lettere inedite di ludovico di breme a giuseppe grassi

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LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI Author(s): Francesca Kauchtschischwili Melzi d'Eril Source: Aevum, Anno 35, Fasc. 5/6 (SETTEMBRE-DICEMBRE 1961), pp. 519-550 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20859460 . Accessed: 14/06/2014 00:18 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.44.79.149 on Sat, 14 Jun 2014 00:18:22 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSIAuthor(s): Francesca Kauchtschischwili Melzi d'ErilSource: Aevum, Anno 35, Fasc. 5/6 (SETTEMBRE-DICEMBRE 1961), pp. 519-550Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20859460 .

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LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

Le ventitre lettere di Ludovico di Breme a Giuseppe Grassi che present iamo,

integralmente edite per la prima volta, ai lettori, rappresentano solo una parte di

quella ben piu vasta corrispondenza che dovette unire il di Breme e il Grassi nei quasi dieci anni che corrono tra la data della prima lettera (1810) ed il ritorno del di Breme a Torino verso la fine delFottobre 1819, in seguito alia tragica ed improvvisa morte del fratello.

Ma queste lettere, conservate negli Archivi delTAccademia delle Scienze di To

rino, alia quale pervennero dal Grassi stesso, Socio di quella Accademia 1, costitui scono tutto cid che, all'infuori di un'altra lettera conservata alia Biblioteca Reale di Torino 2, ci e rimasto per ora di un carteggio con molta probability andato di

sperso e perduto.

L'importanza di questi document], nonostante la loro frammentarieta, e, in

parte anche la difficolta di una sicura datazione, ci sembra tuttavia abbastanza no

te vole: si tratta di lettere che riecheggiano avvenimenti letterari e politici del tempo e che costituiscono un'interessante testimonianza di quei numerosi rapporti che.

proprio in questi anni, legarono la cultura piemontese a quella lombarda.

A propriamente parlarc, questo carteggio non pud dirsi del tutto inedito. Esso fu gia fatto conoscere dal Cian, socio di quella stessa Accademia delle Scienze, in un

saggio di piu ampi propositi che illustrava i rapporti tra gli alfieriani-foscoliani pie montesi ed il Romanticismo lombardo del primo Risorgimento 3. II Cian tuttavia, all'infuori della trascrizione integrale di due lettere, 4 si limito a riassumere il con tenuto delle altre ed a citarle solo parzialmente, laddove gli sembro di ravvisare quei

passi che piu dimostrassero Pintrecciarsi di questi rapporti fra la cultura lombarda e quella piemontese. Inoltre, la stessa trascrizione dei passi citati del carteggio e.

qua e la, Fillustrazione dei documenti, non risultano sempre ineccepibili. Secondo il

Cian, per esempio, la prima lettera sarebbe quella che port a la data del 21 febbraio 1811, mentre ve n'e una, non datata, ma sicuramente precedente, che si puo far ri

salire, con ogni probability, alia fine del 1810: essa h scritta in francese, alPindomani del loro primo incontro, ed accenna alia recente comparsa delVOde a Tommaso Val

perga di Caluso del di Breme, uscita appunto nel 1810.

L'articolo del Cian non fu utilizzato dagli studiosi del di Breme ai fini di quella integrale edizione che il carteggio meritava. Esso e passato, al contrario, quasi inos

1 Torino, Accademia delle Scienze, Carte di Giuseppe Grassi, numeri 17665-17699.

1 Questa lettera del 14 luglio 1818 e gia stata pubblicata nel ?Subalpino?, Torino, vol. 1?, 1836;

p. 476; e citata dal Calcaterra nella sua Introduzione alle Polemiche di Ludovico di Breme, To

rino, 1928, p. CIV. * V. Clan, Gli alfieriani-foscoliani piemontesi ed il Romanticismo Lombardo Piemontese del primo

Risorgimento, Societa Nazionale di Storia del Risorgimento, Memorie, vol. 1?, Roma, 1934, cap. III. 4 Le lettere riprodotte per intero so no quell a del 7 agosto 1816 e quella non datata ma databile al

settembre 1818, che riguardava la prossima uscita del ? Concilia tore ?.

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520 F. RAUCHTSCHISCHWILI MELZl d'ERIL

servato, e, a quanto ci risulta, b stato solo menzionato dalla Lanfredini nella sua

interessante indagine sugli amici italiani di Madame de Stael, e piu recentc

mente, dal Kromer in un suo studio sul di Breme quale primo teorico del Ro manticismo in Italia 5.

* * *

Poche sono purtroppo le notizie che si conoscono sul Grassi, nb ad integrare

queste, ci vengono in aiuto le sue lettere al di Breme o ad altri che, a quanto ci risulta, sono andate perdute 6. Basandoci tuttavia sulle notizie che abbiamo potuto racco

gliere, non ci sembra superfluo dare qui un breve profilo di questo corrispondente del di Breme.

Lo stesso Grassi fornisce i dati piu salienti della sua vita, in una lettera del 24 ottobre 1829 diretta al Canonico Muzzarelli a Roma:

Nacqui in Torino da poveri parenti il 30 novembre dell'anno 1779, venni educato nelle pub bliche scuole e quando le vicende della guerra rotta sulFAlpi nel 1792, trassero con se la rovina

degli studi, entrai nel seminario di Torino per proseguirli e ne venni pure disturbato dall'inva sione dei Francesi che occuparono allora tutto il Paese, quindi mi fu forza di awisare alle vie

piu pronte di provvedere al sostentamento della mia povera famiglia. Sottentrai percid a varie modestissime cariche nella pubblica amministrazione del Piemonte, sia quando si resse a Stato, sia quando cadde sotto la potesta della Francia 7

Queste traversie, tuttavia, non gli impedirono di continuare a coltivare gli studi

ed il suo primo saggio fu, nel 1812, VElogio storico del Conte di Saluzzo 8. Fra le incom benze amministrative e gli interessi di carattere storico, egli non dimentico inoltre

il culto per le lettere classiche, ? delizia della mia prima gioventu ? (come egli stesso afferma nella citata lettera al Canonico Muzzarelli): e procuro in questi stessi anni

una traduzione in versi sciolti delle Satire di Persio, traduzione che non venne peral tro mai pubblicata. Sul finire del 1816 pubblico il Dizionario Military contro ?la imitazione dei modi stranieri nelTarmarsi e nel combattere, nonostante FItalia avesse

avuto capitani quali lo Strozzi, Andrea Doria, Alessandro Farnese, il Trivulzio, Ema

nuele Filiberto ?. In quest'opera storico-militare, il Grassi, osservava pure, ricordando

Pasini da Padova, Giovanni da Perugia, Michele Sammicheli ed altri, come in Ita lia apparvero prima che altrove, i maggiori capolavori riguardanti l'architettura mi

litare. Frattanto, stretta amicizia col Monti, si associo a lui nella ? sua nobile im

presa ? della Proposta, per la quale egli scrisse il Parallelo dei tre vocabolari italiano

inglese e spagnolo 9. Ulteriori studi circa l'origine della lingua italiana lo portarono

a pubblicare nel 1820 quei Sinonimi che avrebbero dovuto essere solo un saggio di

un'opera ben piu estesa. Ma i suoi studi furono di li a poco ostacolati da una dolo

rosa infermita agli occhi che, gradatamente, lo porto alia perdita quasi totale della vista.

5 D. Lanfredini, Madame de Stael e i suoi amici italiani, ?Riv. Lett. Mod.?, I. 1946, p. 189 e sgg.; II, 1947, p. 395 e sgg.; Ill, 1948, p. 32 e sgg.; W. KrOmer, Ludovico di Breme, der erste theoretikcr der

Romantik in Italien, Heft 19, Romanisches Seminar, Universitat Koln, 1961. (i Lo stesso Cian si occupo, a piu riprese della sorte delle carte del di Breme, lasciate a Milano al mo

mento della sua partenza per Torino ai primi del 1820, insieme con la sua Biblioteca. II Cian pote visitare TArchivio di Sartirana dove non trovo traccia della corrispondenza del di Breme. (cfr. V. Cian, Nel ca stello ducale di Sartirana, ? Giorn. Stor. Lett. Ital.?, CXI, 1938, p. 280.

7 Cfr. G. Grassi, Operette varie, Torino, 1832. 8 II Conte di Saluzzo fu il fondatore dell'Accademia delle Scienze di Torino. ISElogio del Grassi fu

poi nuovamente pubblicato nel 1832 unitamente alia Descrizione delle battaglie di S. Quintino e della Guastalla.

9 II Parallelo usci nel 1819.

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LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI 521

Nel 1816 venne eletto Socio Ordinario residente della Accademia delle Scienze e nel 1822 succedette al Barone Vernazza nella carica di Segretario per la classe di Scienze Morali, Storiche, Filologiche.

Condirettore dapprima del ? Courrier de Turin ?, fu in seguito direttore della ? Gazzetta Piemontese ? 10. Nel 1828 divenne Socio della Accademia della Crusca.

Giuseppe Grassi apparteneva a quel gruppo di alfieriani-foscoliani di cui face vano parte, oltre ad altri n, Luigi e Silvio Pellico, Santorre di Santarosa, Cesare Balbo, Davide Berto otti. Fra questi si ergeva la nobile figura di Tommaso Valperga di Caluso, abate, filosofo, attento ed appassionato cultore delle lingue orientali, ami co delPAlfieri, animo gia incline alle nuove idee politiche e sociali delle quali non gli fu concesso di vedere il progresso e la realizzazione.

Probabilmente fu appunto sotto l'egida di una comune stima e devozione per Tommaso Valperga di Caluso, che ebbe luogo il primo incontro, personale o indiretto, fra Giuseppe Grassi e Ludovico di Breme. Come ci conferma infatti la prima lettera del carteggio, l'abate di Breme offre al suo nuovo amico VOde dedicata a Tommaso

Valperga di Caluso, pubblicata appunto verso la fine del 1810. Questo indizio ci orien ta inoltre nello stabilire l'epoca del loro primo incontro agli ultimi mesi di quell'anno. Dalle espressioni che di Breme rivolge a Giuseppe Grassi appare chiaro come una corrente di reciproca simpatia sia subito corsa fra di loro e quanto vivo sia il deside rio, da parte di di Breme almeno, di trasformare questa conoscenza in un'amicizia

sincera ed ignara di ?tous ces modes respectueux?. Non ci e finora noto dove i due scrittori abbiano avuto occasione di conoscersi:

ma ci sembra tuttavia di poter propendere verso l'ipotesi che, a preferenza di Milano, il loro incontro sia avvenuto a Torino. Ludovico di Breme inoltre non nasconde, nella

prima lettera di questo carteggio, di avere molti doveri di riconoscenza verso il Grassi; il voler indagare sulle ragioni di tale gratitudine potrebbe forse consentire di avanzare

questa ipotesi: se cioe l'incontro non fu del tutto casuale, favorito dai comuni amici

piemontesi, si potrebbe supporre che di Breme avesse avuto necessita di ricorrere

alPappoggio del Grassi, in quel momento "Chef de Bureau" presso la Prefettura di

Torino, e che da questa fortuita opportunity, abbia in seguito preso avvio fra loro un contatto piii cordiale ed amichevole.

* * *

DalTinsieme di queste lettere che pur rappresentano solo, data l'incompletezza del carteggio, sparsi punti di riferimento nella storia della loro amicizia, emergono tuttavia nitidamente i caratteri principali di questo sodalizio che, come tutti i rap

porti umani, conosce momenti di malinteso e di freddezza, seguiti da altri in cui la

nnione di pensiero e di ideali sembra invece raggiungere il suo culmine.

Quasi dieci anni di corrispondenza, nella eta piii decisiva e piu impegnata della sua vita, rappresentano, quasi necessariamente altrettante tappe deU'itinerario spi ritual di Ludovico di Breme, e proprio nella testimonianza di tale evoluzione di ideali e di interessi intellettuali, ci sembra accentrarsi l'interesse di questa corrispon denza.

10 II Grassi fu nominato direttore della ? Gazzetta Piemontese ? per ricompensa ed in riconoscimento dei suoi meriti nella pubblicazione del suo Dizionario Militare, secondo quanto afferma il Manno nel suo

profilo del Grassi (cfr. Biografie di italiani illustri nelle Scienze, Lettere ed Arti nel sec. XVIII e dei contem

poranei a cura di E. de Tipaldo, Venezia, 1835.) 11 A quelli nominati piu avanti, si possono aggiungere: Luigi Ornato, Luigi Provana, Carlo Vidua,

Alberto Nota, Stanislao Marchisio, Carlo Marenco, Ludovico Sauli, Cesare e Diodata Saluzzo.

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522 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI D'ERIL

Numerosi sono gli argomenti trattati o sfiorati dal di Breme nel suo carteggio. Quelli piu propriamente politici, anzitutto, rappresentati dagli accenni, velati ma per noi abbastanza eloquenti, alia situazione sociale milanese nei primi anni della Restau

razione, e dalle allusioni, anch'esse indicative, ai suoi contatti con i numerosi liberali

piemontesi poi arrestati o sospettati durante i moti del 1821. Ma gli argomenti lette rari, (com'era del resto da attendersi per varie ragioni), predominano ancbe su quelli

politico-sociali. E si pud dire che i temi che, con varia intensita, si affacciano in ogni lettera, sono quelli che toccano le discussioni e le polemiche sulla lingua, i problemi della letteratura, dell'arte, della filosofia, e dell'estetica. Le accese invettive contro

le Accademie, contro i ? venduti Gazzettieri Italiani? testimoniano in queste, ta?

lora insofferenti discussioni, quell'anelito ad una piena liberta di pensiero, e quella esigenza di volere allargare gli esigui orizzonti della cultura italiana, che costituiscono del resto la nota dominante di tutti gli scritti dibremiani. Talvolta lungo queste let tere troviamo velati e fuggevoli accenni alia vita sentimentale delPabate: due donne, una misteriosa Jenny, sulla cui identita anche il Cian non e riuscito a far luce, ed una

certa Contessina. II Grassi conosceva certo di persona Jenny e di Breme gliene tra

smette spesso i saluti, ed era pure al corrente del legame che univa l'amico alia Con

tessina. Sia in un caso sia nell'altro i sentimenti del di Breme verso queste amiche

appaiono di natura passeggera e superficiale: niente lascia intravedere legami piu solidi di natura affettiva e, nemmeno, l'esistenza di una piu decisa influenza sulla

personality del di Breme. Non tutto quello che, veramente, ci si poteva attendere da un sodalizio episto

lare durato dieci anni, emerge tuttavia da questo carteggio. Alcuni silenzi non man

cano dallo stupirci. E mentre sulle prime sembra che di Breme apra completamente il suo cuore all'amico e che nulla gli nasconda, a lungo andare e facile notare che

vi sono argomenti, che pur sappiamo furono importanti per il di Breme, dei quali tuttavia egli non fa mai parola al Grassi. Le sue amicizie francesi, delle quali, per esem

pio egli faceva partecipi il Confalonieri e la Contessa d'Albany, il Sismondi, non sono

qui mai menzionate. Non un apprezzamento, se non assai generico, su Madame de Stae*l,

neppure nella lettera inviata da Coppet; una sola volta, di sfuggita appare nominato il suo corrispondente Sismondi; mai, infine, un accenno all'amico delle sue giornate milane

si Stendhal12 ne a quelle che conosciamo essere state le sue brillanti serate scaligere.

L'incompletezza del carteggio non sembra essere una ragione sufficiente a giusti ficare il silenzio su questi argomenti: in un periodo come quello tra il 1816 ed il 1818, ricco e fecondo per le amicizie francesi dell'abate, le lettere che conosciamo sono in numero sufficiente perche, qualora questi argomenti fossero stati comuni ai due cor

rispondenti, esse non ne debbano aver almeno conservato traccia. Evidentemente

Ludovico di Breme, nonostante le sue reiterate professioni di totale amicizia verso

il Grassi, non desiderava farlo partecipe delle sue conoscenze francesi e tanto piu di quelle particolari conoscenze. Nominera invece, come avremo del resto occasione

di osservare piu oltre, il Byron; di frequente, gli amici italiani e, fra gli stranieri co nosciuti a Coppet, Bonstetten e Pictet.

La meta delle esigenze del di Breme, fissa ad una unificazione spirituale ed intel lettuale degli Italiani, appare mirabilmente prospettata nella lettera, databile al set tembre 1818, con la quale egli invia al Grassi il suo ringraziamento per avere ? men zionato lodevolmente ? il ? Conciliatore? sulla ? Gazzetta Piemontese ?. Le righe che seguono, pur non essendo le ultime che egli indirizzera alPamico piemontese, han

12 Stendhal invece nella sua Correspondance rieorda alcuni comuni amici dei noetri due corrispon denti: Plana, dal Pozzo, de Prie, Gherardini, de Capitani.

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LETT ERE I NED IT I- DI LU DO VI CO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI 523

no tuttavia il sapore di una conclusione e di un addio. Tacciono alfine i clamori delle

polemiche della ? Biblioteca Italiana ?, le invettive contro i Puristi, ed in un clima di serenita spirituale che non manca la voce dal sorprenderci, del di Breme, acquista il tono solenne di un congedo:

h Auguro agli Italiani del di d'oggi primamente di saper leggere il ? Conciliatore ?, poscia di acri vere un altro giornale che agli occhi degli spassionati e degli svincolati e dei veggenti, bilanci od anche ecclissi il nostro, allora mi dico che se noi facciamo bene gli altri fanno meglio ?.

Ne meno nobili ed alte sono le parole che, in questa stessa lettera, seguono la

frase ora citata: sia quelle che rappresentano oltre che un avvertimento agli altri.

una coraggiosa autocritica a tanti propri precedenti atteggiamenti (? Chi critica o non fa meglio o fa cose cento volte peggiori?), sia quelle che esortano gli amici a non mo strarsi romantici, estetici, critici-psicologi, se tali non sentono di esserlo, ma ?

quali abitanti del medesimo mondo ?, ad essere cioe uomini liberi e veri, sinceramente coe

renti alia loro idea.

Forse, anche per questa testimonianza sola, il carteggio del di Breme col Grassi

meritava, a nostro avviso, di essere fatto conoscere ai lettori 13.

Francesca Kauchtschischwili Melzi d'Ertl

13 Due parole sui criteri di edizione delle lettere che seguono e che sono, com'e naturale, pubblicate non nell'ordine in cui si trovano nel dossier dell'Accademia delle Scienzc ma nella loro successione crono

iogica. Le date fra parentesi acute contrassegnano le lettere non datate, ma di cui abbiamo, in base al I'esame del testo, stabilito Fepoca. I numeri in alto, fra parentesi quadre, rappresentano Fordine progres sive con cui e catalogata la corrispondenza di Ludovico di Breme nel citato dossier.

