oltretorrente2.0 gennaio 2015

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Parrocchia SS.Annunziata Parma Giornalino Parrocchiale a cura del Gruppo Giovani N. 14 - 25/01/2015 “Il mondo visto da fuori” «… io amo coloro che non vogliono con- servare se stessi. Coloro che tramon- tano, io li amo con tutto il mio amo- re: perché passano all’altra riva.» [Nietzsche, Così parlò Zarathustra] Vorrei nella notte più oscura vagare dentro le gabbie dei pensieri gli occhi della mente aggirare all’ombra della mia ombra nell’incompreso male di esistere. Viene la notte lunare ad illuminare il verde dei prati siamo distesi in un lungo abbraccio nel profumo di corpi vicini e distanti, indelebili nel ricordo. Il cosciente pensiero mette radici in questa landa di ululati solitari, svanisce nella coltre di una notte insonne, e la ciotola fumante di cibo canta in rima il tuo periglio nel giorno che si chiude, scivola via l’attesa del niente, CHE SARÀ DI NOI? La nave salpa fino a dove il respiro delle veggenti sirene cantano che il presente non è sotto una candida nuvola dell’antico albero della storia nel gretto vortice di genealogie sudicie e suicide. Racconta così un folletto, Arenatosi sulla perduta rena, Che esiste un inizio ed una fine. E il folletto, inoltrandosi nella selva della minuscola isola, incon- tra un centauro. Gli racconta che l’uomo, in origine, volava con ali di aquila. Poi, attratto da un altro suo simile, che stava arando il terreno, gli chiese cosa stesse facendo. E l’uomo agricoltore gli rispose che per possedere la creazione doveva cominciare dalla terra e non continuare a volare in cielo. Là, non potendo afferrare nulla, avrebbe continuato a rimanere in quello stato per l’eternità e nulla sarebbe per lui cambiato. Ma l’uomo del cielo non possedeva la preoccupazione di voler cam- biare il suo attuale stato, percependosi libero ed autentico. L’uomo di terra continuava ad arare il terreno e guardava il sole per sapere quanto tempo sarebbe rimasto per portare a termine il suo lavoro. E il sudore gli gocciolava dalla fronte e dalla schiena e l’uomo di cielo lo guardava e non proferiva parola; si era accorto che l’uo- mo di terra, intento nella sua opera, non riusciva a comprendere. E nel bel mezzo della storia, il centauro, destato da un insolito rumore, sparì dalla vista del folletto, immobilizzato da un fasti- dioso senso di angoscia che gli comprimeva il cuore, immerso là in quel abissale regno verde della natura, in cui tutto ha un inizio ed una fine, immerso in quello che lui stava cercando di capire, insieme alla disgrazia di essersi arenato. Il centauro rivide il folletto, disteso sulla spiaggia; era morto e il centauro pensava che stesse dormendo. Non si perse d’animo, lui era già sopravvissuto a passate cata- strofi. Dette uno scossone al corpo senza vita. In quello stesso istante, si sentì avvolto da una luce che si mutò in una travolgen- te forza interiore. E il centauro si trasformò completamente in un uomo. Faceva fatica a stare in piedi, abituato com’era prima ad avere il corpo di un cavallo, negli arti inferiori. Da metà uomo e metà cavallo, ora era diventato interamente uomo e per lui cominciarono a stagliarsi all’orizzonte nuovi problemi. Faticava a stare in piedi poggiandosi soltanto su due gambe; prima ne aveva quattro, veloci e forti come il vento. Cominciava a ricordare gli avvenimenti del passato e ne sentiva nostalgia e dolore. Il suo sguardo si incupì, ma non si perse d’animo. Era incuriosito dal modo diverso di guardare le piante e l’orizzonte. Dalla curiosità passò alla pietà e poi alla fede in un Dio che salva dall’angoscia di vivere e dona continuamente speranza! Pace e bene Fr. Giovanni (De Chirico) 1

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Page 1: Oltretorrente2.0 Gennaio 2015

Parrocchia SS.AnnunziataParma

Giornalino Parrocchiale a cura del Gruppo Giovani N. 14 - 25/01/2015

“Il mondo visto da fuori”

«… io amo coloro che non vogliono con-servare se stessi. Coloro che tramon-tano, io li amo con tutto il mio amo-re: perché passano all’altra riva.»

