luca cervini equilibri e fratture
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Solo Exhibition's Book 2011 Catalogo della mostra personale Equilibri e Fratture, galleria Officine dell'Immagine (MILANO) 12 Maggio - 30 Giugno 2011TRANSCRIPT


Luca CerviniEQUILIBRIEFRATTURE

LUCA CERVINIEQUILIBRIEFRATTURE
a cura diAlberto Mattia Martini

First Published in Italy in 2011by TPS di Pierangelo PessinaVia Gressoney 3 20137 MilanoItaly
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.
Questo libro è stato prodotto come supplemento alla mostra “EQUILIBRI E FRATTURE”by Luca Cervini presso Officine dell’Immagine dal 12 maggio al 26 giugno 2011
© 2011 Luca Cervini© 2011 Officine dell’ImmagineTutti i diritti riservati
Finito di stampare nel mese di maggio 2011
Luca CerviniEQUIL IBRIEFRATTURE
Milano, Officine dell’Immagine12 maggio – 26 giugno 2011
Da un’idea diLuca Cervini
Alberto Mattia MartiniOfficine dell’Immagine
Catalogo a cura diLuca Cervini
ProduzioneOfficine dell’Immagine
Ufficio StampaCLP Relazioni Pubbliche
Testi critici diAlberto Mattia Martini
Stampa OpereSpazio 81, Milano
Un ringraziamento speciale aValentina Cramarossa
Luigi PeregoMarina PeregoAngelo Perego
Stefano Cramarossa
Officine dell’Immaginevia Vannucci 13, 20135 Milano
www.officinedellimmagine.itwww.officinedellimmagine.com
www.lucacervini.com
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Vivere per vedereAlberto Mattia Martini
Equilibri e Fratture
Biografia ed esposizioni
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Sommario
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perenne equilibrio che ci affanniamo a cercare ogni giorno.L’equilibrio è la costante analisi introspettiva che Luca Cervini persegue nel tentativo di trovare un’ar-monia con il sé e conseguentemente con l’altro, la ricerca del significato e del senso, che egli prova ad acquisire per poi poterla trasmettere al fruitore.Nella frattura invece vive il cambiamento, l’energia, la forza dell’emozione, del perenne desiderio di rin-novamento, di alzare lo sguardo ed assorbire l’oriz-zonte, scorgendo una continua attiguità tra imma-ginario e reale.Per evadere dal tangibile, per scardinare il muro re-strittivo, occorre farsi ammaliare dalla crepa, anche se spesso essa comporta un inarrestabile dolore o un travaglio di cui Cervini si fa carico per poter lottare contro quella che lo stesso artista definisce “malin-coniasurreale”.
Protagonista delle immagini di Cervini è certamente anche il tempo nel divenire o nel suo scorre inevita-bile, improcrastinabile e spietato.I personaggi raccontati e delineati scoprendo il tem-po, apprendono la vita, l’essenza che ci contraddi-stingue, il cambiamento che ci accompagna, la me-tamorfosi “strutturale” e di pensiero. “Grazie” al tempo tuttavia facciamo la conoscenza della morte; la fine, la frattura che separa la nostra essenza, l’es-sere nel reale dall’assenza.
L’arte nella sua concezione ed espressione più am-pia e libera cerca quotidianamente di trovare mo-dalità comunicative e di sperimentazione, che pos-sano trasmettere connessioni tra persone, relazioni di pensiero e che riescano a unire luoghi del mondo apparentemente lontani, rendendoli non vicini ben-sì un’unica entità astratta.Tutto questo è ancora fattibile e possibile, l’uomo e quindi l’artista è ancora in grado di svolgere tale compito fondamentale per la società?La risposta che il filosofo e sociologo Georg Simmel ci propone, prende origine dal libero arbitrio, dalla volontà dell’uomo, essendo egli appunto libero di poter scegliere. Secondo Simmel la vita ha un sen-so solo se riesce a liberarsi della apparente finalità prestabilita, per spingersi oltre la semplice e consue-ta modalità di vedere per vivere, per tuffarsi invece nella coraggiosa condizione di vivere per vedere.Luca Cervini non ha paura, anzi procede proprio in tale direzione, non solo perché il mezzo che ha scelto per esprimersi pretende di ricercare e trovare perenne sintonia tra arte e punto di vista, ma pre-valentemente per la sensibilità con la quale egli si inerpica tra le maglie dell’esistenza, concedendosi ad essa in tutto e per tutto.Cerca, non temere, viene via con me, prendiamo la strada che porta a quel dirupo, lo so può incutere timore, potrebbe creparsi, franare, ma quella frat-tura potrebbe anche trasformasi in quel famoso e
