l'isola 05_2014

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    Bureau de Dpt: Bruxelles X

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    Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

    Ed. Resp.: Catania Francesco Paolo, Bld de Dixmude , 40 bte 5 B - 1000 Bruxelles - Tl & Fax: +32 2 2174831 - Gsm: +32 475 810756

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    Lago di Caccamo (PA) - Foto di Giuseppe Geraci

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    I E

    l tempo, lo sappiamo tutti, ha le sue regole, si abbattesulla nostra societ, sui suoi ritmi consolidati, li muta, licancella, li rinnova. Quello che era giusto ieri pu nonesserlo pi lindomani stesso; quello che ci attira in undato momento pu respingerci in seguito, e viceversa.

    Cos cambiano le esigenze della societ, si trasformano glistessi connotati sociali, i modi di agire e finanche la scala divalori e di norme che hanno resistito per anni e che orainvece ricevono spinte e pulsioni tali da esigere unmutamento proprio per allinearsi ai nuovi modelli che la

    gente si vede imporre non per libera scelta ma, in definitiva,da questa entit che chiamiamo tempo.

    Lo stesso corpo umano pare subisca una mutazionefisiologica ogni nove anni, si inquarta cio o si affusola, sitrasforma in ogni caso, e riflette un nuovo aspetto chespesso poco coincide con limmagine originale. E la nostrasociet contemporanea, che delle mutazioni imposte daltempo lo specchio pi fedele, cambia, si trasforma ed habisogno di adeguarsi ai nuovi parametri del gusto, delcomportamento, delle modeche proprio il tempoimpone.

    Le s c i enze umane ,indubbiamente nellandaredegli anni, si sono rivoltatee piegate a nuove esigenze,dettate - io spero daprocessi coscienti diriformulazione logica ed a l l a d e g u a m e n t oconsapevole alle nuoveconoscenze che scienza etecnica ci hanno regalato,ma anche, ed veramente

    disarmante, alle mode chemedia e tiv hanno impostoai gruppi sociali tutti, senzagraduazioni gerarchiche n di et, n di cultura.E patetico oggi, ad esempio, vedere sulle reti diinformazione sociale vecchie foto di genitori e fidanzate opanoramiche di compagni di scuola sorridenti e fissatidallimmagine in un momento irripetibile della vita di ognunodi noi, lontano per e perduto nel ricordo. Suscita tenerezzacerto, ma impone anche una riflessione sul tempo che passae sulla qualit delle trasformazioni che comporta.I racconti del nostro quotidiano, ad esempio, hanno imposto

    ormai in primo piano i fatti politici come materia didiscussione e di attualit, cos proprio la politica che rifletteil pi fedelmente possibile il passaggio del tempo e latrasformazione di sensibilit dei cittadini.Una volta cerano i partiti, associazioni di sensibilitpolitiche identiche, inquadrati in vere e proprie

    gerarchie che riflettevano lantica divisione dellasociet umana, via via trasformata dagli avvenimentima pi sicuramente proprio dal tempo.

    Tutti ricordiamo la vecchia democrazia cristiana, il partitocomunista, il movimento sociale,il compromesso storico, ilpentapartito, potere operaio, il fronte della giovent, fannoparte della memoria di una generazione a cui, a sua voltaper, il tempo, aveva gi confuso i riferimenti, come delresto aveva fatto con la precedente. Resta che forse perchlinformazione era meno completa e variegata, sembrava che

    i protagonisti di allora appartenessero ad un altro mondo,esulassero dalla normalit, fossero in un certo qual modostraordinari. Anche la moda ci rifletteva serie grisaglie epettinature a modo, un perbenismo sicuramente di facciatache per, osservando la forma ricercata lasciava immaginarealtrettanta sostanza.Oggi i partiti non ci sono pi, e chi tenta di rifondarnedi nuovi, si scontra con il disinteresse della gente. Ilmiracolo economico di una volta, le conquiste dello stato

    sociale di solo qualche annofa, il tempo li ha trasformatiin disoccupazione, crisi e

    e c o n o m i c a , r o m eclandestini. Berlusconi oRenzi ci sembrano oggi lafaccia di una stessa identicamedaglia, mentre nelpassato gli antagonisti sidistinguevano per visionidifferenti della societ e delmodello socio-politico edeconomico proposti. Oggibas ta una re te d icollegamenti virtuali per

    creare lillusione di unmovimento dopinione.La sola cosa che conti e che

    ripaghi il rifiuto dellattuale classe politica che dirige ilPaese (con ragione, aggiungerei, visti gli sfasci che la politica riuscita a creare ma soprattutto i nani e le ballerine chesi sono imposti nella sfera economica, politica, sociale epure, purtroppo morale e spirituale).Una volta cera la famiglia, il padre e la madre che ora sichiamano genitore 1 e 2, il rito del pranzo quotidiano ed ilconseguente scambio quotidiano di riflessioni tra padri efigli, oggi c lo snack consumato in piedi e al volo in una

    pausa sempre pi breve dallattivit quotidiana, la tivrimane sempre accesa o peggio il tablet e li-phone restanoperennemente collegati a giochi e discussioni di un mondovirtuale. Cos si perde la conoscenza degli altri, ci si isola inun microcosmo di virtualit e di facezie.Come puoi parlare a tuo figlio di umanit, di valori e

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    riferimenti culturali se limmagine cheriflette questa societ la bonazza delGrande fratello o il cantante che inseguesu X factor la sua occasione per fare quelsalto di qualit esistenziale che una voltaera conseguenza di studio, impegno e

    applicazione?Certo ora tutto sar diventato pure pifacile, illusoriamente pi accessibile, maanche irrimediabilmente pi lontano, pifreddo e meno umano.La societ perde quel legame che vincolava legenerazioni e per la strada imperamaleducazione e cattiveria. Gli sguardi dellagente che incontri in metropolitana non sono piamichevoli, simpatici n trasmettono solidariet.Sembra di camminare tutti su un filo teso ecercare continuamente di gettare gi il vicino per

    avere pi spazio e liberare il proprio egoismo.E sempre pi difficile parlare di amicizia, disensibilit, ma anche di devozione e diamore.

    Una volta cera pure la porta di una Chiesa che tiaccoglieva quando ritenevi di dover fermarti unmomento a mettere ordine alla tua coscienza.

    Oggi quelle porte osservano gli orari dufficio,9/12, 15/18 ed il tuo bisogno di divino deve farei conti con la disponibilit di un parroco troppovecchio o troppo straniero per comprendere i

    tuoi dubbi.Anche la Gerarchia confonde le tue convinzioni.Forse segno dei tempi, ma ora interviene nellasfera quotidiana ed orienta il dogma di fedesecondo le esigenze della modernit; non cercadi analizzare la mancanza ormai di vocazioni o losmarrimento dei fedeli, ma interviene nel sentirepubblico, cerca di orientare senza aver primapensato alle conseguenze che un cambiamento a360 potrebbe causare.

    Cos parla di matrimonio e lo adatta ai tempimiseri cerando di salvare qualcosa ma in effetti

    perdendo tutto quello che il tempo avevacostruito; parla di religioni e banalizza quellapropria per non distruggere le altre, storicamentee indubbiamente meno evolute, interviene infineper togliere legittimit ad istituti certamenteumani ma necessari in una societ non piperfetta ma in continua regressione.Pentimento e pena sono banditi, non esistonopi le vittime ma tutto linteresse si riversa sullaschizofrenia del criminale di cui si discutono leragioni profonde anche quando queste non cisono.

    I valori e le norme del vivere civileordinato dalla legge subiscono cos unforte contraccolpo e noi miseri umanirimaniamo vacillanti, esterrefatti e confusi.

    Eugenio Preta

    NATALINATALINATALITuttu biancura, fridda la nuttatama mai lu celu fu tantu vicinu,cadi la nivi modda e spinsirata

    e chiovi celu, chiovi gersuminu:La terra si lu cogghi e si nnappara,certu pi na gran festa si pripara.

    Larvuli nudi nni la fridda terraavviluti di centu furturatiquantu cchi ponnu spincinu di nterrali vrazza mpuviruti e assiccumatie cc nni ddattu na muta prijera,lanima ansiusa di cu soffri e spera.

    E speranu li ciumi chianciulinispersi, cunfusi, ngramagghiati e stanchi,speranu li muntagni sularini

    vecchi pinsusi cu li testi bianchi,spera la terra ca si puru ciatasutta dun mantu friddu vurricata.

    Ma eccu un primu toccu di campanavola dicennu: E natu lu Missia!navutru toccu curri, salluntana,e in ogni cori mpinci e tuppulia,po nautri centu e lariu chinu chinumurmura festa! E natu lu Bamminu.

    Lu sentinu dda nfunnu li pasturanta sonnu e vigghia, e cridinu sunnaripirch cci agghiorna nni la notti scura

    e stralunati un sannu a chi pinsari;po currinu a sdrirrutta nni ddu locuunni una grutta pari tutta un focu.

    E trovanu, miraculu divinu,dintra na fridda e nuda manciatura,vicinu di la matri lu Bamminuntra un ghiocu docchi ca tuttu nnamurae dintra a locchi beddi di Maria,cc tuttu luniversu ca firria.

    E festa festa! Unnera tramuntanagi fici occhiu larba di lamuri,nescinu larmaluzzi di la tana

    e li spiranzi pigghianu culuri.La nivi squagghia cadi a stizza a stizza,si strudi nchiantu pi la cuntintizza.

    IA AA ICIIA N

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    LItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la SiciliaLItalia mantiene la Siciliao la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?o la Sicilia mantiene lItalia?

    Operazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla manoOperazione verit con i numeri alla mano

    UNANALISI ATTENTA, EFFETTUATA DA UNECONOMISTA,RISERVA QUALCHE SORPRESA. E SI SCOPRE CHE ROMA,OGNI ANNO, SOLO PER UNA VOCE, TRATTIENE CIRCA 10MILIARDI DI EURO

    uando qualcuno sui media nazionali azzardatimidamente a dire che anche la Sicilia stufa di questostato vessatore, subito azzannato da una grandecanea: la Sicilia senza lItalia? Non riuscirebbe neanche

    ad illuminare i lampioni per strada, una follia, unaprovocazione

    ora di finirla con le parole al vento e di cominciare a fare un po diconti.

    Mi sono detto: Ma io non studio queste cose di professione? Doveposso trovare qualche dato cos la finiamo di affidare alla puraretorica un discorso che dovrebbe avere basi contabili certe?LAgenzia delle Entrate e la Ragioneria generale dello Stato sonomolto restie a divulgare conti regionalizzati, ma un buco in questomuro di omert c: i Conti Pubblici Territoriali pubblicatie residisponibili on line dal Ministero dello Sviluppo Economico. Sonoandato a compulsarli e sono usciti questi dati. Guardiamoli insieme.

    Partiamo da una (brevissima) premessa metodologica. Ho preso i

    dati dellultimo quadriennio: 2009-2012. Ho fatto la media, e poi horettificato i dati solo se in possesso di elementi certi che indicano untrend diverso dalla semplice media aritmetica. I risultati sonosorprendenti.

    La primissima impressione per sconfortante.

    La Sicilia registrerebbe infatti una media di 55 miliardi di spesapubblica, a fronte di 45 miliardi di entrata pubblica. Saremmodunque una palla al piede, per ben 10 miliardi di euro lanno. Nelcaso fossimo veramente indipendenti quindi dovremmo o tagliare laspesa di 10 miliardi lanno (non molti in realt, almeno in terminipercentuali), oppure trovare nuove entrate di pari importo (neanchequesto sarebbe impossibile, basti pensare ad una nazionalizzazionedellindustria energetica o una riappropriazione al pubblicodellemissione di moneta, che da sola incide per circa 3 miliardilanno sulla sola Sicilia, oggi affidata al settore bancario privato).Comunque sembra a prima vista che saremmo in rosso.

    Ma non appena il dato viene letto pi da vicino cominciano a saltarefuori tante sorprese.

    Infatti il suddetto dato gonfiato intanto, in entrata e in uscita, dalcomparto para-fiscale delle entrate e delle uscite previdenziali. Leentrate previdenziali sono pari a circa 11 miliardi, le usciteprevidenziali (pensioni e simili) sono pari a circa 21 miliardi.

    Il conto di cui sopra, depurato delle partite previdenziali, pari a 34miliardi di entrate e a 34 miliardi di uscite. Siamo gi in pareggio, eal primo giro di boa.

    Vogliamo parlare delle partite previdenziali? Ebbene s, sono quasitutte erogate dallInps, Istituto nazionale, poi ci sono alcuni altriistituti e poi ci sono anche le pensioni erogate dalla Regione aipropri ex dipendenti e poco altro.

    La Regione non ha gestito bene il proprio monte-pensioni. IlPresidente Piersanti Mattarella, dopo tanti sacrifici fatti con i

    contributi dei dipendenti regionalinegli anni precedenti, lo aggred perfare cassa. Tanto a quei tempi isoldi cerano.

    Il Presidente Raffaele Lombardo loha ricostituito, ma ci vorrannodecenni prima che funzioni dinuovo. La Regione ha chiesto direcente allInps di farsi carico deiregionali in pensione. La risposta,CORRETTA, stata che lInpsavrebbe s potuto provvedere, mavoleva dalla Regione il montantecontr ibut ivo ne l f ra t tempomaturato, cio alcuni miliardi, che,con unoperazione finanziariastraordinaria, la Regione avrebbedovuto consegnare allInps per disfarsi dei propri pensionati.Siccome in cassa non c un quattrino, non se n fatto nulla.

    Perch racconto questa storiella (poco) edificante? Perch la morale che i debiti previdenziali SONO DELLENTE CHE SI E PRESO ICONTRIBUTI! In questo caso della Regione, ma per tutti gli altri

    i debiti, giuridicamente, sono dellInps, solo dellInps, non certodella Sicilia.

    LInps si preso, a suo tempo, i contributi, lInps li ha investiti in unpatrimonio immobiliare e mobiliare che resta di sua propriet,allInps, e solo allInps spettano dunque le uscite previdenziali, ameno che non trasferisca alla Regione un montante contributivo disvariate centinaia di miliardi. Non centra nulla n lAutonomia enemmeno uneventuale indipendenza. LInps, tanto per dirne una,ha continuato a pagare le pensioni (non rivalutate, OK, ma checentra?) ai poveri ascari di Eritrea ed Etiopia, ben oltrelindipendenza di quei Paesi e, forse, c ancora qualche superstiteche la percepisce.

    La Sicilia quindi non deve fare alcun conto delle entrate e delle

    uscite previdenziali. Primo, perch anche attuando lo Statutointegralmente, il comparto parafiscale resterebbe, in assenza diaccordi specifici, allInps. Secondo, perch, anche se ci creassimo, disana pianta, un sistema previdenziale tutto nostro, questo dovrrispondere solo fra molti anni delle pensioni, e quindi per ora, e perlunghissimi anni, saremmo in equilibrio.

    Lo squilibrio previdenziale, comune del resto a tutta lItalia,rileverebbe solo nel caso in cui lItalia ci desse lindipendenza e,cialtronescamente, ripudiasse lerogazione di tutte le pensioni deisiciliani, compresi i molti che per molti anni hanno versato al Nord icontributi e si sono ritirati a vivere al paesello dorigine solo nellavecchiaia. In quel caso, per ora puramente di scuola, la Siciliaavrebbe comunque molti metodi, con una piena sovranit, di

    recuperare questo deficit. In questo caso mette conto dire che ilconto previdenziale non centra assolutamente niente ed inquinasemplicemente i dati fiscali.

    Ma entrando anche pi attentamente nel dato fiscale, si trovanoaltre sorprese.

    Torniamo intanto ai 34 miliardi dentrata. Guardando con attenzione

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    FE NN I ANN CHE

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    ggi si parla con disinvoltura di lavoro part-time e di contratti a35 ore. Forse non tutti sanno per che la prima disposizionelegislativa atta a regolamentare la durata della giornatalavorativa fu emessa in Sicilia e precisamente da Federico II.

    A quei tempi i braccianti agricoli, per inveterata consuetudine, dovevanolavorare dallalba al tramonto; il che, se era appena appena sopportabilein inverno, diveniva massacrante in estate perch significava restare afaticare sotto il sole per 14 ore. I contadini rivolsero le loro lagnanzeallImperatore il quale intervenne prontamente per risolvere laquestione sindacale.Si racconta che Federico II fece collocare nella parte meridionale diMonte Pellegrino un enorme macigno a forma di cono, una specie diMenir di Obelix, di dimensioni tali da essere ben visibile anche dalontano e stabil: Quando lombra del Monte arriva alla pietra tuttidevono smettere di lavorare.Lombra del Monte raggiungeva il sasso a met del pomeriggio e, inestate, intorno alle ore 17. In tale maniera, quelloriginale orologionaturale regolamentava la giornata lavorativa e ne limitava la durata trale 8 e le 10 ore.Con ogni probabilit non fu necessario trasportare nessun masso;Federico II ne avr utilizzato qualcuno caduto spontaneamente. Infatti,la zona di che trattasi altamente franosa; i sassi vengono gi dalMonte in continuazione, tanto che tutta la borgata prende tuttoggi ilnome di Rotoli, cio pietre rotolanti. Era la prima volta che un capo diStato metteva lingua su un argomento riguardante i diritti dei lavoratori.

    Certamente sarebbe stato meglio che Federico II legiferasse per iscritto,in carta pergamena e con tanto di bolli. Ma, tant: a quellepoca siusava cos. Non lunico esempio di volont politica con validit localee con durata circoscritta allesistenza in vita del regnante. Il successoreemanava altre disposizioni, talvolta in netto contrasto con le precedenti,e cos via. Erano lontani i tempi delle Convenzioni internazionali e delleNorme CEE.Ma le pietre sono dure. Anche se la Legge non era mai stataufficialmente codificata, rimase operante per lungo tempo. Della PietradellImperatore e relativa legge ne parlano Fazello in Storia della Sicilia(1558), Di Giovanni in Palermo restaurato (1615) e Mongitore in DellaSicilia ricercata nelle cose pi memorabili (1743). Dopo di che, dellaPietra si perde ogni traccia; sembra che sia stata frantumata per essere

    utilizzata come materiale da costruzione.Per rimasta nella memoria collettiva. Non un caso se in Sicilia e, inparticolare a Palermo, a prescindere dallora legale, dallenergia elettricae dai contratti di lavoro, in molte attivit lavorative levano mano allecinque del pomeriggio.

    Andrea Didato

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    la nota metodologica si osserva che questa cifra stata determinatatenendo conto il pi possibile del luogo in cui si forma il presuppostodimposta e non del luogo in cui si trova il contribuente o in cui sitrova lufficio finanziario che percepisce lentrata. Principio giustissimo,naturalmente. Per alcune entrate, come per lIvaquesto criterio si potuto applicare in modo abbastanza facile, a partire dalle statistichedi contabilit nazionale date dai consumi.

    Per lIres, invece, e sarebbe questa leterna questione dellart. 37, gliestensori del calcolo ammettono che non si dispone di un buoncriterio di regionalizzazione delle entrate. Come ho pi voltesostenuto, soltanto limposizione di una contabilit separata e dispecifiche e concordate convenzioni contabili potrebbe separare ciche per natura congiunto come la produzione del reddito dimpresa.Le stime sullart. 37, quindi, continuano a mancare. Mi riservo ditornare su questo punto.

