malattie dermatologiche

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Erisipela Descrizione della malattia: Infezione acuta cutanea, con evidente coinvolgimento del derma, dell'ipoderma e dei vasi linfatici Incidenza: Malattia tipica dell'infanzia e della senescenza; Poco diffusa in Italia; Comune in Francia (10-100 casi ogni 100.000 soggetti sani) Ricerca eziologica Streptococchi del tipo A beta-emolitico (i maggiori responsabili) Streptococcus piogene, stafilococchi, stafilococchi dei gruppi B, C e G ed altri batteri gram-negativi Aree anatomiche più colpite Viso (naso, guance e palpebre) Gambe Braccia Manifestazioni cliniche Esordio: drammatico con febbre, freddo, brividi, bruciore locale +Evoluzione: chiazze gonfie ed eritematose sulla pelle, pustole, bolle, vesciche e prurito A livello dei vasi linfatici: essudazione ed infiammazione Degenerazione della malattia: necrosi cutanea delle zone interessate dall'infezione, oltre a bolle succulente e pruriginose, edema palpebrale, possibile secrezione congiuntivale Fattori di rischio Obesità, diabete mellito, insufficienza venosa profonda, linfedema a livello delle gambe, tinea pedis, microlesioni, ferite, punture d'insetto Complicanze Rare ma possibili: endocardite a livello della valvola aortica, ascessi, glomerulo-nefrite (flogosi renale), polmonite secondaria, elefantiasi, grave infezione al neonato, setticemia dovuta alla colonizzazione streptococcica nel sangue, fascite necrotizzante, osteiti, artriti, tendiniti, trombosi dei seni venosi Diagnosi diagnosi clinica biopsia indicatori d'infiammazione batterica (es. pro-calcitonina) Terapia contro l'erisipela Isolato il ceppo batterico responsabile, al paziente vengono prescritti antibiotici specifici: cefalosporine benzilpenicillina benzatinica macrolidi

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MALATTIE DERMATOLOGICHE INFETTIVE

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ErisipelaDescrizione della malattia: Infezione acuta cutanea, con evidente coinvolgimento del derma, dell'ipoderma e dei vasi linfaticiIncidenza: Malattia tipica dell'infanzia e della senescenza; Poco diffusa in Italia; Comune in Francia (10-100 casi ogni 100.000 soggetti sani)Ricerca eziologica Streptococchi del tipo A beta-emolitico (i maggiori responsabili) Streptococcus piogene, stafilococchi, stafilococchi dei gruppi B, C e G ed altri batteri gram-negativiAree anatomiche pi colpite Viso (naso, guance e palpebre) Gambe BracciaManifestazioni clinicheEsordio: drammatico con febbre, freddo, brividi, bruciore locale+Evoluzione: chiazze gonfie ed eritematose sulla pelle, pustole, bolle, vesciche e pruritoA livello dei vasi linfatici: essudazione ed infiammazioneDegenerazione della malattia: necrosi cutanea delle zone interessate dall'infezione, oltre a bolle succulente e pruriginose,edema palpebrale, possibile secrezione congiuntivaleFattori di rischioObesit, diabete mellito, insufficienza venosa profonda, linfedema a livello delle gambe, tinea pedis, microlesioni, ferite, punture d'insettoComplicanzeRare ma possibili: endocardite a livello dellavalvola aortica, ascessi,glomerulo-nefrite(flogosi renale), polmonite secondaria, elefantiasi, grave infezione al neonato, setticemia dovuta alla colonizzazione streptococcica nel sangue, fascite necrotizzante, osteiti, artriti, tendiniti, trombosi dei seni venosiDiagnosi diagnosi clinica biopsia indicatori d'infiammazione batterica (es. pro-calcitonina)Terapia contro l'erisipelaIsolato il ceppo batterico responsabile, al paziente vengono prescritti antibiotici specifici: cefalosporine benzilpenicillina benzatinica macrolidi

la pitiriasi rosea di Gibert, caratterizzata da lesioni di tipo eritemato-desquamativo, a decorso benigno ed autolimitante. Trattasi di unadermatitepiuttosto frequente, di lieve o media entit, e facilmente risolutiva: tant' che il pi delle volte la pitiriasi rosea regredisce spontaneamente senza bisogno di terapie specifiche.

