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Viaggio nel mondo della disabilità fisica

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Page 1: Nessuno è diverso

Viaggio nel mondo della disabilità fisica

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La redazione: Nabila Bouchareb cl 1

Sofia Butturini cl 1^ Emma Delfaccio cl 1 Matteo Dusi cl 1^ Nadia Essoudoussi cl 1^ Matilde Ghidinelli cl 1^

Sofia Losavio cl 1^ Fabio Zambelli cl 1^ Beatrice Bettinelli cl. 2^ Lorenzo Bonomi cl. 2^ Sara Bonomi cl. 2^ Maddalena Dusi cl. 2^ Pietro Dusi cl. 2^ Sofia Bonomi cl. 3^ Dounia Haiat cl. 3^ Katie Turri Zanoni cl. 3^ Priscilla Vaccariello cl. 3^

Aicha Aziz Elidrissi cl. 4^ Gianluca Bonomi cl. 4^ Gabriele Dusina cl. 4^ Omar El Aid cl. 4^ Aya Essoundoussi cl. 4^ Veronica Ferremi cl. 4^ Nassima Haiat cl. 4^ Asmaa Laklaa cl. 4^ Vittorio Tabadorini cl. 4^ Bagozzi Andrea cl. 5^ Ouisal Bouchareb cl. 5^ Veronica Dusi cl. 5^ Giulia Ghidinelli cl. 5^ Simone Losavio cl. 5^ Davide Pialorsi cl. 5^ Zakaria Sadri cl. 5^ Aurora Zecchini cl. 5^ Caporedattori:ins. Filina D’Ettorre

ins. Paola Dusi ins. Chiara Pancari

Ins. Daniela Ramazzini Ins. Alba Scattorelli SOMMARIO L’intervista Dopo l’intervista con la sig.ra Marinella I miei sogni se io fossi… Concetto di disabilità La disabilità nella storia La convenzione ONU Bambini disabili La casa domotica

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Lo sport Altri personaggi famosi dei nostri giorni I film Bibliografia: le ricerche sono state effettuate utilizzando le pagine di siti internet

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L’INTERVISTA Il giorno giovedì 21 novembre abbiamo incontrato la signora Marinella Albertini, all’oratorio di Ono Degno, chiedendole di raccontarci la sua storia. Ci ha detto che la sua malattia è iniziata quando lei aveva 7 anni; a 12 anni ha iniziato ad usare la carrozzina: era piccola, non camminava bene e aveva paura di cadere. Soffre di distrofia muscolare da 39 anni, ma ha sempre fatto tutto quello che facevano anche gli altri, non ha avuto problemi. Ha viaggiato molto, è andata a Lourdes, in Francia, in Puglia, in Calabria, ad Assisi, a Venezia, a Verona e a Milano. Si sentiva molto diversa dalla gente, ma non era canzonata, era aiutata da tutti. Non le sembrava una disgrazia, ma quasi un bene, perché ha potuto incontrare molte persone. Abita con la sua famiglia che l’aiuta e la sostiene. La sua famiglia è composta da Pietro, il marito, e Letizia, la figlia. È abbastanza normale avere dei figli, per completare la famiglia, così lei ha voluto una figlia, nonostante la malattia. Tiene corsi di pittura per ragazzi e i suoi familiari sono molto orgogliosi di lei. Usa un computer a sistema vocale con cui può chiamare e viaggiare su internet. Possiede una macchina per respirare che le porta l’aria, è molto importante. Quando aveva 13 anni copiava i volti dei fumetti. Dopo la terza media ha fatto un corso di ceramica, ha conseguito un diploma professionale. A 11 anni ha subito un intervento al tallone che le ha permesso di camminare ancora per un po’. Non ci sono cure alle malattie genetiche e la sua lo è. Per dipingere si avvicina al tavolo,

fatto a misura: mani sul tavolo, destra in avanti, schiena in avanti, pennello in mano e una scatolina sotto la mano stessa. Vicino al letto ha una macchina per respirare durante il sonno, che è rumorosa. Marinella può stare senza respirare per pochi minuti, così da poter passare dalla carrozzina al letto. La sua casa è senza gradini, ha spazi grandi, porte grandi e una doccia larga. La sua macchina è attrezzata, si alza e si abbassa così da poter far salire e scendere la carrozzina mentre lei, per sicurezza, è legata con cinture.

Intervista alla signora Marinella Albertini del giorno giovedì 21 novembre. Da quando aveva 7 anni la signora Marinella si è accorta che aveva una malattia genetica, cioè scritta nel D.N.A., e non si rendeva conto che le stava crescendo, si sentiva diversa .Marinella è stata aiutata da molte persone che si fidavano l’ uno dell’altro. A circa 18 anni si è resa conto di che malattia si trattasse. La passione per la pittura è cominciata quando aveva 13-14 anni. Nonostante la malattia ha voluto una figlia con una famiglia normale. I propri genitori a scuola la portavano fino a Darzo in una scuola di pittura sulla ceramica dove ha preso un diploma. Sua mamma l’ha sempre spinta a fare delle cose straordinarie, non si vergognava di avere una figlia con questa malattia.

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Lei ha bisogno di una macchina per respirare. Dopo la terza media ha dovuto frequentare una scuola per persone con disabilità. Lì ha imparato a dipingere sulla ceramica. Nei primi anni delle superiori ha cominciato a fare fisioterapia. La sua casa non ha gradini ed è stata costruita su misura quando si è sposata. Per viaggiare usa una macchina che, quando scende e sale la carrozzina, si abbassa. Marinella ha chiamato sua figlia Letizia perché il nome dato significa gioia. ha viaggiato molto in compagnia, anche se non è in grado di muoversi. L'incontro con la signora ci ha fatto capire che, anche se si è disabili, si può vivere normalmente e sentirsi come gli altri.

