obbiettivo - professione infermieristica nr. 1/2011

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Trasparenza, valutazione merito, disciplina Trasparenza, valutazione merito, disciplina L’operatore sanitario (medico, infermiere ecc.) è un professionista che si trova a dover compiere delle scelte di natura etica: per questo può essere definito “agente morale”. Parte importante della percezione e dello sviluppo del ‘morale’ sono le regole della società, ovvero le leggi. Dunque, quale Sanità fra 50 anni? Potendo immaginare, ma non quantificare, un grande passo in avanti di tecnologia e ricerca scientifica, una cosa possiamo fare subito: svi- luppare e dare corpo ai concetti che il titolo richiama dove si intende per ‘disciplina’ una maniera ordinata dei comportamenti. professione infermieristica Anno XXI - n. 1/2011 - Sped. a.p. DL 353/’03 (con. in L. 27/02/’04DL 353/’04 n. 46) art 1, c. 2 DCB FI n. 1/2011 www.ipasvifi.it Trimestrale di informazione attualità e cultura IPASVI - Firenze Obbiettivo 150 anni di Sanità Un paese di contadini, di paludi cariche di malaria, di baracche fatiscenti dove proliferavano pellagra, tubercolosi, cole- ra, vaiolo. L'Italia del 1861 era un paese i cui abitanti avevano una misera aspet- tativa di vita. Quella Italia rurale però fa passi avanti nella cura delle peggiori malattie com- prese anche Tbc e febbre tifoide. Fra le due atroci guerre mondiali, nel 1929, nasce la medicina del lavoro e poi le grandi scoperte nel campo delle vaccina- zioni, della chirurgia, della diagnostica per immagini, che tentano di trasforma- re, lentamente, l'Italia in un paese all'a- vanguardia nel campo sanitario. Nel 1978 ecco il Servizio Sanitario Na- zionale, che estende il diritto alla tutela della salute a tutta la popolazione. Un principio che è chiamato a salvaguarda- re il diritto alle cure per tutti i cittadini. Dopo 150 anni, il nostro sistema sanita- rio pubblico può considerarsi uno dei più avanzati al mondo?

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Organo Ufficiale del Collegio IPASVI di Firenze

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Page 1: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

Trasparenza, valutazionemerito, disciplina

Trasparenza, valutazionemerito, disciplina

L’operatore sanitario (medico, infermiere ecc.) è un professionista chesi trova a dover compiere delle scelte di natura etica: per questo puòessere definito “agente morale”.Parte importante della percezione e dello sviluppo del ‘morale’ sono leregole della società, ovvero le leggi. Dunque, quale Sanità fra 50 anni?Potendo immaginare, ma non quantificare, un grande passo in avantidi tecnologia e ricerca scientifica, una cosa possiamo fare subito: svi-luppare e dare corpo ai concetti che il titolo richiama dove si intende per‘disciplina’ una maniera ordinata dei comportamenti.

professione infermieristicaAnno XXI - n. 1/2011 - Sped. a.p. DL 353/’03 (con. in L. 27/02/’04DL 353/’04 n. 46) art 1, c. 2 DCB FI

n. 1/2011

www.ipasvifi.it

Trimestraledi informazioneattualità e cultura

IPASVI - Firenze

Obbiettivo150 anni

diSanità

Un paese di contadini, di paludi carichedi malaria, di baracche fatiscenti doveproliferavano pellagra, tubercolosi, cole-ra, vaiolo. L'Italia del 1861 era un paesei cui abitanti avevano una misera aspet-tativa di vita. Quella Italia rurale però fa passi avantinella cura delle peggiori malattie com-prese anche Tbc e febbre tifoide.Fra le due atroci guerre mondiali, nel1929, nasce la medicina del lavoro e poi legrandi scoperte nel campo delle vaccina-zioni, della chirurgia, della diagnosticaper immagini, che tentano di trasforma-re, lentamente, l'Italia in un paese all'a-vanguardia nel campo sanitario.Nel 1978 ecco il Servizio Sanitario Na -zionale, che estende il diritto alla tuteladella salute a tutta la popolazione. Unprin cipio che è chiamato a salvaguarda-re il diritto alle cure per tutti i cittadini.Dopo 150 anni, il nostro sistema sanita-rio pubblico può considerarsi uno deipiù avanzati al mondo?

Page 2: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

La Commissione elet-torale dell’ENPAPIha formulato la gra-duatoria dei sogget-ti che hanno ottenu-to voti per ogni Col-

legio Elettorale Provinciale e per ilCollegio di Firenze è risultato elet-to Paolo Zoppi.Per qualsiasi informazione riguardola libera professione è possibilescrivere a: [email protected],oppure telefonare alla segreteriaal numero 055/359866 richie-dendo appuntamento con il Dott.Paolo Zoppi.Per le informazioni relative allosvolgimento delle elezioni puoifare un link al sito dell’ENPAPI:www.enpapi.it

Obbiettivoprofessione infermieristicaOrgano Ufficiale del Collegio InfermieriProfessionali Assistenti SanitariVigilatrici d’Infanzia di Firenze

Anno XX n. 1/2010Spedizione in a. p.

Direttore responsabileLuca BARTALESI

Comitato di redazioneMoira BORGIOLI; Anna CIUCCIARELLI;Vania CORTI; Alice LIPPI;Lucia MAGNANI Maristella MENCUCCI;Patrizia MONDINI; Stella PELLICCIA;Monica PELOSI; Luca PIETRINI;Cecilia POLLINI; Domenica SEVERINO;Lucia SETTESOLDI; Nicola TITO;Alessia VANNINI; Paolo ZOPPI.

Segreteria di redazioneSilvia Miniati, Elisabetta TralloriTania StellaDirezione e RedazioneCollegio IPASVIVia Pier Luigi da Palestrina, 1150144 FirenzeTel. 055 359866, fax 055 355648e-mail: [email protected] del Tribunaledi Firenze n. 4103 del 10/05/91È consentita la riproduzione totale o parziale degli articolie del materiale contenuto nella rivista purché vengano ci-tatati l’autore e la fonte («Obbiettivo professione infermie-ristica» rivista del Collegio IPASVI di Firenze). È graditacomunicazione per conoscenza alla redazione

Chiuso in tipografia il 5 aprile 2011Impaginazione e stampaTip. Coppini Via Senese 56r50124 Firenze - Tel. 055.2207133

Mara Fadanelli [email protected] Chiappi [email protected] Zanieri [email protected] Paolini [email protected] Della Scala [email protected] Martini [email protected] Brunetti [email protected] Poggiali [email protected] Castagnoli [email protected] Nerozzi [email protected] Zanatta [email protected] Senes [email protected]

3 La necessità di un equilibrio tra norme giuridiche e crescita morale M. Fadanelli

5 In un volume 150 anni di sanità italiana a cura della Redazione

6 Procedimento disciplinare, un classico sempre sempre di moda A. Vannini

8 L’infermiere nella prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro R. Paolini, S. Della Scala

10 Il ruolo dell’infermiere nelle maxiemergenze F. Zanieri

12 Toujours, toujours Haiti R. Martini

15 La sorveglianza delle infezioni da pratiche assistenziali R. Colombai, C. Dodi, P. Mazzoni,S. Chiappi, L. Di Stefano, M. Borgioli

20 Consegna Borse di studio 2010 P. Poggiali

21 OIPAT: Fatti e progetti Gruppo OIPAT

22 Provvedimenti disciplinari Gruppo Responsabilità IPASVIFI

2 Sommario 1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Dove siamoIl Collegio IPASVI della provincia di Firenze si trova in Via Pier Luigi da Palestrina, 11 aFirenze a 200 metri dalla Stazione Leopolda dove è possibile trovare parcheggio auto etreni da e per Empoli.Per contattarci telefonare al numero 055/359866 oppure inviarci un fax al numero055/355648 www.ipasvifi.it [email protected] segreteria è composta da: Elisabetta Trallori, Silvia Miniati e Tania StellaL’orario di apertura al pubblico è: Lunedì e Mercoldì 14.00 - 17.00

Venerdì 9.30 - 12.30

Come inviare gli articoli a «Obbiettivo professione Infermieristica»• Gli articoli devono avere una lunghezza massima di 6000 battute spazi compresi oltre l’i-

conografia• Devono avere un taglio tipicamente positivo, apolitico.• Non devono contenere la bibliografia ma solo l’indirizzo a cui richiederla.• Devono essere inviati via mail all’indirizzo [email protected] riportando i recapiti

dell’autore.• Le pubblicazioni avverranno a discrezione della redazione previo liberatoria compilata e

firmata dall’autore da richiedere alla [email protected]• Le immagini (di buona qualità) devono riportare l’autore.

BibliografiaLa redazione demanda ogni responsabilità relativa a contenuti e bibliografia degli articolied elaborati agli Autori. La bibliografia è da richiedere direttamente all’autore.

in breve

Hanno collaborato a questo numero

Riferimenti fotograficiL’editore è a disposizione con gli aventi diritto non potuti reperire.

Page 3: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

Editoriale 3

La necessità di un equilibrio tra lenorme giuridiche e la crescita morale

Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

Mara Fadanelli

Durante il Master in “Psi-co-sociodramma organiz-zativo”, che ho frequenta-to, uno dei temi affrontatiè stato “l’origine della scel-ta professionale”. Ciascunpartecipante è stato invita-to a riflettere per indivi-duare il “seme” che lo ave-va portato a scegliere la pro-pria professione, per poirappresentarlo con un di-segno. Questa traccia miportò a “vedermi” da bam-bina, alunna delle scuoleelementari, amica di unabambina orfana che fre-quentava la mia stessa clas-se. Spontaneamente mi“prendevo cura di lei” e si-curamente, all’età di sei,sette anni, non ero mossada delle regole predeter-minate. Con gli occhi dapersona adulta, ho presoconsapevolezza poi, cheprobabilmente, l’originedella mia scelta professio-nale, risaliva a quel perio-do della mia vita.Il lettore si chiederà il mo-tivo per cui ho iniziato que-sto editoriale con questoepisodio personale. L’hofatto perché penso che que-sto è un esercizio che chiun-que dovrebbe fare e nel no-stro caso mi riferisco a chiopera nell’ambito delle pro-fessioni che si occupanodella salute delle persone,

nel senso più ampio del ter-mine. Entrando ancora piùnello specifico, mi rivolgoagli infermieri e penso chela maggioranza di coloroche sceglie di diventare in-fermiere, sia mosso da unavolontà di essere d’aiuto. Immettendosi poi nel mon-do del lavoro, con tutte ledifficoltà che si incontrano(relazionali, organizzative,economiche…) quella vo-lontà, quella motivazionesi affievoliscono. Ma la“mission” della nostra pro-fessione impone di recu-perarla o di generarla, co-me ci ricorda l’art.5 del Co-dice Deontologico dell’in-fermiere : “Il rispetto deidiritti fondamentali del-l’uomo e dei principi eticidella professione, è condi-zione essenziale per l’e-sercizio della professioneinfermieristica”.Questo recupero ci impo-ne di parlare di coscienza,di valori e di sviluppo mo-rale. Il termine “coscienza” de-riva dal latino consciens,participio presente di cum-scire («sapere insieme»):essere consapevole. Se-condo la locuzione latina,s’intuisce che il sentimen-to accompagna la scienza:quindi il termine si usa ge-nericamente per indicare laconsapevolezza di ciò cheavviene nell’intimo. Nel-

etica

infermieri

infermieri dirigenti

assistenti sanitari

infermiericoordinatori

l’uso comune, s’intendequell’interiore conosci-mento che ciascuno ha delbene e del male liberamenteoperato e il giudizio che dàdei propri sentimenti e azio-ni, secondo la relazione chequesti hanno con i princi-pi della morale [Bonomi2009].Quando ci si deve prende-re cura di altre persone, co-me nel caso degli operato-ri sanitari, e quindi anchedegli infermieri, la co-scienza individuale nonpuò bastare, ma deve es-sere coadiuvata dalla co-scienza professionale. Que-sta si fonda sui valori del-la professione, che posso-no, a volte, non coincide-

re con quelli individuali. Èauspicabile che ogni pro-fessionista sviluppi pro-fondamente la propria co-scienza professionale. Ta-le valore trova la massimaespressione nel codice deon-tologico della propria pro-fessione. L’operatore sa-nitario (medico, infermie-re ecc.) è un professioni-sta che si trova a dover com-piere delle scelte di naturaetica: per questo può esse-re definito “agente mora-le”.Lawrence Kohlberg1, conla sua teoria sullo sviluppomorale, sostiene che que-st’ultimo è determinato, an-che se non completamen-te, dall’educazione.

