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87 Liturgia, architettura ed arte: un appuntamento annuale al monastero di Bose Carla Zito Sono ormai trascorsi quasi 20 anni dal primo Convegno Liturgico Internazionale al Monastero di Bose, nell’aprile del 1994! L’occasio- ne nasceva per ricordare il 25° anni- versario dell’inizio della vita comu- ne a Bose, ovvero di una comunità che da sempre «ha individuato all’in- terno del messaggio conciliare la centra- lità della Parola nella chiesa e la vita liturgica come loci di un nostro (del loro) ministero nella chiesa» 1 . La riforma liturgica del Vaticano II, fondamentale per la maturazione della vocazione del priore Enzo Bianchi e per la formazione della comunità monastica, con il lavoro dei padri conciliari e poi di coloro che ne sono stati eredi, anima il lavoro di ricerca della comunità monastica. Il Concilio Vaticano II è il principio guida e criterio ispirato- re di ogni possibile ricerca sullo spa- zio liturgico attraverso una formula che negli anni è diventata sempre più internazionale ed ecumenica. 13 convegni scandiscono i venti anni di lavoro di un comitato scien- tifico internazionale e multidiscipli- nare; di un evento che col passare degli anni è diventato un appunta- mento fisso per gli addetti ai lavori (architetti, liturgisti, artisti, direttori e membri degli uffici liturgici dioce- sani, delle commissioni di arte sacra e tutti coloro i quali hanno a cuore l’architettura e l’arte della liturgia). Fare una rassegna dei temi tratta- ti in questi 13 appuntamenti non sarà semplice e la riflessione non produrrà un lavoro esaustivo: il rimando agli atti 2 , ottimo strumen- to conoscitivo, consentirà alle diver- se professionalità l’approfondimen- to delle singole tematiche. Sicura- mente si cercherà di tracciare le notizie principali di un evento che negli anni è riuscito sempre più a costruire, a 50 anni dal Concilio, un appuntamento preciso «in cui colti- vare attentamente e pazientemente con un’attività scientifica i temi del rapporto tra architettura e liturgia» 3 concen- trando nell’ultimo decennio (2003- 2013) 4 un lavoro sistematico sulle tematiche relative allo spazio liturgi- co. Una ricerca che ha consentito negli anni di riconoscere nei cam- biamenti dell’architettura liturgica le semplici consuetudini dalla gran- de tradizione della Chiesa. Come il priore Bianchi ricorda nel discorso di apertura al V convegno: «già nel 256 il vescovo di Cartagine Cipriano scriveva: la consuetudine senza la verità è soltanto un errore invecchiato» 5 . Pur ricordando come primo appuntamento l’aprile del 1994, la continuità degli appuntamenti si ha a partire dal dicembre 2003 con il II dei convegni, a 40 anni dalla pro- mulgazione della costituzione Sacro- sanctum Concilium (4 dicembre 1963). Ancora una volta una data importante per la storia della Chiesa moderna per segnare un percorso di studio critico di documenti, accompagnato da tante realizzazio- ni, per risvegliare, soprattutto in Ita- lia, un lento e lungo processo di conoscenza delle tematiche relative al mondo della creazione artistica e della liturgia. I temi trattati e gli Atti Il primo appuntamento del 1994 dedica le sue giornate di studio al tema de “La celebrazione eucaristi- ca rinnovata dal Concilio Vaticano II” 6 . Da subito si contraddistingue l’impronta del convegno: una sorta di «passaggio di testimone tra quanti avevano lavorato in prima persona al Concilio – e in particolare alla riforma liturgica – e quanti di questa ricchezza erano divenuti gli eredi» 7 . Vengono messe fianco a fianco due genera- zioni di liturgisti: quella del concilio (B. Neunheuser, P.M. Gy, A. Rose, J.B. Molin, J. Gelineau) e dell’imme- diato post concilio (P. De Clerck, E. The International Liturgical Congres- ses which have been held since 1944 and organized by the Monastery of Bose (Piedmont Region) represent by now a regular appointment for those who work in this field: the architects, the liturgists, artists, directors and members of the diocesan liturgical offi- ces, the commissions of sacred art and all those who have at heart the archi- tecture and the art of liturgy . Such a meeting wishes to spread the knowledge of a systematic research (gathering the Acts of the Congress, which are published the year after the event) of the themes regarding the architecture and liturgy which has developed during these 13 meetings; followed by an international scientific and multipurpose committee, whose formula has become increasingly ecu- menical through the years. The Second Vatican Council is the guiding principle and the inspiring criterium of every research of liturgi- cal spacing. Through the years atten- tion has been focused on the principal liturgical points of the celebration (the altar, the pulpit the ambon, the bapti- stery) on the assembly, on the urban aspect, on the connection of liturgy and art, on the theme of the adjust- ments, every part in the light of the diversions which have emerged from the international comparison.

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Liturgia, architettura ed arte: un appuntamentoannuale al monastero di Bose

Carla Zito

Sono ormai trascorsi quasi 20anni dal primo Convegno LiturgicoInternazionale al Monastero diBose, nell’aprile del 1994! L’occasio-ne nasceva per ricordare il 25° anni-versario dell’inizio della vita comu-ne a Bose, ovvero di una comunitàche da sempre «ha individuato all’in-terno del messaggio conciliare la centra-lità della Parola nella chiesa e la vitaliturgica come loci di un nostro (del loro)ministero nella chiesa»1.

