l’arco e la freccia - istitutodezza.edu.it · ”una storia tira l’altra”. la programmazione...

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Giornalino dell’Istituto Comprensivo “G. Dezza” Anno Quattordicesimo, numero 1 Dicembre 2016 L’Arco e... ...la Freccia ... BRRR CHE FREDDO!!! L’inverno è quella stagione che molti detestano perché il suo vento è impetuoso, cancella il silenzio, strappa le foglie e le trascina per mete sconosciute. La nebbia ti avvolge e tutto attorno si volatilizza, evapo- ra il flacone di natura che ti circonda, il nulla galleggia mentre il respiro si muove a passo d’uomo. Non vedi le stelle che sfavillano di nascosto, balenando nella sfera celeste che indossa il suo semplice sguardo. Il gelo del buongiorno ha una tinta unica che scivola sen- za allentare la presa, mentre nell’aria ti accompagna quel pungente profumo di freddo. L’architettura del fiocco di neve investe l’aria frizzante e i tuoi pensieri si raggomito- lano ed esplodono i caldi ricordi. Nel consueto meriggio guardando l’albero addobbato e i pastori del presepe, trovi la magia delle tue giornate, una festa accende le strade buie, tutti siamo affamati e cerchiamo quel cibo che possa nutrire la nostra amica “Letizia”. Nel momento più freddo dell’anno ti accorgi che la tua letterina deve essere alimentata a dovere con semplici ri- chieste, orchestrata da armonici suoni e accordi melodi- ci. Non importa quanto freddo sia l’inverno, basta ascol- tare il palpitante cuore che rocambolesco in una notte fa sorgere l’alba del sorriso. Vorrei condividere con voi, cari scolaretti, una frase che un mio amico mi ha scritto ieri: #Un sorriso è una luce attraverso la finestra del tuo viso che dice alla gente che il tuo cuore è in casa# Non dobbiamo volare lontano, fotografare Pammukale, esplorare Manchu Picchu o salire a Trolltunga per essere felici, semplicemente ripulire il mondo, passare la verni- ce sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Un ultimo monito giunge infine, non la guerra di confi- ne ma pensa a quello che puoi fare, nella vita puoi solo amare. La versione integrale è pubblicata sul sito: www.istitutodezza.gov.it - Giornalino d’Istituto Il grillo parlante La fantasia è un elemento di incredibile importanza per lo sviluppo mentale dei bambini,in quanto favo- risce l’immaginazione, la creatività e la capacità di risolvere problemi. Le fiabe consentono di dare un volto alle angosce e, nel- lo stesso tempo, le rendono più facili da dominare, inoltre il lieto fine dà al bambino la certezza che il bene vince sempre sul male. Infanzia “Cesaris” «Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco». Questa frase guida tutti i progetti della scuola dell’infanzia dove da sem- pre è riconosciuta l’impor- tanza del fare, perché solo “se faccio capisco” . Infanzia “Campania” SCIENZIATI... PER GIOCO!!! Quest’anno le classi terze hanno aderito ad un progetto sperimentale di EDUCA- ZIONE ALIMENTARE. La finalità è quella di “promuovere la cultura e la consa- pevolezza alimentare, nel rispetto co- erente dell’ambiente”. Scuola Primaria Le cose cambiano: ELEMENTARI - MEDIE Cari lettori, questo è il nostro primo anno alle scuole medie. Sono cambiate molte cose: gli zaini sono molto più pesanti i libri sono molto grandi sono aumentati i compiti. Ma alle medie... Scuola Secondaria “UNA STORIA TIRA L’ALTRA”

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Page 1: L’Arco e la Freccia - istitutodezza.edu.it · ”UNA STORIA TIRA L’ALTRA”. La programmazione di quest’anno sarà caratterizzata dalla lettura di fiabe classiche, di racconti

Giornalino dell’IstitutoComprensivo “G. Dezza”

Anno Quattordicesimo, numero 1Dicembre 2016

L’Arco e... ...la Freccia

... BRRR CHE FREDDO!!!

L’inverno è quella stagione che molti detestano perché il suo vento è impetuoso, cancella il silenzio, strappa le foglie e le trascina per mete sconosciute.

La nebbia ti avvolge e tutto attorno si volatilizza, evapo-ra il flacone di natura che ti circonda, il nulla galleggia mentre il respiro si muove a passo d’uomo. Non vedi le stelle che sfavillano di nascosto, balenando nella sfera celeste che indossa il suo semplice sguardo. Il gelo del buongiorno ha una tinta unica che scivola sen-za allentare la presa, mentre nell’aria ti accompagna quel pungente profumo di freddo. L’architettura del fiocco di neve investe l’aria frizzante e i tuoi pensieri si raggomito-lano ed esplodono i caldi ricordi.

Nel consueto meriggio guardando l’albero addobbato e i pastori del presepe, trovi la magia delle tue giornate, una festa accende le strade buie, tutti siamo affamati e cerchiamo quel cibo che possa nutrire la nostra amica “Letizia”.

Nel momento più freddo dell’anno ti accorgi che la tua letterina deve essere alimentata a dovere con semplici ri-chieste, orchestrata da armonici suoni e accordi melodi-ci. Non importa quanto freddo sia l’inverno, basta ascol-tare il palpitante cuore che rocambolesco in una notte fa sorgere l’alba del sorriso. Vorrei condividere con voi, cari scolaretti, una frase che un mio amico mi ha scritto ieri: #Un sorriso è una luce attraverso la finestra del tuo viso che dice alla gente che il tuo cuore è in casa# Non dobbiamo volare lontano, fotografare Pammukale, esplorare Manchu Picchu o salire a Trolltunga per essere felici, semplicemente ripulire il mondo, passare la verni-ce sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.Un ultimo monito giunge infine, non la guerra di confi-ne ma pensa a quello che puoi fare, nella vita puoi solo amare.

La versione integrale è pubblicata sul sito: www.istitutodezza.gov.it - Giornalino d’Istituto

Il grillo parlante

La fantasia è un elemento di incredibile importanza per lo sviluppo mentale dei bambini,in quanto favo-risce l’immaginazione, la creatività e la capacità di risolvere problemi.

Le fiabe consentono di dare un volto alle angosce e, nel-lo stesso tempo, le rendono più facili da dominare, inoltre il lieto fine dà al bambino la certezza che il bene vince sempre sul male.

Infanzia “Cesaris”

«Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco».

Questa frase guida tutti i progetti della scuola dell’infanzia dove da sem-pre è riconosciuta l’impor-tanza del fare, perché solo “se faccio capisco”.

Infanzia “Campania”

SCIENZIATI... PER GIOCO!!!

