musonio rufo

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UPTE Bolsena Corso di Filosofia

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Slides del Corso di Filosofia 2012 presso UPTE di Bolsena

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Page 1: Musonio Rufo

UPTE Bolsena

Corso di Filosofia

Page 2: Musonio Rufo

La filosofia come arte di vivere

Socrate: il nuovo concetto di areté. L’ideale della vita esaminata: non curarsi delle proprie cose più che di se stesso, in modo da diventare eccellente e ragionevole quanto è possibile (Apologia). Metodo di progresso spirituale. Arte di volgere lo sguardo dell’anima in direzione del bene, conversione radicale del modo d’essere (La Repubblica). Metodo per conseguire l’indipendenza, la libertà interiore. Eutidemo: uso del sapere a vantaggio dell’uomo. Esercitarsi a morire (Fedone): trascendere la parzialità per elevarsi ad una prospettiva universale (esercitarsi a vivere autenticamente)

Aristotele: la distinzione di sophìa e phrónesis: entrambe sono virtù dianoetiche, proprie della parte razionale dell’anima (dianoia: conoscenza razionale deduttiva)

. sophìa = conoscenza disinteressata delle cose più elevate (necessarie e immutabili). Riguarda la ragione teoretica . phrónesis = conoscenza pratica che insegna a vivere bene. Riguarda le cose contingenti e variabili. La ragione pratica. La guida razionale nell’agire La phrónesis non è scienza vera e propria (epistème) ma non si identifica con la

virtù etica perché appartiene alla sfera razionale (insieme confluiscono nell’azione morale)

Le scuole filosofiche ellenistiche. La filosofia come “medicina dell’anima”. Martha C. Nussbaum: l’ eudaimonia come fioritura dell’umano

Kant: non si può insegnare la filosofia, si può insegnare a filosofare P.Hadot: la filosofia come esercizio spirituale e come modo di vivere

Page 3: Musonio Rufo

Medicina dell’anima Le metafore mediche e farmaceutiche per indicare la

funzione della filosofia ricorrono spesso nell’antichità e sono particolarmente frequenti in tutte le scuole ellenistiche

[Forse per primo Democrito: «La medicina è l’arte che cura le malattie del corpo, la filosofia quella che sottrae l’animo al dominio delle passioni» (DK, 68 B 31)]

Epicuro: «E’ vano il discorso di quel filosofo che non riesca a curare alcuna sofferenza dell’uomo: e come l’arte medica non giova a nulla se non ci libera dalle malattie corporee, così neppure la filosofia, se non ci libera dalle sofferenze dell’anima» (Frammento 60)

Epitteto: «La scuola del filosofo è una sala operatoria» (Diatribe, III, 23,30)

Cicerone: «Di sicuro esiste una medicina dell’anima, la filosofia» (Tusculanae disputationes, III,3,6)

Page 4: Musonio Rufo

L’ellenismo Mondo ellenico e mondo ellenistico (la penetrazione della

cultura greca in un’ampia area del mondo orientale) Il termine coniato dallo storico tedesco J.G.Droysen che con la

sua Storia dell'Ellenismo del 1833 rivoluzionò la comprensione storica di un periodo decisivo per lo sviluppo dell’Occidente e per la storia universale

La nuova lingua (koiné) in cui si fondono elementi greci ed orientali diventerà la lingua franca del Mediterraneo e il veicolo di diffusione del Cristianesimo

Limiti cronologici: la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) e la battaglia di Azio (31 a.C.) che segna la conquista romana e la nuova gravitazione dell’Oriente nell’orbita romana

Si fa seguire questo “ellenismo greco” da un “ellenismo romano (Orazio, Epist.. Il, 1, 156: Graecia capta ferum victorem cepit) che protrarrebbe l’età ellenistica fino all'anno 529 d.C. (chiusura dell‘Accademia Platonica da parte dell'imperatore Giustiniano)

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Le scuole filosofiche ellenistiche

Due giudizi opposti:

N.Abbagnano: «la filosofia rinuncia al compito che costituì la sua grandezza nel periodo classico: quello di cercare liberamente le vie e i modi di un’esistenza propriamente umana» (voce Alessandrismo in Dizionario di Filosofia, 1971)

Martha C. Nussbaum: la frase di Seneca («Presto noi tutti moriremo. Intanto, mentre viviamo, facciamo in modo di coltivare la nostra umanità ») diventa il filo conduttore per riassumere un modello di “educazione liberale” che ha i suoi principali riferimenti in Socrate, Aristotele e nelle filosofie ellenistiche (in particolare nello Stoicismo) (Coltivare l’umanità, 1997)

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Caratteri generalidell’ellenismo

Il declino delle poleis greche e le nuove monarchie orientaleggianti:

da cittadino a suddito➜l’estraneazione dalla politica? Attenzione all’influenza di “tenaci stereotipi” (P. Hadot)

