l'obelisco dicembre 2011

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Qualche giorno fa, il 26 novembre, con pullman, treni e auto sono arrivati da tutta Italia dei simpatici giovinotti vestiti di nero ed armati, che dicono di combattere e di essere contro il governo Monti, sia perché antidemocratico, sia perché è un governo di banche. Ora non intendo soffermarmi su quanto è successo esattamente quel giorno, perché chi era interessato non avrà sicuramente mancato di informarsi da solo, quindi analizzerò da vicino la situazione, e per quanto riguarda i nostri cari amici, e per quanto concerne i nostri concittadini che non Lo scorso 17 Novembre il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi ha rassegnato le dimissioni. Il popolo è in festa. Berlusconi esce di scena dopo 17 anni di quasi totale protagonismo sulla scena politica italiana e le reazioni dei manifestanti sembrano quelle di una liberazione da una lunga dittatura: canti, danze, preceduti dall’incredulità, sembra impossibile che la maggioranza non sia stata confermata ancora una volta da un voto di fiducia per quei due voti ricavati all’ultimo minuto. Diciassette anni di berlusconismo, che avrebbe dovuto attuare la tanto proclamata “rivoluzione liberale”, hanno portato alla crisi attuale, alla caduta di credibilità internazionale, a quelle risatine fra primo ministro francese e cancelliere tedesco: un bilancio decisamente in rosso. Molti esponenti dell’opposizione considerano le dimissioni del premier una vittoria della sinistra, e senza alcun dubbio questo governo ormai non aveva più ragione d’esistere. Analizziamo le modalità che hanno portato l’ormai ex premier a farsi da parte: Silvio Berlusconi è senza alcun dubbio il personaggio più discusso d’Italia. Negli ultimi anni l’opinione pubblica era alle prese con i suoi scandali, basti pensare al “bunga bunga” o alle leggi ad personam. (Segue a pag 5) erano proprio d'accordo con l'iniziativa. Ma perché non erano d'accordo? Abbiamo forse una città antidemocratica? No, il punto non è questo. La gente si è opposta all'insediamento degli amichetti vestiti di nero perché questi, checché dicano, costituiscono un pericolo per la società. Probabilmente gli slogan che hanno portato in piazza il 26 erano molto simili a quelli che sentiamo a tutte le manifestazioni, ma d'altro canto è inammissibile che urlino in coro "gli omosessuali non hanno diritto di esistere”. Non vi stupite, costoro inneggiano ad ideali nazifascisti, e non sto esagerando dal BRAVISSIMI RAGAZZI VESTITI DI NERO VOGLIONO AIUTARE IL PAESE La fine del Berlusconismo Enrico Fumo Davide Esposito PAG 14-15 INTERVISTA AGLI ZEN CIRCUS momento che loro stessi si definiscono tali. Dicono che il governo Monti sia un attacco alla democrazia, ma non mi pare che il fascismo ne sia araldo (la mattina la polizia ha sequestrato il loro furgone, carico di spranghe e sampietrini). Dicono che vogliono difendere i nullatenenti, che si sono stancati di un governo che favorisce solo i potenti di cui, tra l'altro, loro stessi sono figli. Non sto inventando: il giovane Manfredi Alemanno (sì, il pargolo del preclaro Gianni), rappresentante alla consulta del suo liceo, è uno dei più eloquenti e attivi membri di CasaPound. (Segue a pag 3)

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Giornalino scolastico del Liceo Genovesi di Napoli

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Page 1: L'Obelisco Dicembre 2011

ANNO N.1 ORGANO DI INFORMAZIONE UFFICIALE DELLA COMUNITA' GENOVESINA DICEMBRE 2011

Qualche giorno fa, il 26novembre, con pullman,treni e auto sono arrivatida tutta Italia deisimpatici giovinottivestiti di nero ed armati,che dicono dicombattere e di esserecontro il governoMonti, sia perchéantidemocratico, siaperché è un governo dibanche. Ora nonintendo soffermarmi suquanto è successoesattamente quel giorno,perché chi erainteressato non avràsicuramente mancato diinformarsi da solo,quindi analizzerò davicino la situazione, eper quanto riguarda inostri cari amici, e perquanto concerne i nostriconcittadini che non

Lo scorso 17 Novembre ilPresidente del Consigliodei Ministri SilvioBerlusconi ha rassegnatole dimissioni. Il popolo èin festa. Berlusconi esce discena dopo 17 anni diquasi totale protagonismosulla scena politica italianae le reazioni deimanifestanti sembranoquelle di una liberazioneda una lunga dittatura:canti, danze, precedutidall’incredulità, sembraimpossibile che lamaggioranza non sia stataconfermata ancora unavolta da un voto di fiduciaper quei due voti ricavatiall’ultimo minuto.Diciassette anni diberlusconismo, cheavrebbe dovuto attuare latanto proclamata“rivoluzione liberale”,hanno portato alla crisiattuale, alla caduta dicredibilità internazionale, aquelle risatine fra primoministro francese ecancelliere tedesco: unbilancio decisamente inrosso. Molti esponentidell’opposizioneconsiderano le dimissionidel premier una vittoriadella sinistra, e senza alcundubbio questo governoormai non aveva piùragione d’esistere.Analizziamo le modalitàche hanno portato l’ormaiex premier a farsi da parte:Silvio Berlusconi è senzaalcun dubbio ilpersonaggio più discussod’Italia. Negli ultimi annil’opinione pubblica era alleprese con i suoi scandali,basti pensare al “bungabunga” o alle leggi adpersonam. (Segue a pag 5)

erano proprio d'accordocon l'iniziativa. Maperché non eranod'accordo? Abbiamoforse una cittàantidemocratica? No, ilpunto non è questo. Lagente si è oppostaall'insediamento degliamichetti vestiti di neroperché questi, checchédicano, costituiscono unpericolo per la società.Probabilmente glislogan che hannoportato in piazza il 26erano molto simili aquelli che sentiamo atutte le manifestazioni,ma d'altro canto èinammissibile che urlinoin coro "gli omosessualinon hanno diritto diesistere”. Non vi stupite,costoro inneggiano adideali nazifascisti, e nonsto esagerando dal

BRAVISSIMI RAGAZZI VESTITI DI NEROVOGLIONO AIUTARE IL PAESE

La fine delBerlusconismo

Enrico Fumo

Davide Esposito

PAG 14-15 INTERVISTA AGLI ZEN CIRCUS

momento che loro stessisi definiscono tali.Dicono che il governoMonti sia un attacco allademocrazia, ma non mipare che il fascismo nesia araldo (la mattina lapolizia ha sequestrato illoro furgone, carico dispranghe e sampietrini).Dicono che voglionodifendere i nullatenenti,che si sono stancati diun governo chefavorisce solo i potentidi cui, tra l'altro, lorostessi sono figli. Non stoinventando: il giovaneManfredi Alemanno (sì,il pargolo del preclaroGianni), rappresentantealla consulta del suoliceo, è uno dei piùeloquenti e attivimembri di CasaPound.(Segue a pag 3)

Page 2: L'Obelisco Dicembre 2011

Bentornati, lettori!Siamo al primo vero numerodel nostro nuovo giornalinoe l’emozione è sicuramentetanta.Ci scusiamo per il ritardocon il quale viene pubblicatoil nostro pupillo, ma siamosicuri che capirete i nostripeccati di gioventù: siamouna redazione nuova ed erainevitabile incappare inqualche piccolo problema.Ciò non ci ha certoscoraggiato, e anzi ci ha datola forza per partire conancora più determinazione.

In questo periodo tanti eventisi sono susseguiti, sia interniche esterni alla scuola, dandomodo di poterci confrontarein discussioni più o menoaccese ma che sono semprerimaste civili: è importantesottolineare che finalmente unpensiero critico stiarinascendo all’interno dellanostra comunità e che i fruttidi questa lunga opera disensibilizzazione stianoiniziando a farsi vedere.È stato sicuramente un mesee mezzo turbolentocaratterizzato dagliavvenimenti del 15 ottobre aRoma, dalle manifestazionidel 26 Novembre indette unada Casapound e l’altra dalmovimento antifascista, di cuici racconterà Enrico Fumo,ma anche dal nuovomomento politico che l’Italiasta vivendo, commentato inquesto numero da DavideEsposito.Altra piccola ma grande(ri)conquista degli ultimitempi è l’apertura dell’aulaautogestita al primo piano, alungo richiesto dai ragazzi,

destinata a essere luogo didiscussione, socializzazioneed elaborazione... e non difumo come erroneamente si èpensato in precedenza!Ottobre è stato anche il mesedel Festival della Filosofia inMagna Grecia di Velia che si èsvolto dal 20 al 23 e a cuihanno partecipato la IB, la ICe la IE, tornando, comel’anno scorso, entusiastedell’esperienza appena vissuta,ovvero un viaggioelettrizzante nei luoghi chediedero i natali a Parmenide.Il nostro angolo sportivo,invece, sarà riservato al fitnessdi Mario Postiglione ma,soprattutto, dall’impresa dellapallavolo azzurra agli ultimimondiali che hanno vistotrionfare le nostre ragazzenelle lontane terre delGiappone, il tutto riportatodal nostro Guido Sannino.La chiusura di quest’editorialela voglio dedicare a lui, alnostro Carletto, e soprattuttoal suo sorriso, quello che hailluminato tante giornate discuola e che probabilmentecontinuerà a farlo da lassù.Enrico Fumo ha volutoraccontarlo, e tra le righeimprontate di sé noteretesicuramente che quello che ciha lasciato il nostro Amico ècertamente qualcosa di benpiù importante di unamancanza fisica.