Page 4: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

Parte importante dello sviluppo mo-rale rivestono le regole della socie-tà, le leggi. Le leggi esprimono e de-terminano la forma della partecipa-zione dell’individuo alla vita socia-le, al bene comune, alla stessa sus-sistenza della società. Perciò l’os-servanza delle leggi è la prima e fon-damentale forma di solidarietà e dicollaborazione ad una vita comuni-taria organizzata e stabile. L’osser-vanza delle leggi diventa, pertanto,un obbligo morale.Quindi, dopo tutto quello che ab-biamo detto, introducendo l’argo-mento di questo numero di “Ob-biettivo», dobbiamo domandarci sel’esercizio del “potere disciplinare”possa realmente contribuire all’a-zione di prevenzione e contrasto aifenomeni di “mala amministrazio-ne”. La risposta può essere affer-mativa, perché le regole sono ne-cessarie, se ciò serve a chiamare incausa la responsabilità individualedel dirigente e del dipendente.

Per chi è dirigente nel settore pub-blico, il decreto lgs.150/2009, perquanto riguarda l’obbligatorietà del-l’azione disciplinare, la ritiene unesercizio doveroso, a differenza dichi opera nel settore privato, perchél’azienda non è sua ma un bene pub-blico. C’è da chiedersi se questa sia la stra-da giusta da percorrere e c’è da do-mandarsi, se in un momento storicocome questo, di crisi economica, va-loriale, di inquietudini tagliare i fon-di alla formazione, alla cultura e al-la ricerca sia la scelta migliore.Forse tutto questo richiede una ri-flessione più ampia che coinvolga idirigenti, i dipendenti, le organiz-zazioni sindacali, i cittadini orga-nizzati, le associazioni insieme allapolitica. Ci sono dei valori da recuperare an-che in questo ambito, e questa nonvuole essere un frase retorica, queivalori che ci facciano sentire orgo-gliosi di lavorare nel settore pubbli-

co, pensiamo all’art.54 della Co-stituzione Italiana: “[…] I cittadinicui sono affidate funzioni pubblichehanno il dovere di adempierle, condisciplina ed onore […]”. Il dirigentenon deve sentirsi un custode e uncontrollore ma un leader organizza-tivo e morale che coinvolga i col-laboratori all’impegno collettivo e idipendenti non devono percepire chedeterminate azioni non vanno effet-tuate perché altrimenti scatta un prov-vedimento disciplinare ma per un’in-tima convinzione morale.

1Lawrence Kohlberg (25 Ottobre 1927 – 19 Gen-naio, 1987) è stato uno psicologo americano na-to a Bronxville, New York, che ha prestato ser-vizio come professore presso l’università di Chi-cago, così come l’Università di Harvard.

Ringrazio il Presidente e la redazionedella rivista per avermi invitato a scri-vere queste righe di riflessione su unaspetto etico ora più che mai cogenteper tutti i professionisti indipendente-mente dal ruolo ricoperto.

4 Editoriale 1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

I colleghi interessati nell’evento sono pregatidi prendere contatto con il Collegio

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Attualità/Primo piano 5Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

Nell’ambito delle celebrazioni per il centocinquante-simo anniversario dell’unità d’Italia, in un convegnoindetto da alcune forze politiche, il 14 marzo a Roma,si è festeggiato il percorso che la sanità italiana haeffettuato in questi 150 anni d’unità. Un modo perriflettere su quali trasformazioni abbiamo avuto pas-sando dall’era del colera a quella mutualistica, perarrivare al SSN e all’attuale dibattito sul federalismoin sanità. Un’evoluzione dal punto di vista igienico,preventivo, socio assistenziale, terapeutico, che portala sanità italiana ai primi posti nel mondo e modelloda imitare per molti paesi. Il Ministro Ferruccio Fazio nel sul intervento ha riba-dito “come in 150 anni la sanità italiana è stata stra-volta, basti pensare che nel 1861 Italia, Veneto eRoma avevano 25 milioni di abitanti, il 44% dei bam-bini moriva entro i primi 5 anni di età e la vita mediaera di 33 anni contro gli 80 di oggi per gli uomini egli 85 delle donne. Ma non solo sono quasi del tuttospariti i viaggi della salute all’estero che, fino a 20anni fa, erano la regola. Rimangono delle sfideimportanti da superare come le differenze tra Nord eSud Italia. Certo, niente a che vedere, con quelle chec’erano all’epoca dell’unità, differenze marcatissimeanche tra città e campagna. Oggi non basta tagliaregli ospedali generalisti, ma bisogna anche costruire lasanità sul territorio puntando anche sulla medicina

In un volume 150 anni di Sanità italiana

preventiva, in un sistema pubblico che noi immagi-niamo come governance sotto il quale operi anche unsistema virtuoso dei privati. Per altro già operativoper 5 milioni di italiani con una ricca scelta di fondiper le prestazioni integrative”.Per l’occasione è stato presentato il libro di WalterPasini 150 anni di sanità italiana dedicato agli even-ti significativi della nostra storia sanitaria.

Giovanni Fattori, Campo italiano alla battaglia di Magenta (part.),1861-1862, Firenze, Galleria d'Arte Moderna

Secondo quanto definito dallaLegge 2/2009, art.16 al comma 7“I professionisti iscritti in albi edelenchi istituiti con legge delloStato comunicano ai rispettiviordini o collegi il proprio indiriz-zo di posta elettronica certificata[…]. Per cui i professionisti chenon abbiano ancora provveduto,risultano di fatto inadempientiall’obbligo di legge. Per offrire unaiuto a quanti non siano ancorariusciti ad ottemperare a quantoprevisto, il Collegio IPASVI diFirenze, tramite una convenzionein atto tra dei Collegi IPASVI edil provider Legalmail, mette a dis-posizione gratuitamente ai propriiscritti la fornitura di una casella

di Posta Elettronica Certificatapersonale. Per ottenere tale casel-la PEC gli iscritti interessatidovranno far pervenire il modulodi richiesta scaricabile dawww.ipasvifi.it e la copia di unproprio documento di identità incorso di validità alla segreteriadel Collegio tramite e-mail all’in-dirizzo [email protected] otramite fax al numero 055355648, posta ordinaria a: colle-gio ipasvi via PL da Palestrina 11cap 50144 Firenze. Per coloroche hanno già fatto richiesta dicasella PEC il collegio sta proce-dendo ad inviare per e-mail unmodulo fornito da Legalmail perl’effettiva attivazione.

Posta elettronica certificata IPASVIFI

@

Page 6: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo6 Attualità/Primo piano

Alessia Vannini

Numerose sono le novità intro-dotte dalla riforma Brunetta,di  particolare rilevanza è l’am-pliamento dei poteri e delle re-sponsabilità dei dirigenti, il tut-to con finalità di migliorare la qua-lità dei servizi.Quali riscontri abbiamo avuto inmerito alla applicazione di que-sto aspetto della riforma?La Riforma Brunetta ha portato ri-levanti novità in materia di otti-mizzazione della produttività dellavoro pubblico e di efficienza etrasparenza delle pubbliche am-ministrazioni perseguendo due

Procedimento disciplinare,un classico sempre di modaIntervista alla dottoressa Simonetta Chiappi Infermiere Dirigentedel Dipartimento delle professioni sanitarie dell’ ASL 11 di Empoli.

Il decreto lgs.150/2009, comune-mente detto decreto Brunetta, trale varie regole che introduce, sta-bilisce anche l’obbligatorietà del-l’azione disciplinare, inquadran-dolo come un esercizio doverosoper i dirigenti a tutela del presup-posto che un’azienda pubblica èun bene comune che va garantitoe rispettato. Principio sacrosanto,che non può che trovarci concor-di sul piano etico, ma al tempo stes-so scettici per quelle che sono lemodalità applicative del procedi-mento disciplinare, spesso oggettodi soggettiva interpretazione.Ringraziamo Simonetta Chiappiche in questa intervista ci illustrail suo punto di vista e la realtà em-polese.

CC.CC.NL del SSN anche se for-se sono stati un po’ “distorti” nel-le parte applicativa delle singolerealtà locali. Nell’Azienda 11 diEmpoli, in cui lavoro, sono appli-cati ormai da anni, grazie anche aContratti Integrativi Aziendali ispi-rati sì alla corretta applicazione deidiritti degli operatori ma rivolti alraggiungimento degli obiettivi spe-cifici, valorizzando la performanceaziendale, premiando il contributodel singolo e/o del gruppo. Contrattiintegrativi che sono stati il frutto diconfronto con le rappresentanze sin-

…due obiettivi principa-li: quello repressivo deifenomeni patologici, co-me l’assenteismo e la scar-sa produttività, e quellocostruttivo di potenzia-mento del livello di effi-cienza dei pubblici uffici

obiettivi principali: quello repres-sivo dei fenomeni patologici, co-me l’assenteismo e la scarsa pro-duttività, e quello costruttivo di po-tenziamento del livello di efficienzadei pubblici uffici. Per onestà intellettuale devo direche molti dei principi della rifor-ma sono già previsti nei vari

dacali spesso duro, ma sempre aper-to e leale, nella consapevolezza diun fine comune: il servizio al cit-tadino/utente.

Al fine di «ottimizzare la produt-tività e la trasparenza delle pub-bliche amministrazioni», la ri-forma ridisegna anche il rappor-to tra il dirigente ed i dipendentidel suo ufficio. Il dirigente è re-sponsabile nel proprio operatoanche dell’esercizio dei poteri alui attribuiti nei confronti del per-sonale.Quali sono gli strumenti valuta-tivi e di controllo messi in prati-ca? Come anticipato, gli strumenti mes-si in pratica dalla nostra Aziendanon sono stati rivisti molto in quan-to coerenti con quanto previsto dal-la Riforma. Per la produttività, ogni

…ogni anno il Dirigen-te, assegna obiettivi, pro-grammi o progetti, sia in-dividuali che di equipe

anno il Dirigente, assegna obietti-vi, programmi o progetti, sia indi-viduali che di equipe, definendo gliindicatori di verifica ed il risulta-to atteso per l’incremento della pro-duttività e per il miglioramento del-la qualità del servizio. A questo c’èlegato un premio promesso diver-sificato in base alla competenza eall’impegno previsto. A fine anno

Page 7: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

Attualità/Primo piano 7Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

viene svolto dal Dirigente la veri-fica del raggiungimento del risul-tato atteso al quale corrisponde omeno il premio di produttività. IlNAVS (Nucleo Aziendale di Valu-tazione Strategica) effettua la va-lutazione di seconda istanza di tut-ti gli operatori compreso i dirigenti.Questo, nell’ottica della valoriz-zazione del merito e dell’eroga-zione dei premi in base ai risultatiraggiunti dai singoli e dalle UnitàOperative, in un quadro di pari op-portunità di diritti e doveri e dicostante verifica da parte della Di-rigenza dell’andamento delle per-formance rispetto agli obiettivi as-segnati. La nostra azienda ha altresì poten-ziato i sistemi di controllo per con-trastare l’assenteismo del persona-le, rivedendo le procedure relativeai controlli dello stato di malattiadel personale, e ha dato inoltre at-tuazione alle modifiche portate dal-la riforma in materia disciplinare.A tale proposito, a seguito della ri-partizione della titolarità del pro-cedimento disciplinare fra il re-sponsabile di struttura con qualifi-ca dirigenziale ed Ufficio Procedi-menti Disciplinari e del conseguentepotenziamento delle competenze edelle responsabilità dei dirigenticapi struttura, la nostra aziendaha messo in atto gli strumenti ne-cessari per la gestione del discipli-nare post riforma, tramite appositiincontri formativi e la stesura del-la relativa procedura.

