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 “Ossi di seppia”. La prima grande opera poetica di Montale fu Ossi di seppia, che il poeta pubblicò nel 1925. Ad essa seguì nel 1928 la seconda edizione alla quale modificò in diversi punti la struttura interna del libro e aggiunse sei liriche. Il titolo del libro rinvia all’immagine marina degli “Ossi di seppia” che possono galleggiare nel mare oppure essere sbattuti sulla spiaggia come inutili relitti. I due simboli dominanti dell'opera sono la terra e il mare. Montale sceglie e sistema le varie poesie secondo un suo percorso e quindi queste non seguono una sistemazione cronologica ma ideale e poetica. La prima sezione dell'opera è composta solo dalla  poesia  In limine” a cui segue la seconda sezione “  Movimenti ”. La prima poesia di questa sezione è “  I Limoni ”. La terza sezione è “ Os si di sep pi a”, la quarta è  Mediterraneo”, la quinta è “  Meriggi e ombre ”, a cui fa seguito una poesia giovanile  Riviere”, la sesta sezione, che chiude l’opera poetica. “Ossi di seppia” delinea un  percorso: al momento felice dell’incanto coincidente con l’infanzia e con una adesione panica alla natura – segue il disincanto della maturità; alla pienezza di un rapporto organico e simbolico con il cosmo segue una condizione di spaesamento e di frammentazione che investe non solo la realtà oggettiva ma anche quella soggettiva. Montale con Ossi di seppia ha voluto anche torcere il collo al linguaggio poetico tradizionale. Nel 1946 in una intervista immaginaria, Montale ha chiarito che il primo obiettivo di Ossi di seppia era quello di rivoluzionare il registro poetico tradizionale, scr iv endo: <<  E la mia volontà di aderenza restava musicale, istintiva, non  programmatica. All’eloquenza della nostra vecchia lingua aulica volevo torcere il collo, magari a rischio di una controeloquenza>>. Da qui la scelta di uno stile aspro e arido che vuole aderire alla realtà delle cose al di là dell’inganno delle convenzioni ideologiche e linguistiche. Sul piano linguistico e stilistico nel libro montaliano s’incontrano, e magari stridono, momenti alti e bassi, toni prosastici e un vocabolario tecnico, fitto di oggetti concreti e di figure precise, ma anche toni classici e aulici. Qui il piano fisico e metafisico di Mon tal e, poe ta rea lis tic o e astratto tendente al simbol ico , per ven gon o già ad una sintesi alta e raffinata. La po esia mont al ia na re st a ri cca di ogge tt i, di pi ccoli ed esatti pa rt icolari e non dimeno tende a con den sarsi, in modi per ent ori, in imm agi ni emb lem atiche, universali o esistenziali.  Nella seconda sezione emerge già il pessimismo razionale di Montale, mitigato da fi gur e femminil i gi ovanili come in “ Falsetto” is pi ra ta da una gi ovane do nn a, Esterina. Nonostante la presenza di questa giovane donna, il cuore del poeta resta uno strumento musicale scordato come si evince nella poesia “ Corno Inglese”. Ma è nella  prima poesia della seconda sezione,  I limoni ”, che emerge chiaro il pessimismo raz ionale di Mon tal e, secondo il qua le i limoni simbo le ggi ano le sper anze che l’uomo ha di poter conoscere la natura e di poterne carpire i segreti, ma essa resta comunque al di là della comprensione razionale degli uomini.  Nella terza sezione “Ossi di seppia”, il poeta esprime tutta la sua visione pessimistic a 1

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“Ossi di seppia”.

La prima grande opera poetica di Montale fu Ossi di seppia, che il poeta pubblicò nel1925. Ad essa seguì nel 1928 la seconda edizione alla quale modificò in diversi puntila struttura interna del libro e aggiunse sei liriche.

Il titolo del libro rinvia all’immagine marina degli “Ossi di seppia” che possonogalleggiare nel mare oppure essere sbattuti sulla spiaggia come inutili relitti. I duesimboli dominanti dell'opera sono la terra e il mare. Montale sceglie e sistema levarie poesie secondo un suo percorso e quindi queste non seguono una sistemazionecronologica ma ideale e poetica. La prima sezione dell'opera è composta solo dalla

 poesia “ In limine” a cui segue la seconda sezione “ Movimenti ”. La prima poesia diquesta sezione è “ I Limoni ”. La terza sezione è “Ossi di seppia”, la quarta è“ Mediterraneo”, la quinta è “ Meriggi e ombre”, a cui fa seguito una poesia giovanile“ Riviere”, la sesta sezione, che chiude l’opera poetica. “Ossi di seppia” delinea un

 percorso: al momento felice dell’incanto – coincidente con l’infanzia e con unaadesione panica alla natura – segue il disincanto della maturità; alla pienezza di unrapporto organico e simbolico con il cosmo segue una condizione di spaesamento e diframmentazione che investe non solo la realtà oggettiva ma anche quella soggettiva.Montale con Ossi di seppia ha voluto anche torcere il collo al linguaggio poeticotradizionale. Nel 1946 in una intervista immaginaria, Montale ha chiarito che il primoobiettivo di Ossi di seppia era quello di rivoluzionare il registro poetico tradizionale,scrivendo: << E la mia volontà di aderenza restava musicale, istintiva, non

 programmatica. All’eloquenza della nostra vecchia lingua aulica volevo torcere il 

collo, magari a rischio di una controeloquenza>>. Da qui la scelta di uno stile asproe arido che vuole aderire alla realtà delle cose al di là dell’inganno delle convenzioniideologiche e linguistiche.Sul piano linguistico e stilistico nel libro montaliano s’incontrano, e magari stridono,momenti alti e bassi, toni prosastici e un vocabolario tecnico, fitto di oggetti concretie di figure precise, ma anche toni classici e aulici. Qui il piano fisico e metafisico diMontale, poeta realistico e astratto tendente al simbolico, pervengono già ad unasintesi alta e raffinata.La poesia montaliana resta ricca di oggetti, di piccoli ed esatti particolari enondimeno tende a condensarsi, in modi perentori, in immagini emblematiche,universali o esistenziali.

 Nella seconda sezione emerge già il pessimismo razionale di Montale, mitigato dafigure femminili giovanili come in “Falsetto” ispirata da una giovane donna,Esterina. Nonostante la presenza di questa giovane donna, il cuore del poeta resta unostrumento musicale scordato come si evince nella poesia “Corno Inglese”. Ma è nella

 prima poesia della seconda sezione, “ I limoni ”, che emerge chiaro il pessimismorazionale di Montale, secondo il quale i limoni simboleggiano le speranze chel’uomo ha di poter conoscere la natura e di poterne carpire i segreti, ma essa restacomunque al di là della comprensione razionale degli uomini.

 Nella terza sezione “Ossi di seppia”, il poeta esprime tutta la sua visione pessimistica

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 poiché egli non conosce il significato della vita e quindi non lo può comunicare aglialtri come dice nella prima poesia “ Non chiederci la parola che squadri da ogni 

lato”. La sua visione pessimistica prosegue, nella poesia “ Meriggiare pallido e

assorto” con una immagine di vita chiusa da “una muraglia/che ha in cima cocciaguzzi di bottiglia”. Il poeta ha incontrato direttamente “ Il male di vivere” ed indica

nella “divina Indifferenza” la possibile soluzione alla condizione desolantedell’umanità. La quarta sezione è dedicata al mare “ Mediterraneo” visto come padrenaturale, vario e pieno di vita, ma a cui il poeta guarda con rancore come scrive nella

 parte finale della poesia “Giunge a volte, repente”: <<Guardo la terra che scintilla,/ l’aria è tanto serena che s’oscura./ E questa che in me cresce/ è forse la rancura/ cheogni figliolo, mare, ha per il padre>>. Nella quinta sezione “ Meriggi e Ombre” il

 poeta descrive la sua infanzia che finisce e il suo ingresso nella maturità, dove forsetutto è scritto come scrive in “Crisalide”: <<e forse tutto è fisso, tutto e scritto,/e nonvedremo sorgere per via/la libertà, il miracolo,/ il fatto che non era necessario>>. La

maturità è sempre uguale e monotona come scrive in “Casa sul mare”: << Il viaggio finisce qui:/nelle cure meschine che dividono/l’anima che non sa più dare un grido. / Ora i minuti sono eguali e fissi/come i giri di ruota della pompa. /Un giro: un salir d’acqua che rimbomba./Un altro, un’altra acqua, a tratti un cigolio>>. L’ultima

 poesia è “ Riviere”, una poesia del marzo del 1920, improntata ad un certo ottimismoe soprattutto alla speranza di poter, un giorno, realizzare i sogni di fanciullo maquesta poesia non riesce comunque a dissipare il pessimismo razionale delle poesie

 precedenti. Il poeta, ormai giovane maturo, e cosciente del male di vivere, si rivolgealle rive delle spiagge del suo mare e ricorda quando nelle mattine fresche, dafanciullo, sognava ad occhi aperti e vedeva sballottati gli ossi di seppia nelle onde ecredeva di svanire a poco a poco; il poeta voleva diventare parte della natura,fondersi nei colori del tramonto e morire lentamente sorridendo. Ora, da giovanematuro, ritorna in queste rive, ma è ormai cosciente che la vita è un inganno e la suaanima è triste; comunque spera ancora che: “un giorno sarà ancora l’invito/di vocid’oro, di lusinghe audaci,/anima mia non più divisa. Pensa:/cangiare in innol’elegia; rifarsi;/non mancar più./Potere/simili a questi rami/ieri scarniti e nudi ed oggi pieni/di fremiti e di linfe,/sentire/noi pur domani tra i profumi e i venti/unriaffluir di sogni, un urger folle/di voci verso un esito; e nel sole/che v’investe,riviere,/rifiorire!>>.

