograve se essi sussistano oppure siano posti soltanto nellrsquointelletto neacute nel caso che sussistano se siano corporei o incorporei se separati dalle cose sensibili o situati nelle cose stesse ed esprimen-ti i loro caratteri comuniraquo i) Che gli universali sussistono in modo incorporeo extramentale e separato dalle cose puograve essere

affermazione platonica o di un realismo radicale ii) Che invece essi siano solo nelle cose come caratteri comuni e debbano pertanto essere posti

alla base delle nostre conoscenze egrave piugrave unrsquoaffermazione aristotelica o del realismo moderato iii) Mentre il riconoscimento del prioritario aspetto cognitivo di tali caratteri comuni (essi sono ciograve

che lrsquouomo conosce e costruisce col proprio intelletto e che poi esprime linguisticamente) egrave ca-ratteristico delle posizioni nominaliste ecco che per un nominalismo estremo gli universali non esisterebbero neacute nellrsquointelletto neacute tanto meno separatamente ma solo nella parola che di volta in volta viene pronunciata (ma anche del nominalismo radicale non sono rimasti documenti)

iv) Lrsquounica posizione che non egrave mai stata sostenuta e probabilmente Porfirio la elenca solo come ipotesi teorica egrave quella degli universali come corpi materiali

b) Nel Medioevo a partire dallrsquoXI sec abbiamo una valorizzazione della ragione (anche per la ripresa degli studi) della sua ricerca e della sua autonomia a questa valorizzazione egrave facile che si accom-pagni una relativizzazione della auctoritas quindi il problema della filosofia degli universali non egrave solo problema teorico

c) La questione degli universali era se i concetti universali come uomo animale e cosiacute via i) avessero

(1) una realtagrave ontologica (2) o fossero soltanto il prodotto dellattivitagrave dellintelletto umano

ii) e inoltre se essi potessero sussistere (1) prima delle cose (ante rem come le idee platoniche che hanno unesistenza separata) (2) o nelle cose (in re come le forme aristoteliche che sussistono come forme di una deter-

minata materia) (3) o dopo le cose (post rem come prodotti dellattivitagrave dellintelletto e quindi nomi creati

dal linguaggio umano per significare le esperienze) d) Problema centrale il rapporto tra voces e res tra idee e realtagrave pensiero ed essere e assieme al va-

lore da attribuire agli universali il valore che possiamo riconoscere al sapere umano

2) Le soluzioni a) realismo universali = entitagrave metafisiche sussistenti (cfr Platone) perfetta adeguazione tra concetti

e realtagrave Il realismo estremo egrave la tesi secondo cui gli universali oltre che sussistere fuori della mente godono anche di una consistenza ontologica propria la quale fa si che essi esistano separatamente (ante rem) rispetto alle realtagrave mutevoli e contingenti di cui sono gli immutabili prototipi In altri ter-mini il realismo estremo egrave la soluzione di tipo platonico-neoplatonico-agostiniana che identifica gli universali con le idee o i modelli ante rem tramite cui Dio ha creato il mondo ritenendo che reali nel senso metafisicamente forte del termine sono soltanto gli universali e non giagrave gli individui empirici Guglielmo di Champeaux (1070-1121) riteneva ad es che la specie laquouomoraquo rappresentasse una re-altagrave essenzialmente identica per tutti gli uomini i quali sarebbero moltiplicati e diversificati fra di loro solo da qualitagrave accidentali Conseguenze i) lo studio del linguaggio egrave anche

(1) studio della realtagrave (2) e studio di Dio che si manifesta nella realtagrave

ii) posizione conservatrice individui diversi solo per accidenti e non per essenza iii) obiezione di Abelardo

(1) animale simultaneitagrave dei contrari es razionale e irrazionale (2) se egrave res non puograve essere predicato (3) svalutazione dellindividuo (e siamo in un periodo di esaltazione della ragione e quindi del-

lindividuo)

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b) nominalismo non hanno nessun valore e non si riferiscono a nessuna cosa (Roscellino) il nomina-lismo estremo afferma che lrsquoessere esiste soltanto in forma individuale (nihil est praeter indivi-duum) e che i cosiddetti universali rappresentano soltanto dei nomi senza alcun corrispettivo rea-leconseguenze i) scetticismo ragione pura attivitagrave analitica di singoli fatti descrittiva ii) universali = flatus vocis iii) eresia teologica triteismo

(per Anselmo sono schiavi delle lsquoimmaginazioni corporeersquo) c) realismo critico o concettualismo posizione di Abelardo

i) la realtagrave egrave individuale ii) universali non sono neacute res neacute flatus vocis iii) sono sermones

(1) frutto della astrazione = convenzione umana (2) che coglie gli elementi comuni = universali (3) universali che perograve non danno lessenza ma modo dessere una immagine comune (uomo

come essenza non esiste esiste solo il singolo) d) realismo moderato (Tommaso) Il realismo moderato egrave la dottrina secondo cui gli universali pur

avendo una certa consistenza non esistono ante rem ma soltanto in re ossia individualizzati e in-corporati nelle cose singole a titolo di principi organizzatori immanenti (nel senso aristotelico) In al-tri termini secondo il realismo moderato i generi e le specie non esistono laquoseparatamenteraquo rispetto agli individui ma soltanto come loro forma o essenza intrinseca Di conseguenza il realismo mode-rato a differenza di quello estremo riconosce pienamente la realtagrave degli individui pur scorgendo la presenza in essi di unrsquoessenza universale Inoltre i realisti moderati pur credendo che gli universali nel nostro mondo esistano soltanto in re hanno ritenuto nel contempo che essi nella mente di Dio esistano sotto forma di idee archetipe an-te rem (conciliando in tal modo le istanze piugrave profonde dellrsquoaristotelismo con quelle del platonismo) Sono distinti tre tipi di universale i) Universale in re - egrave la ldquoformardquo delle cose lrsquoessenza ii) universale post rem egrave il concetto nellrsquointelletto quello che viene colto con il procedimento razio-

nale della ldquoastrazionerdquo iii) universale ante rem - egrave lrsquoIdea nella mente divina il ldquomodellordquo delle cose Questi tre tipi di universale fanno uno e si identificano con la ldquoformardquo della cosa che esiste ldquoab ae-ternordquo nellrsquoIntelletto divino e che lrsquointelletto umano ldquoastraerdquo dalla cosa stessa

3) Il problema degli universali tornava ad agitare la vecchia questione sollevata per la prima volta dai Sofi-sti il pensiero e il linguaggio hanno davvero la prerogativa di rispecchiare lrsquoessere e le sue strutture rea-li I nostri concetti e i nostri termini sono davvero la controparte logico-linguistica delle essenze metafisi-che delle cose Ovviamente un problema di questo tipo aveva unrsquoinevitabile ripercussione a) In campo gnoseologico Il problema degli universali egrave fondamentale per la conoscenza umana per-

cheacute senza generi e specie diventa impossibile qualsiasi conoscenza razionale b) in campo ontologico poicheacute il realismo sottintendendo un sostanziale parallelismo fra voces e res

ovvero una stretta corrispondenza fra pensiero-linguaggio-realtagrave implicava la possibilitagrave da parte del pensiero di porsi come fotografia della realtagrave in grado di coglierne le forme o strutture e quindi di far metafisica Al contrario il nominalismo rifiutando la sostanzialitagrave delle forme ed assimilando i concetti generali a simboli astratti di realtagrave puramente individuali sottintendeva un potenziale divor-zio fra pensiero e realtagrave destinato a mettere in forse il discorso metafisico

c) Analogamente mentre il realismo grazie ai concetti di sostanza specie atto ecc si prestava a giu-stificare filosoficamente sia il dogma trinitario sia il discorso teologico nella sua globalitagrave il nominali-smo (v Roscellino) sembrava minare entrambe le cose

d) Questa portata anti-metafisica ed anti-teologica del nominalismo diventeragrave esplicita soprattutto nella tarda Scolastica allorquando Ockham riducendo il pensiero astratto a pura catalogazione dellrsquoesperienza ed anteponendo alla ragione la conoscenza sensibile (= empirismo) finiragrave per minare la possibilitagrave di qualsiasi discorso meta-empirico cioegrave condotto oltre i limiti dellrsquoesperienza immedia-tamente accessibile

4) concretezza del problema a) struttura sociale b) teorie scientifiche reali o convenzioni strumenti

Naturalmente ldquola questione degli universalirdquo non si chiude con la fine del medioevo viene ripresa infatti an-che dalla filosofia moderna che rivedragrave il formarsi di due opposti schieramenti gli empiristi che sostanzial-mente saranno nominalisti e i razionalisti piugrave vicini alle posizioni del realismo

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AVICENNA

Integra Aristotele con Platone (dove Aristotele non sembra in accordo alla fede) 1) distinzione tra ente (lesistenza il concreto) ed essenza (quid est prescinde dallrsquoesistenza) 2) ente reale puograve essere

a) possibile (mondo che egrave contingente in quanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere quindi egrave carat-terizzato dalla diversitagrave tra essenza ed esistenza)

b) o necessario (Dio ha in seacute la causa del suo essere creatore e separato dal mondo) 3) Ciograve significa che la nozione di essere assume un significato diverso a seconda che sia riferita a Dio o alle

cose contingenti

s TOMMASO

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE

1) ragione a) parte dal sensibile e quindi non puograve conoscere tutto egrave condizionata dalla sua origine b) inoltre egrave creata (finita) c) puograve dire che Dio egrave ma non chi sia Dio d) se il fine delluomo fosse puramente naturale la ragione sarebbe sufficiente perograve fine delluomo egrave

soprannaturale quindi ha bisogno di veritagrave che eccedono le sue capacitagrave naturali vengono dalla ri-velazione accolte dalla

2) fede che a) sorregge la ragione nelle veritagrave che la ragione coglie perograve con il pericolo di errore (tra fede e ragio-

ne non cegrave contrasto nessuna doppia veritagrave)131 b) offre delle veritagrave che vanno oltre la ragione132

3) nei confronti della veritagrave della fede la ragione a) esamina lautoritagrave di chi le propone b) puograve dimostrare i preamboli della fede cioegrave quelle veritagrave la cui dimostrazione egrave necessaria alla fede

stessa c) la filosofia puograve essere adoperata a chiarire mediante similitudini le veritagrave della fede d) la ragione puograve controbattere le obbiezioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o che

non hanno forza dimostrativa 4) La grazia (fede) non soppianta la natura ma la perfeziona gratia naturam perficit

a) la teologia rettifica ma non sostituisce la ragione b) necessaria una buona (corretta) filosofia per una buona teologia

5) La fede e la ragione non possono trovarsi in contraddizione a) la ragione ha una sua veritagrave dei principi intrinseci che sono verissimi ed egrave impossibile pensare che

siano falsi dal momento che Dio stesso egrave lrsquoautore della natura umana La veritagrave di ragione non saragrave perciograve in contraddizione con la veritagrave rivelata poicheacute la veritagrave non puograve contraddire la veritagrave La ra-gione puograve indurre allrsquoerrore ed in quel caso la fede deve essere la regola del corretto procedere della ragione

b) Inoltre fede e ragione non possono contraddirsi anche percheacute considerano la realtagrave da punti di vista diversi la ragione considera la realtagrave in se stessa la fede in relazione a Dio133

131

Se la veritagrave fosse lasciata soltanto allindagine della ragione ne seguirebbero tre inconvenienti in primo luogo la cognizione di Dio sarebbe in pochi In secondo luogo vi si giungerebbe a fatica dopo gran tempo In terzo luogo lindagine della ragione umana spesso egrave venata derrori percheacute il nostro intelletto egrave debole nel giudizio e ci si insinuano i fantasmi Salutarmente dunque provvide la divina clemenza disponendo che si accettassero per fede anche le cose che la ragione puograve indagare siacute che tutti senza dubbio neacute errore partecipassero facilmente alla cognizione di Dio (S contra Gent I 3) 132 Nelle cose che diciamo di Dio la veritagrave egrave di due modi Infatti intorno a Dio ci sono veritagrave che oltrepassano ogni facoltagrave della ragione umana per esempio che Dio egrave uno e trino Mentre ce ne sono altre che anche la ragione naturale puograve cogliere per esempio che Dio egrave che egrave uno ed altre siffatte di queste guidati dal lume della ragione anche i filosofi hanno addotto prove dimostrative (Summa contra Gentiles I 3) 133 Summa contra gentiles I 7 ndash 8 e II 4 Bencheacute la veritagrave della fede cristiana superi la capacitagrave della ragione umana quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione non possono essere contrarie alla fede Difatti quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione ci constano essere verissime in tale maniera che non sia possibile pensarle false neacute daltra parte egrave possibile pensare falso ciograve che si tiene per fede

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c) Ciograve perograve significa piugrave una distinzione che una separazione la ragione e la natura trovano il loro pie-no compimento nella fede e nella grazia (secondo il celebre adagio tomista gratia naturam perfi-cit)134

dal momento che ha una cosiacute evidente conferma divina Siccome dunque il solo falso egrave contrario al vero come appare manifestamente dai loro concetti egrave impossibile che la veritagrave di fede sia contraria a ciograve che la ragione conosce naturalmente Inoltre la conoscenza dei princiacutepi naturalmente noti ci egrave infusa da Dio in quanto Dio stesso egrave lautore della nostra natura Anche la divi-na Sapienza possiede dunque questi princiacutepi Tutto ciograve quindi che egrave contrario a questi princiacutepi egrave contrario alla divina Sapienza e non puograve pertanto provenire da Dio Quelle veritagrave dunque che si tengono per fede in funzione della rivelazione divina non possono essere contrarie alla conoscenza naturale Dal che si deduce evidentemente che qualsiasi argomento venga portato contro i documenti della fede non procede rettamente dai primi princiacutepi immediatamente evidenti innati alla natura e conseguentemente non ha nemmeno la forza dimostrativa ma sono ragioni o probabili o sofistiche e cosiacute cegrave la possibilitagrave di confutarle [] Si deve anche notare che senza dubbio le cose sensibili dalle quali la ragione umana deriva il principio della conoscenza conservano in seacute qualche traccia della loro somiglianza divina ma cosigrave imperfetta che risultano del tutto insufficienti a manifestare la natura dello stes-so Dio Infatti gli effetti hanno in qualche misura una somiglianza con la causa poicheacute ogni agente produce una cosa a seacute somigliante ma non sempre lrsquoeffetto raggiunge una perfetta somiglianza con lrsquoagente Dunque la ragione umana per conoscere la veritagrave di fede che puograve essere perfettamente conosciuta solo da coloro che vedono la divina sostanza egrave in condizione di raccogliere alcune analogie che non sono perograve sufficienti affincheacute la predetta veritagrave venga dimostrata o compresa per intuizione intellettiva Tuttavia egrave utile per la mente umana esercitarsi in tali ragionamenti bencheacute deboli purcheacute non ci sia la presunzione di comprendere o di dimostrare infatti come prima si egrave detto procura grande gioia il potere intendere qualcosa delle realtagrave piugrave elevate anche in maniera incompleta e debole [] Diverso egrave il punto di vista delle dottrine teologiche e delle filosofie umane Giaccheacute la filosofia umana considera le creature in quel che sono e cosiacute secondo gli aspetti del reale abbiamo le diverse parti della filosofia la fede cristiana invece le considera non in quanto so-no come ad es il fuoco in quanto fuoco ma in quanto esso indica la perfezione divina ed egrave ordinato in qualche modo allo stesso Dio Pertanto i lati che il filosofo studia nelle creature sono diversi da quelli che considera il credente il filosofo infatti considera i caratteri costitutivi delle cose come per i fuoco il portarsi in su il credente considera la creatura in rapporto con Dio come lessere creata da Dio lessere soggetta a Dio e simili Se loggetto dindagine egrave talvolta comune al filosofo e al credente i princiacutepi sono diversi Poicheacute il filo-sofo argomenta da cause immanenti alle cose il credente argomenta dalla Causa prima come quando si fonda sulla rivelazione o guar-da alla gloria o alla potenza infinita di Dio e per questo ad essa come avente il primato egrave subordinata la filosofia umana Da ciograve deriva che le due dottrine procedono con diverso metodo Poicheacute nella dottrina filosofica la quale considera le creature in se stesse e da esse guida alla conoscenza di Dio primo egrave lo studio delle creature e ultimo quello di Dio nella dottrina rivelata invece che non considera le creature se non in ordine a Dio primo egrave lo studio di Dio e poi quello delle creature e cosiacute egrave piuacute perfetta in quanto piuacute simile alla conoscenza di Dio il quale intuisce laltro da seacute intuendo seacute 134 Summa Theologiae I q 1 art 1 Proemio E percheacute il nostro proposito sia compreso in certi limiti egrave necessario per prima cosa indagare sulla sacra dottrina [ossia la teologia] qua-le sia e a quali cose si rivolga In proposito i problemi sono dieci Primo che necessitagrave ci sia di questa dottrina Secondo se sia scienza Terzo se sia una sola scienza o piugrave Quarto se sia speculativa o pratica Quinto quale sia il suo rapporto con le altre scienze Sesto se sia sapienza Settimo se quale sia il suo oggetto Ottavo se sia una disciplina argomentativa Nono se debba servirsi di espressioni metaforiche o simboliche Decimo se la Sacra Scrittura debba essere esposta secondo piugrave sensi Articolo I Rispetto al primo problema si procede cosigrave Sembra che non sia necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche In-fatti lrsquouomo non deve sforzarsi di conoscere le cose che sono al di sopra della ragione secondo quanto afferma il III capitolo del libro dellrsquoEcclesiastico ldquonon indagherai le cose per te troppo grandirdquo Ma le cose che sono accessibili alla ragione sono trattate adeguata-mente nelle discipline filosofiche Sembra dunque superfluo avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Inoltre non ci puograve essere scienza se non dellrsquoente nulla infatti si sa se non il vero che egrave convertibile con lrsquoente Ma tutti gli enti sono presi in esame dalle discipline filosofiche e anche Dio in una parte della filosofia detta appunto ldquoteologiardquo cioegrave ldquoscienza divinardquo come insegna il Filosofo nel VI libro della Metafisica Non egrave stato quindi necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Ma egrave contrario ciograve che egrave detto nel capitolo III della II Lettera a Timoteo ldquotutta la Scrittura ispirata da Dio egrave utile ad insegnare con-vincere correggere e formare alla giustiziardquo Infatti la Scrittura divinamente ispirata non riguarda le discipline filosofiche che sono svi-luppate con la sola ragione umana Ersquo utile dunque che oltre alle discipline filosofiche esista unrsquoaltra scienza fondata sulla rivelazione divina Rispondo dicendo che lrsquoesistenza di una dottrina rivelata oltre alle discipline filosofiche che si indagano con la ragione umana egrave stata necessaria per la salvezza dellrsquouomo In primo luogo percheacute lrsquouomo ha come destino Dio un fine che supera le capacitagrave di comprensio-ne della ragione come scrive il profeta Isaia (644) ldquoocchio non ha visto che un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in luirdquo Ma gli uomini devono conoscere il loro fine per poter decidere le proprie azioni perciograve fu necessario alla loro salvezza che quanto supe-ra la ragione umana fosse reso noto attraverso una divina rivelazione Ma anche riguardo a quelle cose che la ragione umana puograve cono-scere fu necessario che lrsquouomo fosse istruito mediante la rivelazione divina Percheacute attraverso lrsquoindagine razionale sarebbero giunti alla veritagrave su Dio da cui pure dipende la salvezza dellrsquouomo - che egrave solo in Lui - solo pochi uomini attraverso un tempo lunghissimo e con la mescolanza di molti errori Affincheacute gli uomini potessero giungere alla salvezza in modo piugrave adeguato e sicuro fu quindi necessario che fossero istruiti attraverso la rivelazione divina Alla prima obiezione si deve rispondere che le cose che sono piugrave alte della capacitagrave conoscitiva dellrsquouomo sebbene non possano esse-re indagate attraverso la ragione sono tuttavia da accogliere per fede una volta che vengano rivelate da Dio Per cui lo stesso passo aggiunge ldquoti egrave stato mostrato piugrave di quanto comprende unintelligenza umanardquo E in questo consiste la sacra dottrina Al secondo argomento si deve dire che dal diverso modo di conoscere gli oggetti deriva la diversitagrave delle scienze Infatti sia lrsquoastrologo che il fisico dimostrano la medesima conclusione per esempio che la terra egrave rotonda ma lrsquoastrologo per via matematica cioegrave astraen-do dalla materia il fisico invece prendendo in considerazione la materia Perciograve nulla impedisce che le medesime cose delle quali tratta-no le discipline filosofiche nella misura in cui sono conoscibili alla luce della ragione naturale possano essere oggetto di unrsquoaltra scien-

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Questa parte della filosofia tomistica egrave riscontrabile soprattutto in Somma contro i Gentili 6) Summa contra gentiles partire da ciograve che ci accomuna la ragione

a) partendo da questo dato che accomuna tutti gli uomini egrave possibile ottenere risultati universali e su questi costruire un discorso teologico

b) ragione nostra caratteristica ed esigenza primordiale e naturale i) Proprio per questo lrsquouomo ha una sua autonomia e deve mettere in atto tutto il suo potenziale

conoscitivo La sua vocazione egrave conoscere e dominare il mondo ii) Su questo non puograve interferire la teologia come la teologia non soppianta la filosofia iii) Del resto tra filosofia e teologia non potragrave esserci contrasto proprio percheacute unica egrave la sorgente

della veritagrave e tutte e due sono in relazione alla veritagrave

LA METAFISICA

1) Ente ed essenza lente (qualunque cosa esista) puograve essere

a) ente logico puramente concettuale espresso dalla copula egrave unisce due concetti senza pretendere che la realtagrave sia come espresso (es la cecitagrave egrave negli occhi di conseguenza non tutto ciograve che egrave pen-sato esiste come egrave pensato le connessioni di concetti sono vere in quanto connettono correttamen-te quei concetti ma non esprimono lrsquoesistenza dei concetti che connettono) Lrsquouniversale non egrave rea-le ad essere reale egrave solo lindividuo lrsquouniversale egrave una astrazione anche se fondata sulla realtagrave rea-lismo moderato

b) ente reale ogni realtagrave egrave ente anche se in modo analogico Per Aristotele potenza e atto corrispon-devano a materia e forma Secondo Tommaso invece lrsquoessenza e lrsquoesistenza stanno tra loro rispetti-vamente nel rapporto di potenza e atto i) Lrsquoessenza (chiamata anche quidditagrave o natura) comprende sia la materia che la forma percheacute

comprende tutto ciograve che egrave espresso nella definizione della cosa Per es lrsquoessenza dellrsquouomo de-finito animal rationale comprende sia la materia (animal) che la forma (rationale) Essenza id quod potest esse potenza attitudine allrsquoessere e non identificazione con lrsquoessere quindi le cose non esistono necessariamente sono contingenti quindi esistono in virtugrave di altro (1) Lrsquoessenza costituisce in primo luogo il fondamento dellrsquoessere di ogni ente essa infatti fa

essere una cosa quella determinata cosa diversa dalle altre Naturalmente non si deve in-tendere il termine ldquoessererdquo nel senso di esistenza attuale percheacute come si vedragrave meglio poi ogni cosa riceve la sua attualitagrave esistenziale da Dio e non dallrsquoessenza Tommaso si sta qui occupando del significato nominale dei termini ldquoenterdquo ed ldquoessenzardquo non ancora di quello e-sistenziale Tuttavia senza lrsquoessenza sarebbe impossibile definire per esempio questo esse-re che mi sta davanti come uomo o questrsquoaltro come pianta

(2) In secondo luogo lrsquoessenza egrave il fondamento dellrsquointelligibilitagrave e della conoscibilitagrave di ogni en-te Ogni ente egrave intelligibile in virtugrave di quellrsquoelemento universale e necessario che egrave lrsquoessenza Esiste in altri termini una stretta correlazione tra ontologia e gnoseologia

(3) Lrsquoessenza infine egrave il fondamento dellrsquoagire di ogni ente Essa cioegrave permette di cogliere il carattere proprio di un ente dal quale egrave possibile ricavare la sua attivitagrave o operazione princi-pale Se si analizza per esempio lrsquoessenza dellrsquouomo si diragrave che lrsquouomo possiede per natura (per costituzione ontologica e non come qualcosa di aggiunto di accidentale) un intelletto che costituisce il carattere distintivo che lo differenzia dagli altri animali (prima ancora della posizione eretta o del modo di cibarsi o di vestirsi che sono caratteri accidentali che sono mutati nel corso del tempo e non rientrano nella sua essenza) Avere per natura un intellet-to significa che lrsquouomo egrave per natura capace di conoscenza intellettiva egrave cioegrave in grado di os-servare riflettere e interpretare ciograve che lo circonda egrave capace di domandarsi il ldquopercheacuterdquo di ciograve che vede e da questa domanda scaturisce la ricerca dei principi che porta poi alla costitu-zione delle diverse scienze e dei vari campi di indagine

ii) Dallrsquoessenza si deve distinguere lrsquoesistenza percheacute si puograve comprendere che cosa sia un uomo o lrsquounicorno o lrsquoaraba fenice ma non egrave ancora detto che quegli esseri esistono nella realtagrave Dunque lrsquoessenza e lrsquoesistenza sono distinte e stanno tra loro nel rapporto di potenza e atto Lrsquoessenza egrave in potenza rispetto allrsquoesistenza mentre lrsquoesistenza egrave lrsquoatto dellrsquoessenza actus essendi Nelle cose composte cegrave una doppia composizione di atto e potenza materia forma essenza esistenza

za per quello che se ne puograve conoscere alla luce della rivelazione divina Perciograve la teologia che compete alla sacra dottrina egrave di altra na-tura rispetto a quella teologia che si considera parte della filosofia

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iii) Ecco ora il punto fondamentale lrsquounione dellrsquoessenza con lrsquoesistenza ovvero il passaggio dalla potenza allrsquoatto ovvero lrsquoindividuo reale richiede per Tommaso lrsquointervento diretto e creativo di Dio Ersquo solo Dio che puograve creare le cose facendole esistere egrave solo Dio che puograve realizzare il pas-saggio dalla potenza allrsquoatto ossia dalla essenza allrsquoesistenza e dare cosigrave origine alle varie crea-ture siano angeli o uomini o animali o piante ecc

iv) In Dio lrsquoessenza egrave uguale allrsquoesistenza Solo in Dio essenza ed esistenza si identificano In altre parole lrsquoessenza di Dio egrave di esistere Egli esiste necessariamente egrave eterno egrave lrsquounico essere ne-cessario cioegrave non puograve non esistere mentre tutti gli altri esseri dipendono da lui Dio egrave lessere (= essenza atto puro) essere puro

v) In sintesi potremmo dire che Dio egrave lrsquoessere mentre le creature hanno lrsquoessere Actus essendi originario in Dio derivato per partecipazione nelle creature Dunque il termine essere non egrave lo stesso quando egrave riferito a Dio o alle creature Tra lrsquoessere di Dio e quello delle creature non vi egrave neacute identitagrave neacute assoluta opposizione bensigrave analogia Le creature in quanto esistenti sono simili a Dio ma Dio non egrave simile a loro ecco il principio della analogicitagrave dellrsquoessere (analogo = simile ma di proporzioni diverse) In piugrave le creature hanno lrsquoessere percheacute viene dato loro da Dio il quale partecipa (=dona) loro lrsquoesistenza Cosigrave le creature hanno lrsquoessere per partecipazione mentre Dio egrave lrsquoessere per essenza La distinzione fra lrsquoessere creato e lrsquoessere eterno di Dio porta con seacute due importanti conseguen-ze (1) In primo luogo permette a Tommaso di salvaguardare lrsquoassoluta trascendenza (superioritagrave

diversitagrave alteritagrave soprannaturalitagrave) di Dio nei confronti del creato e delle creature e di evita-re ogni forma di panteismo (che identifica Dio col mondo)

(2) In secondo luogo lrsquoanalogicitagrave dellrsquoessere rende impossibile unrsquounica scienza dellrsquoessere ac-canto alla filosofia vi egrave adesso la teologia la quale egrave superiore in dignitagrave a tutte le altre scienze le quali nei suoi confronti diventano ancelle della teologia

c) Lrsquoessere egrave il principio e fondamento del reale lrsquoesistenza egrave il risultato dellrsquoessere attuante unrsquoessenza lrsquoesistenza egrave una presenza reale o fatto di esistere che deriva dallrsquoatto di essere allrsquoessenza e la rende realmente esistente o presente o fatto di esistere Lrsquoessere egrave piugrave nobile dellrsquoesistenza (suo risultato) e dellrsquoessenza che egrave potenza riguardo allrsquoessere (atto ultimo) i) Quella di Tommaso non egrave una filosofia dellrsquoente ma egrave una filosofia dellessere che realizza le es-

senze lessere egrave il mistico (Wittgenstein) egrave ciograve di fronte a cui resta solo il silenzio percheacute condi-zione di qualunque discorso e fondamento sempre presente e intrascendibile135 esse poicheacute tra-scende lessenza trascende anche il concetto Il principio che fonda la necessitagrave di questa di-stinzione136 si trova nel fatto stesso che finisce per renderla inconcepibile Lesse facciamo nota-re non egrave concepibile che in unessenza Niente egrave piugrave vero ma egrave proprio per questo che quando si parla di un atto finito di esistere bisogna necessariamente che questo atto e la sua essenza siano aliud et aliud Ci sono degli esseri finiti egrave un fatto e sono anche i soli esseri di cui abbia-mo esperienza ora la possibilitagrave di un essere finito suppone che il suo atto di esistere sia altro dalla sua essenza Se si trattasse in effetti dellesse puro non sarebbe cosigrave Latto puro di esiste-re egrave integralmente atto cioegrave lo egrave sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ordini per la semplice ragione che essendo anteriore a tutti come la condizione della loro stessa possibilitagrave li trascende tutti Lesse puro non egrave dunque solamente illimitato nellordine dellesistenza propriamente detta lo egrave anche nellordine dellessenza poicheacute precede questordine e di conseguenza nessuna determi-nazione essenziale si applica ad esso Ed egrave per questo come san Tommaso nota nel De ente et essentia che alcuni filosofi hanno potuto sostenere che Dio non ha essenza poicheacute egli egrave lesse puro ciograve che si chiamerebbe la sua quidditagrave o essenza si confonde in effetti necessariamente con il suo esse Per ragioni legate senza dubbio alla sua dottrina dei nomi divini san Tommaso sembra avere evitato di negare che Dio abbia una essenza preferisce dire che lessenza di Dio egrave il suo atto stesso di esistere Daltronde in qualsiasi modo lo si esprima il fatto resta quello che egrave lesse puro non egrave determinato da alcuna essenza che lo faceva essere tale Al livello supremo dellessere in cui tentiamo qui di elevarci il problema del rapporto tra essenza ed esistenza sva-

135 E Gilson Lessere e lessenza Tr it di L Frattini e M Roncoroni Massimo Milano 1988 279-282 ldquoLessere dunque non egrave soltanto il primo oggetto di conoscenza intellettuale nel senso che sarebbe implicato fin dal primo oggetto conosciuto ma altresigrave nel senso che egrave implicato in ogni oggetto conosciuto e che ogni conoscenza quale che ne sia loggetto egrave anche e anzi prima di tutto conoscenza del-lessere 136 tra essenza ed atto drsquoerssere

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nisce per riduzione dellessenza allatto puro di esistere 137 ldquoEsigere che lesse sia concettualiz-zabile egrave volere che esso sia una cosa ora se ciograve che abbiamo detto egrave vero lesse egrave latto costi-tutivo ultimo di ogni cosa esso stesso non potrebbe esserne una Resta dunque possibile per unontologia che non sia un cosismo integrale comporre lesistere con lessenza e distinguer-lo138 di qui lo stupore

ii) ne deriva una filosofia ottimistica lrsquoessere egrave dono iii) e una filosofia del concreto Lrsquoessente in quanto egrave gode di unrsquounicitagrave irriducibile esso egrave percheacute

egrave nel suo atto di essere proprio e differente dagli atti di essere di tutti gli altri essenti Per san Tommaso il vero principio di individuazione non egrave la materia ma lrsquoatto di essere139 Lrsquoatto di es-sere in virtugrave del quale la conoscenza dellrsquoessenza determinata non egrave un sogno vano o una pura rappresentazione singolarizza radicalmente esclude qualsiasi universalizzazione alla maniera generalizzante della forma intelligibile Lrsquoessere egrave lrsquoatto grazie a cui le singole cose esistono egrave proprio il dono dellrsquoactus essendi ad ogni ente creato da Dio che egrave lrsquoIpsum esse subsistens ciograve che sottrae allrsquoindifferenza e dunque al nulla ogni attimo di vita dellrsquoesistente

d) latto dessere egrave sempre del singolo i) per Aristotele ldquoessererdquo da solo non significa niente lessere riceve significato da soggetto e pre-

dicato egrave sempre un essere determinato (non conosce la trascendenza lessere in quanto tale non esiste)

ii) per Tommaso ldquoessererdquo egrave atto desistere ha un suo significato egrave lEssere stesso che egrave Atto in Dio e questo atto dagrave concretezza alla veritagrave del soggetto e del predicato nelle cose Tommaso capovolge Aristotele non soggetto e predicato danno concretezza allessere (Aristote-le) ma egrave lessere che comunica il suo significato di atto al soggetto e al predicato egrave questo atto il fondamento dellessere di quegli essenti significati da soggetto e predicato

2) I trascendentali uno vero e buono a) trascendentale condizione di possibilitagrave b) trascendentali dellessere condizioni di possibilitagrave dellessere tanto da coincidere con lessere stesso

(omne ens est unum verum bonum ens et unum verum bonum convertuntur) Ciograve che si deve dire dellessere va allora ripetuto per tutti gli altri trascendentali Dio partecipa lessenza lindividualitagrave lunitagrave la veritagrave la bontagrave a tutto il creato che cosigrave porta la traccia della sua perfezione

c) uno lessere non egrave contraddittorio lunitagrave dipende dal grado di essere essere a fondamento dellrsquounitagrave filosofia dellrsquoessere non dellrsquounitagrave

d) vero ogni ente egrave intelligibile e razionale i) Aristotele delle veritagrave si occupa la logica (egrave un fatto mentale) non la metafisica ii) Tommaso

(1) le cose realizzano un progetto di Dio (=veritagrave ontologica) adequatio rei ad intellectum Gli uomini possono venir meno al progetto di Dio che perograve resta loro inscritto

(2) Veritagrave umana adequatio intellectus ad rem iii) Il bello riceve discreta attenzione ma non viene incluso nella lista dei trascendentali in quanto

sostanzialmente omologato al verum Tommaso interpreta infatti lesperienza estetica come il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della veritagrave140

e) Buono ogni ente egrave buono percheacute egrave ente frutto della bontagrave di Dio bonum diffusivum sui ottimismo cristiano i) Il trascendentale bonum suppone la tesi della laquoirrealtagraveraquo del male che viene ripresa dal neopla-

tonismo il male egrave soltanto la mancanza di bene cioegrave di essere e piugrave precisamente di un essere dovuto la cecitagrave egrave un male per luomo ma non per lalbero

ii) Bene oggetto della volontagrave

137 Id 103-104 138 Id 100-102 139 Cfr TOMMASO DrsquoAQUINO De potentia 7 2 ad 9 De anima I resp e ad 2 140 ldquoIl bello e il buono in un soggetto sono lo stesso percheacute si fondano sulla stessa cosa cioegrave sulla forma e per questo il buono viene lodato come bello Ma differiscono per il carattere Infatti il buono propriamente riguarda il desiderio infatti il buono egrave ciograve che tutti de-siderano E perciograve ha il carattere di fine infatti il desiderio egrave quasi un certo movimento verso una cosa Il bello invece riguarda la facoltagrave conoscitiva vengono dette infatti belle quelle cose che piacciono quando sono viste Dunque il bello consiste in una debita proporzione percheacute il senso prova diletto nelle cose debitamente proporzionate come in cose simili a seacute infatti anche il senso egrave una certa ragione come ogni virtugrave conoscitiva E giaccheacute la conoscenza avviene per assimilazione e la somiglianza riguarda la forma il bello propriamente riguarda il carattere della causa formalerdquo (Somma teologica 1 q5a4ad1)

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(1) le cose sono buone perchegrave volute da Dio (2) luomo vuole le cose perchegrave sono buone

3) Lanalogia dellessere a) Giagrave Aristotele aveva individuato quella che usualmente egrave definita ldquoanalogia di attribuzionerdquo (Es an-

che se propriamente la salute si predica solo di un vivente si attribuisce ad un cibo lrsquoaggettivo sano percheacute causa salute in chi ne mangia)

b) da parte sua Tommaso coglie anche lrsquoanalogia di proporzionalitagrave (Es due soggetti possiedono real-mente e propriamente una data qualitagrave bencheacute in grado diverso come quando qualifichiamo intelli-gente un animale ed un uomo) ldquoEssererdquo egrave un concetto analogico non solo secondo il primo modo come ha visto Aristotele ma anche secondo lrsquoaltro i) accetta quella di Aristotele orizzontale ii) introduce quella verticale Dio-realtagrave

c) Lrsquoanalogia unisce e separa Lrsquoanalogia di proporzionalitagrave rapporto Dio-actus essendi egrave diverso da quello della realtagrave i) con lactus essendi si fonda sulla analogia causale ii) lanalogia si estende a tutti i predicati (importanza della teologia negativa) iii) lrsquoanalogia richiede la pluralitagrave e lrsquoautonomia delle scienza

4) la fede guida della ragione due tesi fondamentali a) Dio egrave lrsquoessere (per i greci egrave uno degli esseri non egrave lrsquoEssere e il creatore dellrsquoessere) b) il resto egrave creato quindi qualunque cosa egrave positiva anche il corpo la causalitagrave riguarda anche

lrsquoessere degli enti e non solo le forme (Platone e Aristotele) c) due tesi accettate per fede che guidano il discorso razionale = filosofia cristiana

S BONAVENTURA

1 - fede e filosofia filosofia che si pretende autonoma fonte di errori deve rinviare alla teologia e alla mistica ragione e filosofia finalizzate alla teologia alla fede contro una ragione autosufficiente che non coglie nel mondo lorma (signum) di Dio lo ritiene del tutto autonomo si tratta di scoprire in noi e nel mondo i germi divini (nella linea di Platone Agostino Anselmo) suo obiettivo quaerere Deum che relucet et latet si rivela e assieme si nasconde nella realtagrave Dio coglibile dalla meditatio che introduce alla consummatio mistica La filosofia via alla teologia e alla mistica riprende la tradizione platonico-agostiniana (filosofia rinvia a Dio) cerca una filosofia che sorregga la sua fede 2 - esemplarismo in Dio ci sono le idee delle cose create (crea liberamente) nel mondo vestigio cose irrazionali immagine creature intellettuali somiglianza creature deiformi mondo egrave una scala a Dio dal mondo allinterioritagrave alle cose eterne speculazione itinerarium mentis in Deum

cointuizione cogliendo lrsquooggetto colgo contemporaneamente lrsquoesemplare grazie alla illuminazione idea di essere irradiazione dellessere assoluto in cui sono tutte le idee

egrave questa non la conoscenza per astrazione legata al contingente che permette di conoscere lrsquouniversale

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PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave141

La domanda fondamentale laquopercheacute lessere piuttosto che il nullaraquo Siamo allorigine alla possibilitagrave data dalla libertagrave dellessere di essere o non essere Ciograve che puograve decidere se essere o non essere egrave solo la libertagrave a essa soltanto egrave appesa tutta la realtagrave da es-sa dipende lessere La realtagrave laquoegrave del tutto gratuita e infondata interamente appesa alla libertagrave che non egrave un fondamento ma un abisso ossia un fondamento che si nega sempre come fondamentoraquo142 La libertagrave egrave un Urgrund che egrave un Ungrund fondamento assoluto egrave quello che egrave possibilitagrave di essere o non essere se stesso e perciograve in certo senso puograve retrocedere al di lagrave di se stesso143 Proprio per questo la realtagrave puograve essere vista nella sua ambiguitagrave come eccedenza pura gratuitagrave dono o nella sua infondatezza che provoca il rimpianto di non esser nati Possiamo meravigliarci quindi di fronte alla gratuitagrave dellessere ma anche esser presi da sgomento per la sua infondatezza per il suo legame col nulla e per lidea della loro scambiabilitagrave Caratteri-stica della realtagrave vediamo essere lambiguitagrave lontologia viene ad accompagnarsi alla meontologia Lontolo-gia dellinesauribile strettamente legata alla libertagrave -- Schelling ci suggerisce che ciograve che puograve decidere se es-sere o non essere egrave solo la libertagrave la quale consente innovazione continua -- si incammina verso un pensiero tragico Lessere egrave appeso alla libertagrave e linseparabilitagrave dei due termini spiega come della libertagrave non possa che essere che unontologia Essere e libertagrave sono inscindibilmente congiunti in quanto nei confronti dellessere luomo puograve soltanto scegliere tra consenso e rifiuto esercitando cosigrave la propria libertagrave Egrave la libertagrave che tiene fermo il vincolo tra uomo ed essere il quale potrebbe anche essere rinnegato tradito Lrsquoontologia dellinesauribile La veritagrave non puograve risiedere nel pensiero e nel discorso filosofico che come lindefinito e linformulato che de-cide se prender forma o no La metafisica ontica e oggettiva viene sostituita con una metafisica ontologica e indiretta una laquoontologia consapevole non soltanto della portata finita del proprio sguardo e del carattere fi-nito delle proprie operazioni ma anche garantita dal rischio della discrepanza fra il dire e il fare e dal perico-lo della mistificazione nel senso chessa intende presentarsi come discorso delluomo sulluomo per luomo sigrave che un eventuale discorso sullessere o sullassoluto non puograve essere che indiretto cioegrave discorso sulluomo come rapporto con lessere o come coscienza dellassolutoraquo144 Linoggettivabilitagrave e linesauribilitagrave dellessere esigono labbandono della metafisica ontica Solo un personali-smo ontologico e unontologia dellinesauribile garantiscono la sopravvivenza della metafisica poicheacute la veri-tagrave non si offre se non a una prospettiva personale laquoLinoggettivabilitagrave dellessere non solo non impedisce lontologicitagrave delluomo ma coincide con essa in tal modo si raggiunge e si svolge il concetto esistenzialisti-co dellinseparabilitagrave di esistenza e trascendenza e della coincidenza di autorelazione ed eterorelazioneraquo145 Lessere inoggettivabile e irrelativo egrave presente nel rapporto poicheacute lo costituisce e ne fa parte lessere si dagrave alluomo solo allinterno di quel rapporto con lessere che luomo egrave Luomo puograve parlare dellessere quindi percheacute egrave lui stesso rapporto vivente e reale con esso anche se lessere gli si presenta relativo solo come ir-relativo come istitutore del rapporto e per questo inoggettivabile Non si parla piugrave quindi di metafisica in senso tradizionale poicheacute si parla di inoggettivabilitagrave e si trascendono i termini di soggetto e oggetto non piugrave consoni a esprimere i caratteri di un personalismo ontologico nel quale la persona e la veritagrave sono legati da un vincolo originario146 Ci troviamo di fronte inoltre a unontologia indi-retta poicheacute noi riflettiamo e parliamo dellessere in quanto parliamo delluomo che egrave rapporto con lessere Il discorso filosofico egrave quindi una presa di coscienza di ciograve che luomo egrave rapporto ontologico Lontologia pareysoniana egrave strettamente legata allesistenza alla persona percheacute ogni cosa muove dallas-sunto che luomo egrave rapporto con lessere quindi linterpretazione non viene intesa laquocome una decifrazione di un vero per seacute indipendente ma come il modo di darsi della veritagrave In esso la veritagrave attesta il proprio es-

141 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1 142 L PAREYSON Filosofia della libertagrave Il Melangolo Genova 1989 12 143 Claudio Ciancio Metafisica del soggetto e filosofia della libertagrave in Giornale di Metafisica 1 (1992) p 33 144 L PAREYSON Esistenza e persona Il melangolo Genova 1985 18 145 Id 16 146 Id 19

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senziale legame con la persona e mette cosigrave a tacere gli equivoci impliciti nelle concezioni oggettivisticheraquo147 Si parte quindi dal nesso originario tra persona e veritagrave centro del pensiero pareysoniano dal quale non si puograve prescindere altrimenti linterpretazione non avrebbe alcun senso in quanto verrebbe meno la dialettica di familiaritagrave ed estraneitagrave che garantisce la validitagrave dellermeneutica Egrave proprio il rapporto lontananza-vicinanza che fa sentire il bisogno dellinterpretazione come comprensione di ciograve che nella sua trascendenza egrave lontano e che perograve ci costituisce Non si puograve cercare qualcosa che ci egrave del tutto estraneo La conoscenza del resto come dice Platone non egrave altro che reminiscenza ossia lanima non puograve conoscere o scoprire nulla se non partecipa giagrave dellidea cui si riferisce loggetto della conoscenza Allo stesso modo linterpretazione non sussi-sterebbe se non ci fosse unoriginaria solidarietagrave tra la persona e la veritagrave anzi egrave proprio in virtugrave di essa che noi possiamo dare uninterpretazione della veritagrave Non poter dare della veritagrave unenunciazione oggettiva non significa non poterla possedere o ancor peggio non doverla neppure cercare ma tener conto che la nostra finitezza egrave intrascendibile e invalicabile tuttavia egrave proprio essa che ci consente di essere sede della veritagrave Con unopzione esistenziale noi decidiamo di diveni-re veicolo della veritagrave e luogo della rivelazione dellessere ribadendo il vincolo originario che ci lega a esso laquoPoicheacute la natura del rapporto ontologico si specifica e si determina soprattutto in base allesercizio concreto della libertagrave lontologia ermeneutica o lermeneutica ontologica di Pareyson altro non egrave in definitiva che ontologia ed ermeneutica della libertagraveraquo148 Nei confronti dellessere noi non possiamo che avere un atteg-giamento o di consenso o di rifiuto egrave la libertagrave umana a intervenire nei confronti dellessere operando una scelta esistenziale che precede qualsiasi processo cognitivo La veritagrave come origine inesauribile egrave quindi preesistente alla formulazione che se ne dagrave e che egrave successiva e subordinata a questa e la solidarietagrave che ci lega a essa precede quindi qualsiasi speculazione in quanto egrave proprio il nostro legame con la veritagrave la nostra apertura ontologica a stabilire la possibilitagrave di un discorso sulla veritagrave La filosofia ha il compito di chiarire tale rapporto e di porsi come approfondimento di quella prospettiva singolare che egrave la persona la quale ha liberamente assunto il proprio rapporto ontologico laquoCo-minciare in filosofia -- come dice Ricœur -- [] non puograve essere se non un cominciare nellelucidazione at-traverso la quale la filosofia piuttosto che cominciare ricominciaraquo149 La veritagrave perograve non si lascia esaurire dal discorso filosofico e poicheacute un infinito si puograve possedere ma solo nella forma di doverlo cercare ancora le-splicitazione non puograve mai essere completa Rimane dunque uno scarto che diviene la sede nella quale si ri-manda a qualcosa che va oltre il discorso che parte da esso e consente alla veritagrave di essere rispettata Esso rappresenta la possibilitagrave dellulterioritagrave e del continuo rigerminare della veritagrave che suscita sempre nuovi ap-profondimenti Linesauribile non puograve essere esaurito come lindefinibile schellinghiano non puograve essere definito neppure per via negationis bensigrave essere stimolo di un discorso che rigermina sempre dalla sua fonte laquoLa veritagrave risie-de nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale enunciazione completa ma come stimolo duna rivelazione interminabile [] Lideale della formulazione del vero non egrave unesplicitazione completa o unenunciazione definitiva ma lincessante manifestazione dunorigine inesauribile sigrave che non si puograve imputa-re a una sua imperfezione o carenza lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende forni-reraquo150 Credere che ciograve sia uninsufficienza egrave non comprenderne la natura egrave fraintendere una sovrabbondan-za per una mancanza non si tratta di una inadeguatezza della formulazione o di unimperfezione della veritagrave egrave piuttosto proprio la sua ricchezza che suscita infinite interpretazioni essendo la veritagrave stessa una fonte i-nesauribile La rivelazione della veritagrave si attua mediante linseparabilitagrave di presenza e latenza che ripropongono latteg-giamento di familiaritagrave ed estraneitagrave impostoci da un testo nel momento in cui lo interpretiamo La veritagrave egrave generosa e si riserva per donarsi laquoPer la sua inoggettivabilitagrave lessere egrave inafferrabile come essere e ogni tentativo di coglierlo e definirlo non ha altro esito che il suo arretramento Questo fa sigrave che lessere retroceda di continuo e si dia solo sottraendosi presente solo come ulteriore e patente solo come nascosto non come in una notte mistica ove domina lindistinzione ma come nellinoggettivabilitagrave ove il discorso continua an-che se cambia segnoraquo151 La veritagrave egrave quindi ricchezza la sua egrave unabbondanza che suscita infinite formula-zioni e le trascende tutte La trascendenza in questo modo non viene mai perduta percheacute il personalismo che ne consegue egrave ontologico e qualifica la persona come apertura alla veritagrave legame con lessere e questa solidarietagrave originaria tradotta

147 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 26 148 Antonio Rosso Ermeneutica come ontologia della libertagrave Vita e Pensiero Milano 1980 40-41 149 Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 73 150 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione Mursia Milano 1971 77 151 L PAREYSON Esistenza e persona cit 19-20

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in termini spaziali implica un rapporto verticale che fonda e garantisce rapporti orizzontali per cui la trascen-denza della veritagrave diviene la garanzia della dinamicitagrave e dellapertura della persona Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente rispetto alluomo Lo stesso uomo trascende persino se stesso -- qui viene a riproporsi il tema dello sbilanciamento del fatto che la persona non egrave in pari con se stessa -- percheacute non coincide con se stesso laquoegli non solo non egrave tutto ma nemmeno si puograve dire che coincida con se stesso Egli egrave rapporto ontologico nel senso che il suo essere consiste appunto totalmente e senza residuo nellessere rapporto con lessere ciograve significa che il suo essere stesso egrave dislocato e implica uno scarto costitutivo uno sfasamento strutturale che lo fa essere sempre oltre se stesso come rapporto con lessere egrave sempre piugrave del suo essere e come coscienza reale e quindi muta della realtagrave sa sempre prima di conoscere al punto che si puograve dire paradossalmente che egli esiste sempre prima di esistereraquo152 Lesistente egrave prima di ogni riflessione La riflessione non giunge quindi come abbiamo visto a chiarire e a ricordare se non ciograve che luomo sa giagrave ossia di essere rapporto con lessere che rispetto a lui egrave inesauribilitagrave e che per questo esige sempre nuovi e ulteriori approfondimenti Linterpretazione come approfondimento La veritagrave considerata non piugrave come oggetto del discorso filosofico ma come sorgente inesauribile dalla quale il pensiero muove emerge nella sua infinitagrave e nella sua inesauribilitagrave generando un discorso che rigermina continuamente dalla propria fonte che riproblematizza ininterrottamente le proprie domande La veritagrave non egrave meno veritagrave se la sua interpretazione non perviene a unesplicitazione completa anzi la veritagrave egrave tale solo quando si lascia cogliere come stimolo di una rivelazione inesauribile laquoLunico modo -- dice Pareyson -- di possedere e conservare la veritagrave egrave proprio quello di accoglierla come infinita non puograve esser veritagrave quella che non egrave colta come inesauribileraquo153 Linterpretazione rispetta la veritagrave come inesauribile proprio percheacute non cerca di esplicitarla e oggettivarla completamente bensigrave la accoglie come fonte dalla quale essa muove e alla quale essa attinge Inoltre es-sendo la fonte trascendente ogni approccio si qualifica come interpretativo se come afferma Rigobello laquola fonte originaria del significato trascende in quanto a valore le singole esistenze [] allora ogni esperienza di significato compiuta nellesistenza singola egrave una interpretazione di un centro di significato (e potremmo di-re di Veritagrave)raquo154 Ricordiamo che la veritagrave egrave libera di decidere di non farsi possedere da una formulazione in particolare ma di offrirsi a infinite formulazioni Egrave proprio questo carattere di ulterioritagrave che le permette di non estinguersi in una prospettiva e di offrirsi in infinite altre ed egrave sempre questo carattere che esige un approfondimento con-tinuo Ancora una volta lanalogia con lopera darte ci consente una piugrave precisa comprensione le varie inter-pretazioni che si danno di unopera non intaccano minimamente la sua unicitagrave Lopera afferma Pareyson nella sua Estetica laquoha il suo vero e naturale modo di vivere nelle molteplici esecuzioni ma ciograve accade preci-samente percheacute lopera stessa le suscita le esige e le regola e vive in esse solo in quanto vi permane una identica inalterabileraquo155 Tutto questo impedisce quindi di parlare di relativismo dellinterpretazione o di parzialitagrave percheacute linterpreta-zione non esprime una parte della veritagrave da completare (lrsquointerpretazione non rappresenta una parte della veritagrave da comporre con altre parti sino a costituirne la totalitagrave bensigrave rivela da un punto di vista determinato la veritagrave come intera) in quanto non mira a una enunciazione completa bensigrave a un discorso che intende co-gliere la veritagrave come infinita e come inesauribile La compossibilitagrave di infinite interpretazioni non attesta lesi-genza di essere integrate le une con le altre per approdare a una totalitagrave costruita piuttosto rivela la ric-chezza e labbondanza della veritagrave che suscita infinite interpretazioni e si lascia cogliere da infiniti punti di vi-sta che la rivelano intera e totale Ciograve consente a ognuno di esprimerla a suo modo pur mantenendo sempre lunicitagrave della veritagrave stessa la quale ha sede in ogni prospettiva che vuole essere rivelazione dellessere senza per questo trasformarsi in qualcosa che non sia la prospettiva laquoNellinterpretazione egrave sempre una persona che vede e guarda e guar-da e vede dal particolarissimo punto di vista in cui attualmente si trova o si pone e col singolarissimo modo di vedere che segrave venuto via via formando o che intende di volta in volta adottare sigrave che tutta intera la per-sona entra a costituirli dallinterno a generarli a infletterli e dirigerli e determinarli tanto nel particolare mo-do di vedere quanto nel singolare punto di vista Daltra parte nellinterpretazione egrave sempre una forma chegrave

152 Luigi Pareyson Filosofia ed esperienza religiosa in Annuario filosofico 1 (1985) pp 7-72 p 15 153 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 117 154 Armando Rigobello Legge morale e mondo della vita Abete Roma 1968 p 342 155 L PAREYSON Estetica Teoria della formativitagrave Bompiani Milano 1988 267

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veduta e guardata ed egrave veduta in una determinatissima prospettiva che la mette in luce in un determinato modo nel quale tuttavia essa egrave condensata e rivelata intera ed egrave guardata in uno dei suoi infiniti aspetti in ciascuno dei quali essa si mostra intera sigrave ma secondo una determinatissima direzioneraquo156 Linterpretazione infatti egrave una prospettiva vivente sul vero egrave il nesso che esiste tra la persona e la veritagrave egrave il discorso filosofico che meglio si adatta a far emergere una ricchezza viva e profonda senza che si trasformi in un concetto dimostrativo o in un precetto da comandare egrave un approccio che implica impegno attenzione e fedeltagrave e che coinvolge ogni persona che voglia riconoscere la sua vera realtagrave Egrave una scelta esistenziale che ci consente di divenire prospettiva sulla veritagrave questo denota come linterpretazione comprometta linte-ra persona e non si limiti a essere soltanto un processo conoscitivo La filosofia non egrave scienza dimostrativa essa non si limita a fornire delle spiegazioni ma cerca di approfondire continuamente la comprensione su piugrave e diversi livelli e da piugrave e diversi punti di vista Uninterpretazione vuole scandagliare tutti gli strati operare su ogni livello laquoil processo dinterpretazione egrave infinito e sempre esige [] approfondimento ampliamento per stabilire una congenialitagrave sempre piugrave captativa e rivelativa Linterpretante non si contenta daver colto un aspetto della forma o la forma in uno dei suoi aspetti e cerca altri aspetti che gli confermino o gli correggano o gli sostituiscano linterpretazione che ha creduto di poter dare e per far questo si pone in un nuovo punto di vistaraquo157 Linterpretazione non egrave mai soddisfatta dei suoi risultati cerca sempre una maggiore adeguazione Questo percheacute egrave linfinita ricchezza della veritagrave che susci-ta sempre nuovi approfondimenti e alimenta sempre nuovi approcci laquoInfinito dunque il processo dellinter-pretazione percheacute fintanto che cegrave conoscenza non cegrave interpretazione che sia definitiva e non sia soggetta a un perpetuo moto di revisione inteso a una sempre maggiore adeguazioneraquo158 La categoria dellapprofondimento puograve essere considerata una delle modalitagrave che meglio connotano il movi-mento interpretativo laquoLinterpretazione egrave un processo interminabile che richiede un continuo e incessante approfondimento ed egrave tale proprio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infini-toraquo159 Linterpretazione consta di termini che la qualificano e che sono in un certo qual modo contraddittori ma che non si escludono anzi emergono proprio grazie alla loro coessenzialitagrave e compatibilitagrave Linterpretazione egrave a un tempo possesso della veritagrave e processo interminabile di approfondimento Egrave un possesso della veritagrave che si rivela pur con il continuo stimolo a cercarla ancora e a cercarla con gli altri ad esempio nel dialogo Un punto finale di ricerca una meta raggiunta non sarebbe vero possesso della veritagrave poicheacute indicherebbe che linterpretazione ne ha preso il posto esaurendone la ricchezza ne egrave divenuta il surrogato annullandone il carattere sorgivo e inesauribile e rendendola finita Avvicinarci maggiormente alla veritagrave con una seconda terza e altre interpretazioni significa approfondire chiarire e far luce su ciograve che noi siamo sulla nostra persona che egrave rapporto con lessere Egrave quindi risponden-do a quesiti determinati che si rimanda a qualcosa che va otre la nostra situazione di partenza Linterpreta-zione come approfondimento egrave supportata ampiamente dal personalismo ontologico che ne egrave alla base e in virtugrave del quale la persona egrave definita come rapporto con lessere Il rapporto ontologico che ci costituisce egrave o-riginario ed ermeneutico poicheacute dire che la persona egrave originariamente legata allessere egrave come dire chessa egrave interpretazione della veritagrave Filosofare sulluomo egrave filosofare sullessere percheacute il rapporto con lessere non egrave una proprietagrave o una facoltagrave o una possibilitagrave delluomo ma egrave lessere stesso delluomo160 Quindi laffermazione dellapertura ontologica istituisce la possibilitagrave di fare della persona la sede della rivelazione dellessere La propria interpretazione di-venta allora sempre approfondibile questo in virtugrave di un nostro sforzo e della nostra fedeltagrave allessere per cui ci decidiamo ogni volta Linterpretazione egrave un processo ininterrotto e uno sforzo di penetrazione in cui i gradi di comprensione sono infiniti in quanto possesso di un inesauribile linterpretazione implica un conti-nuo approfondimento nel quale la veritagrave si stabilisce come stimolo duna rivelazione interminabile che non puograve essere esaurita161

156 Id 187 157 Id 188 158 Ivi 159 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80 160 L PAREYSON Esistenza e persona cit 243 161 L PAREYSON Estetica cit 239 laquoLa veritagrave indica come segno della sua presenza proprio il carattere interminabile e sempre ulteriore del discorso poterla enunciare in unesposizione completa sarebbe proprio il segno di non averla colta affatto Solo come inesauribile la veritagrave puograve offrirsi alla sua formulazione cioegrave come tale chegrave impossibile tentarne e assurdo realizzarne lesplicitazione completa pur es-sendone invece tanto desiderabile quanto eseguibile una rivelazione incessante Questa interminabilitagrave tipica dellinterpretazione lungi

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Linterpretazione si configura cosigrave come processo interminabile e approfondimento continuo Ed egrave tale laquopro-prio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infinito anzi chegrave un compito infinito proprio in quanto egrave non semplice approssimazione o immagine della veritagrave ma suo reale ed effettivo posses-so Certo puograve sembrare contraddittoria e paradossale questa natura dellinterpretazione chegrave al tempo stes-so possesso effettivo e processo interminabile e che quindi unisce nello stesso punto stabilitagrave e mobilitagrave fermezza e continuazione raggiungimento e ricerca Ma soccorre ancora lanalogia dellarte in cui la lettura egrave indubbiamente un vero possesso dellopera eppure il suo senso consiste nellessere un invito a rileggere in cui la coscienza daver penetrato lopera egrave accompagnata dalla consapevolezza di dover procedere a un ulte-riore approfondimento in cui ogni rivelazione egrave premio e conquista solo come stimolo e promessa di nuove rivelazioni E se nellarte ciograve che permette di unire senza contraddizione possesso e ricerca egrave linesauribilitagrave stessa dellopera tanto piugrave sintende come ciograve possa avvenire nellinterpretazione della veritagrave dato il caratte-re assai piugrave intenso e profondo e originario dellinesauribilitagrave di questultima sigrave che appariragrave ben chiaro come uno dei cardini fondamentali dellermeneutica egrave appunto la compatibilitagrave anzi la coessenzialitagrave del possesso e del processo della conquista e della ricerca della padronanza e dellapprofondimentoraquo162 Lapprofondimento egrave quindi essenziale quando si parla di veritagrave Percheacute essa non ci appartiene in modo cosigrave esaustivo da non sentire il bisogno di penetrarla ancora Possiamo perograve concepire linterpretazione come in-tensiva che giunge a scoprire abissi nuovi e a formulare nuove domande In unontologia dellinesauribile lunica forma di conoscenza con la quale possiamo avvicinarci allessere alla veritagrave egrave linterpretazione linter-pretazione come approfondimento

dallesserne un difetto o una lacuna o dallattestarne lincompletezza o linsufficienza egrave piuttosto la sua perfezione e la sua compiutezza anzi la sua ricchezzaraquo (Veritagrave e interpretazione cit 78) 162 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80-81

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INDICE

INTRODUZIONE 2

ONTOLOGIA E INTERPRETAZIONE 9

ONTOLOGIA ARCAICA 11

LA PHYSIS 12

ERACLITO 14

PARMENIDE 15

ESSERE PARMENIDEO PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE E LOGICA ASTRAENTE 20

ERACLITO PARMENIDE 22

GORGIA 26

PLATONE 27

LA FONDAZIONE DELLA METAFISICA 27

LA CONOSCENZA 35

ARISTOTELE 41

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA 41

LA FISICA E LA MATEMATICA 48

PIRRONE DI ELIDE 51

PLOTINO 54

CRISTIANESIMO 59

AGOSTINO 60

UNIVERSALI 64

AVICENNA 66

s TOMMASO 66

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE 66

LA METAFISICA 68

S BONAVENTURA 71

PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave 72

BIBLIOGRAFIA 77

2

INTRODUZIONE

1) Lrsquouomo e lrsquoessere Heidegger a) nellrsquoopera Sein und Zeit (1927) afferma che

i) ldquolrsquouomo (lrsquo ldquoEssercirdquo) si configura come lrsquounico ente che ha un legame costitutivo con lrsquoessere che si pone il problema dellrsquoessere che si interroga su questo e che in qualche modo lo com-prende La ldquopeculiaritagrave onticardquo dellrsquoEsserci pertanto ldquosta nel suo essere ontologicordquo

ii) LrsquoEsser-ci mostra innanzitutto (1) una costituzionale apertura e mostra di essere sempre situato ldquogettatordquo in una situazione (il

ldquocirdquo dellrsquoEsserci Da-Sein) (2) Ma il suo carattere la sua natura essenziale egrave il poter essere la possibilitagrave il progettohellip

ldquoLrsquoEsserci egrave sempre la sua possibilitagraverdquohellipnel senso che questo ente puograve nel suo essere o ldquoscegliersirdquo conquistarsi oppure perdersi e non conquistarsi affatto o conquistarsi solo ldquoap-parentementerdquo

(3) Oltre che come insiemi di strumenti il mondo egrave incontrato dallrsquoEsserci come essere-con semplicemente percheacute la manipolazione delle cose avviene sempre insieme agli altri secon-do lrsquoopinione comune Lrsquoessere-con rappresenta lrsquoorizzonte anonimo del ldquosirdquo dellrsquoesistenza impersonale La dimensione del ldquosi dicerdquo del ldquosi fardquo dove domina la chiacchiera egrave per Hei-degger la cosiddetta esistenza inautentica che egrave sostanziale deiezione dellrsquoEsserci Questa dimensione inautentica dellrsquoesistenza egrave prevalente percheacute il fatto che lrsquouomo comprenda se stesso a partire dal mondo dellrsquoutilizzabile e del meramente presente fatalmente va ad oscu-rare la luce dellrsquoessere la sua struttura piugrave intima e peculiare

(4) LrsquoEsserci invece egrave autentico quando si libera dalla comprensione del Si per elevarsi aprirsi alla piena comprensione delle cose svelando la genuina struttura dellrsquoesistenza Ma lrsquoEsserci egrave caratterizzato dalla finitezza dalla temporalitagrave dallrsquoessere-per-la-morte Per cui lrsquoEsserci cozza contro il limite del possibile la morte che genera angoscia situazione emotiva piugrave au-tentica dellrsquoEsserci che egrave appunto un sentimento che ci riporta alla condizione originaria che egrave essenzialmente segnata dal nulla

b) NellrsquoIntroduzione alla metafisica (1953) Heidegger i) da una parte sostiene che sia imputabile alla metafisica occidentale il progressivo ldquooblio

dellrsquoessererdquo Tanto egrave vero che lrsquoessere egrave per noi una parola evanescente ii) Per un altro verso invece egrave proprio della struttura dellrsquoessere la tendenza

allrsquoautonascondimento e alla latenza Per cui lrsquoessere permane incline a ritornarvi sia nel grande occultamento e silenzio sia nella piugrave superficiale finzione e dissimulazione In sintesi la parven-za lrsquoillusione lrsquoinganno e lrsquooblio si configurano sia come conseguenti allrsquoapparire e al manifestar-si dellrsquoessere per prospettive al suo costitutivo tendere allrsquoautonascondimento allrsquooccultamento e alla latenza sia come propri e costitutivi della nostra comprensione dellrsquoessere Lrsquoalternarsi di schiudersi e di svanire secondo Heidegger egrave lrsquoapparire lrsquoessere stesso

c) Successivamente Heidegger interpreta lo ldquooblio dellrsquoessererdquo come proprio dellrsquoessere e non come una carenza dellrsquoapertura umana allrsquoessere Ersquo per noi un ldquodestinordquo cioegrave a prescindere dalle nostre attivitagrave pratiche noncheacute teoretiche lrsquoalterno divenire dellrsquoessere che in quanto tale secondo la sua dinamica di disvelamento-occultamento si appalesa come ldquoeventordquo (Ereignis)

d) Heidegger nel testo filosofico del 1954 Otrepassamento della metafisica sostiene che il concetto metafisico dellrsquoessere come stabilitagrave che la tradizione filosofica occidentale ha tramandato va sosti-tuito dal concetto di essere come evento Per cui dallrsquousuale linguaggio rigoroso e razionale ogget-tivante e fondante noncheacute informativo bisogna passare ad un linguaggio piugrave mobile poetico evo-cativo Come aveva giagrave prefigurato in Houmllderlin e lrsquoessenza della poesia (1937) egrave il linguaggio poeti-co quello in cui lrsquoessere si rivela

2) Lrsquoessere a) Il termine essere presenta una plurivocitagrave di significati Si puograve distinguere il termine ldquoessererdquo inteso

come verbo (eicircnai esse) ed ldquoessererdquo inteso come sostantivo i) Nel primo caso la voce ldquoegraverdquo puograve significare ldquoesisterdquo (significato esistenziale) o ldquoegrave qualcosardquo (signi-

ficato copulativo) Nel senso copulativo il verbo esse collega il soggetto e il predicato e puograve e-sprimere identitagrave oppure appartenenza inclusione sussunzione inerenza

ii) Usato come sostantivo lrsquo ldquoessererdquo puograve indicare ldquoun essererdquo ovvero un essente un ente (to ograven ens) oppure lrsquoesistenza lrsquoexistere e cosigrave via

b) A morsquo di orientamento egrave utile ricordare che S Tommaso drsquoAquino nel primo articolo della Quaestio disputata de veritate afferma che ldquoillud [hellip] quod primo intellectus concipit quasi notissimum et in

3

quod omnes conceptiones resolvit est ensrdquo in questo modo lrsquoessere considerato come il concetto primo ed anche il piugrave astratto diventa il presupposto di ogni forma di esperienza e di conoscenza Inoltre non va dimenticato lrsquoessere inteso come ragion drsquoessere come causa essendi di ciograve che egrave contingente in tutti e due i casi di fatto porre il problema dellrsquoessere significa porre anche quello dellrsquouomo come ente finito e del senso della sua presenza nel mondo

c) Kant pur limitando le tre idee della ragione (anima mondo e Dio) ad un uso e valore esclusivamen-te regolativi di conoscenza e quindi escludendo un uso costitutivo di esse configura lrsquoidea dellrsquoEssere ldquocome una sorta di sfondo necessario grazie al quale concepiamo le coserdquo Tuttavia lrsquoEssere inteso come Ideale trascendentale della ragione va considerato come ldquoun fondamentordquo e in quanto tale egrave un ens originarium un ens summum un ldquoEssere degli esserirdquo Tale Essere puograve essere posto in relazione con lrsquoidea di ldquoun essere unico semplice onnipotente eternordquo incondizionato nella sua assoluta perfezione che costituisce il fulcro della teologia razionale Lrsquoidea di un Essere supre-mo pensata ldquoin vista dellrsquoesperienzardquo per Kant egrave non solo naturale ma addirittura ldquounrsquoipotesi ne-cessariardquo Tale idea concepita come una totalitagrave dei predicati possibili prelude ad unrsquoaltra aspirazione della ragione la quale puograve trovare la sua ldquoquieterdquo ldquonel regresso dal condizionatordquo verso ldquolrsquoincondizionatordquo nella dimensione del sentimento dellrsquoagire morale e dellrsquoesperienza religiosa

d) Fichte respinta la cosa in seacute come residuo dogmatico ritiene che sia precisamente il pensiero che pone lrsquoessere LrsquoAssoluto viene pensato o come ldquoessere quiescenterdquo o come ldquodivenire assoluto o li-bertagraverdquo Tuttavia lrsquoazione del sapere deve fondere quella duplicitagrave in unitagrave in quanto lrsquoAssoluto non egrave neacute lrsquouno neacute lrsquoaltro egrave entrambi come semplicemente uno

e) Nella visione hegeliana lrsquoEssere assoluto viene concepito come coscienza come soggetto e di con-seguenza come processo sviluppo movimento Il pensiero dunque puograve essere compreso solo nel suo stesso compiersi in un processo in cui necessitagrave e intelligibilitagrave coincidono Hegel pur partendo dalle istanze parmenidee di un essere coincidente con il pensare aventi le caratteristiche proprie dellrsquoessere intero perfetto necessario e immutabile accoglie tuttavia il principio eracliteo del panta rei come la veritagrave dellrsquoessere Per cui il puro Essere e il puro Nulla sono la stessa cosa tale coinci-denza egrave mediata dal vuoto lagrave dove lrsquouno svanisce nellrsquoaltro Se in Parmenide ldquolrsquoessere egrave e il nulla non egraverdquo in Hegel invece lrsquoessere coincide col vuoto e quindi col nulla lrsquoessere egrave tanto poco quanto il nulla o anche Tutto scorre cioegrave tutto egrave divenire come appunto lo stesso Hegel afferma nella Scienza della logica Dunque il motore della realtagrave e della storia egrave il movimento la contraddizione la dialettica In essa si realizza una prima sintesi di essere e nulla ed essa assume quindi un carattere originario fondativo assurge a modalitagrave primaria e fondamentale di ciograve che egrave alla base e allrsquoorigine del mondo

3) In filosofia lontologia branca fondamentale della metafisica egrave lo studio dellessere in quanto tale non-cheacute delle sue categorie fondamentali Il termine deriva dal greco ὧν ὅντος ograventos (genitivo singolare del participio presente di εἶναι egraveinai il verbo essere) piugrave λόγος logravegos Significa letteralmente di-scorso sullessere a) Lontologia ha legami con la teologia in particolare per quanto riguarda alcune questioni fondamen-

tali relative a Dio (ad esempio Dio esiste) alcune delle quali sembravano applicabili piugrave in gene-rale ad altri tipi di esseri

b) Il termine ontologia fu coniato soltanto agli inizi del XVII secolo da Rudolf Goumlckel per il suo Lessico filosofico e autonomamente da Jacob Lorhard

c) Lontologia egrave lo studio dellessere ovvero di ciograve che egrave esiste egrave pensabile Egrave anche lo studio di cosa lessere sia effettivamente al di lagrave delle apparenze e dei fenomeni attraverso i quali ci si manifesta in pratica qualcosa di simile alla ricerca della cosa in seacute Lontologia egrave in effetti lultimo mattone del castello di domande che ci possiamo porre Essa riassume in un senso profondamente teoretico la domanda intorno al senso profondo dogni cosa

4) Egrave lo studio di ciograve che esiste di percheacute e come esiste se esiste se egrave pensabile e dunque di ogni doman-da circa il senso della vita dal momento che lesistenza egrave proprio ciograve che contraddistingue ogni cosa senza distinzioni Nella prassi filosofica il problema assume toni profondamente astratti spesso staccan-dosi dallorigine del problema stesso e di sicuro allontanandosi dallinteresse del pubblico In ogni caso lontologia egrave in un certo qual modo la filosofia stessa Ogni domanda intorno al soggetto alla relazio-ne e alloggetto egrave una domanda di ordine ontologico Ne consegue che la domanda sullessere cioegrave sullinsieme complessivo e dunque massimamente astratto di tutto ciograve che egrave ovvero che esiste egrave il nu-cleo dellontologia Corpo opportunitagrave ambientehellip

5) Il verbo essere ha molti significati diversi e puograve quindi essere piuttosto ambiguo Poicheacute essere ha tanti significati diversi ci sono di conseguenza molti diversi modi di essere

6) Alcune questioni fondamentali

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a) Lontologia si interessa di determinare quali sono le categorie dellessere fondamentali e si chiede se ed in che senso si puograve dire che gli elementi di queste categorie esistono Diversi filosofi compi-lano liste differenti delle categorie fondamentali dellessere una delle questioni fondamentali dellon-tologia egrave Quali sono le categorie fondamentali dellessere Ciograve mette in rilievo uno dei problemi dellapproccio filosofico esso dipende dalla continua ricerca di categorie e non ha un modo evidente per concludere tale ricerca

b) Invece nella teologia nella classificazione bibliotecaria e nellintelligenza artificiale si adotta tipica-mente unontologia fondamentale relativamente stabile Ciograve riflette una cosmologia piugrave ampia e probabilmente delle morali esempi estetici o storie mediante le quali sono state stabilite delle priori-tagrave fondamentali Nella teologia ciograve deriva da una religione e dalle sue dottrine stabili

c) Ecco qualche altro esempio di questioni ontologiche Cosegrave lesistenza Cosa sono gli oggetti fisici Egrave possibile spiegare cosa significa dire che un oggetto fisico esiste Cosa sono le proprietagrave o relazioni di un oggetto e come sono correlate alloggetto stesso Lesistenza egrave una proprietagrave Quando si puograve dire che un oggetto cessa di esistere invece di cambiare semplicemente

d) Esempi di questioni ontologiche1 Il vaso e la creta di cui egrave costituito sono una cosa sola o due entitagrave distinte Il buon senso suggeri-sce la prima risposta Ma crsquoegrave chi osserveragrave che la creta esisteva anche prima del vaso (e continue-rebbe a esistere anche se il vaso andasse in frantumi) e che quindi le due cose vanno tenute distin-te Se tuttavia distinguiamo il vaso dalla creta distingueremo anche il vaso dalla somma delle sue parti (Il vaso non la somma sopravviverebbe alla perdita di un piccolo frammento) Distingueremo la somma delle parti dalla somma dei pezzi di creta (Certe parti avrebbero potuto essere di materia-le diverso) Per questa strada corriamo il rischio di ritrovarci con unrsquoinfinitagrave di cose tutte distinte e tuttavia perfettamente coincidenti nello spazio Egrave facile pensare che si tratti di problemi astrusi e inconclusivi e forse egrave proprio questa apparenza di astrusitagrave e inconclusivitagrave che spiega la scarsa considerazione di cui gode la metafisica nella cultura odierna Per la veritagrave chiedersi se il vaso e la creta siano la medesima entitagrave (per esempio) significa porre questioni filosofiche molto profonde concernenti la natura delle cose la loro condizioni di identitagrave e persistenza nel tempo le loro relazioni di dipendenza in generale le precondizioni del nostro parlare del mondo In questo senso la metafisica egrave tuttrsquoaltro che marginale e anche la sua emarginazione egrave relativa I primi ad accorgersi dellrsquoimportanza dellrsquoontologia erano stati qualche anno fa i ricercatori di roboti-ca e intelligenza artificiale percheacute un sistema sia in grado di operare efficacemente nel mondo reale (piuttosto che nei mondi- giocattolo dei laboratori di ricerca) occorre dotarlo non solo di certe basilari capacitagrave di ragionamento ma anche e soprattutto della capacitagrave di rappresentare il mondo Occorre cioegrave porre il sistema nelle condizioni di effettuare le giuste scansioni della realtagrave dotarlo delle fon-damentali nozioni di oggetto evento proprietagrave cambiamento a partire dalle quali esso possa dare un fondamento alle proprie azioni Occorre in breve dotarlo di unrsquoontologia E sebbene questa no-zione di ontologia non coincida esattamente con quella della tradizione filosofica non crsquoegrave da sor-prendersi se su questo tema si sia verificata una progressiva convergenza di interessi tra ingegneri e metafisici Queste stesse considerazioni valgono oggi in vari altri settori in cui egrave venuta maturando la convinzio-ne che molte questioni fondamentali abbiano una comune radice ontologica Prendiamo il mondo geopolitico Tracciamo delle linee sulla mappa ed ecco che nasce una nuova provincia muore una regione una nazione si divide in due Che cosa succede esattamente in questi casi Di che entitagrave stiamo parlando Che rapporto intercorre tra unrsquounitagrave geografica e il suo territorio Ecco che ci ritro-viamo col problema del vaso e della creta Il Liechtenstein esiste dal 1719 il territorio crsquoera anche un milione di anni fa Abbiamo a che fare con due entitagrave distinte oppure si tratta della stessa entitagrave che nel corso del tempo ha acquisito proprietagrave diverse E se distinguiamo tra unitagrave geografica e territo-rio come definiamo il loro rapporto E il loro rapporto con la popolazione Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del Liechtenstein si trasferissero a Malta e i Maltesi andassero nel Liechtenstein Oppure prendiamo il caso di Bianchi che spara a Rossi uccidendolo Crsquoegrave uno sparo crsquoegrave unrsquouccisione Si tratta dello stesso evento o di due eventi diversi Qualcuno insisteragrave che lrsquouccisione non avrebbe avuto luogo se Bianchi avesse sbagliato mira e che quindi lo sparo e lrsquouccisione hanno proprietagrave di-verse e vanno tenuti distinti Drsquoaltro canto il buon senso sembra suggerire la risposta opposta Bian-chi ha commesso una sola azione lo sparo e quello sparo si egrave rivelato unrsquouccisione Come si com-porteragrave il giudice Quanti reati ha commesso Bianchi Di quante azioni egrave responsabile

1 Achille C Varzi Il Sole 24 Ore (Domenicale) 24 maggio 1998

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Si impone il problema della selezione e classificazione dei tipi di entitagrave ai quali vogliamo concedere un posto nel nostro inventario ontologico Su certe categorie crsquoegrave poco da discutere un vaso una pietra un satellite sono oggetti fisici lrsquouccisione di Rossi e il rigore fallito da Del Piero sono eventi Accanto a questi casi chiari vi egrave perograve una varietagrave di entitagrave la cui caratterizzazione ontologica egrave tuttrsquoaltro che ovvia Che cosrsquoegrave il denaro Un programma software una proprietagrave immobiliare Cosrsquoegrave un confine nazionale E che cosa sono le smorfie le delusioni le pettinature le opere drsquoarte Che genere di cose sono queste e in che relazione stanno le une con le altre I quesiti su cui si interroga lrsquoontologia riguardano il mondo di tutti i giorni la natura delle nostre a-zioni il legame tra pensiero e realtagrave lrsquoesistenza degli oggetti del senso comune Non crsquoegrave da meravi-gliarsi se ualcuno comincia a vederci qualcosa di interessante e forse anche qualcosa di utile

e) Accanto a questi problemi esistono quelli piugrave tradizionali il problema degli universali il problema della essenza o della sostanza

f) Cenni storici i) Parmenide Padre e fondatore dellontologia egrave Parmenide 505-504 ac appartenente ai preso-

cratici Parmenide fu il primo a porsi la questione dellessere nella sua totalitagrave dunque a porsi il problema ancora alla sua genesi dellambiguitagrave tra i piani logico ontologico linguistico

ii) Platone Aristotele e a seguire tutta la filosofia greca elaborarono progressivamente que-sto ed altri temi lasciando in ereditagrave alla filosofia quello che egrave considerato il problema par exel-lence il problema dellesistenza nella massima estensione del suo concetto In particolare Ari-stotele descrisse lontologia (pur senza usare questo termine) come la scienza dellessere in quanto essere La parola in quanto vuol dire riguardo allaspetto di Secondo questa teoria quindi lontologia egrave la scienza dellessere riguardo allaspetto dellessere o lo studio degli esseri nella misura in cui questi esistono

iii) Cartesio la riflessione di Cartesio ripropose il problema in una nuova chiave fu il primo (seb-bene alcuni non lo ritengano) a dimostrare lindubitabilitagrave (performativitagrave) dellasserzione fonda-mentale cogito ergo sum Egli ripropose dunque il tema ontologico nella sua chiave esistenzia-le precipitando nel profondamente criticato solipsismo

iv) Kant Il problema ontologico venne in seguito ripreso ed elaborato da Kant La sua elaborata teoria sempre sottoposta al continuo vaglio degli studiosi egrave incentrata su diversi punti da una parte la famosa differenza tra avere 100 talleri e pensare di averli vuole indicare la dimensio-ne puramente empirica dellesistenza dallaltro lideale della ragion pura si configura come la struttura ultima della ragione la quale pensa lessere come linsieme di ogni possibilitagrave per la determinazione completa dogni cosa ma appunto solamente come un idea

v) Hegel In seguito fu lidealismo tedesco ad elaborare tale tema Con Hegel il problema ontologi-co nelle sue possibili ramificazioni divenne ad essere il nodo centrale di molte filosofie che a lui seguirono Con lasserto tutto il reale egrave razionale tutto il razionale egrave reale e con la sua dialet-tica triadica Hegel sostenne la possibilitagrave del sapere assoluto essendo lo spirito (lessere) logi-camente comprensibile

vi) Dopo di lui in molti riproposero il problema che in veritagrave egrave trattato in modo piugrave o meno indiretto in ogni filosofia (1) Una sostanziale indifferenza ad ogni prospettiva di tipo realistico e unrsquoautentica avversione

per il principio dellrsquoanalogia entis sono i tratti piugrave caratteristici della discussione che si svilup-pa nei primi decenni del secolo presso i teologi protestanti e della quale protagonista indi-scusso egrave Karl Barth Il documento piugrave noto della riflessione di Barth egrave costituito dal lungo commento alla piugrave celebre delle epistole di san Paolo Lrsquoepistola ai Romani La ldquoteologia della crisirdquo di Barth si ispira al pensiero di Kierkegaard nel sostenere che tra uomo e Dio esiste una infinita differenza qualitativa unrsquoassoluta e sostanziale alteritagrave una distanza non elimi-nabile Partendo dallrsquoessere delle creature e dalla conoscenza umana non si puograve dire alcun-cheacute di Dio del suo essere della sua esistenza e dei suoi attributi Dio anzi deve essere concepito come la radicale negazione dellrsquoumano come la sua sostanziale messa in crisihellipLa ldquolinea della morterdquo resta invalicabile segnando senza possibilitagrave di recupero la dimensione in cui vive lrsquoessere di Dio e quella in cui si muove la storia dellrsquouomo inevitabilmente assogget-tata alla temporalitagrave alla stoltezza allrsquoambiguitagrave Barth rifiuta la divinizzazione dellrsquouomo e lrsquoumanizzazione di Dio tipiche della teologia liberale abbandona lrsquoidea dellrsquoanalogia entis cioegrave la via che va dal basso verso lrsquoalto percheacute egrave una forma dellrsquoorgoglio umano e afferma la necessitagrave dellrsquoanalogia fidei nella quale la ragione umana abdica permettendo a Dio di aprirsi a noi sia la nostra salvezza sia la nostra conoscenza di Dio sono interamente ed e-sclusivamente affidate alla rivelazione e allrsquointervento verticale di Dio

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(2) Heidegger Sicuramente degno di nota egrave Heidegger che dellessere fece la sua filosofia Nel suo testo piugrave famoso Essere e tempo compie la radicale distinzione tra ontico e onto-logico ovvero tra esistenza come semplice presenza (ente) e lessere in quanto essere Scopo del suo pensiero fu compiere una ontologia fondamentale Questa ontologia si radi-ca sulla differenza ontologica tra essere ed ente in cui si mostra appunto lirriducibilitagrave del-lessere a semplice essente Lessere viene qui inteso come laltro dellente ossia ciograve che rende possibile lapparire dellessente ma che nel contempo si vela in questa apertura Lon-tologia fondamentale egrave dunque per Heidegger pensare lessere come laltro dellessente Heidegger in tal senso usa la parola Lichtung la quale significa propriamente radura ed infatti lessere egrave la radura dellessente ma essendo questa radura la sua essenza sta nel suo stesso diradarsi Se lessente egrave ciograve che egrave presente allora lessere non egrave altro che la pre-senza stessa la quale appunto non appare ma rende possibile lapparire solo nel suo fon-damentale diradarsi

(3) G Marcel in Ecirctre et avoir (1935) e in Le mystegravere de lrsquoecirctre si confronta col problema dellrsquoessere Giagrave nel primo testo Marcel stabilisce una sostanziale coincidenza tra mistero e ontologia lrsquoessere appartiene alla sfera del mistero per cui non egrave un problema ma un me-taproblema nel senso che la sua indagine coinvolge nel profondo anche il soggetto che si trova a condurla Componente fondamentale del pensiero di Marcel convertitosi dallrsquoebraismo al cattolicesimo nel 1929 egrave la riflessione ndash condotta ancora in Ecirctre et avoir ndash sul tema dellrsquoindeterminatezza dellrsquoessere Pur accettando il principio aristotelico-tomistico per cui in ogni conoscenza particolare egrave implicita presupposta una conoscenza dellrsquo ldquoessere in generalerdquo Marcel sottolinea come lrsquoindeterminatezza dellrsquoessere si scontra immediatamen-te col principio di identitagrave principio per il quale ogni ente egrave pensabile ed egrave quello che egrave in quanto egrave determinato egrave se stesso e non un altro (indivisum in se et divisum a quolibet alio nella formulazione tomistica e scolastica) Alla luce di questo principio si deve concludere che anche la nozione di essere egrave utilizzabile esclusivamente nellrsquoambito del determinato dellrsquoesperienza dellrsquoesistenza

LrsquoESSERE Un problema realtagrave o pensiero helliptograve gagraver autograve noein estin te kaigrave einai Pensare ed essere sono la stessa cosa Parmenide (Clem Alex StromVI 23=Plotino V18) Ersquo necessario che il dire e pensare sia lrsquoessere Parmenide (Simpl Phys 1172) esti gagraver einai medegraven drsquoouk estin Lrsquoessere egrave il nulla non egrave Ibidem Il principio della retta filosofia egrave conoscere lrsquoessere lo studio dellrsquoessere si chiama tradizionalmente ONTO-LOGIA Nella nostra cultura occidentale come la chiamano si trovano diverse concezioni sullrsquoessere 1) Nella prima concezione oggi parecchio diffusa lrsquoessere egrave qualcosa di eterogeneo al pensiero sta in uno

spazio inteso come extramentale ed egrave una serie di cose inintelligenti senza coscienza che non si pensa-no da seacute neacute sono pensate da nessuno dunque in questa visuale lrsquoessere non si causa da seacute ma egrave ldquofat-to di materiardquo Ma di nuovo la materia viene intesa come eterogenea al pensiero inerte estesa e gra-ve priva di coscienza La realtagrave sarebbe dunque qualcosa di oggettivo il che significa che le cose per essere reali debbono stare fuori da un soggetto siccheacute nel linguaggio di chi aderisce a questa conce-zione ldquosoggettivordquo sarebbe sinonimo di ldquonon realerdquo Incoerentemente perograve costoro definiscono la real-tagrave ldquociograve che cade sotto ai sensirdquo senza rendersi conto che le percezioni sensibili sono per definizione soggettive Come potrebbe esserci una percezione senza un soggetto che la percepisce Ma secondo co-storo le percezioni dei sensi sarebbero rappresentazioni causate da queste ldquocoserdquo che esistono per seacute fuori dal pensiero e fuori dai soggetti che le percepiscono Nellrsquoaccezione piugrave moderna la materia di cui sono fatte le cose viene rappresentata come energia ma sempre intesa come qualcosa di eterogeneo al pensiero ed extramentale Di contro la coscienza e i suoi contenuti non sarebbero niente di reale ma tutto ciograve che viene dal pensiero egrave considerato in questo tipo di visuale soggettivo (il che egrave come dire non esistente) qualcosa di fantasmagorico e immaginario cioegrave irreale a) Quindi secondo questi che chiameremo ldquomaterialistirdquo percheacute pongono la materia alla base

dellrsquoesistenza delle cose la conoscenza sarebbe valida solo quando egrave possibile dimostrare che essa ricalca ripetendone nella nostra mente la forma le cose esterne Lrsquounico tipo di conoscenza che vie-ne considerata scientifica da costoro egrave quella a posteriori che si basa sullrsquoesperienza organizzandola

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in teorie mediante metodo sperimentale altrimenti detto ldquoipotetico-deduttivordquo la cui introduzione si attribuisce a Galileo Galilei Notiamo come la pretesa di chiamare ldquooggettiva ldquo una conoscenza basa-ta sulle immagini dei sensi sia incoerente e contraddittoria percheacute come giagrave detto le percezioni sensibili sono tutte soggettive Per definizione lrsquoesperienza non egrave mai oggettiva percheacute crsquoegrave espe-rienza solo in un soggetto che esperisce fuori no Il presunto sapere fondato sullrsquoesperienza egrave un e-dificio fondato sulla sabbia

b) Piugrave in generale la pretesa che esista una conoscenza oggettiva egrave un problema serio sul nostro cammino Infatti se la conoscenza egrave diversa dallrsquoessere non si arriveragrave mai a conoscere lrsquoessere se lrsquoessere egrave una cosa fuori dalla mente non si arriveragrave mai a dimostrare che la rappresentazione di quella cosa che sta dentro alla nostra mente corrisponda davvero a quella cosa Nei nostri sensi vediamo immagini e non cose e le immagini dei sensi sono tutte soggettive stanno tutte dentro a un soggetto (la sensazione esiste se un soggetto la sente altrimenti dove sta) e non sono oggettive come pretendono i materialisti La pretesa di trovare un sapere oggettivo egrave irrealizzabile Noi vedia-mo la materia estesa ma lrsquoestensione egrave unrsquoimmagine estensione e immagine estesa sono espres-sioni equivalenti se le cose sono altro dallrsquoimmagine come potrebbero essere estese Le cose che noi vediamo hanno forma Ma le forme che noi vediamo sono rappresentazioni sono pensieri se le cose non sono pensieri come avrebbero forma Un essere fuori dal pensiero non potrebbe essere nemmeno pensato sarebbe inconoscibile

c) Quando i materialisti si accorgono che la rappresentazione oggettiva non esiste che egrave una contrad-dizione in termini percheacute le rappresentazioni sono immagini e dunque stanno tutte dentro a un sog-getto che le pensa vanno a cercare lrsquooggettivitagrave nella misurabilitagrave introducendo la convinzione as-surda che sia reale (continuando a identificare il reale con lrsquooggettivo) solo ciograve che egrave misurabile Ma non si rendono conto che anche le misure sono pensieri e rappresentazioni in un soggetto Il nume-ro egrave un concetto e dunque egrave prodotto dal pensiero la linea mediante cui misuriamo la lunghezza egrave unrsquoimmagine nella nostra coscienza e lrsquounitagrave di misura mediante cui misuriamo egrave una convenzione cioegrave un prodotto del pensiero E il calcolo del rapporto tra la grandezza da misurare e lrsquounitagrave di misu-ra ndashche egrave ciograve che noi chiamiamo ldquomisurarerdquo- egrave unrsquooperazione mentale Quando io misuro unrsquoestensione un volume o qualsiasi altra grandezza tutta questa operazione rimane completamen-te sul piano dellrsquoimmagine soggettiva poicheacute lrsquoestensione il volume etc sono immagini e le unitagrave di misura mediante cui compio lrsquooperazione anchrsquoesse sono immagini e il calcolo che ne ricavo egrave prodotto dal mio pensiero poicheacute se nessuno pensa il numero il numero da seacute non esiste Siccheacute la rappresentazione di una cosa misurata non egrave piugrave oggettiva di una non misurata egrave solo piugrave dettaglia-ta e precisa ma egrave sempre soggettiva Se la realtagrave delle cose dipendesse dalla nostra capacitagrave di mi-surarle significherebbe che appena inventato qualche strumento utile a misurare qualcosa questa cosa diventerebbe reale di colpo da irreale che era Forse che il peso non esisteva prima che noi in-ventassimo le bilance Ma certo che crsquoera il peso egrave reale quando una coscienza lo percepisce

d) Un altro problema in cui si imbrogliano i materialisti egrave che nella loro ottica bisognerebbe distinguere tra le rappresentazioni di cose reali e rappresentazioni che non corrispondono a nulla di extramenta-le che vengono considerate sogni o allucinazioni Ersquo sempre il problema dellrsquooggettivitagrave ma posto in altri termini dato che la loro scienza deve fondarsi sullrsquoesperienza e dato che considerano scienza solo un sapere oggettivo sorge in loro il problema di quale esperienza egrave oggettiva e quale no Noi abbiamo giagrave risposto che nessuna esperienza egrave oggettiva poicheacute non vi egrave esperienza senza un sog-getto che esperisce Ma essi usando malamente il linguaggio considerano oggettiva lrsquoesperienza quando egrave intersoggettiva infatti considerano sensazioni ldquooggettiverdquo quelle condivise da tanti sogget-ti e chiamano invece sogni o allucinazioni quelle che stanno in un soggetto solo Ma percheacute le rap-presentazioni collettive dovrebbero essere piugrave reali di quelle individuali La collettivitagrave egrave costituita da singoli individui quindi se non ha valore di realtagrave la rappresentazione del singolo individuo non ha valore nemmeno quella della collettivitagrave Le percezioni intersoggettive non sono oggettive sono col-lettive ma sempre soggettive Dunque se non hanno valore di realtagrave le percezioni soggettive nem-meno le percezioni collettive hanno valore di realtagrave Inoltre come potrograve dimostrare che gli altri che vedono il mio stesso mondo non siano allucinazioni nella mia mente Quando vedo le altre persone ho sempre comunque delle immagini delle rappresentazioni soggettive di loro come faccio a sapere che corrispondono a qualcosa di extramentale Anche questa idea che sia oggettivo ciograve che egrave inter-soggettivo dunque egrave assurda

e) Lrsquounico modo di uscirne egrave dare valore a tutte le percezioni senza distinguere quelle reali da quelle allucinatorie chiamiamo reale ciograve che il soggetto vede sente percepisce prova dentro di seacute senza pretendere che questo sia condiviso e che corrisponda a qualcosa di esterno e cosigrave usciremo da molti intrichi Insomma accettiamo tutti i contenuti della nostra coscienza poi ci resteragrave solo da

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classificarli a seconda di quello che significano Lrsquoaltra via quella della ricerca di un sapere oggettivo egrave quella sbagliata non ci porteragrave mai allrsquoessere percheacute lrsquoessere non egrave una serie di oggetti

2) Il giusto concetto di essere egrave quello che o afferma una stretta relazione tra pensiero ed essere o identifi-ca lrsquoessere con il pensiero a) La prima posizione egrave tipica della filosofia classica il limite egrave che questa filosofia di fatto a partire da

Parmenide dagrave per scontata questa stretta relazione essere e pensiero questa capacitagrave del pensiero di riflettere lrsquoessere e nonostante le obiezioni (per es di Gorgia) non si preoccupa di dimostrarla Potrebbe essere una giustificazione di questa stretta relazione il fatto che il pensiero (anche fosse un pensiero scorretto egrave pure qualcosa) partecipa strettamente dellrsquoessere (anche il pensiero egrave esse-re) e per questa sua partecipazione egrave in grado di cogliere lrsquoessere stesso In questa concezione lrsquoessere pur avendo una sua autonomia viene colto dal pensiero a partire dallrsquoesperienza concreta Solo che lrsquoesperienza concreta non risolve tutto lrsquoessere proprio percheacute il pensiero per giustificare questo essere sensibile deve trovare un fondamento che saragrave non sensibile Viene quindi affermata una dimensione sensibile e una soprasensibile ma coglibile dallrsquointelletto dellrsquoessere

b) La seconda posizione egrave quella sostenuta dalla filosofia moderna (anche se potrebbe trovare una par-ziale giustificazione in una filosofia antica non proprio correttamente interpretata Essere e pensiero sono due parole due segni diversi ma che evocano entrambi un unico significato lrsquoessere Pensare essere coscienza anima spirito io etc sono tutte espressioni sinonime tante parole ma un signifi-cato solo Chiamiamo dunque essere il pensiero e pensiero lrsquoessere e consideriamo questa identitagrave come nostro punto di partenza e fondamento Questa concezione sembrerebbe a chi sostiene que-sta posizione affacciata per la prima volta nella nostra cultura ldquooccidentalerdquo nella scuola eleatica fondata da Parmenide di Elea nella seconda metagrave del VI secolo aC e avrebbe trovato in Platone il suo massimo maestro Questa concezione dellrsquoessere sarebbe frutto di quello che Platone (Repub-blica 515c) chiama periagein convertire lrsquoocchio spirituale lrsquointelletto rivolgendolo dalla parte giusta non piugrave verso le immagini dei sensi ma verso lrsquoessere cioegrave verso se stesso Ciograve che egrave visibile e sen-sibile individuale in divenire temporale non egrave vera realtagrave ma egrave solo immagine e il mondo delle im-magini sensibili puograve da noi essere chiamato come nella tradizione platonica ldquodivenirerdquo Il rapporto tra essere e divenire egrave quello tra realtagrave e immagine La vera realtagrave egrave coscienza e conoscenza di seacute cioegrave pensiero e idee Le idee sono rappresentazioni che il pensiero ha di seacute e nel pensiero troviamo anche affetti che possono essere desideri o paure ovvero sentimenti di piacere e di dolorehellip Nellrsquoessere vi egrave un nucleo immobile eterno e una rappresentazione in movimento temporale Le due cose non sono in contraddizione percheacute lrsquoessere non egrave una cosa ma pensiero e il pensiero egrave potenzialitagrave infinita che puograve produrre tutto diventando tutto Quando il pensiero conosce seacute stesso vede il nucleo eterno dellrsquoessere quello che Parmenide ha chiamato il cuore immobile della veritagrave ben rotonda (framm B129) Questo consiste in una serie di enunciati necessariamente veri frutto dellrsquoapplicazione del principio di non contraddizione Ersquo neces-sariamente vero ciograve il cui contraddittorio reca contraddizione e dunque egrave sempre falso Ersquo il principio logico che genera il metodo assiomatico-deduttivo di cui si serve la geometria per enunciare i suoi teoremi Il primo enunciato necessariamente vero e dunque eternamente vero egrave quello che dice ldquolrsquoessere egrave il nulla non egraverdquo Ecco come lo enuncia Parmenide (framm B23) il primo metodo -quello corretto- di-ce che lrsquoessere egrave e che il non essere non egrave e ancora (B61-2) egrave lrsquoessere il nulla non egrave Il pensiero che si pensa come essere dunque si trova in primo luogo necessariamente esistente Il pensiero che conosca la retta idea di essere dunque vede in seacute stesso la veritagrave necessaria com-pie eternamente lrsquoatto di pensarla si fa immobile ed eterno fissando la veritagrave che non muta mai percheacute la sua negazione non puograve avverarsi essendo contraddittoria Esso egrave akineton megalon en peirasi desmon (immobile nel limite di possenti legami) come dice Parmenide (B826) ed i legami sono appunto le leggi logiche del pensiero e con estrema chiarezza Permenide ci spiega che esse-re egrave pensiero tautograven drsquoestigrave noein te kaigrave houneken esti noema ou gagraver haneu tou eontos en oi pe-phatismenon esti eureseis tograve noein ldquoErsquo la stessa cosa pensare e che il pensiero egrave infatti senza lrsquoessere non troverai il pensare in esso si esprime (B834-36)rdquo Il pensiero quando pensa sa di es-sere e sa di essere espressione dellrsquoesserehellip

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Ontologia e interpretazione2

1) La filosofia nasce da una domanda che se non egrave presente da subito in tutta la sua evidenza perograve di fat-

to la accompagna sempre e accompagna non solo la filosofia La formulazione rigorosamente filosofica di questa domanda egrave data da Leibniz laquoratio cur aliquid potius existat quam nihilraquo laquoPourquoy il y a plu-tocirct quelche chose que rienraquo Questa domanda evidenzia a) da un lato linevitabilitagrave del contrasto tra la riflessione e liniziale stupore di fronte allessere e b) dallaltro la portata filosofica propria della delucidazione della domanda stessa come tentativo di di-

re in fondo loriginario In essa ne va tanto dellinterrogante quanto dellinterrogato 2) Essa egrave indice del desiderio di veritagrave che appartiene alla natura stessa delluomo una disposizione nel

domandare inevitabile e incessante che interroga seacute e la natura delle cose E come ogni domandare im-plica necessariamente un domandante e un domandato allo stesso modo linterpretazione possibile ten-tativo di accedere alla veritagrave si modula in un interpretante e un interpretato Nella prospettiva deller-meneutica contemporanea linterpretazione egrave la risposta alla domanda originaria la quale essendo una richiesta di senso che rimane identica a se stessa pur nella molteplicitagrave delle diverse dizioni e delle diver-se risposte che compongono il simposio filosofico si svela incessante

3) La stessa possibilitagrave della molteplicitagrave delle interpretazioni egrave data dalla inesauribilitagrave dellinterpretato Ta-le inesauribilitagrave sospende la classica scissione gnoseologica tra un soggetto che conosce e un oggetto che viene conosciuto che risulterebbero fuorvianti e inadeguati per elucidare il nesso tra il domandante e il domantato a) La domanda egrave un appello allessere e alla veritagrave e il rapporto tra linterrogante e linterrogato si con-

figura come il rapporto tra uomo e veritagrave b) E la possibile risposta filosofica ossia linterpretazione egrave il nesso che tiene unita la persona allesse-

re Se soggetto e oggetto non sono piugrave adatti a esprimere la relazione che intercorre tra linterpre-tante e linterpretato egrave percheacute la veritagrave non puograve essere oggetto della filosofia e quindi del pensiero il che fa cadere anche laltro polo di riferimento Infatti essendo la veritagrave sempre ulteriore essa risie-de nella sua formulazione piugrave come origine che come oggetto del discorso

c) La veritagrave quindi viene ad essere origine del pensiero e fonte del discorso e puograve essere posseduta solo personalmente Linterpretazione egrave sempre personale il che significa che essa egrave il risultato dun concreto esercizio di libertagrave mediante il quale noi scegliamo se ribadire il vincolo originario che ci so-stiene o rinnegarlo

4) Linterpretazione egrave lunica forma di conoscenza capace di possedere un infinito percheacute disposta ad acco-gliere una presenza che vi risiede sempre come ulteriore La veritagrave infatti non si esaurisce nella sua for-mulazione ma ne suscita sempre di nuove Lontologia viene quindi a configurarsi come una laquoontologia dellinesauribileraquo che non consente lesplicitazione completa ed esaustiva della veritagrave cheacute qualora que-sta ci fosse sarebbe un sovrapporsi un sostituirsi dellinterpretazione alla veritagrave ne diverrebbe un sur-rogato ne prenderebbe il posto Tra la formulazione e la veritagrave deve mantenersi uno scarto affincheacute questa venga garantita nella sua essenza e rispettata come inesauribile e inoggettivabile in modo da non essere posta dinanzi allinterpretante come oggetto e non essere esaurita da una definizione o da una serie di definizioni disposte a costruire un sistema nel quale imprigionarla

5) La veritagrave non si esaurisce perciograve nella sua formulazione ma neppure le egrave totalmente eterogenea poicheacute egrave sostenuta dalla solidarietagrave originaria che stabilisce un vincolo fortissimo tra la persona e la veritagrave Ne segue che sia il mito razionalistico dellenunciazione definitiva della veritagrave sia lirrazionalismo dellineffa-bilitagrave assoluta sono inconciliabili con una ontologia dellinesauribile poicheacute a) da un lato la veritagrave si lascia cogliere solo quando puograve stimolare una rivelazione interminabile e non

giagrave quando la formulazione pretende di rendersi definitiva ed esaustiva (cfr Hegel che fa del proprio metodo la veritagrave senza che vi sia alcun residuo alcuno scarto la dialettica hegeliana egrave il dispiega-mento dello Spirito assoluto che ingloba tutto tiene fermo tutto senza lasciare irrisolta alcuna cosa Questa egrave la completa adeguazione tra la veritagrave e la sua formulazione la coincidenza di metodo e ve-ritagrave quando il dispiegamento egrave compiuto e la meta raggiunta Solo che ciograve egrave il falso egrave la monopoliz-zazione della veritagrave poicheacute linterpretazione che pretende di esaurire la veritagrave la tradisce invece nella sua essenza e nella sua realtagrave quella di essere infinita inoggettivabile e inesauribile)

b) Dallaltro linesauribilitagrave della veritagrave non attesta neppure che ogni formulazione risulta inefficace come invece promuove lontologia negativa la quale stabilisce linadeguatezza di ogni discorso (cfr Heidegger che finisce per sostenere lineffabilitagrave e linafferrabilitagrave dellessere Ci troviamo di fronte al-

2 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1

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limpossibilitagrave del discorso di farsi sede della veritagrave e quindi abbiamo lapprodo nel silenzio Lesatto contrario della corrispondenza hegeliana del concetto alloggetto e delloggetto al concetto egrave appunto lincapacitagrave di qualsiasi concetto di adeguarsi alla e di esprimere la veritagrave)

c) Contro Hegel Nellrsquoermeneutica lrsquoidentitagrave di interpretazione e veritagrave esclude la confusione tra la veri-tagrave e la sua formulazione nella quale questa risiede sempre come ulteriore viene quindi mantenuto uno scarto indicativo della impossibilitagrave di esaurire una veritagrave infinita i) Il filosofo non puograve assolutamente assurgere a un punto di vista assoluto che ci consenta di co-

gliere linfinito direttamente come un oggetto da collocare in un sistema ii) La formulazione della veritagrave puograve essere data solo personalmente poicheacute solo la persona puograve es-

sere via daccesso alla veritagrave in virtugrave del suo stretto legame con essa Di conseguenza dalla con-cretezza della persona non si puograve prescindere Luomo egrave interpretazione della veritagrave ma questa interpretazione egrave ben lontana dal configurarsi come esaustiva ed esauriente essa egrave una prospet-tiva e come tale coglie la veritagrave nellunico modo in cui puograve possederla personalmente e come costante e incessante ricerca La vita infatti e anche la filosofia egrave fatta di scelte Non si puograve trattenere tutto bisogna scegliere e scegliendo sappiamo anche che qualcosa andragrave irrimedia-bilmente perduto Ma questo egrave costitutivo delluomo che inizia sempre dalla scelta decide di u-nalternativa e molto spesso i termini di questa alternativa non possono essere mediati e con-servati percheacute la scelta determina la direzione di tutto il percorso filosofico ed esistenziale Noi siamo compromessi nelle nostre interpretazioni e il compromesso egrave conseguenza delle nostre decisioni e delle nostre scelte siamo posti di fronte a unalternativa in cui ne va della nostra esi-stenza dobbiamo scegliere se essere fedeli allessere o rinnegarlo Dipende da questa scelta ori-ginaria la possibilitagrave di divenire prospettiva sulla veritagrave Non bisogna dimenticare che la filosofia non esiste indipendentemente dal filosofo la persona e la sua esperienza precedono sempre la riflessione La riflessione egrave sempre su qualcosa in questo caso sullesistenza Lesistenza attesta il nostro legame con la veritagrave essa egrave ciograve che ci consente di avere uninterpretazione della veritagrave egrave la nostra via daccesso allessere Egrave per questo che filosofando noi ci compromettiamo met-tiamo in gioco noi stessi

d) Contro Heidegger Se la veritagrave egrave ulteriore rispetto alle sue formulazioni ciograve non egrave da imputare allina-deguatezza della formulazione o allinafferrabilitagrave della veritagrave ma alla sua inesauribilitagrave che esige una pluralitagrave di formulazioni che non per questo possono essere considerate parziali o unilaterali poicheacute ognuna di esse possiede la veritagrave nellunico modo in cui si lascia possedere personalmente e infini-tamente

6) Occorre abbandonare questo schema inadeguato e ricorrere nuovamente allinterpretazione come una forma che possa essere possesso di un infinito infatti essa laquorappresenta il tentativo di trovare un acces-so al dire la veritagrave che non si arresti allalternativa ugualmente paralizzante di doverla contenere tutta o di incontrarla solo come assente di esaurirla o di non poterla dire percheacute ineffabileraquo3 La completa lumi-nositagrave come loscuritagrave piugrave impenetrabile non lasciano vedere Il vedere egrave consentito proprio grazie a una opacitagrave che ci egrave connaturale che puograve divenire un limite ma anche svelarsi una possibilitagrave Linterpreta-zione presuppone uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza Tanto la completa presenza della veritagrave quanto la sua completa oscuritagrave o assenza non consentirebbero linterpretazione processo che prende le mosse dal rapporto ontologico della persona con la veritagrave e che suppone appunto uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza vicinanza e distanza Lopacitagrave chiarisce perfettamente quella che egrave secondo Ricœur la nostra posizione di medietagrave che non egrave una connotazione spaziale bensigrave una condizione esi-stenziale conseguenza dellantropologia della sproporzione per la quale luomo non egrave neacute totalmente fini-to neacute infinito ma un essere mediatore4

Non un culto razionalistico dellesplicito neacute unontologia negativa -- non si vuole arrivare neacute allidentitagrave di es-sere e pensiero reale e razionale neacute alla cessazione del discorso allarresto nel silenzio -- ma una ontologia

3 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 27 4 Paul Ricœur a riguardo della sproporzione delluomo affronta il discorso prendendo le mosse da Platone e da Pascal Il mito di Eros del Simposio e la meditazione sulla grandezza e la miseria delluomo pascaliano forniscono a Ricœur il materiale per una riflessione sulla posizione intermedia delluomo Limmediatezza della figura mitica di Eros mostra nella sua discendenza da Poros e Penia la sproporzio-ne delluomo laquoEcco dunque il principio di opacitagrave per render ragione dellaspirazione dellessere occorre una radice di indigenza di po-vertagrave ontica Eros lanima filosofante egrave quindi librido per eccellenza librido di Ricchezza e Povertagraveraquo (Paul Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 p 79) Lo stesso tema egrave affrontato da Pascal nei suoi Pensieri laquoChe cosegrave luomo nella natura Un nulla in confronto con linfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il tutto e il nulla [] Limitati in ogni campo questa condizione che occupa una posizione intermedia tra i due estremi si ritrova in tutte le nostre facoltagraveraquo (Blaise Pascal Pensieri Brunschvicg n 72)

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dellinesauribile che trova conferma nellautorevolezza della speculazione schellinghiana5 Negli scritti delle Conferenze di Erlangen Schelling parlando dellindefinibile afferma che si puograve definire solo ciograve che per natu-ra egrave rinchiuso in limiti determinati Ma lindefinibile che egrave il veramente infinito non puograve essere rinchiuso in nessuna forma anche se esso come dice Schelling stesso non egrave cosigrave indefinibile laquoda non poter diventare anche un definibile non cosigrave infinito da non poter diventare anche finito non cosigrave inafferrabile da non poter diventare afferrabile E se voi tenete ben fermo ciograve ecco che voi avete il concetto positivo Infatti per potersi rinchiudere in una forma deve essere certamente al di fuori di ogni forma ma non questo lessere al di fuori di ogni forma lessere inafferrabile egrave in lui il positivo bensigrave il fatto che puograve rinchiudersi in una forma che puograve farsi afferrabile il fatto dunque che egrave libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma Daltra parte fin dallinizio si affermograve non giagrave che esso sia semplicemente ciograve che egrave privo di forma e di figura ma soltanto che non permane in nessuna figura non si lascia avvincere da nessuna figura Noi presupponemmo quindi espressamente che esso assuma forma giaccheacute solo in quanto assume forma ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente esso si palesa come ciograve che egrave in seacute inafferrabile infinito Non sarebbe piugrave libero di uscire da ogni forma se fin dallinizio non fosse stato libero di assumere e di non assumere forma Io dico fin dallinizio giaccheacute una volta che ha assunto forma forse non egrave capace di emergere immediatamente nella sua libertagrave ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme Ma tuttavia originariamente egrave libero di rin-chiudersi e di non rinchiudersi in una forma Non vorrei perograve esprimerlo in questo modo esso egrave ciograve che egrave li-bero di assumere forma Infatti in tal modo questa libertagrave apparirebbe come una proprietagrave che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa mentre invece la libertagrave egrave lessenza del soggetto ossia esso stesso non egrave altro che leterna libertagraveraquo6

ONTOLOGIA ARCAICA

La nascita della filosofia crediamo possa essere intesa come il momento di sedimentazione di procedure logi-co-cognitive la cui genesi egrave da rintracciare in epoche precedenti e delle quali si egrave esemplarmente interessato Mircea Eliade Nel suo Il mito dellrsquoeterno ritorno7 Eliade puntualizza alcuni aspetti rilevanti della mentalitagrave arcaica tutti ruo-tanti attorno ad un modello di temporalitagrave ciclica La realtagrave terrena si sarebbe originata attraverso un proces-so di creazione o emanazione attuato da divinitagrave che continuerebbero ad albergare e regolare lrsquoorganizzazione del cosmo stesso Ersquo in altri termini un fattore una forza superiore alla natura stessa ndash ma allo stesso tempo ad essa immanente ndash a governare a dare ordine e senso alla realtagrave degli uomini Questo intervento costante di regolazione e ordinamento del cosmo egrave intuibile per la mentalitagrave arcaica nella tempo-ralitagrave ciclica che presiede il disporsi di ogni evento naturale ogni civiltagrave rurale tenderebbe in tal senso a in-scrivere la natura in un ordine fissato stabilito e scandito nel sempiterno ripetersi dei ritmi naturali Il perpe-tuarsi dellrsquoordine ripetitivo degli elementi naturali detto altrimenti avrebbe offerto uno schema di inquadra-mento degli accadimenti attorno al quale sarebbe emersa quella che lo stesso Eliade ha chiamato ontologia arcaica Questa ontologia ndash evidentemente non formulata in un linguaggio teorico ma attraverso simboli miti e riti ndash tenderebbe a trasporre la temporalitagrave concreta lineare della quotidianitagrave in un piano temporale diverso quello appunto della ripetizione dellrsquoeterno ritorno dellrsquouguale Dire eterno ritorno dellrsquouguale significa pen-sare agli accadimenti della vita umana non come ad eventi unici ed irripetibili bensigrave come costante riproporsi di casi che hanno la loro origine ndash e il loro senso ndash in episodi mitici occorsi in un Tempo originario (ossia in un extra-tempo) e ai quali occorre rinviarli per dare loro una logica laquoNel particolare suo comportamento co-sciente il lsquoprimitivorsquo lrsquouomo arcaico non conosce atto che non sia stato posto e vissuto anteriormente da un altro da un altro che non era un uomo Ciograve che egli fa egrave giagrave stato fatto la sua vita egrave la ripetizione ininter-rotta di gesti inaugurati da altri8raquo Di conseguenza laquo(hellip) un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo Cosigrave la realtagrave si acquista esclusivamente in virtugrave di ripetizione e partecipazione tutto quello che non ha un modello esemplare egrave lsquoprivo di sensorsquo cioegrave manca di realtagrave9raquo La 5 In Schelling infatti coesistono laquola piugrave lucida e critica speculazione con la mistica piugrave schietta e incontaminata in modo che neacute la misti-ca annulla la chiarezza della riflessione neacute la filosofia dissolve in seacute la profonditagrave della mistica ma luna e laltra connesse ma non giu-stapposte si colorano e si esaltano a vicenda mutuandosi reciprocamente il significato profondo e il tono generale del pensieroraquo (Luigi Pareyson Introduzione in FWJ Schelling Scritti sulla filosofia la religione la libertagrave Mursia Milano 1974 p 29) 6 FWJ Schelling Scritti sulla filosofia ed cit p 205 7 M ELIADE Il mito dellrsquoeterno ritorno tr it Rusconi Milano 1975 8 Ivi p15 9 Ivi p 41 In luogo di accadimenti oggetti o persone concrete si istituirebbero cosigrave categorie forme simboli

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consistenza ontologica ndash e quindi il valore e il senso ndash della realtagrave umana sono posti in una relazione di di-pendenza da un piano metafisico superiore al quale accennerebbero una serie di miti e di riti a questi asso-ciati presenti in tutte le civiltagrave rurali arcaiche I riti consentirebbero proprio la riattualizzazione dei modelli di accadimento archetipi avvenuti in un passato originario permettendo in questo modo agli uomini di riappropriarsene inserendosi armoniosamente nel ri-petersi eterno del cosmo La riattualizzazione rituale di questi modelli esemplari rivelatisi agli uomini in un Tempo originario sarebbe alla base della rigenerazione periodica tanto del cosmo quanto della stessa comu-nitagrave umana come egrave possibile evincere ancora nel poema esiodeo Le opere e i giorni senzrsquoaltro ancora debi-tore di questi presupposti metafisici Il lavoro dellrsquouomo per avere successo anzi per svolgersi secondo giu-stizia (dike) deve armoniosamente inserirsi in questa ciclicitagrave (vv 230-231 306-307 e 458-464) Essere giu-sti significa inserirsi nella ripetizione Potremmo forse leggere in queste dinamiche lrsquoorigine di quella che Giorgio Colli riferendosi agli albori del pensiero filosofico greco ha chiamato frattura metafisica tra due ordini di realtagrave diversi quello divino arche-tipo eterno immutabile e quello umano transeunte instabile e dipendente dal primo che ne costituirebbe lrsquoorigine10

LA PHYSIS

ERACLITO laquoLA PHYSIS AMA NASCONDERSIraquo11 la lettura arendtiana di Eraclito Nelle lucide e dense pagine che ne La vita della mente12 la sua ultima opera di argomento squisitamente speculativo Hannah Arendt dedica alla nascita del pensiero filosofico Eraclito riveste un ruolo di primo pia-no Nella ricostruzione arendtiana la cultura greca fin dalla sua fase piugrave arcaica quale si manifesta nei poe-mi omerici appare contrassegnata da una forte ed ineliminabile opposizione tra il mondo degli uomini do-minato dal divenire incessante e dalla morte e gli degravei incorruttibili ed immortali Il canto del poeta che cele-bra le gesta degli Achei e dei Troiani ha la funzione di athanatizein immortalare e consegnare quindi allrsquoeternitagrave la fama degli eroi sottraendoli allrsquoinesorabile destino di morte Proprio la consapevolezza che gli uomini sono esseri mortali e che la condizione umana egrave segnata dalla mortalitagrave condusse i primi filosofi nella ricerca dellrsquoEssere che potesse superare lrsquoeffimero mondo del divenire13 Il mondo fatto di enti molteplici corruttibili e transeunti deve comunque rinviare ad un ordine nascosto di fronte al quale sorge lo stupore ammirato del filosofo quel thaumazein che Platone diragrave essere il pathos che egrave origine principio della filoso-fia14 Come dice Hannah Arendt laquola filosofia incomincia con lrsquoavvertimento di questo ordine armonioso invisibile del kosmos manifesto negli esseri visibili familiari come se essi fossero divenuti trasparentiraquo15 Ed egrave qui che il richiamo ad Eraclito si fa esplicito Del filosofo di Efeso cita il famoso frammento 54 DK che traduce laquolrsquoarmonia invisibile vale piugrave del visibileraquo E subito dopo lrsquoaltrettanto famoso quanto enigmatico fr 123 DK ldquonatura ama nascondersirdquo

10 G COLLI La nascita della filosofia Adelphi Milano 19888

11 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 fr 123 12 H Arendt La vita della mente trad it Bologna 1987 (New York-London 1978) pp 217-242 13 Ontologia questo termine cosigrave tecnico vuol dire riflessione sul senso dellessere e del niente Queste due parole essere e nien-te sembrano estranee al linguaggio nostro di tutti i giorni ai nostri interessi allarticolazione concreta del sapere scientifico eppure queste due categorie costituiscono lambito allinterno del quale tutta la storia dellOccidente egrave cresciuta e si tratta anche di comprende-re che queste categorie sorgono per la prima volta con i Greci Questo egrave importante percheacute i Greci non solo portano alla luce una teoria cioegrave una comprensione del mondo che non era mai apparsa ma anche una comprensione del mondo che consente di porsi come la prima grande forma di rimedio contro il dolore Aristotele dice che la filosofia nasce dalla meraviglia e la parola che egli usa per indicare la meraviglia egrave thaucircma Ma anche qui come in tutte le grandi parole del nostro linguaggio thaucircma non significa semplicemente la me-raviglia ma vuol dire anche terrore vuol dire il terrore di fronte allangosciante Proprio il carattere disinteressato della teoria e cioegrave il suo essere veritagrave consente di affrontare il problema dellesistenza e della vita Il problema della vita egrave innanzitutto la terribilitagrave del dolo-re non significa che lunico valore della teoria consiste nel suo essere semplicemente uno strumento in base al quale conoscendo come stanno le cose si fa argine contro il dolore ma proprio percheacute la teoria intende essere veritagrave - e cioegrave non una teoria qualsiasi ma la te-oria assolutamente vera - proprio questo consente di andare incontro al dolore con occhio diverso da quello che gli uomini possiedono quando ancora non sanno 14 Plat Theaet 155d 15 La vita della mente cit p 233

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Le difficoltagrave interpretative del frammento hanno riguardato soprattutto proprio il valore da dare al termine physis dal momento che certamente inadeguata egrave la traduzione con lrsquoitaliano laquonaturaraquo o i corrispondenti nelle altre lingue europee Marcovich traduce laquoLa reale costituzione di ciascuna cosa ha lrsquoabitudine di nascondersiraquo16 Lo studioso pre-cisa nel commento che ldquofuumlsis egrave uno dei possibili modi per esprimere quel logos che per quanto accessibile alla conoscenza non si trova sulla superficie delle cose ma si nasconde in ogni cosa particolare Analoga-mente Serra e Diano pur se traducono laquoLa natura ama nascondersiraquo specificano che se certamente Eracli-to non tematizza la natura tuttavia poicheacute per lui physis egrave lrsquoinvisibile connessione che si coglie col logos al-lora si tratta dellrsquoessere di tutte le cose che si rivela allrsquoindagine del filosofo17 Coerenti con questa interpretazione mi pare molte delle traduzioni del frammento da laquoLrsquointima natura delle cose ama nascondersiraquo di Pasquinelli18 a laquoLa natura delle cose ama celarsiraquo di Giannantoni19 Piugrave recentemente Conche uno degli ultimi editori eraclitei che traduce laquoLa nature aime agrave se cacherraquo20 pre-cisa che la parola ldquofuumlsis con il verbo fuumlω implica laquoune notion dynamique celle drsquoune force productrice geacuteneacuteratriceraquo siccheacute laquola notion de ldquofuumlsis ici met lrsquoaccent non sur lrsquoessence devenue de la chose mais sur le devenir sur le processus essentialisant La ldquofuumlsis est la puissance qui srsquoaccomplit et srsquoeacutepanouit en chaque ecirctre chaque fois drsquoune faccedilon deacutefinieraquo lrsquooperazione con la quale la natura realizza i diversi enti egrave lrsquoassociazione dei contrari che viene compiuta con pudore lontano dagli sguardi conclude pertanto che laquoLa nature drsquoHeacuteraclite est une nature artiste Comme lrsquoartiste elle montre sa production mais la loi de la produc-tion crsquoest-agrave-dire la nature mecircme en tant que naturante reste cacheacuteeraquo Dunque la physis eraclitea secondo Conche non egrave lrsquoessenza o il reale fondamento ma un processo essenzializzante la cui dinamica resta na-scosta e che si manifesta solo negli effetti Una diversa linea interpretativa egrave rappresentata da Colli che nella sua edizione incompiuta di Eraclito tradu-ce il frammento con laquoNascimento ama nascondersiraquo21 nel commento che riprende quanto lrsquoautore scriveva nel volume che da questo frammento trae il titolo22 egrave chiarito che ldquofuumlsis egrave la natura trascendente il laquodioraquo che nonostante abbia attraversato le apparenze e si sia individualizzato nel fronein in quanto noumeno si mantiene solitario e inaccessibile23 Molto recentemente per Tonelli ldquofuumlsisegrave lrsquoOrigine laquociograve che origina si cela come mistero dietro lrsquoapparenza delle cose che origina pur manifestandosi anche attraverso di esse Ogni manifestazione del principio egrave an-che suo nascondimento tale lrsquoambiguitagrave del cosmo in cui viviamo e di tale ambiguitagrave il sapiente reca consa-pevolezza La conoscenza diventa flusso dinamico tensione al congiungimento con ldquociograve che originardquoraquo24 La lettura di Hannah Arendt fa del frammento laquoUnrsquoaltra delle parole antiche che designano lrsquoinvisibile in se-no alle apparenze egrave physis natura che secondo i Greci era la totalitagrave delle cose non fatte dallrsquouomo neacute cre-ate da un fattore divino ma venute allrsquoessere da seacute medesime ed Eraclito affermava di questa physis che ldquoessa ama nascondersirdquo celarsi cioegrave dietro le apparenzeraquo25 Dunque questo laquovenire allrsquoessereraquo delle cose nascosto nelle apparenze desta lo stupore ammirato dal qua-le puograve perograve originarsi il dialogo del pensiero quel logos il cui significato secondo Hannah Arendt viene

16 Eraclito Frammenti a cura di M Marcovich Firenze 1978 pp 23-25 (fr8) La scelta del singolare laquociascuna cosaraquo lascia intendere che la ldquofuumlsis non sia al di fuori della cosa stessa 17 Eraclito I frammenti e le testimonianze a cura di C Diano e G Serra Vicenza 1980 fr 28 con commento alle pp 137-138 18 I presocratici Frammenti e testimonianze intr trad e note di A Pasquinelli Torino 1958 p 188 (fr 80) 19 I presocratici Testimonianze e frammenti a cura di G Giannantoni I Bari 1969 p 220 20 Heacuteraclite Fragments par M Conche Paris 1986 pp 253-255 (fr 69) 21 G Colli La sapienza greca Eraclito Milano 1980 p 91 fr A 92 con il commento a p 187 22 G Colli La natura ama nascondersi Milano 1988 (1948) p 209 la traduzione qui fornita egrave laquola natura trascendente ama nasconder-siraquo 23 Ibid laquoCome tale il noumeno perde lrsquoindividualitagrave la determinatezza interiore che si sente isolata di fronte ad un reale che la circon-da perde la molteplicitagrave caratteri che lrsquoaccompagnano quando egrave immerso come radice nellrsquoapparenza e si approfondisce come intimitagrave oggettiva punto di incontro delle individualitagrave essenziali delimitazione concreta e vitale che non ha piugrave fine neacute direzione neacute impulso neacute espansioneraquo 24 Eraclito DellrsquoOrigine a cura di A Tonelli Milano 1993 p 191 (fr 116) 25 La vita della mente cit p 233

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evocato dallrsquoimmagine del dio di Delfi laquoe possiamo aggiungere noi il dio dei poeti che ldquonon dice neacute na-sconde ma indicardquo26 vale a dire accenna a qualcosa ambiguamente per essere inteso solo da coloro che sanno comprendere i semplici cenniraquo E del resto laquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbareraquo27 cioegrave come spiega la pensatrice laquose essi non posseggono logos ndash per i Greci non semplicemente il discorso ma il dono dellrsquoargomentazione razionale che li distingueva dai barbari In-somma lo stupore ha condotto a pensare in parole dellrsquoesperienza dello stupore dinanzi allrsquoinvisibile manife-sto nelle apparenze si egrave appropriata la parola che egrave nello stesso tempo abbastanza forte per fugare gli errori e le illusioni cui sono soggetti i nostri organi volti al visibile occhi ed orecchie a meno che il pensiero non venga loro in soccorsoraquo E continua laquoDa ciograve dovrebbe risultare palese come lo stupore in cui cade il filosofo non possa mai concernere qualcosa di particolare ma sia sempre suscitato da una totalitagrave che diversamente dalla somma totale degli enti non egrave mai manifestaraquo Il riferimento egrave certamente a quella physis del fr 123 DK prima citato cioegrave il processo attraverso il quale tutte le cose vengono ad essere E ancora laquoLrsquoarmonia di Eraclito si produce attraverso il con-sonare dei contrari mdash un effetto che non puograve essere proprietagrave di un sin-golo suono particolare Tale armonia egrave in un certo senso separata dai suoni che la producono proprio come il sophon che ldquopuograve e non puograve essere chiamato col nome di Zeusrdquo28 egrave ldquoseparato da tutte le altre coserdquoraquo29 Il richiamo agli ultimi due frammenti consente pertanto alla pensatrice di portare ulteriori elementi allrsquoassunto di fondo cioegrave che a guidare la ricerca dei primi filosofi sia stata la necessitagrave di superare lrsquoangoscia di morte individuando nellrsquoeffimero mondo degli enti qualcosa che potesse essere ricondotta allrsquoesperienza del divino anche se certamente non nominabile col nome di nessuna delle divinitagrave tradizionali Ancora piugrave esplicito in questo senso il fr 30 DK citato a questo riguardo laquolrsquoEssere che non conosce nascita neacute morte si sostituigrave per i filosofi alla semplice nonmortalitagrave degli dei olimpici lrsquoEssere diventograve la vera divinitagrave della filo-sofia poicheacute secondo il celebre detto di Eraclito ldquonon lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquoraquo30 e poco dopo ri-conosce che nel frammento citato questa nuova sempiterna divinitagrave si chiama ancora kosmos laquo(non il mondo o lrsquouniverso ma il loro ordine e la loro armonia)raquo Nel saggio Il concetto di storia scritto molti anni prima proprio questo frammento eracliteo viene ricordato come esempio mirabile che esprime lrsquoidea che i Greci avevano dellrsquoordine cosmico e della natura in quanto insieme di cose che nascono da seacute appunto senza alcun intervento umano o divino31 in tal modo il kosmos del fr 30 viene a coincidere con la physis del fr 123 A questa natura armoniosa increata ed immortale e-ternamente presente nelle tre dimensioni del tempo si oppone ancora una volta la vita umana limitata nel suo corso rettilineo tra la nascita e la morte schiacciata quasi dal moto circolare dei processi biologici sem-pre rinnovantesi percheacute laquoquesto egrave lrsquoessere mortale muoversi in linea retta in un universo dove tutto ciograve che si muove segue semmai un moto ciclicoraquo32 Proprio questa labilitagrave dellrsquoesistenza umana ha determinato nel mondo greco la concezione dellrsquoufficio proprio della storia cioegrave salvare ciograve che accade allrsquouomo dallrsquooblio come chiaramente indica giagrave il proemio delle Storie di Erodoto

ERACLITO

Nel frammento n 52 [Diels] Eraclito afferma che La vita egrave un fanciullo che gioca che sposta i pezzi sulla scacchiera reggimento di un fanciullo in questo consiste il significato dellespressione di matrice eraclitea di Innocenza del divenire La metafora del gioco cosmico usata da Eraclito che la prendeva a prestito dalla mitologia greca in cui una delle figure del dio Zeus egrave proprio quella del bambino che gioca egrave alla base di molte ontologie non ultima quella di Friedrich Nietzsche 1) Il divenire panta rhei Fr A 6 (Platone Cratilo 402 a) Afferma Eraclito in qualche luogo che tutto

scorre (paacutenta choreicirc) e nulla permane (oudegraven meacutenei) Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo

26 Fr 22B 93 DK 27 Fr 22B 107 DK 28 Fr 22B 32 DK 29 Fr 22B 108 DK 30 Fr 22B 30 DK 31 Il concetto di storia in Tra passato e futuro trad it Milano 1991 pp 70-129 in part pp 70-71 e p 295 n 2 32 Ibid p 71 Lo stesso concetto egrave espresso in Vita activa La condizione umana trad it Milano 1964 (Chicago 1958) p 15 laquoQuesta vita individuale si distingue da tutte le altre cose per il corso rettilineo del suo movimento che per cosigrave dire taglia quello circolare della vita biologica La mortalitagrave egrave questo muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclicoraquo

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siamo e non siamo (DK 22 B 49a) Acque sempre diverse scorrono per coloro che simmergono negli stessi fiumi (DK 22 B 12)

2) La guerra dei contrari Fr B 126 Le cose fredde si riscaldano il caldo si raffredda lrsquoumido si dissec-

ca il riarso si inumidisce Pogravelemos (la guerra) egrave padre di tutte le cose di tutte re (DK 22 B 53) Bisogna perograve sapere che la guerra egrave comune a tutte le cose che la giustizia egrave contesa e che tutto accade secon-do contesa e necessita (DK 22 B 80) In questa guerra i contrari si danno reciproca comprensibilitagrave (dol-ce amaro sano malatohellip) a) guerra che egrave pace e armonia i contrari si danno senso a vicenda

Lopposto concorde e dai discordi bellissima armonia (DK 22 B 8) Non comprendono come pur discordando in se stesso egrave concorde armonia contrastante come quella dellarco e della lira (DK 22 B 51) Larmonia nascosta vale piuacute di quella che appare (DK 22 B 54)

b) coincidenza dei contrari ldquoNon dando ascolto a me ma al Logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo (DK FR 50) FR 39 ldquoil nome dellrsquoarco egrave vita ma la sua opera egrave morterdquo FR 16 ldquoNello stesso fiume entriamo e non entriamo siamo e non siamordquo Fr B 60 La strada allrsquoin su e allrsquoin giuacute egrave una so-la e la medesima

3) Il fuoco logos

a) Logos ragione che egrave veritagrave e legge b) tutto egrave Uno33 egrave DIO che quindi egrave armonia e unitagrave degli opposti (Il dio) egrave giorno notte inverno e-

state guerra pace sazietagrave fame e muta come il fuoco (DK 22 B 67) i) Questordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini

ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misu-ra (DK 22 B 30)

ii) Fr B 1 Di questo loacutegos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo a-scoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo loacutegos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli altri uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendo

4) Insufficienza della doxa desti e dormienti34 a) necessitagrave della ricerca anche percheacute la natura ama nascondersi b) il punto di partenza della ricerca deve essere la propria interioritagrave ldquoIo ho indagato me stessordquo

5) Lrsquoirraggiungibilitagrave dei confini dellanima Confini (peirata) allanima peregrinando non troverai pur se tenti ogni via a tal punto profondo egrave il suo logos

PARMENIDE

ldquoAnche Parmenide come Eraclito riflette esplicitamente sullopposizione ma egli si rivolge allopposizione suprema quella dove i due opposti non hanno alcuncheacute in comune e cioegrave quella dove uno dei due opposti - il niente - non egrave qualcosa che possa venire conosciuto e intorno a cui si possa parlare ma egrave lassolutamen-te niente lassoluto non-essere che non trova luogo allinterno dei confini del tuttordquo35 1) I Greci portano per la prima volta alla luce il senso dellessere e del niente

a) I Greci evocano questo significato terribile e radicale - il significato del niente - nella sua contrappo-sizione infinita allessere come lassoluta negativitagrave che non ha alcuncheacute dellessere In questo modo il processo del mondo acquista un carattere estremamente angosciante proprio percheacute il pensiero greco e questa cosa apparentemente astratta che egrave lontologia - la riflessione sullopposizione infinita tra lessere e il niente - evoca la minaccia estrema quella dellesistenza portata innanzi dallannien-tamento delle cose Ma il Greco evocatore della minaccia estrema eacute insieme il Greco che va alla ri-cerca del rimedio contro la minaccia estrema

33 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 34 La maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse si imbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembra (DK 22 B 17) Qual egrave infatti la loro mente e la loro intelligenza danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra senza sapere che i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni (DK 22 B 104) 35 SEVERINO La filosofia antica

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b) Parmenide evoca lestrema minaccia la contrapposizione infinita tra lessere e il niente ma insieme evoca il modo singolare di costruire un rimedio contro questa minaccia il rimedio egrave dato dalla meta-fisica e lontologia

2) In generale la prima grande soluzione la prima grande forma di rimedio al dolore egrave la filosofia se noi dovessimo fare rapidamente lelenco delle forme di rimedio dellOccidente dovremmo dire che a) la prima egrave la filosofia cioegrave il fatto di sapere in modo incontrovertibile il senso del mondo il senso u-

nitario del mondo b) Poi la grande forma di rimedio egrave - quando lesperienza antica del pensiero filosofico egrave andata al tra-

monto - il Cristianesimo c) e poi la scienza

3) Che cosa ci angoscia quando noi abbiamo a che fare con il dolore Non il dolore che noi attualmente pa-tiamo percheacute ciograve che patisco in questo momento - poniamo - ormai egrave accettato egrave ligrave e non cegrave nulla da fare percheacute ormai egrave recepito Angoscia invece il fatto che il dolore abbia a continuare facendoci chie-dere che ne saragrave di me tra un momento domani tra un anno Continueragrave questo dolore Langoscia allora si riferisce allimprevedibilitagrave del futuro e in questo caso il rimedio non puograve essere altro che la previsione del senso del tutto ecco percheacute prima abbiamo parlato anche di scienze percheacute la previsione scientifica saragrave in un certo senso lerede della previsione filosofica Previsione filosofica vuol dire episteacute-me questa grande parola greca che significa alla lettera la capacitagrave di stare steme deriva infatti dal verbo hiacutestasthai la capacitagrave di stare mentre epiacute vuol dire sopra dunque si tratta di stare sopra tutto ciograve che intende negare ciograve che sta Ciograve che sta egrave lapertura di senso lapertura del senso del tutto che intende stare e che si ritiene capace di imporsi su ciograve che presume negarla e insieme su tutti gli eventi che sopraggiungono e che costituiscono quello che oggi noi moderni chiameremmo la novitagrave della storia Lepisteacuteme egrave al di sopra di ogni innovazione storica questo egrave stato il grande sogno della filosofia da Parmenide ad Hegel Se si conosce incontrovertibilmente stando sopra ogni negazione e ogni evento sopraggiungente il senso del tutto allora si egrave in grado di prevederlo e la previsione rende spiegabile il dolore Percheacute il dolore dice Eschilo getta nella follia Proprio percheacute non ha senso fintantocheacute non si vede il senso del tutto a) Ebbene la soluzione di Parmenide egrave singolare percheacute successivamente lOccidente intenderagrave costrui-

re un sapere che sta sopra la minaccia del divenire controllandola guidandola e quindi costruendo al di sopra di esso quella serie di strutture immutabili che vanno dal Dio teologico al Dio cristiano alle strutture necessarie secondo le quali si sviluppa la storia

b) Parmenide adotta unaltra strada che non saragrave percorsa dallOccidente - era la strada piugrave vicina allO-riente Di fronte al divenire lOccidente dice Tu non mi minacci piugrave percheacute io ti prevedo e quindi prevedo il senso di ciograve che tu divenire fai irrompere su di me Prevedendo il senso di ogni irruzio-ne lirruzione non egrave piugrave limprevedibile angosciante e il dolore acquista senso lo stesso annienta-mento si inscrive in un ordine Questa egrave la voce della filosofia dellOccidente dopo Parmenide La sua voce invece egrave diversa e singolarmente vicina allOriente percheacute Parmenide dice al divenire Tu non esisti Questo egrave molto singolare percheacute tutto il pensiero non solo filosofico dopo Parmenide dice al divenire Tu esisti ma io ti domino e chi parla egrave appunto il rimedio cioegrave il sapere epistemico

c) Mentre nella soluzione post-parmenidea il dolore egrave vinto percheacute cegrave un padrone che domina il diveni-re la soluzione radicale di Parmenide egrave questa il divenire non minaccia piugrave non puograve essere nocivo percheacute non esiste Con questa cancellazione del divenire entriamo nel grande paradosso del pensie-ro di Parmenide che egrave la cancellazione del mondo con cui tutto langosciante tutto il terribile tutto lorrendo del mondo egrave illusione questo egrave il senso della doxa di Parmenide Ebbene questa egrave anche la strada percorsa dallOriente i Veda le Upanishad la ripresa buddista del bramanesimo sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto luomo egrave infelice percheacute non sa di essere felice per-cheacute non sa che il dolore egrave al di fuori di lui e che lui egrave un puro sguardo che non egrave contaminato dal dolore che gli passa innanzi cosigrave come lo specchio non egrave contaminato dallimmagine che si riflette in esso

D - K B2 laquoBisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non cegrave vera certezza Orbene io ti dico e tu dopo averlo ascoltato prendi cura del mio discor-so quali sole vie di ricerca siano pensabili Quella che dice che lessere egrave e che non egrave possibile che non sia e questo egrave il cammino della persuasione che si accompagna alla Veritagrave e quella che dice che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo io ti dico che egrave un sentiero inscrutabile neacute infatti potresti conoscere ciograve che non egrave - non egrave infatti possibile - neacute dirlo Lo stesso infatti egrave pensare ed essereraquo

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1) Il logos a) Per Parmenide come in Eraclito tra la realtagrave la ragione umana e il linguaggio esiste una sostanziale

identitagrave dallordine del mondo provengono lordine della mente che lo pensa e della lingua che lo descrive Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identitagrave

b) Il rapporto essere - pensiero non egrave solo unimplicazioneegrave anche una replicazione (si tratta cioegrave di una equivalenza) in quanto secondo Parmenide non solo tutto ciograve che pensiamo egrave ma anche tutto ciograve che egrave puograve essere pensato Non esiste secondo Parmenide un essere inaccessibile al pensiero Cegrave una equivalenza fra essere e pensabilitagrave ciograve che egrave egrave pensabile e ciograve che egrave pensabile egrave

c) In piugrave approfondendo una distinzione implicita nei pitagorici e in Eraclito opera una differenza tra pensiero e sensi il primo egrave in grado di conoscere la realtagrave universale il logos i secondi non possono che fermarsi alle apparenze le doxai Solo il logos puograve condurre allaletheia la veritagrave

2) Essere o non essere Il nodo centrale della filosofia di Parmenide egrave lessere

a) Nel frammento 2 la dea gli indica le vie i metodi di ragionamento che sono le sole pensabili lu-na [che dice] che egrave e che non egrave possibile che non sia egrave il sentiero della Persuasione (giaccheacute que-sta tien dietro alla veritagrave laltra [che dice] che non egrave e che egrave necessario che non sia Si riferisce alla via dellessere e alla via del non essere

b) Ma che vuol dire via dellessere Consideriamo un qualsiasi oggetto Tra le sue caratteristiche la piugrave importante quanto lapalissiana egrave quella di essere di esistere E invece non possiamo pren-dere una cosa che non esiste proprio per il fatto che non esiste In piugrave dato che lo stesso egrave il pen-sare e lessere (frammento 3) non si puograve nemmeno pensare a una cosa che non egrave percheacute basta il pensiero a renderla esistente Questo intende Parmenide la via che ammette che le cose sono e che egrave necessario che siano (non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste sarebbe una con-traddizione) e la via che ammette che esistono cose che non sono (e quindi la via dellerrore) In fi-nale lessere egrave (le cose che esistono esistono) e il non essere non egrave (le cose che non esistono non esistono) una magistrale (e forse la prima) applicazione del principio didentitagrave (un ovvio principio di logica una cosa egrave uguale a se stessa e diversa dal suo contrario)

c) La nascita dellontologia Mentre il linguaggio corrente e il pensiero dei primi filosofi non badano al fatto che le cose a cui pensano siano Parmenide esamina questo e in questo sta la sua origina-litagrave Ogni cosa egrave diversa da unaltra questo insegnano il senso comune i fisiologi e soprattutto Era-clito il filosofo della molteplicitagrave e del divenire Ma per quanto differenti avranno almeno una cosa in comune esistono entrambi Sono enti Enti egrave il termine tecnico che traduce il ta onta greco ovvero le cose che sono Ed egrave logico dimostrare che le cose che sono sono Egrave questa egrave lontolo-gia ovvero il discorso sullessere in quanto tale

3) Essere pensiero e linguaggio Data lidentitagrave tra veritagrave parola e pensiero tre sono gli aspetti fon-

damentali della filosofia di Parmenide a) lontologia e giagrave ne abbiamo parlato b) la gnoseologia solo ciograve che egrave egrave pensabile c) il linguaggio le cose che esistono trovano espressione adeguata allinterno del discorso

4) Gli attributi dellessere Essere perde la sua radice verbale e diventa un participio sostantivato to on (ciograve che egrave) e come tale gli si possono dare degli attributi Questo passaggio avviene per differen-ziare ulteriormente lessere dal non essere e impedire quindi di intraprendere la via dellerrore Allo stes-so modo non essere diventa il non essere quindi ciograve che non egrave to me on Quali le caratteristiche dellrsquoessere36

36 [] Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che egrave Lungo questa vi sono indizi in gran numero [Lrsquoessere] essendo ingenerato egrave anche imperituro tuttrsquointero unico immobile e senza un termine a cui tenda Non mai era ne saragrave percheacute egrave ora tuttrsquoinsieme [10] uno continuo Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Infatti non si puograve neacute dire neacute pensare ciograve che non egrave E quandrsquoanche quale necessitagrave puograve averlo spinto Lui che comincia dal nulla a nascere dopo o prima [15] Di modo che egrave necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla Giammai poi la forza della convinzione verace concederagrave che dallrsquoessere alcuncheacute altro da lui nasca Perciograve neacute nascere neacute perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami ma lo tiene fermo []

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a) ingenerato e imperituro Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Se egrave nato prima non era Ma non poteva esistere una cosa che non era quindi lessere egrave ingenerato Analogamente non avragrave fine

b) non ha passato neacute futuro se era ora non egrave piugrave Se saragrave ancora non egrave Dato che lessere egrave diverso dal non essere si trova in una condizione di presente atemporale egrave e basta

c) senza fine se ha una fine al di lagrave di quella fine non egrave piugrave il che egrave assurdo d) intero continuo e indivisibile Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna

parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di es-sere Se non fosse continuo cosa si frapporrebbe tra le parti se non il non essere che non esiste Neacute ugualmente ha senso che una cosa egrave piugrave di unaltra

e) unico se ve ne fossero piugrave di uno dovrebbero essere diversi Ma se uno egrave laltro poicheacute egrave diverso non egrave il che egrave impossibile Smonta cosigrave la molteplicitagrave della natura caratteristica dei fisiologi prima e di Eraclito poi

f) immobile se si sposta nel posto dove si trovava prima cegrave qualcosa di diverso quindi il non essere questo non esiste quindi lessere egrave immobile e il pantha rei di Eraclito egrave un palese errore

g) definito da tutti i lati e simile a una sfera per Parmenide che risente del pensiero pitagorico linfini-to egrave una mancanza e una imperfezione a differenza del pensiero comune moderno Inoltre lessere non dovrebbe avere lati diversi percheacute presupporrebbero discontinuitagrave (pensiamo allo spigolo di un qualsiasi poliedro) Pertanto lintuizione associa la finitezza allassenza di discontinuitagrave alla perfezione solo nella forma geometrica della sfera

5) Le tre vie Ora che abbiamo chiarito cosa sia lessere torniamo al discorso delle vie dei metodi di ra-

gionamento per descrivere la realtagrave a) Uno quello dellessere attraverso il puro ragionamento e il logos conduce allaletheia b) Il secondo quello del non essere conduce immancabilmente allerrore

i) Dire che la luce i colori le cose le case gli uomini sono significa ammettere che il niente egrave Le differenze del mondo hanno un significato che non coincide con il significato dellessere que-sta non coincidenza vuol dire la loro diversitagrave dallessere e cioegrave che sono non essere Se allora lamante o amico del mondo vuol dire il mondo egrave egli deve anche dire Il niente egrave La ra-gione dellOccidente nasce qui dallesigenza di tener ferme le determinazioni - potremmo dire lesigenza di non contraddirsi Se si afferma che il mondo molteplice egrave si afferma che il niente egrave

ii) Allora abbiamo questa conclusione straordinaria Parmenide proprio per evitare che il niente sia proprio per evitare di identificare lessere al niente afferma che le cose sono niente che le diffe-renze sono niente se si afferma il mondo se si egrave amici del mondo si sta nella pazzia che identi-fica lessere e il niente

iii) Dato che la frase alla base di questo metodo egrave il non essere egrave questo non puograve essere un me-todo logico (si contraddice) pertanto non si puograve pensare quindi non si puograve dire ma se non si

[23] E come potrebbe lrsquoessere esistere in futuro E come potrebbe essere stato in passato Poicheacute se fu non egrave e cosi non egrave se dovragrave essere in futuro [25] In tal modo il nascere egrave spento e non crsquoegrave traccia del perire Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di essere Per questo egrave tutto continuo difatti lrsquoessere egrave a contatto con lrsquoessere [30] Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere neacute principio neacute fine dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace E rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta in se stesso e cosi rimane ligrave immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [35] lo costringe nelle catene del limite che intorno lo avvolge percheacute bisogna che lrsquoessere non sia incompiuto egrave infatti non manchevole se lo fosse mancherebbe di tutto [] [46] Ma poicheacute vi egrave un limite estremo egrave compiuto da ogni lato simile alla massa di ben rotonda sfera di ugual forza dal centro in tutte le direzioni che egli infatti non sia neacute un porsquo piugrave grande neacute un porsquo piugrave debole qui o lagrave egrave necessario [50] Neacute egrave infatti possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile neacute crsquoegrave la possibilitagrave che lrsquoessere sia dellrsquoessere qui piugrave lagrave meno percheacute egrave del tutto inviolabile Dal momento che egrave per ogni lato uguale preme ugualmente nei suoi confini [DK 28 B 8 vv 5-19 23-37 46-53]

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puograve pensare neacute dire allora non egrave quindi questo metodo non esiste Allora percheacute lha tirato fuo-ri Forse per amore di completezza o chissagrave Egrave la via che percorrono normalmente gli uomini

c) Cegrave unaltra via Quella che viene da questa frase Lessere egrave e il non essere egrave Egrave la via delle opi-nioni plausibili

6) Bicefali Da questa prima via di ricerca [quella del non essere] infatti ti allontano eppoi inoltre da

quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa (frammento 6) La seconda via presuppone sia che si segua lessere sia il non essere quindi luomo che la segue ragiona contemporaneamente in due modi contraddittori luno con laltro e per questo ha due teste Percheacute egrave lincapacitagrave [di decidere] che nel loro petto dirige lerrante mente ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditi gente che non sa decidersi da cui lessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici Lincapacitagrave di decidere tra lessere e il non essere impedisce loro di giungere alla veri-tagrave e pertanto si devono limitare alle doxai In sostanza Parmenide si colloca agli antipodi di Eracligraveto per il quale il divenire egrave il modo di essere del-lessere della realtagrave e si pone altresigrave agli antipodi di un qualsiasi tentativo di osservare e studiare la realtagrave partendo da aspetti materiali di essa

7) Una lettura contemporanea di Parmenide37 (sulle orme di Severino) Rifacendosi a suggestioni hei-

deggeriane (lEssere come Logos laquoraccoglimento originarioraquo) Sangiacomo afferma che a) lEssere egrave relazione laquolEssere si lega allEssere e contemporaneamente lEssere egrave legato allEssereraquo

(p 44) Due sono le conseguenze una egrave che solo il non-essere quale negazione dellEssere egrave ne-gazione di ogni relazione e laquorifiuta per definizione ogni legameraquo (p 43) laltra strettamente corre-lata alla prima egrave che si deve ammettere nellEssere una molteplicitagrave di differenze

b) Il parricidio linclusione platonica della molteplicitagrave nellEssere egrave cosigrave giustificato sulla base della stessa definizione dellEssere laquodire che lEssere egraveimplica vedere a un tempo nellEssere quellele-mento agente che tiene unito il molteplice sia la molteplicitagrave passiva delle differenze che si lasciano raccogliere dallUno in un tuttoraquo (p 46) Si puograve sostenere dunque in termini quasi spinoziani che nessuna cosa esiste di per seacute sostanziata come un sinolo ma tutte esistono soltanto in relazione con le altre laquole differenze non sono un insieme di realtagrave di per seacute sostanziali o ontologicamente in-dividuali quanto piuttosto un complesso olistico in cui ciascuna trova il suo esserci esclusivamente nel suo essere differente da tutte le altreraquo (p 45) Dire che lEssere egrave equivale a dire che oltre al-lEssere non cegrave nulla tutto ciograve che egrave egrave nellEssere quindi lEssere la totalitagrave del positivo egrave Assolu-to legato solo a se stesso Questa assolutezza laquoimpone [] che lEssere stesso sia limitato solo da niente e che questo stesso limite sia un limite nullo siccheacute lEssere non puograve che risultare un che di il-limitato cioegrave di infinitoraquo (p 49) Proprio percheacute in-finito lEssere risulta aperto mai tutto dato di-veniente laquolessenza dellinfinito egrave proprio nella tensione al compimento e nel travalicare i limiti an-gusti che vorrebbero confinarlo nellistante finito del dato di ciograve che sta e che egrave stato LEssere non sta lEssere di-viene nel senso che non egrave mai giunto tutto egrave questo eterno continuare a darsiraquo (p 175) LEssere egrave un orizzonte perennemente aperto eterna fioritura che non cessa mai di sbocciare

c) La conseguenza egrave che lEssere egrave divenire dato che lEssere non ammette nulla fuori di seacute il divenire non puograve essere negazione dellEssere ma la sua stessa manifestazione laquopoicheacute nessun infinito puograve essere in qualche modo dato e compiuto [] il divenire egrave la dimensione dellinfinitagrave dellEssere [] o ancora leterno differenziarsi delle differenzeraquo (p 50) Per non pensare contraddittoriamente il divenire come passaggio dallEssere al nulla occorre emendare anche il concetto di tempo lEssere egrave movimento infinito e li-stante finito non egrave che unastrazione laquoNascita e morte non sono i confini della nostra esistenza ma la dimostrazione ontologica che noi giagrave da sempre siamo di piugrave di qualco-sa che nasce e muore e che il nostro essere egrave piugrave di questo essere finito che si vuole comprimere tra queste due barriereraquo (p 180) Il laquoquestoraquo egrave lisolamento dellente in un attimo immobile e visto che lEssere egrave relazione tale isolamento coincide con la sua nientificazione essere egrave sempre relazionarsi ad altro tanto piugrave lente laquoegrave assolutizzato nella sua finitudine piugrave egrave assimilato a un nienteraquo (p 174)

d) Conseguenze etiche Lrsquouomo egrave qualcosa laquoche egraveraquo in quanto al pari di tutto il resto appartiene allrsquoIntero delle molteplici differenze che animano lrsquoEssere Se il suo esserci consiste nel suo essere in quanto differenza ovve-ro solo per altro e non in se stesso allora egli dal punto di vista ontologico non soltanto non puograve porsi come un soggetto che distingue innanzi a seacute il mondo degli oggetti pronti a farsi da lui domina-re ma lrsquoesistenza dellrsquoaltro agisce sulla sua medesima esistenza e la condiziona in modo essenziale io sarograve in funzione di questrsquoaltro da cui differisco e da cui mi distinguo tanto che ogni modificazione

37 A SANGIACOMO La sfida di Parmenide Verso la Rinascenza Il Prato Padova 2007

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che subisce lrsquoalteritagrave si riflette su ciograve che io sono Ovvero per ogni modifica che lrsquouomo tenta di ap-portare a ciograve che lo circonda egli deve essere consapevole che nella stessa misura e nella stessa maniera modificheragrave inevitabilmente se stesso Quando dunque lrsquouomo tenta di agire sulla realtagrave plasmandola secondo i suoi fini egli agisce conte-stualmente su seacute medesimo modificandosi in modo proporzionale e corrispondente Non si dagrave mai cioegrave la possibilitagrave di un agire unilaterale in cui lrsquooggetto dellrsquoazione subisca passivamente Al contra-rio poicheacute nessuna cosa esiste in seacute ma solo per altro ogni alterazione o modifica riguarda sempre tutti i termini in modo piugrave o meno marcato piugrave o meno diretto certamente ma comunque senza esclusioni giaccheacute tutti esistono in quanto raccolti insieme resi un Tutto e quindi reciprocamente connessi tanto che ogni alterazione non egrave mai solo lrsquoalterazione di una certa parte limitata dellrsquoinsieme ma riguarda sempre la totalitagrave e quindi si riflette necessariamente su chi la opera Ebbene incamminarsi su simili considerazioni porta inevitabilmente a rinunciare a qualsiasi pretesa di dominio di possesso o di potere sulla realtagrave che ci circonda lrsquouomo non solo non ha il diritto ma non ha nemmeno la possibilitagrave ontologica di dominare imponendosi sullrsquoaltro giaccheacute dominio si-gnoria possesso implicando la distinzione tra il dominatore e il dominato e il potere unilaterale che il primo esercita sul secondo sono categorie estranee allrsquoEssere dunque chi vi presta fede finisce semplicemente con lrsquoilludersi che sia ciograve laquoche non egraveraquo Quindi io riconosco tutta la dignitagrave che spetta a ciograve che egrave altro da me rinunciando ad annullarla nel tentativo di ridurla a mia immagine e somiglianza giaccheacute questo sarebbe nientrsquoaltro che un modo per annullare la differenza su cui si regge lrsquoesserci di entrambi Rinuncio pure a ogni contrasto con lrsquoaltro o ogni opposizione ad esso rinuncio ad ogni lotta e ad ogni tentativo di supremazia cessando di considerare come nemico ciograve che mi egrave diverso si tratti di uomini o di forze della natura giaccheacute riconosco pure che egrave su questa medesima diversitagrave che io posso fondare il mio essere me stesso ma pure cessando di ritenere che sia necessario difendere la mia diversitagrave dallrsquoaltro poicheacute essa egrave tale proprio per lrsquoaltro

Essere parmenideo principio di non contraddizione e logica astraente

La dottrina dellrsquoessere ndash quale egrave ricostruibile dai frammenti pervenutici ndash fornisce delle precise regole di for-malizzazione di ogni discorso futuro che voglia assurgere al carattere di discorso vero tale in quanto fonda-to Pensare egrave pensare lrsquoessere su questa evidenza si dipana lrsquoargomentazione parmenidea Il dire egrave il dire lrsquoessere nella forma del pensiero poicheacute laquo(hellip) infatti lo stesso egrave pensare ed essere (28 B 3 DK)raquo Partendo dallrsquooggetto del proprio discorso ndash lrsquoessere ndash Parmenide giunge a caratterizzare il modello del pro-prio argomentare essere e pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dellrsquouno coincide con il fondamento dei caratteri dellrsquoaltro I termini con i quali Parmenide tratteggia lrsquoEssere sono oramai universalmente noti ma su di un frammento in particolare crediamo sia doveroso soffermarsi nuovamente Il frammento 28 B 2 DK38 afferma infatti (hellip) lrsquouno che egrave e che non egrave possibile che non sia (hellip) lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia (hellip)39 Normalmente il passo viene interpretato come la prima formulazione del principio di non contraddizione che fonda la necessitagrave del discorso logico differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale ovvero pre-logico mitico Di fatto perograve Nel famoso Proemio40 delle cavalle conducono Parmenide dinnanzi alla Dea che gli riveleragrave la via della veritagrave egrave una precipua sanzione divina a garantire la tenuta del discorso parmenideo sullrsquoessere e a

38 Orsugrave io ti dirograve ndash e tu porgi lrsquoorecchio alle parole che odi ndash quali sono le vie di ricerca che sole son da pensare lrsquouna che egrave e non egrave possibile che non sia e questa egrave la via della Persuasione (giaccheacute segue la veritagrave) [5] Lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo ti dico egrave un sentiero inaccessibile ad ogni ricerca Percheacute il non-essere non puoi conoscerlo (infatti egrave impossibile) neacute esprimerlo [DK 28 B 2] 39 Sono rispettivamente i versi 3 e 5 del frammento 40 Le cavalle che mi portano fin dove vuole il mio cuore

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sottrarlo ad ogni dialettica Il soggetto egrave muto di fronte a tale trascendenza indicante il metodo (appunto come meta-hodos) mediante il quale rendere intelligibile il senso del reale lrsquoessere e la via della sua com-prensione appartengono alla divinitagrave Questo cammino che conduce alla Dea e quindi alla veritagrave egrave infatti laquo(hellip) fuori dalla via battuta dagli uomini (hellip) (28 B 1 DK)41raquo Non vi egrave pertanto rottura netta tra mythos e logos il pensiero di Parmenide abita il mito il logos tenta semmai di costruire una pratica discorsiva a partire dalle medesime regole di formazione dellrsquoordine veritati-vo del mito connotando queste ultime di maggiore precisione e dotandosi di un fondamento apparente-mente autoevidente e autoreferenziale sul cui parametro commisurare la tenuta del proprio argomentare e delle conseguenze che ne derivano La via diventa appunto methodos metodo e il sapere da questo presen-tato scientifico In questo senso lrsquoelemento originale e caratteristico dellrsquoordine di discorso parmenideo risiede nel fatto che egrave la strutturazione e la caratterizzazione dellrsquooggetto stesso del discorso ndash lrsquoessere - a rendere disponibile gli elementi sui quali istituire appunto lrsquoordine del discorso attraverso ndash in primis ndash la formulazione del sopran-nominato principio di non contraddizione Ma attenzione Se come detto pensiero ed essere coincidono e se lrsquoessere svela i propri caratteri costitutivi attraverso una mediazione di ordine trascendente venendosi a presentare come un dato (nel significato letterale del termine) divino lo stesso principio di non contraddizio-ne verragrave da Parmenide ad essere posto come fondamento della logica come un dato Il principio di non contraddizione appare dotato di una necessitagrave intrinseca autoevidente che determina come propria conseguenza operativa lrsquoesclusione dalla pratica discorsiva di quelle enunciazioni e di quei concetti che risultano incompatibili con le premesse detto altrimenti ogni discorso non puograve accogliere in seacute elementi che lo rendano contraddittorio Ma questo atto di esclusione che in questa veste appare come momento secondario e consequenziale instaurato cioegrave in una temporalitagrave successiva dallrsquooriginario principio logico di non contraddizione egrave anteriore rispetto a questrsquoultimo Ersquo una pratica discorsiva che procede alla costituzione del suo statuto sulla scorta della rimozione della differenza e della discontinuitagrave ndash come Mircea Eliade ha fatto emergere per lrsquoontologia primitiva ndash e che attraverso la suddetta sanzione divina assume una forma istituzionale e assolutizzata attorno ad un nucleo forte la dottrina dellrsquoessere e il conseguente principio di non contraddizione la cui necessitagrave appare ndash pertanto ndash come carattere instaurato derivato e non piugrave originario Non egrave la necessitagrave implicita nel principio di non contraddizione a rimuovere la differenza ma egrave la precedente eliminazione dellrsquoalteritagrave della molteplicitagrave e quindi della diversitagrave contraddittoria a de-terminare lrsquoidentitagrave della necessitagrave ossia il non poter essere diverso da ciograve che si egrave Si ripropone quella visione della stabilitagrave e della permanenza che ritiene vero dotato di senso e reale sola-mente ciograve che non si trasforma non diviene Il principio di non contraddizione e quello di identitagrave (scaturen-

anche ora mi condussero via dopo che le dee mi ebbero guidato sulla via molto famosa che per ogni cittagrave porta lrsquouomo che possiede il sapere lagrave venni condotto lagrave mi portarono le molto avvedute cavalle [5] tirando il carro e le fanciulle additavano il cammino Lrsquoasse infuocato nei mozzi mandava un suono stridente (poicheacute drsquoambo i lati era tratto da due ben curvati cerchi) ogni qual volta le figlie del Sole abbandonate le case della Notte affrettavano il corso a guidarmi verso la luce liberando il capo dai veli [10] Ivi egrave la porta che mette ai sentieri della Notte e del Giorno e ai due estremi la chiudono lrsquoarchitrave e la soglia di pietra e la riempiono in alto nellrsquoetere grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce tiene le chiavi dallrsquoalterno uso Ad essa allora le fanciulle rivolsero dolci parole [15] ed abili la convinsero a toglier per loro in un baleno la sbarra che chiude la porta e questa si spalancograve aprendo lrsquoimmenso vano dei battenti e facendo girare lrsquoun dopo lrsquoaltro nei loro incavi i cardini gravi di bronzo fissati con perni e chiodi e lagrave prontamente attraverso la porta [20] le fanciulle guidarono carro e cavalli lungo la strada E benigna la dea mrsquoaccolse e mi prese la destra e cosigrave parlograve dicendomi queste parole laquo O giovane condotto da guide immortali che vieni alla nostra casa portato dalle cavalle [25] sii il benvenuto Poicheacute non fu un avverso destino a mandarti per questa via (che egrave invero lontana dallrsquoorma dellrsquouomo) ma la legge divina e la giustizia Ma ora devi imparare ogni cosa e il cuore che non trema della ben rotonda Veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non egrave vera certezza [30] Ma tuttavia anche questo imparerai come lrsquoapparenza debba configurarsi percheacute possa veramente apparir verosimile penetrando il tutto in tutti i sensi raquo [DK 28 B 1] 41 Verso 26

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te come visto dalla necessitagrave della rimozione della diversitagrave messo in opera dal primo postulato) implicano lrsquoesistenza di un unico mondo possibile quello ndash per lrsquoappunto ndash dellrsquoessere parmenideo del puro ora che attraverso la sua sanzione divina egrave dato come eterno laquo(hellip) neacute una volta era neacute saragrave percheacute egrave ora insieme tutto quanto uno continuo (hellip) (28 B 8 DK)42raquo Lrsquoessere riassume in seacute passato presente e futuro egrave allora uno continuo il sempre presente laquo(hellip) percheacute tutto intero e eguale (28 B 8 DK)43raquo Lrsquoessere egrave il permanere identico nellrsquoidentico egrave quindi immobile saldo in un unico luogo poicheacute presente assoluto e indivisibile La realtagrave tende cosigrave a perdere i caratteri di temporalitagrave che le sono propri per essere rimandata a una dimensione eminentemente spaziale lrsquoessere come intero (oulon) che include ndash ingloban-dolo - il molteplice e tutela la realtagrave dal divenire Lrsquoessere nel suo articolarsi viene e connotarsi di conse-guenza come il luogo extratemporale ove gli enti sono tolti (astratti) dal loro accadere e privati della loro li-bertagrave nel momento in cui sono ricondotti a questa dimensione trascendente governata da necessitagrave Il principio di non contraddizione veicola pertanto questa concettualizzazione della temporalitagrave che diverragrave costitutiva di quegli ordini discorsivi che si muoveranno nellrsquoorizzonte logico reso disponibile da questo Il principio di non contraddizione configura inoltre un logos che a partire dal punto di vista istituito (ale-theia) come intellezione della veritagrave dellrsquoessere mediante un suo disvelamento mediato dalla divinitagrave mostra una capacitagrave ricostruttiva di tutta la realtagrave (imperialismo del logos) la veritagrave egrave una ed egrave quella affermata dal logos e non puograve essere altrimenti essendo necessaria laquolegge divina (themis) e giustizia (dike) (28 B 1 DK)44raquo Il pensiero non puograve che ri-affermare con un andamento circolare e autoreferente questa necessitagrave che le egrave propria e ribadire ndash quindi ndash lrsquounicitagrave dellrsquoessere del reale rimuovendo la diversitagrave la differenza la molteplicitagrave e la discontinuitagrave il tempo come divenire mutamento Ci troviamo di fronte allrsquoemergenza di un pensiero astratto ovvero di un pensiero che procede alla ricostru-zione della molteplicitagrave del reale mediante un processo di entificazione di oggetti extratemporali universali e necessari La veritagrave egrave attinente solamente allrsquoessere dellrsquoente cosigrave costituito

Eraclito parmenide

1) La ricerca di un rapporto tra EraclitoParmenide si fonda su un presupposto Il presupposto non egrave teore-

tico ma alla sua radice assiologico si assume cioegrave il giudizio di valore che un metodo di storiografia fi-losofica sia tanto piugrave buono quanto piugrave riesca a riconoscere e intendere la veritagrave delle diverse e anche opposte filosofie che fa oggetto di trattazione Poicheacute le filosofie sono molte e lrsquooggetto di cui parlano egrave uno solo riconoscere la peculiare veritagrave di ogni filosofia equivale a intendere ogni filosofia come un momento della veritagrave complessiva dellrsquooggetto fon-damento unico di ogni sapere che lo riguarda Il che significa che questrsquooggetto devrsquoessere abbastanza complesso e multiforme per fondare come momenti della veritagrave sua tesi decisamente contrastanti co-me in apparenza - o meglio in prima istanza - si presentano per esempio le filosofie di Eraclito e di Par-menide Siccome poi complessitagrave e multiformitagrave non significa accumulo sincretico ma coerente struttura logico-ontologica ecco che si impone di per seacute la questione della dialettica come interno principio costitutivo di una tale struttura dellrsquooggetto filosofico E poicheacute qui lrsquoassunto metodologico rischia di confondersi con lrsquooggetto che egrave destinato a trattare egrave op-portuno senzrsquoaltro rivolgersi a tale oggetto lasciando che il metodo si mostri da seacute

2) egrave opportuno muovere dalla formulazione ldquomanualisticardquo tradizionale della tesi storiografica che qui si vuole assumere Leggiamo dunque sulla Storia della filosofia del De Ruggiero45 (la sottolineatura egrave nostra) ldquoDella complessa concezione eraclitea lrsquoantichitagrave classica ha apprezzato lrsquoaspetto piugrave apparente quello della varietagrave e della mutevolezza delle cose e ne ha fatto perciograve un termine di contrasto con la filosofia eleatica dovrsquoegrave accentuato lrsquoaspetto dellrsquounitagrave e dellrsquoimmobilitagrave e il divenire egrave degradato a mera apparen-za ingannatrice In realtagrave come vedremo il contrasto sussiste ma egrave piugrave profondo esso sta fra le due logiche tra la dialettica degli opposti che fonda lrsquoidea dello sviluppo e la logica dellrsquoidentitagrave che chiude lrsquouniverso entro forme stabili e immote Questo piugrave profondo significato non poteva fin dal principio esse-re inteso percheacute la consapevolezza dei princigravepi formali delle due logiche era ancora scarsa nei fondatori

42 Versi 5-6 43 Verso 22 44 Verso 28 45 GDe Ruggiero Storia della Filosofia Laterza Bari 1967 10 voll

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dei due indirizzi che immediatamente traducevano o per cosigrave dire versavano lrsquoidentitagrave e lrsquoopposizione nelle cose naturali Solo nellrsquoetagrave socratica quando lrsquoanalisi concettuale saragrave divenuta lrsquooggetto proprio della filosofia alcuni elementi di quel contrasto affioreranno alla lucerdquo 46 Bisogna dunque prima di tutto vedere in che consista il contrasto fra queste ldquodue logicherdquo

3) La logica dellrsquoidentitagrave - per eccellenza quella aristotelica - afferma comrsquoegrave noto che (semplificando e formalizzando)47 Non egrave possibile che sia insieme ldquoA egrave Brdquo e ldquoA non egrave Brdquo Se ne inferisce immediatamente lrsquoidentitagrave dellrsquoente con se stesso e la sua differenza da ciograve che egrave diffe-rente da lui ldquoA egrave Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo Ma comrsquoegrave altrettanto noto la logica dialettica lungi dal disconoscere queste relazioni le considera piut-tosto un punto di arrivo che il dato evidente originario Si consideri infatti Nella relazione ldquoA egrave Ardquo che in quanto tautologica si direbbe la stessa evidenza originaria vi egrave nondimeno una struttura relazio-nale implicita che ne fa la dimenticata (hegelianamente si dovrebbe dire ldquotoltardquo) complessitagrave ontologica Tale struttura si fa evidente considerando nellrsquoordine che ( I ) Nella relazione ldquoA egrave Ardquo il primo A egrave differente dal secondo A Lrsquoidentitagrave esprime infatti lrsquoimporsi fenomenologico di una stessa determinazione che confrontata con se stessa rivela la sua identitagrave con seacute Ma appunto il confronto e-sige una duplicitagrave di termini quella corrispondente alla geminazione predicativa ( II ) Se ne conclude che lrsquoente A per poter porre lrsquoidentitagrave con seacute deve prima di tutto istituire una differenza tra seacute e seacute e poi negarla (cioegrave ldquotoglierlardquo) ldquoArdquo (forma ancora arelazionale dunque asintattica) ldquoA egrave Ardquo (ma il primo egrave differente dal secondo dunque ) ldquoA egrave non-Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo (cioegrave i termini sono bensigrave due ma non sono diversi dunque ) ldquoA egrave Ardquo ( III ) Questo ldquoandar fuori di seacuterdquo dellrsquoente per poi tornare in seacute negando la negazione che ne fa alcuncheacute di differente da se stesso egrave comrsquoegrave noto il ritmo stesso della logica dialettica Tale ritmo depone la sua parvenza artefatta e mostra la sua vivente veritagrave quando lo si consideri come lrsquointerno processo di un Assoluto che secondo il celebre passaggio della Fenomenologia hegeliana non venga piugrave concepito semplicemente come sostanza ma ldquoaltrettanto decisamente come soggettordquo cioegrave come lrsquooriginaria ldquoimmane potenza del negativordquo48 ( IV ) Dunque la complessitagrave ontologica della relazione ldquoA egrave Ardquo sta nel fatto che essa cela in seacute il suo contrario ldquoA egrave non-Ardquo e puograve stabilirsi per ciograve che egrave nella sua intuitiva apparente semplicitagrave solo negando quel contrario ldquoA non egrave non-Ardquo Questrsquoultima egrave la forma concreta dellrsquoidentitagrave ldquoA egrave Ardquo Mentre la logica dellrsquoidentitagrave assicura la coerenza del pensato ma congela in questa coerenza ogni pos-sibilitagrave di sviluppo dellrsquoente - non per caso il divenire resta millenariamente impensabile allrsquointerno della logica dellrsquoidentitagrave - la logica dialettica opera allrsquointerno di questa coerenza e mostra lo sviluppo reale

46 GDe Ruggiero opcitvolI La filosofia greca tomo I p127

47 Aristotele Metaphysica IV 1005 b 19 segg in Opere Laterza Roma-Bari 1973 volIII p94 traddi ARusso ldquoErsquo impossibile che il medesimo attributo nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazionerdquo ldquoErsquo impos-sibile infatti supporre che la medesima cosa sia e non sia come certuni credono che invece ritenga Eraclitordquo 48 GWFHegel Fenomenologia dello Spirito traddi EDe Negri La Nuova Italia Firenze 1979 volI pp13 e 26

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dellrsquoente implicante quel negativo o quella contraddizione intrinseca allrsquoattivitagrave del pensante (il soggetto egrave e non egrave lrsquooggetto dunque lrsquooggetto egrave e non egrave se stesso) che resta infine tolta nella raggiunta identitagrave (Ersquo un fatto almeno strano che realisti e materialisti assertori di un essere extra-mentale tendano a col-locarsi come i piugrave tenaci oppositori dellrsquoidealismo nella cui logica dialettica non si fa appunto che dar conto di questo essere extra-mentale o reale il cui sviluppo appunto reale avviene al di sotto del livello mentale dellrsquoidentitagrave e come sua implicita condizione la contraddizione tolta al livello mentale della lo-gica dellrsquoidentitagrave egrave appunto la legge dello sviluppo reale nel quale lrsquoente va fuori di seacute e costituisce nella sua contraddizione di esser-se-stesso e non-esser-se-stesso appunto la materia dellrsquoidentitagrave logica)

4) Di fronte a Eraclito e a Parmenide sta quindi una configurazione oggettiva di nessi da cui si possono iso-lare per astrazione due opposte esigenze a) La prima egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-identico-a-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta

nellrsquoesser-tornato-in-seacute o nellrsquoaver tolto la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente spirituale o pensato

b) La seconda egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-differente-da-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta nellrsquoesser-fuori-di-seacute o del mostrare la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente natu-rale o reale

Il secondo egrave dato immediatamente anzi egrave lo stesso darsi immediato dellrsquoessere o apparire dellrsquoessere a se stesso come oggetto quale imposizione fenomenologica veicolata dalla sensibilitagrave tipicamente il di-venire eracliteo Il primo egrave dato mediatamente anzi egrave la stessa mediazione originaria o apparire dellrsquoessere a se stesso come soggetto sebbene nellrsquoalienazione oggettivante che ne fa un ente compatto e indivisibile per il to-gliere della differenza cioegrave in-dividuo tipicamente lrsquoessere parmenideo Il supposto conflitto tra la visione eraclitea e quella parmenidea avente il suo centro elementare nellrsquoopposizione sensi ragione di cui costituisce in qualche modo la radice si riduce dunque in unrsquoosservazione dialettica a tutto campo al fronteggiarsi di due opposte astrazioni che solo nella loro unitagrave concreta hanno la loro veritagrave Ersquo chiaro che lrsquoessere di Parmenide egrave lrsquoessere del divenire che da es-so deve tuttavia far astrazione per necessitagrave di coerenza logica data lrsquoattuale mancanza di unrsquoontologia del negativo (salvo il ricacciarlo nella problematica doxa che tante perplessitagrave ermeneutiche ha solleva-to e che si potrebbe a questo punto comodamente definire come la dimensione del tolto Si potrebbe vedere come Parmenide accanto alla veritagrave necessaria sia in qualche modo costretto ad ammettere la liceitagrave di una doxa per quanto pregiudicata da vizio di irrealtagrave49) Cosigrave egrave chiaro che il divenire di Eraclito egrave un divenire essente o identico a se stesso come lo vuole Parmenide che tuttavia da tale essenza de-ve almeno in prima istanza far astrazione per necessitagrave di apertura fenomenologica (salvo il riconoscer-lo come logos E qui si deve svolgere una considerazione piugrave approfondita)

5) Si egrave detto prima che a) il divenire eracliteo deve almeno in prima istanza far astrazione dallrsquoidentitagrave con seacute che ne farebbe

un piugrave complesso equivalente dellrsquoente parmenideo Questa prima istanza egrave attestata dai celebri ldquoframmenti del fiumerdquo50 dove lrsquoimmediatezza del divenire egrave tutta tradotta nellrsquoesperienza spazio-temporale della sensibilitagrave

b) In Eraclito crsquoegrave perograve una seconda e superiore istanza in cui ancora in termini dialettici il divenire si presenta riflesso in se stesso o pensato e come tale identico con seacute i frammenti qui sono numero-sissimi ma basti ricordare la definizione del divenire come legge di guerra o logos51 e lrsquoaffermazione che ascoltando non Eraclito ma lo stesso logos ldquoegrave saggio convenire che tutto egrave unordquo52 Questo pas-saggio che Eraclito compie con un possente colpo drsquoala (fattualmente dialettico da lui intuito come lo schiudersi di una superiore veritagrave metafisica) egrave il vero motivo del suo giustificato orgoglio e della sua reiterata polemica contro la vana erudizione53 e contro gli uomini ciechi e sordi54 per di piugrave ostili a quanto non capiscono55

49 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 1 vv31-32 ldquoMa tuttavia anche questo apprenderai come le apparenze bisognava giudicasse che fossero chi in tutti i sensi tutto indaghirdquo 50 22 B 12 ldquoAcque sempre diverse scorrono per coloro che srsquoimmergono negli stessi fiumirdquo B 49a ldquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamordquo B 91 ldquoNello stesso fiume egrave impossibile scendere due volterdquo (traddi GGiannantoni) 51 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 52 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 53 22 B 40 ldquoSapere molte cose non insegna ad avere intelligenzardquo

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Si tratta cioegrave di mostrare lrsquoessere immutabile del divenire che Eraclito chiama volta a volta polemos o legge di guerra56 logos57 ldquounordquo58 ldquofuocordquo59 ldquodiordquo60

c) La doxa parmenidea e questa seconda istanza eraclitea sebbene dialetticamente simmetrici hanno quindi un ben diverso valore i) La simmetria sta in ciograve che entrambi rappresentano lrsquoopposto astratto da cui si fa inizialmente

astrazione ii) Ma mentre la doxa parmenidea resta per cosigrave dire in margine come un residuo che non si puograve

neacute accettare neacute annullare il logos eracliteo campeggia a tutto tondo ed esprime sebbene in as-senza di una coerente ontologia il contenuto concreto dellrsquoente parmenideo quel che almeno virtualmente ne contiene lo sviluppo in quella millenaria fatica che si inizia diciamo col Sofista di Platone In un quadro dialettico dunque la filosofia di Eraclito egrave virtualmente piugrave concreta di quella di Parmenide - anche se questa concretezza non puograve affatto rivendicarsi come tale prima che il ldquoparricidiordquo platonico ai danni e in onore di Parmenide non venga consumato61

6) Il tutto si puograve schematizzare cosigrave a) Ersquo necessario riconoscere che tutto diviene b) Ersquo necessario riconoscere che il non essere egrave impensabile e che pertanto il divenire che implica il

passaggio dallrsquoessere al non essere e viceversa egrave razionalmente inammissibile c) Quando tuttavia si sia ammesso il divenire dando credito piuttosto ai sensi che alla ragione egrave lo

stesso divenire ad esigere come sua condizione di possibilitagrave quellrsquoindiveniente che la ragione esige d) Quando viceversa si sia ammessa lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere dando credito piuttosto alla ragione che

ai sensi il divenire attestato dai sensi resta a portare la contraddizione nella stessa ragione costrin-gendola a distinguere lrsquoessere dallrsquoapparire mentre poi (contraddizione su cui non mancheragrave di gio-care la Sofistica) lo stesso apparire egrave

7) le due filosofie nonostante lrsquoirrisolto problema di coerenza ontologica convergono su unrsquounica veritagrave - la veritagrave di un oggetto che egrave immutabile nel suo mutare uno nella sua molteplicitagrave eterno nella sua tem-poralitagrave Su questrsquooggetto per di piugrave vi egrave in Eraclito e in Parmenide unrsquoattestabile convergenza circa il modo di conoscenza che egrave la ragione a) La dichiarazione egrave del tutto esplicita in Parmenide62 in cui lrsquoopposizione alla sensibilitagrave egrave ovvia percheacute

intrinsecamente coerente con la veritagrave che intende rendere evidente b) Ma non egrave meno decisa in Eraclito che pur accoglie primariamente unrsquoevidenza fenomenologica atte-

stata proprio dai sensi Infatti i sensi sono dichiarati ldquocattivi testimoni per gli uomini che hanno ani-me barbarerdquo63 mentre solo seguendo ldquociograve che egrave comunerdquo64 - comune alle cose il logos oggettivo

54 B 17 ldquoLa maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse srsquoimbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembrardquo B 34 ldquoAssomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono di loro testimonia il prover-bio lsquoPresenti essi sono assentirsquordquo 55 B 97 ldquoI cani infatti abbaiano a coloro che non conosconordquo 56 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 57 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 58 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 59 B 30 ldquoQuestrsquoordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquo 60 B 67 ldquoIl dio egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame e muta come lt il fuocogt quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaroma di ognuno di essirdquo 61 Platone Sophista 241 d in Opere Laterza Roma-Bari 1974 volI p401 traddi AZadro ldquoSTRDI ELEA Allora di questo io ti voglio pregare ancora con maggiore insistenza TEET Di che cosa STRDI ELEA Non credere che io divenga quasi un parricida TEET E per-cheacute mai STRDI ELEA Percheacute per difenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso del nostro padre Parmenide e dovremo sostenere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egraverdquo 62 HDiels-WKranz B 8 vv1-4 ldquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti co-stringa lungo questa via a usar lrsquoocchio che non vede e lrsquoudito che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongordquo 63 22 B 107 ldquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbarerdquo

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dellrsquoarmonia dei contrari comune agli uomini appunto la ragione che porta gli uomini fuori dalla ldquopropria e particolare saggezzardquo di chi si chiude in se stesso come se stesse dormendo65 - egrave possibile pervenire allrsquounica e comune veritagrave di ldquocoloro che sono destirdquo66

c) Questo appello alla ragione di entrambi i pensatori non egrave senza significato poicheacute solo in prima i-stanza i sensi attestano il divenire e la ragione lrsquoessere in seconda e ultima istanza come si egrave mo-strato lo stesso divenire non sarebbe tale senza quella riflessione concettuale in se stesso che ne fa ldquoleggerdquo logos ldquofuocordquo eccetera La convergenza poi egrave ampiamente documentabile su un piano piugrave generale non solo alla veritagrave si giunge con la ragione superando il dato immediato dei sensi - come si egrave appena mostrato nei due pensatori - ma tale veritagrave egrave fuori del cammino degli uomini che non la comprendono e si pone per-tanto come veritagrave divina Si veda per questo in Parmenide lrsquointero prologo del poema67 e in Eraclito da un lato i numerosissimi frammenti sullrsquoignoranza degli uomini che non intendono il logos dallrsquoaltro il frammento sullrsquoenigmatica rivelazione di Apollo delfico68

GORGIA

Sofista Egrave la netta antitesi a Parmenide scrive Sul non essere o sulla natura Lopera volendo dimostrare lautocontraddittorietagrave del concetto di essere e la non coincidenza dei piani realtagrave-pensiero-linguaggio ruota fondamentalmente attorno al problema del conoscere del pensare e del dire lessere 1) Nichilismo

Fr 82 B 3 DK (Sesto Empirico Contro i matematici VII 65-87) 1 Gorgia da Leontini fu anche lui del gruppo di coloro che escludono una norma assoluta di giudizio non perograve per le stesse obbiezioni che muoveva Protagora e la sua scuola Infatti nel suo libro intitolato Del Non essere o Della natura egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro 1) nulla esiste 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibile allrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile e inspiegabile agli altri a) Non esiste lrsquoessere la prova egrave che i filosofi si contraddicono Che nulla esiste egrave dimostrabile dal fatto

che se esistesse qualcosa sarebbe o lessere o il non-essere oppure entrambi Escludendo il non-essere che non egrave si passa allessere Esso sarebbe infinito o generato Se fosse infinito allora non egrave in alcun luogo preciso e quindi non esiste Se fosse generato allora lo sarebbe dal non-essere (e non potrebbe) o dallessere Ma lessere lo egrave giagrave e non puograve generare Quindi nulla egrave

b) se esiste non egrave conoscibile non esiste coincidenza essere pensiero ci sono pensati che non esistono c) se fosse conoscibile non sarebbe dicibile non egrave possibile comunicare tramite il linguaggio ciograve che egrave

Il linguaggio non ha nulla a che fare con la veritagrave non egrave possibile dire ad altri come realmente stan-no le cose

2) Non esiste neacute veritagrave neacute opinione Le tre tesi di Gorgia stanno dunque a significare che quella realtagrave di cui parlano i filosofi precedenti sia come realtagrave naturale fuori delluomo sia come discorso scientifico sulla materia egrave in effetti un nulla per luomo cioegrave non lo riguarda affatto Percheacute luomo egrave a contatto direttamente solo con i suoi pensieri e le sue sensazioni e non con le cose stesse In altre parole se cegrave una conoscenza questa riguarda solo e sempre quei fatti concreti individuali relativi che sono le sensa-zioni e i discorsi che su di esse costruiamo volta a volta e in maniera sempre diversa Ecco allora che occorreragrave indagare il singolo fatto la singola esperienza e non piuacute fatti o leggi generali e universali se non vogliamo rischiare di fare discorsi a vuoto Il nostro orizzonte si restringeragrave ma acquisteragrave in com-penso in concretezza ed in vivacitagrave percheacute metteragrave veramente a nudo le ragioni piuacute vere di un fatto di un avvenimento e solo cosiacute ne coglieragrave la veritagrave

64 B 2 ldquoBisogna dunque seguire ciograve che egrave comune Ma pur essendo questo logos comune la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezzardquo 65 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 66 B 89 ldquoUnico e comune egrave il mondo per coloro che son destirdquo 67 29 Ivi 28 B 1 vv1-30 68 B 93 ldquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma indicardquo

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3) Significato e possibilitagrave della parola in Gorgia la veritagrave non esiste quindi il linguaggio egrave totalmente distaccato dalla veritagrave esso non consiste nellenunciazione di conoscenze bensigrave nella persuasione (nel-lencomio di Elena Gorgia prende le difese di Elena colei per la quale aveva avuto inizio la guerra di Troia il discorso egrave in realtagrave un puro sfoggio di virtuositagrave oratorie Gorgia con larte persuasoria dimostra le cose piugrave assurde) a) La parola egrave una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le ope-

re piugrave divine b) La mutevolezza dei discorsi egrave richiesta dalla necessitagrave di adattarsi alle circostanze le quali in senso

lato comprendono le disposizioni drsquoanimo cosigrave dellrsquooratore come dellrsquouditore il momento il luogo la persona a cui si parla o di cui si parla etc Bisogna conoscere le diverse regole del discorso per non urtare contro le regole dellrsquoopportunitagrave variare convenientemente lrsquoeloquio scegliere ciascuna forma in consonanza con ciascun caso

La parola non piugrave legata allrsquoessere puograve essere lsquomanipolatarsquo la retorica finalizzata alla persuasione Qui sta anche la giustificazione della poesia in Gorgia

PLATONE

La fondazione della metafisica

1) Sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro Socrate Platone compie un grandioso tentativo di co-

gliere lessenza delle realtagrave di dare alla conoscenza un ancoraggio oggettivo fondato sulle capacitagrave del-lintelletto umano superando il relativismo e il soggettivismo dei sofisti e il mondo sensibile cui questi erano rimasti ancorati I problemi che Platone di trova ad affrontare (visti i suoi interessi politici e la ne-cessitagrave di trovare i fondamenti di una vera politica che ci metta in condizione di non tornare ad uccidere Socrate) sono a) Cercare qualcosa che permetta di poter giudicare in modo sicuro dei dati sensibili senza essere in ba-

lia di essi b) necessitagrave di un discorso unitario per le scienze singole e poi per la politica quindi trovare un princi-

pio primo per tutte le scienze in modo che ognuna sappia quale sia il suo bene e quello generale In questo senso la filosofia egrave politica

c) necessitagrave dopo la morte di Socrate di fondare i valori che restino tali nelle diverse situazioni e di e-vitare il pericolo che il valore venga a coincidere con lrsquoutile del piugrave forte

2) la scoperta della metafisica Egrave il modo in cui Platone imposta e risolve il problema metafisico con la

scoperta della trascendenza che si egrave imposta in maniera paradigmatica come determinante nello svi-luppo del pensiero occidentale Lo stesso Aristotele accetteragrave questa impostazione del problema e il nu-cleo centrale della sua problematica dellrsquoldquoessere in quanto essererdquo consiste proprio nella domanda se lrsquoessere si risolve in quello sensibile o se invece si deve ammettere unrsquoaltra forma di essere al di sopra di quello sensibile a) Platone e i fisici limite della loro riflessione

i) I problemi di fondo della filosofia posti fin dal suo nascere sono i seguenti percheacute le cose ldquosi generanordquo percheacute ldquosi corromponordquo percheacute ldquosonordquo Le soluzioni di questi problemi proposte dai filosofi che hanno sviluppato lrsquoldquoindagine sulla naturardquo ossia dai filosofi naturalisti sono state tut-te quante di carattere ldquofisicordquo ossia sono state formulate tutte quante sulla base di elementi e di forze fisiche (acqua aria fuoco caldo freddo e simili) Ma nel fare questo hanno reso evidente e addirittura macroscopica lrsquoinconsistenza e le contraddizioni di questo modo di pensare e quin-di la sua incapacitagrave di spiegare le cose in modo conveniente

ii) Uno spiraglio per la soluzione del problema avrebbe potuto offrirlo Anassagora con la sua teoria che indica nellrsquoIntelligenza la causa di tutto ma lrsquoottica secondo cui egli trattava il problema che era quella stessa dei Naturalisti ha reso vana la sua intuizione in quanto ha continuato poi a far riferimento agli elementi e alle forze fisiche lasciando lrsquoIntelligenza inoperante Anassagora a-vrebbe dovuto spiegare il criterio secondo cui lrsquoIntelligenza opera ossia come i vari fenomeni per essere debbano essere strutturati in funzione del ldquomegliordquo e quindi in funzione di una pre-cisa conoscenza del meglio e del peggio ossia del ldquoBenerdquo e del ldquoMalerdquo La confusione in cui egrave caduto Anassagora corrisponde a quella in cui cadrebbe colui che sostenesse la tesi secondo cui Socrate fa tutto ciograve che fa con lrsquoIntelligenza ma poi di fatto credesse di poter spiegare la ragio-ne per cui egrave andato in carcere e vi egrave rimasto chiamando in causa i suoi organi di locomozione

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(gambe ossa nervi) e non indicando quella che egrave invece la ldquovera causardquo ossia la scelta del giu-sto e del meglio fatta appunto dalla sua Intelligenza Evidentemente senza le gambe Socrate non sarebbe potuto andare in carcere ma esse non sono se non gli strumenti di cui si egrave avvalso per mettere in atto la vera causa ossia la sua scelta del meglio Dunque ciograve che lega insieme le cose non sono certamente gli elementi fisici ma qualcosrsquoaltro ossia il Bene in funzione del quale lrsquoIntelligenza opera

iii) Le cause fisiche che pure sono reali non sono perograve le cause ultime ma sono delle con cause cause che sono strumento di altre cause che sono le vere cause

b) Seconda navigazione69 perchegrave ci deve essere il soprasensibile Non possiamo fermarci alla prima navigazione percheacute ci porta fuori rotta in quanto troppo legata ai sensi che ci accecano Quindi egrave ne-cessario spostare la nostra attenzione e fondarsi sul logos

69 Platone Fedone 99 A-102 A SOCRATE Se uno dicesse che io senza le mie ossa i miei nervi e tutte le altre parti del mio corpo non sarei in grado di fare quello che intendo fare direbbe bene ma se dicesse che io faccio le cose che faccio proprio a causa di quelle parti del corpo e che facendo le cose che faccio io agisco si con la mia intelligenza ma non in virtu della scelta del meglio allora costui ragionerebbe con grandissima legge-rezza Questo vuol dire non essere capace di distinguere tra la vera causa e il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere causa E mi sembra che i piu andando a tastoni come nelle tenebre e usando un nome che non gli conviene chiamano in questo modo il mez-zo come se fosse la causa stessa Ed e questo il motivo per cui qualcuno ( Empedocle) ponendo intorno alla terra un vortice suppone che la terra resti ferma per effet-to del movimento del cielo mentre altri ( Anassimene Anassagora Democrito) la pongono sotto laria come sostegno come se la ter-ra fosse una madia piatta Ma costoro non cercano quella forza per la quale terra aria e cielo hanno attualmente la migliore posizione che potessero avere ne credono che abbia una potenza divina sono convinti di aver trovato un Atlante piu potente piu immortale e piu capace di tenere luniverso e non credono affatto che il bene e il conveniente siano cio che veramente lega e tiene insieme tutto cio Io per poter apprendere quale sia questa causa mi sarei fatto col piu grande piacere discepolo di chiunque ma poiche la ignoravo e non mi fu possibile scoprirla da me ne apprenderla da altri ebbene vuoi che ti esponga Cebete la seconda navigazione ( deuteros plous) che intrapresi per andare alla ricerca di questa causa CEBETE Altro che se voglio SOCRATE In seguito a questo poiche ero stanco di indagare le cose sensibili mi parve di dover star bene attento che non mi capitasse quello che capita a coloro che osservano e studiano il sole quando ce leclissi perche alcuni si rovinano gli occhi se non guardano la sua immagi-ne rispecchiata nellacqua o in qualche altra cosa del genere A questo pensai ed ebbi paura che anche lanima mia si accecasse completamente guardando le cose con gli occhi e cercando di co-glierle con ciascuno degli altri sensi Percio ritenni di dovermi rifugiare nel postulare certi discorsi e di considerare in questi la verita delle cose esistenti Forse il paragone che ora ti ho fatto in un certo senso non calza giacche io non ammetto di certo che chi considera le cose alla luce di questi postulati le consideri in immagini piu di chi le considera nella realta Comunque io mi sono avviato in questa direzione e di volta in volta prendendo per base quel postulato che mi sembra piu solido giudico vero cio che concorda con esso sia rispetto alle cause sia rispetto alle altre cose e cio che non concorda lo giudico non vero () Mi accingo a mostrarti quale sia quella forma di causa su cui mi sono a fondo impegnato e percio torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si e parlato e da esse incomincio partendo dal postulato che esista un bello in se e per se un buono in se e per se un grande in se e per se e cosi via Ora se tu mi concedi e convieni che esistano veramente queste realta spero partendo da queste di mostrarti quale sia quella causa e di scoprire perche lanima e immortale CEBETE Ritieni pure che io te lo conceda e cerca di concludere presto SOCRATE Allora guarda se le conseguenze che da questi postulati derivano ti sembrano essere le stesse che sembrano a me A me sembra che se ce qualcosaltro che sia bello oltre al bello in se esso sia bello esclusivamente perche partecipa del bello in se E cosi dico di tutte le altre cose Sei daccordo su questa causa CEBETE Sono daccordo SOCRATE Allora io non comprendo piu e non posso piu conoscere le altre cause quelle di cui parlano i sapienti E se qualcuno mi dice che una cosa e bella per il suo colore vivo o per la figura fisica o per altre ragioni del tipo di queste io tutte queste cose le saluto e le mando a spasso perche con esse mi confondo e solo questo tengo per me semplicemente rozzamente e forse ingenuamente nessunaltra ra-gione fa essere quella cosa bella se non la presenza o la comunanza di quel bello in se o quale altro sia il modo in cui ha luogo questo rapporto Su tale rapporto io non voglio ora insistere ma insisto semplicemente nellaffermare che tutte le cose belle sono belle per il bello Questa mi pare che sia la risposta piu sicura da dare a me e agli altri e aggrappandomi a essa penso di non poter mai cadere e che sia sicuro per me e per chiunque altro rispondere che le cose belle sono belle per il bello Non pare anche a te CEBETE Mi pare SOCRATE () Se poi qualcuno volesse appigliarsi al postulato medesimo lo lasceresti parlare e non gli risponderesti fino a che tu non avessi con-siderato tutte le conseguenze che da esso derivano per vedere se esse concordano o non concordano fra loro

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i) I due esempi di Platone (1) una cosa bella Lrsquoesempio della bellezza egrave molto chiaro la bellezza del quadro che il pittore

dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere non sono in alcun modo riducibili al colore alla tela al marmo neacute ad alcun altro dei materiali di cui gli artisti fanno uso Questi elementi non sono le cause della bellezza ma solo ldquocon-causerdquo os-sia i mezzi di cui si avvalgono per la realizzazione della Bellezza-in-seacute-e-per-seacute

(2) Socrate in carcere ii) Naturalmente ciograve che vale per la bellezza dice il nostro filosofo vale anche laquoper tutte quante le

coseraquo a cominciare dalle conoscenze matematiche e da quelle concernenti tutte le realtagrave in tutti i loro aspetti Ci deve essere una lsquoformarsquo idea che non si esaurisce nelle singole realtagrave (nessun oggetto esaurisce lrsquoidea) (1) Un aspetto molto importante dellidea egrave quello epistemologico quello logico Lidea egrave lUno

che dagrave ai fenomeni la loro unitagrave Con la partecipazione allunitagrave dellidea i molteplici oggetti percepibili diventano quello che essi sono

(2) Lidea egrave perograve al tempo stesso modello perfetto di quello che rappresenta e grazie alla sua perfezione ed immutabilitagrave si differenzia dalle cose sensibili che partecipano ad essa Nel campo etico le idee sono immediatamente anche norme Lrsquoidea rappresenta il metro di valu-tazione di giudizio quindi rappresenta il dover essere della realtagrave

(3) Egrave norma della realtagrave e in questo senso egrave la vera realtagrave una realtagrave superiore al mondo dellrsquoesperienza sensibile Egrave una realtagrave non sensibile (proprio percheacute niente del sensibile la esaurisce) egrave una realtagrave stabile e proprio per questo potragrave essere oggetto di scienza mentre del mondo sensibile dellrsquoesperienza sensibile ci saragrave solo doxa (e qui egrave possibile superare le obiezioni dei sofisti)

(4) Secondo Platone noi constatiamo mediante i sensi lrsquoesistenza di cose ldquougualirdquo ldquomaggiorirdquo e ldquominorirdquo ldquoquadraterdquo e ldquocircolarirdquo e di altre analoghe Ma ad una attenta riflessione noi scopriamo che i dati che lrsquoesperienza ci fornisce non si adeguano mai in maniera perfetta al-le corrispondenti nozioni che tuttavia noi possediamo indiscutibilmente nessuna cosa sensi-bile egrave mai perfettamente e assolutamente uguale a unrsquoaltra o perfettamente quadrata o cir-colare e ciononostante noi abbiamo nozioni e concetti di uguale di quadrato e di circolo ldquoassolutamente perfettirdquo Pertanto fra le conoscenze che noi abbiamo esiste un ldquodislivellordquo le intelligibili contengono un ldquoplusrdquo rispetto a quelle sensibili Donde puograve mai derivare questo ldquoplusrdquo Se non proviene dai sensi allora deve provenire da noi stessi Ma non puograve venire da noi stessi come creazione del soggetto pensante percheacute nemo dat quod non habet il sog-getto pensante non crea ma ldquotrova in seacuterdquo questo plus Lo trova in seacute come qualcosa che a lui si impone assolutamente E poicheacute non lo produce allora non si puograve se non concludere che questo plus lo ricavi da seacute per anamnesi ossia ldquoricordandolordquo come un ldquooriginario pos-sessordquo Anche non pochi moderni matematici e filosofi della matematica darebbero ragione (in buona misura) a Platone Bertrand Russel (in un saggio giovanile del 1901 in Mind) scri-veva laquoLrsquoaritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprigrave gli Indiani dellrsquoOvest e noi non creiamo i numeri non piugrave di quanto egli abbia creato gli India-niraquo

c) Due piani dellrsquoessere egrave il risultato della seconda navigazione ed egrave una distinzione decisiva per tutta la filosofia (solo a partire da adesso si potragrave parlare di materialismo) Due piani dellrsquoessere in cui il vero essere egrave proprio quello soprasensibile intelligibile

3) Iperuranio

a) significato di idealdquoIdeardquo non egrave una traduzione ma la semplice traslitterazione dellrsquooriginario greco La traduzione sarebbe quella di ldquoFormardquo i) Le cose che cogliamo con gli occhi fisici sono forme fisiche le cose che cogliamo invece con

lrsquoocchio dellrsquoanima ossia con lrsquointelligenza sono forme non fisiche ossia intelligibili pure essen-ze Dunque quelle Idee che si raggiungono mediante la laquoseconda navigazioneraquo sono le eterne