    Sono praticamente certo che si tratta di una somma che si computa inunit di miliardi di euro. Rilevo qui il problema solo per dire che ifamosi 34 miliardi di entrata sono unapprossimazione per difettodel dato vero di gettito tributario. Con unAgenzia delle entrate nostrae con una contabilit separata per le imprese che operano in Sicilia, ildato potrebbe diventare 36, 38, 39, non sappiamo esattamente.Comunque, diamo per buono quello che ci vendono i Conti PubbliciTerritoriali e partiamo da quello.

    Secondo questo dato, le Amministrazioni centrali introiterebbero circa10 miliardi lanno di imposte dirette e circa 12 miliardi e 700 milioni diimposte indirette, di cui 7,7 sarebbe soltanto lIva.

    Ora, sappiamo bene che le altre imposte indirette sono trattenutequasi tutte dallo Stato (le famose accise, sui cui criteri diregionalizzazione abbiamo qualche dubbio). Comunque, anchetogliendole (ma, se fossimo uno Stato a s, sarebbero nostre anchequelle), Statuto alla mano, anzi decreti attuativi alla mano, ai sensidel primo comma dellart. 36, per come stato attuato sinora,dovremmo avere un gettito per la Regione di 17,7 miliardi lanno, ilfamoso 100 % delle imposte che i giornali e le Tv nazionalisventolano ogni giorno come lo scandalo del secolo.

    I tributi devoluti a Regione ed Enti locali (compresi in questa dizionepersino le Universit), ammontano a 7 miliardi, di cui poco pi di200.000 euro agli enti locali (cio niente!). Erano circa 8 fino al 2012,ma da allora sono entrati in gioco i famigerati accantonamentiallErario, per circa un miliardo lanno.

    17,7 7 = 10,7 miliardi. A tanto ammonta il gettito illegittimamentetrattenuto dallo Stato ogni anno. Almeno solo per questa voce.

    Ma le sorprese continuano. E non solo dal lato dellentrata, ma anchedella spesa.

    (Fine prima puntata / segue)

    Massimo Costa

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    FAR VOTARE I SICILIANI ALL'ESTERO?

    LO STATUTO LO VIETA(News ITALIA PRESS)

    Perch non lavorare affinch in Sicilia in Assemblea Regionale sieleggano rappresentanti all'estero? L'Italia non riesce partorire una leggeche permetta ai connazionali all'estero di votare in loco, e, magari, votareper propri rappresentanti eletti all'estero? La Sicilia dimostri che lo sa fare.

    La proposta era partita nei giorni scorsi dal mensile "L'Isola" edito aBruxelles da L'ALTRA SICILIA, e le reazioni state immediate.

    Le prime reazioni da parte degli organismi chiamati in causa: Assemblea eGiunta regionale della Sicilia.

    Intervista al Presidente della Giunta della RegioneSiciliana, Angelo Capodicasa

    Angelo Capodicasa (DS) da pochi mesi alla guida della Giunta regionaledella Sicilia condivide la proposta ma ne evidenzia subito le difficolt."Sarebbe una bella idea, nel quadro del problema del voto degli italianiall'estero sarebbe molto significativo poter intervenire in questo modo, non fattibile."

    Non fattibile perch?

    Il veto ci viene posto dallo Statuto della Regione Siciliana, il quale dice"l'Assemblea regionale costituita di 90 deputati eletti nella Regione".Quindi lo Statuto ci dice chiaramente che questa idea di far votaredall'estero i siciliani per l'Assemblea regionale siciliana richiederebbeuna modifica dello Statuto, non una legge regionale ordinaria. Vero chesull'idea si potrebbe lavorare, ma richiederebbe un processo talmentelungo che a quel punto veramente ritengo pi giusto percorrere la via

    nazionale, ovvero quella della modifica Costituzionale.Meglio quindi il lavoro che si sta portando avanti in Parlamento

    Cambiare la Costituzione non sarebbe male. Anche perch iniziativeregionali come questa proposta rischierebbero di scontrarsi ragioni diillegittimitcostituzionale.

    Voi cosa state facendo in questo momento attraverso i vostriparlamentari o direttamente sui vostri parlamentari perch ilParlamento operi in questo senso?

    Ci sono iniziative varie da parte dell'Associazione e da parte dellaRegione, che continua a mantenere un rapporto intenso con gli emigrati.Facciamo tutte le pressioni che si possono fare, in questi casipoliticamente complessi, sul Parlamento, non solo sui singoli nostri

    deputati. In Assemblea sono state approvate mozioni, ordini del giorno, sultema. E' un tema abbastanza dibattuto e presente nella nostra iniziativapolitica.

    Il Comune di Palermo ha sostenuto una petizione a favore del votodei siciliani all'estero.

    Formalmente noi come Regione non siamo tra i sostenitori della petizione,ma di fatto sosteniamo tutte le iniziative che vanno in questa direzionepro-voto. E non solo pro-voto.

    Mi pare che la Regione sia molto attiva e disponibile anche in terminifinanziari sul capitolo della sicilianit all'estero?!

    Ai siciliani all'estero io devo dire soltanto una cosa: noi ci battiamo nonsolo perch votino, ma anche perch qualcuno di loro possa ritornare inItalia. E perch in Italia e in Sicilia si creino le condizioni perch i

    loro figli possano tornare viverci e lavorare. Questo il lavorofondamentale che noi vogliamo fare e l'augurio che da parte dei nostriemigrati ci sia sempre il giusto incoraggiamento per farci lavorare versoquesto obiettivo, una spinta ad affrontare i problemi. Chi andatoall'estero per trovare un lavoro, non avendolo trovato in Sicilia, inItalia, non pu non essere critico verso la patria, non pu non avere

    atteggiamenti di recriminazione, a volte anche di sfiducia nei confronti diun Paese che non stata in grado di assicurare il diritto fondamentale,

    quello al lavoro.E oggi?

    Il problema quello di capire se l'azione che oggi noi facciamo tale dapotere non solo creare le condizioni eventuali di un ritorno loro o dei lorofigli ma di impedire che altri vadano all'estero. Noi ci stiamo lavorandoportando avanti una politica di sviluppo perch gli emigrati ritornino.Mentre dall'altra parte appoggiamo, anche finanziariamente, leAssociazione degli emigrati per studi, pubblicazioni, convegni e iniziativevarie. C' una precisa normativa regionale a sostegno delle famiglie degliemigrati. Stiamo lavorando per riformare questa legge.

    Maria Margherita Peracchino/News ITALIA PRESS

    Dall'ufficio del Presidente dell'Assemblea regionale della Sicilia,

    Cristaldi, la proposta di stituzionalizzare la presenza delleassociazioni dell'emigrazione in occasione di esami di proposte dilegge che riguardano gli emigrati stessi fattibile in tempi moltolimitati

    EMIGRATI IN ASSEMBLEA REGIONALE"Il Presidente dell'Assemblea regionale siciliana in occasione di unricevimento di una delegazione di emigrati in Svizzera, ha lanciatoprovocatoriamente questa stessa proposta, quindi non nuova laproposta" commentano cos nella segreteria del Presidentedell'Assemblea regionale siciliana Nicola Cristaldi (AN), la proposta de"L'ISOLA" di Bruxelles di far votare i siciliani all'estero per l'Assemblearegionale utilizzando lo stesso procedimento che si vorrebbe far approvarea livello nazionale per le elezioni politiche, per tanto con l'istituzione di una

    Circoscrizione Estero.

    E' successo l'anno scorso, "abbiamo ricevuto una delegazione di sicilianiin Svizzera e il Presidente in quella sede ha avanzato questa proposta,chiaramente provocatoria, visto che bisogna fare i conti con i limitilegislativi e costituzionali che governano il nostro sistema siciliano, che difatto impediscono una iniziativa del genere." Ma la provocazione non stata fine a s stessa.

    "Da questa riunione venuta fuori una proposta operativa, propostaavanzata al governo siciliano caduto nei mesi scorsi, quello a guidadell'on. Drago, ora siamo in attesa di vedere se il nuovo Governo, a guidadel Presidente Capodicasa, ne terr conto".

    La proposta Cristaldi prevede che all'interno della Commissionedell'Assemblea regionale che si occupa di emigrazione -la quintacommissione legislativa- all'atto dell'esame di provvedimenti in materia diemigrazione la Commissione stessa possa essere integrata con unarappresentanza degli emigrati stessi. "Una proposta certamentepraticabile" dicono gli uomini di Cristaldi. "Il nostro stesso regolamentodell'assemblea regionale siciliana prevede che in particolari occasionipossano essere sentite le categorie interessate. Se esiste la volontpolitica istituzionalizzare la presenza delle associazioni dell'emigrazione inoccasione di esami di proposte di legge che riguardano gli emigrati stessi fattibile in tempi molto limitati".

    Considerato che in Regione in atto un processo di riforma che dovrebbecondurre ad una revisione dello Statuto e dei regolamenti "sicuramenteanche questo argomento sar affrontato".

    m.m.p./News ITALIA PRESS-

    Sicilia Mondo e Seres sulla proposta de "L'Isola"

    ALMENO RIFOCALIZZIAMO LA DOVUTA ATTENZIONESUL RUOLO DEI CONNA ZIONALI ALL'ESTERO

    CORREVA LANNO 1999CORREVA LANNO 1999CORREVA LANNO 1999

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    8/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    "Molto interessante, perch ripropone all'attenzionedei politici un fatto importantissimo: quello dellapartecipazione dei Siciliani nel Mondo alla gestione delGoverno della Sicilia" (News ITALIA PRESS)

    La provocazione partita dalle pagine de "L'Isola" di Bruxelles -perchnon lavorare affinch in Sicilia, in Assemblea Regionale, si elegganorappresentanti all'estero? L'Italia non riesce a partorire una legge chepermetta ai connazionali all'estero di votare in loco, e, magari, votareper propri rappresentanti eletti all'estero? La Sicilia dimostri che losa fare - continua a suscitare reazioni, se contrarie o favorevoli non tanto importante qui stabilirlo, data la risonanza che, in un modo onell'altro, sta assumendo la proposta presso le istituzioni siciliane e nelmondo dell'associazionismo dell'emigrazione che opera nell'isola.

