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Life skills sociali: empatia
comunicazione efficacerelazioni efficaci
La capacità di sapere come si sente un’altra persona.
E’ in relazione con l’autoconsapevolezza: più so riconoscere le mie emozioni, meglio so leggere quelle degli altri.
Raramente le emozioni vengono verbalizzate.
Capacità di leggere i messaggi che viaggiano su altri canali comunicativi.
EMPATIA
L’EMPATIA non è una semplice comprensione dell’OGGETTIVITA’ dell’altro ma una capacità di
PENETRAZIONE AFFETTIVA.
E’ di per sé un agente educativo: rilassa, dà conferme, riporta in una dimensione umana anche
la persona più bloccata e confusa.
Sviluppa una forma molto alta di CONNESSIONE INTERPERSONALE.
L’empatia non è correlata all’intelligenza accademica o al QI
Il 90% di uno stato emotivo viene comunicato attraverso canali non verbali.
Focalizzarsi sul come e non sul cosa viene detto:tono di voce, gesti, espressione dl volto...
L’empatia si rintraccia sin dalla prima infanzia
Anche a pochi mesi dalla nascita, i bambini reagiscono al turbamento altrui come se fosse proprio
(es. piangendo alla vista delle lacrime di un altro bambino)con un mimetismo motorio che svanisce con la crescita
La differenza di empatia nei bambini dipende dal modo in cui i genitori li riprendono:
più empatici quando il richiamo comprende l’attenzione sulla sofferenza e il disagio causato agli altri.
L’empatia dei bambini si forma anche con l’osservazione e l’imitazione delle risposte alla sofferenza altrui che vedono
negli adulti.
CHILDREN SEE, CHILDREN DO
Piccoli e ripetuti scambi che avvengono fra genitori e figli: i fondamenti della vita emotiva vengono posti in questi
momenti di grande intimità.I più delicati sono quelli che consentono al bambino di sapere
che le sue emozioni incontrano l’empatia dell’altro, sono accettate e ricambiate.
Si chiama SINTONIZZAZIONE, la rassicurante sensazione di essere collegati ai genitori e la percezione che gli altri
vogliano condividere i propri sentimenti.
Quando il genitore non manifesta alcuna sintonizzazione ed empatia con le emozioni del bambino questi comincia ad
evitare di esprimerle e forse anche di provarle.
Oppure i bambini possono arrivare a preferire una gamma di emozioni infelici che sono però ricambiate dai genitori.
IMPORTANZA DELLE RELAZIONI “RIPARATIVE”: amici, famiglia allargata, terapia...attraverso il RISPECCHIAMENTO
EMPATIA ED ETICA:esiste un legame tra empatia ed altruismo, dettato dalla
capacità di immedesimazione in potenziali vittime
John Stuart Mill: la “collera empatica”,
ovvero “il sentimento naturale di vendetta reso applicabile dall’intelletto
e dalla simpatia a quei mali che ci offendono
perché feriscono gli altri”.
La vita senza empatia:tragicamente assente negli stupratori, nei molestatori
Profilo della sensibilità non verbaleRobert Rosenthal
video nei quali una donna esprime diversi sentimenti; in ogni scena vengono oscurati alcuni canali comunicativi, oltre l’audio.
Carl Rogersla psicoterapia “non-direttiva” o “centrata sul cliente”
Sul piano pedagogico si traduce nel primato dell’apprendimento sull’insegnamento e
nell’educazione basata sulla persona
Tuttavia, spesso gli insegnanti favoriscono la dipendenza anziché l’autonomia e controllano le azioni
più che sviluppare l’iniziativa personale.
La qualità del rapporto insegnanti-alunni è uno dei punti cruciali della riduzione dello stress.
ANCOR PIU’ IMPORTANTE DI CIO’ CHE SI STA INSEGNANDO E’ IL MODO IN CUI SI INSEGNA
GORDON: uno dei motivi del disagio dell’insegnante è nella tensione costante per mantenere la disciplina e nell’adeguarsi
ad un ruolo difficile.
Autoritarismo o permissivismo non risolvono il problema della disciplina, anzi implicano un forte stress
Sul ruolo: l’insegnante TEME di apparire per quello che è, una persona reale con pregi, difetti ed insicurezze.
E’ possibile trovare un gioco diverso da quello che gli insegnanti hanno dovuto giocare quando
andavano a scuola?
1. ASCOLTO ATTIVO
2. MESSAGGIO “IO”
3. RISOLUZIONE CONFLITTI
IL LESSICO DEL POTERE:punire, minacciare, limiti, ordine, controllare, dirigere,
ordinare, sgridare, esigere, disciplina...
UN NUOVO VOCABOLARIO:confrontarsi, collaborare, cooperare, andare d’accordo, mediare, negoziare, rispondere ai bisogni, risoluzione di
problemi...
Anche gli insegnanti che individuano segnali di disagio degli allievi spesso inibiscono la loro capacità di
comunicare.
IL LINGUAGGIO DEL RIFIUTO: LE 12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE
1. Dare ordini2. Avvisare, minacciare, mettere in guardia
3. Fare la predica, rimproverare4. Offrire soluzioni, consigli, avvertimenti5. Argomentare, persuadere con la logica
6. Giudicare, criticare, biasimare7. Ridicolizzare, etichettare
8. Interpretare, analizzare, diagnosticare9. Fare apprezzamenti
10. Rassicurare, consolare11. Contestare, indagare, mettere in dubbio
12. Minimizzare, ironizzare
MESSAGGI “TU”:
SONO ERRORI DI COMUNICAZIONE QUANDO L’ALUNNO MANIFESTA UN PROBLEMA
Prima di saper parlare è necessario saper ascoltare
ASCOLTO ATTIVO e ASCOLTO PASSIVO
ASCOLTO PASSIVO
E’ un silenzio interessato ed accettante, che permette all’altro di esporre i problemi senza essere interrotto
ed evita barriere nella comunicazione
E’ FATTO DI:
MESSAGGI DI ACCOGLIMENTO, cenni di attenzione verbali (“Dimmi” “Ti ascolto” ...)
e non verbali (contatto visivo, annuire, sorridere, chinarsi ...)