L'EditorialeFabrizio Pignatelli

2 Dicembre 2011

Impaginazione a cura di

Pierangelo Malfi

Page 3: L'Obelisco Dicembre 2011

3Dicembre 2011 CULTURA

SIEG HEIL PACIFISMO

Quindi hanno protestato,fino a prima del governoMonti, contro la politica dimamma e papà, che, tral'altro, li protegge e dàloro mezzi. Ad esempioScilipoti ha pubblicamenteespresso simpatia perquesta associazione difanciulli volenterosi,dichiarandosi loroportavoce in parlamento(ci tengo a ricordare chefino a dicembre delloscorso anno il fedeleDomenico era membrodell'Idv). Nello stessogiorno del corteo nero,circa 700 persone, per lopiù napoletani, sono scesiin piazza Cavour, alcuniarmati di mazze, per"portare fuori laspazzatura".Fortunatamente non cisono stati scontri: i fascihanno fatto vedere chechiamandosi da tutta Italianon arrivano che a 1500persone, e Napoli ha fattocapire di non volerli,anche se molti, spaventatidalle possibili botte,hanno preferito restare acasa a dire che il fascismoè brutto. Le botte fannomale e non si devonodare. Navigando suYouTube a sincerarmidelle impressioni dei nerisull'accaduto è emersoche, a parer loro, la realtàantifascista è inesistente, eche solo loro sono braviperché propositivi, mentrenoi che non li amiamosiamo cattivi perchédiciamo solamente di nonvolerli e non proponiamo

Enrico Fumo

niente.Francamente ritengo chese TUTTI gli indignatinapoletani fossero scesi inpiazza a dire di nonvolerli, quegli altriavrebbero avuto ancorameno visibilità, facendo sìche il loro corteonazionale sarebbe statoridicolo in confronto aquello locale contro diloro. Quella del 26 è statadunque soltantol'ennesima prova che perrealizzare qualcosabisogna crederci edattivarsi per metterla inatto.Le persone a piazzaCavour erano troppo

poche: i fasci erano di più,anche se la loromanifestazione era alivello nazionale. Anche sei movimenti antifascisti eantirazzisti napoletanihanno parlato conNarducci e De Magistrisper vietare il loro corteo –è stato infatti più che altroun presidio - l'obiettivo didare a loro e all'Italiaintera un segnaleantifascista non è statoraggiunto del tutto.Bisognava dare unarisposta forte a questocancro sociale.

Page 4: L'Obelisco Dicembre 2011

Carletto4 Dicembre 2011

Quest’anno, a luglio, se n’èandato un ragazzo diquesta scuola. Carletto,una persona che eradifficile vedere triste, unapersona che eral’incarnazione dellavitalità, della gioia, e ditutto quello che significaenergia. La morte l’hapreso all’improvviso, nelmomento assolutamentepiù inaspettato, nel postoche lui amava più diqualsiasi altra cosa. Igiorni che trascorreva aPunta Licosa erano tra ipiù spensierati e felici chelui conosceva. Io credoche la più grande dote diCarlo fosse quella di saperfare dell’ironia su séstesso. Se veniva preso ingiro, o insultato, lui non siarrabbiava o dispiacevamai, ma rispondevasempre con un sorriso.Non prendeva né sé stessoné la vita e il mondotroppo sul serio, erasempre pronto a scherzaree a vedere il lato buono diqualsiasi cosa. Erabenvoluto da tutti, nonaveva nemici o personeche lo detestavano, eispirava simpatia econfidenza anche a chi loconosceva appena o lovedeva per la prima volta.Quando se n’è andatoanche chi non loconosceva bene ha sentitoche qualcosa diimportante era sparito.Anche sui giornali se n’èparlato, e sono state dettediverse cose sbagliate. Lohanno chiamato “studente

modello”, senza sapereche aveva preso debiti siail primo che il secondoanno di scuola: insomma,ancora una volta sembrapiù importante ciò che facommuovere la gente dellaverità.Carlo si trovava in unmomento in cui avrebbepensato a tutt’altro chealla morte in agguato. È suquesto punto che vorreiriflettere. La vita puòfuggire da noi in qualsiasimomento, anche oramentre sto scrivendopotrei smettere di esistere.Non voglio fare la predicadel “ricordati che devimorire”, anzi, vorrei chetutti noi imparassimo daquanto accaduto aCarletto: dobbiamocercare sempre di trarrequanta più felicità, quantapiù gioia di vivere da

qualsiasi momento in cuiesistiamo. Quante volte cisentiamo dire “carpediem”, ma non riusciamomai a capire il suo verosignificato: ecco, io l’hofinalmente inteso.Smettendo di arrabbiarsi,di dispiacersi per le piccolecose che vanno storte ognigiorno, e pensare che allafine la vita, la cosa piùimportante che abbiamo,ci appartiene ancora,dovrebbe riempirci digioia: in questo modosaremmo più preparati epronti per quando ilmomento di andarcenegiungerà. Non èassolutamente facile; ioper primo mi innervosiscofacilmente e sono in gradodi rovinarmi la giornataper futilità, maimpegnandoci ad azzerareil dispiacere causato da

Enrico Fumo

tutto ciò che è identificatocome male nella vita,potremo essere più serenie potremo dire di esseresoddisfatti dei beimomenti che la vita ci hadato e di darà.

Page 5: L'Obelisco Dicembre 2011

5Dicembre 2011

La fine del Berlusconismo

Insomma le dimissionidi Berlusconi eranoattese da tempo, tuttaviaarrivano nel momentoin cui sono impostedall’Europa permotivazioni legate aduna crisi economicamondiale non soloitaliana, detto ciò ilpasso indietro diBerlusconi è davvero daconsiderare come unavittoria dellademocrazia? Siamosicuri che in questasituazione sia statamessa in discussione lafigura di SilvioBerlusconi per leproblematiche note anoi italiani? Lasuccessione degli eventinon ci permette dirispondereaffermativamente aquesti interrogativi,infatti non è un casoche il presidente dellarepubblica Napolitanoabbia optato per ungoverno tecnico con acapo Mario Monti,economista, direttoredella Bocconi di Milanoed ex commissarioeuropeo per laconcorrenza e per ilmercato interno. Lafigura di Monti incarnaperfettamente il ruolo ditecnico chiamato incausa per “aggiustare” lasituazione politica delPaese, il suo è uncompito difficile,scomodo, in cui bisognaimporre tasse esicuramente allontanarsidai consensi elettorali.E’ dunque emblematico

che tale programma nonvenga portato avanti daipolitici, bisognerebbechiedersi a questo puntoa cosa servano, ma chesia attuato da uneconomista, un tecnicoa capo di un governo inpiedi solo in seguito allacaduta di quelloprecedente avvenuta permotivazioni ancora unavolta economiche.Dunque no! Il passoindietro di Berlusconinon è stata una vittoriadella democrazia equesto non è avvenutoper le motivazioni percui tutti gli oppositoridel suo governo hanno

manifestato.L’andamento del nostropaese e del mondointero è stabilito ancorauna volta dalle leggispietate del capitalismoche hanno imposto ledimissioni del nostro expremier, il quale moltoprobabilmente, in tempieconomicamente piùrosei, sarebbe ancoraqui a portare avanti lalegge bavaglio, acontinuare unprogramma politicomarcio, del quale, aquesto punto, non cisaremmo mai liberati sel’economia europea nonstesse andando a fondo.