Matilde: la signora Marinella si aggrappa, da piccola, a 7 anni, per reggersi in piedi.

Fabio: la signora Marinella va a scuola, a 7 anni, e fa già fatica.

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Così è iniziato il nostro viaggio nel mondo della disabilità: un incontro con la signora Marinella Albertini, zia della nostra Giulia. Già l’anno scorso ci era balenata l’idea di un e-book sulla questo argomento, prima di tutto perché ci sentiamo vicini a Giulia e a sua zia e poi perché abbiamo avuto modo di vivere un’esperienza da non-vedenti alla mostra “dialogo nel buio” a Milano. In quell’occasione i più grandi di noi hanno potuto rendersi conto che anche i ciechi possono vivere una vita normale, autonoma, sviluppando molto più di noi le capacità sensoriali di udito, olfatto, odorato e tatto. La vera storia di Mirco Mencacci, raccontata nel film “Rosso come il cielo”, ci ha fatto davvero capire che “Non occorre vedere per guardare lontano” Queste sono le impressioni dei bambini di classe 2a dopo l’intervista con la signora Marinella.

Dopo l’incontro con la sig.ra Marinella

Mi ha colpito il respiratore , il fatto che sa ancora pitturare e anche il fatto che a sette anni

non sapeva camminare.

Lorenzo

A me ha colpito quando non riusciva più a camminare e quando ci ha fatto vedere a colorare.

Pietro

Mi ha colpito che sa ancora colorare.

Mi ha colpito anche il computer dietro la schiena.

Maddalena

Ho visto quando ha pitturato.

Mi ha colpito quando è salita sulla macchina.

Beatrice

Mi ha colpito quando ci ha fatto vedere che disegnava ancora.

Poi ci ha fatto vedere il respiratore.

Sara

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Con i ragazzi di classe 4a abbiamo fatto un gioco: ognuno di loro doveva pensare a che cosa avrebbe fatto se non avesse più potuto camminare. Ecco i loro pensieri:

I MIEI SOGNI SE IO FOSSI…

Due settimane fa, abbiamo fatto un gioco con la maestra: se fossi una, disabile

cosa farei? Tutti i miei compagni hanno detto la loro idea e visto che il mio sogno è

fare la stilista, ho alzato la mano e ho detto la mia proposta: disegnare i vestiti e

dopo cucirli. Secondo me, i disabili possono fare cose meglio di noi.

Nassima

Sulla sedia a rotelle

Sono sulla sedia a rotelle per un’improvvisa malattia, non posso camminare, ma posso fare

molte altre cose, infatti, faccio il veterinario. Mi piace come mestiere, poi posso curare

migliaia di animali domestici come gatti e cani.

Insomma, non ho l’uso delle gambe, ma la mia vita non è finita.

Gabriele

Disabili

Se io fossi disabile farei l’inventore.

Inventerei soprattutto automobili con comandi vocali per aiutare i disabili, ma anche

macchinari per persone normali (senza difetti fisici). Come hobby vorrei aiutare l’allenatore

di un tennista famoso.

Gianluca

Cosa si può fare da disabili?

Su una sedia a rotelle potrei scrivere, disegnare, aggiustare computer; potrei fare tante

cose tranne camminare. Anche senza camminare mi sentirei bene.

Sulla sedia a rotelle, potrei uscire davanti a casa mia, potrei anche andare ai supermercati,

potrei aiutare i bambini, potrei accompagnare mia figlia a scuola, potrei preparare da

mangiare, potrei curare animali domestici, potrei scrivere canzoni per i bambini, potrei

andare anche al mare, potrei insegnare a disegnare a mia figlia, potrei fare l’allenatore.

Omar

Io sono uguale a Te !!!

Io sono uguale a te. Non sono diverso, sono solo sulla sedia a rotelle.

Faccio molte cose, le faccio bene.

Non sono obbligato a vivere male, faccio la mia vita normale. Ho un lavoro bellissimo:

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faccio la pittrice . Per hobby mi piace assemblare giocattoli; li vendo e i soldi ricavati li

dono in beneficenza sperando che vadano alle persone povere che stanno peggio di

me.

Veronica

Cosa farei se fossi disabile

Se fossi su una sedia a rotelle scriverei canzoni.

Scriverei canzoni soprattutto per i bambini che si trovano nei paesi in guerra, vorrei

anche imparare a suonare la chitarra classica . Vorrei insegnare a cantare ai bambini a

cui piace il canto.

Vittorio

Se fossi disabile…

Se io fossi sulla sedia a rotelle non mi farei sottomettere dal fatto di essere disabile.

Farei di me una psicologa o una pediatra: psicologa, perché mi piacerebbe tanto capire i

problemi; pediatra perché adoro i bambini. Non mi guarderei indietro, perché, se vuoi andar

avanti, devi guardare avanti. Vorrei formare una famiglia, vorrei avere una bambina e un

maschietto. Questo farei se fossi disabile.

Aicha

Sulla sedia a rotelle

Se io fossi sulla sedia a rotelle, farei la dottoressa per curare tutti, o la cuoca, la cameriera,

la pittrice, la maestra, la fiorista, la psicologa, l'animalista,l’ aggiustatrice. V orrei avere un

computer come quello della zia di Giulia con cui posso stampare tutto quello che voglio...

