manuale per una scuola ribelle

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Guida a "La Buona Scuola" del Governo e cassetta degli attrezzi per boicottarla, facendo di ogni scuola una scuola ribelle! Costruiamo l'Altra Scuola dal basso!

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Comprendere, indignarsi, voler cambiare, poter cambiare,praticare l'alternativa.

La scuola che oggi frequentiamo non fa pernoi. E’ una scuola che è più simile a unacatena di montaggio. La didattica è frontalee nozionistica, i programmi molto spessonon badano alla realtà che cambia, lavalutazione non è funzionale a valorizzare eaccompagnare ma fa rima esclusivamente

con punizione, la democrazia è una patina di belle parole ma sostanzialmente decide tutto ilDirigente Scolastico, gli spazi interni assomigliano più a un carcere che a un luogo che dovrebbestimolare la creatività e il desiderio per il sapere. Ogni giorno la scuola italiana tenta di espellerci.Lo fa tramite i voti, i contenuti mai aggiornati, i voti in condotta, il limite delle 50 assenze,l’autoritarismo dei docenti, le manie di potenza dei Dirigenti Scolastici, l’inesistenza di diritti effettiviper gli studenti. Lo fa soprattutto con i costi sempre più alti per poter accedere all’istruzione, perl’inefficacia del sistema di diritto allo studio a livello regionale e nazionale e l’inesistenza di uncomplesso di politiche volte a tutelare il welfare studentesco. La scuola potrebbe essere invece una comunità educante, fondata sulla partecipazione e lademocrazia, in grado di autogovernarsi, di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni degli studenti.Una scuola al centro del territorio, aperta, in grado di promuovere un diverso modello di cultura esocialità. La riforma del Governo, la Buona Scuola, ha confermato le tendenze negative degli ultimivent’anni sul campo dell’istruzione e ha inferto un colpo alla scuola pubblica e di massa in favore diun’idea di scuola-impresa che riproduce le disuguaglianze, fondata sulla valutazione quantitativadegli Invalsi, sulla “prestazione”, sulle scelte del preside-manager procacciatore di investimentiprivati, piegata alle esigenze dell’azienda della porta accanto. La riforma è stata votata, nonostante una mobilitazione imponente durata un anno intero, capacedi coniugare contestazione e proposta alternativa. Le nostre proposte le abbiamo fatte,individuando 7 priorità contenute all’interno de l’Altra Scuola (clicca QUI): un nuovo diritto allostudio col fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavorofinanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma dellavalutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamentoradicale dell’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi e della didattica.Non siamo stati ascoltati, ma non ci rassegnamo, perché nei palazzi si può votare di tutto, ma sechi vive realmente i problemi e la quotidianità non è d’accordo con quanto si vota, allora esisteancora la possibilità di cambiare. Di qui l'esigenza di costruire un manuale per fare di ogni scuola una scuola ribelle. Vogliamoriprenderci le scuole, conquistare nuovi spazi di democrazia e autogovernarle con la partecipazionedi tutte le componenti. Non è più tempo di aspettare: è arrivato il momento di prenderci le nostreresponsabilità e costruire dal basso un'alternativa concreta e credibile. Nelle pagine seguentitroverete: un’analisi di tutta la legge votata dal Governo, perché negli ultimi mesi purtroppo tantecose sono sfuggite, ed è giusto informarsi; una cassetta degli attrezzi di buone pratiche e ordini delgiorno da far votare nei Consigli d’Istituto per fare della nostra scuola una scuola ribelle, un’Altra

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“Noi non vogliamo più una scuola in cuisi impara a sopravvivere disimparando avivere”Avviso agli studenti, Raoul Vaneigem

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Scuola che pratica dal basso la possibile alternativa; una serie di buone pratiche per contestare ecreare, per ridare vita alle nostre scuole e alle nostre città. Questo manuale, scritto da un gruppodi studenti provenienti da tutte le parti d'Italia, è indirizzato a tutte le studentesse e a tutti glistudenti del Paese, perché alla nostra età è ancor più facile comprendere, indignarsi, volercambiare, poter cambiare, praticare l'alternativa. Fortunatamente non siamo abituati ad arrendercialla paura, ma coltiviamo la speranza. È arrivato il momento di metterci in gioco! Buona lettura!

Entra in contatto con migliaia di studenti in lotta in tutta Italia, segnalaci le iniziativeche porti avanti, comunicaci i problemi che vivi nella tua città e nella tua scuola.Invia una mail a [email protected], chiama allo 06 69 77 0332 o entra incontatto con i responsabili nazionali dell'Unione degli Studenti >http://www.unionedeglistudenti.net/sito/nazionale/

Sommario:

La Buona Scuola: analisi critica di tutta la legge, comma per comma > pag 4/14

Come costruire una scuola...ribelle > pag 15Pratichiamo dal basso un'altra valutazione > pag 16La didattica è vecchia e nozionistica? Pratichiamo la didattica alternativa da subito > pag 18Alternanza scuola-lavoro sfruttamento? Rovesciamo il modello del Governo in ogni scuola > pag 21Scuola autoritaria? Ribaltiamola con i referendum studenteschi > pag 26Diritti calpestati? Piccolo prontuario per la difesa dei dei propri diritti > pag 28Cosa si studia nella nostra scuola? Decidiamolo anche noi con la commissione paritetica > pag 31Privati che finanziano le scuole? No, grazie. > pag 33Facciamoci spazio: apriamo aule autogestite in ogni scuola > pag 34Caro-libri? Lottiamo per il comodato d'uso dei libri di testo > pag 38Dove vanno a finire i nostri soldi? Come analizzare e rendere partecipato il bilancio scolastico > pag 41Contributo scolastico altissimo? Non lo vogliamo pagare: come difendersi dalle ritorsioni e dalle minacce > Pag 45

Contestare e creare: pratiche di lotta per trasformare ogni scuola in una scuola ribelle > pag 46Coordinamenti della e per la scuola pubblica > pag 46Occupazioni > pag 46Autogestioni > pag 47Riappropriazione di laboratori, palestre, aule inutilizzate > pag 48Contestazioni alle lezioni > pag 49Assemblee e laboratori didattici > pag 49Manifestazioni culturali serali > pag 50Assemblee in piazza > pag 51Occupazioni di spazi culturali e abbondonati > pag 51Presidi e cortei > pag 52

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LA BUONA SCUOLA: analisi critica di tutta la legge

Finalità della legge - comma 1-4

I “buoni” propositi dei primi commi della legge sono degli specchietti per le allodole: si presenta lanecessità di porre al centro la scuola come elemento di innovazione e avanzamento per la società,si dice di voler “garantire” la partecipazione delle componenti della scuola alle decisioni, si parla diun’ipotetica apertura della scuola al territorio. Insomma dall’introduzione alla riforma pare ci si ponga l'obiettivo di una scuola di qualità con tantebelle parole, senza dare peraltro una grande centralità al diritto allo studio. Le disposizionicontenute in questi commi individuano le finalità complessive della legge che si possonosintetizzare come segue: affermazione del ruolo centrale della scuola nelle società dellaconoscenza; innalzamento dei livelli di istruzione e delle competenze degli studenti; contrasto a ledisuguaglianze socio-culturali e territoriali; prevenzione e recupero dell’abbandono e delladispersione scolastica; realizzazione di una scuola aperta; garanzia del diritto allo studio, delle pariopportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini attraverso la pienaattuazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche in relazione alla dotazione finanziaria.Si individuano, per concretizzare gli obiettivi dell’autonomia scolastica (ovviamente per come laintende il Governo), i seguenti obiettivi: l’articolazione modulare del monte orario annuale diciascuna disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari; il potenziamento deltempo scolastico anche oltre i modelli e i quadri orari, nei limiti della dotazione organicadell’autonomia; la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo del curricoloe di quello destinato alle singole discipline, anche mediante l’articolazione del gruppo della classe.Su questi 4 commi c’è poco da riflettere, se non dire che sono dei principi generali che lungo tuttala legge non trovano spazio se non in maniera distorta.

Autonomia Scolastica e offerta formativa | commi 5-27

Con il comma numero 5 della legge 107 si istituisce l’organico dell’autonomia, funzionale alleesigenze didattiche, organizzative e progettuali della scuola, esigenze che verranno individuateentro il mese di ottobre e che avranno valenza triennale. Nel piano triennale dovranno essere inclusi il fabbisogno comprendente i posti dei docenti e ATA ele attrezzature fini a rendere operative le attività curricolari ed extra. Esso si potrà modificareannualmente entro e non oltre il mese di ottobre. Il piano sarà elaborato dal collegio docenti ed approvato dal consiglio d'istituto sull'indirizzo dellelinee guida impartite dal D.S.La legge sostiene che con l'organico dell'autonomia si effettuerà un potenziamento dell'offertaformativa e si realizzerà pienamente l'autonomia scolastica: tutto ciò è falso.Innanzitutto perchè una volta coperti i posti per il funzionamento ordinario della didattica, deidocenti adibiti al potenziamento dell'offerta formativa rimane poco o nulla dato che si prevede ildivieto di assunzione di personale supplente sui posti del potenziamento. Inoltre, l'organico dell'autonomia non sarà in grado di perseguire gli obiettivi (18) individuati dalMinistero in quanto ci sarebbe bisogno di ripensamenti dei cicli, degli ordinamenti edell'organizzazione.

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Questi 18 obiettivi non saranno perseguibili anche perchè l'organico dell'autonomia dovrà in primisessere utilizzato per coprire le assenze a discapito dell'offerta formativa aggiuntiva. Infine, l'accentramento dei poteri in mano ai presidi costituisce uno scoglio alla reale attuazionedell'autonomia in quanto essi detteranno gli indirizzi generali dai quali gli organi collegiali nonpotranno distanziarsi. Ci chiediamo anche come sia possibile immaginarsi di migliorare l'offerta formativa con un taglioprevisto dalla legge di stabilità 2015 di circa 2.020 ATA.Tutto ciò avviene in un ottica di mancato finanziamento da parte statale; ricorre spesso la frase“senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” in merito ad attività di miglioramentodell'offerta formativa. Questo spingerà il dirigente a promuovere rapporti con enti locali e realtàimprenditoriali del territorio per ricevere quei fondi privati che vanno a sopperire la mancanza difondi pubblici.Altro che “totale compimento autonomia scolastica”, la legge 107 prevede al contrario, un percorsodi “aziendalizzazione” del mondo della scuola che rischia di ricadere sulla didattica e più ingenerale sulla qualità dell'istruzione.L'idea di autonomia scolastica promossa dal Governo Renzi prevede l'abbandono finanziario delloStato nei confronti delle scuole con annesso accentramento dei poteri nella mani di un preside cheassumerà i ruoli di un vero e proprio manager. La nostra idea di autonomia scolastica è quella di una scuola che diventa centrale nel territoriopartendo dai suoi bisogni cogliendone allo stesso tempo le sue potenzialità. Una scuola che sappiain questo modo dettare lo sviluppo sociale e culturale del territorio modificandone in manierapropositiva i contesti nei quali è inserito.Il ruolo della scuola dev'essere quello di mettere a disposizione del territorio i saperi e lecompetenze degli studenti per migliorarlo, e non viceversa (come si legge nel DDL), creare unrapporto di sottomissione della scuola nei confronti delle imprese.

Percorso formativo degli studenti | commi 28-32

Per quanto riguarda il percorso formativo degli studenti, il DDL parte da un progetto di per sélodevole: l’inserimento di insegnamenti opzionali ulteriori rispetto a quelli obbligatori checostituiscono il piano orario. La strutturazione di questa proposta è però declinata in un’otticadeleteria. Con il comma 28 si introducono infatti nel secondo biennio e nell’ultimo anno dellesuperiori gli insegnamenti opzionali. Questi vengono inseriti nel “Curriculum dello studente”, di cuibisogna individuare il profilo e che va associato a un’identità digitale, raccogliendo anche “tutti idati utili ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi,alle competenze acquisite, alle eventuali scelte degli insegnamenti opzionali, alle esperienzeformative anche in alternanza scuola-lavoro e alle attività culturali, artistiche, di pratiche musicali,sportive e di volontariato, svolte in ambito extrascolastico”. La legge però riserva di fatto al solodirigente scolastico, come ennesima delle sue antidemocratiche funzioni, il compito di individuare idocenti che costituiranno il coordinamento degli insegnamenti opzionali, i quali vanno comunque afar parte di un Curriculum già all’insegna della disparità e dell’esclusione. Come infatti per i creditiscolastici, le attività extrascolastiche che la “Buona scuola” prevede anche per il curriculum, svoltein scuole di musica private, società sportive, gruppi teatrali, sono ovviamente accessibili solo a chiha le disponibilità economiche che permettano il pagamento delle quote, nonché ad esempio

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esclusivamente a chi vive in un territorio che preveda questo tipo di offerta culturale. Al netto dellaretorica meritocratica, dunque, si dividono ancora gli studenti in base al reddito, sfavorendoulteriormente chi si trova in situazioni di difficoltà economiche o in un territorio svantaggiato. Inquesto modo si attacca indirettamente il valore legale del titolo di studio, legandolo alle condizionisociali ed economiche di partenza! Il comma 29 rilancia brevemente sul tema dell’orientamento,invitando a valorizzare un presunto merito (in un’ottica di valutazione che sappiamo esseredistorta) e sottolineando inoltre che “possono essere utilizzati anche finanziamenti esterni”. È infattida non tralasciare che per tutte le richieste contenute nei commi sul percorso formativostudentesco non si preveda il benché minimo finanziamento pubblico ulteriore. Anzi riappare, alcomma 32 (preceduta da un fuorviante, brevissimo periodo sul sostegno degli studenti di originestraniera) una formula ripetuta pressoché alla lettera quasi trenta volte nel testo del DDL: “senzanuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Ecco dunque, presentato in questa formulazioneingannevole, il taglio ad un’istruzione pubblica che ancora una volta può solo rivolgersi a privati perfinanziare i propri progetti, il proprio orientamento, le proprie attività opzionali. Su queste ultime,inoltre, il comma 30 appare quanto mai vago: si afferma che “nello svolgimento dei colloqui lacommissione d’esame tiene conto del curriculum dello studente", senza specificare in quale modoné in quale misura. Non è chiaro poi se la pubblicazione di questo curriculum avverrà durante ilpercorso di studio, con aggiornamenti periodici, oppure al termine.

Alternanza Scuola Lavoro e Istruzione Tecnica e Professionale | comma33-44

Con l'approvazione de La Buona Scuola all'interno degli istituti tecnici professionali verrannoapportate molte modifiche. Campo principale é senza dubbio quello dell'alternanza scuola lavoroche ora viene ampliata non solo agli istituti tecnici professionali ma anche nei licei e ne vieneaumentato il monte orario che passa da 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore peri licei, con la possibilità di svolgere queste ore anche durante il periodo estivo aprendo le porte aun percorso non formativo ma di puro sfruttamento con la cessione di manodopera gratuita,questo ad esempio soprattutto nel settore alberghiero e dei servizi. Anche rispetto al tema dei diritti e delle tutele si fanno pochissimi passi avanti e per nullasostanziali. Manca totalmente un discorso sulle aziende in cui si effettuano questi percorsi, affinchégli studenti non vadano a fare esperienze di alternanza scuola lavoro in aziende che non rispettanoi diritti dei lavoratori, che hanno una gran parte del personale precario, quindi inadatto allaformazione, aziende che devastano l'ambiente o che hanno noti legami con la criminalitàorganizzata. Per questo all'interno delle scuole proponiamo l'approvazione di uno statuto deglistudenti in alternanza scuola lavoro che preveda anche un codice etico per le aziende e unacommissione paritetica in cui studenti e docenti stabiliscano i progetti di alternanza scuola lavorocon le aziende (nelle pagine successive troverete lo statuto e l'ordine del giorno per lacommissione paritetica).In ultima istanza il tema del finanziamento di questi progetti é fondamentale in quanto i centomilioni stanziati in legge 107, seppur un avanzamento rispetto agli anni scorsi, non riusciranno agarantire a tutti gli studenti la possibilità di frequentare questi percorsi. Come è particolarmenteinquietante il fatto che i corsi di sicurezza per gli studenti verranno effettuati solamente qual'ora vene siano i fondi.

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Innovazione digitale | comma 56-62

I commi de La Buona Scuola inerenti l'innovazione digitale si rivelano in primo luogo troppogenerici ed inconsistenti, per un tema che sta acquisendo un importanza sempre più fondamentaledal momento che l'istruzione non può fare a meno di adeguarsi all'informatizzazione che investe lasocietà contemporanea. A tal proposito, i commi 56 e 57 si esauriscono in una sequela di “buonipropositi” manchevoli di ogni indicazione riguardante la loro realizzazione pratica.(“migliorare lecompetenze digitali degli studenti e rendere la tecnologia digitale uno strumento di costruzionedelle competenze in generale”). Il comma 59 presenta un ulteriore motivo di criticità: esso infatti,stabilisce l'individuazione di docenti idonei al coordinamento delle attività volte a potenziare lecompetenze informatiche degli studenti; al tempo stesso, però, queste figure professionali siritroveranno con ogni probabilità prive di qualsivoglia retribuzione, considerato che il testo stessoesige che dal loro impiego “non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.Invece, partire dal comma numero 58, risulta evidente il fatto che questa legge preveda l'impiegosistematico di finanziamenti privati nell'ambito della scuola pubblica, posizioni ribadite nei primidue punti del comma 60. Difatti in questo comma, per favorire lo sviluppo della didatticalaboratoriale, si dice che le istituzioni scolastiche, anche attraverso i poli tecnico-professionali,possono dotarsi di laboratori territoriali per l’occupabilità attraverso la partecipazione, anche inqualità di soggetti cofinanziatori, di enti pubblici e locali, camere di commercio, industria,artigianato e agricoltura, università, associazioni, fondazioni, enti di formazione professionale,istituti tecnici superiori e imprese private, per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

1. orientamento della didattica e della formazione ai settori strategici del made in Italy, in basealla vocazione produttiva, culturale e sociale di ciascun territorio;

2. fruibilità di servizi propedeutici al collocamento al lavoro o alla riqualificazione di giovaninon occupati;

3. apertura della scuola al territorio e possibilità di utilizzo degli spazi anche al di fuoridell’orario scolastico.