La riforma liturgica del VaticanoII, fondamentale per la maturazionedella vocazione del priore EnzoBianchi e per la formazione dellacomunità monastica, con il lavorodei padri conciliari e poi di coloroche ne sono stati eredi, anima illavoro di ricerca della comunitàmonastica. Il Concilio Vaticano II èil principio guida e criterio ispirato-re di ogni possibile ricerca sullo spa-zio liturgico attraverso una formulache negli anni è diventata semprepiù internazionale ed ecumenica.

13 convegni scandiscono i ventianni di lavoro di un comitato scien-tifico internazionale e multidiscipli-nare; di un evento che col passaredegli anni è diventato un appunta-mento fisso per gli addetti ai lavori(architetti, liturgisti, artisti, direttorie membri degli uffici liturgici dioce-sani, delle commissioni di arte sacrae tutti coloro i quali hanno a cuorel’architettura e l’arte della liturgia).

Fare una rassegna dei temi tratta-ti in questi 13 appuntamenti nonsarà semplice e la riflessione nonprodurrà un lavoro esaustivo: ilrimando agli atti 2, ottimo strumen-to conoscitivo, consentirà alle diver-se professionalità l’approfondimen-to delle singole tematiche. Sicura-mente si cercherà di tracciare lenotizie principali di un evento chenegli anni è riuscito sempre più acostruire, a 50 anni dal Concilio, unappuntamento preciso «in cui colti-

vare attentamente e pazientemente conun’attività scientifica i temi del rapportotra architettura e liturgia»3 concen-trando nell’ultimo decennio (2003-2013)4 un lavoro sistematico sulletematiche relative allo spazio liturgi-co. Una ricerca che ha consentitonegli anni di riconoscere nei cam-biamenti dell’architettura liturgicale semplici consuetudini dalla gran-de tradizione della Chiesa. Come ilpriore Bianchi ricorda nel discorsodi apertura al V convegno: «già nel256 il vescovo di Cartagine Ciprianoscriveva: la consuetudine senza la veritàè soltanto un errore invecchiato»5.

Pur ricordando come primoappuntamento l’aprile del 1994, lacontinuità degli appuntamenti si haa partire dal dicembre 2003 con il IIdei convegni, a 40 anni dalla pro-mulgazione della costituzione Sacro-sanctum Concilium (4 dicembre1963). Ancora una volta una dataimportante per la storia della Chiesamoderna per segnare un percorsodi studio critico di documenti,accompagnato da tante realizzazio-ni, per risvegliare, soprattutto in Ita-lia, un lento e lungo processo diconoscenza delle tematiche relativeal mondo della creazione artistica edella liturgia.

I temi trattati e gli AttiIl primo appuntamento del 1994

dedica le sue giornate di studio altema de “La celebrazione eucaristi-ca rinnovata dal Concilio VaticanoII” 6. Da subito si contraddistinguel’impronta del convegno: una sortadi «passaggio di testimone tra quantiavevano lavorato in prima persona alConcilio – e in particolare alla riformaliturgica – e quanti di questa ricchezzaerano divenuti gli eredi»7. Vengonomesse fianco a fianco due genera-zioni di liturgisti: quella del concilio(B. Neunheuser, P.M. Gy, A. Rose,J.B. Molin, J. Gelineau) e dell’imme-diato post concilio (P. De Clerck, E.

The International Liturgical Congres-ses which have been held since 1944and organized by the Monastery ofBose (Piedmont Region) represent bynow a regular appointment for thosewho work in this field: the architects,the liturgists, artists, directors andmembers of the diocesan liturgical offi-ces, the commissions of sacred art andall those who have at heart the archi-tecture and the art of liturgy .Such a meeting wishes to spread theknowledge of a systematic research(gathering the Acts of the Congress,which are published the year after theevent) of the themes regarding thearchitecture and liturgy which hasdeveloped during these 13 meetings;followed by an international scientificand multipurpose committee, whoseformula has become increasingly ecu-menical through the years.The Second Vatican Council is theguiding principle and the inspiringcriterium of every research of liturgi-cal spacing. Through the years atten-tion has been focused on the principalliturgical points of the celebration (thealtar, the pulpit the ambon, the bapti-stery) on the assembly, on the urbanaspect, on the connection of liturgyand art, on the theme of the adjust-ments, every part in the light of thediversions which have emerged fromthe international comparison.

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coltà della comprensione/assimila-zione della riforma liturgica. Discu-tere sull’ambone vuol dire soffer-marsi sullo spazio liturgico interfac-ciandosi ancor più con le questioniteologiche ; con la sua introduzionesi ha una definizione ancora maggio-re del luogo (vista l’appartenenzaalla rivelazione giudeo-cristiana)ricollocando la parola di Dio alcuore della vita della chiesa.