Il termine pitiriasi ha origine greca: letteralmente, il significato rimanda a crusca, metafora che - con ogni probabilit - esplicita la tipica desquamazionesatellitedella chiazza madre. L'appellativo rosea, invece, deriva dal lontano 1800, quando, il Dott. R. Willian connot la malattia comeroseola anulata; si sono dovuti attendere altri sessant'anni per definire con maggiore chiarezza e completezza il profilo clinico - sintomatologico della malattia: C. M. Gibert (dal quale deriva il nome completo della dermatosi) fu il primo dermatologo che nel suo libro affront approfonditamente la malattia, attribuendole il nome attuale di pitiriasi rosea IncidenzaCome accennato, la pitiriasi rosea di Gibert risulta una dermatosi piuttosto comune, che colpisce soprattutto soggetti di et compresa tra i 10 ed i 40 anni, senza apprezzabile distinzione di sesso. Le statistiche mediche hanno riportato un picco di pazienti affetti da pitiriasi rosea di Gibert durante la stagione primaverile ed autunnale, ma non tuttora chiaro il meccanismo scatenante, n tantomeno la correlazione diretta tra le stagioni intermedie e la manifestazione della pitiriasi rosea.Ad ogni modo, la malattia rappresenta il 2% di tutte le dermatosi e, nella popolazione generale, registra un'incidenza pari allo 0,14%. Le forme recidive di pitiriasi rosea di Gibert sono poco frequenti e, tra le dermatosi pitiriasiche, queste si manifestano solamente nel 3% dei pazienti affetti.Segni e sintomiLa pitiriasi rosea di Gibert esordisce con una tipica macula rossastra, chiamatamacchia madreo medaglione di Gibert, che rappresenta l'impronta di riconoscimento della malattia medesima.La macchia madre si presenta tondeggiante, con diametro di 1-3 centimetri; i contorni appaiono piuttosto definiti, sebbene tendano a desquamarsi. Il fulcro della macchia appare rosso-rosato (da qui l'appellativo rosea) e, man mano che ci si allontana dal centro, il colore tende ad attenuarsi; dopo alcuni giorni dall'esordio, in genere, compaiono nuove macchioline-satellite (macchie figlie) che si diffondono a partire dalla macchia madre, le cui dimensioni risultano pi piccole. In rari casi, la pitiriasi rosea manifesta solamente un'unica grossa macchia arrossata.Solo nel 25% dei soggetti affetti, la pitiriasi rosea genera prurito; nel rimanente 75% la malattia si manifesta senza alcun prodromo apprezzabile: il quadro sintomatologico, in generale, risulta di scarsa entit.Zone colpiteTrattandosi di una dermatosi, palese che la pitiriasi rosea di Gibert interessi lacute; il target principale della malattia il tronco, ma pu diffondersi anche a livello delle braccia e del cuoio capelluto.Generalmente, le macchie figlie si dispongono simmetricamente alla macchia madre; pochissimi i casi di pitiriasi rosea sulle gambe, sui genitali e sul viso.Analisi cellulare delle lesioniA livello della cute, si osserva una paracheratosi, seppur di lieve entit, a cui consegue la scomparsa dellostrato spinoso dell'epidermide. Inoltre, in taluni soggetti affetti, viene diagnosticata una spongiosi lieve (alterazione cutanea caratterizzata dalla formazione di piccole vesciche obolle).Talvolta, la pitiriasi rosea di Gibert causa edema superficiale, caratterizzato da infiltrazione di linfociti,neutrofili, istiociti edeosinofilie da dilatazione deicapillari[tratto daTrattato di anatomia clinica, Di M. Raso]CauseLe cause che si celano dietro la pitiriasi rosea restano ancora oggetto di studio e d'interesse per molti autori poich, attualmente, la Scienza dispone solamente difattori eziologicipresunti e dimostrabili, ma non del tutto certi e dimostrati. A fine Ottocento, gli studiosi ritenevano plausibile l'ipotesi secondo cui la pitiriasi rosea di Gibert fosse collegata allasifilide, considerata l'analogia con la chiazza madre - gi discussa nel paragrafo precedente. Quest'ipotesi venne presto abbandonata, cos come la stretta correlazione trapulcie pitiriasi rosea, formulata da altri ricercatori dell'epoca [tratto dawww.ildermatologorisponde.it]Negli anni Novanta del XX secolo, si formul un'altra possibile ipotesi causale, comunque presto confutata: si riteneva che la pitiriasi rosea di Gibert fosse dovuta ad un'infezione batterica o parassitaria.Ai giorni nostri, la supposizione eziopatologica pi probabile e, allo stesso tempo meno opinabile, della pitiriasi rosea, si attribuisce a due ceppi diHerpes virus(HHV6 e HHV7), responsabili dellasesta malattia, tipicoesantema criticodell'et infantile (eruzione cutanea caratterizzata davescicole, bolleepustole).Probabilmente, il contatto frequente con particolari sostanze (es. agenti chimici, polveri, ecc) potrebbefomentarela dermatosi, generando anchexerosi cutanea; ad ogni modo, questi agenti potenzialmente irritanti non sono in grado discatenarela pitiriasi rosea senza ilvirusdell'Herpes.Considerando che il fattore scatenante della pitiriasi un virus, di primo acchito si potrebbe pensare che la malattia sia contagiosa; in realt, la pitiriasi rosea di Gibert si rivela solo idealmente infettiva poich, in realt, la contagiosit risulta minima o addirittura nulla.