Per quanto riguarda il testo delle lettere, ci siamo scrupolosamente attenuti all'uso della punteggia t ura, delle maiuscole, degli accenti nelle citazioni francesi, deU'originale, limitandoci solo a contrassegnare <;on nn segno di awertimento (sic) le grafie pin aberranti.

1

117691] <;dicembre 1810>

Monsieur, ce n'est que de Fautre jour que j'ai eu l'avantage et Fhonneur de vous connaitre et deja vons

avez sn accumuler tout plein de droits a ma reconnaissance et m'imposer une somme de devoirs qui deja

^urpasse beaucoup la mesure de mes moyens. O! si le coeur avait des bras, des mains et de l'esprit a lni,

vons seriez le mieux satisfait des creanciers; en attendant je vous offre tout ce que je suis et que je peux.

J'ai recu Sakespeare (sic), j'ai recu Ginguene 2, et, mieux que tout cela encore, mille charmantes cboses.

1 Questa lettera, non datata, deve presumibilmente appartenere al dicembre 1810. Grassi e di Breme

si sono appena conosciuti a Torino o a Milano; forse, piu probabilmente, a Torino. 2

L'opera di Ginguene a cui accenna b VHistoire Litteraire d'ltalie: la prima edizione usci nel 18011 e la secondi nel 1812. Non molto tempo dopo di Breme deve aver conosciuto personalmente Ginguene. hifatti ci b stata conservata una lettera da lui inviata a quest'ultimo, ii 22 ottobre 1812 ,dalla Casa dei Paggi in Milano. II di Breme dice di aver appena letto il ? divin ouvrage ? deiramico e agginnge iusinghieri apprezzamenti sull'opera sua esprimendosi cosi: ? Ce n'est pas tout, Monsieur, de tracer fide tcment et completement Thistoire de nos grands et beaux esprits, vous avez su les revivifier et la mode st ie avec laquelle vous parlez des historiens vos devanciers ne fait que mieux rapporter votre superiority *ur eux?. (cfr. P. Camporesi, Una lettera inedita di L. di Breme a Ginguene, ? Convivium ?, 1953, N.

n. p. 255).

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524 F. KAUf HTSCHISCHWILI MELZI D'ERIL

de votre part, que Bertolotti3 m'a dit, et m'a repete ensuite, pour me chatouiller par Tendroit de moo

ame que vous avez rendu faible. Mais en grace laissez la tous ces modes respectueux, c'est a dire respec tez-moi tout de bon et traitez moi en ami; mon ambition en sera aussi satisfaite que mon coeur.

Bonne ou mauvaise, FOde dont je vous offre quelques exemplaires 4, et que vous me conseillez aussi de

presenter a Messieurs de la Ville par Torgane du Maire, est bien a moi, comme tout ce qui sortira de ma

plume. Tenez, je n'aime pas qu*on me fasse c...u 5 par ma Muse; tant pis pour eux si mes enfans sont

laids, mais qu'ils soient de moi, et de mon fait.

Bertolotti me persuade a ne point admettre de delai et a faire partir les 25 exemplaires converts en

papier; je voulais les faire relier; si vous le croyez necessaire, ayez la bonte de vous charger de cette be

sogne et de me pardonner l'ennui; je vous tiens parole, et suis tout aussi indiscret que je vous l'avais

promis. Faitcs done bientot revivre le Comte de Saluces; vous en etes aussi digne que capable 6.

Je vous offre mes respects, mes services et le plus sincere attachement.

Votre tout devoue

Louis de Breme

P.S. L'abbe de Caluso se loue infiniment avec moi de toutes les peines que vous vous etes donne pour

Pexpedition de son imprime.

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi chef de Bureau a la Prefecture de Turin

Turin

3 Si deve dedurre che Bertolotti sia stato inizialmente il ?trait d'union ? fra Grassi e di Breme:

per mezzo suo il Grassi invia quindi i due libri, di cui di Breme ringrazia, airamico appena conosciuto. Davide Bertolotti (1784-1860) faceva parte del cosiddetto gruppo degli alfieriani-foscoliani. Traduttore

daH'inglese e dal francese, collaborator col Niccolini ad una raccolta delle Bellezze della Letteratura Ita liana. I suoi rapporti con di Breme appaiono dapprima buoni e di Breme nutriva forse la speranza di

poterlo conquistare alia causa liberate. Ma in seguito, come si vedra piu avanti, essi si guasteranno del tutto. La causa sarebbe da ricercarsi in un atto di solidarieta con il Grassi che era stato offeso dal Berto lotti. Questi si sarebbe opposto ad aderire alia causa liberale essendo opportunista di carattere e deside roso di grazia presso i potenti e, forse, per giustificare il suo atteggiamento egli avrebbe offeso il Grassi.

1 Accenno aXVOde a Tommaso Valperga di Caluso, Milano, 1810. 5

Lege: cocu. 6 II Grassi stava infatti preparando il suo primo saggio dal titolo: Elogio storico del Conte Giuseppe

Angela di Saluzzo, scienziato e fondatore dell'Accademia delle Scienze di Torino. II saggio uscira nel 1812 a Torino, ma e probabile che il Grassi ne avesse gia parlato, fin da quest'epoca, al di Breme.

2

[17665] 21 fcbbraio <18>H

Pregiatissimo Signore.

non b mia colpa s'EHa non ha ricevuto prima d'oggi le dovute grazie da me per la gentilezza usatami nelFinviarmi un suo libro sopra ai nobili e per tutti i titoli a me gradito e prczioso argomento.

Qui soltanto ho ricevuto i due esemplari coll'accluso foglio delle cui espressioni mi tengo onoratissimo.

Le professo la piu sentita obbligazione. Altri motivi Ella mi pose gia da ofFerirle la mia riconoscenza,

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LETTERE INEOITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI 525

l'opportunita che mi si presenta di adempiere a questo mio dolcissimo dovere, verso una Persona che riscuote altronde la mia ammirazione; la ricevo come un favore della for tuna. Non ho aspettato di risponderLe, che avessi letto l'opera sua, onde non tardare punto a dissipare quel sospetto di negligenza che lo spazio di tempo trascorso dalla di Lei lettera alia mia lo avrebbe gia potuto dare a mio danno. La prego di acco

gliere li ringraziamenti del mio Padre, cui rechero oggidi la preziosa di Lei opera e mi creda di V.S.

obbl.mo e aff.mo dev.mo

Ludovico di Breme

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi

chef de Bureau a la Prefecture de

Turin

3

(16670] 3 luglio 1815

Dolcissimo mio! Oramai ti sara pervenuto quel mio informe elogio 1. In vero e mi pare una fredda cosa

e, rileggendolo, non so capire come da tanto mio cordoglio non sia uscito nulla di piu efficace a commuo

vere altrui; ch'era appunto il solo effetto ch'io poteva sperare di produrre in tanta brevita.

Non dissimulo con tutto cio che ad ora ad ora io non vi riscontri di certi tratti che mi torn an o a san

gue, e jui paiono uscire dalla comune delle lodi; si che per quei tratti io non mi stimo incapace di affer

rare una comportabile abilita in questo genere di scritture. V'hanno dei echi che ti saranno argomento della tormentosa situazione in cui mi tengono i tempi, (che oggi prendono faccia d'eternita), e le pro

prie mie sventure; i cuori che sono al pari del mio esulcerati, gusteranno quei passi 2. II giudizio ch'uno

porta delle altrui sentenze e figlio, per lo piu, delle modificazioni ond'esso giudicante h affetto.

II Dio della prosa e dei versi mi conceda l'emcacia dello stile che uguagli il mio concetto e la passione che mi strazia qua dentro. L'emcacia dello stile n'e la meta suprema in qualunque sia scrittura, e tu lo

sai, mio Grassi, che tendi con mano sicura Farco della parola e ferisci ove drizzi, e gusti fieramente quello scrivere che si nudre del pensare forte, e del sentire largo, e sai ove sta riposto il segreto di suscitare nel

Tanimo ai lettori di quei piaceri intimi, ch'essi hanno poi la vilta di non confessare quando piu ne sono

penetrati.Non perdiamoci dunque d'animo, se e fattibile e aneliamo dunque almeno ad una seconda vita.

Quando leggo il mio Dante, (ed ogni giorno vi torno sopra), mi viene da inginocchiarmi innanzi a quel sacrosanto volume; e mi consolo ch'ei sia frutto d'iniqui e tristi tempi, e mi rincuora, e domando se mai

da queti ozi e dal favore dei grandi uscira un secondo Alighieri, e no'l trovo, e comprendo che un animo

sdraiato sul molle non manda suoni e voci che rimbombino nei secoli di poi, ma sussurra o sbadiglia, o blan

1 Allusione airopuscolo: Degli studi e delle virtu di Tommaso Valperga di Caluso, pubblicato a Mi lano nel 1815.

2 Infatti il di Breine, narrando la vita del Caluso e lo spirito retto che aveva animato ogni sua azione sottolineava la fedelta di lui verso gli amici: ?...le cui tracce onde risplendono i divini scritti di Omero, Tullio, Plutarco, non destano gia piu fra Tegoismo dei di nostri neppure quei sensi che i Greci ruderi an cora ci fan provare ?; e, parlando delFopera del Maestro, si augurava che ? potranno pure le lettere e la santa poesia innanzi a tutte tornare ministre di salutari, eccelsi memorandi concetti e alzar le menti sopra le sterili e grette idee onde ingombrate le hanno i numerosi discepoli della consuetudine ?. Dopo aver amaramente constatato che i contemporanoi erano awersi ad ogni novita L. di Breme concludeva dicendo che il Caluso ? s'era immaginato di vivere in un mondo migliore e piu gentile assai che per verita no'l formiamo noi. Ma l'lnvidia non soffri che sul piu bello dei di Lei trionfi partisse un si fatto uom di quag giu cui Ella non avesse fatto ricredersi ? (Cfr. L. di Breme, Degli studi e delle virtu di T. Valperga di Caluso,

Milano, 1815, pp. 14, 17. 22.

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Page 9: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

526 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI o'ERIL

disce la mano che lo palpa sia pure quella mano micidiale, rapace, imbecille, torpida e quel che vTaa di

peggio. Marchand non sa per ora precisare il giorno in cui ti spedira li cuscini e m'assicura che stara at

tento alia prima opportunity. Ho fatto parlare con autorita al corriere che t'ha ingoiato i sette ? da un

uffiziale delle poste, ma non percid te ne ho da poter dare una minima speranza. Ti ringrazio della notizia

negativa che mi dai d'intorno all'opuscolo del C.te Balbo dei metri Oraziani *, ma non Pintendo ancora,

Cesare 4 avendo posto in calcio della notizia sua necrologica la Bibliografia edita di Caluso, ordinata da

esso C.te Balbo, e leggendovisi Horatii Oda ad genuinum metrum restituta; in opusculo cui titulus, Pro

speri Balbi de metris Horatianis, Taurini, 1815, Typ. Reg.le ond'e chiaro che qui trattasi di libro belFe

stampato in 18?. & uscito il secondo Tomo delle Dottrine Statistiche di M. Gioia6. II primo delle Stoxie

di G. G. Maresciallo Trivulzio, di Rosmini7, con medaglie e ritratti. Un prospetto del Parnaso Italiano

fino al Tasso, stampato fin dair806 ed ora soltanto posto in corso; libro tutto fondato su cattive dottrine

e dommatico fino all'impudenza; Tautore mena la falce su le piu venerande ripresentazioni Poetiche e

divinizza invece i propri gusti e protegge quei sommi chvei non caccia fuori dal sacro Coro, in cambio di

atterrarvisi come appena gli converrebbe di fare, tant'e mi sembra di lungi da stimare li veri merit i, r le meravigliose bellezze. Addio dolcissimo amico: riscrivimi ed amami, ch'io sono

il tutto tuo

<Ludovico di Breme^

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi

a Turin

8 Prosperi Balbi de Metris Horatianis, Augustae Taurinorum, MDCCCXV, Ex Typographia Regia,

Ode XII, Libri III ad genuinum metrum restituta a Thoma Valperga di Caluso. 4 II Cesare a cui si riferisce e Cesare Saluzzo. Egli e la sorella Deodata Roero di Revello Saluszo,

facevano parte degli amici piu intimi di Tommaso Valperga di Caluso. II Boucheron nella sua biografia del Caluso, nomina tutti i componenti del gruppo riunito intorno al Caluso e ? ex his praesertim Cae sar em equitem dilexit, virum amplissimum a quo post mortem ornatissimis verbis atque sententiis, lau datus est, eiusque sororem Deodatam Revellam, nobilem poetriam, quae iuveniliter italicis versis ludens, qua aetate ceteri literulas ediscunt viriles Craecorum spiritus ostendit (cfr. C. Boucheron, De Thoma

Valperga Calusio, Chinio Mina, Taurini, 1833, p. CXXXI). 6 M. Gioia, Nuovo prospettoy ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d*ammini

strazione privata e pubblico, divise in altrettante classi unite in sistema ragionato o generate, Milano, 1815. 7 C. de Rosmini, Delia storia intorno alle militari imprese e alia vita di G. Giacomo Trivulsio detto il

Magno, Milano, 1815.

4

[17671] Milano, 9 dicembre 1815

Proviamoci a riconciliarti mcco. Io son tutto cuore, c se fa d'uopo tutto gambe a servire

ed ad amare un amico. Ma non sono tutto penna a scrivergli; anzi neppure ho quella poca esattezza che mostrano i piu tepidi amici, i phi dozzinali amici, gli amici piu inutili. Se tu nol sapevi dianzi (perche m'accorsi poi ch'io m'era dimenticato di prevenirtene), sappilo ora, anzi lo sai che e piu d'un anno ormai; ma se n'argomenti male del cuor mio, il biasimo ne sia tutto tuo, perche la illazione e delle piu strambe, delle piu scolastiche che trarre si possa; appunto perche non ha altro fondamento che quella verisimi

glianza che nasce dal consueto in simili trascuranze. ? basta su di rib 1.

1 A questo propoaito cfr. nota alia lettera del dicembre 1810.

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Page 10: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LKfTIKK INr.D.TE DI LUDOVICO DI BREMC A C1USEPPF. CRASSI 527

Le tue circostanze mi pesano sul cuore assai piu che nol pensi. Tu mi sei oggetto frequente di vero cordoglio. Caro Amico, anch'io vedi sono da compatire assai.

Non argomentare dalle apparenze. Te lo dico non per altro che per renderti piu credibile la molta sim

patia che mi fanno provare verso di te, anche le circostanze mie. Quelle tue doglie agli occhi sono barbare

veramente; che ti tolgono un gran conforto, il solo forse compatibile con la inumanita del tuo attuale

destino8.Ma la filosofia, amico, quella che non tanto dailibri quanto da un retto e profondo uso della ragione

siattigne, quella ti dimostra: 1? che mil la e durevole e meno lo hanno da essere le attuali condizioni sociali, cui non presiede altro che una decrepita abitudine una cieca consuetudine, a cui manca persino l'abilita

richiesta onde volere con efficacia. 2? che non e tempo perduto per noi verso di noi medesimi, ne per noi

nella pubblica estimazione, quello che si passa sopportando da forti le awersita e con animo dignitoso: 3? che ad ogni modo b miglior la condizione tua di quella dei felici impostori, dei prostitutori d'ogni umana

nobilta. 4? che anche nell'attuale stato delle cose pubbliche pu5 ad un t rat to emergere tal combinazione

d'incidenti per cui la dimane non s'assomigli per te alia vigilia, che vegliano a carpire. L'opportunita di

giovarti anche quei tuoi amici che meno tu credi solleciti di te,e i qualimeno sono utili a se stessi:che sei

amato, apprezzato, invidiato forse per i tuoi talenti gravi ed amabili ad un tempo; per la memoria che

gia lasceresti di te nel mondo, se non fossi tu in sul piu bello del cammino degli anni tuoi; che vi sia tempo ancora di renderti immortale. Ora ti dico due parole sull'attuale mia esistenza. Non ho mai studiato piu avidamente3. Sto col muso sui libri come se temessi di vedere qualche brutto mostro di qua e di la colla

sola coda dell'occhio. Quel mostro e il mondo, l'attuale scellerato mondo trionfante. Sono pieno di vero

spavento. Mi bolle il core; non ebbi mai la mente piu fredda, piu spregindicata; sembra nel mio cervello un

bei sereno d'inverno. Pensa che sdegno, che vilipendio mi sento dunque nell'animo contro tutte sifatte cose;

una vera rabbia analitica, geometrica, dimostrata alia maniera di Galileo; ma appunto s'ha da fare come

quel benedetto ingegno con degli stupidi farisei che ti fanno fare ammenda di cid che hai veduto, compreso, toccato e che tocchi colle mani proprio tue. Dunque si studia; si scrive assai: si legge lo scritto a pochi sinceri odiatori della bugia, questi eletti ascoltano con amore; correggono con onorata franchezza e tal

volta commossi s'alzano dal posto loro, e ti baciano e ribaciano e dicono non lo toccare piu; vedi che ab

biamo le lagrime agli occhi dunque c'e verita; dunque c'e stile efficace, ne v'ha bellezza nello stile fuori

deirefHcacia... allora vo' a dormire un po' men lasso e ristucco di vivere. Di Bertolotti nulla so piu, fuori

ch'egli morra qual vive, sfacciato mariuolo; chi non sarebbe Profeta dopo tante e tali e giornaliere espe rienze della sua nequizia? Ora egli ha fatto un fascio, di Deodata Revello, di Casalis 4, d'Andra *, di Te

di Andreolifi, e vi ha lodati ad un metro e dice, ? gran Piemonte che accoglie in se una Pleiade di si pere

grini ingegni. Io poi ti so dire che la Letteratura di cosi veduta di qua mette compassione e i buoni giu dici compiangono che tu e Diodata e Cesare ,e Boucheron 7 e si cui alii siate legati ad un timone coi qua

* Allusione ai disturbi alia vista di cui il Grassi comincid a soffrire da questo periodo: essi si aggra vcranno sempre piu fino ad arrivare alia cecita completa (cfr. la lettera del Grassi al Can. Muzzarelli in data 24 ottobre 1829, in G. Grassi, Operette varie, Torino 1832, p. 4). II precedente accenno del di Breme aila propria salute, e preannuncio di quel prossimo, grave peggioramento che, solo quattro anni dopo, lo portera alia tomba.