Partendo dalla considerazionedella Parola che convoca e raduna, ilteologo Tangorra13 afferma nuova-mente il primato di un oggetto,l’ambone, sull’assemblea visto che,secondo il passivo teologico: i fedelidevono riconoscere di non auto-radunarsi ma di essere radunatiintorno alla Parola che è la sola ingrado di formare la chiesa proprioattraverso l’assemblea liturgica.Diverse le questioni sollevate. Dalpunto di vista degli aspetti termino-logici la differenza tra ambone e pul-pito, entrambi usati per descrivere illuogo della predica, viene presentatadalla relazione di Milone e Novelloattraverso il corpus italico degliamboni medievali. La tradizionaleconcezione di ambone come suppor-to al libro liturgico vede poi le diver-se soluzioni: la presenza di dueamboni (uno per la lettura del Van-gelo ed uno destinato per le letturebibliche che lo precedono) comunecol Concilio di Trento, proposta dalMovimento Liturgico e abitualeanche ai tempi del Vaticano II. Lapoca chiarezza dei documenti conci-liari14 vede poi l’uso, ancora moltocomune, del leggio mobile (di ferrobattuto o legno) o amboni a forma

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Mazza, C. Giraudo, F. Dell’Oro, A.Nocent e C. Valenziano).

Le osservazioni sollevate da que-sto primo appuntamento, di caratte-re teologico-scientifiche insieme aquelle propriamente pastorali-orga-nizzative sottolineano il ritardo concui la riforma dei testi liturgici (edelle preghiere eucaristiche) hainteragito con la necessità reale diconsentire una partecipazione attivadei fedeli al rito.

La rilettura della riforma liturgi-ca attraverso il continuo confrontotra tradizione (traditio) e progresso(progressio) evidenzia i primi successie i fallimenti a trenta anni dalla con-clusione del Concilio.

In questo primo tentativo corag-gioso voluto da Enzo Bianchi silegge la volontà di creare una piat-taforma di riflessione forse ancoratroppo specializzata con un pro-gramma non adatto ad un pubblicodi professionalità misto.

Otto anni dopo, nel 2003, il IIappuntamento internazionale defi-nisce un programma che contraddi-stinguerà il lavoro della comunità diBose: la collaborazione con l’UfficioNazionale per i beni culturali eccle-siastici della CEI, un comitato scien-tifico8, la riflessione su un tema spe-cifico secondo l’approccio teologi-co, liturgico, architettonico e artisti-co. Una interessante sintesi al con-vegno per sottolineare le principaliquestioni emerse ma anche per evi-denziare, ancora a caldo, le criticitàdi alcuni interventi sia dal punto divista dei contenuti sia nella meradisposizione, è prevista al terminedei tre giorni di lavori.

Tema del II convegno è : “L’Alta-re. Mistero di presenza, opera del-l’arte” 9. Nel partire col cammino diriflessione sui maggiori temi dellospazio liturgico ci si sofferma sull’al-tare: «un oggetto che però ha in se stessoun’irradiazione e una potenza […] alcontempo punto di convergenza e puntodi irradiazione»10. Il polo liturgicoviene analizzato nell’ambito dellaliturgia e della storia, approcci appa-rentemente distinti di due realtàspeculari. Si ripercorre l’evoluzionestorica dell’altare alla luce del datoliturgico e quindi la lettura delleconcrete realizzazioni europee,espressione di una corretta o sba-gliata recezione delle norme conci-liari. Nel porre l’attenzione sull’alta-re si analizza la sua struttura dialetti-ca tra azione e spazio liturgico neltempo: la sua rappresentazionenello spazio liturgico è espressione

di un rito che nel mutare determinadelle modifiche nella forma liturgi-co-architettonica. Col Vaticano IIl’altare è anzitutto “mistero di pre-senza”: della simultanea presenza diDio in mezzo al suo popolo e dellapresenza del popolo radunato difronte al suo Dio. E’ grazie a questopolo liturgico che l’assemblea siraduna ed è intorno ad esso che sirealizza lo spazio liturgico. La suaposizione definisce l’orientamentodella preghiera, il suo rapporto conl’assemblea senza mai caratterizzareuno spazio unico. «È nel rifondaresempre il concetto che vede l’altare come“luogo architettonico” reale della chiesache forse è ancora riproponibile la ricercacontinua in direzione di una nuovariscoperta e riaffermazione del tema diuna chiesa in cui gli uomini possanoriconoscersi soggetti spirituali»11.

Grazie al Vaticano II si attua lariscoperta del posto occupato dallaparola di Dio nello spazio liturgicoattraverso l’ambone. È questo iltema trattato nel III convegno litur-gico internazionale del 2005: “L’Am-bone. Tavola della parola di Dio”12.Il suo ritorno sulla scena ne defini-sce la sua funzione, quasi al pari del-l’altare, sul presbiterio. La procla-mazione della parola di Dio dall’am-bone ha un ruolo anamnetico (farememoria delle azioni di Dio nell’as-semblea riunita in nome del Signo-re), pertanto riconoscere la suareale funzione in ottemperanza alvalore che il Vaticano II gli attribui-sce non è semplice. Dalle diverseriflessioni dei convegnisti emergeche le problematiche legate a talepolo liturgico rispecchiano la diffi-

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di leggio. Il ricorso a tali tipologieesprime la difficoltà ad intenderel’ambone come il luogo, pertantofisso, della proclamazione dellaparola di Dio all’interno della litur-gia.

