l’immigrazione clandestina via mare: analisi del fenomeno · 2019. 6. 28. · l’immigrazione...

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La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare 1 Capitolo I L’immigrazione clandestina via mare: analisi del fenomeno Sommario: 1. Introduzione. – 2. Immigrazione, traffico e tratta di esseri umani: analisi degli aspet- ti strategici. – 3. Immigrazione, traffico e tratta di esseri umani: analisi degli aspetti umanitari. – 4. Il fenomeno migratorio via mare: tra passato e presente. – 5. Le principali rotte dei flussi migratori via mare. – 5.1 (Segue): i primi flussi migratori del bacino mediterraneo: in particolare i flussi pro- venienti dai Balcani e l’emigrazione albanese. – 5.2 (Segue): i flussi migratori provenienti dal Nord Africa. – 5.3 (Segue): le rotte orientali. – 5.4 (Segue): il Canale di Sicilia quale naturale sbocco dei flussi migratori provenienti dall’Africa e diretti verso l’Italia. – 5.5 (Segue): la rotta dal Senegal alle isole Canarie. – 5.6 (Segue): conclusioni. 1. Introduzione L’immigrazione clandestina è un fenomeno che affonda le proprie radici nella storia. Al riguardo, è stato osservato «come la storia dell’umanità è storia di migrazioni, di individui e di popoli in perenne ricerca di un territorio dove stabilirsi con la speranza di una vita migliore per il futuro» ( 1 ). In particolare, la storia dell’Europa è stata caratterizzata, in ogni sua fase, da enormi ondate migratorie: anche dopo la fine del periodo delle grandi migrazioni, che seguì al crollo dell’Impero romano, la mappa etnica dell’Europa continuò a subire profonde trasformazioni a causa delle diverse conquiste succedutesi nel tem- po e degli spostamenti migratori delle popolazioni. L’immigrazione clande- stina ed i connessi fenomeni della tratta e del traffico degli esseri umani non (1) Per approfondimenti, cfr. Collinson, Le migrazioni internazionali e l’Europa, Bologna, 1994 e Bade, L’Euro- pa in movimento. Le migrazioni dal settecento a oggi, Roma-Bari, 2000. TP_0092_Immigrazione_clandestina_2019.indb 1 24/06/19 14:22

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  • La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare ∙ 1

    Capitolo I

    L’immigrazione clandestina via mare: analisi del fenomeno

    Sommario:1.Introduzione.–2.Immigrazione,trafficoetrattadiesseriumani:analisidegliaspet-tistrategici.–3.Immigrazione,trafficoetrattadiesseriumani:analisidegliaspettiumanitari.–4.Ilfenomenomigratorioviamare:trapassatoepresente.–5.Leprincipalirottedeiflussimigratorivia mare. – 5.1 (Segue): iprimiflussimigratoridelbacinomediterraneo:inparticolareiflussipro-venientidaiBalcaniel’emigrazionealbanese.–5.2(Segue): iflussimigratoriprovenientidalNordAfrica. – 5.3 (Segue): le rotte orientali. – 5.4 (Segue):ilCanalediSiciliaqualenaturalesboccodeiflussimigratoriprovenientidall’Africaedirettiversol’Italia.–5.5(Segue): la rotta dal Senegal alle isoleCanarie.–5.6(Segue): conclusioni.

    1. Introduzione

    L’immigrazione clandestina è un fenomeno che affonda le proprie radici nella storia. Al riguardo, è stato osservato «come la storia dell’umanità è storia di migrazioni, di individui e di popoli in perenne ricerca di un territorio dove stabilirsi con la speranza di una vita migliore per il futuro» (1). In particolare, la storia dell’Europa è stata caratterizzata, in ogni sua fase, da enormi ondate migratorie: anche dopo la fine del periodo delle grandi migrazioni, che seguì al crollo dell’Impero romano, la mappa etnica dell’Europa continuò a subire profonde trasformazioni a causa delle diverse conquiste succedutesi nel tem-po e degli spostamenti migratori delle popolazioni. L’immigrazione clande-stina ed i connessi fenomeni della tratta e del traffico degli esseri umani non

    (1) Per approfondimenti, cfr. Collinson, Le migrazioni internazionali e l’Europa, Bologna,1994eBade, L’Euro-pa in movimento. Le migrazioni dal settecento a oggi,Roma-Bari,2000.

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    sono tuttavia concetti appartenenti ad altra epoca, anzi, al contrario, sono più che mai attuali per il continente europeo.

    Allorché infatti la via legale diventa difficile o richiede lunghi tempi di at-tesa, l’ingresso clandestino diventa, spesso, il mezzo più semplice per forzare le porte dell’Europa occidentale e più in generale dei Paesi sviluppati in grado di garantire standard di vita migliori. A riprova di ciò, un recente rapporto pubblicato dallo United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) riporta che a fine 2016 le persone a rischio di fuga da Stati politicamente in-stabili o sottosviluppati erano 65,6 milioni (2), circa 300.000 persone in più ri-spetto all’anno precedente, un numero mai raggiunto prima. E, d’altro canto, sulla base dei dati raccolti dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (FRONTEX), nel triennio 2014-2016 sarebbero stati oltre 2,6 milioni gli ingressi illegali attraverso le frontiere dell’UE (3), registrando un picco nel 2015 con circa 1,8 milioni di ingressi clandestini (4). Di converso, nel 2017 gli attraversamenti illegali delle frontiere sia marittime che terrestri hanno rag-giunto il numero minimo mai registrato nei quattro anni precedenti. In detto anno, infatti, gli attraversamenti complessivi, ivi inclusi quelli via mare, sono stati 204.718, ossia il 60% in meno rispetto al 2016, in cui se ne registrarono 511.046 (5). Detto trend discendente risulta altresì confermato dai dati pubbli-cati da FRONTEX nel rapporto di analisi del rischio del 20 febbraio 2019 (6), dal quale emerge che nel 2018 il numero dei rilevamenti degli attraversamenti illegali delle frontiere (terrestri e marittime) ha raggiunto il livello più basso degli ultimi cinque anni, anche se nel complesso la pressione migratoria è

    (2) Iltotaleècosìsuddiviso:17.187.488sonorifugiatialivellomondialeericadonosottoilmandatoUNHCR;5.300.00sonorifugiatiesfollatiinternipalestinesi,sottoilmandatodell’UNRWA(The United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees);2.826.508sonorichiedentiasilo;40.300.000glisfollatiinternialproprioPaese(specialmenteinColombia,Siria,IraqeSudan),cfr.UNHCR,Nel 2016 il numero più elevato di sempre di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni, 29giugno2017;CentrostudiericercheIDOS,Dos-sier statistico immigrazione, 2017, ottobre 2017.

    (3) Cfr.documentoRisk Analisys for 2017, della Frontex European Border and Coast Guard Agency, 2017, p. 20. Conparticolareriferimentoaiflussiviamare,nelperiododiriferimento,lerotteprincipalmentebattutesonostatequattro:larottadelMediterraneocentrale,nellaqualeconfluisconoglispostamentidallecostedellaLibia,dell’Egitto,dell’AlgeriaedellaTunisia,echesonodiretteversolecosteitaliane;larottadelMediterraneoorientalecheinteressainvecelecostedellaGreciaechecomprendeiflussiprovenientidaTurchiaedEgitto;larottacheportadall’AlbaniaallaGrecia;larottaoccidentalechedall’Algeria,attraversoilMediterraneo,conduceallaSpa-gna (per approfondimenti v. infra).

    (4) Perunasignificativavedutad’insiemecirca l’incrementodeiflussimigratorinelcorsodegliultimi25anni,cfr.ancheilRapporto annuale sulle attività SAR nel Mediterraneo centrale del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, 2016.