Ogni cambiamento comporta del-le resistenze, si sono verificate,in questa  circostanza? Se si, come sono state affronta-te nella realtà empolese?Non si sono verificate resistenzeperché la riforma si basa su prin-cipi (come l’incentivazione dellaqualità della prestazione lavora-tiva, il riconoscimento di meriti edemeriti, la selettività e la valo-rizzazione delle capacità e dei ri-sultati ai fini degli incarichi di-rigenziali, l’incremento dell’effi-cienza del lavoro pubblico, il con-

…il potenziamento dellecompetenze dei respon-sabili di struttura con qua-lifica dirigenziale consi-ste sicuramente in ungrande cambiamento ri-spetto al passato

trasto alla scarsa produttività e al-l’assenteismo, nonché la traspa-renza dell’operato delle ammini-strazioni pubbliche) dai quali lapubblica amministrazione non puòprescindere e che sono, almenonella stragante maggioranza deicasi, pienamente condivisi dallanostra realtà aziendale. Una pertutte le novità in tema disciplina-re, il potenziamento delle com-petenze dei responsabili di strut-tura con qualifica dirigenziale con-siste sicuramente in un grandecambiamento rispetto al passato.

Tale novità è stata accolta positi-vamente presso la nostra realtà,grazie all’immediata attivazionedi un sistema di definizione del-le rispettive competenze e allacollaborazione delle strutture co-involte (Dirigenti e Ufficio Pro-cedimenti Disciplinari). Alcunimalumori, dibattito tuttora aper-to, per la parte che riguarda i cri-teri per la differenziazione dellevalutazioni, esistono. In effettinelle realtà come la nostra, in cuila differenziazione è in atto, sep-pur migliorabile, obbligare a ste-rili percentuali risulta poco effi-cace.Il richiamo comunque alle re-sponsabilità del dirigente è d’ob-bligo. E’ senz’altro faticoso, con-flittuale, emotivamente importan-te, dire ad un collaboratore che al-cuni risultati non sono quelli con-cordati, seguirlo nel piano di mi-glioramento e/o di sviluppo, cor-reggere e/o punire comportamen-ti a rilevanza organizzativa sba-gliati, ma – e sicuramente su que-sto sarò impopolare – il problema

non sono i collaboratori ma quelliche, come me, hanno incarichi diresponsabilità di struttura. Sono iDirigenti che devono cambiare, chedevono diventare dei veri e pro-pri coach e se la squadra per-de…potrebbero essere cambiati al-cuni calciatori, ma spesso viene ri-mosso anche l’allenatore.

La riforma così come assegna aldirigente il potere di premiare idipendenti più meritevoli del suoufficio, gli assegna anche il do-vere di sanzionare il demerito, inquanto il mancato esercizio diquesto dovere può comportaredelle sanzioni a carico del diri-gente stesso. Questo strumentoperò, può assumere una doppiavalenza.Chi si fa garante dell’applica-zione equa del principio enun-ciato nella riforma al fine d’im-pedirne un uso “leggero” talvoltaimpugnabile del procedimentodisciplinare?Ritengo che sia la legge stessa chelo garantisce. Ogni dirigente è con-sapevole della propria responsabi-lità in caso di mancata attivazio-ne del procedimento disciplinare,ma è consapevole anche del fattoche il provvedimento di irrogazio-

…il provvedimento di ir-rogazione della sanzionepuò essere impugnato daldipendente davanti al Giu-dice Ordinario

ne della sanzione può essere im-pugnato dal dipendente davantial Giudice Ordinario. Questa con-sapevolezza responsabilizza il di-rigente, sia nella fase della conte-stazione degli addebiti, sia nella fa-se istruttoria che serve per accer-tare i fatti e che può portare non so-lo all’irrogazione della sanzionedisciplinare, ma anche all’archi-viazione del procedimento se quan-to accertato smentisce il fatto con-testato.

Page 8: Obbiettivo - Professione Infermieristica nr. 1/2011

1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo8 Professione Nursing

R. Paolini - S. Della Scala

In questo momento particolarmentedifficile per il mondo del lavoro, in cuila crisi economica e produttiva sta met-tendo in difficoltà molte imprese e cau-sa gravi perdite di posti di lavoro e pro-blemi finanziari e sociali a molte fa-miglie, può sembrare logico pensareche le azioni rivolte alla promozionedella salute e della sicurezza sui luo-ghi di lavoro, debbano essere relega-te ad un ruolo di marginalità. Pur-troppo, quanto detto, viene smentitodagli eventi quotidiani di morti, infor-tuni e malattie da lavoro, che pur nel-la sua atroce realtà, devono essere distimolo ad attivare tutte quelle energiee sinergie che consentano di coniuga-re le esigenze produttive e di crescitaeconomica, con le esigenze di tuteladell’individuo lavoratore e dell’am-biente in cui lo stesso vive. La struttura della Prevenzione Igienee Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ri-copre in merito a questo tema un ruo-lo di rilievo, dove operano professio-nisti quali Ingegneri, Tecnici della Pre-venzione, Medici e Infermieri in equi-pe multidisciplinare.Cosa può dare l’infermiere del suosapere e del suo saper essere in que-sto ambito? Quale ruolo ricopre allora la pro-fessione dell’Infermiere, in questoparticolare settore operativo? Come si valorizza il nostro essere pro-fessionisti? Iniziando un viaggio a ritroso, dalla na-scita di Florence Nightingale, antesi-gnana del processo di scientificizza-zione, che ha condotto all’odierno mo-dello di nursing, molto è cambiato. Alei si deve il radicale cambiamento ap-portato al mondo dell’assistenza, nel-l’approccio ai bisogni dell’individuo ealle necessità della collettività.

L’infermiere nella prevenzione,igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro

L. 833/78

Art. 21: estensione delle funzionidi Uff. di Polizia Giudiziaria

anche al personale delle USLin servizio nelle UF di PISSL

D.M. 739/94L. 42/99 - L. 251/00

Tappe che hanno resolʼinfermiere un professionista

che lavora in autonomia

Infermiereassegnato a una UF di PISLLè riconosciuto come operatoredella prevenzione con compiti

di vigilanza e controllo(specifici della propria professione)

Corso regionale di formazioneper lo svolgimento di funzioni

di Ufficiale di Polizia Giudiziaria

Vista la nota prot. n. A00.............. del ................. con la quale ilPresidente della Giunta della Toscana, propone per lʼattribuzionedella qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria ai sensi dellʼart. 21legge 833/78, al sig. Paolini Riccardo, nato a.................. il ............e residente a .............................. diplomato infermiere addetto allefunzioni di vigilanza e controllo in ordine allʼapplicazione della le-gislazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro della USL 10 di Fi-renze (ecc.)

Nomina di Uff. di Polizia giudiziaria

Tale modello per lo sviluppo di capaci-tà pratiche, organizzative, teoriche e di-dattiche è il fondamento dell’attuale si-stema di formazione di professionisticapaci di svolgere un’attività, che di-viene man mano sempre più comples-sa, porta ad essere consapevoli di pos-sedere la responsabilità dei propri attisanitari, della quale siamo tenuti a ri-spondere in sede penale, civile, am-ministrativa, disciplinare e ordinistica;responsabilità che derivano anche, daun’evoluzione normativa.Tutti gli operatori del settore della pre-venzione fanno riferimento alla Leg-ge 833 del 23/12/1978, (istitutiva delServizio Sanitario Nazionale e delleUnità Sanitarie Locali), alla quale si de-ve l’attuale organizzazione dei serviziper la tutela della salute nei luoghi di la-voro e la quale delinea i compiti di que-sti servizi, che sono numerosi e diver-sificati e possono essere sinteticamen-te riassunti nelle seguenti attività:- Attività di prevenzione: finalizzata a

garantire il miglioramento delle condi-zioni di lavoro e di salute nei luoghi dilavoro;- Attività ispettiva: svolta dal persona-le con qualifica di Ufficiale di PoliziaGiudiziaria (art. 21 della Legge 833/78che estende le funzioni di UPG, attri-buite agli ispettori del lavoro, anche alpersonale delle USL in servizio pres-so le Unità Funzionali di PrevenzioneIgiene e Sicurezza sui Luoghi di Lavo-ro);- Educazione sanitaria: informazione, for-mazione e sensibilizzazione delle figureprofessionali e non, che ruotano intornoal mondo del lavoro, ad assumere ini-ziative e comportamenti rivolti alla dife-sa e alla promozione della salute.L’evoluzione formativa dell’Infermie-re, ha vissuto in un decennio grandi tra-sformazioni, iniziando un percorso uni-versitario con la laurea triennale, inte-grata con i master, fino al dottorato diricerca. L’utilizzazione della ricerca rap-presenta un processo che adotta le sco-

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Professione Nursing 9Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

perte per migliorare l’assistenza che vie-ne erogata, comprendente l’analisi cri-tica degli studi, la sintesi degli esiti del-la ricerca, la determinazione dell’ap-plicabilità delle scoperte alla pratica,lo sviluppo di standard o linee guidaper una pratica basata sulle evidenze.Una buona pratica della ricerca inclu-de la disseminazione delle scoperte at-traverso relazioni, riviste, congressi checonsentano la condivisione delle in-formazioni e la loro applicazione pra-tica; essa rappresenta formazione e l’u-nione tra teoria e pratica. L’Evidence based practice (praticabasata sulle evidenze scientifiche) rap-presenta l’uso conscio e ragionato del-la “migliore” pratica corrente da appli-care nell’assistenza e nell’erogazionedei servizi. Il sapere professionale del-l’infermiere è guidato, in questo comein altri ambiti, dal D.M. 739/94 che in-dividua la figura professionale dell’in-fermiere e riporta all’art.1 c. 2. che l’as-sistenza infermieristica preventiva sibasa anche sulla prevenzione delle ma-lattie. E prevede, inoltre, all’art. 5 laformazione post-base volta a dare co-noscenze specifiche avanzate, atte a for-nire prestazioni specialistiche nell’areadella Sanità Pubblica.Citando alcune tappe fondamentali, siricorda la Legge 42/99 art. 1 c. 2 , allaquale si deve l’abolizione del mansio-nario e la definizione di professione sa-nitaria; la Legge 251/2000 che all’art.1 c. 1 prevede che l’infermiere svolgacon autonomia, anche attività dirette al-la prevenzione; il Codice Deontologico,come strumento dell’agire professiona-le, dove all’art. 2 si richiama l’atten-zione dell’assistenza alla persona e allacollettività con interventi specifici, au-

tonomi e complementari, di natura in-tellettuale, tecnico-scientifica, gestio-nale, relazionale ed educativa. Ribadendoanche, all’art. 6, che la salute è un benefondamentale della persona e interessedella collettività, che il professionista in-fermiere s’impegna a tutelare con atti-vità di prevenzione, cura, palliazione eriabilitazione. In Italia ci sono migliaia d’infermieri cheoperano in tanti settori (sanità militare,polizia di stato, INPS, INAIL, ferroviedello stato, rai, società telefoniche edelettriche ecc.) distribuiti su tutto il ter-ritorio nazionale, sia in qualità di dipen-denti che come liberi professionisti.L’infermiere che si trova inserito nel-l’ambito dei servizi di prevenzione igie-ne e sicurezza sui luoghi di lavoro, per-segue le finalità di attuare interventi vol-ti a rimuovere le fonti di rischio e/o ri-durne l’esposizione; considerando gliaspetti di sorveglianza sanitaria deilavoratori esposti e tenendo conto de-gli eventuali danni da lavoro, favoren-do e garantendo tutte quelle procedu-re atte a sostenere i suoi diritti e il suoreinserimento nel mondo del lavoro. Anche l’infermiere, come tutte le altreprofessioni che operano in questi ser-vizi, attua il proprio operato avvalen-dosi dello strumento normativo che det-ta le disposizioni in materia di salute esicurezza delle lavoratrici e dei lavora-tori nei luoghi di lavoro. Il D.Lgs. 81/08 e s.m.i rivisitato e rap-portato in relazione alle competenzetecniche, educative e relazionali pro-prie della professione infermieristica,consente la sua applicazione in ognicontesto aziendale. In riferimento a que-sta associazione possiamo definire gliambiti e le specificità secondo un pro-