L'Unione degli Studenti ribadisce la sua ferma contrarietà a questo proposito, dal momento che lefinalità di una scuola laica, inclusiva e partecipativa sono in evidente contraddizione con gliinteressi dei privati e con le diseguaglianze tra istituti collocati in zone “ricche” e quelli collocati inzone “povere” che il loro intervento provocherebbe. Orientare la didattica in base alle esigenzeproduttive del territorio significa riprodurre anche le distorsioni dell’attuale modello di sviluppo. Adesempio, come ci si può allineare alle esigenze delle imprese del territorio se queste ultime hannodistrutto l’ambiente e sfruttato i lavoratori? Perché delegare le strategie di abbattimento delladispersione al contributo dei soggetti privati? Infine sarebbe bene puntare maggiormente sulgarantire un’efficace sistema di diritto allo studio finanziato con risorse pubbliche, invece dicostruire unicamente dei canali di “recupero” allineati alle esigenze produttive del territorio. Nel2015 non ci si può accontentare di imparare un mestiere: è importante invece sapersi reinventare,coniugare al meglio sapere e saper fare, essere in grado di padroneggiare il lavoro che si fa.

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Organico dell’autonomia per l’attuazione dei piani triennali dell’offertaformativa | comma 66-77

A decorrere dal 2016/17, con decreto MIUR/MEF, l’Organico dell’Autonomia, con cadenza triennale,è ripartito tra le regioni, in relazione al numero delle classi per i posti comuni, al numero deglialunni per i posti di potenziamento e al numero degli alunni disabili per i posti di sostegno. Inquesto processo di ripartizione si tiene conto delle caratteritiche della popolazione scolastica, dellaprossimità delle istituzioni scolastiche, delle specificità delle zone interne, della presenza di scuolenelle carceri o di altre situazioni o esperienze territoriali già in atto. I docenti dell’organicodell’autonomia concorrono alla realizzazione del piano triennale dell’offerta formativa con attività diinsegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione, dicoordinamento. Agli uffici scolastici regionali viene inoltre richiesto di promuovere la costituzione di reti traistituzioni scolastiche del medesimo ambito territoriale senza nuovi o maggiori costi per la finanzapubblica. Come si può vedere la costituzione delle reti è un processo imposto ed è l’ennesimoattacco all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche anche perchè le attività che dovrebberorealizzare sono già previste dall’attuale Regolamento dell’Autonomia.

Competenze del Dirigente Scolastico e chiamata diretta | commi 78 - 94

Con questa riforma la figura del Dirigente scolastico assumerà un ruolo da protagonista nellacostruzione della scuola-azienda. Avrà infatti piena autonomia sulla gestione delle risorse umane,finanziarie, tecnologiche e materiali. Avrà compiti di direzione, gestione, organizzazione ecoordinamento. Il dirigente scolastico potrà scegliere fino al 10% dell'organico dell'autonomia peressere affiancato in ambito organizzativo e didattico. Potrà inoltre utilizzare i componenti di questogruppo per le supplenze inferiori ai 10 giorni. Come tutti i manager, il preside avrà la possibilità discegliere chi lo affiancherà nella sua scuola. Infatti potrà selezionare personalmente i professoriadatti al suo progetto, e fare così le domande necessarie per coprire i posti disponibili. Questoavverrà in contemporanea al rinnovamento del POF, ogni 3 anni. Il preside potrà assegnare aidocenti incarichi diversi dalle classi di concorso per i quali sono abilitati, purché abbiano il titolo distudio necessario all'insegnamento della disciplina. Dei docenti che non riceveranno proposte o cherifiuteranno quelle ricevute se ne occuperà l'Ufficio Scolastico Regionale. Come ogni azienda, anchela scuola di Renzi, dovrà produrre dei risultati. Il ministero dell'istruzione sistemerà i dirigentiscolastici sempre con un piano triennale e stipendierà essi in base ai risultati, verificati dalraggiungimento di obiettivi stabiliti dall'incarico triennale, efficenza ed efficacia dell'azionedirigenziale, apprezzamento del proprio operato da parte della comunità professionale e sociale,contributo al raggiungimento del successo formativo (stabilito tramite processi di autovalutazione evalutazione come le invalsi).

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Piano Assunzioni |commi 95-114

“Per l’anno scolastico 2015/2016, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca èautorizzato ad attuare un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personaledocente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura di tutti i posticomuni e di sostegno dell’organico di diritto…”

Così inizia il primo dei venti commi riguardanti il piano assunzioni per l’anno scolastico 2015/2016(le 100.000 immissioni in ruolo tanto decantate da Renzi). La stabilità dei docenti è essenziale perottenere quella continuità didattica che permetterebbe alla Scuola italiana di raggiungere un livellodi qualità superiore. Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato la situazione nonviene certo gestita nel migliore dei modi. Con la fase B del piano di Renzi, si sta avverando ciò chesi temeva fin dalla presentazione della legge, ovvero l’esodo di docenti del sud costretti a farecentinaia di km per una cattedra. Il piano assunzioni si divide infatti in diverse fasi, così stabilitenei commi 95-114 del testo di legge:

Una prima parte in scadenza il 31 agosto 2015, la cosiddetta fase zero che coinvolge gliinclusi a pieno titolo nelle GAE e nelle graduatorie dei concorsi sia 2012 che precedenti. Iposti disponibili sono 21.880, dovuti al turn-over (pensionamento) e 14.747 di sostegnostabilizzato.

Una seconda parte che si suddivide a sua volta in 3 fasi A, B e C. I posti disponibili sonoquelli liberi dell’organico di diritto: 10.849 (posti liberi già negli anni precedenti) a cui siaggiungono tutti quelli non assegnati con le “normali” assunzioni:

FASE A: nei limiti dei posti liberi nell’organico di diritto i destinatari vengono assunti nellaloro provincia (o provincia della regione per il concorso) entro il 15 settembre 2015 con leattuali procedure (50% e 50%);

FASE B: quelli che non trovano posto nella fase A, vengono assegnati successivamente sullecattedre rimaste libere nelle varie province a livello nazionale (i docenti devono indicare leprovince in ordine di preferenza) ed assunti con decorrenza giuridica 1 settembre 2015;

FASE C: quelli che non trovano posto neppure nella fase B vengono assegnati all’organicoaggiuntivo delle varie province a livello nazionale (sempre in base alla stessa domanda).

Valorizzazione del merito per i docenti | commi 126-130

Mentre la scuola di oggi ha bisogno di riqualificare la figura del docente e garantire maggiorelibertà d’insegnamento ripensando alle forme di didattica da sperimentare, questa legge istituisceun nuovo organo collegiale, di cui il dirigente scolastico fa parte, che dovrà stabilire dei criteri sucui lo stesso si baserà per distribuire a sua totale discrezione dei bonus ai docenti “meritevoli”. Ildirigente, ricevuti i criteri per la valutazione dell’organico scolastico, ha la totale libertà didistribuire i bonus senza alcuna norma che gli imponga di tener fede ai criteri scelti dal comitato,senza alcun organo di controllo e senza alcuna approvazione da ottenere. Il bonus è una somma di

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denaro che viene definita dal dirigente scolastico e costituisce lo strumento con cui i docentisaranno premiati in base a criteri di merito. L’organo che viene istituito è il Comitato per laValutazione dei Docenti, che sarà formato da: il dirigente scolastico, tre membri del personaledocente, di cui due eletti attraverso il collegio dei docenti e uno attraverso il consiglio d’istituto, uncomponente esterno individuato dall'ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici edirigenti tecnici, infine un rappresentante dei genitori e uno degli studenti. Il comitato stilerà icriteri sulla base:a) della qualità dell'insegnamento e del contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica,nonché del successo formativo e scolastico degli studenti;b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento dellecompetenze degli alunni e dell'innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazionealla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione delpersonale.Questi tre punti non solo sono imprecisi e lasciano spazio a incomprensioni, ma sono la provapuntuale della direzione verso cui il governo sta conducendo la scuola italiana: gli insegnantisaranno giudicati sotto ogni punto di vista, togliendo loro la libertà di ampliare l’offerta formativaper gli studenti; non sono minimamente prese in considerazione le condizioni socio-economiche dipartenza degli ultimi e non si prevede una caratterizzazione dei punti per le diverse areegeografiche e le derivanti disponibilità di spazi culturali, di socialità e di formazione esterni allescuole. La valorizzazione del merito per i docenti veniva già garantita nel vecchio Contratto, in cuile risorse destinate a compensare il maggiore impegno del personale erano invece oggetto dicontrattazione con la Rsu. La legge stanzia un fondo di 200 milioni di euro per la valorizzazione delmerito per i docenti, la somma che avrà a disposizione ogni dirigente è di 20.000 euro lordi, èevidente come questa non riesca a soddisfare l’obbiettivo per cui viene distribuita tra le scuole,basterebbe infatti per il 10-20% dell’organico d’istituto. Non solo, il preside può scegliere unnumero di collaboratori tradotto in percentuale pari più o meno al 10% dei docenti totali di unistituto, ed è logico pensare che il bonus andrà a loro. È fondamentale anche analizzare la modalitàcon cui questo bonus viene elargito: è l’unico caso fra tutti i rapporti di lavoro dipendente, pubblicie privati, in cui i soggetti destinatari ed le entità dei compensi che costituiscono parte del salariosono decisi unilateralmente da una sola delle parti contrattuali.È chiaro quindi che anche questa parte della riforma va a ledere fortemente la libertàd’insegnamento dei docenti, mina la collegialità e la cooperazione tra questi mettendoli incompetizione, favorendo l’individualismo, creando un costante clima di tensione che impoverirà loscambio di idee, il numero di progetti fra più insegnanti e la condivisione e lo scambio di pratichedidattiche innovative.

Divieto dei contratti a tempo determinato e fondo per il risarcimento(Precari per 36 mesi) | commi 131-132

Con la nuova legge a decorrere dal 1 settembre 2016 i contratti di lavoro stipulati con il personaledocente, educativo ed ATA presso le istituzioni scolastiche, per la copertura di posti vacanti edisponibili, non potranno superare la durata di 36 mesi anche non continuativi. Questoevidentemente creerà non pochi problemi, non solo per gli insegnanti che si ritroveranno ad avere

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un futuro incerto, ma anche per gli studenti a cui non verrà garantita la continuità didattica perconcludere il percorso di studi con lo stesso docente. E’ anche palese come il Miur sappia benissimo di essere nel torto con questa misura avendoistituito preventivamente un fondo di dieci milioni di euro per il pagamento di eventuali risarcimentiin via giudiziale.

Open data e finanziamenti all’invalsi | commi 136-144

La Buona Scuola istituisce il Portale Unico dei Dati della Scuola che conterrà: i bilanci delle scuole; idati pubblici del servizio nazionale di valutazione; l’anagrafe dell’edilizia scolastica e quella deglistudenti; gli incarichi attribuiti ai docenti; i piani dell’offerta formativa; i dati dell'Osservatoriotecnologico, i materiali didattici e le opere autoprodotte dagli istituti scolastici e rilasciati in formatoaperto, i dati, i documenti e le informazioni utili a valutare l'avanzamento didattico, tecnologico ed'innovazione del sistema scolastico; il curriculum studenti e docenti; la normativa, gli atti e lecircolari. Per il 2015 è stanziato un milione di euro per la realizzazione del portale, mentre dal 2016100.000 euro annui per la gestione e il mantenimento dello stesso. Dal 2016 al 2019 saranno stanziati 8 milioni annui per potenziare il Sistema di Valutazione dellescuole a favore dell’INVALSI. La spesa è destinata prioritariamente a rilevazioni nazionali (Invalsi) einternazionali (OCSE Pisa), autovalutazione e visite valutative alle scuole. Il Portale Unico dei dati della scuola non è di per sé un’idea negativa. Potenzialmente potrebberispondere alle necessità di trasparenza, diventa un pericolo quando invece è funzionale a creareclassifiche e stimolare competizione, principalmente se guardiamo alla possibilità di pubblicare icurriculum degli studenti e dei docenti e i dati del servizio nazionale di valutazione. Si conferma, suquest’ultimo punto, l’indirizzo degli ultimi anni, ossia quello di ragionare escusivamente in terminidi valutazione punitiva e quantitativa. Rifiutiamo le logiche dei test Invalsi e tutto l’impiantoevidenziato, poiché puntano esclusivamente a creare classifiche, creando disparità e oltretuttousando l’ispezione come strumento di controllo.

School Bonus, ossia risorse private per la scuola pubblica| commi 145-150

Con la Buona scuola viene inserito uno strumento che apre di fatto la scuola pubblica aifinanziamenti privati. Questi finanziamenti non risultano essere delle semplici donazioni alleistituzioni scolastiche, ma sono dei veri e propri investimenti che possono essere fatti da personefisiche, enti non commerciali ed aziende, e che devono essere versati ad un fondo specificonazionale. Nonostante il fondo sia comune, questi finanziamenti sono vincolati alla specifica scuolascelta dal privato. La particolarità di questi investimenti è che prevedono un “bonus” o “creditod’impresa” che lo Stato deve restituire al soggetto donatore attraverso sgravi fiscali oppure tamitecompensazione. Gran parte della “donazione” risulta essere una sorta di prestito che il privatostipula con lo Stato, le percentuali di questo credito sono infatti altissime: verrà restituito fino al65% per chi effettua un finanziamento entro il 2016 mentre il 50% per chi lo effettua dal 2017 inpoi. Si tratta di agevolazioni vantaggiose che hanno l’obiettivo di stimolare le aziende ad avvicinarsial mondo della formazione con pochissime spese e tanti margini di guadagno, se pensiamo a

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quanto il privato avrà possibilità di indirizzare il proprio finanziamento a seconda dei suoi interessi.Di fatto attraverso questo sistema il privato si sostituisce allo Stato nella scelta di quali scuolefinanziare (sia in termini territoriali che rispetto ai corsi di studio) con soldi che sono in gran partepubblici e che non appartengono esclusivamente al privato (data la restituzione del “bonus”).Questo meccanismo porta inevitabilmente ad una situazione in cui ci saranno scuole con tantissimifinanziamenti e scuole (pensiamo a quelle più periferiche situate in zone o quartieri noneconomicamente sviluppate) che saranno abbandonate, tanto dai privati e tanto dallo Stato. E’prevista infatti una ripartizione del 10% del fondo nazionale per le scuole con finanziamenti al disotto della media nazionale, ed è evidente di come sia una somma irrisoria da distribuire su tuttele scuole non interessate da finanziamenti diretti da parte di privati su tutto il territorio nazionale. Ilpanorama dei prossimi anni è quello di una fortissima disuguaglianza tra le scuole italiane,incompatibile di per sè con il concetto di scuola pubblica e di massa, in cui l’obiettivo primario diogni singola scuola sarà quello di trovare finanziamenti, come fosse un’azienda, piuttosto chepensare alla formazione di noi studenti. Il tetto massimo fissato per queste donazioni è altissimo,un privato potrà contribuire ad una scuola con un finanziamento fino a 100 mila euro, assumendodi fatto, nonostante non sia scritto in nessuna norma, un potere contrattuale altissimo rispetto allescelte che dovrà prendere la scuola. Lo “school bonus” inoltre non è riservato alle sole piccoleaziende locali: attraverso il Patto di Stabilità è stato infatti eliminato il vincolo che prevedeva che leaziende che istituivano un credito d’onore con lo Stato avessero un fatturato inferiore ai 500 milaeuro annui, in questo modo, qualsiasi azienda che sia locale, nazionale o multinazionale, potràdirigere gli investimenti della scuola pubblica statale italiana.

Detrabilità fiscale per le spese per la frequenza scolastica delle scuoleprivate | commi 151-152

Per quanto riguarda le scuole paritarie la Buona Scuola non determina un aumento deifinanziamenti provenienti dallo stato, che tuttora pesano sul bilancio del MIUR, ma introduce ladetraibilità fiscale fino al 19% per le famiglie che iscriveranno i propri figli ad una scuola paritariacon un importo massimo di 400€ uno strumento indiretto per favorire la crescita di un modello diistruzione che punta sempre più ad indebolire la scuola pubblica aprendo la strada ad unrafforzamento del modello paritario. Per quanto sia previsto un rapporto annuale del ministrodell'istruzione al parlamento rispetto a tale questione, nei fatti sfugge al monitoraggio delministero, in quanto Il DDL non fa chiarezza circa i requisiti necessari per rientrare nell'ambitodell’istruzione paritaria. Inoltre il MIUR si troverà ad intervenire in questo contesto attraverso una legislazione di tipo"secondario" e, il controllo indiretto da parte del Ministero favorirà in più contesti l'accrescere didiseguaglianze tra i due modelli formativi: una scuola pubblica statale sempre più indebolita edasservita alle logiche privatistiche e sotto lo scacco di una scuola paritaria che punta alla liberacompetizione. Non prevedendo interventi reali di controllo di tale fenomeno, si agevolano quelli istituti conosciuticome “diplomifici” in cui basterà pagare ingenti somme d’iscrizione per avere un titolo di studi,delegittimando il ruolo della scuola pubblica come motrice di un’educazione di qualità.