E qualora dovessi rendere conto del postulato stesso tu dovresti darne ragione procedendo alla stessa maniera cioe ponendo un ulte-riore postulato quello che ti sembri il migliore fra i piu elevati via via fino a che tu non pervenissi a qualcosa di adeguato E cosi se vuoi scoprire qualcosa degli esseri non farai confusione come la fanno invece coloro che di tutte le cose discutono il pro e il contro e che mettono in discussione insieme il principio e le conseguenze che da esso derivano Di questo essi non dicono nemmeno una parola e non si danno premura perche si compiacciono di mescolare insieme tutte le cose con la loro sapienza Ma tu se sei un filosofo farai credo quello che dico

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Forme o Essenze del bene del bello del giusto e di tutti i valori supremi che lrsquoIntelligenza nei momenti supremi della sua capacitagrave conoscitiva quando si muove nella dimensione dellrsquointelligibile riesce a raggiungere e quindi a ldquovedererdquo a ldquocontemplarerdquo

ii) Le Idee sono realtagrave oggettive assolute che la mente non produce le coglie con il concorso dellrsquoesperienza ma procedendo appunto mediante lrsquoanamnesi oltre lrsquoesperienza

b) nuovo archegrave c) caratteri delle idee

i) intelligibilitagrave coglibili solo mediante lrsquointelligenza Quindi sono incorporee Infatti lrsquointelligibile in quanto non egrave coglibile con i sensi che sono legati al corporeo trascende la dimensione del cor-poreo e in tal senso egrave ldquoincorporeordquo

ii) Immutabilitagrave le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come laquovero essere raquo ossia un essere che non nasce non perisce non cresce neacute diminuisce non muta neacute diviene in alcuna maniera ossia come essere in seacute In effetti il divenire proprio per il suo continuo mutare non spiega se medesimo e pertanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere che mutua dalle Idee

iii) Il carattere della immutabilitagrave viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo che riteneva tutte le cose prive di stabilitagrave in quanto trascinate da un perenne flusso (laquotutto scorreraquo diceva Eraclito)

iv) E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui lrsquouomo egrave misura di tutte le cose e ciascuna delle cose egrave cosigrave come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono laquoin seacute e per seacuteraquo ossia non relative ma hanno carattere di ldquoperseitagraverdquo ossia sono assolute e scrive laquoEgrave evidente che le cose in se stesse hanno una propria essenza stabile non sono in rapporto con noi neacute sono trascinate da noi in su e in giugrave con la nostra immaginazione bensigrave sono per se stesse in rapporto con la loro essenza come sono per naturaraquo

v) In breve lrsquoimmutabilitagrave e lrsquoessere in-seacute-e-per-seacute delle Idee sono caratteri che esprimono la loro oggettivitagrave e assolutezza (1) Un mutamento dellrsquoIdea stessa del Bello ossia il suo diventare non-bella implicherebbe an-

che la distruzione totale di ogni bellezza partecipata e quindi lo scomparire di ogni forma di bellezza Platone con questa teoria ha voluto esprimere questo concetto la vera causa che spiega ciograve che muta non puograve mutare essa stessa altrimenti non sarebbe laquovera causaraquo os-sia non sarebbe la ragione ultimativa

(2) un altro esempio Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti non per questo lrsquoIdea di giustizia verrebbe a mancare verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti Drsquoaltra parte proprio nellrsquoaffermare che tutti gli uomini sono ingiusti noi presupponiamo chiaramente lrsquoIdea di giustizia altrimenti non potremmo assolutamente parlare di ldquoin-giustirdquo

vi) tograve pantelograves on lessere per eccellenza vii) unitagrave Ciascuna Idea egrave una ldquounitagraverdquo e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essa parteci-

pano nella loro molteplicitagrave costituendo una molteplicitagrave unificata Riconduce a unitagrave la moltepli-citagrave egrave proprio lrsquoidea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare la molteplicitagrave sensibile

d) Iperuranio (mito) laquoIperuranioraquo significa ldquoal di sopra del cielordquo Questa metafora indica un luogo che non egrave affatto un luogo in senso fisico ma esprime ciograve che egrave oltre il luogo fisico in dimensione meta-fisica Il cielo egrave termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile) il ldquosopra-cielordquo egrave il sopra-visibile ossia il sopra-sensibile Platone nel descrivere lrsquoIperuranio dice espressamente laquoLrsquoessere che real-mente egrave incolore e privo di figura e non visibile che puograve essere contemplato solo dal pilota dellrsquoanima occupa tale luogoraquo Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non-luogo il soprasensibile il trascendente i) Non crsquoegrave dualismo le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtagrave sensibile e il

sensibile si spiega solo ricorrendo ad esse non puograve spiegarsi da seacute proprio percheacute egrave in se stesso contraddittorio Rapporto tra idee e realtagrave (1) mimesi il sensibile egrave imitazione delle idee (2) partecipazione la realtagrave sensibile partecipa allrsquointelligibile e proprio nella misura in cui vi par-

tecipa diventa essa stessa intelligibile (ogni cosa sensibile partecipa a piugrave idee contempora-neamente)

(3) comunanza tra idee e realtagrave proprio percheacute la realtagrave egrave causata dalle idee (4) presenza (5) paradigma o modello le idee rappresentano il dover essere della realtagrave

ii) Parmenide Eraclito e Platone Il tutto viene diviso in due livelli

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(1) il livello intelligibile in cui viene riconfermata la teoria di Parmenide con la differenza perograve che in Parmenide lrsquoessere egrave uno in Platone egrave molteplice anche se un molteplice non caotico come in Democrito ma organizzato

(2) il piano sensibile in cui viene riconfermata la validitagrave di Eraclito iii) Iperuranio e sua struttura Esiste una essenza per tutto ciograve che crsquoegrave quindi esiste una idea que-

sta molteplicitagrave di idee non egrave perograve in ordine casuale caotico Il mondo delle idee egrave strutturato secondo un ordine gerarchico e lrsquoordine dipende nella repubblica dalla vicinanza al Bene (1) Al vertice il bene che egrave come il sole (2) Poi le idee dei valori morali ed estetici (3) Le idee di (tutte) le cose sensibili (4) Gli enti matematici (5) (le idee degli oggetti artificiali)

iv) Bene oltre lessere e lintelligenza70 Il Bene per Platone egrave principio di tutte le altre idee nel sen-so che egrave causa sia della loro conoscibilitagrave sia della loro stessa essenza ossia il bene egrave ciograve che conferisce a tutte le altre idee la determinatezza che esse hanno Per questo Platone a proposi-to del bene lo definisce come epegravekeina tes ousias cioegrave al di lagrave dellessere o dellessenza Que-sto non significa che lidea del bene non sia cioegrave non sia anchessa essere significa che egrave al di sopra di quellessere che egrave costituito da tutte le altre idee Essa egrave il principio stesso dellessere E una dottrina molto importante percheacute ad essa si riallacceragrave poi il cosiddetto neoplatonismo soprattutto con Plotino nel III secolo dC quando il principio di tutta la realtagrave cioegrave lUno verragrave posto ugualmente al di lagrave dellessere e quindi anche al di lagrave del pensiero della pensabilitagrave (1) Ogni idea egrave quella che egrave in quanto riflette il Bene partecipa al Bene e da qui dipende il po-

sto che occupa nella gerarchia delle idee (2) Drsquoaltra parte ogni idea egrave causa della realtagrave fa sigrave che la realtagrave sia come egrave Bene che sia (3) In questo senso il Bene egrave il principio unificatore del tutto

4) revisione della teoria delle idee Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema Non dagrave risposte perograve non si possono abbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscen-za e della vita morale e politica a) Parmenide nel dialogo intitolato Parmenide il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni contro

la teoria platonica delle idee E questo egrave del tutto comprensibile se Parmenide avesse potuto legge-re i dialoghi di Platone certamente avrebbe riproposto contro la dottrina delle idee le sue obiezioni sullineliminabile contraddittorietagrave e quindi falsitagrave di ogni molteplice sia pure costituito da idee Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni Si limita a riprendere ironicamen-te il metodo zenoniano tentando di dimostrare che se scaturiscono conseguenze assurde dalla dot-trina delle idee conseguenze ancora piugrave assurde scaturiranno dallammettere lUno zenoniano e parmenideo i) rapporto Uno-molti

(1) lidea assoluta lrsquoidea vista come un atomo tutto egrave falso Gorgia lidea che egrave tutto egrave vero Protagora

(2) Uno assoluto esclusi il divenire la conoscibilitagrave la dicibilitagrave lrsquoessere Uno che egrave introduce la molteplicitagrave quindi il divenire la conoscibilitagrave e la dicibilitagrave

(3) la moltiplicazione allinfinito delle idee qualora lrsquoidea debba essere presente in ogni singola cosa

(4) lidea di terzo uomo (Aristotele) e il regresso allrsquoinfinito quindi lrsquoimpossibilitagrave di trovare lrsquounitagrave

ii) Uno e molteplice non possono essere assoluti quindi non puograve reggere neacute lrsquoipotesi di Parmenide (monismo assoluto) neacute quella di Democrito (pluralismo assoluto) Ci deve essere una via sinteti-ca di mezzo e cioegrave lrsquounitagrave di un molteplice unificato (1) Questo vale sia per il rapporto delle idee tra di loro

1(a) Lrsquoidea egrave una ma non egrave un atomo isolato insieme ce ne sono molte altre e assieme formano una unitagrave di sistema

1(b) Tra lrsquoaltro molte idee contengono altre idee (es generi e specie)

70 La Repubblica 509b-c SOCRATE Dirai credo che agli oggetti visibili il sole conferisce non solo la facoltagrave di essere visti ma anche la generazione la crescita e il nutrimento pur senza essere esso stesso generazione GLAUCONE E come potrebbe esserlo SOCRATE Puoi dire dunque che anche gli oggetti conoscibili non solo ricevono dal bene la proprietagrave di essere conosciuti ma ne otten-gono ancora lesistenza e lessenza anche se il bene non egrave essenza ma qualcosa che per dignitagrave e potenza trascende lessenza

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(2) sia per il rapporto idee-mondo lrsquoidea egrave lrsquounitagrave di una molteplicitagrave empirica b) Sofista nel Sofista Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-

Essere e di Essere La soluzione consiste nellosservare che quando uso lespressione verbale non-essere in realtagrave affermo soltanto una diversitagrave Se dico che il tavolo non egrave la sedia intendo dire che il tavolo egrave diverso dalla sedia Quindi il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alteritagrave La conseguenza egrave che se dico che il tavolo egrave il tavolo ed egrave diverso dalla sedia non pronuncio piugrave lespressione non egrave che per Parmenide era il segno della falsitagrave del molteplice ma mi muovo sempre sul piano dellEssere Lessere egrave affermato per ogni cosa nella sua identitagrave e sempre per quella cosa nella sua diversitagrave da tutte le altre Dunque si rimane sempre sul piano del positivo senza mai portarsi su quello del negativo Egrave per questo che la dialettica il rapporto tra i-dentitagrave e diversitagrave assume unimportanza enorme Se il Non-Essere egrave completamente risolto nellal-teritagrave egrave chiaro che Parmenide non puograve piugrave replicare in base alla contraddittorietagrave Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicitagrave dicendo che il tavolo egrave diverso dalla sedia affermo la realtagrave di due cose ma il molteplice egrave in quanto tale illusorio Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso il quale aveva detto che anche il molteplice se permanesse eternamente identico a se stesso sarebbe al-trettanto vero dellEssere e la caratteristica delle idee platoniche egrave proprio quella di rimanere eter-namente identiche a se stesse i) Lrsquoessere perfetto egrave vivo Percheacute vivo egrave anche intelligente Se egrave intelligente ed egrave vivo egrave anche

movimento ma insieme egrave in quiete in quanto sempre identico a se stesso e non coincide con nientrsquoaltro Abbiamo allora i cinque generi sommi essere movimento quiete identico e diverso generi sommi proprio percheacute tutto partecipa ad essi

ii) Ogni idea egrave immobilmente se stessa ma anche in ideale movimento verso le altre in quanto par-tecipa delle altre Quindi lrsquoessere egrave potenza forza dinamicitagrave relazione e viene superato lrsquoimmobilismo aleatico

iii) Egrave in questo dialogo che avviene il parmenicidio o parricidio (1) esiste il non essere (il diverso)71 Ogni idea egrave essere e molto piugrave non essere non esiste

lrsquoessere puro (Parmenide) ma lrsquoessere che egrave sempre sintesi di essere e di determinazioni ed ogni determinazione egrave quindi lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni

(2) a livello sensibile il non essere non egrave solo il diverso ma anche il nulla 5) Filebo e Timeo

a) Flebo Necessario un II passo nella seconda navigazione Le idee abbiamo visto che rappresentano lrsquounitagrave della molteplicitagrave sensibile Ora dal carattere dellrsquoldquounitagraverdquo delle Idee emerge un ulteriore pro-blema Infatti ciascuna Idea egrave ldquounardquo e in quanto tale spiega la molteplicitagrave delle cose che di essa partecipano Ma nel loro complesso le Idee sono esse stesse ldquomolterdquo Se cosigrave egrave che rapporti hanno fra di loro Crsquoegrave qualcosa di superiore da cui esse dipendono In effetti se le Idee risolvono i pro-blemi connessi alla molteplicitagrave dei sensibili appunto in quanto sono molte ripropongono un analo-go e piugrave complesso problema a livello soprasensibile Proprio in riferimento al mondo ideale Platone scrive laquoChe i molti siano uno e che lrsquouno sia molti egrave una cosa meravigliosa da affermareraquo Si rende pertanto necessaria una spiegazione metafisica a un secondo livello Come la sfera della molteplicitagrave del mondo sensibile dipende dalla sfera del mondo delle Idee cosigrave analogamente la sfera della molteplicitagrave delle Idee dipende da una ulteriore sfera di realtagrave da cui le Idee stesse derivano Questa sfera egrave costituita dai laquoPrincigravepi primi e supremi raquo e lrsquoindagine metafisica di tali ldquoprincigravepi primirdquo puograve ben chiamarsi protologia i) Dalle idee ai principi delle idee Uno ndash Diade infinita Filebo necessitagrave della terza navigazione

La laquodottrina delle Ideeraquo e la laquoteoria dei Princigravepiraquo costituiscono pertanto due distinti livelli di fondazione due piani successivi dellrsquoindagine metafisica due tappe successive della laquoseconda navigazioneraquo Egrave proprio questa seconda tappa della laquoseconda navigazioneraquo che Platone ha con-siderato come la trattazione di quelle laquocose di maggior valoreraquo che ndashcome egli dice nel finale

71 []Dunque evidentemente nella contrapposizione di una parte del diverso a una parte di ciograve che egrave posti questi due termini in contrapposizione fra loro non egrave se egrave lecito dirlo quella parte meno essere di ciograve che egrave in quanto tale poicheacute non ha il valore di op-posto di questo ma solo di diverso da esso []Teeteto - Egrave chiaro che ciograve che non egrave ciograve che noi cercavamo studiando il sofista non egrave altro che questo Lo straniero - Come hai detto ciograve non egrave inferiore quanto allessere a nessuna altra cosa E non occorre dire ormai coraggiosamente che ciograve che non egrave egrave saldamente ed ha una sua propria natura come vedemmo che il grande egrave grande e che il bello egrave bello e ciograve che non egrave grande non-grande e ciograve che non egrave bello non-bello Anche ciograve che non egrave per la stessa ragione vedemmo essere ed egrave non es-sendo ed egrave un genere da annoverare fra i molti altri che sono Oppure Teeteto vegrave ancora qualche perplessitagrave in ciograve (Platone Sofista 257c 258c a cura di A Zadro Laterza Bari 1971)

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del Fedrondash il filosofo in quanto tale laquonon mette per iscrittoraquo e tiene in serbo per lrsquolaquooralitagrave dialet-ticaraquo I principi a cui si dovrebbe ridurre tutto e che dovrebbero essere spiegazione di tutto (del sensi-bile e dellrsquointelligibile) sono lrsquoillimite (apeiron indeterminato) il limite (peras) il misto (il limite ordinato dal limite) la causa intelligente della mescolanza (necessaria solo per il mondo sensibile in quanto i principi primi sono intelligibili e per Platone lrsquointelligibile egrave superiore allrsquointelligente) (1) mondo sovrasensibile Al vertice protologico della metafisica platonica non crsquoegrave un unico Prin-

cipio primo e supremo bensigrave due Princigravepi lrsquoUno e la Diade La spiegazione di questa duplici-tagrave di princigravepi si ottiene solo se si intende la posizione storica in cui essa si colloca Il proble-ma metafisico per eccellenza per i Greci egrave stato per molto tempo il seguente percheacute ci sono i molti Percheacute e come dallrsquoUno derivano i molti Il problema si era imposto come decisivo soprattutto dopo la radicale esperienza dellrsquoeleatismo che negando ogni forma di non-essere aveva negato ogni forma di molteplicitagrave e aveva ridotto tutto lrsquoessere a unitagrave 1(a) LrsquoUno (principio dellrsquoessere della conoscibilitagrave e del valore egrave principio formale ed egrave

equivalente al Bene proprio percheacute lrsquoUno egrave ordine laquoil Bene egrave la misura perfettissima di tutte le coseraquo) come principio primo e supremo non egrave ovviamente lrsquoldquouno aritmeticordquo ma lrsquoldquoUno metafisicordquo ossia principio che dagrave unitagrave a tutti i livelli determinando e ordi-nando il principio antitetico Lrsquouno aritmetico non egrave se non una derivazione dallrsquoUno me-tafisico

1(b) La Diade o dualitagrave non egrave il ldquoduerdquo ma la radice della molteplicitagrave e della differenzia-zione a tutti i livelli La formula esoterica completa egrave questa laquoDiade indefinita di gran-de-e-piccoloraquo La Diade egrave concepita come dualitagrave di grande-e-piccolo nel senso che egrave in-finita grandezza e infinita piccolezza nel senso che egrave incomposta tendenza allrsquoinfinitamente grande e allrsquoinfinitamente piccolo in tutti i sensi del piugrave e meno mag-giore e minore e quindi egrave strutturale diseguaglianza In altri termini si puograve dire che la Diade nei suoi piugrave alti gradi egrave una sorta di laquomateria intelligibileraquo mentre nel suo grado piugrave basso egrave una laquomateria sensibileraquo come vedremo I due Princigravepi cosigrave intesi sono pertanto ugualmente originari anche se il primo dal pun-to di vista del valore egrave superiore al secondo Tuttavia malgrado la sua superioritagrave assio-logica non avrebbe potenza ed efficacia produttiva senza il principio antitetico Platone non poteva dedurre lrsquointera realtagrave dal primo principio in quanto il pensiero umano non aveva ancora raggiunto il concetto di una realtagrave spirituale infinita concetto questo che deriveragrave dalla cultura ebraica Per lrsquoesattezza bisogna precisare che non si dovrebbe neppure parlare di ldquoduerdquo princigravepi qualora si intendesse il ldquoduerdquo in senso aritmetico e non metafisico Infatti i numeri sono posteriori ai princigravepi e da essi derivati e il due non si puograve applicare ai princigravepi se non in senso metaforico ossia in senso prototipico Piugrave che di ldquodualismordquo dei princigravepi si dovrebbe parlare in modo piugrave corretto di ldquobipolarismordquo in senso appunto metafisico protologico

1(c) Ma ecco come il bipolarismo indichi lrsquoasse portante della concezione platonica dellrsquoessere Ogni forma di essere deriva da una mediazione sintetica dellrsquoUno principio unificante determinante e armonizzante e della Diade principio di molteplicitagrave di diffe-renziazione di gradazione E che lrsquoessere sia una mediazione un ldquomistordquo di determinato e indeterminato di uno e molti non ci viene detto solo dalla tradizione indiretta ma in modo trasversale e piugrave volte da Platone stesso In particolare nel Filebo scrive laquoGli an-tichi che erano migliori di noi e stavano piugrave vicini agli degravei ci hanno trasmesso questo oracolo che le cose che si dice che sempre sono sono costituite di uno e di molti ed hanno per natura in se stesse limite e illimitatezzaraquo In conclusione non solo lrsquoessere delle cose sensibili deriva da materia e da forma ma lo stesso essere delle stesse Idee deriva da una materia intelligibile determinata formalmente dallrsquoUno ossia egrave una mesco-lanza o sintesi dei due princigravepi Ben si comprende pertanto come Platone dica che lrsquoUno-Bene egrave laquoal di sopra dellrsquoessere (epekeina tes ousias)raquo trascende lo stesso essere in quanto ne egrave la causa suprema

1(d) Dallrsquoazione del principio determinante sullrsquoindeterminato derivano (i) numeri ideali e generi sommi Nella concezione greca dei numeri i numeri derivano

dalluno che egrave principio ma non derivano per addizione come nella aritmetica a cui noi siamo abituati a pensare bensigrave derivano dallUno per divisione Per comprendere adeguatamente questo processo egrave sufficiente ricordare come ciascun numero puograve essere definito come un rapporto tra due grandezze Il numero due eacute il rapporto tra il doppio e la metagrave il tre eacute il rapporto fra un terzo e il suo triplo il quattro analoga-

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mente cioegrave ciascun numero eacute un rapporto tra due grandezze una maggiore e una minore una grande e una piccola Nel momento in cui queste due grandezze non entrano tra di loro in un rapporto determinato non abbiamo ancora il numero ab-biamo soltanto un grande e un piccolo che sono fra di loro in un rapporto del tutto indeterminato Non appena questo rapporto viene determinato e lazione determi-nante non puograve che provenire dallUno ecco che si genera il numero cioegrave quando il rapporto diventati un mezzo di un terzo di un quarto si genera il due il tre il quat-tro cioegrave i due principi posti da Platone per le idee non sono altro che i principi dei numeri Ai numeri ideali e ai generi sommi partecipano tutte le idee

(ii) le idee le quali partecipando diversamente ai numeri ideali avranno una struttura ge-rarchica

(iii) gli enti matematici (metaxuuml) egrave attraverso questi che le idee ineriscono alla realtagrave sensibile

tutto egrave unitagrave - molteplicitagrave b) Cosmologia Timeo

i) Per Prmenide il mondo sensibile egrave nulla mentre per la doxa esiste Per Platone ha lrsquoessere ma un essere radicalmente diverso dal παντελograveσ ograveν caratteristico delle idee Il suo egrave un essere la-cerato condizionato dal non essere perograve non egrave nulla di conseguenza anche la doxa egrave qualcosa anche se non egrave la veritagrave Il mondo sensibile egrave metaxuuml non egrave lrsquoessere ma ha lrsquoessere Mondo sensibile intermedio tra essere e non essere

ii) Le idee sono il trincio formale che de-termina il principio materiale iii) Principio materiale egrave la chora ricettacolo dei quattro elementi chora che egrave oscura inintelligibile

indeterminata Principio materiale di ogni cosa per essa il mondo egrave sensibile Questa chora egrave ri-cettacolo anche delle idee anche se egrave diversa opposta ad esse Egrave movimento caotico mancante di misura e di ordine Per questa sua caratteristica non potragrave mai essere del tutto determinata dalle idee e dal Bene limita lrsquoazione delle idee e del Bene

iv) Dallrsquoazione delle idee sulla chora ne deriva il misto il mondo v) Questa azione avviene per opera del Demiurgo Demiurgo (caratterizzato da intelligenza e volon-

tagrave quindi un dio personale) che egrave inferiore al mondo delle idee Bene ed idee sono divine ma non sono Dio sono intelligibili quindi sono norma per lrsquointelligenza e di conseguenza sono su-periori allrsquointelligenza

vi) Il Demiurgo innamorato dellrsquoIperuranio cerca di riprodurlo a livello di chora quindi plasma il mondo per amore72 (1) Ne deriva la costruzione del mondo il migliore possibile quindi unico perfetto eterno (ne-

gativo e male = resistenza della chora) sul modello dellIperuranio attraverso gli enti mate-matici quindi tutto egrave ordine e misura

(2) Percheacute perfetto non puograve non essere vivente (quindi dotato di unrsquoAnima del mondo che tutto avvolge e in quanto perfetto destinato a vivere sempre) e intelligente (rivaluta il cosmo che non egrave luogo dellrsquoirrazionalitagrave ma presenza per quanto limitata del logos e del Bene)

(3) Il Demiurgo plasma anche le anime degli uomini (sfruttando tre dei cinque generi sommi essenza identico diverso egrave grazie alla presenza del diverso che lrsquoanima saragrave in grado dio mediare tra sensibile e soprasensibile) alle quali il Demiurgo mostra le leggi eterne

(4) Tempo Il tempo viene definito immagine mobile delleternitagrave73 come il mondo sensibile egrave imitazione di quello intelligibile (il primo mutevole il secondo eterno) cosigrave il tempo egrave imita-zione delleternitagrave Non a caso il tempo viene identificato con il movimento circolare se si vuole rappresentare leternitagrave con qualcosa di movimentato senzaltro ciograve che meglio la rap-presenta egrave il cerchio il movimento circolare in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza infatti il tempo egrave caratterizzato dal non essere eternitagrave ma tornare sempre su se stesso La cosa piugrave simile a ciograve che non si muove mai egrave quella che torna sempre su stessa

72 Nel Timeo 30 Platone scrive Se questo mondo egrave bello e il dio artefice egrave buono egrave evidente che ha guardato allrsquoesemplare eterno [] infatti lrsquouniverso egrave la piugrave bella delle cose che sono state generate e lrsquoArtefice egrave la migliore delle cause Egli era buono e in un buono non nasce mai nessuna invidia per nessuna cosa Essendo dunque lungi dallrsquoinvidia Egli volle che tutte le cose diventassero il piugrave possibile simili a Lui 73 ldquoDunque il tempo fu prodotto insieme con il cielo affincheacute cosigrave come erano nati insieme si dissolvessero anche insieme se mai do-vesse avvenire una loro dissoluzione E fu prodotto in base al modello della realtagrave eterna in modo che gli fosse al piugrave alto grado simile nella misura del possibilerdquo (Timeo 37D)

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cosigrave come la cosa piugrave simile che luomo possa fare per eternarsi egrave il riprodursi ciclicamente Dunque il tempo egrave la plasmazione delleternitagrave ideale da parte del Demiurgo La conseguen-za egrave che non cegrave un tempo prima del mondo perchegrave egrave solo con la nascita del mondo sensibi-le che il Demiurgo ha calato nella realtagrave sensibile limitazione di eternitagrave

(5) Platone e Pitagora il Demiurgo plasma la chora servendosi degli enti matematici che diven-tano cosigrave la struttura determinante della realtagrave (E saragrave proprio sul platonismo che nel Cin-que Seicento si baseragrave la rivoluzione scientifica per affermare (cfr Galilei) la struttura essen-zialmente matematica della realtagrave) In questo Platone riprende Pitagora e come per Pitago-ra se la realtagrave egrave strutturata matematicamente non potragrave che essere ordine e armonia quin-di cosmo epifania dellrsquointelligibile e del Bene

ldquoChe senso puograve avere per lrsquouomo di oggi sentirsi dire da Platone che il Bene egrave lrsquoUno Misura suprema di tutte le cose che agisce sulla Diade ossia sulla disordinata divisione nei molti Percheacute la reazione dellrsquouomo drsquooggi non dovrebbe essere proprio quella assunta dagli antichi quando lrsquohanno sentita esporre Aristosseno ci riferisce Come Aristotele soleva sempre raccontare questa era lrsquoimpressione che provava la maggior par-te di coloro che ascoltarono la conferenza Intorno al Bene Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani come la ricchezza la salute la forza e in genera-le una meravigliosa felicitagrave Ma quando risultograve che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche a nume-ri geometria e astronomia e da ultimo si sosteneva che vi egrave un Bene un Uno io credo che questo sia sem-brato qualcosa del tutto paradossale Di conseguenza alcuni disprezzarono la cosa altri la biasimarono In realtagrave lrsquouomo di oggi tende a dividere tutto come ha fatto con lrsquoatomo Non solo a livello politico e socia-le (classi partiti correnti ecc) ma anche a livello morale divisione della famiglia con il divorzio lotte fra i sessi divisioni fra genitori e figli e cosigrave di seguito Lrsquouomo di oggi ha scavato scissioni diadiche di fondo an-che nel proprio animo con ben note conseguenze E il messaggio platonico allrsquouomo di oggi potrebbe pro-prio essere questo la soluzione di tutti i problemi connessi a quelle divisioni e alle loro nefaste conseguenze ha una sola radice riportare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave ordine nel disordine armonia nella disarmonia Lrsquouomo si deve convincere che nella sua individualitagrave non egrave e non puograve essere la misura di tutte le cose La Misura di tutte le cose non puograve che essere in una dimensione trascendente In altri termini bisogna ritrovare la ldquogiu-sta misurardquo fra lrsquoeccesso e il difetto Ma questa egrave forse per lrsquouomo di oggi la cosa piugrave difficile da realizzare in quanto egrave caduto in preda agli eccessi in tutti i sensi come in passato non era mai avvenuto e ha portato lrsquoindividualismo alle estreme conseguenze Un buon auspicio comunque sembra potersi intravedere NellrsquoOccidente Platone egrave oggi a ruota con Agostino il filosofo piugrave richiesto dal pubblico al di fuori delle scuole e delle Accademie E questo incomincia a verificarsi anche in alcuni paesi dellrsquoEst Il che significa che il pubblico incomincia a comprendere ciograve di cui egrave mancante e che va recuperatordquo74

La conoscenza

1) Per Platone e in questo egrave perfettamente in linea con la posizione di Parmenide la conoscenza egrave propor-zionale allrsquoessere Di conseguenza Platone distingue diversi gradi di conoscenza Solo lessere egrave piena-mente conoscibile mentre il non-essere non egrave affatto conoscibile tra questi due estremi vi egrave perograve il mondo sensibile che egrave un misto di essere e non-essere e per questo egrave conoscibile in un modo che egrave in-termedio fra la scienza e lignoranza questa forma di conoscenza si chiama opinione (doxa) ed egrave quasi sempre fallace percheacute non ha in segrave la garanzia della veritagrave A loro volta opinione e scienza hanno due gradi lopinione si divide in immaginazione e in credenza la scienza si divide in scienza mediana e in pu-ra intellezione75

74 G REALE Platone e la scoperta della trascendenza nelle sue implicanze e conseguenze in httpejour-fupunifiitindexphpresarticleviewFile13761311 75 Repubblica 509d-511e [509 d] ndash Ebbene ripresi immagina che come stiamo dicendo siano essi due princiacutepi e che reggano uno il genere e il mondo intelligibile lrsquoaltro quello visibile Mi esprimo cosiacute percheacute dicendo ldquomondo celesterdquo non ti diacutea lrsquoimpressione di sofistica-re sul nome ti rendi conto di queste due specie visibile e intelligibile ndash Me ne rendo conto ndash Supponi ora di prendere una linea biseca-ta in segmenti ineguali e mantenendo costante il rapporto dividi a sua volta ciascuno dei due segmenti quello che rappresenta il gene-re visibile e quello che rappresenta il genere intelligibile e secondo la rispettiva chiarezza e oscuritagrave tu avrai [e] nel mondo visibile un primo segmento le immagini Intendo per immagini in primo luogo le ombre poi i [510 a] riflessi nellrsquoacqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta liscia e lucida e ogni fenomeno simile se comprendi ndash Certo che comprendo ndash Considera ora il secondo cui il primo somiglia gli animali che ci circondano ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali ndash Lo considero rispose ndash Non vorrai am-mettere feci io che il genere visibile egrave diviso secondo veritagrave ossia che lrsquooggetto simile sta al suo modello come lrsquoopinabile [b] sta al co-noscibile ndash Io siacute disse certamente ndash Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dellrsquointelligibile ndash Come ndash Ecco lrsquoanima egrave costretta a cercarne la prima parte ricorrendo come a immagini a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate e partendo da ipotesi procedendo non verso un principio ma verso una conclusione Quanto alla seconda parte quella che mette capo a un principio non ipotetico egrave costretta a cercarla movendo dallrsquoipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quellrsquoaltro caso con le sole idee e per mezzo loro ndash Non ho ben compreso rispose queste tue parole ndash Ebbene [c] ripresi torniamoci

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2) Per meglio comprendere la teoria dei gradi della conoscenza bisogna introdurre uno dei miti piugrave impor-tanti e piugrave conosciuti del pensiero platonico quello della caverna76 Platone immagina degli uomini che

sopra comprenderai piuacute facilmente quando si saragrave fatta questa premessa Tu sai credo che coloro che si occupano di geometria di calcoli e di simili studi ammettono in via drsquoipotesi il pari e il dispari le figure tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste secon-do il loro particolare campo drsquoindagine e come se ne avessero piena coscienza le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piuacute ren-derne conto neacute a se stessi neacute ad [d] altri come cose a ognuno evidenti E partendo da queste eccoli svolgere i restanti punti dellrsquoargomentazione e finire in piena coerenza a quel risultato che si erano mossi a cercare ndash Senza dubbio rispose questo lo so be-ne ndash E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili ma non pensando a queste siacute invece a quelle di cui queste so-no copia discorrono del quadrato in seacute e della diagonale in seacute ma non di quella che tracciano e [e] cosiacute via e di quelle stesse figure che modellano e tracciano figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua si servono a loro volta come di immagini per cercar di [511 a] vedere quelle cose in seacute che non si possono vedere se non con il pensiero dianoeticamente ndash Egrave vero quello che dici rispose ndash Ecco dunque che cosa intendevo per specie intelligibile e dicevo che ricercandola lrsquoanima egrave costretta a ricorrere a ipotesi senza arri-vare al principio percheacute non puograve trascendere le ipotesi essa si serve come drsquoimmagini di quegli oggetti stessi di cui quelli della classe inferiore sono copie e che in confronto a questi ultimi sono ritenuti e stimati evidenti realtagrave ndash Comprendo disse che ti [b] riferisci al mondo della geometria e delle arti che le sono sorelle ndash Allora comprendi che per secondo segmento dellrsquointelligibile io intendo quello cui il discorso attinge con il potere dialettico considerando le ipotesi non princiacutepi ma ipotesi nel senso reale della parola punti di ap-poggio e di slancio per arrivare a ciograve che egrave immune da ipotesi al principio del tutto e dopo averlo raggiunto ripiegare attenendosi ri-gorosamente alle conseguenze che ne derivano e cosiacute discendere alla conclusione senza [c] assolutamente ricorrere a niente di sensibi-le ma alle sole idee mediante le idee passando alle idee e nelle idee termina tutto il processo ndash Comprendo rispose ma non abba-stanza Mi sembra che tu parli di una operazione complessa Comprendo perograve il tuo desiderio di precisare che quella parte dellrsquoessere e dellrsquointelligibile che egrave contemplata dalla scienza dialettica egrave piuacute chiara di quella contemplata dalle cosiddette arti per le quali le ipotesi sono princiacutepi e coloro che osservano gli oggetti delle arti sono costretti siacute a osservarli con il pensiero senza ricorrere ai sensi ma [d] poicheacute li esaminano senza risalire al principio bensiacute per via drsquoipotesi a te sembrano incapaci drsquointenderli anche se questi oggetti sono intelligibili con un principio E a mio avviso tu chiami pensiero dianoetico ma non intelletto la condizione degli studiosi di geometria e di simili dotti come se il pensiero dianoetico venisse a essere qualcosa di intermedio tra lrsquoopinione e lrsquointelletto ndash Hai capito benissimo feci io Ora applicami ai quattro segmenti questi quattro processi che si svolgono nellrsquoanima applica [e] lrsquointellezione al piuacute alto il pen-siero dianoetico al secondo al terzo assegna la credenza e allrsquoultimo lrsquoimmaginazione e ordinali proporzionalmente ritenendo che essi abbiano tanta chiarezza quanta egrave la veritagrave posseduta dai loro rispettivi oggetti ndash Comprendo rispose sono drsquoaccordo e li ordino come dici 76 Repubblica 514 a-517 a [514 a] ndash In seacuteguito continuai paragona la nostra natura per ciograve che riguarda educazione e mancanza di educazione a unrsquoimmagine come questa Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna con lrsquoentrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli incatenati gambe e collo siacute da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti incapaci a causa della catena di volgere attorno il capo Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce drsquoun fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini ndash Vedo rispo-se ndash Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno in qualunque modo lavorate e come egrave naturale alcuni portatori parlano altri tacciono ndash Strana immagine egrave la tua disse e strani sono quei prigionieri ndash Somigliano a noi risposi credi che tali persone possano vedere anzitutto di seacute e dei com-pagni altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte ndash E come possono replicograve se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita ndash E per gli oggetti trasportati non egrave lo stesso ndash Sicuramente ndash Se quei prigio-nieri potessero conversare tra loro non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni ndash Per forza ndash E se la prigione avesse pure unrsquoeco dalla parete di fronte Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce credi che la giudicherebbero di-versa da quella dellrsquoombra che passa ndash Io no per Zeus [c] rispose ndash Per tali persone insomma feci io la veritagrave non puograve essere altro che le ombre degli oggetti artificiali ndash Per forza ammise ndash Esamina ora ripresi come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallrsquoincoscienza Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo che uno fosse sciolto costretto improvvisamente ad al-zarsi a girare attorno il capo a camminare e levare lo sguardo alla luce e che cosiacute facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre Che cosa credi che risponderebbe se gli si dicesse che prima ve-deva vacuitagrave prive di senso ma che ora essendo piuacute vicino a ciograve che egrave ed essendo rivolto verso oggetti aventi piuacute essere puograve vedere meglio e se mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa egrave Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piuacute vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso ndash Cer-to rispose ndash E se lo si costringesse a guardare la luce stessa non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui puograve sostenere la vista e non li giudicherebbe realmente piuacute chiari di quelli che gli fossero mostrati ndash Egrave cosiacute rispose ndash Se poi conti-nuai lo si trascinasse via di liacute a forza su per lrsquoascesa scabra ed erta e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole non ne soffrirebbe e non srsquoirriterebbe [516 a] di essere trascinato E giunto alla luce essendo i suoi occhi abbagliati non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere ndash Non potrebbe certo rispose almeno allrsquoimprovviso ndash Dovrebbe credo abituarvisi se vuole vedere il mondo superiore E prima osserveragrave molto facilmente le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri og-getti nei loro riflessi nellrsquoacqua e infine gli oggetti stessi da questi poi volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna [b] potragrave contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piuacute facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole ndash Come no ndash Alla fine credo potragrave osservare e contemplare quale egrave veramente il sole non le sue immagini nelle acque o su altra superficie ma il sole in se stesso nella regione che gli egrave propria ndash Per forza disse ndash Dopo di che parlando del sole potrebbe giagrave concludere che egrave esso a pro-durre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere [c] causa in certo modo di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano ndash Egrave chiaro rispose che con simili esperienze concluderagrave cosiacute ndash E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colagrave e di quei suoi compagni di prigionia non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietagrave per loro ndash Certo ndash Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora e ai primi riservati a chi fosse piuacute acuto nellrsquoosservare gli oggetti che passavano e piuacute [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme indovinandone perciograve il successivo credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza o che si troverebbe nella con-dizione detta da Omero e preferirebbe ldquoaltrui per salario servir da contadino uomo sia pur senza sostanzardquo e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo ndash Cosiacute penso anchrsquoio rispose [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo ndash Rifletti ora anche su questrsquoaltro punto feci io Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedi-le non avrebbe gli occhi pieni di tenebra venendo allrsquoimprovviso dal sole ndash Siacute certo rispose ndash E se dovesse discernere nuovamente

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vivono in una caverna che abbia lingresso aperto verso la luce quindi immagina che gli abitanti di que-sta caverna siano legati alle mani e al collo in modo tale da essere costretti a guardare solo verso il fon-do della caverna medesima Immagina poi che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo ad altezza duomo e che dietro questo vi siano delle persone che si muovono portando sulle spalle delle statue raf-figuranti ogni genere di cosa Inoltre occorre ancora aggiungere che dietro questi uomini arde un grande fuoco e dietro ancora vi egrave il sole la voce di essi poi a causa delleco risuona nel fondo della caverna Ora egrave chiaro che quegli uomini vedrebbero solo le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero leco delle voci ma non avendo mai visto altro essi penserebbero che quella sia lunica realtagrave esistente Se poi uno di questi prigionieri riuscisse a liberarsi dei ceppi che lo legano e po-tesse girarsi scoprirebbe le statue che si muovono al di sopra del muro e capirebbe che quelle son piugrave vere delle ombre che vedeva prima (inizialmente farebbe fatica percheacute abituato alloscuritagrave ma poi si a-bituerebbe alla nuova luce) Se poi egli fosse portato da qualcuno fuori dalla caverna resterebbe abba-gliato per la gran luce ma poi si abituerebbe a vedere le cose stesse quindi vedrebbe prima riflessa e poi direttamente la luce del sole e capirebbe che quella luce egrave causa di tutte le altre cose a) I significati di questo mito sono molteplici

i) Innanzitutto esso rappresenta i vari gradi ontologici della realtagrave le ombre della caverna sono le parvenze sensibili delle cose le statue le cose sensibili vere e proprie mentre il muro egrave la divi-sione fra sensibile e soprasensibile al di lagrave del muro le cose vere rappresentano il vero essere e le Idee mentre il sole simboleggia lIdea del Bene

ii) In secondo luogo questo mito esprime molto bene laspetto ascetico mistico e teologico del pla-tonismo la vita nella dimensione dei sensi egrave la vita nella caverna mentre la vita nella dimensio-ne dello spirito egrave la vita nella pura luce il volgersi dal sensibile allintelligibile egrave rappresentato come liberazione dai ceppi

iii) In terzo luogo come conseguenza del precedente aspetto questo mito esprime anche la conce-zione politica di Platone egli infatti parla di un ritorno nella caverna di colui che prima si era li-berato un ritorno che serve a liberare gli altri che sono ancora in catene Questo ritorno egrave il ri-torno del filosofo-politico il quale lungi dal limitarsi a contemplare il vero per seacute soltanto vuole rendere partecipi anche gli altri di quella luce Ma qual egrave il destino che lo attende Molto proba-bilmente egrave quello stesso di Socrate di non venire cioegrave compreso e di rischiare addirittura di es-sere considerato come un pazzo dagli altri uomini che ancora vivono nelloscuritagrave della caverna (anche percheacute ora egli non riusciragrave piugrave a riadattarsi ai vecchi usi e alle vecchie concezioni della caverna) anche se questo rischio daragrave un senso alla sua esistenza (in quanto chi vede il vero Bene ha il dovere di mostrarlo anche agli altri)

b) Tornando ai gradi della conoscenza nel mito della caverna si parte sempre dalla conoscenza sensi-bile e in questi quattro gradi il gradino piugrave basso egrave necessario per passare a quello superiore i) La doxa intermedia tra essere e non essere quindi tra sapienza e ignoranza quasi sempre fal-

lace potrebbe anche essere vera ma non puograve saperlo (per saperlo dovrebbe conoscere la causa ma allora sarebbe episteme) (1) Eikasia la visione delle ombre simboleggia limmaginazione (2) Pistis mentre la visione delle statue rappresenta la credenza

ii) episteme (1) la dianoia si riferisce alla conoscenza matematico-geometrica Si fonda su elementi visivi e

ipotesi non dimostrate (per questo non egrave vera scienza ma sapere ipotetico) da cui discende quindi egrave discorsiva Proprio percheacute la matematica egrave dimostrazione essa deve partire da pre-supposti cioegrave da ipotesi e non egrave in grado di rendere ragione di queste ipotesi Questo se-condo Platone costituisce il suo limite addirittura questo fa sigrave che essa propriamente par-lando non possa nemmeno essere chiamata vera scienza nella Repubblica infatti Platone dice che la matematica egrave dianoia pensiero discorsivo non episteme non scienza nel senso proprio in quanto parte da presupposti e cioegrave non egrave in grado di rendere completa-mente ragione delle sue affermazioni Egrave necessario raccogliere i dati dallrsquoesperienza e formu-lare ipotesi Per la molteplicitagrave dei dati si avragrave anche una molteplicitagrave di scienze Il pericolo egrave (oltre al fatto che le ipotesi non son dimostrate) che queste scienze non siano coordinate tra di loro Di qui la necessitagrave di andare oltre le scienze per trovare un principio unitario che possa unificare anche le scienze

quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri nel periodo in cui ha la vista offuscata prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale e se questo periodo in cui rifagrave lrsquoabitudine fosse piuttosto lungo Non sarebbe egli allora oggetto di ri-so e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non lrsquoucciderebbero se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo ndash Certamente rispose []

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(2) mentre la noesis alla pura conoscenza dialettica delle Idee (la prima egrave una forma di cono-scenza che ha ancora a che fare con immagini visibili mentre la seconda egrave puro atto intellet-tivo coglimento puro delle Idee in particolare dellIdea del Bene che egrave quella suprema) Nella Repubblica Platone dice che la dialettica per giungere a definire lidea del bene non deve basarsi su ipotesi come fa invece la matematica ma deve distruggere le ipotesi il che significa metterle in discussione cercare di confutarle e solo dopo essere passata attraverso tutte le confutazioni (questa egrave proprio unespressione usata da Platone diagrave panton elenchon diexion passando attraverso tutte le confutazioni) la dialettica giunge a individuare il princi-pio anipotetico cioegrave quellipotesi che unica egrave riuscita a resistere a tutte le confutazioni E il principio anipotetico egrave appunto lidea del bene Quindi egrave attraverso la dialettica egrave sottopo-nendo a prove a tentativi di confutazione tutte le possibili ipotesi che si perviene a scoprire un principio non-ipotetico capace cioegrave di resistere ad ogni critica ad ogni tentativo di confu-tazione

c) Platone afferma che gli uomini comuni possono attingere solo ai primi due gradi di conoscenza i ma-tematici alla scienza mediana mentre solo il filosofo puograve raggiungere la pura intellezione Il processo attraverso il quale il filosofo procede da unIdea allaltra per giungere infine allIdea del Bene egrave chiamato dialettica i) Vi egrave una dialettica ascensiva (quella che liberando dai sensi conduce di Idea in Idea sino allI-

dea del Bene) e una dialettica discensiva (che consiste nel cammino inverso e permette attra-verso un processo di divisione di scoprire il posto occupato da ciascuna Idea nella struttura ge-rarchica del mondo ideale)

ii) Dialettica scienza delle scienze coglie lrsquounitagrave del tutto egrave un processo insieme discorsivo e intui-tivo e sa cogliere la struttura del mondo ideale coglie ogni idea in relazione alle altre lrsquoessere al non essere (ogni idea egrave comprensibile solo in relazione alle altre idee quindi si comprende cono-scendo ciograve che non egrave la comprensione passa sempre attraverso la negazione identitagrave e alteritagrave sono sempre strettamente correlative) Solo la dialettica sa cogliere lrsquounitagrave della molteplicitagrave fino ad arrivare allrsquounitagrave suprema

3) Via a-logica della conoscenza a) Dellrsquoamicizia (Liside) Non crsquoegrave amicizia neacute tra identici neacute tra opposti Dunque si potrebbe dire che ciograve

che non eacute neacute buono neacute cattivo eacute amico del buono a causa del male e in vista del bene Uno egrave amico dellrsquoamico in vista di unaltra cosa amica (di un bene che lrsquoamico potrebbe raggiungere) ma cosigrave si andrebbe avanti allinfinito e non avrebbe senso Socrate introduce allora il Primo Amico in vista del quale sono amiche anche tutte le altre cose eacute lunico modo per cavarsi d impaccio Il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia il Bene e il Primo Amico per il quale tutto e amato e solo esso e in grado di liberare dal Male Lamicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unitagrave fra gli esseri spingendoli ad allontanarsi dal Male per rag-giungere quel Bene che e loro proprio e affine

b) Ruolo dellamore e della bellezza (mito di Eros forza mediatrice tra sensibile e sovrasensibile egrave filo-sofo Simposio77) Tra amore e filosofia cegrave uno stretto rapporto tantegrave che lamore egrave una metafora della filosofia questa stretta parentela ( peraltro esaminata anche nel Fedro ) Platone la esamina meglio nel SIMPOSIOrdquo i) Nel simposio si sceglie di parlare dellamore cegrave chi dice che Eros egrave la divinitagrave piugrave giovane e piugrave

bella chi dice che egrave la piugrave vecchia in quanto forza generatrice di tutto chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando cegrave chi egrave del parere che sia la divinitagrave piugrave valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra facendo riferimento allepisodio mitico secondo il quale Ares il dio della guerra sarebbe innamorato di Afrodite Aristofane celeberrimo commediografo narra una storia semiseria si tratta di un mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi sferici e doppi questi esseri si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza gli dei per punirli li tagliarono a metagrave questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare laltra metagrave e la cercavano di-

77 Poicheacute dunque egrave figlio di Poro e di Penigravea ad Amore egrave toccata la sorte seguente In primo luogo egrave sempre povero e ben lontano dallrsquoessere delicato e bello come credono i piugrave anzi egrave duro e lercio e scalzo e senza tetto abituato a coricarsi in terra e senza coperte dormendo allrsquoaperto sulle porte e per le strade e avendo la natura di sua madre egrave sempre di casa col bisogno Per parte di padre in-vece egrave insidiatore dei belli e dei buoni coraggioso audace e teso cacciatore terribile sempre a tramare stratagemmi avido di intelli-genza e ingegnoso dedito a filosofare per tutta la vita terribile stregone fattucchiere e sofista E per natura non egrave neacute immortale neacute mortale ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno quando gli va in porto ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtugrave della na-tura del padre E infatti lrsquooggetto dellrsquoamore egrave ciograve che egrave realmente bello grazioso perfetto e invidiabilmente beato mentre lrsquoamante ha un altro aspetto quale quello che ho esposto (Platone Simposio 203b-204a UTET Torino 1981 p 124-126)

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speratamente Se si leggono accuratamente tutti i discorsi ci si accorge che ognuno di essi con-tiene una parte di veritagrave

ii) il discorso finale di Socrate non saragrave nientaltro che una sintesi in cui li unisce praticamente tutti Egli racconta di essersi una volta incontrato con una sacerdotessa (Diotima solo da lei Socrate ha potuto apprenderne i segreti Il rilievo egrave del massimo interesse percheacute ci aiuta a comprendere come la filosofia impersonata da Socrate per parlare di Amore ha incontrato il suo limite cono-scitivo e perciograve non ha potuto contare sulla forza dellargomentare logico-filosofico ma ha dovuto affidarsi allinsegnamento di una donna e nel caso specifico di una sacerdotessa) che gli ha ri-velato tutti i misteri delleros viene a proposito citato un mito riguardante i festeggiamenti divini per la nascita di Afrodite tra le varie divinitagrave ci sono anche Poros (astuziafurbizia) e Pe-nia(povertagrave) Essiormai ubriachi per leccessivo beresi uniscono e viene cosi concepito Erosche ha quindi le caratteristiche dei suoi genitori egrave ignorantepovero e brutto a causa di Penia ma sa cavarsela sempre grazie a Poros (1) Non egrave bello ma sa andare a caccia della bellezza egli sente lamore ed egrave soggetto della ri-

cerca della bellezza e dellamore svolge le mansioni dellamante e non dellamato Chiara-mente se ricerca la bellezza significa che non la possiede cosigrave il filosofo egrave privo e bisognoso del sapere (penia=povertagrave) ma ha anche le capacitagrave di cercarsi e di procurarsi ciograve di cui egrave privo (poros=astuzia espediente) dato che Eros egrave privo di bellezza e le cose buone sono belle manca anche di bontagrave ciograve che non egrave bello o buono non egrave necessariamente brutto e cattivo per Platone vi egrave un livello intermedio tra il sapere e lessere ignoranti la via di mez-zo consiste nellavere buone opinioni senza perograve darne ragione la posizione intermedia co-munque non egrave un male perchegrave egrave uno stimolo per andare oltre chi si trova nella posizione piugrave bassa sa di non potersi elevare e neanche ci prova chi si trova in quella piugrave alta non si deve impegnare perchegrave egrave giagrave nella posizione ottimale chi si impegna e lavora egrave chi si trova in una zona intermedia (i filosofi che non sanno ma si sforzano di avvicinarsi al sapere)

(2) Tutti gli dei gli aveva detto Diotima sono belli e buoni e di conseguenza Eros non rientra nella categoria Anche da questo punto di vista Eros riveste una posizione intermedia non egrave un dio ma neanche un mortale egrave un qualcosa che nasce e muore di continuo egrave una meta-fora con cui si vuole dimostrare che non si puograve mai possedere totalmente lamore egrave anche metafora della filosofia perchegrave luomo non possiede il sapere ma si sforza per ottenerlo puograve riuscire ad avvicinarvisi ma non si tratta comunque di una conquista definitiva il pieno sa-pere egrave irraggiungibile Dunque Eros egrave una semi-divinitagrave intermedia La ricerca dellamore combacia con quella della filosofia

(3) Emerge poi nel Simposio ed emergeragrave anche nel Fedro lrsquoidea del bello le anime migliori hanno un trasporto di gioia dice Socrate quando vedono nelle cose sensibili lrsquoimmagine dellrsquoidea che stanno cercando perciograve chi cerca lrsquoidea del bello eacute preso dalla passione per gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dellrsquoidea del bello non eacute che un approfon-dimento di questo amore lrsquoidea del bello inoltre eacute quella piugrave evidente anche nel mondo sensibile perchegrave facilmente coglibile con la vista e va interpretata come stimolo per indagare la realtagrave intelligibile e per scoprire tutte le altre idee (a) Eros egrave prima di tutto desiderio della bellezza e si rivolge dunque in modo immediato alla

bellezza dei corpi che tuttavia non egrave mai appagante in modo duraturo e completo per-cheacute i corpi si corrompono e decadono

(b) Lamore si rivolge dunque alle anime la cui bellezza egrave tuttavia sempre particolare e quindi a sua volta incompleta procede la sua ascesa verso la bellezza delle leggi delle istituzioni e delle scienze

(c) per arrivare infine allAmore della Bellezza in seacute perfetta sempre uguale a se stessa fonte di ogni altra bellezza

Non a caso nel Simposio Socrate dice La giusta maniera di procedere da segrave o di essere condotti da un altro nelle cose d amore eacute questa prendendo le mosse delle cose belle di quaggiugrave al fine di raggiungere il Bello salire sempre di piugrave come procedendo per gradini da un solo corpo bello a due e da due a tutti i corpi belli e da tutti i corpi belli alle belle at-tivitagrave umane e da queste alle belle conoscenze e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null altro se non del Bello stesso e cosigrave giungendo al termine conoscere ciograve che eacute il bello in segrave

c) Egrave possibile la visione della bellezza [] Lanima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condi-zione e non sapendo che fare smania e fuor di se non trova sonno di notte neacute riposo di giorno ma corre anela lagrave dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza E appena lha riguardato invasa dallonda del desiderio amoroso le si sciolgono i canali ostruiti essa prende respiro si riposa

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delle trafitture e degli affanni e di nuovo gode per il momento almeno questo soavissimo piacere [] Percheacute oltre a venerare colui che possiede la bellezza ha scoperto in lui lunico medico dei suoi dolorosi affanni Questo patimento dellanima mio bellamico a cui sto parlando egrave ciograve che gli uomini chiamano amore (Platone Fedro in Id Opere complete a cura di G Giannantoni Laterza Roma-Bari 1971 pp250-252) Il tema della bellezza egrave sempre collegato a quello dellrsquoamore Lamore pla-tonico quindi cosigrave spesso frainteso egrave nostalgia dellAssoluto forza che ci spinge a ritornare al nostro essere-presso-gli-Dei

4) Da questa concezione del problema della conoscenza e della bellezza deriva anche la teoria platonica dellarte questa egrave considerata negativamente da Platone in quanto non disvela la realtagrave ma la nasconde e corrompe Dal punto di vista ontologico essa egrave mimesi imitazione di eventi sensibili i quali come ab-biamo visto sono a loro volta imitazione di un mondo intelligibile alla fine larte egrave unimitazione dellimi-tazione e per questo Platone non le attribuisce nessun valore di veritagrave Platone non vede nellarte nulla di utile alla vita delluomo in quanto la studia solo dal punto di vista di una sua utilitagrave alla ricerca del vero Lrsquo arte come allontanamento dal vero corrompe lrsquouomo e sollecita la sua parte irrazionale Tra lrsquoaltro il poeta non sa egrave semplicemente invasato e non sa quello che dice

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ARISTOTELE

LE SCIENZE E LA FILOSOFIA 1) Aristotele divide le scienze (tutte vertono sullrsquoessere perograve sotto aspetti diversi alcune studiano lrsquoessere

necessario che egrave sempre altre lrsquoessere contingente) in tre gruppi a) le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica la fisica e la matematica) le quali ricercano la

conoscenza disinteressata della realtagrave e si occupano dellessere necessario (Dio mondo numero) mentre le altre si occuperanno dellessere possibile (ogni altra cosa che esiste)

b) le scienze pratiche che comprendono letica e la politica le quali ricercano il sapere per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana

c) e infine le scienze poietiche o produttive (le arti e le tecniche) che ricercano il sapere in vista del fa-re per produrre i vari oggetti

2) Il fine della filosofia egrave la contemplazione cioegrave la conoscenza (disinteressata) della veritagrave Infatti secondo Aristotele laquotutti egli uomini per natura tendono al conoscere (Πάντες ἄνθροποι τοῦ εἰδέναι ὀρέγονται φύσει) E segno ne egrave lamore per le sensazioni infatti anche senza che abbiano utilitagrave sono amate per seacute stesse e sopra tutte le altre le sensazioni date dagli occhi Infatti non solo per poter agire ma anche quando non abbiamo intenzione di far nulla preferiamo il vedere -- per cosigrave dire -- a tutti gli altri sensi E la causa egrave che questo senso ci fornisce conoscenza piugrave degli altri e ci mostra molte differenzeraquo laquoGli uo-mini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia () Ora chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere () Cosiccheacute se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dallignoranza egrave evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per consegui-re qualche utilitagrave praticaraquo e in questo senso la filosofia egrave essenzialmente lsquoinutilersquo (Met A 2 982b) laquoIl fine della scienza teoretica egrave la veritagraveraquo (Met A elatton 1 993b) Il che significa che cegrave nelluomo il de-siderio di conoscere la veritagrave e questo desiderio egrave piugrave forte di qualsiasi interesse pratico Luomo deside-ra sapere il senso della sua esistenza come egrave davvero non piegandone la ricerca a un progetto prede-terminato

3) Necessitagrave della filosofia ldquo se si deve filosofare si deve filosofare e se non si deve filosofare si deve fi-losofare in ogni caso dunque si deve filosofare Se infatti la filosofia esiste siamo certamente tenuti a fi-losofare dal momento che essa esiste se invece non esiste anche in questo caso siamo tenuti a cerca-re come mai la filosofia non esiste e cercando facciamo filosofia dal momento che la ricerca egrave la causa e lrsquoorigine della filosofiardquo (Aristotele Protrettico fr424 in Opere a cura di G Giannantoni Roma- Bari Laterza 1973)

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA

1) La scienza piugrave alta egrave per Aristotele la metafisica (che in realtagrave lui chiamava filosofia prima e piugrave tardi

verragrave anche detta ontologia cioegrave studio dellessere) la quale viene da lui definita in quattro modi a) La metafisica studia le cause prime della realtagrave che sono causa materiale causa formale causa effi-

ciente causa finale b) La metafisica studia lrsquoessere in quanto essere Dire che la metafisica studia lessere in quanto essere

significa che essa non ha per oggetto una realtagrave in particolare bensigrave la realtagrave in generale cioegrave gli aspetti fondamentali e comuni di tutta al realtagrave In altri termini la matematica studia lessere come quantitagrave la fisica studia lessere come movimento solo la metafisica studia lessere in quanto tale considerando le caratteristiche universali di ogni essere (ecco percheacute egrave chiamata filosofia prima mentre la altre scienze sono filosofie seconde) ed egrave dunque il presup-posto indispensabile di ogni ricerca

c) La metafisica studia la Sostanza e la sostanza principale senza cui non ci sono le altre egrave Dio quindi d) la metafisica studia Dio Questa sarebbe la piugrave importante per cui la metafisica o filosofia prima si

potrebbe chiamare anche teologia Queste quattro definizioni sono complementari luna allaltra co-me si puograve notare ad una analisi piugrave attenta Chi ricerca le cause o i principi primi deve per forza di cose incontrare Dio che egrave la causa e il principio primo per eccellenza Chiedersi cosa sia lessere si-gnifica chiedersi se esista solo un essere sensibile o anche un essere soprasensibile (essere teologi-co) Alle stesse conclusioni porta anche la domanda sulla sostanza (esistono solo sotanze sensibili o anche soprasensibili) Il problema teologico dunque come problema centrale della metafisica Ca-piamo cosigrave anche percheacute la metafisica sia la forma di sapere piugrave elevata facendo metafisica luomo

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si avvicina a Dio non solo percheacute lo conosce ma anche percheacute fa quello che fa Dio che egrave pu-ra conoscenza

2) le quattro cause In quanto tale la metafisica egrave scienza delle cause prime ossia dei supremi percheacute Si

possono in effetti conoscere dei percheacute prossimi che si costituiscono in realtagrave come dei come in rap-porto ai percheacute supremi alle cause prime che la metafisica considera Tali cause prime sono quattro materiale formale efficiente (o agente) e finale78 a) La causa materiale o materia egrave il sostrato indeterminato privo quindi di caratteri specifici Di questa

causa si sono occupati essenzialmente i primi filosofi (dalla scuola ionica a Eraclito) b) La causa formale o forma egrave il fattore determinante ciograve che fa sigrave che la materia indeterminata assu-

ma certi caratteri distintivi Di questa causa si egrave occupato in particolare Platone con la sua teoria delle idee

c) La causa efficiente (o efficace o agente) egrave ciograve da cui egrave prodotto leffetto egrave la causa nel senso cor-rente del termine Egrave Empedocle ad aver per primo individuato questa causa da lui collocata nelle forze di Amore e Odio

d) La causa finale o fine egrave ciograve verso cui tende la cosa causata Di questa causa ha parlato soprattutto Anassagora con la sua teoria del Nous che organizza tutta la realtagrave dei semi in modo ordinato e fi-nalizzato

o Materia e forma bastano perograve solo a spiegare lessere staticamente considerato mentre se lo consi-deriamo dinamicamente occorre aggiungere qualcosa alla spiegazione precedente Un uomo dal punto di vista statico non egrave altro che carne e ossa (materia) e anima (forma) mentre se vogliamo sapere percheacute egrave nato e percheacute si sviluppa occorrono due ulteriori ragioni la causa efficiente o motri-ce (il padre che lo ha generato) e la causa finale (il telos lo scopo cui tende il divenire delluomo la realizzazione della sua essenza)

o Materia e forma sono principi intrinseci alla cosa al punto che non si possono scindere Causa effi-ciente e finale sono invece estrinseci alla cosa causata la prima precedendola la seconda seguen-dola

3) lessere e i suoi significati

bull Parmenide solo lrsquoessere egrave ed egrave univoco e unico tutte le determinazioni sono solo doxa bull Platone tutte le determinazioni sono essere e lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni Perograve

non ammette nellrsquoessere il mondo che egrave metaxuuml bull Aristotele tutto ciograve che esiste egrave un ente tutto egrave unificato dal fatto che egrave lsquoentersquo un qualcosa

che egrave Lrsquoente allora egrave la sintesi tra le determinazioni e il loro esistere La filosofia prima stu-dia lrsquoente in quanto ente lrsquoente lrsquoente (principio unificatore del tutto) a prescindere da tutte le determinazioni79 per questo egrave la scienza della totalitagrave dellrsquoente

78 Fisica 194 15 2 198 24 [194b] [] Definiti questi punti bisogna prendere in esame le cause allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero Poicheacute infatti il presente trattato si propone per scopo la conoscenza e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il percheacute (e questo significa cogliere la causa prima) egrave chiaro che anche noi dobbiamo far ciograve intorno alla generazione alla corruzione e ad ogni mutamento naturale affincheacute conoscendone i princiacutepi ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricer-che In un modo dunque si dice causa ciograve da cui una cosa deriva essendo in essa immanente ad esempio il bronzo egrave causa della statua lrsquoargento della coppa e i loro generi In altro modo si dice causa la forma [eicircdos] e il modello [paraacutedeigma] cioegrave la definizione del con-cetto e i generi di essa (come nellrsquoottava il rapporto di uno a due e in generale il numero) e le parti inerenti alla definizione Inoltre si dice causa ciograve da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete ad esempio egrave causa chi dagrave un consiglio il padre egrave causa del figlio e in generale lrsquoagente egrave causa di ciograve che egrave fatto e ciograve che muta egrave causa di ciograve che vien mutato Ed ancora si dice causa il fine cioegrave la causa finale ad esempio la sanitagrave egrave causa del camminare alla domanda infatti percheacute cammina rispondiamo percheacute stia bene e dicendo cosiacute crediamo di aver ammessa la causa Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che collrsquointervento di altro mo-vente divengono intermedie del fine ad esempio della sanitagrave la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti [195a] tutte queste cose infatti si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une strumenti le altre [] [198a] [] E poicheacute le cause sono quattro egrave compito del fisico lrsquoaver conoscenza di tutte ed egli riferendo il percheacute a tutte lo asse-gneragrave fisicamente ad esse ossia alla materia alla forma al motore alla causa finale 79 Crsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere-in-quanto-essere e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natura Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine lrsquoessere-in-quanto-essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprio conto una qualche parte di essere e ne studia gli attributi come fan-no ad esempio le scienze matematiche E poicheacute noi stiamo cercando i principi e le cause supreme non vrsquoegrave dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una certa realtagrave in virtugrave della sua stessa natura Se pertanto proprio su questi principi avessero spinto la loro indagine quei filosofi che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti allora anche gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri dellrsquoessere-in-quanto-essere e non dellrsquoessere-per-accidente ecco percheacute anche noi dobbiamo riuscire a com-prendere quali sono le cause prime dellrsquoessere-in-quanto-essere Aristotele Metafisica E 1 G 1 a cura di G Giannantoni Roma-Bari Laterza 1973

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a) Lrsquoessere non egrave i) Univoco (Parmenide) ii) Equivoco (Sofisti) iii) Genere (Platone) ma egrave transgenerico piugrave esteso del genere proprio percheacute mentre il genere

non si predica della specie lrsquoessere si predica di tutto Quindi lrsquounitagrave dellrsquoessee non egrave lrsquounitagrave del genere

iv) egrave analogo80 lrsquounitagrave deriva dalla relazione con un identico principio o realtagrave la sostanza quindi lrsquoessere in quanto essere egrave la sostanza e tutto quello che si riferisce alla sostanza in modi diversi

b) i quattro significati dellessere81 Aristotele rivolge una critica conclusiva alla filosofia dellEssere di Parmenide In Platone abbiamo visto che dellEssere si puograve parlare in almeno due modi come i-dentico e come diverso In Aristotele dellEssere si parla in molti modi tograve ograven leacutegetai pollachocircs A questo proposito egrave stata spesso invocata la distinzione tra essere esistenziale ed essere copulativo se per esempio dico che Socrate egrave ne affermo lesistenza mentre se dico che la Chimera egrave un mostro mitologico non intendo affermarne lesistenza In questo secondo caso il verbo essere ha soltanto la funzione di copulare di unire il soggetto e il predicato ma non implica laffermazione del-lesistenza i) Lessere per segrave ovvero la sostanza e le altre categorie significati primi e fondamentali generi

supremi categorie sempre in relazione alla sostanza ndash quindi non potragrave mai esistere una bellez-za in seacute come in Platone) Le categorie sono dieci (ma di esse solo la prima la sostanza ha sus-sistenza autonoma mentre tutte le altre presuppongono la prima e si fondano sullessere della prima)

sostanza (uomo cavallo) quantitagrave (lungo due cubiti) qualitagrave (bianco grammaticale) relazione (doppio metagrave) luogo (nel Liceo al mercato) tempo (ieri lanno scorso) posizione (sdraiato seduto) condizione (ha addosso le scarpe)

80 Lrsquoessere si dice in molteplici significati ma sempre con riferimento ad una unitagrave e ad una realtagrave determinata Lrsquoessere quindi non si dice per mera omonimia ma nello stesso modo in cui diciamo ldquosanordquo tutto ciograve che si riferisce alla salute o in quanto la conserva o in quanto la produce o in quanto ne egrave sintomo o in quanto egrave in grado di riceverla o anche nel modo in cui diciamo ldquomedicordquo tutto ciograve che si riferisce alla medicina o in quanto possiede la medicina o in quanto ad essa egrave per natura ben disposto o in quanto egrave opera della medicina e potremmo addurre ancora altri esempi di cose che si dicono nello stesso modo di queste Cosigrave dunque anche lrsquoessere si dice in molti sensi ma tutti in rife-rimento ad un unico principio alcune cose sono detti esseri percheacute sono sostanza altre percheacute affezioni della sostanza altre percheacute vie che portano alla sostanza oppure percheacute corruzioni o privazioni o qualitagrave o cause produttrici o generatrici sia della sostanza sia di ciograve che si riferisce alla sostanza o percheacute negazioni di qualcuna di queste ovvero della sostanza medesima (Per questo anche il non-essere diciamo che egrave nonessererdquo) [Metafisica Libro IV cap 1-2] 81 Lrsquoessere si dice [1] in senso accidentale e [2] per seacute [1] In senso accidentale diciamo per esempio che il ldquogiusto egrave musicordquo o che lrsquoldquouomo egrave musicordquo o che il ldquomusico egrave uomordquo nello stesso modo che diciamo che ldquoil musico costruisce una casardquo percheacute puograve accadere il ldquomusicordquo sia ldquocostruttorerdquo o che il ldquocostruttorerdquo sia ldquomu-sicordquo infatti ldquoquesto egrave questrsquoaltrordquo significa che questo egrave accidente di questrsquoaltro Lo stesso deve dirsi a proposito degli esempi di cui sopra quando diciamo ldquolrsquouomo egrave musicordquo o il ldquomusico egrave uomordquo ldquoil bianco egrave musicordquo o ldquoil musico egrave biancordquo diciamo cosigrave percheacute nellrsquoultimo caso i due attributi sono accidenti di una stessa cosa mentre nel primo caso lrsquoattributo egrave accidente di ciograve che veramente esiste E si dice ldquoil musico egrave uomordquo percheacute ldquomusicordquo egrave accidente dellrsquouomo nello stesso modo si dice anche ldquoil non-bianco egraverdquo percheacute egrave ciograve di cui esso egrave accidente Dunque le cose che si dicono essere in senso accidentale si dicono cosigrave [a] o percheacute si tratta di due attribu-ti che appartengono ad una medesima cosa che egrave [b] oppure percheacute si tratta di un attributo che appartiene alla cosa che egrave [c] oppure ancora percheacute ciograve di cui appartiene come accidente quello di cui egrave esso stesso predicato egrave ciograve che propriamente egrave [2] Essere per seacute sono dette invece tutte le accezioni che ha lrsquoessere secondo le figure delle categorie tante sono le figure delle cate-gorie e altrettanti i significati dellrsquoessere Poicheacute dunque alcune delle categorie significano lrsquoessenza altre la qualitagrave altre la quantitagrave altre la relazione altre lrsquoagire o il patire altre il dove e altre il quando ebbene lrsquoessere ha significati corrispondenti a ciascuna di que-ste Non crsquoegrave differenza infatti fra le proposizioni ldquolrsquouomo egrave viventerdquo e ldquolrsquouomo viverdquo e fra ldquolrsquouomo egrave camminante o taglianterdquo e ldquolrsquouomo cammina o tagliardquo e lo stesso vale per gli altri casi [3] Inoltre lrsquoessere e lrsquoegrave significa ancora che una cosa egrave vera e il non-essere e il non-egrave significa che non-egrave vera ma falsa e questo vale tanto per lrsquoaffermazione quanto per la negazione Per esempio si dice ldquoSocrate egrave musicordquo in quanto questo egrave vero oppure ldquoSocra-te egrave non-biancordquo in quanto questo egrave vero e si dice che ldquola diagonale non-egrave commensurabilerdquo in quanto questo non egrave vero ma falso [4] Inoltre lrsquoessere o lrsquoente significa da un lato lrsquoessere in potenza e dallrsquo altro lrsquoessere in atto e questo nellrsquoambito di ciascuno dei significati sopra detti Infatti noi diciamo che egrave veggente e chi egrave veggente in potenza e chi egrave veggente in atto e similmente diciamo che sa e colui che puograve far uso del sapere e colui che ne fa usa in atto e dicia-mo che egrave in riposo e colui che egrave giagrave in riposo e colui che puograve essere in riposo Similmente dicasi per le sostanze infatti diciamo che un Ermete egrave nella pietra e che la semiretta egrave nella retta e diciamo che egrave frumento anche quello che non egrave ancora maturo [Metafisica Li-bro V cap7]

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azione (taglia brucia) passione (viene tagliato viene bruciato)

Questo elenco non va inteso come qualcosa di definitivo in quanto su questo argomento Aristo-tele ritornograve piugrave volte egrave possibile infatti trovare delle classificazioni leggermente diverse in cui al posto della categoria della sostanza (ousia) vi egrave quella del che cosegrave (essenza) mentre altre vol-te le categorie non sono dieci ma sei o sette Le categorie sono le classi ultime in cui si puograve dire che ricade tutto ciograve che esiste oppure egrave reale Per quanto riguarda luso di questa dottrina Ari-stotele vi fa ricorso quando deve classificare classi di oggetti oppure significati dei termini Ri-guardo poi alla sostanza la prima delle categorie Aristotele la divise in primaria e secondaria e affermograve che solo le sostanze primarie sono sostanze nel vero senso del termine (per sostanza primaria Aristotele intende lindividuale ovvero luomo individualmente considerato questo o quel cavallo e cosigrave via) egrave ovvia allora la polemica con il pensiero di Platone il quale affermava invece che vera sostanza sono le Forme (le Idee) ovvero i generi e le specie delle cose quelle specie e generi che invece per Aristotele avevano unimportanza secondaria82

ii) Lessere come accidente ovvero essere casuale accidentale (per esempio quando dico che luomo egrave musico io non esprimo lessenza stessa dellessere uomo ma qualcosa che alluomo puograve capitare casualmente di essere un mero accidente) Non egrave sempre negrave per lo piugrave ma solo talora Egrave sempre in altro mai per segrave83 (differenza tra accidente e categorie per es la qualitagrave egrave necessario che una sostanza abbia delle qualitagrave che abbia quelle o altre egrave accidentale)

iii) Essere come vero e non-essere come falso Si tratta dellessere logico (a differenza del prece-dente che era un essere ontologico) che indica lessere del giudizio vero e il non-essere del giu-dizio falso egrave un essere puramente mentale che ha sussistenza solo nella ragione e nella mente che pensa (mentre il precedente esisteva a prescindere dalla mente che lo pensava)

iv) Essere come potenza e atto Un esempio di questa importante definizione egrave dato dalla statua di marmo giagrave scolpita che egrave in atto mentre il blocco di marmo che lartefice sta scalpellando egrave in potenza il frumento maturo egrave frumento in atto mentre la pianticella verde egrave frumento in poten-za (vale a dire che puograve diventare ciograve che ancora non egrave mentre lessere in atto si caratterizza come lattuarsi di ciograve che prima era solo in potenza) (1) Sono tutti e due essere perograve in senso quasi opposto (la potenza egrave non atto ma capacitagrave

drsquoessere atto) (2) Saragrave bene ricordare anche che attraverso questo significato dellessere Aristotele risolveragrave

definitivamente laporia eleatica per la quale il non-essere non esiste e di conseguenza nemmeno il movimento percheacute inteso come passaggio dal non-essere allessere la soluzio-ne egrave proprio insita nel concetto di atto e potenza in quanto il non-essere di cui parlava Par-

82 Categorie 2a 11-18 2b 15-17 2b 30-3a 7) [2a] [] ldquoSostanzardquo nel senso piuacute proprio in primo luogo e nella piuacute grande misura egrave quella che non si dice di un qualche sostrato neacute egrave in un qualche sostrato ad esempio un determinato uomo o un determinato cavallo Drsquoaltro canto sostanze seconde si dicono le spe-cie cui sono immanenti le sostanze che si dicono prime ed oltre alle specie i generi di queste Ad esempio un determinato uomo egrave immanente ad una specie cioegrave alla nozione di uomo e drsquoaltra parte il genere di tale specie egrave la nozione di animale [] [2b] [] la ragione per cui le sostanze prime si dicono sostanze in massimo grado consiste nel fatto che esse stanno alla base di tutti gli altri oggetti e che tutti gli altri oggetti si predicano di esse oppure sussistono in esse [] Egrave cosiacute giustificato prescindendo dalle sostanze prime che le specie e i generi siano i soli tra gli oggetti a dirsi ldquosostanze seconderdquo tra i predicati in effetti essi solo rivelano la sostanza prima Se qualcuno invero deve spiegare che cosrsquoegrave un determinato uomo dagrave una spiegazione appropriata fornendo la specie oppure il genere drsquoaltra parte dichiarando che tale oggetto egrave ldquouomordquo lo rende piuacute noto di quanto non faccia dichiarando che egrave ldquoanimalerdquo Nel caso invece che costui fornisca una qualche altra nozione dicendo ad esempio che un determinato uomo egrave ldquobiancordquo o ldquocorrerdquo oppure facendo una qualsiasi altra dichiarazione consimile avragrave dato una spiegazione estra-nea allrsquooggetto Egrave di conseguenza giustificato che tra gli altri oggetti soltanto quelli nominati si dicano sostanze [3a] Oltre a ciograve le so-stanze prime sono sostanze nel senso piuacute proprio in quanto stanno alla base di tutti gli altri oggetti Orbene precisamente allo stesso modo con cui le sostanze prime si comportano rispetto a tutti gli altri oggetti cosiacute si comportano rispetto a tutti i rimanenti le specie e i generi delle sostanze prime In realtagrave tutti i rimanenti oggetti vengono predicati delle specie e dei generi Tu dirai infatti di un determi-nato uomo che egrave ldquogrammaticordquo e quindi dirai pure di uomo e di animale che egrave ldquogrammaticordquo Lo stesso vale per gli altri casi 83 [Metafisica 1025a] [] Accidente significa ciograve che appartiene ad una cosa e che puograve essere affermato con veritagrave della cosa ma non sempre neacute per lo piuacute per esempio se uno scava una fossa per piantare un albero e trova un tesoro Questo ritrovamento del tesoro egrave dunque un accidente per chi scava una fossa infatti lrsquouna cosa non deriva dallrsquoaltra neacute fa seguito allrsquoaltra necessariamente e nemme-no per lo piuacute chi pianta un albero trova un tesoro E un musico puograve anche essere bianco ma poicheacute questo non avviene neacute sempre neacute per lo piuacute noi diciamo che egrave un accidente Pertanto poicheacute ci sono attributi che appartengono ad un soggetto e poicheacute alcuni di questi attributi appartengono al soggetto solo in certi luoghi e in certi tempi allora tutti gli attributi che appartengono ad un soggetto ma non in quanto il soggetto egrave questo soggetto e il tempo questo determinato tempo e il luogo questo determinato luogo saranno accidenti Dellrsquoaccidente non ci saragrave quindi neppure una causa determinata ma ci saragrave solo una causa fortuita e questa egrave indeterminata Egrave per accidente che uno giunge ad Egina se non egrave partito con lrsquointento di giungere in tal luogo ma se egrave giunto percheacute spinto dalla tempesta o preso dai pirati Dunque lrsquoaccidente egrave prodotto ed esiste non per se stesso ma per altro la tempesta infatti egrave stata causa che si giungesse dove non voleva giungere cioegrave ad Egina

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menide altro non sarebbe se non un non-essere relativo nel senso che una cosa egrave segrave stessa e al tempo stesso non egrave tutte le altre Il movimento si spiegheragrave poi come passaggio dalla potenza allatto

Le categorie che abbiamo elencato sopra sono le supreme divisioni dellessere loriginaria distin-zione cui si appoggia necessariamente la distinzione degli ulteriori significati La prima di esse la sostanza egrave la piugrave importante percheacute egrave il riferimento comune alle altre categorie che in qualche modo la presuppongono (la qualitagrave ecc egrave sempre riferita a qualcosa che esiste di giagrave luomo ovvero la sostanza egrave alto uno padre cammina ecc) Il che ci porta a concludere che se les-sere si identifica con le sue categorie e le categorie si riferiscono alla sostanza la domanda su che cosegrave lessere si trasforma in che cosegrave la sostanza e la metafisica diventa teoria della sostanza

4) La sostanza Quali sostanze esistono84 Questa sarebbe la domanda fondamentale Solo che a questa

domanda possiamo rispondere solo dopo che avremo risposto alla domanda cosa egrave la sostanza Tutti ammettono la sostanza sensibile e bisogna partire da ciograve che per noi egrave piugrave evidente a) Sostanza egrave

i) materia (fisici) La materia egrave ciograve di cui una cosa egrave fatta ciograve di cui egrave composta (ad esempio un uomo egrave fatto di carne ed ossa una sfera egrave fatta di bronzo ecc) ed egrave dunque un elemento pas-sivo che viene strutturato dalla forma nel senso che egrave la forma che rende ad esempio lrsquouomo animale razionale mentre la materia saragrave il corpo delluomo

ii) forma (Platone) (1) La forma egrave la natura propria di una cosa egrave ciograve che la rende quella che egrave e la distingue dal-

le altre egrave dunque la sua essenza il suo significato fondamentale il suo essere dellesse-re Se la forma egrave lessenza necessaria egrave ciograve per cui ogni essere egrave necessariamente quello che egrave allora essa egrave anche la risposta che possiamo dare circa il che cosegrave di una cosa in quanto definire un essere vuol dire chiarirne lessenza (che cosegrave questo egrave un uomo cosegrave un uomo un animale razionale)

(2) La forma di cui parla Aristotele non va confusa con la forma platonica percheacute la prima egrave un costitutivo della realtagrave egrave una struttura ontologica immanente mentre la seconda egrave una qua-litagrave trascendente la realtagrave stessa egrave un universale e lrsquouniversale non ha le caratteristiche della sostanza che egrave sempre un tode ti un qualcosa di determinato Aristotele distingue due modi dessere dellessenza 2(a) il suo essere accolto dallanima pensante come il suo modo dessere noetico separa-

to delle cose con il pensiero (choristo logo) 2(b) il suo essere nelle cose come il suo modo dessere fisico di realizzare lunitagrave effettiva

dogni cosa rispetto a ciograve che egrave Secondo Aristotele lessere delllaquoειδοσraquo egrave determinato nel suo modo fisico dalla relazione al soggiacente indeterminato della laquohyleraquo come lunificante effettivo di ogni cosa (εν ποιουν) riconosciuto dal pensiero come sua intelligibilitagrave Effettivitagrave e intelligibilitagrave co-incidono e il tratto eidetico dellessere fisico nella produzione infaticabile di cose precise delimitate da una qualcositagrave in atto saragrave dunque compreso da Aristotele come la profonda complicitagrave di tutta la laquoPhysisraquo con il pensiero cioegrave come il suo tratto razionale comprensibile accolto dal pensiero delluomo come leffettivitagrave di ciograve che egrave

(3) Questo ci porta a fare un breve excursus in ambito logico per accennare al principio di non contraddizione esso sostiene che ogni essere ha una natura determinata che egrave impossibile negare di esso e quindi in questo senso gli egrave necessaria non potendo essere diversa da quello che egrave E espresso da Aristotele nel modo seguente Egrave impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia Il che viene dimostrato da Aristotele per assurdo dicendo che se una parola ha un significato non egrave possibile che A sia insieme B e non-B cioegrave ad esempio che uomo sia insieme animale razionale e non animale razionale

84 (Metafisica 1069a 30-1069b 2) [1069a] [] Ci sono tre sostanze ltdi genere diversogt Una egrave la sostanza sensibile la quale si distingue in (a) eterna e in (b) corruttibile (e questa egrave la sostanza che tutti ammettono per e-sempio le piante e gli animali di essa egrave necessario comprendere quali siano gli elementi costitutivi sia che questi si riducano ad uno so-lo sia che siano molti) (c) Lrsquoaltra sostanza egrave invece immobile e questa alcuni filosofi affermano che egrave separata certuni distinguen-dola ulteriormente in due tipi altri riducendo a una identica natura le Forme e gli Enti matematici altri ancora ammettendo solo gli Enti matematici Le prime due specie di sostanze costituiscono lrsquooggetto della fisica percheacute sono soggette a movimento [1069b] la terza invece egrave og-getto di unrsquoaltra scienza dal momento che non crsquoegrave alcun principio comune ad essa e alle altre due

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iii) sinolo (senso comune)85unione di materia e forma entrambe la materia e la forma sono ne-cessarie per fare una sostanza non puograve esistere un uomo senza il corpo (materia) neacute lanima (forma) senza il corpo

b) Ora hanno ragione tutti e nessuno i) Senza materia non ci sono sostanze sensibili perograve la materia egrave potenzialitagrave indeterminata ii) Quindi egrave necessaria una forma che la determini una forma che determina il che cosrsquoegrave Della co-

sa una forma che egrave sempre intrinseca alla cosa iii) Di conseguenza saragrave sostanza il sinolo che egrave unione delle due

c) caratteri della sostanza i) Non inerisce ad altro ma egrave sostrato di inerenza di altro (cioegrave degli accidenti) ii) per seacute indipendenza (appunto in quanto la sostanza sussiste e non inerisce un maglione egrave so-

stanza il blu no percheacute egrave sempre blu di qualcosa di qualche sostanza ad esempio blu del ma-glione)

iii) determinata (deve essere un tode tigrave deve potersi indicare concretamente quindi non potragrave es-sere u universale la sua egrave una filosofia dellrsquoindividuale)

iv) unitaria (non un aggregato la sostanza deve essere un che di uno un sasso egrave una sostanza un mucchio di sassi no)

v) atto (energheia o entelekeia deve essere qualcosa di attuale di reale il seme che egrave seme ora egrave sostanza la pianta che il seme puograve diventare sviluppandosi non egrave sostanza fincheacute il seme resta seme)

d) In base a tali presupposti puograve essere detto sostanza i) la materia perograve non del tutto propriamente percheacute soddisfa solo alla prima caratteristica (non

inerisce a nulla ma tutto inerisce ad essa) perograve non egrave attuale neacute determinata neacute indipendente neacute davvero una

ii) la forma egrave vero che non soddisfa alla prima condizione percheacute inerisce alla materia ma inerisce come principio determinate E la seconda caratteristica esiste per seacute Puograve esistere separata sia concettualmente sia anche concretamente (vedremo che esistono forme senza materia)

iii) il sinolo di forma e materia inevitabilmente le soddisfa tutte iv) ora il sinolo egrave la vera sostanza dal punto di vista empirico che costituisce il mondo fisico da noi

immediatamente conosciuto Perograve da un punto di vista metafisico vera sostanza egrave la forma in quanto egrave la forma il principio determinante il sinolo il fondamento del sinolo

v) Allora essere nel senso pieno egrave la sostanza e la sostanza nel senso pieno egrave la forma Aristotele ha chiamato la forma causa prima dellessere

e) alcune conseguenze i) retaggio platonico solo la forma egrave conoscibile non la materia che egrave inintelligibile ed egrave causa del-

la pluralitagrave (es dei molti uomini) La materia egrave il principio di individuazione (quella che la scolastica chiameragrave la materia signata Ora se la materia egrave inintelligibile la singola cosa concreta sensibile non saragrave mai pienamente co-noscibile quindi i singoli sono inconoscibili indefinibili

ii) La forma egrave solo atto la materia egrave solo potenza cioegrave capacitagrave di assumere qualsiasi forma quindi il sinolo egrave insieme atto e potenza Tutto ciograve che ha materia ha potenzialitagrave se non ha materia egrave atto puro

iii) Significato e importanza dellatto come entelekeia (εν τελοσ εχειν avere in se stessi il proprio fi-ne) Se la forma egrave questa entelechia allora essa egrave non solo quello che la cosa egrave ma anche quello che la cosa deve essere la forma egrave il dinamismo interno della realtagrave orientamento intrinseco la forma diventa anche fine

iv) Latto egrave superiore alla potenza rispetto alla quale vanta una prioritagrave logica (capisco la potenza solo in relazione allrsquoatto) e ontologica (lrsquoatto egrave condizione regola e fine della potenzialitagrave)

85 [1042a] [] E sostanza egrave il sostrato il quale in un senso significa la materia (dico materia ciograve che non egrave un alcuncheacute di determinato in atto ma un alcuncheacute di determinato solo in potenza) in un secondo senso significa lrsquoessenza e la forma (la quale essendo un alcun-cheacute di determinato puograve essere separata con il pensiero) e in un terzo senso significa il composto di materia e di forma [] [1042b] [] la sostanza nel significato di sostrato e di materia [yacutele] viene concordemente ammessa da tutti ed essa egrave la sostanza che esiste in potenza rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose sensibili come atto [1043a] []Dalle cose dette risulta chiaro che cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere essa egrave per un verso materia per un altro forma e atto e per un terzo egrave lrsquoinsieme di materia e di forma Non bisogna ignorare che talora non egrave chiaro se il nome indichi la sostanza come composto oppure lrsquoatto e la forma Per esempio non egrave chiaro se ldquocasardquo indichi il composto di materia e forma ossia un riparo fatto di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo oppure se significhi lrsquoatto e la forma ossia un riparo [] [1043b] Ma questo che per altro rispetto ha una notevole rilevanza in relazione alla ricerca della sostanza sensibile non ne ha alcuna infatti lrsquoessenza appartiene alla forma e allrsquoatto

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v) Grazie alla dottrina della potenza e dellatto Aristotele ha potuto risolvere il problema eleatico del movimento (che egrave un passaggio dallessere in potenza allessere in atto) e ha potuto risolvere il problema dellrsquounitagrave di materia e forma (potenza e atto)

5) Motore immobile

a) dimostrazione86 se tutto fosse corruttibile niente sarebbe incorruttibile perograve crsquoegrave lrsquoeternitagrave del tempo e quindi del movimento necessitagrave di un motore immobile causa del movimento (impossibile il re-gresso allrsquoinfinito in quantro se manca la causa prima viene a mancare anche tutta la serie delle cau-se seconde)

b) sue caratteristiche eterno immobile atto puro (se fosse potenza potrebbe non muovere) spirituale c) muove come oggetto di amore e di intelligenza quindi non egrave causa efficiente ma causa finale d) per questo il mondo non ha avuto inizio Dio da sempre attrae Di conseguenza luniverso egrave una sor-

ta di sforzo della materia verso Dio e quindi in pratica un desiderio incessante di prendere forma Non egrave tanto Dio che dagrave forma al mondo ma egrave piuttosto il mondo che aspirando a Dio si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci luniverso non egrave creato non ha avuto origine sussiste da sempre) Per questo non crsquoegrave un caos originario verrebbe ad essere il primato della potenza sullrsquoatto

e) il Motore immobile egrave pensiero di pensiero87 (per analogia alla nostra esperienza)

86 Poicheacute si egrave sopra detto che le sostanze sono tre due fisiche ed una immobile ebbene dobbiamo parlare di questa e dobbiamo dimo-strare che necessariamente esiste una sostanza eterna ed immobile Le sostanze infatti hanno prioritagrave rispetto a tutti gli altri modi di essere e se fossero tutte corruttibili allora sarebbe corruttibile tutto quanto esiste Ma egrave impossibile che il movimento si generi o si corrompa percheacute esso egrave sempre stato neacute egrave possibile che si generi o si corrompa il tempo percheacute non potrebbero esserci il ldquoprimardquo e il ldquopoirdquo se non esistesse il tempo Dunque anche il movimento egrave continuo come il tempo infatti il tempo o egrave la stessa cosa che il movi-mento o una caratteristica del medesimo E non crsquoegrave altro movimento continuo se non quello locale anzi di questo continuo egrave solo quel-lo circolare Se poi esistesse un principio motore ed efficiente ma che non fosse in atto non ci sarebbe movimento infatti egrave possibile che ciograve che ha potenza non passi allrsquoatto (Pertanto non avremo alcun vantaggio se introdurremo sostanze eterne come fanno i sosteni-tori della teoria delle Forme se non egrave presente in esse un principio capace di produrre mutamento dunque non egrave sufficiente questo ti-po di sostanza neacute lrsquoaltra sostanza che essi introducono oltre le Idee (n numeri e gli Enti matematici) se queste sostanze non saranno attive non esisteragrave movimento) Ancora non basta neppure che essa sia in atto se la sua sostanza implica potenza infatti in tal caso potrebbe non esserci un movimento eterno percheacute egrave possibile che ciograve che egrave in potenza non passi allrsquoatto Egrave dunque necessario che ci sia un Principio la cui sostanza sia lrsquoatto stesso Per conseguenza egrave anche necessario che queste sostanze (n Aristotele oltre al Motore immobile ammetteragrave anche tutta una serie di sostanze analoghe al Motore immobile anche se a lui gerarchicamente inferiori) siano scevre di materia percheacute devono essere eterne se mai esiste qualcosa di eterno Dunque devono essere atto Drsquoaltro canto sorge una difficoltagrave pare infatti che tutto ciograve che egrave attivo presupponga la potenza e che invece non tutto ciograve che egrave in potenza passi allrsquoatto sembra in tal modo che la potenza sia anteriore allrsquoatto Ma se fosse cosigrave non esisterebbe nessuno degli esseri egrave possibile infatti che ciograve che egrave in potenza ad essere non sia ancora E anche se fosse come dicono i Teologi che fanno derivare tutto dalla notte (n ORFEO fr 12 Diels-Kranz e ESIODO Teogonia 116 e seguenti) o come dicono i Fisici i quali sostengono che laquo tutte le cose erano insieme raquo (n ANASSAGORA fr 1 Diels-Kranz) si giungerebbe alla stessa impossibilitagrave Infatti come potrebbe prodursi mo-vimento se non esistesse una causa in atto Non certo la materia puograve muovere seacute medesima ma lrsquoarte del costruire e neppure il me-struo neacute la terra muovono se stessi ma il germe e il seme Per questo alcuni ammettono una attivitagrave eterna come Leucippo (n testi-monianza 18 Diels-Kranz) e Platone (n Timeo 30a) infatti essi sostengono che il movimento egrave eterno Tuttavia essi non dicono percheacute il movimento sia e quale esso sia neacute dicono la ragione per cui esso sia in questo o quel modo Nulla infatti si muove a caso ma deve sempre esserci una causa per esempio questo si muove ora in questo modo per natura questo altro in questrsquoaltro modo per forza ad opera dellrsquointelligenza o di altro E di che specie egrave allora quel movimento primo Questo punto ha una importanza grandissima Ma a Platone non [1072a] sarebbe stato lecito neppure porre quello che egli ritiene talora essere causa di movimento ossia ciograve che si dagrave movimento da se stesso Infatti questo che secondo lui egrave lrsquoanima egrave posteriore al movimento e nasce insieme col mondo come egli stesso afferma (n sempre nel Timeo) Orbene ritenere che la potenza sia anteriore allrsquoatto in un senso egrave vero e in un altro senso non egrave vero come si egrave giagrave detto Che lrsquoatto sia anteriore attesta Anassagora percheacute lrsquoIntelligenza di cui egli parla egrave atto attesta Empe-docle con la dottrina dellrsquoAmicizia e della Discordia e attestano coloro che come ad esempio Leucippo sostengono che il movimento egrave eterno Pertanto non ci furono per un tempo infinito Caos o Notte ma ci furono sempre le medesime cose o ciclicamente o in qualche altro modo se veramente lrsquoatto egrave anteriore alla potenza Ora se la realtagrave egrave sempre la stessa [ciclicamente] egrave necessario che qualcosa permanga costantemente e agisca sempre allo stesso modo E percheacute possano aver luogo generazione e corruzione ci deve essere an-che qualcosrsquoaltro che sempre agisca in maniera diversa E bisogna che questo in un modo agisca in virtugrave di seacute medesimo e in un altro modo in virtugrave di altro dunque in virtugrave di una ulteriore causa diversa dalla prima oppure in virtugrave della prima Ma egrave necessario che sia in virtugrave della prima percheacute a sua volta la prima sarebbe causa dellrsquouno e dellrsquoaltro Dunque egrave meglio la prima Dicemmo infatti che essa egrave causa dellrsquoessere le cose sempre nello stesso modo la seconda invece egrave causa dellrsquoessere le cose in modo diverso e lrsquouna e lrsquoaltra insieme son causa dellrsquoessere le cose in modo sempre diverso In questo modo si comportano dunque i movimenti Che bisogno crsquoegrave allora di cercare altri principi [da Metafisica Libro XII Cap 6] 87 Da un principio tale dunque dipendono il cielo e la natura e la sua condotta egrave la migliore quale noi abbiamo solo per piccolo tempo Esso infatti egrave sempre cosigrave (per noi infatti sarebbe impossibile) percheacute la sua attualitagrave egrave anche piacere e per questo la veglia la sensa-zione e il pensiero sono le cose piugrave piacevoli e grazie a queste anche le speranze e i ricordi E il pensiero che egrave di per seacute egrave di ciograve che egrave migliore di per seacute e il pensiero per eccellenza egrave di ciograve che egrave per eccellenza Lintelletto pensa seacute stesso per partecipazione del pensabile infatti diventa pensabile toccando e pensando cosiccheacute intelletto e pensabile sono la stessa cosa Lintelletto egrave infatti ciograve che puograve acco-gliere il pensabile e lousiacutea e opera quando li possiede cosiccheacute piugrave ancora di quella capacitagrave egrave questo che lintelletto sembra avere di divino e lindagine egrave la cosa piugrave piacevole e migliore Se dunque il dio sta sempre cosigrave bene come noi qualche volta egrave meraviglioso e se ancora meglio egrave ancora piugrave meraviglioso -- e sta cosigrave E sussiste come vita percheacute lattualitagrave dellintelletto egrave vita ed esso egrave attualitagrave E la sua attualitagrave che egrave di per seacute egrave la vita perenne e migliore In veritagrave affermiamo che il dio egrave il vivente perenne e migliore cosiccheacute al dio appartiene una vita e un tempo vitale continuo e perenne percheacute questo egrave il dio (Metafisica XII7 1072 b13-30 ) [] se esso [lrsquointelletto divino] non pensa nulla in nulla verrebbe a risiedere la sua dignitagrave ma esso si troverebbe nello stato di un uomo addormen-

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i) Il Dio aristotelico egrave vivente Ma di quale tipo di vita Quella che per Aristotele egrave la piugrave perfetta quella che alluomo egrave possibile solo per breve tempo e che egrave cuasa di piacere e cioegrave la vita del puro pensiero della contemplazione (theoria) Il pensiero egrave lrsquounica attivitagrave immateriale e puro at-to

ii) E che cosa contempla Dio Non puograve che contemplare la cosa piugrave perfetta e quindi contempla se stesso egli pensa se stesso egrave pensiero di pensiero

iii) Esso non crea il mondo dal nulla (questa egrave una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo egrave eterno non conosce e non ama il mondo giaccheacute lamore egrave visto come una imperfezione in quanto egrave la tendenza a ricercare ciograve di cui abbiamo bisogno mentre se Dio egrave perfetto non puograve avere bisogno di nulla e quindi non puograve amare

f) Il Motore immobile egrave unico per questo il mondo egrave unico Perograve Aristotele non egrave monoteista (per Ari-stotele egrave divino tutto ciograve che egrave eterno quindi le 55 Intelligenze e le anime) anche se crsquoegrave monotei-smo esigenziale

LA FISICA E LA MATEMATICA

1) Le dottrine fisiche elaborate da Aristotele occupano una posizione assolutamente centrale nella cultura che va dal mondo greco fino alle soglie dellrsquoetagrave moderna quando srsquoegrave verificata quella ldquorivoluzione scien-tificardquo che ha avuto in Copernico e in Galilei i suoi eroi

2) Platone aveva rigettato la possibilitagrave di una scienza della natura in quanto convinto che questa fosse soggetta a quellrsquoincessante fluire tematizzato da Cratilo e aveva sostenuto che del mondo naturale po-tesse esservi non giagrave επιστεmicroε bensigrave δοξα lo stesso Timeo che pure era un dialogo interamente dedi-cato alla φυσισ si configurava come un racconto immaginifico privo di ogni qualsivoglia carattere verita-tivo

3) Ersquo stato Aristotele ad assumersi il compito di fondare la fisica come scienza ancorchegrave la fisica da lui fon-data sia lontanissima da quella moderna che tutto matematizza si tratta al contrario di una fisica qua-litativa (anche qui in contrasto con Platone) che diventa una ontologia o metafisica del sensibile Ed egrave nel VI libro della Metafisica che lo Stagirita proponendo la sua classificazione delle scienze non solo presenta la fisica come scienza a pieno titolo ma addirittura la inserisce nel novero delle ldquoscienze teore-ticherdquo (insieme alla matematica e alla filosofia prima ossia la metafisica) le quali avendo per fine il sa-pere stesso sono disinteressate e in ciograve risiede la loro superioritagrave88 La fisica Aristotele l chiama anche filosofia seconda proprio percheacute indaga la sostanza sensibile e in movimento che egrave seconda rispetto alla sostanza soprasensibile e immobile a cui conduce la filosofia prima Abbiamo due tipi di sostanze le sensibili e le soprasensibili per questo avremo due tipi diversi di scienze fisica e metafisica (e qui si o-pera il superamento dei presocratici proprio percheacute la φυσισ non egrave piugrave la totalitagrave dellrsquoessere

4) Per Aristotele diversamente da Platone egrave possibile studiare le cose nel loro divenire a) Ciograve non toglie perograve che la fisica ndash a differenza della metafisica che studia lrsquoessere in quanto tale ndash

sia una scienza particolare giaccheacute si occupa solo dellrsquoessere in movimento e perciograve difetta di uni-versalitagrave

b) Oltre ad occuparsi dei corpi terreni caratterizzati dallrsquoessere passeggeri e non eterni Aristotele fa rientrare nel campo drsquoindagine della fisica anche lo studio dei corpi celesti Con questrsquooperazione e-gli pone lrsquoastronomia come scienza fisica e non come scienza matematica (quale era per Platone) poicheacute gli astri sono anchrsquoessi corpi in movimento bencheacute ndash a differenza dei corpi terrestri ndash non siano soggetti al divenire ma esistenti sempre e necessariamente (in quanto composti non giagrave dei quattro elementi bensigrave dellrsquoetere) Ne segue che gli orizzonti della fisica finiscono per spaziare dalla terra al cielo dai corpi viventi degli animali allrsquoanima Il confine tra il mondo terrestre ndash popolato dai

tato se invece esso pensa ma pensa qualcosa che sia diversa da seacute stesso allora il suo pensiero viene a dipendere da qualche altra cosa e in tal caso [] esso non potragrave essere la migliore delle sostanze giaccheacute la sua assoluta superioritagrave egrave sua proprietagrave solo in virtugrave del pensare Inoltre tanto nel caso che la sua sostanza si identifichi con lrsquoIntelletto quanto nel caso che si identifichi col pensiero qual egrave lrsquooggetto del pensiero [] E chiaro quindi che esso pensa la cosa piugrave divina e veneranda e che non muta mai il suo oggetto [] Epperograve lrsquoIntelletto pensa seacute stesso se egrave vero che esso egrave il bene supremo e il suo pensiero egrave pensiero di pensiero (Aristotele Metafisi-ca in Id Opere a cura di G Giannantoni Bari Laterza libro XII 9) 88 Proprio in Metafisica VI 1025 b 25 scrive Aristotele ldquoPertanto se ogni conoscenza razionale egrave o pratica o poietica o teoretica la fisica dovragrave essere conoscenza teoretica ma conoscenza teoretica di quel genere di essere che ha potenza di muoversi e della sostanza inte-sa secondo la forma ma prevalentemente considerata come non separabile dalla materia [hellip] Se tutti gli oggetti della fisica si intendo-no in modo simile al camuso come per esempio naso occhio viso carne orecchio animale in generale foglia radice corteccia pianta in generale (infatti non egrave possibile dare definizione di alcuna di queste cose senza il movimento ma esse hanno sempre materia) allora egrave chiaro come si debba ricercare e definire lrsquoessenza in sede di ricerca fisica ed egrave altresigrave chiaro percheacute sia compito del fisico speculare anche su una parte dellrsquoanima che non esiste senza la materia Da tutto ciograve risulta allora evidente che la fisica egrave una scienza teoreticardquo

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corpi in divenire ndash e quello celeste ndash popolato dai corpi eterni ndash egrave segnato dalla luna che divide ap-punto il mondo sublunare da quello sopralunare

c) Le scienze teoretiche riguardano cose esistenti necessariamente ma allrsquointerno della fisica egrave ritaglia-to uno spazio anche per i corpi passeggeri e non eterni le pietre gli uomini e gli animali possono in-fatti non esistere e in ogni caso sono perituri essi tuttavia rispondono ad una modalitagrave dellrsquoessere che egrave επι το πολυ (per lo piugrave) per cui gli uomini invecchiando diventano per lo piugrave canuti Nellrsquoambito del mondo fisico terrestre allora pur non valendo la necessitagrave assoluta ciograve non di meno vale la necessitagrave condizionale tale per cui se si verifica una tale condizione si verifica un tale effet-to (ad esempio se invecchio mi vengono i capelli bianchi) Sicchegrave i corpi del mondo fisico di questa terra presenta caratteristiche fluttuanti (il colore degli occhi dei capelli lrsquoaltezza ecc) con lrsquoinevitabile conseguenza che a differenza della matematica la conoscenza fisica non potragrave mai es-sere esatta neacute potragrave fare ricorso a dimostrazioni analiticodeduttive (Platone riduce invece nel Timeo gli elementi fisici a enti geometrici matematicamente studiabili) La fisica difetta dunque di universa-litagrave di esattezza e di necessitagrave

d) Come ogni altra conoscenza anche quella fisica procede per cause e quali siano tali cause Aristotele lo spiega nel II libro cap3 della Fisica per poi riprenderlo nel I della Metafisica le quattro cause che egli individua non sono che le risposte da fornire quando ci si interroga sulla natura di qualche cosa e tale dottrina egrave evidentemente dedotta dallrsquoosservazione diretta dei corpi osservandoli si nota in-fatti che essi rispondono a quattro diversi punti di vista ovvero risultano dalla convergenza di quat-tro cause Infatti le cose hanno una materia sono prodotte da qualcuno sono tali percheacute hanno una forma che le individua e hanno uno scopo per il quale sono venute ad essere qui in sintonia con Platone Aristotele crede che la struttura eretta sia stata data allrsquouomo affincheacute egli possa con-templare le realtagrave superne ma Aristotele non dimentica che le cose hanno anche una materia che le condiziona cosigrave lrsquouomo puograve stare in piedi percheacute possiede calore e il calore tende appunto verso lrsquoalto La materia e la forma non sono ndash secondo Aristotele ndash separabili lrsquouna dallrsquoaltra col che egli si distingue nettamente dalla posizione platonica per cui le forme (ειδη) sarebbero radicalmente di-stinte dalla materia (υλη) inoltre lrsquoassetto fisico di ogni cosa egrave tale percheacute deve rispondere ad un dato fine e la forma egrave quella che egrave percheacute egrave stata organizzata in vista di tale fine Solo chi conosce tutte e quattro le cause delle cose puograve essere insignito del titolo di φυσικος (fisico) giacchegrave egli solo egrave in grado di indicare di che cosa le cose sono fatte a quale fine tendono quale forma hanno che cosa le ha messe in moto

e) Il punto nodale nella trattazione fisica condotta dallo Stagirita riguarda la teleologia la natura tende a un fine o piuttosto in essa tutto avviene secondo le bizzarre regole del caso A questa domanda Platone aveva risposto giocando la carta del finalismo provvidenzialistico ipotizzando lrsquoesistenza di un ldquoDivino arteficerdquo (il Demiurgo del Timeo) tale da contemplare le idee eterne e calarle nella mate-ria nel miglior modo possibile il mondo che ne derivava era il migliore tra i mondi possibili intera-mente retto da fili divini una sorta di opera drsquoarte infallibile in cui tutto era retto da fili divini La so-luzione di Aristotele egrave assai diversa il provvidenzialismo platonico egrave messo al bando per due ragioni In primis percheacute la natura non egrave affatto divina e Aristotele ne paragona lrsquoattivitagrave a quella tecnica a differenza della tecnica divina (che egrave infallibile) la tecnica umana egrave soggetta a fallire similmente in natura non tutto avviene in maniera perfetta Come il grammatico puograve commettere errori o come il medico puograve prescrivere farmaci inadeguati cosigrave la natura puograve parimenti compiere errori bencheacute il suo agire sia sempre e comunque orientato al meglio tale principio viene da Aristotele dedotto a partire dalla biologia dove si registrano casi di veri e propri mostri (ad esempio esseri con parti mancanti o in sovrappiugrave) e devianze dalla norma della natura che vuole che gli uomini nascano per lo piugrave in un certo modo La possibilitagrave dellrsquoerrore della natura egrave resa possibile dal fatto che si tratta di un ambito di cose materiali e come abbiamo pocrsquoanzi detto la materia non sempre si lascia domina-re dalla forma a volte le oppone resistenza (tale egrave ad esempio il caso della mano con quattro dita anzicheacute cinque) Sicchegrave a partire da queste considerazioni lo Stagirita dovragrave prendere in esame il fattore ldquocasualitagraverdquo e lo faragrave nel libro II cap4-5-6 addivenendo alla conclusione che ldquoil caso rientra nel novero delle causerdquo intendendo con ciograve dire che anche quel che accade per caso ha pur sempre una sua causa anche se lrsquoeffetto risulta derivare da una causa diversa da quella in forza della quale solitamente accade ossia avviene per accidente (κατα συmicroβεβηκως) Puograve dunque accidentalmente accadere che nel corso della generazione la materia non si lasci plasmare e ne nasca un mostro Lrsquoindividuo di sesso femminile egrave esso stesso agli occhi di Aristotele un caso di errore della natura un mostro prodotto dal caso agendo sul sangue mestruale il seme maschile forma la materia ed egrave a questo punto che puograve verificarsi la devianza nascere femmina egrave appunto una devianza ma si trat-ta pur sempre di una ldquomostruositagrave necessariardquo al fine di perpetuare la specie

f) In questo contesto si inserisce il doppio significato che naturale ha in Aristotele

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i) Indica ciograve che egrave regolare ed accade per lo piugrave ed egrave proprio questo che consente la scienza ii) Oppure naturale sta a indicare il fine il telos la norma contro il meccanicismo di fatto sta a in-

dicare la realizzazione della forma intrinseca Sarebbe quindi possibile il passaggio dalla descri-zione (primo significato) alla prescrizione (secondo significato)89

g) Occupandosi la fisica di corpi in movimento Aristotele si affatica a lungo sulla nozione di movimento (lrsquointero libro III egrave dedicato a tale tematica) riconoscendo quattro possibili modalitagrave di κινησις (loca-le sostanziale quantitativo qualitativo) egli smaschera definitivamente lrsquoeleatismo parmenideo i) Il movimento non egrave passaggio da essere a non essere o viceversa come per gli eleati ma egrave pas-

saggio da potenza ad atto ora egrave vero che la potenza non egrave atto perograve la potenza egrave uno dei si-gnificati dellrsquoessere Quindi il movimento egrave passaggio da un modo drsquoessere a un altro modo drsquoessere90

ii) Essendo passaggio da potenza ad atto e riferendosi questi a tutte le categorie in teoria do-vemmo avere dieci tipi di movimento di fatto Aristotele ne presenta quattro secondo la sostan-za la qualitagrave la quantitagrave il luogo

iii) Percheacute il moto sia possibile egrave necessario porre cinque principi materia o sostrato del moto (dove risiede la potenzialitagrave) forma e privazione (ed egrave sempre una privazione determinata per questo il movimento non saragrave mai a caso) ma saragrave sempre determinato Il sostrato passa dalla priva-zione della forma alla forma Forma e materia sono cause la privazione egrave il principio del muta-mento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente giagrave una forma Ogni movimento poi comporta una causa efficiente e un fine

h) Il moto locale egrave caratterizzato da unrsquounica direzione dallrsquoalto verso il basso o viceversa A ciograve vale per il mondo sublunare poicheacute i corpi di quello sopralunare sono invece dotati di moto semplice (ov-vero circolare spuntano e tramontano sempre nel medesimo punto) in forza della particolare mate-ria che li costituisce si tratta non giagrave dei quattro elementi empedoclei che stanno alla base dei corpi sublunari bensigrave di quella materia incorruttibile che Aristotele chiama etere

i) Agli occhi di Aristotele i corpi si distinguono in semplici (i quattro elementi) e in composti ed en-trambe le categorie cadono nel campo drsquoindagine della fisica alla base di tutti i corpi che popolano il mondo sublunare stanno i quattro elementi individuati da Empedocle Dal moto dei corpi semplici di-pende direttamente anche lrsquoassetto di del mondo terrestre risultante costituito in base alla disposi-zione dei quattro elementi stessi (la cui disposizione egrave legata alle caratteristiche fisiche di ciascun e-lemento) i) Il mondo sublunare (di natura sferica che egrave la migliore tra quelle possibili) viene cosigrave a configu-

rarsi come una serie di cerchi concentrici al cui centro sta lrsquoelemento piugrave pesante (la terra) e alla periferia quello piugrave leggero (il fuoco) con in mezzo lrsquoacqua e ndash piugrave leggera ndash lrsquoaria In base a tale

89 FISICA II 8 198 b 35 ss In effetti queste e tutte le altre cose che sono da natura o si generano sempre in questo modo o per lo piugrave e nessuna di esse si genera per fortuna o a caso Infatti non egrave in modo fortuito o casualmente che capita di piovere spesso in in-verno mentre questo sarebbe vero se accadesse durante la canicola e la canicola non fosse in estate [199 a] ma piuttosto durante lrsquoinverno Se dunque crsquoegrave caldo questo sembra essere o a caso o in vista di un fine e se non egrave possibile che queste cose accadano o per circostanze fortuite o [5] a caso avverranno in vista di un fine Ma tutte queste cose sono da natura come ammettono anche coloro che sostengono tali tesi dunque nelle cose che si generano o esistono per natura egrave presente lrsquooperare in vista del fine [ενεκα του] I-noltre nelle cose nelle quali esiste un qualche fine ciograve che viene prima egrave fatto in vista di ciograve che viene dopo Quindi come avviene nellrsquoagire [10] cosigrave accade in natura e come avviene in natura cosigrave accade anche in ogni azione se niente lo impedisce Ora lrsquoagire egrave in vista di un fine allora anche il fine egrave per natura Ad esempio se una casa fosse fra le cose che sono per natura essa verrebbe pro-dotta allo stesso modo in cui ora egrave costruita per mezzo della tecnica E se le cose che sono da natura fossero fatte non solo da natura ma anche fossero prodotte con la tecnica sarebbero prodotte in quello stesso modo nel quale esse sono prodotte per natura [15] Dunque lrsquouno egrave in vista dellrsquoaltro In generale talvolta lrsquoarte porta a compimento quanto la natura egrave impossibilitata a fare talaltra imita la natura Se dunque le cose che sono secondo arte sono fatte in vista di un fine egrave chiaro che anche le cose che sono secondo natura lo sono Infatti il rapporto tra ciograve che viene dopo e ciograve che viene prima opera nello stesso modo in entrambe 90 Fisica III 200 b ndash 201 a Talune cose sono soltanto in atto altre in potenza e in atto e alcune sono sostanza altre quantitagrave o qualitagrave e altre simili categorie dellrsquoessere Mentre la relazione si dice talvolta in riferimento allrsquoeccesso e al difetto talvolta [30] in rapporto a ciograve che egrave attivo e passivo e in generale in riferimento al motore e al mobile II motore infatti egrave motore di ciograve che egrave mobile e ciograve che egrave mobile egrave mobile in quanto mosso dal motoreE non esiste movimento al di fuori delle cose Ciograve che diviene infatti muta sempre o se-condo la sostanza o secondo la quantitagrave o secondo la qualitagrave o secondo il luogo E non [35] vrsquoegrave niente oltre questi predicati comuni che come abbiamo detto non sia o sostanza [201 a] o quantitagrave o qualitagrave o qualcuno delle altre predicazioni categoriali In conclusione non vi potragrave essere neacute movimento neacute cambiamento al di fuori delle cose sopra richiamate poicheacute non esiste realtagrave al di fuori delle cose detteE ciascuna di queste cose egrave presente in ogni ente in modo duplice ad esempio nella sostanza per un verso come forma per lrsquoaltro [5] come privazione nella qualitagrave come bianco e nero nella quantitagrave come compiuto e incompiuto In modo simile nel movimen-to locale avremo alto e basso o leggero e pesante Siccheacute le specie di cambiamento e di movimento sono tante quante sono quelle dellrsquoessereE poicheacute abbiamo distinto [10] nellrsquoambito di ciascun genere ogni cosa secondo lrsquoatto o la potenza lrsquoatto di ciograve che esiste in potenza in quanto tale egrave movimento ad esempio lrsquoatto di ciograve che egrave alterabile in quanto alterabile egrave alterazione lrsquoatto di ciograve che si ac-cresce e di ciograve che al contrario diminuisce (non esiste infatti un nome comune ad entrambi) crescita e diminuzione e lrsquoatto di ciograve che si genera e di ciograve che si corrompe generazione e [15] corruzione lrsquoatto di ciograve che si muove localmente locomozione

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disposizione si spiegano anche i moti che si verificano nel mondo sublunare che possono essere moti secondo natura (φυσει) e moti violenti (βια) una pietra lasciata cadere tende a muoversi di un moto naturale verso il basso ma se la scagliamo verso lrsquoalto essa procede per un tratto in di-rezione opposta al suo luogo naturale (muovendosi con un moto contro natura) fino a che non avragrave esaurito la spinta e ricadragrave a terra

ii) I corpi celesti invece si muovono di moto circolare La luna segna il confine tra i due mondi (sublunare e sopralunare) ma tra essi non crsquoegrave separazione netta crsquoegrave anzi una zona intermedia in cui si situano i fattori meteorologici che sono da Aristotele spiegati con le vicissitudini cui vanno incontro i quattro elementi I corpi celesti non si muovono perograve tutti allo stesso modo ciascuno di essi descrive nel suo tragitto una sfera e lrsquoinsieme complessivo di tali sfere dagrave un in-sieme concentrico che ha al suo centro la Terra stessa (in ciograve risiede il geocentrismo aristoteli-co) Come la Terra occupa il centro del mondo cosigrave la periferia egrave occupata dal ldquocielo delle stelle fisserdquo che chiude lrsquoestremitagrave del mondo Le stelle fisse hanno moto eterno circolare e semplice via via che dallrsquoalto si scende verso la luna i moti dei pianeti presentano sempre maggiori irre-golaritagrave (tali sono appunto i moti apparenti) di velocitagrave e di regradazioni

iii) Gli individui sublunari che popolano il nostro mondo (uomini animali piante) sono mortali come individui (poicheacute costituiti dai quattro elementi) ma eterno egrave il loro processo di generazione e corruzione cosiccheacute il singolo uomo egrave perituro ma la specie umana egrave eterna (lrsquoatto stesso con cui si ama e ci si riproduce non egrave che un anelito allrsquoeternitagrave)

5) Matematica

a) Per Platone gli enti matematici sono realtagrave ontologiche oggettive sono enti ideali esistenti b) Per Aristotele

i) Gli enti matematici sono frutto di astrazione negrave reali negrave irreali ii) quindi sono enti di ragione che nella realtagrave esistono solo potenzialmente (proprietagrave intrinseche)

e in atto esistono solo nella nostra mente

PIRRONE DI ELIDE

1) Pirrone cercava di dimostrare come sia possibile vivere una vita felice anche senza la veritagrave e senza quei valori che erano stati venerati in passato a) Il Giardino e la Stoagrave ndash che sorsero pochi lustri dopo ndash quando giagrave il verbo di Pirrone cominciava a dif-

fondersi lentamente pur concordando nellrsquoattribuire al saggio una serie di caratteri esistenziali giagrave chiaramente individuati dal nostro filosofo assunsero tuttavia una posizione diametralmente oppo-sta proclamando con estrema risolutezza che al saggio sono indispensabili laquodogmiraquo e laquocertezzeraquo e quindi ribadirono la convinzione greca che lrsquoessere e la veritagrave esistono e sono raggiungibili dallrsquouomo e che la regola del vivere felici puograve scaturire solo da queste acquisizioni e dunque dalla ricostruzione di una precisa tavola di valori

b) Come egrave giunto Pirrone al rovesciamento di questa convinzione cosigrave ben radicata E come ha potuto dedurre una laquoregola di vitaraquo e costruire una laquosaggezzaraquo rinunciando allrsquoessere e alla veritagrave e dichia-rando ogni cosa vana apparenza

2) Una risposta a questi problemi puograve essere data solo tenendo conto dei seguenti tre fattori essenziali a) il momento storico in cui maturograve il pensiero di Pirrone e in particolare la sua partecipazione alla

grande spedizione di Alessandro b) lrsquoincontro con lrsquoOriente che gli rivelograve una tipologia di laquosaggezzaraquo del tutto sconosciuta ai Greci c) i maestri e le correnti filosofiche greche da cui egli desunse gli strumenti concettuali per

lrsquoelaborazione e per la formulazione del suo pensiero

3) Pirrone nega sia la laquofisicaraquo sia la laquometafisicaraquo e in generale ogni forma di ontologia in quanto tale a) Il ripudio dellrsquoontologia in senso laquofisicoraquo ossia presocratico egrave chiaramente attestato dal seguente

frammento di Timone di Fliunte lrsquoallievo di Pirrone ldquoO vecchio o Pirrone come e dove trovasti scampo dalla servitugrave alle vane e false opinioni dei Sofisti e spezzasti le catene di tutti gli inganni e lrsquoincanto delle loro ciance Neacute ti curasti di investigare quali venti corrano nellrsquoEllade neacute da che si formi ogni cosa e in che si risolvardquo

b) Il rifiuto dellrsquoontologia platonica dellrsquoIdea della forma e della sostanza aristotelica egrave netto LrsquoIdea platonica e la forma aristotelica sia pure in differente modo fondano la natura delle cose la loro in-telligibilitagrave e quindi la possibilitagrave della loro conoscenza noncheacute la stabilitagrave e lrsquoeternitagrave dei valori Tutte le cose insomma nellrsquoontologia platonico-aristotelica hanno una laquostabilitagrave nellrsquoessenzaraquo e

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pertanto possiedono una differenziazione una misura e una discriminazione oggettiva Al contrario secondo Pirrone le cose non hanno alcuna differenza neacute misura neacute discriminazione Ne segue che non esistono valori e niente egrave per natura brutto o bello buono o cattivo giusto o ingiusto e tutto indifferentemente si equivale (e anche non si equivale) giaccheacute per Pirrone niente egrave piugrave questo che quello

c) Potremmo dunque affermare che egli respinge le istanze di ogni forma di ontologia in quanto tale Infatti mentre il cammino dellrsquoontologia va dalle apparenze allrsquoessere allrsquoopposto Pirrone si ritrae dallrsquoessere alle apparenze negando recisamente che ci sia lrsquoessere e quindi che sia possibile qual-siasi giudizio sullrsquoessere e riconoscendo per conseguenza soltanto lrsquoapparire Dunque secondo Pirro-ne non domina lrsquoessere ma lrsquoapparire ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo91

4) Ma come e che cosa puograve costruire Pirrone su questo azzeramento dellrsquoessere e dei suoi principi

a) I Sofisti che negarono lrsquoessere e la veritagrave spostarono la loro fiducia sullrsquouomo inteso come laquomisura di tutte le coseraquo

b) Pirrone non ha piugrave fiducia nemmeno nellrsquouomo percheacute ne sente la nullitagrave Non a caso ci viene riferi-to che Pirrone apprezzava i versi di Omero in cui si canta la fragilitagrave la pochezza la miseria e la nul-litagrave dellrsquouomo ldquoFilone ateniese suo intimo amico diceva che Pirrone menzionava spessissimo De-mocrito ma poi anche Omero che egli ammirava e di cui era solito citare il verso Quale la stirpe delle foglie tale anche quella degli uomini E lo lodava anche percheacute soleva paragonare gli uomini alle vespe alle mosche e agli uccelli E citava volentieri anche i seguenti versi Dunque amico pure tu muori Percheacute cosigrave piangi il tuo [destino] Morigrave anche Patroclo che era molto piugrave valoroso di te E tutti i passi che alludono allrsquoinstabilitagrave della condizione umana allrsquoinutilitagrave dei propositi e alla fanciul-lesca follia dellrsquouomordquo92

c) Allora se criterio non egrave piugrave lrsquoessere e se criterio non puograve essere nemmeno lrsquouomo dove lo cerche-remo La risposta di Pirrone egrave laquoda nessuna parteraquo Il criterio egrave la rinuncia al criterio Riferisce il pe-ripatetico Aristocle attingendo direttamente dalle opere di Timone di Fliunte ldquo[Pirrone] non ha la-sciato nulla di scritto ma il suo discepolo Timone dice che colui che vuole essere felice deve consi-derare queste tre cose 1) in primo luogo quale egrave la natura delle cose 2) in secondo luogo in quale modo dobbiamo disporci nei confronti di esse 3) in terzo luogo che cosa risulteragrave a coloro che si trovano in questa disposizione 1) Orbene egli dice che Pirrone mostra che le cose sono ugualmente indifferenti immisurabili e indiscriminabili e per questo neacute le nostre sensazioni neacute le nostre opinioni possono essere vere oppure false 2) Per conseguenza non bisogna accordare ad esse fiducia ma bisogna essere senza opinione senza inclinazione senza agitazione affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave oppure che neacute egrave neacute non egrave 3) Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno dice Timone in primo luogo lrsquoafasia e poi lrsquoatarassiardquo (Aristocle fr6 Heiland) i) prima di passare allrsquoanalisi dei tre punti egrave bene sottolineare il significato e la portata della pre-

messa in cui si dice che la considerazione di questi punti deve essere fatta da laquocolui che vuole essere feliceraquo Lrsquoaspetto laquoeudemonisticoraquo prevale dunque nettamente nel pensiero di Pirrone I tre principi cardinali dello Scetticismo pirroniano esprimono un sistema pratico di saggezza e in questo spirito vanno letti e interpretati

ii) Dei tre il piugrave difficile da interpretare egrave il primo che egrave anche il piugrave importante La difficoltagrave sta in questo le cose sono in se stesse indifferenti immisurabili e indiscernibili oppure sono tali non in se stesse ma solo per noi Lrsquoindifferenza delle cose egrave oggettiva o soggettiva (1) La maggior parte degli interpreti (in gran parte sotto lrsquoinfluenza dello Scetticismo posteriore)

ha creduto che Pirrone intendesse dire semplicemente che noi uomini non abbiamo stru-menti adeguati (sensi e ragione) per riuscire a cogliere le differenze le misure e le determi-nazioni delle cose

(2) Ma in realtagrave il testo pare affermare il contrario non dice cioegrave che poicheacute sensi e opinioni sono inadeguati le cose per noi risultano indifferenziate immisurate e indiscriminate ma dice allrsquoopposto che le cose stesse sono indifferenti immisurate e che proprio in conse-guenza di questo sensi e opinioni non possono neacute dire il vero neacute il falso Insomma sono le cose che rendono sensi e ragione incapaci di veritagrave e di falsitagrave e non viceversa Egrave questa una conseguenza necessaria che scaturisce dalla negazione dellrsquoessere dellrsquoeidos e della so-

91 Timone fr69 Diels 92 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 67

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stanza egrave cioegrave la posizione che scaturisce dalla negazione dellrsquoontologia platonico-aristotelica93 2(a) I valori etici e in genere tutti i valori cosigrave come tutte le cose non hanno una loro

statura ontologica appunto percheacute laquonulla esiste in veritagraveraquo 2(b) Invece dellrsquoessere quindi si pongono come determinanti la laquoconvenzioneraquo (il no-

mos) e il laquocostumeraquo (lrsquoethos) 2(c) Aristotele aveva indicato la sostanza come essere per eccellenza e lrsquoaveva definita come

laquoun qualcosa di determinatoraquo per contro Pirrone rovescia la posizione aristotelica laquocia-scuna cosa non egrave piugrave questo che quelloraquo Non contraddicono questa interpretazione an-zi la riconfermano due celebri frammenti di Timone (i) ldquoNon affermo che il miele egrave dolce ma riconosco che appare dolcerdquo94 Il che significa

che in seacute il miele essendo come ogni cosa indeterminato egrave inqualificabile mentre qualificabile egrave solo lrsquoapparire Non vuol dire che esiste un miele come cosa in seacute do-tato di una sua natura ma da noi non raggiungibile il miele non ha una sua natura e il suo apparire se da me egrave qualificabile come dolce da un altro (cui il miele non piace) puograve essere qualificato in altro modo Lrsquoessere insomma non egrave espresso per-cheacute non crsquoegrave egrave espresso solo lrsquoapparire Di conseguenza allrsquolaquoessereraquo si sostituisce lrsquolaquoapparireraquo

(ii) ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo95 iii) Pirrone tuttavia non egrave giunto tanto avanti da risolvere tutto nellrsquolaquoapparenza pura e universaleraquo

in modo preciso Infatti la risoluzione di tutte le cose nella pura apparenza senza alcun residuo avrebbe portato non giagrave al dubbio assoluto bensigrave alla certezza assoluta percheacute se tutto si risol-ve nellrsquoapparire le cose sono cosigrave appunto come appaiono e non diversamente

d) Riguardo alla sua concezione della natura del divino crsquoegrave un frammento di Timone che mostra chia-ramente come fosse assai complessa i) Viene domandato a Pirrone ldquoO Pirrone questo il mio cuore desidera di apprendere da te come

mai tu pur essendo uomo ancora cosigrave facilmente conduci la vita tranquilla tu che solo sei guida agli uomini simile a un Diordquo96

ii) Risponde Pirrone ldquoIo ti dirograve in veritagrave come mi sembra che sia prendendo come retto canone questa parola di veritagrave che vive eternamente una natura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualerdquo97

Come intendere questa laquonatura del divino e del beneraquo e il conseguente laquoretto canoneraquo un accento religioso di questo genere ha qualcosa di enigmatico il Dio che Pirrone venera non egrave una provviden-za del mondo neacute degli uomini come il Dio degli Stoici egrave solamente come lrsquoessere perfettamente sta-bile davanti al quale svaniscono gli aspetti diversi e fuggevoli del reale Le cose secondo Pirrone risultano mere apparenze non giagrave in funzione del presupposto dualistico dellrsquoesistenza di laquocose in seacuteraquo a noi come tali inaccessibili bensigrave in funzione della contrapposizione appunto a quella laquonatura del divino e del beneraquo di cui parla il frammento di Timone Misurato con il metro di questa laquonatura del divino e del beneraquo tutto appare a Pirrone come irreale Se cosigrave egrave non si puograve negare lrsquoesistenza di un sottofondo religioso che ispira lo Scetticismo pirroniano Lrsquoabisso che e-gli scava fra lrsquounica laquonatura del divino e del beneraquo e tutte le altre cose implica una visione quasi mi-stica delle cose e una valutazione della vita di un rigore estremo appunto percheacute non concede alle cose del mondo alcun significato autonomo mentre concede realtagrave al divino e al bene

5) Se le cose sono indifferenti immisurabili e indiscernibili e se di conseguenza senso e ragione non pos-sono dire neacute il vero neacute il falso a) lrsquounico atteggiamento corretto che lrsquouomo puograve tenere egrave quello di non dare alcuna fiducia ai sensi neacute

alla ragione ma restare adoxastos vale a dire rimanere laquosenza opinioneraquo ossia astenersi dal giudi-zio (lrsquoopinare egrave sempre un giudicare) Questa laquoastensione dal giudizioraquo venne successivamente e-spressa con il termine laquoepocheacuteraquo di derivazione stoica Come egrave stato recentemente messo bene in

93 Una chiara conferma la troviamo in un passo di Diogene Laerzio ldquoPirrone diceva che niente egrave bello neacute brutto niente egrave giusto neacute in-giusto e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in veritagrave e sosteneva che tutto ciograve che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine e che ogni cosa non egrave piugrave questo che quellordquo (Vite dei filosofi IX 61) 94 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 105 95 Timone fr69 Diels 96 Timone fr67 Diels 97 Sesto Empirico Contro i matematici XI 20

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rilievo Zenone di Cizio affermava la necessitagrave per il saggio di non dare lrsquoassenso ossia di laquosospen-dere il giudizioraquo (epocheacute) di fronte a ciograve che egrave incomprensibile (e di dare lrsquoassenso solo a ciograve che egrave evidente) Arcesilao e Carneade in polemica con gli Stoici sostengono che il saggio deve laquosospen-dere il giudizioraquo su ogni cosa percheacute nulla egrave evidente i) Questa posizione di laquototale astensione dal giudizioraquo egrave di una coerenza estrema rispetto al princi-

pio che nega alle cose lrsquoessere e lrsquoessenza e quindi nega la legge fondamentale dellrsquoessere ossia la non-contraddizione Scriveva Aristotele riferendosi ai negatori della suprema legge dellrsquoessere ldquoEgrave evidente che la di-scussione con tale avversario non puograve vertere su nulla percheacute egli non dice nulla infatti egli non dice neacute che la cosa sta cosigrave neacute che non sta cosigrave ma dice che la cosa sta cosigrave e non cosigrave e poi daccapo egli nega e lrsquouna e lrsquoaltra affermazione e dice che la cosa neacute sta cosigrave neacute non co-sigraverdquo98 Ebbene la posizione che Pirrone assume egrave esattamente questa ldquoBisogna essere senza opinione [hellip] affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave op-pure che neacute egrave neacute non egrave Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno in primo luogo lrsquoafasia [hellip]rdquo99

ii) Piugrave volte nella Metafisica Aristotele ribadisce il concetto che chi nega il supremo principio dellrsquoessere per restare coerente con questa negazione dovrebbe tacere e non esprimere assolu-tamente nulla E tale egrave precisamente la conclusione che trae Pirrone proclamando lrsquolaquoafasiaraquo

b) E per conseguenza deve anche restare senza alcuna inclinazione (non inclinare verso una cosa piuttosto che verso unrsquoaltra) e restare senza agitazione ossia non lasciarsi scuotere da alcuna cosa rimanere indifferenti Egrave chiaro che ciograve che sul piano teoretico egrave la mancanza di giudizio sul piano pratico egrave lrsquoindifferenza (adiaphoria) per le cose appunto per la ragione che nulla egrave piugrave questo che quello100

c) Il distacco dalle cose che raggiunge il momento culminante nellrsquolaquoafasiaraquo comporta lrsquolaquoatarassiaraquo cioegrave la mancanza di turbamento Anche Diogene Laerzio conferma ldquoIl fine degli scettici egrave lrsquoapatiardquo (Vite dei filosofi IX 108)

d) Questo laquospogliare completamente lrsquouomoraquo non ha come fine lrsquoannullamento totale dellrsquouomo ossia il non-essere assoluto ma al contrario coincide con la realizzazione di quella laquonatura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualeraquo di cui parla il frammento di Timone ossia la realizza-zione di quella vita che non sente il peso delle cose le quali rispetto a quella natura non sono che indifferenti immisurate e indiscriminate apparenze

PLOTINO

1) Perchegrave lUno egrave principio nostalgia dellUno

a) Se la centralitagrave dellinvisibile il suo primato sul visibile accumuna Plotino a Platone la differenza piugrave grande egrave nel superamento del dualismo ontologico per Platone tutta la realtagrave si riconduce a due fonti la materia-chora e il mondo intelligibile per Plotino invece tutto si riconduce a un unico princi-pio da cui tutto inclusa la materia scaturisce

b) Alla radice di ogni realtagrave sta infatti lUno le cose in tanto esistono in quanto sono une unitarie nul-la esiste che non sia in qualche modo uno dunque lunitagrave piugrave che lessere egrave il costitutivo primario e fondamentale della realtagrave Plotino costruisce il suo sistema metafisico a partire dal mondo sensibile Ogni cosa esiste in quanto egrave unitagrave Egrave tuttavia possibile reperire gradi gerarchici di unitagrave101 Esistono infatti enti in se stessi piugrave o

98 Aristotele Metafisica IV 4 1008 e 30-33 99 Aristocle presso Eusebio Praep evang XIV 18 3 100 La sua vita fu coerente con la sua dottrina Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione ma si mostrava indifferente verso ogni pericolo che gli occorreva fossero carri o precipizi o cani e assolutamente nulla concedeva allrsquoarbitrio dei sensi Ma secondo la testimonianza di Antigono di Caristo erano i suoi amici che solevano sempre accompagnarlo a trarlo in sal-vezza dai pericoli(Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 62) 101 Perciograve si risale sempre a unrsquounitagrave E per ogni cosa c e unrsquounitagrave a cui bisogna risalire e ogni essere si riconduce allrsquounitagrave che egrave prima di esso ma che non egrave ancora lrsquoUno assoluto fincheacute poi si arrivi allrsquoUno assoluto ma questo non rimanda piugrave a nessun altro Quando si afferra lrsquounitagrave della pianta mdash cioegrave lrsquoimmobile suo principio mdash o lrsquounitagrave dellrsquoanimale o quella dellrsquoanima o quella dellrsquouniverso si afferra ciograve che in ciascu-no di essi crsquoegrave di piugrave possente e prezioso e quando noi conosciamo lrsquoUno che appartiene agli esseri realissimi ed egrave il loro principio la loro sorgente e la loro potenza dovremo diffidare e credere che sia il nulla PLOTINO Enneadi III 8 10

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meno unitari enti cioegrave la cui interiore unitagrave egrave maggiore o minore il coro il gregge lrsquoesercito pos-seggono un grado di unitagrave minore del corpo che a sua volta egrave meno unificato dellrsquoanima Lrsquounitagrave del coro del gregge dellrsquoesercito egrave infatti per i componenti estrinseca accidentale Il loro scioglimento li lascia intatti Il coreuta la pecora il soldato astratti dallrsquounitagrave del tutto cui appartengono non perdono lrsquoessere Lrsquounitagrave del corpo egrave invece intrinseca percheacute la separazione degli organi provoca la loro morte cioegrave la perdita dellrsquoessere Il reciproco legame delle parti del corpo che sono material-mente separabili egrave tuttavia inferiore alla connessione delle facoltagrave dellrsquoanima che in nessun modo possono abbandonarla Nessun ente che sia uno (e nessun ente esiste che non sia uno) egrave tuttavia lrsquoUno Il coro il corpo lrsquoanima sono unitagrave della molteplicitagrave (i coreuti gli organi le facoltagrave) e quindi non possono essere lrsquounitagrave priva di molteplicitagrave Essi sono quindi uno ma non lrsquoUno Sono cioegrave non sono nulla in virtugrave di quellrsquoUno che non sono LrsquoUno egrave il loro fondamento ed essi sono solamente in quanto ne partecipano Essendo immagine dellrsquoUno se scomparisse precipiterebbero nel nulla102

c) Ogni cosa egrave una unitagrave ma insieme egrave molteplicitagrave sia percheacute in relazione ad altre cose sia percheacute in seacute molteplice lo stesso vale per le Idee che sono molte e per lo Spirito che egrave pensiero quindi duali-tagrave di soggetto e oggetto Perograve tutto tende allrsquoUno da cui deriva ( qui si fonda la nostalgia dellrsquoUnitagrave da cui tutto deriva) Di conseguenza la filosofia deve indagare lrsquordquoassolutamente Unordquo che sta ldquooltrerdquo

2) Uno

a) Relazione alla ipotesi Uno-Uno del Parmenide dagrave realtagrave ontologica allrsquoUno assoluto che nel Parmeni-de era solo una ipotesi

b) Infinito per lrsquoillimitatezza del suo potere (contro Platone finito per Platone lrsquoUno egrave limitato e limi-tante) amorphos e aneidos

c) Infinita potenza spirituale produttrice103 (per la prima volta appare un infinito non materiale) d) Assolutezza dellUno oltre-essere e oltre-intelletto e volontagrave proprio percheacute infinito per questo

non egrave pensiero neacute autocoscienza neacute volontagrave neacute volontagrave che son tutte finite determinate Il Dio di Plotino non egrave personale percheacute la soggettivitagrave la volontagrave e la scelta appartengono per lui al mondo del finito e non a ciograve che egrave immutabile necessario impersonale come si conviene alla sfera della di-vinitagrave che egli chiama Uno per sottolineare la sua inafferrabilitagrave inesprimibilitagrave inconoscibilitagrave tra-scendenza

e) Proprio percheacute oltre lrsquoessere e lrsquointelletto possiamo darne solo determinazioni negative ineffabi-le104 possibilitagrave circa lUno unicamente del linguaggio analogico

f) Percheacute crsquoegrave (La prima volta che viene posta questa domanda radicale prima il principio era dato per scontato) esiste percheacute egrave causa sui

g) Potremmo dire che egrave Bene Bene in seacute percheacute i) fonda lrsquoessenza (una cosa egrave quello che egrave se egrave una) ii) egrave ciograve a cui tutto tende iii) percheacute fonte di vita e di energia

h) Assoluta semplicitagrave (che perograve non egrave povertagrave) causa della complessitagrave

102 E in virtugrave dellUno che tutti gli enti sono quello che sono sia le sostanze che sono enti in un senso primario del termine sia quegli attributi che in qualche misura come suol dirsi fanno parte degli enti (Enn VI 281) 103 Che cosa egrave dunque LrsquoUno egrave la potenza di tutte le cose se esso non fosse nulla esisterebbe neacute lrsquoIntelligenza neacute la Vita prima neacute la Vita universale Ciograve che egrave al di sopra della vita egrave causa della vita lrsquoattivitagrave della vita che egrave tutte le cose non egrave la prima ma scaturisce da esso come da una sorgente Si immagini una sorgente che non ha alcun principio e che a tutti i fiumi si espande senza che i fiumi la esauriscano e rimane sempre calma i fiumi che escono da essa scorrono tutti assieme prima di dirigersi verso punti diversi ma ciascu-no sa giagrave dove i flutti lo porteranno Oppure ltsrsquoimmaginigt la vita di un albero grandissimo la quale trascorre in esso mentre il suo principio rimane immobile senza disperdersi per tutto lrsquoalbero poicheacute risiede nelle radici Esso dagrave alla pianta tutta la sua molteplice vita ma non essendo molteplice anzi essendo principio della molteplicitagrave rimane immobile E non crsquoegrave da stupire mdash oppure sarebbe anche il caso di meravigliarsi mdashche la molteplicitagrave delle vite proceda da ciograve che non egrave molteplice e che non esista molteplicitagrave se ciograve che non egrave molteplice non esiste prima di questa molteplicitagrave Infatti il Principio non si divide nellrsquouniverso percheacute se esso si frammentasse lrsquouniverso perirebbe neacute piugrave rinascerebbe qualora il suo principio non rimanesse in seacute differente ltda tuttogt PLOTINO Enneadi III 8 10 104 Enneadi VI 8 8 Noi vediamo che la libertagrave non egrave una cosa accidentale per Lui ma partendo dalla libertagrave che crsquoegrave negli altri esseri ed eliminando i contrari osserviamo la libertagrave in seacute noi cosiacute trasferiamo a Lui le qualitagrave inferiori che vediamo negli esseri inferiori poi-cheacute non siamo in grado di cogliere ciograve che dovremmo dire di Lui Nulla noi sapremmo trovare che lo riguardi tanto meno poi che sia at-tinente alla sua essenza Tutto ciograve che egrave bello e santo egrave posteriore a Lui poicheacute di tutto questo Egli egrave il Principio (anche se in un altro senso non sia nemmeno principio) E come abbiamo eliminato da Lui ogni proprietagrave cosiacute eliminiamo come cose posteriori la libertagrave e il libero arbitrio questi infatti sono attributi che enunciano una forza rivolta verso lrsquoesterno e cioegrave che Egli non ha ostacoli e che perciograve esistono altre cose di fronte alle quali Egli egrave libero Egrave necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto con esse poicheacute Egli egrave quello che egrave anche prima di esse Gli togliamo infatti anche il termine ldquoegraverdquo e con esso qualsiasi rapporto con gli esseri (tagrave oacutenta) []

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i) potenzialitagrave dellUno (proprio percheacute ricchezza infinita da cui tutto dovragrave derivare egrave attivo senza es-sere atto) questa potenzialitagrave come ricchezza infinita precede tutto (diversamente da Aristotele per il quale la potenza che egrave privazione viene sempre dopo lrsquoatto)

j) doppia attivitagrave dellUno i) pone segrave (libertagrave) egrave causa sui attivitagrave autoproduttrice ii) pone laltro Nous (necessitagrave) proprio per questa doppia dimensione di libertagrave e di necessitagrave si deve parla di processione e non di emanazione (che prevede solo lrsquoinevitabilitagrave del derivare)

Come puograve accadere che dallrsquoUno si generino tutte le cose che sono Non per ldquovolontagraverdquo dellrsquoUno ndash come sostiene invece la tradizione ebraico-cristiana ndash percheacute un atto di volontagrave sarebbe un segno di imper-fezione (chi vuole qualcosa significa che ne ha bisogno e quindi non egrave perfetto) Il mondo secondo Plo-tino egrave generato dallrsquoUno per irradiazione come dal Sole la luce dal fuoco il calore DallrsquoUno emana lrsquoIntelligenza e dallrsquoIntelligenza emana lrsquoAnima queste sono le tre ipostasi la risposta della filosofia neo-platonica alla concezione trinitaria cristiana105

3) Intelletto (Nous) Uno-molti (Uno che ha parti egrave la seconda ipotesi del Parmenide lrsquoUno che egrave e in

quanto tale egrave anche pensiero) (sintesi di Pensiero di pensiero di Aristotele e Iperuranio di Platone) a) Per poter spiegare come dallrsquoUno derivi il nous Plotino ricorre a immagini egrave lrsquounica via possibile pro-

prio percheacute lrsquoUni egrave al di lagrave dellrsquoessere e dellrsquointelletto Derivando da esso lrsquointelletto non puograve com-prenderlo nelle sue categorie Di qui lrsquouso delle immagini della luce del fuoco del profumo della sorgente106

b) LrsquoUno pone il Nous rimanendo integro (non si impoverisce ponendo lrsquoaltro da seacute) e immobile in se stesso107

c) Il Nous essendo derivato dallrsquoUno saragrave esso stesso attivitagrave di conseguenza ha i) una I attivitagrave il suo rivolgersi allrsquoUno e qui si costituisce come essere o sostanza Da notare che

ciograve che sostiene nellesistenza il Nous egrave proprio la contemplazione che egrave conoscenza dellUno non si tratta di un lusso ma della fonte dello stesso essere Esistenzialmente ciograve ha delle impli-cazioni importanti ciograve che vale per lIntelletto vale a maggior ragione per gli uomini che sono chiamati appunto alla contemplazione come loro attivitagrave piugrave nobile e di decisivo valore

105 Enneadi V 1 6 [] Allorcheacute il nostro discorso verte sulle realtagrave eterne non intendiamo certo parlare di nascita nel tempo Quando attribuiamo ad esse certamente a parole la nascita egrave per assegnare ad esse una causa e un ordine In realtagrave dobbiamo riconoscere che ciograve che nasce di lassuacute nasce senza che Egli si sia mosso percheacute se qualcosa nascesse solo dopo un suo movimento il generato sarebbe terzo dopo di Lui e il suo movimento e non secondo Egrave dunque necessario se crsquoegrave un secondo dopo di Lui che esso esista sen-za che Egli si muova neacute che lo desideri neacute che lo voglia neacute che si compia un movimento qualsiasi In che maniera dunque e che cosa dobbiamo pensare del Primo se Egli resta immobile Un irradiamento che si diffonde da Lui da Lui che resta immobile comrsquoegrave nel Sole la luce che gli splende tuttrsquointorno un irradiamento che si rinnova eternamente mentre Egli resta immobile Tutti gli esseri [paacutenta tagrave oacutenta] fincheacute sussistono producono necessariamente dal fondo della loro essenza [ousiacutea] intorno a seacute e fuori di seacute una certa esistenza [ypoacutestasis] congiunta alla loro attuale virtuacute che egrave come una immagine degli archetipi [archetyacutepon] dai quali egrave nata il fuoco effonde da seacute il suo calore e la neve non conserva il freddo soltanto dentro di seacute unrsquoottima prova di ciograve che stiamo dicendo la danno le sostan-ze odorose dalle quali fincheacute sono efficienti deriva qualcosa tutto intorno di cui gode chi gli sta vicino Tutti gli esseri giunti a maturitagrave generano ciograve che egrave eternamente perfetto genera sempre e in eterno ma genera qualcosa di inferiore a seacute E che dobbiamo dire del Perfettissimo [teleioacutetatos] Nulla da Lui puograve nascere se non ciograve che egrave il piuacute grande dopo di Lui ma il piuacute grande dopo di Lui e il secondo egrave lrsquoIntelligenza [Noucircs] e lrsquoIntelligenza contempla lrsquoUno [Moacutenos] e ha bisogno soltanto di Lui mentre lrsquoUno non ha bisogno dellrsquoIntelligenza E poi ciograve che viene generato da chi egrave superiore allrsquoIntelligenza egrave Intelligenza e lrsquoIntelligenza egrave superiore a tutte le cose poicheacute le altre cose vengono dopo di lei e lrsquoAnima [psycheacute] a sua volta egrave diciamo cosiacute il pensiero [loacutegos] e lrsquoatto [eneacutergheia] dellrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza egrave il pensiero e lrsquoatto dellrsquoUno Il pensiero dellrsquoAnima perograve in quanto egrave immagine dellrsquoIntelligenza egrave alquanto oscuro e deve perciograve guardare allrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza per essere Intelligenza deve guardare allrsquoUno E lrsquoIntelligenza vede lrsquoUno senza esserne separata percheacute egrave subito dopo lrsquoUno e non crsquoegrave nulla fra lei e lrsquoUno come non crsquoegrave nulla fra lrsquoIntelligenza e lrsquoAnima Ogni cosa infatti tende al suo genitore e lo ama so-prattutto quando genitore e generato sono soli ma quando il genitore egrave anche il sommo Bene [tograve aacuteriston] il generato egrave necessariamen-te unito a Lui siacute da esserne separato soltanto per alteritagrave [os tecirc eteroacuteteti] 106 H G GADAMER Il cammino della filosofia in httpwwwemsfraiitgadamerinterviste07_plotinoplotinohtm ldquoChe cosegrave in real-tagrave una sorgente una fonte Egrave acqua che sgorga in continuazione e che alla fine riempie tutti i fiumi e i mari senza mai venir meno Questo egrave il grande mistero egrave dappertutto Ho prestato particolare attenzione meditando su Plotino al significato della parola tedesca uumlberall dappertutto Uumlber (sopra) all (tutto) che vuol dire Piugrave di tutto Meno di tutto Al di sopra di tutto Ciograve che egrave sommo Oppure ciograve che essendo sopra tutto egrave anche dappertutto Ecco il senso della metafora della sorgente lacqua - che egrave dovunque - egrave lacqua della fonterdquo 107 ldquoLrsquoatto di pensare non egrave primo neacute nellrsquoordine ontologico neacute in dignitagrave ma ha il secondo posto e si produce percheacute il Bene lo fa esiste-re e una volta generato lo attrae a seacute e cosigrave il pensiero egrave mosso e vede Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo Il de-siderio genera il pensiero e lo fa esistere insieme il desiderio di vedere genera la visione Dunque il Bene stesso non deve pensare nul-la poicheacute non crsquoegrave altra cosa che sia il suo benerdquo

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ii) una II attivitagrave come pensiero (rivolto a se stesso)108 di qui la dualitagrave pensiero ndash pensato e la molteplicitagrave dei pensati

iii) le diverse idee non sono altro che il Nous che si contempla da infiniti punti di vista possibili Quindi il Nous egrave lrsquoIperuranio di Platone LrsquoUno egrave assoluta potenza di tutto il Nous egrave tutte le cose a livello ideale Proprio percheacute egrave tutte le idee le idee del Nous saranno tutte legate tra di loro e si implicheranno a vicenda pur essendo diverse tra di loro quindi la dialettica nellIntelletto non egrave solo mezzo conoscitivo come in Platone ma dimensione ontologica Ogni Idea si riverbera nel tutto e viceversa proprio percheacute ogni idea egrave il Nous Essendo tutte le idee il Nous egrave tutte le cose idealmente Egrave lrsquoUno - molti del Parmenide Per Platone lrsquoUno egrave finito e ha forma Plotino accetta questo po-nendolo perograve a livello di Nous Nel Nous allora si troveranno i cinque generi sommi del Sofista perograve non lrsquouni accanto allrsquoaltro come in Platone ma in vivente unitagrave Percheacute unitagrave immediata di tutte le idee il Nous non egrave ragione ma intuizione immediata la ra-gione ne egrave estrinsecazione e degradazione

iv) per tutti questi motivi il Nous egrave Essere Pensiero Vita Bellezza (dato che la bellezza egrave forma) con il suo concetto di Nous Plotino pone il Nous al centro della propria gnoseologia estetica ed eti-ca percheacute il Nous egrave la veritagrave stessa la cui contemplazione da parte dellrsquoanima umana rende li-beri e virtuosi egrave la Bellezza-in-seacute in quanto il Nous egrave lsquobuonorsquo a immagine del Bene che gli dagrave forma egrave la meta del cammino di conversione morale dellrsquouomo percheacute soltanto vivendo la vita del Nous si raggiunge la vera felicitagrave

d) III attivitagrave pone lAnima

4) Anima ultima dea (Uno e molti delle ipotesi del Parmenide) a) sua natura non egrave pensare (sarebbe Nous) ma dare vita ordinare reggere governare la realtagrave

i) Anima suprema (contempla il Nous e attraverso questo lUno) pensa ii) Anima del mondo si conserva contemplando se stessa iii) Anima che regge e conserva109 egrave principio del movimento essa stessa egrave movimento

b) Ha una ldquoposizione intermediardquo come ldquodue faccerdquo una rivolta al soprasensibile a cui appartiene e una al sensibile che deve in qualche modo reggere nellrsquoessere i) Presente nel corporeo senza deflettere dalla sua unitagrave e per questo egrave tutta in tutto ii) Una e molti divisa e indivisa divisibile percheacute deve animare il molteplice sensibile indivisibile

percheacute contemplazione del Nous e attraverso il Nous dellrsquoUno Perchegrave insieme divisibile e indi-visibile egrave insieme anche attiva e passiva

iii) Egrave lsquonaturarsquo physis che plasma iv) singole anime

5) Mondo a) materia (viene dedotta non presupposta)

i) riflesso ultimo dellattivitagrave quindi lembo estremo dellrsquoAssoluto del tutto opposta e per questo simile allUno110 come lrsquoUno egrave assolutamente incomprensibile non categorizzabile (quindi il mondo avragrave sempre un aspetto incomprensibile e irrazionale)

ii) privazione di Bene e non essere lsquomalersquo come privazione111 la materia quindi non egrave forza per se stessa negativa come in Platone

108 Ma anche lrsquoEssere egrave attivitagrave in ambedue [Essere e Intelligenza] crsquoegrave dunque unrsquounica attivitagrave o meglio essi sono una cosa sola unrsquounica natura dunque lrsquoEssere e lrsquoIntelligenza e perciograve gli esseri lrsquoattivitagrave dellrsquoEssere egrave lrsquoIntelligenza cosigrave intesa e i pensieri cosigrave intesi sono lrsquoidea la forma dellrsquoEssere e la sua attivitagrave Purtroppo il nostro pensiero opera questa divisione e immagina una cosa dopo lrsquoaltra e questo percheacute lrsquointelligenza che divide egrave diversa da quella indivisibile che non divide e che egrave lrsquoEssere e il Tutto (Enneadi V 9 8 941) 109 La prima parte dellrsquoanima egrave in alto vicina alla cima eternamente soddisfatta e illuminata e rimane lassugrave lrsquoaltra parte che partecipa della prima in quanto ne partecipa procede eternamente vita dalla vita essa egrave infatti attivitagrave che si diffonde in ogni luogo ed egrave presen-te ovunque (Enneadi III 8 5 513) 110 La materia egrave un substrato indefinito priva di forma non egrave certo un corpo percheacute egrave priva di qualitagrave egrave essenzialmente semplice e una percheacute egrave priva di ogni determinazione e volendo coglierla col pensiero non si arriva al pensiero della materia ma piuttosto alla negazione di ogni pensiero (Enn Il 4126-8-10) 111 Difatti la materia non possiede neppure lessere - che le permetterebbe di partecipare del bene - anzi lessere che si attribuisce ad essa egrave frutto di un equivoco la veritagrave egrave che essa egrave non-essere Cegrave una carenza di bene che consiste nel fatto di non essere il Bene pie-no ma la carenza totale del bene questo egrave il male Se egrave cosigrave si deve concludere che noi non siamo affatto il principio dei nostri mali che il male non viene da noi stessi esso esiste prima di noi Il male possiede luomo e lo possiede suo malgrado (Enn I 8515) Sic-

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iii) la materia egrave il lembo estremo dellrsquoanima egrave assenza di ogni attivitagrave e vitalitagrave Per questo la mate-ria posta dallrsquoanima deve pure essere sorretta nellrsquoessere dallrsquoanima quindi egrave plasmata dallA-nima che vi imprime le forme

b) Il mondo allora egrave uno specchio delle forme tutto quello che esiste esiste in quanto riflette le for-me quindi tutto egrave forma logos panlogismo Di conseguenza il mondo saragrave assieme perfetto (percheacute determinato dalle forme) e imperfetto (proprio per lrsquoinerzia e la resistenza della materia)

6) Uomo

a) preesistenza dellanima b) colpe dellanima

i) ontologica (non sarebbe una vera colpa) la necessitagrave da parte dellrsquoanima di legarsi alla materia per permettere alla materia drsquoesistere Potrebbe essere colpa nel senso che lrsquoanima legata alla materia si caratterizza per la volontagrave di appartenersi e quindi per lrsquoindividualitagrave

ii) Morale lrsquoanima dimentica la propria origine soprasensibile e questo egrave il massimo male percheacute lrsquoanima si fa condizionare dalla materia venendo meno alla sua funzione Perograve questo male es-sendo legato alla materia ed essendo la materia qualcosa che in qualche modo ci preesiste non dipenderebbe da noi ci preesisterebbe

c) conoscenza lrsquoanima essendo spirituale non puograve essere passiva i) quindi anche la sensazione vista non dalla parte del corpo (qui egrave passivitagrave) ma dalla parte

dellrsquoanima egrave attivitagrave in quanto la sensazione la modificazione del corpo viene giudicata dallrsquoanima Nellrsquoanima allora tutto egrave attivitagrave anche la memoria i sentimenti le passioni le voli-zioni

ii) La sensazione in quanto coglie la forma sensibile egrave una contemplazione oscura iii) A partire da qui egrave possibile lrsquoanamnesi grazie al legame di ogni anima allrsquoAnima

d) La libertagrave egrave lrsquoattivitagrave piugrave alta dellrsquoanima in quanto consiste nel tendere al Bene attraverso il Nous questo porta a staccarsi dal corporeo (male attaccarsi) e questo egrave possibile giagrave in questa vita

7) Ritorno allUno

a) Primo presupposto per il ritorno allUno egrave rinchiudersi nella propria interioritagrave Il saggio neoplatonico non avragrave necessitagrave di cercare la veritagrave fuori da seacute si concentreragrave invece sulla percezione dellAnima e dellIntelletto che sono dentro di seacute traccia di quelle emanazioni che conducono ininterrotte alla ri-scoperta dellunitagrave originaria Ogni uomo ha dunque lUno in seacute poicheacute dellUno sono fatte tutte le cose112

b) Sono cinque le tappe che portano luomo alla riscoperta dellUno che dimora nella propria interioritagrave partendo dalle piugrave lontane dalla perfezione fino ad arrivare alla perfezione dellestasi i) La vita virtuosa ovvero il rispetto dei doveri sociali la sapienza che abitua luomo ad esplorare la

mente la temperanza che aiuta a liberare dalle passioni nocive (tema giagrave stoico) il coraggio che permette di non temere il distacco dal corpo materiale (dostacolo alla conoscenza come giagrave in Platone) la giustizia che avvicina luomo al bene La prima tappa egrave condizione di partenza im-prescindibile propedeutica al primo livello di elevazione della coscienza

ii) La contemplazione della bellezza e dellarte Attraverso la contemplazione del bello lanima giagrave ben disposta dalla virtugrave si avvicina ulteriormente alla perfezione passo dopo passo la bellezza egrave la manifestazione visibile di ciograve che egrave spirituale ed egrave perciograve il veicolo privilegiato attraverso cui lrsquoanima puograve risalire alla fonte da cui egrave discesa La bellezza suscita lrsquoamore

iii) Lamore per la persona amata che conduce luomo dalla contemplazione della bellezza corporea alla contemplazione della bellezza incorporea (si notino le analogie con le tematiche platoniche del Fedro)

come non puograve esistere solo il Bene bisogna che nella sua uscita da seacute o se si preferisce nella sua discesa e nellrsquoallontanarsi si trovi un termine estremo oltre a cui non si genera piugrave nulla ebbene questo termine egrave il male Siccome deve esserci necessariamente qualcosa oltre al Primo ecco che deve esistere un termine estremo e tale egrave appunto la materia la quale non serba piugrave nulla del bene In ciograve appunto sta la necessitagrave del male Il male non consiste in una deficienza parziale ma in una deficienza totale del bene ciograve che manca di un porsquo di bene non egrave cattivo ma puograve essere anche perfetto almeno nel suo genere Ma quando la deficienza del bene egrave assoluta come egrave della materia allora il male egrave vero privo di qualsiasi parte del bene La materia non ha lrsquoessere in modo da partecipare del be-ne solo equivocamente si dice che essa egrave poicheacute egrave giusto affermare che essa non egrave [hellip] La malattia egrave un difetto o un eccesso di corpi materiali che non conservano ordine e misura la bruttezza egrave la materia non dominata dalla forma la povertagrave egrave mancanza e priva-zione di quelle cose di cui abbiamo bisogno a causa della materia a cui siamo uniti la cui natura egrave lrsquoindigenza stessa (Enneadi I 8 5) 112 ldquoIl saggio trae da se stesso ciograve che rivela agli altri e guarda a se stesso giaccheacute non solamente tende a unificarsi e a isolarsi dalle co-se esterne ma egrave rivolto a se stesso e trova in seacute tutte le coserdquo

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iv) Lamore per la sapienza e per la filosofia ritenuto superiore dellamore per la persona amata percheacute egrave nella sapienza filosofica che si giunge a concepire con lintelletto la veritagrave delle cose

v) Infine la quinta tappa la percezione dellestasi ovvero la pura contemplazione dellUno leleva-zione della coscienza privata di ogni distrazione materiale che sente il legame che la congiunge allunitagrave originaria di tutte le cose (condizione difficile da raggiungere Porfirio scrive che nel pe-riodo in cui fu suo discepolo Plotino raggiunse lestasi solamente quattro volte)113 (1) Lrsquoestasi quindi consiste nel rientrare in se tsessi spogliarsi dellrsquoaffettivitagrave della parola dlela

ragione e immergersi nellrsquoUno non egrave un impoverirsi ma un riempirsi del Tutto (2) Lrsquoestasi non egrave incoscienza ma iper coscienza (3) Lestasi egrave un processo assolutamente personale luomo non abbisogna di alcun ministro del

culto e di nessuna guida spirituale di nessuna grazia (come per Filone e il Cristianesimo) il neoplatonismo indica la via di una spiritualitagrave raggiungibile in completa autosufficienza

(4) Se nella teologia cattolica Dio vuole salvare il mondo dal male nel neoplatonismo non vi egrave alcuna intenzionalitagrave del principio divino ed egrave luomo attraverso la scelta di una vita condot-ta secondo sapienza che si allontana dal male costituito dalla materia e si riavvicina al bene rappresentato dallUno abbracciando il percorso di purificazione che conduce allestasi114

CRISTIANESIMO

Il cristianesimo di fatto costituisce oltre che una religione della salvezza o proprio percheacute egrave una religione una visione generale sullrsquouomo e sulla realtagrave Per questo non puograve non incidere sulla riflessione filosofica Di fronte al cristianesimo che ha impregnato di seacute la cultura non psosiamo restare neutrali per cui sia che lo accettiamo sia che lo rifiutiamo dobbiamo necessariamente fare i conti con esso In questo senso allora la validitagrave del titolo di un opuscolo di Croce ldquoPercheacute non possiamo non dirci cristianirdquo Alcuni aspetti di novitagrave introdotti dal cristianesimo e che potrebbero interessare la nostra ricerca 1) Creazionismo Gen 1 - 2

a) Greci non crsquoegrave creazione al massimo crsquoegrave la fabbricazione del Demiurgo b) Per il cristianesimo crsquoegrave la creazione dal nulla per libera volontagrave e per amore Di qui la positivitagrave del

tutto115 e il potenziale ottimismo c) Egrave pure risolto il problema della relazione Uno - molti

2) Dio Provvidenza personale a) Per i greci Provvidenza o non crsquoegrave o non riguarda il singolo (per Socrate Dio egrave Provvidenza ma non si

preoccupa del singolo) Di Provvidenza parla Zenone stoico solo che (a prescindere dal fatto se sia ebreo) per lui la Provvidenza coincide con il Fato

b) Per il cristianesimo Dio egrave persona e si interessa dei singoli qui sta la nostra sicurezza (inutilmente cercata dallrsquoellenismo)116

3) Fede e Spirito

113 Chi arriva allrsquoestasi ldquoegrave simile ad uno che entrato nellinterno del penetrale abbia lasciato dietro di seacute le statue collocate nel tempio quelle statue che quando egli usciragrave nuovamente dal penetrale gli si faranno avanti per prime dopo aver avuto lintima visione e dopo essersi unito non con una statua con una immagine ma con Lui stesso quelle statue che sono dunque di secondo ordine [] Lanima [] se scende in basso scende al male e cioegrave verso il non-essere ma non al non-essere assoluto invece se corre sulla via opposta giunge non ad altro ma a se stessa ma essere in seacute sola e non nellessere vuol dire in Lui e il contemplante diventa non essenza ma al di lagrave dellessenza poicheacute si unisce a Lui [] Questa egrave la vita degli dei e degli uomini divini e beati distacco dalle restanti cose di quaggiugrave vita che non si compiace piugrave delle cose terrene fuga di solo a solordquo Enneadi VI 9 11 114 [] in Plotino come in Platone ed Aristotele lUno produce luniverso non rivolgendosi a esso non ama il mondo [similmente al Dio cristiano] ma egrave amato dal mondo quindi sono assenti le condizioni per le quali lUno voglia salvare il mondo - direttamente o mediante un salvatore LUno dona ogni bene allaltro da seacute per la necessitagrave della sua natura sovrabbondante come appartiene alla natura della luce illuminare le cose (E Severino La filosofia Antica) 115 E Dio vide che era cosa buonahellip Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona 116 Mt 6 25 ndash 34 Perciograve vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete la vita forse non vale piugrave del cibo e il corpo piugrave del vestito Guardate gli uccelli del cielo non seminano neacute mie-tono neacute ammassano nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre Non contate voi forse piugrave di loro E chi di voi per quanto si dia da fare puograve aggiungere unora sola alla sua vita E percheacute vi affannate per il vestito Osservate come crescono i gigli del campo non lavorano e non filano Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro Ora se Dio veste cosigrave lerba del campo che oggi cegrave e domani verragrave gettata nel forno non faragrave assai piugrave per voi gente di poca fede Non affannatevi dunque dicendo Che cosa mangeremo Che cosa berremo Che cosa indosseremo Di tutte queste cose si preoccupano i pagani il Padre vo-stro celeste infatti sa che ne avete bisogno Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in ag-giunta Non affannatevi dunque per il domani percheacute il domani avragrave giagrave le sue inquietudini A ciascun giorno basta la sua pena

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a) La fede per i greci (cfr Platone) rientra nellrsquoambito della doxa quindi non egrave conoscenza e solo nella conoscenza sta il valore dellrsquouomo

b) Nel cristianesimo la fede viene vista come trascendimento della conoscenza117 e questo trascendi-mento sarebbe necessario perchegrave la conoscenza egrave sempre limitata e non puograve rispondere alle do-mande ultime dellrsquouomo Solo che questo trascendimento diventa spesso anche crisi della ragione o radicale provocazione pr la ragione cfr 1 Cor 1 18 ss e la follia della croce

c) In questa prospettiva il cristianesimo si fa portatore anche di una nuova antropologia lrsquouomo non sarebbe piugrave solo anima e corpo ma sarebbe anche spirito Spirito o pneuma egrave la dimensione della fede

4) Eros greco e agape cristiana a) eros nasce dalla povertagrave e non egrave Dio lrsquouomo tende a Dio Dio non potragrave mai amare proprio percheacute

non egrave privo di nulla egrave assoluta perfezione puograve solo essere amato b) agape Dio egrave amore dono gratuito Dio si offre allrsquouomo E il suo egrave un amore senza condizioni118

5) Immortalitagrave dellrsquoanima dei greci a) e resurrezione dei corpi per il cristianesimo119 b) inaccettabile dai greci vista la loro valutazione negativa del corpo120

6) Nuovo senso della storia a) Per i greci prevalentemente egrave ciclica b) Per il cristianesimo rettilinea ci sono fatti unici e irripetibili e siamo orientati a un fine e a una fine

AGOSTINO

1) Scoperta della persona

a) Il vero mistero egrave lrsquouomo (non la realtagrave esterna inutile indagare la realtagrave esterna121 necessario rien-trare in noi stessi)122

b) Perograve non lrsquouomo astratto ma il singolo il concreto individuo irripetibile Egrave il singolo che deve far pro-prio il motto ldquoconosci te stessordquo

c) Di conseguenza il soggetto egrave il tema centrale della filosofia (cfr Confessioni) i) un soggetto che ritrova una conflittualitagrave interna123 e arriva proprio per questa conflittualitagrave alla

scoperta della volontagrave e della soggettivitagrave ii) un soggetto che ritrova nella propria interioritagrave lrsquoimmagine della Trinitagrave esse nosse velle

2) Veritagrave e illuminazione

a) si fallor sum e il superamento dello scetticismo124

117 Ebrei 11 1 La fede egrave fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono 118 1 Giov 4 8 ndash 10 Chi non ama non ha conosciuto Dio percheacute Dio egrave amore In questo si egrave manifestato lamore di Dio per noi Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo percheacute noi avessimo la vita per lui In questo sta lamore non siamo stati noi ad amare Dio ma egrave lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 119 Cfr 1 Cor 15 120 Cfr la reazione degli Ateniesi al discorso di Paolo sulla resurrezione dei corpi Quando sentirono parlare di risurrezione di morti alcu-ni lo deridevano altri dissero Ti sentiremo su questo unaltra volta Atti 17 32 121 ldquoE dire che gli uomini vanno ad ammirare le vette delle montagne i vasti flutti del mare le ampie correnti dei fiumi la distesa dellrsquooceano i giri degli astri e abbandonano se stessirdquo 122 Io stesso ero diventato per me un grosso problemahellipNon andare fuori di te ritorna in te stesso La veritagrave dimora nelluomo inte-riore E se scoprirai che la tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso Ma ricorda quando trascendi te stesso tu trascendi lani-ma razionale Tendi pertanto lagrave donde saccende il lume stesso della ragione De vera religione39 123 quando stavo deliberando di servire senzaltro al Signore Dio mio come avevo disposto da un pezzo ero io che volevo io che non volevo ero proprio io che negrave volevo pienamente negrave rifiutavo pienamente Perciograve lottavo con me stesso e mi straziavo da me stes-so 124 A una tale regola una volta intuita darsquo questa formula Chiunque comprende di essere in dubbio vede una cosa sicura della quale egrave certo dunque egli egrave certo del vero Pertanto chiunque dubita se la veritagrave esista ha in seacute alcuncheacute di vero di cui non puograve dubitare ora vero non egrave tale se non in forza della veritagrave Egrave necessario dunque che piuacute non dubiti della veritagrave chi ha potuto in qualche modo dubitare Dove tutto ciograve si vede quivi egrave luce senza spazio locale e temporale e senza i fantasmi che da tutto ciograve che egrave nello spazio e nel tempo de-rivano

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b) La veritagrave sta nellinterioritagrave (cfr il senso di un discorso) egrave in noi perograve egrave diversa da noi di qui la ne-cessitagrave di una costante ricerca

c) come si realizza la conoscenza i) autocoscienza (punto di partenza indispensabile) ii) sensazione i sensi ci attestano la realtagrave esterna esistente egrave passivitagrave dei sensi e attivitagrave

dellrsquoanima iii) intelletto coglie immediatamente le idee iv) ragione applica le idee intuite allrsquoesperienza qui sta la possibilitagrave dellrsquoerrore v) le idee sono i criteri di valutazione e sono in noi

(1) hanno un lsquoplusrsquo rispetto agli oggetti empirici non possono derivare da essi (2) sono in noi non creati da noi che siamo contingenti e mutevoli (3) la Veritagrave egrave in noi e ci giudicala Veritagrave sono le Idee (colte immediatamente dallrsquointelletto) che

sono pensieri di Dio forme paradigmatiche vera realtagrave (cfr Filone di Alessandria) colti per illuminazione (non esiste lrsquoanamnesi)

(4) Lrsquoesistenza di veritagrave intellegibili che lrsquoanima trova dentro di seacute senza averle essa stessa crea-te rinvia alla Veritagrave come sorgente di tutte le veritagrave allrsquoUno come principio di unificazione rinvia alla realtagrave immutabile eterna e necessaria dunque a Dio Dio egrave la veritagrave che rende pussibili tutte le veritagrave le realtagrave intellegibili gli universali ndash dice Agostino ndash sono pensieri nella mente di Dio Dio egrave altresigrave il maestro interiore nel quale impariamo tutto ciograve che sap-piamo Dio egrave la luce che illumina lrsquoanima e le permette di comprendere la veritagrave Agostino rielabora qui la tradizione platonica ha presente il paragone tra il Bene e il Sole istituito da Platone nella Repubblica e quello dellrsquoanima che riflette la luce divina e la luna che riflette la luce solare formulato da Plotino nelle Enneadi

vi) differenza tra scienza (coglie le cose in se stesse) e sapienza (le cose in riferimento a Dio) vii) in ultima analisi la vera conoscenza rinvia a Dio che perograve egrave mistero125 quindi non possiamo co-

noscere le ragioni ultime nemmeno della realtagrave necessitagrave della fede 3) Dio126

a) In quanto Bene Dio oggetto damore e felicitagrave ci attira frui Deo egrave la possibilitagrave di porre fine alla pro-pria inquietudine

b) in quanto essere ha dato lessere (creato) ldquoIO sono colui che sonordquo (Esodo 3) c) in quanto Veritagrave ci illumina e ci permette di conoscere la veritagrave Dio scitur melius nesciendo teologia negativa

4) la creazione e le idee Possono forse queste veritagrave venir meno anche se scomparissero quelli che ragionano e andassero a languire nellrsquoinferno degli uomini carnali No percheacute non egrave il ragionare che crea la veritagrave esso solo la scopre la veritagrave quindi esiste in seacute anche prima che sia scoperta ed una volta scoperta essa ci rinnova (Agostino La vera religione Paravia Torino 1945) 125 Confessioni Libro X capitolo XXVII paragrafo XXXVIII) ldquoTardi ti ho amato Sero te amavi pulchritudo tam antiqua e tam nova sero te amavi - Ecco eri dentro di me Tu ed io fuori fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo su queste belle forme che tu hai dato alle cose Eri con me io non ero con te le cose mi tenevano lontano le cose che non ci sarebbero se non fossero in Te Mi hai chiamato e il Tuo grido ha lacerato la mia sorditagrave hai lanciato segnali di luce e il Tuo splendore ha fugato la mia cecitagrave ti sei ef-fuso in essenza fragrante ti ho aspirato e mi manca il respiro se mi manchi ho conosciuto il tuo sapore ed ora ho fame e sete mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la Tua pacerdquo ldquoComprendi dunque se lo puoi o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molte-plici e vari comprendi se lo puoi che Dio egrave Veritagrave Egrave scritto infatti che Dio egrave luce (1Gv 15) non la luce che vedono i nostri occhi ma quella che vede il cuore quando sente dire egrave la Veritagrave Non cercare di sapere cosegrave la veritagrave percheacute immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza che al primo istante ha brillato al tuo sguar-do quando ti ho detto Veritagrave Resta se puoi nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore che ti abbaglia quando si dice Veritagrave Ma non puoi tu ricadi in queste cose abituali e terrene Qual egrave dunque ti chiedo il peso che ti fa ricadere se non quello delle immondezze che ti hanno fatto contrarre il glutine della passione e gli sviamenti della tua peregrinazionerdquo La Trinitagrave 82 126ldquo Te invoco Dio veritagrave fondamento principio e ordinatore della veritagrave di tutti gli esseri che sono veri o Dio sapienza fondamento principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza o Dio vera e somma vita fondamento principio e ordi-natore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita Dio beatitudine fondamento principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati o Dio bene e bellezza fondamento principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli o Dio luce intelligibile fondamento principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile o Dio il cui regno egrave tutto il mondo che egrave nascosto al senso o Dio dal cui regno deriva la legge per i regni della natura o Dio dal quale allontanarsi egrave cadere verso cui voltarsi egrave risorgere nel quale rimanere egrave avere sicurezza o Dio dal quale uscire egrave morire al quale avviarsi egrave tornare a vivere nel quale abitare egrave vivere o Dio che non si smarrisce se non si egrave ingannati che non si cerca se non si egrave chiamati che non si trova se non si egrave purificati o Dio che abbandonare egrave andare in rovina a cui tendere egrave amare che vedere egrave possedere o Dio al quale ci stimola la fede ci innalza la speranza ci unisce la caritagrave o Dio per mezzo del quale trionfiamo dellrsquoavversario ti scongiuro hellip o Dio che ci induci alla veritagrave piena o Dio che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo neacute permetti che altri lo faccia o Dio che ci richiami sulla vitahelliprdquo Soliloqui 112

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a) come dallUno i molti dallEssere il divenire che implica non essere soluzioni greche in qualche mo-do vicine alla creazione potevano essere i) Platone (Demiurgo = fabbricazione) ii) Plotino (processione dallrsquoUno) iii) Per Agostino la creazione egrave dal nulla e significa

(1) che egrave ex nihilo sui (generazione) (2) et subiecti (fabbricazione)

2(a) dono gratuito per libera volontagrave e bontagrave di Dio b) Dio con la creazione crea anche il tempo (cfr Timeo) legato al movimento

i) crea secondo le Idee (non irrazionalmente) che sono pensieri di Dio = Verbo (Neoplatonici) ii) crea immettendo nella materia le ragioni seminali (cfr Stoici)

c) vertice della creazione luomo immagine di Dio Trinitagrave 5) Tempo ed eternitagrave (Lett 7 496-498)

a) cosa faceva Dio prima della creazione lsquostava preparando lInferno per le persone che vogliono inda-gare cose troppo profondersquo dice Agostino nelle Confessioni al di lagrave dellrsquoironia potrebbe essere la co-scienza della limitatezza della nostra capacitagrave di comprensione e la necessitagrave di accettare questa li-mitatezza data lrsquoimpossibilitagrave di trascenderla i) se Dio egrave eterno ed egrave il creatore di tutto egrave il creatore anche del tempo ii) Prima della creazione il tempo non crsquoera non vi era dunque un prima e un dopo e non ha senso

domandarsi che cosa facesse allora Dio Il tempo egrave creato da Dio quindi egrave una categoria che va-le solo per la creatura Tempo d eternitagrave sono incommensurabili

b) apparente contraddittorietagrave del tempo ldquoSe nessuno me lo chiede lo so se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so piugrave cosigrave in buona fede posso dire di sapere che se nulla passasse non vi sa-rebbe il tempo passato e se nulla sopraggiungesse non vi sarebbe il tempo futuro e se nulla fosse non vi sarebbe il tempo presente Ma in quanto ai due tempi passato e futuro in qual modo essi so-no quando il passato da una parte piugrave non egrave e il futuro dallaltra ancora non egrave In quanto poi al presente se sempre fosse presente e non trascorresse nel passato non piugrave sarebbe tempo ma sa-rebbe anzi eternitagrave Se per conseguenza il presente per essere tempo in tanto vi riesce in quanto trascorre nel passato in qual modo possiamo dire che esso sia se per esso la vera causa di essere egrave solo in quanto piugrave non saragrave tanto che in realtagrave una sola vera ragione vi egrave per dire che il tempo egrave se non in quanto tende a non essere [] rdquo127 i) passato non egrave piugrave ii) futuro non egrave ancora iii) presente tende al non essere

c) eppure deve essere qualcosa percheacute misuriamo la durata degli eventi egrave distensio animae128

127 Confessioni Libro XI 14 e 18 128 Confessioni XI 35-37 [] Da qui mi egrave parso di concludere che il tempo nullrsquoaltro egrave che unrsquoestensione ma di qual cosa sia estensio-ne non lo so perograve sarebbe strano se non fosse unrsquoestensione dellrsquoanima stessa Che cosa infatti io misuro te ne scongiuro Dio mio quando dico o approssimativamente ldquoQuesto tempo egrave piuacute lungo di quellordquo oppure in maniera precisa ldquoQuesto tempo egrave doppio ri-spetto a quellrsquoaltrordquo Il tempo misuro siacute questo lo so ma non misuro quello che ha da venire percheacute non egrave ancora non misuro il pre-sente che non ha estensione non misuro il passato percheacute ormai non crsquoegrave piuacute Che cosa dunque misuro [] In te anima mia misuro il tempo Non darmi la voce addosso col dirmi ciograve che la realtagrave egrave Non darmi la voce addosso con tutti i trava-gli delle tue impressioni In te lo ripeto misuro il tempo Lrsquoimpressione che le cose mentre passano suscitano in te e che poi quando quelle sono passate dura questa impressione io la misu-ro mentre egrave presente non misuro le cose che sono passate in modo da lasciare unrsquoimpressione ma misuro questa impressione quando misuro il tempo Per conseguenza o il tempo consiste in queste impressioni o io non riesco a misurare il tempo Ma che Quando misuriamo il silenzio e diciamo che quel silenzio ha avuto una durata di tempo corrispondente a quello che ebbe una determinata voce non egrave forse vero che rivolgiamo la tensione del nostro pensiero quasi per misurare la durata di quella voce come se essa risonasse per poter trarre dagli intervalli del silenzio una definizione che consiste in una estensione di tempo Infatti anche quando la voce e la bocca non sono in moto noi nel nostro pensiero continuiamo a recitare poesie versi e qualsivoglia di-scorso e siamo in grado di definire qualsivoglia estensione del loro andamento e della durata dei tempi quanto cioegrave ognuno sia rispetto a un altro non altrimenti che se ne facessimo recitazione a voce alta Se qualcuno volesse emettere la sua voce in misura un porsquo lunghetta e ne fissasse facendo il conto nel suo pensiero quanta debba es-sere la durata costui certamente la durata del tempo la stabilisce standosene in silenzio e poi affidando il calcolo alla memoria pren-de a tirare fuori quella sua voce che risuona sino a quando non giunga al termine prestabilito Ma in veritagrave diremo risonograve e risoneragrave percheacute quella parte della voce che giagrave si egrave svolta diremo che egrave risonata quella parte che ancora rimane da svolgersi diremo che risone-ragrave sino a quando lrsquointensitagrave presente non trasforma quello che ha da venire nel passato in quanto quel che ha da venire via via dimi-nuisce e il passato via via srsquoaccresce sino a quando consumatosi il futuro tutto divenga passato Ma in qual modo va diminuendo o addirittura si disperde quello che ha da venire che ancora non egrave o in qual modo srsquoaccresce il passa-to che ormai piuacute non egrave se non percheacute nellrsquoanima nostra che elabora questi momenti vi sono tre fasi Infatti lrsquoanima aspetta pone at-tenzione e ricorda tanto che ciograve che aspetta attraverso ciograve cui rivolge lrsquoattenzione si trasforma in ciograve che ricorda

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i) presente del passato memoria ii) presente del presente intuizione iii) presente del futuro attesa Noi possiamo misurare il tempo percheacute possiamo misurare lrsquoimpressione che le cose passando pro-ducono in noi La durata del tempo si spiega con lrsquoattivitagrave della mente che si ldquodistenderdquo cioegrave per cosigrave dire si dilata dallrsquoattesa alla memoria tramite lrsquoattenzione Il tempo egrave nellrsquoanima (quindi non nel movimento anche se egrave collegato ad esso) nello spirito dellrsquouomo permane il passato il presente e il futuro Nello spirito le tre dimensioni del tempo sono sintetizzate e in qualche modo si imita lrsquoeternitagrave che caratterizza il vero essere (il tempo egrave solo di-spersione dellrsquoessere) tutto egrave sintetizzato nel presente e lrsquouomo viene ad essere immagine dellAs-soluto eterno presente

6) male problema centrale della riflessione di Agostino (del resto proprio per dare una risposta plausibile a questo problema si era fatto per un certo periodo manicheo) a) da dove viene se Dio bene129 b) non egrave sostanza negrave corruttibile negrave incorruttibile c) egrave privazione di essere130 (cfr Plotino)

i) male metafisico-ontologico il limite la finitudine il mondo nel suo complesso egrave perfetto ii) peccato cattiva volontagrave causa lsquodeficiente

(1) aversio a Deo et conversio ad creaturam (non egrave la creatura ad essere male egrave il nostro rap-porto alla creatura che egrave errato)

(2) Dio poteva impedirlo la volontagrave libera egrave un gran bene egrave limmagine e somiglianza a Dio d) male fisico conseguenza del peccato e) lrsquouomo radicalmente corrotto non puograve salvarsi puograve solo essere salvato

Chi puograve negare che ciograve che ha da venire non egrave ancora Ma tuttavia vi egrave giagrave nellrsquoanima nostra unrsquoattesa di quello che ha da venire Chi puograve negare che il passato piuacute non egrave Ma tuttavia egrave ancora nellrsquoanima nostra memoria del passato Cosiacute chi puograve negare che il tempo presente manca di estensione percheacute trascorre riducendosi in un punto Ma tuttavia lrsquoattenzione ri-mane durevole siccheacute attraverso di essa si volge a non essere piuacute ciograve che si appresseragrave Non egrave dunque lungo il tempo che ha da veni-re percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo avvenire altro non egrave che lrsquoattesa lunga di ciograve che ha da venire e cosiacute non egrave lungo il passato percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo passato altro non egrave che la lunga memoria di ciograve che egrave passato 129 Confessiones VII 6 e 7 [] Qui cioegrave nella considerazione che lrsquoincorruttibile sia da preferire al corruttibile dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male cioegrave donde trae origine la corruzione stessa che in nessun modo puograve violare la tua sostanza[] Cosiacute consideravo la creazione tua finita piena di te che sei infinito e dicevo ldquoEcco Dio ed ecco le cose che Dio ha creato un Dio buo-no e a queste cose saldamente e di gran lunga superiore perograve Egli buono comrsquoegrave le ha create soltanto buone ed ecco come Egli le circonda e le riempie di seacute Ma allora il male dovrsquoegrave e donde e per qual via qui egrave riuscito a insinuarsi Qual egrave la sua radice quale il suo seme O forse esso non egrave af-fatto Percheacute mai dunque noi temiamo e cerchiamo di evitare ciograve che non egrave Drsquoaltra parte se noi lo temiamo senza motivo senza dubbio questo stesso nostro timore egrave un male in quanto in esso non vi egrave di che si debba temere eppur noi ne abbiamo timore Per conseguenza o crsquoegrave un male che noi dobbiamo temere o il male consiste nel fatto stesso che noi temiamo Ma donde dunque proviene questo male poicheacute Dio tutte le cose ha fatto buone buono comrsquoegrave Dio Bene maggiore e anzi sommo ha creato siacute dei beni minori ma tuttavia e il Creatore e le cose create nella totalitagrave sono buoni Donde proviene il male O forse la materia di cui egrave costituita la creazione era una materia non buona e Dio le diede forma e ordine ma vi lasciograve una qualche parte che non convertiacute in bene Ma percheacute questo O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla tutta in modo che non sussistesse nulla di male Egli che egrave onnipotente Infine percheacute di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha voluto piuttosto nella sua stessa onnipotenza annientarla del tutto Oppure quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontagrave di lui se la materia era eterna percheacute Egli tanto a lungo attraverso gli infiniti spazi di tempo trascorsi ha lasciato che essa materia rimanesse cosiacute e tanto piuacute tardi gli piacque di trarne qualcosa Drsquoaltra parte se Egli volle fare drsquoimprovviso qualche cosa Egli che egrave onnipotente avrebbe dovuto fare questo piuttosto che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad essere cioegrave un Bene interamente vero e sommo ed infinito se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono Egli che egrave buono allora tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di materia che era cattiva non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la parte buona donde poi avrebbe creato il tutto Non sarebbe certo Egli stato onnipotente se non avesse potuto creare qualcosa di buono senza trarre partito da quella materia che E-gli stesso non aveva creato 130 Per conseguenza tutte le cose che sono sono buone e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse non egrave una sostanza per-cheacute se fosse sostanza sarebbe un bene Infatti o sarebbe una sostanza incorruttibile come a dire un grande bene o sarebbe una so-stanza corruttibile la quale se non fosse buona non potrebbe essere corruttibile Pertanto dovetti riconoscere e mi apparve evidente che tu hai fatto buone tutte le cose e che non vi sono sostanze che tu non abbia creato Ma poicheacute tu non hai fatto tutte le cose uguali pertanto tutte le cose esistono in quanto una per una sono buone e tutte nel loro insieme sono sommamente buone poicheacute il Dio no-stro tutte le cose fece sommamente buone (Gen I 31) Le confessioni VII 12

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UNIVERSALI

1) Il problema a) Universale egrave laquociograve che puograve essere predicato di piugrave realtagraveraquo e il problema che riguarda lrsquoambito logico

gnoseologico e metafisico inizia ad essere trattato nellrsquoXI sec (ma egrave dibattuto in tutto il ME) a par-tire da un passo dellrsquointroduzione e commento di Porfirio alle Categorie di Aristotele (Isagoge del 270 dC circa ma nota nella traduzione latina fatta da Boezio attorno al 500) laquosui generi e le spe-cie non dirograve se essi sussistano oppure siano posti soltanto nellrsquointelletto neacute nel caso che sussistano se siano corporei o incorporei se separati dalle cose sensibili o situati nelle cose stesse ed esprimen-ti i loro caratteri comuniraquo i) Che gli universali sussistono in modo incorporeo extramentale e separato dalle cose puograve essere

affermazione platonica o di un realismo radicale ii) Che invece essi siano solo nelle cose come caratteri comuni e debbano pertanto essere posti

alla base delle nostre conoscenze egrave piugrave unrsquoaffermazione aristotelica o del realismo moderato iii) Mentre il riconoscimento del prioritario aspetto cognitivo di tali caratteri comuni (essi sono ciograve

che lrsquouomo conosce e costruisce col proprio intelletto e che poi esprime linguisticamente) egrave ca-ratteristico delle posizioni nominaliste ecco che per un nominalismo estremo gli universali non esisterebbero neacute nellrsquointelletto neacute tanto meno separatamente ma solo nella parola che di volta in volta viene pronunciata (ma anche del nominalismo radicale non sono rimasti documenti)

iv) Lrsquounica posizione che non egrave mai stata sostenuta e probabilmente Porfirio la elenca solo come ipotesi teorica egrave quella degli universali come corpi materiali

b) Nel Medioevo a partire dallrsquoXI sec abbiamo una valorizzazione della ragione (anche per la ripresa degli studi) della sua ricerca e della sua autonomia a questa valorizzazione egrave facile che si accom-pagni una relativizzazione della auctoritas quindi il problema della filosofia degli universali non egrave solo problema teorico

c) La questione degli universali era se i concetti universali come uomo animale e cosiacute via i) avessero

(1) una realtagrave ontologica (2) o fossero soltanto il prodotto dellattivitagrave dellintelletto umano

ii) e inoltre se essi potessero sussistere (1) prima delle cose (ante rem come le idee platoniche che hanno unesistenza separata) (2) o nelle cose (in re come le forme aristoteliche che sussistono come forme di una deter-

minata materia) (3) o dopo le cose (post rem come prodotti dellattivitagrave dellintelletto e quindi nomi creati

dal linguaggio umano per significare le esperienze) d) Problema centrale il rapporto tra voces e res tra idee e realtagrave pensiero ed essere e assieme al va-

lore da attribuire agli universali il valore che possiamo riconoscere al sapere umano

2) Le soluzioni a) realismo universali = entitagrave metafisiche sussistenti (cfr Platone) perfetta adeguazione tra concetti

e realtagrave Il realismo estremo egrave la tesi secondo cui gli universali oltre che sussistere fuori della mente godono anche di una consistenza ontologica propria la quale fa si che essi esistano separatamente (ante rem) rispetto alle realtagrave mutevoli e contingenti di cui sono gli immutabili prototipi In altri ter-mini il realismo estremo egrave la soluzione di tipo platonico-neoplatonico-agostiniana che identifica gli universali con le idee o i modelli ante rem tramite cui Dio ha creato il mondo ritenendo che reali nel senso metafisicamente forte del termine sono soltanto gli universali e non giagrave gli individui empirici Guglielmo di Champeaux (1070-1121) riteneva ad es che la specie laquouomoraquo rappresentasse una re-altagrave essenzialmente identica per tutti gli uomini i quali sarebbero moltiplicati e diversificati fra di loro solo da qualitagrave accidentali Conseguenze i) lo studio del linguaggio egrave anche

(1) studio della realtagrave (2) e studio di Dio che si manifesta nella realtagrave

ii) posizione conservatrice individui diversi solo per accidenti e non per essenza iii) obiezione di Abelardo

(1) animale simultaneitagrave dei contrari es razionale e irrazionale (2) se egrave res non puograve essere predicato (3) svalutazione dellindividuo (e siamo in un periodo di esaltazione della ragione e quindi del-

lindividuo)

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b) nominalismo non hanno nessun valore e non si riferiscono a nessuna cosa (Roscellino) il nomina-lismo estremo afferma che lrsquoessere esiste soltanto in forma individuale (nihil est praeter indivi-duum) e che i cosiddetti universali rappresentano soltanto dei nomi senza alcun corrispettivo rea-leconseguenze i) scetticismo ragione pura attivitagrave analitica di singoli fatti descrittiva ii) universali = flatus vocis iii) eresia teologica triteismo

(per Anselmo sono schiavi delle lsquoimmaginazioni corporeersquo) c) realismo critico o concettualismo posizione di Abelardo

i) la realtagrave egrave individuale ii) universali non sono neacute res neacute flatus vocis iii) sono sermones

(1) frutto della astrazione = convenzione umana (2) che coglie gli elementi comuni = universali (3) universali che perograve non danno lessenza ma modo dessere una immagine comune (uomo

come essenza non esiste esiste solo il singolo) d) realismo moderato (Tommaso) Il realismo moderato egrave la dottrina secondo cui gli universali pur

avendo una certa consistenza non esistono ante rem ma soltanto in re ossia individualizzati e in-corporati nelle cose singole a titolo di principi organizzatori immanenti (nel senso aristotelico) In al-tri termini secondo il realismo moderato i generi e le specie non esistono laquoseparatamenteraquo rispetto agli individui ma soltanto come loro forma o essenza intrinseca Di conseguenza il realismo mode-rato a differenza di quello estremo riconosce pienamente la realtagrave degli individui pur scorgendo la presenza in essi di unrsquoessenza universale Inoltre i realisti moderati pur credendo che gli universali nel nostro mondo esistano soltanto in re hanno ritenuto nel contempo che essi nella mente di Dio esistano sotto forma di idee archetipe an-te rem (conciliando in tal modo le istanze piugrave profonde dellrsquoaristotelismo con quelle del platonismo) Sono distinti tre tipi di universale i) Universale in re - egrave la ldquoformardquo delle cose lrsquoessenza ii) universale post rem egrave il concetto nellrsquointelletto quello che viene colto con il procedimento razio-

nale della ldquoastrazionerdquo iii) universale ante rem - egrave lrsquoIdea nella mente divina il ldquomodellordquo delle cose Questi tre tipi di universale fanno uno e si identificano con la ldquoformardquo della cosa che esiste ldquoab ae-ternordquo nellrsquoIntelletto divino e che lrsquointelletto umano ldquoastraerdquo dalla cosa stessa

3) Il problema degli universali tornava ad agitare la vecchia questione sollevata per la prima volta dai Sofi-sti il pensiero e il linguaggio hanno davvero la prerogativa di rispecchiare lrsquoessere e le sue strutture rea-li I nostri concetti e i nostri termini sono davvero la controparte logico-linguistica delle essenze metafisi-che delle cose Ovviamente un problema di questo tipo aveva unrsquoinevitabile ripercussione a) In campo gnoseologico Il problema degli universali egrave fondamentale per la conoscenza umana per-

cheacute senza generi e specie diventa impossibile qualsiasi conoscenza razionale b) in campo ontologico poicheacute il realismo sottintendendo un sostanziale parallelismo fra voces e res

ovvero una stretta corrispondenza fra pensiero-linguaggio-realtagrave implicava la possibilitagrave da parte del pensiero di porsi come fotografia della realtagrave in grado di coglierne le forme o strutture e quindi di far metafisica Al contrario il nominalismo rifiutando la sostanzialitagrave delle forme ed assimilando i concetti generali a simboli astratti di realtagrave puramente individuali sottintendeva un potenziale divor-zio fra pensiero e realtagrave destinato a mettere in forse il discorso metafisico

c) Analogamente mentre il realismo grazie ai concetti di sostanza specie atto ecc si prestava a giu-stificare filosoficamente sia il dogma trinitario sia il discorso teologico nella sua globalitagrave il nominali-smo (v Roscellino) sembrava minare entrambe le cose

d) Questa portata anti-metafisica ed anti-teologica del nominalismo diventeragrave esplicita soprattutto nella tarda Scolastica allorquando Ockham riducendo il pensiero astratto a pura catalogazione dellrsquoesperienza ed anteponendo alla ragione la conoscenza sensibile (= empirismo) finiragrave per minare la possibilitagrave di qualsiasi discorso meta-empirico cioegrave condotto oltre i limiti dellrsquoesperienza immedia-tamente accessibile

4) concretezza del problema a) struttura sociale b) teorie scientifiche reali o convenzioni strumenti

Naturalmente ldquola questione degli universalirdquo non si chiude con la fine del medioevo viene ripresa infatti an-che dalla filosofia moderna che rivedragrave il formarsi di due opposti schieramenti gli empiristi che sostanzial-mente saranno nominalisti e i razionalisti piugrave vicini alle posizioni del realismo

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AVICENNA

Integra Aristotele con Platone (dove Aristotele non sembra in accordo alla fede) 1) distinzione tra ente (lesistenza il concreto) ed essenza (quid est prescinde dallrsquoesistenza) 2) ente reale puograve essere

a) possibile (mondo che egrave contingente in quanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere quindi egrave carat-terizzato dalla diversitagrave tra essenza ed esistenza)

b) o necessario (Dio ha in seacute la causa del suo essere creatore e separato dal mondo) 3) Ciograve significa che la nozione di essere assume un significato diverso a seconda che sia riferita a Dio o alle

cose contingenti

s TOMMASO

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE

1) ragione a) parte dal sensibile e quindi non puograve conoscere tutto egrave condizionata dalla sua origine b) inoltre egrave creata (finita) c) puograve dire che Dio egrave ma non chi sia Dio d) se il fine delluomo fosse puramente naturale la ragione sarebbe sufficiente perograve fine delluomo egrave

soprannaturale quindi ha bisogno di veritagrave che eccedono le sue capacitagrave naturali vengono dalla ri-velazione accolte dalla

2) fede che a) sorregge la ragione nelle veritagrave che la ragione coglie perograve con il pericolo di errore (tra fede e ragio-

ne non cegrave contrasto nessuna doppia veritagrave)131 b) offre delle veritagrave che vanno oltre la ragione132

3) nei confronti della veritagrave della fede la ragione a) esamina lautoritagrave di chi le propone b) puograve dimostrare i preamboli della fede cioegrave quelle veritagrave la cui dimostrazione egrave necessaria alla fede

stessa c) la filosofia puograve essere adoperata a chiarire mediante similitudini le veritagrave della fede d) la ragione puograve controbattere le obbiezioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o che

non hanno forza dimostrativa 4) La grazia (fede) non soppianta la natura ma la perfeziona gratia naturam perficit

a) la teologia rettifica ma non sostituisce la ragione b) necessaria una buona (corretta) filosofia per una buona teologia

5) La fede e la ragione non possono trovarsi in contraddizione a) la ragione ha una sua veritagrave dei principi intrinseci che sono verissimi ed egrave impossibile pensare che

siano falsi dal momento che Dio stesso egrave lrsquoautore della natura umana La veritagrave di ragione non saragrave perciograve in contraddizione con la veritagrave rivelata poicheacute la veritagrave non puograve contraddire la veritagrave La ra-gione puograve indurre allrsquoerrore ed in quel caso la fede deve essere la regola del corretto procedere della ragione

b) Inoltre fede e ragione non possono contraddirsi anche percheacute considerano la realtagrave da punti di vista diversi la ragione considera la realtagrave in se stessa la fede in relazione a Dio133

131

Se la veritagrave fosse lasciata soltanto allindagine della ragione ne seguirebbero tre inconvenienti in primo luogo la cognizione di Dio sarebbe in pochi In secondo luogo vi si giungerebbe a fatica dopo gran tempo In terzo luogo lindagine della ragione umana spesso egrave venata derrori percheacute il nostro intelletto egrave debole nel giudizio e ci si insinuano i fantasmi Salutarmente dunque provvide la divina clemenza disponendo che si accettassero per fede anche le cose che la ragione puograve indagare siacute che tutti senza dubbio neacute errore partecipassero facilmente alla cognizione di Dio (S contra Gent I 3) 132 Nelle cose che diciamo di Dio la veritagrave egrave di due modi Infatti intorno a Dio ci sono veritagrave che oltrepassano ogni facoltagrave della ragione umana per esempio che Dio egrave uno e trino Mentre ce ne sono altre che anche la ragione naturale puograve cogliere per esempio che Dio egrave che egrave uno ed altre siffatte di queste guidati dal lume della ragione anche i filosofi hanno addotto prove dimostrative (Summa contra Gentiles I 3) 133 Summa contra gentiles I 7 ndash 8 e II 4 Bencheacute la veritagrave della fede cristiana superi la capacitagrave della ragione umana quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione non possono essere contrarie alla fede Difatti quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione ci constano essere verissime in tale maniera che non sia possibile pensarle false neacute daltra parte egrave possibile pensare falso ciograve che si tiene per fede