cesso di nursing, capace di trovare ri-sposte personalizzate ai diversi bisognidi salute. L’identificazione dei rischi derivantidalle attività lavorative ed il manteni-mento dello stato di salute, è la chiavedi lettura che l’infermiere utilizza peraffrontare una discussione volta a so-stenere un equilibrio, diversa in ognicontesto lavorativo.L’infermiere che si occupa degli aspet-ti che riguardano la prevenzione, igie-ne e sicurezza sul lavoro, è da consi-derarsi come un operatore che contri-buisce con il D.Lgs. 81/08 e s.m.i asalvaguardare la salute, quale patri-monio inalienabile dell’uomo. Tuttiquesti aspetti peculiari, hanno con-sentito alla Regione Toscana, su indi-cazione del Direttore del Dipartimen-to di Prevenzione e del Resp. della Uni-tà Funzionale e Area Funzionale P.I.S.L.L.Sud Est della ASL 10 di Firenze, a for-mare 2 infermieri con qualifica di UPG,professionisti dotati di un ulteriore stru-mento operativo, orientato alla tuteladella salute e sicurezza dei lavoratori. Il vivere da parte dei colleghi la sceltadi lavorare in ambiti extraospedalieri,rappresenta uno spirito d’iniziativa ed’intraprendenza, non sempre com-prese, dettate dalla profonda consape-volezza del proprio valore umano e pro-fessionale, che richiama una sfida piùo meno inconscia, lanciata allo ste-reotipo dell’infermiere. Infatti la per-cezione sociale dell’infermiere nel-l’immaginario collettivo, ancora risultaoccupata da un pensiero di sottovalu-tazione, sminuendo di fatto il valoredella professione e le sue ricadute so-ciali.La sfida che tutti insieme dovremo af-frontare per non soffrire più di com-plessi di inferiorità, dipende dall’im-pegno che ciascuno di noi darà per con-tribuire al benessere e alla salute gli in-dividui, tenendo conto dell’evoluzio-ne culturale della professione, sanci-ta da titoli universitari e da carriere ac-cademiche. Conoscere le attività e le problemati-che degl’infermieri impegnati in que-sto settore, è senz’altro utile a tutta lacategoria, in ragione del fatto che que-ste risorse sono da valorizzare, per ilraggiungimento del benessere lavora-tivo di tutta la collettività.

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo10 Professione Nursing

Fabio Zanieri

Lavorare come Infermiere in am-bito di emergenza-urgenza terri-toriale, richiede un bagaglio di co-noscenze, che esulano dal norma-le iter formativo di base, in rela-zione alle POS (Procedure Ope-rative Standard), cioè tutte quel-le informazioni che si devono ac-quisire per lavorare in emergenzasul territorio. La formazione in-fermieristica per chi opera nelSET118, prevede l’acquisizionedi una serie di certificazioni per lal’idoneità alle manovre di soste-gno delle funzioni vitali sia per ipazienti adulti che pediatrici, edinoltre l’acquisizione del corso«Dispatch», indispensabile per po-ter operare in Centrale Operativa.Nel soccorso definito «ordinario»,ovvero dov‘è coivolto soltanto unutente, l’intervento avviene in duefasi: una a livello di Centrale Ope-rativa e l’altra territoriale. La ge-stione di un evento nasce appun-to dalla ricezione della chiamatadi soccorso, segue l’invio dell’u-nità mobile di soccorso, il tratta-mento in loco del paziente, ed in-fine, se necessita, l’ospedalizza-zione. L’intervento termina con ilrientro dei dati della persona soc-corsa. Una procedura apparentementestandard ma che preserva una se-rie di variabili legate all‘atipicitàdi ogni intervento, che costringeil personale di soccorso a doversempre modificare ed adeguare leprocedure adattandole al contesto.

Il ruolo dell’infermierenelle maxiemergenzeL’aspetto «Operativo e Manageriale»

Se invece la richiesta non riguar-da più il singolo cittadino, ma piùpersone creando uno squilibrio trale necessità di soccorso e la rispo-sta offerta, allora entriamo nel cam-po delle «Maxiemergenze».Vediamo appunto qual’è il ruologestionale/operativo che assumela figura Infermieristica in que-sto ambito.Prima di addentrarci nelle spiega-zioni, dobbiamo fare un pò di chia-rezza su quali sono le figure cheintervengono in una grande emer-genza ed i ruoli che dovranno as-sumere.I soggetti sanitari chiamati ad in-tervenire in prima battuta in unacatastrofe, sono quelli che opera-no giornalmente nel sistema d‘emer-genza territoriale (Medici, Infer-mieri, OSS), oltre a tutta la com-ponente di volontari che nel nostrosistema 118, numericamente pre-domina. Ciò che cambia rispettoalla quotidianità, sono i ruoli ope-

rativi che dovranno assumere, con-venzionalmente individuati in: DSS(Direttore dei Soccorsi Sanitari),DSR (Direttore delle Squadre diRecupero), DTR (Direttore dei Tra-sporti), DPMA (Direttore del PMA)al momento però tratteremo soloil ruolo principale ovvero il Dis-aster Manager (DM).Il DM è il ruolo che assume coluiche in fase di quiete operativa: pia-nifica, organizza e testa le proce-dure che dovranno essere attuatenel momento in cui si verifica unacatastrofe. Inoltre in situazione dimaxiemergenza, partecipa attiva-mente sul campo alle varie fasi deisoccorsi. La figura può essere di-stinta tra DM Ospedaliero e DMExtraospedaliero. La funzione e ilruolo sono disciplinati dai DecretoPdCM n°109 12/05/2001 Criteri dimassima per l’organizzazione deisoccorsi sanitari nelle catastrofi.Nella nostra realtà l’Infermiere par-tecipa alla gestione delle maxie-

Kit materiale presente sui mezzi di soccorso

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Professione Nursing 11Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

mergenza in maniera trasversaledalla collaborazione nella pia-nificazione e stesura dei piani eprocedure d’intervento, all’attivi-tà di « prima linea» direttamentesul campo, assumendo anche i ruo-li sopra specificati. Tutto nel pie-no rispetto di specifiche compe-tenze infermieristiche acquisitenella formazione post base, ed incollaborazione con la figura me-dica presente sul campo, che man-tiene le proprie funzioni e respon-sabilità. Un dibattito aperto sulquale noi infermieri ci stiamo con-frontando è relativo all’assun-zione del ruolo DSS in postazio-ne di comando avanzato. Un ruo-lo che prevede il coordinamento ela gestione dell’evento in toto, concapacità decisionale sugli inter-venti da intraprendere. La diatri-ba ruota attorno al dubbio se l’in-fermiere sia in grado di assumer-si questa responsabilità, che al mo-mento gli è preclusa se non tem-poraneamente in attesa dell’arri-vo della figura medica. Specifi-chiamo che convenzionalementeil DSS viene ricoperto dal sanita-rio che per primo arriva sul luogodell’evento, infermiere o medicoche sia, per poi successivamenteessere sostituito dalla persona iden-tificata dalla centrale operativa118. Una risposta che va ponde-rata alla luce della moderna pro-

fessionalità infermieristica conun’analisi delle specifiche com-petenze esperienziali e formative.Per la funzione DSS, e le sue pe-culiarità di carattere direttivo, sa-rebbe auspicabile uno specificopercosro formativo che ad oggi inItalia non esiste. Esistono masteruniversitari genericamente impo-stati sul coordinamento nelle gran-di emergenze, oltre a dei corsi dibreve durata, specifici per l’ope-ratività sul campo. Un’offerta formativa che comun-que offre sufficienti conoscenze dibase e avanzate per lavorare nellamaniera più organizzata possibilein caso di macroemergenza.In ambito operativo il DM, vieneinquadrato come DSS (Direttoredei Soccorsi Sanitari), ovvero co-me il «capo sanitario» dell’inci-dente. Rappreseta la figura da cuidipartono tutte le direttive ed è ilcardine delle comunicazioni sullazona dell’evento fra gli operatorie la Centrale Operativa.Le funzioni del DSS:– Stima la magnitudo dell’evento.– Dirige le operazioni sanitarie sul

territorio.– Predispone in collaborazione

con gli altri referenti sull’alle-stimento del supporto logisti-co e punto medico avanzato(PMA).

– Coordina le azioni degli ope-ratori sanitari sul territorio.

– Coordina tutta la catena dei soc-corsi.

– Tiene i rapporti con la CO 118per l’invio di uomini e mezzi.

– Istituisce con VVF e FFO il Po-sto Comando Avanzato.

– Riferisce la situazione alle au-torità.

– Se necessario attiva il Team disupporto psicologico.

– Dichiara chiusa la fase di soc-corso sanitario dell’evento.

In conclusione il quesito che ri-proponiamo è legato alla possibi-lità di investire l’infermiere nelruolo di DSS. La risposta è tut-taltro che scontata se si considerache al momento il percorso for-mativo in materia è lo stesso permedici e infermieri. Allora perchèl’infermiere no….? Nella nostra U.O. Sistema Emer-genza Territoriale 118 di Firen-ze, esistono ad oggi due infermierioltre al sottoscritto, che hannoconseguito il Master in «Coordi-namento delle attività di Prote-zione Civile», ma al momento nonabbiamo spendibilità in ambitolavorativo. Il knowhow acquisi-to, ci rende idonei per la gestio-ne delle maxiemergenze sul cam-po, ma comunque sempre rele-gati in ruoli esclusivamente ope-rativi, al massimo collaborativi,mai decisionali. Uno spreco di ri-sorse che alla luce degli eventimondiali dovrà sicuramente es-sere riconsiderata nel vero sensodei termini previsti dalla legge43/2006 ovvero un professioni-sta specialista.

Nasce il GruppoInfermieri 118

della Toscana (GIT 118)Neonato gruppo di lavoro in senoal coordinamento dei collegi IPA-SVI della Toscana che coinvolgeuna rappresentanza infermieristi-ca dei vari 118 della Toscana.Lo scopo è quello di confrontarsiper migliorare e livellare compe-tenze e procedure operative,attualmente estremamente varie-gate, offrendo al cittadino un livel-lo assistenziale il più possibileomogeneo sul territorio regionale.Il Collegio IPASVI di Firenze augu-ra buon lavoro.

Foto di gruppo di un team in addestramento

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Renza Martini

Sulla strada per raggiungere il cam-po base già si delineano le prime ma-cerie, allorché il sole dei tropici siavvia al tramonto, dietro alte e de-serte montagne. Al nostro passag-gio un’infinità di baracche, di strac-ci appesi a mò di miseri tendaggi,somarelli che ci attraversano la stra-da, caprette e maiali senza padroneche vagano liberi, anoressiche vac-che che placidamente scodinzolanoricoperte da insetti; come i bambiniscalzi e sudici che ci guardano pas-sare, con lo sguardo attonito e vec-chi cotti dal sole che dormicchian-do in silenzio, accovacciati su pie-tre polverose, ci lanciano pigramenteun’occhiata fuggevole, quasi di ras-segnazione.Tutte le fonti d’acqua di Haiti sonocontaminate, ovunque volgi lo sguar-do cumuli di rifiuti macerati dal so-le contesi da nugoli di mosche, rat-ti e maiali, il cui fetore annienta.Non esistono raccolte differenzia-te di rifiuti, neanche di tipo sani-tario. Buona parte dei liquami è con-vogliata in fogne aperte, che mi-scelano anche le acque bianche plu-viali, intasate a loro volta da accu-muli di rifiuti solidi, dispersi nel-l’ambiente.Il paese presenta gravi problemi difecalizzazione ambientale e disca-rica incontrollata di rifiuti. Gli av-

12 Nursing nel mondo

Toujours, toujours HaitiUna popolazione devastata da una catastrofe naturale, dalla povertà e dall’indif-ferenza del mondo occidentale. Questo racconto, essenziale ma allo stesso tempopartecipato, ci mette di fronte ad un mondo lontano e dimenticato e allo slancio diun’infermiera che non si arrende e guarda negli occhi la sofferenza e il dolore.