Diagnosi differenziale necessaria la differenziazione diagnostica della pitiriasi rosea: questa non dev'essere confusa con Pityriasis versicolor, pitiriasi lichenoide cronica,lichen planus,psoriasiguttata, tassidermie (dermatiti allergicheiatrogene),Tinea Corporis(micosi delle pelle),dermatite seborroicaesifilidesecondaria.Quando la - presunta - pitiriasi rosea di Gibert interessa anche la pianta dei piedi ed il palmo delle mani, indispensabile un esame sierologico approfondito per escludere la sifilide (es.VDRLquantitativa) e, quando necessaria, l'indagine microscopica per l'isolamento dei miceti. La diagnosi dev'essere ancor pi scrupolosa quando la chiazza madre non s'identifica: molto spesso, in simili frangenti, la diagnosi di pitiriasi rosea di Gibert pu risultare erronea, poich la macchia madre tende a presentarsi quasi sempre nelle forme classiche di pitiriasi. Ad ogni modo, le eccezioni non mancano, poich talvolta nei pazienti la macchia madre potrebbe essere assente oppure, in altri, essere presente in pi copie.ClassificazioneTra le forme atipiche della pitiriasi di Gibert, chiaramente pi rare rispetto alla forma classica della dermatosi, si ricordano: Pitiriasi rosea gigante: dermatosi che colpisce il cuoio capelluto, i genitali, la mucosa orale e leunghie(tipico aspetto aditale da cucito). Il quadro sintomatologico pressoch lo stesso della pitiriasi rosea di Gibert. Pitiriasi rosea invertita o inversa:pur essendo una dermatosi inconsueta, tipica delle persone conpelle scura-olivastra. Lemaculesi diffondono in aree anatomiche insolite quali, ad esempio, arti inferiori e superiori, e volto; le zone tipiche della pitiriasi (tronco, in particolare) rimangono indenni. Pitiriasi rosea circinata e marginata di Vidal: questa forma atipica di dermatosi tende a perdurare per alcuni mesi, malgrado i trattamenti mirati alla sua guarigione. Generalmente, le macchie rosee sono isolate le une dalle altre, ma le dimensioni risultano pi ampie. Pitiriasi rosea vescicolare: dermatosi pitiriasica molto frequente tra la razza nera, in particolare tra i giovani ed i giovanissimi. Pitiriasi rosea urticata:come preannuncia il termine stesso, tale forma di pitiriasi accompagnata anche da orticaria.Tra le altre forme meno conosciute e pi infrequenti si ricordano anche la pitiriasi purpurico- emorragica, la pitiriasi lichenoide e la pitiriasi pustolosa.Quando l'ipotetica pitiriasi rosea di Gibert non si risolve entro le 10 settimane necessario un ulteriore controllo medico allo scopo di escludere la parapsoriasi aplacche, talvolta precorritrice dilinfomacutaneo.TerapieCome gi analizzato, quando si tratta della forma classica di pitiriasi rosea di Gibert, non sono necessarie terapie mirate, poich la dermatosi tende a regredire spontaneamente in circa 4-5 settimane dall'esordio. Quando alla dermatosi pitiriasica si associa anche una forma feroce di prurito, il medico, generalmente, prescrive la somministrazione diantistaminiciper os. Leterapie cortisonicheper via sistemica sono sconsigliate poich potrebbero aggravare la condizione preesistente, acutizzando il danno.Tuttavia, l'applicazione topica di pomate a base dicortisone(di lieve media intensit) pu alleggerire il prurito ed eventualmente l'eritema creatosi. Talvolta, l'impiego di creme a base dimentoloplaca la sensazione di calore locale; quando il prurito incessante e il soggetto affetto da pitiriasi rosea continua a graffiarsi la zona colpita, consigliabile l'applicazione di creme contenenti anestetici locali (es. pramoxina).Utili anche le creme e le pomate ad azioneemolliente, pratico aiuto contro lapelle seccagenerata dalla dermatosi; consigliata anche l'applicazione di detergenti a pH leggermente acido e molto idratanti, poich la cute lesa risulta particolarmente sensibile e delicata. sconsigliatal'esposizione al soleed allelampade artificiali UVBin caso di pitiriasi rosea di Gibert, poich tale abitudine potrebbe esacerbare la dermatosi.CuriositCuriosit: caratteristiche della pitiriasi rosea di Gibert

Donne ingravidanzaLattanti/infantiSoggetti con pelle scura-olivastra

La probabilit d'insorgenza della pitiriasi rosea nelle donne in gravidanza lievemente pi alta rispetto alle altre donne.Quando si tratta di pitiriasi rosea di Gibert, non si verificano danni alfeto: ad ogni modo, necessario escludere l'assenza di sifilide secondaria (i cui sintomi potrebbero essere confusi con la pitiriasi), assai pi pericolosa per il nascituro.La pitiriasi rosea di Gibert nei lattanti e negli infanti tende ad essere pi aggressiva ed a degenerare in orticariaDopo aver curato la pitiriasi rosea in soggetti con carnagione scura, molto probabile la comparsa di macule ipocromiche (macchie bianche sulla pelle o chiare) o ipercromiche (chiazze scure). Il fenomeno risulta transitorio nella maggior parte dei casi.

Pitiriasi Rosea di Gibert: farmaciEssendo una malattia di lieve entit, non raro che la pitiriasi rosea di Gibert non venga curata: infatti, la dermatosi tende a regredire spontaneamente in pochi giorni.Ad ogni modo, in caso di prurito atroce, sono consigliatiantistaminiciper os,cortisonici(applicazione topica) ed eventualmente farmaci mirati contro il virus dell'Herpes; la posologia dev'essere indicata dal medico, in base alla gravit della dermatosi: antistaminici per os (es. levocetrizina dicloridrato, es.Xyzal) applicazione topica di pomate a base di cortisone (es.diflucortolone: es. Nerisona): i cortisonici sono efficaci in caso di pitiriasi rosea di Gibert di lieve-media entit, visto che alleggeriscono prurito ed eritema. Non assumere cortisoniciper os, considerato il rischio di esacerbare la dermatosi. In caso di pitiriasi rosea di Gibert causata da Herpes virus, efficace la somministrazione di aciclovir crema 5% (es. Aciclovir, Xerese). applicazione di talchi o creme a base dimentolo: utile per placare la percezione di calore creata dalla pitiriasi rosea di Gibert.Per evitare una desquamazione eccessiva e ridurre al minimo il rischio di prurito, in caso di pitiriasi rosea di Gibert consigliato idratare la cute lesa concreme emollientie nutrienti, ed utilizzare detergenti delicati non aggressivi.Inoltre, evitare l'esposizione al sole e allelampade artificiali UVB, vista la particolare sensibilit della pelle: le radiazioni potrebbero aggravare la sintomatologia.