    Roberto Mazzarella, Direttore del Seres, il Segretariato Regionale perl'Emigrazione Siciliana, non va pi in l di un secco no comment;prendendo atto della proposta ha infatti dichiarato che "su questo preferireinon intervenire, non trovo argomentazioni utili su tale argomento".

    Diversa invece la reazione di Domenico Azzia, Presidente di SiciliaMondo, il quale si rivelato disponibilissimo ad esporre la sua

    opinione in merito alla proposta, definita "molto interessante, perchripropone all'attenzione dei politici, che poi sono i legislatori, un fattoimportantissimo, quello della partecipazione dei Siciliani nel Mondoalla gestione del Governo della Sicilia. Praticamente lo stessoproblema che si ripropone, in merito alla questione del voto, per gli Italianiall'estero, che avrebbero cos una loro rappresentanza istituzionalizzata atutti gli effetti."

    Proseguendo nella sua personale analisi della proposta avanzata da"L'Isola", il Presidente Azzia ha detto di condividerla pienamente, "senon altro, dirotta l'attenzione dei politici e dell'opinione pubblica suiconnazionali all'estero, che purtroppo sono trascurati dalle istituzioniregionali."

    "L'idea bella, ha continuato Azzia, perfetta, smuove le acque,

    sensibilizza le persone, ma di difficile attuazione". Sulle difficolt cui siandrebbe incontro tentando di attuare tale proposta, Azzia hasottolineato che, essendo la Regione Siciliana retta da uno StatutoSpeciale, per inserire i rappresentanti degli emigrati nel Governo regionalebisognerebbe modificare lo Statuto stesso, il che comporterebbe lanecessit di una convocazione congiunta di Camera e Senato. Il tutto fattibile, ci tiene a precisare il Presidente, sebbene l'iter burocratico siaalquanto intricato. Il paragone non pu che venire spontaneo con laquestione del voto, "difficile perch si tratta di una modifica costituzionale".

    L'intervento, dunque, non si pu chiedere ai deputati regionali, ma vainvece attuata in ambito nazionale. "Anche se non sortir l'effettosperato sul piano pratico, questa proposta che io condividopienamente, ha concluso il Presidente di Sicilia Mondo, ci tengo a

    sottolineare che per lo meno susciter interesse da parte dei politicie della popolazione dell'Isola."

    Fuori dalla Sicilia c' un'altra Sicilia, cos come fuori dalla penisola c'un'altra Italia. L'amore di questi conterranei per la nostra isola "non pu

    essere cancellato, perch epidermico, cromosomico e risiede nell'animo diogni siciliano."

    Chiara Mandosso/News ITALIA PRESS

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    La parola a Catania e Preta, gli "autori" della provocazionevoto per gli emigrati siciliani

    UN SEGNALE CHE I SICILIANI NEL MONDO ASPETTANO

    Al suo secondo numero il mensile "L'Isola", edito in Belgio da L'ALTRASICILIA, con la proposta di emanare una legge regionale che permetta aisiciliani all'estero di votare per propri rappresentanti in Assemblearegionale nel contesto di un Collegio Estero, riuscito a farsi emergeresubito dalle nebbie dell'editoria d'associazione.

    Paolo Francesco Catania e Eugenio Preta, gli uomini che avevanolanciato la proposta, ora commentano con un certo stupore tantoclamore.

    "Non mi aspettavo queste reazioni. A dire il vero mi aspettavocadesse nell'oblio come al solito avviene quando si propongono

    certe cose in emigrazione." afferma Catania. "Hanno ragione quelliche sostengono che lo Statuto della regione non permetterebbe diconcretizzare tale proposta, lo sapevamo nel momento stesso in cuiabbiamo lanciato la provocazione."

    Di fronte alla controproposta avanzata dal Presidente dell'Assemblearegionale siciliana, Nicola Cristaldi, di portare all'interno dellaCommissione regionale che si occupa di emigrazione, all'atto dell'esame diprovvedimenti per i siciliani nel mondo, una rappresentanza degli emigratistessi, o meglio delle loro associazioni, Catania chiaro: "Spero che laproposta diventi operativa. Solo un problema: bisogna capire qualeassociazionismo sar chiamato in Commissione, spero non quelloche figlio dei partiti, non quello che fatto di "professionistidell'emigrazione" che l'emigrazione la fanno per business con i fondipubblici."

    Anche Eugenio Preta soddisfatto ma preferisce parlare del giornale.

    "Questo giornale arrivato ormai al suo secondo numero, non ha nessunavelleit politica, vogliamo fare solo un p di cultura, e trovare un canaleper una sorta di ritorno alle origini. La provocazione venutaspontaneamente. Sappiamo benissimo che l'iter per la riforma delloStatuto sarebbe lunghissimo. Piuttosto importante che la Sicilia esprimaun segnale di considerazione per i connazionali all'estero, le reazioni chesi sono avute alla proposta mi sembrano un buon segnale.

    I siciliani sono partiti, ma in Sicilia ma tanti ci vogliono ritornare, locoltivano come un miraggio, vogliamo mantenere un rapporto che siesprime anche attraverso la partecipazione all'amministrazione dell'isolaattraverso il voto".

    Intanto a "L'Isola" iniziano arrivare i messaggi di adesione di migliaia disiciliani all'estero. Una solidariet che corre sul filo della madre ditutte le reti.

    News ITALIA PRESS

    LO SAPEVATE CHE...

    AIR SICILIA, nel 1994, stata la prima compagnia aerea siciliana Low

    Cost, con prezzi circa un quarto di quelli che fino a quel momento

    Alitalia estorceva per farci viaggiare. Il Siciliano Crispino, partendo

    dalla sua Caltagirone, aveva creato un modello per un intero settore

    che di l a poco sarebbe decollato distruggendo il predominio delle

    compagnie di bandiera, non solo in Italia.

    AIR SICILIA l'hanno fatta fallire... Il motivo? Essendo la Sicilia una

    colonia italiana non poteva avere una sua compagnia di bandiera

    come se fosse una Nazione. Sic et simpliciter !!!

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    9/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:Elezioni comunali 2007, la sentenza del Tar:

    "Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute""Andavano ripetute"Questa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale di Palermo. I

    magistrati che si sono occupati del caso hanno parlato di motivi "gravissimi".

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    PS: N 2007 P C P LALTRA SICILIA USTION SICILIANA

    CONTRARIAMNT AI TANTI COSIDTTI SICILIANISTIINDIPNDNTISTI AUTONOMISTI C ANNO PRFRITO BOICOTTARCI PR CANDIDARSI INLIST CIVTT GSTIT DAI SOLITI PARTITI ITALIANI

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    Ufficio stampa - LALTRA SICILIA

    Giustizia ritardata giustizia negata. MontesquieuGiustizia ritardata giustizia negata. MontesquieuGiustizia ritardata giustizia negata. Montesquieu

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    [L P I 59 N 194 N ]

    Luigi Pirandello (Girgenti 1867 Roma 1936)

    Miti e Leggende di SiciliaMiti e Leggende di SiciliaMiti e Leggende di Sicilia

    uando ar r ivarono i p r imiconquistatori arabi, i siciliani perpaura che i musulmani potessero

    trovare e prendere i loro averi (dicono chela rapacit fiscale degli arabi non avevaparagoni), iniziarono a nascondere sottoterra grandi somme di denaro oppure oro,o piccoli gruzzoletti. Da allora sono sorteun mare di leggende legate alle truvature,cio tesori custoditi da folletti, gnomi,demoni e briganti.

    Le leggende siciliane legate alle truvature vengono chiamateplutoniche (Plutone il dio degli inferi, del mondo sotterraneo).Di una truvatura vi ho gi parlato quando raccontavo del palazzodella Zisa, a Palermo. Quella custodita dai diavoli.Anche ad Acireale ne esiste una, presso la chiesetta dellaGrazia. Si dice che ci sia una grossissima pietra che nascondeun tesoro: a truvatura da sarpa.

    Si chiama cos perch chi vuole ottenere iltesoro deve posizionarsi sulla pietra emangiarci sopra una salpa cruda (un tipo dipesce) e bere un'intera quartara di vino.Nessuno c' mai riuscito.Si racconta che una volta un uomo ciprov, si sedette sulla pietra ed inizi amangiare il pesce crudo e bere vino.Quando gli mancava solo la testa damangiare e bere poco vino, da sotto la

    pietra uscirono dei folletti che iniziarono a beffeggiare l'uomo.

    L'uomo non gli diede confidenza e continu a mangiare e bere,ma ad un certo punto, venne fuori un grosso serpente. L'uomoebbe paura ed invoc la Madonna. L'invocazione ebbe subitoeffetto, dal cielo inizarono a cadere fulmini che colpirono l'uomoe lo sbalzarono lontano dalla pietra. Tutto spar e l'uomo nonpot pi prendere la truvatura.

    Alessandra Cancar

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    Vieni in Sicilia ... te ne innamorerai !

    Castello di Lombardia: la fortezza pi anticaCastello di Lombardia: la fortezza pi anticaCastello di Lombardia: la fortezza pi anticadi Sicilia, simbolo della citt di Ennadi Sicilia, simbolo della citt di Ennadi Sicilia, simbolo della citt di Enna

    Castello di Lombardia unantica fortezzanormanna, costruita sul punto pi elevato delcomune di Enna. Simbolo della citt, custodisceuna statua bronzea di Euno, a ricordo dellarivolta che liber la Sicilia.