Quest’anno le classi terze hanno aderito ad un progetto sperimentale di EDUCA-ZIONE ALIMENTARE. La finalità è quella di “promuovere la cultura e la consa-pevolezza alimentare, nel rispetto co-erente dell’ambiente”.

Scuola Primaria

Le cose cambiano: ELEMENTARI - MEDIECari lettori,questo è il nostro primo anno alle scuole medie.Sono cambiate molte cose:• gli zaini sono molto più pesanti• i libri sono molto grandi• sono aumentati i compiti.Ma alle medie...

Scuola Secondaria

“UNA STORIA TIRA L’ALTRA”

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L’Arco e... Scuola dell’...la Freccia INFANZIA

CESARIS

Ed eccoci qui… si ricomincia, siamo pronti per un nuovo anno da trascorrere insieme con...

”UNA STORIA TIRA L’ALTRA”.La programmazione di quest’anno sarà caratterizzata dalla lettura di fiabe classiche, di racconti e storie che accompa-gneranno i nostri bambini nel loro percorso di crescita e di scoperta.

La fantasia è un elemento di incredibile importanza per lo sviluppo mentale dei bambini, in quanto fa-vorisce l’immaginazione, la creatività e la capacità di risolvere problemi.

Le fiabe consentono di dare un volto alle angosce e, nello stesso tempo, le rendono più facili da domina-re, inoltre il lieto fine dà al bambino la certezza che il bene vince sempre sul male.

Gli obiettivi che si vogliono perseguire sono fi-nalizzati a coltivare l’interesse per i libri, a pro-muovere l’amore per la lettura e a far diventare i piccoli di oggi dei buoni lettori di domani.

Momento particolarmente interessante è stato l’incontro, presso le scuole dell’infanzia “Cesa-ris” e “Campania”, con il direttore della bibliote-ca Sig. Franco Fornaroli e i genitori. Il Direttore ha presentato il Progetto Lettura, che verrà realizzato durante quest’anno scola-stico, spiegandone la valenza educativo-pedagogi-ca e didattica.

Le insegnanti si recheranno con i bambini in biblioteca ove vedranno in prima persona l’organizzazione e ri-ceveranno consigli sulla gestione del prestito.

Successivamente si ripeterà l’esperienza all’interno della sezione, dove verranno realiz-zate piccole biblioteche.

Si prospettano, quindi, giorni intensi all’insegna della lettura

dedicata ai più piccoli in cui gli adulti, insegnanti e genitori, prestano la loro voce per dare vita a sto-rie che nutrono la mente e diventano occasione di sviluppo affettivo e cognitivo, un efficace mezzo di relazione e una fonte inesauribile di stimoli.

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“C’ERA UNA VOLTACAPPUCCETTO ROSSO...”

“LA MAMMA LE DIEDE UNA FOCACCIA DA PORTARE ALLA

A seguito del tragico terremoto che ha colpito il centro Italia, le scuole dell’in-fanzia “R. Cesaris”, “Campania”, “il Carmi-ne”, hanno attivato una raccolta rivolta alle famiglie e ai loro bambini attraver-so l’inizia-tiva: “me-renda della solidarietà”. L’obiettivo di tale finali-

tà (rivolto nello specifico al comune di Amatrice), è stato quello di raccogliere fondi, ma soprattutto di sensibi-lizzare i bambini spie-gando loro l’accaduo e stimolandoli al senso di responsabilità verso il prossimo in difficoltà.Il riscontro è stato gran-de... grazie, grazie a tutti di vero cuore!

Ai genitori sarà rivolto un invito speciale...

”Trovate il tempo per sedervi in poltrona, col vostro bambino sulle ginocchia per leggere il meraviglioso libro che verrà portato da scuola.Sfogliatelo, guardate le figure, leggete ad alta voce e se il vostro bambino vi chie-derà di rileggerlo …ancora… ancora e ancora… accontetatelo“.

“...CAPPUCCETTO ROSSO ANDO’ NEL BOSCO...”

MERENDA DELLA SOLIDARIETA’

Ci piacerebbe concludere con una citazione di Madre Teresa di Calcut-ta: “QUELLO CHE NOI FACCIAMO

E’ SOLO UNA GOCCIA NELL’OCEANO, MA SE NON LO FACESSIMO L’OCEANO AVREBBE UNA GOCCIA DI MENO”

Scrive Daniel Pennac:“La ripetizione rassicura. E’ prova di intimità (…) Rileggere non è ripetersi, ma dare una prova sem-pre nuova di un amore instancabile”.

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L’Arco e... Scuola dell’...la Freccia INFANZIA

CAMPANIA

NOI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA “L’AQUILONE”......abbiamo un nuovo amico che ci ha accolto e ci seguirà tutto l’anno è OTTAVIO un polpo ti-mido, il quale ha scoperto che fuori dalla sua grotta può incontrare tanti amici!

«Se ascolto dimentico, se vedo ricordo,

se faccio capisco».Questa frase guida tutti i progetti della scuola dell’infanzia dove da sempre è riconosciuta l’importanza del fare, perché solo “se faccio capisco”. La sperimentazione, l’azione hanno quindi una valenza cognitiva fondamentale.

Nei laboratori, che ogni sezione organizza, il bambino si mette in gioco e attraverso la sperimentazione trova la sua

strada e decide cosa fare.Insomma può arrivare a conoscere

in modo diverso, più approfondi-to, esercitando la fantasia e la

creatività!

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SOLIDARIETÀ PER I BAMBINI COLPITI DAL TERREMOTO.Le scuole dell’infanzia dell’Istituto G.Dezza, Cesaris e Aqui-lone, hanno deciso di avviare una raccolta fondi in favore della città colpite dal terremoto.

INVITO A TEATRO

UN LETTO DA FAVOLA TEATRODIPIETRA ONLUS 2017Con Matteo Bertuetti, Alessandra Camurri e Adriana Milani

Tony Storialunga, un bambino che adora le favole, si prepara ad andare a letto.Come tutti i bravi bambini si è messo il pigiama, si è lavato i denti e non aspetta altro che cadere nelle braccia di morfeo ascoltando la lettura della sua storia preferita.

Invece nel letto chi c’è? Appaiono strani personaggi che sembrano usciti dai suoi libri: un’orsa, un pirata, una strega e un bambino molto bricconcello. Riuscirà Tony a convincere queste strane presenze a tornare nei loro libri? E soprattutto…riuscirà a farsi leggere una favola? Uno spettacolo pieno di situazioni esilaranti, gag e movimento in una stanza da letto che si trasformerà a seconda delle atmosfere create dai personaggi.Un’esperienza nuova, emozionante e soprattutto di-vertente. Abbiamo riso tanto insieme a questi personaggi matti!!!