Mollusco contagiosoIl mollusco contagioso una malattia virale della pelle che, solo occasionalmente, colpisce anche le mucose. Patologia prettamente benigna, il mollusco contagioso causato dall'infezione di unvirusa DNA: il patogeno responsabile di lesioni papulose che possono diffondersi in tutta lasuperficie corporeasenza tuttavia arrecare danno agli organi interni.Il singolare nomignolo con il quale viene identificata la malattia deriva dal latinomolluscus, che significamorbido: le lesioni indotte dal mollusco contagioso, infatti, presentano un aspetto soffice, piuttosto spugnoso.Negli individui sani, dotati di un vigorososistema immunitario, il mollusco contagioso regredisce spontaneamente, nonostante i tempi di guarigione siano in genere piuttosto lunghi (mesi/anni). Discorso differente per gli immunocompromessi: oltre a non essere in grado di debellare da soli il mollusco contagioso, questi soggetti subiscono lesioni papulose pi importanti e piuttosto difficili da eliminare anche con l'ausilio di medicinali.Il mollusco contagioso pu essere curato con l'applicazione degli stessifarmaci utilizzati per la cura delle verruche. Le lesioni particolarmente aggressive, difficili da eliminare mediante cure farmacologiche, richiedono l'escissione chirurgica.IncidenzaNon disponiamo di dati certi ed indiscussi sull'incidenza del mollusco contagioso, pertanto non possibile riportare dei valori precisi. Ci che certo, che la malattia comune, molto pi di quanto si possa immaginare. Infatti, considerata la scarsa pericolosit del mollusco contagioso, il paziente affetto tende a non denunciare la malattia.La diffusione del mollusco contagioso sembra essere favorita da climi caldi, ad umidit elevata: le temperature tropicali facilitano, infatti, ilcontagio.Secondo alcune stime statistiche, sembra che il mollusco contagioso colpisca, in generale, all'incirca 2,6 individui ogni 100 soggetti sani. Nell'80% dei casi diagnosticati, il mollusco contagioso coinvolge i bambini dietinferiore ai 15 anni, con la massima incidenza nell'et prescolare (1-4 anni).La prognosi eccellente nella stragrande maggioranza dei casi.

Cause e fattori di rischioCAUSE E TRASMISSIONEIl mollusco contagioso causato da un'infezione virale sostenuta da virus a DNA, appartenenti alla famiglia Poxviridae. Il virus coinvolto nell'infezione conosciuto comemolluscum contagiosum virus, o pi semplicemente con l'acronimo MCV. L'unico ospite del virus l'uomo.Si annoverano 4 tipi di MCV, identificati con i numeri dall'1 al 4; il pi diffuso in assoluto sembra essere l'MCV-1, mentre il pi raro l'MCV-2 (tipico vettore del mollusco contagioso degli adulti).

Il prefissoPox-della famiglia di appartenenza del virus (Poxviridae), si riferisce alla particolare caratteristica delle lesioni tipiche del mollusco contagioso: in inglese, il terminePoxesrimanda avescicole.

Il mollusco contagioso si trasmette secondo pi modalit:1. Contatto diretto con la pelle di un individuo affetto;2. Utilizzo promiscuo di lenzuola, asciugamani o biancheria infetta;3. Contatto sessuale: in simili frangenti, le lesioni papulose del mollusco contagioso si sviluppano nell'area genitale. In tal caso, necessaria la diagnosi differenziale converruchee lesione daHerpes simplex;4. Condivisione di vasche o docce con soggetti colpiti da mollusco contagioso.CATEGORIE A RISCHIO DI MOLLUSCO CONTAGIOSOIl mollusco contagioso pu idealmente colpire chiunque; tuttavia, i pazienti con un sistema immunitario compromesso (es.malati di AIDS, trapiantati ecc.) costituiscono la categoria pi esposta al rischio d'infezione. Secondo alcune indagini statistiche riportate nelJournal of the American Academy of Dermatology,il mollusco contagioso colpisce il 5-33% dei malati di AIDS.Anche i pazienti affetti da malattie linfoproliferative (causate dalla proliferazione dicelluledel sistema linforeticolare), ed in cura confarmaci corticosteroidi, sono pi a rischio di contrarre il mollusco contagioso.Un'altra categoria di soggetti esposta alle infezioni damolluscum contagiosum virussono i bambini affetti daeczema atopico: nonostante quanto detto, non sono disponibili prove scientifiche che ne dimostrino la correlazione.Segni e sintomiDopo aver contratto il virus MCV, il mollusco contagioso non manifesta alcun sintomo prima di 2-7 settimane (tempo di incubazione).Generalmente, le lesioni esordiscono con una piccola papula indolore, estremamente soffice. La piaga cutanea una papula cupoliforme, contraddistinta dalla tipica ombelicatura centrale: in altre parole, le papule del mollusco contagioso presentano una piccola fossetta al centro.Le dimensioni della papula variano generalmente dai 2 ai 6 mm. Tuttavia, nei pazientisieropositivicolpiti anche da mollusco contagioso, le lesioni tendono a raggiungere persino i 15 mm.Le papule possono diffondersi in tutta la superficie corporea, quindi superare il centinaio, oppure limitarsi a due o tre piccolepiaghe.Nonostante le lesioni papulose generate dal mollusco contagioso possano comparire in qualsiasi area superficiale del corpo, nella maggior parte dei soggetti colpiti si osservano papule a livello di viso, ascelle, braccia, mani e inguine. L'infezione non coinvolge i palmi delle mani n la pianta dei piedi.Talvolta, le papule possono provocare prurito o lievedolore.In alcuni pazienti particolarmente sensibili, specie se gravemente immunocompromessi, i sintomi del mollusco contagioso possono aggravarsi, dunque creare irritazione, infiammazione, infezioni secondarie e lesioni oculari (congiuntivite).

Tabella sulle caratteristicheIn tabella, sono riportati i caratteri generali delle lesioni indotte dal mollusco contagioso.

