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L’ITALIA DI GIOLITTI Il “decollo” industriale italiano Giolitti tra socialisti e cattolici Il suffragio universale maschile La Guerra italo- turca (o Guerra di Libia)

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Il “decollo” industriale italiano Giolitti tra socialisti e cattolici Il suffragio universale maschile La Guerra italo- turca (o Guerra di Libia). L’ITALIA DI GIOLITTI. Dopo il regicidio, nuovo re: Vittorio Emanuele III - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: L’ITALIA  DI  GIOLITTI

L’ITALIA DI GIOLITTIIl “decollo” industriale italiano Giolitti tra socialisti e cattolici

Il suffragio universale maschileLa Guerra italo- turca (o Guerra di Libia)

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IL NUOVO RE E IL NUOVO MINISTRO Dopo il regicidio, nuovo re: Vittorio

Emanuele III 1903-1914: Giovanni Giolitti

presidente del Consiglio. Visione della politica molto pratica e concreta.

Giolitti

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IL “DECOLLO” INDUSTRIALE ITALIANO Meccanizzazione dell’agricoltura nuovi capitali da

investire nell’industria + disponibilità di manodopera (contadini possono diventare operai) potenziate le fabbriche già esistenti (filande e zuccherifici)

Necessari molti capitali per creare grandi industrie: Giolitti favorisce la collaborazione tra imprenditori e banche. Settori principali: siderurgico, meccanico, tessile. Principali imprenditori: Pirelli (pneumatici), Olivetti (macchine da scrivere), Agnelli (automobili). Energia idroelettrica fornita dalla Edison.

Statalizzazione delle ferrovie,traforo del Sempione. Politica protezionistica: favoriti i prodotti industriali e i cereali

italiani nel mercato interno (alleanza tra industriali del Nord e latifondisti del Sud). Il protezionismo tra gli stati è reciproco: penalizzati i piccoli agricoltori del Sud dediti a colture specializzate (viti, olivi, agrumi), che non riescono ad esportare i loro prodotti.

Molti scioperi nel settore e agricolo e massiccia emigrazione dal Sud Italia (8, 5 milioni tra 1900 e 1914).

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FERROVIE ITALIANE NEL 1870 FERROVIE ITALIANE AD INIZIO ‘900

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GIOLITTI E GLI OPERAI Giolitti ritiene che lo stato debba essere

neutrale di fronte agli scioperi degli operai e intervenire solo in caso di violenza. Tuttavia, per non entrare in conflitto con i latifondisti del sud, le manifestazioni dei braccianti agricoli vengono represse.

Leggi in favore degli operai: 12 anni età minima per lavorare, limitazioni orari di lavoro, mese pagato di maternità, sussidi di malattia e pensioni.

Giolitti cerca il dialogo con i socialisti riformisti, soprattutto con Turati.

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IL SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE

1912: estensione del diritto di voto a tutti i maschi adulti, compresi gli analfabeti che avessero compiuto i 30 anni e assolto il servizio militare.

I partiti devono modernizzarsi, perché ormai devono ottenere il consenso di tutti gli elettori, anche quelli non abituati alla lettura nascono i partiti di massa, che spesso gestiscono anche scuole per adulti.

Giolitti cerca l’appoggio di singoli parlamentari, al di là degli schieramenti d’appartenenza, concedendo favori ai suoi sostenitori i suoi oppositori lo accusano di corruzione.

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L’APERTURA AI CATTOLICI Dopo la Rerum Novarum, i cattolici avevano

intensificato la loro attività in campo sociale. Con Giolitti, entrano in politica col permesso di papa Pio X, perché ormai è chiaro che non si potrà ricreare lo Stato della Chiesa.

1913, Patto Gentiloni (dal nome del rappresentante cattolico che lo firma): per evitare l’eccessivo ingresso dei socialisti in parlamento dopo l’allargamento del suffragio, le liste liberali accolgono canditati cattolici. In cambio del sostegno della Chiesa, i liberali si impegnano a sostenere le scuole cattoliche.

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LA RIPRESA DEL COLONIALISMO Ripresa dell’avventura coloniale italiana. Motivazioni: - riequilibrare le forze coloniali nel Mediterraneo, dominato da

Francia e Inghilterra- i nazionalisti vogliono la rivincita dopo la sconfitta di Adua- i grandi industriali sperano in commesse da parte

dell’esercito- i socialisti vedono il colonialismo come uno strumento

contro la disoccupazione (G. Pascoli: La grande proletaria si è mossa).