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c) Ciograve perograve significa piugrave una distinzione che una separazione la ragione e la natura trovano il loro pie-no compimento nella fede e nella grazia (secondo il celebre adagio tomista gratia naturam perfi-cit)134

dal momento che ha una cosiacute evidente conferma divina Siccome dunque il solo falso egrave contrario al vero come appare manifestamente dai loro concetti egrave impossibile che la veritagrave di fede sia contraria a ciograve che la ragione conosce naturalmente Inoltre la conoscenza dei princiacutepi naturalmente noti ci egrave infusa da Dio in quanto Dio stesso egrave lautore della nostra natura Anche la divi-na Sapienza possiede dunque questi princiacutepi Tutto ciograve quindi che egrave contrario a questi princiacutepi egrave contrario alla divina Sapienza e non puograve pertanto provenire da Dio Quelle veritagrave dunque che si tengono per fede in funzione della rivelazione divina non possono essere contrarie alla conoscenza naturale Dal che si deduce evidentemente che qualsiasi argomento venga portato contro i documenti della fede non procede rettamente dai primi princiacutepi immediatamente evidenti innati alla natura e conseguentemente non ha nemmeno la forza dimostrativa ma sono ragioni o probabili o sofistiche e cosiacute cegrave la possibilitagrave di confutarle [] Si deve anche notare che senza dubbio le cose sensibili dalle quali la ragione umana deriva il principio della conoscenza conservano in seacute qualche traccia della loro somiglianza divina ma cosigrave imperfetta che risultano del tutto insufficienti a manifestare la natura dello stes-so Dio Infatti gli effetti hanno in qualche misura una somiglianza con la causa poicheacute ogni agente produce una cosa a seacute somigliante ma non sempre lrsquoeffetto raggiunge una perfetta somiglianza con lrsquoagente Dunque la ragione umana per conoscere la veritagrave di fede che puograve essere perfettamente conosciuta solo da coloro che vedono la divina sostanza egrave in condizione di raccogliere alcune analogie che non sono perograve sufficienti affincheacute la predetta veritagrave venga dimostrata o compresa per intuizione intellettiva Tuttavia egrave utile per la mente umana esercitarsi in tali ragionamenti bencheacute deboli purcheacute non ci sia la presunzione di comprendere o di dimostrare infatti come prima si egrave detto procura grande gioia il potere intendere qualcosa delle realtagrave piugrave elevate anche in maniera incompleta e debole [] Diverso egrave il punto di vista delle dottrine teologiche e delle filosofie umane Giaccheacute la filosofia umana considera le creature in quel che sono e cosiacute secondo gli aspetti del reale abbiamo le diverse parti della filosofia la fede cristiana invece le considera non in quanto so-no come ad es il fuoco in quanto fuoco ma in quanto esso indica la perfezione divina ed egrave ordinato in qualche modo allo stesso Dio Pertanto i lati che il filosofo studia nelle creature sono diversi da quelli che considera il credente il filosofo infatti considera i caratteri costitutivi delle cose come per i fuoco il portarsi in su il credente considera la creatura in rapporto con Dio come lessere creata da Dio lessere soggetta a Dio e simili Se loggetto dindagine egrave talvolta comune al filosofo e al credente i princiacutepi sono diversi Poicheacute il filo-sofo argomenta da cause immanenti alle cose il credente argomenta dalla Causa prima come quando si fonda sulla rivelazione o guar-da alla gloria o alla potenza infinita di Dio e per questo ad essa come avente il primato egrave subordinata la filosofia umana Da ciograve deriva che le due dottrine procedono con diverso metodo Poicheacute nella dottrina filosofica la quale considera le creature in se stesse e da esse guida alla conoscenza di Dio primo egrave lo studio delle creature e ultimo quello di Dio nella dottrina rivelata invece che non considera le creature se non in ordine a Dio primo egrave lo studio di Dio e poi quello delle creature e cosiacute egrave piuacute perfetta in quanto piuacute simile alla conoscenza di Dio il quale intuisce laltro da seacute intuendo seacute 134 Summa Theologiae I q 1 art 1 Proemio E percheacute il nostro proposito sia compreso in certi limiti egrave necessario per prima cosa indagare sulla sacra dottrina [ossia la teologia] qua-le sia e a quali cose si rivolga In proposito i problemi sono dieci Primo che necessitagrave ci sia di questa dottrina Secondo se sia scienza Terzo se sia una sola scienza o piugrave Quarto se sia speculativa o pratica Quinto quale sia il suo rapporto con le altre scienze Sesto se sia sapienza Settimo se quale sia il suo oggetto Ottavo se sia una disciplina argomentativa Nono se debba servirsi di espressioni metaforiche o simboliche Decimo se la Sacra Scrittura debba essere esposta secondo piugrave sensi Articolo I Rispetto al primo problema si procede cosigrave Sembra che non sia necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche In-fatti lrsquouomo non deve sforzarsi di conoscere le cose che sono al di sopra della ragione secondo quanto afferma il III capitolo del libro dellrsquoEcclesiastico ldquonon indagherai le cose per te troppo grandirdquo Ma le cose che sono accessibili alla ragione sono trattate adeguata-mente nelle discipline filosofiche Sembra dunque superfluo avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Inoltre non ci puograve essere scienza se non dellrsquoente nulla infatti si sa se non il vero che egrave convertibile con lrsquoente Ma tutti gli enti sono presi in esame dalle discipline filosofiche e anche Dio in una parte della filosofia detta appunto ldquoteologiardquo cioegrave ldquoscienza divinardquo come insegna il Filosofo nel VI libro della Metafisica Non egrave stato quindi necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Ma egrave contrario ciograve che egrave detto nel capitolo III della II Lettera a Timoteo ldquotutta la Scrittura ispirata da Dio egrave utile ad insegnare con-vincere correggere e formare alla giustiziardquo Infatti la Scrittura divinamente ispirata non riguarda le discipline filosofiche che sono svi-luppate con la sola ragione umana Ersquo utile dunque che oltre alle discipline filosofiche esista unrsquoaltra scienza fondata sulla rivelazione divina Rispondo dicendo che lrsquoesistenza di una dottrina rivelata oltre alle discipline filosofiche che si indagano con la ragione umana egrave stata necessaria per la salvezza dellrsquouomo In primo luogo percheacute lrsquouomo ha come destino Dio un fine che supera le capacitagrave di comprensio-ne della ragione come scrive il profeta Isaia (644) ldquoocchio non ha visto che un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in luirdquo Ma gli uomini devono conoscere il loro fine per poter decidere le proprie azioni perciograve fu necessario alla loro salvezza che quanto supe-ra la ragione umana fosse reso noto attraverso una divina rivelazione Ma anche riguardo a quelle cose che la ragione umana puograve cono-scere fu necessario che lrsquouomo fosse istruito mediante la rivelazione divina Percheacute attraverso lrsquoindagine razionale sarebbero giunti alla veritagrave su Dio da cui pure dipende la salvezza dellrsquouomo - che egrave solo in Lui - solo pochi uomini attraverso un tempo lunghissimo e con la mescolanza di molti errori Affincheacute gli uomini potessero giungere alla salvezza in modo piugrave adeguato e sicuro fu quindi necessario che fossero istruiti attraverso la rivelazione divina Alla prima obiezione si deve rispondere che le cose che sono piugrave alte della capacitagrave conoscitiva dellrsquouomo sebbene non possano esse-re indagate attraverso la ragione sono tuttavia da accogliere per fede una volta che vengano rivelate da Dio Per cui lo stesso passo aggiunge ldquoti egrave stato mostrato piugrave di quanto comprende unintelligenza umanardquo E in questo consiste la sacra dottrina Al secondo argomento si deve dire che dal diverso modo di conoscere gli oggetti deriva la diversitagrave delle scienze Infatti sia lrsquoastrologo che il fisico dimostrano la medesima conclusione per esempio che la terra egrave rotonda ma lrsquoastrologo per via matematica cioegrave astraen-do dalla materia il fisico invece prendendo in considerazione la materia Perciograve nulla impedisce che le medesime cose delle quali tratta-no le discipline filosofiche nella misura in cui sono conoscibili alla luce della ragione naturale possano essere oggetto di unrsquoaltra scien-

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Questa parte della filosofia tomistica egrave riscontrabile soprattutto in Somma contro i Gentili 6) Summa contra gentiles partire da ciograve che ci accomuna la ragione

a) partendo da questo dato che accomuna tutti gli uomini egrave possibile ottenere risultati universali e su questi costruire un discorso teologico

b) ragione nostra caratteristica ed esigenza primordiale e naturale i) Proprio per questo lrsquouomo ha una sua autonomia e deve mettere in atto tutto il suo potenziale

conoscitivo La sua vocazione egrave conoscere e dominare il mondo ii) Su questo non puograve interferire la teologia come la teologia non soppianta la filosofia iii) Del resto tra filosofia e teologia non potragrave esserci contrasto proprio percheacute unica egrave la sorgente

della veritagrave e tutte e due sono in relazione alla veritagrave

LA METAFISICA

1) Ente ed essenza lente (qualunque cosa esista) puograve essere

a) ente logico puramente concettuale espresso dalla copula egrave unisce due concetti senza pretendere che la realtagrave sia come espresso (es la cecitagrave egrave negli occhi di conseguenza non tutto ciograve che egrave pen-sato esiste come egrave pensato le connessioni di concetti sono vere in quanto connettono correttamen-te quei concetti ma non esprimono lrsquoesistenza dei concetti che connettono) Lrsquouniversale non egrave rea-le ad essere reale egrave solo lindividuo lrsquouniversale egrave una astrazione anche se fondata sulla realtagrave rea-lismo moderato

b) ente reale ogni realtagrave egrave ente anche se in modo analogico Per Aristotele potenza e atto corrispon-devano a materia e forma Secondo Tommaso invece lrsquoessenza e lrsquoesistenza stanno tra loro rispetti-vamente nel rapporto di potenza e atto i) Lrsquoessenza (chiamata anche quidditagrave o natura) comprende sia la materia che la forma percheacute

comprende tutto ciograve che egrave espresso nella definizione della cosa Per es lrsquoessenza dellrsquouomo de-finito animal rationale comprende sia la materia (animal) che la forma (rationale) Essenza id quod potest esse potenza attitudine allrsquoessere e non identificazione con lrsquoessere quindi le cose non esistono necessariamente sono contingenti quindi esistono in virtugrave di altro (1) Lrsquoessenza costituisce in primo luogo il fondamento dellrsquoessere di ogni ente essa infatti fa

essere una cosa quella determinata cosa diversa dalle altre Naturalmente non si deve in-tendere il termine ldquoessererdquo nel senso di esistenza attuale percheacute come si vedragrave meglio poi ogni cosa riceve la sua attualitagrave esistenziale da Dio e non dallrsquoessenza Tommaso si sta qui occupando del significato nominale dei termini ldquoenterdquo ed ldquoessenzardquo non ancora di quello e-sistenziale Tuttavia senza lrsquoessenza sarebbe impossibile definire per esempio questo esse-re che mi sta davanti come uomo o questrsquoaltro come pianta

(2) In secondo luogo lrsquoessenza egrave il fondamento dellrsquointelligibilitagrave e della conoscibilitagrave di ogni en-te Ogni ente egrave intelligibile in virtugrave di quellrsquoelemento universale e necessario che egrave lrsquoessenza Esiste in altri termini una stretta correlazione tra ontologia e gnoseologia

(3) Lrsquoessenza infine egrave il fondamento dellrsquoagire di ogni ente Essa cioegrave permette di cogliere il carattere proprio di un ente dal quale egrave possibile ricavare la sua attivitagrave o operazione princi-pale Se si analizza per esempio lrsquoessenza dellrsquouomo si diragrave che lrsquouomo possiede per natura (per costituzione ontologica e non come qualcosa di aggiunto di accidentale) un intelletto che costituisce il carattere distintivo che lo differenzia dagli altri animali (prima ancora della posizione eretta o del modo di cibarsi o di vestirsi che sono caratteri accidentali che sono mutati nel corso del tempo e non rientrano nella sua essenza) Avere per natura un intellet-to significa che lrsquouomo egrave per natura capace di conoscenza intellettiva egrave cioegrave in grado di os-servare riflettere e interpretare ciograve che lo circonda egrave capace di domandarsi il ldquopercheacuterdquo di ciograve che vede e da questa domanda scaturisce la ricerca dei principi che porta poi alla costitu-zione delle diverse scienze e dei vari campi di indagine

ii) Dallrsquoessenza si deve distinguere lrsquoesistenza percheacute si puograve comprendere che cosa sia un uomo o lrsquounicorno o lrsquoaraba fenice ma non egrave ancora detto che quegli esseri esistono nella realtagrave Dunque lrsquoessenza e lrsquoesistenza sono distinte e stanno tra loro nel rapporto di potenza e atto Lrsquoessenza egrave in potenza rispetto allrsquoesistenza mentre lrsquoesistenza egrave lrsquoatto dellrsquoessenza actus essendi Nelle cose composte cegrave una doppia composizione di atto e potenza materia forma essenza esistenza

za per quello che se ne puograve conoscere alla luce della rivelazione divina Perciograve la teologia che compete alla sacra dottrina egrave di altra na-tura rispetto a quella teologia che si considera parte della filosofia

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iii) Ecco ora il punto fondamentale lrsquounione dellrsquoessenza con lrsquoesistenza ovvero il passaggio dalla potenza allrsquoatto ovvero lrsquoindividuo reale richiede per Tommaso lrsquointervento diretto e creativo di Dio Ersquo solo Dio che puograve creare le cose facendole esistere egrave solo Dio che puograve realizzare il pas-saggio dalla potenza allrsquoatto ossia dalla essenza allrsquoesistenza e dare cosigrave origine alle varie crea-ture siano angeli o uomini o animali o piante ecc

iv) In Dio lrsquoessenza egrave uguale allrsquoesistenza Solo in Dio essenza ed esistenza si identificano In altre parole lrsquoessenza di Dio egrave di esistere Egli esiste necessariamente egrave eterno egrave lrsquounico essere ne-cessario cioegrave non puograve non esistere mentre tutti gli altri esseri dipendono da lui Dio egrave lessere (= essenza atto puro) essere puro

v) In sintesi potremmo dire che Dio egrave lrsquoessere mentre le creature hanno lrsquoessere Actus essendi originario in Dio derivato per partecipazione nelle creature Dunque il termine essere non egrave lo stesso quando egrave riferito a Dio o alle creature Tra lrsquoessere di Dio e quello delle creature non vi egrave neacute identitagrave neacute assoluta opposizione bensigrave analogia Le creature in quanto esistenti sono simili a Dio ma Dio non egrave simile a loro ecco il principio della analogicitagrave dellrsquoessere (analogo = simile ma di proporzioni diverse) In piugrave le creature hanno lrsquoessere percheacute viene dato loro da Dio il quale partecipa (=dona) loro lrsquoesistenza Cosigrave le creature hanno lrsquoessere per partecipazione mentre Dio egrave lrsquoessere per essenza La distinzione fra lrsquoessere creato e lrsquoessere eterno di Dio porta con seacute due importanti conseguen-ze (1) In primo luogo permette a Tommaso di salvaguardare lrsquoassoluta trascendenza (superioritagrave

diversitagrave alteritagrave soprannaturalitagrave) di Dio nei confronti del creato e delle creature e di evita-re ogni forma di panteismo (che identifica Dio col mondo)

(2) In secondo luogo lrsquoanalogicitagrave dellrsquoessere rende impossibile unrsquounica scienza dellrsquoessere ac-canto alla filosofia vi egrave adesso la teologia la quale egrave superiore in dignitagrave a tutte le altre scienze le quali nei suoi confronti diventano ancelle della teologia

c) Lrsquoessere egrave il principio e fondamento del reale lrsquoesistenza egrave il risultato dellrsquoessere attuante unrsquoessenza lrsquoesistenza egrave una presenza reale o fatto di esistere che deriva dallrsquoatto di essere allrsquoessenza e la rende realmente esistente o presente o fatto di esistere Lrsquoessere egrave piugrave nobile dellrsquoesistenza (suo risultato) e dellrsquoessenza che egrave potenza riguardo allrsquoessere (atto ultimo) i) Quella di Tommaso non egrave una filosofia dellrsquoente ma egrave una filosofia dellessere che realizza le es-

senze lessere egrave il mistico (Wittgenstein) egrave ciograve di fronte a cui resta solo il silenzio percheacute condi-zione di qualunque discorso e fondamento sempre presente e intrascendibile135 esse poicheacute tra-scende lessenza trascende anche il concetto Il principio che fonda la necessitagrave di questa di-stinzione136 si trova nel fatto stesso che finisce per renderla inconcepibile Lesse facciamo nota-re non egrave concepibile che in unessenza Niente egrave piugrave vero ma egrave proprio per questo che quando si parla di un atto finito di esistere bisogna necessariamente che questo atto e la sua essenza siano aliud et aliud Ci sono degli esseri finiti egrave un fatto e sono anche i soli esseri di cui abbia-mo esperienza ora la possibilitagrave di un essere finito suppone che il suo atto di esistere sia altro dalla sua essenza Se si trattasse in effetti dellesse puro non sarebbe cosigrave Latto puro di esiste-re egrave integralmente atto cioegrave lo egrave sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ordini per la semplice ragione che essendo anteriore a tutti come la condizione della loro stessa possibilitagrave li trascende tutti Lesse puro non egrave dunque solamente illimitato nellordine dellesistenza propriamente detta lo egrave anche nellordine dellessenza poicheacute precede questordine e di conseguenza nessuna determi-nazione essenziale si applica ad esso Ed egrave per questo come san Tommaso nota nel De ente et essentia che alcuni filosofi hanno potuto sostenere che Dio non ha essenza poicheacute egli egrave lesse puro ciograve che si chiamerebbe la sua quidditagrave o essenza si confonde in effetti necessariamente con il suo esse Per ragioni legate senza dubbio alla sua dottrina dei nomi divini san Tommaso sembra avere evitato di negare che Dio abbia una essenza preferisce dire che lessenza di Dio egrave il suo atto stesso di esistere Daltronde in qualsiasi modo lo si esprima il fatto resta quello che egrave lesse puro non egrave determinato da alcuna essenza che lo faceva essere tale Al livello supremo dellessere in cui tentiamo qui di elevarci il problema del rapporto tra essenza ed esistenza sva-

135 E Gilson Lessere e lessenza Tr it di L Frattini e M Roncoroni Massimo Milano 1988 279-282 ldquoLessere dunque non egrave soltanto il primo oggetto di conoscenza intellettuale nel senso che sarebbe implicato fin dal primo oggetto conosciuto ma altresigrave nel senso che egrave implicato in ogni oggetto conosciuto e che ogni conoscenza quale che ne sia loggetto egrave anche e anzi prima di tutto conoscenza del-lessere 136 tra essenza ed atto drsquoerssere

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nisce per riduzione dellessenza allatto puro di esistere 137 ldquoEsigere che lesse sia concettualiz-zabile egrave volere che esso sia una cosa ora se ciograve che abbiamo detto egrave vero lesse egrave latto costi-tutivo ultimo di ogni cosa esso stesso non potrebbe esserne una Resta dunque possibile per unontologia che non sia un cosismo integrale comporre lesistere con lessenza e distinguer-lo138 di qui lo stupore

ii) ne deriva una filosofia ottimistica lrsquoessere egrave dono iii) e una filosofia del concreto Lrsquoessente in quanto egrave gode di unrsquounicitagrave irriducibile esso egrave percheacute

egrave nel suo atto di essere proprio e differente dagli atti di essere di tutti gli altri essenti Per san Tommaso il vero principio di individuazione non egrave la materia ma lrsquoatto di essere139 Lrsquoatto di es-sere in virtugrave del quale la conoscenza dellrsquoessenza determinata non egrave un sogno vano o una pura rappresentazione singolarizza radicalmente esclude qualsiasi universalizzazione alla maniera generalizzante della forma intelligibile Lrsquoessere egrave lrsquoatto grazie a cui le singole cose esistono egrave proprio il dono dellrsquoactus essendi ad ogni ente creato da Dio che egrave lrsquoIpsum esse subsistens ciograve che sottrae allrsquoindifferenza e dunque al nulla ogni attimo di vita dellrsquoesistente

d) latto dessere egrave sempre del singolo i) per Aristotele ldquoessererdquo da solo non significa niente lessere riceve significato da soggetto e pre-

dicato egrave sempre un essere determinato (non conosce la trascendenza lessere in quanto tale non esiste)

ii) per Tommaso ldquoessererdquo egrave atto desistere ha un suo significato egrave lEssere stesso che egrave Atto in Dio e questo atto dagrave concretezza alla veritagrave del soggetto e del predicato nelle cose Tommaso capovolge Aristotele non soggetto e predicato danno concretezza allessere (Aristote-le) ma egrave lessere che comunica il suo significato di atto al soggetto e al predicato egrave questo atto il fondamento dellessere di quegli essenti significati da soggetto e predicato

2) I trascendentali uno vero e buono a) trascendentale condizione di possibilitagrave b) trascendentali dellessere condizioni di possibilitagrave dellessere tanto da coincidere con lessere stesso

(omne ens est unum verum bonum ens et unum verum bonum convertuntur) Ciograve che si deve dire dellessere va allora ripetuto per tutti gli altri trascendentali Dio partecipa lessenza lindividualitagrave lunitagrave la veritagrave la bontagrave a tutto il creato che cosigrave porta la traccia della sua perfezione

c) uno lessere non egrave contraddittorio lunitagrave dipende dal grado di essere essere a fondamento dellrsquounitagrave filosofia dellrsquoessere non dellrsquounitagrave

d) vero ogni ente egrave intelligibile e razionale i) Aristotele delle veritagrave si occupa la logica (egrave un fatto mentale) non la metafisica ii) Tommaso

(1) le cose realizzano un progetto di Dio (=veritagrave ontologica) adequatio rei ad intellectum Gli uomini possono venir meno al progetto di Dio che perograve resta loro inscritto

(2) Veritagrave umana adequatio intellectus ad rem iii) Il bello riceve discreta attenzione ma non viene incluso nella lista dei trascendentali in quanto

sostanzialmente omologato al verum Tommaso interpreta infatti lesperienza estetica come il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della veritagrave140

e) Buono ogni ente egrave buono percheacute egrave ente frutto della bontagrave di Dio bonum diffusivum sui ottimismo cristiano i) Il trascendentale bonum suppone la tesi della laquoirrealtagraveraquo del male che viene ripresa dal neopla-

tonismo il male egrave soltanto la mancanza di bene cioegrave di essere e piugrave precisamente di un essere dovuto la cecitagrave egrave un male per luomo ma non per lalbero

ii) Bene oggetto della volontagrave

137 Id 103-104 138 Id 100-102 139 Cfr TOMMASO DrsquoAQUINO De potentia 7 2 ad 9 De anima I resp e ad 2 140 ldquoIl bello e il buono in un soggetto sono lo stesso percheacute si fondano sulla stessa cosa cioegrave sulla forma e per questo il buono viene lodato come bello Ma differiscono per il carattere Infatti il buono propriamente riguarda il desiderio infatti il buono egrave ciograve che tutti de-siderano E perciograve ha il carattere di fine infatti il desiderio egrave quasi un certo movimento verso una cosa Il bello invece riguarda la facoltagrave conoscitiva vengono dette infatti belle quelle cose che piacciono quando sono viste Dunque il bello consiste in una debita proporzione percheacute il senso prova diletto nelle cose debitamente proporzionate come in cose simili a seacute infatti anche il senso egrave una certa ragione come ogni virtugrave conoscitiva E giaccheacute la conoscenza avviene per assimilazione e la somiglianza riguarda la forma il bello propriamente riguarda il carattere della causa formalerdquo (Somma teologica 1 q5a4ad1)

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(1) le cose sono buone perchegrave volute da Dio (2) luomo vuole le cose perchegrave sono buone

3) Lanalogia dellessere a) Giagrave Aristotele aveva individuato quella che usualmente egrave definita ldquoanalogia di attribuzionerdquo (Es an-

che se propriamente la salute si predica solo di un vivente si attribuisce ad un cibo lrsquoaggettivo sano percheacute causa salute in chi ne mangia)

b) da parte sua Tommaso coglie anche lrsquoanalogia di proporzionalitagrave (Es due soggetti possiedono real-mente e propriamente una data qualitagrave bencheacute in grado diverso come quando qualifichiamo intelli-gente un animale ed un uomo) ldquoEssererdquo egrave un concetto analogico non solo secondo il primo modo come ha visto Aristotele ma anche secondo lrsquoaltro i) accetta quella di Aristotele orizzontale ii) introduce quella verticale Dio-realtagrave

c) Lrsquoanalogia unisce e separa Lrsquoanalogia di proporzionalitagrave rapporto Dio-actus essendi egrave diverso da quello della realtagrave i) con lactus essendi si fonda sulla analogia causale ii) lanalogia si estende a tutti i predicati (importanza della teologia negativa) iii) lrsquoanalogia richiede la pluralitagrave e lrsquoautonomia delle scienza

4) la fede guida della ragione due tesi fondamentali a) Dio egrave lrsquoessere (per i greci egrave uno degli esseri non egrave lrsquoEssere e il creatore dellrsquoessere) b) il resto egrave creato quindi qualunque cosa egrave positiva anche il corpo la causalitagrave riguarda anche

lrsquoessere degli enti e non solo le forme (Platone e Aristotele) c) due tesi accettate per fede che guidano il discorso razionale = filosofia cristiana

S BONAVENTURA

1 - fede e filosofia filosofia che si pretende autonoma fonte di errori deve rinviare alla teologia e alla mistica ragione e filosofia finalizzate alla teologia alla fede contro una ragione autosufficiente che non coglie nel mondo lorma (signum) di Dio lo ritiene del tutto autonomo si tratta di scoprire in noi e nel mondo i germi divini (nella linea di Platone Agostino Anselmo) suo obiettivo quaerere Deum che relucet et latet si rivela e assieme si nasconde nella realtagrave Dio coglibile dalla meditatio che introduce alla consummatio mistica La filosofia via alla teologia e alla mistica riprende la tradizione platonico-agostiniana (filosofia rinvia a Dio) cerca una filosofia che sorregga la sua fede 2 - esemplarismo in Dio ci sono le idee delle cose create (crea liberamente) nel mondo vestigio cose irrazionali immagine creature intellettuali somiglianza creature deiformi mondo egrave una scala a Dio dal mondo allinterioritagrave alle cose eterne speculazione itinerarium mentis in Deum

cointuizione cogliendo lrsquooggetto colgo contemporaneamente lrsquoesemplare grazie alla illuminazione idea di essere irradiazione dellessere assoluto in cui sono tutte le idee

egrave questa non la conoscenza per astrazione legata al contingente che permette di conoscere lrsquouniversale

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PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave141

La domanda fondamentale laquopercheacute lessere piuttosto che il nullaraquo Siamo allorigine alla possibilitagrave data dalla libertagrave dellessere di essere o non essere Ciograve che puograve decidere se essere o non essere egrave solo la libertagrave a essa soltanto egrave appesa tutta la realtagrave da es-sa dipende lessere La realtagrave laquoegrave del tutto gratuita e infondata interamente appesa alla libertagrave che non egrave un fondamento ma un abisso ossia un fondamento che si nega sempre come fondamentoraquo142 La libertagrave egrave un Urgrund che egrave un Ungrund fondamento assoluto egrave quello che egrave possibilitagrave di essere o non essere se stesso e perciograve in certo senso puograve retrocedere al di lagrave di se stesso143 Proprio per questo la realtagrave puograve essere vista nella sua ambiguitagrave come eccedenza pura gratuitagrave dono o nella sua infondatezza che provoca il rimpianto di non esser nati Possiamo meravigliarci quindi di fronte alla gratuitagrave dellessere ma anche esser presi da sgomento per la sua infondatezza per il suo legame col nulla e per lidea della loro scambiabilitagrave Caratteri-stica della realtagrave vediamo essere lambiguitagrave lontologia viene ad accompagnarsi alla meontologia Lontolo-gia dellinesauribile strettamente legata alla libertagrave -- Schelling ci suggerisce che ciograve che puograve decidere se es-sere o non essere egrave solo la libertagrave la quale consente innovazione continua -- si incammina verso un pensiero tragico Lessere egrave appeso alla libertagrave e linseparabilitagrave dei due termini spiega come della libertagrave non possa che essere che unontologia Essere e libertagrave sono inscindibilmente congiunti in quanto nei confronti dellessere luomo puograve soltanto scegliere tra consenso e rifiuto esercitando cosigrave la propria libertagrave Egrave la libertagrave che tiene fermo il vincolo tra uomo ed essere il quale potrebbe anche essere rinnegato tradito Lrsquoontologia dellinesauribile La veritagrave non puograve risiedere nel pensiero e nel discorso filosofico che come lindefinito e linformulato che de-cide se prender forma o no La metafisica ontica e oggettiva viene sostituita con una metafisica ontologica e indiretta una laquoontologia consapevole non soltanto della portata finita del proprio sguardo e del carattere fi-nito delle proprie operazioni ma anche garantita dal rischio della discrepanza fra il dire e il fare e dal perico-lo della mistificazione nel senso chessa intende presentarsi come discorso delluomo sulluomo per luomo sigrave che un eventuale discorso sullessere o sullassoluto non puograve essere che indiretto cioegrave discorso sulluomo come rapporto con lessere o come coscienza dellassolutoraquo144 Linoggettivabilitagrave e linesauribilitagrave dellessere esigono labbandono della metafisica ontica Solo un personali-smo ontologico e unontologia dellinesauribile garantiscono la sopravvivenza della metafisica poicheacute la veri-tagrave non si offre se non a una prospettiva personale laquoLinoggettivabilitagrave dellessere non solo non impedisce lontologicitagrave delluomo ma coincide con essa in tal modo si raggiunge e si svolge il concetto esistenzialisti-co dellinseparabilitagrave di esistenza e trascendenza e della coincidenza di autorelazione ed eterorelazioneraquo145 Lessere inoggettivabile e irrelativo egrave presente nel rapporto poicheacute lo costituisce e ne fa parte lessere si dagrave alluomo solo allinterno di quel rapporto con lessere che luomo egrave Luomo puograve parlare dellessere quindi percheacute egrave lui stesso rapporto vivente e reale con esso anche se lessere gli si presenta relativo solo come ir-relativo come istitutore del rapporto e per questo inoggettivabile Non si parla piugrave quindi di metafisica in senso tradizionale poicheacute si parla di inoggettivabilitagrave e si trascendono i termini di soggetto e oggetto non piugrave consoni a esprimere i caratteri di un personalismo ontologico nel quale la persona e la veritagrave sono legati da un vincolo originario146 Ci troviamo di fronte inoltre a unontologia indi-retta poicheacute noi riflettiamo e parliamo dellessere in quanto parliamo delluomo che egrave rapporto con lessere Il discorso filosofico egrave quindi una presa di coscienza di ciograve che luomo egrave rapporto ontologico Lontologia pareysoniana egrave strettamente legata allesistenza alla persona percheacute ogni cosa muove dallas-sunto che luomo egrave rapporto con lessere quindi linterpretazione non viene intesa laquocome una decifrazione di un vero per seacute indipendente ma come il modo di darsi della veritagrave In esso la veritagrave attesta il proprio es-

141 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1 142 L PAREYSON Filosofia della libertagrave Il Melangolo Genova 1989 12 143 Claudio Ciancio Metafisica del soggetto e filosofia della libertagrave in Giornale di Metafisica 1 (1992) p 33 144 L PAREYSON Esistenza e persona Il melangolo Genova 1985 18 145 Id 16 146 Id 19

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senziale legame con la persona e mette cosigrave a tacere gli equivoci impliciti nelle concezioni oggettivisticheraquo147 Si parte quindi dal nesso originario tra persona e veritagrave centro del pensiero pareysoniano dal quale non si puograve prescindere altrimenti linterpretazione non avrebbe alcun senso in quanto verrebbe meno la dialettica di familiaritagrave ed estraneitagrave che garantisce la validitagrave dellermeneutica Egrave proprio il rapporto lontananza-vicinanza che fa sentire il bisogno dellinterpretazione come comprensione di ciograve che nella sua trascendenza egrave lontano e che perograve ci costituisce Non si puograve cercare qualcosa che ci egrave del tutto estraneo La conoscenza del resto come dice Platone non egrave altro che reminiscenza ossia lanima non puograve conoscere o scoprire nulla se non partecipa giagrave dellidea cui si riferisce loggetto della conoscenza Allo stesso modo linterpretazione non sussi-sterebbe se non ci fosse unoriginaria solidarietagrave tra la persona e la veritagrave anzi egrave proprio in virtugrave di essa che noi possiamo dare uninterpretazione della veritagrave Non poter dare della veritagrave unenunciazione oggettiva non significa non poterla possedere o ancor peggio non doverla neppure cercare ma tener conto che la nostra finitezza egrave intrascendibile e invalicabile tuttavia egrave proprio essa che ci consente di essere sede della veritagrave Con unopzione esistenziale noi decidiamo di diveni-re veicolo della veritagrave e luogo della rivelazione dellessere ribadendo il vincolo originario che ci lega a esso laquoPoicheacute la natura del rapporto ontologico si specifica e si determina soprattutto in base allesercizio concreto della libertagrave lontologia ermeneutica o lermeneutica ontologica di Pareyson altro non egrave in definitiva che ontologia ed ermeneutica della libertagraveraquo148 Nei confronti dellessere noi non possiamo che avere un atteg-giamento o di consenso o di rifiuto egrave la libertagrave umana a intervenire nei confronti dellessere operando una scelta esistenziale che precede qualsiasi processo cognitivo La veritagrave come origine inesauribile egrave quindi preesistente alla formulazione che se ne dagrave e che egrave successiva e subordinata a questa e la solidarietagrave che ci lega a essa precede quindi qualsiasi speculazione in quanto egrave proprio il nostro legame con la veritagrave la nostra apertura ontologica a stabilire la possibilitagrave di un discorso sulla veritagrave La filosofia ha il compito di chiarire tale rapporto e di porsi come approfondimento di quella prospettiva singolare che egrave la persona la quale ha liberamente assunto il proprio rapporto ontologico laquoCo-minciare in filosofia -- come dice Ricœur -- [] non puograve essere se non un cominciare nellelucidazione at-traverso la quale la filosofia piuttosto che cominciare ricominciaraquo149 La veritagrave perograve non si lascia esaurire dal discorso filosofico e poicheacute un infinito si puograve possedere ma solo nella forma di doverlo cercare ancora le-splicitazione non puograve mai essere completa Rimane dunque uno scarto che diviene la sede nella quale si ri-manda a qualcosa che va oltre il discorso che parte da esso e consente alla veritagrave di essere rispettata Esso rappresenta la possibilitagrave dellulterioritagrave e del continuo rigerminare della veritagrave che suscita sempre nuovi ap-profondimenti Linesauribile non puograve essere esaurito come lindefinibile schellinghiano non puograve essere definito neppure per via negationis bensigrave essere stimolo di un discorso che rigermina sempre dalla sua fonte laquoLa veritagrave risie-de nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale enunciazione completa ma come stimolo duna rivelazione interminabile [] Lideale della formulazione del vero non egrave unesplicitazione completa o unenunciazione definitiva ma lincessante manifestazione dunorigine inesauribile sigrave che non si puograve imputa-re a una sua imperfezione o carenza lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende forni-reraquo150 Credere che ciograve sia uninsufficienza egrave non comprenderne la natura egrave fraintendere una sovrabbondan-za per una mancanza non si tratta di una inadeguatezza della formulazione o di unimperfezione della veritagrave egrave piuttosto proprio la sua ricchezza che suscita infinite interpretazioni essendo la veritagrave stessa una fonte i-nesauribile La rivelazione della veritagrave si attua mediante linseparabilitagrave di presenza e latenza che ripropongono latteg-giamento di familiaritagrave ed estraneitagrave impostoci da un testo nel momento in cui lo interpretiamo La veritagrave egrave generosa e si riserva per donarsi laquoPer la sua inoggettivabilitagrave lessere egrave inafferrabile come essere e ogni tentativo di coglierlo e definirlo non ha altro esito che il suo arretramento Questo fa sigrave che lessere retroceda di continuo e si dia solo sottraendosi presente solo come ulteriore e patente solo come nascosto non come in una notte mistica ove domina lindistinzione ma come nellinoggettivabilitagrave ove il discorso continua an-che se cambia segnoraquo151 La veritagrave egrave quindi ricchezza la sua egrave unabbondanza che suscita infinite formula-zioni e le trascende tutte La trascendenza in questo modo non viene mai perduta percheacute il personalismo che ne consegue egrave ontologico e qualifica la persona come apertura alla veritagrave legame con lessere e questa solidarietagrave originaria tradotta

147 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 26 148 Antonio Rosso Ermeneutica come ontologia della libertagrave Vita e Pensiero Milano 1980 40-41 149 Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 73 150 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione Mursia Milano 1971 77 151 L PAREYSON Esistenza e persona cit 19-20

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in termini spaziali implica un rapporto verticale che fonda e garantisce rapporti orizzontali per cui la trascen-denza della veritagrave diviene la garanzia della dinamicitagrave e dellapertura della persona Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente rispetto alluomo Lo stesso uomo trascende persino se stesso -- qui viene a riproporsi il tema dello sbilanciamento del fatto che la persona non egrave in pari con se stessa -- percheacute non coincide con se stesso laquoegli non solo non egrave tutto ma nemmeno si puograve dire che coincida con se stesso Egli egrave rapporto ontologico nel senso che il suo essere consiste appunto totalmente e senza residuo nellessere rapporto con lessere ciograve significa che il suo essere stesso egrave dislocato e implica uno scarto costitutivo uno sfasamento strutturale che lo fa essere sempre oltre se stesso come rapporto con lessere egrave sempre piugrave del suo essere e come coscienza reale e quindi muta della realtagrave sa sempre prima di conoscere al punto che si puograve dire paradossalmente che egli esiste sempre prima di esistereraquo152 Lesistente egrave prima di ogni riflessione La riflessione non giunge quindi come abbiamo visto a chiarire e a ricordare se non ciograve che luomo sa giagrave ossia di essere rapporto con lessere che rispetto a lui egrave inesauribilitagrave e che per questo esige sempre nuovi e ulteriori approfondimenti Linterpretazione come approfondimento La veritagrave considerata non piugrave come oggetto del discorso filosofico ma come sorgente inesauribile dalla quale il pensiero muove emerge nella sua infinitagrave e nella sua inesauribilitagrave generando un discorso che rigermina continuamente dalla propria fonte che riproblematizza ininterrottamente le proprie domande La veritagrave non egrave meno veritagrave se la sua interpretazione non perviene a unesplicitazione completa anzi la veritagrave egrave tale solo quando si lascia cogliere come stimolo di una rivelazione inesauribile laquoLunico modo -- dice Pareyson -- di possedere e conservare la veritagrave egrave proprio quello di accoglierla come infinita non puograve esser veritagrave quella che non egrave colta come inesauribileraquo153 Linterpretazione rispetta la veritagrave come inesauribile proprio percheacute non cerca di esplicitarla e oggettivarla completamente bensigrave la accoglie come fonte dalla quale essa muove e alla quale essa attinge Inoltre es-sendo la fonte trascendente ogni approccio si qualifica come interpretativo se come afferma Rigobello laquola fonte originaria del significato trascende in quanto a valore le singole esistenze [] allora ogni esperienza di significato compiuta nellesistenza singola egrave una interpretazione di un centro di significato (e potremmo di-re di Veritagrave)raquo154 Ricordiamo che la veritagrave egrave libera di decidere di non farsi possedere da una formulazione in particolare ma di offrirsi a infinite formulazioni Egrave proprio questo carattere di ulterioritagrave che le permette di non estinguersi in una prospettiva e di offrirsi in infinite altre ed egrave sempre questo carattere che esige un approfondimento con-tinuo Ancora una volta lanalogia con lopera darte ci consente una piugrave precisa comprensione le varie inter-pretazioni che si danno di unopera non intaccano minimamente la sua unicitagrave Lopera afferma Pareyson nella sua Estetica laquoha il suo vero e naturale modo di vivere nelle molteplici esecuzioni ma ciograve accade preci-samente percheacute lopera stessa le suscita le esige e le regola e vive in esse solo in quanto vi permane una identica inalterabileraquo155 Tutto questo impedisce quindi di parlare di relativismo dellinterpretazione o di parzialitagrave percheacute linterpreta-zione non esprime una parte della veritagrave da completare (lrsquointerpretazione non rappresenta una parte della veritagrave da comporre con altre parti sino a costituirne la totalitagrave bensigrave rivela da un punto di vista determinato la veritagrave come intera) in quanto non mira a una enunciazione completa bensigrave a un discorso che intende co-gliere la veritagrave come infinita e come inesauribile La compossibilitagrave di infinite interpretazioni non attesta lesi-genza di essere integrate le une con le altre per approdare a una totalitagrave costruita piuttosto rivela la ric-chezza e labbondanza della veritagrave che suscita infinite interpretazioni e si lascia cogliere da infiniti punti di vi-sta che la rivelano intera e totale Ciograve consente a ognuno di esprimerla a suo modo pur mantenendo sempre lunicitagrave della veritagrave stessa la quale ha sede in ogni prospettiva che vuole essere rivelazione dellessere senza per questo trasformarsi in qualcosa che non sia la prospettiva laquoNellinterpretazione egrave sempre una persona che vede e guarda e guar-da e vede dal particolarissimo punto di vista in cui attualmente si trova o si pone e col singolarissimo modo di vedere che segrave venuto via via formando o che intende di volta in volta adottare sigrave che tutta intera la per-sona entra a costituirli dallinterno a generarli a infletterli e dirigerli e determinarli tanto nel particolare mo-do di vedere quanto nel singolare punto di vista Daltra parte nellinterpretazione egrave sempre una forma chegrave

152 Luigi Pareyson Filosofia ed esperienza religiosa in Annuario filosofico 1 (1985) pp 7-72 p 15 153 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 117 154 Armando Rigobello Legge morale e mondo della vita Abete Roma 1968 p 342 155 L PAREYSON Estetica Teoria della formativitagrave Bompiani Milano 1988 267

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veduta e guardata ed egrave veduta in una determinatissima prospettiva che la mette in luce in un determinato modo nel quale tuttavia essa egrave condensata e rivelata intera ed egrave guardata in uno dei suoi infiniti aspetti in ciascuno dei quali essa si mostra intera sigrave ma secondo una determinatissima direzioneraquo156 Linterpretazione infatti egrave una prospettiva vivente sul vero egrave il nesso che esiste tra la persona e la veritagrave egrave il discorso filosofico che meglio si adatta a far emergere una ricchezza viva e profonda senza che si trasformi in un concetto dimostrativo o in un precetto da comandare egrave un approccio che implica impegno attenzione e fedeltagrave e che coinvolge ogni persona che voglia riconoscere la sua vera realtagrave Egrave una scelta esistenziale che ci consente di divenire prospettiva sulla veritagrave questo denota come linterpretazione comprometta linte-ra persona e non si limiti a essere soltanto un processo conoscitivo La filosofia non egrave scienza dimostrativa essa non si limita a fornire delle spiegazioni ma cerca di approfondire continuamente la comprensione su piugrave e diversi livelli e da piugrave e diversi punti di vista Uninterpretazione vuole scandagliare tutti gli strati operare su ogni livello laquoil processo dinterpretazione egrave infinito e sempre esige [] approfondimento ampliamento per stabilire una congenialitagrave sempre piugrave captativa e rivelativa Linterpretante non si contenta daver colto un aspetto della forma o la forma in uno dei suoi aspetti e cerca altri aspetti che gli confermino o gli correggano o gli sostituiscano linterpretazione che ha creduto di poter dare e per far questo si pone in un nuovo punto di vistaraquo157 Linterpretazione non egrave mai soddisfatta dei suoi risultati cerca sempre una maggiore adeguazione Questo percheacute egrave linfinita ricchezza della veritagrave che susci-ta sempre nuovi approfondimenti e alimenta sempre nuovi approcci laquoInfinito dunque il processo dellinter-pretazione percheacute fintanto che cegrave conoscenza non cegrave interpretazione che sia definitiva e non sia soggetta a un perpetuo moto di revisione inteso a una sempre maggiore adeguazioneraquo158 La categoria dellapprofondimento puograve essere considerata una delle modalitagrave che meglio connotano il movi-mento interpretativo laquoLinterpretazione egrave un processo interminabile che richiede un continuo e incessante approfondimento ed egrave tale proprio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infini-toraquo159 Linterpretazione consta di termini che la qualificano e che sono in un certo qual modo contraddittori ma che non si escludono anzi emergono proprio grazie alla loro coessenzialitagrave e compatibilitagrave Linterpretazione egrave a un tempo possesso della veritagrave e processo interminabile di approfondimento Egrave un possesso della veritagrave che si rivela pur con il continuo stimolo a cercarla ancora e a cercarla con gli altri ad esempio nel dialogo Un punto finale di ricerca una meta raggiunta non sarebbe vero possesso della veritagrave poicheacute indicherebbe che linterpretazione ne ha preso il posto esaurendone la ricchezza ne egrave divenuta il surrogato annullandone il carattere sorgivo e inesauribile e rendendola finita Avvicinarci maggiormente alla veritagrave con una seconda terza e altre interpretazioni significa approfondire chiarire e far luce su ciograve che noi siamo sulla nostra persona che egrave rapporto con lessere Egrave quindi risponden-do a quesiti determinati che si rimanda a qualcosa che va otre la nostra situazione di partenza Linterpreta-zione come approfondimento egrave supportata ampiamente dal personalismo ontologico che ne egrave alla base e in virtugrave del quale la persona egrave definita come rapporto con lessere Il rapporto ontologico che ci costituisce egrave o-riginario ed ermeneutico poicheacute dire che la persona egrave originariamente legata allessere egrave come dire chessa egrave interpretazione della veritagrave Filosofare sulluomo egrave filosofare sullessere percheacute il rapporto con lessere non egrave una proprietagrave o una facoltagrave o una possibilitagrave delluomo ma egrave lessere stesso delluomo160 Quindi laffermazione dellapertura ontologica istituisce la possibilitagrave di fare della persona la sede della rivelazione dellessere La propria interpretazione di-venta allora sempre approfondibile questo in virtugrave di un nostro sforzo e della nostra fedeltagrave allessere per cui ci decidiamo ogni volta Linterpretazione egrave un processo ininterrotto e uno sforzo di penetrazione in cui i gradi di comprensione sono infiniti in quanto possesso di un inesauribile linterpretazione implica un conti-nuo approfondimento nel quale la veritagrave si stabilisce come stimolo duna rivelazione interminabile che non puograve essere esaurita161

156 Id 187 157 Id 188 158 Ivi 159 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80 160 L PAREYSON Esistenza e persona cit 243 161 L PAREYSON Estetica cit 239 laquoLa veritagrave indica come segno della sua presenza proprio il carattere interminabile e sempre ulteriore del discorso poterla enunciare in unesposizione completa sarebbe proprio il segno di non averla colta affatto Solo come inesauribile la veritagrave puograve offrirsi alla sua formulazione cioegrave come tale chegrave impossibile tentarne e assurdo realizzarne lesplicitazione completa pur es-sendone invece tanto desiderabile quanto eseguibile una rivelazione incessante Questa interminabilitagrave tipica dellinterpretazione lungi

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Linterpretazione si configura cosigrave come processo interminabile e approfondimento continuo Ed egrave tale laquopro-prio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infinito anzi chegrave un compito infinito proprio in quanto egrave non semplice approssimazione o immagine della veritagrave ma suo reale ed effettivo posses-so Certo puograve sembrare contraddittoria e paradossale questa natura dellinterpretazione chegrave al tempo stes-so possesso effettivo e processo interminabile e che quindi unisce nello stesso punto stabilitagrave e mobilitagrave fermezza e continuazione raggiungimento e ricerca Ma soccorre ancora lanalogia dellarte in cui la lettura egrave indubbiamente un vero possesso dellopera eppure il suo senso consiste nellessere un invito a rileggere in cui la coscienza daver penetrato lopera egrave accompagnata dalla consapevolezza di dover procedere a un ulte-riore approfondimento in cui ogni rivelazione egrave premio e conquista solo come stimolo e promessa di nuove rivelazioni E se nellarte ciograve che permette di unire senza contraddizione possesso e ricerca egrave linesauribilitagrave stessa dellopera tanto piugrave sintende come ciograve possa avvenire nellinterpretazione della veritagrave dato il caratte-re assai piugrave intenso e profondo e originario dellinesauribilitagrave di questultima sigrave che appariragrave ben chiaro come uno dei cardini fondamentali dellermeneutica egrave appunto la compatibilitagrave anzi la coessenzialitagrave del possesso e del processo della conquista e della ricerca della padronanza e dellapprofondimentoraquo162 Lapprofondimento egrave quindi essenziale quando si parla di veritagrave Percheacute essa non ci appartiene in modo cosigrave esaustivo da non sentire il bisogno di penetrarla ancora Possiamo perograve concepire linterpretazione come in-tensiva che giunge a scoprire abissi nuovi e a formulare nuove domande In unontologia dellinesauribile lunica forma di conoscenza con la quale possiamo avvicinarci allessere alla veritagrave egrave linterpretazione linter-pretazione come approfondimento

dallesserne un difetto o una lacuna o dallattestarne lincompletezza o linsufficienza egrave piuttosto la sua perfezione e la sua compiutezza anzi la sua ricchezzaraquo (Veritagrave e interpretazione cit 78) 162 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80-81

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INTRODUZIONE

1) Lrsquouomo e lrsquoessere Heidegger a) nellrsquoopera Sein und Zeit (1927) afferma che

i) ldquolrsquouomo (lrsquo ldquoEssercirdquo) si configura come lrsquounico ente che ha un legame costitutivo con lrsquoessere che si pone il problema dellrsquoessere che si interroga su questo e che in qualche modo lo com-prende La ldquopeculiaritagrave onticardquo dellrsquoEsserci pertanto ldquosta nel suo essere ontologicordquo

ii) LrsquoEsser-ci mostra innanzitutto (1) una costituzionale apertura e mostra di essere sempre situato ldquogettatordquo in una situazione (il

ldquocirdquo dellrsquoEsserci Da-Sein) (2) Ma il suo carattere la sua natura essenziale egrave il poter essere la possibilitagrave il progettohellip

ldquoLrsquoEsserci egrave sempre la sua possibilitagraverdquohellipnel senso che questo ente puograve nel suo essere o ldquoscegliersirdquo conquistarsi oppure perdersi e non conquistarsi affatto o conquistarsi solo ldquoap-parentementerdquo

(3) Oltre che come insiemi di strumenti il mondo egrave incontrato dallrsquoEsserci come essere-con semplicemente percheacute la manipolazione delle cose avviene sempre insieme agli altri secon-do lrsquoopinione comune Lrsquoessere-con rappresenta lrsquoorizzonte anonimo del ldquosirdquo dellrsquoesistenza impersonale La dimensione del ldquosi dicerdquo del ldquosi fardquo dove domina la chiacchiera egrave per Hei-degger la cosiddetta esistenza inautentica che egrave sostanziale deiezione dellrsquoEsserci Questa dimensione inautentica dellrsquoesistenza egrave prevalente percheacute il fatto che lrsquouomo comprenda se stesso a partire dal mondo dellrsquoutilizzabile e del meramente presente fatalmente va ad oscu-rare la luce dellrsquoessere la sua struttura piugrave intima e peculiare

(4) LrsquoEsserci invece egrave autentico quando si libera dalla comprensione del Si per elevarsi aprirsi alla piena comprensione delle cose svelando la genuina struttura dellrsquoesistenza Ma lrsquoEsserci egrave caratterizzato dalla finitezza dalla temporalitagrave dallrsquoessere-per-la-morte Per cui lrsquoEsserci cozza contro il limite del possibile la morte che genera angoscia situazione emotiva piugrave au-tentica dellrsquoEsserci che egrave appunto un sentimento che ci riporta alla condizione originaria che egrave essenzialmente segnata dal nulla

b) NellrsquoIntroduzione alla metafisica (1953) Heidegger i) da una parte sostiene che sia imputabile alla metafisica occidentale il progressivo ldquooblio

dellrsquoessererdquo Tanto egrave vero che lrsquoessere egrave per noi una parola evanescente ii) Per un altro verso invece egrave proprio della struttura dellrsquoessere la tendenza

allrsquoautonascondimento e alla latenza Per cui lrsquoessere permane incline a ritornarvi sia nel grande occultamento e silenzio sia nella piugrave superficiale finzione e dissimulazione In sintesi la parven-za lrsquoillusione lrsquoinganno e lrsquooblio si configurano sia come conseguenti allrsquoapparire e al manifestar-si dellrsquoessere per prospettive al suo costitutivo tendere allrsquoautonascondimento allrsquooccultamento e alla latenza sia come propri e costitutivi della nostra comprensione dellrsquoessere Lrsquoalternarsi di schiudersi e di svanire secondo Heidegger egrave lrsquoapparire lrsquoessere stesso

c) Successivamente Heidegger interpreta lo ldquooblio dellrsquoessererdquo come proprio dellrsquoessere e non come una carenza dellrsquoapertura umana allrsquoessere Ersquo per noi un ldquodestinordquo cioegrave a prescindere dalle nostre attivitagrave pratiche noncheacute teoretiche lrsquoalterno divenire dellrsquoessere che in quanto tale secondo la sua dinamica di disvelamento-occultamento si appalesa come ldquoeventordquo (Ereignis)

d) Heidegger nel testo filosofico del 1954 Otrepassamento della metafisica sostiene che il concetto metafisico dellrsquoessere come stabilitagrave che la tradizione filosofica occidentale ha tramandato va sosti-tuito dal concetto di essere come evento Per cui dallrsquousuale linguaggio rigoroso e razionale ogget-tivante e fondante noncheacute informativo bisogna passare ad un linguaggio piugrave mobile poetico evo-cativo Come aveva giagrave prefigurato in Houmllderlin e lrsquoessenza della poesia (1937) egrave il linguaggio poeti-co quello in cui lrsquoessere si rivela

2) Lrsquoessere a) Il termine essere presenta una plurivocitagrave di significati Si puograve distinguere il termine ldquoessererdquo inteso

come verbo (eicircnai esse) ed ldquoessererdquo inteso come sostantivo i) Nel primo caso la voce ldquoegraverdquo puograve significare ldquoesisterdquo (significato esistenziale) o ldquoegrave qualcosardquo (signi-

ficato copulativo) Nel senso copulativo il verbo esse collega il soggetto e il predicato e puograve e-sprimere identitagrave oppure appartenenza inclusione sussunzione inerenza

ii) Usato come sostantivo lrsquo ldquoessererdquo puograve indicare ldquoun essererdquo ovvero un essente un ente (to ograven ens) oppure lrsquoesistenza lrsquoexistere e cosigrave via

b) A morsquo di orientamento egrave utile ricordare che S Tommaso drsquoAquino nel primo articolo della Quaestio disputata de veritate afferma che ldquoillud [hellip] quod primo intellectus concipit quasi notissimum et in

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quod omnes conceptiones resolvit est ensrdquo in questo modo lrsquoessere considerato come il concetto primo ed anche il piugrave astratto diventa il presupposto di ogni forma di esperienza e di conoscenza Inoltre non va dimenticato lrsquoessere inteso come ragion drsquoessere come causa essendi di ciograve che egrave contingente in tutti e due i casi di fatto porre il problema dellrsquoessere significa porre anche quello dellrsquouomo come ente finito e del senso della sua presenza nel mondo

c) Kant pur limitando le tre idee della ragione (anima mondo e Dio) ad un uso e valore esclusivamen-te regolativi di conoscenza e quindi escludendo un uso costitutivo di esse configura lrsquoidea dellrsquoEssere ldquocome una sorta di sfondo necessario grazie al quale concepiamo le coserdquo Tuttavia lrsquoEssere inteso come Ideale trascendentale della ragione va considerato come ldquoun fondamentordquo e in quanto tale egrave un ens originarium un ens summum un ldquoEssere degli esserirdquo Tale Essere puograve essere posto in relazione con lrsquoidea di ldquoun essere unico semplice onnipotente eternordquo incondizionato nella sua assoluta perfezione che costituisce il fulcro della teologia razionale Lrsquoidea di un Essere supre-mo pensata ldquoin vista dellrsquoesperienzardquo per Kant egrave non solo naturale ma addirittura ldquounrsquoipotesi ne-cessariardquo Tale idea concepita come una totalitagrave dei predicati possibili prelude ad unrsquoaltra aspirazione della ragione la quale puograve trovare la sua ldquoquieterdquo ldquonel regresso dal condizionatordquo verso ldquolrsquoincondizionatordquo nella dimensione del sentimento dellrsquoagire morale e dellrsquoesperienza religiosa

d) Fichte respinta la cosa in seacute come residuo dogmatico ritiene che sia precisamente il pensiero che pone lrsquoessere LrsquoAssoluto viene pensato o come ldquoessere quiescenterdquo o come ldquodivenire assoluto o li-bertagraverdquo Tuttavia lrsquoazione del sapere deve fondere quella duplicitagrave in unitagrave in quanto lrsquoAssoluto non egrave neacute lrsquouno neacute lrsquoaltro egrave entrambi come semplicemente uno

e) Nella visione hegeliana lrsquoEssere assoluto viene concepito come coscienza come soggetto e di con-seguenza come processo sviluppo movimento Il pensiero dunque puograve essere compreso solo nel suo stesso compiersi in un processo in cui necessitagrave e intelligibilitagrave coincidono Hegel pur partendo dalle istanze parmenidee di un essere coincidente con il pensare aventi le caratteristiche proprie dellrsquoessere intero perfetto necessario e immutabile accoglie tuttavia il principio eracliteo del panta rei come la veritagrave dellrsquoessere Per cui il puro Essere e il puro Nulla sono la stessa cosa tale coinci-denza egrave mediata dal vuoto lagrave dove lrsquouno svanisce nellrsquoaltro Se in Parmenide ldquolrsquoessere egrave e il nulla non egraverdquo in Hegel invece lrsquoessere coincide col vuoto e quindi col nulla lrsquoessere egrave tanto poco quanto il nulla o anche Tutto scorre cioegrave tutto egrave divenire come appunto lo stesso Hegel afferma nella Scienza della logica Dunque il motore della realtagrave e della storia egrave il movimento la contraddizione la dialettica In essa si realizza una prima sintesi di essere e nulla ed essa assume quindi un carattere originario fondativo assurge a modalitagrave primaria e fondamentale di ciograve che egrave alla base e allrsquoorigine del mondo

3) In filosofia lontologia branca fondamentale della metafisica egrave lo studio dellessere in quanto tale non-cheacute delle sue categorie fondamentali Il termine deriva dal greco ὧν ὅντος ograventos (genitivo singolare del participio presente di εἶναι egraveinai il verbo essere) piugrave λόγος logravegos Significa letteralmente di-scorso sullessere a) Lontologia ha legami con la teologia in particolare per quanto riguarda alcune questioni fondamen-

tali relative a Dio (ad esempio Dio esiste) alcune delle quali sembravano applicabili piugrave in gene-rale ad altri tipi di esseri

b) Il termine ontologia fu coniato soltanto agli inizi del XVII secolo da Rudolf Goumlckel per il suo Lessico filosofico e autonomamente da Jacob Lorhard

c) Lontologia egrave lo studio dellessere ovvero di ciograve che egrave esiste egrave pensabile Egrave anche lo studio di cosa lessere sia effettivamente al di lagrave delle apparenze e dei fenomeni attraverso i quali ci si manifesta in pratica qualcosa di simile alla ricerca della cosa in seacute Lontologia egrave in effetti lultimo mattone del castello di domande che ci possiamo porre Essa riassume in un senso profondamente teoretico la domanda intorno al senso profondo dogni cosa

4) Egrave lo studio di ciograve che esiste di percheacute e come esiste se esiste se egrave pensabile e dunque di ogni doman-da circa il senso della vita dal momento che lesistenza egrave proprio ciograve che contraddistingue ogni cosa senza distinzioni Nella prassi filosofica il problema assume toni profondamente astratti spesso staccan-dosi dallorigine del problema stesso e di sicuro allontanandosi dallinteresse del pubblico In ogni caso lontologia egrave in un certo qual modo la filosofia stessa Ogni domanda intorno al soggetto alla relazio-ne e alloggetto egrave una domanda di ordine ontologico Ne consegue che la domanda sullessere cioegrave sullinsieme complessivo e dunque massimamente astratto di tutto ciograve che egrave ovvero che esiste egrave il nu-cleo dellontologia Corpo opportunitagrave ambientehellip

5) Il verbo essere ha molti significati diversi e puograve quindi essere piuttosto ambiguo Poicheacute essere ha tanti significati diversi ci sono di conseguenza molti diversi modi di essere

6) Alcune questioni fondamentali

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a) Lontologia si interessa di determinare quali sono le categorie dellessere fondamentali e si chiede se ed in che senso si puograve dire che gli elementi di queste categorie esistono Diversi filosofi compi-lano liste differenti delle categorie fondamentali dellessere una delle questioni fondamentali dellon-tologia egrave Quali sono le categorie fondamentali dellessere Ciograve mette in rilievo uno dei problemi dellapproccio filosofico esso dipende dalla continua ricerca di categorie e non ha un modo evidente per concludere tale ricerca

b) Invece nella teologia nella classificazione bibliotecaria e nellintelligenza artificiale si adotta tipica-mente unontologia fondamentale relativamente stabile Ciograve riflette una cosmologia piugrave ampia e probabilmente delle morali esempi estetici o storie mediante le quali sono state stabilite delle priori-tagrave fondamentali Nella teologia ciograve deriva da una religione e dalle sue dottrine stabili

c) Ecco qualche altro esempio di questioni ontologiche Cosegrave lesistenza Cosa sono gli oggetti fisici Egrave possibile spiegare cosa significa dire che un oggetto fisico esiste Cosa sono le proprietagrave o relazioni di un oggetto e come sono correlate alloggetto stesso Lesistenza egrave una proprietagrave Quando si puograve dire che un oggetto cessa di esistere invece di cambiare semplicemente

d) Esempi di questioni ontologiche1 Il vaso e la creta di cui egrave costituito sono una cosa sola o due entitagrave distinte Il buon senso suggeri-sce la prima risposta Ma crsquoegrave chi osserveragrave che la creta esisteva anche prima del vaso (e continue-rebbe a esistere anche se il vaso andasse in frantumi) e che quindi le due cose vanno tenute distin-te Se tuttavia distinguiamo il vaso dalla creta distingueremo anche il vaso dalla somma delle sue parti (Il vaso non la somma sopravviverebbe alla perdita di un piccolo frammento) Distingueremo la somma delle parti dalla somma dei pezzi di creta (Certe parti avrebbero potuto essere di materia-le diverso) Per questa strada corriamo il rischio di ritrovarci con unrsquoinfinitagrave di cose tutte distinte e tuttavia perfettamente coincidenti nello spazio Egrave facile pensare che si tratti di problemi astrusi e inconclusivi e forse egrave proprio questa apparenza di astrusitagrave e inconclusivitagrave che spiega la scarsa considerazione di cui gode la metafisica nella cultura odierna Per la veritagrave chiedersi se il vaso e la creta siano la medesima entitagrave (per esempio) significa porre questioni filosofiche molto profonde concernenti la natura delle cose la loro condizioni di identitagrave e persistenza nel tempo le loro relazioni di dipendenza in generale le precondizioni del nostro parlare del mondo In questo senso la metafisica egrave tuttrsquoaltro che marginale e anche la sua emarginazione egrave relativa I primi ad accorgersi dellrsquoimportanza dellrsquoontologia erano stati qualche anno fa i ricercatori di roboti-ca e intelligenza artificiale percheacute un sistema sia in grado di operare efficacemente nel mondo reale (piuttosto che nei mondi- giocattolo dei laboratori di ricerca) occorre dotarlo non solo di certe basilari capacitagrave di ragionamento ma anche e soprattutto della capacitagrave di rappresentare il mondo Occorre cioegrave porre il sistema nelle condizioni di effettuare le giuste scansioni della realtagrave dotarlo delle fon-damentali nozioni di oggetto evento proprietagrave cambiamento a partire dalle quali esso possa dare un fondamento alle proprie azioni Occorre in breve dotarlo di unrsquoontologia E sebbene questa no-zione di ontologia non coincida esattamente con quella della tradizione filosofica non crsquoegrave da sor-prendersi se su questo tema si sia verificata una progressiva convergenza di interessi tra ingegneri e metafisici Queste stesse considerazioni valgono oggi in vari altri settori in cui egrave venuta maturando la convinzio-ne che molte questioni fondamentali abbiano una comune radice ontologica Prendiamo il mondo geopolitico Tracciamo delle linee sulla mappa ed ecco che nasce una nuova provincia muore una regione una nazione si divide in due Che cosa succede esattamente in questi casi Di che entitagrave stiamo parlando Che rapporto intercorre tra unrsquounitagrave geografica e il suo territorio Ecco che ci ritro-viamo col problema del vaso e della creta Il Liechtenstein esiste dal 1719 il territorio crsquoera anche un milione di anni fa Abbiamo a che fare con due entitagrave distinte oppure si tratta della stessa entitagrave che nel corso del tempo ha acquisito proprietagrave diverse E se distinguiamo tra unitagrave geografica e territo-rio come definiamo il loro rapporto E il loro rapporto con la popolazione Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del Liechtenstein si trasferissero a Malta e i Maltesi andassero nel Liechtenstein Oppure prendiamo il caso di Bianchi che spara a Rossi uccidendolo Crsquoegrave uno sparo crsquoegrave unrsquouccisione Si tratta dello stesso evento o di due eventi diversi Qualcuno insisteragrave che lrsquouccisione non avrebbe avuto luogo se Bianchi avesse sbagliato mira e che quindi lo sparo e lrsquouccisione hanno proprietagrave di-verse e vanno tenuti distinti Drsquoaltro canto il buon senso sembra suggerire la risposta opposta Bian-chi ha commesso una sola azione lo sparo e quello sparo si egrave rivelato unrsquouccisione Come si com-porteragrave il giudice Quanti reati ha commesso Bianchi Di quante azioni egrave responsabile

1 Achille C Varzi Il Sole 24 Ore (Domenicale) 24 maggio 1998

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Si impone il problema della selezione e classificazione dei tipi di entitagrave ai quali vogliamo concedere un posto nel nostro inventario ontologico Su certe categorie crsquoegrave poco da discutere un vaso una pietra un satellite sono oggetti fisici lrsquouccisione di Rossi e il rigore fallito da Del Piero sono eventi Accanto a questi casi chiari vi egrave perograve una varietagrave di entitagrave la cui caratterizzazione ontologica egrave tuttrsquoaltro che ovvia Che cosrsquoegrave il denaro Un programma software una proprietagrave immobiliare Cosrsquoegrave un confine nazionale E che cosa sono le smorfie le delusioni le pettinature le opere drsquoarte Che genere di cose sono queste e in che relazione stanno le une con le altre I quesiti su cui si interroga lrsquoontologia riguardano il mondo di tutti i giorni la natura delle nostre a-zioni il legame tra pensiero e realtagrave lrsquoesistenza degli oggetti del senso comune Non crsquoegrave da meravi-gliarsi se ualcuno comincia a vederci qualcosa di interessante e forse anche qualcosa di utile

e) Accanto a questi problemi esistono quelli piugrave tradizionali il problema degli universali il problema della essenza o della sostanza

f) Cenni storici i) Parmenide Padre e fondatore dellontologia egrave Parmenide 505-504 ac appartenente ai preso-

cratici Parmenide fu il primo a porsi la questione dellessere nella sua totalitagrave dunque a porsi il problema ancora alla sua genesi dellambiguitagrave tra i piani logico ontologico linguistico

ii) Platone Aristotele e a seguire tutta la filosofia greca elaborarono progressivamente que-sto ed altri temi lasciando in ereditagrave alla filosofia quello che egrave considerato il problema par exel-lence il problema dellesistenza nella massima estensione del suo concetto In particolare Ari-stotele descrisse lontologia (pur senza usare questo termine) come la scienza dellessere in quanto essere La parola in quanto vuol dire riguardo allaspetto di Secondo questa teoria quindi lontologia egrave la scienza dellessere riguardo allaspetto dellessere o lo studio degli esseri nella misura in cui questi esistono

iii) Cartesio la riflessione di Cartesio ripropose il problema in una nuova chiave fu il primo (seb-bene alcuni non lo ritengano) a dimostrare lindubitabilitagrave (performativitagrave) dellasserzione fonda-mentale cogito ergo sum Egli ripropose dunque il tema ontologico nella sua chiave esistenzia-le precipitando nel profondamente criticato solipsismo

iv) Kant Il problema ontologico venne in seguito ripreso ed elaborato da Kant La sua elaborata teoria sempre sottoposta al continuo vaglio degli studiosi egrave incentrata su diversi punti da una parte la famosa differenza tra avere 100 talleri e pensare di averli vuole indicare la dimensio-ne puramente empirica dellesistenza dallaltro lideale della ragion pura si configura come la struttura ultima della ragione la quale pensa lessere come linsieme di ogni possibilitagrave per la determinazione completa dogni cosa ma appunto solamente come un idea

v) Hegel In seguito fu lidealismo tedesco ad elaborare tale tema Con Hegel il problema ontologi-co nelle sue possibili ramificazioni divenne ad essere il nodo centrale di molte filosofie che a lui seguirono Con lasserto tutto il reale egrave razionale tutto il razionale egrave reale e con la sua dialet-tica triadica Hegel sostenne la possibilitagrave del sapere assoluto essendo lo spirito (lessere) logi-camente comprensibile

vi) Dopo di lui in molti riproposero il problema che in veritagrave egrave trattato in modo piugrave o meno indiretto in ogni filosofia (1) Una sostanziale indifferenza ad ogni prospettiva di tipo realistico e unrsquoautentica avversione

per il principio dellrsquoanalogia entis sono i tratti piugrave caratteristici della discussione che si svilup-pa nei primi decenni del secolo presso i teologi protestanti e della quale protagonista indi-scusso egrave Karl Barth Il documento piugrave noto della riflessione di Barth egrave costituito dal lungo commento alla piugrave celebre delle epistole di san Paolo Lrsquoepistola ai Romani La ldquoteologia della crisirdquo di Barth si ispira al pensiero di Kierkegaard nel sostenere che tra uomo e Dio esiste una infinita differenza qualitativa unrsquoassoluta e sostanziale alteritagrave una distanza non elimi-nabile Partendo dallrsquoessere delle creature e dalla conoscenza umana non si puograve dire alcun-cheacute di Dio del suo essere della sua esistenza e dei suoi attributi Dio anzi deve essere concepito come la radicale negazione dellrsquoumano come la sua sostanziale messa in crisihellipLa ldquolinea della morterdquo resta invalicabile segnando senza possibilitagrave di recupero la dimensione in cui vive lrsquoessere di Dio e quella in cui si muove la storia dellrsquouomo inevitabilmente assogget-tata alla temporalitagrave alla stoltezza allrsquoambiguitagrave Barth rifiuta la divinizzazione dellrsquouomo e lrsquoumanizzazione di Dio tipiche della teologia liberale abbandona lrsquoidea dellrsquoanalogia entis cioegrave la via che va dal basso verso lrsquoalto percheacute egrave una forma dellrsquoorgoglio umano e afferma la necessitagrave dellrsquoanalogia fidei nella quale la ragione umana abdica permettendo a Dio di aprirsi a noi sia la nostra salvezza sia la nostra conoscenza di Dio sono interamente ed e-sclusivamente affidate alla rivelazione e allrsquointervento verticale di Dio

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(2) Heidegger Sicuramente degno di nota egrave Heidegger che dellessere fece la sua filosofia Nel suo testo piugrave famoso Essere e tempo compie la radicale distinzione tra ontico e onto-logico ovvero tra esistenza come semplice presenza (ente) e lessere in quanto essere Scopo del suo pensiero fu compiere una ontologia fondamentale Questa ontologia si radi-ca sulla differenza ontologica tra essere ed ente in cui si mostra appunto lirriducibilitagrave del-lessere a semplice essente Lessere viene qui inteso come laltro dellente ossia ciograve che rende possibile lapparire dellessente ma che nel contempo si vela in questa apertura Lon-tologia fondamentale egrave dunque per Heidegger pensare lessere come laltro dellessente Heidegger in tal senso usa la parola Lichtung la quale significa propriamente radura ed infatti lessere egrave la radura dellessente ma essendo questa radura la sua essenza sta nel suo stesso diradarsi Se lessente egrave ciograve che egrave presente allora lessere non egrave altro che la pre-senza stessa la quale appunto non appare ma rende possibile lapparire solo nel suo fon-damentale diradarsi

(3) G Marcel in Ecirctre et avoir (1935) e in Le mystegravere de lrsquoecirctre si confronta col problema dellrsquoessere Giagrave nel primo testo Marcel stabilisce una sostanziale coincidenza tra mistero e ontologia lrsquoessere appartiene alla sfera del mistero per cui non egrave un problema ma un me-taproblema nel senso che la sua indagine coinvolge nel profondo anche il soggetto che si trova a condurla Componente fondamentale del pensiero di Marcel convertitosi dallrsquoebraismo al cattolicesimo nel 1929 egrave la riflessione ndash condotta ancora in Ecirctre et avoir ndash sul tema dellrsquoindeterminatezza dellrsquoessere Pur accettando il principio aristotelico-tomistico per cui in ogni conoscenza particolare egrave implicita presupposta una conoscenza dellrsquo ldquoessere in generalerdquo Marcel sottolinea come lrsquoindeterminatezza dellrsquoessere si scontra immediatamen-te col principio di identitagrave principio per il quale ogni ente egrave pensabile ed egrave quello che egrave in quanto egrave determinato egrave se stesso e non un altro (indivisum in se et divisum a quolibet alio nella formulazione tomistica e scolastica) Alla luce di questo principio si deve concludere che anche la nozione di essere egrave utilizzabile esclusivamente nellrsquoambito del determinato dellrsquoesperienza dellrsquoesistenza

LrsquoESSERE Un problema realtagrave o pensiero helliptograve gagraver autograve noein estin te kaigrave einai Pensare ed essere sono la stessa cosa Parmenide (Clem Alex StromVI 23=Plotino V18) Ersquo necessario che il dire e pensare sia lrsquoessere Parmenide (Simpl Phys 1172) esti gagraver einai medegraven drsquoouk estin Lrsquoessere egrave il nulla non egrave Ibidem Il principio della retta filosofia egrave conoscere lrsquoessere lo studio dellrsquoessere si chiama tradizionalmente ONTO-LOGIA Nella nostra cultura occidentale come la chiamano si trovano diverse concezioni sullrsquoessere 1) Nella prima concezione oggi parecchio diffusa lrsquoessere egrave qualcosa di eterogeneo al pensiero sta in uno

spazio inteso come extramentale ed egrave una serie di cose inintelligenti senza coscienza che non si pensa-no da seacute neacute sono pensate da nessuno dunque in questa visuale lrsquoessere non si causa da seacute ma egrave ldquofat-to di materiardquo Ma di nuovo la materia viene intesa come eterogenea al pensiero inerte estesa e gra-ve priva di coscienza La realtagrave sarebbe dunque qualcosa di oggettivo il che significa che le cose per essere reali debbono stare fuori da un soggetto siccheacute nel linguaggio di chi aderisce a questa conce-zione ldquosoggettivordquo sarebbe sinonimo di ldquonon realerdquo Incoerentemente perograve costoro definiscono la real-tagrave ldquociograve che cade sotto ai sensirdquo senza rendersi conto che le percezioni sensibili sono per definizione soggettive Come potrebbe esserci una percezione senza un soggetto che la percepisce Ma secondo co-storo le percezioni dei sensi sarebbero rappresentazioni causate da queste ldquocoserdquo che esistono per seacute fuori dal pensiero e fuori dai soggetti che le percepiscono Nellrsquoaccezione piugrave moderna la materia di cui sono fatte le cose viene rappresentata come energia ma sempre intesa come qualcosa di eterogeneo al pensiero ed extramentale Di contro la coscienza e i suoi contenuti non sarebbero niente di reale ma tutto ciograve che viene dal pensiero egrave considerato in questo tipo di visuale soggettivo (il che egrave come dire non esistente) qualcosa di fantasmagorico e immaginario cioegrave irreale a) Quindi secondo questi che chiameremo ldquomaterialistirdquo percheacute pongono la materia alla base

dellrsquoesistenza delle cose la conoscenza sarebbe valida solo quando egrave possibile dimostrare che essa ricalca ripetendone nella nostra mente la forma le cose esterne Lrsquounico tipo di conoscenza che vie-ne considerata scientifica da costoro egrave quella a posteriori che si basa sullrsquoesperienza organizzandola

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in teorie mediante metodo sperimentale altrimenti detto ldquoipotetico-deduttivordquo la cui introduzione si attribuisce a Galileo Galilei Notiamo come la pretesa di chiamare ldquooggettiva ldquo una conoscenza basa-ta sulle immagini dei sensi sia incoerente e contraddittoria percheacute come giagrave detto le percezioni sensibili sono tutte soggettive Per definizione lrsquoesperienza non egrave mai oggettiva percheacute crsquoegrave espe-rienza solo in un soggetto che esperisce fuori no Il presunto sapere fondato sullrsquoesperienza egrave un e-dificio fondato sulla sabbia

b) Piugrave in generale la pretesa che esista una conoscenza oggettiva egrave un problema serio sul nostro cammino Infatti se la conoscenza egrave diversa dallrsquoessere non si arriveragrave mai a conoscere lrsquoessere se lrsquoessere egrave una cosa fuori dalla mente non si arriveragrave mai a dimostrare che la rappresentazione di quella cosa che sta dentro alla nostra mente corrisponda davvero a quella cosa Nei nostri sensi vediamo immagini e non cose e le immagini dei sensi sono tutte soggettive stanno tutte dentro a un soggetto (la sensazione esiste se un soggetto la sente altrimenti dove sta) e non sono oggettive come pretendono i materialisti La pretesa di trovare un sapere oggettivo egrave irrealizzabile Noi vedia-mo la materia estesa ma lrsquoestensione egrave unrsquoimmagine estensione e immagine estesa sono espres-sioni equivalenti se le cose sono altro dallrsquoimmagine come potrebbero essere estese Le cose che noi vediamo hanno forma Ma le forme che noi vediamo sono rappresentazioni sono pensieri se le cose non sono pensieri come avrebbero forma Un essere fuori dal pensiero non potrebbe essere nemmeno pensato sarebbe inconoscibile

c) Quando i materialisti si accorgono che la rappresentazione oggettiva non esiste che egrave una contrad-dizione in termini percheacute le rappresentazioni sono immagini e dunque stanno tutte dentro a un sog-getto che le pensa vanno a cercare lrsquooggettivitagrave nella misurabilitagrave introducendo la convinzione as-surda che sia reale (continuando a identificare il reale con lrsquooggettivo) solo ciograve che egrave misurabile Ma non si rendono conto che anche le misure sono pensieri e rappresentazioni in un soggetto Il nume-ro egrave un concetto e dunque egrave prodotto dal pensiero la linea mediante cui misuriamo la lunghezza egrave unrsquoimmagine nella nostra coscienza e lrsquounitagrave di misura mediante cui misuriamo egrave una convenzione cioegrave un prodotto del pensiero E il calcolo del rapporto tra la grandezza da misurare e lrsquounitagrave di misu-ra ndashche egrave ciograve che noi chiamiamo ldquomisurarerdquo- egrave unrsquooperazione mentale Quando io misuro unrsquoestensione un volume o qualsiasi altra grandezza tutta questa operazione rimane completamen-te sul piano dellrsquoimmagine soggettiva poicheacute lrsquoestensione il volume etc sono immagini e le unitagrave di misura mediante cui compio lrsquooperazione anchrsquoesse sono immagini e il calcolo che ne ricavo egrave prodotto dal mio pensiero poicheacute se nessuno pensa il numero il numero da seacute non esiste Siccheacute la rappresentazione di una cosa misurata non egrave piugrave oggettiva di una non misurata egrave solo piugrave dettaglia-ta e precisa ma egrave sempre soggettiva Se la realtagrave delle cose dipendesse dalla nostra capacitagrave di mi-surarle significherebbe che appena inventato qualche strumento utile a misurare qualcosa questa cosa diventerebbe reale di colpo da irreale che era Forse che il peso non esisteva prima che noi in-ventassimo le bilance Ma certo che crsquoera il peso egrave reale quando una coscienza lo percepisce

d) Un altro problema in cui si imbrogliano i materialisti egrave che nella loro ottica bisognerebbe distinguere tra le rappresentazioni di cose reali e rappresentazioni che non corrispondono a nulla di extramenta-le che vengono considerate sogni o allucinazioni Ersquo sempre il problema dellrsquooggettivitagrave ma posto in altri termini dato che la loro scienza deve fondarsi sullrsquoesperienza e dato che considerano scienza solo un sapere oggettivo sorge in loro il problema di quale esperienza egrave oggettiva e quale no Noi abbiamo giagrave risposto che nessuna esperienza egrave oggettiva poicheacute non vi egrave esperienza senza un sog-getto che esperisce Ma essi usando malamente il linguaggio considerano oggettiva lrsquoesperienza quando egrave intersoggettiva infatti considerano sensazioni ldquooggettiverdquo quelle condivise da tanti sogget-ti e chiamano invece sogni o allucinazioni quelle che stanno in un soggetto solo Ma percheacute le rap-presentazioni collettive dovrebbero essere piugrave reali di quelle individuali La collettivitagrave egrave costituita da singoli individui quindi se non ha valore di realtagrave la rappresentazione del singolo individuo non ha valore nemmeno quella della collettivitagrave Le percezioni intersoggettive non sono oggettive sono col-lettive ma sempre soggettive Dunque se non hanno valore di realtagrave le percezioni soggettive nem-meno le percezioni collettive hanno valore di realtagrave Inoltre come potrograve dimostrare che gli altri che vedono il mio stesso mondo non siano allucinazioni nella mia mente Quando vedo le altre persone ho sempre comunque delle immagini delle rappresentazioni soggettive di loro come faccio a sapere che corrispondono a qualcosa di extramentale Anche questa idea che sia oggettivo ciograve che egrave inter-soggettivo dunque egrave assurda

e) Lrsquounico modo di uscirne egrave dare valore a tutte le percezioni senza distinguere quelle reali da quelle allucinatorie chiamiamo reale ciograve che il soggetto vede sente percepisce prova dentro di seacute senza pretendere che questo sia condiviso e che corrisponda a qualcosa di esterno e cosigrave usciremo da molti intrichi Insomma accettiamo tutti i contenuti della nostra coscienza poi ci resteragrave solo da

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classificarli a seconda di quello che significano Lrsquoaltra via quella della ricerca di un sapere oggettivo egrave quella sbagliata non ci porteragrave mai allrsquoessere percheacute lrsquoessere non egrave una serie di oggetti

2) Il giusto concetto di essere egrave quello che o afferma una stretta relazione tra pensiero ed essere o identifi-ca lrsquoessere con il pensiero a) La prima posizione egrave tipica della filosofia classica il limite egrave che questa filosofia di fatto a partire da

Parmenide dagrave per scontata questa stretta relazione essere e pensiero questa capacitagrave del pensiero di riflettere lrsquoessere e nonostante le obiezioni (per es di Gorgia) non si preoccupa di dimostrarla Potrebbe essere una giustificazione di questa stretta relazione il fatto che il pensiero (anche fosse un pensiero scorretto egrave pure qualcosa) partecipa strettamente dellrsquoessere (anche il pensiero egrave esse-re) e per questa sua partecipazione egrave in grado di cogliere lrsquoessere stesso In questa concezione lrsquoessere pur avendo una sua autonomia viene colto dal pensiero a partire dallrsquoesperienza concreta Solo che lrsquoesperienza concreta non risolve tutto lrsquoessere proprio percheacute il pensiero per giustificare questo essere sensibile deve trovare un fondamento che saragrave non sensibile Viene quindi affermata una dimensione sensibile e una soprasensibile ma coglibile dallrsquointelletto dellrsquoessere

b) La seconda posizione egrave quella sostenuta dalla filosofia moderna (anche se potrebbe trovare una par-ziale giustificazione in una filosofia antica non proprio correttamente interpretata Essere e pensiero sono due parole due segni diversi ma che evocano entrambi un unico significato lrsquoessere Pensare essere coscienza anima spirito io etc sono tutte espressioni sinonime tante parole ma un signifi-cato solo Chiamiamo dunque essere il pensiero e pensiero lrsquoessere e consideriamo questa identitagrave come nostro punto di partenza e fondamento Questa concezione sembrerebbe a chi sostiene que-sta posizione affacciata per la prima volta nella nostra cultura ldquooccidentalerdquo nella scuola eleatica fondata da Parmenide di Elea nella seconda metagrave del VI secolo aC e avrebbe trovato in Platone il suo massimo maestro Questa concezione dellrsquoessere sarebbe frutto di quello che Platone (Repub-blica 515c) chiama periagein convertire lrsquoocchio spirituale lrsquointelletto rivolgendolo dalla parte giusta non piugrave verso le immagini dei sensi ma verso lrsquoessere cioegrave verso se stesso Ciograve che egrave visibile e sen-sibile individuale in divenire temporale non egrave vera realtagrave ma egrave solo immagine e il mondo delle im-magini sensibili puograve da noi essere chiamato come nella tradizione platonica ldquodivenirerdquo Il rapporto tra essere e divenire egrave quello tra realtagrave e immagine La vera realtagrave egrave coscienza e conoscenza di seacute cioegrave pensiero e idee Le idee sono rappresentazioni che il pensiero ha di seacute e nel pensiero troviamo anche affetti che possono essere desideri o paure ovvero sentimenti di piacere e di dolorehellip Nellrsquoessere vi egrave un nucleo immobile eterno e una rappresentazione in movimento temporale Le due cose non sono in contraddizione percheacute lrsquoessere non egrave una cosa ma pensiero e il pensiero egrave potenzialitagrave infinita che puograve produrre tutto diventando tutto Quando il pensiero conosce seacute stesso vede il nucleo eterno dellrsquoessere quello che Parmenide ha chiamato il cuore immobile della veritagrave ben rotonda (framm B129) Questo consiste in una serie di enunciati necessariamente veri frutto dellrsquoapplicazione del principio di non contraddizione Ersquo neces-sariamente vero ciograve il cui contraddittorio reca contraddizione e dunque egrave sempre falso Ersquo il principio logico che genera il metodo assiomatico-deduttivo di cui si serve la geometria per enunciare i suoi teoremi Il primo enunciato necessariamente vero e dunque eternamente vero egrave quello che dice ldquolrsquoessere egrave il nulla non egraverdquo Ecco come lo enuncia Parmenide (framm B23) il primo metodo -quello corretto- di-ce che lrsquoessere egrave e che il non essere non egrave e ancora (B61-2) egrave lrsquoessere il nulla non egrave Il pensiero che si pensa come essere dunque si trova in primo luogo necessariamente esistente Il pensiero che conosca la retta idea di essere dunque vede in seacute stesso la veritagrave necessaria com-pie eternamente lrsquoatto di pensarla si fa immobile ed eterno fissando la veritagrave che non muta mai percheacute la sua negazione non puograve avverarsi essendo contraddittoria Esso egrave akineton megalon en peirasi desmon (immobile nel limite di possenti legami) come dice Parmenide (B826) ed i legami sono appunto le leggi logiche del pensiero e con estrema chiarezza Permenide ci spiega che esse-re egrave pensiero tautograven drsquoestigrave noein te kaigrave houneken esti noema ou gagraver haneu tou eontos en oi pe-phatismenon esti eureseis tograve noein ldquoErsquo la stessa cosa pensare e che il pensiero egrave infatti senza lrsquoessere non troverai il pensare in esso si esprime (B834-36)rdquo Il pensiero quando pensa sa di es-sere e sa di essere espressione dellrsquoesserehellip

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Ontologia e interpretazione2

1) La filosofia nasce da una domanda che se non egrave presente da subito in tutta la sua evidenza perograve di fat-

to la accompagna sempre e accompagna non solo la filosofia La formulazione rigorosamente filosofica di questa domanda egrave data da Leibniz laquoratio cur aliquid potius existat quam nihilraquo laquoPourquoy il y a plu-tocirct quelche chose que rienraquo Questa domanda evidenzia a) da un lato linevitabilitagrave del contrasto tra la riflessione e liniziale stupore di fronte allessere e b) dallaltro la portata filosofica propria della delucidazione della domanda stessa come tentativo di di-

re in fondo loriginario In essa ne va tanto dellinterrogante quanto dellinterrogato 2) Essa egrave indice del desiderio di veritagrave che appartiene alla natura stessa delluomo una disposizione nel

domandare inevitabile e incessante che interroga seacute e la natura delle cose E come ogni domandare im-plica necessariamente un domandante e un domandato allo stesso modo linterpretazione possibile ten-tativo di accedere alla veritagrave si modula in un interpretante e un interpretato Nella prospettiva deller-meneutica contemporanea linterpretazione egrave la risposta alla domanda originaria la quale essendo una richiesta di senso che rimane identica a se stessa pur nella molteplicitagrave delle diverse dizioni e delle diver-se risposte che compongono il simposio filosofico si svela incessante

3) La stessa possibilitagrave della molteplicitagrave delle interpretazioni egrave data dalla inesauribilitagrave dellinterpretato Ta-le inesauribilitagrave sospende la classica scissione gnoseologica tra un soggetto che conosce e un oggetto che viene conosciuto che risulterebbero fuorvianti e inadeguati per elucidare il nesso tra il domandante e il domantato a) La domanda egrave un appello allessere e alla veritagrave e il rapporto tra linterrogante e linterrogato si con-

figura come il rapporto tra uomo e veritagrave b) E la possibile risposta filosofica ossia linterpretazione egrave il nesso che tiene unita la persona allesse-

re Se soggetto e oggetto non sono piugrave adatti a esprimere la relazione che intercorre tra linterpre-tante e linterpretato egrave percheacute la veritagrave non puograve essere oggetto della filosofia e quindi del pensiero il che fa cadere anche laltro polo di riferimento Infatti essendo la veritagrave sempre ulteriore essa risie-de nella sua formulazione piugrave come origine che come oggetto del discorso

c) La veritagrave quindi viene ad essere origine del pensiero e fonte del discorso e puograve essere posseduta solo personalmente Linterpretazione egrave sempre personale il che significa che essa egrave il risultato dun concreto esercizio di libertagrave mediante il quale noi scegliamo se ribadire il vincolo originario che ci so-stiene o rinnegarlo

4) Linterpretazione egrave lunica forma di conoscenza capace di possedere un infinito percheacute disposta ad acco-gliere una presenza che vi risiede sempre come ulteriore La veritagrave infatti non si esaurisce nella sua for-mulazione ma ne suscita sempre di nuove Lontologia viene quindi a configurarsi come una laquoontologia dellinesauribileraquo che non consente lesplicitazione completa ed esaustiva della veritagrave cheacute qualora que-sta ci fosse sarebbe un sovrapporsi un sostituirsi dellinterpretazione alla veritagrave ne diverrebbe un sur-rogato ne prenderebbe il posto Tra la formulazione e la veritagrave deve mantenersi uno scarto affincheacute questa venga garantita nella sua essenza e rispettata come inesauribile e inoggettivabile in modo da non essere posta dinanzi allinterpretante come oggetto e non essere esaurita da una definizione o da una serie di definizioni disposte a costruire un sistema nel quale imprigionarla

5) La veritagrave non si esaurisce perciograve nella sua formulazione ma neppure le egrave totalmente eterogenea poicheacute egrave sostenuta dalla solidarietagrave originaria che stabilisce un vincolo fortissimo tra la persona e la veritagrave Ne segue che sia il mito razionalistico dellenunciazione definitiva della veritagrave sia lirrazionalismo dellineffa-bilitagrave assoluta sono inconciliabili con una ontologia dellinesauribile poicheacute a) da un lato la veritagrave si lascia cogliere solo quando puograve stimolare una rivelazione interminabile e non

giagrave quando la formulazione pretende di rendersi definitiva ed esaustiva (cfr Hegel che fa del proprio metodo la veritagrave senza che vi sia alcun residuo alcuno scarto la dialettica hegeliana egrave il dispiega-mento dello Spirito assoluto che ingloba tutto tiene fermo tutto senza lasciare irrisolta alcuna cosa Questa egrave la completa adeguazione tra la veritagrave e la sua formulazione la coincidenza di metodo e ve-ritagrave quando il dispiegamento egrave compiuto e la meta raggiunta Solo che ciograve egrave il falso egrave la monopoliz-zazione della veritagrave poicheacute linterpretazione che pretende di esaurire la veritagrave la tradisce invece nella sua essenza e nella sua realtagrave quella di essere infinita inoggettivabile e inesauribile)

b) Dallaltro linesauribilitagrave della veritagrave non attesta neppure che ogni formulazione risulta inefficace come invece promuove lontologia negativa la quale stabilisce linadeguatezza di ogni discorso (cfr Heidegger che finisce per sostenere lineffabilitagrave e linafferrabilitagrave dellessere Ci troviamo di fronte al-

2 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1

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limpossibilitagrave del discorso di farsi sede della veritagrave e quindi abbiamo lapprodo nel silenzio Lesatto contrario della corrispondenza hegeliana del concetto alloggetto e delloggetto al concetto egrave appunto lincapacitagrave di qualsiasi concetto di adeguarsi alla e di esprimere la veritagrave)

c) Contro Hegel Nellrsquoermeneutica lrsquoidentitagrave di interpretazione e veritagrave esclude la confusione tra la veri-tagrave e la sua formulazione nella quale questa risiede sempre come ulteriore viene quindi mantenuto uno scarto indicativo della impossibilitagrave di esaurire una veritagrave infinita i) Il filosofo non puograve assolutamente assurgere a un punto di vista assoluto che ci consenta di co-

gliere linfinito direttamente come un oggetto da collocare in un sistema ii) La formulazione della veritagrave puograve essere data solo personalmente poicheacute solo la persona puograve es-

sere via daccesso alla veritagrave in virtugrave del suo stretto legame con essa Di conseguenza dalla con-cretezza della persona non si puograve prescindere Luomo egrave interpretazione della veritagrave ma questa interpretazione egrave ben lontana dal configurarsi come esaustiva ed esauriente essa egrave una prospet-tiva e come tale coglie la veritagrave nellunico modo in cui puograve possederla personalmente e come costante e incessante ricerca La vita infatti e anche la filosofia egrave fatta di scelte Non si puograve trattenere tutto bisogna scegliere e scegliendo sappiamo anche che qualcosa andragrave irrimedia-bilmente perduto Ma questo egrave costitutivo delluomo che inizia sempre dalla scelta decide di u-nalternativa e molto spesso i termini di questa alternativa non possono essere mediati e con-servati percheacute la scelta determina la direzione di tutto il percorso filosofico ed esistenziale Noi siamo compromessi nelle nostre interpretazioni e il compromesso egrave conseguenza delle nostre decisioni e delle nostre scelte siamo posti di fronte a unalternativa in cui ne va della nostra esi-stenza dobbiamo scegliere se essere fedeli allessere o rinnegarlo Dipende da questa scelta ori-ginaria la possibilitagrave di divenire prospettiva sulla veritagrave Non bisogna dimenticare che la filosofia non esiste indipendentemente dal filosofo la persona e la sua esperienza precedono sempre la riflessione La riflessione egrave sempre su qualcosa in questo caso sullesistenza Lesistenza attesta il nostro legame con la veritagrave essa egrave ciograve che ci consente di avere uninterpretazione della veritagrave egrave la nostra via daccesso allessere Egrave per questo che filosofando noi ci compromettiamo met-tiamo in gioco noi stessi

d) Contro Heidegger Se la veritagrave egrave ulteriore rispetto alle sue formulazioni ciograve non egrave da imputare allina-deguatezza della formulazione o allinafferrabilitagrave della veritagrave ma alla sua inesauribilitagrave che esige una pluralitagrave di formulazioni che non per questo possono essere considerate parziali o unilaterali poicheacute ognuna di esse possiede la veritagrave nellunico modo in cui si lascia possedere personalmente e infini-tamente

6) Occorre abbandonare questo schema inadeguato e ricorrere nuovamente allinterpretazione come una forma che possa essere possesso di un infinito infatti essa laquorappresenta il tentativo di trovare un acces-so al dire la veritagrave che non si arresti allalternativa ugualmente paralizzante di doverla contenere tutta o di incontrarla solo come assente di esaurirla o di non poterla dire percheacute ineffabileraquo3 La completa lumi-nositagrave come loscuritagrave piugrave impenetrabile non lasciano vedere Il vedere egrave consentito proprio grazie a una opacitagrave che ci egrave connaturale che puograve divenire un limite ma anche svelarsi una possibilitagrave Linterpreta-zione presuppone uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza Tanto la completa presenza della veritagrave quanto la sua completa oscuritagrave o assenza non consentirebbero linterpretazione processo che prende le mosse dal rapporto ontologico della persona con la veritagrave e che suppone appunto uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza vicinanza e distanza Lopacitagrave chiarisce perfettamente quella che egrave secondo Ricœur la nostra posizione di medietagrave che non egrave una connotazione spaziale bensigrave una condizione esi-stenziale conseguenza dellantropologia della sproporzione per la quale luomo non egrave neacute totalmente fini-to neacute infinito ma un essere mediatore4

Non un culto razionalistico dellesplicito neacute unontologia negativa -- non si vuole arrivare neacute allidentitagrave di es-sere e pensiero reale e razionale neacute alla cessazione del discorso allarresto nel silenzio -- ma una ontologia

3 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 27 4 Paul Ricœur a riguardo della sproporzione delluomo affronta il discorso prendendo le mosse da Platone e da Pascal Il mito di Eros del Simposio e la meditazione sulla grandezza e la miseria delluomo pascaliano forniscono a Ricœur il materiale per una riflessione sulla posizione intermedia delluomo Limmediatezza della figura mitica di Eros mostra nella sua discendenza da Poros e Penia la sproporzio-ne delluomo laquoEcco dunque il principio di opacitagrave per render ragione dellaspirazione dellessere occorre una radice di indigenza di po-vertagrave ontica Eros lanima filosofante egrave quindi librido per eccellenza librido di Ricchezza e Povertagraveraquo (Paul Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 p 79) Lo stesso tema egrave affrontato da Pascal nei suoi Pensieri laquoChe cosegrave luomo nella natura Un nulla in confronto con linfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il tutto e il nulla [] Limitati in ogni campo questa condizione che occupa una posizione intermedia tra i due estremi si ritrova in tutte le nostre facoltagraveraquo (Blaise Pascal Pensieri Brunschvicg n 72)

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dellinesauribile che trova conferma nellautorevolezza della speculazione schellinghiana5 Negli scritti delle Conferenze di Erlangen Schelling parlando dellindefinibile afferma che si puograve definire solo ciograve che per natu-ra egrave rinchiuso in limiti determinati Ma lindefinibile che egrave il veramente infinito non puograve essere rinchiuso in nessuna forma anche se esso come dice Schelling stesso non egrave cosigrave indefinibile laquoda non poter diventare anche un definibile non cosigrave infinito da non poter diventare anche finito non cosigrave inafferrabile da non poter diventare afferrabile E se voi tenete ben fermo ciograve ecco che voi avete il concetto positivo Infatti per potersi rinchiudere in una forma deve essere certamente al di fuori di ogni forma ma non questo lessere al di fuori di ogni forma lessere inafferrabile egrave in lui il positivo bensigrave il fatto che puograve rinchiudersi in una forma che puograve farsi afferrabile il fatto dunque che egrave libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma Daltra parte fin dallinizio si affermograve non giagrave che esso sia semplicemente ciograve che egrave privo di forma e di figura ma soltanto che non permane in nessuna figura non si lascia avvincere da nessuna figura Noi presupponemmo quindi espressamente che esso assuma forma giaccheacute solo in quanto assume forma ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente esso si palesa come ciograve che egrave in seacute inafferrabile infinito Non sarebbe piugrave libero di uscire da ogni forma se fin dallinizio non fosse stato libero di assumere e di non assumere forma Io dico fin dallinizio giaccheacute una volta che ha assunto forma forse non egrave capace di emergere immediatamente nella sua libertagrave ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme Ma tuttavia originariamente egrave libero di rin-chiudersi e di non rinchiudersi in una forma Non vorrei perograve esprimerlo in questo modo esso egrave ciograve che egrave li-bero di assumere forma Infatti in tal modo questa libertagrave apparirebbe come una proprietagrave che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa mentre invece la libertagrave egrave lessenza del soggetto ossia esso stesso non egrave altro che leterna libertagraveraquo6

ONTOLOGIA ARCAICA

La nascita della filosofia crediamo possa essere intesa come il momento di sedimentazione di procedure logi-co-cognitive la cui genesi egrave da rintracciare in epoche precedenti e delle quali si egrave esemplarmente interessato Mircea Eliade Nel suo Il mito dellrsquoeterno ritorno7 Eliade puntualizza alcuni aspetti rilevanti della mentalitagrave arcaica tutti ruo-tanti attorno ad un modello di temporalitagrave ciclica La realtagrave terrena si sarebbe originata attraverso un proces-so di creazione o emanazione attuato da divinitagrave che continuerebbero ad albergare e regolare lrsquoorganizzazione del cosmo stesso Ersquo in altri termini un fattore una forza superiore alla natura stessa ndash ma allo stesso tempo ad essa immanente ndash a governare a dare ordine e senso alla realtagrave degli uomini Questo intervento costante di regolazione e ordinamento del cosmo egrave intuibile per la mentalitagrave arcaica nella tempo-ralitagrave ciclica che presiede il disporsi di ogni evento naturale ogni civiltagrave rurale tenderebbe in tal senso a in-scrivere la natura in un ordine fissato stabilito e scandito nel sempiterno ripetersi dei ritmi naturali Il perpe-tuarsi dellrsquoordine ripetitivo degli elementi naturali detto altrimenti avrebbe offerto uno schema di inquadra-mento degli accadimenti attorno al quale sarebbe emersa quella che lo stesso Eliade ha chiamato ontologia arcaica Questa ontologia ndash evidentemente non formulata in un linguaggio teorico ma attraverso simboli miti e riti ndash tenderebbe a trasporre la temporalitagrave concreta lineare della quotidianitagrave in un piano temporale diverso quello appunto della ripetizione dellrsquoeterno ritorno dellrsquouguale Dire eterno ritorno dellrsquouguale significa pen-sare agli accadimenti della vita umana non come ad eventi unici ed irripetibili bensigrave come costante riproporsi di casi che hanno la loro origine ndash e il loro senso ndash in episodi mitici occorsi in un Tempo originario (ossia in un extra-tempo) e ai quali occorre rinviarli per dare loro una logica laquoNel particolare suo comportamento co-sciente il lsquoprimitivorsquo lrsquouomo arcaico non conosce atto che non sia stato posto e vissuto anteriormente da un altro da un altro che non era un uomo Ciograve che egli fa egrave giagrave stato fatto la sua vita egrave la ripetizione ininter-rotta di gesti inaugurati da altri8raquo Di conseguenza laquo(hellip) un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo Cosigrave la realtagrave si acquista esclusivamente in virtugrave di ripetizione e partecipazione tutto quello che non ha un modello esemplare egrave lsquoprivo di sensorsquo cioegrave manca di realtagrave9raquo La 5 In Schelling infatti coesistono laquola piugrave lucida e critica speculazione con la mistica piugrave schietta e incontaminata in modo che neacute la misti-ca annulla la chiarezza della riflessione neacute la filosofia dissolve in seacute la profonditagrave della mistica ma luna e laltra connesse ma non giu-stapposte si colorano e si esaltano a vicenda mutuandosi reciprocamente il significato profondo e il tono generale del pensieroraquo (Luigi Pareyson Introduzione in FWJ Schelling Scritti sulla filosofia la religione la libertagrave Mursia Milano 1974 p 29) 6 FWJ Schelling Scritti sulla filosofia ed cit p 205 7 M ELIADE Il mito dellrsquoeterno ritorno tr it Rusconi Milano 1975 8 Ivi p15 9 Ivi p 41 In luogo di accadimenti oggetti o persone concrete si istituirebbero cosigrave categorie forme simboli

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consistenza ontologica ndash e quindi il valore e il senso ndash della realtagrave umana sono posti in una relazione di di-pendenza da un piano metafisico superiore al quale accennerebbero una serie di miti e di riti a questi asso-ciati presenti in tutte le civiltagrave rurali arcaiche I riti consentirebbero proprio la riattualizzazione dei modelli di accadimento archetipi avvenuti in un passato originario permettendo in questo modo agli uomini di riappropriarsene inserendosi armoniosamente nel ri-petersi eterno del cosmo La riattualizzazione rituale di questi modelli esemplari rivelatisi agli uomini in un Tempo originario sarebbe alla base della rigenerazione periodica tanto del cosmo quanto della stessa comu-nitagrave umana come egrave possibile evincere ancora nel poema esiodeo Le opere e i giorni senzrsquoaltro ancora debi-tore di questi presupposti metafisici Il lavoro dellrsquouomo per avere successo anzi per svolgersi secondo giu-stizia (dike) deve armoniosamente inserirsi in questa ciclicitagrave (vv 230-231 306-307 e 458-464) Essere giu-sti significa inserirsi nella ripetizione Potremmo forse leggere in queste dinamiche lrsquoorigine di quella che Giorgio Colli riferendosi agli albori del pensiero filosofico greco ha chiamato frattura metafisica tra due ordini di realtagrave diversi quello divino arche-tipo eterno immutabile e quello umano transeunte instabile e dipendente dal primo che ne costituirebbe lrsquoorigine10

LA PHYSIS

ERACLITO laquoLA PHYSIS AMA NASCONDERSIraquo11 la lettura arendtiana di Eraclito Nelle lucide e dense pagine che ne La vita della mente12 la sua ultima opera di argomento squisitamente speculativo Hannah Arendt dedica alla nascita del pensiero filosofico Eraclito riveste un ruolo di primo pia-no Nella ricostruzione arendtiana la cultura greca fin dalla sua fase piugrave arcaica quale si manifesta nei poe-mi omerici appare contrassegnata da una forte ed ineliminabile opposizione tra il mondo degli uomini do-minato dal divenire incessante e dalla morte e gli degravei incorruttibili ed immortali Il canto del poeta che cele-bra le gesta degli Achei e dei Troiani ha la funzione di athanatizein immortalare e consegnare quindi allrsquoeternitagrave la fama degli eroi sottraendoli allrsquoinesorabile destino di morte Proprio la consapevolezza che gli uomini sono esseri mortali e che la condizione umana egrave segnata dalla mortalitagrave condusse i primi filosofi nella ricerca dellrsquoEssere che potesse superare lrsquoeffimero mondo del divenire13 Il mondo fatto di enti molteplici corruttibili e transeunti deve comunque rinviare ad un ordine nascosto di fronte al quale sorge lo stupore ammirato del filosofo quel thaumazein che Platone diragrave essere il pathos che egrave origine principio della filoso-fia14 Come dice Hannah Arendt laquola filosofia incomincia con lrsquoavvertimento di questo ordine armonioso invisibile del kosmos manifesto negli esseri visibili familiari come se essi fossero divenuti trasparentiraquo15 Ed egrave qui che il richiamo ad Eraclito si fa esplicito Del filosofo di Efeso cita il famoso frammento 54 DK che traduce laquolrsquoarmonia invisibile vale piugrave del visibileraquo E subito dopo lrsquoaltrettanto famoso quanto enigmatico fr 123 DK ldquonatura ama nascondersirdquo

10 G COLLI La nascita della filosofia Adelphi Milano 19888

11 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 fr 123 12 H Arendt La vita della mente trad it Bologna 1987 (New York-London 1978) pp 217-242 13 Ontologia questo termine cosigrave tecnico vuol dire riflessione sul senso dellessere e del niente Queste due parole essere e nien-te sembrano estranee al linguaggio nostro di tutti i giorni ai nostri interessi allarticolazione concreta del sapere scientifico eppure queste due categorie costituiscono lambito allinterno del quale tutta la storia dellOccidente egrave cresciuta e si tratta anche di comprende-re che queste categorie sorgono per la prima volta con i Greci Questo egrave importante percheacute i Greci non solo portano alla luce una teoria cioegrave una comprensione del mondo che non era mai apparsa ma anche una comprensione del mondo che consente di porsi come la prima grande forma di rimedio contro il dolore Aristotele dice che la filosofia nasce dalla meraviglia e la parola che egli usa per indicare la meraviglia egrave thaucircma Ma anche qui come in tutte le grandi parole del nostro linguaggio thaucircma non significa semplicemente la me-raviglia ma vuol dire anche terrore vuol dire il terrore di fronte allangosciante Proprio il carattere disinteressato della teoria e cioegrave il suo essere veritagrave consente di affrontare il problema dellesistenza e della vita Il problema della vita egrave innanzitutto la terribilitagrave del dolo-re non significa che lunico valore della teoria consiste nel suo essere semplicemente uno strumento in base al quale conoscendo come stanno le cose si fa argine contro il dolore ma proprio percheacute la teoria intende essere veritagrave - e cioegrave non una teoria qualsiasi ma la te-oria assolutamente vera - proprio questo consente di andare incontro al dolore con occhio diverso da quello che gli uomini possiedono quando ancora non sanno 14 Plat Theaet 155d 15 La vita della mente cit p 233

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Le difficoltagrave interpretative del frammento hanno riguardato soprattutto proprio il valore da dare al termine physis dal momento che certamente inadeguata egrave la traduzione con lrsquoitaliano laquonaturaraquo o i corrispondenti nelle altre lingue europee Marcovich traduce laquoLa reale costituzione di ciascuna cosa ha lrsquoabitudine di nascondersiraquo16 Lo studioso pre-cisa nel commento che ldquofuumlsis egrave uno dei possibili modi per esprimere quel logos che per quanto accessibile alla conoscenza non si trova sulla superficie delle cose ma si nasconde in ogni cosa particolare Analoga-mente Serra e Diano pur se traducono laquoLa natura ama nascondersiraquo specificano che se certamente Eracli-to non tematizza la natura tuttavia poicheacute per lui physis egrave lrsquoinvisibile connessione che si coglie col logos al-lora si tratta dellrsquoessere di tutte le cose che si rivela allrsquoindagine del filosofo17 Coerenti con questa interpretazione mi pare molte delle traduzioni del frammento da laquoLrsquointima natura delle cose ama nascondersiraquo di Pasquinelli18 a laquoLa natura delle cose ama celarsiraquo di Giannantoni19 Piugrave recentemente Conche uno degli ultimi editori eraclitei che traduce laquoLa nature aime agrave se cacherraquo20 pre-cisa che la parola ldquofuumlsis con il verbo fuumlω implica laquoune notion dynamique celle drsquoune force productrice geacuteneacuteratriceraquo siccheacute laquola notion de ldquofuumlsis ici met lrsquoaccent non sur lrsquoessence devenue de la chose mais sur le devenir sur le processus essentialisant La ldquofuumlsis est la puissance qui srsquoaccomplit et srsquoeacutepanouit en chaque ecirctre chaque fois drsquoune faccedilon deacutefinieraquo lrsquooperazione con la quale la natura realizza i diversi enti egrave lrsquoassociazione dei contrari che viene compiuta con pudore lontano dagli sguardi conclude pertanto che laquoLa nature drsquoHeacuteraclite est une nature artiste Comme lrsquoartiste elle montre sa production mais la loi de la produc-tion crsquoest-agrave-dire la nature mecircme en tant que naturante reste cacheacuteeraquo Dunque la physis eraclitea secondo Conche non egrave lrsquoessenza o il reale fondamento ma un processo essenzializzante la cui dinamica resta na-scosta e che si manifesta solo negli effetti Una diversa linea interpretativa egrave rappresentata da Colli che nella sua edizione incompiuta di Eraclito tradu-ce il frammento con laquoNascimento ama nascondersiraquo21 nel commento che riprende quanto lrsquoautore scriveva nel volume che da questo frammento trae il titolo22 egrave chiarito che ldquofuumlsis egrave la natura trascendente il laquodioraquo che nonostante abbia attraversato le apparenze e si sia individualizzato nel fronein in quanto noumeno si mantiene solitario e inaccessibile23 Molto recentemente per Tonelli ldquofuumlsisegrave lrsquoOrigine laquociograve che origina si cela come mistero dietro lrsquoapparenza delle cose che origina pur manifestandosi anche attraverso di esse Ogni manifestazione del principio egrave an-che suo nascondimento tale lrsquoambiguitagrave del cosmo in cui viviamo e di tale ambiguitagrave il sapiente reca consa-pevolezza La conoscenza diventa flusso dinamico tensione al congiungimento con ldquociograve che originardquoraquo24 La lettura di Hannah Arendt fa del frammento laquoUnrsquoaltra delle parole antiche che designano lrsquoinvisibile in se-no alle apparenze egrave physis natura che secondo i Greci era la totalitagrave delle cose non fatte dallrsquouomo neacute cre-ate da un fattore divino ma venute allrsquoessere da seacute medesime ed Eraclito affermava di questa physis che ldquoessa ama nascondersirdquo celarsi cioegrave dietro le apparenzeraquo25 Dunque questo laquovenire allrsquoessereraquo delle cose nascosto nelle apparenze desta lo stupore ammirato dal qua-le puograve perograve originarsi il dialogo del pensiero quel logos il cui significato secondo Hannah Arendt viene

16 Eraclito Frammenti a cura di M Marcovich Firenze 1978 pp 23-25 (fr8) La scelta del singolare laquociascuna cosaraquo lascia intendere che la ldquofuumlsis non sia al di fuori della cosa stessa 17 Eraclito I frammenti e le testimonianze a cura di C Diano e G Serra Vicenza 1980 fr 28 con commento alle pp 137-138 18 I presocratici Frammenti e testimonianze intr trad e note di A Pasquinelli Torino 1958 p 188 (fr 80) 19 I presocratici Testimonianze e frammenti a cura di G Giannantoni I Bari 1969 p 220 20 Heacuteraclite Fragments par M Conche Paris 1986 pp 253-255 (fr 69) 21 G Colli La sapienza greca Eraclito Milano 1980 p 91 fr A 92 con il commento a p 187 22 G Colli La natura ama nascondersi Milano 1988 (1948) p 209 la traduzione qui fornita egrave laquola natura trascendente ama nasconder-siraquo 23 Ibid laquoCome tale il noumeno perde lrsquoindividualitagrave la determinatezza interiore che si sente isolata di fronte ad un reale che la circon-da perde la molteplicitagrave caratteri che lrsquoaccompagnano quando egrave immerso come radice nellrsquoapparenza e si approfondisce come intimitagrave oggettiva punto di incontro delle individualitagrave essenziali delimitazione concreta e vitale che non ha piugrave fine neacute direzione neacute impulso neacute espansioneraquo 24 Eraclito DellrsquoOrigine a cura di A Tonelli Milano 1993 p 191 (fr 116) 25 La vita della mente cit p 233

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evocato dallrsquoimmagine del dio di Delfi laquoe possiamo aggiungere noi il dio dei poeti che ldquonon dice neacute na-sconde ma indicardquo26 vale a dire accenna a qualcosa ambiguamente per essere inteso solo da coloro che sanno comprendere i semplici cenniraquo E del resto laquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbareraquo27 cioegrave come spiega la pensatrice laquose essi non posseggono logos ndash per i Greci non semplicemente il discorso ma il dono dellrsquoargomentazione razionale che li distingueva dai barbari In-somma lo stupore ha condotto a pensare in parole dellrsquoesperienza dello stupore dinanzi allrsquoinvisibile manife-sto nelle apparenze si egrave appropriata la parola che egrave nello stesso tempo abbastanza forte per fugare gli errori e le illusioni cui sono soggetti i nostri organi volti al visibile occhi ed orecchie a meno che il pensiero non venga loro in soccorsoraquo E continua laquoDa ciograve dovrebbe risultare palese come lo stupore in cui cade il filosofo non possa mai concernere qualcosa di particolare ma sia sempre suscitato da una totalitagrave che diversamente dalla somma totale degli enti non egrave mai manifestaraquo Il riferimento egrave certamente a quella physis del fr 123 DK prima citato cioegrave il processo attraverso il quale tutte le cose vengono ad essere E ancora laquoLrsquoarmonia di Eraclito si produce attraverso il con-sonare dei contrari mdash un effetto che non puograve essere proprietagrave di un sin-golo suono particolare Tale armonia egrave in un certo senso separata dai suoni che la producono proprio come il sophon che ldquopuograve e non puograve essere chiamato col nome di Zeusrdquo28 egrave ldquoseparato da tutte le altre coserdquoraquo29 Il richiamo agli ultimi due frammenti consente pertanto alla pensatrice di portare ulteriori elementi allrsquoassunto di fondo cioegrave che a guidare la ricerca dei primi filosofi sia stata la necessitagrave di superare lrsquoangoscia di morte individuando nellrsquoeffimero mondo degli enti qualcosa che potesse essere ricondotta allrsquoesperienza del divino anche se certamente non nominabile col nome di nessuna delle divinitagrave tradizionali Ancora piugrave esplicito in questo senso il fr 30 DK citato a questo riguardo laquolrsquoEssere che non conosce nascita neacute morte si sostituigrave per i filosofi alla semplice nonmortalitagrave degli dei olimpici lrsquoEssere diventograve la vera divinitagrave della filo-sofia poicheacute secondo il celebre detto di Eraclito ldquonon lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquoraquo30 e poco dopo ri-conosce che nel frammento citato questa nuova sempiterna divinitagrave si chiama ancora kosmos laquo(non il mondo o lrsquouniverso ma il loro ordine e la loro armonia)raquo Nel saggio Il concetto di storia scritto molti anni prima proprio questo frammento eracliteo viene ricordato come esempio mirabile che esprime lrsquoidea che i Greci avevano dellrsquoordine cosmico e della natura in quanto insieme di cose che nascono da seacute appunto senza alcun intervento umano o divino31 in tal modo il kosmos del fr 30 viene a coincidere con la physis del fr 123 A questa natura armoniosa increata ed immortale e-ternamente presente nelle tre dimensioni del tempo si oppone ancora una volta la vita umana limitata nel suo corso rettilineo tra la nascita e la morte schiacciata quasi dal moto circolare dei processi biologici sem-pre rinnovantesi percheacute laquoquesto egrave lrsquoessere mortale muoversi in linea retta in un universo dove tutto ciograve che si muove segue semmai un moto ciclicoraquo32 Proprio questa labilitagrave dellrsquoesistenza umana ha determinato nel mondo greco la concezione dellrsquoufficio proprio della storia cioegrave salvare ciograve che accade allrsquouomo dallrsquooblio come chiaramente indica giagrave il proemio delle Storie di Erodoto

ERACLITO

Nel frammento n 52 [Diels] Eraclito afferma che La vita egrave un fanciullo che gioca che sposta i pezzi sulla scacchiera reggimento di un fanciullo in questo consiste il significato dellespressione di matrice eraclitea di Innocenza del divenire La metafora del gioco cosmico usata da Eraclito che la prendeva a prestito dalla mitologia greca in cui una delle figure del dio Zeus egrave proprio quella del bambino che gioca egrave alla base di molte ontologie non ultima quella di Friedrich Nietzsche 1) Il divenire panta rhei Fr A 6 (Platone Cratilo 402 a) Afferma Eraclito in qualche luogo che tutto

scorre (paacutenta choreicirc) e nulla permane (oudegraven meacutenei) Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo

26 Fr 22B 93 DK 27 Fr 22B 107 DK 28 Fr 22B 32 DK 29 Fr 22B 108 DK 30 Fr 22B 30 DK 31 Il concetto di storia in Tra passato e futuro trad it Milano 1991 pp 70-129 in part pp 70-71 e p 295 n 2 32 Ibid p 71 Lo stesso concetto egrave espresso in Vita activa La condizione umana trad it Milano 1964 (Chicago 1958) p 15 laquoQuesta vita individuale si distingue da tutte le altre cose per il corso rettilineo del suo movimento che per cosigrave dire taglia quello circolare della vita biologica La mortalitagrave egrave questo muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclicoraquo

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siamo e non siamo (DK 22 B 49a) Acque sempre diverse scorrono per coloro che simmergono negli stessi fiumi (DK 22 B 12)

2) La guerra dei contrari Fr B 126 Le cose fredde si riscaldano il caldo si raffredda lrsquoumido si dissec-

ca il riarso si inumidisce Pogravelemos (la guerra) egrave padre di tutte le cose di tutte re (DK 22 B 53) Bisogna perograve sapere che la guerra egrave comune a tutte le cose che la giustizia egrave contesa e che tutto accade secon-do contesa e necessita (DK 22 B 80) In questa guerra i contrari si danno reciproca comprensibilitagrave (dol-ce amaro sano malatohellip) a) guerra che egrave pace e armonia i contrari si danno senso a vicenda

Lopposto concorde e dai discordi bellissima armonia (DK 22 B 8) Non comprendono come pur discordando in se stesso egrave concorde armonia contrastante come quella dellarco e della lira (DK 22 B 51) Larmonia nascosta vale piuacute di quella che appare (DK 22 B 54)

b) coincidenza dei contrari ldquoNon dando ascolto a me ma al Logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo (DK FR 50) FR 39 ldquoil nome dellrsquoarco egrave vita ma la sua opera egrave morterdquo FR 16 ldquoNello stesso fiume entriamo e non entriamo siamo e non siamordquo Fr B 60 La strada allrsquoin su e allrsquoin giuacute egrave una so-la e la medesima

3) Il fuoco logos

a) Logos ragione che egrave veritagrave e legge b) tutto egrave Uno33 egrave DIO che quindi egrave armonia e unitagrave degli opposti (Il dio) egrave giorno notte inverno e-

state guerra pace sazietagrave fame e muta come il fuoco (DK 22 B 67) i) Questordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini

ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misu-ra (DK 22 B 30)

ii) Fr B 1 Di questo loacutegos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo a-scoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo loacutegos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli altri uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendo

4) Insufficienza della doxa desti e dormienti34 a) necessitagrave della ricerca anche percheacute la natura ama nascondersi b) il punto di partenza della ricerca deve essere la propria interioritagrave ldquoIo ho indagato me stessordquo

5) Lrsquoirraggiungibilitagrave dei confini dellanima Confini (peirata) allanima peregrinando non troverai pur se tenti ogni via a tal punto profondo egrave il suo logos

PARMENIDE

ldquoAnche Parmenide come Eraclito riflette esplicitamente sullopposizione ma egli si rivolge allopposizione suprema quella dove i due opposti non hanno alcuncheacute in comune e cioegrave quella dove uno dei due opposti - il niente - non egrave qualcosa che possa venire conosciuto e intorno a cui si possa parlare ma egrave lassolutamen-te niente lassoluto non-essere che non trova luogo allinterno dei confini del tuttordquo35 1) I Greci portano per la prima volta alla luce il senso dellessere e del niente

a) I Greci evocano questo significato terribile e radicale - il significato del niente - nella sua contrappo-sizione infinita allessere come lassoluta negativitagrave che non ha alcuncheacute dellessere In questo modo il processo del mondo acquista un carattere estremamente angosciante proprio percheacute il pensiero greco e questa cosa apparentemente astratta che egrave lontologia - la riflessione sullopposizione infinita tra lessere e il niente - evoca la minaccia estrema quella dellesistenza portata innanzi dallannien-tamento delle cose Ma il Greco evocatore della minaccia estrema eacute insieme il Greco che va alla ri-cerca del rimedio contro la minaccia estrema

33 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 34 La maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse si imbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembra (DK 22 B 17) Qual egrave infatti la loro mente e la loro intelligenza danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra senza sapere che i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni (DK 22 B 104) 35 SEVERINO La filosofia antica

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b) Parmenide evoca lestrema minaccia la contrapposizione infinita tra lessere e il niente ma insieme evoca il modo singolare di costruire un rimedio contro questa minaccia il rimedio egrave dato dalla meta-fisica e lontologia

2) In generale la prima grande soluzione la prima grande forma di rimedio al dolore egrave la filosofia se noi dovessimo fare rapidamente lelenco delle forme di rimedio dellOccidente dovremmo dire che a) la prima egrave la filosofia cioegrave il fatto di sapere in modo incontrovertibile il senso del mondo il senso u-

nitario del mondo b) Poi la grande forma di rimedio egrave - quando lesperienza antica del pensiero filosofico egrave andata al tra-

monto - il Cristianesimo c) e poi la scienza

3) Che cosa ci angoscia quando noi abbiamo a che fare con il dolore Non il dolore che noi attualmente pa-tiamo percheacute ciograve che patisco in questo momento - poniamo - ormai egrave accettato egrave ligrave e non cegrave nulla da fare percheacute ormai egrave recepito Angoscia invece il fatto che il dolore abbia a continuare facendoci chie-dere che ne saragrave di me tra un momento domani tra un anno Continueragrave questo dolore Langoscia allora si riferisce allimprevedibilitagrave del futuro e in questo caso il rimedio non puograve essere altro che la previsione del senso del tutto ecco percheacute prima abbiamo parlato anche di scienze percheacute la previsione scientifica saragrave in un certo senso lerede della previsione filosofica Previsione filosofica vuol dire episteacute-me questa grande parola greca che significa alla lettera la capacitagrave di stare steme deriva infatti dal verbo hiacutestasthai la capacitagrave di stare mentre epiacute vuol dire sopra dunque si tratta di stare sopra tutto ciograve che intende negare ciograve che sta Ciograve che sta egrave lapertura di senso lapertura del senso del tutto che intende stare e che si ritiene capace di imporsi su ciograve che presume negarla e insieme su tutti gli eventi che sopraggiungono e che costituiscono quello che oggi noi moderni chiameremmo la novitagrave della storia Lepisteacuteme egrave al di sopra di ogni innovazione storica questo egrave stato il grande sogno della filosofia da Parmenide ad Hegel Se si conosce incontrovertibilmente stando sopra ogni negazione e ogni evento sopraggiungente il senso del tutto allora si egrave in grado di prevederlo e la previsione rende spiegabile il dolore Percheacute il dolore dice Eschilo getta nella follia Proprio percheacute non ha senso fintantocheacute non si vede il senso del tutto a) Ebbene la soluzione di Parmenide egrave singolare percheacute successivamente lOccidente intenderagrave costrui-

re un sapere che sta sopra la minaccia del divenire controllandola guidandola e quindi costruendo al di sopra di esso quella serie di strutture immutabili che vanno dal Dio teologico al Dio cristiano alle strutture necessarie secondo le quali si sviluppa la storia

b) Parmenide adotta unaltra strada che non saragrave percorsa dallOccidente - era la strada piugrave vicina allO-riente Di fronte al divenire lOccidente dice Tu non mi minacci piugrave percheacute io ti prevedo e quindi prevedo il senso di ciograve che tu divenire fai irrompere su di me Prevedendo il senso di ogni irruzio-ne lirruzione non egrave piugrave limprevedibile angosciante e il dolore acquista senso lo stesso annienta-mento si inscrive in un ordine Questa egrave la voce della filosofia dellOccidente dopo Parmenide La sua voce invece egrave diversa e singolarmente vicina allOriente percheacute Parmenide dice al divenire Tu non esisti Questo egrave molto singolare percheacute tutto il pensiero non solo filosofico dopo Parmenide dice al divenire Tu esisti ma io ti domino e chi parla egrave appunto il rimedio cioegrave il sapere epistemico

c) Mentre nella soluzione post-parmenidea il dolore egrave vinto percheacute cegrave un padrone che domina il diveni-re la soluzione radicale di Parmenide egrave questa il divenire non minaccia piugrave non puograve essere nocivo percheacute non esiste Con questa cancellazione del divenire entriamo nel grande paradosso del pensie-ro di Parmenide che egrave la cancellazione del mondo con cui tutto langosciante tutto il terribile tutto lorrendo del mondo egrave illusione questo egrave il senso della doxa di Parmenide Ebbene questa egrave anche la strada percorsa dallOriente i Veda le Upanishad la ripresa buddista del bramanesimo sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto luomo egrave infelice percheacute non sa di essere felice per-cheacute non sa che il dolore egrave al di fuori di lui e che lui egrave un puro sguardo che non egrave contaminato dal dolore che gli passa innanzi cosigrave come lo specchio non egrave contaminato dallimmagine che si riflette in esso

D - K B2 laquoBisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non cegrave vera certezza Orbene io ti dico e tu dopo averlo ascoltato prendi cura del mio discor-so quali sole vie di ricerca siano pensabili Quella che dice che lessere egrave e che non egrave possibile che non sia e questo egrave il cammino della persuasione che si accompagna alla Veritagrave e quella che dice che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo io ti dico che egrave un sentiero inscrutabile neacute infatti potresti conoscere ciograve che non egrave - non egrave infatti possibile - neacute dirlo Lo stesso infatti egrave pensare ed essereraquo

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1) Il logos a) Per Parmenide come in Eraclito tra la realtagrave la ragione umana e il linguaggio esiste una sostanziale

identitagrave dallordine del mondo provengono lordine della mente che lo pensa e della lingua che lo descrive Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identitagrave

b) Il rapporto essere - pensiero non egrave solo unimplicazioneegrave anche una replicazione (si tratta cioegrave di una equivalenza) in quanto secondo Parmenide non solo tutto ciograve che pensiamo egrave ma anche tutto ciograve che egrave puograve essere pensato Non esiste secondo Parmenide un essere inaccessibile al pensiero Cegrave una equivalenza fra essere e pensabilitagrave ciograve che egrave egrave pensabile e ciograve che egrave pensabile egrave

c) In piugrave approfondendo una distinzione implicita nei pitagorici e in Eraclito opera una differenza tra pensiero e sensi il primo egrave in grado di conoscere la realtagrave universale il logos i secondi non possono che fermarsi alle apparenze le doxai Solo il logos puograve condurre allaletheia la veritagrave

2) Essere o non essere Il nodo centrale della filosofia di Parmenide egrave lessere

a) Nel frammento 2 la dea gli indica le vie i metodi di ragionamento che sono le sole pensabili lu-na [che dice] che egrave e che non egrave possibile che non sia egrave il sentiero della Persuasione (giaccheacute que-sta tien dietro alla veritagrave laltra [che dice] che non egrave e che egrave necessario che non sia Si riferisce alla via dellessere e alla via del non essere

b) Ma che vuol dire via dellessere Consideriamo un qualsiasi oggetto Tra le sue caratteristiche la piugrave importante quanto lapalissiana egrave quella di essere di esistere E invece non possiamo pren-dere una cosa che non esiste proprio per il fatto che non esiste In piugrave dato che lo stesso egrave il pen-sare e lessere (frammento 3) non si puograve nemmeno pensare a una cosa che non egrave percheacute basta il pensiero a renderla esistente Questo intende Parmenide la via che ammette che le cose sono e che egrave necessario che siano (non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste sarebbe una con-traddizione) e la via che ammette che esistono cose che non sono (e quindi la via dellerrore) In fi-nale lessere egrave (le cose che esistono esistono) e il non essere non egrave (le cose che non esistono non esistono) una magistrale (e forse la prima) applicazione del principio didentitagrave (un ovvio principio di logica una cosa egrave uguale a se stessa e diversa dal suo contrario)

c) La nascita dellontologia Mentre il linguaggio corrente e il pensiero dei primi filosofi non badano al fatto che le cose a cui pensano siano Parmenide esamina questo e in questo sta la sua origina-litagrave Ogni cosa egrave diversa da unaltra questo insegnano il senso comune i fisiologi e soprattutto Era-clito il filosofo della molteplicitagrave e del divenire Ma per quanto differenti avranno almeno una cosa in comune esistono entrambi Sono enti Enti egrave il termine tecnico che traduce il ta onta greco ovvero le cose che sono Ed egrave logico dimostrare che le cose che sono sono Egrave questa egrave lontolo-gia ovvero il discorso sullessere in quanto tale

3) Essere pensiero e linguaggio Data lidentitagrave tra veritagrave parola e pensiero tre sono gli aspetti fon-

damentali della filosofia di Parmenide a) lontologia e giagrave ne abbiamo parlato b) la gnoseologia solo ciograve che egrave egrave pensabile c) il linguaggio le cose che esistono trovano espressione adeguata allinterno del discorso

4) Gli attributi dellessere Essere perde la sua radice verbale e diventa un participio sostantivato to on (ciograve che egrave) e come tale gli si possono dare degli attributi Questo passaggio avviene per differen-ziare ulteriormente lessere dal non essere e impedire quindi di intraprendere la via dellerrore Allo stes-so modo non essere diventa il non essere quindi ciograve che non egrave to me on Quali le caratteristiche dellrsquoessere36

36 [] Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che egrave Lungo questa vi sono indizi in gran numero [Lrsquoessere] essendo ingenerato egrave anche imperituro tuttrsquointero unico immobile e senza un termine a cui tenda Non mai era ne saragrave percheacute egrave ora tuttrsquoinsieme [10] uno continuo Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Infatti non si puograve neacute dire neacute pensare ciograve che non egrave E quandrsquoanche quale necessitagrave puograve averlo spinto Lui che comincia dal nulla a nascere dopo o prima [15] Di modo che egrave necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla Giammai poi la forza della convinzione verace concederagrave che dallrsquoessere alcuncheacute altro da lui nasca Perciograve neacute nascere neacute perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami ma lo tiene fermo []

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a) ingenerato e imperituro Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Se egrave nato prima non era Ma non poteva esistere una cosa che non era quindi lessere egrave ingenerato Analogamente non avragrave fine

b) non ha passato neacute futuro se era ora non egrave piugrave Se saragrave ancora non egrave Dato che lessere egrave diverso dal non essere si trova in una condizione di presente atemporale egrave e basta

c) senza fine se ha una fine al di lagrave di quella fine non egrave piugrave il che egrave assurdo d) intero continuo e indivisibile Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna

parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di es-sere Se non fosse continuo cosa si frapporrebbe tra le parti se non il non essere che non esiste Neacute ugualmente ha senso che una cosa egrave piugrave di unaltra

e) unico se ve ne fossero piugrave di uno dovrebbero essere diversi Ma se uno egrave laltro poicheacute egrave diverso non egrave il che egrave impossibile Smonta cosigrave la molteplicitagrave della natura caratteristica dei fisiologi prima e di Eraclito poi

f) immobile se si sposta nel posto dove si trovava prima cegrave qualcosa di diverso quindi il non essere questo non esiste quindi lessere egrave immobile e il pantha rei di Eraclito egrave un palese errore

g) definito da tutti i lati e simile a una sfera per Parmenide che risente del pensiero pitagorico linfini-to egrave una mancanza e una imperfezione a differenza del pensiero comune moderno Inoltre lessere non dovrebbe avere lati diversi percheacute presupporrebbero discontinuitagrave (pensiamo allo spigolo di un qualsiasi poliedro) Pertanto lintuizione associa la finitezza allassenza di discontinuitagrave alla perfezione solo nella forma geometrica della sfera

5) Le tre vie Ora che abbiamo chiarito cosa sia lessere torniamo al discorso delle vie dei metodi di ra-

gionamento per descrivere la realtagrave a) Uno quello dellessere attraverso il puro ragionamento e il logos conduce allaletheia b) Il secondo quello del non essere conduce immancabilmente allerrore

i) Dire che la luce i colori le cose le case gli uomini sono significa ammettere che il niente egrave Le differenze del mondo hanno un significato che non coincide con il significato dellessere que-sta non coincidenza vuol dire la loro diversitagrave dallessere e cioegrave che sono non essere Se allora lamante o amico del mondo vuol dire il mondo egrave egli deve anche dire Il niente egrave La ra-gione dellOccidente nasce qui dallesigenza di tener ferme le determinazioni - potremmo dire lesigenza di non contraddirsi Se si afferma che il mondo molteplice egrave si afferma che il niente egrave

ii) Allora abbiamo questa conclusione straordinaria Parmenide proprio per evitare che il niente sia proprio per evitare di identificare lessere al niente afferma che le cose sono niente che le diffe-renze sono niente se si afferma il mondo se si egrave amici del mondo si sta nella pazzia che identi-fica lessere e il niente

iii) Dato che la frase alla base di questo metodo egrave il non essere egrave questo non puograve essere un me-todo logico (si contraddice) pertanto non si puograve pensare quindi non si puograve dire ma se non si

[23] E come potrebbe lrsquoessere esistere in futuro E come potrebbe essere stato in passato Poicheacute se fu non egrave e cosi non egrave se dovragrave essere in futuro [25] In tal modo il nascere egrave spento e non crsquoegrave traccia del perire Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di essere Per questo egrave tutto continuo difatti lrsquoessere egrave a contatto con lrsquoessere [30] Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere neacute principio neacute fine dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace E rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta in se stesso e cosi rimane ligrave immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [35] lo costringe nelle catene del limite che intorno lo avvolge percheacute bisogna che lrsquoessere non sia incompiuto egrave infatti non manchevole se lo fosse mancherebbe di tutto [] [46] Ma poicheacute vi egrave un limite estremo egrave compiuto da ogni lato simile alla massa di ben rotonda sfera di ugual forza dal centro in tutte le direzioni che egli infatti non sia neacute un porsquo piugrave grande neacute un porsquo piugrave debole qui o lagrave egrave necessario [50] Neacute egrave infatti possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile neacute crsquoegrave la possibilitagrave che lrsquoessere sia dellrsquoessere qui piugrave lagrave meno percheacute egrave del tutto inviolabile Dal momento che egrave per ogni lato uguale preme ugualmente nei suoi confini [DK 28 B 8 vv 5-19 23-37 46-53]

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puograve pensare neacute dire allora non egrave quindi questo metodo non esiste Allora percheacute lha tirato fuo-ri Forse per amore di completezza o chissagrave Egrave la via che percorrono normalmente gli uomini

c) Cegrave unaltra via Quella che viene da questa frase Lessere egrave e il non essere egrave Egrave la via delle opi-nioni plausibili

6) Bicefali Da questa prima via di ricerca [quella del non essere] infatti ti allontano eppoi inoltre da

quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa (frammento 6) La seconda via presuppone sia che si segua lessere sia il non essere quindi luomo che la segue ragiona contemporaneamente in due modi contraddittori luno con laltro e per questo ha due teste Percheacute egrave lincapacitagrave [di decidere] che nel loro petto dirige lerrante mente ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditi gente che non sa decidersi da cui lessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici Lincapacitagrave di decidere tra lessere e il non essere impedisce loro di giungere alla veri-tagrave e pertanto si devono limitare alle doxai In sostanza Parmenide si colloca agli antipodi di Eracligraveto per il quale il divenire egrave il modo di essere del-lessere della realtagrave e si pone altresigrave agli antipodi di un qualsiasi tentativo di osservare e studiare la realtagrave partendo da aspetti materiali di essa

7) Una lettura contemporanea di Parmenide37 (sulle orme di Severino) Rifacendosi a suggestioni hei-

deggeriane (lEssere come Logos laquoraccoglimento originarioraquo) Sangiacomo afferma che a) lEssere egrave relazione laquolEssere si lega allEssere e contemporaneamente lEssere egrave legato allEssereraquo

(p 44) Due sono le conseguenze una egrave che solo il non-essere quale negazione dellEssere egrave ne-gazione di ogni relazione e laquorifiuta per definizione ogni legameraquo (p 43) laltra strettamente corre-lata alla prima egrave che si deve ammettere nellEssere una molteplicitagrave di differenze

b) Il parricidio linclusione platonica della molteplicitagrave nellEssere egrave cosigrave giustificato sulla base della stessa definizione dellEssere laquodire che lEssere egraveimplica vedere a un tempo nellEssere quellele-mento agente che tiene unito il molteplice sia la molteplicitagrave passiva delle differenze che si lasciano raccogliere dallUno in un tuttoraquo (p 46) Si puograve sostenere dunque in termini quasi spinoziani che nessuna cosa esiste di per seacute sostanziata come un sinolo ma tutte esistono soltanto in relazione con le altre laquole differenze non sono un insieme di realtagrave di per seacute sostanziali o ontologicamente in-dividuali quanto piuttosto un complesso olistico in cui ciascuna trova il suo esserci esclusivamente nel suo essere differente da tutte le altreraquo (p 45) Dire che lEssere egrave equivale a dire che oltre al-lEssere non cegrave nulla tutto ciograve che egrave egrave nellEssere quindi lEssere la totalitagrave del positivo egrave Assolu-to legato solo a se stesso Questa assolutezza laquoimpone [] che lEssere stesso sia limitato solo da niente e che questo stesso limite sia un limite nullo siccheacute lEssere non puograve che risultare un che di il-limitato cioegrave di infinitoraquo (p 49) Proprio percheacute in-finito lEssere risulta aperto mai tutto dato di-veniente laquolessenza dellinfinito egrave proprio nella tensione al compimento e nel travalicare i limiti an-gusti che vorrebbero confinarlo nellistante finito del dato di ciograve che sta e che egrave stato LEssere non sta lEssere di-viene nel senso che non egrave mai giunto tutto egrave questo eterno continuare a darsiraquo (p 175) LEssere egrave un orizzonte perennemente aperto eterna fioritura che non cessa mai di sbocciare

c) La conseguenza egrave che lEssere egrave divenire dato che lEssere non ammette nulla fuori di seacute il divenire non puograve essere negazione dellEssere ma la sua stessa manifestazione laquopoicheacute nessun infinito puograve essere in qualche modo dato e compiuto [] il divenire egrave la dimensione dellinfinitagrave dellEssere [] o ancora leterno differenziarsi delle differenzeraquo (p 50) Per non pensare contraddittoriamente il divenire come passaggio dallEssere al nulla occorre emendare anche il concetto di tempo lEssere egrave movimento infinito e li-stante finito non egrave che unastrazione laquoNascita e morte non sono i confini della nostra esistenza ma la dimostrazione ontologica che noi giagrave da sempre siamo di piugrave di qualco-sa che nasce e muore e che il nostro essere egrave piugrave di questo essere finito che si vuole comprimere tra queste due barriereraquo (p 180) Il laquoquestoraquo egrave lisolamento dellente in un attimo immobile e visto che lEssere egrave relazione tale isolamento coincide con la sua nientificazione essere egrave sempre relazionarsi ad altro tanto piugrave lente laquoegrave assolutizzato nella sua finitudine piugrave egrave assimilato a un nienteraquo (p 174)

d) Conseguenze etiche Lrsquouomo egrave qualcosa laquoche egraveraquo in quanto al pari di tutto il resto appartiene allrsquoIntero delle molteplici differenze che animano lrsquoEssere Se il suo esserci consiste nel suo essere in quanto differenza ovve-ro solo per altro e non in se stesso allora egli dal punto di vista ontologico non soltanto non puograve porsi come un soggetto che distingue innanzi a seacute il mondo degli oggetti pronti a farsi da lui domina-re ma lrsquoesistenza dellrsquoaltro agisce sulla sua medesima esistenza e la condiziona in modo essenziale io sarograve in funzione di questrsquoaltro da cui differisco e da cui mi distinguo tanto che ogni modificazione

37 A SANGIACOMO La sfida di Parmenide Verso la Rinascenza Il Prato Padova 2007

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che subisce lrsquoalteritagrave si riflette su ciograve che io sono Ovvero per ogni modifica che lrsquouomo tenta di ap-portare a ciograve che lo circonda egli deve essere consapevole che nella stessa misura e nella stessa maniera modificheragrave inevitabilmente se stesso Quando dunque lrsquouomo tenta di agire sulla realtagrave plasmandola secondo i suoi fini egli agisce conte-stualmente su seacute medesimo modificandosi in modo proporzionale e corrispondente Non si dagrave mai cioegrave la possibilitagrave di un agire unilaterale in cui lrsquooggetto dellrsquoazione subisca passivamente Al contra-rio poicheacute nessuna cosa esiste in seacute ma solo per altro ogni alterazione o modifica riguarda sempre tutti i termini in modo piugrave o meno marcato piugrave o meno diretto certamente ma comunque senza esclusioni giaccheacute tutti esistono in quanto raccolti insieme resi un Tutto e quindi reciprocamente connessi tanto che ogni alterazione non egrave mai solo lrsquoalterazione di una certa parte limitata dellrsquoinsieme ma riguarda sempre la totalitagrave e quindi si riflette necessariamente su chi la opera Ebbene incamminarsi su simili considerazioni porta inevitabilmente a rinunciare a qualsiasi pretesa di dominio di possesso o di potere sulla realtagrave che ci circonda lrsquouomo non solo non ha il diritto ma non ha nemmeno la possibilitagrave ontologica di dominare imponendosi sullrsquoaltro giaccheacute dominio si-gnoria possesso implicando la distinzione tra il dominatore e il dominato e il potere unilaterale che il primo esercita sul secondo sono categorie estranee allrsquoEssere dunque chi vi presta fede finisce semplicemente con lrsquoilludersi che sia ciograve laquoche non egraveraquo Quindi io riconosco tutta la dignitagrave che spetta a ciograve che egrave altro da me rinunciando ad annullarla nel tentativo di ridurla a mia immagine e somiglianza giaccheacute questo sarebbe nientrsquoaltro che un modo per annullare la differenza su cui si regge lrsquoesserci di entrambi Rinuncio pure a ogni contrasto con lrsquoaltro o ogni opposizione ad esso rinuncio ad ogni lotta e ad ogni tentativo di supremazia cessando di considerare come nemico ciograve che mi egrave diverso si tratti di uomini o di forze della natura giaccheacute riconosco pure che egrave su questa medesima diversitagrave che io posso fondare il mio essere me stesso ma pure cessando di ritenere che sia necessario difendere la mia diversitagrave dallrsquoaltro poicheacute essa egrave tale proprio per lrsquoaltro

Essere parmenideo principio di non contraddizione e logica astraente

La dottrina dellrsquoessere ndash quale egrave ricostruibile dai frammenti pervenutici ndash fornisce delle precise regole di for-malizzazione di ogni discorso futuro che voglia assurgere al carattere di discorso vero tale in quanto fonda-to Pensare egrave pensare lrsquoessere su questa evidenza si dipana lrsquoargomentazione parmenidea Il dire egrave il dire lrsquoessere nella forma del pensiero poicheacute laquo(hellip) infatti lo stesso egrave pensare ed essere (28 B 3 DK)raquo Partendo dallrsquooggetto del proprio discorso ndash lrsquoessere ndash Parmenide giunge a caratterizzare il modello del pro-prio argomentare essere e pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dellrsquouno coincide con il fondamento dei caratteri dellrsquoaltro I termini con i quali Parmenide tratteggia lrsquoEssere sono oramai universalmente noti ma su di un frammento in particolare crediamo sia doveroso soffermarsi nuovamente Il frammento 28 B 2 DK38 afferma infatti (hellip) lrsquouno che egrave e che non egrave possibile che non sia (hellip) lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia (hellip)39 Normalmente il passo viene interpretato come la prima formulazione del principio di non contraddizione che fonda la necessitagrave del discorso logico differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale ovvero pre-logico mitico Di fatto perograve Nel famoso Proemio40 delle cavalle conducono Parmenide dinnanzi alla Dea che gli riveleragrave la via della veritagrave egrave una precipua sanzione divina a garantire la tenuta del discorso parmenideo sullrsquoessere e a

38 Orsugrave io ti dirograve ndash e tu porgi lrsquoorecchio alle parole che odi ndash quali sono le vie di ricerca che sole son da pensare lrsquouna che egrave e non egrave possibile che non sia e questa egrave la via della Persuasione (giaccheacute segue la veritagrave) [5] Lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo ti dico egrave un sentiero inaccessibile ad ogni ricerca Percheacute il non-essere non puoi conoscerlo (infatti egrave impossibile) neacute esprimerlo [DK 28 B 2] 39 Sono rispettivamente i versi 3 e 5 del frammento 40 Le cavalle che mi portano fin dove vuole il mio cuore

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sottrarlo ad ogni dialettica Il soggetto egrave muto di fronte a tale trascendenza indicante il metodo (appunto come meta-hodos) mediante il quale rendere intelligibile il senso del reale lrsquoessere e la via della sua com-prensione appartengono alla divinitagrave Questo cammino che conduce alla Dea e quindi alla veritagrave egrave infatti laquo(hellip) fuori dalla via battuta dagli uomini (hellip) (28 B 1 DK)41raquo Non vi egrave pertanto rottura netta tra mythos e logos il pensiero di Parmenide abita il mito il logos tenta semmai di costruire una pratica discorsiva a partire dalle medesime regole di formazione dellrsquoordine veritati-vo del mito connotando queste ultime di maggiore precisione e dotandosi di un fondamento apparente-mente autoevidente e autoreferenziale sul cui parametro commisurare la tenuta del proprio argomentare e delle conseguenze che ne derivano La via diventa appunto methodos metodo e il sapere da questo presen-tato scientifico In questo senso lrsquoelemento originale e caratteristico dellrsquoordine di discorso parmenideo risiede nel fatto che egrave la strutturazione e la caratterizzazione dellrsquooggetto stesso del discorso ndash lrsquoessere - a rendere disponibile gli elementi sui quali istituire appunto lrsquoordine del discorso attraverso ndash in primis ndash la formulazione del sopran-nominato principio di non contraddizione Ma attenzione Se come detto pensiero ed essere coincidono e se lrsquoessere svela i propri caratteri costitutivi attraverso una mediazione di ordine trascendente venendosi a presentare come un dato (nel significato letterale del termine) divino lo stesso principio di non contraddizio-ne verragrave da Parmenide ad essere posto come fondamento della logica come un dato Il principio di non contraddizione appare dotato di una necessitagrave intrinseca autoevidente che determina come propria conseguenza operativa lrsquoesclusione dalla pratica discorsiva di quelle enunciazioni e di quei concetti che risultano incompatibili con le premesse detto altrimenti ogni discorso non puograve accogliere in seacute elementi che lo rendano contraddittorio Ma questo atto di esclusione che in questa veste appare come momento secondario e consequenziale instaurato cioegrave in una temporalitagrave successiva dallrsquooriginario principio logico di non contraddizione egrave anteriore rispetto a questrsquoultimo Ersquo una pratica discorsiva che procede alla costituzione del suo statuto sulla scorta della rimozione della differenza e della discontinuitagrave ndash come Mircea Eliade ha fatto emergere per lrsquoontologia primitiva ndash e che attraverso la suddetta sanzione divina assume una forma istituzionale e assolutizzata attorno ad un nucleo forte la dottrina dellrsquoessere e il conseguente principio di non contraddizione la cui necessitagrave appare ndash pertanto ndash come carattere instaurato derivato e non piugrave originario Non egrave la necessitagrave implicita nel principio di non contraddizione a rimuovere la differenza ma egrave la precedente eliminazione dellrsquoalteritagrave della molteplicitagrave e quindi della diversitagrave contraddittoria a de-terminare lrsquoidentitagrave della necessitagrave ossia il non poter essere diverso da ciograve che si egrave Si ripropone quella visione della stabilitagrave e della permanenza che ritiene vero dotato di senso e reale sola-mente ciograve che non si trasforma non diviene Il principio di non contraddizione e quello di identitagrave (scaturen-

anche ora mi condussero via dopo che le dee mi ebbero guidato sulla via molto famosa che per ogni cittagrave porta lrsquouomo che possiede il sapere lagrave venni condotto lagrave mi portarono le molto avvedute cavalle [5] tirando il carro e le fanciulle additavano il cammino Lrsquoasse infuocato nei mozzi mandava un suono stridente (poicheacute drsquoambo i lati era tratto da due ben curvati cerchi) ogni qual volta le figlie del Sole abbandonate le case della Notte affrettavano il corso a guidarmi verso la luce liberando il capo dai veli [10] Ivi egrave la porta che mette ai sentieri della Notte e del Giorno e ai due estremi la chiudono lrsquoarchitrave e la soglia di pietra e la riempiono in alto nellrsquoetere grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce tiene le chiavi dallrsquoalterno uso Ad essa allora le fanciulle rivolsero dolci parole [15] ed abili la convinsero a toglier per loro in un baleno la sbarra che chiude la porta e questa si spalancograve aprendo lrsquoimmenso vano dei battenti e facendo girare lrsquoun dopo lrsquoaltro nei loro incavi i cardini gravi di bronzo fissati con perni e chiodi e lagrave prontamente attraverso la porta [20] le fanciulle guidarono carro e cavalli lungo la strada E benigna la dea mrsquoaccolse e mi prese la destra e cosigrave parlograve dicendomi queste parole laquo O giovane condotto da guide immortali che vieni alla nostra casa portato dalle cavalle [25] sii il benvenuto Poicheacute non fu un avverso destino a mandarti per questa via (che egrave invero lontana dallrsquoorma dellrsquouomo) ma la legge divina e la giustizia Ma ora devi imparare ogni cosa e il cuore che non trema della ben rotonda Veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non egrave vera certezza [30] Ma tuttavia anche questo imparerai come lrsquoapparenza debba configurarsi percheacute possa veramente apparir verosimile penetrando il tutto in tutti i sensi raquo [DK 28 B 1] 41 Verso 26

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te come visto dalla necessitagrave della rimozione della diversitagrave messo in opera dal primo postulato) implicano lrsquoesistenza di un unico mondo possibile quello ndash per lrsquoappunto ndash dellrsquoessere parmenideo del puro ora che attraverso la sua sanzione divina egrave dato come eterno laquo(hellip) neacute una volta era neacute saragrave percheacute egrave ora insieme tutto quanto uno continuo (hellip) (28 B 8 DK)42raquo Lrsquoessere riassume in seacute passato presente e futuro egrave allora uno continuo il sempre presente laquo(hellip) percheacute tutto intero e eguale (28 B 8 DK)43raquo Lrsquoessere egrave il permanere identico nellrsquoidentico egrave quindi immobile saldo in un unico luogo poicheacute presente assoluto e indivisibile La realtagrave tende cosigrave a perdere i caratteri di temporalitagrave che le sono propri per essere rimandata a una dimensione eminentemente spaziale lrsquoessere come intero (oulon) che include ndash ingloban-dolo - il molteplice e tutela la realtagrave dal divenire Lrsquoessere nel suo articolarsi viene e connotarsi di conse-guenza come il luogo extratemporale ove gli enti sono tolti (astratti) dal loro accadere e privati della loro li-bertagrave nel momento in cui sono ricondotti a questa dimensione trascendente governata da necessitagrave Il principio di non contraddizione veicola pertanto questa concettualizzazione della temporalitagrave che diverragrave costitutiva di quegli ordini discorsivi che si muoveranno nellrsquoorizzonte logico reso disponibile da questo Il principio di non contraddizione configura inoltre un logos che a partire dal punto di vista istituito (ale-theia) come intellezione della veritagrave dellrsquoessere mediante un suo disvelamento mediato dalla divinitagrave mostra una capacitagrave ricostruttiva di tutta la realtagrave (imperialismo del logos) la veritagrave egrave una ed egrave quella affermata dal logos e non puograve essere altrimenti essendo necessaria laquolegge divina (themis) e giustizia (dike) (28 B 1 DK)44raquo Il pensiero non puograve che ri-affermare con un andamento circolare e autoreferente questa necessitagrave che le egrave propria e ribadire ndash quindi ndash lrsquounicitagrave dellrsquoessere del reale rimuovendo la diversitagrave la differenza la molteplicitagrave e la discontinuitagrave il tempo come divenire mutamento Ci troviamo di fronte allrsquoemergenza di un pensiero astratto ovvero di un pensiero che procede alla ricostru-zione della molteplicitagrave del reale mediante un processo di entificazione di oggetti extratemporali universali e necessari La veritagrave egrave attinente solamente allrsquoessere dellrsquoente cosigrave costituito

Eraclito parmenide

1) La ricerca di un rapporto tra EraclitoParmenide si fonda su un presupposto Il presupposto non egrave teore-

tico ma alla sua radice assiologico si assume cioegrave il giudizio di valore che un metodo di storiografia fi-losofica sia tanto piugrave buono quanto piugrave riesca a riconoscere e intendere la veritagrave delle diverse e anche opposte filosofie che fa oggetto di trattazione Poicheacute le filosofie sono molte e lrsquooggetto di cui parlano egrave uno solo riconoscere la peculiare veritagrave di ogni filosofia equivale a intendere ogni filosofia come un momento della veritagrave complessiva dellrsquooggetto fon-damento unico di ogni sapere che lo riguarda Il che significa che questrsquooggetto devrsquoessere abbastanza complesso e multiforme per fondare come momenti della veritagrave sua tesi decisamente contrastanti co-me in apparenza - o meglio in prima istanza - si presentano per esempio le filosofie di Eraclito e di Par-menide Siccome poi complessitagrave e multiformitagrave non significa accumulo sincretico ma coerente struttura logico-ontologica ecco che si impone di per seacute la questione della dialettica come interno principio costitutivo di una tale struttura dellrsquooggetto filosofico E poicheacute qui lrsquoassunto metodologico rischia di confondersi con lrsquooggetto che egrave destinato a trattare egrave op-portuno senzrsquoaltro rivolgersi a tale oggetto lasciando che il metodo si mostri da seacute

2) egrave opportuno muovere dalla formulazione ldquomanualisticardquo tradizionale della tesi storiografica che qui si vuole assumere Leggiamo dunque sulla Storia della filosofia del De Ruggiero45 (la sottolineatura egrave nostra) ldquoDella complessa concezione eraclitea lrsquoantichitagrave classica ha apprezzato lrsquoaspetto piugrave apparente quello della varietagrave e della mutevolezza delle cose e ne ha fatto perciograve un termine di contrasto con la filosofia eleatica dovrsquoegrave accentuato lrsquoaspetto dellrsquounitagrave e dellrsquoimmobilitagrave e il divenire egrave degradato a mera apparen-za ingannatrice In realtagrave come vedremo il contrasto sussiste ma egrave piugrave profondo esso sta fra le due logiche tra la dialettica degli opposti che fonda lrsquoidea dello sviluppo e la logica dellrsquoidentitagrave che chiude lrsquouniverso entro forme stabili e immote Questo piugrave profondo significato non poteva fin dal principio esse-re inteso percheacute la consapevolezza dei princigravepi formali delle due logiche era ancora scarsa nei fondatori

42 Versi 5-6 43 Verso 22 44 Verso 28 45 GDe Ruggiero Storia della Filosofia Laterza Bari 1967 10 voll

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dei due indirizzi che immediatamente traducevano o per cosigrave dire versavano lrsquoidentitagrave e lrsquoopposizione nelle cose naturali Solo nellrsquoetagrave socratica quando lrsquoanalisi concettuale saragrave divenuta lrsquooggetto proprio della filosofia alcuni elementi di quel contrasto affioreranno alla lucerdquo 46 Bisogna dunque prima di tutto vedere in che consista il contrasto fra queste ldquodue logicherdquo

3) La logica dellrsquoidentitagrave - per eccellenza quella aristotelica - afferma comrsquoegrave noto che (semplificando e formalizzando)47 Non egrave possibile che sia insieme ldquoA egrave Brdquo e ldquoA non egrave Brdquo Se ne inferisce immediatamente lrsquoidentitagrave dellrsquoente con se stesso e la sua differenza da ciograve che egrave diffe-rente da lui ldquoA egrave Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo Ma comrsquoegrave altrettanto noto la logica dialettica lungi dal disconoscere queste relazioni le considera piut-tosto un punto di arrivo che il dato evidente originario Si consideri infatti Nella relazione ldquoA egrave Ardquo che in quanto tautologica si direbbe la stessa evidenza originaria vi egrave nondimeno una struttura relazio-nale implicita che ne fa la dimenticata (hegelianamente si dovrebbe dire ldquotoltardquo) complessitagrave ontologica Tale struttura si fa evidente considerando nellrsquoordine che ( I ) Nella relazione ldquoA egrave Ardquo il primo A egrave differente dal secondo A Lrsquoidentitagrave esprime infatti lrsquoimporsi fenomenologico di una stessa determinazione che confrontata con se stessa rivela la sua identitagrave con seacute Ma appunto il confronto e-sige una duplicitagrave di termini quella corrispondente alla geminazione predicativa ( II ) Se ne conclude che lrsquoente A per poter porre lrsquoidentitagrave con seacute deve prima di tutto istituire una differenza tra seacute e seacute e poi negarla (cioegrave ldquotoglierlardquo) ldquoArdquo (forma ancora arelazionale dunque asintattica) ldquoA egrave Ardquo (ma il primo egrave differente dal secondo dunque ) ldquoA egrave non-Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo (cioegrave i termini sono bensigrave due ma non sono diversi dunque ) ldquoA egrave Ardquo ( III ) Questo ldquoandar fuori di seacuterdquo dellrsquoente per poi tornare in seacute negando la negazione che ne fa alcuncheacute di differente da se stesso egrave comrsquoegrave noto il ritmo stesso della logica dialettica Tale ritmo depone la sua parvenza artefatta e mostra la sua vivente veritagrave quando lo si consideri come lrsquointerno processo di un Assoluto che secondo il celebre passaggio della Fenomenologia hegeliana non venga piugrave concepito semplicemente come sostanza ma ldquoaltrettanto decisamente come soggettordquo cioegrave come lrsquooriginaria ldquoimmane potenza del negativordquo48 ( IV ) Dunque la complessitagrave ontologica della relazione ldquoA egrave Ardquo sta nel fatto che essa cela in seacute il suo contrario ldquoA egrave non-Ardquo e puograve stabilirsi per ciograve che egrave nella sua intuitiva apparente semplicitagrave solo negando quel contrario ldquoA non egrave non-Ardquo Questrsquoultima egrave la forma concreta dellrsquoidentitagrave ldquoA egrave Ardquo Mentre la logica dellrsquoidentitagrave assicura la coerenza del pensato ma congela in questa coerenza ogni pos-sibilitagrave di sviluppo dellrsquoente - non per caso il divenire resta millenariamente impensabile allrsquointerno della logica dellrsquoidentitagrave - la logica dialettica opera allrsquointerno di questa coerenza e mostra lo sviluppo reale

46 GDe Ruggiero opcitvolI La filosofia greca tomo I p127

47 Aristotele Metaphysica IV 1005 b 19 segg in Opere Laterza Roma-Bari 1973 volIII p94 traddi ARusso ldquoErsquo impossibile che il medesimo attributo nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazionerdquo ldquoErsquo impos-sibile infatti supporre che la medesima cosa sia e non sia come certuni credono che invece ritenga Eraclitordquo 48 GWFHegel Fenomenologia dello Spirito traddi EDe Negri La Nuova Italia Firenze 1979 volI pp13 e 26

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dellrsquoente implicante quel negativo o quella contraddizione intrinseca allrsquoattivitagrave del pensante (il soggetto egrave e non egrave lrsquooggetto dunque lrsquooggetto egrave e non egrave se stesso) che resta infine tolta nella raggiunta identitagrave (Ersquo un fatto almeno strano che realisti e materialisti assertori di un essere extra-mentale tendano a col-locarsi come i piugrave tenaci oppositori dellrsquoidealismo nella cui logica dialettica non si fa appunto che dar conto di questo essere extra-mentale o reale il cui sviluppo appunto reale avviene al di sotto del livello mentale dellrsquoidentitagrave e come sua implicita condizione la contraddizione tolta al livello mentale della lo-gica dellrsquoidentitagrave egrave appunto la legge dello sviluppo reale nel quale lrsquoente va fuori di seacute e costituisce nella sua contraddizione di esser-se-stesso e non-esser-se-stesso appunto la materia dellrsquoidentitagrave logica)

4) Di fronte a Eraclito e a Parmenide sta quindi una configurazione oggettiva di nessi da cui si possono iso-lare per astrazione due opposte esigenze a) La prima egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-identico-a-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta

nellrsquoesser-tornato-in-seacute o nellrsquoaver tolto la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente spirituale o pensato

b) La seconda egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-differente-da-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta nellrsquoesser-fuori-di-seacute o del mostrare la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente natu-rale o reale

Il secondo egrave dato immediatamente anzi egrave lo stesso darsi immediato dellrsquoessere o apparire dellrsquoessere a se stesso come oggetto quale imposizione fenomenologica veicolata dalla sensibilitagrave tipicamente il di-venire eracliteo Il primo egrave dato mediatamente anzi egrave la stessa mediazione originaria o apparire dellrsquoessere a se stesso come soggetto sebbene nellrsquoalienazione oggettivante che ne fa un ente compatto e indivisibile per il to-gliere della differenza cioegrave in-dividuo tipicamente lrsquoessere parmenideo Il supposto conflitto tra la visione eraclitea e quella parmenidea avente il suo centro elementare nellrsquoopposizione sensi ragione di cui costituisce in qualche modo la radice si riduce dunque in unrsquoosservazione dialettica a tutto campo al fronteggiarsi di due opposte astrazioni che solo nella loro unitagrave concreta hanno la loro veritagrave Ersquo chiaro che lrsquoessere di Parmenide egrave lrsquoessere del divenire che da es-so deve tuttavia far astrazione per necessitagrave di coerenza logica data lrsquoattuale mancanza di unrsquoontologia del negativo (salvo il ricacciarlo nella problematica doxa che tante perplessitagrave ermeneutiche ha solleva-to e che si potrebbe a questo punto comodamente definire come la dimensione del tolto Si potrebbe vedere come Parmenide accanto alla veritagrave necessaria sia in qualche modo costretto ad ammettere la liceitagrave di una doxa per quanto pregiudicata da vizio di irrealtagrave49) Cosigrave egrave chiaro che il divenire di Eraclito egrave un divenire essente o identico a se stesso come lo vuole Parmenide che tuttavia da tale essenza de-ve almeno in prima istanza far astrazione per necessitagrave di apertura fenomenologica (salvo il riconoscer-lo come logos E qui si deve svolgere una considerazione piugrave approfondita)

5) Si egrave detto prima che a) il divenire eracliteo deve almeno in prima istanza far astrazione dallrsquoidentitagrave con seacute che ne farebbe

un piugrave complesso equivalente dellrsquoente parmenideo Questa prima istanza egrave attestata dai celebri ldquoframmenti del fiumerdquo50 dove lrsquoimmediatezza del divenire egrave tutta tradotta nellrsquoesperienza spazio-temporale della sensibilitagrave

b) In Eraclito crsquoegrave perograve una seconda e superiore istanza in cui ancora in termini dialettici il divenire si presenta riflesso in se stesso o pensato e come tale identico con seacute i frammenti qui sono numero-sissimi ma basti ricordare la definizione del divenire come legge di guerra o logos51 e lrsquoaffermazione che ascoltando non Eraclito ma lo stesso logos ldquoegrave saggio convenire che tutto egrave unordquo52 Questo pas-saggio che Eraclito compie con un possente colpo drsquoala (fattualmente dialettico da lui intuito come lo schiudersi di una superiore veritagrave metafisica) egrave il vero motivo del suo giustificato orgoglio e della sua reiterata polemica contro la vana erudizione53 e contro gli uomini ciechi e sordi54 per di piugrave ostili a quanto non capiscono55

49 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 1 vv31-32 ldquoMa tuttavia anche questo apprenderai come le apparenze bisognava giudicasse che fossero chi in tutti i sensi tutto indaghirdquo 50 22 B 12 ldquoAcque sempre diverse scorrono per coloro che srsquoimmergono negli stessi fiumirdquo B 49a ldquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamordquo B 91 ldquoNello stesso fiume egrave impossibile scendere due volterdquo (traddi GGiannantoni) 51 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 52 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 53 22 B 40 ldquoSapere molte cose non insegna ad avere intelligenzardquo

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Si tratta cioegrave di mostrare lrsquoessere immutabile del divenire che Eraclito chiama volta a volta polemos o legge di guerra56 logos57 ldquounordquo58 ldquofuocordquo59 ldquodiordquo60

c) La doxa parmenidea e questa seconda istanza eraclitea sebbene dialetticamente simmetrici hanno quindi un ben diverso valore i) La simmetria sta in ciograve che entrambi rappresentano lrsquoopposto astratto da cui si fa inizialmente

astrazione ii) Ma mentre la doxa parmenidea resta per cosigrave dire in margine come un residuo che non si puograve

neacute accettare neacute annullare il logos eracliteo campeggia a tutto tondo ed esprime sebbene in as-senza di una coerente ontologia il contenuto concreto dellrsquoente parmenideo quel che almeno virtualmente ne contiene lo sviluppo in quella millenaria fatica che si inizia diciamo col Sofista di Platone In un quadro dialettico dunque la filosofia di Eraclito egrave virtualmente piugrave concreta di quella di Parmenide - anche se questa concretezza non puograve affatto rivendicarsi come tale prima che il ldquoparricidiordquo platonico ai danni e in onore di Parmenide non venga consumato61

6) Il tutto si puograve schematizzare cosigrave a) Ersquo necessario riconoscere che tutto diviene b) Ersquo necessario riconoscere che il non essere egrave impensabile e che pertanto il divenire che implica il

passaggio dallrsquoessere al non essere e viceversa egrave razionalmente inammissibile c) Quando tuttavia si sia ammesso il divenire dando credito piuttosto ai sensi che alla ragione egrave lo

stesso divenire ad esigere come sua condizione di possibilitagrave quellrsquoindiveniente che la ragione esige d) Quando viceversa si sia ammessa lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere dando credito piuttosto alla ragione che

ai sensi il divenire attestato dai sensi resta a portare la contraddizione nella stessa ragione costrin-gendola a distinguere lrsquoessere dallrsquoapparire mentre poi (contraddizione su cui non mancheragrave di gio-care la Sofistica) lo stesso apparire egrave

7) le due filosofie nonostante lrsquoirrisolto problema di coerenza ontologica convergono su unrsquounica veritagrave - la veritagrave di un oggetto che egrave immutabile nel suo mutare uno nella sua molteplicitagrave eterno nella sua tem-poralitagrave Su questrsquooggetto per di piugrave vi egrave in Eraclito e in Parmenide unrsquoattestabile convergenza circa il modo di conoscenza che egrave la ragione a) La dichiarazione egrave del tutto esplicita in Parmenide62 in cui lrsquoopposizione alla sensibilitagrave egrave ovvia percheacute

intrinsecamente coerente con la veritagrave che intende rendere evidente b) Ma non egrave meno decisa in Eraclito che pur accoglie primariamente unrsquoevidenza fenomenologica atte-

stata proprio dai sensi Infatti i sensi sono dichiarati ldquocattivi testimoni per gli uomini che hanno ani-me barbarerdquo63 mentre solo seguendo ldquociograve che egrave comunerdquo64 - comune alle cose il logos oggettivo

54 B 17 ldquoLa maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse srsquoimbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembrardquo B 34 ldquoAssomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono di loro testimonia il prover-bio lsquoPresenti essi sono assentirsquordquo 55 B 97 ldquoI cani infatti abbaiano a coloro che non conosconordquo 56 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 57 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 58 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 59 B 30 ldquoQuestrsquoordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquo 60 B 67 ldquoIl dio egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame e muta come lt il fuocogt quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaroma di ognuno di essirdquo 61 Platone Sophista 241 d in Opere Laterza Roma-Bari 1974 volI p401 traddi AZadro ldquoSTRDI ELEA Allora di questo io ti voglio pregare ancora con maggiore insistenza TEET Di che cosa STRDI ELEA Non credere che io divenga quasi un parricida TEET E per-cheacute mai STRDI ELEA Percheacute per difenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso del nostro padre Parmenide e dovremo sostenere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egraverdquo 62 HDiels-WKranz B 8 vv1-4 ldquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti co-stringa lungo questa via a usar lrsquoocchio che non vede e lrsquoudito che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongordquo 63 22 B 107 ldquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbarerdquo

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dellrsquoarmonia dei contrari comune agli uomini appunto la ragione che porta gli uomini fuori dalla ldquopropria e particolare saggezzardquo di chi si chiude in se stesso come se stesse dormendo65 - egrave possibile pervenire allrsquounica e comune veritagrave di ldquocoloro che sono destirdquo66

c) Questo appello alla ragione di entrambi i pensatori non egrave senza significato poicheacute solo in prima i-stanza i sensi attestano il divenire e la ragione lrsquoessere in seconda e ultima istanza come si egrave mo-strato lo stesso divenire non sarebbe tale senza quella riflessione concettuale in se stesso che ne fa ldquoleggerdquo logos ldquofuocordquo eccetera La convergenza poi egrave ampiamente documentabile su un piano piugrave generale non solo alla veritagrave si giunge con la ragione superando il dato immediato dei sensi - come si egrave appena mostrato nei due pensatori - ma tale veritagrave egrave fuori del cammino degli uomini che non la comprendono e si pone per-tanto come veritagrave divina Si veda per questo in Parmenide lrsquointero prologo del poema67 e in Eraclito da un lato i numerosissimi frammenti sullrsquoignoranza degli uomini che non intendono il logos dallrsquoaltro il frammento sullrsquoenigmatica rivelazione di Apollo delfico68

GORGIA

Sofista Egrave la netta antitesi a Parmenide scrive Sul non essere o sulla natura Lopera volendo dimostrare lautocontraddittorietagrave del concetto di essere e la non coincidenza dei piani realtagrave-pensiero-linguaggio ruota fondamentalmente attorno al problema del conoscere del pensare e del dire lessere 1) Nichilismo

Fr 82 B 3 DK (Sesto Empirico Contro i matematici VII 65-87) 1 Gorgia da Leontini fu anche lui del gruppo di coloro che escludono una norma assoluta di giudizio non perograve per le stesse obbiezioni che muoveva Protagora e la sua scuola Infatti nel suo libro intitolato Del Non essere o Della natura egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro 1) nulla esiste 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibile allrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile e inspiegabile agli altri a) Non esiste lrsquoessere la prova egrave che i filosofi si contraddicono Che nulla esiste egrave dimostrabile dal fatto

che se esistesse qualcosa sarebbe o lessere o il non-essere oppure entrambi Escludendo il non-essere che non egrave si passa allessere Esso sarebbe infinito o generato Se fosse infinito allora non egrave in alcun luogo preciso e quindi non esiste Se fosse generato allora lo sarebbe dal non-essere (e non potrebbe) o dallessere Ma lessere lo egrave giagrave e non puograve generare Quindi nulla egrave

b) se esiste non egrave conoscibile non esiste coincidenza essere pensiero ci sono pensati che non esistono c) se fosse conoscibile non sarebbe dicibile non egrave possibile comunicare tramite il linguaggio ciograve che egrave

Il linguaggio non ha nulla a che fare con la veritagrave non egrave possibile dire ad altri come realmente stan-no le cose

2) Non esiste neacute veritagrave neacute opinione Le tre tesi di Gorgia stanno dunque a significare che quella realtagrave di cui parlano i filosofi precedenti sia come realtagrave naturale fuori delluomo sia come discorso scientifico sulla materia egrave in effetti un nulla per luomo cioegrave non lo riguarda affatto Percheacute luomo egrave a contatto direttamente solo con i suoi pensieri e le sue sensazioni e non con le cose stesse In altre parole se cegrave una conoscenza questa riguarda solo e sempre quei fatti concreti individuali relativi che sono le sensa-zioni e i discorsi che su di esse costruiamo volta a volta e in maniera sempre diversa Ecco allora che occorreragrave indagare il singolo fatto la singola esperienza e non piuacute fatti o leggi generali e universali se non vogliamo rischiare di fare discorsi a vuoto Il nostro orizzonte si restringeragrave ma acquisteragrave in com-penso in concretezza ed in vivacitagrave percheacute metteragrave veramente a nudo le ragioni piuacute vere di un fatto di un avvenimento e solo cosiacute ne coglieragrave la veritagrave

64 B 2 ldquoBisogna dunque seguire ciograve che egrave comune Ma pur essendo questo logos comune la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezzardquo 65 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 66 B 89 ldquoUnico e comune egrave il mondo per coloro che son destirdquo 67 29 Ivi 28 B 1 vv1-30 68 B 93 ldquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma indicardquo

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3) Significato e possibilitagrave della parola in Gorgia la veritagrave non esiste quindi il linguaggio egrave totalmente distaccato dalla veritagrave esso non consiste nellenunciazione di conoscenze bensigrave nella persuasione (nel-lencomio di Elena Gorgia prende le difese di Elena colei per la quale aveva avuto inizio la guerra di Troia il discorso egrave in realtagrave un puro sfoggio di virtuositagrave oratorie Gorgia con larte persuasoria dimostra le cose piugrave assurde) a) La parola egrave una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le ope-

re piugrave divine b) La mutevolezza dei discorsi egrave richiesta dalla necessitagrave di adattarsi alle circostanze le quali in senso

lato comprendono le disposizioni drsquoanimo cosigrave dellrsquooratore come dellrsquouditore il momento il luogo la persona a cui si parla o di cui si parla etc Bisogna conoscere le diverse regole del discorso per non urtare contro le regole dellrsquoopportunitagrave variare convenientemente lrsquoeloquio scegliere ciascuna forma in consonanza con ciascun caso

La parola non piugrave legata allrsquoessere puograve essere lsquomanipolatarsquo la retorica finalizzata alla persuasione Qui sta anche la giustificazione della poesia in Gorgia

PLATONE

La fondazione della metafisica

1) Sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro Socrate Platone compie un grandioso tentativo di co-

gliere lessenza delle realtagrave di dare alla conoscenza un ancoraggio oggettivo fondato sulle capacitagrave del-lintelletto umano superando il relativismo e il soggettivismo dei sofisti e il mondo sensibile cui questi erano rimasti ancorati I problemi che Platone di trova ad affrontare (visti i suoi interessi politici e la ne-cessitagrave di trovare i fondamenti di una vera politica che ci metta in condizione di non tornare ad uccidere Socrate) sono a) Cercare qualcosa che permetta di poter giudicare in modo sicuro dei dati sensibili senza essere in ba-

lia di essi b) necessitagrave di un discorso unitario per le scienze singole e poi per la politica quindi trovare un princi-

pio primo per tutte le scienze in modo che ognuna sappia quale sia il suo bene e quello generale In questo senso la filosofia egrave politica

c) necessitagrave dopo la morte di Socrate di fondare i valori che restino tali nelle diverse situazioni e di e-vitare il pericolo che il valore venga a coincidere con lrsquoutile del piugrave forte

2) la scoperta della metafisica Egrave il modo in cui Platone imposta e risolve il problema metafisico con la

scoperta della trascendenza che si egrave imposta in maniera paradigmatica come determinante nello svi-luppo del pensiero occidentale Lo stesso Aristotele accetteragrave questa impostazione del problema e il nu-cleo centrale della sua problematica dellrsquoldquoessere in quanto essererdquo consiste proprio nella domanda se lrsquoessere si risolve in quello sensibile o se invece si deve ammettere unrsquoaltra forma di essere al di sopra di quello sensibile a) Platone e i fisici limite della loro riflessione

i) I problemi di fondo della filosofia posti fin dal suo nascere sono i seguenti percheacute le cose ldquosi generanordquo percheacute ldquosi corromponordquo percheacute ldquosonordquo Le soluzioni di questi problemi proposte dai filosofi che hanno sviluppato lrsquoldquoindagine sulla naturardquo ossia dai filosofi naturalisti sono state tut-te quante di carattere ldquofisicordquo ossia sono state formulate tutte quante sulla base di elementi e di forze fisiche (acqua aria fuoco caldo freddo e simili) Ma nel fare questo hanno reso evidente e addirittura macroscopica lrsquoinconsistenza e le contraddizioni di questo modo di pensare e quin-di la sua incapacitagrave di spiegare le cose in modo conveniente

ii) Uno spiraglio per la soluzione del problema avrebbe potuto offrirlo Anassagora con la sua teoria che indica nellrsquoIntelligenza la causa di tutto ma lrsquoottica secondo cui egli trattava il problema che era quella stessa dei Naturalisti ha reso vana la sua intuizione in quanto ha continuato poi a far riferimento agli elementi e alle forze fisiche lasciando lrsquoIntelligenza inoperante Anassagora a-vrebbe dovuto spiegare il criterio secondo cui lrsquoIntelligenza opera ossia come i vari fenomeni per essere debbano essere strutturati in funzione del ldquomegliordquo e quindi in funzione di una pre-cisa conoscenza del meglio e del peggio ossia del ldquoBenerdquo e del ldquoMalerdquo La confusione in cui egrave caduto Anassagora corrisponde a quella in cui cadrebbe colui che sostenesse la tesi secondo cui Socrate fa tutto ciograve che fa con lrsquoIntelligenza ma poi di fatto credesse di poter spiegare la ragio-ne per cui egrave andato in carcere e vi egrave rimasto chiamando in causa i suoi organi di locomozione

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(gambe ossa nervi) e non indicando quella che egrave invece la ldquovera causardquo ossia la scelta del giu-sto e del meglio fatta appunto dalla sua Intelligenza Evidentemente senza le gambe Socrate non sarebbe potuto andare in carcere ma esse non sono se non gli strumenti di cui si egrave avvalso per mettere in atto la vera causa ossia la sua scelta del meglio Dunque ciograve che lega insieme le cose non sono certamente gli elementi fisici ma qualcosrsquoaltro ossia il Bene in funzione del quale lrsquoIntelligenza opera

iii) Le cause fisiche che pure sono reali non sono perograve le cause ultime ma sono delle con cause cause che sono strumento di altre cause che sono le vere cause

b) Seconda navigazione69 perchegrave ci deve essere il soprasensibile Non possiamo fermarci alla prima navigazione percheacute ci porta fuori rotta in quanto troppo legata ai sensi che ci accecano Quindi egrave ne-cessario spostare la nostra attenzione e fondarsi sul logos

69 Platone Fedone 99 A-102 A SOCRATE Se uno dicesse che io senza le mie ossa i miei nervi e tutte le altre parti del mio corpo non sarei in grado di fare quello che intendo fare direbbe bene ma se dicesse che io faccio le cose che faccio proprio a causa di quelle parti del corpo e che facendo le cose che faccio io agisco si con la mia intelligenza ma non in virtu della scelta del meglio allora costui ragionerebbe con grandissima legge-rezza Questo vuol dire non essere capace di distinguere tra la vera causa e il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere causa E mi sembra che i piu andando a tastoni come nelle tenebre e usando un nome che non gli conviene chiamano in questo modo il mez-zo come se fosse la causa stessa Ed e questo il motivo per cui qualcuno ( Empedocle) ponendo intorno alla terra un vortice suppone che la terra resti ferma per effet-to del movimento del cielo mentre altri ( Anassimene Anassagora Democrito) la pongono sotto laria come sostegno come se la ter-ra fosse una madia piatta Ma costoro non cercano quella forza per la quale terra aria e cielo hanno attualmente la migliore posizione che potessero avere ne credono che abbia una potenza divina sono convinti di aver trovato un Atlante piu potente piu immortale e piu capace di tenere luniverso e non credono affatto che il bene e il conveniente siano cio che veramente lega e tiene insieme tutto cio Io per poter apprendere quale sia questa causa mi sarei fatto col piu grande piacere discepolo di chiunque ma poiche la ignoravo e non mi fu possibile scoprirla da me ne apprenderla da altri ebbene vuoi che ti esponga Cebete la seconda navigazione ( deuteros plous) che intrapresi per andare alla ricerca di questa causa CEBETE Altro che se voglio SOCRATE In seguito a questo poiche ero stanco di indagare le cose sensibili mi parve di dover star bene attento che non mi capitasse quello che capita a coloro che osservano e studiano il sole quando ce leclissi perche alcuni si rovinano gli occhi se non guardano la sua immagi-ne rispecchiata nellacqua o in qualche altra cosa del genere A questo pensai ed ebbi paura che anche lanima mia si accecasse completamente guardando le cose con gli occhi e cercando di co-glierle con ciascuno degli altri sensi Percio ritenni di dovermi rifugiare nel postulare certi discorsi e di considerare in questi la verita delle cose esistenti Forse il paragone che ora ti ho fatto in un certo senso non calza giacche io non ammetto di certo che chi considera le cose alla luce di questi postulati le consideri in immagini piu di chi le considera nella realta Comunque io mi sono avviato in questa direzione e di volta in volta prendendo per base quel postulato che mi sembra piu solido giudico vero cio che concorda con esso sia rispetto alle cause sia rispetto alle altre cose e cio che non concorda lo giudico non vero () Mi accingo a mostrarti quale sia quella forma di causa su cui mi sono a fondo impegnato e percio torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si e parlato e da esse incomincio partendo dal postulato che esista un bello in se e per se un buono in se e per se un grande in se e per se e cosi via Ora se tu mi concedi e convieni che esistano veramente queste realta spero partendo da queste di mostrarti quale sia quella causa e di scoprire perche lanima e immortale CEBETE Ritieni pure che io te lo conceda e cerca di concludere presto SOCRATE Allora guarda se le conseguenze che da questi postulati derivano ti sembrano essere le stesse che sembrano a me A me sembra che se ce qualcosaltro che sia bello oltre al bello in se esso sia bello esclusivamente perche partecipa del bello in se E cosi dico di tutte le altre cose Sei daccordo su questa causa CEBETE Sono daccordo SOCRATE Allora io non comprendo piu e non posso piu conoscere le altre cause quelle di cui parlano i sapienti E se qualcuno mi dice che una cosa e bella per il suo colore vivo o per la figura fisica o per altre ragioni del tipo di queste io tutte queste cose le saluto e le mando a spasso perche con esse mi confondo e solo questo tengo per me semplicemente rozzamente e forse ingenuamente nessunaltra ra-gione fa essere quella cosa bella se non la presenza o la comunanza di quel bello in se o quale altro sia il modo in cui ha luogo questo rapporto Su tale rapporto io non voglio ora insistere ma insisto semplicemente nellaffermare che tutte le cose belle sono belle per il bello Questa mi pare che sia la risposta piu sicura da dare a me e agli altri e aggrappandomi a essa penso di non poter mai cadere e che sia sicuro per me e per chiunque altro rispondere che le cose belle sono belle per il bello Non pare anche a te CEBETE Mi pare SOCRATE () Se poi qualcuno volesse appigliarsi al postulato medesimo lo lasceresti parlare e non gli risponderesti fino a che tu non avessi con-siderato tutte le conseguenze che da esso derivano per vedere se esse concordano o non concordano fra loro

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i) I due esempi di Platone (1) una cosa bella Lrsquoesempio della bellezza egrave molto chiaro la bellezza del quadro che il pittore

dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere non sono in alcun modo riducibili al colore alla tela al marmo neacute ad alcun altro dei materiali di cui gli artisti fanno uso Questi elementi non sono le cause della bellezza ma solo ldquocon-causerdquo os-sia i mezzi di cui si avvalgono per la realizzazione della Bellezza-in-seacute-e-per-seacute

(2) Socrate in carcere ii) Naturalmente ciograve che vale per la bellezza dice il nostro filosofo vale anche laquoper tutte quante le

coseraquo a cominciare dalle conoscenze matematiche e da quelle concernenti tutte le realtagrave in tutti i loro aspetti Ci deve essere una lsquoformarsquo idea che non si esaurisce nelle singole realtagrave (nessun oggetto esaurisce lrsquoidea) (1) Un aspetto molto importante dellidea egrave quello epistemologico quello logico Lidea egrave lUno

che dagrave ai fenomeni la loro unitagrave Con la partecipazione allunitagrave dellidea i molteplici oggetti percepibili diventano quello che essi sono

(2) Lidea egrave perograve al tempo stesso modello perfetto di quello che rappresenta e grazie alla sua perfezione ed immutabilitagrave si differenzia dalle cose sensibili che partecipano ad essa Nel campo etico le idee sono immediatamente anche norme Lrsquoidea rappresenta il metro di valu-tazione di giudizio quindi rappresenta il dover essere della realtagrave

(3) Egrave norma della realtagrave e in questo senso egrave la vera realtagrave una realtagrave superiore al mondo dellrsquoesperienza sensibile Egrave una realtagrave non sensibile (proprio percheacute niente del sensibile la esaurisce) egrave una realtagrave stabile e proprio per questo potragrave essere oggetto di scienza mentre del mondo sensibile dellrsquoesperienza sensibile ci saragrave solo doxa (e qui egrave possibile superare le obiezioni dei sofisti)

(4) Secondo Platone noi constatiamo mediante i sensi lrsquoesistenza di cose ldquougualirdquo ldquomaggiorirdquo e ldquominorirdquo ldquoquadraterdquo e ldquocircolarirdquo e di altre analoghe Ma ad una attenta riflessione noi scopriamo che i dati che lrsquoesperienza ci fornisce non si adeguano mai in maniera perfetta al-le corrispondenti nozioni che tuttavia noi possediamo indiscutibilmente nessuna cosa sensi-bile egrave mai perfettamente e assolutamente uguale a unrsquoaltra o perfettamente quadrata o cir-colare e ciononostante noi abbiamo nozioni e concetti di uguale di quadrato e di circolo ldquoassolutamente perfettirdquo Pertanto fra le conoscenze che noi abbiamo esiste un ldquodislivellordquo le intelligibili contengono un ldquoplusrdquo rispetto a quelle sensibili Donde puograve mai derivare questo ldquoplusrdquo Se non proviene dai sensi allora deve provenire da noi stessi Ma non puograve venire da noi stessi come creazione del soggetto pensante percheacute nemo dat quod non habet il sog-getto pensante non crea ma ldquotrova in seacuterdquo questo plus Lo trova in seacute come qualcosa che a lui si impone assolutamente E poicheacute non lo produce allora non si puograve se non concludere che questo plus lo ricavi da seacute per anamnesi ossia ldquoricordandolordquo come un ldquooriginario pos-sessordquo Anche non pochi moderni matematici e filosofi della matematica darebbero ragione (in buona misura) a Platone Bertrand Russel (in un saggio giovanile del 1901 in Mind) scri-veva laquoLrsquoaritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprigrave gli Indiani dellrsquoOvest e noi non creiamo i numeri non piugrave di quanto egli abbia creato gli India-niraquo

c) Due piani dellrsquoessere egrave il risultato della seconda navigazione ed egrave una distinzione decisiva per tutta la filosofia (solo a partire da adesso si potragrave parlare di materialismo) Due piani dellrsquoessere in cui il vero essere egrave proprio quello soprasensibile intelligibile

3) Iperuranio

a) significato di idealdquoIdeardquo non egrave una traduzione ma la semplice traslitterazione dellrsquooriginario greco La traduzione sarebbe quella di ldquoFormardquo i) Le cose che cogliamo con gli occhi fisici sono forme fisiche le cose che cogliamo invece con

lrsquoocchio dellrsquoanima ossia con lrsquointelligenza sono forme non fisiche ossia intelligibili pure essen-ze Dunque quelle Idee che si raggiungono mediante la laquoseconda navigazioneraquo sono le eterne

E qualora dovessi rendere conto del postulato stesso tu dovresti darne ragione procedendo alla stessa maniera cioe ponendo un ulte-riore postulato quello che ti sembri il migliore fra i piu elevati via via fino a che tu non pervenissi a qualcosa di adeguato E cosi se vuoi scoprire qualcosa degli esseri non farai confusione come la fanno invece coloro che di tutte le cose discutono il pro e il contro e che mettono in discussione insieme il principio e le conseguenze che da esso derivano Di questo essi non dicono nemmeno una parola e non si danno premura perche si compiacciono di mescolare insieme tutte le cose con la loro sapienza Ma tu se sei un filosofo farai credo quello che dico

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Forme o Essenze del bene del bello del giusto e di tutti i valori supremi che lrsquoIntelligenza nei momenti supremi della sua capacitagrave conoscitiva quando si muove nella dimensione dellrsquointelligibile riesce a raggiungere e quindi a ldquovedererdquo a ldquocontemplarerdquo

ii) Le Idee sono realtagrave oggettive assolute che la mente non produce le coglie con il concorso dellrsquoesperienza ma procedendo appunto mediante lrsquoanamnesi oltre lrsquoesperienza

b) nuovo archegrave c) caratteri delle idee

i) intelligibilitagrave coglibili solo mediante lrsquointelligenza Quindi sono incorporee Infatti lrsquointelligibile in quanto non egrave coglibile con i sensi che sono legati al corporeo trascende la dimensione del cor-poreo e in tal senso egrave ldquoincorporeordquo

ii) Immutabilitagrave le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come laquovero essere raquo ossia un essere che non nasce non perisce non cresce neacute diminuisce non muta neacute diviene in alcuna maniera ossia come essere in seacute In effetti il divenire proprio per il suo continuo mutare non spiega se medesimo e pertanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere che mutua dalle Idee

iii) Il carattere della immutabilitagrave viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo che riteneva tutte le cose prive di stabilitagrave in quanto trascinate da un perenne flusso (laquotutto scorreraquo diceva Eraclito)

iv) E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui lrsquouomo egrave misura di tutte le cose e ciascuna delle cose egrave cosigrave come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono laquoin seacute e per seacuteraquo ossia non relative ma hanno carattere di ldquoperseitagraverdquo ossia sono assolute e scrive laquoEgrave evidente che le cose in se stesse hanno una propria essenza stabile non sono in rapporto con noi neacute sono trascinate da noi in su e in giugrave con la nostra immaginazione bensigrave sono per se stesse in rapporto con la loro essenza come sono per naturaraquo

v) In breve lrsquoimmutabilitagrave e lrsquoessere in-seacute-e-per-seacute delle Idee sono caratteri che esprimono la loro oggettivitagrave e assolutezza (1) Un mutamento dellrsquoIdea stessa del Bello ossia il suo diventare non-bella implicherebbe an-

che la distruzione totale di ogni bellezza partecipata e quindi lo scomparire di ogni forma di bellezza Platone con questa teoria ha voluto esprimere questo concetto la vera causa che spiega ciograve che muta non puograve mutare essa stessa altrimenti non sarebbe laquovera causaraquo os-sia non sarebbe la ragione ultimativa

(2) un altro esempio Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti non per questo lrsquoIdea di giustizia verrebbe a mancare verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti Drsquoaltra parte proprio nellrsquoaffermare che tutti gli uomini sono ingiusti noi presupponiamo chiaramente lrsquoIdea di giustizia altrimenti non potremmo assolutamente parlare di ldquoin-giustirdquo

vi) tograve pantelograves on lessere per eccellenza vii) unitagrave Ciascuna Idea egrave una ldquounitagraverdquo e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essa parteci-

pano nella loro molteplicitagrave costituendo una molteplicitagrave unificata Riconduce a unitagrave la moltepli-citagrave egrave proprio lrsquoidea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare la molteplicitagrave sensibile

d) Iperuranio (mito) laquoIperuranioraquo significa ldquoal di sopra del cielordquo Questa metafora indica un luogo che non egrave affatto un luogo in senso fisico ma esprime ciograve che egrave oltre il luogo fisico in dimensione meta-fisica Il cielo egrave termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile) il ldquosopra-cielordquo egrave il sopra-visibile ossia il sopra-sensibile Platone nel descrivere lrsquoIperuranio dice espressamente laquoLrsquoessere che real-mente egrave incolore e privo di figura e non visibile che puograve essere contemplato solo dal pilota dellrsquoanima occupa tale luogoraquo Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non-luogo il soprasensibile il trascendente i) Non crsquoegrave dualismo le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtagrave sensibile e il

sensibile si spiega solo ricorrendo ad esse non puograve spiegarsi da seacute proprio percheacute egrave in se stesso contraddittorio Rapporto tra idee e realtagrave (1) mimesi il sensibile egrave imitazione delle idee (2) partecipazione la realtagrave sensibile partecipa allrsquointelligibile e proprio nella misura in cui vi par-

tecipa diventa essa stessa intelligibile (ogni cosa sensibile partecipa a piugrave idee contempora-neamente)

(3) comunanza tra idee e realtagrave proprio percheacute la realtagrave egrave causata dalle idee (4) presenza (5) paradigma o modello le idee rappresentano il dover essere della realtagrave

ii) Parmenide Eraclito e Platone Il tutto viene diviso in due livelli

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(1) il livello intelligibile in cui viene riconfermata la teoria di Parmenide con la differenza perograve che in Parmenide lrsquoessere egrave uno in Platone egrave molteplice anche se un molteplice non caotico come in Democrito ma organizzato

(2) il piano sensibile in cui viene riconfermata la validitagrave di Eraclito iii) Iperuranio e sua struttura Esiste una essenza per tutto ciograve che crsquoegrave quindi esiste una idea que-

sta molteplicitagrave di idee non egrave perograve in ordine casuale caotico Il mondo delle idee egrave strutturato secondo un ordine gerarchico e lrsquoordine dipende nella repubblica dalla vicinanza al Bene (1) Al vertice il bene che egrave come il sole (2) Poi le idee dei valori morali ed estetici (3) Le idee di (tutte) le cose sensibili (4) Gli enti matematici (5) (le idee degli oggetti artificiali)

iv) Bene oltre lessere e lintelligenza70 Il Bene per Platone egrave principio di tutte le altre idee nel sen-so che egrave causa sia della loro conoscibilitagrave sia della loro stessa essenza ossia il bene egrave ciograve che conferisce a tutte le altre idee la determinatezza che esse hanno Per questo Platone a proposi-to del bene lo definisce come epegravekeina tes ousias cioegrave al di lagrave dellessere o dellessenza Que-sto non significa che lidea del bene non sia cioegrave non sia anchessa essere significa che egrave al di sopra di quellessere che egrave costituito da tutte le altre idee Essa egrave il principio stesso dellessere E una dottrina molto importante percheacute ad essa si riallacceragrave poi il cosiddetto neoplatonismo soprattutto con Plotino nel III secolo dC quando il principio di tutta la realtagrave cioegrave lUno verragrave posto ugualmente al di lagrave dellessere e quindi anche al di lagrave del pensiero della pensabilitagrave (1) Ogni idea egrave quella che egrave in quanto riflette il Bene partecipa al Bene e da qui dipende il po-

sto che occupa nella gerarchia delle idee (2) Drsquoaltra parte ogni idea egrave causa della realtagrave fa sigrave che la realtagrave sia come egrave Bene che sia (3) In questo senso il Bene egrave il principio unificatore del tutto

4) revisione della teoria delle idee Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema Non dagrave risposte perograve non si possono abbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscen-za e della vita morale e politica a) Parmenide nel dialogo intitolato Parmenide il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni contro

la teoria platonica delle idee E questo egrave del tutto comprensibile se Parmenide avesse potuto legge-re i dialoghi di Platone certamente avrebbe riproposto contro la dottrina delle idee le sue obiezioni sullineliminabile contraddittorietagrave e quindi falsitagrave di ogni molteplice sia pure costituito da idee Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni Si limita a riprendere ironicamen-te il metodo zenoniano tentando di dimostrare che se scaturiscono conseguenze assurde dalla dot-trina delle idee conseguenze ancora piugrave assurde scaturiranno dallammettere lUno zenoniano e parmenideo i) rapporto Uno-molti

(1) lidea assoluta lrsquoidea vista come un atomo tutto egrave falso Gorgia lidea che egrave tutto egrave vero Protagora

(2) Uno assoluto esclusi il divenire la conoscibilitagrave la dicibilitagrave lrsquoessere Uno che egrave introduce la molteplicitagrave quindi il divenire la conoscibilitagrave e la dicibilitagrave

(3) la moltiplicazione allinfinito delle idee qualora lrsquoidea debba essere presente in ogni singola cosa

(4) lidea di terzo uomo (Aristotele) e il regresso allrsquoinfinito quindi lrsquoimpossibilitagrave di trovare lrsquounitagrave

ii) Uno e molteplice non possono essere assoluti quindi non puograve reggere neacute lrsquoipotesi di Parmenide (monismo assoluto) neacute quella di Democrito (pluralismo assoluto) Ci deve essere una via sinteti-ca di mezzo e cioegrave lrsquounitagrave di un molteplice unificato (1) Questo vale sia per il rapporto delle idee tra di loro

1(a) Lrsquoidea egrave una ma non egrave un atomo isolato insieme ce ne sono molte altre e assieme formano una unitagrave di sistema

1(b) Tra lrsquoaltro molte idee contengono altre idee (es generi e specie)

70 La Repubblica 509b-c SOCRATE Dirai credo che agli oggetti visibili il sole conferisce non solo la facoltagrave di essere visti ma anche la generazione la crescita e il nutrimento pur senza essere esso stesso generazione GLAUCONE E come potrebbe esserlo SOCRATE Puoi dire dunque che anche gli oggetti conoscibili non solo ricevono dal bene la proprietagrave di essere conosciuti ma ne otten-gono ancora lesistenza e lessenza anche se il bene non egrave essenza ma qualcosa che per dignitagrave e potenza trascende lessenza

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(2) sia per il rapporto idee-mondo lrsquoidea egrave lrsquounitagrave di una molteplicitagrave empirica b) Sofista nel Sofista Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-

Essere e di Essere La soluzione consiste nellosservare che quando uso lespressione verbale non-essere in realtagrave affermo soltanto una diversitagrave Se dico che il tavolo non egrave la sedia intendo dire che il tavolo egrave diverso dalla sedia Quindi il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alteritagrave La conseguenza egrave che se dico che il tavolo egrave il tavolo ed egrave diverso dalla sedia non pronuncio piugrave lespressione non egrave che per Parmenide era il segno della falsitagrave del molteplice ma mi muovo sempre sul piano dellEssere Lessere egrave affermato per ogni cosa nella sua identitagrave e sempre per quella cosa nella sua diversitagrave da tutte le altre Dunque si rimane sempre sul piano del positivo senza mai portarsi su quello del negativo Egrave per questo che la dialettica il rapporto tra i-dentitagrave e diversitagrave assume unimportanza enorme Se il Non-Essere egrave completamente risolto nellal-teritagrave egrave chiaro che Parmenide non puograve piugrave replicare in base alla contraddittorietagrave Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicitagrave dicendo che il tavolo egrave diverso dalla sedia affermo la realtagrave di due cose ma il molteplice egrave in quanto tale illusorio Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso il quale aveva detto che anche il molteplice se permanesse eternamente identico a se stesso sarebbe al-trettanto vero dellEssere e la caratteristica delle idee platoniche egrave proprio quella di rimanere eter-namente identiche a se stesse i) Lrsquoessere perfetto egrave vivo Percheacute vivo egrave anche intelligente Se egrave intelligente ed egrave vivo egrave anche

movimento ma insieme egrave in quiete in quanto sempre identico a se stesso e non coincide con nientrsquoaltro Abbiamo allora i cinque generi sommi essere movimento quiete identico e diverso generi sommi proprio percheacute tutto partecipa ad essi

ii) Ogni idea egrave immobilmente se stessa ma anche in ideale movimento verso le altre in quanto par-tecipa delle altre Quindi lrsquoessere egrave potenza forza dinamicitagrave relazione e viene superato lrsquoimmobilismo aleatico

iii) Egrave in questo dialogo che avviene il parmenicidio o parricidio (1) esiste il non essere (il diverso)71 Ogni idea egrave essere e molto piugrave non essere non esiste

lrsquoessere puro (Parmenide) ma lrsquoessere che egrave sempre sintesi di essere e di determinazioni ed ogni determinazione egrave quindi lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni

(2) a livello sensibile il non essere non egrave solo il diverso ma anche il nulla 5) Filebo e Timeo

a) Flebo Necessario un II passo nella seconda navigazione Le idee abbiamo visto che rappresentano lrsquounitagrave della molteplicitagrave sensibile Ora dal carattere dellrsquoldquounitagraverdquo delle Idee emerge un ulteriore pro-blema Infatti ciascuna Idea egrave ldquounardquo e in quanto tale spiega la molteplicitagrave delle cose che di essa partecipano Ma nel loro complesso le Idee sono esse stesse ldquomolterdquo Se cosigrave egrave che rapporti hanno fra di loro Crsquoegrave qualcosa di superiore da cui esse dipendono In effetti se le Idee risolvono i pro-blemi connessi alla molteplicitagrave dei sensibili appunto in quanto sono molte ripropongono un analo-go e piugrave complesso problema a livello soprasensibile Proprio in riferimento al mondo ideale Platone scrive laquoChe i molti siano uno e che lrsquouno sia molti egrave una cosa meravigliosa da affermareraquo Si rende pertanto necessaria una spiegazione metafisica a un secondo livello Come la sfera della molteplicitagrave del mondo sensibile dipende dalla sfera del mondo delle Idee cosigrave analogamente la sfera della molteplicitagrave delle Idee dipende da una ulteriore sfera di realtagrave da cui le Idee stesse derivano Questa sfera egrave costituita dai laquoPrincigravepi primi e supremi raquo e lrsquoindagine metafisica di tali ldquoprincigravepi primirdquo puograve ben chiamarsi protologia i) Dalle idee ai principi delle idee Uno ndash Diade infinita Filebo necessitagrave della terza navigazione