E' evidente che il pessimismo di Montale riprende quello di Leopardi, ma con unagrande differenza: il pessimismo leopardiano era cupo, eterno, universale e

 precludeva ogni speranza agli uomini, mentre quello montaliano è chiaro,temporaneo, terreno e aperto agli uomini, poiché non preclude ad essi la possibilità ditrovare il “varco” verso la liberazione fisica e metafisica. Forse un giorno gli uominiriusciranno a sconfiggere il male di vivere, tuffandosi nella religione di un DIOtrascendente, come pare che abbia fatto il poeta negli ultimi anni della sua vita,ritornando a credere a Dio.

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La poetica di Ossi di seppia.

La poetica di un autore comprende due aspetti: l’insieme dei temi e degli argomentiaffrontati e sviluppati nel libro e il modo di scrivere del poeta ossia la sua lexis, che, asua volta, comprende la scelta del lessico e dell’espressione personale. La poetica dei

contenuti di Ossi di seppia riguarda il male di vivere e il suo pessimismo. Ecco comelucidamente M. Dardano spiega la poetica di Ossi di seppia: <<Gli ossi di seppia

 sono le conchiglie interne tipiche delle seppie e di altri molluschi, fatte di sostanza porosa e leggera: capita spesso di trovarle sulle spiagge, insieme ad altri detrititrasportati a riva dalle onde del mare. Scegliendo questo titolo, apparentementeimpoetico, Montale intende riferirsi a cose morte, inaridite, inutili: in questo modo il lettore è subito introdotto alla visione pessimistica del poeta, al suo male di vivere...

 Montale infatti rifugge da effusioni sentimentali e da ripiegamenti interiori, cosìcome da ogni compiacimento vittimistico, e per comunicare il proprio disagio di

 fronte alla vita ricorre ad alcuni oggetti-simbolo, di valore universale. Per questo si parla di “poetica degli oggetti” nella produzione montaliana>> (Da I testi, le forme,la storia – Palumbo Editore – Volume 2 – Pagine 820 – 821). La poetica dellinguaggio di Ossi di seppia è radicalmente nuova rispetto al modo di poetare deglianni venti. Ecco come M. Dardano spiega questa poetica linguistica in polemica conD’Annunzio: << La polemica di Montale contro i poeti laureati si svolge in primoluogo sul piano del linguaggio. Questo intento viene realizzato in due modi: 1)attraverso un tono discorsivo, colloquiale, che percorre tutta la poesia (a cominciaredall’imperativo di apertura Ascoltami); 2) attraverso singole scelte lessicali.

Vengono rifiutati i luoghi comuni e le formule generiche, ormai usurate, del linguaggio poetico tradizionale, che annovera solo bossi, ligustri e acanti tra glialberi degni di essere nominati. Montale al contrario preferisce usare vocaboliestremamente precisi, privi, della caratteristica ritenuta fondamentale per la poesia:la gradevolezza. Compaiono anche termini tecnici accanto a espressioni letterarie.

 In questo modo si riproduce un forte attrito tra elementi aulici e prosaici>> (Da Itesti, le forme, la storia – Palumbo Editore – Volume 2 – Pagine 821).Ecco, invece, come Francesco Puccio delinea la poetica di Montale: << Il primocorrelativo oggettivo resta però il titolo di questa sua prima raccolta poetica, ove gliOssi di seppia, in se stessi una formazione calcarea costituente una sorta diconchiglia rudimentale, si caricano di una drammatica evidenza allegorica. Essiraffigurano la lotta delle cose e degli uomini per non <<svanire>>, ma per durare,

 per resistere al destino ontologico che vuole ridurli a scarti, a rottami, a outcast (fuori da ogni casta), a pezzi fuori dell’ingranaggio, restringendoli nel tormentosodelirio dell’immobilità, riducendoli a vita implosa e relegandoli a <<razza/di chirimane a terra>> (Da Testi ed intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori -Volume 2° a pagina 564).Inoltre Puccio così delinea la novità del lessico montaliano: <<In Ossi di seppia allanegatività e alla pietrosità del reale corrispondeva un linguaggio <<pietroso>>,

asciutto, privo degli orpelli e dei diaframmi letterari della poesia tronfia e

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accademica della tradizione, e portato a consegnare all’oggetto una vasta gamma divalori. Molto frequenti le suddivisioni strofiche, fra strofette e strofe di diversalunghezza. Dietro la pietrosità del verso si cela però una diffusa musicalità:abbondanti le figure stilistiche, come i continui enjambements, l’ossimoro,l’asindeto, l’anastrofe, la sineddoche, l’anafora, la paronomasia>> (Da Testi ed

intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagine 578-579). Introduzione alla poesia: I Limoni.

 La poesia “I Limoni” fu scritta tra il 1921 e il 1922 da Montale. “I Limoni” è una

 poesia simbolica, o meglio è una poesia polisimbolica perché i Limoni del titolohanno più significati. Infatti, i Limoni simboleggiano innanzitutto la possibilità cheha l’uomo di potersi raccogliere in meditazione per iniziare il viaggio verso ilsoprannaturale. Ecco come Elio Gioanola esprime questo significato: << I Limoni,

nella loro struggente umiltà, sanno regalare una ricchezza più autentica e radicale,quella d’apertura verso una dimensione che sta al di là della rete stringente dellacontingenza reale…gli umili limoni, con il loro profumo edificano, alludono allatrascendenza, in una direzione che va dal naturale e dall’umano al divino>>.Secondo Romano Luperini “I Limoni” rappresentano: <<l’aspirazione all’armonia,alla pienezza, alla integrità psichica, e dunque a un inno che viene riconosciutoormai impossibile, ma cui si continua a pensare con nostalgia>>. Gli altri significatidei Limoni sono: la ricerca di scoprire la verità sull’universo e il significato della vitaattraverso momenti solitari a contatto con la natura. Ma la natura resta muta e noncomunica all’uomo i suoi segreti per cui il tentativo della scoperta ricomincia dinuovo in un nuovo tentativo più conscio e più aperto. Ecco come Maurizio Dardanospiega questo significato: << I Limoni attraggono l’attenzione del poeta perché, al dilà del loro aspetto esteriore, essi sembrano nascondere un significato più profondo,che il poeta si sforza di decifrare. I versi di Montale dunque nascono dal desiderio dicomprendere il mondo che lo circonda, piuttosto che da un atteggiamentocontemplativo o sentimentale: ma questo desiderio di conoscenza è destinato arimanere inappagato, e le cose restano chiuse nel loro <<segreto>>, senza chel’uomo riesca a scoprirne il senso>> (Da I testi, le forme, la storia – Palumbo Editore

 – Volume 2° - Pagina 821).L’altra grande novità della poesia riguarda il linguaggio poetico. Esso è aspro ed irtodi suoni duri e molto vicino al linguaggio parlato, ma solo apparentemente, perché ineffetti il linguaggio della poesia è altamente poetico ed aulico, benché pieno diespressioni linguistiche vicine al parlato comune.La poesia esprime tutto il pessimismo razionale del poeta e si ricollega al celebrecanto di Giacomo Leopardi “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. Inquesto canto il Leopardi chiede alla Luna di dirgli il significato della vita, ma questarimane silenziosa e muta.Allo stesso modo Montale chiede alla Natura di svelare i suoi segreti, ma essa resta

muta e silenziosa, lasciando l’umanità priva di una finalità che rimane nascosta. Ma

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gli uomini hanno la possibilità di ritentare, in un continuo ed estenuante tentativo diricerca, fino a carpire i segreti della natura. Forse un domani questo tentativo non saràvano ma risulterà utile. I limoni rappresentano la forza e il coraggio degli uomini dicontinuare nella ricerca del significato della vita. I limoni rappresentano anche unmomento religioso espresso dal poeta nei versi 34 – 36: <<Sono i silenzi in cui si

vede/in ogni ombra umana che si allontana/qualche disturbata Divinità>>.I limoni sono anche il simbolo della razionalità dell’uomo che pur costretto a viverein una natura ostile ha a disposizione la mente che <<indaga accorda disunisce/nel 

 profumo che dilaga/quando il giorno più languisce>> (Versi 31 -33).Dardano scrive: <<questa sequenza di verbi esprime la tensione conoscitivadell’uomo, la sua appassionata ricerca intellettuale. L’accento posto sulla parolamente ci fa capire come per Montale la poesia sia prima di tutto uno strumentorazionale di conoscenza e di interpretazione della realtà>> (Da I testi, le forme, lastoria – Palumbo Editore – Volume 2° - Pagina 823).

I Limoni.

TESTO DELLA POESIA 

 Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piantedai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.

 Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzangheremezzo seccate agguantano i ragazziQualche sparuta anguilla:le viuzze che seguono i ciglioni,discendono tra i ciuffi delle cannee mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

  Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall’azzurro: più chiaro si ascolta il sussurro

dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,e i sensi di quest’odoreche non sa staccarsi da terrae piove in petto una dolcezza inquieta.Qui delle divertite passioni

 per miracolo tace la guerra,qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezzaed è l’odore dei limoni.

 

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Vedi, in questi silenzi in cui le cose s’abbandonano e sembrano vicinea tradire il loro ultimo segreto,talora ci si aspettadi scoprire uno sbaglio di Natura,

il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,il filo da disbrogliare che finalmente ci mettanel mezzo di una verità.

