le razze allevate in umbria -...
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Informazione&Zootecnia Progetto realizzato da Associazione Regionale Allevatori dell’Umbria con il finanziamento del Piano di sviluppo rurale per l’Umbria 2007-2013, Misura 111 Azione A.
UNIONE EUROPEA
BIODIVERSITA’:
Le razze allevate in Umbria
Il “Cuore Verde d’Italia” è una regione la cui grandezza non sta
nella sua ampiezza territoriale (è al 16° posto tra 20 per
estensione della superficie) ma nelle varie realtà naturali che la
caratterizzano e che consentono la creazione di numerosi
microambienti variabili per clima, condizioni del terreno, stato
della vegetazione. In questo contesto non ci si può di certo stupire
della varietà di razze animali da allevamento presenti, alcune
certamente tipiche del luogo, ma altre acquisite grazie anche
all’impegno degli allevatori, senza i quali non si sarebbe mai
potuto parlare qui di Biodiversità.
A.R.A. Umbria Associazione Regionale Allevatori dell’Umbria
SEDE LEGALE ED OPERATIVA di Perugia: Via O.P. Baldeschi, 59 06073 Taverne di Corciano (PG) Tel.: (+39) 075 6979217 Fax: (+39) 075 6979221 E-mail: [email protected] PI: 00561490541 SEDE OPERATIVA di Terni: Viale D. Bramante 3/A 05100 Terni Tel.: (+39) 0744 300998 Fax: (+39) 0744 304870 E-mail: [email protected]
INFORM
AZIONE&ZOOTECNIA
BIODIV
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Le razze allevate in
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Umbria
Informazione&Zootecnia: Biodiversità: le razze allevate in Umbria
UNIONE EUROPEA
La genesi e la fisionomia del paesaggio rurale
umbro come noi lo conosciamo adesso è
strettamente legato alla millenaria presenza di
coltivazioni ed allevamenti. L’Umbria è ricca di storia e tradizioni legate all’agricoltura ed all’allevamento e la varietà di ambienti rurali che si riscontrano è il secolare frutto di
interazioni tra uomo piante ed animali.
L’attività di selezione degli allevatori ha determinato la creazione di un gran numero di
razze ognuna delle quali adatta ad un
particolare tipo di territorio ed ambiente. Ciò
ha permesso la nascita di numerose tradizioni
alimentari tipiche legate alle tradizionali
forme di allevamento messe in atto.
Di recente si è evidenziato però un allarme
legato alla riduzione di risorse genetiche con
una diminuzione delle razze autoctone e locali
che in alcuni casi rischiano l’estinzione o sono fortemente minacciate dall’esiguo numero di capi presenti. Ciò è dovuto in
alcuni casi all’espandersi delle cosiddette razze cosmopolite che nel corso degli anni
hanno soppiantato le razze autoctone per la
loro migliore resa economica. La sostituzione
della razze autoctone con poche razze
cosmopolite è una dei fattori principali che ha
influito maggiormente sulla erosione della
biodiversità zootecnica.
La domesticazione degli animali ha avuto
inizio circa 12000 anni fa. Attualmente si
preferisce considerare il processo di
domesticazione come una forma di
mutualismo che ha agito modificando il
patrimonio genetico ed il modo di vivere di
uomini ed animali. Il diffondersi
dell’agricoltura, con conseguente controllo
delle risorse alimentari, e dell’allevamento animale ha permesso all’uomo di colonizzare ed espandersi in nuovi ambienti. Gli animali
si sono adattati ai nuovi ambienti che l’uomo ha scelto per l’allevamento e ciò ha dato origine alla grande variabilità delle
caratteristiche morfologiche e produttive degli
animali zootecnici determinando la notevole
varietà di razze che caratterizzano la
biodiversità zootecnica.
Nel mondo esistono circa 50000 specie di
Mammiferi ed Uccelli ma solo una quarantina
sono state sottoposte a domesticazione
dall’uomo ovvero solo quelle che presentavano le migliori caratteristiche sul
piano produttivo e di adattamento
all’allevamento. Questo limitato numero di specie addomesticate ha spinto l’uomo alla ricerca di una elevata variabilità delle
caratteristiche all’interno di ogni specie, ciò si traduce in un elevato numero di razze con
caratteristiche differenti in grado di adattarsi
alla varie esigenze produttive ed alla diverse
condizioni ambientali.
Le razze bovine nella
regione
Bruna
La Bruna è una razza cosmopolita diffusa in
tutta Italia, in Europa, nelle Americhe in
Africa e in Oceania. La razza ha origini
straniere ma dato il lungo trascorso selettivo
effettuato in Italia si può parlare di Bruna
Italiana. Le sue origini sono probabilmente da
un bovino del Caucaso ma la sua culla
d’origine è il cantone svizzero di Shwyz dove dal 1500 nella abbazia di Einsielden venne
allevata e sottoposta ad un sistematico piano
selettivo per esaltarne le attitudini produttive
di latte.
La principale attitudine produttiva oggi è il
latte con ottime percentuali di proteine e
grasso ma all’inizio del secolo era considerata a duplice attitudine carne e latte. La scelta di
dare nell’indirizzo selettivo preminenza al
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Informazione&Zootecnia: Biodiversità: le razze allevate in Umbria
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latte è stata fatta per assicurare competitività
economica alla razza.
Il mantello marrone dal chiaro allo scuro,
uniforme. La cute della mammella è priva di
pigmentazione. La testa elegante espressiva di
media grossezza con presenza di corna in
entrambe i sessi. Linea dorsale rettilinea con
groppa lunga e larga. Mammella saldamente
attaccata con quarti regolari, capezzoli di
giuste dimensioni uniformi, cilindrici e
perpendicolari.
La razza è presente con pochi soggetti in
Umbria generalmente si affianca negli
allevamenti per aumentare le percentuali di
proteine e grasso nel latte di massa.