velenamenti sono frequenti, ancheattraverso il consumo di grandi pe-sci caraibici delle barriere coralli-ne, quali tonni o squali, con sinto-matologia gastroenterica e neuro-paralitica, fino all’arresto respira-torio, senza contare la presenza co-stante di ceppi di virus enterici, sal-monellosi, altamente endemici, so-prattutto nelle stagioni piovose, percontaminazione di falde.E’ evidente, che in un tale contesto,un evento sismico di grosse dimen-sioni, non fa che centuplicare i ri-schi di contaminazione e contagio,che diventano elevatissimi. A que-sto si aggiunge l’estrema povertà, il54 % della popolazione di Haitivive con meno di un dollaro al gior-

no, un altro 24% arriva appena a dueeuro. Muoiono 74 bambini ogni mil-le nati vivi, e quelli che ce la fanno,hanno un’aspettativa di vita di 52anni. Dopo alcuni giorni passati al cam-po base ad accogliere l’intermina-bile fila dei disperati che si mate-rializza silenziosamente, ogni gior-no all’alba, con compostezza e ras-segnazione, decidiamo di muover-ci anche in altre direzione. Sono giunte notizie sullo stato di ab-bandono di diverse aree abitative,in cui non sono mai giunti aiuti dinessun genere e in cui vagano deci-ne di sfollati e feriti, lasciati a sé stes-si o meglio al loro infausto destino.Vogliamo raggiungere alcuni di que-

Una terra aldilà del tempo

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Nursing nel mondo 13Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

sti luoghi per verificare la situa-zione ed intraprendere probabili in-terventi sanitari, con l’aiuto dei mez-zi di Protezione Civile e della Ma-rina Militare.Viene attivata immediatamente laportaerei Cavour che staziona a duemiglia dalla costa, nella rada di Portau Prince e mentre nella tenda Tria-ge e Pronto soccorso persiste inin-terrottamente il susseguirsi delle me-dicazioni e interventi, decidiamo ioe un medico di raggiungere l’am-bulatorio, punto medico, attivato aSaint Marc, sulla costa occidentale.Arriviamo a Saint Marc trasportatida un elicottero d’assalto inviatocidalla portaerei, una marea di barac-che e case fatiscenti, pressoché spo-glie a ridosso della costa ovest. Ver-so l’orizzonte, oltre il mare, Cuba. Con noi sei militari armati ci fan-no da scorta. Saint Marc è uno deitanti siti sperduti, scelto a caso daoperatori della nostra Protezione Ci-vile, che ci assistono e ci supporta-no. Uno dei tanti luoghi colpiti dalsisma, abbandonati, o meglio mairaggiunti da nessun aiuto.Una volta discesi, sempre scortati ecircondati dai militari armati dellaMarina, abbiamo fatto un sopral-luogo fra le rovine del paese, an-dando alla ricerca dell’ospedale odi ciò che restava di esso. Nelle im-magini che si presentarono ai nostri

occhi, abbiamo trovato drammati-che conferme. Corpi distesi a terrasu materassi o coperte, senza di-stinzione di età o di sesso.Lamenti generali, alcune flebo di li-quidi attaccate, fatiscenza e sudicioovunque, pianti di bimbi disperati,odori nauseabondi a saturare l’aria,pregna di umidità e d’insetti. Ci siamo resi conto che fare una li-sta di materiale “mancante”, sareb-be stato pressoché inutile; meglioconsiderare tutto ciò che di sanita-rio e parasanitario avremmo potutotrovare nelle scorte della Cavour.Organizziamo subito l’attivazionedi interventi quotidiani, via elicot-tero, non prima di avere individua-to un luogo idoneo, ove installareun punto medico-sanitario.Il posto ideale è stato individuato inuna scuola, e con l’aiuto di PadreAlcide, il prete haitiano del paese,ci siamo recati nella zona prescelta,favorita anche dalla presenza di unpozzo nel cortile, peraltro piuttostopericoloso, dato che si apriva ai no-stri piedi, circondato solo da un bas-sissimo muretto. La soluzione ce laoffre una vecchia creola, che conuna fune e un secchio recupera l’ac-qua. Avremmo fatto così anche noi,almeno per l’uso estemporaneo, noncerto per bere. Bastava munirci diamuchina e diluirla via via.Il problema delle deiezioni si è ri-

velato piuttosto importante, non esi-stendo servizi igienici. A mie do-mande, rivolte a qualche nativo, nonsenza difficoltà, dato che predomi-na il creolo sul francese, si è capi-to che generalmente il popolo hai-tiano non fa uso di bagni o latrine,ma senza distinzione di sesso, né al-cuna precauzione fra essi, urinanoovunque si trovino e peggio eva-cuano, senza pudori, mentre chiun-que passa accanto, “ma come fan-no?”, ho chiesto, “pas des proble-mes, ça suffit un trou”, basta un bu-co”, che problema c’è?Fin dal primo giorno dell’attiva-zione, la marea umana ha preso cor-po e l’arrivo dell’elicottero la mat-tina, come la dipartita al tramontoè presto diventata una festa, un pro-digio, quasi fosse la discesa dello“Spirito Santo “.Nel frattempo al campo base au-mentava l’affluenza dei casi dimalaria; cosa che ci ha indotto adiniziare la profilassi immediata-mente.Le poche ore di branda si alternava-no così ai lunghi turni continuativi,divisi tra tenda Triage e Pronto soc-corso, Sala operatoria e tenda delpost-critico, risveglio e astanteria,tenda ortopedia e radiologia.Ovunque ci fosse necessità, le no-stre azioni s’intrecciavano, com-prese le chiamate a me rivolte, daicolleghi, per chiedermi d’interve-nire nella traduzione del francese,dato che nessuno ne era a conoscenza,e poter quindi informarsi sull’a-namnesi e la sintomatologia, perpredisporre poi la conseguente te-rapia (basata soprattutto su antido-lorifici, antipiretici e antibiotici). Centinaia di situazioni aggravate dainfezioni e stati febbrili elevati, cherichiedevano spesso l’immediatarevisione di monconi e ferite, sot-to anestesia. Centinaia di piccoli in-felici, quando rimasti soli al mon-do, quando affamati, assetati, inva-si dalla dissenteria e dai pappata-ci, privi di arti, coi moncherini ma-leodoranti, putrefatti, che facevanoda cornice a grandi occhi, annega-ti nel terrore.

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo14 Nursing nel mondo

La situazione è inimmaginabile, èuna catastrofe. Non ci vuole molto,a capirlo. Basta guardare il viavaidi gatti che s’infiltrano fra le mace-rie, ammassi di pietrame che nes-suno rimuove più. Qualcuno mi sus-surra che lì, nella scuola accanto, cisono almeno trenta bambini rima-sti sotto. Proprio quel giorno, in mez-zo a tanta disperazione, Belin, frut-to di un “cesareo”, ha visto la lucesotto la nostra tenda, ha riempito inostri occhi di lacrime, come e piùdei lamenti di dolore, come e più deinostri sensi d’impotenza. Ad Haiti, oggi, una persona che siammala di tifo, può morire in unasettimana. Stesso discorso per co-lera e peste. Il tifo è il più temutoevento epidemico: è già presentesull’isola e si diffonde con più fa-cilità in assenza di acqua, reti fo-gnarie e igiene. Inoltre non c’è lapossibilità di mettere in quarantenala persona infettata. Essendo unamalattia a trasmissione oro-fecale,si può immaginare con che diffu-sione si può propagare. Come il co-lera, è altrettanto rapido. I corpilasciati in strada, con il clima tro-picale, provocano la diffusione de-gli insetti che veicolano i batteri deicorpi senza vita.E allora, giunta alla fine del miomandato dopo 22 giorni assolati e22 notti di cieli stellati, non possoche ripensare ai “miei piccolini”,che nel loro dolore, aspettavanoil mio arrivo, con occhioni ridenti,allungando le manine per il “ca-deau” che porgevo loro, anzi, melo strappavano di mano mentre iostrappavo loro un sorriso, forse ilpiù bello.I miei piccolini che, su sedie a ro-telle, sfidavano i ciottoli del corti-le, per giungere fino alla mia tenda,e lì si appostavano, per chiedermi abassa voce: “je vois manger !”, con-sapevoli oramai che di lì a poco,avrei esaudito le loro richieste, in-troducendomi nelle scorte-cucinafurtivamente, e prelevando biscot-ti, razioni alimentari e quant’altro.Nel giorno dell’addio, il sole co-cente non è bastato ad asciugare le

««… mi hanno chiesto perché mene andavo, perché li abbando-navo.Già, perché? Perché è giunto il mo-mento, perché ho una vita miglioreche mi aspetta; un mondo razio-nale, ricco, esuberante; una casa so-lida, una dispensa rifornita, lo sto-maco sempre pieno …»»

lacrime di madri e di figli, che, fis-sandomi negli occhi, mi hanno chie-sto perché me ne andavo, perché liabbandonavo.Già, perché? Perché è giunto il mo-mento, perché ho una vita miglio-re che mi aspetta; un mondo razio-nale, ricco, esuberante; una casa so-lida, una dispensa rifornita, lo sto-maco sempre pieno.Il mio salto nel tempo è terminato.E’ tempo di rientrare, riappropriar-si della normalità. Voi mi ringraziatee mi benedicete, come la vecchiacreola che, alzando la rugosa manosul mio viso, ha pronunciato “ cheDio sia con te” mentre i suoi pro-fondi occhi penetravano nei mieioramai annegati nei sensi di colpa.Invece grazie a voi, amici miei, chemi avete insegnato un’altra storiadel mondo che non conoscevo, al-meno fino a questo punto; una sto-ria fatta di monti selvaggi, verdi fo-reste, con misere capanne sperdute,che vivono del niente, tantomeno laconsapevolezza di questo.Grazie, per ogni alba che mi ha vi-sto sollevare da quella branda cigo-

lante, per poi raggiungere l’area deiderelitti, già ammucchiati sotto quelpoco d’ombra, in silenzio e compo-sti, in attesa di un nostro cenno.Grazie, per ogni tramonto infuoca-to, che a dispetto del gelo imper-versante nella nostra terra, pennel-lava l’orizzonte di un rosso tropi-cale, inducendo i nostri pensieri acollegarsi ai nostri cari, oltre l’o-ceano.Grazie di quelle notti stellate, in-sensibili ai lamenti dei vivi; al so-lerte vento, che percorre le valli im-mancabilmente, e provvede a scac-ciare gli “ odori “ degli insepolti. Maanche odori di terre lontane , di fio-ri tropicali, che si mischiano ineso-rabilmente agli effluvi di chi dormeoramai, per sempre, sotto monti in-valicabili di pietre. Grazie, grazie diavermi fatto sentire utile e inutile,in una terra aldilà del tempo, dove isuoi figli più poveri, abbracciando-mi forte, mi hanno regalato un sor-riso e una lacrima.

E’ possibile leggere il testo integra-le su www.nursinginmovimento.org

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Studi e progetti 15Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

R. Colombai - C. Dodi - P. MazzoniS. Chiappi - L. Di Stefano

M. Borgioli

Introduzione

Le infezioni da pratiche assistenzialirappresentano uno degli eventi ogget-to di attenzione per le strutture sanita-rie. I richiami normativi prodotti ne-gli ultimi 20 anni in Italia, richiedo-no la necessità di un attento controlloper quanto attiene la prevenzione e lasorveglianza della infezioni.Riferendosi alle indicazioni delle leg-gi regionali sull’Accreditamento, al-le evidenze ed alle esperienze nazio-nali ed internazionali, nella ASL 11 diEmpoli è stato istituito un sistema disorveglianza attiva delle infezioni. Ilsistema di sorveglianza prevede: – il monitoraggio presso le strutture

di degenza da parte degli infermie-ri coordinatori;

– la segnalazione dalle strutture di de-genza alla Direzione Sanitaria Ospe-daliera per eventi riferiti a ferite chi-rurgiche ed alert organism;

– l’effettuazione di indagini di pre-valenza.

Su questo ultimo punto le indaginicondotte nel 2009 e nel 2010 hannofornito indicazioni per migliorare laqualità delle cure fornite all’utenza,ma soprattutto hanno permesso di in-tegrare attivamente le competenze del-le strutture deputate al controllo del-le infezioni: direzione medica ed in-fermieristica, laboratorio, unità ope-rative, farmacia.L’obiettivo del lavoro è quello di pre-sentare i risultati degli studi effettua-ti ed i risultati ottenuti.