 Lo sguardo fruga d’intorno,la mente indaga accorda disuniscenel profumo che dilagaquando il giorno più languisce.Sono i silenzi in cui si vedein ogni ombra umana che si allontana

qualche disturbata Divinità.  Ma l’illusione manca e ci riporta il temponelle città rumorose dove l’azzurro si mostra

 soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s’affoltail tedio dell’inverno sulle case,la luce si fa avara – amara l’anima.Quando un giorno da un malchiuso portonetra gli alberi di una corteci si mostrano i gialli dei limoni;e il gelo del cuore si sfa,e in petto ci scroscianole loro canzonile trombe d’oro della solarità.

 La parafrasi della poesia.

 Ascoltami, i poeti laureati

 poetano soltanto piantedai nomi poco conosciuti: bossi ligustri o acanti.Io, per me, amo i sentieri che portanonei fossi erbosi dove i ragazzi agguantanoin pozzanghere mezzo seccatequalche rara anguilla:amo i sentieri che seguendo i dirupi,discendono tra i ciuffi delle canne,e immettono negli orti dei limoni.

 

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È meglio se il vocio rumoroso degli uccellifinisce nel lontano cielo azzurro:è meglio se il fruscio dei rami dei limonisi ascolta più chiaro nell’aria che quasi non si muove,è meglio se il profumo dei limoni,

che non riesce a staccarsi da terra,(che non si estingue e sembra permeare di sé la terra)si percepisce più intensoe fa sentire nell’anima una dolcezza inquieta.Qui (tra gli orti) il tormento delle passioni distratte(dal profumo dei limoni)si placa per miracolo,qui la nostra parte di serenità toccaanche a noi poveri poeti

ed è il profumo dei limoni cioè(il raccoglimento e la riflessione interiore). Vedi, talora ci si aspetta di scoprire,in questi momenti silenziosi in cuile cose si mostrano dirette e sembrano vicinea svelare il loro vero segreto,uno sbaglio di natura,un equilibrio infranto, una legge non eseguita,il filo da sbrogliare che finalmenteci sveli e ci faccia capire la verità sulla vita.Questi sono i momenti nei qualilo sguardo fissa attentamente d’intorno,la mente indaga, collega e analizzanel mezzo del profumo dei limoni che dilagaquando il giorno finisce al crepuscolo.Questi sono i momenti assortiquando ogni ombra umana che si allontanasembra una disturbata Divinità.

(l’uomo diventa quasi divino, perchéha l’illusione di aver raggiuntola conoscenza ultima delle cose). Ma l’illusione di scoprire la verità svanisce eil fluire del tempo ci riportanelle città rumorose dove l’azzurro del cielosi mostra a stento, in alto, tra i cornicioni delle case.La pioggia si abbatte ripetutamente sulla terra, poi;

il freddo dell’inverno si infittisce sulle case,

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la luce del giorno si fa scarsa – l’anima si fa triste.Quando ad un tratto si mostra a noi,da un portone malchiusotra gli alberi di un cortile,il colore giallo dei limoni;

e allora la tristezza dell’anima si scioglie,e allora il suono d’oro del soleci fa sentire nel cuoreuna canzone di lietezza. 

La sintesi della poesia. La poesia è composta da quattro strofe di lunghezza quasi uguale, per un totale di 49versi. Essa espone un percorso logico – ideologico e filosofico. Nei primi tre versi il

 poeta si contrappone alla ideologia e alla poetica dannunziana. Egli si distanziadall’eloquenza di D’Annunzio, come sottolinea A. Frattini: << Indica una scelta sentita e perentoria. In questo amore per le strade semplici e inconsuete va colto il motivo polemico antiretorico e antidannunziano di Montale>> (Da Poeti italiani delXX Secolo – Frattini e Tuscano – Editrice La Scuola – Pagina 582).Anche F. Puccio mette in rilievo la polemica di Montale contro la poetica retorica diD’Annunzio: <<Sin dai primi versi il poeta si dissocia da certa poesia “laureata”cui fa il verso con sottile ironia: non evita appositamente di ripeterne i termini raridi cui tale poesia ama paludarsi, ne riprende l’incipit dannunziano de La pioggia nel 

 pineto , gioca con ambiguità su un lessico già presente in Pascoli e D’Annunzio,come “s’affolta”>> (Da Testi ed intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori -Volume 2° a pagine 492).

 Nella prima strofa Montale afferma di amare le strade che conducono nei fossierbosi, i sentieri che seguono paralleli i ciglioni e le viuzze che conducono tra glialberi dei limoni. Nella seconda strofa il poeta descrive il silenzio degli orti e l’odoredei limoni, che discende nei cuori dei poeti poveri. In questi luoghi il tumulto delle

 passioni, per miracolo, si placa e qui la ricchezza dell’odore tocca anche i poeti poveri. Nella terza strofa il poeta descrive i momenti magici del crepuscolo quando ilsilenzio del luogo è più alto e le cose si scoprono in un confidente abbandono, quasi asvelare la loro realtà più misteriosa. In questa pace solenne della natura il poetasembra capire e carpire uno sbaglio di natura, oppure il punto morto del mondo,oppure l’anello che non regge, il filo da disbrogliare che finalmente faccia conoscereuna qualche verità ontologica. Il poeta guarda attentamente tutto d’intorno, la suamente indaga, accorda, disunisce in mezzo al profumo dei limoni nel momentoincantato del crepuscolo. In questi silenzi stupiti si vede qualche disturbata Divinitàdinnanzi a qualche ombra umana che si allontana (alla vista della Divinità). Nellaquarta strofa il poeta, con uno stacco brusco e netto, dichiara che l’illusione diraggiungere la verità viene meno e che il fluire del tempo riporta alla realtà delle città

rumorose, dove il cielo si vede a stento in alto tra i cornicioni delle case. Il freddo

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dell’inverno poi si infittisce, la luce del giorno diminuisce e l’anima si fa triste.Allorché un giorno, all’improvviso, da un portone di cortile il giallo dei limoni simostra a noi, di modo che il tedio dell’anima si sciolga e i suoni della letizia sisentano nel cuore attraverso il giallo della solarità. 

Il tema della poesia. Il tema della poesia è la disillusione, cioè la perdita dell’illusione di poter accederealla scoperta del segreto delle cose e del significato della vita. Il poeta si rende contoche dopo il momento dell’illusione viene il momento della realtà che distruggel’illusione. Ma il poeta non conclude la poesia con la vittoria della realtà sullaillusione, perché ad un certo punto i limoni ricompaiono a destare vitalità nell’animae incoraggiamento al cuore; anzi la poesia termina con un inno alla solarità e quasicapovolge la situazione dando la vittoria all’illusione sulla realtà. Il tema della poesia

è dunque la riproposta dell’eterna lotta tra illusione e realtà. Per l'uomo, i limonirappresentano la volontà di vivere e di ricominciare la lotta e la speranza per sconfiggere il grigiore della vita quotidiana ogni volta che sopraggiunge la realtà. Mai limoni significano soprattutto la fede e la razionalità dell’uomo contro il misterodella natura e la sua incomprensione. I versi che rinviano a questi due temi sono piùdi uno; dai versi 22 – 25 troviamo quelli che parlano della fede: <<Vedi, in questi

 silenzi in cui le cose/s’abbandonano e sembrano vicine/a tradire il loro ultimo segreto>>. Questi versi fanno pensare al tradimento di Giuda contro Gesù Cristo e“l’ultimo segreto” fa pensare all’ultima cena di Cristo. I versi della razionalità vannoda 26 al 32, e rinviano alla teoria scientifica di Boutroux. In definitiva i limonisimboleggiano, da una parte il momento di raccoglimento e di meditazione (spiritualee razionale) dell’uomo nella lotta contro la natura per scoprirne i segreti, e dall’altrarappresentano il punto debole della natura che dona all’uomo la felicità dellascoperta, che prima o poi gli permetterà, attraverso la scienza o la fede, di scoprire ilmistero dell’esistenza e uscire vittorioso dalle catene che lo legano a questa terra.

Il messaggio della poesia.

Il messaggio della poesia, nel complesso è pessimistico, ma è un pessimismorazionale o dialettico come spiega F. Puccio: << Ma - e qui appare il pessimismodialettico di Montale – la tensione conoscitiva non poteva essere del tutto annullatanell’uomo, doveva pur lasciare qualcosa di sé, se non come presenza, per lo menocome assenza, come energia di un inconscio sempre pronto a riemergere, ancheall’improvviso, sotto la spinta di una molla casuale, come l’inatteso mostrarsi agliocchi del giallo dei limoni>> (Da Testi ed intertesti nel novecento - Fratelli ContiEditori - Volume 2° a pagine 493). O come scrive M. Dardano: << Nel finale della

 poesia Montale, dopo avare sperimentato la disillusione, si affida a un oggetto- simbolo, capace di sciogliere provvisoriamente il gelo del cuore, ma non di fornire

alla mente indagatrice le risposte che cercava>> (Da I testi, le forme, la storia – 

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Palumbo Editore – Volume 2° - Pagina 823). 

La tesi della poesia.