Frisona
Razza cosmopolita nella più ampia accezione
del termine, è allevata in tutto il mondo. Da
oltre 100 anni allevata in Italia è ormai da
considerarsi razza italiana a tutti gli effetti ed
è la più diffusa ed importante tra tutte le razze
bovine. Originaria dell’Olanda a tutt’oggi non
esistono più ceppi autonomi dato il vasto
scambio di riproduttori fra i vari paesi del
mondo ed il largo uso della fecondazione
artificiale con seme congelato.
Spiccatamente ad attitudine latte con
produzione medie di 90 q.li a lattazione è la
principale produttrice di latte d’Italia e dell’Umbria. I vitelli di Frisona sono utilizzati per la produzione di vitello a carne bianca o
di vitellone leggero (450/480kg).
Il mantello è pezzato nero o rosso, testa
espressiva distinta e vigorosa con occhi
vivaci. Linea dorsale rettilinea groppa lunga e
larga. La mammella anteriormente è
moderatamente lunga e saldamente attaccata,
posteriormente attaccata alta e larga con
legamento sospensorio centrale ben marcato,
capezzoli di giuste dimensioni perpendicolari
al centro di ogni quarto di forma cilindrica.
La razza è largamente diffusa in Umbria ed è
la più numerosa tra le razze di bovine da latte.
Pezzata Rossa
L’origine della razza è abbastanza complessa, anche se di selezione ed origine italiana si
colloca nel grande gruppo delle razze pezzate
rosse di derivazione Simmenthal. Originaria
del Friuli dopo la Prima Guerra Mondiale è
stata ripetutamente incrociata con vari ceppi
europei di bestiame Simmenthal
(austriaco,svizzero, bavarese) che ne hanno
fortemente influenzato le attitudini produttive
spostandole progressivamente da una triplice
attitudine (lavoro,latte,carne) ad una duplice
(latte,carne) con una buona predominanza per
la produzione del latte.
Mantello pezzato rosso di tonalità dal
fomentino chiaro al rosso mogano, pelle
morbida e non troppo sottile. Testa di media
lunghezza leggera e fine, tronco ben
proporzionato e sviluppato in tutti i suoi
diametri, groppa ampia e quadrata con torace
largo e profondo almeno la metà dell’altezza al garrese. Mammella attaccata larga ben
sviluppata con pelle fine, capezzoli
equidistanti e ben conformati.
Allevata in tutta Italia, in Umbria è presente
in un esiguo numero di allevamenti per la
produzione del latte ed in alcuni allevamenti
da carne come balia.
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Chianina
La culla di questa razza si trova in Val di
Chiana e comprende anche le provincie di
Siena, Firenze, Pisa, Livorno, Arezzo e tutta
l’Umbria. L’origine risulta controversa anche
se molti autori credono che la razza sia giunta
in Toscana ed Umbria con gli Etruschi,
riferendosi al fatto che nell’antica Roma i sacrifici con i bovini bianchi furono introdotti
da Numa Pompilio originario proprio della
regione Umbro-Sabina. Dopo la caduta
dell’impero romano la razza cadde in declino e fu solo dopo la metà dell’800 che si ebbero i primi segnali di ripresa che coincisero con i
grandi interventi di bonifica agraria conclusi
ai primi del Novecento e che portarono ad un
grande progresso dell’agricoltura. Il Libro Genealogico fu istituito nel 1932 e mirava ad
ottenere animali dalla duplice attitudine
carne-lavoro, solo in seguito gli indirizzi
selettivi cambiarono per avere sempre più
animali produttivi e rispondenti alle esigenze
del mercato portando ad esaltare le
caratteristiche legate alla produzione della
carne.
La Chianina è il gigante della specie e la sua
selezione è volta a produrre soggetti con
spiccata attitudine alla produzione della carne,
con ottime caratteristiche organolettiche e
bromatologiche.
Il mantello è bianco porcellana nelle femmine
e nei maschi oltre l’anno d’età, i tori possono avere gradazioni grigie. La testa leggera,
espressiva con profilo dritto, corna presenti in
entrambe i sessi corte e sottili. Tronco
cilindrico profondo, largo e lungo, linea dorso
lombare dritta con groppa larga. La spalla è
muscolosa e ben aderente al tronco con cosce
il più possibile muscolose.
E’ allevata in tutta l’Italia Centrale con alcuni nuclei di una certa consistenza in Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo.
Marchigiana
Deriva dai bovini giunti in Italia con le
invasioni barbariche del VI sec. d.c. Dopo la
seconda metà dell’800 gli allevatori cominciarono ad incrociarla con tori di razza
Chianina per aumentare l’attitudine alla produzione della carne. Successivamente si
accorsero che con il miglioramento
dell’attitudine carne aumentava anche la mole che rendeva i bovini meno adatti al lavoro.
Così agli inizi del Novecento si diffusero gli
incroci con tori di razza Romagnola che
ridussero la taglia e migliorarono la
conformazione. Con l’istituzione del Libro Genealogico nel 1932 si abbandonarono gli
incroci e si cercarono nella popolazione
soggetti idonei, la razza così si caratterizzò
verso il bovino che oggi conosciamo.
La razza è di tipo da carne con notevole
sviluppo muscolare del treno posteriore,
particolarmente precoce, si adatta anche ad
ambienti difficili.
Mantello bianco con pigmentazione nera delle
mucose orali e delle aperture naturali, cute
fine e sottile. Testa con profilo rettilineo
espressiva con corna brevi bianche a punta
nera. Tronco lungo cilindrico, linea dorso
lombare rettilinea con dorso lungo e largo e
groppa muscolosa. Spalla larga e muscolosa
aderente al tronco e coscia ampia spessa e
convessa con accentuato sviluppo muscolare.
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Nella regione Umbria è presente in alcuni
nuclei anche di elevato valore genetico, ma
trova la sua maggior diffusione nelle Marche,
Lazio Abruzzo e Campania.