1911: guerra contro la Turchia per ottenere la Libiaconquista lunga, difficile e alla fine deludente: il territorio

coltivabile è molto più piccolo di quanto sperato (La Libia è “uno scatolone di sabbia”) critiche a Giolitti

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La Turchia (che all’epoca era ancoraImpero Ottomano) esercitava

la sua sovranità sulla Libia

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Un gioco da tavolo ispirato alla Guerra italo-turca

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LA FINE DEL GOVERNO GIOLITTI Elezioni del 1913 (le prime a suffragio

universale maschile: si rafforzano i socialisti

Giolitti si dimette Il nuovo presidente del Consiglio, Antonio

Salandra, adotta una politica repressiva contro le manifestazioni di piazza

“Settimana rossa” in Romagna e nelle Marche (disordini violenti guidati dai socialisti), repressa dall’esercito.

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ARTE E CULTURA TRA ‘800 E ‘900

La Belle Epoque

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L’OTTIMISMO DELLA BELLE EPOQUE Belle Epoque= periodo la fine dell’800 e la

Prima Guerra Mondiale. Nome nato in Francia nel dopoguerra, per definire un periodo di cui si aveva nostalgia. flmato Belle Epoque

Clima di generale ottimismo tra la borghesia, generato dalla nuova industrializzazione e dal miglioramento della qualità della vita.

Parigi è capitale europea della moda, dello spettacolo (teatri e primi cinema), dell’arte e dello sport (viene fondato il Comitato Internazionale Olimpico, che nel 1896 organizza le prime Olimpiadi moderne ad Atene).

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Durante la Bell’Epoque i poster pubblicizzavanonon solo i nuovi prodotti, ma anche gli spettacoli. Il più famoso locale parigino era il Moulin Rouge,dove il pittore Henri de Toulouse-Lautrec trovò

Ispirazione per le sue opere.

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Henri de Toulouse-Lautrec mentre dipinge Ballo al Moulin Rouge

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UN PERIODO DI CONTRADDIZIONI Sotto la facciata di ottimismo, molte

situazioni difficili: miseria delle classi sociali più deboli, conflitti etnici (soprattutto nell’Impero Austro-Ungarico), imperialismo, rivolte in Russia, tragedia del Titanic nel 1912 (foto e disegni)

Epoca di grandi contraddizioni, di cui si accorgeranno scrittori e artisti. Il sogno si infrangerà nella Prima Guerra Mondiale

Un giudizio sulla Belle Epoque (articolo online)

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LE SCIENZE UMANE E LA LETTERATURA

Nascono due nuove scienze: l’antropologia culturale (studia i comportamenti e i costumi dei gruppi umani) e la psicoanalisi, fondata da Freud (studia i processi mentali delle persone). La psicoanalisi avrà una grande influenza sulla letteratura del Novecento.

Letteratura: movimento del Decadentismo. Sottolinea il senso di estraneità dell’uomo verso la realtà che lo circonda. Maggiori esponenti europei: poeti simbolisti francesi (Baudelaire, Rimbaud, Verlaine), l’irlandese Oscar Wilde (autore de Il ritratto di Dorian Gray), il tedesco Thomas Mann. In Italia: D’Annunzio, Pascoli, Svevo e Pirandello.

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A. RIMBAUD, SENSAZIONE (1870)

ARTHUR RIMBAUD A 17 ANNI

Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:trasognato sentirò la frescura sotto i piedie lascerò che il vento mi bagni il capo nudo. Io non parlerò, non penserò più a nulla:ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,nella Natura, lieto come con una donna.

(Rimbaud scrisse questa poesia quando aveva 16 anni)

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Oscar Wilde

Italo Svevo

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I MOVIMENTI ARTISTICI Futurismo: movimento italiano che riguarda

arte, letteratura e musica. Fondato da Marinetti nel 1909. Temi: rifiuto della tradizione, esaltazione della tecnologia, dell’industria e della velocità, celebrazione della guerra come “sola igiene del mondo”. Artisti principali: Boccioni, Carrà, Balla. Soggetti: treni, città industriali, strada affollate.

Cubismo: nasce a Parigi nel 1907 dai pittori Picasso e Braque. Distruzione della prospettiva ed eliminazione di un unico punto di vista sul soggetto (scomposizione delle forme).

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Umberto Boccioni, La città che sale

1910

Pablo PicassoRitratto di Ambroise Vollard

1910