    Il suo nome curioso deriva da una guarnigione di lombardiposti a difesa del castello, quando venne eretto, nel 1130,per volere di Ruggero II Il Normanno. Si dice sia il manieropi antico di Sicilia, e con i suoi 26.000 m2 di superficieoccupata, sicuramente uno dei pi grandi.Si pensa che fondi le sue radici sulle fondamenta di unanticafortezza sicana; qui infatti, che uno dei popoli autoctoni diSicilia, fond la citt di Henna, costruendo un fortilizio asostegno della loro civilt e a difesa dagli attacchi dei Siculi.Grazie a esso, lantica acropoli si merit il titolo di UrbsInexpugnabilis, datole da Cicerone al tempo della conquistaRomana. Il castello era talmente ben progettato, che lelegioni romane dovettero usare la rete fognaria perconquistarne le mura; cos scoprirono che il maniero erastato costruito sulla rocca di Cerere, dove si situava il tempio

    alla dea che i Sicani veneravano, culto che si sarebbe poidiffuso in tutto lImpero Romano.Nel X secolo, gli Arabi diedero nuova vita al fortilizio, mafurono i normanni sotto Ruggero II, a ristrutturarlo e a dargliun nome. Grazie allopera di Riccardo Da Lentini, lo stessoarchitetto che venne incaricato da Federico II di Svevia, direalizzare Castello Maniace, sullIsoladi Ortigia (Siracusa), dopo un secoloil castello conobbe nuova vita.

    Vennero istallate 20 nuove torri e fuqui che il re svevo soggiorn neimesi estivi. La roccaforte ospit perdue volte le sedute del Parlamento di

    Sicilia, ma nel periodo borbonicoconobbe un lento declino, che loport a essere utilizzato comeprigione. Oggi il monumentos imbolo del la c i t t nonchunattrazione turistica di una certaimportanza per la storia medievaledella provincia, di Sicilia e dItalia.

    Nel 1923, le segrete del castello vennero convertite in

    serbatoi di raccolta per la distribuzione dell'acqua corrente;l'acqua viene pompata fino alle vasche del castello,attraverso lacquedotto della citt, situato nella zonamoderna dellabitato; grazie alla naturale pendenza data dalluogo in cui si situano castello e citt, lacqua vienenaturalmente e facilmente distribuita a tutte le abitazioni. Le4 vasche si situano appena al di sotto del prato del secondocortile, antistante il castello, sotto grandi volte a bottescavate nella roccia.Per quasi mezzo secolo, il castello stato sede del Teatrolirico cittadino.Il piazzale della Maddalena, detto anche piazzale delle

    Vettovaglie, il pi vasto dei tre; nonostante il suo secondonome tradisca la sua importanza come punto strategico-militare, presso le sue fondamenta stata scoperta unanecropoli. Oggi nel suo giardino allinglese, prendono postopini secolari e il centro informazioni. Il piazzale degli Armatiera lingresso che accoglieva i visitatori del teatro lirico. Qui,gli scavi archeologici condotti nel 2002, hanno portato allaluce diverse vestigia, tra cui il basamento della Torre dellaZecca. Il Cortile di San Nicol latrio principale ma il piinterno; per questo motivo, qui si trovano i resti degliappartamenti reali, la cappella vescovile di San Martino diTours, la Torre Pisana, e il noto ipogeo; sul lato che confinacon la facciata ivi si nasconde la latomia, la cava da cuiveniva estratto il materiale ricavato per realizzare le mura ele strutture della Cittadella stessa.

    A Ovest del piazzale, si trova la Torre Pisana, la migliorconservata dei 20 torrioni voluti da Federico II. Presso laprima scalinata possibile godere del panorama offerto dalgrande terrazzo merlato. Dati i suoi quasi 1.000 metri, essavenne denominata dagli arabi Torre delle Aquile. Da qui possibile, nelle giornate pi limpide, scorgere i profili dellecatene montuose delle Madonie e dei Nebrodi, la sagomadellEtna e il mar Jonio, a Sud il letto del lago Pergusa e ilCanale di Sicilia.Il castello fornito di una tripla illuminazione dal grandiosoeffetto scenografico: sul viale che lo circonda, sulla muraglia,

    e sul torrione, visibile anche a decine di chilometri didistanza, da tutti i lati e punti cardinali. Una curiosit: ilfortilizio campeggiava sui francobolli italiani da 120 lire,emessi per la prima volta il 22 settembre del 1980.Sotto uno dei torrioni svevi (la Torre della Campana) dispostipresso la facciata ovest del castello, sorge la statua in bronzo

    di Euno, schiavo siciliano che guidla rivolta pi sanguinosa che Ennaricordi: 20.000 cittadini, solo nellacitt di Enna. Era il 139 a.C., edEuno decide di opporsi allostrapotere del possidente Damofilo.Quando Damofilo fu ucciso, Euno

    prese il suo posto, dando vita a unamonarchia sul modello di quelleellenistiche; un evento che scatendiversi sollevamenti popolari in tuttalIsola, un fatto che diede vita allaprima vera ribellione di Sicilia.

    Enrica Bartalotta (siciliafan.it)

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    RIFLSSION SUGLI XTRACOMUNITARIRIFLSSION SUGLI XTRACOMUNITARIRIFLSSION SUGLI XTRACOMUNITARI

    ggi, il mondo dell'emigrazione ripete, in piccolo, la situazione politicaitaliana con le sue immoralit e i suoi sorprusi. L'istituzione deiCoemit prima e dei Comites dopo hanno registrato la fine

    dell'associazionismo e confermato l'appropriazione politica delle tematichedell'emigrazione da parte, non del cittadino, come sarebbe lecito che fosse,

    ma dai sindacati, dai patronati e dai partiti a partire dal 2006 con l'elezionedi parassiti nelle cloache romane (camera e senato) che la fanno da padroniquasi dappertutto con la logica della spartizione, del consociativismo, dell'amico, della mancanza ditrasparenza e del disinteresse della comunit residente. Queste elezioni dei Comites non sono sonoaltro che la conferma di una pagliacciata gi stabilita da tempo. La colpa di questa situazione diquei responsabili di associazioni che, pur a conoscenza di questo modo di procedere, hanno

    contribuito e contribuiscono a far si che l'associazionismo ne uscisse sconfitto.Tanti di questi signori con la loro irresponsabilit, meschineria, invidia, ecc...hannocontribuito a distruggere un'istituzione che, se soltanto fosse stata rappresentatada elementi capaci, ONESTI, avrebbe potuto svolgere quel RUOLO IMPORTANTEper il quale era stato creato.

    Francesco Paolo Catania, Consigliere Comites Bruxelles, Brabante, Fiandre.

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    16/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    SICILIA LALTRO IRISICILIA LALTRO IRISICILIA LALTRO IRI

    n una vasta pianura sita tra Licata e Gela, negli anni

    Sessanta si coltivava loro bianco di Sicilia,ovvero il cotone. Oggi questa fibra non viene picoltivata, ma appartiene alla storia del paese.

    Questa fibra resistente, coltivata in molte regioni del mondo,proviene dal Gossypium, pianta arbustiva della famiglia delleMalvaceae. Molte le specie che lo compongono; le foglie, diformazione particolare, danno allapianta unacaratteristica forma conica. I semi che compongono lacapsula, il frutto della pianta, vengono spesso raccolti perricavarne un olio, molto usato sia nellindustria alimentareche delle essenze, e nel settore delligiene personale per lafabbricazione di saponi profumati e delicati, ma anche nel

    settore farmaceutico per la realizzazione di preparati. InSicilia,la fioritura avveniva in estate, mentre laperturadelle capsule, caratterizzava generalmente la fine del mese diagosto e tutto il mese di settembre. Il periodo della raccolta dunque proprio quello in cui i fiori, diventando gialli, siaprono lasciando intravedere i fiocchi custoditi nella capsula.Questa fibra naturale, tra le pi conosciute al mondo,venne probabilmente portata nel bacino del Mediterraneo,dallAsia Minore.Furono gli Arabi a introdurne la coltivazionein Sicilia;

    ad essi si deve infatti la coniazione deltoponimo qutun, e luso dei numerosistrumenti che venivano utilizzati per lasgranatura e la lavorazione manualedella bambagia, che per lungo tempo eper tutto il Novecento, fu parte dellenumerose specie a reddito dellinteraIsola.Perfetta come pianta ornamentale daterrazzo o da giardino, in quanto

    desidera e necessita di abbondantiirrigazioni, la pianta del cotone nasceparticolarmente bene in ambienticaldo-secchi, caratterizzati daunalternanza di stagioni umide; gliStati Uniti sono il primo produttore almondo di filati di cotone, ma la qualitmigliore risiede in quelle nazioni aclima desertico, come India, Pakistan,Egitto e Russia. E fu probabilmentelIndia la nazione da cui scatur la

    produzione commerciale dei filati, ma fu per Sicilia, insieme

    al resto del Meridione, specialmente Calabria e Puglia, che lasua lavorazione prese piede cos prepotentemente in Europa,da portare lItalia ad essere sia conosciuta cheapprezzata, per la fine qualit della sua materia prima,gi nel Cinquecento.

    Furono poi gli statunitensi, a rubare il predominio alla Sicilianel mercato del cotone; gi con la fine del Settecento, le navidOltreoceano venivano infatti ad approvvigionarsi di semi,proprio nei campi dellIsola. Linizio della produzioneamericana, lavvento delle fibre sintetiche nei primi anni delNovecento, e i relativi costi elevati della lavorazione manuale,portarono allinesorabile declino delle coltivazioni di oro

    bianco di Sicilia; negli anni Cinquanta le piantagioni,lentamente diffusesi in tutta lIsola, divennero ben prestoinfatti presidio pressoch esclusivo delle sole provincie diCaltanissetta, Agrigento e Catania. Nel 1982, lasuperficie coltivata a cotone ammontava ad appena 2.100ettari: una lenta agonia che ha portato questo preziosoarbusto a scomparire del tutto, negli ultimi ventanni, dalpatrimonio agricolo della Sicilia.