La laquodottrina delle Ideeraquo e la laquoteoria dei Princigravepiraquo costituiscono pertanto due distinti livelli di fondazione due piani successivi dellrsquoindagine metafisica due tappe successive della laquoseconda navigazioneraquo Egrave proprio questa seconda tappa della laquoseconda navigazioneraquo che Platone ha con-siderato come la trattazione di quelle laquocose di maggior valoreraquo che ndashcome egli dice nel finale

71 []Dunque evidentemente nella contrapposizione di una parte del diverso a una parte di ciograve che egrave posti questi due termini in contrapposizione fra loro non egrave se egrave lecito dirlo quella parte meno essere di ciograve che egrave in quanto tale poicheacute non ha il valore di op-posto di questo ma solo di diverso da esso []Teeteto - Egrave chiaro che ciograve che non egrave ciograve che noi cercavamo studiando il sofista non egrave altro che questo Lo straniero - Come hai detto ciograve non egrave inferiore quanto allessere a nessuna altra cosa E non occorre dire ormai coraggiosamente che ciograve che non egrave egrave saldamente ed ha una sua propria natura come vedemmo che il grande egrave grande e che il bello egrave bello e ciograve che non egrave grande non-grande e ciograve che non egrave bello non-bello Anche ciograve che non egrave per la stessa ragione vedemmo essere ed egrave non es-sendo ed egrave un genere da annoverare fra i molti altri che sono Oppure Teeteto vegrave ancora qualche perplessitagrave in ciograve (Platone Sofista 257c 258c a cura di A Zadro Laterza Bari 1971)

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del Fedrondash il filosofo in quanto tale laquonon mette per iscrittoraquo e tiene in serbo per lrsquolaquooralitagrave dialet-ticaraquo I principi a cui si dovrebbe ridurre tutto e che dovrebbero essere spiegazione di tutto (del sensi-bile e dellrsquointelligibile) sono lrsquoillimite (apeiron indeterminato) il limite (peras) il misto (il limite ordinato dal limite) la causa intelligente della mescolanza (necessaria solo per il mondo sensibile in quanto i principi primi sono intelligibili e per Platone lrsquointelligibile egrave superiore allrsquointelligente) (1) mondo sovrasensibile Al vertice protologico della metafisica platonica non crsquoegrave un unico Prin-

cipio primo e supremo bensigrave due Princigravepi lrsquoUno e la Diade La spiegazione di questa duplici-tagrave di princigravepi si ottiene solo se si intende la posizione storica in cui essa si colloca Il proble-ma metafisico per eccellenza per i Greci egrave stato per molto tempo il seguente percheacute ci sono i molti Percheacute e come dallrsquoUno derivano i molti Il problema si era imposto come decisivo soprattutto dopo la radicale esperienza dellrsquoeleatismo che negando ogni forma di non-essere aveva negato ogni forma di molteplicitagrave e aveva ridotto tutto lrsquoessere a unitagrave 1(a) LrsquoUno (principio dellrsquoessere della conoscibilitagrave e del valore egrave principio formale ed egrave

equivalente al Bene proprio percheacute lrsquoUno egrave ordine laquoil Bene egrave la misura perfettissima di tutte le coseraquo) come principio primo e supremo non egrave ovviamente lrsquoldquouno aritmeticordquo ma lrsquoldquoUno metafisicordquo ossia principio che dagrave unitagrave a tutti i livelli determinando e ordi-nando il principio antitetico Lrsquouno aritmetico non egrave se non una derivazione dallrsquoUno me-tafisico

1(b) La Diade o dualitagrave non egrave il ldquoduerdquo ma la radice della molteplicitagrave e della differenzia-zione a tutti i livelli La formula esoterica completa egrave questa laquoDiade indefinita di gran-de-e-piccoloraquo La Diade egrave concepita come dualitagrave di grande-e-piccolo nel senso che egrave in-finita grandezza e infinita piccolezza nel senso che egrave incomposta tendenza allrsquoinfinitamente grande e allrsquoinfinitamente piccolo in tutti i sensi del piugrave e meno mag-giore e minore e quindi egrave strutturale diseguaglianza In altri termini si puograve dire che la Diade nei suoi piugrave alti gradi egrave una sorta di laquomateria intelligibileraquo mentre nel suo grado piugrave basso egrave una laquomateria sensibileraquo come vedremo I due Princigravepi cosigrave intesi sono pertanto ugualmente originari anche se il primo dal pun-to di vista del valore egrave superiore al secondo Tuttavia malgrado la sua superioritagrave assio-logica non avrebbe potenza ed efficacia produttiva senza il principio antitetico Platone non poteva dedurre lrsquointera realtagrave dal primo principio in quanto il pensiero umano non aveva ancora raggiunto il concetto di una realtagrave spirituale infinita concetto questo che deriveragrave dalla cultura ebraica Per lrsquoesattezza bisogna precisare che non si dovrebbe neppure parlare di ldquoduerdquo princigravepi qualora si intendesse il ldquoduerdquo in senso aritmetico e non metafisico Infatti i numeri sono posteriori ai princigravepi e da essi derivati e il due non si puograve applicare ai princigravepi se non in senso metaforico ossia in senso prototipico Piugrave che di ldquodualismordquo dei princigravepi si dovrebbe parlare in modo piugrave corretto di ldquobipolarismordquo in senso appunto metafisico protologico

1(c) Ma ecco come il bipolarismo indichi lrsquoasse portante della concezione platonica dellrsquoessere Ogni forma di essere deriva da una mediazione sintetica dellrsquoUno principio unificante determinante e armonizzante e della Diade principio di molteplicitagrave di diffe-renziazione di gradazione E che lrsquoessere sia una mediazione un ldquomistordquo di determinato e indeterminato di uno e molti non ci viene detto solo dalla tradizione indiretta ma in modo trasversale e piugrave volte da Platone stesso In particolare nel Filebo scrive laquoGli an-tichi che erano migliori di noi e stavano piugrave vicini agli degravei ci hanno trasmesso questo oracolo che le cose che si dice che sempre sono sono costituite di uno e di molti ed hanno per natura in se stesse limite e illimitatezzaraquo In conclusione non solo lrsquoessere delle cose sensibili deriva da materia e da forma ma lo stesso essere delle stesse Idee deriva da una materia intelligibile determinata formalmente dallrsquoUno ossia egrave una mesco-lanza o sintesi dei due princigravepi Ben si comprende pertanto come Platone dica che lrsquoUno-Bene egrave laquoal di sopra dellrsquoessere (epekeina tes ousias)raquo trascende lo stesso essere in quanto ne egrave la causa suprema

1(d) Dallrsquoazione del principio determinante sullrsquoindeterminato derivano (i) numeri ideali e generi sommi Nella concezione greca dei numeri i numeri derivano

dalluno che egrave principio ma non derivano per addizione come nella aritmetica a cui noi siamo abituati a pensare bensigrave derivano dallUno per divisione Per comprendere adeguatamente questo processo egrave sufficiente ricordare come ciascun numero puograve essere definito come un rapporto tra due grandezze Il numero due eacute il rapporto tra il doppio e la metagrave il tre eacute il rapporto fra un terzo e il suo triplo il quattro analoga-

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mente cioegrave ciascun numero eacute un rapporto tra due grandezze una maggiore e una minore una grande e una piccola Nel momento in cui queste due grandezze non entrano tra di loro in un rapporto determinato non abbiamo ancora il numero ab-biamo soltanto un grande e un piccolo che sono fra di loro in un rapporto del tutto indeterminato Non appena questo rapporto viene determinato e lazione determi-nante non puograve che provenire dallUno ecco che si genera il numero cioegrave quando il rapporto diventati un mezzo di un terzo di un quarto si genera il due il tre il quat-tro cioegrave i due principi posti da Platone per le idee non sono altro che i principi dei numeri Ai numeri ideali e ai generi sommi partecipano tutte le idee

(ii) le idee le quali partecipando diversamente ai numeri ideali avranno una struttura ge-rarchica

(iii) gli enti matematici (metaxuuml) egrave attraverso questi che le idee ineriscono alla realtagrave sensibile

tutto egrave unitagrave - molteplicitagrave b) Cosmologia Timeo

i) Per Prmenide il mondo sensibile egrave nulla mentre per la doxa esiste Per Platone ha lrsquoessere ma un essere radicalmente diverso dal παντελograveσ ograveν caratteristico delle idee Il suo egrave un essere la-cerato condizionato dal non essere perograve non egrave nulla di conseguenza anche la doxa egrave qualcosa anche se non egrave la veritagrave Il mondo sensibile egrave metaxuuml non egrave lrsquoessere ma ha lrsquoessere Mondo sensibile intermedio tra essere e non essere

ii) Le idee sono il trincio formale che de-termina il principio materiale iii) Principio materiale egrave la chora ricettacolo dei quattro elementi chora che egrave oscura inintelligibile

indeterminata Principio materiale di ogni cosa per essa il mondo egrave sensibile Questa chora egrave ri-cettacolo anche delle idee anche se egrave diversa opposta ad esse Egrave movimento caotico mancante di misura e di ordine Per questa sua caratteristica non potragrave mai essere del tutto determinata dalle idee e dal Bene limita lrsquoazione delle idee e del Bene

iv) Dallrsquoazione delle idee sulla chora ne deriva il misto il mondo v) Questa azione avviene per opera del Demiurgo Demiurgo (caratterizzato da intelligenza e volon-

tagrave quindi un dio personale) che egrave inferiore al mondo delle idee Bene ed idee sono divine ma non sono Dio sono intelligibili quindi sono norma per lrsquointelligenza e di conseguenza sono su-periori allrsquointelligenza

vi) Il Demiurgo innamorato dellrsquoIperuranio cerca di riprodurlo a livello di chora quindi plasma il mondo per amore72 (1) Ne deriva la costruzione del mondo il migliore possibile quindi unico perfetto eterno (ne-

gativo e male = resistenza della chora) sul modello dellIperuranio attraverso gli enti mate-matici quindi tutto egrave ordine e misura

(2) Percheacute perfetto non puograve non essere vivente (quindi dotato di unrsquoAnima del mondo che tutto avvolge e in quanto perfetto destinato a vivere sempre) e intelligente (rivaluta il cosmo che non egrave luogo dellrsquoirrazionalitagrave ma presenza per quanto limitata del logos e del Bene)

(3) Il Demiurgo plasma anche le anime degli uomini (sfruttando tre dei cinque generi sommi essenza identico diverso egrave grazie alla presenza del diverso che lrsquoanima saragrave in grado dio mediare tra sensibile e soprasensibile) alle quali il Demiurgo mostra le leggi eterne

(4) Tempo Il tempo viene definito immagine mobile delleternitagrave73 come il mondo sensibile egrave imitazione di quello intelligibile (il primo mutevole il secondo eterno) cosigrave il tempo egrave imita-zione delleternitagrave Non a caso il tempo viene identificato con il movimento circolare se si vuole rappresentare leternitagrave con qualcosa di movimentato senzaltro ciograve che meglio la rap-presenta egrave il cerchio il movimento circolare in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza infatti il tempo egrave caratterizzato dal non essere eternitagrave ma tornare sempre su se stesso La cosa piugrave simile a ciograve che non si muove mai egrave quella che torna sempre su stessa

72 Nel Timeo 30 Platone scrive Se questo mondo egrave bello e il dio artefice egrave buono egrave evidente che ha guardato allrsquoesemplare eterno [] infatti lrsquouniverso egrave la piugrave bella delle cose che sono state generate e lrsquoArtefice egrave la migliore delle cause Egli era buono e in un buono non nasce mai nessuna invidia per nessuna cosa Essendo dunque lungi dallrsquoinvidia Egli volle che tutte le cose diventassero il piugrave possibile simili a Lui 73 ldquoDunque il tempo fu prodotto insieme con il cielo affincheacute cosigrave come erano nati insieme si dissolvessero anche insieme se mai do-vesse avvenire una loro dissoluzione E fu prodotto in base al modello della realtagrave eterna in modo che gli fosse al piugrave alto grado simile nella misura del possibilerdquo (Timeo 37D)

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cosigrave come la cosa piugrave simile che luomo possa fare per eternarsi egrave il riprodursi ciclicamente Dunque il tempo egrave la plasmazione delleternitagrave ideale da parte del Demiurgo La conseguen-za egrave che non cegrave un tempo prima del mondo perchegrave egrave solo con la nascita del mondo sensibi-le che il Demiurgo ha calato nella realtagrave sensibile limitazione di eternitagrave

(5) Platone e Pitagora il Demiurgo plasma la chora servendosi degli enti matematici che diven-tano cosigrave la struttura determinante della realtagrave (E saragrave proprio sul platonismo che nel Cin-que Seicento si baseragrave la rivoluzione scientifica per affermare (cfr Galilei) la struttura essen-zialmente matematica della realtagrave) In questo Platone riprende Pitagora e come per Pitago-ra se la realtagrave egrave strutturata matematicamente non potragrave che essere ordine e armonia quin-di cosmo epifania dellrsquointelligibile e del Bene

ldquoChe senso puograve avere per lrsquouomo di oggi sentirsi dire da Platone che il Bene egrave lrsquoUno Misura suprema di tutte le cose che agisce sulla Diade ossia sulla disordinata divisione nei molti Percheacute la reazione dellrsquouomo drsquooggi non dovrebbe essere proprio quella assunta dagli antichi quando lrsquohanno sentita esporre Aristosseno ci riferisce Come Aristotele soleva sempre raccontare questa era lrsquoimpressione che provava la maggior par-te di coloro che ascoltarono la conferenza Intorno al Bene Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani come la ricchezza la salute la forza e in genera-le una meravigliosa felicitagrave Ma quando risultograve che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche a nume-ri geometria e astronomia e da ultimo si sosteneva che vi egrave un Bene un Uno io credo che questo sia sem-brato qualcosa del tutto paradossale Di conseguenza alcuni disprezzarono la cosa altri la biasimarono In realtagrave lrsquouomo di oggi tende a dividere tutto come ha fatto con lrsquoatomo Non solo a livello politico e socia-le (classi partiti correnti ecc) ma anche a livello morale divisione della famiglia con il divorzio lotte fra i sessi divisioni fra genitori e figli e cosigrave di seguito Lrsquouomo di oggi ha scavato scissioni diadiche di fondo an-che nel proprio animo con ben note conseguenze E il messaggio platonico allrsquouomo di oggi potrebbe pro-prio essere questo la soluzione di tutti i problemi connessi a quelle divisioni e alle loro nefaste conseguenze ha una sola radice riportare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave ordine nel disordine armonia nella disarmonia Lrsquouomo si deve convincere che nella sua individualitagrave non egrave e non puograve essere la misura di tutte le cose La Misura di tutte le cose non puograve che essere in una dimensione trascendente In altri termini bisogna ritrovare la ldquogiu-sta misurardquo fra lrsquoeccesso e il difetto Ma questa egrave forse per lrsquouomo di oggi la cosa piugrave difficile da realizzare in quanto egrave caduto in preda agli eccessi in tutti i sensi come in passato non era mai avvenuto e ha portato lrsquoindividualismo alle estreme conseguenze Un buon auspicio comunque sembra potersi intravedere NellrsquoOccidente Platone egrave oggi a ruota con Agostino il filosofo piugrave richiesto dal pubblico al di fuori delle scuole e delle Accademie E questo incomincia a verificarsi anche in alcuni paesi dellrsquoEst Il che significa che il pubblico incomincia a comprendere ciograve di cui egrave mancante e che va recuperatordquo74

La conoscenza

1) Per Platone e in questo egrave perfettamente in linea con la posizione di Parmenide la conoscenza egrave propor-zionale allrsquoessere Di conseguenza Platone distingue diversi gradi di conoscenza Solo lessere egrave piena-mente conoscibile mentre il non-essere non egrave affatto conoscibile tra questi due estremi vi egrave perograve il mondo sensibile che egrave un misto di essere e non-essere e per questo egrave conoscibile in un modo che egrave in-termedio fra la scienza e lignoranza questa forma di conoscenza si chiama opinione (doxa) ed egrave quasi sempre fallace percheacute non ha in segrave la garanzia della veritagrave A loro volta opinione e scienza hanno due gradi lopinione si divide in immaginazione e in credenza la scienza si divide in scienza mediana e in pu-ra intellezione75

74 G REALE Platone e la scoperta della trascendenza nelle sue implicanze e conseguenze in httpejour-fupunifiitindexphpresarticleviewFile13761311 75 Repubblica 509d-511e [509 d] ndash Ebbene ripresi immagina che come stiamo dicendo siano essi due princiacutepi e che reggano uno il genere e il mondo intelligibile lrsquoaltro quello visibile Mi esprimo cosiacute percheacute dicendo ldquomondo celesterdquo non ti diacutea lrsquoimpressione di sofistica-re sul nome ti rendi conto di queste due specie visibile e intelligibile ndash Me ne rendo conto ndash Supponi ora di prendere una linea biseca-ta in segmenti ineguali e mantenendo costante il rapporto dividi a sua volta ciascuno dei due segmenti quello che rappresenta il gene-re visibile e quello che rappresenta il genere intelligibile e secondo la rispettiva chiarezza e oscuritagrave tu avrai [e] nel mondo visibile un primo segmento le immagini Intendo per immagini in primo luogo le ombre poi i [510 a] riflessi nellrsquoacqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta liscia e lucida e ogni fenomeno simile se comprendi ndash Certo che comprendo ndash Considera ora il secondo cui il primo somiglia gli animali che ci circondano ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali ndash Lo considero rispose ndash Non vorrai am-mettere feci io che il genere visibile egrave diviso secondo veritagrave ossia che lrsquooggetto simile sta al suo modello come lrsquoopinabile [b] sta al co-noscibile ndash Io siacute disse certamente ndash Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dellrsquointelligibile ndash Come ndash Ecco lrsquoanima egrave costretta a cercarne la prima parte ricorrendo come a immagini a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate e partendo da ipotesi procedendo non verso un principio ma verso una conclusione Quanto alla seconda parte quella che mette capo a un principio non ipotetico egrave costretta a cercarla movendo dallrsquoipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quellrsquoaltro caso con le sole idee e per mezzo loro ndash Non ho ben compreso rispose queste tue parole ndash Ebbene [c] ripresi torniamoci

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2) Per meglio comprendere la teoria dei gradi della conoscenza bisogna introdurre uno dei miti piugrave impor-tanti e piugrave conosciuti del pensiero platonico quello della caverna76 Platone immagina degli uomini che

sopra comprenderai piuacute facilmente quando si saragrave fatta questa premessa Tu sai credo che coloro che si occupano di geometria di calcoli e di simili studi ammettono in via drsquoipotesi il pari e il dispari le figure tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste secon-do il loro particolare campo drsquoindagine e come se ne avessero piena coscienza le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piuacute ren-derne conto neacute a se stessi neacute ad [d] altri come cose a ognuno evidenti E partendo da queste eccoli svolgere i restanti punti dellrsquoargomentazione e finire in piena coerenza a quel risultato che si erano mossi a cercare ndash Senza dubbio rispose questo lo so be-ne ndash E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili ma non pensando a queste siacute invece a quelle di cui queste so-no copia discorrono del quadrato in seacute e della diagonale in seacute ma non di quella che tracciano e [e] cosiacute via e di quelle stesse figure che modellano e tracciano figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua si servono a loro volta come di immagini per cercar di [511 a] vedere quelle cose in seacute che non si possono vedere se non con il pensiero dianoeticamente ndash Egrave vero quello che dici rispose ndash Ecco dunque che cosa intendevo per specie intelligibile e dicevo che ricercandola lrsquoanima egrave costretta a ricorrere a ipotesi senza arri-vare al principio percheacute non puograve trascendere le ipotesi essa si serve come drsquoimmagini di quegli oggetti stessi di cui quelli della classe inferiore sono copie e che in confronto a questi ultimi sono ritenuti e stimati evidenti realtagrave ndash Comprendo disse che ti [b] riferisci al mondo della geometria e delle arti che le sono sorelle ndash Allora comprendi che per secondo segmento dellrsquointelligibile io intendo quello cui il discorso attinge con il potere dialettico considerando le ipotesi non princiacutepi ma ipotesi nel senso reale della parola punti di ap-poggio e di slancio per arrivare a ciograve che egrave immune da ipotesi al principio del tutto e dopo averlo raggiunto ripiegare attenendosi ri-gorosamente alle conseguenze che ne derivano e cosiacute discendere alla conclusione senza [c] assolutamente ricorrere a niente di sensibi-le ma alle sole idee mediante le idee passando alle idee e nelle idee termina tutto il processo ndash Comprendo rispose ma non abba-stanza Mi sembra che tu parli di una operazione complessa Comprendo perograve il tuo desiderio di precisare che quella parte dellrsquoessere e dellrsquointelligibile che egrave contemplata dalla scienza dialettica egrave piuacute chiara di quella contemplata dalle cosiddette arti per le quali le ipotesi sono princiacutepi e coloro che osservano gli oggetti delle arti sono costretti siacute a osservarli con il pensiero senza ricorrere ai sensi ma [d] poicheacute li esaminano senza risalire al principio bensiacute per via drsquoipotesi a te sembrano incapaci drsquointenderli anche se questi oggetti sono intelligibili con un principio E a mio avviso tu chiami pensiero dianoetico ma non intelletto la condizione degli studiosi di geometria e di simili dotti come se il pensiero dianoetico venisse a essere qualcosa di intermedio tra lrsquoopinione e lrsquointelletto ndash Hai capito benissimo feci io Ora applicami ai quattro segmenti questi quattro processi che si svolgono nellrsquoanima applica [e] lrsquointellezione al piuacute alto il pen-siero dianoetico al secondo al terzo assegna la credenza e allrsquoultimo lrsquoimmaginazione e ordinali proporzionalmente ritenendo che essi abbiano tanta chiarezza quanta egrave la veritagrave posseduta dai loro rispettivi oggetti ndash Comprendo rispose sono drsquoaccordo e li ordino come dici 76 Repubblica 514 a-517 a [514 a] ndash In seacuteguito continuai paragona la nostra natura per ciograve che riguarda educazione e mancanza di educazione a unrsquoimmagine come questa Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna con lrsquoentrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli incatenati gambe e collo siacute da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti incapaci a causa della catena di volgere attorno il capo Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce drsquoun fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini ndash Vedo rispo-se ndash Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno in qualunque modo lavorate e come egrave naturale alcuni portatori parlano altri tacciono ndash Strana immagine egrave la tua disse e strani sono quei prigionieri ndash Somigliano a noi risposi credi che tali persone possano vedere anzitutto di seacute e dei com-pagni altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte ndash E come possono replicograve se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita ndash E per gli oggetti trasportati non egrave lo stesso ndash Sicuramente ndash Se quei prigio-nieri potessero conversare tra loro non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni ndash Per forza ndash E se la prigione avesse pure unrsquoeco dalla parete di fronte Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce credi che la giudicherebbero di-versa da quella dellrsquoombra che passa ndash Io no per Zeus [c] rispose ndash Per tali persone insomma feci io la veritagrave non puograve essere altro che le ombre degli oggetti artificiali ndash Per forza ammise ndash Esamina ora ripresi come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallrsquoincoscienza Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo che uno fosse sciolto costretto improvvisamente ad al-zarsi a girare attorno il capo a camminare e levare lo sguardo alla luce e che cosiacute facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre Che cosa credi che risponderebbe se gli si dicesse che prima ve-deva vacuitagrave prive di senso ma che ora essendo piuacute vicino a ciograve che egrave ed essendo rivolto verso oggetti aventi piuacute essere puograve vedere meglio e se mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa egrave Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piuacute vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso ndash Cer-to rispose ndash E se lo si costringesse a guardare la luce stessa non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui puograve sostenere la vista e non li giudicherebbe realmente piuacute chiari di quelli che gli fossero mostrati ndash Egrave cosiacute rispose ndash Se poi conti-nuai lo si trascinasse via di liacute a forza su per lrsquoascesa scabra ed erta e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole non ne soffrirebbe e non srsquoirriterebbe [516 a] di essere trascinato E giunto alla luce essendo i suoi occhi abbagliati non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere ndash Non potrebbe certo rispose almeno allrsquoimprovviso ndash Dovrebbe credo abituarvisi se vuole vedere il mondo superiore E prima osserveragrave molto facilmente le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri og-getti nei loro riflessi nellrsquoacqua e infine gli oggetti stessi da questi poi volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna [b] potragrave contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piuacute facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole ndash Come no ndash Alla fine credo potragrave osservare e contemplare quale egrave veramente il sole non le sue immagini nelle acque o su altra superficie ma il sole in se stesso nella regione che gli egrave propria ndash Per forza disse ndash Dopo di che parlando del sole potrebbe giagrave concludere che egrave esso a pro-durre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere [c] causa in certo modo di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano ndash Egrave chiaro rispose che con simili esperienze concluderagrave cosiacute ndash E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colagrave e di quei suoi compagni di prigionia non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietagrave per loro ndash Certo ndash Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora e ai primi riservati a chi fosse piuacute acuto nellrsquoosservare gli oggetti che passavano e piuacute [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme indovinandone perciograve il successivo credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza o che si troverebbe nella con-dizione detta da Omero e preferirebbe ldquoaltrui per salario servir da contadino uomo sia pur senza sostanzardquo e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo ndash Cosiacute penso anchrsquoio rispose [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo ndash Rifletti ora anche su questrsquoaltro punto feci io Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedi-le non avrebbe gli occhi pieni di tenebra venendo allrsquoimprovviso dal sole ndash Siacute certo rispose ndash E se dovesse discernere nuovamente

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vivono in una caverna che abbia lingresso aperto verso la luce quindi immagina che gli abitanti di que-sta caverna siano legati alle mani e al collo in modo tale da essere costretti a guardare solo verso il fon-do della caverna medesima Immagina poi che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo ad altezza duomo e che dietro questo vi siano delle persone che si muovono portando sulle spalle delle statue raf-figuranti ogni genere di cosa Inoltre occorre ancora aggiungere che dietro questi uomini arde un grande fuoco e dietro ancora vi egrave il sole la voce di essi poi a causa delleco risuona nel fondo della caverna Ora egrave chiaro che quegli uomini vedrebbero solo le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero leco delle voci ma non avendo mai visto altro essi penserebbero che quella sia lunica realtagrave esistente Se poi uno di questi prigionieri riuscisse a liberarsi dei ceppi che lo legano e po-tesse girarsi scoprirebbe le statue che si muovono al di sopra del muro e capirebbe che quelle son piugrave vere delle ombre che vedeva prima (inizialmente farebbe fatica percheacute abituato alloscuritagrave ma poi si a-bituerebbe alla nuova luce) Se poi egli fosse portato da qualcuno fuori dalla caverna resterebbe abba-gliato per la gran luce ma poi si abituerebbe a vedere le cose stesse quindi vedrebbe prima riflessa e poi direttamente la luce del sole e capirebbe che quella luce egrave causa di tutte le altre cose a) I significati di questo mito sono molteplici

i) Innanzitutto esso rappresenta i vari gradi ontologici della realtagrave le ombre della caverna sono le parvenze sensibili delle cose le statue le cose sensibili vere e proprie mentre il muro egrave la divi-sione fra sensibile e soprasensibile al di lagrave del muro le cose vere rappresentano il vero essere e le Idee mentre il sole simboleggia lIdea del Bene

ii) In secondo luogo questo mito esprime molto bene laspetto ascetico mistico e teologico del pla-tonismo la vita nella dimensione dei sensi egrave la vita nella caverna mentre la vita nella dimensio-ne dello spirito egrave la vita nella pura luce il volgersi dal sensibile allintelligibile egrave rappresentato come liberazione dai ceppi

iii) In terzo luogo come conseguenza del precedente aspetto questo mito esprime anche la conce-zione politica di Platone egli infatti parla di un ritorno nella caverna di colui che prima si era li-berato un ritorno che serve a liberare gli altri che sono ancora in catene Questo ritorno egrave il ri-torno del filosofo-politico il quale lungi dal limitarsi a contemplare il vero per seacute soltanto vuole rendere partecipi anche gli altri di quella luce Ma qual egrave il destino che lo attende Molto proba-bilmente egrave quello stesso di Socrate di non venire cioegrave compreso e di rischiare addirittura di es-sere considerato come un pazzo dagli altri uomini che ancora vivono nelloscuritagrave della caverna (anche percheacute ora egli non riusciragrave piugrave a riadattarsi ai vecchi usi e alle vecchie concezioni della caverna) anche se questo rischio daragrave un senso alla sua esistenza (in quanto chi vede il vero Bene ha il dovere di mostrarlo anche agli altri)

b) Tornando ai gradi della conoscenza nel mito della caverna si parte sempre dalla conoscenza sensi-bile e in questi quattro gradi il gradino piugrave basso egrave necessario per passare a quello superiore i) La doxa intermedia tra essere e non essere quindi tra sapienza e ignoranza quasi sempre fal-

lace potrebbe anche essere vera ma non puograve saperlo (per saperlo dovrebbe conoscere la causa ma allora sarebbe episteme) (1) Eikasia la visione delle ombre simboleggia limmaginazione (2) Pistis mentre la visione delle statue rappresenta la credenza

ii) episteme (1) la dianoia si riferisce alla conoscenza matematico-geometrica Si fonda su elementi visivi e

ipotesi non dimostrate (per questo non egrave vera scienza ma sapere ipotetico) da cui discende quindi egrave discorsiva Proprio percheacute la matematica egrave dimostrazione essa deve partire da pre-supposti cioegrave da ipotesi e non egrave in grado di rendere ragione di queste ipotesi Questo se-condo Platone costituisce il suo limite addirittura questo fa sigrave che essa propriamente par-lando non possa nemmeno essere chiamata vera scienza nella Repubblica infatti Platone dice che la matematica egrave dianoia pensiero discorsivo non episteme non scienza nel senso proprio in quanto parte da presupposti e cioegrave non egrave in grado di rendere completa-mente ragione delle sue affermazioni Egrave necessario raccogliere i dati dallrsquoesperienza e formu-lare ipotesi Per la molteplicitagrave dei dati si avragrave anche una molteplicitagrave di scienze Il pericolo egrave (oltre al fatto che le ipotesi non son dimostrate) che queste scienze non siano coordinate tra di loro Di qui la necessitagrave di andare oltre le scienze per trovare un principio unitario che possa unificare anche le scienze

quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri nel periodo in cui ha la vista offuscata prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale e se questo periodo in cui rifagrave lrsquoabitudine fosse piuttosto lungo Non sarebbe egli allora oggetto di ri-so e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non lrsquoucciderebbero se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo ndash Certamente rispose []

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(2) mentre la noesis alla pura conoscenza dialettica delle Idee (la prima egrave una forma di cono-scenza che ha ancora a che fare con immagini visibili mentre la seconda egrave puro atto intellet-tivo coglimento puro delle Idee in particolare dellIdea del Bene che egrave quella suprema) Nella Repubblica Platone dice che la dialettica per giungere a definire lidea del bene non deve basarsi su ipotesi come fa invece la matematica ma deve distruggere le ipotesi il che significa metterle in discussione cercare di confutarle e solo dopo essere passata attraverso tutte le confutazioni (questa egrave proprio unespressione usata da Platone diagrave panton elenchon diexion passando attraverso tutte le confutazioni) la dialettica giunge a individuare il princi-pio anipotetico cioegrave quellipotesi che unica egrave riuscita a resistere a tutte le confutazioni E il principio anipotetico egrave appunto lidea del bene Quindi egrave attraverso la dialettica egrave sottopo-nendo a prove a tentativi di confutazione tutte le possibili ipotesi che si perviene a scoprire un principio non-ipotetico capace cioegrave di resistere ad ogni critica ad ogni tentativo di confu-tazione

c) Platone afferma che gli uomini comuni possono attingere solo ai primi due gradi di conoscenza i ma-tematici alla scienza mediana mentre solo il filosofo puograve raggiungere la pura intellezione Il processo attraverso il quale il filosofo procede da unIdea allaltra per giungere infine allIdea del Bene egrave chiamato dialettica i) Vi egrave una dialettica ascensiva (quella che liberando dai sensi conduce di Idea in Idea sino allI-

dea del Bene) e una dialettica discensiva (che consiste nel cammino inverso e permette attra-verso un processo di divisione di scoprire il posto occupato da ciascuna Idea nella struttura ge-rarchica del mondo ideale)

ii) Dialettica scienza delle scienze coglie lrsquounitagrave del tutto egrave un processo insieme discorsivo e intui-tivo e sa cogliere la struttura del mondo ideale coglie ogni idea in relazione alle altre lrsquoessere al non essere (ogni idea egrave comprensibile solo in relazione alle altre idee quindi si comprende cono-scendo ciograve che non egrave la comprensione passa sempre attraverso la negazione identitagrave e alteritagrave sono sempre strettamente correlative) Solo la dialettica sa cogliere lrsquounitagrave della molteplicitagrave fino ad arrivare allrsquounitagrave suprema

3) Via a-logica della conoscenza a) Dellrsquoamicizia (Liside) Non crsquoegrave amicizia neacute tra identici neacute tra opposti Dunque si potrebbe dire che ciograve

che non eacute neacute buono neacute cattivo eacute amico del buono a causa del male e in vista del bene Uno egrave amico dellrsquoamico in vista di unaltra cosa amica (di un bene che lrsquoamico potrebbe raggiungere) ma cosigrave si andrebbe avanti allinfinito e non avrebbe senso Socrate introduce allora il Primo Amico in vista del quale sono amiche anche tutte le altre cose eacute lunico modo per cavarsi d impaccio Il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia il Bene e il Primo Amico per il quale tutto e amato e solo esso e in grado di liberare dal Male Lamicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unitagrave fra gli esseri spingendoli ad allontanarsi dal Male per rag-giungere quel Bene che e loro proprio e affine

b) Ruolo dellamore e della bellezza (mito di Eros forza mediatrice tra sensibile e sovrasensibile egrave filo-sofo Simposio77) Tra amore e filosofia cegrave uno stretto rapporto tantegrave che lamore egrave una metafora della filosofia questa stretta parentela ( peraltro esaminata anche nel Fedro ) Platone la esamina meglio nel SIMPOSIOrdquo i) Nel simposio si sceglie di parlare dellamore cegrave chi dice che Eros egrave la divinitagrave piugrave giovane e piugrave

bella chi dice che egrave la piugrave vecchia in quanto forza generatrice di tutto chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando cegrave chi egrave del parere che sia la divinitagrave piugrave valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra facendo riferimento allepisodio mitico secondo il quale Ares il dio della guerra sarebbe innamorato di Afrodite Aristofane celeberrimo commediografo narra una storia semiseria si tratta di un mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi sferici e doppi questi esseri si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza gli dei per punirli li tagliarono a metagrave questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare laltra metagrave e la cercavano di-

77 Poicheacute dunque egrave figlio di Poro e di Penigravea ad Amore egrave toccata la sorte seguente In primo luogo egrave sempre povero e ben lontano dallrsquoessere delicato e bello come credono i piugrave anzi egrave duro e lercio e scalzo e senza tetto abituato a coricarsi in terra e senza coperte dormendo allrsquoaperto sulle porte e per le strade e avendo la natura di sua madre egrave sempre di casa col bisogno Per parte di padre in-vece egrave insidiatore dei belli e dei buoni coraggioso audace e teso cacciatore terribile sempre a tramare stratagemmi avido di intelli-genza e ingegnoso dedito a filosofare per tutta la vita terribile stregone fattucchiere e sofista E per natura non egrave neacute immortale neacute mortale ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno quando gli va in porto ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtugrave della na-tura del padre E infatti lrsquooggetto dellrsquoamore egrave ciograve che egrave realmente bello grazioso perfetto e invidiabilmente beato mentre lrsquoamante ha un altro aspetto quale quello che ho esposto (Platone Simposio 203b-204a UTET Torino 1981 p 124-126)

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speratamente Se si leggono accuratamente tutti i discorsi ci si accorge che ognuno di essi con-tiene una parte di veritagrave

ii) il discorso finale di Socrate non saragrave nientaltro che una sintesi in cui li unisce praticamente tutti Egli racconta di essersi una volta incontrato con una sacerdotessa (Diotima solo da lei Socrate ha potuto apprenderne i segreti Il rilievo egrave del massimo interesse percheacute ci aiuta a comprendere come la filosofia impersonata da Socrate per parlare di Amore ha incontrato il suo limite cono-scitivo e perciograve non ha potuto contare sulla forza dellargomentare logico-filosofico ma ha dovuto affidarsi allinsegnamento di una donna e nel caso specifico di una sacerdotessa) che gli ha ri-velato tutti i misteri delleros viene a proposito citato un mito riguardante i festeggiamenti divini per la nascita di Afrodite tra le varie divinitagrave ci sono anche Poros (astuziafurbizia) e Pe-nia(povertagrave) Essiormai ubriachi per leccessivo beresi uniscono e viene cosi concepito Erosche ha quindi le caratteristiche dei suoi genitori egrave ignorantepovero e brutto a causa di Penia ma sa cavarsela sempre grazie a Poros (1) Non egrave bello ma sa andare a caccia della bellezza egli sente lamore ed egrave soggetto della ri-

cerca della bellezza e dellamore svolge le mansioni dellamante e non dellamato Chiara-mente se ricerca la bellezza significa che non la possiede cosigrave il filosofo egrave privo e bisognoso del sapere (penia=povertagrave) ma ha anche le capacitagrave di cercarsi e di procurarsi ciograve di cui egrave privo (poros=astuzia espediente) dato che Eros egrave privo di bellezza e le cose buone sono belle manca anche di bontagrave ciograve che non egrave bello o buono non egrave necessariamente brutto e cattivo per Platone vi egrave un livello intermedio tra il sapere e lessere ignoranti la via di mez-zo consiste nellavere buone opinioni senza perograve darne ragione la posizione intermedia co-munque non egrave un male perchegrave egrave uno stimolo per andare oltre chi si trova nella posizione piugrave bassa sa di non potersi elevare e neanche ci prova chi si trova in quella piugrave alta non si deve impegnare perchegrave egrave giagrave nella posizione ottimale chi si impegna e lavora egrave chi si trova in una zona intermedia (i filosofi che non sanno ma si sforzano di avvicinarsi al sapere)

(2) Tutti gli dei gli aveva detto Diotima sono belli e buoni e di conseguenza Eros non rientra nella categoria Anche da questo punto di vista Eros riveste una posizione intermedia non egrave un dio ma neanche un mortale egrave un qualcosa che nasce e muore di continuo egrave una meta-fora con cui si vuole dimostrare che non si puograve mai possedere totalmente lamore egrave anche metafora della filosofia perchegrave luomo non possiede il sapere ma si sforza per ottenerlo puograve riuscire ad avvicinarvisi ma non si tratta comunque di una conquista definitiva il pieno sa-pere egrave irraggiungibile Dunque Eros egrave una semi-divinitagrave intermedia La ricerca dellamore combacia con quella della filosofia

(3) Emerge poi nel Simposio ed emergeragrave anche nel Fedro lrsquoidea del bello le anime migliori hanno un trasporto di gioia dice Socrate quando vedono nelle cose sensibili lrsquoimmagine dellrsquoidea che stanno cercando perciograve chi cerca lrsquoidea del bello eacute preso dalla passione per gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dellrsquoidea del bello non eacute che un approfon-dimento di questo amore lrsquoidea del bello inoltre eacute quella piugrave evidente anche nel mondo sensibile perchegrave facilmente coglibile con la vista e va interpretata come stimolo per indagare la realtagrave intelligibile e per scoprire tutte le altre idee (a) Eros egrave prima di tutto desiderio della bellezza e si rivolge dunque in modo immediato alla

bellezza dei corpi che tuttavia non egrave mai appagante in modo duraturo e completo per-cheacute i corpi si corrompono e decadono

(b) Lamore si rivolge dunque alle anime la cui bellezza egrave tuttavia sempre particolare e quindi a sua volta incompleta procede la sua ascesa verso la bellezza delle leggi delle istituzioni e delle scienze

(c) per arrivare infine allAmore della Bellezza in seacute perfetta sempre uguale a se stessa fonte di ogni altra bellezza

Non a caso nel Simposio Socrate dice La giusta maniera di procedere da segrave o di essere condotti da un altro nelle cose d amore eacute questa prendendo le mosse delle cose belle di quaggiugrave al fine di raggiungere il Bello salire sempre di piugrave come procedendo per gradini da un solo corpo bello a due e da due a tutti i corpi belli e da tutti i corpi belli alle belle at-tivitagrave umane e da queste alle belle conoscenze e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null altro se non del Bello stesso e cosigrave giungendo al termine conoscere ciograve che eacute il bello in segrave

c) Egrave possibile la visione della bellezza [] Lanima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condi-zione e non sapendo che fare smania e fuor di se non trova sonno di notte neacute riposo di giorno ma corre anela lagrave dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza E appena lha riguardato invasa dallonda del desiderio amoroso le si sciolgono i canali ostruiti essa prende respiro si riposa

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delle trafitture e degli affanni e di nuovo gode per il momento almeno questo soavissimo piacere [] Percheacute oltre a venerare colui che possiede la bellezza ha scoperto in lui lunico medico dei suoi dolorosi affanni Questo patimento dellanima mio bellamico a cui sto parlando egrave ciograve che gli uomini chiamano amore (Platone Fedro in Id Opere complete a cura di G Giannantoni Laterza Roma-Bari 1971 pp250-252) Il tema della bellezza egrave sempre collegato a quello dellrsquoamore Lamore pla-tonico quindi cosigrave spesso frainteso egrave nostalgia dellAssoluto forza che ci spinge a ritornare al nostro essere-presso-gli-Dei

4) Da questa concezione del problema della conoscenza e della bellezza deriva anche la teoria platonica dellarte questa egrave considerata negativamente da Platone in quanto non disvela la realtagrave ma la nasconde e corrompe Dal punto di vista ontologico essa egrave mimesi imitazione di eventi sensibili i quali come ab-biamo visto sono a loro volta imitazione di un mondo intelligibile alla fine larte egrave unimitazione dellimi-tazione e per questo Platone non le attribuisce nessun valore di veritagrave Platone non vede nellarte nulla di utile alla vita delluomo in quanto la studia solo dal punto di vista di una sua utilitagrave alla ricerca del vero Lrsquo arte come allontanamento dal vero corrompe lrsquouomo e sollecita la sua parte irrazionale Tra lrsquoaltro il poeta non sa egrave semplicemente invasato e non sa quello che dice

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ARISTOTELE

LE SCIENZE E LA FILOSOFIA 1) Aristotele divide le scienze (tutte vertono sullrsquoessere perograve sotto aspetti diversi alcune studiano lrsquoessere

necessario che egrave sempre altre lrsquoessere contingente) in tre gruppi a) le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica la fisica e la matematica) le quali ricercano la

conoscenza disinteressata della realtagrave e si occupano dellessere necessario (Dio mondo numero) mentre le altre si occuperanno dellessere possibile (ogni altra cosa che esiste)

b) le scienze pratiche che comprendono letica e la politica le quali ricercano il sapere per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana

c) e infine le scienze poietiche o produttive (le arti e le tecniche) che ricercano il sapere in vista del fa-re per produrre i vari oggetti

2) Il fine della filosofia egrave la contemplazione cioegrave la conoscenza (disinteressata) della veritagrave Infatti secondo Aristotele laquotutti egli uomini per natura tendono al conoscere (Πάντες ἄνθροποι τοῦ εἰδέναι ὀρέγονται φύσει) E segno ne egrave lamore per le sensazioni infatti anche senza che abbiano utilitagrave sono amate per seacute stesse e sopra tutte le altre le sensazioni date dagli occhi Infatti non solo per poter agire ma anche quando non abbiamo intenzione di far nulla preferiamo il vedere -- per cosigrave dire -- a tutti gli altri sensi E la causa egrave che questo senso ci fornisce conoscenza piugrave degli altri e ci mostra molte differenzeraquo laquoGli uo-mini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia () Ora chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere () Cosiccheacute se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dallignoranza egrave evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per consegui-re qualche utilitagrave praticaraquo e in questo senso la filosofia egrave essenzialmente lsquoinutilersquo (Met A 2 982b) laquoIl fine della scienza teoretica egrave la veritagraveraquo (Met A elatton 1 993b) Il che significa che cegrave nelluomo il de-siderio di conoscere la veritagrave e questo desiderio egrave piugrave forte di qualsiasi interesse pratico Luomo deside-ra sapere il senso della sua esistenza come egrave davvero non piegandone la ricerca a un progetto prede-terminato

3) Necessitagrave della filosofia ldquo se si deve filosofare si deve filosofare e se non si deve filosofare si deve fi-losofare in ogni caso dunque si deve filosofare Se infatti la filosofia esiste siamo certamente tenuti a fi-losofare dal momento che essa esiste se invece non esiste anche in questo caso siamo tenuti a cerca-re come mai la filosofia non esiste e cercando facciamo filosofia dal momento che la ricerca egrave la causa e lrsquoorigine della filosofiardquo (Aristotele Protrettico fr424 in Opere a cura di G Giannantoni Roma- Bari Laterza 1973)

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA

1) La scienza piugrave alta egrave per Aristotele la metafisica (che in realtagrave lui chiamava filosofia prima e piugrave tardi

verragrave anche detta ontologia cioegrave studio dellessere) la quale viene da lui definita in quattro modi a) La metafisica studia le cause prime della realtagrave che sono causa materiale causa formale causa effi-

ciente causa finale b) La metafisica studia lrsquoessere in quanto essere Dire che la metafisica studia lessere in quanto essere

significa che essa non ha per oggetto una realtagrave in particolare bensigrave la realtagrave in generale cioegrave gli aspetti fondamentali e comuni di tutta al realtagrave In altri termini la matematica studia lessere come quantitagrave la fisica studia lessere come movimento solo la metafisica studia lessere in quanto tale considerando le caratteristiche universali di ogni essere (ecco percheacute egrave chiamata filosofia prima mentre la altre scienze sono filosofie seconde) ed egrave dunque il presup-posto indispensabile di ogni ricerca

c) La metafisica studia la Sostanza e la sostanza principale senza cui non ci sono le altre egrave Dio quindi d) la metafisica studia Dio Questa sarebbe la piugrave importante per cui la metafisica o filosofia prima si

potrebbe chiamare anche teologia Queste quattro definizioni sono complementari luna allaltra co-me si puograve notare ad una analisi piugrave attenta Chi ricerca le cause o i principi primi deve per forza di cose incontrare Dio che egrave la causa e il principio primo per eccellenza Chiedersi cosa sia lessere si-gnifica chiedersi se esista solo un essere sensibile o anche un essere soprasensibile (essere teologi-co) Alle stesse conclusioni porta anche la domanda sulla sostanza (esistono solo sotanze sensibili o anche soprasensibili) Il problema teologico dunque come problema centrale della metafisica Ca-piamo cosigrave anche percheacute la metafisica sia la forma di sapere piugrave elevata facendo metafisica luomo

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si avvicina a Dio non solo percheacute lo conosce ma anche percheacute fa quello che fa Dio che egrave pu-ra conoscenza

2) le quattro cause In quanto tale la metafisica egrave scienza delle cause prime ossia dei supremi percheacute Si

possono in effetti conoscere dei percheacute prossimi che si costituiscono in realtagrave come dei come in rap-porto ai percheacute supremi alle cause prime che la metafisica considera Tali cause prime sono quattro materiale formale efficiente (o agente) e finale78 a) La causa materiale o materia egrave il sostrato indeterminato privo quindi di caratteri specifici Di questa

causa si sono occupati essenzialmente i primi filosofi (dalla scuola ionica a Eraclito) b) La causa formale o forma egrave il fattore determinante ciograve che fa sigrave che la materia indeterminata assu-

ma certi caratteri distintivi Di questa causa si egrave occupato in particolare Platone con la sua teoria delle idee

c) La causa efficiente (o efficace o agente) egrave ciograve da cui egrave prodotto leffetto egrave la causa nel senso cor-rente del termine Egrave Empedocle ad aver per primo individuato questa causa da lui collocata nelle forze di Amore e Odio

d) La causa finale o fine egrave ciograve verso cui tende la cosa causata Di questa causa ha parlato soprattutto Anassagora con la sua teoria del Nous che organizza tutta la realtagrave dei semi in modo ordinato e fi-nalizzato

o Materia e forma bastano perograve solo a spiegare lessere staticamente considerato mentre se lo consi-deriamo dinamicamente occorre aggiungere qualcosa alla spiegazione precedente Un uomo dal punto di vista statico non egrave altro che carne e ossa (materia) e anima (forma) mentre se vogliamo sapere percheacute egrave nato e percheacute si sviluppa occorrono due ulteriori ragioni la causa efficiente o motri-ce (il padre che lo ha generato) e la causa finale (il telos lo scopo cui tende il divenire delluomo la realizzazione della sua essenza)

o Materia e forma sono principi intrinseci alla cosa al punto che non si possono scindere Causa effi-ciente e finale sono invece estrinseci alla cosa causata la prima precedendola la seconda seguen-dola

3) lessere e i suoi significati

bull Parmenide solo lrsquoessere egrave ed egrave univoco e unico tutte le determinazioni sono solo doxa bull Platone tutte le determinazioni sono essere e lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni Perograve

non ammette nellrsquoessere il mondo che egrave metaxuuml bull Aristotele tutto ciograve che esiste egrave un ente tutto egrave unificato dal fatto che egrave lsquoentersquo un qualcosa

che egrave Lrsquoente allora egrave la sintesi tra le determinazioni e il loro esistere La filosofia prima stu-dia lrsquoente in quanto ente lrsquoente lrsquoente (principio unificatore del tutto) a prescindere da tutte le determinazioni79 per questo egrave la scienza della totalitagrave dellrsquoente

78 Fisica 194 15 2 198 24 [194b] [] Definiti questi punti bisogna prendere in esame le cause allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero Poicheacute infatti il presente trattato si propone per scopo la conoscenza e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il percheacute (e questo significa cogliere la causa prima) egrave chiaro che anche noi dobbiamo far ciograve intorno alla generazione alla corruzione e ad ogni mutamento naturale affincheacute conoscendone i princiacutepi ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricer-che In un modo dunque si dice causa ciograve da cui una cosa deriva essendo in essa immanente ad esempio il bronzo egrave causa della statua lrsquoargento della coppa e i loro generi In altro modo si dice causa la forma [eicircdos] e il modello [paraacutedeigma] cioegrave la definizione del con-cetto e i generi di essa (come nellrsquoottava il rapporto di uno a due e in generale il numero) e le parti inerenti alla definizione Inoltre si dice causa ciograve da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete ad esempio egrave causa chi dagrave un consiglio il padre egrave causa del figlio e in generale lrsquoagente egrave causa di ciograve che egrave fatto e ciograve che muta egrave causa di ciograve che vien mutato Ed ancora si dice causa il fine cioegrave la causa finale ad esempio la sanitagrave egrave causa del camminare alla domanda infatti percheacute cammina rispondiamo percheacute stia bene e dicendo cosiacute crediamo di aver ammessa la causa Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che collrsquointervento di altro mo-vente divengono intermedie del fine ad esempio della sanitagrave la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti [195a] tutte queste cose infatti si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une strumenti le altre [] [198a] [] E poicheacute le cause sono quattro egrave compito del fisico lrsquoaver conoscenza di tutte ed egli riferendo il percheacute a tutte lo asse-gneragrave fisicamente ad esse ossia alla materia alla forma al motore alla causa finale 79 Crsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere-in-quanto-essere e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natura Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine lrsquoessere-in-quanto-essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprio conto una qualche parte di essere e ne studia gli attributi come fan-no ad esempio le scienze matematiche E poicheacute noi stiamo cercando i principi e le cause supreme non vrsquoegrave dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una certa realtagrave in virtugrave della sua stessa natura Se pertanto proprio su questi principi avessero spinto la loro indagine quei filosofi che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti allora anche gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri dellrsquoessere-in-quanto-essere e non dellrsquoessere-per-accidente ecco percheacute anche noi dobbiamo riuscire a com-prendere quali sono le cause prime dellrsquoessere-in-quanto-essere Aristotele Metafisica E 1 G 1 a cura di G Giannantoni Roma-Bari Laterza 1973

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a) Lrsquoessere non egrave i) Univoco (Parmenide) ii) Equivoco (Sofisti) iii) Genere (Platone) ma egrave transgenerico piugrave esteso del genere proprio percheacute mentre il genere

non si predica della specie lrsquoessere si predica di tutto Quindi lrsquounitagrave dellrsquoessee non egrave lrsquounitagrave del genere

iv) egrave analogo80 lrsquounitagrave deriva dalla relazione con un identico principio o realtagrave la sostanza quindi lrsquoessere in quanto essere egrave la sostanza e tutto quello che si riferisce alla sostanza in modi diversi

b) i quattro significati dellessere81 Aristotele rivolge una critica conclusiva alla filosofia dellEssere di Parmenide In Platone abbiamo visto che dellEssere si puograve parlare in almeno due modi come i-dentico e come diverso In Aristotele dellEssere si parla in molti modi tograve ograven leacutegetai pollachocircs A questo proposito egrave stata spesso invocata la distinzione tra essere esistenziale ed essere copulativo se per esempio dico che Socrate egrave ne affermo lesistenza mentre se dico che la Chimera egrave un mostro mitologico non intendo affermarne lesistenza In questo secondo caso il verbo essere ha soltanto la funzione di copulare di unire il soggetto e il predicato ma non implica laffermazione del-lesistenza i) Lessere per segrave ovvero la sostanza e le altre categorie significati primi e fondamentali generi

supremi categorie sempre in relazione alla sostanza ndash quindi non potragrave mai esistere una bellez-za in seacute come in Platone) Le categorie sono dieci (ma di esse solo la prima la sostanza ha sus-sistenza autonoma mentre tutte le altre presuppongono la prima e si fondano sullessere della prima)

sostanza (uomo cavallo) quantitagrave (lungo due cubiti) qualitagrave (bianco grammaticale) relazione (doppio metagrave) luogo (nel Liceo al mercato) tempo (ieri lanno scorso) posizione (sdraiato seduto) condizione (ha addosso le scarpe)

80 Lrsquoessere si dice in molteplici significati ma sempre con riferimento ad una unitagrave e ad una realtagrave determinata Lrsquoessere quindi non si dice per mera omonimia ma nello stesso modo in cui diciamo ldquosanordquo tutto ciograve che si riferisce alla salute o in quanto la conserva o in quanto la produce o in quanto ne egrave sintomo o in quanto egrave in grado di riceverla o anche nel modo in cui diciamo ldquomedicordquo tutto ciograve che si riferisce alla medicina o in quanto possiede la medicina o in quanto ad essa egrave per natura ben disposto o in quanto egrave opera della medicina e potremmo addurre ancora altri esempi di cose che si dicono nello stesso modo di queste Cosigrave dunque anche lrsquoessere si dice in molti sensi ma tutti in rife-rimento ad un unico principio alcune cose sono detti esseri percheacute sono sostanza altre percheacute affezioni della sostanza altre percheacute vie che portano alla sostanza oppure percheacute corruzioni o privazioni o qualitagrave o cause produttrici o generatrici sia della sostanza sia di ciograve che si riferisce alla sostanza o percheacute negazioni di qualcuna di queste ovvero della sostanza medesima (Per questo anche il non-essere diciamo che egrave nonessererdquo) [Metafisica Libro IV cap 1-2] 81 Lrsquoessere si dice [1] in senso accidentale e [2] per seacute [1] In senso accidentale diciamo per esempio che il ldquogiusto egrave musicordquo o che lrsquoldquouomo egrave musicordquo o che il ldquomusico egrave uomordquo nello stesso modo che diciamo che ldquoil musico costruisce una casardquo percheacute puograve accadere il ldquomusicordquo sia ldquocostruttorerdquo o che il ldquocostruttorerdquo sia ldquomu-sicordquo infatti ldquoquesto egrave questrsquoaltrordquo significa che questo egrave accidente di questrsquoaltro Lo stesso deve dirsi a proposito degli esempi di cui sopra quando diciamo ldquolrsquouomo egrave musicordquo o il ldquomusico egrave uomordquo ldquoil bianco egrave musicordquo o ldquoil musico egrave biancordquo diciamo cosigrave percheacute nellrsquoultimo caso i due attributi sono accidenti di una stessa cosa mentre nel primo caso lrsquoattributo egrave accidente di ciograve che veramente esiste E si dice ldquoil musico egrave uomordquo percheacute ldquomusicordquo egrave accidente dellrsquouomo nello stesso modo si dice anche ldquoil non-bianco egraverdquo percheacute egrave ciograve di cui esso egrave accidente Dunque le cose che si dicono essere in senso accidentale si dicono cosigrave [a] o percheacute si tratta di due attribu-ti che appartengono ad una medesima cosa che egrave [b] oppure percheacute si tratta di un attributo che appartiene alla cosa che egrave [c] oppure ancora percheacute ciograve di cui appartiene come accidente quello di cui egrave esso stesso predicato egrave ciograve che propriamente egrave [2] Essere per seacute sono dette invece tutte le accezioni che ha lrsquoessere secondo le figure delle categorie tante sono le figure delle cate-gorie e altrettanti i significati dellrsquoessere Poicheacute dunque alcune delle categorie significano lrsquoessenza altre la qualitagrave altre la quantitagrave altre la relazione altre lrsquoagire o il patire altre il dove e altre il quando ebbene lrsquoessere ha significati corrispondenti a ciascuna di que-ste Non crsquoegrave differenza infatti fra le proposizioni ldquolrsquouomo egrave viventerdquo e ldquolrsquouomo viverdquo e fra ldquolrsquouomo egrave camminante o taglianterdquo e ldquolrsquouomo cammina o tagliardquo e lo stesso vale per gli altri casi [3] Inoltre lrsquoessere e lrsquoegrave significa ancora che una cosa egrave vera e il non-essere e il non-egrave significa che non-egrave vera ma falsa e questo vale tanto per lrsquoaffermazione quanto per la negazione Per esempio si dice ldquoSocrate egrave musicordquo in quanto questo egrave vero oppure ldquoSocra-te egrave non-biancordquo in quanto questo egrave vero e si dice che ldquola diagonale non-egrave commensurabilerdquo in quanto questo non egrave vero ma falso [4] Inoltre lrsquoessere o lrsquoente significa da un lato lrsquoessere in potenza e dallrsquo altro lrsquoessere in atto e questo nellrsquoambito di ciascuno dei significati sopra detti Infatti noi diciamo che egrave veggente e chi egrave veggente in potenza e chi egrave veggente in atto e similmente diciamo che sa e colui che puograve far uso del sapere e colui che ne fa usa in atto e dicia-mo che egrave in riposo e colui che egrave giagrave in riposo e colui che puograve essere in riposo Similmente dicasi per le sostanze infatti diciamo che un Ermete egrave nella pietra e che la semiretta egrave nella retta e diciamo che egrave frumento anche quello che non egrave ancora maturo [Metafisica Li-bro V cap7]

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azione (taglia brucia) passione (viene tagliato viene bruciato)

Questo elenco non va inteso come qualcosa di definitivo in quanto su questo argomento Aristo-tele ritornograve piugrave volte egrave possibile infatti trovare delle classificazioni leggermente diverse in cui al posto della categoria della sostanza (ousia) vi egrave quella del che cosegrave (essenza) mentre altre vol-te le categorie non sono dieci ma sei o sette Le categorie sono le classi ultime in cui si puograve dire che ricade tutto ciograve che esiste oppure egrave reale Per quanto riguarda luso di questa dottrina Ari-stotele vi fa ricorso quando deve classificare classi di oggetti oppure significati dei termini Ri-guardo poi alla sostanza la prima delle categorie Aristotele la divise in primaria e secondaria e affermograve che solo le sostanze primarie sono sostanze nel vero senso del termine (per sostanza primaria Aristotele intende lindividuale ovvero luomo individualmente considerato questo o quel cavallo e cosigrave via) egrave ovvia allora la polemica con il pensiero di Platone il quale affermava invece che vera sostanza sono le Forme (le Idee) ovvero i generi e le specie delle cose quelle specie e generi che invece per Aristotele avevano unimportanza secondaria82

ii) Lessere come accidente ovvero essere casuale accidentale (per esempio quando dico che luomo egrave musico io non esprimo lessenza stessa dellessere uomo ma qualcosa che alluomo puograve capitare casualmente di essere un mero accidente) Non egrave sempre negrave per lo piugrave ma solo talora Egrave sempre in altro mai per segrave83 (differenza tra accidente e categorie per es la qualitagrave egrave necessario che una sostanza abbia delle qualitagrave che abbia quelle o altre egrave accidentale)

iii) Essere come vero e non-essere come falso Si tratta dellessere logico (a differenza del prece-dente che era un essere ontologico) che indica lessere del giudizio vero e il non-essere del giu-dizio falso egrave un essere puramente mentale che ha sussistenza solo nella ragione e nella mente che pensa (mentre il precedente esisteva a prescindere dalla mente che lo pensava)

iv) Essere come potenza e atto Un esempio di questa importante definizione egrave dato dalla statua di marmo giagrave scolpita che egrave in atto mentre il blocco di marmo che lartefice sta scalpellando egrave in potenza il frumento maturo egrave frumento in atto mentre la pianticella verde egrave frumento in poten-za (vale a dire che puograve diventare ciograve che ancora non egrave mentre lessere in atto si caratterizza come lattuarsi di ciograve che prima era solo in potenza) (1) Sono tutti e due essere perograve in senso quasi opposto (la potenza egrave non atto ma capacitagrave

drsquoessere atto) (2) Saragrave bene ricordare anche che attraverso questo significato dellessere Aristotele risolveragrave

definitivamente laporia eleatica per la quale il non-essere non esiste e di conseguenza nemmeno il movimento percheacute inteso come passaggio dal non-essere allessere la soluzio-ne egrave proprio insita nel concetto di atto e potenza in quanto il non-essere di cui parlava Par-

82 Categorie 2a 11-18 2b 15-17 2b 30-3a 7) [2a] [] ldquoSostanzardquo nel senso piuacute proprio in primo luogo e nella piuacute grande misura egrave quella che non si dice di un qualche sostrato neacute egrave in un qualche sostrato ad esempio un determinato uomo o un determinato cavallo Drsquoaltro canto sostanze seconde si dicono le spe-cie cui sono immanenti le sostanze che si dicono prime ed oltre alle specie i generi di queste Ad esempio un determinato uomo egrave immanente ad una specie cioegrave alla nozione di uomo e drsquoaltra parte il genere di tale specie egrave la nozione di animale [] [2b] [] la ragione per cui le sostanze prime si dicono sostanze in massimo grado consiste nel fatto che esse stanno alla base di tutti gli altri oggetti e che tutti gli altri oggetti si predicano di esse oppure sussistono in esse [] Egrave cosiacute giustificato prescindendo dalle sostanze prime che le specie e i generi siano i soli tra gli oggetti a dirsi ldquosostanze seconderdquo tra i predicati in effetti essi solo rivelano la sostanza prima Se qualcuno invero deve spiegare che cosrsquoegrave un determinato uomo dagrave una spiegazione appropriata fornendo la specie oppure il genere drsquoaltra parte dichiarando che tale oggetto egrave ldquouomordquo lo rende piuacute noto di quanto non faccia dichiarando che egrave ldquoanimalerdquo Nel caso invece che costui fornisca una qualche altra nozione dicendo ad esempio che un determinato uomo egrave ldquobiancordquo o ldquocorrerdquo oppure facendo una qualsiasi altra dichiarazione consimile avragrave dato una spiegazione estra-nea allrsquooggetto Egrave di conseguenza giustificato che tra gli altri oggetti soltanto quelli nominati si dicano sostanze [3a] Oltre a ciograve le so-stanze prime sono sostanze nel senso piuacute proprio in quanto stanno alla base di tutti gli altri oggetti Orbene precisamente allo stesso modo con cui le sostanze prime si comportano rispetto a tutti gli altri oggetti cosiacute si comportano rispetto a tutti i rimanenti le specie e i generi delle sostanze prime In realtagrave tutti i rimanenti oggetti vengono predicati delle specie e dei generi Tu dirai infatti di un determi-nato uomo che egrave ldquogrammaticordquo e quindi dirai pure di uomo e di animale che egrave ldquogrammaticordquo Lo stesso vale per gli altri casi 83 [Metafisica 1025a] [] Accidente significa ciograve che appartiene ad una cosa e che puograve essere affermato con veritagrave della cosa ma non sempre neacute per lo piuacute per esempio se uno scava una fossa per piantare un albero e trova un tesoro Questo ritrovamento del tesoro egrave dunque un accidente per chi scava una fossa infatti lrsquouna cosa non deriva dallrsquoaltra neacute fa seguito allrsquoaltra necessariamente e nemme-no per lo piuacute chi pianta un albero trova un tesoro E un musico puograve anche essere bianco ma poicheacute questo non avviene neacute sempre neacute per lo piuacute noi diciamo che egrave un accidente Pertanto poicheacute ci sono attributi che appartengono ad un soggetto e poicheacute alcuni di questi attributi appartengono al soggetto solo in certi luoghi e in certi tempi allora tutti gli attributi che appartengono ad un soggetto ma non in quanto il soggetto egrave questo soggetto e il tempo questo determinato tempo e il luogo questo determinato luogo saranno accidenti Dellrsquoaccidente non ci saragrave quindi neppure una causa determinata ma ci saragrave solo una causa fortuita e questa egrave indeterminata Egrave per accidente che uno giunge ad Egina se non egrave partito con lrsquointento di giungere in tal luogo ma se egrave giunto percheacute spinto dalla tempesta o preso dai pirati Dunque lrsquoaccidente egrave prodotto ed esiste non per se stesso ma per altro la tempesta infatti egrave stata causa che si giungesse dove non voleva giungere cioegrave ad Egina

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menide altro non sarebbe se non un non-essere relativo nel senso che una cosa egrave segrave stessa e al tempo stesso non egrave tutte le altre Il movimento si spiegheragrave poi come passaggio dalla potenza allatto

Le categorie che abbiamo elencato sopra sono le supreme divisioni dellessere loriginaria distin-zione cui si appoggia necessariamente la distinzione degli ulteriori significati La prima di esse la sostanza egrave la piugrave importante percheacute egrave il riferimento comune alle altre categorie che in qualche modo la presuppongono (la qualitagrave ecc egrave sempre riferita a qualcosa che esiste di giagrave luomo ovvero la sostanza egrave alto uno padre cammina ecc) Il che ci porta a concludere che se les-sere si identifica con le sue categorie e le categorie si riferiscono alla sostanza la domanda su che cosegrave lessere si trasforma in che cosegrave la sostanza e la metafisica diventa teoria della sostanza

4) La sostanza Quali sostanze esistono84 Questa sarebbe la domanda fondamentale Solo che a questa

domanda possiamo rispondere solo dopo che avremo risposto alla domanda cosa egrave la sostanza Tutti ammettono la sostanza sensibile e bisogna partire da ciograve che per noi egrave piugrave evidente a) Sostanza egrave

i) materia (fisici) La materia egrave ciograve di cui una cosa egrave fatta ciograve di cui egrave composta (ad esempio un uomo egrave fatto di carne ed ossa una sfera egrave fatta di bronzo ecc) ed egrave dunque un elemento pas-sivo che viene strutturato dalla forma nel senso che egrave la forma che rende ad esempio lrsquouomo animale razionale mentre la materia saragrave il corpo delluomo

ii) forma (Platone) (1) La forma egrave la natura propria di una cosa egrave ciograve che la rende quella che egrave e la distingue dal-

le altre egrave dunque la sua essenza il suo significato fondamentale il suo essere dellesse-re Se la forma egrave lessenza necessaria egrave ciograve per cui ogni essere egrave necessariamente quello che egrave allora essa egrave anche la risposta che possiamo dare circa il che cosegrave di una cosa in quanto definire un essere vuol dire chiarirne lessenza (che cosegrave questo egrave un uomo cosegrave un uomo un animale razionale)

(2) La forma di cui parla Aristotele non va confusa con la forma platonica percheacute la prima egrave un costitutivo della realtagrave egrave una struttura ontologica immanente mentre la seconda egrave una qua-litagrave trascendente la realtagrave stessa egrave un universale e lrsquouniversale non ha le caratteristiche della sostanza che egrave sempre un tode ti un qualcosa di determinato Aristotele distingue due modi dessere dellessenza 2(a) il suo essere accolto dallanima pensante come il suo modo dessere noetico separa-

to delle cose con il pensiero (choristo logo) 2(b) il suo essere nelle cose come il suo modo dessere fisico di realizzare lunitagrave effettiva

dogni cosa rispetto a ciograve che egrave Secondo Aristotele lessere delllaquoειδοσraquo egrave determinato nel suo modo fisico dalla relazione al soggiacente indeterminato della laquohyleraquo come lunificante effettivo di ogni cosa (εν ποιουν) riconosciuto dal pensiero come sua intelligibilitagrave Effettivitagrave e intelligibilitagrave co-incidono e il tratto eidetico dellessere fisico nella produzione infaticabile di cose precise delimitate da una qualcositagrave in atto saragrave dunque compreso da Aristotele come la profonda complicitagrave di tutta la laquoPhysisraquo con il pensiero cioegrave come il suo tratto razionale comprensibile accolto dal pensiero delluomo come leffettivitagrave di ciograve che egrave

(3) Questo ci porta a fare un breve excursus in ambito logico per accennare al principio di non contraddizione esso sostiene che ogni essere ha una natura determinata che egrave impossibile negare di esso e quindi in questo senso gli egrave necessaria non potendo essere diversa da quello che egrave E espresso da Aristotele nel modo seguente Egrave impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia Il che viene dimostrato da Aristotele per assurdo dicendo che se una parola ha un significato non egrave possibile che A sia insieme B e non-B cioegrave ad esempio che uomo sia insieme animale razionale e non animale razionale

84 (Metafisica 1069a 30-1069b 2) [1069a] [] Ci sono tre sostanze ltdi genere diversogt Una egrave la sostanza sensibile la quale si distingue in (a) eterna e in (b) corruttibile (e questa egrave la sostanza che tutti ammettono per e-sempio le piante e gli animali di essa egrave necessario comprendere quali siano gli elementi costitutivi sia che questi si riducano ad uno so-lo sia che siano molti) (c) Lrsquoaltra sostanza egrave invece immobile e questa alcuni filosofi affermano che egrave separata certuni distinguen-dola ulteriormente in due tipi altri riducendo a una identica natura le Forme e gli Enti matematici altri ancora ammettendo solo gli Enti matematici Le prime due specie di sostanze costituiscono lrsquooggetto della fisica percheacute sono soggette a movimento [1069b] la terza invece egrave og-getto di unrsquoaltra scienza dal momento che non crsquoegrave alcun principio comune ad essa e alle altre due

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iii) sinolo (senso comune)85unione di materia e forma entrambe la materia e la forma sono ne-cessarie per fare una sostanza non puograve esistere un uomo senza il corpo (materia) neacute lanima (forma) senza il corpo

b) Ora hanno ragione tutti e nessuno i) Senza materia non ci sono sostanze sensibili perograve la materia egrave potenzialitagrave indeterminata ii) Quindi egrave necessaria una forma che la determini una forma che determina il che cosrsquoegrave Della co-

sa una forma che egrave sempre intrinseca alla cosa iii) Di conseguenza saragrave sostanza il sinolo che egrave unione delle due

c) caratteri della sostanza i) Non inerisce ad altro ma egrave sostrato di inerenza di altro (cioegrave degli accidenti) ii) per seacute indipendenza (appunto in quanto la sostanza sussiste e non inerisce un maglione egrave so-

stanza il blu no percheacute egrave sempre blu di qualcosa di qualche sostanza ad esempio blu del ma-glione)

iii) determinata (deve essere un tode tigrave deve potersi indicare concretamente quindi non potragrave es-sere u universale la sua egrave una filosofia dellrsquoindividuale)

iv) unitaria (non un aggregato la sostanza deve essere un che di uno un sasso egrave una sostanza un mucchio di sassi no)

v) atto (energheia o entelekeia deve essere qualcosa di attuale di reale il seme che egrave seme ora egrave sostanza la pianta che il seme puograve diventare sviluppandosi non egrave sostanza fincheacute il seme resta seme)

d) In base a tali presupposti puograve essere detto sostanza i) la materia perograve non del tutto propriamente percheacute soddisfa solo alla prima caratteristica (non

inerisce a nulla ma tutto inerisce ad essa) perograve non egrave attuale neacute determinata neacute indipendente neacute davvero una

ii) la forma egrave vero che non soddisfa alla prima condizione percheacute inerisce alla materia ma inerisce come principio determinate E la seconda caratteristica esiste per seacute Puograve esistere separata sia concettualmente sia anche concretamente (vedremo che esistono forme senza materia)

iii) il sinolo di forma e materia inevitabilmente le soddisfa tutte iv) ora il sinolo egrave la vera sostanza dal punto di vista empirico che costituisce il mondo fisico da noi

immediatamente conosciuto Perograve da un punto di vista metafisico vera sostanza egrave la forma in quanto egrave la forma il principio determinante il sinolo il fondamento del sinolo

v) Allora essere nel senso pieno egrave la sostanza e la sostanza nel senso pieno egrave la forma Aristotele ha chiamato la forma causa prima dellessere

e) alcune conseguenze i) retaggio platonico solo la forma egrave conoscibile non la materia che egrave inintelligibile ed egrave causa del-

la pluralitagrave (es dei molti uomini) La materia egrave il principio di individuazione (quella che la scolastica chiameragrave la materia signata Ora se la materia egrave inintelligibile la singola cosa concreta sensibile non saragrave mai pienamente co-noscibile quindi i singoli sono inconoscibili indefinibili

ii) La forma egrave solo atto la materia egrave solo potenza cioegrave capacitagrave di assumere qualsiasi forma quindi il sinolo egrave insieme atto e potenza Tutto ciograve che ha materia ha potenzialitagrave se non ha materia egrave atto puro

iii) Significato e importanza dellatto come entelekeia (εν τελοσ εχειν avere in se stessi il proprio fi-ne) Se la forma egrave questa entelechia allora essa egrave non solo quello che la cosa egrave ma anche quello che la cosa deve essere la forma egrave il dinamismo interno della realtagrave orientamento intrinseco la forma diventa anche fine

iv) Latto egrave superiore alla potenza rispetto alla quale vanta una prioritagrave logica (capisco la potenza solo in relazione allrsquoatto) e ontologica (lrsquoatto egrave condizione regola e fine della potenzialitagrave)

85 [1042a] [] E sostanza egrave il sostrato il quale in un senso significa la materia (dico materia ciograve che non egrave un alcuncheacute di determinato in atto ma un alcuncheacute di determinato solo in potenza) in un secondo senso significa lrsquoessenza e la forma (la quale essendo un alcun-cheacute di determinato puograve essere separata con il pensiero) e in un terzo senso significa il composto di materia e di forma [] [1042b] [] la sostanza nel significato di sostrato e di materia [yacutele] viene concordemente ammessa da tutti ed essa egrave la sostanza che esiste in potenza rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose sensibili come atto [1043a] []Dalle cose dette risulta chiaro che cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere essa egrave per un verso materia per un altro forma e atto e per un terzo egrave lrsquoinsieme di materia e di forma Non bisogna ignorare che talora non egrave chiaro se il nome indichi la sostanza come composto oppure lrsquoatto e la forma Per esempio non egrave chiaro se ldquocasardquo indichi il composto di materia e forma ossia un riparo fatto di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo oppure se significhi lrsquoatto e la forma ossia un riparo [] [1043b] Ma questo che per altro rispetto ha una notevole rilevanza in relazione alla ricerca della sostanza sensibile non ne ha alcuna infatti lrsquoessenza appartiene alla forma e allrsquoatto

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v) Grazie alla dottrina della potenza e dellatto Aristotele ha potuto risolvere il problema eleatico del movimento (che egrave un passaggio dallessere in potenza allessere in atto) e ha potuto risolvere il problema dellrsquounitagrave di materia e forma (potenza e atto)

5) Motore immobile

a) dimostrazione86 se tutto fosse corruttibile niente sarebbe incorruttibile perograve crsquoegrave lrsquoeternitagrave del tempo e quindi del movimento necessitagrave di un motore immobile causa del movimento (impossibile il re-gresso allrsquoinfinito in quantro se manca la causa prima viene a mancare anche tutta la serie delle cau-se seconde)

b) sue caratteristiche eterno immobile atto puro (se fosse potenza potrebbe non muovere) spirituale c) muove come oggetto di amore e di intelligenza quindi non egrave causa efficiente ma causa finale d) per questo il mondo non ha avuto inizio Dio da sempre attrae Di conseguenza luniverso egrave una sor-

ta di sforzo della materia verso Dio e quindi in pratica un desiderio incessante di prendere forma Non egrave tanto Dio che dagrave forma al mondo ma egrave piuttosto il mondo che aspirando a Dio si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci luniverso non egrave creato non ha avuto origine sussiste da sempre) Per questo non crsquoegrave un caos originario verrebbe ad essere il primato della potenza sullrsquoatto

e) il Motore immobile egrave pensiero di pensiero87 (per analogia alla nostra esperienza)

86 Poicheacute si egrave sopra detto che le sostanze sono tre due fisiche ed una immobile ebbene dobbiamo parlare di questa e dobbiamo dimo-strare che necessariamente esiste una sostanza eterna ed immobile Le sostanze infatti hanno prioritagrave rispetto a tutti gli altri modi di essere e se fossero tutte corruttibili allora sarebbe corruttibile tutto quanto esiste Ma egrave impossibile che il movimento si generi o si corrompa percheacute esso egrave sempre stato neacute egrave possibile che si generi o si corrompa il tempo percheacute non potrebbero esserci il ldquoprimardquo e il ldquopoirdquo se non esistesse il tempo Dunque anche il movimento egrave continuo come il tempo infatti il tempo o egrave la stessa cosa che il movi-mento o una caratteristica del medesimo E non crsquoegrave altro movimento continuo se non quello locale anzi di questo continuo egrave solo quel-lo circolare Se poi esistesse un principio motore ed efficiente ma che non fosse in atto non ci sarebbe movimento infatti egrave possibile che ciograve che ha potenza non passi allrsquoatto (Pertanto non avremo alcun vantaggio se introdurremo sostanze eterne come fanno i sosteni-tori della teoria delle Forme se non egrave presente in esse un principio capace di produrre mutamento dunque non egrave sufficiente questo ti-po di sostanza neacute lrsquoaltra sostanza che essi introducono oltre le Idee (n numeri e gli Enti matematici) se queste sostanze non saranno attive non esisteragrave movimento) Ancora non basta neppure che essa sia in atto se la sua sostanza implica potenza infatti in tal caso potrebbe non esserci un movimento eterno percheacute egrave possibile che ciograve che egrave in potenza non passi allrsquoatto Egrave dunque necessario che ci sia un Principio la cui sostanza sia lrsquoatto stesso Per conseguenza egrave anche necessario che queste sostanze (n Aristotele oltre al Motore immobile ammetteragrave anche tutta una serie di sostanze analoghe al Motore immobile anche se a lui gerarchicamente inferiori) siano scevre di materia percheacute devono essere eterne se mai esiste qualcosa di eterno Dunque devono essere atto Drsquoaltro canto sorge una difficoltagrave pare infatti che tutto ciograve che egrave attivo presupponga la potenza e che invece non tutto ciograve che egrave in potenza passi allrsquoatto sembra in tal modo che la potenza sia anteriore allrsquoatto Ma se fosse cosigrave non esisterebbe nessuno degli esseri egrave possibile infatti che ciograve che egrave in potenza ad essere non sia ancora E anche se fosse come dicono i Teologi che fanno derivare tutto dalla notte (n ORFEO fr 12 Diels-Kranz e ESIODO Teogonia 116 e seguenti) o come dicono i Fisici i quali sostengono che laquo tutte le cose erano insieme raquo (n ANASSAGORA fr 1 Diels-Kranz) si giungerebbe alla stessa impossibilitagrave Infatti come potrebbe prodursi mo-vimento se non esistesse una causa in atto Non certo la materia puograve muovere seacute medesima ma lrsquoarte del costruire e neppure il me-struo neacute la terra muovono se stessi ma il germe e il seme Per questo alcuni ammettono una attivitagrave eterna come Leucippo (n testi-monianza 18 Diels-Kranz) e Platone (n Timeo 30a) infatti essi sostengono che il movimento egrave eterno Tuttavia essi non dicono percheacute il movimento sia e quale esso sia neacute dicono la ragione per cui esso sia in questo o quel modo Nulla infatti si muove a caso ma deve sempre esserci una causa per esempio questo si muove ora in questo modo per natura questo altro in questrsquoaltro modo per forza ad opera dellrsquointelligenza o di altro E di che specie egrave allora quel movimento primo Questo punto ha una importanza grandissima Ma a Platone non [1072a] sarebbe stato lecito neppure porre quello che egli ritiene talora essere causa di movimento ossia ciograve che si dagrave movimento da se stesso Infatti questo che secondo lui egrave lrsquoanima egrave posteriore al movimento e nasce insieme col mondo come egli stesso afferma (n sempre nel Timeo) Orbene ritenere che la potenza sia anteriore allrsquoatto in un senso egrave vero e in un altro senso non egrave vero come si egrave giagrave detto Che lrsquoatto sia anteriore attesta Anassagora percheacute lrsquoIntelligenza di cui egli parla egrave atto attesta Empe-docle con la dottrina dellrsquoAmicizia e della Discordia e attestano coloro che come ad esempio Leucippo sostengono che il movimento egrave eterno Pertanto non ci furono per un tempo infinito Caos o Notte ma ci furono sempre le medesime cose o ciclicamente o in qualche altro modo se veramente lrsquoatto egrave anteriore alla potenza Ora se la realtagrave egrave sempre la stessa [ciclicamente] egrave necessario che qualcosa permanga costantemente e agisca sempre allo stesso modo E percheacute possano aver luogo generazione e corruzione ci deve essere an-che qualcosrsquoaltro che sempre agisca in maniera diversa E bisogna che questo in un modo agisca in virtugrave di seacute medesimo e in un altro modo in virtugrave di altro dunque in virtugrave di una ulteriore causa diversa dalla prima oppure in virtugrave della prima Ma egrave necessario che sia in virtugrave della prima percheacute a sua volta la prima sarebbe causa dellrsquouno e dellrsquoaltro Dunque egrave meglio la prima Dicemmo infatti che essa egrave causa dellrsquoessere le cose sempre nello stesso modo la seconda invece egrave causa dellrsquoessere le cose in modo diverso e lrsquouna e lrsquoaltra insieme son causa dellrsquoessere le cose in modo sempre diverso In questo modo si comportano dunque i movimenti Che bisogno crsquoegrave allora di cercare altri principi [da Metafisica Libro XII Cap 6] 87 Da un principio tale dunque dipendono il cielo e la natura e la sua condotta egrave la migliore quale noi abbiamo solo per piccolo tempo Esso infatti egrave sempre cosigrave (per noi infatti sarebbe impossibile) percheacute la sua attualitagrave egrave anche piacere e per questo la veglia la sensa-zione e il pensiero sono le cose piugrave piacevoli e grazie a queste anche le speranze e i ricordi E il pensiero che egrave di per seacute egrave di ciograve che egrave migliore di per seacute e il pensiero per eccellenza egrave di ciograve che egrave per eccellenza Lintelletto pensa seacute stesso per partecipazione del pensabile infatti diventa pensabile toccando e pensando cosiccheacute intelletto e pensabile sono la stessa cosa Lintelletto egrave infatti ciograve che puograve acco-gliere il pensabile e lousiacutea e opera quando li possiede cosiccheacute piugrave ancora di quella capacitagrave egrave questo che lintelletto sembra avere di divino e lindagine egrave la cosa piugrave piacevole e migliore Se dunque il dio sta sempre cosigrave bene come noi qualche volta egrave meraviglioso e se ancora meglio egrave ancora piugrave meraviglioso -- e sta cosigrave E sussiste come vita percheacute lattualitagrave dellintelletto egrave vita ed esso egrave attualitagrave E la sua attualitagrave che egrave di per seacute egrave la vita perenne e migliore In veritagrave affermiamo che il dio egrave il vivente perenne e migliore cosiccheacute al dio appartiene una vita e un tempo vitale continuo e perenne percheacute questo egrave il dio (Metafisica XII7 1072 b13-30 ) [] se esso [lrsquointelletto divino] non pensa nulla in nulla verrebbe a risiedere la sua dignitagrave ma esso si troverebbe nello stato di un uomo addormen-

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i) Il Dio aristotelico egrave vivente Ma di quale tipo di vita Quella che per Aristotele egrave la piugrave perfetta quella che alluomo egrave possibile solo per breve tempo e che egrave cuasa di piacere e cioegrave la vita del puro pensiero della contemplazione (theoria) Il pensiero egrave lrsquounica attivitagrave immateriale e puro at-to

ii) E che cosa contempla Dio Non puograve che contemplare la cosa piugrave perfetta e quindi contempla se stesso egli pensa se stesso egrave pensiero di pensiero

iii) Esso non crea il mondo dal nulla (questa egrave una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo egrave eterno non conosce e non ama il mondo giaccheacute lamore egrave visto come una imperfezione in quanto egrave la tendenza a ricercare ciograve di cui abbiamo bisogno mentre se Dio egrave perfetto non puograve avere bisogno di nulla e quindi non puograve amare

f) Il Motore immobile egrave unico per questo il mondo egrave unico Perograve Aristotele non egrave monoteista (per Ari-stotele egrave divino tutto ciograve che egrave eterno quindi le 55 Intelligenze e le anime) anche se crsquoegrave monotei-smo esigenziale

LA FISICA E LA MATEMATICA

1) Le dottrine fisiche elaborate da Aristotele occupano una posizione assolutamente centrale nella cultura che va dal mondo greco fino alle soglie dellrsquoetagrave moderna quando srsquoegrave verificata quella ldquorivoluzione scien-tificardquo che ha avuto in Copernico e in Galilei i suoi eroi

2) Platone aveva rigettato la possibilitagrave di una scienza della natura in quanto convinto che questa fosse soggetta a quellrsquoincessante fluire tematizzato da Cratilo e aveva sostenuto che del mondo naturale po-tesse esservi non giagrave επιστεmicroε bensigrave δοξα lo stesso Timeo che pure era un dialogo interamente dedi-cato alla φυσισ si configurava come un racconto immaginifico privo di ogni qualsivoglia carattere verita-tivo

3) Ersquo stato Aristotele ad assumersi il compito di fondare la fisica come scienza ancorchegrave la fisica da lui fon-data sia lontanissima da quella moderna che tutto matematizza si tratta al contrario di una fisica qua-litativa (anche qui in contrasto con Platone) che diventa una ontologia o metafisica del sensibile Ed egrave nel VI libro della Metafisica che lo Stagirita proponendo la sua classificazione delle scienze non solo presenta la fisica come scienza a pieno titolo ma addirittura la inserisce nel novero delle ldquoscienze teore-ticherdquo (insieme alla matematica e alla filosofia prima ossia la metafisica) le quali avendo per fine il sa-pere stesso sono disinteressate e in ciograve risiede la loro superioritagrave88 La fisica Aristotele l chiama anche filosofia seconda proprio percheacute indaga la sostanza sensibile e in movimento che egrave seconda rispetto alla sostanza soprasensibile e immobile a cui conduce la filosofia prima Abbiamo due tipi di sostanze le sensibili e le soprasensibili per questo avremo due tipi diversi di scienze fisica e metafisica (e qui si o-pera il superamento dei presocratici proprio percheacute la φυσισ non egrave piugrave la totalitagrave dellrsquoessere

4) Per Aristotele diversamente da Platone egrave possibile studiare le cose nel loro divenire a) Ciograve non toglie perograve che la fisica ndash a differenza della metafisica che studia lrsquoessere in quanto tale ndash

sia una scienza particolare giaccheacute si occupa solo dellrsquoessere in movimento e perciograve difetta di uni-versalitagrave

b) Oltre ad occuparsi dei corpi terreni caratterizzati dallrsquoessere passeggeri e non eterni Aristotele fa rientrare nel campo drsquoindagine della fisica anche lo studio dei corpi celesti Con questrsquooperazione e-gli pone lrsquoastronomia come scienza fisica e non come scienza matematica (quale era per Platone) poicheacute gli astri sono anchrsquoessi corpi in movimento bencheacute ndash a differenza dei corpi terrestri ndash non siano soggetti al divenire ma esistenti sempre e necessariamente (in quanto composti non giagrave dei quattro elementi bensigrave dellrsquoetere) Ne segue che gli orizzonti della fisica finiscono per spaziare dalla terra al cielo dai corpi viventi degli animali allrsquoanima Il confine tra il mondo terrestre ndash popolato dai

tato se invece esso pensa ma pensa qualcosa che sia diversa da seacute stesso allora il suo pensiero viene a dipendere da qualche altra cosa e in tal caso [] esso non potragrave essere la migliore delle sostanze giaccheacute la sua assoluta superioritagrave egrave sua proprietagrave solo in virtugrave del pensare Inoltre tanto nel caso che la sua sostanza si identifichi con lrsquoIntelletto quanto nel caso che si identifichi col pensiero qual egrave lrsquooggetto del pensiero [] E chiaro quindi che esso pensa la cosa piugrave divina e veneranda e che non muta mai il suo oggetto [] Epperograve lrsquoIntelletto pensa seacute stesso se egrave vero che esso egrave il bene supremo e il suo pensiero egrave pensiero di pensiero (Aristotele Metafisi-ca in Id Opere a cura di G Giannantoni Bari Laterza libro XII 9) 88 Proprio in Metafisica VI 1025 b 25 scrive Aristotele ldquoPertanto se ogni conoscenza razionale egrave o pratica o poietica o teoretica la fisica dovragrave essere conoscenza teoretica ma conoscenza teoretica di quel genere di essere che ha potenza di muoversi e della sostanza inte-sa secondo la forma ma prevalentemente considerata come non separabile dalla materia [hellip] Se tutti gli oggetti della fisica si intendo-no in modo simile al camuso come per esempio naso occhio viso carne orecchio animale in generale foglia radice corteccia pianta in generale (infatti non egrave possibile dare definizione di alcuna di queste cose senza il movimento ma esse hanno sempre materia) allora egrave chiaro come si debba ricercare e definire lrsquoessenza in sede di ricerca fisica ed egrave altresigrave chiaro percheacute sia compito del fisico speculare anche su una parte dellrsquoanima che non esiste senza la materia Da tutto ciograve risulta allora evidente che la fisica egrave una scienza teoreticardquo

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corpi in divenire ndash e quello celeste ndash popolato dai corpi eterni ndash egrave segnato dalla luna che divide ap-punto il mondo sublunare da quello sopralunare

c) Le scienze teoretiche riguardano cose esistenti necessariamente ma allrsquointerno della fisica egrave ritaglia-to uno spazio anche per i corpi passeggeri e non eterni le pietre gli uomini e gli animali possono in-fatti non esistere e in ogni caso sono perituri essi tuttavia rispondono ad una modalitagrave dellrsquoessere che egrave επι το πολυ (per lo piugrave) per cui gli uomini invecchiando diventano per lo piugrave canuti Nellrsquoambito del mondo fisico terrestre allora pur non valendo la necessitagrave assoluta ciograve non di meno vale la necessitagrave condizionale tale per cui se si verifica una tale condizione si verifica un tale effet-to (ad esempio se invecchio mi vengono i capelli bianchi) Sicchegrave i corpi del mondo fisico di questa terra presenta caratteristiche fluttuanti (il colore degli occhi dei capelli lrsquoaltezza ecc) con lrsquoinevitabile conseguenza che a differenza della matematica la conoscenza fisica non potragrave mai es-sere esatta neacute potragrave fare ricorso a dimostrazioni analiticodeduttive (Platone riduce invece nel Timeo gli elementi fisici a enti geometrici matematicamente studiabili) La fisica difetta dunque di universa-litagrave di esattezza e di necessitagrave

d) Come ogni altra conoscenza anche quella fisica procede per cause e quali siano tali cause Aristotele lo spiega nel II libro cap3 della Fisica per poi riprenderlo nel I della Metafisica le quattro cause che egli individua non sono che le risposte da fornire quando ci si interroga sulla natura di qualche cosa e tale dottrina egrave evidentemente dedotta dallrsquoosservazione diretta dei corpi osservandoli si nota in-fatti che essi rispondono a quattro diversi punti di vista ovvero risultano dalla convergenza di quat-tro cause Infatti le cose hanno una materia sono prodotte da qualcuno sono tali percheacute hanno una forma che le individua e hanno uno scopo per il quale sono venute ad essere qui in sintonia con Platone Aristotele crede che la struttura eretta sia stata data allrsquouomo affincheacute egli possa con-templare le realtagrave superne ma Aristotele non dimentica che le cose hanno anche una materia che le condiziona cosigrave lrsquouomo puograve stare in piedi percheacute possiede calore e il calore tende appunto verso lrsquoalto La materia e la forma non sono ndash secondo Aristotele ndash separabili lrsquouna dallrsquoaltra col che egli si distingue nettamente dalla posizione platonica per cui le forme (ειδη) sarebbero radicalmente di-stinte dalla materia (υλη) inoltre lrsquoassetto fisico di ogni cosa egrave tale percheacute deve rispondere ad un dato fine e la forma egrave quella che egrave percheacute egrave stata organizzata in vista di tale fine Solo chi conosce tutte e quattro le cause delle cose puograve essere insignito del titolo di φυσικος (fisico) giacchegrave egli solo egrave in grado di indicare di che cosa le cose sono fatte a quale fine tendono quale forma hanno che cosa le ha messe in moto

e) Il punto nodale nella trattazione fisica condotta dallo Stagirita riguarda la teleologia la natura tende a un fine o piuttosto in essa tutto avviene secondo le bizzarre regole del caso A questa domanda Platone aveva risposto giocando la carta del finalismo provvidenzialistico ipotizzando lrsquoesistenza di un ldquoDivino arteficerdquo (il Demiurgo del Timeo) tale da contemplare le idee eterne e calarle nella mate-ria nel miglior modo possibile il mondo che ne derivava era il migliore tra i mondi possibili intera-mente retto da fili divini una sorta di opera drsquoarte infallibile in cui tutto era retto da fili divini La so-luzione di Aristotele egrave assai diversa il provvidenzialismo platonico egrave messo al bando per due ragioni In primis percheacute la natura non egrave affatto divina e Aristotele ne paragona lrsquoattivitagrave a quella tecnica a differenza della tecnica divina (che egrave infallibile) la tecnica umana egrave soggetta a fallire similmente in natura non tutto avviene in maniera perfetta Come il grammatico puograve commettere errori o come il medico puograve prescrivere farmaci inadeguati cosigrave la natura puograve parimenti compiere errori bencheacute il suo agire sia sempre e comunque orientato al meglio tale principio viene da Aristotele dedotto a partire dalla biologia dove si registrano casi di veri e propri mostri (ad esempio esseri con parti mancanti o in sovrappiugrave) e devianze dalla norma della natura che vuole che gli uomini nascano per lo piugrave in un certo modo La possibilitagrave dellrsquoerrore della natura egrave resa possibile dal fatto che si tratta di un ambito di cose materiali e come abbiamo pocrsquoanzi detto la materia non sempre si lascia domina-re dalla forma a volte le oppone resistenza (tale egrave ad esempio il caso della mano con quattro dita anzicheacute cinque) Sicchegrave a partire da queste considerazioni lo Stagirita dovragrave prendere in esame il fattore ldquocasualitagraverdquo e lo faragrave nel libro II cap4-5-6 addivenendo alla conclusione che ldquoil caso rientra nel novero delle causerdquo intendendo con ciograve dire che anche quel che accade per caso ha pur sempre una sua causa anche se lrsquoeffetto risulta derivare da una causa diversa da quella in forza della quale solitamente accade ossia avviene per accidente (κατα συmicroβεβηκως) Puograve dunque accidentalmente accadere che nel corso della generazione la materia non si lasci plasmare e ne nasca un mostro Lrsquoindividuo di sesso femminile egrave esso stesso agli occhi di Aristotele un caso di errore della natura un mostro prodotto dal caso agendo sul sangue mestruale il seme maschile forma la materia ed egrave a questo punto che puograve verificarsi la devianza nascere femmina egrave appunto una devianza ma si trat-ta pur sempre di una ldquomostruositagrave necessariardquo al fine di perpetuare la specie

f) In questo contesto si inserisce il doppio significato che naturale ha in Aristotele

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i) Indica ciograve che egrave regolare ed accade per lo piugrave ed egrave proprio questo che consente la scienza ii) Oppure naturale sta a indicare il fine il telos la norma contro il meccanicismo di fatto sta a in-

dicare la realizzazione della forma intrinseca Sarebbe quindi possibile il passaggio dalla descri-zione (primo significato) alla prescrizione (secondo significato)89

g) Occupandosi la fisica di corpi in movimento Aristotele si affatica a lungo sulla nozione di movimento (lrsquointero libro III egrave dedicato a tale tematica) riconoscendo quattro possibili modalitagrave di κινησις (loca-le sostanziale quantitativo qualitativo) egli smaschera definitivamente lrsquoeleatismo parmenideo i) Il movimento non egrave passaggio da essere a non essere o viceversa come per gli eleati ma egrave pas-

saggio da potenza ad atto ora egrave vero che la potenza non egrave atto perograve la potenza egrave uno dei si-gnificati dellrsquoessere Quindi il movimento egrave passaggio da un modo drsquoessere a un altro modo drsquoessere90

ii) Essendo passaggio da potenza ad atto e riferendosi questi a tutte le categorie in teoria do-vemmo avere dieci tipi di movimento di fatto Aristotele ne presenta quattro secondo la sostan-za la qualitagrave la quantitagrave il luogo

iii) Percheacute il moto sia possibile egrave necessario porre cinque principi materia o sostrato del moto (dove risiede la potenzialitagrave) forma e privazione (ed egrave sempre una privazione determinata per questo il movimento non saragrave mai a caso) ma saragrave sempre determinato Il sostrato passa dalla priva-zione della forma alla forma Forma e materia sono cause la privazione egrave il principio del muta-mento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente giagrave una forma Ogni movimento poi comporta una causa efficiente e un fine

h) Il moto locale egrave caratterizzato da unrsquounica direzione dallrsquoalto verso il basso o viceversa A ciograve vale per il mondo sublunare poicheacute i corpi di quello sopralunare sono invece dotati di moto semplice (ov-vero circolare spuntano e tramontano sempre nel medesimo punto) in forza della particolare mate-ria che li costituisce si tratta non giagrave dei quattro elementi empedoclei che stanno alla base dei corpi sublunari bensigrave di quella materia incorruttibile che Aristotele chiama etere

i) Agli occhi di Aristotele i corpi si distinguono in semplici (i quattro elementi) e in composti ed en-trambe le categorie cadono nel campo drsquoindagine della fisica alla base di tutti i corpi che popolano il mondo sublunare stanno i quattro elementi individuati da Empedocle Dal moto dei corpi semplici di-pende direttamente anche lrsquoassetto di del mondo terrestre risultante costituito in base alla disposi-zione dei quattro elementi stessi (la cui disposizione egrave legata alle caratteristiche fisiche di ciascun e-lemento) i) Il mondo sublunare (di natura sferica che egrave la migliore tra quelle possibili) viene cosigrave a configu-

rarsi come una serie di cerchi concentrici al cui centro sta lrsquoelemento piugrave pesante (la terra) e alla periferia quello piugrave leggero (il fuoco) con in mezzo lrsquoacqua e ndash piugrave leggera ndash lrsquoaria In base a tale

89 FISICA II 8 198 b 35 ss In effetti queste e tutte le altre cose che sono da natura o si generano sempre in questo modo o per lo piugrave e nessuna di esse si genera per fortuna o a caso Infatti non egrave in modo fortuito o casualmente che capita di piovere spesso in in-verno mentre questo sarebbe vero se accadesse durante la canicola e la canicola non fosse in estate [199 a] ma piuttosto durante lrsquoinverno Se dunque crsquoegrave caldo questo sembra essere o a caso o in vista di un fine e se non egrave possibile che queste cose accadano o per circostanze fortuite o [5] a caso avverranno in vista di un fine Ma tutte queste cose sono da natura come ammettono anche coloro che sostengono tali tesi dunque nelle cose che si generano o esistono per natura egrave presente lrsquooperare in vista del fine [ενεκα του] I-noltre nelle cose nelle quali esiste un qualche fine ciograve che viene prima egrave fatto in vista di ciograve che viene dopo Quindi come avviene nellrsquoagire [10] cosigrave accade in natura e come avviene in natura cosigrave accade anche in ogni azione se niente lo impedisce Ora lrsquoagire egrave in vista di un fine allora anche il fine egrave per natura Ad esempio se una casa fosse fra le cose che sono per natura essa verrebbe pro-dotta allo stesso modo in cui ora egrave costruita per mezzo della tecnica E se le cose che sono da natura fossero fatte non solo da natura ma anche fossero prodotte con la tecnica sarebbero prodotte in quello stesso modo nel quale esse sono prodotte per natura [15] Dunque lrsquouno egrave in vista dellrsquoaltro In generale talvolta lrsquoarte porta a compimento quanto la natura egrave impossibilitata a fare talaltra imita la natura Se dunque le cose che sono secondo arte sono fatte in vista di un fine egrave chiaro che anche le cose che sono secondo natura lo sono Infatti il rapporto tra ciograve che viene dopo e ciograve che viene prima opera nello stesso modo in entrambe 90 Fisica III 200 b ndash 201 a Talune cose sono soltanto in atto altre in potenza e in atto e alcune sono sostanza altre quantitagrave o qualitagrave e altre simili categorie dellrsquoessere Mentre la relazione si dice talvolta in riferimento allrsquoeccesso e al difetto talvolta [30] in rapporto a ciograve che egrave attivo e passivo e in generale in riferimento al motore e al mobile II motore infatti egrave motore di ciograve che egrave mobile e ciograve che egrave mobile egrave mobile in quanto mosso dal motoreE non esiste movimento al di fuori delle cose Ciograve che diviene infatti muta sempre o se-condo la sostanza o secondo la quantitagrave o secondo la qualitagrave o secondo il luogo E non [35] vrsquoegrave niente oltre questi predicati comuni che come abbiamo detto non sia o sostanza [201 a] o quantitagrave o qualitagrave o qualcuno delle altre predicazioni categoriali In conclusione non vi potragrave essere neacute movimento neacute cambiamento al di fuori delle cose sopra richiamate poicheacute non esiste realtagrave al di fuori delle cose detteE ciascuna di queste cose egrave presente in ogni ente in modo duplice ad esempio nella sostanza per un verso come forma per lrsquoaltro [5] come privazione nella qualitagrave come bianco e nero nella quantitagrave come compiuto e incompiuto In modo simile nel movimen-to locale avremo alto e basso o leggero e pesante Siccheacute le specie di cambiamento e di movimento sono tante quante sono quelle dellrsquoessereE poicheacute abbiamo distinto [10] nellrsquoambito di ciascun genere ogni cosa secondo lrsquoatto o la potenza lrsquoatto di ciograve che esiste in potenza in quanto tale egrave movimento ad esempio lrsquoatto di ciograve che egrave alterabile in quanto alterabile egrave alterazione lrsquoatto di ciograve che si ac-cresce e di ciograve che al contrario diminuisce (non esiste infatti un nome comune ad entrambi) crescita e diminuzione e lrsquoatto di ciograve che si genera e di ciograve che si corrompe generazione e [15] corruzione lrsquoatto di ciograve che si muove localmente locomozione

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disposizione si spiegano anche i moti che si verificano nel mondo sublunare che possono essere moti secondo natura (φυσει) e moti violenti (βια) una pietra lasciata cadere tende a muoversi di un moto naturale verso il basso ma se la scagliamo verso lrsquoalto essa procede per un tratto in di-rezione opposta al suo luogo naturale (muovendosi con un moto contro natura) fino a che non avragrave esaurito la spinta e ricadragrave a terra

ii) I corpi celesti invece si muovono di moto circolare La luna segna il confine tra i due mondi (sublunare e sopralunare) ma tra essi non crsquoegrave separazione netta crsquoegrave anzi una zona intermedia in cui si situano i fattori meteorologici che sono da Aristotele spiegati con le vicissitudini cui vanno incontro i quattro elementi I corpi celesti non si muovono perograve tutti allo stesso modo ciascuno di essi descrive nel suo tragitto una sfera e lrsquoinsieme complessivo di tali sfere dagrave un in-sieme concentrico che ha al suo centro la Terra stessa (in ciograve risiede il geocentrismo aristoteli-co) Come la Terra occupa il centro del mondo cosigrave la periferia egrave occupata dal ldquocielo delle stelle fisserdquo che chiude lrsquoestremitagrave del mondo Le stelle fisse hanno moto eterno circolare e semplice via via che dallrsquoalto si scende verso la luna i moti dei pianeti presentano sempre maggiori irre-golaritagrave (tali sono appunto i moti apparenti) di velocitagrave e di regradazioni

iii) Gli individui sublunari che popolano il nostro mondo (uomini animali piante) sono mortali come individui (poicheacute costituiti dai quattro elementi) ma eterno egrave il loro processo di generazione e corruzione cosiccheacute il singolo uomo egrave perituro ma la specie umana egrave eterna (lrsquoatto stesso con cui si ama e ci si riproduce non egrave che un anelito allrsquoeternitagrave)

5) Matematica

a) Per Platone gli enti matematici sono realtagrave ontologiche oggettive sono enti ideali esistenti b) Per Aristotele

i) Gli enti matematici sono frutto di astrazione negrave reali negrave irreali ii) quindi sono enti di ragione che nella realtagrave esistono solo potenzialmente (proprietagrave intrinseche)

e in atto esistono solo nella nostra mente

PIRRONE DI ELIDE

1) Pirrone cercava di dimostrare come sia possibile vivere una vita felice anche senza la veritagrave e senza quei valori che erano stati venerati in passato a) Il Giardino e la Stoagrave ndash che sorsero pochi lustri dopo ndash quando giagrave il verbo di Pirrone cominciava a dif-

fondersi lentamente pur concordando nellrsquoattribuire al saggio una serie di caratteri esistenziali giagrave chiaramente individuati dal nostro filosofo assunsero tuttavia una posizione diametralmente oppo-sta proclamando con estrema risolutezza che al saggio sono indispensabili laquodogmiraquo e laquocertezzeraquo e quindi ribadirono la convinzione greca che lrsquoessere e la veritagrave esistono e sono raggiungibili dallrsquouomo e che la regola del vivere felici puograve scaturire solo da queste acquisizioni e dunque dalla ricostruzione di una precisa tavola di valori

b) Come egrave giunto Pirrone al rovesciamento di questa convinzione cosigrave ben radicata E come ha potuto dedurre una laquoregola di vitaraquo e costruire una laquosaggezzaraquo rinunciando allrsquoessere e alla veritagrave e dichia-rando ogni cosa vana apparenza

2) Una risposta a questi problemi puograve essere data solo tenendo conto dei seguenti tre fattori essenziali a) il momento storico in cui maturograve il pensiero di Pirrone e in particolare la sua partecipazione alla

grande spedizione di Alessandro b) lrsquoincontro con lrsquoOriente che gli rivelograve una tipologia di laquosaggezzaraquo del tutto sconosciuta ai Greci c) i maestri e le correnti filosofiche greche da cui egli desunse gli strumenti concettuali per

lrsquoelaborazione e per la formulazione del suo pensiero

3) Pirrone nega sia la laquofisicaraquo sia la laquometafisicaraquo e in generale ogni forma di ontologia in quanto tale a) Il ripudio dellrsquoontologia in senso laquofisicoraquo ossia presocratico egrave chiaramente attestato dal seguente

frammento di Timone di Fliunte lrsquoallievo di Pirrone ldquoO vecchio o Pirrone come e dove trovasti scampo dalla servitugrave alle vane e false opinioni dei Sofisti e spezzasti le catene di tutti gli inganni e lrsquoincanto delle loro ciance Neacute ti curasti di investigare quali venti corrano nellrsquoEllade neacute da che si formi ogni cosa e in che si risolvardquo

b) Il rifiuto dellrsquoontologia platonica dellrsquoIdea della forma e della sostanza aristotelica egrave netto LrsquoIdea platonica e la forma aristotelica sia pure in differente modo fondano la natura delle cose la loro in-telligibilitagrave e quindi la possibilitagrave della loro conoscenza noncheacute la stabilitagrave e lrsquoeternitagrave dei valori Tutte le cose insomma nellrsquoontologia platonico-aristotelica hanno una laquostabilitagrave nellrsquoessenzaraquo e

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pertanto possiedono una differenziazione una misura e una discriminazione oggettiva Al contrario secondo Pirrone le cose non hanno alcuna differenza neacute misura neacute discriminazione Ne segue che non esistono valori e niente egrave per natura brutto o bello buono o cattivo giusto o ingiusto e tutto indifferentemente si equivale (e anche non si equivale) giaccheacute per Pirrone niente egrave piugrave questo che quello

c) Potremmo dunque affermare che egli respinge le istanze di ogni forma di ontologia in quanto tale Infatti mentre il cammino dellrsquoontologia va dalle apparenze allrsquoessere allrsquoopposto Pirrone si ritrae dallrsquoessere alle apparenze negando recisamente che ci sia lrsquoessere e quindi che sia possibile qual-siasi giudizio sullrsquoessere e riconoscendo per conseguenza soltanto lrsquoapparire Dunque secondo Pirro-ne non domina lrsquoessere ma lrsquoapparire ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo91

4) Ma come e che cosa puograve costruire Pirrone su questo azzeramento dellrsquoessere e dei suoi principi

a) I Sofisti che negarono lrsquoessere e la veritagrave spostarono la loro fiducia sullrsquouomo inteso come laquomisura di tutte le coseraquo

b) Pirrone non ha piugrave fiducia nemmeno nellrsquouomo percheacute ne sente la nullitagrave Non a caso ci viene riferi-to che Pirrone apprezzava i versi di Omero in cui si canta la fragilitagrave la pochezza la miseria e la nul-litagrave dellrsquouomo ldquoFilone ateniese suo intimo amico diceva che Pirrone menzionava spessissimo De-mocrito ma poi anche Omero che egli ammirava e di cui era solito citare il verso Quale la stirpe delle foglie tale anche quella degli uomini E lo lodava anche percheacute soleva paragonare gli uomini alle vespe alle mosche e agli uccelli E citava volentieri anche i seguenti versi Dunque amico pure tu muori Percheacute cosigrave piangi il tuo [destino] Morigrave anche Patroclo che era molto piugrave valoroso di te E tutti i passi che alludono allrsquoinstabilitagrave della condizione umana allrsquoinutilitagrave dei propositi e alla fanciul-lesca follia dellrsquouomordquo92

c) Allora se criterio non egrave piugrave lrsquoessere e se criterio non puograve essere nemmeno lrsquouomo dove lo cerche-remo La risposta di Pirrone egrave laquoda nessuna parteraquo Il criterio egrave la rinuncia al criterio Riferisce il pe-ripatetico Aristocle attingendo direttamente dalle opere di Timone di Fliunte ldquo[Pirrone] non ha la-sciato nulla di scritto ma il suo discepolo Timone dice che colui che vuole essere felice deve consi-derare queste tre cose 1) in primo luogo quale egrave la natura delle cose 2) in secondo luogo in quale modo dobbiamo disporci nei confronti di esse 3) in terzo luogo che cosa risulteragrave a coloro che si trovano in questa disposizione 1) Orbene egli dice che Pirrone mostra che le cose sono ugualmente indifferenti immisurabili e indiscriminabili e per questo neacute le nostre sensazioni neacute le nostre opinioni possono essere vere oppure false 2) Per conseguenza non bisogna accordare ad esse fiducia ma bisogna essere senza opinione senza inclinazione senza agitazione affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave oppure che neacute egrave neacute non egrave 3) Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno dice Timone in primo luogo lrsquoafasia e poi lrsquoatarassiardquo (Aristocle fr6 Heiland) i) prima di passare allrsquoanalisi dei tre punti egrave bene sottolineare il significato e la portata della pre-

messa in cui si dice che la considerazione di questi punti deve essere fatta da laquocolui che vuole essere feliceraquo Lrsquoaspetto laquoeudemonisticoraquo prevale dunque nettamente nel pensiero di Pirrone I tre principi cardinali dello Scetticismo pirroniano esprimono un sistema pratico di saggezza e in questo spirito vanno letti e interpretati

ii) Dei tre il piugrave difficile da interpretare egrave il primo che egrave anche il piugrave importante La difficoltagrave sta in questo le cose sono in se stesse indifferenti immisurabili e indiscernibili oppure sono tali non in se stesse ma solo per noi Lrsquoindifferenza delle cose egrave oggettiva o soggettiva (1) La maggior parte degli interpreti (in gran parte sotto lrsquoinfluenza dello Scetticismo posteriore)

ha creduto che Pirrone intendesse dire semplicemente che noi uomini non abbiamo stru-menti adeguati (sensi e ragione) per riuscire a cogliere le differenze le misure e le determi-nazioni delle cose

(2) Ma in realtagrave il testo pare affermare il contrario non dice cioegrave che poicheacute sensi e opinioni sono inadeguati le cose per noi risultano indifferenziate immisurate e indiscriminate ma dice allrsquoopposto che le cose stesse sono indifferenti immisurate e che proprio in conse-guenza di questo sensi e opinioni non possono neacute dire il vero neacute il falso Insomma sono le cose che rendono sensi e ragione incapaci di veritagrave e di falsitagrave e non viceversa Egrave questa una conseguenza necessaria che scaturisce dalla negazione dellrsquoessere dellrsquoeidos e della so-

91 Timone fr69 Diels 92 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 67

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stanza egrave cioegrave la posizione che scaturisce dalla negazione dellrsquoontologia platonico-aristotelica93 2(a) I valori etici e in genere tutti i valori cosigrave come tutte le cose non hanno una loro

statura ontologica appunto percheacute laquonulla esiste in veritagraveraquo 2(b) Invece dellrsquoessere quindi si pongono come determinanti la laquoconvenzioneraquo (il no-

mos) e il laquocostumeraquo (lrsquoethos) 2(c) Aristotele aveva indicato la sostanza come essere per eccellenza e lrsquoaveva definita come

laquoun qualcosa di determinatoraquo per contro Pirrone rovescia la posizione aristotelica laquocia-scuna cosa non egrave piugrave questo che quelloraquo Non contraddicono questa interpretazione an-zi la riconfermano due celebri frammenti di Timone (i) ldquoNon affermo che il miele egrave dolce ma riconosco che appare dolcerdquo94 Il che significa

che in seacute il miele essendo come ogni cosa indeterminato egrave inqualificabile mentre qualificabile egrave solo lrsquoapparire Non vuol dire che esiste un miele come cosa in seacute do-tato di una sua natura ma da noi non raggiungibile il miele non ha una sua natura e il suo apparire se da me egrave qualificabile come dolce da un altro (cui il miele non piace) puograve essere qualificato in altro modo Lrsquoessere insomma non egrave espresso per-cheacute non crsquoegrave egrave espresso solo lrsquoapparire Di conseguenza allrsquolaquoessereraquo si sostituisce lrsquolaquoapparireraquo

(ii) ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo95 iii) Pirrone tuttavia non egrave giunto tanto avanti da risolvere tutto nellrsquolaquoapparenza pura e universaleraquo

in modo preciso Infatti la risoluzione di tutte le cose nella pura apparenza senza alcun residuo avrebbe portato non giagrave al dubbio assoluto bensigrave alla certezza assoluta percheacute se tutto si risol-ve nellrsquoapparire le cose sono cosigrave appunto come appaiono e non diversamente

d) Riguardo alla sua concezione della natura del divino crsquoegrave un frammento di Timone che mostra chia-ramente come fosse assai complessa i) Viene domandato a Pirrone ldquoO Pirrone questo il mio cuore desidera di apprendere da te come

mai tu pur essendo uomo ancora cosigrave facilmente conduci la vita tranquilla tu che solo sei guida agli uomini simile a un Diordquo96

ii) Risponde Pirrone ldquoIo ti dirograve in veritagrave come mi sembra che sia prendendo come retto canone questa parola di veritagrave che vive eternamente una natura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualerdquo97

Come intendere questa laquonatura del divino e del beneraquo e il conseguente laquoretto canoneraquo un accento religioso di questo genere ha qualcosa di enigmatico il Dio che Pirrone venera non egrave una provviden-za del mondo neacute degli uomini come il Dio degli Stoici egrave solamente come lrsquoessere perfettamente sta-bile davanti al quale svaniscono gli aspetti diversi e fuggevoli del reale Le cose secondo Pirrone risultano mere apparenze non giagrave in funzione del presupposto dualistico dellrsquoesistenza di laquocose in seacuteraquo a noi come tali inaccessibili bensigrave in funzione della contrapposizione appunto a quella laquonatura del divino e del beneraquo di cui parla il frammento di Timone Misurato con il metro di questa laquonatura del divino e del beneraquo tutto appare a Pirrone come irreale Se cosigrave egrave non si puograve negare lrsquoesistenza di un sottofondo religioso che ispira lo Scetticismo pirroniano Lrsquoabisso che e-gli scava fra lrsquounica laquonatura del divino e del beneraquo e tutte le altre cose implica una visione quasi mi-stica delle cose e una valutazione della vita di un rigore estremo appunto percheacute non concede alle cose del mondo alcun significato autonomo mentre concede realtagrave al divino e al bene

5) Se le cose sono indifferenti immisurabili e indiscernibili e se di conseguenza senso e ragione non pos-sono dire neacute il vero neacute il falso a) lrsquounico atteggiamento corretto che lrsquouomo puograve tenere egrave quello di non dare alcuna fiducia ai sensi neacute

alla ragione ma restare adoxastos vale a dire rimanere laquosenza opinioneraquo ossia astenersi dal giudi-zio (lrsquoopinare egrave sempre un giudicare) Questa laquoastensione dal giudizioraquo venne successivamente e-spressa con il termine laquoepocheacuteraquo di derivazione stoica Come egrave stato recentemente messo bene in

93 Una chiara conferma la troviamo in un passo di Diogene Laerzio ldquoPirrone diceva che niente egrave bello neacute brutto niente egrave giusto neacute in-giusto e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in veritagrave e sosteneva che tutto ciograve che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine e che ogni cosa non egrave piugrave questo che quellordquo (Vite dei filosofi IX 61) 94 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 105 95 Timone fr69 Diels 96 Timone fr67 Diels 97 Sesto Empirico Contro i matematici XI 20

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rilievo Zenone di Cizio affermava la necessitagrave per il saggio di non dare lrsquoassenso ossia di laquosospen-dere il giudizioraquo (epocheacute) di fronte a ciograve che egrave incomprensibile (e di dare lrsquoassenso solo a ciograve che egrave evidente) Arcesilao e Carneade in polemica con gli Stoici sostengono che il saggio deve laquosospen-dere il giudizioraquo su ogni cosa percheacute nulla egrave evidente i) Questa posizione di laquototale astensione dal giudizioraquo egrave di una coerenza estrema rispetto al princi-

pio che nega alle cose lrsquoessere e lrsquoessenza e quindi nega la legge fondamentale dellrsquoessere ossia la non-contraddizione Scriveva Aristotele riferendosi ai negatori della suprema legge dellrsquoessere ldquoEgrave evidente che la di-scussione con tale avversario non puograve vertere su nulla percheacute egli non dice nulla infatti egli non dice neacute che la cosa sta cosigrave neacute che non sta cosigrave ma dice che la cosa sta cosigrave e non cosigrave e poi daccapo egli nega e lrsquouna e lrsquoaltra affermazione e dice che la cosa neacute sta cosigrave neacute non co-sigraverdquo98 Ebbene la posizione che Pirrone assume egrave esattamente questa ldquoBisogna essere senza opinione [hellip] affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave op-pure che neacute egrave neacute non egrave Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno in primo luogo lrsquoafasia [hellip]rdquo99

ii) Piugrave volte nella Metafisica Aristotele ribadisce il concetto che chi nega il supremo principio dellrsquoessere per restare coerente con questa negazione dovrebbe tacere e non esprimere assolu-tamente nulla E tale egrave precisamente la conclusione che trae Pirrone proclamando lrsquolaquoafasiaraquo

b) E per conseguenza deve anche restare senza alcuna inclinazione (non inclinare verso una cosa piuttosto che verso unrsquoaltra) e restare senza agitazione ossia non lasciarsi scuotere da alcuna cosa rimanere indifferenti Egrave chiaro che ciograve che sul piano teoretico egrave la mancanza di giudizio sul piano pratico egrave lrsquoindifferenza (adiaphoria) per le cose appunto per la ragione che nulla egrave piugrave questo che quello100

c) Il distacco dalle cose che raggiunge il momento culminante nellrsquolaquoafasiaraquo comporta lrsquolaquoatarassiaraquo cioegrave la mancanza di turbamento Anche Diogene Laerzio conferma ldquoIl fine degli scettici egrave lrsquoapatiardquo (Vite dei filosofi IX 108)

d) Questo laquospogliare completamente lrsquouomoraquo non ha come fine lrsquoannullamento totale dellrsquouomo ossia il non-essere assoluto ma al contrario coincide con la realizzazione di quella laquonatura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualeraquo di cui parla il frammento di Timone ossia la realizza-zione di quella vita che non sente il peso delle cose le quali rispetto a quella natura non sono che indifferenti immisurate e indiscriminate apparenze

PLOTINO

1) Perchegrave lUno egrave principio nostalgia dellUno

a) Se la centralitagrave dellinvisibile il suo primato sul visibile accumuna Plotino a Platone la differenza piugrave grande egrave nel superamento del dualismo ontologico per Platone tutta la realtagrave si riconduce a due fonti la materia-chora e il mondo intelligibile per Plotino invece tutto si riconduce a un unico princi-pio da cui tutto inclusa la materia scaturisce

b) Alla radice di ogni realtagrave sta infatti lUno le cose in tanto esistono in quanto sono une unitarie nul-la esiste che non sia in qualche modo uno dunque lunitagrave piugrave che lessere egrave il costitutivo primario e fondamentale della realtagrave Plotino costruisce il suo sistema metafisico a partire dal mondo sensibile Ogni cosa esiste in quanto egrave unitagrave Egrave tuttavia possibile reperire gradi gerarchici di unitagrave101 Esistono infatti enti in se stessi piugrave o

98 Aristotele Metafisica IV 4 1008 e 30-33 99 Aristocle presso Eusebio Praep evang XIV 18 3 100 La sua vita fu coerente con la sua dottrina Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione ma si mostrava indifferente verso ogni pericolo che gli occorreva fossero carri o precipizi o cani e assolutamente nulla concedeva allrsquoarbitrio dei sensi Ma secondo la testimonianza di Antigono di Caristo erano i suoi amici che solevano sempre accompagnarlo a trarlo in sal-vezza dai pericoli(Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 62) 101 Perciograve si risale sempre a unrsquounitagrave E per ogni cosa c e unrsquounitagrave a cui bisogna risalire e ogni essere si riconduce allrsquounitagrave che egrave prima di esso ma che non egrave ancora lrsquoUno assoluto fincheacute poi si arrivi allrsquoUno assoluto ma questo non rimanda piugrave a nessun altro Quando si afferra lrsquounitagrave della pianta mdash cioegrave lrsquoimmobile suo principio mdash o lrsquounitagrave dellrsquoanimale o quella dellrsquoanima o quella dellrsquouniverso si afferra ciograve che in ciascu-no di essi crsquoegrave di piugrave possente e prezioso e quando noi conosciamo lrsquoUno che appartiene agli esseri realissimi ed egrave il loro principio la loro sorgente e la loro potenza dovremo diffidare e credere che sia il nulla PLOTINO Enneadi III 8 10

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meno unitari enti cioegrave la cui interiore unitagrave egrave maggiore o minore il coro il gregge lrsquoesercito pos-seggono un grado di unitagrave minore del corpo che a sua volta egrave meno unificato dellrsquoanima Lrsquounitagrave del coro del gregge dellrsquoesercito egrave infatti per i componenti estrinseca accidentale Il loro scioglimento li lascia intatti Il coreuta la pecora il soldato astratti dallrsquounitagrave del tutto cui appartengono non perdono lrsquoessere Lrsquounitagrave del corpo egrave invece intrinseca percheacute la separazione degli organi provoca la loro morte cioegrave la perdita dellrsquoessere Il reciproco legame delle parti del corpo che sono material-mente separabili egrave tuttavia inferiore alla connessione delle facoltagrave dellrsquoanima che in nessun modo possono abbandonarla Nessun ente che sia uno (e nessun ente esiste che non sia uno) egrave tuttavia lrsquoUno Il coro il corpo lrsquoanima sono unitagrave della molteplicitagrave (i coreuti gli organi le facoltagrave) e quindi non possono essere lrsquounitagrave priva di molteplicitagrave Essi sono quindi uno ma non lrsquoUno Sono cioegrave non sono nulla in virtugrave di quellrsquoUno che non sono LrsquoUno egrave il loro fondamento ed essi sono solamente in quanto ne partecipano Essendo immagine dellrsquoUno se scomparisse precipiterebbero nel nulla102

c) Ogni cosa egrave una unitagrave ma insieme egrave molteplicitagrave sia percheacute in relazione ad altre cose sia percheacute in seacute molteplice lo stesso vale per le Idee che sono molte e per lo Spirito che egrave pensiero quindi duali-tagrave di soggetto e oggetto Perograve tutto tende allrsquoUno da cui deriva ( qui si fonda la nostalgia dellrsquoUnitagrave da cui tutto deriva) Di conseguenza la filosofia deve indagare lrsquordquoassolutamente Unordquo che sta ldquooltrerdquo

2) Uno

a) Relazione alla ipotesi Uno-Uno del Parmenide dagrave realtagrave ontologica allrsquoUno assoluto che nel Parmeni-de era solo una ipotesi

b) Infinito per lrsquoillimitatezza del suo potere (contro Platone finito per Platone lrsquoUno egrave limitato e limi-tante) amorphos e aneidos

c) Infinita potenza spirituale produttrice103 (per la prima volta appare un infinito non materiale) d) Assolutezza dellUno oltre-essere e oltre-intelletto e volontagrave proprio percheacute infinito per questo

non egrave pensiero neacute autocoscienza neacute volontagrave neacute volontagrave che son tutte finite determinate Il Dio di Plotino non egrave personale percheacute la soggettivitagrave la volontagrave e la scelta appartengono per lui al mondo del finito e non a ciograve che egrave immutabile necessario impersonale come si conviene alla sfera della di-vinitagrave che egli chiama Uno per sottolineare la sua inafferrabilitagrave inesprimibilitagrave inconoscibilitagrave tra-scendenza

e) Proprio percheacute oltre lrsquoessere e lrsquointelletto possiamo darne solo determinazioni negative ineffabi-le104 possibilitagrave circa lUno unicamente del linguaggio analogico

f) Percheacute crsquoegrave (La prima volta che viene posta questa domanda radicale prima il principio era dato per scontato) esiste percheacute egrave causa sui

g) Potremmo dire che egrave Bene Bene in seacute percheacute i) fonda lrsquoessenza (una cosa egrave quello che egrave se egrave una) ii) egrave ciograve a cui tutto tende iii) percheacute fonte di vita e di energia

h) Assoluta semplicitagrave (che perograve non egrave povertagrave) causa della complessitagrave

102 E in virtugrave dellUno che tutti gli enti sono quello che sono sia le sostanze che sono enti in un senso primario del termine sia quegli attributi che in qualche misura come suol dirsi fanno parte degli enti (Enn VI 281) 103 Che cosa egrave dunque LrsquoUno egrave la potenza di tutte le cose se esso non fosse nulla esisterebbe neacute lrsquoIntelligenza neacute la Vita prima neacute la Vita universale Ciograve che egrave al di sopra della vita egrave causa della vita lrsquoattivitagrave della vita che egrave tutte le cose non egrave la prima ma scaturisce da esso come da una sorgente Si immagini una sorgente che non ha alcun principio e che a tutti i fiumi si espande senza che i fiumi la esauriscano e rimane sempre calma i fiumi che escono da essa scorrono tutti assieme prima di dirigersi verso punti diversi ma ciascu-no sa giagrave dove i flutti lo porteranno Oppure ltsrsquoimmaginigt la vita di un albero grandissimo la quale trascorre in esso mentre il suo principio rimane immobile senza disperdersi per tutto lrsquoalbero poicheacute risiede nelle radici Esso dagrave alla pianta tutta la sua molteplice vita ma non essendo molteplice anzi essendo principio della molteplicitagrave rimane immobile E non crsquoegrave da stupire mdash oppure sarebbe anche il caso di meravigliarsi mdashche la molteplicitagrave delle vite proceda da ciograve che non egrave molteplice e che non esista molteplicitagrave se ciograve che non egrave molteplice non esiste prima di questa molteplicitagrave Infatti il Principio non si divide nellrsquouniverso percheacute se esso si frammentasse lrsquouniverso perirebbe neacute piugrave rinascerebbe qualora il suo principio non rimanesse in seacute differente ltda tuttogt PLOTINO Enneadi III 8 10 104 Enneadi VI 8 8 Noi vediamo che la libertagrave non egrave una cosa accidentale per Lui ma partendo dalla libertagrave che crsquoegrave negli altri esseri ed eliminando i contrari osserviamo la libertagrave in seacute noi cosiacute trasferiamo a Lui le qualitagrave inferiori che vediamo negli esseri inferiori poi-cheacute non siamo in grado di cogliere ciograve che dovremmo dire di Lui Nulla noi sapremmo trovare che lo riguardi tanto meno poi che sia at-tinente alla sua essenza Tutto ciograve che egrave bello e santo egrave posteriore a Lui poicheacute di tutto questo Egli egrave il Principio (anche se in un altro senso non sia nemmeno principio) E come abbiamo eliminato da Lui ogni proprietagrave cosiacute eliminiamo come cose posteriori la libertagrave e il libero arbitrio questi infatti sono attributi che enunciano una forza rivolta verso lrsquoesterno e cioegrave che Egli non ha ostacoli e che perciograve esistono altre cose di fronte alle quali Egli egrave libero Egrave necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto con esse poicheacute Egli egrave quello che egrave anche prima di esse Gli togliamo infatti anche il termine ldquoegraverdquo e con esso qualsiasi rapporto con gli esseri (tagrave oacutenta) []

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i) potenzialitagrave dellUno (proprio percheacute ricchezza infinita da cui tutto dovragrave derivare egrave attivo senza es-sere atto) questa potenzialitagrave come ricchezza infinita precede tutto (diversamente da Aristotele per il quale la potenza che egrave privazione viene sempre dopo lrsquoatto)

j) doppia attivitagrave dellUno i) pone segrave (libertagrave) egrave causa sui attivitagrave autoproduttrice ii) pone laltro Nous (necessitagrave) proprio per questa doppia dimensione di libertagrave e di necessitagrave si deve parla di processione e non di emanazione (che prevede solo lrsquoinevitabilitagrave del derivare)

Come puograve accadere che dallrsquoUno si generino tutte le cose che sono Non per ldquovolontagraverdquo dellrsquoUno ndash come sostiene invece la tradizione ebraico-cristiana ndash percheacute un atto di volontagrave sarebbe un segno di imper-fezione (chi vuole qualcosa significa che ne ha bisogno e quindi non egrave perfetto) Il mondo secondo Plo-tino egrave generato dallrsquoUno per irradiazione come dal Sole la luce dal fuoco il calore DallrsquoUno emana lrsquoIntelligenza e dallrsquoIntelligenza emana lrsquoAnima queste sono le tre ipostasi la risposta della filosofia neo-platonica alla concezione trinitaria cristiana105

3) Intelletto (Nous) Uno-molti (Uno che ha parti egrave la seconda ipotesi del Parmenide lrsquoUno che egrave e in

quanto tale egrave anche pensiero) (sintesi di Pensiero di pensiero di Aristotele e Iperuranio di Platone) a) Per poter spiegare come dallrsquoUno derivi il nous Plotino ricorre a immagini egrave lrsquounica via possibile pro-

prio percheacute lrsquoUni egrave al di lagrave dellrsquoessere e dellrsquointelletto Derivando da esso lrsquointelletto non puograve com-prenderlo nelle sue categorie Di qui lrsquouso delle immagini della luce del fuoco del profumo della sorgente106

b) LrsquoUno pone il Nous rimanendo integro (non si impoverisce ponendo lrsquoaltro da seacute) e immobile in se stesso107

c) Il Nous essendo derivato dallrsquoUno saragrave esso stesso attivitagrave di conseguenza ha i) una I attivitagrave il suo rivolgersi allrsquoUno e qui si costituisce come essere o sostanza Da notare che

ciograve che sostiene nellesistenza il Nous egrave proprio la contemplazione che egrave conoscenza dellUno non si tratta di un lusso ma della fonte dello stesso essere Esistenzialmente ciograve ha delle impli-cazioni importanti ciograve che vale per lIntelletto vale a maggior ragione per gli uomini che sono chiamati appunto alla contemplazione come loro attivitagrave piugrave nobile e di decisivo valore

105 Enneadi V 1 6 [] Allorcheacute il nostro discorso verte sulle realtagrave eterne non intendiamo certo parlare di nascita nel tempo Quando attribuiamo ad esse certamente a parole la nascita egrave per assegnare ad esse una causa e un ordine In realtagrave dobbiamo riconoscere che ciograve che nasce di lassuacute nasce senza che Egli si sia mosso percheacute se qualcosa nascesse solo dopo un suo movimento il generato sarebbe terzo dopo di Lui e il suo movimento e non secondo Egrave dunque necessario se crsquoegrave un secondo dopo di Lui che esso esista sen-za che Egli si muova neacute che lo desideri neacute che lo voglia neacute che si compia un movimento qualsiasi In che maniera dunque e che cosa dobbiamo pensare del Primo se Egli resta immobile Un irradiamento che si diffonde da Lui da Lui che resta immobile comrsquoegrave nel Sole la luce che gli splende tuttrsquointorno un irradiamento che si rinnova eternamente mentre Egli resta immobile Tutti gli esseri [paacutenta tagrave oacutenta] fincheacute sussistono producono necessariamente dal fondo della loro essenza [ousiacutea] intorno a seacute e fuori di seacute una certa esistenza [ypoacutestasis] congiunta alla loro attuale virtuacute che egrave come una immagine degli archetipi [archetyacutepon] dai quali egrave nata il fuoco effonde da seacute il suo calore e la neve non conserva il freddo soltanto dentro di seacute unrsquoottima prova di ciograve che stiamo dicendo la danno le sostan-ze odorose dalle quali fincheacute sono efficienti deriva qualcosa tutto intorno di cui gode chi gli sta vicino Tutti gli esseri giunti a maturitagrave generano ciograve che egrave eternamente perfetto genera sempre e in eterno ma genera qualcosa di inferiore a seacute E che dobbiamo dire del Perfettissimo [teleioacutetatos] Nulla da Lui puograve nascere se non ciograve che egrave il piuacute grande dopo di Lui ma il piuacute grande dopo di Lui e il secondo egrave lrsquoIntelligenza [Noucircs] e lrsquoIntelligenza contempla lrsquoUno [Moacutenos] e ha bisogno soltanto di Lui mentre lrsquoUno non ha bisogno dellrsquoIntelligenza E poi ciograve che viene generato da chi egrave superiore allrsquoIntelligenza egrave Intelligenza e lrsquoIntelligenza egrave superiore a tutte le cose poicheacute le altre cose vengono dopo di lei e lrsquoAnima [psycheacute] a sua volta egrave diciamo cosiacute il pensiero [loacutegos] e lrsquoatto [eneacutergheia] dellrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza egrave il pensiero e lrsquoatto dellrsquoUno Il pensiero dellrsquoAnima perograve in quanto egrave immagine dellrsquoIntelligenza egrave alquanto oscuro e deve perciograve guardare allrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza per essere Intelligenza deve guardare allrsquoUno E lrsquoIntelligenza vede lrsquoUno senza esserne separata percheacute egrave subito dopo lrsquoUno e non crsquoegrave nulla fra lei e lrsquoUno come non crsquoegrave nulla fra lrsquoIntelligenza e lrsquoAnima Ogni cosa infatti tende al suo genitore e lo ama so-prattutto quando genitore e generato sono soli ma quando il genitore egrave anche il sommo Bene [tograve aacuteriston] il generato egrave necessariamen-te unito a Lui siacute da esserne separato soltanto per alteritagrave [os tecirc eteroacuteteti] 106 H G GADAMER Il cammino della filosofia in httpwwwemsfraiitgadamerinterviste07_plotinoplotinohtm ldquoChe cosegrave in real-tagrave una sorgente una fonte Egrave acqua che sgorga in continuazione e che alla fine riempie tutti i fiumi e i mari senza mai venir meno Questo egrave il grande mistero egrave dappertutto Ho prestato particolare attenzione meditando su Plotino al significato della parola tedesca uumlberall dappertutto Uumlber (sopra) all (tutto) che vuol dire Piugrave di tutto Meno di tutto Al di sopra di tutto Ciograve che egrave sommo Oppure ciograve che essendo sopra tutto egrave anche dappertutto Ecco il senso della metafora della sorgente lacqua - che egrave dovunque - egrave lacqua della fonterdquo 107 ldquoLrsquoatto di pensare non egrave primo neacute nellrsquoordine ontologico neacute in dignitagrave ma ha il secondo posto e si produce percheacute il Bene lo fa esiste-re e una volta generato lo attrae a seacute e cosigrave il pensiero egrave mosso e vede Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo Il de-siderio genera il pensiero e lo fa esistere insieme il desiderio di vedere genera la visione Dunque il Bene stesso non deve pensare nul-la poicheacute non crsquoegrave altra cosa che sia il suo benerdquo

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ii) una II attivitagrave come pensiero (rivolto a se stesso)108 di qui la dualitagrave pensiero ndash pensato e la molteplicitagrave dei pensati

iii) le diverse idee non sono altro che il Nous che si contempla da infiniti punti di vista possibili Quindi il Nous egrave lrsquoIperuranio di Platone LrsquoUno egrave assoluta potenza di tutto il Nous egrave tutte le cose a livello ideale Proprio percheacute egrave tutte le idee le idee del Nous saranno tutte legate tra di loro e si implicheranno a vicenda pur essendo diverse tra di loro quindi la dialettica nellIntelletto non egrave solo mezzo conoscitivo come in Platone ma dimensione ontologica Ogni Idea si riverbera nel tutto e viceversa proprio percheacute ogni idea egrave il Nous Essendo tutte le idee il Nous egrave tutte le cose idealmente Egrave lrsquoUno - molti del Parmenide Per Platone lrsquoUno egrave finito e ha forma Plotino accetta questo po-nendolo perograve a livello di Nous Nel Nous allora si troveranno i cinque generi sommi del Sofista perograve non lrsquouni accanto allrsquoaltro come in Platone ma in vivente unitagrave Percheacute unitagrave immediata di tutte le idee il Nous non egrave ragione ma intuizione immediata la ra-gione ne egrave estrinsecazione e degradazione

iv) per tutti questi motivi il Nous egrave Essere Pensiero Vita Bellezza (dato che la bellezza egrave forma) con il suo concetto di Nous Plotino pone il Nous al centro della propria gnoseologia estetica ed eti-ca percheacute il Nous egrave la veritagrave stessa la cui contemplazione da parte dellrsquoanima umana rende li-beri e virtuosi egrave la Bellezza-in-seacute in quanto il Nous egrave lsquobuonorsquo a immagine del Bene che gli dagrave forma egrave la meta del cammino di conversione morale dellrsquouomo percheacute soltanto vivendo la vita del Nous si raggiunge la vera felicitagrave

d) III attivitagrave pone lAnima

4) Anima ultima dea (Uno e molti delle ipotesi del Parmenide) a) sua natura non egrave pensare (sarebbe Nous) ma dare vita ordinare reggere governare la realtagrave

i) Anima suprema (contempla il Nous e attraverso questo lUno) pensa ii) Anima del mondo si conserva contemplando se stessa iii) Anima che regge e conserva109 egrave principio del movimento essa stessa egrave movimento

b) Ha una ldquoposizione intermediardquo come ldquodue faccerdquo una rivolta al soprasensibile a cui appartiene e una al sensibile che deve in qualche modo reggere nellrsquoessere i) Presente nel corporeo senza deflettere dalla sua unitagrave e per questo egrave tutta in tutto ii) Una e molti divisa e indivisa divisibile percheacute deve animare il molteplice sensibile indivisibile

percheacute contemplazione del Nous e attraverso il Nous dellrsquoUno Perchegrave insieme divisibile e indi-visibile egrave insieme anche attiva e passiva

iii) Egrave lsquonaturarsquo physis che plasma iv) singole anime

5) Mondo a) materia (viene dedotta non presupposta)

i) riflesso ultimo dellattivitagrave quindi lembo estremo dellrsquoAssoluto del tutto opposta e per questo simile allUno110 come lrsquoUno egrave assolutamente incomprensibile non categorizzabile (quindi il mondo avragrave sempre un aspetto incomprensibile e irrazionale)

ii) privazione di Bene e non essere lsquomalersquo come privazione111 la materia quindi non egrave forza per se stessa negativa come in Platone

108 Ma anche lrsquoEssere egrave attivitagrave in ambedue [Essere e Intelligenza] crsquoegrave dunque unrsquounica attivitagrave o meglio essi sono una cosa sola unrsquounica natura dunque lrsquoEssere e lrsquoIntelligenza e perciograve gli esseri lrsquoattivitagrave dellrsquoEssere egrave lrsquoIntelligenza cosigrave intesa e i pensieri cosigrave intesi sono lrsquoidea la forma dellrsquoEssere e la sua attivitagrave Purtroppo il nostro pensiero opera questa divisione e immagina una cosa dopo lrsquoaltra e questo percheacute lrsquointelligenza che divide egrave diversa da quella indivisibile che non divide e che egrave lrsquoEssere e il Tutto (Enneadi V 9 8 941) 109 La prima parte dellrsquoanima egrave in alto vicina alla cima eternamente soddisfatta e illuminata e rimane lassugrave lrsquoaltra parte che partecipa della prima in quanto ne partecipa procede eternamente vita dalla vita essa egrave infatti attivitagrave che si diffonde in ogni luogo ed egrave presen-te ovunque (Enneadi III 8 5 513) 110 La materia egrave un substrato indefinito priva di forma non egrave certo un corpo percheacute egrave priva di qualitagrave egrave essenzialmente semplice e una percheacute egrave priva di ogni determinazione e volendo coglierla col pensiero non si arriva al pensiero della materia ma piuttosto alla negazione di ogni pensiero (Enn Il 4126-8-10) 111 Difatti la materia non possiede neppure lessere - che le permetterebbe di partecipare del bene - anzi lessere che si attribuisce ad essa egrave frutto di un equivoco la veritagrave egrave che essa egrave non-essere Cegrave una carenza di bene che consiste nel fatto di non essere il Bene pie-no ma la carenza totale del bene questo egrave il male Se egrave cosigrave si deve concludere che noi non siamo affatto il principio dei nostri mali che il male non viene da noi stessi esso esiste prima di noi Il male possiede luomo e lo possiede suo malgrado (Enn I 8515) Sic-

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iii) la materia egrave il lembo estremo dellrsquoanima egrave assenza di ogni attivitagrave e vitalitagrave Per questo la mate-ria posta dallrsquoanima deve pure essere sorretta nellrsquoessere dallrsquoanima quindi egrave plasmata dallA-nima che vi imprime le forme

b) Il mondo allora egrave uno specchio delle forme tutto quello che esiste esiste in quanto riflette le for-me quindi tutto egrave forma logos panlogismo Di conseguenza il mondo saragrave assieme perfetto (percheacute determinato dalle forme) e imperfetto (proprio per lrsquoinerzia e la resistenza della materia)

6) Uomo

a) preesistenza dellanima b) colpe dellanima

i) ontologica (non sarebbe una vera colpa) la necessitagrave da parte dellrsquoanima di legarsi alla materia per permettere alla materia drsquoesistere Potrebbe essere colpa nel senso che lrsquoanima legata alla materia si caratterizza per la volontagrave di appartenersi e quindi per lrsquoindividualitagrave

ii) Morale lrsquoanima dimentica la propria origine soprasensibile e questo egrave il massimo male percheacute lrsquoanima si fa condizionare dalla materia venendo meno alla sua funzione Perograve questo male es-sendo legato alla materia ed essendo la materia qualcosa che in qualche modo ci preesiste non dipenderebbe da noi ci preesisterebbe

c) conoscenza lrsquoanima essendo spirituale non puograve essere passiva i) quindi anche la sensazione vista non dalla parte del corpo (qui egrave passivitagrave) ma dalla parte

dellrsquoanima egrave attivitagrave in quanto la sensazione la modificazione del corpo viene giudicata dallrsquoanima Nellrsquoanima allora tutto egrave attivitagrave anche la memoria i sentimenti le passioni le voli-zioni

ii) La sensazione in quanto coglie la forma sensibile egrave una contemplazione oscura iii) A partire da qui egrave possibile lrsquoanamnesi grazie al legame di ogni anima allrsquoAnima

d) La libertagrave egrave lrsquoattivitagrave piugrave alta dellrsquoanima in quanto consiste nel tendere al Bene attraverso il Nous questo porta a staccarsi dal corporeo (male attaccarsi) e questo egrave possibile giagrave in questa vita

7) Ritorno allUno

a) Primo presupposto per il ritorno allUno egrave rinchiudersi nella propria interioritagrave Il saggio neoplatonico non avragrave necessitagrave di cercare la veritagrave fuori da seacute si concentreragrave invece sulla percezione dellAnima e dellIntelletto che sono dentro di seacute traccia di quelle emanazioni che conducono ininterrotte alla ri-scoperta dellunitagrave originaria Ogni uomo ha dunque lUno in seacute poicheacute dellUno sono fatte tutte le cose112

b) Sono cinque le tappe che portano luomo alla riscoperta dellUno che dimora nella propria interioritagrave partendo dalle piugrave lontane dalla perfezione fino ad arrivare alla perfezione dellestasi i) La vita virtuosa ovvero il rispetto dei doveri sociali la sapienza che abitua luomo ad esplorare la

mente la temperanza che aiuta a liberare dalle passioni nocive (tema giagrave stoico) il coraggio che permette di non temere il distacco dal corpo materiale (dostacolo alla conoscenza come giagrave in Platone) la giustizia che avvicina luomo al bene La prima tappa egrave condizione di partenza im-prescindibile propedeutica al primo livello di elevazione della coscienza

ii) La contemplazione della bellezza e dellarte Attraverso la contemplazione del bello lanima giagrave ben disposta dalla virtugrave si avvicina ulteriormente alla perfezione passo dopo passo la bellezza egrave la manifestazione visibile di ciograve che egrave spirituale ed egrave perciograve il veicolo privilegiato attraverso cui lrsquoanima puograve risalire alla fonte da cui egrave discesa La bellezza suscita lrsquoamore

iii) Lamore per la persona amata che conduce luomo dalla contemplazione della bellezza corporea alla contemplazione della bellezza incorporea (si notino le analogie con le tematiche platoniche del Fedro)

come non puograve esistere solo il Bene bisogna che nella sua uscita da seacute o se si preferisce nella sua discesa e nellrsquoallontanarsi si trovi un termine estremo oltre a cui non si genera piugrave nulla ebbene questo termine egrave il male Siccome deve esserci necessariamente qualcosa oltre al Primo ecco che deve esistere un termine estremo e tale egrave appunto la materia la quale non serba piugrave nulla del bene In ciograve appunto sta la necessitagrave del male Il male non consiste in una deficienza parziale ma in una deficienza totale del bene ciograve che manca di un porsquo di bene non egrave cattivo ma puograve essere anche perfetto almeno nel suo genere Ma quando la deficienza del bene egrave assoluta come egrave della materia allora il male egrave vero privo di qualsiasi parte del bene La materia non ha lrsquoessere in modo da partecipare del be-ne solo equivocamente si dice che essa egrave poicheacute egrave giusto affermare che essa non egrave [hellip] La malattia egrave un difetto o un eccesso di corpi materiali che non conservano ordine e misura la bruttezza egrave la materia non dominata dalla forma la povertagrave egrave mancanza e priva-zione di quelle cose di cui abbiamo bisogno a causa della materia a cui siamo uniti la cui natura egrave lrsquoindigenza stessa (Enneadi I 8 5) 112 ldquoIl saggio trae da se stesso ciograve che rivela agli altri e guarda a se stesso giaccheacute non solamente tende a unificarsi e a isolarsi dalle co-se esterne ma egrave rivolto a se stesso e trova in seacute tutte le coserdquo

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iv) Lamore per la sapienza e per la filosofia ritenuto superiore dellamore per la persona amata percheacute egrave nella sapienza filosofica che si giunge a concepire con lintelletto la veritagrave delle cose

v) Infine la quinta tappa la percezione dellestasi ovvero la pura contemplazione dellUno leleva-zione della coscienza privata di ogni distrazione materiale che sente il legame che la congiunge allunitagrave originaria di tutte le cose (condizione difficile da raggiungere Porfirio scrive che nel pe-riodo in cui fu suo discepolo Plotino raggiunse lestasi solamente quattro volte)113 (1) Lrsquoestasi quindi consiste nel rientrare in se tsessi spogliarsi dellrsquoaffettivitagrave della parola dlela

ragione e immergersi nellrsquoUno non egrave un impoverirsi ma un riempirsi del Tutto (2) Lrsquoestasi non egrave incoscienza ma iper coscienza (3) Lestasi egrave un processo assolutamente personale luomo non abbisogna di alcun ministro del

culto e di nessuna guida spirituale di nessuna grazia (come per Filone e il Cristianesimo) il neoplatonismo indica la via di una spiritualitagrave raggiungibile in completa autosufficienza

(4) Se nella teologia cattolica Dio vuole salvare il mondo dal male nel neoplatonismo non vi egrave alcuna intenzionalitagrave del principio divino ed egrave luomo attraverso la scelta di una vita condot-ta secondo sapienza che si allontana dal male costituito dalla materia e si riavvicina al bene rappresentato dallUno abbracciando il percorso di purificazione che conduce allestasi114

CRISTIANESIMO

Il cristianesimo di fatto costituisce oltre che una religione della salvezza o proprio percheacute egrave una religione una visione generale sullrsquouomo e sulla realtagrave Per questo non puograve non incidere sulla riflessione filosofica Di fronte al cristianesimo che ha impregnato di seacute la cultura non psosiamo restare neutrali per cui sia che lo accettiamo sia che lo rifiutiamo dobbiamo necessariamente fare i conti con esso In questo senso allora la validitagrave del titolo di un opuscolo di Croce ldquoPercheacute non possiamo non dirci cristianirdquo Alcuni aspetti di novitagrave introdotti dal cristianesimo e che potrebbero interessare la nostra ricerca 1) Creazionismo Gen 1 - 2

a) Greci non crsquoegrave creazione al massimo crsquoegrave la fabbricazione del Demiurgo b) Per il cristianesimo crsquoegrave la creazione dal nulla per libera volontagrave e per amore Di qui la positivitagrave del

tutto115 e il potenziale ottimismo c) Egrave pure risolto il problema della relazione Uno - molti

2) Dio Provvidenza personale a) Per i greci Provvidenza o non crsquoegrave o non riguarda il singolo (per Socrate Dio egrave Provvidenza ma non si

preoccupa del singolo) Di Provvidenza parla Zenone stoico solo che (a prescindere dal fatto se sia ebreo) per lui la Provvidenza coincide con il Fato

b) Per il cristianesimo Dio egrave persona e si interessa dei singoli qui sta la nostra sicurezza (inutilmente cercata dallrsquoellenismo)116

3) Fede e Spirito

113 Chi arriva allrsquoestasi ldquoegrave simile ad uno che entrato nellinterno del penetrale abbia lasciato dietro di seacute le statue collocate nel tempio quelle statue che quando egli usciragrave nuovamente dal penetrale gli si faranno avanti per prime dopo aver avuto lintima visione e dopo essersi unito non con una statua con una immagine ma con Lui stesso quelle statue che sono dunque di secondo ordine [] Lanima [] se scende in basso scende al male e cioegrave verso il non-essere ma non al non-essere assoluto invece se corre sulla via opposta giunge non ad altro ma a se stessa ma essere in seacute sola e non nellessere vuol dire in Lui e il contemplante diventa non essenza ma al di lagrave dellessenza poicheacute si unisce a Lui [] Questa egrave la vita degli dei e degli uomini divini e beati distacco dalle restanti cose di quaggiugrave vita che non si compiace piugrave delle cose terrene fuga di solo a solordquo Enneadi VI 9 11 114 [] in Plotino come in Platone ed Aristotele lUno produce luniverso non rivolgendosi a esso non ama il mondo [similmente al Dio cristiano] ma egrave amato dal mondo quindi sono assenti le condizioni per le quali lUno voglia salvare il mondo - direttamente o mediante un salvatore LUno dona ogni bene allaltro da seacute per la necessitagrave della sua natura sovrabbondante come appartiene alla natura della luce illuminare le cose (E Severino La filosofia Antica) 115 E Dio vide che era cosa buonahellip Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona 116 Mt 6 25 ndash 34 Perciograve vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete la vita forse non vale piugrave del cibo e il corpo piugrave del vestito Guardate gli uccelli del cielo non seminano neacute mie-tono neacute ammassano nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre Non contate voi forse piugrave di loro E chi di voi per quanto si dia da fare puograve aggiungere unora sola alla sua vita E percheacute vi affannate per il vestito Osservate come crescono i gigli del campo non lavorano e non filano Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro Ora se Dio veste cosigrave lerba del campo che oggi cegrave e domani verragrave gettata nel forno non faragrave assai piugrave per voi gente di poca fede Non affannatevi dunque dicendo Che cosa mangeremo Che cosa berremo Che cosa indosseremo Di tutte queste cose si preoccupano i pagani il Padre vo-stro celeste infatti sa che ne avete bisogno Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in ag-giunta Non affannatevi dunque per il domani percheacute il domani avragrave giagrave le sue inquietudini A ciascun giorno basta la sua pena

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a) La fede per i greci (cfr Platone) rientra nellrsquoambito della doxa quindi non egrave conoscenza e solo nella conoscenza sta il valore dellrsquouomo

b) Nel cristianesimo la fede viene vista come trascendimento della conoscenza117 e questo trascendi-mento sarebbe necessario perchegrave la conoscenza egrave sempre limitata e non puograve rispondere alle do-mande ultime dellrsquouomo Solo che questo trascendimento diventa spesso anche crisi della ragione o radicale provocazione pr la ragione cfr 1 Cor 1 18 ss e la follia della croce

c) In questa prospettiva il cristianesimo si fa portatore anche di una nuova antropologia lrsquouomo non sarebbe piugrave solo anima e corpo ma sarebbe anche spirito Spirito o pneuma egrave la dimensione della fede

4) Eros greco e agape cristiana a) eros nasce dalla povertagrave e non egrave Dio lrsquouomo tende a Dio Dio non potragrave mai amare proprio percheacute

non egrave privo di nulla egrave assoluta perfezione puograve solo essere amato b) agape Dio egrave amore dono gratuito Dio si offre allrsquouomo E il suo egrave un amore senza condizioni118

5) Immortalitagrave dellrsquoanima dei greci a) e resurrezione dei corpi per il cristianesimo119 b) inaccettabile dai greci vista la loro valutazione negativa del corpo120

6) Nuovo senso della storia a) Per i greci prevalentemente egrave ciclica b) Per il cristianesimo rettilinea ci sono fatti unici e irripetibili e siamo orientati a un fine e a una fine

AGOSTINO

1) Scoperta della persona

a) Il vero mistero egrave lrsquouomo (non la realtagrave esterna inutile indagare la realtagrave esterna121 necessario rien-trare in noi stessi)122

b) Perograve non lrsquouomo astratto ma il singolo il concreto individuo irripetibile Egrave il singolo che deve far pro-prio il motto ldquoconosci te stessordquo

c) Di conseguenza il soggetto egrave il tema centrale della filosofia (cfr Confessioni) i) un soggetto che ritrova una conflittualitagrave interna123 e arriva proprio per questa conflittualitagrave alla

scoperta della volontagrave e della soggettivitagrave ii) un soggetto che ritrova nella propria interioritagrave lrsquoimmagine della Trinitagrave esse nosse velle

2) Veritagrave e illuminazione

a) si fallor sum e il superamento dello scetticismo124

117 Ebrei 11 1 La fede egrave fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono 118 1 Giov 4 8 ndash 10 Chi non ama non ha conosciuto Dio percheacute Dio egrave amore In questo si egrave manifestato lamore di Dio per noi Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo percheacute noi avessimo la vita per lui In questo sta lamore non siamo stati noi ad amare Dio ma egrave lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 119 Cfr 1 Cor 15 120 Cfr la reazione degli Ateniesi al discorso di Paolo sulla resurrezione dei corpi Quando sentirono parlare di risurrezione di morti alcu-ni lo deridevano altri dissero Ti sentiremo su questo unaltra volta Atti 17 32 121 ldquoE dire che gli uomini vanno ad ammirare le vette delle montagne i vasti flutti del mare le ampie correnti dei fiumi la distesa dellrsquooceano i giri degli astri e abbandonano se stessirdquo 122 Io stesso ero diventato per me un grosso problemahellipNon andare fuori di te ritorna in te stesso La veritagrave dimora nelluomo inte-riore E se scoprirai che la tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso Ma ricorda quando trascendi te stesso tu trascendi lani-ma razionale Tendi pertanto lagrave donde saccende il lume stesso della ragione De vera religione39 123 quando stavo deliberando di servire senzaltro al Signore Dio mio come avevo disposto da un pezzo ero io che volevo io che non volevo ero proprio io che negrave volevo pienamente negrave rifiutavo pienamente Perciograve lottavo con me stesso e mi straziavo da me stes-so 124 A una tale regola una volta intuita darsquo questa formula Chiunque comprende di essere in dubbio vede una cosa sicura della quale egrave certo dunque egli egrave certo del vero Pertanto chiunque dubita se la veritagrave esista ha in seacute alcuncheacute di vero di cui non puograve dubitare ora vero non egrave tale se non in forza della veritagrave Egrave necessario dunque che piuacute non dubiti della veritagrave chi ha potuto in qualche modo dubitare Dove tutto ciograve si vede quivi egrave luce senza spazio locale e temporale e senza i fantasmi che da tutto ciograve che egrave nello spazio e nel tempo de-rivano

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b) La veritagrave sta nellinterioritagrave (cfr il senso di un discorso) egrave in noi perograve egrave diversa da noi di qui la ne-cessitagrave di una costante ricerca

c) come si realizza la conoscenza i) autocoscienza (punto di partenza indispensabile) ii) sensazione i sensi ci attestano la realtagrave esterna esistente egrave passivitagrave dei sensi e attivitagrave

dellrsquoanima iii) intelletto coglie immediatamente le idee iv) ragione applica le idee intuite allrsquoesperienza qui sta la possibilitagrave dellrsquoerrore v) le idee sono i criteri di valutazione e sono in noi

(1) hanno un lsquoplusrsquo rispetto agli oggetti empirici non possono derivare da essi (2) sono in noi non creati da noi che siamo contingenti e mutevoli (3) la Veritagrave egrave in noi e ci giudicala Veritagrave sono le Idee (colte immediatamente dallrsquointelletto) che

sono pensieri di Dio forme paradigmatiche vera realtagrave (cfr Filone di Alessandria) colti per illuminazione (non esiste lrsquoanamnesi)

(4) Lrsquoesistenza di veritagrave intellegibili che lrsquoanima trova dentro di seacute senza averle essa stessa crea-te rinvia alla Veritagrave come sorgente di tutte le veritagrave allrsquoUno come principio di unificazione rinvia alla realtagrave immutabile eterna e necessaria dunque a Dio Dio egrave la veritagrave che rende pussibili tutte le veritagrave le realtagrave intellegibili gli universali ndash dice Agostino ndash sono pensieri nella mente di Dio Dio egrave altresigrave il maestro interiore nel quale impariamo tutto ciograve che sap-piamo Dio egrave la luce che illumina lrsquoanima e le permette di comprendere la veritagrave Agostino rielabora qui la tradizione platonica ha presente il paragone tra il Bene e il Sole istituito da Platone nella Repubblica e quello dellrsquoanima che riflette la luce divina e la luna che riflette la luce solare formulato da Plotino nelle Enneadi

vi) differenza tra scienza (coglie le cose in se stesse) e sapienza (le cose in riferimento a Dio) vii) in ultima analisi la vera conoscenza rinvia a Dio che perograve egrave mistero125 quindi non possiamo co-

noscere le ragioni ultime nemmeno della realtagrave necessitagrave della fede 3) Dio126

a) In quanto Bene Dio oggetto damore e felicitagrave ci attira frui Deo egrave la possibilitagrave di porre fine alla pro-pria inquietudine

b) in quanto essere ha dato lessere (creato) ldquoIO sono colui che sonordquo (Esodo 3) c) in quanto Veritagrave ci illumina e ci permette di conoscere la veritagrave Dio scitur melius nesciendo teologia negativa

4) la creazione e le idee Possono forse queste veritagrave venir meno anche se scomparissero quelli che ragionano e andassero a languire nellrsquoinferno degli uomini carnali No percheacute non egrave il ragionare che crea la veritagrave esso solo la scopre la veritagrave quindi esiste in seacute anche prima che sia scoperta ed una volta scoperta essa ci rinnova (Agostino La vera religione Paravia Torino 1945) 125 Confessioni Libro X capitolo XXVII paragrafo XXXVIII) ldquoTardi ti ho amato Sero te amavi pulchritudo tam antiqua e tam nova sero te amavi - Ecco eri dentro di me Tu ed io fuori fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo su queste belle forme che tu hai dato alle cose Eri con me io non ero con te le cose mi tenevano lontano le cose che non ci sarebbero se non fossero in Te Mi hai chiamato e il Tuo grido ha lacerato la mia sorditagrave hai lanciato segnali di luce e il Tuo splendore ha fugato la mia cecitagrave ti sei ef-fuso in essenza fragrante ti ho aspirato e mi manca il respiro se mi manchi ho conosciuto il tuo sapore ed ora ho fame e sete mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la Tua pacerdquo ldquoComprendi dunque se lo puoi o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molte-plici e vari comprendi se lo puoi che Dio egrave Veritagrave Egrave scritto infatti che Dio egrave luce (1Gv 15) non la luce che vedono i nostri occhi ma quella che vede il cuore quando sente dire egrave la Veritagrave Non cercare di sapere cosegrave la veritagrave percheacute immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza che al primo istante ha brillato al tuo sguar-do quando ti ho detto Veritagrave Resta se puoi nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore che ti abbaglia quando si dice Veritagrave Ma non puoi tu ricadi in queste cose abituali e terrene Qual egrave dunque ti chiedo il peso che ti fa ricadere se non quello delle immondezze che ti hanno fatto contrarre il glutine della passione e gli sviamenti della tua peregrinazionerdquo La Trinitagrave 82 126ldquo Te invoco Dio veritagrave fondamento principio e ordinatore della veritagrave di tutti gli esseri che sono veri o Dio sapienza fondamento principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza o Dio vera e somma vita fondamento principio e ordi-natore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita Dio beatitudine fondamento principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati o Dio bene e bellezza fondamento principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli o Dio luce intelligibile fondamento principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile o Dio il cui regno egrave tutto il mondo che egrave nascosto al senso o Dio dal cui regno deriva la legge per i regni della natura o Dio dal quale allontanarsi egrave cadere verso cui voltarsi egrave risorgere nel quale rimanere egrave avere sicurezza o Dio dal quale uscire egrave morire al quale avviarsi egrave tornare a vivere nel quale abitare egrave vivere o Dio che non si smarrisce se non si egrave ingannati che non si cerca se non si egrave chiamati che non si trova se non si egrave purificati o Dio che abbandonare egrave andare in rovina a cui tendere egrave amare che vedere egrave possedere o Dio al quale ci stimola la fede ci innalza la speranza ci unisce la caritagrave o Dio per mezzo del quale trionfiamo dellrsquoavversario ti scongiuro hellip o Dio che ci induci alla veritagrave piena o Dio che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo neacute permetti che altri lo faccia o Dio che ci richiami sulla vitahelliprdquo Soliloqui 112

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a) come dallUno i molti dallEssere il divenire che implica non essere soluzioni greche in qualche mo-do vicine alla creazione potevano essere i) Platone (Demiurgo = fabbricazione) ii) Plotino (processione dallrsquoUno) iii) Per Agostino la creazione egrave dal nulla e significa

(1) che egrave ex nihilo sui (generazione) (2) et subiecti (fabbricazione)

2(a) dono gratuito per libera volontagrave e bontagrave di Dio b) Dio con la creazione crea anche il tempo (cfr Timeo) legato al movimento

i) crea secondo le Idee (non irrazionalmente) che sono pensieri di Dio = Verbo (Neoplatonici) ii) crea immettendo nella materia le ragioni seminali (cfr Stoici)

c) vertice della creazione luomo immagine di Dio Trinitagrave 5) Tempo ed eternitagrave (Lett 7 496-498)

a) cosa faceva Dio prima della creazione lsquostava preparando lInferno per le persone che vogliono inda-gare cose troppo profondersquo dice Agostino nelle Confessioni al di lagrave dellrsquoironia potrebbe essere la co-scienza della limitatezza della nostra capacitagrave di comprensione e la necessitagrave di accettare questa li-mitatezza data lrsquoimpossibilitagrave di trascenderla i) se Dio egrave eterno ed egrave il creatore di tutto egrave il creatore anche del tempo ii) Prima della creazione il tempo non crsquoera non vi era dunque un prima e un dopo e non ha senso

domandarsi che cosa facesse allora Dio Il tempo egrave creato da Dio quindi egrave una categoria che va-le solo per la creatura Tempo d eternitagrave sono incommensurabili

b) apparente contraddittorietagrave del tempo ldquoSe nessuno me lo chiede lo so se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so piugrave cosigrave in buona fede posso dire di sapere che se nulla passasse non vi sa-rebbe il tempo passato e se nulla sopraggiungesse non vi sarebbe il tempo futuro e se nulla fosse non vi sarebbe il tempo presente Ma in quanto ai due tempi passato e futuro in qual modo essi so-no quando il passato da una parte piugrave non egrave e il futuro dallaltra ancora non egrave In quanto poi al presente se sempre fosse presente e non trascorresse nel passato non piugrave sarebbe tempo ma sa-rebbe anzi eternitagrave Se per conseguenza il presente per essere tempo in tanto vi riesce in quanto trascorre nel passato in qual modo possiamo dire che esso sia se per esso la vera causa di essere egrave solo in quanto piugrave non saragrave tanto che in realtagrave una sola vera ragione vi egrave per dire che il tempo egrave se non in quanto tende a non essere [] rdquo127 i) passato non egrave piugrave ii) futuro non egrave ancora iii) presente tende al non essere

c) eppure deve essere qualcosa percheacute misuriamo la durata degli eventi egrave distensio animae128

127 Confessioni Libro XI 14 e 18 128 Confessioni XI 35-37 [] Da qui mi egrave parso di concludere che il tempo nullrsquoaltro egrave che unrsquoestensione ma di qual cosa sia estensio-ne non lo so perograve sarebbe strano se non fosse unrsquoestensione dellrsquoanima stessa Che cosa infatti io misuro te ne scongiuro Dio mio quando dico o approssimativamente ldquoQuesto tempo egrave piuacute lungo di quellordquo oppure in maniera precisa ldquoQuesto tempo egrave doppio ri-spetto a quellrsquoaltrordquo Il tempo misuro siacute questo lo so ma non misuro quello che ha da venire percheacute non egrave ancora non misuro il pre-sente che non ha estensione non misuro il passato percheacute ormai non crsquoegrave piuacute Che cosa dunque misuro [] In te anima mia misuro il tempo Non darmi la voce addosso col dirmi ciograve che la realtagrave egrave Non darmi la voce addosso con tutti i trava-gli delle tue impressioni In te lo ripeto misuro il tempo Lrsquoimpressione che le cose mentre passano suscitano in te e che poi quando quelle sono passate dura questa impressione io la misu-ro mentre egrave presente non misuro le cose che sono passate in modo da lasciare unrsquoimpressione ma misuro questa impressione quando misuro il tempo Per conseguenza o il tempo consiste in queste impressioni o io non riesco a misurare il tempo Ma che Quando misuriamo il silenzio e diciamo che quel silenzio ha avuto una durata di tempo corrispondente a quello che ebbe una determinata voce non egrave forse vero che rivolgiamo la tensione del nostro pensiero quasi per misurare la durata di quella voce come se essa risonasse per poter trarre dagli intervalli del silenzio una definizione che consiste in una estensione di tempo Infatti anche quando la voce e la bocca non sono in moto noi nel nostro pensiero continuiamo a recitare poesie versi e qualsivoglia di-scorso e siamo in grado di definire qualsivoglia estensione del loro andamento e della durata dei tempi quanto cioegrave ognuno sia rispetto a un altro non altrimenti che se ne facessimo recitazione a voce alta Se qualcuno volesse emettere la sua voce in misura un porsquo lunghetta e ne fissasse facendo il conto nel suo pensiero quanta debba es-sere la durata costui certamente la durata del tempo la stabilisce standosene in silenzio e poi affidando il calcolo alla memoria pren-de a tirare fuori quella sua voce che risuona sino a quando non giunga al termine prestabilito Ma in veritagrave diremo risonograve e risoneragrave percheacute quella parte della voce che giagrave si egrave svolta diremo che egrave risonata quella parte che ancora rimane da svolgersi diremo che risone-ragrave sino a quando lrsquointensitagrave presente non trasforma quello che ha da venire nel passato in quanto quel che ha da venire via via dimi-nuisce e il passato via via srsquoaccresce sino a quando consumatosi il futuro tutto divenga passato Ma in qual modo va diminuendo o addirittura si disperde quello che ha da venire che ancora non egrave o in qual modo srsquoaccresce il passa-to che ormai piuacute non egrave se non percheacute nellrsquoanima nostra che elabora questi momenti vi sono tre fasi Infatti lrsquoanima aspetta pone at-tenzione e ricorda tanto che ciograve che aspetta attraverso ciograve cui rivolge lrsquoattenzione si trasforma in ciograve che ricorda

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i) presente del passato memoria ii) presente del presente intuizione iii) presente del futuro attesa Noi possiamo misurare il tempo percheacute possiamo misurare lrsquoimpressione che le cose passando pro-ducono in noi La durata del tempo si spiega con lrsquoattivitagrave della mente che si ldquodistenderdquo cioegrave per cosigrave dire si dilata dallrsquoattesa alla memoria tramite lrsquoattenzione Il tempo egrave nellrsquoanima (quindi non nel movimento anche se egrave collegato ad esso) nello spirito dellrsquouomo permane il passato il presente e il futuro Nello spirito le tre dimensioni del tempo sono sintetizzate e in qualche modo si imita lrsquoeternitagrave che caratterizza il vero essere (il tempo egrave solo di-spersione dellrsquoessere) tutto egrave sintetizzato nel presente e lrsquouomo viene ad essere immagine dellAs-soluto eterno presente

6) male problema centrale della riflessione di Agostino (del resto proprio per dare una risposta plausibile a questo problema si era fatto per un certo periodo manicheo) a) da dove viene se Dio bene129 b) non egrave sostanza negrave corruttibile negrave incorruttibile c) egrave privazione di essere130 (cfr Plotino)

i) male metafisico-ontologico il limite la finitudine il mondo nel suo complesso egrave perfetto ii) peccato cattiva volontagrave causa lsquodeficiente

(1) aversio a Deo et conversio ad creaturam (non egrave la creatura ad essere male egrave il nostro rap-porto alla creatura che egrave errato)

(2) Dio poteva impedirlo la volontagrave libera egrave un gran bene egrave limmagine e somiglianza a Dio d) male fisico conseguenza del peccato e) lrsquouomo radicalmente corrotto non puograve salvarsi puograve solo essere salvato

Chi puograve negare che ciograve che ha da venire non egrave ancora Ma tuttavia vi egrave giagrave nellrsquoanima nostra unrsquoattesa di quello che ha da venire Chi puograve negare che il passato piuacute non egrave Ma tuttavia egrave ancora nellrsquoanima nostra memoria del passato Cosiacute chi puograve negare che il tempo presente manca di estensione percheacute trascorre riducendosi in un punto Ma tuttavia lrsquoattenzione ri-mane durevole siccheacute attraverso di essa si volge a non essere piuacute ciograve che si appresseragrave Non egrave dunque lungo il tempo che ha da veni-re percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo avvenire altro non egrave che lrsquoattesa lunga di ciograve che ha da venire e cosiacute non egrave lungo il passato percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo passato altro non egrave che la lunga memoria di ciograve che egrave passato 129 Confessiones VII 6 e 7 [] Qui cioegrave nella considerazione che lrsquoincorruttibile sia da preferire al corruttibile dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male cioegrave donde trae origine la corruzione stessa che in nessun modo puograve violare la tua sostanza[] Cosiacute consideravo la creazione tua finita piena di te che sei infinito e dicevo ldquoEcco Dio ed ecco le cose che Dio ha creato un Dio buo-no e a queste cose saldamente e di gran lunga superiore perograve Egli buono comrsquoegrave le ha create soltanto buone ed ecco come Egli le circonda e le riempie di seacute Ma allora il male dovrsquoegrave e donde e per qual via qui egrave riuscito a insinuarsi Qual egrave la sua radice quale il suo seme O forse esso non egrave af-fatto Percheacute mai dunque noi temiamo e cerchiamo di evitare ciograve che non egrave Drsquoaltra parte se noi lo temiamo senza motivo senza dubbio questo stesso nostro timore egrave un male in quanto in esso non vi egrave di che si debba temere eppur noi ne abbiamo timore Per conseguenza o crsquoegrave un male che noi dobbiamo temere o il male consiste nel fatto stesso che noi temiamo Ma donde dunque proviene questo male poicheacute Dio tutte le cose ha fatto buone buono comrsquoegrave Dio Bene maggiore e anzi sommo ha creato siacute dei beni minori ma tuttavia e il Creatore e le cose create nella totalitagrave sono buoni Donde proviene il male O forse la materia di cui egrave costituita la creazione era una materia non buona e Dio le diede forma e ordine ma vi lasciograve una qualche parte che non convertiacute in bene Ma percheacute questo O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla tutta in modo che non sussistesse nulla di male Egli che egrave onnipotente Infine percheacute di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha voluto piuttosto nella sua stessa onnipotenza annientarla del tutto Oppure quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontagrave di lui se la materia era eterna percheacute Egli tanto a lungo attraverso gli infiniti spazi di tempo trascorsi ha lasciato che essa materia rimanesse cosiacute e tanto piuacute tardi gli piacque di trarne qualcosa Drsquoaltra parte se Egli volle fare drsquoimprovviso qualche cosa Egli che egrave onnipotente avrebbe dovuto fare questo piuttosto che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad essere cioegrave un Bene interamente vero e sommo ed infinito se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono Egli che egrave buono allora tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di materia che era cattiva non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la parte buona donde poi avrebbe creato il tutto Non sarebbe certo Egli stato onnipotente se non avesse potuto creare qualcosa di buono senza trarre partito da quella materia che E-gli stesso non aveva creato 130 Per conseguenza tutte le cose che sono sono buone e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse non egrave una sostanza per-cheacute se fosse sostanza sarebbe un bene Infatti o sarebbe una sostanza incorruttibile come a dire un grande bene o sarebbe una so-stanza corruttibile la quale se non fosse buona non potrebbe essere corruttibile Pertanto dovetti riconoscere e mi apparve evidente che tu hai fatto buone tutte le cose e che non vi sono sostanze che tu non abbia creato Ma poicheacute tu non hai fatto tutte le cose uguali pertanto tutte le cose esistono in quanto una per una sono buone e tutte nel loro insieme sono sommamente buone poicheacute il Dio no-stro tutte le cose fece sommamente buone (Gen I 31) Le confessioni VII 12

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UNIVERSALI

1) Il problema a) Universale egrave laquociograve che puograve essere predicato di piugrave realtagraveraquo e il problema che riguarda lrsquoambito logico

gnoseologico e metafisico inizia ad essere trattato nellrsquoXI sec (ma egrave dibattuto in tutto il ME) a par-tire da un passo dellrsquointroduzione e commento di Porfirio alle Categorie di Aristotele (Isagoge del 270 dC circa ma nota nella traduzione latina fatta da Boezio attorno al 500) laquosui generi e le spe-cie non dirograve se essi sussistano oppure siano posti soltanto nellrsquointelletto neacute nel caso che sussistano se siano corporei o incorporei se separati dalle cose sensibili o situati nelle cose stesse ed esprimen-ti i loro caratteri comuniraquo i) Che gli universali sussistono in modo incorporeo extramentale e separato dalle cose puograve essere

affermazione platonica o di un realismo radicale ii) Che invece essi siano solo nelle cose come caratteri comuni e debbano pertanto essere posti

alla base delle nostre conoscenze egrave piugrave unrsquoaffermazione aristotelica o del realismo moderato iii) Mentre il riconoscimento del prioritario aspetto cognitivo di tali caratteri comuni (essi sono ciograve

che lrsquouomo conosce e costruisce col proprio intelletto e che poi esprime linguisticamente) egrave ca-ratteristico delle posizioni nominaliste ecco che per un nominalismo estremo gli universali non esisterebbero neacute nellrsquointelletto neacute tanto meno separatamente ma solo nella parola che di volta in volta viene pronunciata (ma anche del nominalismo radicale non sono rimasti documenti)

iv) Lrsquounica posizione che non egrave mai stata sostenuta e probabilmente Porfirio la elenca solo come ipotesi teorica egrave quella degli universali come corpi materiali

b) Nel Medioevo a partire dallrsquoXI sec abbiamo una valorizzazione della ragione (anche per la ripresa degli studi) della sua ricerca e della sua autonomia a questa valorizzazione egrave facile che si accom-pagni una relativizzazione della auctoritas quindi il problema della filosofia degli universali non egrave solo problema teorico

c) La questione degli universali era se i concetti universali come uomo animale e cosiacute via i) avessero

(1) una realtagrave ontologica (2) o fossero soltanto il prodotto dellattivitagrave dellintelletto umano

ii) e inoltre se essi potessero sussistere (1) prima delle cose (ante rem come le idee platoniche che hanno unesistenza separata) (2) o nelle cose (in re come le forme aristoteliche che sussistono come forme di una deter-

minata materia) (3) o dopo le cose (post rem come prodotti dellattivitagrave dellintelletto e quindi nomi creati

dal linguaggio umano per significare le esperienze) d) Problema centrale il rapporto tra voces e res tra idee e realtagrave pensiero ed essere e assieme al va-

lore da attribuire agli universali il valore che possiamo riconoscere al sapere umano

2) Le soluzioni a) realismo universali = entitagrave metafisiche sussistenti (cfr Platone) perfetta adeguazione tra concetti

e realtagrave Il realismo estremo egrave la tesi secondo cui gli universali oltre che sussistere fuori della mente godono anche di una consistenza ontologica propria la quale fa si che essi esistano separatamente (ante rem) rispetto alle realtagrave mutevoli e contingenti di cui sono gli immutabili prototipi In altri ter-mini il realismo estremo egrave la soluzione di tipo platonico-neoplatonico-agostiniana che identifica gli universali con le idee o i modelli ante rem tramite cui Dio ha creato il mondo ritenendo che reali nel senso metafisicamente forte del termine sono soltanto gli universali e non giagrave gli individui empirici Guglielmo di Champeaux (1070-1121) riteneva ad es che la specie laquouomoraquo rappresentasse una re-altagrave essenzialmente identica per tutti gli uomini i quali sarebbero moltiplicati e diversificati fra di loro solo da qualitagrave accidentali Conseguenze i) lo studio del linguaggio egrave anche

(1) studio della realtagrave (2) e studio di Dio che si manifesta nella realtagrave

ii) posizione conservatrice individui diversi solo per accidenti e non per essenza iii) obiezione di Abelardo

(1) animale simultaneitagrave dei contrari es razionale e irrazionale (2) se egrave res non puograve essere predicato (3) svalutazione dellindividuo (e siamo in un periodo di esaltazione della ragione e quindi del-

lindividuo)

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b) nominalismo non hanno nessun valore e non si riferiscono a nessuna cosa (Roscellino) il nomina-lismo estremo afferma che lrsquoessere esiste soltanto in forma individuale (nihil est praeter indivi-duum) e che i cosiddetti universali rappresentano soltanto dei nomi senza alcun corrispettivo rea-leconseguenze i) scetticismo ragione pura attivitagrave analitica di singoli fatti descrittiva ii) universali = flatus vocis iii) eresia teologica triteismo

(per Anselmo sono schiavi delle lsquoimmaginazioni corporeersquo) c) realismo critico o concettualismo posizione di Abelardo

i) la realtagrave egrave individuale ii) universali non sono neacute res neacute flatus vocis iii) sono sermones

(1) frutto della astrazione = convenzione umana (2) che coglie gli elementi comuni = universali (3) universali che perograve non danno lessenza ma modo dessere una immagine comune (uomo

come essenza non esiste esiste solo il singolo) d) realismo moderato (Tommaso) Il realismo moderato egrave la dottrina secondo cui gli universali pur

avendo una certa consistenza non esistono ante rem ma soltanto in re ossia individualizzati e in-corporati nelle cose singole a titolo di principi organizzatori immanenti (nel senso aristotelico) In al-tri termini secondo il realismo moderato i generi e le specie non esistono laquoseparatamenteraquo rispetto agli individui ma soltanto come loro forma o essenza intrinseca Di conseguenza il realismo mode-rato a differenza di quello estremo riconosce pienamente la realtagrave degli individui pur scorgendo la presenza in essi di unrsquoessenza universale Inoltre i realisti moderati pur credendo che gli universali nel nostro mondo esistano soltanto in re hanno ritenuto nel contempo che essi nella mente di Dio esistano sotto forma di idee archetipe an-te rem (conciliando in tal modo le istanze piugrave profonde dellrsquoaristotelismo con quelle del platonismo) Sono distinti tre tipi di universale i) Universale in re - egrave la ldquoformardquo delle cose lrsquoessenza ii) universale post rem egrave il concetto nellrsquointelletto quello che viene colto con il procedimento razio-

nale della ldquoastrazionerdquo iii) universale ante rem - egrave lrsquoIdea nella mente divina il ldquomodellordquo delle cose Questi tre tipi di universale fanno uno e si identificano con la ldquoformardquo della cosa che esiste ldquoab ae-ternordquo nellrsquoIntelletto divino e che lrsquointelletto umano ldquoastraerdquo dalla cosa stessa

3) Il problema degli universali tornava ad agitare la vecchia questione sollevata per la prima volta dai Sofi-sti il pensiero e il linguaggio hanno davvero la prerogativa di rispecchiare lrsquoessere e le sue strutture rea-li I nostri concetti e i nostri termini sono davvero la controparte logico-linguistica delle essenze metafisi-che delle cose Ovviamente un problema di questo tipo aveva unrsquoinevitabile ripercussione a) In campo gnoseologico Il problema degli universali egrave fondamentale per la conoscenza umana per-

cheacute senza generi e specie diventa impossibile qualsiasi conoscenza razionale b) in campo ontologico poicheacute il realismo sottintendendo un sostanziale parallelismo fra voces e res

ovvero una stretta corrispondenza fra pensiero-linguaggio-realtagrave implicava la possibilitagrave da parte del pensiero di porsi come fotografia della realtagrave in grado di coglierne le forme o strutture e quindi di far metafisica Al contrario il nominalismo rifiutando la sostanzialitagrave delle forme ed assimilando i concetti generali a simboli astratti di realtagrave puramente individuali sottintendeva un potenziale divor-zio fra pensiero e realtagrave destinato a mettere in forse il discorso metafisico

c) Analogamente mentre il realismo grazie ai concetti di sostanza specie atto ecc si prestava a giu-stificare filosoficamente sia il dogma trinitario sia il discorso teologico nella sua globalitagrave il nominali-smo (v Roscellino) sembrava minare entrambe le cose

d) Questa portata anti-metafisica ed anti-teologica del nominalismo diventeragrave esplicita soprattutto nella tarda Scolastica allorquando Ockham riducendo il pensiero astratto a pura catalogazione dellrsquoesperienza ed anteponendo alla ragione la conoscenza sensibile (= empirismo) finiragrave per minare la possibilitagrave di qualsiasi discorso meta-empirico cioegrave condotto oltre i limiti dellrsquoesperienza immedia-tamente accessibile

4) concretezza del problema a) struttura sociale b) teorie scientifiche reali o convenzioni strumenti

Naturalmente ldquola questione degli universalirdquo non si chiude con la fine del medioevo viene ripresa infatti an-che dalla filosofia moderna che rivedragrave il formarsi di due opposti schieramenti gli empiristi che sostanzial-mente saranno nominalisti e i razionalisti piugrave vicini alle posizioni del realismo

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AVICENNA

Integra Aristotele con Platone (dove Aristotele non sembra in accordo alla fede) 1) distinzione tra ente (lesistenza il concreto) ed essenza (quid est prescinde dallrsquoesistenza) 2) ente reale puograve essere

a) possibile (mondo che egrave contingente in quanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere quindi egrave carat-terizzato dalla diversitagrave tra essenza ed esistenza)

b) o necessario (Dio ha in seacute la causa del suo essere creatore e separato dal mondo) 3) Ciograve significa che la nozione di essere assume un significato diverso a seconda che sia riferita a Dio o alle

cose contingenti

s TOMMASO

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE

1) ragione a) parte dal sensibile e quindi non puograve conoscere tutto egrave condizionata dalla sua origine b) inoltre egrave creata (finita) c) puograve dire che Dio egrave ma non chi sia Dio d) se il fine delluomo fosse puramente naturale la ragione sarebbe sufficiente perograve fine delluomo egrave

soprannaturale quindi ha bisogno di veritagrave che eccedono le sue capacitagrave naturali vengono dalla ri-velazione accolte dalla

2) fede che a) sorregge la ragione nelle veritagrave che la ragione coglie perograve con il pericolo di errore (tra fede e ragio-

ne non cegrave contrasto nessuna doppia veritagrave)131 b) offre delle veritagrave che vanno oltre la ragione132

3) nei confronti della veritagrave della fede la ragione a) esamina lautoritagrave di chi le propone b) puograve dimostrare i preamboli della fede cioegrave quelle veritagrave la cui dimostrazione egrave necessaria alla fede

stessa c) la filosofia puograve essere adoperata a chiarire mediante similitudini le veritagrave della fede d) la ragione puograve controbattere le obbiezioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o che

non hanno forza dimostrativa 4) La grazia (fede) non soppianta la natura ma la perfeziona gratia naturam perficit

a) la teologia rettifica ma non sostituisce la ragione b) necessaria una buona (corretta) filosofia per una buona teologia

5) La fede e la ragione non possono trovarsi in contraddizione a) la ragione ha una sua veritagrave dei principi intrinseci che sono verissimi ed egrave impossibile pensare che

siano falsi dal momento che Dio stesso egrave lrsquoautore della natura umana La veritagrave di ragione non saragrave perciograve in contraddizione con la veritagrave rivelata poicheacute la veritagrave non puograve contraddire la veritagrave La ra-gione puograve indurre allrsquoerrore ed in quel caso la fede deve essere la regola del corretto procedere della ragione

b) Inoltre fede e ragione non possono contraddirsi anche percheacute considerano la realtagrave da punti di vista diversi la ragione considera la realtagrave in se stessa la fede in relazione a Dio133

131

Se la veritagrave fosse lasciata soltanto allindagine della ragione ne seguirebbero tre inconvenienti in primo luogo la cognizione di Dio sarebbe in pochi In secondo luogo vi si giungerebbe a fatica dopo gran tempo In terzo luogo lindagine della ragione umana spesso egrave venata derrori percheacute il nostro intelletto egrave debole nel giudizio e ci si insinuano i fantasmi Salutarmente dunque provvide la divina clemenza disponendo che si accettassero per fede anche le cose che la ragione puograve indagare siacute che tutti senza dubbio neacute errore partecipassero facilmente alla cognizione di Dio (S contra Gent I 3) 132 Nelle cose che diciamo di Dio la veritagrave egrave di due modi Infatti intorno a Dio ci sono veritagrave che oltrepassano ogni facoltagrave della ragione umana per esempio che Dio egrave uno e trino Mentre ce ne sono altre che anche la ragione naturale puograve cogliere per esempio che Dio egrave che egrave uno ed altre siffatte di queste guidati dal lume della ragione anche i filosofi hanno addotto prove dimostrative (Summa contra Gentiles I 3) 133 Summa contra gentiles I 7 ndash 8 e II 4 Bencheacute la veritagrave della fede cristiana superi la capacitagrave della ragione umana quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione non possono essere contrarie alla fede Difatti quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione ci constano essere verissime in tale maniera che non sia possibile pensarle false neacute daltra parte egrave possibile pensare falso ciograve che si tiene per fede

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c) Ciograve perograve significa piugrave una distinzione che una separazione la ragione e la natura trovano il loro pie-no compimento nella fede e nella grazia (secondo il celebre adagio tomista gratia naturam perfi-cit)134

dal momento che ha una cosiacute evidente conferma divina Siccome dunque il solo falso egrave contrario al vero come appare manifestamente dai loro concetti egrave impossibile che la veritagrave di fede sia contraria a ciograve che la ragione conosce naturalmente Inoltre la conoscenza dei princiacutepi naturalmente noti ci egrave infusa da Dio in quanto Dio stesso egrave lautore della nostra natura Anche la divi-na Sapienza possiede dunque questi princiacutepi Tutto ciograve quindi che egrave contrario a questi princiacutepi egrave contrario alla divina Sapienza e non puograve pertanto provenire da Dio Quelle veritagrave dunque che si tengono per fede in funzione della rivelazione divina non possono essere contrarie alla conoscenza naturale Dal che si deduce evidentemente che qualsiasi argomento venga portato contro i documenti della fede non procede rettamente dai primi princiacutepi immediatamente evidenti innati alla natura e conseguentemente non ha nemmeno la forza dimostrativa ma sono ragioni o probabili o sofistiche e cosiacute cegrave la possibilitagrave di confutarle [] Si deve anche notare che senza dubbio le cose sensibili dalle quali la ragione umana deriva il principio della conoscenza conservano in seacute qualche traccia della loro somiglianza divina ma cosigrave imperfetta che risultano del tutto insufficienti a manifestare la natura dello stes-so Dio Infatti gli effetti hanno in qualche misura una somiglianza con la causa poicheacute ogni agente produce una cosa a seacute somigliante ma non sempre lrsquoeffetto raggiunge una perfetta somiglianza con lrsquoagente Dunque la ragione umana per conoscere la veritagrave di fede che puograve essere perfettamente conosciuta solo da coloro che vedono la divina sostanza egrave in condizione di raccogliere alcune analogie che non sono perograve sufficienti affincheacute la predetta veritagrave venga dimostrata o compresa per intuizione intellettiva Tuttavia egrave utile per la mente umana esercitarsi in tali ragionamenti bencheacute deboli purcheacute non ci sia la presunzione di comprendere o di dimostrare infatti come prima si egrave detto procura grande gioia il potere intendere qualcosa delle realtagrave piugrave elevate anche in maniera incompleta e debole [] Diverso egrave il punto di vista delle dottrine teologiche e delle filosofie umane Giaccheacute la filosofia umana considera le creature in quel che sono e cosiacute secondo gli aspetti del reale abbiamo le diverse parti della filosofia la fede cristiana invece le considera non in quanto so-no come ad es il fuoco in quanto fuoco ma in quanto esso indica la perfezione divina ed egrave ordinato in qualche modo allo stesso Dio Pertanto i lati che il filosofo studia nelle creature sono diversi da quelli che considera il credente il filosofo infatti considera i caratteri costitutivi delle cose come per i fuoco il portarsi in su il credente considera la creatura in rapporto con Dio come lessere creata da Dio lessere soggetta a Dio e simili Se loggetto dindagine egrave talvolta comune al filosofo e al credente i princiacutepi sono diversi Poicheacute il filo-sofo argomenta da cause immanenti alle cose il credente argomenta dalla Causa prima come quando si fonda sulla rivelazione o guar-da alla gloria o alla potenza infinita di Dio e per questo ad essa come avente il primato egrave subordinata la filosofia umana Da ciograve deriva che le due dottrine procedono con diverso metodo Poicheacute nella dottrina filosofica la quale considera le creature in se stesse e da esse guida alla conoscenza di Dio primo egrave lo studio delle creature e ultimo quello di Dio nella dottrina rivelata invece che non considera le creature se non in ordine a Dio primo egrave lo studio di Dio e poi quello delle creature e cosiacute egrave piuacute perfetta in quanto piuacute simile alla conoscenza di Dio il quale intuisce laltro da seacute intuendo seacute 134 Summa Theologiae I q 1 art 1 Proemio E percheacute il nostro proposito sia compreso in certi limiti egrave necessario per prima cosa indagare sulla sacra dottrina [ossia la teologia] qua-le sia e a quali cose si rivolga In proposito i problemi sono dieci Primo che necessitagrave ci sia di questa dottrina Secondo se sia scienza Terzo se sia una sola scienza o piugrave Quarto se sia speculativa o pratica Quinto quale sia il suo rapporto con le altre scienze Sesto se sia sapienza Settimo se quale sia il suo oggetto Ottavo se sia una disciplina argomentativa Nono se debba servirsi di espressioni metaforiche o simboliche Decimo se la Sacra Scrittura debba essere esposta secondo piugrave sensi Articolo I Rispetto al primo problema si procede cosigrave Sembra che non sia necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche In-fatti lrsquouomo non deve sforzarsi di conoscere le cose che sono al di sopra della ragione secondo quanto afferma il III capitolo del libro dellrsquoEcclesiastico ldquonon indagherai le cose per te troppo grandirdquo Ma le cose che sono accessibili alla ragione sono trattate adeguata-mente nelle discipline filosofiche Sembra dunque superfluo avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Inoltre non ci puograve essere scienza se non dellrsquoente nulla infatti si sa se non il vero che egrave convertibile con lrsquoente Ma tutti gli enti sono presi in esame dalle discipline filosofiche e anche Dio in una parte della filosofia detta appunto ldquoteologiardquo cioegrave ldquoscienza divinardquo come insegna il Filosofo nel VI libro della Metafisica Non egrave stato quindi necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Ma egrave contrario ciograve che egrave detto nel capitolo III della II Lettera a Timoteo ldquotutta la Scrittura ispirata da Dio egrave utile ad insegnare con-vincere correggere e formare alla giustiziardquo Infatti la Scrittura divinamente ispirata non riguarda le discipline filosofiche che sono svi-luppate con la sola ragione umana Ersquo utile dunque che oltre alle discipline filosofiche esista unrsquoaltra scienza fondata sulla rivelazione divina Rispondo dicendo che lrsquoesistenza di una dottrina rivelata oltre alle discipline filosofiche che si indagano con la ragione umana egrave stata necessaria per la salvezza dellrsquouomo In primo luogo percheacute lrsquouomo ha come destino Dio un fine che supera le capacitagrave di comprensio-ne della ragione come scrive il profeta Isaia (644) ldquoocchio non ha visto che un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in luirdquo Ma gli uomini devono conoscere il loro fine per poter decidere le proprie azioni perciograve fu necessario alla loro salvezza che quanto supe-ra la ragione umana fosse reso noto attraverso una divina rivelazione Ma anche riguardo a quelle cose che la ragione umana puograve cono-scere fu necessario che lrsquouomo fosse istruito mediante la rivelazione divina Percheacute attraverso lrsquoindagine razionale sarebbero giunti alla veritagrave su Dio da cui pure dipende la salvezza dellrsquouomo - che egrave solo in Lui - solo pochi uomini attraverso un tempo lunghissimo e con la mescolanza di molti errori Affincheacute gli uomini potessero giungere alla salvezza in modo piugrave adeguato e sicuro fu quindi necessario che fossero istruiti attraverso la rivelazione divina Alla prima obiezione si deve rispondere che le cose che sono piugrave alte della capacitagrave conoscitiva dellrsquouomo sebbene non possano esse-re indagate attraverso la ragione sono tuttavia da accogliere per fede una volta che vengano rivelate da Dio Per cui lo stesso passo aggiunge ldquoti egrave stato mostrato piugrave di quanto comprende unintelligenza umanardquo E in questo consiste la sacra dottrina Al secondo argomento si deve dire che dal diverso modo di conoscere gli oggetti deriva la diversitagrave delle scienze Infatti sia lrsquoastrologo che il fisico dimostrano la medesima conclusione per esempio che la terra egrave rotonda ma lrsquoastrologo per via matematica cioegrave astraen-do dalla materia il fisico invece prendendo in considerazione la materia Perciograve nulla impedisce che le medesime cose delle quali tratta-no le discipline filosofiche nella misura in cui sono conoscibili alla luce della ragione naturale possano essere oggetto di unrsquoaltra scien-

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Questa parte della filosofia tomistica egrave riscontrabile soprattutto in Somma contro i Gentili 6) Summa contra gentiles partire da ciograve che ci accomuna la ragione

a) partendo da questo dato che accomuna tutti gli uomini egrave possibile ottenere risultati universali e su questi costruire un discorso teologico

b) ragione nostra caratteristica ed esigenza primordiale e naturale i) Proprio per questo lrsquouomo ha una sua autonomia e deve mettere in atto tutto il suo potenziale

conoscitivo La sua vocazione egrave conoscere e dominare il mondo ii) Su questo non puograve interferire la teologia come la teologia non soppianta la filosofia iii) Del resto tra filosofia e teologia non potragrave esserci contrasto proprio percheacute unica egrave la sorgente

della veritagrave e tutte e due sono in relazione alla veritagrave

LA METAFISICA

1) Ente ed essenza lente (qualunque cosa esista) puograve essere

a) ente logico puramente concettuale espresso dalla copula egrave unisce due concetti senza pretendere che la realtagrave sia come espresso (es la cecitagrave egrave negli occhi di conseguenza non tutto ciograve che egrave pen-sato esiste come egrave pensato le connessioni di concetti sono vere in quanto connettono correttamen-te quei concetti ma non esprimono lrsquoesistenza dei concetti che connettono) Lrsquouniversale non egrave rea-le ad essere reale egrave solo lindividuo lrsquouniversale egrave una astrazione anche se fondata sulla realtagrave rea-lismo moderato

b) ente reale ogni realtagrave egrave ente anche se in modo analogico Per Aristotele potenza e atto corrispon-devano a materia e forma Secondo Tommaso invece lrsquoessenza e lrsquoesistenza stanno tra loro rispetti-vamente nel rapporto di potenza e atto i) Lrsquoessenza (chiamata anche quidditagrave o natura) comprende sia la materia che la forma percheacute

comprende tutto ciograve che egrave espresso nella definizione della cosa Per es lrsquoessenza dellrsquouomo de-finito animal rationale comprende sia la materia (animal) che la forma (rationale) Essenza id quod potest esse potenza attitudine allrsquoessere e non identificazione con lrsquoessere quindi le cose non esistono necessariamente sono contingenti quindi esistono in virtugrave di altro (1) Lrsquoessenza costituisce in primo luogo il fondamento dellrsquoessere di ogni ente essa infatti fa

essere una cosa quella determinata cosa diversa dalle altre Naturalmente non si deve in-tendere il termine ldquoessererdquo nel senso di esistenza attuale percheacute come si vedragrave meglio poi ogni cosa riceve la sua attualitagrave esistenziale da Dio e non dallrsquoessenza Tommaso si sta qui occupando del significato nominale dei termini ldquoenterdquo ed ldquoessenzardquo non ancora di quello e-sistenziale Tuttavia senza lrsquoessenza sarebbe impossibile definire per esempio questo esse-re che mi sta davanti come uomo o questrsquoaltro come pianta

(2) In secondo luogo lrsquoessenza egrave il fondamento dellrsquointelligibilitagrave e della conoscibilitagrave di ogni en-te Ogni ente egrave intelligibile in virtugrave di quellrsquoelemento universale e necessario che egrave lrsquoessenza Esiste in altri termini una stretta correlazione tra ontologia e gnoseologia

(3) Lrsquoessenza infine egrave il fondamento dellrsquoagire di ogni ente Essa cioegrave permette di cogliere il carattere proprio di un ente dal quale egrave possibile ricavare la sua attivitagrave o operazione princi-pale Se si analizza per esempio lrsquoessenza dellrsquouomo si diragrave che lrsquouomo possiede per natura (per costituzione ontologica e non come qualcosa di aggiunto di accidentale) un intelletto che costituisce il carattere distintivo che lo differenzia dagli altri animali (prima ancora della posizione eretta o del modo di cibarsi o di vestirsi che sono caratteri accidentali che sono mutati nel corso del tempo e non rientrano nella sua essenza) Avere per natura un intellet-to significa che lrsquouomo egrave per natura capace di conoscenza intellettiva egrave cioegrave in grado di os-servare riflettere e interpretare ciograve che lo circonda egrave capace di domandarsi il ldquopercheacuterdquo di ciograve che vede e da questa domanda scaturisce la ricerca dei principi che porta poi alla costitu-zione delle diverse scienze e dei vari campi di indagine

ii) Dallrsquoessenza si deve distinguere lrsquoesistenza percheacute si puograve comprendere che cosa sia un uomo o lrsquounicorno o lrsquoaraba fenice ma non egrave ancora detto che quegli esseri esistono nella realtagrave Dunque lrsquoessenza e lrsquoesistenza sono distinte e stanno tra loro nel rapporto di potenza e atto Lrsquoessenza egrave in potenza rispetto allrsquoesistenza mentre lrsquoesistenza egrave lrsquoatto dellrsquoessenza actus essendi Nelle cose composte cegrave una doppia composizione di atto e potenza materia forma essenza esistenza

za per quello che se ne puograve conoscere alla luce della rivelazione divina Perciograve la teologia che compete alla sacra dottrina egrave di altra na-tura rispetto a quella teologia che si considera parte della filosofia

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iii) Ecco ora il punto fondamentale lrsquounione dellrsquoessenza con lrsquoesistenza ovvero il passaggio dalla potenza allrsquoatto ovvero lrsquoindividuo reale richiede per Tommaso lrsquointervento diretto e creativo di Dio Ersquo solo Dio che puograve creare le cose facendole esistere egrave solo Dio che puograve realizzare il pas-saggio dalla potenza allrsquoatto ossia dalla essenza allrsquoesistenza e dare cosigrave origine alle varie crea-ture siano angeli o uomini o animali o piante ecc

iv) In Dio lrsquoessenza egrave uguale allrsquoesistenza Solo in Dio essenza ed esistenza si identificano In altre parole lrsquoessenza di Dio egrave di esistere Egli esiste necessariamente egrave eterno egrave lrsquounico essere ne-cessario cioegrave non puograve non esistere mentre tutti gli altri esseri dipendono da lui Dio egrave lessere (= essenza atto puro) essere puro

v) In sintesi potremmo dire che Dio egrave lrsquoessere mentre le creature hanno lrsquoessere Actus essendi originario in Dio derivato per partecipazione nelle creature Dunque il termine essere non egrave lo stesso quando egrave riferito a Dio o alle creature Tra lrsquoessere di Dio e quello delle creature non vi egrave neacute identitagrave neacute assoluta opposizione bensigrave analogia Le creature in quanto esistenti sono simili a Dio ma Dio non egrave simile a loro ecco il principio della analogicitagrave dellrsquoessere (analogo = simile ma di proporzioni diverse) In piugrave le creature hanno lrsquoessere percheacute viene dato loro da Dio il quale partecipa (=dona) loro lrsquoesistenza Cosigrave le creature hanno lrsquoessere per partecipazione mentre Dio egrave lrsquoessere per essenza La distinzione fra lrsquoessere creato e lrsquoessere eterno di Dio porta con seacute due importanti conseguen-ze (1) In primo luogo permette a Tommaso di salvaguardare lrsquoassoluta trascendenza (superioritagrave

diversitagrave alteritagrave soprannaturalitagrave) di Dio nei confronti del creato e delle creature e di evita-re ogni forma di panteismo (che identifica Dio col mondo)