3 Libero ormai dagli uffici a Corte, di Breme si dedica ai suoi studi, e si prepara a quel primo in contro con Madame de Stael che avverra proprio in questo periodo. Da notare che mentre di Breme rag guaglia il Confalonieri e la Contessa d'Albany di tale prossimo awenimento, esperimendo il suo crescente desiderio per questo prossimo incontro, nessun accenno in questo senso viene mai fatto al Grassi.

4 Casalis era un altro liberale assai fervente. II suo nome si trova, infatti, nel Dizionario dei Com

promessi nei moti del 1821 in Piemonte. (cfr. A. Manno, Informazioni sul '21 in Piemonte, Firenze 1875). 6 G. Andra, pensionato letterario di S. M. il Re di Sardegna, Membro della Accademia dei Letterati

d'ltalia, corrispondente di quel la di Pietroburgo, Berlino e Modena e Segretario di quella degli Unanimi.

Seguace di Tommaso Valperga di Caluso e come lui fautore della nlosofia di Bacone; faceva parte di quei numerosi poeti lirici e didascalici che il Piemonte possedeva in quel tempo.

* G. Andreoli (1791-1822) affiliato alia Carboneria e suo attivo propagandista. Arrestato poi nel 1821 viene condannato a morte.

7 C. Boucheron (1773-1838), professore di diritto presso l'Universita di Torino, poi di Storia presso l'Accademia Militare di quella stessa citta. Collaboratore all'edizione dei Classici Latini di Pomba. Affe zionato allievo del Caluso, scrive nel 1833 una biografia latina del suo Maestro. Anche il nome del Bou

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Page 11: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

528 F. KAUCHTSCHiSCHWILI MEI.ZI O'ER!!,

drupedi; non gia per quella raccolta di lodi alia Reg in a, che in aliori tali poco monta 8; ma si dice in ge nera e cosi per compiangervi di non poter neppure alzarvi a quei voio che vi toglierebbe fuori da qmei fastidiofii vermiciattoli (sic). ? ha poi quegli altri che sanno craalcosa, e vero, ma sguaiatamente par Ian?

di tutto e, pedantescamente, e sono ennuchi, e ti maneggiano una pulzella di diciasette anni come se

aveseero per le mani una polenta. Ti so dire che la sinfonia d'apertura del giornale italico, ossia il discorso

preliminare di cui fu fatta ier sera lettura nel mio crocchietto e cosa tutta ad onore della piu soda e piu

disinvolta, e coraggiosa filosofia; v'ha poi un articolo della Stael (sic) piuttosto sugoso Addio. Saluta

caramente del Borgo se piu sa chi io mi sia 10. Addio. <Ludovico di Breme>

cheron si trova citato ncl Dizionario dei Compromessi, sotto la voce: Sospesi c poi riammcssi (cfr. A.

Manno, op. cit.). 8 In riferimento a questo avvenimento cfr. ? Gazzetta Piemontese ?, 21 ottobre 1815: Fesie ?

poesie nel solenne ingresso di S. M. Maria Teresa d?Austria, Regina di Sardegna e G. Grassi, Relazione dells feste fatte dalla citta di Torino per Varrivo di Maria Teresa (in G. Grassi, Operette varie, Torino, 1832, p. 82).

9 II giornale italico e la Biblioteca Italiana la cui compare a viene annunciata dal Pellico al frateilo 1*11 dicembre 1815, proprio due giorni dopo questa lettera di di Breme. II Pellico diceva: ? Borsieri, Breme ?d io siamo stretti dalla piu intima amicizia Tutti e tre abbiamo avuto l'invito d'essere collaborator di nn nuovo giornale italiano intitolato Biblioteca Italiana, il quale comincera a sortire al principio del 1816*.

(cfr. I. Rinikri, Delia vita e delle opere di S. Pellico, Torino, 1898, p. 140). II ? crocchietto ? a cui allude di Breme viene ad identificarsi dunque a questo gruppo di amici.

L*articolo della StaSl cui si accenna (De Vesprit des Traductions) fu pubblicato nel primo numert di detto giornale, quello del Gennaio 1816. Come h ben noto questo articolo era stato tradotto dal Giordvu eon il titolo: Sulla maniera e VutUita delle traduMioni.

10 Luigi Solaro del Borgo.

5

|17692] <?ra il 5 e il IS gemiaio 1816 >

Caristimo, Ti verra mandate dalla S.ra Contessa di Masino amabilissima un giornalctto delle Dame in cui

un tuo amico inserl nella scorsa estate due articoli sui meriti scenici deila Compagnia Marchionnil. Qul

1 Qnesti articoli, senza nome d'autore, comparvero sul Corriere delle Dame del 29 luglio c del 5 ago

sto 1815. ? possibile senza rischiare troppo, avanzare 1'ipotesi che di Breme stesso ne sia stato l'autore? Alcuni indizi permetterebbero di farlo supporre. A parte quanto gia si conosce sui rapporti del di Breme con Carlotta Marchionni, si ricordi che questi fece opera di persuasione affinche la Francesco da Rimini del Pellico venisse messa in scena, dalla Compagnia Drammatica di quella attrice. La stessa Compagnia mise in scena, poco dopo, a Mantova, la Ida dello stesso di Breme, purtroppo con scarso successo. Di Breme aveva pertanto sufficienti motivi per desiderare di rivolgere alia Compagnia Marchionni un pub blico riconoscimento dei suoi meriti. Inoltre Fannuncio, reperibile in questa stessa lettera, di una ? co succia di conio tutto nuovo ? (VErnestina?) sembrerebbe riferirsi ad un progetto del tutto person ale. Abbastanza indicativa b pure la preoccupazione, sempre manifestata nella lettera, che non si venga a conosoenza dell'autore dei suddetti articoli. Infine l'educata insistenza con cui di Breme prega la Contessa di Masino perche con la massima cura gli rimandi i due articoli b un altro piccolo elemento psicologico a favore della nostra ipotesi, la quale pur non pretendendo di venire accettata sembra autorizzarci a

riportare qui in extenso, i suddetti articoli: ? Poiche la Canora Musa chiamd dalle scene del Teatro Re quelle sue predilette fanciulle a inaugu

rate un nuovo tempio sulle rive della Sesia, Talia e Melipomene succedendovi alia sorella e affidando ie emule loro gare alia comica truppa della Signora Elisabetta Marchionni, diretta dal Sig. Belloni. E

ginsto che un primo articolo si dedichi al nome, sotto di cui si annuncia al pubblico il drammatico drap pello e da cui esso tragge (sia detto senza offesa altrui) il maggior suo lustro e applauso: e anzi la stessa

Sig. Elisabetta ci acconsenta che, seguendo piuttosto i riguardi dovuti alia gerarchia teatrale che a quella

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LETTER*: INEDITE DI LUDOY1GO M BRKMK A GIUSEPPK GKASSI 529

ottennero allora plauso singolare ed ora per Topportuuita d'avere voi costa quei comici, mi viene vogiia di faxteli leggere. Spero che non te n'abbiano a di9piacere il tenor filosofico e i'intenzione di richiamare

alia dignita d'arfe, cid che finora in Italia h poco pin ancora di mestiere. L'Autore ha meditato piu volte

di natura, le anteponiamo per un istante la valorosa sua figlia, da cui singolari meriti ridonda tanta lode alia genitrice, senza niun detrimento altronde di quella divuta ai propri, e personali suoi.

Perche la stessa eccellenza nell'esercizio di un'arte coal dilicata e quella che suole piu presto far risal tare e segnalare le poche imperfezioni tuttavia sussistenti, anche noi vogliamo per prima cosa sbrigarci dal dovere che abbiamo di accennarle. La modulazione deH'organo vocale, dolce, sonoro e gradevolissimo nelle situazioni naturali e temperate, giusto non meno e consono nelle gravi o altere, b pero uno dei punti susoettivi ancora di qualche perfezionamento nella giovine attrice. Una piu antiveduta economia di voce la condurra bentosto a evitare tutta monotonia nelle lunghe tirate, che di frequente le toccano e ognt

maniera di cantilena; le verra pur fatto cosi di serbare anche in piu patetiche e angosciose congiunture una maggiore limpidezza, e di togliere via quella specie di gemito rantoloso che sulle scene francesi si usa confondere coll'aifogamento del dolore. II gesto suo, maestrevole per lo piu, nobile, dilicato, e sugge ritole talvolta dalla piu rara intelligenza e tal altra dal piu felice istinto, massime quello che accompa gna Taltmi discorso e lo seconda, o quello che precede immediatamente il suo, viene pur meno in questo incontro e estraneo riesce talora o tuttalmanco superfluo. Siffatta osservazione cbbe luogo in qualche lung a declamazione versificata.

DelPaccarezxare molto in se un qualche raro pregio che si abbia sortito dalla natura o acquistato eon lo studio, ne scaturisce di leggieri un eccesso. Se awi attrice che conosca e valuti l'efficacia e il me rito della naturalezza o semplicita o lindura, non sarebb'ella per avventura spinta qualche leggera fiata in la sino a parere una studiata idiotaggine e una puerile insipidezza, se pur nulla d'insipido o di triviale potrebbe da lei uscire? Egli h certo intanto che la sottilissima linea di confine h vicina ad esser talora var* eata. E per fissare la di lei awertenza su d'un tratto particolare, la preghiamo di richiamarsi al pensiero eon qual costume si governd ella teste, recitandosi il Cav. Woender. A noi certo sembro che bamboleg giasae un pochino, e usurpasse quella sui diritti dell'impareggiabile Curli.

Anche sul teatro, ch'e specchio della gran tragicommedia sociale v'hanno due sensibilita ch'egli e essensiale distinguere. Quella delle lacune, e un 'altra abituale, spirante ad ogni ora dalle viscere del sog~ getto e dairindole del carattere, sparsa in su tutta l'azione, piu ancora che non nasca dagli accidenti e dalle cireostanze. Codesta richiede, per cosl dire, un'anima trasparente, ed ecco gia uno dei piu insigni pregi della Signora Carlotta. Molte attrici conoscono sulla scena le convulsioni del dolore e le raffigura zioni con piu o meno di verisimiglianza, ma poche, pochissime, sanno afferrare il giusto e il convenevole di quella del piacere, ed e, a dir il vero, di non lascivire, di non traboccare in certa nudita di espressione, la cui acuola h tutt'altro che intellettuale e recondita. Frutto e di genio il saper temprare il discinto pia cere con la Candida giocondita e la letizia: ora siffatte precauzioni e si difficile condotta di giuoco si fanno coetantemente ammirare in queste esemplari attrici. Le piu volgari situazioni domestiche ricevono splen dore da lei e ringiovaniscono sul teatro. indicibile nelVAgnese Teffetto della scena in cui ella, riaccon ciando con infinita amorevolezza il misero letticiuol del demente genitore con un visibile raggio di sorri devole presentimento sul volto, gli viene rinfrescando la memoria di certe strofe solite a can tarsi un giorno in famiglia. Tutti ella ci fa con se piegare sotto Tostinato pondo delle awersita; tutta Farte delle lacrime, infinita quant'e, si mostra qui nella sua infallibile efficacia: questo, questo e pianto amarissimo e deli zioso ad un tempo, o lo prema la desolazione o la rabbia o il timore, e saprebbe persin lacrimare di spe ranza se uno scrittore abile al par di lei, le ne sapesse porger Toccasione. Quante volte non ci ha Ella ri chiamato alia idea il pressochS inimitabile dolore della divina Niobe... Insomma questa privilegiata crea tuxa h apparsa forse a mostrarne nel maneggio delle passioni il perfetto ideale della femmina italiana ?.

Ed ecco il secondo articolo: ? A quali esemplari si pud egli richiamare oggi gli attori italiani nelFalta tragedia? Ci vuol ben altro

che le manieruzze dei dl nostri a rimetterli sulla via. In Francia sussistono almeno quelle che chiamansi tradLzioni teatrali, e perpetuasi fra loro la scuola di quelPideale greco e romano da essi adottato: la decla

mazione e arte cola. Presso noi b mero accidente se qualche ingegno sorga tanto felice, e qualche animo st elevato da nobilitare le passioni coi modi suoi, da solennizzarle e reggerle a quell'altezza in cui son poste le Ifigenie, le Fedre, le Meropi, le Rodogune, le Clitennestre. Nomi tali son questi e la nostra immagina zione n'e cosi fattamentc impressionata, che noi quei personaggi li vogliamo vedere piu epici ancora che naturali, ma naturali pur sempre e sommamente grandiosi ad un tempo e di tempre semi-dive. Ma, se il momento b pur giunto, la Signora Carlotta ha da divenire essa la nostra Clairon e Raucour. Egli b intanto vivamente desiderabile ch'Ella tragga dagli universali applausi e dalle nostre meritate lodi argomento di calzar l'aureo coturno, e si dinieghi alia rappresentazione di tanti drammatici mostri, che oltre al pro fanar la peregrina sua abilita, la mettono a gran rischio di perderla, talmente son falsi quei caratteri, indefiniti, caricati e briacamente delineati. Noi estimiamo poi che persino la sua signora Madre, in alcun parti d'altro genere, possa venire ancora a contesa con la figlia. Tal fiducia non si muove soiamcnte dal doversi credere che la Signora Carlotta abbia attinto al materno tirocinio il segreto di svolgcre poi con

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530 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI d'ERIL

sull'arte della scena ed ha in via qualche cosuccia di conio tutto nuovo, che forse persuadera e fors'anche

acaldera vieppiu gli amatori di quel nobilissimo mezzo che resta ancora, onde propagare alcun poco di vero

e di buono nella societa. La critica filosofica, la censura che pigli anche i suoi canoni dal sentimento e li

quel molto successo il nativo ingegno, ma dalla singolar dignita e dal bel garbo coi quali usa la Signora Elisabetta, nelle parti di Madre nobile, senza nulla sottrarre alle passioni ed alia veemenza a segno per fino di sembrarci ch'Ella sempre piu s'accosti alia tragica gravita che alia disinvoltura della commedia. Poche attrici presentano in iscena un complesso di si belle qualita. V'ha chi vorrebbe osservare ch'essa talvolta si adagia un pochino, o si abbandoni qualche leggiera fiata a una, direi andatura di mestiero...

ma via, si am giusti, sara lassitudine che procede da quelle sceniche precedenti fatiche di cui e testimone il sole. Diciam piuttosto ch'ella va lodevolmente soggetta ad alcuna distrazioncella, la quale meglio an cora di qualcuna teatrale eccellenza le concilia il favor degli animi gentili; ed h in quegli istanti ove tratta insensibilmente fuori dello studiato personaggio, da quella straordinaria bravura della figlia, e fatta con noi spettatrice, le corre alle guance un po' di quella ma tern a, deliziosa compiacenza che nulla pud mai

guastare. Natura e, che ripiglia pur essa un momento il suo santo dramma. Se le lodi si dovessero sempre dispensare in ragione della fatica, vorrei qui opprimere d'encomi quel

Pimplacabile rammentatore il quale, per lo piu, ne una virgola ci perdona che sia nel suo quinterno: quel brav'uomo e sempre in gran faccenda e si dimena e si reca tutto fuor della buca e con certo suo falsetto

leggiadrissimo, insinua cosi felicemente le sillabe nelle piu remote orecchie, ch'ogni uditore se ne ritorna

spesse volte con due recite in corpo. II Sig. Ferdinando Meraviglia ottiene molti applausi nelle parti di

primo uomo e n'e ben meritevole singolarmente nelle commedie per la spontanea sua azione e disinvolta e perche egli s'immedesima intimamente col soggetto: pratica naturalmente cogli altri personaggi, tratta con leggerezza i secondari incidenti ed ha un costume a sufficienza pieghevole. Ma egli avverta di non farsi

ligio a veruna maniera e si serbi a tutte, di tutti i tempi e luoghi. Un attore che si indirizza aU'eccellenza

delParte, quando una volta egli e gia pervenuto a quel punto del Sig. Meraviglia, deve porre ogni opera nell'isolare cosi la propria fantasia e spogliarla talmente de' nostri artifizi e pregiudizi e consuetudini, ch'Ella divenga suscettiva poi di qualsiasi impressione. L'attore si collochi nel centro d'un sistema vasto d'idee e d'immagini, e sia indifferente per se a identificarsi con tutte le possibili modificazioni; allora ed allora soltanto ei potra rendere solenni ed esemplari omaggi a tutte le virtu, segnalare spa vent osameate i vizi e mostrarci tutti quei gradi a cui pud innalzarsi la natura umana.Le forze primitive nostre, le nostre

passioni, si riducono ovunque a pochi semplicissimi elementi, ma questi, noi uomini, li modifichiamo

ovunque diversamente e come ci viene a talento. Quella che noi Europei aborriamo e chiamiamo ferocia bestiale in quei selvaggi che divorano i loro vecchi genitori, forse nella loro condizione di ferina rozzezza e realmente un tormentoso bisogno di amorevole sfogo finale, che per le loro istituzioni si sono ridotti a provare. Oh vedete a che slancio fuori delle nostre sensazioni, l'arte della scena ha da spingere un valente attore. Ei deve avere rimmaginazione costumata ad ogni possibile atteggiamento e persino atta ad en trare in contesa colla stessa natura. Da Sofocle trasportarla con agevolezza al Shakespear (sic), dal Par tenone ai Chiostri Cotici: chiamar l'amore dalle incivilite e simmetriche nostre usanze o dai cespugli di

rose, alle orgie dei sicari e alle are insanguinate, accendere le tede nuziali alia lampa del sepolcro, e into nare l'inno epitalamico, tra le Lamie, le Parche, le Erini. II Sig. Meraviglia non si abbia a male se, pel de siderio ch'egli ci fa provare della sua gloria, gli raccomandiamo vieppiu il difficile studio delle transizioni dal veemente al sommesso, e la importante cura di sostenere sempre visibilmente le intenzioni del suo

personaggio senza pero anticipare le rivelazioni del nodo finale. II Sig. L. Domeniconi ha delle smanie tragiche in cui si mostra eccellentissimo veramente. Forse

incontra egli maggiori difficolta da superare nelle mezzane alterazioni. Giovane com'egli e, e dotato di tante felici disposizioni, ei verra senza dubbio nobilitando di giorno in giorno 1'azione sua, nella com

media. II senso dell'onore, indigeno d'ltalia quanto lo sia mai altrove, pure su la scena italiana non e

tratteggiata con molta disinvoltura, perche i riti, diro cosi, di quella religione mondana, gli abbiamo

spesso ricevuti dai vicini nostri e nella commedia e fuori. La natura e stata cortese col Sig. Ringhieri dialcune attitudini sceniche al terrore, le quali ei viene con rara intelligenza e studio suo secondando. Gia il pubblico gli rende giustizia in quelle sue espressioni di compressa rabbia e di eccedente furore, in cui pud molto. Aggiungerem noi che tutto avrebbe cio che a perfetto attore si richiede, nelle parti affida

tegli, se bastassero la veemenza nel dire, la dissimulazione sul volto, la infausta guardatura, Pelaterio dei muscoli, I'irrigidimento di tutta la persona sotto Pimpero di quei suoi rei appassionamenti. Sembra

pero che esigano ancora una migliore pronunzia; una piu varia modulazione, Pavvertenza di distribuire le appoggiature in maniera che la parola piu insigne spicchi ben fuori dal luogo, ove per Pinversione della nostra lingua poetica si trova collocata, e che sovra tutto non si parli un monologo come nn colloquio. Quel ripiegarsi in se che fa Puomo da solo; quella rassegna dei piu arcani suoi sensi, vogliono essere notati con opportuna e ineguale divisione di tempi. II Sig. Belloni, direttore di questa distinta compagnia mostra una grande esperienza di teatro sotto le venerande spoglie di canuto padre, nobile, sincera, amorevole e

Pespressione sua. Anche dopo veduti da noi Pinsuperabile Marini o Pesimio Sig. Galli fa egli eccellente

comparsa nel Cugino di Lisbona e neWAgnese. Forse riproduconsi un po' di spesso le medesime inflessioni;

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Page 14: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INEDITE DI LUDOVICO W BREME A CIUSEPPE CRASSI 531

vesta d'immagini piacevoli, o comunque, interessanti alia lettura, e pure Tunica profittevole ed efficace.