Asmaa

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CONCETTO DI DISABILITÀ

Ma che cos’è la disabilità? Il 21 maggio 2001, 191 Paesi partecipanti alla 54ma Assemblea Mondiale della Sanità hanno accettato la nuova Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute e hanno stabilito che la disabilità è “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a una menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano”. In poche parole, disabile è colui (o colei) che non può compiere le normali attività come tutti noi. Questo a causa di una malattia genetica, di una malattia contratta durante la vita e che comporta la perdita o la diminuzione dell’uso di parti del corpo, oppure come conseguenza di un incidente.

LA DISABILITÀ NELLA STORIA

All’inizio della vita sulla terra, l’uomo doveva difendersi da tutto: animali, intemperie, malattie, carestie, siccità… per farlo, aveva solo le proprie forze. Malattia, disabilità, morte erano, perciò, considerati molto negativi. I più deboli e gli ammalati erano un peso per la tribù, non potevano contribuire alla difesa del gruppo, per questo erano abbandonati, oppure loro stessi si lasciavano morire di fame o si uccidevano con coltelli. Quelli affetti da forme di delirio, visioni, epilessia, o altre malattie di origine nervosa venivano protetti all’interno della tribù, tenuti in gran conto e destinati, attraverso la formazione nelle pratiche religiose, a divenire sciamani, stregoni, maghi: si credeva vi fosse lo spirito degli antenati.. A volte, la cecità, era provocata, in tutto o in parte, per aprire il terzo occhio sull’aldilà o il mondo degli spiriti. Come non ricordare che gran parte degli indovini, dei vate, dei poeti, erano ciechi. La cecità era considerata la porta che si apre su mondi diversi. Ricordiamo Omero, il grande cantore dell’antichità classica: cieco, saggio e storico. Ma come spiegarsi, come capire la disabilità? Il mondo greco prima e quello romano poi, hanno accettato che tutto quello che è bello e sano è buono. Bellezza e natura sana vengono proiettate come proprietà naturali, e tutto quello che non corrisponde ad esse non è naturale, non è buono, non è bello, è perciò malvagio, è brutto, è insano, è infine innaturale ed immorale. È su tale certezza che in varie civiltà, polis greche e romane, una volta accertata la malattia nei neonati, dichiarati minorati, insani ovvero negativi per la società, per il bene della stessa, venivano gettati da una rupe o, in un atto di bontà, abbandonati all’aperto, all’addiaccio, d’inverno, perché poi, con l’aiuto degli dei e degli schiavi, potessero vivere se sufficientemente robusti. Ciò non toglieva che chiunque li incontrasse potesse scacciarli, malmenarli e forse addirittura ucciderli impunemente. Famose la rupe spartana Taigeto e quella romana Tarpea. La minorazione, la menomazione, il non essere-abile, il dis-abile era da allontanare, da eliminare, perché portava con l’ira degli dei carestie, siccità ed altro. La malattia era ritenuta immorale, era empia, come offesa agli dei a cui sempre in tali casi erano dovuti sacrifici. La malattia, anche se innaturale, era però da accettare, sopportare solo in caso di temporaneità, fino al giungere della guarigione. Nel migliore dei casi è ancora opinione comune che chi è sofferente per malattia o altro, paga per colpe che possono anche non essere sue. L’uomo secondo i Greci ed i Romani, secondo l’antichità classica, doveva nascere sano, per poi eventualmente, non-naturalmente ammalarsi e poi perfettamente e naturalmente tornare in buona salute. Vogliamo ricordare che si raccomandava agli stessi scultori di correggere qualunque malformazione delle loro opere. Dopo l’antichità classica, i grandi miti, dobbiamo approdare al Medio Evo, denso di brume, di slanci religiosi, di grandi mali. I piagati, i lebbrosi, sono stati quelli da tenere sempre fuori le mura della città, o scacciati nel lazzaretto, o da sacrificare in occasione delle Crociate. L’ignoranza ha fatto poi che tutti quelli che nascessero guerci, storti e gobbi, venissero, prima o poi, eliminati. Più tardi, la Santa Inquisizione, decretava che le nutrici, le balie, le levatrici di un neonato nato sgorbio fossero destinate al rogo, perché in amicizia con le streghe ed il neonato con loro. Nell’iconografia, nel collettivo generale, ancora oggi il disabile viene identificato con il fuggente, l’infido, come concentrato di malvagità,

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come cattivo consigliere dei principi. Quasimodo, il gobbo di Notre Dame, vive un amore difficile, ha fame di amore, chiede inutilmente di essere amato e per esso giunge a sacrificarsi. Fino a tutti gli albori del 1900, veniva sancito che i disabili non potessero avere alcun tipo di diritto, compreso il voto e che i difetti del corpo dovessero essere corretti con costrizioni ed aggeggi, residui delle stesse camere di tortura medioevali, quali corsetti, fasce, giubbotti anche in ferro. Alla prima crisi di furia, dovevano essere rinchiusi, in appositi ospedali, come quelli per le demenze e le malattie psichiatriche. L’Unione Europea e poi l’ONU, hanno fatto propria la Legge sull’integrazione e sui diritti dei disabili , ma nei singoli stati, permangono difficoltà e discriminazioni. Molti sono i disabili che si sono convinti di far parte di un mondo diverso e, come abbiamo detto, estraneo, alieno. Vengono esclusi, allontanati da questo mondo anche coloro che, a prezzo di enormi sacrifici, recuperano, in tutto o in parte le funzioni, le possibilità e le autonomie. I valori, quelli della vita e della libertà , sono eterni. Nessun dubbio che va accertato e garantito il diritto di tutti a vivere in buona salute.