Maremmana
Discende da bovini provenenti dalle steppe
asiatiche, di cui si hanno tracce già prima
degli Etruschi, che sarebbero poi stati
incrociati con bovini podolici giunti in Italia
al seguito degli invasori provenienti dalla
Russia meridionale (Unni). Da ciò è originata
la razza Maremmana che ha caratterizzato per
secoli gli ambienti malarici della Maremma
Laziale e Toscana. Con la bonifica dei terreni
paludosi la razza ebbe un notevole impulso
grazie ad una intensa opera di selezione. Nel
1932 fu istituito il Libro Genealogico e la
selezione fu incentrata sui caratteri
morfologici. Dopo la Seconda Guerra
Mondiale e con la progressiva
meccanizzazione dell’agricoltura la razza subì una contrazione numerica considerevole,
oggigiorno comunque l’ambiente rustico in cui si è creata le permette di colonizzare aree
che prima le erano precluse.
La originaria duplice attitudine si è spostata
verso la produzione della carne cercando di
non tralasciare la sua spiccata rusticità,
robustezza scheletrica e tonicità muscolare
cercando di preservare una popolazione che
non ha comunque una numerosità elevata.
Mantello di colore grigio con tendenza al
grigio scuro nei maschi e grigio chiaro nelle
femmine, pigmentazione delle mucose nera
con pelle elastica ed untuosa. Testa leggera
con corna a semiluna nei maschi e a lira nelle
femmine. Groppa larga, lunga e muscolosa,
dorso lungo e largo con muscoli ben
sviluppati. Spalla muscolosa con profilo
convesso, coscia ampia discesa e muscolosa.
Allevata in pochi esemplari in Umbria è
notevolmente diffusa in Toscana e Lazio dove
si adatta benissimo al duro ambiente
maremmano.
Charolais
Originaria della Francia della regione di
Charolais-Brionnais è da considerarsi razza
cosmopolita a tutti gli effetti con eccellenti
capacità di adattamento dai climi temperati ai
climi rigidi a climi subtropicali. Da sempre
presente nella regione di origine dopo la metà
del 700 ha progressivamente perso la sua
duplice attitudine (lavoro-carne) per e con la
progressiva espansione lungo la valle della
Loira dalla metà dell’880 è stata definitivamente selezionata per la produzione
della carne
L’indirizzo produttivo quindi è la carne e si
caratterizza anche per ottime qualità materne
ed eccellenti doti pascolative.
Mantello di colore crema derivante
dall’associazione tra peli bianchi e cute rosa con mucose di colorazione rosea. Testa corta
con fronte ampia e bocca grande, corna in
entrambe i sessi. Tronco cilindrico con treno
posteriore imponente, linea lombare rettilinea
e groppa larga, petto largo e muscoloso,
groppa larga convessa e ben discesa.
Attualmente è allevata in Umbria in un
numero discreto di allevamenti di non elevata
consistenza, è più presente nell’Alto Lazio e
Sud Italia.
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Limousine
La razza è originaria della Francia dalla
regione di Limousine (distretto di Limonges)
ed ha origini antiche visto che disegni
raffiguranti questi bovini sono stati rinvenuti
nelle grotte paleolitiche di Lascaux. Un volta
era a triplice attitudine (latte-carne-lavoro) ma
dall’ultimo secolo e mezzo è stata selezionata principalmente per la carne, attitudine nella
quale dimostra di eccellere. La razza è
cosmopolita tanto che la si ritrova in tutti i
continenti ed è apprezzata per le sue capacità
materne e la facilità al parto.
La principale attitudine produttiva è la carne
che è stata esaltata dallo schema selettivo che
punta oggigiorno ad una elevata resa a
macello e precocità di maturazione
commerciale.
Mantello fomentino vivo non troppo carico,
un po’ più chiaro sotto il ventre e l’interno coscia. Testa corta forte con collo corto spalla
muscolosa. Petto largo ed arrotondato, linea
lombare rettilinea con groppa larga , natica
larga discesa e ben convessa.
Allevata in Umbria con un buon numero di
allevamenti con una discreta presenza di
soggetti è presente in maniera più consistente
nell’Appennino Tosco-Romagnolo e nel Sud
Italia.
Le realtà suinicole locali
Cinta Senese
Le origini di questa razza sono molto antiche
e risalgono al Medioevo. Esistono
testimonianze pittoriche che rappresentano
questo suino, la più conosciuta delle quali è la
raffigurazione “Effetti del buon governo” del Lorenzetti presso il Palazzo Comunale di
Siena. Altre rappresentazioni di Cinta Senese
si trovano in affreschi e dipinti del XII secolo
in diverse chiese della campagna senese.
L’area di origine di questa razza è compresa tra l’alta valle del fiume Merse e l’alta valle del fiume Elsa. Negli anni Quaranta ricopriva
un ruolo fondamentale nella suinicoltura
toscana ma tra gli anni Sessanta e Novanta ha
subito un drastico calo demografico tanto che
il Libro Genealogico aperto negli anni Trenta
fu prima chiuso negli anni Settanta e poi
riaperto come Registro Anagrafico solo alla
fine degli anni Novanta.
Cute e setole di colore nero con presenza di
una cinghiatura bianca continua caratteristica
che circonda completamente il tronco
all’altezza delle spalle includendo gli arti, il passaggio tra nero e bianco può essere
graduale e non netto. Testa di medio sviluppo
con profilo fronto-nasale rettilineo orecchie
direte in avanti e in basso. Tronco
moderatamente lungo di forma cilindrica e
torace poco profondo, linea dorso-lombare
rettilinea groppa inclinata, coda attorcigliata.
Arti medio lunghi sottili ma solidi.
Produttrice di carne di ottima qualità,
apprezzata soprattutto per la trasformazione di
salumi tipici. Ha la particolarità di depositare
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grasso in gran parte come lardo con relativa
poca infiltrazione nelle masse muscolari.