[Nietzsche, Così parlò Zarathustra]

Vorrei nella notte più oscura vagare dentro le gabbie dei pensieri gli occhi della mente aggirare all’ombra della mia ombra

nell’incompreso male di esistere. Viene la notte lunare ad illuminare il verde dei prati

siamo distesi in un lungo abbraccionel profumo di corpi vicini e distanti, indelebili nel ricordo.

Il cosciente pensiero mette radiciin questa landa di ululati solitari,

svanisce nella coltre di una notte insonne, e la ciotola fumante di cibocanta in rima il tuo periglio

nel giorno che si chiude, scivola via l’attesa del niente, che sarà di noi?

La nave salpa fino a dove il respiro delle veggenti sirenecantano che il presente non è sotto una candida nuvola

dell’antico albero della storia nel gretto vortice di genealogie sudicie e suicide.

Racconta così un folletto, Arenatosi sulla perduta rena,

Che esiste un inizio ed una fine.

E il folletto, inoltrandosi nella selva della minuscola isola, incon-tra un centauro.

Gli racconta che l’uomo, in origine, volava con ali di aquila.Poi, attratto da un altro suo simile, che stava arando il terreno,

gli chiese cosa stesse facendo.E l’uomo agricoltore gli rispose che per possedere la creazione

doveva cominciare dalla terra e non continuare a volare in cielo. Là, non potendo afferrare nulla, avrebbe continuato a rimanere

in quello stato per l’eternità e nulla sarebbe per lui cambiato.Ma l’uomo del cielo non possedeva la preoccupazione di voler cam-

biare il suo attuale stato, percependosi libero ed autentico.

L’uomo di terra continuava ad arare il terreno e guardava il sole per sapere quanto tempo sarebbe rimasto per portare a termine il suo lavoro.E il sudore gli gocciolava dalla fronte e dalla schiena e l’uomo di cielo lo guardava e non proferiva parola; si era accorto che l’uo-mo di terra, intento nella sua opera, non riusciva a comprendere. E nel bel mezzo della storia, il centauro, destato da un insolito rumore, sparì dalla vista del folletto, immobilizzato da un fasti-dioso senso di angoscia che gli comprimeva il cuore, immerso là in quel abissale regno verde della natura, in cui tutto ha un inizio ed una fine, immerso in quello che lui stava cercando di capire, insieme alla disgrazia di essersi arenato.Il centauro rivide il folletto, disteso sulla spiaggia; era morto e il centauro pensava che stesse dormendo.Non si perse d’animo, lui era già sopravvissuto a passate cata-strofi. Dette uno scossone al corpo senza vita. In quello stesso istante, si sentì avvolto da una luce che si mutò in una travolgen-te forza interiore. E il centauro si trasformò completamente in un uomo. Faceva fatica a stare in piedi, abituato com’era prima ad avere il corpo di un cavallo, negli arti inferiori.Da metà uomo e metà cavallo, ora era diventato interamente uomo e per lui cominciarono a stagliarsi all’orizzonte nuovi problemi.Faticava a stare in piedi poggiandosi soltanto su due gambe; prima ne aveva quattro, veloci e forti come il vento.Cominciava a ricordare gli avvenimenti del passato e ne sentiva nostalgia e dolore. Il suo sguardo si incupì, ma non si perse d’animo. Era incuriosito dal modo diverso di guardare le piante e l’orizzonte. Dalla curiosità passò alla pietà e poi alla fede in un Dio che salva dall’angoscia di vivere e dona continuamente speranza!

Pace e beneFr. Giovanni

(De Chirico)

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Il punto e virgola. di Piermatteo La Torre

“Guarda la pecorella! E quel gatto!”“Caspita qui c’é l’acqua!”“Questo è proprio bello, sì, il mio preferito”

Io me ne stavo seduto dietro la cattedra all’entrata della mostra, accoglievo con un buonasera chi arrivava ed au-guravo buone feste a chi usciva. Da un lato la stufa a gas emanava un tepore dolcissimo per le gambe infreddolite a star ferme, dall’altro giungevano melodie natalizie e delle esclamazioni, alcune delle quali sono riportate qui su. Sono commenti favorevolmente stupiti di chi ha osservato con accuratezza i presepi uno ad uno almeno due volte, ovve-ro andata e ritorno. Eh si, perchè due aspetti in un presepe catturano sempre l’attenzione e lasciano a bocca aperta: un Dio - nientepocodimeno che un Dio - in un bambino con i genitori lì, accanto a Lui e la capacità dell’autore di rendere la scena un vero spaccato di vita quotidiana. Ti sorprendi a dirigere lo sguardo da una parte all’altra alla ricerca dei tanti particolari realstici finchè non ti soffermi sulla natività, folgorato per qualche secondo dall’umiltà di Dio in quelle vesti o forse da quanto l’uomo possa essere importante.