    (5) Cfr.documentoRisk Analisys for 2018, della Frontex European Border and Coast Guard Agency, 2018. (6) Cfr.documentoRisk Analisys for 2019, della Frontex European Border and Coast Guard Agency, 2019.

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  • IntroduzIone

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    rimasta relativamente elevata alle frontiere esterne dell’UE; secondo il citato rapporto di analisi, nel 2018 la cifra totale è scesa del 27% rispetto all’anno precedente, assestandosi a 150.114 attraversamenti, ed è inferiore del 92% ri-spetto al picco migratorio nel 2015. Ciò è dovuto in gran parte al drastico calo del numero di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale (v. infra), dove nel 2018 il numero degli attraversamenti rilevati è sceso dell’80%, assestando-si a 23.485 arrivi di migranti irregolari.

    Come già anticipato, è ragionevole ritenere che l’esodo, talvolta drammati-co, degli immigrati abbia la propria ragion d’essere, fondamentalmente, nello squilibrio tra due sistemi contrapposti: la ricchezza dei Paesi occidentali, da una parte, e l’estrema povertà dei Paesi sottosviluppati (7) dall’altra, nonché lo sbilanciamento demografico fra aree del mondo, come conferma da anni la ricerca empirica in materia. A ciò si aggiunge il divario di libertà tra i Paesi europei ed i Paesi africani ove alla carenza di democrazia e di legalità si affian-cano, aggravandola, le guerre civili e le situazioni di conflitto che comportano, frequentemente, sistematiche violazioni dei diritti umani. È stato anche evi-denziato come «questo ricorrente aumento dei flussi migratori che si verifica in taluni periodi storici e che può essere inteso come una temibile invasione oppure come una opportunità storica positiva, a seconda dell’angolo visuale che si adotta, è la conseguenza di un continuo esodo di popolazioni. Nei tempi moderni, ed in particolare nel secolo scorso, fino ad un certo momento i flussi migratori sono stati repressi da regimi autoritari oppure da oggettive difficoltà di movimento» (8). Ad oggi, invece, sia per la caduta di quei regimi totalitari (come nel caso dei popoli dell’Europa dell’est), sia per le più agevoli possibilità di spostamento, anche dovute ai repentini progressi tecnologici, sia infine per effetto della globalizzazione, i flussi migratori hanno conosciuto una notevole, potrebbe dirsi irrefrenabile, crescita.

    Al di là dell’analisi giuridica, oggetto del presente piano d’indagine, in real-tà per coglierne a fondo le dimensioni drammatiche s’imporrebbe anche una disamina socio-culturale del fenomeno migratorio tout court (9). Al riguardo,

    (7) L’immigrazioneèstatainterpretataanchecomeilparadossodiuncapitalismopostmodernochegeneranuovipoveri,mache,alcontempo,nehabisognopergarantire il funzionamentodelsistemaeconomicodeiPaesiricchi.Intalsenso,cfr.Mancini,Traffico di esseri umani e tratta di persone. Azioni di contrasto integrate tra tutela della persona ed esigenze investigative: la centralità dell’articolo 18 Decreto Legislativo 286/1998, in Filodi-ritto, rivista giuridica elettronica, 2006.

    (8) Ibidem. (9) Sull’argomento cfr. Spezia, Frezza,Pace, Il traffico e lo sfruttamento di esseri umani, Milano, 2003. Il

    dupliceambitodianalisi(giuridicoeculturale)delfenomenoinquestioneèaltresìnecessarioanchealfinedi

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    la stessa dottrina rileva che «se si vuole correttamente considerare il contesto all’interno del quale si sviluppa e si riproduce la metastasi globale del traffi-co di esseri umani e della tratta di persone, la premessa deve essere quella dell’oggettiva interpretazione del reale, al di fuori, dunque, da fobie di razza, di religioni, di nazionalismi, lontano dal pregiudizio per le diversità. Solo in questa ottica neutrale è possibile l’approfondimento teso ad un’analisi lucida dei fenomeni migratori sotto i molteplici punti di vista» (10).

    D’altro canto, invece, la tematica dell’immigrazione clandestina è tutt’og-gi oggetto di fuorvianti e ricorrenti semplificazioni che diffondono presso il grande pubblico una percezione distorta e strumentale (11) del fenomeno mi-gratorio e, in particolare, di quello via mare. La cronaca, incline alla spetta-colarizzazione di drammatici annegamenti o di tempestivi e provvidenziali soccorsi alle c.d. “carrette del mare”, suscita emozioni effimere, ponendo in ombra gli esatti termini del fenomeno che quindi, spesso, viene semplificato oltremodo, giungendo a considerare l’immigrazione clandestina come immi-grazione illegale tout court che mette a repentaglio la sicurezza interna degli Stati (12) e non, piuttosto, come un fenomeno avente anche innumerevoli ri-

    ostacolareilradicamentoneltessutosocialedicondizionidiffusedisfruttamentoeschiavitù,distrattamentetaciuteoviepiùignorate.

    (10)Cfr.Mancini,op. cit.(11)Comesaràevidenziato,nonmancanocontrastantieapprofonditeanalisiicuirisultaticonfermanoocapo-

    volgonolepercezionicomuniriguardoalproblema.Ponendol’accentosuaspettidifferentidellaquestione,vièchiprivilegialanecessitàdelcontenimentodell’invasioneattraversol’adozionedipertinentistrumentigiuridici(ancherepressivi)eoperativiechi,invece,quelladellagestionediflussicontrollatidiimmigrati,ritenutiirrinunciabili.

    (12) Invero troppo spesso si è portati a ricondurre il fenomeno dell’immigrazione clandestina a un problema di sicurezza soprattutto interna, traducendolo in termini di minaccia, da parte dei migranti clandestini, alla sicu-rezzadeicittadiniregolarieallaconnessaproblematicadicomel’esigenzadituteladiquestiultimipossa,d’altrocanto,minareoltremodolalibertàdeimigranti.Èvero,infatti,chelasocietàodiernasitrovadifrontealcompitodiintegrarepopolazioni,culture,etniediverse:ilmulticulturalismo,infatti,sebengestitoèancheun’opportunitàdisviluppocheponenuovesfidediportataglobalealmododiesseredelnostroviverecivileeallaconvivenzatragliesseriumani.Coevoadesso,tuttavia,èl’affermarsidelsensodiinsicurezzadegliindividuiedellecomunitàafrontedinuovirischiepericoli,poichél’aumentodellapopolazione,iflussimigratoridaiPaesipoveriversoiPaesipiùricchi,ilterrorismointernazionale,specielasuaormaicostantemanifestazionedimatriceislamica,rendonopiùdifficilerealizzarestandard di sicurezza soddisfacenti. Il tema dell’immigrazione, tuttavia, non deve essereconfusoconquellodellacriminalità,infattiildilagaredeisodalizicriminaliconcernesoprattuttoiclande-stini, ossia gli stranieri irregolari. Il problema maggiore, posto dalla presenza di gruppi sociali di culture diverse, èfindoveillegislatorepossaspingersiaimporreregoleuniformichemortificanolediversitàeapartiredadove,invece,lediversitàdevonoessererispettate,contribuendoafarevolverelasocietàinun’otticadiintegrazione.L’ordineelasicurezzapubblicasonobenicheognisocietàdovrebbegarantireaipropricomponentiecostituisco-nolostessopresuppostodelc.d.“contrattosociale”.GiàHobbes,LockeeRousseauteorizzavano,infatti,chelesocietàprimitive,assolutamentelibere,rinunciaronoadunapartedellaproprialibertàestipularonoconloStatoun“contrattosociale”conilquale,incambiodellacessionediuna“quota”dilibertà,venivanogarantitesicurezzainternaedifesaesterna.Lasicurezza,quindi,costituisceilvaloreessenzialeperl’esistenzadiunasocietà,rap-presentandone,inqualchemodoilpresupposto(“ubi societas, ibi ius”).