Le razze asinine tra
Perugia e Terni
Asino dell’Amiata
Origine Alla fine dell’800 era ben individuabile
attorno al gruppo montuoso dell’Amiata, una popolazione asinina uniforme a mantello
grigio con caratteristiche zebrature agli arti e
croce scapolare. La forma snella e la grande
agilità permettevano agli asini Amiatini di
accedere a luoghi impervi e scoscesi. Al
tempo stesso nevrile e di buona indole, ebbero
ampia diffusione per essere utilizzati nei
tradizionali Palii.
Attitudine Soma, tiro leggero, cavalcatura, idoneo allo
sfruttamento delle aree marginali. Oggi molto
utilizzato per il trekking e onoterapia
Aspetto Il mantello è grigio sorcino crociato, con
zebratura agli arti,orecchie con orlatura scura,
muso con infarinatura e ventre grigio chiaro.
La testa è proporzionata con orecchie dritte e
ben portate, il collo forte e muscoloso. Razza
di dimensioni medio-grandi (i maschi
raggiungono un altezza al garrese di 147cm),
ha una struttura forte, con spalla dritta e
muscolosa, petto aperto e torace profondo,
arti solidi e robusti e linea dorsale distesa ma
ben sostenuta.
Asino dell’Asinara
Origine Autoctono dell’omonima isola, l’asino dell’Asinara sembra che derivi da una forma
di albinismo incompleto dell’asino sardo. Sulle origini ci sono opinioni diverse, voci
raccontano la presenza dell’asino bianco sull’isola fin dal dalla fine del secolo scorso, probabilmente abbandonati dagli asinaresi
quando si trasferirono a Stintino a seguito
della trasformazione dell'isola a demanio
dello Stato. Altri studi li farebbero derivare da
asini bianchi importati dall'Egitto, nel 1800,
dal Duca dell'Asinara.
Sono circa un centinaio gli esemplari di asino
dell'Asinara che vivono allo stato brado
sull'omonima isola della Sardegna. Oggi sono
presenti piccoli nuclei in tutta Italia.
Attitudine Originariamente utilizzati da soma, tiro, mola.
Oggi rivalutati per l’attività di onoterapia e ludica con i bambini e per l’allevamento legato all’agriturismo.
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Aspetto Il mantello è bianco con cute rosa, l’occhio rosa o celeste. Le dimensioni sono
notevolmente ridotte, l’altezza al garrese non deve superare i 105 cm. Comunque presenta
una struttura forte e muscolosa con testa
quadrangolare, collo corto e muscoloso, spalla
dritta e corta. Gli arti sono robusti con
articolazioni spesse e larghe. Il piede è
bianco, piccolo e poco resistente.
Asino di Martina Franca
Origine La tradizione vuole che l’asino di Martina Franca derivi dall’asino catalano, importato nella Murgia dai Conti di Conversano
all’epoca della dominazione spagnola. Non esiste però alcuna certezza al riguardo. Si
ritiene, infatti, che nella zona esistesse già
prima un tipo di asino di forme sviluppate e di
mantello scuro, migliorato poi con l’asino spagnolo.
Attitudine Soma, tiro, sfruttamento dei terreni marginali
e pietrosi, produzione mulattiera. Oggi molto
utilizzato per il trekking e l’onoterapia.
Aspetto Il mantello è morello, con addome e interno
delle cosce grigio, infarinatura del muso,
muso ed occhiaie con alone focato e crini
neri.
La razza è di imponente grandezza: lo
standard prevede un altezza al garrese minima
di 135 cm per i maschi. La struttura si
presenta forte e muscolosa, la testa con fronte
larga e piatta, non troppo pesante, ganasce
ben sviluppate e canale ampio. Arcate orbitali
prominenti; orecchie lunghe, diritte, larghe
alla base, bene attaccate e mobili, con
padiglione ricco di peli.
Il collo deve essere muscoloso, con larga base
di attacco e spalla giustamente inclinata e ben
attaccata.
La linea dorso-lombare è rettilinea, con
regioni larghe, muscolose e armonicamente
attaccate.
Gli arti sono robusti, con stinchi e pastoie
corti, articolazioni larghe, spesso asciutte ed il
piede deve essere ben diretto, solido e
preferibilmente largo.
Asino Ragusano
Origine Zone di origine sono i territori dei Comuni di
Ragusa, Modica, Scicli e S. Croce Camerina.
Gli asini presenti da sempre in Sicilia erano
riconducibili all'asino di Pantelleria, diffuso in
provincia di Trapani ed alla "razza siciliana"
comunemente detta ed estesa in tutto il
territorio insulare. Le due "razze" incrociate
tra di loro e con l’asino di Martina Franca, con qualche rinsanguamento dell’Asino Catalano, diedero, seguendo una serie di
incroci a più vie, alcuni prodotti molto validi.
A seguito di questi incroci, soprattutto in
provincia di Ragusa, si trovarono soggetti
dalle buone caratteristiche di sviluppo e
conformazione. Si lavorò molto su questi
soggetti incrociandoli in stretta
consanguineità per cercare di fissare in
maniera piuttosto rapida, il complesso dei
caratteri veramente pregevoli ancora oggi
riscontrabili. Si adatta con facilità ai climi
rigidi e in passato è stata utilizzata nel Nord
Europa.
ARA
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Attitudine Soma, tiro e produzione mulattiera. I suoi
muli sono stati utilizzati con successo dalle
truppe alpine negli ultimi conflitti. Oggi
molto utilizzato per il trekking e l’onoterapia.
Aspetto Il mantello è baio scuro, con ventre grigio
chiaro esteso anteriormente e posteriormente
alle facce interne degli arti fino ai due terzi
dell’avambraccio e della coscia, focatura agli
occhi, infarinatura del muso con peli rasati
ben delimitati fin sopra le narici con
sfumature focate, criniera e coda nere.
La testa non è pesante, con bella espressione,
a profilo quasi rettilineo, con fronte larga e
piatta, orecchie ben portate e di giusta
lunghezza, occhi grandi a fior di testa. Il
collo, ben attaccato alla testa ed alle spalle, è
muscoloso e la spalla deve essere lievemente
diritta e ben attaccata.