La mescolanza delle etnie e il sentimento di fratellanza universale: il saggio “cittadino del mondo” (l’ideale del cosmopolitismo)

La predilezione per la dimensione esistenziale e terapeutica della filosofia

Alessandria d’Egitto: il Museo e la Biblioteca. La fioritura delle scienze particolari

Atene: oltre l’Accademia e il Liceo Le scuole socratiche minori. Diogene e i cinici Le nuove “scuole” filosofiche ellenistiche: scetticismo,

epicureismo, stoicismo

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Lo scetticismo Più che una scuola, un movimento di pensiero Pirrone di Elide (360-270 a.C.): tra gimnosofisti (sapienti

nudi indiani) e scuole socratiche minori: impermanenza e indeterminatezza della realtà

Lo scetticismo nell’Accademia. Arcesilao e il recupero del carattere aporetico dei Dialoghi giovanili di Platone. Carneade, chi era costui? L’ambasceria a Roma (155 a. C.)

Sesto Empirico (180-220 d.C.), Contro i dogmatici Attenersi ai fenomeni (alla incertezza e mutevolezza di ciò

che appare), abbandonando la pretesa di cogliere la verità delle cose in se stesse (dogmatismo, da dógma: opinione ferma)

La sképsis (indagine, dubbio, riflessione) e l’epoché (la sospensione del giudizio)

Il saggio e la condizione di atarassia (imperturbabilità dell’animo)

Page 8: Musonio Rufo

Epicuro

Epicuro di Samo (341 – 271 o 270 a. C.): una biografia segnata dalla campagna di diffamazione nei confronti della scuola (iniziata in vita con l’apostasia di Timocrate)

Il Giardino (kepos) di Epicuro ad Atene (307-6 circa) La comunità epicurea: uomini e donne di ogni

condizione sociale. Carattere semireligioso. «Comportati sempre come se Epicuro ti vedesse».

La pratica dell’amicizia: «Di tutti i beni che la saggezza ci porge per la felicità di tutta la vita, sommo sopra ogni altro è l’acquisto dell’amicizia» (Massime capitali, 27)

il disimpegno politico: “Vivi ignorato” (Fr.106)

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L’epicureismo Il carattere sistematico della dottrina di Epicuro

pur nella preminenza assegnata all’etica: ◊ la canonica (logica, teoria della conoscenza):

l’evidenza sensibile come canone (criterio, regola) di verità. La polemica antiscettica e l’orientamento “dogmatico”

◊ la fisica: l’atomismo di Democrito e il clinamen ◊ l’etica:la ricerca della felicità che si identifica

nel piacere (equilibrio di atarassia, assenza di turbamento nell’animo e aponia, assenza di dolore nel corpo)

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Il tetrafarmaco Il valore della filosofia consiste nel fornire

all’uomo un quadruplice rimedio per la cura dei quattro mali principali:

Il timore degli dèi Il timore della morte Il timore della non raggiungibilità del piacere Il timore del male fisico e morale

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La dottrina dei desideri

naturali e necessari (indispensabili alla sopravvivenza, se non soddisfatti generano dolore: bere, mangiare)

naturali e non necessari ( mangiare cibi raffinati, desiderio sessuale)

non naturali né necessari (fama, ricchezza, prestigio sociale)

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Il piacere «Noi affermiamo che il piacere è principio e fine della

felicità. Perché, come abbiamo riconosciuto, esso è il nostro primo e congenito bene e da esso muoviamo per ogni scelta e avversione e ad esso torniamo usando come criterio discriminante di ogni bene il sentimento del piacere e del dolore» (Lettera a Meneceo, 129)

Le accuse malevole di rozzo edonismo/ la valutazione consapevole dei piaceri

La ricerca del piacere stabile: l’assenza di dolore nel corpo (aponia) e l’assenza di turbamento nell’anima (atarassìa). Una concezione “negativa” della felicità

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L’Epicuro di Lucrezio Il De rerum natura di Lucrezio: un inno appassionato ad Epicuro, scopritore della verità delle

cose «La vita umana giaceva sulla terra alla vista di tutti turpemente schiacciata

dall'opprimente religione,che mostrava il capo dalle regioni celesti,con orribile faccia incombendo dall'alto sui mortali. Un uomo greco per la prima volta osò levare contro di lei gli occhi mortali, e per primo resistere contro di lei. Né le favole intorno agli dèi, né i fulmini, né il cielo col minaccioso rimbombo lo trattennero: anzi più gli accesero il fiero valore dell'animo, sì che volle, per primo,infrangere gli stretti serrami delle porte della natura. Così il vivido vigore dell'animo prevalse,ed egli s'inoltrò lontano, di là dalle fiammeggianti mura del mondo e il tutto immenso percorse con la mente e col cuore. Di là, vittorioso, riporta a noi che cosa possa nascere, che cosa non possa, infine in qual modo ciascuna cosa abbia un potere finito e un termine, profondamente confitto. Quindi la religione è a sua volta sottomessa e calpestata, mentre noi la vittoria uguaglia al cielo. Questo, a tale proposito, io temo: che per caso tu creda d'essere iniziato ai fondamenti d'una dottrina empia e d'entrare nella via della scelleratezza. Mentre per contro assai spesso proprio essa, la religione, cagionò azioni scellerate ed empie.