Caratteristiche generali delle lesioni papuloseLesioni papulose rondeggianti, soffici, caratterizzate da un'ombelicatura centrale

ColorazioneLe papule del mollusco contagioso possono essere della stessa cromia della pelle, oppure assumere una colorazione giallina, grigia o biancastra

DimensioniIn genere, le dimensioni delle papule del mollusco variano da 2 a 6 mm. Nei pazienti affetti da AIDS raggiungono i 15 mm

LocalizzazioneLe papule tendono a diffondersi in viso, ascelle, braccia, mani, inguine. Possibile anche la proliferazione delle papule a livello delle mucose genitali (trasmissione del virusper contatto sessuale)

Pericolosit delle lesioniScarsa/nulla

SintomiGeneralmente asintomatiche. Talvolta possono causare prurito, fastidio e dolore

Tempistica di guarigioneLe lesioni indotte dal mollusco contagioso regrediscono in pochi mesi o anni.

Diagnosi di mollusco contagiosoIn linea generale, la diagnosi del mollusco contagioso risulta piuttosto semplice, e si basa sull'osservazione medica diretta delle lesioni papulose.Quando la diagnosi incerta, il sospetto di mollusco contagioso pu essere confermato mediante labiopsiadel tessuto, un test mini-invasivo che permette di esaminare la lesione al microscopio elettronico, risalendo cos alla causa scatenante.Il test sierologico deglianticorpinon risulta particolarmente attendibile per la diagnosi di mollusco contagioso.La diagnosi differenziale dev'essere posta con: Carcinoma a cellule basali (ocarcinoma basocellulare): probabilmente la pi comune forma dicancro della pelle. Cheratoacantoma: neoplasia generalmente benigna, tipica della cute di viso e collo, contraddistinta dalla formazione di lesioni papulose simili a noduli in rilievo, sovrapponibili a quelli del mollusco contagioso. Dermatite erpetiforme: fenomeno irritativo della cute, caratterizzato dalla formazione dibolle sieroseed arrossamenti, talvolta indistinguibili dalle lesioni del mollusco contagioso. Infezioni cutaneevirali: infezioni daHerpes simplex,varicellaeverruche. Lichen planus: lesione eritematosa infiammatoria cronica, a carattere immunologico, coinvolgente cute e mucose. Anche questa malattia caratterizzata dalla formazione di lesioni papulose simili a quella del mollusco contagioso. Milia: piccole protuberanze ocistigiallastre che crescono sulla superficie cutanea. Nevi:macchie della pelle, ben circoscritte ed evidenti, spesso in rilievo. Papule fibrose del viso: comune neoformazione che si presenta come una lesione cutanea solitaria, dalle dimensioni pari o inferiori ai 5 mm.

Farmaci e trattamentiSebbene il mollusco contagioso tenda a regredire spontaneamente, la maggior parte dei dermatologi consiglia comunque di trattare la patologia, per evitare la diffusione delviruse velocizzare i tempi di guarigione. Ricordiamo, infatti, che la risoluzione spontanea delle lesioni papulose pu richiedere tempi d'attesa anche molto lunghi: alcuni pazienti guariscono definitivamente dopo un paio di mesi, mentre per altri sono necessari persino alcuni anni.Il trattamento volto all'eliminazione del mollusco contagioso sovrapponibile a quello per la cura delle verruche.Il mollusco contagioso pu essere curato con farmaci specifici oppure rimosso mediante strategie chirurgiche/terapiche alternative.Imalati di AIDScolpiti anche dal mollusco contagioso vengono generalmente sottoposti a cure pi aggressive, dato che le lesioni faticano a regredire sia spontaneamente sia con l'applicazione di farmaci.

TERAPIA FARMACOLOGICAL'applicazione di farmaci direttamente sulla lesione risulta una discreta pratica risolutiva, volta ad accorciare i tempi d'attesa per la guarigione. I farmaci pi utilizzati in terapia sono: Acido salicilico: farmaco cheratolitico Cloridrato dipotassio(agenteastringente) Farmaci antivirali/immunosoppressori (es.Imiquimod) Tretinonina oacido retinoico: il farmaco esercita propriet cheratolitiche, favorendo il ricambio cellulare. NON sottoporsi al sole durante il trattamento con retinoidi. NON assumere il farmaco durante lagravidanzae l'allattamento: ilprincipio attivo unteratogeno.TRATTAMENTI MEDICI

Non sempre i farmaci risolvono le lesioni papulose da mollusco contagioso in tempi brevi: per le forme particolarmente aggressive, sono consigliati interventi medici specifici.I metodi pi utilizzati per il mollusco contagioso sono: Raschiatura della lesione (previa anestesia superficiale della zona, con anestetici locali) Crioterapia(terapia del freddo): si avvale dell'azotoliquido per "bruciare" le lesioni papulose del mollusco contagioso. La crioterapia pu provocaredolore, tumefazione ed ipersensibilit nel punto in cui viene eseguita. La sua efficacia per la cura del mollusco contagioso paragonabile a quella esercitata dall'acido salicilico (applicazione topica). Laser terapia Decolorazione con agenti chimici specifici (es. perossido di benzoile)Ricordiamo che la rimozione chirurgica delle lesioni del mollusco contagioso pu lasciare indelebili cicatrici sulla pelle.Le infezioni da mollusco contagioso possono recidivare, anche dopo aver concluso un ciclo di cura specifica. Per minimizzare il rischio di recidive, si raccomanda di iniziare il trattamento per il mollusco contagioso quando le lesioni sono ancora nel primo stadio, quindi poco numerose e di piccole dimensioni.