Vivere per vedere
Alberto Mattia Martini
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La morte, ci ricorda sempre Simmel abita nella vita fin dall’inizio e le appartiene intimamente, tanto più la vita è intensa, maggiormente è la sua connes-sione con la morte. Certo la morte fa paura e Cervini nelle sue fotografie spesso “ce lo sbatte in faccia”; i protagonisti delle sue opere sono di frequente in bilico, sia esplicitamente, come avviene nell’opera Il volo dei ciechi , sia metaforicamente, ma questo ci serve per superare il concetto che la morte sia ester-na alla vita, adottando definitivamente l’idea che essa è elemento costitutivo del processo vitale.È quindi inutile trattenersi e non buttarsi dal bur-rone, la morte arriva, colpendo anche il solco che divide l’equilibrio dalla frattura, senza alcuna pie-tà, con la consapevolezza che è proprio il desiderio d’eternità che condiziona e inibisce il rapporto della vita con l’arte.
Nelle opere di Luca Cervini certamente convivono sia la vita che la morte, potremmo dire che per il fo-tografo lombardo vivere è come morire, un’interse-zione continua, senza tregua tra l’angoscia, il peso della vita e la speranza, il desiderio irrefrenabile dello sguardo che attraversa ogni muro per conti-nuare a sperare.Un esercizio faticoso, introspettivo, non privo di sof-ferenza, anzi costellato di infiniti e continue con-torsioni mentali, che iniziano già dalla complessa e laboriosa fase creativa, dove Cervini indossa le vesti di scrittore annotandosi su carta infinite idee, paro-le e concetti. La fase successiva vede Cervini creare i primi schizzi, le prime bozze su foglietti: ecco che il pensiero piano piano si trasforma da etereo in con-creto, in materia.Il pensiero sta prendendo lentamente forma, anche grazie alle fotografie scattate direttamente dall’ar-tista di persone, materiali di ogni genere come le-gno, stoffa, plastica, corde di canapa e lamiera.Ci siamo, stiamo entrando nella così detta fase cal-da, nella quale Cervini avvalendosi del PC, traspone sul digitale le idee e i materiali precedentemente realizzati, in modo da poter iniziare a rielaborare
e comporre come un puzzle l’immagine che fino a quel momento viaggiava libera nella mente.Statici, immobili, incatenati con la testa piegata in avanti, le presenze dell’opera Uomini e scale sem-brano degli Dei della mitologia greca persi e iner-mi, abbandonati al loro destino nell’immenso e am-maliante Mar Egeo. Uomini o Dei, questo ha poca importanza, visto che anche agli Dei venivano date sembianze umane, ciò che più importa è l’opportu-nità che ci viene offerta: le ancore di salvezza rap-presentate dalle scale, a testimonianza di un desi-derio, di un ultimo tentativo di arrampicarsi fino a “respirare il cielo”, liberi di volare come lo stormo di uccelli in lontananza.
Il concetto di arte come si sa è estremamente sog-gettivo ed esposto a molte interpretazioni, come per esempio quella proposta da Carl Gustav Jung quando sostiene che esistono due tipologie di ope-ra d’arte: quelle create esclusivamente dalla volontà dell’artista e quelle in cui invece la forza creatrice appare come una potenza, una forza non preven-tivata, potremmo dire estranea, che prende il so-pravvento sull’artista. L’interesse di Jung si concen-tra prevalentemente su questa seconda espressione, che egli considera capace di addentrarsi in un ambi-to simbolico, che entra in relazione con gli archeti-pi, con le immagini primordiali o miti appartenenti all’intera umanità. Stiamo parlando