…………… (L’episodio di Ifigènia) ……… A tali misfatti poté indurre la religione (tantum religio potuit suadere malorum)». (Libro I,

vv. 62-101) L’ideale della vera pietas: «poter contemplare tutte le cose con mente serena» (De rerum

natura, Libro V, v. 1203)

Page 14: Musonio Rufo

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Page 15: Musonio Rufo

Lo stoicismo La fondazione della scuola ad Atene (nello Stoà poikíle, Portico dipinto) da parte di

Zenone di Cizio intorno al 300 a.C. Tre fasi di vita della scuola: . antica Stoà (III-II sec. a.C.)➜ Zenone (ca 333-263 a.C.), Cleante (ca 330-232 a.C,),

Crisippo (ca 277.204 a.C., il suo ruolo nella sistemazione della dottrina: “secondo fondatore” della Stoà, «senza Crisippo non ci sarebbe stata la Stoà»)

. media Stoà (II-I sec. a.C.) ➜ Panezio (ca 185-109 a.C.) , Posidonio (ca 135-51 a.C.) (orientamento eclettico)

. nuova Stoà (I-III sec. d.C.) ➜ stoicismo romano ➜ Seneca (ca 4 a.C-65 d.C.), , Musonio Rufo (ca 30-95 d. C.) , Epitteto (ca 55-135) , Marco Aurelio (121-180)

Il problema delle fonti per lo stoicismo antico e medio (resta il solo Inno a Zeus di Cleante). Il carattere non “dogmatico” della Scuola, la stratificazione dei contributi e la ricostruzione della dottrina attraverso testimonianze indirette, spesso avverse) riferite genericamente agli “Stoici”.

Il carattere sistematico della dottrina: «[Gli stoici] rappresentano la filosofia come un animale, paragonando la parte logica alle ossa e ai nervi, l'etica ai muscoli, la fisica all'anima. O anche come un uovo: la logica è il guscio, dopo viene l'etica, la parte più interna è la fisica. O anche come un campo fertile, del quale la siepe di recinzione è la logica, il frutto è l'etica, il terreno o gli alberi la fisica». (Stoicorum Veterum Fagmenta, II.38).

Logica, fisica, etica: le tre parti della filosofia come esercizio della virtù (razionale, naturale ed etica). Corrispondenza tra teoria e pratica di vita. Gli onori pubblici riconosciuti dagli Ateniesi a Zenone, «che era coerente con i discorsi che faceva con gli altri» (SVF, I.7)

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1) La logica Dall’ analitica di Aristotele alla logica degli Stoici: Zenone introduce

un nome nuovo per indicare la scienza dei discorsi (logoi) In un’accezione più ampia: a comprendere tutta la dimensione

“metalinguistica” della ricerca filosofica, come riflessione sulla conoscenza e sui discorsi che la esprimono:

insieme di gnoseologia, retorica, dialettica, grammatica, logica in senso stretto

Una gnoseologia empiristica: la sensazione come base della conoscenza; l’anima come tabula rasa

Il criterio di verità nella rappresentazione catalettica (comprensiva): la corrispondenza con la realtà si presenta con evidenza tale da non avere nulla contro di sé

Zenone: l’esempio della mano che afferra l’oggetto. La mano aperta (rappresentazione)➜la mano parzialmente chiusa (assenso)➜la mano stretta a pugno (rappresentazione catalettica o concettuale)➜le due mani strette l’una sull’altra (la scienza)

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1) La logica La dottrina del significato: il contributo originale degli Stoici

alla semiotica (scienza dei segni) «Gli stoici dicono che questi tre elementi sono connessi fra

di loro: il significato (semainómenon), il significante (semáinon) e l'evento (tynchánon). Il significante è il suono stesso, ad esempio «Dione»; il significato è l'entità manifestata e che apprendiamo in quanto coesiste con il nostro pensiero, e che gli stranieri non capiscono, sebbene odano il suono; l'evento è ciò che esiste all'esterno, ad esempio Dione stesso. Di questi, due sono corporei, e cioè il suono e l'evento, e una è incorporea, e cioè l'entità significata, l'esprimibile (lektón), che [solo] è vero o falso» (SVF II.166=FDS, 67)

Concetti, proposizioni (semplici e complesse), ragionamenti Concludenza (correttezza formale) e verità (corrispondenza

alla realtà) nei ragionamenti

Page 18: Musonio Rufo

1) La logica La teoria dei ragionamenti anapodittici (non dimostrabili) «Gli indimostrabili sono quelli di cui dicono che non hanno bisogno di

dimostrazione per essere sostenuti, ma piuttosto servono a dimostrare che gli altri ragionamenti sono conclusivi. ... Essi ne immaginano molti, ma ne pongono particolarmente cinque, a cui pare che si possano ricondurre tutti gli altri» (FDS, 1096) :