Nel 2006 è il tema de “Lo spazioliturgico e orientamento”15 a riunireun sempre maggior numero di per-sone. Dopo aver focalizzato l’atten-zione sui due fuochi principali dellacelebrazione – altare e ambone –sarà la volta dello spazio liturgicogenerato dalla presenza di questidue oggetti. Tale spazio è analizzatosecondo il suo significato antropolo-gico, biblico, teologico e architetto-nico. Con la riforma liturgica delVaticano II viene infatti recuperatala definizione di chiesa come casadell’assemblea dei credenti, pertan-to è a partire dall’assemblea convo-cata che si forma lo spazio liturgico.

Diversamente dalle precedentioccasioni, le riflessioni prendonoinizio dall’analisi delle nuove realiz-zazioni di spazi liturgici affrontatesotto il profilo liturgico e architetto-nico. Tuttavia, l’attualità del temanon prescinde dalla discussionesulle attuali celebrazioni e quindi ilconvegno apre ai contributi deiprincipali protagonisti – Gerhards,Lang, Taft, Wallraff – per presentarelo status quaestionis del dibattito sul-l’orientamento della preghiera e lerelative posizioni: dalla preghieradirezionata ad est, sia a livello litur-gico che architettonico, al versuspopulum; a tutto ciò che si riscontranella pratica liturgica (la posizionedell’assemblea rispetto all’altare,alla croce sul presbiterio e alla posi-

zione del presbitero).L’appuntamento del 2007 si

occuperà de “Il Battistero”16, comeprimo e originario spazio sacramen-talmente ed ecclesialmente istituito.La scelta di dedicare una riflessionea questo luogo nasce dalla richiesta,specie in occidente, dell’iniziazionecristiana da parte degli adulti. Daqui l’interrogativo sul luogo del bat-tesimo: uguale per adulti e bambini?Oppure battisteri separati dalla chie-sa come nel passato? Il rinnovatointeresse verso il sacramento del bat-tesimo invita l’ingegnosità degliarchitetti ad intravedere nuove solu-zioni. Tutto ciò probabilmente allaluce di una conoscenza storica di unluogo che non è mai stato concepitounivoco e che da sempre si è ricono-sciuto come spazio della fede ma alcontempo esterno allo spazio-chie-sa: luoghi dell’iniziazione cristiana,la cui tipologia, negli esempi occi-dentali, viene distinta in battisterilegati alla chiesa e spesso affiancatida sale annesse o “battisteri monu-mentali” isolati rispetto al gruppoepiscopale o presbiteriale di cuifacevano parte17.

La complessità del tema trattatoal VI convegno si riscontra da subitonel titolo: “Assemblea Santa.Forme, presenze, presidenza”18 perdefinire, stando alle parole introdut-tive di Enzo Bianchi, la fenomenolo-gia dell’assemblea cristiana. Non esi-ste un’unica immagine della chiesaa causa delle diverse topografie del-l’aula liturgica. Data la presenza deidue fuochi liturgici principali (alta-re ed ambone) l’assemblea vieneconvocata ma le sue forme, le pre-

senze e la presidenza liturgica – cat-tedra o sede presbiterale – contri-buiscono ad un assetto liturgico chenon è mai lo stesso. Non è possibilericorrere a soluzioni preconfeziona-te per ogni differente relazione chesi instaura tra la sede del presidentee l’ambone o l’altare, così come l’as-semblea in relazione agli altri ele-menti costituenti lo spazio. L’assem-blea a partire dal Vaticano II mutanell’essere fedele ai testi conciliari ecome suggerisce don Giuliano Zan-chi nel suo intervento: «la perfettacoerenza con la quale la categoria di“popolo di Dio” scaturiva dal contestualee organico recupero di una nuova ideadi rivelazione (Dei Verbum), di unanuova autorappresentazione della chiesa(Lumen gentium), di una nuova conce-zione dei rapporti tra fede cristiana e cul-tura civile (Gaudium et spes)19. Motivoper cui nel rimettere al centro della litur-gia le relazioni interne all’assemblea[…] oggi rivela (l’assemblea liturgica)la qualità complessiva della comunitàche celebra»20. Le difficoltà legate allarecezione della riforma liturgicasono ancora molteplici; De Clercknella sintesi conclusiva21 prova achiamare in causa i motivi per cui ilConcilio Vaticano II, differentemen-te dal Concilio di Trento, non siastato ancora in grado di plasmarespazi liturgici capaci di esprimerel’ecclesiologia di comunione! Nelripercorrere gli elementi salienti deidiversi interventi, il suo resoconto èun appello alla saggezza. Tra le infi-nità di soluzioni da trovare neimateriali a disposizione (ad esempiol’Ordinamento generale del Messaleromano 22 appare già sufficiente) sug-

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1. Monastero di Bose, L’esterno dellachiesa monastica di Bose.

2. Monastero di Bose, Il discorso inau-gurale del Priore di Bose fr. Enzo Bian-chi, seguito dai saluti di Mons. StefanoRusso, Direttore dell’Ufficio Nazionaleper i Beni Culturali Ecclesiastici dellaCEI e di Mons. Manlio Sodi sdb, Diretto-re di «Rivista Liturgica», Bose, Apertu-ra del XI Convegno Liturgico Inter-nazionale sul tema Il Concilio Vatica-no II. Liturgia, architettura, arte.

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gerisce solo che «nel contingente ilbene è molteplice».

