obiettivo aria pulita
DESCRIPTION
“La Provincia di Roma per educare al futuro” Nuovi materiali didattici multimediali sulle tematiche connesse con lo sviluppo sostenibile Anno scolastico 2012/13TRANSCRIPT
Regione Lazio
Ente Accreditato
I S T I T U T O T E C N I C O I N D U S T R I A L E S T A T A L E
“GIOVANNI XXIII”
C.M. RMTF110003 - Distretto XV - C.F. 80213850581
Roma, Via di Tor Sapienza, 160 – 00155 - Tel. 0622773658, 062282317 - Fax 062284288
Sistema Qualità
“La Provincia di Roma per educare al futuro”
Nuovi materiali didattici multimediali
sulle tematiche connesse con lo sviluppo sostenibile
Anno scolastico 2012/13
PROGETTO: “OBIETTIVO ARIA PULITA”
INTRODUZIONE
Da anni il nostro istituto ha inserito nella sua “mission” una campagna di sensibilizzazione ai
problemi ambientali, aderendo alle diverse iniziative proposte da aziende, università e centri
territoriali che sviluppano ricerche nel settore.
I nostri insegnanti hanno introdotto nella studio di diverse discipline argomenti sulla produzione di
energie pulite e sono stati realizzati diversi progetti che affrontano tale argomento.
Per realizzare questo nostro lavoro abbiamo deciso di affrontare una tematica diversa: “come
combattere l’inquinamento da CO2”, Il titolo del progetto è quindi:
“OBIETTIVO ARIA PULITA”
Costituito un gruppo di lavoro (foto allegata) ben motivato composto da studenti e studentesse che
hanno competenze diversificate in quanto appartengono a classi degli indirizzi di specializzazione chimico, elettronico e marketing, abbiamo suddiviso il lavoro nelle seguenti quattro fasi:
1.Analisi del problema dell’inquinamento da CO2
2.Studio dei materiali che hanno la proprietà di assorbire CO2
3.Utilizzo della strumentazione per la misura della concentrazione di CO2
4.Discussione finale e sviluppi futuri
FASE 1: Analisi del problema dell’inquinamento da CO2
L’inquinamento atmosferico riguarda quegli agenti fisici, chimici e biologici che modificano le
caratteristiche naturali dell’atmosfera.
I principali effetti che gli inquinanti provocano nell’ambiente sono l’effetto serra e le piogge acide.
Quest’ultime comportano anche altri problemi come il buco dell’ozono ed altri meno visibili sulla
flora e sulla fauna.
Gli inquinanti atmosferici possono essere naturali quali i vulcani, gli incendi e i ghiaioni
o antropici quali il traffico dei veicoli, il riscaldamento domestico, le industrie e le attività
artigianali ecc.
Il tema che vogliamo affrontare è quello riguardante l’inquinamento da CO2 che riguarda entrambi i tipi
di agenti inquinanti.
L’interesse che si è sviluppato attorno a questo composto è dovuto alle modificazioni climatiche del
pianeta.
Gli scienziati segnalano che i livelli di biossido di carbonio sono aumentati di 2.67 parti per milione, per
un totale di poco inferiore a 395 parti per milione, rispetto al 2011. Si tratta del secondo incremento più
elevato dal 1959, anno in cui si è cominciata a rilevare sistematicamente la presenza di CO2
nell’ambiente, come mostrato nel seguente grafico.
Secondo gli scienziati, il dato deve tenere conto della vertiginosa crescita delle economie orientali. Il
tempo passa e la scienza ci avvisa che abbiamo circa 2 anni per stabilizzare le emissioni di CO2 nel 2015,
per poi invece dimezzarle nel 2050.
Purtroppo l’Italia è un perfetto esempio di incoerenza politica per il clima: pur appoggiando gli obiettivi
di Kyoto a livello internazionale, sta facendo molto poco per ridurre le emissioni nazionali di CO2 e
sembra impossibile contrastare le spinte dell’industria.