Ti si prega di non avventurare il nome dell'autore di quei due articoli, onde non concitargli contro lo zelo

e gli anatemi dei sapientissimi vostri don Piloni; che non s'ha da temere in un paese dove persino il Gaz

zettiere b un don Pilone sbraccato? per verita quel poco che ha detto appunto su lo stesso soggetto ncl

n? 2 della Gazzetta e fetente di pedagogico morale id est diridicola bacchettoneria... no no non sei tu Grassi

che hai potuto intimare agli Italiani di emendarsi dalla frivolezza di prendere interesse per l'ammiglio ramento e l'esaltazione delle Muse teatrali; so bene che con certa gente bisogna andare cauti e pigliare le mosse oblique per venire poi dove s'ha in mira di pervenire; ma intanto io dico co'miei venerati Casui

stimon est faciendum malum ut eveniat ftonum2. Per amor diDio:non c'e piu che quell'unica via di fare qual che po* di bene. Mi rallegro con vera gioia, e mi sono commosso fino alle lacrime, perche tu abbia potuto

vincere, in parte almeno la ritrosia del tuo destino; andera meglio ognora, ne sono certo.

Leggi intanto qui due separati articoli. Rileggili una seconda volta se ti piace e poi tosto ripiegali e

me li rimanda in una tua lettera ben suggellata; non me ne rimane altra copia e ho motivo da doverli

eouservare. Addio.

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi

Turin

il tut to tuo Ludovico di Breme

quelle poi che non vorremmo udire mai, sono alcune altre accusatrici del nativo suo dialetto. Non era me3tiere al Sig. Calamari di quelle geniali ariettine ch'ei ci viene per soprappiu regalando e dell'amenis simo suo canto a rendernelo molto accetto e gradevole. Provveduto come egli b di forza comica e perfin d'atticismo talvolta, noi gli dobbiamo essere doppiamente obbligati. Forse avra egli stesso riconosciuto che quel volersi in certe sere astringere a non chiudere mai bocca senza avventurare un frizzo, b ardua

impresa. L'intemperanza degli epigrammi ne spunta Taculeo e non b compatibile con quel sobrio e effi cace lepore che altronde caratterizza il suo molto ingegno. Gli altri individui della Compagnia Marchionni che qui non s'ha piu spazio di nominare sono in sul totale interessanti e lodevoli. Male perd si pud giudi care di tutti e di ognuno finche la loro rispettiva abilita non viene posta a piu degni cimenti?.

2 La Compagnia Marchionni recitava infatti a Torino, al Teatro d'Angennes, a partire dalla fine del 1815, da quanto apprendiamo dal N. 2 della ? Gazzetta Piemontese ? del 4 Gennaio 1816 in cui sotto la rubrica Varieta si annuncia la presenza della Compagnia Marchionni in quella citta. A tale articolo si riferisce il di Breme piu oltre in questa lettera che si pud percid attribuire alia prima decade del gennaio 1816. (da una nota manoscritta del Grassi sul verso della lettera, sappiamo infatti che

questi ha risposto il 16 gennaio).

6 {17678]

Milano, addi 9 aprile 18

Non ti scrissi mai perche non sapea ne come, ne dove, ne quando. Sin dal 1? di luglio sto fisso in Mi

lano in via del Lauro, al n. 1846 tranne il viaggio che feci in gennaio a Napoli e ai paesi che s'incontrano

per via *.

L'amico Boldrini mi fece di te parole assai grate 2.

1 A nostra conoscenza e questa la sola indicazione di un viaggio del di Breme a Napoli in quest'epoca. Invece in una lettera del 20 febbraio 1817 al Confalonieri che si trovava in qucl inoraento a Napoli, di Breme manifesta il progetto di recarsi cola ? nel venturo invcrno, in compagnia di Corinne, [Madame de Staei], .e del mio sviscerato amico, l'autore delVEssai sur Vimagination, Taureo Boustetten ?. (cfr. G. Gallavresi, Cartcggio di Federico Confalonieri, Milano, 1910-1913, I, p. 284). 2 G. B. Boldrini (1766-1836) fautore delle idee rivoiuzionarie francesi, partecipo nel 1802, quale rappresentante del'a Cisalpina, ai Comizi di Lione. AH'epoca di questa lettera, la ? Gazzetta di Milano ?, annuncia i suoi frequenti viaggi fra Milano e Torino, ['ultimo dei quali viene a cadere il 25 Marzo 1816. (cfr. ? Gazzetta di Milano ?, 27 Marzo 1816, Arrivi e Partenze).

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Page 15: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

532 F. KAUCHTSCH1SCHWILI MELZI O'ER!!,

Sta per giungere a Torino una nuova mia supplicazione con commendatizi. Satis experii invicem

sumus ego ac fortuna. Ho gran bisogno di pace, se son innocente, di perdono, se reo, lo che non credo, ma

sopra ogni cosa di venire con voi.

Aiutami se lo puoi con qualche buona parola ancbe sparsa per via, tutto mi pu6 giovare siccome

noocere. Commandami (sic) se vaglio, scrivimi se puoi, amami e vivi per Te, per tutti, e per il tno

Ludovico

P.S. Seppi la perdita di tuo padre egli era uomo dabbene, ma antico, deve una cosa consolare, !*a!

tra farci rassegnare: Comunque sia io divido teco cordialissimamente il giustissimo tuo dolore.

Mori, come sai, S. M. Tlmperatrice in Verona, Domenica 7 corrente alle undici del mattino *

A Monsieur Monsieur Joseph Grassi Redacteur du Journal de Turin Maison Cirie

a Turin

3 L'Imperatrice d'Austria si trovava iufatti a Verona fin dal 20 marzo e ivi s'era improwisamente

ammalata il 2 aprile. Da principio la sua malattia sembrava non destare eccessive preoccupazioni, ma in

poco tempo peggiord. La notizia della sua morte fu annunciata dalla ? Gazzetta di Milano ?, il 9 aprile 1815.

[17668] < 20-22 iuglio 1816>

Carissimo, Dolcissimo. Se siete voi l'autore di queirarticoletto che anuuiizia al pubblico di costl

il mio discorso, accogliete i miei ringraziamenti pel modo con cui parlate di me in esso.Se siete voi quello che vuo' discutere ex professo sifatte questioni spicciatevi, che cosi aspetter6 a dare una seconda edizione

del discorso cum notis variorum onde aver campo di ragionarvi su lo scritto vostro *. Se poi non siete voi

l'autore ne dell'arfico/eMo ne della operetta promessa, di nulla vi ringrazio se non dell'ultima vostra che

per verita merita solodeimolti atti e molte espressionidi gratitudine, tanto essa gentile e caramente affet

tuosa; se non che il mio cuore che tu conosci mi dispensa di spendere piii teco parole in dichiarazioni.

Amami se puoi: io sono tuo per sempre. Hai tu capito chi mai io intendessi per quei che hanno bisogno di ribattezzarsi aWonore: e che sono giornalisti, manifatturieri, faccendieri letteraj che non avranno mai

1 L'accennato ? articoletto ? sul Discorso, presumibilmente del Grassi, apparve sulla ?Gazzetta Piemontese ? del 19 luglio 1816. L'opera del di Breme vi era giudicata favorevolmente in questi termini: ? E uscito recentemente in Milano e si trova costi dal Libraio Bocca un Discorso intorno alVingiustizm di alcuni giudizi letterari italiani di Ludovico Arborio di Gattinara, figlio.

In questo elegante libretto si riduce con sommo ingegno e con profondo calore in precisi termini la questione della Letteratura Romantica e si parla della Baronessa di Stael e delle lettere nostre. Noi ci

asterremo per ora dal giudicare dei principi professati dalFilhistre autore in questa sua opera. Essi deate ranno certamente gran rumore in tutti gli studi d'ltalia. Ne poteva la loro novita trovare un propaga tore phi ardito e piu dotto ad vm tempo. Lo spazio non ceduto in questo giornale alle cose letterarie vieta di entrare in materia c pero bastera di far certi i nostri lettori che, in quest'operetta, tutta piena di alt i

pen3ieri, la dottrina v'e accompagnata da quella persuasione che deriva da uno stile caldo e fortemente vissuto. Forse avverra che convenga a chi scrive questo avviso di dichiarare i suoi principi sulla stessa

materia, ma allora egli lo fara in un'opera a parte, non credendo che una lunga discussione di alta lettera tura debba trovar luogo in un foglio periodico ?.

Quanto al progetto di di Breme di una seconda edizione, del Discorso, non risulta che sta mai stato concretato.

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Page 16: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INKDITE DI LUDOVICO Dl BRKMfc A GIUSEPPE CRASS I 533

chefare ne coi Greci ne coi Romani 2. Se colui e huius furfuris alii, alzano on tantino il naso... Guai! Gia

io non ho ne voglio mai piu aver ritegno nella verita; purghiamo, purghiamo questa stalla di Angia. Fra moment i par to per Losanna. Sino al venti di agosto indirizzami qualche tua lettera a

Geneve pour Coppet Canton de Vaud 3

Addio, abbraccia Luigi del Borgo il tuo Ludovico

P.S. Sto lavorando un non so che il cui titolo b I Cavalieri Piemontesi: il fondo e totto storico *.

Al Sig. big. Giuseppe Grassi

Membro deU'Accademia delle Scienze Torino

a Nel suo Discorso, di Breme iniziava dicendo di accingersi a ? palesare alcuni liberi senai contro

Pimportuno zelo dei difensori della gloria letteraria i tali ana ?. Egli aveva infatti intuito come ? questo zelo importuno ? fosse pretesto o maschera ? onde coltivare il proprio utile e arrivare per vie, in appa rent onorate, a dei privati loro intendimenti?. E ancora insisteva nel segnalare come ?la divozion del comun nome italiano ? potesse essere senz'altro un espediente a cui ricorressero, prima degli altri, quelli che aveesero ? bisogno di ribattezzarsi all'onore fra i loro concittadini?. La medesima idea sara, l'anno

seguente, ripresa nel Grand Commentaire: ? Les journaux, les cafes, les vestibules des th6atres, tons ces

foyers de partis sont gagnes d'avance par les folliculaires ?. (cfr. L. di Breme, Grand Commentaire sur un petit article par un vivant remarquable sans le savoir, Ginevra, Paschoud, 1817, p. 136).

9 Questa notizia ci permette di datare la presente lettera al 20-22 luglio circa. Viene cosl a cadere la

data di partenza per Coppet indicata nella lettera del 15 luglio di questo stesso anno alia Contesea d'Al

bany, in cui di Breme precisa: ? Je pars demain pour Lausanne... et serai dans dix jours a Coppet ?. (in G. Muoni, Ludovico di Breme e le prime polemiche intorno a M.me de Stael ed al Romanticismo Italiano, Milano, 1902, p. 71). Sappiamo d'altra parte da una lettera dello stesso di Breme al Pellico da Balbianino, in data 18 luglio, che a questa data, la sua partenza non era ancora awenuta. (cfr. I. Rinieri, op. erf., I, p. 184). 4 Anche nella lettera successiva, di Breme chiedera nuovamente al Grassi di fargli avere dei docu

ment! per questo suo lavoro. L'opera tuttavia non risulta che sia mai stata portata a termine. Ricordiamo, oome precedentemente, Ludovico di Breme avesse gia tentato opere a sfondo storico e, piu precisamente, nel 1812 una Storia della persona e dei tempi di Emanuele Filiberto; e nel 1815 una Vita di Maria Antonieita. Su quest'ultimo scritto cfr. P. Camporesi, Una vita romantica di Maria Antonietta (M. Antonietta d'Au

stria) Regina di Francia, di Ludovico di Breme, ? Convivium ?, I, 1961, p. 80. Sempre a proposito di questo scritto, la Contessa d*Albany cosi si esprimeva in una lettera del 28 gennaio 1815 al Foscolo: ? Le style est un peu trop recherche pour le sujet. C'est un d^faut commun en Italien de ne pas adapter le style a la chose, on veut mettre de la peine en par]ant? (cfr. C. Antona-Traversi, D. Bianchini, Lettere inde dite di Luigia Stolberg Contessa d*Albany a Ugo Foscolo e di Ludovico di Breme alia Contessa d*Albany , Roma. 1887, p. 155).

8 [176731

Dal la Rocca di Meillerie sotto una quereia 7 agosto 1816

aro Amico, puo essere ch'io sembri a Te, (come sapeva ben io prima di scrivere il mio libro che sa

rei sembrato ai piu) un sofista, pericoloso; tu invece non sei a me niente affatto pericoloso colle tne dottrine

artifiziali, e co' tuoi dogmi di leUeratura rivelata: sofista bensi; e tra i tuoi sofismi e i miei credo che passi almeso qnesta diversita ch'io sono mosso da un infinito amore dell'ej^cacia letteraria; tu gravemente ti determini, omnibus inspectis, a commendare quel genere cadaverico che seconda le abitudini di tutti,

Tinerzia di tutti, la capacita di tutti, e ti vai sognando certe magre ragioni che avrebbero soffocato, nella

culla loro, quanti sommi ingegni s'abbiano avuti le diverse eta. Grassi mio, tut to questo meccanismo poetico che da!la piu irapercettibile particella grammaticale fino alle piu nobili parti di un'epopea, segna, definisce,

impera cid che s'ha da dire e come dirlo e con qual calore, sia pure la parte degli Academici; eta loro

bene; le Academie di lettere non possono far altro che con trad dire al Genio, e mettergli le pastoie ai

piedn di crearlo, d'incitarlo, di reggerlo a volo alto alto a centomila cubiti sopra le Academie, se ne incarica

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Page 17: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

534 F. KAUCHTSCHISCHW1LI MELZI DERIL

la natura. Le Academie poi arrivano coi cavalli d'affitto come le carrozze di ritorno, cinquant'anni

dopo; e traggono poi nuove Poetiche da quei libri, e parlano poi di belli ardimenti, ma perseguitano pare

da capo chi se li concedesse fra i contemporanei loro, e cosi faran sempre le Academie che non

sono meramente scientifiche. Oh spero ch'elle s'andranno tutte al Diavolo un giorno, e non resteranno

altre congreghe che di matematici, di sassolai, di speziali e simili, che abbracciano anziche perseguitare le novita utilil. Se vuoi entrare in quest a giostra io per me te'l perdono, sebbene poca voglia ho di gio strare colTe teoriche letterarie, 1? perche in Italia non si sanno capire le massime general i dedotte da Ba

cone 2 in qua, ed io non so che siavi filosofia fuori delle verita generali; 2? perche amo piuttosto lanciarle

queste verita e lasciare che s'appiglino da se ai buoni ingegni; 3? perche chile combatte combattera una

scconda volta con piu ostinatezza, giacche vi sara entrato di mezzo allora l'amor proprio; 4? perche mi

preparo piuttosto a fare altrettanto (e pria che non ho fatto in materia di lettere), in materia di morale

domestica e civile; 5? perche in somma quei quattro o cinque ingegni dai quali aspettavo io trepidante il giudizio, per quei molto impero che ottengono da me su di me, non soltanto mi hanno data vinta la

causa, ma mi ringraziano, e per nominartene uno, l'impareggiabile Manzoni, autore inarrivabile di

poesia viva vivificante e Romanticissima, m'ha fatto dire che lo scritto mio gli aveva messo in cnore un

deciso entusiasmo per me; 3 e si che di Greco e di latino ei ne sa pure quanto ogni piu intrepido pedante, e di Crusca ei se ne ha pure quella satollo che per verita sarebbe vergogna, se non fosse stato per attingere in quegli studi un disprezzo profondo di quei perditempo 4.

Si, si, io sapeva benissimo che quei mio coraggioso scritto non ti doveva andare a sangue; voi altri

avete un animo cosi simetrico (sic) ch'io non vi posso eccitare altro che scandalo, e scandalo grande. Le

circostanze vostre sociali, gli schifosi pregiudizi e la tenebrosa ignoranza del paese in cui tu vivi sono

molto in armonia con quelle dottrine scolastiche. L'ltalia ha bisogno, per risorgere, per intimidire i suoi

carnefici, di conoscere Timmenso vero che raggia in Europa; voi di libri Europei non ne leggete perche siete persuasi che tutto, tutto e nei nostri 5, e sembrate molto al professore di Greco, Morali, che sono

ora tre anni, voleva che invece di Lagrange e di Biot s'insegnassero le matematiche col solo Diofante, e credo anche con Platone 6. Schernite pure la mia Poetica, ella e tratta non da Omero solo e da Orazio; ma da Omero, da Davide, da Virgilio, dal Camoens, da Sakespeare (sic) ,da Ossian, Dante, Petrarca,

Buffon, Voltaire, Goethe e Schiller. Biasimate questa vastita di senso poetico, e ponete pure l'uomo ita liano sguaiato, beffardo, prosaico com'egli e, sopra Fuomo della natura; sappiate pero che le mie idee

letterarie non sono che una minima conseguenza di quelle che professo sull'imiversale delle cose. Io porto

1 Cfr., a questo proposito, l'Appendice al Grand Commentaire: Vicissitudes sur le langage et sur

le systhne des puristes. 2 E noto come gia Tommaso Valperga di Caluso fosse un fervente seguace di Bacone. II Bou

cheron nella sua gia citata biografia del Caluso si esprime infatti cosi:... ? enim Baconem laudabat

quod homines ad meliora studia revocasset, non minus aeque in Scolasticos se ostendebat ? (cfr. C. Boucheron, op. cit., p. CXII).