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  • IntroduzIone

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    svolti politici (13), sociali e umanitari, oltre che, ovviamente, giuridici. Dette semplificazioni – non di rado frutto di distorte percezioni della realtà – rive-lano tutta la loro ambiguità allorché sovrappongono e mistificano elementi diversi del fenomeno migratorio, indicato comunemente con l’espressione on-nicomprensiva “immigrazione clandestina”, mentre non si può ignorare che esso, nelle sue reali dimensioni, consta sia di un’immigrazione legale sia di un’immigrazione illegale.

    Nella prima confluiscono tutti i soggetti che entrano e permangono rego-larmente sul territorio di uno Stato diverso da quello di origine. Nella seconda categoria, invece, affluiscono sia coloro che permangono nello Stato di ingres-so dopo la scadenza del regolare permesso di soggiorno, sia coloro che entra-no, spesso via mare, nel territorio statale straniero privi di titolo legittimo di ingresso e permanenza. Tale ultima categoria comprende anche coloro che sono oggetto del c.d. traffico (14) di esseri umani.

    In particolare, per quanto concerne quest’ultimo aspetto, occorre rilevare l’ontologica distinzione tra il «trafficking of human beings» (“tratta” di perso-ne in condizioni di assoggettamento e con finalità di sfruttamento) (15) e lo

    (13)Il fenomenodellemigrazioniclandestineèparte integrantedelpiùampio fenomenodellemigrazioniinternazionali e costituisce una sorta di “punta di un iceberg”sovrastantequestionisocialiemultietnichedibenpiùampiaportata,qualil’esplosionedemografica,lacrescitadeitassididisoccupazioneedipovertà,l’instabilitàpolitica,leguerre,igenocidieleviolazionideidirittipoliticieumani.Propriol’immigrazioneclandestinaèlaque-stionechehamaggiormenteattiratol’attenzionedellapoliticaesteraedisicurezzaitaliana,sinoagliinizideglianni’90,daunlatoconfinatadall’atlantismo,nelcontestoNATO,edall’altrolatoproiettataversoilprocessodiintegrazione Europea. Il mutato scenario internazionale all’inizio del “terzo dopoguerra”, l’accendersi di numerosi focolai di crisi e di guerra, il trend crescente e incontrollato del fenomeno delle migrazioni e la concomitante mancanzadiunitàdiintentiedibendefinitestrategiepolitichedell’UEdifronteaproblemicruciali,hannodeter-minatolarivitalizzazionedellapoliticaesteraedisicurezzaeilrecuperodegliinteressinazionali.Èstatacosìdelineataun’areadiprimariointeressegeopolitico,definita“Mediterraneoallargato”,chesiestendedaGibilterrasinoalCaucasoealMedioOriente,inclusil’IranelaPenisolaArabica,evedeneiviciniPaesidelNordAfricaiprincipali soggetti internazionali con cui rapportarsi.

    (14) L’art. 3 del II Protocollo di Palermo(«ProtocollodelleNazioniUnitepercombattereiltrafficodimigrantiviaterra,viamareeviaaria»),indicaconiltermine«traffico»dimigranti«ilprocurare,alfinediricavare,direttamenteo indirettamente, un vantaggio finanziario o materiale, l’ingresso illegale di una persona in uno Stato di cui la personanonècittadinaoresidentepermanenteequalificaingressoillegaleilvarcareiconfinisenzasoddisfareirequisitinecessariper l’ingressolegalenelloStatodiaccoglienza». IlProtocollodiPalermoèilTrattatochevieta il trafficodiesseriumani, inclusoil trafficodiminori,edèundocumentoaddizionalealla«ConvenzionecontroilCrimineTransnazionaleOrganizzato».Essoprendeilnomedallacittà(Palermo)doveèstatoadottatoefirmatonel2000.L’Italia,puressendotraiprimiPaesifirmatarinel2000,haratificatoilProtocollodiPalermosolo all’esito di un lungo e tormentato iter parlamentare, conclusosi con la legge 16 marzo 2006 n. 146 (per ap-profondimento sui contenuti dell’Accordo, v. infra CapitoloII).

    (15)L’art.3lett.a)delIIIProtocollodiPalermo(«ProtocollodelleNazioniUnitesullaprevenzione,soppres-sioneepersecuzionedeltrafficodiesseriumani, inparticolarmododonneebambini»), indicaconil termine«tratta»dipersone«ilreclutamento,trasporto,trasferimento,l’ospitareoaccoglierepersonetramitel’impiegoola minaccia di impiego della forza o di altre forme di coercizione, di rapimento, frode, inganno, abuso di potere o

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  • l’ImmIgrazIone clandestIna vIa mare: analIsI del fenomeno

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    «smuggling of migrants» (letteralmente “contrabbando” di migranti, ossia il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) (16). I confini tra le due pre-dette ipotesi sono tuttavia più labili di quanto non sembri, «non potendosi sottovalutare l’ipotesi che il contrabbando di migranti clandestini coincida o presenti comunque strette connessioni con la tratta di esseri umani. Ciò ove si consideri che, in molti casi, gli immigrati clandestini non dispongono delle somme richieste dai trafficanti per l’ingresso in uno Stato, finendo così per venire costretti in un situazione di sfruttamento riconducibile alla tratta» (17). Tuttavia, al riguardo, può sin da adesso rilevarsi come l’immigrazione clandestina per via marittima possa essere ricondotta, salvo rare eccezioni, al fenomeno dello «smuggling».

    Detta distinzione, lungi dall’avere una mera rilevanza teorica, è stata rece-pita a livello di diritto positivo, non solo nel diritto internazionale delle Nazio-

    diunaposizionedivulnerabilitàotramiteildareoriceveresommedidenaroovantaggiperottenereilconsensodiunapersonachehaautoritàsuun’altraascopodisfruttamento.Losfruttamentocomprende,comeminimo,lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro forzato o prestazioni forzate,schiavitùopraticheanaloghe,l’asservimentooilprelievodiorgani»(perapprofondimentosuicontenutidell’Accordo, v. infra CapitoloII).Sultemasiveda,Forlati, (a cura di), La lotta alla tratta di esseri umani fra dimen-sione internazionale e ordinamento interno,Napoli,2013.