Davide Esposito

Page 6: L'Obelisco Dicembre 2011

Made in China6 Dicembre 2011

Avete mai riflettuto sulfatto che ideogrammicome questi, confusemacchie di inchiostro pernoi, per qualcuno sonoquotidianità ?Vi siete mai chiesti comesarebbe la vostra vita orase foste nati dalla parteopposta del pianeta?Viviamo in un mondoglobalizzato, dove siamocostantemente a contattocon realtà diverse dallenostre e quale sarebbel'utilità nell'allontanarle edevitarle?Io, studentessa licealequale sono, ho cominciatoa scoprire davvero questoMondo andando in Cina.Grazie ad Intercultura,un'associazione mondialeche organizza scambiculturali tra ragazzi discuole superiori, hotrascorso l'anno piùincredibile della mia vita,perché quando nonconosci la lingua, lacultura, andare a scuola oanche al supermercatodiventa un'avventura.Le differenze tra la nostrascuola e quella cinese sonoabissali, quasi come ledimensioni di queglienormi campus forniti dilaboratori, biblioteche,mense. La vita di un tipicostudente cinese èparecchio stressante: lelezioni vanno dalle 7.30del mattino fino alle 20.30,dal lunedì fino alladomenica, giorno in cuiallo studente è concessamezza giornata di riposo.La maggior parte deglialunni alloggia neldormitorio della scuola,tornando a casa solo ladomenica e per le vacanze.Durante le lunghissimegiornate scolastiche non ci

si dedica solo allo studio,ma anche alla pulizia dellascuola, alla cerimoniadell'alza bandiera, agliesercizi per gli occhi e ci siriposa durante le pauseper il pranzo e la cena.In tutte le scuole dellaCina, dopo le prime dueore di lezione, migliaia distudenti vestiti con lastessa uniforme siallineano, perfetti comesoldatini, eseguendoall'unisono gli stessiesercizi di ginnastica. Cosadi cui mi sono semprestupita è la loroorganizzazione, la lorodisciplina, su cui puntanosin dal primo giorno diliceo, che inizia semprecon una settimana diaddestramento militareper gli alunni del primoanno.In ogni aspetto dellasocietà cinese moderna

troviamo traccie della lorotradizione millenaria,partendo dai rapportiumani, di cui è esempio ilprofondo rispetto chenutrono verso gli anziani,arrivando alle abitudiniculinarie o l'utilizzo delcalendario lunare per lecelebrazioni, il cuimassimo esempio è ilcapodanno cinese. Inquesto felice giorno, in cuiil cielo viene illuminato damigliaia e migliaia difuochi d'artificio, tutta lapopolazione cineseinvecchiaautomaticamente di unanno. Fungendo questadata da compleanno perl'intero paese, al verogiorno di nascita nonviene attribuital'importanza datagli daglioccidentali. In realtà il loroconcetto di età è moltodiverso dal nostro.

Marta De Vescovi

Quando un bambinonasce ha già un anno,quindi se ad esempionascesse a Dicembre e ilcapodanno si festeggiassea febbraio, il bambinoavrebbe per i cinesi già 2anni, mentre la sua etàeffettiva sarebbe di soli 2mesi.La Cina è il paese degliopposti, dovel'arretratezza e latradizione convivonoarmoniosamente con latecnologia e l'innovazione,dove camminando per lastessa strada puoi vederesfreccianti BMWsorpassare carretti di legnotrainati da asini, enormigrattacieli con megaschermi affiancati dapseudo baracche.La Cina, come ogni paese,possiede qualcosa dimagico, che quandoimpari a conoscere ti entradentro, diventando quasicome un altra pelle. Perquanto stare lontani dallapropria famiglia oadattarci ad un ambientesociale completamentediverso sembri difficile,ciò che ottieni alla fine èmolto più grande di ognisacrificio. Quindi, comemi sono detta quando hoscopertoIntercultura,perchè nonprovarci??

Page 7: L'Obelisco Dicembre 2011

7Novembre 2011

Guglielmo da Baskerville,uno Sherlock Holmes antelitteram al quale,effettivamente, mancasolo la pipa.Commetterebbe un graveerrore e rimarrebbeinesorabilmente delusochi, come già detto, siaccosti alla lettura de “Ilnome della rosa” con lasperanza di godersisemplicemente un giallo.Dovrà infatti fare i conticon dottissimi dialoghi,straripanti di citazioni eriferimenti dai piùdisparati autori, medievalie non, primi tra tuttiAristotile, Tommasod'Aquino, Isidoro daSiviglia e Boezio. A chiabbia qualche ruggine conla lingua latina si potrebbeconsigliare di saltare a pièpari le numerose citazioniclassiche e biblichesparpagliate con gusto esapienza secondo alcuni,con compiaciuto sadismoe sfoggio di culturasecondo altri. Appartengoalla prima di questecategorie, non già perchéqualcosa nella miafanciullezza dev'essereandato storto, ma perché èimpossibile sottrarsi alfascino dell'erudizione edella narrazione. Leuniche pecche, avendo ioil compito di tracciare unquadro complessivo, sonosenz'altro le digressioni ditroppe pagine circa lastoria europea delmomento (glissabile senza

grossi problemi) e ledescrizioni alle volteoltremodo approfondite ditorri e cunicoli, nonsempre piacevolissime. Siperdona poi qualcheamabile anacronismo,come, per dirne una, il farcitare il Placito Capuanoad un monaco tedesco del1300. Armandosi però dibuona volontà esoprattutto di curiosità,magari con dizionari aportata di mano, si puòdavvero godere, magaricentellinandolo, di quelloche è finalmente unmeraviglioso romanzo.Curiosamente, però, inun'intervista il professorEco ha dichiarato di averein odio “Il nome dellarosa”, tacciandolo diessere il peggiore tra iromanzi da lui scritti, e siauspicava financo chepure gli altri lodetestassero. Mi parvero leparole di un genitore cheparlasse con eccessivaseverità ed intransigenzad'un suo figliolo, e quindiinviterei a non darglicorda, sperando che nonvenga mai a sapere diquesta insubordinazione.D'altra parte se hainnamorato anche profanidi storia, letteratura efilosofia, che ritenevano diessere ben lungi dal poteressere interessati difraticelli eretici o dimanoscritti perduti, unmotivo, o forse più di uno,ci sarà.

Davide Di Falco

I professori vannomangiati in salsa piccante,però chi li mangia e lidigerisce diventa un po'professore anche lui.Ebbene, se GiorgioPasquali non aveva avutotorto con questa argutamassima, possiamoaffermare con una certabaldanza, diciamo exprofesso, che “Il nomedella rosa” sia un libroall'arrabbiata. Libro che èdivenuto conun'incredibile velocità unmonumento (nel sensoetimologico del termine)della letteratura dei nostrimagri giorni, benchéancora vi siano dellesacche di resistenze prontea sostenere che si tratti diun mattone indigesto, uninsopportabile calepinobuono solo per chiesclusivamente di calepinisi è nutrito, riprendendo ilmotto dell'amico Pasquali.Ma d'altronde da UmbertoEco, personaggio nototanto per la sua erudizionequanto per le sue audaciprese di posizione sia inambito culturale che inambito politico, non ci sipoteva aspettare qualcosadi timidamente diverso.E di audacia il nostroprofessorone ha fatto unbell'uso, dal momento chesolo un intrepido potevasperare di ambientare inun monastero trecentescoun giallo e uscirne vivo,anche se si farebbe ungrande torto a “Il nomedella rosa” qualora gli si

desse unicamente delthriller, neanche fosse unbest-seller da autogrill oda ombrellone, giusto perintenderci. Difatti delgiallo ha sicuramente lanarratologia,impostazione, gli sviluppi,i colpi di scena e leambientazioni, ma lasostanziale grandezzadell'opera sta, di contro,nell'universo in cui ipersonaggi si muovono.Sapiente e magistralerisulta la ricostruzione delmonastero che fa dasfondo al romanzo:basterà citare ladescrizione dei portici,affrescati con suggestividipinti che attingonodirettamente al favolosopopolare o alla tradizionebiblica, tenendo fede aquella splendida frase cheepitoma in sé tutta lacompiacenza che isemplici (e non solo)riponevano nelleimmagini, massime inquelle religiose: Pictura estlaicorum literatura. Poiovviamente c'è labiblioteca-labirinto,interdetta ai nonautorizzati, che cela unsegreto, oltre che i“prohibitorum librorum”.Che relazione ha questamisteriosa ma magneticabiblioteca con la serie diefferati delitti chesconvolgono la beata edindustriosa vita deimonaci? A lavorare aquesto caso abbiamo

Nel nome della rosa

Page 8: L'Obelisco Dicembre 2011

Queste oscure materie.8 Dicembre 2011

Con mire d'ambizionecontro la monarchiadivina, Philip Pullman,scatena un'empia guerra aicieli con la sua trilogia“Queste oscure materie”.L'intera storia puòapparentemente risultare,a un lettore poco attento,un fantasy di poco conto;è necessario, invece, persvelare tutti i riferimentiteologici, mistici e persinodenunce a un mondoecclesiastico corrotto postial centro della narrazionedi Pullman, andare oltre lasemplice ma necessariastoria di una bambina(Lyra) alla ricerca di suamadre.L'abilità di Pullman sta nelfar derivare da questaricerca elementi teologici efilosofici, non più ermeticinel terzo volumedell'opera.Il perno della storia,intorno al quale vertono levicende di tutti ipersonaggi, è la Polvere,nonché simbolo delpeccato originale e dellaconoscenza. La polvere èl' elemento costante nellavita degli uomini deidiversi mondi descritti in“Queste oscure materie”;regola infatti il nascere, ildivenire e la morte dellecose, trovando il massimodella sua espressione nelmondo di Lyra ove ènecessaria per legare gliuomini ai rispettividàimon: creature chericordano non poco ildàimon socratico.Antagonisti delle vicendesono i membri delMagisterium, ovveroesponenti religiosi, i quali

operano affinché laPolvere sparisca daimondi. Collaboratrice diquest'organo ecclesiasticoè la madre di Lyra, ed è daquesta scoperta che sidiramerà una tramasempre più intrecciata eaccattivante, carica disuspance e colpi di scenache costringeranno Lyra afronteggiare una realtà acui era stata predestinata:ella, infatti, secondo unaprofezia avrebbe messofine al destino,sconfiggendo la mortestessa e annullando ilconcetto di provvidenza.Nella sua impresa saràspallata da Will, unbambino proveniente daun altro mondo, ovvero ilnostro, giunto in quello diLyra per mezzo di unodegli squarci aperti neicieli che permette ilpassaggio tra i vari mondiparalleli. Questi squarcihanno delle conseguenzenotevoli sul prosieguodella narrazione, essiinfatti comporteranno una

rottura dell'equilibrio dellapolvere in ciascun mondo.