Certamente il problema è grande e non facilmente risolvibile, noi, nel nostro piccolo, abbiamo rivolto la
nostra attenzione allo studio di due materiali che hanno la proprietà di assorbire e trasformare il CO2.
La parola alle nostre colleghe future chimici.
FASE 2: Studio dei materiali che hanno la proprietà di assorbire CO2.
Noi studentesse dell’indirizzo chimico abbiamo eseguito una ricerca sui materiali in grado di
assorbire CO2 ed abbiamo deciso di studiare i processi chimici che avvengono nel cemento
ecosostenibile e nel minerale peridotite.
IL CEMENTO ECOSOSTENIBILE “MANGIA” CO2
L'anidride carbonica, detta anche biossido di carbonio o diossido di carbonio, è un ossido acido
(anidride) formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno;
La CO2 è ritenuta uno dei principali gas serra presenti nell'atmosfera terrestre e , inoltre, è
indispensabile per la vita e per la fotosintesi delle piante, ma è anche responsabile dell'aumento
dell'effetto serra.
Uno dei metodi per ridurre l’inquinamento apportato da questa sostanza, è il cemento eco-
sostenibile sottoposto a ricerche da parte dei ricercatori della UPC, la Universitat Politècnica de
Catalunya.
Il cemento è un materiale da costruzione solido e affidabile ed’è sempre maggiore la sua richiesta.
Purtroppo, il processo utilizzato per fabbricare la maggior parte del cemento mondiale, genera il 5%
delle emissioni di biossido di carbonio prodotte dall'uomo. Una nuova società produttrice di
cemento, la Novacem, ha però scoperto una nuova tecnica che trasformerà il cemento in un
materiale da costruzione più sostenibile, appunto il cemento eco-sostenibile.
I due componenti base del cemento sono il calcestruzzo carbonato (con cui si può ottenere un pH di
circa 8) ed il fosfato di magnesio (conglomerato idraulico, leggermente acido, che non richiede
alcun trattamento per ridurre il pH) . La combinazione di queste componenti crea un ambiente
favorevole alla crescita di muschi, licheni, alghe e microalghe sulla superficie del cemento.
Il problema nella realizzazione di un cemento del genere era quello di creare un ambiente
favorevole alla crescita e allo sviluppo del materiale biologico: in particolare bisognava lavorare
sulla porosità, la rugosità superficiale e il pH. Da ciò deriva il fatto che il bio-cemento è stato realizzato in pannelli formati ognuno da tre strati: il primo, più interno, è quello impermeabile, che
consente una minima dispersione di calore e quindi aumenta l'efficienza energetica della
costruzione; al di sopra di questo, si colloca lo strato che permette di sostenere lo sviluppo biologico
dei microrganismi, immagazzinando l'acqua piovana; infine, lo strato esterno è composto da un
rivestimento discontinuo con funzione impermeabilizzante inversa, ossia permette l’ingresso di
acqua piovana ma ne impedisce la fuoriuscita. Tale composizione serve anche a permettere un
aumento della superficie ospite e a trattenere i microorganismi e le sostanze nutritive.
Il nuovo materiale, quindi, assorbirà CO2 dall’atmosfera e, trattenendo le radiazioni solari, sarà
anche in grado di fungere da pannello di supporto per la termoregolazione delle abitazioni.
Questo nuovo materiale, infatti, è stato progettato esplicitamente per le facciate esterne degli edifici
o per strutture in cemento che debbano essere posizionate all’aperto.
