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Fabio Carrara L’Isis e l’espansione del terrorismo 1 L’Isis e l’espansione del terrorismo Isis, la sigla del terrore La maggior parte degli attacchi terroristici che hanno colpito varie località del mondo negli ultimi anni sono state rivendicate da un’organizzazione fondamentalista islamica, chiamata Isis. Con questa sigla si definisce lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (in lingua inglese: Islamic State of Iraq and Syria), che corrisponde alla sigla Daesh in lingua araba. Isis è un’organizzazione terroristica islamica di fede sunnita, che ha fondato uno Stato islamico (chiamato Is, Islamic State), autoproclamatosi come califfato indipendente il 29 giugno del 2014 nei territori occupati dai suoi combattenti. La capitale è Mosul, nel Nord dell’Iraq: si tratta, però, di uno Stato non riconosciuto non solo dagli altri Paesi del mondo, ma addirittura dalle autorità religiose musulmane. Attualmente le sue milizie armate e altre organizzazioni che fanno riferimento al califfato sono attive, oltre che in Siria e in Iraq, anche in Libia, nel Mali, in Nigeria e in Tunisia. La nascita dell’organizzazione terroristica Le origini dell’organizzazione terroristica risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2006: i fondatori di Isis appartenevano ai gruppi iracheni di un’altra organizzazione terroristica islamica, Al Qaeda, che rivendicò gli attentati alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Nel 2006 i vertici iracheni dell’organizzazione terroristica irachena iniziarono un processo di allontanamento da Al Qaeda: si resero indipendenti, probabilmente anche per distinguersi meglio dal punto di vista propagandistico e per ottenere maggiore sostegno

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Fabio Carrara L’Isis e l’espansione del terrorismo

1

L’Isis e l’espansione

del terrorismo

Isis, la sigla del terrore

La maggior parte degli attacchi terroristici che hanno colpito varie località del mondo negli

ultimi anni sono state rivendicate da un’organizzazione fondamentalista islamica, chiamata

Isis.

Con questa sigla si definisce lo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (in lingua inglese:

Islamic State of Iraq and Syria), che corrisponde alla sigla Daesh in lingua araba.

Isis è un’organizzazione terroristica islamica di fede sunnita, che ha fondato uno

Stato islamico (chiamato Is, Islamic State), autoproclamatosi come califfato indipendente il

29 giugno del 2014 nei territori occupati dai suoi combattenti. La capitale è Mosul, nel

Nord dell’Iraq: si tratta, però, di uno Stato non riconosciuto non solo dagli altri Paesi del

mondo, ma addirittura dalle autorità religiose musulmane. Attualmente le sue milizie

armate e altre organizzazioni che fanno riferimento al califfato sono attive, oltre che in Siria

e in Iraq, anche in Libia, nel Mali, in Nigeria e in Tunisia.

La nascita dell’organizzazione terroristica

Le origini dell’organizzazione terroristica risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il

2006: i fondatori di Isis appartenevano ai gruppi iracheni di un’altra organizzazione

terroristica islamica, Al Qaeda, che rivendicò gli attentati alle Torri gemelle di New York

dell’11 settembre 2001.

Nel 2006 i vertici iracheni dell’organizzazione terroristica irachena iniziarono un

processo di allontanamento da Al Qaeda: si resero indipendenti, probabilmente anche per

distinguersi meglio dal punto di vista propagandistico e per ottenere maggiore sostegno

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dalle popolazioni del mondo islamico. Da allora si impose il nome di “Stato Islamico

dell’Iraq” e nel 2013 fu aggiunto anche il riferimento alla Siria, inserito nella

denominazione attuale.

Fin dal 2012, infatti i suoi combattenti erano entrati in Siria per combattere a fianco delle

milizie mussulmane di fede sunnita impegnate nella guerra civile contro il regime del

presidente Assad, sostenuto dalla minoranza sciita.

Sostenitori armati dell’Isis inneggiano al califfato dopo un’azione militare.

Le stragi e la propaganda mediatica

L’Isis si è reso responsabile di numerose esecuzioni di massa nei territori controllati,

accompagnate da rapimenti e dalla riduzione in schiavitù delle popolazioni che si rifiutano

di convertirsi all’islam.