Ho visto passare tanta gente dalla mostra, più di quanta mi aspettassi, e ciò sprona ancora di più chi si impegna così tan-to, a continuare a proporre questa tradizione così significati-va. Una gran parte di questa gente, inoltre, erano mamme, papà e figli, nonni e nipotini, studenti universitari. Insomma c’è ancora voglia di riunirsi, fermar-si un attimo a gustare la tenerezza di Dio.

Il passo successivo è che non si tratti solo di un attimo, ma che tutti possiamo renderci conto di incontrarLo in ogni momento della vita, possiamo cogliere l’occasione privilegiata di stare con Lui in una chiesa, che sia l’Annunziata, come quella di qualsiasi città, quartiere da cui proveniamo.

Bene, cari lettori, mi sa che ci sentiremo spesso. Siccome non bastava Il Punto a fine giornalino, Chiara ha pensato di affidarmi la rubrica Il Punto e Virgola ed io, preso dall’idea di scrivere, e magari farlo bene, vabbè, raccoglierò qui riflessio-ni mie o che sento attorno a me e condivido. Potete capire dal nome chi sono. Sono uno che al Corteo dei Magi ha improvvisato un vestito da pastore con qualche felpa un pò in disuso: una mazza di scopa e una coperta di lana di pe-cora svedese (mi pare) hanno salvato la situazione. Sfilavo fissando compiaciuto i bimbi del catechismo (loro si che sembravano bei pastori) e gurdando un pò stralunato tut-to il pubblico vestito normalmente che stava ai lati e foto-grafava (non me, sia ben chiaro, ma le capre dietro di me). Sfilavo chiedendomi se nel cuore assomiglio mini-mamente ai pastori, così consapevoli di aver biso-gno di Dio, pronti ad accogliere l’annuncio e accorrere.

Sono uno che si sta innamorando di que-sta città, di questa parrocchia, di questa gente.

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vitainparrocchia

I nostri membri del consiglio pastorale nuova parrocchia - Chiara Corradi, Alessandro Davini, Piermatteo La Torre, Rosaria Virgilio - insieme ad Andrea Rizzi, moderatore dell’Assemblea Parrocchiale, hanno incontrato la sera del 13 gennaio il Padre Visitatore della Nuova Provincia dei Frati del Nord Italia, Fra’ Massimo Fusarelli.

Fra’ Massimo si occupa di visitare tutti i conventi e le parrocchie dei Frati Francescani del Nord Italia, per informarsi sulle comuni-tà, sulle necessità e sulle proposte, in modo da riferire nel Capi-tolo della Nuova Provincia le varie situazioni.

L’incontro è stato positivo: si è parlato della storia della nostra parrocchia, con anche le esperienze personali di chi ha partecipato, dei progetti in corso e di quelli che sono in programma per il fu-turo. Al termine dell’incontro Fra’ Massimo si è detto contento di quanto ha trovato qui all’Annunziata: molte cose non se le aspettava e ne è rimasto piacevolmente sorpreso.

L’impressione è stata buona, dunque, da quanto emerso c’è la volon-tà di far diventare l’Annunziata un grande polo per la carità fran-cescana, ma di far crescere anche molti aspetti della Parrocchia a livello diocesano.

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M@I SOLIIl segreto delle preghiere: il Padre Nostro

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PADREAnche se tuo padre e tua madre ti dimenticassero, io non ti dimenticherò mai.

Credere che Dio sia padre buono non è ne normale, ne facile. Nelle religioni precristiane e non cristiane, gli uomini pen-

savano gli dei invidiosi degli esseri umani, pronti a difendere i loro privilegi (il fuoco, il cibo...) con fulmini e disgrazie.

Coloro che si allontanano dal cristianesimo tornano ad avere paura di “qualcuno o qualcosa che comun-

que ci deve essere”. Per vincere la tremarella ricorrono alla magia, alla superstizione, a sette diaboliche.

Soltanto Gesù che l’ha visto, poteva rivelarci che Dio è PADRE. E PADRE BUONO!

Sempre pronto ad aiutarci e a perdonarci. Più che Padre! Padre e madre contemporaneamente, forte e tenero insieme.

Dice Dio: “Si dimentica forse una donna del suo bambino? Anche se si dimenticas-

se, io non ti dimenticherò mai. Ecco ti ho disegnato sul palmo della mia mano.” (Is 43,15-16).