Anche qui P. Pullmaninterviene in manieraallegorica personificandoWill e Lyrarispettivamente in Adamoed Eva, i quali,successivamente coscientidel reciproco amore,commettono il peccatooriginale, attirando su di séla polvere, che prima, acausa degli squarci,rischiava di perdersinell'abisso (il nulla); laperdita avrebbedeterminato la fine delpensiero degli esseri.

Pullman provoca in modoraffinato e colto,inserendo elementipolemici ed educativi inun contesto infantile. Lasua critica all'apparatoecclesiastico e alcristianesimo raggiungel'apice nella descrizioneche fa di Dio: un esseregenerato dalla polverestessa e usurpatore di un

Angela Chiaro

potere illegittimo, ottenutomillantando di essere ilcreatore, ma egli, essendoun essere come gli altri ein quanto tale fatto dimateria, moriràmiseramente.Il significato del romanzova oltre le allegoriereligiose, esso affronta iltema della libertà di parolae di pensiero, infatti, Lyrae Will saranno costretti aseparasi affinché ciascunodi loro costruisca nelproprio mondo la“repubblica dei cieli”contrapposta al “regno deicieli”.

Quel che Pullman vuolecomunicare al lettore,possiamo noi esprimerlocon una frase di Pindaro“Anima mia, non cercarela vita eterna, ma sviscerail regno del possibile.”

Page 9: L'Obelisco Dicembre 2011

9Dicembre 2011

L'impressione

Che arte singolare è lafotografia. C’è chi negapersino che lo siaeffettivamente.Parlo, come alcunisapranno, da appassionatadella materia, non facciol’artista (nessuno ha maiesposto dei miei lavori).Eppure mi capita diriflettere su cosa siarealmente l’attività in cui midiletto.Qualcuno di voi, se comeme scatta assiduamentefotografie, lo saprà: avetescattato una foto, aveteapportato a questa le dovutemodifiche, la avete guardata,riguardata, analizzata in ognisua parte, avete modificatoancora. Infine è diventata lavostra immagine, quella cheavevate nella testa, quelloche avete visto o quello cheavreste voluto vedere. Lamostrate a qualcuno, magariqualcuno che non condividecon voi questa passione osemplicemente non necapisce nulla, e vi ponel’odiosissima domanda:“Dov’è?” o, se il soggetto èuna persona: “Chi è?” .È capitato a tutti, suppongo.Questo ogni volta mi fariflettere su un aspettoimportantissimo di cui, amio avviso, un fotografodeve sempre tener conto:nella fotografia non si puòmai scappare del tutto dallarealtà. Non c’è modo diraggirarla, per quanto la sipossa camuffare, per quantosi possa curare lacomposizione delleimmagini , la fotografia,finché essa sarà il fruttodella luce che impressionauna pellicola o un sensore,sarà sempre e comunque,

almeno in minima parte, lariproduzione oggettiva dellarealtà.Questa qualità differenzia lafotografia da tutte le altrearti; se un pittore prende inmano un pennello e hadavanti a sé una modella hafacoltà di scegliere: potràriprodurre le fattezze delladonna con tanta fedeltà dafar apparire la sua opera ilpiù vera possibile, oppuretradurrà le sensazioni che lafigura della donna glisuggerisce in un’immaginefinale. In entrambi casi nonc’è niente che leghi lamodella alla sua immaginedipinta, salvo il fatto cheessa abbia ispirato l’autore,ma potrebbe benissimoessere un ricordo diquest’ultimo, potrebbeessere stata dipinta inqualsiasi momento!L’autore, dunque, dàespressione alle proprieimpressioni.Nel momento in cui lastessa modella vienefotografata, la sua immagineè la riproduzione oggettiva,il riflesso (nel vero sensodella parola) di ciò che lamodella è stata in undeterminato secondo: lafoto scattata oggi e in undeterminato contesto nonpuò rappresentare lamodella di vent’anni fa népuò rappresentarla in uncontesto diverso. Tutte le

modifiche successive, nonpotranno in nessun modospezzare questo legame.Il fotografo dunque non èun artista? L’arte non èforse tale quando èprodotto della menteumana?Nell’opinione di tutti spessoi due concetti sonodistaccati e anche qui nonmancano i luoghi comuni:“Per fare un disegno siimpiega un sacco di tempo,la fotografia invece si fa indue secondi!”. Alle voltesono così gentili daconcederci anche il secondoin più per la stampa....Oppure: “La fotografia è ilmodo per ricordarsi deimomenti tristi e felici ecatturarli per sempre”, oancora (e questo è tra i piùodiosi): “Non ha sensomodificare le fotografie: ècome imbrogliare! Lafotografia è bella se è fedelealla realtà!”, e su questafalsariga si appoggiano tuttii feticisti nostalgicidell’analogico, sui quali èmeglio che non mi dilunghi.

Queste non sono frasistupide, se si parte dalpresupposto che lafotografia ha il compito diriprodurre la realtà, perquanto inutile possasembrare questo fine.È inevitabile che vichiedano chi sia il soggetto

della foto e non siano perquesto considerati stupidi,quando analizzare l’opera diLeonardo a partire dallapersona della Monna Lisa èpalesemente un’assurdità.Non sorprendetevi: lafotografia per loro non èche solo un modo perimmortalare un belsoggetto, e se vorrete essereapprezzati dai più comebravi fotografi, beh,sceglietevi una bellamodella.Io credo che non siasufficiente un discorso sulmodo in cui essa si esprimeper giudicare qualcosa arteo non arte, e il bravofotografo non cerca né diprendere la realtà a caso,senza attenzione, né direndere la realtàirriconoscibile. Perspiegarmi farò un esempio.L’11 settembre 2001 leTorri Gemelle crollarono,ma in una fotografia ormaipassata alla storia, unafotografia di JamesNatchwey, foto-reporterdella realtà, si vede in primopiano la croce di una chiesa,e il delirio provocato dalcrollo non è altro che losfondo. La composizione èperfetta, la foto geniale.Perché quella foto èun’opera d’arte? Perchél’autore ha svolto unaselezione, una scelta, hacomposto in base a ciò cheaveva nella testa e ha fatto sìche la realtà fosse lostrumento per creare un’immagine che fosse sua.Perché la realtà è sempre lastessa ed è la prospettivadell’uomo a plasmarla. Larealtà non è solo descritta, èanche giudicata. Così comefa il pennello del pittore…più un secondo per lastampa.

Valeria Rocco

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Amedeo Modigliani: un profilo1 0 Dicembre 2011

Amedeo Modigliani èforse il personaggio piùmisterioso ed intrigantedel variegato mondoartistico dei primi delNovecento, ed ho sceltoper questo primo articolodi descrivere un suoquadro che mi haparticolarmenteimpressionata.Si tratta di un ritratto, unofra i tanti, dedicatoverosimilmente alla sua“amica-musa-amante”Jeanne (foto) eciò che ha catturato la miaattenzione e che mi haspinta a scrivere èl’espressionestraordinariamente tristedella donna ritratta,un’espressione ineffabiledietro la quale si cela unintero universo disensazioni.Il quadro presenta unaprevalenza di colori scuri,cupi. Al centro vi è ladonna, seduta su di unasedia; una porta fa dasfondo al ritratto.Elemento tipico dellamano di Modigliani è lafigura categoricamenteaffusolata, che tende adun’elevazione del soggettorappresentato.Il dipinto tutto è ununiformarsi di percezionivisive: il collo reclinatodella donna ci dice chequesta è stanca, che si èforse piegata alle insidiedel tempo, che vi si èabbandonata in mancanzadi alternative, in mancanzadi speranze.I capelli, che le cadonodelicati sulla fronte,denotano un altroelemento della sua

sottomissione alla vita chele è stata imposta: sonorassegnati come lei.Le labbra sono impassibili,pur tuttavia rappresentanol’elemento più vivacedell’intera composizione.Gli occhi, vorrei checoncentraste qui la vostraattenzione: un nero abissodi tristezza.Sono gonfi, spenti estanchi, tremendamentestanchi. Traboccano dilacrime che probabilmentenon cadono giù a fiottisolo perchéimpasterebbero il resto deldipinto sciogliendo lapittura.Ma perché questa donna ècosì triste?