Gli arti forti e robusti sono caratterizzati da
avambraccio muscoloso, stinco e pastoia di
media lunghezza, garretti larghi, con
articolazioni ampie e robuste. Il piede deve
essere ben conformato con unghia dura e nera.
Per essere ammesso al Registro anagrafico
l’asino ragusano deve avere un altezza minima di 138 cm per i maschi e 130 nelle
femmine.
Asino Sardo
Origine La presenza della specie nell’isola è antichissima. Furono i sardo-punici ad
incrementarne l’allevamento con finalità agricole e di trasporto. Secondo altri autori
avrebbe origini neolitiche o legate
all’importazione fenicia e infine, per altri, di provenienza africana.
La riga mulina crociata, il mantello sorcino,
più chiaro sull’addome, sulle occhiaie e sul muso e le dimensioni sensibilmente inferiori
permettono di distinguerlo dalle altre razze
asinine italiane. Denominazioni differenti
sono state date all’asino sardo a seconda delle zone: burriku nelle regioni meridionali e di
probabile origine spagnola; poleddu e ainu
usati in Barbagia e nel Goceano; molente la
dicitura maggiormente diffusa nell’isola e legata all’utilizzo della macina del grano.
Attitudine In origine da soma, tiro, anticamente da mola,
oggi è molto utilizzato per lo sfruttamento
delle aree marginali, per il trekking ed
onoterapia.
Aspetto Il mantello è grigio sorcino con riga mulina
crociata e bordo scuro delle orecchie. Possono
essere presenti zebrature alla spalla, agli arti e
ventre chiaro. La Criniera è scarsa e più scura
del colore del mantello, la coda lunga e con
scarsi crini.
La Testa è pesante, quadrangolare a profilo
rettilineo, le orecchie lunghe e dritte, il collo
corto e la spalla dritta e corta.
Gli arti sono robusti, gli appiombi regolari ed
il Piede piccolo e duro.
L’altezza al garrese deve essere inferiore ai 110 cm
Equini in Umbria
Cavallo Agricolo Italiano Tpr
ARA
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Origine La zona d’origine della razza è rappresentata
dalla pianura Veneta, Ferrarese e Friulana.
Successivamente l’area d’allevamento si è estesa progressivamente coinvolgendo in
particolare ampie fasce dell’Italia Centrale e Meridionale. La razza nasce agli inizi del 900,
quando lo sviluppo in senso sempre più
imprenditoriale dell’agricoltura nella Pianura
padana e le esigenze dell’Esercito, con particolare riferimento all’artiglieria, rendevano sempre più evidente la necessità di
una consistente e qualificata produzione
nazionale di cavalli da tiro. Dopo numerose
prove d’incrocio della popolazione di fattrici della Pianura padana con le più rinomate
razze da tiro europee, le aziende della pianura
orientale, che ricadevano sotto la
giurisdizione del Deposito Stalloni di Ferrara
(diretta emanazione operativa del Ministero
della Guerra), si orientarono con decisione
verso gli stalloni bretoni di tipo Norfolk-
bretone.
Attitudine tiro pesante rapido, lavori agricoli, produzione
di carne, oggi molto impiegato per gli
attacchi, nel turismo equestre e come cavallo
da sella.
Caratteristiche Il Cavallo Agricolo Italiano da T.P.R. è una
razza di mole notevole con un peso negli
adulti variabile da 700 a 900 kg.
La spiccata precocità di sviluppo e la buona
attitudine lattifera della fattrici consentono di
ottenere in condizioni ottimali puledri che già
a 7-8 mesi possono superare i 400 kg di peso.
La statura minima a 30mesi è di 146cm per le
femmine e di 150 cm per i maschi. La statura
preferenziale di questi ultimi è compresa tra
156 e 162 cm, mentre per le femmine è di
153-160 cm.
Cavallo del Catria
Origini La zona di origine è il Monte Catria e
l’Appennino centrale, in particolare la zona compresa tra le province di Pesaro, Ancona e
Perugia.
l continui contatti con le genti della maremma
toscana, legati soprattutto alle attività dei
carbonai, spiegano l'introduzione e l’influenza nella popolazione equina locale di cavalli
maremmani. Negli anni del dopoguerra le
mandrie equine si ridussero di molto, ma la
popolazione originaria, di derivazione
maremmana, resistette nelle zone di montagna
adatte al solo pascolo brado dei cavalli.
Dopo un periodo di incroci con diverse linee
di sangue, l'Azienda Speciale Consortile del
Catria, nel 1974, ha preso in gestione la locale
stazione di monta, controllando in particolare
l'incrocio con il Franches Montagnes, e dal
1980 ha attivato la registrazione della
discendenza allo scopo di salvaguardare e
migliorare il gruppo etnico originario.
Attitudine lavori agricoli di montagna, sella per diporto e
produzione di carne. Attualmente viene
valorizzato anche per il turismo equestre e le
attività sportive.
Caratteristiche Cavallo di tipo meso-brachimorfo, dotato di
temperamento di media nevrilità, robusto,
equilibrato e molto disponibile al lavoro.
Dimostra una grande attitudine per il Turismo
equestre. Struttura robusta e muscolosa, con
testa leggera e profilo rettilineo. Arti solidi
robusti, con articolazioni ampie ed asciutte.
ARA
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Secondo lo standard di razza sono ammessi i
mantelli baio, morello e sauro per le femmine,
baio o morello per i maschi.
Haflinnger o Avelignese
Origini Il Cavallo Haflinger ha avuto origine ed è
indiscutibilmente legato alla regione italiana
dell'Alto Adige. La tradizione vuole che fino
dal Medioevo nella zona vicino alla località di
Hafling (Avelengo), esistesse un tipo di
cavallo da montagna non molto alto,
abbastanza robusto e discendente da un
famoso allevamento di cavalli importati dal
Regno dei Borgognoni e di cui l'imperatore
Lodovico IV fece dono nel 1342 al figlio
Lodovico, Margravio di Brandeburgo, in
occasione delle sue nozze con Margherita
Maultasch, Principessa del Tirolo.