Il nuovo biocemento, brevettato dal team, è ancora oggetto di studio: i ricercatori stanno infatti
cercando un modo per sviluppare in maniera accelerata i microorganismi che vi trovano un habitat
naturale in modo da poter offrire, entro un anno dalla installazione, un aspetto omogeneo ed
attraente alle superfici composte di cemento verde. Quest’ ultimo, ovviamente, essendo abitato da
diversi tipi di microorganismi, avrà come caratteristica particolare quella di una variazione di colore
a seconda delle diverse stagioni dell’anno, ovvero a seconda della famiglia di microorganismi
prioritaria. Inoltre, sono anche oggetto di studio sistemi per evitare la crescita di alcuni tipi di
vegetazione che potrebbe trovare ospitalità in questo nuovo cemento, rischiando però di causare
danni con la crescita delle radici.
PERIDOTITE : La Roccia che Assorbe CO2.
Interessante Scoperta di un Team di Scienziati che ha Trovato Utile la Peridotite, una Roccia che
Converte CO2 in Calcite e altri Innocui Sali Minerali.
Le peridotiti sono rocce ultrafemiche caratteristiche del mantello superiore costituite
essenzialmente da peridoto (circa il 60% in volume), clinopirosseno (circa il 15%) e ortopirosseno
(circa il 25%).
La fusione parziale delle peridotiti produce un magma basaltico in corrispondenza delle dorsali
oceaniche. Non risulta particolarmente comune trovare peridotiti "fresche",ossia con i minerali
inalterati; infatti il cambiamento progressivo delle condizioni al contorno (pressione e temperatura)
e specialmente l'interazione con fluidi acquosi circolanti fa sì che buona parte della paragenesi
metamorfizzi a dare clorite, serpentino, anfibolo ed altri minerali idrati e/o di alterazione. Tuttavia
questo minerale a contatto con il biossido di carbonio, converte il gas in innocui sali minerali come
la calcite, un minerale costituito da carbonato di calcio neutro (CaCO3). Uno dei tanti fenomeni
collegati alla calcite è il carsismo. Le rocce carsiche sono infatti principalmente calcari, composti di
calcite. Le acque meteoriche esercitano sui calcari erosione meccanica e chimica. La calcite è
insolubile in acqua, ma se l'acqua è leggermente acida, a causa del diossido di carbonio (CO2) in
essa disciolto, può scioglierla. L'acqua si acidifica prelevando anidride carbonica dall'atmosfera e
dal suolo, formando acido carbonico secondo la reazione:
H2O + CO2 = H2CO3
L'acido carbonico a sua volta reagisce con la calcite (CaCO3), formando bicarbonato di calcio
Ca(HCO3)2. Questa reazione può procedere anche al contrario, depositando la calcite, anche se il
processo è più lento. L'erosione causa dissoluzione del calcare, formando doline, grotte, e altri
aspetti caratteristici del territorio carsico
Gli studiosi inoltre hanno anche elaborato un modo per “sovralimentare” il naturale processo di
assorbimento e trasformazione della CO2 di 1 milione di volte rispetto alla velocità normale della
peridotite, in modo da eliminare qualcosa come 2 tonnellate di biossido di carbonio l’anno. Questo
equivale ad un sorprendente 7% del totale globale delle emissioni di CO2 da attività umane ogni
anno che contribuirebbero se ben poco ma comunque a rallentare il riscaldamento globale.
La peridotite si trova soprattutto nel golfo dello stato dell’Oman, ed è anche la più comune roccia
presente del mantello terrestre Anche se normalmente, la peridotite si trova solo a circa venti km
sotto la superficie terrestre, in alcuni punti, come ad esempio nel deserto di Oman, e dovuto a
processi tettonici, sfiora anche la superficie.
Per il momento, la squadra di scienziati l’Università del Lamont-Doherty Earth Observatory, ha
calcolato che sarebbe logicamente troppo costoso trasportare la peridotite per assorbire CO2 in
paesi come gli USA, la Cina e l’India, grandi produttori di anidride carbonica. Tuttavia, poiché
l’Oman è situato convenientemente vicino a una delle principali regioni produttrici di petrolio, le
rocce di peridotite appena in superficie potrebbero ancora essere utilizzate per fare la loro magia.