    (16)Sièrilevatoche«Ilricorsoafavoreggiatoripuòavereparecchieforme,moltedellequalideltuttoindi-pendentifraloro.Sipuòricorrereafavoreggiatoriprofessionaliperacquisireunanotevolevarietàdiservizi,chevannodall’organizzazionedelviaggioallafornituradidocumenti,dall’assistenzaedospitalitàneipaesiditransitosinoallaguidanell’attraversamentofisicodelconfine,pernonmenzionarecasiparticolari,qualilafornituradirecapitiaiqualirivolgersioilprestitodellasommanecessariaalviaggio.Moltidiquestiservizipossonoesserecombinati (o sostituiti) con servizi forniti da operatori legali – come ad esempio il trasporto all’interno di un paeseditransito–odamembridelleretisocialidelsoggetto,qualiparenti,amiciocompaesani.Apparequindiutiledistinguerequitraduetipidiversidifavoreggiatori,quellichefornisconounsingoloservizio–adesempio,l’attraversamentodiunospecificoconfineolafornituradiunalloggioprotettoperqualchenotte–equellicheinvece non si limitano a prestare un servizio parziale ma bensì gestiscono il viaggio del migrante irregolare nellasuainterezza.Alcunecategoriedimigrantipossono,permotivigeograficiod’esperienza,provvederedasoliallamigrazioneirregolare.Altrisegmentideiflussimigratoriirregolariprocedonoperpassaggisuccessivi,rivolgendosiafavoreggiatoriperacquistareservizispecificichesirendonodivoltainvoltanecessari.Altrian-cora partono dal proprio paese d’origine autonomamente, oppure utilizzando favoreggiatori locali, per recarsi in alcunecittàdelMediterraneoodeiBalcanichefungonodacentridiraccolta,dovecontatterannoorganizzazionispecializzatecheprovvederannoalrestodelviaggio.Altri,infine,partonodalpaesed’originesottolaguidadiunfavoreggiatorecheprovvedeall’interopercorso.Questediverserelazioniconifavoreggiatorisiriflettonoindiver-semodalitàdipagamentoperiloroservizi:chirichiedeunserviziocompletosinoall’ItaliapagapertaleservizioinanticiponelPaesed’origineoppure,inmisuraminore,nelPaesed’arrivo.Invececolorochecombinanoiservizidi favoreggiatori diversi pagano per i loro servizi di volta in volta, generalmente immediatamente dopo averne fruito», in tal senso v.Monzini,Pastore,Sciortino, L’Italia promessa. Geopolitica e dinamiche organizzative del traffico di migranti verso l’Italia, CeSPI,Working papers, 9/2004. Cfr.altresìLa Tratta di esseri umani: principali norme e disposizioni, IOM,International Organization for Migration, marzo 2005.

    (17) In tal senso, Leanza,Graziani, Poteri di enforcement e di jurisdiction in materia di traffico di migranti via mare: aspetti operativi nell’attività di contrasto, in La comunità internazionale, 2014, p. 188.

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  • IntroduzIone

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    ni Unite e nel diritto comunitario prima ed europeo (18) poi, ma anche all’in-terno dei singoli ordinamenti nazionali. Negli anni ’90 è apparso per primo lo «smuggling», condotta criminosa contemplata nella Convenzione di applica-zione dell’Accordo di Schengen del 19 giugno 1990 (19) e solo successivamente il «trafficking» (20). In particolare, riguardo a quest’ultimo, è stato evidenziato come esso «costituisce una delle più gravi forme di reato con una dimensione mondiale, coinvolgendo decine di migliaia di persone, in particolare donne e bambini, che ne sono le principali vittime» (21).

    La nascita della suddetta distinzione si deve alla ripartizione dei compiti operativi e investigativi degli organi giudiziari nazionali e internazionali, non-ché alla differenza tra i profili giuridici del fenomeno migratorio (22), i quali

    (18)Alivelloeuropeo,traitanti,rilevanosenz’altroilProgrammadell’Ajadel2004,nonchéilProgrammadiStoccolmadel2009,finalizzatiadunaarmonizzazionedellelegislazionipenalinazionaliinmateriadicriminalitàorganizzata transfrontaliera.

    (19) V. infraCapitoloIV.(20) Il «trafficking» e lo «smuggling» figurano,adesempio,giànell’allegatodicuiall’articolo2dellaConven-

    zionecheistituiscel’UfficioEuropeodiPolizia,firmataaBruxellesil26luglio1995.Inpassato,indottrina,sonostateutilizzatedifferentiespressioniperindicaretaleattività,quali“trafficking in migrants”, “people smuggling”. Sul tema v. Schloenhardt, Trafficking in Migrants: Illegal Migration and Organised Crime in Australia and the Pa-cific Region, in IJ Sociology L,2001,p.331ss.;DiNicola, Trafficking in Migrants: A European Perspective, in VanDuyne,Ruggero,Scheinost,Valkenburg, Cross-border Crime in a Changing Europe, Prague, 2000, pp. 63-74

    (21) In tal senso, v. Spiezia, La tratta di esseri umani: gli strumenti normativi di contrasto sul piano internazio-nale e le attività di cooperazione giudiziaria, Relazione all’incontro organizzato dal C.S.M., giugno 2010.

    (22) Sul piano dei criteri di distinzione delle due fattispecie, bisogna fare ricorso, in via preliminare, al disposto dell’art.15c.p.sulprincipiodispecialità,normacheconsentediricorrereall’applicazione,inviagenerica,dell’art.12d.lgs.n.286/1998comenormaspecialeintuttiicasidiimmigrazioneclandestina.Talecriterio,però,nonsoddisfatout court la distinzione nei casi in cui, alla condotta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, si associno ulteriori,disumane,condotte:sipensialcaso,nonraro,incuiimigrantivengonotenutisegregatiinambientiristrettiemaleodorantipermedio/lungoperiodo,inattesachelanaveconlaqualeverrannotrasportatisiaprontaperpren-dereilmare,casoincuisembrerebbericorrerelostatodisoggezionecontinuativael’approfittarsidiunasituazionedinecessità,tipichedell’art.600c.p.Sulpianodell’elementooggettivo,itrattidistintividelleduecondottecriminosesonorappresentatidalladiversitàdelrapportotraagenteemigrante:pertanto,nellefattispeciedifavoreggiamentodell’immigrazioneclandestina,dicuiall’art.12d.lgs.n.286/1998,ilrapportonascedalconsensoesurichiestadelsoggettodebole,ilmigrante,inassenzadimezziqualilaminacciaol’utilizzodellaforza,mentreloscopodell’agen-tenonèfinalizzatoallosfruttamentosessuale,lavorativo,ecc.delmigrante,bensìall’ottenimentodiuncompensoafrontedelservizioditrasportosvolto,terminatoilqualeilmigranteèliberodiandareperlapropriastradasenzaalcunvincoloneiconfrontidell’agentestesso.Nellatratta,invece,lepersonerisultanoreclutatedirettamentedagliagentigestorideltrafficomedianteviolenza,ricattooingannoesonodestinateaidiversitipidimercatoillecito.Ancora,perquantoconcernelarelazionetraagenteemigrante,nellaprimafattispecieessaèditipocommerciale,perchéilrapportotral’agenteelapersonaimmigrataterminanelmomentoincuilafrontieravieneattraversatae ilpagamentovienecorrisposto,conragionidiprofittoeconomico.Nellasecondafattispecie, larelazioneèdisfruttamento,pertantoilrapportotral’agenteelapersonaoggettoditrafficocontinuaanchedopoaverraggiuntoilluogodidestinazionealfinedimassimizzareiprofittieconomicie/oaltrivantaggiderivantidallosfruttamentoabeneficiodeltrafficante,confinalitàditrasportoe/oreclutamentoorganizzatoconsfruttamentocontinuodellapersonatrafficatapertrarneprofittieconomici.Inoltre,conriferimentoalconsensoprestato,mentrenelfavoreggia-mento dell’immigrazione clandestina l’immigrato acconsente all’attraversamento illegale della frontiera, di contro, nel reato di tratta non vi è consenso da parte del soggetto debole, ovvero il consenso iniziale diventa irrilevante a

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  • l’ImmIgrazIone clandestIna vIa mare: analIsI del fenomeno

    8 ∙ La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare

    nella pratica non sono, però, così netti (23), perché i due mercati, sempre con-tigui, tendono spesso a sovrapporsi sino a confondersi (24). Al tale specifico riguardo, è stato rilevato che «talvolta, infatti, le organizzazioni ed i singoli imprenditori svolgono entrambe le attività, e spesso le vie di trasporto inter-nazionale coincidono, in tutto o in parte (l’Albania, ad esempio, ha rappre-sentato, come si dirà, terminale di raccolta di gran parte dei migranti dell’Est europeo e dell’Asia, indipendentemente dal loro ruolo di vittime del traffico a fini di sfruttamento o di semplici acquirenti del servizio di trasporto ille-gale in altro Stato, da loro richiesto). Inoltre, accade frequentemente che la persona trasportata, inizialmente richiedente esclusivamente il “servizio” (25)

    causadell’usodellaforzaodellacoercizione,inqualsiasifasedelpercorsoditratta,adannodellapersonatraffica-ta, in tal senso cfr. Mancini, op. cit.Èbeneprecisarecheilreatodifavoreggiamentodell’immigrazioneclandestinasiqualificacomeunreatocontroloStato,perchélaviolazioneriguardaleggisull’immigrazionee/osull’ordinepub-blico,senzacomportarelacommissionedireatidirettiadannodell’immigrato.Ilreatoditrattainvecesiqualificacome reato contro la persona in violazione dei diritti umani, essendo il soggetto passivo vittima di coercizione e sfruttamento,reati,questi,cheimpongonoalloStatodiadempiereaisuoiobblighidituteladeidirittiumaniequindiditrattarelapersonatrafficatacomeunavittimadireato.