Al di là della tradizione è sicuro che la
popolazione autoctona di equini,
tradizionalmente allevata nella regione fino da
quei remoti secoli, avesse lo scopo di
trasportare le merci attraverso le Alpi
sfruttando i valichi e i percorsi lungo le
vallate dell'Adige e dell'Inn.
La popolazione equina nell'Alto Adige, nel
corso dei secoli, ha subito molti influssi,
soprattutto grazie all'importazione di soggetti
dall'Oriente, dove si recavano per scopi
commerciali i signori proprietari dei numerosi
castelli che ancora oggi si possono ammirare
disseminati sul territorio alpino.
La Razza ha preso il nome da Hafling, paese
vicino a Merano: il Cavallo di Hafling, o
Haflinger, ha da sempre indicato il cavallo da
montagna allevato in quelle zone, un animale
da lavoro e non molto pesante. Il nome
Avelignese, invece, non è che la diretta
conseguenza dell'italianizzazione del nome
Hafling che veniva indicato con il nome di
Aveligna o Avelengo.
Attitudine Originariamente cavalli da lavoro e da soma,
oggi selezionati verso modelli adatti
all’attività sportiva ed al tempo libero.
Caratteristiche Cavallo di tipo mesomorfo. Presenta un bel
mantello sauro-dorato, ciuffo, criniera e coda
con crini abbondanti, sottili, lisci e
generalmente chiari.
Di mole medio piccola ha un altezza al
garrese di minimo 137 cm nei maschi e 134
cm nelle femmine.
Temperamento docile, buona disposizione
all'attività dinamica con equilibrio tra velocità
dell'andatura e potenza dello sforzo.
Forme armoniche, solide e corrette. Piede ben
conformato, con zoccolo sano, resistente.
Cavallo Norico
Origine Il Norico (Noriker) è un cavallo da tiro
pesante originario delle valli alpine, tra
l'Austria e l'Italia.
Studi recenti fanno risalire le origini del
cavallo norico al cavallo dei Romani.
Nel Rinascimento la razza sarebbe stata
migliorata con apporti di sangue Napoletano
ed Andaluso.
Il Norico è nato nel territorio alpino, dove
ancora oggi registra la sua maggiore
diffusione; la prima stazione di monta fu
ARA
Umbria
Informazione&Zootecnia: Biodiversità: le razze allevate in Umbria
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istituita vicino a Salisburgo. In Alto Adige, il
Norico viene allevato soprattutto in Val
Pusteria e nelle valli Ladine.
Attitudine Tiro pesante lento, lavori agricoli, produzione
di carne, oggi molto impiegato per gli attacchi
e per il turismo equestre.
Caratteristiche Cavallo di Tipo brachimorfo, con torace
ampio e profondo e arti muscolosi con
articolazioni larghe e solide. L’altezza media al garrese varia tra 152 e 165 cm, mentre il
peso tra 700 e 900 kg.
Il mantello può essere sauro, sauro chiaro,
sauro scuro, baio, baio chiaro, baio scuro,
morello, maculato.
Di carattere presenta una buona disposizione
all’attività, è docile e tranquillo con
sufficiente nevrilità.
Murgese
Origine Nelle Murge, nel comprensorio dei trulli e
delle grotte, a metà strada tra l’Adriatico e lo Jonio, si è evoluta questa meravigliosa razza
di cavalli, le cui origini si fanno risalire ai
mitici destrieri dell’ imperatore Federico II°
di Svevia, che resse tra il 1212 ed il 1250 le
travagliate sorti del Sacro Romano Impero,
unendo alla passione per i cavalli, un grande
amore per la Puglia dove, a Castel del Monte,
fece costruire il suo maniero più bello,
ritenuto dagli esperti un vero e proprio
gioiello di architettura castrense medievale.
La Repubblica di Venezia, tra il XV ed il
XVI secolo, scelse la zona delle Murge per il
piu’ importante dei suoi allevamenti, con al centro la celebre masseria “la Cavallerizza”, masseria ancora esistente.
Altrettanto importante fu, nel XVI secolo,
l’allevamento della famiglia Acquaviva
d’Aragona, conti di Conversano.
La Puglia, quindi, grazie al suo particolare
ambiente pedoclimatico, è stata da sempre
terra di cavalli.
Qui si è evoluto il Murgese, cavallo
autoctono, oggi più che mai orgoglio della
nostra zootecnia.
Attitudine Il mercato del Murgese è ormai rivolto verso
attività di tipo sportivo. Infatti esso è
impiegato con successo in molte discipline
equestri come attacchi, trekking, equitazione
da campagna, dressage e fondo.
Caratteristiche Cavallo di Tipo mesomorfo. Testa leggera
con profilo rettilineo o leggermente
montonino, non troppo pesante, fronte larga
con grande ciuffo, orecchie regolari, occhi
grandi ed espressivi, narici ampie e mobili.
Il torace deve essere ampio e profondo e gli
arti muscolosi con articolazioni larghe e
solide. L’altezza media al garrese varia tra 152 e 165 cm, mentre il peso tra 700 e 900 kg.
Il mantello è morello, ammesso il roano.
E’ di temperamento vivace.
Gli Ovicaprini locali
Sarda
ARA
Umbria
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Razza autoctona della Sardegna, le sue origini
sono tra le più antiche d’Europa. Deriva probabilmente dall’ introduzione di ovini
proveniente dall’ Est del Mediterraneo. Selezionata nel corso dei secoli, l’attività di miglioramento genetico è stata favorita dalla
costituzione del Libro Genealogico nel 1928.
La Sarda è a preminente attitudine latte. La
selezione è volta ad esaltare l’attitudine alla produzione del latte sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo.
Di taglia media presenta vello bianco e aperto,
pelle sottile, elastica e di colore bianco-rosato,
testa leggera di colore bianco con profilo
rettilineo nelle femmine e leggermente
montonino.
Il tronco è di forma tronco-conica con linea
dorsale dritta, mammella sferica larga e ben
sostenuta.