Ora il team punta alla ricerca che potrà spostarsi verso l’individuazione di una tecnologia che renda
il processo di assorbimento della peridotite scalabile commercialmente. Il team spiega che 4-5
miliardi di tonnellate l’anno di gas potrebbe essere stoccato nelle vicinanze dell’Oman. I due
geologi, Peter Kelemen e Jürg Matter, hanno girato per anni il deserto di Oman presso il Golfo
persico.
La zona è geologicamente molto interessante, perché vi si trova una formazione geologica di
peridotite. Kelemen e Matter, hanno notato che la peridotite è interessante non solo geologicamente,
ma potrebbe anche assumere una funzione pratica, come ospitare un deposito di CO2 di dimensioni
gigantesche. Da un po’ di tempo, in tutto il mondo, gli scienziati e le società dell’energia cercano di sequestrare l’anidride carbonica (CO2) che si forma nei processi di combustione e
di immagazzinarla nel sottosuolo. (Carbon Dioxide Capture and Storage", in breve
CCS).
Il più grande progetto di sequestro di CO2 è quello della società StatoilHydro davanti alla costa
norvegese. Da più di dieci anni, nel campo petrolifero "Sleipner", la CO2 si pompa in una
formazione di arenaria, situata a 800 metri sotto il fondale del Mare del Nord: ogni anno circa un
milione di tonnellate. I ricercatori Kelemen e Matter ora propongono di sequestrarla e seppellirla
nel sottosuolo dell’Oman, in prossimità dei maggiori giacimenti di petrolio, perché le rocce di
quella regione sono in grado di legare il gas con molta efficienza. Sulla superficie della Terra questo
processo avviene solo lentamente, ma nel sottosuolo può essere anche rapido, almeno così
affermano i due ricercatori. Allo scopo di rendere più efficace la formazione di calcite, i due
ricercatori propongono di pompare nella roccia una miscela calda d’acqua e anidride carbonica.
In alcune zone dell’Oman, la peridotite arriva fino a cinque km di profondità un deposito immenso.
I ricercatori credono anche che, una volta iniziato, il processo che lega la CO2 dovrebbe continuare
e rafforzarsi dato che nel corso della formazione di calcite si genera calore che ne favorisce la
reazione. Nelle formazioni di peridotite dell’Oman, ogni anno si potrebbero smaltire
definitivamente circa 30 miliardi di CO2 prodotto dall’umanità. Altri giacimenti di questa roccia si
trovano in alcune isole dell’Oceano Pacifico, per esempio in Papua Nuova Guinea e anche sulle
coste della Grecia e in altre regioni della penisola balcanica. Giacimenti meno grandi si trovano
anche in California e lungo la costa del mare Adriatico.
Resta tuttavia un problema: come far arrivare la CO2 nelle formazioni di peridotite?
All’inizio, i due ricercatori hanno pensato all’estrazione del minerale per poi portarlo, macinato e
ridotto in polvere, nei luoghi dove si forma la CO2, ma questo procedimento sarebbe troppo
costoso. Pertanto la CO2 dovrebbe essere trasportata ai giacimenti, ma anche questo rappresenta un
problema di non facile soluzione.
La parola ai nostri colleghi futuri elettronici.
FASE 3: Utilizzo della strumentazione per la misura della concentrazione di
CO2 Noi studenti dell’indirizzo elettronico ci siamo occupati dello studio di sonde per il rilievo della
concentrazione di inquinanti di vari tipi, tra cui il biossido di carbonio, e dell’inquinamento acustico
nell’urbe di Roma. Abbiamo quindi riportato le nostre conoscenze agli studenti del chimico che
hanno utilizzato gli strumenti in determinate zone come parchi e vaste aree urbane. Per esempio,
abbiamo notato come nel parco di Tor Sapienza, i valori di Co2 erano più elevati man mano che ci
si avvicinava alla strada, oppure alle abitazioni. Al contrario addentrandosi nel parco,
l’inquinamento da Co2 risultava diminuito drasticamente.