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Edilizia Scolastica | commi 153-179

Fin dall’annuncio di una nuova riforma della scuola, la questione dell’edilizia scolastica è stata unodei principali baluardi della retorica renziana, così come lo è sempre stato nel corso dei governidegli ultimi anni.Ne La Buona scuola si prevede un piano di recupero di risorse per manutenzioni e nuovecostruzioni attraverso l’impiego dei mutui Bei (Banca europea d’investimento per imprese) per cui ilministero ha previsto di ottenere complessivamente 200milioni di euro all’anno. I mutui sonoripagati dallo Stato, dalla Cassa depositi e prestiti spa e dalle regioni.Inoltre è prevista la possibilità di recuperare fondi non ancora spesi da vecchi programmi perl’edilizia scolastica e riabilitabili dalle regioni, a cui sono attribuiti i canoni d’investimento e diassegnazione di fondi, sulla base dei dati inseriti nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica.Le legge programma un concorso a scadenza per selezionare i progetti di scuole innovative tramitefondi INAIL, 300 milioni per il triennio 2015-2017.In aggiunta, per il 2015 è autorizzato un cofinanziamento di 40 milioni di euro da parte degli entilocali proprietari, sempre sulla base dei dati dell’Anagrafe, per interventi di messa in sicura degliedifici e di prevenzione di eventi di crollo.Viene istituito un Osservatorio per l’edilizia scolastica che, senza ulteriori oneri da parte dellafinanza pubblica, si occupi dell’indirizzo e della programmazione degli interventi e di diffondere lacultura della sicurezza. Alle sedute dell’Osservatorio è consentita la partecipazione, solo suspecifiche tematiche, delle organizzazioni civiche. Inoltre è stata istituita una Giornata nazionaleper la sicurezza nelle scuole.Anche parte delle risorse dell’ 8x1000 sono destinate all’edilizia scolastica e riservate ad eventieccezionali ed imprevedibili, individuati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, esu base dell’Anagrafe.La questione dell’edilizia scolastica non si riduce però ai finanziamenti, infatti è collegata anche aproblematiche riguardanti la didattica: ad oggi i laboratori non sono a norma, non vengonoutilizzati e questo provoca una profonda carenza dell’offerta formativa; l rapporto alunni-docenteper aula è elevato ripercuotendosi sulla qualità delle lezioni, oltretutto sempre più di tipo frontale.E’ necessario riflettere anche su quanto il tema dell’edilizia scolastica incida su quello dei diritti: lamancanza di spazi negli istituti non permette agli studenti l’utilizzo di aule autogestite, leassemblee d’istituto devono essere tenute in aule circoscritte e non a norma o addirittura irappresentanti devono essere ospitati oppure pagare l’affitto di uno spazio esterno alla scuola. Permigliorare la didattica, ad esempio, potrebbero essere creati nuovi plessi polivalenti in cui glistudenti possano vivere la scuola non solo come uno spazio grigio in cui passare le ore mattutine.Per ciò proponiamo anche pratiche artistiche alternative all’interno delle scuole (murales,riqualificazione dei cortili ecc…) grazie alle quali si potrebbe riattivare il protagonismo studentesco.Inoltre come Unione degli Studenti rivendichiamo la ricoversione in scuole di edifici dismessi e beniconfiscate alle mafie, laddove è possibile, per evitare un’ulteriore costruzione di edifici.

Deleghe in bianco | commi 180-191

La Buona Scuola è passata ma il processo di cambiamento – in termini autoritari e antidemocratici– non è finito con la fase di assunzione dei docenti in estate. La finta consultazione ha dimostrato

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quanto ipocrita sia questo governo, e le NOVE deleghe in bianco che si è autoassegnato nel ddlconfermano le nostre denunce di antidemocraticità. Questo disegno di legge criminale redatto daun governo illegittimo, dai commi 180 al 191 varca le soglie dell’incostituzionalità: si andrà ariformare il mondo della formazione e il tutto avverrà senza aver definito principi e criteri specificida seguire. Troppi i temi delegati e nessun confronto con le parti sociali coinvolte. Per la LeggeNazionale sul Diritto allo Studio, nostra storica rivendicazione e unica nota “positiva” del ddl,difficilmente verranno accolte le istanze degli studenti e delle studentesse che hanno manifestatoin questi anni, e soprattutto nell’ultimo, nelle strade e nelle piazze; la stessa cosa vale per ladelega sul sistema di reclutamento e immissione del personale docente per la scuola superiore, perla delega sull’adeguamento della normativa in materia di valutazione, per la delega sul riordino delTesto Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione.Insomma, il Governo avrà la possibilità, attraverso le deleghe in bianco, di legiferare su materieimportantissime come il diritto allo studio e la valutazione attraverso uno strumento, i decretilegislativi, che non prevedono alcun confronto parlamentare e ancor meno un confronto con leparti sociali.

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COME COSTRUIRE UNA SCUOLA… RIBELLE

Con la Buona Scuola vengono chiusi gli spazi di partecipazione e di democrazia, anche solo formali,presenti all’interno delle nostre scuole, a vantaggio di una più agevole “decisionalità” da parte delladirigenza che, tradotto, significherà una gestione privatistica dell’istituzione scolastica da parte delPreside e dei finanziatori che riuscirà a reperire sul territorio.Se il Consiglio d’Istituto rappresentava l’organo decisionale sovrano per quanto riguarda la vitascolastica esso d’ora in poi sarà declassato a semplice ruolo consultivo e di indirizzo. Gli organi dirappresentanza pur restando inalterati vengono tuttavia svuotati del proprio senso e della propriafunzione. Cosa ci rimane quindi? Ci rimane di riuscire a costruire modelli di partecipazione e diautogoverno nelle scuole che strappino il potere dalle mani del preside e lo riconsegnino a chi lascuola la vive, studenti, docenti e personale ATA.Riuscire a conquistare la rappresentanza resta comunque un primo passo nonché strumentofondamentale per noi per riuscire a realizzare i nostri obiettivi. Una rappresentanza che deveessere costruita da un reale protagonismo studentesco fatto da momenti e luoghi di costruzione diproposte e progetti nonché da poter interrogare sulle scelte della dirigenza. La rappresentanzadeve essere una vera e propria spina nel fianco del preside, riuscendo a svolgere un’azione dicontrollo continuo sul suo operato e un’azione di pressione per determinare le decisioni.Per farlo è necessario riuscire a legarsi strettamente con il corpo docenti nonché con tutto ilpersonale ATA. Gli insegnanti saranno coloro che vivranno sin da subito l’espansione dei poteri delpreside, avendo egli potere di assumerli, licenziarli e una notevole influenza per gli scattimeritocratici dei loro salari. Se l’intento è appunto quello di una competizione sfrenata tra gliinsegnanti per ingraziarsi i favori della dirigenza a questa noi dobbiamo riuscire a risponderemostrando il valore della cooperazione e della collaborazione tra docenti, come tra docenti estudenti. Sottrarsi al giogo e al ricatto è possibile solo con un fronte unito e compatto. Costruireuna rappresentanza dei docenti, del personale ata e - perché no - anche dei genitori, all’interno deiConsigli d’Istituto può essere un ottimo metodo per riuscire a costruire un’alterità a questo modellodi scuola per costruire, appunto, spazi di partecipazione e di decisionalità orizzontali e inclusivi.Immaginarsi delle assemblee con tutti i nostri docenti e il personale ata per parlare dei problemiche vive la scuola e il territorio e provare a costruire dei laboratori che offrano delle rispostepraticabili.Inoltre con l’introduzione dei Comitati di Valutazione, si prova a istituzionalizzare una malata ideadi meritocrazia, un mezzo per schedare e classificare docenti e studenti. In essi noi dobbiamoriuscire a svolgere un’azione di boicottaggio di questi strumenti per imporre invece che divalutazione si parli in altro modo, non come arma di punizione bensì come mezzo per migliorare ilprocesso formativo. Trasformare i comitati in commissioni che discutano di didattica e valutazioneche provino a sperimentare un altro modello di fare scuola. Replicare dei momenti del genereclasse per classe dove insegnanti e docenti possano discutere di cosa e come insegnare e come siviene valutati. In generale sarebbe opportuno boicottare questi comitati, stravolgendone l’operato,demandando gli eventuali compensi accessori alla contrattazione. E’ fondamentali sensibilizzareanche i docenti e lavorare congiuntamente a loro.

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Pratichiamo dal basso un'altra valutazione

I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì chel’intero sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando chein questo modo la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità diparametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmididattici sono differenti oltre che a fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e lecapacità individuali. É infatti vero che il tallone d'Achille delle scuole italiane è rappresentatoproprio dal sistema valutativo. Lo studente è abituato a subire passivamente un numero,considerato come voto, che non costituisce mai un incentivo alla personale crescita dell'individuo,poichè i parametri di valutazione adottati sono letteralmente imposti allo studente il quale nonviene interpellato nè coinvolto nella discussione relativa alla scelta dri suddetti parametri.Il voto dovrebbe costituire un momento costruttivo per lo studente, aiutandolo a migliorarsi tramiteuna valutazione trasparente, inclusiva e diacronica. I tradizionali metodi di valutazione vannomigliorati e concepiti sotto un nuovo punto di vista che deve avere alla basse un'interazionepositiva tra studenti e docenti. La soluzione per un altro sistema valutativo è rappresentata dallavalutazione narrativa che prevede tre momenti fondamentali:- Valutazione del docente vero lo studente;-Autovalutazione dello studente;-Valutazione dello studente verso il docente.É necessario avviare grandi assemblee composte composte da studenti, docenti e genitori dove siscambino opinioni, critiche e proposte riguardo il sistema scolastico. Non ci serve il preside-manager di stampo renziano che prende vita dalla distruttiva "Buona scuola" per selezionare ildocente secondo metodologie poco chiare. É tempo di un netto cambio di rotta, di una discussioneinclusiva e partecipata che deve essere portata avanti da chi la scuola la vive ogni giorno e neconosce davvero bene pe criticità. Partire da una seria riforma del sistema valutativo significaspianare la strada per il miglioramento dell'intero tessuto sociale. Tocca a noi riprenderci i nostrispazi!

Obiettivi: Scardinare il modello della valutazione-sentenza e ripensare a questa come ad un processo

che vede cooperazione e maggiore orizzontalità tra docente e studente Delegittimare l’uso delle verifiche a sorpresa. Sperimentare un modello di valutazione in grado di considerare conoscenze, competenze e

attitudini del singolo e del gruppo-classe. Affiancare alla valutazione del docente verso lo studente elementi di autovalutazione dello

studente, elementi di autovalutazione del docente ed elementi di valutazione dello studenteverso il docente.

Strumenti: Inserire il tema della valutazione nel più ampio contesto di un Progetto didattico che, come

nel caso della didattica alternativa, sappia farsi megafono di tutte le idee, le critiche e leproposte degli studenti.

Proporre ai singoli docenti, al Consiglio di classe o al Collegio docenti tutto l’adozione digriglie di valutazione condivise con gli studenti (ad. es. attraverso una commisione

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paritetica) che spieghino e integrino il voto numerico. Proporre al collegio docenti o al consiglio d’istituto d’istituire un incontro bimestrale tra

studenti e docenti che permetta di sperimentare la costruzione vera e propria dellavalutazione

Modello di Ordine del Giorno da far approvare in Consiglio d’Istituto

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto:valutazione narrativa

Se la finalità della scuola è quella di fornire i mezzi, e non quella di operareselezione sociale tra chi è adatto allo studio e chi no, il voto non può averealtro ruolo che quello di monitorare il percorso di apprendimento in modo dadare la possibilità di correggerlo ove necessario.Pensiamo a una maggiore interrelazione tra studente e insegnante anche nelmomento di attribuzione della valutazione, la “valutazione partecipata” èsicuramente lo strumento adatto per spogliare il voto dalla sua concezioneattuale. Il modo materiale in cui il voto è espresso, ovvero se con sistemanumerico oppure con un giudizio letterale, poco importa se alla basedell’espressione di quella dicitura vi è un rapporto aperto e diretto . Renderepartecipe lo studente del proprio processo valutativo gli consente davvero diinterpretare il voto come uno strumento a suo vantaggio per capire se sta o menoaffrontando gli studi nella maniera giusta e soprattutto dove e come puòmigliorare. Per questo una valutazione completa non può essere espressa solo duevolte all’anno ma deve essere un qualcosa di più continuo, più vicina alleesigenze di recupero dello studente e più in grado di dargli una visione “initinere” del proprio stato.In questa ottica di valutazione partecipata assume grande rilievo formativoanche la capacità dello studente di autovalutarsi; dopo una interrogazione o uncompito riuscire ad esprime un giudizio sulla propria prova è importante oltreche essere un ottimo strumento per rafforzare l’interrelazione studente-docentee fornire più elementi al docente stesso per esprimere una corretta valutazione:un “6” preso avendo studiato molto e un “6” preso avendo studiato poco hanno unsignificato profondamente diverso.Pertanto noi studenti dell’Istituto d’IstruzioneSuperiore.................di................................. proponiamo chevenga sperimentato all’interno della comunità scolastica un sistema divalutazione bimestrale a partire dall’anno prossimo. Pensiamo ad una valutazioneespressa mediante un colloquio aperto docente-studente. Grazie a questi momentipiù ravvicinati e più diretti noi studenti avremmo la concreta possibilità dimonitorare costantemente il nostro livello di preparazione e nel caso siainsufficiente porvi immediatamente riparo, concentrando il recupero su gliargomenti di quel bimestre e non su tutti quelli affrontati in un interoquadrimestre (o peggio anno scolastico) come avviene oggi.

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La didattica è vecchia e nozionistica? Pratichiamo la didattica alternativada subito

La didattica nelle nostre scuole

Da anni ormai contestiamo il muro frontale, isolante e nozionistico della didattica italiana. Duranteogni nostra contestazione, emerge sempre il malessere degli studenti nel non essere trattati comesoggetti in formazione, ma come vittime sacrificali di un sistema scolastico obbligato solo asfornare ragazzi e ragazze pronti al globalismo, alla competitività ed frammentazione sociale. Noicrediamo che la didattica italiana non si debba fermare alla banalità della spiegazione totalmentespersonalizzata e alle classiche interrogazioni a tappeto che tendono solo ad aumentare l’odio e lapaura che gli studenti e le studentesse del nostro paese hanno verso un’istituzione che dovrebbeinvece essere allettante e all’avanguardia. Ciò è dovuto, rispetto ai livelli europei, ad unascarsissima preparazione riguardo la conoscenza delle scienze dell’educazione che i nostri docentihanno. Dunque un radicale cambiamento può avvenire solamente con una diversa preparazionedegli stessi, una formazione che unisca in prima parte la conoscenza di alcune discipline sociali(psicologia, pedagogia e sociologia) e in seconda parte una preparazione completa e riguardo ladisciplina che si vuole insegnare; ponendo entrambi gli studi sullo stesso piano. Noi infatticontrapponiamo l’ottica ancora gentiliana finalizzata esclusivamente al lavoro ad una maggioreacquisizione di coscienze critiche e quindi ad un’emancipazione reale delle classi subalterne; inmodo tale che anche il docente possa finalmente smettere di vedere il suo lavoro come la banalitàdel ripetere per decenni le stesse cose senza la possibilità di variare il suo approccio, obbligatodalla cosiddetta ‘’lezione frontale’’; la quale è un altro punto sul quale l’Unione degli Studenti si èsempre schierata contro.

Cos’è la lezione frontale? E’ possibile un altro tipo di didattica?

Queste sono le domande che ci siamo posti e a cui crediamo di aver dato delle risposte concrete etangibili. La lezione frontale rappresenta l’unilateralità del messaggio che lo studente o lastudentessa vuole recepire e questo rende, in modo ancora più evidente, la verticalità che lascuola pubblica ha in maniera quasi innata ma che non dovrebbe possedere assolutamente. E’stato dimostrato inoltre che una lezione aberrante come quella frontale riduce la capacità diattenzione di uno studente medio da 45 minuti l’ora a meno di 25. Per evitare tutto ciò i docentidovrebbero flessibilizzare il loro approccio in base allo studente che presenzia in classe, e non ilcontrario, caratterizzando e singolarizzando le loro capacità, senza abbandonare però il principiocollettivo della scolarizzazione. Un altro prodotto errato di questo metodo è sicuramente lacreazione di scuole di serie A e scuole di serie B; distinguendo i licei da tutte gli altri indirizziscolastici. Un’altra frammentazione è quella dovuta alla creazione di classi ‘’pollaio’’: le quali nonpossono garantire la compattazione di un unico gruppo omogeneo ma si dividono nella creazionedei classici gruppetti, nei quali si perde il principio di cooperazione e il risultato è che il ragazzo conmeno possibilità viene lasciato indietro ed il gruppo docente continuerà a rapportarsi solo con i piùpreparati, che nella stragrande maggioranza dei casi sono gli studenti che iniziano il loro percorsoformativo partendo da una condizione sociale o economica migliore. Tutte queste problematiche sipossono risolvere semplicemente con una piccola ma rivoluzionaria rivalutazione del compito del

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docente. Bisogna tornare al ruolo di educatore ridando dignità a questo lavoro, aumentando glistipendi, aggiungendo a ciò una continua messa in campo delle capacità e competenzedell’insegnante con formazione sistemica che non può cessare con un insignificante corsod’aggiornamento.