“Perché ha vissuto, vivema ciò che più la deploraciò che la fa fremere sinoalle ginocchiaè che domani, dopodomani ancora, vivrà.”(Charles Baudelaire, lamaschera)

La donna ritratta apparechiusa completamente inse stessa, si rifugia nelladolcezza dei suoi pensieri

più intimi: è in un altromondo, in una fantasia piùalta che solo leiconcepisce e che cerca difarci cogliere attraverso losguardo.Noi umili spettatoripossiamo solo provare acomprendere con la vistae, tramite essa, conl’intelletto ciò che ladonna, per mano diModigliani, vuolcomunicarci.Il soggetto del quadro havita propria, una vitatormentata perchéimpostagli dall’esterno,limitata ad un ordinatoammasso di colori, ed èproprio questo il motivoper il quale la donnaritratta ci appare cosìtriste.È la donna stessa arendere il dipinto e le suetonalità così opache, leivuole che sia così.Desidera ostentare in tuttii modi la sua angoscia,solo in questo modoqualcuno può renderseneconto e salvarla.Non c’è nulla in quegliocchi se non una richiesta,una preghiera: la libertà.

Maria Chiara Pastore

Se uscisse dalla sua telaavrebbe modo di guardarenegli occhi, almeno peruna volta, una di quelletante persone che si sonosoffermate dinanzi ad essaper contemplarla.Se non uscisse dalla suatela continuerebbe persempre ad osservare dauna prigione gli occhisfuggenti dei suoicontemplatori, che siostinerebbero adesaminarla senzacomprendere.Ciò nonostante lei nonpuò uscire da quella tela:non è altro che unarappresentazione grafica etale resterà per sempre.È questa la vita che è statascelta per lei, ed è questo ilsuo dilemma: costretta inun limbo dove non esistela vita e neppure la morte,tormentata da un’eterna,straziante angoscia.

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11Dicembre 2011

Umberto Mariani-"Autobiografico:Tampere"

Che ne dite di una mostrad’arte contemporanea?Che ne dite di andare avisitare una mostra sulritratto in epoca romana?O il Vasari in mostra aFirenze? O, se siete deicultori dell’arte moderna,non sono meglio Morandie Licini a Fermo? O forsepreferite UNA MOSTRAD’ARTECONTEMPORANEA?Eccoci al MART diRovereto, un veromiracolo italiano, unmuseo d’arte moderna econtemporanea aperto nelcuore del centro cittadino,operazione piuttostocoraggiosa nel Bel Paese.Esposte, oltre alla riccacollezione permanente,anche “Olimpia Ferrari-Reflect what you are” e“Percorsi riscopertidell’arte italiana nellaVAF-Stiftung 1947-2010”,esposizioni in uncerto modocomplementari , di cui laseconda è costituita daopere della collezionedell’imprenditore tedescoVolker W. Feierabend,appassionato d’arteitaliana. Una primasezione è dedicata adalcuni fa i più importantimovimenti d’avanguardiaastrattisti nati osviluppatisi in Italia nelsecondo dopoguerra,ponendo l’accento sui varigruppi formatisi in queglianni: Informale,Nuclearismo,Razionalismo concreto eCostruttivismo, diversi

esempi di sperimentazionipolimateriche. Infine unasala dedicata al rapportofra arte e politica tra glianni ’60-‘70. La secondasezione dell’esposizione èdedicata all’arte dagli anni’80 ad oggi: non posso chenotare la povertà d’ideedegli artisti delle ultimegenerazioni qui presenti(Stefano Di Stasio, CarloMaria Mariani, EnricoIuliano, Pino Falcone,Dacia Manto, ecc.), che sidibattono fra unneoespressionismo di cuifrancamente non possoche ammirare l’abilitàtecnica, ma che non milascia niente: unneoconcettualismopiuttosto ironico, ma chenon fa che ricordarmi leprovocazioni artistiche delsecolo passato e, fraqueste, alcune opere dimatrice chiaramente new-dada, che sono costituiteda oggetti comuni, ma lacui visione non provocapiù nessun effetto nelvisitatore. La mostrarisulta così nella sua partefinale piuttosto tediosa,ripetitiva e priva di opereparticolarmente poeticheo originali. Ma forse è unproblema delle operescelte dai curatori dellamostra? Direi di no, datoche l’arte contemporaneanon è che se la passi tantobene in Italia.Guardiamoci un po’intorno: il MADRE, unodei più vitali musei d’artecontemporanea d’Italia,nonché il più visitato ditutta Europa, chiudenell’indifferenza generale acausa della politica di

appiattimento culturaleportata avanti dalla giuntadi centro-destra alla guidadella regione Campania; ilCAM di Casoria harischiato di chiudere ibattenti in Italia per aprirein Germania; la Biennaledi Venezia, fino avent’anni fa una delleprincipali occasioni almondo d’incontro perartisti di paesi diversi, hatoccato nel 2007 il suominimo storico divisitatori: l’arte italiana vi èaccettata solo se venduta aNew York o il problema sirisolve semplicemente nonesponendo opere di artistiitaliani e così la Biennalecede sempre più il passoalle “colleghe” di grandicittà straniere, comeIstanbul e San Paolo.Artisti celebri compatriotisono solo quelli del nucleostorico dellaTransavanguardia, cioè DeMaria, Clemente, Cucchi,Paladino e Chia che hannoesaurito la loro energiacreativa col passare deglianni, o Cattelan, checontinua a proporreprovocazioni di tipo post-duchampiano. Ma allora èun problema italiano?Forse, essendo l’arteitaliana del tutto assentenegli ultimi anni da mostredel calibro di Art Basel diBasilea e dalla Documenta

di Kassel. Ciò che si evinceperò a livello mondiale è che,dopo il superamento del post-moderno e deineoespressionismi, non c’è unmovimento, una direzionechiara verso cui andare.Comunque, anche se all’esteropossiamo trovare esperienzepiù vivaci rispetto a quelle delnostro paese, con laglobalizzazione dell’arte e delmondo che vi gravita intornoun po’ tutti gli artisti si sonoomologati,creano opere, perdirlo alla Augé, destinati a“non-luoghi”, cioè spaziasettici, privi di identità, ugualida Shangai a Parigi. In fiere direspiro internazionali, come laFiac di Parigi, il design statrovando sempre di più la sualegittimazione, scalzando l’artedai suoi luoghi tradizionali, laquale poi va alla ricerca diformati sempre più enormi,ma tutt’altro che poetici odiventa sempre più criptica,allontanando così il grandepubblico . E allora, c’èqualche via d’uscita? Direi dino, se la situazione di stallodegli ultimi anni continua apersistere, e si sa, gli artistisono particolarmente sensibilie non possono che risentiredella crisi, ammesso che, indiversi casi, non l’abbianoaddirittura “prevista”.

Giovanni Sannino

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Piacevoli Parentesi1 2 Dicembre 2011

La scena del quadro e isuoi colori sonoparticolarmente caldi.Sembra stare dietro lospioncino della porta dellatoilette di questa belladonna, con la malizia el’interesse più acuti. Certo,il nudo suscita unparticolare interesse, èsempre stato così, maquelli di Degas, che nellasua ultima vita si dedicò inparticolar modo proprio ainudi di queste donne dispalle, chine, impegnatenelle azioni più tenere equotidiane, hanno un’altraforma, un altro aspetto.Perché? Perché sembrache da quello spioncinostia uscendo il fumocreatosi per quel bagnocaldo. Pare che chi osservasi aspetti che quella donnasi alzi in piedi e si mostriin tutta la sua completezzae soprattutto che mostri ilsuo volto. Perché sembrache la donna che Degas hadipinto debba essere perforza bella, debba perforza avere il voltodelicato, sottile estravolgente. Sembrasoprattutto che debbaobbligatoriamente esseresul punto di voltarsi, oalmeno è questo ildesiderio di chi siaffeziona a vederla, questadonna.Suscita un interessefortissimo, forse perché èpresa in un momento cosìnaturale, che ci si aspettaproprio che debbasuccedere qualcosa disconvolgente, e invece no.Sta ferma, maprobabilmente viaggia neisuoi ricordi, nei suoi

pensieri. Sta di spalle, e sinasconde, perché vuoleproteggersi come può,standosene sola, epensando a se stessa. Cosìcome quando ci si asciugala nuca e il ruvido delpanno ti formicola lungoquella linea tra i capelli e ilcollo, laddove terminanoproprio i primi e inizia ilsecondo. Salendo per icapelli che diventano alpassaggio del panno piùsetosi e compatti oscendendo per la schienache si curva e scricchiolacome un’arpa.Lei continuerà a viveresenza mai distoglierel‘attenzione dai suoi

pensieri. Ma nondimenticherà quel bagno,quell’acqua calda, il suoruvido panno e ilmomento in cui asciugarsile abbia fatto pensare. Enessuno di noi dopoaverla vista, dopo aver benosservato le sue spallegrosse, dopo averadocchiato il suofondoschiena e dopoessere stati accecati anchesolo per un attimo dalcolor bordeaux dei suoicapelli, dalla sua semplicitàe dalla normalità di ungesto dietro cui sinasconde la vita di chisoffre, riuscirà a

Vincenzo Castellone

dimenticarla.Nessuno riuscirà a nonpensare al suo volto.