1 ) Se p, allora q, ma p dunque q (es. Se é giorno, c'é luce; ma é giorno, quindi c'é luce) modus ponendo ponens

2 ) Se p, allora q, ma non q, dunque non p (es . Se é giorno, c'é luce, ma non c'é luce, dunque non é giorno) modus tollendo tollens

3 ) Non: e p e q ma p dunque non q (es . Non: é giorno ed é notte, ma é giorno; dunque non é notte) modus ponendo tollens

4 ) O p o q, ma p dunque non q (es . O é giorno o é notte, ma é giorno; dunque non é notte) modus ponendo tollens

5 ) O p o q, ma non q dunque p (es . O é giorno o é notte, ma non é notte; dunque é giorno) modus tollendo ponens

Inferenze logiche, paradossi, antinomie (qui: due asserti contraddittori che si implicano reciprocamente), dilemmi, sofismi

La tradizione medievale degli insolubilia e le sue radici nelle analisi degli stoici. L’ antinomia del Mentitore e il dilemma del Coccodrillo

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2) La fisica Una visione cosmica nel segno dominante di Eraclito Il princìpio passivo (la materia inerte e senza qualificazioni) e il

princìpio attivo (logos, ragione seminale, fuoco o soffio caldo= pneuma, Dio) che la anima e la vivifica

I due princìpi, entrambi corporei (perché solo il corpo esiste), sono in realtà inseparabili: un materialismo panteistico che concepisce l’universo come un immenso essere vivente

Gli dèi della tradizione sono aspetti, modalità dell’azione ordinatrice dell’unico Dio, inteso come anima del mondo,

La dottrina degli incorporei: il significato, il vuoto, il luogo e il tempo. Il problema della loro particolare modalità di essere “qualcosa”

Il vuoto è ammesso solo all’esterno del cosmo (per spiegarne la possibilità di estensione e contrazione) non all’interno (contro Epicuro) perché pregiudicherebbe la continuità, la connessione e la “simpatia” di tutte le sue parti

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2) La fisica L’immanenza di Dio nel mondo, come suo princìpio

ordinatore, si traduce in una forma di causalità universale, nella rigorosa necessità di tutto ciò che accade (destino)

L’esclusione del caso e la polemica contro gli epicurei. La legittimità della divinazione e dell’astrologia

La legge razionale divina governa il mondo secondo un disegno finalistico orientato al bene (provvidenza)

Anche il male trova giustificazione nell’economia complessiva dell’universo, che è il migliore dei mondi possibili (ottimismo metafisico)

Crisippo: anche serpi, topi e pulci sono doni della provvidenza divina per l’uomo (SVF, 1163)

M. Pohlenz: un antropocentrismo estremo e una forma popolare di teologia, accolta con favore in ambito cristiano

Page 21: Musonio Rufo

2) La fisica La visione ciclica del cosmo. L'apocatastasi (il "ristabilimento“, la

“restaurazione” dell'universo nel suo stato originario)➜ Nella teologia cristiana (Origene): la redenzione universale di tutte le creature (anche i peccatori e lo stesso Satana)

Alla fine del “grande anno”, quando gli astri assumeranno la stessa posizione che avevano all’inizio dell’universo, avverrà la conflagrazione universale (ecpirosi) e il tempo e il mondo ricominceranno un nuovo ciclo (palingenesi, ovvero "che nasce di nuovo”)

La dottrina dell’eterno ritorno dell’identico: essendo questo il migliore dei mondi possibili, esso si ripeterà per una infinità di cicli perfettamente identico a se stesso in ogni minimo particolare

L’anima dell’uomo è parte dell’anima del mondo, scintilla del fuoco divino. La sua immortalità è relativa, essa sopravvive solo fino al termine del proprio ciclo cosmico (per Crisippo questo privilegio è riservato alle sole anime dei sapienti)

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3) L’etica Poiché la conformazione naturale del cosmo è espressione del logos

divino, la natura di ogni cosa (il suo essere) è anche la norma a cui deve essa attenersi (dover essere)

La massima fondamentale dell’etica stoica prescrive infatti di “vivere secondo natura”, appropriandosi della propria più autentica costituzione naturale

L’impulso naturale all’appropriazione di sé, a rendersi conforme a sé stesso (oikéiosis, lat. conciliatio) conduce ogni animale ad acquistare consapevolezza di sé a partire dalle esigenze del proprio corpo, imparando a cercare quello che gli giova ed a fuggire quello che lo danneggia in funzione dell’autoconservazione della propria vita