di una fantasia innata, primordiale, che lasciata libera di creare è in grado di sprigionare una potenzialità immaginifica molto superiore a quella individuale e soggettiva. Un’arte colma di simboli e se vogliamo surreale, che ci consente di accedere al mondo dell’ignoto, della genesi, dove dominano gli archetipi.Questo universo dominato da luoghi, sospesi nel tempo, abitati da personaggi fantastici e visiona-ri, rivive anche nelle fotografie di Luca Cervini. Un uomo legato ad una sedia sembra essere il protago-nista dell’opera Ombre, il quale con gli occhi coperti da una benda si trova completamente solo all’inter-no di una stanza buia. L’uomo è isolato, anziano,
il pavimento sotto i suoi piedi sta crollando, lo sta inglobando tra le sue viscere: sono rimasti solo i ri-cordi, la giovinezza, la famiglia, anche se tutto ap-pare sbiadito e flebile come le ombre che osservano da dietro la tenda. Forse è giunto il momento della fine, di andare oltre, di accedere all’enigma che re-gna dopo di noi.Il tempo della vita, l’antitesi fra infanzia e vecchiaia scorre nell’opera La giostra: un ultimo giro di gio-stra, che vede appunto contrapposti un bambino e un anziano.L’uomo segnato dai solchi dell’età, trova un equili-brio precario a causa dei suoi piedi, mutati in una sorta di arti, di appendici in legno; in mano ha un martello con in quale unisce alcune assi, ultimi ele-menti di un’anomala giostra. Il bambino con il capo solo accennato da un telaio di fili di ferro e quindi ancora libero da preconcetti, non rinchiuso all’inter-no di limitanti celle mentali precostituite, si proten-de in avanti con le braccia aperte, cercando di affer-rare i gabbiani legati all’estremità della giostra. È il desiderio di vivere per poter vedere ed assaporare il futuro, aggrapparsi al volo per poter librarsi e so-gnare la vita.Inevitabilmente avviene la trasformazione da ciò che eravamo a ciò che siamo; i sogni mutano, alcu-ni si realizzano, altri vivranno per sempre inzuppati dal desiderio e non vedranno mai il sole. Tutti noi infatti viviamo un Io parallelo, che come una fune ci tiene legati al ricordo, alla melanconia di una sta-gione della vita ormai evaporata, che oscilla come un’altalena precaria, su una landa desolata, dove in lontananza incombe la città del presente, avvolta da una nebbia di smog, da cui anche gli uccelli cer-cano di emigrare.
Nelle opere e quindi nei soggetti rivelati da Luca Cervini avviene come abbiamo detto una sorta di immersione nella simbologia, palesata o solo accen-nata, che necessita inderogabilmente di una atten-ta e minuziosa ricerca dei particolari, degli oggetti, degli elementi, fondamentali al fine di poter adden-
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trarsi in questo territorio dell’immaginifico.Le ambientazioni sono solo in parte fantastiche, esse infatti vivono anche di un’evidente correlazione con il reale, in una costante ed inesauribile ambivalenza tra vita e morte, come avviene nelle opere: Gli asse-tati, Uno di noi e Il fiume delle possibilità rimpiante. Un liquido scorre sotto i protagonisti, a volte gli av-volge inondandoli e immobilizzandoli, in altri istan-ti si addensa, diviene fonte vitale da cui nutrirsi.Gli uccelli invadono lo spazio, divenendone presen-ze sostanziali, sia nel momento in cui cercano di prendere quota, di staccarsi dalle catene, spiccare il volo per assaporare il gusto della libertà, sia quando avvolti da un liquido simile al petrolio, si abbando-nano alla fine che “accoglie” tutti gli esseri viventi, indistintamente.Queste opere potremmo quindi dire che si adden-trano nell’uomo, ponendosi delle domande, che molto spesso non portano con sé risposte, quesiti che fluiscono dalle fratture pervadendo la mente e l’involucro che ci contiene.Viviamo di un equilibrio instabile, camminando con precari arti di legno ricercando una stabile armonia tra la memoria e il futuro.
Alberto Mattia Martini