Molto diffusa in Sardegna è presente
praticamente in tutta Italia con nuclei in tutto
il Mediterraneo dalla Francia alla Tunisia.
Comisana
La Comisana deriva da razze ovine del
Mediterraneo meridionale e dell’Asia Minore giunte in Sicilia in epoca romana tramite
scambi commerciali. Attualmente la razza si
considera originaria della Sicilia e prende il
nome dalla prevalente zona di allevamento,
Comiso.
La Comisana è a preminente attitudine latte
ma ha una interessante produzione di carne;
gli obiettivi di selezione si rivolgono
all’aumento della produzione di latte e della
prolificità.
Di taglia medio-grande ha vello bianco aperto
con lana più corta nella zona caudale, la pelle
è elastica, sottile e di colore bianco roseo.
La testa è leggera, allungata di colore rosso
mattone solitamente con lista bianca priva di
lana; è acorne in entrambe i sessi e il dorso è a
profilo rettilineo.
E’ Presente in Sicilia, soprattutto nelle
province di Enna, Caltanissetta e Palermo;
esistono buoni nuclei anche nelle regioni
peninsulari d’Italia e si registrano anche esportazioni di capi all’estero.
Massese
E’ una razza autoctona dell’Italia Centrale, originaria della valle del Forno nelle Alpi
Apuane in provincia di Massa Carrara.
E’apprezzata molto nella sua zona di origine e
non ha sostanzialmente subito incroci con
altre razze.
La Massese ha una spiccata e preminente
attitudine alla produzione di latte, e lo schema
selettivo ad essa applicato tende ad esaltare
questa caratteristica senza sottovalutare la
produzione della carne.
Come caratteristiche morfologiche si presenta
di taglia media, ha vello di colore nero aperto
o semi-aperto, testa vigorosa distinta con
profilo rettilineo nelle femmine e leggermente
montonino nei maschi con corna presenti in
entrambe i sessi, petto ampio e potente con
linea dorso lombare rettilinea e lunga.
Allevata per la sua rusticità in tutta l’Italia centrale soprattutto in Toscana nella sua zona
ARA
Umbria
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di origine ha tendenze ad espandersi in
Lombardia , Veneto e Liguria.
Appenninica
Razza autoctona dell’Italia Centrale deriva da una opera di selezione e miglioramento
iniziata negli anni settanta utilizzando arieti
Ile de France e Berichonne du Cher su pecore
appenniniche e sfociata nel riconoscimento
come razza nel 1980.
E’ a preminente attitudine carne con un orientamento selettivo volto anche a non
tralasciare i caratteri di resistenza e, rusticità,
aumentandone però la prolificità.
Di taglia medio-grande, vello bianco con
parte ventrale del collo, ventre ed arti nudi,
pelle mucose rosee, testa acorne in entrambe i
sessi con profilo rettilineo o leggermente
montonino, orecchie portate orizzontalmente,
tronco lungo con petto largo.
Principalmente diffusa nel Centro Italia ma
anche in Emilia Romagna ed Abruzzo.
Bergamasca
Razza autoctona di origine sudanica è
originaria della parte montana della provincia
di Bergamo (valli Seriana e Brembana).
Pecora robusta e rustica è adatta allo
sfruttamento dei pascoli alpini ed è stata usata
come razza incrociante per migliorare
l’attitudine carne di altre razze ovine. Ha preminente attitudine carne; lo schema
selettivo è volto ad esaltare la produzione
carne ed incrementare la prolificità.
E’ il gigante della specie con una taglia
grande, vello bianco semi chiuso, testa priva
di corna in entrambe i sessi con profilo
marcatamente montonino sia nei maschi che
nelle femmine, tronco di notevole lunghezza,
torace profondo con petto largo e prominente.
Allevata in grandi greggi nel Nord Italia ha
diffusione in tutta la nazione peninsulare.
Merinizzata Italiana
Razza di recente costituzione, derivata da
incroci di pecore Gentile di Puglia e
Sopravissana con arieti Merinos per
aumentare la produzione di carne, è stata
successivamente selezionata per ottenere un
tipo morfologico omogeneo.
Con spiccata attitudine alla produzione della
carne con buone caratteristiche della lana, la
selezione è volta ad aumentare la produzione
di carne, senza penalizzare la componente
laniera, aumentando prolificità e rusticità.
Di taglia medio grande, ha vello bianco con
lana fine e testa serrata con profilo montonino
nei maschi e rettilineo nelle femmine, tronco
lungo, largo tendenzialmente cilindrico, petto
largo e ben disceso con linea dorso lombare
rettilinea.
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Umbria
Informazione&Zootecnia: Biodiversità: le razze allevate in Umbria
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Presente nelle regioni del Sud con notevoli
consistenze è allevata anche in Umbria,
Marche e Lazio.
Sopravissana
Originaria della zona di Visso sul versante
occidentale dei Monti Sibillini deriva dalla
razza locale incrociata nel 1700 con arieti
Merinos per aumentare la produzione di carne
e lana.
Anticamente di triplice attitudine (latte, carne
e lana), attualmente l’orientamento selettivo è quello volto alla produzione di carne con
attenzione all’aumento della prolificità senza trascurare la proverbiale resistenza alle
malattie e la rusticità.
Di taglia media presenta vello bianco e
chiuso, testa con profilo rettilineo nelle
femmine e leggermente montonino nei maschi
con presenza di corna solamente nei maschi,
tronco lungo, petto largo e torace robusto.
Oggigiorno è una razza a limitata diffusione
con pochi nuclei presenti nell’Italia Centrale.
Lacaune
Originaria dei monti Lacaune, nella regione
del Roquefort in Francia, nasce come razza a
duplice attitudine carne-latte ma dopo
un’opera di attenta selezione e miglioramento iniziato alla fine degli anni Quaranta oggi è
nota soprattutto per la produzione del latte. La
razza è il perno attorno al quale ruota la
produzione del formaggio Roquefort.