Scabbia

La scabbia - dal latinoscabere= grattare - una malattia infettiva particolarmente contagiosa. Sostenuta dall'acaroSarcoptes scabiei hominis, determina un intenso prurito e la comparsa di chiazzette rosse in rilievo (papule), spesso associate avescicolee ad infezioni secondarie.L'acaro della scabbia un parassita obbligato dell'uomo e trova terreno adatto alla sua riproduzione nellapelle. La femmina adulta, in particolare, penetra nellostrato pi superficialedell'epidermide, scavando una specie di galleria (cunicolo della scabbia) in fondo alla quale deposita ogni giorno due o tre uova; queste si schiudono dopo 72-84 ore circa, lasciando fuoriuscire delle larve che - scavandosi piccoli sbocchi secondari verso la superficie cutanea - giungono a maturit e si accoppiano a distanza di 15-17 giorni. La femmina, pi longeva rispetto al maschio, vive per 4-6 settimane e misura circa 0,35 - 0,45 mm di lunghezza x 0,20-0,30 di larghezza; ha forma ovoidale di colore grigiastro e possiede quattro paia di zampe corte e tozze: le anteriori sono munite di ventose e le posteriori di lunghe setole. Il maschio, pi piccolo, muore subito dopo la copulazione, mentre la femmina pu sopravvivere negli oggetti sino a 4 o 5 giorni, prima di morire di fame. Nelle persone affette da scabbia in numero di parassiti limitato a 5-10 adulti e non supera, in genere, le 30 - 40 unit.Sintomi e complicanzePer scavare le proprie tane nello strato corneo, l'acaro della scabbia secerne sostanze cheratolitiche dall'apparato buccale; tali sostanze - unitamente alle particelle fecali escrete nei cunicoli - determinano una piccolareazione infiammatoriamediata dal rilascio di citochine epidermiche; ci spiega la successiva comparsa di un intenso prurito, soprattutto notturno, e della tipica eruzione eritemato-papulosa(vedifoto). Tali sintomi si manifestano dopo circa un mese dal contagio, tempo necessario allo sviluppo della sensibilizzazione dermica. Ilperiodo di incubazionedella scabbia di circa tre settimane; in caso di reinfestazione i sintomi possono comparire pi rapidamente.L'irresistibile bisogno di grattarsi spesso associato a lesioni da grattamento, che possono complicarsi in seguito a sovrainfezioni batteriche lasciando spazio aforuncoli,follicolitied impetigini. In alcuni casi i sintomi della scabbia possono estendersi a tutta la superficie corporea, pare a causa di un'esagerata reazione allergica.Le tipiche regioni corporee in cui tale sintomatologia si rende evidente sono gli spazi interdigitali, la faccia anteriore del polso, il pilastro anteriore dell'ascella, l'ombelico, i solchi interglutei e sottoglutei, ed i genitali esterni; si tratta di zone dove la pelle, pi sottile e delicata, favorisce la penetrazione del parassita. Nel bambino l'eruzione pu anche interessare il palmo delle mani, la pianta dei piedi, il volto ed il cuoio capelluto; nella dona adulta tipica la localizzazione alle areole mammarie, mentre nell'uomo spesso interessata la cute del pene.Una forma clinica particolarmente grave lascabbia norvegeseoscabbia a croste; comune in pazienti immunocompromessi odefedati, si caratterizza per l'alto grado di contagiosit e l'elevatissimo numero di parassiti, che albergano in un corpo pesantemente segnato da gravi lesioni cutanee ulcerate o crostose, con frequente interessamento delleunghieealopecia.ContagioIl parassita della scabbia si trasmette per contatto umano diretto, stretto e prolungato, ad esempio durante un rapporto sessuale. Le limitate possibilit di trasmissione indiretta, attraverso l'uso promiscuo di indumenti, asciugamani e lenzuola, diventano pi concrete nelle forme di scabbia con croste. In ogni caso, affinch l'infestazione si trasmetta, necessario il passaggio di una femmina gravida o diacaridi entrambi i sessi.Per quanto riguarda la scabbia animale, i parassiti che la sostengono sono incapaci di moltiplicarsi sullacuteumana, dove possono comunque risiedere per qualche giorno e provocare l'insorgenza di una sintomatologia analoga a quella descritta, ma con assenza dei cunicoli scabbiosi.