8 Lo scritto a cui allude e il Discorso. 4 Di Breme ricorda ancora nel Grand Commentaire il Manzoni con queste espressioni non meno elo

giative: ? II en est pourtant de ces noms qui, en partie au moins, ont deja subi leurs epreuves; j'en choisis deux de preference pour payer tout a la fois un tribut a Tadmiration generale et a mon propre coeur et d'abord celui de M. Alexandre Manzoni, neveu de Fillustre Beccaria, homme dont la poetique est dans Tame et s'y compose du plus rare assortiment de vertus; Tun de ces esprits out, de toute part, vont se confondre et se reunir comme dans un foyer d'attraction, les rayons du beau et du vrai. (cfr. L. di

Breme, Grand Commentaire, ed. cit., p. 148). I rapporti fra Manzoni e di Breme non sono stati finora

particolarmente studiati. Oltre a cio che si desume da queste testimonianze sappiamo dal Tommaseo rhe Manzoni tornando da Parigi si fermo a Torino a salutare di Breme ormai in fin di vita, nell'estate del 1820. (cfr. F. Ruffini, La vita religiosa di A. Manzoni, Bari 1931, p. 117). 5

Questo concetto era appunto espresso nel Discorso in questi termini: ? Saria pur tempo di ces sare al contrapporre ai presenti rimproveri che riceviamo i maravigliosi successi dei Padri nostri?. (cfr. 1.. di Breme, Discorso..., Milano, 1816, p. 13). 6 O. Morali (1763-1826), professore di letteratura greca nelle Scuole Speciali di Milano poi a! Liceo Sant'Alessandro. Tradusse vari classici greci, ottenendo i suffragi dell'Accademia della Crusca. Al momento della sua morte stava per ultimare un vocabolario greco-italiano per le Scuole del Lom bardo-Veneto.

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LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI 535

in cuore un parlamento intero di opposizione contro tutte le tirannidi e contro la volgarita della consue

tudine. Tu sai quanto mi sono t rat to fuori col mio pensare da quelle classi a cui appartengo per nascita

e per disciplina ricevute e per bizzarria di sorte; la stessa renitenza provo e professo contro tutte queste

babuaggini letteratesche che si son fatte derivare da Omero e da Virgilio e non ci hanno dato che dei

Salviati e dei Tagliazucchi, e chi sa quanti Omeri e quanti Virgili ci han tolti in fasce 7.

Mi ritrovo ora qui in paesi dove la luce invade da ogni canto: dawero sembra vivere a sei secoli piu avantid'incivilimento dalla stessa Francia, e a un secolo di secoli dallo stivale Classico-latino. Questo splen dore della ragione non offusca gia come dite voi altri l'imaginazione: se poi l'offuscasse poco male sarebbe al

lora; cio proverebbe che quella vostra imaginazione italiana di cui siete cosi mattamente orgogliosi non

era poi altro infine che una febbre d'ignoranza di cui si guarisce con certe dosi di verita e di buona critica 8*

Perche la mente umana esiste dal principio del mondo; e fu dapprima stupida ammiratrice, e questa sua

ammirazione creo la poesia: questa mente umana, bambina, adolescente, adulta, virile oramai, non puo

piu trarre la poesia dallo stupore, ne dilettarsi di quelle fantasime bizzarre che la mamma di Cicerone

gli raccontava sotto il camino, e che sembravano a Cicerone il non plus ultra delFideale poetico: e questa mente umana, Academici miei, fa i suoi progressi continui in diverse parti del mondo; e imparo la

Grammatica in Asia; e fece la sua rettorichetta in Egitto e l'umanita in Grecia e nel Lazio e lascio di stu

diare per agire e contemplare e acquistare terreno e grande esperienza e affratellare i viventi, poi si lancio

ad un tratto in tutte le facolta in Italia, e lasciata l'ltalia pratico, perfeziono innalzo a dismisura i suoi

saperi dovunque altrove, ed oggi ella e un miracolo di senno e di esperienza, e un antemurale contro il

genio malefico dell'ignoranza e del servaggio, a Filadelfia, a Londra, a Bruxells (sic), a Stokolm (sic), a Cristiania, a Vurtemberg (sic), a Ginevra, a Losanna: e nel cuor mio, Grassi, nel cuor mio, te'l giuro. Se a quel nobile scopo s'abbia da immolare il trastullo poetico e non sia piu compatibile colla ragione cosi

educata, s'immoli, e sia pur finito il periodo d'amplificazioni e di rime, ma non e vero; la vera vena poe tica e nel cuore e quanto piu saremo intimamente inciviliti, cioe perfezionati nella conoscenza dei mede

simi, tanto saremo piu efficaci poeti e tanto questo eccelso linguaggio diverra vieppiu ministro di virtu

pubbliche e domestiche, di consolazioni, di voluttuosissime estasi, e cosi la poesia tornera anzi all'antico

suo uffizio immedesimandosi colla vita deiruomo, e partecipando a tutte Faltre funzioni sue. L'ingegno umano cosi perfezionato in America, in Inghilterra, nell'Alta Germania, e nei cantoni di Vaud e di Gine

vra e piu poetico cento volte di tutti voi Accademici, e sputa tondo italiani; questa vostra Italia

Arcadica, ingegnosa, armonica, amorosa, voluttuosa, non e tale, perdinci! in realta, e tale non esiste ap

punto che neH'idea dei forestieri e nel concetto loro poetico e nella loro concitatissima fantasia. Gli ita

liani invece, sono cosi sterili oggimai,cosi limitati,e cosi guasti in cuore dalla loro vigliaccheria e dal liber

tinaggio esorbitante, che non si sanno tampoco innalzare all'idea d'una piu forte e piu ingenua e piu splen dida ragion poetica

9 a dargliela loro questa idea, bisogna che se la veggano innanzi cotesta ri mio vat a

poesia. Or chi fia destinato a segnare un'altra epoca di ispirazione? chi, Grassi mio? Milord Bairon (Bi

7 L. Salviati, (1540-1589) fiorentino, fu uno dei promotori della Accademia della Crusca, col nome di Infarinato. Compose rime c due commedie. Riordino pure il Decamerone. Fu uno dei maggiori responsabili delle critiche alia Gerusalemmc Liberata. Gerolamo Tagliazucchi, (1674-1751), modenese Entrd dapprima negli Ordini e poi fu assunto alia Cancelleria Ducale. Nel 1723 apri a Milano una scuola di letteratura e filosofia. Poi tenne a Torino la cattedra di eloquenza nel 1743.

8 Non e inutile sottolineare come questi pensieri del di Breme riflettano sia la lettura delle opere di Madame de Stael, sia i contatti che a Coppet egli aveva avuto con questa scrittrice e con i suoi numerosi

ospiti. E signiticativo riportare il pensiero espresso da M.me di Stael a proposito delFimmaginazione italiana, allorche affermava t he gli Italiani ? se flattent de tout deviner par l'imagination, comme leur feconde terre donne des fruits sans culture a 1'aidc seulcment de la faveur du Ciel ?. (Cfr. Corinne ou VItalic, Paris, Caiman-Levy, 1928, p. 46).

Dal canto suo il di Breme nel Grand Commentaire riaffermera nuovamente che le opere della Stael ? consacrent a la gloire la seule imagination productive, non cette imaginaton de commande qui imite servilement la verve d'autrui?. (Cfr. Grand Commentaire, cd. cit., p. 124).

9 Gia nel suo Discorso di Breme si era accanito contro i suoi contemporanei: ? Inerti siamo noi, molli nel culto del vero, del sublime, svogliata c attualmente l'anima italiana; il tormentoso amor pro prio soltanto e piu desto che mai? (cfr. Discorso, ed. cit., p. 16).

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536 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI D*ERIL

ron) (sic) io penso, n'e incaricato dalla natura. Mi saprai dire on qualche giorao, se il suo Gioor (tie) se il su-o

Child Harold se l'episodio del castello di Chillon, tutto il suo viaggio intorao a questo Lago, le notti, le

aurore, le donne, le virtu patrie da lui cantate stieno si o no a paro di quanto l'antica, cioe la bambina

mente umana scppe mandare alia nostra venerazione 10.

Oh Grassi che paese antipoetico h mai l'ltalia! che svenevole prosa consigliano le servili aure di To

rino, di Firenze, di Roma, di Napoli! invece qua tutto b seduzione al cuore e all'ingegno. Tutto eid che

presso di noi h argomento di scandalo, e ordigno di corruzione, qua e santificato da una luminosa e vasta

economia sociale: musica, ballo, pittura, eleganza di vesti, di foggie, di addobbi, delizie villereccie, feste

e brigate, tutto b conducente alle virtu domestiche, all'amor coniugale, ma a vero e squisito amore. Qua non si ubbidisce che alia ragion delle cose, e se un minimo passo faccio ovunque quest a ragione nella mente

umana, qua b tosto ripetuto, proclamato a donne e a uomini, ricchi e non ricchi (che poveri non v'ha) lo seguono in armonia. Oh! ecco dunque una macchina morale, donde s'han da pigliar le mosse del senso

poetico; ecco armonia diffusa in tutte le facolta mentali dell'uomo; ecco il perche vi sentite qua un misto

di gandio interno e di estasi intellettuale; dovunque volgiate il guardo degli occhi e del pensiero, voi be

vete per quel guardo deliziose impressioni; l'animo vi rende un perpetuo, dolcissimo suono, perche come

la statua di Mennone, Than tocco i raggi del bello morale; anzi ne splende costantemente qul il sole sovra

esso. II bello b diffuso nella natura possibile; la virtu n'e" come un punto d'attrazione che se lo attira come

appunto e creduto che il Corpo Sole, attragga a se tutto il calorico radiante, e cosl il bello possibile, di

viene bello reale, quando la virtu, cioe la ragione sola b fatta centro delle umane istituzioni.

Perdonami caro Grassi questo squarcio Arabo che io ti pongo sot to le Greche tue pupille, anzi Latino

Greche, anzi Crusco-Latino-Greche, Io mi son un che come, la santissima natura dentro mi ragiona, vengo fuori significando.

Tu mi saluti in ultimo Sofista pericoloso,ed io ti ringrazio del titolo e ti prego non me'l ritogliere,colla sola awertenza di far sentire, quando me lo appicchi, la tua intima qualita d'Academico; allora intito

lami pure sofista anche in istampa, che ne avrd gloria domani, se non oggi. Addio, dunque Accadexnico

meritissimo. il tuo Ludovico

P. S. I piu cari saluti a del Borgo e a Prie 11.

AlSig. Sig. Giuseppe Grassi a

Torino

10 ?) durante questo suo soggiorno a Coppet, che di Breme ha fatto la conoscenza di Byron. I due Bcrittori si rivedranno, probabilmente, poco dopo allorche il 12 ottobre 1816 Byron arrivera a Milano da Londra insieme a Hobhouse.

11 Prie: forma francese del cognome Turinetti di Priero. La persona a cui accenna di Breme c il Max ehese Simone Ercole Turinetti di Priero nato a Torino il 10 febbraio 1789. Anch'egli fu coinvolto nei moti del 1821 e condannato a morte in contumacia il 10 agosto 1824.

9

116679] 25 settembre 1816

Ti pic go di accogliere e di assistere di tutta buona voglia il Sig. Eyraud che ti rimettera questa let

tcra. Desso b assai valente neirammaestramento dci sordi-muti ed ha port at o a buon segno, qui, siffatto

istituto, colla protezione dello scaduto governo. Io gli giovai allora e cooperai all'opera sua che era molto

analoga agli studi miei. Non ti chieggo che tu ti occupi di queirinsegnamento per giovare alia cosa, seb

foene non vi sia oggetto pin filosofico e di maggior importanza per i progressi della scienza intellettnale, mi bast a che tu giovi per quanto b in te alia persona, giacche vieni cosl a procurare un sostanziale van

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LETTERE INEDITE Dl LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE CRASSI 537

laggta ad on tempo alia umanita. Di sordi-muti il Piemonte n'abbonda; a rincuorarti nella protezione di Eyraud ti prego, per organo mio, di concedergli, penso che verisimilmente la scienza dell'analisi au

ctti riposa questa scuola sara stata invenzione italiana; che d'Epee e Sicard avranno rubato a noi questo

espediente, e che senza dubbio i nostri sordi-muti ne seppero in ogni eta, molto piu che i piu eloquent i

lavellanti delle altre nazioni.

Vedi, caro Peppino se ho migliorato dopo la tua apparizione fra noi \ e se dd speranze di rimettermi

sulla via di salvamento. Ma da senno ti dico che Eyraud sembra mi uomo che possa merit are qualche ooneiderazione e che si debba costi mettere ad esperimento la sua abilita. Nel giornale del 1810 e del 1811

v'haono due mie relazioni ragionate di alcuni esercizi pubblici sostenuti con molta lode dagli allievi di

Eyraud e queste relazioni gli valsero appunto un annuo assegnamento 2. Quando il tuo esemplarissimo voeabolario militare te ne lascera il tempo 3, tu ti piglierai pensiero dei fatti miei, non e vero Grassi no

slro? intanto serbami la tua benevolenza; stampa il nome tuo nella memoria dei posteri; procedi di pie

pari <eol senno del tuo secolo; sprezza i contemporanei distributori di fama; produci te e il tuo ingegno *Ila lnwe, non adornarti deH'altrui, foss'anche di Marco Tullio. Addio.

il tuo Ludovico

A Monsieur Monsieur Joseph Grassi de TAcademie de

Turin

1 Si riferisce probabilmente al recente viaggio a Milano del Grassi nel settembre 1816. Dalla ? Gaz xelta di Milano ? risulta infatti che il Grassi arriv6 a Milano il 12 settembre 1816 insieme al di Priero.

(err. ? Gazzetta di Milano ?, 14 settembre 1816, Arrivi e Partenze). 2 Contrariamente a quanto afferraa il di Breme, le due relazioni in questione si trovano sul ? Gior

nale Italiano ?, rispettivamente del 15 settembre 1809 e del 6 agosto 1810. 9 In quest'epoca Grassi stava ultimando il suo Dizionario Militare che uscira a Torino negli ultimi

giomi del 1816.

10

117680} 16 ottobrc 1816

Mio caro Peppe, ti rendo grazie come so con parole, che veramente non ho mai parole corrispondent i

ai miti affetti; non meno nell'amicizia che nell'amore b vero ci5 che disse il pin amorevole dei poeti: chi

pub dfr coirCegli arda & in picciol fuoco. Ti prego di non ristare e di battere il ferro mentre b rovente; cio

signified nel caso nostro che tu venga sollecitando il Sig. Avocato (sic) Bessone1, onde si compiaccia di tosto

elfettnare le sue cortesissime esibizioni, e mi tragga fuori dalla Biblioteca Reale dei bei documenti, sui

Crociati Piemontesi; molto si ha da sperare dalla gentilezza di quel benevolo personaggio e so che Io

soceorre una doviziosa erudizione. Su, via mio Grassi, spicciati, fammi tenere, o scritte o stampate, quelk

cbiacchiere Napioniche, ch'io non mi saprei d'altronde prowedere; ne ci6 ha da bastare; il discorso del

Cav. Dnrandi suppone che vi abbia copia di documenti storici; tu fammi almen conoscere i titoli dei

pin principali 2. Credo poi che tu credi bene ch'io credo siccome non vorrei lasciare intentato il nostro

imiversale Vernazza ch'io provai ognora cosi inclinato a favorirmi.

Fin qui per cid che riguarda Pepoca dei Crociati. Ma tu mi promettesti non meno di adunarmi una

ricca enpellettile storico-critica delle ultime nostre imitazioni, e quanto s'ha di piu recondito e di piu

malizioso in ogni ramo di politiche o diletterarie vicende; anzi ne pigliasti memoria in iscritto sotto gli orrhi

1 L'abate Bessone era membro delFAccademia delle Scienze di Torino e laureato in Diritto. Inse

gnava Storia e Disciplina Ecclesiastica alia Facolta di Teologia e spesso, come risulta dai giornali del

tempo, (cfr. ? Courrier de Turin ?, 16 novembre 1812) teneva corsi straordinari presso quella facolta. * Relativamente a questo progetto confronta la lettera 17668 del luglio 1816.

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Page 21: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

538 f. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI d'ERIL

della pericolosa Jenny ed ora ne verbum quidem. 9 Ti prego non intiepidirti in questa faccenda di cui ti

addossastipure con tutta gentilezza il fastidioso incarico.LuigiPellico ha comunicato agli amici suoi di cost*

un articolo di letteratura che ci fa stare in sull'aspettativa d'una tua uscita anti-Romantica. Qua invece

pare che meditandovi sopra la parte awersa s'impoverisca di giorno in giorno piu di combattenti. E forsa

finirla perche sono aspettato da Lord Biron (sic) gloriosissimo successore dei Classicisti4. Addio, amami

se il puoi, ch'io sono il tutto tuo Ludovico di Breme

P.S. Due linee di sopraggiunta per dirti che si h pensato a te in occasione di un fiorito pranzo che

ho imbandito, in riguardo a Lord Biron (sic), a lui e ad una frotta di bell'ingegni, intendi i Monti, i Bel*

lotti, Borsieri, del Negro, Bechet, (sic) senza contare il dottissimo Hobouse (sic) viaggiatore in Grecia Ota

compagno di Biron (sic) e quel colonnello Finch, noto costi e rifiutato a buon diritto. Povera letter*

tura rituale! povera scienza di ripetizionc! povera disciplina di umane lettere, se il genio irrevocabile, da noi mandato con fervore e candore di coscienza, verra come si va sperando ripetuto da tre o quatt-ro simili crocchi in Italia, e se perfino i Bellotti ci daranno vinta la causa, e i Monti saranno ridotti a contrad

dire se stessi e gli scritti loro per sostenere I'onor dell'avita bandiera, e a spropositare per combattere.

Addio, sempre caro.