    (23)Sul temadell’ambiguitàdefinitoria, sia a livello internazionale chea livello nazionale, tra il trafficodimigranti, la tratta di persone e l’immigrazione clandestina, v. Scevi, Diritto delle migrazioni. Profili penali, civili, amministrativi, Piacenza, 2010, 246.

    (24) La linea di demarcazione tra «smuggling» e «trafficking»èmoltosottile,proprioperchéqualunquemi-grantepuòdivenirevittimadi tratta,soprattuttoquando lostessorisultaprivodialcuncapitalee,nonpoten-do,perlasuaclandestinità,contaresull’ausiliodiunacomunitàodiorganizzazionisociali,unavoltaraggiuntoilPaesedidestinazioneècostrettoa risarcire i trafficanti, incondizionidisfruttamento,con ilpropriocorpoo lapropria forzafisica. «Inoltre, si è registratoche idue fenomeni vengonoconfusianchenellapercezionedell’opinionepubblicache,almenonelnostroPaese,difficilmentedistinguelafiguradellapersonatrafficatadaquelladell’immigratoirregolareedifficilmenteattribuisceallaprimailruolodivittima[…].Nellatrattal’attivitàdelsoggettocriminaleèmoltepliceesiesplicainpiùfasi.Laprimafaseèquellanecessariadelreclutamentodellepersoneattraversovariemodalitàchevannodalsequestrodipersona,alrapimento,all’inganno,all’inde-bitamento;lasecondafaseèquelladellagestionedellepersoneprescelte,chepartedalmomentodelrecluta-mentoeproseguefinoalcompletamentodituttelefasidiattraversamentodellefrontierechepossonoesserenumerose(sipensiaitantiimmigraticinesi);laterzaedultimafaseèquellarelativaallosfruttamentointensivodellepersone trasportatenelPaesedidestinazione. Il dato temporalecostituisceun’altradellediversitàchedifferenzianoedistinguonotrafficoetratta;mentreneltrafficoilrapportotrailmigranteeilsoggettocriminalesiesauriscegeneralmenteneltemponecessarioacompiereiltrasporto,nellatrattailrapportononhaunadurataprestabilitaesolitamentetendeadesserelungocomenelcasodell’indebitamento,quandoilrapportosiesau-risce in seguito alla restituzione del debito, o addirittura a tempo indeterminato come nei casi di rapimento o di inganno. L’espressione tratta delle persone indica il fenomeno criminale consistente nel reclutamento, trasporto esuccessivosfruttamentoafinedilucrodiesseriumani.Latrattadeveessereconsiderata,quindi,comeunaspecificazionedellapiùampiafattispeciedeltrafficodiesseriumanichecomprendeulterioriedifferentiaspettinon propriamente rientranti nella tratta di persone, ma ad essa legati», ibidem.

    (25)Èstatorilevato«cheuntipofrequentedi“contratto”periltrasportoviamarediimmigranticlandestinidai Paesi nord-africani all’Italia sia di natura aleatoria e preveda il diritto del passeggero a tre tentativi. Se il pri-motentativovamale(adesempio,perchélanavechetrasportagliimmigranticlandestinivieneintercettataerespinta),vièildirittoaunsecondotentativo.Seanchequestovamale(adesempio,perchélanavefanaufragioeiclandestinivengonosalvatie,poi,espulsidall’Italia),restaildirittoaunterzotentativo.Nonèconsentitoaterzidiusufruiredeitentativiperdutidacoloro(esonotanti)chesonomortinelcorsodelprimoodelsecondo

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  • IntroduzIone

    La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare ∙ 9

    di ingresso migratorio illegale in uno Stato, diventi in un momento successivo vittima di tratta. Si è appurato, infatti, che, in molti casi, la persona si rivolge spontaneamente agli esponenti delle organizzazioni che gestiscono il servizio migratorio illegale per essere trasportata in altro Stato e solo in seguito, du-rante le fasi del viaggio, la condotta del trasportatore si modifica, subentra la coercizione e sopravvengono la finalità di sfruttamento e le altre condizioni obiettive (minacce, violenze o si manifesta l’inganno originario)» (26).

    Sul fenomeno, che presenta aspetti di complessità strutturale, e più in par-ticolare sul numero delle vittime di tratta nel mondo, risulta difficile ottenere dati univoci. Invero, i dati precisi riguardano per lo più i casi denunciati e identificati e che, evidentemente, costituiscono solo una piccola parte di quelli verificatisi nella realtà. In particolare, secondo i dati raccolti dall’Organizza-zione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nel giro di tre anni il numero delle potenziali vittime di tratta è aumentato considerevolmente, all’incirca nella misura del 600% (27). A livello mondiale, dal 2002 ad oggi sono stati re-gistrati 46.000 casi, identificati in 150 diversi Paesi di destinazione. Circa la metà delle vittime sono donne e il 28% sono minori; gli uomini rappresentano invece il 21% del totale. Lo sfruttamento ha natura prettamente sessuale, circa il 72% dei casi, ma anche lavorativo (il 20%) e in quest’ultimo caso le vittime sono soprattutto uomini (28). Poiché, inoltre, il traffico si articola in un certo

    tentativo», cfr. Scovazzi, La tutela della vita umana in mare, con particolare riferimento agli immigrati clandestini diretti verso l’Italia, in RDI, 2005, p. 106 - 120 ss.

    (26) In tal senso, cfr. Mancini,op. cit.. Sultemav.ancheHuntington,Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, Milano, 2000, p. 57. Si rinvia, altresì, al datato, ma ancora attuale, Rapporto del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), dal titolo L’Italia nel sistema internazionale del traffico di persone, elaborato nel 1999 su incaricodellaCommissioneperlepolitichediintegrazionedegliimmigrati,istituitapressoilDipartimentodegliaffarisocialidellaPresidenzadelConsigliodeiMinistri.Indefinitiva,puòdirsicheilconcettodifavoreggiamentodell’immigrazioneclandestinaègenericamentericonducibileaquelloditrafficodimigranti,distinguendosi,per-tanto,daldiversofenomenodellatrattadiesseriumani.Infatti,inlineagenerale,latratta,adifferenzadeltrafficodimigranti,ècaratterizzatadaunimpegnopiùpervasivodelsoggettocriminalechesfrutta,utilizzandolostru-mentodellaviolenzafisicaeviepiùpsicologica,inmodoparticolaredonneebambini.L’espressione“trattadellepersone”indicapertantounasortadiduplicefenomeno:ilfenomenocriminale,consistentenelreclutamentoetrasportononchéquello,temporalmentesuccessivo,dellosfruttamentoafinedilucrodiesseriumani.