Ognuno di noi è scritto sul palmo della mano di Dio, come un appunto da avere sepre sotto gli occhi. Stupen-

do! Quando pensi a Dio, pensalo come un papà-mamma tanto buono che più buono non si può, senza difetti

e senza errori. Fidati di Lui! Non ti deluderà. Ce l’ha garantito Gesù: “Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane

daraà una pietra? Se voi che siete cattivi date cose buone ai vostri figli, tanto più il Padre vostro che è nei cieli”. (Mt 7,9.11).

Tratto da “Mai Soli”, Don Tonino Lasconi , Edizioni Paoline, 2003

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Questo gennaio 2015 non cadrà nel dimenticatoio ne-

gli anni a venire. Non solo per i viaggi di Papa France-

sco in Oriente o per le dimissioni del Presidente della

Repubblica Giorgio Napolitano.

Gennaio 2015 non passerà inosservato sopratutto per

gli attentati di mano terroristica a Parigi.

Ma chi sono questi attentatori? Perché hanno

attaccato Parigi?

La mattina del 7 gennaio 2015 la sede del settimana-

le satirico francese Charlie Hebdo è stata assaltata da

due uomini incappucciati e armati di kalashnikov

che hanno ucciso 12 persone e provocato 11 feri-

ti. Dopo la strage i due fratelli Kouachi - questo il

nome - hanno rivendicato l’attentato come membri

dell’organizzazione di Al Qaida. In arabo hanno det-

to: “Abbiamo ucciso Charlie Hebdo, abbiamo ven-

dicato il profeta” e “Allah Akbar” (Dio è grande).

Ma coMe si può, uccidere nel noMe di dio?

Non è bastato il sangue già versato nelle Crociate o

la guerra dei Trent’anni? Perché continuare a uccide-

re nel nome di Dio? Forse noi facciamo fatica a com-

prenderlo, perchè crediamo in un Dio che, nei Dieci

Comandamenti, ci dice “Non uccidere”. Ma non tut-

te le religioni sono uguali, e leggendo il Corano sco-

priamo che l’Islam legittima l’assassinio degli infedeli.

“Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno

scacciati”

[Corano 4:89] “Non sceglietevi amici tra loro, finché non emi-

grano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora

afferrateli e uccideteli ovunque li troviate. Non sceglietevi tra loro

né amici, né alleati.” [Corano 4:91].

Certo non è facile analizzare un testo sacro e compli-

cato come il Corano, ma queste parole ci hanno co-

munque colpito. Allora, in certi casi, è lecito uccide-

re in nome di Dio? A quanto sembra, per l’Islam, si.

L’8 gennaio un altro terrorista - Coulibaly -, ha sparato ad

una poliziotta a Parigi, uccidendola. L’uomo ha afferma-

to in un video di essere dell’Isis e che l’obiettivo di quella

mattina era in realtà una scuola ebraica, non la poliziotta.

La serie di attentati è terminata il 9 gennaio, quando

sia i fratelli Kouachi che Coulibaly - che nel frattem-

po aveva freddato altre persone in un supermercato

ebreo - vengono uccisi dalla polizia francese.

Non vogliamo difendere Charlie Hebdo , ne tantonemo

inneggiare alla libertà di stampa violata: le vignette pub-

blicate più che satiriche ci sembravano offensive e non

crediamo sia giusto - nel rispetto di tutti e che noi per

primi prentendiamo - offendere Dio, che sia questo

cristiano, musulmano, ortodosso o scintoista. Ma tro-

viamo altrettanto assurdo e condannabile uccidere in

nome di Dio, qualunque esso sia: non può un Dio che

dà la vita, autorizzare a spargere sangue sulla vita stessa.

(Je Suis)

Andrea Corradi

Over the WorldNotizie dal Mondo

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Sulla base di quanto proposto all’ultima assemblea parrocchiale per trovare più spazi di

condivisione per adulti, giovani e famiglie insieme; si comunica che da DOMENICA p.v.

sarà possibile trovarsi nel Salone Parrocchia-

le dopo la S.Messa delle ore 11.00 per scambiare

quattro chiacchiere prima del pranzo e maga-

ri approffittare per un aperitivo tutti insieme.

L’idea nasce anche dall’esigenza di non sostare

in Chiesa a parlare dopo la celebrazione, ma di

spostarsi in un luogo comune in cui continua-

re le chiacchiere, senza disturbare chi vuole fer-

marsi in Chiesa per una riflessione o preghiera.

VI ASPETTIAMO TUTTI!