Al Sig. Sig. Giuseppe Grassi Membro deirAccademia di

Torino

3 Nessuno, fin qui, a nostra conoscenza, e riuscito ad identificare con certezza Jenny, questa miste

riosa arnica del diBreme,ben conosciuta tuttavia anche dalGrassi.Solo una supposizione pud essere quella che ravvisa in essa Barbarina dal Pozzo o Deifina Balbiano. In tempi precedenti altri amori del di Breme erano stati la Contessa Porro, Carlotta Marchionni e Donna Teresa Agazzini. 4

Byron era arrivato a Milano proveniente da Londra il 12 ottobre 1816 insieme a Hobhouse; e vi si tratterra fino al 5 novembre (cfr. ? Gazzetta di Milano ? del 14 ottobre 1816).

11

[17666] <fra il geniiaio e il maggio 1&17>

Grassi mio, che diamine ti vai sognando ch'io ti abbia rimproverato di rinfrescata amicizia con quel tristo di Bertolotti? Egli lo ha detto e se n'e vantato: io non so fin dove egli potrebbe avere teco spintft la dimostrazione dei suoi pentimenti; dunque io sono perdonabile almeno d'aver accennato un dubbio.

So bene ch'io ruppi definitivamente con lui per le mariuolerie sue contro di te, e che dopo d'allora nep

pnre un saluto non se lo ebbe da me. Scusami ad ogni modo: io non ti volli, ne saprei mai offenderti.

Se mi vuoi toccare il cuore accogli il mio amico Berchet *, che ti trasmette la presente, con tutta cor

dialita,e addrizzalo come va,ond'ei vegga e conosca,e tocchi con mano ogni cosa costi, che tale h lo scopo

1 L'amicizia fra di Breme e Berchet b un fatto noto. Si ripensi a quella pagina della Lettera semiscria, in cui Berchet, riferendosi al Discorso, riconosceva a di Breme di aver detto per primo in Italia ? cose che non tutti sapevano dire o che si ostinavano a non voler dire ?. Da parte sua l'abate di Breme, grato di questo apprezzamento, rendera al Berchet omaggio non meno vivo in un passo del Commentaire: ? M. Berchet rccompose Tinspiration en la saisissant dans ses principes, il evoque toutes les puissances d?" l'ame d'abord, toutes cellcs de la nature esterieure; les charmes et les phenomenes des climats, le?

certitudes, les esperances, les rigueurs meme de la religion immortelle des Chretiens; nos lois, nos faita, nos usages; il prouve que nous avons la un beau champ; il nous exhorte a epuiser sur ces sujets toute In faculte d'amour et de terreur: toutes les aptitudes d'elegance et de vigueur, d'essayer toutes les touch??

males et volupteuses dont nous sommes doues ?. Tuttavia egli soggiungeva: ? C'est dommage qap- sa

grande habilite a traduire n'ait pas ete employee plus fructueusement?. (cfr. Grand Commentaire, cd. cit. pp. 145 e 147). Ignoriamo in ogni caso, le ragioni di questo viaggio del Berchet a Torino.

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Page 22: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI 539

del venirvi suo. Dappertutto dove tu stesso lo potrai accompagnare mi farai gran piacere di farlo tu stesso, ma raccomandalo e puntellalo almen bene del resto. Fallo in nome mio conoscere all'amico Peyron2. Ce

sare ha da essere troppo affaccendato onde tenerlosi vicino e aintarlo gran fatto; nullameno glielo racco

mando per introdurlo presso la Diodata: e tu recaviti espressamente in qualche ora, ed ivi fagli onore.Pre

sentalo pure al mio Emmanuele 3 se egli b ancora costi, perche la Contessa Masino mi scrive 4 d'un di

tni viaggio in Isvizzera e forse gia vi s'awib. Insomma ti raccomando il Sig. Berchet con tutta quella sincerita di affetto che te lo ha da rendere prezioso. Non ti fo il suo panegirico, perche sarebbe materia

lunga, ed al tuo buon naso ogni poco e superfluo quando si tratta di persona colta e piu che colta, anzi

decisamente letterata.

Mandami il tuo Dizionario 5. Aspettati ad una mia una rumorosa uscita Europea; ma non ne fa motto

?ol Berchet che nulla ne sa 6.

h'io riceva una volta quei benedetti Crociati. Jenny ti saluterebbe a sapere ch'io ti scrivo: addio

il tuo Ludovico di Breme All'Amatissimo Sig. II Sig. G. Grassi Socio della R. Accademia

di Scienze e belle lettere

Torino

8 Amedeo Peyron, (1785-1870) orientalista e filologo classico. Allievo del Caluso e intimo amico del Boucher on. La sua fama b legata ai suoi studi sulla lingua copta.

8 Emanuele dal Pozzo della Cisterna era cugino del di Breme da parte materna: la madre del di Breme era infatti Marianna dal Pozzo della Ci9terna. Emanuele dal Pozzo partecipo attivamente ai moti del

*21, anzi ne fu uno dei capi. Arrestato il 5 marzo 1821 mentre rientrava in Piemonte da Parigi, la polizia trovo nella sua carrozza libri, manoscritti d'argomento patriottico, un cifrario segreto. Fra alcune lettere di cui era latore, una era diretta a G. Grassi. Fu condannato in contumacia il 10 agosto 1821 (cfr. F.

LfiMttl, II Processo del Principe della Cisterna, ? Biblioteca Italiana di Storia Recente ?, 1923). 4

Questa e una nuova prova (ove ce ne fosse bisogno) della esistenza di una corrispondenza del di Breme eon la Contessa di Masino. Tuttavia non ci risulta assolutamente se e dove questa corrispondenza sia eonservata. Ricordiamo che la Contessa di Masino era nipote di Tommaso Valperga di Caluso.

6 II Dizionario Militare del Grassi era allora da poco uscito. 8 Preannuncio del Grand Commentaire che doveva uscire proprio nell'estate del 1817.

12

117667] 19 giugno <1817>

Mio caro Grassi,

il tenore di questi magnati e di questi distributori di ricompense letterarie, dice il tenor loro

verso di te, se non fosse infinitamente bestiale e da quegFignoranti e stupidi che essi sono sarebbe iniquo e infame.Io credeva che il ministro dei canoni (sic) e delle bombe ti sdebitasse egli con lo stampatore o che

tutt'al manco comperasse una dugentina di esemplari: non ce n'andava meno a volerne provvedere gli stabilimenti e gli uffizi disciplinanti, insegnanti e amministrativi: tra le Universita poscia, i collegi e i

dilettanti infine,e gli specolatori sopra libri,era da sperare che il Piemonte solo ti rinfrancasse abbonde

volmente dalle spese... piglia pazienza caro amico: ricorri alia virtu del Savio, giacche sono inutili frat

lanto le virtu del cuore e delFingegno patriotici1. Oh Fernambucco! Oh! Rio Janeyro! ma, oh! vecchia

carogna Europa. Non voglio piu che tu garra ne io garro teco sui generali e sulle dottrine teoriche, per

che tu ed io c'incontreremo forse un giorno, ma intanto e fuor di dubbio che siamo partiti in letteratura

1 II Dizionario Militare del Grassi era uscito negli ultimi del 1816. Come si vede, le speranze del Grassi che il successo della sua opera si traducesse anche in un tangibile affare editoriale, erano andate del tut to deluse.

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540 K. KAUCHTSClilSCHWlLI MELZI D'EJKIL

da punti e principi diametralmente oppoati2: bensi ad ogni congiontura di qualche particolare, vi ti far&

sapere come ho fatto teste le raie riverenti ma svincolate animadversiones e sara un dirti, vedi qui una prova della mia teorica, nel mal suono o mal senso, o rnal effetto comunque che a me sembra faccia cotesto tuo

modo o tuono, o color i to, o anche pcnsiero. Bensi una gran massima t'andro ricantando ad ognora, cioe

che quei tuoi studi di lingua, sono inferiori di troppo al tuo ingegno,e te lo soffocheranno alia lunga ft lo

impressioneranno si che non saprai stendere piu le ali fuori di quella sfera molto piu rituale che non filo

sofica e sostanziosa, nel modo che la contempli e la percorri tu. Berchet h penetrato di gratitudine vwroo<

di te e di Plana 3. Non vorrei che venisse mai costi niun forestiero, per non udire ci6 che ne raccontano,

ritornando. Vedi reslo d'amore per la tenera nudrice. Monti tirisaluta. Jenny b sempre quella sans pw?ille che mi piaceva anni fa, e mi sembro vieppiu col conoscerla meglio. Iddio la feliciti nella scelta del m&rito,

piu che non ha fatto colla Luigia. Gherardini ha dato il secondo Tomo della traduzione di Schlegel: e mi

pare che la stampi pit! per la gola d'appiccicarvi note e censure che per altro: quelle note poi sono una

gran pompa di tutta la Sapienza Gherardin [e]sca in fatto di lctteratura drammatica italiana. Goldocu b

innalzatn alle nubi, e pure innalzano alle nubi parole e magre ragioni, rifritte le mille volte 4. Ho g?wto che dicimo il tutto loro e il piu che saimo dire: che cosi dimostrano siccome il piu loro, e un ben jpoc* as

soluto. Del resto v'ha in quelle note una non comune familiar ita colle dottrine pin accreditate fra i p>rc cettisti. Addio, amami. Vieni a vedere. Tra poco vedrai e udrai ben altre Crociate irropermi add?9do?

il tuo Ludovico A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi

Membre de I'Academie Royale des Sciences

a Turin

13

[17682] 19 giugno <mi>

Ti ho da chiedere uu gran servizio. lo soqo impcgnato col Bettoni e coi Professor i Longhi e Carcn^ai1 di dar loro una vita di Andrea Doria pel 28 di Luglio termine perentorio, dal quale non posso in cosciensa

prescinderc d'un minuto. Ora la mia salute c gia di troppo offesa per una bestiale fatica cui sto soggiactt&do e che mi occupera sino a tutto il mezzo luglio 2.

2 Grassi era fautore e grande sostenitore delle Accademie. In seguito accettera di eollaboraf? cm U Monti nella Proposta con un Parallelo dei ire vocabolari italiano, inglese, spagnolo (1818-1819). Di Brewae, come abbiamo gia visto e come possiamo nuovamente constatare in questa lettera, non perdeva occa ftione per vituperare le Accademie e gli Accademici in generate. Tuttavia era sua convinzione che il Graast fosse trnscinato fra gli accademici senza convinzione, ma che ne fosse al disopra. Ricordiamo Tappeodice del di Breme al Grand Commentairei Considerations sur les vicissitudes du langage et le sysl&me des puriHt*, 8 Berchet nel corso del suo viaggio a Torino era evidentemente stato ben accolto dal Grassi ? dftl gruppo dei suoi amici e ne aveva messo al corrente il di Breme. Fra questi si era particolarmente dfctinto il Plana, scienziato dell'Accademia, professore di Matematica e Scienze. Anche il suo nome si trova mi Dizionario dei Compromessi fra i Sospesi e poi Riammessi (cfr. A. Manno, op. cit.). 4 La prima edizione delle Opere dello Schlegel apparve infatti a Milano nel 1817. Una seconda cdisioto^ uscira nel 1844. Di Breme, alludendo ad un passo della prefazione a questa traduzione cosi si esprimera nel Grand Commentairei ?Pourquoi-donc M. Gherardini pour venir a bout de sa traduction de M. Schlegel, implore-t-il a genoux dans sa preface qu'on lui permet d'emprunter de la langue franchise tout plem de mots?? (cfr. Grand Commentarire, ed. cit., Nota E).

1 Longhi e Caronni curavano iufatti la Collezione delle Vite di illustri italiani, fra le quali avrebbe

tlovuto comparire questa Vita di Andrea Doria. 2 La fatica a cui allude di Breme e la starnpa del Grand Commenlaire, che uscira a Gincvra alia-fine

del luglio del 1817.

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Page 24: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LfcTTERE INEDrTK 1)1 LCD0V1CO Dl BKEME A CIUSDTE CBASSI 541

Allora sard slim to, ne potro certamente in dieci soli giorni dettarla. Ti prego sottentra tu fin d'ora

aiTinipegno mio; ella h per te picciol briga che hai alia mano simili generi di componimenti: Si tratta di

qvella raceolta di illustri italiani e sai che sono vite di poca estensione. Leggi il Cappellani, biografo del

Doria, insnlso ma copioso scrittore, troverai molto nella vita del Giovio e nella storia dei tempi suoi, e

alevni cenni significanti nelle lettere del Castiglioni annotate dal Serassi, uomo valente come sai 3. Rispon diaai favorevolmente e pensa pure che non mi avrai mai potnto essere maggiormente benefico.

Te Be scongiuro. Addio il tno Ludovico

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi,

aembre de fAcademie Royale des Sciences

de Turin

L. Cappellani, La vita di Andrea Doric, Venezia, 1565; P. Giovio N., Historiarum sui temporis ab anno 1494 ah annum 1547, lib. XLV, Firenze 1550; P. Giovio, Gli elogi, vite brevemente scritte di uomini illustri di guerra, antichi ? moderni, Venezia, dc Rossi, 1557; Sehassi P., Notixie intorno al C.te Baldassarre Castiglione traite dalle di lui lettere scritte a Madama Luigia sua Madre e altre notisie interno a C. Gonzaga, Roma 1760.

14

(17*83] 30 giugno 1817

Mi riapondesti: per poco che il tempo fosse piu lungo... ilfarei e pro oltre se la cosa pub protrarsi,

sottentrerl volentieri al tuo carico. Or bene; tanta b la copia dclla faccenda e brighe onde sono tribolato:

coal malconcia la mia salute, che ad ogni patto nol posso far io, e invece ho impetrato dal Gav. Longhi an respiro sino a tntto Agosto: si che vedi che hai doppio spazio di tempo, ed a meraviglia lo puoi ora intra

prendere a conficere. Che mi parli di Bettoni? L'obbligo mio a cui gentilmente sottentri e tutto in verso

del Longhi non pin del Tipografo; questi ha fatto cessione al suddetto d'ogni sua ragione, ed a

lui non a Bettoni tu avrai da mandare in nome mio la tua vita del Doria, pel 1? di settembre al pin tardi:

via non pigliarlo in trastullo e non ridnrti a mancar poi di parola: intendiamoci bene fin d*ora,e sia cosa ferma

e ribadita senza eccezione. Con ci6 tu mi sei benefattore pria che nol ti posso dimostrare coi fatti: ma non

paseera forse un mese che tu avrai campo almeno di vedere siccome ad ogni opportunity che mi si pre

senta di segnalare la nostra amicizia e la mia stima di te, niuno ne lascio trascorrere *. Sto nell'aspetta*

zione di prossimamente rivedere la mia contessina2: sono tre anni ormai che non ci riabboccammo, per

buona sorte non ti resta ora costl con chi scherzare sul doppio significato di quella parola, non essendovi

Emmanuele, a cui so molto bene che vai comunicando ad ogni tratto di molte tue perfidissime profanita

1 II di Breme non dimentichera questa promessa e nel Grand Comment air e dedichera a Grassi il passo segnente: ? En merae temps M. Grassi, Piemontais, auqnel nous sommes redevables depuis peu d'un

complet dictionnaire de termes militaires italiens, et qui fait actuellement de profondes etudes sur l'eco

nomie politique se plaint a son tour de notre indigence sur cette matiere. Pour conserver tout un poids a ces deux t6moignages, que je choisis entre tant d'autres, il faut que je dise que ces deux ecrivains les

fournissent malgre" eux, et que la seule force irresistible de la necessite a pu l'emporter sur la rigueur des

principes qu'ils professent, et sur leur attachement a la legitimite her edit air e des mots. Tous deux ne

voudraient etre redevables qu'a nos expediens indigenes et jusque la ils vont d'accord avec tant d'au tres puristes qui n'ont pas ensuite, comme eux, la bonne foi de reconnaitre que nous manquons d'un suf fisant assortiment de moyens. C'est que la bonne foi de M. Gherardini et Grassi, resulte de leur philoso phic devrait etre la seule qui se melat de ces discussions^, (cfr. Grand Commentaire, ed. cit., p. 219 e sg.).

2 Non si sa null a di piu preciso circa l'identita di questa ? contessina ?. Essa non deve per certo

identificarsi con Jenny.

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Page 25: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

542 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI D'ERIL

iugiuriose alia tutta eterea natura dei miei affetti. Comunque sia, te'l perdono per lo passato, giacchc so

che i lussuriosi fanno come i dannati e a poter portare il peso della propria vergogna si vanno cercando

attorno quanti piu complici possono: ma emendati una volta, castiga corpus tuum ed in servitutem redige: fai'o anche per amore dei tuoi occhi, i quali mi pare piangano le colpe inferiori e allora mi renderai giu stizia senza niuno sforzo usare teco stesso. Ti prego procacciarti se non Thai e mandarmi senza indugio i'indirizzo di Emmanuele a Parigi, che ho perduto quello da lui datomi, e mi preme rispondergli; ma av

verti di ricercarlo con disinvoltura onde non manifestare ch'egli b cola, a chi nol sapesse e se tu nol sapevi, fa le viste ch'io non te l'abbia detto. Addio.

il tuo tuissimo Ludovico A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi membre

de TAcademie Royale de

Turin

15

[17685] Milano 24 settembre 1817

Aspetto con impazienza che tu mi scriva d'aver trasmesso al Cavaliere Longhi la vita d'Andrea Dor ia

e te ne rioffro i miei piu sviscerati ringraziamenti. Ritorno in questo punto dal mio viaggio, che fu per tutta una nieta dolorosissimo. II soggiorno di Cope (sic) m'ha vibrato il povero cuore *. Come hai tu trat

tato i miei inglesi? Addio il mio Peppinuccio. Vedrai gran bella traduzione del Giaour di Byron dell'avo

cato (sic) Rossi, mio amico stabilito in Ginevra, amico del traduttore di Ossian 2. Addio, Puriste *.

il tuo Ludovico

A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi, Membr*

de l'Academie Royale a Turin

1 M.me de Stael, come h noto, era morta il 17 luglio di questo stesso anno. Di questo secondo sog giorno a Coppet abbiamo un'altra testimonianza in una lettera che di Breme scrive alia Contessa id'Al bany: ? Intanto figuratevi lo strazio del mio cuore nel rimettere piede in quel castello ch'io lasciai radiante di festivita e di ogni splendore ove la vita era cosi tutta sublime attiva e la piu eletta e la piu squisita che mai fosse altrove. Fui fatto sedere a mensa nel luogo suo, tutto e stessissimamente e puntualmente serbato cio che si usava vivente Lei, ond'e che l'immaginazione h dovunque investita dalla sua presenza e dalla sua persona ?. (cfr. C. Antona - Traversi - D. Bianchini, op. cit., p. 239). 2 Su questa traduzione cfr. la recensione di F. Pezzi nelle Varieta dello Spettatore: ? II Giaurro,

frammento di novella turca, scritto da Lord Byron e recato dalVinglese in versi italiani da Pellegrino Rossi, Cinevra, 1818; F. Pezzi, Lo spettatore lombardo ossia miscellanea oVarticoli pubblicati nel giornale dal 1809 al 1821, I, p. 125). 3 Nel Grand Commentaire, da poco uscito, di Breme aveva dedicato in appendice un'intera, lunga, nota che inizia: ? Voici quelques reflexions a propos de la langue italienne et du systeme des puristes ?. In questa nota l'Autore esordiva la sua trattazione dell'argomento sottolineando come la lingua, meravi

glioso veicolo del pensiero, e il mezzo che affretta il progresso dello spirito umano. Cosi la perfezione del

linguaggio potenzia la poesia vera che imita la natura, addolcisce la vita e consacra all'immortalita i fatti umani. Piu oltre di Breme nominava l'inno ad Alceo del Foscolo e il Monti in generale. Tuttavia il difetto dei nostri giorni, proseguiva l'A., e che le parole, il fraseggiare, sono rimasti indietro rispetto aj'e osservazioni che sono state fatte, dei pensieri a cui si e giunti, della cultura. Tutto e in evoluzione e ? Com ment voudroit-en adapter encore a des pareilles formes de la pensee, le large habit de notre vieil italien??

aggiungendo poi che guai a quello scrittore che non ha capito che ogni secolo deve avere il suo stile e il suo carattere al fine di rappresentarne i sentimenti. II pedante non ha affatto il senso del suo secolo e si aggrappa al gusto ispirato da ben altri tempi; tradisce quindi se stesso ad ogni passo, mancando di buona fede e di verita. Contro le dottrine dei puristi il di Breme riaffermava che: ?le modele du style se trouve dans nous meme, c'est notre mesure d'intelligence, c'est notre tournure de sentiment...?.