    (27)Nellospecificoèinaumentolosfruttamentosessualedigiovanidonne,ancheminorenni.Sistimachel’80%delleragazzenigerianesiavittimaditratta,perlopiùprovenientidallaregionediEdoState.Lìvengonosottoposte a riti “vodoo”coniqualiglivieneimpostounricattopsicologicoconvincendolechequalsiasilorofugaoribellionecauseràsventureaiproprifamiliari.Risultaaltresìchelevittimeditrattavenganosottoposteaconti-nuamobilitàpernoncreareriferimenticertiechesianosfruttatetantoallapartenzaquantoall’arrivonelPaeseincuiglisfruttatorileinduconoachiederelaprotezioneinternazionale.Sirilevapertantounaforteincidenzadelfenomenodellatrattanell’ambitodeiflussimigratori.

    (28)Cfr.Rapporto OIM, 2017, La tratta di esseri umani attraverso la rotta del Mediterraneo centrale: dati, storie e informazioni raccolte dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, luglio 2017.

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    periodo di tempo e interessa il territorio di più Stati è frequente che alcuni elementi obiettivi della condotta illecita si manifestino in uno Stato diverso da quello in cui la persona ha iniziato il viaggio (29); anzi, «può accadere che pro-prio a seguito di tali elementi si possa configurare un’ipotesi di «trafficking», piuttosto che di semplice «smuggling»: ciò comporta la necessità di conoscere e valutare tutti i momenti in cui si è articolata la condotta, al fine di poterla qualificare e, se del caso, sanzionare giuridicamente in maniera corretta» (30).

    Con la prepotente comparsa negli ultimi trent’anni degli itinerari migrato-ri marittimi, e con il conseguente drammatico tributo pagato in termini di vite umane (31), lo «smuggling» si è manifestato anche nei suoi aspetti più dram-matici in termini di minaccia alla sicurezza marittima (“maritime safety”) (32) degli stessi migranti. Ciò è accaduto anche perché la flessibilità e la capacità di aggiornamento delle organizzazioni criminali, capaci di cogliere rapidamente i vantaggi della globalizzazione (33), ha superato gli strumenti giuridici, opera-

    (29) In tal senso, cfr. Mancini,op. cit..(30) Ibidem. (31)Secondo idati raccoltidallaFondazione ISMU,nel2017hannoperso lavitaosono risultatidispersi

    nelMediterraneo3.116migranti, inparticolarmodonella rottadelMediterraneocentralechedalNord-AfricaconduceinItalia.Sistimacheperogni1.000sbarcaticisianostati18mortiedispersi,facendocosìregistrarelaproporzionepiùaltadegliultimi4anni,cfr.FondazioneISMU,Gli sbarchi nel Mediterraneo nel 2017, Milano, 12 gennaio 2018.

    (32)Occorresubitosgomberareilcampodaunpossibileequivocoterminologico.Atalfineènecessariodi-stinguere la sicurezza marittima a fronte di atti violenti, intenzionali ed esterni o di terzi, la c.d. maritime security (lasicurezzaafrontediattiviolentiquali,adesempio,quelliterroristiciodipirateriatornatiinaugenegliultimianni) e la sicurezza a fronte di fatti o atti non intenzionali e interni, la c.d. maritime safety (la sicurezza a fronte di attiendogeni,comeilfunzionamentodelleattrezzaturedinavigazioneelacondottadell’equipaggio,lecondizionidinavigabilitàdelle imbarcazioni,ecc.). Intalsenso,cfr.Arroyo, Problemi giuridici relativi alla sicurezza della navigazione marittima (con particolare riferimento al caso Prestigie), in Dir. Mar. 2003, 1193. Per approfondimenti in tema di security marittima, cfr. Tellarini,La normativa adottata in sede IMO in materia di security marittima, in Dir. Mar., 2003, 1102.

    (33)Selemigrazionirappresentanounricorsostorico,quelledeinostriannisonocaratterizzatedall’etàincuiavvengono,valeadirel’etàdella“globalizzazione”.Inquestosensopuòapparireunabanalità,maineffettièunafotografiaimpeccabiledellarealtàl’osservazionesecondocui,seleopportunitàglobalinonsimuovonoversolagente,allorasaràinevitabilmentelagenteamuoversiversoleopportunitàglobali,cfr.United Nations Development Program, Lo sviluppo umano, vol. III: Come ridurre le disuguaglianze mondiali, Rosenberg&Sellier, Torino,1993,p.65.Oltreallealtremotivazionisinteticamenteaccennate inprecedenza, lemigrazionidell’etàdellaglobalizzazionetrovanofondamentonellasperequazionedellerisorseedelleaspettativedivitatradueblocchimondiali. Imezzidicomunicazionedimassa,oltreafacilitare lecomunicazioni interpersonali,hannodiffusotramiliardidipersoneunaquantitàimmensadiinformazionisullecondizionidivitaedilavoroesistentinelmondo(sipensiintalsensoaquantoaccadutodurantelac.d.“Primaveraaraba”trail2010eil2011).AllafinedelsecondomillennioipopolidelSud(edell’Est)dellaterrahannoappresochealNord(eall’Ovest)diessalecondizionieleaspettativedivitasononotevolmentemigliori.Diconseguenza,ilmondo-mercatoèdivenutoun enorme insieme di gruppi di riferimento, da cui scaturisce la pretesa dei popoli svantaggiati, conosciute le condizionidimigliortrattamentodeipopoliricchi,diricevereparitrattamentoodigoderedianalogheaspettativedi vita, cfr. Gallino, Globalizzazione e disuguaglianze,Bari,2009.

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  • ImmIgrazIone, traffIco e tratta dI esserI umanI: analIsI deglI asPettI strategIcI

    La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare ∙ 11

    tivi e procedurali esistenti negli ordinamenti interni, europeo (34) e internazio-nale. Le centrali del crimine, infatti, profittano delle debolezze degli apparati istituzionali e in particolare approfittano degli ampi, e quindi inevitabilmen-te incontrollabili, spazi terrestri e viepiù marittimi per fomentare la crescita dell’immigrazione irregolare.

    2. Immigrazione, traffico e tratta di esseri umani: analisi degli aspetti strategici

    I fenomeni migratori hanno sempre rivestito una portata strategica per gli Stati i quali, nelle loro politiche di gestione dei flussi migratori internazionali, hanno dosato sapientemente gli ingredienti necessari anche per esercitare e salvaguardare il proprio interesse nazionale.

    La popolazione di un Paese è di gran lunga la risorsa più importante per lo stesso e, per essere un efficace strumento di potere (35), deve essere mobilitata: già solo come base demografica, infatti, il fenomeno migratorio può fare la differenza per modellare la fisionomia del potere concreto di uno Stato. Infat-ti, molti Paesi industrializzati (e tra questi figura anche l’Italia) hanno popo-lazioni invecchiate e necessitano di giovani lavoratori se vogliono che il loro sistema di previdenza sociale funzioni e se intendono competere sul mercato mondiale.

    Le politiche dell’immigrazione hanno non di rado incorporato criteri na-zionalisti, etnici, razziali (36), criteri via via delegittimati dall’espansione di norme sovranazionali sull’eguaglianza razziale e i diritti umani (37), dalla cre-

    (34)Adecorreredall’1dicembre2009,datadientratainvigoredelTrattatodiLisbona, l’UnioneeuropeaèsuccedutanellecompetenzeprecedentementeconferiteallaComunitàeuropea.Occorrequindifareriferimentoal“dirittodell’Unioneeuropea”piuttostocheal“dirittocomunitario”.La locuzione“dirittocomunitario”,conse-guentemente,saràutilizzatanelpresentelavoroconriferimentoallanormativaantecedenteallapredettadata;conimedesimicriterisifaràriferimentoallagiurisprudenzadegliorganigiurisdizionalidell’Unioneeuropea.