LA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ Promulgata dall’ONU nel 2007, la convenzione si richiama a diversi principi della Dichiarazione universale dei Diritti Umani: non discriminazione, uguaglianza, pari opportunità, rispetto. La nostra Costituzione garantisce alcuni diritti fondamentali: Articolo 2

La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali, ove svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica. cioè Lo Stato riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’ uomo che, secondo noi, sono: la vita, il rispetto, la salute, l’istruzione e il lavoro. Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. cioè Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Articolo 32

La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. cioè Tutti hanno diritto alla tutela della salute. Lo stato garantisce cure gratuite a chi non ha mezzi economici..

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BAMBINI DISABILI: INVISIBILI, TRASCURATI E VULNERABILI.

Le cause della disabilità infantile nel mondo sono nella maggior parte dei casi riconducibili all’uomo, alle sue opere e alle sue scelte. Questo rende la situazione molto più grave e meno accettabile. La povertà e la malnutrizione sono una delle principali cause di disabilita infantile. Circa 165 milioni di bambini sotto i 5 anni hanno un ritardo nella crescita o sono malnutriti. La malnutrizione cronica li mette a rischio di disabilità provocando difficoltà di comprensione dando cosi scarso rendimento scolastico. 250/500.000 bambini nel mondo rischiano di diventare ciechi per carenza di vitamina A, per non parlare poi delle conseguenze delle guerre, che vedono i bambini particolarmente vulnerabili. Ogni anno i bambini rappresentano circa i 20-30% di tutte le vittime di mine terrestri e residuati bellici esplosivi.

Trascurati, vulnerabili, spesso invisibili.

I bambini disabili sono persone doppiamente svantaggiate. Non solo sono disabili, ma hanno minori possibilità di ricevere cure mediche o di andare a scuola. Sono in assoluto più vulnerabili alla violenza, agli abusi e allo sfruttamento. Questi aspetti sono nascosti o istituzionali. La metà dei genitori del Madagascar pensa che la disabilità si possa trasmettere, mentre in Vietnam la presenza di bambini disabili durante le feste è considerata di cattivo auspicio.

La situazione in Italia

La situazione in Italia è decisamente più favorevole, anche se, talvolta, i diritti dei disabili non sono ancora ben tutelati e spesso, cosa ancora peggiore, essi sono considerati una spesa e non una risorsa.

La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più conosciuta come legge 104/92 detta le regole per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili che sono:

cure e riabilitazione; diritto all’educazione e all’istruzione; diritto al lavoro e ai permessi lavorativi; eliminazione delle barriere architettoniche; mobilità e trasporti; agevolazioni fiscali; il diritto al voto.

È chiaro che per arrivare a scuola, sul posto di lavoro o negli edifici pubblici (municipio, ospedale, ambulatorio, uffici postali…), il disabile deve potersi muovere senza il rischio d’incontrare ostacoli. La legge, perciò, prevede che siano abbattute le barriere architettoniche.

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Con il termine “barriere architettoniche” si definiscono tutti gli ostacoli che impediscono alle persone di muoversi liberamente nello spazio all’interno e all’esterno delle costruzioni. Le barriere più comuni sono i marciapiedi troppo stretti e le rampe di scale. Dal 1989 è previsto che ogni edificio di nuova costruzione non abbia barriere architettoniche e che si provveda alla ristrutturazione dei vecchi edifici per rimuoverle. Anche i mezzi pubblici di trasporto (treni, pullman) devono avere le strutture per permettere ad un disabile di usufruirne. Abbiamo visto come la signora Marinella riesca a spostarsi grazie ad un’ auto “speciale”. Negli alberghi, nelle pensioni, nei villaggi turistici e in tutte le strutture in cui sono ospitate persone, devono essere costruite alcune stanze con mobili, servizi, percorsi e spazi che consentano di usare agevolmente la sedia a rotelle. Lo stesso dicasi delle scuole, ma da un articolo di Enzo Gonano, pubblicato il 10 ottobre 2013, “…sono “207.244 gli studenti disabili inseriti nelle nostre scuole; il 64% delle scuole monitorate ha posti auto per disabili nel cortile o nel parcheggio interno, gli scalini e non le apposite rampe sono presenti all’ingresso del 27% delle scuole, l’ascensore è assente nel 35% degli edifici. Esistono barriere architettoniche nel 19% dei laboratori, nel 18% delle palestre, nel 15% dei cortili, nel 13% delle aule”.

Situazione allarmante, se si pensa che nel 23% delle scuole non esistono bagni per disabili, e che il 15% di essi presenta barriere architettoniche. E ancora:

• il 26% delle scuole, nella gran parte delle aule, non ha sufficiente spazio per la presenza di una carrozzina;

• il 44% delle aule non ha banchi adatti o adattabili per una persona in carrozzina; • nel 57% dei casi, non ci sono in aula attrezzature didattiche o tecnologiche per facilitare la

partecipazione alle lezioni degli studenti con disabilità”.

Non ci sono tavoli o postazioni adatte ai disabili in carrozzina nel 28% dei laboratori, nel 18% delle biblioteche e nel 17% delle mense.

Con riferimento alla gestione della sicurezza in emergenza, in una scuola su quattro, sarebbe un problema gestire l’evacuazione dall’edificio degli studenti con disabilità motoria, perché: nel 24% non esistono percorsi sicuri e praticabili diversi dall’ascensore o da servoscala. Inoltre, nel 27% degli edifici monitorati, le piantine dei percorsi di evacuazione non sono visibili da persone in carrozzina.”