(2) In secondo luogo lrsquoanalogicitagrave dellrsquoessere rende impossibile unrsquounica scienza dellrsquoessere ac-canto alla filosofia vi egrave adesso la teologia la quale egrave superiore in dignitagrave a tutte le altre scienze le quali nei suoi confronti diventano ancelle della teologia

c) Lrsquoessere egrave il principio e fondamento del reale lrsquoesistenza egrave il risultato dellrsquoessere attuante unrsquoessenza lrsquoesistenza egrave una presenza reale o fatto di esistere che deriva dallrsquoatto di essere allrsquoessenza e la rende realmente esistente o presente o fatto di esistere Lrsquoessere egrave piugrave nobile dellrsquoesistenza (suo risultato) e dellrsquoessenza che egrave potenza riguardo allrsquoessere (atto ultimo) i) Quella di Tommaso non egrave una filosofia dellrsquoente ma egrave una filosofia dellessere che realizza le es-

senze lessere egrave il mistico (Wittgenstein) egrave ciograve di fronte a cui resta solo il silenzio percheacute condi-zione di qualunque discorso e fondamento sempre presente e intrascendibile135 esse poicheacute tra-scende lessenza trascende anche il concetto Il principio che fonda la necessitagrave di questa di-stinzione136 si trova nel fatto stesso che finisce per renderla inconcepibile Lesse facciamo nota-re non egrave concepibile che in unessenza Niente egrave piugrave vero ma egrave proprio per questo che quando si parla di un atto finito di esistere bisogna necessariamente che questo atto e la sua essenza siano aliud et aliud Ci sono degli esseri finiti egrave un fatto e sono anche i soli esseri di cui abbia-mo esperienza ora la possibilitagrave di un essere finito suppone che il suo atto di esistere sia altro dalla sua essenza Se si trattasse in effetti dellesse puro non sarebbe cosigrave Latto puro di esiste-re egrave integralmente atto cioegrave lo egrave sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ordini per la semplice ragione che essendo anteriore a tutti come la condizione della loro stessa possibilitagrave li trascende tutti Lesse puro non egrave dunque solamente illimitato nellordine dellesistenza propriamente detta lo egrave anche nellordine dellessenza poicheacute precede questordine e di conseguenza nessuna determi-nazione essenziale si applica ad esso Ed egrave per questo come san Tommaso nota nel De ente et essentia che alcuni filosofi hanno potuto sostenere che Dio non ha essenza poicheacute egli egrave lesse puro ciograve che si chiamerebbe la sua quidditagrave o essenza si confonde in effetti necessariamente con il suo esse Per ragioni legate senza dubbio alla sua dottrina dei nomi divini san Tommaso sembra avere evitato di negare che Dio abbia una essenza preferisce dire che lessenza di Dio egrave il suo atto stesso di esistere Daltronde in qualsiasi modo lo si esprima il fatto resta quello che egrave lesse puro non egrave determinato da alcuna essenza che lo faceva essere tale Al livello supremo dellessere in cui tentiamo qui di elevarci il problema del rapporto tra essenza ed esistenza sva-

135 E Gilson Lessere e lessenza Tr it di L Frattini e M Roncoroni Massimo Milano 1988 279-282 ldquoLessere dunque non egrave soltanto il primo oggetto di conoscenza intellettuale nel senso che sarebbe implicato fin dal primo oggetto conosciuto ma altresigrave nel senso che egrave implicato in ogni oggetto conosciuto e che ogni conoscenza quale che ne sia loggetto egrave anche e anzi prima di tutto conoscenza del-lessere 136 tra essenza ed atto drsquoerssere

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nisce per riduzione dellessenza allatto puro di esistere 137 ldquoEsigere che lesse sia concettualiz-zabile egrave volere che esso sia una cosa ora se ciograve che abbiamo detto egrave vero lesse egrave latto costi-tutivo ultimo di ogni cosa esso stesso non potrebbe esserne una Resta dunque possibile per unontologia che non sia un cosismo integrale comporre lesistere con lessenza e distinguer-lo138 di qui lo stupore

ii) ne deriva una filosofia ottimistica lrsquoessere egrave dono iii) e una filosofia del concreto Lrsquoessente in quanto egrave gode di unrsquounicitagrave irriducibile esso egrave percheacute

egrave nel suo atto di essere proprio e differente dagli atti di essere di tutti gli altri essenti Per san Tommaso il vero principio di individuazione non egrave la materia ma lrsquoatto di essere139 Lrsquoatto di es-sere in virtugrave del quale la conoscenza dellrsquoessenza determinata non egrave un sogno vano o una pura rappresentazione singolarizza radicalmente esclude qualsiasi universalizzazione alla maniera generalizzante della forma intelligibile Lrsquoessere egrave lrsquoatto grazie a cui le singole cose esistono egrave proprio il dono dellrsquoactus essendi ad ogni ente creato da Dio che egrave lrsquoIpsum esse subsistens ciograve che sottrae allrsquoindifferenza e dunque al nulla ogni attimo di vita dellrsquoesistente

d) latto dessere egrave sempre del singolo i) per Aristotele ldquoessererdquo da solo non significa niente lessere riceve significato da soggetto e pre-

dicato egrave sempre un essere determinato (non conosce la trascendenza lessere in quanto tale non esiste)

ii) per Tommaso ldquoessererdquo egrave atto desistere ha un suo significato egrave lEssere stesso che egrave Atto in Dio e questo atto dagrave concretezza alla veritagrave del soggetto e del predicato nelle cose Tommaso capovolge Aristotele non soggetto e predicato danno concretezza allessere (Aristote-le) ma egrave lessere che comunica il suo significato di atto al soggetto e al predicato egrave questo atto il fondamento dellessere di quegli essenti significati da soggetto e predicato

2) I trascendentali uno vero e buono a) trascendentale condizione di possibilitagrave b) trascendentali dellessere condizioni di possibilitagrave dellessere tanto da coincidere con lessere stesso

(omne ens est unum verum bonum ens et unum verum bonum convertuntur) Ciograve che si deve dire dellessere va allora ripetuto per tutti gli altri trascendentali Dio partecipa lessenza lindividualitagrave lunitagrave la veritagrave la bontagrave a tutto il creato che cosigrave porta la traccia della sua perfezione

c) uno lessere non egrave contraddittorio lunitagrave dipende dal grado di essere essere a fondamento dellrsquounitagrave filosofia dellrsquoessere non dellrsquounitagrave

d) vero ogni ente egrave intelligibile e razionale i) Aristotele delle veritagrave si occupa la logica (egrave un fatto mentale) non la metafisica ii) Tommaso

(1) le cose realizzano un progetto di Dio (=veritagrave ontologica) adequatio rei ad intellectum Gli uomini possono venir meno al progetto di Dio che perograve resta loro inscritto

(2) Veritagrave umana adequatio intellectus ad rem iii) Il bello riceve discreta attenzione ma non viene incluso nella lista dei trascendentali in quanto

sostanzialmente omologato al verum Tommaso interpreta infatti lesperienza estetica come il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della veritagrave140

e) Buono ogni ente egrave buono percheacute egrave ente frutto della bontagrave di Dio bonum diffusivum sui ottimismo cristiano i) Il trascendentale bonum suppone la tesi della laquoirrealtagraveraquo del male che viene ripresa dal neopla-

tonismo il male egrave soltanto la mancanza di bene cioegrave di essere e piugrave precisamente di un essere dovuto la cecitagrave egrave un male per luomo ma non per lalbero

ii) Bene oggetto della volontagrave

137 Id 103-104 138 Id 100-102 139 Cfr TOMMASO DrsquoAQUINO De potentia 7 2 ad 9 De anima I resp e ad 2 140 ldquoIl bello e il buono in un soggetto sono lo stesso percheacute si fondano sulla stessa cosa cioegrave sulla forma e per questo il buono viene lodato come bello Ma differiscono per il carattere Infatti il buono propriamente riguarda il desiderio infatti il buono egrave ciograve che tutti de-siderano E perciograve ha il carattere di fine infatti il desiderio egrave quasi un certo movimento verso una cosa Il bello invece riguarda la facoltagrave conoscitiva vengono dette infatti belle quelle cose che piacciono quando sono viste Dunque il bello consiste in una debita proporzione percheacute il senso prova diletto nelle cose debitamente proporzionate come in cose simili a seacute infatti anche il senso egrave una certa ragione come ogni virtugrave conoscitiva E giaccheacute la conoscenza avviene per assimilazione e la somiglianza riguarda la forma il bello propriamente riguarda il carattere della causa formalerdquo (Somma teologica 1 q5a4ad1)

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(1) le cose sono buone perchegrave volute da Dio (2) luomo vuole le cose perchegrave sono buone

3) Lanalogia dellessere a) Giagrave Aristotele aveva individuato quella che usualmente egrave definita ldquoanalogia di attribuzionerdquo (Es an-

che se propriamente la salute si predica solo di un vivente si attribuisce ad un cibo lrsquoaggettivo sano percheacute causa salute in chi ne mangia)

b) da parte sua Tommaso coglie anche lrsquoanalogia di proporzionalitagrave (Es due soggetti possiedono real-mente e propriamente una data qualitagrave bencheacute in grado diverso come quando qualifichiamo intelli-gente un animale ed un uomo) ldquoEssererdquo egrave un concetto analogico non solo secondo il primo modo come ha visto Aristotele ma anche secondo lrsquoaltro i) accetta quella di Aristotele orizzontale ii) introduce quella verticale Dio-realtagrave

c) Lrsquoanalogia unisce e separa Lrsquoanalogia di proporzionalitagrave rapporto Dio-actus essendi egrave diverso da quello della realtagrave i) con lactus essendi si fonda sulla analogia causale ii) lanalogia si estende a tutti i predicati (importanza della teologia negativa) iii) lrsquoanalogia richiede la pluralitagrave e lrsquoautonomia delle scienza

4) la fede guida della ragione due tesi fondamentali a) Dio egrave lrsquoessere (per i greci egrave uno degli esseri non egrave lrsquoEssere e il creatore dellrsquoessere) b) il resto egrave creato quindi qualunque cosa egrave positiva anche il corpo la causalitagrave riguarda anche

lrsquoessere degli enti e non solo le forme (Platone e Aristotele) c) due tesi accettate per fede che guidano il discorso razionale = filosofia cristiana

S BONAVENTURA

1 - fede e filosofia filosofia che si pretende autonoma fonte di errori deve rinviare alla teologia e alla mistica ragione e filosofia finalizzate alla teologia alla fede contro una ragione autosufficiente che non coglie nel mondo lorma (signum) di Dio lo ritiene del tutto autonomo si tratta di scoprire in noi e nel mondo i germi divini (nella linea di Platone Agostino Anselmo) suo obiettivo quaerere Deum che relucet et latet si rivela e assieme si nasconde nella realtagrave Dio coglibile dalla meditatio che introduce alla consummatio mistica La filosofia via alla teologia e alla mistica riprende la tradizione platonico-agostiniana (filosofia rinvia a Dio) cerca una filosofia che sorregga la sua fede 2 - esemplarismo in Dio ci sono le idee delle cose create (crea liberamente) nel mondo vestigio cose irrazionali immagine creature intellettuali somiglianza creature deiformi mondo egrave una scala a Dio dal mondo allinterioritagrave alle cose eterne speculazione itinerarium mentis in Deum

cointuizione cogliendo lrsquooggetto colgo contemporaneamente lrsquoesemplare grazie alla illuminazione idea di essere irradiazione dellessere assoluto in cui sono tutte le idee

egrave questa non la conoscenza per astrazione legata al contingente che permette di conoscere lrsquouniversale

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PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave141

La domanda fondamentale laquopercheacute lessere piuttosto che il nullaraquo Siamo allorigine alla possibilitagrave data dalla libertagrave dellessere di essere o non essere Ciograve che puograve decidere se essere o non essere egrave solo la libertagrave a essa soltanto egrave appesa tutta la realtagrave da es-sa dipende lessere La realtagrave laquoegrave del tutto gratuita e infondata interamente appesa alla libertagrave che non egrave un fondamento ma un abisso ossia un fondamento che si nega sempre come fondamentoraquo142 La libertagrave egrave un Urgrund che egrave un Ungrund fondamento assoluto egrave quello che egrave possibilitagrave di essere o non essere se stesso e perciograve in certo senso puograve retrocedere al di lagrave di se stesso143 Proprio per questo la realtagrave puograve essere vista nella sua ambiguitagrave come eccedenza pura gratuitagrave dono o nella sua infondatezza che provoca il rimpianto di non esser nati Possiamo meravigliarci quindi di fronte alla gratuitagrave dellessere ma anche esser presi da sgomento per la sua infondatezza per il suo legame col nulla e per lidea della loro scambiabilitagrave Caratteri-stica della realtagrave vediamo essere lambiguitagrave lontologia viene ad accompagnarsi alla meontologia Lontolo-gia dellinesauribile strettamente legata alla libertagrave -- Schelling ci suggerisce che ciograve che puograve decidere se es-sere o non essere egrave solo la libertagrave la quale consente innovazione continua -- si incammina verso un pensiero tragico Lessere egrave appeso alla libertagrave e linseparabilitagrave dei due termini spiega come della libertagrave non possa che essere che unontologia Essere e libertagrave sono inscindibilmente congiunti in quanto nei confronti dellessere luomo puograve soltanto scegliere tra consenso e rifiuto esercitando cosigrave la propria libertagrave Egrave la libertagrave che tiene fermo il vincolo tra uomo ed essere il quale potrebbe anche essere rinnegato tradito Lrsquoontologia dellinesauribile La veritagrave non puograve risiedere nel pensiero e nel discorso filosofico che come lindefinito e linformulato che de-cide se prender forma o no La metafisica ontica e oggettiva viene sostituita con una metafisica ontologica e indiretta una laquoontologia consapevole non soltanto della portata finita del proprio sguardo e del carattere fi-nito delle proprie operazioni ma anche garantita dal rischio della discrepanza fra il dire e il fare e dal perico-lo della mistificazione nel senso chessa intende presentarsi come discorso delluomo sulluomo per luomo sigrave che un eventuale discorso sullessere o sullassoluto non puograve essere che indiretto cioegrave discorso sulluomo come rapporto con lessere o come coscienza dellassolutoraquo144 Linoggettivabilitagrave e linesauribilitagrave dellessere esigono labbandono della metafisica ontica Solo un personali-smo ontologico e unontologia dellinesauribile garantiscono la sopravvivenza della metafisica poicheacute la veri-tagrave non si offre se non a una prospettiva personale laquoLinoggettivabilitagrave dellessere non solo non impedisce lontologicitagrave delluomo ma coincide con essa in tal modo si raggiunge e si svolge il concetto esistenzialisti-co dellinseparabilitagrave di esistenza e trascendenza e della coincidenza di autorelazione ed eterorelazioneraquo145 Lessere inoggettivabile e irrelativo egrave presente nel rapporto poicheacute lo costituisce e ne fa parte lessere si dagrave alluomo solo allinterno di quel rapporto con lessere che luomo egrave Luomo puograve parlare dellessere quindi percheacute egrave lui stesso rapporto vivente e reale con esso anche se lessere gli si presenta relativo solo come ir-relativo come istitutore del rapporto e per questo inoggettivabile Non si parla piugrave quindi di metafisica in senso tradizionale poicheacute si parla di inoggettivabilitagrave e si trascendono i termini di soggetto e oggetto non piugrave consoni a esprimere i caratteri di un personalismo ontologico nel quale la persona e la veritagrave sono legati da un vincolo originario146 Ci troviamo di fronte inoltre a unontologia indi-retta poicheacute noi riflettiamo e parliamo dellessere in quanto parliamo delluomo che egrave rapporto con lessere Il discorso filosofico egrave quindi una presa di coscienza di ciograve che luomo egrave rapporto ontologico Lontologia pareysoniana egrave strettamente legata allesistenza alla persona percheacute ogni cosa muove dallas-sunto che luomo egrave rapporto con lessere quindi linterpretazione non viene intesa laquocome una decifrazione di un vero per seacute indipendente ma come il modo di darsi della veritagrave In esso la veritagrave attesta il proprio es-

141 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1 142 L PAREYSON Filosofia della libertagrave Il Melangolo Genova 1989 12 143 Claudio Ciancio Metafisica del soggetto e filosofia della libertagrave in Giornale di Metafisica 1 (1992) p 33 144 L PAREYSON Esistenza e persona Il melangolo Genova 1985 18 145 Id 16 146 Id 19

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senziale legame con la persona e mette cosigrave a tacere gli equivoci impliciti nelle concezioni oggettivisticheraquo147 Si parte quindi dal nesso originario tra persona e veritagrave centro del pensiero pareysoniano dal quale non si puograve prescindere altrimenti linterpretazione non avrebbe alcun senso in quanto verrebbe meno la dialettica di familiaritagrave ed estraneitagrave che garantisce la validitagrave dellermeneutica Egrave proprio il rapporto lontananza-vicinanza che fa sentire il bisogno dellinterpretazione come comprensione di ciograve che nella sua trascendenza egrave lontano e che perograve ci costituisce Non si puograve cercare qualcosa che ci egrave del tutto estraneo La conoscenza del resto come dice Platone non egrave altro che reminiscenza ossia lanima non puograve conoscere o scoprire nulla se non partecipa giagrave dellidea cui si riferisce loggetto della conoscenza Allo stesso modo linterpretazione non sussi-sterebbe se non ci fosse unoriginaria solidarietagrave tra la persona e la veritagrave anzi egrave proprio in virtugrave di essa che noi possiamo dare uninterpretazione della veritagrave Non poter dare della veritagrave unenunciazione oggettiva non significa non poterla possedere o ancor peggio non doverla neppure cercare ma tener conto che la nostra finitezza egrave intrascendibile e invalicabile tuttavia egrave proprio essa che ci consente di essere sede della veritagrave Con unopzione esistenziale noi decidiamo di diveni-re veicolo della veritagrave e luogo della rivelazione dellessere ribadendo il vincolo originario che ci lega a esso laquoPoicheacute la natura del rapporto ontologico si specifica e si determina soprattutto in base allesercizio concreto della libertagrave lontologia ermeneutica o lermeneutica ontologica di Pareyson altro non egrave in definitiva che ontologia ed ermeneutica della libertagraveraquo148 Nei confronti dellessere noi non possiamo che avere un atteg-giamento o di consenso o di rifiuto egrave la libertagrave umana a intervenire nei confronti dellessere operando una scelta esistenziale che precede qualsiasi processo cognitivo La veritagrave come origine inesauribile egrave quindi preesistente alla formulazione che se ne dagrave e che egrave successiva e subordinata a questa e la solidarietagrave che ci lega a essa precede quindi qualsiasi speculazione in quanto egrave proprio il nostro legame con la veritagrave la nostra apertura ontologica a stabilire la possibilitagrave di un discorso sulla veritagrave La filosofia ha il compito di chiarire tale rapporto e di porsi come approfondimento di quella prospettiva singolare che egrave la persona la quale ha liberamente assunto il proprio rapporto ontologico laquoCo-minciare in filosofia -- come dice Ricœur -- [] non puograve essere se non un cominciare nellelucidazione at-traverso la quale la filosofia piuttosto che cominciare ricominciaraquo149 La veritagrave perograve non si lascia esaurire dal discorso filosofico e poicheacute un infinito si puograve possedere ma solo nella forma di doverlo cercare ancora le-splicitazione non puograve mai essere completa Rimane dunque uno scarto che diviene la sede nella quale si ri-manda a qualcosa che va oltre il discorso che parte da esso e consente alla veritagrave di essere rispettata Esso rappresenta la possibilitagrave dellulterioritagrave e del continuo rigerminare della veritagrave che suscita sempre nuovi ap-profondimenti Linesauribile non puograve essere esaurito come lindefinibile schellinghiano non puograve essere definito neppure per via negationis bensigrave essere stimolo di un discorso che rigermina sempre dalla sua fonte laquoLa veritagrave risie-de nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale enunciazione completa ma come stimolo duna rivelazione interminabile [] Lideale della formulazione del vero non egrave unesplicitazione completa o unenunciazione definitiva ma lincessante manifestazione dunorigine inesauribile sigrave che non si puograve imputa-re a una sua imperfezione o carenza lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende forni-reraquo150 Credere che ciograve sia uninsufficienza egrave non comprenderne la natura egrave fraintendere una sovrabbondan-za per una mancanza non si tratta di una inadeguatezza della formulazione o di unimperfezione della veritagrave egrave piuttosto proprio la sua ricchezza che suscita infinite interpretazioni essendo la veritagrave stessa una fonte i-nesauribile La rivelazione della veritagrave si attua mediante linseparabilitagrave di presenza e latenza che ripropongono latteg-giamento di familiaritagrave ed estraneitagrave impostoci da un testo nel momento in cui lo interpretiamo La veritagrave egrave generosa e si riserva per donarsi laquoPer la sua inoggettivabilitagrave lessere egrave inafferrabile come essere e ogni tentativo di coglierlo e definirlo non ha altro esito che il suo arretramento Questo fa sigrave che lessere retroceda di continuo e si dia solo sottraendosi presente solo come ulteriore e patente solo come nascosto non come in una notte mistica ove domina lindistinzione ma come nellinoggettivabilitagrave ove il discorso continua an-che se cambia segnoraquo151 La veritagrave egrave quindi ricchezza la sua egrave unabbondanza che suscita infinite formula-zioni e le trascende tutte La trascendenza in questo modo non viene mai perduta percheacute il personalismo che ne consegue egrave ontologico e qualifica la persona come apertura alla veritagrave legame con lessere e questa solidarietagrave originaria tradotta

147 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 26 148 Antonio Rosso Ermeneutica come ontologia della libertagrave Vita e Pensiero Milano 1980 40-41 149 Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 73 150 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione Mursia Milano 1971 77 151 L PAREYSON Esistenza e persona cit 19-20

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in termini spaziali implica un rapporto verticale che fonda e garantisce rapporti orizzontali per cui la trascen-denza della veritagrave diviene la garanzia della dinamicitagrave e dellapertura della persona Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente rispetto alluomo Lo stesso uomo trascende persino se stesso -- qui viene a riproporsi il tema dello sbilanciamento del fatto che la persona non egrave in pari con se stessa -- percheacute non coincide con se stesso laquoegli non solo non egrave tutto ma nemmeno si puograve dire che coincida con se stesso Egli egrave rapporto ontologico nel senso che il suo essere consiste appunto totalmente e senza residuo nellessere rapporto con lessere ciograve significa che il suo essere stesso egrave dislocato e implica uno scarto costitutivo uno sfasamento strutturale che lo fa essere sempre oltre se stesso come rapporto con lessere egrave sempre piugrave del suo essere e come coscienza reale e quindi muta della realtagrave sa sempre prima di conoscere al punto che si puograve dire paradossalmente che egli esiste sempre prima di esistereraquo152 Lesistente egrave prima di ogni riflessione La riflessione non giunge quindi come abbiamo visto a chiarire e a ricordare se non ciograve che luomo sa giagrave ossia di essere rapporto con lessere che rispetto a lui egrave inesauribilitagrave e che per questo esige sempre nuovi e ulteriori approfondimenti Linterpretazione come approfondimento La veritagrave considerata non piugrave come oggetto del discorso filosofico ma come sorgente inesauribile dalla quale il pensiero muove emerge nella sua infinitagrave e nella sua inesauribilitagrave generando un discorso che rigermina continuamente dalla propria fonte che riproblematizza ininterrottamente le proprie domande La veritagrave non egrave meno veritagrave se la sua interpretazione non perviene a unesplicitazione completa anzi la veritagrave egrave tale solo quando si lascia cogliere come stimolo di una rivelazione inesauribile laquoLunico modo -- dice Pareyson -- di possedere e conservare la veritagrave egrave proprio quello di accoglierla come infinita non puograve esser veritagrave quella che non egrave colta come inesauribileraquo153 Linterpretazione rispetta la veritagrave come inesauribile proprio percheacute non cerca di esplicitarla e oggettivarla completamente bensigrave la accoglie come fonte dalla quale essa muove e alla quale essa attinge Inoltre es-sendo la fonte trascendente ogni approccio si qualifica come interpretativo se come afferma Rigobello laquola fonte originaria del significato trascende in quanto a valore le singole esistenze [] allora ogni esperienza di significato compiuta nellesistenza singola egrave una interpretazione di un centro di significato (e potremmo di-re di Veritagrave)raquo154 Ricordiamo che la veritagrave egrave libera di decidere di non farsi possedere da una formulazione in particolare ma di offrirsi a infinite formulazioni Egrave proprio questo carattere di ulterioritagrave che le permette di non estinguersi in una prospettiva e di offrirsi in infinite altre ed egrave sempre questo carattere che esige un approfondimento con-tinuo Ancora una volta lanalogia con lopera darte ci consente una piugrave precisa comprensione le varie inter-pretazioni che si danno di unopera non intaccano minimamente la sua unicitagrave Lopera afferma Pareyson nella sua Estetica laquoha il suo vero e naturale modo di vivere nelle molteplici esecuzioni ma ciograve accade preci-samente percheacute lopera stessa le suscita le esige e le regola e vive in esse solo in quanto vi permane una identica inalterabileraquo155 Tutto questo impedisce quindi di parlare di relativismo dellinterpretazione o di parzialitagrave percheacute linterpreta-zione non esprime una parte della veritagrave da completare (lrsquointerpretazione non rappresenta una parte della veritagrave da comporre con altre parti sino a costituirne la totalitagrave bensigrave rivela da un punto di vista determinato la veritagrave come intera) in quanto non mira a una enunciazione completa bensigrave a un discorso che intende co-gliere la veritagrave come infinita e come inesauribile La compossibilitagrave di infinite interpretazioni non attesta lesi-genza di essere integrate le une con le altre per approdare a una totalitagrave costruita piuttosto rivela la ric-chezza e labbondanza della veritagrave che suscita infinite interpretazioni e si lascia cogliere da infiniti punti di vi-sta che la rivelano intera e totale Ciograve consente a ognuno di esprimerla a suo modo pur mantenendo sempre lunicitagrave della veritagrave stessa la quale ha sede in ogni prospettiva che vuole essere rivelazione dellessere senza per questo trasformarsi in qualcosa che non sia la prospettiva laquoNellinterpretazione egrave sempre una persona che vede e guarda e guar-da e vede dal particolarissimo punto di vista in cui attualmente si trova o si pone e col singolarissimo modo di vedere che segrave venuto via via formando o che intende di volta in volta adottare sigrave che tutta intera la per-sona entra a costituirli dallinterno a generarli a infletterli e dirigerli e determinarli tanto nel particolare mo-do di vedere quanto nel singolare punto di vista Daltra parte nellinterpretazione egrave sempre una forma chegrave

152 Luigi Pareyson Filosofia ed esperienza religiosa in Annuario filosofico 1 (1985) pp 7-72 p 15 153 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 117 154 Armando Rigobello Legge morale e mondo della vita Abete Roma 1968 p 342 155 L PAREYSON Estetica Teoria della formativitagrave Bompiani Milano 1988 267

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veduta e guardata ed egrave veduta in una determinatissima prospettiva che la mette in luce in un determinato modo nel quale tuttavia essa egrave condensata e rivelata intera ed egrave guardata in uno dei suoi infiniti aspetti in ciascuno dei quali essa si mostra intera sigrave ma secondo una determinatissima direzioneraquo156 Linterpretazione infatti egrave una prospettiva vivente sul vero egrave il nesso che esiste tra la persona e la veritagrave egrave il discorso filosofico che meglio si adatta a far emergere una ricchezza viva e profonda senza che si trasformi in un concetto dimostrativo o in un precetto da comandare egrave un approccio che implica impegno attenzione e fedeltagrave e che coinvolge ogni persona che voglia riconoscere la sua vera realtagrave Egrave una scelta esistenziale che ci consente di divenire prospettiva sulla veritagrave questo denota come linterpretazione comprometta linte-ra persona e non si limiti a essere soltanto un processo conoscitivo La filosofia non egrave scienza dimostrativa essa non si limita a fornire delle spiegazioni ma cerca di approfondire continuamente la comprensione su piugrave e diversi livelli e da piugrave e diversi punti di vista Uninterpretazione vuole scandagliare tutti gli strati operare su ogni livello laquoil processo dinterpretazione egrave infinito e sempre esige [] approfondimento ampliamento per stabilire una congenialitagrave sempre piugrave captativa e rivelativa Linterpretante non si contenta daver colto un aspetto della forma o la forma in uno dei suoi aspetti e cerca altri aspetti che gli confermino o gli correggano o gli sostituiscano linterpretazione che ha creduto di poter dare e per far questo si pone in un nuovo punto di vistaraquo157 Linterpretazione non egrave mai soddisfatta dei suoi risultati cerca sempre una maggiore adeguazione Questo percheacute egrave linfinita ricchezza della veritagrave che susci-ta sempre nuovi approfondimenti e alimenta sempre nuovi approcci laquoInfinito dunque il processo dellinter-pretazione percheacute fintanto che cegrave conoscenza non cegrave interpretazione che sia definitiva e non sia soggetta a un perpetuo moto di revisione inteso a una sempre maggiore adeguazioneraquo158 La categoria dellapprofondimento puograve essere considerata una delle modalitagrave che meglio connotano il movi-mento interpretativo laquoLinterpretazione egrave un processo interminabile che richiede un continuo e incessante approfondimento ed egrave tale proprio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infini-toraquo159 Linterpretazione consta di termini che la qualificano e che sono in un certo qual modo contraddittori ma che non si escludono anzi emergono proprio grazie alla loro coessenzialitagrave e compatibilitagrave Linterpretazione egrave a un tempo possesso della veritagrave e processo interminabile di approfondimento Egrave un possesso della veritagrave che si rivela pur con il continuo stimolo a cercarla ancora e a cercarla con gli altri ad esempio nel dialogo Un punto finale di ricerca una meta raggiunta non sarebbe vero possesso della veritagrave poicheacute indicherebbe che linterpretazione ne ha preso il posto esaurendone la ricchezza ne egrave divenuta il surrogato annullandone il carattere sorgivo e inesauribile e rendendola finita Avvicinarci maggiormente alla veritagrave con una seconda terza e altre interpretazioni significa approfondire chiarire e far luce su ciograve che noi siamo sulla nostra persona che egrave rapporto con lessere Egrave quindi risponden-do a quesiti determinati che si rimanda a qualcosa che va otre la nostra situazione di partenza Linterpreta-zione come approfondimento egrave supportata ampiamente dal personalismo ontologico che ne egrave alla base e in virtugrave del quale la persona egrave definita come rapporto con lessere Il rapporto ontologico che ci costituisce egrave o-riginario ed ermeneutico poicheacute dire che la persona egrave originariamente legata allessere egrave come dire chessa egrave interpretazione della veritagrave Filosofare sulluomo egrave filosofare sullessere percheacute il rapporto con lessere non egrave una proprietagrave o una facoltagrave o una possibilitagrave delluomo ma egrave lessere stesso delluomo160 Quindi laffermazione dellapertura ontologica istituisce la possibilitagrave di fare della persona la sede della rivelazione dellessere La propria interpretazione di-venta allora sempre approfondibile questo in virtugrave di un nostro sforzo e della nostra fedeltagrave allessere per cui ci decidiamo ogni volta Linterpretazione egrave un processo ininterrotto e uno sforzo di penetrazione in cui i gradi di comprensione sono infiniti in quanto possesso di un inesauribile linterpretazione implica un conti-nuo approfondimento nel quale la veritagrave si stabilisce come stimolo duna rivelazione interminabile che non puograve essere esaurita161

156 Id 187 157 Id 188 158 Ivi 159 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80 160 L PAREYSON Esistenza e persona cit 243 161 L PAREYSON Estetica cit 239 laquoLa veritagrave indica come segno della sua presenza proprio il carattere interminabile e sempre ulteriore del discorso poterla enunciare in unesposizione completa sarebbe proprio il segno di non averla colta affatto Solo come inesauribile la veritagrave puograve offrirsi alla sua formulazione cioegrave come tale chegrave impossibile tentarne e assurdo realizzarne lesplicitazione completa pur es-sendone invece tanto desiderabile quanto eseguibile una rivelazione incessante Questa interminabilitagrave tipica dellinterpretazione lungi

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Linterpretazione si configura cosigrave come processo interminabile e approfondimento continuo Ed egrave tale laquopro-prio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infinito anzi chegrave un compito infinito proprio in quanto egrave non semplice approssimazione o immagine della veritagrave ma suo reale ed effettivo posses-so Certo puograve sembrare contraddittoria e paradossale questa natura dellinterpretazione chegrave al tempo stes-so possesso effettivo e processo interminabile e che quindi unisce nello stesso punto stabilitagrave e mobilitagrave fermezza e continuazione raggiungimento e ricerca Ma soccorre ancora lanalogia dellarte in cui la lettura egrave indubbiamente un vero possesso dellopera eppure il suo senso consiste nellessere un invito a rileggere in cui la coscienza daver penetrato lopera egrave accompagnata dalla consapevolezza di dover procedere a un ulte-riore approfondimento in cui ogni rivelazione egrave premio e conquista solo come stimolo e promessa di nuove rivelazioni E se nellarte ciograve che permette di unire senza contraddizione possesso e ricerca egrave linesauribilitagrave stessa dellopera tanto piugrave sintende come ciograve possa avvenire nellinterpretazione della veritagrave dato il caratte-re assai piugrave intenso e profondo e originario dellinesauribilitagrave di questultima sigrave che appariragrave ben chiaro come uno dei cardini fondamentali dellermeneutica egrave appunto la compatibilitagrave anzi la coessenzialitagrave del possesso e del processo della conquista e della ricerca della padronanza e dellapprofondimentoraquo162 Lapprofondimento egrave quindi essenziale quando si parla di veritagrave Percheacute essa non ci appartiene in modo cosigrave esaustivo da non sentire il bisogno di penetrarla ancora Possiamo perograve concepire linterpretazione come in-tensiva che giunge a scoprire abissi nuovi e a formulare nuove domande In unontologia dellinesauribile lunica forma di conoscenza con la quale possiamo avvicinarci allessere alla veritagrave egrave linterpretazione linter-pretazione come approfondimento

dallesserne un difetto o una lacuna o dallattestarne lincompletezza o linsufficienza egrave piuttosto la sua perfezione e la sua compiutezza anzi la sua ricchezzaraquo (Veritagrave e interpretazione cit 78) 162 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80-81

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quod omnes conceptiones resolvit est ensrdquo in questo modo lrsquoessere considerato come il concetto primo ed anche il piugrave astratto diventa il presupposto di ogni forma di esperienza e di conoscenza Inoltre non va dimenticato lrsquoessere inteso come ragion drsquoessere come causa essendi di ciograve che egrave contingente in tutti e due i casi di fatto porre il problema dellrsquoessere significa porre anche quello dellrsquouomo come ente finito e del senso della sua presenza nel mondo

c) Kant pur limitando le tre idee della ragione (anima mondo e Dio) ad un uso e valore esclusivamen-te regolativi di conoscenza e quindi escludendo un uso costitutivo di esse configura lrsquoidea dellrsquoEssere ldquocome una sorta di sfondo necessario grazie al quale concepiamo le coserdquo Tuttavia lrsquoEssere inteso come Ideale trascendentale della ragione va considerato come ldquoun fondamentordquo e in quanto tale egrave un ens originarium un ens summum un ldquoEssere degli esserirdquo Tale Essere puograve essere posto in relazione con lrsquoidea di ldquoun essere unico semplice onnipotente eternordquo incondizionato nella sua assoluta perfezione che costituisce il fulcro della teologia razionale Lrsquoidea di un Essere supre-mo pensata ldquoin vista dellrsquoesperienzardquo per Kant egrave non solo naturale ma addirittura ldquounrsquoipotesi ne-cessariardquo Tale idea concepita come una totalitagrave dei predicati possibili prelude ad unrsquoaltra aspirazione della ragione la quale puograve trovare la sua ldquoquieterdquo ldquonel regresso dal condizionatordquo verso ldquolrsquoincondizionatordquo nella dimensione del sentimento dellrsquoagire morale e dellrsquoesperienza religiosa

d) Fichte respinta la cosa in seacute come residuo dogmatico ritiene che sia precisamente il pensiero che pone lrsquoessere LrsquoAssoluto viene pensato o come ldquoessere quiescenterdquo o come ldquodivenire assoluto o li-bertagraverdquo Tuttavia lrsquoazione del sapere deve fondere quella duplicitagrave in unitagrave in quanto lrsquoAssoluto non egrave neacute lrsquouno neacute lrsquoaltro egrave entrambi come semplicemente uno

e) Nella visione hegeliana lrsquoEssere assoluto viene concepito come coscienza come soggetto e di con-seguenza come processo sviluppo movimento Il pensiero dunque puograve essere compreso solo nel suo stesso compiersi in un processo in cui necessitagrave e intelligibilitagrave coincidono Hegel pur partendo dalle istanze parmenidee di un essere coincidente con il pensare aventi le caratteristiche proprie dellrsquoessere intero perfetto necessario e immutabile accoglie tuttavia il principio eracliteo del panta rei come la veritagrave dellrsquoessere Per cui il puro Essere e il puro Nulla sono la stessa cosa tale coinci-denza egrave mediata dal vuoto lagrave dove lrsquouno svanisce nellrsquoaltro Se in Parmenide ldquolrsquoessere egrave e il nulla non egraverdquo in Hegel invece lrsquoessere coincide col vuoto e quindi col nulla lrsquoessere egrave tanto poco quanto il nulla o anche Tutto scorre cioegrave tutto egrave divenire come appunto lo stesso Hegel afferma nella Scienza della logica Dunque il motore della realtagrave e della storia egrave il movimento la contraddizione la dialettica In essa si realizza una prima sintesi di essere e nulla ed essa assume quindi un carattere originario fondativo assurge a modalitagrave primaria e fondamentale di ciograve che egrave alla base e allrsquoorigine del mondo

3) In filosofia lontologia branca fondamentale della metafisica egrave lo studio dellessere in quanto tale non-cheacute delle sue categorie fondamentali Il termine deriva dal greco ὧν ὅντος ograventos (genitivo singolare del participio presente di εἶναι egraveinai il verbo essere) piugrave λόγος logravegos Significa letteralmente di-scorso sullessere a) Lontologia ha legami con la teologia in particolare per quanto riguarda alcune questioni fondamen-

tali relative a Dio (ad esempio Dio esiste) alcune delle quali sembravano applicabili piugrave in gene-rale ad altri tipi di esseri

b) Il termine ontologia fu coniato soltanto agli inizi del XVII secolo da Rudolf Goumlckel per il suo Lessico filosofico e autonomamente da Jacob Lorhard

c) Lontologia egrave lo studio dellessere ovvero di ciograve che egrave esiste egrave pensabile Egrave anche lo studio di cosa lessere sia effettivamente al di lagrave delle apparenze e dei fenomeni attraverso i quali ci si manifesta in pratica qualcosa di simile alla ricerca della cosa in seacute Lontologia egrave in effetti lultimo mattone del castello di domande che ci possiamo porre Essa riassume in un senso profondamente teoretico la domanda intorno al senso profondo dogni cosa

4) Egrave lo studio di ciograve che esiste di percheacute e come esiste se esiste se egrave pensabile e dunque di ogni doman-da circa il senso della vita dal momento che lesistenza egrave proprio ciograve che contraddistingue ogni cosa senza distinzioni Nella prassi filosofica il problema assume toni profondamente astratti spesso staccan-dosi dallorigine del problema stesso e di sicuro allontanandosi dallinteresse del pubblico In ogni caso lontologia egrave in un certo qual modo la filosofia stessa Ogni domanda intorno al soggetto alla relazio-ne e alloggetto egrave una domanda di ordine ontologico Ne consegue che la domanda sullessere cioegrave sullinsieme complessivo e dunque massimamente astratto di tutto ciograve che egrave ovvero che esiste egrave il nu-cleo dellontologia Corpo opportunitagrave ambientehellip

5) Il verbo essere ha molti significati diversi e puograve quindi essere piuttosto ambiguo Poicheacute essere ha tanti significati diversi ci sono di conseguenza molti diversi modi di essere

6) Alcune questioni fondamentali

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a) Lontologia si interessa di determinare quali sono le categorie dellessere fondamentali e si chiede se ed in che senso si puograve dire che gli elementi di queste categorie esistono Diversi filosofi compi-lano liste differenti delle categorie fondamentali dellessere una delle questioni fondamentali dellon-tologia egrave Quali sono le categorie fondamentali dellessere Ciograve mette in rilievo uno dei problemi dellapproccio filosofico esso dipende dalla continua ricerca di categorie e non ha un modo evidente per concludere tale ricerca

b) Invece nella teologia nella classificazione bibliotecaria e nellintelligenza artificiale si adotta tipica-mente unontologia fondamentale relativamente stabile Ciograve riflette una cosmologia piugrave ampia e probabilmente delle morali esempi estetici o storie mediante le quali sono state stabilite delle priori-tagrave fondamentali Nella teologia ciograve deriva da una religione e dalle sue dottrine stabili

c) Ecco qualche altro esempio di questioni ontologiche Cosegrave lesistenza Cosa sono gli oggetti fisici Egrave possibile spiegare cosa significa dire che un oggetto fisico esiste Cosa sono le proprietagrave o relazioni di un oggetto e come sono correlate alloggetto stesso Lesistenza egrave una proprietagrave Quando si puograve dire che un oggetto cessa di esistere invece di cambiare semplicemente

d) Esempi di questioni ontologiche1 Il vaso e la creta di cui egrave costituito sono una cosa sola o due entitagrave distinte Il buon senso suggeri-sce la prima risposta Ma crsquoegrave chi osserveragrave che la creta esisteva anche prima del vaso (e continue-rebbe a esistere anche se il vaso andasse in frantumi) e che quindi le due cose vanno tenute distin-te Se tuttavia distinguiamo il vaso dalla creta distingueremo anche il vaso dalla somma delle sue parti (Il vaso non la somma sopravviverebbe alla perdita di un piccolo frammento) Distingueremo la somma delle parti dalla somma dei pezzi di creta (Certe parti avrebbero potuto essere di materia-le diverso) Per questa strada corriamo il rischio di ritrovarci con unrsquoinfinitagrave di cose tutte distinte e tuttavia perfettamente coincidenti nello spazio Egrave facile pensare che si tratti di problemi astrusi e inconclusivi e forse egrave proprio questa apparenza di astrusitagrave e inconclusivitagrave che spiega la scarsa considerazione di cui gode la metafisica nella cultura odierna Per la veritagrave chiedersi se il vaso e la creta siano la medesima entitagrave (per esempio) significa porre questioni filosofiche molto profonde concernenti la natura delle cose la loro condizioni di identitagrave e persistenza nel tempo le loro relazioni di dipendenza in generale le precondizioni del nostro parlare del mondo In questo senso la metafisica egrave tuttrsquoaltro che marginale e anche la sua emarginazione egrave relativa I primi ad accorgersi dellrsquoimportanza dellrsquoontologia erano stati qualche anno fa i ricercatori di roboti-ca e intelligenza artificiale percheacute un sistema sia in grado di operare efficacemente nel mondo reale (piuttosto che nei mondi- giocattolo dei laboratori di ricerca) occorre dotarlo non solo di certe basilari capacitagrave di ragionamento ma anche e soprattutto della capacitagrave di rappresentare il mondo Occorre cioegrave porre il sistema nelle condizioni di effettuare le giuste scansioni della realtagrave dotarlo delle fon-damentali nozioni di oggetto evento proprietagrave cambiamento a partire dalle quali esso possa dare un fondamento alle proprie azioni Occorre in breve dotarlo di unrsquoontologia E sebbene questa no-zione di ontologia non coincida esattamente con quella della tradizione filosofica non crsquoegrave da sor-prendersi se su questo tema si sia verificata una progressiva convergenza di interessi tra ingegneri e metafisici Queste stesse considerazioni valgono oggi in vari altri settori in cui egrave venuta maturando la convinzio-ne che molte questioni fondamentali abbiano una comune radice ontologica Prendiamo il mondo geopolitico Tracciamo delle linee sulla mappa ed ecco che nasce una nuova provincia muore una regione una nazione si divide in due Che cosa succede esattamente in questi casi Di che entitagrave stiamo parlando Che rapporto intercorre tra unrsquounitagrave geografica e il suo territorio Ecco che ci ritro-viamo col problema del vaso e della creta Il Liechtenstein esiste dal 1719 il territorio crsquoera anche un milione di anni fa Abbiamo a che fare con due entitagrave distinte oppure si tratta della stessa entitagrave che nel corso del tempo ha acquisito proprietagrave diverse E se distinguiamo tra unitagrave geografica e territo-rio come definiamo il loro rapporto E il loro rapporto con la popolazione Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del Liechtenstein si trasferissero a Malta e i Maltesi andassero nel Liechtenstein Oppure prendiamo il caso di Bianchi che spara a Rossi uccidendolo Crsquoegrave uno sparo crsquoegrave unrsquouccisione Si tratta dello stesso evento o di due eventi diversi Qualcuno insisteragrave che lrsquouccisione non avrebbe avuto luogo se Bianchi avesse sbagliato mira e che quindi lo sparo e lrsquouccisione hanno proprietagrave di-verse e vanno tenuti distinti Drsquoaltro canto il buon senso sembra suggerire la risposta opposta Bian-chi ha commesso una sola azione lo sparo e quello sparo si egrave rivelato unrsquouccisione Come si com-porteragrave il giudice Quanti reati ha commesso Bianchi Di quante azioni egrave responsabile

1 Achille C Varzi Il Sole 24 Ore (Domenicale) 24 maggio 1998

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Si impone il problema della selezione e classificazione dei tipi di entitagrave ai quali vogliamo concedere un posto nel nostro inventario ontologico Su certe categorie crsquoegrave poco da discutere un vaso una pietra un satellite sono oggetti fisici lrsquouccisione di Rossi e il rigore fallito da Del Piero sono eventi Accanto a questi casi chiari vi egrave perograve una varietagrave di entitagrave la cui caratterizzazione ontologica egrave tuttrsquoaltro che ovvia Che cosrsquoegrave il denaro Un programma software una proprietagrave immobiliare Cosrsquoegrave un confine nazionale E che cosa sono le smorfie le delusioni le pettinature le opere drsquoarte Che genere di cose sono queste e in che relazione stanno le une con le altre I quesiti su cui si interroga lrsquoontologia riguardano il mondo di tutti i giorni la natura delle nostre a-zioni il legame tra pensiero e realtagrave lrsquoesistenza degli oggetti del senso comune Non crsquoegrave da meravi-gliarsi se ualcuno comincia a vederci qualcosa di interessante e forse anche qualcosa di utile

e) Accanto a questi problemi esistono quelli piugrave tradizionali il problema degli universali il problema della essenza o della sostanza

f) Cenni storici i) Parmenide Padre e fondatore dellontologia egrave Parmenide 505-504 ac appartenente ai preso-

cratici Parmenide fu il primo a porsi la questione dellessere nella sua totalitagrave dunque a porsi il problema ancora alla sua genesi dellambiguitagrave tra i piani logico ontologico linguistico

ii) Platone Aristotele e a seguire tutta la filosofia greca elaborarono progressivamente que-sto ed altri temi lasciando in ereditagrave alla filosofia quello che egrave considerato il problema par exel-lence il problema dellesistenza nella massima estensione del suo concetto In particolare Ari-stotele descrisse lontologia (pur senza usare questo termine) come la scienza dellessere in quanto essere La parola in quanto vuol dire riguardo allaspetto di Secondo questa teoria quindi lontologia egrave la scienza dellessere riguardo allaspetto dellessere o lo studio degli esseri nella misura in cui questi esistono

iii) Cartesio la riflessione di Cartesio ripropose il problema in una nuova chiave fu il primo (seb-bene alcuni non lo ritengano) a dimostrare lindubitabilitagrave (performativitagrave) dellasserzione fonda-mentale cogito ergo sum Egli ripropose dunque il tema ontologico nella sua chiave esistenzia-le precipitando nel profondamente criticato solipsismo

iv) Kant Il problema ontologico venne in seguito ripreso ed elaborato da Kant La sua elaborata teoria sempre sottoposta al continuo vaglio degli studiosi egrave incentrata su diversi punti da una parte la famosa differenza tra avere 100 talleri e pensare di averli vuole indicare la dimensio-ne puramente empirica dellesistenza dallaltro lideale della ragion pura si configura come la struttura ultima della ragione la quale pensa lessere come linsieme di ogni possibilitagrave per la determinazione completa dogni cosa ma appunto solamente come un idea

v) Hegel In seguito fu lidealismo tedesco ad elaborare tale tema Con Hegel il problema ontologi-co nelle sue possibili ramificazioni divenne ad essere il nodo centrale di molte filosofie che a lui seguirono Con lasserto tutto il reale egrave razionale tutto il razionale egrave reale e con la sua dialet-tica triadica Hegel sostenne la possibilitagrave del sapere assoluto essendo lo spirito (lessere) logi-camente comprensibile

vi) Dopo di lui in molti riproposero il problema che in veritagrave egrave trattato in modo piugrave o meno indiretto in ogni filosofia (1) Una sostanziale indifferenza ad ogni prospettiva di tipo realistico e unrsquoautentica avversione

per il principio dellrsquoanalogia entis sono i tratti piugrave caratteristici della discussione che si svilup-pa nei primi decenni del secolo presso i teologi protestanti e della quale protagonista indi-scusso egrave Karl Barth Il documento piugrave noto della riflessione di Barth egrave costituito dal lungo commento alla piugrave celebre delle epistole di san Paolo Lrsquoepistola ai Romani La ldquoteologia della crisirdquo di Barth si ispira al pensiero di Kierkegaard nel sostenere che tra uomo e Dio esiste una infinita differenza qualitativa unrsquoassoluta e sostanziale alteritagrave una distanza non elimi-nabile Partendo dallrsquoessere delle creature e dalla conoscenza umana non si puograve dire alcun-cheacute di Dio del suo essere della sua esistenza e dei suoi attributi Dio anzi deve essere concepito come la radicale negazione dellrsquoumano come la sua sostanziale messa in crisihellipLa ldquolinea della morterdquo resta invalicabile segnando senza possibilitagrave di recupero la dimensione in cui vive lrsquoessere di Dio e quella in cui si muove la storia dellrsquouomo inevitabilmente assogget-tata alla temporalitagrave alla stoltezza allrsquoambiguitagrave Barth rifiuta la divinizzazione dellrsquouomo e lrsquoumanizzazione di Dio tipiche della teologia liberale abbandona lrsquoidea dellrsquoanalogia entis cioegrave la via che va dal basso verso lrsquoalto percheacute egrave una forma dellrsquoorgoglio umano e afferma la necessitagrave dellrsquoanalogia fidei nella quale la ragione umana abdica permettendo a Dio di aprirsi a noi sia la nostra salvezza sia la nostra conoscenza di Dio sono interamente ed e-sclusivamente affidate alla rivelazione e allrsquointervento verticale di Dio

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(2) Heidegger Sicuramente degno di nota egrave Heidegger che dellessere fece la sua filosofia Nel suo testo piugrave famoso Essere e tempo compie la radicale distinzione tra ontico e onto-logico ovvero tra esistenza come semplice presenza (ente) e lessere in quanto essere Scopo del suo pensiero fu compiere una ontologia fondamentale Questa ontologia si radi-ca sulla differenza ontologica tra essere ed ente in cui si mostra appunto lirriducibilitagrave del-lessere a semplice essente Lessere viene qui inteso come laltro dellente ossia ciograve che rende possibile lapparire dellessente ma che nel contempo si vela in questa apertura Lon-tologia fondamentale egrave dunque per Heidegger pensare lessere come laltro dellessente Heidegger in tal senso usa la parola Lichtung la quale significa propriamente radura ed infatti lessere egrave la radura dellessente ma essendo questa radura la sua essenza sta nel suo stesso diradarsi Se lessente egrave ciograve che egrave presente allora lessere non egrave altro che la pre-senza stessa la quale appunto non appare ma rende possibile lapparire solo nel suo fon-damentale diradarsi

(3) G Marcel in Ecirctre et avoir (1935) e in Le mystegravere de lrsquoecirctre si confronta col problema dellrsquoessere Giagrave nel primo testo Marcel stabilisce una sostanziale coincidenza tra mistero e ontologia lrsquoessere appartiene alla sfera del mistero per cui non egrave un problema ma un me-taproblema nel senso che la sua indagine coinvolge nel profondo anche il soggetto che si trova a condurla Componente fondamentale del pensiero di Marcel convertitosi dallrsquoebraismo al cattolicesimo nel 1929 egrave la riflessione ndash condotta ancora in Ecirctre et avoir ndash sul tema dellrsquoindeterminatezza dellrsquoessere Pur accettando il principio aristotelico-tomistico per cui in ogni conoscenza particolare egrave implicita presupposta una conoscenza dellrsquo ldquoessere in generalerdquo Marcel sottolinea come lrsquoindeterminatezza dellrsquoessere si scontra immediatamen-te col principio di identitagrave principio per il quale ogni ente egrave pensabile ed egrave quello che egrave in quanto egrave determinato egrave se stesso e non un altro (indivisum in se et divisum a quolibet alio nella formulazione tomistica e scolastica) Alla luce di questo principio si deve concludere che anche la nozione di essere egrave utilizzabile esclusivamente nellrsquoambito del determinato dellrsquoesperienza dellrsquoesistenza

LrsquoESSERE Un problema realtagrave o pensiero helliptograve gagraver autograve noein estin te kaigrave einai Pensare ed essere sono la stessa cosa Parmenide (Clem Alex StromVI 23=Plotino V18) Ersquo necessario che il dire e pensare sia lrsquoessere Parmenide (Simpl Phys 1172) esti gagraver einai medegraven drsquoouk estin Lrsquoessere egrave il nulla non egrave Ibidem Il principio della retta filosofia egrave conoscere lrsquoessere lo studio dellrsquoessere si chiama tradizionalmente ONTO-LOGIA Nella nostra cultura occidentale come la chiamano si trovano diverse concezioni sullrsquoessere 1) Nella prima concezione oggi parecchio diffusa lrsquoessere egrave qualcosa di eterogeneo al pensiero sta in uno

spazio inteso come extramentale ed egrave una serie di cose inintelligenti senza coscienza che non si pensa-no da seacute neacute sono pensate da nessuno dunque in questa visuale lrsquoessere non si causa da seacute ma egrave ldquofat-to di materiardquo Ma di nuovo la materia viene intesa come eterogenea al pensiero inerte estesa e gra-ve priva di coscienza La realtagrave sarebbe dunque qualcosa di oggettivo il che significa che le cose per essere reali debbono stare fuori da un soggetto siccheacute nel linguaggio di chi aderisce a questa conce-zione ldquosoggettivordquo sarebbe sinonimo di ldquonon realerdquo Incoerentemente perograve costoro definiscono la real-tagrave ldquociograve che cade sotto ai sensirdquo senza rendersi conto che le percezioni sensibili sono per definizione soggettive Come potrebbe esserci una percezione senza un soggetto che la percepisce Ma secondo co-storo le percezioni dei sensi sarebbero rappresentazioni causate da queste ldquocoserdquo che esistono per seacute fuori dal pensiero e fuori dai soggetti che le percepiscono Nellrsquoaccezione piugrave moderna la materia di cui sono fatte le cose viene rappresentata come energia ma sempre intesa come qualcosa di eterogeneo al pensiero ed extramentale Di contro la coscienza e i suoi contenuti non sarebbero niente di reale ma tutto ciograve che viene dal pensiero egrave considerato in questo tipo di visuale soggettivo (il che egrave come dire non esistente) qualcosa di fantasmagorico e immaginario cioegrave irreale a) Quindi secondo questi che chiameremo ldquomaterialistirdquo percheacute pongono la materia alla base

dellrsquoesistenza delle cose la conoscenza sarebbe valida solo quando egrave possibile dimostrare che essa ricalca ripetendone nella nostra mente la forma le cose esterne Lrsquounico tipo di conoscenza che vie-ne considerata scientifica da costoro egrave quella a posteriori che si basa sullrsquoesperienza organizzandola

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in teorie mediante metodo sperimentale altrimenti detto ldquoipotetico-deduttivordquo la cui introduzione si attribuisce a Galileo Galilei Notiamo come la pretesa di chiamare ldquooggettiva ldquo una conoscenza basa-ta sulle immagini dei sensi sia incoerente e contraddittoria percheacute come giagrave detto le percezioni sensibili sono tutte soggettive Per definizione lrsquoesperienza non egrave mai oggettiva percheacute crsquoegrave espe-rienza solo in un soggetto che esperisce fuori no Il presunto sapere fondato sullrsquoesperienza egrave un e-dificio fondato sulla sabbia

b) Piugrave in generale la pretesa che esista una conoscenza oggettiva egrave un problema serio sul nostro cammino Infatti se la conoscenza egrave diversa dallrsquoessere non si arriveragrave mai a conoscere lrsquoessere se lrsquoessere egrave una cosa fuori dalla mente non si arriveragrave mai a dimostrare che la rappresentazione di quella cosa che sta dentro alla nostra mente corrisponda davvero a quella cosa Nei nostri sensi vediamo immagini e non cose e le immagini dei sensi sono tutte soggettive stanno tutte dentro a un soggetto (la sensazione esiste se un soggetto la sente altrimenti dove sta) e non sono oggettive come pretendono i materialisti La pretesa di trovare un sapere oggettivo egrave irrealizzabile Noi vedia-mo la materia estesa ma lrsquoestensione egrave unrsquoimmagine estensione e immagine estesa sono espres-sioni equivalenti se le cose sono altro dallrsquoimmagine come potrebbero essere estese Le cose che noi vediamo hanno forma Ma le forme che noi vediamo sono rappresentazioni sono pensieri se le cose non sono pensieri come avrebbero forma Un essere fuori dal pensiero non potrebbe essere nemmeno pensato sarebbe inconoscibile

c) Quando i materialisti si accorgono che la rappresentazione oggettiva non esiste che egrave una contrad-dizione in termini percheacute le rappresentazioni sono immagini e dunque stanno tutte dentro a un sog-getto che le pensa vanno a cercare lrsquooggettivitagrave nella misurabilitagrave introducendo la convinzione as-surda che sia reale (continuando a identificare il reale con lrsquooggettivo) solo ciograve che egrave misurabile Ma non si rendono conto che anche le misure sono pensieri e rappresentazioni in un soggetto Il nume-ro egrave un concetto e dunque egrave prodotto dal pensiero la linea mediante cui misuriamo la lunghezza egrave unrsquoimmagine nella nostra coscienza e lrsquounitagrave di misura mediante cui misuriamo egrave una convenzione cioegrave un prodotto del pensiero E il calcolo del rapporto tra la grandezza da misurare e lrsquounitagrave di misu-ra ndashche egrave ciograve che noi chiamiamo ldquomisurarerdquo- egrave unrsquooperazione mentale Quando io misuro unrsquoestensione un volume o qualsiasi altra grandezza tutta questa operazione rimane completamen-te sul piano dellrsquoimmagine soggettiva poicheacute lrsquoestensione il volume etc sono immagini e le unitagrave di misura mediante cui compio lrsquooperazione anchrsquoesse sono immagini e il calcolo che ne ricavo egrave prodotto dal mio pensiero poicheacute se nessuno pensa il numero il numero da seacute non esiste Siccheacute la rappresentazione di una cosa misurata non egrave piugrave oggettiva di una non misurata egrave solo piugrave dettaglia-ta e precisa ma egrave sempre soggettiva Se la realtagrave delle cose dipendesse dalla nostra capacitagrave di mi-surarle significherebbe che appena inventato qualche strumento utile a misurare qualcosa questa cosa diventerebbe reale di colpo da irreale che era Forse che il peso non esisteva prima che noi in-ventassimo le bilance Ma certo che crsquoera il peso egrave reale quando una coscienza lo percepisce

d) Un altro problema in cui si imbrogliano i materialisti egrave che nella loro ottica bisognerebbe distinguere tra le rappresentazioni di cose reali e rappresentazioni che non corrispondono a nulla di extramenta-le che vengono considerate sogni o allucinazioni Ersquo sempre il problema dellrsquooggettivitagrave ma posto in altri termini dato che la loro scienza deve fondarsi sullrsquoesperienza e dato che considerano scienza solo un sapere oggettivo sorge in loro il problema di quale esperienza egrave oggettiva e quale no Noi abbiamo giagrave risposto che nessuna esperienza egrave oggettiva poicheacute non vi egrave esperienza senza un sog-getto che esperisce Ma essi usando malamente il linguaggio considerano oggettiva lrsquoesperienza quando egrave intersoggettiva infatti considerano sensazioni ldquooggettiverdquo quelle condivise da tanti sogget-ti e chiamano invece sogni o allucinazioni quelle che stanno in un soggetto solo Ma percheacute le rap-presentazioni collettive dovrebbero essere piugrave reali di quelle individuali La collettivitagrave egrave costituita da singoli individui quindi se non ha valore di realtagrave la rappresentazione del singolo individuo non ha valore nemmeno quella della collettivitagrave Le percezioni intersoggettive non sono oggettive sono col-lettive ma sempre soggettive Dunque se non hanno valore di realtagrave le percezioni soggettive nem-meno le percezioni collettive hanno valore di realtagrave Inoltre come potrograve dimostrare che gli altri che vedono il mio stesso mondo non siano allucinazioni nella mia mente Quando vedo le altre persone ho sempre comunque delle immagini delle rappresentazioni soggettive di loro come faccio a sapere che corrispondono a qualcosa di extramentale Anche questa idea che sia oggettivo ciograve che egrave inter-soggettivo dunque egrave assurda

e) Lrsquounico modo di uscirne egrave dare valore a tutte le percezioni senza distinguere quelle reali da quelle allucinatorie chiamiamo reale ciograve che il soggetto vede sente percepisce prova dentro di seacute senza pretendere che questo sia condiviso e che corrisponda a qualcosa di esterno e cosigrave usciremo da molti intrichi Insomma accettiamo tutti i contenuti della nostra coscienza poi ci resteragrave solo da

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classificarli a seconda di quello che significano Lrsquoaltra via quella della ricerca di un sapere oggettivo egrave quella sbagliata non ci porteragrave mai allrsquoessere percheacute lrsquoessere non egrave una serie di oggetti

2) Il giusto concetto di essere egrave quello che o afferma una stretta relazione tra pensiero ed essere o identifi-ca lrsquoessere con il pensiero a) La prima posizione egrave tipica della filosofia classica il limite egrave che questa filosofia di fatto a partire da

Parmenide dagrave per scontata questa stretta relazione essere e pensiero questa capacitagrave del pensiero di riflettere lrsquoessere e nonostante le obiezioni (per es di Gorgia) non si preoccupa di dimostrarla Potrebbe essere una giustificazione di questa stretta relazione il fatto che il pensiero (anche fosse un pensiero scorretto egrave pure qualcosa) partecipa strettamente dellrsquoessere (anche il pensiero egrave esse-re) e per questa sua partecipazione egrave in grado di cogliere lrsquoessere stesso In questa concezione lrsquoessere pur avendo una sua autonomia viene colto dal pensiero a partire dallrsquoesperienza concreta Solo che lrsquoesperienza concreta non risolve tutto lrsquoessere proprio percheacute il pensiero per giustificare questo essere sensibile deve trovare un fondamento che saragrave non sensibile Viene quindi affermata una dimensione sensibile e una soprasensibile ma coglibile dallrsquointelletto dellrsquoessere

b) La seconda posizione egrave quella sostenuta dalla filosofia moderna (anche se potrebbe trovare una par-ziale giustificazione in una filosofia antica non proprio correttamente interpretata Essere e pensiero sono due parole due segni diversi ma che evocano entrambi un unico significato lrsquoessere Pensare essere coscienza anima spirito io etc sono tutte espressioni sinonime tante parole ma un signifi-cato solo Chiamiamo dunque essere il pensiero e pensiero lrsquoessere e consideriamo questa identitagrave come nostro punto di partenza e fondamento Questa concezione sembrerebbe a chi sostiene que-sta posizione affacciata per la prima volta nella nostra cultura ldquooccidentalerdquo nella scuola eleatica fondata da Parmenide di Elea nella seconda metagrave del VI secolo aC e avrebbe trovato in Platone il suo massimo maestro Questa concezione dellrsquoessere sarebbe frutto di quello che Platone (Repub-blica 515c) chiama periagein convertire lrsquoocchio spirituale lrsquointelletto rivolgendolo dalla parte giusta non piugrave verso le immagini dei sensi ma verso lrsquoessere cioegrave verso se stesso Ciograve che egrave visibile e sen-sibile individuale in divenire temporale non egrave vera realtagrave ma egrave solo immagine e il mondo delle im-magini sensibili puograve da noi essere chiamato come nella tradizione platonica ldquodivenirerdquo Il rapporto tra essere e divenire egrave quello tra realtagrave e immagine La vera realtagrave egrave coscienza e conoscenza di seacute cioegrave pensiero e idee Le idee sono rappresentazioni che il pensiero ha di seacute e nel pensiero troviamo anche affetti che possono essere desideri o paure ovvero sentimenti di piacere e di dolorehellip Nellrsquoessere vi egrave un nucleo immobile eterno e una rappresentazione in movimento temporale Le due cose non sono in contraddizione percheacute lrsquoessere non egrave una cosa ma pensiero e il pensiero egrave potenzialitagrave infinita che puograve produrre tutto diventando tutto Quando il pensiero conosce seacute stesso vede il nucleo eterno dellrsquoessere quello che Parmenide ha chiamato il cuore immobile della veritagrave ben rotonda (framm B129) Questo consiste in una serie di enunciati necessariamente veri frutto dellrsquoapplicazione del principio di non contraddizione Ersquo neces-sariamente vero ciograve il cui contraddittorio reca contraddizione e dunque egrave sempre falso Ersquo il principio logico che genera il metodo assiomatico-deduttivo di cui si serve la geometria per enunciare i suoi teoremi Il primo enunciato necessariamente vero e dunque eternamente vero egrave quello che dice ldquolrsquoessere egrave il nulla non egraverdquo Ecco come lo enuncia Parmenide (framm B23) il primo metodo -quello corretto- di-ce che lrsquoessere egrave e che il non essere non egrave e ancora (B61-2) egrave lrsquoessere il nulla non egrave Il pensiero che si pensa come essere dunque si trova in primo luogo necessariamente esistente Il pensiero che conosca la retta idea di essere dunque vede in seacute stesso la veritagrave necessaria com-pie eternamente lrsquoatto di pensarla si fa immobile ed eterno fissando la veritagrave che non muta mai percheacute la sua negazione non puograve avverarsi essendo contraddittoria Esso egrave akineton megalon en peirasi desmon (immobile nel limite di possenti legami) come dice Parmenide (B826) ed i legami sono appunto le leggi logiche del pensiero e con estrema chiarezza Permenide ci spiega che esse-re egrave pensiero tautograven drsquoestigrave noein te kaigrave houneken esti noema ou gagraver haneu tou eontos en oi pe-phatismenon esti eureseis tograve noein ldquoErsquo la stessa cosa pensare e che il pensiero egrave infatti senza lrsquoessere non troverai il pensare in esso si esprime (B834-36)rdquo Il pensiero quando pensa sa di es-sere e sa di essere espressione dellrsquoesserehellip

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Ontologia e interpretazione2

1) La filosofia nasce da una domanda che se non egrave presente da subito in tutta la sua evidenza perograve di fat-

to la accompagna sempre e accompagna non solo la filosofia La formulazione rigorosamente filosofica di questa domanda egrave data da Leibniz laquoratio cur aliquid potius existat quam nihilraquo laquoPourquoy il y a plu-tocirct quelche chose que rienraquo Questa domanda evidenzia a) da un lato linevitabilitagrave del contrasto tra la riflessione e liniziale stupore di fronte allessere e b) dallaltro la portata filosofica propria della delucidazione della domanda stessa come tentativo di di-

re in fondo loriginario In essa ne va tanto dellinterrogante quanto dellinterrogato 2) Essa egrave indice del desiderio di veritagrave che appartiene alla natura stessa delluomo una disposizione nel

domandare inevitabile e incessante che interroga seacute e la natura delle cose E come ogni domandare im-plica necessariamente un domandante e un domandato allo stesso modo linterpretazione possibile ten-tativo di accedere alla veritagrave si modula in un interpretante e un interpretato Nella prospettiva deller-meneutica contemporanea linterpretazione egrave la risposta alla domanda originaria la quale essendo una richiesta di senso che rimane identica a se stessa pur nella molteplicitagrave delle diverse dizioni e delle diver-se risposte che compongono il simposio filosofico si svela incessante

3) La stessa possibilitagrave della molteplicitagrave delle interpretazioni egrave data dalla inesauribilitagrave dellinterpretato Ta-le inesauribilitagrave sospende la classica scissione gnoseologica tra un soggetto che conosce e un oggetto che viene conosciuto che risulterebbero fuorvianti e inadeguati per elucidare il nesso tra il domandante e il domantato a) La domanda egrave un appello allessere e alla veritagrave e il rapporto tra linterrogante e linterrogato si con-

figura come il rapporto tra uomo e veritagrave b) E la possibile risposta filosofica ossia linterpretazione egrave il nesso che tiene unita la persona allesse-

re Se soggetto e oggetto non sono piugrave adatti a esprimere la relazione che intercorre tra linterpre-tante e linterpretato egrave percheacute la veritagrave non puograve essere oggetto della filosofia e quindi del pensiero il che fa cadere anche laltro polo di riferimento Infatti essendo la veritagrave sempre ulteriore essa risie-de nella sua formulazione piugrave come origine che come oggetto del discorso

c) La veritagrave quindi viene ad essere origine del pensiero e fonte del discorso e puograve essere posseduta solo personalmente Linterpretazione egrave sempre personale il che significa che essa egrave il risultato dun concreto esercizio di libertagrave mediante il quale noi scegliamo se ribadire il vincolo originario che ci so-stiene o rinnegarlo

4) Linterpretazione egrave lunica forma di conoscenza capace di possedere un infinito percheacute disposta ad acco-gliere una presenza che vi risiede sempre come ulteriore La veritagrave infatti non si esaurisce nella sua for-mulazione ma ne suscita sempre di nuove Lontologia viene quindi a configurarsi come una laquoontologia dellinesauribileraquo che non consente lesplicitazione completa ed esaustiva della veritagrave cheacute qualora que-sta ci fosse sarebbe un sovrapporsi un sostituirsi dellinterpretazione alla veritagrave ne diverrebbe un sur-rogato ne prenderebbe il posto Tra la formulazione e la veritagrave deve mantenersi uno scarto affincheacute questa venga garantita nella sua essenza e rispettata come inesauribile e inoggettivabile in modo da non essere posta dinanzi allinterpretante come oggetto e non essere esaurita da una definizione o da una serie di definizioni disposte a costruire un sistema nel quale imprigionarla

5) La veritagrave non si esaurisce perciograve nella sua formulazione ma neppure le egrave totalmente eterogenea poicheacute egrave sostenuta dalla solidarietagrave originaria che stabilisce un vincolo fortissimo tra la persona e la veritagrave Ne segue che sia il mito razionalistico dellenunciazione definitiva della veritagrave sia lirrazionalismo dellineffa-bilitagrave assoluta sono inconciliabili con una ontologia dellinesauribile poicheacute a) da un lato la veritagrave si lascia cogliere solo quando puograve stimolare una rivelazione interminabile e non

giagrave quando la formulazione pretende di rendersi definitiva ed esaustiva (cfr Hegel che fa del proprio metodo la veritagrave senza che vi sia alcun residuo alcuno scarto la dialettica hegeliana egrave il dispiega-mento dello Spirito assoluto che ingloba tutto tiene fermo tutto senza lasciare irrisolta alcuna cosa Questa egrave la completa adeguazione tra la veritagrave e la sua formulazione la coincidenza di metodo e ve-ritagrave quando il dispiegamento egrave compiuto e la meta raggiunta Solo che ciograve egrave il falso egrave la monopoliz-zazione della veritagrave poicheacute linterpretazione che pretende di esaurire la veritagrave la tradisce invece nella sua essenza e nella sua realtagrave quella di essere infinita inoggettivabile e inesauribile)

b) Dallaltro linesauribilitagrave della veritagrave non attesta neppure che ogni formulazione risulta inefficace come invece promuove lontologia negativa la quale stabilisce linadeguatezza di ogni discorso (cfr Heidegger che finisce per sostenere lineffabilitagrave e linafferrabilitagrave dellessere Ci troviamo di fronte al-

2 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1

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limpossibilitagrave del discorso di farsi sede della veritagrave e quindi abbiamo lapprodo nel silenzio Lesatto contrario della corrispondenza hegeliana del concetto alloggetto e delloggetto al concetto egrave appunto lincapacitagrave di qualsiasi concetto di adeguarsi alla e di esprimere la veritagrave)

c) Contro Hegel Nellrsquoermeneutica lrsquoidentitagrave di interpretazione e veritagrave esclude la confusione tra la veri-tagrave e la sua formulazione nella quale questa risiede sempre come ulteriore viene quindi mantenuto uno scarto indicativo della impossibilitagrave di esaurire una veritagrave infinita i) Il filosofo non puograve assolutamente assurgere a un punto di vista assoluto che ci consenta di co-

gliere linfinito direttamente come un oggetto da collocare in un sistema ii) La formulazione della veritagrave puograve essere data solo personalmente poicheacute solo la persona puograve es-

sere via daccesso alla veritagrave in virtugrave del suo stretto legame con essa Di conseguenza dalla con-cretezza della persona non si puograve prescindere Luomo egrave interpretazione della veritagrave ma questa interpretazione egrave ben lontana dal configurarsi come esaustiva ed esauriente essa egrave una prospet-tiva e come tale coglie la veritagrave nellunico modo in cui puograve possederla personalmente e come costante e incessante ricerca La vita infatti e anche la filosofia egrave fatta di scelte Non si puograve trattenere tutto bisogna scegliere e scegliendo sappiamo anche che qualcosa andragrave irrimedia-bilmente perduto Ma questo egrave costitutivo delluomo che inizia sempre dalla scelta decide di u-nalternativa e molto spesso i termini di questa alternativa non possono essere mediati e con-servati percheacute la scelta determina la direzione di tutto il percorso filosofico ed esistenziale Noi siamo compromessi nelle nostre interpretazioni e il compromesso egrave conseguenza delle nostre decisioni e delle nostre scelte siamo posti di fronte a unalternativa in cui ne va della nostra esi-stenza dobbiamo scegliere se essere fedeli allessere o rinnegarlo Dipende da questa scelta ori-ginaria la possibilitagrave di divenire prospettiva sulla veritagrave Non bisogna dimenticare che la filosofia non esiste indipendentemente dal filosofo la persona e la sua esperienza precedono sempre la riflessione La riflessione egrave sempre su qualcosa in questo caso sullesistenza Lesistenza attesta il nostro legame con la veritagrave essa egrave ciograve che ci consente di avere uninterpretazione della veritagrave egrave la nostra via daccesso allessere Egrave per questo che filosofando noi ci compromettiamo met-tiamo in gioco noi stessi

d) Contro Heidegger Se la veritagrave egrave ulteriore rispetto alle sue formulazioni ciograve non egrave da imputare allina-deguatezza della formulazione o allinafferrabilitagrave della veritagrave ma alla sua inesauribilitagrave che esige una pluralitagrave di formulazioni che non per questo possono essere considerate parziali o unilaterali poicheacute ognuna di esse possiede la veritagrave nellunico modo in cui si lascia possedere personalmente e infini-tamente

6) Occorre abbandonare questo schema inadeguato e ricorrere nuovamente allinterpretazione come una forma che possa essere possesso di un infinito infatti essa laquorappresenta il tentativo di trovare un acces-so al dire la veritagrave che non si arresti allalternativa ugualmente paralizzante di doverla contenere tutta o di incontrarla solo come assente di esaurirla o di non poterla dire percheacute ineffabileraquo3 La completa lumi-nositagrave come loscuritagrave piugrave impenetrabile non lasciano vedere Il vedere egrave consentito proprio grazie a una opacitagrave che ci egrave connaturale che puograve divenire un limite ma anche svelarsi una possibilitagrave Linterpreta-zione presuppone uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza Tanto la completa presenza della veritagrave quanto la sua completa oscuritagrave o assenza non consentirebbero linterpretazione processo che prende le mosse dal rapporto ontologico della persona con la veritagrave e che suppone appunto uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza vicinanza e distanza Lopacitagrave chiarisce perfettamente quella che egrave secondo Ricœur la nostra posizione di medietagrave che non egrave una connotazione spaziale bensigrave una condizione esi-stenziale conseguenza dellantropologia della sproporzione per la quale luomo non egrave neacute totalmente fini-to neacute infinito ma un essere mediatore4

Non un culto razionalistico dellesplicito neacute unontologia negativa -- non si vuole arrivare neacute allidentitagrave di es-sere e pensiero reale e razionale neacute alla cessazione del discorso allarresto nel silenzio -- ma una ontologia

3 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 27 4 Paul Ricœur a riguardo della sproporzione delluomo affronta il discorso prendendo le mosse da Platone e da Pascal Il mito di Eros del Simposio e la meditazione sulla grandezza e la miseria delluomo pascaliano forniscono a Ricœur il materiale per una riflessione sulla posizione intermedia delluomo Limmediatezza della figura mitica di Eros mostra nella sua discendenza da Poros e Penia la sproporzio-ne delluomo laquoEcco dunque il principio di opacitagrave per render ragione dellaspirazione dellessere occorre una radice di indigenza di po-vertagrave ontica Eros lanima filosofante egrave quindi librido per eccellenza librido di Ricchezza e Povertagraveraquo (Paul Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 p 79) Lo stesso tema egrave affrontato da Pascal nei suoi Pensieri laquoChe cosegrave luomo nella natura Un nulla in confronto con linfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il tutto e il nulla [] Limitati in ogni campo questa condizione che occupa una posizione intermedia tra i due estremi si ritrova in tutte le nostre facoltagraveraquo (Blaise Pascal Pensieri Brunschvicg n 72)

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dellinesauribile che trova conferma nellautorevolezza della speculazione schellinghiana5 Negli scritti delle Conferenze di Erlangen Schelling parlando dellindefinibile afferma che si puograve definire solo ciograve che per natu-ra egrave rinchiuso in limiti determinati Ma lindefinibile che egrave il veramente infinito non puograve essere rinchiuso in nessuna forma anche se esso come dice Schelling stesso non egrave cosigrave indefinibile laquoda non poter diventare anche un definibile non cosigrave infinito da non poter diventare anche finito non cosigrave inafferrabile da non poter diventare afferrabile E se voi tenete ben fermo ciograve ecco che voi avete il concetto positivo Infatti per potersi rinchiudere in una forma deve essere certamente al di fuori di ogni forma ma non questo lessere al di fuori di ogni forma lessere inafferrabile egrave in lui il positivo bensigrave il fatto che puograve rinchiudersi in una forma che puograve farsi afferrabile il fatto dunque che egrave libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma Daltra parte fin dallinizio si affermograve non giagrave che esso sia semplicemente ciograve che egrave privo di forma e di figura ma soltanto che non permane in nessuna figura non si lascia avvincere da nessuna figura Noi presupponemmo quindi espressamente che esso assuma forma giaccheacute solo in quanto assume forma ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente esso si palesa come ciograve che egrave in seacute inafferrabile infinito Non sarebbe piugrave libero di uscire da ogni forma se fin dallinizio non fosse stato libero di assumere e di non assumere forma Io dico fin dallinizio giaccheacute una volta che ha assunto forma forse non egrave capace di emergere immediatamente nella sua libertagrave ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme Ma tuttavia originariamente egrave libero di rin-chiudersi e di non rinchiudersi in una forma Non vorrei perograve esprimerlo in questo modo esso egrave ciograve che egrave li-bero di assumere forma Infatti in tal modo questa libertagrave apparirebbe come una proprietagrave che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa mentre invece la libertagrave egrave lessenza del soggetto ossia esso stesso non egrave altro che leterna libertagraveraquo6

ONTOLOGIA ARCAICA

La nascita della filosofia crediamo possa essere intesa come il momento di sedimentazione di procedure logi-co-cognitive la cui genesi egrave da rintracciare in epoche precedenti e delle quali si egrave esemplarmente interessato Mircea Eliade Nel suo Il mito dellrsquoeterno ritorno7 Eliade puntualizza alcuni aspetti rilevanti della mentalitagrave arcaica tutti ruo-tanti attorno ad un modello di temporalitagrave ciclica La realtagrave terrena si sarebbe originata attraverso un proces-so di creazione o emanazione attuato da divinitagrave che continuerebbero ad albergare e regolare lrsquoorganizzazione del cosmo stesso Ersquo in altri termini un fattore una forza superiore alla natura stessa ndash ma allo stesso tempo ad essa immanente ndash a governare a dare ordine e senso alla realtagrave degli uomini Questo intervento costante di regolazione e ordinamento del cosmo egrave intuibile per la mentalitagrave arcaica nella tempo-ralitagrave ciclica che presiede il disporsi di ogni evento naturale ogni civiltagrave rurale tenderebbe in tal senso a in-scrivere la natura in un ordine fissato stabilito e scandito nel sempiterno ripetersi dei ritmi naturali Il perpe-tuarsi dellrsquoordine ripetitivo degli elementi naturali detto altrimenti avrebbe offerto uno schema di inquadra-mento degli accadimenti attorno al quale sarebbe emersa quella che lo stesso Eliade ha chiamato ontologia arcaica Questa ontologia ndash evidentemente non formulata in un linguaggio teorico ma attraverso simboli miti e riti ndash tenderebbe a trasporre la temporalitagrave concreta lineare della quotidianitagrave in un piano temporale diverso quello appunto della ripetizione dellrsquoeterno ritorno dellrsquouguale Dire eterno ritorno dellrsquouguale significa pen-sare agli accadimenti della vita umana non come ad eventi unici ed irripetibili bensigrave come costante riproporsi di casi che hanno la loro origine ndash e il loro senso ndash in episodi mitici occorsi in un Tempo originario (ossia in un extra-tempo) e ai quali occorre rinviarli per dare loro una logica laquoNel particolare suo comportamento co-sciente il lsquoprimitivorsquo lrsquouomo arcaico non conosce atto che non sia stato posto e vissuto anteriormente da un altro da un altro che non era un uomo Ciograve che egli fa egrave giagrave stato fatto la sua vita egrave la ripetizione ininter-rotta di gesti inaugurati da altri8raquo Di conseguenza laquo(hellip) un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo Cosigrave la realtagrave si acquista esclusivamente in virtugrave di ripetizione e partecipazione tutto quello che non ha un modello esemplare egrave lsquoprivo di sensorsquo cioegrave manca di realtagrave9raquo La 5 In Schelling infatti coesistono laquola piugrave lucida e critica speculazione con la mistica piugrave schietta e incontaminata in modo che neacute la misti-ca annulla la chiarezza della riflessione neacute la filosofia dissolve in seacute la profonditagrave della mistica ma luna e laltra connesse ma non giu-stapposte si colorano e si esaltano a vicenda mutuandosi reciprocamente il significato profondo e il tono generale del pensieroraquo (Luigi Pareyson Introduzione in FWJ Schelling Scritti sulla filosofia la religione la libertagrave Mursia Milano 1974 p 29) 6 FWJ Schelling Scritti sulla filosofia ed cit p 205 7 M ELIADE Il mito dellrsquoeterno ritorno tr it Rusconi Milano 1975 8 Ivi p15 9 Ivi p 41 In luogo di accadimenti oggetti o persone concrete si istituirebbero cosigrave categorie forme simboli

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consistenza ontologica ndash e quindi il valore e il senso ndash della realtagrave umana sono posti in una relazione di di-pendenza da un piano metafisico superiore al quale accennerebbero una serie di miti e di riti a questi asso-ciati presenti in tutte le civiltagrave rurali arcaiche I riti consentirebbero proprio la riattualizzazione dei modelli di accadimento archetipi avvenuti in un passato originario permettendo in questo modo agli uomini di riappropriarsene inserendosi armoniosamente nel ri-petersi eterno del cosmo La riattualizzazione rituale di questi modelli esemplari rivelatisi agli uomini in un Tempo originario sarebbe alla base della rigenerazione periodica tanto del cosmo quanto della stessa comu-nitagrave umana come egrave possibile evincere ancora nel poema esiodeo Le opere e i giorni senzrsquoaltro ancora debi-tore di questi presupposti metafisici Il lavoro dellrsquouomo per avere successo anzi per svolgersi secondo giu-stizia (dike) deve armoniosamente inserirsi in questa ciclicitagrave (vv 230-231 306-307 e 458-464) Essere giu-sti significa inserirsi nella ripetizione Potremmo forse leggere in queste dinamiche lrsquoorigine di quella che Giorgio Colli riferendosi agli albori del pensiero filosofico greco ha chiamato frattura metafisica tra due ordini di realtagrave diversi quello divino arche-tipo eterno immutabile e quello umano transeunte instabile e dipendente dal primo che ne costituirebbe lrsquoorigine10

LA PHYSIS

ERACLITO laquoLA PHYSIS AMA NASCONDERSIraquo11 la lettura arendtiana di Eraclito Nelle lucide e dense pagine che ne La vita della mente12 la sua ultima opera di argomento squisitamente speculativo Hannah Arendt dedica alla nascita del pensiero filosofico Eraclito riveste un ruolo di primo pia-no Nella ricostruzione arendtiana la cultura greca fin dalla sua fase piugrave arcaica quale si manifesta nei poe-mi omerici appare contrassegnata da una forte ed ineliminabile opposizione tra il mondo degli uomini do-minato dal divenire incessante e dalla morte e gli degravei incorruttibili ed immortali Il canto del poeta che cele-bra le gesta degli Achei e dei Troiani ha la funzione di athanatizein immortalare e consegnare quindi allrsquoeternitagrave la fama degli eroi sottraendoli allrsquoinesorabile destino di morte Proprio la consapevolezza che gli uomini sono esseri mortali e che la condizione umana egrave segnata dalla mortalitagrave condusse i primi filosofi nella ricerca dellrsquoEssere che potesse superare lrsquoeffimero mondo del divenire13 Il mondo fatto di enti molteplici corruttibili e transeunti deve comunque rinviare ad un ordine nascosto di fronte al quale sorge lo stupore ammirato del filosofo quel thaumazein che Platone diragrave essere il pathos che egrave origine principio della filoso-fia14 Come dice Hannah Arendt laquola filosofia incomincia con lrsquoavvertimento di questo ordine armonioso invisibile del kosmos manifesto negli esseri visibili familiari come se essi fossero divenuti trasparentiraquo15 Ed egrave qui che il richiamo ad Eraclito si fa esplicito Del filosofo di Efeso cita il famoso frammento 54 DK che traduce laquolrsquoarmonia invisibile vale piugrave del visibileraquo E subito dopo lrsquoaltrettanto famoso quanto enigmatico fr 123 DK ldquonatura ama nascondersirdquo

10 G COLLI La nascita della filosofia Adelphi Milano 19888

11 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 fr 123 12 H Arendt La vita della mente trad it Bologna 1987 (New York-London 1978) pp 217-242 13 Ontologia questo termine cosigrave tecnico vuol dire riflessione sul senso dellessere e del niente Queste due parole essere e nien-te sembrano estranee al linguaggio nostro di tutti i giorni ai nostri interessi allarticolazione concreta del sapere scientifico eppure queste due categorie costituiscono lambito allinterno del quale tutta la storia dellOccidente egrave cresciuta e si tratta anche di comprende-re che queste categorie sorgono per la prima volta con i Greci Questo egrave importante percheacute i Greci non solo portano alla luce una teoria cioegrave una comprensione del mondo che non era mai apparsa ma anche una comprensione del mondo che consente di porsi come la prima grande forma di rimedio contro il dolore Aristotele dice che la filosofia nasce dalla meraviglia e la parola che egli usa per indicare la meraviglia egrave thaucircma Ma anche qui come in tutte le grandi parole del nostro linguaggio thaucircma non significa semplicemente la me-raviglia ma vuol dire anche terrore vuol dire il terrore di fronte allangosciante Proprio il carattere disinteressato della teoria e cioegrave il suo essere veritagrave consente di affrontare il problema dellesistenza e della vita Il problema della vita egrave innanzitutto la terribilitagrave del dolo-re non significa che lunico valore della teoria consiste nel suo essere semplicemente uno strumento in base al quale conoscendo come stanno le cose si fa argine contro il dolore ma proprio percheacute la teoria intende essere veritagrave - e cioegrave non una teoria qualsiasi ma la te-oria assolutamente vera - proprio questo consente di andare incontro al dolore con occhio diverso da quello che gli uomini possiedono quando ancora non sanno 14 Plat Theaet 155d 15 La vita della mente cit p 233

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Le difficoltagrave interpretative del frammento hanno riguardato soprattutto proprio il valore da dare al termine physis dal momento che certamente inadeguata egrave la traduzione con lrsquoitaliano laquonaturaraquo o i corrispondenti nelle altre lingue europee Marcovich traduce laquoLa reale costituzione di ciascuna cosa ha lrsquoabitudine di nascondersiraquo16 Lo studioso pre-cisa nel commento che ldquofuumlsis egrave uno dei possibili modi per esprimere quel logos che per quanto accessibile alla conoscenza non si trova sulla superficie delle cose ma si nasconde in ogni cosa particolare Analoga-mente Serra e Diano pur se traducono laquoLa natura ama nascondersiraquo specificano che se certamente Eracli-to non tematizza la natura tuttavia poicheacute per lui physis egrave lrsquoinvisibile connessione che si coglie col logos al-lora si tratta dellrsquoessere di tutte le cose che si rivela allrsquoindagine del filosofo17 Coerenti con questa interpretazione mi pare molte delle traduzioni del frammento da laquoLrsquointima natura delle cose ama nascondersiraquo di Pasquinelli18 a laquoLa natura delle cose ama celarsiraquo di Giannantoni19 Piugrave recentemente Conche uno degli ultimi editori eraclitei che traduce laquoLa nature aime agrave se cacherraquo20 pre-cisa che la parola ldquofuumlsis con il verbo fuumlω implica laquoune notion dynamique celle drsquoune force productrice geacuteneacuteratriceraquo siccheacute laquola notion de ldquofuumlsis ici met lrsquoaccent non sur lrsquoessence devenue de la chose mais sur le devenir sur le processus essentialisant La ldquofuumlsis est la puissance qui srsquoaccomplit et srsquoeacutepanouit en chaque ecirctre chaque fois drsquoune faccedilon deacutefinieraquo lrsquooperazione con la quale la natura realizza i diversi enti egrave lrsquoassociazione dei contrari che viene compiuta con pudore lontano dagli sguardi conclude pertanto che laquoLa nature drsquoHeacuteraclite est une nature artiste Comme lrsquoartiste elle montre sa production mais la loi de la produc-tion crsquoest-agrave-dire la nature mecircme en tant que naturante reste cacheacuteeraquo Dunque la physis eraclitea secondo Conche non egrave lrsquoessenza o il reale fondamento ma un processo essenzializzante la cui dinamica resta na-scosta e che si manifesta solo negli effetti Una diversa linea interpretativa egrave rappresentata da Colli che nella sua edizione incompiuta di Eraclito tradu-ce il frammento con laquoNascimento ama nascondersiraquo21 nel commento che riprende quanto lrsquoautore scriveva nel volume che da questo frammento trae il titolo22 egrave chiarito che ldquofuumlsis egrave la natura trascendente il laquodioraquo che nonostante abbia attraversato le apparenze e si sia individualizzato nel fronein in quanto noumeno si mantiene solitario e inaccessibile23 Molto recentemente per Tonelli ldquofuumlsisegrave lrsquoOrigine laquociograve che origina si cela come mistero dietro lrsquoapparenza delle cose che origina pur manifestandosi anche attraverso di esse Ogni manifestazione del principio egrave an-che suo nascondimento tale lrsquoambiguitagrave del cosmo in cui viviamo e di tale ambiguitagrave il sapiente reca consa-pevolezza La conoscenza diventa flusso dinamico tensione al congiungimento con ldquociograve che originardquoraquo24 La lettura di Hannah Arendt fa del frammento laquoUnrsquoaltra delle parole antiche che designano lrsquoinvisibile in se-no alle apparenze egrave physis natura che secondo i Greci era la totalitagrave delle cose non fatte dallrsquouomo neacute cre-ate da un fattore divino ma venute allrsquoessere da seacute medesime ed Eraclito affermava di questa physis che ldquoessa ama nascondersirdquo celarsi cioegrave dietro le apparenzeraquo25 Dunque questo laquovenire allrsquoessereraquo delle cose nascosto nelle apparenze desta lo stupore ammirato dal qua-le puograve perograve originarsi il dialogo del pensiero quel logos il cui significato secondo Hannah Arendt viene

16 Eraclito Frammenti a cura di M Marcovich Firenze 1978 pp 23-25 (fr8) La scelta del singolare laquociascuna cosaraquo lascia intendere che la ldquofuumlsis non sia al di fuori della cosa stessa 17 Eraclito I frammenti e le testimonianze a cura di C Diano e G Serra Vicenza 1980 fr 28 con commento alle pp 137-138 18 I presocratici Frammenti e testimonianze intr trad e note di A Pasquinelli Torino 1958 p 188 (fr 80) 19 I presocratici Testimonianze e frammenti a cura di G Giannantoni I Bari 1969 p 220 20 Heacuteraclite Fragments par M Conche Paris 1986 pp 253-255 (fr 69) 21 G Colli La sapienza greca Eraclito Milano 1980 p 91 fr A 92 con il commento a p 187 22 G Colli La natura ama nascondersi Milano 1988 (1948) p 209 la traduzione qui fornita egrave laquola natura trascendente ama nasconder-siraquo 23 Ibid laquoCome tale il noumeno perde lrsquoindividualitagrave la determinatezza interiore che si sente isolata di fronte ad un reale che la circon-da perde la molteplicitagrave caratteri che lrsquoaccompagnano quando egrave immerso come radice nellrsquoapparenza e si approfondisce come intimitagrave oggettiva punto di incontro delle individualitagrave essenziali delimitazione concreta e vitale che non ha piugrave fine neacute direzione neacute impulso neacute espansioneraquo 24 Eraclito DellrsquoOrigine a cura di A Tonelli Milano 1993 p 191 (fr 116) 25 La vita della mente cit p 233

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evocato dallrsquoimmagine del dio di Delfi laquoe possiamo aggiungere noi il dio dei poeti che ldquonon dice neacute na-sconde ma indicardquo26 vale a dire accenna a qualcosa ambiguamente per essere inteso solo da coloro che sanno comprendere i semplici cenniraquo E del resto laquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbareraquo27 cioegrave come spiega la pensatrice laquose essi non posseggono logos ndash per i Greci non semplicemente il discorso ma il dono dellrsquoargomentazione razionale che li distingueva dai barbari In-somma lo stupore ha condotto a pensare in parole dellrsquoesperienza dello stupore dinanzi allrsquoinvisibile manife-sto nelle apparenze si egrave appropriata la parola che egrave nello stesso tempo abbastanza forte per fugare gli errori e le illusioni cui sono soggetti i nostri organi volti al visibile occhi ed orecchie a meno che il pensiero non venga loro in soccorsoraquo E continua laquoDa ciograve dovrebbe risultare palese come lo stupore in cui cade il filosofo non possa mai concernere qualcosa di particolare ma sia sempre suscitato da una totalitagrave che diversamente dalla somma totale degli enti non egrave mai manifestaraquo Il riferimento egrave certamente a quella physis del fr 123 DK prima citato cioegrave il processo attraverso il quale tutte le cose vengono ad essere E ancora laquoLrsquoarmonia di Eraclito si produce attraverso il con-sonare dei contrari mdash un effetto che non puograve essere proprietagrave di un sin-golo suono particolare Tale armonia egrave in un certo senso separata dai suoni che la producono proprio come il sophon che ldquopuograve e non puograve essere chiamato col nome di Zeusrdquo28 egrave ldquoseparato da tutte le altre coserdquoraquo29 Il richiamo agli ultimi due frammenti consente pertanto alla pensatrice di portare ulteriori elementi allrsquoassunto di fondo cioegrave che a guidare la ricerca dei primi filosofi sia stata la necessitagrave di superare lrsquoangoscia di morte individuando nellrsquoeffimero mondo degli enti qualcosa che potesse essere ricondotta allrsquoesperienza del divino anche se certamente non nominabile col nome di nessuna delle divinitagrave tradizionali Ancora piugrave esplicito in questo senso il fr 30 DK citato a questo riguardo laquolrsquoEssere che non conosce nascita neacute morte si sostituigrave per i filosofi alla semplice nonmortalitagrave degli dei olimpici lrsquoEssere diventograve la vera divinitagrave della filo-sofia poicheacute secondo il celebre detto di Eraclito ldquonon lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquoraquo30 e poco dopo ri-conosce che nel frammento citato questa nuova sempiterna divinitagrave si chiama ancora kosmos laquo(non il mondo o lrsquouniverso ma il loro ordine e la loro armonia)raquo Nel saggio Il concetto di storia scritto molti anni prima proprio questo frammento eracliteo viene ricordato come esempio mirabile che esprime lrsquoidea che i Greci avevano dellrsquoordine cosmico e della natura in quanto insieme di cose che nascono da seacute appunto senza alcun intervento umano o divino31 in tal modo il kosmos del fr 30 viene a coincidere con la physis del fr 123 A questa natura armoniosa increata ed immortale e-ternamente presente nelle tre dimensioni del tempo si oppone ancora una volta la vita umana limitata nel suo corso rettilineo tra la nascita e la morte schiacciata quasi dal moto circolare dei processi biologici sem-pre rinnovantesi percheacute laquoquesto egrave lrsquoessere mortale muoversi in linea retta in un universo dove tutto ciograve che si muove segue semmai un moto ciclicoraquo32 Proprio questa labilitagrave dellrsquoesistenza umana ha determinato nel mondo greco la concezione dellrsquoufficio proprio della storia cioegrave salvare ciograve che accade allrsquouomo dallrsquooblio come chiaramente indica giagrave il proemio delle Storie di Erodoto

ERACLITO

Nel frammento n 52 [Diels] Eraclito afferma che La vita egrave un fanciullo che gioca che sposta i pezzi sulla scacchiera reggimento di un fanciullo in questo consiste il significato dellespressione di matrice eraclitea di Innocenza del divenire La metafora del gioco cosmico usata da Eraclito che la prendeva a prestito dalla mitologia greca in cui una delle figure del dio Zeus egrave proprio quella del bambino che gioca egrave alla base di molte ontologie non ultima quella di Friedrich Nietzsche 1) Il divenire panta rhei Fr A 6 (Platone Cratilo 402 a) Afferma Eraclito in qualche luogo che tutto

scorre (paacutenta choreicirc) e nulla permane (oudegraven meacutenei) Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo

26 Fr 22B 93 DK 27 Fr 22B 107 DK 28 Fr 22B 32 DK 29 Fr 22B 108 DK 30 Fr 22B 30 DK 31 Il concetto di storia in Tra passato e futuro trad it Milano 1991 pp 70-129 in part pp 70-71 e p 295 n 2 32 Ibid p 71 Lo stesso concetto egrave espresso in Vita activa La condizione umana trad it Milano 1964 (Chicago 1958) p 15 laquoQuesta vita individuale si distingue da tutte le altre cose per il corso rettilineo del suo movimento che per cosigrave dire taglia quello circolare della vita biologica La mortalitagrave egrave questo muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclicoraquo

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siamo e non siamo (DK 22 B 49a) Acque sempre diverse scorrono per coloro che simmergono negli stessi fiumi (DK 22 B 12)

2) La guerra dei contrari Fr B 126 Le cose fredde si riscaldano il caldo si raffredda lrsquoumido si dissec-

ca il riarso si inumidisce Pogravelemos (la guerra) egrave padre di tutte le cose di tutte re (DK 22 B 53) Bisogna perograve sapere che la guerra egrave comune a tutte le cose che la giustizia egrave contesa e che tutto accade secon-do contesa e necessita (DK 22 B 80) In questa guerra i contrari si danno reciproca comprensibilitagrave (dol-ce amaro sano malatohellip) a) guerra che egrave pace e armonia i contrari si danno senso a vicenda

Lopposto concorde e dai discordi bellissima armonia (DK 22 B 8) Non comprendono come pur discordando in se stesso egrave concorde armonia contrastante come quella dellarco e della lira (DK 22 B 51) Larmonia nascosta vale piuacute di quella che appare (DK 22 B 54)

b) coincidenza dei contrari ldquoNon dando ascolto a me ma al Logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo (DK FR 50) FR 39 ldquoil nome dellrsquoarco egrave vita ma la sua opera egrave morterdquo FR 16 ldquoNello stesso fiume entriamo e non entriamo siamo e non siamordquo Fr B 60 La strada allrsquoin su e allrsquoin giuacute egrave una so-la e la medesima

3) Il fuoco logos

a) Logos ragione che egrave veritagrave e legge b) tutto egrave Uno33 egrave DIO che quindi egrave armonia e unitagrave degli opposti (Il dio) egrave giorno notte inverno e-

state guerra pace sazietagrave fame e muta come il fuoco (DK 22 B 67) i) Questordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini

ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misu-ra (DK 22 B 30)

ii) Fr B 1 Di questo loacutegos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo a-scoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo loacutegos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli altri uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendo

4) Insufficienza della doxa desti e dormienti34 a) necessitagrave della ricerca anche percheacute la natura ama nascondersi b) il punto di partenza della ricerca deve essere la propria interioritagrave ldquoIo ho indagato me stessordquo

5) Lrsquoirraggiungibilitagrave dei confini dellanima Confini (peirata) allanima peregrinando non troverai pur se tenti ogni via a tal punto profondo egrave il suo logos

PARMENIDE

ldquoAnche Parmenide come Eraclito riflette esplicitamente sullopposizione ma egli si rivolge allopposizione suprema quella dove i due opposti non hanno alcuncheacute in comune e cioegrave quella dove uno dei due opposti - il niente - non egrave qualcosa che possa venire conosciuto e intorno a cui si possa parlare ma egrave lassolutamen-te niente lassoluto non-essere che non trova luogo allinterno dei confini del tuttordquo35 1) I Greci portano per la prima volta alla luce il senso dellessere e del niente

a) I Greci evocano questo significato terribile e radicale - il significato del niente - nella sua contrappo-sizione infinita allessere come lassoluta negativitagrave che non ha alcuncheacute dellessere In questo modo il processo del mondo acquista un carattere estremamente angosciante proprio percheacute il pensiero greco e questa cosa apparentemente astratta che egrave lontologia - la riflessione sullopposizione infinita tra lessere e il niente - evoca la minaccia estrema quella dellesistenza portata innanzi dallannien-tamento delle cose Ma il Greco evocatore della minaccia estrema eacute insieme il Greco che va alla ri-cerca del rimedio contro la minaccia estrema

33 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 34 La maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse si imbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembra (DK 22 B 17) Qual egrave infatti la loro mente e la loro intelligenza danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra senza sapere che i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni (DK 22 B 104) 35 SEVERINO La filosofia antica

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b) Parmenide evoca lestrema minaccia la contrapposizione infinita tra lessere e il niente ma insieme evoca il modo singolare di costruire un rimedio contro questa minaccia il rimedio egrave dato dalla meta-fisica e lontologia

2) In generale la prima grande soluzione la prima grande forma di rimedio al dolore egrave la filosofia se noi dovessimo fare rapidamente lelenco delle forme di rimedio dellOccidente dovremmo dire che a) la prima egrave la filosofia cioegrave il fatto di sapere in modo incontrovertibile il senso del mondo il senso u-

nitario del mondo b) Poi la grande forma di rimedio egrave - quando lesperienza antica del pensiero filosofico egrave andata al tra-

monto - il Cristianesimo c) e poi la scienza

3) Che cosa ci angoscia quando noi abbiamo a che fare con il dolore Non il dolore che noi attualmente pa-tiamo percheacute ciograve che patisco in questo momento - poniamo - ormai egrave accettato egrave ligrave e non cegrave nulla da fare percheacute ormai egrave recepito Angoscia invece il fatto che il dolore abbia a continuare facendoci chie-dere che ne saragrave di me tra un momento domani tra un anno Continueragrave questo dolore Langoscia allora si riferisce allimprevedibilitagrave del futuro e in questo caso il rimedio non puograve essere altro che la previsione del senso del tutto ecco percheacute prima abbiamo parlato anche di scienze percheacute la previsione scientifica saragrave in un certo senso lerede della previsione filosofica Previsione filosofica vuol dire episteacute-me questa grande parola greca che significa alla lettera la capacitagrave di stare steme deriva infatti dal verbo hiacutestasthai la capacitagrave di stare mentre epiacute vuol dire sopra dunque si tratta di stare sopra tutto ciograve che intende negare ciograve che sta Ciograve che sta egrave lapertura di senso lapertura del senso del tutto che intende stare e che si ritiene capace di imporsi su ciograve che presume negarla e insieme su tutti gli eventi che sopraggiungono e che costituiscono quello che oggi noi moderni chiameremmo la novitagrave della storia Lepisteacuteme egrave al di sopra di ogni innovazione storica questo egrave stato il grande sogno della filosofia da Parmenide ad Hegel Se si conosce incontrovertibilmente stando sopra ogni negazione e ogni evento sopraggiungente il senso del tutto allora si egrave in grado di prevederlo e la previsione rende spiegabile il dolore Percheacute il dolore dice Eschilo getta nella follia Proprio percheacute non ha senso fintantocheacute non si vede il senso del tutto a) Ebbene la soluzione di Parmenide egrave singolare percheacute successivamente lOccidente intenderagrave costrui-

re un sapere che sta sopra la minaccia del divenire controllandola guidandola e quindi costruendo al di sopra di esso quella serie di strutture immutabili che vanno dal Dio teologico al Dio cristiano alle strutture necessarie secondo le quali si sviluppa la storia

b) Parmenide adotta unaltra strada che non saragrave percorsa dallOccidente - era la strada piugrave vicina allO-riente Di fronte al divenire lOccidente dice Tu non mi minacci piugrave percheacute io ti prevedo e quindi prevedo il senso di ciograve che tu divenire fai irrompere su di me Prevedendo il senso di ogni irruzio-ne lirruzione non egrave piugrave limprevedibile angosciante e il dolore acquista senso lo stesso annienta-mento si inscrive in un ordine Questa egrave la voce della filosofia dellOccidente dopo Parmenide La sua voce invece egrave diversa e singolarmente vicina allOriente percheacute Parmenide dice al divenire Tu non esisti Questo egrave molto singolare percheacute tutto il pensiero non solo filosofico dopo Parmenide dice al divenire Tu esisti ma io ti domino e chi parla egrave appunto il rimedio cioegrave il sapere epistemico

c) Mentre nella soluzione post-parmenidea il dolore egrave vinto percheacute cegrave un padrone che domina il diveni-re la soluzione radicale di Parmenide egrave questa il divenire non minaccia piugrave non puograve essere nocivo percheacute non esiste Con questa cancellazione del divenire entriamo nel grande paradosso del pensie-ro di Parmenide che egrave la cancellazione del mondo con cui tutto langosciante tutto il terribile tutto lorrendo del mondo egrave illusione questo egrave il senso della doxa di Parmenide Ebbene questa egrave anche la strada percorsa dallOriente i Veda le Upanishad la ripresa buddista del bramanesimo sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto luomo egrave infelice percheacute non sa di essere felice per-cheacute non sa che il dolore egrave al di fuori di lui e che lui egrave un puro sguardo che non egrave contaminato dal dolore che gli passa innanzi cosigrave come lo specchio non egrave contaminato dallimmagine che si riflette in esso

D - K B2 laquoBisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non cegrave vera certezza Orbene io ti dico e tu dopo averlo ascoltato prendi cura del mio discor-so quali sole vie di ricerca siano pensabili Quella che dice che lessere egrave e che non egrave possibile che non sia e questo egrave il cammino della persuasione che si accompagna alla Veritagrave e quella che dice che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo io ti dico che egrave un sentiero inscrutabile neacute infatti potresti conoscere ciograve che non egrave - non egrave infatti possibile - neacute dirlo Lo stesso infatti egrave pensare ed essereraquo

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1) Il logos a) Per Parmenide come in Eraclito tra la realtagrave la ragione umana e il linguaggio esiste una sostanziale

identitagrave dallordine del mondo provengono lordine della mente che lo pensa e della lingua che lo descrive Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identitagrave

b) Il rapporto essere - pensiero non egrave solo unimplicazioneegrave anche una replicazione (si tratta cioegrave di una equivalenza) in quanto secondo Parmenide non solo tutto ciograve che pensiamo egrave ma anche tutto ciograve che egrave puograve essere pensato Non esiste secondo Parmenide un essere inaccessibile al pensiero Cegrave una equivalenza fra essere e pensabilitagrave ciograve che egrave egrave pensabile e ciograve che egrave pensabile egrave

c) In piugrave approfondendo una distinzione implicita nei pitagorici e in Eraclito opera una differenza tra pensiero e sensi il primo egrave in grado di conoscere la realtagrave universale il logos i secondi non possono che fermarsi alle apparenze le doxai Solo il logos puograve condurre allaletheia la veritagrave

2) Essere o non essere Il nodo centrale della filosofia di Parmenide egrave lessere

a) Nel frammento 2 la dea gli indica le vie i metodi di ragionamento che sono le sole pensabili lu-na [che dice] che egrave e che non egrave possibile che non sia egrave il sentiero della Persuasione (giaccheacute que-sta tien dietro alla veritagrave laltra [che dice] che non egrave e che egrave necessario che non sia Si riferisce alla via dellessere e alla via del non essere

b) Ma che vuol dire via dellessere Consideriamo un qualsiasi oggetto Tra le sue caratteristiche la piugrave importante quanto lapalissiana egrave quella di essere di esistere E invece non possiamo pren-dere una cosa che non esiste proprio per il fatto che non esiste In piugrave dato che lo stesso egrave il pen-sare e lessere (frammento 3) non si puograve nemmeno pensare a una cosa che non egrave percheacute basta il pensiero a renderla esistente Questo intende Parmenide la via che ammette che le cose sono e che egrave necessario che siano (non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste sarebbe una con-traddizione) e la via che ammette che esistono cose che non sono (e quindi la via dellerrore) In fi-nale lessere egrave (le cose che esistono esistono) e il non essere non egrave (le cose che non esistono non esistono) una magistrale (e forse la prima) applicazione del principio didentitagrave (un ovvio principio di logica una cosa egrave uguale a se stessa e diversa dal suo contrario)

c) La nascita dellontologia Mentre il linguaggio corrente e il pensiero dei primi filosofi non badano al fatto che le cose a cui pensano siano Parmenide esamina questo e in questo sta la sua origina-litagrave Ogni cosa egrave diversa da unaltra questo insegnano il senso comune i fisiologi e soprattutto Era-clito il filosofo della molteplicitagrave e del divenire Ma per quanto differenti avranno almeno una cosa in comune esistono entrambi Sono enti Enti egrave il termine tecnico che traduce il ta onta greco ovvero le cose che sono Ed egrave logico dimostrare che le cose che sono sono Egrave questa egrave lontolo-gia ovvero il discorso sullessere in quanto tale

3) Essere pensiero e linguaggio Data lidentitagrave tra veritagrave parola e pensiero tre sono gli aspetti fon-

damentali della filosofia di Parmenide a) lontologia e giagrave ne abbiamo parlato b) la gnoseologia solo ciograve che egrave egrave pensabile c) il linguaggio le cose che esistono trovano espressione adeguata allinterno del discorso

4) Gli attributi dellessere Essere perde la sua radice verbale e diventa un participio sostantivato to on (ciograve che egrave) e come tale gli si possono dare degli attributi Questo passaggio avviene per differen-ziare ulteriormente lessere dal non essere e impedire quindi di intraprendere la via dellerrore Allo stes-so modo non essere diventa il non essere quindi ciograve che non egrave to me on Quali le caratteristiche dellrsquoessere36

36 [] Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che egrave Lungo questa vi sono indizi in gran numero [Lrsquoessere] essendo ingenerato egrave anche imperituro tuttrsquointero unico immobile e senza un termine a cui tenda Non mai era ne saragrave percheacute egrave ora tuttrsquoinsieme [10] uno continuo Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Infatti non si puograve neacute dire neacute pensare ciograve che non egrave E quandrsquoanche quale necessitagrave puograve averlo spinto Lui che comincia dal nulla a nascere dopo o prima [15] Di modo che egrave necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla Giammai poi la forza della convinzione verace concederagrave che dallrsquoessere alcuncheacute altro da lui nasca Perciograve neacute nascere neacute perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami ma lo tiene fermo []

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a) ingenerato e imperituro Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Se egrave nato prima non era Ma non poteva esistere una cosa che non era quindi lessere egrave ingenerato Analogamente non avragrave fine

b) non ha passato neacute futuro se era ora non egrave piugrave Se saragrave ancora non egrave Dato che lessere egrave diverso dal non essere si trova in una condizione di presente atemporale egrave e basta

c) senza fine se ha una fine al di lagrave di quella fine non egrave piugrave il che egrave assurdo d) intero continuo e indivisibile Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna

parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di es-sere Se non fosse continuo cosa si frapporrebbe tra le parti se non il non essere che non esiste Neacute ugualmente ha senso che una cosa egrave piugrave di unaltra

e) unico se ve ne fossero piugrave di uno dovrebbero essere diversi Ma se uno egrave laltro poicheacute egrave diverso non egrave il che egrave impossibile Smonta cosigrave la molteplicitagrave della natura caratteristica dei fisiologi prima e di Eraclito poi

f) immobile se si sposta nel posto dove si trovava prima cegrave qualcosa di diverso quindi il non essere questo non esiste quindi lessere egrave immobile e il pantha rei di Eraclito egrave un palese errore

g) definito da tutti i lati e simile a una sfera per Parmenide che risente del pensiero pitagorico linfini-to egrave una mancanza e una imperfezione a differenza del pensiero comune moderno Inoltre lessere non dovrebbe avere lati diversi percheacute presupporrebbero discontinuitagrave (pensiamo allo spigolo di un qualsiasi poliedro) Pertanto lintuizione associa la finitezza allassenza di discontinuitagrave alla perfezione solo nella forma geometrica della sfera

5) Le tre vie Ora che abbiamo chiarito cosa sia lessere torniamo al discorso delle vie dei metodi di ra-

gionamento per descrivere la realtagrave a) Uno quello dellessere attraverso il puro ragionamento e il logos conduce allaletheia b) Il secondo quello del non essere conduce immancabilmente allerrore

i) Dire che la luce i colori le cose le case gli uomini sono significa ammettere che il niente egrave Le differenze del mondo hanno un significato che non coincide con il significato dellessere que-sta non coincidenza vuol dire la loro diversitagrave dallessere e cioegrave che sono non essere Se allora lamante o amico del mondo vuol dire il mondo egrave egli deve anche dire Il niente egrave La ra-gione dellOccidente nasce qui dallesigenza di tener ferme le determinazioni - potremmo dire lesigenza di non contraddirsi Se si afferma che il mondo molteplice egrave si afferma che il niente egrave

ii) Allora abbiamo questa conclusione straordinaria Parmenide proprio per evitare che il niente sia proprio per evitare di identificare lessere al niente afferma che le cose sono niente che le diffe-renze sono niente se si afferma il mondo se si egrave amici del mondo si sta nella pazzia che identi-fica lessere e il niente

iii) Dato che la frase alla base di questo metodo egrave il non essere egrave questo non puograve essere un me-todo logico (si contraddice) pertanto non si puograve pensare quindi non si puograve dire ma se non si

[23] E come potrebbe lrsquoessere esistere in futuro E come potrebbe essere stato in passato Poicheacute se fu non egrave e cosi non egrave se dovragrave essere in futuro [25] In tal modo il nascere egrave spento e non crsquoegrave traccia del perire Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di essere Per questo egrave tutto continuo difatti lrsquoessere egrave a contatto con lrsquoessere [30] Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere neacute principio neacute fine dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace E rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta in se stesso e cosi rimane ligrave immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [35] lo costringe nelle catene del limite che intorno lo avvolge percheacute bisogna che lrsquoessere non sia incompiuto egrave infatti non manchevole se lo fosse mancherebbe di tutto [] [46] Ma poicheacute vi egrave un limite estremo egrave compiuto da ogni lato simile alla massa di ben rotonda sfera di ugual forza dal centro in tutte le direzioni che egli infatti non sia neacute un porsquo piugrave grande neacute un porsquo piugrave debole qui o lagrave egrave necessario [50] Neacute egrave infatti possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile neacute crsquoegrave la possibilitagrave che lrsquoessere sia dellrsquoessere qui piugrave lagrave meno percheacute egrave del tutto inviolabile Dal momento che egrave per ogni lato uguale preme ugualmente nei suoi confini [DK 28 B 8 vv 5-19 23-37 46-53]

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puograve pensare neacute dire allora non egrave quindi questo metodo non esiste Allora percheacute lha tirato fuo-ri Forse per amore di completezza o chissagrave Egrave la via che percorrono normalmente gli uomini

c) Cegrave unaltra via Quella che viene da questa frase Lessere egrave e il non essere egrave Egrave la via delle opi-nioni plausibili

6) Bicefali Da questa prima via di ricerca [quella del non essere] infatti ti allontano eppoi inoltre da

quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa (frammento 6) La seconda via presuppone sia che si segua lessere sia il non essere quindi luomo che la segue ragiona contemporaneamente in due modi contraddittori luno con laltro e per questo ha due teste Percheacute egrave lincapacitagrave [di decidere] che nel loro petto dirige lerrante mente ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditi gente che non sa decidersi da cui lessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici Lincapacitagrave di decidere tra lessere e il non essere impedisce loro di giungere alla veri-tagrave e pertanto si devono limitare alle doxai In sostanza Parmenide si colloca agli antipodi di Eracligraveto per il quale il divenire egrave il modo di essere del-lessere della realtagrave e si pone altresigrave agli antipodi di un qualsiasi tentativo di osservare e studiare la realtagrave partendo da aspetti materiali di essa

7) Una lettura contemporanea di Parmenide37 (sulle orme di Severino) Rifacendosi a suggestioni hei-

deggeriane (lEssere come Logos laquoraccoglimento originarioraquo) Sangiacomo afferma che a) lEssere egrave relazione laquolEssere si lega allEssere e contemporaneamente lEssere egrave legato allEssereraquo

(p 44) Due sono le conseguenze una egrave che solo il non-essere quale negazione dellEssere egrave ne-gazione di ogni relazione e laquorifiuta per definizione ogni legameraquo (p 43) laltra strettamente corre-lata alla prima egrave che si deve ammettere nellEssere una molteplicitagrave di differenze

b) Il parricidio linclusione platonica della molteplicitagrave nellEssere egrave cosigrave giustificato sulla base della stessa definizione dellEssere laquodire che lEssere egraveimplica vedere a un tempo nellEssere quellele-mento agente che tiene unito il molteplice sia la molteplicitagrave passiva delle differenze che si lasciano raccogliere dallUno in un tuttoraquo (p 46) Si puograve sostenere dunque in termini quasi spinoziani che nessuna cosa esiste di per seacute sostanziata come un sinolo ma tutte esistono soltanto in relazione con le altre laquole differenze non sono un insieme di realtagrave di per seacute sostanziali o ontologicamente in-dividuali quanto piuttosto un complesso olistico in cui ciascuna trova il suo esserci esclusivamente nel suo essere differente da tutte le altreraquo (p 45) Dire che lEssere egrave equivale a dire che oltre al-lEssere non cegrave nulla tutto ciograve che egrave egrave nellEssere quindi lEssere la totalitagrave del positivo egrave Assolu-to legato solo a se stesso Questa assolutezza laquoimpone [] che lEssere stesso sia limitato solo da niente e che questo stesso limite sia un limite nullo siccheacute lEssere non puograve che risultare un che di il-limitato cioegrave di infinitoraquo (p 49) Proprio percheacute in-finito lEssere risulta aperto mai tutto dato di-veniente laquolessenza dellinfinito egrave proprio nella tensione al compimento e nel travalicare i limiti an-gusti che vorrebbero confinarlo nellistante finito del dato di ciograve che sta e che egrave stato LEssere non sta lEssere di-viene nel senso che non egrave mai giunto tutto egrave questo eterno continuare a darsiraquo (p 175) LEssere egrave un orizzonte perennemente aperto eterna fioritura che non cessa mai di sbocciare

c) La conseguenza egrave che lEssere egrave divenire dato che lEssere non ammette nulla fuori di seacute il divenire non puograve essere negazione dellEssere ma la sua stessa manifestazione laquopoicheacute nessun infinito puograve essere in qualche modo dato e compiuto [] il divenire egrave la dimensione dellinfinitagrave dellEssere [] o ancora leterno differenziarsi delle differenzeraquo (p 50) Per non pensare contraddittoriamente il divenire come passaggio dallEssere al nulla occorre emendare anche il concetto di tempo lEssere egrave movimento infinito e li-stante finito non egrave che unastrazione laquoNascita e morte non sono i confini della nostra esistenza ma la dimostrazione ontologica che noi giagrave da sempre siamo di piugrave di qualco-sa che nasce e muore e che il nostro essere egrave piugrave di questo essere finito che si vuole comprimere tra queste due barriereraquo (p 180) Il laquoquestoraquo egrave lisolamento dellente in un attimo immobile e visto che lEssere egrave relazione tale isolamento coincide con la sua nientificazione essere egrave sempre relazionarsi ad altro tanto piugrave lente laquoegrave assolutizzato nella sua finitudine piugrave egrave assimilato a un nienteraquo (p 174)

d) Conseguenze etiche Lrsquouomo egrave qualcosa laquoche egraveraquo in quanto al pari di tutto il resto appartiene allrsquoIntero delle molteplici differenze che animano lrsquoEssere Se il suo esserci consiste nel suo essere in quanto differenza ovve-ro solo per altro e non in se stesso allora egli dal punto di vista ontologico non soltanto non puograve porsi come un soggetto che distingue innanzi a seacute il mondo degli oggetti pronti a farsi da lui domina-re ma lrsquoesistenza dellrsquoaltro agisce sulla sua medesima esistenza e la condiziona in modo essenziale io sarograve in funzione di questrsquoaltro da cui differisco e da cui mi distinguo tanto che ogni modificazione

37 A SANGIACOMO La sfida di Parmenide Verso la Rinascenza Il Prato Padova 2007

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che subisce lrsquoalteritagrave si riflette su ciograve che io sono Ovvero per ogni modifica che lrsquouomo tenta di ap-portare a ciograve che lo circonda egli deve essere consapevole che nella stessa misura e nella stessa maniera modificheragrave inevitabilmente se stesso Quando dunque lrsquouomo tenta di agire sulla realtagrave plasmandola secondo i suoi fini egli agisce conte-stualmente su seacute medesimo modificandosi in modo proporzionale e corrispondente Non si dagrave mai cioegrave la possibilitagrave di un agire unilaterale in cui lrsquooggetto dellrsquoazione subisca passivamente Al contra-rio poicheacute nessuna cosa esiste in seacute ma solo per altro ogni alterazione o modifica riguarda sempre tutti i termini in modo piugrave o meno marcato piugrave o meno diretto certamente ma comunque senza esclusioni giaccheacute tutti esistono in quanto raccolti insieme resi un Tutto e quindi reciprocamente connessi tanto che ogni alterazione non egrave mai solo lrsquoalterazione di una certa parte limitata dellrsquoinsieme ma riguarda sempre la totalitagrave e quindi si riflette necessariamente su chi la opera Ebbene incamminarsi su simili considerazioni porta inevitabilmente a rinunciare a qualsiasi pretesa di dominio di possesso o di potere sulla realtagrave che ci circonda lrsquouomo non solo non ha il diritto ma non ha nemmeno la possibilitagrave ontologica di dominare imponendosi sullrsquoaltro giaccheacute dominio si-gnoria possesso implicando la distinzione tra il dominatore e il dominato e il potere unilaterale che il primo esercita sul secondo sono categorie estranee allrsquoEssere dunque chi vi presta fede finisce semplicemente con lrsquoilludersi che sia ciograve laquoche non egraveraquo Quindi io riconosco tutta la dignitagrave che spetta a ciograve che egrave altro da me rinunciando ad annullarla nel tentativo di ridurla a mia immagine e somiglianza giaccheacute questo sarebbe nientrsquoaltro che un modo per annullare la differenza su cui si regge lrsquoesserci di entrambi Rinuncio pure a ogni contrasto con lrsquoaltro o ogni opposizione ad esso rinuncio ad ogni lotta e ad ogni tentativo di supremazia cessando di considerare come nemico ciograve che mi egrave diverso si tratti di uomini o di forze della natura giaccheacute riconosco pure che egrave su questa medesima diversitagrave che io posso fondare il mio essere me stesso ma pure cessando di ritenere che sia necessario difendere la mia diversitagrave dallrsquoaltro poicheacute essa egrave tale proprio per lrsquoaltro

Essere parmenideo principio di non contraddizione e logica astraente

La dottrina dellrsquoessere ndash quale egrave ricostruibile dai frammenti pervenutici ndash fornisce delle precise regole di for-malizzazione di ogni discorso futuro che voglia assurgere al carattere di discorso vero tale in quanto fonda-to Pensare egrave pensare lrsquoessere su questa evidenza si dipana lrsquoargomentazione parmenidea Il dire egrave il dire lrsquoessere nella forma del pensiero poicheacute laquo(hellip) infatti lo stesso egrave pensare ed essere (28 B 3 DK)raquo Partendo dallrsquooggetto del proprio discorso ndash lrsquoessere ndash Parmenide giunge a caratterizzare il modello del pro-prio argomentare essere e pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dellrsquouno coincide con il fondamento dei caratteri dellrsquoaltro I termini con i quali Parmenide tratteggia lrsquoEssere sono oramai universalmente noti ma su di un frammento in particolare crediamo sia doveroso soffermarsi nuovamente Il frammento 28 B 2 DK38 afferma infatti (hellip) lrsquouno che egrave e che non egrave possibile che non sia (hellip) lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia (hellip)39 Normalmente il passo viene interpretato come la prima formulazione del principio di non contraddizione che fonda la necessitagrave del discorso logico differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale ovvero pre-logico mitico Di fatto perograve Nel famoso Proemio40 delle cavalle conducono Parmenide dinnanzi alla Dea che gli riveleragrave la via della veritagrave egrave una precipua sanzione divina a garantire la tenuta del discorso parmenideo sullrsquoessere e a

38 Orsugrave io ti dirograve ndash e tu porgi lrsquoorecchio alle parole che odi ndash quali sono le vie di ricerca che sole son da pensare lrsquouna che egrave e non egrave possibile che non sia e questa egrave la via della Persuasione (giaccheacute segue la veritagrave) [5] Lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo ti dico egrave un sentiero inaccessibile ad ogni ricerca Percheacute il non-essere non puoi conoscerlo (infatti egrave impossibile) neacute esprimerlo [DK 28 B 2] 39 Sono rispettivamente i versi 3 e 5 del frammento 40 Le cavalle che mi portano fin dove vuole il mio cuore

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sottrarlo ad ogni dialettica Il soggetto egrave muto di fronte a tale trascendenza indicante il metodo (appunto come meta-hodos) mediante il quale rendere intelligibile il senso del reale lrsquoessere e la via della sua com-prensione appartengono alla divinitagrave Questo cammino che conduce alla Dea e quindi alla veritagrave egrave infatti laquo(hellip) fuori dalla via battuta dagli uomini (hellip) (28 B 1 DK)41raquo Non vi egrave pertanto rottura netta tra mythos e logos il pensiero di Parmenide abita il mito il logos tenta semmai di costruire una pratica discorsiva a partire dalle medesime regole di formazione dellrsquoordine veritati-vo del mito connotando queste ultime di maggiore precisione e dotandosi di un fondamento apparente-mente autoevidente e autoreferenziale sul cui parametro commisurare la tenuta del proprio argomentare e delle conseguenze che ne derivano La via diventa appunto methodos metodo e il sapere da questo presen-tato scientifico In questo senso lrsquoelemento originale e caratteristico dellrsquoordine di discorso parmenideo risiede nel fatto che egrave la strutturazione e la caratterizzazione dellrsquooggetto stesso del discorso ndash lrsquoessere - a rendere disponibile gli elementi sui quali istituire appunto lrsquoordine del discorso attraverso ndash in primis ndash la formulazione del sopran-nominato principio di non contraddizione Ma attenzione Se come detto pensiero ed essere coincidono e se lrsquoessere svela i propri caratteri costitutivi attraverso una mediazione di ordine trascendente venendosi a presentare come un dato (nel significato letterale del termine) divino lo stesso principio di non contraddizio-ne verragrave da Parmenide ad essere posto come fondamento della logica come un dato Il principio di non contraddizione appare dotato di una necessitagrave intrinseca autoevidente che determina come propria conseguenza operativa lrsquoesclusione dalla pratica discorsiva di quelle enunciazioni e di quei concetti che risultano incompatibili con le premesse detto altrimenti ogni discorso non puograve accogliere in seacute elementi che lo rendano contraddittorio Ma questo atto di esclusione che in questa veste appare come momento secondario e consequenziale instaurato cioegrave in una temporalitagrave successiva dallrsquooriginario principio logico di non contraddizione egrave anteriore rispetto a questrsquoultimo Ersquo una pratica discorsiva che procede alla costituzione del suo statuto sulla scorta della rimozione della differenza e della discontinuitagrave ndash come Mircea Eliade ha fatto emergere per lrsquoontologia primitiva ndash e che attraverso la suddetta sanzione divina assume una forma istituzionale e assolutizzata attorno ad un nucleo forte la dottrina dellrsquoessere e il conseguente principio di non contraddizione la cui necessitagrave appare ndash pertanto ndash come carattere instaurato derivato e non piugrave originario Non egrave la necessitagrave implicita nel principio di non contraddizione a rimuovere la differenza ma egrave la precedente eliminazione dellrsquoalteritagrave della molteplicitagrave e quindi della diversitagrave contraddittoria a de-terminare lrsquoidentitagrave della necessitagrave ossia il non poter essere diverso da ciograve che si egrave Si ripropone quella visione della stabilitagrave e della permanenza che ritiene vero dotato di senso e reale sola-mente ciograve che non si trasforma non diviene Il principio di non contraddizione e quello di identitagrave (scaturen-

anche ora mi condussero via dopo che le dee mi ebbero guidato sulla via molto famosa che per ogni cittagrave porta lrsquouomo che possiede il sapere lagrave venni condotto lagrave mi portarono le molto avvedute cavalle [5] tirando il carro e le fanciulle additavano il cammino Lrsquoasse infuocato nei mozzi mandava un suono stridente (poicheacute drsquoambo i lati era tratto da due ben curvati cerchi) ogni qual volta le figlie del Sole abbandonate le case della Notte affrettavano il corso a guidarmi verso la luce liberando il capo dai veli [10] Ivi egrave la porta che mette ai sentieri della Notte e del Giorno e ai due estremi la chiudono lrsquoarchitrave e la soglia di pietra e la riempiono in alto nellrsquoetere grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce tiene le chiavi dallrsquoalterno uso Ad essa allora le fanciulle rivolsero dolci parole [15] ed abili la convinsero a toglier per loro in un baleno la sbarra che chiude la porta e questa si spalancograve aprendo lrsquoimmenso vano dei battenti e facendo girare lrsquoun dopo lrsquoaltro nei loro incavi i cardini gravi di bronzo fissati con perni e chiodi e lagrave prontamente attraverso la porta [20] le fanciulle guidarono carro e cavalli lungo la strada E benigna la dea mrsquoaccolse e mi prese la destra e cosigrave parlograve dicendomi queste parole laquo O giovane condotto da guide immortali che vieni alla nostra casa portato dalle cavalle [25] sii il benvenuto Poicheacute non fu un avverso destino a mandarti per questa via (che egrave invero lontana dallrsquoorma dellrsquouomo) ma la legge divina e la giustizia Ma ora devi imparare ogni cosa e il cuore che non trema della ben rotonda Veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non egrave vera certezza [30] Ma tuttavia anche questo imparerai come lrsquoapparenza debba configurarsi percheacute possa veramente apparir verosimile penetrando il tutto in tutti i sensi raquo [DK 28 B 1] 41 Verso 26

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te come visto dalla necessitagrave della rimozione della diversitagrave messo in opera dal primo postulato) implicano lrsquoesistenza di un unico mondo possibile quello ndash per lrsquoappunto ndash dellrsquoessere parmenideo del puro ora che attraverso la sua sanzione divina egrave dato come eterno laquo(hellip) neacute una volta era neacute saragrave percheacute egrave ora insieme tutto quanto uno continuo (hellip) (28 B 8 DK)42raquo Lrsquoessere riassume in seacute passato presente e futuro egrave allora uno continuo il sempre presente laquo(hellip) percheacute tutto intero e eguale (28 B 8 DK)43raquo Lrsquoessere egrave il permanere identico nellrsquoidentico egrave quindi immobile saldo in un unico luogo poicheacute presente assoluto e indivisibile La realtagrave tende cosigrave a perdere i caratteri di temporalitagrave che le sono propri per essere rimandata a una dimensione eminentemente spaziale lrsquoessere come intero (oulon) che include ndash ingloban-dolo - il molteplice e tutela la realtagrave dal divenire Lrsquoessere nel suo articolarsi viene e connotarsi di conse-guenza come il luogo extratemporale ove gli enti sono tolti (astratti) dal loro accadere e privati della loro li-bertagrave nel momento in cui sono ricondotti a questa dimensione trascendente governata da necessitagrave Il principio di non contraddizione veicola pertanto questa concettualizzazione della temporalitagrave che diverragrave costitutiva di quegli ordini discorsivi che si muoveranno nellrsquoorizzonte logico reso disponibile da questo Il principio di non contraddizione configura inoltre un logos che a partire dal punto di vista istituito (ale-theia) come intellezione della veritagrave dellrsquoessere mediante un suo disvelamento mediato dalla divinitagrave mostra una capacitagrave ricostruttiva di tutta la realtagrave (imperialismo del logos) la veritagrave egrave una ed egrave quella affermata dal logos e non puograve essere altrimenti essendo necessaria laquolegge divina (themis) e giustizia (dike) (28 B 1 DK)44raquo Il pensiero non puograve che ri-affermare con un andamento circolare e autoreferente questa necessitagrave che le egrave propria e ribadire ndash quindi ndash lrsquounicitagrave dellrsquoessere del reale rimuovendo la diversitagrave la differenza la molteplicitagrave e la discontinuitagrave il tempo come divenire mutamento Ci troviamo di fronte allrsquoemergenza di un pensiero astratto ovvero di un pensiero che procede alla ricostru-zione della molteplicitagrave del reale mediante un processo di entificazione di oggetti extratemporali universali e necessari La veritagrave egrave attinente solamente allrsquoessere dellrsquoente cosigrave costituito

Eraclito parmenide

1) La ricerca di un rapporto tra EraclitoParmenide si fonda su un presupposto Il presupposto non egrave teore-

tico ma alla sua radice assiologico si assume cioegrave il giudizio di valore che un metodo di storiografia fi-losofica sia tanto piugrave buono quanto piugrave riesca a riconoscere e intendere la veritagrave delle diverse e anche opposte filosofie che fa oggetto di trattazione Poicheacute le filosofie sono molte e lrsquooggetto di cui parlano egrave uno solo riconoscere la peculiare veritagrave di ogni filosofia equivale a intendere ogni filosofia come un momento della veritagrave complessiva dellrsquooggetto fon-damento unico di ogni sapere che lo riguarda Il che significa che questrsquooggetto devrsquoessere abbastanza complesso e multiforme per fondare come momenti della veritagrave sua tesi decisamente contrastanti co-me in apparenza - o meglio in prima istanza - si presentano per esempio le filosofie di Eraclito e di Par-menide Siccome poi complessitagrave e multiformitagrave non significa accumulo sincretico ma coerente struttura logico-ontologica ecco che si impone di per seacute la questione della dialettica come interno principio costitutivo di una tale struttura dellrsquooggetto filosofico E poicheacute qui lrsquoassunto metodologico rischia di confondersi con lrsquooggetto che egrave destinato a trattare egrave op-portuno senzrsquoaltro rivolgersi a tale oggetto lasciando che il metodo si mostri da seacute

2) egrave opportuno muovere dalla formulazione ldquomanualisticardquo tradizionale della tesi storiografica che qui si vuole assumere Leggiamo dunque sulla Storia della filosofia del De Ruggiero45 (la sottolineatura egrave nostra) ldquoDella complessa concezione eraclitea lrsquoantichitagrave classica ha apprezzato lrsquoaspetto piugrave apparente quello della varietagrave e della mutevolezza delle cose e ne ha fatto perciograve un termine di contrasto con la filosofia eleatica dovrsquoegrave accentuato lrsquoaspetto dellrsquounitagrave e dellrsquoimmobilitagrave e il divenire egrave degradato a mera apparen-za ingannatrice In realtagrave come vedremo il contrasto sussiste ma egrave piugrave profondo esso sta fra le due logiche tra la dialettica degli opposti che fonda lrsquoidea dello sviluppo e la logica dellrsquoidentitagrave che chiude lrsquouniverso entro forme stabili e immote Questo piugrave profondo significato non poteva fin dal principio esse-re inteso percheacute la consapevolezza dei princigravepi formali delle due logiche era ancora scarsa nei fondatori

42 Versi 5-6 43 Verso 22 44 Verso 28 45 GDe Ruggiero Storia della Filosofia Laterza Bari 1967 10 voll

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dei due indirizzi che immediatamente traducevano o per cosigrave dire versavano lrsquoidentitagrave e lrsquoopposizione nelle cose naturali Solo nellrsquoetagrave socratica quando lrsquoanalisi concettuale saragrave divenuta lrsquooggetto proprio della filosofia alcuni elementi di quel contrasto affioreranno alla lucerdquo 46 Bisogna dunque prima di tutto vedere in che consista il contrasto fra queste ldquodue logicherdquo

3) La logica dellrsquoidentitagrave - per eccellenza quella aristotelica - afferma comrsquoegrave noto che (semplificando e formalizzando)47 Non egrave possibile che sia insieme ldquoA egrave Brdquo e ldquoA non egrave Brdquo Se ne inferisce immediatamente lrsquoidentitagrave dellrsquoente con se stesso e la sua differenza da ciograve che egrave diffe-rente da lui ldquoA egrave Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo Ma comrsquoegrave altrettanto noto la logica dialettica lungi dal disconoscere queste relazioni le considera piut-tosto un punto di arrivo che il dato evidente originario Si consideri infatti Nella relazione ldquoA egrave Ardquo che in quanto tautologica si direbbe la stessa evidenza originaria vi egrave nondimeno una struttura relazio-nale implicita che ne fa la dimenticata (hegelianamente si dovrebbe dire ldquotoltardquo) complessitagrave ontologica Tale struttura si fa evidente considerando nellrsquoordine che ( I ) Nella relazione ldquoA egrave Ardquo il primo A egrave differente dal secondo A Lrsquoidentitagrave esprime infatti lrsquoimporsi fenomenologico di una stessa determinazione che confrontata con se stessa rivela la sua identitagrave con seacute Ma appunto il confronto e-sige una duplicitagrave di termini quella corrispondente alla geminazione predicativa ( II ) Se ne conclude che lrsquoente A per poter porre lrsquoidentitagrave con seacute deve prima di tutto istituire una differenza tra seacute e seacute e poi negarla (cioegrave ldquotoglierlardquo) ldquoArdquo (forma ancora arelazionale dunque asintattica) ldquoA egrave Ardquo (ma il primo egrave differente dal secondo dunque ) ldquoA egrave non-Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo (cioegrave i termini sono bensigrave due ma non sono diversi dunque ) ldquoA egrave Ardquo ( III ) Questo ldquoandar fuori di seacuterdquo dellrsquoente per poi tornare in seacute negando la negazione che ne fa alcuncheacute di differente da se stesso egrave comrsquoegrave noto il ritmo stesso della logica dialettica Tale ritmo depone la sua parvenza artefatta e mostra la sua vivente veritagrave quando lo si consideri come lrsquointerno processo di un Assoluto che secondo il celebre passaggio della Fenomenologia hegeliana non venga piugrave concepito semplicemente come sostanza ma ldquoaltrettanto decisamente come soggettordquo cioegrave come lrsquooriginaria ldquoimmane potenza del negativordquo48 ( IV ) Dunque la complessitagrave ontologica della relazione ldquoA egrave Ardquo sta nel fatto che essa cela in seacute il suo contrario ldquoA egrave non-Ardquo e puograve stabilirsi per ciograve che egrave nella sua intuitiva apparente semplicitagrave solo negando quel contrario ldquoA non egrave non-Ardquo Questrsquoultima egrave la forma concreta dellrsquoidentitagrave ldquoA egrave Ardquo Mentre la logica dellrsquoidentitagrave assicura la coerenza del pensato ma congela in questa coerenza ogni pos-sibilitagrave di sviluppo dellrsquoente - non per caso il divenire resta millenariamente impensabile allrsquointerno della logica dellrsquoidentitagrave - la logica dialettica opera allrsquointerno di questa coerenza e mostra lo sviluppo reale

46 GDe Ruggiero opcitvolI La filosofia greca tomo I p127

47 Aristotele Metaphysica IV 1005 b 19 segg in Opere Laterza Roma-Bari 1973 volIII p94 traddi ARusso ldquoErsquo impossibile che il medesimo attributo nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazionerdquo ldquoErsquo impos-sibile infatti supporre che la medesima cosa sia e non sia come certuni credono che invece ritenga Eraclitordquo 48 GWFHegel Fenomenologia dello Spirito traddi EDe Negri La Nuova Italia Firenze 1979 volI pp13 e 26

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dellrsquoente implicante quel negativo o quella contraddizione intrinseca allrsquoattivitagrave del pensante (il soggetto egrave e non egrave lrsquooggetto dunque lrsquooggetto egrave e non egrave se stesso) che resta infine tolta nella raggiunta identitagrave (Ersquo un fatto almeno strano che realisti e materialisti assertori di un essere extra-mentale tendano a col-locarsi come i piugrave tenaci oppositori dellrsquoidealismo nella cui logica dialettica non si fa appunto che dar conto di questo essere extra-mentale o reale il cui sviluppo appunto reale avviene al di sotto del livello mentale dellrsquoidentitagrave e come sua implicita condizione la contraddizione tolta al livello mentale della lo-gica dellrsquoidentitagrave egrave appunto la legge dello sviluppo reale nel quale lrsquoente va fuori di seacute e costituisce nella sua contraddizione di esser-se-stesso e non-esser-se-stesso appunto la materia dellrsquoidentitagrave logica)

4) Di fronte a Eraclito e a Parmenide sta quindi una configurazione oggettiva di nessi da cui si possono iso-lare per astrazione due opposte esigenze a) La prima egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-identico-a-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta

nellrsquoesser-tornato-in-seacute o nellrsquoaver tolto la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente spirituale o pensato

b) La seconda egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-differente-da-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta nellrsquoesser-fuori-di-seacute o del mostrare la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente natu-rale o reale

Il secondo egrave dato immediatamente anzi egrave lo stesso darsi immediato dellrsquoessere o apparire dellrsquoessere a se stesso come oggetto quale imposizione fenomenologica veicolata dalla sensibilitagrave tipicamente il di-venire eracliteo Il primo egrave dato mediatamente anzi egrave la stessa mediazione originaria o apparire dellrsquoessere a se stesso come soggetto sebbene nellrsquoalienazione oggettivante che ne fa un ente compatto e indivisibile per il to-gliere della differenza cioegrave in-dividuo tipicamente lrsquoessere parmenideo Il supposto conflitto tra la visione eraclitea e quella parmenidea avente il suo centro elementare nellrsquoopposizione sensi ragione di cui costituisce in qualche modo la radice si riduce dunque in unrsquoosservazione dialettica a tutto campo al fronteggiarsi di due opposte astrazioni che solo nella loro unitagrave concreta hanno la loro veritagrave Ersquo chiaro che lrsquoessere di Parmenide egrave lrsquoessere del divenire che da es-so deve tuttavia far astrazione per necessitagrave di coerenza logica data lrsquoattuale mancanza di unrsquoontologia del negativo (salvo il ricacciarlo nella problematica doxa che tante perplessitagrave ermeneutiche ha solleva-to e che si potrebbe a questo punto comodamente definire come la dimensione del tolto Si potrebbe vedere come Parmenide accanto alla veritagrave necessaria sia in qualche modo costretto ad ammettere la liceitagrave di una doxa per quanto pregiudicata da vizio di irrealtagrave49) Cosigrave egrave chiaro che il divenire di Eraclito egrave un divenire essente o identico a se stesso come lo vuole Parmenide che tuttavia da tale essenza de-ve almeno in prima istanza far astrazione per necessitagrave di apertura fenomenologica (salvo il riconoscer-lo come logos E qui si deve svolgere una considerazione piugrave approfondita)

5) Si egrave detto prima che a) il divenire eracliteo deve almeno in prima istanza far astrazione dallrsquoidentitagrave con seacute che ne farebbe

un piugrave complesso equivalente dellrsquoente parmenideo Questa prima istanza egrave attestata dai celebri ldquoframmenti del fiumerdquo50 dove lrsquoimmediatezza del divenire egrave tutta tradotta nellrsquoesperienza spazio-temporale della sensibilitagrave

b) In Eraclito crsquoegrave perograve una seconda e superiore istanza in cui ancora in termini dialettici il divenire si presenta riflesso in se stesso o pensato e come tale identico con seacute i frammenti qui sono numero-sissimi ma basti ricordare la definizione del divenire come legge di guerra o logos51 e lrsquoaffermazione che ascoltando non Eraclito ma lo stesso logos ldquoegrave saggio convenire che tutto egrave unordquo52 Questo pas-saggio che Eraclito compie con un possente colpo drsquoala (fattualmente dialettico da lui intuito come lo schiudersi di una superiore veritagrave metafisica) egrave il vero motivo del suo giustificato orgoglio e della sua reiterata polemica contro la vana erudizione53 e contro gli uomini ciechi e sordi54 per di piugrave ostili a quanto non capiscono55

49 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 1 vv31-32 ldquoMa tuttavia anche questo apprenderai come le apparenze bisognava giudicasse che fossero chi in tutti i sensi tutto indaghirdquo 50 22 B 12 ldquoAcque sempre diverse scorrono per coloro che srsquoimmergono negli stessi fiumirdquo B 49a ldquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamordquo B 91 ldquoNello stesso fiume egrave impossibile scendere due volterdquo (traddi GGiannantoni) 51 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 52 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 53 22 B 40 ldquoSapere molte cose non insegna ad avere intelligenzardquo

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Si tratta cioegrave di mostrare lrsquoessere immutabile del divenire che Eraclito chiama volta a volta polemos o legge di guerra56 logos57 ldquounordquo58 ldquofuocordquo59 ldquodiordquo60

c) La doxa parmenidea e questa seconda istanza eraclitea sebbene dialetticamente simmetrici hanno quindi un ben diverso valore i) La simmetria sta in ciograve che entrambi rappresentano lrsquoopposto astratto da cui si fa inizialmente

astrazione ii) Ma mentre la doxa parmenidea resta per cosigrave dire in margine come un residuo che non si puograve

neacute accettare neacute annullare il logos eracliteo campeggia a tutto tondo ed esprime sebbene in as-senza di una coerente ontologia il contenuto concreto dellrsquoente parmenideo quel che almeno virtualmente ne contiene lo sviluppo in quella millenaria fatica che si inizia diciamo col Sofista di Platone In un quadro dialettico dunque la filosofia di Eraclito egrave virtualmente piugrave concreta di quella di Parmenide - anche se questa concretezza non puograve affatto rivendicarsi come tale prima che il ldquoparricidiordquo platonico ai danni e in onore di Parmenide non venga consumato61

6) Il tutto si puograve schematizzare cosigrave a) Ersquo necessario riconoscere che tutto diviene b) Ersquo necessario riconoscere che il non essere egrave impensabile e che pertanto il divenire che implica il

passaggio dallrsquoessere al non essere e viceversa egrave razionalmente inammissibile c) Quando tuttavia si sia ammesso il divenire dando credito piuttosto ai sensi che alla ragione egrave lo

stesso divenire ad esigere come sua condizione di possibilitagrave quellrsquoindiveniente che la ragione esige d) Quando viceversa si sia ammessa lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere dando credito piuttosto alla ragione che

ai sensi il divenire attestato dai sensi resta a portare la contraddizione nella stessa ragione costrin-gendola a distinguere lrsquoessere dallrsquoapparire mentre poi (contraddizione su cui non mancheragrave di gio-care la Sofistica) lo stesso apparire egrave

7) le due filosofie nonostante lrsquoirrisolto problema di coerenza ontologica convergono su unrsquounica veritagrave - la veritagrave di un oggetto che egrave immutabile nel suo mutare uno nella sua molteplicitagrave eterno nella sua tem-poralitagrave Su questrsquooggetto per di piugrave vi egrave in Eraclito e in Parmenide unrsquoattestabile convergenza circa il modo di conoscenza che egrave la ragione a) La dichiarazione egrave del tutto esplicita in Parmenide62 in cui lrsquoopposizione alla sensibilitagrave egrave ovvia percheacute

intrinsecamente coerente con la veritagrave che intende rendere evidente b) Ma non egrave meno decisa in Eraclito che pur accoglie primariamente unrsquoevidenza fenomenologica atte-

stata proprio dai sensi Infatti i sensi sono dichiarati ldquocattivi testimoni per gli uomini che hanno ani-me barbarerdquo63 mentre solo seguendo ldquociograve che egrave comunerdquo64 - comune alle cose il logos oggettivo

54 B 17 ldquoLa maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse srsquoimbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembrardquo B 34 ldquoAssomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono di loro testimonia il prover-bio lsquoPresenti essi sono assentirsquordquo 55 B 97 ldquoI cani infatti abbaiano a coloro che non conosconordquo 56 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 57 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 58 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 59 B 30 ldquoQuestrsquoordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquo 60 B 67 ldquoIl dio egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame e muta come lt il fuocogt quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaroma di ognuno di essirdquo 61 Platone Sophista 241 d in Opere Laterza Roma-Bari 1974 volI p401 traddi AZadro ldquoSTRDI ELEA Allora di questo io ti voglio pregare ancora con maggiore insistenza TEET Di che cosa STRDI ELEA Non credere che io divenga quasi un parricida TEET E per-cheacute mai STRDI ELEA Percheacute per difenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso del nostro padre Parmenide e dovremo sostenere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egraverdquo 62 HDiels-WKranz B 8 vv1-4 ldquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti co-stringa lungo questa via a usar lrsquoocchio che non vede e lrsquoudito che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongordquo 63 22 B 107 ldquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbarerdquo

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dellrsquoarmonia dei contrari comune agli uomini appunto la ragione che porta gli uomini fuori dalla ldquopropria e particolare saggezzardquo di chi si chiude in se stesso come se stesse dormendo65 - egrave possibile pervenire allrsquounica e comune veritagrave di ldquocoloro che sono destirdquo66

c) Questo appello alla ragione di entrambi i pensatori non egrave senza significato poicheacute solo in prima i-stanza i sensi attestano il divenire e la ragione lrsquoessere in seconda e ultima istanza come si egrave mo-strato lo stesso divenire non sarebbe tale senza quella riflessione concettuale in se stesso che ne fa ldquoleggerdquo logos ldquofuocordquo eccetera La convergenza poi egrave ampiamente documentabile su un piano piugrave generale non solo alla veritagrave si giunge con la ragione superando il dato immediato dei sensi - come si egrave appena mostrato nei due pensatori - ma tale veritagrave egrave fuori del cammino degli uomini che non la comprendono e si pone per-tanto come veritagrave divina Si veda per questo in Parmenide lrsquointero prologo del poema67 e in Eraclito da un lato i numerosissimi frammenti sullrsquoignoranza degli uomini che non intendono il logos dallrsquoaltro il frammento sullrsquoenigmatica rivelazione di Apollo delfico68

GORGIA

Sofista Egrave la netta antitesi a Parmenide scrive Sul non essere o sulla natura Lopera volendo dimostrare lautocontraddittorietagrave del concetto di essere e la non coincidenza dei piani realtagrave-pensiero-linguaggio ruota fondamentalmente attorno al problema del conoscere del pensare e del dire lessere 1) Nichilismo

Fr 82 B 3 DK (Sesto Empirico Contro i matematici VII 65-87) 1 Gorgia da Leontini fu anche lui del gruppo di coloro che escludono una norma assoluta di giudizio non perograve per le stesse obbiezioni che muoveva Protagora e la sua scuola Infatti nel suo libro intitolato Del Non essere o Della natura egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro 1) nulla esiste 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibile allrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile e inspiegabile agli altri a) Non esiste lrsquoessere la prova egrave che i filosofi si contraddicono Che nulla esiste egrave dimostrabile dal fatto

che se esistesse qualcosa sarebbe o lessere o il non-essere oppure entrambi Escludendo il non-essere che non egrave si passa allessere Esso sarebbe infinito o generato Se fosse infinito allora non egrave in alcun luogo preciso e quindi non esiste Se fosse generato allora lo sarebbe dal non-essere (e non potrebbe) o dallessere Ma lessere lo egrave giagrave e non puograve generare Quindi nulla egrave

b) se esiste non egrave conoscibile non esiste coincidenza essere pensiero ci sono pensati che non esistono c) se fosse conoscibile non sarebbe dicibile non egrave possibile comunicare tramite il linguaggio ciograve che egrave

Il linguaggio non ha nulla a che fare con la veritagrave non egrave possibile dire ad altri come realmente stan-no le cose

2) Non esiste neacute veritagrave neacute opinione Le tre tesi di Gorgia stanno dunque a significare che quella realtagrave di cui parlano i filosofi precedenti sia come realtagrave naturale fuori delluomo sia come discorso scientifico sulla materia egrave in effetti un nulla per luomo cioegrave non lo riguarda affatto Percheacute luomo egrave a contatto direttamente solo con i suoi pensieri e le sue sensazioni e non con le cose stesse In altre parole se cegrave una conoscenza questa riguarda solo e sempre quei fatti concreti individuali relativi che sono le sensa-zioni e i discorsi che su di esse costruiamo volta a volta e in maniera sempre diversa Ecco allora che occorreragrave indagare il singolo fatto la singola esperienza e non piuacute fatti o leggi generali e universali se non vogliamo rischiare di fare discorsi a vuoto Il nostro orizzonte si restringeragrave ma acquisteragrave in com-penso in concretezza ed in vivacitagrave percheacute metteragrave veramente a nudo le ragioni piuacute vere di un fatto di un avvenimento e solo cosiacute ne coglieragrave la veritagrave

64 B 2 ldquoBisogna dunque seguire ciograve che egrave comune Ma pur essendo questo logos comune la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezzardquo 65 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 66 B 89 ldquoUnico e comune egrave il mondo per coloro che son destirdquo 67 29 Ivi 28 B 1 vv1-30 68 B 93 ldquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma indicardquo

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3) Significato e possibilitagrave della parola in Gorgia la veritagrave non esiste quindi il linguaggio egrave totalmente distaccato dalla veritagrave esso non consiste nellenunciazione di conoscenze bensigrave nella persuasione (nel-lencomio di Elena Gorgia prende le difese di Elena colei per la quale aveva avuto inizio la guerra di Troia il discorso egrave in realtagrave un puro sfoggio di virtuositagrave oratorie Gorgia con larte persuasoria dimostra le cose piugrave assurde) a) La parola egrave una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le ope-

re piugrave divine b) La mutevolezza dei discorsi egrave richiesta dalla necessitagrave di adattarsi alle circostanze le quali in senso

lato comprendono le disposizioni drsquoanimo cosigrave dellrsquooratore come dellrsquouditore il momento il luogo la persona a cui si parla o di cui si parla etc Bisogna conoscere le diverse regole del discorso per non urtare contro le regole dellrsquoopportunitagrave variare convenientemente lrsquoeloquio scegliere ciascuna forma in consonanza con ciascun caso

La parola non piugrave legata allrsquoessere puograve essere lsquomanipolatarsquo la retorica finalizzata alla persuasione Qui sta anche la giustificazione della poesia in Gorgia

PLATONE

La fondazione della metafisica

1) Sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro Socrate Platone compie un grandioso tentativo di co-

gliere lessenza delle realtagrave di dare alla conoscenza un ancoraggio oggettivo fondato sulle capacitagrave del-lintelletto umano superando il relativismo e il soggettivismo dei sofisti e il mondo sensibile cui questi erano rimasti ancorati I problemi che Platone di trova ad affrontare (visti i suoi interessi politici e la ne-cessitagrave di trovare i fondamenti di una vera politica che ci metta in condizione di non tornare ad uccidere Socrate) sono a) Cercare qualcosa che permetta di poter giudicare in modo sicuro dei dati sensibili senza essere in ba-

lia di essi b) necessitagrave di un discorso unitario per le scienze singole e poi per la politica quindi trovare un princi-

pio primo per tutte le scienze in modo che ognuna sappia quale sia il suo bene e quello generale In questo senso la filosofia egrave politica

c) necessitagrave dopo la morte di Socrate di fondare i valori che restino tali nelle diverse situazioni e di e-vitare il pericolo che il valore venga a coincidere con lrsquoutile del piugrave forte

2) la scoperta della metafisica Egrave il modo in cui Platone imposta e risolve il problema metafisico con la

scoperta della trascendenza che si egrave imposta in maniera paradigmatica come determinante nello svi-luppo del pensiero occidentale Lo stesso Aristotele accetteragrave questa impostazione del problema e il nu-cleo centrale della sua problematica dellrsquoldquoessere in quanto essererdquo consiste proprio nella domanda se lrsquoessere si risolve in quello sensibile o se invece si deve ammettere unrsquoaltra forma di essere al di sopra di quello sensibile a) Platone e i fisici limite della loro riflessione

i) I problemi di fondo della filosofia posti fin dal suo nascere sono i seguenti percheacute le cose ldquosi generanordquo percheacute ldquosi corromponordquo percheacute ldquosonordquo Le soluzioni di questi problemi proposte dai filosofi che hanno sviluppato lrsquoldquoindagine sulla naturardquo ossia dai filosofi naturalisti sono state tut-te quante di carattere ldquofisicordquo ossia sono state formulate tutte quante sulla base di elementi e di forze fisiche (acqua aria fuoco caldo freddo e simili) Ma nel fare questo hanno reso evidente e addirittura macroscopica lrsquoinconsistenza e le contraddizioni di questo modo di pensare e quin-di la sua incapacitagrave di spiegare le cose in modo conveniente

ii) Uno spiraglio per la soluzione del problema avrebbe potuto offrirlo Anassagora con la sua teoria che indica nellrsquoIntelligenza la causa di tutto ma lrsquoottica secondo cui egli trattava il problema che era quella stessa dei Naturalisti ha reso vana la sua intuizione in quanto ha continuato poi a far riferimento agli elementi e alle forze fisiche lasciando lrsquoIntelligenza inoperante Anassagora a-vrebbe dovuto spiegare il criterio secondo cui lrsquoIntelligenza opera ossia come i vari fenomeni per essere debbano essere strutturati in funzione del ldquomegliordquo e quindi in funzione di una pre-cisa conoscenza del meglio e del peggio ossia del ldquoBenerdquo e del ldquoMalerdquo La confusione in cui egrave caduto Anassagora corrisponde a quella in cui cadrebbe colui che sostenesse la tesi secondo cui Socrate fa tutto ciograve che fa con lrsquoIntelligenza ma poi di fatto credesse di poter spiegare la ragio-ne per cui egrave andato in carcere e vi egrave rimasto chiamando in causa i suoi organi di locomozione

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(gambe ossa nervi) e non indicando quella che egrave invece la ldquovera causardquo ossia la scelta del giu-sto e del meglio fatta appunto dalla sua Intelligenza Evidentemente senza le gambe Socrate non sarebbe potuto andare in carcere ma esse non sono se non gli strumenti di cui si egrave avvalso per mettere in atto la vera causa ossia la sua scelta del meglio Dunque ciograve che lega insieme le cose non sono certamente gli elementi fisici ma qualcosrsquoaltro ossia il Bene in funzione del quale lrsquoIntelligenza opera

iii) Le cause fisiche che pure sono reali non sono perograve le cause ultime ma sono delle con cause cause che sono strumento di altre cause che sono le vere cause

b) Seconda navigazione69 perchegrave ci deve essere il soprasensibile Non possiamo fermarci alla prima navigazione percheacute ci porta fuori rotta in quanto troppo legata ai sensi che ci accecano Quindi egrave ne-cessario spostare la nostra attenzione e fondarsi sul logos

69 Platone Fedone 99 A-102 A SOCRATE Se uno dicesse che io senza le mie ossa i miei nervi e tutte le altre parti del mio corpo non sarei in grado di fare quello che intendo fare direbbe bene ma se dicesse che io faccio le cose che faccio proprio a causa di quelle parti del corpo e che facendo le cose che faccio io agisco si con la mia intelligenza ma non in virtu della scelta del meglio allora costui ragionerebbe con grandissima legge-rezza Questo vuol dire non essere capace di distinguere tra la vera causa e il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere causa E mi sembra che i piu andando a tastoni come nelle tenebre e usando un nome che non gli conviene chiamano in questo modo il mez-zo come se fosse la causa stessa Ed e questo il motivo per cui qualcuno ( Empedocle) ponendo intorno alla terra un vortice suppone che la terra resti ferma per effet-to del movimento del cielo mentre altri ( Anassimene Anassagora Democrito) la pongono sotto laria come sostegno come se la ter-ra fosse una madia piatta Ma costoro non cercano quella forza per la quale terra aria e cielo hanno attualmente la migliore posizione che potessero avere ne credono che abbia una potenza divina sono convinti di aver trovato un Atlante piu potente piu immortale e piu capace di tenere luniverso e non credono affatto che il bene e il conveniente siano cio che veramente lega e tiene insieme tutto cio Io per poter apprendere quale sia questa causa mi sarei fatto col piu grande piacere discepolo di chiunque ma poiche la ignoravo e non mi fu possibile scoprirla da me ne apprenderla da altri ebbene vuoi che ti esponga Cebete la seconda navigazione ( deuteros plous) che intrapresi per andare alla ricerca di questa causa CEBETE Altro che se voglio SOCRATE In seguito a questo poiche ero stanco di indagare le cose sensibili mi parve di dover star bene attento che non mi capitasse quello che capita a coloro che osservano e studiano il sole quando ce leclissi perche alcuni si rovinano gli occhi se non guardano la sua immagi-ne rispecchiata nellacqua o in qualche altra cosa del genere A questo pensai ed ebbi paura che anche lanima mia si accecasse completamente guardando le cose con gli occhi e cercando di co-glierle con ciascuno degli altri sensi Percio ritenni di dovermi rifugiare nel postulare certi discorsi e di considerare in questi la verita delle cose esistenti Forse il paragone che ora ti ho fatto in un certo senso non calza giacche io non ammetto di certo che chi considera le cose alla luce di questi postulati le consideri in immagini piu di chi le considera nella realta Comunque io mi sono avviato in questa direzione e di volta in volta prendendo per base quel postulato che mi sembra piu solido giudico vero cio che concorda con esso sia rispetto alle cause sia rispetto alle altre cose e cio che non concorda lo giudico non vero () Mi accingo a mostrarti quale sia quella forma di causa su cui mi sono a fondo impegnato e percio torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si e parlato e da esse incomincio partendo dal postulato che esista un bello in se e per se un buono in se e per se un grande in se e per se e cosi via Ora se tu mi concedi e convieni che esistano veramente queste realta spero partendo da queste di mostrarti quale sia quella causa e di scoprire perche lanima e immortale CEBETE Ritieni pure che io te lo conceda e cerca di concludere presto SOCRATE Allora guarda se le conseguenze che da questi postulati derivano ti sembrano essere le stesse che sembrano a me A me sembra che se ce qualcosaltro che sia bello oltre al bello in se esso sia bello esclusivamente perche partecipa del bello in se E cosi dico di tutte le altre cose Sei daccordo su questa causa CEBETE Sono daccordo SOCRATE Allora io non comprendo piu e non posso piu conoscere le altre cause quelle di cui parlano i sapienti E se qualcuno mi dice che una cosa e bella per il suo colore vivo o per la figura fisica o per altre ragioni del tipo di queste io tutte queste cose le saluto e le mando a spasso perche con esse mi confondo e solo questo tengo per me semplicemente rozzamente e forse ingenuamente nessunaltra ra-gione fa essere quella cosa bella se non la presenza o la comunanza di quel bello in se o quale altro sia il modo in cui ha luogo questo rapporto Su tale rapporto io non voglio ora insistere ma insisto semplicemente nellaffermare che tutte le cose belle sono belle per il bello Questa mi pare che sia la risposta piu sicura da dare a me e agli altri e aggrappandomi a essa penso di non poter mai cadere e che sia sicuro per me e per chiunque altro rispondere che le cose belle sono belle per il bello Non pare anche a te CEBETE Mi pare SOCRATE () Se poi qualcuno volesse appigliarsi al postulato medesimo lo lasceresti parlare e non gli risponderesti fino a che tu non avessi con-siderato tutte le conseguenze che da esso derivano per vedere se esse concordano o non concordano fra loro

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i) I due esempi di Platone (1) una cosa bella Lrsquoesempio della bellezza egrave molto chiaro la bellezza del quadro che il pittore

dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere non sono in alcun modo riducibili al colore alla tela al marmo neacute ad alcun altro dei materiali di cui gli artisti fanno uso Questi elementi non sono le cause della bellezza ma solo ldquocon-causerdquo os-sia i mezzi di cui si avvalgono per la realizzazione della Bellezza-in-seacute-e-per-seacute

(2) Socrate in carcere ii) Naturalmente ciograve che vale per la bellezza dice il nostro filosofo vale anche laquoper tutte quante le

coseraquo a cominciare dalle conoscenze matematiche e da quelle concernenti tutte le realtagrave in tutti i loro aspetti Ci deve essere una lsquoformarsquo idea che non si esaurisce nelle singole realtagrave (nessun oggetto esaurisce lrsquoidea) (1) Un aspetto molto importante dellidea egrave quello epistemologico quello logico Lidea egrave lUno

che dagrave ai fenomeni la loro unitagrave Con la partecipazione allunitagrave dellidea i molteplici oggetti percepibili diventano quello che essi sono

(2) Lidea egrave perograve al tempo stesso modello perfetto di quello che rappresenta e grazie alla sua perfezione ed immutabilitagrave si differenzia dalle cose sensibili che partecipano ad essa Nel campo etico le idee sono immediatamente anche norme Lrsquoidea rappresenta il metro di valu-tazione di giudizio quindi rappresenta il dover essere della realtagrave

(3) Egrave norma della realtagrave e in questo senso egrave la vera realtagrave una realtagrave superiore al mondo dellrsquoesperienza sensibile Egrave una realtagrave non sensibile (proprio percheacute niente del sensibile la esaurisce) egrave una realtagrave stabile e proprio per questo potragrave essere oggetto di scienza mentre del mondo sensibile dellrsquoesperienza sensibile ci saragrave solo doxa (e qui egrave possibile superare le obiezioni dei sofisti)

(4) Secondo Platone noi constatiamo mediante i sensi lrsquoesistenza di cose ldquougualirdquo ldquomaggiorirdquo e ldquominorirdquo ldquoquadraterdquo e ldquocircolarirdquo e di altre analoghe Ma ad una attenta riflessione noi scopriamo che i dati che lrsquoesperienza ci fornisce non si adeguano mai in maniera perfetta al-le corrispondenti nozioni che tuttavia noi possediamo indiscutibilmente nessuna cosa sensi-bile egrave mai perfettamente e assolutamente uguale a unrsquoaltra o perfettamente quadrata o cir-colare e ciononostante noi abbiamo nozioni e concetti di uguale di quadrato e di circolo ldquoassolutamente perfettirdquo Pertanto fra le conoscenze che noi abbiamo esiste un ldquodislivellordquo le intelligibili contengono un ldquoplusrdquo rispetto a quelle sensibili Donde puograve mai derivare questo ldquoplusrdquo Se non proviene dai sensi allora deve provenire da noi stessi Ma non puograve venire da noi stessi come creazione del soggetto pensante percheacute nemo dat quod non habet il sog-getto pensante non crea ma ldquotrova in seacuterdquo questo plus Lo trova in seacute come qualcosa che a lui si impone assolutamente E poicheacute non lo produce allora non si puograve se non concludere che questo plus lo ricavi da seacute per anamnesi ossia ldquoricordandolordquo come un ldquooriginario pos-sessordquo Anche non pochi moderni matematici e filosofi della matematica darebbero ragione (in buona misura) a Platone Bertrand Russel (in un saggio giovanile del 1901 in Mind) scri-veva laquoLrsquoaritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprigrave gli Indiani dellrsquoOvest e noi non creiamo i numeri non piugrave di quanto egli abbia creato gli India-niraquo

c) Due piani dellrsquoessere egrave il risultato della seconda navigazione ed egrave una distinzione decisiva per tutta la filosofia (solo a partire da adesso si potragrave parlare di materialismo) Due piani dellrsquoessere in cui il vero essere egrave proprio quello soprasensibile intelligibile

3) Iperuranio

a) significato di idealdquoIdeardquo non egrave una traduzione ma la semplice traslitterazione dellrsquooriginario greco La traduzione sarebbe quella di ldquoFormardquo i) Le cose che cogliamo con gli occhi fisici sono forme fisiche le cose che cogliamo invece con

lrsquoocchio dellrsquoanima ossia con lrsquointelligenza sono forme non fisiche ossia intelligibili pure essen-ze Dunque quelle Idee che si raggiungono mediante la laquoseconda navigazioneraquo sono le eterne

E qualora dovessi rendere conto del postulato stesso tu dovresti darne ragione procedendo alla stessa maniera cioe ponendo un ulte-riore postulato quello che ti sembri il migliore fra i piu elevati via via fino a che tu non pervenissi a qualcosa di adeguato E cosi se vuoi scoprire qualcosa degli esseri non farai confusione come la fanno invece coloro che di tutte le cose discutono il pro e il contro e che mettono in discussione insieme il principio e le conseguenze che da esso derivano Di questo essi non dicono nemmeno una parola e non si danno premura perche si compiacciono di mescolare insieme tutte le cose con la loro sapienza Ma tu se sei un filosofo farai credo quello che dico

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Forme o Essenze del bene del bello del giusto e di tutti i valori supremi che lrsquoIntelligenza nei momenti supremi della sua capacitagrave conoscitiva quando si muove nella dimensione dellrsquointelligibile riesce a raggiungere e quindi a ldquovedererdquo a ldquocontemplarerdquo

ii) Le Idee sono realtagrave oggettive assolute che la mente non produce le coglie con il concorso dellrsquoesperienza ma procedendo appunto mediante lrsquoanamnesi oltre lrsquoesperienza

b) nuovo archegrave c) caratteri delle idee

i) intelligibilitagrave coglibili solo mediante lrsquointelligenza Quindi sono incorporee Infatti lrsquointelligibile in quanto non egrave coglibile con i sensi che sono legati al corporeo trascende la dimensione del cor-poreo e in tal senso egrave ldquoincorporeordquo

ii) Immutabilitagrave le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come laquovero essere raquo ossia un essere che non nasce non perisce non cresce neacute diminuisce non muta neacute diviene in alcuna maniera ossia come essere in seacute In effetti il divenire proprio per il suo continuo mutare non spiega se medesimo e pertanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere che mutua dalle Idee

iii) Il carattere della immutabilitagrave viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo che riteneva tutte le cose prive di stabilitagrave in quanto trascinate da un perenne flusso (laquotutto scorreraquo diceva Eraclito)

iv) E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui lrsquouomo egrave misura di tutte le cose e ciascuna delle cose egrave cosigrave come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono laquoin seacute e per seacuteraquo ossia non relative ma hanno carattere di ldquoperseitagraverdquo ossia sono assolute e scrive laquoEgrave evidente che le cose in se stesse hanno una propria essenza stabile non sono in rapporto con noi neacute sono trascinate da noi in su e in giugrave con la nostra immaginazione bensigrave sono per se stesse in rapporto con la loro essenza come sono per naturaraquo

v) In breve lrsquoimmutabilitagrave e lrsquoessere in-seacute-e-per-seacute delle Idee sono caratteri che esprimono la loro oggettivitagrave e assolutezza (1) Un mutamento dellrsquoIdea stessa del Bello ossia il suo diventare non-bella implicherebbe an-

che la distruzione totale di ogni bellezza partecipata e quindi lo scomparire di ogni forma di bellezza Platone con questa teoria ha voluto esprimere questo concetto la vera causa che spiega ciograve che muta non puograve mutare essa stessa altrimenti non sarebbe laquovera causaraquo os-sia non sarebbe la ragione ultimativa

(2) un altro esempio Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti non per questo lrsquoIdea di giustizia verrebbe a mancare verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti Drsquoaltra parte proprio nellrsquoaffermare che tutti gli uomini sono ingiusti noi presupponiamo chiaramente lrsquoIdea di giustizia altrimenti non potremmo assolutamente parlare di ldquoin-giustirdquo

vi) tograve pantelograves on lessere per eccellenza vii) unitagrave Ciascuna Idea egrave una ldquounitagraverdquo e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essa parteci-

pano nella loro molteplicitagrave costituendo una molteplicitagrave unificata Riconduce a unitagrave la moltepli-citagrave egrave proprio lrsquoidea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare la molteplicitagrave sensibile

d) Iperuranio (mito) laquoIperuranioraquo significa ldquoal di sopra del cielordquo Questa metafora indica un luogo che non egrave affatto un luogo in senso fisico ma esprime ciograve che egrave oltre il luogo fisico in dimensione meta-fisica Il cielo egrave termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile) il ldquosopra-cielordquo egrave il sopra-visibile ossia il sopra-sensibile Platone nel descrivere lrsquoIperuranio dice espressamente laquoLrsquoessere che real-mente egrave incolore e privo di figura e non visibile che puograve essere contemplato solo dal pilota dellrsquoanima occupa tale luogoraquo Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non-luogo il soprasensibile il trascendente i) Non crsquoegrave dualismo le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtagrave sensibile e il

sensibile si spiega solo ricorrendo ad esse non puograve spiegarsi da seacute proprio percheacute egrave in se stesso contraddittorio Rapporto tra idee e realtagrave (1) mimesi il sensibile egrave imitazione delle idee (2) partecipazione la realtagrave sensibile partecipa allrsquointelligibile e proprio nella misura in cui vi par-

tecipa diventa essa stessa intelligibile (ogni cosa sensibile partecipa a piugrave idee contempora-neamente)

(3) comunanza tra idee e realtagrave proprio percheacute la realtagrave egrave causata dalle idee (4) presenza (5) paradigma o modello le idee rappresentano il dover essere della realtagrave

ii) Parmenide Eraclito e Platone Il tutto viene diviso in due livelli

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(1) il livello intelligibile in cui viene riconfermata la teoria di Parmenide con la differenza perograve che in Parmenide lrsquoessere egrave uno in Platone egrave molteplice anche se un molteplice non caotico come in Democrito ma organizzato

(2) il piano sensibile in cui viene riconfermata la validitagrave di Eraclito iii) Iperuranio e sua struttura Esiste una essenza per tutto ciograve che crsquoegrave quindi esiste una idea que-

sta molteplicitagrave di idee non egrave perograve in ordine casuale caotico Il mondo delle idee egrave strutturato secondo un ordine gerarchico e lrsquoordine dipende nella repubblica dalla vicinanza al Bene (1) Al vertice il bene che egrave come il sole (2) Poi le idee dei valori morali ed estetici (3) Le idee di (tutte) le cose sensibili (4) Gli enti matematici (5) (le idee degli oggetti artificiali)

iv) Bene oltre lessere e lintelligenza70 Il Bene per Platone egrave principio di tutte le altre idee nel sen-so che egrave causa sia della loro conoscibilitagrave sia della loro stessa essenza ossia il bene egrave ciograve che conferisce a tutte le altre idee la determinatezza che esse hanno Per questo Platone a proposi-to del bene lo definisce come epegravekeina tes ousias cioegrave al di lagrave dellessere o dellessenza Que-sto non significa che lidea del bene non sia cioegrave non sia anchessa essere significa che egrave al di sopra di quellessere che egrave costituito da tutte le altre idee Essa egrave il principio stesso dellessere E una dottrina molto importante percheacute ad essa si riallacceragrave poi il cosiddetto neoplatonismo soprattutto con Plotino nel III secolo dC quando il principio di tutta la realtagrave cioegrave lUno verragrave posto ugualmente al di lagrave dellessere e quindi anche al di lagrave del pensiero della pensabilitagrave (1) Ogni idea egrave quella che egrave in quanto riflette il Bene partecipa al Bene e da qui dipende il po-

sto che occupa nella gerarchia delle idee (2) Drsquoaltra parte ogni idea egrave causa della realtagrave fa sigrave che la realtagrave sia come egrave Bene che sia (3) In questo senso il Bene egrave il principio unificatore del tutto

4) revisione della teoria delle idee Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema Non dagrave risposte perograve non si possono abbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscen-za e della vita morale e politica a) Parmenide nel dialogo intitolato Parmenide il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni contro

la teoria platonica delle idee E questo egrave del tutto comprensibile se Parmenide avesse potuto legge-re i dialoghi di Platone certamente avrebbe riproposto contro la dottrina delle idee le sue obiezioni sullineliminabile contraddittorietagrave e quindi falsitagrave di ogni molteplice sia pure costituito da idee Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni Si limita a riprendere ironicamen-te il metodo zenoniano tentando di dimostrare che se scaturiscono conseguenze assurde dalla dot-trina delle idee conseguenze ancora piugrave assurde scaturiranno dallammettere lUno zenoniano e parmenideo i) rapporto Uno-molti

(1) lidea assoluta lrsquoidea vista come un atomo tutto egrave falso Gorgia lidea che egrave tutto egrave vero Protagora

(2) Uno assoluto esclusi il divenire la conoscibilitagrave la dicibilitagrave lrsquoessere Uno che egrave introduce la molteplicitagrave quindi il divenire la conoscibilitagrave e la dicibilitagrave

(3) la moltiplicazione allinfinito delle idee qualora lrsquoidea debba essere presente in ogni singola cosa

(4) lidea di terzo uomo (Aristotele) e il regresso allrsquoinfinito quindi lrsquoimpossibilitagrave di trovare lrsquounitagrave

ii) Uno e molteplice non possono essere assoluti quindi non puograve reggere neacute lrsquoipotesi di Parmenide (monismo assoluto) neacute quella di Democrito (pluralismo assoluto) Ci deve essere una via sinteti-ca di mezzo e cioegrave lrsquounitagrave di un molteplice unificato (1) Questo vale sia per il rapporto delle idee tra di loro

1(a) Lrsquoidea egrave una ma non egrave un atomo isolato insieme ce ne sono molte altre e assieme formano una unitagrave di sistema

1(b) Tra lrsquoaltro molte idee contengono altre idee (es generi e specie)

70 La Repubblica 509b-c SOCRATE Dirai credo che agli oggetti visibili il sole conferisce non solo la facoltagrave di essere visti ma anche la generazione la crescita e il nutrimento pur senza essere esso stesso generazione GLAUCONE E come potrebbe esserlo SOCRATE Puoi dire dunque che anche gli oggetti conoscibili non solo ricevono dal bene la proprietagrave di essere conosciuti ma ne otten-gono ancora lesistenza e lessenza anche se il bene non egrave essenza ma qualcosa che per dignitagrave e potenza trascende lessenza

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(2) sia per il rapporto idee-mondo lrsquoidea egrave lrsquounitagrave di una molteplicitagrave empirica b) Sofista nel Sofista Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-

Essere e di Essere La soluzione consiste nellosservare che quando uso lespressione verbale non-essere in realtagrave affermo soltanto una diversitagrave Se dico che il tavolo non egrave la sedia intendo dire che il tavolo egrave diverso dalla sedia Quindi il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alteritagrave La conseguenza egrave che se dico che il tavolo egrave il tavolo ed egrave diverso dalla sedia non pronuncio piugrave lespressione non egrave che per Parmenide era il segno della falsitagrave del molteplice ma mi muovo sempre sul piano dellEssere Lessere egrave affermato per ogni cosa nella sua identitagrave e sempre per quella cosa nella sua diversitagrave da tutte le altre Dunque si rimane sempre sul piano del positivo senza mai portarsi su quello del negativo Egrave per questo che la dialettica il rapporto tra i-dentitagrave e diversitagrave assume unimportanza enorme Se il Non-Essere egrave completamente risolto nellal-teritagrave egrave chiaro che Parmenide non puograve piugrave replicare in base alla contraddittorietagrave Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicitagrave dicendo che il tavolo egrave diverso dalla sedia affermo la realtagrave di due cose ma il molteplice egrave in quanto tale illusorio Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso il quale aveva detto che anche il molteplice se permanesse eternamente identico a se stesso sarebbe al-trettanto vero dellEssere e la caratteristica delle idee platoniche egrave proprio quella di rimanere eter-namente identiche a se stesse i) Lrsquoessere perfetto egrave vivo Percheacute vivo egrave anche intelligente Se egrave intelligente ed egrave vivo egrave anche

movimento ma insieme egrave in quiete in quanto sempre identico a se stesso e non coincide con nientrsquoaltro Abbiamo allora i cinque generi sommi essere movimento quiete identico e diverso generi sommi proprio percheacute tutto partecipa ad essi

ii) Ogni idea egrave immobilmente se stessa ma anche in ideale movimento verso le altre in quanto par-tecipa delle altre Quindi lrsquoessere egrave potenza forza dinamicitagrave relazione e viene superato lrsquoimmobilismo aleatico

iii) Egrave in questo dialogo che avviene il parmenicidio o parricidio (1) esiste il non essere (il diverso)71 Ogni idea egrave essere e molto piugrave non essere non esiste

lrsquoessere puro (Parmenide) ma lrsquoessere che egrave sempre sintesi di essere e di determinazioni ed ogni determinazione egrave quindi lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni

(2) a livello sensibile il non essere non egrave solo il diverso ma anche il nulla 5) Filebo e Timeo

a) Flebo Necessario un II passo nella seconda navigazione Le idee abbiamo visto che rappresentano lrsquounitagrave della molteplicitagrave sensibile Ora dal carattere dellrsquoldquounitagraverdquo delle Idee emerge un ulteriore pro-blema Infatti ciascuna Idea egrave ldquounardquo e in quanto tale spiega la molteplicitagrave delle cose che di essa partecipano Ma nel loro complesso le Idee sono esse stesse ldquomolterdquo Se cosigrave egrave che rapporti hanno fra di loro Crsquoegrave qualcosa di superiore da cui esse dipendono In effetti se le Idee risolvono i pro-blemi connessi alla molteplicitagrave dei sensibili appunto in quanto sono molte ripropongono un analo-go e piugrave complesso problema a livello soprasensibile Proprio in riferimento al mondo ideale Platone scrive laquoChe i molti siano uno e che lrsquouno sia molti egrave una cosa meravigliosa da affermareraquo Si rende pertanto necessaria una spiegazione metafisica a un secondo livello Come la sfera della molteplicitagrave del mondo sensibile dipende dalla sfera del mondo delle Idee cosigrave analogamente la sfera della molteplicitagrave delle Idee dipende da una ulteriore sfera di realtagrave da cui le Idee stesse derivano Questa sfera egrave costituita dai laquoPrincigravepi primi e supremi raquo e lrsquoindagine metafisica di tali ldquoprincigravepi primirdquo puograve ben chiamarsi protologia i) Dalle idee ai principi delle idee Uno ndash Diade infinita Filebo necessitagrave della terza navigazione

La laquodottrina delle Ideeraquo e la laquoteoria dei Princigravepiraquo costituiscono pertanto due distinti livelli di fondazione due piani successivi dellrsquoindagine metafisica due tappe successive della laquoseconda navigazioneraquo Egrave proprio questa seconda tappa della laquoseconda navigazioneraquo che Platone ha con-siderato come la trattazione di quelle laquocose di maggior valoreraquo che ndashcome egli dice nel finale

71 []Dunque evidentemente nella contrapposizione di una parte del diverso a una parte di ciograve che egrave posti questi due termini in contrapposizione fra loro non egrave se egrave lecito dirlo quella parte meno essere di ciograve che egrave in quanto tale poicheacute non ha il valore di op-posto di questo ma solo di diverso da esso []Teeteto - Egrave chiaro che ciograve che non egrave ciograve che noi cercavamo studiando il sofista non egrave altro che questo Lo straniero - Come hai detto ciograve non egrave inferiore quanto allessere a nessuna altra cosa E non occorre dire ormai coraggiosamente che ciograve che non egrave egrave saldamente ed ha una sua propria natura come vedemmo che il grande egrave grande e che il bello egrave bello e ciograve che non egrave grande non-grande e ciograve che non egrave bello non-bello Anche ciograve che non egrave per la stessa ragione vedemmo essere ed egrave non es-sendo ed egrave un genere da annoverare fra i molti altri che sono Oppure Teeteto vegrave ancora qualche perplessitagrave in ciograve (Platone Sofista 257c 258c a cura di A Zadro Laterza Bari 1971)

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del Fedrondash il filosofo in quanto tale laquonon mette per iscrittoraquo e tiene in serbo per lrsquolaquooralitagrave dialet-ticaraquo I principi a cui si dovrebbe ridurre tutto e che dovrebbero essere spiegazione di tutto (del sensi-bile e dellrsquointelligibile) sono lrsquoillimite (apeiron indeterminato) il limite (peras) il misto (il limite ordinato dal limite) la causa intelligente della mescolanza (necessaria solo per il mondo sensibile in quanto i principi primi sono intelligibili e per Platone lrsquointelligibile egrave superiore allrsquointelligente) (1) mondo sovrasensibile Al vertice protologico della metafisica platonica non crsquoegrave un unico Prin-

cipio primo e supremo bensigrave due Princigravepi lrsquoUno e la Diade La spiegazione di questa duplici-tagrave di princigravepi si ottiene solo se si intende la posizione storica in cui essa si colloca Il proble-ma metafisico per eccellenza per i Greci egrave stato per molto tempo il seguente percheacute ci sono i molti Percheacute e come dallrsquoUno derivano i molti Il problema si era imposto come decisivo soprattutto dopo la radicale esperienza dellrsquoeleatismo che negando ogni forma di non-essere aveva negato ogni forma di molteplicitagrave e aveva ridotto tutto lrsquoessere a unitagrave 1(a) LrsquoUno (principio dellrsquoessere della conoscibilitagrave e del valore egrave principio formale ed egrave

equivalente al Bene proprio percheacute lrsquoUno egrave ordine laquoil Bene egrave la misura perfettissima di tutte le coseraquo) come principio primo e supremo non egrave ovviamente lrsquoldquouno aritmeticordquo ma lrsquoldquoUno metafisicordquo ossia principio che dagrave unitagrave a tutti i livelli determinando e ordi-nando il principio antitetico Lrsquouno aritmetico non egrave se non una derivazione dallrsquoUno me-tafisico

1(b) La Diade o dualitagrave non egrave il ldquoduerdquo ma la radice della molteplicitagrave e della differenzia-zione a tutti i livelli La formula esoterica completa egrave questa laquoDiade indefinita di gran-de-e-piccoloraquo La Diade egrave concepita come dualitagrave di grande-e-piccolo nel senso che egrave in-finita grandezza e infinita piccolezza nel senso che egrave incomposta tendenza allrsquoinfinitamente grande e allrsquoinfinitamente piccolo in tutti i sensi del piugrave e meno mag-giore e minore e quindi egrave strutturale diseguaglianza In altri termini si puograve dire che la Diade nei suoi piugrave alti gradi egrave una sorta di laquomateria intelligibileraquo mentre nel suo grado piugrave basso egrave una laquomateria sensibileraquo come vedremo I due Princigravepi cosigrave intesi sono pertanto ugualmente originari anche se il primo dal pun-to di vista del valore egrave superiore al secondo Tuttavia malgrado la sua superioritagrave assio-logica non avrebbe potenza ed efficacia produttiva senza il principio antitetico Platone non poteva dedurre lrsquointera realtagrave dal primo principio in quanto il pensiero umano non aveva ancora raggiunto il concetto di una realtagrave spirituale infinita concetto questo che deriveragrave dalla cultura ebraica Per lrsquoesattezza bisogna precisare che non si dovrebbe neppure parlare di ldquoduerdquo princigravepi qualora si intendesse il ldquoduerdquo in senso aritmetico e non metafisico Infatti i numeri sono posteriori ai princigravepi e da essi derivati e il due non si puograve applicare ai princigravepi se non in senso metaforico ossia in senso prototipico Piugrave che di ldquodualismordquo dei princigravepi si dovrebbe parlare in modo piugrave corretto di ldquobipolarismordquo in senso appunto metafisico protologico

1(c) Ma ecco come il bipolarismo indichi lrsquoasse portante della concezione platonica dellrsquoessere Ogni forma di essere deriva da una mediazione sintetica dellrsquoUno principio unificante determinante e armonizzante e della Diade principio di molteplicitagrave di diffe-renziazione di gradazione E che lrsquoessere sia una mediazione un ldquomistordquo di determinato e indeterminato di uno e molti non ci viene detto solo dalla tradizione indiretta ma in modo trasversale e piugrave volte da Platone stesso In particolare nel Filebo scrive laquoGli an-tichi che erano migliori di noi e stavano piugrave vicini agli degravei ci hanno trasmesso questo oracolo che le cose che si dice che sempre sono sono costituite di uno e di molti ed hanno per natura in se stesse limite e illimitatezzaraquo In conclusione non solo lrsquoessere delle cose sensibili deriva da materia e da forma ma lo stesso essere delle stesse Idee deriva da una materia intelligibile determinata formalmente dallrsquoUno ossia egrave una mesco-lanza o sintesi dei due princigravepi Ben si comprende pertanto come Platone dica che lrsquoUno-Bene egrave laquoal di sopra dellrsquoessere (epekeina tes ousias)raquo trascende lo stesso essere in quanto ne egrave la causa suprema

1(d) Dallrsquoazione del principio determinante sullrsquoindeterminato derivano (i) numeri ideali e generi sommi Nella concezione greca dei numeri i numeri derivano

dalluno che egrave principio ma non derivano per addizione come nella aritmetica a cui noi siamo abituati a pensare bensigrave derivano dallUno per divisione Per comprendere adeguatamente questo processo egrave sufficiente ricordare come ciascun numero puograve essere definito come un rapporto tra due grandezze Il numero due eacute il rapporto tra il doppio e la metagrave il tre eacute il rapporto fra un terzo e il suo triplo il quattro analoga-

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mente cioegrave ciascun numero eacute un rapporto tra due grandezze una maggiore e una minore una grande e una piccola Nel momento in cui queste due grandezze non entrano tra di loro in un rapporto determinato non abbiamo ancora il numero ab-biamo soltanto un grande e un piccolo che sono fra di loro in un rapporto del tutto indeterminato Non appena questo rapporto viene determinato e lazione determi-nante non puograve che provenire dallUno ecco che si genera il numero cioegrave quando il rapporto diventati un mezzo di un terzo di un quarto si genera il due il tre il quat-tro cioegrave i due principi posti da Platone per le idee non sono altro che i principi dei numeri Ai numeri ideali e ai generi sommi partecipano tutte le idee

(ii) le idee le quali partecipando diversamente ai numeri ideali avranno una struttura ge-rarchica

(iii) gli enti matematici (metaxuuml) egrave attraverso questi che le idee ineriscono alla realtagrave sensibile

tutto egrave unitagrave - molteplicitagrave b) Cosmologia Timeo

i) Per Prmenide il mondo sensibile egrave nulla mentre per la doxa esiste Per Platone ha lrsquoessere ma un essere radicalmente diverso dal παντελograveσ ograveν caratteristico delle idee Il suo egrave un essere la-cerato condizionato dal non essere perograve non egrave nulla di conseguenza anche la doxa egrave qualcosa anche se non egrave la veritagrave Il mondo sensibile egrave metaxuuml non egrave lrsquoessere ma ha lrsquoessere Mondo sensibile intermedio tra essere e non essere

ii) Le idee sono il trincio formale che de-termina il principio materiale iii) Principio materiale egrave la chora ricettacolo dei quattro elementi chora che egrave oscura inintelligibile

indeterminata Principio materiale di ogni cosa per essa il mondo egrave sensibile Questa chora egrave ri-cettacolo anche delle idee anche se egrave diversa opposta ad esse Egrave movimento caotico mancante di misura e di ordine Per questa sua caratteristica non potragrave mai essere del tutto determinata dalle idee e dal Bene limita lrsquoazione delle idee e del Bene

iv) Dallrsquoazione delle idee sulla chora ne deriva il misto il mondo v) Questa azione avviene per opera del Demiurgo Demiurgo (caratterizzato da intelligenza e volon-

tagrave quindi un dio personale) che egrave inferiore al mondo delle idee Bene ed idee sono divine ma non sono Dio sono intelligibili quindi sono norma per lrsquointelligenza e di conseguenza sono su-periori allrsquointelligenza

vi) Il Demiurgo innamorato dellrsquoIperuranio cerca di riprodurlo a livello di chora quindi plasma il mondo per amore72 (1) Ne deriva la costruzione del mondo il migliore possibile quindi unico perfetto eterno (ne-

gativo e male = resistenza della chora) sul modello dellIperuranio attraverso gli enti mate-matici quindi tutto egrave ordine e misura

(2) Percheacute perfetto non puograve non essere vivente (quindi dotato di unrsquoAnima del mondo che tutto avvolge e in quanto perfetto destinato a vivere sempre) e intelligente (rivaluta il cosmo che non egrave luogo dellrsquoirrazionalitagrave ma presenza per quanto limitata del logos e del Bene)

(3) Il Demiurgo plasma anche le anime degli uomini (sfruttando tre dei cinque generi sommi essenza identico diverso egrave grazie alla presenza del diverso che lrsquoanima saragrave in grado dio mediare tra sensibile e soprasensibile) alle quali il Demiurgo mostra le leggi eterne

(4) Tempo Il tempo viene definito immagine mobile delleternitagrave73 come il mondo sensibile egrave imitazione di quello intelligibile (il primo mutevole il secondo eterno) cosigrave il tempo egrave imita-zione delleternitagrave Non a caso il tempo viene identificato con il movimento circolare se si vuole rappresentare leternitagrave con qualcosa di movimentato senzaltro ciograve che meglio la rap-presenta egrave il cerchio il movimento circolare in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza infatti il tempo egrave caratterizzato dal non essere eternitagrave ma tornare sempre su se stesso La cosa piugrave simile a ciograve che non si muove mai egrave quella che torna sempre su stessa

72 Nel Timeo 30 Platone scrive Se questo mondo egrave bello e il dio artefice egrave buono egrave evidente che ha guardato allrsquoesemplare eterno [] infatti lrsquouniverso egrave la piugrave bella delle cose che sono state generate e lrsquoArtefice egrave la migliore delle cause Egli era buono e in un buono non nasce mai nessuna invidia per nessuna cosa Essendo dunque lungi dallrsquoinvidia Egli volle che tutte le cose diventassero il piugrave possibile simili a Lui 73 ldquoDunque il tempo fu prodotto insieme con il cielo affincheacute cosigrave come erano nati insieme si dissolvessero anche insieme se mai do-vesse avvenire una loro dissoluzione E fu prodotto in base al modello della realtagrave eterna in modo che gli fosse al piugrave alto grado simile nella misura del possibilerdquo (Timeo 37D)

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cosigrave come la cosa piugrave simile che luomo possa fare per eternarsi egrave il riprodursi ciclicamente Dunque il tempo egrave la plasmazione delleternitagrave ideale da parte del Demiurgo La conseguen-za egrave che non cegrave un tempo prima del mondo perchegrave egrave solo con la nascita del mondo sensibi-le che il Demiurgo ha calato nella realtagrave sensibile limitazione di eternitagrave

(5) Platone e Pitagora il Demiurgo plasma la chora servendosi degli enti matematici che diven-tano cosigrave la struttura determinante della realtagrave (E saragrave proprio sul platonismo che nel Cin-que Seicento si baseragrave la rivoluzione scientifica per affermare (cfr Galilei) la struttura essen-zialmente matematica della realtagrave) In questo Platone riprende Pitagora e come per Pitago-ra se la realtagrave egrave strutturata matematicamente non potragrave che essere ordine e armonia quin-di cosmo epifania dellrsquointelligibile e del Bene

ldquoChe senso puograve avere per lrsquouomo di oggi sentirsi dire da Platone che il Bene egrave lrsquoUno Misura suprema di tutte le cose che agisce sulla Diade ossia sulla disordinata divisione nei molti Percheacute la reazione dellrsquouomo drsquooggi non dovrebbe essere proprio quella assunta dagli antichi quando lrsquohanno sentita esporre Aristosseno ci riferisce Come Aristotele soleva sempre raccontare questa era lrsquoimpressione che provava la maggior par-te di coloro che ascoltarono la conferenza Intorno al Bene Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani come la ricchezza la salute la forza e in genera-le una meravigliosa felicitagrave Ma quando risultograve che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche a nume-ri geometria e astronomia e da ultimo si sosteneva che vi egrave un Bene un Uno io credo che questo sia sem-brato qualcosa del tutto paradossale Di conseguenza alcuni disprezzarono la cosa altri la biasimarono In realtagrave lrsquouomo di oggi tende a dividere tutto come ha fatto con lrsquoatomo Non solo a livello politico e socia-le (classi partiti correnti ecc) ma anche a livello morale divisione della famiglia con il divorzio lotte fra i sessi divisioni fra genitori e figli e cosigrave di seguito Lrsquouomo di oggi ha scavato scissioni diadiche di fondo an-che nel proprio animo con ben note conseguenze E il messaggio platonico allrsquouomo di oggi potrebbe pro-prio essere questo la soluzione di tutti i problemi connessi a quelle divisioni e alle loro nefaste conseguenze ha una sola radice riportare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave ordine nel disordine armonia nella disarmonia Lrsquouomo si deve convincere che nella sua individualitagrave non egrave e non puograve essere la misura di tutte le cose La Misura di tutte le cose non puograve che essere in una dimensione trascendente In altri termini bisogna ritrovare la ldquogiu-sta misurardquo fra lrsquoeccesso e il difetto Ma questa egrave forse per lrsquouomo di oggi la cosa piugrave difficile da realizzare in quanto egrave caduto in preda agli eccessi in tutti i sensi come in passato non era mai avvenuto e ha portato lrsquoindividualismo alle estreme conseguenze Un buon auspicio comunque sembra potersi intravedere NellrsquoOccidente Platone egrave oggi a ruota con Agostino il filosofo piugrave richiesto dal pubblico al di fuori delle scuole e delle Accademie E questo incomincia a verificarsi anche in alcuni paesi dellrsquoEst Il che significa che il pubblico incomincia a comprendere ciograve di cui egrave mancante e che va recuperatordquo74

La conoscenza

1) Per Platone e in questo egrave perfettamente in linea con la posizione di Parmenide la conoscenza egrave propor-zionale allrsquoessere Di conseguenza Platone distingue diversi gradi di conoscenza Solo lessere egrave piena-mente conoscibile mentre il non-essere non egrave affatto conoscibile tra questi due estremi vi egrave perograve il mondo sensibile che egrave un misto di essere e non-essere e per questo egrave conoscibile in un modo che egrave in-termedio fra la scienza e lignoranza questa forma di conoscenza si chiama opinione (doxa) ed egrave quasi sempre fallace percheacute non ha in segrave la garanzia della veritagrave A loro volta opinione e scienza hanno due gradi lopinione si divide in immaginazione e in credenza la scienza si divide in scienza mediana e in pu-ra intellezione75

74 G REALE Platone e la scoperta della trascendenza nelle sue implicanze e conseguenze in httpejour-fupunifiitindexphpresarticleviewFile13761311 75 Repubblica 509d-511e [509 d] ndash Ebbene ripresi immagina che come stiamo dicendo siano essi due princiacutepi e che reggano uno il genere e il mondo intelligibile lrsquoaltro quello visibile Mi esprimo cosiacute percheacute dicendo ldquomondo celesterdquo non ti diacutea lrsquoimpressione di sofistica-re sul nome ti rendi conto di queste due specie visibile e intelligibile ndash Me ne rendo conto ndash Supponi ora di prendere una linea biseca-ta in segmenti ineguali e mantenendo costante il rapporto dividi a sua volta ciascuno dei due segmenti quello che rappresenta il gene-re visibile e quello che rappresenta il genere intelligibile e secondo la rispettiva chiarezza e oscuritagrave tu avrai [e] nel mondo visibile un primo segmento le immagini Intendo per immagini in primo luogo le ombre poi i [510 a] riflessi nellrsquoacqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta liscia e lucida e ogni fenomeno simile se comprendi ndash Certo che comprendo ndash Considera ora il secondo cui il primo somiglia gli animali che ci circondano ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali ndash Lo considero rispose ndash Non vorrai am-mettere feci io che il genere visibile egrave diviso secondo veritagrave ossia che lrsquooggetto simile sta al suo modello come lrsquoopinabile [b] sta al co-noscibile ndash Io siacute disse certamente ndash Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dellrsquointelligibile ndash Come ndash Ecco lrsquoanima egrave costretta a cercarne la prima parte ricorrendo come a immagini a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate e partendo da ipotesi procedendo non verso un principio ma verso una conclusione Quanto alla seconda parte quella che mette capo a un principio non ipotetico egrave costretta a cercarla movendo dallrsquoipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quellrsquoaltro caso con le sole idee e per mezzo loro ndash Non ho ben compreso rispose queste tue parole ndash Ebbene [c] ripresi torniamoci