«Dunque per gli animali vivere secondo natura corrisponde a farsi guidare dall'impulso mentre, dato che la ragione (logos) è data agli esseri razionali per una più perfetta costituzione, vivere secondo natura diventa per essi esattamente vivere secondo ragione. Infatti questa si aggiunge come artefice dell'impulso». (SVF III.178)

L'uso della ragione consente di appropriarsi di sé ad un livello più alto, come parte del logos universale. L’autoconservazione a cui si deve mirare diventa allora non solo e non tanto quella della propria vita ma quella dell’intero cosmo nella sua armonia e razionalità

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3) L’etica

L’elevazione del saggio ad un punto di vista più alto: quello del logos universale

Il diritto naturale, la condanna della schiavitù, il cosmopolitismo

La giustificazione del suicidio: una contraddizione apparente (l’impulso alla sopravvivenza può diventare secondario nel caso in cui non risulti più possibile un’esistenza conforme al logos)

«Affermano che il sapiente ragionevolmente uscirà dalla vita sia per la patria, sia per gli amici, e anche se cade in dolori troppo acuti o in menomazioni [mentali] o in malattie incurabili» (SVF III.757)

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3) L’etica L’importanza della conoscenza dell’ordine cosmico per

l’etica: il motivo socratico dell’identità tra virtù e scienza

Il saggio e lo stólto, la virtù e il vizio: alternative radicali, senza via di mezzo

La virtù come unico bene assoluto e la dottrina delle cose indifferenti (vita, salute, bellezza, piacere etc.), alcune delle quali sono comunque degne di essere preferite secondo un valore relativo

La critica delle passioni (vere e proprie malattie dell’anima) e l’ideale dell’apatìa

Il saggio come norma ideale e modello irraggiungibile Il progresso verso la saggezza

Page 25: Musonio Rufo

3) L’etica Un’etica che mette per la prima volta al centro la

nozione di dovere, come azione conforme a ragione Necessità e libertà. La libertà del saggio consiste

nell’accettazione dell’ordine razionale che governa necessariamente il cosmo

Cleante: Preghiera a Zeus «Conducimi, o Zeus e tu, destino,

là dove da voi è stabilito,e vi servirò senza esitazione; giacché anche se non volessi,vi dovrei seguire ugualmente da stolto.

I fati conducono chi vuole, trascinano chi non vuole.(SVF I.527).

[Seneca traduce in latino, Lettere a Lucilio, 107, 11, 5: Ducunt volentem fata, nolentem trahunt]

Page 26: Musonio Rufo

La filosofia a Roma

La penetrazione della filosofia greca a Roma (II-I secolo a.C.) e l’ostilità degli ambienti tradizionalisti

L episodio dell’ambasceria ateniese del 155 a.C.: Carneade e Catone il Censore

Lucrezio e il De rerum natura. La pubblicazione del poema da parte di Cicerone dopo la morte del poeta (ca 55 a.C.). La fredda accoglienza dell’epicureismo presso i Romani

Il ruolo di Cicerone nella diffusione della filosofia greca a Roma. L’orientamento eclettico e l’accentuazione dell’interesse per l’etica secondo una tendenza già emersa nella media Stoà

Lo stoicismo come orientamento più congeniale allo spirito romano e il suo imporsi nel tempo come filosofia ufficiale dell’impero (l’universalismo e l’etica del dovere)

La teologia si svincola dalla fisica: verso una concezione personale e intimistica della divinità

Page 27: Musonio Rufo

Seneca

Seneca (ca 4 a.C.-65 d.C.) e Nerone: la congiura dei Pisoni e il suicidio

La prevalenza dell’interesse etico-pedagogico (il filosofo “educatore dell’umanità”) L’attenuazione del rigorismo stoico e la maggiore

indulgenza nei confronti dell’imperfezione umana La parentela universale degli uomini, l’amore reciproco

e la decisa condanna della schiavitù L’ispirazione religiosa e il richiamo all’interiorità: «la divinità ti sta vicino, è con te, è dentro di te» (Epistole,

41). I motivi platonici La leggenda medievale della sua nascosta conversione

al cristianesimo e di un carteggio con San Paolo

Page 28: Musonio Rufo

La “filosofia” etrusca L’ Etrusca disciplina: un sapere divinatorio costruito su osservazioni

empiriche effettuate da generazioni di indovini Il riferimento tradizionale alla rivelazione di Tagete coglie

probabilmente il momento della sistemazione e della codificazione in forma scritta di questa “scienza” (in funzione di un rafforzamento dell’identità comune dei dodici popoli confederati)

La traduzione della letteratura divinatoria etrusca in lingua latina nel I sec. a. C. e la sua classificazione (secondo Cicerone):

libri haruspicini: l'interpretazione dei segni divini attraverso lo studio delle viscere animali

libri fulgurales (attribuiti alla ninfa Vegoia): lo studio dei fulmini, considerati il segno divino più importante, manifestazione materiale del dio Tinia

libri rituales: contenevano l'elenco ed una descrizione scrupolosa e dettagliata dei riti religiosi da seguire in particolari occasioni (fondazione di una città etc.). Parte integrante dei libri rituales sono:

. libri acherontici, sul mondo dell'oltretomba . libri fatales, sulla suddivisione del tempo e la durata del ciclo vitale dell'uomo e di uno Stato . ostentaria, sull'interpretazione dei prodigi

Page 29: Musonio Rufo

Lo stoicismo in Etruria La contaminazione tra la disciplina etrusca e la speculazione filosofica

greca: l’ influenza delle dottrine orfico-pitagoriche Il dinamismo impresso all’ Etrusca disciplina dall’influsso della filosofia

e della scienza ellenistiche (spec. le dottrine astrologiche) Lo stoicismo come filosofia dominante in Etruria nel I secolo d.C. e la

nuova immagine della fortis Etruria in sintonia con i valori vetero-romani (gli studi di Marta Sordi e Ilaria Ramelli)

Punti di convergenza: . l’attenzione alla dimensione morale della vita umana (anche l’azione malvagia – non solo la mancanza rituale - è ritenuta dagli Etruschi capace di turbare l’equilibrio tra l’uomo e gli dèi) . gli elementi comuni tra Tinia, summus deus etrusco e lo Zeus degli stoici . la rigorosa necessità del destino per gli Stoici e la dea Nortia degli Etruschi . la visione finalistica dei fenomeni naturali . la giustificazione delle pratiche divinatorie

Page 30: Musonio Rufo

Musonio Rufo: la biografia

Il problema delle fonti antiche e il dibattito storico-filologico sull’esistenza di tre Musonii: Musonio l’etrusco (maestro di Epitteto), Musonio di Tiro (orientale, a cui si riferirebbero le diatribe), Musonio il babilonese. L’orientamento prevalente della critica ad identificarli nella stessa persona.

Caius Musonius Rufus nasce nel 30 d.C. ca a Volsinii. L’appartenenza all’ordine equestre

L’adesione allo stoicismo, la venuta a Roma e la frequentazione dei circoli nobiliari che si oppongono al regime di Nerone (54-68 d.C.)

L’insegnamento a Roma (prima o dopo l’esilio, tra i suoi allievi: Lucio ed Epitteto)

Esiliato per la prima volta nel 65 d. C. da Nerone nell’isola di Gyaros con l’accusa di aver preso parte alla congiura dei Pisoni

Il ritorno dall’esilio nel 69 d.C. e l’episodio della sua predicazione della pace in mezzo ai soldati in piena guerra civile (lo scherno di Tacito, Storie, III, 81)

La cacciata di tutti i filosofi da Roma da parte di Vespasiano nel 71 d.C. risparmia il solo Musonio

Negli anni successivi subisce un altro esilio dal quale viene richiamato da Tito

Muore probabilmente nel 95 d.C.

Page 31: Musonio Rufo

Alcuni giudizi su Musonio Rufo

M.Pohlenz e A. Levi: un uomo pratico, un pensiero privo di originalità e di spessore teoretico

M.P.Charlesworth: un uomo sorprendentemente in anticipo sulla sua epoca

J. Carcopino: un antico campione del femminismo

Ch.Favez: un femminista romano Cora E. Lutz: il Socrate romano E. Vernon Arnold: il terzo fondatore dello

Stoicismo

Page 32: Musonio Rufo

L’opera di Musonio Rufo

Un insegnamento esclusivamente orale? Di sicuro non ci restano sue opere scritte. Il modello socratico a cui sarà fedele anche il discepolo Epitteto?

Il pensiero di Musonio ci è pervenuto soprattutto tramite Stobeo (V-VI sec.) che attinge alle Diatribe redatte dal discepolo Lucio e ad una probabile raccolta di detti (opera di un altro discepolo: Valerio Pollione?)

La diàtriba: conferenza, lezione, discussione su temi etico-filosofici per un pubblico popolare

L’andamento delle lezioni nelle scuole filosofiche a partire dal I sec. d.C.: una prima parte in forma di esegesi e commento dei testi dei fondatori; una seconda parte che manteneva i metodi tradizionali della discussione tra il maestro e gli allievi(dialettico) o della lunga risposta del maestro ad una domanda dell’allievo (retorico)

Le Diatribe redatte da Lucio e da Arriano (nel caso di Epitteto) sono riferite alla seconda parte dell’insegnamento

Page 33: Musonio Rufo

La concezione della filosofia

La preferenza per la dimensione etica della filosofia: «la filosofia non è altro che scienza di vita ed il filosofo, come diceva Socrate, non cessa di considerare “che cosa c’è di cattivo e di buono in casa”» (III 10, 6-7)

«Fare filosofia non è evidentemente null’altro se non cercare con il logos e praticare con l’azione ciò che è onesto e doveroso» (XIV, 76, 14-15)