Altri metodi di didattica:• Lettura dei testi: il docente fa leggere un testo, dopo la lettura questo viene commentato.Solitamente il commento non è fatto solo dall’insegnante, bensì è la cooperazione tra docente estudente fa emergere il commento.• Lezione dialogata: la lezione si basa sul dialogo, la trasmissione del sapere non avviene inmodo dogmatico. Il dialogo diventa lo strumento per la trasmissione del sapere.• Tempesta di idee: questo tipo di lezione è probabilmente il più efficace. Si partedall’argomento di discussione, gli studenti esprimono ciò che pensano rispetto al tema delladiscussione e il docente, dopo aver ascoltato gli studenti, fa partire la propria spiegazione daglielementi emersi da quello che è stato espresso dagli studenti. Lo studente si sente parte attivadalla lezione e partecipa con voglia. L’apprendimento è facilitato dalla partecipazione.• Discussione tra studenti: il docente dà la possibilità agli studenti di confrontarsi e discutere diciò che si sta spiegando.• Discussione insegnante e studenti: la spiegazione non è dogmatica. Non è rappresentata daciò che è già scritto sui libri, bensì si basa sulla discussione critica tra l’insegnante e gli studenti.• Istruzione programmata: si fa uso del computer, di slide, di materiali, di ricerche.• Uso di laboratori: l’utilizzo dei laboratori è prioritario per le discipline scientifiche. Per lematerie scientifiche, il discorso è particolare, perché si deve partire dalla lezione; poi la parteteorica deve essere accompagnata sempre dalla parte pratica.• Circole time: si supera la classica disposizione dei banchi, gli studenti si dispongono in modocircolare e il docente, che non ha una posizione gerarchica in quanto fa parte del cerchio, falezione insieme agli studenti.

Obiettivi: Rendere la didattica più inclusiva è necessario in una scuola che vuole guardare alla qualità.

Per fare questo c’è bisogno di un rinnovamento dei metodi, essi infatti devono puntare sullacooperazione per non lasciare indietro nessuno. Coniugare una didattica più interattiva, incui lo studente sia partecipe e non solo una scatola vuota da riempire, alla complessità deicontenuti non è difficile. E’ importante a tal proposito che gli studenti si sentano coinvoltide ciò che devono studiare e che abbiano la possibilità di svolgere approfondimenti anchein relazione ai loro interessi.

Strumenti per una didattica cooperativa: Inserire l'educazione fra pari, l'autoformazione, l'indagine a partire da strumenti

multimediali e mediatici, la propositività degli studenti tra le pratiche quotidiane in ogniparte d'Italia. Crediamo anche, che in una fase in cui la rigida demarcazione fra conoscenzenon dà più i suoi frutti, diventi importante la costruzione di ore dedicate ad ambitimultidisciplinari come pratica costante durante l'anno;

Promuovere la scrittura collegiale del POF attraverso la discussione all’interno diCommissioni Paritetiche;

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Programmare collegialmente le attività complementari, creando raccordo tra territorio escuola e tra curricolare ed extracurricolare. Valorizzare l’associazionismo presente sulterritorio e le competenze individuali degli studenti;

Ripensare il tempo della scuola come qualche cosa di flessibile e individuale (D.P.R.567/96): dotarsi di strumenti come periodi sabbatici per valorizzare e dare spazio alleattività extrascolastiche, che nella scuola devono trovare riconoscimento e raccordo;Chiediamo di costruire una didattica basata sulla valorizzazione delle differenze culturali,sessuali, comportamentali, cognitive;

Attivando risorse economiche ed umane straordinarie per l'inserimento degli studentiappena arrivati nel nostro paese, garantendo corsi di lingua italiana unitamente allapossibilità di continuare a studiare la propria lingua;

Portando gli studenti immigrati ad un primo approccio alla lingua italiana, utile araggiungere livelli minimi di conoscenza che rendano possibile anzitutto l’interazione attivacon la società, andranno aggiunti corsi di italiano di secondo e terzo livello che siconcentrino anche sulla terminologia specifica delle diverse discipline;

Sperimentando l’introduzione di testi bilingue da fornire gratuitamente agli studenti

Ordine del Giorno da far approvare nei Consiglio di Istituto

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto: settimana della didattica alternativa

La didattica utilizzata nella scuola di oggi è un po’ datata. Mentre lapedagogia è progredita e ha individuato sistemi di insegnamento eapprendimento nuovi, le nostre scuole rimangono ancorate alla lezionefrontale. L’individuare come unica modalità di apprendimento la lezionefrontale rispecchia una visione univoca e limitata di trasmissione dei saperiche dal docente devono essere “collocati” nello studente. Noi crediamo chequesta visione non solo mortifichi lo studente in quanto lo riduce acontenitore da riempire di nozioni, ma anche il ruolo stesso del docente chesi limita a una trasmissione sterile di conoscenze. Riuscire a cambiare ilrapporto studente-docente esistente oggi, facendo in modo che attraversomodalità di lezioni partecipate ci sia uno scambio reciproco e non univoco diconoscenze, non significa svilire la figura del docente, ne togliergliautorità ma al contrario significa esaltarne realmente la funzione formativa.La lezione frontale è certamente un momento importante ma non può esserel’unico momento ne l’unico strumento a disposizione degli insegnanti perfavorire l’apprendimento. Per noi studenti riuscire a acquisire conoscenze enon solo nozioni significa acquisire un metodo di studio efficace, la capacitàdi mettere in relazione le varie materie e le materie con tutto quello chesuccede ogni giorno intorno a noi. La stessa divisione classica tra materiedovrebbe essere superata, sarebbe più interessante e sicuramente piùproduttivo analizzare contemporaneamente un periodo storico con un docente distoria, uno di italiano e uno di storia dell’arte oppure studiare ilfunzionamento di un macchinario insieme a un docente di fisica che ne spieghile leggi che ne permettono la costruzione.

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Pertanto gli studenti propongo di inserire nel Piano dell'Offerta Formativaper l'anno ……………………...dell’Istituto...................di....................., una settimana dididattica alternativa da svolgersi in orari curriculari in cui studenti edocenti si impegnino insieme a applicare e sperimentare modi e metodi nuovi difare lezione quali la lettura di testi, la lezione dialogata, la tempesta siidee o brainstorming, la discussione tra studenti, la discussione insegnanti-studenti, l'istruzione programmata, l'uso di laboratori, il circole time, igiochi di ruolo, la scrittura creativa e le mappe concettuali.

Alternanza scuola-lavoro sfruttamento? Rovesciamo il modello del Governo inogni scuola

L'alternanza scuola-lavoro è stata uno dei principali cavalli di battaglia per promuovere la BuonaScuola, ma è stata intesa non come un strumento utile ad accrescere le competenze trasversalidello studente, bensì come un ingresso anticipato al lavoro. Questo evidenzia volontà del Governodi riprodurre il modello tedesco di alternanza, il quale comporta la trasmissione di conoscenzespecifiche utili soltanto all'azienda interessata ed è difficilmente riproducibile in in un Paese comel'Italia, dove le condizioni del modello di sviluppo sono notevolmente differenti. Alle aziendeinteressate all'alternanza non viene indicato nessuno requisito di carattere formativo, ambientale olegato ad un generico codice etico. Senza badare al territorio e ai diritti dei soggetti in formazione,l'esperienza di lavoro troppo spesso diventa inutile, se non una mera mansione non retribuita. Perevitare che l'alternanza scuola lavoro presenti i limiti sopra citati, sarebbe necessario che ilGoverno ascoltasse maggiormente le rivendicazioni delle studentesse e degli studenti, aprendo unconfronto reale e non solo di facciata sullo statuto delle studentesse in Stage. Non sembra esserci,però questa volontà, dunque è oggi necessario rispondere scuola per scuola, approvando dellecommissioni paritetiche utili a mettere in esame le scelte che la scuola intenderebbe attuare suquesto tema. Tali commissioni dovrebbero essere composte da docenti e studenti e dovrebberoavere la responsabilità di individuare le aziende migliori. Oltre alla scelta, si occuperebbe anche diredigere i concordati tra scuola e impresa, utili a garantire la tutela del territorio e dei diritti dellostudente attraverso un codice etico contro la devastazione ambientale e la corruzione.

Strumenti: far approvare uno statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti in stages attivare un progetto di sportello-lavoro nelle scuole della città in collaborazione col

sindacato far approvare la commissione paritetica per la definizione dei concordati di alternanza

scuola lavoro Rendere capillare la campagna Mettiamoci al Lavoro

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Statuto delle studentesse e degli studenti in stage da far approvare nei propri Consiglid'Istituto

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto: statuto delle studentesse e degli studenti in stage

Preambolo

Il presente Statuto ha la finalità di riorganizzare la materia degli stages che,anche alla luce del prindipio costituzionale dell’autonomia scolastica, devonoessere pensati e costruiti per lo studente e con lo studente, al fine disoddisfare le esigenze di ogni ragazzo e consenendo a questi di interagire con isoggetti del c.d. “mondo del lavoro”: azienda, sindacato, ecc…

Questo Statuto è rivolto a tutti gli studenti inseriti in percorsi di Terza Areae Alternanza Scuola-Lavoro.

Art.1 TempisticaLo stage deve essere elemento del Pof e, in quanto tale, progettato dallascuola. In quanto esperienza formativa, il periodo di stage deve essere limitatonel tempo e in alcun caso può superare i 30 giorni rispetto al curricoloannuale. I giorni di stage, quando il tirocinio avviene all’interno delcalendario scolastico, non devono essere recuperati e devono essere consideratiparte integrante del curricolo.

Art.2 Coinvolgimento dello studenteLo studente deve essere coinvolto nell’attuazione dei progetti deliberati dagliorgani collegiali della propria istituzione scolastica secondo i canali dipartecipazione e coinvolgimento degli studenti sanciti dallo Statuto delleStudentesse e degli Studenti (D.P.R. 249/98).

Art.3 Informazione dello studenteLo studente deve essere informato preventivamente delle mansioni che dovràsvolgere all’interno dell’azienda.

Art.4 Copertura assicurativaAllo studente che parteciperà allo stage, dovrà essere garantita, da partedell’istituzione scolastica di appartenenza idonea copertura assicurativa controgli infortuni presso l’INAIL nonché per responsabilità civile.

Art.5 Informazione dello studenteAllo studente deve essere garantita la frequenza di un corso di formazionepreliminare su diritti e tutele nel mondo del lavoro nelle ore di insegnamentodella/e materia/e professionali coinvolte nello stage.

Art.6 TutoraggioL’istituzione scolastica deve individuare all’interno del corpo docente lafigura di un tutor cui affidare lo studente che partecipa allo stage. Altresìl’azienda deve induviduare un tutor al quale viene affidato lo studente e che,in coordinamento con la figura del tutor scolastico, deve facilitare

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l’inserimento di questi nell’azienda. Per comprovate violazioni degli obiettivididattici dei tirocini la scuola si farà garante nel richiedere la sostituzionedel tutor aziendale e, per casi di estrema gravità, di interrompere ognirapporto con l’azienda in questione.

Art.7 Confronto studente-scuola-aziendaSi devono prevedere incontri periodici di confronto tra lo studente, il tutorscolastico e il tutor aziendale sull’andamento dello stage (uno obbligatorio ametà del periodo di stage).Altresì deve essere garantito il diritto di assemblea tra gli studenti dellamedesima classe per confrontarsisull’andamento dei tirocini. Questi incontri, da svolgersi durante il periodo disvolgimento degli stage,avranno l’utilità di prendere coscienza del proprio percorso formativo.

Art.8 Valutazione del periodo di stageAl termine del periodo di formazione l’azienda deve fare una relazione, dapresentare in duplice copia, unaallo studente e l’altra al consiglio di classe di riferimento, sul periodo diformazione svolto dallo stagista.Entro la medesima data lo studente tirocinante deve presentare relazionedettagliata, in duplice copia, sulperiodo di formazione svolto in azienda.

Art.9 Copertura costiDurante il periodo dello Stage allo studente deve essere garantita, a caricodell’azienda, un compensominimo a copertura parziale delle spese sostenute dallo studente, che può,altresì, essere convertito inservizi.

Art.10 Valutazione dello studenteIl periodo di stage deve essere valido ai fini della valutazione complessivadello studente.

Art.11 Riequilibrio didattico delle materie non-professionalizzantiLa scuola si impegna, al rientro a scuola dello studente inserito in un percorsodi stage, a metterlo incondizione di recuperare le sopravvenute carenze nelle materie non coinvoltenegli obiettivi didattici dell’alternanza scuola lavoro.

Art 12 Commissione paritetica per la definizione dei progetti dell’alternanzascuola lavoro. Viene istituita una commissione paritetica composta in egual numero da studentie da docenti che si occupi di redigere i progetti per l’alternanza scuolalavoro.

Art.13 Codice etico su corruzione e devastazioni ambientaliOgni azienda si impegna a firmare un codice etico in cui si certifica la totaleestraneità a legami con la criminalità organizzata e l’estraneità da fenomeni diinquinamento del territorio.

Art.14 Formazione dei lavoratori

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Nella scelta delle aziende presso cui effettuare esperienze di alternanza scuolalavoro vengono predilette le aziende che effettuano formazione permanente ailavoratori e che hanno un basso numero di ctd.

Progetto sportello lavoro da far approvare nelle scuole della città

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto: progetto sportello lavoro a scuola

Considerato che all’interno degli istituti tecnici e professionali di Statosempre più studenti prendono parte ad iniziative di alternanza scuola-lavoro,che molti ragazzi in età scolare iniziano a lavorare, che il mondo del lavoro,le forme contrattuali, diritti e doveri del lavoratore sono sempre menoconosciuti dagli studenti, proponiamo delle ore di formazione nelle scuoledelle nostre città. Nello specifico l'istituto........................di........................... si impegnerà a sostenere un progetto disportello lavoro. Le ore di formazione saranno svolte da studenti ed esperti,con la collaborazione di un insegnante di diritto per un gruppo di allieviprovenienti dalle classi quarte e quinte e con esponenti del mondo sindacale.Questi, a loro volta, saranno chiamati a svolgere nelle classi prime, secondee terze lezioni di peer tuotoring e peer education con il fine di creare,mediante laboratori ed attività formative, consapevolezza attorno aiprincipali temi legati al mondo lavorativo, come la lettura e comprensione diun contratto, le forme contrattuali più comuni proposte ai giovani(apprendistato e voucher), diritti e doveri di uno studente i stage. Il gruppoformatosi sarà, inoltre, punto di riferimento per gli altri ragazzi dellascuola, che anche dopo le lezioni di peer education , potrebbero incontraredifficoltà negli stage o sul poso di lavoro.

Ordine del Giorno per la creazione di una commissione paritetica per la definizione deiconcordati dell'alternanza scuola lavoro.

All’Albo dell’IstitutoA tutti gli Studenti e ai loro Genitori

Ai Docenti dell’IstitutoA tutto il personale ATA dell’istituto

Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della RicercaAll’Ufficio Scolastico Regionale

Alle Organizzazioni Sindacali Territoriali per il tramite delle SediPeriferiche

Oggetto: Ordine del Giorno per la creazione di una commissione paritetica perla definizione dei concordati dell'alternanza scuola lavoro.

Anno scolastico ....../......Ci ritroviamo sempre più spesso davanti ad esperienze di alternanza scuolalavoro che non costituiscono un reale momento formativo per gli studenti,

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troppo spesso queste esperienze si tramutano in momenti di lavoro a tutti glieffetti, completamente gratuito. Inoltre spesso le aziende in cui conduciamoqueste esperienze sono le stesse che ogni giorno non dimostrano alcun rispettoper il territorio che ci circonda. In questo processo noi studenti non abbiamovoce in capitolo, non possiamo decidere in quali aziende andiamo a compiere leesperienze di Asl ne con quali regoli e quali diritti.Pertanto chiediamo di avere finalmente voce in capitolo in queste decisioneper mezzo di una commissione paritetica composta da docenti e studenti che sioccupi di scegliere le aziende e di redigere i concordati tra scuola e impresain modo tale da poter determinare queste decisioni e avere uno spazio in cuirivendicare dirittti e tutele.Questo diritto viene sancito dallo stesso Statuto degli Studenti e delleStudentesse in quanto, nel D.P.R. 249/98 all’ART. 2 comma 4 si legge: “Lostudente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita dellascuola.I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamentodi istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte diloro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivididattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, discelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto auna valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo diautovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e didebolezza e a migliorare il proprio rendimento.”Pertanto il Consigliodi .............................................................................................................................delibera la costituzione della commissione paritetica per la definizione deiconcordati dell'alternanza scuola lavoro diventando un organo collegiale atutti gli effetti, come il Consiglio d’Istituto e il Collegio dei Docenti,modificando il proprio Regolamento d’Istituto. La modifica al regolamento saràa sua volta redatta da una commissione paritetica temporanea elettademocraticamente dagli organi di rappresentanza delle varie parti e poiratificato dal Consiglio d’Istituto. La Commissione Paritetica sarà dunque unorgano costituito da egual numero di studenti e docenti dove si esaminano levarie proposte pervenute dalle aziende disponibili ad ospitare esperienze dialternanza scuola lavoro e si stabiliscono i criteri minimi di tutele ediritti per gli studenti.

