monti lepini

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1 COSTRUZIONE DI UNA SEZIONE BILANCIATA ATTRAVERSO I MONTI LEPINI CON IL SOFTWARE FORC 3 TIROCINIO IN SEZIONI GEOLOGICHE BILANCIATE A.A. 2014/2015 Autore: Paolo Martizzi Docente: Prof. F. Salvini

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COSTRUZIONE DI UNA SEZIONE BILANCIATA ATTRAVERSO I MONTI LEPINI CON IL SOFTWARE

FORC 3

TIROCINIO IN SEZIONI GEOLOGICHE BILANCIATE A.A. 2014/2015

Autore: Paolo Martizzi Docente: Prof. F. Salvini

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Fig. 1: inquadramento dell’area della sezione, Monti Lepini

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Nell’area della sezione affiorano le sequenti formazioni: - Argille varicolori -alternanze di arenarie marnose ed argillose con presenza di foraminiferi plantonici e bentocini (Tortoniano) - Calcari marnosi con presenza di Globigerina, Orbulina e Globorotalia (Tortoniano – Elveziano) - Calcari bioclastici a briozoi e litotamni (Langhiano – Serravalliano) -Calcari a rudiste (Daniano-Cenomaniano) - Calcari microgranulari a foraminiferi (Cenomaniano sup.-Aptiano) - Calcari nocciola bianchi e grigi con intercalazioni dolomitiche (Malm-Dogger)

Fig. 2: Fogli geologici 159 Frosinone e 170 Terracina su cui è stata realizzata la sezione

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Fig. 3: Colonna stratigrafica delle formazioni affioranti, utilizzate nello studio. Per semplicità, è stato considerato esclusivamente il CBZ all’interno delle unità mioceniche

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Negli stadi preliminari del lavoro sono state effettuate le seguenti operazioni:

Costruzione del Profilo Topografico Determinazione dei Dip Domains; in

questa operazione sono state considerate esclusivamente le giaciture perpendicolari al profilo e sono state riconosciute due direzioni preferenziali (verso Nord-Est e verso Sud-Ovest)

Schema preliminare; lo schema che verrà

utilizzato è caratterizzato dalla presenza di due thrust a vergenza opposta. Il primo con vergenza verso SW porta all’accavallamento delle unità Giurassico-Cretaciche. Il secondo con vergenza verso NE accavalla le unità Giurassico-Cretaciche e il Calcare a Briozoi e Litotamni al di sopra delle Argille Varicolori. Si è inoltre ipotizzato e testato un ulteriore sovrascorrimento verso NE, probabilmente agente durante il Paleogene

Fig. 3: foglio geologico 159 con evidenziate le giaciture utilizzate nella sezione

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- La prima operazione effettuata è stata la costruzione della colonna stratigrafica e successivamente si è deciso di allungare la sezione di partenza a 110000 m

SW NE

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Fig. 4: primo evento con sovrascorrimento vergente verso SW delle unità Giurassico-Cretaciche e TSI associato

SW

SW NE

NE

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Fig. 5: secondo evento con sovrascorrimento vergente verso NE delle unità Giurassico-Cretaciche, prima della deposizione dei Calcari a Briozoi e Litotamni e TSI associato

SW

SW

NE

NE

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Fig. 6: evento erosivo (lacuna paleogenica) successivo all’azione del secondo sovrascorrimento e TSI associato

SW

SW NE

NE

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Fig. 6: evento di sedimentazione del Calcare a Briozoi e Litotamni e TSI associato

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SW NE

NE

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Fig. 7: sovrascorrimento verso NE che coinvolge le unità Mesozoiche e il Calcare a Briozoi e Litotamni e TSI associato

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SW NE

NE

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Fig. 8: evento erosivo successivo all’ultimo sovrascorrimento e TSI associato

SW

SW

NE

NE

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Fig. 8: modello descritto in figura 8, in cui vengono evidenzite le unità oceaniche delle Argille Varicolori coinvolte nel sovrascorrimento

SW

SW

NE

NE

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- La sezione ottenuta mostra che la zona dei Monti Lepini è stata interessata da tre thrust. Il primo con vergenza verso SW posteriore alla deposizione giurassico-cretacica. Il secondo con vergenza verso NE e collocato temporalmente durante la lacuna paleogenica. Il terzo, sempre con vergenza verso NE, posteriore alla deposizione miocenica del Calcare a Briozoi e Litotamni e che ha portato alla costruzione degli attuali Monti Lepini. - L’azione del secondo thrust ipotizzato, potrebbe correlare l’evento della lacuna paleogenica a ragione non solo legate all’abbassamento del livello marino ma anche a ragioni tettoniche.

- Le unità delle argille varicolori, coinvolte nel secondo e terzo thrust testimoniano la presenza di un ambiente oceanico (tetideo) ben sviluppato. Inoltre il rapporto che queste anno con le sequenze sedimentarie della piattaforma laziale-abruzzese, non è stratigrafico, come descritto in precedenza, ma tettonico.

- I valori del TSI si attestano, nelle zone più deformate, a valori di 50-80 Mpa. Le zone frontali della struttura mostrano valori di TSI di circa 80 Mpa.