Grazie Gio!!! PAROLE GENTILI

Lo abbiamo fatto, come al solito, coinvolgendo i bambini nella preparazione di buonissimi biscotti per Halloween. Il ricavato della vendita sarà devoluto all’Istituto Omni-comprensivo Amatrice di Rieti.

Quest’anno l’inse-gnante di religione

Giovanna, che da sempre ci affianca nelle attività delle nostre sezioni, ha

voluto iniziare l’anno ricordando l’impor-

tanza dell’utilizzo delle parole gentili GRAZIE, PREGO…,

dentro e fuori della scuola, con gli adulti e tra i pari.

Cosi per non dimenticarci della gentilezza ha realizzato con i

bambini un bellissimo fiore che ci ricorda di essere gentili con

gli altri.

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L’Arco e... Scuola...la Freccia PRIMARIA

UN POMERIGGIO A SCUOLA CON GLI AN-ZIANI CHE RACCONTANO...

I cambiamenti che porta l’avanzare degli anni

Nella scuola Primaria (...) si sono trovati gli alunni delle classi quinte per ascoltare alcune testimonianze raccon-tate da tre arzilli signori un po’ in là con l’età…Noi ragazzi di quinta D abbiamo conosciuto la signora Bianca che ci ha stupito con i suoi 93 anni portati in ma-niera splendida; il signor Giuseppe che ci ha fatto com-muovere con la sua voce emozionata; la signora Lucia-na che ha chiacchierato un sacco e aveva tanta voglia di cantare! Con loro, ad accompagnarli, c’erano il figlio della signora Bianca e due volontari della Fondazione Castellini.In modo semplice, sotto forma di racconto ci hanno illu-strato i cambiamenti della loro vita con il passare degli anni.Luciana ha detto che secondo lei la cosa più importante per le persone anziane è “sentirsi an-cora utili” e che basta un sem-plice “ciao” per renderli felici. Ha detto anche che una per-sona non invecchia fino a quando continua ad imparare cose nuove e lei non smette mai di farlo… anche questo pomeriggio è sicura di imparare qualcosa da tutti noi.Anche Bianca concorda e ci dice che gli anziani hanno bisogno di sentirsi amati, accettati e che spesso hanno bisogno di qualcuno con cui parlare. Lei ora vive a Via-reggio ma spesso viene a Milano per trovare i suoi tanti nipoti che la riempiono di attenzioni.Prima di ieri pomeriggio, dicono alcuni alunni, molto spesso ci capitava di incontrare persone anziane e chie-derci cosa pensavo e che cosa provavamo nei loro con-fronti…Gli anziani... gli anziani... e non trovavamo le risposte!Spesso “anziano” ricorda una parola che subito ci fa viene in mente le rughe, i capelli bianchi, il corpo esile... ecco cosa pensiamo quando pronunciamo questo vocabolo ci siamo detti!!!Ma non è così, lo abbiamo scoperto grazie a loro, a que-sti gentili signori anziani… Spesso non teniamo presen-te una cosa: non ci rendiamo conto di tutto l’amore, la compagnia, il conforto, l’aiuto, l’allegria... che una perso-na anziana può dare!!! 

Quest’anno le classi terze hanno aderito ad un progetto sperimentale di EDUCAZIONE ALIMENTA-RE. La finalità è quella di “promuovere la cultura e la consapevolezza alimentare, nel rispetto coerente dell’ambiente”.Il progetto, che si articola da ottobre a giugno, prevede:-incontri in aula con gli studenti gestiti da una biologa;-sportelli familiari di educazione alla salu-

te e all’ambiente;

SCIENZIATI... PER GIOCO!!!

-laboratori interattivi con gli studenti e le famiglie, in cui la biologa organizza un confron-to tra bambini e genitori sugli argomenti trattati in aula.Riportiamo le impressioni dei bambini dopo i primi incontri:

“IO HO FATTO LA ZUCCA D’AUTUNNO. E’ STATO BELLISSIMO! NON VEDO L’ORA DI ANDARE ANCORA…” Oneli, 3^B

“Il laboratorio è stato bello perchè mi ha fatto pensare alla frutta che si mangia a ogni stagione”

Francesco, 3^A

“IL LABORATORIO MI E’ PIACIUTO MOLTO. IL MIO PIATTO SI CHIAMA “IL DISASTRO D’AUTUNNO” E MI SONO DIVERTITA…” Sabrina, 3^B

“Il mio piatto era una faccina sorridente!!!” Lorenzo, 3^B

“IO HO FATTO UN OMINO DI FRUTTA MA POI MI HANNO RUBATO I PEZZI!!!” Edoardo, 3^B

“A me è piaciuto perchè abbiamo creato il cibo con fantasia e Chiara ci ha fatto vedere tutte le spiegazioni. Grazie Chiara!”

Lucia, 3^B

“MI E’ PIACIUTO MOLTO PERCHE’ E’ STATO DIVERTENTE E MOLTO EMOZIONANTE. HO COSTRUITO UN’OPERA D’ARTE: SI CHIAMA “LA FACCIA TRISTE” Rafael, 3^A

“Per me questa esperienza della frutta è stata bellissima per-chè dovevamo fare un piatto allegro. Io ho fatto una faccia di

frutta e poi me la sono mangiata!” Giulia, 3^A

Sul sito della scuola sono pubblicate altre considerazioni formulate dai bambini al termine dell’esperienza.

I pro e i contro di essere anziani raccontato ai giovani alunni delle classi quinte

Nella versione integrale, sono riportati tutti i pensieri dei bambini della 5^C e le lettere di ringraziamento rivolte agli “anziani” che hanno portato la loro testimonianza.

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I BAMBINI E IL FIUME LAMBRO

VISITA ALLA SORGENTE

GIORNATA DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITÀ NAZIONALE

TRINCEE E SOLDATI Circa un secolo fa ci fu il primo conflitto mondiale in cui fu coinvolta anche l’Italia. I soldati mentre andavano sulle monta-gne avevano freddo e camminavano sui ghiacciai anche se non ben equipaggiati.I soldati vivevano e combattevano soprat-tutto in trincea, c’erano vari tipi di soldati tra cui Fanti e Bersaglieri. I Fanti si muove-vano a piedi con i fucili, andavano davanti a tutti e combattevano in prima linea; per proteg-gersi costruivano dei muretti di protezione, così si potevano nascondere dai nemici, oppure scava-vano trincee. La trincea era composta da gallerie e fossati che permet-tevano ai soldati di muoversi e di proteggersi dai nemici. In trincea si viveva, si mangiava e c’erano anche i “dor-mitori” e naturalmente i posti di difesa e di attacco. Per combattere c’erano mitragliatrici, fucili, pistole e canno-ni e per le valli c’erano macchine da guerra come i carri armati. È stata una guerra molto difficile e pesante ma alla fine l’Italia l’ha vinta.