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LA CASA DOMOTICA

Con il progredire della tecnologia, si è arrivati a costruire la casa domotica, una casa, cioè, in cui il disabile può vivere in autonomia, controllando tutto tramite tastiere, telecomando, riconoscimento vocale… con questi mezzi può accendere e spegnere le luci, alzare e abbassare le persiane, chiudere e aprire porte, controllare gli elettrodomestici e l’impianto di riscaldamento… e tutto è collegato al mondo esterno con sistemi di comunicazione (ad esempio: messaggi telefonici preregistrati, SMS, generazione automatica di e-mail…). Sabato 10 maggio siamo andati a Barghe a visitare una casa domotica. Ci hanno accolto la signora Sabrina e il signor Francesco.

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Ci hanno mostrato l’automobile che si alza e si abbassa per far salire la carrozzina, come abbiamo già visto fare dalla zia di Giulia.

Poi abbiamo visitato l’appartamento. E’ tutto su un solo piano. La porta e le persiane funzionano con un telecomando.

Le porte interne sono scorrevoli. Le luci sono comandate da normali interruttori, ma messi più in basso e sono più sensibili. Cucina e bagno non hanno armadietti sotto i piani di lavoro.

Il tavolo ha un solo sostegno centrale ed è rialzato. Il letto è più alto del normale e automatizzato.

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I pensili della cucina si possono abbassare con un altro telecomando e hanno maniglie larghe per poter far entrare il braccio.

Gli spazi sono ampi e liberi. In casa c’è un sollevatore. Il piatto della doccia è a livello del pavimento. Per salire e scendere da un piano all’altro, la signora Sabrina si serve di un ascensore grande quanto la carrozzina; la pulsantiera è più bassa del normale.

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La carrozzina della signora Sabrina funziona con una pulsantiera sistemata su un bracciolo e dotata di un joy-stick. Si alza e si abbassa, cambia la velocità, si inclina, ha clacson, luci, frecce anche quelle d’emergenza.

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“ A noi è piaciuto di più come Sabrina ha parlato di se stessa” (Sofia e Dounia) “Ci ha colpito il fatto che la signora Sabrina è sempre sorridente anche se è disabile” (Priscilla e Katie) “Ci ha colpito che, anche la signora Sabrina è disabile, può muoversi come noi, “correre” con la carrozzina e, anche se non ha tanta forza, può fare i mestieri di casa come tutte le donne. Ci ha stupito il suo letto, perché si alza e si abbassa ed è morbido che vien voglia di saltarci sopra. La cosa che ci ha impressionato di più, però, è che, pur non avendo molta forza, ha una passione: mettersi gli smalti sulle unghie. “ (Aurora e Ouisal) “Quello che ci ha colpito della signora Sabrina è che è sempre sorridente, nonostante la sua malattia e che ha avuto il coraggio di andare a vivere da sola. Ci ha impressionato molto la casa automatizzata: ci ha fatto capire che la vita può essere difficile, ma bisogna affrontarla con coraggio” (Giulia e Simone) “Le cose che ci hanno stupito di più sono il carattere e il coraggio della signora Sabrina. Nonostante la sua grave malattia, ha la forza di voler sempre andare avanti, pensando al proprio futuro. Non si fa prendere dal panico: è sempre sorridente.” (Zakaria e Andrea) “Durante la visita alla casa della signora Sabrina, siamo stati colpiti dal coraggio avuto nell’andare a vivere da sola, nonostante la grave malattia e dalla forza di guardare sempre avanti con il sorriso sulle labbra e con ottimismo. Sabrina è come noi, lavora come noi, è solo agevolata un po’ più di noi dalla tecnologia.” (Veronica e Davide)

Emma: il letto della signora Sabrina

Maddalena: la camera della signora Sabrina

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Matteo: la casa della signora Sabrina con l’ascensore

Pietro: la cucina della signora Sabrina

Sofia Losavio: La macchina della signora Sabrina

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Sofia Butturini: noi a casa della signora Sabrina e la maestra fotografa.

Sara: a casa della signora Sabrina

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LO SPORT

Sembra quasi impossibile, ma anche i disabili possono praticare sport. Protesi e macchine particolari, infatti, permettono di dedicarsi ad attività fisiche di ogni tipo. Accanto alle Olimpiadi, poi, esistono le Paralimpiadi. Questa è la bandiera ufficiale dei Giochi Paraolimpici (o Paralimpici.)

I Giochi Paralimpici, o Paralimpiadi, sono l'equivalente dei Giochi olimpici per atleti con disabilità. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati. In Italia sono tuttora chiamati anche Giochi Paraolimpici o Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. Sono nati quando il medico britannico Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva nel 1948, conosciuta

come Giochi di Stoke Mandeville, per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare. Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I "IX Giochi Internazionali per Paraplegici" di Roma 1960, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la denominazione "Giochi Paralimpici".

Le prime Paralimpiadi Invernali furono tenute a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976.

I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001, quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato

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Paralimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi Olimpici sia i Giochi Paralimpici.

Dal 1994 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre Tae-Geuk, in rosso, blu e verde, i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo. I tre Tae-Geuk simboleggiavano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. "Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC come motto ufficiale. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo paralimpico, in cui si trovano tre agitos (dal latino agito, ovvero io mi muovo) in blu, rosso e verde come nel precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che mette in risalto il ruolo dell'IPC come “raggruppatore” degli atleti da ogni parte del mondo.