L’edificio religioso nello spaziourbano è il tema del VII convegnoliturgico internazionale: “Chiesa ecittà”23. Accanto al punto di vistaantropologico, liturgico, teologico estorico, la riflessione sull’edificiocostruito viene sottoposta ad unalettura sociologica, architettonica eurbanistica. Lo spazio litugico cri-stiano è il frutto dell’incontro tral’ars celebrandi e l’ars aedificandi e ciònon accade mai a prescindere dalcontesto urbano e sociale. Partendodalla domanda della sociologa fran-cese Léger: «La società ha ancorabisogno di chiese?» vengono presen-tate delle “fotografie” di chiese dallacattedrale al modello delle nuoveparrocchie urbane per comprende-re come visivamente cambia il rap-porto con lo spazio urbano e, rispet-to all’individuo, come sia mutato ilrapporto tra ambito religioso e quo-tidianità24. Nel mettere insieme que-ste diverse riflessioni (e in ciò stal’invito a discutere preventivamenteanche con un sociologo in fase diprogettazione), la lettura di esempicontemporanei come la cattedraledi Evry e la chiesa di Notre-Dame dePentecôte nel quartiere della Défen-se di Parigi, come esempi di chiesedei nonluoghi, aprono ad un con-cetto di accoglienza, da sempreappartenuto alla Chiesa, profonda-mente rivisitato ed altamente effica-ce. Tralasciato il paesaggio cattolicodei campanili nel centro città, laChiesa impara a dialogare con lanuova identità della città mutando asua volta la sua di identità ricorren-do spesso anche al cambio di desti-nazione pur di adattarsi alla molte-plicità della città attuale.

I due appuntamenti del 2010 e2011 si soffermano sul rapportoliturgia ed arte fino a comprenderequando l’arte diventa ars liturgica.«Quando l’arte è liturgica? Quandoserve (inserviat) alla liturgia (cf.Sacrosantum Concilium 123)?». Sial’VIII incontro dal titolo “Liturgia eArte. La sfida della contempora-neità”25, sia il IX dal titolo “ArsLiturgica. L’arte a servizio dellaliturgia”26 partono dalla volontàdella Chiesa di riaprire un dialogocon l’arte. Col Concilio Vaticano IIsi esprime a gran voce il desiderio diriconciliazione attraverso il messag-gio indirizzato agli artisti di PaoloVI, già anticipato da Pio XII nellasua enciclica Mediator Dei del 1947 ereiterato nei messaggi dei papi Gio-

si manufatto sia esso gotico, baroccoo contemporaneo nel rispetto dell’i-dentità iniziale.

Aldilà di queste indicazioni tuttopuò andare bene oppure male. Nonsembra esistere un’unica ricetta peruna corretta realizzazione anchealla luce delle diversità emerse dalconfronto internazionale. L’appun-tamento del 2013, ultimo ad oggi,dal titolo: “Il Concilio Vaticano II.Liturgia, architettura, arte”30 inten-de, nel cinquantesimo anniversariodella promulgazione della Costitu-zione conciliare sulla divina liturgiaSacrosanctum Concilium, «leggere levie che si sono aperte e le prospetti-ve per il futuro». In questa direzionel’intervento di Martin Klöckener(Sacrosanctum Concilium: recezione,attualità e problemi aperti) eviden-zia che la riforma liturgica è stataassorbita velocemente per quantoriguarda la sua forma. Purtroppoperò per recezione della liturgianon si intende solo mutazione delrito pertanto il processo di assimila-zione è ancora in atto. Nelle comu-nità delle Chiese locali solo il conti-nuo confronto tra il passato e il pre-sente può far cogliere l’attualitàdella riforma; nello specifico egliidentifica 5 punti cruciali intorno acui ragionare: partecipazione, miste-ro pasquale, vita con le sacre scrittu-re, programma di liturgia e spiritua-lità, riforma della liturgia. Se sipensa al termine partecipazione e atutti gli aggettivi (attiva, cosciente,piena, fruttuosa, facile...) utilizzatiper sottolineare l’importanza delconcetto è chiaro che è l’Ecclesiaorans a celebrare l’eucarestia e l’uo-mo è integrato più che mai nellacelebrazione. Tale piena compren-sione consente di accedere al «gustosaporoso delle Sacre Scritture».

Si deve comprendere l’esteticadella liturgia che è nobile bellezza enobile semplicità: riscontrabile nel

vanni Paolo II nel 1999 e di Bene-detto XVI nel 2009 durante il suoincontro con gli artisti. Partendo dalconcetto che grazie all’arte è possi-bile esprimere l’infinita bellezza diDio e contribuire a rivelare il miste-ro di Dio, nel rapporto tra arte eliturgia non può che leggersi unatensione tra «la pretesa di autono-mia dell’arte e la sua assunzione daparte della chiesa»27. L’apertura deldialogo della Chiesa verso lo scena-rio artistico significa che “la liturgiaha bisogno dell’arte perché ha bisognoche in essa sia coinvolto tutto l’uomo,anche l’uomo che crea, che trasfigura,che esprime” (Enzo Bianchi), nonnascondendo però una grossa sfidaper gli artisti, per la committenza eper le comunità. L’arte è servizioalla partecipazione dei fedeli allaliturgia; la stessa arte nell’ambitocristiano può essere ars religiosa, arssacra o ars liturgica a seconda delladestinazione. Henri Matisse affer-mava: «tutta la mia opera è religiosa,ma non tutta può stare in una chie-sa cristiana». E quindi le varie diffe-renze con ars profana e ars cristiana.Diversi sono i contributi su questotema, così come le posizioni oppo-ste alla base di un dialogo a serviziodella Chiesa che aiuti, almeno, aridurre la confusione sull’argomen-to.