La tesi della poesia è svelata e spiegata molto bene da Beatrice Panebianco nella sua

 bella antologia quando scrive: << I versi 22 – 49 contengono l’altro nucleo tematico,la concezione montaliana del male di vivere, della vita come una catena di eventi dicui non si comprende il significato. L’uomo è sostenuto dalla speranza di scoprire il 

 senso positivo della vita e di trovare un “varco” definito qui una disattenzione della Natura, un punto debole dell’universo, un anello che cede, un filo che ci permette di sbrogliare il groviglio dei segreti della Natura>> (Da Moduli di educazione letteraria – Zanichelli Editore – Pagina D281). Anch’io credo che “l’uomo è sostenuto dallasperanza di scoprire il senso positivo della vita”, benché la vita è piena di sofferenzee del “male di vivere”. E voglio sperare e credere che all’ultimo, quando ormai

abbiamo perso ogni speranza di salvezza, Dio interverrà per salvare l’umanità dallamorte eterna, come conclude Beatrice Panebianco nella spiegazione della poesia:<< Eppure quel magico momento può ripetersi, quando tra gli alberi di un cortileappaiono all’improvviso i gialli dei limoni, che evocano, come lo squillo di unatromba, la luminosità del sole e dell’estate e donano all’anima, sia pure per poco, un

 sentimento consolatorio di gioia. La scoperta di un significato positivo della vita, quirappresentato, dai limoni, esprime una concezione esistenziale che non appareancora del tutto pessimistica>> (Da Moduli di educazione letteraria – ZanichelliEditore – Pagina D281). 

Caducità e attualità della poesia.

Credo che gran parte della poesia sia ancora molto attuale, essendo assertiva edimostrativa, senza tentennamenti o dubbi di sorta. L’argomento dell’eterna lotta tral’illusione e la realtà, tra la speranza di salvezza e il pessimismo della distruzionedella morte è sempre attuale. È ancora attuale anche la lotta tra fede e ragione econcordo anche sul pessimismo razionale o dialettico di Montale. A distanza di moltidecenni dalla sua pubblicazione la poesia, e l’intera opera Ossi di seppia, non hanno

 perso la vibrante e appassionata ricerca intellettuale dello scoprire i segreti dellanatura e il significato della vita. Ancora oggi è viva più che mai nell’umanità la

 passione della conoscenza e della ricerca della verità e quindi è sempre viva latensione conoscitiva dell’uomo, la sua appassionata ricerca intellettuale. 

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Contesto sociale, culturale, filosofico e letterario

dell'opera Ossi di Seppia. L'opera Ossi di Seppia è inserita in un contesto sociale medio alto, dovuto sia al fattoche Montale facesse parte di una famiglia agiata di commercianti, sia alla sua

ideologia liberale.Montale scrive l'opera nel pieno dell’attività culturale italiana del 1920 – 1922. Essariprende le tesi de “ La Ronda” e interviene potentemente sul vivace dibattitoculturale dell’epoca sul dannunzianesimo.L'opera presenta molti richiami filosofici impliciti e sottesi alla poesia: dal pensierofilosofico di Leopardi a quello di Schopenhauer, da Boutroux a Bergson, daDostoevskij a L. Scestov; presenta inoltre molti richiami letterari: da C. Sbarbaro, aG. Gozzano, da Pascoli a D’Annunzio, da Saba a Campana, da Rebora a Govoni.L'opera Ossi di seppia fu pubblicata nelle edizioni di Piero Gobetti, prestigioso

esponente del movimento liberale. Montale stesso fu per tutta la vita un altoesponente del movimento liberale e della borghesia italiana, e difese in molte poesiela sua posizione di centralità e il suo spirito di indipendenza nella vita politicaitaliana.

Analisi della forma. Il genere della poesia.

Il genere della poesia è discorsivo, dimostrativo, filosofico e assertivo. La poesia haun andamento discorsivo – narrativo. La prima strofa esprime la poetica realistica e

quasi dimessa del poeta. La seconda strofa indica i momenti solenni e silenziosi neiquali i poeti ascoltano i suoni della natura che procurano agli uomini una dolcezzainquieta perché sempre cambiante e nascosta. La terza strofa descrive l’abbandonodella natura che in certi momenti vorrebbe svelare i suoi segreti; nella stessa strofa il

 poeta mostra anche il suo desiderio di voler scoprire il mistero della vita e dellanatura. Il poeta con la sua mente analizza e collega ciò che vede nella speranza di

 poter afferrare il significato della vita e svelare il mistero della natura; in questisilenzi meditativi Montale vede e quasi avverte nella natura una qualche divinitàdisturbata dalla presenza umana. La quarta strofa indica il momento della

disillusione, che segue quello dell’illusione, quando il tempo delle città riporta gliuomini nella vita grigia e difficile di tutti i giorni, acuita dal freddo dell’inverno. Madi tanto in tanto l’apertura di un portone malchiuso fa vedere il giallo dei limoni, iquali riportano gli uomini a riavere fede e speranza in una vita più alta e serena. Ilcolore dei limoni ricorda il giallo oro delle trombe dei raggi del sole.La metrica della poesia.

La metrica della poesia è formata da versi in prevalenza endecasillabi e settenari arima libera. La poesia è ricchissima di assonanze e consonanze. Le rime interne e lerime al mezzo sono frequenti.

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Le figure retoriche della poesia.

Le figure retoriche della poesia sono tantissime: dai continui enjambements agliossimori, dall’anastrofe all’anafora, dalla sineddoche alla paronomasia, dallo zeugmaalla sinestesia.Il tono emotivo della poesia.

Il tono emotivo della poesia è discorsivo colloquiale come scrive F. Puccio: << La poesia poggia su una base dai toni prettamente confidenziali e colloquiali, dietro iquali si cela però una diffusa musicalità>> (Da Testi ed intertesti nel novecento -Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagine 493). La poesia presenta comunque,secondo me, un tono emotivo neutro, quasi atono, perché è soprattutto una poesiarazionale e quindi non compaiono i sentimenti del poeta. Invece dalla poesia emergechiaramente la Weltanschauung razionalistica del poeta. Il tono della poesia è quindidettato solo dalla tensione intellettuale del poeta e dalla sua ansia razionale e

 pessimistica della vita. Montale non manifesta i suoi sentimenti, né positivi né

negativi, né tristi né lieti, ma lancia soltanto il suo messaggio tra il fisico e ilmetafisico, tra l’agonistico e il rassegnato.La lexis della poesia.

La lexis della poesia ha un carattere chiaro ed esprime più che altro un pensierolucido e vivace. È una delle poche poesie di Montale in cui la lexis è chiara esemplice. La sintassi è prevalentemente piana, segue un periodare paratattico, evita iltono aulico e magniloquente di D’Annunzio, sfugge ai toni dimessi della poesiacrepuscolare e si presenta invece con un Italiano medio e chiaro, nuovo e aperto atutti i lettori. Da qui il tu iniziale, il quale è riferito a ogni lettore di qualsiasiestrazione sociale. Il tono colloquiale non esclude una lexis ricercata e raffinataall’interno di un discorso narrativo - poetico.Il linguaggio poetico della poesia.

Il linguaggio poetico della poesia è chiaro e raffinato. La poesia riesce ad assortire siatermini del linguaggio comune, sia termini della tradizione poetica italiana; presentaanche preziosismi lessicali come <<riescono agli erbosi/fossi>>, parole di originelatina come <<divertite>>, verbi rari come << s’affolta>>. Il linguaggio poetico è,dunque, alto e ricercato, ma la sua novità è data sicuramente da suoni aspri e duriframmisti a suoni comuni e dolci.Le espressioni più belle della poesia.

Le espressioni più belle della poesia sono le immagini nuove e singolari che il poetacrea nella terza strofa quando usa una serie di metafore per descrivere il tentativodegli uomini nel cercare <<di scoprire uno sbaglio di Natura,/il punto morto del mondo/l’anello che non tiene,/il filo da sbrogliare che finalmente ci metta/nel mezzodi una verità>>. Anche il finale della poesia presenta una pregiata sinestesia:<<Quando un giorno da un malchiuso portone/tra gli alberi di una corte/ci simostrano i gialli dei limoni;/e il gelo del cuore si sfa,/e in petto ci scrosciano/le lorocanzoni/le trombe d’oro della solarità>>.

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La Weltanschauung del poeta.

La Weltanschauung del poeta è quella di un uomo che ha chiara in mente la lottadegli uomini contro la natura. Ecco come Beatrice Panebianco descrive laWeltanschauung di Montale: << Di qui la ricerca di un “varco” attraverso il murodella vita, al di la del quale ci muoviamo in modo sconnesso, che ci permetta di

intravedere la verità, lo sbaglio di natura, l’anello che non tiene, qualcosa cheinfranga la regola, diventando un’improvvisa rivelazione del significato della vita,anche se il poeta è consapevole che altri e non lui riusciranno a coglierlo>> (DaModuli di educazione letteraria – Zanichelli Editore – Pagina C281).Aspetti estetici della poesia.

Il carattere estetico della poesia è dovuto soprattutto alla tensione alta e ferma, laica erazionale, sottesa ed espressa del poeta nella poesia. La poesia, del poeta, non

 presenta né sentimenti vittimistici né atteggiamenti sentimentalistici, ma unatteggiarsi nudo e crudo di fronte alla dura realtà di tutti i giorni. La poesia presenta

un taglio e un piglio assertivo, logico e razionale. Il poeta è sicuro dei suoi argomentie della sua Weltanschauung che non ha tentennamenti di sorta né verso tonimagniloquenti né verso toni crepuscolari. La poesia presenta anche un aspettofideistico implicito, che attenua l’altezzosità della ragione e rende la poesia ieratica esolenne. Un altro aspetto bello della poesia è quello della sua costruzione tramite unsapiente assemblaggio moderno di tanti richiami esterni ed interni: dalcrepuscolarismo alla filosofia vitalistica, dagli enjambements alle sinestesie, dallemetafore al linguaggio simbolico.Commento e mie valutazioni personali sulla poesia.