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2) Per meglio comprendere la teoria dei gradi della conoscenza bisogna introdurre uno dei miti piugrave impor-tanti e piugrave conosciuti del pensiero platonico quello della caverna76 Platone immagina degli uomini che

sopra comprenderai piuacute facilmente quando si saragrave fatta questa premessa Tu sai credo che coloro che si occupano di geometria di calcoli e di simili studi ammettono in via drsquoipotesi il pari e il dispari le figure tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste secon-do il loro particolare campo drsquoindagine e come se ne avessero piena coscienza le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piuacute ren-derne conto neacute a se stessi neacute ad [d] altri come cose a ognuno evidenti E partendo da queste eccoli svolgere i restanti punti dellrsquoargomentazione e finire in piena coerenza a quel risultato che si erano mossi a cercare ndash Senza dubbio rispose questo lo so be-ne ndash E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili ma non pensando a queste siacute invece a quelle di cui queste so-no copia discorrono del quadrato in seacute e della diagonale in seacute ma non di quella che tracciano e [e] cosiacute via e di quelle stesse figure che modellano e tracciano figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua si servono a loro volta come di immagini per cercar di [511 a] vedere quelle cose in seacute che non si possono vedere se non con il pensiero dianoeticamente ndash Egrave vero quello che dici rispose ndash Ecco dunque che cosa intendevo per specie intelligibile e dicevo che ricercandola lrsquoanima egrave costretta a ricorrere a ipotesi senza arri-vare al principio percheacute non puograve trascendere le ipotesi essa si serve come drsquoimmagini di quegli oggetti stessi di cui quelli della classe inferiore sono copie e che in confronto a questi ultimi sono ritenuti e stimati evidenti realtagrave ndash Comprendo disse che ti [b] riferisci al mondo della geometria e delle arti che le sono sorelle ndash Allora comprendi che per secondo segmento dellrsquointelligibile io intendo quello cui il discorso attinge con il potere dialettico considerando le ipotesi non princiacutepi ma ipotesi nel senso reale della parola punti di ap-poggio e di slancio per arrivare a ciograve che egrave immune da ipotesi al principio del tutto e dopo averlo raggiunto ripiegare attenendosi ri-gorosamente alle conseguenze che ne derivano e cosiacute discendere alla conclusione senza [c] assolutamente ricorrere a niente di sensibi-le ma alle sole idee mediante le idee passando alle idee e nelle idee termina tutto il processo ndash Comprendo rispose ma non abba-stanza Mi sembra che tu parli di una operazione complessa Comprendo perograve il tuo desiderio di precisare che quella parte dellrsquoessere e dellrsquointelligibile che egrave contemplata dalla scienza dialettica egrave piuacute chiara di quella contemplata dalle cosiddette arti per le quali le ipotesi sono princiacutepi e coloro che osservano gli oggetti delle arti sono costretti siacute a osservarli con il pensiero senza ricorrere ai sensi ma [d] poicheacute li esaminano senza risalire al principio bensiacute per via drsquoipotesi a te sembrano incapaci drsquointenderli anche se questi oggetti sono intelligibili con un principio E a mio avviso tu chiami pensiero dianoetico ma non intelletto la condizione degli studiosi di geometria e di simili dotti come se il pensiero dianoetico venisse a essere qualcosa di intermedio tra lrsquoopinione e lrsquointelletto ndash Hai capito benissimo feci io Ora applicami ai quattro segmenti questi quattro processi che si svolgono nellrsquoanima applica [e] lrsquointellezione al piuacute alto il pen-siero dianoetico al secondo al terzo assegna la credenza e allrsquoultimo lrsquoimmaginazione e ordinali proporzionalmente ritenendo che essi abbiano tanta chiarezza quanta egrave la veritagrave posseduta dai loro rispettivi oggetti ndash Comprendo rispose sono drsquoaccordo e li ordino come dici 76 Repubblica 514 a-517 a [514 a] ndash In seacuteguito continuai paragona la nostra natura per ciograve che riguarda educazione e mancanza di educazione a unrsquoimmagine come questa Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna con lrsquoentrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli incatenati gambe e collo siacute da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti incapaci a causa della catena di volgere attorno il capo Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce drsquoun fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini ndash Vedo rispo-se ndash Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno in qualunque modo lavorate e come egrave naturale alcuni portatori parlano altri tacciono ndash Strana immagine egrave la tua disse e strani sono quei prigionieri ndash Somigliano a noi risposi credi che tali persone possano vedere anzitutto di seacute e dei com-pagni altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte ndash E come possono replicograve se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita ndash E per gli oggetti trasportati non egrave lo stesso ndash Sicuramente ndash Se quei prigio-nieri potessero conversare tra loro non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni ndash Per forza ndash E se la prigione avesse pure unrsquoeco dalla parete di fronte Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce credi che la giudicherebbero di-versa da quella dellrsquoombra che passa ndash Io no per Zeus [c] rispose ndash Per tali persone insomma feci io la veritagrave non puograve essere altro che le ombre degli oggetti artificiali ndash Per forza ammise ndash Esamina ora ripresi come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallrsquoincoscienza Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo che uno fosse sciolto costretto improvvisamente ad al-zarsi a girare attorno il capo a camminare e levare lo sguardo alla luce e che cosiacute facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre Che cosa credi che risponderebbe se gli si dicesse che prima ve-deva vacuitagrave prive di senso ma che ora essendo piuacute vicino a ciograve che egrave ed essendo rivolto verso oggetti aventi piuacute essere puograve vedere meglio e se mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa egrave Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piuacute vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso ndash Cer-to rispose ndash E se lo si costringesse a guardare la luce stessa non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui puograve sostenere la vista e non li giudicherebbe realmente piuacute chiari di quelli che gli fossero mostrati ndash Egrave cosiacute rispose ndash Se poi conti-nuai lo si trascinasse via di liacute a forza su per lrsquoascesa scabra ed erta e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole non ne soffrirebbe e non srsquoirriterebbe [516 a] di essere trascinato E giunto alla luce essendo i suoi occhi abbagliati non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere ndash Non potrebbe certo rispose almeno allrsquoimprovviso ndash Dovrebbe credo abituarvisi se vuole vedere il mondo superiore E prima osserveragrave molto facilmente le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri og-getti nei loro riflessi nellrsquoacqua e infine gli oggetti stessi da questi poi volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna [b] potragrave contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piuacute facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole ndash Come no ndash Alla fine credo potragrave osservare e contemplare quale egrave veramente il sole non le sue immagini nelle acque o su altra superficie ma il sole in se stesso nella regione che gli egrave propria ndash Per forza disse ndash Dopo di che parlando del sole potrebbe giagrave concludere che egrave esso a pro-durre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere [c] causa in certo modo di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano ndash Egrave chiaro rispose che con simili esperienze concluderagrave cosiacute ndash E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colagrave e di quei suoi compagni di prigionia non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietagrave per loro ndash Certo ndash Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora e ai primi riservati a chi fosse piuacute acuto nellrsquoosservare gli oggetti che passavano e piuacute [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme indovinandone perciograve il successivo credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza o che si troverebbe nella con-dizione detta da Omero e preferirebbe ldquoaltrui per salario servir da contadino uomo sia pur senza sostanzardquo e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo ndash Cosiacute penso anchrsquoio rispose [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo ndash Rifletti ora anche su questrsquoaltro punto feci io Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedi-le non avrebbe gli occhi pieni di tenebra venendo allrsquoimprovviso dal sole ndash Siacute certo rispose ndash E se dovesse discernere nuovamente

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vivono in una caverna che abbia lingresso aperto verso la luce quindi immagina che gli abitanti di que-sta caverna siano legati alle mani e al collo in modo tale da essere costretti a guardare solo verso il fon-do della caverna medesima Immagina poi che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo ad altezza duomo e che dietro questo vi siano delle persone che si muovono portando sulle spalle delle statue raf-figuranti ogni genere di cosa Inoltre occorre ancora aggiungere che dietro questi uomini arde un grande fuoco e dietro ancora vi egrave il sole la voce di essi poi a causa delleco risuona nel fondo della caverna Ora egrave chiaro che quegli uomini vedrebbero solo le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero leco delle voci ma non avendo mai visto altro essi penserebbero che quella sia lunica realtagrave esistente Se poi uno di questi prigionieri riuscisse a liberarsi dei ceppi che lo legano e po-tesse girarsi scoprirebbe le statue che si muovono al di sopra del muro e capirebbe che quelle son piugrave vere delle ombre che vedeva prima (inizialmente farebbe fatica percheacute abituato alloscuritagrave ma poi si a-bituerebbe alla nuova luce) Se poi egli fosse portato da qualcuno fuori dalla caverna resterebbe abba-gliato per la gran luce ma poi si abituerebbe a vedere le cose stesse quindi vedrebbe prima riflessa e poi direttamente la luce del sole e capirebbe che quella luce egrave causa di tutte le altre cose a) I significati di questo mito sono molteplici

i) Innanzitutto esso rappresenta i vari gradi ontologici della realtagrave le ombre della caverna sono le parvenze sensibili delle cose le statue le cose sensibili vere e proprie mentre il muro egrave la divi-sione fra sensibile e soprasensibile al di lagrave del muro le cose vere rappresentano il vero essere e le Idee mentre il sole simboleggia lIdea del Bene

ii) In secondo luogo questo mito esprime molto bene laspetto ascetico mistico e teologico del pla-tonismo la vita nella dimensione dei sensi egrave la vita nella caverna mentre la vita nella dimensio-ne dello spirito egrave la vita nella pura luce il volgersi dal sensibile allintelligibile egrave rappresentato come liberazione dai ceppi

iii) In terzo luogo come conseguenza del precedente aspetto questo mito esprime anche la conce-zione politica di Platone egli infatti parla di un ritorno nella caverna di colui che prima si era li-berato un ritorno che serve a liberare gli altri che sono ancora in catene Questo ritorno egrave il ri-torno del filosofo-politico il quale lungi dal limitarsi a contemplare il vero per seacute soltanto vuole rendere partecipi anche gli altri di quella luce Ma qual egrave il destino che lo attende Molto proba-bilmente egrave quello stesso di Socrate di non venire cioegrave compreso e di rischiare addirittura di es-sere considerato come un pazzo dagli altri uomini che ancora vivono nelloscuritagrave della caverna (anche percheacute ora egli non riusciragrave piugrave a riadattarsi ai vecchi usi e alle vecchie concezioni della caverna) anche se questo rischio daragrave un senso alla sua esistenza (in quanto chi vede il vero Bene ha il dovere di mostrarlo anche agli altri)

b) Tornando ai gradi della conoscenza nel mito della caverna si parte sempre dalla conoscenza sensi-bile e in questi quattro gradi il gradino piugrave basso egrave necessario per passare a quello superiore i) La doxa intermedia tra essere e non essere quindi tra sapienza e ignoranza quasi sempre fal-

lace potrebbe anche essere vera ma non puograve saperlo (per saperlo dovrebbe conoscere la causa ma allora sarebbe episteme) (1) Eikasia la visione delle ombre simboleggia limmaginazione (2) Pistis mentre la visione delle statue rappresenta la credenza

ii) episteme (1) la dianoia si riferisce alla conoscenza matematico-geometrica Si fonda su elementi visivi e

ipotesi non dimostrate (per questo non egrave vera scienza ma sapere ipotetico) da cui discende quindi egrave discorsiva Proprio percheacute la matematica egrave dimostrazione essa deve partire da pre-supposti cioegrave da ipotesi e non egrave in grado di rendere ragione di queste ipotesi Questo se-condo Platone costituisce il suo limite addirittura questo fa sigrave che essa propriamente par-lando non possa nemmeno essere chiamata vera scienza nella Repubblica infatti Platone dice che la matematica egrave dianoia pensiero discorsivo non episteme non scienza nel senso proprio in quanto parte da presupposti e cioegrave non egrave in grado di rendere completa-mente ragione delle sue affermazioni Egrave necessario raccogliere i dati dallrsquoesperienza e formu-lare ipotesi Per la molteplicitagrave dei dati si avragrave anche una molteplicitagrave di scienze Il pericolo egrave (oltre al fatto che le ipotesi non son dimostrate) che queste scienze non siano coordinate tra di loro Di qui la necessitagrave di andare oltre le scienze per trovare un principio unitario che possa unificare anche le scienze

quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri nel periodo in cui ha la vista offuscata prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale e se questo periodo in cui rifagrave lrsquoabitudine fosse piuttosto lungo Non sarebbe egli allora oggetto di ri-so e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non lrsquoucciderebbero se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo ndash Certamente rispose []

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(2) mentre la noesis alla pura conoscenza dialettica delle Idee (la prima egrave una forma di cono-scenza che ha ancora a che fare con immagini visibili mentre la seconda egrave puro atto intellet-tivo coglimento puro delle Idee in particolare dellIdea del Bene che egrave quella suprema) Nella Repubblica Platone dice che la dialettica per giungere a definire lidea del bene non deve basarsi su ipotesi come fa invece la matematica ma deve distruggere le ipotesi il che significa metterle in discussione cercare di confutarle e solo dopo essere passata attraverso tutte le confutazioni (questa egrave proprio unespressione usata da Platone diagrave panton elenchon diexion passando attraverso tutte le confutazioni) la dialettica giunge a individuare il princi-pio anipotetico cioegrave quellipotesi che unica egrave riuscita a resistere a tutte le confutazioni E il principio anipotetico egrave appunto lidea del bene Quindi egrave attraverso la dialettica egrave sottopo-nendo a prove a tentativi di confutazione tutte le possibili ipotesi che si perviene a scoprire un principio non-ipotetico capace cioegrave di resistere ad ogni critica ad ogni tentativo di confu-tazione

c) Platone afferma che gli uomini comuni possono attingere solo ai primi due gradi di conoscenza i ma-tematici alla scienza mediana mentre solo il filosofo puograve raggiungere la pura intellezione Il processo attraverso il quale il filosofo procede da unIdea allaltra per giungere infine allIdea del Bene egrave chiamato dialettica i) Vi egrave una dialettica ascensiva (quella che liberando dai sensi conduce di Idea in Idea sino allI-

dea del Bene) e una dialettica discensiva (che consiste nel cammino inverso e permette attra-verso un processo di divisione di scoprire il posto occupato da ciascuna Idea nella struttura ge-rarchica del mondo ideale)

ii) Dialettica scienza delle scienze coglie lrsquounitagrave del tutto egrave un processo insieme discorsivo e intui-tivo e sa cogliere la struttura del mondo ideale coglie ogni idea in relazione alle altre lrsquoessere al non essere (ogni idea egrave comprensibile solo in relazione alle altre idee quindi si comprende cono-scendo ciograve che non egrave la comprensione passa sempre attraverso la negazione identitagrave e alteritagrave sono sempre strettamente correlative) Solo la dialettica sa cogliere lrsquounitagrave della molteplicitagrave fino ad arrivare allrsquounitagrave suprema

3) Via a-logica della conoscenza a) Dellrsquoamicizia (Liside) Non crsquoegrave amicizia neacute tra identici neacute tra opposti Dunque si potrebbe dire che ciograve

che non eacute neacute buono neacute cattivo eacute amico del buono a causa del male e in vista del bene Uno egrave amico dellrsquoamico in vista di unaltra cosa amica (di un bene che lrsquoamico potrebbe raggiungere) ma cosigrave si andrebbe avanti allinfinito e non avrebbe senso Socrate introduce allora il Primo Amico in vista del quale sono amiche anche tutte le altre cose eacute lunico modo per cavarsi d impaccio Il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia il Bene e il Primo Amico per il quale tutto e amato e solo esso e in grado di liberare dal Male Lamicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unitagrave fra gli esseri spingendoli ad allontanarsi dal Male per rag-giungere quel Bene che e loro proprio e affine

b) Ruolo dellamore e della bellezza (mito di Eros forza mediatrice tra sensibile e sovrasensibile egrave filo-sofo Simposio77) Tra amore e filosofia cegrave uno stretto rapporto tantegrave che lamore egrave una metafora della filosofia questa stretta parentela ( peraltro esaminata anche nel Fedro ) Platone la esamina meglio nel SIMPOSIOrdquo i) Nel simposio si sceglie di parlare dellamore cegrave chi dice che Eros egrave la divinitagrave piugrave giovane e piugrave

bella chi dice che egrave la piugrave vecchia in quanto forza generatrice di tutto chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando cegrave chi egrave del parere che sia la divinitagrave piugrave valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra facendo riferimento allepisodio mitico secondo il quale Ares il dio della guerra sarebbe innamorato di Afrodite Aristofane celeberrimo commediografo narra una storia semiseria si tratta di un mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi sferici e doppi questi esseri si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza gli dei per punirli li tagliarono a metagrave questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare laltra metagrave e la cercavano di-

77 Poicheacute dunque egrave figlio di Poro e di Penigravea ad Amore egrave toccata la sorte seguente In primo luogo egrave sempre povero e ben lontano dallrsquoessere delicato e bello come credono i piugrave anzi egrave duro e lercio e scalzo e senza tetto abituato a coricarsi in terra e senza coperte dormendo allrsquoaperto sulle porte e per le strade e avendo la natura di sua madre egrave sempre di casa col bisogno Per parte di padre in-vece egrave insidiatore dei belli e dei buoni coraggioso audace e teso cacciatore terribile sempre a tramare stratagemmi avido di intelli-genza e ingegnoso dedito a filosofare per tutta la vita terribile stregone fattucchiere e sofista E per natura non egrave neacute immortale neacute mortale ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno quando gli va in porto ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtugrave della na-tura del padre E infatti lrsquooggetto dellrsquoamore egrave ciograve che egrave realmente bello grazioso perfetto e invidiabilmente beato mentre lrsquoamante ha un altro aspetto quale quello che ho esposto (Platone Simposio 203b-204a UTET Torino 1981 p 124-126)

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speratamente Se si leggono accuratamente tutti i discorsi ci si accorge che ognuno di essi con-tiene una parte di veritagrave

ii) il discorso finale di Socrate non saragrave nientaltro che una sintesi in cui li unisce praticamente tutti Egli racconta di essersi una volta incontrato con una sacerdotessa (Diotima solo da lei Socrate ha potuto apprenderne i segreti Il rilievo egrave del massimo interesse percheacute ci aiuta a comprendere come la filosofia impersonata da Socrate per parlare di Amore ha incontrato il suo limite cono-scitivo e perciograve non ha potuto contare sulla forza dellargomentare logico-filosofico ma ha dovuto affidarsi allinsegnamento di una donna e nel caso specifico di una sacerdotessa) che gli ha ri-velato tutti i misteri delleros viene a proposito citato un mito riguardante i festeggiamenti divini per la nascita di Afrodite tra le varie divinitagrave ci sono anche Poros (astuziafurbizia) e Pe-nia(povertagrave) Essiormai ubriachi per leccessivo beresi uniscono e viene cosi concepito Erosche ha quindi le caratteristiche dei suoi genitori egrave ignorantepovero e brutto a causa di Penia ma sa cavarsela sempre grazie a Poros (1) Non egrave bello ma sa andare a caccia della bellezza egli sente lamore ed egrave soggetto della ri-

cerca della bellezza e dellamore svolge le mansioni dellamante e non dellamato Chiara-mente se ricerca la bellezza significa che non la possiede cosigrave il filosofo egrave privo e bisognoso del sapere (penia=povertagrave) ma ha anche le capacitagrave di cercarsi e di procurarsi ciograve di cui egrave privo (poros=astuzia espediente) dato che Eros egrave privo di bellezza e le cose buone sono belle manca anche di bontagrave ciograve che non egrave bello o buono non egrave necessariamente brutto e cattivo per Platone vi egrave un livello intermedio tra il sapere e lessere ignoranti la via di mez-zo consiste nellavere buone opinioni senza perograve darne ragione la posizione intermedia co-munque non egrave un male perchegrave egrave uno stimolo per andare oltre chi si trova nella posizione piugrave bassa sa di non potersi elevare e neanche ci prova chi si trova in quella piugrave alta non si deve impegnare perchegrave egrave giagrave nella posizione ottimale chi si impegna e lavora egrave chi si trova in una zona intermedia (i filosofi che non sanno ma si sforzano di avvicinarsi al sapere)

(2) Tutti gli dei gli aveva detto Diotima sono belli e buoni e di conseguenza Eros non rientra nella categoria Anche da questo punto di vista Eros riveste una posizione intermedia non egrave un dio ma neanche un mortale egrave un qualcosa che nasce e muore di continuo egrave una meta-fora con cui si vuole dimostrare che non si puograve mai possedere totalmente lamore egrave anche metafora della filosofia perchegrave luomo non possiede il sapere ma si sforza per ottenerlo puograve riuscire ad avvicinarvisi ma non si tratta comunque di una conquista definitiva il pieno sa-pere egrave irraggiungibile Dunque Eros egrave una semi-divinitagrave intermedia La ricerca dellamore combacia con quella della filosofia

(3) Emerge poi nel Simposio ed emergeragrave anche nel Fedro lrsquoidea del bello le anime migliori hanno un trasporto di gioia dice Socrate quando vedono nelle cose sensibili lrsquoimmagine dellrsquoidea che stanno cercando perciograve chi cerca lrsquoidea del bello eacute preso dalla passione per gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dellrsquoidea del bello non eacute che un approfon-dimento di questo amore lrsquoidea del bello inoltre eacute quella piugrave evidente anche nel mondo sensibile perchegrave facilmente coglibile con la vista e va interpretata come stimolo per indagare la realtagrave intelligibile e per scoprire tutte le altre idee (a) Eros egrave prima di tutto desiderio della bellezza e si rivolge dunque in modo immediato alla

bellezza dei corpi che tuttavia non egrave mai appagante in modo duraturo e completo per-cheacute i corpi si corrompono e decadono

(b) Lamore si rivolge dunque alle anime la cui bellezza egrave tuttavia sempre particolare e quindi a sua volta incompleta procede la sua ascesa verso la bellezza delle leggi delle istituzioni e delle scienze

(c) per arrivare infine allAmore della Bellezza in seacute perfetta sempre uguale a se stessa fonte di ogni altra bellezza

Non a caso nel Simposio Socrate dice La giusta maniera di procedere da segrave o di essere condotti da un altro nelle cose d amore eacute questa prendendo le mosse delle cose belle di quaggiugrave al fine di raggiungere il Bello salire sempre di piugrave come procedendo per gradini da un solo corpo bello a due e da due a tutti i corpi belli e da tutti i corpi belli alle belle at-tivitagrave umane e da queste alle belle conoscenze e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null altro se non del Bello stesso e cosigrave giungendo al termine conoscere ciograve che eacute il bello in segrave

c) Egrave possibile la visione della bellezza [] Lanima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condi-zione e non sapendo che fare smania e fuor di se non trova sonno di notte neacute riposo di giorno ma corre anela lagrave dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza E appena lha riguardato invasa dallonda del desiderio amoroso le si sciolgono i canali ostruiti essa prende respiro si riposa

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delle trafitture e degli affanni e di nuovo gode per il momento almeno questo soavissimo piacere [] Percheacute oltre a venerare colui che possiede la bellezza ha scoperto in lui lunico medico dei suoi dolorosi affanni Questo patimento dellanima mio bellamico a cui sto parlando egrave ciograve che gli uomini chiamano amore (Platone Fedro in Id Opere complete a cura di G Giannantoni Laterza Roma-Bari 1971 pp250-252) Il tema della bellezza egrave sempre collegato a quello dellrsquoamore Lamore pla-tonico quindi cosigrave spesso frainteso egrave nostalgia dellAssoluto forza che ci spinge a ritornare al nostro essere-presso-gli-Dei

4) Da questa concezione del problema della conoscenza e della bellezza deriva anche la teoria platonica dellarte questa egrave considerata negativamente da Platone in quanto non disvela la realtagrave ma la nasconde e corrompe Dal punto di vista ontologico essa egrave mimesi imitazione di eventi sensibili i quali come ab-biamo visto sono a loro volta imitazione di un mondo intelligibile alla fine larte egrave unimitazione dellimi-tazione e per questo Platone non le attribuisce nessun valore di veritagrave Platone non vede nellarte nulla di utile alla vita delluomo in quanto la studia solo dal punto di vista di una sua utilitagrave alla ricerca del vero Lrsquo arte come allontanamento dal vero corrompe lrsquouomo e sollecita la sua parte irrazionale Tra lrsquoaltro il poeta non sa egrave semplicemente invasato e non sa quello che dice

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ARISTOTELE

LE SCIENZE E LA FILOSOFIA 1) Aristotele divide le scienze (tutte vertono sullrsquoessere perograve sotto aspetti diversi alcune studiano lrsquoessere

necessario che egrave sempre altre lrsquoessere contingente) in tre gruppi a) le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica la fisica e la matematica) le quali ricercano la

conoscenza disinteressata della realtagrave e si occupano dellessere necessario (Dio mondo numero) mentre le altre si occuperanno dellessere possibile (ogni altra cosa che esiste)

b) le scienze pratiche che comprendono letica e la politica le quali ricercano il sapere per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana

c) e infine le scienze poietiche o produttive (le arti e le tecniche) che ricercano il sapere in vista del fa-re per produrre i vari oggetti

2) Il fine della filosofia egrave la contemplazione cioegrave la conoscenza (disinteressata) della veritagrave Infatti secondo Aristotele laquotutti egli uomini per natura tendono al conoscere (Πάντες ἄνθροποι τοῦ εἰδέναι ὀρέγονται φύσει) E segno ne egrave lamore per le sensazioni infatti anche senza che abbiano utilitagrave sono amate per seacute stesse e sopra tutte le altre le sensazioni date dagli occhi Infatti non solo per poter agire ma anche quando non abbiamo intenzione di far nulla preferiamo il vedere -- per cosigrave dire -- a tutti gli altri sensi E la causa egrave che questo senso ci fornisce conoscenza piugrave degli altri e ci mostra molte differenzeraquo laquoGli uo-mini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia () Ora chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere () Cosiccheacute se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dallignoranza egrave evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per consegui-re qualche utilitagrave praticaraquo e in questo senso la filosofia egrave essenzialmente lsquoinutilersquo (Met A 2 982b) laquoIl fine della scienza teoretica egrave la veritagraveraquo (Met A elatton 1 993b) Il che significa che cegrave nelluomo il de-siderio di conoscere la veritagrave e questo desiderio egrave piugrave forte di qualsiasi interesse pratico Luomo deside-ra sapere il senso della sua esistenza come egrave davvero non piegandone la ricerca a un progetto prede-terminato

3) Necessitagrave della filosofia ldquo se si deve filosofare si deve filosofare e se non si deve filosofare si deve fi-losofare in ogni caso dunque si deve filosofare Se infatti la filosofia esiste siamo certamente tenuti a fi-losofare dal momento che essa esiste se invece non esiste anche in questo caso siamo tenuti a cerca-re come mai la filosofia non esiste e cercando facciamo filosofia dal momento che la ricerca egrave la causa e lrsquoorigine della filosofiardquo (Aristotele Protrettico fr424 in Opere a cura di G Giannantoni Roma- Bari Laterza 1973)

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA

1) La scienza piugrave alta egrave per Aristotele la metafisica (che in realtagrave lui chiamava filosofia prima e piugrave tardi

verragrave anche detta ontologia cioegrave studio dellessere) la quale viene da lui definita in quattro modi a) La metafisica studia le cause prime della realtagrave che sono causa materiale causa formale causa effi-

ciente causa finale b) La metafisica studia lrsquoessere in quanto essere Dire che la metafisica studia lessere in quanto essere

significa che essa non ha per oggetto una realtagrave in particolare bensigrave la realtagrave in generale cioegrave gli aspetti fondamentali e comuni di tutta al realtagrave In altri termini la matematica studia lessere come quantitagrave la fisica studia lessere come movimento solo la metafisica studia lessere in quanto tale considerando le caratteristiche universali di ogni essere (ecco percheacute egrave chiamata filosofia prima mentre la altre scienze sono filosofie seconde) ed egrave dunque il presup-posto indispensabile di ogni ricerca

c) La metafisica studia la Sostanza e la sostanza principale senza cui non ci sono le altre egrave Dio quindi d) la metafisica studia Dio Questa sarebbe la piugrave importante per cui la metafisica o filosofia prima si

potrebbe chiamare anche teologia Queste quattro definizioni sono complementari luna allaltra co-me si puograve notare ad una analisi piugrave attenta Chi ricerca le cause o i principi primi deve per forza di cose incontrare Dio che egrave la causa e il principio primo per eccellenza Chiedersi cosa sia lessere si-gnifica chiedersi se esista solo un essere sensibile o anche un essere soprasensibile (essere teologi-co) Alle stesse conclusioni porta anche la domanda sulla sostanza (esistono solo sotanze sensibili o anche soprasensibili) Il problema teologico dunque come problema centrale della metafisica Ca-piamo cosigrave anche percheacute la metafisica sia la forma di sapere piugrave elevata facendo metafisica luomo

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si avvicina a Dio non solo percheacute lo conosce ma anche percheacute fa quello che fa Dio che egrave pu-ra conoscenza

2) le quattro cause In quanto tale la metafisica egrave scienza delle cause prime ossia dei supremi percheacute Si

possono in effetti conoscere dei percheacute prossimi che si costituiscono in realtagrave come dei come in rap-porto ai percheacute supremi alle cause prime che la metafisica considera Tali cause prime sono quattro materiale formale efficiente (o agente) e finale78 a) La causa materiale o materia egrave il sostrato indeterminato privo quindi di caratteri specifici Di questa

causa si sono occupati essenzialmente i primi filosofi (dalla scuola ionica a Eraclito) b) La causa formale o forma egrave il fattore determinante ciograve che fa sigrave che la materia indeterminata assu-

ma certi caratteri distintivi Di questa causa si egrave occupato in particolare Platone con la sua teoria delle idee

c) La causa efficiente (o efficace o agente) egrave ciograve da cui egrave prodotto leffetto egrave la causa nel senso cor-rente del termine Egrave Empedocle ad aver per primo individuato questa causa da lui collocata nelle forze di Amore e Odio

d) La causa finale o fine egrave ciograve verso cui tende la cosa causata Di questa causa ha parlato soprattutto Anassagora con la sua teoria del Nous che organizza tutta la realtagrave dei semi in modo ordinato e fi-nalizzato

o Materia e forma bastano perograve solo a spiegare lessere staticamente considerato mentre se lo consi-deriamo dinamicamente occorre aggiungere qualcosa alla spiegazione precedente Un uomo dal punto di vista statico non egrave altro che carne e ossa (materia) e anima (forma) mentre se vogliamo sapere percheacute egrave nato e percheacute si sviluppa occorrono due ulteriori ragioni la causa efficiente o motri-ce (il padre che lo ha generato) e la causa finale (il telos lo scopo cui tende il divenire delluomo la realizzazione della sua essenza)

o Materia e forma sono principi intrinseci alla cosa al punto che non si possono scindere Causa effi-ciente e finale sono invece estrinseci alla cosa causata la prima precedendola la seconda seguen-dola

3) lessere e i suoi significati

bull Parmenide solo lrsquoessere egrave ed egrave univoco e unico tutte le determinazioni sono solo doxa bull Platone tutte le determinazioni sono essere e lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni Perograve

non ammette nellrsquoessere il mondo che egrave metaxuuml bull Aristotele tutto ciograve che esiste egrave un ente tutto egrave unificato dal fatto che egrave lsquoentersquo un qualcosa

che egrave Lrsquoente allora egrave la sintesi tra le determinazioni e il loro esistere La filosofia prima stu-dia lrsquoente in quanto ente lrsquoente lrsquoente (principio unificatore del tutto) a prescindere da tutte le determinazioni79 per questo egrave la scienza della totalitagrave dellrsquoente

78 Fisica 194 15 2 198 24 [194b] [] Definiti questi punti bisogna prendere in esame le cause allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero Poicheacute infatti il presente trattato si propone per scopo la conoscenza e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il percheacute (e questo significa cogliere la causa prima) egrave chiaro che anche noi dobbiamo far ciograve intorno alla generazione alla corruzione e ad ogni mutamento naturale affincheacute conoscendone i princiacutepi ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricer-che In un modo dunque si dice causa ciograve da cui una cosa deriva essendo in essa immanente ad esempio il bronzo egrave causa della statua lrsquoargento della coppa e i loro generi In altro modo si dice causa la forma [eicircdos] e il modello [paraacutedeigma] cioegrave la definizione del con-cetto e i generi di essa (come nellrsquoottava il rapporto di uno a due e in generale il numero) e le parti inerenti alla definizione Inoltre si dice causa ciograve da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete ad esempio egrave causa chi dagrave un consiglio il padre egrave causa del figlio e in generale lrsquoagente egrave causa di ciograve che egrave fatto e ciograve che muta egrave causa di ciograve che vien mutato Ed ancora si dice causa il fine cioegrave la causa finale ad esempio la sanitagrave egrave causa del camminare alla domanda infatti percheacute cammina rispondiamo percheacute stia bene e dicendo cosiacute crediamo di aver ammessa la causa Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che collrsquointervento di altro mo-vente divengono intermedie del fine ad esempio della sanitagrave la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti [195a] tutte queste cose infatti si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une strumenti le altre [] [198a] [] E poicheacute le cause sono quattro egrave compito del fisico lrsquoaver conoscenza di tutte ed egli riferendo il percheacute a tutte lo asse-gneragrave fisicamente ad esse ossia alla materia alla forma al motore alla causa finale 79 Crsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere-in-quanto-essere e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natura Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine lrsquoessere-in-quanto-essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprio conto una qualche parte di essere e ne studia gli attributi come fan-no ad esempio le scienze matematiche E poicheacute noi stiamo cercando i principi e le cause supreme non vrsquoegrave dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una certa realtagrave in virtugrave della sua stessa natura Se pertanto proprio su questi principi avessero spinto la loro indagine quei filosofi che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti allora anche gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri dellrsquoessere-in-quanto-essere e non dellrsquoessere-per-accidente ecco percheacute anche noi dobbiamo riuscire a com-prendere quali sono le cause prime dellrsquoessere-in-quanto-essere Aristotele Metafisica E 1 G 1 a cura di G Giannantoni Roma-Bari Laterza 1973

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a) Lrsquoessere non egrave i) Univoco (Parmenide) ii) Equivoco (Sofisti) iii) Genere (Platone) ma egrave transgenerico piugrave esteso del genere proprio percheacute mentre il genere

non si predica della specie lrsquoessere si predica di tutto Quindi lrsquounitagrave dellrsquoessee non egrave lrsquounitagrave del genere

iv) egrave analogo80 lrsquounitagrave deriva dalla relazione con un identico principio o realtagrave la sostanza quindi lrsquoessere in quanto essere egrave la sostanza e tutto quello che si riferisce alla sostanza in modi diversi

b) i quattro significati dellessere81 Aristotele rivolge una critica conclusiva alla filosofia dellEssere di Parmenide In Platone abbiamo visto che dellEssere si puograve parlare in almeno due modi come i-dentico e come diverso In Aristotele dellEssere si parla in molti modi tograve ograven leacutegetai pollachocircs A questo proposito egrave stata spesso invocata la distinzione tra essere esistenziale ed essere copulativo se per esempio dico che Socrate egrave ne affermo lesistenza mentre se dico che la Chimera egrave un mostro mitologico non intendo affermarne lesistenza In questo secondo caso il verbo essere ha soltanto la funzione di copulare di unire il soggetto e il predicato ma non implica laffermazione del-lesistenza i) Lessere per segrave ovvero la sostanza e le altre categorie significati primi e fondamentali generi

supremi categorie sempre in relazione alla sostanza ndash quindi non potragrave mai esistere una bellez-za in seacute come in Platone) Le categorie sono dieci (ma di esse solo la prima la sostanza ha sus-sistenza autonoma mentre tutte le altre presuppongono la prima e si fondano sullessere della prima)

sostanza (uomo cavallo) quantitagrave (lungo due cubiti) qualitagrave (bianco grammaticale) relazione (doppio metagrave) luogo (nel Liceo al mercato) tempo (ieri lanno scorso) posizione (sdraiato seduto) condizione (ha addosso le scarpe)

80 Lrsquoessere si dice in molteplici significati ma sempre con riferimento ad una unitagrave e ad una realtagrave determinata Lrsquoessere quindi non si dice per mera omonimia ma nello stesso modo in cui diciamo ldquosanordquo tutto ciograve che si riferisce alla salute o in quanto la conserva o in quanto la produce o in quanto ne egrave sintomo o in quanto egrave in grado di riceverla o anche nel modo in cui diciamo ldquomedicordquo tutto ciograve che si riferisce alla medicina o in quanto possiede la medicina o in quanto ad essa egrave per natura ben disposto o in quanto egrave opera della medicina e potremmo addurre ancora altri esempi di cose che si dicono nello stesso modo di queste Cosigrave dunque anche lrsquoessere si dice in molti sensi ma tutti in rife-rimento ad un unico principio alcune cose sono detti esseri percheacute sono sostanza altre percheacute affezioni della sostanza altre percheacute vie che portano alla sostanza oppure percheacute corruzioni o privazioni o qualitagrave o cause produttrici o generatrici sia della sostanza sia di ciograve che si riferisce alla sostanza o percheacute negazioni di qualcuna di queste ovvero della sostanza medesima (Per questo anche il non-essere diciamo che egrave nonessererdquo) [Metafisica Libro IV cap 1-2] 81 Lrsquoessere si dice [1] in senso accidentale e [2] per seacute [1] In senso accidentale diciamo per esempio che il ldquogiusto egrave musicordquo o che lrsquoldquouomo egrave musicordquo o che il ldquomusico egrave uomordquo nello stesso modo che diciamo che ldquoil musico costruisce una casardquo percheacute puograve accadere il ldquomusicordquo sia ldquocostruttorerdquo o che il ldquocostruttorerdquo sia ldquomu-sicordquo infatti ldquoquesto egrave questrsquoaltrordquo significa che questo egrave accidente di questrsquoaltro Lo stesso deve dirsi a proposito degli esempi di cui sopra quando diciamo ldquolrsquouomo egrave musicordquo o il ldquomusico egrave uomordquo ldquoil bianco egrave musicordquo o ldquoil musico egrave biancordquo diciamo cosigrave percheacute nellrsquoultimo caso i due attributi sono accidenti di una stessa cosa mentre nel primo caso lrsquoattributo egrave accidente di ciograve che veramente esiste E si dice ldquoil musico egrave uomordquo percheacute ldquomusicordquo egrave accidente dellrsquouomo nello stesso modo si dice anche ldquoil non-bianco egraverdquo percheacute egrave ciograve di cui esso egrave accidente Dunque le cose che si dicono essere in senso accidentale si dicono cosigrave [a] o percheacute si tratta di due attribu-ti che appartengono ad una medesima cosa che egrave [b] oppure percheacute si tratta di un attributo che appartiene alla cosa che egrave [c] oppure ancora percheacute ciograve di cui appartiene come accidente quello di cui egrave esso stesso predicato egrave ciograve che propriamente egrave [2] Essere per seacute sono dette invece tutte le accezioni che ha lrsquoessere secondo le figure delle categorie tante sono le figure delle cate-gorie e altrettanti i significati dellrsquoessere Poicheacute dunque alcune delle categorie significano lrsquoessenza altre la qualitagrave altre la quantitagrave altre la relazione altre lrsquoagire o il patire altre il dove e altre il quando ebbene lrsquoessere ha significati corrispondenti a ciascuna di que-ste Non crsquoegrave differenza infatti fra le proposizioni ldquolrsquouomo egrave viventerdquo e ldquolrsquouomo viverdquo e fra ldquolrsquouomo egrave camminante o taglianterdquo e ldquolrsquouomo cammina o tagliardquo e lo stesso vale per gli altri casi [3] Inoltre lrsquoessere e lrsquoegrave significa ancora che una cosa egrave vera e il non-essere e il non-egrave significa che non-egrave vera ma falsa e questo vale tanto per lrsquoaffermazione quanto per la negazione Per esempio si dice ldquoSocrate egrave musicordquo in quanto questo egrave vero oppure ldquoSocra-te egrave non-biancordquo in quanto questo egrave vero e si dice che ldquola diagonale non-egrave commensurabilerdquo in quanto questo non egrave vero ma falso [4] Inoltre lrsquoessere o lrsquoente significa da un lato lrsquoessere in potenza e dallrsquo altro lrsquoessere in atto e questo nellrsquoambito di ciascuno dei significati sopra detti Infatti noi diciamo che egrave veggente e chi egrave veggente in potenza e chi egrave veggente in atto e similmente diciamo che sa e colui che puograve far uso del sapere e colui che ne fa usa in atto e dicia-mo che egrave in riposo e colui che egrave giagrave in riposo e colui che puograve essere in riposo Similmente dicasi per le sostanze infatti diciamo che un Ermete egrave nella pietra e che la semiretta egrave nella retta e diciamo che egrave frumento anche quello che non egrave ancora maturo [Metafisica Li-bro V cap7]

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azione (taglia brucia) passione (viene tagliato viene bruciato)

Questo elenco non va inteso come qualcosa di definitivo in quanto su questo argomento Aristo-tele ritornograve piugrave volte egrave possibile infatti trovare delle classificazioni leggermente diverse in cui al posto della categoria della sostanza (ousia) vi egrave quella del che cosegrave (essenza) mentre altre vol-te le categorie non sono dieci ma sei o sette Le categorie sono le classi ultime in cui si puograve dire che ricade tutto ciograve che esiste oppure egrave reale Per quanto riguarda luso di questa dottrina Ari-stotele vi fa ricorso quando deve classificare classi di oggetti oppure significati dei termini Ri-guardo poi alla sostanza la prima delle categorie Aristotele la divise in primaria e secondaria e affermograve che solo le sostanze primarie sono sostanze nel vero senso del termine (per sostanza primaria Aristotele intende lindividuale ovvero luomo individualmente considerato questo o quel cavallo e cosigrave via) egrave ovvia allora la polemica con il pensiero di Platone il quale affermava invece che vera sostanza sono le Forme (le Idee) ovvero i generi e le specie delle cose quelle specie e generi che invece per Aristotele avevano unimportanza secondaria82

ii) Lessere come accidente ovvero essere casuale accidentale (per esempio quando dico che luomo egrave musico io non esprimo lessenza stessa dellessere uomo ma qualcosa che alluomo puograve capitare casualmente di essere un mero accidente) Non egrave sempre negrave per lo piugrave ma solo talora Egrave sempre in altro mai per segrave83 (differenza tra accidente e categorie per es la qualitagrave egrave necessario che una sostanza abbia delle qualitagrave che abbia quelle o altre egrave accidentale)

iii) Essere come vero e non-essere come falso Si tratta dellessere logico (a differenza del prece-dente che era un essere ontologico) che indica lessere del giudizio vero e il non-essere del giu-dizio falso egrave un essere puramente mentale che ha sussistenza solo nella ragione e nella mente che pensa (mentre il precedente esisteva a prescindere dalla mente che lo pensava)

iv) Essere come potenza e atto Un esempio di questa importante definizione egrave dato dalla statua di marmo giagrave scolpita che egrave in atto mentre il blocco di marmo che lartefice sta scalpellando egrave in potenza il frumento maturo egrave frumento in atto mentre la pianticella verde egrave frumento in poten-za (vale a dire che puograve diventare ciograve che ancora non egrave mentre lessere in atto si caratterizza come lattuarsi di ciograve che prima era solo in potenza) (1) Sono tutti e due essere perograve in senso quasi opposto (la potenza egrave non atto ma capacitagrave

drsquoessere atto) (2) Saragrave bene ricordare anche che attraverso questo significato dellessere Aristotele risolveragrave

definitivamente laporia eleatica per la quale il non-essere non esiste e di conseguenza nemmeno il movimento percheacute inteso come passaggio dal non-essere allessere la soluzio-ne egrave proprio insita nel concetto di atto e potenza in quanto il non-essere di cui parlava Par-

82 Categorie 2a 11-18 2b 15-17 2b 30-3a 7) [2a] [] ldquoSostanzardquo nel senso piuacute proprio in primo luogo e nella piuacute grande misura egrave quella che non si dice di un qualche sostrato neacute egrave in un qualche sostrato ad esempio un determinato uomo o un determinato cavallo Drsquoaltro canto sostanze seconde si dicono le spe-cie cui sono immanenti le sostanze che si dicono prime ed oltre alle specie i generi di queste Ad esempio un determinato uomo egrave immanente ad una specie cioegrave alla nozione di uomo e drsquoaltra parte il genere di tale specie egrave la nozione di animale [] [2b] [] la ragione per cui le sostanze prime si dicono sostanze in massimo grado consiste nel fatto che esse stanno alla base di tutti gli altri oggetti e che tutti gli altri oggetti si predicano di esse oppure sussistono in esse [] Egrave cosiacute giustificato prescindendo dalle sostanze prime che le specie e i generi siano i soli tra gli oggetti a dirsi ldquosostanze seconderdquo tra i predicati in effetti essi solo rivelano la sostanza prima Se qualcuno invero deve spiegare che cosrsquoegrave un determinato uomo dagrave una spiegazione appropriata fornendo la specie oppure il genere drsquoaltra parte dichiarando che tale oggetto egrave ldquouomordquo lo rende piuacute noto di quanto non faccia dichiarando che egrave ldquoanimalerdquo Nel caso invece che costui fornisca una qualche altra nozione dicendo ad esempio che un determinato uomo egrave ldquobiancordquo o ldquocorrerdquo oppure facendo una qualsiasi altra dichiarazione consimile avragrave dato una spiegazione estra-nea allrsquooggetto Egrave di conseguenza giustificato che tra gli altri oggetti soltanto quelli nominati si dicano sostanze [3a] Oltre a ciograve le so-stanze prime sono sostanze nel senso piuacute proprio in quanto stanno alla base di tutti gli altri oggetti Orbene precisamente allo stesso modo con cui le sostanze prime si comportano rispetto a tutti gli altri oggetti cosiacute si comportano rispetto a tutti i rimanenti le specie e i generi delle sostanze prime In realtagrave tutti i rimanenti oggetti vengono predicati delle specie e dei generi Tu dirai infatti di un determi-nato uomo che egrave ldquogrammaticordquo e quindi dirai pure di uomo e di animale che egrave ldquogrammaticordquo Lo stesso vale per gli altri casi 83 [Metafisica 1025a] [] Accidente significa ciograve che appartiene ad una cosa e che puograve essere affermato con veritagrave della cosa ma non sempre neacute per lo piuacute per esempio se uno scava una fossa per piantare un albero e trova un tesoro Questo ritrovamento del tesoro egrave dunque un accidente per chi scava una fossa infatti lrsquouna cosa non deriva dallrsquoaltra neacute fa seguito allrsquoaltra necessariamente e nemme-no per lo piuacute chi pianta un albero trova un tesoro E un musico puograve anche essere bianco ma poicheacute questo non avviene neacute sempre neacute per lo piuacute noi diciamo che egrave un accidente Pertanto poicheacute ci sono attributi che appartengono ad un soggetto e poicheacute alcuni di questi attributi appartengono al soggetto solo in certi luoghi e in certi tempi allora tutti gli attributi che appartengono ad un soggetto ma non in quanto il soggetto egrave questo soggetto e il tempo questo determinato tempo e il luogo questo determinato luogo saranno accidenti Dellrsquoaccidente non ci saragrave quindi neppure una causa determinata ma ci saragrave solo una causa fortuita e questa egrave indeterminata Egrave per accidente che uno giunge ad Egina se non egrave partito con lrsquointento di giungere in tal luogo ma se egrave giunto percheacute spinto dalla tempesta o preso dai pirati Dunque lrsquoaccidente egrave prodotto ed esiste non per se stesso ma per altro la tempesta infatti egrave stata causa che si giungesse dove non voleva giungere cioegrave ad Egina

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menide altro non sarebbe se non un non-essere relativo nel senso che una cosa egrave segrave stessa e al tempo stesso non egrave tutte le altre Il movimento si spiegheragrave poi come passaggio dalla potenza allatto

Le categorie che abbiamo elencato sopra sono le supreme divisioni dellessere loriginaria distin-zione cui si appoggia necessariamente la distinzione degli ulteriori significati La prima di esse la sostanza egrave la piugrave importante percheacute egrave il riferimento comune alle altre categorie che in qualche modo la presuppongono (la qualitagrave ecc egrave sempre riferita a qualcosa che esiste di giagrave luomo ovvero la sostanza egrave alto uno padre cammina ecc) Il che ci porta a concludere che se les-sere si identifica con le sue categorie e le categorie si riferiscono alla sostanza la domanda su che cosegrave lessere si trasforma in che cosegrave la sostanza e la metafisica diventa teoria della sostanza

4) La sostanza Quali sostanze esistono84 Questa sarebbe la domanda fondamentale Solo che a questa

domanda possiamo rispondere solo dopo che avremo risposto alla domanda cosa egrave la sostanza Tutti ammettono la sostanza sensibile e bisogna partire da ciograve che per noi egrave piugrave evidente a) Sostanza egrave

i) materia (fisici) La materia egrave ciograve di cui una cosa egrave fatta ciograve di cui egrave composta (ad esempio un uomo egrave fatto di carne ed ossa una sfera egrave fatta di bronzo ecc) ed egrave dunque un elemento pas-sivo che viene strutturato dalla forma nel senso che egrave la forma che rende ad esempio lrsquouomo animale razionale mentre la materia saragrave il corpo delluomo

ii) forma (Platone) (1) La forma egrave la natura propria di una cosa egrave ciograve che la rende quella che egrave e la distingue dal-

le altre egrave dunque la sua essenza il suo significato fondamentale il suo essere dellesse-re Se la forma egrave lessenza necessaria egrave ciograve per cui ogni essere egrave necessariamente quello che egrave allora essa egrave anche la risposta che possiamo dare circa il che cosegrave di una cosa in quanto definire un essere vuol dire chiarirne lessenza (che cosegrave questo egrave un uomo cosegrave un uomo un animale razionale)

(2) La forma di cui parla Aristotele non va confusa con la forma platonica percheacute la prima egrave un costitutivo della realtagrave egrave una struttura ontologica immanente mentre la seconda egrave una qua-litagrave trascendente la realtagrave stessa egrave un universale e lrsquouniversale non ha le caratteristiche della sostanza che egrave sempre un tode ti un qualcosa di determinato Aristotele distingue due modi dessere dellessenza 2(a) il suo essere accolto dallanima pensante come il suo modo dessere noetico separa-

to delle cose con il pensiero (choristo logo) 2(b) il suo essere nelle cose come il suo modo dessere fisico di realizzare lunitagrave effettiva

dogni cosa rispetto a ciograve che egrave Secondo Aristotele lessere delllaquoειδοσraquo egrave determinato nel suo modo fisico dalla relazione al soggiacente indeterminato della laquohyleraquo come lunificante effettivo di ogni cosa (εν ποιουν) riconosciuto dal pensiero come sua intelligibilitagrave Effettivitagrave e intelligibilitagrave co-incidono e il tratto eidetico dellessere fisico nella produzione infaticabile di cose precise delimitate da una qualcositagrave in atto saragrave dunque compreso da Aristotele come la profonda complicitagrave di tutta la laquoPhysisraquo con il pensiero cioegrave come il suo tratto razionale comprensibile accolto dal pensiero delluomo come leffettivitagrave di ciograve che egrave

(3) Questo ci porta a fare un breve excursus in ambito logico per accennare al principio di non contraddizione esso sostiene che ogni essere ha una natura determinata che egrave impossibile negare di esso e quindi in questo senso gli egrave necessaria non potendo essere diversa da quello che egrave E espresso da Aristotele nel modo seguente Egrave impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia Il che viene dimostrato da Aristotele per assurdo dicendo che se una parola ha un significato non egrave possibile che A sia insieme B e non-B cioegrave ad esempio che uomo sia insieme animale razionale e non animale razionale

84 (Metafisica 1069a 30-1069b 2) [1069a] [] Ci sono tre sostanze ltdi genere diversogt Una egrave la sostanza sensibile la quale si distingue in (a) eterna e in (b) corruttibile (e questa egrave la sostanza che tutti ammettono per e-sempio le piante e gli animali di essa egrave necessario comprendere quali siano gli elementi costitutivi sia che questi si riducano ad uno so-lo sia che siano molti) (c) Lrsquoaltra sostanza egrave invece immobile e questa alcuni filosofi affermano che egrave separata certuni distinguen-dola ulteriormente in due tipi altri riducendo a una identica natura le Forme e gli Enti matematici altri ancora ammettendo solo gli Enti matematici Le prime due specie di sostanze costituiscono lrsquooggetto della fisica percheacute sono soggette a movimento [1069b] la terza invece egrave og-getto di unrsquoaltra scienza dal momento che non crsquoegrave alcun principio comune ad essa e alle altre due

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iii) sinolo (senso comune)85unione di materia e forma entrambe la materia e la forma sono ne-cessarie per fare una sostanza non puograve esistere un uomo senza il corpo (materia) neacute lanima (forma) senza il corpo

b) Ora hanno ragione tutti e nessuno i) Senza materia non ci sono sostanze sensibili perograve la materia egrave potenzialitagrave indeterminata ii) Quindi egrave necessaria una forma che la determini una forma che determina il che cosrsquoegrave Della co-

sa una forma che egrave sempre intrinseca alla cosa iii) Di conseguenza saragrave sostanza il sinolo che egrave unione delle due

c) caratteri della sostanza i) Non inerisce ad altro ma egrave sostrato di inerenza di altro (cioegrave degli accidenti) ii) per seacute indipendenza (appunto in quanto la sostanza sussiste e non inerisce un maglione egrave so-

stanza il blu no percheacute egrave sempre blu di qualcosa di qualche sostanza ad esempio blu del ma-glione)

iii) determinata (deve essere un tode tigrave deve potersi indicare concretamente quindi non potragrave es-sere u universale la sua egrave una filosofia dellrsquoindividuale)

iv) unitaria (non un aggregato la sostanza deve essere un che di uno un sasso egrave una sostanza un mucchio di sassi no)

v) atto (energheia o entelekeia deve essere qualcosa di attuale di reale il seme che egrave seme ora egrave sostanza la pianta che il seme puograve diventare sviluppandosi non egrave sostanza fincheacute il seme resta seme)

d) In base a tali presupposti puograve essere detto sostanza i) la materia perograve non del tutto propriamente percheacute soddisfa solo alla prima caratteristica (non

inerisce a nulla ma tutto inerisce ad essa) perograve non egrave attuale neacute determinata neacute indipendente neacute davvero una

ii) la forma egrave vero che non soddisfa alla prima condizione percheacute inerisce alla materia ma inerisce come principio determinate E la seconda caratteristica esiste per seacute Puograve esistere separata sia concettualmente sia anche concretamente (vedremo che esistono forme senza materia)

iii) il sinolo di forma e materia inevitabilmente le soddisfa tutte iv) ora il sinolo egrave la vera sostanza dal punto di vista empirico che costituisce il mondo fisico da noi

immediatamente conosciuto Perograve da un punto di vista metafisico vera sostanza egrave la forma in quanto egrave la forma il principio determinante il sinolo il fondamento del sinolo

v) Allora essere nel senso pieno egrave la sostanza e la sostanza nel senso pieno egrave la forma Aristotele ha chiamato la forma causa prima dellessere

e) alcune conseguenze i) retaggio platonico solo la forma egrave conoscibile non la materia che egrave inintelligibile ed egrave causa del-

la pluralitagrave (es dei molti uomini) La materia egrave il principio di individuazione (quella che la scolastica chiameragrave la materia signata Ora se la materia egrave inintelligibile la singola cosa concreta sensibile non saragrave mai pienamente co-noscibile quindi i singoli sono inconoscibili indefinibili

ii) La forma egrave solo atto la materia egrave solo potenza cioegrave capacitagrave di assumere qualsiasi forma quindi il sinolo egrave insieme atto e potenza Tutto ciograve che ha materia ha potenzialitagrave se non ha materia egrave atto puro

iii) Significato e importanza dellatto come entelekeia (εν τελοσ εχειν avere in se stessi il proprio fi-ne) Se la forma egrave questa entelechia allora essa egrave non solo quello che la cosa egrave ma anche quello che la cosa deve essere la forma egrave il dinamismo interno della realtagrave orientamento intrinseco la forma diventa anche fine

iv) Latto egrave superiore alla potenza rispetto alla quale vanta una prioritagrave logica (capisco la potenza solo in relazione allrsquoatto) e ontologica (lrsquoatto egrave condizione regola e fine della potenzialitagrave)

85 [1042a] [] E sostanza egrave il sostrato il quale in un senso significa la materia (dico materia ciograve che non egrave un alcuncheacute di determinato in atto ma un alcuncheacute di determinato solo in potenza) in un secondo senso significa lrsquoessenza e la forma (la quale essendo un alcun-cheacute di determinato puograve essere separata con il pensiero) e in un terzo senso significa il composto di materia e di forma [] [1042b] [] la sostanza nel significato di sostrato e di materia [yacutele] viene concordemente ammessa da tutti ed essa egrave la sostanza che esiste in potenza rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose sensibili come atto [1043a] []Dalle cose dette risulta chiaro che cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere essa egrave per un verso materia per un altro forma e atto e per un terzo egrave lrsquoinsieme di materia e di forma Non bisogna ignorare che talora non egrave chiaro se il nome indichi la sostanza come composto oppure lrsquoatto e la forma Per esempio non egrave chiaro se ldquocasardquo indichi il composto di materia e forma ossia un riparo fatto di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo oppure se significhi lrsquoatto e la forma ossia un riparo [] [1043b] Ma questo che per altro rispetto ha una notevole rilevanza in relazione alla ricerca della sostanza sensibile non ne ha alcuna infatti lrsquoessenza appartiene alla forma e allrsquoatto

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v) Grazie alla dottrina della potenza e dellatto Aristotele ha potuto risolvere il problema eleatico del movimento (che egrave un passaggio dallessere in potenza allessere in atto) e ha potuto risolvere il problema dellrsquounitagrave di materia e forma (potenza e atto)

5) Motore immobile

a) dimostrazione86 se tutto fosse corruttibile niente sarebbe incorruttibile perograve crsquoegrave lrsquoeternitagrave del tempo e quindi del movimento necessitagrave di un motore immobile causa del movimento (impossibile il re-gresso allrsquoinfinito in quantro se manca la causa prima viene a mancare anche tutta la serie delle cau-se seconde)

b) sue caratteristiche eterno immobile atto puro (se fosse potenza potrebbe non muovere) spirituale c) muove come oggetto di amore e di intelligenza quindi non egrave causa efficiente ma causa finale d) per questo il mondo non ha avuto inizio Dio da sempre attrae Di conseguenza luniverso egrave una sor-

ta di sforzo della materia verso Dio e quindi in pratica un desiderio incessante di prendere forma Non egrave tanto Dio che dagrave forma al mondo ma egrave piuttosto il mondo che aspirando a Dio si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci luniverso non egrave creato non ha avuto origine sussiste da sempre) Per questo non crsquoegrave un caos originario verrebbe ad essere il primato della potenza sullrsquoatto

e) il Motore immobile egrave pensiero di pensiero87 (per analogia alla nostra esperienza)

86 Poicheacute si egrave sopra detto che le sostanze sono tre due fisiche ed una immobile ebbene dobbiamo parlare di questa e dobbiamo dimo-strare che necessariamente esiste una sostanza eterna ed immobile Le sostanze infatti hanno prioritagrave rispetto a tutti gli altri modi di essere e se fossero tutte corruttibili allora sarebbe corruttibile tutto quanto esiste Ma egrave impossibile che il movimento si generi o si corrompa percheacute esso egrave sempre stato neacute egrave possibile che si generi o si corrompa il tempo percheacute non potrebbero esserci il ldquoprimardquo e il ldquopoirdquo se non esistesse il tempo Dunque anche il movimento egrave continuo come il tempo infatti il tempo o egrave la stessa cosa che il movi-mento o una caratteristica del medesimo E non crsquoegrave altro movimento continuo se non quello locale anzi di questo continuo egrave solo quel-lo circolare Se poi esistesse un principio motore ed efficiente ma che non fosse in atto non ci sarebbe movimento infatti egrave possibile che ciograve che ha potenza non passi allrsquoatto (Pertanto non avremo alcun vantaggio se introdurremo sostanze eterne come fanno i sosteni-tori della teoria delle Forme se non egrave presente in esse un principio capace di produrre mutamento dunque non egrave sufficiente questo ti-po di sostanza neacute lrsquoaltra sostanza che essi introducono oltre le Idee (n numeri e gli Enti matematici) se queste sostanze non saranno attive non esisteragrave movimento) Ancora non basta neppure che essa sia in atto se la sua sostanza implica potenza infatti in tal caso potrebbe non esserci un movimento eterno percheacute egrave possibile che ciograve che egrave in potenza non passi allrsquoatto Egrave dunque necessario che ci sia un Principio la cui sostanza sia lrsquoatto stesso Per conseguenza egrave anche necessario che queste sostanze (n Aristotele oltre al Motore immobile ammetteragrave anche tutta una serie di sostanze analoghe al Motore immobile anche se a lui gerarchicamente inferiori) siano scevre di materia percheacute devono essere eterne se mai esiste qualcosa di eterno Dunque devono essere atto Drsquoaltro canto sorge una difficoltagrave pare infatti che tutto ciograve che egrave attivo presupponga la potenza e che invece non tutto ciograve che egrave in potenza passi allrsquoatto sembra in tal modo che la potenza sia anteriore allrsquoatto Ma se fosse cosigrave non esisterebbe nessuno degli esseri egrave possibile infatti che ciograve che egrave in potenza ad essere non sia ancora E anche se fosse come dicono i Teologi che fanno derivare tutto dalla notte (n ORFEO fr 12 Diels-Kranz e ESIODO Teogonia 116 e seguenti) o come dicono i Fisici i quali sostengono che laquo tutte le cose erano insieme raquo (n ANASSAGORA fr 1 Diels-Kranz) si giungerebbe alla stessa impossibilitagrave Infatti come potrebbe prodursi mo-vimento se non esistesse una causa in atto Non certo la materia puograve muovere seacute medesima ma lrsquoarte del costruire e neppure il me-struo neacute la terra muovono se stessi ma il germe e il seme Per questo alcuni ammettono una attivitagrave eterna come Leucippo (n testi-monianza 18 Diels-Kranz) e Platone (n Timeo 30a) infatti essi sostengono che il movimento egrave eterno Tuttavia essi non dicono percheacute il movimento sia e quale esso sia neacute dicono la ragione per cui esso sia in questo o quel modo Nulla infatti si muove a caso ma deve sempre esserci una causa per esempio questo si muove ora in questo modo per natura questo altro in questrsquoaltro modo per forza ad opera dellrsquointelligenza o di altro E di che specie egrave allora quel movimento primo Questo punto ha una importanza grandissima Ma a Platone non [1072a] sarebbe stato lecito neppure porre quello che egli ritiene talora essere causa di movimento ossia ciograve che si dagrave movimento da se stesso Infatti questo che secondo lui egrave lrsquoanima egrave posteriore al movimento e nasce insieme col mondo come egli stesso afferma (n sempre nel Timeo) Orbene ritenere che la potenza sia anteriore allrsquoatto in un senso egrave vero e in un altro senso non egrave vero come si egrave giagrave detto Che lrsquoatto sia anteriore attesta Anassagora percheacute lrsquoIntelligenza di cui egli parla egrave atto attesta Empe-docle con la dottrina dellrsquoAmicizia e della Discordia e attestano coloro che come ad esempio Leucippo sostengono che il movimento egrave eterno Pertanto non ci furono per un tempo infinito Caos o Notte ma ci furono sempre le medesime cose o ciclicamente o in qualche altro modo se veramente lrsquoatto egrave anteriore alla potenza Ora se la realtagrave egrave sempre la stessa [ciclicamente] egrave necessario che qualcosa permanga costantemente e agisca sempre allo stesso modo E percheacute possano aver luogo generazione e corruzione ci deve essere an-che qualcosrsquoaltro che sempre agisca in maniera diversa E bisogna che questo in un modo agisca in virtugrave di seacute medesimo e in un altro modo in virtugrave di altro dunque in virtugrave di una ulteriore causa diversa dalla prima oppure in virtugrave della prima Ma egrave necessario che sia in virtugrave della prima percheacute a sua volta la prima sarebbe causa dellrsquouno e dellrsquoaltro Dunque egrave meglio la prima Dicemmo infatti che essa egrave causa dellrsquoessere le cose sempre nello stesso modo la seconda invece egrave causa dellrsquoessere le cose in modo diverso e lrsquouna e lrsquoaltra insieme son causa dellrsquoessere le cose in modo sempre diverso In questo modo si comportano dunque i movimenti Che bisogno crsquoegrave allora di cercare altri principi [da Metafisica Libro XII Cap 6] 87 Da un principio tale dunque dipendono il cielo e la natura e la sua condotta egrave la migliore quale noi abbiamo solo per piccolo tempo Esso infatti egrave sempre cosigrave (per noi infatti sarebbe impossibile) percheacute la sua attualitagrave egrave anche piacere e per questo la veglia la sensa-zione e il pensiero sono le cose piugrave piacevoli e grazie a queste anche le speranze e i ricordi E il pensiero che egrave di per seacute egrave di ciograve che egrave migliore di per seacute e il pensiero per eccellenza egrave di ciograve che egrave per eccellenza Lintelletto pensa seacute stesso per partecipazione del pensabile infatti diventa pensabile toccando e pensando cosiccheacute intelletto e pensabile sono la stessa cosa Lintelletto egrave infatti ciograve che puograve acco-gliere il pensabile e lousiacutea e opera quando li possiede cosiccheacute piugrave ancora di quella capacitagrave egrave questo che lintelletto sembra avere di divino e lindagine egrave la cosa piugrave piacevole e migliore Se dunque il dio sta sempre cosigrave bene come noi qualche volta egrave meraviglioso e se ancora meglio egrave ancora piugrave meraviglioso -- e sta cosigrave E sussiste come vita percheacute lattualitagrave dellintelletto egrave vita ed esso egrave attualitagrave E la sua attualitagrave che egrave di per seacute egrave la vita perenne e migliore In veritagrave affermiamo che il dio egrave il vivente perenne e migliore cosiccheacute al dio appartiene una vita e un tempo vitale continuo e perenne percheacute questo egrave il dio (Metafisica XII7 1072 b13-30 ) [] se esso [lrsquointelletto divino] non pensa nulla in nulla verrebbe a risiedere la sua dignitagrave ma esso si troverebbe nello stato di un uomo addormen-

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i) Il Dio aristotelico egrave vivente Ma di quale tipo di vita Quella che per Aristotele egrave la piugrave perfetta quella che alluomo egrave possibile solo per breve tempo e che egrave cuasa di piacere e cioegrave la vita del puro pensiero della contemplazione (theoria) Il pensiero egrave lrsquounica attivitagrave immateriale e puro at-to

ii) E che cosa contempla Dio Non puograve che contemplare la cosa piugrave perfetta e quindi contempla se stesso egli pensa se stesso egrave pensiero di pensiero

iii) Esso non crea il mondo dal nulla (questa egrave una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo egrave eterno non conosce e non ama il mondo giaccheacute lamore egrave visto come una imperfezione in quanto egrave la tendenza a ricercare ciograve di cui abbiamo bisogno mentre se Dio egrave perfetto non puograve avere bisogno di nulla e quindi non puograve amare

f) Il Motore immobile egrave unico per questo il mondo egrave unico Perograve Aristotele non egrave monoteista (per Ari-stotele egrave divino tutto ciograve che egrave eterno quindi le 55 Intelligenze e le anime) anche se crsquoegrave monotei-smo esigenziale

LA FISICA E LA MATEMATICA

1) Le dottrine fisiche elaborate da Aristotele occupano una posizione assolutamente centrale nella cultura che va dal mondo greco fino alle soglie dellrsquoetagrave moderna quando srsquoegrave verificata quella ldquorivoluzione scien-tificardquo che ha avuto in Copernico e in Galilei i suoi eroi

2) Platone aveva rigettato la possibilitagrave di una scienza della natura in quanto convinto che questa fosse soggetta a quellrsquoincessante fluire tematizzato da Cratilo e aveva sostenuto che del mondo naturale po-tesse esservi non giagrave επιστεmicroε bensigrave δοξα lo stesso Timeo che pure era un dialogo interamente dedi-cato alla φυσισ si configurava come un racconto immaginifico privo di ogni qualsivoglia carattere verita-tivo

3) Ersquo stato Aristotele ad assumersi il compito di fondare la fisica come scienza ancorchegrave la fisica da lui fon-data sia lontanissima da quella moderna che tutto matematizza si tratta al contrario di una fisica qua-litativa (anche qui in contrasto con Platone) che diventa una ontologia o metafisica del sensibile Ed egrave nel VI libro della Metafisica che lo Stagirita proponendo la sua classificazione delle scienze non solo presenta la fisica come scienza a pieno titolo ma addirittura la inserisce nel novero delle ldquoscienze teore-ticherdquo (insieme alla matematica e alla filosofia prima ossia la metafisica) le quali avendo per fine il sa-pere stesso sono disinteressate e in ciograve risiede la loro superioritagrave88 La fisica Aristotele l chiama anche filosofia seconda proprio percheacute indaga la sostanza sensibile e in movimento che egrave seconda rispetto alla sostanza soprasensibile e immobile a cui conduce la filosofia prima Abbiamo due tipi di sostanze le sensibili e le soprasensibili per questo avremo due tipi diversi di scienze fisica e metafisica (e qui si o-pera il superamento dei presocratici proprio percheacute la φυσισ non egrave piugrave la totalitagrave dellrsquoessere

4) Per Aristotele diversamente da Platone egrave possibile studiare le cose nel loro divenire a) Ciograve non toglie perograve che la fisica ndash a differenza della metafisica che studia lrsquoessere in quanto tale ndash

sia una scienza particolare giaccheacute si occupa solo dellrsquoessere in movimento e perciograve difetta di uni-versalitagrave

b) Oltre ad occuparsi dei corpi terreni caratterizzati dallrsquoessere passeggeri e non eterni Aristotele fa rientrare nel campo drsquoindagine della fisica anche lo studio dei corpi celesti Con questrsquooperazione e-gli pone lrsquoastronomia come scienza fisica e non come scienza matematica (quale era per Platone) poicheacute gli astri sono anchrsquoessi corpi in movimento bencheacute ndash a differenza dei corpi terrestri ndash non siano soggetti al divenire ma esistenti sempre e necessariamente (in quanto composti non giagrave dei quattro elementi bensigrave dellrsquoetere) Ne segue che gli orizzonti della fisica finiscono per spaziare dalla terra al cielo dai corpi viventi degli animali allrsquoanima Il confine tra il mondo terrestre ndash popolato dai

tato se invece esso pensa ma pensa qualcosa che sia diversa da seacute stesso allora il suo pensiero viene a dipendere da qualche altra cosa e in tal caso [] esso non potragrave essere la migliore delle sostanze giaccheacute la sua assoluta superioritagrave egrave sua proprietagrave solo in virtugrave del pensare Inoltre tanto nel caso che la sua sostanza si identifichi con lrsquoIntelletto quanto nel caso che si identifichi col pensiero qual egrave lrsquooggetto del pensiero [] E chiaro quindi che esso pensa la cosa piugrave divina e veneranda e che non muta mai il suo oggetto [] Epperograve lrsquoIntelletto pensa seacute stesso se egrave vero che esso egrave il bene supremo e il suo pensiero egrave pensiero di pensiero (Aristotele Metafisi-ca in Id Opere a cura di G Giannantoni Bari Laterza libro XII 9) 88 Proprio in Metafisica VI 1025 b 25 scrive Aristotele ldquoPertanto se ogni conoscenza razionale egrave o pratica o poietica o teoretica la fisica dovragrave essere conoscenza teoretica ma conoscenza teoretica di quel genere di essere che ha potenza di muoversi e della sostanza inte-sa secondo la forma ma prevalentemente considerata come non separabile dalla materia [hellip] Se tutti gli oggetti della fisica si intendo-no in modo simile al camuso come per esempio naso occhio viso carne orecchio animale in generale foglia radice corteccia pianta in generale (infatti non egrave possibile dare definizione di alcuna di queste cose senza il movimento ma esse hanno sempre materia) allora egrave chiaro come si debba ricercare e definire lrsquoessenza in sede di ricerca fisica ed egrave altresigrave chiaro percheacute sia compito del fisico speculare anche su una parte dellrsquoanima che non esiste senza la materia Da tutto ciograve risulta allora evidente che la fisica egrave una scienza teoreticardquo

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corpi in divenire ndash e quello celeste ndash popolato dai corpi eterni ndash egrave segnato dalla luna che divide ap-punto il mondo sublunare da quello sopralunare

c) Le scienze teoretiche riguardano cose esistenti necessariamente ma allrsquointerno della fisica egrave ritaglia-to uno spazio anche per i corpi passeggeri e non eterni le pietre gli uomini e gli animali possono in-fatti non esistere e in ogni caso sono perituri essi tuttavia rispondono ad una modalitagrave dellrsquoessere che egrave επι το πολυ (per lo piugrave) per cui gli uomini invecchiando diventano per lo piugrave canuti Nellrsquoambito del mondo fisico terrestre allora pur non valendo la necessitagrave assoluta ciograve non di meno vale la necessitagrave condizionale tale per cui se si verifica una tale condizione si verifica un tale effet-to (ad esempio se invecchio mi vengono i capelli bianchi) Sicchegrave i corpi del mondo fisico di questa terra presenta caratteristiche fluttuanti (il colore degli occhi dei capelli lrsquoaltezza ecc) con lrsquoinevitabile conseguenza che a differenza della matematica la conoscenza fisica non potragrave mai es-sere esatta neacute potragrave fare ricorso a dimostrazioni analiticodeduttive (Platone riduce invece nel Timeo gli elementi fisici a enti geometrici matematicamente studiabili) La fisica difetta dunque di universa-litagrave di esattezza e di necessitagrave

d) Come ogni altra conoscenza anche quella fisica procede per cause e quali siano tali cause Aristotele lo spiega nel II libro cap3 della Fisica per poi riprenderlo nel I della Metafisica le quattro cause che egli individua non sono che le risposte da fornire quando ci si interroga sulla natura di qualche cosa e tale dottrina egrave evidentemente dedotta dallrsquoosservazione diretta dei corpi osservandoli si nota in-fatti che essi rispondono a quattro diversi punti di vista ovvero risultano dalla convergenza di quat-tro cause Infatti le cose hanno una materia sono prodotte da qualcuno sono tali percheacute hanno una forma che le individua e hanno uno scopo per il quale sono venute ad essere qui in sintonia con Platone Aristotele crede che la struttura eretta sia stata data allrsquouomo affincheacute egli possa con-templare le realtagrave superne ma Aristotele non dimentica che le cose hanno anche una materia che le condiziona cosigrave lrsquouomo puograve stare in piedi percheacute possiede calore e il calore tende appunto verso lrsquoalto La materia e la forma non sono ndash secondo Aristotele ndash separabili lrsquouna dallrsquoaltra col che egli si distingue nettamente dalla posizione platonica per cui le forme (ειδη) sarebbero radicalmente di-stinte dalla materia (υλη) inoltre lrsquoassetto fisico di ogni cosa egrave tale percheacute deve rispondere ad un dato fine e la forma egrave quella che egrave percheacute egrave stata organizzata in vista di tale fine Solo chi conosce tutte e quattro le cause delle cose puograve essere insignito del titolo di φυσικος (fisico) giacchegrave egli solo egrave in grado di indicare di che cosa le cose sono fatte a quale fine tendono quale forma hanno che cosa le ha messe in moto

e) Il punto nodale nella trattazione fisica condotta dallo Stagirita riguarda la teleologia la natura tende a un fine o piuttosto in essa tutto avviene secondo le bizzarre regole del caso A questa domanda Platone aveva risposto giocando la carta del finalismo provvidenzialistico ipotizzando lrsquoesistenza di un ldquoDivino arteficerdquo (il Demiurgo del Timeo) tale da contemplare le idee eterne e calarle nella mate-ria nel miglior modo possibile il mondo che ne derivava era il migliore tra i mondi possibili intera-mente retto da fili divini una sorta di opera drsquoarte infallibile in cui tutto era retto da fili divini La so-luzione di Aristotele egrave assai diversa il provvidenzialismo platonico egrave messo al bando per due ragioni In primis percheacute la natura non egrave affatto divina e Aristotele ne paragona lrsquoattivitagrave a quella tecnica a differenza della tecnica divina (che egrave infallibile) la tecnica umana egrave soggetta a fallire similmente in natura non tutto avviene in maniera perfetta Come il grammatico puograve commettere errori o come il medico puograve prescrivere farmaci inadeguati cosigrave la natura puograve parimenti compiere errori bencheacute il suo agire sia sempre e comunque orientato al meglio tale principio viene da Aristotele dedotto a partire dalla biologia dove si registrano casi di veri e propri mostri (ad esempio esseri con parti mancanti o in sovrappiugrave) e devianze dalla norma della natura che vuole che gli uomini nascano per lo piugrave in un certo modo La possibilitagrave dellrsquoerrore della natura egrave resa possibile dal fatto che si tratta di un ambito di cose materiali e come abbiamo pocrsquoanzi detto la materia non sempre si lascia domina-re dalla forma a volte le oppone resistenza (tale egrave ad esempio il caso della mano con quattro dita anzicheacute cinque) Sicchegrave a partire da queste considerazioni lo Stagirita dovragrave prendere in esame il fattore ldquocasualitagraverdquo e lo faragrave nel libro II cap4-5-6 addivenendo alla conclusione che ldquoil caso rientra nel novero delle causerdquo intendendo con ciograve dire che anche quel che accade per caso ha pur sempre una sua causa anche se lrsquoeffetto risulta derivare da una causa diversa da quella in forza della quale solitamente accade ossia avviene per accidente (κατα συmicroβεβηκως) Puograve dunque accidentalmente accadere che nel corso della generazione la materia non si lasci plasmare e ne nasca un mostro Lrsquoindividuo di sesso femminile egrave esso stesso agli occhi di Aristotele un caso di errore della natura un mostro prodotto dal caso agendo sul sangue mestruale il seme maschile forma la materia ed egrave a questo punto che puograve verificarsi la devianza nascere femmina egrave appunto una devianza ma si trat-ta pur sempre di una ldquomostruositagrave necessariardquo al fine di perpetuare la specie

f) In questo contesto si inserisce il doppio significato che naturale ha in Aristotele

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i) Indica ciograve che egrave regolare ed accade per lo piugrave ed egrave proprio questo che consente la scienza ii) Oppure naturale sta a indicare il fine il telos la norma contro il meccanicismo di fatto sta a in-

dicare la realizzazione della forma intrinseca Sarebbe quindi possibile il passaggio dalla descri-zione (primo significato) alla prescrizione (secondo significato)89

g) Occupandosi la fisica di corpi in movimento Aristotele si affatica a lungo sulla nozione di movimento (lrsquointero libro III egrave dedicato a tale tematica) riconoscendo quattro possibili modalitagrave di κινησις (loca-le sostanziale quantitativo qualitativo) egli smaschera definitivamente lrsquoeleatismo parmenideo i) Il movimento non egrave passaggio da essere a non essere o viceversa come per gli eleati ma egrave pas-

saggio da potenza ad atto ora egrave vero che la potenza non egrave atto perograve la potenza egrave uno dei si-gnificati dellrsquoessere Quindi il movimento egrave passaggio da un modo drsquoessere a un altro modo drsquoessere90

ii) Essendo passaggio da potenza ad atto e riferendosi questi a tutte le categorie in teoria do-vemmo avere dieci tipi di movimento di fatto Aristotele ne presenta quattro secondo la sostan-za la qualitagrave la quantitagrave il luogo

iii) Percheacute il moto sia possibile egrave necessario porre cinque principi materia o sostrato del moto (dove risiede la potenzialitagrave) forma e privazione (ed egrave sempre una privazione determinata per questo il movimento non saragrave mai a caso) ma saragrave sempre determinato Il sostrato passa dalla priva-zione della forma alla forma Forma e materia sono cause la privazione egrave il principio del muta-mento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente giagrave una forma Ogni movimento poi comporta una causa efficiente e un fine

h) Il moto locale egrave caratterizzato da unrsquounica direzione dallrsquoalto verso il basso o viceversa A ciograve vale per il mondo sublunare poicheacute i corpi di quello sopralunare sono invece dotati di moto semplice (ov-vero circolare spuntano e tramontano sempre nel medesimo punto) in forza della particolare mate-ria che li costituisce si tratta non giagrave dei quattro elementi empedoclei che stanno alla base dei corpi sublunari bensigrave di quella materia incorruttibile che Aristotele chiama etere

i) Agli occhi di Aristotele i corpi si distinguono in semplici (i quattro elementi) e in composti ed en-trambe le categorie cadono nel campo drsquoindagine della fisica alla base di tutti i corpi che popolano il mondo sublunare stanno i quattro elementi individuati da Empedocle Dal moto dei corpi semplici di-pende direttamente anche lrsquoassetto di del mondo terrestre risultante costituito in base alla disposi-zione dei quattro elementi stessi (la cui disposizione egrave legata alle caratteristiche fisiche di ciascun e-lemento) i) Il mondo sublunare (di natura sferica che egrave la migliore tra quelle possibili) viene cosigrave a configu-

rarsi come una serie di cerchi concentrici al cui centro sta lrsquoelemento piugrave pesante (la terra) e alla periferia quello piugrave leggero (il fuoco) con in mezzo lrsquoacqua e ndash piugrave leggera ndash lrsquoaria In base a tale

89 FISICA II 8 198 b 35 ss In effetti queste e tutte le altre cose che sono da natura o si generano sempre in questo modo o per lo piugrave e nessuna di esse si genera per fortuna o a caso Infatti non egrave in modo fortuito o casualmente che capita di piovere spesso in in-verno mentre questo sarebbe vero se accadesse durante la canicola e la canicola non fosse in estate [199 a] ma piuttosto durante lrsquoinverno Se dunque crsquoegrave caldo questo sembra essere o a caso o in vista di un fine e se non egrave possibile che queste cose accadano o per circostanze fortuite o [5] a caso avverranno in vista di un fine Ma tutte queste cose sono da natura come ammettono anche coloro che sostengono tali tesi dunque nelle cose che si generano o esistono per natura egrave presente lrsquooperare in vista del fine [ενεκα του] I-noltre nelle cose nelle quali esiste un qualche fine ciograve che viene prima egrave fatto in vista di ciograve che viene dopo Quindi come avviene nellrsquoagire [10] cosigrave accade in natura e come avviene in natura cosigrave accade anche in ogni azione se niente lo impedisce Ora lrsquoagire egrave in vista di un fine allora anche il fine egrave per natura Ad esempio se una casa fosse fra le cose che sono per natura essa verrebbe pro-dotta allo stesso modo in cui ora egrave costruita per mezzo della tecnica E se le cose che sono da natura fossero fatte non solo da natura ma anche fossero prodotte con la tecnica sarebbero prodotte in quello stesso modo nel quale esse sono prodotte per natura [15] Dunque lrsquouno egrave in vista dellrsquoaltro In generale talvolta lrsquoarte porta a compimento quanto la natura egrave impossibilitata a fare talaltra imita la natura Se dunque le cose che sono secondo arte sono fatte in vista di un fine egrave chiaro che anche le cose che sono secondo natura lo sono Infatti il rapporto tra ciograve che viene dopo e ciograve che viene prima opera nello stesso modo in entrambe 90 Fisica III 200 b ndash 201 a Talune cose sono soltanto in atto altre in potenza e in atto e alcune sono sostanza altre quantitagrave o qualitagrave e altre simili categorie dellrsquoessere Mentre la relazione si dice talvolta in riferimento allrsquoeccesso e al difetto talvolta [30] in rapporto a ciograve che egrave attivo e passivo e in generale in riferimento al motore e al mobile II motore infatti egrave motore di ciograve che egrave mobile e ciograve che egrave mobile egrave mobile in quanto mosso dal motoreE non esiste movimento al di fuori delle cose Ciograve che diviene infatti muta sempre o se-condo la sostanza o secondo la quantitagrave o secondo la qualitagrave o secondo il luogo E non [35] vrsquoegrave niente oltre questi predicati comuni che come abbiamo detto non sia o sostanza [201 a] o quantitagrave o qualitagrave o qualcuno delle altre predicazioni categoriali In conclusione non vi potragrave essere neacute movimento neacute cambiamento al di fuori delle cose sopra richiamate poicheacute non esiste realtagrave al di fuori delle cose detteE ciascuna di queste cose egrave presente in ogni ente in modo duplice ad esempio nella sostanza per un verso come forma per lrsquoaltro [5] come privazione nella qualitagrave come bianco e nero nella quantitagrave come compiuto e incompiuto In modo simile nel movimen-to locale avremo alto e basso o leggero e pesante Siccheacute le specie di cambiamento e di movimento sono tante quante sono quelle dellrsquoessereE poicheacute abbiamo distinto [10] nellrsquoambito di ciascun genere ogni cosa secondo lrsquoatto o la potenza lrsquoatto di ciograve che esiste in potenza in quanto tale egrave movimento ad esempio lrsquoatto di ciograve che egrave alterabile in quanto alterabile egrave alterazione lrsquoatto di ciograve che si ac-cresce e di ciograve che al contrario diminuisce (non esiste infatti un nome comune ad entrambi) crescita e diminuzione e lrsquoatto di ciograve che si genera e di ciograve che si corrompe generazione e [15] corruzione lrsquoatto di ciograve che si muove localmente locomozione

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disposizione si spiegano anche i moti che si verificano nel mondo sublunare che possono essere moti secondo natura (φυσει) e moti violenti (βια) una pietra lasciata cadere tende a muoversi di un moto naturale verso il basso ma se la scagliamo verso lrsquoalto essa procede per un tratto in di-rezione opposta al suo luogo naturale (muovendosi con un moto contro natura) fino a che non avragrave esaurito la spinta e ricadragrave a terra

ii) I corpi celesti invece si muovono di moto circolare La luna segna il confine tra i due mondi (sublunare e sopralunare) ma tra essi non crsquoegrave separazione netta crsquoegrave anzi una zona intermedia in cui si situano i fattori meteorologici che sono da Aristotele spiegati con le vicissitudini cui vanno incontro i quattro elementi I corpi celesti non si muovono perograve tutti allo stesso modo ciascuno di essi descrive nel suo tragitto una sfera e lrsquoinsieme complessivo di tali sfere dagrave un in-sieme concentrico che ha al suo centro la Terra stessa (in ciograve risiede il geocentrismo aristoteli-co) Come la Terra occupa il centro del mondo cosigrave la periferia egrave occupata dal ldquocielo delle stelle fisserdquo che chiude lrsquoestremitagrave del mondo Le stelle fisse hanno moto eterno circolare e semplice via via che dallrsquoalto si scende verso la luna i moti dei pianeti presentano sempre maggiori irre-golaritagrave (tali sono appunto i moti apparenti) di velocitagrave e di regradazioni

iii) Gli individui sublunari che popolano il nostro mondo (uomini animali piante) sono mortali come individui (poicheacute costituiti dai quattro elementi) ma eterno egrave il loro processo di generazione e corruzione cosiccheacute il singolo uomo egrave perituro ma la specie umana egrave eterna (lrsquoatto stesso con cui si ama e ci si riproduce non egrave che un anelito allrsquoeternitagrave)

5) Matematica

a) Per Platone gli enti matematici sono realtagrave ontologiche oggettive sono enti ideali esistenti b) Per Aristotele

i) Gli enti matematici sono frutto di astrazione negrave reali negrave irreali ii) quindi sono enti di ragione che nella realtagrave esistono solo potenzialmente (proprietagrave intrinseche)

e in atto esistono solo nella nostra mente

PIRRONE DI ELIDE

1) Pirrone cercava di dimostrare come sia possibile vivere una vita felice anche senza la veritagrave e senza quei valori che erano stati venerati in passato a) Il Giardino e la Stoagrave ndash che sorsero pochi lustri dopo ndash quando giagrave il verbo di Pirrone cominciava a dif-

fondersi lentamente pur concordando nellrsquoattribuire al saggio una serie di caratteri esistenziali giagrave chiaramente individuati dal nostro filosofo assunsero tuttavia una posizione diametralmente oppo-sta proclamando con estrema risolutezza che al saggio sono indispensabili laquodogmiraquo e laquocertezzeraquo e quindi ribadirono la convinzione greca che lrsquoessere e la veritagrave esistono e sono raggiungibili dallrsquouomo e che la regola del vivere felici puograve scaturire solo da queste acquisizioni e dunque dalla ricostruzione di una precisa tavola di valori

b) Come egrave giunto Pirrone al rovesciamento di questa convinzione cosigrave ben radicata E come ha potuto dedurre una laquoregola di vitaraquo e costruire una laquosaggezzaraquo rinunciando allrsquoessere e alla veritagrave e dichia-rando ogni cosa vana apparenza

2) Una risposta a questi problemi puograve essere data solo tenendo conto dei seguenti tre fattori essenziali a) il momento storico in cui maturograve il pensiero di Pirrone e in particolare la sua partecipazione alla

grande spedizione di Alessandro b) lrsquoincontro con lrsquoOriente che gli rivelograve una tipologia di laquosaggezzaraquo del tutto sconosciuta ai Greci c) i maestri e le correnti filosofiche greche da cui egli desunse gli strumenti concettuali per

lrsquoelaborazione e per la formulazione del suo pensiero

3) Pirrone nega sia la laquofisicaraquo sia la laquometafisicaraquo e in generale ogni forma di ontologia in quanto tale a) Il ripudio dellrsquoontologia in senso laquofisicoraquo ossia presocratico egrave chiaramente attestato dal seguente

frammento di Timone di Fliunte lrsquoallievo di Pirrone ldquoO vecchio o Pirrone come e dove trovasti scampo dalla servitugrave alle vane e false opinioni dei Sofisti e spezzasti le catene di tutti gli inganni e lrsquoincanto delle loro ciance Neacute ti curasti di investigare quali venti corrano nellrsquoEllade neacute da che si formi ogni cosa e in che si risolvardquo

b) Il rifiuto dellrsquoontologia platonica dellrsquoIdea della forma e della sostanza aristotelica egrave netto LrsquoIdea platonica e la forma aristotelica sia pure in differente modo fondano la natura delle cose la loro in-telligibilitagrave e quindi la possibilitagrave della loro conoscenza noncheacute la stabilitagrave e lrsquoeternitagrave dei valori Tutte le cose insomma nellrsquoontologia platonico-aristotelica hanno una laquostabilitagrave nellrsquoessenzaraquo e

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pertanto possiedono una differenziazione una misura e una discriminazione oggettiva Al contrario secondo Pirrone le cose non hanno alcuna differenza neacute misura neacute discriminazione Ne segue che non esistono valori e niente egrave per natura brutto o bello buono o cattivo giusto o ingiusto e tutto indifferentemente si equivale (e anche non si equivale) giaccheacute per Pirrone niente egrave piugrave questo che quello

c) Potremmo dunque affermare che egli respinge le istanze di ogni forma di ontologia in quanto tale Infatti mentre il cammino dellrsquoontologia va dalle apparenze allrsquoessere allrsquoopposto Pirrone si ritrae dallrsquoessere alle apparenze negando recisamente che ci sia lrsquoessere e quindi che sia possibile qual-siasi giudizio sullrsquoessere e riconoscendo per conseguenza soltanto lrsquoapparire Dunque secondo Pirro-ne non domina lrsquoessere ma lrsquoapparire ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo91

4) Ma come e che cosa puograve costruire Pirrone su questo azzeramento dellrsquoessere e dei suoi principi

a) I Sofisti che negarono lrsquoessere e la veritagrave spostarono la loro fiducia sullrsquouomo inteso come laquomisura di tutte le coseraquo

b) Pirrone non ha piugrave fiducia nemmeno nellrsquouomo percheacute ne sente la nullitagrave Non a caso ci viene riferi-to che Pirrone apprezzava i versi di Omero in cui si canta la fragilitagrave la pochezza la miseria e la nul-litagrave dellrsquouomo ldquoFilone ateniese suo intimo amico diceva che Pirrone menzionava spessissimo De-mocrito ma poi anche Omero che egli ammirava e di cui era solito citare il verso Quale la stirpe delle foglie tale anche quella degli uomini E lo lodava anche percheacute soleva paragonare gli uomini alle vespe alle mosche e agli uccelli E citava volentieri anche i seguenti versi Dunque amico pure tu muori Percheacute cosigrave piangi il tuo [destino] Morigrave anche Patroclo che era molto piugrave valoroso di te E tutti i passi che alludono allrsquoinstabilitagrave della condizione umana allrsquoinutilitagrave dei propositi e alla fanciul-lesca follia dellrsquouomordquo92

c) Allora se criterio non egrave piugrave lrsquoessere e se criterio non puograve essere nemmeno lrsquouomo dove lo cerche-remo La risposta di Pirrone egrave laquoda nessuna parteraquo Il criterio egrave la rinuncia al criterio Riferisce il pe-ripatetico Aristocle attingendo direttamente dalle opere di Timone di Fliunte ldquo[Pirrone] non ha la-sciato nulla di scritto ma il suo discepolo Timone dice che colui che vuole essere felice deve consi-derare queste tre cose 1) in primo luogo quale egrave la natura delle cose 2) in secondo luogo in quale modo dobbiamo disporci nei confronti di esse 3) in terzo luogo che cosa risulteragrave a coloro che si trovano in questa disposizione 1) Orbene egli dice che Pirrone mostra che le cose sono ugualmente indifferenti immisurabili e indiscriminabili e per questo neacute le nostre sensazioni neacute le nostre opinioni possono essere vere oppure false 2) Per conseguenza non bisogna accordare ad esse fiducia ma bisogna essere senza opinione senza inclinazione senza agitazione affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave oppure che neacute egrave neacute non egrave 3) Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno dice Timone in primo luogo lrsquoafasia e poi lrsquoatarassiardquo (Aristocle fr6 Heiland) i) prima di passare allrsquoanalisi dei tre punti egrave bene sottolineare il significato e la portata della pre-

messa in cui si dice che la considerazione di questi punti deve essere fatta da laquocolui che vuole essere feliceraquo Lrsquoaspetto laquoeudemonisticoraquo prevale dunque nettamente nel pensiero di Pirrone I tre principi cardinali dello Scetticismo pirroniano esprimono un sistema pratico di saggezza e in questo spirito vanno letti e interpretati

ii) Dei tre il piugrave difficile da interpretare egrave il primo che egrave anche il piugrave importante La difficoltagrave sta in questo le cose sono in se stesse indifferenti immisurabili e indiscernibili oppure sono tali non in se stesse ma solo per noi Lrsquoindifferenza delle cose egrave oggettiva o soggettiva (1) La maggior parte degli interpreti (in gran parte sotto lrsquoinfluenza dello Scetticismo posteriore)

ha creduto che Pirrone intendesse dire semplicemente che noi uomini non abbiamo stru-menti adeguati (sensi e ragione) per riuscire a cogliere le differenze le misure e le determi-nazioni delle cose

(2) Ma in realtagrave il testo pare affermare il contrario non dice cioegrave che poicheacute sensi e opinioni sono inadeguati le cose per noi risultano indifferenziate immisurate e indiscriminate ma dice allrsquoopposto che le cose stesse sono indifferenti immisurate e che proprio in conse-guenza di questo sensi e opinioni non possono neacute dire il vero neacute il falso Insomma sono le cose che rendono sensi e ragione incapaci di veritagrave e di falsitagrave e non viceversa Egrave questa una conseguenza necessaria che scaturisce dalla negazione dellrsquoessere dellrsquoeidos e della so-

91 Timone fr69 Diels 92 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 67

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stanza egrave cioegrave la posizione che scaturisce dalla negazione dellrsquoontologia platonico-aristotelica93 2(a) I valori etici e in genere tutti i valori cosigrave come tutte le cose non hanno una loro

statura ontologica appunto percheacute laquonulla esiste in veritagraveraquo 2(b) Invece dellrsquoessere quindi si pongono come determinanti la laquoconvenzioneraquo (il no-

mos) e il laquocostumeraquo (lrsquoethos) 2(c) Aristotele aveva indicato la sostanza come essere per eccellenza e lrsquoaveva definita come

laquoun qualcosa di determinatoraquo per contro Pirrone rovescia la posizione aristotelica laquocia-scuna cosa non egrave piugrave questo che quelloraquo Non contraddicono questa interpretazione an-zi la riconfermano due celebri frammenti di Timone (i) ldquoNon affermo che il miele egrave dolce ma riconosco che appare dolcerdquo94 Il che significa

che in seacute il miele essendo come ogni cosa indeterminato egrave inqualificabile mentre qualificabile egrave solo lrsquoapparire Non vuol dire che esiste un miele come cosa in seacute do-tato di una sua natura ma da noi non raggiungibile il miele non ha una sua natura e il suo apparire se da me egrave qualificabile come dolce da un altro (cui il miele non piace) puograve essere qualificato in altro modo Lrsquoessere insomma non egrave espresso per-cheacute non crsquoegrave egrave espresso solo lrsquoapparire Di conseguenza allrsquolaquoessereraquo si sostituisce lrsquolaquoapparireraquo

(ii) ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo95 iii) Pirrone tuttavia non egrave giunto tanto avanti da risolvere tutto nellrsquolaquoapparenza pura e universaleraquo

in modo preciso Infatti la risoluzione di tutte le cose nella pura apparenza senza alcun residuo avrebbe portato non giagrave al dubbio assoluto bensigrave alla certezza assoluta percheacute se tutto si risol-ve nellrsquoapparire le cose sono cosigrave appunto come appaiono e non diversamente

d) Riguardo alla sua concezione della natura del divino crsquoegrave un frammento di Timone che mostra chia-ramente come fosse assai complessa i) Viene domandato a Pirrone ldquoO Pirrone questo il mio cuore desidera di apprendere da te come

mai tu pur essendo uomo ancora cosigrave facilmente conduci la vita tranquilla tu che solo sei guida agli uomini simile a un Diordquo96

ii) Risponde Pirrone ldquoIo ti dirograve in veritagrave come mi sembra che sia prendendo come retto canone questa parola di veritagrave che vive eternamente una natura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualerdquo97

Come intendere questa laquonatura del divino e del beneraquo e il conseguente laquoretto canoneraquo un accento religioso di questo genere ha qualcosa di enigmatico il Dio che Pirrone venera non egrave una provviden-za del mondo neacute degli uomini come il Dio degli Stoici egrave solamente come lrsquoessere perfettamente sta-bile davanti al quale svaniscono gli aspetti diversi e fuggevoli del reale Le cose secondo Pirrone risultano mere apparenze non giagrave in funzione del presupposto dualistico dellrsquoesistenza di laquocose in seacuteraquo a noi come tali inaccessibili bensigrave in funzione della contrapposizione appunto a quella laquonatura del divino e del beneraquo di cui parla il frammento di Timone Misurato con il metro di questa laquonatura del divino e del beneraquo tutto appare a Pirrone come irreale Se cosigrave egrave non si puograve negare lrsquoesistenza di un sottofondo religioso che ispira lo Scetticismo pirroniano Lrsquoabisso che e-gli scava fra lrsquounica laquonatura del divino e del beneraquo e tutte le altre cose implica una visione quasi mi-stica delle cose e una valutazione della vita di un rigore estremo appunto percheacute non concede alle cose del mondo alcun significato autonomo mentre concede realtagrave al divino e al bene

5) Se le cose sono indifferenti immisurabili e indiscernibili e se di conseguenza senso e ragione non pos-sono dire neacute il vero neacute il falso a) lrsquounico atteggiamento corretto che lrsquouomo puograve tenere egrave quello di non dare alcuna fiducia ai sensi neacute

alla ragione ma restare adoxastos vale a dire rimanere laquosenza opinioneraquo ossia astenersi dal giudi-zio (lrsquoopinare egrave sempre un giudicare) Questa laquoastensione dal giudizioraquo venne successivamente e-spressa con il termine laquoepocheacuteraquo di derivazione stoica Come egrave stato recentemente messo bene in

93 Una chiara conferma la troviamo in un passo di Diogene Laerzio ldquoPirrone diceva che niente egrave bello neacute brutto niente egrave giusto neacute in-giusto e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in veritagrave e sosteneva che tutto ciograve che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine e che ogni cosa non egrave piugrave questo che quellordquo (Vite dei filosofi IX 61) 94 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 105 95 Timone fr69 Diels 96 Timone fr67 Diels 97 Sesto Empirico Contro i matematici XI 20

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rilievo Zenone di Cizio affermava la necessitagrave per il saggio di non dare lrsquoassenso ossia di laquosospen-dere il giudizioraquo (epocheacute) di fronte a ciograve che egrave incomprensibile (e di dare lrsquoassenso solo a ciograve che egrave evidente) Arcesilao e Carneade in polemica con gli Stoici sostengono che il saggio deve laquosospen-dere il giudizioraquo su ogni cosa percheacute nulla egrave evidente i) Questa posizione di laquototale astensione dal giudizioraquo egrave di una coerenza estrema rispetto al princi-

pio che nega alle cose lrsquoessere e lrsquoessenza e quindi nega la legge fondamentale dellrsquoessere ossia la non-contraddizione Scriveva Aristotele riferendosi ai negatori della suprema legge dellrsquoessere ldquoEgrave evidente che la di-scussione con tale avversario non puograve vertere su nulla percheacute egli non dice nulla infatti egli non dice neacute che la cosa sta cosigrave neacute che non sta cosigrave ma dice che la cosa sta cosigrave e non cosigrave e poi daccapo egli nega e lrsquouna e lrsquoaltra affermazione e dice che la cosa neacute sta cosigrave neacute non co-sigraverdquo98 Ebbene la posizione che Pirrone assume egrave esattamente questa ldquoBisogna essere senza opinione [hellip] affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave op-pure che neacute egrave neacute non egrave Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno in primo luogo lrsquoafasia [hellip]rdquo99

ii) Piugrave volte nella Metafisica Aristotele ribadisce il concetto che chi nega il supremo principio dellrsquoessere per restare coerente con questa negazione dovrebbe tacere e non esprimere assolu-tamente nulla E tale egrave precisamente la conclusione che trae Pirrone proclamando lrsquolaquoafasiaraquo

b) E per conseguenza deve anche restare senza alcuna inclinazione (non inclinare verso una cosa piuttosto che verso unrsquoaltra) e restare senza agitazione ossia non lasciarsi scuotere da alcuna cosa rimanere indifferenti Egrave chiaro che ciograve che sul piano teoretico egrave la mancanza di giudizio sul piano pratico egrave lrsquoindifferenza (adiaphoria) per le cose appunto per la ragione che nulla egrave piugrave questo che quello100

c) Il distacco dalle cose che raggiunge il momento culminante nellrsquolaquoafasiaraquo comporta lrsquolaquoatarassiaraquo cioegrave la mancanza di turbamento Anche Diogene Laerzio conferma ldquoIl fine degli scettici egrave lrsquoapatiardquo (Vite dei filosofi IX 108)

d) Questo laquospogliare completamente lrsquouomoraquo non ha come fine lrsquoannullamento totale dellrsquouomo ossia il non-essere assoluto ma al contrario coincide con la realizzazione di quella laquonatura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualeraquo di cui parla il frammento di Timone ossia la realizza-zione di quella vita che non sente il peso delle cose le quali rispetto a quella natura non sono che indifferenti immisurate e indiscriminate apparenze

PLOTINO

1) Perchegrave lUno egrave principio nostalgia dellUno

a) Se la centralitagrave dellinvisibile il suo primato sul visibile accumuna Plotino a Platone la differenza piugrave grande egrave nel superamento del dualismo ontologico per Platone tutta la realtagrave si riconduce a due fonti la materia-chora e il mondo intelligibile per Plotino invece tutto si riconduce a un unico princi-pio da cui tutto inclusa la materia scaturisce

b) Alla radice di ogni realtagrave sta infatti lUno le cose in tanto esistono in quanto sono une unitarie nul-la esiste che non sia in qualche modo uno dunque lunitagrave piugrave che lessere egrave il costitutivo primario e fondamentale della realtagrave Plotino costruisce il suo sistema metafisico a partire dal mondo sensibile Ogni cosa esiste in quanto egrave unitagrave Egrave tuttavia possibile reperire gradi gerarchici di unitagrave101 Esistono infatti enti in se stessi piugrave o

98 Aristotele Metafisica IV 4 1008 e 30-33 99 Aristocle presso Eusebio Praep evang XIV 18 3 100 La sua vita fu coerente con la sua dottrina Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione ma si mostrava indifferente verso ogni pericolo che gli occorreva fossero carri o precipizi o cani e assolutamente nulla concedeva allrsquoarbitrio dei sensi Ma secondo la testimonianza di Antigono di Caristo erano i suoi amici che solevano sempre accompagnarlo a trarlo in sal-vezza dai pericoli(Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 62) 101 Perciograve si risale sempre a unrsquounitagrave E per ogni cosa c e unrsquounitagrave a cui bisogna risalire e ogni essere si riconduce allrsquounitagrave che egrave prima di esso ma che non egrave ancora lrsquoUno assoluto fincheacute poi si arrivi allrsquoUno assoluto ma questo non rimanda piugrave a nessun altro Quando si afferra lrsquounitagrave della pianta mdash cioegrave lrsquoimmobile suo principio mdash o lrsquounitagrave dellrsquoanimale o quella dellrsquoanima o quella dellrsquouniverso si afferra ciograve che in ciascu-no di essi crsquoegrave di piugrave possente e prezioso e quando noi conosciamo lrsquoUno che appartiene agli esseri realissimi ed egrave il loro principio la loro sorgente e la loro potenza dovremo diffidare e credere che sia il nulla PLOTINO Enneadi III 8 10

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meno unitari enti cioegrave la cui interiore unitagrave egrave maggiore o minore il coro il gregge lrsquoesercito pos-seggono un grado di unitagrave minore del corpo che a sua volta egrave meno unificato dellrsquoanima Lrsquounitagrave del coro del gregge dellrsquoesercito egrave infatti per i componenti estrinseca accidentale Il loro scioglimento li lascia intatti Il coreuta la pecora il soldato astratti dallrsquounitagrave del tutto cui appartengono non perdono lrsquoessere Lrsquounitagrave del corpo egrave invece intrinseca percheacute la separazione degli organi provoca la loro morte cioegrave la perdita dellrsquoessere Il reciproco legame delle parti del corpo che sono material-mente separabili egrave tuttavia inferiore alla connessione delle facoltagrave dellrsquoanima che in nessun modo possono abbandonarla Nessun ente che sia uno (e nessun ente esiste che non sia uno) egrave tuttavia lrsquoUno Il coro il corpo lrsquoanima sono unitagrave della molteplicitagrave (i coreuti gli organi le facoltagrave) e quindi non possono essere lrsquounitagrave priva di molteplicitagrave Essi sono quindi uno ma non lrsquoUno Sono cioegrave non sono nulla in virtugrave di quellrsquoUno che non sono LrsquoUno egrave il loro fondamento ed essi sono solamente in quanto ne partecipano Essendo immagine dellrsquoUno se scomparisse precipiterebbero nel nulla102

c) Ogni cosa egrave una unitagrave ma insieme egrave molteplicitagrave sia percheacute in relazione ad altre cose sia percheacute in seacute molteplice lo stesso vale per le Idee che sono molte e per lo Spirito che egrave pensiero quindi duali-tagrave di soggetto e oggetto Perograve tutto tende allrsquoUno da cui deriva ( qui si fonda la nostalgia dellrsquoUnitagrave da cui tutto deriva) Di conseguenza la filosofia deve indagare lrsquordquoassolutamente Unordquo che sta ldquooltrerdquo

2) Uno

a) Relazione alla ipotesi Uno-Uno del Parmenide dagrave realtagrave ontologica allrsquoUno assoluto che nel Parmeni-de era solo una ipotesi

b) Infinito per lrsquoillimitatezza del suo potere (contro Platone finito per Platone lrsquoUno egrave limitato e limi-tante) amorphos e aneidos

c) Infinita potenza spirituale produttrice103 (per la prima volta appare un infinito non materiale) d) Assolutezza dellUno oltre-essere e oltre-intelletto e volontagrave proprio percheacute infinito per questo

non egrave pensiero neacute autocoscienza neacute volontagrave neacute volontagrave che son tutte finite determinate Il Dio di Plotino non egrave personale percheacute la soggettivitagrave la volontagrave e la scelta appartengono per lui al mondo del finito e non a ciograve che egrave immutabile necessario impersonale come si conviene alla sfera della di-vinitagrave che egli chiama Uno per sottolineare la sua inafferrabilitagrave inesprimibilitagrave inconoscibilitagrave tra-scendenza

e) Proprio percheacute oltre lrsquoessere e lrsquointelletto possiamo darne solo determinazioni negative ineffabi-le104 possibilitagrave circa lUno unicamente del linguaggio analogico

f) Percheacute crsquoegrave (La prima volta che viene posta questa domanda radicale prima il principio era dato per scontato) esiste percheacute egrave causa sui

g) Potremmo dire che egrave Bene Bene in seacute percheacute i) fonda lrsquoessenza (una cosa egrave quello che egrave se egrave una) ii) egrave ciograve a cui tutto tende iii) percheacute fonte di vita e di energia

h) Assoluta semplicitagrave (che perograve non egrave povertagrave) causa della complessitagrave

102 E in virtugrave dellUno che tutti gli enti sono quello che sono sia le sostanze che sono enti in un senso primario del termine sia quegli attributi che in qualche misura come suol dirsi fanno parte degli enti (Enn VI 281) 103 Che cosa egrave dunque LrsquoUno egrave la potenza di tutte le cose se esso non fosse nulla esisterebbe neacute lrsquoIntelligenza neacute la Vita prima neacute la Vita universale Ciograve che egrave al di sopra della vita egrave causa della vita lrsquoattivitagrave della vita che egrave tutte le cose non egrave la prima ma scaturisce da esso come da una sorgente Si immagini una sorgente che non ha alcun principio e che a tutti i fiumi si espande senza che i fiumi la esauriscano e rimane sempre calma i fiumi che escono da essa scorrono tutti assieme prima di dirigersi verso punti diversi ma ciascu-no sa giagrave dove i flutti lo porteranno Oppure ltsrsquoimmaginigt la vita di un albero grandissimo la quale trascorre in esso mentre il suo principio rimane immobile senza disperdersi per tutto lrsquoalbero poicheacute risiede nelle radici Esso dagrave alla pianta tutta la sua molteplice vita ma non essendo molteplice anzi essendo principio della molteplicitagrave rimane immobile E non crsquoegrave da stupire mdash oppure sarebbe anche il caso di meravigliarsi mdashche la molteplicitagrave delle vite proceda da ciograve che non egrave molteplice e che non esista molteplicitagrave se ciograve che non egrave molteplice non esiste prima di questa molteplicitagrave Infatti il Principio non si divide nellrsquouniverso percheacute se esso si frammentasse lrsquouniverso perirebbe neacute piugrave rinascerebbe qualora il suo principio non rimanesse in seacute differente ltda tuttogt PLOTINO Enneadi III 8 10 104 Enneadi VI 8 8 Noi vediamo che la libertagrave non egrave una cosa accidentale per Lui ma partendo dalla libertagrave che crsquoegrave negli altri esseri ed eliminando i contrari osserviamo la libertagrave in seacute noi cosiacute trasferiamo a Lui le qualitagrave inferiori che vediamo negli esseri inferiori poi-cheacute non siamo in grado di cogliere ciograve che dovremmo dire di Lui Nulla noi sapremmo trovare che lo riguardi tanto meno poi che sia at-tinente alla sua essenza Tutto ciograve che egrave bello e santo egrave posteriore a Lui poicheacute di tutto questo Egli egrave il Principio (anche se in un altro senso non sia nemmeno principio) E come abbiamo eliminato da Lui ogni proprietagrave cosiacute eliminiamo come cose posteriori la libertagrave e il libero arbitrio questi infatti sono attributi che enunciano una forza rivolta verso lrsquoesterno e cioegrave che Egli non ha ostacoli e che perciograve esistono altre cose di fronte alle quali Egli egrave libero Egrave necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto con esse poicheacute Egli egrave quello che egrave anche prima di esse Gli togliamo infatti anche il termine ldquoegraverdquo e con esso qualsiasi rapporto con gli esseri (tagrave oacutenta) []

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i) potenzialitagrave dellUno (proprio percheacute ricchezza infinita da cui tutto dovragrave derivare egrave attivo senza es-sere atto) questa potenzialitagrave come ricchezza infinita precede tutto (diversamente da Aristotele per il quale la potenza che egrave privazione viene sempre dopo lrsquoatto)

j) doppia attivitagrave dellUno i) pone segrave (libertagrave) egrave causa sui attivitagrave autoproduttrice ii) pone laltro Nous (necessitagrave) proprio per questa doppia dimensione di libertagrave e di necessitagrave si deve parla di processione e non di emanazione (che prevede solo lrsquoinevitabilitagrave del derivare)

Come puograve accadere che dallrsquoUno si generino tutte le cose che sono Non per ldquovolontagraverdquo dellrsquoUno ndash come sostiene invece la tradizione ebraico-cristiana ndash percheacute un atto di volontagrave sarebbe un segno di imper-fezione (chi vuole qualcosa significa che ne ha bisogno e quindi non egrave perfetto) Il mondo secondo Plo-tino egrave generato dallrsquoUno per irradiazione come dal Sole la luce dal fuoco il calore DallrsquoUno emana lrsquoIntelligenza e dallrsquoIntelligenza emana lrsquoAnima queste sono le tre ipostasi la risposta della filosofia neo-platonica alla concezione trinitaria cristiana105

3) Intelletto (Nous) Uno-molti (Uno che ha parti egrave la seconda ipotesi del Parmenide lrsquoUno che egrave e in

quanto tale egrave anche pensiero) (sintesi di Pensiero di pensiero di Aristotele e Iperuranio di Platone) a) Per poter spiegare come dallrsquoUno derivi il nous Plotino ricorre a immagini egrave lrsquounica via possibile pro-

prio percheacute lrsquoUni egrave al di lagrave dellrsquoessere e dellrsquointelletto Derivando da esso lrsquointelletto non puograve com-prenderlo nelle sue categorie Di qui lrsquouso delle immagini della luce del fuoco del profumo della sorgente106

b) LrsquoUno pone il Nous rimanendo integro (non si impoverisce ponendo lrsquoaltro da seacute) e immobile in se stesso107

c) Il Nous essendo derivato dallrsquoUno saragrave esso stesso attivitagrave di conseguenza ha i) una I attivitagrave il suo rivolgersi allrsquoUno e qui si costituisce come essere o sostanza Da notare che

ciograve che sostiene nellesistenza il Nous egrave proprio la contemplazione che egrave conoscenza dellUno non si tratta di un lusso ma della fonte dello stesso essere Esistenzialmente ciograve ha delle impli-cazioni importanti ciograve che vale per lIntelletto vale a maggior ragione per gli uomini che sono chiamati appunto alla contemplazione come loro attivitagrave piugrave nobile e di decisivo valore

105 Enneadi V 1 6 [] Allorcheacute il nostro discorso verte sulle realtagrave eterne non intendiamo certo parlare di nascita nel tempo Quando attribuiamo ad esse certamente a parole la nascita egrave per assegnare ad esse una causa e un ordine In realtagrave dobbiamo riconoscere che ciograve che nasce di lassuacute nasce senza che Egli si sia mosso percheacute se qualcosa nascesse solo dopo un suo movimento il generato sarebbe terzo dopo di Lui e il suo movimento e non secondo Egrave dunque necessario se crsquoegrave un secondo dopo di Lui che esso esista sen-za che Egli si muova neacute che lo desideri neacute che lo voglia neacute che si compia un movimento qualsiasi In che maniera dunque e che cosa dobbiamo pensare del Primo se Egli resta immobile Un irradiamento che si diffonde da Lui da Lui che resta immobile comrsquoegrave nel Sole la luce che gli splende tuttrsquointorno un irradiamento che si rinnova eternamente mentre Egli resta immobile Tutti gli esseri [paacutenta tagrave oacutenta] fincheacute sussistono producono necessariamente dal fondo della loro essenza [ousiacutea] intorno a seacute e fuori di seacute una certa esistenza [ypoacutestasis] congiunta alla loro attuale virtuacute che egrave come una immagine degli archetipi [archetyacutepon] dai quali egrave nata il fuoco effonde da seacute il suo calore e la neve non conserva il freddo soltanto dentro di seacute unrsquoottima prova di ciograve che stiamo dicendo la danno le sostan-ze odorose dalle quali fincheacute sono efficienti deriva qualcosa tutto intorno di cui gode chi gli sta vicino Tutti gli esseri giunti a maturitagrave generano ciograve che egrave eternamente perfetto genera sempre e in eterno ma genera qualcosa di inferiore a seacute E che dobbiamo dire del Perfettissimo [teleioacutetatos] Nulla da Lui puograve nascere se non ciograve che egrave il piuacute grande dopo di Lui ma il piuacute grande dopo di Lui e il secondo egrave lrsquoIntelligenza [Noucircs] e lrsquoIntelligenza contempla lrsquoUno [Moacutenos] e ha bisogno soltanto di Lui mentre lrsquoUno non ha bisogno dellrsquoIntelligenza E poi ciograve che viene generato da chi egrave superiore allrsquoIntelligenza egrave Intelligenza e lrsquoIntelligenza egrave superiore a tutte le cose poicheacute le altre cose vengono dopo di lei e lrsquoAnima [psycheacute] a sua volta egrave diciamo cosiacute il pensiero [loacutegos] e lrsquoatto [eneacutergheia] dellrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza egrave il pensiero e lrsquoatto dellrsquoUno Il pensiero dellrsquoAnima perograve in quanto egrave immagine dellrsquoIntelligenza egrave alquanto oscuro e deve perciograve guardare allrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza per essere Intelligenza deve guardare allrsquoUno E lrsquoIntelligenza vede lrsquoUno senza esserne separata percheacute egrave subito dopo lrsquoUno e non crsquoegrave nulla fra lei e lrsquoUno come non crsquoegrave nulla fra lrsquoIntelligenza e lrsquoAnima Ogni cosa infatti tende al suo genitore e lo ama so-prattutto quando genitore e generato sono soli ma quando il genitore egrave anche il sommo Bene [tograve aacuteriston] il generato egrave necessariamen-te unito a Lui siacute da esserne separato soltanto per alteritagrave [os tecirc eteroacuteteti] 106 H G GADAMER Il cammino della filosofia in httpwwwemsfraiitgadamerinterviste07_plotinoplotinohtm ldquoChe cosegrave in real-tagrave una sorgente una fonte Egrave acqua che sgorga in continuazione e che alla fine riempie tutti i fiumi e i mari senza mai venir meno Questo egrave il grande mistero egrave dappertutto Ho prestato particolare attenzione meditando su Plotino al significato della parola tedesca uumlberall dappertutto Uumlber (sopra) all (tutto) che vuol dire Piugrave di tutto Meno di tutto Al di sopra di tutto Ciograve che egrave sommo Oppure ciograve che essendo sopra tutto egrave anche dappertutto Ecco il senso della metafora della sorgente lacqua - che egrave dovunque - egrave lacqua della fonterdquo 107 ldquoLrsquoatto di pensare non egrave primo neacute nellrsquoordine ontologico neacute in dignitagrave ma ha il secondo posto e si produce percheacute il Bene lo fa esiste-re e una volta generato lo attrae a seacute e cosigrave il pensiero egrave mosso e vede Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo Il de-siderio genera il pensiero e lo fa esistere insieme il desiderio di vedere genera la visione Dunque il Bene stesso non deve pensare nul-la poicheacute non crsquoegrave altra cosa che sia il suo benerdquo

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ii) una II attivitagrave come pensiero (rivolto a se stesso)108 di qui la dualitagrave pensiero ndash pensato e la molteplicitagrave dei pensati

iii) le diverse idee non sono altro che il Nous che si contempla da infiniti punti di vista possibili Quindi il Nous egrave lrsquoIperuranio di Platone LrsquoUno egrave assoluta potenza di tutto il Nous egrave tutte le cose a livello ideale Proprio percheacute egrave tutte le idee le idee del Nous saranno tutte legate tra di loro e si implicheranno a vicenda pur essendo diverse tra di loro quindi la dialettica nellIntelletto non egrave solo mezzo conoscitivo come in Platone ma dimensione ontologica Ogni Idea si riverbera nel tutto e viceversa proprio percheacute ogni idea egrave il Nous Essendo tutte le idee il Nous egrave tutte le cose idealmente Egrave lrsquoUno - molti del Parmenide Per Platone lrsquoUno egrave finito e ha forma Plotino accetta questo po-nendolo perograve a livello di Nous Nel Nous allora si troveranno i cinque generi sommi del Sofista perograve non lrsquouni accanto allrsquoaltro come in Platone ma in vivente unitagrave Percheacute unitagrave immediata di tutte le idee il Nous non egrave ragione ma intuizione immediata la ra-gione ne egrave estrinsecazione e degradazione

iv) per tutti questi motivi il Nous egrave Essere Pensiero Vita Bellezza (dato che la bellezza egrave forma) con il suo concetto di Nous Plotino pone il Nous al centro della propria gnoseologia estetica ed eti-ca percheacute il Nous egrave la veritagrave stessa la cui contemplazione da parte dellrsquoanima umana rende li-beri e virtuosi egrave la Bellezza-in-seacute in quanto il Nous egrave lsquobuonorsquo a immagine del Bene che gli dagrave forma egrave la meta del cammino di conversione morale dellrsquouomo percheacute soltanto vivendo la vita del Nous si raggiunge la vera felicitagrave

d) III attivitagrave pone lAnima

4) Anima ultima dea (Uno e molti delle ipotesi del Parmenide) a) sua natura non egrave pensare (sarebbe Nous) ma dare vita ordinare reggere governare la realtagrave

i) Anima suprema (contempla il Nous e attraverso questo lUno) pensa ii) Anima del mondo si conserva contemplando se stessa iii) Anima che regge e conserva109 egrave principio del movimento essa stessa egrave movimento

b) Ha una ldquoposizione intermediardquo come ldquodue faccerdquo una rivolta al soprasensibile a cui appartiene e una al sensibile che deve in qualche modo reggere nellrsquoessere i) Presente nel corporeo senza deflettere dalla sua unitagrave e per questo egrave tutta in tutto ii) Una e molti divisa e indivisa divisibile percheacute deve animare il molteplice sensibile indivisibile

percheacute contemplazione del Nous e attraverso il Nous dellrsquoUno Perchegrave insieme divisibile e indi-visibile egrave insieme anche attiva e passiva

iii) Egrave lsquonaturarsquo physis che plasma iv) singole anime

5) Mondo a) materia (viene dedotta non presupposta)

i) riflesso ultimo dellattivitagrave quindi lembo estremo dellrsquoAssoluto del tutto opposta e per questo simile allUno110 come lrsquoUno egrave assolutamente incomprensibile non categorizzabile (quindi il mondo avragrave sempre un aspetto incomprensibile e irrazionale)

ii) privazione di Bene e non essere lsquomalersquo come privazione111 la materia quindi non egrave forza per se stessa negativa come in Platone

108 Ma anche lrsquoEssere egrave attivitagrave in ambedue [Essere e Intelligenza] crsquoegrave dunque unrsquounica attivitagrave o meglio essi sono una cosa sola unrsquounica natura dunque lrsquoEssere e lrsquoIntelligenza e perciograve gli esseri lrsquoattivitagrave dellrsquoEssere egrave lrsquoIntelligenza cosigrave intesa e i pensieri cosigrave intesi sono lrsquoidea la forma dellrsquoEssere e la sua attivitagrave Purtroppo il nostro pensiero opera questa divisione e immagina una cosa dopo lrsquoaltra e questo percheacute lrsquointelligenza che divide egrave diversa da quella indivisibile che non divide e che egrave lrsquoEssere e il Tutto (Enneadi V 9 8 941) 109 La prima parte dellrsquoanima egrave in alto vicina alla cima eternamente soddisfatta e illuminata e rimane lassugrave lrsquoaltra parte che partecipa della prima in quanto ne partecipa procede eternamente vita dalla vita essa egrave infatti attivitagrave che si diffonde in ogni luogo ed egrave presen-te ovunque (Enneadi III 8 5 513) 110 La materia egrave un substrato indefinito priva di forma non egrave certo un corpo percheacute egrave priva di qualitagrave egrave essenzialmente semplice e una percheacute egrave priva di ogni determinazione e volendo coglierla col pensiero non si arriva al pensiero della materia ma piuttosto alla negazione di ogni pensiero (Enn Il 4126-8-10) 111 Difatti la materia non possiede neppure lessere - che le permetterebbe di partecipare del bene - anzi lessere che si attribuisce ad essa egrave frutto di un equivoco la veritagrave egrave che essa egrave non-essere Cegrave una carenza di bene che consiste nel fatto di non essere il Bene pie-no ma la carenza totale del bene questo egrave il male Se egrave cosigrave si deve concludere che noi non siamo affatto il principio dei nostri mali che il male non viene da noi stessi esso esiste prima di noi Il male possiede luomo e lo possiede suo malgrado (Enn I 8515) Sic-

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iii) la materia egrave il lembo estremo dellrsquoanima egrave assenza di ogni attivitagrave e vitalitagrave Per questo la mate-ria posta dallrsquoanima deve pure essere sorretta nellrsquoessere dallrsquoanima quindi egrave plasmata dallA-nima che vi imprime le forme

b) Il mondo allora egrave uno specchio delle forme tutto quello che esiste esiste in quanto riflette le for-me quindi tutto egrave forma logos panlogismo Di conseguenza il mondo saragrave assieme perfetto (percheacute determinato dalle forme) e imperfetto (proprio per lrsquoinerzia e la resistenza della materia)

6) Uomo

a) preesistenza dellanima b) colpe dellanima

i) ontologica (non sarebbe una vera colpa) la necessitagrave da parte dellrsquoanima di legarsi alla materia per permettere alla materia drsquoesistere Potrebbe essere colpa nel senso che lrsquoanima legata alla materia si caratterizza per la volontagrave di appartenersi e quindi per lrsquoindividualitagrave

ii) Morale lrsquoanima dimentica la propria origine soprasensibile e questo egrave il massimo male percheacute lrsquoanima si fa condizionare dalla materia venendo meno alla sua funzione Perograve questo male es-sendo legato alla materia ed essendo la materia qualcosa che in qualche modo ci preesiste non dipenderebbe da noi ci preesisterebbe

c) conoscenza lrsquoanima essendo spirituale non puograve essere passiva i) quindi anche la sensazione vista non dalla parte del corpo (qui egrave passivitagrave) ma dalla parte

dellrsquoanima egrave attivitagrave in quanto la sensazione la modificazione del corpo viene giudicata dallrsquoanima Nellrsquoanima allora tutto egrave attivitagrave anche la memoria i sentimenti le passioni le voli-zioni

ii) La sensazione in quanto coglie la forma sensibile egrave una contemplazione oscura iii) A partire da qui egrave possibile lrsquoanamnesi grazie al legame di ogni anima allrsquoAnima

d) La libertagrave egrave lrsquoattivitagrave piugrave alta dellrsquoanima in quanto consiste nel tendere al Bene attraverso il Nous questo porta a staccarsi dal corporeo (male attaccarsi) e questo egrave possibile giagrave in questa vita

7) Ritorno allUno

a) Primo presupposto per il ritorno allUno egrave rinchiudersi nella propria interioritagrave Il saggio neoplatonico non avragrave necessitagrave di cercare la veritagrave fuori da seacute si concentreragrave invece sulla percezione dellAnima e dellIntelletto che sono dentro di seacute traccia di quelle emanazioni che conducono ininterrotte alla ri-scoperta dellunitagrave originaria Ogni uomo ha dunque lUno in seacute poicheacute dellUno sono fatte tutte le cose112

b) Sono cinque le tappe che portano luomo alla riscoperta dellUno che dimora nella propria interioritagrave partendo dalle piugrave lontane dalla perfezione fino ad arrivare alla perfezione dellestasi i) La vita virtuosa ovvero il rispetto dei doveri sociali la sapienza che abitua luomo ad esplorare la

mente la temperanza che aiuta a liberare dalle passioni nocive (tema giagrave stoico) il coraggio che permette di non temere il distacco dal corpo materiale (dostacolo alla conoscenza come giagrave in Platone) la giustizia che avvicina luomo al bene La prima tappa egrave condizione di partenza im-prescindibile propedeutica al primo livello di elevazione della coscienza

ii) La contemplazione della bellezza e dellarte Attraverso la contemplazione del bello lanima giagrave ben disposta dalla virtugrave si avvicina ulteriormente alla perfezione passo dopo passo la bellezza egrave la manifestazione visibile di ciograve che egrave spirituale ed egrave perciograve il veicolo privilegiato attraverso cui lrsquoanima puograve risalire alla fonte da cui egrave discesa La bellezza suscita lrsquoamore

iii) Lamore per la persona amata che conduce luomo dalla contemplazione della bellezza corporea alla contemplazione della bellezza incorporea (si notino le analogie con le tematiche platoniche del Fedro)

come non puograve esistere solo il Bene bisogna che nella sua uscita da seacute o se si preferisce nella sua discesa e nellrsquoallontanarsi si trovi un termine estremo oltre a cui non si genera piugrave nulla ebbene questo termine egrave il male Siccome deve esserci necessariamente qualcosa oltre al Primo ecco che deve esistere un termine estremo e tale egrave appunto la materia la quale non serba piugrave nulla del bene In ciograve appunto sta la necessitagrave del male Il male non consiste in una deficienza parziale ma in una deficienza totale del bene ciograve che manca di un porsquo di bene non egrave cattivo ma puograve essere anche perfetto almeno nel suo genere Ma quando la deficienza del bene egrave assoluta come egrave della materia allora il male egrave vero privo di qualsiasi parte del bene La materia non ha lrsquoessere in modo da partecipare del be-ne solo equivocamente si dice che essa egrave poicheacute egrave giusto affermare che essa non egrave [hellip] La malattia egrave un difetto o un eccesso di corpi materiali che non conservano ordine e misura la bruttezza egrave la materia non dominata dalla forma la povertagrave egrave mancanza e priva-zione di quelle cose di cui abbiamo bisogno a causa della materia a cui siamo uniti la cui natura egrave lrsquoindigenza stessa (Enneadi I 8 5) 112 ldquoIl saggio trae da se stesso ciograve che rivela agli altri e guarda a se stesso giaccheacute non solamente tende a unificarsi e a isolarsi dalle co-se esterne ma egrave rivolto a se stesso e trova in seacute tutte le coserdquo

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iv) Lamore per la sapienza e per la filosofia ritenuto superiore dellamore per la persona amata percheacute egrave nella sapienza filosofica che si giunge a concepire con lintelletto la veritagrave delle cose

v) Infine la quinta tappa la percezione dellestasi ovvero la pura contemplazione dellUno leleva-zione della coscienza privata di ogni distrazione materiale che sente il legame che la congiunge allunitagrave originaria di tutte le cose (condizione difficile da raggiungere Porfirio scrive che nel pe-riodo in cui fu suo discepolo Plotino raggiunse lestasi solamente quattro volte)113 (1) Lrsquoestasi quindi consiste nel rientrare in se tsessi spogliarsi dellrsquoaffettivitagrave della parola dlela

ragione e immergersi nellrsquoUno non egrave un impoverirsi ma un riempirsi del Tutto (2) Lrsquoestasi non egrave incoscienza ma iper coscienza (3) Lestasi egrave un processo assolutamente personale luomo non abbisogna di alcun ministro del

culto e di nessuna guida spirituale di nessuna grazia (come per Filone e il Cristianesimo) il neoplatonismo indica la via di una spiritualitagrave raggiungibile in completa autosufficienza

(4) Se nella teologia cattolica Dio vuole salvare il mondo dal male nel neoplatonismo non vi egrave alcuna intenzionalitagrave del principio divino ed egrave luomo attraverso la scelta di una vita condot-ta secondo sapienza che si allontana dal male costituito dalla materia e si riavvicina al bene rappresentato dallUno abbracciando il percorso di purificazione che conduce allestasi114

CRISTIANESIMO

Il cristianesimo di fatto costituisce oltre che una religione della salvezza o proprio percheacute egrave una religione una visione generale sullrsquouomo e sulla realtagrave Per questo non puograve non incidere sulla riflessione filosofica Di fronte al cristianesimo che ha impregnato di seacute la cultura non psosiamo restare neutrali per cui sia che lo accettiamo sia che lo rifiutiamo dobbiamo necessariamente fare i conti con esso In questo senso allora la validitagrave del titolo di un opuscolo di Croce ldquoPercheacute non possiamo non dirci cristianirdquo Alcuni aspetti di novitagrave introdotti dal cristianesimo e che potrebbero interessare la nostra ricerca 1) Creazionismo Gen 1 - 2

a) Greci non crsquoegrave creazione al massimo crsquoegrave la fabbricazione del Demiurgo b) Per il cristianesimo crsquoegrave la creazione dal nulla per libera volontagrave e per amore Di qui la positivitagrave del

tutto115 e il potenziale ottimismo c) Egrave pure risolto il problema della relazione Uno - molti

2) Dio Provvidenza personale a) Per i greci Provvidenza o non crsquoegrave o non riguarda il singolo (per Socrate Dio egrave Provvidenza ma non si

preoccupa del singolo) Di Provvidenza parla Zenone stoico solo che (a prescindere dal fatto se sia ebreo) per lui la Provvidenza coincide con il Fato

b) Per il cristianesimo Dio egrave persona e si interessa dei singoli qui sta la nostra sicurezza (inutilmente cercata dallrsquoellenismo)116

3) Fede e Spirito

113 Chi arriva allrsquoestasi ldquoegrave simile ad uno che entrato nellinterno del penetrale abbia lasciato dietro di seacute le statue collocate nel tempio quelle statue che quando egli usciragrave nuovamente dal penetrale gli si faranno avanti per prime dopo aver avuto lintima visione e dopo essersi unito non con una statua con una immagine ma con Lui stesso quelle statue che sono dunque di secondo ordine [] Lanima [] se scende in basso scende al male e cioegrave verso il non-essere ma non al non-essere assoluto invece se corre sulla via opposta giunge non ad altro ma a se stessa ma essere in seacute sola e non nellessere vuol dire in Lui e il contemplante diventa non essenza ma al di lagrave dellessenza poicheacute si unisce a Lui [] Questa egrave la vita degli dei e degli uomini divini e beati distacco dalle restanti cose di quaggiugrave vita che non si compiace piugrave delle cose terrene fuga di solo a solordquo Enneadi VI 9 11 114 [] in Plotino come in Platone ed Aristotele lUno produce luniverso non rivolgendosi a esso non ama il mondo [similmente al Dio cristiano] ma egrave amato dal mondo quindi sono assenti le condizioni per le quali lUno voglia salvare il mondo - direttamente o mediante un salvatore LUno dona ogni bene allaltro da seacute per la necessitagrave della sua natura sovrabbondante come appartiene alla natura della luce illuminare le cose (E Severino La filosofia Antica) 115 E Dio vide che era cosa buonahellip Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona 116 Mt 6 25 ndash 34 Perciograve vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete la vita forse non vale piugrave del cibo e il corpo piugrave del vestito Guardate gli uccelli del cielo non seminano neacute mie-tono neacute ammassano nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre Non contate voi forse piugrave di loro E chi di voi per quanto si dia da fare puograve aggiungere unora sola alla sua vita E percheacute vi affannate per il vestito Osservate come crescono i gigli del campo non lavorano e non filano Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro Ora se Dio veste cosigrave lerba del campo che oggi cegrave e domani verragrave gettata nel forno non faragrave assai piugrave per voi gente di poca fede Non affannatevi dunque dicendo Che cosa mangeremo Che cosa berremo Che cosa indosseremo Di tutte queste cose si preoccupano i pagani il Padre vo-stro celeste infatti sa che ne avete bisogno Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in ag-giunta Non affannatevi dunque per il domani percheacute il domani avragrave giagrave le sue inquietudini A ciascun giorno basta la sua pena

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a) La fede per i greci (cfr Platone) rientra nellrsquoambito della doxa quindi non egrave conoscenza e solo nella conoscenza sta il valore dellrsquouomo

b) Nel cristianesimo la fede viene vista come trascendimento della conoscenza117 e questo trascendi-mento sarebbe necessario perchegrave la conoscenza egrave sempre limitata e non puograve rispondere alle do-mande ultime dellrsquouomo Solo che questo trascendimento diventa spesso anche crisi della ragione o radicale provocazione pr la ragione cfr 1 Cor 1 18 ss e la follia della croce

c) In questa prospettiva il cristianesimo si fa portatore anche di una nuova antropologia lrsquouomo non sarebbe piugrave solo anima e corpo ma sarebbe anche spirito Spirito o pneuma egrave la dimensione della fede

4) Eros greco e agape cristiana a) eros nasce dalla povertagrave e non egrave Dio lrsquouomo tende a Dio Dio non potragrave mai amare proprio percheacute

non egrave privo di nulla egrave assoluta perfezione puograve solo essere amato b) agape Dio egrave amore dono gratuito Dio si offre allrsquouomo E il suo egrave un amore senza condizioni118

5) Immortalitagrave dellrsquoanima dei greci a) e resurrezione dei corpi per il cristianesimo119 b) inaccettabile dai greci vista la loro valutazione negativa del corpo120

6) Nuovo senso della storia a) Per i greci prevalentemente egrave ciclica b) Per il cristianesimo rettilinea ci sono fatti unici e irripetibili e siamo orientati a un fine e a una fine

AGOSTINO

1) Scoperta della persona

a) Il vero mistero egrave lrsquouomo (non la realtagrave esterna inutile indagare la realtagrave esterna121 necessario rien-trare in noi stessi)122

b) Perograve non lrsquouomo astratto ma il singolo il concreto individuo irripetibile Egrave il singolo che deve far pro-prio il motto ldquoconosci te stessordquo

c) Di conseguenza il soggetto egrave il tema centrale della filosofia (cfr Confessioni) i) un soggetto che ritrova una conflittualitagrave interna123 e arriva proprio per questa conflittualitagrave alla

scoperta della volontagrave e della soggettivitagrave ii) un soggetto che ritrova nella propria interioritagrave lrsquoimmagine della Trinitagrave esse nosse velle

2) Veritagrave e illuminazione

a) si fallor sum e il superamento dello scetticismo124

117 Ebrei 11 1 La fede egrave fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono 118 1 Giov 4 8 ndash 10 Chi non ama non ha conosciuto Dio percheacute Dio egrave amore In questo si egrave manifestato lamore di Dio per noi Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo percheacute noi avessimo la vita per lui In questo sta lamore non siamo stati noi ad amare Dio ma egrave lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 119 Cfr 1 Cor 15 120 Cfr la reazione degli Ateniesi al discorso di Paolo sulla resurrezione dei corpi Quando sentirono parlare di risurrezione di morti alcu-ni lo deridevano altri dissero Ti sentiremo su questo unaltra volta Atti 17 32 121 ldquoE dire che gli uomini vanno ad ammirare le vette delle montagne i vasti flutti del mare le ampie correnti dei fiumi la distesa dellrsquooceano i giri degli astri e abbandonano se stessirdquo 122 Io stesso ero diventato per me un grosso problemahellipNon andare fuori di te ritorna in te stesso La veritagrave dimora nelluomo inte-riore E se scoprirai che la tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso Ma ricorda quando trascendi te stesso tu trascendi lani-ma razionale Tendi pertanto lagrave donde saccende il lume stesso della ragione De vera religione39 123 quando stavo deliberando di servire senzaltro al Signore Dio mio come avevo disposto da un pezzo ero io che volevo io che non volevo ero proprio io che negrave volevo pienamente negrave rifiutavo pienamente Perciograve lottavo con me stesso e mi straziavo da me stes-so 124 A una tale regola una volta intuita darsquo questa formula Chiunque comprende di essere in dubbio vede una cosa sicura della quale egrave certo dunque egli egrave certo del vero Pertanto chiunque dubita se la veritagrave esista ha in seacute alcuncheacute di vero di cui non puograve dubitare ora vero non egrave tale se non in forza della veritagrave Egrave necessario dunque che piuacute non dubiti della veritagrave chi ha potuto in qualche modo dubitare Dove tutto ciograve si vede quivi egrave luce senza spazio locale e temporale e senza i fantasmi che da tutto ciograve che egrave nello spazio e nel tempo de-rivano

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b) La veritagrave sta nellinterioritagrave (cfr il senso di un discorso) egrave in noi perograve egrave diversa da noi di qui la ne-cessitagrave di una costante ricerca

c) come si realizza la conoscenza i) autocoscienza (punto di partenza indispensabile) ii) sensazione i sensi ci attestano la realtagrave esterna esistente egrave passivitagrave dei sensi e attivitagrave

dellrsquoanima iii) intelletto coglie immediatamente le idee iv) ragione applica le idee intuite allrsquoesperienza qui sta la possibilitagrave dellrsquoerrore v) le idee sono i criteri di valutazione e sono in noi

(1) hanno un lsquoplusrsquo rispetto agli oggetti empirici non possono derivare da essi (2) sono in noi non creati da noi che siamo contingenti e mutevoli (3) la Veritagrave egrave in noi e ci giudicala Veritagrave sono le Idee (colte immediatamente dallrsquointelletto) che

sono pensieri di Dio forme paradigmatiche vera realtagrave (cfr Filone di Alessandria) colti per illuminazione (non esiste lrsquoanamnesi)

(4) Lrsquoesistenza di veritagrave intellegibili che lrsquoanima trova dentro di seacute senza averle essa stessa crea-te rinvia alla Veritagrave come sorgente di tutte le veritagrave allrsquoUno come principio di unificazione rinvia alla realtagrave immutabile eterna e necessaria dunque a Dio Dio egrave la veritagrave che rende pussibili tutte le veritagrave le realtagrave intellegibili gli universali ndash dice Agostino ndash sono pensieri nella mente di Dio Dio egrave altresigrave il maestro interiore nel quale impariamo tutto ciograve che sap-piamo Dio egrave la luce che illumina lrsquoanima e le permette di comprendere la veritagrave Agostino rielabora qui la tradizione platonica ha presente il paragone tra il Bene e il Sole istituito da Platone nella Repubblica e quello dellrsquoanima che riflette la luce divina e la luna che riflette la luce solare formulato da Plotino nelle Enneadi

vi) differenza tra scienza (coglie le cose in se stesse) e sapienza (le cose in riferimento a Dio) vii) in ultima analisi la vera conoscenza rinvia a Dio che perograve egrave mistero125 quindi non possiamo co-

noscere le ragioni ultime nemmeno della realtagrave necessitagrave della fede 3) Dio126

a) In quanto Bene Dio oggetto damore e felicitagrave ci attira frui Deo egrave la possibilitagrave di porre fine alla pro-pria inquietudine

b) in quanto essere ha dato lessere (creato) ldquoIO sono colui che sonordquo (Esodo 3) c) in quanto Veritagrave ci illumina e ci permette di conoscere la veritagrave Dio scitur melius nesciendo teologia negativa

4) la creazione e le idee Possono forse queste veritagrave venir meno anche se scomparissero quelli che ragionano e andassero a languire nellrsquoinferno degli uomini carnali No percheacute non egrave il ragionare che crea la veritagrave esso solo la scopre la veritagrave quindi esiste in seacute anche prima che sia scoperta ed una volta scoperta essa ci rinnova (Agostino La vera religione Paravia Torino 1945) 125 Confessioni Libro X capitolo XXVII paragrafo XXXVIII) ldquoTardi ti ho amato Sero te amavi pulchritudo tam antiqua e tam nova sero te amavi - Ecco eri dentro di me Tu ed io fuori fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo su queste belle forme che tu hai dato alle cose Eri con me io non ero con te le cose mi tenevano lontano le cose che non ci sarebbero se non fossero in Te Mi hai chiamato e il Tuo grido ha lacerato la mia sorditagrave hai lanciato segnali di luce e il Tuo splendore ha fugato la mia cecitagrave ti sei ef-fuso in essenza fragrante ti ho aspirato e mi manca il respiro se mi manchi ho conosciuto il tuo sapore ed ora ho fame e sete mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la Tua pacerdquo ldquoComprendi dunque se lo puoi o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molte-plici e vari comprendi se lo puoi che Dio egrave Veritagrave Egrave scritto infatti che Dio egrave luce (1Gv 15) non la luce che vedono i nostri occhi ma quella che vede il cuore quando sente dire egrave la Veritagrave Non cercare di sapere cosegrave la veritagrave percheacute immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza che al primo istante ha brillato al tuo sguar-do quando ti ho detto Veritagrave Resta se puoi nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore che ti abbaglia quando si dice Veritagrave Ma non puoi tu ricadi in queste cose abituali e terrene Qual egrave dunque ti chiedo il peso che ti fa ricadere se non quello delle immondezze che ti hanno fatto contrarre il glutine della passione e gli sviamenti della tua peregrinazionerdquo La Trinitagrave 82 126ldquo Te invoco Dio veritagrave fondamento principio e ordinatore della veritagrave di tutti gli esseri che sono veri o Dio sapienza fondamento principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza o Dio vera e somma vita fondamento principio e ordi-natore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita Dio beatitudine fondamento principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati o Dio bene e bellezza fondamento principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli o Dio luce intelligibile fondamento principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile o Dio il cui regno egrave tutto il mondo che egrave nascosto al senso o Dio dal cui regno deriva la legge per i regni della natura o Dio dal quale allontanarsi egrave cadere verso cui voltarsi egrave risorgere nel quale rimanere egrave avere sicurezza o Dio dal quale uscire egrave morire al quale avviarsi egrave tornare a vivere nel quale abitare egrave vivere o Dio che non si smarrisce se non si egrave ingannati che non si cerca se non si egrave chiamati che non si trova se non si egrave purificati o Dio che abbandonare egrave andare in rovina a cui tendere egrave amare che vedere egrave possedere o Dio al quale ci stimola la fede ci innalza la speranza ci unisce la caritagrave o Dio per mezzo del quale trionfiamo dellrsquoavversario ti scongiuro hellip o Dio che ci induci alla veritagrave piena o Dio che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo neacute permetti che altri lo faccia o Dio che ci richiami sulla vitahelliprdquo Soliloqui 112

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a) come dallUno i molti dallEssere il divenire che implica non essere soluzioni greche in qualche mo-do vicine alla creazione potevano essere i) Platone (Demiurgo = fabbricazione) ii) Plotino (processione dallrsquoUno) iii) Per Agostino la creazione egrave dal nulla e significa

(1) che egrave ex nihilo sui (generazione) (2) et subiecti (fabbricazione)

2(a) dono gratuito per libera volontagrave e bontagrave di Dio b) Dio con la creazione crea anche il tempo (cfr Timeo) legato al movimento

i) crea secondo le Idee (non irrazionalmente) che sono pensieri di Dio = Verbo (Neoplatonici) ii) crea immettendo nella materia le ragioni seminali (cfr Stoici)

c) vertice della creazione luomo immagine di Dio Trinitagrave 5) Tempo ed eternitagrave (Lett 7 496-498)

a) cosa faceva Dio prima della creazione lsquostava preparando lInferno per le persone che vogliono inda-gare cose troppo profondersquo dice Agostino nelle Confessioni al di lagrave dellrsquoironia potrebbe essere la co-scienza della limitatezza della nostra capacitagrave di comprensione e la necessitagrave di accettare questa li-mitatezza data lrsquoimpossibilitagrave di trascenderla i) se Dio egrave eterno ed egrave il creatore di tutto egrave il creatore anche del tempo ii) Prima della creazione il tempo non crsquoera non vi era dunque un prima e un dopo e non ha senso

domandarsi che cosa facesse allora Dio Il tempo egrave creato da Dio quindi egrave una categoria che va-le solo per la creatura Tempo d eternitagrave sono incommensurabili

b) apparente contraddittorietagrave del tempo ldquoSe nessuno me lo chiede lo so se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so piugrave cosigrave in buona fede posso dire di sapere che se nulla passasse non vi sa-rebbe il tempo passato e se nulla sopraggiungesse non vi sarebbe il tempo futuro e se nulla fosse non vi sarebbe il tempo presente Ma in quanto ai due tempi passato e futuro in qual modo essi so-no quando il passato da una parte piugrave non egrave e il futuro dallaltra ancora non egrave In quanto poi al presente se sempre fosse presente e non trascorresse nel passato non piugrave sarebbe tempo ma sa-rebbe anzi eternitagrave Se per conseguenza il presente per essere tempo in tanto vi riesce in quanto trascorre nel passato in qual modo possiamo dire che esso sia se per esso la vera causa di essere egrave solo in quanto piugrave non saragrave tanto che in realtagrave una sola vera ragione vi egrave per dire che il tempo egrave se non in quanto tende a non essere [] rdquo127 i) passato non egrave piugrave ii) futuro non egrave ancora iii) presente tende al non essere

c) eppure deve essere qualcosa percheacute misuriamo la durata degli eventi egrave distensio animae128

127 Confessioni Libro XI 14 e 18 128 Confessioni XI 35-37 [] Da qui mi egrave parso di concludere che il tempo nullrsquoaltro egrave che unrsquoestensione ma di qual cosa sia estensio-ne non lo so perograve sarebbe strano se non fosse unrsquoestensione dellrsquoanima stessa Che cosa infatti io misuro te ne scongiuro Dio mio quando dico o approssimativamente ldquoQuesto tempo egrave piuacute lungo di quellordquo oppure in maniera precisa ldquoQuesto tempo egrave doppio ri-spetto a quellrsquoaltrordquo Il tempo misuro siacute questo lo so ma non misuro quello che ha da venire percheacute non egrave ancora non misuro il pre-sente che non ha estensione non misuro il passato percheacute ormai non crsquoegrave piuacute Che cosa dunque misuro [] In te anima mia misuro il tempo Non darmi la voce addosso col dirmi ciograve che la realtagrave egrave Non darmi la voce addosso con tutti i trava-gli delle tue impressioni In te lo ripeto misuro il tempo Lrsquoimpressione che le cose mentre passano suscitano in te e che poi quando quelle sono passate dura questa impressione io la misu-ro mentre egrave presente non misuro le cose che sono passate in modo da lasciare unrsquoimpressione ma misuro questa impressione quando misuro il tempo Per conseguenza o il tempo consiste in queste impressioni o io non riesco a misurare il tempo Ma che Quando misuriamo il silenzio e diciamo che quel silenzio ha avuto una durata di tempo corrispondente a quello che ebbe una determinata voce non egrave forse vero che rivolgiamo la tensione del nostro pensiero quasi per misurare la durata di quella voce come se essa risonasse per poter trarre dagli intervalli del silenzio una definizione che consiste in una estensione di tempo Infatti anche quando la voce e la bocca non sono in moto noi nel nostro pensiero continuiamo a recitare poesie versi e qualsivoglia di-scorso e siamo in grado di definire qualsivoglia estensione del loro andamento e della durata dei tempi quanto cioegrave ognuno sia rispetto a un altro non altrimenti che se ne facessimo recitazione a voce alta Se qualcuno volesse emettere la sua voce in misura un porsquo lunghetta e ne fissasse facendo il conto nel suo pensiero quanta debba es-sere la durata costui certamente la durata del tempo la stabilisce standosene in silenzio e poi affidando il calcolo alla memoria pren-de a tirare fuori quella sua voce che risuona sino a quando non giunga al termine prestabilito Ma in veritagrave diremo risonograve e risoneragrave percheacute quella parte della voce che giagrave si egrave svolta diremo che egrave risonata quella parte che ancora rimane da svolgersi diremo che risone-ragrave sino a quando lrsquointensitagrave presente non trasforma quello che ha da venire nel passato in quanto quel che ha da venire via via dimi-nuisce e il passato via via srsquoaccresce sino a quando consumatosi il futuro tutto divenga passato Ma in qual modo va diminuendo o addirittura si disperde quello che ha da venire che ancora non egrave o in qual modo srsquoaccresce il passa-to che ormai piuacute non egrave se non percheacute nellrsquoanima nostra che elabora questi momenti vi sono tre fasi Infatti lrsquoanima aspetta pone at-tenzione e ricorda tanto che ciograve che aspetta attraverso ciograve cui rivolge lrsquoattenzione si trasforma in ciograve che ricorda

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i) presente del passato memoria ii) presente del presente intuizione iii) presente del futuro attesa Noi possiamo misurare il tempo percheacute possiamo misurare lrsquoimpressione che le cose passando pro-ducono in noi La durata del tempo si spiega con lrsquoattivitagrave della mente che si ldquodistenderdquo cioegrave per cosigrave dire si dilata dallrsquoattesa alla memoria tramite lrsquoattenzione Il tempo egrave nellrsquoanima (quindi non nel movimento anche se egrave collegato ad esso) nello spirito dellrsquouomo permane il passato il presente e il futuro Nello spirito le tre dimensioni del tempo sono sintetizzate e in qualche modo si imita lrsquoeternitagrave che caratterizza il vero essere (il tempo egrave solo di-spersione dellrsquoessere) tutto egrave sintetizzato nel presente e lrsquouomo viene ad essere immagine dellAs-soluto eterno presente

6) male problema centrale della riflessione di Agostino (del resto proprio per dare una risposta plausibile a questo problema si era fatto per un certo periodo manicheo) a) da dove viene se Dio bene129 b) non egrave sostanza negrave corruttibile negrave incorruttibile c) egrave privazione di essere130 (cfr Plotino)

i) male metafisico-ontologico il limite la finitudine il mondo nel suo complesso egrave perfetto ii) peccato cattiva volontagrave causa lsquodeficiente

(1) aversio a Deo et conversio ad creaturam (non egrave la creatura ad essere male egrave il nostro rap-porto alla creatura che egrave errato)

(2) Dio poteva impedirlo la volontagrave libera egrave un gran bene egrave limmagine e somiglianza a Dio d) male fisico conseguenza del peccato e) lrsquouomo radicalmente corrotto non puograve salvarsi puograve solo essere salvato

Chi puograve negare che ciograve che ha da venire non egrave ancora Ma tuttavia vi egrave giagrave nellrsquoanima nostra unrsquoattesa di quello che ha da venire Chi puograve negare che il passato piuacute non egrave Ma tuttavia egrave ancora nellrsquoanima nostra memoria del passato Cosiacute chi puograve negare che il tempo presente manca di estensione percheacute trascorre riducendosi in un punto Ma tuttavia lrsquoattenzione ri-mane durevole siccheacute attraverso di essa si volge a non essere piuacute ciograve che si appresseragrave Non egrave dunque lungo il tempo che ha da veni-re percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo avvenire altro non egrave che lrsquoattesa lunga di ciograve che ha da venire e cosiacute non egrave lungo il passato percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo passato altro non egrave che la lunga memoria di ciograve che egrave passato 129 Confessiones VII 6 e 7 [] Qui cioegrave nella considerazione che lrsquoincorruttibile sia da preferire al corruttibile dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male cioegrave donde trae origine la corruzione stessa che in nessun modo puograve violare la tua sostanza[] Cosiacute consideravo la creazione tua finita piena di te che sei infinito e dicevo ldquoEcco Dio ed ecco le cose che Dio ha creato un Dio buo-no e a queste cose saldamente e di gran lunga superiore perograve Egli buono comrsquoegrave le ha create soltanto buone ed ecco come Egli le circonda e le riempie di seacute Ma allora il male dovrsquoegrave e donde e per qual via qui egrave riuscito a insinuarsi Qual egrave la sua radice quale il suo seme O forse esso non egrave af-fatto Percheacute mai dunque noi temiamo e cerchiamo di evitare ciograve che non egrave Drsquoaltra parte se noi lo temiamo senza motivo senza dubbio questo stesso nostro timore egrave un male in quanto in esso non vi egrave di che si debba temere eppur noi ne abbiamo timore Per conseguenza o crsquoegrave un male che noi dobbiamo temere o il male consiste nel fatto stesso che noi temiamo Ma donde dunque proviene questo male poicheacute Dio tutte le cose ha fatto buone buono comrsquoegrave Dio Bene maggiore e anzi sommo ha creato siacute dei beni minori ma tuttavia e il Creatore e le cose create nella totalitagrave sono buoni Donde proviene il male O forse la materia di cui egrave costituita la creazione era una materia non buona e Dio le diede forma e ordine ma vi lasciograve una qualche parte che non convertiacute in bene Ma percheacute questo O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla tutta in modo che non sussistesse nulla di male Egli che egrave onnipotente Infine percheacute di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha voluto piuttosto nella sua stessa onnipotenza annientarla del tutto Oppure quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontagrave di lui se la materia era eterna percheacute Egli tanto a lungo attraverso gli infiniti spazi di tempo trascorsi ha lasciato che essa materia rimanesse cosiacute e tanto piuacute tardi gli piacque di trarne qualcosa Drsquoaltra parte se Egli volle fare drsquoimprovviso qualche cosa Egli che egrave onnipotente avrebbe dovuto fare questo piuttosto che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad essere cioegrave un Bene interamente vero e sommo ed infinito se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono Egli che egrave buono allora tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di materia che era cattiva non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la parte buona donde poi avrebbe creato il tutto Non sarebbe certo Egli stato onnipotente se non avesse potuto creare qualcosa di buono senza trarre partito da quella materia che E-gli stesso non aveva creato 130 Per conseguenza tutte le cose che sono sono buone e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse non egrave una sostanza per-cheacute se fosse sostanza sarebbe un bene Infatti o sarebbe una sostanza incorruttibile come a dire un grande bene o sarebbe una so-stanza corruttibile la quale se non fosse buona non potrebbe essere corruttibile Pertanto dovetti riconoscere e mi apparve evidente che tu hai fatto buone tutte le cose e che non vi sono sostanze che tu non abbia creato Ma poicheacute tu non hai fatto tutte le cose uguali pertanto tutte le cose esistono in quanto una per una sono buone e tutte nel loro insieme sono sommamente buone poicheacute il Dio no-stro tutte le cose fece sommamente buone (Gen I 31) Le confessioni VII 12

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UNIVERSALI

1) Il problema a) Universale egrave laquociograve che puograve essere predicato di piugrave realtagraveraquo e il problema che riguarda lrsquoambito logico

gnoseologico e metafisico inizia ad essere trattato nellrsquoXI sec (ma egrave dibattuto in tutto il ME) a par-tire da un passo dellrsquointroduzione e commento di Porfirio alle Categorie di Aristotele (Isagoge del 270 dC circa ma nota nella traduzione latina fatta da Boezio attorno al 500) laquosui generi e le spe-cie non dirograve se essi sussistano oppure siano posti soltanto nellrsquointelletto neacute nel caso che sussistano se siano corporei o incorporei se separati dalle cose sensibili o situati nelle cose stesse ed esprimen-ti i loro caratteri comuniraquo i) Che gli universali sussistono in modo incorporeo extramentale e separato dalle cose puograve essere

affermazione platonica o di un realismo radicale ii) Che invece essi siano solo nelle cose come caratteri comuni e debbano pertanto essere posti

alla base delle nostre conoscenze egrave piugrave unrsquoaffermazione aristotelica o del realismo moderato iii) Mentre il riconoscimento del prioritario aspetto cognitivo di tali caratteri comuni (essi sono ciograve

che lrsquouomo conosce e costruisce col proprio intelletto e che poi esprime linguisticamente) egrave ca-ratteristico delle posizioni nominaliste ecco che per un nominalismo estremo gli universali non esisterebbero neacute nellrsquointelletto neacute tanto meno separatamente ma solo nella parola che di volta in volta viene pronunciata (ma anche del nominalismo radicale non sono rimasti documenti)

iv) Lrsquounica posizione che non egrave mai stata sostenuta e probabilmente Porfirio la elenca solo come ipotesi teorica egrave quella degli universali come corpi materiali

b) Nel Medioevo a partire dallrsquoXI sec abbiamo una valorizzazione della ragione (anche per la ripresa degli studi) della sua ricerca e della sua autonomia a questa valorizzazione egrave facile che si accom-pagni una relativizzazione della auctoritas quindi il problema della filosofia degli universali non egrave solo problema teorico

c) La questione degli universali era se i concetti universali come uomo animale e cosiacute via i) avessero

(1) una realtagrave ontologica (2) o fossero soltanto il prodotto dellattivitagrave dellintelletto umano

ii) e inoltre se essi potessero sussistere (1) prima delle cose (ante rem come le idee platoniche che hanno unesistenza separata) (2) o nelle cose (in re come le forme aristoteliche che sussistono come forme di una deter-

minata materia) (3) o dopo le cose (post rem come prodotti dellattivitagrave dellintelletto e quindi nomi creati

dal linguaggio umano per significare le esperienze) d) Problema centrale il rapporto tra voces e res tra idee e realtagrave pensiero ed essere e assieme al va-

lore da attribuire agli universali il valore che possiamo riconoscere al sapere umano

2) Le soluzioni a) realismo universali = entitagrave metafisiche sussistenti (cfr Platone) perfetta adeguazione tra concetti

e realtagrave Il realismo estremo egrave la tesi secondo cui gli universali oltre che sussistere fuori della mente godono anche di una consistenza ontologica propria la quale fa si che essi esistano separatamente (ante rem) rispetto alle realtagrave mutevoli e contingenti di cui sono gli immutabili prototipi In altri ter-mini il realismo estremo egrave la soluzione di tipo platonico-neoplatonico-agostiniana che identifica gli universali con le idee o i modelli ante rem tramite cui Dio ha creato il mondo ritenendo che reali nel senso metafisicamente forte del termine sono soltanto gli universali e non giagrave gli individui empirici Guglielmo di Champeaux (1070-1121) riteneva ad es che la specie laquouomoraquo rappresentasse una re-altagrave essenzialmente identica per tutti gli uomini i quali sarebbero moltiplicati e diversificati fra di loro solo da qualitagrave accidentali Conseguenze i) lo studio del linguaggio egrave anche

(1) studio della realtagrave (2) e studio di Dio che si manifesta nella realtagrave

ii) posizione conservatrice individui diversi solo per accidenti e non per essenza iii) obiezione di Abelardo

(1) animale simultaneitagrave dei contrari es razionale e irrazionale (2) se egrave res non puograve essere predicato (3) svalutazione dellindividuo (e siamo in un periodo di esaltazione della ragione e quindi del-

lindividuo)

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b) nominalismo non hanno nessun valore e non si riferiscono a nessuna cosa (Roscellino) il nomina-lismo estremo afferma che lrsquoessere esiste soltanto in forma individuale (nihil est praeter indivi-duum) e che i cosiddetti universali rappresentano soltanto dei nomi senza alcun corrispettivo rea-leconseguenze i) scetticismo ragione pura attivitagrave analitica di singoli fatti descrittiva ii) universali = flatus vocis iii) eresia teologica triteismo

(per Anselmo sono schiavi delle lsquoimmaginazioni corporeersquo) c) realismo critico o concettualismo posizione di Abelardo

i) la realtagrave egrave individuale ii) universali non sono neacute res neacute flatus vocis iii) sono sermones

(1) frutto della astrazione = convenzione umana (2) che coglie gli elementi comuni = universali (3) universali che perograve non danno lessenza ma modo dessere una immagine comune (uomo

come essenza non esiste esiste solo il singolo) d) realismo moderato (Tommaso) Il realismo moderato egrave la dottrina secondo cui gli universali pur

avendo una certa consistenza non esistono ante rem ma soltanto in re ossia individualizzati e in-corporati nelle cose singole a titolo di principi organizzatori immanenti (nel senso aristotelico) In al-tri termini secondo il realismo moderato i generi e le specie non esistono laquoseparatamenteraquo rispetto agli individui ma soltanto come loro forma o essenza intrinseca Di conseguenza il realismo mode-rato a differenza di quello estremo riconosce pienamente la realtagrave degli individui pur scorgendo la presenza in essi di unrsquoessenza universale Inoltre i realisti moderati pur credendo che gli universali nel nostro mondo esistano soltanto in re hanno ritenuto nel contempo che essi nella mente di Dio esistano sotto forma di idee archetipe an-te rem (conciliando in tal modo le istanze piugrave profonde dellrsquoaristotelismo con quelle del platonismo) Sono distinti tre tipi di universale i) Universale in re - egrave la ldquoformardquo delle cose lrsquoessenza ii) universale post rem egrave il concetto nellrsquointelletto quello che viene colto con il procedimento razio-

nale della ldquoastrazionerdquo iii) universale ante rem - egrave lrsquoIdea nella mente divina il ldquomodellordquo delle cose Questi tre tipi di universale fanno uno e si identificano con la ldquoformardquo della cosa che esiste ldquoab ae-ternordquo nellrsquoIntelletto divino e che lrsquointelletto umano ldquoastraerdquo dalla cosa stessa

3) Il problema degli universali tornava ad agitare la vecchia questione sollevata per la prima volta dai Sofi-sti il pensiero e il linguaggio hanno davvero la prerogativa di rispecchiare lrsquoessere e le sue strutture rea-li I nostri concetti e i nostri termini sono davvero la controparte logico-linguistica delle essenze metafisi-che delle cose Ovviamente un problema di questo tipo aveva unrsquoinevitabile ripercussione a) In campo gnoseologico Il problema degli universali egrave fondamentale per la conoscenza umana per-

cheacute senza generi e specie diventa impossibile qualsiasi conoscenza razionale b) in campo ontologico poicheacute il realismo sottintendendo un sostanziale parallelismo fra voces e res

ovvero una stretta corrispondenza fra pensiero-linguaggio-realtagrave implicava la possibilitagrave da parte del pensiero di porsi come fotografia della realtagrave in grado di coglierne le forme o strutture e quindi di far metafisica Al contrario il nominalismo rifiutando la sostanzialitagrave delle forme ed assimilando i concetti generali a simboli astratti di realtagrave puramente individuali sottintendeva un potenziale divor-zio fra pensiero e realtagrave destinato a mettere in forse il discorso metafisico

c) Analogamente mentre il realismo grazie ai concetti di sostanza specie atto ecc si prestava a giu-stificare filosoficamente sia il dogma trinitario sia il discorso teologico nella sua globalitagrave il nominali-smo (v Roscellino) sembrava minare entrambe le cose

d) Questa portata anti-metafisica ed anti-teologica del nominalismo diventeragrave esplicita soprattutto nella tarda Scolastica allorquando Ockham riducendo il pensiero astratto a pura catalogazione dellrsquoesperienza ed anteponendo alla ragione la conoscenza sensibile (= empirismo) finiragrave per minare la possibilitagrave di qualsiasi discorso meta-empirico cioegrave condotto oltre i limiti dellrsquoesperienza immedia-tamente accessibile

4) concretezza del problema a) struttura sociale b) teorie scientifiche reali o convenzioni strumenti

Naturalmente ldquola questione degli universalirdquo non si chiude con la fine del medioevo viene ripresa infatti an-che dalla filosofia moderna che rivedragrave il formarsi di due opposti schieramenti gli empiristi che sostanzial-mente saranno nominalisti e i razionalisti piugrave vicini alle posizioni del realismo

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AVICENNA

Integra Aristotele con Platone (dove Aristotele non sembra in accordo alla fede) 1) distinzione tra ente (lesistenza il concreto) ed essenza (quid est prescinde dallrsquoesistenza) 2) ente reale puograve essere

a) possibile (mondo che egrave contingente in quanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere quindi egrave carat-terizzato dalla diversitagrave tra essenza ed esistenza)

b) o necessario (Dio ha in seacute la causa del suo essere creatore e separato dal mondo) 3) Ciograve significa che la nozione di essere assume un significato diverso a seconda che sia riferita a Dio o alle

cose contingenti

s TOMMASO

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE

1) ragione a) parte dal sensibile e quindi non puograve conoscere tutto egrave condizionata dalla sua origine b) inoltre egrave creata (finita) c) puograve dire che Dio egrave ma non chi sia Dio d) se il fine delluomo fosse puramente naturale la ragione sarebbe sufficiente perograve fine delluomo egrave

soprannaturale quindi ha bisogno di veritagrave che eccedono le sue capacitagrave naturali vengono dalla ri-velazione accolte dalla

2) fede che a) sorregge la ragione nelle veritagrave che la ragione coglie perograve con il pericolo di errore (tra fede e ragio-

ne non cegrave contrasto nessuna doppia veritagrave)131 b) offre delle veritagrave che vanno oltre la ragione132

3) nei confronti della veritagrave della fede la ragione a) esamina lautoritagrave di chi le propone b) puograve dimostrare i preamboli della fede cioegrave quelle veritagrave la cui dimostrazione egrave necessaria alla fede

stessa c) la filosofia puograve essere adoperata a chiarire mediante similitudini le veritagrave della fede d) la ragione puograve controbattere le obbiezioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o che

non hanno forza dimostrativa 4) La grazia (fede) non soppianta la natura ma la perfeziona gratia naturam perficit

a) la teologia rettifica ma non sostituisce la ragione b) necessaria una buona (corretta) filosofia per una buona teologia

5) La fede e la ragione non possono trovarsi in contraddizione a) la ragione ha una sua veritagrave dei principi intrinseci che sono verissimi ed egrave impossibile pensare che

siano falsi dal momento che Dio stesso egrave lrsquoautore della natura umana La veritagrave di ragione non saragrave perciograve in contraddizione con la veritagrave rivelata poicheacute la veritagrave non puograve contraddire la veritagrave La ra-gione puograve indurre allrsquoerrore ed in quel caso la fede deve essere la regola del corretto procedere della ragione

b) Inoltre fede e ragione non possono contraddirsi anche percheacute considerano la realtagrave da punti di vista diversi la ragione considera la realtagrave in se stessa la fede in relazione a Dio133

131

Se la veritagrave fosse lasciata soltanto allindagine della ragione ne seguirebbero tre inconvenienti in primo luogo la cognizione di Dio sarebbe in pochi In secondo luogo vi si giungerebbe a fatica dopo gran tempo In terzo luogo lindagine della ragione umana spesso egrave venata derrori percheacute il nostro intelletto egrave debole nel giudizio e ci si insinuano i fantasmi Salutarmente dunque provvide la divina clemenza disponendo che si accettassero per fede anche le cose che la ragione puograve indagare siacute che tutti senza dubbio neacute errore partecipassero facilmente alla cognizione di Dio (S contra Gent I 3) 132 Nelle cose che diciamo di Dio la veritagrave egrave di due modi Infatti intorno a Dio ci sono veritagrave che oltrepassano ogni facoltagrave della ragione umana per esempio che Dio egrave uno e trino Mentre ce ne sono altre che anche la ragione naturale puograve cogliere per esempio che Dio egrave che egrave uno ed altre siffatte di queste guidati dal lume della ragione anche i filosofi hanno addotto prove dimostrative (Summa contra Gentiles I 3) 133 Summa contra gentiles I 7 ndash 8 e II 4 Bencheacute la veritagrave della fede cristiana superi la capacitagrave della ragione umana quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione non possono essere contrarie alla fede Difatti quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione ci constano essere verissime in tale maniera che non sia possibile pensarle false neacute daltra parte egrave possibile pensare falso ciograve che si tiene per fede

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c) Ciograve perograve significa piugrave una distinzione che una separazione la ragione e la natura trovano il loro pie-no compimento nella fede e nella grazia (secondo il celebre adagio tomista gratia naturam perfi-cit)134

dal momento che ha una cosiacute evidente conferma divina Siccome dunque il solo falso egrave contrario al vero come appare manifestamente dai loro concetti egrave impossibile che la veritagrave di fede sia contraria a ciograve che la ragione conosce naturalmente Inoltre la conoscenza dei princiacutepi naturalmente noti ci egrave infusa da Dio in quanto Dio stesso egrave lautore della nostra natura Anche la divi-na Sapienza possiede dunque questi princiacutepi Tutto ciograve quindi che egrave contrario a questi princiacutepi egrave contrario alla divina Sapienza e non puograve pertanto provenire da Dio Quelle veritagrave dunque che si tengono per fede in funzione della rivelazione divina non possono essere contrarie alla conoscenza naturale Dal che si deduce evidentemente che qualsiasi argomento venga portato contro i documenti della fede non procede rettamente dai primi princiacutepi immediatamente evidenti innati alla natura e conseguentemente non ha nemmeno la forza dimostrativa ma sono ragioni o probabili o sofistiche e cosiacute cegrave la possibilitagrave di confutarle [] Si deve anche notare che senza dubbio le cose sensibili dalle quali la ragione umana deriva il principio della conoscenza conservano in seacute qualche traccia della loro somiglianza divina ma cosigrave imperfetta che risultano del tutto insufficienti a manifestare la natura dello stes-so Dio Infatti gli effetti hanno in qualche misura una somiglianza con la causa poicheacute ogni agente produce una cosa a seacute somigliante ma non sempre lrsquoeffetto raggiunge una perfetta somiglianza con lrsquoagente Dunque la ragione umana per conoscere la veritagrave di fede che puograve essere perfettamente conosciuta solo da coloro che vedono la divina sostanza egrave in condizione di raccogliere alcune analogie che non sono perograve sufficienti affincheacute la predetta veritagrave venga dimostrata o compresa per intuizione intellettiva Tuttavia egrave utile per la mente umana esercitarsi in tali ragionamenti bencheacute deboli purcheacute non ci sia la presunzione di comprendere o di dimostrare infatti come prima si egrave detto procura grande gioia il potere intendere qualcosa delle realtagrave piugrave elevate anche in maniera incompleta e debole [] Diverso egrave il punto di vista delle dottrine teologiche e delle filosofie umane Giaccheacute la filosofia umana considera le creature in quel che sono e cosiacute secondo gli aspetti del reale abbiamo le diverse parti della filosofia la fede cristiana invece le considera non in quanto so-no come ad es il fuoco in quanto fuoco ma in quanto esso indica la perfezione divina ed egrave ordinato in qualche modo allo stesso Dio Pertanto i lati che il filosofo studia nelle creature sono diversi da quelli che considera il credente il filosofo infatti considera i caratteri costitutivi delle cose come per i fuoco il portarsi in su il credente considera la creatura in rapporto con Dio come lessere creata da Dio lessere soggetta a Dio e simili Se loggetto dindagine egrave talvolta comune al filosofo e al credente i princiacutepi sono diversi Poicheacute il filo-sofo argomenta da cause immanenti alle cose il credente argomenta dalla Causa prima come quando si fonda sulla rivelazione o guar-da alla gloria o alla potenza infinita di Dio e per questo ad essa come avente il primato egrave subordinata la filosofia umana Da ciograve deriva che le due dottrine procedono con diverso metodo Poicheacute nella dottrina filosofica la quale considera le creature in se stesse e da esse guida alla conoscenza di Dio primo egrave lo studio delle creature e ultimo quello di Dio nella dottrina rivelata invece che non considera le creature se non in ordine a Dio primo egrave lo studio di Dio e poi quello delle creature e cosiacute egrave piuacute perfetta in quanto piuacute simile alla conoscenza di Dio il quale intuisce laltro da seacute intuendo seacute 134 Summa Theologiae I q 1 art 1 Proemio E percheacute il nostro proposito sia compreso in certi limiti egrave necessario per prima cosa indagare sulla sacra dottrina [ossia la teologia] qua-le sia e a quali cose si rivolga In proposito i problemi sono dieci Primo che necessitagrave ci sia di questa dottrina Secondo se sia scienza Terzo se sia una sola scienza o piugrave Quarto se sia speculativa o pratica Quinto quale sia il suo rapporto con le altre scienze Sesto se sia sapienza Settimo se quale sia il suo oggetto Ottavo se sia una disciplina argomentativa Nono se debba servirsi di espressioni metaforiche o simboliche Decimo se la Sacra Scrittura debba essere esposta secondo piugrave sensi Articolo I Rispetto al primo problema si procede cosigrave Sembra che non sia necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche In-fatti lrsquouomo non deve sforzarsi di conoscere le cose che sono al di sopra della ragione secondo quanto afferma il III capitolo del libro dellrsquoEcclesiastico ldquonon indagherai le cose per te troppo grandirdquo Ma le cose che sono accessibili alla ragione sono trattate adeguata-mente nelle discipline filosofiche Sembra dunque superfluo avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Inoltre non ci puograve essere scienza se non dellrsquoente nulla infatti si sa se non il vero che egrave convertibile con lrsquoente Ma tutti gli enti sono presi in esame dalle discipline filosofiche e anche Dio in una parte della filosofia detta appunto ldquoteologiardquo cioegrave ldquoscienza divinardquo come insegna il Filosofo nel VI libro della Metafisica Non egrave stato quindi necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Ma egrave contrario ciograve che egrave detto nel capitolo III della II Lettera a Timoteo ldquotutta la Scrittura ispirata da Dio egrave utile ad insegnare con-vincere correggere e formare alla giustiziardquo Infatti la Scrittura divinamente ispirata non riguarda le discipline filosofiche che sono svi-luppate con la sola ragione umana Ersquo utile dunque che oltre alle discipline filosofiche esista unrsquoaltra scienza fondata sulla rivelazione divina Rispondo dicendo che lrsquoesistenza di una dottrina rivelata oltre alle discipline filosofiche che si indagano con la ragione umana egrave stata necessaria per la salvezza dellrsquouomo In primo luogo percheacute lrsquouomo ha come destino Dio un fine che supera le capacitagrave di comprensio-ne della ragione come scrive il profeta Isaia (644) ldquoocchio non ha visto che un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in luirdquo Ma gli uomini devono conoscere il loro fine per poter decidere le proprie azioni perciograve fu necessario alla loro salvezza che quanto supe-ra la ragione umana fosse reso noto attraverso una divina rivelazione Ma anche riguardo a quelle cose che la ragione umana puograve cono-scere fu necessario che lrsquouomo fosse istruito mediante la rivelazione divina Percheacute attraverso lrsquoindagine razionale sarebbero giunti alla veritagrave su Dio da cui pure dipende la salvezza dellrsquouomo - che egrave solo in Lui - solo pochi uomini attraverso un tempo lunghissimo e con la mescolanza di molti errori Affincheacute gli uomini potessero giungere alla salvezza in modo piugrave adeguato e sicuro fu quindi necessario che fossero istruiti attraverso la rivelazione divina Alla prima obiezione si deve rispondere che le cose che sono piugrave alte della capacitagrave conoscitiva dellrsquouomo sebbene non possano esse-re indagate attraverso la ragione sono tuttavia da accogliere per fede una volta che vengano rivelate da Dio Per cui lo stesso passo aggiunge ldquoti egrave stato mostrato piugrave di quanto comprende unintelligenza umanardquo E in questo consiste la sacra dottrina Al secondo argomento si deve dire che dal diverso modo di conoscere gli oggetti deriva la diversitagrave delle scienze Infatti sia lrsquoastrologo che il fisico dimostrano la medesima conclusione per esempio che la terra egrave rotonda ma lrsquoastrologo per via matematica cioegrave astraen-do dalla materia il fisico invece prendendo in considerazione la materia Perciograve nulla impedisce che le medesime cose delle quali tratta-no le discipline filosofiche nella misura in cui sono conoscibili alla luce della ragione naturale possano essere oggetto di unrsquoaltra scien-

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Questa parte della filosofia tomistica egrave riscontrabile soprattutto in Somma contro i Gentili 6) Summa contra gentiles partire da ciograve che ci accomuna la ragione

a) partendo da questo dato che accomuna tutti gli uomini egrave possibile ottenere risultati universali e su questi costruire un discorso teologico

b) ragione nostra caratteristica ed esigenza primordiale e naturale i) Proprio per questo lrsquouomo ha una sua autonomia e deve mettere in atto tutto il suo potenziale

conoscitivo La sua vocazione egrave conoscere e dominare il mondo ii) Su questo non puograve interferire la teologia come la teologia non soppianta la filosofia iii) Del resto tra filosofia e teologia non potragrave esserci contrasto proprio percheacute unica egrave la sorgente

della veritagrave e tutte e due sono in relazione alla veritagrave

LA METAFISICA

1) Ente ed essenza lente (qualunque cosa esista) puograve essere

a) ente logico puramente concettuale espresso dalla copula egrave unisce due concetti senza pretendere che la realtagrave sia come espresso (es la cecitagrave egrave negli occhi di conseguenza non tutto ciograve che egrave pen-sato esiste come egrave pensato le connessioni di concetti sono vere in quanto connettono correttamen-te quei concetti ma non esprimono lrsquoesistenza dei concetti che connettono) Lrsquouniversale non egrave rea-le ad essere reale egrave solo lindividuo lrsquouniversale egrave una astrazione anche se fondata sulla realtagrave rea-lismo moderato

b) ente reale ogni realtagrave egrave ente anche se in modo analogico Per Aristotele potenza e atto corrispon-devano a materia e forma Secondo Tommaso invece lrsquoessenza e lrsquoesistenza stanno tra loro rispetti-vamente nel rapporto di potenza e atto i) Lrsquoessenza (chiamata anche quidditagrave o natura) comprende sia la materia che la forma percheacute

comprende tutto ciograve che egrave espresso nella definizione della cosa Per es lrsquoessenza dellrsquouomo de-finito animal rationale comprende sia la materia (animal) che la forma (rationale) Essenza id quod potest esse potenza attitudine allrsquoessere e non identificazione con lrsquoessere quindi le cose non esistono necessariamente sono contingenti quindi esistono in virtugrave di altro (1) Lrsquoessenza costituisce in primo luogo il fondamento dellrsquoessere di ogni ente essa infatti fa

essere una cosa quella determinata cosa diversa dalle altre Naturalmente non si deve in-tendere il termine ldquoessererdquo nel senso di esistenza attuale percheacute come si vedragrave meglio poi ogni cosa riceve la sua attualitagrave esistenziale da Dio e non dallrsquoessenza Tommaso si sta qui occupando del significato nominale dei termini ldquoenterdquo ed ldquoessenzardquo non ancora di quello e-sistenziale Tuttavia senza lrsquoessenza sarebbe impossibile definire per esempio questo esse-re che mi sta davanti come uomo o questrsquoaltro come pianta

(2) In secondo luogo lrsquoessenza egrave il fondamento dellrsquointelligibilitagrave e della conoscibilitagrave di ogni en-te Ogni ente egrave intelligibile in virtugrave di quellrsquoelemento universale e necessario che egrave lrsquoessenza Esiste in altri termini una stretta correlazione tra ontologia e gnoseologia

(3) Lrsquoessenza infine egrave il fondamento dellrsquoagire di ogni ente Essa cioegrave permette di cogliere il carattere proprio di un ente dal quale egrave possibile ricavare la sua attivitagrave o operazione princi-pale Se si analizza per esempio lrsquoessenza dellrsquouomo si diragrave che lrsquouomo possiede per natura (per costituzione ontologica e non come qualcosa di aggiunto di accidentale) un intelletto che costituisce il carattere distintivo che lo differenzia dagli altri animali (prima ancora della posizione eretta o del modo di cibarsi o di vestirsi che sono caratteri accidentali che sono mutati nel corso del tempo e non rientrano nella sua essenza) Avere per natura un intellet-to significa che lrsquouomo egrave per natura capace di conoscenza intellettiva egrave cioegrave in grado di os-servare riflettere e interpretare ciograve che lo circonda egrave capace di domandarsi il ldquopercheacuterdquo di ciograve che vede e da questa domanda scaturisce la ricerca dei principi che porta poi alla costitu-zione delle diverse scienze e dei vari campi di indagine

ii) Dallrsquoessenza si deve distinguere lrsquoesistenza percheacute si puograve comprendere che cosa sia un uomo o lrsquounicorno o lrsquoaraba fenice ma non egrave ancora detto che quegli esseri esistono nella realtagrave Dunque lrsquoessenza e lrsquoesistenza sono distinte e stanno tra loro nel rapporto di potenza e atto Lrsquoessenza egrave in potenza rispetto allrsquoesistenza mentre lrsquoesistenza egrave lrsquoatto dellrsquoessenza actus essendi Nelle cose composte cegrave una doppia composizione di atto e potenza materia forma essenza esistenza

za per quello che se ne puograve conoscere alla luce della rivelazione divina Perciograve la teologia che compete alla sacra dottrina egrave di altra na-tura rispetto a quella teologia che si considera parte della filosofia

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iii) Ecco ora il punto fondamentale lrsquounione dellrsquoessenza con lrsquoesistenza ovvero il passaggio dalla potenza allrsquoatto ovvero lrsquoindividuo reale richiede per Tommaso lrsquointervento diretto e creativo di Dio Ersquo solo Dio che puograve creare le cose facendole esistere egrave solo Dio che puograve realizzare il pas-saggio dalla potenza allrsquoatto ossia dalla essenza allrsquoesistenza e dare cosigrave origine alle varie crea-ture siano angeli o uomini o animali o piante ecc

iv) In Dio lrsquoessenza egrave uguale allrsquoesistenza Solo in Dio essenza ed esistenza si identificano In altre parole lrsquoessenza di Dio egrave di esistere Egli esiste necessariamente egrave eterno egrave lrsquounico essere ne-cessario cioegrave non puograve non esistere mentre tutti gli altri esseri dipendono da lui Dio egrave lessere (= essenza atto puro) essere puro

v) In sintesi potremmo dire che Dio egrave lrsquoessere mentre le creature hanno lrsquoessere Actus essendi originario in Dio derivato per partecipazione nelle creature Dunque il termine essere non egrave lo stesso quando egrave riferito a Dio o alle creature Tra lrsquoessere di Dio e quello delle creature non vi egrave neacute identitagrave neacute assoluta opposizione bensigrave analogia Le creature in quanto esistenti sono simili a Dio ma Dio non egrave simile a loro ecco il principio della analogicitagrave dellrsquoessere (analogo = simile ma di proporzioni diverse) In piugrave le creature hanno lrsquoessere percheacute viene dato loro da Dio il quale partecipa (=dona) loro lrsquoesistenza Cosigrave le creature hanno lrsquoessere per partecipazione mentre Dio egrave lrsquoessere per essenza La distinzione fra lrsquoessere creato e lrsquoessere eterno di Dio porta con seacute due importanti conseguen-ze (1) In primo luogo permette a Tommaso di salvaguardare lrsquoassoluta trascendenza (superioritagrave

diversitagrave alteritagrave soprannaturalitagrave) di Dio nei confronti del creato e delle creature e di evita-re ogni forma di panteismo (che identifica Dio col mondo)

(2) In secondo luogo lrsquoanalogicitagrave dellrsquoessere rende impossibile unrsquounica scienza dellrsquoessere ac-canto alla filosofia vi egrave adesso la teologia la quale egrave superiore in dignitagrave a tutte le altre scienze le quali nei suoi confronti diventano ancelle della teologia

c) Lrsquoessere egrave il principio e fondamento del reale lrsquoesistenza egrave il risultato dellrsquoessere attuante unrsquoessenza lrsquoesistenza egrave una presenza reale o fatto di esistere che deriva dallrsquoatto di essere allrsquoessenza e la rende realmente esistente o presente o fatto di esistere Lrsquoessere egrave piugrave nobile dellrsquoesistenza (suo risultato) e dellrsquoessenza che egrave potenza riguardo allrsquoessere (atto ultimo) i) Quella di Tommaso non egrave una filosofia dellrsquoente ma egrave una filosofia dellessere che realizza le es-

senze lessere egrave il mistico (Wittgenstein) egrave ciograve di fronte a cui resta solo il silenzio percheacute condi-zione di qualunque discorso e fondamento sempre presente e intrascendibile135 esse poicheacute tra-scende lessenza trascende anche il concetto Il principio che fonda la necessitagrave di questa di-stinzione136 si trova nel fatto stesso che finisce per renderla inconcepibile Lesse facciamo nota-re non egrave concepibile che in unessenza Niente egrave piugrave vero ma egrave proprio per questo che quando si parla di un atto finito di esistere bisogna necessariamente che questo atto e la sua essenza siano aliud et aliud Ci sono degli esseri finiti egrave un fatto e sono anche i soli esseri di cui abbia-mo esperienza ora la possibilitagrave di un essere finito suppone che il suo atto di esistere sia altro dalla sua essenza Se si trattasse in effetti dellesse puro non sarebbe cosigrave Latto puro di esiste-re egrave integralmente atto cioegrave lo egrave sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ordini per la semplice ragione che essendo anteriore a tutti come la condizione della loro stessa possibilitagrave li trascende tutti Lesse puro non egrave dunque solamente illimitato nellordine dellesistenza propriamente detta lo egrave anche nellordine dellessenza poicheacute precede questordine e di conseguenza nessuna determi-nazione essenziale si applica ad esso Ed egrave per questo come san Tommaso nota nel De ente et essentia che alcuni filosofi hanno potuto sostenere che Dio non ha essenza poicheacute egli egrave lesse puro ciograve che si chiamerebbe la sua quidditagrave o essenza si confonde in effetti necessariamente con il suo esse Per ragioni legate senza dubbio alla sua dottrina dei nomi divini san Tommaso sembra avere evitato di negare che Dio abbia una essenza preferisce dire che lessenza di Dio egrave il suo atto stesso di esistere Daltronde in qualsiasi modo lo si esprima il fatto resta quello che egrave lesse puro non egrave determinato da alcuna essenza che lo faceva essere tale Al livello supremo dellessere in cui tentiamo qui di elevarci il problema del rapporto tra essenza ed esistenza sva-

135 E Gilson Lessere e lessenza Tr it di L Frattini e M Roncoroni Massimo Milano 1988 279-282 ldquoLessere dunque non egrave soltanto il primo oggetto di conoscenza intellettuale nel senso che sarebbe implicato fin dal primo oggetto conosciuto ma altresigrave nel senso che egrave implicato in ogni oggetto conosciuto e che ogni conoscenza quale che ne sia loggetto egrave anche e anzi prima di tutto conoscenza del-lessere 136 tra essenza ed atto drsquoerssere

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nisce per riduzione dellessenza allatto puro di esistere 137 ldquoEsigere che lesse sia concettualiz-zabile egrave volere che esso sia una cosa ora se ciograve che abbiamo detto egrave vero lesse egrave latto costi-tutivo ultimo di ogni cosa esso stesso non potrebbe esserne una Resta dunque possibile per unontologia che non sia un cosismo integrale comporre lesistere con lessenza e distinguer-lo138 di qui lo stupore

ii) ne deriva una filosofia ottimistica lrsquoessere egrave dono iii) e una filosofia del concreto Lrsquoessente in quanto egrave gode di unrsquounicitagrave irriducibile esso egrave percheacute

egrave nel suo atto di essere proprio e differente dagli atti di essere di tutti gli altri essenti Per san Tommaso il vero principio di individuazione non egrave la materia ma lrsquoatto di essere139 Lrsquoatto di es-sere in virtugrave del quale la conoscenza dellrsquoessenza determinata non egrave un sogno vano o una pura rappresentazione singolarizza radicalmente esclude qualsiasi universalizzazione alla maniera generalizzante della forma intelligibile Lrsquoessere egrave lrsquoatto grazie a cui le singole cose esistono egrave proprio il dono dellrsquoactus essendi ad ogni ente creato da Dio che egrave lrsquoIpsum esse subsistens ciograve che sottrae allrsquoindifferenza e dunque al nulla ogni attimo di vita dellrsquoesistente

d) latto dessere egrave sempre del singolo i) per Aristotele ldquoessererdquo da solo non significa niente lessere riceve significato da soggetto e pre-

dicato egrave sempre un essere determinato (non conosce la trascendenza lessere in quanto tale non esiste)

ii) per Tommaso ldquoessererdquo egrave atto desistere ha un suo significato egrave lEssere stesso che egrave Atto in Dio e questo atto dagrave concretezza alla veritagrave del soggetto e del predicato nelle cose Tommaso capovolge Aristotele non soggetto e predicato danno concretezza allessere (Aristote-le) ma egrave lessere che comunica il suo significato di atto al soggetto e al predicato egrave questo atto il fondamento dellessere di quegli essenti significati da soggetto e predicato

2) I trascendentali uno vero e buono a) trascendentale condizione di possibilitagrave b) trascendentali dellessere condizioni di possibilitagrave dellessere tanto da coincidere con lessere stesso

(omne ens est unum verum bonum ens et unum verum bonum convertuntur) Ciograve che si deve dire dellessere va allora ripetuto per tutti gli altri trascendentali Dio partecipa lessenza lindividualitagrave lunitagrave la veritagrave la bontagrave a tutto il creato che cosigrave porta la traccia della sua perfezione

c) uno lessere non egrave contraddittorio lunitagrave dipende dal grado di essere essere a fondamento dellrsquounitagrave filosofia dellrsquoessere non dellrsquounitagrave

d) vero ogni ente egrave intelligibile e razionale i) Aristotele delle veritagrave si occupa la logica (egrave un fatto mentale) non la metafisica ii) Tommaso

(1) le cose realizzano un progetto di Dio (=veritagrave ontologica) adequatio rei ad intellectum Gli uomini possono venir meno al progetto di Dio che perograve resta loro inscritto

(2) Veritagrave umana adequatio intellectus ad rem iii) Il bello riceve discreta attenzione ma non viene incluso nella lista dei trascendentali in quanto

sostanzialmente omologato al verum Tommaso interpreta infatti lesperienza estetica come il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della veritagrave140

e) Buono ogni ente egrave buono percheacute egrave ente frutto della bontagrave di Dio bonum diffusivum sui ottimismo cristiano i) Il trascendentale bonum suppone la tesi della laquoirrealtagraveraquo del male che viene ripresa dal neopla-

tonismo il male egrave soltanto la mancanza di bene cioegrave di essere e piugrave precisamente di un essere dovuto la cecitagrave egrave un male per luomo ma non per lalbero

ii) Bene oggetto della volontagrave

137 Id 103-104 138 Id 100-102 139 Cfr TOMMASO DrsquoAQUINO De potentia 7 2 ad 9 De anima I resp e ad 2 140 ldquoIl bello e il buono in un soggetto sono lo stesso percheacute si fondano sulla stessa cosa cioegrave sulla forma e per questo il buono viene lodato come bello Ma differiscono per il carattere Infatti il buono propriamente riguarda il desiderio infatti il buono egrave ciograve che tutti de-siderano E perciograve ha il carattere di fine infatti il desiderio egrave quasi un certo movimento verso una cosa Il bello invece riguarda la facoltagrave conoscitiva vengono dette infatti belle quelle cose che piacciono quando sono viste Dunque il bello consiste in una debita proporzione percheacute il senso prova diletto nelle cose debitamente proporzionate come in cose simili a seacute infatti anche il senso egrave una certa ragione come ogni virtugrave conoscitiva E giaccheacute la conoscenza avviene per assimilazione e la somiglianza riguarda la forma il bello propriamente riguarda il carattere della causa formalerdquo (Somma teologica 1 q5a4ad1)

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(1) le cose sono buone perchegrave volute da Dio (2) luomo vuole le cose perchegrave sono buone

3) Lanalogia dellessere a) Giagrave Aristotele aveva individuato quella che usualmente egrave definita ldquoanalogia di attribuzionerdquo (Es an-

che se propriamente la salute si predica solo di un vivente si attribuisce ad un cibo lrsquoaggettivo sano percheacute causa salute in chi ne mangia)

b) da parte sua Tommaso coglie anche lrsquoanalogia di proporzionalitagrave (Es due soggetti possiedono real-mente e propriamente una data qualitagrave bencheacute in grado diverso come quando qualifichiamo intelli-gente un animale ed un uomo) ldquoEssererdquo egrave un concetto analogico non solo secondo il primo modo come ha visto Aristotele ma anche secondo lrsquoaltro i) accetta quella di Aristotele orizzontale ii) introduce quella verticale Dio-realtagrave

c) Lrsquoanalogia unisce e separa Lrsquoanalogia di proporzionalitagrave rapporto Dio-actus essendi egrave diverso da quello della realtagrave i) con lactus essendi si fonda sulla analogia causale ii) lanalogia si estende a tutti i predicati (importanza della teologia negativa) iii) lrsquoanalogia richiede la pluralitagrave e lrsquoautonomia delle scienza

4) la fede guida della ragione due tesi fondamentali a) Dio egrave lrsquoessere (per i greci egrave uno degli esseri non egrave lrsquoEssere e il creatore dellrsquoessere) b) il resto egrave creato quindi qualunque cosa egrave positiva anche il corpo la causalitagrave riguarda anche

lrsquoessere degli enti e non solo le forme (Platone e Aristotele) c) due tesi accettate per fede che guidano il discorso razionale = filosofia cristiana

S BONAVENTURA

1 - fede e filosofia filosofia che si pretende autonoma fonte di errori deve rinviare alla teologia e alla mistica ragione e filosofia finalizzate alla teologia alla fede contro una ragione autosufficiente che non coglie nel mondo lorma (signum) di Dio lo ritiene del tutto autonomo si tratta di scoprire in noi e nel mondo i germi divini (nella linea di Platone Agostino Anselmo) suo obiettivo quaerere Deum che relucet et latet si rivela e assieme si nasconde nella realtagrave Dio coglibile dalla meditatio che introduce alla consummatio mistica La filosofia via alla teologia e alla mistica riprende la tradizione platonico-agostiniana (filosofia rinvia a Dio) cerca una filosofia che sorregga la sua fede 2 - esemplarismo in Dio ci sono le idee delle cose create (crea liberamente) nel mondo vestigio cose irrazionali immagine creature intellettuali somiglianza creature deiformi mondo egrave una scala a Dio dal mondo allinterioritagrave alle cose eterne speculazione itinerarium mentis in Deum

cointuizione cogliendo lrsquooggetto colgo contemporaneamente lrsquoesemplare grazie alla illuminazione idea di essere irradiazione dellessere assoluto in cui sono tutte le idee

egrave questa non la conoscenza per astrazione legata al contingente che permette di conoscere lrsquouniversale

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PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave141

La domanda fondamentale laquopercheacute lessere piuttosto che il nullaraquo Siamo allorigine alla possibilitagrave data dalla libertagrave dellessere di essere o non essere Ciograve che puograve decidere se essere o non essere egrave solo la libertagrave a essa soltanto egrave appesa tutta la realtagrave da es-sa dipende lessere La realtagrave laquoegrave del tutto gratuita e infondata interamente appesa alla libertagrave che non egrave un fondamento ma un abisso ossia un fondamento che si nega sempre come fondamentoraquo142 La libertagrave egrave un Urgrund che egrave un Ungrund fondamento assoluto egrave quello che egrave possibilitagrave di essere o non essere se stesso e perciograve in certo senso puograve retrocedere al di lagrave di se stesso143 Proprio per questo la realtagrave puograve essere vista nella sua ambiguitagrave come eccedenza pura gratuitagrave dono o nella sua infondatezza che provoca il rimpianto di non esser nati Possiamo meravigliarci quindi di fronte alla gratuitagrave dellessere ma anche esser presi da sgomento per la sua infondatezza per il suo legame col nulla e per lidea della loro scambiabilitagrave Caratteri-stica della realtagrave vediamo essere lambiguitagrave lontologia viene ad accompagnarsi alla meontologia Lontolo-gia dellinesauribile strettamente legata alla libertagrave -- Schelling ci suggerisce che ciograve che puograve decidere se es-sere o non essere egrave solo la libertagrave la quale consente innovazione continua -- si incammina verso un pensiero tragico Lessere egrave appeso alla libertagrave e linseparabilitagrave dei due termini spiega come della libertagrave non possa che essere che unontologia Essere e libertagrave sono inscindibilmente congiunti in quanto nei confronti dellessere luomo puograve soltanto scegliere tra consenso e rifiuto esercitando cosigrave la propria libertagrave Egrave la libertagrave che tiene fermo il vincolo tra uomo ed essere il quale potrebbe anche essere rinnegato tradito Lrsquoontologia dellinesauribile La veritagrave non puograve risiedere nel pensiero e nel discorso filosofico che come lindefinito e linformulato che de-cide se prender forma o no La metafisica ontica e oggettiva viene sostituita con una metafisica ontologica e indiretta una laquoontologia consapevole non soltanto della portata finita del proprio sguardo e del carattere fi-nito delle proprie operazioni ma anche garantita dal rischio della discrepanza fra il dire e il fare e dal perico-lo della mistificazione nel senso chessa intende presentarsi come discorso delluomo sulluomo per luomo sigrave che un eventuale discorso sullessere o sullassoluto non puograve essere che indiretto cioegrave discorso sulluomo come rapporto con lessere o come coscienza dellassolutoraquo144 Linoggettivabilitagrave e linesauribilitagrave dellessere esigono labbandono della metafisica ontica Solo un personali-smo ontologico e unontologia dellinesauribile garantiscono la sopravvivenza della metafisica poicheacute la veri-tagrave non si offre se non a una prospettiva personale laquoLinoggettivabilitagrave dellessere non solo non impedisce lontologicitagrave delluomo ma coincide con essa in tal modo si raggiunge e si svolge il concetto esistenzialisti-co dellinseparabilitagrave di esistenza e trascendenza e della coincidenza di autorelazione ed eterorelazioneraquo145 Lessere inoggettivabile e irrelativo egrave presente nel rapporto poicheacute lo costituisce e ne fa parte lessere si dagrave alluomo solo allinterno di quel rapporto con lessere che luomo egrave Luomo puograve parlare dellessere quindi percheacute egrave lui stesso rapporto vivente e reale con esso anche se lessere gli si presenta relativo solo come ir-relativo come istitutore del rapporto e per questo inoggettivabile Non si parla piugrave quindi di metafisica in senso tradizionale poicheacute si parla di inoggettivabilitagrave e si trascendono i termini di soggetto e oggetto non piugrave consoni a esprimere i caratteri di un personalismo ontologico nel quale la persona e la veritagrave sono legati da un vincolo originario146 Ci troviamo di fronte inoltre a unontologia indi-retta poicheacute noi riflettiamo e parliamo dellessere in quanto parliamo delluomo che egrave rapporto con lessere Il discorso filosofico egrave quindi una presa di coscienza di ciograve che luomo egrave rapporto ontologico Lontologia pareysoniana egrave strettamente legata allesistenza alla persona percheacute ogni cosa muove dallas-sunto che luomo egrave rapporto con lessere quindi linterpretazione non viene intesa laquocome una decifrazione di un vero per seacute indipendente ma come il modo di darsi della veritagrave In esso la veritagrave attesta il proprio es-

141 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1 142 L PAREYSON Filosofia della libertagrave Il Melangolo Genova 1989 12 143 Claudio Ciancio Metafisica del soggetto e filosofia della libertagrave in Giornale di Metafisica 1 (1992) p 33 144 L PAREYSON Esistenza e persona Il melangolo Genova 1985 18 145 Id 16 146 Id 19