Nel 2012 si ritorna a parlare degliedifici costruiti col X appuntamentodedicato a “L’adeguamento liturgi-co. Identità e trasformazione dellechiese”28ragionando sullo spazioliturgico nel rispetto di tutti gli ele-menti che lo compongono: unaforma di verifica di ciò che è statoacquisito con la riforma liturgica. Iltema degli adeguamenti, di grandeattualità, al pari della progettazioneex-novo rappresenta un banco diprova per tutti gli attori chiamati apartecipare: dalla committenza allevarie professionalità, alla comunitàche abita quel luogo prossimo allemodifiche. Il sottotitolo del conve-gno appare fondamentale per ilduplice approccio che richiede unprogetto di adeguamento dove latrasformazione dello spazio e deglioggetti che lo compongono nonpossono prescindere dall’identitàdel luogo di culto in questione(ogni intervento non deve essere inantitesi allo spazio esistente ma devecrescere organicamente a partire daesso)29 e dall’identità che questospazio dovrà avere nel celebrare laliturgia del tempo. Tale criteriodovrà poi essere applicato a qualsia-

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tempo (inteso come liturgico, chiaroda leggere che lascia apparire la vali-dità cristocentrica) e nello spazio(nel qualificarlo per solennità e fun-zionalità)31. Nell’acquisire la liturgiacome «fons et culmen» (cf. Sacrosan-tum Concilium 10) si può ripercorre-

re il lungo cammino di maturazionedel pensiero liturgico conciliare. L’i-tinerario storico-teologico ripercorsodalla relazione di Baldovin ci aiuta acomprendere come la SC facciaricorso alla tradizione cristiana e siaal contempo espressione massima

della modernità.

Il XII convegno liturgico interna-zionale tratterà il tema: “Liturgia ecosmo. Fondamenti cosmologici del-l’architettura liturgica” e si terrà aBose dal 29 al 31 maggio 2014.

3. Monastero di Bose, Uno scambio diriflessioni tra alcuni componenti delcomitato scientifico (Da sinistra, Mons.Stefano Russo, fr. Enzo Bianchi, fr Gof-fredo Boselli), Bose, XI ConvegnoLiturgico Internazionale.

Desidero ringraziare la Comunità di Boseper aver consentito l’utilizzo delle fotod’archivio.

(1) Prefazione di Enzo Bianchi al I Con-vegno liturgico Internazionale in G.DOTTI (a cura di), Vincolo di carità, Edizio-ni Qiqajon, Comunità di Bose 1995, p.6.

(2) Tutte le informazioni sui convegniliturgici internazionali e la pubblicazionedegli atti si trovano al sito internet:http://www.monasterodibose.it/content/view/506/300/lang,it/

(3) Cf: Discorso di apertura di Mons.Giancarlo Santi al II Convegno liturgicointernazionale in G. BOSELLI (a cura di),L’altare. Mistero di presenza, opera dell’arte,Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose 2005,p.15.

(4) Come spiegato successivamente trail I e II appuntamento trascorrono ottoanni.

(5) Cf: discorso di apertura al V conve-gno liturgico internazionale in G. BOSEL-LI (a cura di), Lo spazio liturgico e orienta-mento, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose2007, p. 8.

(6) Il convegno si tenne tra il 18 e il 23aprile 1994. Gli atti del convegno, pubbli-cati nel 1995 all’interno della collana Litur-gia e Vita, si trovano nel testo G. DOTTI (a

cura di), Vincolo di carità, Edizioni Qiqajon,Comunità di Bose 1995.

(7) Cf: Prefazione in Dotti, 1995, p.6.

(8) Il comitato scientifico del convegnoera composto da Enzo Bianchi (Priore delMonastero di Bose), Stefano Russo (diret-tore dell’Ufficio nazionale per i beni cultu-rali ecclesiastici della CEI), FrédéricDebuyst (monaco benedettino di Sant-André de Clerlande, Louvain-la-Neuve),Paul De Clerck (professore dell’InstitutCatholique di Parigi e direttore della rivista«La Maison-Dieu») Giancarlo Santi (diret-tore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Cul-turali Ecclesiastici – CEI).

(9) G. BOSELLI (a cura di), L’altare.Mistero di presenza, opera dell’arte, EdizioniQiqajon, Comunità di Bose 2005. Il conve-gno tenuto a Bose tra il 31 e il 2 novembredel 2003 vide gli interventi di Anne DaRocha-Carneiro, Frédéric Debuyst, Paul DeClerck, Albert Gerhards, Glauco Gresleri,Jean-Yves Hameline, Enrico Mazza,Reinhard Messner, Karl Richter, GiancarloSanti, Daniel Schömbächler, David Stanclif-fe, Massimiliano Valdinoci, Panayota Volti,Walther Zahner.