Attualmente è da considerarsi razza
cosmopolita dato che si è diffusa in molti
paesi ed ha dimostrato capacità di
adattamento anche agli ambienti tipicamente
mediterranei.
La attitudine preponderante è alla produzione
del latte ma non è da sottovalutare anche la
produzione della carne con pesi allo
svezzamento degli agnelli interessanti ed
elevata prolificità.
Di taglia media ha relativamente poca
copertura lanosa, una testa fine ed allungata
con profilo rettilineo acorne in entrambe i
sessi, un tronco lungo e cilindrico con linea
dorso-lombare rettilinea ed un torace ben
sviluppato e disceso con petto largo.
Allevata in Umbria in diversi nuclei, ha buona
consistenza numerica con tendenza
all’espansione.
Camosciata delle Alpi
Moderna razza cosmopolita originaria della
Svizzera nel cantone dei Grigioni è allevata in
tutta Europa con prevalenza nella Francia
dove il Libro Genealogico è stato istituito nel
1930.
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Umbria
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Razza a spiccata attitudine lattifera ha uno
schema selettivo spinto per la produzione di
latte sia sotto il profilo quantitativo che
qualitativo.
Di taglia medio-grande, ha mantello
eumelanico con modello “faccia di Tasso”, riga mulina con estremità degli arti neri , pelo
fine e raso,testa piccola, leggera e fine, torace
ampio e linea dorso lombare dritta.
La sua maggior diffusione è nell’arco alpino con alcuni nuclei allevati nell’Italia Peninsulare.
Girgentana
Razza autoctona della Sicilia, si crede che le
sue origini siano in Asia Occidentale e la sua
introduzione si ritiene sia avvenuta con la
colonizzazione greca e successivamente araba
in Italia Meridionale.
L’indirizzo produttivo è quello della produzione di latte anche se l’esigua diffusione spinge la selezione al
mantenimento della razza e dei caratteri
morfologici.
Di taglia media con mantello bianco e fronte e
parte della testa di colore dal fulvo al roano,
ha testa fine e leggera con profilo camuso,
tronco e addome largo e ampio, dorso
rettilineo e groppa sviluppata.
E’ presente in Sicilia, nelle province di
Agrigento, Enna e Palermo, ma si trovano
piccoli nuclei anche in altre parti d’Italia e perfino in Europa Occidentale dove è
apprezzata per le sue indubbie caratteristiche
estetiche ed ornamentali.
Maltese
Ha le sue origini nella parte orientale del
bacino del Mediterraneo, deriva da incroci tra
capre nordafricane ed italiane ed ha origini
comuni con la capra Nubiana. Il Libro
Genealogico è stato istituito nel 1976.
E’ spiccatamente ad attitudine latte con
elevata prolificità e buona fertilità.
Di taglia media, il mantello è bianco con testa
di colore nero corvino con copertura più o
meno estesa, orecchie lunghe e larghe e
pendenti, profilo rettilineo, torace ed addome
ampi con groppa sviluppata.
Presente in Sicilia e Sardegna, è allevata nel
Sud Italia con presenza di piccoli nuclei nel
Centro Italia.
Valdostana
Originaria della Valle d’Aosta, i primi documenti sulla razza sono del 1917 e si
pensa possa derivare dall’incrocio tra specie
ARA
Umbria
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selvatiche e domestiche del genere Capra con
degli stambecchi.
L’attitudine produttiva è sia carne che latte da
trasformare in formaggi. Circa trenta anni fa
iniziarono le manifestazioni delle Batailles de
Chèvres (Battaglia delle Capre), che
disciplinavano le lotte ritualizzate che
avvenivano quando due greggi estranei si
incontravano. Oggi la Battaglia delle Capre è
una vera e propria competizione che segue
regole sportive e richiama turisti.
Capra di taglia grande, il mantello varia dal
castano al nero al grigio tendente al biondo,
con una testa pesante e robusta con profilo
concavo, corna in entrambe i sessi molto
sviluppate, robuste, a forma di sciabola e
portate indietro, tronco con torace e addome
ampio con regione dorso lombare larga e
rettilinea.
Allevata prevalentemente in Valle d’Aosta nella Valle di Gressonay è apprezzata anche
nell’alto canavese con sporadici nuclei nell’Italia Centrale.
Saanen
Originaria della Valle di Saane in Svizzera,
Cantone di Berna, oggigiorno ha diffusione
mondiale ed è la razza più famosa tra quelle
caprine da latte.
Ha spiccata attitudine alla produzione di latte
con produzione media in Italia di 520 litri in
210 giorni.
Di taglia grande , mantello bianco con peli
corti e fini, testa piccola, leggera e fine ,
possibili corna sia nei maschi che nelle
femmine, tronco e addome ampi e sviluppati e
groppa leggermente spiovente.
Allevata prevalentemente nell’Italia del Nord
ci sono comunque significative presenze di
allevamenti anche nel resto del territorio
nazionale.
Suffolk
Razza originaria della Gran Bretagna è stata
ottenuta incrociando pecore Norfolk con
pecore Southdown a metà dell’Ottocento. Da allora è stata oggetto di attenta selezione e
miglioramento genetico che l’ha portata ad
essere considerata una delle migliori razze da
carne. Attualmente è da considerarsi
cosmopolita visto che è presente in diversi
continenti.
L’attitudine principale è la produzione della
carne con buone caratteristiche
organolettiche, ma in alcuni paesi
dell’emisfero australe è utilizzata anche per la produzione latte.
Di taglia medio-grande con vello bianco,
chiuso ed uniforme, ha testa ed arti di colore
nero. E’ acorne in entrambe i sessi e presenta
testa e collo massicci, tronco cilindrico, torace
profondo, linea dorso-lombare rettilinea con
groppa larga e natica ben sviluppata e discesa.
Presente in diverse regioni specialmente del
Centro-Nord ha dei buoni nuclei di selezione
anche in Umbria dove da sempre è utilizzata
come incrociante le razze locali per aumentare
l’attitudine alla carne.