Materiali e metodi

Le indagini di prevalenza sono statecondotte in marzo e novembre 2009 ein marzo 2010 ed hanno coinvolto idegenti degli ospedali di Empoli, Ca-stelfiorentino, San Miniato, nei gior-ni indice.E’ stato effettuato un campionamen-to di convenienza, con arruolamentoconsecutivo, rappresentato da tutti gliutenti degenti con età >18 anni, de-genti da 48 ore in ospedale nelle strut-ture mediche, chirurgiche, riabilitive,ostetrico- ginecologica, terapia in-tensiva generale e cardiologica. Sono stati esclusi dal campione gliutenti di età < 18 anni, degenti da me-no di 48 ore, degenti della pediatriao della oncologia. Le variabili di indagine riguardavanodati anagrafici e di ricovero, comor-bosità, procedure invasive, antibioticoterapia; in presenza di infezione sedeed eventuali esami microbiologici.Per la conduzione delle indagini è sta-to adottato il protocollo di studio del-la Regione Toscana utilizzato per l’in-dagine regionale 2004. Ciò ha per-messo di confrontare i dati degli at-tuali studi con quelli del 2004.I rilevatori sono stati 8 infermieri e 3medici, appositamente formati in 2 ri-unioni. I Direttori ed gli Infermieri coordina-tori delle strutture coinvolte sono sta-ti informati dalla Direzione Ospeda-liera mentre con il Laboratorio Ana-lisi sono state concordate le modali-tà di invio dei campioni.I dati sono stati rilevati consultandola documentazione sanitaria (cartellaclinica, cartella infermieristica, ver-bali di Pronto Soccorso, esami col-

turali) e con l’osservazione diretta del-la persona. I dati sono stati inseritied elaborati tramite Excell.

Risultati

I degenti osservati nei tre studi sono1001, dei quali inclusi nel campione655 (mediamente 200 pazienti per stu-dio). Il 45% degli osservati sono maschi edil 55% femmine, con età media di 70anni (range 20-97).L’accesso in ospedale avviene preva-lentemente in regime ordinario 60%.Le giornate medie di presenza in ospe-dale (dall’arrivo in una delle struttu-re ospedaliere dell’Azienda nel gior-no di indagine) sono di 16 giorni (ran-ge 2, 702); se escludiamo gli utenticon degenza superiore a 30 gg le gior-nate scendono a 9.Il 78,3% degli utenti presentava alme-no 1 comorbosità all’ingresso, con unamedia di giornate di presenza in ospe-dale di 12 giorni. I restanti 41 utenti(21,7%) che non presentavano co-morbosità hanno registrato una pre-senza in ospedale media di 9 giorni.Le comorbosità maggiormente pre-senti sono quelle relative all’appara-to cardiovascolare (39%) e respirato-rio (17%), seguite dal diabete (17%). Leggendo i dati per singola indagine,si nota un aumento progressivo di pa-tologia cardiovascolare e diabete eduna diminuzione nell’ultima indagi-ne di comorbosità sull’apparato re-spiratorio. Confrontando la presen-za di comorbosità e le giornate di pre-senza in ospedale, non si evidenzianodifferenze tra tipologie di comorbo-sità presenti.

La sorveglianza delle infezionida pratiche assistenziali.L’esperienza della ASL 11 di Empoli

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Rispetto alla classificazione ASA lapresenza maggiore si riscontra nell’A-SA 2 (37%) e nell’ASA 3 (37%). Per quanto riguarda gli interventi chi-rurgici una percentuale compresa tra il32-36% nelle 3 indagini è stata sotto-posta ad intervento chirurgico. Di que-sti sono maggiormente presenti inter-venti puliti (67%) e puliti contaminati(26%), andamento confermato nelle 3indagini. L’età media degli utenti sot-toposti ad intervento chirurgico è di 68anni (range 18-92), con giornate di pre-senza media di 9 (range 2-60).La terapia antibiotica nelle ultime 72ore antecedenti l’indagine è stata ef-fettuata nel 67% dei pazienti. Per le procedure invasive il ricorso acateterismo vescicale è presente nel53% degli osservati totali, seguito dacannula venosa periferica (57,9%).Da segnalare il 19,3% con catetere ve-noso centrale e il 4,3% con ventila-zione invasiva.

Infezioni rilevate

L’8,6% dei pazienti degenti presenta-va una infezione; calcolando il datosugli osservati il valore medio è di13,3%. Se togliamo le persone con ri-covero > 30 giorni il valore è di 11,1%Nella tab. 1 sono riportati i valori sin-goli per indagine.Sugli utenti osservati (n.655) le infe-zioni maggiormente presenti sono quel-le delle vie urinarie (8,5%), seguite daferita chirurgica e basse vie respirato-rie (1,8%). Questo andamento è sta-to costante nelle 3 indagini.Confrontando i pazienti con infezio-ne e la classe ASA si nota un aumen-to dei valori all’aumento della classe.Stesso andamento si nota per gli in-terventi chirurgici: all’aumento del-

la classe si nota una maggiore presenzadi infezione.Una ulteriore analisi effettuata nelle 3indagini riguarda i microrganismi mul-tiresistenti. Si osserva aumento co-stante per i microrganismi multiresi-stenti nelle specie Pseudomonas e Pro-teus ed in Escherichia coli. Correlando sede di infezione e mi-crorganismo sono isolati maggior-mente Escherichia coli per le infezioniurinarie e Pseudomonas per le bassevie aeree.

DiscussioneConfrontando i risultati con l’inda-gine della Regione Toscana dell’anno2004 si osserva:– un aumento dell’età media nelle per-

sone osservate, 70 anni rispetto ai 61del 2004;

– una maggiore presenza di utenti conpatologie cardiovascolari e diabetee minori per patologia renale cro-nica, trend confermato anche nelletre indagini di prevalenza;

– un aumento degli utenti con ASA 3 e 4; – un aumento di utenti con catetere

presente il giorno dell’indagine o nei7 giorni precedenti all’indagine;

– un aumento al ricorso di cannula ve-nosa periferica e ventilazione noninvasiva, superiore agli anni prece-denti. Ciò può essere motivato dauna presenza maggiore di utenti conASA 3 e 4.

La percentuale di infezioni generale eper sede è superiore rispetto al 2004,in particolare sono state rilevate unapercentuale maggiore di infezioni uri-narie (da 1,5% indagine regionale 2004a 8,6%). Da evidenziare una diminu-zione delle infezioni delle basse vierespiratorie (dato medio 1,9%).

16 Studi e progetti

Tabella 1

Mar-09 Nov-09 Mar-10n. utenti con infezione 26 31 30n. infezioni 30 33 33% su degenti presenti 7,9 9,7 8,5% su osservati 13,2 13,4 13,2% su osservati deg < 30 gg 11,6 11,7 10,8

Conclusioni

Il tema delle infezioni da pratiche as-sistenziali è altamente discusso a li-vello nazionale ed internazionale. L’at-tenzione è stata rafforzata negli ulti-mi anni, con vari richiami anche nor-mativi, che invitano le Aziende ad at-tivare procedure per la prevenzioneed il controllo delle infezioni.Il sistema attuato nella ASL 11 ha per-messo di avere indicatori su cui atti-vare azioni di contenimento del ri-schio infettivo, incidenti sul miglio-ramento della qualità dell’assistenza.A seguito delle indagini effettuate so-no state intraprese varie azioni tra cui: – revisione del protocollo per la pre-

venzione delle infezioni urinarie dacatetere vescicale, inserendo ele-menti specifici per cateterismi a per-manenza o per lunghi periodi

– promozione di azioni rivolte al la-vaggio delle mani

– re training degli operatori sulle in-fezioni da pratiche assistenziali

– comunicazione dei dati al persona-le a vari livelli: dalle singole UnitàOperative al Collegio di Direzione

– coinvolgimento degli operatori nel-la sorveglianza delle infezioni.

Un elemento di forza del sistema èl’interazione con il laboratorio e l’at-tività informativa svolta dal gruppooperativo del CCIO verso le struttu-re, in particolare per quelle che regi-strano allerta o per quelle con valoripiù alti di infezione.Solo una azione congiunta e parteci-pe può contribuire a ridurre il rischioinfettivo e quindi le infezioni da pra-tiche assistenziali.

Hanno collaborato:Belli Barbara - infermiereGiuseppe Carello - medico Cecconi Anna - infermiere coordinatoreCianti Serena - infermiereFungardi Giuliano - infermiere dirigenteLupi Patrizia - medicoMeini Loriana - infermiere dirigenteRipetti Fabrizio - infermiereSereno Romina - infermiereValeri Elena - medico Fiorini Fabiana - biologo

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Rassegna stampa/Governo 17Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

Camera dei DeputatiInterrogazione a risposta scritta: 4/10914presentata da Turco Maurizio il 16/02/2011

Al Ministro dell’istruzione, dell’universitàe della ricercaAl Ministro della salute.

Per sapere - premesso che: gli studentidei corsi di laurea delle professioni sa-nitarie infermieristiche e tecnico-sani-tarie per l’anno 2010-11 sono stati oltre28.142, quelli per il corso di laurea inmedicina e chirurgia sono stati 9.527;il rapporto è di 3 studenti delle profes-sioni sanitarie infermieristiche e tec-nico-sanitaria e 1 di medicina e chirur-gia; gli studenti per le professioni in-fermieristiche sono passati dagli 8.650posti disponibili nell’anno accademico2006-2007 ai 16.336 posti del correnteanno accademico; gli iscritti totali aicorsi di laurea delle professioni sani-tarie ed in particolare delle lauree in-fermieristica alle università in Italia so-no oltre 80.000 rispetto a circa 35.000

iscritti ai corsi di laurea in medicina echirurgia; le iscrizioni ai corsi di infer-mieristica ed ai master di area sanitariaproducono le maggiori entrate ancheeconomiche per la facoltà di medicinae per le università; i docenti di ruolo uni-versitari «medici» di area sono 10.362mentre quelli dell’unico settore affe-rente alle scienze infermieristiche sono33, rappresentando appena lo 0,3 percento del totale, tra cui ulteriormentel’unico professore ordinario ed alcunitra professori associati e ricercatori ri-sultano impropriamente inseriti nel set-tore in quanto di formazione medica; icorsi di laurea in infermieristica vedo-no, al momento, la quasi totalità delladocenza del settore scientifico discipli-nare infermieristico (MED45) lasciatiin una provvisorietà di affidamento an-nuale di incarico che crea di certo no-cumento allo sviluppo e alla ricerca di-sciplinare; i docenti medici universi-tari assumono le funzioni di ruolo di pre-sidente di tutti i corsi di laurea, sia di 1

livello che di 2 livello, così come gesti-scono, nei fatti, le nomine a contrattoe convenzionali del personale docenteinfermieristico; quali iniziative si in-tendano porre in atto per sviluppare, perconverso, il ruolo dei professori di ruo-lo del settore (attualmente denomina-to MED/45), in modalità tali che, nel-le università ove risultano presenti, siacoerentemente affidato a chi appartie-ne al settore disciplinare di riferimentola presidenza e la responsabilità del cor-so di laurea in infermieristica/scienzeinfermieristiche/ostetriche; quali ini-ziative si intendano porre in atto per ga-rantire e sviluppare la disciplina infer-mieristica nel mondo accademico, ivicomprese la creazione di una macroa-rea specifica per le scienze infermieri-stiche all’interno della quale istituire ul-teriori specifici settori di ambito, comenella maggioranza degli altri Stati del-l’Unione europea, degli USA e del re-sto del mondo;[…].

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

IPASVI Firenze per gli Altri18 Collegio

L'Associazione Trisomia21 è un'As-sociazione che riunisce genitori chehanno un figlio con la sindrome didown. L'attività dell'Associazione nasce dauna collaborazione tra genitori, pro-fessionisti e volontari. Lo scopo è quel-lo di condividere le esperienze di cia-scuno e sostenere lo sviluppo dei pro-pri figli, affrontando insieme le diffi-coltà che possono presentarsi. Altroobiettivo fondamentale è la creazio-ne di una cultura dell'accoglienza edell'integrazione.

Dona il 5x100094020840487

Quest’anno prende il via il progetto “Passo dopo passo”,un’iniziativa del Collegio IPASVI di Firenze per una rac-colta di fondi a favore di Associazioni onlus ed Enti noprofit impegnate nel sostegno dei più bisognosi. Il progetto prevede l’organizzazione annuale di unamanifestazione mirata a riunire tutta la collettività pro-fessionale per un evento il cui intero ricavato sarà devo-luto in beneficienza. Partecipare è un piacere per tutti.