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PERSONAGGI FAMOSI DELLO SPORT

Oscar Leonard Carl Pistorius

Oscar Leonard Carl Pistorius (Johannesburg, 22 novembre1986) è un atleta sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani. Soprannominato "the fastest man on no legs" (l'uomo più veloce senza gambe) e "BladeRunner",

Pistorius è un amputato bilaterale, detentore del record del mondo sui 100, 200 e 400 metri piani nella categoria T44. Corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah (ghepardo). È il primo e unico atleta amputato che ha vinto una medaglia in una competizione mondiale per normodotati, ottenendo l'argento con la staffetta 4×400 metri sudafricana ai Mondiali di Daegu (correndo soltanto in batteria). Purtroppo, di recente, è stato accusato

dell’omicidio della fidanzata, ma, al di là della cronaca nera, resta un esempio di volontà per tutti.

Annalisa Minetti

Annalisa Minetti (Rho, 27 dicembre 1976) è una cantante e atleta paralimpica italiana. A diciotto anni, scopre di essere ammalata di retinite pigmentosa e degenerazione maculare, malattie che la

porteranno ad una graduale cecità, fino a farle vedere solo luci ed ombre di giorno e nulla di notte. Dopo la gavetta nei pianobar e una partecipazione a Miss Italia nel 1997, durante la quale balzò agli onori della cronaca a causa della sua cecità, ha partecipato al Festival di Sanremo 1998 risultandone vincitrice sia nella categoria Nuove proposte sia nella classifica principale, con la canzone “Senza te o con te”.

Oltre all'impegno come cantante, dal 2001si è dedicata all'atletica leggera. Si è dimostrata molto forte negli 800 m, ma tale gara non fa parte del programma delle paralimpiadi, per cui la cantante

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partecipa ai Giochi paralimpici di Londra 2012 nei 1500 m T11-T12 guidata da Andrea Giocondi, vincendo la medaglia di bronzo e realizzando il nuovo record mondiale della categoria T11 (4'48"88) (le due atlete che l'hanno preceduta erano entrambe della categoria ipovedenti). Nel 2013 vince la medaglia d'oro ai campionati del mondo di atletica leggera paralimpica negli 800 metri T11 ottenendo il nuovo record del campionato grazie al tempo di 2'21"82.

"Alex" Zanardi

Alessandro "Alex" Zanardi è un pilota automobilistico, ciclista su strada e conduttore televisivo italiano. Alex è nato il 23 ottobre 1966 a Bologna. Cresciuto a Castel Maggiore sviluppò fin da bambino la passione per i motori.

Il debutto in Formula 1 avvenne nella stagione1991-1992.

Dopo varie esperienze in Formula 1 Zanardi, si allontanò momentaneamente dal mondo dell'automobilismo. Nel luglio del 2000 tornò, però, negli Stati Uniti per sostenere dei test con il team di MoNunn, suo ingegnere all'epoca dei titoli conquistati in Champ Car e ora proprietario di una scuderia, che lo ingaggiò per la stagione 2001. Lo stesso anno prese parte al Rally di Monza, unica competizione a cui partecipò durante l'anno. Fin dall'inizio del campionato, però, si evidenziarono diversi problemi, tra cui le difficoltà di Zanardi a trovare un buon assetto per le qualifiche e l'inesperienza del team. Inoltre errori di strategia della squadra o inconvenienti tecnici gli impedirono più volte di salire sul podio, tanto che il suo miglior risultato fu un quarto posto a Toronto. La squadra, però, stava acquisendo fiducia grazie ai progressi della monoposto e Zanardi si presentò all'appuntamento europeo del Lausitzring motivato. Le qualifiche non vennero disputate a seguito di un violento acquazzone e la griglia fu determinata in base alla posizione in campionato. Nonostante partisse ventiduesimo riuscì a recuperare posizione su posizione, portandosi al primo posto. A tredici giri dalla fine, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita) che, dopo un testacoda, si intraversò lungo la pista, mentre sulla stessa linea sopraggiungeva ad alta velocità Alex Tagliani. L'impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì perpendicolarmente la vettura del pilota bolognese all'altezza del muso, dove erano alloggiate le gambe, spezzando in due la Reynard Honda.

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Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato, di fatto, l'istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori e il pilota rischiò di morire dissanguato. Per salvargli la vita, Steve Olvey, capo dello staff medico della CART, "tappò" le arterie femorali del pilota per tentare in qualche modo di fermare la massiccia emorragia. Dopo aver ricevuto l'estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, venne caricato sull'elicottero e condotto all'ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa tre giorni e gli venne rimosso chirurgicamente il ginocchio sinistro, irrimediabilmente compromesso. Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite, Zanardi poté lasciare l'ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.

Il recupero e il rientro alle corse

Nel giro di diversi mesi riuscì nuovamente a camminare e, nel dicembre dello stesso anno, si presentò alla premiazione dei Caschi d'oro promossa dalla rivista Autosprint, in cui si alzò in piedi dalla sedia a rotelle, suscitando una grande emozione tra i presenti. Zanardi decise poi di riavvicinarsi al mondo delle corse. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo. Nel 2002 la CART diede al pilota la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto, Canada e nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima fu vittima del terribile incidente, per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro furono velocissimi e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione se il pilota fosse stato iscritto al campionato.

Grazie anche a questo fatto Zanardi tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo, meglio conosciuto come WTCC. Il bolognese, sempre nello stesso anno, riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo. Nell'ottobre 2005 vinse la prima manche del Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga, ma nella seconda corsa gli svedesi Bjork e Goransson dilagarono impedendogli di vincere il titolo. Nel 2006 partecipò ancora con la BMW al Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquistò la seconda vittoria in campo internazionale dall'incidente del Lausitzring nella gara 1 della tappa turca del WTCC a Istanbul. Nel 2009 si impose in gara,1^ a Brno.