Pietro T., Valentina, Iulian, Francesca, Riccardo, Valery

I bambini della 4^D e il ricordo dei caduti MILITE IGNOTO Dopo tre anni dalla fine della guerra, alcune persone trovarono undici salme sconosciute e le portarono nella

Basilica di Aquileia. Una donna molto triste perché, come tante altre, aveva perso un figlio andato in guerra e non tor-

nato, scelse una bara da portare a Roma. Milite Ignoto significa solda-to sconosciutoChissà se qualche giorno andremo anche noi a vedere la tomba del Milite Ignoto!

Diego, Nicole, Sara, Pietro M., Mahmoud, Giorgia

IL RUOLO DELLE DONNE Quando gli uomini purtroppo sono andati in guerra, le donne hanno preso i loro posti di lavoro: lavoravano nei campi, però con qualche rischio, fabbricavano armi e munizioni nelle industrie belliche. Tutti i rifornimenti per i soldati venivano trasportati sulle montagne pro-prio dalle donne. Le ragazze più giovani curavano i feriti facendoli sdraiare nei vagoni dei treni e dentro le tende, allestendo ospedali di emergenza, e indossavano la divi-sa da crocerossina.

Camilla, Luca B., Aurora

IL FIUME VISTO E RAPPRESENTATO DAI BAMBINI

I CANTIIn questa giornata sono stati riproposti alcuni canti come ad esempio l’Inno d’Italia. Un altro canto ricorda la grande guerra, è “Ta-Pum”. Ta-pum è il suono uguale a quello della baionetta che appena partiva il colpo faceva “TA” e quando arrivava il proiettile sul bersaglio faceva “PUM”. Alla fine del canto si sente “TA TA” forse significa che quello sparo non colpì niente. I soldati italiani aveva-no un mezzo di comunicazione: la tromba. “La bandiera” è il titolo di una canzone dedicata al nostro tricolore che paragona il verde alle valli e ai prati, il bian-co alle nevi delle Alpi e ai capelli delle madri, il rosso ai tramonti e al sangue. Ci sono altre similitudini tra i colori e i colombi di Venezia, i papaveri abruzzesi, degli occhi belli.

Luca H., Lorenzo, Silvia

IL CORTEO Ci siamo incontrati al cimitero e abbiamo visto un grup-po di Bersaglieri con una tromba in mano, con un cap-pello leggermente piegato sulla fronte e con un ciuffo di penne nere di gallo cedrone. Durante la cerimonia suonavano le loro trombe. Poi ci siamo spostati in corteo verso il centro città. In piazza della Vittoria gli Alpini han-no deposto delle corone di alloro accanto al monumen-to ai caduti e la fanfara ha suonato. Infine siamo entrati nel palazzo comunale e le persone più importanti della città hanno parlato della guerra. Alcuni alunni rappre-sentanti delle classi sono andati al microfono a spiegare anche loro alcuni aspetti della guerra. Noi abbiamo ese-guito alcuni canti.

Pietro G., Matilde, DanielI testi integrali sono pubblicati sul sito della Scuola.

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Giovedì 27 ottobre noi alunni di 2D e 2C insieme alle prof Ar-mano, Rivera e Mochi ci siamo recati al museo della Scienza e della Tecnica di Milano per fare due interessanti esperienze relative alla produzione di un formaggio e alla fermentazione alcolica.

Per eseguire questi esperimenti le due classi si sono divise in

FESTA DI NATALE

Ciao, oggi vi parlerò un po’ della festa di Natale. A me è piaciuta molto quando all’inizio ab-biamo fatto tanti, ma davvero tanti lavoret-ti che abbiamo poi donato all’associazione ABIO, che opera nei reparti pediatrici di ogni ospedale. Questa associazione, poi, farà dei banchetti e raccoglierà dei fondi per la sua attività, proprio con i nostri manufatti. E' sta-to divertente creare e impacchettare i nostri lavori!

Nella mattinata dopo quest’atti-vità, siamo andati a fare meren-da con patatine, panini, pane e nutella, bevande e dolcetti vari; eravamo nello spazio mensa del nostro Istituto perchè eravamo proprio in tanti! A mettere più al-

legria a questa merenda ci hanno pensato i prof che con brani- karaoke hanno fatto cantare alunni, alunne e ad-dirittura classi intere, me compresa. Se si ripeterà anche l’anno prossimo questa esperienza sarebbe una cosa carina, sia per chi quest’anno non ha partecipato, sia per chi come me ha già vissuto questo momento.

Mary CF., 2^E

UN’ESPERIENZA SCIENTIFICA AL MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA DI MILANO

due gruppi con una guida diversa.All’inizio abbiamo preso un bicchie-rino millimetrato nel quale si è ver-sato una certa quantità di latte fre-sco intero pastorizzato e l’abbiamo lasciato scaldare su una piastra fino a quando ha raggiunto la tempera-tura di 37 gradi. A questo punto è stato tolto il latte dalla piastra ed è stato aggiunto il caglio che abbia-mo lasciato riposare per qualche mi-nuto. Infine abbiamo scolato il tutto in un cestello e finalmente abbiamo ottenuto il nostro formaggio.Dai risultati ottenuti abbiamo capito che il formaggio si ottiene dal latte fresco intero.

Per la fermentazione alcolica, abbiamo eseguito l’espe-rimento sulla scorta di una riflessione che ci è stata pro-posta dalla nostra guida: l’elemento base che accomuna molti alimenti è il lievito.Abbiamo preso un misurino millimetrato nel quale ab-biamo messo circa 10 ml di acqua ed è stato aggiunto un po’ di lievito che si è sciolto mescolandolo, quindi è stato aggiunto del fruttosio con un misurino più grande. A questo punto è stata messa una quantità media d’ac-qua e con delle siringhe abbiamo iniettato il contenuto nel misurino più piccolo, versandolo goccia a goccia. Il liquido ottenuto era color nocciola.

Le esperienze mi sono piaciute perché sono state coin-volgenti, infatti noi alunni siamo stati i protagonisti di questi esperimenti. Inoltre abbiamo acquisito nuove co-noscenze. Non si sono riscontrate difficoltà e complessi-vamente l’interesse che noi alunni abbiamo dimostrato è stato buono.Io sarei favorevole a riproporre esperienze di questo tipo, sia al museo della Scienza e della Tecnica che presso altri musei, perché è importate e divertente IMPARARE SPE-RIMENTANDO!!!