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Scuola autoritaria? Ribaltiamola con i referendum studenteschi

La scuola dovrebbe essere una palestra di democrazia. Essendo un luogo per sua natura collettivo,tutte le decisioni dovrebbero essere trasparenti e collegiali. Invece troppo spesso queste vengonoprese senza alcuna condivisione con la scuola tutta, in consigli di istituto che si limitano a ratificaredecisioni già prese. Negli ultimi anni, inoltre, le diverse riforme hanno sempre di più accentrato ilpotere decisionale nelle mani del dirigente scolastico, sempre più un manager che, senza nessunruolo formativo, gestisce la scuola come se fosse un azienda. Lo statuto delle studentesse e deglistudenti dice chiaramente che quando una decisione influisce particolarmente sulla vita deglistudenti, questi possono esprimersi attraverso una consultazione. Dobbiamo avere la capacita diriconquistarci i nostri spazi decisionali nelle scuole, e il referendum studentesco può essere unostrumento centrale in questo processo.La rappresentanza è uno strumento centrale per gli studenti nelle scuole, ma se non è capace digenerare processi di partecipazione attiva e di decisione condivisa si riduce ad uno strumento didelega che non fa che rafforzare l’autoritarismo dilagante delle nostre scuole.La democrazia non è un fatto, ma è un fare. Non si costituisce solo di spazi e luoghi di confronto,che siano essi elettivi oppure no, ma si sostanzia di processi, di condivisione e di trasparenza. Ed èquesto il ruolo di noi studenti: affermare a gran voce che la scuola è di chi la vive, control’autoritarismo e i presidi manager!

Obiettivi: Dotare la comunità scolastica tutta di un elemento di democrazia reale che riequilibri i

rapporti tra le componenti e legittimi i processi dal basso. Il quesito referendario più chedotarsi di strumenti d’attuazione è uno strumento in sè per sè; quanto da esso emergepermette o facilita l’attuazione di altri OdG, anche quelli che ad esempio hanno trovatoostacoli negli altri canali d’attuazione (in Consiglio d’istituto o in Collegio docenti).

Strumenti: Ordine del Giorno per l'istituzione del referendum studentesco Assemblee d'istituto, di classe e pubbliche (nelle pagine seguenti un approfondimento)

Ordine del Giorno sul referendum studentesco da far approvare nei Consiglid'Istituto

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto:referendum studentesco

Gli organi collegiali, come strutturati oggi, rendono difficoltosa e spessopoco incisiva la partecipazione della comunità studentesca all’interno deiprocessi decisionali dell’istituto. Spesso le stesse riunioni del consiglio diistituto servono solo a ratificare decisioni già prese, sminuendo il ruolodella rappresentanza e facendo della democrazia soltanto un feticcio.

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Il poter ricorrere a un Referendum interno può avere effetti positivi non solosulla partecipazione attiva, ma anche far si che la gestione della scuola siadavvero un processo collettivo e non limitato a un gioco di maggioranze eminoranze in un luogo ristretto e le quali discussioni spesso appaionodistanti dal vivere quotidiano della scuola.La stessa presunzione di voler delegare alle figure dei rappresentanti tuttol’onere e il potere dell’intervento nella gestione dell’istituto riflette unsistema poco in grado di aprire e di rendere partecipe la comunità scolasticatutta ai processi decisionali. Certamente la funzione della rappresentanza èfondamentale per non appesantire e burocratizzare in maniera eccessivaqualsiasi scelta ma pensiamo che, anche da un punto di vista formativo, ladelega completa e l’impossibilità di intervenire per studenti, docenti egenitori che non siedono negli organi collegiali disabitui alla partecipazioneattiva e abitui a un sistema in cui la democrazia vive solo nel momento delvoto.Vediamo gli organi collegiali non solo come strumenti necessari per unagestione collettiva e partecipata del nostro istituto, ma anche come palestradi democrazia per le parti che in esso sono rappresentante; ed è per questoloro ruolo formativo che non possiamo accettare che siano ridotti a semplicipassaggi burocratici che i dirigenti scolastici devono ratificare.Pertanto si propone che sia inserito all’interno del regolamento di istitutola possibilità di consultare la comunità scolastica in maniera vincolante incaso di parere non concordante come d'altronde previsto dal comma 5dell'articolo 2 dello Statuto dei Diritti degli Studenti e delle Studentesse -D.P.R. 249/98 il quale recita "Nei casi in cui una decisione influisca in modorilevante sull'organizzazione della scuola gli studenti della scuolasuperiore, anche su loro richiesta, possono essere chiamati ad esprimere laloro opinione mediante una consultazione. (...)"Metodi e forme del Referendum Studentesco dovranno essere contenute in unregolamento di cui l'istituto....................................di.......................... si dovrà dotare.

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Diritti calpestati? Piccolo prontuario per la difesa dei dei propri diritti

Con La Buona Scuola e la legittimazione dell’autoritarismo del dirigente scolastico sullo stampoaziendale, si rischia di perdere alcuni diritti fondamentali degli studenti. Per questo di seguitotroverete un piccolo prontuario con i diritti principali tratti dallo Statuto dei diritti e dei doveri deglistudenti e delle studentesse, dal testo unico del 94 e dal DPR 567 del 96. Per maggiori info sfogliail manuale per la sopravvivenza a scuola!

Prontuario dei diritti: Diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero (artt. 1, comma 4 e 4, comma 4 dello

Statuto): la libera espressione di opinioni che non sia lesiva della personalità altrui non puòessere in alcun modo sanzionata;

Diritto a una formazione culturale e professionale qualificata che rispetti e valorizzi, ancheattraverso l’orientamento, l’identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee (art. 2,comma 1 dello Statuto): dunque diritto al rispetto della propria individualità e peculiarità, inun ambiente aperto e accogliente, senza alcuna discriminazione basata su condizionipersonali o sociali;

Diritto di iniziativa didattiche autonome degli studenti, di formulare richieste e di svilupparetemi liberamente scelti (art. 2, comma 1 dello Statuto): gli studenti possono arricchire ipropri programmi con attività autonome e possono formulare richieste specifiche suiprogrammi didattici;

Diritto alla riservatezza (art. 2, comma 2 dello Statuto): è un diritto dello studente che nonsiano divulgate dalla scuola informazioni che lo riguardano senza il suo consenso (ad es.,voti insufficienti nei tabelloni finali, situazione reddituale, ecc.);

Diritto a essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola(art. 2, comma 3 dello Statuto);

Diritto a una partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola (art. 2, comma 4dello Statuto): ad es., fondando associazioni, collettivi, organizzando attivitàextracurriculari, ecc.;

Diritto di essere consultati dai dirigenti scolastici e dai docenti in riferimento allaprogrammazione e alla definizione degli obiettivi didattici, all’organizzazione della scuola, aicriteri di valutazione e di scelta dei libri e del materiale didattico (art. 2, comma 4 delloStatuto): è dunque previsto l’avvio un dialogo costruttivo e di un percorso educativo il piùpossibile condiviso;

Diritto a una valutazione trasparente e tempestiva che permetta allo studente di individuarei propri punti di forza e di debolezza, avviando un processo di autovalutazione (art. 2,comma 4 dello Statuto): le valutazioni devono essere riferite allo studenteimmediatamente, o comunque in tempi brevi, e il docente non può rifiutarsi di riferire ilvoto di un compito o di un interrogazione, in quanto essenziale per permettere allostudente di studiarsi e migliorarsi;

Diritto alla consultazione su materie di interesse rilevante per la scuola (art. 2, comma 5dello Statuto): gli studenti hanno diritto, anche su loro richiesta, ad essere chiamati adesprimere la propria opinione con un’apposita consultazione referendaria su decisioni cheinfluiscano in maniera rilevante sull’organizzazione della scuola;

Diritto alla libertà di apprendimento e alla scelta autonoma tra attività curriculari

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integrative., ad es. gite) e tra attività aggiuntive facoltative (ad es. corsi pomeridiani)offerte dalla scuola (art. 2, comma 6 dello Statuto): gli studenti non possono dunqueessere costretti (come spesso avviene da parte di alcuni docenti) a frequentare i corsipomeridiani, che devono comunque essere organizzati rispettando i ritmi di apprendimentoe le esigenze di vita degli studenti;

Diritto degli studenti stranieri al rispetto della loro vita culturale e religiosa e all’integrazione(art. 2, comma 7 dello Statuto): la scuola ripudia ogni forma di discriminazione etnica,culturale e religiosa (vedi anche l’art. 1, comma 4 dello Statuto), promuovendol’integrazione degli studenti stranieri, ad es., organizzando attività interculturali e corsi dilingua italiana per stranieri;

Diritto al recupero (artt. 2, comma 8 e 1, comma 2 dello Statuto): gli studenti hanno dirittoa essere destinatari di iniziative organizzate dalle scuole finalizzate al recupero dellesituazioni di ritardo e di svantaggio (ad es. corsi di recupero, attività in itinere, ecc.);

Diritto alla sicurezza e alla salubrità degli ambienti, che devono essere fruibili anche dastudenti portatori di handicap, promuovendo l’abbattimento delle barriere architettoniche(art. 2, comma 8 dello Statuto);

Diritto ai servizi di sostegno e promozione della salute e di assistenza psicologica,attraverso appositi sportelli (art. 2, comma 8 dello Statuto);

Diritto di assemblea (artt. 12-14 del Testo Unico e art. 2, comma 9 dello Statuto): il dirittodi riunione è garantito agli studenti a livello di classe, di corso e di Istituto, nonché il dirittodi riunione del comitato studentesco, i cui componenti sono i rappresentanti di classe (art.13, commi 4 e 5 del Testo Unico, ma vedi anche il DPR 567/96 sulle attività integrativedegli studenti);

Diritto di associazione e di riunione nei locali (art. 2, comma 10 dello Statuto): gli studentihanno diritto di organizzarsi in associazioni con fini specifici e di riunirsi nei locali dellascuola;

Diritto per gli studenti e per le loro associazioni di organizzare attività e iniziative (siaculturali che ricreative) all’interno della scuola, e per gli ex studenti di mantenere unlegame con l’istituto di provenienza (art. 2, comma 10 dello Statuto): diritto dunque a poterfruire di spazi durante e dopo le lezioni e di gestirli in piena autonomia (aula autogestita,vedi anche l’art. 2 del DPR 567/96);

Diritto al sostegno per gli studenti con disabilità certificate: gli studenti con disabilità hannodiritto ad avere assegnato del personale specialistico che li agevoli nell’integrazione enell’apprendimento;

Diritto di accesso agli atti amministrativi della scuola (artt. 22 e seguenti della legge 241/90sulla trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione);

Diritto alla rappresentanza: gli studenti hanno diritto ad avere una rappresentanza alconsiglio di classe e di istituto (artt. 5 e 10 del Testo Unico) e alla Consulta Provinciale degliStudenti (CPS; art. 6 del DPR 567/96);

Diritto di impugnare all’Organo di Garanzia interno e, in seconda istanza, a quello regionalei provvedimenti a proprio carico reputati illegittimi, presentando apposite memorie (art. 5dello Statuto);

Contro le sanzioni disciplinari è possibile fare ricorso entro quindici giorni dallacomunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola,istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte

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almeno un rappresentante eletto dagli studenti. Diritto alla conversione dei provvedimenti disciplinari in attività a vantaggio della comunità

scolastica (art. 4, comma 5 dello Statuto). Infine, gli studenti maggiorenni sono pienamente autonomi (ad es. possono firmare la

giustificazione delle loro assenze) ed è possibile anche vietare le comunicazioni della scuolasul proprio andamento scolastico alla famiglia, a tutela della propria riservatezza.

Riferimenti alle leggi: Lo Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 249/98, modificato dal DPR 235/2007),

elaborato sul modello dello Statuto dei Lavoratori, rappresenta il culmine di un processoche ha portato gli studenti ad avere un testo organico che li riguardi e chi li riconoscapienamente come soggetto sociale. Esso rappresenta la Carta fondamentale degli studenti,stabilendone diritti, doveri, obblighi disciplinari e indicando i principi che devono orientarel’operato delle scuole.

Il “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione” (D. Lgs. 297/94 esuccessive modifiche ed integrazioni): il testo coordinato che disciplina l’ordinamento dellescuole di ogni ordine e grado, le funzioni degli organi collegiali (Consiglio di istituto,Consiglio di classe, Collegio dei docenti, Giunta esecutiva), il diritto di assemblea deglistudenti e dei genitori, la struttura amministrativa locale e centrale, le scuole italianeall’estero; e più in generale tutto ciò che riguarda il sistema scolastico italiano. Il testoriprende quasi del tutto i precedenti decreti delegati della scuola del 1974, nati sull’onda delclima di rinascita culturale successivo al 1968.

Il DPR 567/96 (“Regolamento recante la disciplina delle iniziative complementari e delleattività integrative nelle istituzioni scolastiche” e successive modifiche e integrazioni): undecreto che prevede l’istituzione delle Consulte Provinciali degli Studenti, la creazione di unfondo per le attività studentesche integrative gestito direttamente dal ComitatoStudentesco e l’apertura delle scuole il pomeriggio per le attività culturali e ricreativeorganizzate autonomamente dagli studenti, con la predisposizione di almeno un localeadibito a tale scopo al termine delle lezioni (una vera e propria aula autogestita).

Altri riferimenti normativi da conoscere: legge 15 marzo 1997, n. 59, decreto legislativo n.59 del 6 marzo 1998, D.P.R. n.275 dell'8 marzo 1999 (provvedimenti sull’autonomiascolastica), legge 62/2000 (legge sulla parità scolastica), legge 30/2000 (riforma Berlinguer,oggi abrogata), legge 53/2003 (riforma Moratti, anch’essa abrogata), legge 169/2008(riforma Gelmini).

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Cosa si studia nella nostra scuola? Decidiamolo anche noi con lacommissione paritetica

La commissione paritetica non ha ancora una legge alla base che la sancisce (es. il referendumstudentesco) ma una proposta già portata avanti e accettata da diverse scuole in Italia. Consiste inun organo collegiale all’interno della scuola composto idealmente dai quattro rappresentanti deglistudenti (oppure da altri studenti democraticamente scelti dal comitato studentesco o dalla totalitàdella scuola), 3 professori e il preside (oppure 3 studenti, 2 professori e il preside in scuole conmeno di 500 alunni) nel quale gli studenti potranno esporre le loro necessità democraticamente esenza dunque l’enorme differenza di voti che la componente professori ha in più rispetto a quellastudentesca in C.d.I. La commissione, purtroppo, non può che avere valore consultivo all’internodella scuola, ma si pone comunque come un forte strumento che gli studenti hanno per imporre ildialogo ad una scuola che altrimenti potrebbe non accettarlo e quindi facilitare la realizzazionedelle altre campagne ed eventuali altre vertenze. Un avanzamento che le commissioni dovrebberoavere è quello di essere realmente una prassi per la stesura del Piano dell’Offerta Formativa di unascuola che, ad oggi poco risponde alle esigenze degli studenti in quanto deciso nella sua quasitotalità dagli insegnati e dal preside. La commissione ha il forte ruolo di essere l’organo piùdemocratico di una scuola nel rapporto tra insegnati, preside e studenti quindi ogni Commissione sideve dotare di un regolamento da rispettare su determinate questioni che rispettando il parere delComitato Studentesco e del Collegio Docenti.

Obiettivi: Colmare il gap della sotto-rappresentanza degli studenti in Consiglio di Istituto che spesso

impedisce alle proposte presentate dagli studenti di venire anche solo prese inconsiderazione, prima che approvate.

Dare agli studenti il tempo e un luogo nel quale far emergere e far pesare le proprie ragionisulla didattica, la valutazione, la vita democratica della scuola e in definitiva il Pianodell’Offerta formativa attraverso il confronto costruttivo e paritetico a docenti e studenti.

Strumenti: Avanzare la proposta al Collegio docenti e al Consiglio d’istituto d’integrare tra gli Organi

Collegiali una Commissione Paritetica, composta da un egual numero di studenti e docenti,dotata di un proprio regolamento e parere vincolante in merito alle questioni riguardanti ladidattica sollevate dai suoi membri, previo parere del Collegio Docenti e ComitatoStudentesco.

Costruire l’ampio percorso di legittimazione democratica necessario all’approvazione diquesto fondamentale organo collegiale lavorando su entrambe le parti in causa, quindifavorendo i momenti d’incontro tra collettivo/comitato studentesco e collegio docenti e/ocostruendo un’assemblea d’Istituto congiunta corpo docenti-studenti.

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Ordine del Giorno per far approvare la commissione paritetica nel proprioConsiglio d'Istituto

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto: Commissione paritetica

Nelle scuole superiori italiane la didattica è vecchia e inadeguata, incapacedi coinvolgere gli studenti e rispondere alle sfide che la scuola dovrebbevincere per essere un’istituzione fondante della cittadinanza, non separata edistante dalla società. Ad oggi la didattica è sotto completo controllo deidocenti, lo stesso Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F.) viene redattoesclusivamente dal Collegio dei Docenti e solo successivamente sottopostoall’approvazione del Consiglio d’Istituto. Questo monopolio va rotto perriuscire a dare nuovo slancio alla scuola italiana e un nuovo ruolo aglistudenti. In virtù di questo crediamo che debba diventare impegno prioritariodell’istituto ……………………………………. dar vita a quelle pratiche di didatticapartecipata che possano superare questa idea di scuola e di insegnamento.D’altronde anche lo stesso Statuto degli Studenti e delle Studentesse prevedequesta che più che una possibilità è una necessità infatti, nel D.P.R. 249/98all’ART. 2 comma 4 si legge: “Lo studente ha diritto alla partecipazioneattiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e idocenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano congli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema diprogrammazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazionedella scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materialedidattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente etempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca aindividuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il propriorendimento.”Pertanto il Consiglio di Istituto del…………………………………………., delibera affinché lacommissione paritetica diventi un organo collegiale a tutti gli effetti, comeil Consiglio d’Istituto e il Collegio dei Docenti, modificando il proprioRegolamento d’Istituto. La modifica al regolamento sarà a sua volta redatta dauna commissione paritetica temporanea eletta democraticamente dagli organi dirappresentanza delle varie parti e poi ratificato dal Consiglio d’Istituto. LaCommissione Paritetica sarà dunque un organo costituito da egual numero distudenti e docenti che nel livello scolastico complessivo elabori e scriva ilP.O.F. dopo un percorso di consultazione che coinvolga anche l’assemblead’istituto e il comitato studentesco e che poi si ricrei anche a livello disingole classi per ridelineare in base al P.O.F. concordato e approvato iprogrammi dell’anno scolastico.La commissione paritetica deve essere quindi il laboratorio di sintesi,confronto e cooperazione tra il collegio dei docenti e il comitatostudentesco, così da aprire nuovi spazi di partecipazione e crescita per glistudenti della scuola rimodulando la democrazia nelle scuole.