«L’arte grazie a cui un essere umano può divenire virtuoso (agatós, buono)» (IV, 16, 14-15)

«L’essere virtuosi (buoni) non ha altro scopo che essere felici e vivere con serenità il resto dei giorni» (VII, 30, 9)

«L’arte del sapere che cosa porta alla felicità o all’infelicità dell’uomo» (VIII, 33, 5-6)

«Il filosofare è studio di perfezione» (IV, 19, 14 e VIII,38, 15-16)

Page 34: Musonio Rufo

La concezione della filosofia

«Il filosofo è per gli uomini maestro e guida in tutto ciò che per natura si addice all’uomo» (XIV, 71, 8-9)

Le frequenti analogie con l’arte della medicina (III, V) (e della musica) Riconosce l’importanza della conoscenza teorica e della abilità nel

discorso (soprattutto per il sovrano) ma sostiene il primato della pratica sulla teoria: «per importanza la pratica (ethos, comportamento) vien prima della teoria (logos), dal momento che essa è capace, più della teoria di guidare l’uomo all’azione» (V,22, 26)

Il valore della coerenza (agire in conformità alle proprie parole) e l’importanza dell’esercizio sia del corpo (al freddo, alla fatica, alla fame etc.) che dell’anima (tenere a portata di mano (meditare) le dimostrazioni sui veri beni, i veri mali, i beni e i mali apparenti come la fatica, l’esilio, la morte)

L’acquisizione di una disposizione abituale: «coloro che vogliono mantenersi in salute devono prendersi sempre cura di se stessi. Credo, invero, che non si debba gettare via la ragione insieme con la malattia, una volta che essa abbia espletato il suo effetto terapeutico, come invece si fa con l’ellèboro; bensì credo che si debba lasciar rimanere la ragione insita nell’anima, a guidare i giudizi ed osservarli» (Frammento XXXVI, 123-124)

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Chi può essere filosofo?

«Tutti quanti per natura, disse Musonio, siamo fatti per vivere irreprensibilmente e rettamente: non l’uno di noi sì, e l’altro no» (II, 6, 5-6)

«Le donne hanno ricevuto dagli dèi il medesimo logos degli uomini, del quale ci serviamo quando trattiamo gli uni con gli altri e con il quale riflettiamo in merito ad ogni cosa, se è buona o cattiva, bella o brutta. Analogamente il genere femminile ha gli stessi sensi del maschile:vista, udito, olfatto etc.[…] Ed ancora, non solo gli uomini si trovano provvisti di una disposizione naturale intrinseca alla virtù, ma anche le donne […] Se questa è la situazione, perché mai agli uomini dovrebbe confarsi la ricerca e lo studio di come vivere rettamente – il che significa esercitare la filosofia – ed alle donne no?» (III, 8,9)

La stessa educazione agli uomini e alle donne:«Di conseguenza credo sia logico che tanto alle femmine quanto ai maschi, allo stesso modo, vada insegnato quel che conduce alla virtù» (IV, 17,31-33)

Anche i re devono praticare la filosofia (VIII) («per questo mi sembra che anche Socrate denominasse la filosofia “scienza politica e regale»)

L’occupazione più adatta al filosofo: la coltivazione della terra (una lunga tradizione latina di esaltazione dell’agricoltura, come attività degna di uomini liberi e nobili: Cicerone, Virgilio, Columella): «La terra in effetti ricambia con i frutti più belli e più giusti coloro che si prendono cura di essa» (XI, 57, 13-15)

E di tutte le attività agricole, la predilezione per la pastorizia («quella che a me piace di più») perché non affatica troppo il corpo e lascia all’anima più tempo libero per riflettere

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I temi tipici dello stoicismo in Musonio

«La natura dell’universo tale era, è e sarà ed è impossibile che quanto diviene divenga altrimenti da come lo fa ora; e di questo mutamento e trasformazione risultano aver parte non solo gli uomini e gli altri esseri che vivono sulla terra, ma anche le divinità […] Ora, se ci si accingerà a rivolgere l’attenzione a tutto questo e a persuadersi ad accettare di buon animo l’inevitabile, si trascorrerà la vita con equilibrio ed armonia» (Frammento XLII)

«Vivere con metodo e secondo natura» (XVII, 88-89), «L’uomo vivrà secondo natura nel caso in cui trascorra l’esistenza non nel piacere, bensì nella virtù» (XVII, 89-90)

La polemica con gli epicurei: «Il piacere non è un bene» (I, 2,15), «Chi non si cura della sua città e guarda soltanto al proprio interesse non è un uomo peggiore e più ingiusto di chi invece se ne cura e tiene conto del bene comune?» (XIV, 76)

La temperanza e il controllo delle passioni: «faticare per dare una disciplina ai propri desideri» (VII, 29, 5-6)