Chiara Z., 2^D

L’Arco e... Scuola...la Freccia SECONDARIA

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Attività pomeridiane:CORSO DI INFORMATICA

Il corso viene svolto alla fine delle normali lezioni scola-stiche dalle ore 14.00 alle ore 15.35.

Quest’anno come programma stiamo lavorando con Excel, l’anno scor-so però abbiamo lavorato con Word.Io che parlo per me ho imparato poche cose ma solo perché cono-sco piuttosto bene la maggior parte dei contenuti; in realtà sono sicura che per tutte le altre ragazze e ragazzi sia utile imparare ad usare il computer ed appassionarsi come me!Per quanto riguarda le insegnanti posso assicurarvi che corrono in tuo aiuto appena alzi la mano.Non riesco a dire altre cose e sono un po’ dispiaciuta, ma sono lo stesso felice così l’anno prossimo farete anche voi il corso!

Lisa A., 2^E

ORIENTAMENTO

A noi ragazzi di terza quest’anno ci tocca una delle no-stre prime scelte importanti per la vita: quella della scuo-la superiore.

Per aiutarci a fare un passo avanti nella scelta i docenti ci hanno proposto un progetto di orientamento. Il pro-getto è durato tre lezioni da due ore ciascuna nelle qua-li un’operatrice è venuta a parlarci di diversi argomenti relativi alla scuola da scegliere: la differenza tra liceo, istituto tecnico, istituto professionale; i vari indirizzi e le caratteristiche delle scuole.

La principale differenza tra le scuole è la suddivisione in materie pratiche e teoriche.

Alla base della scelta ci sono tre punti fondamentali:- me stesso con i miei limiti, le mie capacita, la voglia di studiare, ciò che mi piace; - i consigli dei genitori, dei professori e degli amici; - le caratteristiche della scuola scelta con le sue materie, l’indirizzo, la posizione geografica, i mezzi per arrivare, le ore spalmate durante la settimana.

Abbiamo capito che al liceo e all’istituto tecnico preval-gono materie teoriche mentre negli istituti professiona-li e nelle FP prevalgono materie pratiche; detto questo nella scuola di oggi tutte volendo ti portano ad un’uni-versità. In tutte le scuole a parte il liceo gli orari sono gia stabi-liti uguali in tutti gli indirizzi, mentre al liceo variano a seconda dell’indirizzo: dalle 27 alle 35 ore dell’artistico. Il progetto ci è piaciuto e ci ha aiutato a schiarire le idee per il futuro.

Se volete un parere, vi possiamo dire il nostro: noi, Pietro e Giammarco, siamo indirizzati verso un liceo scientifi-co, consapevoli della difficoltà e della quantità di studio. Nonostante questo l’abbiamo scelto perchè ci piace la matematica e ce la caviamo molto bene.

Gianmarco R., Pietro M., 3^D

Cari lettori,questo è il nostro primo anno alle scuole medie.Sono cambiate molte cose:• gli zaini sono molto più pesanti• i libri sono molto grandi• sono aumentati i compiti.Ma alle medie non esistono solo i difetti ma anche molti pregi:• si torna a casa alle 13:35• le lezioni sono più approfondite• le gite sono molto educative come, ad esempio, la

nostra prima gita al parco avventura di Clusone dove ci sono stati spiegati i funghi e molto altro relativo all’ambiente naturale del posto; tra attimi di paura e atti-mi di divertimento è stata una gita memo-rabile.

Un consiglio:studiate ogni giorno e... non abbiate paura di sapere sem-pre di più!!!

BUON ANNO SCOLASTICO A TUTTICamilla B., Irene M., Emma R., 1^E

Le cose cambiano: ELEMENTARI - MEDIE

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La Dirigente e la Redazione augurano a tutti voi

un sereno Natale e un felice Anno Nuovo

La Redazione

RESPONSABILE PROGETTOCorona Lina

COMITATO DI REDAZIONE

DOCENTIDalicco AngelaDe Pietro MariangelaLembo Nunzio Marzani Carmen

ALUNNIGli alunni delle scuole hanno collaborato alla pubblicazione del giornalino attra-verso la stesura dei testi.

La redazione ha pri-vilegiato la pubblica-zione del materiale prodotto dagli alunni, rispettandolo quanto più possibile nella for-ma consegnata.

Quanti nonni! Sono tutti diversi!alcuni, con la testa, si sono persi.Si è interrotta la comunicazione

nella testa c’è stata una rivoluzione.

I nonni stanno in equilibrio, non lasciamo-li cadere!

il mondo reale dobbiamo far loro vedere; possiamo stare nella loro storia

per non far perdere la memoria;nel loro mondo non lasciamoli scappare

alla loro testa proviamo a badare.

Dobbiamo tenerli in considerazioneperché hanno la nostra stessa emozione.

Noi possiamo aiutarli,ma soprattutto vogliamo amarli!

Paolo, Federica, Manuel

Poesia composta dai bambini, dedicata ai NONNI

I MESTIERI

Orizzontale4. Cuce i vestiti6. Scrive articoli9. Lavora il legno10. Sforna il pane11. Giuda il bus14. Naviga

Verticale1. Canta2. Cura i malati3. Dipinge i quadri5. Alleva bestiame7. Allena8. Progetta case12. Serve ai tavoli13. Lavora la terra

15. Studia l’universo16. Spegne gli incendi17 Cura i denti18. Ripara le scarpe19. Vende oggetti preziosi20. Vende carburante

Il Presepe rea-lizzato dai bam-bini della scuola

dell’Infanzia di via Campania

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(...) le impressioni dei bambini dopo i primi incontri:

“E’ STATO BELLO COLLABORARE PER FORMARE QUEI PIATTI COLORATI. MI SONO DIVERTITA MOLTO!”

Emma, 3^A

“Mi ha insegnato a mangiare salutare, ma anche a mixare i cibi. Abbiamo imparato giocando”.

Pietro, 3^A “MI E’ PIACIUTO TANTO GIOCARE CON LA FRUTTA. LA MIA BASE ERA UNA MELA, POI L’HO SBUCCIATA E L’HO DECORATA. CI HO IMPIEGATO UN PO’ ED ERA MOLTO DELICATA. NON SAPEVO COME PORTARLA A CASA MA ALLA FINE CE L’HO FATTA!”

Emma, 3^B

“A me questa esperienza ha insegnato come giocare senza urlare e devo dire che è molto ma molto bello!”.