Apprezzato sia come atleta sia come persona per l'atteggiamento positivo verso la vita e le sue avversità, dopo l'incidente del Lausitzring Zanardi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili, e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo, dove corre in handbike nella categoria H4.

Ha preso parte alla sua prima gara partecipando alla maratona di New York nel 2007, in cui ha colto un sorprendente 4º posto. Il 19 giugno 2010, ai campionati italiani di ciclismo su strada di Treviso, ha conquistato la maglia tricolore. Ai campionati mondiali del 2011 a Roskilde, in Danimarca, ha vinto la medaglia d'argento nella prova a cronometro, ed ha ottenuto un 5º posto nella prova in linea. Il 6 novembre 2011 ha vinto la maratona newyorkese, stabilendo nell'occasione anche il

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nuovo record della categoria handbike. Il 18 marzo 2012 ha vinto la maratona di Roma, timbrando pure stavolta il record del percorso.

Nell'estate 2012 si presenta al via dei XIV Giochi paralimpici estivi di Londra. Il 5 settembre conquista l'oro nella gara contro il tempo svoltasi sul circuito di Brands Hatch. Nella stessa pista, il 7 settembre ottiene il suo secondo titolo paralimpico, stavolta nella prova su strada. Il giorno dopo riesce ad ottenere la sua terza medaglia, questa volta d'argento, nella staffetta a squadre mista H1-4, assieme a Francesca Fenocchio e Vittorio Podestà. Al termine della Paralimpiade, viene scelto come portabandiera azzurro per la cerimonia di chiusura dei Giochi. Il 4 ottobre seguente, in virtù dei risultati conseguiti a Londra, viene eletto "Atleta del mese" da un sondaggio online del Comitato Paralimpico Internazionale.

L'anno successivo, Zanardi si conferma ai massimi livelli della sua categoria. In Canada, nello spazio di pochi giorni, dapprima vince la Coppa del Mondo, e ai successivi campionati mondiali di Baie-Comeau, inanella tre medaglie d'oro, confermandosi, dopo la Paralimpiade, nelle prove a cronometro e su strada e trionfando stavolta anche nella staffetta mista assieme a Vittorio Podestà e Luca Mazzone.

Rimane un esempio per tutti noi di forza e di intelligenza, di coraggio e di smisurato amore per la vita che, anche se può sembrare crudele, offre sempre la possibilità di assaporare grandi gioie.

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ALTRI FAMOSI PERSONAGGI DEI NOSTRI GIORNI.

Simona Atzori

Simona Atzori (Milano, 18 giugno 1974) è una ballerina e pittrice italiana. Milanese, Simona Atzori è figlia di genitori sardi. Pur essendo priva di braccia dalla nascita, non si è mai persa d'animo e ha intrapreso sin da giovane l'attività di pittrice e di ballerina classica. Nel 2001 si è laureata in "arti visuali" alla University of Western Ontario a London (Canada). Dal 1983 fa parte del VDMFK, "Associazione internazionale degli Artisti che Dipingono con la Bocca o con il Piede".

Nel 2006 ha danzato alla cerimonia di apertura delle paralimpiadi 2006 di Torino. Del 2007 è lo spettacolo Mamma dice..., balletto per soli, coro e orchestra del compositore Antonio Cericola interpretato da Simona Atzori e da Gjergj Bodari, con la compagnia Pescara Dance Festival e l'interpretazione di Enrico Beruschi. Il 22 novembre 2008 è stata ospite alla festa diocesana dell'Azione Cattolica di Vicenza organizzata a Bassano del Grappa. Tema della festa: Una mano da Dio. E tu, a chi ti affidi? Il 5 giugno 2010 danzò vicino alla monumentale cattedrale di Bitonto. Il 31 luglio 2011 si è esibita al Club Nautico di Gela con lo spettacolo Me. Il 17 febbraio 2012 si è esibita nella coreografia di apertura della quarta serata del Festival di Sanremo 2012, curata da Daniel Ezralow. A Simona Atzori è intitolato il premio d'arte omonimo. La sua storia, insieme ad altre, è raccontata nel libro di Candido Cannavò E li chiamano disabili.

Andrea Bocelli.

Andrea Bocelli è un tenore italiano, noto soprattutto nella sua opera di presentazione al pubblico come cantante di musica leggera, pur essendo in realtà un cantante lirico.

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A causa di un glaucoma congenito, la sua vista è stata debole fin dalla nascita; è diventato completamente cieco all’età di 12 anni giocando a pallone, come portiere, a seguito di una pallonata sull’occhio sano.

È uno dei più famosi cantanti italiani in tutto il mondo. Nonostante la sua preparazione lirica, è diventato famoso al pubblico come cantante di musica leggera. Grazie alla sua fama Bocelli ha venduto oltre 70 milioni di dischi nel mondo. Il 2 marzo 2010 il suo nome è stato inserito nella Hollywood Walk of Fame per la sua attività nel campo della musica internazionale. Il 26 febbraio 2006 si è esibito in Mondovisione davanti a quasi 800 milioni di telespettatori nella cerimonia di chiusura dei xx giochi olimpici invernali di Torino 2006.

Andrea Bocelli ha dato vita alla ABF”Andrea Bocelli Foundation”; attualmente opera in prima linea, a livello internazionale, con programmi d’ intervento mirati al superamento delle barriere generate da povertà, disabilità.