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Privati che finanziano le scuole? No, grazie.

Con la Buona scuola viene inserito uno strumento che apre di fatto la scuola pubblica aifinanziamenti privati (vedi capitolo sullo School Bonus a pagina…..). Noi non ci possiamorassegnare alla legittimazione delle disuguaglianze e alla fine della scuola pubblica di massa.

Strumenti: Ordine del Giorno politico in Consiglio d’Istituto e assemblee

Ordine del Giorno per il rifiuto delle erogazioni liberali in denaro derivanti dareddito d'impresa

all’attenzione del Consiglio di Classe all’attenzione del Collegio Docenti

all’attenzione del Consiglio d’Istituto

Oggetto: rifiuto delle erogazioni liberali in denaro derivanti da redditod’impresa

Con la legge 13.7.2015 n.107 viene introdotto un credito d'imposta pererogazioni liberali in denaro alle scuole statali e paritarie volte a sostenerela costruzione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione degli edifici einterventi per l'occupabilità degli studenti.Dal 1 gennaio 2015 il credito, ripartito in tre quote di pari importo e per untetto massimo di 100mila euro per ciascun periodo di imposta, è pari al 65%delle erogazioni effettuate per i primi due anni. Dal 2017 si riduce al 50%dell’importo versato. Le donazioni affluiscono a un apposito capitolo delbilancio statale e costituiscono un fondo gestito dal MIUR: una quota pari al 10per cento delle somme complessivamente erogate è assegnata alle istituzioniscolastiche che risultano destinatarie delle erogazioni liberali per unammontare inferiore alla media nazionale. Il Consiglio d’Istitutodel…………………………………………. di…………………………………. riconoscendo il rischio che porterebbetale meccanismo, ossia in primo luogo all’inasprimento della disuguaglianza trale scuole italiane, incompatibile di per sè con il concetto di scuola pubblica edi massa, si impegna a rifiutare future erogazioni liberali in denaro derivantida reddito d’impresa.

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Facciamoci spazio: apriamo aule autogestite in ogni scuola

Le scuole che siamo costretti a vivere vedono gli studenti come utenti passivi di un servizio.L’impostazione frontale delle lezioni, l’autoritarismo dei presidi, il blocco delle attivitàextrascolastiche seguite ai tagli del 2008, la burocrazia che spesso invade i pochi luoghi didiscussione rimasti aperti neutralizzano l’interesse e la partecipazione attiva degli studenti, semprepiù spettatori passivi di scuole chiuse al confronto e incapaci di recepire i loro bisogni. La scuola èad oggi incapace di costituirsi come luogo di socialità oltrechè formativo, di stimolare unsentimento di appartenenza ad una comunità per i propri studenti.In molti casi infatti le scuole sono vissute solo e soltanto nella loro ordinarietà e formalità, dallelezioni mattutine ai corsi pomeridiani nella migliore delle ipotesi, senza che gli studenti vivanol'istituto come un spazio che sentano realmente proprio. Si esclude l'importanza della formazioneextrascolastica, pertanto nei nostri plessi sono assenti luoghi di aggregazione, spazi per ospitare leattività integrative autogestite dagli studenti .L'aula autogestita può essere a tal proposito una soluzione parziale ma importante per cambiare lasituazione; un'aula in cui gli studenti della scuola possano ritrovarsi dopo gli orari scolastici odurante le ore di astensione dalle lezione (per esempio l'ora di religione) nella quale si svolgano leattività autogestite dagli studenti previste o meno dal P.O.F., come una biblioteca degli studenti,uno spazio studio o per dei gruppi di recupero formati dagli studenti, uno spazio di free wireless incui connettersi per ricerche, studio o approfondimento, un spazio in cui organizzare letturecollettive, laboratori di disegno, corsi musicali, e laboratori e spazi di discussione di qualsiasi tipo.L’articolo 1 comma 2 del decreto del Presidente della repubblica 567 prevede che l’istituzionescolastica aprendosi alla progettualità studentesca, alle associazioni studentesche e a quelle deigenitori, ponga in essere tutto ciò che è nelle proprie facoltà per la realizzazione di attivitàintegrative e non, avendo come principio fondamentale quello di ripartire dalla partecipazioneattiva di tutte le componenti scolastiche.Sulla base di questo il Consiglio di Istituto si impegna ad accogliere la proposta di aula autogestitapresentata attraverso il progetto portato dai rappresentati degli studenti in C.d.I. in modo da dareagli studenti la possibilità agli studenti di avere uno spazio di aggregazione in cui organizzare leproprie attività nei modi e nei tempi descritti dal relativo regolamento.

Modello di progetto da far approvare nei consigli di istituto per ottenereun’auletta autogestita

PROGETTO: Aula autogestita

Premessa

Attualmente la scuola viene spesso vissuta dagli studenti come il luogo in cuipassivamente giorno dopo giorno si è chiamati ad essere spettatori del propriopercorso educativo, senza la possibilità di prendere parte attiva al processocognitivo e di crescita. Di fatto la scuola che dovrebbe essere il luogoprincipale in cui acquisire i saperi di cittadinanza non solo attraverso ilpercorso educativo formale, ma anche attraverso un contesto generale chepromuove la partecipazione democratica, diventa troppo spesso il luogo da cui sivuole fuggire, perché troppo lontano dalle proprie aspettative, troppo avulso

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dal mondo dinamico che vive al di fuori delle mura scolastiche e perché troppospesso incapace di creare quei collegamenti necessari tra materie di studio eattualità. E’ per questo motivo che è necessario oggi più che mai ricercarenuove forme con cui potenziare e incentivare la cooperazione tra la diversecomponenti della comunità scolastica, valorizzando particolarmente le praticheper una buona qualità della relazione docente-studente. Una scuola nuova,moderna capace di cooptare la miriade di necessità e nuove esigenze che lostudente ha, valorizzando le inclinazioni personali e la progettualità autonomadeve essere capace anche di accogliere le idee e le proposte degli studenti.

Il problema e il soggetto di riferimento;

“Gli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado predispongonoalmeno un locale attrezzato quale luogo di ritrovo per i giovani dopo lafrequenza delle lezioni.”articolo 2 comma 1 d.p.r. 567/96

Quello che il seguente programma intente proporre, coerentemente con quantol'articolo sopracitato garantisce, è l'affidamento permanentemente aglistudentidi un'aula dell'istituto, per l’autogestione di varie attivitàdidattiche integrative informali e non formali. Si tratta di costruire unospazio materiale e immateriale in cui gli studenti possano esprimere la propriacreatività, mettere in campo il proprio sapere fare, spronare il proprio estrolavorando insieme ad altri studenti, ricostruendo una dimensione collettiva e dicondivisione che è fondamentale anche per lo sviluppo di modelli dipartecipazione e per l’acquisizione dei saperi di cittadinanza anche al di fuoridi un contesto formale curriculare.Dare spazio alla progettualità significa soprattutto credere nell’efficaciadelle cose proposte dagli studenti, valorizzando appunto anche l’aspettoeducativo autodidatta facendo mettere sapere, conoscenze e competenze acquisitein contesti diversi da quello prettamente scolastico.

Indicatori di realizzazione (cosa si svolge, come, quando, dove)

Le attività da svolgersi nel locale detto aula autogestita sono di vario tipo ericalcano nel complesso la dimensione sociale e aggregativa caratterizzatacomunque da un processo educativo.Si organizzano ad opera del collettivo studentesco integrato ai rappresentantidi istituto e ai rappresentanti di consulta le seguenti attività, con tempistica(giorni e ore pomeridiane) da definirsi in corso d’opera anche in base alleesigenze dei partecipanti e alla concomitanza con altre attività integrative eformative che si svolgono all’interno della scuola e che possono essere diinteresse comune:

Sede permanente della redazione del giornalino d’istituto. Riunioni settimanali del collettivo studentesco dell’istituto, principale

strumento di democrazia e di partecipazione collettiva. Laboratorio artistico permanente, per ricostruire la dimensione

aggregativa attraverso un attività formativa generalmente non contemplatanei piani del’offerta formativa, ma che permette invece di mettere incampo estro e creatività, di sviluppare tutta un serie di abilità pratichecomunque fondamentali per unire il sapere concettuale alla pratica.

Rassegna cinematografica con dibattito, proiezione di una filmografia

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scelta tematica (mafie, disagio studentesco e giovanile, percorso storico,… etc.) direttamente scelta dagli studenti che possa essere percorsocomplementare rispetto alle materie studiate in orario curriculare per losviluppo della coscienza critica, attraverso la richiesta di produrre unsistema di pensieri complesso con cui valutare, esprime re parere ecommentare dei film.

Assemblee con dibattito, momenti di confronto su varie tematiche decise inmaniera contingente dal comitato studentesco e dal collettivo di istituto.

Aula studio e di “mutuo recupero”, spazio in cui dare la possibilità aglistudenti di fermarsi a studiare con la possibilità di confrontarsi conaltri studenti su appunti, possibilità di scambio di materiali didattici edi “mutuo soccorso”, ogni studente può aiutare un altro in base alleproprie possibilità e inclinazioni personali.

Punto internet, dare la possibilità di scaricare materiale di ricerca e distudio a tutti gli studenti al di là delle single possibilità economichedi partenza, creando un punto di accesso alle nuove tecnologie a tutti glistudenti.

Spazio a disposizione degli studenti anche nelle ore diurne per: coloro iquali si avvalgono dell’esonero dall’insegnamento dell’IRC, coloro i qualivogliano attendere l’inizio posticipato delle lezioni (entrata allaseconda ora) ed usufruire dello spazio per studiare, fare ricerche.

Biblioteca autogestita, raccolta di libri per attività di “book sharing” ecineteca a disposizione di tutte le componenti della scuola;

Strategia, lavoro di rete e modello di intervento

Come già precedentemente accennato si predilige il lavoro di rete e di gruppo,volto a promuovere la dimensione didattica della aggregazione e del lavorocollettivo. E’ importante che siano gli studenti a cooperare attivamente traloro per la realizzazione di tutte le attività previste, creando modelli dicooperazione dove ognuno riesce ad essere parte determinante sia del processodecisionale, che della realizzazione pratica delle attività. Il modello diintervento sarà dunque basato sulla progettazione partecipata di tutte leattività e la stesura di un programma dettagliato dove eventualmente perquestioni specifiche saranno anche indicati esecutori diretti, particolareresponsabili o coordinatori di attività specifiche. Le reti di lavoro un’attività specifica da svolgersi nell’aula autogestita dovranno essere realizzateladdove necessario anche con gli insegnanti, in un modello di intervento chepartendo dalla progettazione e attuazione partecipata della attività dovrànecessariamente basarsi su una relazione educativa tra pari.

Finalità e obiettivi generali

Le finalità e gli obiettivi generali del progetto riguardano: Lo sviluppo e la valorizzazione delle inclinazioni personali degli

studenti attraverso la messa in campo della progettualità autonoma; Sviluppare modelli di cooperazione didattica che possono essere riproposti

in orario curriculare; Stimolare lo sviluppo della coscienza critica da parte degli studenti in

attività in cui sono pienamente coinvolti da registi e attori;

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Sperimentazione di modelli di partecipazione e attività che possonofungere da elemento ;cardine per un ambiente scolastico sano e ottimaleper la formazione e crescita delle persone a 360 gradi.

Acquisire competenze e conoscenze riutilizzabili anche in abito didatticoe curriculare;

Forme di riflessione in corso d'opera, forme di riproducibilità e replicabilità

Le varie attività saranno rimodulate di volta in volta in corso d’operaattraverso dei questionari somministrati ai partecipanti alle attività (con lafrequenza di uno al mese), con i quali sarà rilevato il riscontro reale rispettoagli obiettivi previsti; sarà inoltre installato un box permanente i cuiraccogliere suggerimenti e critiche che potranno essere raccolte e utilizzate aifini del miglioramento delle attività. L’aula autogestita può diventare unlaboratorio permanente di attività studentesche, un vulcano di idee inmovimento, che di anno in anno trova le forme per rigenerarsi e trovare nuoveforme di espressione, in base alle rinnovate esigenze degli studenti.

Comunicazione e diffusione dei risultati

A fine anno si prevede in concomitanza alla giornata dell’arte e dellacreatività studentesca (dpr 567/96) la diffusione attraverso mostre, banchettiinformativi e altro delle attività svolte dagli studenti nell’aula autogestita.Oltre ad un lavoro divulgativo e informativo delle attività e delle iniziativesvolte, sarà somministrato un ulteriore questionario valutativo, volto aidentificare punti di forza e di debolezza, delle attività svolte, sia sulletematiche scelte sia sulle modalità di attuazione, e saranno inoltre fatte delledomande specifiche sulle attività che possono essere proposte per l’annoscolastico successivo.

Bilancio preventivo: Sedi, attrezzature e forniture necessarie

Una sede permanente, deve essere ad ogni modo la parte fondamentale delprogetto. Per l’individuazione di questa, sarà necessario uno studio attento daparte del c.d.I. degli spazi e delle aule.L’ “auletta autogestita” deve predisporre inoltre delle seguenti attrezzature:

Postazione informatica: un PC con connessione WEB, accessibile soprattuttodagli studenti;

Una stampante a colori; Una o due scrivanie (o più banchi); Un armadio con cassetti ed una libreria; Una bacheca o espositore per affiggere avvisi, orari, programmi ecc

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Caro-libri? Lottiamo per il comodato d'uso dei libri di testo

Il libero accesso al sapere per tutt* è la chiave per l’emancipazione degli individui. In una societàcome la nostra dove la conoscenza è un elemento indispensabile all’interno del sistema produttivo,la possibilità di rimuovere gli ostacoli di natura economica e materiale dei soggetti in formazionediventa lo strumento chiave per garantire pari possibilità di emancipazione degli individui all’internodella nostra società, pari possibilità di combattere un sistema di assoggettamento alle logiche delcapitale capaci di determinare ad oggi un sistema diffuso di precarietà esistenziale. A questoprincipio s’ispirano le battaglie per il diritto allo studio che da anni ormai combattiamo nelle nostrescuole e regioni rivendicano fondi per il comodato d’uso dei libri, sconti reali per i trasporti e perl’accesso a cinema e teatro, l’erogazione di borse di studio e di carte-studenti. Se in Italia tutti idiritti (da quello al libero pensiero fino al diritto alla salute) sono diventati nell’ultimo ventennio unlusso, il diritto allo studio lo è da sempre. Il comodato d’uso dei libri di testo è pertanto solo unodei tanti strumenti che rivendichiamo per poter garantire a tutt* il diritto a studiare e formarsilungo tutto l’arco della vita, ma non di certo il meno importante. Il caro-libri infatti, ogni inizio annoscolastico, mette spalle al muro migliaia di famiglie: se le scuole stabilissero un fondo apposito percomprare i libri e prestarli in comodato d’uso agli studenti sicuramente si aggirerebbe uno dei tantiingiustificati ostacoli di natura economica che lo stato promette di rimuovere e invece ignora.

Obiettivi: combattere il fenomeno del carolibri; relizzare il libero accesso ai saperi e il diritto allo studio; contrastare la dispersione scolastica; diminuire l’impatto ambientale nelle produzione annuale di libri cartacei;

Funzionamento:

Il comodato d’uso non è altro che una fornitura, parziale o totale, gratuita dei libri di testo che lostudente riceve all’inizio dell’anno. Lo studente è tenuto dunque a restituire i testi a fine annoscolastico - in tempo perchè possano essere riutilizzati l’anno successivo - in buono stato, senzadanni o sottolineature indelebili, in modo da essere utilizzati il più possibile. La scuola quindi, inseguito all’indicazione dei libri di testo da parte dei consigli di classe, organizza gare d’appalto perl’acquisto dei libri. La mancata restituzione dei testi o la restituzione in cattivo stato comporta unapenale sul singolo libro. L’applicazione del comodato da parte delle scuole, deve necessariamenteessere accompagnato da un “controllo” dei testi adottati nei consigli di classe in modo che nonsiano sostituiti ogni anno da inutili nuove edizioni in cui cambia solo l’ordine delle pagine e degliesercizi nel libro. Ogni scuola si dota di un fondo per il comodato d’uso per l’acquisto dei libri; ilfondo, in base al contesto, può essere autofinanziato dalla scuola attraverso reperimento risorsespecifiche recuperate attraverso, ad esempio, l’utilizzo del sotware libero, dai fondi regionali ostatali. In caso di insufficenza del fondo a coprire la totalità dei richiedenti assegna priorità sullabase della sistuazione reddituale ISEE degli studenti. Il comodato d’uso è stato istituito nei singoliistituti a partire dal 2007, sostenuto dalla circolare ministeriale del 12 dicembre, protocollo n. 2491e n. 2471.

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Proposta di regolamento per il comodato d'uso da far approvare nelle scuole

Oggetto: Regolamento per la Fornitura di libri di testo in comodato gratuito

vista a legge 23 dicembre 1998, n. 448 ed in particolare l’articolo 27 relativo alla fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo a favore degli alunni meno abbienti delle scuole dell’obbligo e secondarie superiori

vista la legge finanziaria 2006 – art. 68, c. 6 facendo seguito alla circolare ministeriale del 05 dicembre 2007 prot.