Nella fattispecie il nostro gruppo si è occupato dello studio, della sintetizzazione e della
semplificazione del manuale riguardante la sonda GCH-2018 la quale è in grado di rilevare la
temperatura (in celsius ed in fahrenheit), il punto di rugiada, l’umidità (in RH%) e la concentrazione
di Co2 (in parti per milione p.p.m.). Di seguito riportiamo la foto dello strumento utilizzato e il
procedimento per eseguire le misure ricavato dal manuale in lingua inglese.
I ragazzi del chimico con l’ausilio di alcuni professori sono andati al Parco Nazionale dei Monti Sibillini che si trova a cavallo delle regioni Marche ed Umbria, situato a 550m di
Inoltre gli studenti dell’indirizzo chimico, durante uno stage, hanno effettuato delle misure nel
Misura di Co2
Procedimento per misurare la Co2 con il dispositivo:
1. Collegare la sonda Co2.
2. Accendere il dispositivo dal
pulsante POWER BUTTON.
3. Attendere 45 secondi per
permettere allo strumento di
stabilizzarsi.
4. Il valore di Co2 apparirà nella
parte superiore del display. In
quella inferiore il valore della
temperatura.
Impostazione Allarme Co2
Durante la misura di Co2 premendo una volta il pulsante ALARM comparirà
l’indicatore ALARM sul display. Se il valore di Co2 dovesse superare il valore
impostato come ALARM si attiverà un segnale acustico. Premendo nuovamente il pulsante ALARM si disattiverà questa funzione.
Parco Nazionale dei Monti Sibillini che si trova a cavallo delle regioni Marche ed Umbria ed è
situato a 550m di altitudine.
I valori misurati sono riportati nella seguente tabella:
N°
TEMPERATURA
(°C)
CONCENTRAZIONE CO2
(PPM)
PUNTO DI RUGIADA
°C
UMIDITA’
% RH TEMPO DI
MISURAZIONE
(s) MIN MAX MIN MAX MIN MAX MIN MAX
14.2 14.4 4.08 4.39 3.1 4.0 66.3 68.8 40
13.3 14 3.47 3.50 3.2 3.7 70.2 70.9 40
12.2 12.5 3.43 3.62 3.5 3.8 71.2 71.9 40
(Misure ricavate in: Condizioni meteo sereno; Altitudine 550m; Dalle ore 17 alle ore20).
Il prossimo passo sarà andare a valutare, con gli strumenti che ormai conosciamo, quanto il cemento
ecosostenibile e la peridotite possano effettivamente assorbire il CO2.
A gruppo riunito andremo ora a studiare quali potranno essere gli sviluppi futuri del nostro progetto.
FASE 4: Sviluppi futuri.
Il nostro progetto andrà avanti il prossimo anno, in quanto intendiamo, ora che abbiamo gli
strumenti e le conoscenze opportune, contattare l’Università Politecnica della Catalunya dove
stanno effettuando ricerche sul cemento ecosostenibile. La nostra idea è, là dove ormai i palazzi
sono stati costruiti, sostituire le vecchie fioriere dei balconi con delle nuove costruite con il cemento
ecosostenibile al fine di avere un piccolo miglioramento della qualità dell’aria almeno sui balconi
dove normalmente si sosta per respirare un po’ di “aria pulita”.
Inoltre si vuole approfondire la ricerca in merito alla peridotite, studiando ed andando a verificare,
con l’utilizzo della strumentazione in nostro possesso, la possibilità di realizzare anche semplici
soprammobili con quel minerale da tenere nelle stanze per avere, anche in questo caso, un
abbassamento della concentrazione di CO2.
Non ci fermeremo, vogliamo: ARIA PULITA!
GRUPPO DI LAVORO:
Bilotti Krizia
Campisano Daniele
Damiano Simona
Dini Mirko
Iacoella Alessio
Rocchetti Chiara
Tosti Giulia
Travaglini Martina