Pierangelo Bertoli

Pierangelo Bertoli è stato un cantautore italiano,vero e proprio cantastorie. Voce sincera della sua terra, autodefinitosi”artigiano della canzone”, egli fu una figura emblematica della canzone d'autore italiana degli anni 70,fino ai primi anni 2000, spaziando dalla musica popolare al rock, con testi diretti e densi di riferimenti sociali e politici.

Pierangelo è nato a Sassuolo, in provincia di Modena, da una famiglia di operai. A tre anni fu colpito da una grave forma di poliomielite che lo privò delle gambe e lo costrinse a vivere muovendosi sulla sedia a rotelle. Malgrado l'ingombrante presenza della sedia a rotelle visse un’infanzia regolare, ma priva di ogni genere di bene superfluo. Il legame con la sua terra, oltre a non allontanarlo dalla sua città, gli fece comporre canzoni in dialetto modenese. Nel 1991 partecipò al festival di Sanremo insieme ai Tanzenda con Spunta la Luna dal monte. Nel 1992 fu candidato alle elezioni politiche per rifondazione comunista.

Si è spento a Modena il 7 ottobre 2002.

Stevie Wonder

Stevie Wonder, nome d'arte di Steveland Twiki Hardaway Judkins (Saginaw, 13 maggio 1950), è un cantautore e musicista statunitense. Leggenda della musica Soul, è uno dei più apprezzati cantanti della storia della black music. Non vedente a causa di una retinopatia dovuta a difficoltà durante il parto prematuro Wonder è una leggenda della musica pop: bambino prodigio (a quattro anni suonava già il piano).

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È un polistrumentista (suona basso, tastiera, batteria, percussioni edarmonica a bocca). Wonder ha anche partecipato, in coppia con Gabriella Ferri, al Festival di Sanremo 1969 con Se tu ragazzo mio, brano composto dalla stessa Ferri.

Partecipò a "Usa for Africa", duettando con artisti come Michael Jackson e Lionel Richie, autori di We Are the World; gli incassi derivati dalla vendita del singolo furono devoluti in beneficenza per la lotta contro la fame nell'Africa Orientale.

Ray Charles Robinson

Ray Charles Robinson (Albany, 23 settembre 1930 – Beverly Hills, 10 giugno 2004) è stato un cantante e pianista statunitense, considerato uno dei pionieri della musica soul, nonché uno dei musicisti più importanti di tutti i tempi.

Cieco dall'età di otto anni a causa di un glaucoma, perse completamente la vista.

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I FILM

“Abbiamo visto un cortometraggio dal titolo “Il circo della farfalla” che narra la storia di un uomo senza arti che viene mostrato e deriso come fenomeno da baraccone in un normale circo. Il direttore del “circo della farfalla” lo ospita fra i suoi artisti, tutte persone emarginate dagli altri e valorizzate nei propri talenti, e ne fa un’attrazione spettacolare che ottiene molto successo e infonde al protagonista la consapevolezza di saper fare qualcosa di straordinario.

Ci è piaciuto molto e ci ha fatto capire come erano, e talvolta sono ancora, considerati i disabili: oggetto di scherno e di disprezzo. La farfalla che si libera nell’aria rappresenta la trasformazione dell’uomo che da “povero”, “storpio” e inutile diventa speciale, acquista il valore di chi riesce, nonostante tutto, a fare qualcosa di bello”. (classi 3^ e 5^)

Il professor Luigi Muzzolini ci ha mostrato alcuni corti di animazione. Tutti hanno fatto capire che la diversità è un bene, completa ed è indispensabile formare un gruppo in cui ognuno sa fare qualcosa di diverso, per poter superare le difficoltà.

Scene dai corti del prof. Muzzolini:

Beatrice

Matilde

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Vittorio ha portato il film “Misure straordinarie” che racconta la scoperta di un farmaco contro io morbo di Pompe. Così ne parlano i ragazzi di 4^. “Il film parla di due fratelli affetti da questo morbo, del loro papà che lavora presso l’azienda che cercava una medicina contro la malattia e di uno scienziato scorbutico. Il papà e lo scienziato lavorano insieme per trovare la medicina per guarire Megan, Patrik e tutti gli altri bambini malati. Troveranno molti ostacoli, ma la forza dell’amore supererà tutti gli imprevisti e…

Questo è un film da non perdere, perché è interessante e molto significativo. (Veronica e Asmaa)

“Nel film ci sono stati momenti molto divertenti e momenti commoventi.

Il momento più divertente è stato quando la bimba Megan dice al dottore che le piace correre; il dottore rimane stupito, perché Megan era sulla sedia a rotelle. La bimba gli chiede se vuol fare una gare intorno alla casa. Il dottore cercava di sorpassarla, ma Megan con la sedia a rotelle era troppo veloce e, alla fine, vince.

Il momento più commovente è stato quando Patrik, al parco, non riusciva a tirare i pezzettini di pane, quindi i genitori si sono preoccupati per lui, ma il padre, per non farlo star male, lo aiuta scherzando” (Nassima e Aicha)

“Un momento divertente è quando il dottore finge di essere il loro zio per vedere se la medicina era efficace (le visite erano ammesse solo per i parenti).

Un momento commovente è quando Megan ha una forte crisi e i medici dicono ai genitori che sta per morire; sembra ormai spacciata, ma fortunatamente supera la crisi.” (Gabriele e Omar)

“Un momento commovente è stato quando il dottore dell’ospedale ha avvisato i genitori che Megan stava per morire e cerca di consolarli, dicendo che Megan finirà di soffrire…

Un momento divertente è stato l’incontro tra il dottore e Megan: lei gli propone una corsa (Megan è su una sedia a rotelle), ma riesce a batterlo” (Vittorio e Gianluca).