In Europa e in altri Paesi del Mediterraneo e del Vicino Oriente ha inoltre rivendicato

numerosi attentati e stragi, che hanno provocato centinaia di morti tra la popolazione

civile; ecco un elenco riassuntivo dei principali attacchi terroristici, in ordine cronologico,

degli ultimi due anni:

• 24 maggio 2014 – Bruxelles (Belgio): 4 vittime;

• 8-9 gennaio 2015 – Parigi (Francia): 5 vittime, che si aggiungono alle 12 persone

uccise il 7 gennaio nell’attentato contro il giornale satirico Charlie Hebdo,

rivendicato da Al Qaeda;

• 14-15 gennaio 2015 – Copenaghen (Danimarca): 2 vittime;

• 15 febbraio 2015 – Libia: 21 vittime;

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• 18 marzo 2015 – Tunisi (Tunisia): 22 vittime;

• 26 giugno 2015 – Susa (Tunisia): 39 vittime; – Kuwait City (Kuwait): 27 vittime;

• 20 luglio 2015 – Suruç (Turchia): più di 30 vittime;

• 10 ottobre 2015 – Ankara (Turchia): 128 vittime;

• 31 ottobre 2015 – Sinai (Egitto): 224 vittime (abbattimento di un aereo passeggeri

russo);

• 12 novembre 2015 – Beirut (Libano): 43 vittime;

• 13 novembre 2015 – Parigi (Francia): 130 vittime;

• 24 novembre 2015 – El Arish (Egitto): 6 vittime; – Tunisi (Tunisia): 12 vittime;

• 6 dicembre 2015 – Aden (Yemen): 7 vittime;

• 1 gennaio 2016 – Tel Aviv (Israele): 2 vittime;

• 7 gennaio 2016 – Zliten (Libia): 2 vittime;

• 11 gennaio 2016 – Baghdad (Iraq): 18 vittime e altre 23 nei giorni successivi;

• 12 gennaio 2016 – Istanbul (Turchia): 10 vittime.

Le stragi compiute dai terroristi dell’Isis, che spesso si sono fatti esplodere dopo aver

portato a termine i loro attentati, sono accompagnate da un’intensa campagna di

propaganda: attraverso la diffusione via web e sui social network dei filmati delle

uccisioni, vengono lanciati messaggi che incitano i fedeli musulmani ad arruolarsi per

combattere il Jihad, la “guerra santa” contro gli infedeli; questo fenomeno ha dunque

assunto le sembianze di una vera e propria guerra mediatica nei confronti dei Paesi

occidentali.

Una difficile soluzione

La minaccia dei terroristi dell’Isis rappresenta un grave rischio per la stabilità delle

relazioni internazionali: negli ultimi mesi i principali Stati del mondo si sono alleati per

combattere militarmente il califfato attraverso una coalizione internazionale, che

raggruppa gli Stati Uniti, gran parte deli Paesi europei, la Russia e anche molti Stati arabi.

Gli attacchi, compiuti finora esclusivamente attraverso bombardamenti aerei, non hanno

però colpito in modo decisivo la forza militare ed economica del califfato. A questi

insuccessi si aggiungono i dubbi relativi alla reale volontà di combattere l’Isis da parte dei

Paesi della coalizione: molti di questi figurano infatti tra i principali Stati che, in modo più o

meno diretto, in anni recenti hanno finanziato o hanno stretto rapporti di collaborazione

economica con l’organizzazione terroristica. Paradossalmente l’attuale situazione di

instabilità del Vicino Oriente, in cui le fazioni contrapposte non riescono a imporre uno

Stato egemone, potrebbe essere congeniale alle grandi potenze internazionali, interessate

allo sfruttamento economico e strategico delle risorse di petrolio dell’area coinvolta.

È inoltre un dato di fatto che l’attuale leader del califfato islamico, Abu Bakr al-

Baghdadi, secondo le informazioni ufficiali diffuse dal Dipartimento statunitense della

Difesa, fu detenuto nei campi di prigionia controllati dagli Stati Uniti tra il febbraio e il

dicembre nel 2004 (o addirittura nel 2009, secondo altre fonti), prima di essere rimesso in

libertà.

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Per riflettere e discutere in classe

1 Descrivi le caratteristiche dell’organizzazione terroristica dell’Isis, spiegando anche il

significato delle varie denominazioni che ha assunto nel corso della sua storia.

2 Ripercorri le tappe delle principali vicende che hanno visto coinvolti i terroristi dell’Isis:

discuti con i tuoi compagni sulle conseguenze delle loro azioni e sugli effetti che hanno

raggiunto. Fai riferimento in particolare alla propaganda mediatica escogitata dai terroristi.

3 Esprimi le tue considerazioni sulle ragioni per cui ancora oggi l’Isis rappresenta una

seria minaccia per la stabilità delle relazioni internazionali.

Per approfondire sul web

1 Puoi trovare notizie aggiornate sulle attività terroristiche dell’Isis al seguente indirizzo:

http://www.huffingtonpost.it/news/italia-isis/.

2 Un breve riassunto delle caratteristiche del califfato è rintracciabile al seguente indirizzo:

http://www.tpi.it/mondo/iraq/l-isis-spiegato.

3 Se sei interessato ad approfondire alcuni aspetti controversi sugli attentati terroristici

consulta il seguente indirizzo:

http://www.voltairenet.org/article189954.html