Firenze 14 maggio 2011Corsa podistica non competitiva, km 10IPASVI Firenze per Trisomia21

Modalità di sponsorizzazione su www.ipasvifi.it

Iscrizione quota € 5,00, da versare mediante– Bollettino postale c/c 17570508 intestato a Collegio IPASVI di Firenze

specificando causale e nominativo dell’iscritto;– Bonifico bancario IBAN IT 1880103002845000000717900, Monte

dei Paschi di Siena ag. 46. Specificando causale e nominativo iscritto edinviare la ricevuta per fax al n. 0557472050 o per e-mail [email protected]

– Presso la segreteria del Collegio IPASVI Firenze, via P.L. Da Palestri-na 11 negli orari di apertura al pubblico.

Superato il numero di 100 iscritti sarà possibile iscriversi anche in sed digara. Ulteriori informazioni su www.ipasvifi.it

Partenza e arrivo corsanel piazzale antistantela piscina Le Pavoniere

(Firenze - Parco delle Cascine),ritrovo ore 16 partenza ore 17

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Collegio 19Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

Borse di studio per l’anno 2011intitolate alla memoria di

– Pierluigi SerioInfermiere

– Enrico BertacciniInfermiere

– Carlo CalamandreiInfermiere

Termine per la presentazione delle domande 12 maggio 2011Tutte le informazioni su www.ipasvifi.it

Delibera n. 182 del 17-02-2011 (non 181 come erroneamente riportato su www.ipasvifi.it)

Ipasvi FirenzeCorso di formazione

Lunedì 13 - 20 giugno 2011 - ore 9.00-17.00

Comunicazione e introduzione al counselingIl corso ha come obiettivo lo sviluppo delle capacità comunicative e relazionali del-l’operatore sanitario per favorire la partecipazione e il potenziamento delle risorsedel paziente. Il processo di cura è una pluralità di esperienze interpersonali in cui unagestione consapevole delle informazioni e delle emozioni rende più efficaci le abili-tà professionali e può dare maggiore gratificazione a sé e agli altri. Un saper essereoltre al saper fare, costituito dalle competenze base del counseling: ascolto, empatia,accettazione e dialogo.

Dott. Riccardo Calzeroni (psicologo, counselor)Dott.ssa Luigina Longhin (psicologa psicoterapeuta)

Disponibilità di posti : il numero massimo di partecipanti è 30 persone Quota d’iscrizione: vedi www.ipasvifi.it

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Paola Poggiali

La giornata d’informazione sulla ri-cerca infermieristica nelle Aziendedella provincia di Firenze intitola-ta “Pensare Osservare Migliorare:Esperienze di ricerca nell’area fio-rentina” ha offerto un occasione diconfronto per gli infermieri del Col-legio di Firenze per riflettere, ag-giornarsi e condividere le esperien-ze di ricerca. Una giornata dedica-ta alla premiazione delle borse distudio per la ricerca infermieristicaintitolate alla memoria dei colleghiPierluigi Serio ed Enrico Bertacci-ni. Luisella Litta e Patrizia Terrosiper il Collegio di Firenze hanno pre-sentano la giornata. Laura Rasero,professore associato all’Universitàdegli studi di Firenze, ci parla di co-me al corso di laurea in infermie-ristica gli studenti siano già moltoimpegnati sul fronte della ricercae molte volte vengono presentati de-gli ottimi lavori di ricerca. EnricoLumini introduce la sua presenta-zione sull’esperienza di ricerca al-l’AOU Careggi e le difficoltà in-contrate dalla categoria nei rappor-ti con la ricerca. Noi infermieri nonabbiamo ancora capito che la ricer-ca infermieristica intende svilup-pare conoscenze che sono di guidae di sostegno a tutto il campo dellapratica infermieristica ed alla suadisciplina. Per questo all’AOU è na-ta l’Unità Professionale Discipli-nare EBN Careggi che collabora almiglioramento della qualità del-l’assistenza, elaborano progetti diricerca, collaborano all’aggiorna-mento dei protocolli aziendali, of-frendo consulenza metodologica su:stesura di progetti di ricerca, anali-si statistica dati e ricerca di mate-riale bibliografico.

Nunziatina Perrone ci presenta l’e-sperienza nell’Azienda Ospedalie-ra Universitaria A. Meyer dove so-no presenti iniziative per favorire laricerca infermieristica con: nascitadel primo giornale Italiano di Scien-ze Infermieristiche Pediatriche (tri-mestrale), il progetto “Giovani Ri-cercatori” per l’avvio di progetti diricerca scientifica con stage for-mativi presso centri di eccellenze,in convenzione con l’istituto di Sta-tistica per incontri strutturati con lostaf del Prof. Biggeri. Per quanto ri-guarda la formazione aziendale, èprevisto all’interno dell’AOU Me-yer, un corso rivolto a tutti i profiliprofessionali. Sono previsti tre mo-duli per l’acquisizione delle com-petenze indispensabili alla metodo-logia della ricerca e presenti 24 ope-ratori facilitatori/consulenti per laconduzione di studi e successive pub-blicazioni.Antonio Gant dell’ASL 10 ci illu-stra l’offerta formativa sulla ricer-ca, di cui egli stesso è docente, for-mazione mirata soprattutto a sensi-bilizzare gli infermieri sull’argo-mento.Giancarlo Brunetti illustra l’impe-gno CNAI www.cni.info nella ri-cerca, in quanto lo scopo fonda-mentale della Consociazione è quel-lo di promuovere la elevazione cul-turale degli esercenti la professioneinfermieristica. per contribuire almiglioramento dei livelli di salutedell’uomo. Le attività promosse atal fine vengono realizzate senza sco-po di lucro e senza considerare li-miti di nazionalità, razza, credo re-ligioso e politico, sesso e stato so-ciale.La seconda sessione della giornataè dedicata alla presentazione dei vin-citori delle borse di studio “Pierlui-gi Serio” ed “Enrico Bertaccini”,

20 Collegio

Pierluigi Serio e Enrico BertacciniConsegna Borse di studio 2010

presenti in sala i familiari dei duecolleghi mancati che consegnano aivincitori (Massimo Solaro, Mihae-la Beznea, Diletta Calamassi e Ma-ria Serena Beccaluva) l’assegno. E’stato inoltre consegnato ai famigliariun piccolo ricordo della giornata. Si conclude la giornata con lo spet-tacolo CATS, dopo il buffet, della“Performance Company della Dan-ce Performance school – Scuola del-le arti dello spettacolo” di Firenzecon la regia e coreografie di Do-natella Cantagallo, Gabriele Pallo-ni ed Enzo Pardeo.

Gianfranco Cecinati consegna alla madre di En-rico Bertaccini (sopra) e al fratello di PierluigiSerio un ricordo alla memoria.

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Gruppo O.I.P.A.T.

Il gruppo O.I.P.A.T. (Osser vatorioInfermieristico sulle Politiche Assi-stenziali del Territorio), è nato al-l’interno del Collegio IPASVi nel2008 per rispondere ai bisogni chepossono emergere all’interno del-l’assistenza infermieristica che ca-ratterizza la rete del territorio. L’osservatorio si pone come missionil supporto e tutela degli infermieridell’area territoriale, ambulatoriale,domiciliare e residenziale, nel rispettodelle varie aree professionali (cureprimarie/nuclei per le cronicità, sa-lute mentale e cure palliative adulti,adolescenza e infanzia), la supervi-sione ed il monitoraggio di progettiorganizzativi e professionali attivi oin divenire, di favorire la crescita cul-turale e di offrire una consulenza inambito normativo.Le aree d’intervento dell’osserva-torio riguardano la Sanità d’inizia-tiva all’interno delle cronicità (Chro-nic Care Model), i percorsi assi-stenziali di continuità (ospedale eterritorio) la gestione del dolore inambito domiciliare sia nelle cure pal-liative che nelle primarie, il recenteproblema della Sanità in carcere, inuovi modelli organizzativi all’in-terno del servizio psichiatrico dia-gnosi e cura. L’attività svolta nel2009-2010 è prevalentemente sta-ta centrata sulla formazione, per rin-forzare gli aspetti relativi alla re-sponsabilità, e sulla messa in luce diattività progetti svolti sul territorioma non conosciuti per stimolare lacondivisione e lo sviluppo.

In questi due anni è stato anche crea-to il sito www.oipat.org in grado diaccogliere le proposte dei profes-sionisti i quesiti e materiale elabo-rato da condividere e consultabileper tutti. Per l’anno 2011 il gruppo si proponedi continuare sulla formazione, am-bito responsabilità attraverso incon-tri svolti all’interno del collegio gra-tuiti per gli iscritti, e corsi sulla ge-stione dello Stress – Burn out che pre-vedono un contributo di spesa da par-te dei professionisti. Per la 2°edizio-ne del convegno TAKE CARE or-ganizzato dall’OIPAT previsto perOttobre 2011 a Firenze il gruppoinvita tutti i colleghi interessati ainviare abstract /poster (misure 100x70 cm) all’indirizzo [email protected] il 31 Maggio 2011 sulle tema-tiche sotto riportate:– progetti di ricerca/studio/forma-

zione innovativi a supporto dei bi-sogni del territorio;

– promozione dell’autocura self-ma-nagement, self- care per le patolo-gie croniche dell’adulto e del bam-bino;

– il territorio “culla”e “deserto” espe-rienze di assistenze complesse;

– l’etica e la deontologia nel settoredipendenze salute mentale;

– promozione della salute: espe-rienze/ricerche/formazione;

– il rischio clinico sul territorio.

Per il corso OIPAT e programmaincontri sulla gestione dellostress, consultare l’apposita

sezione su sito: www.ipasvifi.it

Collegio 21Obbiettivo 1/2011 IPASVI - Firenze

OIPAT: fatti e progetti Il Ben-Essere: percorsoper la gestione dello stress

PROGRAMMAINCONTRI

Il percorso si basa sul presuppostoche i pensieri, espressi dalla mentesotto forma di linguaggio e d imma-gini, esercitano un’influenza sia sul-l’umore, sia sul sistema nervoso. At-traverso il rilassamento fisico, la con-centrazione mentale e l’indagine suipensieri è possibile coltivare fiduciain se stessi e nelle proprie capacità,favorire e sostenenere i naturali mec-canismi di auto-riequilibrio del cor-po trasformando il pessimismo in ot-timismo e limitare,così, l’impattodannoso provocato dallo stress.

1°) Incontro programma– Presentazione-introduzione– Funzionamento della mente– Mente cosciente: volizione, pen-

siero razionale, ragionamento– Mente sub-conscia: immagina-

zione, SNA (sistema nervoso au-tonomo), emozioni, memoria;

– Respirazione-RMP

2°) Incontro programma– Cos’è lo stress– Concetto di Eustress e Distress– Come agisce sul nostro equilibrio

psico-fisico– Come gestirlo

3°) Incontro programma– Ruota della vita: individuazione

delle parti della vita nelle quali c’èpiù o meno soddisfazione

– Obiettivi: cos’è un obiettivo, a co-sa serve, come porselo e come rag-giungerlo

4°) Incontro programma– Tecniche di respirazione e rilassa-

mento muscolare progressivo; vi-sualizzazioni guidate sull’esito po-sitivo

Conclusioni

Docente Simona Todaro

Date: Maggio 4-11-16-26 sede col-legio orario 14.30-17.30Partecipanti N. 15 infermieriQuota di partecipazione 20 euro

L’attività dell’Osservatorio ha riguardato principalmente: laSanità d’iniziativa all’interno delle cronicità; i percorsi assi-stenziali di continuità; la gestione del dolore in ambito domi-ciliare (cure palliative e primarie); la Sanità in carcere; i nuovimodelli organizzativi all’interno del servizio psichiatrico.