Francesco, 3^A

“IO NEL LABORATORIO DI SCIENZE HO FATTO UNO SPIE-DINO DI FRUTTA: ERA CON L’ARANCIA E LA MELA, E PER ABBELLIRLO HO MESSO LA BUCCIA DELL’ARANCIA. AB-BIAMO SCOPERTO CHE CON LA FRUTTA SI PUO’ GIOCARE MA IN MODO EDUCATO”

Ginevra, 3^B

SCIENZIATI... PER GIOCO!!!

Ieri mattina, 14/11/2016, siamo andati nella mensa grande e abbiamo incontra-to tre anziani: Marisa, Anna e Giuseppe, detto Peppino. Questi signori sono venuti a raccontarci fatti della loro vita, a dirci che cosa è cam-biato da quando erano bambini ad ades-so. Ci hanno detto che da bambini la vita era più difficile dal punto di vista economico, ma da quello familiare era meglio; ora invece è migliorato l’aspetto economico ma è leggermente peggiorato quello familiare.Ci hanno svelato tre segreti per vivere felici e in compa-gnia: Marisa ci ha detto che il suo segreto era ed è “dare e ricevere amore”; Anna, invece ci ha detto che per lei era ed è “la pazienza”; infine, per Giuseppe, il segreto era ed è “essere gentile con il prossimo”.Marisa ci ha raccontato anche che a lei piaceva tantis-simo andare in bicicletta ma ora, a 83 anni, i suoi figli gliel’hanno nascosta perché è stata investita due volte.Giuseppe ci ha riferito che a lui piaceva camminare, ma le gambe non “gli andavano più” e quindi è stato costret-to ad usare la sedia a rotelle.Anna ha detto che a lei piaceva la scuola perché da bam-bina aveva potuto fare solo la scuola elementare perché distava 12 km da casa sua. Le piaceva così tanto che

quando si era sposata aveva ripreso gli studi serali.Ascoltare i racconti di questi “nonni” è stata una bella esperienza.

Andrea I., Nicolò, Andrea H., 5^C

Ieri, 14/11/2016, abbiamo incontrato tre signori anziani Marisa, Anna e Giuseppe detto anche Peppino; questi signori gentilissimi sono venuti a raccontarci della loro vita.La signora Marisa ci ha raccontato che da piccola la sua vita era difficile perché c’era la guerra e tanta povertà, ma in estate, quando andava dai suoi nonni, si divertiva tantissimo. Ci ha detto che ogni sera suo nonno raduna-va in soggiorno tutte le nipotine per raccontare le sto-rie, la signora Marisa era molto contenta di questa cosa. Adesso, che è nonna, ha due nipoti che le vogliono mol-to bene e la sua vita è cambiata in meglio. La sua grande passione era andare in bicicletta, ma la sua età è avanza-ta ed è stata investita anche due volte, quindi, per paura, i figli gliel’hanno ritirata.La signora Anna, invece, ci ha raccontato che non ave-va potuto andare alla scuola Media perché abitava in cascina, a 12 km dalla sua scuola e i suoi genitori non avevano la macchina per accompagnarla. Adesso il suo passatempo preferito è leggere. Ci ha anche riferito che suo marito è molto bravo a fare i mestieri mentre lei “fa la polvere”.Giuseppe ci ha raccontato che da piccolo aiutava suo papà a lavorare. Purtroppo adesso è rimasto da solo e non è ne papà ne nonno; infatti per non rimanere solo vive nella Casa di riposo dove ci sono tutti gli altri anziani. Questa nuova Casa gli piace perchè gioca a dama mentre gli altri ospiti

giocano a carte e gli piace soprattutto leggere il Cittadino; ci ha detto anche che, in questo luogo, si fanno canto e attività sportiva.I racconti di questi tre signori ci hanno emozionato molto; è stato bello pas-sare quest’ ora in compagnia.

Olivia, Sofia, Camilla, 5^C

UN POMERIGGIO A SCUOLA CON GLI AN-ZIANI CHE RACCONTANO...

ABBIAMO SCRITTO UNA BREVE LETTERA PER RINGRAZIARE I NONNI CHE SONO STATI TESTI-MONI DI UN INCONTRO SPECIALE

In questo incontro la signora Bianca, la signora Luciana, il signor Giuseppe, il signor Fernando ci hanno racconta-to la loro vita da “anziani”; ci hanno spiegato i problemi della vecchiaia: i dolori, la solitudine, la nostalgia, la ma-linconia, la paura di sentirsi inutili; Vittorio e Liliana della Fondazione Castellini ci hanno parlato della Fondazione e ci hanno spiegato l’importanza di aiutare gli altri.I nonni ci hanno dimostrato anche tanto entusiasmo e vivacità perché, ci hanno detto, si sentono amati e sono circondati da tante persone che dimostrano affetto e che si occupano di loro.Ci hanno rivelato, infine, alcuni preziosi segreti:

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- s’invecchia solo quando si smette di imparare;- bisogna accettare tutto quello che la vita ci offre;- non ci si deve vergognare nel chiedere aiuto;- un semplice saluto può essere importante per far capi-re che ci si ricorda di loro;- è bello e importante aiutare gli altri.Cercheremo sicuramente di fare tesoro di questi consi-gli!

Cari nonni,avrei voglia di raccontarvi tante cose; sono felice di scri-vervi dopo il nostro incontro. Ci avete fatto capire tante cose importanti. Ad esempio ci avete detto che biso-gna accettare tutto quello che la vita ci offre e che si invecchia solo quando non si ha più voglia di imparare; sono due suggerimenti che ci hanno molto colpito e che tutti ricordavamo quando, in classe, abbiamo parlato del nostro incontro...Calorosi abbracci,Melania

Cari nonni, vi ringrazio per essere venuti a dirci le vostre testimonianze; credo che per voi non sia stato facile rac-contarci la vostra vita con le sue sofferenze e le difficoltà.A me hanno colpito molto diversi aspetti di ciascuno di voi:- il signor Giuseppe che ci ha trasmesso dei momenti di commozione …- la sig.ra Bianca con i suoi novantatré anni (io pensavo ne avesse molti di meno!) ha avuto il coraggio di dirci “andiamo in giardino a fare quattro salti?”- la signora Luciana con la sua vivacità e la sua voglia di parlare e raccontare, il suo entusiasmo e la voglia di can-tare...Speriamo di rincontrarci presto.Con affetto,Antonio

Cara signora Luciana,la ringrazio per essere venuta a scuola a parlarci della sua vita e le dico che dal suo racconto ho imparato che è im-portante non far sentire inutili gli anziani. Ho capito che lei e gli altri anziani siete molto importanti perché senza di voi noi non ci saremmo. Non dovete sentirvi inutili né dovete temere di chiedere aiuto perché siete i primi che lo date: siete preziosi per i vostri figli e i vostri nipoti.Ho imparato anche che siete unici, una fonte di idee ed emozioni…Un grande abbraccio, a presto e... alla prossima, Christian