Trovo questa poesia molto bella e ancora attuale; la sua bellezza è nel linguaggionuovo e moderno, nelle sue belle immagini originali e singolari. Reputo la poesiamolto attuale perché, benché la scienza abbia fatto tante scoperte sulla natura esull’universo e il desiderio di conoscenza non sia diminuito, anzi è aumentato, allostesso modo, il bisogno di fede in un Dio che salvi tutta l’umanità dalla distruzionenaturale, è cresciuto insieme al senso del mistero che circonda l’uomo e la Natura.Concordo con F. Puccio quando scrive: << In un’atmosfera sospesa e quasi irreale,ma intrisa dell’aridità della natura, il poeta, guardandosi indietro, prende<<miracolosa>> e improvvisa coscienza dell’assurdità dell’esistere>> (Da Testi edintertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagine 495).

Io credo che solo Dio possa dare senso all'assurdità dell’esistenza. Scritta domenica 21 ottobre 2001Riveduta e corretta a dicembre 2007.

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Introduzione alla poesia: Non chiederci la parola. La poesia “ Non chiederci la parola”, scritta nel 1923, apre la sezione Ossi di seppiadell’omonimo libro. La poesia riprende la carica polemica contro la retorica el’eloquenza della poesia dannunziana ed esprime la consapevolezza di Montale sul

ridimensionamento della poesia durante l’ascesa del fascismo. 

TESTO DELLA POESIA Non chiederci la parola che squadri da ogni latol’animo nostro informe, e a lettere di fuocolo dichiari e risplenda come un croco

 perduto in mezzo a un polveroso prato. 

 Ah l’uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,e l’ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro!

  Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.Codesto oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non volgiamo.

 La parafrasi della poesia.

 Non chiederci la poesia che allinei da ogni latoil nostro animo confuso e con parole intenselo spieghi e lo faccia risplendere come un fiore di crocosolitario che risplende in mezzo ad un prato asciutto. Ah dolore per l’uomo che se ne va senza preoccupazioni,fiducioso in sé stesso e negli altri,e non fa attenzione alla sua ombra che la calura

 proietta sopra un muro con poca calcina. 

 Non domandarci la formula poetica, o magica, che può darti nuove verità, bensì domandaci qualche verso scabro e scarno come un ramo.Oggi possiamo dirti solo questo:ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

 

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Il tema della poesia.

Il tema della poesia è il ridimensionamento del valore persuasivo della poesia neltempo del fascismo trionfante ed imperante. Montale sa che la poesia di quel periodostorico non può esprimere nessuna verità diversa dalle parole d’ordine del fascismo.La poesia non riesce a scrutare gli abissi dell’anima per renderla chiara e visibile, così

come afferma F. Puccio: << Il poeta non è depositario di nessuna parolataumaturgica, di nessuna verità che possa far luce nel labirintico grovigliodell’anima umana, che possa definirla nella sua essenza e illuminarla con i vividicolori del croco>> (Da Testi ed intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori -Volume 2° a pagina 478). Il poeta è consapevole della sua incapacità di poter dareuna formula magica che possa aprire le porte della verità ai lettori, perché sa soltantociò che non è, sa soltanto ciò che non vuole. Può dare solo qualche verso disseccato esliricizzato come un ramo secco e storto. Il poeta sa che non è un fascista e non vuoleessere un fascista. Montale si ricollega alla poesia del Palazzeschi che in altri termini

aveva cantato la morte della poesia e dei poeti.La sintesi della poesia.

 Nella prima strofa la poesia esprime l’impossibilità del poeta di poter scrivere poesieche abbiano la capacità di poter far risplendere l’anima umana triste e di poterle darequella forma lineare e chiara di modo che brilli come un fiore di croco in mezzo adun prato arso e spento. Nella seconda strofa la poesia dichiara che è doloroso vederel’uomo sicuro di sé stesso e degli altri, mentre invece l'uomo dovrebbe vedere la suaombra stampata su un muro scalcinato. Fuori dalla metafora e dalla simbologia,l’uomo sicuro di sé dovrebbe guardare con attenzione la sua ombra che è invecel’emblema della sua realtà, opaca ed effimera. L’uomo sicuro di sé non guarda dentrodi sé, non si cura delle precarietà della vita e non osserva quanto di oscuro c’è dentrodi sé (rappresentato dall’ombra proiettata sul muro scalcinato). Nella terza strofa il

 poeta ribadisce di non possedere formule magiche capaci di infondere fiducia allettore, svelandogli i misteri della vita e dell’universo. Può solo esprimere il sussurrodi una forma poetica scarna ed essenziale, poiché oggi è capace di dire soltanto ciòche non è e ciò che non vuole essere. La poesia rappresenta un esempio chiaro di

 poesia ermetica poiché il poeta nasconde il suo pensiero sotto parole enigmatiche eambigue. Ovviamente il poeta non vuole essere né un poeta vate né un fascista.Il messaggio della poesia.

Il messaggio della poesia lo spiega chiaramente F. Puccio: << Il poeta non possiedenessuna soluzione agli interrogativi dell’uomo, né è in grado di disvelargli nuovedimensioni dello spirito, nemmeno può offrirgli un linguaggio poetico ricercato,raro, estetizzante. Il suo verso è disseccato, sliricizzato, antiaulico, prosaico, privo diartificiosità, non indugiante a forme di ricercata musicalità. Può solo affermare nonla positività dell’essere ma la sua negatività. In questa fase della propria evoluzioneinteriore l’uomo Montale dichiara la netta irriducibilità al sì: non vuole guardaredentro di sé per comunicarci ciò che <<è>>, ma solo ciò che <<non è>>; non haben chiaro ciò che <<vuole>>, ma soltanto ciò che <<non vuole>> (Da Testi ed

intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagine 478 - 479).

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La tesi della poesia.

La tesi della poesia è <<...l’incapacità dell’uomo di capire sé e il mondo. La poesiamoderna non può essere più (come era, o pretendeva di essere, una volta)

 spiegazione del mondo, e tanto meno può essere consolatoria; essa può solo, con scabra durezza, comunicare la tragica impotente desolazione dell’uomo>> (da

Scrittori e libri di G. Petronio e V. Masiello, Volume 2 a pagina 423). E comeconcludono i due curatori: <<l’unico messaggio di cui si senta capace è quello di unacondizione negativa: egli sa rendere solo la situazione di crisi dell’uomocontemporaneo che conosce, di sé, solo la propria impotenza e l’incapacità divolere>> (da Scrittori e libri di G. Petronio e V. Masiello, Volume 2 a pagina 423).Contesto storico, sociale, filosofico e letterario della poesia.

Il contesto storico è molto bene espresso da F.Puccio: << Montale... faceva sua l’altalezione gobettiana. Essa si fondava su un modello di intellettuale liberale e laico,animato da una fede illuministica nei valori della ragione, conscio della forza etica

 presente nella cultura, eletta a luogo di resistenza e di opposizione all’oscurantismodei tempi>> (Da Testi ed intertesti nel novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2°a pagina 478).Il contesto sociale è quello di un intellettuale della media borghesia che conscio del

 proprio valore etico, culturale ed economico diventava un forte oppositore del regimefascista e forte del suo valore etico firmava il “ Manifesto degli intellettuali 

 Antifascisti ” redatto da Benedetto Croce nel 1925, come scrive F. Puccio: << Montaleera uno dei pochi intellettuali che diceva NO al compromesso sia con se stesso checon gli altri, laddove molti pseudointellettuali dichiaravano il loro Sì al sistema>>(Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina478).Il contesto filosofico, quello liberale gobettiano e crociano.

Il contesto letterario della poesia è quello del simbolismo francese, del decadentismoitaliano che va da Pascoli a D’Annunzio. Molto importanti sono anche i riferimenti aGozzano, Sbarbaro, Saba, Campana.Inoltre, come già accennato in precedenza, la poesia richiama la poetica diPalazzeschi, il quale nella sua famosa canzonetta “ Lasciatemi divertire” avevatrattato lo stesso tema e cioè la svalutazione della poesia e dei poeti. Mentre peròPalazzeschi usava toni e modi burleschi ed ironici, Montale usa modi e toni severi e

solenni. Confrontiamo i due finali: Palazzeschi conclude così:<< Ahahahahahahah!/Ahahahahahahah!/Ahahahahahahah!/Infine/io ho pienamenteragione,/i tempi sono cambiati,/gli uomini non domandano più nulla/dai poeti:/elasciatemi divertire!>>. In questo finale è evidente l’amara ironia del poeta. Montaleinvece conclude così: << Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,/sìqualche storta sillaba e secca come un ramo. /Codesto solo oggi possiamo dirti,/ciòche non siamo, ciò che non vogliamo>>. Qui è evidente lo sconsolato pessimismo del

 poeta. Credo giusto riportare il bel commento che fanno Salvatore Guglielmino eTomasina Scarduelli Silvestrini sull’importanza storica di Ossi di seppia di Montale:

<<Questa concezione, che è stata definita visione negativa o anche teologia

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negativa , constata la grande crisi culturale del suo tempo e la esprime lucidamentecome difficoltà a vivere e ancor più come difficoltà a capire, in un mondo in cui leapparenti certezze sono in realtà illusione e solo la ricerca e il dubbio sono possibilie reali. Forse non è facile per un giovane d’oggi comprendere il rapporto tra questolibro e il momento storico in cui nacque (gli anni del terribile dopoguerra e

dell’instaurarsi del fascismo); ma per almeno due decenni esso fu per i giovani diallora più che una raccolta di versi; fu un esempio di rigore morale, di onestàintellettuale e divenne un’indicazione di vita>> (da Guida alla lettura - Principatoeditore Milano 1986 - pagina 649). Salvatore Guglielmino dice inoltre: << Da versicome questi a tutta una generazione derivò una lezione etica, il rifiuto di ogni facileottimismo consolatorio, di ogni mitologia, la stoica consapevolezza del male divivere, che in molti si tradusse in azione politica, in antifascismo militante>> (DaGuida al Novecento – Principato Editore Milano - pagina 919).Caducità e attualità della poesia.