2741, avente per oggetto azioni di sostegno al nuovo obbligo scolastico con la previsione della fornitura di libri di testo in comodato gratuito astudenti che frequentano la scuola secondaria superiore

considerata C. M. n° 16 del 10 febbraio 2009 - MIURAOODGOS prot. n. 1236/R.U./U che ha per oggetto “Adozione dei libri di testo per l'anno scolastico 2009/2010” e che prevede espressamente al punto 4 la possibilità per le Istituzioni scolastiche, nell’ambito della propria autonomia, di concedere, in relazione ai fondi resi disponibili, in comodato d'uso gratuito i libri di testo agli studenti

(e se presenti norme regionali) Visto l'articolo X comma Y della Legge Regionale sul Diritto allo Studio;

il Consiglio di Istituto del ...................................... approva il seguente regolamento Regolamento per la Fornitura di libri di testo in comodatogratuitoArt. 1Il comodato d'uso (prestito gratuito) dei libri di testo ad uso annuale o pluriennale adottati dall'Istituto è un servizio offerto a tutti gli studenti che soddisfano i requisiti indicati dall'art. 2.Art. 2I beneficiari del comodato d'uso sono individuati sulla base della graduatoria formulata tenendo conto dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) valido fino a coprire la disponibilità dell'Istituto.Art. 3Gli studenti e le famiglie interessate presentano la domanda per l'anno successivo in segreteria entro e non oltre la fine dell'anno in corso, allegandoil modulo ISEE di cui all'art. 2.Art. 4La mancanza del modulo ISEE determina il posizionamento automatico al termine della graduatoria.Gli studenti posizionati al termine della graduatoria per mancata consegna del modulo ISEE sono ricollocati tra loro su criteri di merito nel rendimento scolastico.Art. 5La graduatoria dei beneficiari è pubblicata dalla scuola subito di seguito alla pubblicazione dei testi adottati dai consigli di classe.Art. 6I libri sono distribuiti agli studenti a seconda dell'organizzazione predispostaannualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione all'art. 11) presso la biblioteca di istituto secondo il regolamento della suddetta biblioteca approvato dal C.d.I. in data __/__/____.

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Art. 7I libri ad uso annuale sono concessi in comodato d'uso per un anno scolastico.I libri ad uso pluriennale sono concessi in comodato d'uso per l'intera durata dell'utilizzo e/o dell'adozione.Art. 8In caso di promozione alla classe successiva, i libri ad uso annuale, devono essere restituiti all'Istituto entro la conclusione dell'anno in corso in data predisposta annualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione all'art. 11).In caso di non promozione alla classe successiva deliberata negli scrutini del mese di giugno, i libri ad uso annuale e/o pluriennale devono essere restituiti all'Istituto entro la conclusione dell'anno in corso in data predisposta annualmente dalla Commissione Comodato (di cui segue spiegazione all'art. 11).In caso di non promozione alla classe successiva deliberata successivamente (studenti con il "giudizio sospeso"), i libri ad uso annuale e/o pluriennale devono essere restituiti all'Istituto nella data immediatamente successiva alla promozione.In caso di trasferimento in corso d'anno dello studente ad altro istituto, i libri devono essere restituiti contestualmente al rilascio del nulla osta.In caso di ritiro dalle lezioni, i libri devono essere restituiti entro 5 giornidalla cessazione delle frequenza.Art. 9Gli studenti e le famiglie sono responsabili del buon uso dei libri.Considerato che i libri possono essere concessi in uso negli anni scolastici successivi, devono essere restituiti senza sottolineature indelebili, abrasioni o danneggiamenti tali da compromettere, anche parzialmente, l'uso da parte di altri studenti.In caso di inutilizzabilità anche parziale dei libri, il beneficiario è tenuto arisarcire l'istituto versando nel c/c bancario dell'istituto il valore di copertina del libro con la causale "risarcimento per prestito libri" ai sensi del C.C. art. 1803 e successivi ,addebiterà allo studente e alla sua famiglia (atitolo di risarcimento) una quota pari all’intero prezzo sostenuto dall’Istitutoal momento dell’acquisto per il primo anno di vita del libri, al 50% per il secondo anno, al 30% per il terzo anno, al 10% per i successivi.Sarà predisposta una scheda per ogni allievo in cui verranno annotati i testi dati in comodato, contraddistinti da un codice, le date di consegna e di restituzione, con le relative firme degli studenti. unita alla dichiarazione di assunzione di responsabilità relativa alla corretta conservazione dei testi sottoscritta dai genitori.Tutti i testi saranno inseriti in apposito Registro.Art. 10Viene istituito pertanto il Fondo di Istituto per ilComodato d'Uso dei Libri ScolasticiArt. 11 Viene istituita annualmente la Commissione Comodato.Il servizio di comodato sarà gestito dalla Commissione col supporto del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi o Assistente Amministrativo (designato dal D.S.G.A.).a) La Commissione Comodato dei libri di testo così costituita:• Delegato del D.S. con compito di presidenza e coordinamento (designato dal D.S.);• un docente (designato dalla componente docente in C.I.);• un rappresentante della componente genitori (designato dalla componente

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genitori in C.I.);• un rappresentante della componente studenti (designato dal C.I.);

b) Competenze della commissione:• coordina le procedure per l’erogazione del comodato attraverso la compilazionedella graduatoria degli alunni aventi diritto;• elabora il Piano attuativo da presentare al Consiglio di Istituto anche in riferimento alle disponibilità finanziarie;• elabora i dati per la valutazione finale;• su segnalazione del Gruppo di Riferimento (di cui al comma c) valuta la non corretta conservazione dei testi per l’applicazione della penale di cui all'art.9.c) In Segreteria sarà attivato un Gruppo di riferimento, coordinato dal DSGA conla collaborazione del Docente membro della Commissione e del personale ATA, con i seguenti compiti:• distribuzione dei testi;• compilazione degli elenchi;• ritiro dei testi entro i termini previsti;• verifica dello stato di conservazione dei testi e sottopone alla Commissione quelli danneggiati per l’eventuale avvio della procedura risarcitoria.

Art. 12Le risorse economiche derivanti da risarcimento per danneggiamento verranno destinate al Fondo di Istituto per ilComodato d'Uso dei Libri Scolastici.

Dove vanno a finire i nostri soldi? Come analizzare e rendere partecipato il bilancio scolastico

Quante volte abbiamo provato a proporre dei progetti nei Consigli d’Istituto delle nostre scuole e ilDirigente Scolastico, magari col sostegno dei professori, ci ha risposto con un “non ci sono i soldi”e ci ha riempito di norme, articoli e leggi per farci desistere? Molto spesso non si trovano risposteperché non si conosce il bilancio della scuola o magari, pur prendendone visione, non si è in gradianalizzarlo. Proviamo a capirne qualcosa di più.Con la legge n.59 del 15 marzo 1997, le scuole hanno assunto una propria autonomia didattica,organizzativa e finanziaria. In particolare da quando è stato emanato il D.M. 1° febbraio 2001, n.44, avente per oggetto un “Regolamento concernente le istruzioni generali sulla gestioneamministrativa-contabile delle istituzioni scolastiche” le scuole provvedono “all’autonomaallocazione delle risorse finanziarie derivanti da entrate proprie o da altri finanziamenti dello Stato,delle regioni, di enti locali o di altri enti, pubblici e privati, sempre che tali finanziamenti non sianovincolati a specifiche destinazioni.”Ciò significa che ogni scuola può decidere in buona parte come meglio indirizzare le risorsepervenute.Con l’art.2 dello stesso D.M. è stato introdotto il programma annuale che ha sostituito il vecchiobilancio scolastico. Mediante questo tutte le scuole indicano entrate, spese e programmazionedell’attività didattica e organizzativa che si intende portare a termine nel corso dell’eserciziofinanziario (entro il 31 dicembre). Il programma annuale, o documento contabile annuale, è in

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sostanza la traduzione in costi di tutti i progetti e attività che la scuola mette in campo nel corsodell’anno. Nient’altro che un bilancio di previsione dunque.Perché è importante saper leggere il programma annuale? Per riuscire a capire dove vengonodestinate le entrate e provare ad incanalare parte di queste al finanziamento dei progettistudenteschi e in più in generale al miglioramento dell’offerta formativa. Inoltre – cosa non menoimportante – saper leggere il programma annuale è utile per evitare che i soldi dell’eventualecontribuzione volontaria vadano a finire nel funzionamento ordinario della scuola invece che esseregiustamente destinati al miglioramento dell’offerta formativa.Ma non possiamo fermarci qui: dobbiamo provare a determinare veramente le scelte del Consigliod’Istituto in merito alla destinazione degli investimenti. Ciò lo possiamo fare solamente se ilbilancio scolastico, o programma annuale, è trasparente e comprensibile a tutti. Attraversol’inserimento all’interno del POF del progetto sul bilancio partecipato potremmo far sentire lanostra voce e indirizzare gli investimenti della nostra scuola sui progetti studenteschi.

Guida all'analisi del bilancio scolastico QUI

Modello Progetto "Bilancio partecipato"

Premessa

Molto spesso le scuole italiane decidono di investire gli esigui fondi delProgramma Annuale senza coinvolgere la componente studentesca. È opportunoinvece che gli studenti siano parte attiva nelle scelte che riguardano lacomunità scolastica.

Nello specifico lo "Statuto delle studentesse e degli studenti della scuolasecondaria” dice nei commi 3,4 e 5 dell'art.2:

"3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme cheregolano la vita della scuola.4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vitadella scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dalregolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sullescelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degliobiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione,di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto auna valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo diautovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e didebolezza e a migliorare il proprio rendimento.5. Nei casi in cui una decisione influisca in modo rilevante sull'organizzazionedella scuola gli studenti della scuola secondaria superiore, anche su lororichiesta, possono essere chiamati ad esprimere la loro opinione mediante unaconsultazione. Analogamente negli stessi casi e con le stesse modalità possonoessere consultati gli studenti della scuola media o i loro genitori."

E la direttiva del 16 ottobre 2006 concernente le “linee di indirizzo sullacittadinanza democratica e legalità” afferma nel comma 2 dell'art.1:

“1.2 - Ogni scuola deve assumere l’impegno e la responsabilità

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dell’apprendimento di ciascuno studente e informare il suo operato alle regoledella trasparenza, della partecipazione e del rispetto dei singoli persviluppare o rafforzare in ognuno dei suoi attori - dal dirigente scolastico alpersonale amministrativo, dai docenti agli alunni e alle loro famiglie – ilsenso dell’appartenenza ad una comunità in rapida evoluzione che richiede atutti i cittadini e segnatamente ai giovani capacità di ascolto e di intervento,nel rispetto della libertà di tutti, in una dimensione locale, nazionale edinternazionale, come luogo di relazioni e conoscenza, di incontri culturali, dipratiche sociali, di solidarietà."

In riferimento a tali normative la scuola dovrebbe favorire tutte le condizioniaffinché si pratichi la democrazia per adempiere pienamente al suo compito. Ciògioverebbe inoltre al clima di reciproca collaborazione fra le componenti attiveall'interno dell'istituzione e creerebbe un maggior senso di appartenenza alcontesto in cui si vive ogni giorno. Il bilancio partecipato, ossia la possibilità per gli studenti di prendere partealle decisioni inerenti la gestione finanziaria della scuola, può essere unutile strumento per adempiere alle indicazioni dello Statuto delle studentesse edegli studenti e della direttiva promulgata dal MIUR.

Finalità

4. favorire la partecipazione attiva alla vita della comunità scolastica5. promuore la legalità all'interno della scuola6. favorire la cittadinanza attiva 7. promuovere un dialogo costruttivo fra le componenti della scuola8. favorire l'acquisizione di competenze tecniche da parte degli studenti per

l'analisi di documenti contabili

Partecipanti al progetto

tutti gli studenti dell'Istituto d'IstruzioneSuperiore................................................

Tempi e modalità

Gli studenti avranno la possibilità di esprimere, con potere consultivo, le loronecessità indirizzando le scelte del Consiglio d'Istituto nella programmazione ealloccamento delle risorse presenti nel Programma Annuale.Esso prevede le seguenti fasi:

Informazione: il Dirigente Scolastico e il direttore s.g.a., una voltaredatta una bozza del Programma Annuale, la sottopongono a tutta lacomunità scolastica, attraverso la pubblicazione nell'albo della scuola onel sito web.

Assemblee: il Comitato Studentesco, una volta visionato il programmaannuale, in collaborazione con il Dirigente Scolastico, organizzaun'assemblea d'istituto per presentare la bozza di bilancio. Gli studentiin questa occasione dovranno presentare anche eventuali progetti volti adampliare l'offerta formativa. L'assemblea fa parte del progetto e non è daconteggiare nelle assemblee d'istituto mensili regolate dal Decreto del

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Presidente della Repubblica n. 416 del 1974, Decreto legislativo n,.297/1994, artt. 12, 13, 14 e dalla Circolare ministeriale 312/1979, par. I.

Somministrazione del referendum: il Dirigente Scolastico, incollaborazione con il Comitato Studentesco, redige un questionarioreferendario dove si pongono in votazione i possibili indirizzi deifinanziamenti disponibili non vincolati che il Consiglio d'Istituto dovràdestinare entro il 15 dicembre.

Risultati: i Rappresentati d'Istituto, in collaborazione con il DirigenteScolastico, analizzano i dati del referendum e pubblicano i risultatisull'albo scolastico e nel sito web della scuola entro il 15 dicembre.

Costi

Il progetto “Bilancio Partecipato” non presenta costi fuorché l'utilizzo dellacarta per la stampa dei questionari referendari, della presentazione della bozzadel Programma Annuale e dei risultati del referendum.

Di seguito un esempio di questionario referendario da adattare a seconda delle esigenze:

Bilancio partecipato a.s. ...../.....

Compilare in ogni parte il questionario.

A quale attività o progetto destineresti le risorse non vincolate?

Funzionamento amministrativo generale Funzionamento didattico generale Spese di personale Spese di investimento Progetto “Educazione alla sessualità” Progetto “Aula autogestita” Progetto “Ambiente sostenibile”

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Contributo scolastico altissimo? Non lo vogliamo pagare: come difendersidalle ritorsioni e dalle minacce.

Dirigenti scolastici e professori autoritari che impongono il pagamento del contributo scolastico?Non una rarità ma la triste quotidianità delle scuole del nostro Paese. Il più delle volte gli studentivengono minacciati dicendo che non li sarà permesso iscriversi alla classe successiva, o moltospesso che non li sarà consegnata la pagella. Delle volte invece viene spacciato come tassa diiscrizione, cosa assolutamente illegittima per vari motivi. L'anno scorso abbiamo somministrato unbreve questionario per portare alla luce i casi di minacce e ritorsioni: secondo i dati circa il 90%degli studenti non sapevano che il contributo è volontario e dove vengono destinati i fondiderivanti dal pagamento dello stesso.Le cifre richieste talvolta superano i 120/130€, non facendo altro che confermare tristemente ilgrande ruolo che hanno le famiglie italiane nel sostentamento della scuola pubblica. Nonostante ifondi derivanti dalla contribuzione volontaria debbano essere indirizzati unicamenteall’ampliamento dell’offerta formativa, e ciò attraverso un gestione trasparente dei fondi,quotidianamente vengono destinati al funzionamento ordinario delle scuole.

Questo è il drammatico risultato di anni di tagli alla scuola e ad una sua privatizzazione de facto,riscontrabile nei costi sempre più elevati di accesso e nell'incapacità di sostentarsi autonomamentesenza dover affidarsi a privati. Non possiamo accettare che l'emergenza possa divenire normalità,siamo ben consapevoli di quanto dietro i tagli e la dequalificazione dell'istruzione pubblica vi sianoprecise volontà politiche. Soprattutto oggi, con la crisi economica che impoverisce sempre più, nonpossiamo permettere che studenti vengano minacciati o subiscano ritorsioni per non aver voluto opotuto pagare il contributo "volontario". L'istruzione pubblica e il diritto alla studio vannorifinanziati e non si possono continuare a coprire anni di tagli con contributi imposti alle famiglie.Lo diciamo chiaramente: vogliamo l'istruzione gratuita!

La campagna "No al contributo volontario" con tutte le info utili. Clicca QUI.

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CONTESTARE E CREARE: PRATICHE DI LOTTA PER TRASFORMAREOGNI SCUOLA IN UNA SCUOLA RIBELLE

COORDINAMENTI DELLA E PER LA SCUOLA PUBBLICA

Perché?Negli ultimi anni troppo spesso i Consigli d’Istituto si sono trasformati in luoghi di sempliceaccettazione delle proposte provenienti dai Dirigenti Scolastici. Con la riforma del Governo sichiuderanno ulteriori spazi di decisionalità da parte delle componenti deboli del Consiglio. Occorresempre più restituire un senso a questi luoghi, altresì però bisogna individuare delle strategiecomuni a docenti e genitori affinché si possano individuare degli obiettivi condivisi per i qualilottare all’interno di tutti gli Organi Collegiali.

Cosa fare?Una pratica nuova da mettere in campo nei prossimi anni è quella dei coordinamenti della e per lascuola pubblica. L’obiettivo di questi coordinamenti è principalmente quello di deciderecollettivamente quali lotte intraprendere all’interno delle singole scuole, come agire all’interno deiCollegi dei Docenti e dei Consigli d’Istituto, come organizzare attività mutualistiche utili alle diversecomponenti della scuola

AmpliareLa scuola non può essere slegata dal territorio. Se crediamo che i saperi debbano cambiarequest’ultimo, il modello di lavoro e la socialità, allora uno dei principali obiettivi dovrebbe esserequello di aprire i coordinamenti a tutta la cittadinanza. Su tanti temi sarebbe importante avere deicontributi esterni qualificanti.