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senziale legame con la persona e mette cosigrave a tacere gli equivoci impliciti nelle concezioni oggettivisticheraquo147 Si parte quindi dal nesso originario tra persona e veritagrave centro del pensiero pareysoniano dal quale non si puograve prescindere altrimenti linterpretazione non avrebbe alcun senso in quanto verrebbe meno la dialettica di familiaritagrave ed estraneitagrave che garantisce la validitagrave dellermeneutica Egrave proprio il rapporto lontananza-vicinanza che fa sentire il bisogno dellinterpretazione come comprensione di ciograve che nella sua trascendenza egrave lontano e che perograve ci costituisce Non si puograve cercare qualcosa che ci egrave del tutto estraneo La conoscenza del resto come dice Platone non egrave altro che reminiscenza ossia lanima non puograve conoscere o scoprire nulla se non partecipa giagrave dellidea cui si riferisce loggetto della conoscenza Allo stesso modo linterpretazione non sussi-sterebbe se non ci fosse unoriginaria solidarietagrave tra la persona e la veritagrave anzi egrave proprio in virtugrave di essa che noi possiamo dare uninterpretazione della veritagrave Non poter dare della veritagrave unenunciazione oggettiva non significa non poterla possedere o ancor peggio non doverla neppure cercare ma tener conto che la nostra finitezza egrave intrascendibile e invalicabile tuttavia egrave proprio essa che ci consente di essere sede della veritagrave Con unopzione esistenziale noi decidiamo di diveni-re veicolo della veritagrave e luogo della rivelazione dellessere ribadendo il vincolo originario che ci lega a esso laquoPoicheacute la natura del rapporto ontologico si specifica e si determina soprattutto in base allesercizio concreto della libertagrave lontologia ermeneutica o lermeneutica ontologica di Pareyson altro non egrave in definitiva che ontologia ed ermeneutica della libertagraveraquo148 Nei confronti dellessere noi non possiamo che avere un atteg-giamento o di consenso o di rifiuto egrave la libertagrave umana a intervenire nei confronti dellessere operando una scelta esistenziale che precede qualsiasi processo cognitivo La veritagrave come origine inesauribile egrave quindi preesistente alla formulazione che se ne dagrave e che egrave successiva e subordinata a questa e la solidarietagrave che ci lega a essa precede quindi qualsiasi speculazione in quanto egrave proprio il nostro legame con la veritagrave la nostra apertura ontologica a stabilire la possibilitagrave di un discorso sulla veritagrave La filosofia ha il compito di chiarire tale rapporto e di porsi come approfondimento di quella prospettiva singolare che egrave la persona la quale ha liberamente assunto il proprio rapporto ontologico laquoCo-minciare in filosofia -- come dice Ricœur -- [] non puograve essere se non un cominciare nellelucidazione at-traverso la quale la filosofia piuttosto che cominciare ricominciaraquo149 La veritagrave perograve non si lascia esaurire dal discorso filosofico e poicheacute un infinito si puograve possedere ma solo nella forma di doverlo cercare ancora le-splicitazione non puograve mai essere completa Rimane dunque uno scarto che diviene la sede nella quale si ri-manda a qualcosa che va oltre il discorso che parte da esso e consente alla veritagrave di essere rispettata Esso rappresenta la possibilitagrave dellulterioritagrave e del continuo rigerminare della veritagrave che suscita sempre nuovi ap-profondimenti Linesauribile non puograve essere esaurito come lindefinibile schellinghiano non puograve essere definito neppure per via negationis bensigrave essere stimolo di un discorso che rigermina sempre dalla sua fonte laquoLa veritagrave risie-de nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale enunciazione completa ma come stimolo duna rivelazione interminabile [] Lideale della formulazione del vero non egrave unesplicitazione completa o unenunciazione definitiva ma lincessante manifestazione dunorigine inesauribile sigrave che non si puograve imputa-re a una sua imperfezione o carenza lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende forni-reraquo150 Credere che ciograve sia uninsufficienza egrave non comprenderne la natura egrave fraintendere una sovrabbondan-za per una mancanza non si tratta di una inadeguatezza della formulazione o di unimperfezione della veritagrave egrave piuttosto proprio la sua ricchezza che suscita infinite interpretazioni essendo la veritagrave stessa una fonte i-nesauribile La rivelazione della veritagrave si attua mediante linseparabilitagrave di presenza e latenza che ripropongono latteg-giamento di familiaritagrave ed estraneitagrave impostoci da un testo nel momento in cui lo interpretiamo La veritagrave egrave generosa e si riserva per donarsi laquoPer la sua inoggettivabilitagrave lessere egrave inafferrabile come essere e ogni tentativo di coglierlo e definirlo non ha altro esito che il suo arretramento Questo fa sigrave che lessere retroceda di continuo e si dia solo sottraendosi presente solo come ulteriore e patente solo come nascosto non come in una notte mistica ove domina lindistinzione ma come nellinoggettivabilitagrave ove il discorso continua an-che se cambia segnoraquo151 La veritagrave egrave quindi ricchezza la sua egrave unabbondanza che suscita infinite formula-zioni e le trascende tutte La trascendenza in questo modo non viene mai perduta percheacute il personalismo che ne consegue egrave ontologico e qualifica la persona come apertura alla veritagrave legame con lessere e questa solidarietagrave originaria tradotta

147 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 26 148 Antonio Rosso Ermeneutica come ontologia della libertagrave Vita e Pensiero Milano 1980 40-41 149 Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 73 150 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione Mursia Milano 1971 77 151 L PAREYSON Esistenza e persona cit 19-20

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in termini spaziali implica un rapporto verticale che fonda e garantisce rapporti orizzontali per cui la trascen-denza della veritagrave diviene la garanzia della dinamicitagrave e dellapertura della persona Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente rispetto alluomo Lo stesso uomo trascende persino se stesso -- qui viene a riproporsi il tema dello sbilanciamento del fatto che la persona non egrave in pari con se stessa -- percheacute non coincide con se stesso laquoegli non solo non egrave tutto ma nemmeno si puograve dire che coincida con se stesso Egli egrave rapporto ontologico nel senso che il suo essere consiste appunto totalmente e senza residuo nellessere rapporto con lessere ciograve significa che il suo essere stesso egrave dislocato e implica uno scarto costitutivo uno sfasamento strutturale che lo fa essere sempre oltre se stesso come rapporto con lessere egrave sempre piugrave del suo essere e come coscienza reale e quindi muta della realtagrave sa sempre prima di conoscere al punto che si puograve dire paradossalmente che egli esiste sempre prima di esistereraquo152 Lesistente egrave prima di ogni riflessione La riflessione non giunge quindi come abbiamo visto a chiarire e a ricordare se non ciograve che luomo sa giagrave ossia di essere rapporto con lessere che rispetto a lui egrave inesauribilitagrave e che per questo esige sempre nuovi e ulteriori approfondimenti Linterpretazione come approfondimento La veritagrave considerata non piugrave come oggetto del discorso filosofico ma come sorgente inesauribile dalla quale il pensiero muove emerge nella sua infinitagrave e nella sua inesauribilitagrave generando un discorso che rigermina continuamente dalla propria fonte che riproblematizza ininterrottamente le proprie domande La veritagrave non egrave meno veritagrave se la sua interpretazione non perviene a unesplicitazione completa anzi la veritagrave egrave tale solo quando si lascia cogliere come stimolo di una rivelazione inesauribile laquoLunico modo -- dice Pareyson -- di possedere e conservare la veritagrave egrave proprio quello di accoglierla come infinita non puograve esser veritagrave quella che non egrave colta come inesauribileraquo153 Linterpretazione rispetta la veritagrave come inesauribile proprio percheacute non cerca di esplicitarla e oggettivarla completamente bensigrave la accoglie come fonte dalla quale essa muove e alla quale essa attinge Inoltre es-sendo la fonte trascendente ogni approccio si qualifica come interpretativo se come afferma Rigobello laquola fonte originaria del significato trascende in quanto a valore le singole esistenze [] allora ogni esperienza di significato compiuta nellesistenza singola egrave una interpretazione di un centro di significato (e potremmo di-re di Veritagrave)raquo154 Ricordiamo che la veritagrave egrave libera di decidere di non farsi possedere da una formulazione in particolare ma di offrirsi a infinite formulazioni Egrave proprio questo carattere di ulterioritagrave che le permette di non estinguersi in una prospettiva e di offrirsi in infinite altre ed egrave sempre questo carattere che esige un approfondimento con-tinuo Ancora una volta lanalogia con lopera darte ci consente una piugrave precisa comprensione le varie inter-pretazioni che si danno di unopera non intaccano minimamente la sua unicitagrave Lopera afferma Pareyson nella sua Estetica laquoha il suo vero e naturale modo di vivere nelle molteplici esecuzioni ma ciograve accade preci-samente percheacute lopera stessa le suscita le esige e le regola e vive in esse solo in quanto vi permane una identica inalterabileraquo155 Tutto questo impedisce quindi di parlare di relativismo dellinterpretazione o di parzialitagrave percheacute linterpreta-zione non esprime una parte della veritagrave da completare (lrsquointerpretazione non rappresenta una parte della veritagrave da comporre con altre parti sino a costituirne la totalitagrave bensigrave rivela da un punto di vista determinato la veritagrave come intera) in quanto non mira a una enunciazione completa bensigrave a un discorso che intende co-gliere la veritagrave come infinita e come inesauribile La compossibilitagrave di infinite interpretazioni non attesta lesi-genza di essere integrate le une con le altre per approdare a una totalitagrave costruita piuttosto rivela la ric-chezza e labbondanza della veritagrave che suscita infinite interpretazioni e si lascia cogliere da infiniti punti di vi-sta che la rivelano intera e totale Ciograve consente a ognuno di esprimerla a suo modo pur mantenendo sempre lunicitagrave della veritagrave stessa la quale ha sede in ogni prospettiva che vuole essere rivelazione dellessere senza per questo trasformarsi in qualcosa che non sia la prospettiva laquoNellinterpretazione egrave sempre una persona che vede e guarda e guar-da e vede dal particolarissimo punto di vista in cui attualmente si trova o si pone e col singolarissimo modo di vedere che segrave venuto via via formando o che intende di volta in volta adottare sigrave che tutta intera la per-sona entra a costituirli dallinterno a generarli a infletterli e dirigerli e determinarli tanto nel particolare mo-do di vedere quanto nel singolare punto di vista Daltra parte nellinterpretazione egrave sempre una forma chegrave

152 Luigi Pareyson Filosofia ed esperienza religiosa in Annuario filosofico 1 (1985) pp 7-72 p 15 153 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 117 154 Armando Rigobello Legge morale e mondo della vita Abete Roma 1968 p 342 155 L PAREYSON Estetica Teoria della formativitagrave Bompiani Milano 1988 267

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veduta e guardata ed egrave veduta in una determinatissima prospettiva che la mette in luce in un determinato modo nel quale tuttavia essa egrave condensata e rivelata intera ed egrave guardata in uno dei suoi infiniti aspetti in ciascuno dei quali essa si mostra intera sigrave ma secondo una determinatissima direzioneraquo156 Linterpretazione infatti egrave una prospettiva vivente sul vero egrave il nesso che esiste tra la persona e la veritagrave egrave il discorso filosofico che meglio si adatta a far emergere una ricchezza viva e profonda senza che si trasformi in un concetto dimostrativo o in un precetto da comandare egrave un approccio che implica impegno attenzione e fedeltagrave e che coinvolge ogni persona che voglia riconoscere la sua vera realtagrave Egrave una scelta esistenziale che ci consente di divenire prospettiva sulla veritagrave questo denota come linterpretazione comprometta linte-ra persona e non si limiti a essere soltanto un processo conoscitivo La filosofia non egrave scienza dimostrativa essa non si limita a fornire delle spiegazioni ma cerca di approfondire continuamente la comprensione su piugrave e diversi livelli e da piugrave e diversi punti di vista Uninterpretazione vuole scandagliare tutti gli strati operare su ogni livello laquoil processo dinterpretazione egrave infinito e sempre esige [] approfondimento ampliamento per stabilire una congenialitagrave sempre piugrave captativa e rivelativa Linterpretante non si contenta daver colto un aspetto della forma o la forma in uno dei suoi aspetti e cerca altri aspetti che gli confermino o gli correggano o gli sostituiscano linterpretazione che ha creduto di poter dare e per far questo si pone in un nuovo punto di vistaraquo157 Linterpretazione non egrave mai soddisfatta dei suoi risultati cerca sempre una maggiore adeguazione Questo percheacute egrave linfinita ricchezza della veritagrave che susci-ta sempre nuovi approfondimenti e alimenta sempre nuovi approcci laquoInfinito dunque il processo dellinter-pretazione percheacute fintanto che cegrave conoscenza non cegrave interpretazione che sia definitiva e non sia soggetta a un perpetuo moto di revisione inteso a una sempre maggiore adeguazioneraquo158 La categoria dellapprofondimento puograve essere considerata una delle modalitagrave che meglio connotano il movi-mento interpretativo laquoLinterpretazione egrave un processo interminabile che richiede un continuo e incessante approfondimento ed egrave tale proprio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infini-toraquo159 Linterpretazione consta di termini che la qualificano e che sono in un certo qual modo contraddittori ma che non si escludono anzi emergono proprio grazie alla loro coessenzialitagrave e compatibilitagrave Linterpretazione egrave a un tempo possesso della veritagrave e processo interminabile di approfondimento Egrave un possesso della veritagrave che si rivela pur con il continuo stimolo a cercarla ancora e a cercarla con gli altri ad esempio nel dialogo Un punto finale di ricerca una meta raggiunta non sarebbe vero possesso della veritagrave poicheacute indicherebbe che linterpretazione ne ha preso il posto esaurendone la ricchezza ne egrave divenuta il surrogato annullandone il carattere sorgivo e inesauribile e rendendola finita Avvicinarci maggiormente alla veritagrave con una seconda terza e altre interpretazioni significa approfondire chiarire e far luce su ciograve che noi siamo sulla nostra persona che egrave rapporto con lessere Egrave quindi risponden-do a quesiti determinati che si rimanda a qualcosa che va otre la nostra situazione di partenza Linterpreta-zione come approfondimento egrave supportata ampiamente dal personalismo ontologico che ne egrave alla base e in virtugrave del quale la persona egrave definita come rapporto con lessere Il rapporto ontologico che ci costituisce egrave o-riginario ed ermeneutico poicheacute dire che la persona egrave originariamente legata allessere egrave come dire chessa egrave interpretazione della veritagrave Filosofare sulluomo egrave filosofare sullessere percheacute il rapporto con lessere non egrave una proprietagrave o una facoltagrave o una possibilitagrave delluomo ma egrave lessere stesso delluomo160 Quindi laffermazione dellapertura ontologica istituisce la possibilitagrave di fare della persona la sede della rivelazione dellessere La propria interpretazione di-venta allora sempre approfondibile questo in virtugrave di un nostro sforzo e della nostra fedeltagrave allessere per cui ci decidiamo ogni volta Linterpretazione egrave un processo ininterrotto e uno sforzo di penetrazione in cui i gradi di comprensione sono infiniti in quanto possesso di un inesauribile linterpretazione implica un conti-nuo approfondimento nel quale la veritagrave si stabilisce come stimolo duna rivelazione interminabile che non puograve essere esaurita161

156 Id 187 157 Id 188 158 Ivi 159 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80 160 L PAREYSON Esistenza e persona cit 243 161 L PAREYSON Estetica cit 239 laquoLa veritagrave indica come segno della sua presenza proprio il carattere interminabile e sempre ulteriore del discorso poterla enunciare in unesposizione completa sarebbe proprio il segno di non averla colta affatto Solo come inesauribile la veritagrave puograve offrirsi alla sua formulazione cioegrave come tale chegrave impossibile tentarne e assurdo realizzarne lesplicitazione completa pur es-sendone invece tanto desiderabile quanto eseguibile una rivelazione incessante Questa interminabilitagrave tipica dellinterpretazione lungi

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Linterpretazione si configura cosigrave come processo interminabile e approfondimento continuo Ed egrave tale laquopro-prio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infinito anzi chegrave un compito infinito proprio in quanto egrave non semplice approssimazione o immagine della veritagrave ma suo reale ed effettivo posses-so Certo puograve sembrare contraddittoria e paradossale questa natura dellinterpretazione chegrave al tempo stes-so possesso effettivo e processo interminabile e che quindi unisce nello stesso punto stabilitagrave e mobilitagrave fermezza e continuazione raggiungimento e ricerca Ma soccorre ancora lanalogia dellarte in cui la lettura egrave indubbiamente un vero possesso dellopera eppure il suo senso consiste nellessere un invito a rileggere in cui la coscienza daver penetrato lopera egrave accompagnata dalla consapevolezza di dover procedere a un ulte-riore approfondimento in cui ogni rivelazione egrave premio e conquista solo come stimolo e promessa di nuove rivelazioni E se nellarte ciograve che permette di unire senza contraddizione possesso e ricerca egrave linesauribilitagrave stessa dellopera tanto piugrave sintende come ciograve possa avvenire nellinterpretazione della veritagrave dato il caratte-re assai piugrave intenso e profondo e originario dellinesauribilitagrave di questultima sigrave che appariragrave ben chiaro come uno dei cardini fondamentali dellermeneutica egrave appunto la compatibilitagrave anzi la coessenzialitagrave del possesso e del processo della conquista e della ricerca della padronanza e dellapprofondimentoraquo162 Lapprofondimento egrave quindi essenziale quando si parla di veritagrave Percheacute essa non ci appartiene in modo cosigrave esaustivo da non sentire il bisogno di penetrarla ancora Possiamo perograve concepire linterpretazione come in-tensiva che giunge a scoprire abissi nuovi e a formulare nuove domande In unontologia dellinesauribile lunica forma di conoscenza con la quale possiamo avvicinarci allessere alla veritagrave egrave linterpretazione linter-pretazione come approfondimento

dallesserne un difetto o una lacuna o dallattestarne lincompletezza o linsufficienza egrave piuttosto la sua perfezione e la sua compiutezza anzi la sua ricchezzaraquo (Veritagrave e interpretazione cit 78) 162 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80-81

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a) Lontologia si interessa di determinare quali sono le categorie dellessere fondamentali e si chiede se ed in che senso si puograve dire che gli elementi di queste categorie esistono Diversi filosofi compi-lano liste differenti delle categorie fondamentali dellessere una delle questioni fondamentali dellon-tologia egrave Quali sono le categorie fondamentali dellessere Ciograve mette in rilievo uno dei problemi dellapproccio filosofico esso dipende dalla continua ricerca di categorie e non ha un modo evidente per concludere tale ricerca

b) Invece nella teologia nella classificazione bibliotecaria e nellintelligenza artificiale si adotta tipica-mente unontologia fondamentale relativamente stabile Ciograve riflette una cosmologia piugrave ampia e probabilmente delle morali esempi estetici o storie mediante le quali sono state stabilite delle priori-tagrave fondamentali Nella teologia ciograve deriva da una religione e dalle sue dottrine stabili

c) Ecco qualche altro esempio di questioni ontologiche Cosegrave lesistenza Cosa sono gli oggetti fisici Egrave possibile spiegare cosa significa dire che un oggetto fisico esiste Cosa sono le proprietagrave o relazioni di un oggetto e come sono correlate alloggetto stesso Lesistenza egrave una proprietagrave Quando si puograve dire che un oggetto cessa di esistere invece di cambiare semplicemente

d) Esempi di questioni ontologiche1 Il vaso e la creta di cui egrave costituito sono una cosa sola o due entitagrave distinte Il buon senso suggeri-sce la prima risposta Ma crsquoegrave chi osserveragrave che la creta esisteva anche prima del vaso (e continue-rebbe a esistere anche se il vaso andasse in frantumi) e che quindi le due cose vanno tenute distin-te Se tuttavia distinguiamo il vaso dalla creta distingueremo anche il vaso dalla somma delle sue parti (Il vaso non la somma sopravviverebbe alla perdita di un piccolo frammento) Distingueremo la somma delle parti dalla somma dei pezzi di creta (Certe parti avrebbero potuto essere di materia-le diverso) Per questa strada corriamo il rischio di ritrovarci con unrsquoinfinitagrave di cose tutte distinte e tuttavia perfettamente coincidenti nello spazio Egrave facile pensare che si tratti di problemi astrusi e inconclusivi e forse egrave proprio questa apparenza di astrusitagrave e inconclusivitagrave che spiega la scarsa considerazione di cui gode la metafisica nella cultura odierna Per la veritagrave chiedersi se il vaso e la creta siano la medesima entitagrave (per esempio) significa porre questioni filosofiche molto profonde concernenti la natura delle cose la loro condizioni di identitagrave e persistenza nel tempo le loro relazioni di dipendenza in generale le precondizioni del nostro parlare del mondo In questo senso la metafisica egrave tuttrsquoaltro che marginale e anche la sua emarginazione egrave relativa I primi ad accorgersi dellrsquoimportanza dellrsquoontologia erano stati qualche anno fa i ricercatori di roboti-ca e intelligenza artificiale percheacute un sistema sia in grado di operare efficacemente nel mondo reale (piuttosto che nei mondi- giocattolo dei laboratori di ricerca) occorre dotarlo non solo di certe basilari capacitagrave di ragionamento ma anche e soprattutto della capacitagrave di rappresentare il mondo Occorre cioegrave porre il sistema nelle condizioni di effettuare le giuste scansioni della realtagrave dotarlo delle fon-damentali nozioni di oggetto evento proprietagrave cambiamento a partire dalle quali esso possa dare un fondamento alle proprie azioni Occorre in breve dotarlo di unrsquoontologia E sebbene questa no-zione di ontologia non coincida esattamente con quella della tradizione filosofica non crsquoegrave da sor-prendersi se su questo tema si sia verificata una progressiva convergenza di interessi tra ingegneri e metafisici Queste stesse considerazioni valgono oggi in vari altri settori in cui egrave venuta maturando la convinzio-ne che molte questioni fondamentali abbiano una comune radice ontologica Prendiamo il mondo geopolitico Tracciamo delle linee sulla mappa ed ecco che nasce una nuova provincia muore una regione una nazione si divide in due Che cosa succede esattamente in questi casi Di che entitagrave stiamo parlando Che rapporto intercorre tra unrsquounitagrave geografica e il suo territorio Ecco che ci ritro-viamo col problema del vaso e della creta Il Liechtenstein esiste dal 1719 il territorio crsquoera anche un milione di anni fa Abbiamo a che fare con due entitagrave distinte oppure si tratta della stessa entitagrave che nel corso del tempo ha acquisito proprietagrave diverse E se distinguiamo tra unitagrave geografica e territo-rio come definiamo il loro rapporto E il loro rapporto con la popolazione Cosa succederebbe se tutti gli abitanti del Liechtenstein si trasferissero a Malta e i Maltesi andassero nel Liechtenstein Oppure prendiamo il caso di Bianchi che spara a Rossi uccidendolo Crsquoegrave uno sparo crsquoegrave unrsquouccisione Si tratta dello stesso evento o di due eventi diversi Qualcuno insisteragrave che lrsquouccisione non avrebbe avuto luogo se Bianchi avesse sbagliato mira e che quindi lo sparo e lrsquouccisione hanno proprietagrave di-verse e vanno tenuti distinti Drsquoaltro canto il buon senso sembra suggerire la risposta opposta Bian-chi ha commesso una sola azione lo sparo e quello sparo si egrave rivelato unrsquouccisione Come si com-porteragrave il giudice Quanti reati ha commesso Bianchi Di quante azioni egrave responsabile

1 Achille C Varzi Il Sole 24 Ore (Domenicale) 24 maggio 1998

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Si impone il problema della selezione e classificazione dei tipi di entitagrave ai quali vogliamo concedere un posto nel nostro inventario ontologico Su certe categorie crsquoegrave poco da discutere un vaso una pietra un satellite sono oggetti fisici lrsquouccisione di Rossi e il rigore fallito da Del Piero sono eventi Accanto a questi casi chiari vi egrave perograve una varietagrave di entitagrave la cui caratterizzazione ontologica egrave tuttrsquoaltro che ovvia Che cosrsquoegrave il denaro Un programma software una proprietagrave immobiliare Cosrsquoegrave un confine nazionale E che cosa sono le smorfie le delusioni le pettinature le opere drsquoarte Che genere di cose sono queste e in che relazione stanno le une con le altre I quesiti su cui si interroga lrsquoontologia riguardano il mondo di tutti i giorni la natura delle nostre a-zioni il legame tra pensiero e realtagrave lrsquoesistenza degli oggetti del senso comune Non crsquoegrave da meravi-gliarsi se ualcuno comincia a vederci qualcosa di interessante e forse anche qualcosa di utile

e) Accanto a questi problemi esistono quelli piugrave tradizionali il problema degli universali il problema della essenza o della sostanza

f) Cenni storici i) Parmenide Padre e fondatore dellontologia egrave Parmenide 505-504 ac appartenente ai preso-

cratici Parmenide fu il primo a porsi la questione dellessere nella sua totalitagrave dunque a porsi il problema ancora alla sua genesi dellambiguitagrave tra i piani logico ontologico linguistico

ii) Platone Aristotele e a seguire tutta la filosofia greca elaborarono progressivamente que-sto ed altri temi lasciando in ereditagrave alla filosofia quello che egrave considerato il problema par exel-lence il problema dellesistenza nella massima estensione del suo concetto In particolare Ari-stotele descrisse lontologia (pur senza usare questo termine) come la scienza dellessere in quanto essere La parola in quanto vuol dire riguardo allaspetto di Secondo questa teoria quindi lontologia egrave la scienza dellessere riguardo allaspetto dellessere o lo studio degli esseri nella misura in cui questi esistono

iii) Cartesio la riflessione di Cartesio ripropose il problema in una nuova chiave fu il primo (seb-bene alcuni non lo ritengano) a dimostrare lindubitabilitagrave (performativitagrave) dellasserzione fonda-mentale cogito ergo sum Egli ripropose dunque il tema ontologico nella sua chiave esistenzia-le precipitando nel profondamente criticato solipsismo

iv) Kant Il problema ontologico venne in seguito ripreso ed elaborato da Kant La sua elaborata teoria sempre sottoposta al continuo vaglio degli studiosi egrave incentrata su diversi punti da una parte la famosa differenza tra avere 100 talleri e pensare di averli vuole indicare la dimensio-ne puramente empirica dellesistenza dallaltro lideale della ragion pura si configura come la struttura ultima della ragione la quale pensa lessere come linsieme di ogni possibilitagrave per la determinazione completa dogni cosa ma appunto solamente come un idea

v) Hegel In seguito fu lidealismo tedesco ad elaborare tale tema Con Hegel il problema ontologi-co nelle sue possibili ramificazioni divenne ad essere il nodo centrale di molte filosofie che a lui seguirono Con lasserto tutto il reale egrave razionale tutto il razionale egrave reale e con la sua dialet-tica triadica Hegel sostenne la possibilitagrave del sapere assoluto essendo lo spirito (lessere) logi-camente comprensibile

vi) Dopo di lui in molti riproposero il problema che in veritagrave egrave trattato in modo piugrave o meno indiretto in ogni filosofia (1) Una sostanziale indifferenza ad ogni prospettiva di tipo realistico e unrsquoautentica avversione

per il principio dellrsquoanalogia entis sono i tratti piugrave caratteristici della discussione che si svilup-pa nei primi decenni del secolo presso i teologi protestanti e della quale protagonista indi-scusso egrave Karl Barth Il documento piugrave noto della riflessione di Barth egrave costituito dal lungo commento alla piugrave celebre delle epistole di san Paolo Lrsquoepistola ai Romani La ldquoteologia della crisirdquo di Barth si ispira al pensiero di Kierkegaard nel sostenere che tra uomo e Dio esiste una infinita differenza qualitativa unrsquoassoluta e sostanziale alteritagrave una distanza non elimi-nabile Partendo dallrsquoessere delle creature e dalla conoscenza umana non si puograve dire alcun-cheacute di Dio del suo essere della sua esistenza e dei suoi attributi Dio anzi deve essere concepito come la radicale negazione dellrsquoumano come la sua sostanziale messa in crisihellipLa ldquolinea della morterdquo resta invalicabile segnando senza possibilitagrave di recupero la dimensione in cui vive lrsquoessere di Dio e quella in cui si muove la storia dellrsquouomo inevitabilmente assogget-tata alla temporalitagrave alla stoltezza allrsquoambiguitagrave Barth rifiuta la divinizzazione dellrsquouomo e lrsquoumanizzazione di Dio tipiche della teologia liberale abbandona lrsquoidea dellrsquoanalogia entis cioegrave la via che va dal basso verso lrsquoalto percheacute egrave una forma dellrsquoorgoglio umano e afferma la necessitagrave dellrsquoanalogia fidei nella quale la ragione umana abdica permettendo a Dio di aprirsi a noi sia la nostra salvezza sia la nostra conoscenza di Dio sono interamente ed e-sclusivamente affidate alla rivelazione e allrsquointervento verticale di Dio

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(2) Heidegger Sicuramente degno di nota egrave Heidegger che dellessere fece la sua filosofia Nel suo testo piugrave famoso Essere e tempo compie la radicale distinzione tra ontico e onto-logico ovvero tra esistenza come semplice presenza (ente) e lessere in quanto essere Scopo del suo pensiero fu compiere una ontologia fondamentale Questa ontologia si radi-ca sulla differenza ontologica tra essere ed ente in cui si mostra appunto lirriducibilitagrave del-lessere a semplice essente Lessere viene qui inteso come laltro dellente ossia ciograve che rende possibile lapparire dellessente ma che nel contempo si vela in questa apertura Lon-tologia fondamentale egrave dunque per Heidegger pensare lessere come laltro dellessente Heidegger in tal senso usa la parola Lichtung la quale significa propriamente radura ed infatti lessere egrave la radura dellessente ma essendo questa radura la sua essenza sta nel suo stesso diradarsi Se lessente egrave ciograve che egrave presente allora lessere non egrave altro che la pre-senza stessa la quale appunto non appare ma rende possibile lapparire solo nel suo fon-damentale diradarsi

(3) G Marcel in Ecirctre et avoir (1935) e in Le mystegravere de lrsquoecirctre si confronta col problema dellrsquoessere Giagrave nel primo testo Marcel stabilisce una sostanziale coincidenza tra mistero e ontologia lrsquoessere appartiene alla sfera del mistero per cui non egrave un problema ma un me-taproblema nel senso che la sua indagine coinvolge nel profondo anche il soggetto che si trova a condurla Componente fondamentale del pensiero di Marcel convertitosi dallrsquoebraismo al cattolicesimo nel 1929 egrave la riflessione ndash condotta ancora in Ecirctre et avoir ndash sul tema dellrsquoindeterminatezza dellrsquoessere Pur accettando il principio aristotelico-tomistico per cui in ogni conoscenza particolare egrave implicita presupposta una conoscenza dellrsquo ldquoessere in generalerdquo Marcel sottolinea come lrsquoindeterminatezza dellrsquoessere si scontra immediatamen-te col principio di identitagrave principio per il quale ogni ente egrave pensabile ed egrave quello che egrave in quanto egrave determinato egrave se stesso e non un altro (indivisum in se et divisum a quolibet alio nella formulazione tomistica e scolastica) Alla luce di questo principio si deve concludere che anche la nozione di essere egrave utilizzabile esclusivamente nellrsquoambito del determinato dellrsquoesperienza dellrsquoesistenza

LrsquoESSERE Un problema realtagrave o pensiero helliptograve gagraver autograve noein estin te kaigrave einai Pensare ed essere sono la stessa cosa Parmenide (Clem Alex StromVI 23=Plotino V18) Ersquo necessario che il dire e pensare sia lrsquoessere Parmenide (Simpl Phys 1172) esti gagraver einai medegraven drsquoouk estin Lrsquoessere egrave il nulla non egrave Ibidem Il principio della retta filosofia egrave conoscere lrsquoessere lo studio dellrsquoessere si chiama tradizionalmente ONTO-LOGIA Nella nostra cultura occidentale come la chiamano si trovano diverse concezioni sullrsquoessere 1) Nella prima concezione oggi parecchio diffusa lrsquoessere egrave qualcosa di eterogeneo al pensiero sta in uno

spazio inteso come extramentale ed egrave una serie di cose inintelligenti senza coscienza che non si pensa-no da seacute neacute sono pensate da nessuno dunque in questa visuale lrsquoessere non si causa da seacute ma egrave ldquofat-to di materiardquo Ma di nuovo la materia viene intesa come eterogenea al pensiero inerte estesa e gra-ve priva di coscienza La realtagrave sarebbe dunque qualcosa di oggettivo il che significa che le cose per essere reali debbono stare fuori da un soggetto siccheacute nel linguaggio di chi aderisce a questa conce-zione ldquosoggettivordquo sarebbe sinonimo di ldquonon realerdquo Incoerentemente perograve costoro definiscono la real-tagrave ldquociograve che cade sotto ai sensirdquo senza rendersi conto che le percezioni sensibili sono per definizione soggettive Come potrebbe esserci una percezione senza un soggetto che la percepisce Ma secondo co-storo le percezioni dei sensi sarebbero rappresentazioni causate da queste ldquocoserdquo che esistono per seacute fuori dal pensiero e fuori dai soggetti che le percepiscono Nellrsquoaccezione piugrave moderna la materia di cui sono fatte le cose viene rappresentata come energia ma sempre intesa come qualcosa di eterogeneo al pensiero ed extramentale Di contro la coscienza e i suoi contenuti non sarebbero niente di reale ma tutto ciograve che viene dal pensiero egrave considerato in questo tipo di visuale soggettivo (il che egrave come dire non esistente) qualcosa di fantasmagorico e immaginario cioegrave irreale a) Quindi secondo questi che chiameremo ldquomaterialistirdquo percheacute pongono la materia alla base

dellrsquoesistenza delle cose la conoscenza sarebbe valida solo quando egrave possibile dimostrare che essa ricalca ripetendone nella nostra mente la forma le cose esterne Lrsquounico tipo di conoscenza che vie-ne considerata scientifica da costoro egrave quella a posteriori che si basa sullrsquoesperienza organizzandola

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in teorie mediante metodo sperimentale altrimenti detto ldquoipotetico-deduttivordquo la cui introduzione si attribuisce a Galileo Galilei Notiamo come la pretesa di chiamare ldquooggettiva ldquo una conoscenza basa-ta sulle immagini dei sensi sia incoerente e contraddittoria percheacute come giagrave detto le percezioni sensibili sono tutte soggettive Per definizione lrsquoesperienza non egrave mai oggettiva percheacute crsquoegrave espe-rienza solo in un soggetto che esperisce fuori no Il presunto sapere fondato sullrsquoesperienza egrave un e-dificio fondato sulla sabbia

b) Piugrave in generale la pretesa che esista una conoscenza oggettiva egrave un problema serio sul nostro cammino Infatti se la conoscenza egrave diversa dallrsquoessere non si arriveragrave mai a conoscere lrsquoessere se lrsquoessere egrave una cosa fuori dalla mente non si arriveragrave mai a dimostrare che la rappresentazione di quella cosa che sta dentro alla nostra mente corrisponda davvero a quella cosa Nei nostri sensi vediamo immagini e non cose e le immagini dei sensi sono tutte soggettive stanno tutte dentro a un soggetto (la sensazione esiste se un soggetto la sente altrimenti dove sta) e non sono oggettive come pretendono i materialisti La pretesa di trovare un sapere oggettivo egrave irrealizzabile Noi vedia-mo la materia estesa ma lrsquoestensione egrave unrsquoimmagine estensione e immagine estesa sono espres-sioni equivalenti se le cose sono altro dallrsquoimmagine come potrebbero essere estese Le cose che noi vediamo hanno forma Ma le forme che noi vediamo sono rappresentazioni sono pensieri se le cose non sono pensieri come avrebbero forma Un essere fuori dal pensiero non potrebbe essere nemmeno pensato sarebbe inconoscibile

c) Quando i materialisti si accorgono che la rappresentazione oggettiva non esiste che egrave una contrad-dizione in termini percheacute le rappresentazioni sono immagini e dunque stanno tutte dentro a un sog-getto che le pensa vanno a cercare lrsquooggettivitagrave nella misurabilitagrave introducendo la convinzione as-surda che sia reale (continuando a identificare il reale con lrsquooggettivo) solo ciograve che egrave misurabile Ma non si rendono conto che anche le misure sono pensieri e rappresentazioni in un soggetto Il nume-ro egrave un concetto e dunque egrave prodotto dal pensiero la linea mediante cui misuriamo la lunghezza egrave unrsquoimmagine nella nostra coscienza e lrsquounitagrave di misura mediante cui misuriamo egrave una convenzione cioegrave un prodotto del pensiero E il calcolo del rapporto tra la grandezza da misurare e lrsquounitagrave di misu-ra ndashche egrave ciograve che noi chiamiamo ldquomisurarerdquo- egrave unrsquooperazione mentale Quando io misuro unrsquoestensione un volume o qualsiasi altra grandezza tutta questa operazione rimane completamen-te sul piano dellrsquoimmagine soggettiva poicheacute lrsquoestensione il volume etc sono immagini e le unitagrave di misura mediante cui compio lrsquooperazione anchrsquoesse sono immagini e il calcolo che ne ricavo egrave prodotto dal mio pensiero poicheacute se nessuno pensa il numero il numero da seacute non esiste Siccheacute la rappresentazione di una cosa misurata non egrave piugrave oggettiva di una non misurata egrave solo piugrave dettaglia-ta e precisa ma egrave sempre soggettiva Se la realtagrave delle cose dipendesse dalla nostra capacitagrave di mi-surarle significherebbe che appena inventato qualche strumento utile a misurare qualcosa questa cosa diventerebbe reale di colpo da irreale che era Forse che il peso non esisteva prima che noi in-ventassimo le bilance Ma certo che crsquoera il peso egrave reale quando una coscienza lo percepisce

d) Un altro problema in cui si imbrogliano i materialisti egrave che nella loro ottica bisognerebbe distinguere tra le rappresentazioni di cose reali e rappresentazioni che non corrispondono a nulla di extramenta-le che vengono considerate sogni o allucinazioni Ersquo sempre il problema dellrsquooggettivitagrave ma posto in altri termini dato che la loro scienza deve fondarsi sullrsquoesperienza e dato che considerano scienza solo un sapere oggettivo sorge in loro il problema di quale esperienza egrave oggettiva e quale no Noi abbiamo giagrave risposto che nessuna esperienza egrave oggettiva poicheacute non vi egrave esperienza senza un sog-getto che esperisce Ma essi usando malamente il linguaggio considerano oggettiva lrsquoesperienza quando egrave intersoggettiva infatti considerano sensazioni ldquooggettiverdquo quelle condivise da tanti sogget-ti e chiamano invece sogni o allucinazioni quelle che stanno in un soggetto solo Ma percheacute le rap-presentazioni collettive dovrebbero essere piugrave reali di quelle individuali La collettivitagrave egrave costituita da singoli individui quindi se non ha valore di realtagrave la rappresentazione del singolo individuo non ha valore nemmeno quella della collettivitagrave Le percezioni intersoggettive non sono oggettive sono col-lettive ma sempre soggettive Dunque se non hanno valore di realtagrave le percezioni soggettive nem-meno le percezioni collettive hanno valore di realtagrave Inoltre come potrograve dimostrare che gli altri che vedono il mio stesso mondo non siano allucinazioni nella mia mente Quando vedo le altre persone ho sempre comunque delle immagini delle rappresentazioni soggettive di loro come faccio a sapere che corrispondono a qualcosa di extramentale Anche questa idea che sia oggettivo ciograve che egrave inter-soggettivo dunque egrave assurda

e) Lrsquounico modo di uscirne egrave dare valore a tutte le percezioni senza distinguere quelle reali da quelle allucinatorie chiamiamo reale ciograve che il soggetto vede sente percepisce prova dentro di seacute senza pretendere che questo sia condiviso e che corrisponda a qualcosa di esterno e cosigrave usciremo da molti intrichi Insomma accettiamo tutti i contenuti della nostra coscienza poi ci resteragrave solo da

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classificarli a seconda di quello che significano Lrsquoaltra via quella della ricerca di un sapere oggettivo egrave quella sbagliata non ci porteragrave mai allrsquoessere percheacute lrsquoessere non egrave una serie di oggetti

2) Il giusto concetto di essere egrave quello che o afferma una stretta relazione tra pensiero ed essere o identifi-ca lrsquoessere con il pensiero a) La prima posizione egrave tipica della filosofia classica il limite egrave che questa filosofia di fatto a partire da

Parmenide dagrave per scontata questa stretta relazione essere e pensiero questa capacitagrave del pensiero di riflettere lrsquoessere e nonostante le obiezioni (per es di Gorgia) non si preoccupa di dimostrarla Potrebbe essere una giustificazione di questa stretta relazione il fatto che il pensiero (anche fosse un pensiero scorretto egrave pure qualcosa) partecipa strettamente dellrsquoessere (anche il pensiero egrave esse-re) e per questa sua partecipazione egrave in grado di cogliere lrsquoessere stesso In questa concezione lrsquoessere pur avendo una sua autonomia viene colto dal pensiero a partire dallrsquoesperienza concreta Solo che lrsquoesperienza concreta non risolve tutto lrsquoessere proprio percheacute il pensiero per giustificare questo essere sensibile deve trovare un fondamento che saragrave non sensibile Viene quindi affermata una dimensione sensibile e una soprasensibile ma coglibile dallrsquointelletto dellrsquoessere

b) La seconda posizione egrave quella sostenuta dalla filosofia moderna (anche se potrebbe trovare una par-ziale giustificazione in una filosofia antica non proprio correttamente interpretata Essere e pensiero sono due parole due segni diversi ma che evocano entrambi un unico significato lrsquoessere Pensare essere coscienza anima spirito io etc sono tutte espressioni sinonime tante parole ma un signifi-cato solo Chiamiamo dunque essere il pensiero e pensiero lrsquoessere e consideriamo questa identitagrave come nostro punto di partenza e fondamento Questa concezione sembrerebbe a chi sostiene que-sta posizione affacciata per la prima volta nella nostra cultura ldquooccidentalerdquo nella scuola eleatica fondata da Parmenide di Elea nella seconda metagrave del VI secolo aC e avrebbe trovato in Platone il suo massimo maestro Questa concezione dellrsquoessere sarebbe frutto di quello che Platone (Repub-blica 515c) chiama periagein convertire lrsquoocchio spirituale lrsquointelletto rivolgendolo dalla parte giusta non piugrave verso le immagini dei sensi ma verso lrsquoessere cioegrave verso se stesso Ciograve che egrave visibile e sen-sibile individuale in divenire temporale non egrave vera realtagrave ma egrave solo immagine e il mondo delle im-magini sensibili puograve da noi essere chiamato come nella tradizione platonica ldquodivenirerdquo Il rapporto tra essere e divenire egrave quello tra realtagrave e immagine La vera realtagrave egrave coscienza e conoscenza di seacute cioegrave pensiero e idee Le idee sono rappresentazioni che il pensiero ha di seacute e nel pensiero troviamo anche affetti che possono essere desideri o paure ovvero sentimenti di piacere e di dolorehellip Nellrsquoessere vi egrave un nucleo immobile eterno e una rappresentazione in movimento temporale Le due cose non sono in contraddizione percheacute lrsquoessere non egrave una cosa ma pensiero e il pensiero egrave potenzialitagrave infinita che puograve produrre tutto diventando tutto Quando il pensiero conosce seacute stesso vede il nucleo eterno dellrsquoessere quello che Parmenide ha chiamato il cuore immobile della veritagrave ben rotonda (framm B129) Questo consiste in una serie di enunciati necessariamente veri frutto dellrsquoapplicazione del principio di non contraddizione Ersquo neces-sariamente vero ciograve il cui contraddittorio reca contraddizione e dunque egrave sempre falso Ersquo il principio logico che genera il metodo assiomatico-deduttivo di cui si serve la geometria per enunciare i suoi teoremi Il primo enunciato necessariamente vero e dunque eternamente vero egrave quello che dice ldquolrsquoessere egrave il nulla non egraverdquo Ecco come lo enuncia Parmenide (framm B23) il primo metodo -quello corretto- di-ce che lrsquoessere egrave e che il non essere non egrave e ancora (B61-2) egrave lrsquoessere il nulla non egrave Il pensiero che si pensa come essere dunque si trova in primo luogo necessariamente esistente Il pensiero che conosca la retta idea di essere dunque vede in seacute stesso la veritagrave necessaria com-pie eternamente lrsquoatto di pensarla si fa immobile ed eterno fissando la veritagrave che non muta mai percheacute la sua negazione non puograve avverarsi essendo contraddittoria Esso egrave akineton megalon en peirasi desmon (immobile nel limite di possenti legami) come dice Parmenide (B826) ed i legami sono appunto le leggi logiche del pensiero e con estrema chiarezza Permenide ci spiega che esse-re egrave pensiero tautograven drsquoestigrave noein te kaigrave houneken esti noema ou gagraver haneu tou eontos en oi pe-phatismenon esti eureseis tograve noein ldquoErsquo la stessa cosa pensare e che il pensiero egrave infatti senza lrsquoessere non troverai il pensare in esso si esprime (B834-36)rdquo Il pensiero quando pensa sa di es-sere e sa di essere espressione dellrsquoesserehellip

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Ontologia e interpretazione2

1) La filosofia nasce da una domanda che se non egrave presente da subito in tutta la sua evidenza perograve di fat-

to la accompagna sempre e accompagna non solo la filosofia La formulazione rigorosamente filosofica di questa domanda egrave data da Leibniz laquoratio cur aliquid potius existat quam nihilraquo laquoPourquoy il y a plu-tocirct quelche chose que rienraquo Questa domanda evidenzia a) da un lato linevitabilitagrave del contrasto tra la riflessione e liniziale stupore di fronte allessere e b) dallaltro la portata filosofica propria della delucidazione della domanda stessa come tentativo di di-

re in fondo loriginario In essa ne va tanto dellinterrogante quanto dellinterrogato 2) Essa egrave indice del desiderio di veritagrave che appartiene alla natura stessa delluomo una disposizione nel

domandare inevitabile e incessante che interroga seacute e la natura delle cose E come ogni domandare im-plica necessariamente un domandante e un domandato allo stesso modo linterpretazione possibile ten-tativo di accedere alla veritagrave si modula in un interpretante e un interpretato Nella prospettiva deller-meneutica contemporanea linterpretazione egrave la risposta alla domanda originaria la quale essendo una richiesta di senso che rimane identica a se stessa pur nella molteplicitagrave delle diverse dizioni e delle diver-se risposte che compongono il simposio filosofico si svela incessante

3) La stessa possibilitagrave della molteplicitagrave delle interpretazioni egrave data dalla inesauribilitagrave dellinterpretato Ta-le inesauribilitagrave sospende la classica scissione gnoseologica tra un soggetto che conosce e un oggetto che viene conosciuto che risulterebbero fuorvianti e inadeguati per elucidare il nesso tra il domandante e il domantato a) La domanda egrave un appello allessere e alla veritagrave e il rapporto tra linterrogante e linterrogato si con-

figura come il rapporto tra uomo e veritagrave b) E la possibile risposta filosofica ossia linterpretazione egrave il nesso che tiene unita la persona allesse-

re Se soggetto e oggetto non sono piugrave adatti a esprimere la relazione che intercorre tra linterpre-tante e linterpretato egrave percheacute la veritagrave non puograve essere oggetto della filosofia e quindi del pensiero il che fa cadere anche laltro polo di riferimento Infatti essendo la veritagrave sempre ulteriore essa risie-de nella sua formulazione piugrave come origine che come oggetto del discorso

c) La veritagrave quindi viene ad essere origine del pensiero e fonte del discorso e puograve essere posseduta solo personalmente Linterpretazione egrave sempre personale il che significa che essa egrave il risultato dun concreto esercizio di libertagrave mediante il quale noi scegliamo se ribadire il vincolo originario che ci so-stiene o rinnegarlo

4) Linterpretazione egrave lunica forma di conoscenza capace di possedere un infinito percheacute disposta ad acco-gliere una presenza che vi risiede sempre come ulteriore La veritagrave infatti non si esaurisce nella sua for-mulazione ma ne suscita sempre di nuove Lontologia viene quindi a configurarsi come una laquoontologia dellinesauribileraquo che non consente lesplicitazione completa ed esaustiva della veritagrave cheacute qualora que-sta ci fosse sarebbe un sovrapporsi un sostituirsi dellinterpretazione alla veritagrave ne diverrebbe un sur-rogato ne prenderebbe il posto Tra la formulazione e la veritagrave deve mantenersi uno scarto affincheacute questa venga garantita nella sua essenza e rispettata come inesauribile e inoggettivabile in modo da non essere posta dinanzi allinterpretante come oggetto e non essere esaurita da una definizione o da una serie di definizioni disposte a costruire un sistema nel quale imprigionarla

5) La veritagrave non si esaurisce perciograve nella sua formulazione ma neppure le egrave totalmente eterogenea poicheacute egrave sostenuta dalla solidarietagrave originaria che stabilisce un vincolo fortissimo tra la persona e la veritagrave Ne segue che sia il mito razionalistico dellenunciazione definitiva della veritagrave sia lirrazionalismo dellineffa-bilitagrave assoluta sono inconciliabili con una ontologia dellinesauribile poicheacute a) da un lato la veritagrave si lascia cogliere solo quando puograve stimolare una rivelazione interminabile e non

giagrave quando la formulazione pretende di rendersi definitiva ed esaustiva (cfr Hegel che fa del proprio metodo la veritagrave senza che vi sia alcun residuo alcuno scarto la dialettica hegeliana egrave il dispiega-mento dello Spirito assoluto che ingloba tutto tiene fermo tutto senza lasciare irrisolta alcuna cosa Questa egrave la completa adeguazione tra la veritagrave e la sua formulazione la coincidenza di metodo e ve-ritagrave quando il dispiegamento egrave compiuto e la meta raggiunta Solo che ciograve egrave il falso egrave la monopoliz-zazione della veritagrave poicheacute linterpretazione che pretende di esaurire la veritagrave la tradisce invece nella sua essenza e nella sua realtagrave quella di essere infinita inoggettivabile e inesauribile)

b) Dallaltro linesauribilitagrave della veritagrave non attesta neppure che ogni formulazione risulta inefficace come invece promuove lontologia negativa la quale stabilisce linadeguatezza di ogni discorso (cfr Heidegger che finisce per sostenere lineffabilitagrave e linafferrabilitagrave dellessere Ci troviamo di fronte al-

2 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1

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limpossibilitagrave del discorso di farsi sede della veritagrave e quindi abbiamo lapprodo nel silenzio Lesatto contrario della corrispondenza hegeliana del concetto alloggetto e delloggetto al concetto egrave appunto lincapacitagrave di qualsiasi concetto di adeguarsi alla e di esprimere la veritagrave)

c) Contro Hegel Nellrsquoermeneutica lrsquoidentitagrave di interpretazione e veritagrave esclude la confusione tra la veri-tagrave e la sua formulazione nella quale questa risiede sempre come ulteriore viene quindi mantenuto uno scarto indicativo della impossibilitagrave di esaurire una veritagrave infinita i) Il filosofo non puograve assolutamente assurgere a un punto di vista assoluto che ci consenta di co-

gliere linfinito direttamente come un oggetto da collocare in un sistema ii) La formulazione della veritagrave puograve essere data solo personalmente poicheacute solo la persona puograve es-

sere via daccesso alla veritagrave in virtugrave del suo stretto legame con essa Di conseguenza dalla con-cretezza della persona non si puograve prescindere Luomo egrave interpretazione della veritagrave ma questa interpretazione egrave ben lontana dal configurarsi come esaustiva ed esauriente essa egrave una prospet-tiva e come tale coglie la veritagrave nellunico modo in cui puograve possederla personalmente e come costante e incessante ricerca La vita infatti e anche la filosofia egrave fatta di scelte Non si puograve trattenere tutto bisogna scegliere e scegliendo sappiamo anche che qualcosa andragrave irrimedia-bilmente perduto Ma questo egrave costitutivo delluomo che inizia sempre dalla scelta decide di u-nalternativa e molto spesso i termini di questa alternativa non possono essere mediati e con-servati percheacute la scelta determina la direzione di tutto il percorso filosofico ed esistenziale Noi siamo compromessi nelle nostre interpretazioni e il compromesso egrave conseguenza delle nostre decisioni e delle nostre scelte siamo posti di fronte a unalternativa in cui ne va della nostra esi-stenza dobbiamo scegliere se essere fedeli allessere o rinnegarlo Dipende da questa scelta ori-ginaria la possibilitagrave di divenire prospettiva sulla veritagrave Non bisogna dimenticare che la filosofia non esiste indipendentemente dal filosofo la persona e la sua esperienza precedono sempre la riflessione La riflessione egrave sempre su qualcosa in questo caso sullesistenza Lesistenza attesta il nostro legame con la veritagrave essa egrave ciograve che ci consente di avere uninterpretazione della veritagrave egrave la nostra via daccesso allessere Egrave per questo che filosofando noi ci compromettiamo met-tiamo in gioco noi stessi

d) Contro Heidegger Se la veritagrave egrave ulteriore rispetto alle sue formulazioni ciograve non egrave da imputare allina-deguatezza della formulazione o allinafferrabilitagrave della veritagrave ma alla sua inesauribilitagrave che esige una pluralitagrave di formulazioni che non per questo possono essere considerate parziali o unilaterali poicheacute ognuna di esse possiede la veritagrave nellunico modo in cui si lascia possedere personalmente e infini-tamente

6) Occorre abbandonare questo schema inadeguato e ricorrere nuovamente allinterpretazione come una forma che possa essere possesso di un infinito infatti essa laquorappresenta il tentativo di trovare un acces-so al dire la veritagrave che non si arresti allalternativa ugualmente paralizzante di doverla contenere tutta o di incontrarla solo come assente di esaurirla o di non poterla dire percheacute ineffabileraquo3 La completa lumi-nositagrave come loscuritagrave piugrave impenetrabile non lasciano vedere Il vedere egrave consentito proprio grazie a una opacitagrave che ci egrave connaturale che puograve divenire un limite ma anche svelarsi una possibilitagrave Linterpreta-zione presuppone uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza Tanto la completa presenza della veritagrave quanto la sua completa oscuritagrave o assenza non consentirebbero linterpretazione processo che prende le mosse dal rapporto ontologico della persona con la veritagrave e che suppone appunto uninseparabilitagrave di manifestazione e latenza vicinanza e distanza Lopacitagrave chiarisce perfettamente quella che egrave secondo Ricœur la nostra posizione di medietagrave che non egrave una connotazione spaziale bensigrave una condizione esi-stenziale conseguenza dellantropologia della sproporzione per la quale luomo non egrave neacute totalmente fini-to neacute infinito ma un essere mediatore4

Non un culto razionalistico dellesplicito neacute unontologia negativa -- non si vuole arrivare neacute allidentitagrave di es-sere e pensiero reale e razionale neacute alla cessazione del discorso allarresto nel silenzio -- ma una ontologia

3 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 27 4 Paul Ricœur a riguardo della sproporzione delluomo affronta il discorso prendendo le mosse da Platone e da Pascal Il mito di Eros del Simposio e la meditazione sulla grandezza e la miseria delluomo pascaliano forniscono a Ricœur il materiale per una riflessione sulla posizione intermedia delluomo Limmediatezza della figura mitica di Eros mostra nella sua discendenza da Poros e Penia la sproporzio-ne delluomo laquoEcco dunque il principio di opacitagrave per render ragione dellaspirazione dellessere occorre una radice di indigenza di po-vertagrave ontica Eros lanima filosofante egrave quindi librido per eccellenza librido di Ricchezza e Povertagraveraquo (Paul Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 p 79) Lo stesso tema egrave affrontato da Pascal nei suoi Pensieri laquoChe cosegrave luomo nella natura Un nulla in confronto con linfinito un tutto in confronto al nulla qualcosa di mezzo tra il tutto e il nulla [] Limitati in ogni campo questa condizione che occupa una posizione intermedia tra i due estremi si ritrova in tutte le nostre facoltagraveraquo (Blaise Pascal Pensieri Brunschvicg n 72)

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dellinesauribile che trova conferma nellautorevolezza della speculazione schellinghiana5 Negli scritti delle Conferenze di Erlangen Schelling parlando dellindefinibile afferma che si puograve definire solo ciograve che per natu-ra egrave rinchiuso in limiti determinati Ma lindefinibile che egrave il veramente infinito non puograve essere rinchiuso in nessuna forma anche se esso come dice Schelling stesso non egrave cosigrave indefinibile laquoda non poter diventare anche un definibile non cosigrave infinito da non poter diventare anche finito non cosigrave inafferrabile da non poter diventare afferrabile E se voi tenete ben fermo ciograve ecco che voi avete il concetto positivo Infatti per potersi rinchiudere in una forma deve essere certamente al di fuori di ogni forma ma non questo lessere al di fuori di ogni forma lessere inafferrabile egrave in lui il positivo bensigrave il fatto che puograve rinchiudersi in una forma che puograve farsi afferrabile il fatto dunque che egrave libero di rinchiudersi e di non rinchiudersi in una forma Daltra parte fin dallinizio si affermograve non giagrave che esso sia semplicemente ciograve che egrave privo di forma e di figura ma soltanto che non permane in nessuna figura non si lascia avvincere da nessuna figura Noi presupponemmo quindi espressamente che esso assuma forma giaccheacute solo in quanto assume forma ma da ciascuna torna a uscire vittoriosamente esso si palesa come ciograve che egrave in seacute inafferrabile infinito Non sarebbe piugrave libero di uscire da ogni forma se fin dallinizio non fosse stato libero di assumere e di non assumere forma Io dico fin dallinizio giaccheacute una volta che ha assunto forma forse non egrave capace di emergere immediatamente nella sua libertagrave ma solo in quanto passa attraverso tutte le forme Ma tuttavia originariamente egrave libero di rin-chiudersi e di non rinchiudersi in una forma Non vorrei perograve esprimerlo in questo modo esso egrave ciograve che egrave li-bero di assumere forma Infatti in tal modo questa libertagrave apparirebbe come una proprietagrave che presuppone un soggetto distinto e indipendente da essa mentre invece la libertagrave egrave lessenza del soggetto ossia esso stesso non egrave altro che leterna libertagraveraquo6

ONTOLOGIA ARCAICA

La nascita della filosofia crediamo possa essere intesa come il momento di sedimentazione di procedure logi-co-cognitive la cui genesi egrave da rintracciare in epoche precedenti e delle quali si egrave esemplarmente interessato Mircea Eliade Nel suo Il mito dellrsquoeterno ritorno7 Eliade puntualizza alcuni aspetti rilevanti della mentalitagrave arcaica tutti ruo-tanti attorno ad un modello di temporalitagrave ciclica La realtagrave terrena si sarebbe originata attraverso un proces-so di creazione o emanazione attuato da divinitagrave che continuerebbero ad albergare e regolare lrsquoorganizzazione del cosmo stesso Ersquo in altri termini un fattore una forza superiore alla natura stessa ndash ma allo stesso tempo ad essa immanente ndash a governare a dare ordine e senso alla realtagrave degli uomini Questo intervento costante di regolazione e ordinamento del cosmo egrave intuibile per la mentalitagrave arcaica nella tempo-ralitagrave ciclica che presiede il disporsi di ogni evento naturale ogni civiltagrave rurale tenderebbe in tal senso a in-scrivere la natura in un ordine fissato stabilito e scandito nel sempiterno ripetersi dei ritmi naturali Il perpe-tuarsi dellrsquoordine ripetitivo degli elementi naturali detto altrimenti avrebbe offerto uno schema di inquadra-mento degli accadimenti attorno al quale sarebbe emersa quella che lo stesso Eliade ha chiamato ontologia arcaica Questa ontologia ndash evidentemente non formulata in un linguaggio teorico ma attraverso simboli miti e riti ndash tenderebbe a trasporre la temporalitagrave concreta lineare della quotidianitagrave in un piano temporale diverso quello appunto della ripetizione dellrsquoeterno ritorno dellrsquouguale Dire eterno ritorno dellrsquouguale significa pen-sare agli accadimenti della vita umana non come ad eventi unici ed irripetibili bensigrave come costante riproporsi di casi che hanno la loro origine ndash e il loro senso ndash in episodi mitici occorsi in un Tempo originario (ossia in un extra-tempo) e ai quali occorre rinviarli per dare loro una logica laquoNel particolare suo comportamento co-sciente il lsquoprimitivorsquo lrsquouomo arcaico non conosce atto che non sia stato posto e vissuto anteriormente da un altro da un altro che non era un uomo Ciograve che egli fa egrave giagrave stato fatto la sua vita egrave la ripetizione ininter-rotta di gesti inaugurati da altri8raquo Di conseguenza laquo(hellip) un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo Cosigrave la realtagrave si acquista esclusivamente in virtugrave di ripetizione e partecipazione tutto quello che non ha un modello esemplare egrave lsquoprivo di sensorsquo cioegrave manca di realtagrave9raquo La 5 In Schelling infatti coesistono laquola piugrave lucida e critica speculazione con la mistica piugrave schietta e incontaminata in modo che neacute la misti-ca annulla la chiarezza della riflessione neacute la filosofia dissolve in seacute la profonditagrave della mistica ma luna e laltra connesse ma non giu-stapposte si colorano e si esaltano a vicenda mutuandosi reciprocamente il significato profondo e il tono generale del pensieroraquo (Luigi Pareyson Introduzione in FWJ Schelling Scritti sulla filosofia la religione la libertagrave Mursia Milano 1974 p 29) 6 FWJ Schelling Scritti sulla filosofia ed cit p 205 7 M ELIADE Il mito dellrsquoeterno ritorno tr it Rusconi Milano 1975 8 Ivi p15 9 Ivi p 41 In luogo di accadimenti oggetti o persone concrete si istituirebbero cosigrave categorie forme simboli

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consistenza ontologica ndash e quindi il valore e il senso ndash della realtagrave umana sono posti in una relazione di di-pendenza da un piano metafisico superiore al quale accennerebbero una serie di miti e di riti a questi asso-ciati presenti in tutte le civiltagrave rurali arcaiche I riti consentirebbero proprio la riattualizzazione dei modelli di accadimento archetipi avvenuti in un passato originario permettendo in questo modo agli uomini di riappropriarsene inserendosi armoniosamente nel ri-petersi eterno del cosmo La riattualizzazione rituale di questi modelli esemplari rivelatisi agli uomini in un Tempo originario sarebbe alla base della rigenerazione periodica tanto del cosmo quanto della stessa comu-nitagrave umana come egrave possibile evincere ancora nel poema esiodeo Le opere e i giorni senzrsquoaltro ancora debi-tore di questi presupposti metafisici Il lavoro dellrsquouomo per avere successo anzi per svolgersi secondo giu-stizia (dike) deve armoniosamente inserirsi in questa ciclicitagrave (vv 230-231 306-307 e 458-464) Essere giu-sti significa inserirsi nella ripetizione Potremmo forse leggere in queste dinamiche lrsquoorigine di quella che Giorgio Colli riferendosi agli albori del pensiero filosofico greco ha chiamato frattura metafisica tra due ordini di realtagrave diversi quello divino arche-tipo eterno immutabile e quello umano transeunte instabile e dipendente dal primo che ne costituirebbe lrsquoorigine10

LA PHYSIS

ERACLITO laquoLA PHYSIS AMA NASCONDERSIraquo11 la lettura arendtiana di Eraclito Nelle lucide e dense pagine che ne La vita della mente12 la sua ultima opera di argomento squisitamente speculativo Hannah Arendt dedica alla nascita del pensiero filosofico Eraclito riveste un ruolo di primo pia-no Nella ricostruzione arendtiana la cultura greca fin dalla sua fase piugrave arcaica quale si manifesta nei poe-mi omerici appare contrassegnata da una forte ed ineliminabile opposizione tra il mondo degli uomini do-minato dal divenire incessante e dalla morte e gli degravei incorruttibili ed immortali Il canto del poeta che cele-bra le gesta degli Achei e dei Troiani ha la funzione di athanatizein immortalare e consegnare quindi allrsquoeternitagrave la fama degli eroi sottraendoli allrsquoinesorabile destino di morte Proprio la consapevolezza che gli uomini sono esseri mortali e che la condizione umana egrave segnata dalla mortalitagrave condusse i primi filosofi nella ricerca dellrsquoEssere che potesse superare lrsquoeffimero mondo del divenire13 Il mondo fatto di enti molteplici corruttibili e transeunti deve comunque rinviare ad un ordine nascosto di fronte al quale sorge lo stupore ammirato del filosofo quel thaumazein che Platone diragrave essere il pathos che egrave origine principio della filoso-fia14 Come dice Hannah Arendt laquola filosofia incomincia con lrsquoavvertimento di questo ordine armonioso invisibile del kosmos manifesto negli esseri visibili familiari come se essi fossero divenuti trasparentiraquo15 Ed egrave qui che il richiamo ad Eraclito si fa esplicito Del filosofo di Efeso cita il famoso frammento 54 DK che traduce laquolrsquoarmonia invisibile vale piugrave del visibileraquo E subito dopo lrsquoaltrettanto famoso quanto enigmatico fr 123 DK ldquonatura ama nascondersirdquo

10 G COLLI La nascita della filosofia Adelphi Milano 19888

11 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 fr 123 12 H Arendt La vita della mente trad it Bologna 1987 (New York-London 1978) pp 217-242 13 Ontologia questo termine cosigrave tecnico vuol dire riflessione sul senso dellessere e del niente Queste due parole essere e nien-te sembrano estranee al linguaggio nostro di tutti i giorni ai nostri interessi allarticolazione concreta del sapere scientifico eppure queste due categorie costituiscono lambito allinterno del quale tutta la storia dellOccidente egrave cresciuta e si tratta anche di comprende-re che queste categorie sorgono per la prima volta con i Greci Questo egrave importante percheacute i Greci non solo portano alla luce una teoria cioegrave una comprensione del mondo che non era mai apparsa ma anche una comprensione del mondo che consente di porsi come la prima grande forma di rimedio contro il dolore Aristotele dice che la filosofia nasce dalla meraviglia e la parola che egli usa per indicare la meraviglia egrave thaucircma Ma anche qui come in tutte le grandi parole del nostro linguaggio thaucircma non significa semplicemente la me-raviglia ma vuol dire anche terrore vuol dire il terrore di fronte allangosciante Proprio il carattere disinteressato della teoria e cioegrave il suo essere veritagrave consente di affrontare il problema dellesistenza e della vita Il problema della vita egrave innanzitutto la terribilitagrave del dolo-re non significa che lunico valore della teoria consiste nel suo essere semplicemente uno strumento in base al quale conoscendo come stanno le cose si fa argine contro il dolore ma proprio percheacute la teoria intende essere veritagrave - e cioegrave non una teoria qualsiasi ma la te-oria assolutamente vera - proprio questo consente di andare incontro al dolore con occhio diverso da quello che gli uomini possiedono quando ancora non sanno 14 Plat Theaet 155d 15 La vita della mente cit p 233

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Le difficoltagrave interpretative del frammento hanno riguardato soprattutto proprio il valore da dare al termine physis dal momento che certamente inadeguata egrave la traduzione con lrsquoitaliano laquonaturaraquo o i corrispondenti nelle altre lingue europee Marcovich traduce laquoLa reale costituzione di ciascuna cosa ha lrsquoabitudine di nascondersiraquo16 Lo studioso pre-cisa nel commento che ldquofuumlsis egrave uno dei possibili modi per esprimere quel logos che per quanto accessibile alla conoscenza non si trova sulla superficie delle cose ma si nasconde in ogni cosa particolare Analoga-mente Serra e Diano pur se traducono laquoLa natura ama nascondersiraquo specificano che se certamente Eracli-to non tematizza la natura tuttavia poicheacute per lui physis egrave lrsquoinvisibile connessione che si coglie col logos al-lora si tratta dellrsquoessere di tutte le cose che si rivela allrsquoindagine del filosofo17 Coerenti con questa interpretazione mi pare molte delle traduzioni del frammento da laquoLrsquointima natura delle cose ama nascondersiraquo di Pasquinelli18 a laquoLa natura delle cose ama celarsiraquo di Giannantoni19 Piugrave recentemente Conche uno degli ultimi editori eraclitei che traduce laquoLa nature aime agrave se cacherraquo20 pre-cisa che la parola ldquofuumlsis con il verbo fuumlω implica laquoune notion dynamique celle drsquoune force productrice geacuteneacuteratriceraquo siccheacute laquola notion de ldquofuumlsis ici met lrsquoaccent non sur lrsquoessence devenue de la chose mais sur le devenir sur le processus essentialisant La ldquofuumlsis est la puissance qui srsquoaccomplit et srsquoeacutepanouit en chaque ecirctre chaque fois drsquoune faccedilon deacutefinieraquo lrsquooperazione con la quale la natura realizza i diversi enti egrave lrsquoassociazione dei contrari che viene compiuta con pudore lontano dagli sguardi conclude pertanto che laquoLa nature drsquoHeacuteraclite est une nature artiste Comme lrsquoartiste elle montre sa production mais la loi de la produc-tion crsquoest-agrave-dire la nature mecircme en tant que naturante reste cacheacuteeraquo Dunque la physis eraclitea secondo Conche non egrave lrsquoessenza o il reale fondamento ma un processo essenzializzante la cui dinamica resta na-scosta e che si manifesta solo negli effetti Una diversa linea interpretativa egrave rappresentata da Colli che nella sua edizione incompiuta di Eraclito tradu-ce il frammento con laquoNascimento ama nascondersiraquo21 nel commento che riprende quanto lrsquoautore scriveva nel volume che da questo frammento trae il titolo22 egrave chiarito che ldquofuumlsis egrave la natura trascendente il laquodioraquo che nonostante abbia attraversato le apparenze e si sia individualizzato nel fronein in quanto noumeno si mantiene solitario e inaccessibile23 Molto recentemente per Tonelli ldquofuumlsisegrave lrsquoOrigine laquociograve che origina si cela come mistero dietro lrsquoapparenza delle cose che origina pur manifestandosi anche attraverso di esse Ogni manifestazione del principio egrave an-che suo nascondimento tale lrsquoambiguitagrave del cosmo in cui viviamo e di tale ambiguitagrave il sapiente reca consa-pevolezza La conoscenza diventa flusso dinamico tensione al congiungimento con ldquociograve che originardquoraquo24 La lettura di Hannah Arendt fa del frammento laquoUnrsquoaltra delle parole antiche che designano lrsquoinvisibile in se-no alle apparenze egrave physis natura che secondo i Greci era la totalitagrave delle cose non fatte dallrsquouomo neacute cre-ate da un fattore divino ma venute allrsquoessere da seacute medesime ed Eraclito affermava di questa physis che ldquoessa ama nascondersirdquo celarsi cioegrave dietro le apparenzeraquo25 Dunque questo laquovenire allrsquoessereraquo delle cose nascosto nelle apparenze desta lo stupore ammirato dal qua-le puograve perograve originarsi il dialogo del pensiero quel logos il cui significato secondo Hannah Arendt viene

16 Eraclito Frammenti a cura di M Marcovich Firenze 1978 pp 23-25 (fr8) La scelta del singolare laquociascuna cosaraquo lascia intendere che la ldquofuumlsis non sia al di fuori della cosa stessa 17 Eraclito I frammenti e le testimonianze a cura di C Diano e G Serra Vicenza 1980 fr 28 con commento alle pp 137-138 18 I presocratici Frammenti e testimonianze intr trad e note di A Pasquinelli Torino 1958 p 188 (fr 80) 19 I presocratici Testimonianze e frammenti a cura di G Giannantoni I Bari 1969 p 220 20 Heacuteraclite Fragments par M Conche Paris 1986 pp 253-255 (fr 69) 21 G Colli La sapienza greca Eraclito Milano 1980 p 91 fr A 92 con il commento a p 187 22 G Colli La natura ama nascondersi Milano 1988 (1948) p 209 la traduzione qui fornita egrave laquola natura trascendente ama nasconder-siraquo 23 Ibid laquoCome tale il noumeno perde lrsquoindividualitagrave la determinatezza interiore che si sente isolata di fronte ad un reale che la circon-da perde la molteplicitagrave caratteri che lrsquoaccompagnano quando egrave immerso come radice nellrsquoapparenza e si approfondisce come intimitagrave oggettiva punto di incontro delle individualitagrave essenziali delimitazione concreta e vitale che non ha piugrave fine neacute direzione neacute impulso neacute espansioneraquo 24 Eraclito DellrsquoOrigine a cura di A Tonelli Milano 1993 p 191 (fr 116) 25 La vita della mente cit p 233

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evocato dallrsquoimmagine del dio di Delfi laquoe possiamo aggiungere noi il dio dei poeti che ldquonon dice neacute na-sconde ma indicardquo26 vale a dire accenna a qualcosa ambiguamente per essere inteso solo da coloro che sanno comprendere i semplici cenniraquo E del resto laquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbareraquo27 cioegrave come spiega la pensatrice laquose essi non posseggono logos ndash per i Greci non semplicemente il discorso ma il dono dellrsquoargomentazione razionale che li distingueva dai barbari In-somma lo stupore ha condotto a pensare in parole dellrsquoesperienza dello stupore dinanzi allrsquoinvisibile manife-sto nelle apparenze si egrave appropriata la parola che egrave nello stesso tempo abbastanza forte per fugare gli errori e le illusioni cui sono soggetti i nostri organi volti al visibile occhi ed orecchie a meno che il pensiero non venga loro in soccorsoraquo E continua laquoDa ciograve dovrebbe risultare palese come lo stupore in cui cade il filosofo non possa mai concernere qualcosa di particolare ma sia sempre suscitato da una totalitagrave che diversamente dalla somma totale degli enti non egrave mai manifestaraquo Il riferimento egrave certamente a quella physis del fr 123 DK prima citato cioegrave il processo attraverso il quale tutte le cose vengono ad essere E ancora laquoLrsquoarmonia di Eraclito si produce attraverso il con-sonare dei contrari mdash un effetto che non puograve essere proprietagrave di un sin-golo suono particolare Tale armonia egrave in un certo senso separata dai suoni che la producono proprio come il sophon che ldquopuograve e non puograve essere chiamato col nome di Zeusrdquo28 egrave ldquoseparato da tutte le altre coserdquoraquo29 Il richiamo agli ultimi due frammenti consente pertanto alla pensatrice di portare ulteriori elementi allrsquoassunto di fondo cioegrave che a guidare la ricerca dei primi filosofi sia stata la necessitagrave di superare lrsquoangoscia di morte individuando nellrsquoeffimero mondo degli enti qualcosa che potesse essere ricondotta allrsquoesperienza del divino anche se certamente non nominabile col nome di nessuna delle divinitagrave tradizionali Ancora piugrave esplicito in questo senso il fr 30 DK citato a questo riguardo laquolrsquoEssere che non conosce nascita neacute morte si sostituigrave per i filosofi alla semplice nonmortalitagrave degli dei olimpici lrsquoEssere diventograve la vera divinitagrave della filo-sofia poicheacute secondo il celebre detto di Eraclito ldquonon lo fece alcuno tra gli dei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquoraquo30 e poco dopo ri-conosce che nel frammento citato questa nuova sempiterna divinitagrave si chiama ancora kosmos laquo(non il mondo o lrsquouniverso ma il loro ordine e la loro armonia)raquo Nel saggio Il concetto di storia scritto molti anni prima proprio questo frammento eracliteo viene ricordato come esempio mirabile che esprime lrsquoidea che i Greci avevano dellrsquoordine cosmico e della natura in quanto insieme di cose che nascono da seacute appunto senza alcun intervento umano o divino31 in tal modo il kosmos del fr 30 viene a coincidere con la physis del fr 123 A questa natura armoniosa increata ed immortale e-ternamente presente nelle tre dimensioni del tempo si oppone ancora una volta la vita umana limitata nel suo corso rettilineo tra la nascita e la morte schiacciata quasi dal moto circolare dei processi biologici sem-pre rinnovantesi percheacute laquoquesto egrave lrsquoessere mortale muoversi in linea retta in un universo dove tutto ciograve che si muove segue semmai un moto ciclicoraquo32 Proprio questa labilitagrave dellrsquoesistenza umana ha determinato nel mondo greco la concezione dellrsquoufficio proprio della storia cioegrave salvare ciograve che accade allrsquouomo dallrsquooblio come chiaramente indica giagrave il proemio delle Storie di Erodoto

ERACLITO

Nel frammento n 52 [Diels] Eraclito afferma che La vita egrave un fanciullo che gioca che sposta i pezzi sulla scacchiera reggimento di un fanciullo in questo consiste il significato dellespressione di matrice eraclitea di Innocenza del divenire La metafora del gioco cosmico usata da Eraclito che la prendeva a prestito dalla mitologia greca in cui una delle figure del dio Zeus egrave proprio quella del bambino che gioca egrave alla base di molte ontologie non ultima quella di Friedrich Nietzsche 1) Il divenire panta rhei Fr A 6 (Platone Cratilo 402 a) Afferma Eraclito in qualche luogo che tutto

scorre (paacutenta choreicirc) e nulla permane (oudegraven meacutenei) Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo

26 Fr 22B 93 DK 27 Fr 22B 107 DK 28 Fr 22B 32 DK 29 Fr 22B 108 DK 30 Fr 22B 30 DK 31 Il concetto di storia in Tra passato e futuro trad it Milano 1991 pp 70-129 in part pp 70-71 e p 295 n 2 32 Ibid p 71 Lo stesso concetto egrave espresso in Vita activa La condizione umana trad it Milano 1964 (Chicago 1958) p 15 laquoQuesta vita individuale si distingue da tutte le altre cose per il corso rettilineo del suo movimento che per cosigrave dire taglia quello circolare della vita biologica La mortalitagrave egrave questo muoversi lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclicoraquo

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siamo e non siamo (DK 22 B 49a) Acque sempre diverse scorrono per coloro che simmergono negli stessi fiumi (DK 22 B 12)

2) La guerra dei contrari Fr B 126 Le cose fredde si riscaldano il caldo si raffredda lrsquoumido si dissec-

ca il riarso si inumidisce Pogravelemos (la guerra) egrave padre di tutte le cose di tutte re (DK 22 B 53) Bisogna perograve sapere che la guerra egrave comune a tutte le cose che la giustizia egrave contesa e che tutto accade secon-do contesa e necessita (DK 22 B 80) In questa guerra i contrari si danno reciproca comprensibilitagrave (dol-ce amaro sano malatohellip) a) guerra che egrave pace e armonia i contrari si danno senso a vicenda

Lopposto concorde e dai discordi bellissima armonia (DK 22 B 8) Non comprendono come pur discordando in se stesso egrave concorde armonia contrastante come quella dellarco e della lira (DK 22 B 51) Larmonia nascosta vale piuacute di quella che appare (DK 22 B 54)

b) coincidenza dei contrari ldquoNon dando ascolto a me ma al Logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo (DK FR 50) FR 39 ldquoil nome dellrsquoarco egrave vita ma la sua opera egrave morterdquo FR 16 ldquoNello stesso fiume entriamo e non entriamo siamo e non siamordquo Fr B 60 La strada allrsquoin su e allrsquoin giuacute egrave una so-la e la medesima

3) Il fuoco logos

a) Logos ragione che egrave veritagrave e legge b) tutto egrave Uno33 egrave DIO che quindi egrave armonia e unitagrave degli opposti (Il dio) egrave giorno notte inverno e-

state guerra pace sazietagrave fame e muta come il fuoco (DK 22 B 67) i) Questordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini

ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misu-ra (DK 22 B 30)

ii) Fr B 1 Di questo loacutegos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo a-scoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo loacutegos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli altri uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendo

4) Insufficienza della doxa desti e dormienti34 a) necessitagrave della ricerca anche percheacute la natura ama nascondersi b) il punto di partenza della ricerca deve essere la propria interioritagrave ldquoIo ho indagato me stessordquo

5) Lrsquoirraggiungibilitagrave dei confini dellanima Confini (peirata) allanima peregrinando non troverai pur se tenti ogni via a tal punto profondo egrave il suo logos

PARMENIDE

ldquoAnche Parmenide come Eraclito riflette esplicitamente sullopposizione ma egli si rivolge allopposizione suprema quella dove i due opposti non hanno alcuncheacute in comune e cioegrave quella dove uno dei due opposti - il niente - non egrave qualcosa che possa venire conosciuto e intorno a cui si possa parlare ma egrave lassolutamen-te niente lassoluto non-essere che non trova luogo allinterno dei confini del tuttordquo35 1) I Greci portano per la prima volta alla luce il senso dellessere e del niente

a) I Greci evocano questo significato terribile e radicale - il significato del niente - nella sua contrappo-sizione infinita allessere come lassoluta negativitagrave che non ha alcuncheacute dellessere In questo modo il processo del mondo acquista un carattere estremamente angosciante proprio percheacute il pensiero greco e questa cosa apparentemente astratta che egrave lontologia - la riflessione sullopposizione infinita tra lessere e il niente - evoca la minaccia estrema quella dellesistenza portata innanzi dallannien-tamento delle cose Ma il Greco evocatore della minaccia estrema eacute insieme il Greco che va alla ri-cerca del rimedio contro la minaccia estrema

33 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 34 La maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse si imbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembra (DK 22 B 17) Qual egrave infatti la loro mente e la loro intelligenza danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra senza sapere che i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni (DK 22 B 104) 35 SEVERINO La filosofia antica

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b) Parmenide evoca lestrema minaccia la contrapposizione infinita tra lessere e il niente ma insieme evoca il modo singolare di costruire un rimedio contro questa minaccia il rimedio egrave dato dalla meta-fisica e lontologia

2) In generale la prima grande soluzione la prima grande forma di rimedio al dolore egrave la filosofia se noi dovessimo fare rapidamente lelenco delle forme di rimedio dellOccidente dovremmo dire che a) la prima egrave la filosofia cioegrave il fatto di sapere in modo incontrovertibile il senso del mondo il senso u-

nitario del mondo b) Poi la grande forma di rimedio egrave - quando lesperienza antica del pensiero filosofico egrave andata al tra-

monto - il Cristianesimo c) e poi la scienza

3) Che cosa ci angoscia quando noi abbiamo a che fare con il dolore Non il dolore che noi attualmente pa-tiamo percheacute ciograve che patisco in questo momento - poniamo - ormai egrave accettato egrave ligrave e non cegrave nulla da fare percheacute ormai egrave recepito Angoscia invece il fatto che il dolore abbia a continuare facendoci chie-dere che ne saragrave di me tra un momento domani tra un anno Continueragrave questo dolore Langoscia allora si riferisce allimprevedibilitagrave del futuro e in questo caso il rimedio non puograve essere altro che la previsione del senso del tutto ecco percheacute prima abbiamo parlato anche di scienze percheacute la previsione scientifica saragrave in un certo senso lerede della previsione filosofica Previsione filosofica vuol dire episteacute-me questa grande parola greca che significa alla lettera la capacitagrave di stare steme deriva infatti dal verbo hiacutestasthai la capacitagrave di stare mentre epiacute vuol dire sopra dunque si tratta di stare sopra tutto ciograve che intende negare ciograve che sta Ciograve che sta egrave lapertura di senso lapertura del senso del tutto che intende stare e che si ritiene capace di imporsi su ciograve che presume negarla e insieme su tutti gli eventi che sopraggiungono e che costituiscono quello che oggi noi moderni chiameremmo la novitagrave della storia Lepisteacuteme egrave al di sopra di ogni innovazione storica questo egrave stato il grande sogno della filosofia da Parmenide ad Hegel Se si conosce incontrovertibilmente stando sopra ogni negazione e ogni evento sopraggiungente il senso del tutto allora si egrave in grado di prevederlo e la previsione rende spiegabile il dolore Percheacute il dolore dice Eschilo getta nella follia Proprio percheacute non ha senso fintantocheacute non si vede il senso del tutto a) Ebbene la soluzione di Parmenide egrave singolare percheacute successivamente lOccidente intenderagrave costrui-

re un sapere che sta sopra la minaccia del divenire controllandola guidandola e quindi costruendo al di sopra di esso quella serie di strutture immutabili che vanno dal Dio teologico al Dio cristiano alle strutture necessarie secondo le quali si sviluppa la storia

b) Parmenide adotta unaltra strada che non saragrave percorsa dallOccidente - era la strada piugrave vicina allO-riente Di fronte al divenire lOccidente dice Tu non mi minacci piugrave percheacute io ti prevedo e quindi prevedo il senso di ciograve che tu divenire fai irrompere su di me Prevedendo il senso di ogni irruzio-ne lirruzione non egrave piugrave limprevedibile angosciante e il dolore acquista senso lo stesso annienta-mento si inscrive in un ordine Questa egrave la voce della filosofia dellOccidente dopo Parmenide La sua voce invece egrave diversa e singolarmente vicina allOriente percheacute Parmenide dice al divenire Tu non esisti Questo egrave molto singolare percheacute tutto il pensiero non solo filosofico dopo Parmenide dice al divenire Tu esisti ma io ti domino e chi parla egrave appunto il rimedio cioegrave il sapere epistemico

c) Mentre nella soluzione post-parmenidea il dolore egrave vinto percheacute cegrave un padrone che domina il diveni-re la soluzione radicale di Parmenide egrave questa il divenire non minaccia piugrave non puograve essere nocivo percheacute non esiste Con questa cancellazione del divenire entriamo nel grande paradosso del pensie-ro di Parmenide che egrave la cancellazione del mondo con cui tutto langosciante tutto il terribile tutto lorrendo del mondo egrave illusione questo egrave il senso della doxa di Parmenide Ebbene questa egrave anche la strada percorsa dallOriente i Veda le Upanishad la ripresa buddista del bramanesimo sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto luomo egrave infelice percheacute non sa di essere felice per-cheacute non sa che il dolore egrave al di fuori di lui e che lui egrave un puro sguardo che non egrave contaminato dal dolore che gli passa innanzi cosigrave come lo specchio non egrave contaminato dallimmagine che si riflette in esso

D - K B2 laquoBisogna che tutto tu sappia e il cuore che non trema della ben rotonda veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non cegrave vera certezza Orbene io ti dico e tu dopo averlo ascoltato prendi cura del mio discor-so quali sole vie di ricerca siano pensabili Quella che dice che lessere egrave e che non egrave possibile che non sia e questo egrave il cammino della persuasione che si accompagna alla Veritagrave e quella che dice che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo io ti dico che egrave un sentiero inscrutabile neacute infatti potresti conoscere ciograve che non egrave - non egrave infatti possibile - neacute dirlo Lo stesso infatti egrave pensare ed essereraquo

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1) Il logos a) Per Parmenide come in Eraclito tra la realtagrave la ragione umana e il linguaggio esiste una sostanziale

identitagrave dallordine del mondo provengono lordine della mente che lo pensa e della lingua che lo descrive Molti ragionamenti di Parmenide si basano su questa identitagrave

b) Il rapporto essere - pensiero non egrave solo unimplicazioneegrave anche una replicazione (si tratta cioegrave di una equivalenza) in quanto secondo Parmenide non solo tutto ciograve che pensiamo egrave ma anche tutto ciograve che egrave puograve essere pensato Non esiste secondo Parmenide un essere inaccessibile al pensiero Cegrave una equivalenza fra essere e pensabilitagrave ciograve che egrave egrave pensabile e ciograve che egrave pensabile egrave

c) In piugrave approfondendo una distinzione implicita nei pitagorici e in Eraclito opera una differenza tra pensiero e sensi il primo egrave in grado di conoscere la realtagrave universale il logos i secondi non possono che fermarsi alle apparenze le doxai Solo il logos puograve condurre allaletheia la veritagrave

2) Essere o non essere Il nodo centrale della filosofia di Parmenide egrave lessere

a) Nel frammento 2 la dea gli indica le vie i metodi di ragionamento che sono le sole pensabili lu-na [che dice] che egrave e che non egrave possibile che non sia egrave il sentiero della Persuasione (giaccheacute que-sta tien dietro alla veritagrave laltra [che dice] che non egrave e che egrave necessario che non sia Si riferisce alla via dellessere e alla via del non essere

b) Ma che vuol dire via dellessere Consideriamo un qualsiasi oggetto Tra le sue caratteristiche la piugrave importante quanto lapalissiana egrave quella di essere di esistere E invece non possiamo pren-dere una cosa che non esiste proprio per il fatto che non esiste In piugrave dato che lo stesso egrave il pen-sare e lessere (frammento 3) non si puograve nemmeno pensare a una cosa che non egrave percheacute basta il pensiero a renderla esistente Questo intende Parmenide la via che ammette che le cose sono e che egrave necessario che siano (non possiamo dire che una cosa che esiste non esiste sarebbe una con-traddizione) e la via che ammette che esistono cose che non sono (e quindi la via dellerrore) In fi-nale lessere egrave (le cose che esistono esistono) e il non essere non egrave (le cose che non esistono non esistono) una magistrale (e forse la prima) applicazione del principio didentitagrave (un ovvio principio di logica una cosa egrave uguale a se stessa e diversa dal suo contrario)

c) La nascita dellontologia Mentre il linguaggio corrente e il pensiero dei primi filosofi non badano al fatto che le cose a cui pensano siano Parmenide esamina questo e in questo sta la sua origina-litagrave Ogni cosa egrave diversa da unaltra questo insegnano il senso comune i fisiologi e soprattutto Era-clito il filosofo della molteplicitagrave e del divenire Ma per quanto differenti avranno almeno una cosa in comune esistono entrambi Sono enti Enti egrave il termine tecnico che traduce il ta onta greco ovvero le cose che sono Ed egrave logico dimostrare che le cose che sono sono Egrave questa egrave lontolo-gia ovvero il discorso sullessere in quanto tale

3) Essere pensiero e linguaggio Data lidentitagrave tra veritagrave parola e pensiero tre sono gli aspetti fon-

damentali della filosofia di Parmenide a) lontologia e giagrave ne abbiamo parlato b) la gnoseologia solo ciograve che egrave egrave pensabile c) il linguaggio le cose che esistono trovano espressione adeguata allinterno del discorso

4) Gli attributi dellessere Essere perde la sua radice verbale e diventa un participio sostantivato to on (ciograve che egrave) e come tale gli si possono dare degli attributi Questo passaggio avviene per differen-ziare ulteriormente lessere dal non essere e impedire quindi di intraprendere la via dellerrore Allo stes-so modo non essere diventa il non essere quindi ciograve che non egrave to me on Quali le caratteristiche dellrsquoessere36

36 [] Non resta ormai che pronunciarsi sulla via che dice che egrave Lungo questa vi sono indizi in gran numero [Lrsquoessere] essendo ingenerato egrave anche imperituro tuttrsquointero unico immobile e senza un termine a cui tenda Non mai era ne saragrave percheacute egrave ora tuttrsquoinsieme [10] uno continuo Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Infatti non si puograve neacute dire neacute pensare ciograve che non egrave E quandrsquoanche quale necessitagrave puograve averlo spinto Lui che comincia dal nulla a nascere dopo o prima [15] Di modo che egrave necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla Giammai poi la forza della convinzione verace concederagrave che dallrsquoessere alcuncheacute altro da lui nasca Perciograve neacute nascere neacute perire gli ha permesso la giustizia disciogliendo i legami ma lo tiene fermo []

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a) ingenerato e imperituro Difatti quale origine gli vuoi cercare Come e donde il suo nascere Dal non essere non ti permetterograve neacute di dirlo neacute di pensarlo Se egrave nato prima non era Ma non poteva esistere una cosa che non era quindi lessere egrave ingenerato Analogamente non avragrave fine

b) non ha passato neacute futuro se era ora non egrave piugrave Se saragrave ancora non egrave Dato che lessere egrave diverso dal non essere si trova in una condizione di presente atemporale egrave e basta

c) senza fine se ha una fine al di lagrave di quella fine non egrave piugrave il che egrave assurdo d) intero continuo e indivisibile Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna

parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di es-sere Se non fosse continuo cosa si frapporrebbe tra le parti se non il non essere che non esiste Neacute ugualmente ha senso che una cosa egrave piugrave di unaltra

e) unico se ve ne fossero piugrave di uno dovrebbero essere diversi Ma se uno egrave laltro poicheacute egrave diverso non egrave il che egrave impossibile Smonta cosigrave la molteplicitagrave della natura caratteristica dei fisiologi prima e di Eraclito poi

f) immobile se si sposta nel posto dove si trovava prima cegrave qualcosa di diverso quindi il non essere questo non esiste quindi lessere egrave immobile e il pantha rei di Eraclito egrave un palese errore

g) definito da tutti i lati e simile a una sfera per Parmenide che risente del pensiero pitagorico linfini-to egrave una mancanza e una imperfezione a differenza del pensiero comune moderno Inoltre lessere non dovrebbe avere lati diversi percheacute presupporrebbero discontinuitagrave (pensiamo allo spigolo di un qualsiasi poliedro) Pertanto lintuizione associa la finitezza allassenza di discontinuitagrave alla perfezione solo nella forma geometrica della sfera

5) Le tre vie Ora che abbiamo chiarito cosa sia lessere torniamo al discorso delle vie dei metodi di ra-

gionamento per descrivere la realtagrave a) Uno quello dellessere attraverso il puro ragionamento e il logos conduce allaletheia b) Il secondo quello del non essere conduce immancabilmente allerrore

i) Dire che la luce i colori le cose le case gli uomini sono significa ammettere che il niente egrave Le differenze del mondo hanno un significato che non coincide con il significato dellessere que-sta non coincidenza vuol dire la loro diversitagrave dallessere e cioegrave che sono non essere Se allora lamante o amico del mondo vuol dire il mondo egrave egli deve anche dire Il niente egrave La ra-gione dellOccidente nasce qui dallesigenza di tener ferme le determinazioni - potremmo dire lesigenza di non contraddirsi Se si afferma che il mondo molteplice egrave si afferma che il niente egrave

ii) Allora abbiamo questa conclusione straordinaria Parmenide proprio per evitare che il niente sia proprio per evitare di identificare lessere al niente afferma che le cose sono niente che le diffe-renze sono niente se si afferma il mondo se si egrave amici del mondo si sta nella pazzia che identi-fica lessere e il niente

iii) Dato che la frase alla base di questo metodo egrave il non essere egrave questo non puograve essere un me-todo logico (si contraddice) pertanto non si puograve pensare quindi non si puograve dire ma se non si

[23] E come potrebbe lrsquoessere esistere in futuro E come potrebbe essere stato in passato Poicheacute se fu non egrave e cosi non egrave se dovragrave essere in futuro [25] In tal modo il nascere egrave spento e non crsquoegrave traccia del perire Neppure egrave divisibile percheacute egrave tutto quanto uguale Neacute vi egrave in alcuna parte un di piugrave di essere che possa impedirne la contiguitagrave neacute un di meno ma egrave tutto pieno di essere Per questo egrave tutto continuo difatti lrsquoessere egrave a contatto con lrsquoessere [30] Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere neacute principio neacute fine dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace E rimanendo identico nellrsquoidentico stato sta in se stesso e cosi rimane ligrave immobile infatti la dominatrice Necessitagrave [35] lo costringe nelle catene del limite che intorno lo avvolge percheacute bisogna che lrsquoessere non sia incompiuto egrave infatti non manchevole se lo fosse mancherebbe di tutto [] [46] Ma poicheacute vi egrave un limite estremo egrave compiuto da ogni lato simile alla massa di ben rotonda sfera di ugual forza dal centro in tutte le direzioni che egli infatti non sia neacute un porsquo piugrave grande neacute un porsquo piugrave debole qui o lagrave egrave necessario [50] Neacute egrave infatti possibile un non essere che gli impedisca di congiungersi al suo simile neacute crsquoegrave la possibilitagrave che lrsquoessere sia dellrsquoessere qui piugrave lagrave meno percheacute egrave del tutto inviolabile Dal momento che egrave per ogni lato uguale preme ugualmente nei suoi confini [DK 28 B 8 vv 5-19 23-37 46-53]

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puograve pensare neacute dire allora non egrave quindi questo metodo non esiste Allora percheacute lha tirato fuo-ri Forse per amore di completezza o chissagrave Egrave la via che percorrono normalmente gli uomini

c) Cegrave unaltra via Quella che viene da questa frase Lessere egrave e il non essere egrave Egrave la via delle opi-nioni plausibili

6) Bicefali Da questa prima via di ricerca [quella del non essere] infatti ti allontano eppoi inoltre da

quella per la quale mortali che nulla sanno vanno errando gente dalla doppia testa (frammento 6) La seconda via presuppone sia che si segua lessere sia il non essere quindi luomo che la segue ragiona contemporaneamente in due modi contraddittori luno con laltro e per questo ha due teste Percheacute egrave lincapacitagrave [di decidere] che nel loro petto dirige lerrante mente ed essi vengono trascinati insieme sordi e ciechi istupiditi gente che non sa decidersi da cui lessere e il non essere sono ritenuti identici e non identici Lincapacitagrave di decidere tra lessere e il non essere impedisce loro di giungere alla veri-tagrave e pertanto si devono limitare alle doxai In sostanza Parmenide si colloca agli antipodi di Eracligraveto per il quale il divenire egrave il modo di essere del-lessere della realtagrave e si pone altresigrave agli antipodi di un qualsiasi tentativo di osservare e studiare la realtagrave partendo da aspetti materiali di essa

7) Una lettura contemporanea di Parmenide37 (sulle orme di Severino) Rifacendosi a suggestioni hei-

deggeriane (lEssere come Logos laquoraccoglimento originarioraquo) Sangiacomo afferma che a) lEssere egrave relazione laquolEssere si lega allEssere e contemporaneamente lEssere egrave legato allEssereraquo

(p 44) Due sono le conseguenze una egrave che solo il non-essere quale negazione dellEssere egrave ne-gazione di ogni relazione e laquorifiuta per definizione ogni legameraquo (p 43) laltra strettamente corre-lata alla prima egrave che si deve ammettere nellEssere una molteplicitagrave di differenze

b) Il parricidio linclusione platonica della molteplicitagrave nellEssere egrave cosigrave giustificato sulla base della stessa definizione dellEssere laquodire che lEssere egraveimplica vedere a un tempo nellEssere quellele-mento agente che tiene unito il molteplice sia la molteplicitagrave passiva delle differenze che si lasciano raccogliere dallUno in un tuttoraquo (p 46) Si puograve sostenere dunque in termini quasi spinoziani che nessuna cosa esiste di per seacute sostanziata come un sinolo ma tutte esistono soltanto in relazione con le altre laquole differenze non sono un insieme di realtagrave di per seacute sostanziali o ontologicamente in-dividuali quanto piuttosto un complesso olistico in cui ciascuna trova il suo esserci esclusivamente nel suo essere differente da tutte le altreraquo (p 45) Dire che lEssere egrave equivale a dire che oltre al-lEssere non cegrave nulla tutto ciograve che egrave egrave nellEssere quindi lEssere la totalitagrave del positivo egrave Assolu-to legato solo a se stesso Questa assolutezza laquoimpone [] che lEssere stesso sia limitato solo da niente e che questo stesso limite sia un limite nullo siccheacute lEssere non puograve che risultare un che di il-limitato cioegrave di infinitoraquo (p 49) Proprio percheacute in-finito lEssere risulta aperto mai tutto dato di-veniente laquolessenza dellinfinito egrave proprio nella tensione al compimento e nel travalicare i limiti an-gusti che vorrebbero confinarlo nellistante finito del dato di ciograve che sta e che egrave stato LEssere non sta lEssere di-viene nel senso che non egrave mai giunto tutto egrave questo eterno continuare a darsiraquo (p 175) LEssere egrave un orizzonte perennemente aperto eterna fioritura che non cessa mai di sbocciare

c) La conseguenza egrave che lEssere egrave divenire dato che lEssere non ammette nulla fuori di seacute il divenire non puograve essere negazione dellEssere ma la sua stessa manifestazione laquopoicheacute nessun infinito puograve essere in qualche modo dato e compiuto [] il divenire egrave la dimensione dellinfinitagrave dellEssere [] o ancora leterno differenziarsi delle differenzeraquo (p 50) Per non pensare contraddittoriamente il divenire come passaggio dallEssere al nulla occorre emendare anche il concetto di tempo lEssere egrave movimento infinito e li-stante finito non egrave che unastrazione laquoNascita e morte non sono i confini della nostra esistenza ma la dimostrazione ontologica che noi giagrave da sempre siamo di piugrave di qualco-sa che nasce e muore e che il nostro essere egrave piugrave di questo essere finito che si vuole comprimere tra queste due barriereraquo (p 180) Il laquoquestoraquo egrave lisolamento dellente in un attimo immobile e visto che lEssere egrave relazione tale isolamento coincide con la sua nientificazione essere egrave sempre relazionarsi ad altro tanto piugrave lente laquoegrave assolutizzato nella sua finitudine piugrave egrave assimilato a un nienteraquo (p 174)

d) Conseguenze etiche Lrsquouomo egrave qualcosa laquoche egraveraquo in quanto al pari di tutto il resto appartiene allrsquoIntero delle molteplici differenze che animano lrsquoEssere Se il suo esserci consiste nel suo essere in quanto differenza ovve-ro solo per altro e non in se stesso allora egli dal punto di vista ontologico non soltanto non puograve porsi come un soggetto che distingue innanzi a seacute il mondo degli oggetti pronti a farsi da lui domina-re ma lrsquoesistenza dellrsquoaltro agisce sulla sua medesima esistenza e la condiziona in modo essenziale io sarograve in funzione di questrsquoaltro da cui differisco e da cui mi distinguo tanto che ogni modificazione

37 A SANGIACOMO La sfida di Parmenide Verso la Rinascenza Il Prato Padova 2007

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che subisce lrsquoalteritagrave si riflette su ciograve che io sono Ovvero per ogni modifica che lrsquouomo tenta di ap-portare a ciograve che lo circonda egli deve essere consapevole che nella stessa misura e nella stessa maniera modificheragrave inevitabilmente se stesso Quando dunque lrsquouomo tenta di agire sulla realtagrave plasmandola secondo i suoi fini egli agisce conte-stualmente su seacute medesimo modificandosi in modo proporzionale e corrispondente Non si dagrave mai cioegrave la possibilitagrave di un agire unilaterale in cui lrsquooggetto dellrsquoazione subisca passivamente Al contra-rio poicheacute nessuna cosa esiste in seacute ma solo per altro ogni alterazione o modifica riguarda sempre tutti i termini in modo piugrave o meno marcato piugrave o meno diretto certamente ma comunque senza esclusioni giaccheacute tutti esistono in quanto raccolti insieme resi un Tutto e quindi reciprocamente connessi tanto che ogni alterazione non egrave mai solo lrsquoalterazione di una certa parte limitata dellrsquoinsieme ma riguarda sempre la totalitagrave e quindi si riflette necessariamente su chi la opera Ebbene incamminarsi su simili considerazioni porta inevitabilmente a rinunciare a qualsiasi pretesa di dominio di possesso o di potere sulla realtagrave che ci circonda lrsquouomo non solo non ha il diritto ma non ha nemmeno la possibilitagrave ontologica di dominare imponendosi sullrsquoaltro giaccheacute dominio si-gnoria possesso implicando la distinzione tra il dominatore e il dominato e il potere unilaterale che il primo esercita sul secondo sono categorie estranee allrsquoEssere dunque chi vi presta fede finisce semplicemente con lrsquoilludersi che sia ciograve laquoche non egraveraquo Quindi io riconosco tutta la dignitagrave che spetta a ciograve che egrave altro da me rinunciando ad annullarla nel tentativo di ridurla a mia immagine e somiglianza giaccheacute questo sarebbe nientrsquoaltro che un modo per annullare la differenza su cui si regge lrsquoesserci di entrambi Rinuncio pure a ogni contrasto con lrsquoaltro o ogni opposizione ad esso rinuncio ad ogni lotta e ad ogni tentativo di supremazia cessando di considerare come nemico ciograve che mi egrave diverso si tratti di uomini o di forze della natura giaccheacute riconosco pure che egrave su questa medesima diversitagrave che io posso fondare il mio essere me stesso ma pure cessando di ritenere che sia necessario difendere la mia diversitagrave dallrsquoaltro poicheacute essa egrave tale proprio per lrsquoaltro

Essere parmenideo principio di non contraddizione e logica astraente

La dottrina dellrsquoessere ndash quale egrave ricostruibile dai frammenti pervenutici ndash fornisce delle precise regole di for-malizzazione di ogni discorso futuro che voglia assurgere al carattere di discorso vero tale in quanto fonda-to Pensare egrave pensare lrsquoessere su questa evidenza si dipana lrsquoargomentazione parmenidea Il dire egrave il dire lrsquoessere nella forma del pensiero poicheacute laquo(hellip) infatti lo stesso egrave pensare ed essere (28 B 3 DK)raquo Partendo dallrsquooggetto del proprio discorso ndash lrsquoessere ndash Parmenide giunge a caratterizzare il modello del pro-prio argomentare essere e pensiero sono omologhi e il disvelamento dei caratteri dellrsquouno coincide con il fondamento dei caratteri dellrsquoaltro I termini con i quali Parmenide tratteggia lrsquoEssere sono oramai universalmente noti ma su di un frammento in particolare crediamo sia doveroso soffermarsi nuovamente Il frammento 28 B 2 DK38 afferma infatti (hellip) lrsquouno che egrave e che non egrave possibile che non sia (hellip) lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia (hellip)39 Normalmente il passo viene interpretato come la prima formulazione del principio di non contraddizione che fonda la necessitagrave del discorso logico differenziandolo da ogni argomentazione di tipo non razionale ovvero pre-logico mitico Di fatto perograve Nel famoso Proemio40 delle cavalle conducono Parmenide dinnanzi alla Dea che gli riveleragrave la via della veritagrave egrave una precipua sanzione divina a garantire la tenuta del discorso parmenideo sullrsquoessere e a

38 Orsugrave io ti dirograve ndash e tu porgi lrsquoorecchio alle parole che odi ndash quali sono le vie di ricerca che sole son da pensare lrsquouna che egrave e non egrave possibile che non sia e questa egrave la via della Persuasione (giaccheacute segue la veritagrave) [5] Lrsquoaltra che non egrave e che egrave necessario che non sia e questo ti dico egrave un sentiero inaccessibile ad ogni ricerca Percheacute il non-essere non puoi conoscerlo (infatti egrave impossibile) neacute esprimerlo [DK 28 B 2] 39 Sono rispettivamente i versi 3 e 5 del frammento 40 Le cavalle che mi portano fin dove vuole il mio cuore

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sottrarlo ad ogni dialettica Il soggetto egrave muto di fronte a tale trascendenza indicante il metodo (appunto come meta-hodos) mediante il quale rendere intelligibile il senso del reale lrsquoessere e la via della sua com-prensione appartengono alla divinitagrave Questo cammino che conduce alla Dea e quindi alla veritagrave egrave infatti laquo(hellip) fuori dalla via battuta dagli uomini (hellip) (28 B 1 DK)41raquo Non vi egrave pertanto rottura netta tra mythos e logos il pensiero di Parmenide abita il mito il logos tenta semmai di costruire una pratica discorsiva a partire dalle medesime regole di formazione dellrsquoordine veritati-vo del mito connotando queste ultime di maggiore precisione e dotandosi di un fondamento apparente-mente autoevidente e autoreferenziale sul cui parametro commisurare la tenuta del proprio argomentare e delle conseguenze che ne derivano La via diventa appunto methodos metodo e il sapere da questo presen-tato scientifico In questo senso lrsquoelemento originale e caratteristico dellrsquoordine di discorso parmenideo risiede nel fatto che egrave la strutturazione e la caratterizzazione dellrsquooggetto stesso del discorso ndash lrsquoessere - a rendere disponibile gli elementi sui quali istituire appunto lrsquoordine del discorso attraverso ndash in primis ndash la formulazione del sopran-nominato principio di non contraddizione Ma attenzione Se come detto pensiero ed essere coincidono e se lrsquoessere svela i propri caratteri costitutivi attraverso una mediazione di ordine trascendente venendosi a presentare come un dato (nel significato letterale del termine) divino lo stesso principio di non contraddizio-ne verragrave da Parmenide ad essere posto come fondamento della logica come un dato Il principio di non contraddizione appare dotato di una necessitagrave intrinseca autoevidente che determina come propria conseguenza operativa lrsquoesclusione dalla pratica discorsiva di quelle enunciazioni e di quei concetti che risultano incompatibili con le premesse detto altrimenti ogni discorso non puograve accogliere in seacute elementi che lo rendano contraddittorio Ma questo atto di esclusione che in questa veste appare come momento secondario e consequenziale instaurato cioegrave in una temporalitagrave successiva dallrsquooriginario principio logico di non contraddizione egrave anteriore rispetto a questrsquoultimo Ersquo una pratica discorsiva che procede alla costituzione del suo statuto sulla scorta della rimozione della differenza e della discontinuitagrave ndash come Mircea Eliade ha fatto emergere per lrsquoontologia primitiva ndash e che attraverso la suddetta sanzione divina assume una forma istituzionale e assolutizzata attorno ad un nucleo forte la dottrina dellrsquoessere e il conseguente principio di non contraddizione la cui necessitagrave appare ndash pertanto ndash come carattere instaurato derivato e non piugrave originario Non egrave la necessitagrave implicita nel principio di non contraddizione a rimuovere la differenza ma egrave la precedente eliminazione dellrsquoalteritagrave della molteplicitagrave e quindi della diversitagrave contraddittoria a de-terminare lrsquoidentitagrave della necessitagrave ossia il non poter essere diverso da ciograve che si egrave Si ripropone quella visione della stabilitagrave e della permanenza che ritiene vero dotato di senso e reale sola-mente ciograve che non si trasforma non diviene Il principio di non contraddizione e quello di identitagrave (scaturen-

anche ora mi condussero via dopo che le dee mi ebbero guidato sulla via molto famosa che per ogni cittagrave porta lrsquouomo che possiede il sapere lagrave venni condotto lagrave mi portarono le molto avvedute cavalle [5] tirando il carro e le fanciulle additavano il cammino Lrsquoasse infuocato nei mozzi mandava un suono stridente (poicheacute drsquoambo i lati era tratto da due ben curvati cerchi) ogni qual volta le figlie del Sole abbandonate le case della Notte affrettavano il corso a guidarmi verso la luce liberando il capo dai veli [10] Ivi egrave la porta che mette ai sentieri della Notte e del Giorno e ai due estremi la chiudono lrsquoarchitrave e la soglia di pietra e la riempiono in alto nellrsquoetere grandi battenti di cui la Giustizia che molto punisce tiene le chiavi dallrsquoalterno uso Ad essa allora le fanciulle rivolsero dolci parole [15] ed abili la convinsero a toglier per loro in un baleno la sbarra che chiude la porta e questa si spalancograve aprendo lrsquoimmenso vano dei battenti e facendo girare lrsquoun dopo lrsquoaltro nei loro incavi i cardini gravi di bronzo fissati con perni e chiodi e lagrave prontamente attraverso la porta [20] le fanciulle guidarono carro e cavalli lungo la strada E benigna la dea mrsquoaccolse e mi prese la destra e cosigrave parlograve dicendomi queste parole laquo O giovane condotto da guide immortali che vieni alla nostra casa portato dalle cavalle [25] sii il benvenuto Poicheacute non fu un avverso destino a mandarti per questa via (che egrave invero lontana dallrsquoorma dellrsquouomo) ma la legge divina e la giustizia Ma ora devi imparare ogni cosa e il cuore che non trema della ben rotonda Veritagrave e le opinioni dei mortali in cui non egrave vera certezza [30] Ma tuttavia anche questo imparerai come lrsquoapparenza debba configurarsi percheacute possa veramente apparir verosimile penetrando il tutto in tutti i sensi raquo [DK 28 B 1] 41 Verso 26

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te come visto dalla necessitagrave della rimozione della diversitagrave messo in opera dal primo postulato) implicano lrsquoesistenza di un unico mondo possibile quello ndash per lrsquoappunto ndash dellrsquoessere parmenideo del puro ora che attraverso la sua sanzione divina egrave dato come eterno laquo(hellip) neacute una volta era neacute saragrave percheacute egrave ora insieme tutto quanto uno continuo (hellip) (28 B 8 DK)42raquo Lrsquoessere riassume in seacute passato presente e futuro egrave allora uno continuo il sempre presente laquo(hellip) percheacute tutto intero e eguale (28 B 8 DK)43raquo Lrsquoessere egrave il permanere identico nellrsquoidentico egrave quindi immobile saldo in un unico luogo poicheacute presente assoluto e indivisibile La realtagrave tende cosigrave a perdere i caratteri di temporalitagrave che le sono propri per essere rimandata a una dimensione eminentemente spaziale lrsquoessere come intero (oulon) che include ndash ingloban-dolo - il molteplice e tutela la realtagrave dal divenire Lrsquoessere nel suo articolarsi viene e connotarsi di conse-guenza come il luogo extratemporale ove gli enti sono tolti (astratti) dal loro accadere e privati della loro li-bertagrave nel momento in cui sono ricondotti a questa dimensione trascendente governata da necessitagrave Il principio di non contraddizione veicola pertanto questa concettualizzazione della temporalitagrave che diverragrave costitutiva di quegli ordini discorsivi che si muoveranno nellrsquoorizzonte logico reso disponibile da questo Il principio di non contraddizione configura inoltre un logos che a partire dal punto di vista istituito (ale-theia) come intellezione della veritagrave dellrsquoessere mediante un suo disvelamento mediato dalla divinitagrave mostra una capacitagrave ricostruttiva di tutta la realtagrave (imperialismo del logos) la veritagrave egrave una ed egrave quella affermata dal logos e non puograve essere altrimenti essendo necessaria laquolegge divina (themis) e giustizia (dike) (28 B 1 DK)44raquo Il pensiero non puograve che ri-affermare con un andamento circolare e autoreferente questa necessitagrave che le egrave propria e ribadire ndash quindi ndash lrsquounicitagrave dellrsquoessere del reale rimuovendo la diversitagrave la differenza la molteplicitagrave e la discontinuitagrave il tempo come divenire mutamento Ci troviamo di fronte allrsquoemergenza di un pensiero astratto ovvero di un pensiero che procede alla ricostru-zione della molteplicitagrave del reale mediante un processo di entificazione di oggetti extratemporali universali e necessari La veritagrave egrave attinente solamente allrsquoessere dellrsquoente cosigrave costituito

Eraclito parmenide

1) La ricerca di un rapporto tra EraclitoParmenide si fonda su un presupposto Il presupposto non egrave teore-

tico ma alla sua radice assiologico si assume cioegrave il giudizio di valore che un metodo di storiografia fi-losofica sia tanto piugrave buono quanto piugrave riesca a riconoscere e intendere la veritagrave delle diverse e anche opposte filosofie che fa oggetto di trattazione Poicheacute le filosofie sono molte e lrsquooggetto di cui parlano egrave uno solo riconoscere la peculiare veritagrave di ogni filosofia equivale a intendere ogni filosofia come un momento della veritagrave complessiva dellrsquooggetto fon-damento unico di ogni sapere che lo riguarda Il che significa che questrsquooggetto devrsquoessere abbastanza complesso e multiforme per fondare come momenti della veritagrave sua tesi decisamente contrastanti co-me in apparenza - o meglio in prima istanza - si presentano per esempio le filosofie di Eraclito e di Par-menide Siccome poi complessitagrave e multiformitagrave non significa accumulo sincretico ma coerente struttura logico-ontologica ecco che si impone di per seacute la questione della dialettica come interno principio costitutivo di una tale struttura dellrsquooggetto filosofico E poicheacute qui lrsquoassunto metodologico rischia di confondersi con lrsquooggetto che egrave destinato a trattare egrave op-portuno senzrsquoaltro rivolgersi a tale oggetto lasciando che il metodo si mostri da seacute

2) egrave opportuno muovere dalla formulazione ldquomanualisticardquo tradizionale della tesi storiografica che qui si vuole assumere Leggiamo dunque sulla Storia della filosofia del De Ruggiero45 (la sottolineatura egrave nostra) ldquoDella complessa concezione eraclitea lrsquoantichitagrave classica ha apprezzato lrsquoaspetto piugrave apparente quello della varietagrave e della mutevolezza delle cose e ne ha fatto perciograve un termine di contrasto con la filosofia eleatica dovrsquoegrave accentuato lrsquoaspetto dellrsquounitagrave e dellrsquoimmobilitagrave e il divenire egrave degradato a mera apparen-za ingannatrice In realtagrave come vedremo il contrasto sussiste ma egrave piugrave profondo esso sta fra le due logiche tra la dialettica degli opposti che fonda lrsquoidea dello sviluppo e la logica dellrsquoidentitagrave che chiude lrsquouniverso entro forme stabili e immote Questo piugrave profondo significato non poteva fin dal principio esse-re inteso percheacute la consapevolezza dei princigravepi formali delle due logiche era ancora scarsa nei fondatori

42 Versi 5-6 43 Verso 22 44 Verso 28 45 GDe Ruggiero Storia della Filosofia Laterza Bari 1967 10 voll

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dei due indirizzi che immediatamente traducevano o per cosigrave dire versavano lrsquoidentitagrave e lrsquoopposizione nelle cose naturali Solo nellrsquoetagrave socratica quando lrsquoanalisi concettuale saragrave divenuta lrsquooggetto proprio della filosofia alcuni elementi di quel contrasto affioreranno alla lucerdquo 46 Bisogna dunque prima di tutto vedere in che consista il contrasto fra queste ldquodue logicherdquo

3) La logica dellrsquoidentitagrave - per eccellenza quella aristotelica - afferma comrsquoegrave noto che (semplificando e formalizzando)47 Non egrave possibile che sia insieme ldquoA egrave Brdquo e ldquoA non egrave Brdquo Se ne inferisce immediatamente lrsquoidentitagrave dellrsquoente con se stesso e la sua differenza da ciograve che egrave diffe-rente da lui ldquoA egrave Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo Ma comrsquoegrave altrettanto noto la logica dialettica lungi dal disconoscere queste relazioni le considera piut-tosto un punto di arrivo che il dato evidente originario Si consideri infatti Nella relazione ldquoA egrave Ardquo che in quanto tautologica si direbbe la stessa evidenza originaria vi egrave nondimeno una struttura relazio-nale implicita che ne fa la dimenticata (hegelianamente si dovrebbe dire ldquotoltardquo) complessitagrave ontologica Tale struttura si fa evidente considerando nellrsquoordine che ( I ) Nella relazione ldquoA egrave Ardquo il primo A egrave differente dal secondo A Lrsquoidentitagrave esprime infatti lrsquoimporsi fenomenologico di una stessa determinazione che confrontata con se stessa rivela la sua identitagrave con seacute Ma appunto il confronto e-sige una duplicitagrave di termini quella corrispondente alla geminazione predicativa ( II ) Se ne conclude che lrsquoente A per poter porre lrsquoidentitagrave con seacute deve prima di tutto istituire una differenza tra seacute e seacute e poi negarla (cioegrave ldquotoglierlardquo) ldquoArdquo (forma ancora arelazionale dunque asintattica) ldquoA egrave Ardquo (ma il primo egrave differente dal secondo dunque ) ldquoA egrave non-Ardquo ldquoA non egrave non-Ardquo (cioegrave i termini sono bensigrave due ma non sono diversi dunque ) ldquoA egrave Ardquo ( III ) Questo ldquoandar fuori di seacuterdquo dellrsquoente per poi tornare in seacute negando la negazione che ne fa alcuncheacute di differente da se stesso egrave comrsquoegrave noto il ritmo stesso della logica dialettica Tale ritmo depone la sua parvenza artefatta e mostra la sua vivente veritagrave quando lo si consideri come lrsquointerno processo di un Assoluto che secondo il celebre passaggio della Fenomenologia hegeliana non venga piugrave concepito semplicemente come sostanza ma ldquoaltrettanto decisamente come soggettordquo cioegrave come lrsquooriginaria ldquoimmane potenza del negativordquo48 ( IV ) Dunque la complessitagrave ontologica della relazione ldquoA egrave Ardquo sta nel fatto che essa cela in seacute il suo contrario ldquoA egrave non-Ardquo e puograve stabilirsi per ciograve che egrave nella sua intuitiva apparente semplicitagrave solo negando quel contrario ldquoA non egrave non-Ardquo Questrsquoultima egrave la forma concreta dellrsquoidentitagrave ldquoA egrave Ardquo Mentre la logica dellrsquoidentitagrave assicura la coerenza del pensato ma congela in questa coerenza ogni pos-sibilitagrave di sviluppo dellrsquoente - non per caso il divenire resta millenariamente impensabile allrsquointerno della logica dellrsquoidentitagrave - la logica dialettica opera allrsquointerno di questa coerenza e mostra lo sviluppo reale

46 GDe Ruggiero opcitvolI La filosofia greca tomo I p127

47 Aristotele Metaphysica IV 1005 b 19 segg in Opere Laterza Roma-Bari 1973 volIII p94 traddi ARusso ldquoErsquo impossibile che il medesimo attributo nel medesimo tempo appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazionerdquo ldquoErsquo impos-sibile infatti supporre che la medesima cosa sia e non sia come certuni credono che invece ritenga Eraclitordquo 48 GWFHegel Fenomenologia dello Spirito traddi EDe Negri La Nuova Italia Firenze 1979 volI pp13 e 26

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dellrsquoente implicante quel negativo o quella contraddizione intrinseca allrsquoattivitagrave del pensante (il soggetto egrave e non egrave lrsquooggetto dunque lrsquooggetto egrave e non egrave se stesso) che resta infine tolta nella raggiunta identitagrave (Ersquo un fatto almeno strano che realisti e materialisti assertori di un essere extra-mentale tendano a col-locarsi come i piugrave tenaci oppositori dellrsquoidealismo nella cui logica dialettica non si fa appunto che dar conto di questo essere extra-mentale o reale il cui sviluppo appunto reale avviene al di sotto del livello mentale dellrsquoidentitagrave e come sua implicita condizione la contraddizione tolta al livello mentale della lo-gica dellrsquoidentitagrave egrave appunto la legge dello sviluppo reale nel quale lrsquoente va fuori di seacute e costituisce nella sua contraddizione di esser-se-stesso e non-esser-se-stesso appunto la materia dellrsquoidentitagrave logica)

4) Di fronte a Eraclito e a Parmenide sta quindi una configurazione oggettiva di nessi da cui si possono iso-lare per astrazione due opposte esigenze a) La prima egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-identico-a-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta

nellrsquoesser-tornato-in-seacute o nellrsquoaver tolto la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente spirituale o pensato

b) La seconda egrave lrsquoesigenza dellrsquoesser-differente-da-seacute dellrsquoente quale sul piano dialettico si manifesta nellrsquoesser-fuori-di-seacute o del mostrare la differenza di seacute da seacute egrave questo lrsquoessere tipico dellrsquoente natu-rale o reale

Il secondo egrave dato immediatamente anzi egrave lo stesso darsi immediato dellrsquoessere o apparire dellrsquoessere a se stesso come oggetto quale imposizione fenomenologica veicolata dalla sensibilitagrave tipicamente il di-venire eracliteo Il primo egrave dato mediatamente anzi egrave la stessa mediazione originaria o apparire dellrsquoessere a se stesso come soggetto sebbene nellrsquoalienazione oggettivante che ne fa un ente compatto e indivisibile per il to-gliere della differenza cioegrave in-dividuo tipicamente lrsquoessere parmenideo Il supposto conflitto tra la visione eraclitea e quella parmenidea avente il suo centro elementare nellrsquoopposizione sensi ragione di cui costituisce in qualche modo la radice si riduce dunque in unrsquoosservazione dialettica a tutto campo al fronteggiarsi di due opposte astrazioni che solo nella loro unitagrave concreta hanno la loro veritagrave Ersquo chiaro che lrsquoessere di Parmenide egrave lrsquoessere del divenire che da es-so deve tuttavia far astrazione per necessitagrave di coerenza logica data lrsquoattuale mancanza di unrsquoontologia del negativo (salvo il ricacciarlo nella problematica doxa che tante perplessitagrave ermeneutiche ha solleva-to e che si potrebbe a questo punto comodamente definire come la dimensione del tolto Si potrebbe vedere come Parmenide accanto alla veritagrave necessaria sia in qualche modo costretto ad ammettere la liceitagrave di una doxa per quanto pregiudicata da vizio di irrealtagrave49) Cosigrave egrave chiaro che il divenire di Eraclito egrave un divenire essente o identico a se stesso come lo vuole Parmenide che tuttavia da tale essenza de-ve almeno in prima istanza far astrazione per necessitagrave di apertura fenomenologica (salvo il riconoscer-lo come logos E qui si deve svolgere una considerazione piugrave approfondita)

5) Si egrave detto prima che a) il divenire eracliteo deve almeno in prima istanza far astrazione dallrsquoidentitagrave con seacute che ne farebbe

un piugrave complesso equivalente dellrsquoente parmenideo Questa prima istanza egrave attestata dai celebri ldquoframmenti del fiumerdquo50 dove lrsquoimmediatezza del divenire egrave tutta tradotta nellrsquoesperienza spazio-temporale della sensibilitagrave

b) In Eraclito crsquoegrave perograve una seconda e superiore istanza in cui ancora in termini dialettici il divenire si presenta riflesso in se stesso o pensato e come tale identico con seacute i frammenti qui sono numero-sissimi ma basti ricordare la definizione del divenire come legge di guerra o logos51 e lrsquoaffermazione che ascoltando non Eraclito ma lo stesso logos ldquoegrave saggio convenire che tutto egrave unordquo52 Questo pas-saggio che Eraclito compie con un possente colpo drsquoala (fattualmente dialettico da lui intuito come lo schiudersi di una superiore veritagrave metafisica) egrave il vero motivo del suo giustificato orgoglio e della sua reiterata polemica contro la vana erudizione53 e contro gli uomini ciechi e sordi54 per di piugrave ostili a quanto non capiscono55

49 HDiels-WKranz I Presocratici Testimonianze e frammenti Laterza Roma-Bari 1975 28 B 1 vv31-32 ldquoMa tuttavia anche questo apprenderai come le apparenze bisognava giudicasse che fossero chi in tutti i sensi tutto indaghirdquo 50 22 B 12 ldquoAcque sempre diverse scorrono per coloro che srsquoimmergono negli stessi fiumirdquo B 49a ldquoNegli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo siamo e non siamordquo B 91 ldquoNello stesso fiume egrave impossibile scendere due volterdquo (traddi GGiannantoni) 51 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 52 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 53 22 B 40 ldquoSapere molte cose non insegna ad avere intelligenzardquo

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Si tratta cioegrave di mostrare lrsquoessere immutabile del divenire che Eraclito chiama volta a volta polemos o legge di guerra56 logos57 ldquounordquo58 ldquofuocordquo59 ldquodiordquo60

c) La doxa parmenidea e questa seconda istanza eraclitea sebbene dialetticamente simmetrici hanno quindi un ben diverso valore i) La simmetria sta in ciograve che entrambi rappresentano lrsquoopposto astratto da cui si fa inizialmente

astrazione ii) Ma mentre la doxa parmenidea resta per cosigrave dire in margine come un residuo che non si puograve

neacute accettare neacute annullare il logos eracliteo campeggia a tutto tondo ed esprime sebbene in as-senza di una coerente ontologia il contenuto concreto dellrsquoente parmenideo quel che almeno virtualmente ne contiene lo sviluppo in quella millenaria fatica che si inizia diciamo col Sofista di Platone In un quadro dialettico dunque la filosofia di Eraclito egrave virtualmente piugrave concreta di quella di Parmenide - anche se questa concretezza non puograve affatto rivendicarsi come tale prima che il ldquoparricidiordquo platonico ai danni e in onore di Parmenide non venga consumato61

6) Il tutto si puograve schematizzare cosigrave a) Ersquo necessario riconoscere che tutto diviene b) Ersquo necessario riconoscere che il non essere egrave impensabile e che pertanto il divenire che implica il

passaggio dallrsquoessere al non essere e viceversa egrave razionalmente inammissibile c) Quando tuttavia si sia ammesso il divenire dando credito piuttosto ai sensi che alla ragione egrave lo

stesso divenire ad esigere come sua condizione di possibilitagrave quellrsquoindiveniente che la ragione esige d) Quando viceversa si sia ammessa lrsquoimmutabilitagrave dellrsquoessere dando credito piuttosto alla ragione che

ai sensi il divenire attestato dai sensi resta a portare la contraddizione nella stessa ragione costrin-gendola a distinguere lrsquoessere dallrsquoapparire mentre poi (contraddizione su cui non mancheragrave di gio-care la Sofistica) lo stesso apparire egrave

7) le due filosofie nonostante lrsquoirrisolto problema di coerenza ontologica convergono su unrsquounica veritagrave - la veritagrave di un oggetto che egrave immutabile nel suo mutare uno nella sua molteplicitagrave eterno nella sua tem-poralitagrave Su questrsquooggetto per di piugrave vi egrave in Eraclito e in Parmenide unrsquoattestabile convergenza circa il modo di conoscenza che egrave la ragione a) La dichiarazione egrave del tutto esplicita in Parmenide62 in cui lrsquoopposizione alla sensibilitagrave egrave ovvia percheacute

intrinsecamente coerente con la veritagrave che intende rendere evidente b) Ma non egrave meno decisa in Eraclito che pur accoglie primariamente unrsquoevidenza fenomenologica atte-

stata proprio dai sensi Infatti i sensi sono dichiarati ldquocattivi testimoni per gli uomini che hanno ani-me barbarerdquo63 mentre solo seguendo ldquociograve che egrave comunerdquo64 - comune alle cose il logos oggettivo

54 B 17 ldquoLa maggior parte degli uomini non intendono tali cose quanti in esse srsquoimbattono e neppure apprendendole le conoscono pur se ad essi sembrardquo B 34 ldquoAssomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono di loro testimonia il prover-bio lsquoPresenti essi sono assentirsquordquo 55 B 97 ldquoI cani infatti abbaiano a coloro che non conosconordquo 56 22 B 53 ldquoPolemos egrave padre di tutte le cose di tutte rerdquo 57 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 58 B 50 ldquoAscoltando non me ma il logos egrave saggio convenire che tutto egrave unordquo 59 B 30 ldquoQuestrsquoordine universale che egrave lo stesso per tutti non lo fece alcuno tra gli degravei o tra gli uomini ma sempre era egrave e saragrave fuoco sempre vivente che si accende e si spegne secondo giusta misurardquo 60 B 67 ldquoIl dio egrave giorno notte inverno estate guerra pace sazietagrave fame e muta come lt il fuocogt quando si mescola ai profumi e prende nome dallrsquoaroma di ognuno di essirdquo 61 Platone Sophista 241 d in Opere Laterza Roma-Bari 1974 volI p401 traddi AZadro ldquoSTRDI ELEA Allora di questo io ti voglio pregare ancora con maggiore insistenza TEET Di che cosa STRDI ELEA Non credere che io divenga quasi un parricida TEET E per-cheacute mai STRDI ELEA Percheacute per difenderci saragrave necessario che noi sottoponiamo a esame il discorso del nostro padre Parmenide e dovremo sostenere con forza che ciograve che non egrave in un certo senso egrave esso pure e che ciograve che egrave a sua volta in certo senso non egraverdquo 62 HDiels-WKranz B 8 vv1-4 ldquoMa tu da questa via di ricerca allontana il pensiero neacute lrsquoabitudine nata dalle molteplici esperienze ti co-stringa lungo questa via a usar lrsquoocchio che non vede e lrsquoudito che rimbomba di suoni illusori e la lingua ma giudica col raziocinio la pugnace disamina che io ti espongordquo 63 22 B 107 ldquoOcchi ed orecchie sono cattivi testimoni per gli uomini che hanno anime barbarerdquo

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dellrsquoarmonia dei contrari comune agli uomini appunto la ragione che porta gli uomini fuori dalla ldquopropria e particolare saggezzardquo di chi si chiude in se stesso come se stesse dormendo65 - egrave possibile pervenire allrsquounica e comune veritagrave di ldquocoloro che sono destirdquo66

c) Questo appello alla ragione di entrambi i pensatori non egrave senza significato poicheacute solo in prima i-stanza i sensi attestano il divenire e la ragione lrsquoessere in seconda e ultima istanza come si egrave mo-strato lo stesso divenire non sarebbe tale senza quella riflessione concettuale in se stesso che ne fa ldquoleggerdquo logos ldquofuocordquo eccetera La convergenza poi egrave ampiamente documentabile su un piano piugrave generale non solo alla veritagrave si giunge con la ragione superando il dato immediato dei sensi - come si egrave appena mostrato nei due pensatori - ma tale veritagrave egrave fuori del cammino degli uomini che non la comprendono e si pone per-tanto come veritagrave divina Si veda per questo in Parmenide lrsquointero prologo del poema67 e in Eraclito da un lato i numerosissimi frammenti sullrsquoignoranza degli uomini che non intendono il logos dallrsquoaltro il frammento sullrsquoenigmatica rivelazione di Apollo delfico68

GORGIA

Sofista Egrave la netta antitesi a Parmenide scrive Sul non essere o sulla natura Lopera volendo dimostrare lautocontraddittorietagrave del concetto di essere e la non coincidenza dei piani realtagrave-pensiero-linguaggio ruota fondamentalmente attorno al problema del conoscere del pensare e del dire lessere 1) Nichilismo

Fr 82 B 3 DK (Sesto Empirico Contro i matematici VII 65-87) 1 Gorgia da Leontini fu anche lui del gruppo di coloro che escludono una norma assoluta di giudizio non perograve per le stesse obbiezioni che muoveva Protagora e la sua scuola Infatti nel suo libro intitolato Del Non essere o Della natura egli pone tre capisaldi lrsquouno conseguente allrsquoaltro 1) nulla esiste 2) se anche alcuncheacute esiste non egrave comprensibile allrsquouomo 3) se pure egrave comprensibile egrave per certo incomunicabile e inspiegabile agli altri a) Non esiste lrsquoessere la prova egrave che i filosofi si contraddicono Che nulla esiste egrave dimostrabile dal fatto

che se esistesse qualcosa sarebbe o lessere o il non-essere oppure entrambi Escludendo il non-essere che non egrave si passa allessere Esso sarebbe infinito o generato Se fosse infinito allora non egrave in alcun luogo preciso e quindi non esiste Se fosse generato allora lo sarebbe dal non-essere (e non potrebbe) o dallessere Ma lessere lo egrave giagrave e non puograve generare Quindi nulla egrave

b) se esiste non egrave conoscibile non esiste coincidenza essere pensiero ci sono pensati che non esistono c) se fosse conoscibile non sarebbe dicibile non egrave possibile comunicare tramite il linguaggio ciograve che egrave

Il linguaggio non ha nulla a che fare con la veritagrave non egrave possibile dire ad altri come realmente stan-no le cose

2) Non esiste neacute veritagrave neacute opinione Le tre tesi di Gorgia stanno dunque a significare che quella realtagrave di cui parlano i filosofi precedenti sia come realtagrave naturale fuori delluomo sia come discorso scientifico sulla materia egrave in effetti un nulla per luomo cioegrave non lo riguarda affatto Percheacute luomo egrave a contatto direttamente solo con i suoi pensieri e le sue sensazioni e non con le cose stesse In altre parole se cegrave una conoscenza questa riguarda solo e sempre quei fatti concreti individuali relativi che sono le sensa-zioni e i discorsi che su di esse costruiamo volta a volta e in maniera sempre diversa Ecco allora che occorreragrave indagare il singolo fatto la singola esperienza e non piuacute fatti o leggi generali e universali se non vogliamo rischiare di fare discorsi a vuoto Il nostro orizzonte si restringeragrave ma acquisteragrave in com-penso in concretezza ed in vivacitagrave percheacute metteragrave veramente a nudo le ragioni piuacute vere di un fatto di un avvenimento e solo cosiacute ne coglieragrave la veritagrave

64 B 2 ldquoBisogna dunque seguire ciograve che egrave comune Ma pur essendo questo logos comune la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezzardquo 65 B 1 ldquoDi questo logos che egrave sempre gli uomini non hanno intelligenza sia prima di averlo ascoltato sia subito dopo averlo ascoltato bencheacute infatti tutte le cose accadano secondo questo logos essi assomigliano a persone inesperte pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego distinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo comrsquoegrave Ma agli uomini rimane celato ciograve che fanno da svegli allo stesso modo che non sono coscienti di ciograve che fanno dormendordquo 66 B 89 ldquoUnico e comune egrave il mondo per coloro che son destirdquo 67 29 Ivi 28 B 1 vv1-30 68 B 93 ldquoIl signore il cui oracolo egrave a Delfi non dice neacute nasconde ma indicardquo

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3) Significato e possibilitagrave della parola in Gorgia la veritagrave non esiste quindi il linguaggio egrave totalmente distaccato dalla veritagrave esso non consiste nellenunciazione di conoscenze bensigrave nella persuasione (nel-lencomio di Elena Gorgia prende le difese di Elena colei per la quale aveva avuto inizio la guerra di Troia il discorso egrave in realtagrave un puro sfoggio di virtuositagrave oratorie Gorgia con larte persuasoria dimostra le cose piugrave assurde) a) La parola egrave una potente signora che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile compie le ope-

re piugrave divine b) La mutevolezza dei discorsi egrave richiesta dalla necessitagrave di adattarsi alle circostanze le quali in senso

lato comprendono le disposizioni drsquoanimo cosigrave dellrsquooratore come dellrsquouditore il momento il luogo la persona a cui si parla o di cui si parla etc Bisogna conoscere le diverse regole del discorso per non urtare contro le regole dellrsquoopportunitagrave variare convenientemente lrsquoeloquio scegliere ciascuna forma in consonanza con ciascun caso

La parola non piugrave legata allrsquoessere puograve essere lsquomanipolatarsquo la retorica finalizzata alla persuasione Qui sta anche la giustificazione della poesia in Gorgia

PLATONE

La fondazione della metafisica

1) Sulla scorta degli insegnamenti del suo maestro Socrate Platone compie un grandioso tentativo di co-

gliere lessenza delle realtagrave di dare alla conoscenza un ancoraggio oggettivo fondato sulle capacitagrave del-lintelletto umano superando il relativismo e il soggettivismo dei sofisti e il mondo sensibile cui questi erano rimasti ancorati I problemi che Platone di trova ad affrontare (visti i suoi interessi politici e la ne-cessitagrave di trovare i fondamenti di una vera politica che ci metta in condizione di non tornare ad uccidere Socrate) sono a) Cercare qualcosa che permetta di poter giudicare in modo sicuro dei dati sensibili senza essere in ba-

lia di essi b) necessitagrave di un discorso unitario per le scienze singole e poi per la politica quindi trovare un princi-

pio primo per tutte le scienze in modo che ognuna sappia quale sia il suo bene e quello generale In questo senso la filosofia egrave politica

c) necessitagrave dopo la morte di Socrate di fondare i valori che restino tali nelle diverse situazioni e di e-vitare il pericolo che il valore venga a coincidere con lrsquoutile del piugrave forte

2) la scoperta della metafisica Egrave il modo in cui Platone imposta e risolve il problema metafisico con la

scoperta della trascendenza che si egrave imposta in maniera paradigmatica come determinante nello svi-luppo del pensiero occidentale Lo stesso Aristotele accetteragrave questa impostazione del problema e il nu-cleo centrale della sua problematica dellrsquoldquoessere in quanto essererdquo consiste proprio nella domanda se lrsquoessere si risolve in quello sensibile o se invece si deve ammettere unrsquoaltra forma di essere al di sopra di quello sensibile a) Platone e i fisici limite della loro riflessione

i) I problemi di fondo della filosofia posti fin dal suo nascere sono i seguenti percheacute le cose ldquosi generanordquo percheacute ldquosi corromponordquo percheacute ldquosonordquo Le soluzioni di questi problemi proposte dai filosofi che hanno sviluppato lrsquoldquoindagine sulla naturardquo ossia dai filosofi naturalisti sono state tut-te quante di carattere ldquofisicordquo ossia sono state formulate tutte quante sulla base di elementi e di forze fisiche (acqua aria fuoco caldo freddo e simili) Ma nel fare questo hanno reso evidente e addirittura macroscopica lrsquoinconsistenza e le contraddizioni di questo modo di pensare e quin-di la sua incapacitagrave di spiegare le cose in modo conveniente

ii) Uno spiraglio per la soluzione del problema avrebbe potuto offrirlo Anassagora con la sua teoria che indica nellrsquoIntelligenza la causa di tutto ma lrsquoottica secondo cui egli trattava il problema che era quella stessa dei Naturalisti ha reso vana la sua intuizione in quanto ha continuato poi a far riferimento agli elementi e alle forze fisiche lasciando lrsquoIntelligenza inoperante Anassagora a-vrebbe dovuto spiegare il criterio secondo cui lrsquoIntelligenza opera ossia come i vari fenomeni per essere debbano essere strutturati in funzione del ldquomegliordquo e quindi in funzione di una pre-cisa conoscenza del meglio e del peggio ossia del ldquoBenerdquo e del ldquoMalerdquo La confusione in cui egrave caduto Anassagora corrisponde a quella in cui cadrebbe colui che sostenesse la tesi secondo cui Socrate fa tutto ciograve che fa con lrsquoIntelligenza ma poi di fatto credesse di poter spiegare la ragio-ne per cui egrave andato in carcere e vi egrave rimasto chiamando in causa i suoi organi di locomozione

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(gambe ossa nervi) e non indicando quella che egrave invece la ldquovera causardquo ossia la scelta del giu-sto e del meglio fatta appunto dalla sua Intelligenza Evidentemente senza le gambe Socrate non sarebbe potuto andare in carcere ma esse non sono se non gli strumenti di cui si egrave avvalso per mettere in atto la vera causa ossia la sua scelta del meglio Dunque ciograve che lega insieme le cose non sono certamente gli elementi fisici ma qualcosrsquoaltro ossia il Bene in funzione del quale lrsquoIntelligenza opera

iii) Le cause fisiche che pure sono reali non sono perograve le cause ultime ma sono delle con cause cause che sono strumento di altre cause che sono le vere cause

b) Seconda navigazione69 perchegrave ci deve essere il soprasensibile Non possiamo fermarci alla prima navigazione percheacute ci porta fuori rotta in quanto troppo legata ai sensi che ci accecano Quindi egrave ne-cessario spostare la nostra attenzione e fondarsi sul logos

69 Platone Fedone 99 A-102 A SOCRATE Se uno dicesse che io senza le mie ossa i miei nervi e tutte le altre parti del mio corpo non sarei in grado di fare quello che intendo fare direbbe bene ma se dicesse che io faccio le cose che faccio proprio a causa di quelle parti del corpo e che facendo le cose che faccio io agisco si con la mia intelligenza ma non in virtu della scelta del meglio allora costui ragionerebbe con grandissima legge-rezza Questo vuol dire non essere capace di distinguere tra la vera causa e il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere causa E mi sembra che i piu andando a tastoni come nelle tenebre e usando un nome che non gli conviene chiamano in questo modo il mez-zo come se fosse la causa stessa Ed e questo il motivo per cui qualcuno ( Empedocle) ponendo intorno alla terra un vortice suppone che la terra resti ferma per effet-to del movimento del cielo mentre altri ( Anassimene Anassagora Democrito) la pongono sotto laria come sostegno come se la ter-ra fosse una madia piatta Ma costoro non cercano quella forza per la quale terra aria e cielo hanno attualmente la migliore posizione che potessero avere ne credono che abbia una potenza divina sono convinti di aver trovato un Atlante piu potente piu immortale e piu capace di tenere luniverso e non credono affatto che il bene e il conveniente siano cio che veramente lega e tiene insieme tutto cio Io per poter apprendere quale sia questa causa mi sarei fatto col piu grande piacere discepolo di chiunque ma poiche la ignoravo e non mi fu possibile scoprirla da me ne apprenderla da altri ebbene vuoi che ti esponga Cebete la seconda navigazione ( deuteros plous) che intrapresi per andare alla ricerca di questa causa CEBETE Altro che se voglio SOCRATE In seguito a questo poiche ero stanco di indagare le cose sensibili mi parve di dover star bene attento che non mi capitasse quello che capita a coloro che osservano e studiano il sole quando ce leclissi perche alcuni si rovinano gli occhi se non guardano la sua immagi-ne rispecchiata nellacqua o in qualche altra cosa del genere A questo pensai ed ebbi paura che anche lanima mia si accecasse completamente guardando le cose con gli occhi e cercando di co-glierle con ciascuno degli altri sensi Percio ritenni di dovermi rifugiare nel postulare certi discorsi e di considerare in questi la verita delle cose esistenti Forse il paragone che ora ti ho fatto in un certo senso non calza giacche io non ammetto di certo che chi considera le cose alla luce di questi postulati le consideri in immagini piu di chi le considera nella realta Comunque io mi sono avviato in questa direzione e di volta in volta prendendo per base quel postulato che mi sembra piu solido giudico vero cio che concorda con esso sia rispetto alle cause sia rispetto alle altre cose e cio che non concorda lo giudico non vero () Mi accingo a mostrarti quale sia quella forma di causa su cui mi sono a fondo impegnato e percio torno nuovamente su quelle cose di cui molte volte si e parlato e da esse incomincio partendo dal postulato che esista un bello in se e per se un buono in se e per se un grande in se e per se e cosi via Ora se tu mi concedi e convieni che esistano veramente queste realta spero partendo da queste di mostrarti quale sia quella causa e di scoprire perche lanima e immortale CEBETE Ritieni pure che io te lo conceda e cerca di concludere presto SOCRATE Allora guarda se le conseguenze che da questi postulati derivano ti sembrano essere le stesse che sembrano a me A me sembra che se ce qualcosaltro che sia bello oltre al bello in se esso sia bello esclusivamente perche partecipa del bello in se E cosi dico di tutte le altre cose Sei daccordo su questa causa CEBETE Sono daccordo SOCRATE Allora io non comprendo piu e non posso piu conoscere le altre cause quelle di cui parlano i sapienti E se qualcuno mi dice che una cosa e bella per il suo colore vivo o per la figura fisica o per altre ragioni del tipo di queste io tutte queste cose le saluto e le mando a spasso perche con esse mi confondo e solo questo tengo per me semplicemente rozzamente e forse ingenuamente nessunaltra ra-gione fa essere quella cosa bella se non la presenza o la comunanza di quel bello in se o quale altro sia il modo in cui ha luogo questo rapporto Su tale rapporto io non voglio ora insistere ma insisto semplicemente nellaffermare che tutte le cose belle sono belle per il bello Questa mi pare che sia la risposta piu sicura da dare a me e agli altri e aggrappandomi a essa penso di non poter mai cadere e che sia sicuro per me e per chiunque altro rispondere che le cose belle sono belle per il bello Non pare anche a te CEBETE Mi pare SOCRATE () Se poi qualcuno volesse appigliarsi al postulato medesimo lo lasceresti parlare e non gli risponderesti fino a che tu non avessi con-siderato tutte le conseguenze che da esso derivano per vedere se esse concordano o non concordano fra loro

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i) I due esempi di Platone (1) una cosa bella Lrsquoesempio della bellezza egrave molto chiaro la bellezza del quadro che il pittore

dipinge o quella della statua che lo scultore scolpisce non si possono spiegare in base agli elementi fisici di cui il pittore e lo scultore si avvalgono per realizzare le loro opere non sono in alcun modo riducibili al colore alla tela al marmo neacute ad alcun altro dei materiali di cui gli artisti fanno uso Questi elementi non sono le cause della bellezza ma solo ldquocon-causerdquo os-sia i mezzi di cui si avvalgono per la realizzazione della Bellezza-in-seacute-e-per-seacute

(2) Socrate in carcere ii) Naturalmente ciograve che vale per la bellezza dice il nostro filosofo vale anche laquoper tutte quante le

coseraquo a cominciare dalle conoscenze matematiche e da quelle concernenti tutte le realtagrave in tutti i loro aspetti Ci deve essere una lsquoformarsquo idea che non si esaurisce nelle singole realtagrave (nessun oggetto esaurisce lrsquoidea) (1) Un aspetto molto importante dellidea egrave quello epistemologico quello logico Lidea egrave lUno

che dagrave ai fenomeni la loro unitagrave Con la partecipazione allunitagrave dellidea i molteplici oggetti percepibili diventano quello che essi sono

(2) Lidea egrave perograve al tempo stesso modello perfetto di quello che rappresenta e grazie alla sua perfezione ed immutabilitagrave si differenzia dalle cose sensibili che partecipano ad essa Nel campo etico le idee sono immediatamente anche norme Lrsquoidea rappresenta il metro di valu-tazione di giudizio quindi rappresenta il dover essere della realtagrave

(3) Egrave norma della realtagrave e in questo senso egrave la vera realtagrave una realtagrave superiore al mondo dellrsquoesperienza sensibile Egrave una realtagrave non sensibile (proprio percheacute niente del sensibile la esaurisce) egrave una realtagrave stabile e proprio per questo potragrave essere oggetto di scienza mentre del mondo sensibile dellrsquoesperienza sensibile ci saragrave solo doxa (e qui egrave possibile superare le obiezioni dei sofisti)

(4) Secondo Platone noi constatiamo mediante i sensi lrsquoesistenza di cose ldquougualirdquo ldquomaggiorirdquo e ldquominorirdquo ldquoquadraterdquo e ldquocircolarirdquo e di altre analoghe Ma ad una attenta riflessione noi scopriamo che i dati che lrsquoesperienza ci fornisce non si adeguano mai in maniera perfetta al-le corrispondenti nozioni che tuttavia noi possediamo indiscutibilmente nessuna cosa sensi-bile egrave mai perfettamente e assolutamente uguale a unrsquoaltra o perfettamente quadrata o cir-colare e ciononostante noi abbiamo nozioni e concetti di uguale di quadrato e di circolo ldquoassolutamente perfettirdquo Pertanto fra le conoscenze che noi abbiamo esiste un ldquodislivellordquo le intelligibili contengono un ldquoplusrdquo rispetto a quelle sensibili Donde puograve mai derivare questo ldquoplusrdquo Se non proviene dai sensi allora deve provenire da noi stessi Ma non puograve venire da noi stessi come creazione del soggetto pensante percheacute nemo dat quod non habet il sog-getto pensante non crea ma ldquotrova in seacuterdquo questo plus Lo trova in seacute come qualcosa che a lui si impone assolutamente E poicheacute non lo produce allora non si puograve se non concludere che questo plus lo ricavi da seacute per anamnesi ossia ldquoricordandolordquo come un ldquooriginario pos-sessordquo Anche non pochi moderni matematici e filosofi della matematica darebbero ragione (in buona misura) a Platone Bertrand Russel (in un saggio giovanile del 1901 in Mind) scri-veva laquoLrsquoaritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprigrave gli Indiani dellrsquoOvest e noi non creiamo i numeri non piugrave di quanto egli abbia creato gli India-niraquo

c) Due piani dellrsquoessere egrave il risultato della seconda navigazione ed egrave una distinzione decisiva per tutta la filosofia (solo a partire da adesso si potragrave parlare di materialismo) Due piani dellrsquoessere in cui il vero essere egrave proprio quello soprasensibile intelligibile

3) Iperuranio

a) significato di idealdquoIdeardquo non egrave una traduzione ma la semplice traslitterazione dellrsquooriginario greco La traduzione sarebbe quella di ldquoFormardquo i) Le cose che cogliamo con gli occhi fisici sono forme fisiche le cose che cogliamo invece con

lrsquoocchio dellrsquoanima ossia con lrsquointelligenza sono forme non fisiche ossia intelligibili pure essen-ze Dunque quelle Idee che si raggiungono mediante la laquoseconda navigazioneraquo sono le eterne

E qualora dovessi rendere conto del postulato stesso tu dovresti darne ragione procedendo alla stessa maniera cioe ponendo un ulte-riore postulato quello che ti sembri il migliore fra i piu elevati via via fino a che tu non pervenissi a qualcosa di adeguato E cosi se vuoi scoprire qualcosa degli esseri non farai confusione come la fanno invece coloro che di tutte le cose discutono il pro e il contro e che mettono in discussione insieme il principio e le conseguenze che da esso derivano Di questo essi non dicono nemmeno una parola e non si danno premura perche si compiacciono di mescolare insieme tutte le cose con la loro sapienza Ma tu se sei un filosofo farai credo quello che dico

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Forme o Essenze del bene del bello del giusto e di tutti i valori supremi che lrsquoIntelligenza nei momenti supremi della sua capacitagrave conoscitiva quando si muove nella dimensione dellrsquointelligibile riesce a raggiungere e quindi a ldquovedererdquo a ldquocontemplarerdquo

ii) Le Idee sono realtagrave oggettive assolute che la mente non produce le coglie con il concorso dellrsquoesperienza ma procedendo appunto mediante lrsquoanamnesi oltre lrsquoesperienza

b) nuovo archegrave c) caratteri delle idee

i) intelligibilitagrave coglibili solo mediante lrsquointelligenza Quindi sono incorporee Infatti lrsquointelligibile in quanto non egrave coglibile con i sensi che sono legati al corporeo trascende la dimensione del cor-poreo e in tal senso egrave ldquoincorporeordquo

ii) Immutabilitagrave le Idee vengono ripetutamente qualificate da Platone come laquovero essere raquo ossia un essere che non nasce non perisce non cresce neacute diminuisce non muta neacute diviene in alcuna maniera ossia come essere in seacute In effetti il divenire proprio per il suo continuo mutare non spiega se medesimo e pertanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere che mutua dalle Idee

iii) Il carattere della immutabilitagrave viene attribuito da Platone alle Idee in opposizione al relativismo derivante dal pensiero eracliteo che riteneva tutte le cose prive di stabilitagrave in quanto trascinate da un perenne flusso (laquotutto scorreraquo diceva Eraclito)

iv) E contro il relativismo e soggettivismo protagoreo (secondo cui lrsquouomo egrave misura di tutte le cose e ciascuna delle cose egrave cosigrave come a ciascuno pare) Platone afferma che le Idee sono laquoin seacute e per seacuteraquo ossia non relative ma hanno carattere di ldquoperseitagraverdquo ossia sono assolute e scrive laquoEgrave evidente che le cose in se stesse hanno una propria essenza stabile non sono in rapporto con noi neacute sono trascinate da noi in su e in giugrave con la nostra immaginazione bensigrave sono per se stesse in rapporto con la loro essenza come sono per naturaraquo

v) In breve lrsquoimmutabilitagrave e lrsquoessere in-seacute-e-per-seacute delle Idee sono caratteri che esprimono la loro oggettivitagrave e assolutezza (1) Un mutamento dellrsquoIdea stessa del Bello ossia il suo diventare non-bella implicherebbe an-

che la distruzione totale di ogni bellezza partecipata e quindi lo scomparire di ogni forma di bellezza Platone con questa teoria ha voluto esprimere questo concetto la vera causa che spiega ciograve che muta non puograve mutare essa stessa altrimenti non sarebbe laquovera causaraquo os-sia non sarebbe la ragione ultimativa

(2) un altro esempio Se improvvisamente tutti gli uomini diventassero ingiusti non per questo lrsquoIdea di giustizia verrebbe a mancare verrebbero a mancare semplicemente uomini giusti Drsquoaltra parte proprio nellrsquoaffermare che tutti gli uomini sono ingiusti noi presupponiamo chiaramente lrsquoIdea di giustizia altrimenti non potremmo assolutamente parlare di ldquoin-giustirdquo

vi) tograve pantelograves on lessere per eccellenza vii) unitagrave Ciascuna Idea egrave una ldquounitagraverdquo e in quanto tale spiega le cose sensibili che di essa parteci-

pano nella loro molteplicitagrave costituendo una molteplicitagrave unificata Riconduce a unitagrave la moltepli-citagrave egrave proprio lrsquoidea che permette la conoscenza in quanto permette di unificare la molteplicitagrave sensibile

d) Iperuranio (mito) laquoIperuranioraquo significa ldquoal di sopra del cielordquo Questa metafora indica un luogo che non egrave affatto un luogo in senso fisico ma esprime ciograve che egrave oltre il luogo fisico in dimensione meta-fisica Il cielo egrave termine ultimo del visibile (e quindi del sensibile) il ldquosopra-cielordquo egrave il sopra-visibile ossia il sopra-sensibile Platone nel descrivere lrsquoIperuranio dice espressamente laquoLrsquoessere che real-mente egrave incolore e privo di figura e non visibile che puograve essere contemplato solo dal pilota dellrsquoanima occupa tale luogoraquo Si tratta dunque di un luogo che metaforicamente esprime il non-luogo il soprasensibile il trascendente i) Non crsquoegrave dualismo le idee sono trascendenti ma assieme sono causa della realtagrave sensibile e il

sensibile si spiega solo ricorrendo ad esse non puograve spiegarsi da seacute proprio percheacute egrave in se stesso contraddittorio Rapporto tra idee e realtagrave (1) mimesi il sensibile egrave imitazione delle idee (2) partecipazione la realtagrave sensibile partecipa allrsquointelligibile e proprio nella misura in cui vi par-

tecipa diventa essa stessa intelligibile (ogni cosa sensibile partecipa a piugrave idee contempora-neamente)

(3) comunanza tra idee e realtagrave proprio percheacute la realtagrave egrave causata dalle idee (4) presenza (5) paradigma o modello le idee rappresentano il dover essere della realtagrave

ii) Parmenide Eraclito e Platone Il tutto viene diviso in due livelli

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(1) il livello intelligibile in cui viene riconfermata la teoria di Parmenide con la differenza perograve che in Parmenide lrsquoessere egrave uno in Platone egrave molteplice anche se un molteplice non caotico come in Democrito ma organizzato

(2) il piano sensibile in cui viene riconfermata la validitagrave di Eraclito iii) Iperuranio e sua struttura Esiste una essenza per tutto ciograve che crsquoegrave quindi esiste una idea que-

sta molteplicitagrave di idee non egrave perograve in ordine casuale caotico Il mondo delle idee egrave strutturato secondo un ordine gerarchico e lrsquoordine dipende nella repubblica dalla vicinanza al Bene (1) Al vertice il bene che egrave come il sole (2) Poi le idee dei valori morali ed estetici (3) Le idee di (tutte) le cose sensibili (4) Gli enti matematici (5) (le idee degli oggetti artificiali)

iv) Bene oltre lessere e lintelligenza70 Il Bene per Platone egrave principio di tutte le altre idee nel sen-so che egrave causa sia della loro conoscibilitagrave sia della loro stessa essenza ossia il bene egrave ciograve che conferisce a tutte le altre idee la determinatezza che esse hanno Per questo Platone a proposi-to del bene lo definisce come epegravekeina tes ousias cioegrave al di lagrave dellessere o dellessenza Que-sto non significa che lidea del bene non sia cioegrave non sia anchessa essere significa che egrave al di sopra di quellessere che egrave costituito da tutte le altre idee Essa egrave il principio stesso dellessere E una dottrina molto importante percheacute ad essa si riallacceragrave poi il cosiddetto neoplatonismo soprattutto con Plotino nel III secolo dC quando il principio di tutta la realtagrave cioegrave lUno verragrave posto ugualmente al di lagrave dellessere e quindi anche al di lagrave del pensiero della pensabilitagrave (1) Ogni idea egrave quella che egrave in quanto riflette il Bene partecipa al Bene e da qui dipende il po-

sto che occupa nella gerarchia delle idee (2) Drsquoaltra parte ogni idea egrave causa della realtagrave fa sigrave che la realtagrave sia come egrave Bene che sia (3) In questo senso il Bene egrave il principio unificatore del tutto

4) revisione della teoria delle idee Platone presenta tutta una serie di obiezioni al suo sistema Non dagrave risposte perograve non si possono abbandonare le idee in quanto unico possibile fondamento della conoscen-za e della vita morale e politica a) Parmenide nel dialogo intitolato Parmenide il filosofo eleate avanza una serie di obiezioni contro

la teoria platonica delle idee E questo egrave del tutto comprensibile se Parmenide avesse potuto legge-re i dialoghi di Platone certamente avrebbe riproposto contro la dottrina delle idee le sue obiezioni sullineliminabile contraddittorietagrave e quindi falsitagrave di ogni molteplice sia pure costituito da idee Nel Parmenide Platone non risponde direttamente a queste obiezioni Si limita a riprendere ironicamen-te il metodo zenoniano tentando di dimostrare che se scaturiscono conseguenze assurde dalla dot-trina delle idee conseguenze ancora piugrave assurde scaturiranno dallammettere lUno zenoniano e parmenideo i) rapporto Uno-molti

(1) lidea assoluta lrsquoidea vista come un atomo tutto egrave falso Gorgia lidea che egrave tutto egrave vero Protagora

(2) Uno assoluto esclusi il divenire la conoscibilitagrave la dicibilitagrave lrsquoessere Uno che egrave introduce la molteplicitagrave quindi il divenire la conoscibilitagrave e la dicibilitagrave

(3) la moltiplicazione allinfinito delle idee qualora lrsquoidea debba essere presente in ogni singola cosa

(4) lidea di terzo uomo (Aristotele) e il regresso allrsquoinfinito quindi lrsquoimpossibilitagrave di trovare lrsquounitagrave

ii) Uno e molteplice non possono essere assoluti quindi non puograve reggere neacute lrsquoipotesi di Parmenide (monismo assoluto) neacute quella di Democrito (pluralismo assoluto) Ci deve essere una via sinteti-ca di mezzo e cioegrave lrsquounitagrave di un molteplice unificato (1) Questo vale sia per il rapporto delle idee tra di loro

1(a) Lrsquoidea egrave una ma non egrave un atomo isolato insieme ce ne sono molte altre e assieme formano una unitagrave di sistema

1(b) Tra lrsquoaltro molte idee contengono altre idee (es generi e specie)

70 La Repubblica 509b-c SOCRATE Dirai credo che agli oggetti visibili il sole conferisce non solo la facoltagrave di essere visti ma anche la generazione la crescita e il nutrimento pur senza essere esso stesso generazione GLAUCONE E come potrebbe esserlo SOCRATE Puoi dire dunque che anche gli oggetti conoscibili non solo ricevono dal bene la proprietagrave di essere conosciuti ma ne otten-gono ancora lesistenza e lessenza anche se il bene non egrave essenza ma qualcosa che per dignitagrave e potenza trascende lessenza

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(2) sia per il rapporto idee-mondo lrsquoidea egrave lrsquounitagrave di una molteplicitagrave empirica b) Sofista nel Sofista Platone intraprende una discussione assai approfondita sui concetti di Non-

Essere e di Essere La soluzione consiste nellosservare che quando uso lespressione verbale non-essere in realtagrave affermo soltanto una diversitagrave Se dico che il tavolo non egrave la sedia intendo dire che il tavolo egrave diverso dalla sedia Quindi il concetto di Non-Essere si risolve completamente nel concetto di alteritagrave La conseguenza egrave che se dico che il tavolo egrave il tavolo ed egrave diverso dalla sedia non pronuncio piugrave lespressione non egrave che per Parmenide era il segno della falsitagrave del molteplice ma mi muovo sempre sul piano dellEssere Lessere egrave affermato per ogni cosa nella sua identitagrave e sempre per quella cosa nella sua diversitagrave da tutte le altre Dunque si rimane sempre sul piano del positivo senza mai portarsi su quello del negativo Egrave per questo che la dialettica il rapporto tra i-dentitagrave e diversitagrave assume unimportanza enorme Se il Non-Essere egrave completamente risolto nellal-teritagrave egrave chiaro che Parmenide non puograve piugrave replicare in base alla contraddittorietagrave Potrebbe ancora replicare in base alla molteplicitagrave dicendo che il tavolo egrave diverso dalla sedia affermo la realtagrave di due cose ma il molteplice egrave in quanto tale illusorio Tuttavia Platone ha alle sue spalle Melisso il quale aveva detto che anche il molteplice se permanesse eternamente identico a se stesso sarebbe al-trettanto vero dellEssere e la caratteristica delle idee platoniche egrave proprio quella di rimanere eter-namente identiche a se stesse i) Lrsquoessere perfetto egrave vivo Percheacute vivo egrave anche intelligente Se egrave intelligente ed egrave vivo egrave anche

movimento ma insieme egrave in quiete in quanto sempre identico a se stesso e non coincide con nientrsquoaltro Abbiamo allora i cinque generi sommi essere movimento quiete identico e diverso generi sommi proprio percheacute tutto partecipa ad essi

ii) Ogni idea egrave immobilmente se stessa ma anche in ideale movimento verso le altre in quanto par-tecipa delle altre Quindi lrsquoessere egrave potenza forza dinamicitagrave relazione e viene superato lrsquoimmobilismo aleatico

iii) Egrave in questo dialogo che avviene il parmenicidio o parricidio (1) esiste il non essere (il diverso)71 Ogni idea egrave essere e molto piugrave non essere non esiste

lrsquoessere puro (Parmenide) ma lrsquoessere che egrave sempre sintesi di essere e di determinazioni ed ogni determinazione egrave quindi lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni

(2) a livello sensibile il non essere non egrave solo il diverso ma anche il nulla 5) Filebo e Timeo

a) Flebo Necessario un II passo nella seconda navigazione Le idee abbiamo visto che rappresentano lrsquounitagrave della molteplicitagrave sensibile Ora dal carattere dellrsquoldquounitagraverdquo delle Idee emerge un ulteriore pro-blema Infatti ciascuna Idea egrave ldquounardquo e in quanto tale spiega la molteplicitagrave delle cose che di essa partecipano Ma nel loro complesso le Idee sono esse stesse ldquomolterdquo Se cosigrave egrave che rapporti hanno fra di loro Crsquoegrave qualcosa di superiore da cui esse dipendono In effetti se le Idee risolvono i pro-blemi connessi alla molteplicitagrave dei sensibili appunto in quanto sono molte ripropongono un analo-go e piugrave complesso problema a livello soprasensibile Proprio in riferimento al mondo ideale Platone scrive laquoChe i molti siano uno e che lrsquouno sia molti egrave una cosa meravigliosa da affermareraquo Si rende pertanto necessaria una spiegazione metafisica a un secondo livello Come la sfera della molteplicitagrave del mondo sensibile dipende dalla sfera del mondo delle Idee cosigrave analogamente la sfera della molteplicitagrave delle Idee dipende da una ulteriore sfera di realtagrave da cui le Idee stesse derivano Questa sfera egrave costituita dai laquoPrincigravepi primi e supremi raquo e lrsquoindagine metafisica di tali ldquoprincigravepi primirdquo puograve ben chiamarsi protologia i) Dalle idee ai principi delle idee Uno ndash Diade infinita Filebo necessitagrave della terza navigazione

La laquodottrina delle Ideeraquo e la laquoteoria dei Princigravepiraquo costituiscono pertanto due distinti livelli di fondazione due piani successivi dellrsquoindagine metafisica due tappe successive della laquoseconda navigazioneraquo Egrave proprio questa seconda tappa della laquoseconda navigazioneraquo che Platone ha con-siderato come la trattazione di quelle laquocose di maggior valoreraquo che ndashcome egli dice nel finale

71 []Dunque evidentemente nella contrapposizione di una parte del diverso a una parte di ciograve che egrave posti questi due termini in contrapposizione fra loro non egrave se egrave lecito dirlo quella parte meno essere di ciograve che egrave in quanto tale poicheacute non ha il valore di op-posto di questo ma solo di diverso da esso []Teeteto - Egrave chiaro che ciograve che non egrave ciograve che noi cercavamo studiando il sofista non egrave altro che questo Lo straniero - Come hai detto ciograve non egrave inferiore quanto allessere a nessuna altra cosa E non occorre dire ormai coraggiosamente che ciograve che non egrave egrave saldamente ed ha una sua propria natura come vedemmo che il grande egrave grande e che il bello egrave bello e ciograve che non egrave grande non-grande e ciograve che non egrave bello non-bello Anche ciograve che non egrave per la stessa ragione vedemmo essere ed egrave non es-sendo ed egrave un genere da annoverare fra i molti altri che sono Oppure Teeteto vegrave ancora qualche perplessitagrave in ciograve (Platone Sofista 257c 258c a cura di A Zadro Laterza Bari 1971)

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del Fedrondash il filosofo in quanto tale laquonon mette per iscrittoraquo e tiene in serbo per lrsquolaquooralitagrave dialet-ticaraquo I principi a cui si dovrebbe ridurre tutto e che dovrebbero essere spiegazione di tutto (del sensi-bile e dellrsquointelligibile) sono lrsquoillimite (apeiron indeterminato) il limite (peras) il misto (il limite ordinato dal limite) la causa intelligente della mescolanza (necessaria solo per il mondo sensibile in quanto i principi primi sono intelligibili e per Platone lrsquointelligibile egrave superiore allrsquointelligente) (1) mondo sovrasensibile Al vertice protologico della metafisica platonica non crsquoegrave un unico Prin-

cipio primo e supremo bensigrave due Princigravepi lrsquoUno e la Diade La spiegazione di questa duplici-tagrave di princigravepi si ottiene solo se si intende la posizione storica in cui essa si colloca Il proble-ma metafisico per eccellenza per i Greci egrave stato per molto tempo il seguente percheacute ci sono i molti Percheacute e come dallrsquoUno derivano i molti Il problema si era imposto come decisivo soprattutto dopo la radicale esperienza dellrsquoeleatismo che negando ogni forma di non-essere aveva negato ogni forma di molteplicitagrave e aveva ridotto tutto lrsquoessere a unitagrave 1(a) LrsquoUno (principio dellrsquoessere della conoscibilitagrave e del valore egrave principio formale ed egrave

equivalente al Bene proprio percheacute lrsquoUno egrave ordine laquoil Bene egrave la misura perfettissima di tutte le coseraquo) come principio primo e supremo non egrave ovviamente lrsquoldquouno aritmeticordquo ma lrsquoldquoUno metafisicordquo ossia principio che dagrave unitagrave a tutti i livelli determinando e ordi-nando il principio antitetico Lrsquouno aritmetico non egrave se non una derivazione dallrsquoUno me-tafisico

1(b) La Diade o dualitagrave non egrave il ldquoduerdquo ma la radice della molteplicitagrave e della differenzia-zione a tutti i livelli La formula esoterica completa egrave questa laquoDiade indefinita di gran-de-e-piccoloraquo La Diade egrave concepita come dualitagrave di grande-e-piccolo nel senso che egrave in-finita grandezza e infinita piccolezza nel senso che egrave incomposta tendenza allrsquoinfinitamente grande e allrsquoinfinitamente piccolo in tutti i sensi del piugrave e meno mag-giore e minore e quindi egrave strutturale diseguaglianza In altri termini si puograve dire che la Diade nei suoi piugrave alti gradi egrave una sorta di laquomateria intelligibileraquo mentre nel suo grado piugrave basso egrave una laquomateria sensibileraquo come vedremo I due Princigravepi cosigrave intesi sono pertanto ugualmente originari anche se il primo dal pun-to di vista del valore egrave superiore al secondo Tuttavia malgrado la sua superioritagrave assio-logica non avrebbe potenza ed efficacia produttiva senza il principio antitetico Platone non poteva dedurre lrsquointera realtagrave dal primo principio in quanto il pensiero umano non aveva ancora raggiunto il concetto di una realtagrave spirituale infinita concetto questo che deriveragrave dalla cultura ebraica Per lrsquoesattezza bisogna precisare che non si dovrebbe neppure parlare di ldquoduerdquo princigravepi qualora si intendesse il ldquoduerdquo in senso aritmetico e non metafisico Infatti i numeri sono posteriori ai princigravepi e da essi derivati e il due non si puograve applicare ai princigravepi se non in senso metaforico ossia in senso prototipico Piugrave che di ldquodualismordquo dei princigravepi si dovrebbe parlare in modo piugrave corretto di ldquobipolarismordquo in senso appunto metafisico protologico

1(c) Ma ecco come il bipolarismo indichi lrsquoasse portante della concezione platonica dellrsquoessere Ogni forma di essere deriva da una mediazione sintetica dellrsquoUno principio unificante determinante e armonizzante e della Diade principio di molteplicitagrave di diffe-renziazione di gradazione E che lrsquoessere sia una mediazione un ldquomistordquo di determinato e indeterminato di uno e molti non ci viene detto solo dalla tradizione indiretta ma in modo trasversale e piugrave volte da Platone stesso In particolare nel Filebo scrive laquoGli an-tichi che erano migliori di noi e stavano piugrave vicini agli degravei ci hanno trasmesso questo oracolo che le cose che si dice che sempre sono sono costituite di uno e di molti ed hanno per natura in se stesse limite e illimitatezzaraquo In conclusione non solo lrsquoessere delle cose sensibili deriva da materia e da forma ma lo stesso essere delle stesse Idee deriva da una materia intelligibile determinata formalmente dallrsquoUno ossia egrave una mesco-lanza o sintesi dei due princigravepi Ben si comprende pertanto come Platone dica che lrsquoUno-Bene egrave laquoal di sopra dellrsquoessere (epekeina tes ousias)raquo trascende lo stesso essere in quanto ne egrave la causa suprema

1(d) Dallrsquoazione del principio determinante sullrsquoindeterminato derivano (i) numeri ideali e generi sommi Nella concezione greca dei numeri i numeri derivano

dalluno che egrave principio ma non derivano per addizione come nella aritmetica a cui noi siamo abituati a pensare bensigrave derivano dallUno per divisione Per comprendere adeguatamente questo processo egrave sufficiente ricordare come ciascun numero puograve essere definito come un rapporto tra due grandezze Il numero due eacute il rapporto tra il doppio e la metagrave il tre eacute il rapporto fra un terzo e il suo triplo il quattro analoga-

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mente cioegrave ciascun numero eacute un rapporto tra due grandezze una maggiore e una minore una grande e una piccola Nel momento in cui queste due grandezze non entrano tra di loro in un rapporto determinato non abbiamo ancora il numero ab-biamo soltanto un grande e un piccolo che sono fra di loro in un rapporto del tutto indeterminato Non appena questo rapporto viene determinato e lazione determi-nante non puograve che provenire dallUno ecco che si genera il numero cioegrave quando il rapporto diventati un mezzo di un terzo di un quarto si genera il due il tre il quat-tro cioegrave i due principi posti da Platone per le idee non sono altro che i principi dei numeri Ai numeri ideali e ai generi sommi partecipano tutte le idee

(ii) le idee le quali partecipando diversamente ai numeri ideali avranno una struttura ge-rarchica

(iii) gli enti matematici (metaxuuml) egrave attraverso questi che le idee ineriscono alla realtagrave sensibile

tutto egrave unitagrave - molteplicitagrave b) Cosmologia Timeo

i) Per Prmenide il mondo sensibile egrave nulla mentre per la doxa esiste Per Platone ha lrsquoessere ma un essere radicalmente diverso dal παντελograveσ ograveν caratteristico delle idee Il suo egrave un essere la-cerato condizionato dal non essere perograve non egrave nulla di conseguenza anche la doxa egrave qualcosa anche se non egrave la veritagrave Il mondo sensibile egrave metaxuuml non egrave lrsquoessere ma ha lrsquoessere Mondo sensibile intermedio tra essere e non essere

ii) Le idee sono il trincio formale che de-termina il principio materiale iii) Principio materiale egrave la chora ricettacolo dei quattro elementi chora che egrave oscura inintelligibile

indeterminata Principio materiale di ogni cosa per essa il mondo egrave sensibile Questa chora egrave ri-cettacolo anche delle idee anche se egrave diversa opposta ad esse Egrave movimento caotico mancante di misura e di ordine Per questa sua caratteristica non potragrave mai essere del tutto determinata dalle idee e dal Bene limita lrsquoazione delle idee e del Bene

iv) Dallrsquoazione delle idee sulla chora ne deriva il misto il mondo v) Questa azione avviene per opera del Demiurgo Demiurgo (caratterizzato da intelligenza e volon-

tagrave quindi un dio personale) che egrave inferiore al mondo delle idee Bene ed idee sono divine ma non sono Dio sono intelligibili quindi sono norma per lrsquointelligenza e di conseguenza sono su-periori allrsquointelligenza

vi) Il Demiurgo innamorato dellrsquoIperuranio cerca di riprodurlo a livello di chora quindi plasma il mondo per amore72 (1) Ne deriva la costruzione del mondo il migliore possibile quindi unico perfetto eterno (ne-

gativo e male = resistenza della chora) sul modello dellIperuranio attraverso gli enti mate-matici quindi tutto egrave ordine e misura

(2) Percheacute perfetto non puograve non essere vivente (quindi dotato di unrsquoAnima del mondo che tutto avvolge e in quanto perfetto destinato a vivere sempre) e intelligente (rivaluta il cosmo che non egrave luogo dellrsquoirrazionalitagrave ma presenza per quanto limitata del logos e del Bene)

(3) Il Demiurgo plasma anche le anime degli uomini (sfruttando tre dei cinque generi sommi essenza identico diverso egrave grazie alla presenza del diverso che lrsquoanima saragrave in grado dio mediare tra sensibile e soprasensibile) alle quali il Demiurgo mostra le leggi eterne

(4) Tempo Il tempo viene definito immagine mobile delleternitagrave73 come il mondo sensibile egrave imitazione di quello intelligibile (il primo mutevole il secondo eterno) cosigrave il tempo egrave imita-zione delleternitagrave Non a caso il tempo viene identificato con il movimento circolare se si vuole rappresentare leternitagrave con qualcosa di movimentato senzaltro ciograve che meglio la rap-presenta egrave il cerchio il movimento circolare in cui si compie un giro per poi tornare al punto di partenza infatti il tempo egrave caratterizzato dal non essere eternitagrave ma tornare sempre su se stesso La cosa piugrave simile a ciograve che non si muove mai egrave quella che torna sempre su stessa

72 Nel Timeo 30 Platone scrive Se questo mondo egrave bello e il dio artefice egrave buono egrave evidente che ha guardato allrsquoesemplare eterno [] infatti lrsquouniverso egrave la piugrave bella delle cose che sono state generate e lrsquoArtefice egrave la migliore delle cause Egli era buono e in un buono non nasce mai nessuna invidia per nessuna cosa Essendo dunque lungi dallrsquoinvidia Egli volle che tutte le cose diventassero il piugrave possibile simili a Lui 73 ldquoDunque il tempo fu prodotto insieme con il cielo affincheacute cosigrave come erano nati insieme si dissolvessero anche insieme se mai do-vesse avvenire una loro dissoluzione E fu prodotto in base al modello della realtagrave eterna in modo che gli fosse al piugrave alto grado simile nella misura del possibilerdquo (Timeo 37D)

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cosigrave come la cosa piugrave simile che luomo possa fare per eternarsi egrave il riprodursi ciclicamente Dunque il tempo egrave la plasmazione delleternitagrave ideale da parte del Demiurgo La conseguen-za egrave che non cegrave un tempo prima del mondo perchegrave egrave solo con la nascita del mondo sensibi-le che il Demiurgo ha calato nella realtagrave sensibile limitazione di eternitagrave

(5) Platone e Pitagora il Demiurgo plasma la chora servendosi degli enti matematici che diven-tano cosigrave la struttura determinante della realtagrave (E saragrave proprio sul platonismo che nel Cin-que Seicento si baseragrave la rivoluzione scientifica per affermare (cfr Galilei) la struttura essen-zialmente matematica della realtagrave) In questo Platone riprende Pitagora e come per Pitago-ra se la realtagrave egrave strutturata matematicamente non potragrave che essere ordine e armonia quin-di cosmo epifania dellrsquointelligibile e del Bene

ldquoChe senso puograve avere per lrsquouomo di oggi sentirsi dire da Platone che il Bene egrave lrsquoUno Misura suprema di tutte le cose che agisce sulla Diade ossia sulla disordinata divisione nei molti Percheacute la reazione dellrsquouomo drsquooggi non dovrebbe essere proprio quella assunta dagli antichi quando lrsquohanno sentita esporre Aristosseno ci riferisce Come Aristotele soleva sempre raccontare questa era lrsquoimpressione che provava la maggior par-te di coloro che ascoltarono la conferenza Intorno al Bene Infatti ciascuno vi era andato pensando di poter apprendere uno di questi che sono considerati beni umani come la ricchezza la salute la forza e in genera-le una meravigliosa felicitagrave Ma quando risultograve che i discorsi vertevano intorno a cose matematiche a nume-ri geometria e astronomia e da ultimo si sosteneva che vi egrave un Bene un Uno io credo che questo sia sem-brato qualcosa del tutto paradossale Di conseguenza alcuni disprezzarono la cosa altri la biasimarono In realtagrave lrsquouomo di oggi tende a dividere tutto come ha fatto con lrsquoatomo Non solo a livello politico e socia-le (classi partiti correnti ecc) ma anche a livello morale divisione della famiglia con il divorzio lotte fra i sessi divisioni fra genitori e figli e cosigrave di seguito Lrsquouomo di oggi ha scavato scissioni diadiche di fondo an-che nel proprio animo con ben note conseguenze E il messaggio platonico allrsquouomo di oggi potrebbe pro-prio essere questo la soluzione di tutti i problemi connessi a quelle divisioni e alle loro nefaste conseguenze ha una sola radice riportare lrsquounitagrave nella molteplicitagrave ordine nel disordine armonia nella disarmonia Lrsquouomo si deve convincere che nella sua individualitagrave non egrave e non puograve essere la misura di tutte le cose La Misura di tutte le cose non puograve che essere in una dimensione trascendente In altri termini bisogna ritrovare la ldquogiu-sta misurardquo fra lrsquoeccesso e il difetto Ma questa egrave forse per lrsquouomo di oggi la cosa piugrave difficile da realizzare in quanto egrave caduto in preda agli eccessi in tutti i sensi come in passato non era mai avvenuto e ha portato lrsquoindividualismo alle estreme conseguenze Un buon auspicio comunque sembra potersi intravedere NellrsquoOccidente Platone egrave oggi a ruota con Agostino il filosofo piugrave richiesto dal pubblico al di fuori delle scuole e delle Accademie E questo incomincia a verificarsi anche in alcuni paesi dellrsquoEst Il che significa che il pubblico incomincia a comprendere ciograve di cui egrave mancante e che va recuperatordquo74

La conoscenza

1) Per Platone e in questo egrave perfettamente in linea con la posizione di Parmenide la conoscenza egrave propor-zionale allrsquoessere Di conseguenza Platone distingue diversi gradi di conoscenza Solo lessere egrave piena-mente conoscibile mentre il non-essere non egrave affatto conoscibile tra questi due estremi vi egrave perograve il mondo sensibile che egrave un misto di essere e non-essere e per questo egrave conoscibile in un modo che egrave in-termedio fra la scienza e lignoranza questa forma di conoscenza si chiama opinione (doxa) ed egrave quasi sempre fallace percheacute non ha in segrave la garanzia della veritagrave A loro volta opinione e scienza hanno due gradi lopinione si divide in immaginazione e in credenza la scienza si divide in scienza mediana e in pu-ra intellezione75

74 G REALE Platone e la scoperta della trascendenza nelle sue implicanze e conseguenze in httpejour-fupunifiitindexphpresarticleviewFile13761311 75 Repubblica 509d-511e [509 d] ndash Ebbene ripresi immagina che come stiamo dicendo siano essi due princiacutepi e che reggano uno il genere e il mondo intelligibile lrsquoaltro quello visibile Mi esprimo cosiacute percheacute dicendo ldquomondo celesterdquo non ti diacutea lrsquoimpressione di sofistica-re sul nome ti rendi conto di queste due specie visibile e intelligibile ndash Me ne rendo conto ndash Supponi ora di prendere una linea biseca-ta in segmenti ineguali e mantenendo costante il rapporto dividi a sua volta ciascuno dei due segmenti quello che rappresenta il gene-re visibile e quello che rappresenta il genere intelligibile e secondo la rispettiva chiarezza e oscuritagrave tu avrai [e] nel mondo visibile un primo segmento le immagini Intendo per immagini in primo luogo le ombre poi i [510 a] riflessi nellrsquoacqua e in tutti gli oggetti formati da materia compatta liscia e lucida e ogni fenomeno simile se comprendi ndash Certo che comprendo ndash Considera ora il secondo cui il primo somiglia gli animali che ci circondano ogni sorta di piante e tutti gli oggetti artificiali ndash Lo considero rispose ndash Non vorrai am-mettere feci io che il genere visibile egrave diviso secondo veritagrave ossia che lrsquooggetto simile sta al suo modello come lrsquoopinabile [b] sta al co-noscibile ndash Io siacute disse certamente ndash Esamina poi anche in quale maniera si deve dividere la sezione dellrsquointelligibile ndash Come ndash Ecco lrsquoanima egrave costretta a cercarne la prima parte ricorrendo come a immagini a quelle che nel caso precedente erano le cose imitate e partendo da ipotesi procedendo non verso un principio ma verso una conclusione Quanto alla seconda parte quella che mette capo a un principio non ipotetico egrave costretta a cercarla movendo dallrsquoipotesi e conducendo questa sua ricerca senza le immagini cui ricorreva in quellrsquoaltro caso con le sole idee e per mezzo loro ndash Non ho ben compreso rispose queste tue parole ndash Ebbene [c] ripresi torniamoci

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2) Per meglio comprendere la teoria dei gradi della conoscenza bisogna introdurre uno dei miti piugrave impor-tanti e piugrave conosciuti del pensiero platonico quello della caverna76 Platone immagina degli uomini che

sopra comprenderai piuacute facilmente quando si saragrave fatta questa premessa Tu sai credo che coloro che si occupano di geometria di calcoli e di simili studi ammettono in via drsquoipotesi il pari e il dispari le figure tre specie di angoli e altre cose analoghe a queste secon-do il loro particolare campo drsquoindagine e come se ne avessero piena coscienza le riducono a ipotesi e pensano che non meriti piuacute ren-derne conto neacute a se stessi neacute ad [d] altri come cose a ognuno evidenti E partendo da queste eccoli svolgere i restanti punti dellrsquoargomentazione e finire in piena coerenza a quel risultato che si erano mossi a cercare ndash Senza dubbio rispose questo lo so be-ne ndash E quindi sai pure che essi si servono e discorrono di figure visibili ma non pensando a queste siacute invece a quelle di cui queste so-no copia discorrono del quadrato in seacute e della diagonale in seacute ma non di quella che tracciano e [e] cosiacute via e di quelle stesse figure che modellano e tracciano figure che danno luogo a ombre e riflessi in acqua si servono a loro volta come di immagini per cercar di [511 a] vedere quelle cose in seacute che non si possono vedere se non con il pensiero dianoeticamente ndash Egrave vero quello che dici rispose ndash Ecco dunque che cosa intendevo per specie intelligibile e dicevo che ricercandola lrsquoanima egrave costretta a ricorrere a ipotesi senza arri-vare al principio percheacute non puograve trascendere le ipotesi essa si serve come drsquoimmagini di quegli oggetti stessi di cui quelli della classe inferiore sono copie e che in confronto a questi ultimi sono ritenuti e stimati evidenti realtagrave ndash Comprendo disse che ti [b] riferisci al mondo della geometria e delle arti che le sono sorelle ndash Allora comprendi che per secondo segmento dellrsquointelligibile io intendo quello cui il discorso attinge con il potere dialettico considerando le ipotesi non princiacutepi ma ipotesi nel senso reale della parola punti di ap-poggio e di slancio per arrivare a ciograve che egrave immune da ipotesi al principio del tutto e dopo averlo raggiunto ripiegare attenendosi ri-gorosamente alle conseguenze che ne derivano e cosiacute discendere alla conclusione senza [c] assolutamente ricorrere a niente di sensibi-le ma alle sole idee mediante le idee passando alle idee e nelle idee termina tutto il processo ndash Comprendo rispose ma non abba-stanza Mi sembra che tu parli di una operazione complessa Comprendo perograve il tuo desiderio di precisare che quella parte dellrsquoessere e dellrsquointelligibile che egrave contemplata dalla scienza dialettica egrave piuacute chiara di quella contemplata dalle cosiddette arti per le quali le ipotesi sono princiacutepi e coloro che osservano gli oggetti delle arti sono costretti siacute a osservarli con il pensiero senza ricorrere ai sensi ma [d] poicheacute li esaminano senza risalire al principio bensiacute per via drsquoipotesi a te sembrano incapaci drsquointenderli anche se questi oggetti sono intelligibili con un principio E a mio avviso tu chiami pensiero dianoetico ma non intelletto la condizione degli studiosi di geometria e di simili dotti come se il pensiero dianoetico venisse a essere qualcosa di intermedio tra lrsquoopinione e lrsquointelletto ndash Hai capito benissimo feci io Ora applicami ai quattro segmenti questi quattro processi che si svolgono nellrsquoanima applica [e] lrsquointellezione al piuacute alto il pen-siero dianoetico al secondo al terzo assegna la credenza e allrsquoultimo lrsquoimmaginazione e ordinali proporzionalmente ritenendo che essi abbiano tanta chiarezza quanta egrave la veritagrave posseduta dai loro rispettivi oggetti ndash Comprendo rispose sono drsquoaccordo e li ordino come dici 76 Repubblica 514 a-517 a [514 a] ndash In seacuteguito continuai paragona la nostra natura per ciograve che riguarda educazione e mancanza di educazione a unrsquoimmagine come questa Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna con lrsquoentrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli incatenati gambe e collo siacute da dover restare fermi e da [b] poter vedere soltanto in avanti incapaci a causa della catena di volgere attorno il capo Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce drsquoun fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini ndash Vedo rispo-se ndash Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti [c] di ogni sorta sporgenti dal margine e statue e altre [515 a] figure di pietra e di legno in qualunque modo lavorate e come egrave naturale alcuni portatori parlano altri tacciono ndash Strana immagine egrave la tua disse e strani sono quei prigionieri ndash Somigliano a noi risposi credi che tali persone possano vedere anzitutto di seacute e dei com-pagni altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte ndash E come possono replicograve se sono costretti a tenere immobile il [b] capo per tutta la vita ndash E per gli oggetti trasportati non egrave lo stesso ndash Sicuramente ndash Se quei prigio-nieri potessero conversare tra loro non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni ndash Per forza ndash E se la prigione avesse pure unrsquoeco dalla parete di fronte Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce credi che la giudicherebbero di-versa da quella dellrsquoombra che passa ndash Io no per Zeus [c] rispose ndash Per tali persone insomma feci io la veritagrave non puograve essere altro che le ombre degli oggetti artificiali ndash Per forza ammise ndash Esamina ora ripresi come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallrsquoincoscienza Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo che uno fosse sciolto costretto improvvisamente ad al-zarsi a girare attorno il capo a camminare e levare lo sguardo alla luce e che cosiacute facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di [d] scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre Che cosa credi che risponderebbe se gli si dicesse che prima ve-deva vacuitagrave prive di senso ma che ora essendo piuacute vicino a ciograve che egrave ed essendo rivolto verso oggetti aventi piuacute essere puograve vedere meglio e se mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa egrave Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piuacute vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso ndash Cer-to rispose ndash E se lo si costringesse a guardare la luce stessa non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui puograve sostenere la vista e non li giudicherebbe realmente piuacute chiari di quelli che gli fossero mostrati ndash Egrave cosiacute rispose ndash Se poi conti-nuai lo si trascinasse via di liacute a forza su per lrsquoascesa scabra ed erta e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole non ne soffrirebbe e non srsquoirriterebbe [516 a] di essere trascinato E giunto alla luce essendo i suoi occhi abbagliati non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere ndash Non potrebbe certo rispose almeno allrsquoimprovviso ndash Dovrebbe credo abituarvisi se vuole vedere il mondo superiore E prima osserveragrave molto facilmente le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri og-getti nei loro riflessi nellrsquoacqua e infine gli oggetti stessi da questi poi volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna [b] potragrave contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piuacute facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole ndash Come no ndash Alla fine credo potragrave osservare e contemplare quale egrave veramente il sole non le sue immagini nelle acque o su altra superficie ma il sole in se stesso nella regione che gli egrave propria ndash Per forza disse ndash Dopo di che parlando del sole potrebbe giagrave concludere che egrave esso a pro-durre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere [c] causa in certo modo di tutto quello che egli e i suoi compagni vedevano ndash Egrave chiaro rispose che con simili esperienze concluderagrave cosiacute ndash E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colagrave e di quei suoi compagni di prigionia non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietagrave per loro ndash Certo ndash Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora e ai primi riservati a chi fosse piuacute acuto nellrsquoosservare gli oggetti che passavano e piuacute [d] rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme indovinandone perciograve il successivo credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza o che si troverebbe nella con-dizione detta da Omero e preferirebbe ldquoaltrui per salario servir da contadino uomo sia pur senza sostanzardquo e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo ndash Cosiacute penso anchrsquoio rispose [e] accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo ndash Rifletti ora anche su questrsquoaltro punto feci io Se il nostro uomo ridiscendesse e si rimettesse a sedere sul medesimo sedi-le non avrebbe gli occhi pieni di tenebra venendo allrsquoimprovviso dal sole ndash Siacute certo rispose ndash E se dovesse discernere nuovamente

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vivono in una caverna che abbia lingresso aperto verso la luce quindi immagina che gli abitanti di que-sta caverna siano legati alle mani e al collo in modo tale da essere costretti a guardare solo verso il fon-do della caverna medesima Immagina poi che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo ad altezza duomo e che dietro questo vi siano delle persone che si muovono portando sulle spalle delle statue raf-figuranti ogni genere di cosa Inoltre occorre ancora aggiungere che dietro questi uomini arde un grande fuoco e dietro ancora vi egrave il sole la voce di essi poi a causa delleco risuona nel fondo della caverna Ora egrave chiaro che quegli uomini vedrebbero solo le ombre delle statue che si proiettano sul fondo della caverna e udrebbero leco delle voci ma non avendo mai visto altro essi penserebbero che quella sia lunica realtagrave esistente Se poi uno di questi prigionieri riuscisse a liberarsi dei ceppi che lo legano e po-tesse girarsi scoprirebbe le statue che si muovono al di sopra del muro e capirebbe che quelle son piugrave vere delle ombre che vedeva prima (inizialmente farebbe fatica percheacute abituato alloscuritagrave ma poi si a-bituerebbe alla nuova luce) Se poi egli fosse portato da qualcuno fuori dalla caverna resterebbe abba-gliato per la gran luce ma poi si abituerebbe a vedere le cose stesse quindi vedrebbe prima riflessa e poi direttamente la luce del sole e capirebbe che quella luce egrave causa di tutte le altre cose a) I significati di questo mito sono molteplici

i) Innanzitutto esso rappresenta i vari gradi ontologici della realtagrave le ombre della caverna sono le parvenze sensibili delle cose le statue le cose sensibili vere e proprie mentre il muro egrave la divi-sione fra sensibile e soprasensibile al di lagrave del muro le cose vere rappresentano il vero essere e le Idee mentre il sole simboleggia lIdea del Bene

ii) In secondo luogo questo mito esprime molto bene laspetto ascetico mistico e teologico del pla-tonismo la vita nella dimensione dei sensi egrave la vita nella caverna mentre la vita nella dimensio-ne dello spirito egrave la vita nella pura luce il volgersi dal sensibile allintelligibile egrave rappresentato come liberazione dai ceppi

iii) In terzo luogo come conseguenza del precedente aspetto questo mito esprime anche la conce-zione politica di Platone egli infatti parla di un ritorno nella caverna di colui che prima si era li-berato un ritorno che serve a liberare gli altri che sono ancora in catene Questo ritorno egrave il ri-torno del filosofo-politico il quale lungi dal limitarsi a contemplare il vero per seacute soltanto vuole rendere partecipi anche gli altri di quella luce Ma qual egrave il destino che lo attende Molto proba-bilmente egrave quello stesso di Socrate di non venire cioegrave compreso e di rischiare addirittura di es-sere considerato come un pazzo dagli altri uomini che ancora vivono nelloscuritagrave della caverna (anche percheacute ora egli non riusciragrave piugrave a riadattarsi ai vecchi usi e alle vecchie concezioni della caverna) anche se questo rischio daragrave un senso alla sua esistenza (in quanto chi vede il vero Bene ha il dovere di mostrarlo anche agli altri)

b) Tornando ai gradi della conoscenza nel mito della caverna si parte sempre dalla conoscenza sensi-bile e in questi quattro gradi il gradino piugrave basso egrave necessario per passare a quello superiore i) La doxa intermedia tra essere e non essere quindi tra sapienza e ignoranza quasi sempre fal-

lace potrebbe anche essere vera ma non puograve saperlo (per saperlo dovrebbe conoscere la causa ma allora sarebbe episteme) (1) Eikasia la visione delle ombre simboleggia limmaginazione (2) Pistis mentre la visione delle statue rappresenta la credenza

ii) episteme (1) la dianoia si riferisce alla conoscenza matematico-geometrica Si fonda su elementi visivi e

ipotesi non dimostrate (per questo non egrave vera scienza ma sapere ipotetico) da cui discende quindi egrave discorsiva Proprio percheacute la matematica egrave dimostrazione essa deve partire da pre-supposti cioegrave da ipotesi e non egrave in grado di rendere ragione di queste ipotesi Questo se-condo Platone costituisce il suo limite addirittura questo fa sigrave che essa propriamente par-lando non possa nemmeno essere chiamata vera scienza nella Repubblica infatti Platone dice che la matematica egrave dianoia pensiero discorsivo non episteme non scienza nel senso proprio in quanto parte da presupposti e cioegrave non egrave in grado di rendere completa-mente ragione delle sue affermazioni Egrave necessario raccogliere i dati dallrsquoesperienza e formu-lare ipotesi Per la molteplicitagrave dei dati si avragrave anche una molteplicitagrave di scienze Il pericolo egrave (oltre al fatto che le ipotesi non son dimostrate) che queste scienze non siano coordinate tra di loro Di qui la necessitagrave di andare oltre le scienze per trovare un principio unitario che possa unificare anche le scienze

quelle ombre e contendere con coloro che sono rimasti sempre prigionieri nel periodo in cui ha la vista offuscata prima [517 a] che gli occhi tornino allo stato normale e se questo periodo in cui rifagrave lrsquoabitudine fosse piuttosto lungo Non sarebbe egli allora oggetto di ri-so e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri forse che non lrsquoucciderebbero se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo ndash Certamente rispose []

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(2) mentre la noesis alla pura conoscenza dialettica delle Idee (la prima egrave una forma di cono-scenza che ha ancora a che fare con immagini visibili mentre la seconda egrave puro atto intellet-tivo coglimento puro delle Idee in particolare dellIdea del Bene che egrave quella suprema) Nella Repubblica Platone dice che la dialettica per giungere a definire lidea del bene non deve basarsi su ipotesi come fa invece la matematica ma deve distruggere le ipotesi il che significa metterle in discussione cercare di confutarle e solo dopo essere passata attraverso tutte le confutazioni (questa egrave proprio unespressione usata da Platone diagrave panton elenchon diexion passando attraverso tutte le confutazioni) la dialettica giunge a individuare il princi-pio anipotetico cioegrave quellipotesi che unica egrave riuscita a resistere a tutte le confutazioni E il principio anipotetico egrave appunto lidea del bene Quindi egrave attraverso la dialettica egrave sottopo-nendo a prove a tentativi di confutazione tutte le possibili ipotesi che si perviene a scoprire un principio non-ipotetico capace cioegrave di resistere ad ogni critica ad ogni tentativo di confu-tazione

c) Platone afferma che gli uomini comuni possono attingere solo ai primi due gradi di conoscenza i ma-tematici alla scienza mediana mentre solo il filosofo puograve raggiungere la pura intellezione Il processo attraverso il quale il filosofo procede da unIdea allaltra per giungere infine allIdea del Bene egrave chiamato dialettica i) Vi egrave una dialettica ascensiva (quella che liberando dai sensi conduce di Idea in Idea sino allI-

dea del Bene) e una dialettica discensiva (che consiste nel cammino inverso e permette attra-verso un processo di divisione di scoprire il posto occupato da ciascuna Idea nella struttura ge-rarchica del mondo ideale)

ii) Dialettica scienza delle scienze coglie lrsquounitagrave del tutto egrave un processo insieme discorsivo e intui-tivo e sa cogliere la struttura del mondo ideale coglie ogni idea in relazione alle altre lrsquoessere al non essere (ogni idea egrave comprensibile solo in relazione alle altre idee quindi si comprende cono-scendo ciograve che non egrave la comprensione passa sempre attraverso la negazione identitagrave e alteritagrave sono sempre strettamente correlative) Solo la dialettica sa cogliere lrsquounitagrave della molteplicitagrave fino ad arrivare allrsquounitagrave suprema

3) Via a-logica della conoscenza a) Dellrsquoamicizia (Liside) Non crsquoegrave amicizia neacute tra identici neacute tra opposti Dunque si potrebbe dire che ciograve

che non eacute neacute buono neacute cattivo eacute amico del buono a causa del male e in vista del bene Uno egrave amico dellrsquoamico in vista di unaltra cosa amica (di un bene che lrsquoamico potrebbe raggiungere) ma cosigrave si andrebbe avanti allinfinito e non avrebbe senso Socrate introduce allora il Primo Amico in vista del quale sono amiche anche tutte le altre cose eacute lunico modo per cavarsi d impaccio Il dialogo indica il Principio del Bene come condizione di ogni amicizia il Bene e il Primo Amico per il quale tutto e amato e solo esso e in grado di liberare dal Male Lamicizia risulta dunque come una forza che - a livello sia umano sia cosmico - crea unitagrave fra gli esseri spingendoli ad allontanarsi dal Male per rag-giungere quel Bene che e loro proprio e affine

b) Ruolo dellamore e della bellezza (mito di Eros forza mediatrice tra sensibile e sovrasensibile egrave filo-sofo Simposio77) Tra amore e filosofia cegrave uno stretto rapporto tantegrave che lamore egrave una metafora della filosofia questa stretta parentela ( peraltro esaminata anche nel Fedro ) Platone la esamina meglio nel SIMPOSIOrdquo i) Nel simposio si sceglie di parlare dellamore cegrave chi dice che Eros egrave la divinitagrave piugrave giovane e piugrave

bella chi dice che egrave la piugrave vecchia in quanto forza generatrice di tutto chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando cegrave chi egrave del parere che sia la divinitagrave piugrave valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra facendo riferimento allepisodio mitico secondo il quale Ares il dio della guerra sarebbe innamorato di Afrodite Aristofane celeberrimo commediografo narra una storia semiseria si tratta di un mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi sferici e doppi questi esseri si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza gli dei per punirli li tagliarono a metagrave questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare laltra metagrave e la cercavano di-

77 Poicheacute dunque egrave figlio di Poro e di Penigravea ad Amore egrave toccata la sorte seguente In primo luogo egrave sempre povero e ben lontano dallrsquoessere delicato e bello come credono i piugrave anzi egrave duro e lercio e scalzo e senza tetto abituato a coricarsi in terra e senza coperte dormendo allrsquoaperto sulle porte e per le strade e avendo la natura di sua madre egrave sempre di casa col bisogno Per parte di padre in-vece egrave insidiatore dei belli e dei buoni coraggioso audace e teso cacciatore terribile sempre a tramare stratagemmi avido di intelli-genza e ingegnoso dedito a filosofare per tutta la vita terribile stregone fattucchiere e sofista E per natura non egrave neacute immortale neacute mortale ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno quando gli va in porto ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtugrave della na-tura del padre E infatti lrsquooggetto dellrsquoamore egrave ciograve che egrave realmente bello grazioso perfetto e invidiabilmente beato mentre lrsquoamante ha un altro aspetto quale quello che ho esposto (Platone Simposio 203b-204a UTET Torino 1981 p 124-126)

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speratamente Se si leggono accuratamente tutti i discorsi ci si accorge che ognuno di essi con-tiene una parte di veritagrave

ii) il discorso finale di Socrate non saragrave nientaltro che una sintesi in cui li unisce praticamente tutti Egli racconta di essersi una volta incontrato con una sacerdotessa (Diotima solo da lei Socrate ha potuto apprenderne i segreti Il rilievo egrave del massimo interesse percheacute ci aiuta a comprendere come la filosofia impersonata da Socrate per parlare di Amore ha incontrato il suo limite cono-scitivo e perciograve non ha potuto contare sulla forza dellargomentare logico-filosofico ma ha dovuto affidarsi allinsegnamento di una donna e nel caso specifico di una sacerdotessa) che gli ha ri-velato tutti i misteri delleros viene a proposito citato un mito riguardante i festeggiamenti divini per la nascita di Afrodite tra le varie divinitagrave ci sono anche Poros (astuziafurbizia) e Pe-nia(povertagrave) Essiormai ubriachi per leccessivo beresi uniscono e viene cosi concepito Erosche ha quindi le caratteristiche dei suoi genitori egrave ignorantepovero e brutto a causa di Penia ma sa cavarsela sempre grazie a Poros (1) Non egrave bello ma sa andare a caccia della bellezza egli sente lamore ed egrave soggetto della ri-

cerca della bellezza e dellamore svolge le mansioni dellamante e non dellamato Chiara-mente se ricerca la bellezza significa che non la possiede cosigrave il filosofo egrave privo e bisognoso del sapere (penia=povertagrave) ma ha anche le capacitagrave di cercarsi e di procurarsi ciograve di cui egrave privo (poros=astuzia espediente) dato che Eros egrave privo di bellezza e le cose buone sono belle manca anche di bontagrave ciograve che non egrave bello o buono non egrave necessariamente brutto e cattivo per Platone vi egrave un livello intermedio tra il sapere e lessere ignoranti la via di mez-zo consiste nellavere buone opinioni senza perograve darne ragione la posizione intermedia co-munque non egrave un male perchegrave egrave uno stimolo per andare oltre chi si trova nella posizione piugrave bassa sa di non potersi elevare e neanche ci prova chi si trova in quella piugrave alta non si deve impegnare perchegrave egrave giagrave nella posizione ottimale chi si impegna e lavora egrave chi si trova in una zona intermedia (i filosofi che non sanno ma si sforzano di avvicinarsi al sapere)

