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Lina Bolzoni Scuola Normale Superiore, Pisa Piaceri e rischi della lettura nel Rinascimento Lucca, 5 giugno 2018 Lu29 settembre 2015

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Page 1: Lina Bolzoni Scuola Normale Superiore, Pisa

Lina Bolzoni Scuola Normale Superiore, Pisa

Piaceri e rischi della lettura

nel Rinascimento Lucca, 5 giugno 2018

Lu29 settembre 2015

Page 2: Lina Bolzoni Scuola Normale Superiore, Pisa

Parmigianino Ritratto di uomo che interrompe la lettura, ca.1524-26, York, City Gallery of Art

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Martha Rivera Garrido «Non innamorarti di una donna che legge»

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Page 5: Lina Bolzoni Scuola Normale Superiore, Pisa

Bronzino, Ritratto di Laura Battiferri, 1560 ca., Firenze, Palazzo Vecchio

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Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, cod. Pluteo 41. 1

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•  nei libri c’è un fascino particolare...ci offrono un godimento molto profondo, ci parlano, ci danno consigli e ci si congiungono, vorrei dire, con una viva e arguta familiarità.

•  Petrarca, lettera a Giovanni dell’Incisa, ca.1346

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Petrarca e Boccaccio Firenze, Biblioteca Riccardiana, cod. Ricc. 991(N II,41)

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•  Poco tempo fa, secondo il mio solito, sono fuggito dallo strepito della aborrita città per rifugiarmi nel mio Elicona transalpino, e insieme con me è venuto il tuo Cicerone, che è rimasto stupefatto per la novità del luogo e ha confessato che non gli era mai sembrato di ritrovarsi di più nella sua villa di Arpino… di quando è stato con me alla fonte del Sorga …Mi è sembrato che Cicerone si rallegrasse e fosse desideroso di stare con me: passammo insieme là dieci giorni davvero tranquilli e liberi ... Il mio compagno aveva portato con sé innumerevoli uomini illustri e egregi; per tacere dei Greci, dei nostri c’erano Bruto, Attico, Erennio...; c’era suo fratello Quinto Cicerone ..., c’era il figlio Marco Cicerone ..., c’era l’oratore Ortensio, c’era Epicuro ..

•  Petrarca a Lapo da Castiglionchio, 1352

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•  Questa per me intanto è nella mia mente Roma, Atene, la mia patria. Qui tutti gli amici che ho, o che ho avuto, e non solo quelli con cui ho vissuto e con cui ho avuto familiarità, ma anche quelli che sono morti molti secoli prima di me e che ho conosciuto solo grazie alla lettura…, io spesso riunisco insieme da tutti i luoghi e da tutti i tempi per concentrarli in questa piccola valle e sto più volentieri con loro che con questi che pensano di apparire vivi ogni volta che, espirando qualcosa di puzzolento, nell’aria gelata vedono la traccia del loro alito. Così libero e sicuro vado vagando e sono solo con tali compagni; sono dove voglio essere; ogni volta che mi è possibile, sono con me stesso

•  Petrarca, a Zenobi da Strada, 1353

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Tra le tante attività, mi dedicai singolarmente a conoscere il mondo antico, giacché questa età presente a me è sempre dispiaciuta, tanto che se l’affetto per i miei cari non mi indirizzasse diversamente, sempre avrei preferito d’esser nato in qualunque altra età; e questa mi sono sforzato di dimenticarla, sempre inserendomi spiritualmente in altre. Petrarca, Posteritati

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Poggio Bracciolini cod.Strozzi 50, c. 1r, Biblioteca Medicea Laurenziana Firenze

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io mai [sono] men solo che quando me truovo in solitudine. Sempre meco stanno uomini periti, eloquentissimi, apresso di quali io posso tradurmi a sera e occuparmi a molta notte ragionando Leon Battista Alberti, Theogenius

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•  Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio; et in su l’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, e che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono; e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro. E perché Dante dice che non fa scienza sanza lo ritenere lo havere inteso, io ho notato quello di che per la loro conversatione ho fatto capitale, et composto uno opuscolo De principatibus

Lettera di Machiavelli a Francesco Vettori, 10 dicembre 1513

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Hans Holbein, Erasmo, 1525 Salisbury, Longford Castle

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La natura ha voluto che il testo fosse lo specchio dell’animo (“ voluit orationem esse speculum animi”) Sarà mendace lo specchio se non rende la genuina immagine della mente; e proprio quello che più diletta il lettore è il conoscere dallo stile gli affetti, l’indole, il criterio e il talento dell’autore, come se per più anni si fosse avuta dimestichezza con lui. Di qui nascono gusti tanto diversi di fronte agli scrittori di libri diversi, a seconda che uno è attratto dalla congenialità o allontanato dalla antipatia, non altrimenti che nelle forme dei corpi uno è dilettato o urtato da un aspetto e un altro da un altro Erasmo, Ciceronianus

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•  Non si deve dimenticare neanche la nuova trovata di dedicare nelle biblioteche ritratti - se anche non in oro o argento, almeno in bronzo – di coloro le cui anime immortali parlano in quegli stessi luoghi; ché anzi, vengono raffigurati anche ritratti immaginari e il nostro desiderio dà forma a volti non tramandati, come è avvenuto per Omero

•  Plinio, Naturalis historia, XXV,9

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F.N. Voi avete albergato le Muse fra’ negozi. G.M. Questo è più tosto rifugio ch’albergo, perch’in niuno altro luogo che ‘n questo posson fuggir la moltitudine. F.N. Anzi la solitudine, perché dimorate con gli oratori, con gli istorici, co’ poeti e co’ filosofi. G.M. Nobilissima è questa moltitudine, e voi sete un di loro, e ho qui l’opere vostre con quelle d’alcuni altri; laonde sono assai spesso con esso voi, quando meno il pensate. …… F.N. E sempre che leggete alcuna cosa di lui [del Petrarca] mi par necessario che l’abbiate nel pensiero e ne l’imaginazione, e quasi che’l sentiate: perché l’imaginazione è senso interno” Torquato Tasso, Dialoghi,I l Malpiglio secondo