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Page 26: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INLDiTK DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE CRASSI 543

16 117686]

Milano, 15 ottobre 1817

Dolcissimo Amico, quando Bagetti1 mi richiese il Commentaire onde recartelo, io non me Pavea.

Ora che lo tengo in pronto da spedirne alcune copie al mio Emmanuele fra le quali una per te, non so che

vi sia occasione di viaggiatore. Se i Teologi non avranno cosa da opporvi ne fard mandare nna trentina a

Bocca2: intanto gliene trasmettro uno onde lo sottoponga a questa vostra bestiale censura. Se ti dovessi

trascrivere ci6 che me ne viene scritto da Ginevra, non avrei piu luogo nel foglio da dirti altro. Non sola

mente queH'operetta ha trovato li un gran rumore di plauso, ma sembra che l'autore sia divenuto viep

pin caro a quella gente, e indicibili prove ne ricevo ad ogni istante per lettera dei piu cospicui, e delle piu amabili persone, e mi fanno le piu dolci premure ond'io scelga quel paese a mio soggiorno, giacche dicono,

?31i/ on vous meconnait en Italie, on vous aime et on vous estime hautement ici et tout le monde s*empres' sera autour de vous ?. Altri mi scrive ? quun jeune homme qui n'a jamais habit $ la France ecrive avec tant

de grace et de force et ait un coloris si efficace et un ton aussi piquant c*est etonnant et c'est presque invrai'

semblable?. Bonstetten mi dice: ? Votre livre fait furie (sic) parmi les savans et, ce que je vous envie de plus,

parmi nos belles Dames. Revenez, revenez-nous c'est le desir de tout le monde ici. Pictet fait la lecture de votrt

ouvrage a la societe. Io tiripeto in parte i giudizi degli oltramontani, onde tu sappia che ho gia a que st'ora piu ch'io non chiedeva e sperava di opporre alle putride ire inefficaci dei Gazzettieri italiani. Io li

ho coperti di abbominio, essi e i loro satelliti e le ciurme cui servono 3: b ben ragione che si ripetano altre

nuove. Ma i Bertolotti, i Pezzi huius furfuris homines perche non hanno saputo stendere un articolo

che ridondasse in biasimo del libro, e non com'e accaduto in onta e derisione loro? Anche in Milano il mio

Commentaire ha destato pel galantuomo che lo vergo, stima dei buoni, e degli imparziali: e a quest'ora tale e tanta n'e la generale compiacenza che gli articoli dello Spettatore e le Varieta del Pezzente Pezzi

non sono giunti che a produrre una vera indignazione 4.

Mutilare, travisare, imposturare, passare sotto silenzio il bello e il vero, asserire il falso, ecco la cri

tica italiana. Quei mariuoli poi sono cosi infamemente collegati che credo si dieno la mano dappertutto e quando l'uno ha incominciato a versar contumelie, il piu che facciano gli altri a favore dell'autore si e

di tacere. Ma la stoliddggine somma consiste nel credere che l'autore d'un libro siffatto sia uomo da la

sciarsi intimidire. Oh! vedranno, e vedrete tutti. Voglio morire con la gloria di non aver lasciato piu null a

da dire contro l'attuale Postribolo italiano, ai nostri nepoti; e se la pedanteria che ci ha rovinati gli studu

(non le discordie ne le sventure politiche), se non b abbastanza conosciuta finora dalle illuminate nazioni

vicine, sapro ben io dimostrarlo, e strappero io quelle corone di che alcune cervici si credono meritevoii

e colla corona un po* di pelle anche, e denudero quei crani di piombo che usurpansi ancora qualche onorc

fra noi. Fetidissima generazione di parolai presuntuosi e maligni e vili! Tu mi dai pena col menzionanni

che sei ammalatuccio. II Doria, stando alle tue replicate promesse, io lo credevo poco men che da stampo.

Ti scongiuro non farmi tornare in imbroglio. Racconta le cose adamussim e spaziati nella bravura mari

naresca di quell'ambiziosissimo volpone che noi propriamente teniamo per una specie di Washington.

1 G. P. Bagetti (1764-1831), fu avviato agli studi ecclesiastici, ma in seguito si dedico all'architet lura e alia pittura. Trascorse lunghi anni a Parigi e torn6 in Piemonte solo dopo la Restaurazione.

* il libraio-editore Bocca amico del gruppo liberale torinese. Anch'egli venne sospettato durantc i

moti rivoluzionari del 1821. Presso Bocca si riceveranno anche le adesioni per TEstero del ? Conciliatore ?. 3 Nel Grand Commentaire li aveva infatti chiamati: ?les sorciers et les fermiers de la republiquc

litteraire, les speculatcurs, les libellistes journaliers, ayant a leur ordre des bandes entieres de frondeurs

en titre et des crieurs en details ?. 4 Attraverso le pagine dello ? Spettatore Italiano ? il Pezzi aveva severamente criticato il Grand

Commentaire, concludendo che ? questa nuova opera del Cavalier di Breme e, per nostro avviso, scriif a

liberamente e non liberalmente?. II libraio Stella senti il dovere di presentare al di Breme, attraverso quelle stesse pagine, le sue scuse, asserendo di dissentire dal giudizio del Pezzi. II 12 novembre 1817, Ludovlco

di Breme indirizza allo Stella, sempre attraverso lo ? Spettatore Italiano ?, una lettera di gratitudine per i'amicizia e la solidarieta dimostratagli in quest'occasione. (cfr. ? Lo Spettatore Italiano ?, VIII,

1817, pp. 513 e sgg.; 582; 665 e sgg.).

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Page 27: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

544 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI D'ERIL

Del resto fai cosa giusta e santa a procedere cauto. Vha maniera di far sentire che tu pieghi alle necessita

dei tempi senza ne irritare i corruttori di essi tempi, ne awilirti al cospetto degli altri governati in co

mune, in guisa da rendere sensibile il tuo silenzio a luogo, a luogo. Credo che ben presto Ti mandero una

recente cosetta mia, e a questa terra dietro una di tutt'altra natura 5. Dio! Dio! il cuore nou mi sta in

petto. Nol puoi credere a qual segno io arda piu che mai.Le cose pubbliche, i begli studi che sono da farsi

tuttavia: i miei amici estinti e vivi, mi sono tutti cagione d'immensi affetti. M'immagino che tu vorrai

comunicare questa mia allo splendente Emmanuele: abbraccialo tenerissimamente e tu amami dawero

ch*io sono il tuo Ludovico amicissimo

P. S. DI a Emmanuele che non mi si e mai presentato a cui consegnare nulla per lui. Ricevo in que sto punto una lettera di Paschoud in cui si notifica d'aver egli spedito n. 13 copie del Commentaire al li

braio Pic: di cio io non Favea incombenzato: mi duole perche a quegli esemplari non sono stati posti i cartoncini sopra i molti errori producenti controsensi oltre i registrati sulFerrata, siccome ho fatto prati care su quelli che si spacciano in Milano, e tra quali ve n'ha trenta destinati per costi. Non tutti i let

tori della illuminata Torino, sanno discernere ci6 che h colpa dello stampatore da quello che potrebbe esserlo dell'Autore.

* Non si sa a quale scritto suo di Breme alluda: probabilmente a qualche articolo di prossima pubbli cazione Mil ? Conciliatore ?.

17

[17688J Milano, 25 ottobre 1817

Caro Peppino ho ricevuto la tua lettera ma non ho tempo di controrispondervi. Ti diro cosi alPinfretta

che il mio libro non e scritto per gli Italiani, e che temo tu Fabbia letto alFitaliana. II pezzo su la lingua e su lo stile e anzi sembrato una cosa sugosissiina e incontrastabile e dottrinale a Milano non che a Gine

vra, ed anche a Parigi, giusto una lettera che mi e venuta di cola in un colla tua. Le leggi io le do per note

t sottintese, e tratto dello spirito d'esse. Ti ripeto che non iscrivo per gli italiani e non ho le trippe si lasse

da sbocconcellare al minuto le cose, che se non le sanno i Dottori le hanno da sapere persino i bifolchi

nelFera in cui viviamo. Quel capitolo mi sembra il pin sostanzioso di tutto il libro 1. Circa il tenore della

mia censura,non ho da rispondere altro se non che la canaglia e canaglia: che i babbuini son babbuassi, e ne la canaglia ne i babbuassi non devono prender parte in questa materia. Goldoni non ha giovato di un acca al Teatro ne alPItalia. Non era mestiere di lui a insegnarci il buono della Commedia Latina, e non

so qual genio s'abbia immaginato che non bastasse Moliere a insegnarlo cento volte meglio. Manca sem

pre di spirito e di urbanita: spesso di morale e piu spesso di verisimiglianza. Oh! il belFingegno. II Dia

logo suo e talvolta perfctto, ma cento cattivissime commedie hanno il dialogo niente inferiore al suo 2.

Goldoni ha impedito che vi sia stato finora buon teatro in Italia, e lo provero ,non ne dubitare. Circa

la lingua francese due cose ti so dire, .Puna che non credo che mi si possa far legittimo rimprovero ne di

1 Da questa difesa del di Breme si possono intuire le obiezioni che Grassi aveva uiosse airamico dopo la lettura delFopera. Le sue critiche principali dovevano aver avuto come oggetto la lingua francese e lo stile dell'abate unite alia mancanza di enunciazione delle leggi principal!. 2 Si confronti questo passo con quello del Grand Commentaire in cui a Goldoni erano rimproverate ?la mesquine et platte figure qu*il a prete au pauvre Tasso, et les maussades commeres dont il a en toure la scene sous le nom de Duchesses et de Marquises, en vue, nous dit-on, de rendre vraisemblables ees vertiges de cette sublime et resplendissante imagination ? (cfr. Grand Commentaire, ed. cit., p. 133).

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Page 28: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INEDITE DI LUBOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASS! 545

vocaboli ne di sintassi 3: l'altra ch'io professo in pratica come avrai letto che ho professato in massima

che le style c'est Vhomme 4 ed ho il mio in Francese quanto lo possa avere un altro (che sia pensatore e sen

titore da se) in quel paese... non vorrei che quel libro t'avesse fatto aggrinzar le narici. Mi consolo dei

tuoi grandi lavori sulla proprieta. Bada che tocchi ad un soggetto sul quale ho pure gia fermate le mie

dottrine e le ho teste riconfermate nelle mie discussioni col profondissimo Sismondi. Le credo sacrosante

e giostrerei con Barabio. Intanto spero molto bene da te che ti accingi a battere Grozio e Pnffendorfio.

Addio. il tuissimo Lndovico

* Probabilmente Grassi, come gia si e detto, gli aveva rimproverato di aver scritto l'opera in francese e aveva mosso qualche obiezione alia sua conoscenza di quell a lingua. E infatti, di questa conoscenza, di Breme, cosl sicuro qui, lo era meno alia fine del Grand Commentaire, allorche, congedandosi si scusava

della ?langue dont j'ai fait usage. Pour ce qui est de mes concitoyens, je leur declare avant tout que je suis dans la serieuse intention de reparer envers eux, l'espece d'infidelite dont je viens de me rendre cou

pable par un ouvrage bien italien ,que je destine a leurs enfants, sur l'histoire des cinq derniers lustres

que nous venons de traverser; ce travail sera digne, au mo ins, par son impartiality d'etre offert a nos successeurs immediats ? (cfr. Grand Commentaire, ed. cit., p. 151).

4 Nella gia citata nota al Grand Commentaire sui puristi, di Breme concludeva: ? Le style est Vhomme

meme, a dit Buffon: le style est tout l'homme ?.

18

[17694] <agosto-settembre 1818 >

Grass i mio!

so che avete menzionato lodevolraentc il nostro Conciliatore nella vostra Gazzetta, cd io cd i

miei consoci ve ne professiamo gratitudine, non meno che al Sig. Professor Vassalli da cui venne a noi

lo stimolo di farlo *. Auguro agli Italiani del di d'oggi, primamente di saper leggere il Conciliatore; po

scia di scrivere un altro giornale che agli occhi degli spassionati e svincolati e dei veggenti, bilanci od

anche ecclissi il nostro alloro; mi dico che se noi facciamo bene gli altri fanno meglio; e viva VItalia]

intanto ai sussurroni non si bada; che di quella razza non fu mai penuria nel nostro stivale. Chi critica,

e non fa meglio, o fa cose cento volte peggiori, e non conosce la filosofia del mOndo attuale, n l'oro bat

fiifa all'orologio dei secoli, colui fa il suo mestiere e noi il nostro. Se non ci avessc di siffatti guasta-me

stieri, non farebbe bisogno del Conciliatore in Italia; ne della Minerva in Francia, ne della review a1'Edin

burgh, ne dell'Allgemeine e si qui alii extent huiusdem furfuris. Mille volte vi abbiamo schizzato nette nette

1 Si riferisce all'articoJo della ? Gazzetta Piemontese ? del 23 luglio 1818 inserito sotto la rubrica Inter no: ? Ci corre d'obbligo d'annunciare ai nostri lettori che al 3 del prossimo settembre uscira in Mi

lano, due volte la settimana, un nuovo giornale che ha per titolo "II Conciliatore". Quest'opera perio dica tutta letteraria lascia ben augurare di per se quel tanto che gli scrittori di essa hanno pubblicato nel manifesto d'associazione. Ci spiace che i confini di questo foglio non ne comportino la ristampa. Ogni parte delle scienze umane e filosofiche vi verra trattata con sugosa brevita e con disinvoltura di stile, onde diffonderla e renderla comune in tutti gli angoli d'ltalia, o presso tutti i suoi popoli. Noi crediamo che gli AA. del Conciliatore saranno per corrispondere alle loro promesse e questa nostra fiducia h awa lorata dai nomi di alcuni tra i maggiori scrittori italiani e esteri, i quali concorrono al nobile scopo di

questo giornale. L'ltalia piu d'ogni paese dovrebbe essere inclinata a favorire queste lodevoli imprese, ora principalmente che tutta intera pud rivolgersi agli studi e sentire il bisogno di ripigliare quel primato che gia aveva sulle altre nazioni, non solo in fatto di poetica e di lettere ma altresi in fatto di scienze. Noi dunque raccomandiamo il Conciliatore ai nostri lettori, portando opinione che quanto piu si molti

plichino le opere di tal maniera tanto maggiore sara la guerra che si fa da ogni parte all'ignoranza e agli errori ?. II Prof. Antonio Vassalli, era insegnante di Fisica alia Universita di Torino e Socio della R. Acca demia delle Scienze. Da quanto scrive il di Breme, a lui potrebbe essere quindi attribuita la paternita di questo articolo.

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Page 29: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

S46 F. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI D'ERIL

le nostre dottrine estetico-letterarie; io credo aver parlato chiaro, e dalFaccoglienze che hanno gli scritti

miei fuori d'ltalia, debbo credere che i pensatori pensano ormai tutti ad un modo. Ma or ora il Concilia'

tore portera a svolgere in quattro numeri consecutivi Pintero corpo di quelle idee che tanto hanno spa ventato il sanedrim classico-chinese 2. Entro questi limiti consentiremo ad essere giudicati sentenziati, e se occorre anche scomunicati. Non vi figurate sempre ch'io dica di voi ci6 che dico a voi; ve lo scrivo

come vi scriverei le mie opinioni sul Dei d'Algeri o sul Capo di Buona Speranza, senza percio credervi

ne" un mameluk ne un ottenlotto. Ed anzi giacche eccone il destro, uditemi e sia una volta per tutte. Io noa

voglio che voi, ne altri amici miei, siate ne romantici, ne ideologi, ne estetici, ne critici-psicologi, n6

cosa al mondo che non vi piaccia d'essere, e a cui non vi sentiate da natura inclinato. Voglio che vi mo

striate antiromantico se il siete, e non sono si goffo da augurarne minimamente male delPingegno vostro;

bensi crederd che avete un gusto incompatibile in tutto, dico in tuttissimo, col gusto mio, e che, abitanti

del medesimo mondo, voi ed io ci veggiamo per entro disparatissime cose, ed b un tutt'altro ordine d'idee

quello che vi par giusto e sorride a voi, da quello che a me. Ma non per ci5 vi stimo ne men erudito, n6

men sagace ne men ornato di amabili talenti, ne men destinato da natura alia gloria letteraria; amcro

sempre piu aver da combattere un rivale come voi, che non essere simpatico a cento cosidetti romantici

che tali si credono perche nulla sanno di classico. Io credo che la miglior arra per divenir sommo estetico,

sia Faver toccato il fondo delle dottrine di tutti i tempi, e aver saputo adorare quanto se Fmeritano le

divine bellezze di Omero, di Sofocle, di Virgilio. Voi in particolare se avete un difetto letterario agli occhi

miei, non b gia penuria di sensi o di idee; ma piuttosto il sacrificar questi e quelle a cio che chiamate

stile e non b in gran parte che un rituale di quei tempi in cui anziche abbondare, si mancava tuttavia

di stile. Io vi rimprovero non gia la vostra freddezza ne pochezza ma tutt'anzi il tradire che fate le vostre

naturali dovizie, e lo spender tanto bel tempo intorno alle formole, mentre potreste dispensare tante cose

reali e nuove e sode, e utili. Forse m'inganno anche su di cio; ma che ritenfgo] la nostra amicizia ha da

essere indipendente da sifatte discussioni, ne s'ha da misurare il talento e Fabilita, o il merito delFamico

dalla simiglianza delle sue colle nostre dottrine.