Cara signora Luciana, sono stata molto colpita dalle sue parole di consiglio, emozione e determinazione. Ci ha

detto che la perdita di persone care, molto importanti, l’ha cambiata molto ma lei con la sua forza di volontà è riuscita a superare i problemi della vita. La sua testimo-nianza ci è stata molto utile come quella degli altri non-ni presenti: la signora Bianca con i suoi novantatré anni portati in maniera fantastica e il signor Giuseppe con la grande commozione nel raccontarci la vita del passa-to. E’ stato un incontro interessante (...) Per noi ragazzi di quinta è stato istruttivo e importante sentire i vostri racconti. (…)Rebecca

Cara signora Poggiato, vorrei ringraziarla per quello che ha fatto per noi e vorrei raccontarle cosa ho pro-vato nei momenti in cui voi nonni raccontavate la vostra storia e cosa ho imparato da questa espe-rienza.Vorrei cominciare da quando ci ha raccontato del fatto che a voi serve aiuto a fare alcune cose e che non bisogna vergognarsi nel chiederlo. Io so che non avrei avuto molto coraggio per parlare di queste cose, ma so che una signora allegra e vivace come te non deve aver avuto difficoltà e, al massimo, sarà stato un motivo in più per venir-cene a parlare...L’emozione più grande che ho provato quando siete entrati era la curiosità, mi chiedevo “Cosa

mai avranno da dire”, quando poi avete cominciato a raccontare ho capito che nel tempo molte cose cambia-no e non sempre accadono cose belle, ma voi le affron-tate tutti i giorni e per questo vi ammiro.Ammiro la signora Bianca per la voglia di fare, Giuseppe per aver resistito alle cose brutte che gli sono accadute e lei, signora Luciana, per la vivacità e la voglia di raccon-tare. Siete stati fantastici, ci avete fatto provare emozioni forti.Con affetto,Dario

Caro signor Giuseppe, la ringrazio per avermi racconta-to le sue esperienze e la sua vita. Io ho perso un nonno e ho pianto tantissimo... immagino solo quanto sia stato difficile per lei perdere tutti i famigliari e rimanere solo... Secondo me, andando alla Fondazione Castellini lei ha fatto la cosa giusta.Vedendola in lacrime giovedì ho pensato a quanto sia stato difficile per lei rimanere solo e mi stavo mettendo a piangere anch’io per la commozione. Penso che le per-sone anziane siano le migliori e vadano considerate più che si può...Con affetto Andrea C

Cari nonni, vi ringrazio tanto per quello che ci avete raccontato e per il tempo che ci avete dedicato; per noi è stato un incontro veramente bello, interessante, ma, soprattutto istruttivo perché abbiamo capito tante cose che prima non consideravamo molto (almeno io) e a cui

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GIORNATA DELLE FORZE ARMATE E DELL’UNITÀ NAZIONALE

TRINCEE E SOLDATI Circa un secolo fa ci fu il primo conflitto mondiale in cui fu coinvolta anche l’Italia. Questa guerra si è svolta sulle Dolomiti e sulle Alpi Orientali. I soldati vivevano e com-battevano soprattutto in trincea, c’erano vari tipi di sol-dati tra cui Fanti e Bersaglieri. I Fanti si muovevano a pie-di con i fucili e per proteggersi costruivano dei muretti di protezione, così si potevano nascondere dai nemici, op-pure scavavano trincee. La trincea era composta da gal-lerie e fossati che permettevano ai soldati di muoversi e di proteggersi dai nemici. In trincea si viveva, si mangia-va e c’erano anche i “dormitori” e naturalmente i posti di difesa e di attacco. Per combattere c’erano mitragliatrici, fucili, pistole e cannoni e per le valli c’erano macchine da guerra come i carri armati. Un fante poteva sparare 18 colpi al minuto, questo significa che ogni 3 secondi sparava, inseriva la pallottola successiva, chiudeva l’ottu-ratore e sparava un’altra volta. È stata una guerra molto difficile e pesante ma alla fine l’Italia l’ha vinta.

Pietro T., Valentina, Iulian,

TRINCEE E SOLDATI Noi bambini di 4^D abbiamo ricordato i caduti della pri-ma guerra mondiale. Questa grande guerra è stata svolta sulla catena montuosa alpina orientale. I soldati mentre andavano sulle montagne avevano freddo e cammina-vano sui ghiacciai anche se non ben equipaggia-ti. Si riparavano dagli attacchi dei nemici nelle trincee che erano dei fossati nella neve o nella terra. I Fanti erano soldati che andavano davanti a tutti e combattevano in prima linea.

Francesca, Riccardo, Valery

I CANTIIl 4 Novembre è una giornata molto importante per l’Italia perché si festeggia la fine della prima guerra mondiale, iniziata per il nostro Paese nel 1915 e finita nel 1918. In questa giornata sono stati riproposti alcuni canti come ad esempio l’ Inno d’Italia, testo scritto da uno studente, Gof-fredo Mameli, e successivamente Michele Nova-ro scrisse la musica, pubblicato a Torino nel 1847. In realtà questo canto non è ancora definitiva-mente l’Inno degli Italiani, perché è stato scel-to in modo provvisorio nel 1946, anche se una

Legge del 2012 stabilisce che venga insegnato in tutte le scuole. Un altro canto ricorda la grande guerra, è “Ta-Pum”. Ta-pum è il suono uguale a quello della baionetta che appena partiva il colpo faceva “TA” e quando arrivava il proiettile sul bersaglio faceva “PUM”. La canzone parla anche del cimitero dei soldati dove i sopravvissuti por-tavano le salme dei loro amici; nomina le mamme che vedevano partire per il fronte i loro giovani figli. Alla fine del canto si sente “TA TA” forse significa che quello spa-ro non colpì niente. I soldati italiani avevano un mezzo di comunicazione: la tromba. Gli Austriaci, cioè i nemici, non sapevano cosa volesse dire il suo suono, ma gli Ita-liani capivano, ad esempio, se attaccare o ritirarsi. Com-pito di suonare la tromba era di un trombettiere o della fanfara dei Bersaglieri. “La bandiera” è il titolo di una can-zone dedicata al nostro tricolore che paragona il verde alle valli e ai prati, il bianco alle nevi delle Alpi e ai capelli delle madri, il rosso ai tramonti e al sangue. Ci sono altre similitudini tra i colori e i colombi di Venezia, i papaveri abruzzesi, degli occhi belli.