Molti decenni sono trascorsi dal quel periodo e i tempi storici sono cambiati.Viviamo all’inizio del XXI secolo e già da qualche mese la distruzione delle torrigemelle a New York ha cambiato il corso della storia. Viviamo in piena guerra e in

 periodi di insicurezza sociale. Forse la guerra si estenderà in guerra mondiale o per usare un termine di modo diventerà una guerra globalizzata. Penso che la poesia diMontale sia ancora attuale poiché esprime in forma universale il male di vivereeterno, sociale ed umano di ogni tempo. Credo che abbiano ragione sia Montale chePalazzeschi: il primo ha descritto il male di vivere in forma metafisica e razionale, ilsecondo lo ha descritto in forma scherzosa, ma amara. Penso che la poesia rimangaancora oggi un bel gioco e i poeti non debbano rinunciare a divertirsi ed appagarsidella poesia, ridotta a scanzonato libero gioco.

Analisi della forma. Il genere della poesia.

Il genere della poesia ha due piani di lettura: il primo è quello simbolico ed ermetico;il secondo è quello politico, sociale e metafisico. Questa è una poesia simbolica

 perché l’ombra dell’uomo sicuro di sé è la sua coscienza che simboleggia anche la precarietà della vita sociale di allora, dei miti fascisti. Il muro scalcinato rappresentail mondo fascista di allora, privo di prospettive di progresso, provato dalla guerra. Èuna poesia ermetica poiché Montale non dice apertamente il suo pensiero politico efilosofico ma lo nasconde nel verso finale: <<ciò che non siamo, ciò che nonvogliamo>>. Il genere della poesia è anche politico perché si riferisce ai miti delfascismo da cui il poeta non si lascia ammaliare. Come scrive F. Puccio: << La poesiaesprime una posizione netta portata a non cedere a facili illusioni, a non lasciarsiingannare da nessun mito imperante... È una posizione sempre e comunque critica eautocritica, perché nella negazione assoluta dell’essere e del volere salva l’antieroe

 Montale, lo porta a livelli di crudo realismo che in ogni caso si fanno interpreti di

una solidità etica: in un mondo informe che si lascia egualmente abbagliare da tante

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bandiere opposte, riuscire a capire ciò che non si è e ciò che non si vuole è una grande e alta conquista, perché si fa da sola indicativa di una chiara presa dicoscienza>> (Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2°a pagina 479). La poesia è di carattere sociale perché si rivolge ai giovani antifascistidi allora ed è metafisica perché come spiega sempre F. Puccio: << Il suo cantare la

negatività dell’essere non è però nichilistico, non si configura come conquista di una salvezza, ma si esplica come attesa di un <<varco>>, del possibile compiersi di unmiracolo che improvvisamente possa svelare la verità>> (Da Testi ed intertesti delnovecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina 479).La metrica della poesia.

La metrica della poesia è composta da versi di varia lunghezza: prevalgono i versiendecasillabi (vv 3, 4, 8, 11, 12); i vv 1 e 9 sono versi doppi (ottonario piùsettenario); i vv 2 e 10 sono versi martelliani cioè doppi settenari. La rima segue loschema ABBA, CDDC, EFEF. Le rime, legate da schemi tradizionali, congiungono

talora dei significati sprigionati dall’accostamento di valori metaforici (fuoco/croco;sicuro/muro). I vv 6 e 7 hanno la rima ipermetra amICO - canICOla. La poesia ècomposta da tre quartine. La seconda strofa si interpone come digressione cheintroduce un anti-tema l’uomo sicuro e si diversifica anche sintatticamente dalla

 prima e terza quartina che hanno una costruzione sintattica simile. La terza quartinariprende e ribadisce il tema e la tesi della prima quartina.Le figure retoriche della poesia.

Le figure retoriche della poesia sono molte: la metafora (Parola al posto di poesia),la simbologia (le lettere di fuoco al posto di parole indelebili) la similitudine (comeun croco, perduto in mezzo a un polveroso prato), la simbologia dell’ombra cherappresenta la precarietà dell’esistenza, ma anche l’insicurezza interiore, l’inconscio,i dubbi e le incertezze della vita, la metafora (uno scalcinato muro al posto di unambiente difficile cioè la società fascista con i suoi falsi e retorici miti), l’imperativo

negativo dei versi 1 e 9 che equivale ad una apostrofe verso il lettore con la suainsistenza nel voler chiedere e domandare risposte che il poeta non ha.Il tono emotivo della poesia.

Il tono emotivo della poesia è dominato dai due inviti che il poeta rivolge al lettorenei vv 1 e 9. Il poeta non sa niente sul significato della vita e sul misterodell’universo e quindi non può rispondere a tali richieste. Il tono della poesia è

dominato dal risentimento del poeta verso i lettori che lo incalzano poiché non riescea rispondere alle loro insistite domande e nel frattempo il suo messaggio negativosulla pena di vivere. Il tono della poesia esprime dunque un risentimento del poeta,un disagio verso la società fascista e una disarmonia contro la natura ostile.La lexis della poesia.

La lexis della poesia è, apparentemente e superficialmente, chiara e semplice, quasiimpoetica, ma in effetti è ricca di figure retoriche e di allitterazioni e piena di paroledal suono duro e scabro. Come scrive F. Puccio: << Il linguaggio è asciutto, privo diorpelli e di diaframmi letterari, portato, a consegnare all’”oggetto” una vasta

 gamma di valori>> (Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori -

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Volume 2° a pagina 480). Il linguaggio pietroso esprime la concezione negativa del poeta e descrive anche la desolata aridità di certe immagini (polveroso prato,scalcinato muro) e l’asprezza contorta di certe collocazioni (storta e secca). La lexis èdunque una lexis nuova e dura che riesce ad esprimere in pieno l’alta lezione eticache è sottesa nella poesia. È una lexis personale che esprime bene la constatazione del

vivere arido descritto con tanta disincantata fermezza.Il linguaggio poetico della poesia.

Il linguaggio poetico della poesia è costituito da parole aspre e scabre, con suoni durie allitteranti. Ma questo linguaggio poetico, nuovo e moderno, nella letteraturaitaliana è lontano dal linguaggio aulico della poesia accademica. Il linguaggio poetico

 presenta anche una ambiguità teoretica e cioè il dubbio se esso debba considerarsi unlinguaggio soltanto metaforico o un linguaggio che corrisponde alla tecnica delcorrelativo oggettivo di Thomas Stearns Eliot. Molti critici sostengo che le immaginiconcrete di Montale sono dei correlativi oggettivi come “Polveroso prato” e

“scalcinato muro”. Io credo invece che essi sono semplicemente delle metafore odelle simbologie della tradizione simbolista perché, secondo me, Montale ancora nonconosceva la teoria del correlativo oggettivo di Eliot. Montale conoscerà la poetica diThomas Stearns Eliot soltanto più tardi e l’opera poetica nella quale metterà in pratical'uso dei correlativi oggettivi sarà la bellissima “ Le occasioni ”.Le espressioni più belle della poesia.

La poesia ha molte espressioni belle, a cominciare dall’incipit, inusuale nellaletteratura italiana, con l’imperativo negativo: “ Non chiederci la parola che squadrida ogni lato/l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco/lo dichiari e risplenda comeun croco/perduto in mezzo a un polveroso prato”. Bella anche l’immaginedell’ombra che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro. Molte forte anchel’ultima strofa con il secondo imperativo negativo e con il suo finale pessimistico eamaro: “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,/sì qualche storta

 sillaba e secca come un ramo./Codesto solo possiamo dirti,/ciò che non siamo, ciòche non vogliamo”.La Weltanschauung del poeta.

La Weltanschauung è quella di un poeta che vuole essere chiaro e modesto, che nonha illusioni sulla bellezza e sulla felicità della vita. Il poeta esprime tutto il suo

 pessimismo esistenziale, ma né negativo né cupo, né ineluttabile, ma un pessimismo

attenuato e fiducioso nel valore della cultura e della dignità dell’uomo. Come scriveF. Puccio: << L’atteggiamento di Montale è quello dell’uomo disilluso che guarda aquesti quadri di umanità con lo spirito dissacratorio di chi demistifica ogni ipocritaideologismo, ma che nel contempo avverte in prima persona l’isolamentodell’intellettuale in una società mercificata e tecnologica. Alieno da forme dicedimento a sterili sentimentalismi, egli resta solido su una posizione etica rigorosache lo porta a dominare con fermezza una materia altamente drammatica>>. (DaTesti ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina 479).

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Gli aspetti estetici della poesia.