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Devo ammettere che mi dispiace sentire dire che “Non si sa che si può scrivere su Oltretorrente 2.0”. E’ il giornalino della Parrocchia: chiunque può scrivere, a noi spetta solo il compito di impaginarlo ed eventual-mente di dargli un taglio tematico. Proprio a dicem-bre, in questo spazio, ho ringraziato tutti coloro che scrivono e mi sono detta contenta della collaborazione che stiamo ricevendo, sperando che diventi sempre più numerosa, anche se ciò a noi costerà più tempo e pazienza nell’impaginare. Già dall’anno scorso, quando è partito il progetto Oltretorrente 2.0 abbiamo fatto “pubblicità” per scrivere, anche con volantini e con avvisi in bacheca, comprensivi della mail della parroc-chia a cui mandare gli articoli. Personalmente cerco ogni giorno, in ogni cosa, di coinvolgere la comunità, di aprire a tutti, grandi e piccini. Ma spesso mi scoraggio perchè vedo e sento cose che vanno all’opposto. E mi domando se quanto cerco di fare per lavorare insieme, sia giusto o se sia io a sbagliare. Mi è piaciuto quanto ha detto Fra’ Raffaele la scorsa domenica: lavoriamo insieme, dobbiamo essere comu-nità, non dobbiamo ognuno coltivare il proprio orticello e pensare che una volta che ciò che dobbiamo fare noi è a posto, allora siamo a posto anche noi. Non credo sia così: dobbiamo essere a posto tutti. Come un grande puzzle, in cui le tessere si incastrano perfettamente per dare un’immagine finale bellissima: se c’è solo una tessera che invece di essere girata nel verso giusto è messa al contrario, allora il puzzle non viene. Ci sono giorni in cui mi sembra che la fine del puz-zle - che poi è la Comunità - sia vicina, altri in cui invece la vedo lontana chilometri. Si avvicina la Festa della Parrocchia: sarebbe bello riuscire a lavorare tutti insieme, con tante proposte condivise e arricchite da tutti, perchè ognuno di noi può dare qualcosa di diver-so, che magari all’altro non è semplicemente venuto in mente, ma che può essere bello. Tutti, grandi e piccini, membri dei gruppi e semplici parrocchiani. Perchè la Festa della Parrocchia è di tutti, perchè la Parrocchia è di tutti. Spero si lavori in questa direzione, anche se non è sempre facile mettere da parte il proprio ego e mettere insieme le idee e collaborare: provarci e riu-scirci è una delle cose più belle. E’ quanto abbiamo fatto con il Corteo dei Magi, coinvolgendo i bambini, i giovani, gli adulti e le famiglie. Ed è stato bellissimo. Viviamole queste cose, perchè le occasioni per stare insieme non mai vanno sprecate.

Chiara

Orari S. MesseFeriali: 8 - 18.30

Festivi: 9 - 11 - 18.30

APPUNTAMENTI IN PARROCCHIAControllate sempre la Bacheca in fondo alla Chiesa!

Prossima Uscita Oltretorrente 2.0 Domenica 15 Febbraio

Domenica 25 gennaio 2015 - ore 12.00 INCONTRO CATECHISTI

NUOVA PARROCCHIA

VenerDì 6 febbraio 2015 - ore 18.30 RIUNIONE CATECHISTI

TuTTi i LuneDì - ore 20.00 GRUPPO GIOVANI

TuTTi i marTeDì - ore 17.30 CATECHISMO 8-10 ANNI

TuTTi i gioVeDì - ore 21.00SANTA MESSA E ADORAZIONE EUCARISTICA

TuTTi i SabaTo - ore 14.30 CATECHISMO UNDER 8

TuTTi Le Domeniche - ore 9.30 CATECHISMO CRESIMANDI

SabaTo 31 gennaio 2015 - ore 15.30 PROVE DI CANTO BAMBINIPROVE PER CHIRICHETTI

CORSO PER LETTORI

VenerDì 30 gennaio 2015 - ore 18.30 CONSIGLIO PASTORALE

NUOVA PARROCCHIA

SabaTo 31 gennaio 2015 - ore 20.00CENA CONCLUSIVA

GRUPPO PRESEPISTICO E COLLABORATORI CORTEO DEI MAGI

Domenica 15 febbraio - ore 15.30 FESTA DI CARNEVALE

marTeDì 27 gennaio 2015 - ore 21.00 INCONTRO COORDINATORI

E RAPPRESENTANTI GRUPPI PARROCCHIALI