(2) Tutti gli dei gli aveva detto Diotima sono belli e buoni e di conseguenza Eros non rientra nella categoria Anche da questo punto di vista Eros riveste una posizione intermedia non egrave un dio ma neanche un mortale egrave un qualcosa che nasce e muore di continuo egrave una meta-fora con cui si vuole dimostrare che non si puograve mai possedere totalmente lamore egrave anche metafora della filosofia perchegrave luomo non possiede il sapere ma si sforza per ottenerlo puograve riuscire ad avvicinarvisi ma non si tratta comunque di una conquista definitiva il pieno sa-pere egrave irraggiungibile Dunque Eros egrave una semi-divinitagrave intermedia La ricerca dellamore combacia con quella della filosofia

(3) Emerge poi nel Simposio ed emergeragrave anche nel Fedro lrsquoidea del bello le anime migliori hanno un trasporto di gioia dice Socrate quando vedono nelle cose sensibili lrsquoimmagine dellrsquoidea che stanno cercando perciograve chi cerca lrsquoidea del bello eacute preso dalla passione per gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dellrsquoidea del bello non eacute che un approfon-dimento di questo amore lrsquoidea del bello inoltre eacute quella piugrave evidente anche nel mondo sensibile perchegrave facilmente coglibile con la vista e va interpretata come stimolo per indagare la realtagrave intelligibile e per scoprire tutte le altre idee (a) Eros egrave prima di tutto desiderio della bellezza e si rivolge dunque in modo immediato alla

bellezza dei corpi che tuttavia non egrave mai appagante in modo duraturo e completo per-cheacute i corpi si corrompono e decadono

(b) Lamore si rivolge dunque alle anime la cui bellezza egrave tuttavia sempre particolare e quindi a sua volta incompleta procede la sua ascesa verso la bellezza delle leggi delle istituzioni e delle scienze

(c) per arrivare infine allAmore della Bellezza in seacute perfetta sempre uguale a se stessa fonte di ogni altra bellezza

Non a caso nel Simposio Socrate dice La giusta maniera di procedere da segrave o di essere condotti da un altro nelle cose d amore eacute questa prendendo le mosse delle cose belle di quaggiugrave al fine di raggiungere il Bello salire sempre di piugrave come procedendo per gradini da un solo corpo bello a due e da due a tutti i corpi belli e da tutti i corpi belli alle belle at-tivitagrave umane e da queste alle belle conoscenze e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza di null altro se non del Bello stesso e cosigrave giungendo al termine conoscere ciograve che eacute il bello in segrave

c) Egrave possibile la visione della bellezza [] Lanima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condi-zione e non sapendo che fare smania e fuor di se non trova sonno di notte neacute riposo di giorno ma corre anela lagrave dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza E appena lha riguardato invasa dallonda del desiderio amoroso le si sciolgono i canali ostruiti essa prende respiro si riposa

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delle trafitture e degli affanni e di nuovo gode per il momento almeno questo soavissimo piacere [] Percheacute oltre a venerare colui che possiede la bellezza ha scoperto in lui lunico medico dei suoi dolorosi affanni Questo patimento dellanima mio bellamico a cui sto parlando egrave ciograve che gli uomini chiamano amore (Platone Fedro in Id Opere complete a cura di G Giannantoni Laterza Roma-Bari 1971 pp250-252) Il tema della bellezza egrave sempre collegato a quello dellrsquoamore Lamore pla-tonico quindi cosigrave spesso frainteso egrave nostalgia dellAssoluto forza che ci spinge a ritornare al nostro essere-presso-gli-Dei

4) Da questa concezione del problema della conoscenza e della bellezza deriva anche la teoria platonica dellarte questa egrave considerata negativamente da Platone in quanto non disvela la realtagrave ma la nasconde e corrompe Dal punto di vista ontologico essa egrave mimesi imitazione di eventi sensibili i quali come ab-biamo visto sono a loro volta imitazione di un mondo intelligibile alla fine larte egrave unimitazione dellimi-tazione e per questo Platone non le attribuisce nessun valore di veritagrave Platone non vede nellarte nulla di utile alla vita delluomo in quanto la studia solo dal punto di vista di una sua utilitagrave alla ricerca del vero Lrsquo arte come allontanamento dal vero corrompe lrsquouomo e sollecita la sua parte irrazionale Tra lrsquoaltro il poeta non sa egrave semplicemente invasato e non sa quello che dice

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ARISTOTELE

LE SCIENZE E LA FILOSOFIA 1) Aristotele divide le scienze (tutte vertono sullrsquoessere perograve sotto aspetti diversi alcune studiano lrsquoessere

necessario che egrave sempre altre lrsquoessere contingente) in tre gruppi a) le scienze teoretiche (la filosofia prima o metafisica la fisica e la matematica) le quali ricercano la

conoscenza disinteressata della realtagrave e si occupano dellessere necessario (Dio mondo numero) mentre le altre si occuperanno dellessere possibile (ogni altra cosa che esiste)

b) le scienze pratiche che comprendono letica e la politica le quali ricercano il sapere per raggiungere la perfezione morale e sono di guida alla condotta umana

c) e infine le scienze poietiche o produttive (le arti e le tecniche) che ricercano il sapere in vista del fa-re per produrre i vari oggetti

2) Il fine della filosofia egrave la contemplazione cioegrave la conoscenza (disinteressata) della veritagrave Infatti secondo Aristotele laquotutti egli uomini per natura tendono al conoscere (Πάντες ἄνθροποι τοῦ εἰδέναι ὀρέγονται φύσει) E segno ne egrave lamore per le sensazioni infatti anche senza che abbiano utilitagrave sono amate per seacute stesse e sopra tutte le altre le sensazioni date dagli occhi Infatti non solo per poter agire ma anche quando non abbiamo intenzione di far nulla preferiamo il vedere -- per cosigrave dire -- a tutti gli altri sensi E la causa egrave che questo senso ci fornisce conoscenza piugrave degli altri e ci mostra molte differenzeraquo laquoGli uo-mini hanno cominciato a filosofare ora come in origine a causa della meraviglia () Ora chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere () Cosiccheacute se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dallignoranza egrave evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per consegui-re qualche utilitagrave praticaraquo e in questo senso la filosofia egrave essenzialmente lsquoinutilersquo (Met A 2 982b) laquoIl fine della scienza teoretica egrave la veritagraveraquo (Met A elatton 1 993b) Il che significa che cegrave nelluomo il de-siderio di conoscere la veritagrave e questo desiderio egrave piugrave forte di qualsiasi interesse pratico Luomo deside-ra sapere il senso della sua esistenza come egrave davvero non piegandone la ricerca a un progetto prede-terminato

3) Necessitagrave della filosofia ldquo se si deve filosofare si deve filosofare e se non si deve filosofare si deve fi-losofare in ogni caso dunque si deve filosofare Se infatti la filosofia esiste siamo certamente tenuti a fi-losofare dal momento che essa esiste se invece non esiste anche in questo caso siamo tenuti a cerca-re come mai la filosofia non esiste e cercando facciamo filosofia dal momento che la ricerca egrave la causa e lrsquoorigine della filosofiardquo (Aristotele Protrettico fr424 in Opere a cura di G Giannantoni Roma- Bari Laterza 1973)

LA METAFISICA O FILOSOFIA PRIMA

1) La scienza piugrave alta egrave per Aristotele la metafisica (che in realtagrave lui chiamava filosofia prima e piugrave tardi

verragrave anche detta ontologia cioegrave studio dellessere) la quale viene da lui definita in quattro modi a) La metafisica studia le cause prime della realtagrave che sono causa materiale causa formale causa effi-

ciente causa finale b) La metafisica studia lrsquoessere in quanto essere Dire che la metafisica studia lessere in quanto essere

significa che essa non ha per oggetto una realtagrave in particolare bensigrave la realtagrave in generale cioegrave gli aspetti fondamentali e comuni di tutta al realtagrave In altri termini la matematica studia lessere come quantitagrave la fisica studia lessere come movimento solo la metafisica studia lessere in quanto tale considerando le caratteristiche universali di ogni essere (ecco percheacute egrave chiamata filosofia prima mentre la altre scienze sono filosofie seconde) ed egrave dunque il presup-posto indispensabile di ogni ricerca

c) La metafisica studia la Sostanza e la sostanza principale senza cui non ci sono le altre egrave Dio quindi d) la metafisica studia Dio Questa sarebbe la piugrave importante per cui la metafisica o filosofia prima si

potrebbe chiamare anche teologia Queste quattro definizioni sono complementari luna allaltra co-me si puograve notare ad una analisi piugrave attenta Chi ricerca le cause o i principi primi deve per forza di cose incontrare Dio che egrave la causa e il principio primo per eccellenza Chiedersi cosa sia lessere si-gnifica chiedersi se esista solo un essere sensibile o anche un essere soprasensibile (essere teologi-co) Alle stesse conclusioni porta anche la domanda sulla sostanza (esistono solo sotanze sensibili o anche soprasensibili) Il problema teologico dunque come problema centrale della metafisica Ca-piamo cosigrave anche percheacute la metafisica sia la forma di sapere piugrave elevata facendo metafisica luomo

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si avvicina a Dio non solo percheacute lo conosce ma anche percheacute fa quello che fa Dio che egrave pu-ra conoscenza

2) le quattro cause In quanto tale la metafisica egrave scienza delle cause prime ossia dei supremi percheacute Si

possono in effetti conoscere dei percheacute prossimi che si costituiscono in realtagrave come dei come in rap-porto ai percheacute supremi alle cause prime che la metafisica considera Tali cause prime sono quattro materiale formale efficiente (o agente) e finale78 a) La causa materiale o materia egrave il sostrato indeterminato privo quindi di caratteri specifici Di questa

causa si sono occupati essenzialmente i primi filosofi (dalla scuola ionica a Eraclito) b) La causa formale o forma egrave il fattore determinante ciograve che fa sigrave che la materia indeterminata assu-

ma certi caratteri distintivi Di questa causa si egrave occupato in particolare Platone con la sua teoria delle idee

c) La causa efficiente (o efficace o agente) egrave ciograve da cui egrave prodotto leffetto egrave la causa nel senso cor-rente del termine Egrave Empedocle ad aver per primo individuato questa causa da lui collocata nelle forze di Amore e Odio

d) La causa finale o fine egrave ciograve verso cui tende la cosa causata Di questa causa ha parlato soprattutto Anassagora con la sua teoria del Nous che organizza tutta la realtagrave dei semi in modo ordinato e fi-nalizzato

o Materia e forma bastano perograve solo a spiegare lessere staticamente considerato mentre se lo consi-deriamo dinamicamente occorre aggiungere qualcosa alla spiegazione precedente Un uomo dal punto di vista statico non egrave altro che carne e ossa (materia) e anima (forma) mentre se vogliamo sapere percheacute egrave nato e percheacute si sviluppa occorrono due ulteriori ragioni la causa efficiente o motri-ce (il padre che lo ha generato) e la causa finale (il telos lo scopo cui tende il divenire delluomo la realizzazione della sua essenza)

o Materia e forma sono principi intrinseci alla cosa al punto che non si possono scindere Causa effi-ciente e finale sono invece estrinseci alla cosa causata la prima precedendola la seconda seguen-dola

3) lessere e i suoi significati

bull Parmenide solo lrsquoessere egrave ed egrave univoco e unico tutte le determinazioni sono solo doxa bull Platone tutte le determinazioni sono essere e lrsquoessere egrave la totalitagrave delle determinazioni Perograve

non ammette nellrsquoessere il mondo che egrave metaxuuml bull Aristotele tutto ciograve che esiste egrave un ente tutto egrave unificato dal fatto che egrave lsquoentersquo un qualcosa

che egrave Lrsquoente allora egrave la sintesi tra le determinazioni e il loro esistere La filosofia prima stu-dia lrsquoente in quanto ente lrsquoente lrsquoente (principio unificatore del tutto) a prescindere da tutte le determinazioni79 per questo egrave la scienza della totalitagrave dellrsquoente

78 Fisica 194 15 2 198 24 [194b] [] Definiti questi punti bisogna prendere in esame le cause allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero Poicheacute infatti il presente trattato si propone per scopo la conoscenza e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il percheacute (e questo significa cogliere la causa prima) egrave chiaro che anche noi dobbiamo far ciograve intorno alla generazione alla corruzione e ad ogni mutamento naturale affincheacute conoscendone i princiacutepi ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricer-che In un modo dunque si dice causa ciograve da cui una cosa deriva essendo in essa immanente ad esempio il bronzo egrave causa della statua lrsquoargento della coppa e i loro generi In altro modo si dice causa la forma [eicircdos] e il modello [paraacutedeigma] cioegrave la definizione del con-cetto e i generi di essa (come nellrsquoottava il rapporto di uno a due e in generale il numero) e le parti inerenti alla definizione Inoltre si dice causa ciograve da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete ad esempio egrave causa chi dagrave un consiglio il padre egrave causa del figlio e in generale lrsquoagente egrave causa di ciograve che egrave fatto e ciograve che muta egrave causa di ciograve che vien mutato Ed ancora si dice causa il fine cioegrave la causa finale ad esempio la sanitagrave egrave causa del camminare alla domanda infatti percheacute cammina rispondiamo percheacute stia bene e dicendo cosiacute crediamo di aver ammessa la causa Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che collrsquointervento di altro mo-vente divengono intermedie del fine ad esempio della sanitagrave la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti [195a] tutte queste cose infatti si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une strumenti le altre [] [198a] [] E poicheacute le cause sono quattro egrave compito del fisico lrsquoaver conoscenza di tutte ed egli riferendo il percheacute a tutte lo asse-gneragrave fisicamente ad esse ossia alla materia alla forma al motore alla causa finale 79 Crsquoegrave una scienza che studia lrsquoessere-in-quanto-essere e le proprietagrave che gli sono inerenti per la sua stessa natura Questa scienza non si identifica con nessuna delle cosiddette scienze particolari giaccheacute nessuna delle altre ha come suo universale oggetto di indagine lrsquoessere-in-quanto-essere ma ciascuna di esse ritaglia per proprio conto una qualche parte di essere e ne studia gli attributi come fan-no ad esempio le scienze matematiche E poicheacute noi stiamo cercando i principi e le cause supreme non vrsquoegrave dubbio che questi principi e queste cause sono propri di una certa realtagrave in virtugrave della sua stessa natura Se pertanto proprio su questi principi avessero spinto la loro indagine quei filosofi che si diedero a ricercare gli elementi delle cose esistenti allora anche gli elementi di cui essi hanno parlato sarebbero stati propri dellrsquoessere-in-quanto-essere e non dellrsquoessere-per-accidente ecco percheacute anche noi dobbiamo riuscire a com-prendere quali sono le cause prime dellrsquoessere-in-quanto-essere Aristotele Metafisica E 1 G 1 a cura di G Giannantoni Roma-Bari Laterza 1973

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a) Lrsquoessere non egrave i) Univoco (Parmenide) ii) Equivoco (Sofisti) iii) Genere (Platone) ma egrave transgenerico piugrave esteso del genere proprio percheacute mentre il genere

non si predica della specie lrsquoessere si predica di tutto Quindi lrsquounitagrave dellrsquoessee non egrave lrsquounitagrave del genere

iv) egrave analogo80 lrsquounitagrave deriva dalla relazione con un identico principio o realtagrave la sostanza quindi lrsquoessere in quanto essere egrave la sostanza e tutto quello che si riferisce alla sostanza in modi diversi

b) i quattro significati dellessere81 Aristotele rivolge una critica conclusiva alla filosofia dellEssere di Parmenide In Platone abbiamo visto che dellEssere si puograve parlare in almeno due modi come i-dentico e come diverso In Aristotele dellEssere si parla in molti modi tograve ograven leacutegetai pollachocircs A questo proposito egrave stata spesso invocata la distinzione tra essere esistenziale ed essere copulativo se per esempio dico che Socrate egrave ne affermo lesistenza mentre se dico che la Chimera egrave un mostro mitologico non intendo affermarne lesistenza In questo secondo caso il verbo essere ha soltanto la funzione di copulare di unire il soggetto e il predicato ma non implica laffermazione del-lesistenza i) Lessere per segrave ovvero la sostanza e le altre categorie significati primi e fondamentali generi

supremi categorie sempre in relazione alla sostanza ndash quindi non potragrave mai esistere una bellez-za in seacute come in Platone) Le categorie sono dieci (ma di esse solo la prima la sostanza ha sus-sistenza autonoma mentre tutte le altre presuppongono la prima e si fondano sullessere della prima)

sostanza (uomo cavallo) quantitagrave (lungo due cubiti) qualitagrave (bianco grammaticale) relazione (doppio metagrave) luogo (nel Liceo al mercato) tempo (ieri lanno scorso) posizione (sdraiato seduto) condizione (ha addosso le scarpe)

80 Lrsquoessere si dice in molteplici significati ma sempre con riferimento ad una unitagrave e ad una realtagrave determinata Lrsquoessere quindi non si dice per mera omonimia ma nello stesso modo in cui diciamo ldquosanordquo tutto ciograve che si riferisce alla salute o in quanto la conserva o in quanto la produce o in quanto ne egrave sintomo o in quanto egrave in grado di riceverla o anche nel modo in cui diciamo ldquomedicordquo tutto ciograve che si riferisce alla medicina o in quanto possiede la medicina o in quanto ad essa egrave per natura ben disposto o in quanto egrave opera della medicina e potremmo addurre ancora altri esempi di cose che si dicono nello stesso modo di queste Cosigrave dunque anche lrsquoessere si dice in molti sensi ma tutti in rife-rimento ad un unico principio alcune cose sono detti esseri percheacute sono sostanza altre percheacute affezioni della sostanza altre percheacute vie che portano alla sostanza oppure percheacute corruzioni o privazioni o qualitagrave o cause produttrici o generatrici sia della sostanza sia di ciograve che si riferisce alla sostanza o percheacute negazioni di qualcuna di queste ovvero della sostanza medesima (Per questo anche il non-essere diciamo che egrave nonessererdquo) [Metafisica Libro IV cap 1-2] 81 Lrsquoessere si dice [1] in senso accidentale e [2] per seacute [1] In senso accidentale diciamo per esempio che il ldquogiusto egrave musicordquo o che lrsquoldquouomo egrave musicordquo o che il ldquomusico egrave uomordquo nello stesso modo che diciamo che ldquoil musico costruisce una casardquo percheacute puograve accadere il ldquomusicordquo sia ldquocostruttorerdquo o che il ldquocostruttorerdquo sia ldquomu-sicordquo infatti ldquoquesto egrave questrsquoaltrordquo significa che questo egrave accidente di questrsquoaltro Lo stesso deve dirsi a proposito degli esempi di cui sopra quando diciamo ldquolrsquouomo egrave musicordquo o il ldquomusico egrave uomordquo ldquoil bianco egrave musicordquo o ldquoil musico egrave biancordquo diciamo cosigrave percheacute nellrsquoultimo caso i due attributi sono accidenti di una stessa cosa mentre nel primo caso lrsquoattributo egrave accidente di ciograve che veramente esiste E si dice ldquoil musico egrave uomordquo percheacute ldquomusicordquo egrave accidente dellrsquouomo nello stesso modo si dice anche ldquoil non-bianco egraverdquo percheacute egrave ciograve di cui esso egrave accidente Dunque le cose che si dicono essere in senso accidentale si dicono cosigrave [a] o percheacute si tratta di due attribu-ti che appartengono ad una medesima cosa che egrave [b] oppure percheacute si tratta di un attributo che appartiene alla cosa che egrave [c] oppure ancora percheacute ciograve di cui appartiene come accidente quello di cui egrave esso stesso predicato egrave ciograve che propriamente egrave [2] Essere per seacute sono dette invece tutte le accezioni che ha lrsquoessere secondo le figure delle categorie tante sono le figure delle cate-gorie e altrettanti i significati dellrsquoessere Poicheacute dunque alcune delle categorie significano lrsquoessenza altre la qualitagrave altre la quantitagrave altre la relazione altre lrsquoagire o il patire altre il dove e altre il quando ebbene lrsquoessere ha significati corrispondenti a ciascuna di que-ste Non crsquoegrave differenza infatti fra le proposizioni ldquolrsquouomo egrave viventerdquo e ldquolrsquouomo viverdquo e fra ldquolrsquouomo egrave camminante o taglianterdquo e ldquolrsquouomo cammina o tagliardquo e lo stesso vale per gli altri casi [3] Inoltre lrsquoessere e lrsquoegrave significa ancora che una cosa egrave vera e il non-essere e il non-egrave significa che non-egrave vera ma falsa e questo vale tanto per lrsquoaffermazione quanto per la negazione Per esempio si dice ldquoSocrate egrave musicordquo in quanto questo egrave vero oppure ldquoSocra-te egrave non-biancordquo in quanto questo egrave vero e si dice che ldquola diagonale non-egrave commensurabilerdquo in quanto questo non egrave vero ma falso [4] Inoltre lrsquoessere o lrsquoente significa da un lato lrsquoessere in potenza e dallrsquo altro lrsquoessere in atto e questo nellrsquoambito di ciascuno dei significati sopra detti Infatti noi diciamo che egrave veggente e chi egrave veggente in potenza e chi egrave veggente in atto e similmente diciamo che sa e colui che puograve far uso del sapere e colui che ne fa usa in atto e dicia-mo che egrave in riposo e colui che egrave giagrave in riposo e colui che puograve essere in riposo Similmente dicasi per le sostanze infatti diciamo che un Ermete egrave nella pietra e che la semiretta egrave nella retta e diciamo che egrave frumento anche quello che non egrave ancora maturo [Metafisica Li-bro V cap7]

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azione (taglia brucia) passione (viene tagliato viene bruciato)

Questo elenco non va inteso come qualcosa di definitivo in quanto su questo argomento Aristo-tele ritornograve piugrave volte egrave possibile infatti trovare delle classificazioni leggermente diverse in cui al posto della categoria della sostanza (ousia) vi egrave quella del che cosegrave (essenza) mentre altre vol-te le categorie non sono dieci ma sei o sette Le categorie sono le classi ultime in cui si puograve dire che ricade tutto ciograve che esiste oppure egrave reale Per quanto riguarda luso di questa dottrina Ari-stotele vi fa ricorso quando deve classificare classi di oggetti oppure significati dei termini Ri-guardo poi alla sostanza la prima delle categorie Aristotele la divise in primaria e secondaria e affermograve che solo le sostanze primarie sono sostanze nel vero senso del termine (per sostanza primaria Aristotele intende lindividuale ovvero luomo individualmente considerato questo o quel cavallo e cosigrave via) egrave ovvia allora la polemica con il pensiero di Platone il quale affermava invece che vera sostanza sono le Forme (le Idee) ovvero i generi e le specie delle cose quelle specie e generi che invece per Aristotele avevano unimportanza secondaria82

ii) Lessere come accidente ovvero essere casuale accidentale (per esempio quando dico che luomo egrave musico io non esprimo lessenza stessa dellessere uomo ma qualcosa che alluomo puograve capitare casualmente di essere un mero accidente) Non egrave sempre negrave per lo piugrave ma solo talora Egrave sempre in altro mai per segrave83 (differenza tra accidente e categorie per es la qualitagrave egrave necessario che una sostanza abbia delle qualitagrave che abbia quelle o altre egrave accidentale)

iii) Essere come vero e non-essere come falso Si tratta dellessere logico (a differenza del prece-dente che era un essere ontologico) che indica lessere del giudizio vero e il non-essere del giu-dizio falso egrave un essere puramente mentale che ha sussistenza solo nella ragione e nella mente che pensa (mentre il precedente esisteva a prescindere dalla mente che lo pensava)

iv) Essere come potenza e atto Un esempio di questa importante definizione egrave dato dalla statua di marmo giagrave scolpita che egrave in atto mentre il blocco di marmo che lartefice sta scalpellando egrave in potenza il frumento maturo egrave frumento in atto mentre la pianticella verde egrave frumento in poten-za (vale a dire che puograve diventare ciograve che ancora non egrave mentre lessere in atto si caratterizza come lattuarsi di ciograve che prima era solo in potenza) (1) Sono tutti e due essere perograve in senso quasi opposto (la potenza egrave non atto ma capacitagrave

drsquoessere atto) (2) Saragrave bene ricordare anche che attraverso questo significato dellessere Aristotele risolveragrave

definitivamente laporia eleatica per la quale il non-essere non esiste e di conseguenza nemmeno il movimento percheacute inteso come passaggio dal non-essere allessere la soluzio-ne egrave proprio insita nel concetto di atto e potenza in quanto il non-essere di cui parlava Par-

82 Categorie 2a 11-18 2b 15-17 2b 30-3a 7) [2a] [] ldquoSostanzardquo nel senso piuacute proprio in primo luogo e nella piuacute grande misura egrave quella che non si dice di un qualche sostrato neacute egrave in un qualche sostrato ad esempio un determinato uomo o un determinato cavallo Drsquoaltro canto sostanze seconde si dicono le spe-cie cui sono immanenti le sostanze che si dicono prime ed oltre alle specie i generi di queste Ad esempio un determinato uomo egrave immanente ad una specie cioegrave alla nozione di uomo e drsquoaltra parte il genere di tale specie egrave la nozione di animale [] [2b] [] la ragione per cui le sostanze prime si dicono sostanze in massimo grado consiste nel fatto che esse stanno alla base di tutti gli altri oggetti e che tutti gli altri oggetti si predicano di esse oppure sussistono in esse [] Egrave cosiacute giustificato prescindendo dalle sostanze prime che le specie e i generi siano i soli tra gli oggetti a dirsi ldquosostanze seconderdquo tra i predicati in effetti essi solo rivelano la sostanza prima Se qualcuno invero deve spiegare che cosrsquoegrave un determinato uomo dagrave una spiegazione appropriata fornendo la specie oppure il genere drsquoaltra parte dichiarando che tale oggetto egrave ldquouomordquo lo rende piuacute noto di quanto non faccia dichiarando che egrave ldquoanimalerdquo Nel caso invece che costui fornisca una qualche altra nozione dicendo ad esempio che un determinato uomo egrave ldquobiancordquo o ldquocorrerdquo oppure facendo una qualsiasi altra dichiarazione consimile avragrave dato una spiegazione estra-nea allrsquooggetto Egrave di conseguenza giustificato che tra gli altri oggetti soltanto quelli nominati si dicano sostanze [3a] Oltre a ciograve le so-stanze prime sono sostanze nel senso piuacute proprio in quanto stanno alla base di tutti gli altri oggetti Orbene precisamente allo stesso modo con cui le sostanze prime si comportano rispetto a tutti gli altri oggetti cosiacute si comportano rispetto a tutti i rimanenti le specie e i generi delle sostanze prime In realtagrave tutti i rimanenti oggetti vengono predicati delle specie e dei generi Tu dirai infatti di un determi-nato uomo che egrave ldquogrammaticordquo e quindi dirai pure di uomo e di animale che egrave ldquogrammaticordquo Lo stesso vale per gli altri casi 83 [Metafisica 1025a] [] Accidente significa ciograve che appartiene ad una cosa e che puograve essere affermato con veritagrave della cosa ma non sempre neacute per lo piuacute per esempio se uno scava una fossa per piantare un albero e trova un tesoro Questo ritrovamento del tesoro egrave dunque un accidente per chi scava una fossa infatti lrsquouna cosa non deriva dallrsquoaltra neacute fa seguito allrsquoaltra necessariamente e nemme-no per lo piuacute chi pianta un albero trova un tesoro E un musico puograve anche essere bianco ma poicheacute questo non avviene neacute sempre neacute per lo piuacute noi diciamo che egrave un accidente Pertanto poicheacute ci sono attributi che appartengono ad un soggetto e poicheacute alcuni di questi attributi appartengono al soggetto solo in certi luoghi e in certi tempi allora tutti gli attributi che appartengono ad un soggetto ma non in quanto il soggetto egrave questo soggetto e il tempo questo determinato tempo e il luogo questo determinato luogo saranno accidenti Dellrsquoaccidente non ci saragrave quindi neppure una causa determinata ma ci saragrave solo una causa fortuita e questa egrave indeterminata Egrave per accidente che uno giunge ad Egina se non egrave partito con lrsquointento di giungere in tal luogo ma se egrave giunto percheacute spinto dalla tempesta o preso dai pirati Dunque lrsquoaccidente egrave prodotto ed esiste non per se stesso ma per altro la tempesta infatti egrave stata causa che si giungesse dove non voleva giungere cioegrave ad Egina

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menide altro non sarebbe se non un non-essere relativo nel senso che una cosa egrave segrave stessa e al tempo stesso non egrave tutte le altre Il movimento si spiegheragrave poi come passaggio dalla potenza allatto

Le categorie che abbiamo elencato sopra sono le supreme divisioni dellessere loriginaria distin-zione cui si appoggia necessariamente la distinzione degli ulteriori significati La prima di esse la sostanza egrave la piugrave importante percheacute egrave il riferimento comune alle altre categorie che in qualche modo la presuppongono (la qualitagrave ecc egrave sempre riferita a qualcosa che esiste di giagrave luomo ovvero la sostanza egrave alto uno padre cammina ecc) Il che ci porta a concludere che se les-sere si identifica con le sue categorie e le categorie si riferiscono alla sostanza la domanda su che cosegrave lessere si trasforma in che cosegrave la sostanza e la metafisica diventa teoria della sostanza

4) La sostanza Quali sostanze esistono84 Questa sarebbe la domanda fondamentale Solo che a questa

domanda possiamo rispondere solo dopo che avremo risposto alla domanda cosa egrave la sostanza Tutti ammettono la sostanza sensibile e bisogna partire da ciograve che per noi egrave piugrave evidente a) Sostanza egrave

i) materia (fisici) La materia egrave ciograve di cui una cosa egrave fatta ciograve di cui egrave composta (ad esempio un uomo egrave fatto di carne ed ossa una sfera egrave fatta di bronzo ecc) ed egrave dunque un elemento pas-sivo che viene strutturato dalla forma nel senso che egrave la forma che rende ad esempio lrsquouomo animale razionale mentre la materia saragrave il corpo delluomo

ii) forma (Platone) (1) La forma egrave la natura propria di una cosa egrave ciograve che la rende quella che egrave e la distingue dal-

le altre egrave dunque la sua essenza il suo significato fondamentale il suo essere dellesse-re Se la forma egrave lessenza necessaria egrave ciograve per cui ogni essere egrave necessariamente quello che egrave allora essa egrave anche la risposta che possiamo dare circa il che cosegrave di una cosa in quanto definire un essere vuol dire chiarirne lessenza (che cosegrave questo egrave un uomo cosegrave un uomo un animale razionale)

(2) La forma di cui parla Aristotele non va confusa con la forma platonica percheacute la prima egrave un costitutivo della realtagrave egrave una struttura ontologica immanente mentre la seconda egrave una qua-litagrave trascendente la realtagrave stessa egrave un universale e lrsquouniversale non ha le caratteristiche della sostanza che egrave sempre un tode ti un qualcosa di determinato Aristotele distingue due modi dessere dellessenza 2(a) il suo essere accolto dallanima pensante come il suo modo dessere noetico separa-

to delle cose con il pensiero (choristo logo) 2(b) il suo essere nelle cose come il suo modo dessere fisico di realizzare lunitagrave effettiva

dogni cosa rispetto a ciograve che egrave Secondo Aristotele lessere delllaquoειδοσraquo egrave determinato nel suo modo fisico dalla relazione al soggiacente indeterminato della laquohyleraquo come lunificante effettivo di ogni cosa (εν ποιουν) riconosciuto dal pensiero come sua intelligibilitagrave Effettivitagrave e intelligibilitagrave co-incidono e il tratto eidetico dellessere fisico nella produzione infaticabile di cose precise delimitate da una qualcositagrave in atto saragrave dunque compreso da Aristotele come la profonda complicitagrave di tutta la laquoPhysisraquo con il pensiero cioegrave come il suo tratto razionale comprensibile accolto dal pensiero delluomo come leffettivitagrave di ciograve che egrave

(3) Questo ci porta a fare un breve excursus in ambito logico per accennare al principio di non contraddizione esso sostiene che ogni essere ha una natura determinata che egrave impossibile negare di esso e quindi in questo senso gli egrave necessaria non potendo essere diversa da quello che egrave E espresso da Aristotele nel modo seguente Egrave impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia Il che viene dimostrato da Aristotele per assurdo dicendo che se una parola ha un significato non egrave possibile che A sia insieme B e non-B cioegrave ad esempio che uomo sia insieme animale razionale e non animale razionale

84 (Metafisica 1069a 30-1069b 2) [1069a] [] Ci sono tre sostanze ltdi genere diversogt Una egrave la sostanza sensibile la quale si distingue in (a) eterna e in (b) corruttibile (e questa egrave la sostanza che tutti ammettono per e-sempio le piante e gli animali di essa egrave necessario comprendere quali siano gli elementi costitutivi sia che questi si riducano ad uno so-lo sia che siano molti) (c) Lrsquoaltra sostanza egrave invece immobile e questa alcuni filosofi affermano che egrave separata certuni distinguen-dola ulteriormente in due tipi altri riducendo a una identica natura le Forme e gli Enti matematici altri ancora ammettendo solo gli Enti matematici Le prime due specie di sostanze costituiscono lrsquooggetto della fisica percheacute sono soggette a movimento [1069b] la terza invece egrave og-getto di unrsquoaltra scienza dal momento che non crsquoegrave alcun principio comune ad essa e alle altre due

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iii) sinolo (senso comune)85unione di materia e forma entrambe la materia e la forma sono ne-cessarie per fare una sostanza non puograve esistere un uomo senza il corpo (materia) neacute lanima (forma) senza il corpo

b) Ora hanno ragione tutti e nessuno i) Senza materia non ci sono sostanze sensibili perograve la materia egrave potenzialitagrave indeterminata ii) Quindi egrave necessaria una forma che la determini una forma che determina il che cosrsquoegrave Della co-

sa una forma che egrave sempre intrinseca alla cosa iii) Di conseguenza saragrave sostanza il sinolo che egrave unione delle due

c) caratteri della sostanza i) Non inerisce ad altro ma egrave sostrato di inerenza di altro (cioegrave degli accidenti) ii) per seacute indipendenza (appunto in quanto la sostanza sussiste e non inerisce un maglione egrave so-

stanza il blu no percheacute egrave sempre blu di qualcosa di qualche sostanza ad esempio blu del ma-glione)

iii) determinata (deve essere un tode tigrave deve potersi indicare concretamente quindi non potragrave es-sere u universale la sua egrave una filosofia dellrsquoindividuale)

iv) unitaria (non un aggregato la sostanza deve essere un che di uno un sasso egrave una sostanza un mucchio di sassi no)

v) atto (energheia o entelekeia deve essere qualcosa di attuale di reale il seme che egrave seme ora egrave sostanza la pianta che il seme puograve diventare sviluppandosi non egrave sostanza fincheacute il seme resta seme)

d) In base a tali presupposti puograve essere detto sostanza i) la materia perograve non del tutto propriamente percheacute soddisfa solo alla prima caratteristica (non

inerisce a nulla ma tutto inerisce ad essa) perograve non egrave attuale neacute determinata neacute indipendente neacute davvero una

ii) la forma egrave vero che non soddisfa alla prima condizione percheacute inerisce alla materia ma inerisce come principio determinate E la seconda caratteristica esiste per seacute Puograve esistere separata sia concettualmente sia anche concretamente (vedremo che esistono forme senza materia)

iii) il sinolo di forma e materia inevitabilmente le soddisfa tutte iv) ora il sinolo egrave la vera sostanza dal punto di vista empirico che costituisce il mondo fisico da noi

immediatamente conosciuto Perograve da un punto di vista metafisico vera sostanza egrave la forma in quanto egrave la forma il principio determinante il sinolo il fondamento del sinolo

v) Allora essere nel senso pieno egrave la sostanza e la sostanza nel senso pieno egrave la forma Aristotele ha chiamato la forma causa prima dellessere

e) alcune conseguenze i) retaggio platonico solo la forma egrave conoscibile non la materia che egrave inintelligibile ed egrave causa del-

la pluralitagrave (es dei molti uomini) La materia egrave il principio di individuazione (quella che la scolastica chiameragrave la materia signata Ora se la materia egrave inintelligibile la singola cosa concreta sensibile non saragrave mai pienamente co-noscibile quindi i singoli sono inconoscibili indefinibili

ii) La forma egrave solo atto la materia egrave solo potenza cioegrave capacitagrave di assumere qualsiasi forma quindi il sinolo egrave insieme atto e potenza Tutto ciograve che ha materia ha potenzialitagrave se non ha materia egrave atto puro

iii) Significato e importanza dellatto come entelekeia (εν τελοσ εχειν avere in se stessi il proprio fi-ne) Se la forma egrave questa entelechia allora essa egrave non solo quello che la cosa egrave ma anche quello che la cosa deve essere la forma egrave il dinamismo interno della realtagrave orientamento intrinseco la forma diventa anche fine

iv) Latto egrave superiore alla potenza rispetto alla quale vanta una prioritagrave logica (capisco la potenza solo in relazione allrsquoatto) e ontologica (lrsquoatto egrave condizione regola e fine della potenzialitagrave)

85 [1042a] [] E sostanza egrave il sostrato il quale in un senso significa la materia (dico materia ciograve che non egrave un alcuncheacute di determinato in atto ma un alcuncheacute di determinato solo in potenza) in un secondo senso significa lrsquoessenza e la forma (la quale essendo un alcun-cheacute di determinato puograve essere separata con il pensiero) e in un terzo senso significa il composto di materia e di forma [] [1042b] [] la sostanza nel significato di sostrato e di materia [yacutele] viene concordemente ammessa da tutti ed essa egrave la sostanza che esiste in potenza rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose sensibili come atto [1043a] []Dalle cose dette risulta chiaro che cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere essa egrave per un verso materia per un altro forma e atto e per un terzo egrave lrsquoinsieme di materia e di forma Non bisogna ignorare che talora non egrave chiaro se il nome indichi la sostanza come composto oppure lrsquoatto e la forma Per esempio non egrave chiaro se ldquocasardquo indichi il composto di materia e forma ossia un riparo fatto di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo oppure se significhi lrsquoatto e la forma ossia un riparo [] [1043b] Ma questo che per altro rispetto ha una notevole rilevanza in relazione alla ricerca della sostanza sensibile non ne ha alcuna infatti lrsquoessenza appartiene alla forma e allrsquoatto

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v) Grazie alla dottrina della potenza e dellatto Aristotele ha potuto risolvere il problema eleatico del movimento (che egrave un passaggio dallessere in potenza allessere in atto) e ha potuto risolvere il problema dellrsquounitagrave di materia e forma (potenza e atto)

5) Motore immobile

a) dimostrazione86 se tutto fosse corruttibile niente sarebbe incorruttibile perograve crsquoegrave lrsquoeternitagrave del tempo e quindi del movimento necessitagrave di un motore immobile causa del movimento (impossibile il re-gresso allrsquoinfinito in quantro se manca la causa prima viene a mancare anche tutta la serie delle cau-se seconde)

b) sue caratteristiche eterno immobile atto puro (se fosse potenza potrebbe non muovere) spirituale c) muove come oggetto di amore e di intelligenza quindi non egrave causa efficiente ma causa finale d) per questo il mondo non ha avuto inizio Dio da sempre attrae Di conseguenza luniverso egrave una sor-

ta di sforzo della materia verso Dio e quindi in pratica un desiderio incessante di prendere forma Non egrave tanto Dio che dagrave forma al mondo ma egrave piuttosto il mondo che aspirando a Dio si auto-ordina (non si dimentichi che per i Greci luniverso non egrave creato non ha avuto origine sussiste da sempre) Per questo non crsquoegrave un caos originario verrebbe ad essere il primato della potenza sullrsquoatto

e) il Motore immobile egrave pensiero di pensiero87 (per analogia alla nostra esperienza)

86 Poicheacute si egrave sopra detto che le sostanze sono tre due fisiche ed una immobile ebbene dobbiamo parlare di questa e dobbiamo dimo-strare che necessariamente esiste una sostanza eterna ed immobile Le sostanze infatti hanno prioritagrave rispetto a tutti gli altri modi di essere e se fossero tutte corruttibili allora sarebbe corruttibile tutto quanto esiste Ma egrave impossibile che il movimento si generi o si corrompa percheacute esso egrave sempre stato neacute egrave possibile che si generi o si corrompa il tempo percheacute non potrebbero esserci il ldquoprimardquo e il ldquopoirdquo se non esistesse il tempo Dunque anche il movimento egrave continuo come il tempo infatti il tempo o egrave la stessa cosa che il movi-mento o una caratteristica del medesimo E non crsquoegrave altro movimento continuo se non quello locale anzi di questo continuo egrave solo quel-lo circolare Se poi esistesse un principio motore ed efficiente ma che non fosse in atto non ci sarebbe movimento infatti egrave possibile che ciograve che ha potenza non passi allrsquoatto (Pertanto non avremo alcun vantaggio se introdurremo sostanze eterne come fanno i sosteni-tori della teoria delle Forme se non egrave presente in esse un principio capace di produrre mutamento dunque non egrave sufficiente questo ti-po di sostanza neacute lrsquoaltra sostanza che essi introducono oltre le Idee (n numeri e gli Enti matematici) se queste sostanze non saranno attive non esisteragrave movimento) Ancora non basta neppure che essa sia in atto se la sua sostanza implica potenza infatti in tal caso potrebbe non esserci un movimento eterno percheacute egrave possibile che ciograve che egrave in potenza non passi allrsquoatto Egrave dunque necessario che ci sia un Principio la cui sostanza sia lrsquoatto stesso Per conseguenza egrave anche necessario che queste sostanze (n Aristotele oltre al Motore immobile ammetteragrave anche tutta una serie di sostanze analoghe al Motore immobile anche se a lui gerarchicamente inferiori) siano scevre di materia percheacute devono essere eterne se mai esiste qualcosa di eterno Dunque devono essere atto Drsquoaltro canto sorge una difficoltagrave pare infatti che tutto ciograve che egrave attivo presupponga la potenza e che invece non tutto ciograve che egrave in potenza passi allrsquoatto sembra in tal modo che la potenza sia anteriore allrsquoatto Ma se fosse cosigrave non esisterebbe nessuno degli esseri egrave possibile infatti che ciograve che egrave in potenza ad essere non sia ancora E anche se fosse come dicono i Teologi che fanno derivare tutto dalla notte (n ORFEO fr 12 Diels-Kranz e ESIODO Teogonia 116 e seguenti) o come dicono i Fisici i quali sostengono che laquo tutte le cose erano insieme raquo (n ANASSAGORA fr 1 Diels-Kranz) si giungerebbe alla stessa impossibilitagrave Infatti come potrebbe prodursi mo-vimento se non esistesse una causa in atto Non certo la materia puograve muovere seacute medesima ma lrsquoarte del costruire e neppure il me-struo neacute la terra muovono se stessi ma il germe e il seme Per questo alcuni ammettono una attivitagrave eterna come Leucippo (n testi-monianza 18 Diels-Kranz) e Platone (n Timeo 30a) infatti essi sostengono che il movimento egrave eterno Tuttavia essi non dicono percheacute il movimento sia e quale esso sia neacute dicono la ragione per cui esso sia in questo o quel modo Nulla infatti si muove a caso ma deve sempre esserci una causa per esempio questo si muove ora in questo modo per natura questo altro in questrsquoaltro modo per forza ad opera dellrsquointelligenza o di altro E di che specie egrave allora quel movimento primo Questo punto ha una importanza grandissima Ma a Platone non [1072a] sarebbe stato lecito neppure porre quello che egli ritiene talora essere causa di movimento ossia ciograve che si dagrave movimento da se stesso Infatti questo che secondo lui egrave lrsquoanima egrave posteriore al movimento e nasce insieme col mondo come egli stesso afferma (n sempre nel Timeo) Orbene ritenere che la potenza sia anteriore allrsquoatto in un senso egrave vero e in un altro senso non egrave vero come si egrave giagrave detto Che lrsquoatto sia anteriore attesta Anassagora percheacute lrsquoIntelligenza di cui egli parla egrave atto attesta Empe-docle con la dottrina dellrsquoAmicizia e della Discordia e attestano coloro che come ad esempio Leucippo sostengono che il movimento egrave eterno Pertanto non ci furono per un tempo infinito Caos o Notte ma ci furono sempre le medesime cose o ciclicamente o in qualche altro modo se veramente lrsquoatto egrave anteriore alla potenza Ora se la realtagrave egrave sempre la stessa [ciclicamente] egrave necessario che qualcosa permanga costantemente e agisca sempre allo stesso modo E percheacute possano aver luogo generazione e corruzione ci deve essere an-che qualcosrsquoaltro che sempre agisca in maniera diversa E bisogna che questo in un modo agisca in virtugrave di seacute medesimo e in un altro modo in virtugrave di altro dunque in virtugrave di una ulteriore causa diversa dalla prima oppure in virtugrave della prima Ma egrave necessario che sia in virtugrave della prima percheacute a sua volta la prima sarebbe causa dellrsquouno e dellrsquoaltro Dunque egrave meglio la prima Dicemmo infatti che essa egrave causa dellrsquoessere le cose sempre nello stesso modo la seconda invece egrave causa dellrsquoessere le cose in modo diverso e lrsquouna e lrsquoaltra insieme son causa dellrsquoessere le cose in modo sempre diverso In questo modo si comportano dunque i movimenti Che bisogno crsquoegrave allora di cercare altri principi [da Metafisica Libro XII Cap 6] 87 Da un principio tale dunque dipendono il cielo e la natura e la sua condotta egrave la migliore quale noi abbiamo solo per piccolo tempo Esso infatti egrave sempre cosigrave (per noi infatti sarebbe impossibile) percheacute la sua attualitagrave egrave anche piacere e per questo la veglia la sensa-zione e il pensiero sono le cose piugrave piacevoli e grazie a queste anche le speranze e i ricordi E il pensiero che egrave di per seacute egrave di ciograve che egrave migliore di per seacute e il pensiero per eccellenza egrave di ciograve che egrave per eccellenza Lintelletto pensa seacute stesso per partecipazione del pensabile infatti diventa pensabile toccando e pensando cosiccheacute intelletto e pensabile sono la stessa cosa Lintelletto egrave infatti ciograve che puograve acco-gliere il pensabile e lousiacutea e opera quando li possiede cosiccheacute piugrave ancora di quella capacitagrave egrave questo che lintelletto sembra avere di divino e lindagine egrave la cosa piugrave piacevole e migliore Se dunque il dio sta sempre cosigrave bene come noi qualche volta egrave meraviglioso e se ancora meglio egrave ancora piugrave meraviglioso -- e sta cosigrave E sussiste come vita percheacute lattualitagrave dellintelletto egrave vita ed esso egrave attualitagrave E la sua attualitagrave che egrave di per seacute egrave la vita perenne e migliore In veritagrave affermiamo che il dio egrave il vivente perenne e migliore cosiccheacute al dio appartiene una vita e un tempo vitale continuo e perenne percheacute questo egrave il dio (Metafisica XII7 1072 b13-30 ) [] se esso [lrsquointelletto divino] non pensa nulla in nulla verrebbe a risiedere la sua dignitagrave ma esso si troverebbe nello stato di un uomo addormen-

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i) Il Dio aristotelico egrave vivente Ma di quale tipo di vita Quella che per Aristotele egrave la piugrave perfetta quella che alluomo egrave possibile solo per breve tempo e che egrave cuasa di piacere e cioegrave la vita del puro pensiero della contemplazione (theoria) Il pensiero egrave lrsquounica attivitagrave immateriale e puro at-to

ii) E che cosa contempla Dio Non puograve che contemplare la cosa piugrave perfetta e quindi contempla se stesso egli pensa se stesso egrave pensiero di pensiero

iii) Esso non crea il mondo dal nulla (questa egrave una concezione ebraico-cristiana) visto che il mondo egrave eterno non conosce e non ama il mondo giaccheacute lamore egrave visto come una imperfezione in quanto egrave la tendenza a ricercare ciograve di cui abbiamo bisogno mentre se Dio egrave perfetto non puograve avere bisogno di nulla e quindi non puograve amare

f) Il Motore immobile egrave unico per questo il mondo egrave unico Perograve Aristotele non egrave monoteista (per Ari-stotele egrave divino tutto ciograve che egrave eterno quindi le 55 Intelligenze e le anime) anche se crsquoegrave monotei-smo esigenziale

LA FISICA E LA MATEMATICA

1) Le dottrine fisiche elaborate da Aristotele occupano una posizione assolutamente centrale nella cultura che va dal mondo greco fino alle soglie dellrsquoetagrave moderna quando srsquoegrave verificata quella ldquorivoluzione scien-tificardquo che ha avuto in Copernico e in Galilei i suoi eroi

2) Platone aveva rigettato la possibilitagrave di una scienza della natura in quanto convinto che questa fosse soggetta a quellrsquoincessante fluire tematizzato da Cratilo e aveva sostenuto che del mondo naturale po-tesse esservi non giagrave επιστεmicroε bensigrave δοξα lo stesso Timeo che pure era un dialogo interamente dedi-cato alla φυσισ si configurava come un racconto immaginifico privo di ogni qualsivoglia carattere verita-tivo

3) Ersquo stato Aristotele ad assumersi il compito di fondare la fisica come scienza ancorchegrave la fisica da lui fon-data sia lontanissima da quella moderna che tutto matematizza si tratta al contrario di una fisica qua-litativa (anche qui in contrasto con Platone) che diventa una ontologia o metafisica del sensibile Ed egrave nel VI libro della Metafisica che lo Stagirita proponendo la sua classificazione delle scienze non solo presenta la fisica come scienza a pieno titolo ma addirittura la inserisce nel novero delle ldquoscienze teore-ticherdquo (insieme alla matematica e alla filosofia prima ossia la metafisica) le quali avendo per fine il sa-pere stesso sono disinteressate e in ciograve risiede la loro superioritagrave88 La fisica Aristotele l chiama anche filosofia seconda proprio percheacute indaga la sostanza sensibile e in movimento che egrave seconda rispetto alla sostanza soprasensibile e immobile a cui conduce la filosofia prima Abbiamo due tipi di sostanze le sensibili e le soprasensibili per questo avremo due tipi diversi di scienze fisica e metafisica (e qui si o-pera il superamento dei presocratici proprio percheacute la φυσισ non egrave piugrave la totalitagrave dellrsquoessere

4) Per Aristotele diversamente da Platone egrave possibile studiare le cose nel loro divenire a) Ciograve non toglie perograve che la fisica ndash a differenza della metafisica che studia lrsquoessere in quanto tale ndash

sia una scienza particolare giaccheacute si occupa solo dellrsquoessere in movimento e perciograve difetta di uni-versalitagrave

b) Oltre ad occuparsi dei corpi terreni caratterizzati dallrsquoessere passeggeri e non eterni Aristotele fa rientrare nel campo drsquoindagine della fisica anche lo studio dei corpi celesti Con questrsquooperazione e-gli pone lrsquoastronomia come scienza fisica e non come scienza matematica (quale era per Platone) poicheacute gli astri sono anchrsquoessi corpi in movimento bencheacute ndash a differenza dei corpi terrestri ndash non siano soggetti al divenire ma esistenti sempre e necessariamente (in quanto composti non giagrave dei quattro elementi bensigrave dellrsquoetere) Ne segue che gli orizzonti della fisica finiscono per spaziare dalla terra al cielo dai corpi viventi degli animali allrsquoanima Il confine tra il mondo terrestre ndash popolato dai

tato se invece esso pensa ma pensa qualcosa che sia diversa da seacute stesso allora il suo pensiero viene a dipendere da qualche altra cosa e in tal caso [] esso non potragrave essere la migliore delle sostanze giaccheacute la sua assoluta superioritagrave egrave sua proprietagrave solo in virtugrave del pensare Inoltre tanto nel caso che la sua sostanza si identifichi con lrsquoIntelletto quanto nel caso che si identifichi col pensiero qual egrave lrsquooggetto del pensiero [] E chiaro quindi che esso pensa la cosa piugrave divina e veneranda e che non muta mai il suo oggetto [] Epperograve lrsquoIntelletto pensa seacute stesso se egrave vero che esso egrave il bene supremo e il suo pensiero egrave pensiero di pensiero (Aristotele Metafisi-ca in Id Opere a cura di G Giannantoni Bari Laterza libro XII 9) 88 Proprio in Metafisica VI 1025 b 25 scrive Aristotele ldquoPertanto se ogni conoscenza razionale egrave o pratica o poietica o teoretica la fisica dovragrave essere conoscenza teoretica ma conoscenza teoretica di quel genere di essere che ha potenza di muoversi e della sostanza inte-sa secondo la forma ma prevalentemente considerata come non separabile dalla materia [hellip] Se tutti gli oggetti della fisica si intendo-no in modo simile al camuso come per esempio naso occhio viso carne orecchio animale in generale foglia radice corteccia pianta in generale (infatti non egrave possibile dare definizione di alcuna di queste cose senza il movimento ma esse hanno sempre materia) allora egrave chiaro come si debba ricercare e definire lrsquoessenza in sede di ricerca fisica ed egrave altresigrave chiaro percheacute sia compito del fisico speculare anche su una parte dellrsquoanima che non esiste senza la materia Da tutto ciograve risulta allora evidente che la fisica egrave una scienza teoreticardquo

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corpi in divenire ndash e quello celeste ndash popolato dai corpi eterni ndash egrave segnato dalla luna che divide ap-punto il mondo sublunare da quello sopralunare

c) Le scienze teoretiche riguardano cose esistenti necessariamente ma allrsquointerno della fisica egrave ritaglia-to uno spazio anche per i corpi passeggeri e non eterni le pietre gli uomini e gli animali possono in-fatti non esistere e in ogni caso sono perituri essi tuttavia rispondono ad una modalitagrave dellrsquoessere che egrave επι το πολυ (per lo piugrave) per cui gli uomini invecchiando diventano per lo piugrave canuti Nellrsquoambito del mondo fisico terrestre allora pur non valendo la necessitagrave assoluta ciograve non di meno vale la necessitagrave condizionale tale per cui se si verifica una tale condizione si verifica un tale effet-to (ad esempio se invecchio mi vengono i capelli bianchi) Sicchegrave i corpi del mondo fisico di questa terra presenta caratteristiche fluttuanti (il colore degli occhi dei capelli lrsquoaltezza ecc) con lrsquoinevitabile conseguenza che a differenza della matematica la conoscenza fisica non potragrave mai es-sere esatta neacute potragrave fare ricorso a dimostrazioni analiticodeduttive (Platone riduce invece nel Timeo gli elementi fisici a enti geometrici matematicamente studiabili) La fisica difetta dunque di universa-litagrave di esattezza e di necessitagrave

d) Come ogni altra conoscenza anche quella fisica procede per cause e quali siano tali cause Aristotele lo spiega nel II libro cap3 della Fisica per poi riprenderlo nel I della Metafisica le quattro cause che egli individua non sono che le risposte da fornire quando ci si interroga sulla natura di qualche cosa e tale dottrina egrave evidentemente dedotta dallrsquoosservazione diretta dei corpi osservandoli si nota in-fatti che essi rispondono a quattro diversi punti di vista ovvero risultano dalla convergenza di quat-tro cause Infatti le cose hanno una materia sono prodotte da qualcuno sono tali percheacute hanno una forma che le individua e hanno uno scopo per il quale sono venute ad essere qui in sintonia con Platone Aristotele crede che la struttura eretta sia stata data allrsquouomo affincheacute egli possa con-templare le realtagrave superne ma Aristotele non dimentica che le cose hanno anche una materia che le condiziona cosigrave lrsquouomo puograve stare in piedi percheacute possiede calore e il calore tende appunto verso lrsquoalto La materia e la forma non sono ndash secondo Aristotele ndash separabili lrsquouna dallrsquoaltra col che egli si distingue nettamente dalla posizione platonica per cui le forme (ειδη) sarebbero radicalmente di-stinte dalla materia (υλη) inoltre lrsquoassetto fisico di ogni cosa egrave tale percheacute deve rispondere ad un dato fine e la forma egrave quella che egrave percheacute egrave stata organizzata in vista di tale fine Solo chi conosce tutte e quattro le cause delle cose puograve essere insignito del titolo di φυσικος (fisico) giacchegrave egli solo egrave in grado di indicare di che cosa le cose sono fatte a quale fine tendono quale forma hanno che cosa le ha messe in moto

e) Il punto nodale nella trattazione fisica condotta dallo Stagirita riguarda la teleologia la natura tende a un fine o piuttosto in essa tutto avviene secondo le bizzarre regole del caso A questa domanda Platone aveva risposto giocando la carta del finalismo provvidenzialistico ipotizzando lrsquoesistenza di un ldquoDivino arteficerdquo (il Demiurgo del Timeo) tale da contemplare le idee eterne e calarle nella mate-ria nel miglior modo possibile il mondo che ne derivava era il migliore tra i mondi possibili intera-mente retto da fili divini una sorta di opera drsquoarte infallibile in cui tutto era retto da fili divini La so-luzione di Aristotele egrave assai diversa il provvidenzialismo platonico egrave messo al bando per due ragioni In primis percheacute la natura non egrave affatto divina e Aristotele ne paragona lrsquoattivitagrave a quella tecnica a differenza della tecnica divina (che egrave infallibile) la tecnica umana egrave soggetta a fallire similmente in natura non tutto avviene in maniera perfetta Come il grammatico puograve commettere errori o come il medico puograve prescrivere farmaci inadeguati cosigrave la natura puograve parimenti compiere errori bencheacute il suo agire sia sempre e comunque orientato al meglio tale principio viene da Aristotele dedotto a partire dalla biologia dove si registrano casi di veri e propri mostri (ad esempio esseri con parti mancanti o in sovrappiugrave) e devianze dalla norma della natura che vuole che gli uomini nascano per lo piugrave in un certo modo La possibilitagrave dellrsquoerrore della natura egrave resa possibile dal fatto che si tratta di un ambito di cose materiali e come abbiamo pocrsquoanzi detto la materia non sempre si lascia domina-re dalla forma a volte le oppone resistenza (tale egrave ad esempio il caso della mano con quattro dita anzicheacute cinque) Sicchegrave a partire da queste considerazioni lo Stagirita dovragrave prendere in esame il fattore ldquocasualitagraverdquo e lo faragrave nel libro II cap4-5-6 addivenendo alla conclusione che ldquoil caso rientra nel novero delle causerdquo intendendo con ciograve dire che anche quel che accade per caso ha pur sempre una sua causa anche se lrsquoeffetto risulta derivare da una causa diversa da quella in forza della quale solitamente accade ossia avviene per accidente (κατα συmicroβεβηκως) Puograve dunque accidentalmente accadere che nel corso della generazione la materia non si lasci plasmare e ne nasca un mostro Lrsquoindividuo di sesso femminile egrave esso stesso agli occhi di Aristotele un caso di errore della natura un mostro prodotto dal caso agendo sul sangue mestruale il seme maschile forma la materia ed egrave a questo punto che puograve verificarsi la devianza nascere femmina egrave appunto una devianza ma si trat-ta pur sempre di una ldquomostruositagrave necessariardquo al fine di perpetuare la specie

f) In questo contesto si inserisce il doppio significato che naturale ha in Aristotele

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i) Indica ciograve che egrave regolare ed accade per lo piugrave ed egrave proprio questo che consente la scienza ii) Oppure naturale sta a indicare il fine il telos la norma contro il meccanicismo di fatto sta a in-

dicare la realizzazione della forma intrinseca Sarebbe quindi possibile il passaggio dalla descri-zione (primo significato) alla prescrizione (secondo significato)89

g) Occupandosi la fisica di corpi in movimento Aristotele si affatica a lungo sulla nozione di movimento (lrsquointero libro III egrave dedicato a tale tematica) riconoscendo quattro possibili modalitagrave di κινησις (loca-le sostanziale quantitativo qualitativo) egli smaschera definitivamente lrsquoeleatismo parmenideo i) Il movimento non egrave passaggio da essere a non essere o viceversa come per gli eleati ma egrave pas-

saggio da potenza ad atto ora egrave vero che la potenza non egrave atto perograve la potenza egrave uno dei si-gnificati dellrsquoessere Quindi il movimento egrave passaggio da un modo drsquoessere a un altro modo drsquoessere90

ii) Essendo passaggio da potenza ad atto e riferendosi questi a tutte le categorie in teoria do-vemmo avere dieci tipi di movimento di fatto Aristotele ne presenta quattro secondo la sostan-za la qualitagrave la quantitagrave il luogo

iii) Percheacute il moto sia possibile egrave necessario porre cinque principi materia o sostrato del moto (dove risiede la potenzialitagrave) forma e privazione (ed egrave sempre una privazione determinata per questo il movimento non saragrave mai a caso) ma saragrave sempre determinato Il sostrato passa dalla priva-zione della forma alla forma Forma e materia sono cause la privazione egrave il principio del muta-mento in quanto indica la mancanza di una forma in un soggetto avente giagrave una forma Ogni movimento poi comporta una causa efficiente e un fine

h) Il moto locale egrave caratterizzato da unrsquounica direzione dallrsquoalto verso il basso o viceversa A ciograve vale per il mondo sublunare poicheacute i corpi di quello sopralunare sono invece dotati di moto semplice (ov-vero circolare spuntano e tramontano sempre nel medesimo punto) in forza della particolare mate-ria che li costituisce si tratta non giagrave dei quattro elementi empedoclei che stanno alla base dei corpi sublunari bensigrave di quella materia incorruttibile che Aristotele chiama etere

i) Agli occhi di Aristotele i corpi si distinguono in semplici (i quattro elementi) e in composti ed en-trambe le categorie cadono nel campo drsquoindagine della fisica alla base di tutti i corpi che popolano il mondo sublunare stanno i quattro elementi individuati da Empedocle Dal moto dei corpi semplici di-pende direttamente anche lrsquoassetto di del mondo terrestre risultante costituito in base alla disposi-zione dei quattro elementi stessi (la cui disposizione egrave legata alle caratteristiche fisiche di ciascun e-lemento) i) Il mondo sublunare (di natura sferica che egrave la migliore tra quelle possibili) viene cosigrave a configu-

rarsi come una serie di cerchi concentrici al cui centro sta lrsquoelemento piugrave pesante (la terra) e alla periferia quello piugrave leggero (il fuoco) con in mezzo lrsquoacqua e ndash piugrave leggera ndash lrsquoaria In base a tale

89 FISICA II 8 198 b 35 ss In effetti queste e tutte le altre cose che sono da natura o si generano sempre in questo modo o per lo piugrave e nessuna di esse si genera per fortuna o a caso Infatti non egrave in modo fortuito o casualmente che capita di piovere spesso in in-verno mentre questo sarebbe vero se accadesse durante la canicola e la canicola non fosse in estate [199 a] ma piuttosto durante lrsquoinverno Se dunque crsquoegrave caldo questo sembra essere o a caso o in vista di un fine e se non egrave possibile che queste cose accadano o per circostanze fortuite o [5] a caso avverranno in vista di un fine Ma tutte queste cose sono da natura come ammettono anche coloro che sostengono tali tesi dunque nelle cose che si generano o esistono per natura egrave presente lrsquooperare in vista del fine [ενεκα του] I-noltre nelle cose nelle quali esiste un qualche fine ciograve che viene prima egrave fatto in vista di ciograve che viene dopo Quindi come avviene nellrsquoagire [10] cosigrave accade in natura e come avviene in natura cosigrave accade anche in ogni azione se niente lo impedisce Ora lrsquoagire egrave in vista di un fine allora anche il fine egrave per natura Ad esempio se una casa fosse fra le cose che sono per natura essa verrebbe pro-dotta allo stesso modo in cui ora egrave costruita per mezzo della tecnica E se le cose che sono da natura fossero fatte non solo da natura ma anche fossero prodotte con la tecnica sarebbero prodotte in quello stesso modo nel quale esse sono prodotte per natura [15] Dunque lrsquouno egrave in vista dellrsquoaltro In generale talvolta lrsquoarte porta a compimento quanto la natura egrave impossibilitata a fare talaltra imita la natura Se dunque le cose che sono secondo arte sono fatte in vista di un fine egrave chiaro che anche le cose che sono secondo natura lo sono Infatti il rapporto tra ciograve che viene dopo e ciograve che viene prima opera nello stesso modo in entrambe 90 Fisica III 200 b ndash 201 a Talune cose sono soltanto in atto altre in potenza e in atto e alcune sono sostanza altre quantitagrave o qualitagrave e altre simili categorie dellrsquoessere Mentre la relazione si dice talvolta in riferimento allrsquoeccesso e al difetto talvolta [30] in rapporto a ciograve che egrave attivo e passivo e in generale in riferimento al motore e al mobile II motore infatti egrave motore di ciograve che egrave mobile e ciograve che egrave mobile egrave mobile in quanto mosso dal motoreE non esiste movimento al di fuori delle cose Ciograve che diviene infatti muta sempre o se-condo la sostanza o secondo la quantitagrave o secondo la qualitagrave o secondo il luogo E non [35] vrsquoegrave niente oltre questi predicati comuni che come abbiamo detto non sia o sostanza [201 a] o quantitagrave o qualitagrave o qualcuno delle altre predicazioni categoriali In conclusione non vi potragrave essere neacute movimento neacute cambiamento al di fuori delle cose sopra richiamate poicheacute non esiste realtagrave al di fuori delle cose detteE ciascuna di queste cose egrave presente in ogni ente in modo duplice ad esempio nella sostanza per un verso come forma per lrsquoaltro [5] come privazione nella qualitagrave come bianco e nero nella quantitagrave come compiuto e incompiuto In modo simile nel movimen-to locale avremo alto e basso o leggero e pesante Siccheacute le specie di cambiamento e di movimento sono tante quante sono quelle dellrsquoessereE poicheacute abbiamo distinto [10] nellrsquoambito di ciascun genere ogni cosa secondo lrsquoatto o la potenza lrsquoatto di ciograve che esiste in potenza in quanto tale egrave movimento ad esempio lrsquoatto di ciograve che egrave alterabile in quanto alterabile egrave alterazione lrsquoatto di ciograve che si ac-cresce e di ciograve che al contrario diminuisce (non esiste infatti un nome comune ad entrambi) crescita e diminuzione e lrsquoatto di ciograve che si genera e di ciograve che si corrompe generazione e [15] corruzione lrsquoatto di ciograve che si muove localmente locomozione

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disposizione si spiegano anche i moti che si verificano nel mondo sublunare che possono essere moti secondo natura (φυσει) e moti violenti (βια) una pietra lasciata cadere tende a muoversi di un moto naturale verso il basso ma se la scagliamo verso lrsquoalto essa procede per un tratto in di-rezione opposta al suo luogo naturale (muovendosi con un moto contro natura) fino a che non avragrave esaurito la spinta e ricadragrave a terra

ii) I corpi celesti invece si muovono di moto circolare La luna segna il confine tra i due mondi (sublunare e sopralunare) ma tra essi non crsquoegrave separazione netta crsquoegrave anzi una zona intermedia in cui si situano i fattori meteorologici che sono da Aristotele spiegati con le vicissitudini cui vanno incontro i quattro elementi I corpi celesti non si muovono perograve tutti allo stesso modo ciascuno di essi descrive nel suo tragitto una sfera e lrsquoinsieme complessivo di tali sfere dagrave un in-sieme concentrico che ha al suo centro la Terra stessa (in ciograve risiede il geocentrismo aristoteli-co) Come la Terra occupa il centro del mondo cosigrave la periferia egrave occupata dal ldquocielo delle stelle fisserdquo che chiude lrsquoestremitagrave del mondo Le stelle fisse hanno moto eterno circolare e semplice via via che dallrsquoalto si scende verso la luna i moti dei pianeti presentano sempre maggiori irre-golaritagrave (tali sono appunto i moti apparenti) di velocitagrave e di regradazioni

iii) Gli individui sublunari che popolano il nostro mondo (uomini animali piante) sono mortali come individui (poicheacute costituiti dai quattro elementi) ma eterno egrave il loro processo di generazione e corruzione cosiccheacute il singolo uomo egrave perituro ma la specie umana egrave eterna (lrsquoatto stesso con cui si ama e ci si riproduce non egrave che un anelito allrsquoeternitagrave)

5) Matematica

a) Per Platone gli enti matematici sono realtagrave ontologiche oggettive sono enti ideali esistenti b) Per Aristotele

i) Gli enti matematici sono frutto di astrazione negrave reali negrave irreali ii) quindi sono enti di ragione che nella realtagrave esistono solo potenzialmente (proprietagrave intrinseche)

e in atto esistono solo nella nostra mente

PIRRONE DI ELIDE

1) Pirrone cercava di dimostrare come sia possibile vivere una vita felice anche senza la veritagrave e senza quei valori che erano stati venerati in passato a) Il Giardino e la Stoagrave ndash che sorsero pochi lustri dopo ndash quando giagrave il verbo di Pirrone cominciava a dif-

fondersi lentamente pur concordando nellrsquoattribuire al saggio una serie di caratteri esistenziali giagrave chiaramente individuati dal nostro filosofo assunsero tuttavia una posizione diametralmente oppo-sta proclamando con estrema risolutezza che al saggio sono indispensabili laquodogmiraquo e laquocertezzeraquo e quindi ribadirono la convinzione greca che lrsquoessere e la veritagrave esistono e sono raggiungibili dallrsquouomo e che la regola del vivere felici puograve scaturire solo da queste acquisizioni e dunque dalla ricostruzione di una precisa tavola di valori

b) Come egrave giunto Pirrone al rovesciamento di questa convinzione cosigrave ben radicata E come ha potuto dedurre una laquoregola di vitaraquo e costruire una laquosaggezzaraquo rinunciando allrsquoessere e alla veritagrave e dichia-rando ogni cosa vana apparenza

2) Una risposta a questi problemi puograve essere data solo tenendo conto dei seguenti tre fattori essenziali a) il momento storico in cui maturograve il pensiero di Pirrone e in particolare la sua partecipazione alla

grande spedizione di Alessandro b) lrsquoincontro con lrsquoOriente che gli rivelograve una tipologia di laquosaggezzaraquo del tutto sconosciuta ai Greci c) i maestri e le correnti filosofiche greche da cui egli desunse gli strumenti concettuali per

lrsquoelaborazione e per la formulazione del suo pensiero

3) Pirrone nega sia la laquofisicaraquo sia la laquometafisicaraquo e in generale ogni forma di ontologia in quanto tale a) Il ripudio dellrsquoontologia in senso laquofisicoraquo ossia presocratico egrave chiaramente attestato dal seguente

frammento di Timone di Fliunte lrsquoallievo di Pirrone ldquoO vecchio o Pirrone come e dove trovasti scampo dalla servitugrave alle vane e false opinioni dei Sofisti e spezzasti le catene di tutti gli inganni e lrsquoincanto delle loro ciance Neacute ti curasti di investigare quali venti corrano nellrsquoEllade neacute da che si formi ogni cosa e in che si risolvardquo

b) Il rifiuto dellrsquoontologia platonica dellrsquoIdea della forma e della sostanza aristotelica egrave netto LrsquoIdea platonica e la forma aristotelica sia pure in differente modo fondano la natura delle cose la loro in-telligibilitagrave e quindi la possibilitagrave della loro conoscenza noncheacute la stabilitagrave e lrsquoeternitagrave dei valori Tutte le cose insomma nellrsquoontologia platonico-aristotelica hanno una laquostabilitagrave nellrsquoessenzaraquo e

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pertanto possiedono una differenziazione una misura e una discriminazione oggettiva Al contrario secondo Pirrone le cose non hanno alcuna differenza neacute misura neacute discriminazione Ne segue che non esistono valori e niente egrave per natura brutto o bello buono o cattivo giusto o ingiusto e tutto indifferentemente si equivale (e anche non si equivale) giaccheacute per Pirrone niente egrave piugrave questo che quello

c) Potremmo dunque affermare che egli respinge le istanze di ogni forma di ontologia in quanto tale Infatti mentre il cammino dellrsquoontologia va dalle apparenze allrsquoessere allrsquoopposto Pirrone si ritrae dallrsquoessere alle apparenze negando recisamente che ci sia lrsquoessere e quindi che sia possibile qual-siasi giudizio sullrsquoessere e riconoscendo per conseguenza soltanto lrsquoapparire Dunque secondo Pirro-ne non domina lrsquoessere ma lrsquoapparire ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo91

4) Ma come e che cosa puograve costruire Pirrone su questo azzeramento dellrsquoessere e dei suoi principi

a) I Sofisti che negarono lrsquoessere e la veritagrave spostarono la loro fiducia sullrsquouomo inteso come laquomisura di tutte le coseraquo

b) Pirrone non ha piugrave fiducia nemmeno nellrsquouomo percheacute ne sente la nullitagrave Non a caso ci viene riferi-to che Pirrone apprezzava i versi di Omero in cui si canta la fragilitagrave la pochezza la miseria e la nul-litagrave dellrsquouomo ldquoFilone ateniese suo intimo amico diceva che Pirrone menzionava spessissimo De-mocrito ma poi anche Omero che egli ammirava e di cui era solito citare il verso Quale la stirpe delle foglie tale anche quella degli uomini E lo lodava anche percheacute soleva paragonare gli uomini alle vespe alle mosche e agli uccelli E citava volentieri anche i seguenti versi Dunque amico pure tu muori Percheacute cosigrave piangi il tuo [destino] Morigrave anche Patroclo che era molto piugrave valoroso di te E tutti i passi che alludono allrsquoinstabilitagrave della condizione umana allrsquoinutilitagrave dei propositi e alla fanciul-lesca follia dellrsquouomordquo92

c) Allora se criterio non egrave piugrave lrsquoessere e se criterio non puograve essere nemmeno lrsquouomo dove lo cerche-remo La risposta di Pirrone egrave laquoda nessuna parteraquo Il criterio egrave la rinuncia al criterio Riferisce il pe-ripatetico Aristocle attingendo direttamente dalle opere di Timone di Fliunte ldquo[Pirrone] non ha la-sciato nulla di scritto ma il suo discepolo Timone dice che colui che vuole essere felice deve consi-derare queste tre cose 1) in primo luogo quale egrave la natura delle cose 2) in secondo luogo in quale modo dobbiamo disporci nei confronti di esse 3) in terzo luogo che cosa risulteragrave a coloro che si trovano in questa disposizione 1) Orbene egli dice che Pirrone mostra che le cose sono ugualmente indifferenti immisurabili e indiscriminabili e per questo neacute le nostre sensazioni neacute le nostre opinioni possono essere vere oppure false 2) Per conseguenza non bisogna accordare ad esse fiducia ma bisogna essere senza opinione senza inclinazione senza agitazione affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave oppure che neacute egrave neacute non egrave 3) Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno dice Timone in primo luogo lrsquoafasia e poi lrsquoatarassiardquo (Aristocle fr6 Heiland) i) prima di passare allrsquoanalisi dei tre punti egrave bene sottolineare il significato e la portata della pre-

messa in cui si dice che la considerazione di questi punti deve essere fatta da laquocolui che vuole essere feliceraquo Lrsquoaspetto laquoeudemonisticoraquo prevale dunque nettamente nel pensiero di Pirrone I tre principi cardinali dello Scetticismo pirroniano esprimono un sistema pratico di saggezza e in questo spirito vanno letti e interpretati

ii) Dei tre il piugrave difficile da interpretare egrave il primo che egrave anche il piugrave importante La difficoltagrave sta in questo le cose sono in se stesse indifferenti immisurabili e indiscernibili oppure sono tali non in se stesse ma solo per noi Lrsquoindifferenza delle cose egrave oggettiva o soggettiva (1) La maggior parte degli interpreti (in gran parte sotto lrsquoinfluenza dello Scetticismo posteriore)

ha creduto che Pirrone intendesse dire semplicemente che noi uomini non abbiamo stru-menti adeguati (sensi e ragione) per riuscire a cogliere le differenze le misure e le determi-nazioni delle cose

(2) Ma in realtagrave il testo pare affermare il contrario non dice cioegrave che poicheacute sensi e opinioni sono inadeguati le cose per noi risultano indifferenziate immisurate e indiscriminate ma dice allrsquoopposto che le cose stesse sono indifferenti immisurate e che proprio in conse-guenza di questo sensi e opinioni non possono neacute dire il vero neacute il falso Insomma sono le cose che rendono sensi e ragione incapaci di veritagrave e di falsitagrave e non viceversa Egrave questa una conseguenza necessaria che scaturisce dalla negazione dellrsquoessere dellrsquoeidos e della so-

91 Timone fr69 Diels 92 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 67

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stanza egrave cioegrave la posizione che scaturisce dalla negazione dellrsquoontologia platonico-aristotelica93 2(a) I valori etici e in genere tutti i valori cosigrave come tutte le cose non hanno una loro

statura ontologica appunto percheacute laquonulla esiste in veritagraveraquo 2(b) Invece dellrsquoessere quindi si pongono come determinanti la laquoconvenzioneraquo (il no-

mos) e il laquocostumeraquo (lrsquoethos) 2(c) Aristotele aveva indicato la sostanza come essere per eccellenza e lrsquoaveva definita come

laquoun qualcosa di determinatoraquo per contro Pirrone rovescia la posizione aristotelica laquocia-scuna cosa non egrave piugrave questo che quelloraquo Non contraddicono questa interpretazione an-zi la riconfermano due celebri frammenti di Timone (i) ldquoNon affermo che il miele egrave dolce ma riconosco che appare dolcerdquo94 Il che significa

che in seacute il miele essendo come ogni cosa indeterminato egrave inqualificabile mentre qualificabile egrave solo lrsquoapparire Non vuol dire che esiste un miele come cosa in seacute do-tato di una sua natura ma da noi non raggiungibile il miele non ha una sua natura e il suo apparire se da me egrave qualificabile come dolce da un altro (cui il miele non piace) puograve essere qualificato in altro modo Lrsquoessere insomma non egrave espresso per-cheacute non crsquoegrave egrave espresso solo lrsquoapparire Di conseguenza allrsquolaquoessereraquo si sostituisce lrsquolaquoapparireraquo

(ii) ldquoIl fenomeno domina sempre dovunque appaiardquo95 iii) Pirrone tuttavia non egrave giunto tanto avanti da risolvere tutto nellrsquolaquoapparenza pura e universaleraquo

in modo preciso Infatti la risoluzione di tutte le cose nella pura apparenza senza alcun residuo avrebbe portato non giagrave al dubbio assoluto bensigrave alla certezza assoluta percheacute se tutto si risol-ve nellrsquoapparire le cose sono cosigrave appunto come appaiono e non diversamente

d) Riguardo alla sua concezione della natura del divino crsquoegrave un frammento di Timone che mostra chia-ramente come fosse assai complessa i) Viene domandato a Pirrone ldquoO Pirrone questo il mio cuore desidera di apprendere da te come

mai tu pur essendo uomo ancora cosigrave facilmente conduci la vita tranquilla tu che solo sei guida agli uomini simile a un Diordquo96

ii) Risponde Pirrone ldquoIo ti dirograve in veritagrave come mi sembra che sia prendendo come retto canone questa parola di veritagrave che vive eternamente una natura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualerdquo97

Come intendere questa laquonatura del divino e del beneraquo e il conseguente laquoretto canoneraquo un accento religioso di questo genere ha qualcosa di enigmatico il Dio che Pirrone venera non egrave una provviden-za del mondo neacute degli uomini come il Dio degli Stoici egrave solamente come lrsquoessere perfettamente sta-bile davanti al quale svaniscono gli aspetti diversi e fuggevoli del reale Le cose secondo Pirrone risultano mere apparenze non giagrave in funzione del presupposto dualistico dellrsquoesistenza di laquocose in seacuteraquo a noi come tali inaccessibili bensigrave in funzione della contrapposizione appunto a quella laquonatura del divino e del beneraquo di cui parla il frammento di Timone Misurato con il metro di questa laquonatura del divino e del beneraquo tutto appare a Pirrone come irreale Se cosigrave egrave non si puograve negare lrsquoesistenza di un sottofondo religioso che ispira lo Scetticismo pirroniano Lrsquoabisso che e-gli scava fra lrsquounica laquonatura del divino e del beneraquo e tutte le altre cose implica una visione quasi mi-stica delle cose e una valutazione della vita di un rigore estremo appunto percheacute non concede alle cose del mondo alcun significato autonomo mentre concede realtagrave al divino e al bene

5) Se le cose sono indifferenti immisurabili e indiscernibili e se di conseguenza senso e ragione non pos-sono dire neacute il vero neacute il falso a) lrsquounico atteggiamento corretto che lrsquouomo puograve tenere egrave quello di non dare alcuna fiducia ai sensi neacute

alla ragione ma restare adoxastos vale a dire rimanere laquosenza opinioneraquo ossia astenersi dal giudi-zio (lrsquoopinare egrave sempre un giudicare) Questa laquoastensione dal giudizioraquo venne successivamente e-spressa con il termine laquoepocheacuteraquo di derivazione stoica Come egrave stato recentemente messo bene in

93 Una chiara conferma la troviamo in un passo di Diogene Laerzio ldquoPirrone diceva che niente egrave bello neacute brutto niente egrave giusto neacute in-giusto e similmente applicava a tutte le cose il principio che nulla esiste in veritagrave e sosteneva che tutto ciograve che gli uomini fanno accade per convenzione e per abitudine e che ogni cosa non egrave piugrave questo che quellordquo (Vite dei filosofi IX 61) 94 Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 105 95 Timone fr69 Diels 96 Timone fr67 Diels 97 Sesto Empirico Contro i matematici XI 20

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rilievo Zenone di Cizio affermava la necessitagrave per il saggio di non dare lrsquoassenso ossia di laquosospen-dere il giudizioraquo (epocheacute) di fronte a ciograve che egrave incomprensibile (e di dare lrsquoassenso solo a ciograve che egrave evidente) Arcesilao e Carneade in polemica con gli Stoici sostengono che il saggio deve laquosospen-dere il giudizioraquo su ogni cosa percheacute nulla egrave evidente i) Questa posizione di laquototale astensione dal giudizioraquo egrave di una coerenza estrema rispetto al princi-

pio che nega alle cose lrsquoessere e lrsquoessenza e quindi nega la legge fondamentale dellrsquoessere ossia la non-contraddizione Scriveva Aristotele riferendosi ai negatori della suprema legge dellrsquoessere ldquoEgrave evidente che la di-scussione con tale avversario non puograve vertere su nulla percheacute egli non dice nulla infatti egli non dice neacute che la cosa sta cosigrave neacute che non sta cosigrave ma dice che la cosa sta cosigrave e non cosigrave e poi daccapo egli nega e lrsquouna e lrsquoaltra affermazione e dice che la cosa neacute sta cosigrave neacute non co-sigraverdquo98 Ebbene la posizione che Pirrone assume egrave esattamente questa ldquoBisogna essere senza opinione [hellip] affermando di ciascuna cosa che egrave non piugrave di quanto non egrave oppure che egrave e che non egrave op-pure che neacute egrave neacute non egrave Coloro che si mettono in questa disposizione conseguiranno in primo luogo lrsquoafasia [hellip]rdquo99

ii) Piugrave volte nella Metafisica Aristotele ribadisce il concetto che chi nega il supremo principio dellrsquoessere per restare coerente con questa negazione dovrebbe tacere e non esprimere assolu-tamente nulla E tale egrave precisamente la conclusione che trae Pirrone proclamando lrsquolaquoafasiaraquo

b) E per conseguenza deve anche restare senza alcuna inclinazione (non inclinare verso una cosa piuttosto che verso unrsquoaltra) e restare senza agitazione ossia non lasciarsi scuotere da alcuna cosa rimanere indifferenti Egrave chiaro che ciograve che sul piano teoretico egrave la mancanza di giudizio sul piano pratico egrave lrsquoindifferenza (adiaphoria) per le cose appunto per la ragione che nulla egrave piugrave questo che quello100

c) Il distacco dalle cose che raggiunge il momento culminante nellrsquolaquoafasiaraquo comporta lrsquolaquoatarassiaraquo cioegrave la mancanza di turbamento Anche Diogene Laerzio conferma ldquoIl fine degli scettici egrave lrsquoapatiardquo (Vite dei filosofi IX 108)

d) Questo laquospogliare completamente lrsquouomoraquo non ha come fine lrsquoannullamento totale dellrsquouomo ossia il non-essere assoluto ma al contrario coincide con la realizzazione di quella laquonatura del divino e del bene da cui deriva allrsquouomo la vita piugrave egualeraquo di cui parla il frammento di Timone ossia la realizza-zione di quella vita che non sente il peso delle cose le quali rispetto a quella natura non sono che indifferenti immisurate e indiscriminate apparenze

PLOTINO

1) Perchegrave lUno egrave principio nostalgia dellUno

a) Se la centralitagrave dellinvisibile il suo primato sul visibile accumuna Plotino a Platone la differenza piugrave grande egrave nel superamento del dualismo ontologico per Platone tutta la realtagrave si riconduce a due fonti la materia-chora e il mondo intelligibile per Plotino invece tutto si riconduce a un unico princi-pio da cui tutto inclusa la materia scaturisce

b) Alla radice di ogni realtagrave sta infatti lUno le cose in tanto esistono in quanto sono une unitarie nul-la esiste che non sia in qualche modo uno dunque lunitagrave piugrave che lessere egrave il costitutivo primario e fondamentale della realtagrave Plotino costruisce il suo sistema metafisico a partire dal mondo sensibile Ogni cosa esiste in quanto egrave unitagrave Egrave tuttavia possibile reperire gradi gerarchici di unitagrave101 Esistono infatti enti in se stessi piugrave o

98 Aristotele Metafisica IV 4 1008 e 30-33 99 Aristocle presso Eusebio Praep evang XIV 18 3 100 La sua vita fu coerente con la sua dottrina Lasciava andare ogni cosa per il suo verso e non prendeva alcuna precauzione ma si mostrava indifferente verso ogni pericolo che gli occorreva fossero carri o precipizi o cani e assolutamente nulla concedeva allrsquoarbitrio dei sensi Ma secondo la testimonianza di Antigono di Caristo erano i suoi amici che solevano sempre accompagnarlo a trarlo in sal-vezza dai pericoli(Diogene Laerzio Vite dei filosofi IX 62) 101 Perciograve si risale sempre a unrsquounitagrave E per ogni cosa c e unrsquounitagrave a cui bisogna risalire e ogni essere si riconduce allrsquounitagrave che egrave prima di esso ma che non egrave ancora lrsquoUno assoluto fincheacute poi si arrivi allrsquoUno assoluto ma questo non rimanda piugrave a nessun altro Quando si afferra lrsquounitagrave della pianta mdash cioegrave lrsquoimmobile suo principio mdash o lrsquounitagrave dellrsquoanimale o quella dellrsquoanima o quella dellrsquouniverso si afferra ciograve che in ciascu-no di essi crsquoegrave di piugrave possente e prezioso e quando noi conosciamo lrsquoUno che appartiene agli esseri realissimi ed egrave il loro principio la loro sorgente e la loro potenza dovremo diffidare e credere che sia il nulla PLOTINO Enneadi III 8 10

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meno unitari enti cioegrave la cui interiore unitagrave egrave maggiore o minore il coro il gregge lrsquoesercito pos-seggono un grado di unitagrave minore del corpo che a sua volta egrave meno unificato dellrsquoanima Lrsquounitagrave del coro del gregge dellrsquoesercito egrave infatti per i componenti estrinseca accidentale Il loro scioglimento li lascia intatti Il coreuta la pecora il soldato astratti dallrsquounitagrave del tutto cui appartengono non perdono lrsquoessere Lrsquounitagrave del corpo egrave invece intrinseca percheacute la separazione degli organi provoca la loro morte cioegrave la perdita dellrsquoessere Il reciproco legame delle parti del corpo che sono material-mente separabili egrave tuttavia inferiore alla connessione delle facoltagrave dellrsquoanima che in nessun modo possono abbandonarla Nessun ente che sia uno (e nessun ente esiste che non sia uno) egrave tuttavia lrsquoUno Il coro il corpo lrsquoanima sono unitagrave della molteplicitagrave (i coreuti gli organi le facoltagrave) e quindi non possono essere lrsquounitagrave priva di molteplicitagrave Essi sono quindi uno ma non lrsquoUno Sono cioegrave non sono nulla in virtugrave di quellrsquoUno che non sono LrsquoUno egrave il loro fondamento ed essi sono solamente in quanto ne partecipano Essendo immagine dellrsquoUno se scomparisse precipiterebbero nel nulla102

c) Ogni cosa egrave una unitagrave ma insieme egrave molteplicitagrave sia percheacute in relazione ad altre cose sia percheacute in seacute molteplice lo stesso vale per le Idee che sono molte e per lo Spirito che egrave pensiero quindi duali-tagrave di soggetto e oggetto Perograve tutto tende allrsquoUno da cui deriva ( qui si fonda la nostalgia dellrsquoUnitagrave da cui tutto deriva) Di conseguenza la filosofia deve indagare lrsquordquoassolutamente Unordquo che sta ldquooltrerdquo

2) Uno

a) Relazione alla ipotesi Uno-Uno del Parmenide dagrave realtagrave ontologica allrsquoUno assoluto che nel Parmeni-de era solo una ipotesi

b) Infinito per lrsquoillimitatezza del suo potere (contro Platone finito per Platone lrsquoUno egrave limitato e limi-tante) amorphos e aneidos

c) Infinita potenza spirituale produttrice103 (per la prima volta appare un infinito non materiale) d) Assolutezza dellUno oltre-essere e oltre-intelletto e volontagrave proprio percheacute infinito per questo

non egrave pensiero neacute autocoscienza neacute volontagrave neacute volontagrave che son tutte finite determinate Il Dio di Plotino non egrave personale percheacute la soggettivitagrave la volontagrave e la scelta appartengono per lui al mondo del finito e non a ciograve che egrave immutabile necessario impersonale come si conviene alla sfera della di-vinitagrave che egli chiama Uno per sottolineare la sua inafferrabilitagrave inesprimibilitagrave inconoscibilitagrave tra-scendenza

e) Proprio percheacute oltre lrsquoessere e lrsquointelletto possiamo darne solo determinazioni negative ineffabi-le104 possibilitagrave circa lUno unicamente del linguaggio analogico

f) Percheacute crsquoegrave (La prima volta che viene posta questa domanda radicale prima il principio era dato per scontato) esiste percheacute egrave causa sui

g) Potremmo dire che egrave Bene Bene in seacute percheacute i) fonda lrsquoessenza (una cosa egrave quello che egrave se egrave una) ii) egrave ciograve a cui tutto tende iii) percheacute fonte di vita e di energia

h) Assoluta semplicitagrave (che perograve non egrave povertagrave) causa della complessitagrave

102 E in virtugrave dellUno che tutti gli enti sono quello che sono sia le sostanze che sono enti in un senso primario del termine sia quegli attributi che in qualche misura come suol dirsi fanno parte degli enti (Enn VI 281) 103 Che cosa egrave dunque LrsquoUno egrave la potenza di tutte le cose se esso non fosse nulla esisterebbe neacute lrsquoIntelligenza neacute la Vita prima neacute la Vita universale Ciograve che egrave al di sopra della vita egrave causa della vita lrsquoattivitagrave della vita che egrave tutte le cose non egrave la prima ma scaturisce da esso come da una sorgente Si immagini una sorgente che non ha alcun principio e che a tutti i fiumi si espande senza che i fiumi la esauriscano e rimane sempre calma i fiumi che escono da essa scorrono tutti assieme prima di dirigersi verso punti diversi ma ciascu-no sa giagrave dove i flutti lo porteranno Oppure ltsrsquoimmaginigt la vita di un albero grandissimo la quale trascorre in esso mentre il suo principio rimane immobile senza disperdersi per tutto lrsquoalbero poicheacute risiede nelle radici Esso dagrave alla pianta tutta la sua molteplice vita ma non essendo molteplice anzi essendo principio della molteplicitagrave rimane immobile E non crsquoegrave da stupire mdash oppure sarebbe anche il caso di meravigliarsi mdashche la molteplicitagrave delle vite proceda da ciograve che non egrave molteplice e che non esista molteplicitagrave se ciograve che non egrave molteplice non esiste prima di questa molteplicitagrave Infatti il Principio non si divide nellrsquouniverso percheacute se esso si frammentasse lrsquouniverso perirebbe neacute piugrave rinascerebbe qualora il suo principio non rimanesse in seacute differente ltda tuttogt PLOTINO Enneadi III 8 10 104 Enneadi VI 8 8 Noi vediamo che la libertagrave non egrave una cosa accidentale per Lui ma partendo dalla libertagrave che crsquoegrave negli altri esseri ed eliminando i contrari osserviamo la libertagrave in seacute noi cosiacute trasferiamo a Lui le qualitagrave inferiori che vediamo negli esseri inferiori poi-cheacute non siamo in grado di cogliere ciograve che dovremmo dire di Lui Nulla noi sapremmo trovare che lo riguardi tanto meno poi che sia at-tinente alla sua essenza Tutto ciograve che egrave bello e santo egrave posteriore a Lui poicheacute di tutto questo Egli egrave il Principio (anche se in un altro senso non sia nemmeno principio) E come abbiamo eliminato da Lui ogni proprietagrave cosiacute eliminiamo come cose posteriori la libertagrave e il libero arbitrio questi infatti sono attributi che enunciano una forza rivolta verso lrsquoesterno e cioegrave che Egli non ha ostacoli e che perciograve esistono altre cose di fronte alle quali Egli egrave libero Egrave necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto con esse poicheacute Egli egrave quello che egrave anche prima di esse Gli togliamo infatti anche il termine ldquoegraverdquo e con esso qualsiasi rapporto con gli esseri (tagrave oacutenta) []

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i) potenzialitagrave dellUno (proprio percheacute ricchezza infinita da cui tutto dovragrave derivare egrave attivo senza es-sere atto) questa potenzialitagrave come ricchezza infinita precede tutto (diversamente da Aristotele per il quale la potenza che egrave privazione viene sempre dopo lrsquoatto)

j) doppia attivitagrave dellUno i) pone segrave (libertagrave) egrave causa sui attivitagrave autoproduttrice ii) pone laltro Nous (necessitagrave) proprio per questa doppia dimensione di libertagrave e di necessitagrave si deve parla di processione e non di emanazione (che prevede solo lrsquoinevitabilitagrave del derivare)

Come puograve accadere che dallrsquoUno si generino tutte le cose che sono Non per ldquovolontagraverdquo dellrsquoUno ndash come sostiene invece la tradizione ebraico-cristiana ndash percheacute un atto di volontagrave sarebbe un segno di imper-fezione (chi vuole qualcosa significa che ne ha bisogno e quindi non egrave perfetto) Il mondo secondo Plo-tino egrave generato dallrsquoUno per irradiazione come dal Sole la luce dal fuoco il calore DallrsquoUno emana lrsquoIntelligenza e dallrsquoIntelligenza emana lrsquoAnima queste sono le tre ipostasi la risposta della filosofia neo-platonica alla concezione trinitaria cristiana105

3) Intelletto (Nous) Uno-molti (Uno che ha parti egrave la seconda ipotesi del Parmenide lrsquoUno che egrave e in

quanto tale egrave anche pensiero) (sintesi di Pensiero di pensiero di Aristotele e Iperuranio di Platone) a) Per poter spiegare come dallrsquoUno derivi il nous Plotino ricorre a immagini egrave lrsquounica via possibile pro-

prio percheacute lrsquoUni egrave al di lagrave dellrsquoessere e dellrsquointelletto Derivando da esso lrsquointelletto non puograve com-prenderlo nelle sue categorie Di qui lrsquouso delle immagini della luce del fuoco del profumo della sorgente106

b) LrsquoUno pone il Nous rimanendo integro (non si impoverisce ponendo lrsquoaltro da seacute) e immobile in se stesso107

c) Il Nous essendo derivato dallrsquoUno saragrave esso stesso attivitagrave di conseguenza ha i) una I attivitagrave il suo rivolgersi allrsquoUno e qui si costituisce come essere o sostanza Da notare che

ciograve che sostiene nellesistenza il Nous egrave proprio la contemplazione che egrave conoscenza dellUno non si tratta di un lusso ma della fonte dello stesso essere Esistenzialmente ciograve ha delle impli-cazioni importanti ciograve che vale per lIntelletto vale a maggior ragione per gli uomini che sono chiamati appunto alla contemplazione come loro attivitagrave piugrave nobile e di decisivo valore

105 Enneadi V 1 6 [] Allorcheacute il nostro discorso verte sulle realtagrave eterne non intendiamo certo parlare di nascita nel tempo Quando attribuiamo ad esse certamente a parole la nascita egrave per assegnare ad esse una causa e un ordine In realtagrave dobbiamo riconoscere che ciograve che nasce di lassuacute nasce senza che Egli si sia mosso percheacute se qualcosa nascesse solo dopo un suo movimento il generato sarebbe terzo dopo di Lui e il suo movimento e non secondo Egrave dunque necessario se crsquoegrave un secondo dopo di Lui che esso esista sen-za che Egli si muova neacute che lo desideri neacute che lo voglia neacute che si compia un movimento qualsiasi In che maniera dunque e che cosa dobbiamo pensare del Primo se Egli resta immobile Un irradiamento che si diffonde da Lui da Lui che resta immobile comrsquoegrave nel Sole la luce che gli splende tuttrsquointorno un irradiamento che si rinnova eternamente mentre Egli resta immobile Tutti gli esseri [paacutenta tagrave oacutenta] fincheacute sussistono producono necessariamente dal fondo della loro essenza [ousiacutea] intorno a seacute e fuori di seacute una certa esistenza [ypoacutestasis] congiunta alla loro attuale virtuacute che egrave come una immagine degli archetipi [archetyacutepon] dai quali egrave nata il fuoco effonde da seacute il suo calore e la neve non conserva il freddo soltanto dentro di seacute unrsquoottima prova di ciograve che stiamo dicendo la danno le sostan-ze odorose dalle quali fincheacute sono efficienti deriva qualcosa tutto intorno di cui gode chi gli sta vicino Tutti gli esseri giunti a maturitagrave generano ciograve che egrave eternamente perfetto genera sempre e in eterno ma genera qualcosa di inferiore a seacute E che dobbiamo dire del Perfettissimo [teleioacutetatos] Nulla da Lui puograve nascere se non ciograve che egrave il piuacute grande dopo di Lui ma il piuacute grande dopo di Lui e il secondo egrave lrsquoIntelligenza [Noucircs] e lrsquoIntelligenza contempla lrsquoUno [Moacutenos] e ha bisogno soltanto di Lui mentre lrsquoUno non ha bisogno dellrsquoIntelligenza E poi ciograve che viene generato da chi egrave superiore allrsquoIntelligenza egrave Intelligenza e lrsquoIntelligenza egrave superiore a tutte le cose poicheacute le altre cose vengono dopo di lei e lrsquoAnima [psycheacute] a sua volta egrave diciamo cosiacute il pensiero [loacutegos] e lrsquoatto [eneacutergheia] dellrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza egrave il pensiero e lrsquoatto dellrsquoUno Il pensiero dellrsquoAnima perograve in quanto egrave immagine dellrsquoIntelligenza egrave alquanto oscuro e deve perciograve guardare allrsquoIntelligenza come lrsquoIntelligenza per essere Intelligenza deve guardare allrsquoUno E lrsquoIntelligenza vede lrsquoUno senza esserne separata percheacute egrave subito dopo lrsquoUno e non crsquoegrave nulla fra lei e lrsquoUno come non crsquoegrave nulla fra lrsquoIntelligenza e lrsquoAnima Ogni cosa infatti tende al suo genitore e lo ama so-prattutto quando genitore e generato sono soli ma quando il genitore egrave anche il sommo Bene [tograve aacuteriston] il generato egrave necessariamen-te unito a Lui siacute da esserne separato soltanto per alteritagrave [os tecirc eteroacuteteti] 106 H G GADAMER Il cammino della filosofia in httpwwwemsfraiitgadamerinterviste07_plotinoplotinohtm ldquoChe cosegrave in real-tagrave una sorgente una fonte Egrave acqua che sgorga in continuazione e che alla fine riempie tutti i fiumi e i mari senza mai venir meno Questo egrave il grande mistero egrave dappertutto Ho prestato particolare attenzione meditando su Plotino al significato della parola tedesca uumlberall dappertutto Uumlber (sopra) all (tutto) che vuol dire Piugrave di tutto Meno di tutto Al di sopra di tutto Ciograve che egrave sommo Oppure ciograve che essendo sopra tutto egrave anche dappertutto Ecco il senso della metafora della sorgente lacqua - che egrave dovunque - egrave lacqua della fonterdquo 107 ldquoLrsquoatto di pensare non egrave primo neacute nellrsquoordine ontologico neacute in dignitagrave ma ha il secondo posto e si produce percheacute il Bene lo fa esiste-re e una volta generato lo attrae a seacute e cosigrave il pensiero egrave mosso e vede Pensare vuol dire muoversi verso il Bene e desiderarlo Il de-siderio genera il pensiero e lo fa esistere insieme il desiderio di vedere genera la visione Dunque il Bene stesso non deve pensare nul-la poicheacute non crsquoegrave altra cosa che sia il suo benerdquo

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ii) una II attivitagrave come pensiero (rivolto a se stesso)108 di qui la dualitagrave pensiero ndash pensato e la molteplicitagrave dei pensati

iii) le diverse idee non sono altro che il Nous che si contempla da infiniti punti di vista possibili Quindi il Nous egrave lrsquoIperuranio di Platone LrsquoUno egrave assoluta potenza di tutto il Nous egrave tutte le cose a livello ideale Proprio percheacute egrave tutte le idee le idee del Nous saranno tutte legate tra di loro e si implicheranno a vicenda pur essendo diverse tra di loro quindi la dialettica nellIntelletto non egrave solo mezzo conoscitivo come in Platone ma dimensione ontologica Ogni Idea si riverbera nel tutto e viceversa proprio percheacute ogni idea egrave il Nous Essendo tutte le idee il Nous egrave tutte le cose idealmente Egrave lrsquoUno - molti del Parmenide Per Platone lrsquoUno egrave finito e ha forma Plotino accetta questo po-nendolo perograve a livello di Nous Nel Nous allora si troveranno i cinque generi sommi del Sofista perograve non lrsquouni accanto allrsquoaltro come in Platone ma in vivente unitagrave Percheacute unitagrave immediata di tutte le idee il Nous non egrave ragione ma intuizione immediata la ra-gione ne egrave estrinsecazione e degradazione

iv) per tutti questi motivi il Nous egrave Essere Pensiero Vita Bellezza (dato che la bellezza egrave forma) con il suo concetto di Nous Plotino pone il Nous al centro della propria gnoseologia estetica ed eti-ca percheacute il Nous egrave la veritagrave stessa la cui contemplazione da parte dellrsquoanima umana rende li-beri e virtuosi egrave la Bellezza-in-seacute in quanto il Nous egrave lsquobuonorsquo a immagine del Bene che gli dagrave forma egrave la meta del cammino di conversione morale dellrsquouomo percheacute soltanto vivendo la vita del Nous si raggiunge la vera felicitagrave

d) III attivitagrave pone lAnima

4) Anima ultima dea (Uno e molti delle ipotesi del Parmenide) a) sua natura non egrave pensare (sarebbe Nous) ma dare vita ordinare reggere governare la realtagrave

i) Anima suprema (contempla il Nous e attraverso questo lUno) pensa ii) Anima del mondo si conserva contemplando se stessa iii) Anima che regge e conserva109 egrave principio del movimento essa stessa egrave movimento

b) Ha una ldquoposizione intermediardquo come ldquodue faccerdquo una rivolta al soprasensibile a cui appartiene e una al sensibile che deve in qualche modo reggere nellrsquoessere i) Presente nel corporeo senza deflettere dalla sua unitagrave e per questo egrave tutta in tutto ii) Una e molti divisa e indivisa divisibile percheacute deve animare il molteplice sensibile indivisibile

percheacute contemplazione del Nous e attraverso il Nous dellrsquoUno Perchegrave insieme divisibile e indi-visibile egrave insieme anche attiva e passiva

iii) Egrave lsquonaturarsquo physis che plasma iv) singole anime

5) Mondo a) materia (viene dedotta non presupposta)

i) riflesso ultimo dellattivitagrave quindi lembo estremo dellrsquoAssoluto del tutto opposta e per questo simile allUno110 come lrsquoUno egrave assolutamente incomprensibile non categorizzabile (quindi il mondo avragrave sempre un aspetto incomprensibile e irrazionale)

ii) privazione di Bene e non essere lsquomalersquo come privazione111 la materia quindi non egrave forza per se stessa negativa come in Platone

108 Ma anche lrsquoEssere egrave attivitagrave in ambedue [Essere e Intelligenza] crsquoegrave dunque unrsquounica attivitagrave o meglio essi sono una cosa sola unrsquounica natura dunque lrsquoEssere e lrsquoIntelligenza e perciograve gli esseri lrsquoattivitagrave dellrsquoEssere egrave lrsquoIntelligenza cosigrave intesa e i pensieri cosigrave intesi sono lrsquoidea la forma dellrsquoEssere e la sua attivitagrave Purtroppo il nostro pensiero opera questa divisione e immagina una cosa dopo lrsquoaltra e questo percheacute lrsquointelligenza che divide egrave diversa da quella indivisibile che non divide e che egrave lrsquoEssere e il Tutto (Enneadi V 9 8 941) 109 La prima parte dellrsquoanima egrave in alto vicina alla cima eternamente soddisfatta e illuminata e rimane lassugrave lrsquoaltra parte che partecipa della prima in quanto ne partecipa procede eternamente vita dalla vita essa egrave infatti attivitagrave che si diffonde in ogni luogo ed egrave presen-te ovunque (Enneadi III 8 5 513) 110 La materia egrave un substrato indefinito priva di forma non egrave certo un corpo percheacute egrave priva di qualitagrave egrave essenzialmente semplice e una percheacute egrave priva di ogni determinazione e volendo coglierla col pensiero non si arriva al pensiero della materia ma piuttosto alla negazione di ogni pensiero (Enn Il 4126-8-10) 111 Difatti la materia non possiede neppure lessere - che le permetterebbe di partecipare del bene - anzi lessere che si attribuisce ad essa egrave frutto di un equivoco la veritagrave egrave che essa egrave non-essere Cegrave una carenza di bene che consiste nel fatto di non essere il Bene pie-no ma la carenza totale del bene questo egrave il male Se egrave cosigrave si deve concludere che noi non siamo affatto il principio dei nostri mali che il male non viene da noi stessi esso esiste prima di noi Il male possiede luomo e lo possiede suo malgrado (Enn I 8515) Sic-

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iii) la materia egrave il lembo estremo dellrsquoanima egrave assenza di ogni attivitagrave e vitalitagrave Per questo la mate-ria posta dallrsquoanima deve pure essere sorretta nellrsquoessere dallrsquoanima quindi egrave plasmata dallA-nima che vi imprime le forme

b) Il mondo allora egrave uno specchio delle forme tutto quello che esiste esiste in quanto riflette le for-me quindi tutto egrave forma logos panlogismo Di conseguenza il mondo saragrave assieme perfetto (percheacute determinato dalle forme) e imperfetto (proprio per lrsquoinerzia e la resistenza della materia)

6) Uomo

a) preesistenza dellanima b) colpe dellanima

i) ontologica (non sarebbe una vera colpa) la necessitagrave da parte dellrsquoanima di legarsi alla materia per permettere alla materia drsquoesistere Potrebbe essere colpa nel senso che lrsquoanima legata alla materia si caratterizza per la volontagrave di appartenersi e quindi per lrsquoindividualitagrave

ii) Morale lrsquoanima dimentica la propria origine soprasensibile e questo egrave il massimo male percheacute lrsquoanima si fa condizionare dalla materia venendo meno alla sua funzione Perograve questo male es-sendo legato alla materia ed essendo la materia qualcosa che in qualche modo ci preesiste non dipenderebbe da noi ci preesisterebbe

c) conoscenza lrsquoanima essendo spirituale non puograve essere passiva i) quindi anche la sensazione vista non dalla parte del corpo (qui egrave passivitagrave) ma dalla parte

dellrsquoanima egrave attivitagrave in quanto la sensazione la modificazione del corpo viene giudicata dallrsquoanima Nellrsquoanima allora tutto egrave attivitagrave anche la memoria i sentimenti le passioni le voli-zioni

ii) La sensazione in quanto coglie la forma sensibile egrave una contemplazione oscura iii) A partire da qui egrave possibile lrsquoanamnesi grazie al legame di ogni anima allrsquoAnima

d) La libertagrave egrave lrsquoattivitagrave piugrave alta dellrsquoanima in quanto consiste nel tendere al Bene attraverso il Nous questo porta a staccarsi dal corporeo (male attaccarsi) e questo egrave possibile giagrave in questa vita

7) Ritorno allUno

a) Primo presupposto per il ritorno allUno egrave rinchiudersi nella propria interioritagrave Il saggio neoplatonico non avragrave necessitagrave di cercare la veritagrave fuori da seacute si concentreragrave invece sulla percezione dellAnima e dellIntelletto che sono dentro di seacute traccia di quelle emanazioni che conducono ininterrotte alla ri-scoperta dellunitagrave originaria Ogni uomo ha dunque lUno in seacute poicheacute dellUno sono fatte tutte le cose112

b) Sono cinque le tappe che portano luomo alla riscoperta dellUno che dimora nella propria interioritagrave partendo dalle piugrave lontane dalla perfezione fino ad arrivare alla perfezione dellestasi i) La vita virtuosa ovvero il rispetto dei doveri sociali la sapienza che abitua luomo ad esplorare la

mente la temperanza che aiuta a liberare dalle passioni nocive (tema giagrave stoico) il coraggio che permette di non temere il distacco dal corpo materiale (dostacolo alla conoscenza come giagrave in Platone) la giustizia che avvicina luomo al bene La prima tappa egrave condizione di partenza im-prescindibile propedeutica al primo livello di elevazione della coscienza

ii) La contemplazione della bellezza e dellarte Attraverso la contemplazione del bello lanima giagrave ben disposta dalla virtugrave si avvicina ulteriormente alla perfezione passo dopo passo la bellezza egrave la manifestazione visibile di ciograve che egrave spirituale ed egrave perciograve il veicolo privilegiato attraverso cui lrsquoanima puograve risalire alla fonte da cui egrave discesa La bellezza suscita lrsquoamore

iii) Lamore per la persona amata che conduce luomo dalla contemplazione della bellezza corporea alla contemplazione della bellezza incorporea (si notino le analogie con le tematiche platoniche del Fedro)

come non puograve esistere solo il Bene bisogna che nella sua uscita da seacute o se si preferisce nella sua discesa e nellrsquoallontanarsi si trovi un termine estremo oltre a cui non si genera piugrave nulla ebbene questo termine egrave il male Siccome deve esserci necessariamente qualcosa oltre al Primo ecco che deve esistere un termine estremo e tale egrave appunto la materia la quale non serba piugrave nulla del bene In ciograve appunto sta la necessitagrave del male Il male non consiste in una deficienza parziale ma in una deficienza totale del bene ciograve che manca di un porsquo di bene non egrave cattivo ma puograve essere anche perfetto almeno nel suo genere Ma quando la deficienza del bene egrave assoluta come egrave della materia allora il male egrave vero privo di qualsiasi parte del bene La materia non ha lrsquoessere in modo da partecipare del be-ne solo equivocamente si dice che essa egrave poicheacute egrave giusto affermare che essa non egrave [hellip] La malattia egrave un difetto o un eccesso di corpi materiali che non conservano ordine e misura la bruttezza egrave la materia non dominata dalla forma la povertagrave egrave mancanza e priva-zione di quelle cose di cui abbiamo bisogno a causa della materia a cui siamo uniti la cui natura egrave lrsquoindigenza stessa (Enneadi I 8 5) 112 ldquoIl saggio trae da se stesso ciograve che rivela agli altri e guarda a se stesso giaccheacute non solamente tende a unificarsi e a isolarsi dalle co-se esterne ma egrave rivolto a se stesso e trova in seacute tutte le coserdquo

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iv) Lamore per la sapienza e per la filosofia ritenuto superiore dellamore per la persona amata percheacute egrave nella sapienza filosofica che si giunge a concepire con lintelletto la veritagrave delle cose

v) Infine la quinta tappa la percezione dellestasi ovvero la pura contemplazione dellUno leleva-zione della coscienza privata di ogni distrazione materiale che sente il legame che la congiunge allunitagrave originaria di tutte le cose (condizione difficile da raggiungere Porfirio scrive che nel pe-riodo in cui fu suo discepolo Plotino raggiunse lestasi solamente quattro volte)113 (1) Lrsquoestasi quindi consiste nel rientrare in se tsessi spogliarsi dellrsquoaffettivitagrave della parola dlela

ragione e immergersi nellrsquoUno non egrave un impoverirsi ma un riempirsi del Tutto (2) Lrsquoestasi non egrave incoscienza ma iper coscienza (3) Lestasi egrave un processo assolutamente personale luomo non abbisogna di alcun ministro del

culto e di nessuna guida spirituale di nessuna grazia (come per Filone e il Cristianesimo) il neoplatonismo indica la via di una spiritualitagrave raggiungibile in completa autosufficienza

(4) Se nella teologia cattolica Dio vuole salvare il mondo dal male nel neoplatonismo non vi egrave alcuna intenzionalitagrave del principio divino ed egrave luomo attraverso la scelta di una vita condot-ta secondo sapienza che si allontana dal male costituito dalla materia e si riavvicina al bene rappresentato dallUno abbracciando il percorso di purificazione che conduce allestasi114

CRISTIANESIMO

Il cristianesimo di fatto costituisce oltre che una religione della salvezza o proprio percheacute egrave una religione una visione generale sullrsquouomo e sulla realtagrave Per questo non puograve non incidere sulla riflessione filosofica Di fronte al cristianesimo che ha impregnato di seacute la cultura non psosiamo restare neutrali per cui sia che lo accettiamo sia che lo rifiutiamo dobbiamo necessariamente fare i conti con esso In questo senso allora la validitagrave del titolo di un opuscolo di Croce ldquoPercheacute non possiamo non dirci cristianirdquo Alcuni aspetti di novitagrave introdotti dal cristianesimo e che potrebbero interessare la nostra ricerca 1) Creazionismo Gen 1 - 2

a) Greci non crsquoegrave creazione al massimo crsquoegrave la fabbricazione del Demiurgo b) Per il cristianesimo crsquoegrave la creazione dal nulla per libera volontagrave e per amore Di qui la positivitagrave del

tutto115 e il potenziale ottimismo c) Egrave pure risolto il problema della relazione Uno - molti

2) Dio Provvidenza personale a) Per i greci Provvidenza o non crsquoegrave o non riguarda il singolo (per Socrate Dio egrave Provvidenza ma non si

preoccupa del singolo) Di Provvidenza parla Zenone stoico solo che (a prescindere dal fatto se sia ebreo) per lui la Provvidenza coincide con il Fato

b) Per il cristianesimo Dio egrave persona e si interessa dei singoli qui sta la nostra sicurezza (inutilmente cercata dallrsquoellenismo)116

3) Fede e Spirito

113 Chi arriva allrsquoestasi ldquoegrave simile ad uno che entrato nellinterno del penetrale abbia lasciato dietro di seacute le statue collocate nel tempio quelle statue che quando egli usciragrave nuovamente dal penetrale gli si faranno avanti per prime dopo aver avuto lintima visione e dopo essersi unito non con una statua con una immagine ma con Lui stesso quelle statue che sono dunque di secondo ordine [] Lanima [] se scende in basso scende al male e cioegrave verso il non-essere ma non al non-essere assoluto invece se corre sulla via opposta giunge non ad altro ma a se stessa ma essere in seacute sola e non nellessere vuol dire in Lui e il contemplante diventa non essenza ma al di lagrave dellessenza poicheacute si unisce a Lui [] Questa egrave la vita degli dei e degli uomini divini e beati distacco dalle restanti cose di quaggiugrave vita che non si compiace piugrave delle cose terrene fuga di solo a solordquo Enneadi VI 9 11 114 [] in Plotino come in Platone ed Aristotele lUno produce luniverso non rivolgendosi a esso non ama il mondo [similmente al Dio cristiano] ma egrave amato dal mondo quindi sono assenti le condizioni per le quali lUno voglia salvare il mondo - direttamente o mediante un salvatore LUno dona ogni bene allaltro da seacute per la necessitagrave della sua natura sovrabbondante come appartiene alla natura della luce illuminare le cose (E Severino La filosofia Antica) 115 E Dio vide che era cosa buonahellip Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona 116 Mt 6 25 ndash 34 Perciograve vi dico per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete e neanche per il vostro corpo di quello che indosserete la vita forse non vale piugrave del cibo e il corpo piugrave del vestito Guardate gli uccelli del cielo non seminano neacute mie-tono neacute ammassano nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre Non contate voi forse piugrave di loro E chi di voi per quanto si dia da fare puograve aggiungere unora sola alla sua vita E percheacute vi affannate per il vestito Osservate come crescono i gigli del campo non lavorano e non filano Eppure io vi dico che neanche Salomone con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro Ora se Dio veste cosigrave lerba del campo che oggi cegrave e domani verragrave gettata nel forno non faragrave assai piugrave per voi gente di poca fede Non affannatevi dunque dicendo Che cosa mangeremo Che cosa berremo Che cosa indosseremo Di tutte queste cose si preoccupano i pagani il Padre vo-stro celeste infatti sa che ne avete bisogno Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in ag-giunta Non affannatevi dunque per il domani percheacute il domani avragrave giagrave le sue inquietudini A ciascun giorno basta la sua pena

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a) La fede per i greci (cfr Platone) rientra nellrsquoambito della doxa quindi non egrave conoscenza e solo nella conoscenza sta il valore dellrsquouomo

b) Nel cristianesimo la fede viene vista come trascendimento della conoscenza117 e questo trascendi-mento sarebbe necessario perchegrave la conoscenza egrave sempre limitata e non puograve rispondere alle do-mande ultime dellrsquouomo Solo che questo trascendimento diventa spesso anche crisi della ragione o radicale provocazione pr la ragione cfr 1 Cor 1 18 ss e la follia della croce

c) In questa prospettiva il cristianesimo si fa portatore anche di una nuova antropologia lrsquouomo non sarebbe piugrave solo anima e corpo ma sarebbe anche spirito Spirito o pneuma egrave la dimensione della fede

4) Eros greco e agape cristiana a) eros nasce dalla povertagrave e non egrave Dio lrsquouomo tende a Dio Dio non potragrave mai amare proprio percheacute

non egrave privo di nulla egrave assoluta perfezione puograve solo essere amato b) agape Dio egrave amore dono gratuito Dio si offre allrsquouomo E il suo egrave un amore senza condizioni118

5) Immortalitagrave dellrsquoanima dei greci a) e resurrezione dei corpi per il cristianesimo119 b) inaccettabile dai greci vista la loro valutazione negativa del corpo120

6) Nuovo senso della storia a) Per i greci prevalentemente egrave ciclica b) Per il cristianesimo rettilinea ci sono fatti unici e irripetibili e siamo orientati a un fine e a una fine

AGOSTINO

1) Scoperta della persona

a) Il vero mistero egrave lrsquouomo (non la realtagrave esterna inutile indagare la realtagrave esterna121 necessario rien-trare in noi stessi)122

b) Perograve non lrsquouomo astratto ma il singolo il concreto individuo irripetibile Egrave il singolo che deve far pro-prio il motto ldquoconosci te stessordquo

c) Di conseguenza il soggetto egrave il tema centrale della filosofia (cfr Confessioni) i) un soggetto che ritrova una conflittualitagrave interna123 e arriva proprio per questa conflittualitagrave alla

scoperta della volontagrave e della soggettivitagrave ii) un soggetto che ritrova nella propria interioritagrave lrsquoimmagine della Trinitagrave esse nosse velle

2) Veritagrave e illuminazione

a) si fallor sum e il superamento dello scetticismo124

117 Ebrei 11 1 La fede egrave fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono 118 1 Giov 4 8 ndash 10 Chi non ama non ha conosciuto Dio percheacute Dio egrave amore In questo si egrave manifestato lamore di Dio per noi Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo percheacute noi avessimo la vita per lui In questo sta lamore non siamo stati noi ad amare Dio ma egrave lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati 119 Cfr 1 Cor 15 120 Cfr la reazione degli Ateniesi al discorso di Paolo sulla resurrezione dei corpi Quando sentirono parlare di risurrezione di morti alcu-ni lo deridevano altri dissero Ti sentiremo su questo unaltra volta Atti 17 32 121 ldquoE dire che gli uomini vanno ad ammirare le vette delle montagne i vasti flutti del mare le ampie correnti dei fiumi la distesa dellrsquooceano i giri degli astri e abbandonano se stessirdquo 122 Io stesso ero diventato per me un grosso problemahellipNon andare fuori di te ritorna in te stesso La veritagrave dimora nelluomo inte-riore E se scoprirai che la tua natura egrave mutevole trascendi anche te stesso Ma ricorda quando trascendi te stesso tu trascendi lani-ma razionale Tendi pertanto lagrave donde saccende il lume stesso della ragione De vera religione39 123 quando stavo deliberando di servire senzaltro al Signore Dio mio come avevo disposto da un pezzo ero io che volevo io che non volevo ero proprio io che negrave volevo pienamente negrave rifiutavo pienamente Perciograve lottavo con me stesso e mi straziavo da me stes-so 124 A una tale regola una volta intuita darsquo questa formula Chiunque comprende di essere in dubbio vede una cosa sicura della quale egrave certo dunque egli egrave certo del vero Pertanto chiunque dubita se la veritagrave esista ha in seacute alcuncheacute di vero di cui non puograve dubitare ora vero non egrave tale se non in forza della veritagrave Egrave necessario dunque che piuacute non dubiti della veritagrave chi ha potuto in qualche modo dubitare Dove tutto ciograve si vede quivi egrave luce senza spazio locale e temporale e senza i fantasmi che da tutto ciograve che egrave nello spazio e nel tempo de-rivano

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b) La veritagrave sta nellinterioritagrave (cfr il senso di un discorso) egrave in noi perograve egrave diversa da noi di qui la ne-cessitagrave di una costante ricerca

c) come si realizza la conoscenza i) autocoscienza (punto di partenza indispensabile) ii) sensazione i sensi ci attestano la realtagrave esterna esistente egrave passivitagrave dei sensi e attivitagrave

dellrsquoanima iii) intelletto coglie immediatamente le idee iv) ragione applica le idee intuite allrsquoesperienza qui sta la possibilitagrave dellrsquoerrore v) le idee sono i criteri di valutazione e sono in noi

(1) hanno un lsquoplusrsquo rispetto agli oggetti empirici non possono derivare da essi (2) sono in noi non creati da noi che siamo contingenti e mutevoli (3) la Veritagrave egrave in noi e ci giudicala Veritagrave sono le Idee (colte immediatamente dallrsquointelletto) che

sono pensieri di Dio forme paradigmatiche vera realtagrave (cfr Filone di Alessandria) colti per illuminazione (non esiste lrsquoanamnesi)

(4) Lrsquoesistenza di veritagrave intellegibili che lrsquoanima trova dentro di seacute senza averle essa stessa crea-te rinvia alla Veritagrave come sorgente di tutte le veritagrave allrsquoUno come principio di unificazione rinvia alla realtagrave immutabile eterna e necessaria dunque a Dio Dio egrave la veritagrave che rende pussibili tutte le veritagrave le realtagrave intellegibili gli universali ndash dice Agostino ndash sono pensieri nella mente di Dio Dio egrave altresigrave il maestro interiore nel quale impariamo tutto ciograve che sap-piamo Dio egrave la luce che illumina lrsquoanima e le permette di comprendere la veritagrave Agostino rielabora qui la tradizione platonica ha presente il paragone tra il Bene e il Sole istituito da Platone nella Repubblica e quello dellrsquoanima che riflette la luce divina e la luna che riflette la luce solare formulato da Plotino nelle Enneadi

vi) differenza tra scienza (coglie le cose in se stesse) e sapienza (le cose in riferimento a Dio) vii) in ultima analisi la vera conoscenza rinvia a Dio che perograve egrave mistero125 quindi non possiamo co-

noscere le ragioni ultime nemmeno della realtagrave necessitagrave della fede 3) Dio126

a) In quanto Bene Dio oggetto damore e felicitagrave ci attira frui Deo egrave la possibilitagrave di porre fine alla pro-pria inquietudine

b) in quanto essere ha dato lessere (creato) ldquoIO sono colui che sonordquo (Esodo 3) c) in quanto Veritagrave ci illumina e ci permette di conoscere la veritagrave Dio scitur melius nesciendo teologia negativa

4) la creazione e le idee Possono forse queste veritagrave venir meno anche se scomparissero quelli che ragionano e andassero a languire nellrsquoinferno degli uomini carnali No percheacute non egrave il ragionare che crea la veritagrave esso solo la scopre la veritagrave quindi esiste in seacute anche prima che sia scoperta ed una volta scoperta essa ci rinnova (Agostino La vera religione Paravia Torino 1945) 125 Confessioni Libro X capitolo XXVII paragrafo XXXVIII) ldquoTardi ti ho amato Sero te amavi pulchritudo tam antiqua e tam nova sero te amavi - Ecco eri dentro di me Tu ed io fuori fuori di me ti cercavo e informe nella mia irruenza mi gettavo su queste belle forme che tu hai dato alle cose Eri con me io non ero con te le cose mi tenevano lontano le cose che non ci sarebbero se non fossero in Te Mi hai chiamato e il Tuo grido ha lacerato la mia sorditagrave hai lanciato segnali di luce e il Tuo splendore ha fugato la mia cecitagrave ti sei ef-fuso in essenza fragrante ti ho aspirato e mi manca il respiro se mi manchi ho conosciuto il tuo sapore ed ora ho fame e sete mi hai sfiorato e mi sono incendiato per la Tua pacerdquo ldquoComprendi dunque se lo puoi o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molte-plici e vari comprendi se lo puoi che Dio egrave Veritagrave Egrave scritto infatti che Dio egrave luce (1Gv 15) non la luce che vedono i nostri occhi ma quella che vede il cuore quando sente dire egrave la Veritagrave Non cercare di sapere cosegrave la veritagrave percheacute immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza che al primo istante ha brillato al tuo sguar-do quando ti ho detto Veritagrave Resta se puoi nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore che ti abbaglia quando si dice Veritagrave Ma non puoi tu ricadi in queste cose abituali e terrene Qual egrave dunque ti chiedo il peso che ti fa ricadere se non quello delle immondezze che ti hanno fatto contrarre il glutine della passione e gli sviamenti della tua peregrinazionerdquo La Trinitagrave 82 126ldquo Te invoco Dio veritagrave fondamento principio e ordinatore della veritagrave di tutti gli esseri che sono veri o Dio sapienza fondamento principio e ordinatore della sapienza di tutti gli esseri che posseggono sapienza o Dio vera e somma vita fondamento principio e ordi-natore della vita degli esseri che hanno vera e somma vita Dio beatitudine fondamento principio e ordinatore della beatitudine di tutti gli esseri che sono beati o Dio bene e bellezza fondamento principio e ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli o Dio luce intelligibile fondamento principio e ordinatore della luce intelligibile di tutti gli esseri che partecipano alla luce intelligibile o Dio il cui regno egrave tutto il mondo che egrave nascosto al senso o Dio dal cui regno deriva la legge per i regni della natura o Dio dal quale allontanarsi egrave cadere verso cui voltarsi egrave risorgere nel quale rimanere egrave avere sicurezza o Dio dal quale uscire egrave morire al quale avviarsi egrave tornare a vivere nel quale abitare egrave vivere o Dio che non si smarrisce se non si egrave ingannati che non si cerca se non si egrave chiamati che non si trova se non si egrave purificati o Dio che abbandonare egrave andare in rovina a cui tendere egrave amare che vedere egrave possedere o Dio al quale ci stimola la fede ci innalza la speranza ci unisce la caritagrave o Dio per mezzo del quale trionfiamo dellrsquoavversario ti scongiuro hellip o Dio che ci induci alla veritagrave piena o Dio che ci manifesti la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo neacute permetti che altri lo faccia o Dio che ci richiami sulla vitahelliprdquo Soliloqui 112

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a) come dallUno i molti dallEssere il divenire che implica non essere soluzioni greche in qualche mo-do vicine alla creazione potevano essere i) Platone (Demiurgo = fabbricazione) ii) Plotino (processione dallrsquoUno) iii) Per Agostino la creazione egrave dal nulla e significa

(1) che egrave ex nihilo sui (generazione) (2) et subiecti (fabbricazione)

2(a) dono gratuito per libera volontagrave e bontagrave di Dio b) Dio con la creazione crea anche il tempo (cfr Timeo) legato al movimento

i) crea secondo le Idee (non irrazionalmente) che sono pensieri di Dio = Verbo (Neoplatonici) ii) crea immettendo nella materia le ragioni seminali (cfr Stoici)

c) vertice della creazione luomo immagine di Dio Trinitagrave 5) Tempo ed eternitagrave (Lett 7 496-498)

a) cosa faceva Dio prima della creazione lsquostava preparando lInferno per le persone che vogliono inda-gare cose troppo profondersquo dice Agostino nelle Confessioni al di lagrave dellrsquoironia potrebbe essere la co-scienza della limitatezza della nostra capacitagrave di comprensione e la necessitagrave di accettare questa li-mitatezza data lrsquoimpossibilitagrave di trascenderla i) se Dio egrave eterno ed egrave il creatore di tutto egrave il creatore anche del tempo ii) Prima della creazione il tempo non crsquoera non vi era dunque un prima e un dopo e non ha senso

domandarsi che cosa facesse allora Dio Il tempo egrave creato da Dio quindi egrave una categoria che va-le solo per la creatura Tempo d eternitagrave sono incommensurabili

b) apparente contraddittorietagrave del tempo ldquoSe nessuno me lo chiede lo so se voglio spiegarlo a chi me lo domanda non lo so piugrave cosigrave in buona fede posso dire di sapere che se nulla passasse non vi sa-rebbe il tempo passato e se nulla sopraggiungesse non vi sarebbe il tempo futuro e se nulla fosse non vi sarebbe il tempo presente Ma in quanto ai due tempi passato e futuro in qual modo essi so-no quando il passato da una parte piugrave non egrave e il futuro dallaltra ancora non egrave In quanto poi al presente se sempre fosse presente e non trascorresse nel passato non piugrave sarebbe tempo ma sa-rebbe anzi eternitagrave Se per conseguenza il presente per essere tempo in tanto vi riesce in quanto trascorre nel passato in qual modo possiamo dire che esso sia se per esso la vera causa di essere egrave solo in quanto piugrave non saragrave tanto che in realtagrave una sola vera ragione vi egrave per dire che il tempo egrave se non in quanto tende a non essere [] rdquo127 i) passato non egrave piugrave ii) futuro non egrave ancora iii) presente tende al non essere

c) eppure deve essere qualcosa percheacute misuriamo la durata degli eventi egrave distensio animae128

127 Confessioni Libro XI 14 e 18 128 Confessioni XI 35-37 [] Da qui mi egrave parso di concludere che il tempo nullrsquoaltro egrave che unrsquoestensione ma di qual cosa sia estensio-ne non lo so perograve sarebbe strano se non fosse unrsquoestensione dellrsquoanima stessa Che cosa infatti io misuro te ne scongiuro Dio mio quando dico o approssimativamente ldquoQuesto tempo egrave piuacute lungo di quellordquo oppure in maniera precisa ldquoQuesto tempo egrave doppio ri-spetto a quellrsquoaltrordquo Il tempo misuro siacute questo lo so ma non misuro quello che ha da venire percheacute non egrave ancora non misuro il pre-sente che non ha estensione non misuro il passato percheacute ormai non crsquoegrave piuacute Che cosa dunque misuro [] In te anima mia misuro il tempo Non darmi la voce addosso col dirmi ciograve che la realtagrave egrave Non darmi la voce addosso con tutti i trava-gli delle tue impressioni In te lo ripeto misuro il tempo Lrsquoimpressione che le cose mentre passano suscitano in te e che poi quando quelle sono passate dura questa impressione io la misu-ro mentre egrave presente non misuro le cose che sono passate in modo da lasciare unrsquoimpressione ma misuro questa impressione quando misuro il tempo Per conseguenza o il tempo consiste in queste impressioni o io non riesco a misurare il tempo Ma che Quando misuriamo il silenzio e diciamo che quel silenzio ha avuto una durata di tempo corrispondente a quello che ebbe una determinata voce non egrave forse vero che rivolgiamo la tensione del nostro pensiero quasi per misurare la durata di quella voce come se essa risonasse per poter trarre dagli intervalli del silenzio una definizione che consiste in una estensione di tempo Infatti anche quando la voce e la bocca non sono in moto noi nel nostro pensiero continuiamo a recitare poesie versi e qualsivoglia di-scorso e siamo in grado di definire qualsivoglia estensione del loro andamento e della durata dei tempi quanto cioegrave ognuno sia rispetto a un altro non altrimenti che se ne facessimo recitazione a voce alta Se qualcuno volesse emettere la sua voce in misura un porsquo lunghetta e ne fissasse facendo il conto nel suo pensiero quanta debba es-sere la durata costui certamente la durata del tempo la stabilisce standosene in silenzio e poi affidando il calcolo alla memoria pren-de a tirare fuori quella sua voce che risuona sino a quando non giunga al termine prestabilito Ma in veritagrave diremo risonograve e risoneragrave percheacute quella parte della voce che giagrave si egrave svolta diremo che egrave risonata quella parte che ancora rimane da svolgersi diremo che risone-ragrave sino a quando lrsquointensitagrave presente non trasforma quello che ha da venire nel passato in quanto quel che ha da venire via via dimi-nuisce e il passato via via srsquoaccresce sino a quando consumatosi il futuro tutto divenga passato Ma in qual modo va diminuendo o addirittura si disperde quello che ha da venire che ancora non egrave o in qual modo srsquoaccresce il passa-to che ormai piuacute non egrave se non percheacute nellrsquoanima nostra che elabora questi momenti vi sono tre fasi Infatti lrsquoanima aspetta pone at-tenzione e ricorda tanto che ciograve che aspetta attraverso ciograve cui rivolge lrsquoattenzione si trasforma in ciograve che ricorda

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i) presente del passato memoria ii) presente del presente intuizione iii) presente del futuro attesa Noi possiamo misurare il tempo percheacute possiamo misurare lrsquoimpressione che le cose passando pro-ducono in noi La durata del tempo si spiega con lrsquoattivitagrave della mente che si ldquodistenderdquo cioegrave per cosigrave dire si dilata dallrsquoattesa alla memoria tramite lrsquoattenzione Il tempo egrave nellrsquoanima (quindi non nel movimento anche se egrave collegato ad esso) nello spirito dellrsquouomo permane il passato il presente e il futuro Nello spirito le tre dimensioni del tempo sono sintetizzate e in qualche modo si imita lrsquoeternitagrave che caratterizza il vero essere (il tempo egrave solo di-spersione dellrsquoessere) tutto egrave sintetizzato nel presente e lrsquouomo viene ad essere immagine dellAs-soluto eterno presente

6) male problema centrale della riflessione di Agostino (del resto proprio per dare una risposta plausibile a questo problema si era fatto per un certo periodo manicheo) a) da dove viene se Dio bene129 b) non egrave sostanza negrave corruttibile negrave incorruttibile c) egrave privazione di essere130 (cfr Plotino)

i) male metafisico-ontologico il limite la finitudine il mondo nel suo complesso egrave perfetto ii) peccato cattiva volontagrave causa lsquodeficiente

(1) aversio a Deo et conversio ad creaturam (non egrave la creatura ad essere male egrave il nostro rap-porto alla creatura che egrave errato)

(2) Dio poteva impedirlo la volontagrave libera egrave un gran bene egrave limmagine e somiglianza a Dio d) male fisico conseguenza del peccato e) lrsquouomo radicalmente corrotto non puograve salvarsi puograve solo essere salvato

Chi puograve negare che ciograve che ha da venire non egrave ancora Ma tuttavia vi egrave giagrave nellrsquoanima nostra unrsquoattesa di quello che ha da venire Chi puograve negare che il passato piuacute non egrave Ma tuttavia egrave ancora nellrsquoanima nostra memoria del passato Cosiacute chi puograve negare che il tempo presente manca di estensione percheacute trascorre riducendosi in un punto Ma tuttavia lrsquoattenzione ri-mane durevole siccheacute attraverso di essa si volge a non essere piuacute ciograve che si appresseragrave Non egrave dunque lungo il tempo che ha da veni-re percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo avvenire altro non egrave che lrsquoattesa lunga di ciograve che ha da venire e cosiacute non egrave lungo il passato percheacute esso in realtagrave non esiste ma questo lungo tempo passato altro non egrave che la lunga memoria di ciograve che egrave passato 129 Confessiones VII 6 e 7 [] Qui cioegrave nella considerazione che lrsquoincorruttibile sia da preferire al corruttibile dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male cioegrave donde trae origine la corruzione stessa che in nessun modo puograve violare la tua sostanza[] Cosiacute consideravo la creazione tua finita piena di te che sei infinito e dicevo ldquoEcco Dio ed ecco le cose che Dio ha creato un Dio buo-no e a queste cose saldamente e di gran lunga superiore perograve Egli buono comrsquoegrave le ha create soltanto buone ed ecco come Egli le circonda e le riempie di seacute Ma allora il male dovrsquoegrave e donde e per qual via qui egrave riuscito a insinuarsi Qual egrave la sua radice quale il suo seme O forse esso non egrave af-fatto Percheacute mai dunque noi temiamo e cerchiamo di evitare ciograve che non egrave Drsquoaltra parte se noi lo temiamo senza motivo senza dubbio questo stesso nostro timore egrave un male in quanto in esso non vi egrave di che si debba temere eppur noi ne abbiamo timore Per conseguenza o crsquoegrave un male che noi dobbiamo temere o il male consiste nel fatto stesso che noi temiamo Ma donde dunque proviene questo male poicheacute Dio tutte le cose ha fatto buone buono comrsquoegrave Dio Bene maggiore e anzi sommo ha creato siacute dei beni minori ma tuttavia e il Creatore e le cose create nella totalitagrave sono buoni Donde proviene il male O forse la materia di cui egrave costituita la creazione era una materia non buona e Dio le diede forma e ordine ma vi lasciograve una qualche parte che non convertiacute in bene Ma percheacute questo O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla tutta in modo che non sussistesse nulla di male Egli che egrave onnipotente Infine percheacute di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha voluto piuttosto nella sua stessa onnipotenza annientarla del tutto Oppure quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontagrave di lui se la materia era eterna percheacute Egli tanto a lungo attraverso gli infiniti spazi di tempo trascorsi ha lasciato che essa materia rimanesse cosiacute e tanto piuacute tardi gli piacque di trarne qualcosa Drsquoaltra parte se Egli volle fare drsquoimprovviso qualche cosa Egli che egrave onnipotente avrebbe dovuto fare questo piuttosto che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad essere cioegrave un Bene interamente vero e sommo ed infinito se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono Egli che egrave buono allora tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di materia che era cattiva non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la parte buona donde poi avrebbe creato il tutto Non sarebbe certo Egli stato onnipotente se non avesse potuto creare qualcosa di buono senza trarre partito da quella materia che E-gli stesso non aveva creato 130 Per conseguenza tutte le cose che sono sono buone e quanto al male di cui io cercavo donde provenisse non egrave una sostanza per-cheacute se fosse sostanza sarebbe un bene Infatti o sarebbe una sostanza incorruttibile come a dire un grande bene o sarebbe una so-stanza corruttibile la quale se non fosse buona non potrebbe essere corruttibile Pertanto dovetti riconoscere e mi apparve evidente che tu hai fatto buone tutte le cose e che non vi sono sostanze che tu non abbia creato Ma poicheacute tu non hai fatto tutte le cose uguali pertanto tutte le cose esistono in quanto una per una sono buone e tutte nel loro insieme sono sommamente buone poicheacute il Dio no-stro tutte le cose fece sommamente buone (Gen I 31) Le confessioni VII 12

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UNIVERSALI

1) Il problema a) Universale egrave laquociograve che puograve essere predicato di piugrave realtagraveraquo e il problema che riguarda lrsquoambito logico

gnoseologico e metafisico inizia ad essere trattato nellrsquoXI sec (ma egrave dibattuto in tutto il ME) a par-tire da un passo dellrsquointroduzione e commento di Porfirio alle Categorie di Aristotele (Isagoge del 270 dC circa ma nota nella traduzione latina fatta da Boezio attorno al 500) laquosui generi e le spe-cie non dirograve se essi sussistano oppure siano posti soltanto nellrsquointelletto neacute nel caso che sussistano se siano corporei o incorporei se separati dalle cose sensibili o situati nelle cose stesse ed esprimen-ti i loro caratteri comuniraquo i) Che gli universali sussistono in modo incorporeo extramentale e separato dalle cose puograve essere

affermazione platonica o di un realismo radicale ii) Che invece essi siano solo nelle cose come caratteri comuni e debbano pertanto essere posti

alla base delle nostre conoscenze egrave piugrave unrsquoaffermazione aristotelica o del realismo moderato iii) Mentre il riconoscimento del prioritario aspetto cognitivo di tali caratteri comuni (essi sono ciograve

che lrsquouomo conosce e costruisce col proprio intelletto e che poi esprime linguisticamente) egrave ca-ratteristico delle posizioni nominaliste ecco che per un nominalismo estremo gli universali non esisterebbero neacute nellrsquointelletto neacute tanto meno separatamente ma solo nella parola che di volta in volta viene pronunciata (ma anche del nominalismo radicale non sono rimasti documenti)

iv) Lrsquounica posizione che non egrave mai stata sostenuta e probabilmente Porfirio la elenca solo come ipotesi teorica egrave quella degli universali come corpi materiali

b) Nel Medioevo a partire dallrsquoXI sec abbiamo una valorizzazione della ragione (anche per la ripresa degli studi) della sua ricerca e della sua autonomia a questa valorizzazione egrave facile che si accom-pagni una relativizzazione della auctoritas quindi il problema della filosofia degli universali non egrave solo problema teorico

c) La questione degli universali era se i concetti universali come uomo animale e cosiacute via i) avessero

(1) una realtagrave ontologica (2) o fossero soltanto il prodotto dellattivitagrave dellintelletto umano

ii) e inoltre se essi potessero sussistere (1) prima delle cose (ante rem come le idee platoniche che hanno unesistenza separata) (2) o nelle cose (in re come le forme aristoteliche che sussistono come forme di una deter-

minata materia) (3) o dopo le cose (post rem come prodotti dellattivitagrave dellintelletto e quindi nomi creati

dal linguaggio umano per significare le esperienze) d) Problema centrale il rapporto tra voces e res tra idee e realtagrave pensiero ed essere e assieme al va-

lore da attribuire agli universali il valore che possiamo riconoscere al sapere umano

2) Le soluzioni a) realismo universali = entitagrave metafisiche sussistenti (cfr Platone) perfetta adeguazione tra concetti

e realtagrave Il realismo estremo egrave la tesi secondo cui gli universali oltre che sussistere fuori della mente godono anche di una consistenza ontologica propria la quale fa si che essi esistano separatamente (ante rem) rispetto alle realtagrave mutevoli e contingenti di cui sono gli immutabili prototipi In altri ter-mini il realismo estremo egrave la soluzione di tipo platonico-neoplatonico-agostiniana che identifica gli universali con le idee o i modelli ante rem tramite cui Dio ha creato il mondo ritenendo che reali nel senso metafisicamente forte del termine sono soltanto gli universali e non giagrave gli individui empirici Guglielmo di Champeaux (1070-1121) riteneva ad es che la specie laquouomoraquo rappresentasse una re-altagrave essenzialmente identica per tutti gli uomini i quali sarebbero moltiplicati e diversificati fra di loro solo da qualitagrave accidentali Conseguenze i) lo studio del linguaggio egrave anche

(1) studio della realtagrave (2) e studio di Dio che si manifesta nella realtagrave

ii) posizione conservatrice individui diversi solo per accidenti e non per essenza iii) obiezione di Abelardo

(1) animale simultaneitagrave dei contrari es razionale e irrazionale (2) se egrave res non puograve essere predicato (3) svalutazione dellindividuo (e siamo in un periodo di esaltazione della ragione e quindi del-

lindividuo)

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b) nominalismo non hanno nessun valore e non si riferiscono a nessuna cosa (Roscellino) il nomina-lismo estremo afferma che lrsquoessere esiste soltanto in forma individuale (nihil est praeter indivi-duum) e che i cosiddetti universali rappresentano soltanto dei nomi senza alcun corrispettivo rea-leconseguenze i) scetticismo ragione pura attivitagrave analitica di singoli fatti descrittiva ii) universali = flatus vocis iii) eresia teologica triteismo

(per Anselmo sono schiavi delle lsquoimmaginazioni corporeersquo) c) realismo critico o concettualismo posizione di Abelardo

i) la realtagrave egrave individuale ii) universali non sono neacute res neacute flatus vocis iii) sono sermones

(1) frutto della astrazione = convenzione umana (2) che coglie gli elementi comuni = universali (3) universali che perograve non danno lessenza ma modo dessere una immagine comune (uomo

come essenza non esiste esiste solo il singolo) d) realismo moderato (Tommaso) Il realismo moderato egrave la dottrina secondo cui gli universali pur

avendo una certa consistenza non esistono ante rem ma soltanto in re ossia individualizzati e in-corporati nelle cose singole a titolo di principi organizzatori immanenti (nel senso aristotelico) In al-tri termini secondo il realismo moderato i generi e le specie non esistono laquoseparatamenteraquo rispetto agli individui ma soltanto come loro forma o essenza intrinseca Di conseguenza il realismo mode-rato a differenza di quello estremo riconosce pienamente la realtagrave degli individui pur scorgendo la presenza in essi di unrsquoessenza universale Inoltre i realisti moderati pur credendo che gli universali nel nostro mondo esistano soltanto in re hanno ritenuto nel contempo che essi nella mente di Dio esistano sotto forma di idee archetipe an-te rem (conciliando in tal modo le istanze piugrave profonde dellrsquoaristotelismo con quelle del platonismo) Sono distinti tre tipi di universale i) Universale in re - egrave la ldquoformardquo delle cose lrsquoessenza ii) universale post rem egrave il concetto nellrsquointelletto quello che viene colto con il procedimento razio-

nale della ldquoastrazionerdquo iii) universale ante rem - egrave lrsquoIdea nella mente divina il ldquomodellordquo delle cose Questi tre tipi di universale fanno uno e si identificano con la ldquoformardquo della cosa che esiste ldquoab ae-ternordquo nellrsquoIntelletto divino e che lrsquointelletto umano ldquoastraerdquo dalla cosa stessa

3) Il problema degli universali tornava ad agitare la vecchia questione sollevata per la prima volta dai Sofi-sti il pensiero e il linguaggio hanno davvero la prerogativa di rispecchiare lrsquoessere e le sue strutture rea-li I nostri concetti e i nostri termini sono davvero la controparte logico-linguistica delle essenze metafisi-che delle cose Ovviamente un problema di questo tipo aveva unrsquoinevitabile ripercussione a) In campo gnoseologico Il problema degli universali egrave fondamentale per la conoscenza umana per-

cheacute senza generi e specie diventa impossibile qualsiasi conoscenza razionale b) in campo ontologico poicheacute il realismo sottintendendo un sostanziale parallelismo fra voces e res

ovvero una stretta corrispondenza fra pensiero-linguaggio-realtagrave implicava la possibilitagrave da parte del pensiero di porsi come fotografia della realtagrave in grado di coglierne le forme o strutture e quindi di far metafisica Al contrario il nominalismo rifiutando la sostanzialitagrave delle forme ed assimilando i concetti generali a simboli astratti di realtagrave puramente individuali sottintendeva un potenziale divor-zio fra pensiero e realtagrave destinato a mettere in forse il discorso metafisico

c) Analogamente mentre il realismo grazie ai concetti di sostanza specie atto ecc si prestava a giu-stificare filosoficamente sia il dogma trinitario sia il discorso teologico nella sua globalitagrave il nominali-smo (v Roscellino) sembrava minare entrambe le cose

d) Questa portata anti-metafisica ed anti-teologica del nominalismo diventeragrave esplicita soprattutto nella tarda Scolastica allorquando Ockham riducendo il pensiero astratto a pura catalogazione dellrsquoesperienza ed anteponendo alla ragione la conoscenza sensibile (= empirismo) finiragrave per minare la possibilitagrave di qualsiasi discorso meta-empirico cioegrave condotto oltre i limiti dellrsquoesperienza immedia-tamente accessibile

4) concretezza del problema a) struttura sociale b) teorie scientifiche reali o convenzioni strumenti

Naturalmente ldquola questione degli universalirdquo non si chiude con la fine del medioevo viene ripresa infatti an-che dalla filosofia moderna che rivedragrave il formarsi di due opposti schieramenti gli empiristi che sostanzial-mente saranno nominalisti e i razionalisti piugrave vicini alle posizioni del realismo

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AVICENNA

Integra Aristotele con Platone (dove Aristotele non sembra in accordo alla fede) 1) distinzione tra ente (lesistenza il concreto) ed essenza (quid est prescinde dallrsquoesistenza) 2) ente reale puograve essere

a) possibile (mondo che egrave contingente in quanto non ha in seacute la propria ragion drsquoessere quindi egrave carat-terizzato dalla diversitagrave tra essenza ed esistenza)

b) o necessario (Dio ha in seacute la causa del suo essere creatore e separato dal mondo) 3) Ciograve significa che la nozione di essere assume un significato diverso a seconda che sia riferita a Dio o alle

cose contingenti

s TOMMASO

RAPPORTO TRA RAGIONE E FEDE

1) ragione a) parte dal sensibile e quindi non puograve conoscere tutto egrave condizionata dalla sua origine b) inoltre egrave creata (finita) c) puograve dire che Dio egrave ma non chi sia Dio d) se il fine delluomo fosse puramente naturale la ragione sarebbe sufficiente perograve fine delluomo egrave

soprannaturale quindi ha bisogno di veritagrave che eccedono le sue capacitagrave naturali vengono dalla ri-velazione accolte dalla

2) fede che a) sorregge la ragione nelle veritagrave che la ragione coglie perograve con il pericolo di errore (tra fede e ragio-

ne non cegrave contrasto nessuna doppia veritagrave)131 b) offre delle veritagrave che vanno oltre la ragione132

3) nei confronti della veritagrave della fede la ragione a) esamina lautoritagrave di chi le propone b) puograve dimostrare i preamboli della fede cioegrave quelle veritagrave la cui dimostrazione egrave necessaria alla fede

stessa c) la filosofia puograve essere adoperata a chiarire mediante similitudini le veritagrave della fede d) la ragione puograve controbattere le obbiezioni che si fanno alla fede dimostrando che sono false o che

non hanno forza dimostrativa 4) La grazia (fede) non soppianta la natura ma la perfeziona gratia naturam perficit

a) la teologia rettifica ma non sostituisce la ragione b) necessaria una buona (corretta) filosofia per una buona teologia

5) La fede e la ragione non possono trovarsi in contraddizione a) la ragione ha una sua veritagrave dei principi intrinseci che sono verissimi ed egrave impossibile pensare che

siano falsi dal momento che Dio stesso egrave lrsquoautore della natura umana La veritagrave di ragione non saragrave perciograve in contraddizione con la veritagrave rivelata poicheacute la veritagrave non puograve contraddire la veritagrave La ra-gione puograve indurre allrsquoerrore ed in quel caso la fede deve essere la regola del corretto procedere della ragione

b) Inoltre fede e ragione non possono contraddirsi anche percheacute considerano la realtagrave da punti di vista diversi la ragione considera la realtagrave in se stessa la fede in relazione a Dio133

131

Se la veritagrave fosse lasciata soltanto allindagine della ragione ne seguirebbero tre inconvenienti in primo luogo la cognizione di Dio sarebbe in pochi In secondo luogo vi si giungerebbe a fatica dopo gran tempo In terzo luogo lindagine della ragione umana spesso egrave venata derrori percheacute il nostro intelletto egrave debole nel giudizio e ci si insinuano i fantasmi Salutarmente dunque provvide la divina clemenza disponendo che si accettassero per fede anche le cose che la ragione puograve indagare siacute che tutti senza dubbio neacute errore partecipassero facilmente alla cognizione di Dio (S contra Gent I 3) 132 Nelle cose che diciamo di Dio la veritagrave egrave di due modi Infatti intorno a Dio ci sono veritagrave che oltrepassano ogni facoltagrave della ragione umana per esempio che Dio egrave uno e trino Mentre ce ne sono altre che anche la ragione naturale puograve cogliere per esempio che Dio egrave che egrave uno ed altre siffatte di queste guidati dal lume della ragione anche i filosofi hanno addotto prove dimostrative (Summa contra Gentiles I 3) 133 Summa contra gentiles I 7 ndash 8 e II 4 Bencheacute la veritagrave della fede cristiana superi la capacitagrave della ragione umana quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione non possono essere contrarie alla fede Difatti quelle veritagrave che sono essenzialmente proporzionate alla ragione ci constano essere verissime in tale maniera che non sia possibile pensarle false neacute daltra parte egrave possibile pensare falso ciograve che si tiene per fede

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c) Ciograve perograve significa piugrave una distinzione che una separazione la ragione e la natura trovano il loro pie-no compimento nella fede e nella grazia (secondo il celebre adagio tomista gratia naturam perfi-cit)134

dal momento che ha una cosiacute evidente conferma divina Siccome dunque il solo falso egrave contrario al vero come appare manifestamente dai loro concetti egrave impossibile che la veritagrave di fede sia contraria a ciograve che la ragione conosce naturalmente Inoltre la conoscenza dei princiacutepi naturalmente noti ci egrave infusa da Dio in quanto Dio stesso egrave lautore della nostra natura Anche la divi-na Sapienza possiede dunque questi princiacutepi Tutto ciograve quindi che egrave contrario a questi princiacutepi egrave contrario alla divina Sapienza e non puograve pertanto provenire da Dio Quelle veritagrave dunque che si tengono per fede in funzione della rivelazione divina non possono essere contrarie alla conoscenza naturale Dal che si deduce evidentemente che qualsiasi argomento venga portato contro i documenti della fede non procede rettamente dai primi princiacutepi immediatamente evidenti innati alla natura e conseguentemente non ha nemmeno la forza dimostrativa ma sono ragioni o probabili o sofistiche e cosiacute cegrave la possibilitagrave di confutarle [] Si deve anche notare che senza dubbio le cose sensibili dalle quali la ragione umana deriva il principio della conoscenza conservano in seacute qualche traccia della loro somiglianza divina ma cosigrave imperfetta che risultano del tutto insufficienti a manifestare la natura dello stes-so Dio Infatti gli effetti hanno in qualche misura una somiglianza con la causa poicheacute ogni agente produce una cosa a seacute somigliante ma non sempre lrsquoeffetto raggiunge una perfetta somiglianza con lrsquoagente Dunque la ragione umana per conoscere la veritagrave di fede che puograve essere perfettamente conosciuta solo da coloro che vedono la divina sostanza egrave in condizione di raccogliere alcune analogie che non sono perograve sufficienti affincheacute la predetta veritagrave venga dimostrata o compresa per intuizione intellettiva Tuttavia egrave utile per la mente umana esercitarsi in tali ragionamenti bencheacute deboli purcheacute non ci sia la presunzione di comprendere o di dimostrare infatti come prima si egrave detto procura grande gioia il potere intendere qualcosa delle realtagrave piugrave elevate anche in maniera incompleta e debole [] Diverso egrave il punto di vista delle dottrine teologiche e delle filosofie umane Giaccheacute la filosofia umana considera le creature in quel che sono e cosiacute secondo gli aspetti del reale abbiamo le diverse parti della filosofia la fede cristiana invece le considera non in quanto so-no come ad es il fuoco in quanto fuoco ma in quanto esso indica la perfezione divina ed egrave ordinato in qualche modo allo stesso Dio Pertanto i lati che il filosofo studia nelle creature sono diversi da quelli che considera il credente il filosofo infatti considera i caratteri costitutivi delle cose come per i fuoco il portarsi in su il credente considera la creatura in rapporto con Dio come lessere creata da Dio lessere soggetta a Dio e simili Se loggetto dindagine egrave talvolta comune al filosofo e al credente i princiacutepi sono diversi Poicheacute il filo-sofo argomenta da cause immanenti alle cose il credente argomenta dalla Causa prima come quando si fonda sulla rivelazione o guar-da alla gloria o alla potenza infinita di Dio e per questo ad essa come avente il primato egrave subordinata la filosofia umana Da ciograve deriva che le due dottrine procedono con diverso metodo Poicheacute nella dottrina filosofica la quale considera le creature in se stesse e da esse guida alla conoscenza di Dio primo egrave lo studio delle creature e ultimo quello di Dio nella dottrina rivelata invece che non considera le creature se non in ordine a Dio primo egrave lo studio di Dio e poi quello delle creature e cosiacute egrave piuacute perfetta in quanto piuacute simile alla conoscenza di Dio il quale intuisce laltro da seacute intuendo seacute 134 Summa Theologiae I q 1 art 1 Proemio E percheacute il nostro proposito sia compreso in certi limiti egrave necessario per prima cosa indagare sulla sacra dottrina [ossia la teologia] qua-le sia e a quali cose si rivolga In proposito i problemi sono dieci Primo che necessitagrave ci sia di questa dottrina Secondo se sia scienza Terzo se sia una sola scienza o piugrave Quarto se sia speculativa o pratica Quinto quale sia il suo rapporto con le altre scienze Sesto se sia sapienza Settimo se quale sia il suo oggetto Ottavo se sia una disciplina argomentativa Nono se debba servirsi di espressioni metaforiche o simboliche Decimo se la Sacra Scrittura debba essere esposta secondo piugrave sensi Articolo I Rispetto al primo problema si procede cosigrave Sembra che non sia necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche In-fatti lrsquouomo non deve sforzarsi di conoscere le cose che sono al di sopra della ragione secondo quanto afferma il III capitolo del libro dellrsquoEcclesiastico ldquonon indagherai le cose per te troppo grandirdquo Ma le cose che sono accessibili alla ragione sono trattate adeguata-mente nelle discipline filosofiche Sembra dunque superfluo avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Inoltre non ci puograve essere scienza se non dellrsquoente nulla infatti si sa se non il vero che egrave convertibile con lrsquoente Ma tutti gli enti sono presi in esame dalle discipline filosofiche e anche Dio in una parte della filosofia detta appunto ldquoteologiardquo cioegrave ldquoscienza divinardquo come insegna il Filosofo nel VI libro della Metafisica Non egrave stato quindi necessario avere unrsquoaltra dottrina oltre alle discipline filosofiche Ma egrave contrario ciograve che egrave detto nel capitolo III della II Lettera a Timoteo ldquotutta la Scrittura ispirata da Dio egrave utile ad insegnare con-vincere correggere e formare alla giustiziardquo Infatti la Scrittura divinamente ispirata non riguarda le discipline filosofiche che sono svi-luppate con la sola ragione umana Ersquo utile dunque che oltre alle discipline filosofiche esista unrsquoaltra scienza fondata sulla rivelazione divina Rispondo dicendo che lrsquoesistenza di una dottrina rivelata oltre alle discipline filosofiche che si indagano con la ragione umana egrave stata necessaria per la salvezza dellrsquouomo In primo luogo percheacute lrsquouomo ha come destino Dio un fine che supera le capacitagrave di comprensio-ne della ragione come scrive il profeta Isaia (644) ldquoocchio non ha visto che un Dio fuori di te abbia fatto tanto per chi confida in luirdquo Ma gli uomini devono conoscere il loro fine per poter decidere le proprie azioni perciograve fu necessario alla loro salvezza che quanto supe-ra la ragione umana fosse reso noto attraverso una divina rivelazione Ma anche riguardo a quelle cose che la ragione umana puograve cono-scere fu necessario che lrsquouomo fosse istruito mediante la rivelazione divina Percheacute attraverso lrsquoindagine razionale sarebbero giunti alla veritagrave su Dio da cui pure dipende la salvezza dellrsquouomo - che egrave solo in Lui - solo pochi uomini attraverso un tempo lunghissimo e con la mescolanza di molti errori Affincheacute gli uomini potessero giungere alla salvezza in modo piugrave adeguato e sicuro fu quindi necessario che fossero istruiti attraverso la rivelazione divina Alla prima obiezione si deve rispondere che le cose che sono piugrave alte della capacitagrave conoscitiva dellrsquouomo sebbene non possano esse-re indagate attraverso la ragione sono tuttavia da accogliere per fede una volta che vengano rivelate da Dio Per cui lo stesso passo aggiunge ldquoti egrave stato mostrato piugrave di quanto comprende unintelligenza umanardquo E in questo consiste la sacra dottrina Al secondo argomento si deve dire che dal diverso modo di conoscere gli oggetti deriva la diversitagrave delle scienze Infatti sia lrsquoastrologo che il fisico dimostrano la medesima conclusione per esempio che la terra egrave rotonda ma lrsquoastrologo per via matematica cioegrave astraen-do dalla materia il fisico invece prendendo in considerazione la materia Perciograve nulla impedisce che le medesime cose delle quali tratta-no le discipline filosofiche nella misura in cui sono conoscibili alla luce della ragione naturale possano essere oggetto di unrsquoaltra scien-

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Questa parte della filosofia tomistica egrave riscontrabile soprattutto in Somma contro i Gentili 6) Summa contra gentiles partire da ciograve che ci accomuna la ragione

a) partendo da questo dato che accomuna tutti gli uomini egrave possibile ottenere risultati universali e su questi costruire un discorso teologico

b) ragione nostra caratteristica ed esigenza primordiale e naturale i) Proprio per questo lrsquouomo ha una sua autonomia e deve mettere in atto tutto il suo potenziale

conoscitivo La sua vocazione egrave conoscere e dominare il mondo ii) Su questo non puograve interferire la teologia come la teologia non soppianta la filosofia iii) Del resto tra filosofia e teologia non potragrave esserci contrasto proprio percheacute unica egrave la sorgente

della veritagrave e tutte e due sono in relazione alla veritagrave

LA METAFISICA

1) Ente ed essenza lente (qualunque cosa esista) puograve essere

a) ente logico puramente concettuale espresso dalla copula egrave unisce due concetti senza pretendere che la realtagrave sia come espresso (es la cecitagrave egrave negli occhi di conseguenza non tutto ciograve che egrave pen-sato esiste come egrave pensato le connessioni di concetti sono vere in quanto connettono correttamen-te quei concetti ma non esprimono lrsquoesistenza dei concetti che connettono) Lrsquouniversale non egrave rea-le ad essere reale egrave solo lindividuo lrsquouniversale egrave una astrazione anche se fondata sulla realtagrave rea-lismo moderato

b) ente reale ogni realtagrave egrave ente anche se in modo analogico Per Aristotele potenza e atto corrispon-devano a materia e forma Secondo Tommaso invece lrsquoessenza e lrsquoesistenza stanno tra loro rispetti-vamente nel rapporto di potenza e atto i) Lrsquoessenza (chiamata anche quidditagrave o natura) comprende sia la materia che la forma percheacute

comprende tutto ciograve che egrave espresso nella definizione della cosa Per es lrsquoessenza dellrsquouomo de-finito animal rationale comprende sia la materia (animal) che la forma (rationale) Essenza id quod potest esse potenza attitudine allrsquoessere e non identificazione con lrsquoessere quindi le cose non esistono necessariamente sono contingenti quindi esistono in virtugrave di altro (1) Lrsquoessenza costituisce in primo luogo il fondamento dellrsquoessere di ogni ente essa infatti fa

essere una cosa quella determinata cosa diversa dalle altre Naturalmente non si deve in-tendere il termine ldquoessererdquo nel senso di esistenza attuale percheacute come si vedragrave meglio poi ogni cosa riceve la sua attualitagrave esistenziale da Dio e non dallrsquoessenza Tommaso si sta qui occupando del significato nominale dei termini ldquoenterdquo ed ldquoessenzardquo non ancora di quello e-sistenziale Tuttavia senza lrsquoessenza sarebbe impossibile definire per esempio questo esse-re che mi sta davanti come uomo o questrsquoaltro come pianta

(2) In secondo luogo lrsquoessenza egrave il fondamento dellrsquointelligibilitagrave e della conoscibilitagrave di ogni en-te Ogni ente egrave intelligibile in virtugrave di quellrsquoelemento universale e necessario che egrave lrsquoessenza Esiste in altri termini una stretta correlazione tra ontologia e gnoseologia

(3) Lrsquoessenza infine egrave il fondamento dellrsquoagire di ogni ente Essa cioegrave permette di cogliere il carattere proprio di un ente dal quale egrave possibile ricavare la sua attivitagrave o operazione princi-pale Se si analizza per esempio lrsquoessenza dellrsquouomo si diragrave che lrsquouomo possiede per natura (per costituzione ontologica e non come qualcosa di aggiunto di accidentale) un intelletto che costituisce il carattere distintivo che lo differenzia dagli altri animali (prima ancora della posizione eretta o del modo di cibarsi o di vestirsi che sono caratteri accidentali che sono mutati nel corso del tempo e non rientrano nella sua essenza) Avere per natura un intellet-to significa che lrsquouomo egrave per natura capace di conoscenza intellettiva egrave cioegrave in grado di os-servare riflettere e interpretare ciograve che lo circonda egrave capace di domandarsi il ldquopercheacuterdquo di ciograve che vede e da questa domanda scaturisce la ricerca dei principi che porta poi alla costitu-zione delle diverse scienze e dei vari campi di indagine

ii) Dallrsquoessenza si deve distinguere lrsquoesistenza percheacute si puograve comprendere che cosa sia un uomo o lrsquounicorno o lrsquoaraba fenice ma non egrave ancora detto che quegli esseri esistono nella realtagrave Dunque lrsquoessenza e lrsquoesistenza sono distinte e stanno tra loro nel rapporto di potenza e atto Lrsquoessenza egrave in potenza rispetto allrsquoesistenza mentre lrsquoesistenza egrave lrsquoatto dellrsquoessenza actus essendi Nelle cose composte cegrave una doppia composizione di atto e potenza materia forma essenza esistenza

za per quello che se ne puograve conoscere alla luce della rivelazione divina Perciograve la teologia che compete alla sacra dottrina egrave di altra na-tura rispetto a quella teologia che si considera parte della filosofia

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iii) Ecco ora il punto fondamentale lrsquounione dellrsquoessenza con lrsquoesistenza ovvero il passaggio dalla potenza allrsquoatto ovvero lrsquoindividuo reale richiede per Tommaso lrsquointervento diretto e creativo di Dio Ersquo solo Dio che puograve creare le cose facendole esistere egrave solo Dio che puograve realizzare il pas-saggio dalla potenza allrsquoatto ossia dalla essenza allrsquoesistenza e dare cosigrave origine alle varie crea-ture siano angeli o uomini o animali o piante ecc

iv) In Dio lrsquoessenza egrave uguale allrsquoesistenza Solo in Dio essenza ed esistenza si identificano In altre parole lrsquoessenza di Dio egrave di esistere Egli esiste necessariamente egrave eterno egrave lrsquounico essere ne-cessario cioegrave non puograve non esistere mentre tutti gli altri esseri dipendono da lui Dio egrave lessere (= essenza atto puro) essere puro

v) In sintesi potremmo dire che Dio egrave lrsquoessere mentre le creature hanno lrsquoessere Actus essendi originario in Dio derivato per partecipazione nelle creature Dunque il termine essere non egrave lo stesso quando egrave riferito a Dio o alle creature Tra lrsquoessere di Dio e quello delle creature non vi egrave neacute identitagrave neacute assoluta opposizione bensigrave analogia Le creature in quanto esistenti sono simili a Dio ma Dio non egrave simile a loro ecco il principio della analogicitagrave dellrsquoessere (analogo = simile ma di proporzioni diverse) In piugrave le creature hanno lrsquoessere percheacute viene dato loro da Dio il quale partecipa (=dona) loro lrsquoesistenza Cosigrave le creature hanno lrsquoessere per partecipazione mentre Dio egrave lrsquoessere per essenza La distinzione fra lrsquoessere creato e lrsquoessere eterno di Dio porta con seacute due importanti conseguen-ze (1) In primo luogo permette a Tommaso di salvaguardare lrsquoassoluta trascendenza (superioritagrave

diversitagrave alteritagrave soprannaturalitagrave) di Dio nei confronti del creato e delle creature e di evita-re ogni forma di panteismo (che identifica Dio col mondo)

(2) In secondo luogo lrsquoanalogicitagrave dellrsquoessere rende impossibile unrsquounica scienza dellrsquoessere ac-canto alla filosofia vi egrave adesso la teologia la quale egrave superiore in dignitagrave a tutte le altre scienze le quali nei suoi confronti diventano ancelle della teologia

c) Lrsquoessere egrave il principio e fondamento del reale lrsquoesistenza egrave il risultato dellrsquoessere attuante unrsquoessenza lrsquoesistenza egrave una presenza reale o fatto di esistere che deriva dallrsquoatto di essere allrsquoessenza e la rende realmente esistente o presente o fatto di esistere Lrsquoessere egrave piugrave nobile dellrsquoesistenza (suo risultato) e dellrsquoessenza che egrave potenza riguardo allrsquoessere (atto ultimo) i) Quella di Tommaso non egrave una filosofia dellrsquoente ma egrave una filosofia dellessere che realizza le es-

senze lessere egrave il mistico (Wittgenstein) egrave ciograve di fronte a cui resta solo il silenzio percheacute condi-zione di qualunque discorso e fondamento sempre presente e intrascendibile135 esse poicheacute tra-scende lessenza trascende anche il concetto Il principio che fonda la necessitagrave di questa di-stinzione136 si trova nel fatto stesso che finisce per renderla inconcepibile Lesse facciamo nota-re non egrave concepibile che in unessenza Niente egrave piugrave vero ma egrave proprio per questo che quando si parla di un atto finito di esistere bisogna necessariamente che questo atto e la sua essenza siano aliud et aliud Ci sono degli esseri finiti egrave un fatto e sono anche i soli esseri di cui abbia-mo esperienza ora la possibilitagrave di un essere finito suppone che il suo atto di esistere sia altro dalla sua essenza Se si trattasse in effetti dellesse puro non sarebbe cosigrave Latto puro di esiste-re egrave integralmente atto cioegrave lo egrave sotto tutti gli aspetti e in tutti gli ordini per la semplice ragione che essendo anteriore a tutti come la condizione della loro stessa possibilitagrave li trascende tutti Lesse puro non egrave dunque solamente illimitato nellordine dellesistenza propriamente detta lo egrave anche nellordine dellessenza poicheacute precede questordine e di conseguenza nessuna determi-nazione essenziale si applica ad esso Ed egrave per questo come san Tommaso nota nel De ente et essentia che alcuni filosofi hanno potuto sostenere che Dio non ha essenza poicheacute egli egrave lesse puro ciograve che si chiamerebbe la sua quidditagrave o essenza si confonde in effetti necessariamente con il suo esse Per ragioni legate senza dubbio alla sua dottrina dei nomi divini san Tommaso sembra avere evitato di negare che Dio abbia una essenza preferisce dire che lessenza di Dio egrave il suo atto stesso di esistere Daltronde in qualsiasi modo lo si esprima il fatto resta quello che egrave lesse puro non egrave determinato da alcuna essenza che lo faceva essere tale Al livello supremo dellessere in cui tentiamo qui di elevarci il problema del rapporto tra essenza ed esistenza sva-

135 E Gilson Lessere e lessenza Tr it di L Frattini e M Roncoroni Massimo Milano 1988 279-282 ldquoLessere dunque non egrave soltanto il primo oggetto di conoscenza intellettuale nel senso che sarebbe implicato fin dal primo oggetto conosciuto ma altresigrave nel senso che egrave implicato in ogni oggetto conosciuto e che ogni conoscenza quale che ne sia loggetto egrave anche e anzi prima di tutto conoscenza del-lessere 136 tra essenza ed atto drsquoerssere

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nisce per riduzione dellessenza allatto puro di esistere 137 ldquoEsigere che lesse sia concettualiz-zabile egrave volere che esso sia una cosa ora se ciograve che abbiamo detto egrave vero lesse egrave latto costi-tutivo ultimo di ogni cosa esso stesso non potrebbe esserne una Resta dunque possibile per unontologia che non sia un cosismo integrale comporre lesistere con lessenza e distinguer-lo138 di qui lo stupore

ii) ne deriva una filosofia ottimistica lrsquoessere egrave dono iii) e una filosofia del concreto Lrsquoessente in quanto egrave gode di unrsquounicitagrave irriducibile esso egrave percheacute

egrave nel suo atto di essere proprio e differente dagli atti di essere di tutti gli altri essenti Per san Tommaso il vero principio di individuazione non egrave la materia ma lrsquoatto di essere139 Lrsquoatto di es-sere in virtugrave del quale la conoscenza dellrsquoessenza determinata non egrave un sogno vano o una pura rappresentazione singolarizza radicalmente esclude qualsiasi universalizzazione alla maniera generalizzante della forma intelligibile Lrsquoessere egrave lrsquoatto grazie a cui le singole cose esistono egrave proprio il dono dellrsquoactus essendi ad ogni ente creato da Dio che egrave lrsquoIpsum esse subsistens ciograve che sottrae allrsquoindifferenza e dunque al nulla ogni attimo di vita dellrsquoesistente

d) latto dessere egrave sempre del singolo i) per Aristotele ldquoessererdquo da solo non significa niente lessere riceve significato da soggetto e pre-

dicato egrave sempre un essere determinato (non conosce la trascendenza lessere in quanto tale non esiste)

ii) per Tommaso ldquoessererdquo egrave atto desistere ha un suo significato egrave lEssere stesso che egrave Atto in Dio e questo atto dagrave concretezza alla veritagrave del soggetto e del predicato nelle cose Tommaso capovolge Aristotele non soggetto e predicato danno concretezza allessere (Aristote-le) ma egrave lessere che comunica il suo significato di atto al soggetto e al predicato egrave questo atto il fondamento dellessere di quegli essenti significati da soggetto e predicato

2) I trascendentali uno vero e buono a) trascendentale condizione di possibilitagrave b) trascendentali dellessere condizioni di possibilitagrave dellessere tanto da coincidere con lessere stesso

(omne ens est unum verum bonum ens et unum verum bonum convertuntur) Ciograve che si deve dire dellessere va allora ripetuto per tutti gli altri trascendentali Dio partecipa lessenza lindividualitagrave lunitagrave la veritagrave la bontagrave a tutto il creato che cosigrave porta la traccia della sua perfezione

c) uno lessere non egrave contraddittorio lunitagrave dipende dal grado di essere essere a fondamento dellrsquounitagrave filosofia dellrsquoessere non dellrsquounitagrave

d) vero ogni ente egrave intelligibile e razionale i) Aristotele delle veritagrave si occupa la logica (egrave un fatto mentale) non la metafisica ii) Tommaso

(1) le cose realizzano un progetto di Dio (=veritagrave ontologica) adequatio rei ad intellectum Gli uomini possono venir meno al progetto di Dio che perograve resta loro inscritto

(2) Veritagrave umana adequatio intellectus ad rem iii) Il bello riceve discreta attenzione ma non viene incluso nella lista dei trascendentali in quanto

sostanzialmente omologato al verum Tommaso interpreta infatti lesperienza estetica come il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della veritagrave140

e) Buono ogni ente egrave buono percheacute egrave ente frutto della bontagrave di Dio bonum diffusivum sui ottimismo cristiano i) Il trascendentale bonum suppone la tesi della laquoirrealtagraveraquo del male che viene ripresa dal neopla-

tonismo il male egrave soltanto la mancanza di bene cioegrave di essere e piugrave precisamente di un essere dovuto la cecitagrave egrave un male per luomo ma non per lalbero

ii) Bene oggetto della volontagrave

137 Id 103-104 138 Id 100-102 139 Cfr TOMMASO DrsquoAQUINO De potentia 7 2 ad 9 De anima I resp e ad 2 140 ldquoIl bello e il buono in un soggetto sono lo stesso percheacute si fondano sulla stessa cosa cioegrave sulla forma e per questo il buono viene lodato come bello Ma differiscono per il carattere Infatti il buono propriamente riguarda il desiderio infatti il buono egrave ciograve che tutti de-siderano E perciograve ha il carattere di fine infatti il desiderio egrave quasi un certo movimento verso una cosa Il bello invece riguarda la facoltagrave conoscitiva vengono dette infatti belle quelle cose che piacciono quando sono viste Dunque il bello consiste in una debita proporzione percheacute il senso prova diletto nelle cose debitamente proporzionate come in cose simili a seacute infatti anche il senso egrave una certa ragione come ogni virtugrave conoscitiva E giaccheacute la conoscenza avviene per assimilazione e la somiglianza riguarda la forma il bello propriamente riguarda il carattere della causa formalerdquo (Somma teologica 1 q5a4ad1)

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(1) le cose sono buone perchegrave volute da Dio (2) luomo vuole le cose perchegrave sono buone

3) Lanalogia dellessere a) Giagrave Aristotele aveva individuato quella che usualmente egrave definita ldquoanalogia di attribuzionerdquo (Es an-

che se propriamente la salute si predica solo di un vivente si attribuisce ad un cibo lrsquoaggettivo sano percheacute causa salute in chi ne mangia)

b) da parte sua Tommaso coglie anche lrsquoanalogia di proporzionalitagrave (Es due soggetti possiedono real-mente e propriamente una data qualitagrave bencheacute in grado diverso come quando qualifichiamo intelli-gente un animale ed un uomo) ldquoEssererdquo egrave un concetto analogico non solo secondo il primo modo come ha visto Aristotele ma anche secondo lrsquoaltro i) accetta quella di Aristotele orizzontale ii) introduce quella verticale Dio-realtagrave

c) Lrsquoanalogia unisce e separa Lrsquoanalogia di proporzionalitagrave rapporto Dio-actus essendi egrave diverso da quello della realtagrave i) con lactus essendi si fonda sulla analogia causale ii) lanalogia si estende a tutti i predicati (importanza della teologia negativa) iii) lrsquoanalogia richiede la pluralitagrave e lrsquoautonomia delle scienza

4) la fede guida della ragione due tesi fondamentali a) Dio egrave lrsquoessere (per i greci egrave uno degli esseri non egrave lrsquoEssere e il creatore dellrsquoessere) b) il resto egrave creato quindi qualunque cosa egrave positiva anche il corpo la causalitagrave riguarda anche

lrsquoessere degli enti e non solo le forme (Platone e Aristotele) c) due tesi accettate per fede che guidano il discorso razionale = filosofia cristiana

S BONAVENTURA

1 - fede e filosofia filosofia che si pretende autonoma fonte di errori deve rinviare alla teologia e alla mistica ragione e filosofia finalizzate alla teologia alla fede contro una ragione autosufficiente che non coglie nel mondo lorma (signum) di Dio lo ritiene del tutto autonomo si tratta di scoprire in noi e nel mondo i germi divini (nella linea di Platone Agostino Anselmo) suo obiettivo quaerere Deum che relucet et latet si rivela e assieme si nasconde nella realtagrave Dio coglibile dalla meditatio che introduce alla consummatio mistica La filosofia via alla teologia e alla mistica riprende la tradizione platonico-agostiniana (filosofia rinvia a Dio) cerca una filosofia che sorregga la sua fede 2 - esemplarismo in Dio ci sono le idee delle cose create (crea liberamente) nel mondo vestigio cose irrazionali immagine creature intellettuali somiglianza creature deiformi mondo egrave una scala a Dio dal mondo allinterioritagrave alle cose eterne speculazione itinerarium mentis in Deum

cointuizione cogliendo lrsquooggetto colgo contemporaneamente lrsquoesemplare grazie alla illuminazione idea di essere irradiazione dellessere assoluto in cui sono tutte le idee

egrave questa non la conoscenza per astrazione legata al contingente che permette di conoscere lrsquouniversale

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PAREYSON ONTOLOGIA DELLA LIBERTAgrave141

La domanda fondamentale laquopercheacute lessere piuttosto che il nullaraquo Siamo allorigine alla possibilitagrave data dalla libertagrave dellessere di essere o non essere Ciograve che puograve decidere se essere o non essere egrave solo la libertagrave a essa soltanto egrave appesa tutta la realtagrave da es-sa dipende lessere La realtagrave laquoegrave del tutto gratuita e infondata interamente appesa alla libertagrave che non egrave un fondamento ma un abisso ossia un fondamento che si nega sempre come fondamentoraquo142 La libertagrave egrave un Urgrund che egrave un Ungrund fondamento assoluto egrave quello che egrave possibilitagrave di essere o non essere se stesso e perciograve in certo senso puograve retrocedere al di lagrave di se stesso143 Proprio per questo la realtagrave puograve essere vista nella sua ambiguitagrave come eccedenza pura gratuitagrave dono o nella sua infondatezza che provoca il rimpianto di non esser nati Possiamo meravigliarci quindi di fronte alla gratuitagrave dellessere ma anche esser presi da sgomento per la sua infondatezza per il suo legame col nulla e per lidea della loro scambiabilitagrave Caratteri-stica della realtagrave vediamo essere lambiguitagrave lontologia viene ad accompagnarsi alla meontologia Lontolo-gia dellinesauribile strettamente legata alla libertagrave -- Schelling ci suggerisce che ciograve che puograve decidere se es-sere o non essere egrave solo la libertagrave la quale consente innovazione continua -- si incammina verso un pensiero tragico Lessere egrave appeso alla libertagrave e linseparabilitagrave dei due termini spiega come della libertagrave non possa che essere che unontologia Essere e libertagrave sono inscindibilmente congiunti in quanto nei confronti dellessere luomo puograve soltanto scegliere tra consenso e rifiuto esercitando cosigrave la propria libertagrave Egrave la libertagrave che tiene fermo il vincolo tra uomo ed essere il quale potrebbe anche essere rinnegato tradito Lrsquoontologia dellinesauribile La veritagrave non puograve risiedere nel pensiero e nel discorso filosofico che come lindefinito e linformulato che de-cide se prender forma o no La metafisica ontica e oggettiva viene sostituita con una metafisica ontologica e indiretta una laquoontologia consapevole non soltanto della portata finita del proprio sguardo e del carattere fi-nito delle proprie operazioni ma anche garantita dal rischio della discrepanza fra il dire e il fare e dal perico-lo della mistificazione nel senso chessa intende presentarsi come discorso delluomo sulluomo per luomo sigrave che un eventuale discorso sullessere o sullassoluto non puograve essere che indiretto cioegrave discorso sulluomo come rapporto con lessere o come coscienza dellassolutoraquo144 Linoggettivabilitagrave e linesauribilitagrave dellessere esigono labbandono della metafisica ontica Solo un personali-smo ontologico e unontologia dellinesauribile garantiscono la sopravvivenza della metafisica poicheacute la veri-tagrave non si offre se non a una prospettiva personale laquoLinoggettivabilitagrave dellessere non solo non impedisce lontologicitagrave delluomo ma coincide con essa in tal modo si raggiunge e si svolge il concetto esistenzialisti-co dellinseparabilitagrave di esistenza e trascendenza e della coincidenza di autorelazione ed eterorelazioneraquo145 Lessere inoggettivabile e irrelativo egrave presente nel rapporto poicheacute lo costituisce e ne fa parte lessere si dagrave alluomo solo allinterno di quel rapporto con lessere che luomo egrave Luomo puograve parlare dellessere quindi percheacute egrave lui stesso rapporto vivente e reale con esso anche se lessere gli si presenta relativo solo come ir-relativo come istitutore del rapporto e per questo inoggettivabile Non si parla piugrave quindi di metafisica in senso tradizionale poicheacute si parla di inoggettivabilitagrave e si trascendono i termini di soggetto e oggetto non piugrave consoni a esprimere i caratteri di un personalismo ontologico nel quale la persona e la veritagrave sono legati da un vincolo originario146 Ci troviamo di fronte inoltre a unontologia indi-retta poicheacute noi riflettiamo e parliamo dellessere in quanto parliamo delluomo che egrave rapporto con lessere Il discorso filosofico egrave quindi una presa di coscienza di ciograve che luomo egrave rapporto ontologico Lontologia pareysoniana egrave strettamente legata allesistenza alla persona percheacute ogni cosa muove dallas-sunto che luomo egrave rapporto con lessere quindi linterpretazione non viene intesa laquocome una decifrazione di un vero per seacute indipendente ma come il modo di darsi della veritagrave In esso la veritagrave attesta il proprio es-

141 Maria Cristina Di Nino Veritagrave interpretazione inesauribilitagrave e approfondimento La domanda originaria in Luigi Pareyson in httpmondodomaniorgdialegesthaicdn01htmpar1par1 142 L PAREYSON Filosofia della libertagrave Il Melangolo Genova 1989 12 143 Claudio Ciancio Metafisica del soggetto e filosofia della libertagrave in Giornale di Metafisica 1 (1992) p 33 144 L PAREYSON Esistenza e persona Il melangolo Genova 1985 18 145 Id 16 146 Id 19

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senziale legame con la persona e mette cosigrave a tacere gli equivoci impliciti nelle concezioni oggettivisticheraquo147 Si parte quindi dal nesso originario tra persona e veritagrave centro del pensiero pareysoniano dal quale non si puograve prescindere altrimenti linterpretazione non avrebbe alcun senso in quanto verrebbe meno la dialettica di familiaritagrave ed estraneitagrave che garantisce la validitagrave dellermeneutica Egrave proprio il rapporto lontananza-vicinanza che fa sentire il bisogno dellinterpretazione come comprensione di ciograve che nella sua trascendenza egrave lontano e che perograve ci costituisce Non si puograve cercare qualcosa che ci egrave del tutto estraneo La conoscenza del resto come dice Platone non egrave altro che reminiscenza ossia lanima non puograve conoscere o scoprire nulla se non partecipa giagrave dellidea cui si riferisce loggetto della conoscenza Allo stesso modo linterpretazione non sussi-sterebbe se non ci fosse unoriginaria solidarietagrave tra la persona e la veritagrave anzi egrave proprio in virtugrave di essa che noi possiamo dare uninterpretazione della veritagrave Non poter dare della veritagrave unenunciazione oggettiva non significa non poterla possedere o ancor peggio non doverla neppure cercare ma tener conto che la nostra finitezza egrave intrascendibile e invalicabile tuttavia egrave proprio essa che ci consente di essere sede della veritagrave Con unopzione esistenziale noi decidiamo di diveni-re veicolo della veritagrave e luogo della rivelazione dellessere ribadendo il vincolo originario che ci lega a esso laquoPoicheacute la natura del rapporto ontologico si specifica e si determina soprattutto in base allesercizio concreto della libertagrave lontologia ermeneutica o lermeneutica ontologica di Pareyson altro non egrave in definitiva che ontologia ed ermeneutica della libertagraveraquo148 Nei confronti dellessere noi non possiamo che avere un atteg-giamento o di consenso o di rifiuto egrave la libertagrave umana a intervenire nei confronti dellessere operando una scelta esistenziale che precede qualsiasi processo cognitivo La veritagrave come origine inesauribile egrave quindi preesistente alla formulazione che se ne dagrave e che egrave successiva e subordinata a questa e la solidarietagrave che ci lega a essa precede quindi qualsiasi speculazione in quanto egrave proprio il nostro legame con la veritagrave la nostra apertura ontologica a stabilire la possibilitagrave di un discorso sulla veritagrave La filosofia ha il compito di chiarire tale rapporto e di porsi come approfondimento di quella prospettiva singolare che egrave la persona la quale ha liberamente assunto il proprio rapporto ontologico laquoCo-minciare in filosofia -- come dice Ricœur -- [] non puograve essere se non un cominciare nellelucidazione at-traverso la quale la filosofia piuttosto che cominciare ricominciaraquo149 La veritagrave perograve non si lascia esaurire dal discorso filosofico e poicheacute un infinito si puograve possedere ma solo nella forma di doverlo cercare ancora le-splicitazione non puograve mai essere completa Rimane dunque uno scarto che diviene la sede nella quale si ri-manda a qualcosa che va oltre il discorso che parte da esso e consente alla veritagrave di essere rispettata Esso rappresenta la possibilitagrave dellulterioritagrave e del continuo rigerminare della veritagrave che suscita sempre nuovi ap-profondimenti Linesauribile non puograve essere esaurito come lindefinibile schellinghiano non puograve essere definito neppure per via negationis bensigrave essere stimolo di un discorso che rigermina sempre dalla sua fonte laquoLa veritagrave risie-de nella sua formulazione non come oggetto duna sia pure ideale enunciazione completa ma come stimolo duna rivelazione interminabile [] Lideale della formulazione del vero non egrave unesplicitazione completa o unenunciazione definitiva ma lincessante manifestazione dunorigine inesauribile sigrave che non si puograve imputa-re a una sua imperfezione o carenza lassenza di quella compiuta enunciazione che essa non intende forni-reraquo150 Credere che ciograve sia uninsufficienza egrave non comprenderne la natura egrave fraintendere una sovrabbondan-za per una mancanza non si tratta di una inadeguatezza della formulazione o di unimperfezione della veritagrave egrave piuttosto proprio la sua ricchezza che suscita infinite interpretazioni essendo la veritagrave stessa una fonte i-nesauribile La rivelazione della veritagrave si attua mediante linseparabilitagrave di presenza e latenza che ripropongono latteg-giamento di familiaritagrave ed estraneitagrave impostoci da un testo nel momento in cui lo interpretiamo La veritagrave egrave generosa e si riserva per donarsi laquoPer la sua inoggettivabilitagrave lessere egrave inafferrabile come essere e ogni tentativo di coglierlo e definirlo non ha altro esito che il suo arretramento Questo fa sigrave che lessere retroceda di continuo e si dia solo sottraendosi presente solo come ulteriore e patente solo come nascosto non come in una notte mistica ove domina lindistinzione ma come nellinoggettivabilitagrave ove il discorso continua an-che se cambia segnoraquo151 La veritagrave egrave quindi ricchezza la sua egrave unabbondanza che suscita infinite formula-zioni e le trascende tutte La trascendenza in questo modo non viene mai perduta percheacute il personalismo che ne consegue egrave ontologico e qualifica la persona come apertura alla veritagrave legame con lessere e questa solidarietagrave originaria tradotta

147 Ugo Perone Modernitagrave e memoria SEI Torino 1987 26 148 Antonio Rosso Ermeneutica come ontologia della libertagrave Vita e Pensiero Milano 1980 40-41 149 Ricœur Finitudine e colpa a cura di V Melchiorre Il Mulino Bologna 1960 73 150 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione Mursia Milano 1971 77 151 L PAREYSON Esistenza e persona cit 19-20

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in termini spaziali implica un rapporto verticale che fonda e garantisce rapporti orizzontali per cui la trascen-denza della veritagrave diviene la garanzia della dinamicitagrave e dellapertura della persona Lessere inoggettivabile e inesauribile si mantiene sempre trascendente rispetto alluomo Lo stesso uomo trascende persino se stesso -- qui viene a riproporsi il tema dello sbilanciamento del fatto che la persona non egrave in pari con se stessa -- percheacute non coincide con se stesso laquoegli non solo non egrave tutto ma nemmeno si puograve dire che coincida con se stesso Egli egrave rapporto ontologico nel senso che il suo essere consiste appunto totalmente e senza residuo nellessere rapporto con lessere ciograve significa che il suo essere stesso egrave dislocato e implica uno scarto costitutivo uno sfasamento strutturale che lo fa essere sempre oltre se stesso come rapporto con lessere egrave sempre piugrave del suo essere e come coscienza reale e quindi muta della realtagrave sa sempre prima di conoscere al punto che si puograve dire paradossalmente che egli esiste sempre prima di esistereraquo152 Lesistente egrave prima di ogni riflessione La riflessione non giunge quindi come abbiamo visto a chiarire e a ricordare se non ciograve che luomo sa giagrave ossia di essere rapporto con lessere che rispetto a lui egrave inesauribilitagrave e che per questo esige sempre nuovi e ulteriori approfondimenti Linterpretazione come approfondimento La veritagrave considerata non piugrave come oggetto del discorso filosofico ma come sorgente inesauribile dalla quale il pensiero muove emerge nella sua infinitagrave e nella sua inesauribilitagrave generando un discorso che rigermina continuamente dalla propria fonte che riproblematizza ininterrottamente le proprie domande La veritagrave non egrave meno veritagrave se la sua interpretazione non perviene a unesplicitazione completa anzi la veritagrave egrave tale solo quando si lascia cogliere come stimolo di una rivelazione inesauribile laquoLunico modo -- dice Pareyson -- di possedere e conservare la veritagrave egrave proprio quello di accoglierla come infinita non puograve esser veritagrave quella che non egrave colta come inesauribileraquo153 Linterpretazione rispetta la veritagrave come inesauribile proprio percheacute non cerca di esplicitarla e oggettivarla completamente bensigrave la accoglie come fonte dalla quale essa muove e alla quale essa attinge Inoltre es-sendo la fonte trascendente ogni approccio si qualifica come interpretativo se come afferma Rigobello laquola fonte originaria del significato trascende in quanto a valore le singole esistenze [] allora ogni esperienza di significato compiuta nellesistenza singola egrave una interpretazione di un centro di significato (e potremmo di-re di Veritagrave)raquo154 Ricordiamo che la veritagrave egrave libera di decidere di non farsi possedere da una formulazione in particolare ma di offrirsi a infinite formulazioni Egrave proprio questo carattere di ulterioritagrave che le permette di non estinguersi in una prospettiva e di offrirsi in infinite altre ed egrave sempre questo carattere che esige un approfondimento con-tinuo Ancora una volta lanalogia con lopera darte ci consente una piugrave precisa comprensione le varie inter-pretazioni che si danno di unopera non intaccano minimamente la sua unicitagrave Lopera afferma Pareyson nella sua Estetica laquoha il suo vero e naturale modo di vivere nelle molteplici esecuzioni ma ciograve accade preci-samente percheacute lopera stessa le suscita le esige e le regola e vive in esse solo in quanto vi permane una identica inalterabileraquo155 Tutto questo impedisce quindi di parlare di relativismo dellinterpretazione o di parzialitagrave percheacute linterpreta-zione non esprime una parte della veritagrave da completare (lrsquointerpretazione non rappresenta una parte della veritagrave da comporre con altre parti sino a costituirne la totalitagrave bensigrave rivela da un punto di vista determinato la veritagrave come intera) in quanto non mira a una enunciazione completa bensigrave a un discorso che intende co-gliere la veritagrave come infinita e come inesauribile La compossibilitagrave di infinite interpretazioni non attesta lesi-genza di essere integrate le une con le altre per approdare a una totalitagrave costruita piuttosto rivela la ric-chezza e labbondanza della veritagrave che suscita infinite interpretazioni e si lascia cogliere da infiniti punti di vi-sta che la rivelano intera e totale Ciograve consente a ognuno di esprimerla a suo modo pur mantenendo sempre lunicitagrave della veritagrave stessa la quale ha sede in ogni prospettiva che vuole essere rivelazione dellessere senza per questo trasformarsi in qualcosa che non sia la prospettiva laquoNellinterpretazione egrave sempre una persona che vede e guarda e guar-da e vede dal particolarissimo punto di vista in cui attualmente si trova o si pone e col singolarissimo modo di vedere che segrave venuto via via formando o che intende di volta in volta adottare sigrave che tutta intera la per-sona entra a costituirli dallinterno a generarli a infletterli e dirigerli e determinarli tanto nel particolare mo-do di vedere quanto nel singolare punto di vista Daltra parte nellinterpretazione egrave sempre una forma chegrave

152 Luigi Pareyson Filosofia ed esperienza religiosa in Annuario filosofico 1 (1985) pp 7-72 p 15 153 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 117 154 Armando Rigobello Legge morale e mondo della vita Abete Roma 1968 p 342 155 L PAREYSON Estetica Teoria della formativitagrave Bompiani Milano 1988 267

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veduta e guardata ed egrave veduta in una determinatissima prospettiva che la mette in luce in un determinato modo nel quale tuttavia essa egrave condensata e rivelata intera ed egrave guardata in uno dei suoi infiniti aspetti in ciascuno dei quali essa si mostra intera sigrave ma secondo una determinatissima direzioneraquo156 Linterpretazione infatti egrave una prospettiva vivente sul vero egrave il nesso che esiste tra la persona e la veritagrave egrave il discorso filosofico che meglio si adatta a far emergere una ricchezza viva e profonda senza che si trasformi in un concetto dimostrativo o in un precetto da comandare egrave un approccio che implica impegno attenzione e fedeltagrave e che coinvolge ogni persona che voglia riconoscere la sua vera realtagrave Egrave una scelta esistenziale che ci consente di divenire prospettiva sulla veritagrave questo denota come linterpretazione comprometta linte-ra persona e non si limiti a essere soltanto un processo conoscitivo La filosofia non egrave scienza dimostrativa essa non si limita a fornire delle spiegazioni ma cerca di approfondire continuamente la comprensione su piugrave e diversi livelli e da piugrave e diversi punti di vista Uninterpretazione vuole scandagliare tutti gli strati operare su ogni livello laquoil processo dinterpretazione egrave infinito e sempre esige [] approfondimento ampliamento per stabilire una congenialitagrave sempre piugrave captativa e rivelativa Linterpretante non si contenta daver colto un aspetto della forma o la forma in uno dei suoi aspetti e cerca altri aspetti che gli confermino o gli correggano o gli sostituiscano linterpretazione che ha creduto di poter dare e per far questo si pone in un nuovo punto di vistaraquo157 Linterpretazione non egrave mai soddisfatta dei suoi risultati cerca sempre una maggiore adeguazione Questo percheacute egrave linfinita ricchezza della veritagrave che susci-ta sempre nuovi approfondimenti e alimenta sempre nuovi approcci laquoInfinito dunque il processo dellinter-pretazione percheacute fintanto che cegrave conoscenza non cegrave interpretazione che sia definitiva e non sia soggetta a un perpetuo moto di revisione inteso a una sempre maggiore adeguazioneraquo158 La categoria dellapprofondimento puograve essere considerata una delle modalitagrave che meglio connotano il movi-mento interpretativo laquoLinterpretazione egrave un processo interminabile che richiede un continuo e incessante approfondimento ed egrave tale proprio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infini-toraquo159 Linterpretazione consta di termini che la qualificano e che sono in un certo qual modo contraddittori ma che non si escludono anzi emergono proprio grazie alla loro coessenzialitagrave e compatibilitagrave Linterpretazione egrave a un tempo possesso della veritagrave e processo interminabile di approfondimento Egrave un possesso della veritagrave che si rivela pur con il continuo stimolo a cercarla ancora e a cercarla con gli altri ad esempio nel dialogo Un punto finale di ricerca una meta raggiunta non sarebbe vero possesso della veritagrave poicheacute indicherebbe che linterpretazione ne ha preso il posto esaurendone la ricchezza ne egrave divenuta il surrogato annullandone il carattere sorgivo e inesauribile e rendendola finita Avvicinarci maggiormente alla veritagrave con una seconda terza e altre interpretazioni significa approfondire chiarire e far luce su ciograve che noi siamo sulla nostra persona che egrave rapporto con lessere Egrave quindi risponden-do a quesiti determinati che si rimanda a qualcosa che va otre la nostra situazione di partenza Linterpreta-zione come approfondimento egrave supportata ampiamente dal personalismo ontologico che ne egrave alla base e in virtugrave del quale la persona egrave definita come rapporto con lessere Il rapporto ontologico che ci costituisce egrave o-riginario ed ermeneutico poicheacute dire che la persona egrave originariamente legata allessere egrave come dire chessa egrave interpretazione della veritagrave Filosofare sulluomo egrave filosofare sullessere percheacute il rapporto con lessere non egrave una proprietagrave o una facoltagrave o una possibilitagrave delluomo ma egrave lessere stesso delluomo160 Quindi laffermazione dellapertura ontologica istituisce la possibilitagrave di fare della persona la sede della rivelazione dellessere La propria interpretazione di-venta allora sempre approfondibile questo in virtugrave di un nostro sforzo e della nostra fedeltagrave allessere per cui ci decidiamo ogni volta Linterpretazione egrave un processo ininterrotto e uno sforzo di penetrazione in cui i gradi di comprensione sono infiniti in quanto possesso di un inesauribile linterpretazione implica un conti-nuo approfondimento nel quale la veritagrave si stabilisce come stimolo duna rivelazione interminabile che non puograve essere esaurita161

156 Id 187 157 Id 188 158 Ivi 159 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80 160 L PAREYSON Esistenza e persona cit 243 161 L PAREYSON Estetica cit 239 laquoLa veritagrave indica come segno della sua presenza proprio il carattere interminabile e sempre ulteriore del discorso poterla enunciare in unesposizione completa sarebbe proprio il segno di non averla colta affatto Solo come inesauribile la veritagrave puograve offrirsi alla sua formulazione cioegrave come tale chegrave impossibile tentarne e assurdo realizzarne lesplicitazione completa pur es-sendone invece tanto desiderabile quanto eseguibile una rivelazione incessante Questa interminabilitagrave tipica dellinterpretazione lungi

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Linterpretazione si configura cosigrave come processo interminabile e approfondimento continuo Ed egrave tale laquopro-prio percheacute egrave possesso della veritagrave giaccheacute la veritagrave in quanto inesauribile si offre soltanto a un possesso cosigrave fatto che non cessa desser tale se si presenta come un compito infinito anzi chegrave un compito infinito proprio in quanto egrave non semplice approssimazione o immagine della veritagrave ma suo reale ed effettivo posses-so Certo puograve sembrare contraddittoria e paradossale questa natura dellinterpretazione chegrave al tempo stes-so possesso effettivo e processo interminabile e che quindi unisce nello stesso punto stabilitagrave e mobilitagrave fermezza e continuazione raggiungimento e ricerca Ma soccorre ancora lanalogia dellarte in cui la lettura egrave indubbiamente un vero possesso dellopera eppure il suo senso consiste nellessere un invito a rileggere in cui la coscienza daver penetrato lopera egrave accompagnata dalla consapevolezza di dover procedere a un ulte-riore approfondimento in cui ogni rivelazione egrave premio e conquista solo come stimolo e promessa di nuove rivelazioni E se nellarte ciograve che permette di unire senza contraddizione possesso e ricerca egrave linesauribilitagrave stessa dellopera tanto piugrave sintende come ciograve possa avvenire nellinterpretazione della veritagrave dato il caratte-re assai piugrave intenso e profondo e originario dellinesauribilitagrave di questultima sigrave che appariragrave ben chiaro come uno dei cardini fondamentali dellermeneutica egrave appunto la compatibilitagrave anzi la coessenzialitagrave del possesso e del processo della conquista e della ricerca della padronanza e dellapprofondimentoraquo162 Lapprofondimento egrave quindi essenziale quando si parla di veritagrave Percheacute essa non ci appartiene in modo cosigrave esaustivo da non sentire il bisogno di penetrarla ancora Possiamo perograve concepire linterpretazione come in-tensiva che giunge a scoprire abissi nuovi e a formulare nuove domande In unontologia dellinesauribile lunica forma di conoscenza con la quale possiamo avvicinarci allessere alla veritagrave egrave linterpretazione linter-pretazione come approfondimento

dallesserne un difetto o una lacuna o dallattestarne lincompletezza o linsufficienza egrave piuttosto la sua perfezione e la sua compiutezza anzi la sua ricchezzaraquo (Veritagrave e interpretazione cit 78) 162 L PAREYSON Veritagrave e interpretazione cit 80-81

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