La poesia presenta diversi aspetti estetici che la rendono bella e piacevole. Il primo è,senza dubbio, la musicalità interna della poesia, fatta da molte allitterazioni benchéformate da suoni aspri e duri. Un secondo aspetto estetico della poesia è dato dalle

 belle immagini delle due similitudini “come un croco/perduto in mezzo a un

 polveroso prato” e “ sì qualche storta sillaba e secca come un ramo”. Il terzo aspettoè dato dal messaggio etico della poesia: io non so niente e quindi non possorispondere sul mistero della vita, ma questa modestia è solo indice di rigore morale eintellettuale. Il messaggio esprime il disagio del poeta di fronte ai miti e alle paroled’ordine del fascismo dai quali non si lascia ammaliare e anzi se ne distacca con unadignità e una altezza laica tutta montaliana. Come scrive Marisa Carlà: << La liricadi Montale non vuole pertanto esprimere un desiderio di fuga dalla realtà e dalla

 storia, ma si pone come presa di coscienza di questo momento negativodell’esistenza. Solo a partire da questo momento è possibile per l’uomo ricominciare

a riflettere sulle scelte da compiere>> (da Epoche e culture volume 2 tomo II a pagina 643 Palumbo Editore).Commento e mie valutazioni personali sulla poesia.

Io trovo questa poesia molto bella per diversi motivi. Il primo motivo è dovuto al suomessaggio etico e cioè al fatto che Montale non si faceva illusioni sulla vita e tantomeno sulle false certezze del fascismo. Questa presa di consapevolezza del poeta è

 propria di chi è conscio delle sue possibilità, di chi non vuole mettersi in mostra agliocchi degli altri ma di chi ha un alto senso della propria modestia. Il poeta ha una

 percezione giusta della realtà e non si esalta per essa, anzi conosce perfettamente ilmale di vivere che la natura presenta agli uomini. Il secondo motivo è conseguente al

 primo: come la modestia del poeta lo fa diventare misurato e realista così il poetaridimensiona il valore della poesia che non è in grado di svelare nessun enigmaesistenziale e naturale. Come scrive F. Puccio: << Il poeta non possiede nessunachiave decodificatrice della realtà, può solo trasmettere la negatività dell’essere edel volere>> (Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2°a pagina 477). Il terzo motivo è l’appello del poeta contro l’uomo sicuro di se stesso eincurante della precarietà della vita. Il poeta è contro anche a coloro che si credonotutti di un pezzo e non si guardano dentro, mostrando sempre un’unica faccia edicendo sempre di poter risolvere ogni problema: vale a dire il comportamento

arrogante e presuntuoso dei fascisti di allora. Montale descrive molto bene questoatteggiamento nella seconda strofa che mi fa ricordare il bellissimo film “ Il federale”con Ugo Tognazzi. F. Puccio spiega molto bene questa seconda strofa: << Al contrario del poeta, c’è chi crede di raggiungere un sistema di certezze che gliconsente di essere ottimista, coerente con se stesso e con gli altri, ignaro del propriodestino di precarietà, non consapevole delle illusioni che si è costruito dentro di sé,non realtà, ma apparenza di realtà, fatue ombre, che lui giudica vere sostanze per il 

 solo fatto, di vederle, al di là di ciò che esse veramente possono rappresentare>>(Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina

478). Un altro motivo che mi fa amare questa poesia è quello delle immagini e delle

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similitudini che il poeta ha saputo esprimere: “come un croco/perduto in mezzo ad un polveroso prato” che mi fanno ricordare la Ginestra del Leopardi, dispersa nellecampagne romane, profumate dal suo olezzo. La seconda similitudine, “ Nondomandarci la formula che mondi possa aprirti/sì qualche storta sillaba e seccacome un ramo”, è davvero originale e onesta in quanto nessuno aveva mai paragonato

la poesia ad un ramo contorto e secco. Scritta domenica 28 ottobre 2001.Riveduta e corretta a dicembre 2007.

Introduzione alla poesia Spesso il male di vivere ho incontrato.

Questa poesia è la numero 7 della sezione Ossi di seppia, scritta tra il 1922 e il 1924.Essa riprende e completa il tema della prima poesia scritta da Montale “ Meriggiare

 pallido assorto”, tema che sarà completato dalla poesia numero 11 “Gloria del disteso mezzogiorno”.

TESTO DELLA POESIASpesso il male di vivere ho incontrato:era il rivo strozzato che gorgoglia,era l’incartocciarsi della fogliariarsa, era il cavallo stramazzato.

  Bene non seppi, fuori dal prodigioche schiude la divina Indifferenza:era la statua nella sonnolenzadel meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

 Parafrasi della poesia.

Ho incontrato spesso il male di vivere:esso era il rivo strozzato che gorgoglia,esso era la foglia accartocciata riarsa,esso era il cavallo morto pesantemente a terra.

 Non ho mai conosciuto il bene, se non quelloche la divina Indifferenza concede:esso era la statua immobile nel meriggio,esso era la nuvola,esso era il falco che vola alto nel cielo. 

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Il tema della poesia.

Il tema della poesia è il male di vivere immanente nella natura e connaturato negliuomini. Il male di vivere è costituito dalla sofferenza e dal dolore che tormentanotutti gli esseri animati e inanimati, accomunati dalla pena esistenziale del vivere. Ilmale di vivere è identificato ed espresso con tre esempi di correlativi oggettivi: il rivo

strozzato che gorgoglia, la foglia che si accartoccia quando diventa secca, il cavalloche muore violentemente e pesantemente stroncato dalla fatica. Ma, quasi paradossalmente, nella seconda strofa questo tema anziché venire sviluppato vienerisolto nel suo opposto. Montale spiega che esso si può superare con la divinaIndifferenza, una sorta di stato miracoloso per l’uomo. Di questo stato diIndifferenza, Montale fornisce altri tre correlativi oggettivi: la statua immobile nellacalura del meriggio, la nuvola eterea e sospesa nel cielo, il falco che vola alto nelcielo. Ecco come F. Puccio spiega il tema della poesia: <<Sei correlativi oggettivi,

 secca interpretazione di una concezione disperata dell’esistenza, ma accettata con

lucida consapevolezza e virile fermezza, nulla concedendo a lacrimevoli sentimentalismi. I primi tre correlativi scorrono lungo un asse discendente(stramazzato), sul quale si consumano le desolate realtà del male; il secondo gruppo

 si eleva sull’onda ascendente (levato) del bene e si configura come espressionemiracolistica dell’Indifferenza, personificata dall’uso della maiuscola>> (Da Testied intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina 485).Sintesi della poesia.

La poesia si compone di due strofe: nella prima strofa Montale elenca tre esperienzeconnaturate al mondo naturale in cui è insito il male di vivere: il rivo strozzato, lafoglia accartocciata, il cavallo stramazzato. Nella seconda strofa Montale,inaspettatamente, dice che questo stato del male di vivere si può vincere solo incondizioni prodigiose, cioè quasi mai. Per vincere il male di vivere, secondo Montale,è necessario il distacco dalle cose terrene e l'impassibilità stoica e porta tre esempi: lastatua fredda, la nuvola nel cielo, il falco staccato dalla terra. Ecco come F. Pucciosintetizza i campi semantici della poesia: << Il primo campo semantico esprime la

 sofferenza, l’oppressione, l’impedimento, (v. 2 rivo strozzato, gorgoglia), l’arsura,l’inaridimento (v. 3 incartocciarsi), la fatica, la morte violenta (v. 4 cavallo

 stramazzato). Il secondo rappresenta il torpore, l’immobilità, la stasi (vv. 7-8 statua, sonnolenza, meriggio), l’assenza, la lontananza (v. 8 nuvola), il distacco (v. 8 falco

alto levato)>> (Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume2° a pagina 485).Il messaggio della poesia.

Marisa Carlà spiega in questo modo il messaggio della poesia: << Il male è quindiconnaturato nella vita stessa e si identifica con le cose reali e concrete, attraversocui si rivelano il dolore e la sofferenza. Il bene consiste nell’indifferenza che ciconsente il distacco dagli eventi umani e l’impassibilità per tutto ciò che provocadolore>> (da Epoche e Culture di Marisa Volume 2° Tomo 2° Palumbo editore

 pagina 648).

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La tesi della poesia.

La tesi della poesia è espressa chiaramente da Salvatore Guglielmino che nellaintroduzione alla poesia scrive: <<Una legge di sofferenza e di pena dominaimmutabile e onnipresente: e il poeta la constata negli aspetti più dimessi equotidiani, cari alla sua vocazione di poeta non laureato: nel cavallo stramazzato,

nella foglia riarsa e accartocciata, nel lamento quasi di creatura umana di unruscello strozzato. È un pianto delle cose che testimonia un cosmico male di vivere>>(Da Guida al Novecento – Principato editore - pagina 921). Oppure come spiega G.Petronio: <<Un male che è, soprattutto, impossibilità di espansione e di libertà,

 soffocazione degli impulsi vitali>> (da Scrittori e libri - Palumbo editore - pagina425).Contesto storico, culturale, letterario e filosofico della poesia.

La poesia richiama sicuramente il pessimismo leopardiano e la filosofia degli stoici.Caducità e attualità della poesia.

Io credo che questa poesia oggi sia veramente datata per i seguenti motivi: secondome i tre esempi di male di vivere portati dal poeta non sono pienamente rispondenti almale di vivere odierno; essi sono, per me, solo tre comunissimi fenomeni naturali equindi non sono tre esempi di male di vivere. Allo stesso modo i tre esempi del benedi vivere non sono rispondenti alla realtà attuale. Penso che esempi eclatanti di maledi vivere, da sempre, siano stati la deformità fisica dell’uomo, le malattie del corpo,la povertà materiale, le guerra, gli assassinii e tanti altri esempi simili di rovine controgli uomini; parimenti il bene di vivere è stato rappresentato, da sempre, dalla paceuniversale fra tutti gli uomini (speranza utopistica) e dal benessere sociale eindividuale, condizioni che non saranno mai realizzate su questa terra.

 Analisi della forma.

Il genere della poesia.

Il genere della poesia è di tipo lirico filosofico.La metrica della poesia.