OpereEQUILIBRIEFRATTURE
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UOMINI E SCALE, 2011 stampa Fine-Art Giclée su alluminio90 x 140 cm | 70 x 110 cm | 50 x 77 cm

IL VOLO DEI CIECHI, 2011 stampa Fine-Art Giclée su alluminio150 x 78 cm | 115 x 60 cm | 90 x 47 cm

UNO DI NOI, 2011stampa Fine-Art Giclée su alluminio120 x 86 cm | 100 x 71 cm | 70 x 50 cm

OMBRE, 2011stampa Fine-Art Giclée su alluminio60 x 120 cm | 50 x 100 cm | 45 x 90 cm


LA GIOSTRA, 2011stampa Fine-Art Giclèe su alluminio
120 x 96 cm | 100 x 80 cm | 70 x 56 cm
(pagina precedente)IO PARALLELO, dittico, 2011stampa Fine-Art Giclée su alluminio120 x 90 cm | 100 x 75 cm | 70 x 52 cm cad.


LA TORRE E IL VENTO, trittico, 2011stampa Fine-Art Giclée su alluminio110 x 78 cm | 90 x 64 cm | 70 x 50 cm cad.

L’ENIGMA DELLA LEGGEREZZA (Un Pensiero Indefinito sulla Propria Condizione), 2011 stampa Fine-Art Giclée su alluminio81 x 120 cm | 67 x 100 cm | 47 x 70 cm

L’ULTIMO PEZZO DI TERRA, 2010stampa Fine-Art Giclée su alluminio130 x 95 cm | 100 x 73 cm | 85 x 62 cm

GLI ASSETATI, 2010stampa Fine-Art Giclée su alluminio150 x 130 cm | 110 x 95 cm | 75 x 65 cm

IL TRISTE PROCRASTINATORE, 2010stampa Fine-Art Giclée su alluminio120 x 85 cm | 100 x 71 cm | 70 x 50 cm

LA FUGA DEGLI AMANTI, 2010stampa Fine-Art Giclée su alluminio120 x 85 cm | 100 x 71 cm | 70 x 49 cm

QUEL CHE RIMANE (Seconda Dissoluzione Temporale), 2010stampa Fine-Art Giclée su alluminio
55 x 120 cm | 46 x 100 cm | 35 x 76 cm

IL FIUME DELLE POSSIBILITA’ RIMPIANTE (Prima Dissoluzione Temporale), 2009 stampa Fine-Art Giclée su alluminio110 x 110 cm | 90 x 90 cm | 70 x 70 cm

I FUNAMBOLI, 2010 stampa Fine-Art Giclée su alluminio115 x 80 cm | 100 x 69 cm | 70 x 48 cm

SAUDADE (Il Nuovo Giorno), 2009stampa Fine-Art Giclée su alluminio110 x 77 cm | 100 x 70 cm | 70 x 50 cm

SIMULACRUM (13 SECONDS OF LIFE), 2009video sperimentale di animazione in stop motion, materiali vari, durata 13”

Luca Cervini è nato a Merate (LC) nel 1984. Ha frequentato studi di grafica pubblicitaria, interessandosi parallela-mente all’arte nelle sue varie declinazioni che vanno dalla fotografia, al cinema, al fumetto. Vive e lavora a Paderno d’Adda (LC).
BIOGRAFIA
MOSTRE PERSONALI:
2011
Equilibri e Fratture, galleria Officine dell’Immagine, Milano
2008
A Surreal Travel Through Human Feelings, Fusion Restaurant, Corbetta, Milano
2007
Sospensioni Temporali, ArtFest 2007, Olgiate Molgora, Lecco
MOSTRE COLLETTIVE:
2011
BAF - Bergamo Arte Fiera, Officine dell’Immagine, Milano
Arte Cremona, Officine dell’Immagine, Milano
Arte Pordenone, Officine dell’Immagine, Milano
2008
Umano? Ultraumano. Poetica della deformazione, a cura di Laboratorio Alchemi-
co, Milano
2007
D’Arts 2007 Festival, Arthouse Veszprém, Pannonia, Ungheria
Sulle Orme Di Inga Ping, a cura del Circolo Culturale Bertolt Brecht, Milano
Rojo@Nami, Sao Paulo, Brazil
2006
Arte della lettura - Premio letterario Boccaccio, a cura dell’organizzazione Premio
Celeste, Palazzo Pretorio, Certaldo Alto, Firenze
ESPOSIZIONI
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