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1 3Dicembre 2011

Tablet Pc: il futuro è già qui.

Fin dalla sua nascita,qualche decennio fa, lamorte del PersonalComputer è apparsacome inevitabile. Negliultimi anni se ne stariparlando. In effetti, ilPC appare sempre piùcome un oggettoobsoleto e sempre piùspesso, nellanavigazione in internet,gli si preferiscono mezzidiversi, più agili e di piùimmediato utilizzograzie all’impiego dischermi tattili Tuttavia,è d’obbligo loscetticismo circa lapossibilià di sostituireun mezzo tanto versatilecon dispositivi diversi,quali gli smartphone o itablet computer, nondotati di tastiera, aventicome unico sistema diinput il solo touchscreen e che necessitanodi essere sincronizzaticon altri PC, èd’obbligo. È pertantodifficile credere che, nelmondo dei casual users,le oramai consolidateabitudini possano esserestravolte: il PC non puòessere messo in soffitta.Tuttavia, è difficilecredere che il mondodei computer, perdefinizione cosìdinamico, possa restarefermo. Certamente nonè così: niente puòfermare l’avanzata, chesembra davvero infinita,del mercatodell’informatica. Perciò,devono esserci, sottol’apparentementetranquilla superfice delmare, correntifrenetiche. Questofermento, su cui

influiranno le ricerchenei nuovi mercati dismartphone e tabletcomputer,dovrà portaread una trasformazionedel PC, a unarivalutazione nellecaratteristiche, ma nonnella filosofia. Laconclusione ideale diquesto processo nonpotrà, pertanto, cheessereun’implementazionedelle nuove tecnologienate per gli smartphoneed i tablet computer,nell’ormai anziano PC.Non si tratta difuturologia, ma dipraticaremassicciamente stradegià battute da qualcheanno, in un mercatodecisamente di nicchia.Era, infatti, illontanissimo 2001,un’era informatica fa,quando Bill Gateslanciò, certo diprovocare un terremotonelle abitudinidell’utente medio, iprimi Tablet Pc.Tuttaviaquesti,nonostante leevidenti evoluzioni chepotrebbero portare alnormale utilizzo di uncomputer, sonosconosciuti ai più.Andiamo, dunque, adefinirli. Esistono duetipologie di tablet pc: daun lato gli slate pc, prividi tastiera, dall’altro itablet pc convertibili,che hanno la forma "aconchiglia" dei normaliPC portatili, ma conuno schermo ruotabiledi 180° e richiudibilesulla tastiera, perché visi possa meglio

interagire. Che siadell’una o dell’altracategoria, un tablet pc èun vero PC, capace diessere usato come PCprimario, con le stessefunzionalità di uncomunissimo computerportatile con SistemaOperativo Windows. Inpiù, possiede unafruibilitàesponenzialmentemaggiore e capacità diinput rivoluzionarie,grazie alla presenza diun touch screencapacitivo, come in unosmartphone, e di undigitalizzatore integratonello schermo, chepermette, mediantel’uso di una pennaelettromagnetica, diricreare realisticamentel’esperienza di scritturacon carta e penna,producendo degliappunti che possonoessere convertiti dariconoscitori di grafia intesto Word edorganizzati da specifici

programmi. Uno strumentodi apprendimentostraordinario, dunque, chepotrebbe sostituire tutti ilibri di studio e gli appunticon un solo dispositivo,molto leggero e dallabatteria di lunga durata.Avere tutti gli appunti ed ilibri di una vita di studioorganizzati e raccolti inpoco spazio, tuttavia, deverestare un sogno. Questacategoria di dispositivi, èpoco diffusa, perchépensata per il mercatobusiness. Non esistonoprodotti di fascia media, diconsumo. Ciò porta i costiad esser molto alti,sicuramente superiori almigliaio di euro. Possiamosolo auspicare uncambiamento nelmarketing, sperando che cisi accorga che il futuro è giàqui.

Antonio D'Onofrio

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ZEN CIRCUS – NATI PERSUBIRE (LA TEMPESTA, 2011)

1 4 Dicembre 2011

Siamo a quota settealbum per gli ZenCircus con il nuovoNati per subire uscitol’11 Ottobre per LaTempesta Dischi,l’etichetta che ormai daqualche anno sforna lemigliori produzionidella scena musicaleindipendente italiana. Ilprogetto folk punk rockZen Circus nasce a Pisanel 1994 da un’idea diAndrea Appino (voce echitarra), Ufo (basso) eTeschio (batteria), ilquale verrà sostituito nel2003 da Karim Qqru.Nati per subire (che,tanto per curiosità, stoascoltando per la terzavolta nell’arco di unagiornata) è il secondoalbum completamentein italiano della band,dopo Andate tuttiaffanculo. Il disco è nelsolito stile del gruppo:nudo e crudo, privo diqualsiasi tipo dicompromesso. Qualcosadi nuovo lo si trovanelle sonorità (Appino,lo so che ti sei fatto laLes Paul!) e nellastrutturazione dei pezzi,

che sono meno scarni epiù costruiti rispetto ailavori precedenti. Labatteria, come sempre, èminimale ma efficace, ilbasso ha unadimensione tutta sua espesso diventaaddirittura lo strumentosolista, e nei riff dichitarra si sentono delleeco di Minutemen e diHusker Dü. Nati persubire è un viaggio tra lecontraddizioni e le millesfaccettature del paeseche sembra una scarpa,tra qualunquismo (Iqualunquisti), precariato(Franco), futuripignorati (Cattivopagatore) e voglia dirisalire (Nati per subire),passando per un’aspracritica alle credenzereligiose, che parte daconstatazioni dicarattere più cheempirico, fatta col tonodi un bambinodispettoso (L’amorale) eper una provocazionebella e buona dicarattere sociale, mista aconfessioni intime enascosta sottoforma diballata (La democrazia

semplicemente nonfunziona).Si vedepalesemente che suquesto disco si èlavorato parecchio e checi ha lavorato parecchiagente infatti se VillaInferno (2008) avevavisto la collaborazionecon gli Zen di BrianRitchie dei ViolentFemmes, Kim Deal deiPixies, Jerry Harrisondei Talking Heads, inquesto nuovo lavoro c’èun bella fetta di musicaindipendente tutta dicasa nostra: AlessandroFiori, Enrico Gabrielli, iMinistri, NicolaManzan, Giorgio Canali,tanto per fare qualchenome. In occasionedello showcase alla Fnacdi Napoli(emozionantissimo, chete lo dico a fare), sonoriuscito ad acchiapparegli Zen i quali sono statidisponibilissimi achiacchierare con medel disco, della società edel porn-entertainment,nonostante avesserosolo il tempo di suonareed andare subito via perun concerto a Roma.Da Andate tuttiaffanculo a Nati persubire. Qualcuno ciha visto uncambiamento radicaledel vostroatteggiamento, iocredo invece chesiano due facce dellastessa medaglia. Chiha ragione?Appino: “Nati persubire è certamente inun certo senso lacontinuazione di Andatetutti affanculo, ancheper la scelta di

Luca Griecocontinuare a trattare,come nell’albumprecedente, temi come ilqualunquismo e di farlosempre in manieraprovocatoria. Ciò chedistingue Nati persubire è una grandeintrospezione chenell’album precedentenon c’era e, in questosenso, quest’album èabbastanza sommesso,sebbene non perda lavolgarità che è uncarattere del nostromodo di comunicare edel modo di porsi degliitaliani in generale.”Karim: “Credo che faredue dischi ugualisarebbe stato tristissimo,però naturalmente nonabbiamo perso tutto ciòche caratterizza il nostrostile anche perché lamaggior parte dei pezzidel nuovo album sonvenuti fuori durante laprima parte del tour diAndate tutti affanculo.”Ufo: “Indubbiamentedue facce della stessamedaglia.”

Recensione e intervista (azz!)