    (35) Cfr.Adamson, Crossing Borders. International Migration and national security, in International Security, Vol.31,No.1(Summer 2006), pp. 165-199. L’autore,conun’attentaanalisi,vagliaglieffettidellepolitichemigra-toriedegliStatisullasovranitàstatale,sull’equilibriodeipoteriesullanaturadeiconflitti.

    (36)Alcuniesempisonorappresentatidallerestrizionisull’immigrazionenegliStatiUnitiduranteildicianno-vesimo e i primi anni del ventesimo secolo, dal favore accordato agli stranieri di etnia tedesca in Germania nella suapoliticad’immigrazionedopolaSecondaguerramondiale,dallepolitiche“AustraliaBianca”chedefinivanolepolitichemigratorieaustralianeperlamaggiorpartedelventesimosecoloedaldirittoautomaticoadimmigrarein Israele garantito agli ebrei dalla “legge del Rientro” del 1950.

    (37) Sul tema dei diritti umani, tra gli altri, cfr. Saccucci, Profili di tutela dei diritti umani tra Nazioni Unite e Consiglio d’Europa, Padova, 2005, p. 1 e ss. ed i contributi raccolti nel volume a cura diPineschi, La tutela interna-

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    scita dei movimenti per i diritti civili e la multiculturalità, ma anche dalla ne-cessità di favorire, comunque, l’ingresso di lavoratori stranieri qualificati per accrescere, importandolo, il capitale umano e arricchire di talenti la risorsa-popolazione, determinando corrispondenti “fughe di cervelli” dai Paesi d’ori-gine. È rilevante, inoltre, il contributo che possono dare alla potenza politico-diplomatica e militare di uno Stato i migranti provvisti di un’expertise tecnica e intellettuale (per esempio la conoscenza di lingue straniere, la capacità d’a-nalisi, la conoscenza di tecnologie all’avanguardia, ecc.). D’altro canto, non si può neanche trascurare, per quanto discutibile, la tendenza che all’inizio di questo millennio è stata volta a individuare nelle ultime ondate migratorie verso gli Stati Uniti nuove minacce all’identità nazionale fondata su un’eredi-tà anglo-protestante (38). Al riguardo, si pensi agli Stati Uniti dove dopo i fatti dell’11 settembre 2001, con la creazione del Dipartimento per la “Homeland Security”, il controllo è divenuto ancora più stringente (39) per il timore di ri-schi terroristici collegati all’ingresso di migranti non sempre, e non solo, irre-golari (40). Agli attenti osservatori, tuttavia, non è sfuggito il costo-opportunità di allontanare fasce di individui qualificati (anche in termini di conoscenze di tecnologie emergenti) e di studenti, tradizionali targets delle politiche migra-torie statunitensi.

    A carattere generale, può evidenziarsi come secondo una certa concezione il fenomeno migratorio, come anticipato, troverebbe base nella c.d. “globa-lizzazione” (41). Invero, la globalizzazione delle opportunità spiega molto del

    zionale dei diritti umani. Norme, garanzie, prassi,Milano,2006.Conparticolareriferimentoalprofilodelladifesadei diritti umanitari, cfr. VassalloPaleologo, Monitoraggio della discriminazione e della xenofobia contro i mi-granti, assistenza legale e interventi sociali: quali prospettive dopo la conferenza di Durban? (Relazione presentata al seminario di esperti dei Paesi occidentali intitolato «Messa in opera del Programma di azione di Durban: uno scambio di idee su come andare avanti»,organizzatodall’Ufficiodell’AltoCommissarioONUperiDirittiUmani,Bruxelles,10-12dicembre2003),inDiritto, immigrazione e cittadinanza, 2004, fasc. 3, p. 59-70.

    (38) Cfr.HuntingtonSamuel, Who Are We? The Challenges to America’s National Identity,NewYork, Simon and Schuster, 2004.

    (39)Recentidatiriportatidall’Agenziastatunitenseperilcontrollodellefrontiereindicanochenel2017sonostatearrestate341.084personelungoilconfinetraStatiUnitieMessicoecheimigrantichehannopersolavitanel tentativo di attraversarlo sono stati 412, un numero maggiore rispetto ai 398 dell’anno precedente, v. U.S. Customs and Border Protection, in www.cbp.gov;IOM,Migrant deaths remain high despite sharp fall in US-Mexico border crossing in 2017, 6 febbraio 2018.

    (40)Lerottedell’immigrazioneillegalerappresentanoinfattipotenziali“direttricilogistiche”checonsentonol’insediamentoelapenetrazionedelterrorismonell’UE,cfr.PresidenzadelConsigliodeiMinistri,Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza,2017,p.73.Perleorganizzazioniterroristichedidiversamatrice,talitrafficisisonodimostrati,alcontempo,congenialiall’attuazionediprogettidiattaccoterroristico(potendoinse-diare cellule dormienti nei Paesi target),nonchéinteressantifontidifinanziamento.

    (41)Cfr.Gallino, op. cit.

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    fenomeno, ma occorre anche dire che, a fronte di una caduta delle barriere economiche, si è assistito ad un accrescimento notevole delle politiche di con-trollo delle frontiere, con forti e costosissimi investimenti in tecnologie e altre azioni di rafforzamento delle stesse.

    Secondo altri, invece, la dimensione strategica del fenomeno trovereb-be spiegazione nell’eterna contrapposizione tra “mondo cristiano” e “mondo musulmano”, il quale vedrebbe l’occasione favorevole per agevolare, come nel caso della Libia e della Tunisia, un esodo di disperati come anteposto di un progetto più organico in grado di creare delle serie difficoltà all’Europa, trasformandone la natura sociale e culturale in modo quasi irreversibile. In particolare, è stato evidenziato che si tratterebbe di «una strategia sagace e probabilmente vincente in assenza di contromisure. Il fatto che utilizzi un fenomeno preesistente, che prescinde da qualsiasi scontro di civiltà, ma è es-senzialmente fame, potrebbe diventare un dettaglio» (42). Al riguardo, è stato rimarcato (43), inoltre, l’atteggiamento buonista, e perciò debole, del nostro sistema, che espone l’occidente ad una infiltrazione disarmante dei confini ed i cui sistemi d’interdizione sarebbero architetture burocratiche, operative e amministrative quasi “virtuali” e, per quanto concerne l’immigrazione per via marittima, ineluttabilmente inefficaci, stante l’impossibilità di un control-lo incessante degli estesi spazi marittimi. A tale ultimo riguardo, si è difatti sostenuto che per arginare l’immigrazione via mare, a fronte dell’inevitabilità e irreversibilità del fenomeno migratorio, sarebbe necessaria una politica che impedisca fisicamente gli sbarchi, mettendo in campo risorse operative che consentano di «controllare onda per onda, duna per duna i 7.000 chilometri di costa del nostro territorio o almeno i 2-3.000 più esposti» (44). Secondo alcuni studiosi sarebbe quindi auspicabile uno sbarramento fisico del Mediterraneo, per quanto possibile, da Gibilterra al Peloponneso, strategia che alcuni Paesi sembrano aver attuato per sostenere il diritto a respingere gli immigrati illega-li (45). Anche in quest’ultimo caso, comunque, si tratta di strategie che dicono poco delle politiche migratorie sottostanti, delle scelte di fondo dalla cui effi-cacia dipende realmente il controllo del fenomeno degli ingressi di migranti

    (42) Ibidem.L’analisihailpregiodisostenerecherisentiamoadessodiunadecolonizzazioneforseprematu-ra,dicuilaguerrafreddahasolocongelatoglieffettieche,infine,dovremmoripensareadispirareilrapportoconi Paesi svantaggiati ad un nuovo “white man’s burden”dikiplingianamemoria.

    (43)Cfr.Tani,Aspetti strategici dell’immigrazione clandestina, in Pagine difesa, 2002.(44) Ibidem. (45)CosìcomeavvenutoinSpagnaealtrove,adesempioinAustraliamaancheinGranBretagna.