Luca H., Lorenzo, Silvia

IL RUOLO DELLE DONNE Noi alunni di 4^D, in occasione della ricorrenza del 4 No-vembre, giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazio-nale Italiana, siamo andati a vedere il monumento de-

non badavamo.Io ho capito molte cose: che non dobbiamo farvi senti-re inutili, infatti, un semplice saluto può far capire che ci ricordiamo di voi; che i nonni sono la nostra fonte di cultura: le loro storie e i racconti di quando erano piccoli possono farci capire che la vita era più difficile ma più semplice e più bella rispetto a oggi. Ho capito anche che

TA PUM

Venti giorni sull’Ortigara senza il cambio per dismontà

ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

E domani si va all’assalto,

soldatino non farti ammazzar, ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

Quando poi si discende a valle battaglione non hai più soldà.

ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

Nella valle c’è un cimitero,

cimitero di noi soldà. ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

quando si invecchia non si possono più fare cose che si facevano prima e che non ci si deve vergognare di chie-dere aiuto.(…) Vi ringrazio anche per le emozioni che ci avete fatto provare: commozione, tristezza ma anche al-legria e gioia. (…) Questa esperienza ci è piaciuta molto e ci ha insegnato tante cose, perciò vi chiediamo… tor-nate a raccontare ancora!

Cimitero di noi soldà forse un giorno ti vengo a

trovà. ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

Ho lasciato la mamma mia,

l’ho lasciata per fare il soldà. ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

Quando portano la pagnotta

il cecchino comincia a sparar. ta pum ta pum ta pum...ta pum ta pum ta pum...

Battaglione di tutti i Morti, noi giuriamo l’Italia salvar.

ta pum ta pum ta pum... ta pum ta pum ta pum...

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dicato ai caduti della prima guerra mondiale, in piazza della Vittoria. Abbiamo letto, ascoltato, visto e cantato. Abbiamo imparato che quando gli uomini purtroppo sono andati in guerra, le donne hanno preso i loro posti di lavoro: lavoravano nei campi, però con qualche rischio, fabbricavano armi e munizioni nelle industrie belliche. Tutti i rifornimenti per i soldati venivano trasportati sulle montagne proprio dalle donne. Le ragazze più giovani curavano i feriti facendoli sdraiare nei vagoni dei treni e dentro le tende, allestendo ospedali di emergenza, e indossavano la divisa da crocerossina. Ogni lavoro che prima del conflitto era svolto dagli uomini, in tempo di guerra veniva svolto dalle donno: tassiste, tranviere, bancarie, postine, ecc. Prepararsi all’evento e partecipare alla manifestazione è stato straordinario!

Camilla, Luca B., Aurora

MILITE IGNOTO Il 4 Novembre è la festa delle Forze Armate e dell’Uni-tà Nazionale. In questa data le cariche istituzionali, cioè le persone che governano, si riuniscono all’Altare della Patria a Roma, si ritro-vano davanti alla sal-ma del Milite Ignoto, ricordandolo. Il Milite Ignoto è una delle 11 persone sconosciute ritrovate sulle Dolo-miti nell’anno 1921, cioè tre anni dopo la fine della grande guerra. Fra le donne che avevano perso un figlio andato in guerra e non tornato, una scelse, proprio tra le undici salme ritrovate e non riconosciute, quella che doveva essere portata a Roma, all’Altare della Patria. Questo monumento può essere chiamato anche Vit-toriano: c’è una statua di Vittorio Emanuele 2°, re d’Italia, sostenuto e circondato dalle statue che rappresentano le maggiori cit-tà italiane. Le altre bare sono state portate prima nella Basilica di Aquileia, in Friuli, e poi tumulate nel cimitero militare. Sulla tomba del Milite Ignoto c’è scritto in latino “Patriae Unitati Civium Libertati” che significa “all’unità della patria e alla libertà dei cittadini”. Quando questa salma arrivò a Roma, tutti i cittadini lo accolsero con canti e applausi. Di fianco alla tomba del Milite Ignoto ci sono due soldati che la sorvegliano giorno e notte . Chissà se qualche giorno andremo anche noi a vedere la tomba del Milite Ignoto!

Pietro M., Mahmoud, Giorgia

MILITE IGNOTO Il 4 Novembre abbiamo ricordato i caduti, cioè i morti della prima guerra mondiale, tra quei soldati c’erano per-sino ragazzini che avevano lasciato la famiglia per fare i militari. Uno dei posti in cui si è svolta la prima guerra

mondiale è il monte Ortigara, che si trova al confine tra Veneto e Trentino Alto Adige. Molti giovani italiani non tornarono più a casa vivi, di altri non si seppe più nul-la. Milite Ignoto significa soldato sconosciuto, ci furono

molte salme il cui nome non si scoprì mai. Una volta c’era una donna molto triste perché, come tante altre, ave-va mandato suo figlio in guerra per difendere la Patria e fare il solda-to, però non tornò più a

casa. Dopo tre anni dalla fine della guerra, alcune per-sone trovarono undici salme sconosciute e le portarono nella Basilica di Aquileia. Quella donna scelse una bara da portare a Roma, come segno del coraggio e render-le onore, mentre le altre dieci le lasciarono nel cimitero militare di quella città. La salma del Milite Ignoto viene ancora oggi custodita e vigilata da due militari nell’Alta-re della Patria.

Diego, Nicole, SaraIL CORTEO Noi alunni di 4^D, il 6 Novembre alle ore 9,30 ci sia-mo incontrati al cimitero e abbiamo visto un grup-po di Bersaglieri con una tromba in mano, con un cappello leggermente piegato sulla fronte e con

un ciuffo di penne nere di gallo cedro-ne. Durante la cerimonia suonavano le loro trombe. Poi ci siamo spostati in corteo verso il centro città: alcune volte i Bersaglieri che erano in testa si ferma-vano perché andavano troppo in fretta rispetto alle persone che li seguivano. In piazza della Vittoria gli Alpini hanno deposto delle corone di alloro accan-to al monumento ai caduti e la fanfara ha suonato. Infine siamo entrati nel palazzo comunale e le persone più im-portanti della città hanno parlato della

guerra. Alcuni alunni rappresentanti delle classi sono andati al microfono a spiegare anche loro alcuni aspetti della guerra. Noi abbiamo eseguito alcuni canti. Diverse associazioni come gli Alpini, la Croce Bianca, le scuole in-nalzavano la loro bandiera. In ultimo sono stati premiati alcuni Bersaglieri che hanno aiutato le persone coinvolte nell’alluvione in Veneto e Friuli di 50 anni fa.

Pietro G., Matilde, Daniel