«L’uomo è imitazione di Dio» (XVII, 90, 4-5) Il cosmopolitismo: «La patria comune di tutti quanti gli uomini non è forse il

mondo, come riteneva Socrate?». L’esilio non è un male perché una persona ragionevole «non onora né disprezza una terra come fosse causa di felicità ed infelicità, ma pone tutto quanto in sé stesso e si considera un cittadino della città di Zeus, che consiste, insieme, di uomini e di dèi» (IX,42)

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Altri temi di filosofia “quotidiana”

La sobrietà come cifra della vita quotidiana Sull’alimentazione: «seguire il detto, davvero eccellente, di

Socrate, il quale disse che la maggior parte degli esseri umani vive per mangiare, egli invece mangiava per vivere»(XVIII B, 102)

La scelta vegetariana: «L’alimentazione carnivora, invece, dimostrò che è più selvatica e più adatta agli animali selvaggi» (XVIII A, 95)

Il rifiuto del lusso nell’ abitazione, negli arredi e nel vestire. Con quel denaro «si potrebbe invece far del bene, in via tanto pubblica quanto privata, a molte persone» (XIX, 108)

Il taglio dei capelli: «Diceva Musonio che è necessario che l’uomo tagli i capelli, in modo simile a come si potano le viti: al solo scopo di rimuovere l’inutile […] quel tanto che dà fastidio; della barba, invece, nulla». (Il criterio è sempre: “secondo natura”. Ma si rende conto che in qualche caso «è necessario che alla natura venga in aiuto il raziocinio umano» (XXI, 115)

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Il matrimonio e l’etica familiare

Il retroterra culturale etrusco nella valutazione positiva della donna, la cui eccessiva libertà era motivo di scandalo per i detrattori del costume etrusco (spec. i Greci: Teopompo di Chio)

Un’etica familiare e sessuale ispirata al principio del “vivere secondo natura” e che sarà molto apprezzata dai Cristiani:

. esaltazione del matrimonio che deve essere basato sulla comunanza di vita e sulla reciproca sollecitudine (e non impedisce l’esercizio della filosofia)

. liceità dei piaceri sessuali solo all’interno del matrimonio e finalizzati alla procreazione

. condanna dell’esposizione dei figli, dell’aborto e della contraccezione

. condanna dell’omosessualità (considerata contro natura)

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Musonio e i Cristiani L’ammirazione dei Cristiani dei secoli successivi per il pensiero morale

e la vita esemplare di Musonio Altri motivi dell’insegnamento di Musonio in sintonia con la sensibilità

cristiana: . l’universalismo . l’elogio della mitezza (la considerazione socratica che il «compiere

ingiustizia è tanto peggiore del subirla») . l’amore e la sollecitudine verso gli altri («non preferire il ricevere

piuttosto che il dare») . la disponibilità al perdono e alla pace . la presenza del motivo (estraneo allo stoicismo) della speranza . la relazione con il Dio personale che si può conoscere amputando la

parte morta dell’anima e alla cui volontà dobbiamo uniformare la nostra (l’imitazione di Dio)

La consonanza con i motivi neotestamentari può essere spiegata con la mediazione del giudeo-ellenismo

L’effettiva frequentazione dei Cristiani non può essere storicamente dimostrata. L’ipotesi di Marta Sordi e Ilaria Ramelli di un possibile ruolo svolto dalla matrona Pomponia Grecina (seguace di un “culto estraneo” probabilmente cristiana: v. Quo vadis e G. Pascoli)

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Altri spunti morali

L’attenzione e la concentrazione sul presente:«E’ impossibile vivere bene il giorno presente se non lo si considera come l’estremo» (Fr. XXII)

L’amor proprio, altra cosa dall’egoismo:«Sarai degno di rispetto presso tutti, se prima comincerai a rispettare te stesso» (Fr. XXX)

Il richiamo alla coerenza: «Non voler prescrivere quel che devono fare a quanti sanno bene che tu fai quel che non devi» (Fr. XXXII)

L’ autosufficienza del saggio: «Uno solo è ricco: chi riesce a procurarsi dovunque quello che basta» (Fr. XXXIV)

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Il filosofo e il potere

L’obbedienza solo alla ragione e alla verità: «Se uno non obbedisce all’ordine di un padre, di un magistrato od anche, per Zeus, di un sovrano assoluto che comandi azioni malvagie, ingiuste o vergognose, egli non disobbedisce in alcun modo»(XVI, 83)

La libertà del filosofo: nessuno può impedirti l’esercizio della filosofia: «Non pratichiamo la filosofia con una mano o con un piede, né con un’altra parte del corpo, ma con l’anima e, di essa, con una piccola parte, che chiamiamo dianoia, ragione. Questa, invero, Dio l’ha costituita nel luogo più sicuro, in modo che fosse invisibile ed inespugnabile, e, in quanto esente da ogni costrizione, libera ed unica padrona di sé» (XVI, 87)

Il saggio di P. Hadot su Marco Aurelio: la “cittadella interiore”