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1 5Dicembre 2011

La democraziasemplicemente nonfunziona: spiegatemiun po’ questo titolo.Ufo: “Partiamo dalpresupposto che noi trepassiamo più tempo tradi noi che con le nostrefamiglie e discutiamomolto. Abbiamo inoltrefatto negli ultimi tempidelle letture abbastanzamalsane: Céline e altripersonaggi controversi.Ci piace stimolare ilpensiero critico e da unanostra riflessione è natoquesto titolo a cui poiAndrea (Appino, ndr)ha dato forma.”Appino: “E’ una cosache dicevacontinuamente Karim,ma si tratta comunquedi una provocazione,non ci crediamoveramente: mi sembraabbastanza palese.”Una domanda cheesula dall’ambito deldisco: che rapporto eche considerazioneavete di Napoli?Ufo: “Se dovessidefinirla con dueaggettivi: bella edolente. Personalmente,e devo ammettere chemi dispiace molto, conNapoli ho avuto a chefare solo in relazione allavoro, per cui conoscosolamente le zoneadiacenti ai posti doveabbiamo suonato. Aproposito, qualcuno ciha chiesto come mai neltour non sono previstedate a Napoli. Colgol’occasione perrispondere che questesono solo le prime datedel tour: per orasappiamo che in

Campania torneremoper una data ad Eboli(SA) da definire meglio,ma questo non significache non cercheremol’occasione di tornarequi a Napoli.”Karim: “La Napoli checonosco io è quella didieci anni fa. Avevoalcuni cari amici in duequartieri completamentediversi da loro: ilVomero e le Vele.Napoli è bellissima, ilclassico posto che vienecondannato e distruttosoprattutto da chi nonlo conosce. Tuttavia cisono atteggiamentidiffusi che comunquenon aiutano per niente arisollevare l’immagine diquesta città: quandovenivo qui vedevoassurdità, come ragazziche venivano presi aschiaffi solo perchépasseggiavano in unazona che nonapparteneva loro. Nonnego che a Napoli peròho visto anche unasolidarietà e un rispettograndissimo tra lefamiglie, una cosa cheho visto in Italia soloqui, in alcune zone dellaSardegna, che è laregione dove sono nato,e a Livorno. Forse

anche a Palermo, cheperò rimane sempre unpo’ più borghese.”Ora devo chiedereuna cosa seria aKarim: che ne pensidel video di Belen?Karim: “Mi fa cacare!Tieni conto che ioprima di questo videonon sapevo neanche chifosse Belen Rodriguez.Comunque secondo menon era minorenne epoi la cosa mi sa moltodi montaggio… c’època verve!”Ascolti consigliati: Iqualunquisti; Nelpaese che sembra unascarpa; L’amorale;Nati per subire; Lademocraziasemplicemente nonfunziona.

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La morte del cinema d'avventura

1 6 Dicembre 2011

Nel 1989, con l’uscitadell’ultimo grande filmdi Indiana Jones, èmorto il cinemad’avventura nellaconcezione più pura deltermine: all'alba deglianni Novanta, col primoepisodio della serie DieHard, è stato pubblicatoil suo necrologio. Daquel momento il cinemaè profondamentecambiato, e leproduzioni di filmd’azione e di thrillerhanno conosciuto unpreoccupante aumento,che ne ha però minato, acausa della spaventosacommercializzazione, laqualità, non di radostraordinariamentescadente. Ma chesignifica produrre filmd’avventura, o, ingenerale, avventura? Intermini strettamenteetimologici, avventurasignifica “inaspettato”, equesto ci conduce allaprima peculiarità chedeve essere propriad'una pellicola, od anched'un libro che si professi“d’avventura”, ovverouna tramarocambolesca, unatrama che trascini iprotagonisti e lospettatore in una serie diavvenimenti“inaspettati”, piuttostoche metterlo dinanzi adun obiettivo giàesplicitamentedichiarato. In secondoluogo, il genereavventuroso ha subitotanto nei romanzi (adesempio quelli di CliveCussler), quanto nel

cinema (l’ultimosacrilego Indiana Jones),delle agghiaccianticompenetrazioni con lafantascienza, colcyberpunk, e, ingenerale, con una seriedi trovateipertecnologichedecisamente evitabili.This is business, ladiesand gentlemen! Ciò,come inevitabile, nuoceterribilmente anche allatrama stessa,estremamente più solidae credibile se costruitasulle fragili, non dico dino, fondamentaarcheologiche, opiuttostofantarcheologiche, deivari Indiana Jones, maanche di molte serietelevisive degli anniTrenta. In secondoluogo, guardiamo allescene d’azione: neppurequelle sono più capacidi fare, dal momento

che la semi-onnipotenzatecnologica di cui sifregiano molti cineasti èun’arma a doppio taglio:oramai il soggettodell’azione non è già piùil personaggio, maquelle maledetteautomobili, pompe dibenzina, camion, cheabbiamo visto esploderein qualsiasi modoumanamenteconcepibile...basta! Egiacchè siamo in tema diautomobili e di città,passiamo al terzo punto:i luoghi. Come nonritenere che leambientazioni di unfilm, soprattuttod’avventura, debbanoessere suggestive,stuzzicarel’immaginazione, esserepervase dall’odore di“uncharted”, diinesplorato? E lecolonne sonore? Sonoormai simili più ai suonitechno di una mal

Gabriele Manfredi

bazzicata discoteca dellasuburra londinese.Prendo ancora comeesempio i film diIndiana Jones, poichéuniversalmenteconosciuti, e soprattuttoil tema centralecomposto dal maestroJohn Williams, unandante maestoso esevero, punteggiato dasplendidi acuti, non altiquanto i violini diPsycho, ma bastevoli dametterci dentro la vostraimmaginazione e i vostrisogni. Requiesce inpace, avventura.

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1 7Dicembre 2011

Ladri di saponette

In occasione del NapoliFilmFestival, tenutosi il13 ottobrea CastelSant’Elmo, il registaMaurizio Nichetti haproiettato il film “Ladri disaponette”. “Questo - diceNichetti - è un film un po’curioso, il primo cheinterrompe la pubblicità”.

La pellicola, realizzata nel1989, vuole dimostrareche inquegli anni per latelevisioneun film erasolo un pretestoper farvedere tanta pubblicità.Sitratta, infatti, del periodoincui la pubblicitàcomparve sulpiccoloschermo per la primavolta. La qual cosa eraimpensabile per glispettatoridel tempo, egenerò un vero eproprioproblema…

Siamo negli anni '80 e unafamiglia di teledipendentiassiste alla trasmissionedelfilm “Ladri disaponette “ diMaurizioNichetti, che narra ledisavventure di unafamigliaoperaia durante ildopoguerra.Mentre lafamiglia assiste alfilm (inbianco e nero), lapubblicità (a colori) lointerrompe!

A causa di un black-out lepubblicità trasmessedurantela proiezione dellapellicola simescolano aipersonaggi e allastoriamodificandone del tuttolatrama. Lo stesso Nichettientrerà nel film cercandodiristabilirne l’ordine etentandodi rimediare allo

stravolgimento dellatrama,portandola all’ideaoriginale. Isuoi tentativi siscopronoessere però vanie nelfrattempo glispettatori non sisonoaccorti di nulla.

A partire dagli anni ’80 leinterruzioni pubblicitariecambiarono il modo divedere la televisione,distogliendo l’attenzionedello spettatore cheseguiva poi con moltomeno interesse un film, unprogramma o una fiction.Con “Ladri si saponette” ilregista volle far capirequanto pochi minuti dipubblicità potesserocondizionare la visione diun film. Oggigiorno ilproblema sembra moltomeno attuale, osemplicemente non èconsiderato un problema;per noi è normaleaccendere la tv ed essereletteralmente bombardatida infiniti spotpubblicitari: molte dellecose che seguiamo intelevisione si sono adattatealla pubblicità, la maggiorparte dei programmi peresempio è divisa insezioni, sketchche vedono protagonistiogni volta persone diversein modo che lo spettatorepossa seguire senza troppiaffanni. Tutto ciò fa di noitelespettatori distratti esempre deviati dalleinterruzioni. La tv stessa èdiventata un mercatopromozionale di persone,è come se fossescomparsa e la pubblicitàavesse preso il suo posto.

Alessia Migliaccio e

Giovanna Urciuolo

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Pallavolo femminile, un miracolotutto italiano

1 8 Dicembre 2011

TOKYO: 18-11-11,segnatevi questa data, è ungrande giorno, e sepreferite segnatevi anche ilnumero 2, come quello deimondiali vinti dal nostroMassimo Barbolini, equindi dall’Italia. Parliamodi un breve e gloriosocammino cominciato solonel 7 aprile del ’51, in queldi Alessandria, quando lenostre ragazze esordironoperdendo per 2-3 controla Francia e col nefastoEuropeo di Bulgaria,concluso al 6° posto. Mada quei fallimentari giornidi strada ne è statapercorsa, fino ad arrivareal nuovo millennio, giàricco di successi,impreziosito da unCampionato Mondiale(2002), due Europei(2007, 2009), una GrandChampions Cup (2009) edue rassegne iridate, comegià detto (2007, 2011).Brave le nostre ragazze.Vittorie importanti nelsegno d’un MassimoBarbolini a cui è stata datala piena fiducia e mai pagodei successi (a differenzad’una certa Piccinini). Masi sa, lui è un duro e conquella sua burberaespressione accompagnatadal consueto battito dimani ha sempre saputotrasmettere risolutezza edeterminazione esoprattutto ha semprepuntato sulla linea verde,difatti nella rosa in questarassegna iridata eranopresenti solo due over ’80(le veterane Gioli e LoBianco) e ben cinqueunder 23, per un’età mediadi 26 anni circa! Con ilnuovo che avanza che siritaglia già spaziimportanti (la Bosetti,classe ’94 e la più giovanedel gruppo ha giàindossato per ben undicivolte la casacca azzurra).Tutti numeri che fannosperare in vista delle

Olimpiadi che si terrannoquest’estate a Londra,“London calling”cantavano i Clash nellontano ’79. Tutto ciò èsintomo d’un paese che hafortemente deciso dipuntare su questo sport,partendo quasi dal nulla,un vero miracolo in Italia,considerando che nonsolo è uno sport minore,ma che anche la pallavolofemminile ha conosciutouno sviluppo che ora,grazie alla costanza stadando i suoi frutti.Espressione magnificadella forza di volontà chepermette d’andareovunque, persino allanostra nazionale a cuibruciava il 7° postoconquistato quest’anno inMacao di vincere ilMondiale, riprendendosiviolentemente lo scettro eincoronandosi sovrana suCina, USA, Brasile eSerbia. Concludo con unadomanda, breve, forseprovocatoria:"Quantisport in Italia possonoseguire questo rarissimocaso, a cominciare dallapallavolo maschile umiliatadai recentissimiinsuccessi?"