    Enrica Bartalotta

    Coltivazione del cotone: fino agli anniColtivazione del cotone: fino agli anniColtivazione del cotone: fino agli anni

    Settanta fu un presidio sicilianoSettanta fu un presidio sicilianoSettanta fu un presidio siciliano

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    17/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    Ma anche il fragilissimo territorio del Belice e quello Ibleo, oltrealla gi martoriata Gela. Non a caso, nella nostra regione, laprotesta, prima che dalle associazione ambientalisti e dai

    comitati No triv, partita dai sindaci che hanno firmato appelli epetizioni. LAnci Sicilia, lassociazione dei Comuni, con il suopresidente Leoluca Orlando, fino a ieri, ha tuonato contro

    questo regalo alle compagnie petrolifere.

    La Sicilia, dunque, ha fatto sentire la sua voce. Forte e chiara.Ma quali deputati e quali senatori eletti nella regione si sono fatti

    carico di questa contrariet?

    Alla Camera dei Deputati il testo stato approvato il 30 ottobrescorso con 278 voti a favore su 439 votanti (presenti446). Poche le sorprese. I deputati eletti in Sicilia hannomassicciamente sostenuto il provvedimento, conpoche eccezioni, che includono i parlamentari del M5s,di Sel e qualcuno del centrodestra.

    Nel Pd, ad esempio, unica voce fuori dal coro, lex presidentedella Regione siciliana Angelo Capodicasa che si astenuto.Favorevoli, invece, quasi tutti gli altri: dal renziano DavideFarone alla figlia darte Daniela Cardinale, allex segretario diConfcommercio Luigi Taranto, fino allavvocato ToninoMoscatt. Nel centrodestra, tra i contrari, spiccano i nomi della

    siracusanaStefania Prestigiacomo e di Basilio Catanoso.

    Ci sono poi quelli che Dante metterebbe tra color che stansospesi. Che non hanno cio partecipato al voto. Tra questi, ilsegretario regionale del Pd Fausto Raciti e la compagna dipartito, nonch sindaco di Pollina, Magda Culotta; lexMpa Carmelo Lo Monte e il ragusano Antonio Minardo, insieme

    con Gabriella Giammanco. Ma anche i deputati grillini, AzzurraCancellieri e Gianluca Rizzo.

    Altra storia, stessa trama in Senato. Dove sul decreto Renzi haposto la fiducia. E tra la fiducia alla Sicilia e la fiducia a Renzi, prevalsa la seconda. Hanno detto s, infatti, quasi tutti gli eletti inSicilia: da Anna Finocchiaro a Beppe Lumia, passandoperRenato Schifani e Simona Vicari. Contrari, i senatori di Forza

    Italia, come Francesco Scoma e Tonino DAl e quelli del M5s.

    Ecco tutti i nomi e i loro voti.

    CAMERA DEI DEPUTATI

    Partito democratico

    1. Culotta Magda (non ha partecipato)2. Angelo Capodicasa (astenuto)3. Luigi Taranto (favorevole)4. Marco Causi (non ha partecipato)5. Faraone Davide (favorevole)6. Cardinale Daniela (favorevole)7. Piccione Teresa (favorevole)8. Ribaudo Franco (favorevole)9. Moscatt Antonino (favorevole)10. Iacono Maria (non ha partecipato)11. Piccoli Nardelli Flavia (favorevole)12. Beretta Giuseppe (favorevole)13. Lauricella Giuseppe (favorevole)

    14. Raciti Fausto (non ha partecipato)15. Zappulla Giuseppe (non ha partecipato)16. Greco Maria (favorevole)17. Albanella Luisella (favorevole)18. Burtone Giovanni (favorevole)19. Gullo Maria (favorevole)

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    FP)

    l decreto del governo Renzi ora legge. Al suo interno anche le norme chefacilitano le ricerche petrolifere. Dure le proteste di sindaci e cittadini, ma quanti

    parlamentari eletti nella regione si sono fatti carico di queste voci? Tutti i nomi.

    Il decreto Sblocca Italia, con cui il governo nazionale vuole far ripartire gliinvestimenti nelledilizia e nelle opere pubbliche, diventato legge dopolapprovazione definitiva in Senato. Nonostante le proteste di sindaci, associazioniambientaliste e cittadini di mezza Italia. Al centro delle contestazioni soprattutto lanorma che rende la vita pi facile alle compagnie petrolifere. Il governo, infatti, haavocato a s la materia e cancellato quelle norme, gi abbastanza flebili, che

    miravano a garantire una minima protezione ambientale degli enti locali.

    Una norma che far sentire tutto il suo peso, soprattutto in Sicilia. Nel mirino deipetrolieri, infatti, c il Mediterraneo: Pantelleria, le Egadi e le coste dellAgrigentino.

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    18/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    ella Sicilia del passato il pranzo di Natale era molto pi

    importante del cenone.La sera del 24, infatti, non cera molto tempo da dedicare

    alla tavola: dopo la novena davanti al proprio Presepe, si andava inChiesa per assistere alla calata di lu velu (funzione religiosa durantela quale, a mezzanotte, veniva tolta una grande tenda chenascondeva il Presepe), poi si assisteva alla Messa e si rientrava atarda notte.Il giorno dopo, invece, le famiglie si riunivano numerose per il pranzodi gala. I preparativi erano lunghi e complessi.Lantivigilia di Natale, di buon mattino, si tirava lu coddru a lucapuni (si uccideva il cappone) che avrebbe costituito il pezzo

    forte del pranzo natalizio.Si trattava di unoperazione molto delicata che spesso veniva portataa termine dal capo famiglia: infatti bisognava far s che la bestiamorisse di colpo altrimenti la carne sarebbe stata meno buona. Poi ilcappone veniva appeso a testa in gi e lasciato immobile per 24 ore inmodo che il sangue si coagulasse nel collo e la carne restasseperfettamente bianca.La mattina del 24 era il momento della spennatura e della pulituradella bestiaA casa mia spesso facevano assistere anche noi bambini a questeoperazioni e la nonna ci mostrava come tirando un nervo si apriva echiudeva una zampa, ci indicava, il cuore e gli altri organi interni e,

    alla fine, se eravamo stati buoni, ci regalava la vozza debitamentesvuotata, ripulita e asciugata. La vozza credo che fosse lo stomacodel cappone e noi ci divertivamo a gonfiarla come se fosse unpalloncino.Quando il cappone era ormai ben svuotato e pulito, veniva espostoper pochi secondi alle fiamme del cufularu (focolare, fornello dellacucina a legna) perch si bruciassero le ultime piumette rimaste dopola spennatura. Poi lu capuni sinchiva.

    Inchiri lu capuni pi che riempireo preparare o condire il capponesignifica farcire il cappone. Infatti ilcappone, veniva farcito con un

    impasto di tritato, uova, formaggio epangrattato a cui venivano uniti ifegatini e le altre interiora finementespezzettati e un trito di prezzemoloed altre erbe aromatiche.Dopo la farcitura, il cappone venivacucinato in brodo, per ore ed ore:

    sarebbe stato il piatto forte del pranzo di Natale.Mi ricordo che le signore a met novembre cominciavano asovralimentare il cappone pi bello del pollaio ingozzandolo con favee altri cibi supercalorici e alla fine lo si pesava e spesso si confrontavail peso con quello degli animali di amici e parenti : era una specie di

    gara tra chi lo aveva ingrassato meglio E al pranzo di Natale, una ciotola di brodo cu locchi (con lemacchie di grasso) con buona pace del colesterolo, una porzione dicoscia o di petto, una fetta di chinu (appunto, la farcitura) tantepatatineaggrassati (glassate) per contorno e perch no? un bel

    STORIE E VECCHIE USANZE DELLA NOSTRA TERRA

    Il pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di NataleIl pranzo di Natale

    Cappone ripieno - Foto di Giulia Izzia

    Sinistra, ecologia e libert e Centro democratico

    1. Palazzotto Erasmo (contrario)2. Lo Monte Carmelo (non ha partecipato)

    Movimento 5 stelle

    1. Riccardo Nuti (contrario)

    2. Giulia Di Vita (contrario)3. Chiara Di Benedetto (contrario)4. Loredana Lupo (contrario)5. Azzurra Cancelleri (non ha partecipato)6. Claudia Mannino (in missione)7. Giulia Grillo (non ha partecipato)8. Tommaso Curr (contrario)9. Maria Marzana (contrario)10. Marialucia Lorefice (contrario)11. Francesco DUva (contrario)12. Gianluca Rizzo (non ha partecipato)13. Alessio Villarosa (non ha partecipato)

    Centrodestra (Fi-Ncd)1. Angelino Alfano (in missione)2. Saverio Romano (non ha partecipato)3. Dore Misuraca (non ha partecipato)4. Gabriella Giammanco (non ha partecipato)5. Alessandro Pagano (favorevole)6. Riccardo Gallo Afflitto (contrario)7. Antonio Martino (in missione)8. Stefania Prestigiacomo (contrario)9. Giuseppe Castiglione (in missione)10. Antonio Minardo (non ha partecipato)11. Basilio Catanoso (contrario)12. Vincenzo Garofolo (favorevole)

    Udc

    1. Adornato Ferdinando (favorevole)2. Gea Schir (non ha partecipato)3. Vecchio Andrea (non ha partecipato)

    SENATO

    1. Amedeo Bianco, Pd (favorevole)2. Francesco Campanella, Misto (contrario)3. Nunzia Catalfo, M5s (voto non indicato nel resoconto stenografico)4. Antonio DAl, FI-PdL (contrario)5. Mario Ferrara, Gal (voto non indicato nel resoconto stenografico)

    6. Mario Michele Giarrusso, M5s (contrario)7. Vincenzo Gibiino, FI-PdL XVII (contrario)8. Marcello Gualdani, Ncs (favorevole)9. Giuseppe Lumia, Pd (favorevole)10. Bruno Mancuso, Ncd (favorevole)11. Giuseppe Marinello, Ncd (favorevole)12. Corradino Mineo, Pd (favorevole)13. Pamela Giacoma Giovanna Orr, Pd (favorevole)14. Venera Padua, Pd (favorevole)15. Pippo Pagano, Ncd (favorevole)16. Giuseppe Ruvolo, Gal (voto non indicato nel resoconto stenografico)17. Vincenzo Santangelo, M5s (contrario)18. Antonio Fabio Maria Scavone, Gal (voto non indicato nel resoconto

    stenografico)19. Renato Schifani, Ncd (favorevole)20. Francesco Scoma, FI-PdL XVII (contrario)21. Salvatore Torrisi, Ncd (favorevole)22. Simona Vicari, Ncd (favorevole)