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    clandestini: sotto questo profilo, sarebbe più attinente un riferimento ai muri innalzati alle frontiere terrestri da statunitensi e israeliani, giacché esse sono attraversate dalla percentuale più ampia di illegali e di persone soggiogate dalla tratta (46).

    Le strategie di contrasto indicate da alcuni studiosi, che appaiono coe-renti con le premesse, propongono tuttavia rinunce che il nostro sistema di garanzie liberal-democratiche difficilmente potrebbe ammettere senza negare al contempo la propria sopravvivenza come democrazia liberale; ed invero, «proprio sul contemperamento tra esigenze di libertà ed esigenze di sicurezza si gioca il futuro dello Stato di diritto e della democrazia. Sicurezza e libertà possono quindi a pieno titolo essere annoverati tra gli elementi fondanti di un sistema sociale pur con una doverosa precisazione: la sicurezza, a differenza della libertà, non rappresenta di per sé un valore assoluto, bensì deve essere considerata come un fattore strumentale e servente attraverso cui il cittadino può godere in pieno dei suoi diritti di libertà. Proprio a tal fine, il concetto stesso di sicurezza non di rado comprime e limita alcune libertà del singolo per poter raggiungere il fine ultimo delle libertà di molti. Il punto veramente nodale è il raccordo fra la domanda di sicurezza e le garanzie di libertà» (47).

    Il quadro sinteticamente descritto evidenzia comunque come sia sempre più necessaria e imprescindibile una gestione strategica del fenomeno a par-tire dai Paesi di origine e di transito dei migranti. In questa direzione si è sviluppato il grande lavoro svolto dall’Italia a partire dal 2014, quando duran-te il semestre di Presidenza dell’UE è stato dato avvio alla cooperazione e al dialogo con gli Stati africani, attraverso la conferenza di Karthoum, che ha raggruppato i Paesi del Corno d’Africa, e la conferenza di Rabat, per i Paesi dell’Africa settentrionale. Ad esse si sono affiancati i contatti con i Paesi del medio-oriente, confinanti con la Siria, come la Giordania, il Libano, la Tur-chia e l’Iraq. I rapporti così avviati sono stati sviluppati nel 2015 dal Ministero

    (46)Cfr.Ciconte (a cura di), I flussi e le rotte della tratta dall’est Europa, ricerca effettuata nell’ambito del progetto WestfinanziatodallaCommissioneEuropea,2005.

    (47)Unsistemadisicurezzacomeilnostro,concepitonelsolcodeiprincipicostituzionaliechesisviluppanell’alveodiunasocietàdemocratica,èorientatopiùall’ampliamentodellelibertàedeidirittiditutti,cheallalorocompressione.Chièchiamatoatutelarelasicurezzacollettivanonpuòpertantoragionaresoltantointerminidiperseguimentodeicolpevolideireati,mahaildoveredielaborareedattuarestrategieeprogrammidiprevenzio-necheostacolinolaviolazionedelleregoledellacivileconvivenza.Ilperseguimentodellasicurezzanonpuòpre-scinderedalrispettodellenormecostituzionaliapresidiodellalibertàindividualeocollettiva.DicevaBenjaminFranklin«Chièdispostoasacrificarelalibertàincambiodellasicurezzanonmeritanél’unanél’altracosa»,cfr.Corradino, La difficile convivenza fra libertà e sicurezza, in Il diritto amministrativo, rivista giuridica elettronica, Catania,2006.

    TP_0092_Immigrazione_clandestina_2019.indb 14 24/06/19 14:22

  • ImmIgrazIone, traffIco e tratta dI esserI umanI: analIsI deglI asPettI strategIcI

    La disciplina giuridica dell’immigrazione clandestina via mare ∙ 15

    dell’interno e dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazio-nale e tradotti in accordi di polizia con il Gambia, la Costa d’Avorio, il Bangla-desh, l’Etiopia, il Pakistan, il Ghana, il Senegal e il Sudan (48). Da ultimo, il 6 luglio 2017, la strategia italiana ha indotto il Parlamento europeo ad adottare il documento sul c.d. “Migration compact”, finalizzato a rafforzare i rapporti con i Paesi terzi africani.

    Si è dunque avvertita la necessità di gestire il fenomeno in una prospettiva di collaborazione (49) interistituzionale, fra istituzioni e associazioni private, nonché di cooperazione internazionale (50), in coerenza con il principio del “fair sharing of responsibility” (51), posto alla base della politica europea e stret-tamente collegato al principio cardine della “solidarietà” (52). Infatti, le misure differenziate, ovvero non coordinate, adottate nei vari Paesi europei non solo non sono idonee ad attuare una strategia di efficace gestione del fenomeno migratorio nel suo complesso, ma producono anche immediate reazioni nelle organizzazioni criminali per deviare i traffici, e in particolare quelli via mare, laddove appare meno rischioso; e gli spazi marittimi rappresentano, in tal senso, la via meno rischiosa per le organizzazioni criminali, non certo per i migranti. Non a caso, i pilastri costituiti dal principio di solidarietà e con-divisione della responsabilità, hanno richiesto il potenziamento dell’Agenzia europea FRONTEX (53) che il 14 settembre 2016, in linea con le previsioni del

    (48) In generale sugli accordi con Paesi stranieri nell’ottica di arginare il fenomeno migratorio, v. infraCapitoloIII.(49)Spesso,accantoallemodalitàdicollaborazionepreviste,sonostatiavviatiprogettidiassistenzatecnica

    perilrafforzamentodellavigilanzadellefrontieredelloStatoesteroeperl’attivitàdiprevenzioneerepressionedel trafficodipersone.Aquestoriguardo,sonostateassunte iniziativeper rafforzare lacollaborazionecon iprincipaliPaesidiorigineeditransitodeiflussidiimmigrazioneillegale,basate,inparticolare,suscambiodiin-formazionistrategiche,operativeeinvestigative,programmidiassistenzatecnica(cheprevedono,inalcunicasi,lacessionedibeniatitologratuitoafavoredelleautoritàdipoliziastraniereimpegnatenellalottaall’immigra-zioneclandestina),distacchidiufficialidicollegamentoediesperti,formazioneeaddestramentodelpersonalestraniero, dispositivi di pattugliamento congiunto terrestre, marittimo e aereo, scambio di visite, assistenza in materia di rimpatrio.

    (50) Gli sforzi assunti nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, mediante l’adozione di proto-collidicollaborazionespecificifraiPaesidiprovenienzaeiPaesididestinazione,hannoconsentitodiraggiun-gererisultaticonsiderevoliconlariduzionedialcuniflussimigratori illegaliel’avviodicollaborazioniproficueinattivitàcongiunte.Bastiricordarecomel’azionedicontrastosvoltadall’Italiaabbiaavutoeffettipressochédefinitivineiconfrontideiflussimigratori illegaliprovenientiviamaredaiBalcani,dall’Albania,dalloSriLanka(quest’ultimograzieallacollaborazioneconl’EgittonelCanalediSuez)edirecentedallaTunisia.

    (51) V. infraCapitoloIV.(52)L’art.80delTrattatosul funzionamentodell’Unioneeuropea (TFUE) recita«Lepolitichedell’Unionedi

    cuialpresentecapoelaloroattuazionesonogovernatedalprincipiodisolidarietàediequaripartizionedellaresponsabilitàtragliStatimembri,anchesulpianofinanziario.[…]»,sulpunto,cfr.ilcommentodiLang, Art. 80, in Trattati dell’Unione Europea (a cura di Tizzano), Milano, 2014.

    (53)Perapprofondimentisull’AgenziaFRONTEX,sirinviainfra CapitoloIV.

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