(10) Cf: G. SANTI in Boselli, 2005,p.17.

(11) GLA. GRESLERI, Estetica dell’altare,Boselli, 2005, p.238.

(12) G. BOSELLI (a cura di), L’Ambone.Tavola della parola di Dio, Edizioni Qiqajon,Comunità di Bose 2006. Il convegno tenu-to a Bose tra il 2 e il 4 giugno del 2005 videgli interventi di Andrè Birmelé, Anne DaRocha Carneiro, Frédéric Debuyst, Paul DeClerck, Aurelio Garcia, Albert Gerhards,Benedikt Kranemann, Antonio Marchesi,Antonio Milone, Roberto Paolo Novello,Giovanni Tangorra, Massimiliano Valdino-ci, Crispino Valenziano, Josef Wohlmuth,Walter Zahner, Giuliano Zanchi. Il comita-to scientifico del convegno era compostoda Enzo Bianchi, Stefano Russo, FrédéricDebuyst, Paul De Clerck, Albert Gerhards,Giancarlo Santi, Crispino Valenziano.

(13) G. TANGORRA, L’assemblea liturgi-ca convocata dalla parola di Dio, Boselli,2006, pp. 49 ss.

(14)L’istruzione per la retta applicazio-ne della Costituzione sulla sacra liturgiaInter Oecumenici (1964) al n. 96 dice: “è con-veniente che ci sia un ambone, o gli amboni, perla proclamazione delle Sacre Scritture. Essi sianodisposti in modo che il ministro possa esserecomodamente visto e udito dai fedeli”. Pocoaggiungono i Principi e norme per l’usodel messale romano promulgato nel 1969da papa Paolo VI. Il punto 309 afferma:“Conviene che tale luogo generalmente sia unambone fisso e non un semplice leggio mobile.L’ambone, secondo la struttura di ogni chiesa,deve essere disposto in modo tale che i ministri

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Page 6: Liturgia, architettura ed arte: un appuntamento annuale al ... · alla rivelazione giudeo-cristiana) ... secondo il passivo teologico: i fedeli devono riconoscere di non auto-

ordinati e i lettori possano essere comodamentevisti e ascoltati dai fedeli”.

(15) G. BOSELLI (a cura di), Spazioliturgico e orientamento, Edizioni Qiqajon,Comunità di Bose 2007. Il convegno tenutoa Bose tra l’1 e il 3 giugno del 2006 vide gliinterventi di Frédéric Debuyst, Paul DeClerck, Camille Focant, Vincenzo Gatti,Albert Gerhards, Richard Giles, JohannesKramer, Angelo Lameri, Uwe M. Lang,Franco Magnani, Patrick Prétot, Robert F.Taft, Massimiliano Valdinoci, Martin Wall-raff, Walter Zahner. Il Comitato scientificodel convegno era composto da Enzo Bian-chi, Stefano Russo, Frédéric Debuyst, PaulDe Clerck, Albert Gerhards, Giancarlo Santie Keith Pecklers.

(16) G. BOSELLI (a cura di), Il Battiste-ro, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose2008. Il convegno tenuto a Bose tra il 31maggio e il 2 giugno del 2007 vide gli inter-venti di Anne Da Rocha Carneiro, FrédéricDebuyst, Paul De Clerck, J Guyon, U Hahn,Ph Markiewicz, M B. Mauck, Enrico Mazza,Maria Schwarz, Jean-Pierre Sodini, PaoloMauro Sudano, Robert F. Taft, Angelo Tor-ricelli, Carlo Tosco, Massimiliano Valdino-ci, Giuliano Zanchi. Il Comitato scientificodel convegno era composto da Enzo Bian-chi, Stefano Russo, Frédéric Debuyst, PaulDe Clerck, Albert Gerhards, GiancarloSanti, Keith Pecklers.

(17) Una lunga e approfondita disserta-zione sui luoghi dell’iniziazione cristiananella chiesa antica d’oriente e d’occidenteè curata da Jean - Pierre Sodini e JeanGuyon in Boselli, 2008, pp.51 ss.

(18) G. BOSELLI (a cura di), AssembleaSanta. Forme, presenze, presidenza, EdizioniQiqajon, Comunità di Bose 2009. Il conve-gno tenuto a Bose tra il 5 e il 7 giugno del2008 vide gli interventi di Giuseppe Busani,Louis-Marie Chauvet, Frédéric Debuyst,Paul De Clerck, Giorgio Della Longa, ClaireGénin, Albert Gerhards, Sebastià Janeras,Jean-Yves Lacoste, Gordon W. Lathrop,Antonio Marchesi, Salvatore Marsili,Nathan D. Mitchell, Monika Schmelzer,Klaus Simon, Robert F. Taft, André Wénin,Giuliano Zanchi. Il comitato scientifico delconvegno era composto da Enzo Bianchi,Stefano Russo, Goffredo Boselli, FrédéricDebuyst, Paul De Clerck, Albert Gerhards,Giancarlo Santi, Keith Pecklers, AngeloLameri.

(19) Cf: G. ZANCHI, L’assemblea liturgi-ca: tipologie e topografie, Boselli, 2009, p. 69.

(20) Cf: G. ZANCHI, L’assemblea liturgi-ca: tipologie e topografie, Boselli, 2009, p. 71.