Guido Sannino

Ritorno alPaleoliticoMario PostiglioneLa Paleo-dieta o dieta dellecaverne, propone quel regimealimentare che caratterizzavale popolazioni umane nelperiodo che precede lascoperta dell'agricoltura,avvenuta circa 10.000 anni fa.Gli uomini trasserosostentamento da caccia,pesca e raccolta di vegetazionespontanea e bestioline fin dalpaleolitico; a favore della dietapaleolitica è pertanto l'assuntoche a livello genetico efisiologico l'uomo non hasubito grossi mutamenti dalpaleolitico ad ora, sebbene sisia assai evoluto dal punto di

vista culturale, tecnologico escientifico.Ideata da Robb Wolf,ricercatore biochimico e co-titolare della prestigiosaNorCal Strengh &Conditioning (considerata unadelle 30 migliori palestre degliStati Uniti), la Paleo Dietaormai sta spopolando tra glisportivi del continenteamericano. Lo stesso Wolf,spiega "la dieta dell’uomodelle caverne contempla solo icibi che venivano usati dainostri più antichi antenati, cheandavano a caccia e nonavevano ancora scopertol’agricoltura: quindi carne epesce a volontà, mapochissimi cereali, e queipochi integrali".La Paleo Dietati tiene soprattutto in salute(combatte obesità, malattiecardiache, tumori poiché sonotutte patologie riconducibiliall’alimentazione moderna),ma ha anche effetti positivisulle prestazioni in ambitosportivo: aiuta a metter sumassa muscolare, fa correrepiù veloce, consente disopportare sedute diallenamento più pesanti,accorciando i tempi direcupero. "Trasforma qualsiasiindividuo in un atleta,facendoti raggiungere inpoche settimane enormimiglioramenti nel tuorendimento sportivo", assicurasempre Wolf, forte anche deglielogi alla sua dieta arrivati dadiverse ricerche scientifiche.Tra i vantaggi che siottengono seguendo ilmodello paleolitico siintroducono conl'alimentazione elevatequantità di vitamine e cofattorivitaminici, minerali,antiossidanti, contenuti nellafrutta, nella verdura e nellecarni. Inoltre, l'eliminazionedegli oli di semi e il consumoabituale di pesce azzurropermette di raggiungere ilgiusto equilibrio tra acidigrassi omega-3 ed omega-6,sebbene appaia molto difficileoggigiorno, vista la difficoltàdi procurarsi carne selvatica,ottenere il rapporto ideale tra

omega-3 ed omega-6 senzaricorrere all'uso di integratori:si calcola infatti che nelPaleolitico tale rapporto fosse1:1. L'abbondante consumo diverdura e frutta e l'esclusionedi cereali e latticini apportabenefici in quanto produce nelcorpo un ambiente alcalino,con effetti protettivi per leossa e la salute in genere.E’ indubbio che permantenere un buono stato disalute sia indispensabile unadiscreta attività fisica. Spessosi va alla ricerca di quale sia losport meno impegnativo oquello che ci permetta di averedegli orari più flessibili perpoter studiare; tra quellimaggiormente consigliati daimedici hanno indubbiamentela meglio il nuoto e la palestra.Il primo ha come vantaggiuno sviluppo armonico edequilibrato di tutti i muscolidel nostro corpo senzaindolenzimenti vari o crampi esicuramente il non sudarequando ci si allena o lapresenza di poche personedurante l’allenamento. Questosport però ha anche deglisvantaggi: il più importante e’la presenza eccessiva delnostro corpo in acqua inaggiunta ad uno sviluppomuscolare per lo più adattosolo ad attività da svolgersi inacqua. La palestra invece hatra i suoi vantaggi quello diallenare fasce muscolari conpiù attenzione al dettaglio edalla quantità di massamuscolare che lo sportivovuole mettere con una vastascelta tradefinizione,forza,resistenza emassa. Sicuramente glisvantaggi più evidenti sono ilsudore, i crampi, la debolezzapost-training ed una folla chesi allena. Dopo questa breveed umile spiegazione su questisport mi permetto di dare unumile parere: entrambi sonoottimi e non saprei sceglieretra i due quale sia il migliorema consiglio un po’ di fantasiae di trovare uno sport piùfantasioso o che più si confà ainostri interessi ed alle nostrecapacità, sicuramentel’importante e’ stare in formae bene con se stessi.

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1 9Dicembre 2011

In cucina con Scotti

Stanchi di tornare a casae trovare dei cibi freddiche risalgono almeno adue ore prima ? Bene,buttateli! E’ora diimparare a provvederealla propriasopravvivenza da soli e,per fare ciò, basta farsiaiutare da Scotti. Comediceva Totò: “Io la cenafredda la lascio riscaldare:a me la cena fredda piacecalda”. Dunque io viinsegnerò alcune ricettesemplici e veloci per duemotivi: in primis perché anoi la cena fredda piacecalda ed in secundisperché i bravi cuochivanno in paradiso. Ilpiatto che prenderemo inconsiderazione in questaedizione è La frittata diuova, pietanza alquantogustosa e, soprattutto,facile da preparare. Iltutto si risolve in cinquepassaggi:

-ingredienti (uova, sale,pepe, parmigiano edolio)

-1)Rompere le uova inuna ciotola (solitamentese ne calcolano 2 a testa).

- 2)Sbatterle con unaforchetta, unendo unpizzico di sale e dellegenerose spolverate sia dipepe che di parmigiano .

-3)Mettere sul fuoco unapadella anti aderente,ungendola con un filod’olio.

-4)Quando la padella saràcalda, versare il battutonella padella, facendo

attenzione a far cuocereentrambi i lati (a metàcottura si consiglia dirivoltarla)

-5)Quando anche ilsecondo lato sarà cottofar scivolare la frittatasul piatto da portata eservirla.

Ora che sapete tuttosulla frittata di uova nondovete far altro cheprovare la ricetta ericordate: se val più unbuon giorno con unuovo che un mal’annocon un bue, l’unica cosache vi posso consigliare,miei probi lettori, ègodervi quest’uovo allafaccia del bue!

Giovanni Scotti

La vignetta diFumo

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La Posta di Pelliccia20 Dicembre 2011

Rocco dimettiti, ‘mparata campà!Non toccatemi Rocco,porta avanti la virilità dellarappresentanzagenovesina. Fidatevi diuno che le ha provatetutte!

Maria Chiara Pastore tiamo!Il fascino del nasino allafrancese…

Caliendo <3Non trovi che il cuore siaun simbolo troppomoderato e pacifista?

Bello solido Mario!!! M.<3Il segreto di Mario statutto nel lavoro di polso ebacino, e non dico altro…

Il lunedì sono felice……perché ho pancapiana (MarioPostiglione dixit.)Quando è troppo ètroppo…

Caliendo tien a cap aperdr!Lascia stare, è un ragazzocon la testa sulle spalle. Èappena tornato da un

master in Grecia.

Mamma di Mario welove you!! M.Mario (e soprattutto) suamadre spopolano alGenovesi, a quantopare… bello solido, eh? :P

Cari ragazzi, Hoorganizzato un gruppodi genovesini, chediventerà un gruppo sufacebook, percollaborare al lavoro divolontariato dei friarielliribelli, ossia di unabonifica di terreni delleaiuole cittadine. Ifriarielli ribelli siorganizzano per datevarie non prestabilite,l’obiettivo del nuovogruppo è di rendere gliincontri periodici e piùprecisamente ognisabato pomeriggio.Qualora i friarielli ribellinon si adattino ai nostriorari, sono sicuro che igenovesini siano capacidi portare avanti ilprogettoautonomamente. Vorreifocalizzare il lavoro solosu azioni pratiche e

tralasciare quelle di “propaganda”. Se potestefare pubblicità su“L’Obelisco” sarebbeutile. Grazie, GuglielmoRiccio.Sosteniamo la verdura.

Per Luca Grieco:"Seieterooseigay?"È semplicemente indifesoe confuso, una donnicciolasensibile.

Voglio sapere chi haavuto "la geniale" ideadi cambiare il nome delgiornalino scolastico dascratching a"L'Obelisco" che, conrispetto parlando,sinceramente fa cagare"E poi quelle vignette diFumo sono penose. P.S.grazie in anticipo peraver pubblicato la miaopinione.È una decisione che èstata presa da tutta laredazione, riprendendo ilnome del giornalino deglianni '60. Nonostante tuabbia parlato in maniera"rispettosa" ero indecisose risponderti o meno inquanto davi per scontatoche l'avrei fatto.