    Antonella Sferrazza

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    19/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

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    Le pute di vino (e le

    parole spente)elle citt si chiamano enoteche, frequentarle, come sidice, fa tendenza, e i giovani che sono tendenziosi - guaia non seguire le mode! pena lemarginazione elisolamento - le frequentano assiduamente. Teca, dalsanscrito thke che vuol dire contenitore, per tantotempo ha indicato la piccola custodia in cui il sacerdote

    poneva lostia consacrata per recarla a un infermo, prima di morire,con tanto di processione. Erasostantivo. Nel mondo laico, teca un suffisso, pi vitale, che haavuto fortuna, come gustosamentee con vero divertimento siapprende dalle insegne di panino-teche, crpes-teche,discoteche, etc.Quando a Palermo, dove vivo, vedomoderniss imi g iovani punkbivaccare in gruppi davanti alleenoteche mentre discorrono dimusica rock, si scambiano le e-maile si mostrano i piercing, a me, chesono di paese, vengono in mentequelle che nella civilt contadinaerano le pute di vino, dimenticatagenesi delle cittadine enoteche.Una buona ragione, questa, per

    evocare la trasformazione di unmondo assieme alle parole che lo designavano.Puta deriva, presumibilmente, dal francese boutique, ed era unavera e propria bottega per la vendita del vino al dettaglio o tavernasui generis. Le pute si suddividevano in stagionali ed annuali. Noncerano insegne, ma si capiva che la puta era aperta dal mazzo dialloro, dalla bottiglia piena di vino e dalla lampadina accesapenzolanti dallarchitrave.Ogni quartiere aveva la sua puta stagionale, ogni puta un vinodiverso e qualcuna anche delle specialit. Piscialittu volleaggiungere alle tradizionali insegne una grattuggia arrugginitainfochettata con svolazzanti nastri rossi e puntute corna di bue:secondo una sua personalissima simbologia, voleva dare ad

    intendere che nella sua puta si beveva solamente e la Michilina chesi era messa in casa era diventata una morigerata signora, ormai.Le pute pi importanti, aperte tutto lanno, si trovavano nelleimmediate adiacenze della Piazza principale, nel tratto di corso dove

    aprivano i migliori negozi, avveniva il passeggio e si combinavanogli affari. Era costume che le comitive di amici andassero aprendere un bicchiere. Carrettieri, zolfatai e salinari andavano allaputa della zza (sta per zia) Narduzza e dello zzi Narduzzu; irigattieri, cio i commercianti di muli e asini, da Ancilinu, da donNen o alla Conca doro che fungeva anche da osteria; icontadinii, i muratori, i calzolai, i fabbri, i falegnami i mezzani, idisoccupati, i viziosi del gioco e la categoria degli sfaccendati emangiapane a tradimento (chiazzalra) non ne frequentavano una

    in particolare ma ne visitavanodiverse fra pomeriggio e sera.Girare le chiese o visitare isepolcri si diceva un talepellegrinaggio, mutuando il detto

    dallusanza di entrare in tre chiesediverse il Gioved Santo per lucrarele sacre indulgenze. I peccatoriincalliti pi bisognosi di indulgenzese le giravano tutte. Ci si procuravadel lardo di porco, sarde salatecomprate da Ticcbit, provolone daZammtu, passulna (olive nerestagionate) da Marrabbina, un po dipane e si andava a fare schitcchiu.Un dizionario lo spiega cos:Sollazzevole cibarsi in pi personedi buon umore, con bibita sia digiorno, sia di sera, o in citt o in

    villa, o per rata o a spesa di uno solo.I rigattieri solevano ripartire il conto in quote uguali, i carrettieriinvece pagavano alla romana. La bibita era ovviamente vino,qualcuno vi aggiungeva acqua di selz o gazzosa per stemperarlo,chi era offeso di stomaco lo battezzava con innocente acqua.Oltre ai succitati cibi che costituivano la scaglddra (letteralmente:scaglietta, qualsiasi cibo rustico senza pretese e in modica quantit,un pretesto per bere), le cibarie che stuzzicavano il palato elesofago delle sollazzevoli compagnie erano la quintessenza dellacucina siciliana antica, perfino i nomi di quelle pietanze risultanoesotici: robba cotta (interiora e lingua di bue, piedi, coda e altreparti di maiale bolliti); ceci neri con giri, molto pepati e conditi conolio doliva; sangunazzu(sanguinaccio, vivanda di sangue di porco

    condito daromi, aglio, uva passa e imbudellato con altri ingredientiancora in grossi rocchi, quasi boteriani); ficatu e purmni (fegatoe polmone spezzettati e ben fritti); bbabbalci (chiocciole, Helispomatia), iudsca o scataddrzzi (lumache, Limax) e muntna ocrastna (martinacci, Coclea terrestris maxima) preparati con ilsughetto, cipolle e patate; bbabbaluciddri (chioccioline,chiocciolette) insaporiti con olio, aglio e prezzemolo; cardna(cardi,Cynara cardunculus) bolliti o fritti con pastetta. e via prelibando.I quartini o bicchieri di vino, cos detti poich ciascuno misuravaun quarto di litro, si susseguivano con incredibile celerit allo scopodi ammazzare nello stomaco tutta la roba ingollata. Alla putadella zza Narduzza voi trovavate patate lesse, uova sode, marsala,vrmut e petrolio per i lumi domestici: tutti allineati con femminile

    cura sullo stesso bancone. La Putira non mancava di una certaeleganza.Altri tempi, altra igiene. Altra Allegria.Si motteggiava. I viddrna ovvero i contadini ai carrettieri:Quantu va un viddranu ccu na mula Cintu cci nni vunnucarrittera.

    caddrozzu di sazizza (nodino di salsiccia) arrostita proprioallultimo momento perch fredda sarebbe stata meno buonae chi pi ne ha pi ne mettaCome dessert cerano grandi ceste di frutta invernale: partualli(arance agre), piretta (cedri), nuci, nuciddri, mennuli, fastuchi,etc... (noci, nocciole, mandorle, pistacchi) e poi li cos diNatali (i dolci natalizi).A casa mia, ricordo che si preparava anche una enorme cassataa base di pan di Spagna, crema di ricotta, marmellata casalinga edecorata con canditi e mandorle tostate e tritate.I miei mi hanno raccontato che, nei Natali del dopoguerra, i parenti

    dellAmerica mandavano nei pacchi dono, una checca (dolce, inlinguaggio italo-americano) che era una specie di panforte Ilpanettone allora forse non esisteva o, se esisteva, non eraancora usato dalle nostre parti.

    Angela Marino

    STORIE E VECCHIE USANZE DELLA NOSTRA TERRA

  • 7/26/2019 L'ISOLA 05_2014

    20/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

    20

    (Quanto vale un contadino con una mula /ce ne vogliono cento di carrettieri.)I carrettieri in risposta:E lu viddranu ccu la so grannizza

    Si mancia pani ccu la cipuddrazza.

    (E il contadino con la sua grandezza / si mangia il

    pane con la cipollaccia)Si cantava. Erano strofe di otto, quattro, due versi,inventati l per l o tramandati. Passerinigorgheggiava:

    A sta picciultddra cu la mungi?

    Pensa a lu primu amuri e sempri chianci.

    (A questa picciottella chi la munge? / Pensa alprimo amore e sempre piange.)Si brindava. Il vino assurgeva a simbolo di valorisociali condivisi e imponeva regole; quello deibrindisi lo si doveva tracannare fino in fondoscolando i bicchieri fino allultima goccia, non lo sipoteva rifiutare: lo rifiut compare Alfio nellaCavalleria rusticana e ne segu mortale duello.Il vino nei brindisi era o rosso o bianco e semprefino. Dopo la rima si tracannava. Un altro brindisi,unaltra bevuta, allegramente. Di frequente ilbicchiere troppo colmo, prima di alzarlo con ilpollice, lindice, il medio, lanulare, addirizzandolarzillo mignolo a coda di gatto contento, veniva unpoco svuotato chinandosi verso di esso, accostandole labbra e sorbendo dallorlo con risucchio. Intempi di irripetibile e acceso agone politico, fra ildopoguerra e gli Anni Cinquanta, andarono abrindare pittoreschi trascinatori di folle. Capipopoloe codazzi di popolo assommavano alle

    intemperanze del vino lintemperanza della fogapolitica:Ammci dacqua actu haiu vivutu,

    sugnu sicuru ch vinu guastatu.

    Ammci di biancu, russu vutmmu

    quantu jmmu n-culu a lu Cuvernu.

    (Invece dacqua, vino ho bevuto,/ almeno so chvino guastato. / Invece di bianco, rosso votiamo /cos in culo al Governo andiamo.)E gi vino rosso, naturalmente, senza astio opregiudizio per per il vinello bianco, anticipando dimolto le commistioni partiticopolitiche del tempo avenire.