OCCUPAZIONI

Perché?Troppo spesso le nostre scuole e i luoghi simbolo della formazione sono“occupati”da enti privatiche sfruttano i saperi per aumentare i propri profitti, da presidi autoritari che ignorano i diritti deglistudenti, occupati da metodi e contenuti didattici tradizionali che rendono sterili le lezioni, occupatidall'ossessione della competitività che rende impossibile il confronto e l'inclusione, occupati dabarriere di ordine economico e sociali insormontabili ed escludenti. E' necessario “sgomberare” lescuole, le aule studio con orari d'apertura decurtati, le biblioteche inutilizzate, da logiche chevedono gli studenti come semplici utenti di servizi: gli studenti hanno sulle spalle la responsabilitàdi riprendersi quei luoghi per restituire loro senso.

Cosa fare?Le occupazioni studentesche (permanenti, pomeridiane o simboliche che siano) possonorappresentare quindi pratiche veramente radicali per liberare le persone e la conoscenza da modelliautoritari di gestione delle relazioni e degli spazi. I corsi alternativi, i workshop di formazione, lelezioni cooperative, le assemblee di discussione così come quelle organizzative che si svolgonodurante i momenti d'occupazione sono infatti sperimentazioni dal basso di modelli alternativi di

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società; esse trattano argomenti che vengono strumentalmente esclusi da quei luoghi e i metodi didiscussione di cui si dotano hanno l'ambizione di essere quanto più orizzontali e democraticipossibile.

AmpliareGli studenti che occupano simbolicamente un museo comprato da una banca, quella di unabiblioteca inutilizzata non possono non cercare il dialogo con i lavoratori di quegli spazi, colquartiere in cui s'inseriscono; è necessario cioè che gli spazi in occupazione si lascino contaminaredal contesto che li circonda, intercettando le istanze che provengono dagli altri soggetti cheabitualmente vi vivono e provando ad analizzare in maniera complessiva la situazione e lo spaziod'agibilità che la protesta può avere.

Scarica il vademecum sulle occupazioni scolastiche QUI Scarica il documento con le norme e le sentenze per difenderci in caso di minacce per occupazioniscolastiche QUI

AUTOGESTIONI

Perché?Nelle nostre scuole troppo spesso gli studenti vivono una condizione di passività e indifferenzaprovocate da una scarsa possibilità di incidere nelle decisioni scolastiche. Inoltre nelle nostre classinon solo con le lezioni frontali la partecipazione viene mortificata, ma nell'offerta formativamancano ore nelle quali noi studenti possiamo confrontarci sull'attualità, sulle crisi economiche eambientali, sui provvedimenti governativi che incidono sulla nostra vita, sui diritti e su tante altretematiche quotidianamente tralasciate. Dopo un'assemblea studentesca, si possono bloccare lelezioni, cercando un dialogo con gli insegnanti e convocando l'autogestione della scuola,comunicando la decisione al Dirigente Scolastico.

Cosa fare?Nel corso dell'autogestione gli studenti organizzano dei gruppi di lavoro per discutere su tematicheche non vengono mai trattate durante l'anno scolastico. Parliamo dei nostri problemi, delladifficoltà nell'accesso ai saperi dettata da un diritto allo studio inesistente, di guerre, razzismo, crisieconomica, ambiente, questioni di genere. Ogni gruppo di lavoro produrrà dei report che sarannola dimostrazione di quanto le autogestioni non siano una perdita di tempo.

AmpliareL'autogestione è lo strumento che ci permette di riappropriarci delle nostre scuole, di tornareprotagonisti e di decidere dal basso cosa e come studiare. La sfida che ci poniamo è di farlo tuttiinsieme, compresi i docenti e la cittadinanza tutta. Le nostre giornate di autogestioni potranno dirsiriuscite soltanto se saranno in grado di aprirsi all'esterno, perché la scuola è di tutti.

Scarica il vademecum per le autogestioni QUI

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RIAPPROPRIAZIONE DI LABORATORI, PALESTRE, AULE INUTILIZZATE

Perché?La questione degli spazi nelle nostre scuole è un problema storico ma che ci troviamo a vivere tuttii giorni.Spazi che dovrebbero venire utilizzati per attività laboratoriali che non sono a norma e, diconseguenza, o sono resi inagibili, impedendo le attività necessarie per i programmi e le lezioni,oppure sono agibili ma presentano numerosi rischi e problemi di sovraffollamento, oltre allamancanza dei materiali necessari per far sì che l'attività venga svolta al meglio.Inoltre vi sono gli spazi a cui gli studenti hanno diritto, diritto che viene costantemente negato omascherato come concessione: aule autogestite in scuole e spazi aggregativi che dovrebberoessere di chi vive la scuola tutti i giorni. Dobbiamo rivendicare il nostro diritto a vivere, creare e costruire spazi di aggregazione che siano atutti gli effetti degli studenti, nonostante continuino a negarceli da anni: entriamo in questi spazi,riappropriamoci delle aule che dovrebbero essere degli studenti nelle scuole e nelle università erendiamoli dei veri spazi autogestiti.

Cosa fare?Su questo tema non ci si può limitare alla contestazione, proprio perché si tratta di spazi necessariper gli studenti e devono cominciare a vivere realmente nelle scuole, nelle università e nelle città.Possiamo mettere in atto un blocco simbolico dei laboratori chiusi o non a norma durante le ore dilezione denunciando l'impossibilità a svolgere in una maniera decente le nostre attivitàlaboratoriali, oppure portare fuori dai laboratori la lezione per mostrare che a causa dellamancanza di fondi per l'acquisto dei materiali il laboratorio perde la sua funzione principale. Lariappropriazione può essere fatta assieme ai docenti e ai tecnici di laboratorio, poiché loro vivono ildisagio proprio come noi, poiché si trovano impossibilitati a svolgere parti di programmafondamentali. Riappropriandosi di un’aula autogestita dagli studenti il momento di creazione è essenziale perrenderle realmente uno spazio di aggregazione degli studenti. Si possono programmare attività didiverso tipo: il mercatino del libro usato, i collettivi della scuola, il book sharing, il cineforum, lasala musica, corsi di approfondimento e ripetizioni, raccolta di appunti, aperitivi sociali aperti atutti, ecc.

AmpliareIl momento di ampliamento e di proposta è quello fondamentale, in quanto si può riuscire a farvivere questi spazi in una maniera differente, con pratiche alternative e innovative. Nelle aulette le iniziative possono essere aperte non solo agli studenti, ma anche ai docenti e alresto del personale della scuola o dell'università o anche agli esterni e possono avere una duratache va oltre l'orario di apertura della struttura.

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CONTESTAZIONE ALLA LEZIONE

Perché?Le lezioni hanno un doppio problema: cosa si insegna e come lo si insegna. Serve organizzarsicome studenti per riuscire a porre il problema al professore e imporre lezioni diverse.Si può cambiare l'ordine dei banchi prima che entri il prof in classe, contestare la lezione frontaleinterrompendola (anche ripetutamente), farsi trovare fuori dalla classe e davanti ad un laboratorionel caso si tratti di una materia in cui sarebbe necessario l'uso del laboratorio.

Cosa fare?Dopo la contestazione dobbiamo promuovere momenti di discussione tra gli studenti (e con idocenti se disponibili) per pensare forme alternative di lezioni. Con l'obiettivo dell'insegnamentonon frontale e apprendimento peer to peer dobbiamo ripensare i temi della lezione chiedendo uncambio del programma (teorie eterodosse in economia, la storia della seconda metà '900 a storia,ecc.) e un cambio nel metodo di insegnare.

AmliareL'opera di contestazione della lezione e creazione di un diverso modo di fare la lezione non bastanose resta una discussione patrimonio di pochi. Promuoviamo assemblee con tutti gli studenti e lestudentesse, facciamo lezioni all'aperto, in una piazza della città per sperimentare diversi modi divivere l'apprendimento. Promuoviamo lezioni dentro teatri e musei e luoghi centrali nellatrasmissione dei saperi perché anche il "dove si impara" è centrale per cambiare le nostre scuole euniversità.

ASSEMBLEE/LABORATORI DIDATTICI

Perché?La didattica di scuole e università soffre di 20 anni di riforme mancate, è dogmatica e frontale,modellata sull'idea di un travaso nudo e crudo di nozioni da un lato all'altro della cattedra; essavede quindi gli studenti come spettatori passivi del processo d'apprendimento e scoraggial'acquisizione critica di cosa e come si studia. In questo contesto s'inserisce la riforma dall'alto e aritroso che ha comportato l'introduzione massiccia dei test INVALSI in ogni frammento dei percorsiformativi. I test standard provano a modificare infatti il DNA dell'insegnamento edell'apprendimento in senso omologante e semplificato. Le uniche emozioni suscitate nelle aulesono dunque la noia e l'ansia, anziché la curiosità o l'interesse, è necessario ripartire da questeconsiderazioni per contestare gli strumenti di cui attualmente si serve la didattica italiana.

Cosa fare?E' necessario che studenti e insegnanti rimettano in discussione insieme, tramite assembleepartiteticamente rappresentative e commissioni specifiche materia per materia, le modalitàconsolidate attraverso cui si insegna e s'apprende. La riflessione che c'è bisogno di costruire èmetadidattica, essa non soltanto prende ad oggetto i contenuti e i metodi d'insegnamento ma èallo stesso tempo un momento formativo, una sperimentazione costruttiva di un'altra-didattica chenon si lasci imporre dall'esterno i criteri attraverso cui essa verrà definita “spendibile” e

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“meritevole”. Le sfide sono numerose. Studi pedagogici più o meno recenti dimostrano che è moltopiù efficace condividere gli obiettivi formativi piuttosto che sottoporre verifiche a sorpresa,incoraggiare l'apprendimento attivo degli studenti piuttosto che addestrarli all'ascolto, è piùstimolante dare un'impostazione cooperativa delle lezioni rispetto ad una competitiva, lasciando,all'interno di queste, ampio spazio al dibattito tra gli studenti e tra studenti e docenti.

AmpliareSe si vuole trasformare i luoghi della formazione in laboratori dell'alternativa è necessariorecuperare la lezione della pedagogia critica degli anni '70 ricollegandola con le ricerche moderne econ le sperimentazioni didattiche dal basso e a costo zero che in questi anni di mobilitazioni si sonoprodotte nelle scuole e nelle università. E' necessario cioè provare a ristabilire dei legami traqueste esperienze didattiche positive, riaprendo spazi di discussione non soltanto nel mondo dellaricerca ma anche e soprattutto all'interno delle singole scuole e delle singole università.

MANIFESTAZIONI CULTURALI SERALI

Perché?Quanti temi, quanti argomenti, quanti autori e soprattutto autrici non entrano mai nelle nostreaule? Nelle scuole gli ultimi decenni di storia, di letteratura e di filosofia non vengono mai trattati,argomenti come la sostenibilità ambientale e la crisi economica difficilmente trovano spazio. Inoltrei luoghi della formazione sono spesso impermeabili a forme di sapere diverse dalla lezione frontaleo dalla conferenza, come il teatro, il cinema, l'arte.Bisogna superare la parcellizione del sapere e far entrare nelle scuole tutti i saperi chenormalmente non entrano: l'economia non ortodossa, la storia sociale, le donne che hanno scrittoe che sono state dimenticate, i beni comuni, ecc...

Cosa fare?Creare momenti aperti non solo agli studenti e alle studentesse è un modo per affrontare teminuovi e per far comprendere a tutta la cittadinanza il significato di una scuola e di un'universitàpubbliche.Conferenze su temi di attualità, incontri e seminari su temi esclusi dai luoghi della formazione,proiezioni di film, spettacoli teatrali, concerti, mostre e performance sono strumenti per presentareun altro sistema di istruzione.

AmpliareAprire alla cittadinanza è una prima forma di ampliamento, ma queste iniziative possono esseresvolte anche fuori delle mura di scuole e università. Si possono fare concerti all'aperto, spettacoli diteatro nelle piazze e incontri in luoghi simbolici della città. Si possono sfruttare spazi di ognigenere, sperimentare il teatro di strada, fare lezioni in piazza, ecc...

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ASSEMBLEE IN PIAZZA

Perché?Lo strumento delle Assemblee in piazza dà la possibilità di ampliare lo spazio della contestazioneallargandola ad altri soggetti sociali delle nostre città, ma anche e soprattutto alla cittadinanza.Le assemblee potrebbero essere organizzate davanti ad edifici pubblici abbandonati o degradati oin luoghi dall'alta densità criminale uscendo dalla modalità classica dell'assemblea all'interno di unluogo fisico aprendola al coinvolgimento di cittadini e cittadine che difficilmente vengonointercettati quando restiamo nelle aule scolastiche o universitarie.

Cosa fare?La lotta per la liberazione dei saperi è centrale per costruire un nuovo modello di sviluppo a partiredal territorio. Per questo ogni momento di lotta è buono per ampliare i temi di discussione(ambiente, diritti dei migranti, antifascismo, disagio giovanile, lotta alla criminalità, etc.) perriuscire ad analizzare insieme a lavoratori, associazioni, cittadini, ecc. quale dovrebbe essere ilruolo di scuole e università per la risoluzione dei problemi del territorio.

AmpliareL'obbiettivo delle Assemblee di piazza non deve essere solo quello dello spostamento fisico delluogo di discussione, bensì il tentativo di uscire dai classici orizzonti studenteschi provando alcontrario a restituire alle piazze quella funzione aggregante e propulsiva che consenta allasoggettività studentesca di fungere da collante delle varie rivendicazioni locali.Può essere utile stilare un documento sottoscritto dalle varie realtà associative (ma anche Comitatidi quartiere e singoli cittadini) da consegnare alle amministrazioni locali (circoscrizioni, comuni,province) con l'obbiettivo di aprire vertenze ed interlocuzioni.

OCCUPAZIONE DI SPAZI CULTURALI E/O ABBANDONATI

Perché?La rivoluzione culturale che vogliamo compiere nelle scuole e nelle università trova naturale spondain tutti quei luoghi in cui la cultura stessa ha trovato un habitat fertile. In questo senso i luoghiteatri, cinema, potrebbero rivivere mediante un'occupazione che provi ad evidenziare ladesolazione che si determina a seguito della dismissione di uno spazio in cui si è prodotta a variotitolo cultura. L'azione conflittuale potrebbe essere condotta con l'aiuto di lavoratori dellospettacolo.

Cosa fare?Far rinascere uno spazio culturale abbandonato vuol dire in primis riaprirlo alla cittadinanza cui èstato sottratto e, ovviamente, il modo migliore potrebbe essere l'organizzazione di un'assemblea incui chiamare a raccolta tutte le associazioni del quartiere o della città denunciando l'abbandono erimarcando il ruolo svolto da quello spazio negli anni precedenti.

AmpliareGestire lo spazio autonomamente, organizzarvi corsi di teatro, reading letterari, cineforum tematici,

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presentazioni di libri, dibattiti porterà nuova linfa al luogo consentendo agli occupanti diraggiungere l'obbiettivo del riutilizzo sociale.

PRESIDI E CORTEI

Perché?Il corteo, così come il presidio, è una pratica fondamentale per dar visibilità e peso al nostrodissenso. E' uno degli strumenti principali per esercitare pressione e la partecipazione, inparticolare per il corteo, risulta essere fondamentale sia dal punto di vista del peso che si dà alleistanze che sono al centro della manifestazione, sia come impatto visivo e comunicativo.E' possibile manifestare lungo le strade della città, organizzare cortei che percorrano corridoi,facoltà, scuole per poi raggiungere i luoghi fisici relativi all'oggetto della contestazione o spazi incui svolgere momenti assembleari. E' possibile organizzare picchetti davanti l'ingresso delle scuole,presidi di fronte la sede di svolgimento degli organi di governo, di Enti Locali, Assessorati.L'assedio, sonoro o meno che sia, ha un forte impatto se usato per delegittimare il contenuto o ilprotagonista di un dibattito, di una presentazione di un libro, e quant'altro e può essere usato perriprendere parola in determinati momenti e per far emergere, così, le nostre posizioni.

Cosa fare?La manifestazione si pone l'obiettivo di portare all'attenzione della cittadinanza e del soggettointerlocutore le nostre rivendicazioni. La stessa va intesa come uno strumento e non come fine e,di conseguenza, va intesa come perno per l'avvio di una vertenza, il lancio di una proposta, magaricostruita dal basso attraverso percorsi assembleari e pubblici.Per la natura dell'atto, che sia un presidio, un corteo o un assedio è importante considerare lapotenzialità dello stesso a portare al centro del dibattito i temi protagonisti della manifestazione e,quindi, è particolarmente importante curare l'aspetto comunicativo.

AllargareQuesto tipo di contestazione parte dalla legittimità delle nostre rivendicazioni e si pone l'obiettivodi farla crescere. E' fondamentale, quindi, individuare forme e modalità che creino consenso. Comecomunichiamo all'esterno e anche all'interno, attraverso un'opera di volantinaggio, di confronto conchi partecipa, con chi vogliamo che lo faccia e con il resto della cittadinanza è uno dei temi chedevono essere al centro della nostra attenzione.Troviamo quindi forme creative per veicolare i nostri messaggi, che colpiscano chi ci osserva, cheriescano a sensibilizzare chi vogliamo si mobiliti insieme a noi e creiamo una rete di contatti cheabbia la capacità di espandersi giorno dopo giorno.

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