ESPRESSIONI FACILITANTI, incoraggiamenti a parlare di quanto sta succedendo, senza valutare o giudicare
(“E’ interessante” “Che ne diresti di parlarne?” “Vorresti dirmi qualcosa in più?”...)
ASCOLTO ATTIVO
Riflettere il messaggio dell’alunno senza emettere messaggi personali. Questo permette di giungere a soluzioni in modo autonomo, senza che sia subito l’insegnante ad offrirne.
L’ascolto attivo non riflette le parole ma i sentimenti e gli stati emotivi.
Non si tratta di ripetere il messaggio ma di rifletterne l’essenza.
IL MESSAGGIO - IO
Tecnica con cui l’insegnante confronta i propri sentimenti e bisogni con i comportamenti dell’alunno.
L’adulto esprime cosa prova quando il ragazzo o bambino agisce un comportamento inaccettabile.
I MESSAGGI - TU esprimono un giudizio su chi ascolta;I MESSAGGIO - IO esprimono il sentimento di chi parla;
Esempio MESSAGGIO - TU:
CODIFICAZIONE: “Sei disordinato”DECODIFICAZIONE: “Sono un buono a nulla”
Questo messaggio provoca ribellione e atteggiamenti difensivi, è inefficace
Esempio MESSAGGIO - IO:CODIFICAZIONE: “Io mi irrito”
DECODIFICAZIONE: “L’insegnante si irrita”L’insegnante comunica i propri sentimenti all’alunno:
l’autenticità fa percepire al ragazzo il reale vissuto del docente senza che assuma atteggiamenti di difesa.
Il problema ridiventa dell’allievo e si può attuare l’ascolto attivo.
TECNICA DEL MESSAGGIO - IO:
1. Descrizione senza giudizio del comportamento dell’altro
2. Descrizione dei sentimenti personali
3. Reazione concreta
VALE LA PENA CORRERE IL RISCHIO
Da dove deriva la “voglia di studiare”?
Promuovere competenze volitive
IL GRANDISSIMO PESO DELLE ASPETTATIVE:
i ragazzi tendenzialmente decidono di imparare se i loro insegnanti si aspettano che essi imparino
PIGMALIONE IN CLASSEdi Rosenthal e Jacobson:
la profezia che si autorealizza: gli studenti sono molto sensibili all’opinione
- verbale e non - che l’insegnante rimanda di loro
Bisogna che l’insegnante sia consapevole delle proprie attese per non lasciarsi influenzare da
genere, etnia, ceto sociale e soprattutto dal CURRICULUM SCOLASTICO PRECEDENTE
Gli insegnanti trattano diversamente gli studenti che considerano brillanti
da quelli che considerano di bassa abilità o svogliati
E’ importante evitare le aspettative troppo alte con studenti “difficili” perché possono indurre una
svalutazione di sé; ma anche avere attese troppo basse è sbagliato.
Soprattutto trasmettere FIDUCIA.
Attribuzione causale, apprendimento, autostima, perseveranza
COMPITI SFIDANTI MA REALIZZABILI massimizzano la motivazione
COMPITI MOLTO FACILI non producono sensazioni di competenza
BISOGNO DI CIMENTARSI CON COMPITI DI MEDIA DIFFICOLTA’
ESSERE UN PO’ AIUTATI, PER POI CONTINUARE DA SOLI
AUTOMONITORAGGIO:
Come sto studiando?Com’è la mia attenzione?
Perché non riesco a studiare?Perché qui sono riuscito?
L’INSEGNANTE PU0’ FACILITARE LA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO FUNZIONAMENTO MENTALE
LA VALUTAZIONE
DOVREBBE FORNIRE INFORMAZIONI UTILIGLI ERRORI SONO PARTE DEL PROCESSO
Rendere minime le valutazioni complessive (i voti) che non forniscono informazioni utili per
migliorare le abilità
Risolvere il conflitto senza vincitori, né vinti, considerandolo un problema
da risolvere: un normale avvenimento, non pericoloso e
distruttivo, che può consolidare il rapporto tra alunno e insegnante.
“Senza spendere parole su cos’è la scuola per noi (perché l’abbiamo spiegato mille volte e perché la povera proposta delle medaglie al
merito non merita una risposta articolata) direi solo che la scuola che cerchiamo di fare vorremmo somigliasse non a una pista ma a
un grande giardino.Un giardino in cui si può andare in tante direzioni.
Un giardino in cui ognuno/a può muoversi e esplorare secondo il suo ritmo, correre ma anche camminare e saltare, e fermarsi e
arrampicarsi.Un giardino da esplorare per il piacere di esplorare, in tanti modi
diversi, in cui correre per il piacere di correre, anche insieme, fianco a fianco.
Un giardino in cui chi non ce la fa a camminare viene sorretto e aiutato, in cui l’impresa di uno è festeggiata da tutti e la nuova
scoperta di ognuno messa a disposizione degli altri. Senza bisogno di medaglie.”
Nerina Vretenar, Movimento di Cooperazione Educativa