La poesia è costituita da due quartine di endecasillabi, rimati secondo lo schema:ABBA, CDDA. L’ultimo verso è ipermetro.Le figure retoriche.

Le figure retoriche sono diverse: l’allitterazione, il fonosimbolismo (suoni aspri eduri), l'enjambement dei vv. 3 – 4, la rima interna (strozzato – stramazzato),l’assonanza finale (falco - alto levato), l’anastrofe, l’anafora, la simmetria delle

immagini, la similitudine, e le metafore di valore universale.Il tono emotivo della poesia.

Il tono emotivo della poesia è, come in molte poesie del Montale, pacato, quasi atonoe neutro. Prevale il tono logico e razionale del messaggio. Non vi è nessun tono cupo,ma solo un lucido osservare la natura. Prevale soprattutto, oltre alla Indifferenzafilosofica, l’Indifferenza emotiva del poeta che esprime il suo pessimismo razionale e

laico, senza dubbi ieratici.

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La lexis della poesia.

La lexis della poesia è ricercata e aulica; le immagini rare e preziose si susseguonocon uno stile asciutto ed essenziale. La lexis è inoltre tesa e lucida nel rappresentarela tesi della poesia con una tensione espressiva alta e personale.Il linguaggio della poesia.

Il linguaggio della poesia è chiaro e ricercato perché è costruito con un lessico aulicoe prezioso, fatto di parole aspre e suoni duri.Il pessimismo montaliano.

Il pessimismo montaliano è espresso, lucidamente, fin dalle prime poesie cheformano l'opera poetica “Ossi di seppia” e che sarà poi accentuato nelle successiveopere poetiche fino ad arrivare all’opera finale “ Diario Postumo”. In questa opera il

 pessimismo sarà attenuato e superato grazie all’atto supremo, ma silenzioso, dellaconversione del poeta da ateo a credente. Questa conversione sarà dovuta allacostante presenza, accanto al poeta, della poetessa Annalisa Cima che aiuterà la sua

conversione verso quella fede tanto cercata, tanta temuta, tanto deprecata: << E fucosì che il tuo parlare/timoroso e ardente, mi rese/in breve da ateo credente>> (versi16 – 18) (Dalla poesia numero 10 Il Clou dell'opera postuma Diario Postumo – Pag.12).Distinguo quattro generi di pessimismo montaliano che si evolvono nel tempo: 1)Pessimismo razionale, 2) Pessimismo laico e ateo, 3) Pessimismo Attivo o dialettico,4) Pessimismo metafisico o soterico.1) Il pessimismo razionale è dettato dal fatto che la vita non ha un significato, èassurda, e come spiega Marisa Carlà: <<che l’esistenza è qualcosa di misterioso edrammatico, causale e precario, non interpretabile razionalmente. Tutto appare

 privo di senso e l’uomo è in perenne disarmonia con un mondo chiuso e ostile, èoppresso dal “male di vivere”, che fa apparire la vita come “una muraglia che ha incima cocci aguzzi di bottiglia”...Montale non può che proporre una forma diconoscenza in negativo, priva di certezze e di ipotesi prospettive, che non possonoesistere in un mondo dove le leggi dell’esistenza sono relative e discontinue. La

 poesia deve indagare questa condizione dell’uomo del Novecento e ne può essere solo testimonianza. La mancanza di speranza non fa crollare in Montale la fiducianella ragione, che deve continuare ad indagare per scoprire il senso dell’esistenzaanche quando sa che l’indagine porterà a scoprire nuovi dubbi e contraddizioni>>

(da Epoche e Culture di Marisa Carlà nelle pagine 641 - 642).2) Il pessimismo laico e ateo è dettato dal fatto che la vita è dominata dal “male divivere”. Il poeta non cerca rifugio nella religione o nella fede ma nell’accettazioneatea e laica della vita e della realtà. Montale vede la soluzione del suo pessimismonella divina Indifferenza, concezione ereditata dalla filosofia stoica ed epicureadell’antichità classica greco latina. Ecco come F. Puccio descrive questo pessimismomontaliano: << Il suo non è un pessimismo disfattista di chi rinuncia alla lotta, ma il 

 pessimismo attivo, dialettico, leopardianamente inteso, di chi, mentre nega ognivalore, infonde nel contempo il coraggio di affrontare con dignità la vita ed esalta la

volontà di lotta>> (Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori -

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Volume 2° a pagina ).3) Il pessimismo attivo e dialettico è dato dal fatto che Montale, dinnanzi allaassurdità della vita, non rinuncia a vivere, bensì combatte per scoprire il significatodell’esistenza e il mistero dell’universo. Come scrive Marisa Carlà: << Ma il 

 pessimismo di Montale è di tipo dialettico, non statico: egli è convinto che qualcosa

nasconde la realtà, ne fa schermo, ne impedisce la conoscenza. Di qui la ricerca diun varco che permetta di superare l’ostacolo, che ci metta in contatto con la vitaautentica. Sul piano delle immagini l’ostacolo è rappresentato da muri, orti, recinti,reti, e da parole come fuga, rottura, movimento. La possibilità, la libertà è invecedata dal mare, che è simbolo dell'esistenza ed emblema del mistero, e dalla donnache in Montale è una figura dominante ed è portatrice di salvezza, rivelatrice dioccasioni. Ma molto spesso tutto si risolve nella incapacità di comprendere e la vita,che si presenta come caos, si risolve nel caos>> (da Epoche e Culture di MarisaCarlà nelle pagine 641). Questo pessimismo attivo è espresso chiaramente nella

 poesia “ Meriggiare pallido e assorto”, dove la vita si presenta assurda edincomprensibile. Marisa Carlà su questa poesia scrive: <<Camminando nel sole cheacceca, si accorge ad un tratto, di procedere lungo un muraglia senza trovare unavia d'uscita, un varco. Così è anche la vita, simile, con le sue difficoltà e dolori, aquel solitario andare lungo un muro sovrastato da cocci di bottiglia, che neimpediscono ogni evasione e ogni speranza di salvezza...Le immagini finali della

 poesia diventano simbolo del male di vivere, delle difficoltà insormontabili della vita,dell’impossibilità per l’uomo di raggiungere la felicità. L’immagine del muro diventamuraglia, più minacciosa, da cui è del tutto impossibile evadere. Il verbo seguitareindica l’immutabilità della condizione dell’uomo>> (da Epoche e Culture di MarisaCarlà nelle pagine 645 – 646). Mentre Beatrice Panebianco scrive: <<S’intravedeappena, lontano e irraggiungibile, il tremolio luccicante delle onde del mare quale

 fragile speranza in tanta desolazione: le scaglie di mare creano un’atmosferad’infinito e accendono nel poeta la speranza di uscire dal chiuso spazio del roventemuro d’orto, simbolo d’incomunicabilità e di isolamento. Nella quarta strofa il 

 sentire evoca l’intensa aspirazione ad intuire l’intima essenza delle cose: lamuraglia, oltre la quale forse esiste qualcosa che può dare significato all’esistenza,esprime il tema montaliano della vita come cammino assurdo lungo un itinerario didolore, che non apre varchi e non rivela la sua finalità>> (Da Moduli di Educazione

Letteraria – Zanichelli editore – Pagina C283).4) Il pessimismo metafisico o soterico (salvifico) è dettato a Montale dalla suavolontà di cercare qualcosa che salvi l'umanità dalla morte. Tutta la sua produzione,dalla prima all’ultima opera, è attraversata dalla ricerca del “varco” di un qualcosache salvi l'umanità. Dalla prima poesia di Ossi di Seppia, “ In limine”, è già presentela ricerca della salvezza quando scrive: <<Un rovello è di qua dall’erto muro./Se

 procedi t’imbatti/tu forse nel fantasma che ti salva: si compongono qui le storie, gliatti/scancellati pel giuoco del futuro./Cerca una maglia rotta nella rete/che ci

 stringe, tu balza fuori, fuggi!/va, per te l’ho pregato, - ora la sete/mi sarà lieve, meno

acre la ruggine…>>. E come scrive F. Puccio: << E’ sempre la stessa esigenza

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 soterica che si ripropone, pervasa dall’anelito di mutare il sentimento dell’assenza edella perdita (<<elegia>>) in presenza e conquista, in canto gioioso (<<inno>>)>>(Da Testi ed intertesti del novecento - Fratelli Conti Editori - Volume 2° a pagina565). Il pessimismo metafisico si risolve in Montale in una tensione conoscibile dimetafisica. “ Il mio genere è tutta un’attesa del miracolo” così scriveva Montale,

esprimendo una lucida autocritica sulla propria poesia e sottolineandone la tensionegnoseologica e la natura dialettica. Prima c'è la sua visione antinomica della vita,ove, accanto alla presenza necessaria della catena deterministica, si pone la costantericerca dello “sbaglio di natura”, di un varco metafisico, dell’attesa di un eventosalvifico, pur con la coscienza della sua natura eccezionale e prodigiosa. Poiverranno le donne, da Arletta ad Annalisa Cima, che salveranno non solo lui maanche l’intera umanità. Il visiting angel (o angelo della salvezza) è Clizia ed altre.Come scrive B. Panebianco: << L’attesa di un “miracolo”, l’immagine salvifica cheriscatti il dolore della vita, lasciandone apparire anche solo un barlume di positività,

è affidata talvolta a figure femminili care al poeta, che non sono delineaterealisticamente, ma acquistano valore simbolico>> (Da Moduli di EducazioneLetteraria – Zanichelli editore – Pagina C281).

Scritta giovedì 1 novembre 2001.Riveduta e corretta a dicembre 2007.

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