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

M. Castagnoli - E. Nerozzi G. Senes - M. Zanatta

Gruppo responsabilità Ipasvifi

La responsabilità disciplinare del-l’infermiere trova fondamento inquanto professionista operante nelmondo del lavoro. Egli esercita lasua attività sia come dipendenteche come libero professionista.Per ciò che attiene a tale respon-sabilità, esercitata nel regime del-la seconda ipotesi (detto anche“autonomo”), non ne tratteremoin quanto segue una sua precisanormativa e procedura in capo al-l’Ordine Professionale(CollegioIPASVI). Tale responsabilità, c.d. disciplinare-ordinistica, per al-tro non esaurisce la sua applica-bilità e i sui effetti solo verso gliinfermieri libero professionisti,ma si estende a tutti i professio-nisti infermieri, in forza dei pre-cetti contenuti nelle norme deon-tologiche del Codice.In ordine all’ambito in regime di-pendente, distinguiamo una attivi-tà lavorativa svolta alle dipenden-ze di datore di lavoro privato e unaalle dipendenze di datore di lavo-ro pubblico. Nel presente lavoro cioccuperemo di quest’ultima real-tà, sia per rilevanti ragioni nume-riche di professionisti impegnati,sia in ragione delle recenti inno-vazioni normative in materia, ap-portate dal D.Lgs 150/2009 (c.d.“decreto Brunetta” il quale modi-fica Il D.Lgs 165/2001–c.d.TestoUnico del Pubblico Impiego (TU-PI), oltre ad introdurre nell’ordi-namento giuridico generale nuovenorme anche in materia discipli-nare.Anche nell’ambito del rapporto dipubblico impiego, il datore di la-voro è titolare di un potere disci-plinare che può esercitare negli mo-

di e nei limiti previsti e riconosciutisolo dalla normativa legislativa econtrattuale.La responsabilità disciplinare (chenel nostro caso è anche detta di-sciplinare-amministrativa) rimanedistinta dalla responsabilità civile,amministrativa (detta anche con-tabile) e penale. Essa trova il suofondamento nell’ Art. 2106 del co-dice civile, che recita: “L’inosser-vanza delle disposizioni contenu-te nei due articoli precedenti (*)può dar luogo alla applicazione disanzioni disciplinari, secondo lagravità dell’infrazione”.

(*) Art. 2104 c.c. “Il prestatore di lavo-ro deve usare la diligenza richiesta dal-la natura della prestazione dovuta, dal-l’interesse dell’impresa e da quello su-periore della produzione nazionale. De-ve inoltre osservare le disposizioni perl’esecuzione e per la disciplina del la-voro impartite dall’imprenditore e daicollaboratori di questo dai quali gerar-chicamente dipende.”Art. 2105 c.c. “Il prestatore di lavoronon deve trattare affari, per conto pro-prio o di terzi, in concorrenza con l'im-prenditore, né divulgare notizie attinentiall'organizzazione e ai metodi di pro-duzione dell'impresa, o farne uso in mo-do da poter recare ad essa pregiudizio.“

I poteri disciplinari rappresentanoil relativo completamento di altripoteri detenuti dalla Pubblica Am-ministrazione, esercitati in tutte lesue articolazioni gerarchiche (Di-rettore Generale e Dirigenti), neiconfronti dei dipendenti i quali sitrovano in una posizione di subor-dinazione (lavoro subordinato). Irelativi procedimenti sono intesiad “evidenziare” una ipotizzata re-sponsabilità del dipendente per l’i-nosservanza dei doveri (ora “ob-blighi”) inerenti l’obbligo, appun-to, di realizzare certi comporta-menti in relazione alla propria po-sizione lavorativa (funzionale eprofessionale) all’interno della P.A..Essi sono l’obbligo: di prestazio-

ne (obbligo di fare), di diligenza,di obbedienza, di fedeltà, di colla-borazione, di esclusività, di con-dotta decorosa, di riservatezza, ecc.. Tale onere e ampiezza di compor-tamenti attesi, da parte dei dipen-denti, nel nostro caso infermieri,viene trasfusa ed esplicitata nellanormativa contrattuale a partire dalCCNL comparto sanità del 1995fino al CCNL del 2009, inserita nel-le relative parti di questi contrattichiamate generalmente come “ob-blighi del dipendente” e “normedisciplinari”.Nel nostro caso, in qualità di in-fermieri che lavorano in aziendesanitarie ed aziende ospedaliere(universitarie), e collocati nelle ar-ticolazioni funzionali di esse la vio-lazione di tali obblighi determinauna serie di sanzioni con caratteri-stiche proprie regolate dalla leggee dai CCNL.Le sanzioni disciplinari attuali, con-figurate in base ad una lettura co-ordinata, previste dai contratti Na-zionali di lavoro e dal D.Lgs150/2009 sono:a. Rimprovero verbale;b. Rimprovero scritto (censura);c. Multa di importo variabile fino

ad un massimo di quattro ore diretribuzione;

d. Sospensione dal servizio con pri-vazione della retribuzione finoa 10 giorni;

e. Sospensione dal servizio e del-la retribuzione da uno a quindi-ci giorni;

f. Sospensione dal servizio e del-la retribuzione da tre giorni a tremesi;

g. Sospensione dal servizio e del-la retribuzione da 11 giorni a 6mesi

h. Licenziamento con preavviso;i. Licenziamento senza preavviso.Come poco prima accennato, neiCCNL della sanità, che si sono suc-

22 Approfondimenti

Provvedimenti disciplinari

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ceduti e modificati, sono elencatie dettagliatamente descritti una se-rie di comportamenti doverosi/ob-bligatori, e di comportamenti san-zionabili, ai quali, il disattenderedei primi e/o il realizzarsi dei se-condi, comporta la relativa fatti-specie di sanzione ad essi collega-ta. Le sanzioni disciplinari, perespressa previsione contrattualee normativa devono sottostare alprincipio della gradualità propor-zionalità in riferimento all’entitàdella mancanza.Il D.Lgs 150/2009 differenzia lesanzioni in “gravi” e “di minor gra-vità” e rivede tutto il procedimen-to disciplinare; inoltre introduceuna differenziazione rispetto a chipuò procedere in base alla tipolo-gia delle sanzioni come ora distin-te: Dirigente oppure ufficio com-petente per i provvedimenti disci-plinari (UPD).Il decreto 150/2009 introduce laresponsabilità per dolo o colpa gra-ve del Dirigente per mancato eser-cizio dell’azione disciplinare peromissione o ritardo.Le sanzioni per le quali il Diri-gente deve procedere in via auto-noma sono quelle dei punti: a, b,c, e. Mentre le sanzioni secondole quali l’ufficio per i procedimenti

disciplinari è competente e deveprocedere sono tutte le restanti,da e. ad i.L’iter del procedimento davanti alDirigente si articola nel seguentemodo:1. Il Dirigente quando ha notizia

di comportamenti punibili contaluna delle sanzioni disciplina-ri di sua competenza, senza ri-tardo e comunque,

2. entro 20 gg contesta per iscrit-to l’addebito al dipendente me-desimo e lo convoca per il con-tradditorio a sua difesa, con l’e-ventuale assistenza di un pro-curatore ovvero di un rappre-sentante sindacale cui il lavora-tore aderisce o conferisce man-dato, con un preavviso di al-meno 10 giorni. La lettera de-ve esser inviata per PEC o rac-comandata A.R. o consegna amano.

3. entro il termine fissato, il di-pendente, convocato, se non in-tende presentarsi, può inviarememoria scritta o, in caso di gra-ve ed oggettivo impedimento,formulare motivata istanza dirinvio del termine per l’eserci-zio della sua difesa; se invece sipresenta, verrà effettuato collo-quio e stilato apposito verbale.

4. Dopo l’espletamento dell’even-tuale attività istruttoria, il Diri-gente conclude il procedimen-to, con l’atto di archiviazione odi irrogazione della sanzione,entro 60 giorni dalla contesta-zione d’addebito. Tale comu-nicazione scritta deve essere in-viata tramite PEC, raccoman-data A.R. o consegna a manoal dipendente e inviata copia e-mail per conoscenza all’ufficioprovvedimenti disciplinari.

NB: In caso di differimento superiore adieci giorni del termine a difesa, per im-pedimento del dipendente, il termine perla conclusione del procedimento è pro-rogato in misura corrispondente.

Il differimento può essere dispo-sto una sola volta nel corso del pro-cedimento. Qualora emerga nel corso del pro-cedimento, e quindi dopo la con-testazione che la sanzione da ap-plicare non sia di spettanza del Di-rigente, questi entro 5 giorni dal-l’accertamento della sua incom-petenza, trasmette tutti gli atti al-l’ufficio per i procedimenti disci-plinari dandone contestuale co-municazione all’interessato. Il pro-cedimento prosegue senza solu-zione di continuità presso que-st’ultimo ufficio con salvezza de-gli atti.

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1/2011 IPASVI - Firenze Obbiettivo

Significato dei termini uti-lizzati e presenti nell’iter delprocedimento disciplinare

Dirigente: colui che è alle dipen-denze con un contratto della diri-genza (cioè fuori comparto).

Direttore: Colui che dirige unastruttura, che ne è il responsabile,colui che dà le direttive, che de-tiene la posizione di vertice, cheè titolare di potere di spesa-centrodi costo.Il DLgs 502/92 chiama Direttoreil dirigente di Struttura Comples-sa, e Responsabile il dirigente diStruttura Semplice.

Struttura: Entità organizzativaunitaria intesa come unità produt-tiva, cioè struttura produttiva, o an-che funzione produttiva. Cioè ilmomento organizzativo che pro-duce quel prodotto. E’ l’organiz-zazione funzionale, cioè: U.F. - S.C.– M.O.M. - S.S. - S.O.D.

Lavoro / Funzione: Attività la-vorativa svolta con la funzione diprodurre quelle prestazioni in unacerta struttura (unità produttiva).

Secondo la L.R. Toscana 40/2005(art. 2, comma 1, lettera t), per strut-tura organizzativa funzionale, siintende: “l’unità organizzativa mul-tiprofessionale che aggrega fun-zioni operative appartenenti a set-tori omogenei di attività.

Essa si qualifica come: 1)area funzionale, per le attività di

produzione ed erogazione delleprestazioni assistenziali di rico-vero ospedaliero e di preven-zione e per le attività tecnico-amministrative del centro dire-zionale;

2)unità funzionale, per le attivitàdi erogazione delle prestazioniassistenziali dei servizi sanitariterritoriali di zona-distretto e del-la prevenzione;

3)settore, per il coordinamentoaziendale delle attività svoltedalle unità funzionali della pre-venzione.

Invece per struttura organizza-tiva professionale, si intende l’in-sieme di professionalità omoge-nee, attinenti ad una specifica fun-zione operativa. Essa si qualificacome:1)unità operativa, che è dotata di

piena autonomia tecnico pro-fessionale ed è direttamente ti-tolare di una funzione opera-tiva;

2)sezione ed ufficio, la cui auto-nomia tecnico professionale siesprime nell’ambito delle di-rettive impartite dal responsa-bile dell’unità operativa di rife-rimento; la sezione è costituitaper lo svolgimento di attività sa-nitarie ospedaliere, gli uffici perle attività tecnico-amministra-tive.

L.R. Toscana 40/2005, art.58,comma 2:“Le funzioni operative sono attri-buite alla competenza delle strut-ture organizzative professionaliper quanto riguarda gli specificiprocessi professionali e per le re-lative attività di supporto e sonoesercitate all’interno di struttureorganizzative funzionali; a que-sto fine il personale delle struttureorganizzativi professionali dipen-de, sotto il profilo tecnico profes-sionale, dal responsabile della uni-tà operativa di appartenenza, sot-to il profilo organizzativo dal re-sponsabile della struttura organiz-zativa funzionale in cui è collo-cato”.

Appare piuttosto evidente, ana-lizzando i principi della “riformaBrunetta”, la quale si esprime suldichiarato intento di rafforzare i po-teri datoriali, e valutando la legis-lazione regionale istitutiva del SSR,che l’iniziativa prioritaria ed auto-noma di attivazione dei procedi-menti disciplinari sia in capo al Di-rigente con incarico di Direttore diStruttura Funzionale.Va sottolineato il fatto rilevante chetutte le previsioni normative sonostate tradotte ed applicate attraver-so atto (Delibera del D.G) delle sin-gole Aziende dedenominato “co-dice disciplinare”, il quale è resoconsultabile con la sua pubblica-zione sul sito web aziendale.

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