    Nel San Giuvanni decullatu di Nino Martoglio, attosecondo, scena quarta, Mastru Austinu spara araffica sbrindesi a rima baciata senza sbagliare uncolpo, rivelando abilit e nostrale sense of humor.I Mastri Austini, gli improvvisatori, abbondavanonegli schitcchi di una volta; forse lalloro postocome insegna davanti alle pute di vino conferiva,complice lalcol, scioltezze poetiche e rimaiole.Cos una volta.Ora che le pute di vino sono scomparse e le lorodiscendenti si chiamano in altro modo, ci si diverte,ci si sfoga, ci si annoia diversamente. Pazienza! senon vengono fuori, quasi come un dono di natura,spumeggianti sbrindesi n in rima sciolta n inrima baciata. Ma perch brindare? Sono subentratialtri linguaggi. Altri convivi. Altri silenzi.N per riaccendere antiche allegrie varrebbe porregli antichi mazzi dalloro accanto le moderneinsegne in plexigas: rischierebbero, questultime, di

    Notte di Natale del 1130,Notte di Natale del 1130,Notte di Natale del 1130,nasce il Regno di Sicilianasce il Regno di Sicilianasce il Regno di Sicilia

    l Regno di Sicilia nasceva all'insegna della dinastia normanna degli Altavilla e

    comprendeva non soltanto l'isola cosiddetta di Trinacria, ma anche le terre diCalabria e Puglia. Ruggero II fece del regno di Sicilia uno degli Stati d'Europa pipotenti e meglio ordinati dandogli una base legislativa con le Assise del Regno di

    Sicilia, promulgate nel 1140 da Ariano Irpino, il corpus giuridico che formava la nuovacostituzione del Regno di Sicilia.

    A lui si deve anche l'istituzione del Catalogus baronum, l'elenco di tutti i feudatari delregno, stilato per stabilire un pi attento controllo del territorio, dei rapporti vassallatici equindi delle potenzialit del proprio esercito. Venne redatto sul modello della dwn al-majlis, introdotta in Sicilia dai precedenti governanti Fatimidi per il controllo deltrasferimento di propriet delle terre. In seguito gli Altavilla si dedicarono ad espandereil proprio reame, annettendo Napoli verso nord ma anche e soprattutto vari territorinord africani (Malta, Gozo e una parte dell'Africa settentrionale, compreso l'entroterratunisino-libico tra Bona e Tripoli) e Corf. Intorno al 1140 Tunisi fu assoggettata daRuggero II. Nel 1146 una grossa flotta siciliana al comando di Giorgio d'Antiochia,ammiraglio di Ruggero II, part da Trapani e conquist Tripoli e la Tripolitania costiera,che rimase sino a quasi la fine del secolo sotto il Regno di Sicilia.

    Ruggiero II proclama in tuttele sue province delle sueterre che chiunque tenessedignit, potest e onori,doveva accorrere a Palermonel giorno della suaincoronazione, che avvennela notte di natale del 1130.Postmodum baronum et

    popu l i cons i l io apudPanormum se in regemSicilie inungi et coronarif e c i t . ( a r c i v e s c o v o

    Romualdo II Guarna). Ruggiero II nel settembre 1130, fece una vera e propria alleanzamilitare con il Papa, in seguito alla quale questi emise una Bolla che consacrava ilConte di Sicilia, nonch Duca di Calabria e di Puglia, Rex Siciliae: Anacletus conceditRogerio universas terras, quas predecessores Roberto Guiscardo et Rogerio filio eiusdederant; poi, il 27 settembre concesse al duca la potest regia: Concediamodunque, doniamo e consentiamo, a te, a tuo figlio Ruggero, agli altri tuoi figli chesecondo le tue disposizioni dovranno succedere nel regno, ed ai tuoidiscendenti, la corona del regno di Sicilia e di Calabria e di Puglia e di tutta la

    terra che noi e i nostri

    predecessori donammo ec o n c e d e m m o a i t u o ipredecessori duchi di Puglia, iricordati Roberto Guiscardo eRuggero suo figlio; econcediamo che tu tenga ilregno e lintera dignit regia edi diritti regali a titolo perpetuo,sicch tu li tenga e signoreggiin perpetuo, e istituiamo laSicilia capo del regno. Dopo diche, nella notte di Natale delmedesimo anno, riprendendo un

    cerimoniale gi visto nel lontanoanno 800 in occasionedell'incoronazione di CarloMagno, fu incoronato a Palermocome Ruggero II, Re di Sicilia,Puglia e Calabria.

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    21/24Bimestrale (sauf Juillet - Aot) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n 5 - Novembre/Decembre 2014

    La ricetta che oggi LISOLA vi propone un piatto

    tipicamente autunnale, Penne con funghi piselli e speck.La ricetta ci stata inviata da uncuoco deccezione, GaetanoCostanza, chef di professione edautore del libro di ricette: Pizzina le ricette di Tano, proverbialitradizioni culinarie siciliane. Ilp i a t to d i og g i s i a d a t taperfettamente per un pranzo

    ricco di gusto.

    PENNE CON FUNGHI PISELLI E SPECK

    PESO CONSIGLIATO: 400 G DI PASTA TIPO PENNE RIGATE

    Ingredienti per 4 persone: 200 g di funghi champignon - 150 gdi speck - 200 ml di panna da cucina - 300 g di piselli - 80 g diparmigiano grattugiato - Sale- Pepe - Olio doliva q.b.

    Preparazione: Si tagliano i funghi a fette e si pongono in una

    padella con un paio di cucchiai di olio a far dorare. Qualche minutodopo si dovranno unire piselli e lo speck ben tagliato a cubetti. Nelfrattempo dovr essere portata ad ebollizione abbondante acquasalata per cuocere la pasta.Fate passare 20 minuti circa per la cottura del condimento, unite lapanna e il parmigiano grattugiato e spegnete il fuoco, a questopunto, dovr essere lessata la pasta che dovr essere scolata aldente. Finite mescolandola al condimento e fatela insaporire conuna macinata di pepe. Buon appetito!!!

    LO SAPEVATE CHE...

    La cucina "fusion" trova le sueprime sperimentazioni a Palermo e

    Napoli nel 1700. E' conosciuta,ancora oggi, con il termine dicucina dei Mons e non altroche la raffinatissima cucina dellatradizione aristocratica napoletanae siciliana. Il rag, la genovese, il

    sart, il gatt, i crocch, il bab, la cassata siciliana ne sono gliesempi pi eclatanti. Il mons era il cuoco francese, il monsieur,che secondo la moda del tempo viene a prestare i suoi servigipresso le famiglie nobiliari e benestanti napoletane e siciliane. Imons, tuttavia, sono "obbligati" a fare i conti con la tradizione ed iprodotti nostrani ed cos che i piatti francesi si trasformano inpiatti "alla napoletana" e "alla siciliana", in cui pietanze semplici epopolari si evolvono in simboli della cultura e della storia dellanostra terra. I piatti della tradizione culinaria del nostro '700 cheancora oggi apprezziamo e prepariamo, sono dunque il frutto della"fusione" tra la maestria dei cuochi francesi, i sapori, i gusti, iprodotti delle nostre ricche terre e il meglio della grande culturaculinaria greca, romana, araba, ebrea, normanna e spagnola, il cuiretaggio abbiamo saputo conservare. (FDP)

    Lo Sapevate che... Il GelatoIl gelato ha origini siciliane, si narra infatti che qui, gi ai tempidella dominazione araba, fosse in uso preparare una sostanza,molto simile al gelato,chiamata sherbet (sorbetto).

    Gli Arabi di Sicilia mescolavano la neve dell'Etna con della canna dazucchero e del succo di frutta e si otteneva un composto che pudefinirsi l'antenato del gelato artigianale.Sono in molti a rivendicarne la paternit... si dice sia nominatoaddirittura nella Bibbia, altri lo fanno risalire agli antichi greci, altriancora agli antichi romani e via discorrendo...Ma colui che veramente rivoluzion la storia del gelato a livellomondiale fu un siciliano del 1600, la cui citt natale incerta (alcunidicono fosse Aci Trezza, altri Palermo ma non vi sicurezza sulluogo esatto), il suo nome era Francesco Procopio dei Coltelli,ed eredit dal nonno una antica macchina sorbettiera che egli portcon s in Francia quando and a Parigi ed apr il pi antico Cafparigino della storia (il Caf Procope).Perfezion la sua macchina e riusc a creare i primi gelati pi simili aquelli che oggi giorno si trovano in commercio.Ancor oggi infatti le attuali macchine del gelato si ispirano alsistema di mantecazione inventato da Procopio dei Coltelli.

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    CC C !

    na ragazza stava aspettandoil suo volo in una salad'attesa di un grandeaeroporto. Siccome avrebbe

    dovuto aspettare per molto tempo,

    decise di comprare un libro perammazzare il tempo. Compr ancheun pacchetto di biscotti. Si sedettenella sala VIP per stare pi tranquilla.Accanto a lei c'era la sedia con ibiscotti e dall'altro lato un signore

    che stava leggendo il giornale.Quando lei cominci a prendere il primo biscotto, anche l'uomo neprese uno, lei si sent indignata ma non disse nulla e continu aleggere il suo libro.Tra s pens ma tu guarda se solo avessi un po pi di coraggio gliavrei gi dato un pugno...Cos ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei,

    senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui.Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donnapens ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quandosaranno finiti tutti!!L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a met!Ah!, questo troppo pens e cominci a sbuffare indignata, si

    prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incammin verso l'uscitadella sala d'attesa.Quando si sent un p meglio e la rabbia era passata, si sedette inuna sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione edevitare altri dispiaceri.Chiuse il libro e apr la borsa per infilarlo dentro quando........

    nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora tuttointero nel suo interno. Sent tanta vergogna e cap solo allora che ilpacchetto di biscotti uguale al suo era di quell'uomo seduto accantoa lei che per aveva diviso i suoi biscotti con leisenza sentirsi indignato, nervoso o superiore, al contrario di lei cheaveva sbuffato e addirittura si sentiva ferita nell'orgoglio.

    LA MORALE:

    Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato ibiscotti di un altro senza saperlo?

    Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima di pensaremale delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spessonon sono come sembrano!!!!

    Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:

    Una pietra dopo averla lanciata

    Una parola dopo averla detta

    Un'opportunita' dopo averla persa

    Il tempo dopo esser passato

    L'amore per chi non lotta

    RiflessioniRiflessioniRiflessioni

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