(21) Cf: P. DE CLERK, Sintesi conclusi-va: un appello alla saggezza, Boselli, 2009,pp.295 ss.

(22) Dopo il Concilio Vaticano II eseguendo le indicazioni della CostituzioneSacrosanctum Concilium sulla Liturgia, è statapubblicata la prima edizione tipica del Mes-sale Romano nel 1970. Dopo qualche annofu pubblicata la seconda edizione tipica nel1975. Nel 2002 arriva la terza ed ultima edi-zione tipica, divenuta necessaria per diversimotivi e la cui preparazione ha preso quasiun decennio. Nel 2004 la Congregazioneper il Culto Divino e la Disciplina dei Sacra-menti emanava il Decreto di approvazione econferma della traduzione italiana.

(23) G. BOSELLI (a cura di), Chiesa ecittà, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose2010. Il convegno tenuto a Bose tra il 4 e il6 giugno del 2009 vide gli interventi diRob Brouwers, Claude Castiau, SeverinoDianich, Donatella Forconi, Mauro Galan-tino, Marcel Gauchet, Albert Gerhards, D.Hervieu- Lèger, Andrea Longhi, FriedhelmMennekes, Andreas Odenthal, Keith Peck-lers, Marco Pongiluppi, Giancarlo Santi. Ilcomitato scientifico del convegno era com-posto da Enzo Bianchi, Stefano Russo, Gof-fredo Boselli, Frédéric Debuyst, Paul DeClerck, Albert Gerhards, Giancarlo Santi,Keith Pecklers, Angelo Lameri.

(24) Cf: D. H. LÈGER, La società haancora bisogno di chiese?, in Boselli, 2010, pp.29 ss.

(25) G. BOSELLI (a cura di), Liturgia earte. La sfida della contemporaneità. EdizioniQiqajon, Comunità di Bose 2011. Il conve-gno tenuto a Bose tra il 3 e il 5 giugno del2010 vide gli interventi di François Boesp-flug, John Buscemi, François Cassingena-Trévedy, Jean- François Colosimo, EricFuchs, Albert Gerhards, Tiziano Ghirelli,Philippe Markiewicz, Johannes Rauchen-berger, Gianfranco Ravasi, David Stancliffe,Walter Zahner. Il comitato scientifico delconvegno era composto da Enzo Bianchi,Stefano Russo, Goffredo Boselli, FrédéricDebuyst, Paul De Clerck, Albert Gerhards,Giancarlo Santi, Keith Pecklers, AngeloLameri.

(26) G. BOSELLI (a cura di), Ars liturgi-ca, L’arte a servizio della liturgia, EdizioniQiqajon, Comunità di Bose 2012. Il conve-gno tenuto a Bose tra il 2 e il 4 giugno del2011 vide gli interventi di François Boesp-flug, Yves-Marie Blanchard, Paul De Clerck,Marco Di Capua, Pierluigi Cerri, JonathanGoodall, Giuliano Gresleri, Uwe MichaelLang, Guido Schlimbach, Thomas Stern-berg, Robert Taft, Francesco Tedeschi,

Norberto Valli, Christos Yannaras. Il comita-to scientifico del convegno era composto daEnzo Bianchi, Stefano Russo, GoffredoBoselli, Frédéric Debuyst, Paul De Clerck,Albert Gerhards, Giancarlo Santi, KeithPecklers, Angelo Lameri.

(27) Cf: A. GERHARDS, Liturgia e arte:dieci tesi sull’opportunità della contemporaneità,Boselli, 2011, p. 199.

(28) G. BOSELLI (a cura di), L’adegua-mento liturgico. Identità e trasformazione dellechiese, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose2013. Il convegno tenuto a Bose tra il 31maggio e il 2 giugno del 2012 vide gli inter-venti di Michele Bacci, Roberto Cecchi,Paul De Clerck, Marie-Pierre Etienney, JákóÖrs Fehérváry, Juan Miguel Ferrer Grene-sche, Mark R. Francis, Albert Gerhards,Tomaso Montanari, Hubert Nitsh, France-sco Novelli, Walter Zahner. Il comitatoscientifico del convegno era composto daEnzo Bianchi, Stefano Russo, EmanueleBorsotti, Goffredo Boselli, Paul De Clerck,Albert Gerhards, Giancarlo Santi, KeithPecklers, Angelo Lameri.

(29) Cf: A. GERHARDS, Sintesi conclu-siva, Boselli, 2013, p. 266.

(30) Atti in corso di pubblicazione. Ilconvegno tenuto a Bose tra il 30 maggio e il1° giugno del 2013 vide gli interventi diJohn F. Baldovin, Paul Böhm, Paul Brad-shaw, Ralf Van Bühren, Fabrizio Capanni,Godfried Danneels, Micol Forti, AlbertGerhards, Elena Pontiggia, Patrick Prétot,Manlio Sodi, François Cassingena –Trévedy,Leo Zogmayer. Il comitato scientifico delconvegno era composto da Enzo Bianchi,Stefano Russo, Emanuele Borsotti, Goffre-do Boselli, Paul De Clerck, Albert Gerhards,Giancarlo Santi, Keith Pecklers, AngeloLameri.

(31) F. C. TRÉVEDY, La bellezza dellaliturgia, Edizioni Qiqajon,

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