La diffusione della scabbia, come del resto quella deipidocchi, favorita dall'affollamento e dalle carenti condizioni igieniche; tuttavia - non essendo necessariamente legata a tali fattori - pu colpire persone di ogni ceto sociale, indipendentemente dall'igiene personale e senza distinzioni di et o sesso. Tale osservazione confermata dal recente incremento di episodi di scabbia nei Paesi pi industrializzati; tutto ci spiegabile sulla base delle numerose ondate immigratorie da Paesi in via di sviluppo, della promiscuit, dei frequenti viaggi internazionali e della lunga permanenza in luoghi affollati (anche se di ottimo livello igienico).DiagnosiL'accertamento diagnostico della scabbia si effettua ricercando i suoi quattro elementi patognomici: presenza di acari, delle uova, degli escrementi e soprattutto dei cunicoli; comparsa di lesioni pi o meno specifiche nelle sedi tipiche per sesso ed et; prurito intenso che presenta recrudescenza all'atto di coricarsi (il calore trattenuto dalle coperte incrementa l'attivit degli acari); riscontro della stessa sintomatologia in persone a stretto contatto con il malato, a testimonianza della grande contagiosit della scabbia.Il cunicolo una piccola lesione filiforme, tipicamente bianca o grigia, a decorso pi o meno rettilineo o tortuoso, lunga da pochi mm fino a 10-15 mm. Osservandolo con una lente possibile apprezzare l'orifizio di ingresso e, all'estremit opposta, l'acaro, che appare come un puntino grigiastro e lucente. Qualora il cunicolo non sia chiaramente manifesto, possibile evidenziarlo lasciando cadere una goccia di colorante idrosolubile nella lesione, per poi detergere la cute con acqua o alcool; il colorante penetrato nel cunicolo per capillarit, non viene asportato dalla pulitura, rendendo il suo percorso ben evidente. A questo punto, possibile asportare il cunicolo scabbioso con un tagliente oppure inserirvi un sottilissimo ago per prelevare l'acaro.TerapiaPer debellare la scabbia, la disinfestazione degli ambienti domestici e degli effetti personali riveste un ruolo fondamentale; quindi necessario igienizzare con cura gli indumenti a contatto con la pelle, la biancheria e gli effetti letterecci (federe e lenzuola) tramite ebollizione o lavaggio in acqua calda (almeno 60C) e sapone. Tutto ci che non pu essere lavato ad elevate temperature andrebbe esposto all'aria per almeno 2 o 3 giorni. L'acaro, infatti, non sopravvive a lungo lontano dalla pelle umana. In alternativa gli effetti possono essere riposti in sacchetti di plastica sigillati e lasciati al loro interno per una settimana circa.Il trattamento locale si esegue generalmente con lozioni o creme a base di benzoato di benzile, crotamitone o permetrina. molto importante applicare questi prodotti su tutto il corpo, dal collo in gi, dopo un bagno caldo e prolungato seguito da un'energica frizione della pelle (scrub), specie nelle sedi dove sono presenti le lesioni cunicolari; tale accortezza ha lo scopo di esporre gli acari e le uova contenute nei cunicoli al principio attivo.Gli antistaminiciper ose gli emollienti per uso topico contribuiscono a dare sollievo dal prurito, che spesso, sostenuto da fenomeni irritativi (anche la componente psichica non va sottovalutata), persiste per diversi giorni; gliantibioticipossono essere utilizzati in caso di sovrainfezioni batteriche.Il monitoraggio e il trattamento profilattico vanno estesi a tutti i conviventi ed ai soggetti a stretto contatto con lo scabbioso, come i partners sessuali ed i conviventi; per arginare la diffusione dell'infestazione, il malato deve astenersi dal lavoro nei pubblici esercizi, dai collegi o dalle altre collettivit fintanto che l'opera di disinfestazione non conclusa.La prevenzione della scabbia si attua rispettando le comuni norme igieniche, evitando per quanto possibile il sovraffollamento e l'utilizzo di asciugamani o biancheria in comune, specie nelle scuole, nei collegi e nelle comunit. La denuncia obbligatoria.In caso di scabbia animale, l'eradicazione della parassitosi nell'amico a quattro zampe (generalmente cani o gatti) conduce a pronta guarigione anche l'uomo.

Farmaci antinfettivi contro la scabbia (acaricidi): Permetrina (es. Scabianil, Scabiacid): si consiglia di applicare la crema (5%) su tutta la superficie del corpo, e lavare dopo 8-12 ore. Nel caso le mani venissero lavate prima di questo intervallo di tempo, ritrattarle nuovamente con il farmaco. Malathion (Carbofos): applicare il prodotto in tutto il corpo, compresi cuoio capelluto, collo, viso e orecchie. La preparazione reperibile allo 0,5%; lavare il corpo dopo 24 ore. Qualora le mani venissero a contatto con l'acqua prima delle 24 ore, ripetere l'applicazione. Dopo 7 giorni, riapplicare il prodotto. Benzile benzoato (es. Benz Be FN) anche questo farmaco va applicato su tutta la superficie corporea, anche se alcune zone risultano asintomatiche. Ripetere l'applicazione il giorno successivo senza lavarsi: pu essere effettuata una doccia dopo altre 24 ore. Talvolta, la scabbia pu richiedere una terza applicazione. Consultare il medico. Ivermectina (s. Stromectol): da utilizzare esclusivamente in caso di accertata scabbia ipercheratosica che non risponde alle applicazioni farmacologiche topiche. Il farmaco in esame unantielminticoad ampio spettro, da assumere pervia oralealla dose di 200 g/kg, in associazione ad altri attivi topici.FarmaciScabbiaFarmaci per curare la ScabbiaScabbia: definizioneLascabbiarimanda ad un'infestazione della cute,infettiva ed estremamente contagiosa, causata da un acaro: la malattia coinvolge, in particolare, le superfici flessorie e le pieghe della pelle.Scabbia: causeL'agente eziologicoscatenante la scabbia l'acaroSarcoptes scabiei hominis, responsabile del prurito intenso ed implacabile: il parassita, penetrando la pelle - seppur in superficie - deposita le uova, dalle quali nasceranno larve che maturano in circa 2 settimane, creando danno.

Scabbia: sintomiLa scabbia si distingue per il prurito intenso e per la formazione dipapulee vesciche sullapelle: i sintomi esordiscono dopo 3-4 settimane dal contagio, e sono spesso fomentati da altre infezioni batteriche. L'eruzione eritemato-papulosapu estendersi anche all'intera superficie corporea, generandoimpetigine,foruncoliefollicoliti. Scabbia grave: formazione di ulcere e croste cutanee,alopecia, interessamento delleunghie.N.B. la scabbia tende a degenerare soprattutto nei soggetti affettida HIVo comunque in pazienti immunocompromessi in generale.

Le informazioni sui Farmaci per la cura della Scabbia non intendono sostituire il rapporto diretto tra professionista della salute e paziente. Consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista prima di assumere Farmaci per la cura della Scabbia.Scabbia: farmaciIn caso di accertata infezione da scabbia, necessario anzitutto rimuovere dalla cute tutti gliacaricon le loro uova, oltre a curare il prurito; doveroso, poi, effettuare una disinfestazione dei luoghi domestici, ponendo particolare cura all'igienizzazione degli indumenti, delle lenzuola e delle coperte dove il malato riposa. I farmaci utilizzati nel trattamento della scabbia sono utilizzati sia ad uso topico che sistemico.

Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella terapia contro la scabbia, ed alcuni esempi di specialit farmacologiche; spetta al medico scegliere il principio attivo e la posologia pi indicati per il paziente, in base alla gravit della malattia, allo stato di salute del malato ed alla sua risposta alla cura:Farmaci antinfettivi contro la scabbia (acaricidi): Permetrina (es. Scabianil, Scabiacid): si consiglia di applicare la crema (5%) su tutta la superficie del corpo, e lavare dopo 8-12 ore. Nel caso le mani venissero lavate prima di questo intervallo di tempo, ritrattarle nuovamente con il farmaco. Malathion (Carbofos): applicare il prodotto in tutto il corpo, compresi cuoio capelluto, collo, viso e orecchie. La preparazione reperibile allo 0,5%; lavare il corpo dopo 24 ore. Qualora le mani venissero a contatto con l'acqua prima delle 24 ore, ripetere l'applicazione. Dopo 7 giorni, riapplicare il prodotto. Benzile benzoato (es. Benz Be FN) anche questo farmaco va applicato su tutta la superficie corporea, anche se alcune zone risultano asintomatiche. Ripetere l'applicazione il giorno successivo senza lavarsi: pu essere effettuata una doccia dopo altre 24 ore. Talvolta, la scabbia pu richiedere una terza applicazione. Consultare il medico. Ivermectina (s. Stromectol): da utilizzare esclusivamente in caso di accertata scabbia ipercheratosica che non risponde alle applicazioni farmacologiche topiche. Il farmaco in esame unantielminticoad ampio spettro, da assumere pervia oralealla dose di 200 g/kg, in associazione ad altri attivi topici.Farmaci per placare il prurito associato a scabbiaI farmaci per placare il prurito sono impiegati anche dopo la risoluzione dell'infezione cutanea perch solo di rado l'eczema e il prurito scompaiono con la rimozione del parassita responsabile. Crotamitone (es.Eurax Crema, Crotaglin, Veteusan): applicare 2-3 volte al d, secondo quanto prescritto dal medico. Il farmaco indicato per adulti affetti da prurito da scabbia. Per i bambini, l'applicazione della crema dev'essere effettuata solamente una volta al giorno. Corticosteroidiad applicazione topica: impiegati per ridurre la sintomatologia pruriginosa e l'infiammazione dopo aver efficacemente curato la scabbia. Ad esempio, ilbetametasone diproprionato(es.Diprosone,Celestone,Bentelan) un corticosteroide indicato per placare prurito ed eczema anche associato a scabbia. reperibile sottoforma di unguento, crema o gel da 0,064 g di Betametasone diproprionato. Si raccomanda di applicare il prodotto una o due volte al d, rispettando le indicazioni del medico. Antistaminicisedativi per os: ad esempio, la ciclizina cloridrato va assunta alla posologia di 50 mg per 3 volte al d. Consultare il medico. possibile assumere ancheantibioticimirati in caso di scabbia e coinfezioni batteriche.

SIFILIDE SECONDARIASifilide secondaria.Dopo circa 4-8 settimane dalla comparsa del sifiloma primario, i pazienti sviluppano le tipiche lesioni della .sifilide secondaria. Possono lamentare malessere,febbre,cefalea, mal di gola ed altri sintomi sistemici. La maggior parte dei casi presenta linfadenopatia generalizzata, comprendente i linfonodi epitrocleari. Circa il 30% evidenzia guarigione del sifiloma primario. Almeno l80% dei pazienti con sifilide secondaria sviluppa lesioni cutanee della giunzione mucocutanea, ad un determinato momento della malattia. La diagnosi viene generalmente sospettata in base alleruzione cutanea. Leruzione si associa spesso a sintomatologia assai scarsa e molti pazienti con sifilide tardiva non ricordano n lesioni primarie n secondarie. Le eruzioni possono assumere un aspetto assai vario, ma condividono alcune caratteristiche. Le lesioni sono in genere molto estese, a distribuzione simmetrica. Sono spesso di colore rosa, rame o rosso scuro,specialmente quelle maculari pi precoci. In genere non sono pruriginose, sebbene siano state occasionalmente notate eccezioni al riguardo, e negli adulti non sono quasi mai vescicolari o bollose. Sonoo indurite, ad eccezione delle primissime lesioni maculari, e spesso presentano squame superficiali (lesioni papulosquamose, cfrpapule). Tendono ad essere polimorfiche ed arrotondate e, durante la guarigione, possono lasciare una pigmentazione o depigmentazione residua. Le lesioni possono essere assai indistinte e difficili da visualizzare, specie negli individui di pelle scura. Le lesioni maculari iniziali di colore rosa sono spesso visibili sui margini delle costole ed ai lati del tronco, con successiva espansione al resto del corpo. Il volto spesso risparmiato, tranne che attorno alla bocca. Successivamente compare un eruzione papulare che abitualmente generalizzata, ma particolarmente marcata sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Queste eruzioni spesso si associano a formazione di squame in superficie e posso-essere iperpigmentate, ed essere cos grandi da simulare la psoriasi. Nelle zone calde ed umide, come il perineo, papule larghe, pallide, a sommit spianata possono saldarsi e formare condilomi. E possibile riscontrare lesioni anche a livello delle ascelle. Altre lesioni delle membrane mucose sono comuni. Il palato ed il faringe possono presentarsi infiammati. Circa 30% dei pazienti sviluppa la cosiddetta chiazza mucosa.