Or dunque, ecco suggello che Giuseppe sganni. Scrivetemi piu di spesso e ricordatevi che Paraicizia di un

galantuomo come Ludovico non e cosa da trascurarsi; che diamine stimate voi al mondo se non gli af

fetti di persona sicura e fervorosa? Scrivete alPillustre Botta che veramente egli m'ha spaventato con

certe sue lettere piene di disprezzo contro Locke e Condillac e sifatta gente. Se gli studi di lingua condu

eono passo passo a simili errori, primi di tutti gli uomini stimer6 i sordomuti non educati. Ma come si fa

per5 a non amare e rispettare un Botta? Mi sono dunque appigliato al partito di non gli scrivere, onde non

provocare consimili bestemmie. D'allora in poi torno ad essere tutto suo e lo tengo in quel prezzo che

un tant'uomo si merita. Addio Giuseppe sta sano e amami Ludovico di Breme

8 II a Dialogo tra un Chinese e un Europeo ? apparve, a firma del Pecchio, sul ? Conciliatore ? del ril ottobre 1818, ma non ebbe seguito.

19 [17696]

<ottobre 1818>

Caro mio Grassi, sono afflitto dalle vostre afflizioni *. Emmanuele me le accenna, e quel non sa

perle che vagamente le accresce forse alia mia immaginazione. Cio non vi impedisca di fare cordiale ac

coglienza al mio buon Conte Pirro de' Capitani che viene costi per pochi giorni, e a cui promisi fin da mesi

1 Qneste afflizioni sembrano essere sempre relative alia famosa malattia agli occhi da cui era tor

ment ato il Grassi.

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Page 30: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASS I 547

indietro una lettera per voi *. Tutto cio che v'ha di piu desiderabile in fatto di cuore e di lealta c in lni,

ha spirito ameno, idee festive e giusta idea del mondo. Lo raccomando anche all'impareggiabile nostro

Cisterna. II Conciliatore v'ispiri almeno la stessa ammirazione che concedete a Orazio Cocleo. II numero

e le insegne delle falangi che gli stanno a fronte farebbero morire di paura tutt'altri che noi. Mancomale!

II Coraggio il piu impavido h indivisibile dalle imprese, indipendenti da ogni mira di lucro, di protezione, di part it o. Addio, la febbre mi travaglia

il vostro Ludovico Al Sig.

Sig. Giuseppe Grassi

dell'Accademia Reale delle Scienze

di Torino

t Pirro de' Capitani di Sondrio e Scalve, (1797-1834), patriota, profugo in seguito ai fatti del 1821,

processato e condannato a soli sei mesi di carcere per le sue relazioni familiari dopo il suo rientro in Lom bard ia nel 1830. Egli era anche amico del Confalonieri, di Emmanuele dal Pozzo, di Prie, di Pecchio. Anche Stendhal in una lettera del 27 novembre 1819 da Milano cosi lo raccomanda a Mareste: ? Je vous

recommande M.le Comte de Capitani, jeune homme infiniment de feu et d'esprit que sa fa mi lie envoie a

Vienne, et qui, avant de voir le Danube, veut prendre une idee de Paris. ? (cfr. Stendhal, Correspondance. a cura di H. Martineau, Paris, 1934, vol. V, p. 289). Questo soggiorno a Parigi del de' Capitani e ulterior men te provato da una lettera di Pahlen al Confalonieri da Parigi, il 28 febbraio 1820: ? J'ai rencontre

1'autre jour a l'Opera le jeune de' Capitani? (cfr. G. Gallavresi, op. cit., II, p. 215).

20

[17690] 25 novembre 1818

Caro Grassi, Emmanuele ,^i ha trasmesso le vostre lettere; e vi sono tenuto pel tenore di esse. Nel

ritorno suo costi ve ne rechera egli una piu lunga della presente in cui sara quistione dei fatti nostri. Per

ora vi prego trovare nn momento ad altro per farvi tutto orecchie e tutto zelo per questi signori Raboni

e Merighi; il primo e professore di flauto, il secondo di violoncello, allievi entrambi del Conservatorio di

Milano, entrambi interessano particolarmente il mio Padre e me per conseguenza; ma cio che piu vale, entrambi sono esimi nell'arte loro e sara una vera delizia udirliY. Vi prego enixe di dare awiamento alle

academie cui vogliono invitare i torinesi, di procurar loro numeroso concorso, di predisporre favore

volmente il pubblico e insomma di fare in modo che tornino qua soddisfatti della loro armonica spedizion**. So che non potrei appoggiarli meglio, e percio non do loro altra lettera; voi valete presso gli uni e

presso gli altri. Addio, vi abbraccio esteticamente e sono

il vostro Ludovico A Monsieur

Monsieur Joseph Grassi

de l'Academie Royale des Sciences

de Turin

1 Sotto la rubrica: /. R. Conservatorio del ? Corriere delle Dame ? del 7 ottobre 1815 leggiamo i nomi di Giuseppe Raboni e di Vincenzo Merighi quali i migliori allievi del Conservatorio, premiati in quell'anno per il violoncello e per il pianoforte.

2 II Grassi non manchera di fare qualcosa per questi due musicisti raccomandatigli dal di Breme. Si veda la ? Gazzetta Piemontese ? del 10 dicembre 1818 che cosi li presenta: ? I Signori Raboni e Me

righi di Milano, antichi Allievi del Conservatorio di Musica di Milano, e suonatori distinti uno di flauto e l'altro di violoncello daranno domani sera un concerto al Teatro Carignano. Questi egregi professori sono gia conosciuti per il loro talento: basti a noi d'averli ammirati?.

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Page 31: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

548 f. KAUCHTSCHISCHWILI MELZI d'ERIL

21

[17697] 6 <gennaiop> 1819

Caro Grassi, vi ringrazio con tutto il cuore del la vostra sincera e nobilissima lettera. Vi raccomando

Milord Kinnaird: l'adorabile Emmanuele vi dira o gia vi avra detto, che siamo amicissimi1. Pocbi uo

mini piu di lui amabili, piu colti, piu nudriti di grandi e robusti principi patriotici e politici. Praticate

a di lui vantaggio e in tutta la sua forza il precetto fare ad altri cib che vorremmo fosse fatto a noi. Dite a

Emmanuele che gli ho scritto per la via del Conte de' Capitani raccomandandogli quel buon giovine; dite lo stesso a Giuseppe Grassi della Cademia (sic) del Gran Sapere, e rendete le mie grazie a Emma

nuele per la sua fervorosa lettera. Non ometteremo di mandare sia a lui che alia Contessa 2 l'incontaminato

foglio azzurro. Mi raccomando perche leggiate e mi sappiate dire il vostro giudizio intorno La Leggenda

Profetica di Fra? Pancrazio dell'Orciuolo*. Delia vostra etimologia non ho tempo d'intrattenervi,e ne var

rebbe assai. Soltanto vi rammento ch'io fui il primo a consigliarvi quel genere d'indagini, come quello ehe s*appoggia a basi sicure ed ha per cosi dire il fondo storico del diritto positivo della lingua. Ma pensai

sempre ad un tempo che non va scompagnato quello studio da quello delle cosidette Sinonimie. Perche

se la storia etimologica dei vocaboli giova tuttavia a rintracciare il valore loro attuale in alcuni casi, e

molto piu vero che non serve le piu volte che a rammemorare il valore ed il significato nativo 4. Frattanto

Vuso trasformatore dei significati originari ha modificati e travisati i medesimi a tal segno che da lui, non da cid che fu in alcun tempo, alcune voci, s'ha da ricevere oggidi norma e direzione. Pero il vero si

gnificato, quello che i pedanti vanno a cercare mamaluccamente nel Vocabolario dei quadrupedi della

Crusca, il filosofo lo cerca nel vocabolario delle idee e chiama a paragone con queste il materiale della sua

lingua. Questo paragone s'istituisce col cimento delle sinonimie, ed allora soltanto viene in cognizione di

ci5 che manchi o ridonda nell'u5o,e frattanto acquista un finissimo discernimento del piu e del meno di

ogni vocabolo, e delle tinte e delle sfumature d'ogni voce. Esaurito intanto il primo e laborioso lavoro

dell'etimologia, ma fattone poi un solo tutto con quello delle Sinonimie e avrete giovato voi solo alia

lingua e alia letteratura filosofica meglio che cento volumi di senili proposte a"alcuni vocaboli. Perdonate

questo guazzabuglio di cose. Sono incalzato dal tempo e oppresso dal lavoro. Si e riusciti nel destare questi animi Milanesi ed eccoli in farnetico per la fondazione d'un solenne e nobilissimo Ateneo Politecnico *.

Ma il Diavolo ha voluto che l'adunanza generale m'incaricasse 1? di notificare al pubblico cotesta istitu

1 L'abate di Breme cosi scriveva al Confalonieri il 17 ottobre 1817: ? Ho qui meco il notissimo e bril iante Lord Douglas Kimiaird, amico degli amici miei d'lnghilterra e familiare delle piu cospicue persone dei nostri tempi. Desso ha modi e spirito continentali, ma dottrine e principi Britannici: fu impiegato sotto Fox allorche trovavasi per tesoriere Lord Lansdown, sotto nome di Lord Petty. Ha stampato in

argomenti politici e conosce assai bene le arti di cui b appassionato: ricco, ricchissimo, ei spende ch'e una

meraviglia per un inglese d'oggidi. Lo avremo per due anni in Italia e per uno credo in Lombardia, a co minciare dal prossimo maggio ?. (cfr. G. Gallavresi, op. cil., I, p. 351) ed il 2 settembre 1818, Teresa Confalonieri scrivendo al marito gli annuncia che Lord Kinnaird ha ora portato a Milano tutta la famiglia e che ha preso alloggio in casa del Duca Visconti ma ? egli e talmente dimagrato e invecchiato ch'io non lo riconobbi sulle prime ?. (cfr. G. Gallavresi, op. cit.,I.p. 420 Inoltre,probabilmente si tratta del medesimo

Milord Kinnard di cui scrive il conte Alfieri di Sostegno al conte di Vallaise da Parigi il 16 giugno 1817

(Archivio di Stato di Torino; Lettere di Diplomatici, anno 1817) ? J'ai su que ce fut Lord Kinnaird celui qu'on fit partir de Paris, il y a un an, comme un zele Bonapartiste, qui alia prier le Due d'Orleans de donner quelque chose pour les secours des Francais refugies dans la Belgique, que le Prince s'y refu sait et que F Anglais insista en disant: ? enfin ce sont des Francais dans le besoin et V. A. ne peut pas etre desapprouve de faire un acte de generosite bienfaisante a leur egard ?. Le Due donna 200 louis on le mit a la tete des souscriptions et on eut soin de faire circuler la note.

1 ? la Contessa Eufrasia di Masino. 3 La Leggenda di Fra Pancrazio delVOrciuolo dello stesso di Breme era comparsa sul ? Concicliatore ?

del 17 settembre 1818. 4 II Dizionario dei Sinonimi del Grassi uscira nel 1820. * Su questo progetto dell'Ateneo troviamo numerose testimonianze. Innanzi tutto, fra le carte

sequestrate al Ressi il 28-6-1821, fu rinvenuto appunto uno scritto che illustrava quali avrebbero dovuto essere gli scopi di questo Ateneo, ? nel quale si sarebbero introdotte delle cattedre di chimica, di mate matica e di altre scienze che, applicate alle arti, avrebbero dovuto agevolare la cognizione dei metodi

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Page 32: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

LETTERS INEDITE DI LUDOVTCO DI BREME A GIUSEPPE CRASSI 5-49

zione, col mezzo d'un programma di cui mi tocco di sostenere io la discussione a oncia a oncia, 2? di far

parte di una giunta di tre individui a cui e commesso di organare il tutto. Mi e toccata la legislazione della

Presidenza, del Consiglio d'Ispezione, della Segreteria Generate, dei due Consigli di Censura; lo statuto dei

corgi di insegnamento sia ordinari che estemporanei, e tutte le discipline relative. Aggiungete a questo le cure

politiche annesse a questo studio e il negoziato colla gia esistente societa d'incoraggiamento onde per moverla a trasfondersi in noi, e a recare tosto con se il corredo di mobili, la Biblioteca, e un capitale di

denaro ch'ella possiede. Finora tutto b riuscito.La compenetrazione ebbe luogo; ma per parte del governo si sta in forse tuttavia. Questa alleanza di tutte le classi sociali intorno ad uno scopo cosi filosofico, gli da

qualche sospetto. Nullameno le promesse verbali sono tali da incoraggiare. Addio, addio. Sartirana; vi saluto cordialmente. Addio...

<Ludovico di Breme>

piu vantaggiosi al bene della societa sot to il rapporto delle manifatture e delle arti?, ed aggiunge che, per quanto gli e noto, fara parte del progetto ?la benemerita Societa d'Incoraggiamento ?. (Cfr. Pagine inedite del Conciliatore, a cura del Comune di Milano, Museo del Risorgimento, 1930). Inoltre il Confalo nieri, scrivendo al Capponi il 4 luglio 1819 gli illustra a lungo il progetto di un bazar ? come puoi vederne uno a Soho-Square ? accanto all'Ateneo, e cio costituirebbe il centro ? della vita elegante, attiva e utile di Milano ?. Secondo un'altra lettera del Gonfalonieri al Conte Giberto Borromeo il 21 luglio di quello stesso anno questo Ateneo avrebbe dovuto sorgere nel luogo della <c Chiesa e Claustro del Giardino ? e ? dei casini di proprieta della Nobile Societa ?. Tuttavia, nonostante la seduta preliminare di cui parla il di Breme in questa lettera, il Governo non concedeva il permesso di aprire questi ? stabilimenti?. Ancora il 15 novembre 1820, allorche di Breme era ormai morto da tre mesi, il Confalonieri si rammarica col

Capponi che ?l'Ateneo ed il Bazar attendono ancora la suprema sanzione. 6 caso disperato per il primo, v'ba qualche speranza per il secondo ma chi sa quando ? (cfr. G. Gallavresi, op. cit., II, pp. 119,138, 360).

22

[17699] Milano, 4 febbraio 1819

Mio caro Grassi, giacche siete neH'intenzione di condurre voi una ristampa dell'America di Botta1,

per la parte filologica letteraria, fate del resto a modo mio e intendetevela in tutto col nostro buon amico

cd editore Sig. Ferrario, che si trova essere appunto il rimpressore di codesta opera. Troverete in lui lo

uorao che vi conviene, e ne sarete forse piu soddisfatto che di quegli altri avidi specolatori a cui vi siete

rivolto. Spiegategli netto e tondo le vostre proposizioni, ch'egli vi rispondera lealmente e onestamente.

Per amor di Dio menate a tondo il tagliente in quell'irto e svenevole terreno; siate l'Ercole di quella stalla.

Addio. il vostro Ludovico di Breme

Al Sig.

Sig. Giuseppe Grassi, Membro della R.

Accademia delle Scienze di

Torino

1 Su quest'opera di Breme cosi si era espresso nel Grand Commentaire: ? Nous disions et nous main tiendrons de plus en plus que toute cette vieille et ignoble langue de nos idiots compilateurs de croni

ques, n'est bientot plus que de l'arabe pour les dix-neuf vingtiemes des lecteurs: que cela repugne, que cela ennuie et me me ne se comprend decidement plus: ces propositions ont fait horreur, mais tandis qu'el les faisaient horreur, VHistoire de rindependance de VAmirique de M. Botta restoit encore en fonds de

boutique en Italie et on y lisait de preference la traduction francaise de M. de Sevelinges: le texte ori

ginal se debite encore aujourd'hui grace a 1'importance du sujet: on en prepare meme une premiere edi tion italienne, mais ce qui est bien digne de remarque c'est que l'editeur annonce qu'il placera quelques notes au bas des pages pour traduire des termes et aplanir le style ? (cfr. Grand Commentaire, ed. cit.t nota E, p. 218).

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Page 33: LETTERE INEDITE DI LUDOVICO DI BREME A GIUSEPPE GRASSI

550 F. KAUCHTSCH1SCHWILI MELZI D'ERIL

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[17669] <1818-1819>?

A<mico> C<arissimo>. Sia cura della vostra gentile amicizia, mio caro Grassi, di far inserire

I'annesso articoletto nella vostra Augusta Gazzetta. Io ed i comuni amici di Milano ve ne saremo tenutis

simi; oltrecche vi deve animare la persuasione di fare cos a per se buona, dando pubblicita ad una cosa

esemplare, e su di cui pu6 tornare non inutile di destare a poco per volta l'attenzione dei nostri inerti

concittadini. Non e mestieri vi dico cbe non andrebbe fatta la minima variante nel tenore di questa reda

zione. Fate animo ed inghiottite la parola organizzazione e quella di locale perche il chiaro e Vowio stanno

innanzi al legittimo di convenzione, e sono la sola qualita legittima nell'ordine della ragione, se non in

quello del Talmud. Addio, mio carissimo. E giunto da Genova quello spietato e modesto latinista cbe a

forza di spondei e di dattili ha buscato una pensione.

Venerdi II ben vostro Ludovico 1

1 Tutte le indagini compiute per datare questa lettera sono risultate purtroppo vane; ne alcun articolo abbiamo trovato nella ? Gazzetta Piemontese ? che possa essere in rapporto con tale richiesta del di Breme. II carattere e il tono del biglietto orientano tuttavia a considerarlo come uno degli ultimi docu menti di questo carteggio e a datarlo fra il 1818 e il 1819.

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